Pietro Luigi Garavelli I CARAVELLO Storia di una antica Famiglia italiana CAPITOLO I Introduzione II passato storico è sempre a nostra disposizione nel caso vogliamo farne oggetto di studi: se lo desideriamo non è difficile condurre ricerche sulle nostre origini. Come è nato il nostro cognome? Dove visse anticamente la nostra famiglia? Quali furono i nostri antenati storicamente rilevanti? Il cercare di rispondere a questi quesiti può condurre ad una avventura appassionante poiché nel passato le famiglie si sono separate per vivere in territori distanti fra loro e gli stessi cognomi possono aver subito variazioni connesse al passare del tempo, alle migrazioni, all'ignoranza dello scrivano o a deliberate escamotages messe in atto per motivi politici. Il presente Studio è stato condotto utilizzando una grande messe di documenti raccolti dagli Archivi di Stato, da quelli parrocchiali ed universitari e dai volumi storici dedicati alle antiche Nazioni italiane. Infine la disponibilità di ulteriore documentazione raccolta in questi ultimi anni ha comportato una nuova stesura dell’ Opera dopo le dopo le due precedenti Monografie del 1998 e 1999 ( 1 ) con il cambiamento , inoltre , del titolo e l’aggiunta delle voci bibliografiche , stesura ( 2 ) seguita rapidamente da un’altra revisione . 2 CAPITOLO II Distribuzione geografica II cognome Caravello si ritrova anche nelle varianti Caravelli , Garavello e Garavelli . Nel Medio Evo il casato è rintracciabile prevalentemente nel veneziano, nell'alessandrino, nel giovinazzese ed in Sicilia mentre attualmente insieme alle varianti è diffuso in tutta Italia, ma le varie forme sono più o meno polarizzate in alcune zone . I Caravello in 131 comuni sono localizzati in Veneto, Lombardia e soprattutto in Sicilia . I Caravelli sono distribuiti più omogeneamente sul territorio nazionale anche se solo in 78 municipi . I Garavello risiedono in 160 comuni tutti in Veneto, Lombardia e Piemonte mentre i Garavelli in 188 fra Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna ( 1 ) . 3 CAPITOLO III Etimologia L'etimo è molto incerto. Se di origine veneta il cognome Caravello avrebbe avuto nelle varianti Garavello e Garavelli la sonorizzazione della velare iniziale fenomeno ( K -> G ) presente ma raro (1). In questo caso potrebbe risalire al latino tardo carabum "granchio" poi "piccolo battello" con riferimento all'ambiente lacustre od all'attività svolta ( 2 ) oppure alla “colla caravella” , tipica della carpenteria navale, e quindi legata alla professione di calafatore addetto alla lavorazione alla caravella delle barche, che poi si sposterà in Portogallo nel XII secolo . Se non veneto, Garavello, potrebbe derivare dalla radice gar o ger ossia gairu "lancia". Il significato sarebbe in tal caso, approssimativamente, "armato di lancia". Poiché i nomi di origine germanica derivati da gairu non sono facilmente distinguibili da quelli derivati dalla radice garva "preparato", all'origine di Garavello vi potrebbe essere anche quest'ultima radice. In tal caso il significato del cognome sarebbe "pronto (alla guerra)". In Piemonte il cognome potrebbe richiamare la base preromana caravos "pietra" da cui la nota garavela "calcinaccio" con allusione ad un aspetto geomorfologico del territorio (3 ). In Puglia il casato deriverebbe dalla famiglia francese Garau stabilitasi nel XIII secolo a Giovinazzo al seguito degli angioini ( 4 ) . Tuttavia un suo ramo collaterale assunse il cognome Vernice nel quale si può riconoscere il nome, storpiato, della Serenissima Venezia . 4 CAPITOLO IV Arma Caravelli (di Giovinazzo): D'argento, alla croce di rosso, accantonata da quattro rose dello stesso ( 1 ) . Caravelli (di Venezia e di Sicilia): Spaccato d'argento e di nero, al capriolo del primo nel secondo ( 2 , 3 ) . Caravello (di Venezia): D'azzurro, ad un uccello d'argento imbeccato e membrato di rosso ( 2 ) . Garavelli: D'argento, al leone di rosso armato di nero, sormontato nel cantone destro del capo da una stella di rosso, raggiata di otto ( 4 ) . Non è documentato se e quale stemma abbiano usato eventualmente i Garavelli alessandrini, ma questa risulta l'unica Arma reperita al nome del casato ( 4 ) . Questi stemmi riportati in copertina sono tratti dal Volume di Vittorio Gifra “ L’ anagrafe a lunga scadenza “ ( 5 ) . Nell’ Aula Magna dell’ Università di Padova è presente l’ arma del 1602 del Patrizio di Corfù e Vicario Benemerito Niccolò Caravello Germani : “ Scudo. Troncato da 1 fascia d’oro . I . Rosso : 2 cunei neri moventi dalla troncatura e 1 croce latina d’ oro a punte patenti col piede confitto in capo . II . Nero : 2 cunei rossi rovesciati moventi dalla partizione e 1 rosa d’ oro in punta . Scudetto Azzurro : 1 cigno d’ oro ad ali chiuse “ ( 6 ) Lo stemma è riportato nella tavola allegata . 5 CAPITOLO V Venezia La storia della famiglia è ben documentata, essendo ammessa al Maggior Consiglio a far tempo dal 1297 e presente in antichi documenti veneziani . Infatti è già menzionata nell'elenco del "Chronicon Justinianeum" ( Cronaca Latina di Piero Giustiniani ) in cui l'originaria provenienza da Jesolo è stata indicata dall' annotatore . Inoltre la carta del maggio 1187, che ha il numero 11 nella serie delle pergamene raccolte nel Codice Marciano 71 della classe XIV dei manoscritti latini, riporta un Dominicus Caravello ( 1 ) . Nel 1028 il casato concorse coi Barbarighi all'edificazione del tempio intitolato ai santi Gervasio, Protasio e Crisogono ( 2 ) . Si estinse nella città lagunare nella persona di Luigi il 19 settembre 1567 nonostante due matrimoni contratti con la figlia di Marco Diedo nel 1544 e quella di Vicenzo Gritti nel 1549 ( 2 ) . Il primo personaggio storico riportato è pertanto Domenico Caravello che nel maggio 1187 sovvenzionò assieme con altri facoltosi cittadini la Repubblica con 900 lire grosse la spedizione militare contro la ribelle città di Zarao( 3 ) . Fra i veneziani inviati a colonizzare l’ isola di Candia nel 1212 è riportato Marin Caravelo ( 4 ) e nel 1232 Sirico, Filippo e Palmiero Caravello ( 5 ) . A Corfù si segnala Niccolò Caravello Germani , Patrizio dell’ Isola e Vicario Benemerito , il cui stemma del 1602 è riportato altrove . Domenico Caravello fu notaio della Cancelleria Inferiore dal 1227 al 1248 . Nel XIV secolo dopo Francesco ( 6 ) , che occupò 6 importanti incarichi militari e fu Podestà a Lesina nel foggiano, nacque da Luca, Marino l'esponente più importante della famiglia ed oggetto di una trattazione a parte. Nel 1435 con Leonardo Caravello, Capitano di Venezia a Padova ed Avogador del Comune, fu sventato un tentativo di ritorno dei Carraresi nella città patavina nella persona di Marsilio catturato e decapitato a Venezia il 24 marzo dello stesso anno ( 7 ) . Il 12 gennaio 1456 Don Marco Caravello, Vescovo Argolicense e di Napoli in Romania – verosimilmente di Cittanova in Istria e Nafplion in Grecia - partecipò senza successo all'elezione per il patriarcato di Grado ( 8 ) . Nel 1522 si rammenta la vicenda di Marietta, trattata altrove. Altre donne furono Margherita , figlia di Leonardo Caravello, già vedova di Francesco Morosini e sposa nel 1444 di Lorenzo Foscarini e la figlia di Matteo Caravelli poco dopo moglie di Angelo Correr . I Caravello ebbero un ruolo importante nella vita civile veneta durante il XIV e il XV secolo. Infatti Niccolò ( 9 ) prese parte all'elezione dì Andrea Dandolo a Doge nel 1343 , Marco ( 10 ) o, secondo la cronaca attribuita a Pietro Giustiniani, Francesco a quella di Marino Faliero nel 1354 ed infine Luca ( 11 ) a quella di Andrea Contarini nel 1367. Podestà e Capitani a Capodistria furono il solito Marino nel 1403, Mauro nel 1456 e Marco nel 1457 ( 12 ) ed a Treviso Leonardo nel 1425 ( 13 ) In questa città, poi, fu operante nel 1310 l'abate Francesco Caravello ( 14 ) . Sempre in ambito religioso infine nel XVI secolo si ricorda Laura Reverenda Madre di una Congregazione posta nella contrada di San Trovaso di Venezia. 7 CAPITOLO VI Italia Centro-Settentrionale In Lombardia nel 1448 Angelo Caravello fu Camerario di Bergamo , verosimilmente inviato da Venezia. Fra i trombetti al servizio di Francesco Sforza dal 1450 in poi figurava un Garavella da Soncino. In Romagna a Forlì un tale Pietro Paolo Garavelli nell'anno 1466 avrebbe ricevuto alcune confidenze dell' Arcidiacono di Santa Croce Alessandro Numai. In Piemonte dall'archivio del convento di San Bartolomeo di Momo nel novarese il 2 dicembre 1329 Pietro, Giacomo e Zanolo Garavelli vendevano un fondo sito ad Alzate ( 1 ). Nel canavese riguardo al pagamento dei tributi sono citati nel 1441 a Locano. Martino Garavello ( 2 ) ed a Noasca Giovanni Garavello ( 3 ) . In atti notarili di Savona infine, il 24 dicembre 1259 è riportato il canonico Guglielmo Caravello ( 4 ) ed il notaio Lanfranco Caravello ne stipulava il 10 marzo ed il 27 aprile 1297 ( 5 ) . In Toscana Alessandro del Caravello fu Podestà di Pisa nel 1250 . Nel medesimo anno i Pisani sconfissero per due volte i Lucchesi ( 6 ) . Domenico Pellegrino de Garavellis proveniente da Fano ricoprì la carica di Esecutore degli Ordinamenti di Giustizia a Firenze dal 21 dicembre 1432 al 21 giugno 1433 ( 7 ) . 8 CAPITOLO VII Alessandria La famiglia è presente sia pur saltuariamente dal XIII secolo. Come risulta dai Cartari dell'Abbazia di Rivalta Scrivia il 10 gennaio 1206 Anselmo Garavello comprava insieme ad Ottone di Pozzolo ed Alberto da Goide da Giovanni di Valenza del terreno sito in Castelnuovo Scrivia ( 1 ) . Successivamente il 24 giugno 1228 Don Giovanni Garavelli era presente nel parlatorio del Castello di San Giovanni di Rivalta Scrivia ad un atto di permuta relativo a prati giacenti nella Fraschetta ( 2 ) . Nello stesso periodo Pietro Gravelli è citato dal Ghilini fra i membri del Consiglio Generale di Alessandria che si obbligarono il 9 maggio 1236 alla lega con le città di Cuneo, Savigliano, Mondovì, Bene e Busca ( 3 ) . Ciononostante la famiglia non è menzionata dall'Avalle nella cronologia delle famiglie alessandrine né vi sono più cenni a questo casato nei secoli immediatamente successivi. Fra i valenzani poi che giurarono fedeltà al marchese del Monferrato nel 1347 sono riportati Domenico Gravelli e Benedetto Cravelli ( 4 ) . Analogamente al capoluogo la famiglia non è più ricordata fino al 500 dove compare in atti notarili come Cravelli ; nel 1592 è riportato, invece, Don Massimiliano Garavelli parroco di Monte Valenza ( 5 ) . Nella città di Alessandria il casato riappare successivamente all'inizio del 1600 ed in seguito come si evince da numerosi atti legali: in questo periodo i Garavelli possedevano la dimora in Bergoglio oltre a case, campi e vigne in Valle San Bartolomeo e dintorni ( 6 ) . 9 Dopo la distruzione del quartiere cittadino nel 1728 per la costruzione della Cittadella la famiglia si trasferì definitivamente nel borgo collinare ( 6 ) . A Bassignana, infine, il casato compare nella seconda metà del 1600 con due nuclei famigliari rapidamente cresciuti di numero ( 7 ) . 10 CAPITOLO VIII Giovinazzo La famiglia Caravella o de Caravellis originaria della Francia ove aveva il cognome Garau si stabilì a Giovinazzo nel 1265 al seguito di Carlo I d' Angiò. Un ramo della medesima assunse poi dal XV secolo il cognome Vernice ; a conferma che inizialmente si trattava dello stesso casato in un antico documento sono nominati alcuni de Caravellis dopo cui si legge "dictus de Vernice". Dopo essere stata aggregata al patriziato cittadino la famiglia si distinse in: Francesco redattore il 16 novembre 1394 dei primi statuti municipali; il sacerdote Don Giovanni Antonio; Nicola mediatore nel 1472 per la delimitazione dei confini con Bitonto; Damiano Consigliere della Piazza dei Nobili dal 1484 al 1492 e Giudice Armale nel 1511, deceduto nel 1520. Dopo il 600 il casato iniziò la propria decadenza culminata con l'esclusione del patriziato; i Vernice, invece, conservarono il rango di nobili fino all'estinzione avvenuta alla fine del XVIII secolo ( 1 ) 11 CAPITOLO IX Sicilia Secondo il Savasta la famiglia Caravelli , nobile in Spagna, Normandia e Venezia , giunse nell’ XI secolo in Sicilia al seguito del Gran Conte Ruggero I ( 1 ) . Per i numerosi servigi prestati ricevette le terre di Finalia e di Bussemi , come da diploma confermato poi da Federico II nel 1229 e da Pietro II nel 1339. Successivamente il casato governò la Sicilia cogli Uffici di Presidente di Giustizia del Regno , Pretore di Palermo e Straticò di Messina , come è riportato in un privilegio di Simone Caravelli nel 1216 . Famiglia Baronale , venne incaricata da Ruggero II di porgere la corona all’ Arcivescovo Metropolitano di Palermo in occasione dell’ incoronazione dei Sovrani di Sicilia ( 1 ) come descritto dal domenicano Tommaso Fazello di Sciacca “ … Fama ducta per manus Panormitanos adhuc tenet stirpem de Caravellis , quae adhuc Panormi nobilis superest , Corona Siciliane Reges insignire ex privilegio Rogerii Regis habuisse , Andreamque Caravellum Rogerium Regem coronasse … “ ( 2 ) . In realtà il Caravelli che per primo ebbe tale onore nel 1130 fu Giovanni . Sul finire del 1500 , infine , furono ammessi fra le fila della nobiltà senatoria a Palermo ( 3 ) . Nel frattempo Roberto Caravelli , pronipote di Simone , si imparentò col casato Perollo , avendo ricevuto in dote il feudo di Melia , e si stabilì quindi a Sciacca , come appare in un testamento di Nicolò Peralta del 7 ottobre 1338 avanti il notaio Alberto Triolo. Beatrice Caravelli, sposatasi con Matteo di Sclafani , Conte di Adornò e Signore di Ciminna , ebbe Aloisia , 12 erede per testamento sotto la tutela di Manfrada Chiaramente di Sciacca . In questa Città i Caravelli ricostruirono nel 1486 la Chiesa di San Antonio Abate , essendo nel frattempo divenuta cadente ; inoltre acquisirono anche le terre di Spoleto e di Pantano, nel Milazzese . Infine alleati coi Perollo, normanni , parteciparono alle lunghe lotte di predominio che opposero questa famiglia ai Luna , catalani , durante il XV e XVI secolo ( 1 ) . Altrove si accenna al casato dei Calvello o Calvelli che ha molte similitudini coi Caravelli , trattandosi probabilmente della stessa famiglia , che ha subito in tempi e luoghi diversi una variazione cognominale . In effetti già il Mugnos ove tratta della famiglia Calvelli scrive “ detta corruttamente Caravelli “ ( 4 ) . Anche il Candida-Gonzaga nella sua opera sulle famiglie meridionali afferma che la casa Calvello, di origine germanica , era “ detta corrottamente Caravelli “ (5) 13 CAPITOLO X Marino, Marietta e Vito Si ripercorrono le vicende storiche di Marino, Marietta e Vito gli esponenti più noti del casato. Caravello Marino ( 1 ) Nacque intorno alla metà del secolo XIV da Luca, e iniziò presto una brillante carriera politica che lo doveva portare ai più alti uffici della Repubblica. La circostanza che nei documenti gli viene spesso attribuito il titolo di "ser" lascia supporre che avesse conseguito il dottorato, probabilmente in diritto come si addiceva a una persona del suo rango, ma non sappiamo quando né dove. Se non si tratta di un suo omonimo, nel 1388 partecipò alle operazioni militari contro il signore di Padova Francesco da Carrara il Vecchio, che in quel momento aveva posto l'assedio a Treviso. Al Caravello era stato affidato il comando di ventiquattro barche con le quali, a quanto sembra, doveva risalire il Brenta ("ad aperiendum fluminis cursum" dice il testo del mandato) per tagliare la strada del ritorno alle milizie carraresi. Negli anni successivi gli incarichi affidatigli si susseguirono con grande rapidità . Infatti il Caravello dal gennaio al maggio 1391 fu consigliere ducale per essere eletto poi , l' 11 giugno , ambasciatore in Siria, insieme con Niccolò Valaresso. Si trattava di raggiungere un accordo con il sultano, soprattutto a tutela del commercio e dei mercanti veneziani che operavano nei territori sottoposti alla sua giurisdizione. Una lunga istruzione del 24 giugno fissava tutti i punti da discutere e gli ambasciatori lasciarono Venezia con la cocca di Alessandria, verso la fine dello stesso mese. 14 Dal 1396 al 1398 il Caravello ricoprì la carica di castellano di Corone e di Modone, dal 1399 al 1401 quella di bailo e capitano di Corfù. Nel marzo del 1402 fu nominato per la prima volta capitano del Golfo, cioè supremo comandante della flotta veneziana nell'Adriatico, ed esercitò questo ufficio, di grandissima importanza militare, fino al dicembre dello stesso anno. Tornato in patria il 24 marzo del 1403, egli venne eletto ambasciatore presso il Turco, ma rifiutò l'incarico. Andò invece nel settembre come podestà a Capodistria, dove rimase fino all'inizio del 1405, anno in cui gli fu affidata nuovamente la carica di capitano del Golfo. In questa veste riuscì a sottomettere al dominio veneziano i Comuni albanesi di Dulcigno, Antivari e Budua. I patti di dedizione di questi Comuni furono infatti ratificati dal doge nel 1406, dopo il ritorno del Caravello a Venezia. Se il Caravello fino ad allora aveva servito la Repubblica prevalentemente nei territori di Levante, gli toccò ora una carica in Terraferma di grande delicatezza politica: fu nominato infatti, all'inizio del 1406, podestà di Padova, da pochi mesi passata sotto il dominio veneziano dopo la sconfitta dei Carraresi. Successe nell'ufficio a Tommaso Mocenigo, il futuro doge, prima a febbraio come vicepodestà, poi dal marzo fino alla primavera del 1407 come podestà. Tornò a Padova ancora una volta nel 1409, questa risulta dagli atti di alcuni dottorati che si svolgevano alla sua presenza. Nel frattempo aveva già partecipato più diretttamente al governo della Repubblica. Nell'estate del 1407 funse, insieme con altri illustri suoi concittadini, come rappresentante del doge e del Comune nelle trattative con Niccolo d' Este, Francesco Gonzaga e Pandolfo Malatesta signore di Brescia, conclusesi con la stipula di un'alleanza. 15 Verso la fine dello stesso anno - le istruzioni portano la data del 20 dicembre - gli fu affidata un'importante missione che aveva per scopo la composizione del grande scisma della Chiesa. Insieme con Zaccaria Trevisan si doveva recare presso Gregorio XII - il veneziano Angelo Correr - e presso l'antipapa Benedetto XIII per indurii a rinunciare al papato. Ma se è fuori dubbio che gli ambasciatori si incontrarono con Gregorio XII a Siena dove allora questi risiedeva (è conservato infatti il testo di una loro orazione pronunciata in quest'occasione), non è altrettanto sicuro che essi continuassero il viaggio fino in Spagna, una volta ricevuto il rifiuto di Gregorio XII. Nel dicembre del 1410 fu eletto tra i procuratori di S. Marco ai quali spettava l'amministrazione dell'immenso patrimonio della Chiesa di S. Marco. Quest'ufficio, di grandissimo prestigio ed inferiore di rango solo al dogato, era conferito a vita. Negli anni seguenti gli furono affidate altre importanti missioni diplomatiche. Nel 1411 fu mandato a Roma, insieme con Antonio Moro. Nel 1415 egli si recò insieme con Francesco Foscari a Firenze, allo scopo di promuovere una lega contro il re dei Romani Sigismondo, il quale come re d'Ungheria rimaneva uno degli avversali più temibili della Repubblica, nonostante che la tregua di Castellotto del 1413 avesse interrotto temporaneamente le ostilità. Nel 1417 fu scelto con Antonio Contarono, Fantino Michiel e Francesco Foscari a far parte dell'ambasceria che si doveva recare a Costanza per congratularsi con papa Martino V per la elezione. L'istruzione del 6 marzo 1418 incaricò gli oratori di dichiarare l'obbedienza della Repubblica e la sua disponibilità di venire ad un accordo con Sigismondo. Savio del Consiglio per molti anni e procuratore del doge in varie circostanze, non sorprende che il Caravello, alla 16 morte del doge Tommaso Mocenigo il 4 aprile 1423, fosse considerato uno dei possibili candidati al dogato. Il Mocenigo stesso l'aveva raccomandato nel suo testamento come "huomo degno et (che) merita per lo intellecto et bontade et per le piage". Il Caravello ottenne parecchi voti, ma alla fine la scelta cadde su Francesco Foscari, suo collega in varie occasioni. Il Caravello stesso aveva fatto parte del Consiglio dei quarantuno che aveva il compito di eleggere il nuovo doge. Dopo questa data non si hanno più notizie precise. Pare che morisse nel 1427, sicuramente in età molto avanzata. Il Caravello fu certamente uno degli uomini politici più autorevoli della Venezia del suo tempo. Il prestigio di cui godeva anche fuori della sua patria è testimoniato tra l'altro da due lettere indirizzategli dalla regina Giovanna II di Napoli. In una di esse lo pregava di fungere da tramite tra lei e i duchi d'Austria suoi cognati. Non pare che avesse lasciato figli. Con tutta probabilità era sua figlia Lucia moglie di Andrea Foscolo, che fece testamento nel 1406, ma non pare che sia sopravissuta al padre. Il Caravello aveva sposato, ma sembra in seconde nozze, Moretta che peraltro non risulta essere la madre di Lucia. Caravello Marietta ( 2 ) Moglie del patrizio Veneto Moro, la mattina del 4 marzo 1522 aveva fatto bruttare di pece le porte della case di Marcantonio Venier, di Andrea Diedo, di Niccolo Tron e di Antonio Cappello. Il Venier, che aveva subito anche l'oltraggio di un'aggiunta di un paio di corna, mosse lagnanza al Consiglio. La Marietta, interrogata, rispose che aveva agito così per vendicarsi delle spose di quei patrizi, le quali avevano rifiutato di andare da lei ad una festa in casa di Marco Grimani. Fu bandita per dieci anni da Venezia. 17 Caravelli Vito ( 3 ) Nacque a Montepeloso, oggi Irsina (Matera), nel 1724. Ancora giovane, divenne sacerdote e si dedicò allo studio e poi all'insegnamento della matematica; l'interesse di ricerca e quello didattico si presentano in lui strettamente associati, in quanto egli dedicò il meglio delle sue energie a semplificare e chiarire i procedimenti dimostrativi e la forma di presentazione degli argomenti matematici, con l'intento esplicito di fornire in un gruppo di opere una trattazione globale del pensiero matematico classico e moderno. Questo suo intento cominciò a realizzarsi a partire dal 1750, quando pubblicò a Napoli gli Euclidis elemento, quìnque postrema solidorum scientiam continentia, quibus velut elementum aliud adiectus est F. Flussatis liber de solidorum regularium cuiuslibet intra quodlibet camparatione. Ponendosi nel solco della tradizione esegetica euclidea l'opera tenta di fornire una trattazione più breve, ed insieme più sistematica e intrinsecamente certa, della geometria solida. Vengono considerati i libri XI-XV degli Elementi del geometra alessandrino, ristrutturandoli con l'aggiunta di alcune proposizioni di Cristoforo Clavio e di un ulteriore libro di Francesco Flussate sul confronto tra solidi. In seguito il Caravelli proseguì regolarmente nel suo lavoro, pubblicando nel 1751 e 1752, sempre a Napoli, gli Archimedis theoremata de circuii dimensione, sphoera et cylindro, aucta ac faciliori methodo demonstrata, quibus accedunt theoremata Architectis perutilia de novis solidis sphoeroidalibus, egli Elementa matheseos. Tomus primus qui Geometriam planarti, seu priores sex libros Euclidis breviter demonstratos complectitur; quest'ultimo libro mira a perfezionare l'esposizione euclidea già avviata con la prima opera. 18 I tre lavori ebbero favorevole accoglienza e una certa risonanza anche all'estero, come mostrano le notizie datene dalla contemporanea Storia letteraria d'Italia dello Zaccaria e dal Journal des Savants . Essi inoltre misero in luce Fautore presso il governo borbonico, che volle valersi della sua competenza: già dal 1753 il Caravelli insegnò matematica, probabilmente in un istituto religioso, e nel 1754 Carlo di Borbone lo nominò professore nella R. Accademia di Marina e presso il corpo volontario di artiglieria. D'allora, per molti anni, vi presentò la sua opera, continuando a scrivere libri che, se non presentano novità concettuali di rilievo, con la loro sobrietà e chiarezza espositiva contribuirono a svecchiare la cultura matematica nel Regno di Napoli e facilitarono l'apprendimento alle giovani generazioni; questo carattere della sua produzione non è incidentale: il Caravelli lo perseguì in modo pienamente consapevole, ed in diversi luoghi delle sue opere lo presenta come loro intrinseco motivo di giustificazione. Il corso completo dei manuali matematici del Caravelli alcuni dei quali costituivano la versione italiana di quelli latini già citati, comprese in tutto otto parti e fu pubblicato a Napoli a partire dal 1759 col titolo Elementi di matematiche. Con gli anni, le sue mansioni di docente nella scuola di artiglieria l'indussero a scrivere anche un manuale di balistica (Elementi dell'artiglieria, 2 voli:, Napoli 1773) e uno sulle tecniche di fortificazione (Elementi dell'architettura militare, 6 voli., Napoli 1776). La sua produzione del periodo successivo mostra un ampliamento della tematica originaria, a partire dai Trattati del calcolo differenziale e del calcolo integrale per uso del regale collegio militare (Napoli 1786), scritti in collaborazione con un ex alunno, Vincenzo Porto, per giungere ad uno scritto sul parafulmine, tra i primi apparsi in Italia sull'argomento (Memoria per il conduttore elettrico che si pensa 19 di mettere sulla cupola del tesoro di S. Gennaro, Napoli 1786), ed il Trattato d'astronomia (4 t., Napoli 1782-94). A queste opere sono da aggiungere gli Opuscoli stampati nel 1789, comprendenti otto brevi scritti d'argomento matematico, astronomico e geodetico, un Trattato della geometrìa sferica edito nel 1795 e gli Elementi di geometria pratica del 1799, tutti pubblicati a Napoli. Nel 1786 Ferdinando IV nominò il Caravelli presidente della commissione d'esami per le scuole militari, e nel 1791 lo chiamò a corte affidandogli la preparazione matematica del figlio Francesco, duca di Calabria e futuro sovrano delle Due Sicilie. Il Caravelli morì a Napoli il 25 novembre1800. 20 CAPITOLO XI Conclusioni Nonostante lo sforzo profuso è possibile costruire un’albero genealogico dei Garavelli solo a Bassignana e Valle San Bartolomeo ove sono bene documentate le discendenze, rispettivamente dalla metà del 600 e del 700, attraverso il registro dei battesimi e gli atti notarili. L'aspetto principale rimasto tuttavia insoluto è se i Caravello, Caravelli, Garavello e Garavelli costituiscano il medesimo casato e se la loro origine sia mono, bi o pluricentrica. Le diverse famiglie nel Medio Evo sono preponderanti a Venezia, in Piemonte, a Giovinazzo ed in Sicilia , queste ultime ritenute provenire d’ Oltralpe . Nella "Corona della Nobiltà d'Italia" stampata a Bologna nel XVII secolo, una sorta di Gotha dell'epoca, i Caravello sono ritenuti una nobile stirpe veneziana ( 1 ) . Nella città lagunare il casato presente già nel XI secolo e forse prima è di rango patrizio ma verosimilmente non di molte ricchezze e quindi facilmente disperdibile sul mare e sulla terra, non potendosi permettere capitali tali da radicarsi nell’ entroterra nel XIV e XV secolo pur raggiungendo nello stesso periodo l’ apice politico . Pertanto già nel XIII secolo è possibile che i Caravello si siano impiantati saltuariamente nel Piemonte Meridionale oltrechè in Liguria . A favore di questa ipotesi potrebbero essere le consuetudini di relazioni commerciali che intercorrevano fra i Veneziani , i loro territori di terraferma e la Lombardia, risalendo a ritroso la via fluviale del Po ( 2 ) . Il Lane nella sua “ Storia di Venezia “ ricorda che “….. Nella valle del Po i 21 battellieri veneziani spingevano la loro ricerca di grano fino a Pavia, capitale , prima di Milano del regno longobardo . Là essi vendevano le merci di lusso dell’ Oriente alle corti dei re longobardi e carolingi .. “ ( 3 ) Nell' alessandrino il casato , che nel frattempo ha subito forse la “ corruzione “ linguistica e grafica del cognome prevalentemente in Garavelli , è costituito da proprietari terrieri privi di reale potere politico e quindi è menzionato solamente in alcuni componenti senza la possibilità di ulteriori valutazioni. Analogamente alla Pianura Padana i numerosi accordi commerciali della Serenissima datanti dall’ epoca bizantina con la Puglia e la Sicilia, soprattutto Sciacca, spiegano le famiglie colà stabilitesi a cavallo del XI e XIII secolo ( 4 , 5 ) , anche se gli antichi araldisti le ritengono originarie d’ Oltralpe . Non a caso a Giovinazzo, i Caravelli erano chiamati anche col cognome Vernice nel quale non è difficile identificare il nome di Venezia . In Sicilia infine lo scorrere dei secoli , problematiche linguistiche ed ortografiche o forse più realisticamente necessità politiche determinarono probabilmente l’ emergenza dai Caravelli del cognome Calvello o Calvelli E’ questa l’ opinione di eminenti storici siciliani dal Mugnos al Candida-Gonzaga ( 6 , 7 ) . 22 APPENDICE I I Garavelli ad Alessandria e Valle San Bartolomeo ….Negli Annali non vi sono altri accenni a questo casato, ma esso è presente in città nei secoli XVII e XVIII, come si evince da numerosi atti notarili ( 1 ) . In Alessandria il 26 gennaio 1601 in un atto di vendita di terreni giacenti in territorio di Castelletto sotto il dominio del Monferrato fra Bartolomeo Nani e Giovanni Bernardo Minardi, in località "alle coste", comparivano coerenze di proprietà con Francesco Garavelli. Il 6 gennaio 1663 Sebastiano Garavelli era fra i consiglieri della Confraternita di Santa Caterina della città di Alessandria che approvavano l'unione di tale Confraternita con quella di San Rocco della stessa città, dando mandato ai confratelli delegati di procedere alle relative incombenze. Un Antonio Garavelli il 13 dicembre 1670, nominato perito insieme a Giovanni Pero, affinché entrambi stimassero una proprietà del Canonico Rev. Luigi Buzzoni del Convento di San Marco di Alessandria, ne stabilirono il valore in ducatoni 18 per ogni moggia. Il 19 gennaio 1672 Sebastiano Garavelli di Antonio dichiarava di aver ricevuto dal suocero Nicola Panizza L. 150, a computo del residuo della dote che il Panizza aveva assegnata alla figlia Antonia. Antonio Garavelli fu Sebastiano il 25 ottobre 1677 vendeva a Sebastiano Panizza sette staia di terra sita in territorio della città, confinante con la via detta la "Cerca". Il Rev. Francesco Molinelli il 6 ottobre 1681, per conto della marchesa Maria Ruiz, vendeva ad Antonio Garavelli fu Sebastiano, il quale acquistava con denari della dote di 23 Caterina Penna moglie del figlio Stefano, tre moggia di terra coltiva sita in territorio di Bergoglio, in località detta "in lastra", coerente il compratore, il capitano Carlo Domenico Guasco e la via Cerca. Il 2 gennaio 1685 in Alessandria sotto la parrocchia di San Siro veniva steso il contratto matrimoniale fra Pietro Garavelli, di anni 24, figlio di Antonio e Caterina Amelotti figlia del fu Lattanzio, col consenso della madre della sposa, Margherita Pasino, Michele Amelotti, zio della sposa, prometteva la dote in 100 ducatoni, alla quale veniva aggiunto l' agreo o corredo. Sebastiano Garavelli figlio di Antonio, dal quale viveva separato economicamente, il 14 aprile 1685 vendeva ad Antonia Francesca Caresana, moglie di Giovanni Antonio Ferri, 4 staia di terra sita "in Sabiano", per L. 400 di Milano. Il 13 maggio 1686, fuori dalle mura della città, in Valle San Bartolomeo, nella casa del testatore, veniva steso il testamento di Antonio Garavelli fu Sebastiano. In esso il Garavelli chiedeva di essere sepolto nella Chiesa Parrocchiale di San Pietro in Bergoglio, nella sepoltura dei Confratelli del venerabile Oratorio dei Santi Caterina e Rocco, alla quale confraternita lasciava in legato tre libre di cera bianca, ordinando che in suo suffragio venissero celebrate 100 messe nella stessa Chiesa di San Pietro. Al figlio maggiore Andrea Cristoforo lasciava due vigne site "al Dazio", 4 staia di vigna "in Gambatorta" e una tina di rovere della tenuta di una cassa circa con 4 cerchi di ferro, due vasselli di rovere della tenuta di 10 brente ciascuno, con 4 cerchi di ferro per ognuno, il letto "fornito" nel quale dormiva detto Andrea Cristoforo, una cassa di albera, una vacca chiamata "la rossa" e una puledra. Da dividere dopo la sua morte lini, canapa e mobili, fra figli e figlie suoi eredi. 24 Ordinava che fosse stimata la casa in Bergoglio e che la quinta parte del prezzo stimato fosse versata ad Andrea Cristoforo. Alla figlia Beatrice, moglie di Stefano Zanino, destinava la somma di L. 1.000 di Milano, a completo pagamento della dote promessale. Alle figlie Beatricina, Bernardina, moglie di Vincenzo Rivolta, e Anna Caterina, lasciava L. 40 di Milano ciascuna. Al figlio Carlo, avuto dalla fu Lucia Panizza sua prima moglie, L. 100 di Milano. Al figlio Tommaso lasciava L. 300 di Milano. Nominava poi eredi universali di tutti i suoi beni mobili ed immobili, debiti e crediti, i figli Stefano, Giacomo Matteo, Pietro e Tommaso. A quella epoca quindi i Garavelli avevano dimora in Bergoglio, oltre che le case nella Valle di San Bartolomeo, dove possedevano anche campi e vigne. Dopo la distruzione di Bergoglio essi concentreranno le loro abitazioni proprio fra Val d'Arbio e Val Sabbiano, contribuendo a formare la popolazione di Valle San Bartolomeo . Il 17 marzo 1687 in Val Sabbiano che si trovava sotto la Parrocchia di San Pietro di Bergoglio, nella casa di Nicola Panizza fu Sebastiano, il medesimo faceva testamento e nello stesso lasciava alla figlia Antonia, moglie di Sebastiano Garavelli, L. 20 da pagarsi sei mesi dopo la sua morte. Il 21 aprile 1687 i coniugi Andrea Cristoforo Garavelli di Antonio e Maddalena Castelli di Bartolomeo vendevano ai coniugi Cristoforo Francesco Rossi e Caterina Cornalia poco più di sette staia di terra sita in territorio di Bergoglio "a quarti". Il 25 aprile dello stesso anno 1687 Antonio 25 Garavelli fu Sebastiano, con atto steso nella sua casa in Bergoglio, sotto la Parrocchia di San Pietro, dava mandato al figlio Stefano di costituire un censo annuo sui suoi beni. Nello stesso giorno Bartolomeo Castelli fu Filippo vendeva a Cristoforo Garavelli di Antonio poco più di uno staio di terra sita "nel valario", e un altro piccolo pezzo di terra sito "alle prade del lago", il tutto per L. 124, soldi 3 e denari 3 di Milano. Il 5 settembre dello stesso anno 1687 in Bergoglio nella sacrestia della Chiesa Abbaziale di San Pietro, i fratelli Stefano, Giacomo Matteo, Pietro e Tommaso Garavelli fu Antonio costituivano un censo su una vigna di 12 staia sita sul territorio della città " nella valle del cervo" e su un'altra vigna di sette staia sita "al Dazio". Essi vendevano il suddetto censo ai M. rev. Canonici della Collegiata Insigne di San Pietro per il prezzo capitale di L. 450 di Milano. Gli stessi fratelli Garavelli, Stefano, Giacomo Matteo, Pietro e Tommaso figli del fu Antonio, ai quali si aggiungeva anche il fratello Andrea Cristoforo, il 12 febbraio 1688 in Alessandria, con atto steso sotto la Parrocchia di San Siro, versavano a Stefano Zaino fu Giovanni Battista, che sposava la loro sorella Beatrice, la dote in L. 1200 di Milano costituenti 200 ducatoni e l' agreo descritto nella lista unita all'atto. Il 14 dicembre 1689 Tommaso Garavelli fu Antonio dichiarava di aver ricevuto L. 100 di Milano dai fratelli Stefano, Giacomo Matteo e Pietro pagate con denaro dell'eredità paterna a capitalizzazione della somma di L. 300 dovutagli secondo disposizioni testamentarie del padre Antonio. Tommaso Garavelli fu Antonio il 27 settembre 1691 acquistava da Lucia Fongi ved. Accarini cinque staia di terra sita in territorio di Bergoglio "al morto". 26 Anna Caterina Garavelli fu Antonio, unitamente ai fratelli Sebastiano, Michele, Giovanni e Antonio Panizza fu Carlo, il 18 dicembre 1691 vendeva a Tommaso Castelli otto staia di terra sita in territorio di Bergoglio, "in olmeto". La stessa Anna Caterina Garavelli, vedova di Carlo Panizza, il 17 marzo 1693 con atto steso alla cascina detta La Gabriella in territorio di Bergoglio, faceva testamento, chiedendo di essere sepolta nella Chiesa di Santo Stefano di Bergoglio, lasciando eredi universali dei suoi beni i figli Sebastiano, Gerolamo e Antonio. Con scrittura privata in data 25 marzo 1694 Gerardo Francesco e Giacomo Antonio fratelli Caliani davano a mezzadria la loro cascina di S. Antonio, cominciando dalla strada Cerca in sù , a Bastiano, Giuseppe, Antonio, padre e figli Garavelli, per quattro anni a partire dal marzo 1694. Il 9 aprile 1698 i fratelli Giacomo Francesco e M.R. Don Pietro Antonio Ferrari vendevano ai coniugi Sebastiano e Antonia Garavelli venti staia di terra sita in Val Sabbiano. Il 19 febbraio 1701 Giovanni Battista Vaccarini fu Giovanni Stefano, per adempiere la volontà paterna, versava a Giovanni Battista e a Carlo, padre e figlio Garavelli, scudi 14 per la dote della sorella Anna Maria sposata a Carlo. Il 23 dicembre 1705 i fratelli Sebastiano, Giuseppe e Antonio Garavelli figli del vivente Sebastiano, vendevano a Giovanni Andrea Vegezzi di Pietra Marazzi, una vigna di poco più di venti staia sita in Val Sabbiano. Una divisione di beni ereditali ebbe luogo il 30 maggio 1707 in Alessandria fra i fratelli Stefano, Giacomo Matteo, Pietro e Tommaso Garavelli, dopo la morte del padre Antonio avvenuta alcuni anni precedenti. Egli aveva fatto testamento il 13 marzo 1686; prima di morire Antonio Garavelli aveva imposto un censo sui suoi 27 beni di L. 75 di Milano, vendendolo all'Ospedale San Giacomo della città per il capitale di L. 1500 con atto di Sappa Gerolamo il 20 agosto 1685. Nella divisione dei beni, Tommaso cedeva ai fratelli Stefano e Pietro una vigna stimata concordemente L. 56 di Milano allo staio, cui essi avocavano a sé la quarta parte del censo di cui si è detto. Tommaso cedeva a Stefano e a Pietro una vigna di poco più di sette staia in località detta "in Lastrà". Il 13 novembre 1708 i coniugi Giacomo Matteo Garavelli e Anna Maria Penna vendevano a Francesco Ghilini fu Biagio un moggia di terra coltiva in territorio alessandrino, luogo detto "nella valle di S. Antonio" coerente Stefano Garavelli. Pietro Garavelli fu Antonio riacquistava da Carlo Francesco Ghilini un moggia di terra coltiva, sita "in lastrà", coerente Stefano Garavelli e la via Cerca, con atto del 17 luglio 1709. Con atto del 5 marzo 1714 Andrea Cristoforo Garavelli fu Antonio dichiarava di aver ricevuto dal Rev. Don Bartolomeo Lazzari la somma di L. 56 di Milano in estinzione di un credito. Le monache del convento di Santa Maria Maddalena della città di Alessandria il 4 febbraio 1716 concedevano in affitto livellario, fino alla terza generazione mascolina, a Bartolomeo, Sebastiano e Giuseppe fratelli Garavelli figli di Antonio "versus Petrum Garavellum eorum avum paternum", moggia quattro di vigna siti "nella Valle d'Arbio", ossia alla Finalina, per un canone annuo di L. 60 di Milano ed un paio di capponi nella festa di San Martino, a partire dal 1716 in poi. Il 18 marzo 1718 accettava una donazione da parte del fisico (medico) Dott. Giuliano Scarsi consistente in 13 28 capitali per complessive L. 1650 che gli erano dovuti da diversi particolari, fra i quali figurava Pietro Garavelli fu Antonio per quattro crediti. Giuseppe Antonio Varzi il 4 settembre 1727 concedeva ad Antonio Garavelli di Pietro, nativo della Collina di Alessandria e abitante in esso luogo detto nella Valle di San Bartolomero, vivente con gestione separata dal padre, in enfiteusi, ossia affitto fino alla terza generazione mascolina, 4 pezze di vigna poste nel territorio di Pecetto, in luogo detto "a S. Giovanni", altra in luogo detto "la Forchera", altra detta la vigna granda, altra detta "il Bettone", il tutto per otto moggia circa di terra. Il 22 gennaio 1729 in Alessandria sotto la parrocchia di Santa Maria del Cannine, nel palazzo Vescovile, per ordine del Vescovo fra Vincenzo Ferreri, erano presenti insieme al Rev.do Don Camillo Panigarola, già Rettore della Chiesa Abbaziale di San Pietro in Bergoglio ed ora stabilita nella Valle di San Bartolomeo alla Collina, i massari ed i parrocchiani particolari debitamente delegati, fra i quali Antonio Garavelli; ivi prestarono giuramento e promisero da ambo le parti di osservare i capitoli della convenzione accordati fra essi ed il Parroco di San Bartolomeo alla Collina. In detta scrittura si stabilivano per il Parroco l'obbligo della residenza e vari altri obblighi, fra i quali la manutenzione dell'olio per la lampada dietro retribuzione per parte dei fabbricieri, dell'uso della casa e del corrispettivo di tre fìlippi annui e per i parrocchiani l'obbligo di dare ogni anno al Parroco 18 sacchi di grano e gli incerti parrocchiali da riscuotersi dai massari e da darsi per un terzo al parroco e per due terzi alla Chiesa. In occasione del matrimonio fra Gio Batta Garavelli di Pietro, abitante alla Collina della città, ossia nella Valle di San Bartolomeo, e Giovanna Maria Tartara di Andrea, 29 abitante alla masseria detta la Cazzola sul territorio di Sale nello Stato di Milano, il 14 marzo 1729 Andrea Tartara versava la dote in scudi 50 da L. 4 di Piemonte per singolo scudo. L’ 8 giugno 1739 Bartolomeo Gho fu Tommaso vendeva ad Antonio Garavelli fu Tommaso, entrambi di Valle San Bartolomeo, una vigna di quattro staia, situata fra il territorio della città e quello di Pecetto in luogo detto "Bertona", confinante con altra terra dello stesso compratore. In un atto di compravendita di terra stipulato in data 3 febbraio 1740 comparivano coerenze di proprietà di Antonio Garavelli "in gambatorta" sul territorio di Pecetto. Con atto rogato Benevolo il 20 marzo 1744 i fratelli Antonio, Gio Batta e Lorenzo Garavelli fu Pietro, di Valle San Bartolomeo, addivenivano alla divisione dei beni ereditati dal padre. Il 1 dicembre 1749 veniva pagata la dote in L. 133, soldi 6, denari 8 di Piemonte, più l' agreo, per Agata Garavelli di Giovanni Battista che circa due anni prima aveva sposato Bartolomeo Rossi fu Giovanni: entrambi gli sposi erano nativi ed abitanti nella Valle di San Bartolomeo. Altra dote, consistente in nove zecchini, più l' agreo, veniva versata il 10 marzo 1759 per il matrimonio, avvenuto circa tre anni prima, fra Lucia Garavelli di Antonio e Pietro Rossi fu Francesco, entrambi di Valle San Bartolomeo. Nel 1767 in Valle San Bartolomeo la popolazione dovette affrontare un grosso problema, quello cioè della costruzione di una nuova Chiesa in luogo più salubre, ottemperando all'invito del Vescovo di Alessandria durante la visita pastorale del 16 agosto di quello anno. Perciò all'unanimità venne scelto il luogo dove ora esiste l'attuale Chiesa, predispondendo l'immediato acquisto del 30 terreno che risultava di ragione dei Canonici Don Francesco Capsone e Don Paolo Gerolamo Balbi. Con atto in data 19 dicembre 1767 i due Canonici sopradetti, col consenso ed assenso avuto dal Sig. Andrea Agosti nella qualità di Procuratore del Sig. Fisico Collegiato il Rev. Protofisico Antonio Agosti, concedettero in enfiteusi, cioè in affìtto perpetuo, ai signori Lattanzio Garavelli fu Pietro, Pietro Sacco, fratelli Stefano e Giovanni Andrea Bruni, tutti di Valle S. Bartolomeo, i quali accettarono a nome della Chiesa Parrocchiale la convenzione ed obblighi per la fondazione di detta nuova Chiesa, cimitero e casa parrocchiale, e cioè dal Canonico Capsone moggia due, stara due, tavole sei di vigna per l'annuo canone di 56 Camerali del Piemonte e dal Canonico Balbi, stara due e mezzo di vigna mediante l'annuo canone di L. 8 e soldi 15. I sopradetti quattro particolari si obbligarono in proprio di pagare gli affitti annui in perpetuo ai predetti Canonici ed ai loro successori in quei benefìci canonicali. II 1 agosto 1768 Stefano Bastiano Garavelli, per conto del padre Rinaldo Garavelli fu Giacomo, acquistava da Giuseppe Antonio Garrone un campo di otto staia sito "in grindolato". Acquirenti e venditore erano tutti di Valle San Bartolomeo. Il Gho annota che al tempo della costituzione della parrocchia di Valle San Bartolomeo, nel 1728, quando venne distrutto Bergoglio per la costruzione della Cittadella, i Garavelli, dovendo abbandonare il quartiere cittadino, si concentrarono nel nuovo paese, ove avevano già loro case, in particolare alla "Fontana". A quel tempo pare che la loro presenza fosse abbastanza cospicua, costituita da dieci famiglie. Si è visto che i Garavelli fra la pianura e la collina del territorio di Bergoglio nel tempo andarono possedendo varie 31 proprietà, fra vigne e campi, in Grindolato, nella valle d'Arbio, come in quella di Sabbiano, al Dazio, sui confini del territorio verso Pecette ed anche in quel di Pecette, "in Gambatorta", "a S. Giovanni", "la Forchera", “il Bettone", "nel Vaiano", "al morto", "alle prade del lago", "a quarti", "nella valle del cervo", "in Olmeto", "in lastra", e persino "alle coste" in territorio di Castelletto Monferrato ( 1 ) . 32 APPENDICE II I Garavelli a Bassignana Le prime notizie di questo Casato si rilevano dal "Liber Baptizatorum" relativo all'anno 1669; è da presumere quindi che nella prima metà del 600, a Bassignana esisteva un nucleo familiare. 1669 - 16 novembre - De Garavellis Carolus Antonius di Andrea et Lucia; - Patr.: Rev.us Don Joseph à Turre filius Don Petri Georgj; - Madr: Donna Cecilia uxor Don Deodati de Laboranti. 1675 - 19 gennaio - Garavelus (de Garavellis) Antonius Sebastianus di Andrea Lucia; - Patr: Rev.us Don Carolus Gallinus filius Don Dominici; - Madr: Donna Laura. Inverarda fil. Don Toma. 1677 - 15 febbraio - Garavella (de Garavelljs) Antonia Margarita di Sebastiani et Julia Cattharina; - Patr.: Carolus Guerra et Isabella uxor Joseph Francisci Lingua. 1677 - 15 aprile - Garavelus (de Garavellj) Antonius Sebastianus, di Andrea et Lucia; - Patr.: Laurentius Brugnadelus fil. Francisci; - Madr.: Catharina de Sancto Petro fil. Don Antonj. 1680 - 30 settembre - Garavelus (de Garavellj) Carolus Franciscus di Andrea et Lucia; - Patr.: Carolus Racca di Baldassaris; - Madr.: Margarita fil. Jò Maria Boverj. 1680 - 18 novembre - Garavellus (de Garavellj) Antonius di Sebastiani et Julia Catharina; -Patr.: Petrus Antonius fil...?; -Madr.: Catharina Candia fil. Stephani. 1683 - 13 maggio - Garavella (de Garavellis) Joanna Maria fìliam Sebastiani et Juìia; Patr.: Joannes Zanata; Joana Maria Guerra. 33 1684 - 27 febbraio - Garavella (de Garavellis) Anna Margaritam di Andrea et Lucia Patr.; Antonius Boverius fil. Jacobj; -Madr.: Antonia uxor Joannes Paoli Bassi. 1685- 4 febbraio - Garavellus (de Garavelljs) Antonius di Andrea et Lucia; Patr. Carolus Antonius Ratta; Ladr.: Donna Daria uxor Don Thoma de Inverardi. 1686- 27 agosto - Garavelis (de Garavelj) Jò Baptista di Sebastiani et Julia; Patr.: Antonius Boverius fil. Jacobi; Madr.: Anna Maria uxor Don Antonj de Garavellis, Valentia. 1689 - 30 settembre - Garavella (de Garavellis) Maria Magdalena di Sebastiani et Julia Cattharina; Patr.: Jacobus Philippus Lunatus fil. Blasj; Madr.: Joanna uxor Christophorj de Giaroljs. 1692 - 11 settembre - Garavelus (de Garavelis) Carolus Joseph di Andrea et Julia Cattharina; Patr.: Jò Baptista Lavezarius fil. Thomas; Madr.; Maria uxor Jò Bapstista Faccherius. 1693 -12 gennaio - Garavella (de Garavallis) Luccia di Andrea et Cattharina? Patr.: Joseph Garonus fìl. Joannes; Madr.: Dominica uxor Petri Maria Boveri. 1695 - 4 gennaio - Garavelis (de Garavelis) Jò Andrea di Andrea et Cattharina; Patr.: Joannes Boverius; Madr.: Anna Elisabeth oxor Juli de Proverj. 1701 -15 gennaio - Garavellis (de Garavellis) Lucia di Caroli et Francisca; Patr.: Bartholomeus Proveris fillus Petri Francisci; Madr.: Margarita uxor Petri Oltrabella; 1705 - 11 marzo - Garavellis Joes Andrea di Sebastiani et Magdalena; Patr.: Joes Baptista Lavezarius fìl. Thoma; Madr.: Domitilla uxor Joes de Gioveis. 1705 - 19 agosto - Garavellis Antonia Margarita di Caroli et Francisca; Patr.: Theresia uxor Joes Locardi. 1706 - 29 gennaio - Garavellis Stephanus Franciscus di Antonj et Beatricis; Pat.... 34 1706 - 15 febbraio - Garavellis Angela di Sebastiani et Angela. 1707 - 4 maggio - Garavellis Carolus Josephus di Sebastiani et Magdalena. 1707- 21 novembre - Garavellis Stephanus Franciscus di Antonj et Beatricis; è padrino: Joes Baptista Garavellis fìlius Sebastianj. 1708- 9 maggio - Garavellis Angela Francisca di Francisci et Isabella. 1709-15 giugno - Garavellis Carolus Josephus di Sebastiani et Magdalena. 1709 - 9 dicembre - Garavellis Carolus Franciscus di Caroli Antonj et Francisca. 1711- 25 ottobre - Garavellis Carolus Franciscus di Sebastiano et Magdalena. 1712- 22 aprile - Garavellis Dominicus Franciscus di Francesco et Isabella. 1712 - 24 aprile - Garavellis Joanna Antonia di Sebastiano et Angela; è padrino Joseph Tortus fìlius Caroli. 1712 - 12 settembre - Garavellis Julia Maria di Antonio e Beatrice. 1714 - 30 marzo - Garavellis Carolus Joseph di Carolo et Francisca. 1715 - 10 febbraio - Garavella (de Garavellis) Julia Dominica Maria di Antonio e Beatrice. 1715 - 25 novembre - Garavellus (de Garavellis) Antonius Sebastianus, di Antonio Sebastiano et Magdalena. 1717 - 23 febbraio - Garavella (de Garavellis) Maria Magdalena di Antonio et Beatrice 1717 -17 dicembre - Garavellus Carolus Joseph di Carolo et Francisca 1719 - 24 febbraio - Garavellus Joe Bap.ta Matthias di Antonio et Beatrice 35 1721 - 6 gennaio - Garavellus Vincentius di Sebastiano et Magdalena. 1722 - 2 gennaio - Garavella Julia Cattarina Maria di Antonio et Beatrice. 1723 -16 luglio - Garavella Maria Magdalena di Sebastiano et Clara 1724 - 1 febbraio - Garavellus Antonius Franciscus di Antonio et Beatrice. 1724 - 29 novembre - Garavella Lucia di Sebastiano et Clara. 1726 - 17 aprile - Garavella Angela Maria Magdalena di Andrea et Julia. 1728 - 9 ottobre - Garavellus Dionisius di Stephano et Victoria. 1731 - 13 aprile - Garavellus Antonius Franciscus di Andrea et Julia. 1732 - 17 novembre - Garavella Maria Magdalena di Francesco et Dominica. 1733 - 11 luglio - Garavella Maria Magdalena di Andrea et Julia Grassa. 1733- 25 ottobre - Garavella Francisca Maria di Carolo Francesco e Dominica Lingua. 1734- 5 febbraio - Garavella Agatha Maria di Andrea et Theresia Piccotta. 1736-1 luglio - Garavella Joanna M.a Margarita di Andrea et Julia Grassa. 1737-16 gennaio - Garavello Marcus Antonius di Francisco et Dominica de Linguis. 1737 - 31 gennaio - Garavella Agata Maria di Andrea et Teresia Picotta. 1737 - 31 gennaio - Garavella Francisca Maria di Andrea et Teresia Picotta. 1737- 13 settembre - Garavella Anna M.a Ixabella di 36 Domenico Francesco et Cattarina Candiana. 1738- 10 gennaio - Garavella Joanna Maria di Andrea et Theresia Picota. 1739- 27 marzo - Garavello Joes Bap.ta Carolus Andreas di Andrea et Julia Grassa. 1740- 7 marzo - Garavello Joe Baptista di Andrea et Teresia Picotta. 1740- 29 giugno - Garavellus Petrus Antonius di Dominico Francisco et Joanna Cattarina Candiana. 1741- 17 dicembre - Garavello Sebastianus di Andrea et Julia Grassa. 1742- 7 ottobre - Garavella Lucia di Andrea e Teresia Picotta. 1743- 2 giugno - Garavella Maria Magdalena di Domenico Francesco et Joanna Cattarina de Candianis. 1744- 20 ottobre - Garavellus Antonius di Andrea et Teresia Picotta. 1745- 22 marzo - Garavello Joseph Antonius di Francesco et Joanna Cattarina Candiana. 1746- 13 maggio - Garavella Joanna Maria di Andrea et Julia de Grassis. 1747- 15 marzo - Garavello Joes Antonius di Dominico Francesco et Joanna Cattarina Candiana. 1749 - 4 luglio - Garavellus Joes Bapt.a di Andrea et Julia Grassa. 1749 - 2 agosto - Garavella Francisca Maria di Dominico Francisco et Joanna Cattarina Candiana. 1762- 21 ottobre - Garavellus Alexander Salvator di Petro et Antonia Radisona. 1763- 29 settembre - Garavellus Joseph Maria di Andrea et Julia Gallina. 1765 - 26 maggio - Garavellus Joseph Antonius di Andrea et Julia Gallina. 37 1767 -15 gennaio - Garavella Anna Maria di Andrea et Julia Gallina. 1767 - 6 dicembre - Garavellus Angelus Dominìcus di Andrea et Julia Gallina. 1768 - 10 giugno - Garavello Petrus Antonius di Francesco Antonio et Angelica Lavezzari. 1768 - 3 ottobre - Garavella Julia Maria di Sebastiano et Isabella Lavezzari. 1769 - 25 ottobre - Garavello Petrus Antonius di Andrea et Julia Gallini. 1771 -17 aprile - Garavelli Antonia Maria di Antonio et Angelica Lavezzara. 1771 - 4 ottobre - Garavelli Julius Antonius di Andrea et Julia Gallini. 1772 - 22 agosto - Garavella Antonia Maria di Sebastiano et Apollonia Vitale. 1774 - 15 febbraio - Garavella Isabella Maria di Sebastiano et Appolonia Vitalla. 1774 - 15 giugno - Garavella Maria Josepha di Andrea et Julia Gallina. 1776 - 5 giugno - Garavelli Alexander di Andrea et Julia Gallini. 1779 - 19 aprile - Garavelli Franciscus Antonius di Andrea et Julia Gallini. 1781 - 14 settembre - Garavelli Gaspar Antonius di Andrea et Julia Gallini. 1786- 7 maggio - Garavelli Maria Domenica di Andrea et Julia Galini. 1787- 13 settembre - Garavelli Julius di Josepho Antonio et Josepha Pasetti. 1789- 11 maggio - Garavelli Alexander Franciscus Maria di Joeph Antonio et Josepha Pasetti. 1790- 5 marzo - Garavelli Petrus Franciscus di Domenico et 38 Domenica Lenta. 1791- 30 luglio - Garavella Maria Francesca di Josepho Antonio et Josepha Pasetti. 1793 - 17 novembre - Garavelli Francesca di Joseph Antonius et Josepha Pasetti. 1798- 13 marzo – Garavelli Joseph Antonius di Francesco et Angel Maria Ferrari. 1799- 6 marzo - Garavelli Maria Josepha Bartolomeia di Angel Domenico et Maria Lensa 1800 - 12 ottobre - Garavelli Joseph Antonius di Francisco et Joanna Radisona. 1802- 16 ottobre - Garavelli Teresa Allovisia Desideria di Francesco et Gioanna Radisona. 1803- 25 febbraio - Garavelli Giulia di Domenico et Maria Domenica Lenti. 1804- 6 gennaio - Garavelli Cresentino Giulio Benedetto da Francesca e Gioanna Radisona. 1804- 13 maggio - Garavelli Andrea Desiderio Cresentino da Domenico et Domenica Lenti. 1805- 22 agosto - Garavelli Petrus Antonius di Francesco et Josepha Carovini. 1805- 3 dicembre - Garavelli Andrea di Angelo Domenico et Domenica Lenti. 1806- 20 gennaio - Garavelli Joseph Antonius di Francesco et Joanna Radisona. 1806 – 17 settembre - Garavelli Petrus Antonius di Francesco et Josepha Carovini. 1808 - 2 gennaio - Garavelli Maria Teresia di Francesco et Joanna Radisona. 1811 - 1 febbraio - Garavelli Rosa di Domenico et Domenica Lenti. 1811 - 7 luglio - Garavello Joseph Antonina di Francesco et Josepha Carovino. 39 1812 - 6 febbraio - Garvelli Petrus di Francesco et Joanna Radisone. 1814 - 9 giugno - Garavelli Andreas di Francesco et Joanna Radisone. 1817 - 24 gennaio - Garavelli Maria Dominica di Francesco et Joanna Radisone. 1826 - 7 maggio - Garavelli Franciscus di Andrea et Josepha Leva. 1828 - 4 marzo - Garavelli Carola di Julii et Laura Cassini. 1828 - 12 dicembre - Garavelli Joseph di Andrea et Josepha Leva. 1832 - 11 gennaio - Garavelli Julia Josepha Dominica di Andrea et Maria Josepha Leva. 1832- 27 agosto - Garavelli Annunciata di Julii et Laura Cassini. 1833-19 marzo - Garavelli Carola di Joseph et Angela Maria Omodeo. 1835 - 27 gennaio - Garavelli Joseph Antonius di Petri et Anna Maria Moretta 1835 - 2 marzo - Garavelli Petrus di Julii et Laura Cassini. 1837 -11 giugno - Garavelli Angela Maria Domenica di Andrà et Josepha Leva. 18372 aprile - Garavelli Giovanni di Pietro (camparo) e Maria Moretta. 1838- 2 maggio - Garavelli Maria Luigia di Giulio e Laura Cassini. 1839- 16 aprile - Garavelli Pietro Francesco di Giuseppe e Cattarina Corti. 1840- 8 aprile - Garavelli Pietro di Andrea e Giuseppa Leva. 1841- 2 gennaio - Garavelli Giuseppe di Francesco e Antonia Maria Arzani. 1841 - 26 gennaio - Garavelli Gioanna Maria di Giulio e Laura Cassini. 40 1845 - 11 gennaio - Garavelli Alessandro di Pietro (camparo) e Maria Barzizza. 1845 - 15 febbraio - Garavelli Maria Giuseppa di Pietro Giuseppe e Margarita San Pietro. 1847 - 27 febbraio - Garavelli Francesco di Giulio e Laura Cassini. 1847 - 26 marzo - Garavelli Maria Giuseppa di Pietro (camparo) e Maria Barzizza. 1847 - 26 giugno - Garavelli Luigi di Francesco e Antonia Arzani. 1847 - 12 settembre - Garavelli Luigi di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1848 - 7 dicembre - Garavelli Antonio Luigi di Pietro (camparo) e Maria Barzizza. 1850- 24 febbraio - Garavelli Carlo di Pietro (camparo) e Maria Barzizza. 1851- 19 Settembre - Garavelli Leandro di Giuseppe e Margherita San Pietro. 1852- 14 marzo - Garavelli Antonio di Pietro (camparo) e Maria Barzizza. 1853 - 22 gennaio - Garavelli Leandro di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1854 - 8 maggio - Garavelli Giuseppa di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1854 - 6 settembre - Garavelli Giuseppa di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1856 - 5 maggio - Garavelli Angela Maria di Francesco (falegname) e Rosa Nosetti. 1856 - 7 settembre - Garavelli Giuseppe Tommaso di Francesco e Giuseppa Oltrabella. 1857 - 19 febbraio - Garavelli Maria Matilde di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1858 - 18 marzo - Garavelli Maria Teresa Isabella di 41 Giuseppe e Rosa Ferrari 1858 - 8 luglio - Garavelli Angela Maria Maggiora di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1858 - 3 novembre - Garavelli Santo Andrea di Francesco e Giuseppa Oltrabella. 1859 -13 marzo - Garavelli Metilde di Francesco (falegname) e Giuseppa Burzi. 1859 - 2 novembre - Garavelli Maria Vittoria di Giuseppe e Rosa Ferraris. 1860 - 14 dicembre - Garavelli Metilde di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1861 - 21 marzo - Garavelli Angela Dominica di Francesco e Giuseppa Oltrabella. 1861- 13 agosto - Garavelli Pietro Luigi di Francesco (falegname) e Giuseppa Burzi. 1862- 14 marzo - Garavelli Bernardo Pietro di Giuseppe e Rosa Ferraris. 1863- 16 febbraio - Garavelli Gioanni Vittorio di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1863- 11 maggio - Garavelli Pietro di Francesco e Giuseppa Oltrabella. 1864- 24 luglio - Garavelli Paola Maria Teresa Carolina di Francesco (falegname) e Giuseppa Burzi. 1864 - 24 agosto - Garavelli (Faravelli?) Angelo di Giuseppe e Filomena Faccaro. 1864- 17 settembre - Garavelli Maria Luigia Ermellina di Andre a e Margarita Invenizzi. 1865- 25 febbraio - Garavelli Gioanna Maria Emilia di Pietro e Luigia Panizza. 1865 - 2 novembre - Garavelli Maria Luigia Giuditta di Giuseppe (guardia campestre) e Rosa Ferraris. 42 1865 - 22 novembre - Garavelli Pietro Alessandro di Andrea e Margarita Invenizio. 1866 - 11 aprile - Garavelli Maria Domenica Emanuella Adelaide di Gioanni e Teresa Ferrari. 1866 - 18 aprile - Garavelli Maria Angela Sperinda di Giuseppe e Margarita San Pietro. 1866- 4 dicembre - Garavelli (Faravelli?) Maria Teresa di Giuseppe e Filomena Faccaro. 1867- 9 gennaio - Garavelli Luigi di Francesco e Giuseppa Oltrabella. 1867 - 17 febbraio - Garavelli Rosa di Francesco e Giuseppa Burzi. 1868 - 4 gennaio - Garavelli Stefano Dante Menotti di Francesco e Giuseppa Oltrabella. 1868 - 14 febbraio - Garavelli Maria Carolina Ermelinda di Andrea e Margarita Invernizi. 1868 - 6 agosto - Garavelli Giuseppe di Giuseppe e Rosa Ferraris. 1868- 19 settembre - Garavelli Pietro di Gioanni e Teresa Ferraris. 1869- 14 ottobre - Garavelli Francesco di Pietro e Rosa Bassi. 1870 - 20 maggio - Garavelli Giuseppe Tommaso di Francesco e Giuseppa Oltrabella. 1870- 3 novembre - Garavelli Maria Luigia di Gioanni e Teresa Ferraris. 1871- 8 gennaio - Garavelli Maria Vittoria Carolina di Alessandro e Rosa Leva. 1872- 11 marzo - Garavelli Severino Pietro di Giovanni e Teresa Ferrari. 1872 - 23 marzo - Garavelli Luigia di Giuseppe e Angela Maria Freschi. 1872 - 3 aprile - Garavelli Maria Domenica Carolina Luigia di 43 Giuseppe (del vivente Pietro) e Rosa Ferrari (fu Bernardo); Battezzante: Sacerdote Rocco Camillo Bozola; Padrino: Garrrone Lorenzo fu Cristofaro; Madrina: Carovino Luigia di Giuseppe. 1872 - 2 ottobre - Garavelli Francesco di Pietro e Domenica Freschi. 1872- 9 dicembre - Garavelli Stefano di Pietro e Meazza Luigia. 1873- 13 luglio - Garavelli Laura Carolina di Pietro e Luigia Barzizza. 1873 - 14 agosto - Garavelli Emilia Maria Margarita di Giuseppe e Angela Freschi. 1873- 13 novembre - Garavelli Maria Giuseppa Emilia di Pietro e Luigia Meazza. 1874- 25 gennaio - Garavelli Rosa Giacinta di Francesco e Giuseppa Burzi. 1874 - 17 aprile - Garavelli Marcello Luigi Dante di Andrea e Margherita Invernizzi. 1874 - 21 settembre - Garavelli Giuseppe Crescentino Torquato di Gioanni e Teresa Ferraris. 1874 - 4 novembre - Garavelli Giusepe Dante di Pietro e Meazza Luigia. 1874- 14 novembre - Garavelli Giulio Cesare di Pietro e Freschi Domenica. 1875- 9 gennaio - Garavelli Pietro di Giuseppe e Rosa Ferrari. 1875- 26 novembre - Garavelli Giuseppe di Giovanni e Malvezzi Rosa. 1876- 9 luglio - Garavelli Luigia Esterina Ermelinda di Andrea e Margherita Invernizzi. 1876 - 15 luglio - Garavelli Francesco di Giuseppe e Angela Freschi. 1876- 19 luglio - Garavelli Maria Delia Silvia di Pietro e 44 Meazza Luigia. 1877- 5 febbraio - Garavelli Maria Lidia di Giovanni e Malvezzi Rosa. 1877 - 19 maggio - Garavelli Carolina Giuseppa di Pietro e Freschi Domenica. 1877 - 14 dicembre - Garavelli Francesco Bernardo di Giovanni e Teresa Ferraris. 1878 - 23 giugno - Garavelli Paola di Francesco e Burzi Giuseppa. 1878 -17 agosto - Garavelli Maria Giovanna di Luigi e Freschi Laura. 1878 - 17 novembre - Garavelli Giuseppa Maria di Giuseppe e Freschi Angela. 1878 - 23 dicembre - Garavelli Anna Maria Silvia di Marcella e Torre Carlotta. 1878- 29 dicembre - Garavelli Natale Giulio Dante di Andrea e Margherita Invernizzi. 1879-10 agosto - Garavelli Luigi Lorenzo di Marcello e Leva Giuseppa. Per le nascite dal 1880 ad oggi si rimanda ai registri del Comune di Bassignana ( 1 ) . 45 APPENDICE III I Calvello in Sicilia In Sicilia la famiglia Calvello o Calvelli condivide coi Caravelli l’ Arma , la nobiltà anche spagnola e veneta , la proprietà di alcuni feudi , parte dell’ albero genealogico ed il privilegio di partecipare all’ incoronazione dei Sovrani di Sicilia ( 1 , 2 , 3 , 4 ) . Pertanto probabilmente si è in presenza dello stesso casato , come sostenuto anche dal Mugnos ( 5 ) e dal Candida-Gonzaga ( 6 ) . La stirpe godette nobiltà in Aragona , Milano , Venezia e Palermo con la signoria di 10 Baronie ed il Ducato di Ossada cambiato in quello di Calvello nel 1771 ( 2 , 3 ) . Si ritiene che da questa famiglia siano derivati appunto gli aragonesi Calvillo , originati da Pietro Calvello , portatosi in Spagna con il Re Giovanni . Secondo il Mugnos ( 5 ) il casato di origine alemanna al servizio dell’ Imperatore Enrico IV venne a Milano con Arnaldo Calvello e si trasferì in Sicilia nel 1195 con suo fratello Luigi , Capitano della Custodia Imperiale , il quale acquistò i castelli di Greci e Ganci vicino a Centorbi ( 2 ) e procreò Giovanni ed Enrico , Cameriere dell’ Imperatore Federico II . Enrico ebbe Luigi , Matteo e Simone , tutti Camerieri del Re Manfredi . Da Matteo nacquero Giovanni ed Enrico congiurati nei Vespri Siciliani contro i Francesi . Simone ebbe invece Giovanni , Gentiluomo della Regina Costanza , moglie del Re Federico III , che ottenne nel 1371 in seguito alla ribellione di Guglielmo Passaneto i feudi di Bucca e Michelchini . Successe al padre anche nel feudo di Melia , assegnato inizialmente come dote nel 1338 alla 46 sorella Florentia , sposata con il Cavaliere Matteo di Maletta e morta senza eredi . Questo famiglia proseguì di padre in figlio in Giovanni , Giacomo , Roberto , Giovanni , Simone nel 1446 , Giovanni nel 1484 . A costui successero il fratello Antonio nel 1509 e suo figlio Francesco nel 1512 . Nella vita civile siciliana Giovanni fu Straticò di Messina nel 1200 , un altro Giovanni Pretore ovvero Baglivo di Palermo nel 1300 , Roberto Pretore ed Ambasciatore presso il Re Ferdinando il Giusto nel 1409 e Frate Carlo Cavaliere Gerosolimitano nel 1485 . Successivamente il casato annoverò Antonio Calvello e Paternò , Barone di Melia , Governatore del Monte di Pietà nel 1731 , Senatore nel 1734 , Governatore della Tavola nel 1738 e Console Nobile del Commercio nel 1745 . Suo figlio Goffredo , primo Duca di Calvello per lettera patrimoniale del 1771 , fu Rettore del Monte nel 1758 e Governatore della Compagnia della Pace nel 1769 . Il di lui figlio Roberto fu Gentiluomo di Camera di Re Ferdinando II e Cavaliere Costantiniano , la figlia del quale ed erede Rosa Calvello e Lo Faso sposò il Cavaliere Achille de Liguoro di Napoli ( 2 , 3 ) . Una figlia nata da questa unione fu presa in moglie dal siciliano Vanni , Principe di San Vincenzo , che venne adottato dallo zio materno della sposa , celibe , il quale in tal modo trasmise , in aggiunta a Vanni , il cognome Calvello , ancor oggi portato proprio dai Vanni Calvello , Principi di San Vincenzo , dimoranti in Palermo . La famiglia infine aveva il grande privilegio concesso da Ruggero II di porgere la corona all’ Arcivescovo di Palermo nella cerimonia dell’ incoronazione dei Sovrani di Sicilia (2). 47 BIBLIOGRAFIA Capitolo I 1. Pietro Luigi Garavelli . I Garavello. Storia di una famiglia da Venezia ad Alessandria Alessandria Editrice , Alessandria – 1° Edizione 1998 e 2° Edizione 1999 2. Pietro Luigi Garavelli . I Caravelli . Storia di una antica Famiglia italiana . Gruppo Millenium , Novara , 2006 Capitolo II 1. AA.VV. L’ Italia dei Cognomi . su www.gens.labo.net Capitolo III 1. Umberto Simionato . Cognomi padovani ed antiche famiglie di Padova e del suo territorio . Biblioteca Universitaria di Padova , 1990 . pp. 266 2. Giovanni Rapelli I Cognomi di Verona e del veronese . La Grafica Editrice , Vago di Lavagno , 1995 . p. 50 3. Dario Soranzo . Guida ai cognomi di Alessandria e Provincia . La Stampa , Torino , 1998 . p. 47 4. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379 Capitolo IV 1. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379 48 2. Giovan Battista di Crollalanza . Dizionario storicoblasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti . Pisa , 1886 p. 232 3. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39 4. Tribuna Araldica . Genova . 1970 . 5. Vittorio Gifra . L’ anagrafe a lunga scadenza . Mauro Traverso Editore , Gavi , 1999 . p. 77 6. Lucia Rossetti . Gli stemmi dello Studio di Padova . Lint , Trieste , 1983 pp. 480-481 e 483-484 Capitolo V 1. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum Italicarum Scriptores . Città di Castello , 1900 . Tomo XXII , Annotazione a p. 24 2. Famiglie Patrizie Venete . La Terrazza Editrice , Pianoro – Bologna , 1750 . p. 45 3. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXII . p. 522 4. Andrea Navagiero . Storia della Repubblica Veneziana . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXIII . p. 988 5. Andrea Navagiero . Storia della Repubblica Veneziana . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXIII . p. 991 6. Pietro De’ Crescenzi Romani . Corona della nobiltà d’Italia 49 Bologna , 1639-1642. p. 127 7.Andrea Gataro . Chronicon Patavinum in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XVII , p. 942 8. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXII , p. 1162 9. Rafaino de Caresini . Chronica . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XII , p. 9 10. Rafaino de Caresini . Chronica . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XII , p. 10 11. Rafaino de Caresini . Chronica . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XII , p. 18 12 . Famiglie dell’ Istria Veneta . Rivista del Collegio Araldico Roma , 1943 p. 322 13. Giambattista Verci . Storia della Marca Trevigiana Storti , Venezia , 1787 p. 140 14. Giambattista Verci . Storia della Marca Trevigiana Storti , Venezia , 1787 p. 127 Capitolo VI 1. Varietà . Archivio Storico Lombardo . Milano , 1913 p. 422 2. Adriano Bertolotti . Passeggiate nel Canavese . Tipografia Curbis , Ivrea , 1873 p. 193 3. Adriano Bertolotti . Passeggiate nel Canavese . Tipografia Curbis , Ivrea , 1873 p. 216 50 4. Filippo Noberasco . Le pergamene dell’ archivio comunale di Savona . Tipografia Bertolotto , Savona , 1919 p. 54 5. Filippo Noberasco . Le pergamene dell’ archivio comunale di Savona . Tipografia Bertolotto , Savona , 1919 p. 73 6. Cronica Roncioniana , Pisa , 1214-1295 p.54 7. Archivio di Stato di Firenze . Elenchi nominativi degli Esecutori degli Ordinanamenti dei Giusti in carica dal 1343 al 1435 su www.archiviodistato.firenze.it Capitolo VII 1. Antonio Francesco Trucco . Cartari dell’ Abbazia di Rivalta Scrivia . Pinerolo , 1911 pp. 100 e 201 2. Antonio Francesco Trucco . Cartari dell’ Abbazia di Rivalta Scrivia . Pinerolo , 1911 p. 141 3. Girolamo Ghilini . Annali di Alessandria . Milano , 1666 p.36 4. Benvenuto di San Giorgio . Historia Montis Ferrati in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXIII p. 495 5. Francesco Gasparolo . Memorie storiche valenzane . Unione Tipografica Popolare , Casale Monferrato , 1923 p. 679 6. Duilio Giacobone . Il Casato Garavelli . Vallenostra , 1999. pp. 34-39 7. Parrocchia di Bassignana . Libri Baptizatorum dal 1669 al 1879 raccolti su manoscritti dal Sig. Angelo Fabbio CapitoloVIII 51 1. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379 Capitolo IX 1. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39 2. Tommaso Fazello . De Rebus Siculis decades duae . Palermo , 1558 . p. 373 3. Geltrude Macrì . La “ nobiltà” senatoria a Palermo tra Cinquecento e Seicento . Mediterranea , 2005 , p. 91 4. Filadelfo Mugnos . Teatro genealogico delle famiglie nobili , titolate , feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di Sicilia viventi ed estinte . Pietro Coppola , Palermo , 1647 . pp. 208-209 5. Berardo Candida-Gonzaga . Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’ Italia . Napoli , 1875 . p. 66 Capitolo X 1. Umberto Baldini . Caravello , Marino in AA.VV Dizionario Biografico degli Italiani . Treccani , Roma , 1960-1991 pp. 668-669 2. Marin Sanudo . Vitae Ducum Venetorum . in Rerum Italicarum Scriptores . Milano , 1733 . Tomo XXII , p. 568 3. Umberto Baldini . Caravelli , Vito in AA.VV Dizionario Biografico degli Italiani . Treccani , Roma , 1960-1991 pp. 667-668 52 Capitolo XI 1. Pietro De’ Crescenzi Romani . Corona della nobiltà d’ Italia . Bologna , 1639-1642 p. 91 2. Duilio Giacobone . Il Casato Garavelli . Vallenostra , 1999. pp. 34-39 3. Frederic Lane . Storia di Venezia Einaudi Editore , Torino, 1991 . p. 9 4. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39 5. Giovanni Valentini . Famiglia Caravella . Giornale Araldico-Genealogico-Diplomatico . Bari , 1893 . pp. 378379 6. Filadelfo Mugnos . Teatro genealogico delle famiglie nobili , titolate , feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di Sicilia viventi ed estinte . Pietro Coppola , Palermo , 1647 . pp. 208-209 7. Berardo Candida-Gonzaga . Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’ Italia . Napoli , 1875 . p. 66 Appendice I 1. Duilio Giacobone . Il Casato Garavelli . Vallenostra , 1999 pp. 34-39 Appendice II 1. Parrocchia di Bassignana . Libri Baptizatorum dal 1669 al 1879 raccolti su manoscritti dal Sig. Angelo Fabbio 53 Appendice III 1. Savasta Francesco . Il famoso caso di Sciacca . Tipografia Pensante , Palermo , 1843 . pp. 38-39 2. AA.VV. Calvello o Calvelli . Famiglie Nobili di Sicilia su www.famiglia-nobile.com 3.Giovan Battista di Crollalanza . Dizionario storicoblasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti . Pisa , 1886 . p. 202 4. Tommaso Fazello . De Rebus Siculis decades duae . Palermo , 1558 . p. 373 5. Filadelfo Mugnos . Teatro genealogico delle famiglie nobili , titolate , feudatarie ed antiche del fedelissimo regno di Sicilia viventi ed estinte . Pietro Coppola , Palermo , 1647 . pp. 208-209 6. Berardo Candida-Gonzaga . Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’ Italia . Napoli , 1875 . p. 66 54 RINGRAZIAMENTI Il Professor Gianumberto Caravello per la revisione ed il completamento dell’ ultima stesura della Monografia . L'Istituto Genealogico Italiano di Firenze, i Direttori delle Biblioteche di Alessandria, Bergamo, Cremona, Forlì, Milano, Pavia, Valenza Po e Venezia ed i signori Angelo Fabbio e Duilio Giacobone , prematuramente deceduto , per la collaborazione fornita. 55 INDICE CAPITOLO I Introduzione………………………………... CAPITOLO II Distribuzione geografica…………………… CAPITOLO III Etimologia………………………………...… CAPITOLO IV Arma………………………………………. CAPITOLO V Venezia……………………………………… CAPITOLO VI Italia Centro-Settentrionale ……………… CAPITOLO VII Alessandria……………………………….... CAPITOLO VIII Giovinazzo…………………………………... CAPITOLO IX Sicilia………………………………………… CAPITOLO X Marino, Marietta e Vito…………………….. CAPITOLO XI Conclusioni…………………………………... APPENDICE I I Garavelli ad Alessandria e Valle San Bartolomeo……………………….. APPENDICE II I Garavelli a Bassignana…………………. APPENDICE III I Calvello in Sicilia …………………………. BIBLIOGRAFIA 56 pag. 2 pag. 3 pag. 4 pag. 5 pag. 6 pag. 8 pag. 9 pag. 11 pag. 12 pag. 14 pag. 21 pag. 23 pag. 33 pag. pag. 46 48