Dirigenti Scolastici N. 56/ 2012 – 03 Settembre 2012 E’ on line il sito web della FLC CGIL Lombardia, all’indirizzo www.flccgil.lombardia.it Nel sito un’ampia sezione dedicata ai DIRIGENTI SCOLASTICI, con una raccolta normativa, spazio FAQ, notizie ed informazioni utili per tutti i colleghi PER LA CONSULENZA MAIL , SCHEDE CONSULENZA, ALTRI SERVIZI (CEDOLINO, PENSIONI ECC..) I SOLI DIRIGENTI ISCRITTI ALLA FLC LOMBARDIA POSSONO RIVOLGERSI A [email protected] - tel 3357322206 RESPONSABILE REGIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI LOMBARDIA Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI SEGRETARIO REGIONALE FLC LOMBARDIA IN PRIMO PIANO 01. un pensiero per chi ha lasciato, uno per chi inizia ed uno per chi continua. 02. Concorso in Lombardia: i vincitori ci sono, ma 478 scuole sono senza dirigenti 03. Il nostro fascicolo di avvio anno scolastico 2012/2013 MANOVRA E RAPPORTI STATO REGIONI 04. Pensioni: la riforma Fornero in Tribunale NOTIZIE NAZIONALI 05. Supplenze il nostro opuscolo 06. Prima dei concorsi svuotare le graduatorie 07. Assunzioni in ruolo: ulteriori chiarimenti dal MIUR 08. TFA: accolta la richiesta della FLC CGIL. Rese note le commissioni di verifica e i criteri per al revisione dei test 09. Assunzioni personale ATA. In attesa del decreto su inidonei e ITP il Miur attiva le procedure per le supplenze 10. La FLC rilancia la campagna per gli spezzoni fino a 6 ore 11. Utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed Ata della scuola per il 2012-2013 NAVIGANDO IN RETE 12. Per un discorso democratico sulla scuola. Appunti dal Convegno 2012 di Napoli dei DS della FLC - a cura di Antonio Valentino 13. Autogoverno A.Valentino delle scuole e rappresentanza. Indietro tutta? IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3504 • fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2012 2013 agosto 2012 • Supplenze il nostro opuscolo • nota 6248 del 24 agosto nomine in ruolo del personale docente ed educativo a s 2012 2013 • appello flc cgil restituzione spezzoni ai precari • nota 6249 del 24 agosto 2012 trasmissione ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2012 13 • ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2012 2013 del 23 agosto 2012 • ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2012 2013 del 23 agosto 2012 licei ad indirizzo musicale e coreutico • ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2012 2013 del 23 agosto 2012 dichiarazione congiunta ************** IN PRIMO PIANO 01. un pensiero per chi ha lasciato, uno per chi inizia ed uno per chi continua. Un pensiero ed un ringraziamento ai colleghi, tra i quali molti iscritti alla FLC cgil, che hanno deciso di terminare il servizio attivo e di andare in pensione dopo anni di abnegazione, professionalità e responsabilità. E’ il tempo di godersi il riposo meritato ma se vorranno noi saremo felici di abusare delle loro competenze e della loro esperienza per la formazione di chi resta e di chi comincia. Un pensiero e tanta solidarietà ai colleghi neo nominati: forza e coraggio ne avete bisogno, ne abbiamo bisogno. Un pensiero a tutti quelli che continuano. L’avvio di quest’anno scolastico ci indica chiaramente che siamo in una fase difficile e delicata, “formiamo un gruppo libero e franco nel confronto, ma capace di profonda coesione nelle scelte e pronto a far fronte agli ostacoli che incontreremo”. BUON ANNO A TUTTI ************* 02. Concorso in Lombardia: i vincitori ci sono, ma 478 scuole sono senza dirigenti Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL. Segretario generale della L'annullamento del concorso per Dirigenti scolastici in Lombardia, a seguito di ricorsi presentati dai docenti esclusi dalle prove concorsuali, lascia 478 scuole senza direzione. E’ un fatto gravissimo che inciderà negativamente sui livelli delle prestazioni di un sistema scolastico già messo a dura prova dai pesanti interventi delle diverse finanziarie. Un'amara sorpresa che si sarebbe potuta evitare se il MIUR avesse gestito con trasparenza e con maggiore attenzione le procedure concorsuali. Invece questa disattenzione ha alimentato la diffusione di un contenzioso potenzialmente senza fine. La FLC in tempi non sospetti aveva denunciato tutte le inefficienze legate al concorso e chiesto al MIUR un incontro urgente perché riteneva importate una cabina di regia nazionale al fine di evitare che venisse danneggiato sia chi si è preparato superando ben quattro prove, sia chi ha dovuto ricorrere al giudice per chiedere la tutela degli interessi leggittimi lesi. Ma il danno più grave lo subiscono gli alunni, le famiglie e il personale di quelle scuole che rimarranno per molti mesi senza una guida stabile. Al MIUR, che ha sottovalutato quanto stava succedendo senza neanche sentire il bisogno di un confronto con le organizzazioni sindacali, chiediamo di attivarsi per trovare una soluzione veloce a questo enorme problema. Rispettiamo l’autonomia ed il lavoro dei Giudici, ma la scuola non è paragonabile a nessun altro ufficio pubblico e il MIUR, nell’interesse generale dei cittadini, deve mettere le scuole nelle condizioni necessarie per poter funzionare. Specie in una situazione cosi complicata (tagli, spending review, inidonei nelle segreterie, classi numerose) le scuole hanno un estremo bisogno di avere da subito un dirigente in pianta stabile. ************* 03. Il nostro fascicolo di avvio anno scolastico 2012/2013 Schede di approfondimento con informazioni, analisi, commenti, indicazioni per sostenere i lavoratori della scuola nel loro alto compito di garantire il diritto all'istruzione. Inizia un nuovo anno scolastico, l'ultimo di questa legislatura che possiamo tranquillamente definire devastante per il sistema pubblico di istruzione. Nel contempo sarà anche il primo del nuovo quinquennio di Governo che si aprirà presumibilmente a primavera 2013. I lavoratori e le lavoratrici della scuola hanno tenuto duro in questi anni in nome della difesa del diritto all'istruzione, mentre spesso e volentieri coloro che hanno governato questo paese di quel diritto si sono fatti beffe, privando la scuola delle risorse necessarie per funzionarie, riducendo le ore di lezione, smantellando modelli organizzativi e didattici d'eccellenza, umiliando e offendendo il lavoro dei docenti del personale ATA e dei dirigenti scolastici, licenziando migliaia di precari. C'è bisogno di una nuova primavera per la scuola pubblica italiana, c'è bisogno di un progetto che metta al centro l'istruzione, c'è bisogno di risorse da investire nel nostro sistema di istruzione e in chi ci lavora. Il Fascicolo di avvio dell'anno scolastico 2012/2013 abbiamo deciso di dedicarlo a quella insostituibile funzione che la scuola italiana ha svolto negli ultimi sessant'anni: unire il nostro paese. Questa funzione è tanto più attuale oggi in cui prevale un diffuso individualismo, in cui la frammentazione dei territori, degli interessi pare far soccombere quella dimensione unitaria che ha ispirato i nostri padri costituenti. La scuola unisce ed è luogo di democrazia. Queste funzioni sono importantissime in questa travagliata fase politica ed economica dell'Italia. I docenti, i dirigenti, il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, gli educatori lo sanno bene, perché il loro lavoro di ogni giorno è finalizzato garantire a tutti e a tutte un sistema di istruzione di qualità. Al loro fianco la FLC CGIL ci sarà sempre, perché il loro impegno quotidiano è la nostra battaglia. Buon lavoro IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3504 • fascicolo informativo flc cgil su avvio anno scolastico 2012 2013 agosto 2012 ************* MANOVRA E RAPPORTI STATO REGIONI 04. Pensioni: la riforma Fornero in Tribunale La FLC continua la propria battaglia in sede legale anche nel periodo estivo per tutelare il personale della scuola che si vede negare il maturato diritto alla pensione. La FLC CGIL non ha mai smesso, neanche durante la pausa estiva di dare il proprio supporto sindacale e legale a coloro che avrebbero potuto andare in pensione a decorrere dal 1.09.2012 e che, invece, sono stati bloccati dall’applicazione della cd. Riforma Fornero. La FLC CGIL ritiene, infatti, che nell'attuale fase, il turn over favorisca il ricambio generazionale e la qualità della scuola pubblica. Pertanto sin da subito ha proceduto ad istruire una vertenza legale per coloro che avessero i requisiti per andare in pensione con decorrenza dal 1.09.2012, procedendo in via d’urgenza. La FLC CGIL ha agito su due binari. Il primo proponendo un ricorso nazionale al TAR del Lazio contro i provvedimenti amministrativi attuativi della Riforma Fornero. Il 5 luglio il Tar del Lazio ha declinato la propria giurisdizione in favore del giudice del lavoro. Contro questa decisione la FLC CGIL sta preparando un ricorso al Consiglio di Stato. Il secondo tramite la tutela legale dei lavoratori, già nel momento di predisposizione della domanda, con la presentazione dei ricorsi individuali che stanno già approdando nelle aule dei Tribunali. Le udienze sono state calendarizzate negli ultimi giorni del mese di agosto. Poiché non ci sono scadenze, tutti coloro che fossero interessati ad esaminare la propria posizione professionale si possono rivolgere alle strutture FLC CGIL. L’esperienza e la competenza professionale dei nostri sindacalisti e dei nostri legali è a disposizione dei lavoratori per individuare la miglior strategia difensiva e tutelare gli interessi illegittimamente lesi. Sulle pensioni rimane molto alta la battaglia politica per ottenere la radicale modifica della riforma Fornero (vedi la recente presentazione degli emendamenti attraverso i gruppi parlamentari). La FLC, un’organizzazione confederale, è convinta che per l’affermazione dei diritti, anche quando si promuovono i ricorsi, la via maestra resta la dimensione sindacale e politica. ************** NOTIZIE NAZIONALI 05. Supplenze il nostro opuscolo Malgrado non sia ancora stata pubblicata la circolare annuale sulle supplenze alcune provincie hanno già iniziato le operazioni per le supplenze. Per questo motivo vi inviamo l'opuscolo per le supplenze anche se con la circolare alcune cose potrebbero modificarsi. L'opuscolo è in formato .doc L’opuscolo necessario per i supplenti può essere anche per i Dirigenti Scolastici. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3504 • Supplenze il nostro opuscolo ************** 06. Prima dei concorsi svuotare le graduatorie Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL. Segretario generale della È certamente positivo aver garantito anche quest'anno le immissioni in ruolo di docenti, dirigenti e personale AFAM, ma non basta. Il Ministro Profumo quando giustamente parla di giovani dimentica che anche i precari sono giovani e da anni garantiscono, con impegno e con competenza, il servizio nelle scuole. Molti di loro anche quest'anno non avranno più supplenze e saranno disoccupati. Nel sud la situazione è particolarmente drammatica. Ben vengano i Concorsi ma il Ministro ci dica prima come intende concretamente garantire lo svuotamento delle graduatorie ad esaurimento nei prossimi anni. Per questa ragione occorre cambiare le modalità con le quali vengono definiti gli organici garantendo più posti disponibili e una programmazione pluriennale di stabilizzazioni. Per l' effetto combinato della devastante riforma Fornero sulle pensioni, della spending review e dei tagli epocali della ex Ministra Gelmini si rischia nei prossimi anni di avere pochi spazi sia per i precari che per ipotetici concorsi. Mentre si annunciano effetti speciali non abbiamo ancora capito quante immissioni in ruolo ci saranno per gli ATA. Il ministro Profumo e il Governo Monti farebbero bene a cancellare la norma demenziale e illegittima della spending review che umilia i docenti inidonei e gli ITP obbligandoli a transitare nei ruoli ATA, togliendo 3500 posti ai precari. Sarebbe saggio tornare a parlare d'investimenti nella scuola pubblica perché i tagli hanno determinato l'impossibilità di garantire una qualità accettabile di offerta formativa in tantissimi territori. Chiediamo meno propaganda mediatica e più interventi concreti. ************** 07. Assunzioni in ruolo: ulteriori chiarimenti dal MIUR Confermate le indicazioni dello scorso anno. Sollecitato anche il contingente per il personale ATA. E' stata pubblicata il 24 agosto una ulteriore nota di chiarimenti del MIUR sulle assunzioni in ruolo. Dopo quella sugli accantonamenti relativi al 2010/11, con questa nota si riconferma quanto già indicato lo scorso anno: 1. i posti accantonati per i docenti sul contingente 2010/11 sono resi liberi per le assunzioni di coloro che seguivano in graduatoria, nel caso in cui il docente destinatario dell’accantonamento abbia ottenuto il ruolo dalle graduatorie 2012/13. Qualora dovesse vincere il contenzioso, la nomina già ottenuta avrà effetto giuridico retroattivo 2. l’assegnazione della sede provvisoria dei neo assunti può essere effettuata anche su posti disponibili fino al 30 giugno 3. le immissioni in ruolo della scuola primaria devono essere effettuate attingendo dalla graduatoria generale e secondo la posizione nella stessa occupata, anche se riferite a posti di specialista di lingua inglese (trattandosi sempre di posto comune). Nel corso dell'incontro dello scorso 22 agosto, avevamo anche sollecitato un intervento chiarificatore per garantire che tutte le nomine possano avere validità economica dal 1 settembre 2012, in considerazione della complessità delle operazioni propedeutiche alle assunzioni. Abbiamo anche sollecitato con forza la definizione del contingente per il personale ATA ed in ogni caso che siano date indicazioni per procedere alle nomine a tempo determinato, in attesa del decreto di autorizzazione dei ruoli, in modo da garantire la funzionalità delle scuole fin dal 1 settembre. L'amministrazione si è impegnata a convocarci a breve per definire tutte le procedure per le supplenze. La FLC CGIL ha già ribadito tutta la sua contrarietà sia al metodo che al merito di scelte che incidono profondamente sul futuro del precariato e della qualità dell'offerta formativa in assenza di un confronto con le organizzazioni sindacali Prima di procedere con i concorsi, vanno individuati nuovi criteri per la definizione degli organici, una nuova politica sul reclutamento e un piano pluriennale d'immissioni in ruolo che diano prospettive e certezze al variegato mondo dei precari della scuola. In questo senso la FLC CGIL ha già presentato al ministro e tutte le forze politiche le proposte per risolvere il problema annoso della precarietà nella scuola pubblica, diventato drammatico con le sciagurate politiche di Tremonti e Gelmini. Ci vuole ben altro che l'annuncio di un concorso per risolvere i problemi di reclutamento: come abbiamo più volte sottolineato, è necessario coniugare l’obiettivo del miglioramento della qualità della scuola pubblica Italiana con il sistema di reclutamento. La FLC CGIL si è battuta in tutte le sedi perché le assunzioni previste dal patto di stabilità del luglio 2011 avessero la loro attuazione: il contingente dello scorso anno unito a quello di quest'anno danno merito all'azione intrapresa. Ma c'è ancora molto da fare per garantire alla scuola la continuità didattica necessaria ai Piani dell'Offerta Formativa. Si spostino in organico di diritto tutti i posti attualmente relegati in organico di fatto, ma che sono ormai stabili da anni: 35.000 di sostegno e circa 10.000 per somma di spezzoni. Si introducano quote di organico funzionale per dare risposta a tutte le reali esigenze della scuola, così fortemente ridimensionata dai tagli del Governo Berlusconi. Solo così è possibile cominciare a ragionare di concorsi. Dopo la tragica esperienza de test preselettivo del TFA, il Ministero ha bisogno di avviare con le parti sociali e le organizzazioni sindacali un dialogo serio sul destino della scuola pubblica, non attraverso proclami mediatici, ma con un progetto di investimenti che dia alla società civile certezze sul ruolo che la Costituzione ha affidato all'Istruzione nel nostro Paese. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3504 • nota 6248 del 24 agosto nomine in ruolo del personale docente ed educativo a s 2012 2013 ************** 08. TFA: accolta la richiesta della FLC CGIL. Rese note le commissioni di verifica e i criteri per al revisione dei test Disponibile un indirizzo di posta certificata per chiedere le schede di ciascuna classe di concorso Il Miur con un comunicato del 29 agosto ha reso noto i decreti costitutivi dei gruppi di lavoro per la predisposizione e la verifica delle prove preselettive. Sono anche disponibili i criteri seguiti nella revisione delle prove. Per acquisire i dati analitici relativi alle singole classi di concorso è disponibile un indirizzo di posta certificata ([email protected]) al quale è possibile inviare la richiesta indicando la motivazione, la classe di concorso per la quale hanno partecipato ed il proprio indirizzo postale ed elettronico Si tratta del risultato delle proteste e della nostra conseguente richiesta al Ministro di rendere pubblici tutti dati relativi alle procedure di predisposizione e correzione delle prove preselettive. Resta il fatto che si è proceduto con approssimazione e fretta determinando ulteriori errori e stravolgimenti delle graduatorie degli ammessi. La FLC CGIL continuerà a vigilare sulla correttezza delle operazioni e se del caso seguirà la strada della vertenzialità per restituire i meriti sottratti. In tal senso sta affidando al proprio ufficio legale lo studio dei casi più controversi. ************** 09. Assunzioni personale ATA. In attesa del decreto su inidonei e ITP il Miur attiva le procedure per le supplenze Per i ruoli occorrerà attendere l'esito della mobilità forzosa, alla quale la FLC si opporrà con ogni mezzo Nel pomeriggio del 27 agosto si è tenuto un incontro al MIUR sul Decreto Interministeriale relativo al personale inidoneo e agli ITP appartenenti alle classi C999 e C555 e sulle assunzioni del personale ATA. Inidonei e ITP Ci è stato confermato che ad oggi il Ministro Profumo non ha ancora firmato il Decreto, che, come è noto, dovrà poi passare al Dipartimento Funzione pubblica e al MEF per le firme dei rispettivi Ministri. Ci è stato comunicato che sarà intanto inviata una nota agli uffici scolastici regionali e provinciali per verificare immediatamente se vi siano ITP delle classi di concorso C999 e C555 privi del diploma di maturità, in modo da individuare i posti di collaboratore scolastico eventualmente da accantonare. Come abbiamo già evidenziato per la FLC questa vicenda è, oltre che ingiusta, illegittima. Per questa ragione abbiamo da tempo avvertito l’amministrazione che la nostra organizzazione procederà con tutti i mezzi a disposizione (vedi correlati), per impedire questo transito coatto. Assunzioni personale ATA Abbiamo nuovamente sollecitato la definizione del contingente di assunzioni in ruolo del personale ATA e regole certe per le supplenze in attesa della definizione dei ruoli. Per i ruoli ci è stato comunicato che è in corso l'interlocuzione con il Tesoro per definirne la consistenza alla luce anche del transito del personale inidoneo e itp. Ancora una volta abbiamo ribadito la nostra richiesta di assunzioni su tutti i posti vacanti e disponibili. Per quanto riguarda le supplenze, dopo le nostre sollecitazioni, l'Amministrazione si è impegnata a fornire entro il 31/08 indicazioni precise agli uffici scolastici. In particolare si potrà procedere alle supplenze definitive per cuochi, infermieri, guardarobieri e addetti alle aziende agrarie, dal momento che questi profili non sono interessati al transito coatto dei docenti. Per i collaboratori scolastici si procederà da subito alle supplenze definitive salvo per un limitato contingente di posti, che dovrà essere definito entro il 31/08, relativi agli ITP C999 e C555 che non siano in possesso del diploma di maturità, come abbiamo scritto sopra. Tale accantonamento sarà indicato analiticamente per ogni provincia dal MIUR. Per gli assistenti amministrativi e tecnici sarà data indicazione alle scuole di procedere con le nomine fino all'avente diritto, in attesa della definizione della mobilità forzosa di inidonei e itp. Per quanto riguarda i DSGA, anche con riferimento ai problemi legati al dimensionamento, ci sarà un ulteriore approfondimento il 3 settembre. ************** 10. La FLC rilancia la campagna per gli spezzoni fino a 6 ore Appello nazionale per garantire opportunità di lavoro ai precari. La FLC CGIL ed il coordinamento precari, hanno lanciato in questi giorni un appello per la restituzione degli spezzoni fino a 6 ore alle disponibilità per le supplenze a livello provinciale. Abbiamo anche chiesto al Ministro di derogare dalla norma del regolamento che dal 2007 ha espropriato i precari di queste disponibilità. Ricordiamo che il regolamento delle supplenze (dm 131/07) prevede che gli spezzoni fino a 6 ore siano restituiti alle scuole le quali possono assegnarle a personale interno anche in aggiunta all'orario pieno (fino a 24 ore). Su questa questione sono anni che siamo impegnati nella richiesta di modifica del regolamento anche in considerazione che spesso, con questi alibi, si sono compiute anche operazioni illegittime. Ricordiamo che: 1. gli spezzoni da restituire alle scuole sono solo quelli non abbinabili ad altre ore per costituire posti interi (vedi circolare supplenze 2011/12) 2. gli spezzoni non possono essere ottenuti da frantumazioni di posti o cattedre (vedi nota 18329/07) 3. gli spezzoni possono essere attribuiti (vedi circolare supplenze 2011/12), con il loro consenso, ai docenti in servizio nella scuola medesima, forniti di specifica abilitazione per l’insegnamento di cui trattasi: a. prioritariamente al personale con contratto a tempo determinato avente titolo al completamento di orario b. successivamente al personale con contratto ad orario completo - prima al personale con contratto a tempo indeterminato, poi al personale con contratto a tempo determinato - fino al limite di 24 ore settimanali come ore aggiuntive oltre l’orario d’obbligo c. solo in subordine a tali attribuzioni, nei casi in cui rimangano ore che non sia stato possibile assegnare al personale in servizio nella scuola, i dirigenti scolastici provvedono all’assunzione di nuovi supplenti utilizzando le graduatorie di istituto. In allegato l'appello da diffondere. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3504 • appello flc cgil restituzione spezzoni ai precari ************** 11. Utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed Ata della scuola per il 2012-2013 Sottoscritto in via definitiva il nuovo contratto nazionale integrativo. Nella mattinata di oggi la FLC CGIL, assieme alle altre organizzazioni sindacali, ha sottoscritto in via definitiva il contratto integrativo sulle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale della scuola per il 2012-2013. Contrariamente da quanto annunciato da molti organi di stampa nei giorni scorsi, per senso di responsabilità innanzitutto, visti i tempi a cui si è arrivati per i ritardi del Tesoro e della Funzione Pubblica nella certificazione dell’ipotesi di contratto sottoscritto l’8 giugno 2012 (un contratto sequestrato per ben 2 mesi e mezzo), ma soprattutto per evitare che per il secondo anno la materia venisse delegata ad atti unilaterali e discrezionali dell’amministrazione come avvenuto con Ordinanza ministeriale e circolare lo scorso anno, la FLC CGIL e gli altri sindacati, hanno deciso di sottoscrivere in via definitiva il nuovo contratto. La FLC CGIL ha chiesto ed ottenuto, come condizione per apporre la propria firma al contratto e per rispondere e contestare le imposizioni della Funzione Pubblica, la sottoscrizione da parte dell’amministrazione di una dichiarazione congiunta con i sindacati con la quale venisse rafforzato e ribadito quanto già presente in premessa al contratto stesso, ovvero la piena validità del contratto nazionale di lavoro in materia di contrattazione e relazioni sindacali ai diversi livelli e la piena assunzione dei contenuti dell’intesa sottoscritta a maggio dalle confederazioni presso il ministero della Funzione pubblica nella quale, tra le altre cose, era stato ribadito il ruolo negoziale e le prerogative delle RSU in tutte le materie previste dai Ccnl vigenti. Con il contratto, inoltre, è stata pienamente ripristinata la contrattazione regionale sulle utilizzazioni del personale e sul piano delle disponibilità, contrattazione che lo scorso anno, nell’OM, era diventata semplice informativa ai sindacati. Con la sottoscrizione della dichiarazione congiunta anche da parte dell’Amministrazione e con la sottoscrizione del Ccni, premessa compresa, il Miur riconosce anche nella scuola il pieno diritto delle RSU a contrattare su tutte le materie previste dal Ccnl, ivi compresi i criteri per la mobilità interna alle diverse sedi o plessi della scuola ed i criteri di utilizzazione del personale. Per quanto riguarda poi il contenuto complessivo del Ccni, la FLC CGIL ribadisce il giudizio positivo già espresso al momento della sottoscrizione della pre-intesa (vedi correlati). IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3504 • ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2012 2013 del 23 agosto 2012 • ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2012 2013 del 23 agosto 2012 dichiarazione congiunta • ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie a s 2012 2013 del 23 agosto 2012 licei ad indirizzo musicale e coreutico • nota 6249 del 24 agosto 2012 trasmissione ccni utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2012 13 ************** NAVIGANDO IN RETE 12. Per un discorso democratico sulla scuola. Appunti dal Convegno 2012 di Napoli dei DS della FLC - a cura di Antonio Valentino Si è svolto a Napoli, il 3-4 maggio 2012, nello splendido scenario della Cappella Palatina (Palazzo Reale) e davanti ad una platea foltissima, l’annuale Convegno dei Dirigenti scolastici flc cgil su: “La dirigenza scolastica tra questioni aperte e nuove complessità organizzative”. Il convegno, presentato, nelle sue finalità e nei suoi valori di riferimento, dal Presidente nazionale di Proteo, Antonio Bettoni, e introdotto da una relazione del coordinatore nazionale della Struttura di Comparto DS, Gianni Carlini, sulle questioni che investono in questa fase il modo della scuola e, in modo particolare, i Dirigenti scolasti (DS), ha avuto due aree di approfondimento specifico ( la figura del DS dopo Brunetta e le leggi di stabilità e la valutazione come problema e come risorsa in un sistema in crisi) e un unico filo conduttore (o linea di ricerca): la leadership come possibile risposta alle questioni poste oggi dalla complessità, indotte soprattutto dal nuovo dimensionamento. Sullo sfondo, la necessità di recuperare un discorso democratico sulla scuola, messo in crisi, negli ultimi decenni, da un neoliberismo aggressivo e variamente camuffato. Su dimensionamento e complessità ha parlato in termini più diffusi il Dirigente Tecnico MIUR Giancarlo Cerini. La visione critica del presente poggia, nella sua analisi, sulla considerazione che, con i provvedimenti presi sul dimensionamento nell’estate scorsa e nei mesi successivi, cambiano le regole attuali; ma non si capisce - anche perché è mancata ogni discussione in proposito - il senso delle nuove regole. Al riguardo, ha prospettato tre punti di vista. Il primo che vede nell’innalzamento dei parametri elementi di positività, perché lo lega ad una idea di scuola autonoma, che conta sul territorio in ragione della sua forza rappresentativa (cioè del numero degli studenti e quindi delle famiglie e del personale impegnato). Le scuole di modeste dimensioni, secondo questo punto di vista, difficilmente ‘pesano’ nella considerazione degli amministratori locali, a meno che il ricorso alle reti di rappresentanza non dia più forza alle loro esigenze ed attese. D’altra parte, il modesto numero di risorse professionali in scuole di modeste dimensioni rende più improbabili progetti di innovazioni metodologiche e organizzative, oltre che di ricerche e sperimentazioni. Il secondo punto di vista considera il dimensionamento come strumento per ‘far cassa’. È questa la logica che è prevalsa, coerentemente con le ragioni della legge di Stabilità del luglio scorso, nelle scelte di non poche Regioni. Dove non solo si è provveduto a raggruppamenti selvaggi, secondo criteri meramente quantitativi (che spesso vanno ben oltre l’indicazione normativa dei mille studenti), ma si è operato senza prendere nella giusta considerazione altri fattori che pesano nell’organizzazione di una Istituzione Scolastica (il numero dei plessi, le distanze, il numero dei comuni di riferimento). Per fortuna, in alcune regioni – osserva Cerini si è aperta una discussione seria sulla questione e le scelte sono state opportunamente rinviate. Resta comunque come problema la diversità di comportamenti tra Regioni e all’interno delle stesse; segno evidente di disgregazione e iniquità del sistema. C’è poi un terzo punto di vista che vede il dimensionamento come la conseguenza di politiche di rigore, nelle quali però l’intento principale è una razionalizzazione della presenza delle scuole sul territorio; razionalizzazione che assume a riferimento il criterio secondo cui una economia di scala applicata al pianeta scuola è necessaria perché permette risparmi importanti, senza necessariamente penalizzare la qualità. Nei tre punti vista comunque risultano in primo piano – osserva Cerini -i problemi dell’equità e dell’uguaglianza delle opportunità, evocate come puro esercizio retorico nei vari documenti ufficiali, sia nazionali che europei, sulla scuola. Sul fronte ‘Dirigente scolastico’ c’è poi, come possibile conseguenza, il rischio di una sua mutazione genetica: sempre più capo ufficio con prerogative unilaterali, come è nella visione di Brunetta, e sempre meno presidio di una istituzione formativa centrata sull’apprendimento e quindi sulla qualità della didattica Perciò – ha ricordato - alcune regioni hanno giustamente preso tempo per ragionarci su e recuperare così le domande trascurate; come, ad esempio, il senso specifico di una Media o di una Scuola dell’Infanzia dentro un Istituto Comprensivo (scuola di una comunità? Scuola del territorio, in base al principio di prossimità?); oppure il valore della continuità (senza progressione? Verticalizzazione senza discontinuità? Quali i rischi per il profilo formativo degli allievi?). Da queste considerazioni, nascono le parole d’ordine, che egli lancia, della scuola come comunità professionale e della leadership diffusa; ma anche il ‘no’ alle scuole anonime (e il conseguente ‘sì’ alle scuole come luoghi di vita). Alla domanda conclusiva: “Cosa aspettarsi (e, quindi, per cosa lavorare nel prossimo futuro)”, questa la sua risposta: • Dall’amministrazione: invertire la tendenza che ha portato ad azzerare i supporti alla Scuola dell’Autonomia; • Dal federalismo: riunificare le funzioni sul territorio; • Da noi stessi (dal mondo della scuola): lavorare sulle reti (di rappresentanza) in un’ottica federalista. La riflessione di partenza della mattinata è stata svolta da Paolo Cortigiani, dirigente scolastico a Genova. Al centro del suo ragionamento, due idee guida del pensiero progressista: l’equità e l’eguaglianza delle opportunità e l’uso che ne ha fatto il pensiero conservatore. Nella sua ricostruzione, tali idee, negli ultimi decenni, sono state “catturate”, nel pensiero neoliberale e nelle pratiche conseguenti, attraverso tre diverse modalità: • la rimozione delle stesse dai quadri concettuali e dall’agenda politica reale (“non quella retorica dei documenti europei e nazionali”); • la loro assimilazione all’interno dei quadri concettuali e valoriali neoliberali (l’equità identificata con la meritocrazia, con le preferenze dei clienti, con la mobilità sociale individuale); • la neutralizzazione dei loro significati, così da renderne le nozioni ambigue e nebulose. Riguardo all’equità, la riflessione di Cortigiani assume a riferimento l’idea di equità come ‘rispetto dei diritti’: “A ciascuno i diritti istituiti dalla Legge, messi fortemente in crisi o in tensione dalle teorie liberiste della ‘governance’” Nella sua analisi, a iniziare dagli anni ’90, per l’effetto combinato della deregolamentazione delle iscrizioni, del decremento demografico e di una conseguente Autonomia scolastica interpretata come ‘competitiva’, “le scuole hanno affievolito l’attenzione e la cura per le grandi finalità istituzionali, trasferendo attenzione ed energie preziose all’offerta formativa extracurricolare, funzionale alla ricerca di iscrizioni”. La critica del relatore parte, al riguardo, da alcune idee che hanno fatto breccia ai vari livelli del mondo della scuola: • l’ equità come “soddisfazione delle preferenze del cliente”, che ha messo in crisi il valore della universalità del servizio, secondo il quale la scuola-istituzione è obbligata a servire tutti i cittadini, senza sceglierli e selezionarli. • l’ equità come soddisfazione delle domande di separatezza” (la scuola come luogo difensivo, di conferma delle appartenenze sociali ed etniche); • l’ equità come “riconoscimento del merito” (“A ciascuno secondo il risultato conseguito”). In questi ultimi trent’anni, è stata - ed è ancora - questa terza concezione “il cavallo di battaglia del liberismo”. Ne è principio chiave la meritocrazia, dietro alla quale si nasconde malamente, secondo Cortigiani - una visione egoista, competitiva, elitaria delle relazioni umane. (Di quest’ultima concezione c’è una versione ‘corretta’: equità come “eguaglianza di opportunità” - nel senso di: “A ciascuno secondo il risultato conseguito in una ‘gara equa’” -, che parte dalla considerazione che, se i punti di partenza sono differenti, la gara non è “sportiva” e il suo esito risulta “truccato” dalle contingenze sociali e naturali. Il principio regolatore delle relazioni resta comunque la competizione e la concorrenza). A fronte di queste posizioni, che hanno informato in misura egemonica le scelte legislative e le pratiche del pianeta scuola di gran parte del mondo occidentale, sono risultate finora piuttosto deboli le strategie di politica scolastica - in qualche caso confusamente contrapposte - che pure le stesse ricerche Ocse-Pisa hanno dimostrato essere più efficaci e utili: le strategie cioè che tendono a valorizzare i talenti e le intelligenze di tutti e puntano sullo sviluppo delle capacità di cittadinanza e sulla cura dei bisogni di ognuno. Da ciò la necessità di iniziative sempre più urgenti di contrasto. In primo luogo, andrebbe – sostiene il relatore- recuperata e approfondita, per una risposta progressista a queste concezioni, l’idea di “equità come inclusione ed eguaglianza delle libertà (effettive)”, propria del pensiero critico, egualitario e democratico di varia matrice (socialista, comunista, liberaldemocratica e religiosa). Questo ‘recupero’ sul fronte scolastico sposterebbe l’attenzione • sulla eguaglianza delle opportunità interne, ovvero sulla capacità di convertire in effettive libertà le risorse e i diritti disponibili (Amartya Sen), • sul riconoscimento e la cura di tutti i bisogni (Martha Nussbaum), • sulla possibilità di esprimere le proprie intelligenze (pedagogie libertarie). E orienterebbe a ripensare i curricoli, i contesti di apprendimento e il tempo della scuola non in funzione della competizione economica, ma in funzione dei bisogni “larghi” dei bambini e degli adolescenti. L’equità quindi come una complessa costellazione di significati, all’interno della quale concetti diversi - come merito, bisogno, diritti, opportunità, individui, comunità, eguaglianza,differenza - possono integrarsi ma anche confliggere. Ma anche – conclude - “equità come terreno di battaglia culturale e politica; terreno ‘bellico’ in cui occorre discernere, come dice Lakoff, valori ‘amici’ e valori ‘nemici’. Per scegliere, prendere posizione, agire coerentemente”. La Dirigente Tecnica Giovanna Barzanò ha sviluppato il tema: “Valutazione della scuola, valutazione del DS: ambiguità, senso, prospettive. Uno sguardo internazionale” L’ottica dei suoi ragionamenti rimane quella della costruzione di una scuola effettivamente democratica in cui la valutazione delle Istituzioni Scolastiche è vista in funzione di una moderna accountability - base necessaria per la governance. Ne viene in tal modo favorita, con l’assunzione di responsabilità, il miglioramento continuo delle professionalità e dei risultati di apprendimento. Ma qual è la condizione perché questo processo si compia? La sua riposta è che la condizione sta in un rendere conto che metta in primo piano un dialogo continuo tra valutazione interna e valutazione esterna e riconosca l’importanza di coinvolgere tutti gli attori, a diverso titolo, per interventi consapevoli ed efficaci. ‘Rispondere’, essere accountable, racchiude in sè i significati più profondi e ineludibili della democrazia contemporanea, in quanto sottolinea l’importanza di saper “testimoniare gli esiti delle responsabilità” del proprio lavoro. Ovviamente – osserva - occorre avere acuta consapevolezza dei rischi e delle minacce che sono insite in ogni forma di controllo, dei soprusi che sempre ne possono derivare. La logica managerialistica - a cui tendono ad ispirarsi le richieste che i sistemi educativi avanzano alle scuole in molti paesi - banalizza la complessità dei processi educativi e rischia di metterne a repentaglio i valori fondanti. Perciò per i professionisti dell’educazione che puntano a dare gambe ad una un’accountability democratica diventano preliminari alcuni interrogativi - e le risposte che ad essi si danno – quali: • Il tipo di framework teorico alla base dei processi attivati, • La “logica” (finalità, aspettative di impatto) e la qualità degli indicatori, • Le fonti di informazione e gli strumenti utilizzati (validazione, affidabilità, possibilità di confronto). Alcune esperienze europee – conclude -, prime fra tutte, quelle del’Olanda (“Criteri di qualità” e “Windows for accountability” del 2005), offrono stimoli e proposte avanzate in questa prospettiva. I lavori del pomeriggio si sono conclusi con l’intervento del Segretario generale della FLC, Mimmo Pantaleo, che ha offerto un quadro chiaro - e preoccupato – della situazione in cui versa la scuola oggi, soffermandosi sulle10 proposte messe in campo dalla FLC per fronteggiare l’attuale crisi. Nella mattinata seguente i ragionamenti proseguono sui temi della complessità e della Leadership. Nel primo intervento, di Giovanni Moretti, docente della Università Tre di Roma, il punto di attacco della relazione, centrata su natura e forme della Leadership (L.), ha riguardato il contesto scolastico: cos’è e come si presenta, le situazioni che esso vive. Da qui si parte – ragiona il relatore - per costruire scuole a cui sia estranea ogni idea di ambiente competitivo e in cui gli aspetti formali dell’organizzazione e delle procedure non risultino prevalenti. Scuole che puntino invece sia a valorizzare i legami e le relazioni tra le persone e a promuovere la conoscenza come condivisione, cooperazione, scambio; sia a coltivare la qualità come processo in cui l’attenzione al contesto e alla situazione di partenza è prioritaria e la riflessività sull’errore è motivo di apprendimento. Indicatore importante della qualità dei contesti scolastici inclusivi è, per Moretti, la L. diffusa, tesa a coinvolgere tutti gli attori in campo. In una situazione di Leadeship diffusa, il DS è leader educativo - in colloquio costante con la comunità professionale dei docenti - che valorizza e motiva le persone, attiva rapporti orizzontali col territorio. È il contesto scolastico inclusivo, in ultima analisi, che consente una Leadership diffusa e democratica. A caratterizzarla, c'è l'informalità della comunicazione e delle relazioni (che non sostituisce i luoghi formali) e l'idea della cultura di rete dove tutti apprendono, compreso il leader; e c’è l'apertura, la permeabilità, l'osservazione tra pari, l'autovalutazione. In questa circolarità, la famiglia non è il cliente esterno, ma uno dei soggetti dell'apprendimento e dell'autovalutazione. Le riflessioni finali sono dedicate a al progetto VALeS e in esso alla valutazione del DS. A quest’ultimo proposito, il prof. Moretti avanza dubbi sul “disegno integrato” del progetto e si chiede retoricamente se sia possibile, col VALeS, “sviluppare un approccio integrato tra la valutazione della qualità del servizio, offerto dalla scuola attraverso la comunità professionale, e la valutazione della performance della dirigenza, con riferimento alle sue aree di competenza”. La successiva Tavola rotonda, introdota e coordinata da Patrizia Di Franco, Dirigente scolastica, Responsabile Struttura di Comparto DS Basilicata, ha ruotato intorno al tema “Idee e forme di Leadership nelle scuole di fronte alle nuove complessità e attese”. Ne sono stati protagonisti, oltre alla stessa Di Franco - che si è fatta portatrice, sia in premessa che nel corso del dibattito, degli interrogativi e dei dubbi di chi è chiamato a verificare nel concreto la concretezza e la fattibilità delle proposte -: il prof. Roberto Serpieri dell’Universita di Napoli e il prof. Damiano Previtali, dirigente e collaboratore ministeriale. Vi ha partecipato attivamente anche il prof. Moretti. Serpieri, coerentemente con le aspettative del convegno, ha affrontato il tema della L. come un capitolo delle possibili politiche della dirigenza nella scuola; anche in risposta ai problemi della complessità più diffusamente affrontati negli interventi precedenti. Dopo aver richiamato che quello della L. è il tema su cui più si dibatte a livello intenazionale e che gli aggettivi qualificativi sono più numerosi dei numerosi studiosi che se ne occupano, Serpieri propone una tematizzazione dell’argomento secondo due criteri di approccio: il primo che focalizza la propria attenzione sui contesti, collocando il focus sia su chi è portatore e interprete di Leadership, sia sulle relazioni tra questi e i “seguaci” (followers) e sull’incidenza dei fattori non umani (tecnologie, tipologie di curricoli); il secondo che assume a riferimento l’idea (nel senso di visione, concezione) e quindi gli stili di L. Dopo una serrata critica alla visione manageriale della Dirigenza Scolastica, ha approfondito in modo particolare i termini della L. ‘democratica’ (che è tale, suo avviso, in quanto la ‘distribuzione’ e il processo investono anche studenti, famiglie, EELL) e quelli della così detta “L. post-moderna” (che per Serpieri si realizza “nella riflessività intrinseca alla pratica”, e dove “è rilevante non come viene distribuita [dal DS] tra i diversi attori, ma come essa si distribuisce” [dentro processi di coinvogimento, condivisione e corresponsabilizzazione]. E questo perché entrambe, L. democratica e L. post-moderna, permettono, più che le altre concezioni, di concentrare le politiche della dirigenza (dalla selezione all’incentivazione, dalla formazione alla valutazione) sulla gestione delle figure di collaboratori e delle funzioni strumentali. Egli osserva a questo punto che la pratica – oltre che la concezione - dei ruoli di collaboratori e Funzioni Strumentali visti come subalterni può rinviare a modelli gerarchici o a logiche di efficienza-produttività più funzionali a modelli burocratici di funzionamento che alla qualità del fare scuola; e che la stessa via del middle management, capitolo tra i più gettonati delle elaborazioni e delle pratiche riguardanti l’organizzazione scolastica, potrebbe configurarsi come “tipica del modello manageriale”, se non fosse praticata dentro un modello di leadership democratica. Le conclusioni dell’intervento tendono a privilegiare l’adozione di un punto di vista critico (‘L. post-moderna’), attento ai processi attraverso cui la Leadership distribuita si sviluppa in coerenza con il ‘discorso democratico’. Il contributo di Damiano Previtali è partito dall’affermazione - che il relatore dichiara di condividere - di un noto studioso della L., Leithwood, secondo il quale la maggior parte delle teorie che riguardano la L., che pure è un tema di estrema importanza, sono in realtà soltanto degli slogan. Comunque - sostiene – il termine, oggi, è utilizzato per definire strategie di direzione volte a rendere più efficace e condivisa l’azione del DS, aiutando l’organizzazione a definire un insieme condiviso di direttive e convincendo i membri ad eseguirle. Di particolare interesse risulterebbero quelle strategie la cui area di indagine comprende il miglioramento degli esiti di apprendimento, ma anche la qualità dell’istruzione e i sistemi di valutazione del servizio e di accountability. La L. per l’apprendimento è oggi, a suo avviso, la dimensione che qualifica maggiormente la DS. La sua attenzione si concentra successivamente sulla valutazione del DS per come si configura nel progetto VALeS, richiamandone le azioni cruciali – dalla diagnosi sulla scuola alla definizione degli obiettivi, dal piano di miglioramento allo sviluppo e sostegno e alla valutazione – , tutte, in ogni caso, necessitanti coinvolgimento e condivisione dei vari attori interessati. Il DS sarà all’altezza del suo compito – osserva – se le sue azioni mireranno appunto a coinvolgere e a costruire condivisione e consenso e, in ultima analisi, una Leadership centratata sull’apprendimento. Ragionando infine sui dubbi e le perplessità avanzate da Serpieri e Moretti sul VALeS, conclude l’intervento chiarendo e precisando • Che il progetto VALeS parte dai processi interni alla scuola: dunque l'autovalutazione è determinante. • Che le scuole italiane sono molto diverse e il MIUR non riesce ad avere una visione completa. Sono dunque le scuole che devono autorappresentarsi. L'autovalutazione dà centralità alla scuola; comunque i dati raccolti anche da rilevazioni esterne sono determinanti. Le precedenti esperienze di valutazione sono state troppo autoreferenziali. • Che è fondamentale il passaggio dalla diagnosi (autovalutazione) al miglioramento attraverso un piano ampio (per gli obiettivi) e durevole (3 anni minimo). Riconosce infine che il modello del VALeS rischia di essere gerarchico se il dirigente non negozia - e bene, avendone però i poteri - le condizioni per realizzare il miglioramento e la definizione di obiettivi e priorità. ************** 13. Autogoverno A.Valentino delle scuole e rappresentanza. Indietro tutta? Il nuovo testo unificato Il 6 agosto scorso la 7a Commissione ha proseguito, l’esame - già iniziato in sede legislativa il 7 giugno - del testo unificato “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali”. In tale seduta, la Commissione ha deliberato di adottare, per il seguito della discussione, lo stesso testo base di fine marzo, con alcuni emendamenti. Ha anche fissato al 10 settembre il termine per la presentazione di emendamenti al testo unificato. Da marzo, come è noto, si sono susseguite analisi critiche, prese di posizione, proposte emendative da parte della Conferenza delle Regioni, di associazioni professionali, di persone di scuola. Alla fine di luglio è arrivato anche il ‘parere’ del CNPI. Si è notato in questi mesi il silenzio assoluto - che continua - del Ministro, evidentemente convinto che il tema non sia ‘cosa sua’. Capita quando professori universitari, pur stimati nel loro campo, diventano ministri. A leggere il testo unificato del 6 agosto, si evince che la Commissione ha ritenuto di non farne niente del dibattito seguito alla prima pubblicazione di fine marzo. Qualcuno dice per le vacanze alle porte, qualche altro per il caldo estivo. Comunque ignoriamo a tutt’oggi la vera causa. Pertanto gli emendamenti che si registrano sono relativi a due soli punti. Il primo volto a ribadire che ai componenti del Nucleo di autovalutazione e ai componenti del Consiglio nazionale delle autonomie scolastiche “non sono riconosciuti indennità, compensi, rimborsi, spese o emolumenti comunque denominati” . Non poteva bastare l’articolo 11 che enuncia a chiare lettere che la riforma è a costo zero? (Quando i ‘ripetita’ sono segnali di ‘accanimento’ insensato.) Il secondo, ben più ‘pesante’- inserito a seguito di esplicita richiesta da parte della Conferenza delle Regioni - relega nella sfera delle possibilità la istituzione, da parte delle Regioni, della Conferenza regionale e di quelle di ambito territoriale (art. 11). Che fine fa la rappresentanza delle scuole autonome? Così, col nuovo testo, le Regioni ‘possono istituire’ - e non: ‘istituiscono’, come si leggeva nel testo precedente - la Conferenza regionale del sistema scolastico. La stessa scelta è ripetuta anche per le Conferenze di ambito territoriale, che, pure, sono indicate come “il luogo del coordinamento tra le istituzioni scolastiche, gli Enti locali, i rappresentanti del mondo della cultura, del lavoro e dell’impresa di un determinato territorio”. Come dire: è una misura necessaria, ma se ne può fare a meno. Quando si dice: parlar chiaro Probabilmente la richiesta della Conferenza delle Regioni è coerente con dettato costituzionale, quale risulta dalla Riforma del titolo V del 2001. Solo che la nuova formulazione di fatto crea un guazzabuglio destinato a minare alla base ogni idea di una governance regionale e territoriale vincolante a livello nazionale. Con rischi pesanti per l’unitarietà del sistema e la sua governabilità È evidente che in questo modo viene meno una delle ragioni più profonde che danno senso all’insieme del provvedimento legislativo. Se una fondamentale ragion d’essere della riforma è quella di incardinare le singole autonomie scolastiche in una nuova governance territoriale (obiettivo: superare autorefenzialità e separatezze e logiche fallimentari dell’autonomia “fai da te”), il nuovo testo unificato sembra sancirne l’affossamento. Nessuno può pensare che la Commissione non si sia posta interrogativi al riguardo. Proviamo a esplicitarne il senso con una domanda forse ‘sprovveduta’: cosa impedisce che in sede di Conferenza Stato - Regioni si possa arrivare ad un testo condiviso, tale da permettere il recupero dell’impianto iniziale? Probabilmente una maggiore trasparenza del dibattito dentro la Commissione avrebbe permesso di capirne di più anche sul totale silenzio calato sul dibattito relativo al testo unificato. Emendamenti ancora possibili. Per finta? Qui si vuole benevolmente pensare che l’analisi degli emendamenti - e comunque delle proposte di chiarimento e quelle relative ad una fattibilità efficace della riforma - sia rinviata a dopo il 10 settembre prossimo venturo, come deciso nella riunione del 6 agosto. Ma è questa stessa scadenza che pone interrogativi di non poco conto. Già la scelta di non portare in aula la discussione sul testo può essere letta come segno di scarsa considerazione verso una riforma che andrebbe invece vista come leva per superare ambiguità , vischiosità e debolezze del sistema scuola. La decisione poi di fissare una data di scadenza così ravvicinata nel tempo per la presentazione degli emendamenti – e proprio all’inizio del nuovo anno – non può che essere letta come segno di sottovalutazione del contributo che può venire, sul testo concordato, dalle varie articolazioni del pianeta scuola. Questione aperta: DS e organi collegiali. Convivenza impossibile? Alcune considerazioni infine su una questione affrontata da Stefano Stefanel nel suo ultimo stimolante contributo sull’argomento (“Governare la scuola” del 10 agosto). Sostiene Stefanel (all’interno di considerazioni in larga parte condivisibili) che questa riforma porterà con sè “proteste, sit-in, contestazioni, accanimenti terapeutici sugli Organi collegiali Anni Settanta, passi indietro, decreti esplicativi, ricorsi, ecc.”. E ritiene che “Tutto potrebbe essere semplificato se si avesse il coraggio di dire cosa si vuole fare della figura del dirigente scolastico: finché c’è questa figura e rimane inalterato l’art. 25 del d.lgs 165/2001 l’organo collegiale per sua natura è debole, verboso, azionatore di perdite di tempo.”. Non so se la scuola oggi è in grado di organizzare “proteste, sit-in, ecc”. io vedo semmai un pericolo inverso. Che la legge riesca a passare - forse con qualche fuoco fatuo e qualche ritocco, probabilmente peggiorativo – senza che niente cambi e che tutto alla fine prosegua come adesso. Il gattopardismo è – si sa - il gene segreto delle istituzioni italiche. E innovazione e miglioramento sono parole di un vocabolario che ci piace solo sfogliare, ma non far vivere. Né convince l’idea – che nell’articolo si ventila, se ne ho capito bene il senso - di azzerare l’art. 25 del d.lgs 165/2001, per ritornare alla vecchia figura di preside. Non riesco a vedere come il profilo del DS, come lì è delineato, possa significare debolezza se non vacuità degli OOCC. La debolezza degli organi collegiali è piuttosto, a mio avviso, la debolezza del sistema scuola per come è stato ridotto per le ragioni che sappiamo: mancanza di ‘visione’, scarsi investimenti e incapacità di affrontare nelle sue cause i suoi problemi strutturali (a partire dal precariato, dalla formazione e dallo sviluppo professionale, da modalità organizzative centrate sull’inclusione e la responsabilità rispetto agli esiti). Il citato decreto 165 – che informa sostanzialmente anche la proposta di legge sull’autogoverno - non mi sembra sposi una filosofia leaderistica del DS – tale da rendere insignificanti gli OOCC; e, se di poteri autonomi in esso si parla, questi riguardano prevalentemente, come sappiamo, funzioni di coordinamento, valorizzazione delle risorse professionali, di gestione unitaria dell’IS. D’altra parte, la crisi degli OOCC data ben prima della istituzione della Dirigenza Scolastica. Le novità di questa riforma, volendo focalizzarci sul DS, riguarda l’allargamento dei poteri di gestione ( “sotto la propria responsabilità, [il DS] gestisce le risorse umane, finanziarie e strumentali”). Formula che indubbiamente innova rispetto al d.lgs165. Ma questo significa togliere incisività agli organi collegiali? È difficile crederci. Penso che neanche con il Decreto Brunetta si possa dire che, nelle scuole, il potere sia dei dirigenti. Non c’è questa percezione nel mio vissuto professionale. Sappiamo che la possibilità di incidere in profondità sulle cose di qualità, sulle pratiche che contano nelle nostre scuole (relazione educativa, didattica attiva, sviluppo professionale, lavoro in team, corresponsabilità rispetto al funzionamento, responsabilità rispetto agli esiti) , non sono i poteri autonomi a dartela, né tanto meno il decreto Brunetta. Sono ben altre le leve che al riguardo si richiedono (considerazione sociale, selezione accurata del personale, formazione continua, leadership diffusa). Allargare il discorso? D’altra parte, queste cose non si possono richiedere al testo di riforma in esame. Però quello che si può chiedere, più che la ‘retrocessione’ del DS a preside (che aumenterebbero le incertezze e le disfunzioni di oggi), è una più attenta chiarificazione della funzione di gestione del DS (che non può essere declinata in termini solimpsistici - perdonate il termine -) e una più forte sottolineatura dell’autonomia professionale e delle responsabilità personali e collegiali dei docenti nell’autogoverno delle scuole. Comunque questo testo di riforma, sia introducendo il Nucleo di autovalutazione e la Conferenza di Istituto (come appuntamento annuale di rendicontazione), sia collocando l’autogoverno delle scuole nella più ampia governance territoriale, può probabilmente indurre a rendere più trasparente e ‘responsabile’ (nella sua accezione etimologica) il lavoro di DS e Docenti.. Certamente, in ogni caso, il DS diventa una figura chiave nei processi dell’autogoverno delle scuole. Una migliore messa a fuoco del suo profilo diventa pertanto necessaria. Nella consapevolezza però che tutto questo non può prescindere dall’idea di scuola che coltiviamo e di quali valori vogliamo che essa si faccia portatrice traducendoli nella quotidianità. Ma qui il discorso rinvia ai ragionamenti che da più parti si stanno facendo negli ultimi anni sui temi della leadership ‘diffusa’ ‘centrata sull’apprendimento’ e sul necessario equilibrio tra questa e i compiti di direzione, che, soprattutto, rinviano agli ‘autonomi poteri’ del DS. Penso possa essere questo il quadro di riferimento valoriale entro cui leggere coerentemente le norme del testo unificato ai fini di un loro miglioramento. E cercare di dare ad esse le gambe e il contesto per camminare. Comunque, se di questa legge si parlasse di più in temini in termini preferibilmente propositivi e la Commissione Cultura si aprisse ad un dialogo costruttivo con aree interessate del mondo della scuola, probabilmente ci sarebbe qualche speranza in più che qualcosa cambi nella direzione giusta. O no? **************