PODOLOGO il N.178 in medicina RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PODOLOGI L’impegno del Ministro Lorenzin per lo sviluppo delle professioni sanitarie aprile/maggio/giugno 2014 PODOLOGO il in medicina RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PODOLOGI DIRETTORE RESPONSABILE Mauro Montesi, Presidente A.I.P. VICE DIRETTORE Giovanni Pepè, Presidente Onorario A.I.P. DIRETTORE SCIENTIFICO Arcangelo Marseglia, Vice Presidente A.I.P. Antonio D’Amico, Consigliere A.I.P. VICE DIRETTORE SCIENTIFICO Marco Cavallini, Presidente del corso di laurea in Podologia, Facoltà di Medicina e Psicologia Università Sapienza di Roma DIRETTORE EDITORIALE Benedetto Leone, Responsabile Comunicazione A.I.P. COORDINAMENTO EDITORIALE Rocco Menechella, Coordinatore Editoriale A.I.P. COMITATO SCIENTIFICO Joseph B. Addante, Alberto D’Ari, Arcangelo Marseglia, Fabio Moro, Francesco Papa, Guglielmo Pranteda, Antonella Tammaro. Abbonamento annuo: Euro 3,00 per gli associati Aip. 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Una formazione d’eccellenza protagonista al XXVIII Congresso Nazionale AIP..................................... 6 XXVIII Congresso: il giudizio dei colleghi......................................................................................... 10 Presentato ufficialmente a Bolzano il Trattato di Podologia dell’AIP.................................................. 13 Forum e Convegni L’AIP presente agli Stati Generali della Salute................................................................................ 20 A.I.P. Il futuro della sanità tra deospedalizzazione e medicina del territorio................................................ 16 I rapporti istituzionali dell’Associazione: l’AIP alla presentazione dell’ultimo numero de L’Arco di Giano e l’incontro con il Ministro Lorenzin..................................................................................... 23 Università Aprile 2014. Sono quattro i neo laureati in podologia...................................................................... 24 Il Corso di Laurea di Podologia della Sapienza attiva la collaborazione con l’Università de La Coruña nell’ambito del progetto ERASMUS................................................................................................ 26 Erasmus: un’opportunità di crescita unica......................................................................................29 L’angolo Dermo-Podologico Dermopatie del piede in età pediatrica.......................................................................................... 30 Medicina Attenzione al piede reumatoide..................................................................................................... 33 23 30 33 EDITORIALE Editoriale D obbiamo, innanzitutto, registrare un rinnovato interesse del Ministro della Salute, Lorenzin, per la nostra professione. Lo testimonia la lettera di augurio per la riuscita del Congresso, l’invito a partecipare agli Stati Generali della Salute, l’interesse per il “Trattato di Podologia” dimostrato in occasione di un incontro con il Presidente Montesi, dedicato appunto ad illustrarne i contenuti e consegnarne copia e soprattutto l’impegno del Ministro stesso per il riordino delle professioni sanitarie con la presentazione di un disegno di Legge in materia. Quanto al XXVIII Congresso, non dobbiamo nascondercelo, i dubbi c’erano e non da poco: Bolzano è lontana; la festività del primo Maggio; mancanza dell’opportunità di riunirsi in un solo Hotel. Tutto ciò nelle fasi organizzative che precedono il Congresso. Ma già dal primo giorno gli scettici hanno dovuto riconoscere la bontà della scelta e ringraziare chi (Il Presidente Montesi) con forza ha sostenuto la nuova sede, che ha dato la possibilità di soddisfare l’esigenza di un’ impostazione congressuale basata esclusivamente sulla formazione e su una sede, la Scuola Superiore di Sanità Claudiana, che disponeva di spazi e ambulatori del tutto adatti a corsi che prevedevano anche l’esperienza diretta sul paziente. Basta leggere, d’altra parte, l’articolo sul Congresso per capirne il successo, testimoniato da quanti hanno partecipato. Se poi si aggiunge lo spessore politico e umano che ha contraddistinto l’intervento conclusivo dell’On. le Mariapia Garavaglia, il quadro è veramente completo. Quanto all’ Assemblea dei Soci, si è discusso con grande forza sul futuro dell’Associazione. Se tutto cambia, se la società, l’economia e la politica sono in continua evoluzione, se si vuole veramente passare da un contesto di chiusura e di immobilismo a uno dinamico, di grandi trasformazioni, è ora che anche l’AIP entri a pieno titolo nel discorso dell’innovazione, trasformandosi nelle strutture interne e nell’attività esterna. Nessuno può mancare, quindi, all’assemblea straordinaria del 28 giugno a Roma, nella quale verranno decise le linee operative dell’Associazione per i prossimi anni. Ora che non c’è più, non possiamo che esprimere il nostro dolore e rinnovare la nostra più grande stima per chi è stato definito ”il Padre Nobile della Sanità”: il Prof. Elio Guzzanti. n 5 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P. Una formazione d’eccellenza protagonista al XXVIII Congresso Nazionale AIP Rocco Menechella Coordinatore Editoriale A.I.P. U na scelta rischiosa, magari azzardata, sicuramente innovativa ma che alla fine ha premiato, se non altro per quanti hanno partecipato al XXVIII congresso nazionale dell’AIP presso la sede della La sede congressuale “Claudiana” di Bolzano. Quest’anno infatti più che un vero e proprio congresso si è puntato in maniera decisa sulla formazione in loco. Grazie e soprattutto L’ingresso della “Claudiana” potendo usufruire di strutture all’avanguardia sia dal punto di vista logistico che dal punto di vista dei locali e delle apparecchiature. Una formazione di grande livello dunque, con i congressisti impegnati in prima persona e sotto l’aspetto pratico nei workshop organizzati e suddivisi tra la sede principale della Scuola Provinciale Superiore di sanità e gli ambulatori di podologia poco distanti dalla struttura stessa e raggiungibili con un servizio navetta messo a disposizione dall’AIP. Gli ingredienti per un congresso di successo c’erano tutti ed infatti di un successo si è trattato. L’unica nota stonata affinchè tutto fosse stato davvero indimenticabile, è stata la scarsa adesione. Un vero peccato perché come testimoniato dai presenti, coloro che non hanno partecipato hanno perso una grande occasione per provare in prima persona una formazione mai come questa volta di livello superiore alla media oltre a prendere parte alla vita associativa e confrontarsi con i colleghi provenienti da tutto il territorio nazionale. Il congresso ha avuto inizio nel pomeriggio del 1 maggio con il saluto delle autorità a cui ha fatto seguito una tavola rotonda su “PODOLOGIA E TERRITORIO. UNA RISORSA PER LA SPENDING REVIEW”, moderata dal Prof. Egarter Vigl, Direttore Scientifico della Claudiana e aperta dal Prof. Montesi, che ha fra l’altro illustrato il “Progetto di assistenza al paziente diabetico” proposto dall’ Associazione Italiana Podologi, nonché il dossier sul numero delle amputazioni causate della complicanza del piede diabetico. “L’assistenza podologica” ha detto Montesi “è in grado di ridurre del 60% il numero delle amputazioni e del 25% quello delle giornate di degenza, come dimostrato da un importante studio americano”. Si può ben capire, quindi, come possa essere re- 6 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina XXVIII CONGRESSO FORUM NAZIONALE E CONVEGNI A.I.P. alizzato un notevole risparmio nei costi ospedalieri, ricorrendo agli studi podologici sul territorio, ma, quel che più conta, una grande soddisfazione del paziente che vede allontanarsi la drammatica ipotesi dell’amputazione. Quanto a Bolzano le cifre rilevate debbono anch’ esse essere considerate drammatiche se rapportate alla popolazione residente, che supera di poco le 100.000 unità. D’altra parte la cura delle patologie podaliche e in particolare quella del piede diabetico, hanno costituito il principale motivo dell’istituzione nel 2011 del Corso di Laurea in Podologia presso la nostra Provincia. “Il Corso realizzato come sede distaccata della Sapienza di Roma” ha detto il moderatore Egarter Vigl “costituisce una risorsa fondamentale per permettere ai giovani di dedicarsi a una professione nuova sul nostro territorio, ma soprattutto indispensabile sia per la salute dei pazienti che per il taglio dei costi dei ricoveri ospedalieri”. Sono intervenuti anche il Dott. Alberto Librera, direttore ripartizione del Comune di Bolzano che, sulla base dell´esperienza maturata come responsabile dell´area delle case di riposo, ha sottolineato l´esigenza non tanto del risparmio della spesa, quanto di non ridurre le risorse dedicate al paziente anziano. Da parte sua il diabetologo Dott. Franco Melani ha affermato l´importanza del processo educativo che per anni deve coinvolgere il diabetico, il quale, per altro, deve anche autogestirsi. In apertura, il Presidente Montesi ha letto il messaggio del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha posto l´accento sul “rafforzamento dell´assistenza territoriale, promuovendo l´integrazione con il sociale e con i servizi ospedalieri”. Il pomeriggio è proseguito con due interventi altrettanto significativi e dai contenuti importanti e di grande attualità. Il primo ha riguardato la relazione del Dott. D’Amico Antonio sul Trattato di Podologia di cui parleremo ampiamente in un articolo a parte mentre il secondo intervento è stato quello del Prof. Marco Cavallini, Presidente del Corso di Laurea in Podologia della Un momento della sessione plenaria Il saluto delle autorità Il corso di formazione sul Podium 7 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P. “Sapienza” che ha illustrato il percorso formativo post laurea con un’apposita ed esplicativa relazione sul tema. Dopo una piccola pausa si è tenuta l’assemblea dei soci. Una riunione importante ed allo stesso tempo ricca di spunti di riflessione in cui, dopo l’approvazione del bilancio consuntivo 2013 avvenuta all’u- L’intervento dell’On.le Mariapia Garavaglia nanimità dei presenti ed illustrata dal presidente del collegio dei revisori dei conti, il dott. Renzo Renzi è toccato al Presidente Montesi tenere un’articolata ed approfondita relazione in particolare sull’ultimo triennio che si è concluso proprio con l’anno 2013 e che ha portato a scadenza le ultime cariche direttive. Nonostante i tanti appelli lanciati da tempo, sin da oltre un anno prima della scadenza del mandato del direttivo, si è registrata la totale assenza di nuovi candidati e quindi una relativa lista in grado di presentarsi e sottoporsi all’approvazione dell’assemblea. Il Prof. Montesi ha illustrato in una dettagliata presentazione tutte le attività e le battaglie portate avanti dell’AIP nell’ultimo triennio con risultati eccellenti ed interventi mirati volti esclusivamente all’interesse ed alla tutela della podologia e dei soci AIP nello specifico. Ne è scaturito un acceso ed interessante dibattito in cui sono intervenuti alcuni membri del consiglio direttivo uscente unitamente ad altri soci presenti in sala. Nonostante gli sforzi di convergere su una soluzione condivisa da tutti non si è potuti arrivare ad una lista omogenea anche per via dei tempi di presentazione della stessa. Così ci si è dato il tempo di circa due mesi entro i quali convocare una nuova assemblea straordinaria da tenersi a Roma verso la fine di giugno con l’auspicio che nel frattempo, attraverso una presa di coscienza di ognuno, si possa arrivare a presentare una nuova lista di candidati, magari giovani, desiderosi di mettersi in gioco e portare nuove idee o continuare il lavoro del consiglio direttivo uscente. L’intensa giornata di apertura si è dunque chiusa così dandosi appuntamento alle successive giornate di lavori congressuali. I due giorni di lavori a seguire sono stati dedicati a veri e propri corsi di formazione sulle principali patologie podaliche. Nell’occasione i docenti hanno lavorato direttamente sui pazienti, come nel caso delle onicocriptosi (unghia incarnita). E’ stata, inoltre, effettuata la fenolizzazione (trattamento conservativo di chirurgia mininvasiva) su due pazienti che hanno dato volontariamente il loro assenso ed eseguita dalla dott.ssa Simona Montesi. Particolarmente interessante è stato il corso sulle Ortesi plantari, digitali e siliconi che ha avuto luogo presso gli attrezzatissimi ambulatori podologici della Claudiana, a pochi chilometri dalla sede principale e raggiungibili con un servizio navetta messo a disposizione dall’organizzazione. Non è stato da meno il corso di Elettromiografia tenuto dalla dott.ssa Loredana Capone nel corso del quale i congressisti hanno potuto assimilare i concetti basilari di neuroanatomia e patologia del piede di interesse neurologico. La seconda parte del corso invece ha avuto luogo presso il vicino ospedale di Bolzano dove nel reparto di neurologia i discenti hanno assistito ad una dimostrazione pratica dell’utilizzo dell’elettromiografo. Molto seguito anche il corso di terapia manuale, taping funzionale ed ecografia del piede a cura dei Dottori Ferruccio Montesi e Stefano Massimiani. 8 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina XXVIII CONGRESSO FORUM NAZIONALE E CONVEGNI A.I.P. Corso diviso in una parte teorica in mattinata ed una parte pratica nel pomeriggio con l’aggiunta di anatomia funzionale muscolo scheletrica del piede a guida ecografica, in cui per ogni tre partecipanti è stato messo a disposizione un ecografo per mettere in pratica e verificare di persona le innovative tecniche di ecografia applicata al piede. Infine il corso di formazione sul Podium, il nuovo programma informatico distribuito gratuitamente a tutti i soci AIP, in cui lo stesso Prof. Montesi ed il tecnico informatico Andrea Puzzuoli hanno illustrato ai congressisti tutte le caratteristiche e le funzionalità del programma presso la sala informatica della Claudiana. Gli stessi partecipanti al corso hanno avuto la possibilità di fare pratica concreta sui computer della sala muniti del programma Podium. Si è partiti dunque dall’anagrafica del paziente, l’anamnesi, l’inserimento delle patologie e dei dati epidemiologici, l’inserimento dei dati derivanti da strumenti diagnostici, fino all’elaborazione della cartella clinica del paziente e dei trattamenti necessari. La giornata di chiusura di domenica 4 maggio ha avuto luogo nella sala plenaria della Claudiana e si è aperta con il saluto dell’On.le Mariapia Garavaglia, già Ministro della Salute ma soprattutto vicina da anni al mondo della podologia grazie a numerose partecipazioni ai congressi nazionali ed ai convegni organizzati dall’AIP e da sempre vicina alle tante battaglie portate avanti dall’associazione come ad esempio quella dell’adeguamento e del rinnovo del profilo professionale del podologo per allinearsi con i principali paesi europei. Un intervento come al solito incisivo quello della Garavaglia, nel quale ha sottolineato l’importanza di riconoscersi ed essere partecipi di un’associazione rappresentativa della categoria come l’AIP, senza la quale si finirebbe con l’essere sopraffatti dalle altre professioni sanitarie più numerose del panorama sanitario nazionale. In un momento storico non certamente facile riveste ancora più importanza il potersi riconoscere in un’associazione in attesa che vengano finalmente istituiti gli ordini e albi che da troppo tempo sono fermi all’e- same degli organi parlamentari e che forse presto potrebbero vedere finalmente la luce. Dopo l’intervento della Garavaglia ha preso la parola il legale dell’AIP, l’avv. Marco Croce che ha relazionato sugli adempimenti legali per il podologo ed il ruolo dell’associazione coadiuvato dalla dott.ssa Linda Passaro per la parte relativa alle nuove normative La platea del congresso ECM. Diversi spunti di particolare interesse e molti gli interventi dei congressisti soprattutto su quest’ultimo aspetto che è in continua evoluzione ed a cui bisogna prestare particolare attenzione ed interfacciarsi con la propria associazione di riferimento soprattutto nella certificazione dei crediti ECM acquisiti nel triennio che partirà dall’anno 2014. Altrettanto importante e materia di dibattito è stata la relazione della fiscalista dell’AIP, Maria Antonietta Codella che ha riguardato il quadro fiscale generale sulle normative inerenti la podologia. Argomenti di particolare interesse e di attualità quale l’utilizzo del Pos, l’Irap, il Sistri ecc.. sono stati materia di confronto dai quali è scaturito un costruttivo dibattito che si è protratto fino alla tarda mattinata e che ha sancito di fatto la chiusura del lavori congressuali, ufficializzata con il discorso finale di saluto del Presidente Montesi. n 9 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P. XXVIII Congresso: il giudizio dei colleghi Benedetto Leone Responsabile Comunicazione A.I.P. A bbiamo qualificato “di eccellenza” il progetto formativo del XXVIII Congresso Nazionale. La redazione si è chiesta, per altro, se fosse corretta la definizione. Ha ritenuto opportuno, allora, chiedere il parere dei colleghi presenti a Bolzano. Eccone una sintesi. “Congresso molto interessante e ben strutturato. Trovo molto utile la ripetizione dei workshop nei due giorni”. “Un solo difetto, cioè quello della mancanza di partecipazione numerica, perché per il resto è stato tutto perfetto”. “Sono rimasto molto soddisfatto. Ho avuto la possibilità di seguire dalla presa d’impronta fino alla fine il processo completo di creazione di diversi tipi di plantare”. “Se non avessi partecipato, ci avrei senza dubbio rimesso sotto molti punti di vista: formativo, di aggiornamento, esperienziale”. “E’ stato tutto ben organizzato. Ringrazio soprattutto il Prof. Mauro Montesi per aver dato vita a questa splendida professione. Sono tornata a casa carica di esperienza e ancora più motivata”. “Ho trovato molto utile ripetere gli stessi workshop nei due giorni”. “La qualità delle strutture dove si sono tenute le lezioni e la ricchezza dei contenuti dei corsi sovrastano qualsiasi polemica sulla lontananza e sulla scelta della località”. “Nulla da eccepire. Direi tutto perfetto, soprattutto nei contenuti”. “Il posto era un po’ distante, ma è anche giusto alternare Nord, Sud, Centro. Buona la qualità dell’insegnamento e le attrezzature”. “Gli argomenti trattati si sono dimostrati molto seri e quindi la partecipazione è risultata positivamente impegnativa”. “Ritengo che il Congresso sia stato molto interessante e ben strutturato per quanto riguarda i workshop, che trovo molto utile ripetere nei due giorni”. Questi alcuni dei giudizi che ci sono pervenuti. Mancano tuttavia i numerosi commenti verbali, fatti immediatamente dopo la chiusura del Congresso, o nei giorni successivi, anche telefonicamente. Bene ha scritto, quindi, l’autore dell’articolo sul Congresso, quando afferma “una scelta rischiosa, magari azzardata, sicuramente innovativa, ma che alla fine ha premiato, se non altro per quanti hanno partecipato al XXVIII Congresso Nazionale dell’AIP”, come anche nell’editoriale dove si sottolinea “Non dobbiamo nascondercelo, i dubbi c’erano e non da poco, ma già dal primo giorno gli scettici hanno dovuto riconoscere la bontà della scelta”. Quanti non hanno partecipato, quindi, avranno avuto i loro buoni motivi, ma non possiamo fare a meno di ricordare a loro che hanno perso un’ottima occasione formativa che, fuor di ogni dubbio, sarebbe stata utilissima nello svolgimento della professione. Da parte nostra assicuriamo fin d’ora che per la prossima volta terremo conto dei lati positivi che gli stessi colleghi hanno messo in luce, ma cercheremo anche di eliminare talune negatività (fortunatamente, molto poche e di scarsa importanza!) che noi stessi abbiamo potuto rilevare. Arrivederci, in ogni caso, al XXVIV Congresso Nazionale. 10 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P. Grazie Signor Ministro La lettera del Ministro Beatrice Lorenzin, che ringraziamo, testimonia ancora una volta l’ interesse per la nostra professione da parte della massima Istituzione Sanitaria. “Rafforzare l’assistenza territoriale promuovendo l’integrazione con il sociale e con i servizi ospedalieri”, così il Ministro condivide il nostro impegno, da tempo volto a tracciare linee strategiche che rinforzano, anche in un’ ottica del sociale, il ruolo degli studi podologici sul territorio. 12 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina XXVIII CONGRESSO FORUM NAZIONALE E CONVEGNI A.I.P. Presentato ufficialmente a Bolzano il Trattato di Podologia dell’A.I.P. Q uest’anno l’apertura del Congresso dell’Associazione Podologi, svoltosi a Bolzano, ha registrato una novità, infatti è stata consacrata, attraverso un mio intervento, al Trattato di Podologia voluto e progettato dall’A.I.P. Non poteva essere altrimenti, dal momento che era da anni che si pensava ad una simile pubblicazione, oltretutto preannunciandola a più riprese senza mai riuscire, tuttavia, concretamente a concluderla. Era quindi naturale dare, orgogliosamente, un certo risalto a tale evento e l’appuntamento congressuale di quest’anno si prestava idealmente bene allo scopo. Già in un articolo precedente apparso su questa rivista (N. 176 ottobre-novembre-dicembre 2013), avevo provato a esporre le motivazioni personali che mi avevano spinto alla scrittura di questa opera, la cui realizzazione mi era stata affidata dal presidente Montesi alcuni anni fa. In questa occasione, proprio all’apertura del Congresso, ho voluto illustrare ai partecipanti l’impostazione del Trattato, tentando di evocare gli obiettivi di fondo che ho perseguito. Ne ho posti alla loro attenzione tre: uno di carattere storico, uno di tipo professionale e uno di stampo culturale. Per quanto riguarda il primo punto - che trova espressione soprattutto nel primo volume - ho colto l’esigenza diffusa tra coloro che a vario titolo, nei decenni scorsi, hanno dedicato il loro impegno per fondare e sviluppare l’Associazione, l’esigenza, dicevo, di dotare l’associazione di un riferimento che oltre a sintetizzarne il percorso storico, ne esprimesse la filosofia di fondo. Si sentiva da più parti il bisogno di consegnare alla pagina scritta non solo le ardue e tortuose vicende di politica associativa, ma l’idea stessa che l’A.I.P ha sempre promosso della Podologia come disciplina e professione sanitaria, alla luce delle più mature e consolidate esperienze straniere, che da sempre ne costituiscono la costante pietra di paragone. Ne è scaturito così un profilo storico della professione sostanzioso e ad ampio raggio: infatti mi sono domandato innanzitutto se era possibile tracciare il PODOLOGO in medicina Antonio D’Amico Podologo A.I.P. una storia della professione e a partire dall’antichità fino a giungere ai nostri giorni, attraverso le fonti disponibili, sono andato alla ricerca delle nostre più antiche radici. Un viaggio affascinante che ha riservato anche molte piacevoli sorprese - come per esempio la scoperta dei ricettari relativi ad alcune affezioni ungueali rinvenuti nei papiri medici degli antichi egizi - e che mi ha permesso di mettere a fuoco il passaggio, intorno alla seconda metà del Settecento, e per merito del francese Laforest - alla moderna specializzazione della professione. Un dato che è emerso, incontrovertibile, è che in tutte le nazioni, anche in quelle in cui oggi si è arrivati alla podoiatria, il percorso per affermare la podologia è stato irto di ostacoli, difficile, lungo e simile nella sua evoluzione: infatti ovunque la professione è stata derisa a più riprese dall’opinione pubblica, intralciata da interessi particolari, osteggiata dalla classe medica, sottovalutata dal corpo politico e per fortuna trainata da personalità carismatiche, mai rinunciatarie e mai dome, a cui il Trattato è dedicato con particolare riconoscenza. Per venire ai nostri giorni, ho poi seguito, attraverso l’analisi dei disegni di legge presentati dai politici italiani a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso l’evoluzione semantica della stessa parola podologia e, L’intervento del dott. Antonio D’Amico 13 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 XXVIII CONGRESSO NAZIONALE A.I.P. conseguentemente, quella del profilo professionale. Infine si è passati in rassegna la normativa che ha condotto al riconoscimento della professione e alla formazione universitaria. Il secondo obiettivo, di tipo eminentemente professionale, mirava ad illustrare la complessità di una professione libero-professionale, come è in massima parte oggi la podologia. In particolare ho voluto sottolineare, soprattutto per i giovani studenti che si affacciano a questa bellissima professione, che se la competenza clinica è ovviamente la conditio sine qua non su cui fondare la professione, gli altri aspetti che la corredano e la supportano non sono marginali, secondari, ma ugualmente importanti e necessari. E questi aspetti vanno valutati contestualmente, in quanto la carenza di uno si riverbera negativamente sugli altri: una catena per essere tale non può avere anelli deboli. In quest’ottica tutto il Trattato si snoda come una concatenazione di fasi cronologicamente e funzionalmente sequenziali: ho immaginato uno studente o una studentessa nel lungo percorso formativo, dalla consapevolezza della loro scelta fino al loro insediamento in uno studio professionale e alla relativa gestione. Li ho immaginati dapprima curiosi e desiderosi di conoscere, almeno a grandi linee, la storia della professione (Vol I, cap.5), la legislazione che la sostiene (Vol I, cap. 6-7) e l’ordinamento che ne è alla base (Vol I cap. 8). E trattandosi ormai di una professione ormai consolidata è logico attendersi da parte loro un interesse per la deontologia (Vol I cap. 9) e il profilo professionale (Vol I cap. 10), che sarà il faro del loro agire. Li ho visti quindi alle prese con le lezioni e gli esami universitari, che sono stati comunque una conquista non facile e scontata (Vol I cap. 12) e che richiedono anche un corpo docente consapevole e preparato (Vol I cap. 14) e, soprattutto, li ho visti partecipare con entusiasmo ai corsi di aggiornamento nell’ambito dell’ECM (Vol I cap. 13). Dopo gli studi faticosi, giunge poi il momento più difficile, che li proietta nel difficile mondo del lavoro: eccoli alle prese con l’impegno dell’apertura dello studio (Vol II cap. 1), dapprima con tutte le implicazioni normative (Vol II cap. 2), quindi con le problematiche implicite nella scelta delle attrezzature e delle apparecchiature più idonee (Vol II cap. 3) e nell’igiene dell’ambiente e dello strumentario (Vol II cap. 4), nonché nei rischi e nelle emergenze legati alla professione (Vol II cap. 5-6). Tutto ciò naturalmente esige una pianificazione dell’attività professionale (Vol II cap. 7) che è la premessa per realizzare il sogno per cui hanno studiato e fatto sacrifici. Ecco ora sono pronti per accogliere il paziente e relazionarsi con lui (Vol II cap. 8-9) e a sottoporlo finalmente ad una visita podologica (Vol II cap. 10), avendo come timone le linee guida apprese nel corso di studi (Vol II cap. 9-11) che lo aiuteranno anche nella fase del congedo dal paziente. Ma ciò non è sufficiente, in quanto tutte le fasi precedenti devono essere supportate dalla conoscenza degli aspetti gestionali (Vol II cap. 12) e delle incombenze tributarie (Vol II cap. 13). Come si vede, ho cercato di passare in rassegna tutte le sfaccettature dell’attività libero-professionale, non sempre tenute nella giusta considerazione, che sono state spesso affrontate con un linguaggio innovativo o per lo meno in una prospettiva nuova. Il terzo obiettivo l’ho definito di tipo culturale. Un operatore sanitario oggi non può prescindere da una cultura di base sufficientemente articolata. Non può isolarsi, chiudersi nel suo contesto professionale, ma deve poter sviluppare quella sensibilità che gli consenta di relazionarsi con la realtà del paziente e con quella delle altre figure sanitarie. La sanità, inoltre, pone sempre più problematiche che richiedono una conoscenza di tematiche che prescindono da quelle puramente cliniche e che coinvolgono riflessioni di tipo sociale, giuridico, politico e filosofico. Anche nei moderni college statunitensi si va recuperando la cultura umanistica, che viene considerata una base imprescindibile per la formazione dei futuri medici e dei futuri operatori sanitari. Ecco perché ogni capitolo del Trattato è introdotto da una premessa di carattere storico-culturale che vuole collocare lo specifico argomento d’interesse podologico in una prospettiva più ampia, rendendo esplicito il collegamento culturale che lega aspetti apparentemente lontani tra loro. Mi auguro quindi che le nuove generazioni di podologi sappiano acquisire quella sensibilità, che si nutre d’interessi culturali, in grado di proiettarlo verso una professione sempre più articolata e ampia nel suo profilo diagnostico e terapeutico. n Complimenti Antonio! Antonio D’Amico è diventato nonno! E’ nata Miranda, bambina felice di potersi vantare di un nonno così. Tutta la comunità dei podologi si stringe intorno al “giovane” nonno per un grande beneaugurale abbraccio. 14 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina AIP Il futuro della sanità tra deospedalizzazione e medicina del territorio Sandra Salerno Redazione C ome continuare ad offrire elevati standard di assistenza al paziente, pur vivendo in una fase caratterizzata da rigidi vincoli di bilancio, o più spesso da veri e propri piani di rientro? Questa è la nuova sfida che la Sanità italiana sta per affrontare, soprattutto in virtù di un radicale passaggio che si prepara a compiere, ovvero quello dall’attuale gestione regionale, in seguito alla modifica del titolo V della Costituzione, ad una gestione sanitaria nuovamente centralizzata, svolta non solo dal Ministero della Salute, ma anche dal Ministero dell’economia e delle finanze, come supervisore della spesa sanitaria. Un nuovo modello di governance che se da un lato non può e non deve considerarsi un ritorno al passato, dall’altro deve essere vista come “una necessaria azione di coordinamento a livello centrale, più forte e mirata (…), idonea a garantire un’erogazione dei Lea omogenea su tutto il territorio nazionale, in modo da eliminare le differenze regionali e infraregionali attualmente esistenti”. Si procederà quindi ad un maggiore potere centrale, con le specifiche funzioni di programmazione, definizione degli standard, ma anche di controllo e di intervento; alle regioni resterebbe il ruolo di enti erogatori delle prestazioni, con un radicale ridimensionamento del grado di responsabilità decisionale rispetto ad oggi. Stesso discorso varrebbe per i Lea, i cui criteri generali verrebbero ridefiniti a livello centrale, anche alla luce di una maggiore integrazione socio-sanitaria e una più equa definizione e ripartizione dei costi tra sanità e sociale; l’erogazione continuerà a spettare agli organismi regionali; la supervisione, anche in relazione alle specifiche esigenze dovute ai piani di rientro, dovrebbe essere appannaggio del Ministero dell’economia e delle finanze. Questo nuovo assetto organizzativo si affianca ad un altro processo attualmente in atto, quello della deospedalizzazione e parallela territorializzazione delle prestazioni sanitarie. Per spiegare questo cambiamento è importante partire dalla riflessione su come sta cambiando la popolazione in relazione alla salute e all’esigenza di assistenza. Il futuro vedrà una presa in carico sempre maggiore del paziente cronico rispetto a quello acuto, con ingenti carichi di spesa del SSN che rischierebbe di non essere più sostenibile. È necessario quindi fin da ora rivedere l’intero sistema, e attivare nuove forme e strumenti di assistenza sul territorio, evitando da un lato l’attuale fenomeno del sovraffollamento degli ospedali, a causa dell’erogazione di prestazioni di tipo prevalentemente ambulatoriale, e non ad alta complessità, come invece dovrebbe essere; dall’altro prevedendo un’assistenza più rapida, efficiente e vicina alle esigenze del cittadino. Un passo in tal senso è già stato fatto con la creazione delle Case della Salute in differenti regioni italiane, che si pongono come primo filtro sul territorio per dare risposte concrete al cittadino e prendere in carico il paziente prima dell’acutizzazione di una patologia, o nella sua fase cronica. In questi giorni la Regione Lazio ha varato un decreto che dà il via al cosiddetto “Day service”, ovvero l’attivazione di pacchetti ambulatoriali complessi per l’assistenza a pazienti affetti da diverse patologie croniche e/o sistemiche, tra cui la complicanza del piede diabetico. Il pacchetto ambulatoriale complesso (PAC) viene richiesto dal MMG o dallo specialista di riferimento e comporta un iter diagnostico-terapeutico, pianificato 16 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina AIP e coordinato, che si articola e si conclude entro 30 giorni dalla presa in carico del paziente. Si tratta di un progetto in sperimentazione, che coinvolgerà in una prima fase solo le Asl, ma che, se supportato da rilevanti risultati, potrebbe essere esteso ad altri contesti anche al di là della Regione Lazio. Come sempre però, perché il cambiamento a livello sistemico sia efficace, occorre venga affiancato parallelamente da un cambiamento a livello culturale. E il cambiamento culturale deve interessare tanto la popolazione quanto le classi dei professionisti sanitari. E’ necessario da una parte infatti puntare sulla prevenzione, arma fondamentale per ridurre radicalmente l’incidenza di malattie croniche, con notevoli risvolti positivi in termini di costi sia economici che sociali. Diffondere una cultura dell’attenzione alla propria salute, sia attraverso uno stile di vita sano, sia attraverso periodici screening soprattutto per i soggetti a rischio, deve diventare una priorità del SSN ed una precisa responsabilità anche dei professionisti che vi lavorano. A questo proposito l’AIP ha sviluppato in collaborazione con la Bayer un opuscolo informativo sulla salute dei piedi, con un particolare focus sul piede diabetico. Uno strumento pratico e intellegibile che può essere distribuito all’interno dello studio podologico del professionista e che fornisce le corrette indicazioni sia al paziente già diagnosticato, sia ai potenziali soggetti a rischio. D’altra parte è importante migliorare la collaborazione tra differenti professionisti sanitari, non solo durante la fase terapeutica, basti pensare al team diabetologico e a come sia stata riconosciuta l’importanza dell’interazione tra i diversi specialisti e il medico di medicina generale per una corretta presa in carico del paziente. Ma anche durante la prima fase diagnostica, quando cioè il medico di medicina generale, ma anche il farmacista svolgono un ruolo importantissimo nell’accogliere le richieste e i dubbi del paziente e nell’indirizzarlo correttamente verso lo specialista più adeguato e competente in materia. La collaborazione deve essere coltivata sia attraverso strumenti come i protocolli di intesa tra associazioni e ordini di riferimento, sia e soprattutto attraverso una formazione il più possibile interdisciplinare e più in generale attraverso una comunicazione efficace su chi è lo specialista e cosa fa. n 17 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 FORUM E CONVEGNI Messo a punto dall’AIP un documento programmatico sul contributo della podologia nel panorama della Sanità che cambia L’AIP presente agli Stati Generali della Salute Sandra Salerno Redazione R oma accoglie i primi Stati generali della Salute, svoltisi nell’Auditorium Parco della Musica i giorni 8 e il 9 aprile. E’ la prima volta che il mondo della Sanità italiana si riunisce nella sua coralità, e lo fa attraverso l’incontro diretto di tutte le voci che lo compongono, confrontandosi sui temi fondamentali, analizzando le criticità, ma allo stesso tempo riconoscendo i meriti che evidentemente il nostro Sistema Sanitario continua, seppur con grande sforzo, ad avere nel panorama dei sistemi sanitari europei. Innanzitutto perché la scelta della denominazione Stati Generali: con evidente richiamo alla storia francese, vi è la precisa scelta di coinvolgere i soggetti che a vario titolo sono parte della Sanità italiana; non solo quindi i professionisti sanitari attraverso i propri organi di rappresentanza, non solo il mondo istituzionale della Sanità, ma anche le Università, gli enti di ricerca e soprattutto, e per la prima volta, i cittadini come utenti finali del Sistema. Non più quindi una Sanità solo per addetti ai lavori, ma come patrimonio collettivo. Ad ulteriore conferma dell’indirizzo innovativo e democratico dell’iniziativa, la scelta di dare un taglio interattivo, fornendo ai partecipanti la possibilità di intervenire costantemente nel dibattito, di far sentire la propria voce, di dare il proprio contributo con proposte e critiche, grazie alla creazione della piattaforma “Dico la Mia” assimilabile ai più comuni social network. Ad aprire gli Stati Generali con energia e risolutezza ci ha pensato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha rivolto un breve saluto ai partecipanti. Il Ministro ha espresso molto chiaramente e con gran forza le linee guida che la Sanità conta di portare avanti. Innanzitutto l’improrogabile taglio agli sprechi. E’ in- concepibile e immorale continuare a sprecare anche un solo euro, ha tuonato la Lorenzin, soprattutto se tale spreco comporta come conseguenza il non riuscire a garantire a tutti il diritto alla salute e alle giuste cure. E’ necessario riorganizzare l’intero Sistema alla luce delle nuove esigenze di una popolazione che evidentemente è cambiata negli ultimi anni, e la cui età media, anche grazie all’elevato standard qualitativo del nostro sistema sanitario, è di gran lunga aumentata. Ma la riorganizzazione sanitaria non può prescindere dalla definizione di un patto con le Regioni, i soggetti che allo stato attuale sono i principali responsabili della Sanità, dall’ormai lontana modifica del titolo V della Costituzione. La questione regionale è infatti particolarmente annosa, essendo il panorama nazionale variegato e diviso tra regioni virtuose ed eclatanti casi di inefficienza e cattiva amministrazione delle risorse. Un divario tra Nord e Sud che cresce ai danni dei cittadini, costretti sempre più spesso a “migrare” verso altre regioni per ottenere assistenza. Per questo motivo, il Ministro ha annunciato la stesura di un Patto per la salute tra Stato e Regioni, ovvero un documento programmatico attraverso il quale migliorare la qualità dei servizi, promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e garantire l’unitarietà del sistema. Dal 2011 ad oggi molte regioni hanno portato avanti un percorso di riduzione degli sprechi, seguendo un piano di rientro economico finalizzato all’efficienza, che però non deve tracimare nei tagli insensati all’assistenza al paziente. In quest’ambito si inserisce anche l’aggiornamento del Livelli essenziali di assistenza (LEA), elaborati 12 anni fa e ormai anacronistici, che necessitano, ha sostenuto il Ministro Lorenzin, di un adeguamento alle nuove esigenze. Rendere efficiente il nostro SSN non significa solo 20 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina FORUM E CONVEGNI operare sui costi ed evitare gli sprechi. Significa anche valorizzarne i punti di forza. Innanzitutto la ricerca scientifica e i ricercatori italiani, il cui livello altissimo dovrebbe essere promosso per attirare nuovi investimenti in progetti di ricerca, sia da parte di soggetti italiani che stranieri. Ma significa anche puntare sulla comunicazione e sull’importanza della prevenzione come elemento fondamentale in primo luogo per migliorare la salute dei cittadini. Diffondere una cultura della prevenzione, rieducare ad una migliore qualità della vita che parte dall’alimentazione (anche in vista dell’Expo 2015, appunto focalizzato sull’alimentazione) e da uno stile di vita sano, è determinante per combattere le malattie croniche, anche in un’ottica di risparmio sui costi sanitari, specie se si tiene conto del fatto che l’assistenza ai pazienti cronici costituisce indiscutibilmente la più ampia fetta di spesa del nostro SSN. Perché il cambiamento sia reale e sostenibile occorre però progettualità. E occorre che la progettualità parta dalla relazione sinergica tra i diversi attori che lavorano all’interno del sistema. E’ necessario ad esempio che si determini una relazione biunivoca tra formazione e assistenza, per definire in maniera corretta quale è il fabbisogno di professionisti sanitari e in quali ambiti il loro intervento è più necessario. Occorre inoltre rivedere il concetto stesso di formazione, a partire da quella universitaria, attraverso un adeguamento agli standard europei nell’ottica del libero scambio dei professionisti sanitari, senza tralasciare quella orientata all’aggiornamento professionale. In questo il Programma Nazionale per la Formazione Continua in Medicina sta lavorando nell’ottica di orientare la formazione affinché sia realmente concreta ai fini dello sviluppo professionale, e rispetti i criteri di trasparenza, coerenza e qualità. L’aggiornamento professionale non dovrà più essere sentito come un onere, ma come parte integrante dell’attività del professionista. Infine occorre ripensare il sistema in un’ottica di investimento tecnologico. La tecnologia informatica può infatti rappresentare una risorsa di grande portata, in Le massime autorità presenti al convegno L’intervento del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin Il saluto del Presidente del Consiglio Matteo Renzi 21 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 FORUM E CONVEGNI primo luogo perché investire nella creazione di una banca dati comune permetterebbe la condivisione e il confronto in tempo reale di una consistente mole di informazioni, in secondo luogo perché porterebbe ad un notevole risparmio in termini economici in un lasso di tempo molto breve. Anche in questo frangente occorre affrontare il problema prima di tutto da un punto di vista culturale, considerando il fatto che richiede l’applicazione di un nuovo metodo di organizzazione del lavoro e di approccio ad esso. La tecnologia attualmente in uso, infatti, manca sia di integrazione orizzontale (mancanza di integrazione ad esempio tra l’anagrafica dei cittadini e quella dei pazienti) sia integrazione verticale (ovvero i diversi sistemi informatici non “parlano” tra loro). E’ necessario dunque portare avanti diversi percorsi su diversi fronti, con convinzione e tenacia, orgogliosi dei risultati finora raggiunti, e con il preciso obiettivo di rendere il nostro SSN efficiente, autosostenibile e come tale sempre in grado di garantire il diritto alla salute a tutti, magari rivedendo i criteri dell’universalismo selettivo (il “chi può paga”), senza però cadere nella trappola del sistema assicurativo. Anche l’AIP ha portato il suo contributo all’iniziativa, mettendo a punto per l’occasione un documento programmatico, che mette in luce l’impegno volto alla valorizzazione della professione e al ruolo attivo ed efficace che il podologo può avere nella Sanità. E’ proprio in questa delicata fase di cambiamento che la Sanità sta affrontando, infatti, che diventa essenziale porsi come parte attiva del cambiamento, non solo evitando di restare indietro rispetto alle novità, ma anticipandole, seguendo un’ottica lungimirante che parte dalla consapevolezza delle potenzialità della propria professione ma che non può prescindere dall’osservazione di quei Paesi dove alcuni risultati di efficienza e qualità delle prestazioni sanitarie sono già stati raggiunti. n Addio a Elio Guzzanti IL 2 MAGGIO, A 93 ANNI, IL “PADRE NOBILE DELLA SANITA’”, COME E’ STATO DEFINITO, CI HA LASCIATO. “Ora che non c’è più, non sarà facile trovare chi sappia parlare con tanta correttezza e aderenza alla realtà della Sanità Italiana” ha detto il Presidente Montesi nell’apprendere la notizia della morte di Elio Guzzanti. “ Era un amico” ha aggiunto Montesi “che non ha mai scordato la Podologia nei tanti anni di attività a favore della gente che soffre. Fra l’altro il primo Corso di Podologia, organizzato dalla Regione Lazio nel 1974, si è tenuto presso l’ Ospedale San Camillo, quando Elio Guzzanti ne era il Direttore”. Figura importante della Sanità italiana, è stato Ministro della Sanità nel Governo Dini, direttore degli Ospedali Santo Spirito, San Camillo e Policlinico Umberto Primo. Più volte componente del Consiglio Superiore di Sanità; Direttore dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali ed infine, nel 2009, Commissario per la Sanità del Lazio. Le Sue intuizioni, soprattutto in materia di cure primarie, hanno lasciato un segno indelebile. Ma Guzzanti non è stato solo uno degli interpreti più significativi della Sanità Italiana, ma anche un indimenticabile esempio di praticità ed intelligenza, di etica, di coerenza e soprattutto di semplicità e umanità in ogni Suo atto o decisione. E’ grandissimo il patrimonio che ci rimane. Una diversa impostazione del sistema ospedaliero italiano, a cominciare dalla grande riforma del 1978 quando nacque il Servizio Sanitario Nazionale. La ristrutturazione degli ospedali con la riforma da Reparti a Dipartimenti, la creazione dei Day Hospital per uscire dalla logica antieconomica dei ricoveri, sono da ascrivere alle Sue realizzazione. “Se ne va un raro esempio di grande uomo” ha detto Montesi in una pausa del XXVIII Congresso Nazionale, la cui seconda giornata era in corso quando si è diffusa la triste notizia. ADDIO, ELIO GUZZANTI. B. L. 22 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina AIP I rapporti istituzionali dell’Associazione: l’AIP alla presentazione dell’ultimo numero de L’Arco di Giano e Sandra Salerno l’incontro con il Ministro Lorenzin Redazione E ’ stato presentato in questi giorni il primo numero del 2014 de L’Arco di Giano, la rivista dedicata all’approfondimento dei temi più importanti del panorama della Sanità. Questo numero, intitolato “Tecnologia in sanità: innovazione e sviluppo”, è allo stesso tempo un excursus su come la tecnologia abbia cambiato il mondo della Sanità, e un’analisi su quali prospettive future l’innovazione tecnologica possa garantire, da una migliore condivisione dei dati sanitari, ad una più efficace presa in carico del paziente, attraverso apparecchiature sempre più precise e sempre meno invasive. Ma la tecnologia può costituire una risorsa anche nel processo di efficientamento del SSN, rendendolo più razionale nell’utilizzo delle risorse a disposizione, e più autosostenibile. Purtroppo negli ultimi anni la crisi economica ha portato ad una forte contrazione degli investimenti in ricerca e tecnologia, rendendo il sistema non più competitivo. E’ necessario invertire da subito questa tendenza, per rendere il nostro Paese competitivo, e l’Italia ha le risorse tecnologiche e umane per poterlo fare, ma soprattutto per continuare a garantire una elevata qualità di assistenza al paziente. Il volume è stato introdotto da Mariapia Garavaglia, ed è stata per l’AIP l’occasione di essere presente ad un importante contesto di condivisione e dibattito su quale futuro attende il SSN e su come l’aggiornamento continuo e la tecnologia quale strumento di interazione tra professionisti determini una migliore presa in carico del paziente e una sua maggior tutela. La rivista ad uscita trimestrale rappresenta un valido strumento di aggiornamento e approfondimento per ogni professionista sulle nuove linee di sviluppo della Sanità, data la scelta di un indirizzo pluralista e non troppo orientato all’eccessivo tecnicismo di cui il dibattito sanitario è spesso vittima. Di grande rilevanza è stato inoltre l’incontro tra il Presidente Montesi e il Ministro Beatrice Lorenzin, tenutosi il 15 maggio presso la sede del Ministero della Salute, durante il quale è avvenuta la consegna del primo esemplare stampato del Trattato di Podologia. Il Presidente ha messo in luce come l’opera costituisca il primo lavoro completo sulla Podologia, non soltanto da un punto di vista scientifico, ma anche storico, normativo, deontologico e metodologico, e come si raccomandi come testo imprescindibile tanto per la formazione degli studenti, quanto come opera di consultazione per i professionisti giovani e meno giovani, grazie all’ attenzione riservata ad aree come la disciplina normativa e tributaria; ma come costituisca un valido strumento di approfondimento anche per le cariche istituzionali, soprattutto in vista delle prossime scadenze legate al riordino delle professioni sanitarie e all’aggiornamento dei profili. Il Ministro ha espresso un sincero ringraziamento per il dono, e ha assicurato di tenerne conto in questa delicata fase di indagine che il Ministero sta portando avanti sullo stato dell’arte della Sanità italiana, in vista di una più efficiente e proficua riorganizzazione del sistema, anche in virtù delle potenzialità e peculiarità di ciascuna professione sanitaria. n Il tavolo di presidenza alla presentazione de “L’Arco di Giano” 23 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 UNIVERSITÀ Aprile 2014. Sono quattro i neo laureati in podologia Rocco Menechella Coordinatore Editoriale A.I.P. H a avuto luogo lo scorso 29 aprile 2014 la sessione straordinaria delle lauree in Podologia della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza”. Un ridotto ma qualificato numero di neo dottori e dottoresse in Podologia che sapranno sicuramente portare un ulteriore impulso alla professione. Hanno dimostrato nel corso del proprio percorso di studio una forte preparazione sia sotto l’aspetto scientifico che pratico. Non a caso si sono registrati diversi voti alti, tra i quali alcuni comprensivi della lode della commissione esaminatrice. Le più vive felicitazioni vanno quindi rivolte a chi si accinge a svolgere la professione, forte di un percorso formativo in cui non è mai mancato l’apporto dei professori durante lezioni di grande spessore, ma soprattutto di un tirocinio pratico svolto direttamente sul paziente ed altamente professionalizzante. Vediamo allora, oltre ai nomi dei laureati, le tesi che hanno discusso (naturalmente in stretto ordine alfabetico). Fiore Alessio: Valutazione dell’efficacia di un trattamento podologico combinato nell’impegno artropatico nelle connettiviti tipo les Muti Graziana: Dermopatie del piede in età pediatrica. Il ruolo del podologo Spinelli Giulia: Il ruolo del podologo nell'assistenza al paziente diabetico Tizzanino Antonio: Onicocriptosi e fenolizzazione I neo laureati con la commissione d’esame All’americano Patrick Deheer il Premio Umanitario 2014 della FIP Il 10 Maggio 2014 è stato assegnato il Premio Umanitario FIP al Dott. Patrick Deheer, che vive ed esercita a Franklin, Indiana (USA), da 23 anni. Patrick ha ricevuto il premio di quest’anno per la completezza del programma di cura del piede diabetico all’ Hospital Bernard Mevs Medishare in Port-au-Prince, Haiti. Patrick è il direttore del programma di cura del piede diabetico che ha il compito di mettere in atto un programma completo che includa il trattamento delle ulcere diabetiche, il trattamento chirurgico del piede diabetico, la prassi di cura quotidiana del piede, l’esame del piede e classificazione del rischio, e un programma di cura del piede mediante ortesi. L’ obiettivo ultimo di questo programma è la riduzione dell’alto tasso di amputazioni ad Haiti, riducendo in tal modo il conseguente alto tasso di mortalità e di morbidità. Si tratta di un programma haitiano per la popolazione haitiana, messo in atto da haitiani con l’aiuto di quanti tra noi hanno scelto di partecipare mettendo a disposizione la propria conoscenza ed esperienza. Quando la clinica sarà interamente completata, ci si espanderà in tutto il paese, pur restando il presidio originario il punto di riferimento per Il dott. Patrick Deheer, vincitore del gli ambulatori regionali e locali. Premio Umanitario 2014 della FIP 24 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina UNIVERSITÀ Il Corso di Laurea di Podologia della Sapienza attiva la collaborazione con l’Università de La Coruña nell’ambito del progetto ERASMUS Marco Cavallini Presidente CdL in Podologia, Università Sapienza, Roma I n occasione della prossima partenza di nostri studenti per un periodo ERASMUS presso il Corso di Laurea di Podologia dell’Università La Coruña, abbiamo organizzato una visita nell’ambito delle relazioni ufficiali di teaching staff exchange per incontrare i responsabili Campus didattico: esercitazione di una studentessa di escarificazione con bisturi fatta su un materiale di plastica morbida applicata su una superficie di gesso Ingresso della sede didattica del Corso di laurea di podologia della Università La Coruña regione è il gallego, uno spagnolo con influenze portoghesi, ma presso l’Università viene comunemente utilizzato lo spagnolo castigliano più vicino alla lingua italiana. L’Università pubblica de La Coruña nasce nel 1990 ed è strutturata in due campus principali: quello della Coruña e quello di Ferrol, una struttura, quest’ultima, situata a circa 60 Km dalla prima. Nel campus Ferrol, dal 2000, è attiva la Scuola Universitaria di Infermieristica e di Podologia con un ordine di studi programmato su 4 anni. Al primo anno del Corso di podologia vengono iscritti circa 40 studenti provenienti soprattutto dalle regioni nord della Spagna. La struttura didattica/amministrativa si trova nel Campus de Esterio Esercitazione con due studenti per il prelievo di materiale di unghia per esame colturale del Corso e visitare le strutture didattiche e cliniche. La Coruña è una città di circa 250.000 abitanti situata nella regione della Galizia a Nord-Ovest della Spagna subito sopra il Portogallo. La lingua principale della Campus didattico: aula di informatica con numerose postazioni con computer 26 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina UNIVERSITÀ Campus didattico: aula magna per esami di profitto e l’esame di fine Corso Campus didattico: un’aula per le esercitazioni un laboratorio per il confezionamento delle ortesi, una stanza con pedana baropodometrica e telecamera per la valutazione clinica, posturologica e del passo, una stanza riunioni con collegamento audio/video a circuito chiuso con la sala operatoria, 2 sale operatorie di cui una con apparecchiatura radiologica con fluoroscopio e stanza di sterilizzazione ed altre stanze utili per tutte le attività cliniche svolte. L’attività chirurgica si basa principalmente sul trattamento invasivo delle patologie ungueali, delle esostosi e delle dita. Si tratta in definitiva di una struttura compatta ma ben funzionante ed in tutto autonoma con annessa sala di accoglienza ed attesa per i pazienti e stanze per l’amministrazione. La parte didattica viene svolta presso la struttura del Campus Esterio ed è ospitata in un edificio separato dove, oltre agli uffici universitari ed amministrativi, si trovano diverse ampie aule per la didattica, un’aula di oltre 150 posti per convegni, due aule laboratorio, una sala informatica dotata di numerose postazioni con computer ed un’aula magna dove vengono svolti esami di profitto e l’esame finale di laurea. Proprio nell’aula convegni ho avuto la possibilità di incontrare gli studenti e di presentare una relazione sulla gestione delle lesioni cutanee croniche che è stata seguita da un’ampia ed Campus didattico: aula di laboratorio per esercitazioni con i gessi situato nel centro della città mentre più in periferia, nell’ambito delle strutture dell’Ospedale Universitario, viene svolta l’attività clinica presso la Clinica Universitaria di Podologia. In entrambi i casi le strutture sono ampie, moderne, ben strutturate e funzionali. L’attività clinica si svolge presso l’ambulatorio che si sviluppa lungo due corridoi principali dai quali si accede alle stanze di visita con 4 riuniti podologici, muniti di tutti i sistemi di areazione ed apparecchiature professionali, Clinica Universitaria di Podologia: ingresso agli ambulatori. Con il Prof. Cavallini, presidente del Corso di Laurea di Podologia di Roma Sapienza/Sant’Andrea, il Dott Pedro Gil Manso, responsabile del Corso di laurea di Podologia della Università La Coruña, la Drssa Julia Maria Janeiro Arocas docente e coordinatrice delle attività didattiche, la Drssa Beatriz Braña coordinatrice delle attività cliniche 27 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 UNIVERSITÀ Clinica Universitaria di Podologia: uno dei quattro riuniti attivi presso la clinica Clinica Universitaria di Podologia: pedana per le impronte Clinica Universitaria di Podologia: Ambulatroio con pedana baropodometrica ed apparecchiatura per lo studio del passo e della postura Clinica Universitaria di Podologia: laboratorio per la costruzione di plantari ed ortesi interessante discussione con gli studenti stessi e con il corpo docente presente. Il Corso di laurea è organizzato con attività didattiche e cliniche che vengono svolte principalmente nei mesi tra Settembre e Dicembre e tra Febbraio e Maggio essendo i mesi di Gennaio e fine Maggio dedicati agli esami di profitto, con il mese di Giugno dedicato ai recuperi. Nel mese di Agosto la struttura è chiusa. La professionalità, la qualità dell’accoglienza e l’attenzione verso visitatori e studenti stranieri sono stati sicuramente di primo ordine. I responsabili del corso, essi stessi docenti, hanno contribuito alla crescita e sviluppo della struttura fin dagli inizi e sono il direttore podologo Pedro Gil Manso e la Drssa Julia Maria Janeiro Arocas. Altre figure non meno importanti la responsabile decano della Facoltà la Drssa Nuria Esther Varela Feal , la coordinatrice dell’attività ERASMUS Sig.ra Ana Pérez Ramos e la caposala coordinatrice dell’attività clinica la Drssa Beatriz Braña. L’ordinamento didattico ed altre utili informazioni possono essere ottenute visitando il sito web del Corso di Laurea all’indirizzo http://www.enfermeriaypodologia. com/. In conclusione si è trattato di una esperienza assolutamente positiva e sono certo che i nostri studenti potranno ottenere con un periodo di studio presso queste strutture un innegabile arricchimento professionale, aggiungere un valore importante al proprio curriculum e fare più in generale un’esperienza di vita che li fare crescere e maturare anche come persone inserite nel più ampio contesto europeo. n 28 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina UNIVERSITÀ Erasmus: un’opportunità di crescita unica Graziana Muti Antonio Tizzanino Studenti III anno CdL in Podologia, Università “Sapienza”, Roma Q uando ci dicevano che l’Erasmus ci avrebbe cambiati, non gli credevamo. Quando ci dicevano che la podologia in Spagna era un altro mondo, li consideravamo esagerati. In realtà, sono due grandi verità. Al momento dell’arrivo nulla è stato semplice, né nell’ambito della vita in generale a causa delle difficoltà con l’idioma, né in ambito strettamente universitario e podologico. A Madrid siamo stati accolti nell’Università Alfonso X el Sabio, che gode di una clinica podologica all’avanguardia a completa disposizione di studenti e professori. Al suo interno ci sono vari riuniti podologici, una sala per esami diagnostici (Rx, Ecografia ecc), una sala adibita all’esame del passo e alla biomeccanica di tutto l’arto inferiore, un’altra con lettini e tutto il necessario per praticare bendaggi o manovre osteopatiche a livello podalico e un grande laboratorio per la realizzazione di ortesi plantari. Gli studenti possono trattare in diversa misura, a seconda del livello di studio, il paziente (sempre sotto la sorveglianza dei tutor). Questa, chiaramente, è stata per noi un’occasione imperdibile per acquisire destrezza con gli strumenti, abilità nella lavorazione del silicone, capacità di utilizzare tecniche lavorative molto differenti da quelle italiane sia per quanto riguarda il trattamento podologico in senso stretto, sia per quanto riguarda quello ortesico. Fortunatamente, abbiamo avuto anche la possibilità di entrare in sala operatoria, di assistere alla sua preparazione e all’intervento chirurgico. Non si possono nascondere, purtroppo, le differenze tra la podologia in Spagna e quella in Italia. Il podologo in Spagna è davvero il punto di riferimento per qualsiasi tipo di problematica del piede. Il piede diabetico, per esempio, è di competenza quasi esclusiva del podologo. Anche nell’ambito sportivo, ha un ruolo primario nella prevenzione e cura di affezioni di natura traumatica. Il discorso non cambia se ci riferiamo a patologie ungueali e Gli studenti della “Sapienza” con il Prof. Josè Luis Moreno De La Fuente possibili trattamenti (conservativi,chirurgici, farmacologici ecc). Aggiungiamo tutte le terapie alternative come oligoterapia, omeopatia, fitoterapia riflessologia e osteopatia. Inoltre, come già si può evincere da ciò che abbiamo detto prima, il podologo - in possesso di master in chirurgiaè un chirurgo, quindi in collaborazione con anestesista e infermieri può effettuare interventi chirurgici sul piede (che siano interventi in ambito sportivo, biomeccanico, di correzione di deformità ecc) qualora chiaramente tutte le altre terapie illustrate prima avessero fallito o comunque non fossero state sufficienti. Siamo certi che anche in Italia riusciremo a raggiungere questi traguardi grazie all’impegno e alla dedizione che ogni giorno l’ A.I.P. , il suo Presidente Mauro Montesi e i suoi professionisti dedicano a questa professione, affinché venga riconosciuta e avvalorata come merita. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno permesso di vivere questa esperienza indimenticabile, fantastica e che consigliamo a tutti coloro che ne hanno la possibilità. n 29 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 L’ANGOLO DERMO-PODOLOGICO Guglielmo Pranteda Giulia Pranteda Professore Aggregato, Ricercatore Medico Chirurgo in formazione Università “La Sapienza” specialistica Scuola SpecializzaAz. Osp. Sant’Andrea zione in Dermatologia Università “La Sapienza” Roma I” Mauro Montesi Podologo, Docente e Coordinatore del Cdl In Podologia Università Sapienza di Roma e Presidente dell’Associazione Italiana Podologi Marta Muscianese Graziana Muti Dott.ssa in Podologia Giulia Spinelli Dott.ssa in Podologia Medico Chirurgo I Dermopatie del piede in età pediatrica l piede del soggetto pediatrico presenta delle peculiarità rispetto a quello dell'adulto: la cute differisce sia dal punto di vista morfologico che funzionale. L'area dei cheratinociti è inferiore nel bambino e gli spessori degli strati epidermici sono ridotti di circa il 23% rispetto a quelli di un soggetto adulto. Differenze sostanziali sono apprezzabili sia nel contenuto e ricambio dell'acqua che dei lipidi: infatti il natural moisturizing factor (NMF) è presente in quantità minore nel bambino, dando così una spiegazione alla naturale tendenza del'infante alla secchezza cutanea. La funzione melano-produttrice è assai scarsa alla nascita e la funzione di barriera è ridotta probabilmente per un'immaturità della struttura cornea di superficie. Nel bambino il piede è la sede elettiva della manifestazione clinica di molte dermopatie, sia congenite che acquisite. Tra le congenite, ricordiamo le Epidermolisi Bollose (EB), dove le proteine alterate comportano una diminuita adesione dermo-epidermica con conseguente formazione delle lesioni bollose dopo traumi di varia entità. L’EB semplice è la più comune e la più rilevante da un punto di vista podologico. Essa è caratterizzata da bolle che si sviluppano nella sede di traumi meccanici e che guariscono spontaneamente senza esiti cicatriziali. Il trattamento delle epidermolisi bollose semplici è volto ad evitare la formazione delle bolle cercando di ridurre il più possibile eccessivi stress meccanici sulla cute. Il trattamento farmacologico non è risolutivo e consiste nell’evitare una sovrainfezione delle lesioni bollose. Il podologo può dunque realizzare ortesi di scarico delle zone maggiormente sottoposte a stress e rivestirle con materiali dallo shore molto basso, inoltre può consigliare l’utilizzo di calzature che non abbiano punti particolari di frizione e pressione tra tomaia e cute. Le Ittiosi sono un gruppo di patologie genetiche ben de- finite, clinicamente caratterizzate da una forte tendenza alla desquamazione cutanea generalizzata.. Nel neonato affetto, è possibile riscontrare il quadro del cosiddetto “collodion baby” dove la cute è totalmente avvolta da una membrana colloidale (Fig. 1a). In una fase successiva questa membrana lascerà il posto ad una desqua- Fig 1: a) Collodion baby b) Ittiosi congenita. Tratte da G. Carlo Pranteda, Patologie cutanee del piede Edizioni mediche scientifiche internazionali Roma 2010. 30 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina L’ANGOLO DERMO-PODOLOGICO Fig. 2a : Neurofibroma. Pianta piede Fig 2b: piccole chiazze caffè-latte mazione diffusa (Fig. 1b). Il trattamento delle ittiosi deve essere commisurato all’intensità delle manifestazioni. Nelle forme lievi o moderate (ittiosi volgari o X-linked) il trattamento emolliente è un importante presidio da utilizzare almeno due volte al giorno. Anche le Facomatosi possono avere manifestazioni cutanee a livello podalico. Si noti in Fig. 2 la presenza di un neurofibroma (Fig. 2a), segno della neurofibromatosi assieme alle chiazze caffè-latte (Fig. 2b), patologia genetica in cui il podologo ha un ruolo di sentinella ma di cui il trattamento è prettamente medico. Le Cheratodermie palmo plantari rappresentano un gruppo di patologie causate da anomalie di cheratinizzazione e che quindi hanno come sintomo patognomonico un ispessimento notevole dello strato corneo nelle regioni palmo-plantari (in rari casi è stato descritto in altre sedi), sia uniforme che diffuso ad “isolotti”. Queste affezioni di tipo ereditario-congenito sembrano essere legate, in alcuni casi, ad un errore su base genetica del metabolismo lipidico (deficit steroideo-solfatasi), specie nella forma legata al sesso. Le cheratodermie palmo plantari però possono anche essere secondarie ad altre patologie come ad esempio la psoriasi. Il trattamento è sintomatico e il podologo può consigliare l’uso di creme che contengano principi attivi cheratolitici come urea o acido salicilico associato ad emollienti. L’escissione ipercheratosica a livello della regione plantare da sollievo al paziente. Inoltre, le ortesi plantari sono di notevole aiuto per una corretta deambulazione. Anche malformazioni ossee congenite possono provocare lesioni cutanee a livello del piede. Si veda per esempio il caso illustrato in Fig.3 che descrive un III dito sottoaddotto. Questa deformità avrebbe provocato la comparsa di ipercheratosi. Il podologo in questi casi può prevenire le manifestazioni cutanee grazie all’ortoplastia che, se effettuata prima che il piede del bambino si strutturi, è correttiva. Il bambino è soggetto di frequente anche a dermopatie cutanee acquisite in seguito a infezioni di vario tipo e soprattutto a infezioni da microorganismi come miceti, batteri o virus. Nel trattamento delle micosi, cutanee e ungueali, il podologo deve consigliare al paziente un esame microscopico e colturale, per verificare o meno la presenza dell’agente patogeno. Inoltre può consigliare l’applicazione topica di un antimicotico. La Cheratolisi punctata/solcata è una patologia con diverse espressioni cliniche dovuta all’infezione di un Corynebacterium keratolyticum. Nella Fig. 4 è ben evidente l’aspetto solcato di tale patologia che viene curata con un trattamento antibiotico locale con eritromicina. Molto frequentemente tali patologie arrivano in prima istanza all’attenzione del podologo, essendo localizzate prevalentemente nelle zone di appoggio. Per evitare recidive, è utile consigliare ortesi plantari rivestite con 31 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 L’ANGOLO DERMO-PODOLOGICO n materiali traspiranti e batteriostatici. Le verruche, causate dal virus HPV (Human Papilloma Virus) colpiscono più frequentemente i bambini e i giovani adulti. Il contagio spesso avviene in seguito a frequentazione di ambienti promiscui e a causa di basse difese immunitarie del soggetto affetto. L’aspetto clinico caratteristico è la scomparsa, a livello della lesione papulosa, dei dermatoglifi. Istologicamente si riscontra iperplasia dello strato corneo e scomparsa dello strato lucido (qualora la verruca fosse presente in zona palmo-plantare), e neoangiogenesi nel tessuto verrucoso. Il trattamento podologico delle verruche si basa principalmente sull’applicazione di un composto chimico, l’acido nitrico fumante (HNO3) , mentre altri trattamenti Fig 4: Cheratolisi Punctata/solcata Fig. 3 III dito sottoaddotto. Per gentile concessione dell’Istituto Podologico Italiano (crioterapia, cauterizzazione ecc.) sono di pertinenza medica. Il ruolo di sentinella sul territorio, da parte del podologo, si esplicita in numerosissime altre patologie, come per esempio nelle malattie “mani piedi bocca” o “Giannotti - Crosti”, nelle facomatosi (neurofibromatosi, sclerosi tuberosa), nelle acro pustolosi e in tutte quelle patologie su base genetica ma che si esprimono solo secondariamente alla sovrapposizione di altri fattori (psoriasi, dermatiti, vitiligine). Riteniamo che la conoscenza di questi argomenti sia di notevole importanza onde evitare che patologie dermatologiche che insorgono in età pediatrica possano persistere o aggravarsi negli anni senza un’adeguata prevenzione e/o trattamento. n 32 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina MEDICINA Ferruccio Montesi Attenzione al piede reumatoide I n data 15/05/2014 la paziente D.M, di 43 anni, si reca presso lo Studio Podologico del Prof. Ferruccio Montesi a seguito di un dolore riferito a livello della regione plantare avampodalica del piede destro. La paziente porta con sè la prescrizione medica specialistica per la realizzazione di un’ortesi plantare biomeccanica, similare a quella già indossata negli ultimi anni, con indicazione di accompagno della volta longitudinale e scarico della colonna metatarsale centrale per mezzo di una goccia retrocapitata. Si procede con la visita podologica e il relativo esame obiettivo clinico e strumentale. Attraverso la raccolta dei dati anamnestici si viene a conoscenza che la paziente risulta essere affetta da artrite reumatoide dall’età di 14 anni, riferendo dolore ai gomiti e alle ginocchia bilateralmente, e alle mani due anni dopo. Dal momento della diagnosi medica ricevuta, la paziente segue terapia cortisonica con scarsi risultati. Nel 2011 inizia una terapia basata sulla somministrazione di farmaci biologici DMARTS con risultati evidenti già dopo la prima settimana; ma dopo un mese accusa un dolore localizzato sotto la pianta del piede, dapprima solo a riposo, successivamente costante anche nelle ADL, fino a cronicizzare, e richiedere l'intervento di uno specialista. Podologo AIP e Docente CdL in Podologia Università “Sapienza” di Roma Simone Moroni Gianluigi Grasso Studenti II anno Cdl in Podologia, “Sapienza”, Roma Durante l'esame obiettivo, si rileva tumor in corrispondenza delle articolazioni metatarso falangee, rubor, e dolorabilità accentuata alla palpazione, soprattutto della III testa metatarsale e spazi intercapitometatarsali annessi. Procedendo con l'esame strumentale mediante podoscopia si apprezzano ipercarico a livello della terza e quarta testa metatarsale del piede destro e classico piede reumatoide triangolare, confermati dall’esame baropodometrico statico e dinamico. L'intero quadro clinico lascia presupporre la presenza dell'artropatia flogistica cronica sieropositiva, anche in questa sede. A questo punto, come da protocollo presso lo studio, nel rispetto dell’iter diagnostico si è deciso di proseguire la visita con l’esame ultrasonografico per visualizzare lo stato di sofferenza dei tessuti e per progettare e realizzare una più appropriata terapia ortesica plantare. Inaspettatamente, oltre al classico quadro ecografico dell’artrite reumatoide (notevole attività flogistica della membrana sinoviale, distensione capsulare della III articolazione metatarsofalangea, ipoecogeneità estesa all’interno della stessa) si osserva una diffusa discontinuità corticale della terza testa metatarsale compatibile con artropatia degenerativa. Sulla base delle nostre valutazioni, riportate al 33 il PODOLOGO in medicina n.178 aprile/maggio/giugno 2014 MEDICINA medico prescrittore, si consiglia di eseguire esame rx in proiezione latero-laterale ed antero-posteriore, tramite il quale si è avuta conferma di quanto precedentemente riscontrato in ecografia. Riflessioni: Casi clinici di questa particolarità ci permettono di comprendere quanto sia importante non ragionare per algoritmi predefiniti, bensì studiare con professionali- immagine 1: trasversale II, III e IV teste M. immagine 2: longitudinale III testa M. tà ogni singolo paziente nella sua complessità. Ci viene spontaneo riflettere, sui danni che avremmo potuto arrecare al paziente, se fosse stata eseguita l’ortesi come da prescrizione. Infatti, sulla base del rimaneggiamento anatomico immunomediato dell’arcata traversa anteriore, l’applicazione di un’eventuale goccia retrocapitata avrebbe inesorabilmente compromesso la funzionalità della stessa. Dall’altro lato, il nostro approfondimento diagnostico, ci ha permesso di realizzare un’ortesi plantare fedele che confortasse la superficie plantare in ogni suo singolo punto e che alleggerisse le strutture principalmente colpite dal processo artritico tramite scarico selettivo. Non sarebbe stato possibile realizzare tutto ciò senza l’accuratezza nell’iter diagnostico e l’ausilio di ogni mezzo a disposizione che permettesse di visualizzare tempestivamente, in ogni minimo dettaglio, calibro, sede ed estensione dei processi degenerativi capsulo-legamentosi, responsabili della sintomatologia dolorosa. Alla cortese attenzione di colleghi e futuri colleghi. n immagine 3: trasversale comparata piede dx, piede sn 34 n.178 aprile/maggio/giugno 2014 il PODOLOGO in medicina