Le Farfalle Riteniamo importante far conoscere le farfalle nel loro ambiente locale, perché sono determinanti; sia per il legame inscindibile che esiste tra la presenza di alcune piante e la presenza di specie che da esse dipendono, sia per il ruolo di "indicatori biologici" che molte di esse svolgono. Le farfalle costituiscono quindi un patrimonio faunistico importante da tutelare con estrema attenzione. Le Farfalle 1 Come Sono Fatte le farfalle Con il nome di Lepidotteri (dal greco lepìs, squama e pteròn, ala = ali squamose) si indica un ordine di Insetti a metamorfosi completa, più comunemente conosciuti come "Farfalle". L'ordine dei Lepidotteri comprende un numero veramente enorme di specie (più di centomila), alcune migliaia delle quali appartengono alla fauna italiana. Esse hanno colonizzato gli ambienti più diversi, dal livello del mare fin oltre i 3000 metri sulle Alpi. Il ciclo vitale delle farfalle è caratterizzato da una serie complicata di trasformazioni, durante le quali l'organismo assume forme e funzioni diverse. Infatti, dall'uovo si passa alla larva o bruco, il cui compito è essenzialmente quello di nutrirsi, poi alla crisalide, che corrisponde a uno stadio di riorganizzazione e di riposo; infine all'insetto adulto, la cui funzione è soprattutto riproduttiva. Diamo ora dei cenni molto generali su questi diversi stadi; nella successiva descrizione delle singole specie riporteremo notizie più particolareggiate. L’uovo Il ciclo biologico di una farfalla inizia dall'uovo, che è deposto, poco dopo che la femmina è stata fecondata. La forma delle uova è molto varia: generalmente sono sferiche, emisferiche, coniche, piramidali, ellittiche, cilindriche ecc. Anche la grandezza è molto variabile e non sempre è in proporzione alle dimensioni dell'adulto. I colori dominanti sono poco appariscenti: prevalgono il bianco, il verdognolo, il gialliccio, il bruno. Il guscio è spesso ornato da microsculture in rilievo che ne rendono la superficie scabra. Le uova sono deposte isolatamente o a gruppi sulle foglie o sui rami delle piante che costituiranno il nutrimento dei bruchi; nel far ciò la femmina è guidata da stimoli di natura visiva e chimica. Le femmine dei Satiridi e dei Ninfalidi lasciano cadere al suolo le uova durante il volo: poiché le loro larve sono polifaghe, sicuramente saranno in grado di trovare il nutrimento. Anche il periodo necessario alla schiusura dell'uovo è assai variabile: da pochi giorni a qualche settimana o addirittura qualche mese; a questo riguardo, influenza importante hanno le condizioni climatiche, che in una certa misura possono accelerarne o ritardarne lo sviluppo. La Larva o Bruco Osservando da vicino un bruco è facile notare che il suo corpo è formato da numerosi segmenti: anteriormente il capo, di forma globosa, sul quale sono inseriti le appendici boccali masticatrici, un paio di piccole antenne e lateralmente gli ocelli in numero variabile; seguono tre segmenti che Le Farfalle 2 costituiscono il torace e portano ciascuno un paio di zampe corrispondenti a quelle dell'adulto, chiamate perciò zampe vere. L'addome è formato da altri dieci segmenti, alcuni dei quali, al massimo cinque, forniti di false zampe o pseudo-zampe, le quali servono sia da sostegno che per la locomozione. I bruchi presentano le forme e i colori più svariati, con la superficie del corpo liscia, nuda e vellutata, oppure fittamente pelosa o con strane appendici spiniformi, con tubercoli, cornetti ecc. Spesso i peli possono essere urticanti e secernere sostanze irritanti anche per l'uomo (notissime le Processionarie). Anche i colori sono variabilissimi, talora molto vistosi e associati a motivi e disegni appariscenti; più spesso prevalgono, però i toni tenui, con tutte le sfumature del marrone, del verde e del giallo, colori che risultano più mimetici nell'ambiente. Come accennato in precedenza, la funzione principale dei bruchi è di nutrirsi e di accrescersi. L’aumento del volume corporeo è di solito rapido, talvolta enorme, ed è accompagnato dal fenomeno delle mute: la vecchia pelle si spacca e viene sfilata e abbandonata, mentre se ne forma un’altra in grado di contenere le nuove dimensioni del bruco. Il numero di mute è variabile: generalmente sono tre o quattro, ma non mancano le eccezioni, legate alle condizioni ambientali e alla particolare biologia delle singole specie. Nella grande maggioranza i bruchi sono fitofagi si cibano di una notevole varietà di vegetali. Alcuni hanno dei gusti molto particolari e prediligono solo poche piante o addirittura una sola, altri sono polifagi e possono nutrirsi con svariate essenze. Quando il bruco sguscia dall’uovo, deve trovare nelle immediate vicinanze il cibo adatto, ed è veramente mirabile l’istinto della farfalla che sa scegliere su quale pianta o arbusto deporre le proprie uova. I costumi di vita possono essere diurni o notturni, gregari o solitari; generalmente i bruchi vivono isolati, ma talune specie e in particolari periodi possono formare colonie numerosissime d’individui e provocare gravi danni alle colture. Alcuni sono in grado di costruire nidi utilizzando la seta da essi stessi prodotta, oppure usando parti vegetali come foglie arrotolate, legnetti, fili d’erba ecc. Questi ricoveri temporanei costituiscono una valida protezione contro eventuali predatori o contro le avversità climatiche. Le Farfalle 3 La Crisalide Compiuto in numero di mute caratteristico della specie cui appartiene, il bruco si prepara a trasformarsi in crisalide. Questa fase è caratterizzata dall’arresto dell’alimentazione e da uno stato di particolare agitazione: bisogna trovare un sostegno o ricovero adatto a incrisalidarsi. La trasformazione può avvenire senza alcuna protezione (crisalide libera), oppure il bruco prima di incrisalidarsi provvede a fissarsi saldamente a un sostegno mediante fili di seta; o ancora può costruirsi un bozzolo tessuto più o meno fittamente e regolarmente (notissimo quello del baco da seta, di perfetta esecuzione). La forma delle crisalidi è cilindrico-conico oppure spigolosa con tubercoli e protuberanze a punta. I colori non sono mai molto appariscenti: nelle crisalidi cilindrico-coniche prevalgono il marrone o il nero, nelle altre le tonalità mimetiche, talvolta con macchiette argentate o dorate. La maggior parte delle farfalle diurne possiede crisalidi libere, che durante la metamorfosi restano appese a un sostegno con l’estremità appuntita dell’addome (cremaster), a testa in giù; altre si fasciano lungo i fianchi in posizione orizzontale. Le notturne restano libere ma si celano in ripari naturali, sotto sassi, cortecce, alla base degli alberi ecc., oppure si tessono un bozzolo di dimensioni e colori variabili, di aspetto poco appariscente. Nell’interno della crisalide avvengono le profonde trasformazioni necessarie per passare dallo stadio di bruco a quello di farfalla. Il tempo impiegato è assai variabile secondo la specie: da pochi giorni a più di un anno. Un ruolo importante giocano la temperatura e l’andamento stagionale. Giunta la maturità, l’involucro viene rotto e l’insetto esce, ancora bagnato, con le ali stropicciate; ma ben presto, sotto l’azione dell’aria e del sole, le ali si distendono, il tegumento si indurisce e la farfalla è pronta a volare via e a perpetuare la propria specie. L’Adulto Il corpo di un Lepidottero, come quello di qualsiasi altro Insetto, è formato da capo, torace e addome, parti che risultano composte da segmenti fusi insieme o distinti e articolati fra loro; sono normalmente presenti sei zampe e quattro ali. Le Farfalle 4 Il corpo è rivestito di una cuticola di natura chitinosa, il cosiddetto esoscheletro, che protegge con la sua consistenza gli organi interni. La superficie esterna non è quasi mai nuda, ma ricoperta di peli e squamette, e sulle zampe anche di spine più o meno sviluppate. Il capo, posto in posizione anteriore, e di forma emisferica, formato da segmenti intimamente fusi tra di loro, ed è articolato al torace. Oltre a contenere nel suo interno le masse nervose, porta gli organi di senso, costituiti dagli occhi e dalle antenne, e dà inserzione alle appendici boccali. Gli occhi delle farfalle sono di due tipi: composti o semplici “ocelli”, questi ultimi presenti solo in alcuni gruppi. Gli occhi composti occupano una buona parte del capo e sono formati da un numero elevatissimo “parecchie migliaia” di elementi, detti ommatidi. Le antenne sono appendici molto importanti perché sono sede degli organi dell’olfatto, del tatto e dell’udito; sono costituite da un numero variabile di segmenti e hanno forma e aspetto assai diversi “filiformi, clavate, seghettate, pettinate ecc”. Non solo nei diversi gruppi, ma anche tra i due sessi; per questo motivo hanno notevole importanza sistematica, cioè per la classificazione dei Lepidotteri. L’apparato boccale delle farfalle risulta profondamente modificato e trasformato in una specie di tubo, chiamato “proboscide” o “spirotromba”, che serve a succhiare le sostanze nutritive. La lunghezza della spirotromba è assai variabile; può essere molto più lunga dell’intero corpo, oppure breve, rudimentale o mancare del tutto. In riposo viene tenuta arrotolata a spira sotto il capo e viene estroflessa nel momento di succhiare. Il torace, composto da tre segmenti saldati fra di loro: protorace, mesotorace e metatorace. Sul lato ventrale di ciascuno di essi è posto un paio di zampe, mentre sul mesotorace e sul metatorace sono inserite dorsalmente le due paia di ali. Le zampe “salvo rari casi” sono normalmente sviluppate e atte alla locomozione, anche se di struttura piuttosto gracile: le farfalle sono creature dell’aria! In alcuni casi si assiste a modificazioni particolari: per esempio nei Ninfalidi e nei Licenidi i tarsi sono cortissimi e privi di unghie; nelle femmine di Psichidi le zampe mancano del tutto. I maschi di certe specie Le Farfalle 5 portano inserite sulle zampe delle speciali ghiandole che secernono sostanza molto aromatica, che servono di richiamo sessuale per le femmine. Le ali, presenti nell’adulto in numero di quattro, sono ben sviluppate e perfettamente idonee al volo: rappresentano gli organi fondamentali per la vita dell’insetto. Esse sono di aspetto membranoso e formate da due foglietti saldati l’uno sull’altro e percorse da un complesso di nervature simili a quelle di una foglia, che danno all’ala la necessaria robustezza. Nella maggior parte delle farfalle queste nervature sono nascoste dalle squamette che ricoprono l’ala, caratteristica da cui è derivato il nome dell’ordine Lepidotteri. Le ali si distinguono in anteriori e posteriori, inserite rispettivamente sul mesotorace e sul metatorace; di solito le ali posteriori sono meno sviluppate delle anteriori. La forma è molto variabile, ma sempre più o meno triangolare, per cui è possibile distinguere un margine anteriore “costa”, un margine esterno e uno posteriore interno. Gli angoli prendono il nome di basale “corrispondente all’inserzione dell’ala”, apicale o anteriore e interno e posteriore. Anche le nervature alari, per la loro importanza sistematica, sono oggetto di una nomenclatura piuttosto complicate. Un cenno particolare meritano le squamette che ricoprono le ali come una polverina impalpabile che si stacca facilmente a contatto con le dita. Esaminandole a forte ingrandimento, appaiono di forma estremamente varia, come piccole tegole allungate, ovali, seghettate o appuntite, disposte in serie regolari e in numero enorme. Alle squamette sono dovuti gli splendidi colori e i disegni che adornano le ali delle farfalle. Nei maschi di alcune specie si osservano delle formazioni particolari “androconi”, costituite da squamette semplici o modificate che secernano sostanze che servono da attrazione sessuale. L’addome, è costituito da dieci segmenti, alcuni dei quali “gli ultimi” sono fusi insieme. La forma tipica è cilindrica o conica, variabili la lunghezza e la larghezza: generalmente nelle femmine le dimensioni sono maggiori. All’interno dell’addome sono contenuti gli organi digestivi e riproduttivi, oltre a un cuore vascolare e a un cordone nervoso. Gli organi genitali, situati all’estremità posteriore dell’addome, comprendono un apparato genitale femminile e un apparato copulatore maschile. Essi hanno importanza anche da un punto di vista sistematico, perché spesso il Le Farfalle 6 loro esame permette la classificazione di specie che altrimenti risulterebbero difficile determinare. Glossario essenziale. ¾ Addome: parte del corpo articolata posteriormente al torace. È composto di 10 segmenti, di cui solo 7 ben visibili. ¾ Androconi: scaglie di forma particolare disposte sulle ali dei maschi di alcune specie di farfalle, destinate a produrre sostanze attrattive per le femmine. ¾ Antenne: paio di appendici sensoriali disposte sulla testa dell'insetto. Possono essere di forme assai varie: filiformi, clavate, seghettate, pettinate ecc. ¾ Antropizzato: ambiente più o meno modificato dall'azione dell'uomo. ¾ Aposematismo: secrezione, a scopo protettivo, di sostanze di odore disgustoso, che molti Insetti producono per mezzo di speciali ghiandole. ¾ Astucci alari: particolari formazioni che nella crisalide racchiudono le ali dell'insetto. ¾ Biocenosi: associazione di organismi animali e vegetali che caratterizzano un determinato biotopo. ¾ Biotopo: insieme di fattori fisico-chimici che caratterizzano una determinata zona ove vive una determinata biocenosi. ¾ Bosco ripariale: bosco di latifoglie decidue che caratterizza le rive di alcuni fiumi della Pianura Padana. ¾ Bozzolo: involucro che racchiude e protegge la crisalide, fatto di seta spesso impastata con altri materiali. ¾ Brughiera: ambiente caratterizzato dalla presenza quasi esclusiva del brugo, arbusto di piccole dimensioni, dalle foglioline sempreverdi e dai fiori rosati. ¾ Catena alimentare: passaggio di energia dagli organismi produttori (piante verdi) ai consumatori di vario ordine (erbivori e carnivori). ¾ Chitina: una delle sostanze che costituiscono il rivestimento esterno del corpo degli Insetti. ¾ Colorazione mimetica: colorazione che serve a confondere l'insetto con l'ambiente rendendolo poco visibile ai predatori. ¾ Costa: bordo anteriore dell'ala. ¾ Cremaster: dispositivo con cui la crisalide si attacca al supporto durante la metamorfosi. ¾ Crisalide: terzo stadio della vita della farfalla, durante il quale avvengono complicati e talora lunghi processi di trasformazione, dal bruco all'insetto adulto. ¾ Diapausa: periodo durante il quale alcuni Insetti arrestano il loro sviluppo, in corrispondenza di condizioni ambientali sfavorevoli. ¾ Dimorfismo sessuale: differenze nelle dimensioni, nella forma, nella colorazione ecc. nei due sessi della stessa specie. Talvolta queste differenze sono assai accentuate: per esempio in alcune famiglie i Le Farfalle 7 ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ maschi sono normalmente alati, mentre le femmine sono completamente prive di ali. Emolinfa: liquido che circola nel corpo degli Insetti, impropriamente chiamato anche sangue. Famiglia: categoria sistematica che raggruppa generi con caratteristiche simili, cioè strettamente imparentati fra loro. I nomi latini delle famiglie terminano in - idae. Fitofago “bruco”: che si nutre di sostanze di origine vegetale (foglie, fiori, frutti ecc.). Genere: categoria sistematica che raggruppa specie strettamente imparentate fra loro e che è possibile distinguere da gruppi simili per la presenza di caratteristiche ben definibili. Gregario: che trascorre parte o tutta la sua vita assieme ad individui della stessa specie. Habitat: complesso delle condizioni ambientali idonee alle esigenze vitali di una determinata specie. Ibernazione: stato di letargo nel quale alcuni animali trascorrono l'inverno. Incrisalidarsi: fenomeno di fabbricazione, da parte del bruco maturo, della crisalide. Larva: bruco; stadio successivo a quello di uovo. Lunula: macchia a forma di falce. Mimetismo: fenomeno di adattamento del colore o della forma di una specie per scopi di difesa o di aggressione. Si distinguono vari tipi di mimetismo. Mimetismo batesiano: una specie innocua che assume l'aspetto e il comportamento di una specie aggressiva o comunque inappetibile dai predatori. Mimetismo mulleriano: mutua somiglianza di due o più specie, anche sistematicamente non vicine, tutte inappetibili dai predatori. Le specie sono avvantaggiate perché i predatori imparano più rapidamente a conoscere un solo segnale di avvertimento anziché molti. Mimetismo criptico: specie che assumono un aspetto tale da confondersi perfettamente con l'ambiente in cui si trovano (forma di foglia, di legno ecc.). Monofago “bruco”: che si nutre di una sola essenza vegetale. Nervature: sottili strutture che sostengono le ali degli Insetti. Ocelli: macchie di forma rotondeggiante con una piccola pupilla al centro; se la pupilla manca l'ocello è detto cieco. Anche nel significato di occhi semplici. Ooteca: involucro protettivo per le uova, che le femmine di alcuni Insetti fabbricano utilizzando il secreto di particolari ghiandole, talvolta cementandolo insieme a materiali trovati nell'ambiente. Ovopositore: organo per mezzo del quale, le femmine degli Insetti depongono le uova. Le Farfalle 8 ¾ Pesticidi: prodotti chimici tossici, utilizzati per combattere gli Insetti dannosi alle coltivazioni. Il loro uso massiccio e indiscriminato può provocare danni sia agli animali sia all'uomo, attraverso il fenomeno di accumulo lungo le catene alimentari. ¾ Polifago: “bruco”: che si nutre di svariate essenze vegetali. ¾ Pubescente: ricoperto di corti peli. ¾ Regione Paleartica: regione zoogeografica comprendente l'Europa, l'Asia settentrionale, l'Arabia settentrionale e l'Africa del Nord. ¾ Sfarfallamento: fase nella quale l'insetto, ormai adulto, esce dalla crisalide. Talvolta questo fenomeno è caratterizzato da uno straordinario sincronismo, con il contemporaneo sfarfallamento di un grande numero di individui. ¾ Sistematica: scienza della classificazione degli organismi viventi e fossili. ¾ Spirotromba: sottile organo a forma di tubo per mezzo del quale la farfalla aspira il cibo. In riposo viene tenuta avvolta sotto la testa. ¾ Stigma: apertura che mette in comunicazione il corpo dell'insetto con l'ambiente esterno, permettendone l'ossigenazione. ¾ Termofilo: organismo amante degli ambienti caldi. ¾ Torace: parte del corpo su cui sono inserite le ali e le zampe. È formato da 3 segmenti intimamente uniti fra loro: protorace, mesotorace e metatorace. ¾ Urticanti “peli”: peli che ricoprono il corpo di molte specie di bruchi, il cui contatto può provocare irritazioni anche gravi della pelle, degli occhi, delle vie respiratorie (ad esempio bruchi di Processionarie, di Limantria ecc.). ¾ Valenza ecologica: grado di adattabilità di una determinata specie ai fattori ecologici. ¾ Xerofilo: organismo adattato a vivere in ambienti particolarmente aridi e con elevato irraggiamento solare. Bibliografia essenziale: Pur essendo il panorama bibliografico è piuttosto ampio, spesso la difficoltà che un principiante incontra è trovare dei testi che gli permettano di approfondire le sue conoscenze. Noi Senza pretese ne indichiamo a mo di esempio qualcuno: ¾ Un volumetto ristampato da Giunti Martello è "Guida alle Farfalle d'Italia" di S. Ruffo, con tavole dei più comuni Ropaloceri ed Eteroceri commentate da una breve descrizione. ¾ Un testo che può servire per classificare i Ropaloceri è quello di L.G. Higgins e N.D. Riley "Farfalle d'Italia e d'Europa", edito da Rizzoli. ¾ Un'opera importante e forse insostituibile chi abbia intenti scientifici resta "Le farfalle diurne d’Italia" di R.Verity, edito da Marzocco. ¾ Un ottimo volume è "Il mondo delle farfalle" di V. Sbordoni e S. Forestiero, edito da Mondatori. Le Farfalle 9 ¾ Per chi si dedichi alla raccolta dei bruchi ricordiamo, di A. Ancilotto e A. Grollo, "Nel mondo delle farfalle. I bruchi", A. Mondatori. ¾ In oltre un opuscolo edito da Hoepli all’inizio del XX secolo "Le farfalle" di A. Senna, di piacevole lettura. Le Farfalle 10