Agorà ANNO III N. 2. 16 APRILE 2000. 2.500 LIRE AGORÀ 16 aprile 2000 1 IENA RIDENS Ho ritenuto necessario ritornare per passarvi la mano per il cozzo Ancora tremanti per la gioia di riceverlo in redazione, porgiamo il nostro più caldo bentornato al genio di Aci San Crispello, all’uomo che più di ogni altro ha saputo incarnare in un insieme inscindibile ed eterno i concetti di arte e di giornalismo. “Ho un lungo discorso da infilarvi, come voi potete immaginare”, ha detto il sommo artista al suo rientro, “e muoviamoci avanti che non mi trattengo più” B di Mino Sproporzionato UONGIORNO A TUTTI, PLURILAURIATI E NON. IL DIRETTORE DI QUESTA BOTTEGA DI VINO DI GIORNALE MI HA TELEFONATO UNA OTTANTACINQUANTINA DI VOLTE PER CONVINCERMI A RIPRENDERE A SCRIVERE E IO UNA VOLTA GLI DICEVO CHE AVEVO LE DITA SLOGATI, UNA VOLTA CHE ERO ALLERGICO ALLO ‘NCHIOSTRO, UNA VOLTA CHE AVEVO IL CANCRO DELLO SCRITTORE e una volta che mi bottavano le scatolone a scrivervi, perché siete un branco di catapasmi, accidenti a voi. E’ arrivato persino a farmi le telefonate unanimi nel cuore della notte, e mi ha fatto saltare i vermi del terrore, per la marina. Alla fine l’ho preso a capavanti e gli ho detto: signor direttore del giornale che non male, lo so che è lei che mi telefona ora quarti e momenti e si camuffa la voce a tipo che io non la devo conoscere; però lei si deve ricordare che io lavoravo nei servizi segreti del mio paese e intercettavo le telefonate prima ancora che partivano, ha capito? E una volta ho fatto attaccare a uno che apparentemente non ne mangiava e non ne beveva, ma mentre che lo stavamo saccariando dalle legnate ha confessato che il suo cuore gli voleva fare una telefonata omonima al sindaco di Aci San Crispello per dirgli “becco”; ha capito signor direttore del giornale dei nacchi? E non glielo voglio dire più mai, perché sono un uomo di poche palore…”. Comunque, visto la vostra agitazione 2 per il mio ritorno, che pare che siete a mano di mammina (accidenti a voi stessi), sono tornato a calarvi le casse. Vi dico subito che oggi ho la pasta con la carne nel tiano, che mi hanno offerto a una cena di lavoro tra noi professori scientifici, che mi sale e mi scende, a tipo che mi riboglie nella bocca dell’anima e quindi sarò sbrigativo e aereostatico più del solito, grazie. Voglio cominciare a fargli il pelo a un vostro lettore, che fa parte dei consigliati minorati della vostra città, che se n’è uscito a fare sparate allarmanti e miscredenti sul mio conto, dicendo che io lo volevo colpire a lui colpendo la sindachella perché è amica della cognata della sorella della suocera della nuora… Signor consigliato, lei ha preso pale per lampioni, ha veramente travasato, accidenti a lei. Ma dico io, lei pensa che con tutto il gran riboglimento che ho, tra la gestione del giornale di Aci San Crispello “L’incontinente”, e tra che gli devo mantenere questo giornaletto di ridere a questi quattro strappati, io trovo il tempo di mangiarmi di lei? Caro signor consigliato minorato, a me certe cose a tipo che mi salgono da sotto fino alle mie nasche e mi inebriano la bile; come sarebbe a dire che io volevo insultarla? Ma se neanche la conosco, e poi non mi permetterei mai di angiuriarla per via verticale, come lei alludisce. Caro consigliato (che è minorato), glielo devo dire, allora, che è una persona confusa e anemica. Ma non si preoccupa, che il professore sottoscritto ha una anima magnanima e famelica, e la perdono di tutti i suoi peccati. Vada in pace e non ci stoni più la testa, altro lampato: al can che dorme non si guarda in bocca; vada, vada… Dopo questa lezione di vita e di psicologia mastodontica vi dico un’ultima cosa: quando io mi sveglia la scienza, mi rendo conto di quanto malgo io e di quanto non malete affatto voi. E per stavolta lasciamo correre. Sono Sproporzionato, e voi lo sapevate. AGORÀ 16 aprile 2000 Sommario domenica 16 aprile 2000 Agorà periodico di politica attualità cultura COPERTINA 5 POLITICA 7 Direttore responsabile: Giuseppe Spadaro 8 10 Redazione: via Garibaldi, 19 98046 S. Lucia del Mela 11 Editore: associazione culturale Girasole Presidente Francesco Carrozza Via Garibaldi, 19 S. Lucia del Mela Stampa: Girasole via Garibaldi, 19 S. Lucia del Mela Abbonamenti: 12 numeri L. 24.000 Il versamento va effettuato sul conto corrente postale n. 16092983 intestato a Associazione culturale Girasole via Garibaldi 19 — 98046 S. Lucia del Mela 14 15 DECORO URBANO. Quel muro e quel roveto ASSOCIAZIONE PADRE PARISI. L’attività svolta nel 1999 VERITÀ INATTESE. Intossicati da un articolo. O da qualcos’altro? CULTURA 18 19 LE TASSE DEL PASSATO. La fiscalità a S. Lucia nel Sei e nel Settecento di Santo Brunetta Le controversie per la riscossione della “congrua” di Ida Fazio La popolazione di S. Lucia del Mela nel Settecento LA PRELATURA. I vescovi di S. Lucia dal 1735 al 1950 di Libero Rappazzo RUBRICHE 2 4 12 Reg. Trib. Barcellona n. 32/98 Anno III numero 2 16 aprile 2000 DIARIO DI UNA CRISI. Qui qualcuno rema contro IL CLIMA NELLA MAGGIORANZA. Sorrisi e festoni IL PERSONAGGIO. La distruzione di un amore I MOTIVI DEL CONTRASTO. Benvenuti nel gruppo che non c’è più IL CHIARIMENTO. Le prossime iniziative della minoranza contro la (dis)amministrazione ATTUALITÀ Arretrati: Versamento sul c. c. p. n. 16092983 intestato a Ass. Girasole, specificando nella causale i numeri richiesti Le opinioni espresse nei testi pubblicati impegnano solo gli autori dei medesimi L’ISTITUTO LUIGI CALDERONIO. Il paradiso dimenticato 16 IENA RIDENS. Ho ritenuto necessario ritornare per passarvi la mano per il cozzo DIBATITTO. Socialmente illusi BLOCK NOTES. Ampliato il mercato / Le caramelle della Befana a D’Antoni / La pagellina / Una sterpaglia al giorno / Eppur qualcosa si muove / Per non dimenticare di Mimmo Cirino /Buonanima LA BACHECA. Delibere di giunta In edicola a L. 2.500 Copie arretrate L. 3.000 Chiuso in redazione il 14 aprile 2000 Garanzia di riservatezza: L’editore garantisce agli abbonati che i loro dati personali non saranno comunicati a terzi o altrimenti diffusi, in conformità alla legge 675/96 AGORÀ 16 aprile 2000 3 le voci della città g D Socialmente illusi A QUALCHE SETTIMANA È INIZIATO IL PRO- amministratori avrebbero dovuto tentare la realizzazione di un getto di lavoro che tiene impegnati 12 giovani luciesi progetto più ambizioso: pensare un’attività, anche legata ai servinella pulizia straordinaria di strade e aree verdi citta- zi che il comune offre ai cittadini (magari i terreni montani), e dine. Come abbiamo scritto nei precedenti numeri, è costituire una piccola “azienda” che gestisse quel tipo di attività, stata una proposta di alcuni consiglieri comunali a dare avvio a ripartendo tra i ragazzi-lavoratori i proventi di essa, con il comuquesta iniziativa. Quei 12 giovani saranno impiegati in questo ne in posizione di garante della corretta gestione delle risorse modo per i prossimi tre mesi. Spesa complessiva: trenta milioni. finanziarie e della condotta dei ragazzi. Se il progetto fosse falliSono soldi ben spesi? No. Intanto perché impiegati in un’iniziati- to, poco male: la situazione sarebbe rimasta grave come ora è, va piuttosto bislacca, come appare bene da una semplicissima ma se avesse funzionato, un gruppo di persone avrebbe potuto considerazione: che senso ha fare consistere quel progetto di cambiare modo di vita. Tutta questa azione, inoltre, avrebbe prelavoro nella pulizia straordinaria di ciò che andrebbe pulito ordi- sentato altri due vantaggi: sarebbe stato speso forse un decimo nariamente? Le uniche ragioni che riusciamo a trovare sono o il dei soldi che saranno utilizzati in questi tre mesi (gli stipendi fatto che strade e aree verdi non vengano pulite o, più probabil- avrebbero dovuto essere pagati con i proventi di quell’attività), mente, la mancanza di idee originali (o più semplicemente la per un investimento duraturo e non senza ricadute di lungo periomancanza di idee, tout court) sposata a quell’inestirpabile vec- do, e sarebbero state coinvolte nell’ideazione tutte le parti politichio armamentario politico per cui bisogna fare qualcosa comun- che così che quei ragazzi, alle prossime elezioni, se proprio avesque, e poco importa se abbia un senso o no: siccome la qualità sero voluto sentirsi in debito, avrebbero dovuto esserlo con tutti, non è di questo mondo, preoccupiamaggioranza e minoranza, e, al moci della quantità. Del resto, su limite, avrebbero dovuto dividere i cosa si baseranno le prossime eleloro voti fra tutti: sempre meglio zioni se non su quest’ultima? della prostituzione elettorale di Ma c’è almeno qualche altro motioggi. vo per cui questa iniziativa rischia Un progettino come quello delibe[…] di rivelarsi fallimentare (come altre rato dal consiglio comunale risponIl bimbo, occhi di sonno ancora gonfi, in passato). de a queste esigenze? Proprio no. succhia un resto di offesa dal piattino; Ragazzi che hanno vissuto e vivoPiuttosto fa la cosa più semplice e, io più non ho a chi tenere il broncio no problemi di disadattamento non allo stesso tempo, più dannosa. e su ogni via da solo m’incammino. hanno bisogno di un po’ di attenGarantisce ai ragazzi coinvolti zione a termine. Casomai di un qualche lira per tre mesi, senza Ma non prenderò sonno come un pesce costante e illimitato rapporto (di curarsi affatto di cosa sarà di loro nel deliquio avvolgente dei fondali, lavoro, ma non soltanto) con gli una volta passato quel lasso di temché ho troppo cara la libera scelta altri. Devono sentirsi considerati, po. di tutte le mie pene e i miei travagli aiutati in più modi. Devono vedersi Fra tre mesi torneranno a vivere offrire servizi, anche piccoli, che senza quei pochi soldi e l’unica Febbraio – 14 maggio 1932 gli facciano capire che possono cosa che avranno guadagnato sarà trascorrere le loro giornate facendo stata la sensazione di essere stati Osip Mandel’stam qualcosa di più proficuo rispetto parte di un progetto di illusione a alle loro solite “attività”. tempo determinato. Per 17.500 lire Concretamente i consiglieri e gli l’ora satura 4 AGORÀ 16 aprile 2000 ALLA SCOPERTA DELLA CASA DI RIPOSO PER ANZIANI COPERTINA L’ISTITUTO LUIGI CALDERONIO E I SUOI CAMBI DI SEDE Il paradiso dimenticato Tra le “icone” cittadine, quella della casa di riposo per anziani “Luigi Calderonio” è senz’altro quella più enfatizzata. E, per molti aspetti, più dimenticata. In queste pagine vi presentiamo un piccolo, suggestivo viaggio nel canuto mondo “du spiziu” M di Francesco Carrozza OLTI NON SANNO COSA SIGNIFICHI L’ESPRESSIONE “GERONTIC BOOM”. TENTEREMO DI SPIEGARLO, SENZA TROPPE PRETESE, DICENDO SEMPLICEMENTE CHE BENESSERE SOCIO- ECONOMICO DA UN LATO E MIGLIORI CONOSCENZE A VARIO LIVELLO NEL CAMPO DELLA MEDICINA DALL’ALTRO, HANNO – VOLENDO USARE UN TERMINE MECCANICISTICO – “ALLUNGATO” quello che è il tempo della vita umana. oggi aumenta, dunque, quella fetta di popolazione che le convenzioni definiscono “terza età” – in maniera spesso discriminatoria – e che l’etica dovrebbe imporci di considerare piuttosto come qualcosa in più che l’ultima falange del dito di una mano. Aumentano gli anziani, insomma, e la nostra inevitabilmente diventa una società “vecchia”, anagraficamente. La società del boom gerontologico, appunto. Una società – è facile intuirlo – dove deve crescere, parallelamente a questa esplosione canuta e silenziosa, l’esigenza di collocare in una dimensione più umana e meno estraniante tutti questi “nonni”, e riuscire in questa impresa diventa cosa non più da poco quando pensiamo che tale processo di integrazione deve tenere conto di due esigenze spesso antitetiche: lasciare immodificati i ritmi (frenetici) della nostra società e rispettare i tempi, per AGORÀ 16 aprile 2000 forza di cose un po’ più pacati, degli anziani stessi. Per farla breve, appare evidente quanto sia importante la figura di istituzioni particolari, di strutture che siano in grado di affrontare in modo pratico il problema “vecchiaia” e che in passato si preferiva chiamare “ospizi”. Oggi, nel tentativo di sfatare quei luoghi comuni che le vedevano un po’ come ibridi tra ospedali, carceri e parcheggi, queste stesse strutture si definiscono “case di riposo”, termine assai più rassicurante e senz’altro più protettivo. Spesso si tratta di istituti gestiti dall’ente regionale, altre volte sono sostenuti da privati; aspetti diversi di un fine unico. Ad esempio, nel nostro caso – nel caso di S. Lucia, cioè – l’istituto “Luigi Calderonio” è una casa di riposo sovvenzionata dalla Regione, ed esiste già dal 1933. Negli ultimi anni, dalla precedente sede di via Garibaldi, nell’ “Ospedale Regina Margherita”, adiacente alla chiesetta di S. Francesco, dove ancora molti in paese idealmente lo ubicano quando fanno riferimento a esso, per via della fatiscenza dei locali e per la necessità di abbattere le barriere architettoniche, in attesa di ristrutturazione, è stato trasferito qualche centinaio di metri più a valle, sempre in via Garibaldi, nell’altrettanto datato edificio di palazzo Vasari, giusto di fronte alla chiesa dell’Annunziata. Un trasloco, questo, definito “temporaneo” al tempo in cui, già dieci anni fa circa, fu attuato ma che, come sovente accade là dove sussistono binomi del tipo gara d’appaltotrafile burocratiche, rischia di cronicizzarsi; soprattutto da quando, recentemente, i lavori che erano iniziati per la ristrutturazione della sede originaria, sono stati sospesi e si è proceduti con una nuova gara d’appalto. Stando alle ultime notizie, tuttavia, proprio in 5 COPERTINA questi giorni, questa pausa piuttosto lunga sarebbe giunta al suo atto finale, visto che la Regione ha finalmente assegnato i lavori a una delle imprese in gara. Attualmente, comunque, loro, i 24 anziani che alloggiano presso l’istituto Calderonio, molti dei quali forse neanche accortisi di questi contrattempi amministrativi, vivono, più o meno sereni, tra le mura di questa casa provvisoria che, a dirla tutta, offre loro quella buona dose di accoglienza e di calore che, in fondo, cercano prima di tutto. E NTRANDO NELLA SEDE attuale dell’istituto non si ha la sensazione di trovarsi in un albergo a quattro stelle, certo. Ma è comunque confortante sentire che non ci si trova neanche in un casermone dove dei poveri vecchietti, e molti tra questi con menomazioni fisico-psichiche che gli rendono difficile l’espletamento dei comuni atti del vivere, vengono tenuti in attesa di essere deportati in massa nella sede primitiva di piazza S. Francesco. Ci si sente un po’ come all’asilo – perché i vecchi sono molto simili ai bambini, secondo schemi mentali popolari – ma si avverte una compostezza maggiore, che somiglia solo da lontano alla austerità di un tempo dei collegi retti dalle suore, per avvicinarsi, piuttosto, assai di più al clima tipico da “gioco del silenzio” che si respira nell’ultima ora di scuola, alle elementari, prima di andare a casa per il pranzo. E i “vecchi”, dietro i loro occhiali spessi, avvolti negli scialle, appoggiati al bastone, con negli occhi i loro nipoti e i loro figli e chissà quant’altro, stanno là, seduti, nella grande sala soggiorno, al primo piano del palazzo Vasari, e ti guardano con serenità: sembrano dirti benvenuto. Quando siamo andati era periodo di carnevale, e questo spiegava i festoni e le mascherine che adornavano la grande sala; un pizzico di Il paradiso dimenticato 6 commozione e tenerezza nel visitatore avrebbe potuto essere ampiamente giustificato. “Qui si cerca di festeggiare i vari avvenimenti dell’anno; è un modo per distrarli e divertirli…”, ci spiega semplicemente la giovane direttrice, Rosaria Tarallo, che molto disponibilmente ha risposto alle nostre domande circa la vita del centro. “Ci sono 24 anziani che alloggiano presso di noi. Molti di loro, purtroppo, sono invalidi e richiedono un’assistenza a 360 gradi; bisogna accudirli costantemente di giorni e di notte”, dice la Tarallo, e aggiunge: “Qui da noi le assistenti si alternano mattina, pomeriggio e notte, e sono tutte istruite dettagliatamente sulle cure che devono essere prestate a ciascun vecchietto; praticamente, alle ore stabilite dai loro regimi terapeutici, vengono somministrate le medicine. Inoltre viene un infermiere addetto per i prelievi di sangue periodici, che vengono effettuati per il monitoraggio dello stato di salute degli anziani”. A proposito del personale, la direttrice si esprime in termini entusiastici: “Sono contenta di tutte le assistenti che lavorano in questa casa di riposo, perché, anche se può risultare difficile immaginarlo, tutte quante loro vivono questa esperienza lavorativa con estremo entusiasmo, sentendosi come parte di una famiglia a tutti gli effetti. Mi è capitato in più di un’occasione di vedere membri del personale rimanere ben oltre il proprio orario di lavoro, con l’interesse di completare una mansione che stavano svolgendo o semplicemente per stare più vicini agli anziani, ai quali tutti qua dentro ci sentiamo affezionati e legati; vi confido che ho trovato qualcuna delle donne del personale addolorate profondamente quando, purtroppo, qualcuno dei nostri vecchietti è venuto a mancare…”. Riguardo agli aspetti più pratici della vita della casa di riposo, apprendiamo che lo stesso rigore adottato nel cont r o l lo s q u is i t a me n t e me d i c o assistenziale degli anziani, è seguito anche nel discorso del vitto e dell’alloggio. “Nel personale è inclusa anche una cuoca, che sa perfettamente cosa cucinare e non cucinare, a seconda delle esigenze dietetiche, delle patolo- gie o, più semplicemente, dei gusti degli anziani; infatti, non tutti possono inghiottire bene, pertanto, per questi vecchietti, ci si basa prevalentemente su una dieta più liquida che solida; poi, ad altri non piace questa o quella pietanza, e anche di ciò si tiene conto nella preparazione delle vivande, cercando di accontentare le esigenze di tutti. Per quanto riguarda, invece, il discorso delle camere da letto, si è cercato di separare, per quanto possibile, i soggetti che hanno problemi di risvegli notturni, dagli altri in modo da rendere più facile la convivenza degli uni con gli altri”. Alla domanda se vi sono dei particolari problemi nella gestione dell’istituto, la direttrice risponde con un mezzo sorriso, forse divertita dalla banalità del quesito: “Certo, piccoli problemi ce ne sono, è ovvio; come dicevo prima, molti dei nostri “ospiti” non sono in grado di badare a se stessi; alcuni, poi, sono stati ricoverati in precedenza in istituti psichiatrici, e questo può fare capire meglio quanto delicata sia la questione, per certi aspetti. A ogni modo, è stato sempre tutto sotto controllo, e anche quei piccoli problemi legati, ad esempio, alle barriere architettoniche, sono praticamente assenti, essendo l’unico ostacolo effettivamente presente in questo senso il gradino che c’è per entrare nel bagno. A parte questo, non c’è veramente nulla di importante da segnalare”. Ma come passano le loro giornate questi nonnetti? “La giornata – ci spiega la Tarallo – inizia con la colazione, sempre differenziata in base a quei criteri cui facevo riferimento prima; poi si fa attività ricreativa: piccoli lavoretti o passeggiate, per quelli ovviamente che possono deambulare; inoltre, la domenica si celebra la messa. Le visite dei parenti, infine, sono possibili a tutte le ore, senza particolari restrizioni…”. Quanto appreso in questo colloquio con la direttrice, dunque, ci dipinge quello che è in realtà la “casa di riposo” per anziani a S. Lucia del Mela; “u spiziu” – come qui da noi viene chiamato – è un termine che ci appare, adesso, più incongruo e sgraziato. E vecchio, per tutti. AGORÀ 16 aprile 2000 DIARIO DI UNA CRISI POLITICA NERVI A FIOR DI PELLE NELLA MINORANZA Qui qualcuno rema contro Altro che banco di prova per l’amministrazione. Il dibattito in consiglio comunale sul bilancio di previsione 2000 diventa una resa dei conti all’interno dell’opposizione. Colpa di un discorso letto in aula. Senza che tutti lo Conoscessero di Filippo De Mariano D I SOLITO, QUANDO IN consiglio comunale si parla di un bilancio di previsione, ci si attende che l’opposizione assuma l’iniziativa, muova le critiche più circostanziate all’azione della giunta, spieghi quali alternative propone. E negli anni passati, pur con tutti i limiti del caso, era stato fatto qualcosa del genere: dai banchi della minoranza erano partite critiche, attacchi, accuse, anche vere e proprie liti in qualche caso. Stavolta non è andata così. L’esame del bilancio di previsione 2000 sarà ricordato come il momento della spaccatura (forse definitiva, ma è bene non estremizzare) all’interno della minoranza. Con sindaco e consiglieri di maggioranza a fare da spettatori, lo sparuto gruppo di consiglieri di minoranza presente in aula ha discusso di sé, ha litigato, ha mostrato tutta in una volta all’opinione pubblica (tradotto: ai quattro gatti che si trovavano lì) le proprie difficoltà interne. A inizio di seduta erano presenti tutti i consiglieri di maggioranza, tranne D’Antoni, e soltanto due della minoranza, Bella e Marchese. I dieci consiglieri hanno approvato rapidamente, senza nessun sussulto, i piani propedeutici al bilancio, fin quando, passati alla discussione del bilancio di previsione vero e proprio, è arrivato in aula il consigliere D’Amico, che si è subito inserito nella discussione preannunciando la lettura di un intervento a nome del suo gruppo. Tutto questo un attimo dopo che il consigliere Bella aveva dichiarato che con tutta probabilità quella AGORÀ 16 aprile 2000 sera si sarebbe battuto ogni record di durata del consiglio. L’intervento letto da D’Amico, che, oltre a fare una puntata sulla questione del raddoppio dello stipendio del sindaco, riguardava il bilancio e lo criticava per l’eccessiva tassazione fatta gravare sui cittadini e per altre questioni tecniche, è riuscito da solo a ravvivare la seduta. Il sindaco ha prima detto che si era appena toccato il momento di massimo squallore all’interno di quell’aula con un consigliere che aveva letto un documento che nemmeno conosceva e che aveva scritto qualcun altro. Dopo è passato alla questione dello stipendio dichiarando che quanti lo criticano pensano che, mentre un sindaco che sia lavoratore dipendente può mettersi in aspettativa continuando a percepire il suo stipendio, ricevere anche quello di pubblico amministratore e raddoppiarselo, lui, che non è lavoratore dipendente dovrebbe solo guadagnare il minimo previsto dalla legge, senza che nulla conti il fatto che passi tutta la sua giornata a fare il sindaco e a occuparsi dell’ amministrazione del paese. Sulla questione delle tasse, ha affermato che la sua amministrazione in meno di due anni ha recuperato l’evasione sulle aree fabbricabili e ha portato a termine gli accerta- menti per gli anni ’94, ’95 e ’96, riconoscendo che c’era un aumento riguardo all’addizionale Irpef, ma definendola una scelta politica. Dopo il sindaco, a tenere banco è stato l’intervento del consigliere Bella che ha espresso tutto il suo disappunto per quel discorso letto da D’Amico. Bella ha affermato che né lui né il consigliere Marchese sapevano nulla di quell’intervento, per quanto fosse stato presentato a nome del gruppo, e ha anzi ricordato che nei giorni precedenti a quella seduta doveva svolgersi una riunione del raggruppamento per decidere la linea da seguire in quella seduta consiliare, ma questa non si era svolta. Oltre a criticare il capogruppo, assente, Bella si è lamentato anche per l’atteggiamento di D’Amico, che, arrivando in aula, non ha ritenuto opportuno informare i suoi due colleghi di quell’intervento. Il consigliere ha poi affermato che quella vicenda dimostra che non si può più parlare dell’esistenza di un vero gruppo di minoranza. Anche D’Amico, prendendo la parola subito dopo per scusarsi della sua leggerezza, si è detto d’accordo sul fatto che un vero gruppo non esista più e che sia necessario un chiarimento. Subito dopo, il bilancio di previsione 2000 è stato approvato. Sorrisi e festoni TUTTO UN ALTRO IL CLIMA NELLA MAGGIORANZA S e nel gruppo di minoranza la convivenza tra i vari consiglieri sta diventando sempre più incerta, nel gruppo che sostiene l’amministrazione si respira un clima molto diverso. Ma la novità rilevante è che i contrasti non sono svaniti solo all’interno del gruppo, ma anche nella coalizione. I tempi in cui qualche alleato mostrava disappunto per il modo di procedere del sindaco sono lontani. Ora si procede tutti d’amore e d’accordo, peraltro senza che nulla sia cambiato nella percezione esterna dell’azione amministrativa. Evidentemente gli alleati hanno trovato privatamente un modo per procedere assieme. Ultimo kamikaze nella foresta degli scontenti resta il consigliere Giovanni D’Antoni. Che però alla seduta di consiglio del 29 febbraio non era presenta, quindi tutti hanno potuto rilassarsi e seguire gli ultimi sfilacciamenti del gruppo di opposizione. 7 DIARIO DI UNA CRISI PRIMA DEL CHIARIMENTO IL PERSONAGGIO 1969 nasce una nuova giunta Rizzo. L’opposizione, composta da dieci consiglieri (la metà), presenta le dimissioni per fare sciogliere il consiglio. Uno dei dieci, però, il giorno dopo ha un ripensamento. Va alla commissione provinciale di controllo (il Coreco di oggi) e ritira la firma dalle dimissioni senza informare gli altri “barricaderos”. I quali, venutolo a sapere, per salvare capre e cavoli stracciano quelle dimissioni per non essere sostituiti. Chi era il consigliere geloso della propria firma? Carmelo Bella. Dopo le elezioni del ’70 Bella, rientrato Ci fu un tempo in cui Carmelo Bella e Lino Calderone si nel frattempo nel partito socialista amarono. ma che sarebbe durata poco lo sapeva la filosofia. (ridiventato Psi, dopo la fine dei governi di centro-sinistra), fa l’assessore in una giunta social-comunista, ma solo fino al E pure Shakespeare ’72, quando si dimette. L’anno dopo vi rientra. Stavolta però l’amministrazione è di Filippo De Mariano composta da socialisti e democristiani. Dal novembre 1976 al ’78 sta all’opposizione. Il 28 settembre di quell’anno diventa assessore di una giunta Pci-Psi. Resta allineato e coperto. Il 16 REMESSA FILOSOFICA. PASCAL: “L’UOMO È COME una canna, la più fragile della natura; ma una canna pen- gennaio 1982 nasce una giunta Dc-Psi: Bella è anche questa volsante. Non è necessario che l’intero universo si mobiliti ta assessore. Cambiano i sindaci (Burrascano, Di Pietro), ma lui per distruggerlo; un vapore, una goccia d’acqua è suffi- resta al suo posto. La dignità del pensiero. ciente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo distruggesse 5 gennaio 1984: il compromesso storico sbarca in ritardo a S. l’uomo sarebbe assai più nobile di chi lo distrugge perché l’uo- Lucia. Nasce una giunta Dc-Pci, sindaco La Camera. Bella si mo è cosciente di morire ed è consapevole della superiorità ritrova all’opposizione. Nel 1985, poco prima delle elezioni si (fisica) che l’universo ha su di lui mentre l’universo non ne sa forma una giunta che comprende i rappresentanti di tutti i partiti niente”. (tre, non pensate numeri esagerati). C’è Bella? C’è, eccome se La canna che qui ammiriamo sapeva che l’universo gli era supe- c’è. È uno dei due rappresentanti del Psi. riore, ma seppe fare prevalere benissimo la “dignità del pensie- Non chiedeteci perché ma alle elezioni del 12 e 13 maggio 1985 ro”, del suo pensiero, che era canna esso stesso. Ci riuscì negli il suo nome figura nella lista del Pci (da “indipendente”: la dignianni Sessanta, nei Settanta, negli Ottanta e nei Novanta. In sae- tà del pensiero, appunto). Dopo il voto nasce una nuova giunta cula saeculorum. La Camera con democristiani e comunisti. Carmelo Bella è assessore alla polizia urbana. Il 6 maggio 1989 l’amministrazione NOTIZIA POLITICA. Clamorosamente Carmelo Bella può laLa Camera cade. Giuseppe Trifirò guida una giunta Dc-Psi, Belsciare Lino Calderone senza apparire un voltagabbana. L’ex sin- la si ritrova all’opposizione. Scopre in quel momento che tutte daco ne ha combinata una che potrà fare apparire coerenti le quelle bandiere rosse, quelle falci, quei martelli, quelle dittature prossime scelte del suo mutevole ex vice. Un portento. del proletariato sono “feticci anacronistici”. Magari non dice In più di trent’anni Carmelo Bella ha cambiato tanti partiti, lo ha proprio così, ma lo pensa (e questo conta: la dignità del pensiedetto anche lui nell’ultima campagna elettorale. E ha pure spie- ro). Quindi? Quindi: il muro di Berlino è ruzzolato giù e Bella ha gato il perché. Senza essere molto convincente, ma l’ha spiegato: preferito scansarsi. Se ne va nella Dc. ha sempre difeso la sua coerenza, quando gli altri non facevano Diciamoci la verità, il momento veramente importante nella biopiù quello che a lui sembrava giusto li abbandonava al loro desti- grafia politica di Carmelo Bella è proprio questo. Dopo anni di no. Come dire: io sono sempre rimasto uguale a me stesso, sono inquieto peregrinare, di dubbi laceranti, di esistenzialismo sargli altri che cambiano in continuazione. Altro che canne, gli uo- triano, in quello scudo crociato su sfondo azzurro (mi pare, o mini (loro) sono bandiere. Anzi, bandierine che sventolano un bianco) che qualche volta magari aveva pure osservato, ma quasi pensiero senza dignità. con noncuranza, ora trova le risposte ai suoi interrogativi. Lì c’è gente che agisce e pensa (soprattutto: la dignità del pensiero) EXCURSUS STORICO. I primi passi in politica di Carmelo Bella come lui. Lì gli fanno leggere un filosofo greco e Bella va in sono più di lotta che di governo. Nel 1964 c’è un’ amministra- sollucchero quando scopre che quel tipo dal nome strano, vissuto zione di sinistra, ma lui lascia il partito socialista (allora unitario, 25 secoli prima di lui pensava come lui. Psu) con una motivazione nobile e di alto respiro. Non condivi- Bella legge e gli viene da bestemmiare per la contentezza: deva i metodi del partito “a livello locale e a livello nazionale”. “Congiungimenti: intero e non intero, concorde e discorde, arDue crisi e due amministrazioni dopo, però, Bella comincia a monico disarmonico e da tutte le cose l’uno e dall’uno tutte le nicchiare. La lotta è meno interessante del governo. Il 16 gennaio cose”. “Ciò che è freddo si riscalda, ciò che è caldo si raffredda, La distruzione di un amore P 8 AGORÀ 16 aprile 2000 PRIMA DEL CHIARIMENTO DIARIO DI UNA CRISI l’umido secca, l’asciutto si inumidisce”. “La salita e la discesa sono una e identica cosa”. “Nello stesso fiume due volte entria- to accanto a tanti “nuovi”: non ci crederete ma a stare tra quella compagnia di giro si fa due scatole così. Nel frattempo incrocia un paio di volte per strada tale Lino Calderone. Osservandolo, così corpulento, gli viene alla mente uno dei pensieri di Pascal, che fa così: “La grandezza dell’uomo è così evidente che si deduce perfino dalla sua miseria. Perché ciò che è naturale per gli animali, è miserevole per l’uomo: da ciò deduciamo che la sua natura essendo attualmente simile a quella degli animali è decaduta da una condizione più elevata che un tempo gli era propria”. Bella riflette: bisogna riportare questi uomini alla condizione più elevata di un tempo. E conclude: il mio pensiero mo e non entriamo, (la dignità del mio pensiero) può riuscirsiamo e non siamo”. ci. Gli serve qualcuno da cui cominciare. “L’opposto in accorLo trova: Lino Calderone. Se a giugno do, e dei discordi sarà eletto sindaco, gli farà da vice e da bellissima armonia”. assessore per guidarlo in questo processo …e dei discordi beldi ascesa. Un po’ come Seneca con Nelissima armonia… rone. A convincerlo a imbarcarsi in queBella è un altro. Passta avventura è una canzone. Sembra sa serate a leggere strano ma è così. Uno che ha sempre PANTHEON. Dall’alto in senso orario, quei frammenti. I cercato la verità tra Pascal e Eraclito, William Shakespeare, Seneca, Ivano suoi colleghi Dc può imparare qualcosa anche da IvaFossati, Blaise Pascal e Giulio Cesare capiscono che quelno Fossati. Una sera sente questa l’uomo ha dignità canzone: “La costruzione di un amore spezza le vene delle mani,/ (un giorno lui spiegherà che in realtà è il suo pensiero ad averla: mescola il sangue col sudore, se te ne rimane. La costruzione di i democristiani non è che capiscano tutto. Certe cose sì, e anche un amore non ripaga del dolore,/ è come un altare di sabbia in bene, ma su qualche altra hanno difficoltà) e merita una riva al mare. La costruzione del mio amore, mio, piace guardarla “dignitas”, una carica (nella Dc apprezzano la filosofia, ma pure salire/ come un grattacielo di cento piani, come un girasole […] la matematica non dispiace). E a ogni piano c’è un sorriso per ogni inverno da passare,/ a ogni Primo giugno 1990: nasce una giunta Dc-Psi, sindaco Trifirò. piano un paradiso da consumare,/ e dietro la porta un po’ d’amoTra gli assessori spicca lui, Carmelo Bella. Le deleghe? Aprite re/ per quanto non ci sarà tempo di fare l’amore,/ per quando bene le orecchie: servizi demografici, bilancio e programmazio- farai portare via la mia sola fotografia./ E intanto guardo questo ne (bi-lan-cio-e-pro-gram-ma-zio-ne), tributi, commercio e per- amore che si fa più vicino al cielo,/ come se dopo tanto amore sonale. bastasse ancora il cielo …”. Nel ’92 la filosofia comincia a passare di moda. In televisione vanno dicendo che sono crollate le ideologie, che non ci sono più IL PRESENTE VISTO DAL FUTURO. La costruzione di quell’ai valori. La conseguenza è che il sapere filosofico di Bella si sva- more fu faticosa, ma venne bene. Tutto filava liscio. Bella guidaluta e nel monocolore Dc che nasce il 21 luglio 1992 lui natural- va Calderone restandosene in un angolo, facendogli credere di mente c’è, ma si occupa solo di polizia urbana e servizi demo- essere il solo capo. Del resto conosceva bene Pascal: “E’ pericoloso far veder troppo all’uomo come è uguale alle bestie senza grafici. “Carmina non dant panem”. Quando cade quella giunta, all’inizio del ’93, Bella tenta di for- mostrargli la sua grandezza”. Poi, però, vennero le elezioni del marne un’altra con dentro democristiani, socialisti, comunisti. maggio 1998. Allora le cose non filarono lisce. Da quel momenMa il terreno non è maturo: hai voglia a spiegare a quei caproni to tutto si trascinò stancamente. Bella non si fidava più. Leggeva “L’opposto in accordo, e dei discordi bellissima armonia”. Fini- Shakespeare. Non era la dignità del pensiero a interessarlo ormai, sce male. Finisce che nasce una giunta Psi-Pci. Bella sta all’op- piuttosto si interrogava inquieto sulle azioni degli uomini e sulla posizione. Alle elezioni del gennaio 1994 l’aggettivo più usato è loro malvagità. Alla fine del febbraio 2000 stava leggendo il “nuovo”, ma volete che uno studioso di Eraclito e che, comun- “Giulio Cesare”. E in quella lettura riviveva il continuo alternarsi que, porta con sé dalla nascita i Pensieri di Pascal si faccia infi- di umori che lo attanagliava da un po’ di tempo. Una stessa paginocchiare da una così stupidina discriminazione lessicale? Bella na riusciva a rassicurarlo e contemporaneamente ad angosciarlo: è candidato e pure nella lista più forte, quella di La Camera. Do- “Disponete che intorno a me abbia uomini ben nutriti, con la po succede quel che succede, Bella è consigliere comunale, sedu- testa liscia… Quel Cassio ha un aspetto macilento e famelico… AGORÀ 16 aprile 2000 9 DIARIO DI UNA CRISI PRIMA DEL CHIARIMENTO Vorrei che fosse più pingue! Ma non lo temo: tuttavia se il mio nome fosse preda della paura, non so chi eviterei più di questo sparuto Cassio. Legge molto, è un grande osservatore, e scruta in profondità le azioni umane. Diversamente da te, Antonio, egli non ama gli svaghi; non ascolta la musica. Sorride raramente, e lo fa in tal guisa come se irridesse se stesso e schernisse il proprio spirito per essersi lasciato indurre a sorridere di alcunché. Uomini di tal sorta non hanno mai l’animo sereno quando vedono qualcuno più grande di loro, e perciò sono molto pericolosi”. La sera del 29 febbraio Carmelo Bella si presentò in consiglio comunale. Del suo gruppo trovò solo Stefano Marchese. Gli venne in mente che a Cesare tanti avevano consigliato di non andare in Campidoglio il giorno in cui fu ucciso, ma lui alla fine non si era sottratto. Dopo un po’ arrivò Lorenzo D’Amico. Si stava parlando del bilancio, Bella si era un po’ tranquillizzato, aveva trovato anche la forza di fare qualche battuta. Il dibattito sul bilancio stava scorrendo senza intoppi e lui si sbilanciò (il gioco di parole non è un granché, comunque accontentatevi): “Stasera batteremo ogni record”. Di durata, intendeva. “Forse no”. La frase lo gelò, anche perché venne da D’Amico che stava dispiegando un lungo foglio scritto al computer. Bella ripensò subito al “Giulio Cesare”, a una frase di Cassio: “Questa notte, getterò alle sue finestre scritti di mani diverse come se provenissero da diversi cittadini, tutti intesi a confermare la grande considerazione che Roma ha del suo nome, e in cui ambiguamente si adombra l’ ambizione di Cesare. E poi, che Cesare si tenga saldo sul suo scanno, poiché lo scuoteremo, o andremo incontro a tempi peggiori”. I tempi peggiori erano arrivati per lui, forse. Mentre D’Amico leggeva “verba magistri” (“scritti di mani diverse”), Bella si alzò, lasciò i banchi del consiglio e andò a prendere posto in un angolo. Prima di sedersi, però, fece una cosa che non vide nessuno e che non confessò mai a nessuno. Andò a guardare dietro la porta e vide che amore di scorta non ne era rimasto. Capì. Tornò al suo posto di consigliere, spiegò il suo disappunto e la sua amarezza, ma lo fece senza urlare, piuttosto con la saggezza dello stoico. Per quell’intervento cercò ancora una volta ispirazione nelle parole del suo “magister”, Pascal (non in quello di D’Amico, che si chiamava Pasqual): “La grandezza dell’uomo è nel fatto che egli si riconosce miserabile. Un albero non si riconosce miserabile. Significa dunque esser miserabili conoscersi come miserabili ma significa essere grandi conoscersi come miserabili”. Finita la seduta, lasciò l’aula senza parlare con nessuno. Tornò a casa. Qui riprese quel maledetto disco ascoltato nel 1994 e si mise a riascoltarlo. Stavolta fece molta attenzione alle ultime parole della canzone: “e tutto ciò mi meraviglia/ tanto che se finisse adesso,/ lo so, io chiederei che mi crollasse addosso, sì”. Lui forse non lo sa, ma a Seneca, con Nerone, finì allo stesso modo. Un capannello di persone, intanto, era rimasto nell’aula consiliare a ripensare alle parole di Bella e al destino che gli era capitato. E a qualcuno venne spontaneo dire: “Ma perché da ragazzo non leggeva Kierkegaard?”. Già perché? “Amico mio! Quello che ti ho già detto tante volte, te lo ripeto, anzi te lo grido: o questo, o quello, aut-aut!”. I MOTIVI DEL CONTRASTO Benvenuti nel gruppo che non c’è più “Può darsi che a Bella l’opposizione stia stretta…” sibila Lorenzo D’Amico. Ma che futuro avrà il gruppo che dovrebbe fare le pulci all’amministrazione? Lo deciderà una riunione interna. Nella quale più che di pulci si parlerà di rospi. Da sputare E’ STATO INVOLONTARIAMEN- te la causa dell’ arrabbiatura di Carmelo Bella in consiglio comunale. Lorenzo D’Amico riconosce di avere commesso una leggerezza leggendo quel documento senza preavvertire i suoi colleghi, ma non rinuncia a difendere la posizione ufficiale (sempre che così si possa chiamare) del gruppo. “Effettivamente altre volte in passato Bella aveva mostrato di non essere sulle nostre stesse posizioni – dichiara D’Amico - ma non era mai stato un dissenso integrale: aveva riguardato singole 10 questioni o addirittura aspetti particolari di un problema. Stavolta la cosa è diversa. Può darsi che ormai l’opposizione gli stia stretta”. Per il futuro D’Amico si augura che una maggiore chiarezza regoli i rapporti all’interno del gruppo di minoranza. “In una prossima riunione ognuno di noi chiarirà la propria posizione e si deciderà eventualmente anche se bisogna proseguire assieme o se ognuno dovrà prendere strade proprie. Quello che è certo è che non si potrà continuare così”. Insomma cresce il numero dei consiglieri di minoranza che rivendicano autonomia. E per conoscere la sorte di quello che doveva essere un battagliero gruppo politico nettamente contrapposto all’amministrazione comunale, pronto anche a ricorrere ai metodi più duri, bisognerà attendere l’esito della resa dei conti interna. Quella in cui si fronteggeranno l’anima amante della guerriglia (Calderone e probabilmente Ragusa), quella più paciosa (Bella soprattutto, ma anche Marchese) e quella più difficilmente definibile (D’Amico e Amalfi). AGORÀ 16 aprile 2000 IL CHIARIMENTO DIARIO DI UNA CRISI GRUPPO CONSILIARE “GLI IDEALI DEL CENTRO E DELLA SINISTRA AL SERVIZIO DELLA CITTÀ” Le prossime iniziative della minoranza contro la (dis)amministrazione Il chiarimento all’interno del gruppo consiliare di minoranza ha prodotto il seguente manifesto, che chiude la crisi aperta dal dibattito in consiglio sul bilancio di previsione 2000, riavvia le iniziative del gruppo e conferma la fiducia degli altri cinque consiglieri al capogruppo Calderone. Naturalmente quello che leggerete di seguito svuota di significato gran parte di quello che abbiamo pubblicato nelle pagine con l’intestazione “Diario di una crisi/ prima del chiarimento”. E’ la politica. Per commenti e reazioni vi rimandiamo al prossimo numero Q tuale amministrazione che, invece di affrontare i gravi problemi che travagliano la comunità, si dedica all’aumento delle tasse comunali, allo spreco delle risorse, al nepotismo sfrenato, a creare disservizi ed a disattendere i propri doveri. In tale ottica si conviene sulla opportunità di: a) proporre ricorso avverso alla delibera relativa al bilancio di previsione esercizio 2000 per diversi motivi, tra cui: a.1 – errata determinazione del costo del servizio asilo nido. A compensazione hanno aumentato, arbitrariamente, la retta alle 80 famiglie che usufruiscono del servizio refezione; a.2 – errata determinazione del costo del servizio raccolta rifiuti per l’inserimento di due operatori ecologici in più rispetto al reale ed iscrizione arbitraria di 38 milioni in più nel capitolo di bilancio. Senza tali contraffazioni sarebbe stato possibile riassorbire l’aumento del 33,33 per cento già imposto sulle tariffe nel 1999; a.3 – mancata predisposizione del documento relativo alla determinazione dello stato di salute economicofinanziaria del Comune; a.4 – ingiustificato raddoppio dell’indennità di carica del sindaco stante che lo stesso non si trova né nella condizione di lavoratore dipendente in aspettativa senza retribuzione, né in quella di lavoratore non dipendente; uesto gruppo consiliare si è riunito per esaminare la situazione politico amministrativa locale alla luce degli ultimi episodi che potrebbero aver dato l’impressione, nell’opinione pubblica, di una frattura all’interno del gruppo stesso. Con la fattiva partecipazione di tutti i componenti, sono stato sviscerati i vari problemi convenendo, dopo ampio e sereno dibattito, che si è trattato solo di diversificazioni di pensiero su alcuni problemi, sfociati maldestramente all’esterno prima di un confronto interno solo per le difficoltà di comunicazione dovute ai vari impegni di lavoro dei singoli consiglieri. Vengono valutati, al contempo, gli ultimi “regali” fatti dall’attuale (dis) amministrazione alla cittadinanza, nonché la autosospensione, posta in essere di fatto da circa otto mesi, di ogni valutazione sugli atti della giunta per l’eventuale richiesta di controllo di legit⇒ aumento delle tasse comunali; timità. ⇒ spreco delle risorse; Alla luce di ciò, i sottoscritti ⇒ nepotismo sfrenato consiglieri, all’unanimità, ⇒ creazione di disservizi convengono di: RICONFERMARE il ruolo del ⇒ smantellamento dell’Ufficio Tributi gruppo, impegnato a porre in ⇒ trasferimento di alcuni uffici senza avere essere tutto quanto è nelle informato i cittadini proprie competenze per limi⇒ chiusura al sabato dell’Ufficio Anagrafe tare i danni prodotti dall’at- Le accuse alla giunta AGORÀ 16 aprile 2000 b) richiedere all’Onorevole Assessorato Regionale Enti Locali la rimozione degli Organi Comunali per violazione degli articoli 17, comma 8, e 36, comma 4, del decreto legislativo n. 77/95, per non aver provveduto ad assestare il bilancio dell’esercizio 1999 entro il termine del 30 novembre (l’atto adottato l’1/12/99 è stato annullato su nostro ricorso) e per l’omessa presentazione, da parte del sindaco, della relazione relativa al terzo semestre, maggio-ottobre 1999; c) riprendere la valutazione delle delibere di giunta per richiedere l’eventuale controllo preventivo di legittimità, auto-sospesa di fatto da circa otto mesi; d) denunciare che questa amministrazione ha, tra l’altro: -aumentato tutte le tasse comunali istituendo anche l’addizionale Irpef al massimo consentito; -smantellato l’Ufficio Tributi con conseguenti affidamenti di servizi a ditte esterne; -perso due impiegate passate allo Stato perché “trasferite” alle scuole; -realizzato grandi sprechi delle risorse comunali; -trasferito alcuni uffici senza dare idonea preventiva informazione ai cittadini (tra cui il Comando Vigili abbandonando il centro della città dopo che in precedenza era stato già eliminato il servizio nelle mattinate dei giorni festivi); -chiuso l’Ufficio Anagrafe il sabato. RICONFERMARE al collega Calderone piena fiducia nel ruolo di capogruppo consiliare. I consiglieri Pietro Amalfi, Carmelo Bella, Pasquale Calderone, Lorenzo D’Amico, Stefano Marchese, Angelo Ragusa 11 Block notes fatti e personaggi CONSIGLIO COMUNALE Ampliato il mercato N ella seduta del 29 febbraio, il consiglio comunale ha approvato il bilancio di previsione 2000 modificandolo con un emendamento proposto dal gruppo di maggioranza in base al quale viene previsto un capitolo per finanziare un servizio di bus navetta che colleghi la parte alta del paese al capolinea degli autobus per alleviare i disagi che si stanno verificando da alcuni mesi. Il consigliere Lorenzo D’Amico, prima che scoppiasse la polemica sull’intervento scritto che i suoi colleghi di gruppo presenti in aula non conoscevano, ha chiesto il rinvio della seduta per consentire al suo gruppo di presentare propri emendamenti. La proposta è stata respinta con la motivazione che i due AMBIENTE Le caramelle della befana a D’Antoni C apiamo bene che la notizia è stagionata, ma ci sembra giusto riconoscere il dovuto a chi cerca di impegnarsi in qualche modo. L’iniziativa di Legambiente che ogni anno, in occasione della festa della befana, consegna delle simboliche calze di dolci o di carbone a quegli amministratori e politici che hanno promosso iniziative di difesa dell’ambiente oppure lo hanno danneggiato, per il Duemila ha interessato anche un consigliere comunale di S. Lucia del Mela. Giovanni D’Antoni, infatti, ha ricevuto la calza di dolci insieme ad altri personaggi della politica e della società provinciali. A D’Antoni è stato riconosciuto il titolo di “buono” con la seguente motivazione: “Avendo avuto notizia che in quel di S. Lucia del Mela vive e opera un solerte consigliere comu12 gruppi avevano avuto concesso il tempo previsto dalla legge per studiare il bilancio e per preparare eventuali emendamenti. Il consiglio ha poi deciso l’ampliamento del mercato settimanale, che si svolge nel parcheggio a fianco dell’asilo nido. D’ora in poi, gli espositori avranno a disposizione altri quattro stalli, che passano così da 29 a 33. In realtà, la decisione del consiglio ratifica quanto già avveniva di fatto. L’assemblea ha anche approvato il regolamento comunale per barbieri e parrucchieri e ha riconosciuto un debito fuori bilancio, oltre a concedere all’amministrazione l’esercizio provvisorio fino al 30 aprile. nale che risponde al nome di Giovanni D’Antoni (inutile chiamarlo con un altro nome perché non risponde!), avendo appreso che negli ultimi tempi si è particolarmente distinto per avere richiamato l’attenzione degli organi preposti per la tutela della valle del Mela prima che questa diventi un semplice torsolo, avendo avuto anche notizia della sua partecipazione al corso di protezione civile organizzato dalla Legambiente di Messina a Rometta a ulteriore testimonianza del suo attivo impegno per le tematiche ambientali, la Befana degli amministratori, nella speranza che mantenga vivo il suo impegno per l’ambiente anche per il nuovo millennio, gli attribuisce il titolo di buono”. La pagellina Carmelo Bella 6. E’ stata solo una questione di tempo, ma alla fine ha preso le distanze dal suo gruppo, se possibile nel modo più eclatante. Comunque più producente. I fatti si sono svolti in modo tale da farlo sembrare la vittima di un torto ingiusto. E’ anche vero, però, che nella sempre disprezzabile pratica del salto della quaglia, lui ha qualità che in altri non si trovano. Sa gestirsi bene. E’ uno di quegli studenti che con un’interrogazione alla fine dell’anno riesce a strappare la sufficienza che risolve tutto. Ad maiora. Lino Calderone 6. Ecco un’altra sufficienza, determinata, però, più da stupore che altro. E’ riuscito a fare sembrare coerente Carmelo Bella che lascia il suo gruppo. Praticamente un’impresa titanica. Che merita un riconoscimento, anche se dovrebbe capire una buona volta che la politica non si fa leopardianamente, chiudendosi in una stanza a imprecare contro la natura matrigna e scrivendo pagine che gli altri leggeranno solo alla fine. A quel punto nascono discussioni deleterie. Niente a che spartire con le elucubrazioni sul pessimismo storico e su quello cosmico. Lorenzo D’Amico 3. Dovrebbe cercare di avere un po’ più di rispetto per se stesso e non farsi mettere in mezzo da due che fanno a gara a chi è più machiavellico (con tutto il rispetto per Machiavelli). AGORÀ 16 aprile 2000 Block notes NEVER ENDING WORKS/1 Senza amministratori provinciali tanto proiettati verso il futuro, certe immagini ce le sogneremmo. Una sterpaglia al giorno C’ era qualcosa di delizioso nell’ osservare, nelle scorse settimane, gli operai della Provincia che ripulivano dalle sterpaglie i bordi della strada che collega S. Filippo a S. Lucia. Due operai che impiegavano l’intera giornata a liberare dalla vegetazione invadente i canali di scolo laterali al manto stradale, ma lo facevano con calma, con una leggerezza che non aveva niente a che vedere con quella di Calvino, ma che comunque dava un’impressione di poesia. NEVER ENDING WORKS/2 Eppur qualcosa si muove A gli osservatori più allucinati non sarà sfuggito che a metà febbraio, nel parcheggio vicino all’asilo nido, sono stati posati i pannelli che dovranno coprire la palestra della scuola elementare. Così come avranno notato che, tempo un paio di giorni, quei pannelli sono stati sollevati e poggiati sul muro che costeggia il parcheggio. L’opera di più ingegnosa architettura mai concepita dall’uomo (solo così si spiegano certi tempi biblici) sembra quindi essere più vicina al suo parziale incompletamento. E’ anche vero che dalla seconda metà di febbraio in poi, tra parcheggio e palestra non è successo quasi più nulla. Negli ultimi giorni di marzo, invece, è iniziata l’installazione sulla struttura portante in metallo dei pannelli che copriranno la palestra. In questi ultimi giorni i lavori stanno procedendo abbastanza regolarmente. Coraggio. UN INCONTRO SULLO STERMINIO DEGLI EBREI Per non dimenticare I l 28 e 29 febbraio si è svolto il seminario di storia ebraica previsto dal concorso premio “incentivo ricerca storica” voluto dall’assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura per riscoprire l’incidenza, sul tessuto sociale della città di S. Lucia del mela, della comunità giudaica, la quale nel 1415 rappresentava il sei per cento della popolazione, con 30 fuochi, 180 anime e una moschita/sinagoga. Ciò ha determinato la partecipazione del comune alla fondazione della “Charta delle Judeche”. Il professore Titta Lo Jacono, presidente dell’Istituto internazionale di cultura ebraica Slm, ha focalizzato l’attenzione dell’uditorio adeguandovi il fluire della parola come scienza e testimonianza viva di un vissuto di verità storica e concettuale. “Siate orgogliosi d’essere siciliani perché la nostra terra è ospitale e tollerante e ha avuto il pregio di far convivere in se, al crocevia del Mediterraneo, le culture normanna, araba e delle grandi religioni monoteistiche”. L’insegnante Libero Rappazzo, in un MAFIA Buonanima L unedì 20 marzo, pima pagina de “la Repubblica”. Come su tutti gli altri giornali, campeggia un titolo sugli arresti di due magistrati a Messina. Subito sotto un commento di Giorgio Bocca. Titolo: “Muri di gomma e colpi di spugna”. Ricostruendo l’antefatto della vicenda, il giorAGORÀ 16 aprile 2000 suo intervento, ha definito memorabili queste due giornate il cui il sindaco Santino Pandolfo, l’assessore Lidia Vella e il professore Lo Jacono, che è anche presidente della federazione di 50 comuni siciliani che ospitarono comunità ebraiche – la “Charta delle Judeche”, appunto – hanno incontrato e parlato singolarmente con la nostra popolazione scolastica perché non dimentichi Auschwitz che grida dalla terra per l’Olocausto e gli efferati crimini perpetrati nel nome dell’intolleranza, del razzismo xenofobo; perché veda nell’altro da se un fratello – anche se ha la pelle più scura e parla un’altra lingua. Presso la biblioteca comunale sono a disposizione dei ricercatori interessati alla prima sezione del concorso, “Presenza giudaica in S. Lucia del Mela”, una serie di libri sulla storia degli ebrei e un estratto dei Codici Lagumina per ciò che riguarda S. Lucia. ((Mimmo Cirino) nalista scrive: “Una storia al momento non ricostruibile con chiarezza ma con personaggi da inferno mafioso. C’è un pluriassassino pentito, Giuseppe Chiofalo, cui, secondo l’ accusa, sarebbe stata concessa un’ eccessiva libertà di movimento. Capo di una cosca di Terme Vigliatore, sterminò i boss della vecchia guardia (…) Finito in carcere nell’88 subì le vendette dei suoi rivali mafiosi che gli uccisero un figlio e nel ’92 l’avvocato di fiducia Pietro Di Benedetto”. Come è ovvio, Bocca ha commesso due errori. Uno, marginale, relativo al nome dell’avvocato di Chiofalo, che era Benedetto Di Pietro. L’altro, sostanziale, consiste nel non avere fatto precedere quel nome dall’appellativo “buonanima”, come molti fanno ancora oggi a S. Lucia. Nessuno è perfetto. Nemmeno Giorgio Bocca. 13 ATTUALITÀ DECORO URBANO Quel muro e quel roveto Da tempo nella via Cesare Battisti un parapetto e una siepe di rovi offrono una pessima immagine ai turisti e ai cittadini. Quando si rimedierà? di Giuseppe Spadaro I arteria stradale con pericolo per i pedoni. Lo stesso parapetto è anche sormontato da una fitta e rigogliosa siepe di rovi che certamente non danno decoro alla città e soprattutto, l’uno e l’altra, non offrono una buona immagine ai forestieri e ai turi- sti che vengono a visitare la nostra cittadina. A quando l’eliminazione dell’ inconveniente? Sul numero scorso abbiamo pubblicato in un riquadro la copia ridotta di un testo fattoci recapitare dall’associazione Padre Parisi. Siccome i componenti di quell’associazione si sono sentiti danneggiati da quella scelta di impaginazione, qui di seguito pubblichiamo per intero il testo contenuto nelle due pagine che erano state inquadrate nel box titolato “L’attività di un anno” tesimo anniversario del quadro “L’Annunciazione” del 1599. Relatore la dottoressa Alessandra Migliorato, storico d’arte ed esperta della provincia regionale di Messina. NOVEMBRE. Seconda edizione di “San Martino, la festa del vino”. DICEMBRE. Natale insieme con il “Trio Doc”. Contributo economico per realizzazione calendario Duemila, club Juventus Gaetano Scirea. Ristampa di diecimila opuscoli illustrativi, a colori, della città di S. Lucia del Mela. Collocazione di piantine e stelle di natale nei vasi e aiuole disponibili nella città. Progetto in collaborazione con la scuola media “P. Galluppi” per fare conoscere il patrimonio culturale esistente nella nostra città, con visite guidate degli alunni. la signora Condorelli. NOVEMBRE. Gruppo Cine Foto Galatea di Acireale. DICEMBRE. Istituto magistrale “R. Elena” di Acireale. l parapetto sulla scarpata tra i civici 68/70 della via Cesare Battisti, per un tratto di circa otto metri, da lungo tempo è completamente inclinato sul marciapiede destro della centralissima ASSOCIAZIONE P. PARISI Attività svolta nell’anno 1999 Visite guidate della città FEBBRAIO. Sfilata di carnevale in colla- borazione con l’associazione di volontariato “Finestra sul mondo”. MARZO. Convegno in collaborazione con l’Avis di Milazzo: “L’importanza di donare il sangue”. Contributo economico a una famiglia luciese per problemi di salute. MAGGIO. In collaborazione con la trattoria “La Pergola” e con l’azienda agricola “Parra”, presentazione di “S. Lucia del Mela, città d’arte”, arte cultura e cucina. Giornate organizzate alla riscoperta di antichi sapori e tradizioni. AGOSTO. Proiezione diapositive sulla città di S. Lucia del Mela “Immagini”, presso la piazza Bando. Presso la Chiesa Annunziata, convegno sul tema “L’opera del Biondo”, in occasione del quattrocen14 GENNAIO. Archeo club di Catania; Centro alpino italiano di Catania (visita in montagna). FEBBRAIO. Scuola media “Don Orione” di Messina. MARZO. Gruppo organizzato dalla signora Condorelli di Catania; due visite della scuola media “Don L. Milani” di Paternò. APRILE. Gruppo parrocchiale di Giarre; scuola media “Giovanni XXIII” di Acireale. MAGGIO. Scuola media “Don Orione di Messina; scuola media “S. Quasimodo” di Catania. GIUGNO. Scuola media “G. Verga” di Giarre. LUGLIO. Gruppo di insegnanti accompagnati dal preside Copani, di Riposto. SETTEMBRE. Due visite organizzate dal- Si precisa che oltre ai gruppi organizzati si sono susseguiti numerosi visitatori singoli. Per ogni visita è stata garantita la presenza di guide specializzate e personale di supporto. Sono state effettuate 16 visite guidate per un totale di mille (circa) visitatori. Tutte le visite hanno avuto la finalità, non solo di fare conoscere l’immenso patrimonio artistico-paesaggisticoculturale insito nella nostra vetusta cittadina, ma anche quello di risaltare i prodotti dell’artigianato locale, la degustazione dei prodotti tipici locali e delle specialità gastronomiche. Il fine che si propone l’associazione è sempre quello dello sviluppo turistico culturale e del rilancio economico della città. Questi sono fatti e non chiacchiere. Chiunque abbia voglia di contribuire a migliorare l’attività dell’associazione può rivolgersi alle seguenti persone: Rappazzo Libero (presidente), Famà Giuseppe (vice presidente), Ruggeri Nicola (cassiere), Cambria Antonio (segretario); Interisano Franco, Manna Maria, Trifiletti Giovanni, Famà Catherine, Calderone Paolo (consiglieri); Campanella Ercole, Donato Franco, Lipari Sebastiano, Merulla Benedetto, Campao Santo, Cirino Domenico, Salvo Pasquale, Bella Paolo, Rappazzo Salvatore, Prestigiacomo Maria Caterina (soci). AGORÀ 16 aprile 2000 ATTUALITÀ VERITA’ INATTESE Intossicati da un articolo. O da qualcos’altro? “Centonove” dedica un Vasco Rossi: “Di pomeriggio si posservizio a S. Lucia e al sono vedere seduti problema della sulle panchine di tossicodipendenza. piazza Milite IgnoTitolo: “Santa Lucia dei to. Un po’ irrequietossici”. Tutti protestano. ti, sigaretta in bocca, jeans sformati” Ma forse bisognerebbe ecc. Niente di nuoscandalizzarsi per alcune vo: solite immagifrasi di quell’articolo. ni, con in più quelQuelle tra virgolette l’espressione (“jeans sformati”) di F. D. M. che da a S. Lucia un tocco metropoliA BOMBA SCOPPIA IN EDICOLA tano. Subito dopo, venerdì 17 marzo. Il settimanale l’articolo fornisce “Centonove” dedica un’intera alcuni dati: “una pagina, la n. 24, a S. Lucia del cinquantina di tosMela. Non parla però di chiese e bellezze sicodipendenti che varie. No, parla di tossicodipendenza. Di non fanno più notidroga. Come suo solito, il giornale sceglie zia”, “Il centro collinare conta addirittura un titolo forte, ulteriormente amplificato uno dei tassi più alti di tossicodipendenza dall’accostamento di una foto esplicita: della provincia di Messina. Ben trenta “Santa Lucia dei tossici”. frequentano il Sert di Milazzo per assuLe proteste scattano quasi subito, rivolte mere metadone. Ma la “cura” non sembra soprattutto contro l’autore del pezzo, sortire effetti”. E’ da queste frasi che naGianfranco Cusumano, e culminano la sce quel titolo. Ma sulla veridicità delle settimana successiva con la pubblicazione affermazioni c’è poco da discutere. sullo stesso settimanale di una lettera del Seguono le dichiarazioni rilasciate al presidente del consiglio comunale, Franco giornalista da due amministratori e da un Interisano, che si chiede se il pezzo sia consigliere comunale. Inframezzate da stato scritto in quel modo per ignoranza una frase che, in effetti, sembra proprio di pessimo gusto: “A Santa L’allarme criminalità è meno forte Lucia del Mela si va solo rispetto a dieci anni fa” per mangiare nelle trattorie Santino Pandolfo a basso costo, sotto al castel(ma precisa: “mi viene difficile da pensa- lo arroccato, nel cocuzzolo più alto, oppure in quanto il cronista abita in un centro a re per la carne fresca nelle macellerie del noi vicino”) o “per manifesta mala fede”. centro storico”. Ma cosa ha di scandaloso quell’articolo? A parte il fatto che uno avrebbe voglia di Vediamo. portare a S. Lucia il giornalista e farsi L’attacco sa di video di una canzone di indicare esattamente dove ha visto tutte L “ AGORÀ 16 aprile 2000 La pagina di Centonove del 17 marzo dedicata a S. Lucia del Mela queste trattorie “sotto il castello” e le “macellerie del centro storico”, la frase rivela tutto il senso di superiorità del milazzese che si abbassa (salendo) a visitare S. Lucia e a parlarne su un giornale. Intendiamoci: la superiorità è oggettiva, ma che senso ha rimarcarla oltre il dovuto? Comunque sia, le contestazioni di tutti coloro che hanno letto quell’articolo si riferiscono alle parti che abbiamo fin qui citato. A noi però sembra che scandalose siano le parti rimanenti. Cioè, quelle virgolettate che riportano le dichiarazioni di Santino Pandolfo e Santino Vaccarino. Intanto esse, improntate a moderato ottimismo e a senso di sollievo per il terribile passato che ci siamo lasciati alle spalle, sono intercalate da una frase del consigliere (di maggioranza) D’Antoni che suona così: “La giunta … continua a sperperare soldi in progetti che poi in definitiva non hanno cambiato nulla”. Per inciso, 15 ATTUALITÀ nelle loro dichiarazioni sindaco e assessore lodano proprio quegli stessi progetti. Uno che ha letto quell’articolo a Calascibetta, chissà che idea si sarà fatto. Ma veniamo alle affermazioni di Pandolfo e Vaccarino. Il primo ha dichiarato: “L’allarme criminalità è meno forte rispetto a dieci anni fa. All’epoca c’era una vera organizzazione che fortunatamente ormai è scomparsa. Stiamo ottenendo buoni risultati nella prevenzione, meno evidenti quelli della riabilitazione”. Non per insegnare il mestiere agli altri, ma forse un sindaco che nel 2002 non si vuole ricandidare, sarebbe stato più onesto se avesse detto: “Il problema della tossicodipendenza è estremamente serio. In quasi due anni abbiamo potuto renderci conto di come sia difficile arginarlo. Abbiamo difficoltà a intervenire sia “In pochi sui soggetti dimesi non si pendenti che su possono quelli a rischio. L’uso di droghe cancellare si va diffondendo situazioni anche in fasce d’età che in pasconsolidate sato non erano negli anni” coinvolte perché Santino molto giovani. E’ Vaccarino tutto molto difficile. Speriamo, nei prossimi due anni, di ottenere qualche risultato”. Invece no: il sindaco ha lodato i risultati ottenuti nel campo della prevenzione. Prevenzione che, per sua natura, esiste se il consumo di droghe è assente tra i più giovani. E appare evidente a tutti che così non è. Si vede che nessuno ha spiegato al sindaco che lui amministra S. Lucia del Mela e non l’isola di Acapulco. Non gli è stato da meno, però, l’assessore Vaccarino. Che ancora oggi usa le stesse espressioni che ne hanno fatto la fortuna in campagna elettorale, senza rendersi conto che a questo punto, forse, il suo vocabolario doveva essere almeno in parte cambiato. Perché fin quando è un assessore designato a dire “La progettualità a Santa Lucia non c’è mai stata”, uno non può che essere d’accordo con lui. Ma quando a dichiararlo a un giornale che porta la data del 17 marzo 2000 è un assessore, questo si da la zappa sui piedi senza neppure rendersene conto. A questo 16 punto, nel marzo 2000, la mancanza di “progettualità” non è una colpa degli altri: è una colpa sua. Le ultime parole dell’articolo tanto contestato sono sempre di Vaccarino. “In pochi mesi non si possono cancellare situazioni consolidate negli anni”. A puro titolo di promemoria ricordiamo che i “pochi mesi” trascorsi dall’insediamento dell’amministrazione comunale sono 22. Giusto per raccapezzarsi: quanti ve ne servono, mille e 22? Quanti ve ne servono, attenzione, non per risolvere tutti in una volta i problemi della tossicodipendenza, ma almeno per farvi un’idea più chiara della realtà nella quale lavorate e che vi consenta di non rilasciare ai giornali dichiarazioni risibili. Risibili, beninteso, se solo non si parlasse di problemi molto seri. La bacheca delibere di giunta GIUNTA DEL 11/2/2000 20 Adesione cooperativa Utopia progetto “World handicap book Sud” per l’inserimento lavorativo di portatori di handicap. Per il comune di S. per pubbliche forniture di beni e servizi. Nella precedenti delibera era stato adottato uno schema relativo all’affidamento di lavori pubblici. Lucia del Mela, l’adesione al progetto comporterà l’inserimento lavorativo di tre portatori di handicap presso l’ufficio tecnico comunale per 80 ore mensili per un periodo di quattro mesi. Nessun onere graverà sul bilancio comunale. 21 Approvazione schema piano triennale di cui al comma 5° dell’articolo 21 della legge regionale n. 6/97. Il piano riguarda le “attività per la 27 Assegnazione somma per lavori di divisione aula computer scuola media “P. Galluppi”. 1.800.000 lire per realizzare una paretina di divisione in cartongesso. GIUNTA DEL 25/2/2000 28 Assegnazione somma per lavori di tinteggiatura uffici edificio municipale piazza Duomo. Preventivo di valorizzazione dei beni culturali, ambientali, paesaggistici, la promozione turistica e agrituristica di manifestazioni e iniziative promozionali e di festività di interesse locale”. Lo schema di piano è stato integrato con le attività decise dalla biblioteca comunale per il prossimo triennio. spesa di cinque milioni di lire, così ripartiti: 1) tinteggiatura con pittura lavabile a due mani 3.691.584 lire; 2) fornitura e collocazione grondaia in pvc 72.000 lire; 3) fornitura e collocazione tubi in pvc 124.500 lire; 4) ripristino apertura in legno del secondo piano 100.000 lire; iva 20 per cento 797.617 lire; imprevisti 214.300 lire. GIUNTA DEL 15/2/2000 22 Fornitura cucina a gas per asilo nido comunale. Preventivo di 920.000 29 Realizzazione di rallentatori di velocità nella via Dante Alighieri e in via Serri. Preventivo di spesa di nove lire. milioni di lire per la fornitura e la collocazione dei rallentatori di velocità. GIUNTA DEL 22/2/2000 23 Assegnazione somma al responsa- 30 Personale assistente asilo nido. bile area amministrativa per acquisto testi normativi. 900.000 lire. 24 Collocamento a riposo per raggiunti limiti di età giusto articolo 2 comma 21 della legge 8/8/95 n. 335 della dipendente Donato Carmela. 26 Modifica delibera di giunta municipale n. 362 del 9/11/1999. Forni- tura materiali di consumo occorrenti per il ripristino in economia di tratto della rete idrica e fognaria. Schema contrattuale. E’ stato approvato lo schema di contratto Applicazione articolo 56 decreto legge 29/93 come modificato dal decreto legge 80/98. GIUNTA DEL 29/2/2000 31 Contributo soggetto in stato di bisogno. Erogazione della somma di 1.650.000 lire a un cittadino per la ristrutturazione del tetto della abitazione danneggiata da calamità naturali nel 1999. 32 Contributi libri scolastici. Erogazione a favore di 24 studenti di istituti superiori il cui reddito familiare annuo è AGORÀ 16 aprile 2000 La bacheca equivalente o inferiore a trenta milioni di lire, della somma di 329.827 lire a testa. GIUNTA DEL 7/3/2000 33 Approvazione rendiconto economato I bimestre 2000 e relativo rimborso. Spese generali di funzionamento 2.496.250 lire; spese per gli automezzi 1.610.000 lire; spese varie d’ufficio 3.183.650 lire; manutenzione patrimonio 1.433.550 lire; spese di gestione 2.065.100 lire; manutenzione autoparco 685.000 lire. Totale: 11.473.505 lire. 34 Impegno spesa servizio economato. Spese di rappresentanza 500.000 lire; spese generali di funzionamento cinque milioni; spese varie d’ufficio tre milioni; manutenzione patrimonio due milioni; spese di gestione 1.500.000 lire; manutenzione e riparazione autoparco 1.500.000 lire; manutenzione rete idrica un milione. 35 Atto di citazione con chiamata di terzo del comune di S. Filippo del Mela. Costituzione in giudizio. La giunta ha deciso di “resistere in giudizio avverso l’atto di citazione per chiamata del comune di S. Filippo del Mela, notificato in data 7 febbraio 2000, della causa promossa dalla signora De Silva Maidera Maria innanzi al giudici di pace di Messina per l’udienza del 20 marzo 2000”. Impegnata la somma di un milione come acconto per le spese legali. Nel gennaio 1999 la signora Da Silva danneggiò la propria auto, una Porsche, finendo in una buca della strada provinciale che collega S. Filippo a S. Lucia, in contrada Baiamonte. In seguito presentò denuncia contro la Provincia Regionale. Il comune di S. Lucia ha deciso di resistere in giudizio perché non ha ricevuto nessuna comunicazione sulla causa né dalla Provincia né dal comune di S. Filippo. 36 Contributo soggetto in caso di bisogno. Tre milioni. GIUNTA DEL 14/3/2000 37 Protocollo di intesa propedeutico a un accordo di programma integrato di infrastrutture a supporto della valorizzazione dei beni culturali. Il protocollo interessa i co- AGORÀ 16 aprile 2000 Giunta del 22/2/2000 25 Attribuzione Led. Integrazione delibere di giunta n. 441/97, n. 442/97, n. 443/97, n. 23/99 e n. 282/99. Dai prospetti della delibera si ricava la consistenza del personale dipendente del comune e il relativo livello di qualifica funzionale. In particolare: Personale di ruolo in servizio al 31/12/1997 livello I II III IV V VI VII 1 27 7 4 21 4 Personale di ruolo in servizio al 1/1/1998 livello I II III IV V VI VII 28 7 1 24 4 muni del comprensorio tirrenico “eolianopeloritano” ed è aperto a un’integrazione con l’area Nebrodi-costa saracena. 38 Euro: attuazione piano operativo. Il sindaco è responsabile politico delle incombenze necessarie all’introduzione dell’euro; approvati piano operativo di attuazione e schema allegato che individua i responsabili delle aree che devono collaborare con il segretario comunale per realizzare il piano. 39 Servizio di pulizia locali comunali. Preventivo spesa di 25.937.380 lire per la pulizia dei locali di piazza Duomo e viale Pietro Nenni per il periodo apriledicembre 2000. Costo mensile dell’ operatore: 1.911.449 lire. 40 Assistenza tecnica fotocopiatore in possesso del comune. Spesa com- plessiva: 6.480.000 lire. 41 Assegnazione somma per lavori di costruzione conditoie stradali e collocazione grata in ferro. Preventi- vo spesa di 2.500.000 lire per contrada Casalipari e vico Pier delle Vigne. 42 Assegnazione somma per la copertura di un tratto del canale S. Antonio. Preventivo spesa di 10.500.000 lire per la eliminazione dell’inconveniente igienico che si verifica durante le abbon- danti piogge invernali, mediante copertura con tubi di cemento roto-compresso di un tratto del canale S. Antonio. 43 Revoca delibera di giunta municipale n. 308 del 9/9/99. Presa atto secondo accordo integrativo. In considerazione sia della quantità di rifiuti smaltibili, sia del costo complessivo dell’impianto di smaltimento di Mazzarrà, si stabilisce che il costo per abitante che i comuni firmatari dovranno versare per la realizzazione dell’ impianto è di 17.293 lire. GIUNTA DEL 22/3/2000 45 Assegnazione somma per collocazione materiale di arredo urbano. Destinato 1.200.000 lire alle piazze principali per la collocazione di 16 cestini in stile “centro storico” e cinque dissuasori di sosta in cemento. 46 Integrazione trattamento economico dipendente Calderone Maria Con- cetta. 47 Pagamento parcella per collaudo lavori sistemazione e arredo urbano piaz- zette Margherita, Crispi, Mercato e IV Novembre all’ingegnere Michelangelo Mangiapane. Somma liquidata: 1.960.255 lire Giunta del 16/3/2000 44 Articolazione orario di servizio e di apertura al pubblico uffici comunali. Parziale modifica delibera di giunta municipale n. 46/99. L’orario di apertura al pubblico è cosi articolato: orario antimeridiano dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13,45 orario pomeridiano martedì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30. 48 Pagamento competenze alla commissione di collaudo lavori di costruzione di un collettore e impianto depurativo sul versante del torrente Mela. Ing. Vincenzo Di Piazza 579.879 lire; arch. Carmela Scalia 579.879 lire; dott. Antonino Messina 579.879 lire. 17 CULTURA LE TASSE DEL PASSATO La fiscalità a S. Lucia nel Sei e nel Settecento di Santo Brunetta “S E DI LINGUA IO PARLASSI qui intenderebbero trattarsi di qualche brava lingua di porco”. E’ questo il giudizio lapidario di Giacomo Leopardi, in risposta a una delle lettere dell’amico Pietro Giordani che gli chiedeva notizie sullo stato della disputa sulla lingua italiana, che rispecchiava senza dubbio lo stato di degrado culturale, a livello di massa, della Recanati di quel tempo. In questa nostra realtà non possiamo fare a meno di constatare con un certo senso di amarezza che alla cultura (e, ovviamente, a tutto ciò che a essa si riferisce, ivi compreso il ruolo che essa dovrebbe svolgere) non si guarda con la dovuta attenzione. Eppure essa rappresenta la chiave di volta per la crescita civile di una comunità, e pertanto dovrebbe essere posta come punto centrale e qualificante di un serio programma politico-amministrativo. Per la cultura, o non si investe affatto o si interviene in modo del tutto insufficiente. Quali le ragioni di tanta disattenzione? E’ presto detto: si pensa che la cultura non paghi. E’ questa, senza dubbio, la “logica” prevalente di certi amministratori della “rei publicae” che preferiscono puntare in altri settori per il conseguimento di determinati fini. Detto ciò, debbo far rilevare che a S. Lucia del Mela, tra l’altro, non è stato apprezzato (perché, a oggi, ignorato) il grande valore storico dell’ interessantissima ricerca effettuata dalla professoressa messinese Ida Fazio presso l’archivio storico municipale sembra, per quanto mi è dato sapere, su suggerimento del professore Federico Martino, allora docente di storia del diritto presso l’università di Messina. Il contenuto della ricerca, che ha comportato anni di sacrifici, è venuto alla luce già nel 1993 con la pubblicazione del volume La politica del grano. Annona e controllo del territorio in Sicilia nel Sette- cento (FrancoAngeli editore, Milano). Il testo, suddiviso in cinque capitoli, per il suo interesse storico e documentario è da consigliare all’attenzione di un più vasto pubblico. Il testo va apprezzato anche per le note che, numerosissime, accompagnano i diversi capitoli. A pag. 197, ad esempio, la nota 35, che si riferisce al quinto capitolo, tratta della “fiscalità e del controllo del territorio” a S. Lucia del mela, ai tempi di Federico II di Svevia. Ricche, infine, risultano le tabelle statistiche. A tale riguardo, crediamo di fare cosa gradita ai lettori di “Agorà” pubblicando, qui di seguito, sia la nota 35, che costituisce di per sé un pezzettino di storia locale, sia la tabella II (pagg. 206-207), che riporta i dati della popolazione di S. Lucia del Mela dal 1713 al 1806. (Del libro della professoressa Fazio mi sono già occupato con un servizio dal titolo “La lingua dei nostri padri” in “Agorà” n. 11 del 21 agosto 1999 Le controversie per la riscossione della “congrua F ederico II di Svevia aveva fatto di Santa Lucia una praelatura nullius, svincolata dall’autorità del vescovo di Patti e dell’arcivescovo di Messina, e sottoposta a un abate prelato, che era anche cappellano maggiore del Regno. L’università portava dunque il peso del mantenimento dell’abate prelato e della curia, che fu fissato nel 1605 sotto l’abate Simone Rao in una congrua in partem decimarum annuale di 600 onze “su tutti i frutti si producessero in territorio (della diocesi) etiam industriali”. Per raccogliere la somma, l’università imponeva delle gabelle sul territorio della dio- 18 di Ida Fazio cesi. Questo si estendeva anche oltre la giurisdizione del comune, il che causava continue controversie per il pagamento della congrua. E’ il caso, per esempio, del casale di Soccorso che, assieme alla terra feudale di Gualtieri e a Merì, voleva aggregarsi alla giurisdizione ecclesiastica dell’arcivescovado messinese che perseguiva una politica di accaparramento dei casali alla città. Così monsignor De Ciocchis, nella sua visita del 1742/43 (Sacrae regiae Visitationis per Siciliam a Joanne Ang. De Ciocchis Caroli III Regis iussu acta decretaque omnia, Palermo 1836) notava a questo proposito che “Archiepiscopi Messanenses in intervallo ab ultima regia visitatione Jordii ad praesentem, et propriè circa annum 1618, vel potius 50 eadem casalia de facto occupaverint”, decretando che le tre terre, “litigiosa, et praetendentur ab Abate Sanctae Luciae”… “esse reintegranda, prout reintegravit ipsimet Abbati Sanctae Luciae eiusque Diocesi, et ordinariae jurisdictioni” (pp. 76 e 89-208). In realtà le tre terre non furono riaggregate alla diocesi di Santa Lucia, che continuò a rivendicare dalle sole Gualtieri e Soccorso il pagamento delle gabelle di congrua AGORÀ 16 aprile 2000 CULTURA LA POPOLAZIONE DI S. LUCIA DEL MELA NEL SETTECENTO Anno Parrocchie urbane Cattedrale 1713 1740 1742 1748 1748 1754 1755 1756 1765 1765 1769 1770 1775 1777 1778 1782 1783 1794 1798 1800 1804 1806 S. Nicolò 3111 Feudo di Casale di S. Casale di Cattafi Filippo Belvedere 1091 Feudo Totale Pace 1112 1219 350 174 257 257 747 770 770 34 34 34 243 759 26 184 164 164 113 175 175 5869 C: civile C C E C C C C C Amico/Di Marzo E E E E E Amico-Di Marzo 4354 4462 3542 3276 4008 4275 4734 4354 4420 2639 1516 1400 900 1200 220 1600 1600 500 490 200 310 5800 5389 4633 E E C 2200 2200 214 229 229 263 265 5790 5792 E E E 4589 1318 1304 1304 533 481 481 1212 1313 1313 Fonte E: ecclesiastica Annunz. 3000 2022 2608 565 3334 Casale Soccorso 2200 LA PRELATURA I vescovi di S. Lucia dal 1735 al 1950 Ricevette l’ordinazione episcopale il 5 marzo 1769 e il 22 ottobre dello stesso anno consacrò la cattedrale. Nel luglio del 1771 fu promosso arcivescovo di Messina. Il 25 dicembre 1771 venne inaugurato il grandissimo dipinto su tela dietro l’altare maggiore della cattedrale, raffigurante l’ Assunzione di Maria, eseguito da Fra Felice da Palermo. L’opera misura metri 4 x 6 e costò 21 onze, 24 tarì e due grana (277,99 lire), delle quali l’artista ebbe 15 44 MARCELLO MOSCELLA. Messinese, onze; il resto servì per le spese: tela, olio, già canonico e vicario generale di Cefalù. colori, cornice e doratura. 46 EMANUELE RAO-TORRES. PalermiIl 5 gennaio 1736 venne eletto da Cletano, dei principi della Cuba Reale. Nel mente XII “Prelato Ordinario dell’insigne novembre 1771 venne nominato dal re e regia Abbazia della deliziosa città di S. prelato di S. Lucia con bolla pontificia del Lucia e Cappellano Maggiore del regno di 18 dicembre dello stesso anno. Prese posSicilia”. sesso il 21 gennaio 1772 per proDifese i diritti della sua diocesi cura, delegando il vicario generarivendicando, nel 1750, la giuriMonsignor Ardoino consacrò la le decano Vincenzo Pagano, e sdizione spirituale sui paesi di fece il solenne ingresso il 24 Gualtieri e Soccorso (usurpati un cattedrale nel 1769. Salvatore Ballomaggio. Morì a Palermo e fu secolo innanzi dagli arcivescovi sepolto nel cimitero dei Cappucdi Messina) che furono restituiti Guercio fu, nel 1920, l’artefice della cini il martedì santo del 14 aprile alla Prelatura. Morì il 10 aprile 1778. 1760, a 69 anni e dieci mesi, e fu rinascita della prelatura dopo 47 anni di Si deve a lui la splendida statua sepolto in cattedrale nel suo mavacanza della sede. Con lui il seminario di alabastro roseo su base di agagnifico mausoleo marmoreo. 45 SCIPIONE ARDOINO. Mesta dell’ Ecce Homo di Ignazio fu ricostruito e le chiese cittadine sinese dei principi di Alcontres, Marabitti, che oggi si trova in eletto prelato di S. Lucia da Clecattedrale. restaurate mente XIII il 19 dicembre 1767. 47 CARLO SANTACOLOMBA. di Libero Rappazzo AGORÀ 16 aprile 2000 19 CULTURA Palermitano, venne eletto prelato di S. Lucia con bolla pontificia del 1780. Prese possesso il 29 aprile dello stesso anno e fece l’ingresso il 3 luglio. Ricevette la consacrazione episcopale nella nostra cattedrale il 2 aprile 1786. Fu anche vicario capitolare di Lipari, dove morì il 13 luglio 1801. Da uomo dotto qual era, diede impulso agli studi. Il nostro seminario divenne così un centro importante di cultura non solo per i locali ma anche per i giovani dei centri del circondario. Nello stesso periodo vi studiò anche il giovane Pasquale Galluppi (ebbe come insegnante il canonico Ragno) che tenne rapporti di filiale amicizia e devozione con monsignor Santacolomba. E proprio il dotto prelato curò l’introduzione a una Memoria Apologetica di difesa che il filosofo di Tropea pubblicò nel 1795 essendo stato deferito a Roma, al Sant’Uffizio, per avere sostenuto in una pubblica relazione la tesi “che le supposte virtù dei pagani debbono dirsi vizi”. 48 ALFONSO AIROLDI. Palermitano, eletto nel 1803, governò la prelatura tramite un regio preposito da Palermo, dove risiedeva. Morì il 25 marzo 1817. 49 GABRIELE M. GRAVINA. Dei principi di Montevago, fu prelato ordinario dal gennaio al settembre 1818. 50 GIACOMO COCCÌA. Patrizio luciese, venne eletto prelato ordinario il 15 settembre 1818. Ricevette la consacrazione episcopale nella nostra cattedrale dal vescovo di Patti ed ebbe dalla Santa Sede l’onorifico incarico di imporre il pallio all’arcivescovo di Messina. Morì il 4 luglio 1829. 51 IGNAZIO AVOLIO. Siracusano, nominato nel 1834, rinunciò alla prelatura il 22 febbraio 1844. Latinista e grecista insigne, possedeva una cultura non comune. Pubblicò varie opere e tenne un discorso memorabile il 12 gennaio 1836 in occasione della solenne apertura del seminario. A perenne ricordo e riconoscenza gli è intitolata una via nelle immediate vicinanze della cattedrale. 52 PAOLO MARIA MONDIO. Messinese, venne eletto nel 1850. Devotissimo alla Madonna della Lettera, ne fece dipingere un quadro dal Minutoli nel 1854. Rimosso da un altare della cattedrale dove l’aveva posto, si trova in deposito presso la chiesa del Rosario. Morì il 4 settembre 1857. 53 CARLO VITTORE PAPARDO. Messinese dei principi del Parco, fu eletto prelato ordinario nel maggio del 1858. Fece il solenne ingresso in S. Lucia per la festa della Patrona. Prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano I. Nominato vescovo di Patti, lasciò S. Lucia il 30 dicembre 1871. 54 GAETANO BLANDINI. Da Palagonia (Catania), fece il solenne ingresso il 13 febbraio 1881. Dopo appena due anni, il 15 febbraio 1883, venne nominato vescovo coadiutore di Agrigento con diritto di successione. Attese con grande impegno al ministero pastorale. Introdusse la pratica del mese mariano e riaprì il seminario. A lui si deve anche la ricostruzione della parete della chiesa del Sacro Cuore che si affaccia sulla piazza. 55 STEFANO GERBINO. Palermitano, dei baroni di Cannitello, apparteneva all’ordine dei Benedettini ed era vicario generale di Monreale. Eletto prelato ordinario il 3 giugno 1890, la sua nomina non ottenne il “regio exsequatur” (riconoscimento civile) e, di conseguenza, non poté prendere possesso della Prelatura. Il 10 settembre 1895 venne trasferito alla sede di Trapani. 56 GIUSEPPE FIORENZA. Monrealese, canonico teologo e poi professore di lettere latine e greche di quel seminario. Nemmeno la sua nomina, avvenuta l’11 novembre 1895, ottenne il riconoscimento civile. Il 22 giugno 1896 divenne arcivescovo di Siracusa. 57 VINCENZO DI GIOVANNI. Nato a (Trapani), fu professore alSalaparuta l’università di Palermo. Uomo di grande ingegno e archeologo insigne, il 21 ottobre 1896 fu nominato prelato da Leone XIII. Non ottenne però il “regio exsequatur”, ma venne ugualmente a S. Lucia per amministrare la cresima dal 4 al 18 luglio 1898. Per motivi di salute, il 4 marzo 1901, rinunciò alla prelatura. Donò un prezioso paramento settecentesco in seta rossa ricamata in oro. 58 SALVATORE BALLO-GUERCIO. Palermitano, dottore in teologia e in diritto civile e canonico. Nominato prelato ordinario l’8 marzo 1920, fece il solenne ingresso il primo agosto. Fu grande la gioia e la commozione dei luciesi che, dopo ben 47 anni di sede vacante, finalmente coronavano il sogno di riavere sulla cattedra della prelatura più antica del mondo un proprio vescovo. Le feste in suo onore si protrassero per otto giorni. Lo stesso papa Benedetto XV affermava: “S. Lucia il prelato se l’è meritato perché l’ha tanto desiderato”. Monsignor Ballo fu il vescovo della rinascita. Ricostruì il seminario, curò il restauro del palazzo vescovile, della cattedrale e di numerose chiese. Chiamò le suore francescane missionarie dell’ Eucarestia, alle quali affidò l’Istituto dell’ Immacolata, da lui fondato nell’ex convento dei Cappuccini. Fu anche amministratore apostolico di Lipari e Acireale. Il 18 settembre 1933 venne trasferito a Mazara del Vallo, ma rimase amministratore apostolico della prelatura fino al luglio del 1935. Come segno di riconoscenza e gratitudine, in cattedrale gli venne eretto un bel monumento in marmo. 59 ANTONIO MANTIERO. Vicentino, dottore in diritto canonico. Già vescovo di Patti dal 1931, fu nominato prelato di S. Lucia l’11 giugno 1935. Da Patti, dove risiedeva, veniva periodicamente in sede e si faceva ammirare soprattutto nel ministero della predicazione. Venne trasferito a Treviso il primo settembre 1936. 60 LUCIANO GERACI. Da Petralia Sottana, dottore in teologia e in diritto civile e canonico, venne eletto prelato ordinario il 6 marzo 1937. Di profonda pietà, di grande saggezza e prudenza, incrementò la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Eresse le parrocchie della Madonna del Rosario a Giammoro e dell’ Immacolata a Olivarella. Morì il 19 luglio 1946 a Petralia Sottana in seguito ai postumi di un intervento chirurgico. Nella chiesa madre della sua città vi è una sua effigie con una epigrafe che ricorda di essere stato vescovo della “Prelatura Nullius di S. Lucia”. 61 LUIGI CAMMARATA. Da San Cataldo (Caltanissetta), dottore in teologia e in diritto civile e canonico, il 4 dicembre 1946 la Santa Sede lo nominò prelato ordinario. Ebbe anche l’incarico di compiere la visita pastorale nell’ arcidiocesi di Messina, ma per motivi di salute non la portò a compimento. Morì il 24 febbraio 1950. (3 – continua) Nel prossimo numero, in edicola a fine mese: 20 L’amministrazione comunale e la coalizione che la sostiene dopo i primi due anni Tavola rotonda con il sindaco, un assessore, un consigliere comunale di maggioranza, AGORÀ 16 aprile 2000 un rappresentante dei Democratici di Sinistra e uno di Rifondazione Comunista