Ecco il Muse L’ebook con articoli, interviste e notizie pubblicate dall’Adige 1 L’infografica (ingrandisci per scoprire il Muse) 2 Indice #Lanzinger - intervista di @Paolo Micheletto #Muse - viaggio di @Paolo Micheletto #Pacher - intervista di @Paolo Micheletto #piano meno 1 - viaggio di @Fabia Sartori #occasione unica - analisi di @Paolo Micheletto #tecnologia di casa - viaggio di @Lorenzo Basso #un museo da sogno - viaggio di @Giuseppe Fin #tecno guide - spunti di @Federica Passamani #Trento d’avanguardia - intervista di @Angelo Conte #un grande museo - analisi di @Marco Andreatta #uno spreco - opinione di @Francesco Dal Bosco #notte al museo - avventura di @Giuseppe Fin #click - Le foto del @Muse #Guida - Tutto sul @Muse 3 Lanzinger: Trento avrà un museo unico al mondo «Un sogno che si avvera, vinceremo la sfida scientifica e turistica. Sono orgoglioso dei laboratori aperti al pubblico» di Paolo Micheletto A pochi metri di distanza alcuni rocciatori si calano dalle corde per sistemare nel vuoto gli ultimi animali impagliati, installazione voluta personalmente da Renzo Piano. Lui osserva tutti i collaboratori e per ognuno ha una parola di conforto. Sono giorni intensi per Michele Lanzinger, 56 anni, direttore del Muse, il Museo delle scienze di Trento che verrà inaugurato sabato prossimo, 27 luglio, con una grande festa che proseguirà nel cuore della notte e quindi anche domenica 28. Siamo negli uffici che danno sulla lobby , la sala d'ingresso del Muse. Ti passano accanto operai, ricercatori, addetti ai servizi: si respira un'aria di work in progress , di lancio di un'iniziativa che vuole essere esaltante. Tutti sono all'opera (rispettando le norme di sicurezza) ma certo, l'impressione è che i lavori termineranno solo pochi secondi prima dell'inaugurazione ufficiale. Lanzinger non si mostra spaventato e fa la metafora: «Sappiamo quando l'aeroplano dovrà atterrare. La pista è pulita e la direzione è chiara. Ma l'aereo scenderà al tempo giusto, non prima». Il direttore parla con l'interlocutore di turno e il suo sguardo va spesso agli allestimenti del Muse; l'iPhone squilla con regolarità ma viene gestito bene. Direttore Lanzinger, non molti territori possono permettersi l'apertura di un nuovo museo. Ormai ci siamo. Certo, per questo bisogna partire dalla visione politica di un territorio che ha deciso di permettersi un rinnovamento così rilevante della propria proposta museale. Nel 2001 l'allora sindaco Alberto Pacher ci chiese di dare al Museo di scienze un ruolo importante nel processo di riqualificazione urbana, quindi la Provincia ci ha permesso di fare e poi di attuare gli studi di fattibilità che nel frattempo avevamo realizzato. E poi siete alle Albere. Infatti il nostro progetto culturale è stato integrato con il ragionamento complessivo di Renzo Piano. Alla fine, che cosa è il Muse? Una proposta unica al mondo. Che unisce la ricerca, l'organizzazione, uno spazio aperto (Renzo Piano da sempre ha voluto che l'ingresso interno del Muse osservi orari prolungati rispetto al museo, ndr), un grande apparato espositivo e diverse tematiche quali il territorio alpino, l'evoluzione della specie, la serra tropicale e molto altro. A quale museo di scienze del mondo vi siete ispirati, in particolar modo? Tanti mi fanno questa domanda. Nella creazione del Muse abbiamo utilizzato lo stesso approccio scientifico che seguiamo nella ricerca, fatto di scambi, di confronti, di continue verifiche. Allo stesso modo, il Muse è ben saldo nella rete europea e mondiale dei più musei importanti, come Londra e Barcellona ma anche San Francisco, New York, Washington. Ma ogni apporto dall'esterno è stato declinato in maniera specifica e particolare, in riferimento al nostro territorio e al rapporto con Piano. 4 Perché il Muse sarà qualcosa di speciale? Prima di tutto questo è un luogo culturale in cui troverà spazio il tipico modo d'essere dei musei, che è osservativo. Ma ci sarà anche la possibilità di una forte interazione con quanto esposto, con tanti esperimenti e apparati multimediali. Perché se tu guardi lassù (indica un piano del Muse, ndr) vedi che è molto bello, ma quella bellezza la capisci meglio se ci metti le mani. Appare evidente il tentativo di cercare il giusto equilibrio tra il locale e il globale, ad esempio tra l'ambiente alpino e il mondo intero. Certo, perché vogliamo legare la sensibilità e la conoscenza locale ad una consapevolezza generale. E' molto importante il senso d'identità, perché questo è un museo pensato anche per i trentini, ma bisogna sempre più ricordare che siamo parte del pianeta terra, che tra l'altro è diventato sempre più piccolo ed è alle prese con tanti problemi. Non a caso la tematica dei cambiamenti climatici è affrontata in profondità. Faccia alcuni esempi di alcune offerte del Muse che le piacciono in maniera particolare. Penso alla galleria specifica dedicata a come si fa innovazione in Trentino. Un «luogo» cioè dove si potrà dimostrare l'impegno di un territorio di inventarsi un futuro, nel quale troveranno spazio associazioni ed enti vari ma anche le singole start-up e i singoli progetti. Ricordo poi il «FabLab», nel quale i visitatori potranno personalmente lavorare con dei mini-robot e realizzare progetti, perché è responsabilità di tutti noi fare la nostra parte nel mondo di domani. Due esempi per dire che penso ad un museo che dialoga, che diverte, che sollecita le persone ad essere consapevoli. Questioni affascinanti. Poi si dovranno vendere più biglietti possibili. Quali sono gli obiettivi? Siamo impegnati a creare relazioni con chi ci potrà aiutare ad aumentare il numero dei visitatori. Abbiamo calcolato che un buon numero di visitatori potrebbe essere di 160.000 all'anno, ma questo è un dato che era uscito in un periodo precedente a questa crisi che ci preoccupa perché ha limitato di molto la capacità di movimento delle famiglie. Comunque siamo sicuri di essere molto attrattivi, il Muse sarà un luogo piacevole. Non tutti i direttori di museo possono vivere un evento come il suo, durante la carriera. Vero. In questo periodo è un lavoro totalizzante, ma è di assoluto conforto la partecipazione di una squadra molto forte. Il traguardo lo passiamo tutti insieme, ciascuno con le proprie responsabilità. Sarà importante offrire una proposta culturale sempre originale. Il bacino turistico è ampio, ma non certo quello delle grandi capitali. Ci sono musei che non si collocano nei centri storici delle grandi capitali ma che vivono benissimo. Qui la situazione è intermedia: non siamo in una metropoli ma Trento è all'interno di un territorio molto riconoscibile. E poi puntiamo sulla collaborazione con il Mart e il Castello del Buonconsiglio, oltre a San Michele, collaborazione per la quale molti degli abitanti dell'area che sta a due ore di distanza da qui potranno dire: «Questa settimana andiamo in Trentino, perché c'è sicuramente qualcosa di interessante da vedere». 5 La sfida va vinta quindi anche sul piano turistico, non solo su quello culturale e scientifico. Certo, questa è anche una sfida del comparto turistico del Trentino. Anche per questo ci sono già ottime relazioni tra i musei e tra tutti gli enti interessati. Ci dica una cosa di cui va particolarmente orgoglioso, del Muse. L'idea dei laboratori aperti al pubblico, dove i visitatori potranno interagire con i ricercatori, far loro domande e capire come lavorano. Poi i laboratori biologici e bio-tecnologici, oltre ai «Fab Lab» di cui ho già parlato. Il Muse ha un obiettivo ambizioso, e cioè superare le vecchie separazioni tra musei scientifici, tecnici e umanistici. Anche per questo parlo di una proposta unica e innovativa nel panorama internazionale, frutto di un lungo lavoro collettivo. Ultima domanda. Chi è stato il politico che ha creduto di più nel Muse? Dico cinque nomi: Pacher, Dellai, Andreatta, Cogo, Panizza. Insomma, tutti coloro che hanno guidato Comune, Provincia e assessorato alla cultura nel passato più recente... Ma anche questo è un grande dato di forza, nel senso che dopo che la scelta sul Muse venne realizzata, c'è stata un'assoluta continuità e un percorso lineare e senza interruzioni. Non è una cosa scontata. Anche per questo arriviamo in linea con le previsioni, ad iniziare dai tempi di apertura del Muse. 6 Tra dinosauri, uomini primitivi e Alpi Sono moltissime le attrazione del nuovo museo. E interagire sarà parte integrante del viaggio di Paolo Micheletto Il Muse è un dinosauro. Il Muse è un ghiacciaio delle Alpi ma anche una serra tropicale. Un bosco interattivo. Quattro preistorici abitanti delle Alpi, durante il Paleolitico. Il Muse è le Dolomiti e «Maxi Ooh!», cioè il grido che i bambini fino ai cinque anni urleranno nello spazio dedicato a loro. Il Muse è lo studio del Dna e «zero gravity», cioè gli animali sospesi nel «grande vuoto». Ecco cos'è il Museo delle scienze di Trento. O meglio, cosa sarà, visto che l'inaugurazione ufficiale è prevista sabato prossimo, 27 luglio. Seguiteci quindi nel viaggio all'interno della struttura disegnata da Renzo Piano nel quartiere delle Albere, a pochi passi dal centro della città, dove per anni hanno lavorato gli operai della Michelin. La forma dell'edificio, che vuole essere una metafora della montagna, scandisce il percorso della mostra permanente, cioè dall'alto verso il basso. Si arriva al Muse attraverso due ingressi: uno direttamente dal quartiere delle Albere, l'altro dal nuovo sottopasso (che per sabato potrà essere utilizzato ma che poi resterà chiuso per alcune settimane). Una volta oltrepassato l'ingresso, ci si trova nella piazza del Muse, che osserverà orari prolungati rispetto al museo stesso, su idea personale di Piano, che qui sogna un ambiente in grado di sopravvivere alla struttura espositiva. C'è la biglietteria. Ai lati, la caffetteria e il bookshop, piuttosto spaziosi perché sempre più importanti all'interno delle offerte museali, anche in termini di fatturato. Una volta oltrepassato l'ingresso, il visitatore è protagonista di un viaggio sensoriale a 360 gradi: può sentire l'aria fredda, toccare il ghiaccio, passeggiare in un bosco, osservare strane specie oppure fissare negli occhi l'uomo di Neanderthal. E ancora, parlare con i ricercatori all'opera nei laboratori aperti al pubblico, ascoltare i rumori della montagna, stampare un progetto in 3D. Accettiamo il consiglio dello staff del Muse e partiamo dall'alto. Al quinto piano usciamo in terrazza (dove si può osservare il quartiere disegnato da Renzo Piano), che potrebbe essere utilizzata per qualche iniziativa serale. Il piano «+4» è quello «Sulla cima delle Dolomiti», dedicato cioè all'alta montagna, all'esplorazione, alle vette e ai ghiacciai, non solo sulle Alpi. C'è un ghiacciaio vero e una galleria con proiezioni di immagini sopra le cime alpine e dolomitiche. Si sentono i rumori del paesaggio alpino. Fischia il vento. Tra gli allestimenti di sicuro richiamo, il ponte attrezzato che da un lato dà sul «grande vuoto» e dall'altro permette al visitatore di toccare il ghiacciaio. Una carota di ghiaccio, prelevata in Antartide da alcuni ricercatori italiani, permette di ricostruire il clima del passato, attraverso i diversi mutamenti. Poi giù al terzo piano, dedicato alla natura alpina, alla fauna e alla flora di tale ambiente, agli adattamenti e strategie di sopravvivenza, agli ecosistemi. Da non perdere il «labirinto della biodiversità», che propone una discesa immaginaria lungo un sentiero di montagna in cui si succedono 26 ambienti diversi, dalla neve e dai ghiacci ai prati, arricchiti da due acquari. E' qui che si può accarezzare l'orso che sin dagli anni Sessanta ha fatto bella mostra di sè in via Calepina: accarezzare davvero, perché anche al Muse è stata confermata la scelta di esporre gli animali senza vetri di protezione. A proposito: quasi tutto l'allestimento del Museo di via Calepina è finito nei magazzini qui alle Albere, a parte 7 alcune eccezioni come ad esempio il glorioso orso. L'offerta degli animali imbalsamati è di livello, ad iniziare dal lupo affiancato dallo sciacallo dorato. Proseguiamo il nostro viaggio al terzo piano con l'angolo del bosco, una proposta riservata ai ragazzi dagli otto agli undici anni, e l'angolo morbido per i più piccoli. Eccoci quindi al piano «+2», dedicato alla lunga storia delle Dolomiti. E' il trionfo dei minerali e delle rocce della montagna, così come trovano spazio due acquari: uno che ricostruisce una grotta di montagna e l'altro tropicale con acqua salata, che contiene un tipico ecosistema di barriera corallina, a rappresentare l'ambiente di formazione delle Dolomiti. Si può vedere un video su come è cambiata la Valle dell'Adige nel corso dei secoli. Allo stesso piano trova spazio la prima mostra temporanea, organizzata dalla Telecom sulle «smart cities», mentre è di sicuro interesse l'angolo della Protezione civile: una postazione multimediale interattiva consente di mettersi nei panni degli operatori specializzati e imparare a gestire diversi tipi di rischi naturali. Siamo nel «pieno» dell'avventura del Muse. Facciamo una pausa, nella pagina successiva ci aspettano gli uomini preistorici, che hanno saputo sopravvivere ad un ambiente difficile e non sempre favorevole. 8 Il Muse chiama: impossibile non rispondere Il «piano +1», una macchina del tempo che ci riporta nella preistoria di Paolo Micheletto Il nostro viaggio nel Muse riprende dal «piano +1», dai primi uomini sulle Alpi al futuro globale. Si parla quindi del popolamento umano dell'ambiente montano, dei cacciatori, della preistoria. Eccoci nella time machine , una struttura a spirale che porta il visitatore nella preistoria. I maggiori ritrovamenti locali custoditi al Museo di scienze sono esposti in vetrine che illustrano le principali fasi dell'evoluzione culturale, economica e sociale nella preistoria delle Alpi. Si può quindi avere un contatto ravvicinato con quattro tra i primi occupanti delle nostre montagne, realizzati in Francia con una speciale resina: siamo davvero ad un grado di somiglianza assoluta, sembra di essere al museo delle cere solo che in questo caso non sono stati riprodotti la regina d'Inghilterra o David Beckham ma gli ominidi che ci hanno preceduti durante l'ultimo periodo glaciale nel Paleolitico medio o nel Mesolitico. Tutti i piani presentano aule didattiche e laboratori dove lavorano i ricercatori del Muse: a determinati orari le porte si aprono ai visitatori, in quella che si annuncia una delle vere e più suggestive novità. Un corridoio porta alla galleria successiva e introduce quindi al tema contemporaneo della sostenibilità. Di sicuro richiamo sarà la sfera interattiva: i ricercatori del Noaa (National oceanic and atmospheric administration) hanno sviluppato un software per illustrare la scienza del sistema terra: su una grande sfera vengono quindi proiettate immagini animate di tempeste atmosferiche, conseguenze di cambiamenti climatici, movimenti di continenti e molto altro: circa 400 programmi, aggiornati in tempo reale. Restiamo al primo piano per segnalare la rinnovata presenza dello spazio «Secondo me», con due tavoli rotondi dove alcuni esperti affronteranno diversi temi di attualità con i visitatori e dove questi ultimi potranno offrire spunti utili per il miglioramento dell'offerta complessiva del Muse. Superiamo quindi lo show room dell'innovazione, che si annuncia come uno spazio lasciato libero alle aziende locali per spiegare agli utenti del museo diverse loro iniziative dal punto di vista sostenibile, non per vendere ma appunto in un'ottica di divulgazione. Il piano «+1» si annuncia particolarmente affollato perché ospita il «FabLab», una piccola officina aperta al pubblico che offre strumenti per costruire qualcosa di proprio, a patto di presentarsi con un piccolo progetto: si pensa ad esempio a materiali in plastica quali bicchieri, portachiavi e altro. Il tutto grazie a stampanti a tre dimensioni e diverse batterie, secondo un concetto nato al Mit di Boston una decina di anni fa e quindi entrato in molti musei del mondo. Quello del Muse sarà in rapporto diretto con alcuni «FabLab» operanti presso degli incubatori di impresa italiani, ma opererà nell'ambito della rete mondiale, scambiando proposte e progetti. Arriviamo quindi al «Piano zero», quello dell'ingresso, che rappresenta forse la parte più «interattiva» di tutto il Muse. Spazio quindi al «Maxi-Ooh», uno spazio sensoriale esclusivo dedicato ai bambini, dove sono stimolate le percezioni del suono, del tatto e della vista attraverso pavimenti riscaldati, camere sensorizzate, interazioni virtuali. E spazio anche alla «palestra» della scienza, lo spazio forse più divertente del museo di Renzo Piano, perché qui trovano posto molti apparecchi, oggetti sospesi e macchine che riproducono realmente fenomeni fisici. Attenzione, la soglia di attenzione deve restare altissima, perché siamo appena scesi nell'autentico gioiello del «Piano -1», dedicato alle origini della terra, all'evoluzione delle prime forme di vita, ai dinosauri e quindi al Dna: un «insieme» che da 9 solo vale un museo intero. Questo piano rappresenta infatti un momento costituente del Muse, trattando temi che l'evoluzione, ponendo l'accento sul rapporto tra uomo e natura, esaminando i processi della biologia e le dinamiche del Dna. In esposizione troviamo cinque rettili terrestri, tra cui tre dinosauri, le loro orme fossili e altri piccoli reperti narrati da monitor, pannelli esplicativi e grafici. Di fronte a questi sono posti quattro rettili marini; sopra, lo scheletro di un rettile volante è sospeso. Il visitatore può compiere un viaggio indietro nel tempo di oltre quattro miliardi di anni, alla ricerca delle condizioni delle prime forme di vita sino all'esplosione della vita nei mari e alla conquista delle terre emerse. Vi assicuriamo che l'effetto scenico di questo ambiente è notevole, anche perché si possono ammirare non solo i dinosauri ma anche tanti altri animali sospesi, con uno semplice sguardo all'insù. Va detto che fino alla fine del secolo scorso la presenza dei dinosauri nel territorio italiano era ritenuta improbabile, ma una serie di eccezionali scoperte, molte delle quali avvenute nell'area dolomitica, hanno sovvertito questa idea: una grande fortuna, che rende più ricco il Muse. Terminiamo il nostro viaggio nella serra tropicale, ambiente dove far crescere e proteggere una foresta pluviale. La serra ha un punto di riferimento nell'attività di ricerca che il Museo di scienze svolge da oltre dieci anni sui monti dell'Eastern Arc in Tanzania: contrariamente a quello si può pensare il vero «sforzo» energetico da compiere sarà quello per abbassare la temperatura d'estate, piuttosto che alzarla d'inverno: i circa trenta gradi interni sono garantiti dalle ampie vetrate che rappresentano il biglietto da visita del Muse, visto che la serra si affaccia su via Sanseverino. 10 70 milioni da far «ritornare» Pacher: «Una spesa alta, ma le ricadute saranno enormi per tutto il Trentino» di Paolo Micheletto Settanta milioni di euro per la costruzione. Più circa otto milioni per la gestione ordinaria all'anno. Cifre colossali, spese per dare a Trento e al Trentino il Muse, il Science center che verrà inaugurato sabato prossimo, 27 luglio. E quindi una scommessa altrettanto colossale: si può pensare ad un parziale «rientro» della spesa, in termini di ricadute economiche, turistiche e sociali sul Trentino? Alberto Pacher oggi è il presidente della Provincia di Trento. Tra pochi mesi (con le elezioni sempre di 27, ma di ottobre) lascerà il suo posto ma nel 2001 era il sindaco della città che decise di prevedere il Muse all'interno del progetto di riqualificazione urbana dell'ex area Michelin. Pacher sostiene due cose, nell'intervista che segue: che oggi, con la congiuntura internazionale che ha depresso sia il pubblico che il privato, sarebbe impossibile pensare ad un'opera come il Muse; che lo stesso Museo avrà un «grande ritorno» per «il sistema Trentino», anche e soprattutto dal punto di vista turistico. Presidente Pacher, come nacque l'idea che nel 2001 ha dato il via libera definitivo alla realizzazione del Muse? Il progetto di trasformazione dell'ex Michelin aveva certo l'obiettivo di una riqualificazione complessiva dell'area dismessa ma anche l'obiettivo di dare finalmente una centralità riconosciuta alla zona stessa. Da subito si decise di prevedere case, uffici, negozi, senza alcuna mono-specializzazione. Poi si pensò alla presenza di uno Science center che aiutasse il Trentino a capire il futuro in tante sue dimensioni. Un'idea alla quale ho creduto subito. Ma come si arrivò alla scelta finale di un museo delle scienze? Prima di tutto vedemmo l'esempio di altre città europee, che all'interno di importanti recuperi architettonici effettuarono scelte simili. Tutti sanno di Bilbao e dell'importanza fondamentale che ha avuto il Guggenheim, ad esempio. Ma Trento era già un importante polo dell'alta formazione e della ricerca, e pensare ad un nuovo museo voleva dire anche proseguire su una strada che già veniva seguita nella sede di via Calepina, dove da sempre si cercava di interpretare e capire i tempi. Alla fine, quale è il risultato, secondo lei? Se partiamo dal contenitore, si tratta di una struttura che richiama leggerezza e sostenibilità ambientale. Una struttura che parla e con la quale spero i trentini avranno una certa familiarità, cogliendone le diverse sfumature. Il Muse è una grande scommessa, i trentini dovranno sentirsi a casa loro. Una casa piuttosto costosa. I settanta milioni sono un impegno sostenibile, in questo periodo storico di grave crisi? Certo, l'impegno finanziario è stato notevole. Ora il Muse dovrà lavorare tanto e io credo che sarà possibile superare l'obiettivo dei 150.000 visitatori annui. Ma penso anche al lavoro in più che avranno i bar, i ristoranti, i negozi non solo di quella parte di Trento ma anche nel centro storico. Ci saranno tante ricadute, anche economiche. 11 Qualche anno dopo sarebbe stato possibile costruire il Muse? No, qualche anno dopo non sarebbe stato più possibile. Le disponibilità finanziarie di quei tempi erano ben altre. A proposito di questo periodo di crisi, l'inaugurazione del Muse rappresenta anche un segnale di speranza. In che senso? Aprire un nuovo museo in Italia rappresenta un segnale di speranza per tutto il Paese, dove c'è ancora chi è convinto che con la cultura non si mangia. Questo è il paese che lascia andare in rovina una meraviglia come Pompei e che ha città, come Firenze, che hanno più reperti culturali di tutta la Spagna, anche se non c'è un'adeguata valorizzazione. Presidente Pacher, se è per questo il Trentino negli ultimi anni ha lanciato anche il «segnale» dell'inaugurazione del Mart. E il precedente è piuttosto preoccupante, vista la crisi del museo di Rovereto e le altissime spese di gestione. Certo, ma nel caso del Mart non è stata strutturata la risposta giusta in termini imprenditoriali e di ricettività dei visitatori. A parte il fatto che il Mart è più conosciuto fuori che in Trentino, stiamo parlando di due realtà diverse. L'arte contemporanea è più selettiva e difficile da vedere, mentre al Muse potranno andare le scolaresche e le famiglie. Difficile pensare che con gli ingressi si possano fare cifre enormi, in termini di fatturato. La voce dei biglietti venduti sarà importante, ma il Muse avrà ricadute sul «sistema Trentino». Io immagino che molte famiglie arriveranno qui da Innsbruck, da Verona, da Padova, da Venezia, perché nelle loro città non si trova nulla di simile al Muse. Chi ha già avuto l'occasione di entrare al museo è rimasto colpito dalla bellezza della struttura e dall'importanza dei suoi contenuti: io mi aspetto un grande successo. Non mancheranno le critiche sull'investimento. Giusto sempre essere iper-critici, ma il Muse rappresenta una grande opportunità per il Trentino. La cultura non comporta un ritorno immediato ma benefici per il sistema complessivo. Anche sulla «gestione» del Muse si misurerà il grado di maturità della nostra terra. Cosa farà la Provincia, con le sue diverse articolazioni, per promuovere il Muse? Prima di tutto andrà fatto un grande lavoro di promozione reciproca con il Mart. Poi mi aspetto di vedere il Muse nelle campagne di promozione invernale di tutte le Apt, perché questa è una risorsa importante per tutti, dall'albergatore di Canazei a quello di Riva, passando per il campeggiatore della Val di Ledro. 12 La storia della vita Il «Piano -1» è da urlo, con fossili, dinosauri, evoluzione e Dna di Fabia Sartori Al nuovo Muse la storia della vita si percorre al «Piano -1», in analogia con il reperimento nel sottosuolo delle tracce fossili che aiutano la paleontologia a studiare gli esseri viventi del passato. «Siamo di fronte all'unica parte dell'esposizione in grado di auto-sostenersi in modo autonomo, in quanto resoconto di vicende che hanno portato alla nostra evoluzione» racconta il paleontologo del Muse responsabile della «galleria della vita» Massimo Bernardi. Senza scordare di sottolineare che anche il «Piano -1», come tutti gli altri del Muse, si inserisce perfettamente nel filo logico verticale che vuole condurre il visitatore dall'alta montagna con i suoi ghiacciai, attraverso la natura alpina, per poi toccare rocce e minerali delle Dolomiti e scendere verso le popolazioni preistoriche dell'arco alpino o nell'interattività sensoriale legata ai cinque sensi. Infine il «piatto forte» che mette a disposizione non solo evoluzione e crescita delle diverse forme di vita, ma anche il loro «mattone base» identificato nel Dna piuttosto che l'albero darwiniano in grado di unirle in un'unica soluzione. «Rispetto a quanto già presente al vecchio Museo in via Calepina - chiarisce Bernardi - abbiamo scelto di mantenere un approccio di spiegazione globale che vada però a contestualizzarsi nel panorama trentino sfruttando le diverse ricerche che abbiamo condotto in prima persona». In sostanza, quindi, gli «incontri» che i visitatori potranno fare hanno in qualche modo abitato il nostro territorio in un'epoca lontana milioni di anni fa: «Tutto il materiale è selezionato sulla base delle informazioni che abbiamo raccolto nell'ambiente alpino italiano, dando particolare spazio a dinosauri e rettili di cui abbiamo evidenza in Trentino e Dolomiti, Alpi ed Italia in generale», spiega Bernardi. Il percorso prende il via con la sezione dedicata ad organismi più o meno grandi la cui esistenza si colloca a monte della «conquista» delle terre emerse. Su quattro tavoli fisicamente «galleggianti» si susseguono altrettante diverse unità: si parte dalla descrizione delle condizioni fisiche e chimiche che hanno reso (4.5 miliardi di anni fa) la Terra un pianeta adatto ad ospitare la vita. Mentre sui supporti successivi si possono apprendere le ipotesi più accreditate riguardo alle prime forme di vita microscopiche (3.5 miliardi di anni fa), «piuttosto che - prosegue Bernardi - le prime vere e proprie forme di vita macroscopiche (500-600 milioni di anni fa) in cui si riconoscono alcuni tratti simili a quelli delle specie attuali come la testa, gli occhi oppure l'orientamento del corpo». Questa prima sezione termina con il popolamento delle terre emerse da parte di diversi organismi quali piante, invertebrati e vertebrati a quattro zampe (300-400 milioni di anni fa). «Possiamo dire di essere di fronte ai capostipiti della storia che poi si sviluppa in sala» aggiunge Bernardi. Accanto ai tavoli della prima sezione si trova il primo scheletro del percorso: risale a 260 milioni di anni fa ed appartiene al gruppo dei Gorgonopsidi, le cui orme sono state individuate in Alto Adige. La sua posizione si discosta leggermente dagli scheletri successivi in quanto in epoca di fine periodo Permiano si verificò la prima grande estinzione di massa dovuta a cause naturali. «Abbiamo ritenuto importante sottolineare - afferma Bernardi - che l'evoluzione della nostra specie ha dovuto affrontare e superare immani catastrofi naturali». Ecco, quindi , la seconda sezione dove sono ospitati dinosauri e rettili: in totale si contano una decina di «grandi scheletri» vissuti nei periodi Triassico, Giurassico e Cretacico (da 200 milioni a 60 milioni di anni fa) suddivisi tra «terrestri» e «marittimi», sei dei quali sono 13 sospesi in aria con cavi ed appoggiati solo su due zampe. «In particolare questi sono i periodi storici - dice - che contraddistinguono i reperti dei siti di Dro e Lavini di Marco». Per fare un esempio il Dilophosauro presente in sala a lasciato le sue impronte a Marco. Mentre i due esemplari terrestri del Cretacico non sono trentini: in quel periodo il nostro territorio era sommerso dall'acqua. Si introducono così anche i rettili marini la cui provenienza è in prevalenza da antichi mari trentini, dolomitici o mediterranei. «Al di sotto di ciascuno scheletro - illustra Bernardi - sono presenti i reperti originali allestiti in apposite teche di vetro. Inoltre, per ognuno è a disposizione un'installazione video che associa allo scheletro le possibili fasce muscolari, aspetto fisico ed ambientazione esterna di quando l'animale era in vita». La terza sezione, dopo la seconda estinzione di massa (fine Cretacico), illustra le tre famiglie di mammiferi ed i diversi adattamenti che questi hanno subìto: le antilopi nella corsa ed i pipistrelli al volo, l'otaria ai mari ed i primati alla vita sugli alberi. Di qui parte la storia dell'uomo: dall'Australopiteco all'Homo Sapiens grazie ad un pannello interattivo che fornisce informazioni tastando il cranio d'interesse. 14 «Un’occasione unica» Questa struttura farà da traino alle altre offerte culturali del territorio di Paolo Micheletto Il Trentino vincerà la sfida turistica ed economica «giocata» dal Muse. Il nuovo Museo delle scienze di Trento rappresenta una grande potenzialità in termini di ricadute: al momento costituisce un investimento colossale, vista la spesa di 70 milioni di euro per la costruzione e la previsione di circa otto milioni per la sola gestione di un anno. Saprà essere il Muse un volano in grado di smuovere energie su tutto il Trentino? «Io dico proprio di sì - risponde Alberto Pacher , presidente della Provincia - Mi aspetto un grande "ritorno" per tutto il Trentino. Il Muse sarà una risorsa generale, non solo per il capoluogo». L'altro giorno si è tenuto l'ultimo consiglio di amministrazione prima dell'inaugurazione del Muse, il primo nella nuova sede: «La struttura ti lascia senza fiato - spiega Lucia Maestri , assessore al turismo e alla cultura di Trento - Una bellezza unica. Il Muse sarà prima di tutto un grande patrimonio per tutta la comunità». Un grande patrimonio che andrà valorizzato. Ormai il Muse è completato, l'obiettivo dei prossimi mesi è di farlo «volare». Parola alla stessa Maestri: «Certo, ora si tratta di promuovere il Muse, però assieme a tutto il patrimonio della città di Trento e anche di Rovereto. Ricordiamoci che siamo una micro-zona: dico sempre che tra Trento e Rovereto c'è una distanza equivalente a quella di sette fermate della metropolitana di Roma». Ma cosa verrà fatto per la promozione del Muse? «Prima di tutto è stato realizzato un piano di comunicazione importante - prosegue Maestri - L'obiettivo è di far conoscere il nuovo museo delle scienze ma anche l'intero distretto della conoscenza. I 150mila visitatori all'anno? Quella è la previsione del Masterplan, ma io penso che il Muse non farà certo fatica a prendere piede, anche perché si tratta di una proposta dinamica, dove sarà possibile apprendere in maniera interattiva». Il via libera al Muse venne decretato nel 2001, vale a dire in un momento di congiuntura ben diverso dalla crisi attuale: «Ero in consiglio comunale e votai convintamente la delibera che determinava le diverse funzioni dell'area ex Michelin - ricorda Maestri - Un progetto che restituiva questa zona alla città, anche grazie alla presenza di un parco molto grande e aperto a tutti e che riqualifica l'area stessa tramite un progetto forte di conoscenza e di cultura. Se dovessimo farlo adesso questo sarebbe un investimento molto difficile, ma bisogna sempre ricordare che i soldi spesi in formazione, ricerca e cultura non sono mai buttati via. Proprio la crisi ci aiuta a fare selezione: qualche strada e impianto in meno per lasciare spazi allo sviluppo immateriale, tipico delle persone». Franco Panizza, da pochi mesi senatore della Repubblica, per quattro anni e mezzo è stato assessore alla cultura della Provincia. Ora ricorda prima di tutto come il Muse sia «un'opportunità fenomenale dal punto di vista della conoscenza, della ricerca e della scienza» ma ammette che da lunedì si aprirà una grande scommessa per il Trentino: «Da assessore ho sempre lavorato sull'idea del "sistema" e della "rete". L'inaugurazione del Muse è un evento mondiale, ma la sola vendita dei biglietti del museo delle scienze sarà poca cosa. Bisogna quindi creare collegamenti con il Mart, ad esempio, che tra pochi mesi potrà contare sulla mostra di Antonello da Messina, ma anche con Arte Sella o con appuntamenti quali Oriente - Occidente, Drodesera, I Suoni delle Dolomiti. Il tutto con il coinvolgimento di molte realtà enogastronomiche, come le cantine e le distillerie». Panizza sa bene del timore che il Muse finisca per distogliere l'attenzione generale (anche in termini di finanziamenti) dagli altri musei del Trentino: «Una preoccupazione che ho ben 15 presente, ma il Muse dovrà fare da traino alle altre realtà, non farle sparire. Un esempio? Basterà mettere un modello di aereo alle Albere per far conoscere il Museo Caproni, che tra l'altro è a pochissima distanza. Insomma, il Muse va inserito nella rete con il Mart di Rovereto, il Castello del Buonconsiglio, il Museo della guerra, Castel Beseno, le offerte del Garda e altro». Panizza non nasconde il proprio entusiasmo: «Trento potrà presentare una delle offerte culturali tra le più belle al mondo, seconda solo a metropoli quali New York o Londra». 16 Dove la tecnologia è di casa Grazie a laboratori e gallerie diventa possibile toccare la scienza di Lorenzo Basso Al centro dello spazio espositivo dedicato alla scienza e all'innovazione tecnologica, nel nuovo Muse, non vi è la macchina oppure gli ultimi dispositivi digitali immessi sul mercato o ancora in fase di sviluppo, ma l'uomo e il suo benessere nel mondo in cui vive. La ragione di questa originale scelta, inedita per un museo di questo genere, è duplice: da una parte si vuole far mostrare al visitatore l'importanza della biodiversità in un'ottica antropocentrica, dall'altra si cerca di far capire come la perdita del patrimonio naturale a causa dell'intervento umano sia svantaggiosa per l'uomo stesso. A pochi giorni dall'inaugurazione del museo progettato dall'architetto Renzo Piano nel nuovo quartiere cittadino «Le Albere» siamo andati a visitare la galleria dedicata alla tecnologia e all'ambiente, posta al primo piano della imponente ed avveniristica struttura. Nonostante gli spazi saranno presto occupati da frotte di gente, incuriosita dalla spropositata campagna pubblicitaria messa in campo di recente (in città è impossibile non imbattersi in un manifesto riportante la data di apertura, il prossimo 27 luglio), buona parte delle installazioni espositive devono ancora essere allestite, e il lavoro all'interno del museo procede frenetico e senza sosta. Tra il via vai di operai e tecnici, David Tombolato, responsabile della galleria dedicata alla sostenibilità ed allo sviluppo, ci mostra grandi zone sgombre o bacheche incomplete, prefigurando ciò che, in poche ore, diventeranno. «Il piano - spiega il curatore - parte dalla preistoria del Trentino e arriva fino alla contemporaneità, affrontando il problema della sostenibilità in funzione del benessere individuale. Il tema, viene poi declinato in quattro ambiti principali, distinti in vita sociale, ambiente, impatto istituzionale ed economico. Il taglio non vuole essere tanto ambientalista, quanto cercare di far capire come la conservazione dell'ambiente naturale rappresenti un vantaggio anche economico per l'uomo». Per il visitatore, la galleria inizierà con un «Fab-lab», ossia una piccola officina per la fabbricazione digitale di piccoli oggetti. Lo spazio, di circa sessanta metri quadrati, verrà dotato di terminali informatici (tablet) quali interfacce per gli utenti, di stampanti tridimensionali e di macchinari per il taglio al laser. «Si potrà così capire - dice Tombolato come si realizzano i prototipi a livello industriale, progettando piccoli oggetti che verranno riprodotti in materiale plastico. I bambini vedranno in questo modo concretizzati i propri disegni, mentre gli adulti conosceranno le odierne fasi produttive». Nella stessa area, sarà anche possibile comporre, attraverso dei blocchetti ad incastro, dei piccoli circuiti elettrici per comprenderne il funzionamento. Nello spazio espositivo vero e proprio, invece, spicca un planisfero interattivo del diametro di un metro e ottanta centimetri, sul quale verranno proiettati video e immagini animate. L'istallazione, sviluppata dall'agenzia statunitense per lo studio ambientale Noaa (National Oceanic and atmospheric administration), mostra i cambiamenti climatici, il percorso seguito dagli uragani, l'innalzamento del livello degli oceani e della loro temperatura, oppure l'estensione dei disastri ambientali come la nube radioattiva di Fukushima. Accompagnato in un percorso caratteristico e coinvolgente, il visitatore potrà valutare l'impatto dell'anidride carbonica a livello oceanico, con l'innalzamento dell'acidità delle 17 acque e la conseguenza nella vita dell'uomo. Vi saranno, ad esempio, modelli matematici sulla futura scomparsa delle barriere coralline, oppure sarà visibile, sulla riproduzione di un'antica scultura romana, l'effetto corrosivo delle piogge sulle opere d'arte. Ancora, vi saranno tavoli dedicati alla medicina e alle biotecnologie, approfondimenti sullo sviluppo degli strumenti di comunicazione, ed una «showroom» di 180 metri quadri riservata alle aziende locali e internazionali impegnate nell'innovazione. Di particolare interesse, infine, un tavolo specifico sull'ingegneria tecnologica ispirata alla natura, con prototipi di veicoli dalle sembianze animali e materiali derivati dall'evoluzione animale. 18 Il museo che fa sognare i trentini Tanti negozi aperti, turisti e studenti attesi per l’evento culturale di Giuseppe Fin Sabato 27 il Muse, uno dei punti d'orgoglio per l'intero Trentino, aprirà i battenti. L'inaugurazione della grande struttura progettata dall'architetto Renzo Piano in una delle zone da sempre simbolo della città, prima sotto profilo lavorativo con la presenza dell'azienda Michelin ed oggi quartier generale della scienza e dell'innovazione, segnerà certamente l'inizio di una nuova avventura e una nuova stagione per l'intero territorio. Da ormai diverse settimane in molti hanno iniziato il conto alla rovescia per la giornata di domani e tra i cittadini, gli studenti e anche i commercianti del centro storico di Trento, l'entusiasmo, l'eccitazione per la novità e la speranza che questa porti benefici su tutta la città, sono ormai alle stelle. A registrarne i primi effetti sono senz'altro gli hotel di Trento che da ormai diversi mesi si sentono domandare dai turisti informazioni sul nuovo Museo delle Scienze. In tanti, infatti, sono stati tratti in inganno dalle nuove cartine geografiche distribuite da un po' di tempo dall'Azienda per il Turismo di Trento Monte Bondone e Valle dei Laghi che contengono già, tra i luoghi di maggior interesse, il Muse. «Già nei mesi scorsi - ci spiega Michela alla reception del Grand Hotel Trento - in molti hanno iniziato a chiederci delle informazioni sul nuovo museo. Inizialmente erano soprattutto addetti ai lavori, appassionati di scienze e professori. Nelle ultime settimane sono invece i turisti che provengono da ogni parte d'Italia che ci chiedono come raggiungere il museo perché lo vedono nelle cartine dell'Apt che forniamo. C'è davvero tanta curiosità». Molti turisti vogliono visitare i cinque piani, compresa la terrazza. La conferma dell'interesse ai laboratori e alle aule didattiche viene anche dallo staff dell'Hotel America. Qualcuno, in questo caso, le scorse settimane è arrivato addirittura a chiedere se c'era la possibilità di poter effettuare una visita ad hoc prima dell'apertura. «In tanti vogliono essere i primi ad entrare - ci dicono i responsabili dell'hotel America - e c'è davvero tanta voglia di vedere questo museo. Sembra quasi che Trento venga vista in maniera diversa, un città che ospita musei storici importanti ma che sa coniugarli con la modernità del Muse e questo sta creando stupore e interesse a chi viene a Trento». Anche tra i residenti e i commercianti c'è grande attesa. In pochi mettono in conto i 10 anni di lavori e il costo dell'opera dando più importanza al contenuto, all'importanza e ai benefici che ne possono arrivare per l'intero territorio. La presenza all'inaugurazione di domani sera sembra essere stata messa in conto da tanti, soprattutto da molti studenti universitari fuorisede che hanno deciso di rimane in città per l'evento. «Con tutta la pubblicità che è stata fatta - ci dicono tre studentesse di Lettere, Luisa, Daniela e Lara - non possiamo mancare. È quasi strano vedere a Trento una struttura del genere, soprattutto quando arriviamo con il Trento e ci passiamo vicino. Finalmente dopo averla vista dal di fuori riusciremo a scoprirla anche all'interno». Un punto turistico e di interesse nazionale è invece quello che pensa diventerà il Muse, un altro giovane, Luciano Recupero. «Son curioso di vedere come sarà dentro - ci dice - ma ho già visto tanti particolari che faranno diventare questo museo un luogo importante. La sua apertura sarà anche un'occasione per tanti giovani. Ho tanti amici che stanno 19 lavorando a delle applicazioni ad hoc sul Muse da usare su cellulari e computer». «Un valore aggiunto per la città» ci dice anche Nicole Fadanelli visto che «un luogo del genere a Trento ci voleva anche se ora serve migliorare i collegamenti per raggiungerlo». Per qualcuno, invece, oltre a rappresentare il «regno della scienza e dell'innovazione», il Muse potrà anche dare una scossa ad una città come Trento, per molti considerata troppo «tranquilla». «È un luogo particolare che saprà dare più vigore alla città - afferma Alessandra Bonazzi - e soprattutto un tocco di modernità. È un luogo molto accattivante e la curiosità di visitarlo è senz'altro molta. Se non ci riuscirò domani sera senz'altro mi prenderò un momento nei giorni successivi per entrare». La speranza, infine, che il nuovo Museo delle Scienze faccia da traino per un maggior afflusso di turisti e di affari in centro storico, arriva dai commercianti. In diversi negozi, da circa una settimana, i volontari del Muse hanno distribuito manifesti, opuscoli e soprattutto spille colorate. Quest'ultime sembrano andare a ruba. «Noi rimaniamo aperti anche alla domenica - ci dice Katia Sebastiani della libreria Giunti e in questi mesi ci sono solo turisti che girano la città. Il museo speriamo riesca a portare ulteriori visitatori e un influsso positivo in tutti i settori». Stesso giudizio e stessa speranza anche da parte di Elisa Santoni di Golden Point. «L'interesse a questa nuova apertura sembra esserci - ci dice - speriamo di riuscire a beneficiarne anche noi». 20 Ai visitatori un mini i-Pad da «guida» Informazioni per osservare gli allestimenti e non perdersi nelle sale di Federica Passamani Il Muse sarà probabilmente il primo museo al mondo ad offrire ai propri visitatori un Ipadmini al posto della tradizionalissima audio-guida. Sono infatti un centinaio i tablet Apple acquistati dal museo che verranno noleggiati a partire da domani a chi vorrà passeggiare per gli ampi terrazzamenti dell'edificio di Renzo Piano. L'innovazione vera e propria, tuttavia, non è quella del moderno supporto fisico scelto per divulgare le informazioni sulle opere del museo, quanto piuttosto la «App» che vi è installata, per ora in una versione base. Fortemente voluta dal direttore Michele Lanzinger, l'applicazione «eXplora Muse», sviluppata da Graffiti e FarmLab, con il contributo di Giorgio Zanoni e il coordinamento progettuale di Trento Rise, è un software interattivo che mette al centro non il singolo pezzo esposto, bensì il visitatore, facendo ben attenzione che il museo venga visitato, evitando che chi vi entra usando il tablet passi il suo tempo con lo sguardo affossato nel «virtuale» piuttosto che nel «reale». Sarà così possibile, oltre a seguire un percorso guidato o personalizzato all'interno delle sale espositive, vedere tutte le opere a 360 gradi, anche quelle più nascoste. Per ogni aspetto del museo, si potranno approfondire i contenuti attraverso immagini, video e testi, raggiungibili con un semplice clic. Non sarà un'applicazione noiosa, specie quando arriverà la sua versione definitiva, che permetterà il riconoscimento della posizione del visitatore all'interno del museo. Si potrà cliccare un «Mi piace» sui pezzi preferiti, scattare foto da inviare direttamente sui social network e questi dati, assieme al calcolo del tempo trascorso davanti ad un'opera, consentiranno ai vertici del museo di capire quali sono le preferenze degli utenti. Potranno così essere mandati inviti ad-hoc sugli eventi del museo, in base agli interessi di ciascuno, e così l'App sarà anche di aiuto per evitare di «perdere» gli oggetti più popolari. Se infatti, ad esempio, la maggior parte dei visitatori si dovesse soffermare più a lungo davanti allo scheletro del Dilophosaurus e, nell'approssimarsi all'uscita, il tablet rilevasse che all'utente proprio quello è sfuggito, verrebbe visualizzato un invito: «Sei sicuro di non voler passare a dare un'occhiata al nonno del T-Rex?». Grande cura è stata prestata ai dettagli comunicativi, partendo dalla scelta di una professionista per la voce narrante (disponibili per ora tre lingue: inglese, italiano, tedesco), fino alla grande mole d'informazioni che i divulgatori del museo stanno raccogliendo. Solamente per il piano «-1», quello che sarà possibile vedere già all'inaugurazione (per gli altri 5 sono al momento disponibili solo informazioni più basilari che verranno integrate nei prossimi mesi), il museo ha prodotto 3.000 contributi su misura, fra video, foto e testi. La spesa per lo sviluppo dell'applicazione, gestita da Trento Rise attraverso bando ad invito, è stata di 200 mila euro complessivi: il 25% della somma è stata «coperta» dalle stesse aziende che - in cordata - si sono aggiudicate l'appalto. L'idea è infatti di crearne un prodotto di mercato, che già entro settembre dovrebbe iniziare ad essere sviluppato per il Mart e poi per gli altri poli della rete museale trentina. Si tratta insomma di un prodotto che - si dice nel polo della ricerca provinciale - dovrebbe essere venduto anche all'estero. 21 Il fascino della giungla Ricreato l’ambiente naturale della Tanzania. E c’è anche una tartaruga gigante di Lorenzo Basso Una foresta pluviale posizionata a pochi passi dal centro storico, con specie botaniche provenienti da luoghi unici al Mondo e piccoli animali subequatoriali. Ma anche varietà tipiche della regione tropicale, come palmizi, baobab, banani e tamarindi, nonché ninfee giganti, liane acquatiche e papiri. La serra del nuovo Muse, nel quartiere «Le Albere», è uno dei pochi ambienti museali quasi ultimati e, mentre nelle gallerie espositive del corpo centrale il lavoro procede febbrile, l'inaspettata tranquillità che vige all'intero della cupola in vetro del giardino ha già permesso di inserire, in una piccola pozza ai piedi di una suggestiva cascata artificiale, una tartaruga gigante. Operai e tecnici, poi, concludono con grande attenzione la piantumazione degli ultimi arbusti, la sistemazione degli allestimenti già posati ed il completamento di quei piccoli particolari che renderanno il luogo un paradiso naturale esotico. Tutto sarà pronto per domani, giorno della grande inaugurazione. «La serra - ci ha spiegato il responsabile Costantino Bonomi, botanico esperto di foreste equatoriali - ricrea l'ambiente naturale della Tanzania, in particolare delle foreste poste tra i mille ed i duemila metri sul livello del mare, tra la pianura e gli altipiani. La scelta di realizzare una nicchia ecologica di questo tipo è duplice: da una parte il museo di scienze di Trento possiede una stazione di ricerca stabile nel Paese africano, con ricercatori che hanno contribuito con la scoperta di due specie ancora sconosciute alla scienza (il cosiddetto "topo ragno" e la vipera "Atheris Matildae"); dall'altra, volevamo unire due ecosistemi, quello tropicale e quello alpino, accomunati dalla presenza di un fitta vegetazione in territori di montagna». Per i visitatori, l'accesso alla serra avverrà dal piano interrato, la galleria dedicata alle trasformazioni geologiche del pianeta, ai dinosauri ed alla storia evolutiva dell'uomo. All'ingresso del mondo tripicale (trasferito in provincia di Trento) c'è una cascata dell'altezza di tre metri, da cui l'acqua cadrà liberamente a formare un vero e proprio muro, separerà l'ambiente dal resto del museo, permettendo la conservazione della temperatura tropicale (attorno ai 30 gradi centigradi in estate, 18 nei mesi invernali) e mantenendo il giusto livello di umidità. Tra i primi ambienti apprezzabili, vi sarà un piccolo habitat acquatico, in cui trovano dimora ninfee africane, dalle enormi foglie galleggianti e dai particolari fiori cerulei, e alti steli di papiro. All'interno dello specchio d'acqua nuota anche una tartaruga gigante (lunga 70 centimetri) dal carapace molle, appartenente alla famiglia dei Tronichidi. Entro l'autunno, o nei primi mesi del prossimo anno, arriveranno anche pesci tropicali di montagna e piccoli anfibi endemici delle foreste della Tanzania. «A causa di accordi internazionali - ha chiosato in merito Bonomi - piante ed animali sono soggetti a vincoli particolarmente restrittivi, e non è sempre possibile trasportarli da un Paese all'altro. La vegetazione, ad esempio, è stata raccolta attraverso i contatti con alcuni vivai europei. Dall'Africa, in effetti, non è arrivato nulla. In futuro speriamo di riuscire a far giungere alcune piante e qualche piccolo animale, magari facendo leva sugli accordi di ricerca stretti con le istituzioni tanzane». 22 Attraverso l'uso di cementi specifici, poi, è stata ricostruita una parete rocciosa, modellata e colorata sul modello delle falesie delle «Senje Fall», con una cascatella artificiale. Qui, sarà possibile apprezzare le vivaci colorazioni delle violette africane, mentre poco oltre è stata ricostruita la foresta pluviale vera e propria, con l'albero delle salsicce (Kigelia africana), ficus, palme ed un fitto sottobosco. Risalendo verso la terrazza superiore, che si ricollega alla struttura principale del museo, si giunge all'ambiente montano vero e proprio, dove i visitatori potranno ammirare tamarindi e banani, piante di cacao e canne da zucchero, zenzero e cardamomo, assieme ad un piccolo orticello con miglio, carcadè ed una particolare specie di fagiolo africano. «Il nostro intento - ha concluso Bonomi - non è solo quello didattico, ma anche conservare un raro esempio di paleoendemismo (ovvero di specificità ecologica riferibile a migliaia di anni fa). Per questo, entro il 2014 ci doteremo di una serra di propagazione esterna, dove rigenereremo autonomamente le piante». Nello spazio accessibile al pubblico, infine, sono attesi anche camaleonti, insetti e piccoli uccelli africani. 23 Mercalli, «Trento è all’avanguardia» Il meteorologo promuove la struttura, che dovrà attrarre sia giovani sia turisti di Angelo Conte Il Muse? «Un portale per toccare con mano i risultati e i temi di cui si occupa la ricerca» sull'ambiente del territorio. Una struttura che, in Italia «è una punta di diamante» ed è «un punto da cui si irradia cultura scientifica». Luca Mercalli, domenica all'alba (sarà presente alle 6) sarà al Muse con un intervento all'interno del programma di inaugurazione del museo disegnato da Renzo Piano. Per il più noto meteorologo d'Italia, divenuto celebre al grande pubblico per la partecipazione al programma tv di Fabio Fazio «Che tempo che fa», il museo delle scienze di Trento è da promuovere. Dottor Mercalli, il Muse è stato un investimento importante in un momento di crisi: si tratta di risorse usate bene? Sì, il Muse dimostra che, finalmente, in Italia non si investe solo in trafori o autostrade, ma anche in cultura e in una struttura che serve anche al miglioramento della nostra formazione su temi come la salvaguardia dell'ambiente alpino e i cambiamenti climatici. Rispetto ad altri musei di questo tipo, il Muse può vantare caratteristiche che lo differenzino? Altrove i musei scientifici sono spesso, con l'eccezione del Forte di Bard in valle d'Aosta, un contenitore con un elenco di temi di storia naturale. In questo caso, invece, la logica usata per il percorso interno è diversa, ha una impronta di grande modernità che rende quello di Trento un museo d'avanguardia. Che tipo di pubblico potrà attrarre il Muse? Diciamo che, da un lato, il Muse è una sorta di portale che permette di toccare con mano i risultati e i temi di cui si occupa la ricerca. È pensato in modo tale da abbinare l'aspetto ludico con quelli della divulgazione. Per come è organizzato, il Muse è un punto da cui si irradia cultura scientifica anche per chi non ha mai sentito parlare di aspetti come il clima o lo sviluppo sostenibile. Eppure si tratta di questioni che sono di grande attualità. Non se ne parla abbastanza? Il problema non è questo, semmai che spesso, qualche volta per la fretta, talvolta per malafede, sui media i temi sono affrontati con superficialità. Le questioni relative al clima, ai ghiacciai, all'ambiente che cambia, sono complessi. La forza del Muse è quella di trattarli in maniera divulgativa ma dando ai contenuti la sanzione della scientificità. Che occasione dà ai più giovani una struttura come il Muse? Entrando al Muse e passando delle ore tra gli allestimenti, i laboratori pratici, la tecnologia interattiva, i giovani possono da un lato appassionarsi alla scienza e ai temi presentati dal museo. Dall'altro si possono aprire anche dei percorsi professionali per chi, prendendo spunto dagli stimoli, per intraprendere la strada del ricercatore, ad esempio. 24 Il Muse si propone anche per un pubblico diverso, quello del turista. Cosa si deve fare per intercettare chi arriva a Trento? L'aspetto positivo della struttura del Muse è che si trova in una zona strategica ed è visibile anche per chi arriva in città per caso. Anche se uno non viene a Trento con l'intenzione di vedere il Muse, può entrarci per curiosità. Trento, poi, è una cittadina turisticamente interessante e può avvantaggiarsi del passaggio di turisti dal nord Europa. Poi, il martketing, sfruttando in questo anche Internet, sarà una sfida da vincere per l'ente pubblico che dovrà saper attrarre entrambi i tipi di visitatori. Lei è attivo nel settore della ricerca e conosce bene il direttore del Muse Michele Lanzinger, come considera l'attività di ricerca del museo? Lanzinger lo conosco da anni, ha sempre dato molto peso alla ricerca propria. Il museo di scienze naturali prima e il Muse ora hanno la grande qualità di mettere al centro i risultati della ricerca italiana, a differenza di altre strutture dove si mette al centro quella internazionale, sullo stile del National Geographic. Qui, invece, si analizza l'ambiente alpino e locale accanto a quello internazionale. Insomma, è giusto capire come funziona il ghiacciaio della Groenlandia ma pure quello del Trentino. 25 Un grande museo Il presidente del Muse Marco Andreatta elogia l’opera di Marco Andreatta Da quasi due anni seguo la nascita del Muse in qualità di presidente. Ho potuto conoscere da vicino i molti aspetti di questo ente, l'ho osservato con l'occhio distaccato di chi non è stato coinvolto da sempre nella sua gestazione, ho fornito dei contribuiti alla sua realizzazione, grazie al ruolo che ricopro e alla mia esperienza di scienziato. In occasione dell'inaugurazione, desidero proporre alcune riflessioni sperando così di chiarire i dubbi che alcuni nutrono nei confronti della realizzazione di quest'opera e di contribuire a quel processo di discussione di cui il Muse vuol essere protagonista. Il Muse è un luogo in cui si produce e si diffonde cultura scientifica. La necessità di contribuire alla crescita culturale dei cittadini è fondamentale e urgente, se si vuole raggiungere l'obiettivo di una società più giusta, responsabile, attiva e produttiva. In questa prospettiva si è mossa la politica provinciale, che investe in formazione e ricerca una percentuale di Pil molto superiore alla media nazionale, in linea con quella europea. Il Muse si occupa della parte scientifica, ma altri enti e musei del territorio curano aspetti diversi, lavorando in sinergia in modo da poter offrire al cittadino una panoramica completa di tutto ciò che intendiamo oggi per cultura. Il Muse è un veicolo di diffusione culturale che non sostituisce la scuola, ma la affianca, la completa, fornisce modalità e strumenti che la scuola non può e non deve avere. Sempre più gli studenti di oggi si formano bene se, oltre all'apprendimento formale veicolato dai docenti, viene data loro l'occasione di accostarsi a realtà di informazione meno strutturate, informali, piacevoli, forti anche sul piano emotivo. Gli studenti trentini ottengono ottimi risultati alle valutazioni nazionali, grazie a una scuola che funziona, alle famiglie che sostengono i figli, ma anche alle opportunità che offre il Trentino: il museo di scienze naturali è sempre stato in prima linea su questo e il Muse potenzierà questo aspetto, allargando il suo bacino d'utenza anche a scuole sparse su un raggio territoriale più ampio. Il Muse si rivolge ai cittadini di tutte le età, non solo ai ragazzi in età scolare, di cui abbiamo già detto. Da un lato quindi l'attenzione ai piccoli sarà ben curata, al fine di stimolare, incentivare, coltivare l'innata curiosità dei bambini. Dall'altro lato, non meno importante, è il ruolo che il museo potrà svolgere nel campo dell'apprendimento permanente: in una società in rapida evoluzione è alto il rischio di trovarsi a margine del mondo in cui si vive, di sentirsi in parte «analfabeti di ritorno»: il Muse, con i suoi spazi flessibili e dedicati alle innovazioni, le istallazioni multimediali in costante aggiornamento, fornirà un contributo importante alle persone di ogni età. Il Muse è ente attento alla cooperazione. La costruzione della serra tropicale appare inspiegabile se non se conoscono le motivazioni. Da anni il museo ha aperto un centro di ricerca sulla biodiversità sui monti Udzungwa, in Tanzania. Il centro collabora attivamente con gli enti africani al fine di salvaguardare un patrimonio naturalistico e un delicato ecosistema che non appartiene e non riguarda solo chi vive in quella zona, ma riguarda tutti. Il centro di ricerca, gestito da studiosi del museo italiani e tanzaniani, ha dato l'avvio a progetti di educazione ambientale, nei villaggi e nelle scuole, importanti in una realtà lontana dall'essere sensibile a queste problematiche e sempre più aggredita dallo sfruttamento esterno. 26 Il Muse è un ente di ricerca scientifica, dedicato alle scienze della natura, e come tale occupa una posizione di rilievo nazionale e internazionale. Ha inoltre una fitta rete di collaborazioni con altri enti di ricerca scientifica del territorio. La sua funzione specifica di vetrina per la divulgazione scientifica darà a tutti i suoi partner un nuovo asso nella manica per affermarsi nel complesso mondo della competizione scientifica. I suoi laboratori di ricerca saranno sempre visibili ai visitatori, aspetto questo inusuale e particolarmente interessante. Il Muse è una realtà ben inserita a livello internazionale: fa parte della rete dei musei scientifici internazionali (Ecsite) e ha collaborazioni con vari importanti musei. È pensato per essere visitato da utenti stranieri (ogni parte scritta viene proposta in tre lingue: italiano, inglese, tedesco), e per ospitare dibattiti sullo sviluppo e sostenibilità globale del nostro pianeta, con partecipanti di ogni nazione, animati dal desiderio di confrontarsi con metodo e rigore scientifico. Il Muse arricchisce l'offerta turistica del Trentino: ognuno di noi può esser fiero di poter indicare al turista non solo luoghi unici e meravigliosi dove andare a sciare, a scalare o passeggiare fra i monti, ma anche luoghi di fascino culturale di grande valore. Il Muse è un luogo per aziende e imprese, interessate a esporre e comunicare a un vasto pubblico i propri prodotti innovativi, legati al tema dell'ambiente. Anche per queste attività è nato quindi un luogo dove mostrare quel che si è, quel che si vuol fare, dove mettersi in gioco e incrementare la propria vitalità. Il Muse è un ente pubblico di cultura che dà lavoro e produce ricavi. Ha circa 60 dipendenti strutturati e altrettante figure di collaboratori a tempo determinato, in larga maggioranza giovani. Coprirà parte dei suoi costi con la vendita dei biglietti e degli oggetti del bookshop, con finanziamenti europei e nazionali per consulenze e progetti di ricerca, con il supporto di sponsor e donazioni private. Il Muse è bello: l'edificio creato dall'architetto Piano è splendido, le dolomiti di vetro che racchiudono spazi pieni e vuoti, ben congeniati per ospitare le oltre mille istallazioni del museo. Un luogo in cui gli amanti dell'arte incontreranno le scienze, e gli amanti delle scienze incontreranno l'arte. Un luogo in cui ci si reca volentieri perché è bello da vedere e da vivere. Mi auguro che il Muse, per ciò che è e per quel che sarà, contribuisca a renderci orgogliosi della nostra città; è un dono che ci siamo costruiti, sta a tutti noi utilizzarlo nel migliore dei modi. 27 Un carrozzone costoso Il cineasta, sceneggiatore e produttore cinematografico Francesco Dal Bosco esprime le proprie perplessità di Francesco Dal Bosco Più o meno dieci anni fa, a Rovereto, si inaugurava il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea voluto dalla Provincia di Trento, progettato dall'architetto svizzero Mario Botta e prontamente ribattezzato con l'acronimo Mart, secondo uno dei tanti vezzi post modernisti di seconda e terza mano che affliggono da decenni questo paese ormai alla deriva. All'epoca, e forse ancora adesso, il Mart era, per dimensioni, il più grande museo d'arte moderna e contemporanea italiano e uno dei più grandi d'Europa. Si trattava, con ogni evidenza, di un'opera ampiamente sovradimensionata, collocata in una regione paragonabile per numero di abitanti (500.000 anime in tutto) a un quartiere di Roma o di Milano. Tanto per fare un esempio, uno dei più grandi e celebrati musei d'arte moderna degli Stati Uniti, quello di San Francisco, progettato dallo stesso Botta, è molto più piccolo del Mart di Rovereto (ma possiede, non occorre dirlo, una collezione di gran lunga più importante). Sarebbe stato molto meglio - e per quanto mi riguarda non certo col senno di poi - da ogni punto di vista, compreso quello dell'indotto e della famosa, sbandierata e mai realizzata «ricaduta economica sul territorio», pensare a un progetto meno pretenzioso, più sostenibile e lungimirante, che prevedesse la ristrutturarazione e la riqualificazione di edifici già esistenti nella città, magari creando più centri specializzati in diversi ambiti, più efficenti, più agili e aperti, gestiti da giovani curatori competenti... Inoltre, i costi di gestione di una struttura che, per dimensioni e ambizioni, avrebbe dovuto essere in grado di competere con i più grandi musei d'Europa, si sono presto rivelati del tutto incompatibili con le possibilità economiche del Trentino. Ricordo ancora i proclami roboanti, trionfalistici che caratterizzarono i primi due, tre anni di vita del museo. Non c'erano iperboli sufficentemente efficaci per descrivere l'impatto che il Mart avrebbe avuto sulla scena artistica mondiale. Ho sentito con le mie orecchie, più volte, paragonare il Mart al Museo d'arte moderna di New York... E chi si permetteva di criticare il grande progetto veniva immediatamente tacciato di oscurantismo e demagogia. Oggi la situazione del Mart è sotto gli occhi di tutti: un museo debole, malato, al quale sono stati tagliati i già insufficienti finanziamenti, che arranca faticosamente trascinandosi dietro il peso spaventoso della sua stessa struttura, senza identità e senza prospettive, mentre già si profila all'orizzonte l'ombra minacciosa di una nuova mirabolante mega creatura dai costi incalcolabili, che farà impallidire i musei di tutto il mondo: il Muse (una fantasiosa contrazione di Museo Trentino di Scienze Naturali, almeno credo), progettato dall'architetto Renzo Piano. Mi torna alla mente un film di fantascienza giapponese del 1962, il classico «King Kong contro Godzilla» di Ishiro Honda. Ovvero: come non imparare niente dagli errori del passato e continuare a vivere felici... Un altro super-museo, un altro super-investimento, di nuovo un'enorme macchina propagandistica al lavoro per convincere i cittadini dell'assoluta necessità di un'opera come questa. Abbiamo davvero bisogno di questo gigantismo, di queste ambizioni sfrenate di protagonismo? Di queste spese enormi spacciate per investimenti? È davvero così interessante la concentrazione di tanto denaro e tanto potere in poche «macchine 28 culturali» che amministrano e decidono dall'alto, in modo unidirezionale e sostanzialmente autoritario la forma e i contenuti dello spazio pubblico? Da quando il sistema ha scoperto le potenzialità economico-affaristiche della cosiddetta cultura (forse la parola più abusata e depotenziata di ogni significato originario dell'intero vocabolario) l'Italia, con il Trentino in testa, è diventata un paese di festival, di fiere, di musei e notti bianche, dove la conoscenza e l'esperienza dell'arte si consumano come ogni altra merce e i consumatori diventano attori (non pagati) sulla scena di questo deprimente spettacolo ininterrotto. 29 Una notte al museo La suggestiva avventura di trascorrere una nottata tra dinosauri e scienza di Giuseppe Fin L'atmosfera sembra la stessa, quella in cui si immerge il protagonista del film "Una notte al museo". Durante la nostra visita notturna al Muse i personaggi e gli animali imbalsamati non hanno preso magicamente vita come nella pellicola di di Shawn Levy, ma un po' di inquietudine - visitando in anteprima, di notte, il Museo delle Scienze - si respira. La grandezza degli spazi illuminati, le riproduzioni ad altezza naturale dei primi ominidi nostri antenati, gli animali appesi, quasi volassero sulle nostre teste, gli ululati e il cinguettare degli uccelli diffuso dagli altoparlanti. Tutto questo un po' di timore riesce a incuterlo, non fosse altro che quello reverenziale che sarebbe giusto provare di fronte ad un'opera così imponente, colma di sapere e tecnologia. Un museo all'avanguardia che abbiamo avuto la fortuna di visitare ancora prima che i battenti si aprano al pubblico, mettendo il naso all'interno dei preparativi che anche a notte fonda, a poche ora dall'inaugurazione ufficiale, coinvolgono decine di persone intente a rifinire gli ultimi allestimenti. Abbandonata la notte scura di un quartiere ancora semideserto, entriamo da un'uscita di servizio all'interno della hall del MuSe illuminata a giorno. Passiamo quasi inosservati, confusi tra l'andirivieni di tecnici e operai, ognuno con qualcosa in mano, chi un arnese, chi un animale imbalsamato pronto per essere appeso a fili di nylon trasparenti. Tutti ragazzi giovani, all'ennesima tazza di caffè consapevoli che la notte sarà lunga e che tutto dovrà essere pronto per l'ora X, il momento tanto atteso dell'inaugurazione. A lato della hall il bookshop, i libri negli scatoloni, gli scaffali vuoti, i gadget accatastati alla rinfusa ancora da sistemare e tre giovani intenti a prezzare ogni singolo prodotto. Una corsa contro il tempo, ma la garanzia che tutto sarà apposto entro poche ore ci è data dalla tranquillità con cui uno di loro si gusta una coppa di gelato, forse la sua cena. La frenesia vera e propria la troviamo più avanti, quando entriamo nelle sale espositive. A piano terrà, lo spazio dedicato all'interattività, ai bambini e alle famiglie, alcuni tecnici sono in bilico su scale di metallo per fare gli ultimi puntamenti luci. Al piano superiore i tecnici e gli operai sono molti di più, e dobbiamo zigzagare per non inciampare e non disturbare il loro lavoro. Sembra impossibile che da qua a poche ore tutto possa essere sistemato: solo una magia potrà mettere ogni cosa al proprio posto, schermi, vetrate, stampanti 3D ancora imballate. Forse non sarà una magia ma l'intenso lavoro di una notte di un esercito di uomini e donne di cui è impossibile dare un numero preciso. Ma uno di loro riusciamo a sottrarlo per un po' di tempo al lavorio incessante. E' il responsabile dell'area "Sostenibilità e sviluppo", jeans e T-Shirt sgualcita, occhiali. Ci dice, e gli occhi lo confermano, che questa è la seconda notte in bianco, e che non sarà l'ultima considerando che non vorrà perdersi le 24 ore nostop dell'inaugurazione. Succede spesso per chi non dorme di vivere il paradosso della frenesia. E' il suo caso, non smette di spiegare fin nei dettagli ogni aspetto dell'area di sua competenza. Parla e si muove trasportando espositori, controllando la funzionalità dei touch screen e risistemandosi di continuo gli occhiali sul naso che gli scendono per il sudore. Proseguiamo la nostra visita salendo al secondo piano. Sulle scale alcuni ragazzi ammettono la loro stanchezza, ma su tutto sentono i morsi della fame. Sperano che qualcuno porti l'ennesimo cartone di pizza, ma forse questa volta opteranno per il menù take-away del ristorante cinese. Che il ristoro delle maestranze sia a base di pizza lo si evince dai cartoni accatastati qua e là, il che significa che nessuno si è allontanato dal museo, continuando incessantemente il tour de force senza soluzione di continuità. 30 Dal terzo piano, guardando in basso, ci si affaccia su una specie di giardino preistorico popolato da scheletri di dinosauri, su cui sovrasta il T-rex. L'impatto è forte, e se anche i dettagli non sono ultimati il risultato finale è intuibile, e mozzafiato. I terzo e il quarto piano sono quasi completi, le luci sono quasi spente e solo alcuni operai si adoperano per sistemare le ultime cose. La natura alpina trova in quest'area la sua esposizione, e ammettiamo un po' di paura nel vagolare tra orsi e lupi che sembrano veri, nella penombra che sembra di essere in un bosco, con animali selvatici con gi occhi di vetro che brillano e che incutono un po' di timore. Nell'ultimo piano c'è il ghiacciaio, e i rumori dell'acqua che scorre creano una strana atmosfera. Ghiaccio vero, freddo e bianco, circondato da roccia e animali di montagna. Qui sembra che tutto sia sistemato, in attesa dei visitatori che rimarranno a bocca aperta quando entreranno nel tunnel che li farà sbucare tra le vette alpine, immersi tra i rumori della montagna, sbattuti dalle raffiche di vento e refrigerati dalle temperature di alta quota. Dalla cima del museo scendiamo al piano interrato, e lì attraversiamo un corridoio lungo 4,5 miliardi di anni, tutto il percorso dell'evoluzione umana, la storia del nostro DNA. Per sbaglio, credendo di uscire dalla stessa porta di servizio che ci ha fatti entrare, ci troviamo circondati da una foresta tropicale, la luce è spenta e si sente soltanto il rumore dell'acqua che scorre. Una tartaruga gigante nel piccolo laghetto interno sta dormendo. Sarà forse il buio, forse il sonno della tartaruga, ma la fantasia che ad un certo punto gli animali del museo prendano magicamente vita ci fa tornare velocemente indietro spaventati. 31 Muse, in foto (Photo Piero Cavagna, Paolo Pedrotti e archivio Muse) 32 33 34 Una volta non c’era la storia comincia così 24 h no stop dalle 18.00 del 27 luglio alle 18.00 del 28 luglio Un’avventura lunga un giorno Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica a Margherita Hack La signora delle stelle benve nuto M 4. USE benve nuto M 5. USE Il Trentino saluta con orgoglio l’inaugurazione del MUSE, un momento atteso da tempo perché rappresenta l’apertura di una nuova stagione per l’intero territorio, non solo per la città di Trento. La struttura del nuovo Museo di Scienze si inserisce in un’area, quella del quartiere delle Albere, realizzata con lo sguardo e la mente rivolte al futuro. È qui che nascerà il Trentino di domani: un territorio in grado di appropriarsi dei principi delle tecnologie green, dell’innovazione e della sostenibilità ambientale. Il quartiere, popolato anche da uffici, abitazioni ed esercizi commerciali, è stato progettato dall’architetto Renzo Piano e realizzato come luogo aperto, sintesi d’avanguardia tra la conoscenza scientifica-tecnologica e l’uomo. Proprio in questo luogo abbiamo voluto rimarcare la forte relazione tra uomo e ambiente, tratteggiando, grazie a menti e mani sapienti, scelte future più sostenibili. Il Trentino è terra di grandi sfide e di tradizione. In questi anni, ha scelto di puntare con grande determinazione sull’innovazione e l’apertura verso il mondo, investendo sull’alta formazione, la ricerca, la produzione di saperi e di interconnessioni ad altissima velocità. La scelta non era scontata e già oggi si cominciano a raccogliere i primi frutti, i primi segni dell’importanza che l’innovazione a tutto campo sta ricoprendo nel processo di trasformazione della nostra terra. E la cultura non poteva risultare estranea a questa sfida cruciale. Il Trentino ha scelto di cambiare perché nel mondo è in atto una trasformazione profonda: la crisi economica, i cambiamenti sociali e culturali in atto sono l’effetto di un processo che sta mettendo in discussione precedenti equilibri e certezze, e che porterà ad un nuovo modello di società e di sistema economico mondiale. Avevamo due opzioni: assistere a tali cambiamenti o esserne parte, cercando una nostra interpretazione del futuro. Abbiamo scelto quest’ultima opzione. Il Trentino è un territorio con una forte identità, che si regge su piccole imprese ed economie distribuite, la coesione sociale e la coscienza ambientale. Accanto alla tradizione sta crescendo, su modelli e velocità molte diverse, un Trentino fortemente innovativo, interconnesso con il mondo, in cui soluzioni tecnologicamente avanzate svolgono un ruolo determinante. I due modelli non sono in contraddizione: malghe e innovazione convivono in Trentino e si stanno integrando sempre più. Il nostro futuro parlerà ancora gli idiomi locali (mocheno, cimbro e ladino), ma sarà aperto al mondo e alle nuove opportunità. In questa chiave il MUSE e il quartiere delle Albere sono un importante distretto della modernità in Trentino: le forme architettoniche nascono dall’intuizione di uno dei maestri dell’architettura contemporanea, richiamano i profili delle montagne ma sono costruite con i migliori materiali e le più avanzate tecnologie ecocompatibili, attente al recupero e al risparmio energetico. Il MUSE è uno dei luoghi simbolo del cambiamento del territorio, che accompagnerà il processo di evoluzione della comunità. Solo così il cambiamento e l’innovazione generati da questo ambizioso progetto diventeranno patrimonio compreso, diffuso e condiviso. Alberto Pacher, Presidente della Provincia di Trento benve nuto M 6. USE benve nuto M 7. USE Con il MUSE comincia una nuova storia per Trento. Quell'idea di città della conoscenza che a lungo abbiamo immaginato e progettato per il nostro capoluogo, finalmente, diventa realtà. Questo divenire si compie in un forte intreccio con il nostro passato. Per il luogo in cui il nuovo museo si colloca - uno spazio che è stata la principale area industriale della nostra città e che con il MUSE viene riconsegnato alla comunità - e per la prestigiosa tradizione del Museo Tridentino di Scienze naturali che nel nuovo museo verrà rinnovata, resa più attuale e fruibile. La creazione di una nuova istituzione culturale del valore del MUSE non può che essere motivo di grande soddisfazione: è la dimostrazione che si investe in conoscenza, si creano le condizioni per alimentare e tenere viva una comunità che impara. È anche la certezza che attraverso la conoscenza si possono creare positive opportunità di sviluppo per la nostra terra. La presenza del MUSE a Trento, dunque, è coerente una città che vive il tempo presente in maniera responsabile e guarda al futuro in maniera consapevole, perché i musei non sono solo luoghi che custodiscono il passato, ma macchine di diffusione del sapere, luoghi aperti e vivi in cui la comunità si incontra e incontra opportunità di conoscenza. Il MUSE è affine anche con un’idea di turismo culturale di qualità: Trento non vuole essere “solo” una città turistica, ma vuole presentarsi come una città che, essendo fino in fondo e “semplicemente” sé stessa, accoglie i turisti e chiunque voglia venirla a visitare in modo non superficiale. Infine il MUSE rappresenta un'opportunità per approfondire la dimensione alpina di Trento, cioè di una città che è stata fondata e si è sviluppata in un contesto territoriale di montagna: un contesto particolare, fragile, straordinariamente affascinante, impegnativo; il MUSE ci aiuterà a capire questo territorio e, se lo sapremo capire meglio, sapremo anche meglio proteggerlo e valorizzarlo. Il MUSE è il frutto di un percorso durato dieci anni in cui abbiamo potuto contare sul supporto dell’amministrazione pubblica e su una straordinaria affinità di intenti, di dedizione, affetto e passione per un’idea comune. Un museo di scienze deve per definizione celebrare la complessità e la fragilità della Terra. L’edificio - certificato LEED Gold - è stato realizzato con grande attenzione ai principi di ecosostenibilità: ha le capacità di economizzare energia e di produrne attraverso un sistema di pannelli solari e pozzi geotermici che scendono a cento metri di profondità. Nello spazio centrale, il “Grande Vuoto”, che collega visivamente i cinque piani del museo, si celebra la biodiversità del nostro Pianeta: dall’alto, dove si incontra un ghiacciaio, al basso, dove il visitatore viene accolto dallo scheletro fluttuante di una balena, fino alla serra tropicale montana. Quando si conclude un progetto improvvisamente quell’edificio non è più tuo, ma appartiene alla comunità, a cui ora spetta abitare questi ambienti, costruendo e sviluppando conoscenza. L’elemento umano è una dimensione fondamentale di questa architettura, assieme alla luce, alla gioiosità, all’allegria. Così l’ingresso del MUSE diventa una sorta di luogo pubblico pensato per la gente, che prosegue all’esterno, nel prato e nel nuovo quartiere, collegato attraverso un sottopasso al cuore della città. In queste sale, che alternano spazi di luce e ombra, tutti saranno i benvenuti. L’architettura deve essere gioiosa, deve coltivare tenacemente l’idea che i luoghi per la cultura sono luoghi di civiltà e di incontro, in cui ritrovarsi e partecipare della stessa gioia. Vorrei ringraziare la squadra che mi ha affiancato, perché il lavoro di un architetto non è una pratica solitaria, ma un lavoro corale. E infine vorrei dire grazie alla straordinaria energia che la città e la Provincia hanno profuso, senza le quali non saremmo riusciti a realizzare questo progetto. Grazie a loro oggi Trento ha un nuovo Museo di Scienze. Alessandro Andreatta, Sindaco di Trento Renzo Piano benve nuto M 8. USE benve nuto M 9. USE Mi piace collegare idealmente il MUSE all’antico Museion di Alessandria, pensarlo quindi come un luogo in cui il dibattito culturale è libero e in grado di stimolare e facilitare la nascita di nuove idee. Punto d’incontro, con le persone e con le scienze, che nasce in un territorio geograficamente e culturalmente aperto al resto della nazione e all’Europa. Per questo il MUSE si propone in tre lingue, italiano, inglese e tedesco, e vuole diventare un’icona della città, noto ai visitatori di tutt’Europa. L’edificio, progettato e realizzato dall’architetto Renzo Piano e dal suo studio italiano, è un’opera architettonica unica, in un’area di Trento che risorge dopo la bonifica della zona industriale dismessa; si affaccia sul fiume Adige, proprio nel punto in cui Dürer dipinse una splendida vista della città, ed è collegato con un sottopasso all’antica piazza della Fiera e al centro storico. La proposta e l’allestimento museale sono stati sviluppati da una équipe di scienziati, mediatori culturali e operatori museali, guidati dal direttore Michele Lanzinger e formatisi negli anni all’interno dello storico Museo Tridentino di Scienze Naturali. Il Museo vanta una tradizione di oltre 200 anni, che se da un lato ben rappresenta la cultura ambientalista, naturale ed ecologica del nostro territorio, dall’altro lo inserisce a pieno titolo in una rete museale-scientifica europea. Mi piace testimoniare sia la ricchezza delle idee prodotte da questa équipe, sia il forte sentimento di condivisione sul nuovo “progetto MUSE”, nonché le numerose e fattive collaborazioni: cito in particolare il Natural History Museum di Londra, costante presenza nell’ideazione e nella realizzazione del progetto, i laboratori dell’Università di Trento e delle Fondazioni Edmund Mach e Bruno Kessler. In questi anni il Museo di Scienze ha poi sempre avuto il sincero e fattivo supporto della comunità locale, consapevole e attenta alla cultura dell’ambiente, e della classe politica trentina, che molto ha puntato su cultura, ricerca e innovazione. In questa nuova sede il MUSE sarà in grado di presentare a tutti la meravigliosa, molteplice e unica natura delle Alpi trentine, contribuendo fattivamente all’indispensabile processo di “public understanding” delle scienze. Continuerà a curare e sviluppare ricerca scientifica di alta qualità, sia nell’ambito naturalisticoambientale che in quello della divulgazione scientifica. Fra le molte novità che trasformano il Museo Tridentino di Scienze Naturali in MUSE, degna di nota è la presenza all’interno dell’edificio di realtà culturali e imprenditoriali, volte a comunicare ed esporre a un vasto pubblico prodotti innovativi, legati al tema dell’ambiente. E ancora, ecosistemi molto lontani da quelli locali, come la serra tropicale collegata al centro di ricerca e cooperazione in Tanzania, che saranno messi a confronto con quelli locali: un’occasione per riflettere sulla biodiversità e per stimolare una cultura del vivere rispettosa dell’ambiente. Il mio augurio è che il MUSE diventi una meta entusiasmante per tutti i cittadini, un luogo dove trovare risposte e porre domande. Prof. Marco Andreatta, Presidente MUSE benve nuto M 10. USE Realizzare un nuovo museo non significa solo compiere una raccolta scientifica e ragionata di oggetti, ma vuol dire soprattutto focalizzare l’attenzione sull’esperienza che il visitatore vivrà in questo spazio. Un’esperienza che nasce nella sua mente indagatrice, nelle mani che interagiscono con gli apparati espostivi, con emozioni che si accendono alla vista di un’ambientazione scenografica stimolante o per quel qualcosa di interno e personale che proviamo quando siamo spinti a ragionare sul mondo che ci circonda. Si tratta dunque di progettare un museo rivolto alle persone, alle “nuove persone” di cui abbiamo sempre più bisogno per dare una direzione a questo mondo in rapida trasformazione. Perché è sempre più evidente la necessità di accrescere le nostre conoscenze per essere attrezzati a rispondere con consapevolezza alle sfide che ci si pongono davanti. Dobbiamo preparare i nostri figli a un mondo che ha bisogno di persone capaci di inventarsi il proprio futuro. Un futuro in cui le tecnoscienze progressivamente sostituiranno le lavorazioni ripetitive, e in cambio richiederanno capacità creativa e innovativa. Un futuro dove la qualità della vita si ricongiungerà con l’attitudine a un pensiero economico che al contempo sia efficace e, si spera, solidale. Un futuro dove sarà bello vivere se saremo capaci di contemperare la crescente pressione demografica e l’urbanizzazione con scelte chiare nel settore della conservazione della natura, degli ecosistemi, dei paesaggi. Per questi motivi il MUSE sarà anche una piazza contemporanea dove far crescere pensieri e riflessioni: teatro di eventi creativi a cavallo tra arte e scienza, caratterizzati da un linguaggio innovativo, ma sempre inappuntabile dal punto di vista scientifico. Al suo interno, il visitatore troverà coinvolgenti proposte di approfondimento per tutte le fasce d’età, dai piccolissimi agli adulti: attività nuove e aggiornate, ideate per stimolare il dialogo tra i componenti della famiglia e trasformare una gita scolastica in un’esplorazione attraverso i millenni della nostra storia. Sarà un luogo di esperienze, dove cogliere le relazioni tra natura, scienze e società, al centro del dibattito scientifico. Sarà lo spazio dove affrontare, con leggerezza e diletto, una delle nostre domande più ricorrenti: …e se domani…? Michele Lanzinger, Direttore MUSE benve nuto M 11. USE Una volta non c’era la storia comincia così Un giorno nel tempo, sospeso e senza gravità. Il primo giorno in cui lo spirito del museo, minuto dopo minuto, diventa presente e tuffa le sue immaginazioni nel futuro con un salto deciso dal trampolino vibrante del passato. Scienza, natura e società sono la materia, l’oggetto con cui e-leggere la nozione percettiva ed astratta del tempo, l’evento. L’esperienza intuitiva, la ricerca scientifica, i movimenti di pensiero e le trasformazioni sociali diventano strumenti (occhiali di lettura tridimensionale) per indagare l’evoluzione, il divenire, le applicazioni simboliche del sogno e del desiderio. Frammenti saranno il risultato. Un racconto lungo un giorno dove il MUSE è protagonista: complessità in presentazione, attrazione, relazione. Direzione artistica Samuela Caliari Mariano De Tassis Alessio Kogoj inform azioni e logis 13. tica la vog lia di p artecip12. are La voglia di partecipare e i volontari L’ingresso a tutti gli eventi è gratuito La chiamata per partecipare e sostenere l’evento di inaugurazione, lanciata qualche mese fa dal MUSE, ha portato a risultati al di sopra di ogni aspettativa. Una prima chiamata era rivolta ad artisti, ricercatori, scienziati, disponibili a partecipare con la propria creatività e la propria volontà di esserci. Un’attenta e difficile selezione realizzata dalla Direzione artistica dell’opening con la collaborazione del Direttore del Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento, Francesco Nardelli, e del direttore artistico di Oriente Occidente, Lanfranco Cis, ha dovuto limitare la grande disponibilità di qualificati protagonisti pronti a mettersi in relazione all’evento con proposte di spettacolo, installazioni visive e sonore, contributi video, micro conferenze e tanto altro ancora. Una seconda selezione era rivolta alle funzioni di sostegno, e qui oltre 120 volontari hanno deciso di partecipare in prima persona all’evento. Grazie davvero a chi ha risposto e di essere qui insieme a noi! Per gli eventi segnalati con è previsto un servizio di ascolto tramite cuffia da ritirare nei pressi del parco. Per gli eventi in programma segnati con è previsto il servizio di interpretariato LIS, lingua dei segni italiana, a cura dall’associazione AbC Onlus di Trento l'app dell'inaugurazione del MUSE Hai uno smartphone? Grazie alla collaborazione con il gruppo LIFE PARTICIPATION dell’Università degli Studi di Trento sarà possibile scaricare MUSEI TRENTINO, l’applicazione gratuita dell’inaugurazione, e avere così sempre a portata di mano il programma come raggiungerci (vedi cartina in ultima di copertina) a piedi: dal nuovo sottopasso ferroviario pedonale che collega l'area del MUSE con via Madruzzo dall’ingresso sud dello Stadio Briamasco in bicicletta: da via Sanseverino, da Monte Baldo, dal nuovo sottopasso. Via Sanseverino sarà accessibile alle sole biciclette. Vi invitiamo a lasciarle fuori dal Parco Le Albere in auto: parcheggio consigliato: Ghiaie via Fersina - si potrà raggiungere il MUSE con navetta gratuita (24 h/24 h). È possibile lasciare l’automobile nei parcheggi di piazza Fiera (a pagamento), piazzale San Severino, lung’Adige Monte Grappa (piazzale ex-Sit) e Monte Baldo - distanti pochi minuti a piedi dal MUSE inform azioni e logis 14. tica in pullman: parcheggio su lung’Adige Monte Grappa Nota bene: nelle giornate del 27 e 28 luglio via Sanseverino (da piazzale San Severino a via Monte Baldo) e Corso del Lavoro e della Scienza saranno chiuse al traffico somm 15. ario Inaugurazione in autobus: dalla stazione del treno prendere i numeri 1 - 4 - 12 -13 - 14 - fermata Rosmini “Cimitero” 3 - 5 - 8 - 9 - 10 - Travai al Nuoto informazioni e logistica pag. 13 26 luglio pre-opening pag. 16 Durante la 24 ore dell’inaugurazione è disponibile un servizio bar a pagamento curato da Strada del Vino e dei Sapori del Trentino e Cafè de la Paix 27 luglio aspettando l’inaugurazione pag. 19 consigli per l’uso pag. 22 SMS live 27 e 28 luglio programma pag. 22 Durante l’inaugurazione sarà possibile inviare al numero 327 0470330 dei messaggi che verranno proiettati in tempo reale sul ledwall presente nel parco del MUSE 27 luglio cerimonia inaugurale pag. 25 punti ristoro Il programma potrebbe subire delle variazioni dopo la stampa della presente pubblicazione: i cambiamenti dell’ultima ora, gli spostamenti di luogo in caso di pioggia o altro, gli eventi sospesi o cancellati sono costantemente aggiornati sul sito www.muse.it o si possono richiedere via mail all’indirizzo [email protected] o presso l’infopoint MUSE in piazza Duomo Il pubblico presente agli eventi autorizza e acconsente qualsiasi uso futuro delle eventuali riprese fotografiche, audio e video che potrebbero essere effettuate in caso di pioggia La manifestazione avrà luogo anche in caso di pioggia con un programma parzialmente modificato pre-op 17. ening pre-op ening 26 luglio Varie location (si veda anche la cartina in calce) 9.00 / 13.00 e 14.00 / 19.00 Piazza Duomo Sentieri dell’arte 2.0 Progetto Smart Campus di Trento RISE (Trento) Piazza Garzetti Il lento sciogliersi del ghiaccio Federico Seppi (Trento) Passaggio Teatro Osele, Cafè de la Paix Al di là della barriera Daniele Ottobrino (Parma) Via C. Vannetti, Teatrincorso Spazio 14 Sacred circle Ojas Michele Azzaro (Milano) Piazza Lodron PitturaInMovimento Linda Brindisi (Milano) Via Garibaldi, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto Galileo al Muse Liceo Galileo Galilei (Trento) Ecto Musica. Quando la creatività segue solo la Via Estatica Fabio Bottaini (Lucca). Alle ore 15.30 Via Santa Croce, Fondazione Bruno Kessler* Relitti scolpiti dal tempo Maria Cristina Ballestracci (Santarcangelo di Romagna, RN) pre-op 18. ening Via Santa Croce, Auditorium Santa Chiara Umwelten (disgelo) Adriano Siesser e Andrea Conci (Trento) Via Belenzani, Cantine Torre Mirana Sculture Luminodinamiche Angelo Paparcuri (Palermo) Via Belenzani, Palazzo Thun Il giardino di domani Manuela Carrano (Milano) Via Tommaso Gar, Facoltà di Lettere Università di Trento* CON_TATTO, segni di una pelle che avvicina Dermart, Massimo Papi e Codice-a-barre, Alessio Gismondi (Roma) Piazza Cesare Battisti Sportler Ghiacciai Oscar Fontanesi (Milano) Le Gallerie - Piedicastello, Trento 5 tapes| sense converter Viviana Puecher (Pergine Valsugana, TN) Misure e ritmi - misure e ritmi continuum Giovanna Strada (Milano) La piramide olografica Gerardine Rachele Cipriani (Rovereto, TN) Via Bernardo Clesio, Castello del Buonconsiglio Antelegy - Kuai Shen (Guayaquil, Ecuador - Colonia, Germania) Courtesy Arte Boccanera, Trento Stazione ferroviaria di Trento - Piazza Dante COWMAN of the world Luminita Taranu (Roma) aspet t a l’inaug ndo urazio ne aspett ando 20. l’inaug urazio ne aspett ando 21. l’inaug urazio ne 27 luglio Circo scienza Associazione culturale “Le strade di Macondo” (Cagliari) Le stesse installazioni e perfomance del giorno 26 luglio saranno riproposte con orario 9.00 / 13.00 e 14.00 / 17.00 Le installazioni segnate con l’asterisco (*) termineranno alle ore 13.00 09.00 – Scienza in valigia A cura di MUSE Orienteering astronomico Sezione astronomia MUSE corso del lavoro e della scienza presso Quartiere Le Albere WE - Valentina Miorandi (Trento) Courtesy Arte Boccanera, Trento 16.00/17.30 – A SPASSO CON DINO INCONTRI IMPOSSIBILI Street Science, Art & Music In attesa dell’evento, la città di Trento si trasforma in un grande palco in movimento in cui la musica, la scienza e la fantasia segnano il percorso dal centro città verso il MUSE L’arrivo degli artisti avverrà dal nuovissimo sottopasso pedonale che collega il Muse alla città passando da Via S.Croce, Tre portoni, via Cardinal Madruzzo, sottopasso ferroviario pedonale e infine grande parco del Palazzo delle Albere BiFunk Sonorità funk-metropolitane mescolata all’atmosfere jazz (Trento) Sissamba Orchestra di percussioni (Alto Adige) Corpo Musicale Città di Trento Apparizioni Fantasmi di Pordenone Emilio Sheikhan di Göteborg, Svezia 17.45 – arrivo al MUSE progra m openin ma g dalle 18.00 alle dalle 22.00 alle dalle 02.00 alle Consigli per l’uso L’evento inaugurale avrà come punto di riferimento il grande prato che si colloca tra il MUSE e Palazzo delle Albere. Vi si giunge dal nuovissimo sottopasso di via Cardinale Madruzzo oppure da via Roberto da Sanseverino. I tempi dell’evento sono scanditi intorno ad un grande orologio diviso in sei fasce orarie di quattro ore ciascuna a partire dalle ore 18.00 del 27 luglio 2013. Ogni macro segmento temporale è caratterizzato dal colore che identifica i contenuti di ogni piano del MUSE e diventa, oltre che evidenza di segno cromatico, anche motore di racconto sui contenuti, sviluppati questi ultimi in diverse forme di rappresentazione: una continua corrispondenza con l’intero progetto museale (visibile e invisibile) e nelle declinazioni di scienza, natura, società. I sei quadri temporali, immediatamente riconoscibili dal colore, segnalano le attività in programma dividendole in due categorie: le iniziative e le performance proposte durante tutto il quadro; la sequenza nel tempo. dalle 06.00 alle dalle 10.00 alle dalle 14.00 alle 22.00 02.00 06.00 10.00 14.00 18.00 dalle 1 8.00 a lle Di seguito le attività che caratterizzano ogni quadro: video rintocco Brevi suggestioni sul MUSE all’inizio di ogni quadro 25. 22.00 vertice quasi nel cielo dalle 18.00 alle 22.00 la visita al muse Alla scoperta dei nuovi spazi espositivi Pausa: 23.00 / 24.30 del 27 luglio e 6.00 / 10.00 del 28 luglio 18.00 piazza contemporanea – rintocco con countdown Suono primordiale e performance A cura dei volontari del MUSE Attività di scienza, natura e arte Nel parco adiacente al MUSE o su Corso del Lavoro e della Scienza 18.15 parla con me – good luck MUSE Video messaggi dal Trentino e dal Mondo The scientist is present. Conversazioni informali con il personale scientifico del Museo. Area ristoro del parco e/o al bar del MUSE più muse Laboratori e attività realizzati all’interno del MUSE linea diretta Diretta radiofonica dalle 18.00 alle 24.00 Radio Trentino in Blu in collaborazione con SanbaRadio io c’ero! Due speciali annulli filatelici, Poste Italiane 18.00 / 23.00 del 27 luglio e 10.00 / 18.00 del 28 luglio eXplora MUSE Guida multimediale su ipad mini a cura di Trento RISE recycle area: fai la differenza con la differenziata! Un modo divertente per proporre la raccolta differenziata. La recycling area è una postazione interattiva in cui saranno presenti alcuni esempi di riuso creativo grazie anche alla collaborazione con Fareraccolta e l’associazione Trentino Solidale. Il rispetto delle buone pratiche per la raccolta differenziata nei due giorni di inaugurazione permetterà al pubblico di partecipare a una raccolta punti per ricevere simpatici gadget e buoni spendibili presso i punti ristoro 18.25 – CERIMONIA INAUGURALE Discorsi istituzionali e interventi musicali dell’orchestra Haydn di Trento e Bolzano Modera Giampaolo Pedrotti Capo Ufficio Stampa PAT Intervengono: s Presenza istituzionale nazionale di massimo livello in corso di definizione s Alberto Pacher Presidente della Provincia Autonoma di Trento s Alessandro Andreatta Sindaco di Trento s Marco Andreatta Presidente del MUSE s Renzo Piano Architetto s Michele Lanzinger Direttore MUSE Programma Haydn: s J. Brahms - AKADEM FESTOUVERTURE - von Takt 100 auf Takt 302 s A. Dvorák - LAWISCHER TANZ No 4 Fa maggiore “Tpo di Minuetto” T. 1 - 70 s Joh. Strauß - PERPETUUM MOBILE s I. Strawinsky - Ouverture zu PULCINELLA s L. Bernstein - TURKEY TROT aus dalle 1 8.00 a lle “Divertimento for Orchestra” J. Williams - STAR WARS Filmmusik J. Williams - INDIANA JONES/Raider’s March J. Williams - E.T. - ADVENTURES ON EARTH J. Williams - JURASSIC PARC/Lost World Theme arranged for Orchestra s J. Goldsmith - STAR TREK s s s s 19.30 – sfere in libertà Con la partecipazione del pubblico presente nel grande prato del MUSE verrà realizzata un’azione unica e irripetibile 20.00 – are you ready? Quando stare in coda per entrare al museo fa la differenza Esperimenti e curiosità da scoprire mentre si attende di entrare al museo 20.00 – science story live Immaginare la scienza Con Rosalia Vargas Lopez - Presidente di ECSITE, European Network of Science Centres and Museums 20.05 – dialoghi contemporanei Talk show: Esplorazioni condotto da Maria Concetta Mattei Ospiti: Giorgio Vallortigara - neuroscienziato, Ascanio Celestini - attore, regista e scrittore, Telmo Pievani - filosofo della scienza ed evoluzionista, Giulio Giorello - filosofo e, Claudia Di Giorgio - giornalista scientifica e Guido Tonellli - fisico Con la partecipazione dei giovani ricercatori finalisti dell’edizione 2013 del talent show scientifico FameLab Italia dalle 1 8.00 a lle 26. 22.00 21.00 21.05 – – 27. 22.00 in ricordo di Margherita La signora delle stelle science story live Viaggio nel supermarket del DNA Con Sergio Pistoi biologo, giornalista e scrittore 21.10 – dialoghi contemporanei Talk show: Attrazioni condotto da Carlo Massarini Ospiti: Claudia Bordese - biologa e divulgatrice scientifica, Claudia Andreatti - Miss Italia 2006 e conduttrice televisiva, Roberto Battiston - fisico, Duccio Canestrini - antropologo e Patrizio Roversi - conduttore televisivo Con la partecipazione dei giovani ricercatori finalisti dell’edizione 2013 del talent show scientifico FameLab Italia piazza contemporanea Vedi pag. 24 installazioni no stop L’albero della speranza Installazione. La natura rinata dopo un evento apocalittico e trasformata in altro Lorna Manuela Carrano (Milano) High Mountains e Dolomiti New York Installazione sulle Dolomiti Annamaria Gelmi (Trento) Ruota Pittura In Movimento Installazione Linda Brindisi (Brescia) Nuvola d'acqua Piacevole nebbolina che regala refrigerio ai passanti dalle 1 8.00 a lle 18.00/22.00 – Alla scoperta di un raggio luminoso Esperimenti di scienza Maghimatici Laboratori Scientifici (Teramo) Camminare sulle uova Sustainable Science show Tania De Oliva (Trento) TEDxTrento Idee che meritano di essere condivise dalle 2 2.00 a lle 28. 22.00 unica nel bosco dalle 22.00 alle 02.00 22.00 – – Guardando oltre Curiose osservazioni al telescopio Eye in the sky (Trento) 22.05 – 22.10 – – MORMORIO DI SORGENTI Spettacolari assaggi di arte e scienza su video suggestioni A cura di Luciano Stoffella e Enrico Costanzo parla con me 20.00/22.00 science story live Molti modi di essere umani Con Telmo Pievani filosofo della scienza ed evoluzionista Distillatore d’Ambiente Installazione, sistema multisensoriale Qualcosarte (Trento) Smart Crowds Unisciti alla nostra Community e partecipa al laboratorio territoriale! Trento RISE Territorial Lab video rintocco Vedi pag. 24 attività a sud del MUSE 20.00/22.00 29. 02.00 Vedi pag. 24 Invasioni lunari Parola Bianca (Modena) Nicola Angeli Limnologo e Algologo Anansi for MUSE Concerto in unplugged Quadri di sabbia Gabriella Compagnone (Roma) La più famosa sand artist italiana 22.45 – lab 80 Quando la diffusione esponenziale di musica e tecnologia diventano sogni indelebili A cura di Radiottanta, Giacomo Anderle e Chiara Turrini con il Coro a Bocca chiusa “I Minipolifonici” - Valentina Bellamoli, direttore Progetto in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi di Trento dalle 2 2.00 a lle 00.00 00.05 – – il bosco illuminato Azione partecipativa: hai portato un guanto bianco? VIDEO MAPPING 3D Questo non è un museo, quando i muri parlano Le pareti del MUSE si trasformano in un incredibile racconto pulsante Il video mapping è una nuova frontiera della tecnologia e dell’arte che consiste nel proiettare “immagini” in computer grafica su superfici reali, ottenendo spettacolari effetti di proiezione 3D. Grazie al video mapping qualsiasi tipo di superficie diventa un display dinamico in grado di stupire il pubblico che rimane letteralmente a bocca aperta. Nella storia realizzata ad hoc per il MUSE si avrà l’illusione di vedere l’edificio pulsare, cambiare forma e colore 00.15 00.20 00.25 – – – dalle 2 2.00 a lle 30. 02.00 science story live Racconti minuti Con Ascanio Celestini attore, regista e scrittore Degli insetti - Entomofonie immaginali Marco Ariano (Roma) Altri sentieri Scuola di circo Bolla di sapone (Trento) Scultura sonora Sergio Decarli (Trento) e Paolo Scoppola (Roma) Humanology Artedanza (Trento) Hip Hop con costumi elettronici G.D.M. di Segonzano (Trento) La carta che balla Su composizioni di V. Massetti e D. Dmitrijeva Michele Ciardulli (Milano) con Quartetto Quipiditè (Trento) Genesi di un talento In collaborazione con Vartalent su video di Renata Berti e Giorgio Fiorenzato (Padova) Times/Unearthed (dissotterrato) Teatrincorso (Trento) e Alessandra Pescetta, Giovanni Calcagno, Bersek (Milano) io ho un sogno Sperimentazione videomusicale Duo moto contrario (Trento) con Elettra La Marca (Roma) Video Da un'idea di Francesca Mazzalai autrice e conduttrice televisiva Vedi pag. 24 chiarori di luna: le muse al MUSE piano 1 Performance a 360° Painted dance Matteo Boato con Artedanza (Trento) Gioia e malinconia sulle ali di un piccione Saverio Gabrielli e Marina Cainelli (Trento) con Filippo Leonardi (Catania) 31. 02.00 più muse 22.00/23.00 – m’illumino di batteri e 00.30/02.00 Una visita al BIOLAB con luce biotech A cura di MUSE e CIBIO piazza contemporanea Vedi pag. 24 dalle 2 2.00 a lle installazioni no stop Vedi pag. 27 22.00/00.00 – Alla scoperta di un raggio luminoso Esperimenti di scienza Maghimatici Laboratori Scientifici (Teramo) Camminare sulle uova Sustainable Science show Tania De Oliva (Trento) TEDxTrento Idee che meritano di essere condivise 00.30 – dalle 0 2.00 a lle 32. 02.00 antico pietre o nuvole? dalle 02.00 alle 06.00 02.00 – 02.05 – 02.10 – Video live Set VJ Sabota Voci all’immaginario, immagini alla musica Suggestioni che dal subconscio prendono forma. Contenuti, colori e non colori, linee. Linee che s'intrecciano, linee interrotte, visioni Guardando oltre Curiose Osservazioni al telescopio Eye in the sky (Trento) Da non credere! Trappole luminose per gli insetti Sezione zoologia degli invertebrati MUSE 04.00 parla con me 04.05 – Karol Tabarelli De Fatis Zoologo 00.00/02.00 – Stefano Neri Archeologo LA PRIMA NOTTE RGB DELL’UNIVERSO Dj Set Frankie hi-nrg mc L’Alto Parlante Gira Dischi Selezione di musica hip-hop ed elettronica Distillatore d’Ambiente Installazione sistema multisensoriale Qualcosarte (Trento) 22.00/00.00 science story live Dilvugazione & ignoranza Con Patrizio Roversi conduttore televisivo Disegnare con la luce Performance di light painting Matteo De Stefano (Trento) Vedi pag. 24 video rintocco Vedi pag. 24 attività a sud del MUSE Smart Crowds Unisciti alla nostra Community e partecipa al laboratorio territoriale! Trento RISE Territorial Lab 33. 06.00 – science story live Sognare l’infinito Con Lara Albanese fisica – il dna incontra facebook - preview Con Patrizio Roversi e Sergio Pistoi Video di Mietta Corli, luci di Andrea Borelli, con la collaborazione tecnica di Marco Bonilauri I nuovi social network per condividere le informazioni genetiche in una conferenza-spettacolo Da un libro di Sergio Pistoi dalle 0 2.00 a lle 04.25 – dalle 0 2.00 a lle 34. 06.00 SILENT CINE POETRY MUSE at work Film documentario A cura di Filmwork Trento A quest’ora, cosa hai voglia di fare? Ascoltare, meditare, riposare o… dormire? Cinepoesia a Doppio Canale Tutto quello che ho Teaser Regia di Ivano Fachin con Giovanni Vettorazzo scritto da G. Volpino dop R. Ricci prodotto da Dolomites Movement created by Gioia Libardoni Ecoplanet - Un pianeta da salvare Anteprima film d’animazione thailandese. La storia di tre bambini che cercano di salvare la Terra. Nella lotta contro il riscaldamento globale e contro i principali responsabili dell’inquinamento proveranno a dare un futuro a se stessi e a l’umanità intera. In collaborazione con M2 Pictures e GiffoniFilmFestival Sottovoce Selezione di prosa e poesia letta dal vivo in collaborazione con SEMPER, Seminario Permanente di Poesia dell’Università degli studi di Trento e TICONTRE, teoria-testo-traduzione, rivista letteraria dell’Università degli Studi di Trento con Le reti di Dedalus Marco Palladini con Chiara Turrini e Giacomo Anderle Sottofondo musicale di strumenti a corda, fiati, loop, theremin, computer live di Carlo Casillo 04.35 – High Mountains e Dolomiti New York Video legato all'opera di Annamaria Gelmi Fashionable Proiezioni di moda nel 2020 Progetto KiiCS, video a cura di Stefano Bellumat 05.30 – risveglio…!? Rinascita del fisico e della mente Ad occhi chiusi Concerto con i suoni dell’ Hang Paolo Borghi (Livorno) e Natalina Susat (Trento) Tai Chi Sta meglio chi si muove dolcemente con il maestro Roberto Paredes (Trento) La parola alle piante Hai mai ascoltato la musica delle piante? Nedda Bonini e Andrea Pavinato (Ferrara) stralci (sala conferenze MUSE) Film Portrait of a Young Man in Three Movements (1925-31) di Henwar Rodakiewicz Rimusicato da Sergio Pircali e Francesco Gigliotti (Bolzano) 54 minuti Di Carlo Casillo in collaborazione con Mattia Cappelletti Fluido Ottico Video originale di 30 sec Duccio Ricciardelli (Firenze) 35. 06.00 più muse Vedi pag. 24 piano 1 02.00/04.00 – m’illumino di batteri Una visita al BIOLAB con luce biotech A cura di MUSE e CIBIO dalle 0 2.00 a lle piazza contemporanea Vedi pag. 24 installazioni no stop Vedi pag. 27 02.00/04.00 – dalle 0 6.00 a lle 36. 06.00 attività a sud del MUSE Smart Crowds Unisciti alla nostra Community e partecipa al laboratorio territoriale! Trento RISE Territorial Lab Disegnare con la luce Performance di light painting Matteo De Stefano (Trento) Distillatore d’Ambiente Installazione, sistema multisensoriale Qualcosarte (Trento) contemporaneo maneggiare con cura dalle 06.00 alle 10.00 06.00 – – Scultura Ibrida Fenomeni in diretta Mikelle Standbridge (Milano), Paola Spadafora (Brescia) e Andrea Cantone (già ricercatore del CERN) video rintocco Vedi pag. 24 06.05 – science story live Che giornata è mai questa? Con Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana 06.10 – la colazione di una volta Caffè e dolci da forno della tradizione trentina In collaborazione con Associazione Panificatori del Trentino e Dolomatic Srl Guardando oltre Curiose osservazioni al telescopio Eye in the sky (Trento) 02.00/03.00 37. 10.00 06.30 – NICCOLÒ FABI SENTIERI SONORI CONTEMPORANEI La prima alba del MUSE Parole e musica con la presentazione di Luca Mercalli. In collaborazione con Centro Servizi Culturali Santa Chiara 08.00 – science story live In partenza da qui… buongiorno museo! Con Michele Lanzinger Direttore MUSE 08.05 – good luck muse Video messaggi dal Trentino e dal Mondo dalle 0 6.00 a lle 08.10 – Lo spettacolo si svolgerà all’interno del MUSE. Numero di posti limitati - Consigliata la prenotazione al numero 0461/270311 oppure [email protected] – installazioni no stop GIOVANNI LINDO FERRETTI BELLA GENTE D’APPENNINO Violino: Enzo Bonicelli I boschi, gli animali, la transumanza e le celebrazioni recitate: intenso spettacolo sulla vita di montagna 09.00 dalle 0 6.00 a lle 38. 10.00 tempo di invenzioni e scoperte Inventori del XXI secolo Senza fili I lampi di genio, le invenzioni e i sogni di Nikola Tesla OR.ME - Orchestra Mentis (Trento) RoboTarta Wiimote, Arduino, Gimbal, Raspberry Strumenti interattivi di misura e di gioco realizzati con hardware aperto Linux Trent (Trento) La mano 2.0 Versatile guanto interattivo basato su Arduino Lilypad Filippo Miserocchi (Riva del Garda) Shackleton Sedersi sulla luna… un oggetto sospeso tra finzione e rappresentazione HO1 (Trieste) piazza contemporanea Vedi pag. 24 Vedi pag. 27 parla con me Vedi pag. 24 06.00/08.00 – Massimo Bernardi Paleontologo 08.00/10.00 – Rossella Duches Archeologa 39. 10.00 dalle 1 0.00 a lle dalle 1 0.00 a lle 40. 14.00 orientamento cercare la bussola 12.10 – storie di uomini selvatici Spettacolo di pupazzi sulle leggende delle Dolomiti Luciano Gottardi (Trento) dalle 10.00 alle 14.00 12.30 10.00 – – video rintocco – 13.00 – brunch in piazza Sapori per tutti i gusti Servizio a pagamento science story live Noi primitivi Con Duccio Canestrini antropologo 10.10 food science Science show di cucina molecolare A cura di MUSE Vedi pag. 24 10.05 – 13.05 e 13.40 – storie di diavoli e nani e storie di bestie e animali storie di donne selvatiche Spettacolo di pupazzi sulle leggende delle Dolomiti Luciano Gottardi (Trento) Spettacolo di pupazzi sulle leggende delle Dolomiti Luciano Gottardi (Trento) 10.35 – più muse narrazioni percettive e vitali Circo Scienza quando la scienza diventa spettacolo Pietro Olla - Associazione Le strade di Macondo (Cagliari) Vedi pag. 24 piano 0 10.00/12.00 – chi vuol essere scienziato? A cura di MUSE 11.00 12.00 – – MUSICA FRIZZANTE the Chocolate Choice Challenge Banda Cittadina di Levico Terme Curioso test sulla cioccolata A cura di MUSE science story live piano 1 “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia” Arthur C. Clarke con Andrew Basso illusionista ed escapologo e Dennis Forti produttore e manager 12.05 – good luck muse Video messaggi dal Trentino e dal Mondo 10.00/12.00 – secondo me… Dialogo informale Su temi selezionati dal pubblico Grazia Campregher (Levico Terme) in collaborazione con MUSE 41. 14.00 dalle 1 0.00 a lle 10.00/14.00 – dalle 1 0.00 a lle 42. 14.00 A SPASSO CON DINO Comunicare sbadigliando A cura di Rachele Nieri - Famelab Italia incontri impossibili Emilio Sheikhan - Göteborg Storia della vita, tra catastrofi e fortune A cura di Massimo Bernardi - curatore della galleria di storia della vita le 1000 e 1 Bits Come trovano la strada di casa gli scarabei stercorari? A cura di Ilaria Zanardi - Famelab Italia Geni si nasce, tecnologici si diventa A cura di MUSE piano 3 10.00/14.00 – Storie speciali svelate dal DNA A cura di Patrizia Famà - curatore area biologia favole tecnologiche Nella cellula comandano i piccoli A cura di Raffaella Lazzarini - Famelab Italia L’angolo delle Storie A cura di MUSE piano 5 - terrazza del MUSE 10.00/14.00 – microcollection Frammenti d’opera Racconto e memoria Veronesi Paola (Bologna) osservazione del Sole A cura di MUSE corner mobile 10.00/14.00 – scienza in valigia Science Show itinerante A cura di MUSE piano -1 sala conferenze pillole di scienza All’interno di questo palinsesto si susseguono brevi interventi e dialoghi in continuum 10.00/11.00 – Maxi Ooh! I babult, la scoperta inizia dai sensi A cura di Silvia Cavalloro, Lorenza Ferrai e Anna Tava 43. 14.00 12.00/13.00 – Questione di PILing A cura di David Tombolato - curatore area nuove tecnologie sostenibilità Meglio un uovo oggi o una gallina domani? A cura di Rachele Nieri - Famelab Italia Conoscere il passato per capire il presente A cura di Elisabetta Flor - curatore area preistoria La capacità intuitiva delle scimmie A cura di Francesca De Petrillo - Famelab Italia Cercatori di piante… ai tropici A cura di Costantino Bonomi - curatore serra tropicale C’è flora e flora A cura di Giorgio Guzzetta - Famelab Italia piazza contemporanea Vedi pag. 24 installazioni no stop Vedi pag. 27 Tecnologico e interattivo Microchip e le tecnologie nascoste in oggetti della vita quotidiana Fondazione Bruno Kessler (Trento) dalle 1 0.00 a lle Nel mondo... spaziale! In viaggio alla scoperta del GIS, il mondo delle mappe Fondazione Edmund Mach (Trento) TEDxTrento Idee che meritano di essere condivise Costruisci il tuo cappello di carta Laboratorio creativo Volontari MUSE 10.00/12.00 – Raggio luminoso Esperimenti di scienza Maghimatici Laboratori Scientifici (Teramo) dalle 1 4.00 a lle 44. 14.00 evoluzione d’ora in poi dalle 14.00 alle 18.00 14.00 – – Pittura interattiva Scrittura istintiva Monia Sogni (Piacenza) Uomini e Animali. L’innato bisogno del primo di dominare il secondo Luana Raia (Napoli) 14.05 – science story live Parassita! La scelta di chi vive a spese degli altri con Claudia Bordese biologa e divulgatrice scientifica 14.10 – science & fitness Jumping - Fitness, la nuova emozione Defant’s Club Trento 14.20 – music & science La musica dei ricercatori Song for a Nobel B-ing Band (Trento) Mostro sarai tu! Laboratorio scientifico Sezione di zoologia dei vertebrati MUSE Apparizioni dallo spazio Chi ha paura dell’uomo nero? Sezione astronomia MUSE video rintocco Vedi pag. 24 Pianta il seme della conoscenza Laboratorio scientifico Sezione di botanica MUSE 12.00/14.00 45. 18.00 Green Concert “Rock riciclato” The Mentis (Trento) 15.00 – science story live Sogni e passioni Con Manuel Frattini performer parla con me Vedi pag. 24 10.00/12.00 12.00/14.00 – Christian Lavarian Astronomo – Lucia Martinelli Ricercatrice Scienza e società 15.05 – ALLEGROMODERATO (lobby MUSE) Quando la musica rende eccezionale ciò che il destino ha voluto debole Orchestra sinfonica formata da musicisti con disabilità cognitive e musicisti professionisti dalle 1 4.00 a lle 16.00 – dalle 1 4.00 a lle 46. 18.00 science story live COWMAN of the world Performance di pittura Luminita Taranu (Roma) La mia prima volta Con Francesco Moser ciclista 16.05 – Concerto continuamente interrotto dalle divagazioni comiche dei musicisti di e con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori Teatro necessario (Parma) 16.50 TEDxTrento Idee che meritano di essere condivise clown in libertà – 14.00/16.00 – Con un fiore in mano Laboratorio scientifico Sezione di botanica MUSE CORO VALSELLA Da tutto il mondo Laboratorio scientifico Sezione di botanica MUSE Sperimentazioni sonore Canti rurali a cura di uno dei più famosi cori di montagna del Trentino 17.50 – accudire sogni A SPASSO CON DINO Cerimonia di chiusura Celebrazione finale della 24 ore no stop insieme al direttore del MUSE, Michele Lanzinger piazza contemporanea Vedi pag. 24 installazioni no stop Vedi pag. 27 14.00/18.00 – Pittura a 4 mani Da un altro punto di vista Michela Eccheli e Cinzia Boninsegna (Trento) Action painting Rituale di arte e scienza Favazzi Marco (Vigevano) Dinosauri del trentino Pittura interattiva Roberto Scala (Napoli) Costruisci il tuo cappello di carta Laboratorio creativo Volontari MUSE Incontri impossibili Emilio Sheikhan - Göteborg 16.00/18.00 – Camminare sulle uova Sustainable Science show Tania De Oliva (Trento) Uomini e Animali Innato bisogno del primo di dominare il secondo Luana Raia (Napoli) Tatuaggi tribali Laboratorio scientifico Sezione di preistoria MUSE Chi ha paura dell’uomo nero? Apparizioni dallo spazio Sezione Astronomia MUSE 47. 18.00 dalle 1 4.00 a lle 48. 18.00 parla con me Vedi pag. 24 14.00/16.00 – David Tombolato Fisico 16.00/18.00 – Costantino Bonomi Botanico più muse Vedi pag. 24 piano -1 sala conferenze pillole di scienza 14.00 14.20 – – 14.40 – 16.30 – La globalizzazione Antropologia pop (durata 15 minuti) Duccio Canestrini antropologo Non solo panda L'importanza delle specie negli ecosistemi (durata 15 minuti) Marco Scotti ricercatore The Microsoft Research - University of Trento Centre for Computational and Systems Biology (COSBI) Sesso selvaggio La sessualità in natura (durata 15 minuti) Claudia Bordese biologa e divulgatrice scientifica il DNA incontra Facebook Con Patrizio Roversi e Sergio Pistoi Video di Mietta Corli, luci di Andrea Borelli, con la collaborazione tecnica di Marco Bonilauri I nuovi social network per condividere le informazioni genetiche in una conferenza-spettacolo Da un libro di Sergio Pistoi 49. cena t ropica le Cena tropicale Ore 20.30 Esclusiva cena con degustazioni tropicali all’interno della lobby del museo e speciale visita alla serra tropicale. La serata sarà animata da performance di tango a cura di Associazione Culturale RossoAOvest, dalla voce di Olga del Madagascar e dalla sonorizzazione di Giuseppe Aceto saka The Fabulous Beard Menu consultabile sul sito www.muse.it Cena a pagamento: € 55,00 a persona Prenotazione obbligatoria entro e non oltre il 21 luglio 2013 al numero 0461 270 311 o via mail [email protected] A causa del numero limitato di posti si riterrà valida la prenotazione solo previo pagamento tramite bonifico bancario o in contanti presso il Museo delle Scienze, ingresso da via Ss. Trinità 13 (da lunedì a venerdì: 8.00 - 12.30 e 14.00 - 17.00) Il ricavato sarà devoluto a favore dell’Associazione Mazingira che opera nel settore della solidarietà internazionale e della cooperazione allo sviluppo in Tanzania 50. team Team creativo Direzione artistica: Samuela Caliari MUSE / Mariano De Tassis / Alessio Kogoj Coordinamento generale: Sezione attività per il pubblico e nuovi linguaggi MUSE Responsabili: Project manager: Samuela Caliari / Primo quadro: Elisa Maria Casati / Secondo quadro: Stefania Tarter / Terzo quadro: Federica Moretti / Quarto quadro: Massimiliano Tardio / Quinto quadro e attività interne al museo: Katia Danieli / Sesto quadro: Elsa Maria Paredes Bertagnolli / Tecnica e logistica: Giovanni Agostini / Coordinamento volontari: Francesca Carnevali / Coordinamento attività nel parco: Michela Zenatti / Progetto Recycle Area: Oscar Cotini, Consuelo Ferrari e Federico Artuso Comitato organizzativo Sezione attività per il pubblico e nuovi linguaggi MUSE - Museo delle Scienze Corso del Lavoro e della Scienza, 3 - 38122 - TRENTO T. 0461 270 311 - [email protected] Incarico Dirigenziale per la realizzazione dei grandi eventi Provincia Autonoma di Trento - [email protected] Responsabile: Marilena Defrancesco Comunicazione, promozione e ufficio stampa T. 0461 270 337 Antonia Caola - coordinatore comunicazione strategica - [email protected] Chiara Veronesi - ufficio stampa - [email protected] Monika Vettori - comunicazione in lingua tedesca - [email protected] Elisa Tessaro - promozione e web 2.0 - [email protected] Loris Berardi - web design - [email protected] Con la collaborazione di: Karol Tabarelli de Fatis, Paola Rossato, Thomas Tonini OMNIA RELATIONS - Ufficio stampa nazionale - T. +39 334 6933176 Chiara Caliceti - [email protected] Silvia Basso / Barbara Mazzocco / Alessandra Iozzia LEO BURNETT - creatività della comunicazione - www.leoburnett.it MIND SHARE - pianificazione nazionale media - www.mindshare.it Marketing e corporate Alberta Giovannini - responsabile corporate membership [email protected] Anna Redaelli - corporate membership - [email protected] 51. ringra ziame nti Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione dell’inaugurazione del MUSE e in particolare: i nostri 124 volontari / i 119 artisti e scienziati partecipanti alla call_opening provenienti da tutta Italia Provincia Autonoma di Trento Grandi Eventi / Protezione Civile / Servizio conservazione della natura e valorizzazione ambientale / Soprintendenza Beni Archeologici / Corpo Permanente dei Vigili del Fuoco / Unione Distrettuale Vigili del Fuoco di Trento Comune di Trento Ufficio parchi e giardini / Squadra allestimenti, logistica e arredi / Corpo di Polizia Locale di Trento - Monte Bondone Un particolare ringraziamento a Castello del Buonconsiglio / Centro Servizi Culturali Santa Chiara / COSBI The Microsoft Research - University of Trento Centre for Computational and Systems Biology / Facoltà di Lettere e Filosofia - Università degli Studi di Trento / FameLab Italia / Fondazione Bruno Kessler / Fondazione Cassa di Risparmio Trento e Rovereto / Fondazione Edmund Mach / Fondazione Museo Storico del Tentino / Giffoni Film Festival / Istituto delle Arti - Liceo artistico F. Depero di Rovereto / Life Participation - Università degli Studi di Trento / MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto / RPBW - Renzo Piano Building Workshop / SEMPER Seminario Permanente di Poesia dell’Università degli Studi di Trento / TicontreTeoria, Testo, Traduzione rivista letteraria dell’Università degli Studi di Trento / Transart Bolzano / Trento RISE Associazione AbC Onlus di Trento / Laici Trentini per i diritti civili e anche a Acuson / Arte Boccanera / Associazione Panificatori della Provincia di Trento / Cafè de la Paix / Cappelletti srl / Centostazioni S.p.A. / Coro a Bocca chiusa “I Minipolifonici” / Croce Bianca Trento / Defant’s Club / Fare S.r.l / Fontana e Lotti Studio ingegneri associati / Goppion / IURE Agency S.r.l. / Le Albere / RAI - sede di Trento / Radioamatori italiani / Radio Trentino in Blu / Sanbaradio / Serenella Pari Architecture & Design / SG Group / Strada del vino e dei sapori del Trentino / Teatrincorso, Spazio 14 Scuola di teatro e accademia / VarTalent / Trentino Solidale Onlus / Vimage Per i servizi e il supporto tecnico Arredi Mosna / Dolomatic s.r.l. / Bottega della musica / Centrofor / Impresa Morelli s.r.l. / Nadalini Flor / Poste Italiane / Sadesign / Selettra / Sportler Ringraziamo infine tutti le persone coinvolte nel progetto dell’opening che, non volendo, abbiamo dimenticato di inserire partne 52. r open ing Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica 53. spons or MU SE Fondatori Partner / Promotori Main Sponsor Con la collaborazione di Sponsor AbC Onlus - Trento [email protected] - www.abctrentino.it Media partner ® Sponsor tecnici Supporto tecnico Sponsor catalogo ur vo Ca a Vi Piazza S. Maria Maggiore roce Via S. C Via G. Giusti osmini Via A. R epositura Via della Pr Pon te S . Lo ren zo Via R. d a o Sottopass erdi Via G. V ar maso G Via Tom Parcheggio ex Zuffo Via zini Maz Piazza Duomo ani Via Belenz Piazza Da Vinci Fium e Ad ige Piazza Fiera adruzzo Via C. M Stazione FS ma Via Ro nga rre Va Via To Piazza Dante rso Co Accesso disabili San Sev erin o Palazzo delle Albere Quartiere Le Albere Fium e Ad ige TRENTO NORD Parcheggio Baldo e Ghiaie con servizio bus navetta location e artisti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. e br em ov N 3 ini Per elli Frat Via rana Via Oss Mazzu e rd Ve ieri Via Alf Via Dordi rre To Via Via Van net ti Parco S. Chiara à Trinit Via S. Via S. P ietro Piazza tova Cesare Battisti Via Man Via S. Giova nni Bo sco Vi a G. Ga lile i Largo Porta Nuova a alepin Via C Via Suffr agio o arc S. M Via sio Cle do nar Piazza r e B Via Mostra Via Bar bac ovi xxx xx 54. xxxxx Castello del Buongonsiglio Via Pila ti Piazza Venezia Infopoint Piazza Duomo _ SmartCampus - Trento Rise Stazione ferroviaria TN _ Luminita Taranu Piazza Garzetti _ Federico Seppi Cafè de la Paix _ Daniele Ottobrino Spazio 14 _ Ojas Michele Azzaro Fondazione Caritro _ Liceo Galileo Galilei e Fabio Bottaini TRENTO SUD Lodron _ Linda Brindisi Piazza Fondazione Bruno Kessler _ Maria Cristina Ballestracci Auditorium S. Chiara _ Adriano Siesser e Andrea Conci Cantine Torre Mirana _ Angelo Paparcuri 11. 12. 13. 14. Facoltà Lettere UniTN _ Massimo Papi e Alessio Gismondi Palazzo Thun _ Manuela Carrano Negozio Sportler _ Oscar Fontanesi Gallerie di Piedicastello _ Viviana Puecher, Giovanna Strada e Gerardine Rachele Cipriani 15. Castello del Buonconsiglio _ Kuai Shen 16. Quartiere Le Albere _ Valentina Miorandi Museo delle Scienze Corso del Lavoro e della Scienza, 3 38122 - TRENTO T. 0461.270311 - F. 0461.270322 Scarica l’app gratuita MUSEI TRENTINO con il programma SMS live: 327 0470330 Seguici su: www.muse.it | Foto: Alessandro Gadotti - Archivio Trento Futura | 80.000 copie - luglio 2013 IP