www.consap.com - [email protected] CONFEDERAZIONE SINDACALE AUTONOMA DI POLIZIA Periodico ufficiale nazionale della Consap anno X luglio 2008 (foto Moretta) S I N D A C AT O M A G G I O R M E N T E R A P P R E S E N TAT I V O D E L L A P O L I Z I A D I S TAT O Riordino e contratto le nostre priorità Convegno: nasce la costituente dei sindacati autonomi 2 Editoriale Consap Magazine 2008 di Giorgio Innocenzi Segretario Generale Nazionale Consap Editoriale Governo Berlusconi IV: riordino delle carriere e contratto le nostre priorità Il nuovo governo dovrà tenere fede agli impegni assunti, in tema di sicurezza, nel corso della campagna elettorale. Nel primo consiglio dei ministri, tenuto a Napoli, il governo ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza, costituito da sei provvedimenti: un decreto legge e un disegno di legge in materia di sicurezza, a cui si aggiungono, tre decreti legislativi correttivi, sui ricongiungimenti familiari degli stranieri, sul riconoscimento dello status di rifugiato e in materia di libera circolazione dei cittadini comunitari, nonché un disegno di legge sulla banca dati nazionale del DNA. Provvedimenti, giusti e sacrosanti, invocati da tempo dalla pubblica opinione, che pretende risposte concrete e immediate contro la criminalità. Purtroppo, in quella sede, non è passato anche per le forze di polizia, chiamate in questo periodo ad un’accresciuta azione di prevenzione e repressione dei reati, il provvedimento di detassazione degli straordinari. La Consap, nel silenzio di altre organizzazioni c.d. auto- SICUREZZA: CONSAP, GOVERNO HA CUCINATO UN PIATTO INDIGESTO Roma, 24 giu. - (Adnkronos) - «Un piatto indigesto quello che il governo ha cucinato per la nostra sicurezza». Lo sostiene la Consap, Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia convocata oggi a Palazzo Chigi, insieme a tutto il comparto sicurezza e difesa per l'esposizione del piano economico di stabilizzazione triennale varato dall'esecutivo. «Per il comparto sicurezza sono previsti 800 milioni di euro in meno, mentre è già operativa una direttiva che impone una diminuzione generalizzata del 20% delle ore di straordinario. Questo -dice il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi- non coincide con le aspettative e le necessità del settore sicurezza che con il precedente governo Prodi aveva già perso circa un miliardo e mezzo». «La richiesta che verrà illustrata all'Esecutivo durante l'incontro -rileva la Consap- verte sui seguenti punti: fondi economici per il riconoscimento della specificità professionale alfine di svincolare il comparto dal pubblico impiego; sospensione dei tagli previsti; l'immediato avvio delle procedure per il riordino delle carriere con un piano di spese che si sviluppi nell'arco di 3/4 anni». «Apprezziamo la promessa del governo di far gravare i tagli su i settori paralleli dei ministeri Interno e Difesa -conclude Giorgio Innocenzi- ma il governo Berlusconi ha ereditato un settore in crisi, senza soldi per la benzina e per la manutenzione ordinaria, senza mezzi e con uffici privi di tutto, e tale situazione non si modificherà neppure qualora riuscissimo ad ottenere lo stop ai tagli. Non era certo questo quello che era stato promesso agli italiani in campagna elettorale». Editoriale nome, ha duramente stigmatizzato l’ingiustificata esclusione del personale di polizia dal provvedimento. La possibilità di risparmiare fino a 3.000 euro l’anno, per chi vive di stipendio e guadagna circa 1300/1400 euro al mese, sarebbe stato un segnale importante e motivante, per una categoria, oltremodo penalizzata, sotto il profilo economico e normativo. La motivazione addotta, che si sarebbe trattato di un provvedimento sperimentale per circa 6 mesi, e che l’inclusione, dovrebbe avvenire, con la prossima riforma della pubblica amministrazione, non regge e non è assolutamente accettabile. Per risolvere questo spiacevole inconveniente, la Consap si è immediatamente attivata, per modificare il provvedimento, in commissione lavoro della Camera dei Deputati. La dimensione della vittoria del centrodestra nelle elezioni politiche e poi nei ballottaggi alle amministrative, a cominciare da quello di Roma, apre un nuovo scenario nel quale il tema della sicurezza assumerà una rilevanza strategica. In questa nuova situazione, dove alcune organizzazioni risulteranno appiattite sulle decisioni governative ed altre strumentalmente, ricercheranno, forme di conflitto preventivo, la Consap dovrà stare in campo con serietà ed autonomia assoluta, ma soprattutto con la consueta capacità di porre in evidenza i temi sociali più rilevanti per la nostra categoria, riservandosi di valutare le proposte e le scelte del governo concretamente nel merito. Le priorità restano, per la Consap, lo stanziamento delle risorse necessarie per dare avvio al riordino delle carriere di tutto il personale, la riapertura del confronto sulla destinazione delle risorse destinate al patto per la sicurezza e l’integrazione di quelle insufficienti stanziate dal governo Prodi per il rinnovo contrattuale 2008-2009. Consap Magazine 2008 3 Incontro con il sottosegretario Mantovano La Consap ha incontrato il sottosegretario all’Interno con delega alla polizia, Alfredo Mantovano per l’esame dei contenuti del pacchetto sicurezza, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. La nostra organizzazione, dopo aver duramente stigmatizzato l’esclusione dei poliziotti dal beneficio della detassazione degli straordinari, ha invitato il sottosegretario al rispetto degli impegni formalmente assunti per la realizzazione del riordino delle carriere di tutto il personale, la riapertura immediata delle trattative sul contratto di lavoro e la ripartizione dei fondi del patto sicurezza, ammontanti a circa 200 milioni di euro, per l’incremento del ticket- buono pasto e per l’adeguamento dell’importo dell’ora di straordinario all’ora di lavoro ordinario. I fondi residui, ammontanti a circa 40 milioni di euro, potrebbero così essere spalmati sull’indennità pensionabile o sull’assegno di funzione del personale. 4 Sommario Consap Magazine 2008 ANNO X, NUMERO III MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO 2008 Periodico ufficiale nazionale della CONSAP aderente alla Confederazione delle polizie europee EUROCOP Sommario Gli inserti del Consap Magazine L’uso legittimo delle armi (in dotazione) da parte degli appartenenti alle forze di polizia EDITORIALE Governo Berlusconi IV: riordino delle carriere e contratto... Cenni normativi, tecnico-operativi e deontologici 2 PRIMO PIANO a cura di Antonino Errante Parrino INSERTO PAGINE CENTRALI IN EVIDENZA 156 anni al servizio della collettività: riflettori sulla festa della Polizia 5 Corso di formazione quadri organizzato dalla Segreteria Regionale del Lazio Cambio al Viminale, Roberto Maroni nuovo ministro dell’interno 9 IL TESTIMONE - Il G8 di Genova dall’obiettivo di una fotocamera Nikon... Conferenza di Organizzazione: delineate le strategie... 10 Ancora G8 in Italia, iniziato il confronto per l’appuntamento della Maddalena 24 27 30 CONVEGNO Fioriti recita il de profundis del Sap... 13 Ispettorato P.S. Palazzo Chigi a colloquio con il dirigente 32 Ritorno… al futuro l'autonomia dei sindacati di polizia 16 I morti della Polizia, non sono vittime del lavoro? 34 L'autonomia dei sindacati di Polizia è ancora possibile! 17 Reparto Mobile Calabria la proposta Consap approda al Dipartimento 35 La politica spinge ma la Polizia è in brache di tela 36 L’INTERVENTO Strage stradale, obiettivo del 2008 un milione di controlli 18 La Consap incontra il Vice Capo della Polizia Nicola Cavaliere 37 Associazione delle vittime, manca una figura politica di riferimento 22 Bush in Italia: Consap, “amministrazione e questura evitino disservizi” 38 DIRETTORE POLITICO Giorgio Innocenzi DIRETTORE RESPONSABILE Massimo D’Anastasio • SUPERVISORE PER LA FOTOGRAFIA Francesco Moretta REDAZIONE Via Nazionale, 214 - 00184 Roma - tel. 06.47825541 r.a. - fax: 06.47825538 Registrazione Tribunale Civile di Roma - n. 542 dell’1.11.1999 • Grafica e impaginazione Mediaservizi • Stampa Romana Editrice • Tiratura 15.000 copie Primo piano Consap Magazine 2008 5 156 anni al servizio della collettività: riflettori sulla festa della Polizia Un impegno che si rinnova ogni anno, nel desiderio di celebrare l’anniversario della nascita di un’istituzione sempre più vicina al cittadino e alle sue esigenze; motivo per cui, spiega il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, da qualche anno a questa parte, la festa viene celebrata in piazza, ed è aperta a tutti coloro che vogliono conoscere più da vicino il lavoro di uomini e donne della Polizia di Stato e i mezzi attraverso i quali svolgono la loro attività. Per la cerimonia inaugurale tenutasi nella splendida cornice di Piazza del Popolo a Roma, che si è potuta seguire anche attraverso le diret- te Rai e Sky, erano presenti le massime cariche dello Stato. Sul palco magnificamente allestito dall’organizzazione composta da personale della Polizia di Stato, tre sedie erano riservate ai vertici della Repubblica Italiana: il Capo dello Stato Giorgio Napolitano con i neo eletti presidenti dei due rami del Parlamento, quello del Senato Renato Schifani e quello della Camera Gianfranco Fini. Una delle prime uscite pubbliche anche per i vertici del governo, con in prima fila il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il ministro dell’Interno Roberto Maroni; ma fra i posti del palco centrale sono 6 Consap Magazine 2008 stati notati quasi tutti i ministri del governo, senatori, onorevoli nonchè il sindaco di Roma, il governatore della Regione, il prefetto e il questore della capitale e rappresentanti ai massimi livelli di tutte le Forze di Polizia che insieme alla Polizia di Stato collaborano per garantire la sicurezza nel nostro Paese. Primus inter pares il Capo della Polizia Prefetto Antonio Manganelli, al quale il cerimoniale delle Festa ha riservato quest’an- Primo piano no anche una manifestazione particolare su corso Vittorio Emanuele ad Avellino, sua città natale. Il palco si gremiva fin dalla prima mattinata, a conferma di un rinnovato rapporto di fiducia nell’istituzione, e anche il pubblico, purtroppo confinato molto a margine della kermesse, faceva sentire il suo calore verso gli uomini che lavorano per la loro sicurezza. Il momento più toccante e fonte di una serie di applausi spontanei Primo piano e il triste ma galvanizzante, cerimoniale della consegna di onorificenze e ricompense: la medaglia d’oro al Valor Civile alla bandiera della Polizia conferita per l’attività prestata dal personale del Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili nazionali nella lotta a tutte le espressioni della criminalità; Medaglia d’oro al Merito Civile al brigadiere Luigi Carluccio artificiere perito in azione nel 1981 a Como, la medaglia è stata ritirata dal figlio anch’egli poliziotto; Medaglia d’Oro al Merito Civile alla Memoria all’assistente Gerardo Manzo perito a Salerno durante un inseguimento, la medaglia è stata ritirata dalla moglie; Medaglia d’Oro al Valor Civile al Sovrintendente in quiescenza Alessandro Deidda, intervenuto in quel di Tarquinia per portare aiuto a seguito di un incidente stradale; Medaglia d’Oro al Valor Civile all’Assistente Capo Andrea Defranza, che a Venezia nel dicembre di due anni fa si prodigò per contenere gli effetti di un incidente stradale che aveva coinvolto un autocisterna carica di gas; Promozione per Merito Straordinario al Dirigente Superiore Piero Angeloni ed al Primo Dirigente Cono Incognito che hanno indagato e proceduto all’arresto del boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, il 5 novembre scorso in masseria agro di Giardinello a Palermo; promozione per merito straordinario al Vice Questore Aggiunto Consap Magazine 2008 7 Fabio Catalano distintosi per l’arresto di un pericoloso latitante della ‘ndrangheta avvenuto a San Luca nel dicembre del 2006; ultimi ad essere premiati gli atleti delle Fiamme Oro Assistente Capo Francesco D’Aniello e l’Assistente Daniele Di Spigno che hano conquistato la medaglia d’oro ai campionati mondiali di tiro svoltisi a Larnaca nell’isola di Cipro, all’Assistente Roberto Cammarelle e l’Assistente Clemente Russo per la vittoria ai campionati del mondo di pugilato di Chicago, conquistando rispettivamente i titoli della categoria super massimi e massimi. Al termine della premiazione la Polizia di Stato ha organizzato una spettacolo di abilità con protagonisti le moto della Polizia Stradale ed i purosangue del Reparto a Cavallo, l’esibizione si conclusa con un’applauditissima piramide umana, 31 operatori, uomini e donne della Stradale, su 5 moto, che hanno percorso la circonferenza dell’obelisco centrale della piazza, salutati dall’applauso crescente della gente. Poi il Capo della Polizia ha visitato gli stand allestiti sulla piazza dando così un virtuale start alla pacifica invasione dei cittadini. Da quel momento e per tre giorni gli stand dedicati ai reparti, alle specialità, alle sale operative sono stati visitati dalla gente. Francesco Mandarino 8 Consap Magazine 2008 Primo piano Foto di Francesco Moretta Il Segretario Provinciale della Consap Pensionati Aniello Russo, il Segretario Provinciale della Consap di Roma Francesco Paolo Russo ed i ragazzi/e dello Sco, ringraziano il Capo della Polizia Prefetto Antonio Manganelli per la stupenda giornata trascorsa, durante la visita dello stesso presso la sede del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato a seguito della medaglia d’oro conferita allo Sco. Primo piano Consap Magazine 2008 9 Cambio al Viminale, Roberto Maroni nuovo ministro dell’interno Dalle 17 dell’8 maggio scorso, il Ministero dell’Interno ha un nuovo capo l’esponente della Lega Nord onorevole Roberto Ernesto Maroni è nato il 15 marzo 1955 a Varese. Per l’avvocato lombardo si tratta di un ritorno visto che ha già ricoperto l’incarico di Ministro dell’Interno nel primo governo Berlusconi, anche rimase insediato al Viminale meno di un anno da maggio 94 a gennaio 95. Roberto Maroni ha cominciato la sua carriera politica all'inizio degli anni '80, folgorato dalla personalità e dalle idee politiche del leader dell'allora Lega Lombarda Umberto Bossi. E’ stato dal 1990 al 1993 segretario provinciale della Lega Nord di Varese per poi diventare consigliere comunale della città lombarda, vero "enclave" della Lega di Bossi. Il suo battesimo di fuoco alla Camera dei Deputati avviene nel 1992, poi coronato dall'elezione a presidente dei deputati della Lega nord. Nel 1996 e nel 2001 viene confermato deputato e, durante il secondo e il terzo Governo Berlusconi, viene nominato ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali (Welfare). Incarico che ha svolto con capacità ed equilibrio, pur non essendo esente da critiche mosse in prevalenza da componenti dell'opposizione, spesso in disaccordo con le sue scelte di fondo. Nel IV governo Berlusconi (dal mese di maggio 2008) dopo la breve esperienza del 1994 come detto torna al ministero dell'Interno per dare concretezza al potenziamento della sicurezza nel Paese che è stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale della Lega Nord e di tutto il Popolo della Libertà. Suoi collaboratori politica in veste di Sottosegretari di Stato all’Interno: l’onorevole Alfredo Mantovano, magi- strato pugliese, anche per lui un ritorno, dopo che durante il secondo e terzo governo Berlusconi, aveva ricoperto con grandi capacità lo stesso ruolo con delega alla Polizia di Stato ed all’Immigrazione e in questi ultimi due anni, seppur all’opposizione, è stato uno dei parlamentari più attivi nel rivendicare dignità operativa e professionale per le Forze di Polizia, Mantovano una garanzia mentre molto poco si sa degli altri due sottosegretari: Michelino Davico e Nitto Francesco Palma: il primo insegnante di Cuneo è alla sua terza legislatura, eletto nelle file della Lega Nord Padania, l’altro anch’egli magistrato, come Mantovano, è senatore eletto nelle fila del Popolo della Libertà ed è alla sua terza legislatura. L’esperienza e la conoscenza sembrano essere il tratto caratterizzante dei nuovi vertici del Viminale è questo li pone di fronte a responsabilità grandissime nel non tradire le legittime aspettative di uomini e donne della Polizia di Stato. Emanuele Innocenzi Foto di Francesco Moretta 10 Consap Magazine 2008 Primo piano Conferenza di Organizzazione: delineate le strategie politiche ed organizzative La Segreteria Nazionale Consap, dopo le elezioni politiche del 13 e 14 aprile scorso e soprattutto in vista dei prossimi importanti appuntamenti (contratto di lavoro, riordino delle carriere, accordo nazionale quadro), ha organizzato due momenti di incontro e confronto con i quadri dirigenti sindacali del nord (Milano) e del sud (Napoli) Gli appuntamenti hanno fatto seguito alla conferenza del centro Italia svoltasi a Roma nei mesi scorsi. L’incontro milanese si è tenuto presso la sala riunioni della Caserma Sant’Ambrogio sotto la regia organizzativa della dirigenza locale, con in testa Michele Petrocchi Alla riunione hanno preso parte i Segretari Generali Regionali delle regioni Piemonte - Valle D’Aosta, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto ed Emilia Romagna ed i Segretari Generali Provinciali delle seguenti province: Aosta, Torino, Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Vercelli, Verbania, Biella, Varese, Milano, Bergamo, Brescia, Lecco, Como, Cremona, Mantova, Bolzano, Gorizia, Pordenone, Trieste, Udine, Genova, Imperia, La Spezia, Padova, Venezia, Verona, Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Piacenza, Ravenna, Reggio Emilia e Rimini. L’incontro napoletano, ottimamente organizzato dal Dirigente Primo piano Nazionale Carlo Annarumma e dal Segretario Provinciale Generale di Napoli, Raffaele Pepe si è svolto nella spledida cornice delle Terme di Stabia. Nella Sala Castellino, gentilmente messa a disposizione dal Presidente delle Terme di Stabia, avv. Luigi Vingiani, hanno preso parte alla riunione i Segretari Generali Regionali delle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria ed i Segretari Generali Provinciali delle seguenti province: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Salerno, Matera, Potenza, Bari, Brindisi, Foggia, Lecce,Taranto, Catanzaro, Consap Magazine 2008 11 Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia. Due incontri importanti e costruttivi che sono serviti a mettere a punto la strategia politica organizzativa della Consap, ma soprattutto sono serviti per avviare un serrato confronto con tutta la dirigenza periferica. Nei due appuntamenti il Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi, accompagnato dai componenti di segreteria, ha potuto illustrare la piattaforma programmatica dell’organizzazione in tema di riordino delle carriere, rinnovo dell’accordo nazionale quadro e contratto di lavoro. 12 Consap Magazine 2008 Particolare attenzione, durante gli incontri, è stata dedicata all’analisi delle varie vertenze aperte sul territorio. Nei vari interventi i responsabili periferici hanno stigmatizzato l’inconcludenza degli interventi effettuati dall’Ufficio Relazioni Sindacali del Ministero dell’Interno (la questione sarà quanto prima rappresentata al Capo della Polizia e al Ministro dell’Interno), mentre hanno espresso apprezzamento per i risultati ottenuti attraverso gli interventi diretti della Segreteria Nazionale sui vertici e dirigenti generali dell’Amministrazione e per quelli ottenuti attraverso l’azione legale esperita dal nostro ufficio vertenze di lavoro. Durante i due incontri è emersa la opportunità di attribuire a due segretari nazionali le deleghe, rispettivamente, per il nord e sud Italia, in modo da poter contare su un referente specializzato per la definizione delle vertenze territoriali. Innocenzi negli interventi conclusivi, dopo aver ringraziato tutti i dirigenti per l’ottimo lavoro sinora svolto e per quanto sapranno fare per il futuro, ha assicurato l’impegno della Segreteria Nazionale ad affrontare tutte le questioni sollevate in sede di dibattito e confronto. Nelle tre conferenze programmatiche (i prossimi appuntamenti vedranno la Segreteria Nazionale impegnata in Sicilia e Sardegna) è emersa la forza dell’organizzazione, ormai fortemente radicata sul territorio con quadri capaci, battaglieri, determinati ma soprattutto profondamente consapevoli ed innamorati della Consap e del suo innovativo progetto rivendicativo. Primo piano E’ emersa altresì la grande forza aggregativa dell’organizzazione, testimoniata dalle crescenti richieste avanzate da dirigenti e quadri sindacali di altre OO.SS., di entrare a far parte della nostra grande famiglia. E.I. Convegno Consap Magazine 2008 13 Convegno sull’autonomia Fioriti recita il de profundis del Sap ed aderisce alla costituente dei sindacati autonomi “Il mercato delle pulci che ha visto leader sindacali svendersi alla politica - ha detto Carmine Fioriti Presidente del Sap - scioglie il giuramento di organismo “super partes” voluto dal Comitato Alta Italia che diede il la alla smilitarizzazione ed alla riforma della Polizia di Stato”. A Roma presso l’Hotel Nazionale, i fondatori del sindacalismo autonomo in polizia Virgilio Fichera, Rolando Balugani, Filiberto Rossi e Carmine Fioriti, che nel 1977 impedirono che i partiti di sinistra e la Cgil, Cisl e Uil si impadronissero della Polizia, hanno duramente criticato “la deriva in cui versa il sap pervaso internamente da un processo di bulgarizzazione, di esasperato centralismo democratico e di rincorsa alla carriera politica” ed hanno auspicato la nascita della costituente dei sindacati auto- 14 Consap Magazine 2008 nomi ed indipendenti. Apprezzamento e condivisione per il progetto di costruzione di un grande soggetto sindacale che raggruppi diverse organizzazioni e molti dirigenti sindacali che si richiamano all’autonomia è stato espresso da Innocenzi (Consap) e Maccari (Coisp). Disponibilità al dialogo sono state assicurate da Tuzi (Italia Sicura – Anip) e Cappelli (Lisipo) presenti al convegno. Intervento del Segretario Generale Nazionale Consap Giorgio Innocenzi Cari amici, quando si è trattato di scegliere il titolo del convegno odierno abbiamo subito pensato all’autonomia e all’indipendenza della Polizia, dei poliziotti e del sindacato quale garanzia della libertà dei cittadini. Autonomia della Polizia significa che veramente l’istitu- L’intervento del Sottosegretario all’Interno onorevole Mantovano Convegno zione deve essere al servizio imparziale dei cittadini e mai usata per fini di partito e per ciò stesso non attinenti al bene comune della convivenza generale, che, al di sopra delle parti, deve tendere al buon andamento della pubblica sicurezza in vista dell’esercizio democratico delle libertà. Per questo nelle scelte dei vertici della polizia non si può operare soltanto sulla base della fede di partito del prescelto, ma quanto meno, assieme a questa e prima di questa, dovrebbero valere criteri di professionalità e anzianità di servizio. Autonomia dell’operatore di polizia non in senso di disordine o anarchia, ma autonomia del poliziotto per la immodificabilità dei suoi diritti (oltre che dei suoi doveri) nell’ambito della carriera, della sede di servizio, del trasferimento, della dignità economica ecc, ecc. Per questo è necessario ridefinire al più presto i sistemi di assegnazione e trasferimento, ridefinire le piante organiche delle Questure ed istituire il ruolo amministrativo della Polizia. Per autonomia del sindacato di polizia si intende che la direzione della struttura sindacale, soprattutto a livello nazionale, giammai deve essere orientata ad agire su ispirazione di questo o quel partito, perché come abbiamo visto i partiti nascono, mutano e tramontano, litigano tra loro per motivi di potere, cambiano sigla ed idea, mentre la polizia resta e sempre resterà tale. L’esperienza di questi ultimi anni ci ha insegnato che l’apparentamento politico e sindacale (vietato dalla legge ma tollerato dalle burocrazie ministeriali) è stato la prima causa dell’attuale stato dei sindacati di polizia. Basta guardare la deriva in cui versa attualmente il primo sindacato che si fregiò del titolo di sindacato autonomo pervaso internamente da un processo di bulgarizzazione, di esasperato centralismo democratico e di rincorsa alla carriera politica. Sia ben chiaro che autonomia sindacale non significa neutralismo astratto e preconcetto, ma significa neutralità dalle parti e dai partiti in ordine ai suoi tre principali centri di interesse: la polizia, i poliziotti ed i cittadini. Se non esiste autonomia, non esiste più sindacato di polizia e per recuperare tale importante condizione altra via non c’è che richiedere l’esercizio del diritto di sciopero costituzionalmente previsto senza condizione alcuna per tutte le categorie di lavoratori. Il diritto di sciopero regolamentato è il presupposto ( non necessario, ovviamente, se avviene l’accordo) per l’eser- Convegno cizio del potere normativo di contrattazione collettiva tra i sindacati degli operatori di polizia e controparte amministrativa. La rivendicazione suddetta nasce dall’esperienza bruciante di circa 30 anni di sindacato senza diritto di sciopero. Questo anche perché tutti, dicesi tutti, i mezzi sostitutivi introdotti dai padri fondatori del sindacato sono stati fagocitati dalla controparte burocratica prefettizia dell’amministrazione centrale del Ministero dell’Interno. Di tali mezzi a tutt’oggi non esiste neanche uno, per cui si può dire che oggi il sindacato di polizia è tutto tranne che sindacato. Da questo convegno deve partire la riscossa del sindacato di polizia. Dobbiamo recuperare i legittimi spazi di perduta autonomia istituzionale e sindacale in tutte le direzioni e con tutti i mezzi per scongiurare l’annientamento del sindacato in polizia. E’ dunque indispensabile per il sindacato avviare una fase di rifondazione per restituire ai poliziotti la loro dignità professionale ed economica e ai cittadini la loro reale libertà, che non può prescindere dalla loro sicurezza. Consap Magazine 2008 15 Interrogazione parlamentare contro l’apparentamento politico-sindacale 16 Convegno Consap Magazine 2008 Ritorno… al futuro l'autonomia dei sindacati di polizia Lettera aperta al Segretario Generale Nazionale della Consap Virgilio Fichera, (Socio fondatore ex appartenente alla Segreteria generale ed ex direttore nazionale dell’ufficio studi del Sap). Caro Giorgio, ritengo encomiabile la tua iniziativa di aprire una conferenza nazionale sull’autonomia dei sindacati di polizia, e ti ringrazio di avermi invitato. E’ bene parlare di questo, anche se restasse solo un’esigenza etica di fronte alla deriva in cui versa attualmente il primo sindacato che si fregiò del titolo di sindacato autonomo di polizia. Basta aprire Internet sulla parola “Sindacato di polizia Atti parlamentari ed altro” per rendersi conto degli enormi ostacoli frapposti dall’amministrazione prefettizia di allora contro quello sparuto nugolo di soci fondatori del sindacato autonomo di polizia, a cui demmo il nome di “ S.A.P” ed il logo “Nella nostra autonomia, la vostra libertà”. Se volessimo interpellarci - a distanza di circa trent’anni da quei giorni esaltanti e pericolosi, difficili, ma vittoriosi - su che cosa è rimasto dell’autonomia del sindacato di polizia, non dovremmo neanche iniziare a scrivere. E ciò non tanto perché attualmente il segretario e il vice-segretario nazionale del sindacato autonomo di polizia, Sap, si sono candidati in due organizzazioni partitiche di opposte tendenze ed hanno così lasciato con un “ben servito” la direzione nazionale del Sap, quanto perché ci inquieta oltremodo una modifi- ca che è stata recentemente apportata agli artt. 4 e 30 dello Statuto del Sap, che come sai è stato materialmente redatto dall’allora Ufficio studi nazionale del Sap medesimo da me diretto. Tali emendamenti non solo passano un colpo di spugna sull’autonomia del sindacato di polizia, ma gettano - è il caso di dirlo - “una luce sinistra” soprattutto sulla “bulgarizzazione” del sindacato, laddove ne impediscono il naturale sviluppo democratico attraverso l’adozione di un sistema di potere di triste memoria in quanto si basa su quel “centralismo democratico” che costituiva la foglia di fico dietro cui si nascondeva quella micidiale ideologia fondata da Marx e sposata da Lenin, che si riteneva fosse caduta per sempre col crollo del muro di Berlino. Tu sai che prima del sindacato autonomo di polizia (era allora Ministro dell’interno l’onorevole Cossiga) una parte di coloro che furono poi i soci fondatori del Sap avevano costituito un comitato per il sindacato autonomo di polizia. E l’avevano costituito quando la mortifera ideologia comunista dell’URSS sembrava intenzionata a voler conquistare il mondo intero, mentre l’allora forte partito comunista italiano stava per fare “il sorpasso” Ecco perché lavorammo intensamente. E lo facemmo non solo per l’autonomia del sindacato autonomo di polizia ma di tutti i sindacati di polizia che - comunque si fossero voluti chiamare dovevano però essere autonomi per legge. Curammo inoltre per non fare entrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta - ed ottenemmo pure il divieto di affiliazione dei sindacati di polizia agli altri sindacati esterni alla polizia (Cgil Cisl e Uil), già collegati, di proprio, ai partiti politici di allora (ed anche a quelli di ora). Potevamo fare di più tra mille ostacoli, ivi compresi i pericoli provenienti dalle minacce terroristiche? Quale sindacato di polizia o non di polizia è stato mai ricevuto da un Presidente del consiglio dei ministri - quale l‘allora Spadolini - e da un presidente della Repubblica, quale l’allora Pertini? Convegno Consap Magazine 2008 17 L'autonomia dei sindacati di Polizia è ancora possibile! Rolando Balugani (Socio fondatore del Sap ed ex dirigente sindacale Consap) Da un paio di mesi circola un opuscolo anonimo dal titolo “S.A.P. Costituente” in cui viene denunciata la situazione in cui versa il S.A.P., e vengono attribuiti “una serie di errori che hanno portato a scissioni, allontanamenti, congressi straordinari e tanta incomprensione” e che, per le stesse ragioni, sarebbe opportuno rifondare la stessa organizzazione sindacale. Certo che l’idea di rifondare il S.A.P. nasca da Carmine Fioriti mi permette di fargli alcune osservazioni. Preliminarmente dico, che commettemmo un grave errore, a metterlo su di un piedistallo ritenendolo la guida giusta per salvaguardare e guidare il S.A.P. Non ci rendemmo conto che avevamo creato un organismo politico che richiedeva una solida ed autorevole guida. Certo l’arrivo dei dirigenti (mi riferisco in particolare agli ex ufficiali) aggravò ulteriormente la situazione, poiché, costoro, avevano dei disegni ben precisi, che riguardavano i rapporti con l’Amministrazione e la loro carriera, che in alcuni casi è stata brillantissima. Noi, tutti, poco o tanto, abbiamo subito la loro personalità permettendo loro di fare il bello ed il cattivo tempo. Tu ed il tuo altro ego, Giorgio De Biasi, non vi ho mai visto combattere battaglie di principi per mantenere la linea del S.A.P. Man mano che il tempo passava perdevate consensi, credibilità e prestigio, ma trovavate sempre il modo per scendere a patti con il vincitore di turno per conservare qualche carica di poco conto con i relativi vantaggi. Vergognosamente, nei vari congressi si è cambiato lo statuto per eliminare o mettere in condizione di non nuocere gli avversari interni. In una sola circostanza ho sentito Giuseppe Bianchini accusare il gruppo vincente definendolo “il cartello di Medellin”. Come si ricorderà, nei vari congressi e consigli nazionali ho preso la parola per denunciare, con tutta la mia capacità dialettica, i mali che portavano alla rovina del S.A.P. e per sottolineare che un organismo che non ha un’anima, “un’ideologia” e dei solidi valori morali non fa molta strada. Fatta eccezione per Gaetano Buscemi, un vero galantuomo, nessuno mi ha mai ascoltato. Dai volti della platea scorgevo più sorrisini di compatimento che ci compiacimento. Non ero considerato un “San Giovanni che predica nel deserto”, peggio, ero visto come il cane che abbaia alla luna. L’anonimo, cioè Fioriti, parla genericamente di scissioni, ma non ha neanche il coraggio di citare le espulsioni, che avvennero con il suo consenso. Mi riferisco in particolare a quella del 1999, in cui per assecondare le richieste dell’altro nascente del sindacato (recentemente eletto senatore), tu e De Biasi votaste a favore della mia espulsione e di quella di altri 9 esponenti del S.A.P, tra cui il segretario generale Giorgio Innocenzi. Era un vero arbitrio che uccideva definitivamente il S.A.P. fondato nel convegno del circolo San Fedele, posto nell’omonima piazza di Milano, il 13 marzo 1977, dove io ero presente. Non potrò mai dimenticare quell’espulsione che avvenne nel corso di un consiglio nazionale straordinario convocato appositamente, il 4 giugno 1999, all’Hotel “Novotel” di Milano. Quando entrammo nell’albergo i pretoriani milanesi ci fermarono e ci perquisirono come se fossimo dei pericolosi criminali, con il preciso proposito di intimidirci. Vi era un’aria irrespirabile. Ricordo che nel mio intervento dissi che Saddam Hussein e Milosevic erano più democratici dei signori che ci stavano espellendo. Diversi membri del consiglio, quando erano certi di non essere visti, mi espressero la loro solidarietà, ma quando si trattò di votare, vigliaccamente, si espressero per la mia espulsione e per quella delle altre vittime designate. Tu cosa facesti per salvare alcuni amici tra cui Angelo Borriello e Pietro Taccogna ed un “combattente della prima ora”? Così mi definisci nel comunicato n.6. Quella era la circostanza (forse l’ultima) in cui tu e De Biasi avreste dovuto alzarvi in piedi gridando che si stava uccidendo il Sap. Credo che molti, che erano incerti e sconcertati, vi avrebbero seguito. Non bisognava salvare gli uni o gli altri, ma il S.A.P. Si sarebbe potuto indire un congresso straordinario per salvare la parte migliore del sindacato. Voi, come sempre, salvaste le vostre posizioni personali. Per quanto riguarda le proposte di Fioriti, mi permetto di fare alcune considerazioni storiche e politiche. Con il muro di Berlino sono crollate le ideologie e quindi riesce difficile oggi far comprendere le difficoltà e le legittime preoccupazioni che sentimmo noi in quegli anni. Oggi non è in gioco (almeno sembra) nessuna libertà. Va anche detto che tutti i fondatori del S.A.P erano persone con una certa maturità politica alle quali, oltre alla Polizia, stava a cuore la sorte del Paese. Giova ricordare il fatto che molti di essi si conobbero e mantennero i contatti attraverso il “Giornale” di Indro Montanelli, che divenne il punto di riferimento di tutto il movimento. Non mi risulta che i giovani di oggi siano altrettanto interessati dell’autonomia dei sindacati di Polizia. E’ significativo il fatto che la nascita del S.I.L.P per la CGIL, che ha stravolto la 121/81, non interessi a nessuno. Ritengo, comunque, sia legittimo difendere l’autonomia delle forze di Polizia che sin dai tempi dei pretoriani di Tigellino, braccio armato di Nerone, sono sempre state al servizio del potente di turno. Realisticamente credo che oggi si potrebbe raccogliere il meglio dei sindacati autonomi per ridare autonomia e credibilità alla Polizia ed ai sindacati. Sarà possibile? Non lo so. 18 Consap Magazine 2008 L’intervento Strage stradale, obiettivo del 2008 un milione di controlli di Antonio Giannella Direttore del Servizio Polizia Stradale Il Piano Sanitario nazionale anche per il triennio 20062008 ha preso atto della necessità di confermare tra i più importanti obiettivi della salute pubblica la riduzione dei danni sanitari e sociali causati dall’alcol, soprattutto in relazione alla protezione della salute delle giovani generazioni. Nonostante i progressi registrati nel sistema di servizi e interventi del Sistema Sanitario Nazionale, continuano a rimanere alti i numeri di alcuni fenomeni sociali: • l’aumento della popolazione complessiva dei consumatori di bevande alcoliche, con la conseguente maggiore esposizione ai rischi sociali e sanitari correlati; soggetti più deboli rispetto a questa minaccia risultano le donne e i giovani; • l’aumento dei comportamenti di consumo a rischio, quali i consumi fuori pasto, consumi eccessivi e ubriacature, in particolare nell’ambito della popolazione giovanile di entrambi i sessi e nella popolazione femminile; • difficoltà di garantire, soprattutto in alcuni territori, percorsi terapeutici adeguati ai bisogni dell’utenza con problemi di alcoldipendenza conclamata. Secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità, almeno il 30% degli incidenti gravi è alcolcorrelato, mentre secondo stime della Società Italiana di Alcologia in Italia ci sono, oltre ad un milione di soggetti affetti da alcolismo, almeno tre milioni di bevitori eccedentari, la cui età media va calando. Non meno preoccupanti sono i dati relativi all’uso di sostanze stupefacenti secondo i quali, soprattutto i più giovani, stanno acquisendo l’abitudine ad unificare in un solo contesto l’assunzione di droghe - cocaina soprattutto - e alcol. L’ISTAT, nelle ultime statistiche sugli incidenti stradali del 2006, indica che il 66,1% delle persone decedute (cioè 3.748 su 5.669 totali) è costituito dal conducente del veicolo. I conducenti morti, a seguito di incidente presentano i valori massimi in corrispondenza della fascia di età tra i 30 e i 34 anni (457 su 3.748, cioè il 12,2%), seguita dalle fasce comprese tra i 25 e 29 anni (452 su 3.748, cioè il 12,1%) e tra i 21 e i 24 anni (379 conducenti deceduti su 3.743, cioè il 10,1%). Questo significa che il 34,4% dei conducenti deceduti - cioè 1.288 persone - è costituito da giovani e giovani adulti tra i 21 e i 34 anni. Incrociando i dati del fenomeno infortunistico mortale, con le stime circa l’influenza dell’alcol nella determinazione degli incidenti motoristici, è possibile cogliere l’ampiezza e la gravità del problema, senza tenere neppure conto degli aspetti sociali - ed economici - connessi anche al numero dei feriti da incidente stradale. L’ISTAT stima che il costo sociale medio per ogni persona deceduta è di Euro 1.281.778, considerando la mancata produzione della persona, i costi sanitari e pubblici in genere, e il risarcimento del danno morale agli eredi, mentre il costo sociale medio per ogni persona ferita può arrivare a euro 40.000,00 in ragione della gravità delle lesioni derivanti dall’incidente. I giovani pagano di persona, dunque, un altissimo tributo di sangue, l’intera società è privata di energie e di potenzialità di cui sono portatrici le generazioni più giovani, per non parlare della sofferenza delle famiglie e delle tragedie umane che discendono da questi lutti. L’attività di contrasto svolta dalla Polizia Stradale, conformemente alle direttive del Ministro dell’Interno, si è orientata verso la prevenzione di quelle condotte degli utenti della strada che, per effetti e allarme sociale che destano, sono ritenu- L’intervento te più pericolose. Sulla base delle risorse umane e strumentali disponibili, infatti, ha concentrato l’attività nei settori n cui occorreva intervenire più efficacemente sulle cause del fenomeno infortunistico che discendono dall’inosservanza delle norme di comportamento. In particolare, le 518.081 pattuglie di vigilanza stradale hanno concentrato gli sforzi sui controlli del rispetto del limite di velocità (34.014 servizi, con apparecchiature di misurazione della velocità, 514.883 contesti contravvenzionali), delle condizioni psicofisiche dei conducenti a seguito di ingestione di alcol e/o di droghe (755.515 conducenti controllati con etilometro, 31.362 denunciati all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza alcolica e 2.515 per guida sotto l’influenza di droghe) e delle altre violazioni che prevedono, per la loro gravità, l’irrogazione di sanzioni accessorie su patente (ritirate su strada 76.472 patenti) o carta di circolazione (ritirati su strada 87.119 documenti) o la decurtazione di punti (per un totale di 3.377.898). Nei primi quattro mesi del 2008 sono state effettuate 177.203 pattuglie di vigilanza stradale (+2,1% rispetto al 2007) che hanno consentito l’attivazione di 9,633 posti di controllo della velocità, con 363.619 infrazioni, rilevate, il controllo delle condizioni psico-fisiche di 404.349 conducenti, 9.514 dei quali denunciati all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza alcolica e 783 per guida Consap Magazine 2008 19 sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Complessivamente sono state accertate 886.082 infrazioni del codice della strada (+5,5% rispetto al 2007) che hanno dato luogo alla decurtazione di 1.460.367 punti-patente, al ritiro di 25.324 patenti e di 27.444 carte di circolazione. Nel campo dell’attività di controllo dei conducenti, finalizzato a verificare l’eventuale abuso di alcool o l’assunzione di stupefacenti, nel 2007 è stato realizzato il massimo sforzo operativo degli ultimi anni, reso possibile anche dal massiccio impiego di dispositivi di accertamento preliminare (cd, precursori), anche in fasce orarie non direttamente correlate al fenomeno delle stragi del sabato sera. L’incremento dell’attività di prevenzione e di contrasto dell’abuso di alcool alla guida ha consentito alla Polizia Stradale di sottoporre a controllo con etilometro o precursore per l’alcool 755.515 conducenti. Il dato appare particolarmente significativo se valutato in assoluto; è pure testimone delle grandi energie profuse, se viene posto a confronto con l’anno 2006, nel corso del quale i conducenti controllati dalla Polizia Stradale sono stati quasi 229.000 (+ 230% l’incremento in termini percentuali). Nel contempo, i conducenti denunciati all’Autorità Giudiziaria per guida in stato di ebbrezza nel 2007 sono stati il 26% in più dei 2006 (31.362 contro 24.803) e quelli denunciati per guida sotto l’influenza di sostanze stupefa- 20 Consap Magazine 2008 centi il 29% in più (2.515 contro 1.940). Nel corso dei servizi specifici di controllo, attivati nei 2007 nei soli fine settimana, lungo gli itinerari in prossimità dei luoghi di ritrovo dei giovani, per un totale di 18.311 pattuglie dedicate, la Polizia Stradale ha controllato 181.786 conducenti, 15.171 dei quali, risultati in stato di ebbrezza (circa l’8,4% dei soggetti controllati). Il 62,3% dei conducenti positivi, al test ha fatto registrare un tasso alcolemico superiore ad 1,00 gr/l. Nei primi quattro mesi del 2008, come abbiamo visto, le pattuglie della Polizia Stradale hanno controllato le condizioni psicofisiche correlate all’alcool di 404.349 conducenti. Nel corso dei servizi specifici per il contrasto delle c.d. Stragi del Sabato sera, sempre nei primi quattro mesi del 2008, le pattuglie dedicate sono state 4.597 in 5.558 posti di controllo mirato. Sono stati sottoposti ai test alcolimetrici 62.555 conducenti di cui 4.111 (il 6,6% dei soggetti testati) positivi al controllo dell’alcool, 2.600 tra questi hanno manifestato un tasso alcolemico superiore a 1,00 gr/l. Nell’ambito dell’impegno nella comunicazione per la sicurezza stradale, continuando nell’attività già intrapresa da alcuni anni, sono state promosse, nel corso del 2007, campagne informative ed operative per la promozione della legalità nel settore. I maggiori progetti sono stati: a. Progetto Icaro. Campagna di sicurezza stradale promossa dalla Polizia di Stato, con la collaborazione del Ministero dei Trasporti, della Pubblica Istruzione e dell’ANIA, nonché di Sicurstrada e dell’Unicef (dal 2008), che in sette anni ha interessato 133 città ed oltre 72.000 studenti. L’8^ edizione, avviata il 5 marzo scorso a Torino per raggiungere complessivamente 13 città italiane in due mesi, ha l’obiettivo, dopo la ricerca universitaria realizzata, l’anno scorso dal Dipartimento di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma dal titolo “ Il paradosso del giovane guidatore”, di coinvolgere anche sul piano emotivo i giovani della scuola superiore per modificare quelle idee e quei comportamenti che troppo spesso li mettono a rischio sulle strade. b. Guido con Prudenza, zero alcol tutta vita. Nell’ottica del contrasto della guida in stato d’ebbrezza alcolica, della sensibilizzazione degli utenti più giovani sui rischi ad essa collegati e della prevenzione degli incidenti, notturni nei weekend estivi, nel 2007 è stata ripetuta la L’intervento campagna di sicurezza stradale denominata “Guido con Prudenza”, ideata e realizzata dalla Polizia Stradale con la Fondazione per la sicurezza stradale dell’Associazione delle imprese di assicurazione (ANIA) e la collaborazione del sindacato dei locali da ballo (SILB-FIPE). La campagna di sensibilizzazione e di controlli ha interessato cinque zone di rilievo turistico (il lago di Garda, la Romagna, il litorale ligure di Ponente, quello laziale e cagliaritano) per sei weekend complessivi. Nei fine settimana delle festività natalizie e di fine anno l’iniziativa è stata ripetuta, con lo slogan “Brindo con prudenza” nelle province di Brescia, Ravenna e Ancona. La campagna ha previsto una serie di servizi straordinari di controllo, con diffuso utilizzo di strumenti precursori, per l’accertamento dello stato di ebbrezza dei conducenti, nonché di tecnologie per contrastare la violazione dei limiti di velocità, che hanno prodotto complessivamente i seguenti risultati: - sono stati sottoposti ad accertamenti con strumenti precursori per l’alcol 12.469 conducenti, 1.238 dei quali (il 9,9 %) sono stati sanzionati per guida sotto l’effetto di alcol - sono state ritirate 1.299 patenti di guida (di cui 1.209 per guida in stato d’ebbrezza, 56 per eccesso di velocità e 34 per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti) e sono stati decurtati 14.972 ponti. Ai conducenti risultati negativi al controllo è stato distribuito un biglietto omaggio per l’accesso in discoteca. 1.722 giovani hanno beneficiato del coupon. La campagna di sensibilizzazione sarà attivata, anche nell’imminente stagione estiva. La priorità di ridurre ancora, i costi umani e sociali dell’incidentalità deve indurre a consolidare i progressi. finora compiuti e a continuare nell’opera di radicamento nel Paese di una “ordinaria” cultura della sicurezza, che cioè attecchisca nei comportamenti individuali e nelle logiche programmatorie e operative, dei soggetti preposti al governo della mobilità e alla tutela della sicurezza. Le linee strategiche di intervento dovrebbero evolversi in due diverse direzioni: da una parte, in un ambito più operativo, rafforzando, razionalizzando e coordinando l’attività di controllo delle Forze di Polizia, e dall’altra, in un contesto più generale, attraverso un processo di rivisitazione normativa che conduca all’approvazione di norme più efficaci e con maggiore effetto deterrente per contrastare le condotte più pericolose. L’intervento In questo senso, nonostante l’intervento normativo del mese di agosto 2007 per incidere significativamente sul fenomeno della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe mediante un inasprimento dell’impianto sanzionatorio dei reati di guida in stato di ebbrezza e di alterazione correlata all’uso di sostanze stupefacenti. (artt. 186 e 187 C.d.S.), si è manifestato come ancora elevato il numero dei soggetti che viene colto alla guida ebbro. Recentemente, con il decreto legge 92/2008 in vigore dal 27 maggio scorso sono stati individuati ulteriori adeguamenti delle sanzioni penali alla reale gravità del fenomeno, con nuove diverse graduazioni della pena anche in ragione della determinazione di un sinistro stradale in stato di alterazione mentale e delle conseguenze sulle persone. Sono state adottate misure più stringenti sul piano patrimoniale, introducendo la misura di sicurezza della confisca del veicolo, che infligge il giudice con la sentenza di condanna per le ipotesi più gravi: quando sia superata la soglia di 1,5 gr/l di tasso alcolemico nel sangue ovvero quando il proprietario/a del veicolo guidi sotto l’effetto di stupefacenti. La confisca del veicolo riteniamo possa dimostrarsi assai efficace sotto il profilo della dissuasione, come accade per la violazione di altre norme di comportamento del codice della strada, ad esempio per le gare clandestine di velocità e, limitatamente a ciclomotori e motocicli, come conseguenza della commissione di reati sulla strada e di illeciti amministrativi ritenuti particolarmente gravi. La misura della confisca, correlata alla guida in stato di alterazione, non aggredisce il patrimonio del proprietario del veicolo se questi non è il conducente del mezzo. Tale principio è codificato in via generale nell’ordinamento all’interno del codice penale all’art. 240 e nell’ambito amministrativo all’art. 21 della legge 689/1981 e, più specificamente nell’ambito della circolazione stradale, nell’art. 213, c. 6, del codice della strada. Scelte normative del medesimo segno appena esposto proposte, sono già state effettuate da alcuni Stati europei di tradizione occidentale per inasprire il contrasto della guida in stato di ebbrezza (si citano come esempio la Francia, la Germania e la Danimarca). Più in generale, l’organo di polizia che accerta il reato può fare recuperare e trasportare il veicolo in un luogo di deposito, se presente sul posto non vi è altra persona idonea a condurre il mezzo. Le spese per il recupero ed il tra- Consap Magazine 2008 21 sporto sono interamente a carico del responsabile del reato. In caso di rifiuto di sottoporsi a test preliminari o ad accertamenti con etilometro, il conducente è sanzionato con l’arresto e con l’ammenda nella misura prevista per chi guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,5 gr/l. E’disposto il fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni salvo che il veicolo appartenga a persona estranea al reato. Con la sentenza di condanna è applicata anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente, fermo restando che ai sensi dell’art. 223 c.d.s. l’organo di polizia procede al ritiro della patente che viene sospesa in via provvisoria e cautelare dal Prefetto. Quest’ultimo ordina al conducente di sottoporsi ad accertamenti sanitari per escludere l’esistenza di una dipendenza da alcool che impedisce il possesso della patente. La visita deve essere effettuata entro 60 giorni dall’invito. In attesa delle decisioni del Parlamento nella fase di conversione in legge del decreto legge 92/2008, nell’imminente stagione estiva, si avrà modo di verificare se e con quale gravità, si registrerà il fenomeno della guida in stato di ebbrezza. Non mancherà l’impegno della Polizia Stradale nell’effettuare i controlli (l’obiettivo fissato per il 2008 è sottoporre a test alcolimetrici. almeno 1 milione di conducenti) e nell’individuare le possibili sinergie a livello nazionale e locale perché, in parallelo con l’attività preventiva e di contrasto, propria di una forza di polizia, continuino ad affermarsi progetti di promozione umana per una più consapevole adesione ai valori che salvaguardano la sicurezza sulle strade e per un approccio più responsabile alle questioni relative al consumo dell’alcool e alle responsabilità del porsi alla guida di un veicolo. 22 Consap Magazine 2008 L’intervento Associazione delle vittime, manca una figura politica di riferimento L’emergenza criminalità sulle strade, sta conoscendo una recrudescenza allarmante, non c’è zona d’Italia dove non si verifichino incidenti gravi con morti e feriti. L’apparato di sicurezza fa il suo pur tra note carenze, ma crescono sempre di più le iniziative di cittadini, con il supporto delle associazioni impegnate in questa lotta senza quartiere alla strage stradale. L’obiettivo dichiarato è quello di favorire l’insorgere di una coscienza civile che riconosca all’educazione stradale un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’incidentalità sulle strade. A tal fine ospitiamo un’intervista con Ignazio Cianfanelli, responsabile per l’area romana, dell’Associazione familiari vittime della strada. Quando, come e perché si è costituita questa associazione? Nel 1998 si è costituito un comitato, trasformato nell’anno 2000 in Associazione Familiari e Vittime della Strada - Onlus. Alcune persone, colpite nei loro affetti più cari, hanno ritenuto che un modo per reagire positivamente e costruttivamente al proprio dolore era di riunirsi costituendo un comitato per operare in modo efficace. Lo scopo precipuo è sempre stato di agire per tentare di ridurre il numero di famiglie che hanno subito la tragica esperienza di perdere un loro congiunto. In sintesi di ridurre la strage stradale. Con il bagaglio della vostra esperienza quale ritenete possa essere la strada per potenziare la prevenzione degli incidenti stradali? Potenziare la prevenzione di incidenti stradali è tema complesso, per la molteplicità delle cause che ne determi- L’intervento nano la frequenza, comunque inaccettabile. Elenco di seguito in modo succinto le mie riflessioni, denunciando come premessa il grave ostacolo, al fine di raggiungere lo scopo, rappresentato dalla molteplicità e dall’assenza di coordinamento tra i vari enti preposti: individuare un organismo, (un sottosegretario ??), a livello governativo che abbia funzioni esecutive, con il compito di coordinare in modo unitario tutti i poteri che attualmente si occupano dei problemi inerenti i mezzi di trasporto su gomma, compito precipuo ed inderogabile di tale istituzione, sarà quello di individuare le principali cause di incidentalità e coordinare le soluzioni compatibili, con i mezzi, economici e non solo, a disposizione. Allo stesso modo quali potrebbero essere i correttivi da introdurre per rendere più certa la repressione contro questo reato? Per la repressione contro il reato dell’incidentalità stradale due elementi sono prioritari: maggiori controlli sull’intera rete stradale; coordinamento con gli organi giudiziari, in modo che non vengano annullati i risultati che si ottengono con i maggiori controlli. L’Italia si sa è il paese delle emergenze ricorrenti, così da qualche tempo in tema di sicurezza stradale si è riscoperta l’omissione di soccorso. Questo reato è davvero così diffuso o è la rarità dell’evento a farlo diventare notizia? Per IL reato di omissione di soccorso non vorrei che, anche in questo caso, ci si balocchi tra la sensazione percepita e la realtà. Amaramente, dobbiamo affermare, che tale reato è in costante crescita per varie ed in parte ovvie ragioni. Le strade sono la maggior causa di morti giovanili nel nostro Paese, i governi hanno realizzato molte campa- Consap Magazine 2008 23 gne di sensibilizzazione, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, ve ne ricordate qualcuna più efficace delle altre ed in generale qual è il vostro giudizio su questo modo di fare prevenzione? In quanto alla sensibilizzazione per il tragico problema della strage stradale, sono costretto ad un’autocitazione, in quanto, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, della Regione Lazio, della Provincia di Roma ed in collaborazione con l’Ufficio Regionale Scolastico, la Fondazione Maurizio Cianfanelli - Onlus ha promosso tra le scuole di Roma e provincia di ogni ordine e grado un concorso per cortometraggi (giunto alla quarta edizione) sul tema di frenare… la strage stradale. il soggetto, l’interpretazione e la regia di detti cortometraggi, vede protagonisti gli stessi studenti. Tale produzione viene poi utilizzata, nelle scuole, per stimolare un dibattito con la partecipazione di studenti nonché di rappresentanti delle forze dell’ordine e dell’A.I.F.V.S., che offrono la loro testimonianza, nella speranza che i futuri guidatori siano diversi e più sensibili al rispetto della vita altrui e delle norme, diversamente dagli attuali. E.R. Foto di Francesco Moretta Ignazio Cianfanelli responsabile romano dell’Associazione Familiari Vittime della Strada 24 Consap Magazine 2008 Primo piano Ancora G8 in Italia, iniziato il confronto per l’appuntamento della Maddalena In vista del vertice G8 del 2009, in programma alla Maddalena in Sardegna, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha convocato tutte le organizzazioni sindacali per discutere gli aspetti organizzativi che riguardano il personale. L’evento, dopo la fallimentare gestione di quello di Genova, dovrà naturalmente essere curato nei minimi particolari. Anche la volta precedente l’Amministrazione sentì l’esigenza di ascoltare preventivamente le organizzazioni sindacali, purtroppo però non tenne in debita considerazione le osservazioni delle stesse. Speriamo che questa volta i nostri “scienziati” del Dipartimento sappiano far tesoro dell’esperienza passata e comportarsi diversamente. Allora fu un fallimento per l’immagine e la credibilità della Polizia, nonostante il grande impegno e i grandi disagi patiti dai poliziotti. Secondo le prime indiscrezioni in ambito dipartimentale e politico, per l’appuntamento in Sardegna, sembra prevalere una linea la volontà di un confronto continuo ed articolato, di un dibattito non fine a se stesso ma capace di modulare proposte e soluzioni operative concrete affinché la Polizia di Stato ed i suoi operatori siano sempre pronti ad affrontare situazioni di ordine pubblico che, seppur nella loro straordinaria rilevanza internazionale, debbono poter svolgersi in un clima sereno ed ordinario rispetto al lavoro del poliziotto. Sono iniziati gli incontri il primo dei quali di carattere interlocutorio e propedeutico di altri sempre più specifici rispetto ai temi di nostro interesse che sono: l’apparato e l’organizzazione logistica del personale; il vestiario ordinario; le forme di tutela degli operatori; l’equipaggiamento per l’ordine pubblico. G.G. Gli inserti del Consap Magazine L’uso legittimo delle armi (in dotazione) da parte degli appartenenti alle forze di polizia Cenni normativi, tecnico-operativi e deontologici a cura di Antonino Errante Parrino II Consap Magazine 2008 Inserto Consap Magazine L’USO LEGITTIMO DELLE ARMI (IN DOTAZIONE) DA bellici, di caccia, di polizia, sportivi, ecc. Ogni arma da PARTE DEGLI APPARTENENTI ALLE FORZE DI POLIZIA fuoco, sia corta che lunga, con le dovute peculiarità tec- (Cenni normativi, tecnico-operativi e deontologici) niche, a seconda dei diversi modelli, ha in sé specifiche Dopo il tragico incidente avvenuto l’11 novembre 2007, potenzialità offensive per l’incolumità umana. Tali poten- vicino ad Arezzo, nella piazzola della stazione di servi- zialità, se utilizzate in maniera superficiale e per fini ille- zio Badia al Pino, a seguito dell’uso dell’arma in dotazio- citi, possono sicuramente arrecare danni irreparabili alla ne da parte di un operatore di polizia, per il quale sono sicurezza del singolo e della collettività. Per evitare ciò la ancora in corso le indagini degli organi competenti per normativa vigente di settore, disciplina in maniera cate- accertare la dinamica dei fatti e la legittimità dell’azione gorica l’acquisizione e l’uso delle armi, in particolare del pubblico ufficiale, riteniamo utile dare alcune risposte quelle da fuoco, prevedendo ed attuando una serie di alle domande ultimamente poste da diversi appartenenti controlli preventivi e adempimenti imprescindibili per alle forze di Polizia. Molti hanno chiesto, fra l’altro, di coloro che legittimamente detengano o portino le armi da indicare e illustrare il quadro normativo del vigente ordi- fuoco. namento giuridico che consente un lecito impiego delle La normativa concernente le armi appare comunque com- armi e dei mezzi di coazione fisica in dotazione agli ope- plessa, per certi aspetti disarticolata, perché prodotta dal ratori delle Forze di Polizia. Pertanto, si delineano gli legislatore in tempi diversi e spesso in situazioni di emer- aspetti salienti di questa attualissima problematica, la cui genza. Manca al momento una raccolta unica che risulti trattazione dovrebbe essere costantemente riproposta chiara e razionale. E’ quindi auspicabile la predisposizio- all’attenzione degli operatori delle Forze di Polizia dalle ne da parte del legislatore di un Testo Unico delle Armi. Amministrazioni di appartenenza, in particolare nei Specifici controlli e prescrizioni sono previsti per le armi momenti di formazione del personale. Una tematica con- da guerra e tipo guerra (quelle a funzionamento automa- siderata da tutti estremamente importante e delicata, che tico con spiccata potenzialità di offesa e in esclusiva dota- deve occupare un adeguato spazio permanente nell’am- zione alle Forze Armate e alle Forze di Polizia, definite bito dell’aggiornamento professionale, soprattutto nelle dall’art.1 L.18 aprile 1975, n. 110) che per le armi comu- sedi delle strutture e articolazioni operative delle Forze di ni (prevalentemente detenute e portate su autorizzazione Polizia. E’ noto che le armi in genere ed in particolare dai cittadini, indicate dall’art 2 della stessa legge). La quelle da sparo e da fuoco, sono state inventate e costrui- tipologia e le caratteristiche dell’armamento in dotazione te dall’uomo con il principale scopo di utilizzarle per fini (individuale e di reparto) al personale delle Forze di Polizia sono tratteggiate da specifiche disposizioni normative (es.,per la Polizia di Stato dal D.P.R. 5 ottobre 1991, n. 359; per la Polizia Penitenziaria dal D.P.R. 12 dicembre 1992, n. 551; per il Corpo Forestale dello Stato dal D.P.R. 7 febbraio 1994, n.210). L’uso delle armi da fuoco può essere lecito o illecito, conforme o non alla destinazione originale dell’arma; inoltre, l’uso dell’arma può intendersi effettuato in diverse maniere, dalla più semplice e innocua, che si caratterizza con il portarla semplicemente indosso, alla più pericolosa, che consiste nell’adoperarla per minacciare o a quella estrema che si concretizza nel tentativo o realizzazione dello sparo per menomare o Inserto Consap Magazine Consap Magazine 2008 III distruggere la vita umana. Le problematiche connesse stenza e vi è pericolo di aggressione. La disposizione di all’uso legittimo delle armi da fuoco da parte dei pubbli- cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il ci ufficiali, per la loro peculiare e variegata attività ope- fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove rativa, sono molteplici ed estremamente delicate. L’argo- venga esercitata un’attività commerciale, professionale o mento è stato oggetto nel tempo di intenso studio ed ana- imprenditoriale”. In generale, quindi, con i due nuovi lisi di moltissimi autori; la varietà delle situazioni oggetti- commi dell’art. 52 c.p. viene stabilito che quando ci si ve e soggettive che possono indurre all’uso effettivo delle trova nel domicilio privato o nel proprio negozio od uffi- armi da fuoco gli operatori delle Forze di Polizia, costitui- cio, si può fare uso delle armi, legittimamente detenute, o scono il maggiore ostacolo per una trattazione esaurien- di altro mezzo idoneo, per difendere non solo l’incolumi- te ed univoca dell’argomento. Ci limitiamo, pertanto, a tà delle persone, ma anche dei beni propri o altrui. L’uso delineare e commentare brevemente le più importanti dis- delle armi, nelle citate situazioni, è possibile a condizio- posizioni di legge che consentono l’utilizzo legittimo delle ne che il ladro o rapinatore non desista e che vi sia peri- armi, sia per il privato che per l’operatore della sicurez- colo di aggressione. Il legislatore, con tali ulteriori dispo- za in genere, ovvero per i pubblici ufficiali, suggerendo sizioni, ha inteso rimarcare la prevalenza del diritto di nel contempo alcuni particolari atteggiamenti operativi difesa dell’incolumità e della proprietà rispetto alla tutela pertinenti alla tematica. Uso delle armi in situazioni di dell’aggressore da reazioni drastiche, quando i fatti difesa legittima (art.52 c.p.). “Non è punibile chi ha com- avvengono nell’abitazione o all’interno di ogni altro messo il fatto, per esservi stato costretto dalla necessità di luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, pro- difendere un diritto proprio od altrui, contro il pericolo fessionale o imprenditoriale. La nuova normativa ha quin- attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia pro- di introdotto una casistica che dovrà essere attentamente porzionata all’offesa”. Qualsiasi diritto può essere difeso chiarita, così come dovranno essere chiariti in senso con- legittimamente, ed anche con le armi, ma deve sempre creto i concetti di “desistenza” e di “pericolo di aggres- ricorrere il requisito della proporzione tra la forma di sione”. In dottrina e nelle sedi giudiziarie, al riguardo, difesa adottata e l’offesa da respingere. Non potrà invo- sono già emersi diversi dibattiti, discussioni e difformità care la legittima difesa chi, ad esempio, spari per respin- interpretative. Pertanto, riservandoci di approfondire in gere l’aggressione portatagli a mano nuda da una perso- futuro e in altre sedi la tematica, possiamo comunque na quando sarebbe stato sufficiente al massimo per registrare che la Corte di Cassazione -Sezione Penale- respingerla la semplice minaccia con l’arma. Il legislato- con Sentenza 23 marzo 2007, n. 12466, ha precisato re ha modificato l’art. 52 del Codice Penale con la legge che il comma 2 dell’articolo 52 del c.p., non consente 13 febbraio 2006 n. 59 (G.U. n. 51 del 2 marzo 2006), un’indiscriminata reazione nei confronti del soggetto che intitolata “Modifica all’art. 52 del Codice Penale in mate- si introduca fraudolentemente nella dimora altrui (contro ria di diritto all’autotutela in un privato domicilio”, che ha la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluder- aggiunto due nuovi commi alla norma citata disponendo lo, oppure clandestinamente o con l’inganno), ma presup- che: “Nei casi previsti dall’articolo 614 c.p. (violazione di pone che vi sia un attacco, nell’ambiente domestico o domicilio), primo e secondo comma, sussiste il rapporto lavorativo, alla propria o altrui incolumità (ci si riferisce ai di proporzione di cui al primo comma del presente arti- beni rappresentati dalla vita e dall’integrità fisica), o colo se taluno legittimamente presente in uno dei luoghi quanto meno un concreto “pericolo di aggressione” (che ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro deve essere intesa come probabilità generica di aggres- mezzo idoneo al fine di difendere: La propria o altrui sione fisica, cioè all’integrità individuale della vittima). incolumità; I beni propri o altrui, quando non vi è desi- Pertanto, pur prescindendo dalla sussistenza della pro- IV Consap Magazine 2008 Inserto Consap Magazine porzione, tra la reazione difensiva ed il pericolo di offe- art. 52 – Difesa legittima-), “non è punibile il pubblico sa all’incolumità individuale (che viene presunta dal ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio comma 2 della norma in esame, se l’autotutela si esercita ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di nei casi di cui all’art. 614 c.p., oppure all’interno di ogni altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla altro luogo ove venga svolta un’attività commerciale, pro- necessità di respingere una violenza o di vincere una resi- fessionale o imprenditoriale), l’autotutela in ambito priva- stenza all’Autorità e comunque di impedire la consuma- to non può comunque configurarsi senza la presenza zione dei delitti di strage, di naufragio, di sommersione, degli altri requisiti strutturali richiesti dal comma 1 del- disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volonta- l’art. 52 c.p., cioè pericolo attuale di offesa ingiusta, rio, rapina a mano armata e sequestro di persona”. La costrizione e necessità della difesa. Riguardo al concetto stessa disposizione si applica a qualsiasi persona che di mancata desistenza, la norma vuole indicare che l’ag- legalmente richiesta dal pubblico ufficiale, gli presti assi- gressore non deve avere abbandonato la situazione di stenza. Possono avvalersi di tale speciale disposizione pericolo attuale. L’offesa, quindi, deve essere imminente o alcune categorie di pubblici ufficiali, più specificatamen- perdurante. La specificazione “non vi sia desistenza” te gli ufficiali e gli agenti di pubblica sicurezza o di poli- sembra che sia stata indicata nella norma allo scopo di zia giudiziaria (la nozione di pubblico ufficiale è indica- non attribuire presunzione di proporzione quando, ad ta dal codice penale all’articolo 357: “Agli effetti della esempio, il ladro fugga senza refurtiva e, nonostante ciò legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali eserci- il proprietario lo colpisca. Il requisito della mancata desi- tano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o stenza sembra circoscrivere temporalmente l’ambito di amministrativa.(…)”. Potrà avvalersene, altresì, qualsiasi applicazione della legittima difesa: infatti, se l’aggresso- persona che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale, re non ha desistito dall’azione, significa che l’aggressio- gli presti assistenza volontaria o obbligatoria (v. art. 652 ne è ancora in corso e il pericolo è perdurante e non c.p.). Si tratta, quindi, di una discriminante propria, dalla ancora finito. Il concetto di desistenza, che si rinviene nel cui applicabilità restano esclusi non solo gli incaricati di 3° comma dell’articolo 56 c.p.(…il colpevole volontaria- un pubblico servizio, ma anche coloro che, pur essendo mente desiste dall’azione…), presuppone un’azione non pubblici ufficiali, non abbiano istituzionalmente la dispo- portata a termine. La difesa esclusivamente “ritorsiva” o nibilità di armi ed altri mezzi di coazione fisica per l’eser- di “rappresaglia”, rispetto ad un’aggressione già conclu- cizio delle attività di propria competenza. La disposizio- sasi, pertanto, è da ritenere illegittima. Quindi, si rimar- ne in esame va ricompresa nella più generale categoria ca, che l’indicazione della mancata desistenza, specifica- delle cause oggettive di esclusione del reato (cause di giu- ta dall’articolo 52 c.p., significa che si esclude la legitti- stificazione, o discriminanti, o esimenti); cioè nel novero mità della difesa rispetto ad un’offesa che si è realmente di quelle circostanze di fatto alle quali viene riconosciuta consumata o neutralizzata. Per ora, in attesa che si chia- l’attitudine di escludere che un fatto (corrispondente alla riscano alcuni punti controversi di interpretazione della fattispecie astratta di reato), di per sé ontologicamente ed norma, prendiamo comunque atto dell’esistenza delle apparentemente illecito, possa essere sanzionato come nuove opportunità di difesa concesse al cittadino per pre- reato. Il fatto (reato) perde il carattere di antigiuridicità in servare nell’ambito domestico e lavorativo la propria virtù di una norma giuridica, desunta dall’intero ordina- incolumità, quella dei suoi congiunti e dei suoi beni patri- mento, che lo impone o lo consente: il fatto commesso in moniali. Uso legittimo delle armi (art. 53 c.p.). Ferme le una delle previste condizioni, non è dunque reato ed il disposizioni contenute nei due articoli precedenti (art. 51 soggetto che lo ha commesso non è punibile. Si discute se – Esercizio di un diritto o adempimento di un dovere – ed tale norma costituisca un’autonoma esimente o non inte- Inserto Consap Magazine Consap Magazine 2008 V gri piuttosto una figura particolare “dell’adempimento di specifici e connaturati con la mansione rivestita dal pub- un dovere” di cui all’art. 51 del c.p.: “… l’adempimento blico ufficiale stesso. La correlazione fra le due predette di un dovere imposto da una norma giuridica o da un discriminanti, consente di affermare che troverà applica- ordine legittimo della pubblica Autorità, esclude la puni- zione l’art. 51 c.p. (adempimento di un dovere) solo bilità …”. L’art. 53 c.p. è da considerare una previsione quando il pubblico ufficiale adempie ad un suo obbligo normativa sussidiaria che supporta e completa, peraltro senza incontrare resistenza o violenza; mentre si appli- distinguendosi, il quadro delle discriminanti classiche, cherà l’art. 53 c.p. (uso legittimo delle armi) nella specia- costituito dalla legittima difesa (art. 52 c.p.) e dallo stato le ipotesi in cui, per attuare l’adempimento dell’obbligo di necessità (art. 54 c.p.). E’, quindi, una disposizione giuridico, il pubblico ufficiale debba fare ricorso alla che meglio definisce e precisa, superandoli, i confini nei coercizione diretta, con l’uso delle armi o dei mezzi di quali viene ad operare l’adempimento del dovere di cui coazione fisica, per respingere una violenza o vincere all’art. 51 del codice penale. La discriminante dell’uso una resistenza. Proseguendo nell’esame dell’art. 53, una legittimo delle armi, se posta in relazione a quella dell’e- particolare attenzione va posta sui concetti di “respinge- sercizio di un diritto o adempimento di un dovere, presen- re una violenza” e “vincere una resistenza all’Autorità”. ta anche profili di spiccata specificità, rinvenibili nella non La discussione nasce dalla comparazione tra la norma in punibilità della condotta del pubblico ufficiale consistente questione e gli articoli 336 e 337 del codice penale, i nell’uso delle armi o di altro mezzo di coazione fisica. Si quali prevedono rispettivamente, i delitti di “violenza o può affermare che tra le due discriminanti (adempimento minaccia a un pubblico ufficiale” e “resistenza a un pub- di un dovere e uso legittimo delle armi) sussiste un rap- blico ufficiale”: art.336- “Chiunque usa violenza o minac- porto di genus ad speciem. Lo svolgimento (od adempi- cia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pub- mento) di un dovere di ufficio, da parte del pubblico uffi- blico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai ciale è, pertanto, naturale elemento prodromico, vero e propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del ser- proprio presupposto, dal quale si sviluppa la specifica vizio, (…)”; art.337- “Chiunque usa violenza o minaccia condotta oggetto della discriminante dell’uso legittimo per opporsi a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di delle armi. Si può affermare che l’uso delle armi da parte un pubblico servizio, mentre compie un atto di ufficio o di del pubblico ufficiale, costituendo pur sempre “una extre- servizio, o a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza, ma ratio”, come ripetutamente sostenuto dalla giurispru- (…)”. Taluni autori affermano una sostanziale identità tra denza, debba configurarsi come strumentale ed indispen- i concetti di “violenza” e “resistenza” di cui all’art. 53 c.p. sabile all’adempimento di un dovere istituzionale (non si e il significato che assumono negli artt. 336 e 337 c.p. tratta quindi di un’attività meramente facoltativa) e che Altri individuano una diversità di contenuto, asserendo l’agente dovrà comunque graduare e ponderare, in rela- che non è dato rinvenire, nei lavori preparatori del Codi- zione al fine che intende perseguire, secondo i mezzi di ce, la volontà legislativa di ricollegare l’art. 53 agli artt. coazione fisica di cui il medesimo dispone, l’impiego e 336 e 337, sostenendo, in particolare che la “resistenza” conseguentemente le oggettive potenzialità offensive di di cui all’art. 53 costituisce presupposto di liceità del com- quello effettivamente utilizzato. E’, infatti, inaccettabile portamento del p.u., significando, invece, negli articoli che si possa, legittimamente ed efficacemente, invocare 336 e 337, fonte di responsabilità per il privato. E’, l’operatività della discriminante dell’uso legittimo delle opportuno, altresì, nell’ambito dell’analisi del concetto di armi, in relazione ad un comportamento che il pubblico resistenza, operare una distinzione tra resistenza attiva e ufficiale tenga in situazioni che si pongano al di fuori dei resistenza passiva, sottolineando che non si possono propri doveri di ufficio, cioè di quei compiti istituzionali impiegare legittimamente armi od altro mezzo di coazio- VI Consap Magazine 2008 Inserto Consap Magazine ne fisica di fronte da una semplice resistenza passiva, “… è solo in presenza della necessità di respingere una dato che questa (lo si deduce dalle più recenti sentenze violenza o superare una resistenza attiva” (non quindi in della Cassazione Penale) non realizza una condotta caso di fuga, che realizza come vedremo una resistenza aggressiva, minacciosa o intimidatoria tale da giustifica- passiva, se non effettuata con modalità che mettano a re l’uso legittimo delle armi. Parte della dottrina, non uni- repentaglio l’incolumità di altre persone). I contrasti di formandosi a tale decisione giurisprudenziale, ha ritenu- opinione sono nati dal fatto che i concetti di resistenza to invece applicabile l’art. 53 anche in caso di resistenza attiva, passiva e fuga non hanno contorni ben definiti, ed passiva, fermi restando naturalmente, il rispetto dei capi- accavallandosi molte volte l’un l’altro, rendono difficile la saldi dell’indispensabilità e della proporzione. Al riguar- loro esatta individuazione. Si può trovare risposta al pro- do si può fare cenno alla sentenza del 2 maggio 2003, blema se si osserva che l’uso della forza non va rappor- n. 20031 della Cassazione penale, Sez. IV, con la quale tato all’impiego del mezzo estremo, cioè delle armi da ha affermato che “ L’art. 2, comma 2, della Convenzione fuoco, ma ad un graduale utilizzo dei cd. mezzi di europea dei diritti dell’uomo del 4 novembre 1950 (rece- coazione fisica previsti nello stesso articolo, che consento- pita in Italia con la legge 4 agosto 1955, n. 848), imme- no, per le loro caratteristiche tecnico-funzionali (le armi diatamente e direttamente applicabile in Italia essendo da utilizzare devono essere quelle indicate nelle disposi- norma comunitaria, prevede l’uso legittimo delle armi zioni di servizio e dalle disposizioni normative sull’arma- contro l’autore di un delitto al fine di arrestarlo, anche se mento in dotazione al personale di ciascuna Forza di quello sta fuggendo. Ne consegue che non risponde nè di Polizia), una coazione ed effetti lesivi meno offensivi, con- omicidio nè di lesioni, anche a titolo di eccesso colposo, siderando sempre l’indispensabilità e proporzione della il pubblico ufficiale che spara a rapinatori in fuga dopo reazione del pubblico ufficiale alla violenza e resistenza una rapina in banca”. E’ stata questa una pronuncia cui è fatto oggetto. Sarà pertanto la situazione di fatto che molto criticata, con la quale, è stato sottolineato dalla dot- discriminerà e legittimerà la misura del comportamento trina, la suprema Corte ha interpretato in maniera ecces- coattivo del pubblico ufficiale. Quindi, ad esempio, si sivamente estensiva la Convenzione europea dei diritti potrà inseguire ed arrestare il ladro o il rapinatore in dell’uomo (l’art. 2 della Convenzione, che protegge il fuga, intimidendolo con eventuali spari in aria (azione diritto alla vita di ogni persona, al comma 2 stabilisce che questa comunque molto pericolosa, che può produrre “la morte non è considerata inflitta in violazione di que- effetti negativi, se effettuata in zone urbane e in presenza sto articolo quando derivasse da un ricorso alla forza di traffico veicolare e pedonale, come in seguito andremo reso assolutamente necessario: a) per assicurare la difesa a specificare) o alle gomme del veicolo utilizzato per la di qualsiasi persona dalla violenza illegale; b) per esegui- fuga (anche questa è un’azione molto pericolosa, lo spe- re un arresto legale o per impedire l’evasione di una per- cificheremo in seguito, specie se eseguita a distanze supe- sona legalmente detenuta; c) per reprimere, in modo con- riori ai 10 metri); oppure fermandolo con un colpo di sfol- forme alla legge, una sommossa o un’insurrezione”. La lagente e comunque procurandogli una coazione fisica sentenza appena indicata, è stata poi confutata e bilan- adeguata, applicando, se possibile, tecniche di immobi- ciata, da successive pronunce della Cassazione. Recente- lizzazione o percussione (tecniche di difesa personale), mente, la Cassazione penale, Sez. III, del 22 maggio ma non si potrà sparargli addosso, non esistendo propor- 2007, n. 11879, come in seguito indicheremo, ha ribadi- zione tra il reato commesso e una tale reazione del pub- to che l’uso legittimo delle armi è consentito al pubblico blico ufficiale. Tuttavia, se si accerta che il ladro è arma- ufficiale, avvalendosi della disposizione dell’art. 53 c.p., to, emergendo accanto alla resistenza passiva anche un solo al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, certo grado di resistenza attiva, si potrà esaminare la Inserto Consap Magazine Consap Magazine 2008 VII possibilità di fare uso di un mezzo di coazione natural- sumata, realizzandosi così nell’attività del pubblico uffi- mente proporzionato al tipo di arma in grado di provo- ciale una sorta di reazione preventiva volta al manteni- care una certa resistenza. La giurisprudenza ha prevalen- mento dell’ordine in genere. L’ultima parte del comma 1 temente negato la possibilità e legittimità dell’uso delle dell’art. 53 c.p. (aggiunta dalla legge 22 maggio 1975, armi nei confronti del reo che fugge (a piedi o a bordo di n. 152 ) configura, in sostanza, una particolare casistica automezzo), considerando anche tale condotta nel nove- puntualizzando che l’Autorità, al fine di impedire la con- ro della cosiddetta resistenza passiva. Sul piano normati- sumazione delle fattispecie delittuose previste nello stesso vo, quindi, resta univoca l’intenzione, del legislatore, di articolo (strage, naufragio, sommersione, disastro aviato- non legittimare l’uso delle armi, sui soggetti che fuggono. rio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a Infatti, come già indicato, anche nella giurisprudenza più mano armata e sequestro di persona) può, nei limiti sopra attuale, è stata ritenuta inoperante la discriminante ex art. descritti, far uso delle armi in modo legittimo, quando 53 c.p. in caso di fuga (Cass. Pen. Sez. III, sentenza 22 siano presenti tutti gli elementi idonei a far scattare il mec- maggio 2007, n.11879). La Cassazione ha in tal senso canismo della discriminante. Per quanto riguarda il delit- affermato che la discriminante di cui all’art 53 c.p. è to di strage, il pubblico ufficiale che sorprende uno o più applicabile solo in presenza della necessità di respingere individui mentre stanno per provocare la strage (ad esem- una violenza (la violenza è un’azione, è l’uso della forza pio con l’ausilio di un ordigno) può, al fine di impedirne contro il pubblico ufficiale) o superare una resistenza atti- la consumazione, far uso delle armi, sempre che non va (la resistenza attiva è una concreta, attuale minaccia possa ricorrere ad altri mezzi per raggiungere lo stesso di far uso della forza), mentre non è configurabile in caso fine. Qualora il pubblico ufficiale dovesse sopraggiunge- di fuga, che rappresenta mera resistenza passiva, quan- re dopo che l’esplosione ha avuto luogo o l’autore del do attuata con modalità che non costituiscono pericolo delitto in argomento ha ormai portato a compimento l’at- per l’incolumità del pubblico ufficiale e di terzi. La giuri- tività diretta a provocarlo, l’uso delle armi è ingiustifica- sprudenza penale, perciò, ha negato l’applicabilità del- to, dato che la norma fa scattare il meccanismo della dis- l’esimente prevista dall’art. 53 c.p., ponendo particolare criminante quando l’uso delle armi è volto ad impedire la accento sulla circostanza che ove l’aggressione perpetra- consumazione del reato. Le stesse considerazioni valgono ta ai danni del pubblico ufficiale abbia esaurito la sua anche per il pubblico ufficiale che si trovi in presenza carica offensiva e sia in atto un semplice stato di fuga, della fattispecie delittuosa dell’ omicidio volontario, lad- non si ravvisa alcun contenuto di resistenza attiva. Accanto alla resistenza si pone anche il concetto di violenza che così come viene indicato nell’art. 53, individua qualsiasi comportamento fisico e psichico volto ad ostacolare l’Autorità nell’espletamento dei doveri di ufficio. Tale definizione è aderente al concetto di violenza espresso nell’art. 336 c.p. (Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale). Per operare una distinzione è necessario ricorrere ad un’analisi temporale delle due norme: nell’art.336 il pubblico ufficiale agisce immediatamente dopo la violenza usata nei suoi confronti, quindi con una reazione successiva, mentre nell’art. 53 è indifferente che il pubblico ufficiale agisca prima o dopo che la violenza sia stata con- VIII Consap Magazine 2008 Inserto Consap Magazine dove il pubblico ufficiale può ricorrere all’uso delle armi to, le vibrazioni e i movimenti del proprio braccio e della solo per evitare che il criminale porti a termine il suo pro- mano, amplificati da quelli dell’auto di servizio in movi- posito. Per quanto riguarda, invece, l’uso delle armi, in mento e del bersaglio anch’esso in movimento, influenza- relazione al reato di rapina a mano armata, qualora il no negativamente il tiro. E’ quindi estremamente difficile, delitto in questione è ancora da consumare e comunque centrare la gomma, anche per il più bravo dei tiratori. gli autori dello stesso hanno già compiuto atti diretti, in Colpire l’asfalto, qualche centimetro prima, dopo o di lato modo non equivoco a provocarlo, tali da creare pericolo alla ruota, produrrebbe dei rimbalzi, e deviazioni impre- per l’incolumità dei presenti, opererà solamente da giusti- vedibili della pallottola, che potrebbe attingere, degli ficante, mentre dà adito ad interpretazioni diverse l’uso estranei al fatto o i rapinatori in fuga. In questo caso delle armi contro rapinatori in fuga. E’ necessario a que- potrebbe aversi un eccesso nell’uso legittimo delle armi ed sto punto rifarsi al concetto di flagranza e quasi flagran- un’accusa per omicidio colposo. Se, altresì, in sede di za di cui all’art.382 del c.p.p. nel quale si afferma, esami balistici dovesse emergere che la traiettoria dei anche, che “è in stato di flagranza chi viene colto nell’at- colpi sparati, era diretta verso l’alto, senza attingere il to di commettere il reato ovvero chi, subito dopo il reato, piano stradale, ciò potrebbe essere considerato come l’in- è inseguito dalla Polizia Giudiziaria (…)”. Dato che l’uso dizio di aver mirato alle persone in fuga, con la possibi- delle armi è legittimato quando l’intervento avviene le accusa di omicidio volontario. Per questi ed altri moti- durante la consumazione, e dato che il momento in cui i vi, si sconsiglia di sparare alle gomme ed in direzione malviventi escono ad esempio dalla banca pochi istanti delle auto in fuga, specie in aree urbane e da lunghe prima dagli stessi rapinata, si configura come la fase ulti- distanze. In ordine, invece, al delitto di sequestro di per- ma dell’intero iter criminoso, è possibile invocare la dis- sona, fermi restando i canoni di cui sopra, si può affer- criminante, sempre che siano stati rispettati i principi, già mare che essendo il reato in esame a carattere perma- accennati, dell’attualità del pericolo, dell’indispensabilità nente, la consumazione è in atto fino a quando non dell’uso della forza attraverso l’impiego dell’arma e della avviene il rilascio del sequestrato e, pertanto, l’uso delle proporzionalità rispetto all’offesa. Per cui, ad esempio, se armi sarà legittimo, quando si opererà esclusivamente al il rapinatore fugge con la pistola in mano, volgendo le fine di liberare lo stesso sequestrato. E’ importante altresì spalle all’operatore di polizia, il pericolo per quest’ultimo sottolineare, che non è consentito al pubblico ufficiale, di non è attuale e quindi non potrà sparare verso il rapina- far uso delle armi, contro quelle persone che forzano un tore in fuga; potrà al limite sparare in aria (azione che, posto di blocco; non si fermano ad un’intimazione di alt, come già detto, comunque sconsigliamo perché poco effi- ovvero si danno alla fuga per sottrarsi all’arresto. In tali cace e che comporta molti rischi), oppure inseguirlo per circostanze l’uso delle armi è possibile soltanto per fini catturarlo, richiedendo nel contempo l’intervento in ausi- intimidatori (spari in aria o, se è il caso, alle gomme. lio di altre unità operative e indicando, possibilmente, la Azioni queste, certamente non vietate ma, si ripete, non direzione del fuggitivo. Nel caso di rapinatori in fuga a sempre da attuare), a meno che il pubblico ufficiale, nelle bordo di automezzo, sparare alle gomme del veicolo predette situazioni, si venga a trovare nella condizione di potrebbe risultare pericoloso. Sparare alle gomme è, in dover difendere oggettivamente la propria incolumità fisi- via ipotetica, consentito dall’uso proporzionale rispetto ca o quella di altri. In quest’ultima situazione si invoche- alla resistenza della fuga, ma nella circostanza occorre rà una discriminante diversa, cioè quella di cui all’art. 52 particolare perizia e attenta valutazione del teatro d’inter- c.p. (legittima difesa). La norma, appena esaminata, non vento operativo. Chi ha un’ottima preparazione nel tiro, si presta quindi ad interpretazioni univoche. Pur trattan- è consapevole che l’emotività e l’eccitazione del momen- dosi di disposizione basilare pecca, per certi aspetti, di Inserto Consap Magazine Consap Magazine 2008 IX scarsa chiarezza e necessità di analisi attenta ed obietti- impedire l’evasione, non è più consentito. L’uso delle armi va. Sull’argomento omettiamo di addentrarci ulteriormen- è possibile, per il personale appartenente alla Polizia te e consigliamo la lettura di altri testi specifici. Per appro- Penitenziaria, anche nei casi di evasione, esclusivamente fondire le conoscenze circa le ulteriori possibilità di uso in presenza delle condizioni previste dagli articoli 52 legittimo delle armi da parte degli operatori di polizia, si (Difesa legittima) e 53 (Uso legittimo delle armi) del codi- individuano altre norme: l’art. 158 R.D. 18 giugno 1931, ce penale. Infatti, con l’entrata in vigore del Regolamento n. 773 (TULPS) che prevede, all’ultimo comma, la possibi- di servizio del Corpo di polizia penitenziaria (D.P.R. 15 lità di usare le armi per impedire i passaggi abusivi attra- febbraio 1999, n. 82), non essendo stato riproposto, in verso i valichi di frontiera (ritenuta questa una condotta alcuna disposizione l’art. 169 del R.D. n.2584/37, che attiva invasiva e non una fuga). Questa norma si ricolle- prevedeva l’uso delle armi in caso di evasione, ai sensi ga all’ultimo comma dell’art. 53 del c.p. (uso legittimo dell’articolo 29, comma 2, lettera a), della legge delle armi) che richiama appunto i casi particolari di uso n.395/90, deve intendersi abrogato. Gli operatori della legittimo delle armi. Tipico esempio è quello della senti- polizia penitenziaria, pertanto, nelle condotte che com- nella (previsto dal Regolamento di servizio territoriale del- portano l’uso delle armi o degli altri mezzi di coazione l’Esercito); quello della legge 4 marzo 1958, n. 100- Uso fisica, devono osservare i rigorosi limiti previsti dall’arti- delle armi da parte dei militari e degli Ufficiali ed Agenti colo 53 del codice penale. In merito, una recente diretti- di Polizia Giudiziaria in servizio alla frontiera e in zona va emanata dal Dipartimento dell’Amministrazione Peni- di vigilanza- L’art. 1 di questa legge precisa che “è vieta- tenziaria, ha sottolineato che “per unanime e consolidato to fare uso delle armi, contro le persone, da parte dei orientamento giurisprudenziale la mera fuga è una forma militari e degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, in di resistenza passiva, e pertanto l’uso delle armi per fer- servizio di repressione del contrabbando in zona di vigi- marla è sempre illegittimo; anche l’evasione seppur attua- lanza doganale, come determinata dalle vigenti disposi- ta con destrezza e agilità, non è contrastabile con le armi zioni, fatta eccezione per i casi previsti dagli artt. 52- 53, (ad esempio, da parte del personale con compiti di senti- primo comma, e 54 del codice penale e quando: a) il nella o di scorta e piantonamento). Nel caso invece di contrabbandiere sia armato palesemente; b) il contrab- resistenza attiva con violenza sulle persone, sottolinea la bando sia compiuto in tempo di notte; c) i contrabbandie- direttiva, l’uso delle armi è legittimo sempre che esista un ri agiscano raggruppati, in non meno di tre persone”. rapporto di proporzione tra la violenza e la reazione del L’art. 2, della stessa legge, inoltre, dispone che, “ è vieta- pubblico ufficiale; da ciò consegue che la violenza porta- to far uso delle armi anche nelle ipotesi previste nelle let- ta senza armi non giustifica mai una risposta armata”. tere a), b) e c) dell’art. 1, quando il contrabbandiere si dà Possibilità dell’uso dell’arma in “stato di necessità” (art. alla fuga ed abbandona il carico”. La citata legge con- 54 c.p.). “Non è punibile chi ha commesso il fatto per sente l’uso delle armi contro gli autoveicoli e gli altri esservi stato costretto dalla necessità di salvare se stesso mezzi di trasporto veloci, quando i conducenti non ottem- ed altri dal pericolo attuale, di un danno grave alla per- perino all’intimazione di fermo e i militari non abbiano la sona, pericolo da lui non volontariamente causato, né possibilità di raggiungerli. In tali circostanze, sottolinea la altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato disposizione, l’uso delle armi deve essere preceduto da al pericolo. Questa disposizione non si applica a chi ha intimazione a voce o col gesto e dalla esplosione di alme- un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo”. no due colpi in aria. Da quanto emerge dal nuovo Rego- Agisce in stato di necessità colui che, ad esempio, abbat- lamento recante norme sull’ordinamento penitenziario - ta con colpi di pistola un animale infuriato che stia per D.P.R. 230/2000, l’uso delle armi, per il solo fatto di travolgerlo o aggredirlo. Nell’ambito del sistema delle X Consap Magazine 2008 Inserto Consap Magazine cause di giustificazione del vigente ordinamento penale, in dotazione da utilizzare in servizio, nonché salda e pre- l’operatore di polizia potrà altresì approfondire l’esame cisa coscienza delle loro caratteristiche tecniche e dell’ di quelle, in precedenza accennate, previste dall’articolo intrinseca pericolosità. I responsabili delle strutture opera- 50 c.p., il consenso dell’avente diritto; e dall’articolo 51 tive, nel corso di opportune riunioni, dovrebbero fornire c.p., l’esercizio di un diritto e l’adempimento di un dove- ai collaboratori e dipendenti univoci orientamenti e com- re. Nel tentativo di completare l’argomento sul corretto portamenti operativi che risultino in sintonia con le dispo- uso delle armi da fuoco, riteniamo opportuno fornire sizioni normative, pianificando adeguati periodi adde- alcuni suggerimenti tecnico-operativi di particolare strativi, con l’attuazione concreta di “simulazioni” di tiro importanza. operativo in bianco e a fuoco in appositi teatri operativi, Le seguenti indicazioni saranno utili agli appartenenti alle predisposti tenendo conto della relativa casistica. Dovreb- Forze di Polizia, se tenute in considerazione ed applicate bero, altresì, incentivare eventuali dibattiti su quesiti circa anche quando agiranno in sintonia con le prerogative date dal quadro normativo brevemente illustrato1. Si ritie- l’uso delle armi, formulati dagli operatori, aventi attinen- ne che l’impegno principale delle forze di polizia è quel- logiche e psicologiche. In sede di addestramento, inoltre, lo di salvaguardare la vita, l’incolumità e la libertà dei cit- dovrebbe essere posta particolare cura all’acquisizione e tadini tutti, anche di coloro che delinquono, in nome dei all’attuazione delle cautele (norme di sicurezza) necessa- radicati principi di etica professionale e di civile sensibili- rie per un corretto e sicuro maneggio delle armi, da tà che contraddistinguono le attività degli operatori delle applicare sempre, prima, durante ed al termine del servi- forze di polizia. Pertanto, anche per gli appartenenti alle zio. Ciò al fine di fornire a tutti gli operatori le necessarie Forze di Polizia, l’uso delle armi non può e non deve informazioni e direttive per indurli ad atteggiamenti cor- assolutamente eccedere dall’ambito della legittima difesa retti, sia comportamentali che psicologici. L’uso delle armi ed è giustificato dal rispetto del generale e rigido criterio da fuoco, come già in precedenza indicato, dovrà essere della proporzionalità per vincere una grave violenza o sempre ponderato e graduale e non sempre portato alle resistenza. Ogni intervento con le armi da fuoco dovrà estreme conseguenze. L’operatore di polizia deve sempre essere effettuato, se proprio indispensabile, nel modo più agire con la massima attenzione e accortezza per tutte le graduale possibile e con il massimo livello di competenza gestualità che caratterizzano l’uso delle armi, curando in tecnica; con sensibile cautela e consapevolezza, anche particolare: L’estrazione dell’arma dalla fondina (l’opera- per diminuire le probabilità di danno nei confronti di terzi tore dovrà essere reso consapevole di quando e dove è estranei al teatro operativo o di altri operatori presenti, possibile ed opportuno effettuarla, facendogli acquisire comunque coinvolti. Ci rendiamo conto che in situazioni un’adeguata padronanza tecnica attraverso specifiche d’estrema tensione emotiva, soprattutto in risposta alle ini- simulazioni); L’impugnatura dell’arma e il posizionamen- ziative cruente della criminalità organizzata, la reale to corretto della stessa nello specifico contesto operativo; valutazione delle situazioni d’intervento per il pubblico con la giusta angolazione della canna rispetto all’obietti- ufficiale risulterà difficile. Per tali difficoltà, talvolta, acca- vo. Ad esempio, in posizione di attesa, con la canna dono episodi di uso illegittimo o improprio delle armi da verso l’alto o il suolo e con l’indice fuori dal grilletto. Sol- fuoco. L’operatore di polizia, per conseguire comporta- tanto in situazioni di estremo ed accertato pericolo, con la menti ottimali, dovrebbe addestrarsi in maniera intensa canna collimante con l’obiettivo; La “giusta mira”: nel frequentando con assiduità i poligoni di tiro. L’allenamen- corso di operazioni con obiettivi in movimento, in luoghi to costante, sia in bianco che a fuoco, contribuisce, infat- affollati ed in condizione di scarsa visibilità; La scelta ti, a fare acquisire incondizionata padronanza delle armi ponderata dell’effettuazione di eventuali spari in aria a za a problematiche giuridiche, tecnico-operative, deonto- Inserto Consap Magazine Consap Magazine 2008 XI “scopo intimidatorio.” Anche se non risultano vietati, sparato nel vuoto e in assenza di attrito, può presentare come più volte suggerito, sono da utilizzare con molta la stessa velocità all’inizio e alla fine della curva percor- oculatezza o da evitare del tutto. Infatti, è da tenere in sa (traiettoria). La forza di gravità tende a far cadere il considerazione che, per le peculiari caratteristiche balisti- proiettile verso il suolo con moto uniformemente accelera- che del munizionamento in dotazione agli operatori di to. A titolo di esempio, un proiettile cal. 9 Parabellum, con polizia, prevalentemente da guerra (caratterizzato da velocità iniziale (Vo) di 340 m/s, sparato nel vuoto (senza elevata velocità ed energia cinetica, alto potere di pene- resistenza dell’aria) può produrre una gittata massima di trazione e palla “camiciata”, che ne agevola i rimbalzi su circa 11.000 metri. Lo stesso tipo di proiettile sparato nel- superfici dure), i colpi vaganti possono colpire, con effet- l’aria genera una gittata massima di circa 1.700 metri. ti anche letali, terzi estranei posizionati anche a notevole Un proiettile cal. .22 corto, con Vo di 260 m/s, produce distanze. Il colpo in aria è, quindi, da considerare in una gittata massima di circa 1.000 metri. Sparare in aria, generale potenzialmente pericoloso. Nella concitazione quindi, è pericoloso e comporta rischi molto alti, si sugge- del momento, infatti, l’operatore di polizia potrebbe posi- risce di farlo esclusivamente nelle circostanze in cui sia zionare l’arma non perfettamente verticale con il rischio necessario per difendersi da una possibile aggressione di colpire direttamente o per rimbalzo un passante, qual- violenta che metta in pericolo la propria od altrui vita. A cuno affacciato ad un balcone, o una persona che si conclusione, riteniamo utile accennare brevemente alla trova anche molto distante dal punto di sparo. Per sempli- tutela difensiva delle Forze di Polizia, connessa all’uso ce ricaduta la pallottola acquisisce un’energia potenziale delle armi. L’art. 32 della legge n. 152 del 22 maggio tale da poter uccidere una persona, se colpita in zone 1975, richiamato dall’art. 9 della legge 7 agosto 1990, molli o vitali, a notevole distanza. Vi sono stati casi di per- n. 232, precisa che nei procedimenti a carico di ufficiali sone ferite o colpite mortalmente a distanze notevoli (oltre o agenti di polizia giudiziaria o dei militari in servizio di i mille metri) anche da pallottole di piccolo calibro. Gli pubblica sicurezza per fatti compiuti in servizio e relativi operatori di polizia devono avere la consapevolezza che, all’uso delle armi o di altro mezzo di coazione fisica, la dopo lo sparo in aria, il proiettile durante il suo movimen- difesa può essere assunta a richiesta dell’interessato dal- to verso l’alto percorre nello spazio una traiettoria, a l’Avvocatura dello Stato o dal libero professionista di fidu- parabola (con un ramo ascendente ed uno discendente), cia dello stesso, con spese a carico dello Stato. In questo che ha origine dalla canna dell’arma (volata) al momen- secondo caso è prevista la rivalsa dello Stato a carico del- to dello sparo e termina nel punto di caduta, corrispon- l’interessato se emerge responsabilità del medesimo per dente all’intersezione del ramo discendente della traietto- fatto doloso. L’ultimo comma del predetto articolo aggiun- ria con la linea di orizzonte dell’arma. La distanza tra l’o- ge che le stesse disposizioni si applicano a garanzia di rigine dello sparo e il punto di caduta del proiettile è qualsiasi persona che a richiesta del pubblico ufficiale gli denominata gittata (distanza massima percorsa dal abbia prestato assistenza. Gennaio 2008 Antonino Errante Parrino proiettile). Le armi corte da pugno (pistole e revolver) possono generare, in linea di massima, sparando verso l’alto, in posizione non perfettamente verticale e con angolo di tiro variabile, gittate fino ed oltre i 1.500 metri, mentre le armi lunghe (es. fucili, moschetti e carabine) possono produrre gittate fino ed oltre i 5.000 metri. La gittata massima si ottiene, in linea teorica, con un angolo di tiro di 45°. Generalizzando, si può affermare che il proiettile, 1 Per completare la conoscenza degli aspetti tecnici, normativi e deontologici, si suggerisce la lettura del manuale “ARMI E ADDESTRAMENTO ALLE TECNICHE DI TIRO- disciplina giuridica e tecnologia delle armi, munizioni, balistica, fondine, esplosivi e procedure di intervento”. Di A.Errante Parrino-Ed. Laurus Robuffo-Roma-2007. In evidenza Consap Magazine 2008 27 Corso di Formazione Quadri organizzato dalla Segreteria Regionale del Lazio Presso l’accogliente Sala Viminale dell’Hotel Capital Inn di Roma si è tenuto il 3°corso di formazione sindacale organizzato dalla Segreteria Regionale del Lazio. L’importante iniziativa è concisa con la prima uscita pubblica del neo Segretario Generale Regionale, Antonio Boni designato all’importante incarico dalla Segreteria Nazionale nel corso della riunione del 5 giugno scorso. Nel corso dell’interessante stage di formazione sindacale, al quale hanno partecipato 20 dirigenti del Lazio, si sono alternati gli interventi del Responsabile Nazionale 28 Consap Magazine 2008 Ufficio formazione Quadri, dottor Giovanni Iaquinta (Tecniche di comunicazione persuasiva per ottenere consenso, gestire la negoziazione e parlare in pubblico), del Segretario Generale Nazionale, dottor Giorgio Innocenzi (Relazioni sindacali – momenti di confronto tra Amministrazione e le OO.SS – verifiche degli istituti contrattuali) e del Responsabile Nazionale Ufficio Vertenze Legali, dottoressa Claudia Pannozzo (Repressione della condotta antisindacale). Il neo eletto segretario generale dopo aver ringraziato il suo predecessore Palmerino Paniccia per l’ottimo lavoro svolto, ha illustrato all’assemblea dei delegati, il proget- In evidenza In evidenza to politico-sindacale che intende portare avanti con la sua squadra. Negli obiettivi di Antonio Boni ampliare l’azione di tutela del personale sulla stessa linea percorsa dal segretario uscente, nel tentativo di insidiare, ovviamente in termini percentuali, non certo numerici, la leadership di Roma e provincia per numero di iscritti, concentrando l’attenzione l’attenzione sulle province a nord della regione e nella fascia litoranea, che anche per quest’anno pagherà le gravi carenze di uomini e mezzi. “Nel far questo - ha detto Boni – contiamo sull’aiuto fondamentale che ci potrà fornire la Segreteria Generale, ed io stesso compatibilmente con gli impegni professionali e sindacali, ho in animo di poter portare avanti un confronto costante fra le linee politico-sindacali in ambito regionali e quelle nazionali. Gli approfondimenti sulle tematiche sindacali garantite dagli interventi di Giorgio Innocenzi, Giovanni Iaquinta e Claudia Pannozzo, hanno generato un proficuo e Consap Magazine 2008 29 costruttivo dibattito, attraverso il quale sono state individuate linee d’intervento sinergiche, che ora sarà compito dei partecipanti al corso di formazione veicolare attraverso tutte le segreterie locali per informare gli iscritti, circa l’azione sindacale che come sempre sarà pervasa dagli ideali di autonomia ed indipendenza da ogni forma di lobby politico-sindacale, che da sempre contraddistingue la Consap in un panorama in tutte le organizzazione sindacali di categoria vengono fagocitate e tacitate da accordi con diverse confederazioni del lavoro non autonome ed anzi attori di vergognoso spessore negli attacchi che periodicamente vengono indirizzati verso la nostra Polizia di Stato. Una mancanza di coerenza che consente per esempio a chi tra i sindacati si è appiccicata la sigla di Cgil, di sostenere l’inutilità dei poliziotti negli uffici. Al temine dei lavori, la Segreteria Regionale ha consegnato a tutti i frequentatori un attestato di partecipazione. 30 Consap Magazine 2008 Il testimone Il G8 di Genova dall’obiettivo di una fotocamera Nikon F90K di Francesco Moretta Il reportage al G8 di Genova è mirato ad illuminare quelle zone d’ombra mai chiarite da stampa e televisione. Alcuni media ancora parlano negativamente di quei giorni di violenza, dando la colpa, per lo più, alle Forze dell’Ordine ed alle direttive di Ordine Pubblico, ma quella grande manifestazione fu organizzata allo scopo di creare disordini e terrore, proprio durante il grande avvenimento internazionale. In tutte le contestazioni di rilievo capita che nella catena di comando vi sia qualche inevitabile intoppo; il contrasto fra dirigenti durante le operazioni sono plausibili e da metter nel conto, ma a Genova le Forze dell’Ordine si sono comportate egregiamente se si considera la deliberata aggressione, violenta e piena di odio, da parte di: tute bianche, cobas, no-global, black-block, nei confronti degli uomini in divisa. Purtroppo la storia si ripete per ricordare all’umanità, che il male è parte della vita e nessuno può sottrarsi agli eventi del futuro. Infatti, mezzo secolo prima del G8 Genova “la Superba”, ricca di storia e arte a causa del clima politico e sindacale turbolento (1894/49/50) subì violenza peggiori. Gli autori di quelle eversioni però non erano figli di papà, come è successo al G8 del 2001, ma povera gente, reduci di una guerra crudele e furono soprattutto manovrati da politici di parte. Sono trascorsi da quei tempi lontani moltis- simi anni e ancora sovvengono quei tristi ricordi accantonati nella memoria. Fui allora testimone oculare in qualità di tutore dell’ordine di quelle violente contestazioni e devastazioni senza capirne il senso. Quelle giornate di fuoco furono per me il primo impatto da poliziotto. La visione degli incidenti in tutto il centro storico, la folla inferocita che urlava, mentre lungo via XX settembre spaccava vetrine e saccheggiava negozi, ribaltava mezzi pubblici e li dava alle fiamme assieme ai mezzi corazzati della Polizia appartenenti al IV Reparto Mobile di Bolzaneto mi arrecò tanta rabbia. Alla fine di quelle giornate dolorose, le Forze dell’Ordine con grande impegno, determinazione e coraggio, riportarono la calma e l’ordine pubblico; purtroppo vi furono feriti e vittime fra manifestanti e Forze di Polizia. E’ una mia riflessione è può non essere condivisa dai lettori. Se all’epoca dei gravi avvenimenti di metà secolo scorso il Ministro dell’Interno Mario Scelba, non avesse intuito la delicata situazione politica e non avesse ordinato alla massime autorità di permare a qualsiasi costo i tumulti, la sommossa strisciante si sarebbe allargata in tutto il paese e l’Italia sarebbe diventata uno dei paesi del blocco comunista e non lo stato democratico in cui viviamo oggi per se attraversato da non poche contraddizioni e problematiche di varia natura. Eccoci finalmente al “tanto contestato” G8 del luglio 2001 nella città di Genova. Il più grande avvenimento italiano del terzo millennio. La riunione dei maggiori capi di stato del mondo al Palazzo Ducale di piazza De Ferraris. Scopo dell’assemblea: tentare di risolvere i grandi problemi che affliggono il mondo”. Nel corso del congresso è accaduto di tutto nel centro storico, nonostante fosse presidiato da un consistente apparato di Forze dell’Ordine. Una grande massa di contestatori, provenienti da mezza Europa, capeggiati da alcuni politici assieme a centri sociali, tute bianche, cobas, e black - block sin dalla mattinata Il testimone misero a ferro e fuoco la periferia della città comprese le stazioni di Principe e Brignole e parte del centro storico. Arrivati in piazza De Ferraris tentarono di forzare, con inaudita violenza, il presidio delle Forze dell’Ordine ivi preposti a salvaguardia dell’incolumità degli statisti. Nel corso delle violente contestazioni mi sono accorto che le tute bianche non erano affatto pacifisti, come vorrebbero far credere, ma violenti guerriglieri addestrati, che insieme ai black-block ed ai cobas (quel giorno vestiti con bardature da sembrare barbari) con zaini pieni di bombe molotov muniti di spranghe nascosti da passamontagna, sfondavano bancomat, incendiavano automobili, facevano barricate con i cassonetti dell’immondizia, tiravano bombe contro le Forze dell’Ordine. Lanciarono sassi anche verso gli operatori del Tg5 ad un giornalista del quotidiano Libero ed al sottoscritto che riuscimmo a schivare. La tecnica collaudata dai manifestanti fu quella che mentre il gruppo di “bombaroli” lanciavano molotov verso la Polizia, alcuni di loro registravano la scena per poi rientrare repentinamente in seno al cortea per esere protetti. Ricordo bene quei momenti di tensione: una signora anziana terrorizzata dai gravi disordini che era rimasta nella città deserta dal una finestra al primo piano gridò verso un gruppo di poliziotti: “Ammazzateli tutti questi terroristi!!! Belin bruciano la mia bella zena”. Quante menzogne sono state scritte da certa stampa sulle Forze dell’Ordine. Alcune reti televisive hanno intinto il biscotto allo scopo di demoralizzarne il loro prestigio, la loro professionalità, il loro coraggio, la loro storia centenaria. In occasione dell’importante manifestazione, i reparti antisommossa, arrivati da città lontane, hanno sopportato la stanchezza del trasferimento, la precarietà degli alloggi e della risotorazione e la preoccupazione del servizio che si apprestavano a sostenere e nonostante ciò con il loro coraggio e con spirito di sacrificio riuscirono a fermare le violenza ed i tumulti di quelle giornate afose del luglio 2001. Da vecchio poliziotto, ho il fondato sospetto che le suddette forze le vogliono demoralizzare a scopo politico, perché in tanti anni di professione non ho mai visto né documentato la caccia dei poliziotti a cittadini inermi. Anzi faccio notare, ogni volta che vi sono disordini con incidenti, che sono sempre più le vittime fra agenti e carabinieri, come puntualmente si è verificato in occasione del G8; per di più vi sono stati strascichi giudiziari per i poliziotti, ancora in fase istruttoria di responsabilità. Consap Magazine 2008 31 Non si dimentichi la grave e infame dichiarazione del (pazzo) di aver assistito all’inaugurazione di una famosa “macelleria messicana alla scuola Diaz”. Quella calunnia andava perseguita giuridicamente ma nessuno si è smosso per difender l’onore e il prestigio degli agenti. Considerando che ogni giorno essi versano il sangue, per un ben misero stipendio nella difesa delle istituzioni del Paese. A Genova poteva accadere di tutto e di più con il clima turbolento che regnava, se non è successo, lo si deve alla massima tolleranza delle Forze di Polizia imposta dall’alto ed alla loro professionalità dovuta all’addestramento durante i corsi nelle scuole di polizia. Nessuno voleva la morte del giovane Giuliani, a mio giudizio l’evento va attribuito ad un concorso di cause concatenate ma anche ad una scelta di vita violenta in cui egli credeva. Alcune organizzazioni politiche dopo quei fatti, hanno dichiarato ai media che gli incidenti furono dovuti alla provocazione poliziesca; ho potuto invece constatare l’odio durante la guerriglia organizzata verso le Forze dell’Ordine, che si sono difese solo con il manganello, mentre potevano, data la pericolosità della sommossa usare anche altri mezzi di repressione atti legittimi alle circostanze per respingere la guerriglia genovese. 32 Consap Magazine 2008 In evidenza Ispettorato P.S. Palazzo Chigi a colloquio con il dirigente Fra i risvolti politici ed istituzionali, legati ad un cambio dell’Esecutivo, vi sono il riequilibrio dei meccanismi di sicurezza delle sedi di governo, in questo frangente il funzionario di Polizia chiamato a questo compito è un uomo di provata esperienza, al suo terzo cambio di governo, una garanzia di efficienza. Il dottor Ugo Mastrolitto. Dottore ci può gentilmente fornire un suo breve curriculum? Sono nato a Napoli nel 46, laureato in giurisprudenza. In Polizia dal 1971, nel 1988 sono stato promosso Primo Dirigente, nel 1991 Dirigente Superiore ed in seguito Dirigente Generale destinato, prima all’Ispettorato Viminale e dal 19 gennaio del 2004 Dirigente dell’Ispettorato di P.S. Palazzo Chigi incarico che ricopro tuttora. Dottor Mastrolitto, il suo incarico istituzionale la vede al terzo cambio di governo, quanta energia si spende per affrontare momenti così delicati? L’attività di vigilanza e sicurezza svolta dall’Ispettorato a protezione delle sedi di governo, comporta un giornaliero sensibile impegno da parte di tutto il personale dipendente. Comprensibilmente tale compito diventa più gravoso nei delicati momenti dei cambi di governo, allorché bisogna saper ricreare, in tempi brevissimi, la fiducia, la stima e la piena collaborazione da parte dei vertici politici ed amministrativi della Presidenza del Consiglio. Il costante impegno e l’indiscussa professionalità del personale dell’Ispettorato hanno saputo conseguire risultati altamente positivi e tangibili manifestazioni di apprezzamento da parte delle varie personalità di governo. La Polizia di Stato è un’istituzione vitale, segue costantemente i cambiamenti e le innovazioni del nostro tempo. Immagino che dopo le ultime elezioni anche a Palazzo Chigi possa essere cambiato qualcosa? La Polizia è chiamata ad operare al servizio di una società in continua evoluzione e pertanto, in questi ultimi anni, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza investe sempre di più nel settore della formazione del personale. Ciascun appartenente all’Amministrazione deve sapersi costantemente confrontare con fenomeni di criminalità comune e politica a volte anche di estrema complessità e delicatezza (basti pensare in proposito anche ai possibili attacchi mediatici che potrebbero minare l’immagine del governo) e sapere sempre dare concrete risposte alla pressante domanda di sicurezza che costantemente proviene da tutte le realtà sociali ed istituzionali. In particolare, per quanto riguarda questo Ispettorato, la Polizia di Stato deve essere in grado di garantire la massima protezione delle varie sedi del governo, contemperando le esigenze di sicurezza con un’attività di controllo e di vigilanza costantemente attenta e riservata. Il senso di sicurezza deve essere percepito senza inutili ricorsi a comportamenti plateali o comunque appariscenti. Tali criteri sono applicati anche in occasione dei In evidenza numerosi vertici e incontri ufficiali con rappresentanti di stati esteri che si svolgono sia a Palazzo Chigi che presso le sedi di rappresentanza della presidenza come Villa Pamphili o Villa Madama. Fin dai primi giorni, la sua direzione non lasciava dubbi sul percorso formativo, in questi anni abbiamo imparato molto, Lei è riuscito a costruire un ufficio efficiente e all’avanguardia ottimizzando le poche risorse umane a disposizione in sinergia con innovativi sistemi di sicurezza passiva. Oggi quest’ufficio continua ininterrottamente da mezzo secolo a garantire la sicurezza delle sedi di governo ed il personale ha raggiunto un livello di professionalità notevole, quali sono i passi successivi che intende intraprendere per affrontare il futuro? Questo Ispettorato può essere paragonato ad una complessa e collaudata macchina che produce giornalmente sicurezza. Per mantenere anche in futuro gli attuali elevati livelli qualitativi è però necessario che tale meccanismo venga periodicamente lubrificato e revisionato. Per Consap Magazine 2008 33 tali motivi, i prossimi passi che dovranno essere percorsi per affrontare serenamente il futuro saranno i seguenti: rivisitazione ed aggiornamento dei sistemi di difesa passiva (video-sorveglianza – allarmi anti-intrusione) installati presso le varie sedi, al fine di individuare nuovi e più efficaci moduli operativi che contemplino l’adozione di soluzioni tecniche appropriate; riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi di vigilanza in atto per evitare che i periodici e fisiologici decrementi di organico possano comunque compromettere agli attuali standard di sicurezza; elevare sempre di più la preparazione tecnico-professionale del personale facilitando ed incrementando la partecipazione agli appositi corsi di aggiornamento professionale che vengono periodicamente organizzati dal Dipartimento e dalla questura; stimolare attraverso un’adeguata opera di sensibilizzazione, l’amor proprio dei dipendenti rendendoli consapevoli di svolgere quotidianamente un compito qualificato, delicato ed importante. Giovanni Guerrisi e Giovanni Serenellini 34 Consap Magazine 2008 In evidenza I morti della Polizia, non sono vittime del lavoro? “A 24 ore dall’ennesima morte sul lavoro, ancora aspettiamo di sentire la voce del Presidente della Repubblica” la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap) sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, urla in faccia alle istituzioni tutta la sua rabbia per un lavoro che sembra essere diventato il meno importante di questo paese: il poliziotto. Il collega della Polizia Stradale falciato da un imbecille nei pressi di Gioia del Colle è l’ennesimo tributo umano, che la Polizia di Stato rende a questo Paese, eppure tutto sembra passare sotto silenzio. “Abbiamo apprezzato l’indignazione del Colle per le troppe morti sul lavoro e quindi restiamo ancor più sbalorditi da questo silenzio per l’ennesimo morto sul lavoro – spiega il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi - un morto che, senza nulla togliere agli altri, appare un po’ diverso in quanto stava lì per servire lo Stato”. Gia ci aspettiamo le frasi di circostanza che le istituzioni elargiranno a piene mani domani, ma la realtà è che nessuno nell’immediato si è sentito in dovere di denunciare quest’ennesima morte sul lavoro e men che meno sono stati promessi decreti o leggi speciali che forniscano ai colleghi della Polizia Stradale ed a tutti i poliziotti in prima linea, strumenti di difesa adeguati. “Il collega Ciquera è morto perchè pioveva e l’asfalto era viscido e quindi un “non vedente” a bordo di una BMW lo ha colpito come un birillo da bowling, lasciando nella disperazione i suoi colleghi, la moglie ed i suoi due figli, gia ci tremavamo le orecchie nell’attesa delle durissime reazioni politiche ed istituzionali, ed invece niente solo un noto assordante silenzio: “I poliziotti sappiano fin da ora che se vogliono considerazione dallo Stato devono farsi sparare in bocca da un rom o un extracomunitario!!!”, questa l’amara e provocatoria considerazione finale del sindacato. E.R. In evidenza Consap Magazine 2008 35 Reparto Mobile Calabria la proposta Consap approda al Dipartimento Il Reparto mobile in Calabria nasce nella seconda metà degli anni ottanta, la scelta della sede di Reggio Calabria, fatta 30 anni fa, mostra una non corrispondenza alle reali ed attuali situazioni criminose sociali e politiche della regione Calabria, e del resto dell’Italia del Sud. Alle attuali situazioni si aggiunge anche l’impiego del Reparto a fronte di un’altra problematicità, che altri reparti in Italia non si trovano ad affrontare: uno dei più grandi Centri di Accoglienza per Profughi di tutta l’Europa, il centro di permanenza temporanea «S. Anna» di Isola Capo Rizzuto (Crotone), oltre al C.P.A. “Malgradotutto” di Lamezia Terme. Pertanto, idoneo potrebbe essere rivedere la localizzazione sul territorio del reparto, mediante la realizzazione di un Distaccamento in una zona decisamente baricentrica all’interno della regione, qual è quella del capoluogo di regione ossia la città di Catanzaro. La quasi totalità dei servizi necessita di partenze lungamente anticipate rispetto all’inizio dell’espletamento dell’attività operativa di impiego, ore di viaggio, giorni di permanenza nei luoghi d’impiego, con ricorso ad alloggio e vitto presso strutture convenzionate e come si può capire tale situazione accresce notevolmente l’esborso economico. La situazione logistica della sede calabra non è né omogenea né funzionale, posta all’estremo sud della Regione, quindi impossibile raggiungere le altre province in tempi ragionevoli per non parlare dei tempi per le regioni limitrofe. Una idonea localizzazione, mediante un distaccamento, con sede più centralizzata a tutte le altre grosse città della regione, favorirebbe una copertura rapida e omogenea di tutto il territo- rio regionale minor stress per gli operatori e per ultimo un risparmio di risorse economiche per l’Amministrazione. In questa ipotesi possiamo identificare tale possibile sede Reggio Calabria e “distaccamento” di Catanzaro. Il Reparto Mobile Calabria, che costituisce comunque uno strumento a carattere operativo della Polizia di Stato, con una nuova organizzazione ed una nuova disposizione territoriale potrebbe dare un più concreto e fattivo contributo non solo all’ordine pubblico, ma anche alla lotta alla criminalità organizzata e non. Non ultimo utilizzando le professionalità, le attrezzature e le esperienze operative di tale Reparto Mobile si potrebbero realizzare delle piccole unità tecnicamente e operativamente valide. L’idea di realizzare tale sede distaccata nella città di Catanzaro nasce all’interno della comunità Consap catanzarese e calabrese, composta da Virgilio Isabello, Carlo Figliomeni, Mario Perri, Giuseppe Brugnano, Piero Affaticato, Maria Marasco e tanti altri, e dopo vari colloqui con la classe politica locale viene anche recepita da tali amministratori, tant’è che, recentemente, è stata depositata una mozione in Consiglio Comunale a Catanzaro, da parte del consigliere con la delega alle Politiche della Sicurezza, Eugenio Riccio, che avalla in toto le posizioni della Consap. Il “progetto” splendidamente redatto ed articolato alla perfezione dal collega Luca Perricelli, in servizio presso la Questura catanzarese, è stato depositato nel mese scorso al Dipartimento e verrà presentato alla stampa nel mese di giugno a Catanzaro alla presenza anche del Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi e di cui daremo ampie notizie nel numero successivo. 36 Consap Magazine 2008 In evidenza La politica spinge ma la Polizia è in brache di tela La politica spinge ma la polizia è in brache di tela, la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, ha protestato vivamente per il mancato rafforzamento del personale in servizio presso il Cpt di Ponte Galeria. “Nel Centro, nel 2003, con 150 stranieri da gestire, operavano 36 unità - spiega il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi - oggi con 300 stranieri da gestire, il numero è sceso a 25; lo stesso per i mezzi a disposizione che sono scesi da 15 ad appena 5. In questi giorni in cui assistiamo ad una spinta politica repressiva verso l’immigrazione clandestina, si stanno verificando situazioni paradossali come ad esempio la rotazione di stranieri: in sostanza se l’ufficio immigrazione comunica il fermo di un certo numero di stranieri, il centro, che è già stipato, può ovviare solo procedendo al rilascio di stranieri con pratica non definita, per far posto ai nuovi arrivati, succede così che l’iter burocratico per il rimpatrio, già oneroso per l’esiguo numero di personale, si interrompe, rendendo pressocchè impossibile l’epulsione”. “Altro paradosso è che, se lo straniero fermato, dichiara di voler lasciare il territorio nazionale dopo essere stato identificato e magari già in possesso di un passaporto regolare, i poliziotti sempre per difficoltà ad ottemperare in tempi stretti alle pratiche burocratiche, devono trattenerlo almeno fino alla scadenza dei termini per il trattenimento”. Donne ed uomini della Polizia si trovano sballottati fra la politica che impone un giro di vite e gli apparati di sicurezza che non tengono in alcun le accresciute esigenze operative - tuona la Consap - basti pensare che pochi giorni fa la Questura di Roma ha rafforzato, con 10 operatori, l’Ufficio Gabinetto, una struttura non operativa, e non ha mandato neppure un operatore al Cpt di Ponte Galeria. “La situazione in quel centro è esplosiva - conclude Innocenzi - i colleghi temono di diventare i capri espiatori della disarmonia fra la politica ed il Dipartimento della Pubblica Sicurezza”. F.M. In evidenza Consap Magazine 2008 37 La Consap incontra il Vice Capo della Polizia Nicola Cavaliere Una delegazione della Consap, composta dal Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi e dal Segretario Generale Provinciale Guglielmo Frasca, ha incontrato il Vice Capo della Polizia prefetto Nicola Cavaliere. Nel lungo e cordiale colloquio si sono affrontate alcune criticità relativa all’organizzazione del lavoro del personale. Nello specifico la Consap ha sottoposto all’attenzione del Prefetto, le lamentele raccolte in una recente assemblea tenutasi presso il Nucleo Operativo di Protezione Lazio. La preoccupazione manifestata dal personale concerne il consistente taglio delle ore di straordinario che penalizza un delicato settore della sicurezza come quello della protezione. La comunicazione del tenente colonnello dei Carabinieri che dirige quell’ufficio, ha informato il personale che esiste un eccesso di ore di straordinario eccedente e che per tale motivo sarebbe stato richiamato. La Consap pur riconoscendo la necessità dei poliziotti di adoperarsi per garantire un risparmo alla collettività, ha analizzato la situazione che con il passare del tempo potrebbe avere ripercussioni anche gravi sull’efficienza del Nucleo. Il Vice Capo della Polizia ha concordato con organizzazione sindacale, confermando l’esistenza di un problema per le ore di straordinario, non solo del Nucleo ma di tutta la Polizia, che i Direttori Centrali sono chiamati ad affrontare, per questo occorre la collaborazione anche dei sindacati: “fermo restando che mi impegnerò al massimo per evitare che questa contingenza negativa, possa arrecare disagi al personale”. E.I. Poliziotto di quartiere a Potenza Il Segretario Generale Provinciale della Consap di Potenza Anna Maria Costante ha scritto al Questore per stigmatizzare l’utilizzo del poliziotto di quartiere nel capoluogo lucano. “Molto spesso il poliziotto di quartiere è impiegato in servizi diversi e con orari differenti dai turni previsti - si legge nella missiva - facendo emergere in modo incontrovertibile la sistematica violazione dell’istituto, voluto dalla classe politica per dare sicurezza ai cittadini attraverso l’instaurarsi di un rapporto di fiducia con l’operatore. Il personale impiegato è stato inviato, a spese del contribuente alla frequenza di un corso di aggiornamento professionale per consentirgli un corretto approccio con i cittadini atto a far insorgere un dialogo costrut- tivo e duraturo con l’istituzione. Nel proseguire della lettera, la nostra brillante dirigente sindacale, rende atto ai vertici della sicurezza cittadina come la gestione delle risorse umane sia difficile: “…ma di converso mi sembra giusto e doveroso, laddove non si ritenesse necessario questo “particolare” servizio, che Ella avvii le procedure previste dalle direttive ministeriali”. La lettera si chiude con una speranza: “Sono convinta che dall’alto della sua esperienza, cercherà di risolvere il problema al fine di evitare che il poliziotto di quartiere possa diventare il serbatoio da utilizzare in vari impieghi, distogliendolo dal servizio per il quale è stato deputato”. 38 In evidenza Consap Magazine 2008 Bush in Italia: Consap, amministrazione e questura evitino disservizi La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia in occasione della visita del presidente degli Stati Uniti George Bush, ha invitato l’Amministrazione della P.S. ad evitare il verificarsi di una serie di dispiacevoli disservizi che hanno contrassegnato la visita di Bush del giugno del 2007. “I poliziotti – ha spiegato in un comunicato stampa il Segretario Generale della Consap Giorgio Innocenzi – sono pronti come sempre a fare del loro meglio per mantenere alta l’immagine del nostro Paese e rendere il soggiorno dell’alta personalità il più possibile sereno, ma non dimentichiamo che a tanta abnegazione dei colleghi corrisponde una scarsa sensibilità dell’Amministrazione nel riconoscere impegno e sacrificio. Nel giugno 2007 infatti il vitto per il personale di Polizia impegnato in ordine pubblico, fu vergognoso, acqua calda e panini di gomma, mentre agli omologhi dei carabinieri venne inviato un servizio catering di prim’ordine; è altresì demotivante, che solamente ora il Ministero dell’Interno abbia inviato alle scuole che lo scorso anno fornirono operatori per l’ordine pubblico, una lettera in cui si impegna a pagare lo straordinario effettuato nel giugno 2007 durante l’ultimo viaggio in Italia del presidente degli Stati Uniti. Il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, aveva da tempo richiesto il pagamento degli emo- lumenti straordinari ma solo a fine maggio ossia a poche settimane dalla nuova visita del Presidente statunitense gli uffici amministrativi contabili delle questure hanno avuto l’ok per il pagamento del restante 50%: “A pensar male si fa peccato –conclude Innocenzi - ma la coincidenza è quantomeno sospetta e non vorremmo trovarci a dover rivendicare i diritti dei colleghi fino alla prossima visita del nuovo presidente americano”. E.R. Analisi Consap Magazine 2008 39 Carmine D’Agostino Dirigente Nazionale Consap Proclami senza fatti concreti non producono maggiore sicurezza Da tempo la Consap lancia l’allarme sicurezza, attraverso iniziative come articoli di stampa, dibattiti su reti televisive pubbliche e private, realizzazione di convegni, a cui sono intervenuti politici dei diversi schieramenti dai quali ha sempre ottenuto la promessa di ulteriore interessamento finalizzato ad un più efficace contrasto alla criminalità. Lutti che creano vuoti incolmabili come conseguenza di rapine, pestaggi, stupri e di altri atti di deplorevole ed ingiustificata violenza. Ciò mette in discussione il nostro stato di diritto. Alcuni “esperti” hanno analizzato i dati statistici dei fatti criminosi, come se la sola diminuzione degli stessi fosse di per sé garanzia di sicurezza, senza valutare il grado d’allarme e di pericolo sociale che determinati delitti infondono nella gente comune. Altri, per combattere con efficacia ogni forma di criminalità, si limitano a richiedere un dispiegamento maggiore di Forze di Polizia sul territorio. In realtà il problema viene da lontano ed origina da molteplici cause, alcune delle quali potremmo individuarle nelle carenze dell’educazione familiare e scolastica, nelle difficoltà d’inserimento nel mondo lavorativo o nel mancato rispetto delle leggi e delle regole. La Consap non intende sostituirsi ai politici ma, nello svolgimento del proprio ruolo non si sottrae alle proprie responsabilità e grida con forza e vigore il motto “restituiamo sicurezza alla gente”. Con lo stesso fervore invitiamo questo governo e le forze politiche ad intervenire con provvedimenti legislativi, per assi- curare la rapidità dei processi e la certezza della pena, nonché la maggiore tutela degli operatori di polizia ed un migliore equipaggiamento per gli stessi. Chiediamo inoltre di sottoporre allo studio alcuni procedimenti speciali previsti dal C.P.P., affinché vengano esclusi dal beneficio della riduzione di un terzo della pena, come per l’omicidio, anche alcuni delitti: rapina, sequestro di persona, violenza sessuale, estorsione, lesioni gravissime, ogni forma di violenza su minori connessa alla pedofilia, incendio doloso boschivo; proponiamo altresì per detti reati il protrarsi della carcerazione preventiva. La gravità di simili delitti, non può essere sottovalutata, per privilegiare la celerità dei processi. Un’ulteriore attenzione chiediamo per l’istituto della misure di prevenzione e/o di sicurezza da applicare in campo europeo, allo scopo di addivenire ad una stazione comune che assicuri che, un condannato per delitto e le persone ritenute pericolose, siano avviati coattivamente al paese d’origine, stabilendone tempi e modalità di permanenza in quel luogo, senza escludere la possibilità dell’espiazione della pena, in caso di condanna, nel proprio paese, con l’inibizione del reingresso nello stato in cui la misura dell’allontanamento è stata emessa, senza il nullaosta di quest’utlimo. Laddove gli stessi soggetti violino le prescrizioni e rientrino nello stato che li ha allontanati, dovranno essere arrestati, condannati e riavviati coattivamente nella loro nazione. 40 Consap Magazine 2008 Analisi Gianni Valeri Segretario Nazionale con delega ai Ruoli Tecnici Corso infermieri Polizia di Stato un’esperienza da ripetere Grande successo per l’evento formativo dedicato agli Infermieri della Polizia di Stato svoltosi il 29 marzo u.s., che ha avuto tra i principali organizzatori il Dirigente Sindacale Consap, Dott. Maurizio Bellini. Il concretizzarsi dell’evento, dall’Osservatorio Infermieri Consap ha visto coinvolti in sinergia il Collegio Provinciale degli Infermieri I.P.A.S.V.I. di Roma ed il Servizio Operativo Centrale di Sanità nella veste del suo Direttore Prof. Marceca, sempre sensibile alle esigenze formative dei professionisti infermieri della Polizia di Stato. L’evento dal titolo “La gestione di un team infermieristico: strumenti e metodologie” è stato completamente gratuito per gli infermieri della Polizia ed accreditato per 7 crediti ECM, ed ha visto una grande partecipazione con la presenza di personale giunto “a proprie spese” da ogni città d’Italia. Probabilmente esplicito sintomo di gradimento per tale iniziativa. Il corso ha fornito al personale infermieristico quegli strumenti e metodi che sono in grado di fare esprimere al meglio le proprie potenzialità professionali individuali e di gruppo dell’intera categoria, necessità che nasce da un dettato che non può assolutamente essere trascurato: offrire un servizio sempre più di qualità al cittadino/utente/poliziotto. Con l’auspicio di continuare nella direzione intrapresa e nella speranza che il prossimo evento preveda, per il personale interessato, anche la possibilità di ottenere una “partecipazione” meno gravosa economicamente (ad esempio prevedendo la fruizione di un alloggio di servizio), questa O.S. esprime un riconoscente ringraziamento a tutti i promotori ed organizzatori che hanno reso possibile l’evento. Analisi Consap Magazine 2008 41 Alessandro Patruno Il Segretario regionale generale Volanti: figli di un Dio minore! Purtroppo, Signor Questore, la situazione presso le Volanti di Verona non è catastrofica, ma allarmante sì. I numeri parlano chiaro: circa l’80% del personale che svolge servizio esterno ha chiesto di essere trasferito ad altro impiego. Questo dato, ovviamente, non è addebitabile al Dirigente dell’Ufficio, che si è sempre distinto verso il personale con atti leali, trasparenti e corretti. La colpa di questo malumore e scarso entusiasmo che serpeggia tra i dipendenti, è da ricercare in una scriteriata e mal considerata conoscenza del servizio specifico che effettuano le Volanti. Ma veniamo al punto. Fino a qualche anno fa, il dipendente che voleva arrivare alle Volanti faceva domanda ed il percorso non era affatto breve, in quanto l’Ufficio in narrativa era, e per questa sigla ancora è, un ufficio di primaria importanza, nel quale i più giovani prendevano dimestichezza con i primi atti di P.G. La cosa permetteva ai più bravi di accedere, con gli anni di esperienza, agli uffici specializzati in investigazioni, tipo squadra Mobile e Digos. Quindi, l’ufficio Volanti, era il primo gradino per una carriera, per chi, appassionato del mestiere del poliziotto, voleva poi finire il suo iter lavorativo in impieghi con un alta competenza giuridica. Neanche questo dato ci conforta più: i nuovi arrivati, i più giovani di servizio, appena mettono piede in Questura se ne guardano bene dal fare domanda di assegnazione presso l’ufficio in parola, anzi! Appena sentono che aria tira e che genere di servizi svolgono le volanti, oltre ai già numerosi e pericolosi impegni di routine, optano per altri uffici. E noi non possiamo certo biasimare questa loro posizione. Chi glielo fa fare di svolgere servizi pericolosi, prendere decisioni che nessuno vuol mai prendere, per poi doversi ridurre a svolgere servizi umilianti e per di più di competenza di altri uffici? La doglianza principale che qui portiamo alla luce, è il continuo impiego di personale delle Volanti, in materia di trattamento sanitario obbligatorio. In proposito si segnala l’arrogante e spocchioso comportamento dei sanitari del reparto di psichiatria dei 2 ospedali di Verona. Non esitano mai a chiamare il 113: tanto è gratis ! Si sono verificati episodi in cui si è richiesto l’intervento della Volante, per fare una puntura ad un paziente che il giorno prima aveva dato uno schiaffo al medico; paziente psichiatrico ovviamente! Sul posto, la Volante, si è sentita dire, dal medico legnato il giorno prima, che, relato refero :” gli schiaffi è meglio che li prendete voi, che siete la forza pubblica “. C’è da encomiare il collega che non ha proceduto contro il medico, come il paziente, il giorno prima. Questo episodio è la punta di un iceberg di altri episodi veramente miserevoli che i dipendenti in parola sono costretti a patire giornalmente. Poi c’è da segnalare l’impiego del personale in posti fissi, nel ritiro della posta, nel notificare atti di competenza di altri uffici, nella progressiva sottrazione di locali, mezzi e uomini. Sinceramente Sig. Questore non manca ne spazio ne tempo per elencare tutto quello che non và: manca solo la pazienza! Ora, alla luce di questi dati Le chiediamo di prendere dei provvedimenti che invertano radicalmente questa desolante tendenza. Questa sigla attende ormai da troppo tempo di essere convocata, unitamente alle altre sigle sindacali, che vorranno partecipare, quando lo riterrà opportuno, per proporre delle soluzioni e cercare di riportare un po’ di entusiasmo al personale ormai da troppo tempo vessato e mal considerato. 42 Analisi Consap Magazine 2008 Le problematiche del reparto mobile di Cagliari Questa Segreteria Provinciale, in data 19 maggio 2008, ha partecipato ad un incontro svoltosi a Cagliari presso la locale Questura dove si è disquisito sul G8, in questa occasione era presente il Vice Capo della Polizia di Stato Prefetto Dr. Nicola Izzo, il Questore di Cagliari ed altre Personalità. Durante l’incontro questa O.S. ha evidenziato alcune problematiche storiche che gravano sulla Caserma Carlo Alberto, che attualmente ospita il XIII Reparto Mobile “Sardegna”, condizioni pressanti che riguardano logistica e gestione delle risorse, che potrebbero a nostro avviso essere migliorate, in vista del prossimo G8 che si svolgerà verosimilmente alla Maddalena nell’estate del 2009. In quanto nello stesso stabile sussistono diversi uffici della Polizia di Stato, i quali per proprie ragioni hanno esigenze totalmente differenti. Per esempio la cogestione degli alloggi tra la Questura e il Reparto Mobile, crea notevoli disagi sia per la mancanza di posti letto, sia per la necessità di ospitare da parte del Reparto il personale ivi aggregato. I vari uffici presenti nella medesima struttura dal magazzino Veca Regionale e Provinciale, dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, dall’Ufficio Amministrativo Contabile, dall’Ufficio Sanitario della Questura di Cagliari e il già citato Reparto Mobile, senza dimenticare le varie Segreterie Sindacali, delle quali alcune hanno visto negarsi idonei spazi per mancanza degli stessi, appare evidente che le esigenze logistiche dei vari uffici su menzionati non possono essere racchiusi in un’area quale quella della Caserma Carlo Alberto, la quale non dispone, né di spazi sufficienti ed idonei ad ospitare le armerie dei diversi uffici (attualmente i locali adibiti ad armeria non rispettano i parametri previsti per questo tipo di locali), i magazzini dei vari Uffici Veca (Regionale, Provinciale e di Reparto), manca un’ idoneo spazio per il parcheggio degli autoveicoli della Polizia di Stato. L’area immaginata da adibire ad officina, attualmente si trova nella stessa area prevista per i parcheggi dei veicoli di Reparto e di locali per la conservazione del materiale in dotazione in carico al Veca del Reparto Mobile di Cagliari. Proprio questi materiali assegnati all’Ufficio Veca, anche se nuovi e mai usati, sono custoditi in ambienti ritenuti inidonei, insalubri e pericolanti, dove si deteriorano rendendoli inutilizzabili, oltre a ciò il transito del personale addetto a tale ufficio non può che essere limitato al tempo strettamente necessario per svolgere mansioni di assegnazione, trasporto, carico e scarico. Inoltre si è voluto mettere in evidenza una questione che per qualcuno può sembrare di minore rilevanza, ma per il Reparto Mobile fondamentale, la mancanza di spazi idonei per svolgere le esercitazioni previste di tecniche operative in particolare nell’ordine pubblico per l’addestramento del personale, oltrechè una vera e propria palestra, attrezzata come tale, visto che allo stato attuale è presente solo un’area molto esigua che potrebbe essere predisposta e pensata come futura palestra, ma viene attualmente adoperata quale unica area addestrativa evidentemente insufficiente alle esigenze, oltretutto senza alcuna struttura di supporto. Questa O.S. quindi si è occupata e si sta occupando di individuare per poi segnalare agli Organi competenti una struttura già esistente o di nuova costruzione da riservare al XIII Reparto Mobile “Sardegna”. In questa occasione sono state promosse due tra le più plausibili e di basso costo per l’Amministrazione. La prima l’Ex Procura Militare, che fra breve tempo andrà in disuso, situata in via Buoncammino e attaccata alla struttura del Reparto Mobile, la seconda situata in località Monte Urpinu ex deposito carburanti dell’aeronautica militare, che dispone di ampi spazi in previsione della costituzione di un centro Polifunzionale e logisticamente più apprezzabile. Sergio Randazzo Analisi Consap Magazine 2008 43 Centro ascolto Consap: un servizio al servizio di chi fa servizio Carissimi colleghi Il centro ascolto Consap è nato grazie alla volontà del Segretario Nazionale Giorgio Innocenzi, e alla disponibilità, all’impegno e alla professionalità di un pool di psicologi appartenenti alla Polizia di Stato i dottori Micaela Scagliano, Fulvio Perilli, Giovanni Iaquinta e Giovanni Nicoletti. A circa tre mesi dalla sua nascita ha riscosso un successo inaspettato, segno che c’è un crescente bisogno da parte di donne ed uomini della Polizia di Stato di essere ascoltati e compresi, come persona e non solo come poliziotto. In questi mesi la nostra mail è stata bombardata, i colleghi hanno inviato le loro richieste. Con il consenso degli interessati, in maniera del tutto anonima, pubblichiamo alcune domande che ci hanno posto, con le relative risposte, che riteniamo utili per la stragrande maggioranza dei colleghi. Giovanni Iaquinta Depressione D: A volte mi capita di sentirmi sotto pressione anche in assenza di una causa vera e propria. Come faccio a capire se sono stressato? E quali rimedi ci sono per sentimi meglio? R: La sensazione che descrivi è chiaramente una reazione allo stress. Ci sentiamo “stressati” quando l’ambiente di lavoro e/o familiare ci sottopone ad una serie di richieste che eccedono le nostre possibilità del momento di soddisfarle. Ma lo stress può insorgere anche quando ci troviamo a svolgere per lungo tempo un lavoro che davvero non ci piace o non ci soddisfa, o quando siamo costretti ad un contatto prolungato con colleghi o superiori con i quali non andiamo affatto d’accordo, o anche quando i turni di lavoro sono molto faticosi (per es. i turni in quinta). La lista, ovviamente, non si esaurisce qui, ma puoi già comprendere come le cause che ci portano allo stress siano pressoché infinite. Allora possiamo reagire con tutta una serie di sintomi che costituiscono il primo campanello d’allarme per premere il freno: possiamo avere continui mal di testa, problemi ad addormentarci o ricorrenti risvegli notturni. Anche alcune nostre importanti capacità cognitive quali la concentrazione e la memoria possono risentire di questo stato di cose. Per non parlare, poi della sensazione di apatia che ci assale, facendoci sentire sempre stanchi e demotivati ad affrontare qualsiasi attività. Cosa fare, allora, se riscontriamo su noi stessi alcuni di questi sintomi e, in particolare, se non possiamo tirarci indietro dagli impegni quotidiani? Innanzitutto ti consiglio di monitorarti: spesso, quando ci sentiamo sotto pressione, non siamo in grado di circoscrivere il problema, di comprendere, cioè, se la fonte principale del nostro stress provenga dalla famiglia, dal lavoro o abbia altre cause. Fai così: appuntati brevemente: 1) i tuoi sintomi (per es. mal di testa, stanchezza, tensione muscolare ecc.); 2) l’orario; 3) il luogo, l’attività che stavi svolgendo e con chi eri; 4) cosa hai provato (per es. “mi sentivo arrabbiato”); 5) e, infine, cosa hai fatto per staccare la spina e sentirti un po’ meglio (per es. “ho preso un caffè al bar”). Questo semplice registro sarà un prezioso strumento che ti aiuterà ad individuare il problema con maggiore precisione e ti farà scoprire i metodi che già utilizzi da solo per allentare la tensione. A questo punto devi imparare a rilassarti: esistono moltissimi libri divulgativi, reperibili in qualsiasi libreria, che ti insegnano a farlo e con un po’ d’applicazione riuscirai ad appropriarti della tecnica. Ma a volte per gestire il proprio stress questi semplici metodi non bastano. Ti invito per questo a non indugiare a contattarci per trovare insieme una strategia su misura per te. Centro ascolto consap D.ssa Micaela Scigliano Attacchi di panico D: Svolgo servizio di pattuglia da alcuni anni e credo di aver vissuto la maggior parte degli eventi che possono accadere in una grande città, sia in ore notturne e sia in ore diurne. Mi ha allarmato molto un intervento svolto per un passante in strada colpito da malore che poi abbiamo seguito in ambulanza fino in ospedale. Viste le condizioni di quel signore, pensavo che fosse un problema grave di cuore e con mia sorpresa i sanitari ci hanno poi detto che si trattava di un attacco di panico. Mi sono rallegrato per il signore, ma da voi vorrei sapere che cosa è un attacco di panico e come noi operatori di polizia possiamo aiutare la persona colpita. R: Caro collega, ti ringrazio per aver posto il quesito e sono felice di risponderti poiché sono sempre più diffusi tra la popolazione disturbi di questo tipo che possono essere presenti e inquadrati tra i disturbi d'ansia. Innanzi tutto l'Attacco di Panico è solitamente e per fortuna, un evento che non si ripete molto frequentemente, ma visto che avviene come un fulmine a ciel sereno, si può vivere nell'angoscia che esso si ripresenti; pertanto si inizia ad evitare i luoghi aperti o chiusi, alti o situazioni sociali particolari. Le sensazioni che sperimenta il soggetto colpito sono come un improvviso stato di terrore e una serie di correlati psicofisiologici caratteristici dell'ansia che raggiungono il loro picco massimo, secondo la letteratura in materia , in circa dieci minuti. I sintomi possono essere: tachicardia, sudorazione, tremori fini o grandi scosse, dispenea, sensazioni di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazioni di sbandamento, testa leggera o svenimento, sensazione di irrealtà o di essere distaccati da se stessi (derealizzazione e depersonalizzazione), paura di perdere il controllo o impazzire, paura di morire, formicolio o torpore (parestesie), brividi o vampate di calore. Come avrai potuto notare la sintomatologia osservabile è soprattutto organica e assomiglia molto a ciò che avviene nelle prime fasi di un infarto, ma approfondimenti medici differenziano subito le due situazioni. Pertanto è sempre necessario l'intervento medico per escludere effettivamente problemi di natura cardiovascolare. Dopo la fase acuta, solitamente e se non siamo in presenza di altri disturbi più gravi di natura psicotica, il soggetto riprende subito contatto con la realtà e ciò lascia un buon margine di intervento da parte dei soccorritori che possono tranquillizzare la persona e rendere l'attesa dei soccorsi più tollerabile. Si può, ad esempio, con il consenso della persona, dare un contatto rassicurante, mantenendo al contempo contatto con gli occhi del soggetto; spesso la respirazione della persona “appanicata” è molto veloce e chiedere di prolungare l'espirazione, magari facendo da esempio, spesso la regolarizza riducendo conseguentemente altre sensazioni corporee. Come evento in se, l'attacco di panico è presente in diversi disturbi d'ansia e spesso avviene in concomitanza ad eventi stressanti o separazioni dolorose dalle figure significative, lutti o rottura improvvisa di legami; più semplicemente in concomitanza a momenti di fragilità con i quali siamo soliti a prendere le distanze in nome di un efficentismo senza limiti. Pertanto se ciò può rassicurarti il tuo “passante”, attraverso trattamenti psicoterapeutici, anche in aggiunta a quelli farmacologici, può venire fuori dal suo problema e non aver più paura di quello che è stato definito anche come “un miraggio (terrorizzante) della mente” Inoltre, in Italia, operano molte associazioni no profit che promuovono l'importanza dell'aiuto e confronto tra persone che hanno vissuto lo stesso problema. Spero di aver risposto alla tua domanda e non esitare a contattarci nuovamente se hai altri quesiti da o richieste da fare. Centro ascolto Consap Dott. Fulvio Perilli 44 Consap Magazine 2008 Attività Un’idea per valorizzare il 5 per mille In Italia si va diffondendo la cultura della donazione, le organizzazioni non profit a seguito dei problemi connessi con le difficoltà dei bilanci statali, hanno necessità di svolgere campagne di raccolta fondi in considerazione delle funzione di supplenza della Pubblica Amministrazione che esse ricoprono. Da un’indagine dell’istituto Italiano per la Donazione e dell’Eurisko, il valore stimato delle donazioni ha raggiunto 3,5 miliardi di euro e nei prossimi cinque anni è previsto un consistevole aumento di tale quota. Nell’ultimo anno si può dedurre dall’indagine che circa il 30% degli italiani abbiano fatto una donazione a enti non profit, il 3% dei quali a favore dei portatori di handicap. La categoria dei pensionati ha contribuito per il 35% mentre le imprese sono arrivate al 36%. Le motivazioni della donazione sono essenzialmente la condivisione del principio di solidarietà, la conoscenza diretta delle organizzazioni no profit, ma non sono mancate motivazioni di ordine fiscale connesse alla possibilità di dedurre dal reddito i contri- buti donati. La Consap sulla base della conoscenza che ha dell’Assohandicap onlus e delle persone che la promuovono, è intervenuta alla posa della prima pietra della casa di solidarietà nella cittadina romana di Marino, il sindacato era rappresentato dal Segretario Nazionale Elisabetta Ricchio alla cerimonia è intervenuto il vescovo di Albano Semeraro. La Segreteria Generale ha inoltre deciso di avviare una campagna di sensibilizzazione verso gli iscritti, affinché coloro che vogliono possano destinare il 5 per mille della denuncia dei redditi verso l’Assohandicap onlus, che si occupa del reinserimento nel tessuto sociale e del sostegno morale e civile dei cittadini disabili. Un invito che viene rivolto ad una categoria, quella di poliziotti, che, statistiche alla mano, appare come una delle più sensibili verso il disagio sociale, impegnandosi in prima linea con attività di volontariato ed anche contribuendo economicamente alle attività delle organizzazioni no profit. Attività Consap Magazine 2008 45 Assohandicap onlus posa la prima pietra per il centro di riabilitazione Da circa un quinquennio stiamo combattendo per realizzare una casa residenza dove i disabili possano soggiornare e ricevere un’adeguata attività di patronato. Dopo aver realizzato un centro di riabilitazione, una casa per i soggiorni marini, un centro polispecialistico, un centro botanico e un negozio dove i disabili possano svolgere una proficua azione di recupero e reintegrazione nel tessuto sociale, un nostro sogno è quello di dare una casa residenza ai nostri ragazzi, specie quando i genitori non ci sono più. Dopo mille lungaggini burocratiche, siamo riusciti ad avere licenza edilizia e finanziamento ed i lavori avranno inizio. Creeremo una struttura con più di sei mila mq, con settore riabilitazione, soggiorno, piscina e piccolo teatro. L’impegno è stato grande, ma finalmente abbiamo il piacere di informare la cittadinanza che la costruzione ha avuto inizio. Ci occorre il vostro sostegno affettuoso e, se possibile, di carattere finanziario. Garantisce la nostra serietà e l’attiviità ultraventennale a favore dei disabili, nonché un nome di prestigio quale quello del Presidente Emerito della Repubblica Italiana, che ha voluto diventare il nostro presidente onorario. (per gentile concessione di Amico 2000 periodico dell’Assohandicap onlus) Alessandro Moretti Presidente Assohandicap 46 Attività Consap Magazine 2008 Reato di oltraggio, la tappa di Novara Prosegue la campagna nazionale della Consap per il ripristino del reato di oltraggio a pubblico ufficiale. A Novara, in piazza Matteotti, davanti alla prefettura, la Segreteria Provinciale della Consap ha organizzato una raccolta di firme per il ripristino del reato di oltraggio a pubblico ufficiale. Un altro tassello verso lo sbocco dell'iniziativa di livello nazionale, che sfocierà con la presentazione di una petizione al parlamento ai sensi dell'articolo 50 della costituzione della repubblica italiana. Alla raccolta nel novarese hanno aderito numerosi cittadini ed alcune autorità locali, tra cui il sindaco di Novara Massimo Giordano, l'assessore comunale Giovanni Rizzo e l'assessore provinciale Paola Turchelli. Fra gli aderenti alla petizione anche il senatore Luigi Bobba che nei giorni che hanno preceduto l’iniziativa ha inviato un documento agli organizzatori testimoniando ampia solidarietà con il sindacato per la lodevole iniziativa, lo stesso il giorno della raccolta si è recato in Piazza Matteotti ed ha firmato la petizione della Consap. Il Sindaco di Novara Massimo Giordano firma la petizione popolare. Nella foto da sinistra il Seg. Prov. Gen. di Novara Elisa Capuano, il Seg. Reg. Cristiano Valentini e l’Assessore Giovanni Rizzo. L’Assessore Provinciale alla provincia di Novara Paola Turchelli firma la petizione popolare. Pescando nella solidarietà Grande successo per la sesta edizione della gara di pesca interforze organizzata dalla Segreteria Provinciale della Consap di Reggio Emilia. Pescatori professionisti di tutta la regione hanno partecipato alla gara, dando lustro all’evento che ha consentito la raccolta di una cospicua somma di denaro che la Consap ha devoluto all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla onlus. Al termine della manifestazione la Consap rappresentata dal Segretario Generale Provinciale di Reggio Emilia Ciro Perna ha consegnato la somma raccolta nelle mani della presidente della sezione locale dell’Aism Carla Gorini Barilli. Attività Consap Magazine 2008 47 La vertenza Prato al vaglio della Segreteria Generale Riunione della Segreteria Provinciale della Consap di Prato, per trattare le questioni legate a: parco autoveicoli, distribuzione armi e materiali per le pattuglie, vigilanza ai fermati/arrestati e agli ingressi, alloggi di servizio, ufficio immigrazione, mobilità interna e straordinari emergenti. All’incontro hanno preso parte il Segretario Generale Provinciale Mauro Stefanelli, il Segretario Generale Regionale Fabio Comparini ed il Segretario Nazionale Pietro Taccogna. Prato a fronte di una crescita abitativa mantiene un rapporto cittadini - operatori insufficiente, il tutto appesantito dal radicamento di cittadini stranieri in prevalenza cinesi: situazione che determina carenze in tutti i settori di polizia, primo fra tutti il pronto intervento. Sui temi specifici si lamenta un usura eccessiva dei mezzi a disposizione la Consap ha torvato piena disponibilità del Questore per perorare l’invio di automezzi nuovi. L’inadeguatezza della sala fermati, espone sia i colleghi che i fermati a disagi, che potrebbero essere strumentalizzati politicamente, qualora non vi si ponga riparo; si è sollecitata lo sgravio del capoturno della responsabilità su ritiro materiale ed armamento di reparto; evidenziate stranezze nell’ambito della mobilità interna cosi come in tema di straordinario “pseudo” emergente. Un capitolo a parte, su forte richiesta dei numerosi intervenuti all’assemblea, è stato riservato agli alloggi di servizio collettivi, locali che la delegazione della Consap ha visitato definendoli “in condizioni non tanto diverse da luoghi di reclusione”, muri marci, servizi igienici indecenti, rischio di crollo dei solai. Altre tematiche trattate hanno riguardato le mense, l’uniforme. Tutto questo materiale raccolto dalla delegazione sindacale, sarà analizzato in sede di Segreteria Nazionale allo scopo di individuare le opportune forme di rivendicazione che possano favorire un dialogo con le amministrazione competenti allo scopo di individuare possibili soluzioni, cosi come caldeggiato con forza dai partecipanti all’assemblea. Intitolazione di una caserma a Giuseppe Scialdone La Sottosezione della Polizia Stradale di Pignataro Maggiore è stata intitolata al sacrificio dell’appuntato Giuseppe Scialdone. La cerimonia ufficiale si è tenuta presso la sede del 6° tronco di Cassino alla presenza della vedova Nicolina Scialdone e dei figli Claudio e Sergio. L’appuntato Giuseppe Scialdone morì all’età di 47 anni nell’adempimento del dovere. Alla toccante cerimonia di intitolazione erano presenti le autorità locali, i dirigenti ed i colleghi dell’eroico cittadino pignatarese, anche il nipote Ugo Scialdone poliziotto del reparto Volanti di Roma e dirigente sindacale della Consap che nel ringraziare per iniziative come queste “che fanno aumentare la fede di essere poliziotto”, ha dedicato al sacrificio del caro parente questa poesia. Una macchia di sangue sul viscido asfalto/ amara realtà di una vita finita/ cristalli di lacrime su volti angosciati/ tu, che hai sfidato la morte per volere della patria/ tu che non hai mai abbandonato la fede di essere poliziotto/ tu, che non hai mai desi- derato medaglie ed applausi, ma solo coraggio/ rimarrai per sempre un esempio di…amore, forza e coraggio. 48 Attività Consap Magazine 2008 Massimo Vergati eletto a Perugia riparte l’azione della Consap Si è svolto a Perugia, presso la Sala Riunioni della Questura, il 3° Congresso Provinciale Consap, brillantemente organizzato dal Segretario Generale Regionale, Antonio Errico e dal Dirigente Nazionale per gli Istituti d’Istruzione, Paolo Fazan. I lavori congressuali, svoltisi, sotto la presidenza del Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi, hanno visto l’elezione all’unanimità del nuovo Segretario Generale Provinciale, Massimo Vergati e di tutti gli organismi statutari. Prima della votazione, che avrebbe dovuto designare, la nuova squadra della Segreteria Provinciale e il collegio dei sindaci, i partecipanti alla riunione avevano dibattuto le tematiche di maggiore interesse per il personale sia in ambito nazionale che locale, inquadrate in un contesto che ha ridisegnato la controparte pubblica a livello politico come diretta conseguenza del voto. La platea dei delegati a congresso, ha mostrato di condividere, tutte le preoccupazioni per una categoria professionale, che in questi ultimi anni è stata particolarmente bersagliata dai tagli di spesa, che ne hanno pregiudicato l’operatività. Nel percorso delineato che la Consap intende percorrere per restituire dignità a tutto il comparto sicurezza, figura l’impegno da attuare per le future rivendicazioni contrattuali improntato al tentativo di restituire alle spese della sicurezza un carattere di investimento sul futuro dei cittadini, che subiscono l’aggressione malavitosa senza che le Forze di Polizia possano farvi fronte con efficacia a causa della diffusa carenza di personale e mezzi ma anche di un condivisibile calo di motivazione prodotto da vertenze contrattuali che non hanno permesso di incassare il perduto potere d’acquisto nei confronti dell’inflazione. La demotivazione professionale degli operatori della Polizia di Stato è un tema del quale il nuovo governo - a parere della Consap - dovrà farsi carico per non tradire la plebiscitaria fiducia dei cittadini che hanno portato nell’urna tutta la rabbia per l’impotenza del governo e della stesa magistratura contro il crimine. Sul tappeto anche il tema del riordino delle carriere anche in considerazione che, fra le file del Popolo della Libertà figurano molti “traditori” che durante il terzo governo Berlusconi impedirono l’approvazione del provvedimento, cosi come sarà pressante l’azione per definire un nuovo patto per la sicurezza che non si riveli una “bufala” come quello siglato dal governo uscente nel luglio scorso. Al momento della votazione i delegati hanno dato fiducia all’unanimità alla lista n.1 del consiglio provinciale ed al collegio dei sindaci indicato, avviando successivamente il voto per la composizione della Segreteria Provinciale affidando a Massimo Filippo Vergati, in forza alla Questura di Perugia, la carica di Segretario Generale Provinciale del capoluogo di regione umbro. Al termine del congresso una ristretta delegazione composta da componenti della Segreteria Provinciale e della Segreteria Nazionale ha incontrato il Questore Arturo De Felice. Prima di lasciare l’assemblea il Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi ha rassicurato la neo eletta segreteria provinciale circa il sostegno nazionale ad interventi mirati decisi a livello locale al fine di consentire a Perugia di tornare a cresce a livello di consensi. Elisabetta Ricchio SEGRETERIA PROVINCIALE Vergati Massimo Filippo Zicavo Michele Lorenzi Severo Mariani Fabrizio Cipriani Claudio Petroni Maurizio Segretario Generale Provinciale Segretario Provinciale Segretario Provinciale Segretario Provinciale Segretario Provinciale Segretario Provinciale COLLEGIO DEI SINDACI REVISORI Presidente Moretti Paolo Raffaelli Marco Sindaco Gargano Antonio Sindaco