Pietro Luigi Garavelli
I
CARAVELLO
Storia di una antica Famiglia italiana
CAPITOLO I
Introduzione
II passato storico è sempre a nostra disposizione nel
caso vogliamo farne oggetto di studi: se lo desideriamo non è
difficile condurre ricerche sulle nostre origini.
Come è nato il nostro cognome?
Dove visse anticamente la nostra famiglia?
Quali furono i nostri antenati storicamente rilevanti?
Il cercare di rispondere a questi quesiti può condurre
ad una avventura appassionante poiché nel passato le
famiglie si sono separate per vivere in territori distanti fra
loro e gli stessi cognomi possono aver subito variazioni
connesse al passare del tempo, alle migrazioni, all'ignoranza
dello scrivano o a deliberate escamotages messe in atto per
motivi politici.
Il presente Studio è stato condotto utilizzando una
grande messe di documenti raccolti dagli Archivi di Stato,
da quelli parrocchiali ed universitari e dai volumi storici
dedicati alle antiche Nazioni italiane.
Infine la disponibilità di ulteriore documentazione
raccolta in questi ultimi anni ha comportato una nuova
stesura dell’ Opera dopo le dopo le due precedenti
Monografie del 1998 e 1999 ( 1 ) con il cambiamento ,
inoltre , del titolo e l’aggiunta delle voci bibliografiche ,
stesura ( 2 ) seguita rapidamente da un’altra revisione .
2
CAPITOLO II
Distribuzione geografica
II cognome Caravello si ritrova anche nelle varianti
Caravelli , Garavello e Garavelli .
Nel Medio Evo il casato è rintracciabile
prevalentemente nel veneziano, nell'alessandrino, nel
giovinazzese ed in Sicilia mentre attualmente insieme
alle varianti è diffuso in tutta Italia, ma le varie forme
sono più o meno polarizzate in alcune zone . I
Caravello in 131 comuni sono localizzati in Veneto,
Lombardia e soprattutto in Sicilia . I Caravelli sono
distribuiti più omogeneamente sul territorio nazionale
anche se solo in 78 municipi . I Garavello risiedono in
160 comuni tutti in Veneto, Lombardia e Piemonte
mentre i Garavelli in 188 fra Piemonte, Lombardia ed
Emilia-Romagna ( 1 ) .
3
CAPITOLO III
Etimologia
L'etimo è molto incerto.
Se di origine veneta il cognome Caravello avrebbe
avuto nelle varianti Garavello e Garavelli la sonorizzazione
della velare iniziale fenomeno ( K -> G ) presente ma raro
(1).
In questo caso potrebbe risalire al latino tardo carabum
"granchio" poi "piccolo battello" con riferimento
all'ambiente lacustre od all'attività svolta ( 2 ) oppure alla
“colla caravella” , tipica della carpenteria navale, e quindi
legata alla professione di calafatore addetto alla lavorazione
alla caravella delle barche, che poi si sposterà in Portogallo
nel XII secolo .
Se non veneto, Garavello, potrebbe derivare dalla
radice gar o ger ossia gairu "lancia".
Il significato sarebbe in tal caso, approssimativamente,
"armato di lancia". Poiché i nomi di origine germanica derivati
da gairu non sono facilmente distinguibili da quelli derivati
dalla radice garva "preparato", all'origine di Garavello vi
potrebbe essere anche quest'ultima radice. In tal caso il
significato del cognome sarebbe "pronto (alla guerra)".
In Piemonte il cognome potrebbe richiamare la base
preromana caravos "pietra" da cui la nota garavela
"calcinaccio" con allusione ad un aspetto geomorfologico del
territorio (3 ).
In Puglia il casato deriverebbe dalla famiglia francese
Garau stabilitasi nel XIII secolo a Giovinazzo al seguito degli
angioini ( 4 ) . Tuttavia un suo ramo collaterale assunse il
cognome Vernice nel quale si può riconoscere il nome,
storpiato, della Serenissima Venezia .
4
CAPITOLO IV
Arma
Caravelli (di Giovinazzo):
D'argento, alla croce di rosso, accantonata da quattro
rose dello stesso ( 1 ) .
Caravelli (di Venezia e di Sicilia):
Spaccato d'argento e di nero, al capriolo del primo nel
secondo ( 2 , 3 ) .
Caravello (di Venezia):
D'azzurro, ad un uccello d'argento imbeccato e membrato di rosso ( 2 ) .
Garavelli:
D'argento, al leone di rosso armato di nero, sormontato
nel cantone destro del capo da una stella di rosso, raggiata
di otto ( 4 ) .
Non è documentato se e quale stemma abbiano usato
eventualmente i Garavelli alessandrini, ma questa risulta
l'unica Arma reperita al nome del casato ( 4 ) .
Questi stemmi riportati in copertina sono tratti dal Volume di
Vittorio Gifra “ L’ anagrafe a lunga scadenza “ ( 5 ) .
Nell’ Aula Magna dell’ Università di Padova è presente
l’ arma del 1602 del Patrizio di Corfù e Vicario Benemerito
Niccolò Caravello Germani :
“ Scudo. Troncato da 1 fascia d’oro . I . Rosso : 2
cunei neri moventi dalla troncatura e 1 croce latina d’ oro a
punte patenti col piede confitto in capo . II . Nero : 2 cunei
rossi rovesciati moventi dalla partizione e 1 rosa d’ oro in
punta . Scudetto Azzurro : 1 cigno d’ oro ad ali chiuse “ ( 6 )
Lo stemma è riportato nella tavola allegata .
5
CAPITOLO V
Venezia
La storia della famiglia è ben documentata, essendo
ammessa al Maggior Consiglio a far tempo dal 1297 e
presente in antichi documenti veneziani .
Infatti è già menzionata nell'elenco del
"Chronicon Justinianeum" ( Cronaca Latina di Piero
Giustiniani ) in cui l'originaria provenienza da Jesolo è stata
indicata dall' annotatore . Inoltre la carta del maggio 1187,
che ha il numero 11 nella serie delle pergamene raccolte nel
Codice Marciano 71 della classe XIV dei manoscritti latini,
riporta un Dominicus Caravello ( 1 ) .
Nel 1028 il casato concorse coi Barbarighi
all'edificazione del tempio intitolato ai santi Gervasio,
Protasio e Crisogono ( 2 ) . Si estinse nella città lagunare nella
persona di Luigi il 19 settembre 1567 nonostante due
matrimoni contratti con la figlia di Marco Diedo nel 1544 e
quella di Vicenzo Gritti nel 1549 ( 2 ) .
Il primo personaggio storico riportato è pertanto
Domenico Caravello che nel maggio 1187 sovvenzionò
assieme con altri facoltosi cittadini la Repubblica con 900
lire grosse la spedizione militare contro la ribelle città di
Zarao( 3 ) .
Fra i veneziani inviati a colonizzare l’ isola di Candia nel
1212 è riportato Marin Caravelo ( 4 ) e nel 1232 Sirico,
Filippo e Palmiero Caravello ( 5 ) . A Corfù si segnala
Niccolò Caravello Germani , Patrizio dell’ Isola e Vicario
Benemerito , il cui stemma del 1602 è riportato altrove .
Domenico Caravello fu notaio della Cancelleria
Inferiore dal 1227 al 1248 .
Nel XIV secolo dopo Francesco ( 6 ) , che occupò
6
importanti incarichi militari e fu Podestà a Lesina nel
foggiano, nacque da Luca,
Marino l'esponente più
importante della famiglia ed oggetto di una trattazione a
parte.
Nel 1435 con Leonardo Caravello, Capitano di
Venezia a Padova ed Avogador del Comune, fu sventato un
tentativo di ritorno dei Carraresi nella città patavina nella
persona di Marsilio catturato e decapitato a Venezia il 24
marzo dello stesso anno ( 7 ) .
Il 12 gennaio 1456 Don Marco Caravello, Vescovo
Argolicense e di Napoli in Romania – verosimilmente di
Cittanova in Istria e Nafplion in Grecia - partecipò senza
successo all'elezione per il patriarcato di Grado ( 8 ) .
Nel 1522 si rammenta la vicenda di Marietta, trattata
altrove. Altre donne furono Margherita , figlia di Leonardo
Caravello, già vedova di Francesco Morosini e sposa nel
1444 di Lorenzo Foscarini e la figlia di Matteo Caravelli
poco dopo moglie di Angelo Correr .
I Caravello ebbero un ruolo importante nella vita civile
veneta durante il XIV e il XV secolo.
Infatti Niccolò ( 9 ) prese parte all'elezione dì Andrea
Dandolo a Doge nel 1343 , Marco ( 10 ) o, secondo la
cronaca attribuita a Pietro Giustiniani, Francesco a quella di
Marino Faliero nel 1354 ed infine Luca ( 11 ) a quella di
Andrea Contarini nel 1367.
Podestà e Capitani a Capodistria furono il solito
Marino nel 1403, Mauro nel 1456 e Marco nel 1457
( 12 ) ed a Treviso Leonardo nel 1425 ( 13 ) In questa
città, poi, fu operante nel 1310 l'abate Francesco
Caravello
( 14 ) .
Sempre in ambito religioso infine nel XVI secolo si ricorda
Laura Reverenda Madre di una Congregazione posta nella
contrada di San Trovaso di Venezia.
7
CAPITOLO VI
Italia Centro-Settentrionale
In Lombardia nel 1448 Angelo Caravello fu
Camerario di Bergamo , verosimilmente inviato da Venezia.
Fra i trombetti al servizio di Francesco Sforza dal 1450 in
poi figurava un Garavella da Soncino.
In Romagna a Forlì un tale Pietro Paolo Garavelli
nell'anno 1466 avrebbe ricevuto alcune confidenze dell'
Arcidiacono di Santa Croce Alessandro Numai.
In Piemonte dall'archivio del convento di San Bartolomeo
di Momo nel novarese il 2 dicembre 1329 Pietro, Giacomo
e Zanolo Garavelli vendevano un fondo sito ad Alzate ( 1 ).
Nel canavese riguardo al pagamento dei tributi sono citati
nel 1441 a Locano. Martino Garavello ( 2 ) ed a Noasca
Giovanni Garavello ( 3 ) .
In atti notarili di Savona infine, il 24 dicembre 1259 è
riportato il canonico Guglielmo Caravello ( 4 ) ed il
notaio Lanfranco Caravello ne stipulava il 10 marzo ed il
27 aprile 1297 ( 5 ) .
In Toscana Alessandro del Caravello fu Podestà di Pisa
nel 1250 . Nel medesimo anno i Pisani sconfissero per due volte
i Lucchesi ( 6 ) . Domenico Pellegrino de Garavellis
proveniente da Fano ricoprì la carica di Esecutore degli
Ordinamenti di Giustizia a Firenze dal 21 dicembre 1432 al 21
giugno 1433 ( 7 ) .
8
CAPITOLO VII
Alessandria
La famiglia è presente sia pur saltuariamente dal XIII
secolo.
Come risulta dai Cartari dell'Abbazia di Rivalta Scrivia
il 10 gennaio 1206 Anselmo Garavello comprava insieme ad
Ottone di Pozzolo ed Alberto da Goide da Giovanni di Valenza
del terreno sito in Castelnuovo Scrivia ( 1 ) . Successivamente
il 24 giugno 1228 Don Giovanni Garavelli era presente
nel parlatorio del Castello di San Giovanni di Rivalta Scrivia
ad un atto di permuta relativo a prati giacenti nella
Fraschetta ( 2 ) .
Nello stesso periodo Pietro Gravelli è citato dal Ghilini
fra i membri del Consiglio Generale di Alessandria che si
obbligarono il 9 maggio 1236 alla lega con le città di Cuneo,
Savigliano, Mondovì, Bene e Busca ( 3 ) .
Ciononostante la famiglia non è menzionata dall'Avalle
nella cronologia delle famiglie alessandrine né vi sono più cenni
a questo casato nei secoli immediatamente successivi.
Fra i valenzani poi che giurarono fedeltà al marchese del
Monferrato nel 1347 sono riportati Domenico Gravelli e
Benedetto Cravelli ( 4 ) .
Analogamente al capoluogo la famiglia non è più
ricordata fino al 500 dove compare in atti notarili come
Cravelli ; nel 1592 è riportato, invece, Don
Massimiliano Garavelli parroco di Monte Valenza ( 5 ) .
Nella città di Alessandria il casato riappare
successivamente all'inizio del 1600 ed in seguito come si evince
da numerosi atti legali: in questo periodo i Garavelli
possedevano la dimora in Bergoglio oltre a case, campi e vigne
in Valle San Bartolomeo e dintorni ( 6 ) .
9
Dopo la distruzione del quartiere cittadino nel 1728 per
la costruzione della Cittadella la famiglia si trasferì
definitivamente nel borgo collinare ( 6 ) .
A Bassignana, infine, il casato compare nella seconda
metà del 1600 con due nuclei famigliari rapidamente cresciuti
di numero ( 7 ) .
10
CAPITOLO VIII
Giovinazzo
La famiglia Caravella o de Caravellis originaria della
Francia ove aveva il cognome Garau si stabilì a Giovinazzo nel
1265 al seguito di Carlo I d' Angiò.
Un ramo della medesima assunse poi dal XV secolo il
cognome Vernice ; a conferma che inizialmente si trattava
dello stesso casato in un antico documento sono nominati
alcuni de Caravellis dopo cui si legge "dictus de Vernice".
Dopo essere stata aggregata al patriziato cittadino la famiglia
si distinse in:
Francesco redattore il 16 novembre 1394 dei primi statuti
municipali;
il sacerdote Don Giovanni Antonio;
Nicola mediatore nel 1472 per la delimitazione dei confini con
Bitonto;
Damiano Consigliere della Piazza dei Nobili dal 1484 al 1492 e
Giudice Armale nel 1511, deceduto nel 1520.
Dopo il 600 il casato iniziò la propria decadenza
culminata con l'esclusione del patriziato; i Vernice, invece,
conservarono il rango di nobili fino all'estinzione avvenuta alla
fine del XVIII secolo ( 1 )
11
CAPITOLO IX
Sicilia
Secondo il Savasta la famiglia Caravelli , nobile in
Spagna, Normandia e Venezia , giunse nell’ XI secolo in
Sicilia al seguito del Gran Conte Ruggero I ( 1 ) . Per i
numerosi servigi prestati ricevette le terre di Finalia e di
Bussemi , come da diploma confermato poi da Federico II
nel 1229 e da Pietro II nel 1339.
Successivamente il casato governò la Sicilia cogli
Uffici di Presidente di Giustizia del Regno , Pretore di
Palermo e Straticò di Messina , come è riportato in un
privilegio di Simone Caravelli nel 1216 . Famiglia
Baronale , venne incaricata da Ruggero II di porgere la
corona all’ Arcivescovo Metropolitano di Palermo in
occasione dell’ incoronazione dei Sovrani di Sicilia ( 1 )
come descritto dal domenicano Tommaso Fazello di Sciacca
“ … Fama ducta per manus Panormitanos adhuc tenet
stirpem de Caravellis , quae adhuc Panormi nobilis superest
, Corona Siciliane Reges insignire ex privilegio Rogerii
Regis habuisse , Andreamque Caravellum Rogerium
Regem coronasse … “ ( 2 ) . In realtà il Caravelli che per
primo ebbe tale onore nel 1130 fu Giovanni .
Sul finire del 1500 , infine , furono ammessi fra le fila
della nobiltà senatoria a Palermo ( 3 ) .
Nel frattempo Roberto Caravelli , pronipote di
Simone , si imparentò col casato Perollo , avendo
ricevuto in dote il feudo di Melia , e si stabilì quindi a
Sciacca , come appare in un testamento di Nicolò Peralta
del 7 ottobre 1338 avanti il notaio Alberto Triolo.
Beatrice Caravelli, sposatasi con Matteo di Sclafani ,
Conte di Adornò e Signore di Ciminna , ebbe Aloisia ,
12
erede per testamento sotto la tutela di Manfrada
Chiaramente di Sciacca . In questa Città i Caravelli
ricostruirono nel 1486 la Chiesa di San Antonio Abate ,
essendo nel frattempo divenuta cadente ; inoltre
acquisirono anche le terre di Spoleto e di Pantano, nel
Milazzese . Infine alleati coi Perollo, normanni ,
parteciparono alle lunghe lotte di predominio che
opposero questa famiglia ai Luna , catalani , durante il
XV e XVI secolo ( 1 ) .
Altrove si accenna al casato dei Calvello o Calvelli
che ha molte similitudini coi Caravelli , trattandosi
probabilmente della stessa famiglia , che ha subito
in tempi e luoghi diversi una variazione cognominale .
In effetti già il Mugnos ove tratta della famiglia
Calvelli scrive “ detta corruttamente Caravelli “ ( 4 ) .
Anche il Candida-Gonzaga nella sua opera sulle famiglie
meridionali afferma che la casa Calvello, di origine
germanica , era “ detta corrottamente Caravelli “
(5)
13
CAPITOLO X
Marino, Marietta e Vito
Si ripercorrono le vicende storiche di Marino,
Marietta e Vito gli esponenti più noti del casato.
Caravello Marino ( 1 )
Nacque intorno alla metà del secolo XIV da Luca, e
iniziò presto una brillante carriera politica che lo doveva
portare ai più alti uffici della Repubblica. La circostanza che
nei documenti gli viene spesso attribuito il titolo di "ser" lascia
supporre che avesse conseguito il dottorato, probabilmente in
diritto come si addiceva a una persona del suo rango, ma non
sappiamo quando né dove. Se non si tratta di un suo omonimo,
nel 1388 partecipò alle operazioni militari contro il signore di
Padova Francesco da Carrara il Vecchio, che in quel momento
aveva posto l'assedio a Treviso. Al Caravello era stato affidato
il comando di ventiquattro barche con le quali, a quanto
sembra, doveva risalire il Brenta ("ad aperiendum fluminis
cursum" dice il testo del mandato) per tagliare la strada del
ritorno alle milizie carraresi.
Negli anni successivi gli incarichi affidatigli si
susseguirono con grande rapidità . Infatti il Caravello dal
gennaio al maggio 1391 fu consigliere ducale per essere
eletto poi , l' 11 giugno , ambasciatore in Siria, insieme
con Niccolò Valaresso. Si trattava di raggiungere un accordo
con il sultano, soprattutto a tutela del commercio e dei
mercanti veneziani che operavano nei territori sottoposti
alla sua giurisdizione. Una lunga istruzione del 24 giugno
fissava tutti i punti da discutere e gli ambasciatori lasciarono
Venezia con la cocca di Alessandria, verso la fine dello stesso
mese.
14
Dal 1396 al 1398 il Caravello ricoprì la carica di
castellano di Corone e di Modone, dal 1399 al 1401 quella di
bailo e capitano di Corfù. Nel marzo del 1402 fu nominato
per la prima volta capitano del Golfo, cioè supremo
comandante della flotta veneziana nell'Adriatico, ed esercitò
questo ufficio, di grandissima importanza militare, fino al
dicembre dello stesso anno.
Tornato in patria il 24 marzo del 1403, egli venne eletto
ambasciatore presso il Turco, ma rifiutò l'incarico. Andò
invece nel settembre come podestà a Capodistria, dove
rimase fino all'inizio del 1405, anno in cui gli fu affidata
nuovamente la carica di capitano del Golfo.
In questa veste riuscì a sottomettere al dominio
veneziano i Comuni albanesi di Dulcigno, Antivari e Budua. I
patti di dedizione di questi Comuni furono infatti ratificati dal
doge nel 1406, dopo il ritorno del Caravello a Venezia.
Se il Caravello fino ad allora aveva servito la Repubblica
prevalentemente nei territori di Levante, gli toccò ora una
carica in Terraferma di grande delicatezza politica: fu
nominato infatti, all'inizio del 1406, podestà di Padova, da
pochi mesi passata sotto il dominio veneziano dopo la
sconfitta dei Carraresi. Successe nell'ufficio a Tommaso
Mocenigo, il futuro doge, prima a febbraio come
vicepodestà, poi dal marzo fino alla primavera del 1407 come
podestà. Tornò a Padova ancora una volta nel 1409, questa
risulta dagli atti di alcuni dottorati che si svolgevano alla sua
presenza.
Nel frattempo aveva già partecipato più diretttamente
al governo della Repubblica. Nell'estate del 1407 funse,
insieme con altri illustri suoi concittadini, come
rappresentante del doge e del Comune nelle trattative con
Niccolo d' Este, Francesco Gonzaga e Pandolfo Malatesta
signore di Brescia, conclusesi con la stipula di un'alleanza.
15
Verso la fine dello stesso anno - le istruzioni portano la data
del 20 dicembre - gli fu affidata un'importante missione che
aveva per scopo la composizione del grande scisma della
Chiesa. Insieme con Zaccaria Trevisan si doveva recare
presso Gregorio XII - il veneziano Angelo Correr - e presso
l'antipapa Benedetto XIII per indurii a rinunciare al papato.
Ma se è fuori dubbio che gli ambasciatori si incontrarono con
Gregorio XII a Siena dove allora questi risiedeva (è
conservato infatti il testo di una loro orazione pronunciata in
quest'occasione), non è altrettanto sicuro che essi
continuassero il viaggio fino in Spagna, una volta ricevuto il
rifiuto di Gregorio XII.
Nel dicembre del 1410 fu eletto tra i procuratori di S.
Marco ai quali spettava l'amministrazione dell'immenso
patrimonio della Chiesa di S. Marco. Quest'ufficio, di
grandissimo prestigio ed inferiore di rango solo al dogato, era
conferito a vita.
Negli anni seguenti gli furono affidate altre importanti
missioni diplomatiche. Nel 1411 fu mandato a Roma, insieme
con Antonio Moro. Nel 1415 egli si recò insieme con Francesco
Foscari a Firenze, allo scopo di promuovere una lega contro il
re dei Romani Sigismondo, il quale come re d'Ungheria
rimaneva uno degli avversali più temibili della Repubblica,
nonostante che la tregua di Castellotto del 1413 avesse
interrotto temporaneamente le ostilità. Nel 1417 fu scelto con
Antonio Contarono, Fantino Michiel e Francesco Foscari a far
parte dell'ambasceria che si doveva recare a Costanza per
congratularsi con papa Martino V per la elezione. L'istruzione
del 6 marzo 1418 incaricò gli oratori di dichiarare l'obbedienza
della Repubblica e la sua disponibilità di venire ad un accordo
con Sigismondo.
Savio del Consiglio per molti anni e procuratore del doge
in varie circostanze, non sorprende che il Caravello, alla
16
morte del doge Tommaso Mocenigo il 4 aprile 1423, fosse
considerato uno dei possibili candidati al dogato. Il Mocenigo
stesso l'aveva raccomandato nel suo testamento come
"huomo degno et (che) merita per lo intellecto et bontade
et per le piage". Il Caravello ottenne parecchi voti, ma alla
fine la scelta cadde su Francesco Foscari, suo collega in varie
occasioni. Il Caravello stesso aveva fatto parte del
Consiglio dei quarantuno che aveva il compito di eleggere il
nuovo doge. Dopo questa data non si hanno più notizie
precise. Pare che morisse nel 1427, sicuramente in età molto
avanzata.
Il Caravello fu certamente uno degli uomini politici più
autorevoli della Venezia del suo tempo. Il prestigio di cui
godeva anche fuori della sua patria è testimoniato tra l'altro
da due lettere indirizzategli dalla regina Giovanna II di Napoli.
In una di esse lo pregava di fungere da tramite tra lei e i
duchi d'Austria suoi cognati. Non pare che avesse lasciato
figli. Con tutta probabilità era sua figlia Lucia moglie di
Andrea Foscolo, che fece testamento nel 1406, ma non pare
che sia sopravissuta al padre. Il Caravello aveva
sposato, ma sembra in seconde nozze, Moretta che
peraltro non risulta essere la madre di Lucia.
Caravello Marietta ( 2 )
Moglie del patrizio Veneto Moro, la mattina del 4 marzo
1522 aveva fatto bruttare di pece le porte della case di
Marcantonio Venier, di Andrea Diedo, di Niccolo Tron e di
Antonio Cappello. Il Venier, che aveva subito anche
l'oltraggio di un'aggiunta di un paio di corna, mosse lagnanza
al Consiglio. La Marietta, interrogata, rispose che aveva
agito così per vendicarsi delle spose di quei patrizi, le quali
avevano rifiutato di andare da lei ad una festa in casa di
Marco Grimani. Fu bandita per dieci anni da Venezia.
17
Caravelli Vito ( 3 )
Nacque a Montepeloso, oggi Irsina (Matera), nel 1724.
Ancora giovane, divenne sacerdote e si dedicò allo studio e poi
all'insegnamento della matematica; l'interesse di ricerca e
quello didattico si presentano in lui strettamente associati, in
quanto egli dedicò il meglio delle sue energie a semplificare e
chiarire i procedimenti dimostrativi e la forma di
presentazione degli argomenti matematici, con l'intento
esplicito di fornire in un gruppo di opere una trattazione
globale del pensiero matematico classico e moderno. Questo
suo intento cominciò a realizzarsi a partire dal 1750, quando
pubblicò a Napoli gli Euclidis elemento, quìnque postrema
solidorum scientiam continentia, quibus velut elementum aliud
adiectus est F. Flussatis liber de solidorum regularium
cuiuslibet intra quodlibet camparatione.
Ponendosi nel solco della tradizione esegetica euclidea
l'opera tenta di fornire una trattazione più breve, ed insieme
più sistematica e intrinsecamente certa, della geometria
solida. Vengono considerati i libri XI-XV degli Elementi del
geometra alessandrino, ristrutturandoli con l'aggiunta di
alcune proposizioni di Cristoforo Clavio e di un ulteriore libro di
Francesco Flussate sul confronto tra solidi.
In seguito il Caravelli proseguì regolarmente nel suo
lavoro, pubblicando nel 1751 e 1752, sempre a Napoli, gli
Archimedis theoremata de circuii dimensione, sphoera et
cylindro, aucta ac faciliori methodo demonstrata, quibus
accedunt theoremata Architectis perutilia de novis solidis
sphoeroidalibus, egli Elementa matheseos. Tomus primus qui
Geometriam planarti, seu priores sex libros Euclidis breviter
demonstratos complectitur; quest'ultimo libro mira a
perfezionare l'esposizione euclidea già avviata con la prima
opera.
18
I tre lavori ebbero favorevole accoglienza e una certa
risonanza anche all'estero, come mostrano le notizie datene
dalla contemporanea Storia letteraria d'Italia dello Zaccaria e
dal Journal des Savants . Essi inoltre misero in luce Fautore
presso il governo borbonico, che volle valersi della sua
competenza: già dal 1753 il Caravelli insegnò matematica,
probabilmente in un istituto religioso, e nel 1754 Carlo di
Borbone lo nominò professore nella R. Accademia di Marina e
presso il corpo volontario di artiglieria. D'allora, per molti anni,
vi presentò la sua opera, continuando a scrivere libri che, se
non presentano novità concettuali di rilievo, con la loro
sobrietà e chiarezza espositiva contribuirono a svecchiare la
cultura matematica nel Regno di Napoli e facilitarono
l'apprendimento alle giovani generazioni; questo carattere
della sua produzione non è incidentale: il Caravelli lo perseguì
in modo pienamente consapevole, ed in diversi luoghi delle sue
opere lo presenta come loro intrinseco motivo di giustificazione.
Il corso completo dei manuali matematici del Caravelli
alcuni dei quali costituivano la versione italiana di quelli latini
già citati, comprese in tutto otto parti e fu pubblicato a Napoli
a partire dal 1759 col titolo Elementi di matematiche. Con gli
anni, le sue mansioni di docente nella scuola di artiglieria
l'indussero a scrivere anche un manuale di balistica (Elementi
dell'artiglieria, 2 voli:, Napoli 1773) e uno sulle tecniche di
fortificazione (Elementi dell'architettura militare, 6 voli.,
Napoli 1776). La sua produzione del periodo successivo
mostra un ampliamento della tematica originaria, a partire
dai Trattati del calcolo differenziale e del calcolo integrale per
uso del regale collegio militare (Napoli 1786), scritti in
collaborazione con un ex alunno, Vincenzo Porto, per giungere
ad uno scritto sul parafulmine, tra i primi apparsi in Italia
sull'argomento (Memoria per il conduttore elettrico che si pensa
19
di mettere sulla cupola del tesoro di S. Gennaro, Napoli 1786),
ed il Trattato d'astronomia (4 t., Napoli 1782-94). A queste
opere sono da aggiungere gli Opuscoli stampati nel 1789,
comprendenti otto brevi scritti d'argomento matematico,
astronomico e geodetico, un Trattato della geometrìa sferica
edito nel 1795 e gli Elementi di geometria pratica del 1799,
tutti pubblicati a Napoli.
Nel 1786 Ferdinando IV nominò il Caravelli presidente
della commissione d'esami per le scuole militari, e nel 1791
lo chiamò a corte affidandogli la preparazione matematica
del figlio Francesco, duca di Calabria e futuro sovrano delle
Due Sicilie.
Il Caravelli morì a Napoli il 25 novembre1800.
20
CAPITOLO XI
Conclusioni
Nonostante lo sforzo profuso è possibile costruire
un’albero genealogico dei Garavelli solo a Bassignana e
Valle San Bartolomeo ove sono bene documentate le
discendenze, rispettivamente dalla metà del 600 e del 700,
attraverso il registro dei battesimi e gli atti notarili.
L'aspetto principale rimasto tuttavia insoluto è se i
Caravello, Caravelli, Garavello e Garavelli costituiscano il
medesimo casato e se la loro origine sia mono, bi o
pluricentrica.
Le diverse famiglie nel Medio Evo sono preponderanti a
Venezia, in Piemonte, a Giovinazzo ed in Sicilia , queste
ultime ritenute provenire d’ Oltralpe .
Nella "Corona della Nobiltà d'Italia" stampata a
Bologna nel XVII secolo, una sorta di Gotha dell'epoca, i
Caravello sono ritenuti una nobile stirpe veneziana ( 1 ) .
Nella città lagunare il casato presente già nel XI
secolo e forse prima è di rango patrizio ma
verosimilmente non di molte ricchezze e quindi facilmente
disperdibile sul mare e sulla terra, non potendosi permettere
capitali tali da radicarsi nell’ entroterra nel XIV e XV secolo
pur raggiungendo nello stesso periodo l’ apice politico .
Pertanto già nel XIII secolo è possibile che i
Caravello
si siano impiantati saltuariamente nel
Piemonte Meridionale oltrechè in Liguria .
A favore di questa ipotesi potrebbero essere le
consuetudini di relazioni commerciali che intercorrevano fra i
Veneziani , i loro territori di terraferma e la Lombardia,
risalendo a ritroso la via fluviale del Po ( 2 ) . Il Lane nella sua
“ Storia di Venezia “ ricorda che “….. Nella valle del Po i
21
battellieri veneziani spingevano la loro ricerca di grano fino a
Pavia, capitale , prima di Milano del regno longobardo . Là essi
vendevano le merci di lusso dell’ Oriente alle corti dei re
longobardi e carolingi .. “ ( 3 )
Nell' alessandrino il casato , che nel frattempo ha
subito forse la “ corruzione “ linguistica e grafica del
cognome prevalentemente in Garavelli , è costituito da
proprietari terrieri privi di reale potere politico e quindi è
menzionato solamente in alcuni componenti senza la
possibilità di ulteriori valutazioni.
Analogamente alla Pianura Padana i numerosi
accordi commerciali della Serenissima datanti dall’
epoca bizantina con la Puglia e la Sicilia, soprattutto
Sciacca, spiegano le famiglie colà stabilitesi a cavallo del
XI e XIII secolo ( 4 , 5 ) , anche se gli antichi araldisti le
ritengono originarie d’ Oltralpe .
Non a caso a Giovinazzo, i Caravelli erano chiamati
anche col cognome Vernice nel quale non è difficile identificare
il nome di Venezia .
In Sicilia infine lo scorrere dei secoli , problematiche
linguistiche ed ortografiche o forse più realisticamente
necessità politiche determinarono probabilmente l’ emergenza dai Caravelli del cognome Calvello o Calvelli
E’ questa l’ opinione di eminenti storici siciliani dal
Mugnos al Candida-Gonzaga ( 6 , 7 ) .
22
APPENDICE I
I Garavelli ad Alessandria e Valle San Bartolomeo
….Negli Annali non vi sono altri accenni a questo
casato, ma esso è presente in città nei secoli XVII e XVIII,
come si evince da numerosi atti notarili ( 1 ) .
In Alessandria il 26 gennaio 1601 in un atto di vendita di
terreni giacenti in territorio di Castelletto sotto il dominio del
Monferrato fra Bartolomeo Nani e Giovanni Bernardo Minardi,
in località "alle coste", comparivano coerenze di proprietà
con Francesco Garavelli.
Il 6 gennaio 1663 Sebastiano Garavelli era fra i
consiglieri della Confraternita di Santa Caterina della città
di Alessandria che approvavano l'unione di tale
Confraternita con quella di San Rocco della stessa città,
dando mandato ai confratelli delegati di procedere alle relative
incombenze.
Un Antonio Garavelli il 13 dicembre 1670, nominato
perito insieme a Giovanni Pero, affinché entrambi stimassero
una proprietà del Canonico Rev. Luigi Buzzoni del Convento
di San Marco di Alessandria, ne stabilirono il valore in
ducatoni 18 per ogni moggia.
Il 19 gennaio 1672 Sebastiano Garavelli di Antonio
dichiarava di aver ricevuto dal suocero Nicola Panizza L. 150,
a computo del residuo della dote che il Panizza aveva
assegnata alla figlia Antonia.
Antonio Garavelli fu Sebastiano il 25 ottobre 1677
vendeva a Sebastiano Panizza sette staia di terra sita in
territorio della città, confinante con la via detta la "Cerca".
Il Rev. Francesco Molinelli il 6 ottobre 1681, per conto
della marchesa Maria Ruiz, vendeva ad Antonio Garavelli fu
Sebastiano, il quale acquistava con denari della dote di
23
Caterina Penna moglie del figlio Stefano, tre moggia di terra
coltiva sita in territorio di Bergoglio, in località detta "in
lastra", coerente il compratore, il capitano Carlo Domenico
Guasco e la via Cerca.
Il 2 gennaio 1685 in Alessandria sotto la parrocchia di
San Siro veniva steso il contratto matrimoniale fra Pietro
Garavelli, di anni 24, figlio di Antonio e Caterina Amelotti
figlia del fu Lattanzio, col consenso della madre della sposa,
Margherita Pasino, Michele Amelotti, zio della sposa,
prometteva la dote in 100 ducatoni, alla quale veniva aggiunto
l' agreo o corredo.
Sebastiano Garavelli figlio di Antonio, dal quale viveva
separato economicamente, il 14 aprile 1685 vendeva ad
Antonia Francesca Caresana, moglie di Giovanni Antonio
Ferri, 4 staia di terra sita "in Sabiano", per L. 400 di Milano.
Il 13 maggio 1686, fuori dalle mura della città, in Valle
San Bartolomeo, nella casa del testatore, veniva steso il
testamento di Antonio Garavelli fu Sebastiano. In esso il
Garavelli chiedeva di essere sepolto nella Chiesa Parrocchiale
di San Pietro in Bergoglio, nella sepoltura dei Confratelli del
venerabile Oratorio dei Santi Caterina e Rocco, alla quale
confraternita lasciava in legato tre libre di cera bianca,
ordinando che in suo suffragio venissero celebrate 100 messe
nella stessa Chiesa di San Pietro.
Al figlio maggiore Andrea Cristoforo lasciava due vigne
site "al Dazio", 4 staia di vigna "in Gambatorta" e una tina di
rovere della tenuta di una cassa circa con 4 cerchi di ferro, due
vasselli di rovere della tenuta di 10 brente ciascuno, con 4
cerchi di ferro per ognuno, il letto "fornito" nel quale dormiva
detto Andrea Cristoforo, una cassa di albera, una vacca
chiamata "la rossa" e una puledra.
Da dividere dopo la sua morte lini, canapa e mobili, fra
figli e figlie suoi eredi.
24
Ordinava che fosse stimata la casa in Bergoglio e che la
quinta parte del prezzo stimato fosse versata ad Andrea
Cristoforo.
Alla figlia Beatrice, moglie di Stefano Zanino,
destinava la somma di L. 1.000 di Milano, a completo
pagamento della dote promessale.
Alle figlie Beatricina, Bernardina, moglie di Vincenzo
Rivolta, e Anna Caterina, lasciava L. 40 di Milano
ciascuna. Al figlio Carlo, avuto dalla fu Lucia Panizza sua
prima moglie, L. 100 di Milano.
Al figlio Tommaso lasciava L. 300 di Milano. Nominava
poi eredi universali di tutti i suoi beni mobili ed immobili, debiti
e crediti, i figli Stefano, Giacomo Matteo, Pietro e
Tommaso.
A quella epoca quindi i Garavelli avevano dimora in
Bergoglio, oltre che le case nella Valle di San Bartolomeo, dove
possedevano anche campi e vigne.
Dopo la distruzione di Bergoglio essi concentreranno le
loro abitazioni proprio fra Val d'Arbio e Val Sabbiano,
contribuendo a formare la popolazione di Valle San
Bartolomeo .
Il 17 marzo 1687 in Val Sabbiano che si trovava sotto
la Parrocchia di San Pietro di Bergoglio, nella casa di
Nicola Panizza fu Sebastiano, il medesimo faceva
testamento e nello stesso lasciava alla figlia Antonia, moglie
di Sebastiano Garavelli, L. 20 da pagarsi sei mesi dopo la
sua morte.
Il 21 aprile 1687 i coniugi Andrea Cristoforo Garavelli
di Antonio e Maddalena Castelli di Bartolomeo vendevano ai
coniugi Cristoforo Francesco Rossi e Caterina Cornalia poco
più di sette staia di terra sita in territorio di Bergoglio "a
quarti".
Il 25 aprile dello stesso anno 1687 Antonio
25
Garavelli fu Sebastiano, con atto steso nella sua casa in
Bergoglio, sotto la Parrocchia di San Pietro, dava mandato
al figlio Stefano di costituire un censo annuo sui suoi beni.
Nello stesso giorno Bartolomeo Castelli fu Filippo
vendeva a Cristoforo Garavelli di Antonio poco più di uno
staio di terra sita "nel valario", e un altro piccolo pezzo di terra
sito "alle prade del lago", il tutto per L. 124, soldi 3 e denari 3
di Milano.
Il 5 settembre dello stesso anno 1687 in Bergoglio nella
sacrestia della Chiesa Abbaziale di San Pietro, i fratelli
Stefano, Giacomo Matteo, Pietro e Tommaso Garavelli fu
Antonio costituivano un censo su una vigna di 12 staia sita
sul territorio della città " nella valle del cervo" e su un'altra
vigna di sette staia sita "al Dazio". Essi vendevano il suddetto
censo ai M. rev. Canonici della Collegiata Insigne di San Pietro
per il prezzo capitale di L. 450 di Milano.
Gli stessi fratelli Garavelli, Stefano, Giacomo Matteo,
Pietro e Tommaso figli del fu Antonio, ai quali si aggiungeva
anche il fratello Andrea Cristoforo, il 12 febbraio 1688 in
Alessandria, con atto steso sotto la Parrocchia di San Siro,
versavano a Stefano Zaino fu Giovanni Battista, che sposava
la loro sorella Beatrice, la dote in L. 1200 di Milano
costituenti 200 ducatoni e l' agreo descritto nella lista unita
all'atto.
Il 14 dicembre 1689 Tommaso Garavelli fu
Antonio dichiarava di aver ricevuto L. 100 di Milano dai
fratelli Stefano, Giacomo Matteo e Pietro pagate con
denaro dell'eredità paterna a capitalizzazione della somma
di L. 300 dovutagli secondo disposizioni testamentarie del
padre Antonio.
Tommaso Garavelli fu Antonio il 27 settembre 1691
acquistava da Lucia Fongi ved. Accarini cinque staia di terra
sita in territorio di Bergoglio "al morto".
26
Anna Caterina Garavelli fu Antonio, unitamente ai
fratelli Sebastiano, Michele, Giovanni e Antonio Panizza fu
Carlo, il 18 dicembre 1691 vendeva a Tommaso Castelli otto
staia di terra sita in territorio di Bergoglio, "in olmeto".
La stessa Anna Caterina Garavelli, vedova di Carlo
Panizza, il 17 marzo 1693 con atto steso alla cascina detta La
Gabriella in territorio di Bergoglio, faceva testamento,
chiedendo di essere sepolta nella Chiesa di Santo Stefano di
Bergoglio, lasciando eredi universali dei suoi beni i figli
Sebastiano, Gerolamo e Antonio.
Con scrittura privata in data 25 marzo 1694 Gerardo
Francesco e Giacomo Antonio fratelli Caliani davano a
mezzadria la loro cascina di S. Antonio, cominciando dalla
strada Cerca in sù , a Bastiano, Giuseppe, Antonio, padre e
figli Garavelli, per quattro anni a partire dal marzo 1694.
Il 9 aprile 1698 i fratelli Giacomo Francesco e M.R. Don
Pietro Antonio Ferrari vendevano ai coniugi Sebastiano e
Antonia Garavelli venti staia di terra sita in Val Sabbiano.
Il 19 febbraio 1701 Giovanni Battista Vaccarini fu
Giovanni Stefano, per adempiere la volontà paterna,
versava a Giovanni Battista e a Carlo, padre e figlio
Garavelli, scudi 14 per la dote della sorella Anna Maria
sposata a Carlo.
Il 23 dicembre 1705 i fratelli Sebastiano, Giuseppe e
Antonio Garavelli figli del vivente Sebastiano, vendevano a
Giovanni Andrea Vegezzi di Pietra Marazzi, una vigna di poco
più di venti staia sita in Val Sabbiano.
Una divisione di beni ereditali ebbe luogo il 30 maggio
1707 in Alessandria fra i fratelli Stefano, Giacomo Matteo,
Pietro e Tommaso Garavelli, dopo la morte del padre
Antonio avvenuta alcuni anni precedenti.
Egli aveva fatto testamento il 13 marzo 1686; prima di
morire Antonio Garavelli aveva imposto un censo sui suoi
27
beni di L. 75 di Milano, vendendolo all'Ospedale San Giacomo
della città per il capitale di L. 1500 con atto di Sappa
Gerolamo il 20 agosto 1685.
Nella divisione dei beni, Tommaso cedeva ai fratelli
Stefano e Pietro una vigna stimata concordemente L. 56 di
Milano allo staio, cui essi avocavano a sé la quarta parte del
censo di cui si è detto.
Tommaso cedeva a Stefano e a Pietro una vigna di
poco più di sette staia in località detta "in Lastrà".
Il 13 novembre 1708 i coniugi Giacomo Matteo
Garavelli e Anna Maria Penna vendevano a Francesco
Ghilini fu Biagio un moggia di terra coltiva in territorio
alessandrino, luogo detto "nella valle di S. Antonio" coerente
Stefano Garavelli.
Pietro Garavelli fu Antonio riacquistava da Carlo
Francesco Ghilini un moggia di terra coltiva, sita "in lastrà",
coerente Stefano Garavelli e la via Cerca, con atto del 17
luglio 1709.
Con atto del 5 marzo 1714 Andrea Cristoforo
Garavelli fu Antonio dichiarava di aver ricevuto dal
Rev. Don Bartolomeo Lazzari la somma di L. 56 di Milano in
estinzione di un credito.
Le monache del convento di Santa Maria Maddalena
della città di Alessandria il 4 febbraio 1716 concedevano in
affitto livellario, fino alla terza generazione mascolina, a
Bartolomeo, Sebastiano e Giuseppe fratelli Garavelli figli
di Antonio "versus Petrum Garavellum eorum avum
paternum", moggia quattro di vigna siti "nella Valle d'Arbio",
ossia alla Finalina, per un canone annuo di L. 60 di Milano ed
un paio di capponi nella festa di San Martino, a partire dal
1716 in poi.
Il 18 marzo 1718 accettava una donazione da parte del
fisico (medico) Dott. Giuliano Scarsi consistente in 13
28
capitali per complessive L. 1650 che gli erano dovuti da
diversi particolari, fra i quali figurava Pietro Garavelli fu
Antonio per quattro crediti.
Giuseppe Antonio Varzi il 4 settembre 1727 concedeva
ad Antonio Garavelli di Pietro, nativo della Collina di
Alessandria e abitante in esso luogo detto nella Valle di
San Bartolomero, vivente con gestione separata dal padre,
in enfiteusi, ossia affitto fino alla terza generazione
mascolina, 4 pezze di vigna poste nel territorio di Pecetto, in
luogo detto "a S. Giovanni", altra in luogo detto "la
Forchera", altra detta la vigna granda, altra detta "il
Bettone", il tutto per otto moggia circa di terra.
Il 22 gennaio 1729 in Alessandria sotto la parrocchia di
Santa Maria del Cannine, nel palazzo Vescovile, per ordine del
Vescovo fra Vincenzo Ferreri, erano presenti insieme al Rev.do
Don Camillo Panigarola, già Rettore della Chiesa Abbaziale di
San Pietro in Bergoglio ed ora stabilita nella Valle di San
Bartolomeo alla Collina, i massari ed i parrocchiani particolari
debitamente delegati, fra i quali Antonio Garavelli; ivi
prestarono giuramento e promisero da ambo le parti di
osservare i capitoli della convenzione accordati fra essi ed il
Parroco di San Bartolomeo alla Collina.
In detta scrittura si stabilivano per il Parroco l'obbligo
della residenza e vari altri obblighi, fra i quali la manutenzione
dell'olio per la lampada dietro retribuzione per parte dei
fabbricieri, dell'uso della casa e del corrispettivo di tre fìlippi
annui e per i parrocchiani l'obbligo di dare ogni anno al Parroco
18 sacchi di grano e gli incerti parrocchiali da riscuotersi dai
massari e da darsi per un terzo al parroco e per due terzi alla
Chiesa.
In occasione del matrimonio fra Gio Batta Garavelli di
Pietro, abitante alla Collina della città, ossia nella Valle di
San Bartolomeo, e Giovanna Maria Tartara di Andrea,
29
abitante alla masseria detta la Cazzola sul territorio di Sale
nello Stato di Milano, il 14 marzo 1729 Andrea Tartara
versava la dote in scudi 50 da L. 4 di Piemonte per singolo
scudo.
L’ 8 giugno 1739 Bartolomeo Gho fu Tommaso
vendeva ad Antonio Garavelli fu Tommaso, entrambi di
Valle San Bartolomeo, una vigna di quattro staia, situata fra
il territorio della città e quello di Pecetto in luogo detto
"Bertona", confinante con altra terra dello stesso
compratore.
In un atto di compravendita di terra stipulato in data 3
febbraio 1740 comparivano coerenze di proprietà di Antonio
Garavelli "in gambatorta" sul territorio di Pecetto.
Con atto rogato Benevolo il 20 marzo 1744 i fratelli
Antonio, Gio Batta e Lorenzo Garavelli fu Pietro, di Valle
San Bartolomeo, addivenivano alla divisione dei beni ereditati
dal padre.
Il 1 dicembre 1749 veniva pagata la dote in L. 133, soldi
6, denari 8 di Piemonte, più l' agreo, per Agata Garavelli
di Giovanni Battista che circa due anni prima aveva
sposato Bartolomeo Rossi fu Giovanni: entrambi gli sposi
erano nativi ed abitanti nella Valle di San Bartolomeo.
Altra dote, consistente in nove zecchini, più l' agreo,
veniva versata il 10 marzo 1759 per il matrimonio, avvenuto
circa tre anni prima, fra Lucia Garavelli di Antonio e Pietro
Rossi fu Francesco, entrambi di Valle San Bartolomeo.
Nel 1767 in Valle San Bartolomeo la popolazione
dovette affrontare un grosso problema, quello cioè della
costruzione di una nuova Chiesa in luogo più salubre,
ottemperando all'invito del Vescovo di Alessandria durante la
visita pastorale del 16 agosto di quello anno.
Perciò all'unanimità venne scelto il luogo dove ora esiste
l'attuale Chiesa, predispondendo l'immediato acquisto del
30
terreno che risultava di ragione dei Canonici Don Francesco
Capsone e Don Paolo Gerolamo Balbi.
Con atto in data 19 dicembre 1767 i due Canonici
sopradetti, col consenso ed assenso avuto dal Sig. Andrea
Agosti nella qualità di Procuratore del Sig. Fisico Collegiato
il Rev. Protofisico Antonio Agosti, concedettero in enfiteusi,
cioè in affìtto perpetuo, ai signori Lattanzio Garavelli fu
Pietro, Pietro Sacco, fratelli Stefano e Giovanni Andrea
Bruni, tutti di Valle S. Bartolomeo, i quali accettarono a nome
della Chiesa Parrocchiale la convenzione ed obblighi per la
fondazione di detta nuova Chiesa, cimitero e casa
parrocchiale, e cioè dal Canonico Capsone moggia due, stara
due, tavole sei di vigna per l'annuo canone di 56 Camerali
del Piemonte e dal Canonico Balbi, stara due e mezzo di
vigna mediante l'annuo canone di L. 8 e soldi 15.
I sopradetti quattro particolari si obbligarono in proprio
di pagare gli affitti annui in perpetuo ai predetti Canonici ed
ai loro successori in quei benefìci canonicali.
II 1 agosto 1768 Stefano Bastiano Garavelli, per conto
del padre Rinaldo Garavelli fu Giacomo, acquistava da
Giuseppe Antonio Garrone un campo di otto staia sito "in
grindolato". Acquirenti e venditore erano tutti di Valle San
Bartolomeo.
Il Gho annota che al tempo della costituzione della
parrocchia di Valle San Bartolomeo, nel 1728, quando venne
distrutto Bergoglio per la costruzione della Cittadella, i
Garavelli, dovendo abbandonare il quartiere cittadino, si
concentrarono nel nuovo paese, ove avevano già loro case, in
particolare alla "Fontana". A quel tempo pare che la loro
presenza fosse abbastanza cospicua, costituita da dieci
famiglie.
Si è visto che i Garavelli fra la pianura e la collina del
territorio di Bergoglio nel tempo andarono possedendo varie
31
proprietà, fra vigne e campi, in Grindolato, nella valle d'Arbio,
come in quella di Sabbiano, al Dazio, sui confini del territorio
verso Pecette ed anche in quel di Pecette, "in Gambatorta", "a
S. Giovanni", "la Forchera", “il Bettone", "nel Vaiano", "al
morto", "alle prade del lago", "a quarti", "nella valle del
cervo", "in Olmeto", "in lastra", e persino "alle coste" in
territorio di Castelletto Monferrato ( 1 ) .
32
APPENDICE II
I Garavelli a Bassignana
Le prime notizie di questo Casato si rilevano dal "Liber
Baptizatorum" relativo all'anno 1669; è da presumere quindi
che nella prima metà del 600, a Bassignana esisteva un
nucleo familiare.
1669 - 16 novembre - De Garavellis Carolus Antonius di
Andrea et Lucia; - Patr.: Rev.us Don Joseph à Turre filius Don
Petri Georgj; - Madr: Donna Cecilia uxor Don Deodati de
Laboranti.
1675 - 19 gennaio - Garavelus (de Garavellis) Antonius
Sebastianus di Andrea Lucia; - Patr: Rev.us Don Carolus
Gallinus filius Don Dominici; - Madr: Donna Laura. Inverarda
fil. Don Toma.
1677 - 15 febbraio - Garavella (de Garavelljs) Antonia
Margarita di Sebastiani et Julia Cattharina; - Patr.: Carolus
Guerra et Isabella uxor Joseph Francisci Lingua.
1677 - 15 aprile - Garavelus (de Garavellj) Antonius
Sebastianus, di Andrea et Lucia; - Patr.: Laurentius
Brugnadelus fil. Francisci; - Madr.: Catharina de Sancto Petro
fil. Don Antonj.
1680 - 30 settembre - Garavelus (de Garavellj) Carolus
Franciscus di Andrea et Lucia; - Patr.: Carolus Racca di
Baldassaris; - Madr.: Margarita fil. Jò Maria Boverj.
1680 - 18 novembre - Garavellus (de Garavellj) Antonius di
Sebastiani et Julia Catharina; -Patr.: Petrus Antonius fil...?;
-Madr.: Catharina Candia fil. Stephani.
1683 - 13 maggio - Garavella (de Garavellis) Joanna Maria
fìliam Sebastiani et Juìia; Patr.: Joannes Zanata; Joana Maria
Guerra.
33
1684 - 27 febbraio - Garavella (de Garavellis) Anna
Margaritam di Andrea et Lucia Patr.; Antonius Boverius fil.
Jacobj; -Madr.: Antonia uxor Joannes Paoli Bassi.
1685- 4 febbraio - Garavellus (de Garavelljs) Antonius di
Andrea et Lucia; Patr. Carolus Antonius Ratta; Ladr.: Donna
Daria uxor Don Thoma de Inverardi.
1686- 27 agosto - Garavelis (de Garavelj) Jò Baptista di
Sebastiani et Julia; Patr.: Antonius Boverius fil. Jacobi;
Madr.: Anna Maria uxor Don Antonj de Garavellis, Valentia.
1689 - 30 settembre - Garavella (de Garavellis) Maria
Magdalena di Sebastiani et Julia Cattharina; Patr.: Jacobus
Philippus Lunatus fil. Blasj; Madr.: Joanna uxor Christophorj
de Giaroljs.
1692 - 11 settembre - Garavelus (de Garavelis) Carolus
Joseph di Andrea et Julia Cattharina; Patr.: Jò Baptista
Lavezarius fil. Thomas; Madr.; Maria uxor Jò Bapstista
Faccherius.
1693 -12 gennaio - Garavella (de Garavallis) Luccia di
Andrea et Cattharina? Patr.: Joseph Garonus fìl. Joannes;
Madr.: Dominica uxor Petri Maria Boveri.
1695 - 4 gennaio - Garavelis (de Garavelis) Jò Andrea di
Andrea et Cattharina; Patr.: Joannes Boverius; Madr.: Anna
Elisabeth oxor Juli de Proverj.
1701 -15 gennaio - Garavellis (de Garavellis) Lucia di Caroli
et Francisca; Patr.: Bartholomeus Proveris fillus Petri
Francisci; Madr.: Margarita uxor Petri Oltrabella;
1705 - 11 marzo - Garavellis Joes Andrea di Sebastiani et
Magdalena; Patr.: Joes Baptista Lavezarius fìl. Thoma;
Madr.: Domitilla uxor Joes de Gioveis.
1705 - 19 agosto - Garavellis Antonia Margarita di Caroli et
Francisca; Patr.: Theresia uxor Joes Locardi.
1706 - 29 gennaio - Garavellis Stephanus Franciscus di
Antonj et Beatricis; Pat....
34
1706 - 15 febbraio - Garavellis Angela di Sebastiani et
Angela.
1707 - 4 maggio - Garavellis Carolus Josephus di Sebastiani
et Magdalena.
1707- 21 novembre - Garavellis Stephanus Franciscus di
Antonj et Beatricis; è padrino: Joes Baptista Garavellis fìlius
Sebastianj.
1708- 9 maggio - Garavellis Angela Francisca di Francisci et
Isabella.
1709-15 giugno - Garavellis Carolus Josephus di Sebastiani
et Magdalena.
1709 - 9 dicembre - Garavellis Carolus Franciscus di Caroli
Antonj et Francisca.
1711- 25 ottobre - Garavellis Carolus Franciscus di
Sebastiano et Magdalena.
1712- 22 aprile - Garavellis Dominicus Franciscus di
Francesco et Isabella.
1712 - 24 aprile - Garavellis Joanna Antonia di Sebastiano et
Angela; è padrino Joseph Tortus fìlius Caroli.
1712 - 12 settembre - Garavellis Julia Maria di Antonio e
Beatrice.
1714 - 30 marzo - Garavellis Carolus Joseph di Carolo et
Francisca.
1715 - 10 febbraio - Garavella (de Garavellis) Julia
Dominica Maria di Antonio e Beatrice.
1715 - 25 novembre - Garavellus (de Garavellis) Antonius
Sebastianus, di Antonio Sebastiano et Magdalena.
1717 - 23 febbraio - Garavella (de Garavellis) Maria
Magdalena di Antonio et Beatrice
1717 -17 dicembre - Garavellus Carolus Joseph di Carolo et
Francisca
1719 - 24 febbraio - Garavellus Joe Bap.ta Matthias di
Antonio et Beatrice
35
1721 - 6 gennaio - Garavellus Vincentius di Sebastiano et
Magdalena.
1722 - 2 gennaio - Garavella Julia Cattarina Maria di
Antonio et Beatrice.
1723 -16 luglio - Garavella Maria Magdalena di Sebastiano
et Clara
1724 - 1 febbraio - Garavellus Antonius Franciscus di
Antonio et Beatrice.
1724 - 29 novembre - Garavella Lucia di Sebastiano et
Clara.
1726 - 17 aprile - Garavella Angela Maria Magdalena di
Andrea et Julia.
1728 - 9 ottobre - Garavellus Dionisius di Stephano et
Victoria.
1731 - 13 aprile - Garavellus Antonius Franciscus di Andrea
et Julia.
1732 - 17 novembre - Garavella Maria Magdalena di
Francesco et Dominica.
1733 - 11 luglio - Garavella Maria Magdalena di Andrea et
Julia Grassa.
1733- 25 ottobre - Garavella Francisca Maria di Carolo
Francesco e Dominica Lingua.
1734- 5 febbraio - Garavella Agatha Maria di Andrea et
Theresia Piccotta.
1736-1 luglio - Garavella Joanna M.a Margarita di Andrea
et Julia Grassa.
1737-16 gennaio - Garavello Marcus Antonius di Francisco
et Dominica de Linguis.
1737 - 31 gennaio - Garavella Agata Maria di Andrea et
Teresia Picotta.
1737 - 31 gennaio - Garavella Francisca Maria di Andrea et
Teresia Picotta.
1737- 13 settembre - Garavella Anna M.a Ixabella di
36
Domenico Francesco et Cattarina Candiana.
1738- 10 gennaio - Garavella Joanna Maria di Andrea et
Theresia Picota.
1739- 27 marzo - Garavello Joes Bap.ta Carolus Andreas di
Andrea et Julia Grassa.
1740- 7 marzo - Garavello Joe Baptista di Andrea et Teresia
Picotta.
1740- 29 giugno - Garavellus Petrus Antonius di Dominico
Francisco et Joanna Cattarina Candiana.
1741- 17 dicembre - Garavello Sebastianus di Andrea et
Julia Grassa.
1742- 7 ottobre - Garavella Lucia di Andrea e Teresia
Picotta.
1743- 2 giugno - Garavella Maria Magdalena di Domenico
Francesco et Joanna Cattarina de Candianis.
1744- 20 ottobre - Garavellus Antonius di Andrea et Teresia
Picotta.
1745- 22 marzo - Garavello Joseph Antonius di Francesco et
Joanna Cattarina Candiana.
1746- 13 maggio - Garavella Joanna Maria di Andrea et
Julia de Grassis.
1747- 15 marzo - Garavello Joes Antonius di Dominico
Francesco et Joanna Cattarina Candiana.
1749 - 4 luglio - Garavellus Joes Bapt.a di Andrea et Julia
Grassa.
1749 - 2 agosto - Garavella Francisca Maria di Dominico
Francisco et Joanna Cattarina Candiana.
1762- 21 ottobre - Garavellus Alexander Salvator di Petro et
Antonia Radisona.
1763- 29 settembre - Garavellus Joseph Maria di Andrea et
Julia Gallina.
1765 - 26 maggio - Garavellus Joseph Antonius di Andrea et
Julia Gallina.
37
1767 -15 gennaio - Garavella Anna Maria di Andrea et Julia
Gallina.
1767 - 6 dicembre - Garavellus Angelus Dominìcus di
Andrea et Julia Gallina.
1768 - 10 giugno - Garavello Petrus Antonius di Francesco
Antonio et Angelica Lavezzari.
1768 - 3 ottobre - Garavella Julia Maria di Sebastiano et
Isabella Lavezzari.
1769 - 25 ottobre - Garavello Petrus Antonius di Andrea et
Julia Gallini.
1771 -17 aprile - Garavelli Antonia Maria di Antonio et
Angelica Lavezzara.
1771 - 4 ottobre - Garavelli Julius Antonius di Andrea et
Julia Gallini.
1772 - 22 agosto - Garavella Antonia Maria di Sebastiano et
Apollonia Vitale.
1774 - 15 febbraio - Garavella Isabella Maria di Sebastiano
et Appolonia Vitalla.
1774 - 15 giugno - Garavella Maria Josepha di Andrea et
Julia Gallina.
1776 - 5 giugno - Garavelli Alexander di Andrea et Julia
Gallini.
1779 - 19 aprile - Garavelli Franciscus Antonius di Andrea
et Julia Gallini.
1781 - 14 settembre - Garavelli Gaspar Antonius di Andrea
et Julia Gallini.
1786- 7 maggio - Garavelli Maria Domenica di Andrea et
Julia Galini.
1787- 13 settembre - Garavelli Julius di Josepho Antonio et
Josepha Pasetti.
1789- 11 maggio - Garavelli Alexander Franciscus Maria di
Joeph Antonio et Josepha Pasetti.
1790- 5 marzo - Garavelli Petrus Franciscus di Domenico et
38
Domenica Lenta.
1791- 30 luglio - Garavella Maria Francesca di Josepho
Antonio et Josepha Pasetti.
1793 - 17 novembre - Garavelli Francesca di
Joseph Antonius et Josepha Pasetti.
1798- 13 marzo – Garavelli Joseph Antonius di Francesco
et Angel Maria Ferrari.
1799- 6 marzo - Garavelli Maria Josepha Bartolomeia
di
Angel
Domenico
et
Maria
Lensa
1800 - 12 ottobre - Garavelli Joseph Antonius di
Francisco et Joanna Radisona.
1802- 16 ottobre - Garavelli Teresa Allovisia Desideria
di Francesco et Gioanna Radisona.
1803- 25 febbraio - Garavelli Giulia di Domenico et
Maria Domenica Lenti.
1804- 6 gennaio - Garavelli Cresentino Giulio Benedetto
da Francesca e Gioanna Radisona.
1804- 13 maggio - Garavelli Andrea Desiderio Cresentino
da Domenico et Domenica Lenti.
1805- 22 agosto - Garavelli Petrus Antonius di Francesco
et Josepha Carovini.
1805- 3 dicembre - Garavelli Andrea di Angelo Domenico
et Domenica Lenti.
1806- 20 gennaio - Garavelli Joseph Antonius di
Francesco et Joanna Radisona.
1806 – 17 settembre - Garavelli Petrus Antonius
di Francesco et Josepha Carovini.
1808 - 2 gennaio - Garavelli Maria Teresia di
Francesco et Joanna Radisona.
1811 - 1 febbraio - Garavelli Rosa di Domenico et
Domenica Lenti.
1811 - 7 luglio - Garavello Joseph Antonina di Francesco
et Josepha Carovino.
39
1812 - 6 febbraio - Garvelli Petrus di Francesco et Joanna
Radisone.
1814 - 9 giugno - Garavelli Andreas di Francesco et Joanna
Radisone.
1817 - 24 gennaio - Garavelli Maria Dominica di Francesco et
Joanna Radisone.
1826 - 7 maggio - Garavelli Franciscus di Andrea et Josepha
Leva.
1828 - 4 marzo - Garavelli Carola di Julii et Laura Cassini.
1828 - 12 dicembre - Garavelli Joseph di Andrea et Josepha
Leva.
1832 - 11 gennaio - Garavelli Julia Josepha Dominica di
Andrea et Maria Josepha Leva.
1832- 27 agosto - Garavelli Annunciata di Julii et Laura
Cassini.
1833-19 marzo - Garavelli Carola di Joseph et Angela Maria
Omodeo.
1835 - 27 gennaio - Garavelli Joseph Antonius di Petri et
Anna Maria Moretta
1835 - 2 marzo - Garavelli Petrus di Julii et Laura Cassini.
1837 -11 giugno - Garavelli Angela Maria Domenica di Andrà
et Josepha Leva.
18372 aprile - Garavelli Giovanni di Pietro (camparo) e
Maria Moretta.
1838- 2 maggio - Garavelli Maria Luigia di Giulio e Laura
Cassini.
1839- 16 aprile - Garavelli Pietro Francesco di Giuseppe e
Cattarina Corti.
1840- 8 aprile - Garavelli Pietro di Andrea e Giuseppa Leva.
1841- 2 gennaio - Garavelli Giuseppe di Francesco e Antonia
Maria Arzani.
1841 - 26 gennaio - Garavelli Gioanna Maria di Giulio e Laura
Cassini.
40
1845 - 11 gennaio - Garavelli Alessandro di Pietro
(camparo) e Maria Barzizza.
1845 - 15 febbraio - Garavelli Maria Giuseppa di Pietro
Giuseppe e Margarita San Pietro.
1847 - 27 febbraio - Garavelli Francesco di Giulio e Laura
Cassini.
1847 - 26 marzo - Garavelli Maria Giuseppa di Pietro
(camparo) e Maria Barzizza.
1847 - 26 giugno - Garavelli Luigi di Francesco e Antonia
Arzani.
1847 - 12 settembre - Garavelli Luigi di Giuseppe e
Margarita San Pietro.
1848 - 7 dicembre - Garavelli Antonio Luigi di Pietro
(camparo) e Maria Barzizza.
1850- 24 febbraio - Garavelli Carlo di Pietro (camparo) e
Maria Barzizza.
1851- 19 Settembre - Garavelli Leandro di Giuseppe e
Margherita San Pietro.
1852- 14 marzo - Garavelli Antonio di Pietro (camparo) e
Maria Barzizza.
1853 - 22 gennaio - Garavelli Leandro di Giuseppe e
Margarita San Pietro.
1854 - 8 maggio - Garavelli Giuseppa di Giuseppe e Margarita
San Pietro.
1854 - 6 settembre - Garavelli Giuseppa di Giuseppe e
Margarita San Pietro.
1856 - 5 maggio - Garavelli Angela Maria di Francesco
(falegname) e Rosa Nosetti.
1856 - 7 settembre - Garavelli Giuseppe Tommaso di
Francesco e Giuseppa Oltrabella.
1857 - 19 febbraio - Garavelli Maria Matilde di Giuseppe e
Margarita San Pietro.
1858 - 18 marzo - Garavelli Maria Teresa Isabella di
41
Giuseppe e Rosa Ferrari
1858 - 8 luglio - Garavelli Angela Maria Maggiora di
Giuseppe
e Margarita San Pietro.
1858 - 3 novembre - Garavelli Santo Andrea di Francesco e
Giuseppa Oltrabella.
1859 -13 marzo - Garavelli Metilde di Francesco
(falegname)
e Giuseppa Burzi.
1859 - 2 novembre - Garavelli Maria Vittoria di Giuseppe e
Rosa Ferraris.
1860 - 14 dicembre - Garavelli Metilde di Giuseppe e
Margarita San Pietro.
1861 - 21 marzo - Garavelli Angela Dominica di Francesco e
Giuseppa Oltrabella.
1861- 13 agosto - Garavelli Pietro Luigi di Francesco
(falegname) e Giuseppa Burzi.
1862- 14 marzo - Garavelli Bernardo Pietro di Giuseppe e
Rosa Ferraris.
1863- 16 febbraio - Garavelli Gioanni Vittorio di Giuseppe e
Margarita San Pietro.
1863- 11 maggio - Garavelli Pietro di Francesco e Giuseppa
Oltrabella.
1864- 24 luglio - Garavelli Paola Maria Teresa Carolina di
Francesco (falegname) e Giuseppa Burzi.
1864 - 24 agosto - Garavelli (Faravelli?) Angelo di Giuseppe e
Filomena Faccaro.
1864- 17 settembre - Garavelli Maria Luigia Ermellina di
Andre a e Margarita Invenizzi.
1865- 25 febbraio - Garavelli Gioanna Maria Emilia di Pietro e
Luigia Panizza.
1865 - 2 novembre - Garavelli Maria Luigia Giuditta di
Giuseppe (guardia campestre) e Rosa Ferraris.
42
1865 - 22 novembre - Garavelli Pietro Alessandro di Andrea e
Margarita Invenizio.
1866 - 11 aprile - Garavelli Maria Domenica Emanuella
Adelaide di Gioanni e Teresa Ferrari.
1866 - 18 aprile - Garavelli Maria Angela Sperinda di
Giuseppe e Margarita San Pietro.
1866- 4 dicembre - Garavelli (Faravelli?) Maria Teresa di
Giuseppe e Filomena Faccaro.
1867- 9 gennaio - Garavelli Luigi di Francesco e Giuseppa
Oltrabella.
1867 - 17 febbraio - Garavelli Rosa di Francesco e Giuseppa
Burzi.
1868 - 4 gennaio - Garavelli Stefano Dante Menotti di
Francesco e Giuseppa Oltrabella.
1868 - 14 febbraio - Garavelli Maria Carolina Ermelinda di
Andrea e Margarita Invernizi.
1868 - 6 agosto - Garavelli Giuseppe di Giuseppe e Rosa
Ferraris.
1868- 19 settembre - Garavelli Pietro di Gioanni e Teresa
Ferraris.
1869- 14 ottobre - Garavelli Francesco di Pietro e Rosa
Bassi.
1870 - 20 maggio - Garavelli Giuseppe Tommaso di
Francesco e Giuseppa Oltrabella.
1870- 3 novembre - Garavelli Maria Luigia di Gioanni e
Teresa Ferraris.
1871- 8 gennaio - Garavelli Maria Vittoria Carolina di
Alessandro e Rosa Leva.
1872- 11 marzo - Garavelli Severino Pietro di Giovanni e
Teresa Ferrari.
1872 - 23 marzo - Garavelli Luigia di Giuseppe e Angela
Maria Freschi.
1872 - 3 aprile - Garavelli Maria Domenica Carolina Luigia di
43
Giuseppe (del vivente Pietro) e Rosa Ferrari (fu Bernardo);
Battezzante: Sacerdote Rocco Camillo Bozola; Padrino:
Garrrone Lorenzo fu Cristofaro; Madrina: Carovino Luigia di
Giuseppe.
1872 - 2 ottobre - Garavelli Francesco di Pietro e Domenica
Freschi.
1872- 9 dicembre - Garavelli Stefano di Pietro e Meazza
Luigia.
1873- 13 luglio - Garavelli Laura Carolina di Pietro e Luigia
Barzizza.
1873 - 14 agosto - Garavelli Emilia Maria Margarita di
Giuseppe e Angela Freschi.
1873- 13 novembre - Garavelli Maria Giuseppa Emilia di
Pietro e Luigia Meazza.
1874- 25 gennaio - Garavelli Rosa Giacinta di Francesco e
Giuseppa Burzi.
1874 - 17 aprile - Garavelli Marcello Luigi Dante di Andrea e
Margherita Invernizzi.
1874 - 21 settembre - Garavelli Giuseppe Crescentino
Torquato di Gioanni e Teresa Ferraris.
1874 - 4 novembre - Garavelli Giusepe Dante di Pietro e
Meazza Luigia.
1874- 14 novembre - Garavelli Giulio Cesare di Pietro e
Freschi Domenica.
1875- 9 gennaio - Garavelli Pietro di Giuseppe e Rosa
Ferrari.
1875- 26 novembre - Garavelli Giuseppe di Giovanni e
Malvezzi Rosa.
1876- 9 luglio - Garavelli Luigia Esterina Ermelinda di
Andrea e Margherita Invernizzi.
1876 - 15 luglio - Garavelli Francesco di Giuseppe e Angela
Freschi.
1876- 19 luglio - Garavelli Maria Delia Silvia di Pietro e
44
Meazza Luigia.
1877- 5 febbraio - Garavelli Maria Lidia di Giovanni e
Malvezzi Rosa.
1877 - 19 maggio - Garavelli Carolina Giuseppa di Pietro e
Freschi Domenica.
1877 - 14 dicembre - Garavelli Francesco Bernardo di
Giovanni e Teresa Ferraris.
1878 - 23 giugno - Garavelli Paola di Francesco e Burzi
Giuseppa.
1878 -17 agosto - Garavelli Maria Giovanna di Luigi e Freschi
Laura.
1878 - 17 novembre - Garavelli Giuseppa Maria di Giuseppe
e Freschi Angela.
1878 - 23 dicembre - Garavelli Anna Maria Silvia di Marcella
e Torre Carlotta.
1878- 29 dicembre - Garavelli Natale Giulio Dante di Andrea
e Margherita Invernizzi.
1879-10 agosto - Garavelli Luigi Lorenzo di Marcello e Leva
Giuseppa.
Per le nascite dal 1880 ad oggi si rimanda ai registri del
Comune di Bassignana ( 1 ) .
45
APPENDICE III
I Calvello in Sicilia
In Sicilia la famiglia Calvello o Calvelli condivide coi
Caravelli l’ Arma , la nobiltà anche spagnola e veneta , la
proprietà di alcuni feudi , parte dell’ albero genealogico ed il
privilegio di partecipare all’ incoronazione dei Sovrani di
Sicilia ( 1 , 2 , 3 , 4 ) . Pertanto probabilmente si è in presenza
dello stesso casato , come sostenuto anche dal Mugnos ( 5 ) e
dal Candida-Gonzaga ( 6 ) .
La stirpe godette nobiltà in Aragona , Milano , Venezia e
Palermo con la signoria di 10 Baronie ed il Ducato di Ossada
cambiato in quello di Calvello nel 1771 ( 2 , 3 ) . Si ritiene
che da questa famiglia siano derivati appunto gli aragonesi
Calvillo , originati da Pietro Calvello , portatosi in Spagna
con il Re Giovanni .
Secondo il Mugnos ( 5 ) il casato di origine alemanna al
servizio dell’ Imperatore Enrico IV venne a Milano con
Arnaldo Calvello e si trasferì in Sicilia nel 1195 con suo
fratello Luigi , Capitano della Custodia Imperiale , il quale
acquistò i castelli di Greci e Ganci vicino a Centorbi ( 2 ) e
procreò Giovanni ed Enrico , Cameriere dell’ Imperatore
Federico II .
Enrico ebbe Luigi , Matteo e Simone , tutti Camerieri del
Re Manfredi .
Da Matteo nacquero Giovanni ed Enrico congiurati nei
Vespri Siciliani contro i Francesi .
Simone ebbe invece Giovanni , Gentiluomo della Regina
Costanza , moglie del Re Federico III , che ottenne nel 1371
in seguito alla ribellione di Guglielmo Passaneto i feudi di
Bucca e Michelchini . Successe al padre anche nel feudo di
Melia , assegnato inizialmente come dote nel 1338 alla
46
sorella Florentia , sposata con il Cavaliere Matteo di Maletta
e morta senza eredi . Questo famiglia proseguì di padre in
figlio in Giovanni , Giacomo , Roberto , Giovanni ,
Simone nel 1446 , Giovanni nel 1484 . A costui successero il
fratello Antonio nel 1509 e suo figlio Francesco nel 1512 .
Nella vita civile siciliana Giovanni fu Straticò di Messina nel
1200 , un altro Giovanni Pretore ovvero Baglivo di Palermo
nel 1300 , Roberto Pretore ed Ambasciatore presso il Re
Ferdinando il Giusto nel 1409 e Frate Carlo Cavaliere
Gerosolimitano nel 1485 .
Successivamente il casato annoverò Antonio Calvello e
Paternò , Barone di Melia , Governatore del Monte di Pietà
nel 1731 , Senatore nel 1734 , Governatore della Tavola nel
1738 e Console Nobile del Commercio nel 1745 . Suo figlio
Goffredo , primo Duca di Calvello per lettera patrimoniale
del 1771 , fu Rettore del Monte nel 1758 e Governatore della
Compagnia della Pace nel 1769 . Il di lui figlio Roberto fu
Gentiluomo di Camera di Re Ferdinando II e Cavaliere
Costantiniano , la figlia del quale ed erede Rosa Calvello e
Lo Faso sposò il Cavaliere Achille de Liguoro di Napoli ( 2 ,
3 ) . Una figlia nata da questa unione fu presa in moglie dal
siciliano Vanni , Principe di San Vincenzo , che venne
adottato dallo zio materno della sposa , celibe , il quale in tal
modo trasmise , in aggiunta a Vanni , il cognome Calvello ,
ancor oggi portato proprio dai Vanni Calvello , Principi di
San Vincenzo , dimoranti in Palermo .
La famiglia infine aveva il grande privilegio concesso da
Ruggero II di porgere la corona all’ Arcivescovo di Palermo
nella cerimonia dell’ incoronazione dei Sovrani di Sicilia
(2).
47
BIBLIOGRAFIA
Capitolo I
1. Pietro Luigi Garavelli . I Garavello. Storia di una famiglia
da Venezia ad Alessandria Alessandria Editrice , Alessandria –
1° Edizione 1998 e 2° Edizione 1999
2. Pietro Luigi Garavelli . I Caravelli . Storia di una antica
Famiglia italiana . Gruppo Millenium , Novara , 2006
Capitolo II
1. AA.VV. L’ Italia dei Cognomi . su www.gens.labo.net
Capitolo III
1. Umberto Simionato . Cognomi padovani ed antiche
famiglie di Padova e del suo territorio . Biblioteca
Universitaria di Padova , 1990 . pp. 266
2. Giovanni Rapelli I Cognomi di Verona e del veronese . La
Grafica Editrice , Vago di Lavagno , 1995 . p. 50
3. Dario Soranzo . Guida ai cognomi di Alessandria e
Provincia . La Stampa , Torino , 1998 . p. 47
4. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale
Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379
Capitolo IV
1. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale
Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379
48
2. Giovan Battista di Crollalanza . Dizionario storicoblasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti . Pisa , 1886 p. 232
3. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia
Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39
4. Tribuna Araldica . Genova . 1970 .
5. Vittorio Gifra . L’ anagrafe a lunga scadenza . Mauro
Traverso Editore , Gavi , 1999 . p. 77
6. Lucia Rossetti . Gli stemmi dello Studio di Padova . Lint ,
Trieste , 1983 pp. 480-481 e 483-484
Capitolo V
1. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum
Italicarum Scriptores . Città di Castello , 1900 . Tomo XXII ,
Annotazione a p. 24
2. Famiglie Patrizie Venete . La Terrazza Editrice , Pianoro –
Bologna , 1750 . p. 45
3. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum
Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXII . p. 522
4. Andrea Navagiero . Storia della Repubblica Veneziana . in
Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXIII . p.
988
5. Andrea Navagiero . Storia della Repubblica Veneziana . in
Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXIII . p.
991
6. Pietro De’ Crescenzi Romani . Corona della nobiltà d’Italia
49
Bologna , 1639-1642. p. 127
7.Andrea Gataro . Chronicon Patavinum in Rerum Italicarum
Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XVII , p. 942
8. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum
Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXII , p. 1162
9. Rafaino de Caresini . Chronica . in Rerum Italicarum
Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XII , p. 9
10. Rafaino de Caresini . Chronica . in Rerum Italicarum
Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XII , p. 10
11. Rafaino de Caresini . Chronica . in Rerum Italicarum
Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XII , p. 18
12 . Famiglie dell’ Istria Veneta . Rivista del Collegio Araldico
Roma , 1943 p. 322
13. Giambattista Verci . Storia della Marca Trevigiana Storti ,
Venezia , 1787 p. 140
14. Giambattista Verci . Storia della Marca Trevigiana Storti ,
Venezia , 1787 p. 127
Capitolo VI
1. Varietà . Archivio Storico Lombardo . Milano , 1913 p.
422
2. Adriano Bertolotti . Passeggiate nel Canavese . Tipografia
Curbis , Ivrea , 1873 p. 193
3. Adriano Bertolotti . Passeggiate nel Canavese . Tipografia
Curbis , Ivrea , 1873 p. 216
50
4. Filippo Noberasco . Le pergamene dell’ archivio comunale
di Savona . Tipografia Bertolotto , Savona , 1919 p. 54
5. Filippo Noberasco . Le pergamene dell’ archivio comunale
di Savona . Tipografia Bertolotto , Savona , 1919 p. 73
6. Cronica Roncioniana , Pisa , 1214-1295 p.54
7. Archivio di Stato di Firenze . Elenchi nominativi degli
Esecutori degli Ordinanamenti dei Giusti in carica dal 1343 al
1435 su www.archiviodistato.firenze.it
Capitolo VII
1. Antonio Francesco Trucco . Cartari dell’ Abbazia di
Rivalta Scrivia . Pinerolo , 1911 pp. 100 e 201
2. Antonio Francesco Trucco . Cartari dell’ Abbazia di
Rivalta Scrivia . Pinerolo , 1911 p. 141
3. Girolamo Ghilini . Annali di Alessandria . Milano , 1666
p.36
4. Benvenuto di San Giorgio . Historia Montis Ferrati in
Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXIII p.
495
5. Francesco Gasparolo . Memorie storiche valenzane . Unione
Tipografica Popolare , Casale Monferrato , 1923 p. 679
6. Duilio Giacobone . Il Casato Garavelli . Vallenostra , 1999.
pp. 34-39
7. Parrocchia di Bassignana . Libri Baptizatorum dal 1669 al
1879 raccolti su manoscritti dal Sig. Angelo Fabbio
CapitoloVIII
51
1. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale
Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379
Capitolo IX
1. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia
Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39
2. Tommaso Fazello . De Rebus Siculis decades duae .
Palermo , 1558 . p. 373
3. Geltrude Macrì . La “ nobiltà” senatoria a Palermo tra
Cinquecento e Seicento . Mediterranea , 2005 , p. 91
4. Filadelfo Mugnos . Teatro genealogico delle famiglie
nobili , titolate , feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di
Sicilia viventi ed estinte . Pietro Coppola , Palermo , 1647 .
pp. 208-209
5. Berardo Candida-Gonzaga . Memorie delle famiglie nobili
delle province meridionali d’ Italia . Napoli , 1875 . p. 66
Capitolo X
1. Umberto Baldini . Caravello , Marino in AA.VV Dizionario
Biografico degli Italiani . Treccani , Roma , 1960-1991 pp.
668-669
2. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum
Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXII , p. 568
3. Umberto Baldini . Caravelli , Vito in AA.VV Dizionario
Biografico degli Italiani . Treccani , Roma , 1960-1991 pp.
667-668
52
Capitolo XI
1. Pietro De’ Crescenzi Romani . Corona della nobiltà d’
Italia . Bologna , 1639-1642 p. 91
2. Duilio Giacobone . Il Casato Garavelli . Vallenostra , 1999.
pp. 34-39
3. Frederic Lane . Storia di Venezia Einaudi Editore , Torino,
1991 . p. 9
4. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia
Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39
5. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale
Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379
6. Filadelfo Mugnos . Teatro genealogico delle famiglie
nobili , titolate , feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di
Sicilia viventi ed estinte . Pietro Coppola , Palermo , 1647 .
pp. 208-209
7. Berardo Candida-Gonzaga . Memorie delle famiglie nobili
delle province meridionali d’ Italia . Napoli , 1875 . p. 66
Appendice I
1. Duilio Giacobone . Il Casato Garavelli . Vallenostra , 1999
pp. 34-39
Appendice II
1. Parrocchia di Bassignana . Libri Baptizatorum dal 1669 al
1879 raccolti su manoscritti dal Sig. Angelo Fabbio
53
Appendice III
1. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia
Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39
2. AA.VV. Calvello o Calvelli . Famiglie Nobili di Sicilia su
www.famiglia-nobile.com
3.Giovan Battista di Crollalanza . Dizionario storicoblasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e
fiorenti . Pisa , 1886 . p. 202
4. Tommaso Fazello . De Rebus Siculis decades duae .
Palermo , 1558 . p. 373
5. Filadelfo Mugnos . Teatro genealogico delle famiglie
nobili , titolate , feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di
Sicilia viventi ed estinte . Pietro Coppola , Palermo , 1647 .
pp. 208-209
6. Berardo Candida-Gonzaga . Memorie delle famiglie nobili
delle province meridionali d’ Italia . Napoli , 1875 . p. 66
54
RINGRAZIAMENTI
Il Professor Gianumberto Caravello per la revisione ed il
completamento dell’ ultima stesura della Monografia . L'Istituto
Genealogico Italiano di Firenze, i Direttori delle Biblioteche di
Alessandria, Bergamo, Cremona, Forlì, Milano, Pavia, Valenza Po e
Venezia ed i signori Angelo Fabbio e Duilio Giacobone , prematuramente
deceduto , per la collaborazione fornita.
55
INDICE
CAPITOLO I
Introduzione………………………………...
CAPITOLO II
Distribuzione geografica……………………
CAPITOLO III
Etimologia………………………………...…
CAPITOLO IV
Arma……………………………………….
CAPITOLO V
Venezia………………………………………
CAPITOLO VI
Italia Centro-Settentrionale ………………
CAPITOLO VII
Alessandria………………………………....
CAPITOLO VIII
Giovinazzo…………………………………...
CAPITOLO IX
Sicilia…………………………………………
CAPITOLO X
Marino, Marietta e Vito……………………..
CAPITOLO XI
Conclusioni…………………………………...
APPENDICE I
I Garavelli ad Alessandria e
Valle San Bartolomeo………………………..
APPENDICE II
I Garavelli a Bassignana………………….
APPENDICE III
I Calvello in Sicilia ………………………….
BIBLIOGRAFIA
56
pag.
2
pag.
3
pag.
4
pag.
5
pag.
6
pag.
8
pag.
9
pag.
11
pag.
12
pag.
14
pag.
21
pag.
23
pag.
33
pag.
pag.
46
48
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