PODOLOGO
il
N.178
in medicina
RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PODOLOGI
L’impegno del
Ministro Lorenzin per lo sviluppo
delle professioni sanitarie
aprile/maggio/giugno 2014
PODOLOGO
il
in medicina
RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PODOLOGI
DIRETTORE RESPONSABILE
Mauro Montesi, Presidente A.I.P.
VICE DIRETTORE
Giovanni Pepè, Presidente Onorario A.I.P.
DIRETTORE SCIENTIFICO
Arcangelo Marseglia, Vice Presidente A.I.P.
Antonio D’Amico, Consigliere A.I.P.
VICE DIRETTORE SCIENTIFICO
Marco Cavallini, Presidente del corso di laurea in Podologia,
Facoltà di Medicina e Psicologia Università Sapienza di Roma
DIRETTORE EDITORIALE
Benedetto Leone, Responsabile Comunicazione A.I.P.
COORDINAMENTO EDITORIALE
Rocco Menechella, Coordinatore Editoriale A.I.P.
COMITATO SCIENTIFICO
Joseph B. Addante, Alberto D’Ari, Arcangelo Marseglia, Fabio Moro,
Francesco Papa, Guglielmo Pranteda, Antonella Tammaro.
Abbonamento annuo: Euro 3,00 per gli associati Aip. I versamenti vanno effettuati tramite vaglia postale o assegno bancario non trasferibile, intestato all’Istituto Podologico Italiano - Via dei Berio, 91 - 00155 Roma. Prezzo di
copertina: Euro 0,60. E’ vietata la riproduzione anche parziale degli articoli senza autorizzazione. La responsabilità
di quanto espresso negli articoli firmati è esclusivamente degli autori. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati,
non si restituiscono. Autorizzazione del tribunale di roma n. 17397 del 26 settembre 1978. Iscrizione al R.O.C. n.
10606/2004.
Editore: Associazione Italiana Podologi
Direzione e Redazione: Via F. Tovaglieri, 17 - 00155 Roma - Tel. 06/2282023
E-mail: [email protected] - Internet: www.associazionepodologi.it
Impaginazione e stampa: Gemmagraf 2007 srl tipolitografia - www.gemmagraf.it
Distribuzione: Istituto Podologico Italiano
associato all’Uspi (Unione Stampa Periodica Italiana)
INSERZIONISTI
BTC Srl. tel. (0542) 643664
Sponsor. tel. (0423) 301771
Tricofarma S.r.l. tel. (06) 6633508
Bayer S.p.a. tel. (02) 39781
Orange Medical S.r.l. tel. (02) 84225031
PRESIDENTE
Mauro Montesi
VICE PRESIDENTE
Arcangelo Marseglia
CONSIGLIO DIRETTIVO
Giovanni Antonacci
Bruno Cordazzu
Marco Costantini
Erica Forti
Mauro Montesi
Arcangelo Marseglia
Linda Passaro
Caterina Vajani
COLLEGIO DEI PROBIVIRI
Isabella Bianco
Carlo Bruziches
Katia Filippi
Stefano Mella
Gerardo Russo
COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI
Renzo Renzi
Alessandra Pausania
Magdalena Skorupska
Ferruccio Montesi
COMUNICAZIONE E
RAPPORTI ISTITUZIONALI
Benedetto Leone
INDIRIZZO SITO AIP
www.associazionepodologi.it
email: [email protected]
SOMMARIO
6
13
20
Editoriale......................................................................................................................... 5
XXVIII Congresso Nazionale A.I.P.
Una formazione d’eccellenza protagonista al XXVIII Congresso Nazionale AIP..................................... 6
XXVIII Congresso: il giudizio dei colleghi......................................................................................... 10
Presentato ufficialmente a Bolzano il Trattato di Podologia dell’AIP.................................................. 13
Forum e Convegni
L’AIP presente agli Stati Generali della Salute................................................................................ 20
A.I.P.
Il futuro della sanità tra deospedalizzazione e medicina del territorio................................................ 16
I rapporti istituzionali dell’Associazione: l’AIP alla presentazione dell’ultimo numero de L’Arco di
Giano e l’incontro con il Ministro Lorenzin..................................................................................... 23
Università
Aprile 2014. Sono quattro i neo laureati in podologia...................................................................... 24
Il Corso di Laurea di Podologia della Sapienza attiva la collaborazione con l’Università de La Coruña
nell’ambito del progetto ERASMUS................................................................................................ 26
Erasmus: un’opportunità di crescita unica......................................................................................29
L’angolo Dermo-Podologico
Dermopatie del piede in età pediatrica.......................................................................................... 30
Medicina
Attenzione al piede reumatoide..................................................................................................... 33
23
30
33
EDITORIALE
Editoriale
D
obbiamo, innanzitutto, registrare un rinnovato interesse del Ministro della Salute, Lorenzin, per la nostra professione. Lo testimonia la lettera di augurio per la riuscita del
Congresso, l’invito a partecipare agli Stati Generali della Salute, l’interesse per il “Trattato di
Podologia” dimostrato in occasione di un incontro con il Presidente Montesi, dedicato appunto
ad illustrarne i contenuti e consegnarne copia e soprattutto l’impegno del Ministro stesso per
il riordino delle professioni sanitarie con la presentazione di un disegno di Legge in materia.
Quanto al XXVIII Congresso, non dobbiamo nascondercelo, i dubbi c’erano e non da poco:
Bolzano è lontana; la festività del primo Maggio; mancanza dell’opportunità di riunirsi in un solo
Hotel. Tutto ciò nelle fasi organizzative che precedono il Congresso. Ma già dal primo giorno gli
scettici hanno dovuto riconoscere la bontà della scelta e ringraziare chi (Il Presidente Montesi)
con forza ha sostenuto la nuova sede, che ha dato la possibilità di soddisfare l’esigenza di un’
impostazione congressuale basata esclusivamente sulla formazione e su una sede, la Scuola
Superiore di Sanità Claudiana, che disponeva di spazi e ambulatori del tutto adatti a corsi che
prevedevano anche l’esperienza diretta sul paziente. Basta leggere, d’altra parte, l’articolo
sul Congresso per capirne il successo, testimoniato da quanti hanno partecipato. Se poi si
aggiunge lo spessore politico e umano che ha contraddistinto l’intervento conclusivo dell’On.
le Mariapia Garavaglia, il quadro è veramente completo.
Quanto all’ Assemblea dei Soci, si è discusso con grande forza sul futuro dell’Associazione.
Se tutto cambia, se la società, l’economia e la politica sono in continua evoluzione, se si
vuole veramente passare da un contesto di chiusura e di immobilismo a uno dinamico, di
grandi trasformazioni, è ora che anche l’AIP entri a pieno titolo nel discorso dell’innovazione,
trasformandosi nelle strutture interne e nell’attività esterna. Nessuno può mancare, quindi,
all’assemblea straordinaria del 28 giugno a Roma, nella quale verranno decise le linee operative dell’Associazione per i prossimi anni.
Ora che non c’è più, non possiamo che esprimere il nostro dolore e rinnovare la nostra più
grande stima per chi è stato definito ”il Padre Nobile della Sanità”: il Prof. Elio Guzzanti. n
5
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P.
Una formazione
d’eccellenza protagonista al
XXVIII Congresso Nazionale AIP
Rocco
Menechella
Coordinatore
Editoriale A.I.P.
U
na scelta rischiosa, magari azzardata, sicuramente innovativa ma che alla fine ha premiato,
se non altro per quanti hanno partecipato al XXVIII
congresso nazionale dell’AIP presso la sede della
La sede congressuale
“Claudiana” di Bolzano. Quest’anno infatti più che
un vero e proprio congresso si è puntato in maniera
decisa sulla formazione in loco. Grazie e soprattutto
L’ingresso della “Claudiana”
potendo usufruire di strutture all’avanguardia sia dal
punto di vista logistico che dal punto di vista dei locali
e delle apparecchiature.
Una formazione di grande livello dunque, con i congressisti impegnati in prima persona e sotto l’aspetto pratico nei workshop organizzati e suddivisi tra la
sede principale della Scuola Provinciale Superiore
di sanità e gli ambulatori di podologia poco distanti
dalla struttura stessa e raggiungibili con un servizio
navetta messo a disposizione dall’AIP.
Gli ingredienti per un congresso di successo c’erano
tutti ed infatti di un successo si è trattato. L’unica nota
stonata affinchè tutto fosse stato davvero indimenticabile, è stata la scarsa adesione.
Un vero peccato perché come testimoniato dai presenti, coloro che non hanno partecipato hanno perso
una grande occasione per provare in prima persona una formazione mai come questa volta di livello
superiore alla media oltre a prendere parte alla vita
associativa e confrontarsi con i colleghi provenienti
da tutto il territorio nazionale.
Il congresso ha avuto inizio nel pomeriggio del 1
maggio con il saluto delle autorità a cui ha fatto seguito una tavola rotonda su “PODOLOGIA E TERRITORIO. UNA RISORSA PER LA SPENDING REVIEW”,
moderata dal Prof. Egarter Vigl, Direttore Scientifico
della Claudiana e aperta dal Prof. Montesi, che ha fra
l’altro illustrato il “Progetto di assistenza al paziente
diabetico” proposto dall’ Associazione Italiana Podologi, nonché il dossier sul numero delle amputazioni
causate della complicanza del piede diabetico.
“L’assistenza podologica” ha detto Montesi “è in grado di ridurre del 60% il numero delle amputazioni
e del 25% quello delle giornate di degenza, come
dimostrato da un importante studio americano”.
Si può ben capire, quindi, come possa essere re-
6
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
XXVIII CONGRESSO
FORUM
NAZIONALE
E CONVEGNI
A.I.P.
alizzato un notevole risparmio nei costi ospedalieri,
ricorrendo agli studi podologici sul territorio, ma, quel
che più conta, una grande soddisfazione del paziente
che vede allontanarsi la drammatica ipotesi dell’amputazione.
Quanto a Bolzano le cifre rilevate debbono anch’
esse essere considerate drammatiche se rapportate alla popolazione residente, che supera di poco le
100.000 unità.
D’altra parte la cura delle patologie podaliche e in
particolare quella del piede diabetico, hanno costituito il principale motivo dell’istituzione nel 2011 del
Corso di Laurea in Podologia presso la nostra Provincia. “Il Corso realizzato come sede distaccata della
Sapienza di Roma” ha detto il moderatore Egarter Vigl
“costituisce una risorsa fondamentale per permettere
ai giovani di dedicarsi a una professione nuova sul
nostro territorio, ma soprattutto indispensabile sia per
la salute dei pazienti che per il taglio dei costi dei
ricoveri ospedalieri”. Sono intervenuti anche il Dott.
Alberto Librera, direttore ripartizione del Comune
di Bolzano che, sulla base dell´esperienza maturata
come responsabile dell´area delle case di riposo, ha
sottolineato l´esigenza non tanto del risparmio della
spesa, quanto di non ridurre le risorse dedicate al
paziente anziano.
Da parte sua il diabetologo Dott. Franco Melani ha
affermato l´importanza del processo educativo che
per anni deve coinvolgere il diabetico, il quale, per
altro, deve anche autogestirsi. In apertura, il Presidente Montesi ha letto il messaggio del Ministro della
Salute, Beatrice Lorenzin, che ha posto l´accento sul
“rafforzamento dell´assistenza territoriale, promuovendo l´integrazione con il sociale e con i servizi
ospedalieri”.
Il pomeriggio è proseguito con due interventi altrettanto significativi e dai contenuti importanti e di grande attualità.
Il primo ha riguardato la relazione del Dott. D’Amico
Antonio sul Trattato di Podologia di cui parleremo
ampiamente in un articolo a parte mentre il secondo
intervento è stato quello del Prof. Marco Cavallini,
Presidente del Corso di Laurea in Podologia della
Un momento della sessione plenaria
Il saluto delle autorità
Il corso di formazione sul Podium
7
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P.
“Sapienza” che ha illustrato il percorso formativo post
laurea con un’apposita ed esplicativa relazione sul
tema.
Dopo una piccola pausa si è tenuta l’assemblea dei
soci. Una riunione importante ed allo stesso tempo
ricca di spunti di riflessione in cui, dopo l’approvazione del bilancio consuntivo 2013 avvenuta all’u-
L’intervento dell’On.le Mariapia Garavaglia
nanimità dei presenti ed illustrata dal presidente del
collegio dei revisori dei conti, il dott. Renzo Renzi è
toccato al Presidente Montesi tenere un’articolata ed
approfondita relazione in particolare sull’ultimo triennio che si è concluso proprio con l’anno 2013 e che
ha portato a scadenza le ultime cariche direttive.
Nonostante i tanti appelli lanciati da tempo, sin da
oltre un anno prima della scadenza del mandato del
direttivo, si è registrata la totale assenza di nuovi candidati e quindi una relativa lista in grado di presentarsi
e sottoporsi all’approvazione dell’assemblea.
Il Prof. Montesi ha illustrato in una dettagliata presentazione tutte le attività e le battaglie portate avanti
dell’AIP nell’ultimo triennio con risultati eccellenti ed
interventi mirati volti esclusivamente all’interesse ed
alla tutela della podologia e dei soci AIP nello specifico.
Ne è scaturito un acceso ed interessante dibattito
in cui sono intervenuti alcuni membri del consiglio
direttivo uscente unitamente ad altri soci presenti in
sala.
Nonostante gli sforzi di convergere su una soluzione
condivisa da tutti non si è potuti arrivare ad una lista
omogenea anche per via dei tempi di presentazione
della stessa.
Così ci si è dato il tempo di circa due mesi entro i
quali convocare una nuova assemblea straordinaria
da tenersi a Roma verso la fine di giugno con l’auspicio che nel frattempo, attraverso una presa di coscienza di ognuno, si possa arrivare a presentare una
nuova lista di candidati, magari giovani, desiderosi di
mettersi in gioco e portare nuove idee o continuare il
lavoro del consiglio direttivo uscente.
L’intensa giornata di apertura si è dunque chiusa così
dandosi appuntamento alle successive giornate di lavori congressuali. I due giorni di lavori a seguire sono
stati dedicati a veri e propri corsi di formazione sulle
principali patologie podaliche. Nell’occasione i docenti hanno lavorato direttamente sui pazienti, come
nel caso delle onicocriptosi (unghia incarnita).
E’ stata, inoltre, effettuata la fenolizzazione (trattamento conservativo di chirurgia mininvasiva) su due
pazienti che hanno dato volontariamente il loro assenso ed eseguita dalla dott.ssa Simona Montesi.
Particolarmente interessante è stato il corso sulle
Ortesi plantari, digitali e siliconi che ha avuto luogo
presso gli attrezzatissimi ambulatori podologici della
Claudiana, a pochi chilometri dalla sede principale e
raggiungibili con un servizio navetta messo a disposizione dall’organizzazione.
Non è stato da meno il corso di Elettromiografia tenuto dalla dott.ssa Loredana Capone nel corso del
quale i congressisti hanno potuto assimilare i concetti basilari di neuroanatomia e patologia del piede
di interesse neurologico. La seconda parte del corso
invece ha avuto luogo presso il vicino ospedale di
Bolzano dove nel reparto di neurologia i discenti hanno assistito ad una dimostrazione pratica dell’utilizzo
dell’elettromiografo.
Molto seguito anche il corso di terapia manuale,
taping funzionale ed ecografia del piede a cura dei
Dottori Ferruccio Montesi e Stefano Massimiani.
8
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
XXVIII CONGRESSO
FORUM
NAZIONALE
E CONVEGNI
A.I.P.
Corso diviso in una parte teorica in mattinata ed una
parte pratica nel pomeriggio con l’aggiunta di anatomia funzionale muscolo scheletrica del piede a guida
ecografica, in cui per ogni tre partecipanti è stato
messo a disposizione un ecografo per mettere in
pratica e verificare di persona le innovative tecniche
di ecografia applicata al piede. Infine il corso di formazione sul Podium, il nuovo programma informatico
distribuito gratuitamente a tutti i soci AIP, in cui lo
stesso Prof. Montesi ed il tecnico informatico Andrea
Puzzuoli hanno illustrato ai congressisti tutte le caratteristiche e le funzionalità del programma presso la
sala informatica della Claudiana.
Gli stessi partecipanti al corso hanno avuto la possibilità di fare pratica concreta sui computer della sala
muniti del programma Podium.
Si è partiti dunque dall’anagrafica del paziente, l’anamnesi, l’inserimento delle patologie e dei dati epidemiologici, l’inserimento dei dati derivanti da strumenti diagnostici, fino all’elaborazione della cartella
clinica del paziente e dei trattamenti necessari.
La giornata di chiusura di domenica 4 maggio ha
avuto luogo nella sala plenaria della Claudiana e si
è aperta con il saluto dell’On.le Mariapia Garavaglia,
già Ministro della Salute ma soprattutto vicina da
anni al mondo della podologia grazie a numerose
partecipazioni ai congressi nazionali ed ai convegni
organizzati dall’AIP e da sempre vicina alle tante
battaglie portate avanti dall’associazione come ad
esempio quella dell’adeguamento e del rinnovo del
profilo professionale del podologo per allinearsi con i
principali paesi europei.
Un intervento come al solito incisivo quello della
Garavaglia, nel quale ha sottolineato l’importanza di
riconoscersi ed essere partecipi di un’associazione
rappresentativa della categoria come l’AIP, senza la
quale si finirebbe con l’essere sopraffatti dalle altre
professioni sanitarie più numerose del panorama sanitario nazionale.
In un momento storico non certamente facile riveste
ancora più importanza il potersi riconoscere in un’associazione in attesa che vengano finalmente istituiti
gli ordini e albi che da troppo tempo sono fermi all’e-
same degli organi parlamentari e che forse presto
potrebbero vedere finalmente la luce.
Dopo l’intervento della Garavaglia ha preso la parola
il legale dell’AIP, l’avv. Marco Croce che ha relazionato sugli adempimenti legali per il podologo ed il
ruolo dell’associazione coadiuvato dalla dott.ssa Linda Passaro per la parte relativa alle nuove normative
La platea del congresso
ECM. Diversi spunti di particolare interesse e molti gli
interventi dei congressisti soprattutto su quest’ultimo
aspetto che è in continua evoluzione ed a cui bisogna prestare particolare attenzione ed interfacciarsi
con la propria associazione di riferimento soprattutto
nella certificazione dei crediti ECM acquisiti nel triennio che partirà dall’anno 2014.
Altrettanto importante e materia di dibattito è stata
la relazione della fiscalista dell’AIP, Maria Antonietta
Codella che ha riguardato il quadro fiscale generale
sulle normative inerenti la podologia.
Argomenti di particolare interesse e di attualità quale
l’utilizzo del Pos, l’Irap, il Sistri ecc.. sono stati materia di confronto dai quali è scaturito un costruttivo
dibattito che si è protratto fino alla tarda mattinata e
che ha sancito di fatto la chiusura del lavori congressuali, ufficializzata con il discorso finale di saluto del
Presidente Montesi. n
9
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P.
XXVIII Congresso:
il giudizio dei colleghi
Benedetto
Leone
Responsabile
Comunicazione A.I.P.
A
bbiamo qualificato “di eccellenza” il progetto formativo del XXVIII Congresso Nazionale.
La redazione si è chiesta, per altro, se fosse corretta
la definizione. Ha ritenuto opportuno, allora, chiedere
il parere dei colleghi presenti a Bolzano. Eccone una
sintesi.
“Congresso molto interessante e ben strutturato.
Trovo molto utile la ripetizione dei workshop nei
due giorni”.
“Un solo difetto, cioè quello della mancanza di partecipazione numerica, perché per il resto è stato
tutto perfetto”.
“Sono rimasto molto soddisfatto. Ho avuto la possibilità di seguire dalla presa d’impronta fino alla
fine il processo completo di creazione di diversi tipi
di plantare”.
“Se non avessi partecipato, ci avrei senza dubbio
rimesso sotto molti punti di vista: formativo, di aggiornamento, esperienziale”.
“E’ stato tutto ben organizzato. Ringrazio soprattutto il Prof. Mauro Montesi per aver dato vita a
questa splendida professione. Sono tornata a casa
carica di esperienza e ancora più motivata”.
“Ho trovato molto utile ripetere gli stessi workshop
nei due giorni”.
“La qualità delle strutture dove si sono tenute le
lezioni e la ricchezza dei contenuti dei corsi sovrastano qualsiasi polemica sulla lontananza e sulla
scelta della località”.
“Nulla da eccepire. Direi tutto perfetto, soprattutto
nei contenuti”.
“Il posto era un po’ distante, ma è anche giusto alternare Nord, Sud, Centro. Buona la qualità dell’insegnamento e le attrezzature”.
“Gli argomenti trattati si sono dimostrati molto seri
e quindi la partecipazione è risultata positivamente
impegnativa”.
“Ritengo che il Congresso sia stato molto interessante e ben strutturato per quanto riguarda i workshop, che trovo molto utile ripetere nei due giorni”.
Questi alcuni dei giudizi che ci sono pervenuti.
Mancano tuttavia i numerosi commenti verbali, fatti immediatamente dopo la chiusura del Congresso, o nei
giorni successivi, anche telefonicamente.
Bene ha scritto, quindi, l’autore dell’articolo sul Congresso, quando afferma “una scelta rischiosa, magari
azzardata, sicuramente innovativa, ma che alla fine ha
premiato, se non altro per quanti hanno partecipato
al XXVIII Congresso Nazionale dell’AIP”, come anche
nell’editoriale dove si sottolinea “Non dobbiamo nascondercelo, i dubbi c’erano e non da poco, ma già
dal primo giorno gli scettici hanno dovuto riconoscere
la bontà della scelta”.
Quanti non hanno partecipato, quindi, avranno avuto
i loro buoni motivi, ma non possiamo fare a meno di
ricordare a loro che hanno perso un’ottima occasione
formativa che, fuor di ogni dubbio, sarebbe stata utilissima nello svolgimento della professione.
Da parte nostra assicuriamo fin d’ora che per la prossima volta terremo conto dei lati positivi che gli stessi
colleghi hanno messo in luce, ma cercheremo anche
di eliminare talune negatività (fortunatamente, molto
poche e di scarsa importanza!) che noi stessi abbiamo
potuto rilevare.
Arrivederci, in ogni caso, al XXVIV Congresso Nazionale.
10
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P.
Grazie Signor Ministro
La lettera del Ministro Beatrice Lorenzin, che ringraziamo, testimonia ancora una volta l’ interesse per la nostra
professione da parte della massima Istituzione Sanitaria.
“Rafforzare l’assistenza territoriale promuovendo l’integrazione con il sociale e con i servizi ospedalieri”, così il Ministro condivide il nostro impegno, da tempo volto a tracciare linee strategiche che rinforzano, anche in un’ ottica
del sociale, il ruolo degli studi podologici sul territorio.
12
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
XXVIII CONGRESSO
FORUM
NAZIONALE
E CONVEGNI
A.I.P.
Presentato ufficialmente a Bolzano
il Trattato di Podologia dell’A.I.P.
Q
uest’anno l’apertura del Congresso dell’Associazione
Podologi, svoltosi a Bolzano, ha registrato una novità,
infatti è stata consacrata, attraverso un mio intervento, al
Trattato di Podologia voluto e progettato dall’A.I.P.
Non poteva essere altrimenti, dal momento che era da
anni che si pensava ad una simile pubblicazione, oltretutto
preannunciandola a più riprese senza mai riuscire, tuttavia,
concretamente a concluderla. Era quindi naturale dare, orgogliosamente, un certo risalto a tale evento e l’appuntamento congressuale di quest’anno si prestava idealmente
bene allo scopo.
Già in un articolo precedente apparso su questa rivista (N.
176 ottobre-novembre-dicembre 2013), avevo provato
a esporre le motivazioni personali che mi avevano spinto alla scrittura di questa opera, la cui realizzazione mi
era stata affidata dal presidente Montesi alcuni anni fa. In
questa occasione, proprio all’apertura del Congresso, ho
voluto illustrare ai partecipanti l’impostazione del Trattato,
tentando di evocare gli obiettivi di fondo che ho perseguito. Ne ho posti alla loro attenzione tre: uno di carattere
storico, uno di tipo professionale e uno di stampo culturale. Per quanto riguarda il primo punto - che trova espressione soprattutto nel primo volume - ho colto l’esigenza
diffusa tra coloro che a vario titolo, nei decenni scorsi,
hanno dedicato il loro impegno per fondare e sviluppare
l’Associazione, l’esigenza, dicevo, di dotare l’associazione
di un riferimento che oltre a sintetizzarne il percorso storico, ne esprimesse la filosofia di fondo.
Si sentiva da più parti il bisogno di consegnare alla pagina scritta non solo le ardue e tortuose vicende di politica
associativa, ma l’idea stessa che l’A.I.P ha sempre promosso della Podologia come disciplina e professione sanitaria, alla luce delle più mature e consolidate esperienze
straniere, che da sempre ne costituiscono la costante
pietra di paragone. Ne è scaturito così un profilo storico
della professione sostanzioso e ad ampio raggio: infatti
mi sono domandato innanzitutto se era possibile tracciare
il
PODOLOGO in medicina
Antonio
D’Amico
Podologo A.I.P.
una storia della professione e a partire dall’antichità fino
a giungere ai nostri giorni, attraverso le fonti disponibili,
sono andato alla ricerca delle nostre più antiche radici.
Un viaggio affascinante che ha riservato anche molte
piacevoli sorprese - come per esempio la scoperta dei
ricettari relativi ad alcune affezioni ungueali rinvenuti nei
papiri medici degli antichi egizi - e che mi ha permesso
di mettere a fuoco il passaggio, intorno alla seconda metà
del Settecento, e per merito del francese Laforest - alla
moderna specializzazione della professione. Un dato che
è emerso, incontrovertibile, è che in tutte le nazioni, anche
in quelle in cui oggi si è arrivati alla podoiatria, il percorso
per affermare la podologia è stato irto di ostacoli, difficile, lungo e simile nella sua evoluzione: infatti ovunque
la professione è stata derisa a più riprese dall’opinione
pubblica, intralciata da interessi particolari, osteggiata dalla
classe medica, sottovalutata dal corpo politico e per fortuna trainata da personalità carismatiche, mai rinunciatarie
e mai dome, a cui il Trattato è dedicato con particolare
riconoscenza. Per venire ai nostri giorni, ho poi seguito,
attraverso l’analisi dei disegni di legge presentati dai politici italiani a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso
l’evoluzione semantica della stessa parola podologia e,
L’intervento del dott. Antonio D’Amico
13
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P.
conseguentemente, quella del profilo professionale. Infine si è passati in rassegna la normativa che ha condotto al riconoscimento della professione e alla formazione
universitaria. Il secondo obiettivo, di tipo eminentemente
professionale, mirava ad illustrare la complessità di una
professione libero-professionale, come è in massima parte oggi la podologia.
In particolare ho voluto sottolineare, soprattutto per i giovani studenti che si affacciano a questa bellissima professione, che se la competenza clinica è ovviamente la
conditio sine qua non su cui fondare la professione, gli altri
aspetti che la corredano e la supportano non sono marginali, secondari, ma ugualmente importanti e necessari.
E questi aspetti vanno valutati contestualmente, in quanto
la carenza di uno si riverbera negativamente sugli altri:
una catena per essere tale non può avere anelli deboli. In
quest’ottica tutto il Trattato si snoda come una concatenazione di fasi cronologicamente e funzionalmente sequenziali: ho immaginato uno studente o una studentessa nel
lungo percorso formativo, dalla consapevolezza della loro
scelta fino al loro insediamento in uno studio professionale
e alla relativa gestione. Li ho immaginati dapprima curiosi
e desiderosi di conoscere, almeno a grandi linee, la storia
della professione (Vol I, cap.5), la legislazione che la sostiene (Vol I, cap. 6-7) e l’ordinamento che ne è alla base
(Vol I cap. 8). E trattandosi ormai di una professione ormai
consolidata è logico attendersi da parte loro un interesse
per la deontologia (Vol I cap. 9) e il profilo professionale
(Vol I cap. 10), che sarà il faro del loro agire.
Li ho visti quindi alle prese con le lezioni e gli esami universitari, che sono stati comunque una conquista non facile e
scontata (Vol I cap. 12) e che richiedono anche un corpo
docente consapevole e preparato (Vol I cap. 14) e, soprattutto, li ho visti partecipare con entusiasmo ai corsi di
aggiornamento nell’ambito dell’ECM (Vol I cap. 13). Dopo
gli studi faticosi, giunge poi il momento più difficile, che
li proietta nel difficile mondo del lavoro: eccoli alle prese con l’impegno dell’apertura dello studio (Vol II cap. 1),
dapprima con tutte le implicazioni normative (Vol II cap.
2), quindi con le problematiche implicite nella scelta delle
attrezzature e delle apparecchiature più idonee (Vol II cap.
3) e nell’igiene dell’ambiente e dello strumentario (Vol II
cap. 4), nonché nei rischi e nelle emergenze legati alla
professione (Vol II cap. 5-6). Tutto ciò naturalmente esige
una pianificazione dell’attività professionale (Vol II cap. 7)
che è la premessa per realizzare il sogno per cui hanno
studiato e fatto sacrifici. Ecco ora sono pronti per accogliere il paziente e relazionarsi con lui (Vol II cap. 8-9) e a
sottoporlo finalmente ad una visita podologica (Vol II cap.
10), avendo come timone le linee guida apprese nel corso
di studi (Vol II cap. 9-11) che lo aiuteranno anche nella
fase del congedo dal paziente. Ma ciò non è sufficiente, in
quanto tutte le fasi precedenti devono essere supportate
dalla conoscenza degli aspetti gestionali (Vol II cap. 12) e
delle incombenze tributarie (Vol II cap. 13).
Come si vede, ho cercato di passare in rassegna tutte le
sfaccettature dell’attività libero-professionale, non sempre
tenute nella giusta considerazione, che sono state spesso
affrontate con un linguaggio innovativo o per lo meno in
una prospettiva nuova. Il terzo obiettivo l’ho definito di tipo
culturale. Un operatore sanitario oggi non può prescindere
da una cultura di base sufficientemente articolata. Non può
isolarsi, chiudersi nel suo contesto professionale, ma deve
poter sviluppare quella sensibilità che gli consenta di relazionarsi con la realtà del paziente e con quella delle altre
figure sanitarie. La sanità, inoltre, pone sempre più problematiche che richiedono una conoscenza di tematiche che
prescindono da quelle puramente cliniche e che coinvolgono riflessioni di tipo sociale, giuridico, politico e filosofico.
Anche nei moderni college statunitensi si va recuperando
la cultura umanistica, che viene considerata una base imprescindibile per la formazione dei futuri medici e dei futuri
operatori sanitari. Ecco perché ogni capitolo del Trattato è
introdotto da una premessa di carattere storico-culturale
che vuole collocare lo specifico argomento d’interesse podologico in una prospettiva più ampia, rendendo esplicito
il collegamento culturale che lega aspetti apparentemente
lontani tra loro. Mi auguro quindi che le nuove generazioni
di podologi sappiano acquisire quella sensibilità, che si
nutre d’interessi culturali, in grado di proiettarlo verso una
professione sempre più articolata e ampia nel suo profilo
diagnostico e terapeutico. n
Complimenti Antonio!
Antonio D’Amico è diventato nonno! E’ nata Miranda, bambina felice di
potersi vantare di un nonno così. Tutta la comunità dei podologi si stringe
intorno al “giovane” nonno per un grande beneaugurale abbraccio.
14
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
AIP
Il futuro della sanità tra
deospedalizzazione e medicina
del territorio
Sandra
Salerno
Redazione
C
ome continuare ad offrire elevati standard di assistenza al paziente, pur vivendo in una fase caratterizzata da rigidi vincoli di bilancio, o più spesso
da veri e propri piani di rientro?
Questa è la nuova sfida che la Sanità italiana sta
per affrontare, soprattutto in virtù di un radicale passaggio che si prepara a compiere, ovvero quello
dall’attuale gestione regionale, in seguito alla modifica del titolo V della Costituzione, ad una gestione
sanitaria nuovamente centralizzata, svolta non solo
dal Ministero della Salute, ma anche dal Ministero dell’economia e delle finanze, come supervisore
della spesa sanitaria.
Un nuovo modello di governance che se da un lato
non può e non deve considerarsi un ritorno al passato, dall’altro deve essere vista come “una necessaria azione di coordinamento a livello centrale, più
forte e mirata (…), idonea a garantire un’erogazione dei Lea omogenea su tutto il territorio nazionale,
in modo da eliminare le differenze regionali e infraregionali attualmente esistenti”.
Si procederà quindi ad un maggiore potere centrale, con le specifiche funzioni di programmazione,
definizione degli standard, ma anche di controllo e
di intervento; alle regioni resterebbe il ruolo di enti
erogatori delle prestazioni, con un radicale ridimensionamento del grado di responsabilità decisionale
rispetto ad oggi.
Stesso discorso varrebbe per i Lea, i cui criteri generali verrebbero ridefiniti a livello centrale, anche alla
luce di una maggiore integrazione socio-sanitaria e
una più equa definizione e ripartizione dei costi tra
sanità e sociale; l’erogazione continuerà a spettare
agli organismi regionali; la supervisione, anche in
relazione alle specifiche esigenze dovute ai piani di
rientro, dovrebbe essere appannaggio del Ministero
dell’economia e delle finanze.
Questo nuovo assetto organizzativo si affianca ad un
altro processo attualmente in atto, quello della deospedalizzazione e parallela territorializzazione delle
prestazioni sanitarie.
Per spiegare questo cambiamento è importante
partire dalla riflessione su come sta cambiando la
popolazione in relazione alla salute e all’esigenza di
assistenza. Il futuro vedrà una presa in carico sempre
maggiore del paziente cronico rispetto a quello acuto, con ingenti carichi di spesa del SSN che rischierebbe di non essere più sostenibile.
È necessario quindi fin da ora rivedere l’intero sistema, e attivare nuove forme e strumenti di assistenza
sul territorio, evitando da un lato l’attuale fenomeno
del sovraffollamento degli ospedali, a causa dell’erogazione di prestazioni di tipo prevalentemente ambulatoriale, e non ad alta complessità, come invece
dovrebbe essere; dall’altro prevedendo un’assistenza
più rapida, efficiente e vicina alle esigenze del cittadino.
Un passo in tal senso è già stato fatto con la creazione delle Case della Salute in differenti regioni italiane, che si pongono come primo filtro sul territorio
per dare risposte concrete al cittadino e prendere
in carico il paziente prima dell’acutizzazione di una
patologia, o nella sua fase cronica.
In questi giorni la Regione Lazio ha varato un decreto che dà il via al cosiddetto “Day service”, ovvero
l’attivazione di pacchetti ambulatoriali complessi per
l’assistenza a pazienti affetti da diverse patologie croniche e/o sistemiche, tra cui la complicanza del piede
diabetico.
Il pacchetto ambulatoriale complesso (PAC) viene richiesto dal MMG o dallo specialista di riferimento e
comporta un iter diagnostico-terapeutico, pianificato
16
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
AIP
e coordinato, che si articola e si conclude entro 30
giorni dalla presa in carico del paziente.
Si tratta di un progetto in sperimentazione, che coinvolgerà in una prima fase solo le Asl, ma che, se supportato da rilevanti risultati, potrebbe essere esteso
ad altri contesti anche al di là della Regione Lazio.
Come sempre però, perché il cambiamento a livello
sistemico sia efficace, occorre venga affiancato parallelamente da un cambiamento a livello culturale.
E il cambiamento culturale deve interessare tanto la
popolazione quanto le classi dei professionisti sanitari. E’ necessario da una parte infatti puntare sulla
prevenzione, arma fondamentale per ridurre radicalmente l’incidenza di malattie croniche, con notevoli
risvolti positivi in termini di costi sia economici che
sociali.
Diffondere una cultura dell’attenzione alla propria
salute, sia attraverso uno stile di vita sano, sia attraverso periodici screening soprattutto per i soggetti a
rischio, deve diventare una priorità del SSN ed una
precisa responsabilità anche dei professionisti che vi
lavorano.
A questo proposito l’AIP ha sviluppato in collaborazione con la Bayer un opuscolo informativo sulla
salute dei piedi, con un particolare focus sul piede
diabetico.
Uno strumento pratico e intellegibile che può essere
distribuito all’interno dello studio podologico del professionista e che fornisce le corrette indicazioni sia al
paziente già diagnosticato, sia ai potenziali soggetti
a rischio.
D’altra parte è importante migliorare la collaborazione
tra differenti professionisti sanitari, non solo durante
la fase terapeutica, basti pensare al team diabetologico e a come sia stata riconosciuta l’importanza
dell’interazione tra i diversi specialisti e il medico di
medicina generale per una corretta presa in carico
del paziente.
Ma anche durante la prima fase diagnostica, quando cioè il medico di medicina generale, ma anche
il farmacista svolgono un ruolo importantissimo
nell’accogliere le richieste e i dubbi del paziente e
nell’indirizzarlo correttamente verso lo specialista più
adeguato e competente in materia.
La collaborazione deve essere coltivata sia attraverso
strumenti come i protocolli di intesa tra associazioni e
ordini di riferimento, sia e soprattutto attraverso una
formazione il più possibile interdisciplinare e più in
generale attraverso una comunicazione efficace su
chi è lo specialista e cosa fa. n
17
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
FORUM E CONVEGNI
Messo a punto dall’AIP un documento programmatico sul
contributo della podologia nel panorama della Sanità che cambia
L’AIP presente agli
Stati Generali della Salute
Sandra
Salerno
Redazione
R
oma accoglie i primi Stati generali della Salute,
svoltisi nell’Auditorium Parco della Musica i giorni
8 e il 9 aprile. E’ la prima volta che il mondo della Sanità italiana si riunisce nella sua coralità, e lo fa attraverso
l’incontro diretto di tutte le voci che lo compongono,
confrontandosi sui temi fondamentali, analizzando le
criticità, ma allo stesso tempo riconoscendo i meriti
che evidentemente il nostro Sistema Sanitario continua, seppur con grande sforzo, ad avere nel panorama dei sistemi sanitari europei.
Innanzitutto perché la scelta della denominazione Stati
Generali: con evidente richiamo alla storia francese,
vi è la precisa scelta di coinvolgere i soggetti che a
vario titolo sono parte della Sanità italiana; non solo
quindi i professionisti sanitari attraverso i propri organi
di rappresentanza, non solo il mondo istituzionale della Sanità, ma anche le Università, gli enti di ricerca e
soprattutto, e per la prima volta, i cittadini come utenti
finali del Sistema.
Non più quindi una Sanità solo per addetti ai lavori,
ma come patrimonio collettivo. Ad ulteriore conferma
dell’indirizzo innovativo e democratico dell’iniziativa, la
scelta di dare un taglio interattivo, fornendo ai partecipanti la possibilità di intervenire costantemente nel
dibattito, di far sentire la propria voce, di dare il proprio
contributo con proposte e critiche, grazie alla creazione della piattaforma “Dico la Mia” assimilabile ai più
comuni social network.
Ad aprire gli Stati Generali con energia e risolutezza ci
ha pensato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin,
alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha rivolto un breve saluto ai partecipanti. Il Ministro ha espresso molto chiaramente e con gran forza
le linee guida che la Sanità conta di portare avanti.
Innanzitutto l’improrogabile taglio agli sprechi. E’ in-
concepibile e immorale continuare a sprecare anche
un solo euro, ha tuonato la Lorenzin, soprattutto se tale
spreco comporta come conseguenza il non riuscire a
garantire a tutti il diritto alla salute e alle giuste cure.
E’ necessario riorganizzare l’intero Sistema alla luce
delle nuove esigenze di una popolazione che evidentemente è cambiata negli ultimi anni, e la cui età media,
anche grazie all’elevato standard qualitativo del nostro
sistema sanitario, è di gran lunga aumentata.
Ma la riorganizzazione sanitaria non può prescindere
dalla definizione di un patto con le Regioni, i soggetti
che allo stato attuale sono i principali responsabili della Sanità, dall’ormai lontana modifica del titolo V della
Costituzione.
La questione regionale è infatti particolarmente annosa, essendo il panorama nazionale variegato e diviso
tra regioni virtuose ed eclatanti casi di inefficienza e
cattiva amministrazione delle risorse. Un divario tra
Nord e Sud che cresce ai danni dei cittadini, costretti
sempre più spesso a “migrare” verso altre regioni per
ottenere assistenza.
Per questo motivo, il Ministro ha annunciato la stesura
di un Patto per la salute tra Stato e Regioni, ovvero un
documento programmatico attraverso il quale migliorare la qualità dei servizi, promuovere l’appropriatezza
delle prestazioni e garantire l’unitarietà del sistema.
Dal 2011 ad oggi molte regioni hanno portato avanti
un percorso di riduzione degli sprechi, seguendo un
piano di rientro economico finalizzato all’efficienza,
che però non deve tracimare nei tagli insensati all’assistenza al paziente. In quest’ambito si inserisce anche l’aggiornamento del Livelli essenziali di assistenza
(LEA), elaborati 12 anni fa e ormai anacronistici, che
necessitano, ha sostenuto il Ministro Lorenzin, di un
adeguamento alle nuove esigenze.
Rendere efficiente il nostro SSN non significa solo
20
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
FORUM E CONVEGNI
operare sui costi ed evitare gli sprechi. Significa anche valorizzarne i punti di forza. Innanzitutto la ricerca
scientifica e i ricercatori italiani, il cui livello altissimo
dovrebbe essere promosso per attirare nuovi investimenti in progetti di ricerca, sia da parte di soggetti
italiani che stranieri.
Ma significa anche puntare sulla comunicazione e
sull’importanza della prevenzione come elemento
fondamentale in primo luogo per migliorare la salute
dei cittadini. Diffondere una cultura della prevenzione,
rieducare ad una migliore qualità della vita che parte
dall’alimentazione (anche in vista dell’Expo 2015, appunto focalizzato sull’alimentazione) e da uno stile di
vita sano, è determinante per combattere le malattie
croniche, anche in un’ottica di risparmio sui costi sanitari, specie se si tiene conto del fatto che l’assistenza
ai pazienti cronici costituisce indiscutibilmente la più
ampia fetta di spesa del nostro SSN.
Perché il cambiamento sia reale e sostenibile occorre
però progettualità. E occorre che la progettualità parta
dalla relazione sinergica tra i diversi attori che lavorano
all’interno del sistema.
E’ necessario ad esempio che si determini una relazione biunivoca tra formazione e assistenza, per definire
in maniera corretta quale è il fabbisogno di professionisti sanitari e in quali ambiti il loro intervento è più
necessario.
Occorre inoltre rivedere il concetto stesso di formazione, a partire da quella universitaria, attraverso un
adeguamento agli standard europei nell’ottica del libero scambio dei professionisti sanitari, senza tralasciare
quella orientata all’aggiornamento professionale.
In questo il Programma Nazionale per la Formazione
Continua in Medicina sta lavorando nell’ottica di orientare la formazione affinché sia realmente concreta
ai fini dello sviluppo professionale, e rispetti i criteri
di trasparenza, coerenza e qualità. L’aggiornamento
professionale non dovrà più essere sentito come un
onere, ma come parte integrante dell’attività del professionista.
Infine occorre ripensare il sistema in un’ottica di investimento tecnologico. La tecnologia informatica può
infatti rappresentare una risorsa di grande portata, in
Le massime autorità presenti al convegno
L’intervento del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin
Il saluto del Presidente del Consiglio Matteo Renzi
21
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
FORUM E CONVEGNI
primo luogo perché investire nella creazione di una
banca dati comune permetterebbe la condivisione e il
confronto in tempo reale di una consistente mole di
informazioni, in secondo luogo perché porterebbe ad
un notevole risparmio in termini economici in un lasso
di tempo molto breve.
Anche in questo frangente occorre affrontare il problema prima di tutto da un punto di vista culturale, considerando il fatto che richiede l’applicazione di un nuovo
metodo di organizzazione del lavoro e di approccio ad
esso. La tecnologia attualmente in uso, infatti, manca
sia di integrazione orizzontale (mancanza di integrazione ad esempio tra l’anagrafica dei cittadini e quella
dei pazienti) sia integrazione verticale (ovvero i diversi
sistemi informatici non “parlano” tra loro).
E’ necessario dunque portare avanti diversi percorsi
su diversi fronti, con convinzione e tenacia, orgogliosi
dei risultati finora raggiunti, e con il preciso obiettivo
di rendere il nostro SSN efficiente, autosostenibile e
come tale sempre in grado di garantire il diritto alla salute a tutti, magari rivedendo i criteri dell’universalismo
selettivo (il “chi può paga”), senza però cadere nella
trappola del sistema assicurativo.
Anche l’AIP ha portato il suo contributo all’iniziativa,
mettendo a punto per l’occasione un documento programmatico, che mette in luce l’impegno volto alla
valorizzazione della professione e al ruolo attivo ed
efficace che il podologo può avere nella Sanità.
E’ proprio in questa delicata fase di cambiamento che
la Sanità sta affrontando, infatti, che diventa essenziale porsi come parte attiva del cambiamento, non solo
evitando di restare indietro rispetto alle novità, ma anticipandole, seguendo un’ottica lungimirante che parte
dalla consapevolezza delle potenzialità della propria
professione ma che non può prescindere dall’osservazione di quei Paesi dove alcuni risultati di efficienza
e qualità delle prestazioni sanitarie sono già stati raggiunti. n
Addio a Elio Guzzanti
IL 2 MAGGIO, A 93 ANNI, IL “PADRE NOBILE DELLA SANITA’”, COME E’ STATO DEFINITO, CI HA LASCIATO.
“Ora che non c’è più, non sarà facile trovare chi sappia parlare con tanta correttezza e aderenza alla realtà della
Sanità Italiana” ha detto il Presidente Montesi nell’apprendere la notizia della morte di Elio Guzzanti. “ Era un amico”
ha aggiunto Montesi “che non ha mai scordato la Podologia nei tanti anni di attività a favore della gente che soffre.
Fra l’altro il primo Corso di Podologia, organizzato dalla Regione Lazio nel 1974, si è tenuto presso l’ Ospedale
San Camillo, quando Elio Guzzanti ne era il Direttore”.
Figura importante della Sanità italiana, è stato Ministro della Sanità nel Governo Dini, direttore degli Ospedali Santo
Spirito, San Camillo e Policlinico Umberto Primo. Più volte componente del Consiglio Superiore di Sanità; Direttore
dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali ed infine, nel 2009, Commissario per la Sanità del Lazio.
Le Sue intuizioni, soprattutto in materia di cure primarie, hanno lasciato un segno indelebile. Ma Guzzanti non è
stato solo uno degli interpreti più significativi della Sanità Italiana, ma anche un indimenticabile esempio di praticità
ed intelligenza, di etica, di coerenza e soprattutto di semplicità e umanità in ogni Suo atto o decisione.
E’ grandissimo il patrimonio che ci rimane. Una diversa impostazione del sistema ospedaliero italiano, a cominciare
dalla grande riforma del 1978 quando nacque il Servizio Sanitario Nazionale. La ristrutturazione degli ospedali con
la riforma da Reparti a Dipartimenti, la creazione dei Day Hospital per uscire dalla logica antieconomica dei ricoveri,
sono da ascrivere alle Sue realizzazione.
“Se ne va un raro esempio di grande uomo” ha detto Montesi in una pausa del XXVIII Congresso Nazionale, la cui
seconda giornata era in corso quando si è diffusa la triste notizia.
ADDIO, ELIO GUZZANTI.
B. L.
22
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
AIP
I rapporti istituzionali dell’Associazione:
l’AIP alla presentazione dell’ultimo
numero de L’Arco di Giano e
Sandra
Salerno
l’incontro con il Ministro Lorenzin
Redazione
E
’ stato presentato in questi giorni il primo numero del
2014 de L’Arco di Giano, la rivista dedicata all’approfondimento dei temi più importanti del panorama
della Sanità. Questo numero, intitolato “Tecnologia in
sanità: innovazione e sviluppo”, è allo stesso tempo un
excursus su come la tecnologia abbia cambiato il mondo della Sanità, e un’analisi su quali prospettive future
l’innovazione tecnologica possa garantire, da una migliore condivisione dei dati sanitari, ad una più efficace
presa in carico del paziente, attraverso apparecchiature
sempre più precise e sempre meno invasive. Ma la tecnologia può costituire una risorsa anche nel processo
di efficientamento del SSN, rendendolo più razionale
nell’utilizzo delle risorse a disposizione, e più autosostenibile. Purtroppo negli ultimi anni la crisi economica
ha portato ad una forte contrazione degli investimenti in
ricerca e tecnologia, rendendo il sistema non più competitivo. E’ necessario invertire da subito questa tendenza, per rendere il nostro Paese competitivo, e l’Italia ha
le risorse tecnologiche e umane per poterlo fare, ma
soprattutto per continuare a garantire una elevata qualità
di assistenza al paziente. Il volume è stato introdotto da
Mariapia Garavaglia, ed è stata per l’AIP l’occasione di
essere presente ad un importante contesto di condivisione e dibattito su quale futuro attende il SSN e su
come l’aggiornamento continuo e la tecnologia quale
strumento di interazione tra professionisti determini una
migliore presa in carico del paziente e una sua maggior
tutela. La rivista ad uscita trimestrale rappresenta un valido strumento di aggiornamento e approfondimento per
ogni professionista sulle nuove linee di sviluppo della
Sanità, data la scelta di un indirizzo pluralista e non troppo orientato all’eccessivo tecnicismo di cui il dibattito
sanitario è spesso vittima. Di grande rilevanza è stato
inoltre l’incontro tra il Presidente Montesi e il Ministro
Beatrice Lorenzin, tenutosi il 15 maggio presso la sede
del Ministero della Salute, durante il quale è avvenuta la
consegna del primo esemplare stampato del Trattato di
Podologia. Il Presidente ha messo in luce come l’opera
costituisca il primo lavoro completo sulla Podologia, non
soltanto da un punto di vista scientifico, ma anche storico, normativo, deontologico e metodologico, e come
si raccomandi come testo imprescindibile tanto per la
formazione degli studenti, quanto come opera di consultazione per i professionisti giovani e meno giovani,
grazie all’ attenzione riservata ad aree come la disciplina
normativa e tributaria; ma come costituisca un valido
strumento di approfondimento anche per le cariche
istituzionali, soprattutto in vista delle prossime scadenze
legate al riordino delle professioni sanitarie e all’aggiornamento dei profili. Il Ministro ha espresso un sincero
ringraziamento per il dono, e ha assicurato di tenerne
conto in questa delicata fase di indagine che il Ministero sta portando avanti sullo stato dell’arte della Sanità
italiana, in vista di una più efficiente e proficua riorganizzazione del sistema, anche in virtù delle potenzialità e
peculiarità di ciascuna professione sanitaria. n
Il tavolo di presidenza alla presentazione de “L’Arco di Giano”
23
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
UNIVERSITÀ
Aprile 2014. Sono quattro
i neo laureati in podologia
Rocco
Menechella
Coordinatore
Editoriale A.I.P.
H
a avuto luogo lo scorso 29 aprile 2014 la sessione
straordinaria delle lauree in Podologia della Facoltà
di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza”. Un
ridotto ma qualificato numero di neo dottori e dottoresse in Podologia che sapranno sicuramente portare
un ulteriore impulso alla professione. Hanno dimostrato
nel corso del proprio percorso di studio una forte preparazione sia sotto l’aspetto scientifico che pratico. Non
a caso si sono registrati diversi voti alti, tra i quali alcuni
comprensivi della lode della commissione esaminatrice. Le più vive felicitazioni vanno quindi rivolte a chi si
accinge a svolgere la professione, forte di un percorso
formativo in cui non è mai mancato l’apporto dei professori durante lezioni di grande spessore, ma soprattutto
di un tirocinio pratico svolto direttamente sul paziente ed
altamente professionalizzante.
Vediamo allora, oltre ai nomi dei laureati, le tesi che hanno discusso (naturalmente in stretto ordine alfabetico).
Fiore Alessio: Valutazione dell’efficacia di un trattamento podologico combinato nell’impegno artropatico nelle connettiviti tipo les
Muti Graziana: Dermopatie del piede in età pediatrica. Il ruolo del podologo
Spinelli Giulia: Il ruolo del podologo nell'assistenza al paziente diabetico
Tizzanino Antonio: Onicocriptosi e fenolizzazione
I neo laureati con la commissione d’esame
All’americano Patrick Deheer il Premio Umanitario 2014 della FIP
Il 10 Maggio 2014 è stato assegnato il Premio Umanitario FIP al Dott.
Patrick Deheer, che vive ed esercita a Franklin, Indiana (USA), da 23 anni.
Patrick ha ricevuto il premio di quest’anno per la completezza del programma di cura del piede diabetico all’ Hospital Bernard Mevs Medishare in
Port-au-Prince, Haiti. Patrick è il direttore del programma di cura del piede
diabetico che ha il compito di mettere in atto un programma completo che
includa il trattamento delle ulcere diabetiche, il trattamento chirurgico del
piede diabetico, la prassi di cura quotidiana del piede, l’esame del piede
e classificazione del rischio, e un programma di cura del piede mediante
ortesi. L’ obiettivo ultimo di questo programma è la riduzione dell’alto tasso
di amputazioni ad Haiti, riducendo in tal modo il conseguente alto tasso di
mortalità e di morbidità. Si tratta di un programma haitiano per la popolazione haitiana, messo in atto da haitiani con l’aiuto di quanti tra noi hanno
scelto di partecipare mettendo a disposizione la propria conoscenza ed
esperienza. Quando la clinica sarà interamente completata, ci si espanderà
in tutto il paese, pur restando il presidio originario il punto di riferimento per Il dott. Patrick Deheer, vincitore del
gli ambulatori regionali e locali.
Premio Umanitario 2014 della FIP
24
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
UNIVERSITÀ
Il Corso di Laurea di Podologia della
Sapienza attiva la collaborazione
con l’Università de La Coruña
nell’ambito del progetto ERASMUS
Marco
Cavallini
Presidente CdL in
Podologia, Università
Sapienza, Roma
I
n occasione della prossima partenza di nostri studenti
per un periodo ERASMUS presso il Corso di Laurea
di Podologia dell’Università La Coruña, abbiamo organizzato una visita nell’ambito delle relazioni ufficiali di
teaching staff exchange per incontrare i responsabili
Campus didattico: esercitazione di una studentessa di escarificazione con bisturi fatta su un materiale di plastica morbida
applicata su una superficie di gesso
Ingresso della sede didattica del Corso di laurea di podologia
della Università La Coruña
regione è il gallego, uno spagnolo con influenze portoghesi, ma presso l’Università viene comunemente
utilizzato lo spagnolo castigliano più vicino alla lingua
italiana. L’Università pubblica de La Coruña nasce nel
1990 ed è strutturata in due campus principali: quello
della Coruña e quello di Ferrol, una struttura, quest’ultima, situata a circa 60 Km dalla prima. Nel campus
Ferrol, dal 2000, è attiva la Scuola Universitaria di
Infermieristica e di Podologia con un ordine di studi
programmato su 4 anni. Al primo anno del Corso di
podologia vengono iscritti circa 40 studenti provenienti
soprattutto dalle regioni nord della Spagna. La struttura
didattica/amministrativa si trova nel Campus de Esterio
Esercitazione con due studenti per il prelievo di materiale di
unghia per esame colturale
del Corso e visitare le strutture didattiche e cliniche.
La Coruña è una città di circa 250.000 abitanti situata
nella regione della Galizia a Nord-Ovest della Spagna
subito sopra il Portogallo. La lingua principale della
Campus didattico: aula di informatica con
numerose postazioni con computer
26
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
UNIVERSITÀ
Campus didattico: aula magna per esami di profitto
e l’esame di fine Corso
Campus didattico: un’aula per le esercitazioni
un laboratorio per il confezionamento delle ortesi, una
stanza con pedana baropodometrica e telecamera per
la valutazione clinica, posturologica e del passo, una
stanza riunioni con collegamento audio/video a circuito chiuso con la sala operatoria, 2 sale operatorie di
cui una con apparecchiatura radiologica con fluoroscopio e stanza di sterilizzazione ed altre stanze utili
per tutte le attività cliniche svolte.
L’attività chirurgica si basa principalmente sul trattamento invasivo delle patologie ungueali, delle esostosi
e delle dita. Si tratta in definitiva di una struttura compatta ma ben funzionante ed in tutto autonoma con
annessa sala di accoglienza ed attesa per i pazienti
e stanze per l’amministrazione. La parte didattica viene svolta presso la struttura del Campus Esterio ed è
ospitata in un edificio separato dove, oltre agli uffici
universitari ed amministrativi, si trovano diverse ampie
aule per la didattica, un’aula di oltre 150 posti per
convegni, due aule laboratorio, una sala informatica dotata di numerose postazioni con computer ed
un’aula magna dove vengono svolti esami di profitto
e l’esame finale di laurea. Proprio nell’aula convegni
ho avuto la possibilità di incontrare gli studenti e di
presentare una relazione sulla gestione delle lesioni
cutanee croniche che è stata seguita da un’ampia ed
Campus didattico: aula di laboratorio per esercitazioni con i gessi
situato nel centro della città mentre più in periferia,
nell’ambito delle strutture dell’Ospedale Universitario,
viene svolta l’attività clinica presso la Clinica Universitaria di Podologia. In entrambi i casi le strutture sono
ampie, moderne, ben strutturate e funzionali. L’attività
clinica si svolge presso l’ambulatorio che si sviluppa
lungo due corridoi principali dai quali si accede alle
stanze di visita con 4 riuniti podologici, muniti di tutti i
sistemi di areazione ed apparecchiature professionali,
Clinica Universitaria di Podologia: ingresso agli ambulatori. Con il
Prof. Cavallini, presidente del Corso di Laurea di Podologia di Roma
Sapienza/Sant’Andrea, il Dott Pedro Gil Manso, responsabile del
Corso di laurea di Podologia della Università La Coruña, la Drssa
Julia Maria Janeiro Arocas docente e coordinatrice delle attività didattiche, la Drssa Beatriz Braña coordinatrice delle attività cliniche
27
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
UNIVERSITÀ
Clinica Universitaria di Podologia: uno dei quattro riuniti attivi
presso la clinica
Clinica Universitaria di Podologia: pedana per le impronte
Clinica Universitaria di Podologia: Ambulatroio con pedana
baropodometrica ed apparecchiatura per lo studio del passo
e della postura
Clinica Universitaria di Podologia: laboratorio per la costruzione
di plantari ed ortesi
interessante discussione con gli studenti stessi e con il
corpo docente presente. Il Corso di laurea è organizzato con attività didattiche e cliniche che vengono svolte
principalmente nei mesi tra Settembre e Dicembre e
tra Febbraio e Maggio essendo i mesi di Gennaio e
fine Maggio dedicati agli esami di profitto, con il mese
di Giugno dedicato ai recuperi. Nel mese di Agosto la
struttura è chiusa. La professionalità, la qualità dell’accoglienza e l’attenzione verso visitatori e studenti stranieri sono stati sicuramente di primo ordine. I responsabili del corso, essi stessi docenti, hanno contribuito
alla crescita e sviluppo della struttura fin dagli inizi e
sono il direttore podologo Pedro Gil Manso e la Drssa
Julia Maria Janeiro Arocas. Altre figure non meno importanti la responsabile decano della Facoltà la Drssa
Nuria Esther Varela Feal , la coordinatrice dell’attività
ERASMUS Sig.ra Ana Pérez Ramos e la caposala coordinatrice dell’attività clinica la Drssa Beatriz Braña.
L’ordinamento didattico ed altre utili informazioni possono essere ottenute visitando il sito web del Corso di
Laurea all’indirizzo http://www.enfermeriaypodologia.
com/. In conclusione si è trattato di una esperienza
assolutamente positiva e sono certo che i nostri studenti potranno ottenere con un periodo di studio presso queste strutture un innegabile arricchimento professionale, aggiungere un valore importante al proprio
curriculum e fare più in generale un’esperienza di vita
che li fare crescere e maturare anche come persone
inserite nel più ampio contesto europeo. n
28
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
UNIVERSITÀ
Erasmus: un’opportunità
di crescita unica
Graziana
Muti
Antonio
Tizzanino
Studenti III anno CdL in
Podologia, Università
“Sapienza”, Roma
Q
uando ci dicevano che l’Erasmus ci avrebbe cambiati,
non gli credevamo. Quando ci dicevano che la podologia in Spagna era un altro mondo, li consideravamo
esagerati. In realtà, sono due grandi verità.
Al momento dell’arrivo nulla è stato semplice, né nell’ambito della vita in generale a causa delle difficoltà con l’idioma, né in ambito strettamente universitario e podologico.
A Madrid siamo stati accolti nell’Università Alfonso X el
Sabio, che gode di una clinica podologica all’avanguardia
a completa disposizione di studenti e professori. Al suo
interno ci sono vari riuniti podologici, una sala per esami
diagnostici (Rx, Ecografia ecc), una sala adibita all’esame del passo e alla biomeccanica di tutto l’arto inferiore, un’altra con lettini e tutto il necessario per praticare
bendaggi o manovre osteopatiche a livello podalico e un
grande laboratorio per la realizzazione di ortesi plantari. Gli
studenti possono trattare in diversa misura, a seconda del
livello di studio, il paziente (sempre sotto la sorveglianza
dei tutor).
Questa, chiaramente, è stata per noi un’occasione imperdibile per acquisire destrezza con gli strumenti, abilità
nella lavorazione del silicone, capacità di utilizzare tecniche
lavorative molto differenti da quelle italiane sia per quanto
riguarda il trattamento podologico in senso stretto, sia per
quanto riguarda quello ortesico.
Fortunatamente, abbiamo avuto anche la possibilità di entrare in sala operatoria, di assistere alla sua preparazione
e all’intervento chirurgico. Non si possono nascondere,
purtroppo, le differenze tra la podologia in Spagna e quella in Italia. Il podologo in Spagna è davvero il punto di
riferimento per qualsiasi tipo di problematica del piede.
Il piede diabetico, per esempio, è di competenza quasi
esclusiva del podologo.
Anche nell’ambito sportivo, ha un ruolo primario nella
prevenzione e cura di affezioni di natura traumatica. Il discorso non cambia se ci riferiamo a patologie ungueali e
Gli studenti della “Sapienza”
con il Prof. Josè Luis Moreno De La Fuente
possibili trattamenti (conservativi,chirurgici, farmacologici
ecc). Aggiungiamo tutte le terapie alternative come oligoterapia, omeopatia, fitoterapia riflessologia e osteopatia.
Inoltre, come già si può evincere da ciò che abbiamo detto prima, il podologo - in possesso di master in chirurgiaè un chirurgo, quindi in collaborazione con anestesista e
infermieri può effettuare interventi chirurgici sul piede (che
siano interventi in ambito sportivo, biomeccanico, di correzione di deformità ecc) qualora chiaramente tutte le altre
terapie illustrate prima avessero fallito o comunque non
fossero state sufficienti. Siamo certi che anche in Italia riusciremo a raggiungere questi traguardi grazie all’impegno
e alla dedizione che ogni giorno l’ A.I.P. , il suo Presidente
Mauro Montesi e i suoi professionisti dedicano a questa professione, affinché venga riconosciuta e avvalorata
come merita. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti
coloro che ci hanno permesso di vivere questa esperienza
indimenticabile, fantastica e che consigliamo a tutti coloro
che ne hanno la possibilità. n
29
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
L’ANGOLO DERMO-PODOLOGICO
Guglielmo Pranteda
Giulia Pranteda
Professore Aggregato, Ricercatore Medico Chirurgo in formazione
Università “La Sapienza” specialistica Scuola SpecializzaAz. Osp. Sant’Andrea zione in Dermatologia Università
“La Sapienza” Roma I”
Mauro Montesi
Podologo, Docente e Coordinatore
del Cdl In Podologia Università
Sapienza di Roma e Presidente
dell’Associazione Italiana Podologi
Marta Muscianese
Graziana Muti
Dott.ssa in Podologia
Giulia Spinelli
Dott.ssa in Podologia
Medico Chirurgo
I
Dermopatie del piede
in età pediatrica
l piede del soggetto pediatrico presenta delle peculiarità rispetto a quello dell'adulto: la cute differisce sia
dal punto di vista morfologico che funzionale. L'area dei
cheratinociti è inferiore nel bambino e gli spessori degli
strati epidermici sono ridotti di circa il 23% rispetto a
quelli di un soggetto adulto. Differenze sostanziali sono
apprezzabili sia nel contenuto e ricambio dell'acqua
che dei lipidi: infatti il natural moisturizing factor (NMF)
è presente in quantità minore nel bambino, dando così
una spiegazione alla naturale tendenza del'infante alla
secchezza cutanea. La funzione melano-produttrice è
assai scarsa alla nascita e la funzione di barriera è ridotta
probabilmente per un'immaturità della struttura cornea
di superficie.
Nel bambino il piede è la sede elettiva della manifestazione clinica di molte dermopatie, sia congenite che
acquisite.
Tra le congenite, ricordiamo le Epidermolisi Bollose
(EB), dove le proteine alterate comportano una diminuita
adesione dermo-epidermica con conseguente formazione delle lesioni bollose dopo traumi di varia entità.
L’EB semplice è la più comune e la più rilevante da un
punto di vista podologico. Essa è caratterizzata da bolle che si sviluppano nella sede di traumi meccanici e
che guariscono spontaneamente senza esiti cicatriziali.
Il trattamento delle epidermolisi bollose semplici è volto
ad evitare la formazione delle bolle cercando di ridurre
il più possibile eccessivi stress meccanici sulla cute. Il
trattamento farmacologico non è risolutivo e consiste
nell’evitare una sovrainfezione delle lesioni bollose. Il
podologo può dunque realizzare ortesi di scarico delle
zone maggiormente sottoposte a stress e rivestirle con
materiali dallo shore molto basso, inoltre può consigliare
l’utilizzo di calzature che non abbiano punti particolari di
frizione e pressione tra tomaia e cute.
Le Ittiosi sono un gruppo di patologie genetiche ben de-
finite, clinicamente caratterizzate da una forte tendenza
alla desquamazione cutanea generalizzata.. Nel neonato
affetto, è possibile riscontrare il quadro del cosiddetto
“collodion baby” dove la cute è totalmente avvolta da
una membrana colloidale (Fig. 1a). In una fase successiva questa membrana lascerà il posto ad una desqua-
Fig 1: a) Collodion baby b) Ittiosi congenita. Tratte da G. Carlo
Pranteda, Patologie cutanee del piede Edizioni mediche
scientifiche internazionali Roma 2010.
30
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
L’ANGOLO DERMO-PODOLOGICO
Fig. 2a : Neurofibroma. Pianta piede
Fig 2b: piccole chiazze caffè-latte
mazione diffusa (Fig. 1b). Il trattamento delle ittiosi deve
essere commisurato all’intensità delle manifestazioni.
Nelle forme lievi o moderate (ittiosi volgari o X-linked) il
trattamento emolliente è un importante presidio da utilizzare almeno due volte al giorno.
Anche le Facomatosi possono avere manifestazioni
cutanee a livello podalico. Si noti in Fig. 2 la presenza di
un neurofibroma (Fig. 2a), segno della neurofibromatosi
assieme alle chiazze caffè-latte (Fig. 2b), patologia genetica in cui il podologo ha un ruolo di sentinella ma di
cui il trattamento è prettamente medico.
Le Cheratodermie palmo plantari rappresentano
un gruppo di patologie causate da anomalie di cheratinizzazione e che quindi hanno come sintomo patognomonico un ispessimento notevole dello strato corneo
nelle regioni palmo-plantari (in rari casi è stato descritto in altre sedi), sia uniforme che diffuso ad “isolotti”.
Queste affezioni di tipo ereditario-congenito sembrano
essere legate, in alcuni casi, ad un errore su base genetica del metabolismo lipidico (deficit steroideo-solfatasi),
specie nella forma legata al sesso.
Le cheratodermie palmo plantari però possono anche
essere secondarie ad altre patologie come ad esempio
la psoriasi. Il trattamento è sintomatico e il podologo
può consigliare l’uso di creme che contengano principi
attivi cheratolitici come urea o acido salicilico associato
ad emollienti. L’escissione ipercheratosica a livello della
regione plantare da sollievo al paziente. Inoltre, le ortesi
plantari sono di notevole aiuto per una corretta deambulazione.
Anche malformazioni ossee congenite possono
provocare lesioni cutanee a livello del piede. Si veda
per esempio il caso illustrato in Fig.3 che descrive un III
dito sottoaddotto. Questa deformità avrebbe provocato
la comparsa di ipercheratosi.
Il podologo in questi casi può prevenire le manifestazioni cutanee grazie all’ortoplastia che, se effettuata prima
che il piede del bambino si strutturi, è correttiva.
Il bambino è soggetto di frequente anche a dermopatie
cutanee acquisite in seguito a infezioni di vario tipo e
soprattutto a infezioni da microorganismi come miceti,
batteri o virus.
Nel trattamento delle micosi, cutanee e ungueali, il podologo deve consigliare al paziente un esame microscopico e colturale, per verificare o meno la presenza
dell’agente patogeno.
Inoltre può consigliare l’applicazione topica di un antimicotico.
La Cheratolisi punctata/solcata è una patologia
con diverse espressioni cliniche dovuta all’infezione di
un Corynebacterium keratolyticum. Nella Fig. 4 è ben
evidente l’aspetto solcato di tale patologia che viene
curata con un trattamento antibiotico locale con eritromicina.
Molto frequentemente tali patologie arrivano in prima
istanza all’attenzione del podologo, essendo localizzate prevalentemente nelle zone di appoggio. Per evitare
recidive, è utile consigliare ortesi plantari rivestite con
31
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
L’ANGOLO DERMO-PODOLOGICO
n
materiali traspiranti e batteriostatici.
Le verruche, causate dal virus HPV (Human Papilloma Virus) colpiscono più frequentemente i bambini e i
giovani adulti. Il contagio spesso avviene in seguito a
frequentazione di ambienti promiscui e a causa di basse
difese immunitarie del soggetto affetto.
L’aspetto clinico caratteristico è la scomparsa, a livello
della lesione papulosa, dei dermatoglifi. Istologicamente
si riscontra iperplasia dello strato corneo e scomparsa
dello strato lucido (qualora la verruca fosse presente
in zona palmo-plantare), e neoangiogenesi nel tessuto
verrucoso.
Il trattamento podologico delle verruche si basa principalmente sull’applicazione di un composto chimico,
l’acido nitrico fumante (HNO3) , mentre altri trattamenti
Fig 4: Cheratolisi Punctata/solcata
Fig. 3 III dito sottoaddotto.
Per gentile concessione dell’Istituto Podologico Italiano
(crioterapia, cauterizzazione ecc.) sono di pertinenza
medica.
Il ruolo di sentinella sul territorio, da parte del podologo,
si esplicita in numerosissime altre patologie, come per
esempio nelle malattie “mani piedi bocca” o “Giannotti
- Crosti”, nelle facomatosi (neurofibromatosi, sclerosi
tuberosa), nelle acro pustolosi e in tutte quelle patologie su base genetica ma che si esprimono solo secondariamente alla sovrapposizione di altri fattori (psoriasi,
dermatiti, vitiligine).
Riteniamo che la conoscenza di questi argomenti sia
di notevole importanza onde evitare che patologie dermatologiche che insorgono in età pediatrica possano
persistere o aggravarsi negli anni senza un’adeguata
prevenzione e/o trattamento. n
32
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
MEDICINA
Ferruccio Montesi
Attenzione al
piede reumatoide
I
n data 15/05/2014 la paziente D.M, di 43 anni, si reca
presso lo Studio Podologico del Prof. Ferruccio Montesi
a seguito di un dolore riferito a livello della regione plantare avampodalica del piede destro.
La paziente porta con sè la prescrizione medica specialistica per la realizzazione di un’ortesi plantare biomeccanica, similare a quella già indossata negli ultimi anni,
con indicazione di accompagno della volta longitudinale
e scarico della colonna metatarsale centrale per mezzo di
una goccia retrocapitata.
Si procede con la visita podologica e il relativo esame
obiettivo clinico e strumentale.
Attraverso la raccolta dei dati anamnestici si viene a conoscenza che la paziente risulta essere affetta da artrite
reumatoide dall’età di 14 anni, riferendo dolore ai gomiti
e alle ginocchia bilateralmente, e alle mani due anni dopo.
Dal momento della diagnosi medica ricevuta, la paziente
segue terapia cortisonica con scarsi risultati. Nel 2011
inizia una terapia basata sulla somministrazione di farmaci
biologici DMARTS con risultati evidenti già dopo la prima
settimana; ma dopo un mese accusa un dolore localizzato
sotto la pianta del piede, dapprima solo a riposo, successivamente costante anche nelle ADL, fino a cronicizzare,
e richiedere l'intervento di uno specialista.
Podologo AIP e Docente
CdL in Podologia Università
“Sapienza” di Roma
Simone Moroni
Gianluigi Grasso
Studenti II anno Cdl in Podologia, “Sapienza”, Roma
Durante l'esame obiettivo, si rileva tumor in corrispondenza delle articolazioni metatarso falangee, rubor, e dolorabilità accentuata alla palpazione, soprattutto della III testa
metatarsale e spazi intercapitometatarsali annessi.
Procedendo con l'esame strumentale mediante podoscopia si apprezzano ipercarico a livello della terza e quarta
testa metatarsale del piede destro e classico piede reumatoide triangolare, confermati dall’esame baropodometrico statico e dinamico.
L'intero quadro clinico lascia presupporre la presenza
dell'artropatia flogistica cronica sieropositiva, anche in
questa sede.
A questo punto, come da protocollo presso lo studio, nel
rispetto dell’iter diagnostico si è deciso di proseguire la
visita con l’esame ultrasonografico per visualizzare lo stato di sofferenza dei tessuti e per progettare e realizzare
una più appropriata terapia ortesica plantare. Inaspettatamente, oltre al classico quadro ecografico dell’artrite
reumatoide (notevole attività flogistica della membrana sinoviale, distensione capsulare della III articolazione
metatarsofalangea, ipoecogeneità estesa all’interno della
stessa) si osserva una diffusa discontinuità corticale della
terza testa metatarsale compatibile con artropatia degenerativa. Sulla base delle nostre valutazioni, riportate al
33
il
PODOLOGO in medicina
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
MEDICINA
medico prescrittore, si consiglia di eseguire esame rx in
proiezione latero-laterale ed antero-posteriore, tramite il
quale si è avuta conferma di quanto precedentemente
riscontrato in ecografia.
Riflessioni: Casi clinici di questa particolarità ci permettono di comprendere quanto sia importante non ragionare
per algoritmi predefiniti, bensì studiare con professionali-
immagine 1: trasversale II, III e IV teste M.
immagine 2: longitudinale III testa M.
tà ogni singolo paziente nella sua complessità. Ci viene
spontaneo riflettere, sui danni che avremmo potuto arrecare al paziente, se fosse stata eseguita l’ortesi come
da prescrizione. Infatti, sulla base del rimaneggiamento
anatomico immunomediato dell’arcata traversa anteriore,
l’applicazione di un’eventuale goccia retrocapitata avrebbe inesorabilmente compromesso la funzionalità della
stessa. Dall’altro lato, il nostro approfondimento diagnostico, ci ha permesso di realizzare un’ortesi plantare fedele
che confortasse la superficie plantare in ogni suo singolo
punto e che alleggerisse le strutture principalmente colpite
dal processo artritico tramite scarico selettivo. Non sarebbe stato possibile realizzare tutto ciò senza l’accuratezza
nell’iter diagnostico e l’ausilio di ogni mezzo a disposizione
che permettesse di visualizzare tempestivamente, in ogni
minimo dettaglio, calibro, sede ed estensione dei processi
degenerativi capsulo-legamentosi, responsabili della sintomatologia dolorosa.
Alla cortese attenzione di colleghi e futuri colleghi. n
immagine 3: trasversale comparata piede dx, piede sn
34
n.178 aprile/maggio/giugno 2014
il
PODOLOGO in medicina
Scarica

L`impegno del Ministro Lorenzin per lo sviluppo delle professioni