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CONFEDERAZIONE SINDACALE AUTONOMA DI POLIZIA
Periodico ufficiale nazionale della Consap anno X luglio 2008 (foto Moretta)
S I N D A C AT O M A G G I O R M E N T E R A P P R E S E N TAT I V O D E L L A P O L I Z I A D I S TAT O
Riordino e contratto le nostre priorità
Convegno: nasce la costituente dei sindacati autonomi
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Editoriale
Consap Magazine 2008
di Giorgio Innocenzi
Segretario Generale Nazionale Consap
Editoriale
Governo Berlusconi IV: riordino delle
carriere e contratto le nostre priorità
Il nuovo governo dovrà tenere fede agli impegni assunti,
in tema di sicurezza, nel corso della campagna elettorale. Nel primo consiglio dei ministri, tenuto a Napoli, il
governo ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza,
costituito da sei provvedimenti: un decreto legge e un
disegno di legge in materia di sicurezza, a cui si aggiungono, tre decreti legislativi correttivi, sui ricongiungimenti
familiari degli stranieri, sul riconoscimento dello status di
rifugiato e in materia di libera circolazione dei cittadini
comunitari, nonché un disegno di legge sulla banca dati
nazionale del DNA.
Provvedimenti, giusti e sacrosanti, invocati da tempo dalla
pubblica opinione, che pretende risposte concrete e
immediate contro la criminalità. Purtroppo, in quella
sede, non è passato anche per le forze di polizia, chiamate in questo periodo ad un’accresciuta azione di prevenzione e repressione dei reati, il provvedimento di
detassazione degli straordinari.
La Consap, nel silenzio di altre organizzazioni c.d. auto-
SICUREZZA: CONSAP, GOVERNO
HA CUCINATO UN PIATTO INDIGESTO
Roma, 24 giu. - (Adnkronos) - «Un piatto indigesto quello che
il governo ha cucinato per la nostra sicurezza». Lo sostiene la
Consap, Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia convocata oggi a Palazzo Chigi, insieme a tutto il comparto sicurezza e difesa per l'esposizione del piano economico di stabilizzazione triennale varato dall'esecutivo. «Per il comparto sicurezza sono previsti 800 milioni di euro in meno, mentre è già
operativa una direttiva che impone una diminuzione generalizzata del 20% delle ore di straordinario. Questo -dice il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi- non
coincide con le aspettative e le necessità del settore sicurezza
che con il precedente governo Prodi aveva già perso circa un
miliardo e mezzo». «La richiesta che verrà illustrata all'Esecutivo durante l'incontro -rileva la Consap- verte sui seguenti
punti: fondi economici per il riconoscimento della specificità
professionale alfine di svincolare il comparto dal pubblico
impiego; sospensione dei tagli previsti; l'immediato avvio delle
procedure per il riordino delle carriere con un piano di spese
che si sviluppi nell'arco di 3/4 anni». «Apprezziamo la promessa del governo di far gravare i tagli su i settori paralleli dei ministeri Interno e Difesa -conclude Giorgio Innocenzi- ma il governo Berlusconi ha ereditato un settore in crisi, senza soldi per la
benzina e per la manutenzione ordinaria, senza mezzi e con
uffici privi di tutto, e tale situazione non si modificherà neppure
qualora riuscissimo ad ottenere lo stop ai tagli. Non era certo
questo quello che era stato promesso agli italiani in campagna
elettorale».
Editoriale
nome, ha duramente stigmatizzato l’ingiustificata esclusione del personale di polizia dal provvedimento. La possibilità di risparmiare fino a 3.000 euro l’anno, per chi
vive di stipendio e guadagna circa 1300/1400 euro al
mese, sarebbe stato un segnale importante e motivante,
per una categoria, oltremodo penalizzata, sotto il profilo
economico e normativo.
La motivazione addotta, che si sarebbe trattato di un
provvedimento sperimentale per circa 6 mesi, e che l’inclusione, dovrebbe avvenire, con la prossima riforma
della pubblica amministrazione, non regge e non è assolutamente accettabile.
Per risolvere questo spiacevole inconveniente, la Consap si è immediatamente attivata, per modificare il
provvedimento, in commissione lavoro della Camera
dei Deputati.
La dimensione della vittoria del centrodestra nelle elezioni politiche e poi nei ballottaggi alle amministrative, a
cominciare da quello di Roma, apre un nuovo scenario
nel quale il tema della sicurezza assumerà una rilevanza
strategica.
In questa nuova situazione, dove alcune organizzazioni
risulteranno appiattite sulle decisioni governative ed altre
strumentalmente, ricercheranno, forme di conflitto preventivo, la Consap dovrà stare in campo con serietà ed autonomia assoluta, ma soprattutto con la consueta capacità
di porre in evidenza i temi sociali più rilevanti per la
nostra categoria, riservandosi di valutare le proposte e le
scelte del governo concretamente nel merito.
Le priorità restano, per la Consap, lo stanziamento delle
risorse necessarie per dare avvio al riordino delle carriere di tutto il personale, la riapertura del confronto sulla
destinazione delle risorse destinate al patto per la sicurezza e l’integrazione di quelle insufficienti stanziate dal
governo Prodi per il rinnovo contrattuale 2008-2009.
Consap Magazine 2008
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Incontro con il
sottosegretario Mantovano
La Consap ha incontrato il sottosegretario all’Interno
con delega alla polizia, Alfredo Mantovano per l’esame dei contenuti del pacchetto sicurezza, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. La nostra
organizzazione, dopo aver duramente stigmatizzato
l’esclusione dei poliziotti dal beneficio della detassazione degli straordinari, ha invitato il sottosegretario
al rispetto degli impegni formalmente assunti per la
realizzazione del riordino delle carriere di tutto il personale, la riapertura immediata delle trattative sul contratto di lavoro e la ripartizione dei fondi del patto
sicurezza, ammontanti a circa 200 milioni di euro, per
l’incremento del ticket- buono pasto e per l’adeguamento dell’importo dell’ora di straordinario all’ora di
lavoro ordinario. I fondi residui, ammontanti a circa
40 milioni di euro, potrebbero così essere spalmati sull’indennità pensionabile o sull’assegno di funzione del
personale.
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Sommario
Consap Magazine 2008
ANNO X, NUMERO III MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2008
Periodico ufficiale nazionale della CONSAP aderente alla Confederazione delle polizie europee EUROCOP
Sommario
Gli inserti del Consap Magazine
L’uso legittimo delle armi (in dotazione)
da parte degli appartenenti
alle forze di polizia
EDITORIALE
Governo Berlusconi IV:
riordino delle carriere e contratto...
Cenni normativi,
tecnico-operativi e deontologici
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PRIMO PIANO
a cura di
Antonino Errante Parrino
INSERTO
PAGINE CENTRALI
IN EVIDENZA
156 anni al servizio della collettività:
riflettori sulla festa della Polizia
5
Corso di formazione quadri organizzato
dalla Segreteria Regionale del Lazio
Cambio al Viminale, Roberto Maroni
nuovo ministro dell’interno
9
IL TESTIMONE - Il G8 di Genova
dall’obiettivo di una fotocamera Nikon...
Conferenza di Organizzazione:
delineate le strategie...
10
Ancora G8 in Italia, iniziato il confronto
per l’appuntamento della Maddalena
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CONVEGNO
Fioriti recita il de profundis del Sap...
13
Ispettorato P.S. Palazzo Chigi
a colloquio con il dirigente
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Ritorno… al futuro
l'autonomia dei sindacati di polizia
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I morti della Polizia,
non sono vittime del lavoro?
34
L'autonomia dei sindacati di Polizia
è ancora possibile!
17
Reparto Mobile Calabria la proposta
Consap approda al Dipartimento
35
La politica spinge ma la Polizia
è in brache di tela
36
L’INTERVENTO
Strage stradale, obiettivo del 2008
un milione di controlli
18
La Consap incontra il Vice Capo
della Polizia Nicola Cavaliere
37
Associazione delle vittime, manca
una figura politica di riferimento
22
Bush in Italia: Consap, “amministrazione
e questura evitino disservizi”
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DIRETTORE POLITICO Giorgio Innocenzi
DIRETTORE RESPONSABILE Massimo D’Anastasio • SUPERVISORE PER LA FOTOGRAFIA Francesco Moretta
REDAZIONE Via Nazionale, 214 - 00184 Roma - tel. 06.47825541 r.a. - fax: 06.47825538
Registrazione Tribunale Civile di Roma - n. 542 dell’1.11.1999 • Grafica e impaginazione Mediaservizi • Stampa Romana Editrice • Tiratura 15.000 copie
Primo piano
Consap Magazine 2008
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156 anni al servizio della collettività:
riflettori sulla festa della Polizia
Un impegno che si rinnova ogni anno, nel desiderio di
celebrare l’anniversario della nascita di un’istituzione
sempre più vicina al cittadino e alle sue esigenze; motivo per cui, spiega il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, da qualche anno a questa parte, la festa viene
celebrata in piazza, ed è aperta a tutti coloro che
vogliono conoscere più da vicino il lavoro di uomini e
donne della Polizia di Stato e i mezzi attraverso i quali
svolgono la loro attività. Per la cerimonia inaugurale
tenutasi nella splendida cornice di Piazza del Popolo a
Roma, che si è potuta seguire anche attraverso le diret-
te Rai e Sky, erano presenti le massime cariche dello
Stato. Sul palco magnificamente allestito dall’organizzazione composta da personale della Polizia di Stato,
tre sedie erano riservate ai vertici della Repubblica Italiana: il Capo dello Stato Giorgio Napolitano con i neo
eletti presidenti dei due rami del Parlamento, quello del
Senato Renato Schifani e quello della Camera Gianfranco Fini. Una delle prime uscite pubbliche anche per i
vertici del governo, con in prima fila il Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi ed il ministro dell’Interno
Roberto Maroni; ma fra i posti del palco centrale sono
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Consap Magazine 2008
stati notati quasi tutti i ministri del governo, senatori,
onorevoli nonchè il sindaco di Roma, il governatore
della Regione, il prefetto e il questore della capitale e
rappresentanti ai massimi livelli di tutte le Forze di Polizia che insieme alla Polizia di Stato collaborano per
garantire la sicurezza nel nostro Paese. Primus inter
pares il Capo della Polizia Prefetto Antonio Manganelli,
al quale il cerimoniale delle Festa ha riservato quest’an-
Primo piano
no anche una manifestazione particolare su corso Vittorio Emanuele ad Avellino, sua città natale.
Il palco si gremiva fin dalla prima mattinata, a conferma di un rinnovato rapporto di fiducia nell’istituzione, e
anche il pubblico, purtroppo confinato molto a margine
della kermesse, faceva sentire il suo calore verso gli
uomini che lavorano per la loro sicurezza. Il momento
più toccante e fonte di una serie di applausi spontanei
Primo piano
e il triste ma galvanizzante, cerimoniale della consegna
di onorificenze e ricompense: la medaglia d’oro al
Valor Civile alla bandiera della Polizia conferita per
l’attività prestata dal personale del Servizio Centrale
Operativo e dalle Squadre Mobili nazionali nella lotta
a tutte le espressioni della criminalità; Medaglia d’oro
al Merito Civile al brigadiere Luigi Carluccio artificiere
perito in azione nel 1981 a Como, la medaglia è stata
ritirata dal figlio anch’egli poliziotto; Medaglia d’Oro
al Merito Civile alla Memoria all’assistente Gerardo
Manzo perito a Salerno durante un inseguimento, la
medaglia è stata ritirata dalla moglie; Medaglia d’Oro
al Valor Civile al Sovrintendente in quiescenza Alessandro Deidda, intervenuto in quel di Tarquinia per portare aiuto a seguito di un incidente stradale; Medaglia
d’Oro al Valor Civile all’Assistente Capo Andrea
Defranza, che a Venezia nel dicembre di due anni fa si
prodigò per contenere gli effetti di un incidente stradale che aveva coinvolto un autocisterna carica di gas;
Promozione per Merito Straordinario al Dirigente Superiore Piero Angeloni ed al Primo Dirigente Cono Incognito che hanno indagato e proceduto all’arresto del
boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, il 5 novembre scorso
in masseria agro di Giardinello a Palermo; promozione
per merito straordinario al Vice Questore Aggiunto
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Fabio Catalano distintosi per l’arresto di un pericoloso
latitante della ‘ndrangheta avvenuto a San Luca nel
dicembre del 2006; ultimi ad essere premiati gli atleti
delle Fiamme Oro Assistente Capo Francesco D’Aniello
e l’Assistente Daniele Di Spigno che hano conquistato la
medaglia d’oro ai campionati mondiali di tiro svoltisi a
Larnaca nell’isola di Cipro, all’Assistente Roberto Cammarelle e l’Assistente Clemente Russo per la vittoria ai
campionati del mondo di pugilato di Chicago, conquistando rispettivamente i titoli della categoria super massimi e massimi.
Al termine della premiazione la Polizia di Stato ha
organizzato una spettacolo di abilità con protagonisti
le moto della Polizia Stradale ed i purosangue del
Reparto a Cavallo, l’esibizione si conclusa con un’applauditissima piramide umana, 31 operatori, uomini e
donne della Stradale, su 5 moto, che hanno percorso la
circonferenza dell’obelisco centrale della piazza, salutati dall’applauso crescente della gente. Poi il Capo
della Polizia ha visitato gli stand allestiti sulla piazza
dando così un virtuale start alla pacifica invasione dei
cittadini. Da quel momento e per tre giorni gli stand
dedicati ai reparti, alle specialità, alle sale operative
sono stati visitati dalla gente.
Francesco Mandarino
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Consap Magazine 2008
Primo piano
Foto di Francesco Moretta
Il Segretario Provinciale della Consap Pensionati Aniello Russo, il Segretario Provinciale della Consap di Roma
Francesco Paolo Russo ed i ragazzi/e dello Sco, ringraziano il Capo della Polizia Prefetto Antonio Manganelli per
la stupenda giornata trascorsa, durante la visita dello stesso presso la sede del Servizio Centrale Operativo della
Polizia di Stato a seguito della medaglia d’oro conferita allo Sco.
Primo piano
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Cambio al Viminale, Roberto Maroni
nuovo ministro dell’interno
Dalle 17 dell’8 maggio scorso, il Ministero dell’Interno ha un
nuovo capo l’esponente della Lega Nord onorevole Roberto
Ernesto Maroni è nato il 15 marzo 1955 a Varese.
Per l’avvocato lombardo si tratta di un ritorno visto che ha
già ricoperto l’incarico di Ministro dell’Interno nel primo
governo Berlusconi, anche rimase insediato al Viminale
meno di un anno da maggio 94 a gennaio 95.
Roberto Maroni ha cominciato la sua carriera politica
all'inizio degli anni '80, folgorato dalla personalità e
dalle idee politiche del leader dell'allora Lega Lombarda
Umberto Bossi. E’ stato dal 1990 al 1993 segretario provinciale della Lega Nord di Varese per poi diventare consigliere comunale della città lombarda, vero "enclave"
della Lega di Bossi.
Il suo battesimo di fuoco alla Camera dei Deputati avviene nel 1992, poi coronato dall'elezione a presidente dei
deputati della Lega nord.
Nel 1996 e nel 2001 viene confermato deputato e,
durante il secondo e il terzo Governo Berlusconi, viene
nominato ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
(Welfare). Incarico che ha svolto con capacità ed equilibrio, pur non essendo esente da critiche mosse in prevalenza da componenti dell'opposizione, spesso in disaccordo con le sue scelte di fondo.
Nel IV governo Berlusconi (dal mese di maggio 2008)
dopo la breve esperienza del 1994 come detto torna al
ministero dell'Interno per dare concretezza al potenziamento della sicurezza nel Paese che è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale della Lega Nord
e di tutto il Popolo della Libertà.
Suoi collaboratori politica in veste di Sottosegretari di
Stato all’Interno: l’onorevole Alfredo Mantovano, magi-
strato pugliese, anche per lui un ritorno, dopo che durante il secondo e terzo governo Berlusconi, aveva ricoperto
con grandi capacità lo stesso ruolo con delega alla Polizia di Stato ed all’Immigrazione e in questi ultimi due
anni, seppur all’opposizione, è stato uno dei parlamentari più attivi nel rivendicare dignità operativa e professionale per le Forze di Polizia, Mantovano una garanzia
mentre molto poco si sa degli altri due sottosegretari:
Michelino Davico e Nitto Francesco Palma: il primo insegnante di Cuneo è alla sua terza legislatura, eletto nelle
file della Lega Nord Padania, l’altro anch’egli magistrato,
come Mantovano, è senatore eletto nelle fila del Popolo
della Libertà ed è alla sua terza legislatura. L’esperienza
e la conoscenza sembrano essere il tratto caratterizzante
dei nuovi vertici del Viminale è questo li pone di fronte a
responsabilità grandissime nel non tradire le legittime
aspettative di uomini e donne della Polizia di Stato.
Emanuele Innocenzi
Foto di Francesco Moretta
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Consap Magazine 2008
Primo piano
Conferenza di Organizzazione: delineate
le strategie politiche ed organizzative
La Segreteria Nazionale Consap, dopo le elezioni politiche del 13
e 14 aprile scorso e soprattutto in vista dei prossimi importanti
appuntamenti (contratto di lavoro, riordino delle carriere, accordo
nazionale quadro), ha organizzato due momenti di incontro e confronto con i quadri dirigenti sindacali del nord (Milano) e del sud
(Napoli) Gli appuntamenti hanno fatto seguito alla conferenza del
centro Italia svoltasi a Roma nei mesi scorsi.
L’incontro milanese si è tenuto presso la sala riunioni della Caserma
Sant’Ambrogio sotto la regia organizzativa della dirigenza locale,
con in testa Michele Petrocchi Alla riunione hanno preso parte i
Segretari Generali Regionali delle regioni Piemonte - Valle D’Aosta,
Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria,
Veneto ed Emilia Romagna ed i Segretari Generali Provinciali delle
seguenti province: Aosta, Torino, Alessandria, Asti, Cuneo, Novara,
Vercelli, Verbania, Biella, Varese, Milano, Bergamo, Brescia, Lecco,
Como, Cremona, Mantova, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Trieste,
Udine, Genova, Imperia, La Spezia, Padova, Venezia, Verona,
Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini.
L’incontro napoletano, ottimamente organizzato dal Dirigente
Primo piano
Nazionale Carlo Annarumma e dal Segretario Provinciale Generale di Napoli, Raffaele Pepe si è svolto nella spledida cornice delle
Terme di Stabia.
Nella Sala Castellino, gentilmente messa a disposizione dal Presidente delle Terme di Stabia, avv. Luigi Vingiani, hanno preso parte
alla riunione i Segretari Generali Regionali delle regioni Campania,
Basilicata, Puglia e Calabria ed i Segretari Generali Provinciali delle
seguenti province: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno,
Matera, Potenza, Bari, Brindisi, Foggia, Lecce,Taranto, Catanzaro,
Consap Magazine 2008
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Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Due incontri importanti e costruttivi che sono serviti a mettere a
punto la strategia politica organizzativa della Consap, ma soprattutto sono serviti per avviare un serrato confronto con tutta la dirigenza periferica. Nei due appuntamenti il Segretario Generale
Nazionale Giorgio Innocenzi, accompagnato dai componenti di
segreteria, ha potuto illustrare la piattaforma programmatica dell’organizzazione in tema di riordino delle carriere, rinnovo dell’accordo nazionale quadro e contratto di lavoro.
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Consap Magazine 2008
Particolare attenzione, durante gli incontri, è stata dedicata all’analisi delle varie vertenze aperte sul territorio. Nei vari interventi i
responsabili periferici hanno stigmatizzato l’inconcludenza degli
interventi effettuati dall’Ufficio Relazioni Sindacali del Ministero dell’Interno (la questione sarà quanto prima rappresentata al Capo
della Polizia e al Ministro dell’Interno), mentre hanno espresso
apprezzamento per i risultati ottenuti attraverso gli interventi diretti
della Segreteria Nazionale sui vertici e dirigenti generali dell’Amministrazione e per quelli ottenuti attraverso l’azione legale esperita dal nostro ufficio vertenze di lavoro.
Durante i due incontri è emersa la opportunità di attribuire a due
segretari nazionali le deleghe, rispettivamente, per il nord e sud Italia, in modo da poter contare su un referente specializzato per la
definizione delle vertenze territoriali.
Innocenzi negli interventi conclusivi, dopo aver ringraziato tutti i
dirigenti per l’ottimo lavoro sinora svolto e per quanto sapranno
fare per il futuro, ha assicurato l’impegno della Segreteria Nazionale ad affrontare tutte le questioni sollevate in sede di dibattito e
confronto.
Nelle tre conferenze programmatiche (i prossimi appuntamenti
vedranno la Segreteria Nazionale impegnata in Sicilia e Sardegna)
è emersa la forza dell’organizzazione, ormai fortemente radicata
sul territorio con quadri capaci, battaglieri, determinati ma soprattutto profondamente consapevoli ed innamorati della Consap e del
suo innovativo progetto rivendicativo.
Primo piano
E’ emersa altresì la grande forza aggregativa dell’organizzazione,
testimoniata dalle crescenti richieste avanzate da dirigenti e quadri
sindacali di altre OO.SS., di entrare a far parte della nostra grande famiglia.
E.I.
Convegno
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Convegno sull’autonomia Fioriti recita
il de profundis del Sap ed aderisce alla
costituente dei sindacati autonomi
“Il mercato delle pulci che ha visto leader sindacali svendersi alla politica - ha detto Carmine Fioriti Presidente del
Sap - scioglie il giuramento di organismo “super partes”
voluto dal Comitato Alta Italia che diede il la alla smilitarizzazione ed alla riforma della Polizia di Stato”. A Roma
presso l’Hotel Nazionale, i fondatori del sindacalismo
autonomo in polizia Virgilio Fichera, Rolando Balugani,
Filiberto Rossi e Carmine Fioriti, che nel 1977 impedirono che i partiti di sinistra e la Cgil, Cisl e Uil si impadronissero della Polizia, hanno duramente criticato “la deriva in cui versa il sap pervaso internamente da un processo di bulgarizzazione, di esasperato centralismo democratico e di rincorsa alla carriera politica” ed hanno
auspicato la nascita della costituente dei sindacati auto-
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Consap Magazine 2008
nomi ed indipendenti. Apprezzamento e condivisione per
il progetto di costruzione di un grande soggetto sindacale che raggruppi diverse organizzazioni e molti dirigenti
sindacali che si richiamano all’autonomia è stato espresso da Innocenzi (Consap) e Maccari (Coisp). Disponibilità al dialogo sono state assicurate da Tuzi (Italia Sicura –
Anip) e Cappelli (Lisipo) presenti al convegno.
Intervento del Segretario Generale Nazionale Consap
Giorgio Innocenzi
Cari amici,
quando si è trattato di scegliere il titolo del convegno
odierno abbiamo subito pensato all’autonomia e all’indipendenza della Polizia, dei poliziotti e del sindacato
quale garanzia della libertà dei cittadini.
Autonomia della Polizia significa che veramente l’istitu-
L’intervento del Sottosegretario
all’Interno onorevole Mantovano
Convegno
zione deve essere al servizio imparziale dei cittadini e
mai usata per fini di partito e per ciò stesso non attinenti
al bene comune della convivenza generale, che, al di
sopra delle parti, deve tendere al buon andamento della
pubblica sicurezza in vista dell’esercizio democratico
delle libertà.
Per questo nelle scelte dei vertici della polizia non si può
operare soltanto sulla base della fede di partito del prescelto, ma quanto meno, assieme a questa e prima di
questa, dovrebbero valere criteri di professionalità e
anzianità di servizio.
Autonomia dell’operatore di polizia non in senso di disordine o anarchia, ma autonomia del poliziotto per la
immodificabilità dei suoi diritti (oltre che dei suoi doveri)
nell’ambito della carriera, della sede di servizio, del trasferimento, della dignità economica ecc, ecc. Per questo è
necessario ridefinire al più presto i sistemi di assegnazione e trasferimento, ridefinire le piante organiche delle
Questure ed istituire il ruolo amministrativo della Polizia.
Per autonomia del sindacato di polizia si intende che la
direzione della struttura sindacale, soprattutto a livello
nazionale, giammai deve essere orientata ad agire su
ispirazione di questo o quel partito, perché come abbiamo visto i partiti nascono, mutano e tramontano, litigano
tra loro per motivi di potere, cambiano sigla ed idea,
mentre la polizia resta e sempre resterà tale.
L’esperienza di questi ultimi anni ci ha insegnato che l’apparentamento politico e sindacale (vietato dalla legge ma
tollerato dalle burocrazie ministeriali) è stato la prima
causa dell’attuale stato dei sindacati di polizia.
Basta guardare la deriva in cui versa attualmente il primo
sindacato che si fregiò del titolo di sindacato autonomo
pervaso internamente da un processo di bulgarizzazione, di esasperato centralismo democratico e di rincorsa
alla carriera politica.
Sia ben chiaro che autonomia sindacale non significa
neutralismo astratto e preconcetto, ma significa neutralità
dalle parti e dai partiti in ordine ai suoi tre principali centri di interesse: la polizia, i poliziotti ed i cittadini.
Se non esiste autonomia, non esiste più sindacato di polizia e per recuperare tale importante condizione altra via
non c’è che richiedere l’esercizio del diritto di sciopero
costituzionalmente previsto senza condizione alcuna per
tutte le categorie di lavoratori.
Il diritto di sciopero regolamentato è il presupposto ( non
necessario, ovviamente, se avviene l’accordo) per l’eser-
Convegno
cizio del potere normativo di contrattazione collettiva tra
i sindacati degli operatori di polizia e controparte amministrativa.
La rivendicazione suddetta nasce dall’esperienza bruciante
di circa 30 anni di sindacato senza diritto di sciopero.
Questo anche perché tutti, dicesi tutti, i mezzi sostitutivi
introdotti dai padri fondatori del sindacato sono stati
fagocitati dalla controparte burocratica prefettizia dell’amministrazione centrale del Ministero dell’Interno.
Di tali mezzi a tutt’oggi non esiste neanche uno, per cui si
può dire che oggi il sindacato di polizia è tutto tranne che
sindacato.
Da questo convegno deve partire la riscossa del sindacato di polizia. Dobbiamo recuperare i legittimi spazi di
perduta autonomia istituzionale e sindacale in tutte le
direzioni e con tutti i mezzi per scongiurare l’annientamento del sindacato in polizia.
E’ dunque indispensabile per il sindacato avviare una fase
di rifondazione per restituire ai poliziotti la loro dignità
professionale ed economica e ai cittadini la loro reale libertà, che non può prescindere dalla loro sicurezza.
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Interrogazione parlamentare contro
l’apparentamento politico-sindacale
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Convegno
Consap Magazine 2008
Ritorno… al futuro
l'autonomia dei sindacati di polizia
Lettera aperta al Segretario Generale Nazionale della Consap
Virgilio Fichera, (Socio fondatore ex appartenente alla Segreteria
generale ed ex direttore nazionale dell’ufficio studi del Sap).
Caro Giorgio, ritengo encomiabile la tua iniziativa di aprire una
conferenza nazionale sull’autonomia dei sindacati di polizia, e ti
ringrazio di avermi invitato.
E’ bene parlare di questo, anche se restasse solo un’esigenza
etica di fronte alla deriva in cui versa attualmente il primo sindacato che si fregiò del titolo di sindacato autonomo di polizia.
Basta aprire Internet sulla parola “Sindacato di polizia Atti parlamentari ed altro” per rendersi conto degli enormi ostacoli frapposti dall’amministrazione prefettizia di allora contro quello sparuto nugolo di soci fondatori del sindacato autonomo di polizia,
a cui demmo il nome di “ S.A.P” ed il logo “Nella nostra autonomia, la vostra libertà”.
Se volessimo interpellarci - a distanza di circa trent’anni da quei
giorni esaltanti e pericolosi, difficili, ma vittoriosi - su che cosa è
rimasto dell’autonomia del sindacato di polizia, non dovremmo
neanche iniziare a scrivere.
E ciò non tanto perché attualmente il segretario e il vice-segretario nazionale del sindacato autonomo di polizia, Sap, si sono
candidati in due organizzazioni partitiche di opposte tendenze
ed hanno così lasciato con un “ben servito” la direzione nazionale del Sap, quanto perché ci inquieta oltremodo una modifi-
ca che è stata recentemente apportata agli artt. 4 e 30 dello Statuto
del Sap, che come sai è stato materialmente redatto dall’allora Ufficio
studi nazionale del Sap medesimo
da me diretto.
Tali emendamenti non solo passano un colpo di spugna sull’autonomia del sindacato di polizia, ma gettano - è il caso di dirlo
- “una luce sinistra” soprattutto sulla “bulgarizzazione” del sindacato, laddove ne impediscono il naturale sviluppo democratico attraverso l’adozione di un sistema di potere di triste memoria in quanto si basa su quel “centralismo democratico” che
costituiva la foglia di fico dietro cui si nascondeva quella micidiale ideologia fondata da Marx e sposata da Lenin, che si riteneva fosse caduta per sempre col crollo del muro di Berlino.
Tu sai che prima del sindacato autonomo di polizia (era allora
Ministro dell’interno l’onorevole Cossiga) una parte di coloro che
furono poi i soci fondatori del Sap avevano costituito un comitato
per il sindacato autonomo di polizia. E l’avevano costituito quando la mortifera ideologia comunista dell’URSS sembrava intenzionata a voler conquistare il mondo intero, mentre l’allora forte partito comunista italiano stava per fare “il sorpasso”
Ecco perché lavorammo intensamente. E lo facemmo non solo
per l’autonomia del sindacato autonomo di polizia ma di tutti i
sindacati di polizia che - comunque si fossero voluti chiamare dovevano però essere autonomi per legge. Curammo inoltre per non fare entrare dalla finestra quello che era uscito dalla
porta - ed ottenemmo pure il divieto di affiliazione dei sindacati
di polizia agli altri sindacati esterni alla polizia (Cgil Cisl e Uil),
già collegati, di proprio, ai partiti politici di allora (ed anche a
quelli di ora).
Potevamo fare di più tra mille ostacoli, ivi compresi i pericoli provenienti dalle minacce terroristiche? Quale sindacato di polizia o
non di polizia è stato mai ricevuto da un Presidente del consiglio
dei ministri - quale l‘allora Spadolini - e da un presidente della
Repubblica, quale l’allora Pertini?
Convegno
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L'autonomia dei sindacati di Polizia
è ancora possibile!
Rolando Balugani
(Socio fondatore del Sap ed ex dirigente sindacale Consap)
Da un paio di mesi circola un opuscolo anonimo dal titolo “S.A.P. Costituente” in cui viene denunciata la situazione in cui versa il
S.A.P., e vengono attribuiti “una serie di errori che hanno portato a
scissioni, allontanamenti, congressi straordinari e tanta incomprensione” e che, per le stesse ragioni, sarebbe opportuno rifondare la
stessa organizzazione sindacale. Certo che l’idea di rifondare il
S.A.P. nasca da Carmine Fioriti mi permette di fargli alcune osservazioni. Preliminarmente dico, che commettemmo un grave errore,
a metterlo su di un piedistallo ritenendolo la guida giusta per salvaguardare e guidare il S.A.P. Non ci rendemmo conto che avevamo
creato un organismo politico che richiedeva una solida ed autorevole guida.
Certo l’arrivo dei dirigenti (mi riferisco in particolare agli ex ufficiali) aggravò ulteriormente la situazione, poiché, costoro, avevano dei
disegni ben precisi, che riguardavano i rapporti con l’Amministrazione e la loro carriera, che in alcuni casi è stata brillantissima. Noi,
tutti, poco o tanto, abbiamo subito la loro personalità permettendo
loro di fare il bello ed il cattivo tempo.
Tu ed il tuo altro ego, Giorgio De Biasi, non vi ho mai visto combattere battaglie di principi per mantenere la linea del S.A.P. Man mano
che il tempo passava perdevate consensi, credibilità e prestigio, ma
trovavate sempre il modo per scendere a patti con il vincitore di turno
per conservare qualche carica di poco conto con i relativi vantaggi.
Vergognosamente, nei vari congressi si è cambiato lo statuto per eliminare o mettere in condizione di non nuocere gli avversari interni. In
una sola circostanza ho sentito Giuseppe Bianchini accusare il gruppo vincente definendolo “il cartello di Medellin”.
Come si ricorderà, nei vari congressi e consigli nazionali ho preso la
parola per denunciare, con tutta la mia capacità dialettica, i mali che
portavano alla rovina del S.A.P. e per sottolineare che un organismo
che non ha un’anima, “un’ideologia” e dei solidi valori morali non fa
molta strada. Fatta eccezione per Gaetano Buscemi, un vero galantuomo, nessuno mi ha mai ascoltato. Dai volti della platea scorgevo
più sorrisini di compatimento che ci compiacimento. Non ero considerato un “San Giovanni che predica nel deserto”, peggio, ero visto
come il cane che abbaia alla luna. L’anonimo, cioè Fioriti, parla genericamente di scissioni, ma non ha neanche il coraggio di citare le
espulsioni, che avvennero con il suo consenso. Mi riferisco in particolare a quella del 1999, in cui per assecondare le richieste dell’altro
nascente del sindacato (recentemente eletto senatore), tu e De Biasi
votaste a favore della mia espulsione e di quella di altri 9 esponenti
del S.A.P, tra cui il segretario generale Giorgio Innocenzi. Era un vero
arbitrio che uccideva definitivamente il S.A.P. fondato nel convegno
del circolo San Fedele, posto nell’omonima piazza di Milano, il 13
marzo 1977, dove io ero presente.
Non potrò mai dimenticare quell’espulsione che avvenne nel corso di
un consiglio nazionale straordinario convocato appositamente, il
4 giugno 1999, all’Hotel “Novotel” di Milano. Quando entrammo
nell’albergo i pretoriani milanesi ci fermarono e ci perquisirono
come se fossimo dei pericolosi criminali, con il preciso proposito
di intimidirci. Vi era un’aria irrespirabile. Ricordo che nel mio
intervento dissi che Saddam Hussein e Milosevic erano più democratici dei signori che ci stavano espellendo. Diversi membri del
consiglio, quando erano certi di non essere visti, mi espressero la
loro solidarietà, ma quando si trattò di votare, vigliaccamente, si
espressero per la mia espulsione e per quella delle altre vittime
designate. Tu cosa facesti per salvare alcuni amici tra cui Angelo
Borriello e Pietro Taccogna ed un “combattente della prima ora”?
Così mi definisci nel comunicato n.6.
Quella era la circostanza (forse l’ultima) in cui tu e De Biasi avreste
dovuto alzarvi in piedi gridando che si stava uccidendo il Sap. Credo
che molti, che erano incerti e sconcertati, vi avrebbero seguito. Non
bisognava salvare gli uni o gli altri, ma il S.A.P. Si sarebbe potuto
indire un congresso straordinario per salvare la parte migliore del sindacato. Voi, come sempre, salvaste le vostre posizioni personali.
Per quanto riguarda le proposte di Fioriti, mi permetto di fare alcune
considerazioni storiche e politiche. Con il muro di Berlino sono crollate le ideologie e quindi riesce difficile oggi far comprendere le difficoltà e le legittime preoccupazioni che sentimmo noi in quegli anni.
Oggi non è in gioco (almeno sembra) nessuna libertà. Va anche detto
che tutti i fondatori del S.A.P erano persone con una certa maturità
politica alle quali, oltre alla Polizia, stava a cuore la sorte del Paese.
Giova ricordare il fatto che molti di essi si conobbero e mantennero i
contatti attraverso il “Giornale” di Indro Montanelli, che divenne il
punto di riferimento di tutto il movimento. Non mi risulta che i giovani di oggi siano altrettanto interessati dell’autonomia dei sindacati di
Polizia. E’ significativo il fatto che la nascita del S.I.L.P per la CGIL,
che ha stravolto la 121/81, non interessi a nessuno.
Ritengo, comunque, sia legittimo difendere l’autonomia delle forze
di Polizia che sin dai tempi dei pretoriani di Tigellino, braccio armato di Nerone, sono sempre state al servizio del potente di turno.
Realisticamente credo che oggi si potrebbe raccogliere il meglio dei
sindacati autonomi per ridare autonomia e credibilità alla Polizia
ed ai sindacati. Sarà possibile? Non lo so.
18
Consap Magazine 2008
L’intervento
Strage stradale, obiettivo del 2008
un milione di controlli
di Antonio Giannella
Direttore del Servizio Polizia Stradale
Il Piano Sanitario nazionale anche per il triennio 20062008 ha preso atto della necessità di confermare tra i più
importanti obiettivi della salute pubblica la riduzione dei
danni sanitari e sociali causati dall’alcol, soprattutto in
relazione alla protezione della salute delle giovani generazioni.
Nonostante i progressi registrati nel sistema di servizi e
interventi del Sistema Sanitario Nazionale, continuano a
rimanere alti i numeri di alcuni fenomeni sociali:
• l’aumento della popolazione complessiva dei consumatori di bevande alcoliche, con la conseguente maggiore
esposizione ai rischi sociali e sanitari correlati; soggetti
più deboli rispetto a questa minaccia risultano le donne e
i giovani;
• l’aumento dei comportamenti di consumo a rischio,
quali i consumi fuori pasto, consumi eccessivi e ubriacature, in particolare nell’ambito della popolazione
giovanile di entrambi i sessi e nella popolazione femminile;
• difficoltà di garantire, soprattutto in alcuni territori, percorsi terapeutici adeguati ai bisogni dell’utenza con
problemi di alcoldipendenza conclamata.
Secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità, almeno il
30% degli incidenti gravi è alcolcorrelato, mentre secondo
stime della Società Italiana di Alcologia in Italia ci sono,
oltre ad un milione di soggetti affetti da alcolismo, almeno
tre milioni di bevitori eccedentari, la cui età media va
calando. Non meno preoccupanti sono i dati relativi all’uso di sostanze stupefacenti secondo i quali, soprattutto i
più giovani, stanno acquisendo l’abitudine ad unificare in
un solo contesto l’assunzione di droghe - cocaina soprattutto - e alcol.
L’ISTAT, nelle ultime statistiche sugli incidenti stradali del
2006, indica che il 66,1% delle persone decedute (cioè
3.748 su 5.669 totali) è costituito dal conducente del veicolo. I conducenti morti, a seguito
di incidente presentano i valori
massimi in corrispondenza
della fascia di età tra i 30 e i 34
anni (457 su 3.748, cioè il 12,2%), seguita dalle fasce
comprese tra i 25 e 29 anni (452 su 3.748, cioè il 12,1%)
e tra i 21 e i 24 anni (379 conducenti deceduti su 3.743,
cioè il 10,1%). Questo significa che il 34,4% dei conducenti deceduti - cioè 1.288 persone - è costituito da giovani e giovani adulti tra i 21 e i 34 anni.
Incrociando i dati del fenomeno infortunistico mortale, con
le stime circa l’influenza dell’alcol nella determinazione
degli incidenti motoristici, è possibile cogliere l’ampiezza
e la gravità del problema, senza tenere neppure conto
degli aspetti sociali - ed economici - connessi anche al
numero dei feriti da incidente stradale.
L’ISTAT stima che il costo sociale medio per ogni persona
deceduta è di Euro 1.281.778, considerando la mancata
produzione della persona, i costi sanitari e pubblici in
genere, e il risarcimento del danno morale agli eredi,
mentre il costo sociale medio per ogni persona ferita può
arrivare a euro 40.000,00 in ragione della gravità delle
lesioni derivanti dall’incidente.
I giovani pagano di persona, dunque, un altissimo tributo
di sangue, l’intera società è privata di energie e di potenzialità di cui sono portatrici le generazioni più giovani,
per non parlare della sofferenza delle famiglie e delle tragedie umane che discendono da questi lutti. L’attività di
contrasto svolta dalla Polizia Stradale, conformemente alle
direttive del Ministro dell’Interno, si è orientata verso la
prevenzione di quelle condotte degli utenti della strada
che, per effetti e allarme sociale che destano, sono ritenu-
L’intervento
te più pericolose. Sulla base delle risorse umane e strumentali disponibili, infatti, ha concentrato l’attività nei settori n cui occorreva intervenire più efficacemente sulle
cause del fenomeno infortunistico che discendono dall’inosservanza delle norme di comportamento.
In particolare, le 518.081 pattuglie di vigilanza stradale
hanno concentrato gli sforzi sui controlli del rispetto del
limite di velocità (34.014 servizi, con apparecchiature di
misurazione della velocità, 514.883 contesti contravvenzionali), delle condizioni psicofisiche dei conducenti a
seguito di ingestione di alcol e/o di droghe (755.515 conducenti controllati con etilometro, 31.362 denunciati
all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza
alcolica e 2.515 per guida sotto l’influenza di droghe) e
delle altre violazioni che prevedono, per la loro gravità,
l’irrogazione di sanzioni accessorie su patente (ritirate su
strada 76.472 patenti) o carta di circolazione (ritirati su
strada 87.119 documenti) o la decurtazione di punti (per
un totale di 3.377.898).
Nei primi quattro mesi del 2008 sono state effettuate
177.203 pattuglie di vigilanza stradale (+2,1% rispetto al
2007) che hanno consentito l’attivazione di 9,633 posti di
controllo della velocità, con 363.619 infrazioni, rilevate, il
controllo delle condizioni psico-fisiche di 404.349 conducenti, 9.514 dei quali denunciati all’Autorità Giudiziaria
per guida in stato di ebbrezza alcolica e 783 per guida
Consap Magazine 2008
19
sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Complessivamente
sono state accertate 886.082 infrazioni del codice della
strada (+5,5% rispetto al 2007) che hanno dato luogo alla
decurtazione di 1.460.367 punti-patente, al ritiro di
25.324 patenti e di 27.444 carte di circolazione.
Nel campo dell’attività di controllo dei conducenti, finalizzato a verificare l’eventuale abuso di alcool o l’assunzione di stupefacenti, nel 2007 è stato realizzato il massimo
sforzo operativo degli ultimi anni, reso possibile anche dal
massiccio impiego di dispositivi di accertamento preliminare (cd, precursori), anche in fasce orarie non direttamente correlate al fenomeno delle stragi del sabato sera.
L’incremento dell’attività di prevenzione e di contrasto dell’abuso di alcool alla guida ha consentito alla Polizia Stradale di sottoporre a controllo con etilometro o precursore
per l’alcool 755.515 conducenti.
Il dato appare particolarmente significativo se valutato in
assoluto; è pure testimone delle grandi energie profuse, se
viene posto a confronto con l’anno 2006, nel corso del
quale i conducenti controllati dalla Polizia Stradale sono
stati quasi 229.000 (+ 230% l’incremento in termini percentuali).
Nel contempo, i conducenti denunciati all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza nel 2007 sono stati
il 26% in più dei 2006 (31.362 contro 24.803) e quelli
denunciati per guida sotto l’influenza di sostanze stupefa-
20
Consap Magazine 2008
centi il 29% in più (2.515 contro 1.940).
Nel corso dei servizi specifici di controllo, attivati nei
2007 nei soli fine settimana, lungo gli itinerari in prossimità dei luoghi di ritrovo dei giovani, per un totale di
18.311 pattuglie dedicate, la Polizia Stradale ha controllato 181.786 conducenti, 15.171 dei quali, risultati in
stato di ebbrezza (circa l’8,4% dei soggetti controllati). Il
62,3% dei conducenti positivi, al test ha fatto registrare un
tasso alcolemico superiore ad 1,00 gr/l.
Nei primi quattro mesi del 2008, come abbiamo visto, le
pattuglie della Polizia Stradale hanno controllato le condizioni psicofisiche correlate all’alcool di 404.349 conducenti.
Nel corso dei servizi specifici per il contrasto delle c.d.
Stragi del Sabato sera, sempre nei primi quattro mesi del
2008, le pattuglie dedicate sono state 4.597 in 5.558
posti di controllo mirato. Sono stati sottoposti ai test alcolimetrici 62.555 conducenti di cui 4.111 (il 6,6% dei soggetti testati) positivi al controllo dell’alcool,
2.600 tra questi hanno manifestato un tasso alcolemico
superiore a 1,00 gr/l.
Nell’ambito dell’impegno nella comunicazione per la sicurezza stradale, continuando nell’attività già intrapresa da
alcuni anni, sono state promosse, nel corso del 2007,
campagne informative ed operative per la promozione
della legalità nel settore. I maggiori progetti sono stati:
a. Progetto Icaro.
Campagna di sicurezza stradale promossa dalla Polizia
di Stato, con la collaborazione del Ministero dei Trasporti, della Pubblica Istruzione e dell’ANIA, nonché di Sicurstrada e dell’Unicef (dal 2008), che in sette anni ha interessato 133 città ed oltre 72.000 studenti. L’8^ edizione,
avviata il 5 marzo scorso a Torino per raggiungere complessivamente 13 città italiane in due mesi, ha l’obiettivo,
dopo la ricerca universitaria realizzata, l’anno scorso dal
Dipartimento di Psicologia dell’Università “La Sapienza”
di Roma dal titolo “ Il paradosso del giovane guidatore”,
di coinvolgere anche sul piano emotivo i giovani della
scuola superiore per modificare quelle idee e quei comportamenti che troppo spesso li mettono a rischio sulle
strade.
b. Guido con Prudenza, zero alcol tutta vita.
Nell’ottica del contrasto della guida in stato d’ebbrezza
alcolica, della sensibilizzazione degli utenti più giovani sui
rischi ad essa collegati e della prevenzione degli incidenti, notturni nei weekend estivi, nel 2007 è stata ripetuta la
L’intervento
campagna di sicurezza stradale denominata “Guido con
Prudenza”, ideata e realizzata dalla Polizia Stradale con
la Fondazione per la sicurezza stradale dell’Associazione
delle imprese di assicurazione (ANIA) e la collaborazione
del sindacato dei locali da ballo (SILB-FIPE).
La campagna di sensibilizzazione e di controlli ha interessato cinque zone di rilievo turistico (il lago di Garda, la
Romagna, il litorale ligure di Ponente, quello laziale e
cagliaritano) per sei weekend complessivi.
Nei fine settimana delle festività natalizie e di fine anno l’iniziativa è stata ripetuta, con lo slogan “Brindo con prudenza” nelle province di Brescia, Ravenna e Ancona.
La campagna ha previsto una serie di servizi straordinari
di controllo, con diffuso utilizzo di strumenti precursori,
per l’accertamento dello stato di ebbrezza dei conducenti, nonché di tecnologie per contrastare la violazione dei
limiti di velocità, che hanno prodotto complessivamente i
seguenti risultati:
- sono stati sottoposti ad accertamenti con strumenti precursori per l’alcol 12.469 conducenti, 1.238 dei quali (il
9,9 %) sono stati sanzionati per guida sotto l’effetto di
alcol
- sono state ritirate 1.299 patenti di guida (di cui 1.209
per guida in stato d’ebbrezza, 56 per eccesso di velocità
e 34 per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti) e
sono stati decurtati 14.972 ponti.
Ai conducenti risultati negativi al controllo è stato distribuito un biglietto omaggio per l’accesso in discoteca. 1.722
giovani
hanno
beneficiato
del
coupon.
La campagna di sensibilizzazione sarà attivata, anche
nell’imminente stagione estiva.
La priorità di ridurre ancora, i costi umani e sociali dell’incidentalità deve indurre a consolidare i progressi. finora
compiuti e a continuare nell’opera di radicamento nel
Paese di una “ordinaria” cultura della sicurezza, che cioè
attecchisca nei comportamenti individuali e nelle logiche
programmatorie e operative, dei soggetti preposti al
governo della mobilità e alla tutela della sicurezza.
Le linee strategiche di intervento dovrebbero evolversi in
due diverse direzioni: da una parte, in un ambito più operativo, rafforzando, razionalizzando e coordinando l’attività di controllo delle Forze di Polizia, e dall’altra, in un
contesto più generale, attraverso un processo di rivisitazione normativa che conduca all’approvazione di norme
più efficaci e con maggiore effetto deterrente per contrastare le condotte più pericolose.
L’intervento
In questo senso, nonostante l’intervento normativo del
mese di agosto 2007 per incidere significativamente sul
fenomeno della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto
di droghe mediante un inasprimento dell’impianto sanzionatorio dei reati di guida in stato di ebbrezza e di alterazione correlata all’uso di sostanze stupefacenti. (artt. 186
e 187 C.d.S.), si è manifestato come ancora elevato il
numero dei soggetti che viene colto alla guida ebbro.
Recentemente, con il decreto legge 92/2008 in vigore dal
27 maggio scorso sono stati individuati ulteriori adeguamenti delle sanzioni penali alla reale gravità del fenomeno, con nuove diverse graduazioni della pena anche in
ragione della determinazione di un sinistro stradale in
stato di alterazione mentale e delle conseguenze sulle persone.
Sono state adottate misure più stringenti sul piano patrimoniale, introducendo la misura di sicurezza della confisca del veicolo, che infligge il giudice con la sentenza di
condanna per le ipotesi più gravi: quando sia superata la
soglia di 1,5 gr/l di tasso alcolemico nel sangue ovvero
quando il proprietario/a del veicolo guidi sotto l’effetto di
stupefacenti.
La confisca del veicolo riteniamo possa dimostrarsi assai
efficace sotto il profilo della dissuasione, come accade per
la violazione di altre norme di comportamento del codice
della strada, ad esempio per le gare clandestine di velocità e, limitatamente a ciclomotori e motocicli, come conseguenza della commissione di reati sulla strada e di illeciti
amministrativi ritenuti particolarmente gravi. La misura
della confisca, correlata alla guida in stato di alterazione,
non aggredisce il patrimonio del proprietario del veicolo
se questi non è il conducente del mezzo. Tale principio è
codificato in via generale nell’ordinamento all’interno del
codice penale all’art. 240 e nell’ambito amministrativo
all’art. 21 della legge 689/1981 e, più specificamente
nell’ambito della circolazione stradale, nell’art. 213, c. 6,
del codice della strada.
Scelte normative del medesimo segno appena esposto
proposte, sono già state effettuate da alcuni Stati europei
di tradizione occidentale per inasprire il contrasto della
guida in stato di ebbrezza (si citano come esempio la
Francia, la Germania e la Danimarca).
Più in generale, l’organo di polizia che accerta il reato
può fare recuperare e trasportare il veicolo in un luogo di
deposito, se presente sul posto non vi è altra persona idonea a condurre il mezzo. Le spese per il recupero ed il tra-
Consap Magazine 2008
21
sporto sono interamente a carico del responsabile del
reato.
In caso di rifiuto di sottoporsi a test preliminari o ad accertamenti con etilometro, il conducente è sanzionato con
l’arresto e con l’ammenda nella misura prevista per chi
guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,5 gr/l. E’disposto il fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni salvo che il veicolo appartenga a persona estranea al reato. Con la sentenza di condanna è
applicata anche la sanzione amministrativa accessoria
della sospensione della patente, fermo restando che ai
sensi dell’art. 223 c.d.s. l’organo di polizia procede al ritiro della patente che viene sospesa in via provvisoria e
cautelare dal Prefetto. Quest’ultimo ordina al conducente
di sottoporsi ad accertamenti sanitari per escludere l’esistenza di una dipendenza da alcool che impedisce il possesso della patente. La visita deve essere effettuata entro
60 giorni dall’invito.
In attesa delle decisioni del Parlamento nella fase di conversione in legge del decreto legge 92/2008, nell’imminente stagione estiva, si avrà modo di verificare se e con
quale gravità, si registrerà il fenomeno della guida in
stato di ebbrezza. Non mancherà l’impegno della Polizia Stradale nell’effettuare i controlli (l’obiettivo fissato
per il 2008 è sottoporre a test alcolimetrici. almeno 1
milione di conducenti) e nell’individuare le possibili
sinergie a livello nazionale e locale perché, in parallelo
con l’attività preventiva e di contrasto, propria di una
forza di polizia, continuino ad affermarsi progetti di
promozione umana per una più consapevole adesione ai
valori che salvaguardano la sicurezza sulle strade e per
un approccio più responsabile alle questioni relative al
consumo dell’alcool e alle responsabilità del porsi alla
guida di un veicolo.
22
Consap Magazine 2008
L’intervento
Associazione delle vittime, manca
una figura politica di riferimento
L’emergenza criminalità sulle strade, sta conoscendo una
recrudescenza allarmante, non c’è zona d’Italia dove non
si verifichino incidenti gravi con morti e feriti. L’apparato
di sicurezza fa il suo pur tra note carenze, ma crescono
sempre di più le iniziative di cittadini, con il supporto
delle associazioni impegnate in questa lotta senza quartiere alla strage stradale. L’obiettivo dichiarato è quello di
favorire l’insorgere di una coscienza civile che riconosca
all’educazione stradale un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’incidentalità sulle strade. A tal fine ospitiamo un’intervista con Ignazio Cianfanelli, responsabile per
l’area romana, dell’Associazione familiari vittime della
strada.
Quando, come e perché si è costituita questa associazione?
Nel 1998 si è costituito un comitato, trasformato nell’anno 2000 in Associazione Familiari e Vittime della Strada
- Onlus. Alcune persone, colpite nei loro affetti più cari,
hanno ritenuto che un modo per reagire positivamente e
costruttivamente al proprio dolore era di riunirsi costituendo un comitato per operare in modo efficace.
Lo scopo precipuo è sempre stato di agire per tentare di
ridurre il numero di famiglie che hanno subito la tragica
esperienza di perdere un loro congiunto. In sintesi di
ridurre la strage stradale.
Con il bagaglio della vostra esperienza quale ritenete
possa essere la strada per potenziare la prevenzione
degli incidenti stradali?
Potenziare la prevenzione di incidenti stradali è tema
complesso, per la molteplicità delle cause che ne determi-
L’intervento
nano la frequenza, comunque inaccettabile. Elenco di
seguito in modo succinto le mie riflessioni, denunciando
come premessa il grave ostacolo, al fine di raggiungere
lo scopo, rappresentato dalla molteplicità e dall’assenza
di coordinamento tra i vari enti preposti: individuare un
organismo, (un sottosegretario ??), a livello governativo
che abbia funzioni esecutive, con il compito di coordinare in modo unitario tutti i poteri che attualmente si occupano dei problemi inerenti i mezzi di trasporto su
gomma, compito precipuo ed inderogabile di tale istituzione, sarà quello di individuare le principali cause di
incidentalità e coordinare le soluzioni compatibili, con i
mezzi, economici e non solo, a disposizione.
Allo stesso modo quali potrebbero essere i correttivi da
introdurre per rendere più certa la repressione contro
questo reato?
Per la repressione contro il reato dell’incidentalità stradale due elementi sono prioritari: maggiori controlli sull’intera rete stradale; coordinamento con gli organi giudiziari, in modo che non vengano annullati i risultati che si
ottengono con i maggiori controlli.
L’Italia si sa è il paese delle emergenze ricorrenti, così
da qualche tempo in tema di sicurezza stradale si è
riscoperta l’omissione di soccorso. Questo reato è davvero così diffuso o è la rarità dell’evento a farlo diventare notizia?
Per IL reato di omissione di soccorso non vorrei che,
anche in questo caso, ci si balocchi tra la sensazione percepita e la realtà. Amaramente, dobbiamo affermare,
che tale reato è in costante crescita per varie ed in parte
ovvie ragioni.
Le strade sono la maggior causa di morti giovanili nel
nostro Paese, i governi hanno realizzato molte campa-
Consap Magazine 2008
23
gne di sensibilizzazione, in collaborazione con le Forze
dell’Ordine, ve ne ricordate qualcuna più efficace delle
altre ed in generale qual è il vostro giudizio su questo
modo di fare prevenzione?
In quanto alla sensibilizzazione per il tragico problema
della strage stradale, sono costretto ad un’autocitazione,
in quanto, con il patrocinio dell’Associazione Italiana
Familiari e Vittime della Strada, della Regione Lazio, della
Provincia di Roma ed in collaborazione con l’Ufficio
Regionale Scolastico, la Fondazione Maurizio Cianfanelli - Onlus ha promosso tra le scuole di Roma e provincia
di ogni ordine e grado un concorso per cortometraggi
(giunto alla quarta edizione) sul tema di frenare… la strage stradale. il soggetto, l’interpretazione e la regia di detti
cortometraggi, vede protagonisti gli stessi studenti. Tale
produzione viene poi utilizzata, nelle scuole, per stimolare un dibattito con la partecipazione di studenti nonché di
rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’A.I.F.V.S., che
offrono la loro testimonianza, nella speranza che i futuri
guidatori siano diversi e più sensibili al rispetto della vita
altrui e delle norme, diversamente dagli attuali.
E.R.
Foto di Francesco Moretta
Ignazio Cianfanelli responsabile romano dell’Associazione Familiari
Vittime della Strada
24
Consap Magazine 2008
Primo piano
Ancora G8 in Italia, iniziato il confronto
per l’appuntamento della Maddalena
In vista del vertice G8 del 2009, in programma alla Maddalena in
Sardegna, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha convocato
tutte le organizzazioni sindacali per discutere gli aspetti organizzativi che riguardano il personale. L’evento, dopo la fallimentare gestione di quello di Genova, dovrà naturalmente essere curato nei minimi particolari. Anche la volta precedente l’Amministrazione sentì l’esigenza di ascoltare preventivamente le organizzazioni sindacali,
purtroppo però non tenne in debita considerazione le osservazioni
delle stesse. Speriamo che questa volta i nostri “scienziati” del Dipartimento sappiano far tesoro dell’esperienza passata e comportarsi
diversamente. Allora fu un fallimento per l’immagine e la credibilità
della Polizia, nonostante il grande impegno e i grandi disagi patiti
dai poliziotti. Secondo le prime indiscrezioni in ambito dipartimentale e politico, per l’appuntamento in Sardegna, sembra prevalere
una linea la volontà di un confronto continuo ed articolato, di un
dibattito non fine a se stesso ma capace di modulare proposte e soluzioni operative concrete affinché la Polizia di Stato ed i suoi operatori siano sempre pronti ad affrontare situazioni di ordine pubblico
che, seppur nella loro straordinaria rilevanza internazionale, debbono poter svolgersi in un clima sereno ed ordinario rispetto al lavoro
del poliziotto. Sono iniziati gli incontri il primo dei quali di carattere
interlocutorio e propedeutico di altri sempre più specifici rispetto ai
temi di nostro interesse che sono: l’apparato e l’organizzazione logistica del personale; il vestiario ordinario; le forme di tutela degli operatori; l’equipaggiamento per l’ordine pubblico.
G.G.
Gli inserti del Consap Magazine
L’uso legittimo delle armi (in dotazione)
da parte degli appartenenti
alle forze di polizia
Cenni normativi,
tecnico-operativi e deontologici
a cura di
Antonino Errante Parrino
II
Consap Magazine 2008
Inserto Consap Magazine
L’USO LEGITTIMO DELLE ARMI (IN DOTAZIONE) DA
bellici, di caccia, di polizia, sportivi, ecc. Ogni arma da
PARTE DEGLI APPARTENENTI ALLE FORZE DI POLIZIA
fuoco, sia corta che lunga, con le dovute peculiarità tec-
(Cenni normativi, tecnico-operativi e deontologici)
niche, a seconda dei diversi modelli, ha in sé specifiche
Dopo il tragico incidente avvenuto l’11 novembre 2007,
potenzialità offensive per l’incolumità umana. Tali poten-
vicino ad Arezzo, nella piazzola della stazione di servi-
zialità, se utilizzate in maniera superficiale e per fini ille-
zio Badia al Pino, a seguito dell’uso dell’arma in dotazio-
citi, possono sicuramente arrecare danni irreparabili alla
ne da parte di un operatore di polizia, per il quale sono
sicurezza del singolo e della collettività. Per evitare ciò la
ancora in corso le indagini degli organi competenti per
normativa vigente di settore, disciplina in maniera cate-
accertare la dinamica dei fatti e la legittimità dell’azione
gorica l’acquisizione e l’uso delle armi, in particolare
del pubblico ufficiale, riteniamo utile dare alcune risposte
quelle da fuoco, prevedendo ed attuando una serie di
alle domande ultimamente poste da diversi appartenenti
controlli preventivi e adempimenti imprescindibili per
alle forze di Polizia. Molti hanno chiesto, fra l’altro, di
coloro che legittimamente detengano o portino le armi da
indicare e illustrare il quadro normativo del vigente ordi-
fuoco.
namento giuridico che consente un lecito impiego delle
La normativa concernente le armi appare comunque com-
armi e dei mezzi di coazione fisica in dotazione agli ope-
plessa, per certi aspetti disarticolata, perché prodotta dal
ratori delle Forze di Polizia. Pertanto, si delineano gli
legislatore in tempi diversi e spesso in situazioni di emer-
aspetti salienti di questa attualissima problematica, la cui
genza. Manca al momento una raccolta unica che risulti
trattazione dovrebbe essere costantemente riproposta
chiara e razionale. E’ quindi auspicabile la predisposizio-
all’attenzione degli operatori delle Forze di Polizia dalle
ne da parte del legislatore di un Testo Unico delle Armi.
Amministrazioni di appartenenza, in particolare nei
Specifici controlli e prescrizioni sono previsti per le armi
momenti di formazione del personale. Una tematica con-
da guerra e tipo guerra (quelle a funzionamento automa-
siderata da tutti estremamente importante e delicata, che
tico con spiccata potenzialità di offesa e in esclusiva dota-
deve occupare un adeguato spazio permanente nell’am-
zione alle Forze Armate e alle Forze di Polizia, definite
bito dell’aggiornamento professionale, soprattutto nelle
dall’art.1 L.18 aprile 1975, n. 110) che per le armi comu-
sedi delle strutture e articolazioni operative delle Forze di
ni (prevalentemente detenute e portate su autorizzazione
Polizia. E’ noto che le armi in genere ed in particolare
dai cittadini, indicate dall’art 2 della stessa legge). La
quelle da sparo e da fuoco, sono state inventate e costrui-
tipologia e le caratteristiche dell’armamento in dotazione
te dall’uomo con il principale scopo di utilizzarle per fini
(individuale e di reparto) al personale delle Forze di Polizia sono tratteggiate da specifiche disposizioni normative
(es.,per la Polizia di Stato dal D.P.R. 5 ottobre 1991, n.
359; per la Polizia Penitenziaria dal D.P.R. 12 dicembre
1992, n. 551; per il Corpo Forestale dello Stato dal D.P.R.
7 febbraio 1994, n.210). L’uso delle armi da fuoco può
essere lecito o illecito, conforme o non alla destinazione
originale dell’arma; inoltre, l’uso dell’arma può intendersi effettuato in diverse maniere, dalla più semplice e innocua, che si caratterizza con il portarla semplicemente
indosso, alla più pericolosa, che consiste nell’adoperarla
per minacciare o a quella estrema che si concretizza nel
tentativo o realizzazione dello sparo per menomare o
Inserto Consap Magazine
Consap Magazine 2008
III
distruggere la vita umana. Le problematiche connesse
stenza e vi è pericolo di aggressione. La disposizione di
all’uso legittimo delle armi da fuoco da parte dei pubbli-
cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il
ci ufficiali, per la loro peculiare e variegata attività ope-
fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove
rativa, sono molteplici ed estremamente delicate. L’argo-
venga esercitata un’attività commerciale, professionale o
mento è stato oggetto nel tempo di intenso studio ed ana-
imprenditoriale”. In generale, quindi, con i due nuovi
lisi di moltissimi autori; la varietà delle situazioni oggetti-
commi dell’art. 52 c.p. viene stabilito che quando ci si
ve e soggettive che possono indurre all’uso effettivo delle
trova nel domicilio privato o nel proprio negozio od uffi-
armi da fuoco gli operatori delle Forze di Polizia, costitui-
cio, si può fare uso delle armi, legittimamente detenute, o
scono il maggiore ostacolo per una trattazione esaurien-
di altro mezzo idoneo, per difendere non solo l’incolumi-
te ed univoca dell’argomento. Ci limitiamo, pertanto, a
tà delle persone, ma anche dei beni propri o altrui. L’uso
delineare e commentare brevemente le più importanti dis-
delle armi, nelle citate situazioni, è possibile a condizio-
posizioni di legge che consentono l’utilizzo legittimo delle
ne che il ladro o rapinatore non desista e che vi sia peri-
armi, sia per il privato che per l’operatore della sicurez-
colo di aggressione. Il legislatore, con tali ulteriori dispo-
za in genere, ovvero per i pubblici ufficiali, suggerendo
sizioni, ha inteso rimarcare la prevalenza del diritto di
nel contempo alcuni particolari atteggiamenti operativi
difesa dell’incolumità e della proprietà rispetto alla tutela
pertinenti alla tematica. Uso delle armi in situazioni di
dell’aggressore da reazioni drastiche, quando i fatti
difesa legittima (art.52 c.p.). “Non è punibile chi ha com-
avvengono nell’abitazione o all’interno di ogni altro
messo il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di
luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, pro-
difendere un diritto proprio od altrui, contro il pericolo
fessionale o imprenditoriale. La nuova normativa ha quin-
attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia pro-
di introdotto una casistica che dovrà essere attentamente
porzionata all’offesa”. Qualsiasi diritto può essere difeso
chiarita, così come dovranno essere chiariti in senso con-
legittimamente, ed anche con le armi, ma deve sempre
creto i concetti di “desistenza” e di “pericolo di aggres-
ricorrere il requisito della proporzione tra la forma di
sione”. In dottrina e nelle sedi giudiziarie, al riguardo,
difesa adottata e l’offesa da respingere. Non potrà invo-
sono già emersi diversi dibattiti, discussioni e difformità
care la legittima difesa chi, ad esempio, spari per respin-
interpretative. Pertanto, riservandoci di approfondire in
gere l’aggressione portatagli a mano nuda da una perso-
futuro e in altre sedi la tematica, possiamo comunque
na quando sarebbe stato sufficiente al massimo per
registrare che la Corte di Cassazione -Sezione Penale-
respingerla la semplice minaccia con l’arma. Il legislato-
con Sentenza 23 marzo 2007, n. 12466, ha precisato
re ha modificato l’art. 52 del Codice Penale con la legge
che il comma 2 dell’articolo 52 del c.p., non consente
13 febbraio 2006 n. 59 (G.U. n. 51 del 2 marzo 2006),
un’indiscriminata reazione nei confronti del soggetto che
intitolata “Modifica all’art. 52 del Codice Penale in mate-
si introduca fraudolentemente nella dimora altrui (contro
ria di diritto all’autotutela in un privato domicilio”, che ha
la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluder-
aggiunto due nuovi commi alla norma citata disponendo
lo, oppure clandestinamente o con l’inganno), ma presup-
che: “Nei casi previsti dall’articolo 614 c.p. (violazione di
pone che vi sia un attacco, nell’ambiente domestico o
domicilio), primo e secondo comma, sussiste il rapporto
lavorativo, alla propria o altrui incolumità (ci si riferisce ai
di proporzione di cui al primo comma del presente arti-
beni rappresentati dalla vita e dall’integrità fisica), o
colo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi
quanto meno un concreto “pericolo di aggressione” (che
ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro
deve essere intesa come probabilità generica di aggres-
mezzo idoneo al fine di difendere: La propria o altrui
sione fisica, cioè all’integrità individuale della vittima).
incolumità; I beni propri o altrui, quando non vi è desi-
Pertanto, pur prescindendo dalla sussistenza della pro-
IV
Consap Magazine 2008
Inserto Consap Magazine
porzione, tra la reazione difensiva ed il pericolo di offe-
art. 52 – Difesa legittima-), “non è punibile il pubblico
sa all’incolumità individuale (che viene presunta dal
ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio
comma 2 della norma in esame, se l’autotutela si esercita
ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di
nei casi di cui all’art. 614 c.p., oppure all’interno di ogni
altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla
altro luogo ove venga svolta un’attività commerciale, pro-
necessità di respingere una violenza o di vincere una resi-
fessionale o imprenditoriale), l’autotutela in ambito priva-
stenza all’Autorità e comunque di impedire la consuma-
to non può comunque configurarsi senza la presenza
zione dei delitti di strage, di naufragio, di sommersione,
degli altri requisiti strutturali richiesti dal comma 1 del-
disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volonta-
l’art. 52 c.p., cioè pericolo attuale di offesa ingiusta,
rio, rapina a mano armata e sequestro di persona”. La
costrizione e necessità della difesa. Riguardo al concetto
stessa disposizione si applica a qualsiasi persona che
di mancata desistenza, la norma vuole indicare che l’ag-
legalmente richiesta dal pubblico ufficiale, gli presti assi-
gressore non deve avere abbandonato la situazione di
stenza. Possono avvalersi di tale speciale disposizione
pericolo attuale. L’offesa, quindi, deve essere imminente o
alcune categorie di pubblici ufficiali, più specificatamen-
perdurante. La specificazione “non vi sia desistenza”
te gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza o di poli-
sembra che sia stata indicata nella norma allo scopo di
zia giudiziaria (la nozione di pubblico ufficiale è indica-
non attribuire presunzione di proporzione quando, ad
ta dal codice penale all’articolo 357: “Agli effetti della
esempio, il ladro fugga senza refurtiva e, nonostante ciò
legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali eserci-
il proprietario lo colpisca. Il requisito della mancata desi-
tano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o
stenza sembra circoscrivere temporalmente l’ambito di
amministrativa.(…)”. Potrà avvalersene, altresì, qualsiasi
applicazione della legittima difesa: infatti, se l’aggresso-
persona che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale,
re non ha desistito dall’azione, significa che l’aggressio-
gli presti assistenza volontaria o obbligatoria (v. art. 652
ne è ancora in corso e il pericolo è perdurante e non
c.p.). Si tratta, quindi, di una discriminante propria, dalla
ancora finito. Il concetto di desistenza, che si rinviene nel
cui applicabilità restano esclusi non solo gli incaricati di
3° comma dell’articolo 56 c.p.(…il colpevole volontaria-
un pubblico servizio, ma anche coloro che, pur essendo
mente desiste dall’azione…), presuppone un’azione non
pubblici ufficiali, non abbiano istituzionalmente la dispo-
portata a termine. La difesa esclusivamente “ritorsiva” o
nibilità di armi ed altri mezzi di coazione fisica per l’eser-
di “rappresaglia”, rispetto ad un’aggressione già conclu-
cizio delle attività di propria competenza. La disposizio-
sasi, pertanto, è da ritenere illegittima. Quindi, si rimar-
ne in esame va ricompresa nella più generale categoria
ca, che l’indicazione della mancata desistenza, specifica-
delle cause oggettive di esclusione del reato (cause di giu-
ta dall’articolo 52 c.p., significa che si esclude la legitti-
stificazione, o discriminanti, o esimenti); cioè nel novero
mità della difesa rispetto ad un’offesa che si è realmente
di quelle circostanze di fatto alle quali viene riconosciuta
consumata o neutralizzata. Per ora, in attesa che si chia-
l’attitudine di escludere che un fatto (corrispondente alla
riscano alcuni punti controversi di interpretazione della
fattispecie astratta di reato), di per sé ontologicamente ed
norma, prendiamo comunque atto dell’esistenza delle
apparentemente illecito, possa essere sanzionato come
nuove opportunità di difesa concesse al cittadino per pre-
reato. Il fatto (reato) perde il carattere di antigiuridicità in
servare nell’ambito domestico e lavorativo la propria
virtù di una norma giuridica, desunta dall’intero ordina-
incolumità, quella dei suoi congiunti e dei suoi beni patri-
mento, che lo impone o lo consente: il fatto commesso in
moniali. Uso legittimo delle armi (art. 53 c.p.). Ferme le
una delle previste condizioni, non è dunque reato ed il
disposizioni contenute nei due articoli precedenti (art. 51
soggetto che lo ha commesso non è punibile. Si discute se
– Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere – ed
tale norma costituisca un’autonoma esimente o non inte-
Inserto Consap Magazine
Consap Magazine 2008
V
gri piuttosto una figura particolare “dell’adempimento di
specifici e connaturati con la mansione rivestita dal pub-
un dovere” di cui all’art. 51 del c.p.: “… l’adempimento
blico ufficiale stesso. La correlazione fra le due predette
di un dovere imposto da una norma giuridica o da un
discriminanti, consente di affermare che troverà applica-
ordine legittimo della pubblica Autorità, esclude la puni-
zione l’art. 51 c.p. (adempimento di un dovere) solo
bilità …”. L’art. 53 c.p. è da considerare una previsione
quando il pubblico ufficiale adempie ad un suo obbligo
normativa sussidiaria che supporta e completa, peraltro
senza incontrare resistenza o violenza; mentre si appli-
distinguendosi, il quadro delle discriminanti classiche,
cherà l’art. 53 c.p. (uso legittimo delle armi) nella specia-
costituito dalla legittima difesa (art. 52 c.p.) e dallo stato
le ipotesi in cui, per attuare l’adempimento dell’obbligo
di necessità (art. 54 c.p.). E’, quindi, una disposizione
giuridico, il pubblico ufficiale debba fare ricorso alla
che meglio definisce e precisa, superandoli, i confini nei
coercizione diretta, con l’uso delle armi o dei mezzi di
quali viene ad operare l’adempimento del dovere di cui
coazione fisica, per respingere una violenza o vincere
all’art. 51 del codice penale. La discriminante dell’uso
una resistenza. Proseguendo nell’esame dell’art. 53, una
legittimo delle armi, se posta in relazione a quella dell’e-
particolare attenzione va posta sui concetti di “respinge-
sercizio di un diritto o adempimento di un dovere, presen-
re una violenza” e “vincere una resistenza all’Autorità”.
ta anche profili di spiccata specificità, rinvenibili nella non
La discussione nasce dalla comparazione tra la norma in
punibilità della condotta del pubblico ufficiale consistente
questione e gli articoli 336 e 337 del codice penale, i
nell’uso delle armi o di altro mezzo di coazione fisica. Si
quali prevedono rispettivamente, i delitti di “violenza o
può affermare che tra le due discriminanti (adempimento
minaccia a un pubblico ufficiale” e “resistenza a un pub-
di un dovere e uso legittimo delle armi) sussiste un rap-
blico ufficiale”: art.336- “Chiunque usa violenza o minac-
porto di genus ad speciem. Lo svolgimento (od adempi-
cia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pub-
mento) di un dovere di ufficio, da parte del pubblico uffi-
blico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai
ciale è, pertanto, naturale elemento prodromico, vero e
propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del ser-
proprio presupposto, dal quale si sviluppa la specifica
vizio, (…)”; art.337- “Chiunque usa violenza o minaccia
condotta oggetto della discriminante dell’uso legittimo
per opporsi a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di
delle armi. Si può affermare che l’uso delle armi da parte
un pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio o di
del pubblico ufficiale, costituendo pur sempre “una extre-
servizio, o a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza,
ma ratio”, come ripetutamente sostenuto dalla giurispru-
(…)”. Taluni autori affermano una sostanziale identità tra
denza, debba configurarsi come strumentale ed indispen-
i concetti di “violenza” e “resistenza” di cui all’art. 53 c.p.
sabile all’adempimento di un dovere istituzionale (non si
e il significato che assumono negli artt. 336 e 337 c.p.
tratta quindi di un’attività meramente facoltativa) e che
Altri individuano una diversità di contenuto, asserendo
l’agente dovrà comunque graduare e ponderare, in rela-
che non è dato rinvenire, nei lavori preparatori del Codi-
zione al fine che intende perseguire, secondo i mezzi di
ce, la volontà legislativa di ricollegare l’art. 53 agli artt.
coazione fisica di cui il medesimo dispone, l’impiego e
336 e 337, sostenendo, in particolare che la “resistenza”
conseguentemente le oggettive potenzialità offensive di
di cui all’art. 53 costituisce presupposto di liceità del com-
quello effettivamente utilizzato. E’, infatti, inaccettabile
portamento del p.u., significando, invece, negli articoli
che si possa, legittimamente ed efficacemente, invocare
336 e 337, fonte di responsabilità per il privato. E’,
l’operatività della discriminante dell’uso legittimo delle
opportuno, altresì, nell’ambito dell’analisi del concetto di
armi, in relazione ad un comportamento che il pubblico
resistenza, operare una distinzione tra resistenza attiva e
ufficiale tenga in situazioni che si pongano al di fuori dei
resistenza passiva, sottolineando che non si possono
propri doveri di ufficio, cioè di quei compiti istituzionali
impiegare legittimamente armi od altro mezzo di coazio-
VI
Consap Magazine 2008
Inserto Consap Magazine
ne fisica di fronte da una semplice resistenza passiva,
“… è solo in presenza della necessità di respingere una
dato che questa (lo si deduce dalle più recenti sentenze
violenza o superare una resistenza attiva” (non quindi in
della Cassazione Penale) non realizza una condotta
caso di fuga, che realizza come vedremo una resistenza
aggressiva, minacciosa o intimidatoria tale da giustifica-
passiva, se non effettuata con modalità che mettano a
re l’uso legittimo delle armi. Parte della dottrina, non uni-
repentaglio l’incolumità di altre persone). I contrasti di
formandosi a tale decisione giurisprudenziale, ha ritenu-
opinione sono nati dal fatto che i concetti di resistenza
to invece applicabile l’art. 53 anche in caso di resistenza
attiva, passiva e fuga non hanno contorni ben definiti, ed
passiva, fermi restando naturalmente, il rispetto dei capi-
accavallandosi molte volte l’un l’altro, rendono difficile la
saldi dell’indispensabilità e della proporzione. Al riguar-
loro esatta individuazione. Si può trovare risposta al pro-
do si può fare cenno alla sentenza del 2 maggio 2003,
blema se si osserva che l’uso della forza non va rappor-
n. 20031 della Cassazione penale, Sez. IV, con la quale
tato all’impiego del mezzo estremo, cioè delle armi da
ha affermato che “ L’art. 2, comma 2, della Convenzione
fuoco, ma ad un graduale utilizzo dei cd. mezzi di
europea dei diritti dell’uomo del 4 novembre 1950 (rece-
coazione fisica previsti nello stesso articolo, che consento-
pita in Italia con la legge 4 agosto 1955, n. 848), imme-
no, per le loro caratteristiche tecnico-funzionali (le armi
diatamente e direttamente applicabile in Italia essendo
da utilizzare devono essere quelle indicate nelle disposi-
norma comunitaria, prevede l’uso legittimo delle armi
zioni di servizio e dalle disposizioni normative sull’arma-
contro l’autore di un delitto al fine di arrestarlo, anche se
mento in dotazione al personale di ciascuna Forza di
quello sta fuggendo. Ne consegue che non risponde nè di
Polizia), una coazione ed effetti lesivi meno offensivi, con-
omicidio nè di lesioni, anche a titolo di eccesso colposo,
siderando sempre l’indispensabilità e proporzione della
il pubblico ufficiale che spara a rapinatori in fuga dopo
reazione del pubblico ufficiale alla violenza e resistenza
una rapina in banca”. E’ stata questa una pronuncia
cui è fatto oggetto. Sarà pertanto la situazione di fatto che
molto criticata, con la quale, è stato sottolineato dalla dot-
discriminerà e legittimerà la misura del comportamento
trina, la suprema Corte ha interpretato in maniera ecces-
coattivo del pubblico ufficiale. Quindi, ad esempio, si
sivamente estensiva la Convenzione europea dei diritti
potrà inseguire ed arrestare il ladro o il rapinatore in
dell’uomo (l’art. 2 della Convenzione, che protegge il
fuga, intimidendolo con eventuali spari in aria (azione
diritto alla vita di ogni persona, al comma 2 stabilisce che
questa comunque molto pericolosa, che può produrre
“la morte non è considerata inflitta in violazione di que-
effetti negativi, se effettuata in zone urbane e in presenza
sto articolo quando derivasse da un ricorso alla forza
di traffico veicolare e pedonale, come in seguito andremo
reso assolutamente necessario: a) per assicurare la difesa
a specificare) o alle gomme del veicolo utilizzato per la
di qualsiasi persona dalla violenza illegale; b) per esegui-
fuga (anche questa è un’azione molto pericolosa, lo spe-
re un arresto legale o per impedire l’evasione di una per-
cificheremo in seguito, specie se eseguita a distanze supe-
sona legalmente detenuta; c) per reprimere, in modo con-
riori ai 10 metri); oppure fermandolo con un colpo di sfol-
forme alla legge, una sommossa o un’insurrezione”. La
lagente e comunque procurandogli una coazione fisica
sentenza appena indicata, è stata poi confutata e bilan-
adeguata, applicando, se possibile, tecniche di immobi-
ciata, da successive pronunce della Cassazione. Recente-
lizzazione o percussione (tecniche di difesa personale),
mente, la Cassazione penale, Sez. III, del 22 maggio
ma non si potrà sparargli addosso, non esistendo propor-
2007, n. 11879, come in seguito indicheremo, ha ribadi-
zione tra il reato commesso e una tale reazione del pub-
to che l’uso legittimo delle armi è consentito al pubblico
blico ufficiale. Tuttavia, se si accerta che il ladro è arma-
ufficiale, avvalendosi della disposizione dell’art. 53 c.p.,
to, emergendo accanto alla resistenza passiva anche un
solo al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio,
certo grado di resistenza attiva, si potrà esaminare la
Inserto Consap Magazine
Consap Magazine 2008
VII
possibilità di fare uso di un mezzo di coazione natural-
sumata, realizzandosi così nell’attività del pubblico uffi-
mente proporzionato al tipo di arma in grado di provo-
ciale una sorta di reazione preventiva volta al manteni-
care una certa resistenza. La giurisprudenza ha prevalen-
mento dell’ordine in genere. L’ultima parte del comma 1
temente negato la possibilità e legittimità dell’uso delle
dell’art. 53 c.p. (aggiunta dalla legge 22 maggio 1975,
armi nei confronti del reo che fugge (a piedi o a bordo di
n. 152 ) configura, in sostanza, una particolare casistica
automezzo), considerando anche tale condotta nel nove-
puntualizzando che l’Autorità, al fine di impedire la con-
ro della cosiddetta resistenza passiva. Sul piano normati-
sumazione delle fattispecie delittuose previste nello stesso
vo, quindi, resta univoca l’intenzione, del legislatore, di
articolo (strage, naufragio, sommersione, disastro aviato-
non legittimare l’uso delle armi, sui soggetti che fuggono.
rio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a
Infatti, come già indicato, anche nella giurisprudenza più
mano armata e sequestro di persona) può, nei limiti sopra
attuale, è stata ritenuta inoperante la discriminante ex art.
descritti, far uso delle armi in modo legittimo, quando
53 c.p. in caso di fuga (Cass. Pen. Sez. III, sentenza 22
siano presenti tutti gli elementi idonei a far scattare il mec-
maggio 2007, n.11879). La Cassazione ha in tal senso
canismo della discriminante. Per quanto riguarda il delit-
affermato che la discriminante di cui all’art 53 c.p. è
to di strage, il pubblico ufficiale che sorprende uno o più
applicabile solo in presenza della necessità di respingere
individui mentre stanno per provocare la strage (ad esem-
una violenza (la violenza è un’azione, è l’uso della forza
pio con l’ausilio di un ordigno) può, al fine di impedirne
contro il pubblico ufficiale) o superare una resistenza atti-
la consumazione, far uso delle armi, sempre che non
va (la resistenza attiva è una concreta, attuale minaccia
possa ricorrere ad altri mezzi per raggiungere lo stesso
di far uso della forza), mentre non è configurabile in caso
fine. Qualora il pubblico ufficiale dovesse sopraggiunge-
di fuga, che rappresenta mera resistenza passiva, quan-
re dopo che l’esplosione ha avuto luogo o l’autore del
do attuata con modalità che non costituiscono pericolo
delitto in argomento ha ormai portato a compimento l’at-
per l’incolumità del pubblico ufficiale e di terzi. La giuri-
tività diretta a provocarlo, l’uso delle armi è ingiustifica-
sprudenza penale, perciò, ha negato l’applicabilità del-
to, dato che la norma fa scattare il meccanismo della dis-
l’esimente prevista dall’art. 53 c.p., ponendo particolare
criminante quando l’uso delle armi è volto ad impedire la
accento sulla circostanza che ove l’aggressione perpetra-
consumazione del reato. Le stesse considerazioni valgono
ta ai danni del pubblico ufficiale abbia esaurito la sua
anche per il pubblico ufficiale che si trovi in presenza
carica offensiva e sia in atto un semplice stato di fuga,
della fattispecie delittuosa dell’ omicidio volontario, lad-
non si ravvisa alcun contenuto di resistenza attiva. Accanto alla resistenza si pone anche il concetto di violenza che
così come viene indicato nell’art. 53, individua qualsiasi
comportamento fisico e psichico volto ad ostacolare l’Autorità nell’espletamento dei doveri di ufficio. Tale definizione è aderente al concetto di violenza espresso nell’art.
336 c.p. (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale).
Per operare una distinzione è necessario ricorrere ad
un’analisi temporale delle due norme: nell’art.336 il pubblico ufficiale agisce immediatamente dopo la violenza
usata nei suoi confronti, quindi con una reazione successiva, mentre nell’art. 53 è indifferente che il pubblico ufficiale agisca prima o dopo che la violenza sia stata con-
VIII
Consap Magazine 2008
Inserto Consap Magazine
dove il pubblico ufficiale può ricorrere all’uso delle armi
to, le vibrazioni e i movimenti del proprio braccio e della
solo per evitare che il criminale porti a termine il suo pro-
mano, amplificati da quelli dell’auto di servizio in movi-
posito. Per quanto riguarda, invece, l’uso delle armi, in
mento e del bersaglio anch’esso in movimento, influenza-
relazione al reato di rapina a mano armata, qualora il
no negativamente il tiro. E’ quindi estremamente difficile,
delitto in questione è ancora da consumare e comunque
centrare la gomma, anche per il più bravo dei tiratori.
gli autori dello stesso hanno già compiuto atti diretti, in
Colpire l’asfalto, qualche centimetro prima, dopo o di lato
modo non equivoco a provocarlo, tali da creare pericolo
alla ruota, produrrebbe dei rimbalzi, e deviazioni impre-
per l’incolumità dei presenti, opererà solamente da giusti-
vedibili della pallottola, che potrebbe attingere, degli
ficante, mentre dà adito ad interpretazioni diverse l’uso
estranei al fatto o i rapinatori in fuga. In questo caso
delle armi contro rapinatori in fuga. E’ necessario a que-
potrebbe aversi un eccesso nell’uso legittimo delle armi ed
sto punto rifarsi al concetto di flagranza e quasi flagran-
un’accusa per omicidio colposo. Se, altresì, in sede di
za di cui all’art.382 del c.p.p. nel quale si afferma,
esami balistici dovesse emergere che la traiettoria dei
anche, che “è in stato di flagranza chi viene colto nell’at-
colpi sparati, era diretta verso l’alto, senza attingere il
to di commettere il reato ovvero chi, subito dopo il reato,
piano stradale, ciò potrebbe essere considerato come l’in-
è inseguito dalla Polizia Giudiziaria (…)”. Dato che l’uso
dizio di aver mirato alle persone in fuga, con la possibi-
delle armi è legittimato quando l’intervento avviene
le accusa di omicidio volontario. Per questi ed altri moti-
durante la consumazione, e dato che il momento in cui i
vi, si sconsiglia di sparare alle gomme ed in direzione
malviventi escono ad esempio dalla banca pochi istanti
delle auto in fuga, specie in aree urbane e da lunghe
prima dagli stessi rapinata, si configura come la fase ulti-
distanze. In ordine, invece, al delitto di sequestro di per-
ma dell’intero iter criminoso, è possibile invocare la dis-
sona, fermi restando i canoni di cui sopra, si può affer-
criminante, sempre che siano stati rispettati i principi, già
mare che essendo il reato in esame a carattere perma-
accennati, dell’attualità del pericolo, dell’indispensabilità
nente, la consumazione è in atto fino a quando non
dell’uso della forza attraverso l’impiego dell’arma e della
avviene il rilascio del sequestrato e, pertanto, l’uso delle
proporzionalità rispetto all’offesa. Per cui, ad esempio, se
armi sarà legittimo, quando si opererà esclusivamente al
il rapinatore fugge con la pistola in mano, volgendo le
fine di liberare lo stesso sequestrato. E’ importante altresì
spalle all’operatore di polizia, il pericolo per quest’ultimo
sottolineare, che non è consentito al pubblico ufficiale, di
non è attuale e quindi non potrà sparare verso il rapina-
far uso delle armi, contro quelle persone che forzano un
tore in fuga; potrà al limite sparare in aria (azione che,
posto di blocco; non si fermano ad un’intimazione di alt,
come già detto, comunque sconsigliamo perché poco effi-
ovvero si danno alla fuga per sottrarsi all’arresto. In tali
cace e che comporta molti rischi), oppure inseguirlo per
circostanze l’uso delle armi è possibile soltanto per fini
catturarlo, richiedendo nel contempo l’intervento in ausi-
intimidatori (spari in aria o, se è il caso, alle gomme.
lio di altre unità operative e indicando, possibilmente, la
Azioni queste, certamente non vietate ma, si ripete, non
direzione del fuggitivo. Nel caso di rapinatori in fuga a
sempre da attuare), a meno che il pubblico ufficiale, nelle
bordo di automezzo, sparare alle gomme del veicolo
predette situazioni, si venga a trovare nella condizione di
potrebbe risultare pericoloso. Sparare alle gomme è, in
dover difendere oggettivamente la propria incolumità fisi-
via ipotetica, consentito dall’uso proporzionale rispetto
ca o quella di altri. In quest’ultima situazione si invoche-
alla resistenza della fuga, ma nella circostanza occorre
rà una discriminante diversa, cioè quella di cui all’art. 52
particolare perizia e attenta valutazione del teatro d’inter-
c.p. (legittima difesa). La norma, appena esaminata, non
vento operativo. Chi ha un’ottima preparazione nel tiro,
si presta quindi ad interpretazioni univoche. Pur trattan-
è consapevole che l’emotività e l’eccitazione del momen-
dosi di disposizione basilare pecca, per certi aspetti, di
Inserto Consap Magazine
Consap Magazine 2008
IX
scarsa chiarezza e necessità di analisi attenta ed obietti-
impedire l’evasione, non è più consentito. L’uso delle armi
va. Sull’argomento omettiamo di addentrarci ulteriormen-
è possibile, per il personale appartenente alla Polizia
te e consigliamo la lettura di altri testi specifici. Per appro-
Penitenziaria, anche nei casi di evasione, esclusivamente
fondire le conoscenze circa le ulteriori possibilità di uso
in presenza delle condizioni previste dagli articoli 52
legittimo delle armi da parte degli operatori di polizia, si
(Difesa legittima) e 53 (Uso legittimo delle armi) del codi-
individuano altre norme: l’art. 158 R.D. 18 giugno 1931,
ce penale. Infatti, con l’entrata in vigore del Regolamento
n. 773 (TULPS) che prevede, all’ultimo comma, la possibi-
di servizio del Corpo di polizia penitenziaria (D.P.R. 15
lità di usare le armi per impedire i passaggi abusivi attra-
febbraio 1999, n. 82), non essendo stato riproposto, in
verso i valichi di frontiera (ritenuta questa una condotta
alcuna disposizione l’art. 169 del R.D. n.2584/37, che
attiva invasiva e non una fuga). Questa norma si ricolle-
prevedeva l’uso delle armi in caso di evasione, ai sensi
ga all’ultimo comma dell’art. 53 del c.p. (uso legittimo
dell’articolo 29, comma 2, lettera a), della legge
delle armi) che richiama appunto i casi particolari di uso
n.395/90, deve intendersi abrogato. Gli operatori della
legittimo delle armi. Tipico esempio è quello della senti-
polizia penitenziaria, pertanto, nelle condotte che com-
nella (previsto dal Regolamento di servizio territoriale del-
portano l’uso delle armi o degli altri mezzi di coazione
l’Esercito); quello della legge 4 marzo 1958, n. 100- Uso
fisica, devono osservare i rigorosi limiti previsti dall’arti-
delle armi da parte dei militari e degli Ufficiali ed Agenti
colo 53 del codice penale. In merito, una recente diretti-
di Polizia Giudiziaria in servizio alla frontiera e in zona
va emanata dal Dipartimento dell’Amministrazione Peni-
di vigilanza- L’art. 1 di questa legge precisa che “è vieta-
tenziaria, ha sottolineato che “per unanime e consolidato
to fare uso delle armi, contro le persone, da parte dei
orientamento giurisprudenziale la mera fuga è una forma
militari e degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, in
di resistenza passiva, e pertanto l’uso delle armi per fer-
servizio di repressione del contrabbando in zona di vigi-
marla è sempre illegittimo; anche l’evasione seppur attua-
lanza doganale, come determinata dalle vigenti disposi-
ta con destrezza e agilità, non è contrastabile con le armi
zioni, fatta eccezione per i casi previsti dagli artt. 52- 53,
(ad esempio, da parte del personale con compiti di senti-
primo comma, e 54 del codice penale e quando: a) il
nella o di scorta e piantonamento). Nel caso invece di
contrabbandiere sia armato palesemente; b) il contrab-
resistenza attiva con violenza sulle persone, sottolinea la
bando sia compiuto in tempo di notte; c) i contrabbandie-
direttiva, l’uso delle armi è legittimo sempre che esista un
ri agiscano raggruppati, in non meno di tre persone”.
rapporto di proporzione tra la violenza e la reazione del
L’art. 2, della stessa legge, inoltre, dispone che, “ è vieta-
pubblico ufficiale; da ciò consegue che la violenza porta-
to far uso delle armi anche nelle ipotesi previste nelle let-
ta senza armi non giustifica mai una risposta armata”.
tere a), b) e c) dell’art. 1, quando il contrabbandiere si dà
Possibilità dell’uso dell’arma in “stato di necessità” (art.
alla fuga ed abbandona il carico”. La citata legge con-
54 c.p.). “Non è punibile chi ha commesso il fatto per
sente l’uso delle armi contro gli autoveicoli e gli altri
esservi stato costretto dalla necessità di salvare se stesso
mezzi di trasporto veloci, quando i conducenti non ottem-
ed altri dal pericolo attuale, di un danno grave alla per-
perino all’intimazione di fermo e i militari non abbiano la
sona, pericolo da lui non volontariamente causato, né
possibilità di raggiungerli. In tali circostanze, sottolinea la
altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato
disposizione, l’uso delle armi deve essere preceduto da
al pericolo. Questa disposizione non si applica a chi ha
intimazione a voce o col gesto e dalla esplosione di alme-
un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo”.
no due colpi in aria. Da quanto emerge dal nuovo Rego-
Agisce in stato di necessità colui che, ad esempio, abbat-
lamento recante norme sull’ordinamento penitenziario -
ta con colpi di pistola un animale infuriato che stia per
D.P.R. 230/2000, l’uso delle armi, per il solo fatto di
travolgerlo o aggredirlo. Nell’ambito del sistema delle
X
Consap Magazine 2008
Inserto Consap Magazine
cause di giustificazione del vigente ordinamento penale,
in dotazione da utilizzare in servizio, nonché salda e pre-
l’operatore di polizia potrà altresì approfondire l’esame
cisa coscienza delle loro caratteristiche tecniche e dell’
di quelle, in precedenza accennate, previste dall’articolo
intrinseca pericolosità. I responsabili delle strutture opera-
50 c.p., il consenso dell’avente diritto; e dall’articolo 51
tive, nel corso di opportune riunioni, dovrebbero fornire
c.p., l’esercizio di un diritto e l’adempimento di un dove-
ai collaboratori e dipendenti univoci orientamenti e com-
re. Nel tentativo di completare l’argomento sul corretto
portamenti operativi che risultino in sintonia con le dispo-
uso delle armi da fuoco, riteniamo opportuno fornire
sizioni normative, pianificando adeguati periodi adde-
alcuni suggerimenti tecnico-operativi di particolare
strativi, con l’attuazione concreta di “simulazioni” di tiro
importanza.
operativo in bianco e a fuoco in appositi teatri operativi,
Le seguenti indicazioni saranno utili agli appartenenti alle
predisposti tenendo conto della relativa casistica. Dovreb-
Forze di Polizia, se tenute in considerazione ed applicate
bero, altresì, incentivare eventuali dibattiti su quesiti circa
anche quando agiranno in sintonia con le prerogative
date dal quadro normativo brevemente illustrato1. Si ritie-
l’uso delle armi, formulati dagli operatori, aventi attinen-
ne che l’impegno principale delle forze di polizia è quel-
logiche e psicologiche. In sede di addestramento, inoltre,
lo di salvaguardare la vita, l’incolumità e la libertà dei cit-
dovrebbe essere posta particolare cura all’acquisizione e
tadini tutti, anche di coloro che delinquono, in nome dei
all’attuazione delle cautele (norme di sicurezza) necessa-
radicati principi di etica professionale e di civile sensibili-
rie per un corretto e sicuro maneggio delle armi, da
tà che contraddistinguono le attività degli operatori delle
applicare sempre, prima, durante ed al termine del servi-
forze di polizia. Pertanto, anche per gli appartenenti alle
zio. Ciò al fine di fornire a tutti gli operatori le necessarie
Forze di Polizia, l’uso delle armi non può e non deve
informazioni e direttive per indurli ad atteggiamenti cor-
assolutamente eccedere dall’ambito della legittima difesa
retti, sia comportamentali che psicologici. L’uso delle armi
ed è giustificato dal rispetto del generale e rigido criterio
da fuoco, come già in precedenza indicato, dovrà essere
della proporzionalità per vincere una grave violenza o
sempre ponderato e graduale e non sempre portato alle
resistenza. Ogni intervento con le armi da fuoco dovrà
estreme conseguenze. L’operatore di polizia deve sempre
essere effettuato, se proprio indispensabile, nel modo più
agire con la massima attenzione e accortezza per tutte le
graduale possibile e con il massimo livello di competenza
gestualità che caratterizzano l’uso delle armi, curando in
tecnica; con sensibile cautela e consapevolezza, anche
particolare: L’estrazione dell’arma dalla fondina (l’opera-
per diminuire le probabilità di danno nei confronti di terzi
tore dovrà essere reso consapevole di quando e dove è
estranei al teatro operativo o di altri operatori presenti,
possibile ed opportuno effettuarla, facendogli acquisire
comunque coinvolti. Ci rendiamo conto che in situazioni
un’adeguata padronanza tecnica attraverso specifiche
d’estrema tensione emotiva, soprattutto in risposta alle ini-
simulazioni); L’impugnatura dell’arma e il posizionamen-
ziative cruente della criminalità organizzata, la reale
to corretto della stessa nello specifico contesto operativo;
valutazione delle situazioni d’intervento per il pubblico
con la giusta angolazione della canna rispetto all’obietti-
ufficiale risulterà difficile. Per tali difficoltà, talvolta, acca-
vo. Ad esempio, in posizione di attesa, con la canna
dono episodi di uso illegittimo o improprio delle armi da
verso l’alto o il suolo e con l’indice fuori dal grilletto. Sol-
fuoco. L’operatore di polizia, per conseguire comporta-
tanto in situazioni di estremo ed accertato pericolo, con la
menti ottimali, dovrebbe addestrarsi in maniera intensa
canna collimante con l’obiettivo; La “giusta mira”: nel
frequentando con assiduità i poligoni di tiro. L’allenamen-
corso di operazioni con obiettivi in movimento, in luoghi
to costante, sia in bianco che a fuoco, contribuisce, infat-
affollati ed in condizione di scarsa visibilità; La scelta
ti, a fare acquisire incondizionata padronanza delle armi
ponderata dell’effettuazione di eventuali spari in aria a
za a problematiche giuridiche, tecnico-operative, deonto-
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Consap Magazine 2008
XI
“scopo intimidatorio.” Anche se non risultano vietati,
sparato nel vuoto e in assenza di attrito, può presentare
come più volte suggerito, sono da utilizzare con molta
la stessa velocità all’inizio e alla fine della curva percor-
oculatezza o da evitare del tutto. Infatti, è da tenere in
sa (traiettoria). La forza di gravità tende a far cadere il
considerazione che, per le peculiari caratteristiche balisti-
proiettile verso il suolo con moto uniformemente accelera-
che del munizionamento in dotazione agli operatori di
to. A titolo di esempio, un proiettile cal. 9 Parabellum, con
polizia, prevalentemente da guerra (caratterizzato da
velocità iniziale (Vo) di 340 m/s, sparato nel vuoto (senza
elevata velocità ed energia cinetica, alto potere di pene-
resistenza dell’aria) può produrre una gittata massima di
trazione e palla “camiciata”, che ne agevola i rimbalzi su
circa 11.000 metri. Lo stesso tipo di proiettile sparato nel-
superfici dure), i colpi vaganti possono colpire, con effet-
l’aria genera una gittata massima di circa 1.700 metri.
ti anche letali, terzi estranei posizionati anche a notevole
Un proiettile cal. .22 corto, con Vo di 260 m/s, produce
distanze. Il colpo in aria è, quindi, da considerare in
una gittata massima di circa 1.000 metri. Sparare in aria,
generale potenzialmente pericoloso. Nella concitazione
quindi, è pericoloso e comporta rischi molto alti, si sugge-
del momento, infatti, l’operatore di polizia potrebbe posi-
risce di farlo esclusivamente nelle circostanze in cui sia
zionare l’arma non perfettamente verticale con il rischio
necessario per difendersi da una possibile aggressione
di colpire direttamente o per rimbalzo un passante, qual-
violenta che metta in pericolo la propria od altrui vita. A
cuno affacciato ad un balcone, o una persona che si
conclusione, riteniamo utile accennare brevemente alla
trova anche molto distante dal punto di sparo. Per sempli-
tutela difensiva delle Forze di Polizia, connessa all’uso
ce ricaduta la pallottola acquisisce un’energia potenziale
delle armi. L’art. 32 della legge n. 152 del 22 maggio
tale da poter uccidere una persona, se colpita in zone
1975, richiamato dall’art. 9 della legge 7 agosto 1990,
molli o vitali, a notevole distanza. Vi sono stati casi di per-
n. 232, precisa che nei procedimenti a carico di ufficiali
sone ferite o colpite mortalmente a distanze notevoli (oltre
o agenti di polizia giudiziaria o dei militari in servizio di
i mille metri) anche da pallottole di piccolo calibro. Gli
pubblica sicurezza per fatti compiuti in servizio e relativi
operatori di polizia devono avere la consapevolezza che,
all’uso delle armi o di altro mezzo di coazione fisica, la
dopo lo sparo in aria, il proiettile durante il suo movimen-
difesa può essere assunta a richiesta dell’interessato dal-
to verso l’alto percorre nello spazio una traiettoria, a
l’Avvocatura dello Stato o dal libero professionista di fidu-
parabola (con un ramo ascendente ed uno discendente),
cia dello stesso, con spese a carico dello Stato. In questo
che ha origine dalla canna dell’arma (volata) al momen-
secondo caso è prevista la rivalsa dello Stato a carico del-
to dello sparo e termina nel punto di caduta, corrispon-
l’interessato se emerge responsabilità del medesimo per
dente all’intersezione del ramo discendente della traietto-
fatto doloso. L’ultimo comma del predetto articolo aggiun-
ria con la linea di orizzonte dell’arma. La distanza tra l’o-
ge che le stesse disposizioni si applicano a garanzia di
rigine dello sparo e il punto di caduta del proiettile è
qualsiasi persona che a richiesta del pubblico ufficiale gli
denominata gittata (distanza massima percorsa dal
abbia prestato assistenza. Gennaio 2008
Antonino Errante Parrino
proiettile). Le armi corte da pugno (pistole e revolver) possono generare, in linea di massima, sparando verso l’alto, in posizione non perfettamente verticale e con angolo
di tiro variabile, gittate fino ed oltre i 1.500 metri, mentre
le armi lunghe (es. fucili, moschetti e carabine) possono
produrre gittate fino ed oltre i 5.000 metri. La gittata massima si ottiene, in linea teorica, con un angolo di tiro di
45°. Generalizzando, si può affermare che il proiettile,
1
Per completare la conoscenza degli aspetti tecnici, normativi e deontologici, si suggerisce la lettura del manuale “ARMI E ADDESTRAMENTO
ALLE TECNICHE DI TIRO- disciplina giuridica e tecnologia delle armi,
munizioni, balistica, fondine, esplosivi e procedure di intervento”. Di
A.Errante Parrino-Ed. Laurus Robuffo-Roma-2007.
In evidenza
Consap Magazine 2008
27
Corso di Formazione Quadri organizzato
dalla Segreteria Regionale del Lazio
Presso l’accogliente Sala Viminale dell’Hotel Capital Inn
di Roma si è tenuto il 3°corso di formazione sindacale
organizzato dalla Segreteria Regionale del Lazio. L’importante iniziativa è concisa con la prima uscita pubblica del neo Segretario Generale Regionale, Antonio Boni
designato all’importante incarico dalla Segreteria
Nazionale nel corso della riunione del 5 giugno scorso.
Nel corso dell’interessante stage di formazione sindacale, al quale hanno partecipato 20 dirigenti del Lazio, si
sono alternati gli interventi del Responsabile Nazionale
28
Consap Magazine 2008
Ufficio formazione Quadri, dottor Giovanni Iaquinta
(Tecniche di comunicazione persuasiva per ottenere consenso, gestire la negoziazione e parlare in pubblico),
del Segretario Generale Nazionale, dottor Giorgio
Innocenzi (Relazioni sindacali – momenti di confronto
tra Amministrazione e le OO.SS – verifiche degli istituti
contrattuali) e del Responsabile Nazionale Ufficio Vertenze Legali, dottoressa Claudia Pannozzo (Repressione
della condotta antisindacale).
Il neo eletto segretario generale dopo aver ringraziato il
suo predecessore Palmerino Paniccia per l’ottimo lavoro
svolto, ha illustrato all’assemblea dei delegati, il proget-
In evidenza
In evidenza
to politico-sindacale che intende portare avanti con la
sua squadra. Negli obiettivi di Antonio Boni ampliare
l’azione di tutela del personale sulla stessa linea percorsa dal segretario uscente, nel tentativo di insidiare,
ovviamente in termini percentuali, non certo numerici, la
leadership di Roma e provincia per numero di iscritti,
concentrando l’attenzione l’attenzione sulle province a
nord della regione e nella fascia litoranea, che anche
per quest’anno pagherà le gravi carenze di uomini e
mezzi. “Nel far questo - ha detto Boni – contiamo sull’aiuto fondamentale che ci potrà fornire la Segreteria
Generale, ed io stesso compatibilmente con gli impegni
professionali e sindacali, ho in animo di poter portare
avanti un confronto costante fra le linee politico-sindacali in ambito regionali e quelle nazionali.
Gli approfondimenti sulle tematiche sindacali garantite
dagli interventi di Giorgio Innocenzi, Giovanni Iaquinta
e Claudia Pannozzo, hanno generato un proficuo e
Consap Magazine 2008
29
costruttivo dibattito, attraverso il quale sono state individuate linee d’intervento sinergiche, che ora sarà compito dei partecipanti al corso di formazione veicolare
attraverso tutte le segreterie locali per informare gli
iscritti, circa l’azione sindacale che come sempre sarà
pervasa dagli ideali di autonomia ed indipendenza da
ogni forma di lobby politico-sindacale, che da sempre
contraddistingue la Consap in un panorama in tutte le
organizzazione sindacali di categoria vengono fagocitate e tacitate da accordi con diverse confederazioni del
lavoro non autonome ed anzi attori di vergognoso spessore negli attacchi che periodicamente vengono indirizzati verso la nostra Polizia di Stato. Una mancanza di
coerenza che consente per esempio a chi tra i sindacati si è appiccicata la sigla di Cgil, di sostenere l’inutilità
dei poliziotti negli uffici.
Al temine dei lavori, la Segreteria Regionale ha consegnato a tutti i frequentatori un attestato di partecipazione.
30
Consap Magazine 2008
Il testimone
Il G8 di Genova dall’obiettivo di una
fotocamera Nikon F90K
di Francesco Moretta
Il reportage al G8 di Genova è mirato ad illuminare quelle
zone d’ombra mai chiarite da stampa e televisione. Alcuni
media ancora parlano negativamente di quei giorni di violenza, dando la colpa, per lo più, alle Forze dell’Ordine ed
alle direttive di Ordine Pubblico, ma quella grande manifestazione fu organizzata allo scopo di creare disordini e terrore, proprio durante il grande avvenimento internazionale.
In tutte le contestazioni di rilievo capita che nella catena di
comando vi sia qualche inevitabile intoppo; il contrasto fra
dirigenti durante le operazioni sono plausibili e da metter
nel conto, ma a Genova le Forze dell’Ordine si sono comportate egregiamente se si considera la deliberata aggressione, violenta e piena di odio, da parte di: tute bianche,
cobas, no-global, black-block, nei confronti degli uomini in
divisa.
Purtroppo la storia si ripete per ricordare all’umanità, che il
male è parte della vita e nessuno può sottrarsi agli eventi del
futuro. Infatti, mezzo secolo prima del G8 Genova “la
Superba”, ricca di storia e arte a causa del clima politico e
sindacale turbolento (1894/49/50) subì violenza peggiori.
Gli autori di quelle eversioni però non erano figli di papà,
come è successo al G8 del 2001, ma povera gente, reduci
di una guerra crudele e furono soprattutto manovrati da
politici di parte. Sono trascorsi da quei tempi lontani moltis-
simi anni e ancora sovvengono quei tristi ricordi accantonati nella memoria.
Fui allora testimone oculare in qualità di tutore dell’ordine di
quelle violente contestazioni e devastazioni senza capirne il
senso. Quelle giornate di fuoco furono per me il primo
impatto da poliziotto. La visione degli incidenti in tutto il centro storico, la folla inferocita che urlava, mentre lungo via XX
settembre spaccava vetrine e saccheggiava negozi, ribaltava mezzi pubblici e li dava alle fiamme assieme ai mezzi
corazzati della Polizia appartenenti al IV Reparto Mobile di
Bolzaneto mi arrecò tanta rabbia. Alla fine di quelle giornate dolorose, le Forze dell’Ordine con grande impegno,
determinazione e coraggio, riportarono la calma e l’ordine
pubblico; purtroppo vi furono feriti e vittime fra manifestanti e Forze di Polizia.
E’ una mia riflessione è può non essere condivisa dai lettori. Se all’epoca dei gravi avvenimenti di metà secolo scorso
il Ministro dell’Interno Mario Scelba, non avesse intuito la
delicata situazione politica e non avesse ordinato alla massime autorità di permare a qualsiasi costo i tumulti, la sommossa strisciante si sarebbe allargata in tutto il paese e l’Italia sarebbe diventata uno dei paesi del blocco comunista
e non lo stato democratico in cui viviamo oggi per se attraversato da non poche contraddizioni e problematiche di
varia natura.
Eccoci finalmente al “tanto contestato” G8 del luglio 2001
nella città di Genova. Il più grande avvenimento italiano del
terzo millennio. La riunione dei maggiori capi di stato del
mondo al Palazzo Ducale di piazza De Ferraris. Scopo dell’assemblea: tentare di risolvere i grandi problemi che affliggono il mondo”. Nel corso del congresso è accaduto di tutto
nel centro storico, nonostante fosse presidiato da un consistente apparato di Forze dell’Ordine.
Una grande massa di contestatori, provenienti da mezza
Europa, capeggiati da alcuni politici assieme a centri sociali, tute bianche, cobas, e black - block sin dalla mattinata
Il testimone
misero a ferro e fuoco la periferia della città comprese le
stazioni di Principe e Brignole e parte del centro storico.
Arrivati in piazza De Ferraris tentarono di forzare, con
inaudita violenza, il presidio delle Forze dell’Ordine ivi preposti a salvaguardia dell’incolumità degli statisti.
Nel corso delle violente contestazioni mi sono accorto che le
tute bianche non erano affatto pacifisti, come vorrebbero far
credere, ma violenti guerriglieri addestrati, che insieme ai
black-block ed ai cobas (quel giorno vestiti con bardature
da sembrare barbari) con zaini pieni di bombe molotov
muniti di spranghe nascosti da passamontagna, sfondavano bancomat, incendiavano automobili, facevano barricate
con i cassonetti dell’immondizia, tiravano bombe contro le
Forze dell’Ordine. Lanciarono sassi anche verso gli operatori del Tg5 ad un giornalista del quotidiano Libero ed al
sottoscritto che riuscimmo a schivare.
La tecnica collaudata dai manifestanti fu quella che mentre
il gruppo di “bombaroli” lanciavano molotov verso la Polizia, alcuni di loro registravano la scena per poi rientrare
repentinamente in seno al cortea per esere protetti.
Ricordo bene quei momenti di tensione: una signora anziana terrorizzata dai gravi disordini che era rimasta nella città
deserta dal una finestra al primo piano gridò verso un gruppo di poliziotti: “Ammazzateli tutti questi terroristi!!! Belin
bruciano la mia bella zena”.
Quante menzogne sono state scritte da certa stampa sulle
Forze dell’Ordine. Alcune reti televisive hanno intinto il
biscotto allo scopo di demoralizzarne il loro prestigio, la
loro professionalità, il loro coraggio, la loro storia centenaria.
In occasione dell’importante manifestazione, i reparti antisommossa, arrivati da città lontane, hanno sopportato la
stanchezza del trasferimento, la precarietà degli alloggi e
della risotorazione e la preoccupazione del servizio che si
apprestavano a sostenere e nonostante ciò con il loro coraggio e con spirito di sacrificio riuscirono a fermare le violenza ed i tumulti di quelle giornate afose del luglio 2001.
Da vecchio poliziotto, ho il fondato sospetto che le suddette
forze le vogliono demoralizzare a scopo politico, perché in
tanti anni di professione non ho mai visto né documentato
la caccia dei poliziotti a cittadini inermi. Anzi faccio notare,
ogni volta che vi sono disordini con incidenti, che sono sempre più le vittime fra agenti e carabinieri, come puntualmente si è verificato in occasione del G8; per di più vi sono stati
strascichi giudiziari per i poliziotti, ancora in fase istruttoria
di responsabilità.
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Non si dimentichi la grave e infame dichiarazione del
(pazzo) di aver assistito all’inaugurazione di una famosa
“macelleria messicana alla scuola Diaz”.
Quella calunnia andava perseguita giuridicamente ma nessuno si è smosso per difender l’onore e il prestigio degli
agenti. Considerando che ogni giorno essi versano il sangue, per un ben misero stipendio nella difesa delle istituzioni del Paese. A Genova poteva accadere di tutto e di più con
il clima turbolento che regnava, se non è successo, lo si deve
alla massima tolleranza delle Forze di Polizia imposta dall’alto ed alla loro professionalità dovuta all’addestramento
durante i corsi nelle scuole di polizia.
Nessuno voleva la morte del giovane Giuliani, a mio giudizio l’evento va attribuito ad un concorso di cause concatenate ma anche ad una scelta di vita violenta in cui egli credeva.
Alcune organizzazioni politiche dopo quei fatti, hanno
dichiarato ai media che gli incidenti furono dovuti alla provocazione poliziesca; ho potuto invece constatare l’odio
durante la guerriglia organizzata verso le Forze dell’Ordine, che si sono difese solo con il manganello, mentre potevano, data la pericolosità della sommossa usare anche altri
mezzi di repressione atti legittimi alle circostanze per respingere la guerriglia genovese.
32
Consap Magazine 2008
In evidenza
Ispettorato P.S. Palazzo Chigi
a colloquio con il dirigente
Fra i risvolti politici ed istituzionali, legati ad un cambio
dell’Esecutivo, vi sono il riequilibrio dei meccanismi di
sicurezza delle sedi di governo, in questo frangente il funzionario di Polizia chiamato a questo compito è un uomo
di provata esperienza, al suo terzo cambio di governo,
una garanzia di efficienza. Il dottor Ugo Mastrolitto.
Dottore ci può gentilmente fornire un suo breve curriculum?
Sono nato a Napoli nel 46, laureato in giurisprudenza.
In Polizia dal 1971, nel 1988 sono stato promosso Primo
Dirigente, nel 1991 Dirigente Superiore ed in seguito
Dirigente Generale destinato, prima all’Ispettorato Viminale e dal 19 gennaio del 2004 Dirigente dell’Ispettorato
di P.S. Palazzo Chigi incarico che ricopro tuttora.
Dottor Mastrolitto, il suo incarico istituzionale la vede al
terzo cambio di governo, quanta energia si spende per
affrontare momenti così delicati?
L’attività di vigilanza e sicurezza svolta dall’Ispettorato a
protezione delle sedi di governo, comporta un giornaliero sensibile impegno da parte di tutto il personale dipendente. Comprensibilmente tale compito diventa più gravoso nei delicati momenti dei cambi di governo, allorché
bisogna saper ricreare, in tempi brevissimi, la fiducia, la
stima e la piena collaborazione da parte dei vertici politici ed amministrativi della Presidenza del Consiglio. Il
costante impegno e l’indiscussa professionalità del personale dell’Ispettorato hanno saputo conseguire risultati
altamente positivi e tangibili manifestazioni di apprezzamento da parte delle varie personalità di governo.
La Polizia di Stato è un’istituzione vitale, segue costantemente i cambiamenti e le innovazioni del nostro
tempo. Immagino che dopo le ultime elezioni anche a
Palazzo Chigi possa essere cambiato qualcosa?
La Polizia è chiamata ad operare al servizio di una
società in continua evoluzione e pertanto, in questi ultimi
anni, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza investe
sempre di più nel settore della formazione del personale. Ciascun appartenente all’Amministrazione deve
sapersi costantemente confrontare con fenomeni di criminalità comune e politica a volte anche di estrema complessità e delicatezza (basti pensare in proposito anche
ai possibili attacchi mediatici che potrebbero minare
l’immagine del governo) e sapere sempre dare concrete
risposte alla pressante domanda di sicurezza che costantemente proviene da tutte le realtà sociali ed istituzionali. In particolare, per quanto riguarda questo Ispettorato,
la Polizia di Stato deve essere in grado di garantire la
massima protezione delle varie sedi del governo, contemperando le esigenze di sicurezza con un’attività di
controllo e di vigilanza costantemente attenta e riservata. Il senso di sicurezza deve essere percepito senza inutili ricorsi a comportamenti plateali o comunque appariscenti. Tali criteri sono applicati anche in occasione dei
In evidenza
numerosi vertici e incontri ufficiali con rappresentanti di
stati esteri che si svolgono sia a Palazzo Chigi che presso le sedi di rappresentanza della presidenza come Villa
Pamphili o Villa Madama.
Fin dai primi giorni, la sua direzione non lasciava
dubbi sul percorso formativo, in questi anni abbiamo
imparato molto, Lei è riuscito a costruire un ufficio efficiente e all’avanguardia ottimizzando le poche risorse
umane a disposizione in sinergia con innovativi sistemi di sicurezza passiva. Oggi quest’ufficio continua
ininterrottamente da mezzo secolo a garantire la sicurezza delle sedi di governo ed il personale ha raggiunto un livello di professionalità notevole, quali sono i
passi successivi che intende intraprendere per affrontare il futuro?
Questo Ispettorato può essere paragonato ad una complessa e collaudata macchina che produce giornalmente
sicurezza. Per mantenere anche in futuro gli attuali elevati livelli qualitativi è però necessario che tale meccanismo venga periodicamente lubrificato e revisionato. Per
Consap Magazine 2008
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tali motivi, i prossimi passi che dovranno essere percorsi
per affrontare serenamente il futuro saranno i seguenti:
rivisitazione ed aggiornamento dei sistemi di difesa passiva (video-sorveglianza – allarmi anti-intrusione) installati presso le varie sedi, al fine di individuare nuovi e più
efficaci moduli operativi che contemplino l’adozione di
soluzioni tecniche appropriate; riorganizzazione e
razionalizzazione dei servizi di vigilanza in atto per evitare che i periodici e fisiologici decrementi di organico
possano comunque compromettere agli attuali standard
di sicurezza; elevare sempre di più la preparazione tecnico-professionale del personale facilitando ed incrementando la partecipazione agli appositi corsi di
aggiornamento professionale che vengono periodicamente organizzati dal Dipartimento e dalla questura; stimolare attraverso un’adeguata opera di sensibilizzazione, l’amor proprio dei dipendenti rendendoli consapevoli di svolgere quotidianamente un compito qualificato,
delicato ed importante.
Giovanni Guerrisi e Giovanni Serenellini
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Consap Magazine 2008
In evidenza
I morti della Polizia,
non sono vittime del lavoro?
“A 24 ore dall’ennesima morte sul lavoro, ancora aspettiamo di sentire la voce del Presidente della Repubblica”
la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap) sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, urla in faccia alle istituzioni tutta la sua rabbia per un lavoro che sembra essere diventato il meno
importante di questo paese: il poliziotto.
Il collega della Polizia Stradale falciato da un imbecille
nei pressi di Gioia del Colle è l’ennesimo tributo umano,
che la Polizia di Stato rende a questo Paese, eppure tutto
sembra passare sotto silenzio. “Abbiamo apprezzato l’indignazione del Colle per le troppe morti sul lavoro e quindi restiamo ancor più sbalorditi da questo silenzio per
l’ennesimo morto sul lavoro – spiega il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi - un
morto che, senza nulla togliere agli altri, appare un po’
diverso in quanto stava lì per servire lo Stato”.
Gia ci aspettiamo le frasi di circostanza che le istituzioni
elargiranno a piene mani domani, ma la realtà è che nessuno nell’immediato si è sentito in dovere di denunciare
quest’ennesima morte sul lavoro e men che meno sono
stati promessi decreti o leggi speciali che forniscano ai
colleghi della Polizia Stradale ed a tutti i poliziotti in
prima linea, strumenti di difesa adeguati.
“Il collega Ciquera è morto perchè pioveva e l’asfalto era
viscido e quindi un “non vedente” a bordo di una BMW
lo ha colpito come un birillo da bowling, lasciando nella
disperazione i suoi colleghi, la moglie ed i suoi due figli,
gia ci tremavamo le orecchie nell’attesa delle durissime
reazioni politiche ed istituzionali, ed invece niente solo
un noto assordante silenzio: “I poliziotti sappiano fin da
ora che se vogliono considerazione dallo Stato devono
farsi sparare in bocca da un rom o un extracomunitario!!!”, questa l’amara e provocatoria considerazione
finale del sindacato.
E.R.
In evidenza
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Reparto Mobile Calabria la proposta
Consap approda al Dipartimento
Il Reparto mobile in Calabria nasce nella
seconda metà degli anni ottanta, la scelta della sede di Reggio Calabria, fatta
30 anni fa, mostra una non corrispondenza alle reali ed attuali situazioni criminose sociali e politiche della regione
Calabria, e del resto dell’Italia del Sud.
Alle attuali situazioni si aggiunge anche
l’impiego del Reparto a fronte di un’altra
problematicità, che altri reparti in Italia non si trovano ad
affrontare: uno dei più grandi Centri di Accoglienza per Profughi di tutta l’Europa, il centro di permanenza temporanea «S.
Anna» di Isola Capo Rizzuto (Crotone), oltre al C.P.A. “Malgradotutto” di Lamezia Terme.
Pertanto, idoneo potrebbe essere rivedere la localizzazione sul
territorio del reparto, mediante la realizzazione di un Distaccamento in una zona decisamente baricentrica all’interno della
regione, qual è quella del capoluogo di regione ossia la città di
Catanzaro.
La quasi totalità dei servizi necessita di partenze lungamente
anticipate rispetto all’inizio dell’espletamento dell’attività operativa di impiego, ore di viaggio, giorni di permanenza nei luoghi
d’impiego, con ricorso ad alloggio e vitto presso strutture convenzionate e come si può capire tale situazione accresce notevolmente l’esborso economico.
La situazione logistica della sede calabra non è né omogenea
né funzionale, posta all’estremo sud della Regione, quindi
impossibile raggiungere le altre province in tempi ragionevoli
per non parlare dei tempi per le regioni limitrofe.
Una idonea localizzazione, mediante un distaccamento, con
sede più centralizzata a tutte le altre grosse città della regione,
favorirebbe una copertura rapida e omogenea di tutto il territo-
rio regionale minor stress per gli operatori e per ultimo un risparmio di risorse
economiche per l’Amministrazione.
In questa ipotesi possiamo identificare
tale possibile sede Reggio Calabria e
“distaccamento” di Catanzaro.
Il Reparto Mobile Calabria, che costituisce comunque uno strumento a carattere
operativo della Polizia di Stato, con una
nuova organizzazione ed una nuova disposizione territoriale
potrebbe dare un più concreto e fattivo contributo non solo
all’ordine pubblico, ma anche alla lotta alla criminalità organizzata e non. Non ultimo utilizzando le professionalità, le attrezzature e le esperienze operative di tale Reparto Mobile si
potrebbero realizzare delle piccole unità tecnicamente e operativamente valide.
L’idea di realizzare tale sede distaccata nella città di Catanzaro
nasce all’interno della comunità Consap catanzarese e calabrese, composta da Virgilio Isabello, Carlo Figliomeni, Mario Perri,
Giuseppe Brugnano, Piero Affaticato, Maria Marasco e tanti
altri, e dopo vari colloqui con la classe politica locale viene
anche recepita da tali amministratori, tant’è che, recentemente,
è stata depositata una mozione in Consiglio Comunale a Catanzaro, da parte del consigliere con la delega alle Politiche della
Sicurezza, Eugenio Riccio, che avalla in toto le posizioni della
Consap.
Il “progetto” splendidamente redatto ed articolato alla perfezione
dal collega Luca Perricelli, in servizio presso la Questura catanzarese, è stato depositato nel mese scorso al Dipartimento e verrà
presentato alla stampa nel mese di giugno a Catanzaro alla presenza anche del Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi e di cui daremo ampie notizie nel numero successivo.
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In evidenza
La politica spinge ma la Polizia
è in brache di tela
La politica spinge ma la polizia è in brache di tela, la
Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, ha protestato vivamente per il mancato rafforzamento del personale in servizio presso il Cpt di Ponte Galeria.
“Nel Centro, nel 2003, con 150 stranieri da gestire, operavano 36 unità - spiega il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi - oggi con 300 stranieri da gestire, il numero è sceso a 25; lo stesso per i mezzi
a disposizione che sono scesi da 15 ad appena 5. In questi giorni in cui assistiamo ad una spinta politica repressiva verso l’immigrazione clandestina, si stanno verificando situazioni paradossali come ad esempio la rotazione
di stranieri: in sostanza se l’ufficio immigrazione comunica il fermo di un certo numero di stranieri, il centro, che
è già stipato, può ovviare solo procedendo al rilascio di
stranieri con pratica non definita, per far posto ai nuovi
arrivati, succede così che l’iter burocratico per il rimpatrio, già oneroso per l’esiguo numero di personale, si
interrompe, rendendo pressocchè impossibile l’epulsione”. “Altro paradosso è che, se lo straniero fermato,
dichiara di voler lasciare il territorio nazionale dopo essere stato identificato e magari già in possesso di un passaporto regolare, i poliziotti sempre per difficoltà ad ottemperare in tempi stretti alle pratiche burocratiche, devono
trattenerlo almeno fino alla scadenza dei termini per il
trattenimento”.
Donne ed uomini della Polizia si trovano sballottati fra la
politica che impone un giro di vite e gli apparati di sicurezza che non tengono in alcun le accresciute esigenze
operative - tuona la Consap - basti pensare che pochi
giorni fa la Questura di Roma ha rafforzato, con 10 operatori, l’Ufficio Gabinetto, una struttura non operativa, e
non ha mandato neppure un operatore al Cpt di Ponte
Galeria.
“La situazione in quel centro è esplosiva - conclude Innocenzi - i colleghi temono di diventare i capri espiatori
della disarmonia fra la politica ed il Dipartimento della
Pubblica Sicurezza”.
F.M.
In evidenza
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La Consap incontra il Vice Capo
della Polizia Nicola Cavaliere
Una delegazione della Consap, composta dal Segretario
Generale Nazionale Giorgio Innocenzi e dal Segretario
Generale Provinciale Guglielmo Frasca, ha incontrato il Vice
Capo della Polizia prefetto Nicola Cavaliere.
Nel lungo e cordiale colloquio si sono affrontate alcune criticità relativa all’organizzazione del lavoro del personale.
Nello specifico la Consap ha sottoposto all’attenzione del
Prefetto, le lamentele raccolte in una recente assemblea tenutasi presso il Nucleo Operativo di Protezione Lazio. La preoccupazione manifestata dal personale concerne il consistente
taglio delle ore di straordinario che penalizza un delicato
settore della sicurezza come quello della protezione.
La comunicazione del tenente colonnello dei Carabinieri che
dirige quell’ufficio, ha informato il personale che esiste un
eccesso di ore di straordinario eccedente e che per tale
motivo sarebbe stato richiamato. La Consap pur riconoscendo la necessità dei poliziotti di adoperarsi per garantire un
risparmo alla collettività, ha analizzato la situazione che
con il passare del tempo potrebbe avere ripercussioni anche
gravi sull’efficienza del Nucleo.
Il Vice Capo della Polizia ha concordato con organizzazione
sindacale, confermando l’esistenza di un problema per le ore
di straordinario, non solo del Nucleo ma di tutta la Polizia, che
i Direttori Centrali sono chiamati ad affrontare, per questo
occorre la collaborazione anche dei sindacati: “fermo restando che mi impegnerò al massimo per evitare che questa contingenza negativa, possa arrecare disagi al personale”.
E.I.
Poliziotto di quartiere a Potenza
Il Segretario Generale Provinciale della Consap di Potenza Anna Maria Costante ha scritto al Questore per stigmatizzare l’utilizzo del poliziotto di quartiere nel capoluogo lucano. “Molto spesso il poliziotto di quartiere è impiegato in servizi diversi e con orari differenti dai turni previsti - si legge nella missiva - facendo emergere in modo
incontrovertibile la sistematica violazione dell’istituto,
voluto dalla classe politica per dare sicurezza ai cittadini
attraverso l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con l’operatore. Il personale impiegato è stato inviato, a spese
del contribuente alla frequenza di un corso di aggiornamento professionale per consentirgli un corretto approccio con i cittadini atto a far insorgere un dialogo costrut-
tivo e duraturo con l’istituzione.
Nel proseguire della lettera, la nostra brillante dirigente
sindacale, rende atto ai vertici della sicurezza cittadina
come la gestione delle risorse umane sia difficile: “…ma
di converso mi sembra giusto e doveroso, laddove non
si ritenesse necessario questo “particolare” servizio, che
Ella avvii le procedure previste dalle direttive ministeriali”. La lettera si chiude con una speranza: “Sono convinta che dall’alto della sua esperienza, cercherà di risolvere il problema al fine di evitare che il poliziotto di
quartiere possa diventare il serbatoio da utilizzare in
vari impieghi, distogliendolo dal servizio per il quale è
stato deputato”.
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In evidenza
Consap Magazine 2008
Bush in Italia: Consap, amministrazione
e questura evitino disservizi
La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia in occasione della visita
del presidente degli Stati Uniti George
Bush, ha invitato l’Amministrazione
della P.S. ad evitare il verificarsi di una
serie di dispiacevoli disservizi che
hanno contrassegnato la visita di Bush
del giugno del 2007.
“I poliziotti – ha spiegato in un comunicato stampa il Segretario Generale della
Consap Giorgio Innocenzi – sono pronti
come sempre a fare del loro meglio per
mantenere alta l’immagine del nostro
Paese e rendere il soggiorno dell’alta
personalità il più possibile sereno, ma
non dimentichiamo che a tanta abnegazione dei colleghi corrisponde una scarsa sensibilità dell’Amministrazione nel
riconoscere impegno e sacrificio.
Nel giugno 2007 infatti il vitto per il
personale di Polizia impegnato in ordine pubblico, fu vergognoso, acqua
calda e panini di gomma, mentre agli
omologhi dei carabinieri venne inviato
un servizio catering di prim’ordine; è
altresì demotivante, che solamente ora il
Ministero dell’Interno abbia inviato alle
scuole che lo scorso anno fornirono
operatori per l’ordine pubblico, una lettera in cui si impegna a pagare lo
straordinario effettuato nel giugno
2007 durante l’ultimo viaggio in Italia
del presidente degli Stati Uniti.
Il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, aveva da
tempo richiesto il pagamento degli emo-
lumenti straordinari ma solo a fine maggio ossia a poche settimane dalla nuova
visita del Presidente statunitense gli uffici amministrativi contabili delle questure
hanno avuto l’ok per il pagamento del
restante 50%: “A pensar male si fa peccato –conclude Innocenzi - ma la coincidenza è quantomeno sospetta e non
vorremmo trovarci a dover rivendicare i
diritti dei colleghi fino alla prossima visita del nuovo presidente americano”.
E.R.
Analisi
Consap Magazine 2008
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Carmine D’Agostino
Dirigente Nazionale Consap
Proclami senza fatti concreti non
producono maggiore sicurezza
Da tempo la Consap lancia l’allarme sicurezza, attraverso iniziative come articoli di stampa, dibattiti su reti televisive pubbliche e
private, realizzazione di convegni, a cui sono intervenuti politici
dei diversi schieramenti dai quali ha sempre ottenuto la promessa di ulteriore interessamento finalizzato ad un più efficace contrasto alla criminalità. Lutti che creano vuoti incolmabili come conseguenza di rapine, pestaggi, stupri e di altri atti di deplorevole
ed ingiustificata violenza. Ciò mette in discussione il nostro stato
di diritto.
Alcuni “esperti” hanno analizzato i dati statistici dei fatti criminosi, come se la sola diminuzione degli stessi fosse di per sé garanzia di sicurezza, senza valutare il grado d’allarme e di pericolo
sociale che determinati delitti infondono nella gente comune.
Altri, per combattere con efficacia ogni forma di criminalità, si
limitano a richiedere un dispiegamento maggiore di Forze di Polizia sul territorio. In realtà il problema viene da lontano ed origina da molteplici cause, alcune delle quali potremmo individuarle
nelle carenze dell’educazione familiare e scolastica, nelle difficoltà d’inserimento nel mondo lavorativo o nel mancato rispetto delle
leggi e delle regole.
La Consap non intende sostituirsi ai politici ma, nello svolgimento del proprio
ruolo non si sottrae alle proprie responsabilità e grida con forza e vigore il
motto “restituiamo sicurezza alla gente”.
Con lo stesso fervore invitiamo questo
governo e le forze politiche ad intervenire con provvedimenti legislativi, per assi-
curare la rapidità dei processi e la certezza della pena, nonché
la maggiore tutela degli operatori di polizia ed un migliore equipaggiamento per gli stessi.
Chiediamo inoltre di sottoporre allo studio alcuni procedimenti
speciali previsti dal C.P.P., affinché vengano esclusi dal beneficio
della riduzione di un terzo della pena, come per l’omicidio,
anche alcuni delitti: rapina, sequestro di persona, violenza sessuale, estorsione, lesioni gravissime, ogni forma di violenza su
minori connessa alla pedofilia, incendio doloso boschivo; proponiamo altresì per detti reati il protrarsi della carcerazione preventiva. La gravità di simili delitti, non può essere sottovalutata, per
privilegiare la celerità dei processi.
Un’ulteriore attenzione chiediamo per l’istituto della misure di
prevenzione e/o di sicurezza da applicare in campo europeo,
allo scopo di addivenire ad una stazione comune che assicuri
che, un condannato per delitto e le persone ritenute pericolose,
siano avviati coattivamente al paese d’origine, stabilendone
tempi e modalità di permanenza in quel luogo, senza escludere
la possibilità dell’espiazione della pena, in caso di condanna, nel
proprio paese, con l’inibizione del reingresso nello stato in cui la misura dell’allontanamento è stata emessa, senza il
nullaosta di quest’utlimo.
Laddove gli stessi soggetti violino le prescrizioni e rientrino nello stato che li ha
allontanati, dovranno essere arrestati,
condannati e riavviati coattivamente
nella loro nazione.
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Consap Magazine 2008
Analisi
Gianni Valeri
Segretario Nazionale con delega ai Ruoli Tecnici
Corso infermieri Polizia di Stato
un’esperienza da ripetere
Grande successo per l’evento formativo dedicato agli
Infermieri della Polizia di Stato svoltosi il 29 marzo u.s.,
che ha avuto tra i principali organizzatori il Dirigente Sindacale Consap, Dott. Maurizio Bellini.
Il concretizzarsi dell’evento, dall’Osservatorio Infermieri
Consap ha visto coinvolti in sinergia il Collegio Provinciale degli Infermieri I.P.A.S.V.I. di Roma ed il Servizio Operativo Centrale di Sanità nella veste del suo Direttore Prof.
Marceca, sempre sensibile alle esigenze formative dei
professionisti infermieri della Polizia di Stato.
L’evento dal titolo “La gestione di un
team infermieristico: strumenti e
metodologie” è stato completamente
gratuito per gli infermieri della Polizia ed accreditato per 7 crediti
ECM, ed ha visto una grande partecipazione con la presenza di personale giunto “a proprie spese” da
ogni città d’Italia.
Probabilmente esplicito sintomo di
gradimento per tale iniziativa.
Il corso ha fornito al personale infermieristico quegli strumenti e metodi
che sono in grado di fare esprimere
al meglio le proprie potenzialità
professionali individuali e di gruppo
dell’intera categoria, necessità che
nasce da un dettato che non può
assolutamente essere trascurato:
offrire un servizio sempre più di qualità al cittadino/utente/poliziotto.
Con l’auspicio di continuare nella direzione intrapresa e
nella speranza che il prossimo evento preveda, per il personale interessato, anche la possibilità di ottenere una
“partecipazione” meno gravosa economicamente (ad
esempio prevedendo la fruizione di un alloggio di servizio), questa O.S. esprime un riconoscente ringraziamento a tutti i promotori ed organizzatori che hanno reso possibile l’evento.
Analisi
Consap Magazine 2008
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Alessandro Patruno
Il Segretario regionale generale
Volanti: figli di un Dio minore!
Purtroppo, Signor Questore, la situazione presso le
Volanti di Verona non è catastrofica, ma allarmante sì. I
numeri parlano chiaro: circa l’80% del personale che
svolge servizio esterno ha chiesto di essere trasferito ad
altro impiego. Questo dato, ovviamente, non è addebitabile al Dirigente dell’Ufficio, che si è sempre distinto verso
il personale con atti leali, trasparenti e corretti. La colpa
di questo malumore e scarso entusiasmo che serpeggia
tra i dipendenti, è da ricercare in una scriteriata e mal
considerata conoscenza del servizio specifico che effettuano le Volanti. Ma veniamo al punto.
Fino a qualche anno fa, il dipendente che voleva arrivare alle Volanti faceva domanda ed il percorso non era
affatto breve, in quanto l’Ufficio in narrativa era, e per
questa sigla ancora è, un ufficio di primaria importanza,
nel quale i più giovani prendevano dimestichezza con i
primi atti di P.G. La cosa permetteva ai più bravi di accedere, con gli anni di esperienza, agli uffici specializzati in
investigazioni, tipo squadra Mobile e Digos. Quindi, l’ufficio Volanti, era il primo gradino per una carriera, per
chi, appassionato del mestiere del poliziotto, voleva poi
finire il suo iter lavorativo in impieghi con un alta competenza giuridica.
Neanche questo dato ci conforta più: i nuovi arrivati, i più
giovani di servizio, appena mettono piede in Questura se
ne guardano bene dal fare domanda di assegnazione
presso l’ufficio in parola, anzi! Appena sentono che aria
tira e che genere di servizi svolgono le volanti, oltre ai già
numerosi e pericolosi impegni di routine, optano per altri
uffici. E noi non possiamo certo biasimare questa loro
posizione. Chi glielo fa fare di svolgere servizi pericolosi,
prendere decisioni che nessuno vuol mai prendere, per
poi doversi ridurre a svolgere servizi umilianti e per di più
di competenza di altri uffici?
La doglianza principale che qui portiamo alla luce, è il
continuo impiego di personale delle Volanti, in materia di
trattamento sanitario obbligatorio. In proposito si segnala l’arrogante e spocchioso comportamento dei sanitari
del reparto di psichiatria dei 2 ospedali di Verona. Non
esitano mai a chiamare il 113: tanto è gratis ! Si sono
verificati episodi in cui si è richiesto l’intervento della
Volante, per fare una puntura ad un paziente che il giorno prima aveva dato uno schiaffo al medico; paziente
psichiatrico ovviamente! Sul posto, la Volante, si è sentita
dire, dal medico legnato il giorno prima, che, relato refero :” gli schiaffi è meglio che li prendete voi, che siete la
forza pubblica “. C’è da encomiare il collega che non ha
proceduto contro il medico, come il paziente, il giorno
prima. Questo episodio è la punta di un iceberg di altri
episodi veramente miserevoli che i dipendenti in parola
sono costretti a patire giornalmente. Poi c’è da segnalare
l’impiego del personale in posti fissi, nel ritiro della posta,
nel notificare atti di competenza di altri uffici, nella progressiva sottrazione di locali, mezzi e uomini. Sinceramente Sig. Questore non manca ne spazio ne tempo per
elencare tutto quello che non và: manca solo la pazienza!
Ora, alla luce di questi dati Le chiediamo di prendere dei
provvedimenti che invertano radicalmente questa desolante tendenza. Questa sigla attende ormai da troppo
tempo di essere convocata, unitamente alle altre sigle sindacali, che vorranno partecipare, quando lo riterrà
opportuno, per proporre delle soluzioni e cercare di
riportare un po’ di entusiasmo al personale ormai da
troppo tempo vessato e mal considerato.
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Analisi
Consap Magazine 2008
Le problematiche del reparto
mobile di Cagliari
Questa Segreteria Provinciale, in data 19 maggio 2008, ha
partecipato ad un incontro svoltosi a Cagliari presso la locale
Questura dove si è disquisito sul G8, in questa occasione era
presente il Vice Capo della Polizia di Stato Prefetto Dr. Nicola
Izzo, il Questore di Cagliari ed altre Personalità.
Durante l’incontro questa O.S. ha evidenziato alcune problematiche storiche che gravano sulla Caserma Carlo Alberto, che
attualmente ospita il XIII Reparto Mobile “Sardegna”, condizioni pressanti che riguardano logistica e gestione delle risorse,
che potrebbero a nostro avviso essere migliorate, in vista del
prossimo G8 che si svolgerà verosimilmente alla Maddalena
nell’estate del 2009.
In quanto nello stesso stabile sussistono diversi uffici della Polizia di Stato, i quali per proprie ragioni hanno esigenze totalmente differenti. Per esempio la cogestione degli alloggi tra la
Questura e il Reparto Mobile, crea notevoli disagi sia per la
mancanza di posti letto, sia per la necessità di ospitare da
parte del Reparto il personale ivi aggregato.
I vari uffici presenti nella medesima struttura dal magazzino
Veca Regionale e Provinciale, dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, dall’Ufficio Amministrativo Contabile, dall’Ufficio Sanitario della Questura di Cagliari e il già citato Reparto
Mobile, senza dimenticare le varie Segreterie Sindacali, delle
quali alcune hanno visto negarsi idonei spazi per mancanza
degli stessi, appare evidente che le esigenze logistiche dei vari
uffici su menzionati non possono essere racchiusi in un’area
quale quella della Caserma Carlo Alberto, la quale non dispone, né di spazi sufficienti ed idonei ad ospitare le armerie dei
diversi uffici (attualmente i locali adibiti ad armeria non rispettano i parametri previsti per questo tipo di locali), i magazzini
dei vari Uffici Veca (Regionale, Provinciale e di Reparto),
manca un’ idoneo spazio per il parcheggio degli autoveicoli
della Polizia di Stato. L’area immaginata da adibire ad officina, attualmente si trova nella stessa area prevista per i parcheggi dei veicoli di Reparto e di locali per la conservazione
del materiale in dotazione in carico al Veca del Reparto Mobile di Cagliari. Proprio questi materiali assegnati all’Ufficio
Veca, anche se nuovi e mai usati, sono custoditi in ambienti ritenuti inidonei, insalubri e pericolanti, dove si deteriorano rendendoli inutilizzabili, oltre a ciò il transito del personale addetto a tale ufficio non può che essere limitato al tempo strettamente necessario per svolgere mansioni di assegnazione, trasporto, carico e scarico.
Inoltre si è voluto mettere in evidenza una questione che per
qualcuno può sembrare di minore rilevanza, ma per il Reparto
Mobile fondamentale, la mancanza di spazi idonei per svolgere le esercitazioni previste di tecniche operative in particolare
nell’ordine pubblico per l’addestramento del personale, oltrechè una vera e propria palestra, attrezzata come tale, visto che
allo stato attuale è presente solo un’area molto esigua che
potrebbe essere predisposta e pensata come futura palestra,
ma viene attualmente adoperata quale unica area addestrativa
evidentemente insufficiente alle esigenze, oltretutto senza alcuna struttura di supporto. Questa O.S. quindi si è occupata e si
sta occupando di individuare per poi segnalare agli Organi
competenti una struttura già esistente o di nuova costruzione da
riservare al XIII Reparto Mobile “Sardegna”.
In questa occasione sono state promosse due tra le più plausibili e di basso costo per l’Amministrazione. La prima l’Ex Procura Militare, che fra breve tempo andrà in disuso, situata in
via Buoncammino e attaccata alla struttura del Reparto Mobile,
la seconda situata in località Monte Urpinu ex deposito carburanti dell’aeronautica militare, che dispone di ampi spazi in
previsione della costituzione di un centro Polifunzionale e logisticamente più apprezzabile.
Sergio Randazzo
Analisi
Consap Magazine 2008
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Centro ascolto Consap: un servizio
al servizio di chi fa servizio
Carissimi colleghi
Il centro ascolto Consap è nato grazie alla volontà del Segretario
Nazionale Giorgio Innocenzi, e alla disponibilità, all’impegno e
alla professionalità di un pool di psicologi appartenenti alla Polizia
di Stato i dottori Micaela Scagliano, Fulvio Perilli, Giovanni Iaquinta e Giovanni Nicoletti.
A circa tre mesi dalla sua nascita ha riscosso un successo inaspettato, segno che c’è un crescente bisogno da parte di donne ed
uomini della Polizia di Stato di essere ascoltati e compresi, come
persona e non solo come poliziotto. In questi mesi la nostra mail è
stata bombardata, i colleghi hanno inviato le loro richieste. Con il
consenso degli interessati, in maniera del tutto anonima, pubblichiamo alcune domande che ci hanno posto, con le relative risposte, che
riteniamo utili per la stragrande maggioranza dei colleghi.
Giovanni Iaquinta
Depressione
D: A volte mi capita di sentirmi sotto pressione anche in assenza di una causa vera
e propria. Come faccio a capire se sono stressato? E quali rimedi ci sono per sentimi meglio?
R: La sensazione che descrivi è chiaramente una reazione allo stress. Ci sentiamo
“stressati” quando l’ambiente di lavoro e/o familiare ci sottopone ad una serie di
richieste che eccedono le nostre possibilità del momento di soddisfarle. Ma lo stress
può insorgere anche quando ci troviamo a svolgere per lungo tempo un lavoro che
davvero non ci piace o non ci soddisfa, o quando siamo costretti ad un contatto prolungato con colleghi o superiori con i quali non andiamo affatto d’accordo, o anche
quando i turni di lavoro sono molto faticosi (per es. i turni in quinta). La lista, ovviamente, non si esaurisce qui, ma puoi già comprendere come le cause che ci portano
allo stress siano pressoché infinite.
Allora possiamo reagire con tutta una serie di sintomi che costituiscono il primo
campanello d’allarme per premere il freno: possiamo avere continui mal di testa,
problemi ad addormentarci o ricorrenti risvegli notturni. Anche alcune nostre importanti capacità cognitive quali la concentrazione e la memoria possono risentire di
questo stato di cose. Per non parlare, poi della sensazione di apatia che ci assale,
facendoci sentire sempre stanchi e demotivati ad affrontare qualsiasi attività.
Cosa fare, allora, se riscontriamo su noi stessi alcuni di questi sintomi e, in particolare, se non possiamo tirarci indietro dagli impegni quotidiani? Innanzitutto ti consiglio di monitorarti: spesso, quando ci sentiamo sotto pressione, non siamo in grado
di circoscrivere il problema, di comprendere, cioè, se la fonte principale del nostro
stress provenga dalla famiglia, dal lavoro o abbia altre cause. Fai così: appuntati brevemente: 1) i tuoi sintomi (per es. mal di testa, stanchezza, tensione muscolare ecc.);
2) l’orario; 3) il luogo, l’attività che stavi svolgendo e con chi eri; 4) cosa hai provato (per es. “mi sentivo arrabbiato”); 5) e, infine, cosa hai fatto per staccare la spina
e sentirti un po’ meglio (per es. “ho preso un caffè al bar”). Questo semplice registro
sarà un prezioso strumento che ti aiuterà ad individuare il problema con maggiore
precisione e ti farà scoprire i metodi che già utilizzi da solo per allentare la tensione. A questo punto devi imparare a rilassarti: esistono moltissimi libri divulgativi,
reperibili in qualsiasi libreria, che ti insegnano a farlo e con un po’ d’applicazione
riuscirai ad appropriarti della tecnica.
Ma a volte per gestire il proprio stress questi semplici metodi non bastano. Ti invito
per questo a non indugiare a contattarci per trovare insieme una strategia su misura
per te.
Centro ascolto consap D.ssa Micaela Scigliano
Attacchi di panico
D: Svolgo servizio di pattuglia da alcuni anni e credo di aver vissuto la maggior
parte degli eventi che possono accadere in una grande città, sia in ore notturne
e sia in ore diurne. Mi ha allarmato molto un intervento svolto per un passante
in strada colpito da malore che poi abbiamo seguito in ambulanza fino in ospedale. Viste le condizioni di quel signore, pensavo che fosse un problema grave
di cuore e con mia sorpresa i sanitari ci hanno poi detto che si trattava di un
attacco di panico. Mi sono rallegrato per il signore, ma da voi vorrei sapere che
cosa è un attacco di panico e come noi operatori di polizia possiamo aiutare la
persona colpita.
R: Caro collega, ti ringrazio per aver posto il quesito e sono felice di risponderti poiché sono sempre più diffusi tra la popolazione disturbi di questo tipo che
possono essere presenti e inquadrati tra i disturbi d'ansia.
Innanzi tutto l'Attacco di Panico è solitamente e per fortuna, un evento che non
si ripete molto frequentemente, ma visto che avviene come un fulmine a ciel
sereno, si può vivere nell'angoscia che esso si ripresenti; pertanto si inizia ad
evitare i luoghi aperti o chiusi, alti o situazioni sociali particolari.
Le sensazioni che sperimenta il soggetto colpito sono come un improvviso stato
di terrore e una serie di correlati psicofisiologici caratteristici dell'ansia che raggiungono il loro picco massimo, secondo la letteratura in materia , in circa dieci
minuti.
I sintomi possono essere: tachicardia, sudorazione, tremori fini o grandi scosse,
dispenea, sensazioni di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi
addominali, sensazioni di sbandamento, testa leggera o svenimento, sensazione
di irrealtà o di essere distaccati da se stessi (derealizzazione e depersonalizzazione), paura di perdere il controllo o impazzire, paura di morire, formicolio o
torpore (parestesie), brividi o vampate di calore.
Come avrai potuto notare la sintomatologia osservabile è soprattutto organica e
assomiglia molto a ciò che avviene nelle prime fasi di un infarto, ma approfondimenti medici differenziano subito le due situazioni. Pertanto è sempre necessario l'intervento medico per escludere effettivamente problemi di natura cardiovascolare.
Dopo la fase acuta, solitamente e se non siamo in presenza di altri disturbi più
gravi di natura psicotica, il soggetto riprende subito contatto con la realtà e ciò
lascia un buon margine di intervento da parte dei soccorritori che possono tranquillizzare la persona e rendere l'attesa dei soccorsi più tollerabile.
Si può, ad esempio, con il consenso della persona, dare un contatto rassicurante, mantenendo al contempo contatto con gli occhi del soggetto; spesso la respirazione della persona “appanicata” è molto veloce e chiedere di prolungare l'espirazione, magari facendo da esempio, spesso la regolarizza riducendo conseguentemente altre sensazioni corporee.
Come evento in se, l'attacco di panico è presente in diversi disturbi d'ansia e
spesso avviene in concomitanza ad eventi stressanti o separazioni dolorose
dalle figure significative, lutti o rottura improvvisa di legami; più semplicemente in concomitanza a momenti di fragilità con i quali siamo soliti a prendere le
distanze in nome di un efficentismo senza limiti.
Pertanto se ciò può rassicurarti il tuo “passante”, attraverso trattamenti psicoterapeutici, anche in aggiunta a quelli farmacologici, può venire fuori dal suo problema e non aver più paura di quello che è stato definito anche come “un miraggio (terrorizzante) della mente”
Inoltre, in Italia, operano molte associazioni no profit che promuovono l'importanza dell'aiuto e confronto tra persone che hanno vissuto lo stesso problema.
Spero di aver risposto alla tua domanda e non esitare a contattarci nuovamente
se hai altri quesiti da o richieste da fare.
Centro ascolto Consap Dott. Fulvio Perilli
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Consap Magazine 2008
Attività
Un’idea per valorizzare il 5 per mille
In Italia si va diffondendo la cultura della donazione, le organizzazioni non profit a seguito dei problemi connessi con le
difficoltà dei bilanci statali, hanno necessità di svolgere campagne di raccolta fondi in considerazione delle funzione di
supplenza della Pubblica Amministrazione che esse ricoprono.
Da un’indagine dell’istituto Italiano per la Donazione e dell’Eurisko, il valore stimato delle donazioni ha raggiunto 3,5 miliardi di euro e nei prossimi cinque anni è previsto un consistevole aumento di tale quota. Nell’ultimo anno si può dedurre dall’indagine che circa il 30% degli italiani abbiano fatto una
donazione a enti non profit, il 3% dei quali a favore dei portatori di handicap. La categoria dei pensionati ha contribuito
per il 35% mentre le imprese sono arrivate al 36%. Le motivazioni della donazione sono essenzialmente la condivisione del
principio di solidarietà, la conoscenza diretta delle organizzazioni no profit, ma non sono mancate motivazioni di ordine
fiscale connesse alla possibilità di dedurre dal reddito i contri-
buti donati.
La Consap sulla base della conoscenza che ha dell’Assohandicap onlus e delle persone che la promuovono, è intervenuta
alla posa della prima pietra della casa di solidarietà nella cittadina romana di Marino, il sindacato era rappresentato dal
Segretario Nazionale Elisabetta Ricchio alla cerimonia è intervenuto il vescovo di Albano Semeraro.
La Segreteria Generale ha inoltre deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione verso gli iscritti, affinché coloro che
vogliono possano destinare il 5 per mille della denuncia dei
redditi verso l’Assohandicap onlus, che si occupa del reinserimento nel tessuto sociale e del sostegno morale e civile dei cittadini disabili. Un invito che viene rivolto ad una categoria,
quella di poliziotti, che, statistiche alla mano, appare come
una delle più sensibili verso il disagio sociale, impegnandosi in
prima linea con attività di volontariato ed anche contribuendo
economicamente alle attività delle organizzazioni no profit.
Attività
Consap Magazine 2008
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Assohandicap onlus posa la prima
pietra per il centro di riabilitazione
Da circa un quinquennio stiamo combattendo per realizzare una casa residenza dove i disabili possano soggiornare
e ricevere un’adeguata attività di patronato. Dopo aver
realizzato un centro di riabilitazione, una casa per i soggiorni marini, un centro polispecialistico, un centro botanico e un negozio dove i disabili possano svolgere una proficua azione di recupero e reintegrazione nel tessuto sociale, un nostro sogno è quello di dare una casa residenza ai
nostri ragazzi, specie quando i genitori non ci sono più.
Dopo mille lungaggini burocratiche, siamo riusciti ad
avere licenza edilizia e finanziamento ed i lavori avranno inizio. Creeremo una struttura con più di sei mila mq,
con settore riabilitazione, soggiorno, piscina e piccolo
teatro. L’impegno è stato grande, ma finalmente abbiamo
il piacere di informare la cittadinanza che la costruzione
ha avuto inizio. Ci occorre il vostro sostegno affettuoso e,
se possibile, di carattere finanziario. Garantisce la nostra
serietà e l’attiviità ultraventennale a favore dei disabili,
nonché un nome di prestigio quale quello del Presidente
Emerito della Repubblica Italiana, che ha voluto diventare il nostro presidente onorario. (per gentile concessione
di Amico 2000 periodico dell’Assohandicap onlus)
Alessandro Moretti
Presidente Assohandicap
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Attività
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Reato di oltraggio, la tappa di Novara
Prosegue la campagna nazionale della Consap per il ripristino del reato di oltraggio a pubblico ufficiale. A Novara, in
piazza Matteotti, davanti alla prefettura, la Segreteria Provinciale della Consap ha organizzato una raccolta di firme
per il ripristino del reato di oltraggio a pubblico ufficiale.
Un altro tassello verso lo sbocco dell'iniziativa di livello
nazionale, che sfocierà con la presentazione di una petizione al parlamento ai sensi dell'articolo 50 della costituzione
della repubblica italiana. Alla raccolta nel novarese hanno
aderito numerosi cittadini ed alcune autorità locali, tra cui il
sindaco di Novara Massimo Giordano, l'assessore comunale Giovanni Rizzo e l'assessore provinciale Paola Turchelli.
Fra gli aderenti alla petizione anche il senatore Luigi Bobba
che nei giorni che hanno preceduto l’iniziativa ha inviato un
documento agli organizzatori testimoniando ampia solidarietà con il sindacato per la lodevole iniziativa, lo stesso il
giorno della raccolta si è recato in Piazza Matteotti ed ha firmato la petizione della Consap.
Il Sindaco di Novara Massimo Giordano firma la petizione popolare. Nella foto da sinistra il Seg. Prov. Gen. di Novara Elisa Capuano, il Seg. Reg. Cristiano Valentini e l’Assessore Giovanni Rizzo.
L’Assessore Provinciale alla provincia di Novara Paola Turchelli
firma la petizione popolare.
Pescando nella solidarietà
Grande successo per la sesta edizione della gara di pesca
interforze organizzata dalla Segreteria Provinciale della
Consap di Reggio Emilia.
Pescatori professionisti di tutta la regione hanno partecipato
alla gara, dando lustro all’evento che ha consentito la raccolta di una cospicua somma di denaro che la Consap ha
devoluto all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla onlus.
Al termine della manifestazione la Consap rappresentata dal
Segretario Generale Provinciale di Reggio Emilia Ciro Perna
ha consegnato la somma raccolta nelle mani della presidente della sezione locale dell’Aism Carla Gorini Barilli.
Attività
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La vertenza Prato al vaglio della
Segreteria Generale
Riunione della Segreteria Provinciale della Consap di Prato, per trattare le questioni legate a: parco autoveicoli, distribuzione armi e
materiali per le pattuglie, vigilanza ai fermati/arrestati e agli ingressi, alloggi di servizio, ufficio immigrazione, mobilità interna e straordinari emergenti.
All’incontro hanno preso parte il Segretario Generale Provinciale
Mauro Stefanelli, il Segretario Generale Regionale Fabio Comparini ed il Segretario Nazionale Pietro Taccogna. Prato a fronte di una
crescita abitativa mantiene un rapporto cittadini - operatori insufficiente, il tutto appesantito dal radicamento di cittadini stranieri in
prevalenza cinesi: situazione che determina carenze in tutti i settori
di polizia, primo fra tutti il pronto intervento.
Sui temi specifici si lamenta un usura eccessiva dei mezzi a disposizione la Consap ha torvato piena disponibilità del Questore per
perorare l’invio di automezzi nuovi. L’inadeguatezza della sala fermati, espone sia i colleghi che i fermati a disagi, che potrebbero
essere strumentalizzati politicamente, qualora non vi si ponga riparo; si è sollecitata lo sgravio del capoturno della responsabilità su
ritiro materiale ed armamento di reparto; evidenziate stranezze nell’ambito della mobilità interna cosi come in tema di straordinario
“pseudo” emergente.
Un capitolo a parte, su forte richiesta dei numerosi intervenuti all’assemblea, è stato riservato agli alloggi di servizio collettivi, locali che
la delegazione della Consap ha visitato definendoli “in condizioni
non tanto diverse da luoghi di reclusione”, muri marci, servizi igienici indecenti, rischio di crollo dei solai. Altre tematiche trattate
hanno riguardato le mense, l’uniforme. Tutto questo materiale raccolto dalla delegazione sindacale, sarà analizzato in sede di Segreteria Nazionale allo scopo di individuare le opportune forme di
rivendicazione che possano favorire un dialogo con le amministrazione competenti allo scopo di individuare possibili soluzioni, cosi
come caldeggiato con forza dai partecipanti all’assemblea.
Intitolazione di una caserma
a Giuseppe Scialdone
La Sottosezione della Polizia Stradale di Pignataro Maggiore è stata
intitolata al sacrificio dell’appuntato Giuseppe Scialdone. La cerimonia ufficiale si è tenuta presso la sede del 6° tronco di Cassino
alla presenza della vedova Nicolina Scialdone e dei figli Claudio e
Sergio. L’appuntato Giuseppe Scialdone morì all’età di 47 anni nell’adempimento del dovere. Alla toccante cerimonia di intitolazione
erano presenti le autorità locali, i dirigenti ed i colleghi dell’eroico
cittadino pignatarese, anche il nipote Ugo Scialdone poliziotto del
reparto Volanti di Roma e dirigente sindacale della Consap che nel
ringraziare per iniziative come queste “che fanno aumentare la fede
di essere poliziotto”, ha dedicato al sacrificio del caro parente questa poesia. Una macchia di sangue sul viscido asfalto/ amara realtà di una vita finita/ cristalli di lacrime su volti angosciati/ tu, che
hai sfidato la morte per volere della patria/ tu che non hai mai
abbandonato la fede di essere poliziotto/ tu, che non hai mai desi-
derato medaglie ed applausi, ma solo coraggio/ rimarrai per sempre un esempio di…amore, forza e coraggio.
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Attività
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Massimo Vergati eletto a Perugia
riparte l’azione della Consap
Si è svolto a Perugia, presso la Sala Riunioni della Questura, il 3° Congresso Provinciale Consap, brillantemente
organizzato dal Segretario Generale Regionale, Antonio
Errico e dal Dirigente Nazionale per gli Istituti d’Istruzione, Paolo Fazan.
I lavori congressuali, svoltisi, sotto la presidenza del
Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi,
hanno visto l’elezione all’unanimità del nuovo Segretario
Generale Provinciale, Massimo Vergati e di tutti gli organismi statutari.
Prima della votazione, che avrebbe dovuto designare, la
nuova squadra della Segreteria Provinciale e il collegio
dei sindaci, i partecipanti alla riunione avevano dibattuto
le tematiche di maggiore interesse per il personale sia in
ambito nazionale che locale, inquadrate in un contesto
che ha ridisegnato la controparte pubblica a livello politico come diretta conseguenza del voto.
La platea dei delegati a congresso, ha mostrato di condividere, tutte le preoccupazioni per una categoria professionale, che in questi ultimi anni è stata particolarmente
bersagliata dai tagli di spesa, che ne hanno pregiudicato
l’operatività. Nel percorso delineato che la Consap intende percorrere per restituire dignità a tutto il comparto
sicurezza, figura l’impegno da attuare per le future rivendicazioni contrattuali improntato al tentativo di restituire
alle spese della sicurezza un carattere di investimento sul
futuro dei cittadini, che subiscono l’aggressione malavitosa senza che le Forze di Polizia possano farvi fronte con
efficacia a causa della diffusa carenza di personale e
mezzi ma anche di un condivisibile calo di motivazione
prodotto da vertenze contrattuali che non hanno permesso di incassare il perduto potere d’acquisto nei confronti
dell’inflazione. La demotivazione professionale degli operatori della Polizia di Stato è un tema del quale il nuovo
governo - a parere della Consap - dovrà farsi carico per
non tradire la plebiscitaria fiducia dei cittadini che hanno
portato nell’urna tutta la rabbia per l’impotenza del
governo e della stesa magistratura contro il crimine.
Sul tappeto anche il tema del riordino delle carriere anche
in considerazione che, fra le file del Popolo della Libertà
figurano molti “traditori” che durante il terzo governo Berlusconi impedirono l’approvazione del provvedimento, cosi
come sarà pressante l’azione per definire un nuovo patto
per la sicurezza che non si riveli una “bufala” come quello
siglato dal governo uscente nel luglio scorso.
Al momento della votazione i delegati hanno dato fiducia
all’unanimità alla lista n.1 del consiglio provinciale ed al
collegio dei sindaci indicato, avviando successivamente il
voto per la composizione della Segreteria Provinciale affidando a Massimo Filippo Vergati, in forza alla Questura
di Perugia, la carica di Segretario Generale Provinciale
del capoluogo di regione umbro.
Al termine del congresso una ristretta delegazione composta da componenti della Segreteria Provinciale e della
Segreteria Nazionale ha incontrato il Questore Arturo De
Felice. Prima di lasciare l’assemblea il Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi ha rassicurato la neo
eletta segreteria provinciale circa il sostegno nazionale
ad interventi mirati decisi a livello locale al fine di consentire a Perugia di tornare a cresce a livello di consensi.
Elisabetta Ricchio
SEGRETERIA PROVINCIALE
Vergati Massimo Filippo
Zicavo Michele
Lorenzi Severo
Mariani Fabrizio
Cipriani Claudio
Petroni Maurizio
Segretario Generale Provinciale
Segretario Provinciale
Segretario Provinciale
Segretario Provinciale
Segretario Provinciale
Segretario Provinciale
COLLEGIO DEI SINDACI REVISORI
Presidente
Moretti Paolo
Raffaelli Marco
Sindaco
Gargano Antonio
Sindaco
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