ORGANO DEL SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO VENETO GENNAIO 2006 - N. 1 - QUADRIMESTRALE POSTE ITALIANE S.p.A. SPEDIZIONE IN A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in Legge n. 46 del 27 febbraio 2004), art. 1, comma 2, DCB BL La 6^ Delegazione Speleologica del CNSAS si presenta soMMario 1 57° CONGRESSO CISA/IKAR di Fabio Bristot LA 6^ DELEGAZIONE SPELEOLOGICA DEL CNSAS SI PRESENTA di Antonino Bileddo 2 UN SALUTO CORDIALE di Giancarlo Zella UN SOCCORSO GLOBALIZZATO di Roberto De Rocco 4 UN NUOVO RAPPORTO CON LA REGIONE VENETO È POSSIBILE: IL CNSAS PRESENTA UN PROPRIO DISEGNO DI LEGGE del Consiglio SASV - CNSAS Falco in manovra dopo aver sbarcato le squadre sulla Torre Grande 6 ESTATE 2005, MARMOLADA: SOCCORSI D'ALTRI TEMPI di Denis Valente 7 VAL CLUSA 2005 ESERCITAZIONE NAZIONALE DI SOCCORSO IN FORRA di Antonino Bileddo 9 INCIDENTE AEREO DI CIMA DEL PORCO di Siro Offelli 10 IL CEMOCO E LE SUE FINALITÀ di Claudio Bolzan 11 EUREKA: UN SOFTWARE PER LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI DI RICERCA PERSONA di Fabio Bristot DATI: 12 S.O.S. NUOVAMENTE SUL DATABASE REGIONALE PREVENZIONE QUESTA SCONOSCIUTA di Fabio Bristot 13 PER ABBASSARE I CAMPANILI... di Gianmario Meneghin "L'IMPORTANTE È RI-TROVARSI" di Patrizio Deola 14 UN INTERVENTO DIVERSO DAL SOLITO di Angelo Rigoni Stern SCUOLA INTERREGIONALE PER TECNICI 15 LA DI SOCCORSO SPELEOLOGICO di Giovanni Ferrarese IL DOVERE DI ESSERE I PIÙ BRAVI. 16 ALCUNE SINCERE RIFLESSIONI SULL'ATTIVITÀ FORMATIVA di Michele Barbiero 17 GLI UOMINI DEL PIANO, OVVERO I MONTANARI DI CITTÀ di Ernesto Chesta 18 UN FELICE ANNIVERSARIO di Maudi De March 19 IL DIFFICILE MESTIERE DELL'ADDETTO STAMPA: COSA DEVE FARE UNA DONNA PER FARSI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE OVVERO DEL SALTO DEL VARANO di Michela Canova 20 UNA MOSTRA DEL CIVETTA E DEL SOCCORSO ALPINO AD ALLEGHE di Luca De Zordo DAL 12 AL 16 OTTOBRE 2005 A CORTINA D’AMPEZZO, SI È TENUTO IL 57° CONGRESSO DELLA CISA/IKAR, ORGANIZZATO NUOVAMENTE DAL CNSAS DOPO GLI INCONTRI DI SAINT VINCENT DEL 1997, LECCO 1986, AOSTA 1975, RIFUGIO MONZINO 1968, TORINO 1963 E CAPANNA MARINELLI NELL'ORMAI LONTANO 1959 Un record di presenze sia in termini di delegati sia in termini di nazioni presenti. Possiamo dire che la CISA – IKAR a Cortina è stata quella che ha avuto, da sempre, il maggior numero di partecipanti. I membri presenti sono stati 224, in rappresentanza di 32 nazioni, tra le quali Sud Africa ed Argentina, oltre a paesi come la Grecia, invitata come osservatore e che entrerà a far parte del consesso mondiale dal prossimo anno, quando la riunione plenaria si terrà nella vicina Slovenia. Erano state attivate anche le ambasciate italiane a Belgrado e in Cina per la presenza di rappresentanti di queste nazioni, ma purtroppo le lungaggini burocratiche hanno vanificato queste aspettative. Come corollario all’evento sono state realizzate alcune simpatiche iniziative, tra cui una cartolina con annullo filatelico speciale ed uno stand espositivo che, tramite i relativi costi di sponsorizzazione, ha permesso di abbattere i notevoli costi della manifestazione. hanno partecipato 27 ditte specializzate in materiale tecnico di soccorso e alcuni primari produttori di abbigliamento, oltre che enti istituzionali come la Regione Veneto. La serata di gala alla presenza di numerose autorità è stata, infine, allietata dal Coro Cadore e dal Gruppo Folk di Livinallongo Senza entrare nelle tematiche e problematiche specificatamente trattate delle singole Commissioni (Medica, Terrestre, Aerea e Valanghe), i cui lavori saranno resi noti appena disponibili le versioni ufficiali, il tema centrale del Congresso è stato generalmente quello della ricerca di persone disperse. Una problematica complessa, che come tale, andava affrontata. Nell’incantevole scenario delle 5 Torri, complice anche una solare giornata autunnale, si è svolta la dimostrazione pratica che, in poco più di due ore, tramite simulazioni operative svoltesi in contemporanea, ha riproposto gli scenari operativi più comuni nelle missioni di soccorso. Sono state ripresentate le tecniche in uso sul territorio nazionale e cioè continua a pag. 3 L a 6^ Zona Speleologica è organizzata in 5 Stazioni di soccorso: 3 in Veneto (Verona, Vicenza, Veneto Orientale), 1 in Trentino e 1 in Alto Adige. Le due Stazioni del Trentino-Alto Adige dipendono operativamente dalla 6^ Delegazione, ma sono del tutto autonome dal punto di vista amministrativo. Vi è poi un nucleo di soccorritori in forra, trasversale alle due realtà, che raggruppa i diversi volontari che si occupano di questa particolare disciplina per così dire emergente nel nostro paese. La nostra è la Delegazione Speleologica più numerosa d’Italia e proprio per questo è tra le più complete avendo Tecnici formati in ogni specializzazione. I volontari complessivamente sono 11, di cui 77 veneti, 2 trentini e 1 altoatesini (dati 200). continua a pag. 5 2 Salute a tutti, sono Giancarlo Zella, padovano e dal 2005 Vice Presidente del Soccorso Alpino e Speleologico. Ho 63 anni e sono entrato nel Soccorso Alpino nel lontano 1977. Dal 1980 a tutto il 1995 ho guidato la Stazione di a ll lo Ze Padova, competente per Giancidaenrte del Soccorso Alpino Vice Pres gico Veneto i colli Euganei e Berici. e Speleolo di presentazione... in una foto Nel 2003 sono stato chiamato a far parte del Colleggio dei Revisori dei Conti del SASV e, provenendo da questo particolare settore, in qualità di Vice Presidente non potevo non occuparmi, in primis, dell’amministrazione. Non sono laureato in economia e commercio e non sono nemmeno ragioniere, ma da imprenditore, ora quasi del tutto “ex”, poiché in pensione, conosco con quali principi deve lavorare un’amministrazione: efficienza e trasparenza prima di tutto. E più questi principi vengono ben applicati, più è seria un’azienda o, nel nostro caso, un’associazione. Nel nostro caso migliorare si può e si deve e Un saluto cordiale ampic nato in arr ... e impeg e Piccola sulla Torr go del Falzare ata quando si avverte che buona volontà e disponibilità non mancano, allora è solo questione di tempo per affinare i processi. Certo, di lavoro ce n'è e non solo nel campo delle cifre, anche in quello organizzativo. O, meglio, potremo dire ri-organizzativo, perché il Soccorso Alpino e Speleologico Veneto sino ad ora ha funzionato egregiamente, ma... in una regione con, chiamiamole pure “vecchie” suddivisioni in Delegazioni, in passato c’è stata incomprensione, scollamento, diffidenza. Ora però che la telematica ha contribuito ad annullare le distanze e con i quadri dirigenti del SASV pienamente consapevoli che l’unione fa la forza, si sente ancor più l’esigenzqa l’esigenza di lavorare sodo e raggiungere, finalmente insieme, obiettivi qualificanti per tutta l’organizzazione. Anche i segni esterni contribuiscono a questo, dimostrazione concreta che unificare si può: i gilet ormai distribuiti a tutte le Stazioni, i fuori strada tutti uguali o quasi (unificheremo la livrea di quel paio che ancora hanno una colorazione diversa) sono segnali assolutamente tangibili in questa direzione. La strada giusta è stata intrapresa. Ora, se ci convinciamo definitivamente che tutti assieme si può fare davvero molto, per il Soccorso Alpino e Speleologico Veneto, questa strada non sarà certamente in salita. Giancarlo Zella VICE PRESIDENTE SASV-CNSAS Il CNSAS Veneto è riconosciuto dalla Regione Veneto all’interno della Legge n. 33/02; la Legge n. 74/01 garantisce un rapporto privilegiato, oltre che obbligatorio, con il Servizio Sanitario Nazionale; la Legge n. 225/92 attribuisce al CNSAS nell’ambito delle proprie competenze, il concorso nell’organizzazione di operazioni di protezione Civile in caso di eventi calamitosi; il provvedimento di Legge n. 289/02 risolve in maniera definitiva i dubbi interpretativi legati ai contenuti agli art.1 e 2 della citata Legge n. 74/01, disponendo che: “il soccorso in montagna, in grotta, in ambienti ostili ed impervi, è, di norma, attribuito al CNSAS del CAI ed a Bergrettungs – Dienst (BDR) dell’Alpenverein Sudtrol (AVS)” e che “al CNSAS ed al B.D.R. spetta il coordinamento dei soccorsi in caso di presenza d altri enti organizzazioni, con l’esclusione delle grandi emergenze e calamità”. Il CNSAS Veneto è, inoltre, una organizzazione di Volontariato detta ApS, riconosciuta dalla Regione Veneto con provvedimento n. 96 del 9 luglio 2004. Al proprio interno, nella percentuale di circa il 6%, ci sono Soci che svolgono prestazioni percependo indennità attraverso contratti Co.Co.pro. ai sensi del D.Lgs n. 276/03. A margine di questa caratterizzazione giuridica, a fronte dell’estrema trasparenza legata alle riforme che il nostro Soccorso Alpino ha voluto attuare, nonostante la passione e l’esperienza assolutamente unica, gli aspetti che alla fine contano sono i crudi numeri: quelli dell’attività di soccorso e quelli dell’attività di formazione. negli ultimi otto anni la nostra attività è, infatti, rappresentata da 3.179 missioni di soccorso, con 4.071 persone soccorse di cui 1.812 illesi, 1.936 feriti, 8 dispersi e 315 deceduti. il tutto corrispondente all’impegno di 24.572 giornate/uomo! per riassumere tutto ciò, a cinquant’anni dalla nostra nascita, l’anno scorso, con non poche difficoltà, siamo riusciti a condensare 500 pagine di un volume enciclopedico che aveva anche lo scopo di rimarcare, oltre alla nostra storia, le competenze del Soccorso Alpino. una questione di dignità, dunque, più che di autocompiacimento. Nonostante questo, ci ritroviamo ancora qui a “predicare” il nostro lavoro, paradossalmente per evitare l’omologazione ed un certo cattivo gusto che avanza. Mi spiego. Come tutti i fenomeni di successo - ed il nostro eviden- con maggiore attenzione: il rischio è la banalizzazione di un modello di soccorso e del senso autentico del vivere in montagna da cui non dovremmo mai separarci. Allo stesso modo sono certo che il lavoro svolto con dedizione e serietà alla lunga paghi anche in una società dello spettacolo: la nostra sostanza conta più dell’immagine e la credibilità si costruisce meglio dimostrando di essere affidabili con i fatti che con le chiacchiere. Le sole comparse mediatiche diventeranno alla fine un proverbio: il fumo venduto al posto dell’arrosto. Noi abbiamo scelto prima la strada di fornire un servizio, poi di raccontarlo, evitando però il più possibile l’enfasi, la retorica e i luoghi comuni. Risparmiare, quindi, sugli aggettivi per abbondare nell’informazione di sostanza equivale ad essere propositivi: in tal senso la proposta di legge che a visto la luce a fine anno, a fronte di un lavoro attento e passionale di Rufus e di tutto il Consiglio del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto, credo possa rimarcare in modo veramente importante il nostro essere Soccorso Alpino. Roberto De Rocco DELEGATO 2ª ZONA DELEGAZIONE BELLuNESE soccorso... pillole di Un soccorso temente lo è -, “dire di fare soccorso” ha mobilitato schizzofreniche schiere di replicanti, alcuni in completa buona fede, altri attratti dal miraggio di apparenti facili “guadagni”. prevale poi, in taluni settori dei nuovi “profeti” del soccorso, l’idea che la gestione di una struttura e di un soccorso faccia parte di un bagaglio genetico (dato dalla patacca alcuni pensano) !, come l’estro poetico, la propensione a navigare, la tendenza alla santità... mix storicamente noto alle popolazioni italiche. Di recente ho letto che anche la C.R.I., con “La mia montagna amica”, promuove la conoscenza dell’ambiente montano... favorisce l’armonioso inserimento facendo acquisire la consapevolezza delle diversità... consiglia comportamenti adeguati per muoversi in sicurezza... e tante altre amenità di questo genere. Il prestare soccorso per la sola performance esula dal nostro orizzonte. Ciò nonostante sono convinto che questo crescente fenomeno debba essere tenuto sotto controllo CORSO TECNICI DI CENTRALE Terminato dopo l’iter formativo previsto il 3° Corso per Tecnici di Centrale Operativa. Sono stati dichiarati idonei al servizio, dopo una selezione piuttosto dura e comprensiva di tutte le problematicità e criticità che un buon TCO deve saper affrontare: Mauro Frigo (Capo Stazione di Auronzo), Gianni Mezzomo (Stazione di Feltre), Marco Zago (Stazione di Belluno). CISA IKAR 57° Congresso - Cortina, 12-16 ottobre 2005 segue da pag. 1 L'elicottero dell'Aiut Alpin Dolomites nel corso della dimostrazione alle 5 Torri grado di esprimere momenti importanti ed assolutamente significativi dal punto di vista tecnico e scienFalco durante tifico. Oltre l'effettuazione al classidel gancio baricentrico co lavoro sulla Via Miriam con UCRS e con le squadre posizionate “a pettine” o a “V”, sono stati presentanti software gestionali dedicati, applicativi informatici per l’uso dei GPS e dei telefoni satellitari che alcuni servizi regionali, tra cui Lombardia, Valle d’Aosta, Veneto e Friuli, hanno sviluppato per sottolineare che l’argomento è di pressante attualità. Ad amalgamare tutto ciò è stato indispensabile il contributo dei tecnici intervenuti da fuori Il Presidente CNSAS della Lombardia, Danilo Barbisotti con il zona, tra i quali gli Delegato della 6ª Delegazione Speleologica, Toni Bileddo Istruttori SNATE e e il Vice Presidente del CNSAS nazionale, Valerio Zani SNATS, oltre ai vari Tecnici del Soccorso Speleo giunti per l’occasione fattibile ed auspicabile. Ogni fase dell’evento è stata dai Servizi Regionali di mezza ripresa con camera card sul Italia. Ancora più indispensabile, casco degli operatori e da altre telecamere in parete, che rim- però, tutto il supporto logistibalzavano in real time sui maxi co ed organizzativo garantito schermi posizionati all’interno alla manifestazione e messo in di una tenso struttura in grado atto dalla 2ª Zona - Delegazione di ospitare tutti i congressisti. Bellunese. Questa realtà ha Le stesse modalità sono state saputo coinvolgere solo per la usate anche per riprendere i dimostrazione 132 Tecnici, 14 lavori della ricerca in superficie mezzi fuoristrada, 2 centri di che si svolgeva in contempo- coordinamento e 1 quad. Ecco perché, in questo conranea. Proprio le prove della ricer- testo, vanno ricordati tutti quei ca in superficie sono state in Tecnici che, fuori dai riflettocalate, recuperi e medicalizzazione dell’infortunato, sia con l’utilizzo del verricello dell’EC 135 dell’Aiut Alpin Dolomites, sia con il gancio baricentrico del K2 del SUEM di Pieve di Cadore. Altri due elicotteri, un EC 145 ed un A 109 Power di Agusta, sponsor principale dell’evento, hanno contribuito al trasporto di gruppi di partecipanti, mentre un Robinson 44 riprendeva dall’alto le varie manovre. Nella spaccatura della Cima Sud della Torre Grande si è invece tenuta la dimostrazione delle manovre speleo, anch’esse con l’effettuazione di calate e recuperi dall’indubbio spessore tecnico. È stato, infatti, anche un momento importante per dimostrare che questa sinergia fra ambiente alpino e speleo, come avviene in Italia a differenza di molti altri paesi, è uno scenario ri della dimostrazione, hanno sapientemente garantito il funzionamento dell’organizzazione, montando capannoni, piegando magliette, distribuendo panini, spostando cavi, garantendo l’accessibilità alle aree... permettendo insomma l’evento in sé. Tutto ciò con grande serenità ed umiltà. Già alla fine dell’esercitazione sono giunti i primi timidi riconoscimenti per la grande mole di lavoro sviluppato e per la sua indubbia spettacolarità. È stato con il passare del tempo, però, che il consenso di numerosi paesi partecipanti è andato via via aumentando. Ciò è stato testimoniato dalle numerose e-mail e lettere per venute in sede nazionale e in segreteria del SASV che hanno sottolineato la bontà dell’organizzazione e la superba dimostrazione delle 5 Torri. Va anche ricordato in questa sede per onestà intellettuale la polemica con la quale la Stazione CNSAS di Cortina ha manifestato il proprio disagio, Un particolare della manovra del Soccorso Speleologico Recupero con il palo pescante rispetto al mancato coinvolgimento del proprio personale nel corso dell’evento. In una riunione appositamente convocata, alla presenza di tutti i Volontari della Stazione, il Presidente ha ammesso alcune sue responsabilità al riguardo, scusandosi con sincerità per l’accaduto. Lo stesso ha fatto il Capo Stazione, Paolo Bellodis, che ha riconosciuto alcune colpe, pur esprimendo un giudizio lusinghiero sull’evento. Infine alcune considerazioni. Quanto del lavoro svolto a Cortina dal CNSAS Nazionale abbia influito positivamente sulla granitica impostazione della CISA/IKAR e sul ruolo del CNSAS al suo interno, ancora non lo sappiamo con certezza. I tempi stanno cambiando ed anche questo 57° Congresso della CISA-IKAR avrà contribuito a lasciare un segno inequivocabile sul ruolo dell’Italia all’interno della stessa organizzazione, in termini di prestigio, ma soprattutto in termini di sostanza ed operatività, la stessa che ha saputo mettere in campo il CNSAS Veneto e Bellunese. Ciò non può non essere motivo di orgoglio e farci diventare sempre più consapevoli che la nostra organizzazione non teme confronti esterni… ma, paradossalmente, teme talvolta più quelli interni. Fabio Bristot - Rufus Presidente SASV - CNSAS 4 UN NUOVO RAPPORTO CON LA REGIONE VENETO È POSSIBILE mente esistenti, offrendo alla Regione Veneto soluzioni legislative e normative giuridicamente fondate, concrete e percorribili proprio perché rivolte a dare soluzioni efficaci all’intera materia trattata. Il tutto all’interno di una proposta così detta globale che non abbisogna, quindi, di iter particolarmente tortuosi o di emendamenti quali-quantitativi di sorta, poiché il prodotto finale è la sintesi ed il necessario perfezionamento di quanto già esistente. In ogni caso, a scanso di equivoci e per correttezza formale si propongono di seguito nell’ALLEGATO 1 alcune valutazioni di merito che illustrano in particolare l’analisi delle criticità e delle contestuali soluzioni elaborate dal CNSAS Veneto, attraverso la formulazione di un disegno di legge ad hoc dedicato e la conseguente abrogazione degli articoli concernenti il CNSAS Veneto contenuti all’interno della Legge Regionale n. 33/02. Il lavoro sino a qui svolto dal CNSAS Veneto è di per sé un invito ad affrontare speditamente la questione, poiché rappresenta – come detto – la completa e puntuale ridefinizione dei rapporti L’ASSEMBLEA DEI CAPI E VICE CAPI STAZIONE TENUTASI IN PEDAVENA IL 15 NOVEM- con la Regione Veneto ed un’ottimizzazione dei rapporti operativi BRE SCORSO, NEL CORSO DELLA QUALE ERANO STATE APPROVATE LE LINEE GUIDA con il Servizio Sanitario Regionale. Azione tanto più necessaria, ED IL TESTO DELLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE ELABORATO DAL CONSIGLIO DEL quanto più si considera la necessità di pianificare prioritariamente le politiche dell’Urgenza e dell’Emergenza Medica nel territorio reSASV, HA PERMESSO A QUEST’ULTIMO DI DEFINIRE E PERFEZIONARE LA DOCUMENTAgionale montano, concependo, altresì, una forte integrazione con ZIONE TRASMESSA AL CONSIGLIO REGIONALE E ALLA GIUNTA DELLA REGIONE VENETO il sistema della Protezione Civile regionale e locale, oltre che con il Sistema Turismo legato in genere al La mole di lavoro sviluppata dal Consi“sistema montagna veneta”. glio SASV-CNSAS è stata davvero notevole Va, inoltre, ricordato in questo particolare consia in termini di perfezionamento della protesto il ruolo del Club Alpino Italiano, da sempre posta di legge e della conseguente convenattore fondamentale di alcune delle politiche della zione sia in termini di incontri vari tenutisi a montagna e il cui ruolo, all’interno della stessa Leglivello politico. ge Regionale n. 33/02, dovrà essere riconsiderato Consci di aver fatto il massimo delle nostante le complesse attribuzioni che gli competono stre possibilità, attendiamo ora i prossimi ed il fatto che il CAI stesso continua ad essere punto mesi, sperando che quanto promesso dai di riferimento socio-culturale, non solo della monvari Assessori e Consiglieri Regionali contagna, ma dell’intera regione. Fermo restando che tattati possa essere mantenuto con la stesil rapporto con il CNSAS Veneto resterà inalterato, sa serietà con la quale il CNSAS Veneto ha poiché il CAI è da sempre bacino privilegiato da cui operato in tutti questi anni. attingere le proprie forze e risorse umane. Di seguito il testo della lettera inoltrata Tutto ciò premesso gentilmente si richiede che il alla Regione Veneto. Sig. Presidente del Consiglio Regionale ed Sig. ri Capi "Con la presente si ripropone, così come Gruppo possano accordare, dando anche formale già avvenuto nel corso del triennio 2002/2004, seguito ai colloqui intervenuti, il proprio avvallo biperaltro in forma disorganica da parte della partisan alla proposta di legge di cui all’ALLEGATO scrivente organizzazione di soccorso, la pro2, rendendosi parte responsabile nel sottoscriverla e posta di una complessiva ridefinizione del nell’avviare l’iter di approvazione, fermo restando rapporto tra Regione Veneto e Soccorso Alpila necessità di fare anche delle audizioni consiliari, no e Speleologico Veneto, nella certezza che momenti Il Vice Presidente della Regione Veneto, le attuali criticità/opportunità possano venire imporLuca Zaia, dopo la conferenza stampa definitivamente tematizzate, quindi recepite tanti per di presentazione dell'attività e portate a soluzione da parte della Regione del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto dare comVeneto. piutezza Tutto ciò a fronte della presentazione anae velocità litica del status quo, legislativo e normativo da una parte, opera- al raggiungimento di un tivo e gestionale dall’altra, che ha condotto il CNSAS Veneto ad obiettivo che è di per sé interpretare un ruolo maturo (…) e proponendosi come interlocu- una prima risposta contore istituzionale serio e per questa ragione degno che le proprie creta, offerta alle molteistanze siano valutate con estrema attenzione. plici problematiche della Fasi di Il CNSAS Veneto è stato, dunque, attento a presentare in forma montagna veneta. assemblaggio compiuta un lavoro di sintesi in grado di offrire risposte alle proSi resta a completa della documentazione blematiche di ordine legislativo, burocratico ed economico attual- disposizione di Codesto trasmessa in Spettabile Consiglio ReRegione Veneto gionale per intraprenIl CNSAS impegnato in alcuni momenti dere un percorso di coldi carattere istituzionale. Le immagini laborazione che offrirà si riferiscono ad alcuni incontri estivi – ne siamo certi – in tempi brevi reciproche soddisfazioni, oltre con il Ministro alle Politiche Agricole a garantire migliori servizi alla collettività ed in genere, fuor di Gianni Alemanno e con Romano Prodi retorica, alla montagna veneta. Infine, un invito ad analizzare con la dovuta sensibilità gli ALLEGATI proposti perché sono assolutamente significativi ed utili per comprendere la complessiva e complessa attività del CNSAS Veneto, nella speranza che siano buon viatico anche per apprezzare il nostro lavoro. Salutiamo con cordialità, anticipatamente ringraziando per la fattiva collaborazione resa alla scrivente organizzazione di soccorso che, da oltre 51 anni, garantisce un presidio fondamentale per la montagna, per i sui cittadini e per l’utenza turistica." Il CNSAS presenta un proprio disegno di legge IL CONSIGLIO SASV - CNSAS La 6^ Delegazione Speleologica del CNSAS si presenta segue da pag. 1 Ma tanti spesso si domandano: “che ci stanno a fare gli speleologi all’interno del SASV?”. Bene, vediamo se finalmente grazie a “L’Agazon” riusciremo a conoscerci meglio e a dare un senso a quella scritta “Speleologico” che compare nello stemma del nostro sodalizio. sportabile velocemente verso le strutture sanitarie e il suo recupero, dunque, è più improntato sulla qualità del trasporto che non sulla velocità. Il soccorso speleologico, infatti, da sempre fornisce un soccorso medicalizzato portando, per quanto possibile, l’ospedale sul luogo dell’incidente. Spesso sono necessari Tecni- Gli interventi di soccorso Gli interventi di soccorso speleologico vengono di norma gestiti dal Delegato di Zona (o dal suo Vice) che assume il ruolo di Direttore delle Operazioni. E’ a quest’ultimo, dunque, che vanno preferibilmente fatte afferire le chiamate di soccorso. In alternativa possono essere chiamati i Capi Stazione competenti per territorio. La capillare diffusione presso tutti i gruppi speleologici d’Italia dei recapiti del soccorso consente di ricevere nella maggior parte dei casi la chiamata in modo diretto e tempestivo. Infatti in tutti Il soccorso in grotta Spesso ci si dimentica che molte delle nostre montagne sono vuote. Si pensi che in Veneto ci sono oltre 7.000 grotte esplorate e inserite nel catasto delle cavità della Regione Veneto. A queste vanno aggiunte le circa 1400 grotte del Trentino e le circa 300 dell’Alto Adige, disseminate in tutto l’arco alpino e prealpino. Molte di queste sono caratterizzate da un’alta frequentazione di speleologi di tutta Italia per la loro particolarità e bellezza, cito un esempio per tutti: il “Bus dela Rana” a Malo (VI) che con i suoi circa 27 chilometri di gallerie, cunicoli, sale e fiumi sotterranei è una delle mete preferite per corsi di speleologia, gite e uscite di gruppi scout provenienti da tutta Europa. Diversi abissi poi, raggiungono profondità ragguardevoli, ponendo serie complicazioni in caso di intervento di soccorso. Alcuni di questi sfiorano persino i 1000 metri di profondità. Gli incidenti sono per fortuna non molto frequenti, ma la complessità degli ambienti (strettoie, cunicoli allagati, laghi, pozzi, temperature rigide, fango, ...) rende gli interventi di soccorso estremamente complessi. È spesso necessario l’impiego di più squadre, composte ognuna da almeno 16-20 Tecnici, che si alternano in turni di lavoro anche di 30 ore consecutive! Alla luce di quest'analisi è evidente come un soccorso in grotta non possa prescindere dalla costante presenza dei medici sin dalle prime fasi dell’intervento. Nella maggior parte dei casi l’infortunato non è purtroppo tra- Il Presidente del Parco delle Dolomiti Bellunesi, prof. Guido De Zordo, a destra, assieme al Delegato e Vice Delegato della 6ª Delegazione Speleologica e ad alcuni tecnici ci con particolari competenze, quali disostruttori abilitati all’uso di esplosivi per allargare le strettoie per il passaggio della barella o speleosubacquei per il superamento di tratti completamente allagati. Per questo motivo il Soccorso Speleologico si è dotato di un’organizzazione che consente di gestire le emergenze a livello nazionale, con commissioni operative, formate da Tecnici altamente specializzati, che, in caso di necessità, convergono sul luogo dell’incidente arrivando da tutta Italia. In conseguenza di tutto ciò, gli interventi si possono protrarre anche per più giorni. In questi casi, all’esterno della grotta viene organizzato un supporto logistico con tendoni, ponti radio, generatori e quant’altro possa servire per gestire ogni evenienza, sovente in luoghi che sono difficilmente raggiungibili con i normali mezzi di trasporto. Ovviamente anche i nostri tecnici vengono frequentemente chiamati ad intervenire nelle emergenze delle altre regioni, sia per l’elevato numero di Tecnici specializzati presenti, sia per il buon numero di Volontari in grado di operare alle alte profondità. Per questo motivo si organizzano anche esercitazioni congiunte con le altre Delegazioni Speleologiche. i corsi di speleologia di primo livello organizzati dal CAI e dalla Società Speleologica Italiana, vengono tenute lezioni di prevenzione e sul soccorso da Volontari del CNSAS. Gli interventi vengono sempre portati avanti in collaborazione con la struttura nazionale avvisando il Responsabile Nazionale del Coordinamento Speleologico, la Commissione Medica, la Commissione Disostruzione, le Delegazioni Speleologiche confinanti e gli Addetti Stampa. Il Soccorso Speleosubacqueo In Veneto e in Trentino sono presenti anche numerose cavità allagate e risorgenze carsiche. Sono sparse in tutto il territorio ma sono concentrate per lo più in provincia di Vicenza e di Treviso. In provincia di Vicenza si trovano alcune tra le più importanti e famose risorgenze italiane: Oliero, Elefante Bianco, Fontanazzi; solo per citarne alcune. Questi ambienti sono particolarmente rischiosi e necessitano di una notevole preparazione specifica. La Speleologia Subacquea è considerata, non a torto, come una delle attività sportive più ad alto rischio. Nonostante ciò, o forse sarebbe meglio dire, proprio per questo, è in voga nell’ambiente dei subacquei la frequentazione delle grotte sommerse e il nostro territorio è ovviamente una delle mete preferite dei club subacquei di tutta Italia. L’attività subacquea si suddivide per quanto riguarda il soccorso in due categorie: il recupero di infortunati o pericolanti oltre tratti di grotta allagati, anche con l’eventuale ospedalizzazione, oltre il sifone ed il recupero nelle risorgenze carsiche. Inutile rimarcare come la quantità di materiali impiegati (bombole di miscele e di ossigeno, compressori, zavorre, contenitori stagni, ecc.) in questo tipo di attività sia ragguardevole. La Delegazione sta investendo in questo campo già da alcuni anni, facendo conseguire ai propri Tecnici brevetti internazionali per l’uso di gas respiratori speciali, quali Nitrox e Trimix, ponendo i nostri specialisti sicuramente all’avanguardia in questo settore. Attualmente l’operatività del nucleo è di ben 80 metri di pro- fondità e stiamo lavorando per raggiungere i 100 metri (si pensi per avere un termine di paragone, che il limite imposto agli Enti dello Stato è al massimo di 50 metri). In conclusione il SASV, grazie anche alla presenza della Delegazione Speleologica, con le sue molteplici sfaccettature, può di certo vantarsi di poter portare soccorso a 360 gradi in una moltitudine di situazioni e di ambienti, dalle cime delle vette dolomitiche fino agli abissi più profondi e remoti. Antonino Bileddo Delegato 6ª Delegazione Speleologica 6 Estate 2005 L 'estate appena trascorsa è stata caratterizzata da numerosi, quanto impegnativi, interventi di soccorso che hanno visto come teatro operativo la parete sud della Regina delle Dolomiti. Il primo "soccorso", ha interessato, loro malgrado, due forti alpinisti rimasti bloccati in un canalino ghiacciato a poche decine di metri dall'uscita della via "Ideale". In questa occasione, personale della Stazione CNSAS della "Val pettorina", quasi alla scadenza delle effemeridi, è stato trasportato con l'elicottero del SuEM 118 di pieve di Cadore in prossimità dell'uscita della via. Qui sono stati allestiti tutti gli ancoraggi per lo svolgimento della manovra di soccorso. Dopo aver recuperato i due alpinisti, che non presentavano nessun problema fisico, gli stessi sono stati accompagnati fino alla base del ghiacciaio e quindi al passo Fedaia dove sono arrivati a notte inoltrata. Dopo pochi giorni, nel tardo pomeriggio, è giunta alla Centrale Operativa del SuEM 118 di pieve di Cadore un'altra richiesta di soccorso dalla parete sud della Marmolada. Questa volta, quattro alpinisti sono rimasti bloccati dal maltempo a circa metà della via "Vinatzer". Vista l'impossibilità di un immediato intervento aereo, a causa delle avverse condizioni meteo presenti in zona e l'ormai approssimarsi del buio, viene deciso di inviare gli uomini della squadra di soccorso a punta Rocca, luogo questo dove esce la via. Da subito si prospetta un intervento complicato, anche perchè è in corso una violenta bufera di neve. Vengono quindi allertate Una parte della squadra del Soccorso Alpino che ha operato in parete Il personale sanitario provvede a sedare i sintomi di ipotermia dovuti alla lunga esposizione in parete degli alpinisti Soccorsi d'altri tempi Una fase del recupero di quattro alpinisti in difficoltà sulla via Don Quichotte in Marmolada. Bloccati dalle condizioni meteo assai inclementi e dal verglas a 180 metri dalla cima, verranno recuperati solo alle due di notte dopo un'operazione assai complessa anche le Stazioni CNSAS di Alleghe, Livinallongo, Selva di Cadore e Val Biois, che in poco tempo fanno giungere a Malga Ciapela parecchi uomini. Tutti vengono trasportati fino al "Serauta" con la funivia per proseguire poi lungo il ghiacciaio con il gatto delle nevi. Dal bordo superiore di questo sino alla cima di punta Rocca viene attrezzato un percorso con corde fisse. Infine, quando tutto il sistema per il recupero degli alpinisti è stato allestito, compare in cielo una schiarita. Questo permette un veloce intervento dell'elicottero che con due abili rotazioni riesce a prelevare direttamente in parete i quattro rocciatori. Tutto il personale CNSAS rientra al passo Fedaia percorrendo a piedi il ghiacciaio. pochi giorni dopo, altra chiamata di soccorso dalla parete sud della Marmolada. Quattro alpinisti sono rimasti bloccati dal maltempo a centottanta metri dall'uscita della via "Don Quichotte". Condizioni meteo proibitive, pioggia sotto i 2.700 metri, neve in quota e temperature sotto lo zero. L’elicottero tenta invano di avvicinarsi alla parete. Vengono subito allertate le Stazioni CNSAS contermini in quanto anche questa operazione di soccorso si prospetta molto laboriosa e tecnicamente impegnativa. Ore 20, 28 Tecnici delle Stazioni CNSAS della Val pettorina, Val Biois, Alleghe e Selva di Cadore, ai quali si aggiungono successivamente il presidente regionale e il Capo Stazione di Longarone, convergono a Malga Ciapela. La funivia è stata aperta appositamente, il personale con una notevole quantità di materiale raggiunge così il "Serauta", dove tutto viene trasbordato sul gatto delle nevi e con questo percorso poi un buon tratto di ghiacciaio. Si rende, quindi, necessario attraversare parecchi crepacci, tra cui quello terminale, percorrere il tratto culminale del ghiacciaio, che si presenta particolarmente ripido, e salire infine un canalino roccioso piuttosto insidioso e ricoperto di neve fresca. per questa ragione vengono attrezzate, tra ghiaccio e roccia, alcune centinaia di metri con corde fisse fino a raggiungere la cresta della Marmolada d'Ombretta, in un punto contermine all’uscita della via, il tutto per permettere un sicuro avvicinamento del personale. Sotto un tempo inclemete viene allestito l'occorrente per la calata di un soccorritore fino agli alpinisti e per il loro successivo recupero. L'operazione viene effettuata due volte, in quanto per ogni singolo recupero vengono tratti in salvo due rocciatori. Tutte e due le volte scende nel buio della "sud", per complessivi 400 metri, il Tecnico della Stazione Val pettorina Luca Barbana, in quanto profondo conoscitore delle vie alpinistiche che si sviluppano MARMOLADA lungo la parete della "Regina". Le manovre di calata iniziano verso le 23.30, alle 02 i quattro gli alpinisti sono recuperati e alle 04 tutto il personale impiegato nell'operazione di soccorso, dopo aver recuperato l'attrezzatura utilizzata per le manovre, raggiunge la stazione della funivia del Serauta, con la quale viene poi trasportato a valle. per la buona riuscita dell'operazione, importantissimo è stato l'apporto del Volontario Dante Del Bon, gestore del Rifugio O. Falier all'Ombretta, che, da quest'ultimo, forniva via radio le indicazioni sulla corretta direzione di calata per raggiungere i quattro alpinisti. Da segnalare, che per la prima volta in Italia, in questa occasione è stato utilizzato in una operazione reale di soccorso un nuovo argano a motore di fabbricazione francese, argano da poco in dotazione alla Stazione CNSAS Gli alpinisti della Val pettorial momento na. Lo strumento del loro recupero ha sicuramente facilitato l'operazione, rendendola più sicura e veloce. Infine, è doveroso ringraziare la Società "Tofana – Marmolada", proprietaria della funivia che sale in Marmolada ed, in particolare, il Capo servizi Luciano Sorarù e i suoi collaboratori che hanno sempre aperto l'impianto per consentire il trasporto in quota veloce e sicuro delle squadre, oltre a mettere a disposizione i gatti delle nevi (nda: l’impianto per tutta l’estate è rimasto chiuso per lavori di ristrutturazione e potenziamento). Questa sensibilità ha consentito al personale del CNSAS di risparmiare parecchie ore di marcia faticosa ed evitato di dover percorrere il ghiacciaio di notte alla luce delle lampade frontali. Ghiacciaio che nel periodo estivo è particolarmente pericoloso vista l'abbondante presenza di crepacci. Gli interventi di soccorso sopra citati ed altri, di minor impegno, hanno messo in evidenza l'ottimo affiatamento esistente tra le varie Stazioni CNSAS dell'Agordino e l'alto grado di professionalità raggiunto dai Tecnici Volontari, segno sempre più evidente che il concetto di interoperatività deve essere portato sempre più a regime. Denis Valente STAZIONE CNSAS VAL pETTORINA 7 Val Clusa 2005 Esercitazione Nazionale di Soccorso in Forra L’ESERCITAZIONE Era da diverso tempo che si programmava di farci un’esercitazione. Già lo scorso anno, infatti, venne rimandata a causa delle condizioni meteo avverse. Ad inizio anno durante il Consiglio di Zona, mentre stendiamo il programma di Delegazione, Costalunga (Capo Stazione di Vicenza) la ripropone con forza. La sfida viene subito accettata: la “sesta” organizza l’esercitazione e invitiamo a darci man forte i lombardi e la COMFOR Speleo. Ne parlo con Fabio Bristot e con Roberto De Rocco (Delegato della 2^ Zona Bellunese) che mi danno il loro pieno appoggio. Saranno loro ad interessarsi per farci mettere a disposizione l’elicottero del SuEM 118 per il trasporto del materiale a monte. Viene individuato un possibile ingresso per una squadra dopo poco meno di un terzo del percorso e si stende un rilievo di massima della forra: sono più di 500 m di dislivello, con uno sviluppo di 3,5 Km. Ci sono circa 60 punti fra salti, saltini e toboga, di cui 40 sono da discendere con l’utilizzo di tecniche particolari. Decidiamo di simulare un intervento nella parte alta. Due squadre si daranno il cambio recuperando la barella per i primi 3/4 del percorso fino alla briglia. Meglio lasciar stare il tratto a valle: se dovesse piovere non sappiamo come si comporterebbero le paratie, meglio evitare sorprese. Le pubblicazioni danno il tratto percorribile in 7 ore, ma i nostri garantiscono che una squadra di persone esperte, per quanto numerosa, la può percorrere in 5-6 ore. Ora tutto è pronto e deciso. Resta un problema: siamo sul confine col parco Delle Dolomiti Bellunesi, quel parco dove il torrentismo è vietato e non viene rilasciato il permesso di sorvolo con gli elicotteri se non in caso di incidente; quello dove i tor- IL SOCCORSO IN FORRA Le discese delle gole acquatiche o per dirlo in una parola, il canyoning o torrentismo, sono un’attività che negli anni passati veniva per lo più praticata dagli speleologi. Oggi, invece, è una disciplina assai in voga ed il moltiplicarsi di associazioni, agenzie e guide che accompagnano i turisti nelle forre lo confermano. Numerose pubblicazioni italiane ed estere descrivono la grande quantità di itinerari presenti sul nostro territorio, attirando moltissimi appassionati da tutta Europa. In Veneto le forre esplorate si trovano per lo più in provincia di Verona e di Belluno, anche se non mancano quelle in provincia di Vicenza e di Treviso. Il Soccorso Speleologico, occupandosi del soccorso in forra da parecchi anni, ha istituito un’apposita Commissione per studiare le tecniche più idonee per il soccorso e per tutte le problematiche connesse, non poche davvero. Gli incidenti, al contrario di quanto si è portati a credere, sono frequenti e spesso sono risolvibili velocemente dalle squadre di Soccorso Alpino, altri, quando gli infortunati non sono facilmente raggiungibili, diventano assai complessi. Molte forre, infatti, hanno lunghi tratti dove è impossibile raggiungere gli infortunati dall’alto a causa delle alte e strette pareti spesso franose ed è necessario trasportare un eventuale ferito lungo il corso del torrente fino al primo punto di uscita. È in questi casi che il soccorso organizzato gioca un ruolo fondamentale. Sono necessari tecniche e materiali specifici, quali barelle galleggianti e stagne, trapani e radio opportunamente resi impermeabili e squadre composte da almeno 16-20 Tecnici, in grado di restare in acqua per parecchie ore e pronti ad operare anche di notte. La 6ª Delegazione opera in stretta collaborazione con le Stazioni di Soccorso Alpino dove vi siano Tecnici addestrati in tal senso. Per quanto riguarda la provincia di Verona, collaboriamo da anni ormai con la locale Stazione di Soccorso Alpino per gli interventi in forra nella zona di competenza . Per quanto riguarda il bellunese, invece, i nostri tecnici forristi provenienti da Verona, Vicenza e Trento sono a disposizione per gli interventi più complessi. L’alta professionalità raggiunta dai nostri soccorritori è riconosciuta in tutta Italia. Ne sono una prova le lezioni tenute ai vari corsi di soccorso in diverse parti del territorio nazionale e l’importante contributo tecnico dato alla realizzazione della nuova barella galleggiante che stiamo assemblando e distribuendo in tutti i Servizi Regionale per conto della Commissione Forre Nazionale. Ad ulteriore conferma di ciò, il fatto che due, dei dieci Istruttori Nazionali della costituenda Scuola Nazionale Soccorso in Forra del CNSAS, proverranno dalla 6ª Delegazione. La Val Clusa riassume in estrema sintesi le seguenti caratteristiche tecniche: non particolarmente difficile, molto acquatica e lunga, con pochissime vie di fuga rentisti vengono invitati dagli agenti della forestale a rivestirsi e a cambiare zona. Sì c’è la 162… basta una comunicazione… ma come facciamo con l’elicottero? E poi l’area individuata per il campo base è all’interno del parco, in una proprietà della forestale. Roberto e Fabio si mettono in moto ed organizzano un incontro con il presidente ed il Direttore. L’esito è entusiasmante: il parco sarà addiFasi preparatorie rittura partner in questa esercitazione: ci verranno concessi tutti i nulla osta del caso e vengono gettate le basi per una convenzione col SASV di reciproca collaborazione, per quanto attiene le esercitazioni, gli interventi di soccorso e il monitoraggio del territorio, comprese le cavità e le forre. Il tutto viene annunciato ai giornalisti in un’apposita conferenza stampa. venerdì 15 luglio Ore 14. Arrivano i primi Tecnici, si preparano i materiali, si monta il campo base. Alle 17.30 arriva l’elicottero in barba alle nubi minacciose che si stanno addensando sulle cime attorno a noi. Con una prima rotazione si sbarca col verricello uno continua a pag. seguente 8 Esercitazione Nazionale di Soccorso in Forra Imbarellamento continua dalla pag. precedente dei nostri. Occorrono altre due rotazioni col gancio baricentrico per il trasporto dei materiali stimati nel peso di circa 400 Kg. ultimi dettagli di pianificazione per il giorno seguente, si fanno le squadre e si dividono i compiti: la prima squadra con tre squadre di attrezzisti composte da tre persone ciascuna, otto Tecnici che movimenteranno la barella, mentre un barelliere a turno farà da ferito. Caposquadra Franco Fasi della calata Bignami (neo coordinatore della COMFOR). Ci sarà in aggiunta anche una persona svincolata per le riprese video. Con la seconda squadra entreranno altri 16 Tecnici, ma cinque della prima resteranno a dar man forte anche alla seconda. Caposquadra Giovanni pizzorni. Anche qui un operatore farà le riprese video. Due persone a turno garantiranno dal sentiero il contatto radio tra la forra e la base operativa. Le nubi si fanno sempre più minacciose. La sera, 30 km più a sud, si scatena il finimondo: temporali e grandine in gran quantità. Chi è in viaggio ci telefona preoccupato. Al campo non piove. Solo poche gocce… speriamo in bene. sabato 16 luglio Sveglia alle 3.30, colazione preparata dalla nostra logistica e trattamento anti-zecche: la zona ne è infestata. Briefing e partenza della prima squadra alle 4.40. In un’ora e mezza sono all’ingresso, alle 6.40 entrano in forra i primi … solo 10’ di ritardo. Alle 7.30 il ferito è già raggiunto e imbarellato. Alle 7.40 inizia il recupero. L’appuntamento con la seconda squadra recupero è tra le 11 e le 12. Ore 8.40 anche la seconda squadra parte dal CB. Ore 10.30: ci comunicano dalla forra che hanno rotto uno dei trapani. Occorre mandarne un altro per la seconda squadra. Mandiamo Corti, il Delegato della Lombardia, con un trapano funzionante (chi ha detto che i Delegati sono solo dei politici?) mentre Casella ed io restiamo in base alla direzione operazioni. Alle 11.20 tutta la seconda squadra è in forra all’appunta- pillole di soccorso... I NUMERI DELL'ESERCITAZIONE 47 partecipanti: 35 del Soccorso Speleologico 12 del Soccorso Alpino: • 21 dalla 6^ Zona Speleologica (Veneto Trentino Alto Adige) così suddivisi: − 5 dalla Stazione di Trento − 5 dalla stazione di Vicenza − 8 dalla Stazione di Verona − 3 dalla Stazione Veneto Orientale • 7 dalla 9^ Zona Speleologica (Lombardia) • 4 dalla 11^Zona Speleologica (Marche) • 3 dalla 13^ Zona Speleologica (Liguria) • 1 dalla 1^ Zona Alpina (Friuli Venezia Giulia) • 6 dalla 2^ Zona Alpina (Bellunese) • 1 dalla 3^ Zona Alpina (Alto Adige) • 4 dalla 11^ Zona Alpina (Prealpi Venete) Di questi 36 sono entrati in forra, 4 erano addetti alla direzione operazioni 7 addetti alle comunicazioni, alla logistica e altri servizi. mento e alle 12 avviene il primo passaggio di consegne tra gli attrezzisti. Alle 13 viene presa in consegna la barella dalla seconda squadra. Tutto procede bene, viaggiano spediti. Solo per alcuni brevi SITO E MAIL Anni di promesse, ma anche pochi che, nonostante gli impegni assunti, si siano dati da fare per raggiungere l’obiettivo di avere un sito web degno di questo nome. Dal 2003, infatti, l’home page del sito era pronta, ma solo con le prossime settimane sarà possibile navigare nel sito ufficiale del CNSAS Veneto, una volta che le varie pagine verranno riempite dei vari contenuti. Allo scopo di rendere il sito un’entità veneta e non solo bellunese, si è deciso di cambiare dominio, ovvero di passare a www.cnsas.veneto.it. Questa realizzazione permetterà di uniformare e creare ex novo anche la rete mail delle Stazioni CNSAS del Veneto. A queste verranno trasmesse tutte le possibili indicazioni per configurare la nuova casella di posta elettronica e sincronizzarla con quella già in uso dal Capo Stazione o suo delegato. Si anticipa che le e-mail saranno del tipo [email protected], [email protected]. Anche questo strumento diventerà un’occasione per comunicare con maggiore celerità, aumentando contestualmente la base delle comunicazioni per una crescita dell’intera organizzazione. [email protected] periodi non abbiamo il contatto radio ma i Tecnici sul sentiero si spostano in continuazione alla ricerca della copertura migliore. Alle 14 circa, sul salto da 25, come avevamo già previsto, c’è un rallentamento della manovra. C’è un’uscita difficile preceduta da un toboga. passato quello, tutto procede per il meglio. La barella trova sempre gli armi pronti davanti a sé. Alle 18 circa, la barella è alla base dell’ultimo salto prima della briglia, con un’ora di anticipo sul previsto. CONCLUSIONI È generale la soddisfazione per la buona riuscita dell’esercitazione. Se si considera che le squadre di recupero erano composte da Tecnici di varia provenienza, sia geografica che tecnica, si può affermare che c’è stato un buon affiatamento. Lo scopo dell’esercitazione era quello di testare gli schemi di movimento degli uomini e dei materiali messi a punto dalla COMFOR in questi ultimi anni e possiamo affermare che hanno funzionato egregiamente. La barella non si è quasi mai fermata ad aspettare che gli armi fossero pronti. Le tecniche ormai diffuse nei numerosi corsi nazionali tenuti dalla COMFOR, che tendono il più possibile a semplificare gli armi delle calate, hanno dimostrato la loro efficacia e rapidità. Ovviamente è la barella stagna galleggiante, che consente di sfruttare l’acqua come aiuto alla progressione anziché come un ostacolo, che ha fatto la differenza. Insomma, abbiamo dimostrato che, dove non è possibile sforrare agevolmente un ferito, il CNSAS è in grado di lavorare per diverse ore in ambiente di difficoltà medio-alta con elevata efficacia ed efficienza. Antonino Bileddo DELEGATO 6ª DELEGAZIONE SpELEOLOGICA 9 V L'incidente aereo di Cima del Porco erso le 13,15 di sabato 21 maggio 2005, tre volontari del Gruppo di protezione Civile di Caltrano, che si trovavano nella zona di Malga Fonte per rilevare e segnare sentieri, avevano notato un aereo da turismo proveniente da sud che volava piuttosto basso in direzione del ciglio meridionale dell’altopiano, tra Cima Fonti e Cima del porco. poi, lo persero di vista dietro un costone boscoso e, poco dopo sentirono in lontananza un forte rumore d’impatto, mentre era cessato improvvisamente quello del motore dell’aereo. Convinti che al velivolo fosse capitato un incidente, i tre avevano tentato di dare l’allarme col cellulare dal luogo in cui si trovavano, ma senza riuscire a farlo per mancanza di copertura, dovettero scendere fino al Rifugio Tacabanda per telefonare al 118 con l’apparecchio fisso del locale. La centrale operativa del SuEM di Vicenza, ricevuta la segnalazione una ventina di minuti dopo l’incidente, allertava alle 13,40 la Stazione di Arsiero del Soccorso Alpino, nella cui zona di compeStabilizzazione del tenza rientrava la località dell'inpaziente superstite cidente aereo, affidando ad essa la scelta della procedura d’intervento. Si decideva di mettere in preallarme l’eliambulanza del 118 Verona Emergenza, compiendo prima la ricerca dell’aereo caduto con un elicottero militare dotato della strumentazione adatta per questo tipo di ricerche e competente per legge. La Stazione del CNSAS richiedeva al RCC del COFA di poggio Renatico il mezzo aereo. La sala operativa del RCC dirottava subito in zona un elicottero A 119 dell’Esercito, già in volo, proveniente da Bolzano con rotta su Livorno. L’elicottero atterrava poco prima delle 14 in località Campigoli di Velo d’Astico per sbarcare un generale di Corpo d’Armata e il suo aiutante, che stava trasportando, ed imbarcare un soccorritore della Stazione CNSAS di Arsiero pratico della zona dell’incidente. La ricerca aerea fu ostacolata all’inizio da nubi basse a cumulo che coprivano solo i monti sui quali più probabilmente era avvenuto l’impatto. perciò l’elicottero fu costretto a sorvolarle e costeggiarne i margini, captando subito in alcuni punti il segnale emesso dalla radio d’emergenza dell’aereo precipitato. Radio che si era messa automaticamente in trasmissione al momento dell’urto. La rapida dissoluzione delle nubi permise quindi di concentrare la ricerca nella zona in cui il segnale si percepiva più forte. Questa fu controllata attentamente dall’alto per oltre mezz’ora con ripetuti passaggi a pet- pillole di soccorso... NUOVI UFFICI Con l’inizio dell’anno la sede SASV-CNSAS e della 2ª Zona Delegazione Bellunese si è ampliata con quattro vani ed un servizio igienico allo stesso livello dei precedenti e con essi comunicanti. Le sale esistenti ed a voi note verranno completate negli arredi e meglio usate come locali di rappresentanza, riunioni, conferenze, corsi. I nuovi locali, opportunamente arredati, sono ora strutturati per ospitare l’ufficio amministrativo delle nostre segretarie, Grazia e Daniela, un ufficio operativo verrà destinato al presidente, al Delegato e al Vice Delegato della 2ª Zona Bellunese, una capiente Sala Consigliare e una Sala Tecnica/Sala Riunioni, infine un magazzino ove alloggiare i materiali in arrivo per le Stazioni, oltre all’archivio. un piccolo locale sarà infine occupato da Dolomiti Emerency che in via dell’Artigianato ha trasferito la sua sede operativa. In primavera sarà inaugurata la sede così ampliata, allestendo e terminando gli esterni in maniera consona. tine. Alle 14,40 vennero avvistati i rottami dell’aereo, precipitato dentro un fitto bosco di abeti, in località Sarsena, sul versante sudovest di Cima del porco, a circa 1300 metri di quota. Con l’aereo, un Tb 10 Tobago a quattro posti da turismo, immatricolato I-CEDA, erano decollati alle 11,30 dall’aeroporto di parma il pilota S.S. e l’amico S.F. poiché nelle vicinanze non c’erano aree adatte all’atterraggio, e l’elicottero militare era privo di verricello, il soccorritore della Stazione di Arsiero venne sbarcato in hovering sul ciglio di una strada sterrata, posta qualche centinaio di metri più a valle. Risalito nel bosco in cerca del relitto dell’aereo e raggiuntolo una decina di minuti più tardi, trovò il passeggero parzialmente fuori dai rottami della carlinga, ferito molto gravemente, ma ancora cosciente. Il pilota, invece, incastrato malamente tra le lamiere non dava segni di vita. Nella zona era impossibile telefonare col cellulare, perciò il soccorritore del CNSAS dopo aver verificato le condizioni del ferito, ridiscese Il Capo Stazione di Arsiero momentaneamente Siro Offelli ed il Tecnico in strada per chiedere di Elisoccorso, l’immediato intervenpochi istanti prima to dell’elicottero del dell'arrivo dell'elicottero 118 Verona Emergendel Suem 118 za, tramite la radio di di Verona Emergenza che provvederà ad un’auto dei Carabiospedalizzare il paziente nieri appena arrivata nel luogo in cui il velivolo militare era stato visto concentrare le sue ricerche e sbarcare il soccorritore. L’elicottero del 118, giunto verso le 15,20 in vista dell’auto dei Carabinieri e indirizzato da questi sul punto dell’incidente, riusciva a calare col verricello, in una piccola radura adiacente, un tecnico di elisoccorso del CNSAS con le attrezzature necessarie e una dottoressa del SuEM che, verificate le condizioni del ferito, gli praticava quattro trasfusioni, somministrandogli anche della morfina per calmargli il dolore. Dopo circa un’ora, necessaria per stabilizzare l’infortunato ed estrarlo con la massima cautela dalle lamiere accartocciate, l’uomo veniva immobilizzato su una tavola spinale e verricellato col tecnico del CNSAS sull’elicottero del 118, che lo ha trasferiva all’ospedale di Vicenza per il ricovero nel reparto rianimazione. Le lesioni più evidenti riportate erano la quasi totale amputazione del piede destro, la frattura scomposta ed esposta di tibia e perone della gamba sinistra sotto il ginocchio, la frattura dell’avambraccio destro e numerose ferite agli arti inferiori e al viso per l’urto contro il parabrezza anteriore, rottosi in schegge taglienti. In seguito, arrivavano sul luogo dell’incidente anche nove soccorritori della limitrofa Stazione CNSAS di Asiago, allertata dal tecnico di elisoccorso al decollo dell’elicottero da Verona, che hanno collaborato con i Vigili del Fuoco di Asiago giunti alla stessa ora con le loro attrezzature, su richiesta del comandante della Stazione Carabinieri di Chiuppano, per tagliare le lamiere accartocciate ed estrarre il corpo del pilota deceduto che veniva in seguito rimosso. Siro Offelli CApO STAZIONE CNSAS DI ARSIERO 10 Centro Mobile di Coordinamento Il Ce.Mo.Co. e le sue finalità Claudio Bolzan, Capo Stazione di Longarone ha curato con Gianni Sitta tutti gli allestimenti del Ce.Mo.Co. Il Ce.Mo.Co., in altre parole il Centro Mobile di Coordinamento, è andato a sostituire il vecchio Daily 4x4, ormai oneroso nella manutenzione ordinaria e soprattutto inadatto a garantire una gestione efficace ed un coordinamento reale degli interventi legati alla ricerca persone disperse e alle emergenze complesse. Proprio gli interventi richiamati, nell’ultimo quinquennio, hanno fatto registrare una crescita davvero esponenziale e, se è vero che spesso possono essere assimilate a falsi allarmi (il disperso viene ritrovato entro l’ora), è altrettanto innegabile che in svariate occasioni si sono svol- ALLESTIMENTI SPECIFICI RADIO E COMUNICAZIONI 1. Rak radio Apparato veicolare su frequenza CNSAS. 2. Rak radio n. 2 Apparati veicolari su frequenza CNSAS (2 metri) e SUEM 118. 3. Altoparlanti interni ed esterni n. 2 lato Dx e lato Sn. 4. n. 3 Antenne apparati radio. 5. n. 1 Antenne apparati telefonici. 6. Alimentazione esterna telefono+forza (220W). 7.Predisposizione palo telescopico per parabola e/o altre apparecchiature elettromeccaniche. 8. Interfaccia per collegamento internet (modem satellitare o altra tecnologia). te operazioni di ricerca davvero complesse. Con una nuova filosofia, dunque, a livello regionale si è deciso di investire risorse nell’acquisto del Ce.Mo.Co., dotandolo di quelle strumentazioni e di quegli apparati tecnologici che lo rendono una sorta di ufficio viaggiante, realizzato proprio per le specifiche esigenze del CNSAS. È logico che, per quanto avveniristico possa essere il mezzo che le Stazioni avranno in dotazione, questo, senza Tecnici Volontari con un’innata propensione alla logistica e qualificati ad utilizzare le strumentazioni contenute, sarà ben poco utile. Si è, quindi, deciso che verrà effettuata un’apposita formazio- Le strumentazioni interne del Ce.Mo.Co. nel corso di un addestramento di ricerca persona dispersa pianificato dalla Stazione di Schio ne per quelle figure che avranno il compito di gestire tutte le fasi degli interventi sopra richiamati che – lo ripetiamo – non possono più essere affrontati in modo casuale ed estemporaneo. I piani formativi, ancora in corso di studio, riguarderanno la creazione delle figure sotto indicate, ognuna delle quali avrà dei compiti assolutamente precisi. 1. Direttore delle Operazioni e delle Emergenze Complesse. 2. Coordinatore delle Ricerche e delle Emergenze Complesse. 3. Capo Squadra Ricerca Persone Disperse. S o l o con queste modalità e con queste figure, si potrà gestire con reale efficacia ed efficienza la ricerca ed, in genere, le emergenze complesse. Nei riquadri sono riportate, in estrema sintesi, alcune ALLESTIMENTI SPECIFICI LOGISTICI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Coibentazione ed in sonorizzazione. Gruppo fari diversi incassati sul telaio in alto. Gruppo elettrogeno 3 kW diesel. Gruppo webasto. Gruppo prese diverse per carica apparati radio, telefonici, GPS, ecc.. Gruppo prese diverse per carica apparati frontali e diversi. Cassettiere ed armadi diversi. Tenda/veranda esterna conglobata nel telaio Una fase particolare della ricerca delle caratteristiche tecniche del Ce.Mo.Co. L’investimento complessivo è stato di 70.973,99 euro, al quale dovrebbero aggiungersi le decine di ore di lavoro che diversi Tecnici delle Stazioni, oltre a noi, hanno impiegato per garantire uno strumento estremamente utile a tutte le Stazioni CNSAS del Veneto. Claudio Bolzan Capo Stazione CNSAS di Longarone Stazione CNSAS di Belluno Gianni Sitta Il Ce.Mo.Co., ovvero il Centro Mobile di Coordinamento in una prospettiva esterna ALLESTIMENTI HARDWARE E SOFTWARE 1. 2. 3. 4. n. 1 PC fisso con stabilizzazione (masterizzatore CD e DVD, scheda di rete, scheda grafica 128RAM, modem GPRS, Office Professional, XP Professional), a torre + Notebook n. 1 monitor 19 LCD con stabilizzazione Stampante a colori A4 a laser di cera con stabilizzazione Software (pacchetto office e grafica) - database su tutti i Volontari con min. NOME e COGNOME, INDIRIZZO COMPLETO, STAZIONE E QUALIFICA, NR TELEFONI, PROFESSIONE, ecc. - database tutti numeri Stazioni / SUEM 118 / VV.F. / CC / PS / CFS ecc.. - database su tutti Comuni/Comunità Montane/Amministrazioni diverse/Enti dello Stato/Questura/ ecc. 5. Software gestione cartografia 6. Gruppo continuità per PC 7. Carta tecnica regionale, altre carte e ortofoto. 11 EUREKA (*) UN SOTWARE PER LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI DI RICERCA PERSONA F oglietti sdrucidi sparsi qua e là, pennarelli che non vanno mentre le penne non ci sono mai state, poche cartine e per lo più sbiadite, fotocopie delle zone di ricerca pronte solo per il giorno dopo, nomi dei Volontari che ci dovevano essere e non si trovano più, ed ancora... prese di corrente inesistenti a cui invece dover attaccare caricabatteria diversi e il pc del Volontario di turno, cofani delle macchine sui quali appoggiare notes e carte Angelo Devich alle prese con la prima versione di Eureka Particolare di una cartina utilizzata per la ricerca di una persona dispersa pillole di soccorso... topografiche... sono alcuni degli aspetti che in questi anni hanno caratterizzato le ricerche persone. Con la dovuta autocritica si è detto, dunque, basta a quella gestione caotica, cercando al contempo di mettere in campo un modello gestionale serio e strutturato che sapesse abbracciare tutta la problematica. Il Ce.Mo.Co. è stato il primo passo, l’ultimo sarà la formazione dei Direttori delle Operazioni e dei Coordinatori di Ricerca: in mezzo ci sta l’elemento che coniuga i primi due. Il progetto “Eureka”, frutto della cooperazione dei Servizi Regionali del Veneto e del Friuli, è stato interamente finanziato con fondi comunitari derivati dal progetto Italia-Austria “Interreg III”, gli stessi che hanno permesso la realizzazione del software SMS ALERT, VERSO UNA POLIZZA RTC AUTO UNICA A LIVELLO VENETO Il Consiglio del SASV – CNSAS ha deliberato di uniformare con un’unica polizza le assicurazioni di tutti i mezzi in dotazione al CNSAS Veneto. Allo stato delle cose il quadro è il seguente: vi sono oltre 5 compagnie assicurative con le quali esistono contratti assicurativi diversi, variano i massimali assicurati da realtà a realtà, i costi sono assai variabili, con differenze oltremodo marcate che raggiungono anche il 65/70% di differenza. Con un’unica gara a livello regionale, oltre a garantire minori oneri di segreteria, verranno contenuti i prezzi i modo assai significativo. Al riguardo, si stimano risparmi per ca. 6/8.000 euro all’anno ed una notevole semplificazione amministrativa. Oltre a ciò, è stato anche deciso di stipulare una polizza kasco per tutti i mezzi dei Tecnici Volontari impegnati in missioni di soccorso, in esercitazioni pratico-teoriche e riunioni. Con la stessa delibera il Consiglio ha determinato anche altre linee guida per pervenire a bandire ulteriori gare per quanto concerne ad esempio le polizze vita (più complesse nella gestione), nella volontà di aumentare le coperture assicurative dei Tecnici Volontari. Si ricorda che verranno a breve trasmesse ai Capi Stazione le schede relative ai mezzi in dotazione di pertinenza della Stazione (mezzo, marca, tipo, polizza, massimale, premio, ecc.). Ogni scheda, se necessario, andrà corretta con estremo scrupolo e riconsegnata alla Segreteria del SASV per le correzioni del caso. Senza questa verifica sarà impossibile pervenire alla gara regionale, con le conseguenti perdite di tempo e denaro per tutta l'organizzazione. l’acquisizione di 40 apparati portatili e la produzione di supporti dedicati alla prevenzione. Il software Eureka è stato concepito nei primi mesi del 2003, quando si è fatta la dovuta analisi delle criticità derivate dalla gestione delle ricerche persone disperse. Solo successivamente, grazie alla presentazione del progetto e all’arrivo dei fondi comunitari, è stato possibile elaborarlo compiutamente attraverso un lavoro certosino e non privo di difficoltà. prova ne sono le oltre 15 riunioni convocate allo scopo. Eureka, nato dall’esame degli interventi di ricerca svoltisi negli ultimi 10 anni, permetterà e faciliterà l’organizzazione e la gestione del personale impegnato nella ricerca e la pianificazione delle risorse strumentali presenti. A questo deve aggiungersi l’ausilio di livelli cartografici multipli (Carta Tabacco, ortofoto del Veneto, Carta Tecnica Regionale, ecc.) che aumenteranno la capacità di conoscere le caratteristiche del terreno, la pianificazione dell’attività delle squadre ed il loro monitoraggio sul terreno tramite radio o cellulare, report temporali dei tracciati delle zone setacciate, cronologico degli eventi più importanti ed altri applicativi utili (es. uso GpS in real time). Eureka, primo sofware di questo tipo a livello di CNSAS Nazionale, sarà dunque disponibile per fine gennaio nella sua prima versione. Quindi, sarà necessario testarlo per una stagione e ritornare poi a fine anno ad apportare, se necessarie, le modifiche per ottimizzarne le qualità e la resa. un lavoro d’equipe importante quello corrisposto negli ultimi mesi, nel corso dei quali, Roberto De Rocco, Angelo Devich, Gianni Mezzomo, Claudio Scardanzan e Matteo Tabacchi, sono stati i qualificati attori del progetto, concertando con il CNSAS del Friuli le azioni più importanti. Fabio Bristot - Rufus pRESIDENTE SASV - CNSAS (*) Eùreka: che significa letteralmente “ho trovato”, deriva dal greco antico eurisko, trovare. Espressione diventata poi famosa per merito di Archimede, scienziato e filosofo presocratico. 12 .s.o.s. dati nuovamente sul database regionale Tramite apposite proSoccorso Alpino e inforcedure automatizzate di matica... Cosa c'entrano? S estrazione dei dati, questi A prima vista potrebREKA (Rap OFTWA U E port R software utilizzeranno, dunbero sembrare argomenti E E ) AR i info GECO FTWa persona que, le informazioni provetotalmente estranei. Da rmat O S ivi) rc nienti dall’archivio centrale, tempo in realtà non lo (Rice in modo veloce ma sopratsono più. DATABASE tutto preciso. Le nuove tecnologie SOFTWARE SOFTWARE SMS ALERT CENTRALE La scelta di centralizzare ci mettono a disposizione REGIONE VENETO (Allertamento Volontari) l'archivio è stata dettata dal sempre nuovi apparati e DEL SASV fatto che solo una gestioprogrammi: a noi la capane di questo tipo permette cità di valutare quelli più WEB ARE I W univocità, uniformità e coninteressanti e soprattutto T F SO IVERS trollo dei dati inseriti. Queutili. D sto però richiede una certa Alcuni di questi struorganizzazione (nda: certa menti fanno ormai parte DELEGATI nel senso di corretta) e sodella nostra dotazione CAPI STAZIONE prattutto la collaborazione quotidiana ed altri sono in COORDINATORI di quanti a vario titolo sono procinto di essere utilizzaECC. coinvolti, Capi Stazione in ti. una cosa li accomuna: la primis. necessità di avere un archivio omogeneo di informaAlcune note di fondamentale importanza: zioni e dati ai quali attingere. per questo motivo diventa indispensabile Alcune note di fondamentale importanza: poter disporre di una base dati centralizzata, flessibile e continuamen• Ogni variazione anagrafica dello status dei Volontari (iscritto, te aggiornata e, soprattutto, precisa. aspirante, indirizzo, numeri di telefono, ecc) va OBBLIGATORIACon questo obiettivo è stato costituito un gruppo di lavoro, compoMENTE segnalata al Capo Stazione/Delegato e alla Segreteria del sto da persone con diverse competenze, che si sono dedicate ad anaSASV. lizzare prima, e creare, poi, la base-dati centrale del Soccorso Alpino e • Le variazioni, quindi, non vanno fatte su altri archivi (es. archivio Speleologico Veneto. Consolidando la situazione esistente e aggiunreperibilità telefoniche presso il SuEM 118). gendo le nuove funzionalità, si è posta particolare attenzione a soddi• Con il mese di febbraio verranno trasmesse ai Capi Stazione tutsfare le attuali esigenze e, contemporaneamente, a come permettere te le schede relative ai Volontari. Queste andranno corrette con eventuali future implementazioni. scrupolo ed attenzione e rispedite alla Segreteria del SASV. Di primaria importanza, dunque, la gestione dei dati riguardanti le Da quella data, una volta ricorrette ed inserite nel database regioStazioni ed il relativo personale CNSAS. Relativamente a questi aspetti il sistema è stato concepito per permetterne varie interrogazioni al fine nale, gli errori dipenderanno sempre meno dalla Segreteria e sempre di ricavare dati e statistiche, secondo le più disparate esigenze. L'altro più dai Capi Stazione e dai Volontari. un invito, dunque, alla massima aspetto fondamentale di cui si è tenuto conto è stata la necessità di collaborazione proprio perché nella misura in cui verrà data, sarà possibile ottimizzare il nostro database. alimentare in modo semplice i vari applicativi in dotazione: 1 Continua lo sforzo del Soccorso Alpino e Speleologico per cercare di strutturare e dare continuità ai temi della prevenzione. Un’altra realizzazione importante, dopo il cd rom “Un Agazon per Amico”, è stata predisposta per aumentare nell’utenza la consapevolezza dei rischi e pericoli connessi all’attività nell’ambiente ostile. A fine gennaio saranno, infatti, in distribuzione i volumetti tascabili “Montagna Sicura”, un supporto tascabile di 16 pagine, realizzati in tre lingue (italiano, tedesco ed inglese), con una tiratura di complessive 60.000 copie. Gli stessi riprendono i temi già sviluppati nell’Agazon, temi che, già di per sé, rappresentavano una sintesi equilibrata ed una buona base per sviluppare anche in futuro aspetti più tematici della prevenzione. La realizzazione è stata possibile grazie ai finanziamenti comunitari derivati dal Progetto INTERREG III Italia-Austria, progetto sviluppato di concerto con l’Amministrazione Provinciale di Belluno e la Regione Veneto. Il costo dell’edizione è stato pari a 9.500 euro. Infine, un invito ai Capi e Vice Capi Stazione: garantite la distribuzione capillare nel vostro territorio (Sezioni CAI, Rifugi, Scuole elementari e Medie, ecc.) dei volumetti senza lasciarli “dormire” nei magazzini come spesso è accaduto per analoghe iniziative. Fabio Bristot - Rufus pillole di 1 PREVENZIONE QUESTA SCONOSCIUTA soccorso... CARTE CARBURANTE ADDIO Si anticipa la notizia che, nel corso dei primi mesi dell’anno, verrà stipulata una convenzione per facilitare i rifornimenti dei mezzi in dotazione alle Stazioni e alle Delegazioni. La convenzione verrà stipulata con la compagnia di distribuzione che offrirà i migliori vantaggi economici e gestionali. Questa azione servirà anche a semplificare tutta la procedura dei rimborsi spese ai Tecnici Volontari che da sempre anticipano i soldi per i rifornimenti ed ai disguidi, quasi fisiologici, che talvolta ne derivano (carte carburante fantasma, rimborsi mai restituiti, ecc.). ulteriori indicazioni verranno comunicate con apposita nota a tutte le Stazioni. 1 Per abbassare i campanili... Come tutti sappiamo i campanili sorgono numerosi in tutto il nostro territorio. pensare che questo non si riproduca anche a livello del Soccorso Alpino è una semplice utopia. Questo stato nismo o l’arrampicata, conduce automaticamente a sviluppare un affiatamento che risulta subito evidente anche nei soccorsi. Arrivare a collaborare in modo automatico nelle normali esercitazioni, anche senza dover essere obbligati a farlo, magari per necessità legate ad alcune pianificazioni di carattere provinciale (addestramenti elco), porterà a evitare frasi del tipo ”a no, noi non siamo della vostra Stazione, non facciamo le cose così” (campanilismo negativo). Mantenere la propria identità territoriale (campanilismo positivo) resta comunque importante per valorizzare il lavoro dei singoli e per radicare il concetto di gruppo, per svolgere attività di prevenzione e promozione nel proprio territorio, per far comprendere come e quanto il Soccorso Alpino sia un presidio importante per la montagna. Aspetto che le istituzioni e gli enti devono saper riconoscere, sostenendo anche con sovvenzioni questo ruolo che da oltre trent’anni interpreta il Soccorso Alpino del Centro Cadore. Queste sono solo delle consi- "L'importante è ri-trovarsi" AMICIZIA… ARRAMPICATE, CAMMINATE, SCI ALPINISMO, INSOMMA UN BEL PO’ DI ESERCITAZIONI PER MOTIVARE ED ESSERE MOTIVATI, MA SOPRATTUTTO PER CEMENTARE LEGAMI TRA I VOLONTARI ED AUMENTARE IL SENSO DI GRUPPO. PENSO CHE SOPRATTUTTO I PIÙ GIOVANI SIANO QUELLI CHE, PARTECIPANDO ATTIVAMENTE ALLA VITA DI STAZIONE, DEBBANO ESSERE IN QUALCHE MODO MAGGIORMENTE COINVOLTI ED A LORO DEBBA ANDARE TUTTA LA NOSTRA ATTENZIONE. I più anziani, anche se brontolano, hanno compreso a fondo questa necessità: con la loro presenza incoraggiano tutti noi e con la loro disponibilità continuano a dimostrare ancora quella passione che li ha spinti ad entrare nel Soccorso Alpino e a farvi ancora parte dopo tanti anni di assidua partecipazione. Tutto questo l’ho colto con nitidezza in una delle ultime esercitazioni estive, che ha visto anche la presenza molto gradita del Sindaco di Falcade, Stefano Murer, sempre molto attento alle associazioni di volontariato. In quest’occasione, abbiamo fatto una serie di prove e calate con la barella Kong usando il TuBA: un nuovo attrezzo di facile uso e, a nostro avviso, di ottima funzionalità; quindi recupero con uso delle caruccole Kendler, ripasso di altre manovre per tutti i Tecnici Volontari. Solita discussione, che è sempre costruttiva, “ma... mi”, “ma... ti”, “kela olta”, “sarie stat meio” , “no sarie stat pedo”, dalla quale si è capita l’importanza di trovarsi più volte insieme per migliorare, durante le esercitazioni e gli interventi, la nostra professionalità. Tanto più valido questo ragionamento, quanto più si considera che, già pochi giorni dopo, nel corso di un intervento notturno in Marmolada (Via Don Quichotte…), abbiamo registrato come il Tuba si sia dimostrato uno strumento assolutamente efficace e sicuro per le calate (2 calate con giunzione di corde e relativo passaggio dei nodi per circa 180 metri) che si sono svolte senza alcun problema sia per il passaggio dei nodi (sempre problematico con l’uso delle piastrine), sia per l’attorcigliamento delle corde che non si è avuto, anche considerando che le corde erano bagnate ed a tratti addirittura gelate!!). Al di la del TuBA, però, è emersa l’importanza di essere un sodalizio per l’appunto solidale. prima di tutto fra noi stessi. Grazie a tutti! Patrizio Deola CApO STAZIONECNSAS VAL BIOIS Gianmario Meneghin, Capo Stazione CNSAS del Centro Cadore derazioni che possono diventare reali, quindi, percorribili semplicemente con un po’ di disponibilità, correttezza ed umiltà nei confronti dei compagni e spesso amici delle altre Stazioni. È un futuro al quale credo, è un futuro che deve essere il nostro traguardo. Gianmario Meneghin CApO STAZIONE CNSAS CENTRO CADORE soccorso... pillole di Gianmario Meneghin, in attività di cose reale, talvolta, comporta anche il così detto campanilismo di Stazione, radicato in noi da quando esiste il soccorso e prima ancora da quando è nato l’alpinismo. Esiste in ogni caso il campanilismo positivo e quello negativo. Non credo, però, che ciò possa pregiudicare la condizione operativa prossima e futura per la quale arriveremo a lavorare tutti insieme, integrando sempre di più l’operatività tra le Stazioni, anche se ciò deve avvenire con molta tranquillità e senza pressioni troppo forti. Non ci si dimentichi, infatti, che l’obbiettivo principale e comune, che deve essere tenuto sempre presente, è portare soccorso a chi ne ha bisogno con efficacia ed assoluta efficienza, oltre che con rapidità. A mio avviso, un buon metodo che facilita questo percorso, è condividere con i componenti delle diverse Stazioni le passioni che sono inerenti alla montagna e per ciò anche al CNSAS. Il condividere, dunque, passioni quale può essere l’alpinismo, lo sci alpi- CORSO BASICO COMPUTER Con 14 iscritti, tra i quali ben 5 Capi Stazione, si è concluso il 1° Corso Basico per Computer tenuto presso la sede della 2^ Zona Delegazione Bellunese. un esperimento lusinghiero nei risultati, poiché le attese sono state finalizzate concretamente, anche grazie alla partecipazione attenta dei Tecnici Volontari che hanno sottolineato la bontà dell’iniziativa. Ciò è segno inequivocabile dell’importanza del progetto che, come anticipato, ha d e s i d e r a t o offrire a tutta la struttura del CNSAS strumenti conoscitivi diversi da quelli tradizionali. Questa iniziativa, con il 2006, andrà a regime e permetterà un percorso per aumentare l’alfabetizzazione informatica di quei Tecnici Volontari che vorranno iscriversi, segnando con la propria volontà di partecipazione un’apertura mentale ed una predisposizione al confronto importante per la crescita di tutto il CNSAS. A breve verrà attivato il 1° Corso Avanzato per Computer, un invito, quindi, a farsi avanti telefonando alla Segreteria. 14 Un intervento diverso dal solito La squadra della Stazione CNSAS di Asiago il 7 ottobre è pervenuta alla nostra Stazione una richiesta di soccorso un po’ curiosa. Gli abitanti di primolano, paese della Valsugana, da alcune notti, sentivano abbaiare e ululare dei cani in lontananza. Venne raccontato il fatto ad un guardiacaccia del posto che individuò in poco tempo il proprietario dei cani. Quest’ultimo riuscì così a scorgere, con il proprio binocolo, i cani da caccia, fermi su una cengia e là bloccati da ben nove giorni, sulla destra orografica della Valsugana nel comune di Enego. I due segugi si erano, per così dire, incrodati su una serie di pareti alte una ottantina di metri, intervallate da tratti di pendio molto ripido, ricoperto da arbusti e piccole conifere. Sempre più spesso le Stazioni CNSAS sono chiamate al recupero di animali La nostra squadra, quindi, si attivò per il soccorso dei poveri animali vista la zona particolarmente ostile da raggiungere e soprattutto in ragione del tempo trascorso senza che le bestie avessero potuto cibarsi di alcunché. Scendemmo con il Defender nel fondovalle per individuare con esattezza il posto per un'eventuale calata o per una risalita dal basso. Decidemmo di effettuare il soccorso calandoci dall’alto, proprio per il motivo che era alquanto pericoloso raggiungere i due animali dal fondo valle, data la consistenza della roccia, molto friabile ed assai insidiosa per la presenza di grandi blocchi instabili. uno di noi rimase sul pillole di soccorso... posto con la radio allo scopo di fornire indicazioni esatte a quanti si sarebbero calati, mentre con il resto della squadra risalimmo la provinciale per arrivare nella contrada di Coldarco di Sotto, fino a raggiungere l’ex Forte “Stella”, baluardo in pietra risalente alla Guerra del ‘15 – ‘18. Sotto una pioggia battente, attrezzammo con delle corde fisse prima, un sentierino molto esposto, poi alcune cenge fino a portarci, con le indicazioni del nostro compagno più a valle, sulla verticale dei due segugi. Dopo oltre duecento metri di calata, raggiungemmo finalmente i cani, stupiti di vedere arrivare dall’alto la loro salvezza. I più “bagnati” furono gli ulti- mi venti metri: sopra di noi, una paretina strapiombante faceva da impluvio, convogliando una scrosciante cascata d’acqua sopra le nostre teste… (protette però da casco…!). Fu proprio grazie a quel periodo molto piovoso e a quel impluvio che i due segugi riuscirono a sopravvivere per più di una settimana su quelle rocce. Imbragati i cani, con due corde doppie ci riportammo velocemente sotto le pareti. un’altra buona ora di cammino lungo il ripido pendio boscoso per raggiungere il fondovalle e il simpatico, ma non banale, intervento potè dirsi concluso. Angelo Rigoni Stern CApO STAZIONE CNSAS DI ASIAGO ELISOCCORSO per volontà della Regione Veneto – Assessorato alla Sanità, è stato deciso di pervenire alla formulazione di un’unica gara per l’appalto dei servizi di elisoccorso, considerato che allo stato ogni singola uLSS, sede di SuEM 118 con Base di Elisoccorso (pieve di Cadore, padova, Treviso, Verona e Venezia – Lido) esperiva in proprio la gara. Il CNSAS Veneto, anche in considerazione della ventilata ipotesi che venisse realizzata ex novo una non ben definita società di gestione del servizio di elisoccorso su base regionale (nda: una società con capitale pubblico... della serie se le cose vanno male paga ancora il tananai, ovverosia il pantalon), ha messo le mani avanti, scrivendo all’Assessore alla Sanita una nota piuttosto dettagliata su questa ipotesi assolutamente ritenuta, per le più oggettive valutazioni, impercorribile. Al contempo è stata, però, valutata positivamente la proposta di pervenire ad una gara unificata degli appalti, lasciando in ogni caso facoltà di firma dei singoli contratti alle uLSS interessate. Questa condizione permette, infatti, di mantenere inalterati i rapporti diretti con le Società esercenti, contatti assolutamente indispensabili per non contrarre i livelli dei servizi erogati con lungaggini burocratiche e con tempi estenuanti. Il CNSAS Veneto – unico caso nel panorama del CNSAS Nazionale – è riuscito ad inserire nella Commissione per la stesura del capitolato speciale e in quella per l’aggiudicazione della gara Giorgio Cocco e Fabio Bristot, nella precisa volontà di tutelare il ruolo e le specificità dello stesso CNSAS, aumentandone, là dove possibile, il peso specifico. Il percorso è ancora piuttosto lungo, ma non si mancherà di trasmettere notizie sugli eventi più significativi, fermo restando che se dovesse essere nuovamente prospettata la costituzione di una società con capitale pubblico e privato (vedasi più sopra), il CNSAS Veneto assumerà le iniziative del caso, pena il vedere degradare il servizio di elisoccorso veneto ad una sorta di lento carrozzone, trascinato da cavalli, nella migliore delle ipotesi, alquanto bolsi. SOFTWARE GECO Il programma realizzato per la gestione dei rapporti informativi è a regime in tutte le 29 Stazioni del CNSAS Veneto e nelle 3 Basi di Elisoccorso SAR della regione. Geco, una volta che tutti, soprattutto alcuni Tecnici di Elisoccorso, avranno appresso l’importanza di inserire correttamente tutte le indicazioni fornite dai campi, permetterà di ottenere dei risultati statistici davvero rilevanti, garantendo al contempo la tenuta di un archivio storico considerevole, sia per qualità dei dati, sia per quantità. In ogni caso, allo scopo di ageolare il lavoro delle Stazioni e dei Tecnici verrà realizzata una brochure illustrativa. 1 Scuola Interregionale per TECNICI di Soccorso Speleologico d Come previsto dal piano formativo nazionale, la Scuola Interregionale si occupa della verifica e ammissione degli aspiranti Volontari (AOS) e della formazione, verifica ed aggiornamento degli Operatori di Soccorso Speleologico (OSS) e dei Tecnici di Soccorso Speleologico (TSS). Per quanto riguarda le altre qualifiche previste, la formazione è invece di competenza della Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Speleologico che si occupa perciò della formazione, verifica ed aggiornamento dei Tecnici Specialisti in Recupero (TSR), dei Tecnici Specialisti in Coordinamento Operativo (TCO), degli Istruttori Regionali (IRTECS) e degli Istruttori Nazionali (INTECS). Oltre a questo, in stretta collaborazione con il Coordinamento Speleologico, viene curata, sempre a livello nazionale, la formazione avanzata dei quadri e, in accordo con le Commissioni Nazionali, la formazione dei Tecnici specialisti (disostruttori, speleosubacquei, personale sanitario, forristi). In attesa però dell’entrata a regime del piano formativo nazionale, la Scuola Interregionale della 6^ Delegazione, per potere proseguire efficacemente il percorso didattico da tempo intrapreso, ha deciso di procedere autonomamente alla selezione, formazione e verifica dei propri Istruttori Regionali. Anche per la parte relativa al soccorso in forra si è pensato di seguire una via autonoma, in attesa della costituzione definitiva della Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso in Forra, visto poi, che in questo campo specifico, l’esperienza maturata in anni di interventi e di esercitazioni ha permesso di sviluppare tecniche e materiali innovativi ed adatti alle problematiche dell’ambiente. La formazione, l’aggiornamento e la verifica degli Aspiranti, degli Operatori e dei Tecnici di Soccorso in Forra sono parallele a quelle delle pari qualifiche del Soccorso Speleologico con alcuni moduli formativi comuni ed altri separati ed indipendenti. Un altro dei punti di forza dell’attività formativa della Scuola Interregionale è quello relativo ai tecnici specialisti ed in particolare agli speleosubacquei che, proprio nel Veneto, si trovano ad operare in una delle aree più a rischio d’Italia, vista la presenza di alcune delle grotte allagate più fonde, estese e frequentate d’Italia e d’Europa all’interno delle quali vengono effettuate spedizioni esplorative molto impegnative. Per questi motivi il Nucleo Speleosubacqueo di Delegazione, ha elaborato un piano formativo specifico per i propri Aspiranti e per i Tecnici Speleosubacquei, che prevede la frequentazione di corsi altamente specialistici e la certificazione da parte di enti certificatori internazionali, ponendolo così all’avanguardia a livello nazionale. Anche per i Tecnici specialisti in disostruzione la Scuola di Delegazione promuove, secondo le direttive nazionali del GLD (Gruppo Lavoro Disostruzione) una formazione regionale rivolta ai TSS interessati a specializzarsi nelle tecniche per l’allargamento delle strettoie in grotta, propedeutica alla formazione nazionale. Attualmente il Corpo Docenti è composto da 16 IRTECS (14 veneti, 1 trentino ed 1altoatesino), di cui 4 Squadre del Soccorso Speleo all'opera specializzati nel soccorso in forra, 2 in soccorso speleosubacqueo ed un referente della Commissione Medica Nazionale, completano l’organico Istruttori un INTECS e due Istruttori Nazionali della Scuola Nazionale Soccorso in Forra. Per tirare un po’ le somme di quanto fatto nei cinque anni 20002005, si possono esaminare alcuni dati: 52 nuovi aspiranti hanno partecipato alla verifica di ammissione V1 e 49 di essi sono risultati idonei, 43 operatori hanno partecipato alla verifica V2 per diventare tecnici e ben 41 sono stati giudicati idonei. Alla luce di queste cifre, si può affermare che circa il 40% della Delegazione è composto da Tecnici giovani e formati secondo le linee dettate dalla Scuola Interregionale e Nazionale e se a questi si aggiungono i TSR, i TCO, gli INTECS e gli IRTECS (che seguono la formazione nazionale) possiamo dire che circa il 70% della Delegazione è composto da Tecnici formati secondo le nuove linee didattiche ed aggiornati sulle nuove tecniche. Resta in ogni caso da lavorare sul restante 30% di Tecnici con un capillare lavoro di aggiornamento. A livello di impegno profuso da Istruttori e Tecnici partecipanti alla formazione, facciamo riferimento ai dati del 2004, anno in cui ci sono state 88 giornate/uomo IRTECS e 151 giornate/uomo allievi, per un totale di 239 giornate/uomo complessive. A queste vanno aggiunte le 112 giornate/uomo dedicate all’attività formativa nazionale. In conclusione, possiamo affermare che l’esperienza maturata in questi anni conferma la validità del progetto formativo proposto dalla Scuola Interregionale della 6^ Delegazione, che persegue una linea di formazione avanzata e specialistica, mantenendo però centrale il ruolo delle Stazioni nell’addestramento dei propri Tecnici. Giovanni Ferrarese DIRETTORE DELLA SCUOLA INTERREGIONALE soccorso... pillole di a più di 15 anni all’interno della 6ª Delegazione Speleologica, uno degli obiettivi primari è quello della formazione e dell’aggiornamento dei propri Tecnici e, proprio per la grande esperienza maturata, il “gruppo di lavoro sulla formazione” ha contribuito in modo determinante alla creazione dell’attuale livello didattico del CNSAS Nazionale. Nel 1998 questo gruppo si è trasformato in una vera e propria Scuola di Delegazione, dotata di un piano formativo e di un corpo docente qualificato (seconda struttura di questo tipo in Italia). Nel 2000, poi, si è intrapreso l’iter formativo attuale con le verifiche di ammissione e di mantenimento per le varie qualifiche previste dal piano formativo, fino ad arrivare, nel 2002, alla costituzione ufficiale della “Scuola Interregionale Tecnici di Soccorso Speleologico”, con l’approvazione del regolamento e del piano formativo da parte dei Servizi regionali e provinciali di Veneto, Trentino ed Alto Adige (la 6ª Delegazione Speleologica, infatti, comprende operativamente anche le Stazioni di Trento e Bolzano). DOLOMITI EMERGENCY Il 15 dicembre scorso è stato sottoscritto il nuovo statuto di Dolomiti Emergency. Questa azione si è resa necessaria dal momento che il vecchio statuto presentava delle limitazioni di carattere tecnico-giuridico notevoli, non permettendo una gestione operativa efficace ed efficiente, se non a fronte di improbabili convocazioni di tutti i Soci... oltre 4.000. È stata anche l’occasione per rafforzare Dolomiti Emergency, ora più rappresentativa per l’autorevole presenza di altre importanti associazioni di volontariato, tra le quali il Comitato d’Intesa tra le Associazioni Volontaristiche della provincia di Belluno, le Sezioni del Club Alpino Italiano della provincia, Coordinamento Volontari delle Ambulanze Agordino e Val di Zoldo, Eva Alpago e Seas Comelico Superiore). per il CNSAS era presente il Delegato Roberto De Rocco che, assieme ad Angelo Devich, sta operando per rafforzare l’associazione e renderla sempre più un patrimonio in cui gli abitanti della montagna, e non solo gli addetti ai lavori, dovrebbero riconoscersi. 16 Il dovere di essere i più bravi ALCUNE SINCERE RIFLESSIONI SULL’ATTIVITA’ FORMATIVA Il titolo è sicuramente provocatorio, ma rispecchia fedelmente il momento storico che il CNSAS sta vivendo. Da più parti si affacciano nel panorama del soccorso in montagna gli enti e le organizzazioni più diverse. Questi cercano di sfruttare tutte le opportunità possibili per accaparrarsi sempre più spesso l’onore, molto meno spesso l’onere, del soccorso. Sta a noi, noi soccorritori intendo, non offrire loro questa vacua opportunità, non certo per mania di protagonismo, ma perché siamo coscienti che al momento attuale, solo il personale del CNSAS è in grado di offrire a coloro i quali lo necessitano, un soccorso portato secondo i canoni di rapidità ed efficienza, ma soprattutto su tutti i terreni: non dobbiamo vergognarci di essere bravi! Allo stesso modo non dobbiamo commettere il grossolano errore di pensare di essere arrivati! Momenti operativi del 7° ed 8° Corso per Tecnici di Soccorso Alpino Momenti di formazione estiva ed invernale al 7° ed 8° Corso per Tecnici di Soccorso Alpino di ingresso (Verifiche V1) ragazzi sempre più preparati. Segno che anche all’interno delle Stazioni gli aspiranti vengono seguiti in modo più attento di quanto succedeva in un recente passato. Fanno in questo senso eccezione davvero poche realtà. Di questi, coloro i quali risultano idonei e partecipano al successivo programma addestrativo obbligatorio (Modulo OSA), di- continua a pag. seguente soccorso... pillole di Il livello che abbiamo raggiunto deve rappresentare il punto dal quale ripartire ogni volta, sempre, per continuare a migliorarsi. Arriviamo così ad un argomento che mi sta particolarmente a cuore: la formazione o, per dirla più semplice, i corsi. I famigerati corsi che fino a qualche tempo fa seminavano il panico all’interno delle Stazioni, perché ritenuti superflui, inutili e rivolti solamente a dei poveracci destinati a diventare dei “manuali con le gambe”, sono ora sempre più spesso richiesti dalle stesse Stazioni. Fortunatamente è avvenuta una profonda maturazione e da qualche anno a questa parte i risultati raggiunti confortano le scelte del Soccorso Alpino Veneto. Da circa 4 anni seguo, assieme ad Angelo Devich ed al gruppo degli Istruttori Regionali, l’organizzazione dei corsi per il SASV e devo dire che i risultati ci stanno confermando la bontà e l’utilità del lavoro svolto. partendo dalla base, ogni anno vediamo arrivare all’esame mostrano entusiasmo e curiosità genuina per gli argomenti trattati ed il loro impegno contribuisce a migliorare nettamente il livello dei corsi. Questo livello formativo si propone di fornire ai partecipanti delle nozioni tecniche di base, che vanno poi completate con l’addestramento all’interno delle Stazioni e quindi messe in pratica nell’attività di soccorso che rimane sempre e comunque la scuola migliore! Nel 2005/2006 è in corso anche un evento formativo di livello avanzato: il Corso-Esame per ottenere la qualifica di Tecnico di Soccorso Alpino, come previsto dal piano Formativo Nazionale e Regionale. Dopo aver partecipato a due giorni di prove attitudinali, dei 40 iscritti, 30 hanno ottenuto risultato positivo e sono stati, quindi, ammessi al Corso-Esame che ha avuto inizio alla metà di Gennaio con la parte invernale, durante la quale sono stai trattati argomenti inerenti ai soccorsi su valanga e su cascata di ghiaccio. Nel corso dei 5 giorni del modulo invernale, tutte le giornate sono state impiegate per l’affinamento delle tecniche individuali e l’apprendimento di metodologie di soccorso di squadra, mentre la sera è stata dedicata alla parte teorica con delle lezioni sui vari argomenti trattati già nella pratica o su quelli che si sarebbero messi in atto l’indomani. Oltre a ciò, è stata curata la parte sanitaria (BLS) che, non dobbiamo mai dimenticarlo, riveste un’importanza sempre più determinante nella qualità dei soccorsi. Al modulo invernale, è seguito nel mese di giugno il modulo estivo, dove si è entrati nei dettagli tecnico – pratici del soccorso su roccia. Anche qui una parte del tempo è stato impiegato a perfezionare la tecniche individuali che, poi, sono state riprese nell’attività in parete. per quest’attività si è cercato di rendere le prove quanto più possibili aderenti alla realtà, ricreando su grandi pareti (Cima CONVENZIONI CON SOCIETÀ IMPIANTI Continua l’iter di approvazione delle convenzioni stipulate dal CNSAS con le Società esercenti di impianti a fune. Non è sempre, ovunque, così semplice pervenire a regolarizzare il rapporto – troppi anni di lavoro svolto solertemente, quanto gratuitamente dalle Stazioni, fanno evidentemente fatica ad essere rimossi dalle Società – , ma lentamente si sta entrando a regime in molti comprensori. La convenzione con le Società impianti sono solo la volontà, dopo decenni di inopinata deregulation, di normare con trasparenza i rapporti, riconoscere al CNSAS un finanziamento minimo (talvolta qualche “carubba”) e soprattutto garantire un servizio continuato, tanto per i collaudi, quanto per le emergenze. 17 Gli uomini del piano... Uomini del piano. C’è del vero in questa affermazione, ma con vocazione montanara aggiungo io! La nostra bella città – Verona – distesa ai piedi delle Prealpi Venete, respira da sempre l’aria frizzante dei nostri 2000 metri che ci proteggono a nord. Le grandi tradizioni alpinistiche e la grande utenza di appassionati sulle nostre montagne hanno determinato e sollecitato la nascita della nostra Stazione locale nel lontano 1971, ricorre infatti il 35° Anniversario proprio nel 2006. La squadra della Stazione CNSAS di Verona .. . ovvero ittà c i d i r a n monta Esercitazione invernale sul Canalone della Cima Val Dritta Da allora molta acqua è passata sotto i "ponti organizzativi" della Stazione di Verona. Già cinque Capi Stazione si sono avvicendati, compreso ALCUNE SINCERE RIFLESSIONI SULL’ATTIVITÀ FORMATIVA segue da pag. 16 Scotoni e Sass Pordòi ) le condizioni del soccorso vero e proprio. Cinque giorni ancora molto intensi, che hanno visto Allievi ed Istruttori impegnati sul terreno durante il giorno ed in aula alla sera per le consuete lezioni teoriche. Tutto questo si è ripetuto nel mese di settembre e poi a gennaio 2006, in quanto per non pregiudicare la qualità del 7° ed 8° Corso, proprio in funzione dell’elevato numero di partecipanti, è stato deciso di formare due gruppi. I vari moduli si completeranno poi nella primavera 2006, quando i due gruppi saranno riuniti per partecipare a due giorni di formazione sulla ricerca dispersi, sugli aspetti logistici legati alla struttura del CNSAS e sugli aspetti giuridicolegislativi. Argomenti questi che necessitano di essere trattati a parte, viste le caratteristiche peculiari dei temi. L’impegno profuso per dare il giusto contenuto qualitativo al programma di formazione del Soccorso Alpino Veneto è stato da parte di tutti davvero notevole, ma le soddisfazioni dei risultati appagano di tutto. I partecipanti ai corsi dimostrano un interesse crescente ed un entusiasmo che non si può non condividere ed apprezzare. Tutto ciò in un rapporto fra Istruttori ed Allievi ideale e che fa dire a cuore aperto che certi episodi del passato sono ormai diventati antichi ricordi. A ciò credo abbia contribuito in modo determinante il fatto che le attività sono state impostate sulla completa interattività fra chi insegna e chi impara, con l’ovvio e conseguente risultato di una qualità del lavoro sempre migliore. Per questo, voglio in conclusione ringraziare da parte mia e degli altri Istruttori, primi fra tutti gli allievi, che con la loro partecipazione hanno garantito il livello qualitativo raggiunto nei corsi, poi tutte le strutture e località che andiamo pacificamente ad invadere con le nostre attività e che ci ricevono sempre volentieri, menzionando in particolare la Società Impianti di Arabba che ormai da anni ci garantisce una collaborazione davvero unica ed insostituibile. L’attività di addestramento nelle Stazioni deve continuare, unitamente all’Attività Formativa Regionale, perché quello che siamo chiamati a fare ci impone il dovere di essere i più bravi. Momenti operativi del 7° ed 8° Corso per Tecnici di Soccorso Alpino Michele Barbiero Direttore Scuola Regionale Soccorso Alpino indegnamente lo scrivente, e nel frattempo la Stazione è molto cresciuta, complici anche i percorsi formativi regionali. Oggi, i nostri 25 Volontari sono tutti Tecnici altamente specializzati e preparati: due sono affermati IRTec e ben cinque sono TE che svolgono regolare servizio nel polo sanitario di Verona Emergenza, quattro sono medici, un infermiere professionale, una guida alpina ed i rimanenti si dividono tra TeSA ed OSA. Tutti condividono la stessa passione per la montagna e il desiderio di mettersi in ogni momento a disposizione per chi si trova in difficoltà. Cresce lo spessore tecnico e cresce anche l’attività operativa, basti pensare che in un decennio gli interventi effettuati si sono triplicati: da una media di dieci solo di qualche anno fa, siamo passati ai venticinque/trenta delle ultime stagioni, alcuni dei quali dall’indubbio contenuto tecnico. Questi volonterosi cittadini di “pianura“ si trovano ad essere più “montanari” di quello che si può pensare, dentro e fuori la propria persona, consapevoli che l’andar per i monti cementa, in ogni dove, quell’amicizia che solo l’essere legati alla stessa corda fa nascere e condividere. Nella certezza che sempre più le nostre due Delegazioni si implementeranno, a tutti vada un cordiale augurio di un Felice Anno Nuovo. Ernesto Chesta Stazione CNSAS di Verona e già Vice Presidente Regionale 18 Un felice anniversario Trent’anni. Nel 2006 saranno trenta i cerchi accumulati nel legno del tronco. La Stazione dell’Alpago è, in sostanza, un faggio, sorto accanto alle migliaia di fratelli che popolano il Cansiglio e i boschi della Conca. Le sue radici entrarono nella terra durante la primavera del 1976, quando Isidoro Bona, Piergiovanni Fain, Enzo Mazzoran, Rinaldo Oriano, Roberto Fullin, Rissieri, Alvio ed Ettore Bona iniziarono una serie di incontri con il dott. Mario Brovelli e i Volontari della Stazione di Longarone per sondare la possibilità di costituire, anche in Alpago, un’autonoma Stazione di Soccorso alpino, che vide “ufficialmente” la luce nel 1979, come Stazione di Tambre per l’Alpago. Nel nome originario, il voler sottolineare come quelle radici affondassero nella terra di casa Bona, famiglia cui va oggi il merito di essere rimasta “radice”, prima ancora che “nel” Soccorso, nella comunità di Tambre e dintorni, limpido esempio di casata old style legata al vecchio patriarca Isidoro, coesa dall’originario “cortivo”, vincolata a sangue nella propria terra, montagna, tradizione. E a proposito di cortivo… chi passa oggi accanto a casa Bona può notare un vecchio stemma a memoria della sede prima della Stazione. Sede che da una decina d’anni ha trovato asilo presso la canonica di Tambre, e che negli ultimi mesi si sta… rimpicciolendo. Meglio: i muri, poveretti, stanno sempre al loro posto. Nella stagione 2004/2005 sono stati però i rami del faggio a spingere. Con uno sguardo da Giano bifronte, è infatti utile guardare al trentennio della Stazione in duplice direzione passato-futuro, perché proprio vecchio e nuovo si sono incontrati negli ultimi mesi dando fresca energia alle attività del gruppo. Nel 2004 tre nuovi Volontari, dopo tirocinio ed esami OSA, sono, infatti, entrati a far parte della Stazione. Stesso percorso stanno seguendo altri due giovani della Conca che, se tutto andrà per il meglio, faranno salire a 18 i membri effettivi in servizio. Nuovi rami, dunque, nella chioma della pianta, nuovi “tubi” che “impareranno”, per citare al contempo l’orso Alvio e la nostra addetta stampa Michela. Vecchio e nuovo a braccetto, in un’ottica di scambio tra esperienza e vitalità. Scambio e cambio che hanno Trent’anni. Nel 2006 saranno trenta i cerchi accumulati nel legno del tronco coinvolto anche il passaggio di testimone alla guida della Stazione: Pierangelo Pedol e Rudy D’Alpaos sono subentrati, come Capo e Vice Capo, a Ettore Bona (al timone dal lontano 1986) e Oreste Bortoluzzi. Niente più montagne di carte e riunioni da scalare per Ettore, animo da carpino duro e spigoloso, dispettoso, divertente e diretto, né per il folletto Oreste, uscito dai boschi pagoti con quel fare discreto e generoso, tutto nervo e pacatezza. Le due guide alpine passano la mano a una guida novella, svedese fuori e latinissima dentro, e a un futuro (in bocca al lupo) Tecnico “Tuttofare”, esempio massimo del volontario davvero “a disposizione” 24 ore su 24. Pierangelo e Rudy hanno così raccolto l’esperienza dei predecessori e, in questi primi mesi di grande la- La Stazione CNSAS dell'Alpago al momento della consegna della nuova divisa voro, portato al meglio la nuova linfa al tronco della Stazione. All’arrivo del tanto sospirato Land Rover, nel 2004, si è aggiunto infatti di recente un progressivo aggiornamento nell’attrezzatura e nell’abbigliamento (anche l’occhio vuole la sua parte) a disposizione dei Volontari. Se è vero che l’habitus non è semplicemente dato da amuleti esteriori, non va dimenticata la crescita dell’attenzione dedicata alle esercitazioni di gruppo, che nella primavera hanno impegnato quasi mensilmente la Stazione tra “Lecchesi” varie e sit-in su nodi e ancoraggi attorno a Pian Formosa. Guardando indietro, vanno poi mes- che affrontano incontri ravvicinati con alberi e scarpate, battaglioni di scout che improvvisano varianti di Alta via, escursionisti che, con bimbi al seguito, inventano un improbabile “troi” sulla cresta del Guslon: gli interventi cui è stata chiamata la Stazione, seppur non numerosi o impegnativi come il recente recupero sulla Don Quichotte alla Marmolada, testimoniano la necessità di una presenza sempre attiva e poliedrica del Soccorso nella Conca, ove la matrice comune di molti incidenti continua a essere la sottovalutazione dei peculiari pericoli che presenta il gruppo Col Nudo-Cavallo, per tacer poi dei se in agenda le verifiche OSA in Val Salatis e Val Gallina (inverno ’04-’05), le varie partecipazioni di appoggio a manifestazioni scialpinistiche, dalla classica Transcavallo di casa alla prima esperienza con gli amici della Transclautana, passando attraverso altri eventi sportivi e non della Conca, cui la Stazione ha sempre dedicato uomini e tempo. In agenda finiscono anche le esercitazioni congiunte con le compagne di sempre (Longarone e Belluno), e con la neonata, già attivissima, Stazione delle Prealpi trevigiane, nuova realtà subito entrata in sintonia con i Volontari alpagoti anche grazie a impegnative “calate” di prosecco. “Basta na scarpada per farse mal…” scrivevano proprio gli amici trevigiani nel precedente “Agazòn” e, guardando alla cronaca recente, l’estate 2005 ha dimostrato una volta in più la veridicità del motto. Ciclisti casi, abbondanti lo scorso autunno, di ricerca persona nel Cansiglio e dintorni. Esercitazione o pericolo reale, ecco dunque che il moto di rinnovo e ricambio che ha animato la Stazione non può che giovare alla causa del Soccorso in Alpago. Il faggio continua a crescere, lentamente, d’accordo, ma sfruttando trent’anni di esperienza e di storia che ne hanno resa già dura la scorza. La piccola, sempre più stretta, stanza parrocchiale di Tambre convertita in sede può allora continuare a vedere nuovi volti di “tubi”, ascoltare gorgoglianti brontolamenti e burle dei “veci”. E tra i veci, ancora può fare capolino sulla porta “il” Vecio, Isidoro, midollo della Stazione, con sorriso dolce e silenzio, un silenzio da patriarca che non si può non ascoltare. Maudi De March Stazione CNSAS Alpago 19 Un momento di pausa... per far riposare l'addetto stampa to: io, il Capo, l’Alto, il Cucciolo, il pupone ed il Serafico. Appuntamento alla stazione di Longarone, salita ad Erto, parcheggio dei mezzi, occhiata preoccupata al baratro che sprofonda sotto il ponte, avvicinamento raso-precipizio al punto di partenza (abbiamo anche fatto scappare tre camosci, piuttosto infastiditi dalla nostra presenza), discesa al torrente, vestizione. L’atmosfera è divertita. Almeno, io mi sto divertendo. per il momento. Mi infilo nella muta, calzari, imbrago, scarponi, caschetto. Il Serafico scopre solo in quel momento che sono una principiantissima, ma il suo sguardo allarmato, allora, mi sfugge. Il pupone sta già galleggiando in una pozza cristallina. Andiamo. D’ora in avanti la successione degli eventi sarà un po’ strampalata. Cercherò di elencare i principali avvenimenti, come il senno di poi me li fa ricordare. Ovviamente, alla mia testimonianza se ne contrapporranno cinque di tutt’altro avviso. Alla sbarra, sarà la mia parola contro la loro. Che meraviglia: l’acqua è congelata, però gli 8 millimetri di spessore, a parte il peso consistente, svolgono a pieno il loro dovere. Gli scarponi, invece, sono del tutto inutili: è più il tempo che passo a rialzarmi da paurosi scivoloni, di quello impiegato a deambulare. Eccoci. prima calata. pochi metri. Il Capo mi spiega il necessario. pazienza. Imparerò. pazienza un corno. Devo imparare subito, altrimenti chi scende là sotto. Ok. Devo usare solo la mano destra. La sinistra suggeriscono in cinque di appoggiarla sul fondoschiena, perché non mi venga la tentazione di appiccarmi dall’alto e mollare la fondamentale IL DIFFICILE MESTIERE DELL’ADDETTO STAMPA cosa deve fare una donna per farsi prendere in considerazione Ovvero del salto del varano presa destra. Fatto. Scendo. primo impatto prolungato delle mie ginocchia per tutta la lunghezza della parete. “Abbassa quel culo. Allarga le gambe”, credo sia il pupone. Arrivata. proseguiamo. C’è uno scivolo molto carino. Tocca a me. Sotto il Serafico mi fa segno di cercare Un'immagine d i caratteristica spodella forra starm i verso il centro della vasca. Impossibile. plano diretta sotto l’incavo scavato dalla corrente. panico trattenuto. Mi tocca morire. Sott’acqua (ne respiro qualche decilitro) penso, in totale fiducia nei miei accompagnatori: qualcuno allungherà la zampetta per tirarmi fuori. Non succede niente. Spingo i piedi sulla roccia e, in qualche modo, rie- mergo. L’Alto, dall’alto, guarda perplesso il Serafico. Il Serafico è pacifico. Mi dirà poi: “Non ti agitavi tanto e dall’acqua spuntava il caschetto”. Ottimo. Avanti. Il Capo mi rincuora. un bel passaggino, dove decido di ardere i miei scarponi. “Cerca di muoverti velocemente”. presi in parola. Scivolo e mi spalmo di tetta destra sulla roccia. Adesso sono un’amazzone perfetta. Devo solo imparare a tirare con l’arco. A mezzo metro di distanza c’è un saltino. Se voglio, mi fanno scendere con la corda. Se si tuffano loro, posso farlo anche io, penso. Descrizione del mio tuffo del pupone e dell’Alto: “Avanzata in linea retta con tutti gli arti in movimento tipo rettile nel vuoto e planata di faccia nell’acqua”. “Brava”, pensa il pupone, “si tuffa di testa”. Di qui, il Salto del Varano. Il Cucciolo si sta sbellicando dalle risate. E non sarà l’ultima volta. Avanti. Seguo addomesticata qualsiasi cosa i miei maestri mi dicano, senza mai obiettare. Salta! Salto. Molla! Mollo. Scendi! Scendo. Vai! Vado. Altra calata. Dovrei stare spostata verso destra. A sinistra, la corda potrebbe rimanere impigliata dietro il costone che nasconde la cascata. Ma perché la corda si sposta? Alle mie spalle un coro di “No, no, no!”. Sono sotto la cascata. Le cose sono due: o rimango sotto il getto, tipo ostrica di montagna, o mi lascio andare. Vai con la seconda. Vai con altri decilitri d’acqua inalata. Avanti. Altro dubbio. Se respiro in immersione, o sono un anfibio, o sto affogando. pazienza. Imparerò anche a fare il tritone. Finalmente la ricreazione, con pausa cicca in uno spiazzo solatio. Che bello siamo quasi alla fine, mi convinco, ho superato la prova. L’Alto mi svela che, più o meno, siamo a metà e che la parte più difficile deve ancora arrivare. Ma come? “Sì, il passaggio nella forra chiusa, un paio di calate, 10 e 20 metri, e la vasca rotante”. Vasca Rotante? E magari alabarda spaziale e magli perforanti. Il Cucciolo e il pupone parlottano di una ceca in difficoltà in quel punto l’anno scorso. In difficoltà un tubo. È proprio morta. panico mal celato. Il Capo svolge la sua funzione portante e, con l’Alto e il Serafico, cerca di minimizzare. Ma caspita! potevate aspettare che la superassi! panico e ancora panico. Di nascosto scruto a 360 gradi le possibili vie di fuga. Secondo me, qui l'elicottero può comodamente scendere. Forse su quel costone potrei arrampicarmi... perché non vedono i miei occhioni supplichevoli? Avanti. uno spettacolo meraviglioso che da solo meritava tutti i miei annegamenti: la forra si incunea tra due pareti di decicontinua a pag. 20 soccorso... pillole di Tutto è cominciato per caso da una mia affermazione: “Torrentismo? Mi piacerebbe provare”. Affermazione captata dalle orecchie-radar di “qualche” speleo ed immagazzinata per essere riutilizzata a tempo debito. L’occasione si verifica con l’esercitazione nazionale in forra. Anzi, due giorni prima, quando, in tre, arrivano per fare un giretto in Val Zemola. una cosetta semplice da allargare anche ad altri. pure all’addetto stampa che, premessa, non ha mai fatto una calata con discensore in vita sua, né un traverso, né quant’altro serva di base per una gita del genere. Informo chi di dovere della mia totale inesperienza. “Non importa. Vuoi venire?”. E la sventurata rispose, direbbe il Manzoni. Beata incoscienza. Eppure alla mia età dovrei averla messa in un cassetto da lungo tempo. Siamo in sei. userò degli pseudonimi, poi, ognuno si divertirà a riconoscere i personaggi di questo raccon- PROGETTO INTERREG III Concluso il progetto biennale che ha visto impegnata la Delegazione 2ª Zona Bellunese, di concerto con l’Amministrazione provinciale di Belluno e la Regione Veneto, nella realizzazione di vari progetti inerenti le finalità d’istituto del CNSAS. Nonostante il lavoro sia stato piuttosto oneroso, i risultati raggiunti sono stati considerevoli, basti considerare che la somma complessiva di cui si è giovato il CNSAS Bellunese e quello Veneto per alcune iniziative, è stata pari ad € 88.620. Questa cifra rappresenta il coofinanziamento del 70% garantito dalla Comunità Europea. Il rimanente 30% trova copertura nel CNSAS, nell’uLSS n. 1 di Belluno, nell’uLSS n. 2 di Feltre e nell’Amministrazione provinciale. RICHIESTE DI FINANZIAMENTI ALLA REGIONE VENETO PER LA PROGETTAZIONE DELLA RETE RADIO SUI "2 METRI" È stata perfezionata ed inoltrata alla Regione Veneto la richiesta di contributo straordinario per la definizione e realizzazione del progetto con il quale si potrà passare alla nuova rete radio sui due metri. Se da una parte il percorso è stato agevolato a livello nazionale con l’ottenimento di n. 4 frequenze sui 2 metri, dall’altra per essere operativi, dovremo attendere una risposta dalla Regione Veneto – Assessorato alla protezione Civile, anche in ragione della somma richiesta che supera i € 390.000. La pazienza è da sempre un nostro forte, per cui non ci resta che aspettare con fiducia, anche se non mancheremo di farci sentire nei modi più opportuni per raggiungere il risultato. RETE REPERIBILITÀ uno dei risultati più importanti raggiunti nel medio periodo, è il fatto che tutta l’organizzazione del CNSAS Veneto (Stazioni, Quadri Direttivi, Basi di Elisoccorso, ecc.) ha raggiunto la piena uniformità nel metodo della reperibilità e nell’uso della rete telefonica aziendale. Con la prossima uscita dell’AGAZON verrà inviato ad ogni Tecnico Volontario l’opuscolo dei numeri di reperibilità/numeri utili, opuscolo che diventerà uno strumento sempre più importante per garantire maggiore efficienza negli allertamenti ed una maggiore comunicazione tra le singole Delegazioni. PARCO NAZIONALE DOLOMITI BELLUNESI Nel primo numero dell’Agazon, a firma del Capo Stazione di Belluno, Mauro piccolin, erano emerse alcune valutazioni critiche sul rapporto con l’Ente parco, dopo anni trascorsi senza problema di sorta. La Delegazione ha voluto approfondire da subito la questione e, grazie, alla sensibilità concretamente dimostrata dal presidente del parco Guido De Zordo e dal Direttore Nino Martino, si è velocemente pervenuti ad un accordo formale che porterà alla stipula di una convenzione. Questo documento servirà a garantire le prerogative e le necessità di carattere operativo del CNSAS, ma servirà al contempo a rafforzare il legame con lo stesso parco Nazionale Dolomiti Bellunesi anche attraverso un rinnovato rapporto di collaborazione culturale. ALLEGHE 20 MOSTRA DEL CIVETTA E DEL SOCCORSO ALPINO persone soccorse, ai volti più significativi dei personaggi che hanno reso famosa una delle pareti più spettacolari esistenti. Tutto il materiale in mostra, come hanno spiegato il Luca De Zordo e Aldo De Toni, rispettivamente Capo e Vice Capo Stazione di Alleghe È stata inaugurata nel mese di agosto l'esposizione "La montagna chiama... Mostra della Civetta e del Soccorso Alpino", un allestimento di fotografie, di oggetti ed attrezzature relativi ai 51 anni di attività della Stazione di Alleghe, ma che hanno saputo anche narrare sapientemente la storia alpinistica sul Civetta, dalle origini ai giorni nostri. Nella spaziosa “Sala Stoppani”, posta nelle Scuole Elementari di Alleghe, sono stati disposti numerosi pannelli ed allestite altrettante vetrofa- nie, atte ad illustrare con oltre 350 foto e l’utilizzo di svariata attrezzatura alpinistica e di soccorso dell’epoca, la storia più profonda della Civetta, dei suoi rifugi, delle sue Guide Alpine, ma anche ovviamente dell'attività di soccorso che si è svolta dagli anni ’20 ad epoche più recenti. Grande cura è stata posta in tutti gli allestimenti e alla complessiva esposizione, garantendo un filo narrativo originale ed ordinato che va dagli sviluppi delle tecniche di intervento, agli ambienti più caratteristici della Civetta, dalle Alcuni particolari della mostra allestita dalla Stazione CNSAS di Alleghe IL DIFFICILE MESTIERE DELL’ADDETTO STAMPA Michela allo stremo ne di metri. Sopra solo uno spicchio di cielo. Il Pupone mi passa all’altezza del ginocchio, in versione galleggiante a dorso sopra zaino. Eccola! La vasca rotante. Ammutolisco. L’Alto sembra l’uomo ragno. Secondo me nasconde delle ventose sparpagliate sul corpo. È dentro. Quello scivolo con quella cascata spumeggiante che preme mi fa pensare di chiamare il numero unico di emergenza. Scendono anche il Serafico, con un doppio carpiato, ed il Cucciolo, in quasi totale eleganza. Io non scendo. Proprio no. Sto per scappare. Farò la donna delle selve, nutrendomi di radici e pesci crudi in eterno. Va bene, scendo. “Ti facciamo una teleferica”, Il Capo è proprio un capo, non si discute, “tu scendi sulla tua corda e ti assicuri alla teleferica. Quando raggiungi il getto della cascata, ti molli. L’Alto ti recupera”. Per chi non lo sapesse, la donna è annegata perché, sotto la cascata, si è bloccato il discensore. Ubbidisco. Guardo l’Alto in basso. È una figura rassicurante. Scendo. Cascata. “Molla!”. Mollo. E sto ferma. Sotto la cascata. Adesso sì mi tocca veramente morire. Però non mi va mica molto bene. Diamoci un contegno e reagiamo in tempo zero (si fa per dire), con i soliti spintoni sulla roccia. Sono in acqua. L’Alto mi fa emergere. Mentre rifletto, li guardo. Avrei dovuto chiamarli Puponi tutti e 5: i bambini sono in acqua, si spruzzano e roteano nella vasca. Girano e mulinellano, ridono e si tuffano senza badare alla sottoscritta. Avrei bisogno di carta e penna per comunicare loro un paio di cosette. Avanti. Siamo al traverso. Calata. Anzi, non mi ricordo più. Forse calata senza traverso e traverso e calata dopo. Non importa. Per tirarmi su di morale, mi dicono che ho tenuto le mani nella giusta posizione. Anche i piedi, le gambe e il culo. Io, tipo alligatore, solo gli occhi in vista, proseguo inerte. “Cosa stai facendo? Dove vai?”, il Cucciolo mi agguanta per la collottola e mi depone su una roccia, prima che il mio muto viaggio prosegua in un salto di svariati metri. Mi parla. Provo a leggere il labiale. Pazienta, Cucciolo, fra qualche mese, dopo adeguate cure, forse riuscirò a Capo Stazione Luca De Zordo ed i suoi due Vice, Orazio e Lucio De Toni, proveniva dalla Stazione di Alleghe e da alcune altre Stazioni dell'Agordino. È stato raccolto e catalogato in circa 5 mesi di attività, attraverso un lavoro davvero certosino di molti Tecnici Volontari della Stazione, che hanno iniziato l’opera da quando, nel mese di marzo, è nata l'idea dell'esposizione: un tributo agli uomini della Civetta nel loro rapporto con la montagna. Nella sala erano presenti, inoltre, alcune simulazioni di intervento realizzate con il supporto di manichini e che hanno riprodotto particolari tecniche operative. Accanto (segue da pag. 19) riacquistare l’uso della parola. Adesso lasciami qui a meditare. C’è un bel masso tondo da risalire. Gli scarponi sono virtualmente in cenere nel passaggio della tetta. L’Alto, cosa già fatta in un paio di altre occasioni, mi solleva di peso per l’imbrago. Traverso di nuovo. Ultima calata. Rimaniamo in cima ai 20 metri io ed il Capo. Ho deciso. Odio i traversi. Percorro l’ultimo tratto che mi separa dalla fine della forra, consumando l’estrema ciccia delle ginocchia. L’Alto, il Cucciolo, il Serafico, il Pupone mi accolgono con un applauso. È finita. Finita? Calma. Dobbiamo risalire sulla strada. I due alpini preparano la corda per facilitarmi il percorso sopra una placca. Il Serafico mi aiuta con la maniglia. Ma si può disidratarsi stando 5 ore nell’acqua? Non ho più salivazione. Aiuto! Sono cosparsa di formiche assassine. Un passetto dietro l’altro. Diamoci brevi obiettivi. Tipo raggiungere quel cespuglio, il ramo di un frassino, un cespo di erbe. Sono già tutti sulla strada. Io non la vedo ancora. Posso finalmente sdraiarmi di pancia sulle zolle erbose. Per la pendenza sono quasi in piedi. Zecche, formiche, spine, serpi. Non me ne frega niente. Arranco fino al parapetto della galleria. O mi tirate su voi, o mi fossilizzo sul pilastro. Oltrepassato l’ostacolo. Non so se baciare l’asfalto. La mia prima forra è proprio finita. alle tecnologie più avanzate, si potevano riscoprire le attrezzature adoperate negli anni '50, e anche precedentemente negli anni '20, quando si sono svolti sulla parete Nord Ovest della Civetta i primi arditi soccorsi. Tra le curiosità più caratterizzanti la mostra, uno degli zaini più vecchi utilizzati dal Soccorso Alpino e dei chiodi in ferro battuto originali, ritrovati sulla Solleder-Lettenbauer dai primi alpinisti agordini che la ripeterono. La mostra che era patrocinata dal Comune di Alleghe ha avuto nella vallata ed, in modo particolare, tra i numerosi ospiti e turisti che nella stagione estiva soggiornano ad Alleghe, notevoli apprezzamenti ed una buona critica, tanto che anche Rai 3 ha effettuato un servizio speciale sulla mostra. Luca De Zordo Capo Stazione CNSAS di Alleghe L'AGAZON - Proprietario: SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO VENETO DEL CORPO NAZIONALE SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO – Direttore Responsabile: STEFANO CAMPOLO – Vice Direttore: MICHELA CANOVA Comitato di Redazione: FABIO BRISTOT e ROBERTO DE ROCCO – Foto: ARCHIVIO SASV, CNSAS – Vignette: BARRY BONA – Fumetti: TATIANA FAGHERA © IN ATTESA DI REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI BELLUNO - Via dell'Artigianato, 22 - 32100 BELLUNO - BELLUNO, 13 gennaio 2006 IMPAGINAZIONE E STAMPA: GRAFICHE LONGARONESI snc , LONGARONE (BL) – Tiratura: 1.800 copie SASV – CNSAS Associazione di Promozione Sociale costituita ai sensi della Legge n. 383/00 e riconosciuta dalla Regione Veneto n. 96 del 9 luglio 2004 INFO: Sede legale: Via dell’Artigianato, 22 – 32100 BELLUNO – Tel. 0437 930961 – Fax 0437 33964 – Cell. 340 5369212 – E-mail: [email protected] – Web: www.cnsas.veneto.it