Museo della pergamena, del
libro e del documento d’archivio
Sezione III: Il libro a stampa
L’invenzione della stampa
La vera rivoluzione
nella invenzione della
stampa è da
attribuire al tedesco
Johann Gensfleisch,
detto Gutemberg
dalla casa dove
nacque: zum guten
Berg, che inventò i
caratteri mobili.
I caratteri mobili
I caratteri mobili erano
parallelepipedi metallici che, alla
sommità, portavano una lettera
(maiuscola, minuscola e accentata),
il punto, la virgola, lo spazio.
I caratteri o “tipi” si componevano
allineandoli in un compositoio detto
“righello”, che aiutava ad allineare
perfettamente tutte le righe per
ottenere la colonna e formare la
pagina.
Il Torchio
La pagina così composta
veniva inserita nel Torchio:
una macchina formata da
una vite che, girando, faceva
abbassare un peso sul foglio,
e da un piano mobile. Sul
piano si metteva la forma di
stampa e sulla parte che si
solleva: il “timpano”, si
poneva il foglio.
Il primo libro stampato
Il primo libro stampato
da Gutembreg fu una
Bibbia che, stampata
tra il 1453 e il 1455,
contava 1282 pagine.
Il testo, in ogni pagina
era disposto su due
colonne di 42 righe
ciascuna.
Non solo la Bibbia
Col tempo la stampa
a caratteri mobili si
allarga anche a
piccoli testi, in
particolare manuali
di latino per la scuola
e moduli prestampati
per le
amministrazioni.
I caratteri
S
I caratteri venivano “gettati”,
cioè fusi, con la lettera al
contrario, così quando si
stampava sulla carta si leggeva
nella posizione giusta.
Erano di tante dimensioni e
forme ed alcuni di loro avevano
le “grazie”: i loro tratti finivano
con brevi linee curve o dritte
che li rendevano più aggraziati.
Il libro in culla
I libri di Gutemberg e
dei suoi allievi, editi fino
all’inizio del 1500 sono
detti “incunaboli”. Il
termine deriva da in
cuna, in culla, o dal
nome delle bende con
cui si fasciavano i
bambini incunabula.
I nuovi libri
Quando si stampano
nuovi libri, si pensa al
loro contenuto e al
pubblico al quale si
rivolgono.
In base alla loro
destinazione si scelgono:
la forma, la scrittura, i
caratteri, la decorazione
e il materiale.
I nuovi Libri
I primi tipografi imitano i
codici manoscritti: le pagine a
due colonne scritte in
caratteri gotici, o a pagina
piena con scrittura più
rotonda.
Ma non tutti sono in grado di
leggere caratteri complicati o
le abbreviature tipiche del
manoscritto.
Le incisioni
I libri più pregiati,
sono quelli allestiti
con supporti
speciali: la
pergamena al posto
della carta, i colori e
i materiali preziosi,
le decorazioni con
incisioni spesso
molto raffinate.
Gli indici
I libri spesso sono corredati
da un indice che distingue le
varie parti in cui il libro è
suddiviso,
Nei libri più antichi, l’indice
si riferisce generalmente ai
nomi propri o alle cose
notevoli,
e indica, a lato, la pagina in
cui si trovano.
Gli stampatori e i privilegi di stampa
Il Privilegio di stampa è la facoltà concessa, a
partire dal sec. 16°, dall’autorità (pontefici,
imperatori, principi) a tipografi e librai di
stampare opere con garanzia di esclusività per un
determinato periodo di tempo, al fine di
difendere le opere stesse dalle contraffazioni.
La formula con privilegio e più estesamente con
grazia, o grazie, e privilegio, con licenza de’
superiori e privilegio, sono frequenti nei
frontespizî delle edizioni dei secoli 16°-18°.
Libri, fogli volanti, opuscoli
La stampa offriva molte
possibilità in più rispetto al
manoscritto: forme nuove,
grandi quantità …
La sopravvivenza dei
tipografi non poteva basarsi
soltanto sulla stampa dei
libri.
Occorreva guadagnare in
altri modi.
I fogli volanti
I fogli volanti erano
stampe di un solo
foglio, che portavano
impressi, su una o due
facciate, documenti
amministrativi, ma
anche cronache di
avvenimenti
importanti, calendari,
storie da raccontare.
I fogli volanti
I fogli volanti
potevano essere
affissi al muro o
consegnati come
volantini, oppure letti
ad alta voce.
Purtroppo, una volta
letti, venivano gettati
via. Se ne conservano
quindi pochissimi
esemplari.
La voce dell’autorità
I tipografi spesso
stabilivano le loro
stamperie vicino ai
palazzi del potere, così
da essere a disposizione
di coloro che
informavano,
ordinavano, proibivano,
annunciavano ai propri
sudditi le decisioni
importanti.
I Libri da Risma
• Il “Libro da risma” o “Libro
popolare” era quel libro di piccolo
formato, di larga fruibilità, stampato
su carta povera, che si poteva
vendere a basso costo nei mercatini.
• Serviva all’editore per guadagnare
soldi e al lettore per avvicinarsi alla
lettura.
• Entrambi, in questo modo, potevano
migliorare la propria vita.
Le copertine
Quando un libro era utilizzato
di frequente o era destinato
ad una persona importante, si
usava maggiore cura nella
legatura e nella coperta.
Spesso le legature dei libri più
preziosi sono vere e proprie
opere d’arte, realizzate in
legno o cuoio, coperte di
velluto, ricamate in oro o
argento, …
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