Capitolo 1 - Gli attori e il percorso di costruzione del Piano1 PARAGRAFO 1 - GOVERNO, PROGRAMMAZIONE, VERIFICA E CONTROLLO IN AMBITO SOCIALE, SOCIO SANITARIO E SANITARIO NEL DISTRETTO DI VIGNOLA Nel corso degli ultimi anni nell’ambito della zona sociale di Vignola si è venuto consolidando un nuovo assetto istituzionale in riferimento alla responsabilità primaria degli Enti Locali di assicurare, in modo unitario e integrato, la funzione di governo (programmazione, regolazione e verifica dei risultati) del sistema degli interventi e servizi sociali, sanitari e socio – sanitari. L’assetto attraverso il quale è stato organizzato l’esercizio di questa funzione fa riferimento a due direttrici: lo sviluppo delle forme associative tra enti locali quali l’Unione Terre di Castelli e la Comunità Montana Appennino Modena Est e lo sviluppo dell’organo di governo, ovvero il Comitato di Distretto. Come si diceva più sopra con riferimento ai territori di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola dal 1° settembre 2002 è stata istituita l’Unione “Terre di Castelli”, che esercita interamente le funzioni di competenza dell’ente locale in materia di servizi sociali, sia tramite l’esercizio diretto, sia tramite la gestione da parte dell’ ASP distrettuale. Analogamente a partire dalla fine del 2007 i Comuni di Guiglia, Marano s.P., Montese e Zocca che fanno parte della Comunità Montana Appennino Modena Est hanno delegato a questo ente le funzioni di ambito sociale ampliando quella che, dagli anni Novanta, era una convenzione per la gestione in forma associata delle politiche giovanili. In applicazione alle linee di indirizzo regionali che individuano nella zona distrettuale l’ambito territoriale ottimale per il governo e la gestione in forma associata delle funzioni strategiche di governo, programmazione, regolazione, verifica, indirizzo e controllo in ambito sociale, socio sanitario e sanitario l’Unione e la Comunità Montana hanno provveduto alla sottoscrizione di una convenzione che dall’01/01/2008 ha permesso il governo e la gestione delle funzioni sopra riportate in modo unitario a livello distrettuale. Parallelamente l’Unione Terre di Castelli in qualità di Ente capofila, ai sensi dell’art. 30, comma 4 del D.lgs. 267 18 Agosto 2000, ha provveduto a stipulare apposita convenzione con l’Azienda USL finalizzata al governo congiunto delle politiche e degli interventi sociosanitari, alla 1 Fonte: Coordinamento Nuovo Ufficio di Piano 1 costituzione dell’Ufficio di Piano e finalizzata a garantire le risorse finanziarie e le competenze professionali specifiche necessarie al suo funzionamento. Il nuovo Organo di governance della Zona Sociale di Vignola è il Comitato di Distretto costituito dai nove Sindaci dei Comuni del Distretto, dal Presidente dell’Unione di Comuni Terre di Castelli, dal Presidente della Comunità Montana Appennino Modena Est e dal Direttore del Distretto Sanitario. Tale nuovo Organo di Governo struttura le proprie attività attraverso un esecutivo composto da due rappresentanti istituzionali della Comunità Montana, due rappresentanti istituzionali dell’Unione Terre di Castelli e dal Direttore del Distretto Sanitario per le funzioni attribuitegli dalla legislazione vigente. All’esecutivo partecipa in qualità di invitato permanente il Presidente del Comitato di Distretto con funzioni di coordinamento e di raccordo. Figura 1 – Il disegno della governance distrettuale Il Comitato ha disciplinato con l’approvazione di un “Regolamento per l’organizzazione ed il funzionamento” la propria attività prevedendo che le decisioni di competenza siano adottate tramite atti deliberativi. Il Nuovo Ufficio di Piano quale struttura tecnico-amministrativa integrata EE.LL./AUSL di supporto alla governance distrettuale ha una articolazione così strutturata: Una figura di responsabile Un ufficio di coordinamento composto da rappresentanti dei due Enti Locali e da rappresentanti dell’AUSL Un’area di staff alla direzione con funzioni di carattere Amministrativo e Contabile: - Utilizzo e monitoraggio risorse finanziarie - Gestione amministrativa e contabile FRNA - Gestione rapporti economici fra Enti - Gestione aspetti amministrativi e documentali 2 - Gestione flussi informativi con Provincia e Regione Un’area di staff alla direzione con funzioni nell’ambito della Programmazione: - Ricerca, sviluppo e qualità - Analisi dei bisogni e dell’offerta - Valutazione e regolamentazione - Gestione Programmi Finalizzati - Integrazione delle politiche - Coordinamento delle politiche nell’ambito della famiglia e minori - Coordinamento delle politiche nell’ambito dell’inserimento lavorativo - Formazione - Concertazione territoriale - Rapporti con Organizzazioni sindacali - Rapporti con Volontariato, Associazionismo e Terzo settore Un’area di line con funzioni nell’ambito della Vigilanza e Controllo: - Autorizzazione al funzionamento e vigilanza (DGR 564/00) - Accreditamento - Verifica qualità - Rapporti con i fornitori Un’area di line con funzioni nell’ambito della Famiglia e Minori: - Promozione politiche a sostegno e tutela della famiglia e dei minori - Azioni di informazione, formazione e valorizzazione della famiglia - Integrazione socio sanitaria Un’area di line con funzioni nell’ambito della Fragilità: - FRNA - Servizio Assistenza Anziani - Integrazione socio sanitaria Un’area di line con funzioni nell’ambito dell’Accesso e dei Rapporti con l’Esterno: - Sportello sociale - Comunicazione con il cittadino - Relazioni di rete Il personale assegnato all’Ufficio di Piano proviene dall’Unione Terre di Castelli, dalla Comunità Montana Appennino Modena Est, dai Comuni del distretto, dall’Azienda USL, dall’ex - Coiss. Nello specifico le funzioni associate sono le seguenti: 1. attività istruttoria, di supporto all'elaborazione e valutazione della programmazione in area sociale e sociosanitaria (Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale e Programmi attuativi annuali, comprensivi del Piano delle attività per la non autosufficienza); 3 2. attività istruttoria e di monitoraggio per la definizione di regolamenti distrettuali sull'accesso e sulla compartecipazione degli utenti alla spesa; 3. attività istruttoria e di monitoraggio per l'accreditamento; 4. azioni di impulso e di verifica delle attività attuative della programmazione sociale e sociosanitaria, con particolare riferimento: a. all’utilizzo delle risorse, monitoraggio e verifica in itinere dei risultati del Piano annuale per la non autosufficienza e dell'equilibrio del Fondo distrettuale per la non autosufficienza; b. all’impiego delle risorse per la gestione e l'attuazione in forma associata dei Programmi finalizzati e per la gestione di alcuni servizi comuni, nella prospettiva della costituzione del Fondo sociale locale; c. alla promozione e supporto ad azioni di integrazione e coordinamento organizzativo e professionale relativamente ai servizi sociali e sanitari; d. al controllo della realizzazione delle condizioni tecnico-amministrative necessarie per attuare i contenuti del Piano, al favorire il dispiegarsi di progetti sociosanitari integrati anche con le altre politiche (es. funzione di raccordo per inserimento lavorativo disabili e fasce deboli, figura di sistema nell'area minori); e. al raccordo ed all’utilizzo delle rilevazioni sulla domanda e sull'offerta, anche con riferimento all'attività degli sportelli sociali; f. alla definizione e gestione di percorsi di formazione comuni tra i servizi della zona; g. al monitoraggio dell’andamento del benessere e della salute in riferimento alle diverse determinanti che incidono su di essi, secondo le priorità di intervento ed i programmi d’azione del programma annuale, predisposti ed in fase di realizzazione. 5. attività volte ad attivare e presidiare l’integrazione tra i servizi degli enti locali e quelli dell’azienda USL; elaborazione di Accordi o protocolli specifici d'integrazione su target d'intervento o su percorsi assistenziali specifici; 6. attività volte a supportare gli organismi della partecipazione; 7. rapporti con i produttori pubblici e privati, compresa l‘ASP; 8. attività di regolamentazione in ambito sociale e sociosanitario; 9. attività istruttoria e vigilanza per l’autorizzazione al funzionamento delle strutture residenziali e semiresidenziali che svolgono attività socio-assistenziale e socio-sanitaria; 10. provvedimenti amministrativi di autorizzazione al funzionamento e di accreditamento; 11. coordinamento degli interventi di sostegno all'inserimento e reinserimento lavorativo delle persone disabili ed in stato di svantaggio; 12. coordinamento e gestione degli sportelli sociali in integrazione con il punto unico di accesso distrettuale; 13. promozione e realizzazione di programmi formativi integrati; 14. attività nell’Area Minori e Famiglia così descritte: 4 a. promozione, programmazione e gestione di azioni, interventi e processi di costruzione del benessere della famiglia e dei minori sul territorio; b. azioni di informazione, formazione, promozione e sostegno volte a favorire una genitorialità responsabile e consapevole; c. consulenza, sostegno e tutela alla famiglia ed ai minori; d. azioni di sostegno e valorizzazione delle reti sociali, familiari, formali ed informali; e. consulenza e mediazione familiare, in momenti di difficoltà della famiglia, con attenzione all’infanzia ed alle scelte relative ai figli; f. interventi socio-sanitari di prevenzione e promozione della salute; g. azioni di promozione e coordinamento volte a favorire l’integrazione delle progettualità e degli interventi sociali e sociosanitari nell’ambito della famiglia e minori con le altre politiche (istruzione, lavoro, ambiente, ecc.); 15. attività nell’Area Anziani e della Non Autosufficienza così descritte: a. monitoraggio della evoluzione dei bisogni della popolazione anziana residente nel Distretto; b. azioni volte all’omogeneizzazione dei criteri di accesso ai servizi del territorio; c. promozione dello sviluppo organico dei servizi della rete; d. raccordo ed integrazione delle funzioni sociali con quelle sanitarie dell’Azienda e dello Stabilimento Ospedaliero; e. consulenza e supporto gerontologico e geriatrico ai servizi; f. azioni volte a favorire la qualificazione delle prestazioni e del personale e l’omogeneizzazione degli strumenti professionali ed operativi; g. promozione ed organizzazione di attività di informazione sui servizi esistenti nel territorio, sulle loro attività ed i loro progetti; h. promozione ed organizzazione di attività di raccordo e confronto periodico con le Associazioni di volontariato impegnate nell’assistenza agli anziani, nonché con le Organizzazioni Sindacali rappresentative degli anziani; i. monitoraggio dello stato di attuazione e di utilizzo della rete dei servizi integrati; j. verifica della qualità delle prestazioni e dei servizi della rete, anche attraverso un sistema informativo e di monitoraggio costante dell’attività; k. raccolta ed elaborazione dei dati informativi sui servizi per gli anziani esistenti sul territorio; l. elaborazione di modelli e parametri di riferimento per l’organizzazione e la gestione dei servizi; m. azioni volte ad assicurare agli anziani del Distretto uguali opportunità di trattamento assistenziale e sanitario nei diversi Comuni e tra pubblico e privato; 5 n. promozione ed organizzazione di campagne di prevenzione, informazione e di educazione sanitaria rivolte alla popolazione anziana; o. promozione ed organizzazione, anche in collaborazione con gli Enti istituzionali preposti, di attività di formazione ed aggiornamento del personale; p. liquidazione ed erogazione degli assegni di cura; q. attività di integrazione sociale in collaborazione con il volontariato ed il privato sociale; r. accessi alla rete dei Servizi sociosanitari integrati; s. promozione, coordinamento e gestione di progetti, azioni ed interventi volti alla prevenzione, alla promozione della salute, ecc.; t. gestione delle risorse del FRNA, gestione dei rapporti e dei contratti di servizio con i produttori, adempimenti tecnici, amministrativi e contabili connessi al FRNA: - coordinamento degli strumenti tecnici per l’accesso e la valutazione d’accesso; - gestione delle attività attuative del FRNA; - raccordo ed utilizzo delle rilevazioni sulla domanda e sull'offerta (anche con riferimento all'attività degli sportelli sociali) per la non autosufficienza; - definizione e gestione di percorsi di formazione comuni tra i servizi della zona nell’ambito delle tematiche della non autosufficienza. La L.R. 27/2004 all’art. 51 ha previsto l’istituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza ed ha stabilito che il Fondo ha contabilità separata e destinazione vincolata nell’ambito del Bilancio delle Aziende USL ed ha demandato all’Ufficio di piano, l’elaborazione annuale del piano delle attività per la non autosufficienza. I successivi documenti di programmazione regionale ed in particolare il Programma per l’avvio del Fondo regionale per la non autosufficienza e per lo sviluppo nel triennio 2007-2009, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 509 e la deliberazione della Giunta regionale n.1206 del 30/07/2007, hanno ridisegnato le funzioni di programmazione, governo e gestione del FRNA ed arricchito ulteriormente i compiti dell’Ufficio di Piano. Nel distretto di Vignola, nell’ambito delle possibilità previste dalle linee regionali, si è deciso di demandare all’Ufficio di Piano anche la complessa funzione amministrativa tecnico-contabile e gestionale del FRNA. Tale decisione è stata assunta, da un lato tenendo conto delle peculiarità dell’organizzazione dei servizi e delle modalità dell’integrazione istituzionale consolidatasi nel nostro territorio, dall’altra avendo a riferimento l’obiettivo di cogliere coraggiosamente fin in fondo tutte le opportunità del profondo processo di riforma e innovazione del welfare in essere. In primo luogo, l’opportunità dell’integrazione sociosanitaria quale valore primario e al contempo obiettivo strategico del sistema di welfare locale. In secondo luogo, l’opportunità di una visione condivisa di forte cooperazione e di responsabilità coordinata fra gli enti. 6 Infine, la strategicità di un ruolo di governo distrettuale in grado di programmare regolare e verificare i risultati, in una logica di efficace continuità con le relative funzioni amministrative e tecnico-gestionali. 1.1 VERSO UN NUOVO ASSETTO ISTITUZIONALE DISTRETTUALE Nel corso del 2008 alcune rilevanti novità normative hanno inciso fortemente sul contesto locale. Si fa qui riferimento in modo particolare alla normativa nazionale e regionale che prevede il riordino delle Comunità Montane. Il 2009 infatti vedrà, conseguentemente al superamento della Comunità Montana Appennino Modena Est, il modificarsi dell’assetto delle forme associative territoriali. 7 PARAGRAFO 2 - GESTIONE DEI SERVIZI SOCIALI E SOCIO SANITARI: L’AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA “GIORGIO GASPARINI” -Comunicato stampa della Regione Emilia Romagna: Bologna, 20 dicembre 2006 NASCE A VIGNOLA LA PRIMA AZIENDA PUBBLICA DI SERVIZI ALLA PERSONA. L’ASSESSORE BISSONI: "UN PRIMO TRAGUARDO DI GRANDE IMPORTANZA" “La Giunta regionale dell'Emilia-Romagna ha approvato la costituzione della prima Azienda pubblica di servizi alla persona (Asp): è la "Giorgio Gasparini" di Vignola. Nasce dalla trasformazione delle Ipab "Opera Pia casa protetta per anziani" di Vignola e "Casa protetta F. Roncati" di Spilamberto e dallo scioglimento del Consorzio intercomunale per la gestione dei servizi sociali di Vignola. Inizierà ad erogare servizi e a svolgere le attività che saranno conferite con contratti di servizio sottoscritti con gli enti soci e l'Azienda Usl, a partire dal prossimo1°gennaio."Si tratta di un primo traguardo di grande importanza di cui va dato merito agli amministratori del Distretto di Vignola", ha commentato l'assessore alle politiche per la salute Giovanni Bissoni. "Tutti gli enti locali del Distretto, con la partecipazione alla nuova Azienda pubblica, si dotano di uno strumento unitario per la gestione dei servizi sociali e sociosanitari. Questo permetterà una semplificazione organizzativa e gestionale, un'occasione importante di qualificazione ulteriore dei servizi, superando la frammentarietà e sviluppando il coordinamento e l'integrazione. La trasformazione delle Ipab in Aziende pubbliche di servizi alla persona quali Aziende dei Comuni dell'ambito distrettuale - ha continuato l'assessore rappresenta uno degli elementi importanti del processo di riforma del welfare regionale, che valorizza il welfare di comunità fondandosi sui principi dell'universalismo, dell'equità e della solidarietà, processo che abbiamo avviato con la legge quadro sui servizi sociali, la 2 del 2003, e la legge di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale, la 29 del 2004".L'Azienda pubblica di servizi alla persona "Giorgio Gasparini" è costituita dall'Unione Terre di Castelli e da tutti i Comuni del Distretto di Vignola: Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Montese, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca. (….omissis).” L’Azienda pubblica di servizi alla persona (ASP) “Giorgio Gasparini” di Vignola ha avviato la propria attività a partire dal 01 gennaio 2007. Tale Azienda nasce dalla trasformazione e fusione in un’unica organizzazione, obbligatoria ai sensi della vigente normativa regionale, delle due Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) presenti sul territorio: l’IPAB “Opera Pia Casa Protetta per Anziani”, che fino al 31 dicembre 2006 ha gestito la casa protetta/RSA ed il centro diurno per anziani di Vignola e l’IPAB “Casa Protetta Francesco Roncati”, che fino al 31 dicembre 2006 ha gestito la casa protetta ed il centro diurno per anziani di Spilamberto. 8 L’Unione Terre di Castelli ed i Comuni della Comunità Montana Appennino Modena Est hanno deciso, per semplificare il quadro istituzionale dei soggetti pubblici erogatori di servizi socioassistenziali presenti nel Distretto, di conferire a tale Azienda i servizi e le attività che, a partire dal 01 aprile 1997, erano stati via via affidati al Consorzio Intercomunale Servizi Sociali (Co.I.S.S.) di Vignola. Tale Consorzio è stato perciò sciolto in data 31 dicembre 2006. La creazione dell’ASP “Giorgio Gasparini” si è venuta a collocare in un contesto in cui molto forte era sempre stata, ormai da decenni, la volontà politica dei nove Comuni del Distretto/Zona sociale di Vignola di gestire assieme le loro competenze nel settore socioassistenziale e socio-educativo. L’Azienda è amministrata da una Assemblea dei soci composta da rappresentanti degli 11 enti che hanno aderito e che sono l’Unione Terre di Castelli, la Comunità Montana Appennino Modena Est ed i Comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Montese, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca. La gestione dell’Azienda è governata da un Consiglio di Amministrazione composto da 5 membri. Tabella 1- Assemblea dei soci: Rappresentanza 2009 2007 ENTE LOCALE TERRITORIALE SOCIO CASTELNUOVO R. CASTELVETRO SAVIGNANO S.P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TDC GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANA TOTALE POPOLAZI ONE AL 31.12.2007 PERC. 13.563 10.698 9.197 11.644 23.419 68.521 4.110 4.363 3.380 4.942 16.795 85.316 15,90% 12,54% 10,78% 13,65% 27,45% 80,31% 4,82% 5,11% 3,96% 5,79% 19,69% 100,00% 2009 RAPPRESENTA NZA 50% POPOLAZIONE 2009 RAPPRESENTA NZA 50% SERVIZI ED ATTIVITA' CONFERITI 7,95% 6,27% 5,39% 6,82% 13,73% 41,19% 2,41% 2,56% 1,98% 2,89% 50,00% 8,81% 50,00% TOTALE RAPPRESENTA NZA IN ASSEMBLEA SOCI 2009 TOTALE RAPPRESE NTANZA IN ASSEMBLE A SOCI 2008 7,95% 6,27% 5,39% 6,82% 13,73% 41,19% 2,41% 2,56% 1,98% 2,89% 8,81% 100,00% 7,91% 6,31% 5,37% 6,89% 13,76% 41,30% 2,44% 2,45% 1,99% 2,88% 8,70% 100,00% La nuova Azienda gestisce un insieme complesso di servizi ed attività del territorio distrettuale in ambito socio-assistenziale, socio-sanitario e socio-educativo, nelle aree minori, adulti ed anziani: 1) il Servizio Sociale Professionale Minori-Adulti-Anziani; 2) l’assistenza economica di Area Minori, Adulti e Anziani; 3) la struttura per anziani sita a Vignola (Casa Protetta, Residenza Sanitaria Assistita – RSA e Centro Diurno); 4) la struttura per anziani sita a Spilamberto (Casa Protetta e Centro Diurno); 5) la Comunità Alloggio per anziani sita a Vignola; 6) il Centro Diurno per disabili “I Portici” di Vignola; 7) il Centro Diurno per disabili “I Tigli” di Savignano sul Panaro; 8) il Centro Diurno per disabili “Le Querce” di Vignola; 9 9) il Servizio di Assistenza Domiciliare per adulti ed anziani; 10) il Servizio Inserimento Lavorativo, che favorisce l’accesso al mondo del lavoro di disabili e altri soggetti svantaggiati. Si riporta di seguito il primo bilancio dell’Azienda, relativo all’anno 2007. Tabella 2 - Bilancio ASP anno 2007 per Area d’intervento RICAVI AREA 1 AREA 2 SERVIZIO SOCIALE MINORI E PROFESSIONALE FAMIGLIA Importo % Importo % AREA 3 AREA 4 AREA 5 ADULTI DISABILI ANZIANI Importo % Importo % Importo TOTALE % Importo % a) Tariffe: a1) Incasso di rette direttamente 0,00 0,00% 0,00 0,00% 800,00 0,03% 128.208,31 5,30% 2.289.000,96 94,66% 2.418.009,27 100,00% 0,00 0,00% 0,00 0,00% 0,00 0,00% 17.827,06 9,04% 179.363,70 90,96% 197.190,76 100,00% 155.844,45 4,74% 11.061,72 0,34% 4.416,32 0,13% 1.508.639,11 45,86% 1.609.441,20 48,93% 3.289.402,80 100,00% 11.195,77 2,56% 0,00 0,00% 0,00 0,00% 52.201,00 11,92% 374.667,60 85,53% 438.064,37 100,00% 71.494,27 13,32% 67.575,83 12,59% 22.727,54 4,24% 181.866,98 33,89% 192.899,28 35,95% 536.563,90 100,00% 802.634,04 21,04% 824.222,14 21,61% 112.014,85 2,94% 763.241,67 20,01% 1.312.640,30 34,41% 3.814.753,00 100,00% 1.041.168,53 9,74% 902.859,69 8,44% 139.958,71 1,31% 2.651.984,13 24,80% 5.958.013,04 55,71% 10.693.984,10 100,00% % Importo % Importo dall'utenza a) Tariffe: a2) Incasso di rette da contributi assistenziali b) Sanità: b1) Oneri sanitari b) Sanità: b2) Fondo Regionale per la Non Autosufficienza c) Ricavi propri diversi d) Finanziamento dai Comuni TOTALE RICAVI COSTI a) Personale dipendente b) Acquisto Beni Importo % Importo % Importo % Importo % 816.517,75 21,79% 55.308,61 1,48% 21.221,85 0,57% 793.717,80 21,18% 2.060.655,69 54,99% 3.747.421,70 100,00% 5.472,83 1,51% 0,00 0,00% 378,25 0,10% 27.804,36 7,65% 329.836,76 90,74% 363.492,20 100,00% 0,00 0,00% 15.070,10 0,48% 33.802,11 1,07% 1.285.172,21 40,80% 1.816.269,32 57,65% 3.150.313,74 100,00% 96.190,65 8,68% 0,00 0,00% 1.696,13 0,15% 132.110,50 11,93% 877.805,72 79,24% 1.107.803,00 100,00% 0,00 0,00% 400.802,02 61,03% 0,00 0,00% 37.514,39 5,71% 218.372,22 33,25% 656.688,63 100,00% 0,00 0,00% 341.497,32 49,75% 72.574,38 10,57% 164.435,12 23,96% 107.886,39 15,72% 686.393,21 100,00% 120.213,91 14,41% 77.424,99 9,28% 12.620,37 1,51% 187.795,26 22,52% 436.034,59 52,28% 834.089,12 100,00% 10.243,08 5,55% 20.000,00 10,85% 93,30 0,05% 29.043,64 15,75% 125.021,16 67,80% 184.401,18 100,00% 1.048.638,22 9,77% 910.103,04 8,48% 142.386,39 1,33% 2.657.593,28 24,77% 5.971.881,85 55,65% 10.730.602,78 100,00% c) Acquisto servizi: c1) Servizi socioassistenziali/socioeducativi appaltati c) Acquisto servizi: c2) Servizi diversi d) Trasferimenti: d1) Contributi economici per pagamento rette d) Trasferimenti: d2) Contributi economici erogati all'utenza e) Quota spese generali f) Altri costi TOTALE COSTI 10 PARAGRAFO 3 - LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL PIANO DI ZONA DISTRETTUALE PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE 2009-2011 A partire dal coordinamento politico generale realizzato dal Comitato di Distretto, sono stati individuati per la governance del Piano 2009/2011 come referenti politici i sindaci e il direttore del distretto facenti parte dell’organo esecutivo. Ad essi è stato affidato il coordinamento politico dei gruppi di lavoro istituiti per l’elaborazione del piano. In modo analogo sul piano tecnico, a partire dal coordinamento generale realizzato nell’ambito dell’ufficio di piano, è stato istituito un tavolo di coordinamento composto dai coordinatori tecnici dei gruppi di lavoro. Alla elaborazione del piano, in tutte le sue fasi, hanno inoltre partecipato rappresentanti della società civile e del terzo settore. Figura 2 – Governance e struttura organizzativa del Piano di Zona Distrettuale per la salute e il benessere sociale 2009 –2011 11 PARAGRAFO 4 - IL PERCORSO OPERATIVO DI ELABORAZIONE E COSTRUZIONE DEL PIANO Il percorso di elaborazione del Piano di zona per la salute e il benessere sociale 2009-2011 della Zona Sociale di Vignola si è strutturato attraverso la costituzione di 6 gruppi di lavoro inerenti le seguenti aree tematiche: Aree Destinatari della programmazione 1) Responsabilità familiari, capacità genitoriali, Famiglie e minori diritti dei bambini e dei preadolescenti 2) Promozione del benessere dell’adolescenza e Adolescenti e giovani dei giovani 3) Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale Cittadini residenti con problematiche sociali e di povertà 4) Integrazione sociale a favore dei cittadini Cittadini stranieri residenti e/o domiciliati nel distretto; stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta 5) Politiche a favore di anziani e disabili cittadini residenti Persone con disabilità e ultra sessantacinquenni 6) Promozione sani stili di vita e prevenzione del Cittadini residenti consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Il coordinamento politico e tecnico del percorso è stato così organizzato: Coordinamento politico generale Comitato di Distretto Coordinamento politico di ciascun gruppo di lavoro Esecutivo del Comitato di Distretto Coordinamento tecnico generale Nuovo Ufficio di Piano Coordinamento dei gruppi tecnici Co-coordinamento da parte di 2 referenti del settore sociale /enti locali e del settore sanitario / azienda Usl coadiuvati da una terza figura per la gestione del gruppo e per le attività. Come si accennava nel paragrafo precedente per ognuno dei gruppi di lavoro è stato individuato un coordinatore politico (membro dell’Esecutivo del Comitato di Distretto) che ha operato in stretta collaborazione, da un lato con il Comitato di Distretto, dall’altro con il coordinamento tecnico generale in capo all’Ufficio di piano e con i singoli coordinatori dei gruppi tecnici. Per quanto attiene il coordinamento tecnico di ciascun gruppo di lavoro allo scopo di massimizzare il livello di integrazione professionale in tutte le fasi del processo di programmazione è stata effettuata la scelta di attivare un co – coordinamento da parte di 12 referenti di ambito sociale di ambito sanitario. Per ciascuna area sono stati individuati due figure di coordinamento di provenienza da un lato dall’area sociale e dall’altro dall’area sanitaria. In affiancamento ai coordinatori sono stati individuati per ogni gruppo un referente dei servizi del territorio (Asp, Unione Terre di Castelli e Comunità Montana). Tabella 3 - Referenti per il coordinamento politico e tecnico per area di programmazione Coordinatore Politico Coordinatore Tecnico Area di provenienza Lamandini Francesco Borghi Anna Rita Sociale Assessore Unione per Istruzione, Bilancio, Informazione e accoglienza turistica – Sindaco di Spilamberto Ferrante Maria Sanitaria Salici Mauro Grandi Chiara Sociale Assessore Comunità Montana - Sindaco di Marano sul Panaro Franca Anna Sanitaria Mazza Luciano Rilei Tiziano Sociale Consigliere Comunità Montana – Vicesindaco di Montese Alperoli Roberto Greco Vanna Sanitaria Rapini Romana Sociale Area Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei preadolescenti Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta Politiche a favore di anziani e disabili Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Assessore Unione per Politiche Ferrante Maria dell'immigrazione, Pianificazione sociosanitaria, Politiche giovanili, Attività culturali – Sindaco di Castelnuovo R. Adani Roberto Lucchi Rita Sanitaria Sociale Presidente Unione - Sindaco di Vignola Obici Maria Luisa Sanitaria Vezzosi Angelo Borghi Anna Rita Sociale Direttore A.USL Distretto di Vignola Soli Paolo Sanitaria Dal punto di vista metodologico lo sforzo, nella “costruzione” del Piano 2009/2011, è stato nella direzione di un approccio il più possibile “sostanziale” ai temi ed alle questioni di rilevanza sociale per la zona di Vignola che - pur prestando la necessaria attenzione agli aspetti formali connessi alla “redazione” del documento finale da approvare – muovesse, - da un lato, da un reale, partecipato, coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali sottoscrittori del piano - dall’altro da una partecipazione “più intensa” (non necessariamente solo in termini di “quantità dei contatti”) dei cosiddetti “Soggetti non istituzionali”, ovvero i sindacati, il volontariato, l’associazionismo, la cooperazione sociale e la società civile in generale. 13 PARAGRAFO 5 - MODALITÀ DI CONCERTAZIONE CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI E DI CONFRONTO/PROGETTAZIONE CON LE FORMAZIONI SOCIALI DEL TERRITORIO A livello distrettuale il Comitato di Distretto ha approvato le modalità ed il percorso di concertazione con le rappresentanze locali e del Terzo Settore secondo le seguenti linee – guida: • valorizzare, promuovere e favorire una maggiore partecipazione del Terzo Settore alle diverse fasi connesse ai processi di programmazione, progettazione, realizzazione ed erogazione dei servizi e degli interventi sociali, valutazione (dalla predisposizione alla verifica), • agevolare il più possibile la presenza dei rappresentanti del Terzo Settore ai gruppi tecnici insediati per la elaborazione del Piano distrettuale sia con modalità organizzative congrue (orari, luoghi, documenti…) che con la massima pubblicizzazione del lavoro al momento dell’avvio, tenendo conto di agevolare il più possibile la presenza della ricchezza associativa di tutti i comuni del distretto. La partecipazione del Terzo Settore, analogamente alla impostazione data nel precedente Piano 2005/2007 è stata operativamente promossa invitando, già dall’avvio dei lavori (Conferenza di avvio) ed in seguito, durante il percorso, in ogni occasione di incontro, tutti i soggetti interessati ad offrire, compatibilmente con il proprio ambito di intervento la disponibilità a partecipare – in qualità di componenti effettivi - ai lavori dei vari gruppi tematici . Come nella impostazione precedente del 2005 si ipotizza l’adesione alla programmazione complessiva attraverso la sottoscrizione di un protocollo di adesione. Il percorso operativo che ha condotto all’elaborazione del Piano, date queste premesse, è stato quindi fortemente articolato ed ha comportato un consistente impegno organizzativo da parte dell’Ufficio di piano nonché un, fondamentale, sforzo di collaborazione, in termini di continuità di partecipazione, dei numerosissimi soggetti coinvolti. 14 Tabella 4 - Soggetti coinvolti Organizzazioni sindacali Sindacati del territorio Terzo Settore Consulte per il volontariato Centro servizi per il volontariato Associazioni di promozione sociale Associazioni culturali Associazioni sportive Associazioni di volontariato Cooperative sociali A e B in contatto con il distretto Parrocchie Altri organismi rappresentanza di Comitato Consultivo Misto Associazioni di categoria datoriali Associazioni di categoria delle cooperative Altri Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola e Modena Allo scopo di riconoscere il ruolo di rappresentanza sociale delle Organizzazioni Sindacali nella costruzione del sistema integrato di interventi e servizi sociali e assumere il confronto e la concertazione come metodo di relazione con esse si è strutturato un percorso di approvazione che ha previsto e promosso la partecipazione nei tavoli di concertazione con le rappresentanze delle organizzazioni sindacali, nonché momenti di confronto anche preliminari e costanti sia sugli obiettivi, sia sulle procedure di realizzazione. Il confronto si è realizzato lungo tutto l’arco della elaborazione degli strumenti di programmazione indicati. Nello specifico il tavolo di concertazione si è articolato in quattro incontri: Contenuti Tempi 1. Presentazione delle modalità della programmazione Prima della Conferenza di avvio 2. Presentazione / rilevazione stato di attuazione degli obiettivi del Dopo la conclusione del lavoro dei triennio ed analisi del bisogno e presentazione gruppi tecnici del materiale elaborato 3. Concertazione sulle linee strategiche Prima della approvazione finale Approvazione protocollo specifico 4. Concertazione sulle linee strategiche Prima della approvazione finale 5. Approvazione protocollo specifico 15 Figura 3 – Schema riepilogativo del percorso 16 PARAGRAFO 6 - CONFERENZA PLENARIA A CONCLUSIONE DEL PERCORSO DI ELABORAZIONE A marzo 2009 a Spilamberto è previsto un incontro conclusivo, speculare alla conferenza di avvio che ha lo scopo di “restituire” a tutti i partecipanti ai Gruppi di lavoro del Piano di zona (Enti, Istituzioni, Scuole, Terzo settore, cittadini) gli esiti complessivi delle attività svolte. La serata vuole essere anche un momento conviviale di incontro e confronto che si realizzerà al termine dell’intero percorso. All’incontro saranno invitati, oltre ai referenti politici e tecnici degli enti sottoscrittori dell’Accordo di programma, tutti coloro che hanno partecipato ai gruppi di lavoro del Piano di zona. 17 PARAGRAFO 7 - DETTAGLIO DEI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA DI AVVIO E AI GRUPPI DI LAVORO CONFERENZA DISTRETTUALE DI AVVIO 16 ottobre 2008 Alla conferenza di avvio hanno partecipato 95 persone. Elenchiamo di seguito gli enti rappresentati: ENTI ASP “G. Gasparini” di Vignola Unione Terre di Castelli Comunità Montana Appennino Modena Est Comune di Vignola Comune di Castelnuovo R. Comune di Spilamberto Comune di Guiglia Comune di Marano s.P Comune di Montese Comune di Zocca Azienda Usl - Distretto di Vignola Provincia di Modena / Centro per l’impiego di Vignola SCUOLE Istituto d'Istruzione Superiore “P. Levi” di Vignola Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di Vignola Centro Territoriale Permanente per l’educazione agli adulti di Vignola TERZO SETTORE Lag Cooperativa Sociale Associazione La Coperta Corta Associazione Il Faro Associazione Culturale - Bop Area Associazione Delta Associazione A.V.O. di Vignola Associazione Parco Gonzaga Associazione ANMIC di Vignola Gulliver Cooperativa 18 Centro Servizi Volontariato di Vignola Arci-Uisp Castelvetro Associazione Per non sentirsi soli – Familiari malati di Alzheimer Vignola Overseas Spilamberto AUSER Sez. Vignola AUSER Sez. Castelvetro Insieme a noi tutti Vignola Centro Circolo Paradisi DOMUS Cooperativa ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA E PATRONATI Coldiretti CNA OO.SS. CGIL di Vignola Sindacato Pensionati Italiani - CGIL di Vignola CGIL - Funzione Pubblica CISL - Federazione Nazionale Pensionati CUPLA – Federazione Nazionale Artigiani Pensionati CNA UILPENSIONATI Sindacato Pensionati Italiani - CGIL di Castelvetro Associazione Nazionale Pensionati CIA - CUPLA CUPLA – Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo ALTRI Fondazione di Vignola Comitato Consultivo Misto di Vignola 19 GRUPPI DI LAVORO TEMATICI – 6 AREE DI INTERVENTO Calendario degli incontri Gruppo 1 - Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei preadolescenti 20/10/2008 - 03/11/2008 – 19/01/2009 Gruppo 2 - Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani 23/10/2008 – 06/11/2008 – 04/12/2008 – 22/01/2009 Gruppo 3 - Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale 22/10/2008 - 10/11/2008 - 10/12/2008 - 28/01/2009 Gruppo 4 - Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta 21/10/2008 - 14/11/2008 - 09/12/2008 – 27/01/2009 Gruppo 5 - Politiche a favore di anziani e disabili 27/10/2008 – 04/11/2008 – 03/02/2009 Gruppo 6 - Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici 28/10/2008 – 05/11/2008 – 21/01/2009 20 PARTECIPANTI AI GRUPPI Gruppo 1 - Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei preadolescenti Partecipante Ente/Ruolo Lamandini Francesco Comune Spilamberto Sindaco Coordinatore politico Borghi Anna Rita ASP di Vignola - Coordinatore tecnico Ferrante Maria Ausl di Vignola - Coordinatore tecnico Marchesini Cristina Unione TdC – Referente dei servizi del territorio Amici Monica Comune Guiglia - Assessore Politiche Giovanili Amadessi Luca Lag Coop Sociale Bettelli Mara AUSL U.O Salute Anziani Busani Elena Unione Terre di Castelli Cecoli Perla Unione Terre di Castelli Chiodo Eusapia Associazione “La Coperta Corta” Davolio Elisabetta Lag Coop Sociale Ferrari Chiara Ass. “La Coperta Corta” Franchini Fiorenza Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di Vignola Manni Nadia ASP di Vignola Mazzucchi Valentina AUSL U.O. Centro Salute Mentale Miani Roberta AUSL U.O. Salute Donne Mineo Valeria Comunità Montana Appennino Modena Est Montanari Marina AUSL U.O. Neuropsichiatra Infantile Parenti Marco AUSL Servizio di psicologia Pasini Sante Ass.ne “La Coperta Corta” Pesci Alessia LAG Coop Sociale Ass.ne Prampolini Silvia Centro servizi volontariato Vignola Rabitti Maurizia Assessore Vignola Ragni Irene AUSL U.O Pediatra di Comunità Righi Deanna Circolo Paradisi Serra M.Grazia AUSL PLS Distretto Vignola Setti Federica ASP Soli Augusta Associazione “Il Faro” 21 Gruppo 2 - Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani Partecipante Ente Salici Mauro Comune Marano – Sindaco - Coordinatore politico Grandi Chiara Unione TdC - Coordinatore tecnico Franca Anna ASP di Vignola - Coordinatore tecnico Borghi Anna Rita ASP - Referente dei servizi del territorio Amadessi Luca Lag Coop Sociale Amici Monica Comune Guiglia – Assessore Politiche Giovanili Ascari Manuela Associazione Culturale - Bop Area Barbieri Flavia Comunità Montana - Spazio giovani Zocca Bellei Federica ASP Boni Andrea Associazione Delta Caprara Licia Unione Terre di Castelli Cattani Fabiana Giaele Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola Cecoli Perla Unione Terre di Castelli Franceschelli Armando AUSL Dipartimento di Sanità Pubblica Fontanesi Lilybeth AUSL Settore Psicologia Clinica Ippoliti Isabella Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di Vignola Massari Maila AUSL PLS Distretto di Vignola Mineo Valeria Comunità Montana Appennino Modena Est Munari Simonetta CTP Prampolini Silvia Centro servizi volontariato Vignola Preti Fabio Associazione “IL FARO” Soli Augusta Associazione “IL Faro” Valentini Roberta AUSL Servizio di Psicologia 22 Gruppo 3 - Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale Partecipante Ente Mazza Luciano Comune Montese - Coordinatore politico Rilei Tiziano ASP Coordinatore tecnico Greco Vanna AUSL CSM Vignola- Coordinatore tecnico Businaro Ilaria Unione TdC - Referente dei servizi del territorio Albertini Liliana Fondazione Vignola Andrazi Paola AUSL – MMG Distretto di Vignola Bernardi Alberto AUSL – Servizio Dipendenze Patologiche Bonaccini Marco CGIL _FP Bondi Annalisa ASP di Vignola Borghi A.Rita ASP. Figura di sistema Busani Elena Unione Terre di Castelli Cariani Pietro AUSL MMG Distretto di Vignola Fava Barbara Centro per l’impiego Fogliani Bruno CUPLA Gialli Sabina ASP di Vignola Guaitoli Giovanna LAG Coop Sociale Ass.ne Marchetti Enrico Comunità Montana Marzola Renzo AUSL Vignola – Servizio Dipendenze Patologiche Palmieri Patrizia CGIL Palmitessa Rosa Ass.ne Insieme a Noi Tutti Pezzotta Barbara Unione Terre di Castelli Picchioni Eugenia ASP di Vignola Righi Primo Ass.Insieme a Noi Tutti 23 Gruppo 4 – Integrazione Sociale a favore dei cittadini stranieri, immigrati, asilo e lotta alla tratta Partecipante Ente Alperoli Roberto Comune Castelnuovo – Sindaco - Coordinatore politico Rapini Romana Unione TdC - Coordinatore tecnico Ferrante Maria Ausl Distretto di Vignola- Coordinatore tecnico Busani Elena Unione TdC - Referente dei servizi del territorio Barozzi Daniela Comune Spilamberto Bazzani Massimo AUSL MMG Distretto di Vignola Boccia Nella ASP di Vignola Bondi Annalisa ASP di Vignola Borghi A. Rita ASP di Vignola Caprara Licia Unione Terre di Castelli Caselli Giuseppina Coop. Sociale Overseas Cecoli Perla Unione Terre di Castelli Dai Pra Andrea CGIL di Vignola Flandi Tiziana AUSL Ospedale di Vignola Fraulini Cecilia Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola Gori Mirella Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di Vignola Grandi Chiara Comunità Montana Appennino Modena Est Marchesini Cristina Unione Terre di Castelli Mazzei Isabella Comune di Vignola Merighi Nicoletta Coop.Sociale Overseas Montorsi Tiziana AUSL Servizio Psicologia Pezzotta Barbara Unione Terre di Castelli Picchioni Alessandra Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola Quattrini Maria Rita Scuola Secondaria di Primo Grado “L.A. Muratori” di Vignola Ricci Cristina USL UO Centro salute mentale Ricci Vera P.Levi Righi Elisabetta Centro per l’Impiego di Vignola Rubbianesi Monica Unione TdC - Resp. Servizi Sociali e Uff. di Piano Todeschini Mercedez AUSL di Modena Salute Donna Vaccina Domenico AUSL Dip.Sanità Pubblica Venturelli Giuliano AUSL MMG Distretto di Vignola Vitali Elisa Coop Sociale Overseas 24 Gruppo 5 - Politiche a favore di anziani e disabili Partecipante Ente Adani Roberto Comune Vignola Sindaco - Coordinatore politico Lucchi Rita Unione TdC - Coordinatore tecnico Obici Luisa AUSL di Vignola Coordinatore tecnico Picchioni Eugenia ASP di Vignola Referente dei servizi del territorio Alperoli Roberto Comune Castelnuovo Sindaco Acema Tania Ass.ne A.V.O. Vignola Baldini Ivano Ass.ne per non sentirsi soli Baraccani Maria Elena Comune Montese - Resp. Servizi Sociali Baglioni Silvia ASP di Vignola Barani Paolo ASP di Vignola Beghini Lia AUSL S.A.D.I. Distretto di Vignola Bertani Ermanna SPI CGIL Distretto di Vignola Bianconi Giuseppe AUSL MMG Distretto di Vignola Bondi Annalisa ASP di Vignola Cabri Maria Luisa CISL FNP E CCM Calabrese Carmela Ass.ne ANMIC Vignola Campioni Clicerio UIL Pensionati Camurri Ferminio CNA Capitani Efrem SPI Castelvetro di Modena Carnevali Ermanno ANP CIA CUPLA Colombi Annika ASP Colombini Mario Coldiretti Di Francia Davide AUSL Servizio di Psicologia Fazioli Enzo ASP di Vignola Fornaciari Annamaria Ass.ne A.V.O. Vignola Gaglio Nicola SPI di Vignola Grandi Chiara Comunità Montana Appennino Modena Est Graziosi Gianni CISL FNP Magni Raffaele CUPLA Malavasi Luigi AUSER di Castelvetro di Modena Marchetti Enrico Comune di Zocca Marino Nicola DOMUS Marzocchi Nadia AUSL U.O Dipendenze Patologiche Mesini Eugenio Ass. Parco Gonzaga 25 Morandi Maria Piera ASP Napolitano Maria Rita COOP GULLIVER Odorici Maria Pia AUSL di Vignola Ori Anna Rita AUSL SADI Distretto di Vignola Palmitessa Rosa Ass.ne Insieme a Noi Tutti Paragliola Anna FP CGIL Vignola Pradelli Franco CUPLA Prampolini Silvia Centro Servizi volontariato Vignola Prandini Walter AUSER di Vignola Rapini Romana Unione Terre di Castelli - Dirigente Ricchi Maria Luisa Distretto Sanitario di Vignola Ricci Tiziana Unione Terre di Castelli – Ufficio di Piano Righi Elisabetta Provincia di Modena - Centro Impiego di Vignola Righi Primo Insieme a Noi Tutti Rilei Tiziano ASP di Vignola Roffi Rita Unione Terre di Castelli Roli Martino CUPLA Rubbianesi Monica Unione TdC - Resp. Servizi Sociali e Uff. di Piano Savigni Paola Ass.ne Per Non Sentirsi Soli Serafini Romana AUSL U.O. Centro Salute Mentale Simonini Anna Maria AUSER Castelvetro di Modena Tosi Elisa Unione TdC – Ufficio di Piano Trenti Stefania AUSL U.V.G. Distretto di Vignola Vandelli Vincenzo CISL FNP E CCM Vezzelli Tosca SPI CGIL Vezzosi Angelo Ausl Mo – Direttore Zaccanti Gianluca CP Montese 26 Gruppo 6 - Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Partecipante Ente Vezzosi Angelo Ausl Mo – Coordinatore politico Borghi A. Rita ASP di Vignola - Coordinatore tecnico Soli Paolo Ausl - Coordinatore tecnico Baldaccini Renata AUSL Distretto di Vignola Educazione alla Salute Boni Andrea Associazione “DELTA” Cecoli Perla Unione Terre di Castelli Chiodo Eusapia Associazione “La Coperta Corta” Colombarini Cristina ASP Curci Chiara CTP di Vignola Ferrari Alfredo AUSL Distretto di Vignola PLS Ferrari Chiara Associazione “La Coperta Corta” Grandi Chiara Comunità Montana Appennino Modena Est Grandi Fausto AUSL Distretto di Vignola MMG Groppi Lara ASP di Vignola Area Minori Gruppioni Andrea AUSL Distretto di Vignola Dip.Sanità Pubblica Malivindi Carmela ASP Area Adulti Marchiorri Gian Paolo Comune di Vignola – Assessore Politiche per la Salute Marzola Renzo AUSL di Vignola – Servizio Dipendenze Patologiche Menabue Valeria Ospedale di Vignola Migliore Arcangelo AUSL di Modena SPSAL distretto di Vignola Dip.Sanità Pubblica Montecchi Daniele AUSL Distretto di Vignola MMG Palmitessa Rosa Ass.ne Insieme a Noi Tutti Pasquariello Barbara LAG Coop.Sociale Picchioni Eugenia ASP di Vignola Rabitti Maurizia Comune di Vignola – Assessore alle Politiche Educative, Scuola, Formazione, Edilizia Scolastica, Politiche per il Lavoro, Politiche Demografiche Ridolfi Emanuela LAG Coop.Sociale Righi Deanna Circolo Paradisi Righi Primo Insieme a Noi Tutti Slanzi Luciana Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola Sola Lorena Centro di Salute Mentale - AUSL Di Vignola 27 Sticchi Alessandra Istituto d'Istruzione Superiore “A. Paradisi” di Vignola Tondo Giovanni Ausl - Ospedale di Vignola 28 Capitolo 2 - I bisogni della popolazione emergenti dal Profilo di comunità e il confronto con servizi e risorse disponibili I° PARTE - La comunità in cui viviamo- Profilo demografico del territorio di Vignola PARAGRAFO 1 – LA POPOLAZIONE 1.1. DINAMICA E STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE La zona sociale di Vignola comprende 9 Comuni (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia, Marano sul Panaro, Montese, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca), associati nell’Unione Terre di castelli (Comuni di pianura) e nella Comunità Montana Appennino Modena Est (Comuni montani). L’estensione territoriale complessiva è di circa 395 kmq (sul totale del territorio provinciale di 2.690 kmq); all’eterogeneità del territorio (pianura, collinamontagna) corrisponde anche l’eterogeneità tra i diversi comuni del distretto, rispetto alle caratteristiche socio-demografiche ed economiche. Tabella 5 - Superficie in KM dei comuni del distretto di Vignola CoD. ISTAT Comune Superficie in KM Forma associativa 36007 CASTELNUOVO 22,61 Unione Terre di castelli 36008 CASTELVETRO 49,72 Unione Terre di castelli 36017 GUIGLIA 49 C.M. Modena Est 36020 MARANO S.P. 45,17 C.M. Modena Est 36026 MONTESE 80,8 C.M. Modena Est 36041 SAVIGNANO S.P. 25,38 Unione Terre di castelli 36045 SPILAMBERTO 29,52 Unione Terre di castelli 36046 VIGNOLA 22,9 Unione Terre di castelli 36047 ZOCCA 69,11 C.M. Modena Est TOTALE km 394,21 di cui Unione T.dC. KM. 150,13 pari al 38% territorio totale Comunità Montana KM 244,08 pari al 62% del territorio totale Fonte: Servizio Statistico della Provincia di Modena 29 Figura 4 - Ripartizione del territorio del distretto di Vignola tra Unione Terre di Castelli e Comunità Montana Appennino Modena Est Territorio Unione T.dC. Kmq 38% Comunità Montana kmq 62% La popolazione residente del distretto di Vignola al 31/12/2007 è pari di 85.316 persone di cui il 49,8% uomini (42.520) e 50,2% donne (42.796). Rispetto all’anno 2006 la popolazione distrettuale ha registrato un incremento complessivo dell’1,7%; il maggior aumento si è osservato nei comuni di Marano (6,3%), Castelnuovo Rangone e Zocca (2,3%), Savignano (2%) seguiti da Vignola (1,5%), Castelvetro e Montese (1,2%). Pressoché stabili invece i comuni di Spilamberto (0,8%) e Guiglia (0,4%). Tabella 6 - Popolazione residente al 31/12/2007 suddivisa per genere Comune di residenza Uomini Donne Totale 2006 Variaz.% rispetto al 2006 Castelnuovo Rangone 6.782 6.781 13.563 13.261 2,3 Castelvetro di Modena 5.376 5.322 10.698 10.574 1,2 Guiglia 2.105 2.005 4.110 4.095 0,4 Marano sul Panaro 2.197 2.166 4.363 4.105 6,3 Montese 1.706 1.674 3.380 3.340 1,2 Savignano sul Panaro 4.576 4.621 9.197 9.016 2,0 Spilamberto 5.845 5.799 11.644 11.553 0,8 Vignola 11.428 11.991 23.419 23.075 1,5 Zocca 2.505 2.437 4.942 4.833 2,3 Totale 42.520 42.796 85.316 83.852 1,7 Figura 5 – Ripartizione della popolazione residente al 01/01/2008 tra Unione Terre di Castelli e Comunità Montana Appennino Modena Est Unione Terre di Castelli 80% Comunità Montana 30 Figura 6 - Popolazione residente nel distretto al 31/12 anni dal 2004 al 2007 88000 85.316 86000 83.852 84000 82.392 81.358 82000 80000 78000 anno 2004 anno 2005 anno 2006 anno 2007 La crescita della popolazione complessiva ha però evidenziato variazioni nella composizione percentuale: la fascia di età 0-14 anni registra un aumento dello 0,6% la fascia di età 15-39 anni registra un calo dell’1,1% la fascia di età 40-64 anni registra un aumento dello 0,7% la fascia di età >dei 65 anni resta sostanzialmente costante. Figura 7 - Composizione della popolazione residente al 31/12 degli anni dal 2004 al 2007 32,2% 35 31,1% 33,4% 34,1% 30 20,9% 25 2007 2004 2007 2004 2007 10 13,9% 13,3% 2004 15 2007 20 2004 21,1% 5 0-14 15-39 40-64 65 e più 31 Tabella 3 - Differenza in termini assoluti e % tra gli anni 2004 e 2007 totale popolazione fascia 0-14 fascia 15-39 fascia 40-64 65 e più 2004 2007 valore assoluto % 81358 10787 26236 27172 17163 85316 11841 25521 29148 17806 3958 1054 285 1976 643 4,87 9,78 1,09 7,28 3,75 Questo saldo positivo della popolazione residente è dovuto anche all’aumento della popolazione immigrata. Gli stranieri, che rappresentano il 10,7% di questa popolazione (9.154), sono aumentati del 15,2% rispetto al 2006, con un trend di aumento variabile in tutti i comuni del distretto eccezion fatta per Guiglia (-1,6%) (si veda paragrafo seguente). L’indice di vecchiaia, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione, per il distretto di Vignola nel 2007 è di 150,4 con un andamento fortemente crescente fino al 1997 a cui ha fatto seguito una fase di diminuzione tuttora in corso, ad indicare un progressivo recupero del peso della popolazione più giovane rispetto a quella anziana. L’indicatore, sempre posizionato al di sopra di quello provinciale, ha progressivamente ridotto la forbice fino a sovrapporsi negli ultimi anni, mentre si mantiene nettamente al di sotto dei valori regionali. Figura 8 - Serie storica dell’Indice di vecchiaia2 - Anni 1987-2007 Confronto tra il distretto di Vignola, la provincia e la regione 250 200 150 100 Provincia Regione Distretto di Vignola 19 87 19 88 19 89 19 90 19 91 19 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 50 Il tasso di natalità del distretto di Vignola è di 10 nati per mille residenti nel 2007 (10,2 quello della provincia), con un aumento percentuale del 55% rispetto al 1987 ed un andamento tendenzialmente crescente durante l’intero periodo di osservazione, fino al 2002 sempre al di sotto di quello provinciale poi con un trend oscillante rispetto ad esso. 2 L’Indice di vecchiaia è il rapporto tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni), moltiplicato per 100. 32 Figura 9 – Serie storica del tasso di natalità3 – anni 1987 –2007. Confronto tra il distretto di Vignola e la provincia di Modena 15 Provincia Regione Distretto di Vignola 10 5 19 87 19 88 19 89 19 90 19 91 19 92 19 93 19 94 19 95 19 96 19 97 19 98 19 99 20 00 20 01 20 02 20 03 20 04 20 05 20 06 20 07 0 1.2 LA POPOLAZIONE IMMIGRATA STRANIERA Come indicato più sopra il distretto presenta un progressivo aumento della popolazione straniera residente. Al 31/12/2007 la percentuale della popolazione straniera sul totale dei residenti è pari al 10,7%. Tabella 7 – Popolazione straniera residente nel distretto di Vignola- Anni 2006-2007 Variaz.% % sulla pop. Comune di residenza 2006 2007 rispetto al 2006 totale 2007 Castelnuovo Rangone 1.054 1.197 13,6 8,8 Castelvetro di Modena 839 925 10,3 8,6 Guiglia 433 426 -1,6 10,4 Marano sul Panaro 326 407 24,8 9,3 Montese 223 279 25,1 8,3 Savignano sul Panaro 872 1.034 18,6 11,2 Spilamberto 1.244 1.465 17,8 12,6 Vignola 2.397 2.788 16,3 11,9 Zocca 560 633 13,0 12,8 Totale 7.948 9.154 15,2 10,7 La percentuale sul totale dei residenti progressivamente aumentata dal 2004 ad oggi. 3 Il Tasso di natalità rappresenta il numero di nati ogni 1.000 residenti. Fonte: Provincia di Modena e Regione Emilia-Romagna 33 Figura 10 – Incremento percentuale della popolazione straniera residente 10,73% 10000 9,48% 9000 8,62% 8000 9154 7,96% 7948 7000 7095 6000 6468 5000 4000 3000 2000 1000 0 2004 2005 2006 2007 Analogamente alla popolazione italiana la popolazione straniera è residente in percentuale del 19% nel territorio della montagna. Comunità Montana 19% Unione Terre di Castelli 81% Rispetto alla composizione della popolazione straniera per genere ed età emergono le seguenti tendenze: - si osserva un processo di riequilibrio della composizione tra i sessi dal 1996 ad oggi: nel 1996 le donne costituivano il 40,80% della pop.straniera nel 2004 le donne costituivano il 43,22% della pop.straniera nel 2007 le donne costituivano il 45,10% della pop.straniera con una percentuale che arriva quasi al 50% per i comuni di Marano e Savignano sul Panaro; - la popolazione straniera residente è molto “giovane”: il 27% è infatti rappresentato da minori con una punta del 32% nel comune di Marano sul Panaro. 34 Tabella 8 – Composizione della popolazione straniera residente per genere ed età (minori / popolazione complessiva) Stranieri Uomini residenti v.a. Comuni Castelnuovo Castelvetro Guiglia Marano Montese Savignano Spilamberto Vignola Zocca TOTALE % Donne v.a. % Minori % nuovi nati 1197 925 426 407 279 1034 1465 2788 633 647 516 241 212 158 550 814 1533 355 54% 56% 57% 52% 57% 53% 56% 55% 56% 550 409 185 195 121 484 651 1255 278 46% 44% 43% 48% 43% 47% 44% 45% 44% 332 240 110 129 64 314 381 768 167 28% 26% 26% 32% 23% 30% 26% 28% 26% 24 25 10 15 6 25 48 69 14 9154 5026 55% 4128 45% 2505 27% 236 In tema di cittadinanze emergono le seguenti peculiarità territoriali rispetto ai dati provinciali: - Sia nell’Unione Terre di Castelli che nella Comunità Montana l’area geografica di prevalenza è quella dell’Africa subsahariana, che in montagna rappresenta quasi il 50% della popolazione straniera residente; - Significativa la percentuale dei cittadini neo – comunitari residenti dal 2007 la cui percentuale si è assestata all’11,1 % in montagna. Tabella 9 - Popolazione straniera residente nei comuni dell’Unione Terre di Castelli per sesso, aree geografiche al 31/12/2007 - Valori assoluti e percentuale Castn Europa UE UE 2007 Europa extra UE Africa Settentrionale Africa Subsahariana Americhe Asia Totali Totali Savig Spilam Vignola F M F M F M F M F 28 20 29 15 45 77 92 166 251 27 23 41 61 61 21 65 163 247 88 182 154 171 170 360 352 904 883 148 206 154 242 145 685 415 1595 1025 37 81 73 92 70 149 132 513 380 17 5 9 1 12 13 30 32 87 64 33 24 232 148 228 169 687 476 409 550 484 814 651 1533 1255 4060 3349 Castv M F M 32 57 22 36 53 22 115 119 76 220 163 242 129 68 62 6 19 7 109 71 85 647 550 516 % TOT 417 5,6 410 5,5 1787 24,1 2620 35,4 893 12,1 119 1,6 15,7 1163 7409 100,00 Tabella 10- Popolazione straniera residente nei comuni della Comunità Montana per sesso, aree geografiche al 31/12/2007 - Valori assoluti e percentuale Guiglia Europa UE UE 2007 Europa extra UE Africa Settentrionale Africa Subsahariana Americhe Asia Totali Marano M F M 7 17 3 17 24 3 40 30 55 158 103 109 13 6 21 3 5 0 3 0 21 241 185 212 Montese Zocca F M F M F 10 32 19 8 13 6 18 22 45 59 66 50 33 36 34 74 25 8 236 144 14 2 1 7 7 5 3 7 10 14 20 28 31 13 7 195 158 121 355 278 % Totali M 50 83 181 528 43 16 65 966 F 59 111 163 329 28 31 58 779 TOT 109 194 344 857 71 47 123 1745 6,2 11,1 19,7 49,1 4,1 2,7 7,0 100,00 35 Nell’Unione i 5 maggiori paesi di provenienza sono nell’ordine: Marocco (oltre 25% del totale), Albania, Tunisia, Sri Lanka e Ghana che insieme costituiscono oltre il 70% del totale. In Comunità Montana è significativo che il primo paese di provenienza, il Marocco, da solo rappresenti oltre il 45%; seguono l’Albania (14,6%) e la Romania (10,8%). 36 PARAGRAFO 2 – LA COMPOSIZIONE PER CLASSI DI ETA’ 2.1 LE CLASSI DI ETA’ La distribuzione per classi di età del territorio di Vignola è in linea con quella provinciale. Figura 11 - Composizione della popolazione per fasce di età al 31/12/2007. Distretto di Vignola 13% pop. 0-14 anni 21% pop. 65 e olre 0-14 anni 66% pop. 15-64 anni 15 - 64 anni 65 e oltre Dal 2004 l’utenza potenziale delle strutture prescolari è cresciuta rispettivamente del 12,2% (02 anni) per i nidi e del 9,5% per le scuole dell’infanzia (3-5 anni). Andamento e dimensioni simili si evidenziano anche per la popolazione nella fascia di età delle scuole elementari, da 6 a 10 anni (+11,2%). L’incremento percentuale della fascia di età inferiore (+ 6,3%) si mantiene al di sotto relativa all’istruzione media di quello delle altre classi. E’ invece netto l’incremento per la fascia di utenza delle scuole medie superiori. Tabella 11 - Classi di età scolare incremento dal 2004 al 2007 Classi di età scolare 0-2 3-5 6 - 10 11 - 13 14 - 18 Variazione 07/04 % 2004 2005 2006 2007 assoluto 2366 2254 3434 2053 3127 2433 2393 3472 2128 3284 2603 2407 3694 2130 3448 2657 2468 3817 2182 3575 291 214 383 129 448 12,3 9,5 11,2 6,3 14,3 2.2 LA POPOLAZIONE CON PIÙ DI 65 ANNI Come già emerso, dal 2004 al 2007 gli anziani over 65 sono aumentati del 3,75%, si osserva 39che tra questi, sono i grandi anziani ovvero gli over 75enni, a registrare un maggiore incremento.Tabella 12 - Incremento popolazione over 65 anni 2004 2007 65+ 75+ 65+ 75+ maschi femmine 7492 9671 3271 5180 7890 9916 3579 5390 totale 17163 8451 17806 8969 per 100 res. 21,10% 10,40% 20,90% 10,50% 37 Figura 12 – Composizione e andamento della popolazione over 65 anni dal 2004 al 2007 2007 2006 2005 2004 8969 17806 8860 17684 75 e più 65 e più 8661 17435 8451 17163 38 PARAGRAFO 3 – MORTALITA’ E STILI DI VITA 3.1 – MORTALITA’ GENERALE Le principali cause di morte per tutte le età al 2007 tra i residenti nel distretto di Vignola sono rappresentate dalle malattie cardiovascolari con 337 casi pari al 38,4% dei decessi totali, dai tumori con il 30,6% casi e dalle patologie dell’apparato respiratorio con il 5,4%, analogamente a quanto accade a livello nazionale, regionale e provinciale. I tassi standardizzati, che annullano l’effetto del progressivo invecchiamento della popolazione, mostrano per tutte le cause nel loro insieme un andamento decrescente in entrambi i sessi sia per i valori distrettuali, provinciali e regionali. Tra distretto e provincia per la mortalità in generale non si rilevano differenze statisticamente significative rispetto allo standard provinciale per entrambi i sessi. Tabella 13 - Numero di decessi totali (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati per 100.000 abitanti (anni 2003-2007) - Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena Numero decessi 2007 M F Totale Distretto di Vignola Provincia di Modena Tassi grezzi x 100.000 ab. 2003-2007 M F Totale Tassi standardizzati* 2003-2007 M F Totale 422 456 878 1.015 1.017 1.016 823 817 820 3.213 3.503 6.716 996 994 995 841 806 823 * Popolazione di riferimento per tutte le standardizzazioni di mortalità e incidenza tumori: Italia 2001 Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena Tabella 14 - Principali cause di morte dei residenti nel distretto di Vignola: numero dei decessi Anno 2007 Patologie MALATTIE INFETTIVE TUMORI Sesso Uomini Donne Totale 5 4 9 139 130 269 11 11 22 T. colon 9 14 23 T. retto 2 4 6 51 8 59 T. stomaco T. polmone T. mammella donna MAL. GHIAND. ENDOCRINE MAL. SANGUE E ORG. EMATOP. DISTURBI PSICHICI - 25 25 21 24 45 3 2 5 13 31 44 9 22 31 156 181 337 Infarto 31 26 57 Altre mal. ischemiche del cuore 29 28 57 Disturbi circolatori dell'encefalo MAL. SISTEMA NERVOSO MAL. SIST. CIRCOLATORIO 36 52 88 MAL. APP. RESPIRATORIO 25 22 47 MAL. APP. DIGERENTE 15 13 28 MAL. APP. GENITO URINARIO 3 7 10 MAL. OSTEOM. E TESS. CONNETTIVO 2 2 4 ALTRE CONDIZ. MORB. PERINATALI - 1 1 STATI MORBOSI MAL DEFINITI 7 5 12 TRAUMATISMI ED AVVELENAM. 24 12 36 3 1 4 422 456 878 Incidenti stradali Totale Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 39 Tabella 15- Trend dei tassi standardizzati* di mortalità per tutte le cause Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione E-R Anni 1988-2007 2.000 Provincia Regione Distretto di Vignola Uomini 1.500 1.000 500 2006 2007 2006 2007 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 2.000 1988 0 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 1.500 1.000 500 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 0 Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 40 Tabella 16 Rapporto tra i tassi standardizzati* di mortalità (CMF) distrettuali sul valore provinciale, tutte le cause - Anni 2003-2007 Uomin i 1,25 1 Sassuolo Sassuolo Castelfranco Modena Modena Vignola Mirandola Mirandola Pavullo Carpi Donne Carpi 0,75 1,25 1 Castelfranco Vignola Pavullo 0,75 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 41 3.2 – MORTALITA’ INFANTILE La mortalità infantile nel distretto di Vignola mostra frequenze abbastanza basse; all’analisi dei rapporti standardizzati di mortalità (SMR) il distretto di Vignola presenta invece valori simili alla provincia e alla regione. Tabella 17 - Mortalità infantile dei residenti nel distretto di Vignola.Numero di decessi - Anni 1995-2007 1995-1997 1998-2002 2003-2007 Tutte le cause 11 17 16 - di cui: malformazioni congenite 2 3 2 - di cui: altre condizioni morbose perinatali 5 13 12 Tabella 18 Mortalità infantile dei residenti nel distretto di Vignola. Confronto del Rapporto Standardizzato di Mortalità (SMR) regionale, provinciale e distrettuale - Anni 1995-2007 Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 42 3.3 NEOPLASIE E TUMORI NEOPLASIE Secondo i dati del Registro Tumori, nel 2005 le neoplasie più frequenti diagnosticate in provincia di Modena sono state: negli uomini i tumori della prostata con il 27,9% delle neoplasie maschili, seguiti dai quelli del polmone 12,9%, e del colon-retto 10,9%; tra le donne i tumori della mammella 29,3%, seguiti da quelli del colon-retto 16,7%, e del tessuto linfoematopoietico 8,1%. Analizzando gli andamenti dal 1988 al 2005 dei tassi standardizzati di incidenza per tutti i tumori si nota lieve aumento sia per la provincia sia per il distretto di Vignola. Da notare che il valore annuale del tasso distrettuale è soggetto ad ampie oscillazioni annuali a causa dei più bassi numeri registrati, tuttavia l’andamento analizzato sul lungo periodo è nel complesso simile a quello provinciale. Il confronto statistico tra i tassi standardizzati per il periodo 2002-2005 mostra che l’incidenza per tutti i tumori per entrambi i sessi del distretto di Vignola non è significativamente diversa dal punto da quella provinciale. L’analisi della mortalità distrettuale per i tumori maschili indica che il maggior numero di decessi si registra per quelli del polmone, prostata e stomaco; tra le donne per mammella, colon e fegato. La mortalità standardizzata distrettuale e provinciale per tutti i tumori è in diminuzione per gli uomini e sostanzialmente stabile per le donne. Nel complesso non vi sono vi sono differenze significative di mortalità per tutti i tumori tra distretto e provincia nel periodo 2003-2007. L’analisi dei trend per singolo tumore mostra che a livello distrettuale i tassi standardizzati di mortalità sono soggetti anch’essi a fortissime oscillazioni annuali, tuttavia il loro andamento nel lungo periodo è simile a quello dello registrato a livello provinciale e regionale. 43 Tabella 19 Incidenza di neoplasie (anno 2005), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni 20022005) Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Numero casi 2005 F Totale M Tutti i tumori* Distr.Vignola Prostata Polmone Stomaco Colon Retto Mammella Tassi grezzi x 100.000 ab. 2002-2005 M F Totale Tassi standardizzati* 2002-2005 M F Totale 294 246 540 751 558 654 670 522 593 Prov.Modena 2.362 1.948 4.310 734 565 648 680 526 600 Distr.Vignola 82 - 82 178 - 178 160 - 160 Prov.Modena 602 - 602 189 - 189 177 - 177 Distr.Vignola 38 14 52 110 30 70 97 28 62 Prov.Modena 363 123 486 115 33 73 106 31 67 Distr.Vignola 17 6 23 43 21 32 37 19 28 Prov.Modena 116 85 201 37 23 30 33 20 26 Distr.Vignola 22 34 56 70 54 62 63 49 56 Prov.Modena 234 209 443 71 56 63 65 51 58 Distr.Vignola 10 7 17 32 25 29 29 24 26 Prov.Modena 96 60 156 28 20 24 26 18 22 Distr.Vignola - 72 72 - 162 162 - 154 154 - 562 562 - 169 169 - 160 160 Prov.Modena * Escluso carcinoma della pelle Tabella 20 - Decessi per neoplasie (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni 20032007) Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Numero decessi 2007 Stomaco Colon Retto Mammella Tassi standardizzati* 2003-2007 M F Totale M F Totale M F Totale 139 130 269 344 261 302 291 228 258 Prov. Modena 1.157 907 2.064 341 257 298 300 224 261 Distr. Vignola 51 8 59 103 25 64 90 22 55 Prov. Modena 361 110 471 102 30 65 91 27 58 Distr. Vignola 11 11 22 29 19 24 24 16 20 Prov. Modena 75 51 126 25 17 21 22 14 18 Distr. Vignola 9 14 23 26 23 24 22 19 21 Prov. Modena 98 83 181 28 22 25 25 19 22 Tutti tumori Distr. Vignola Polmone Tassi grezzi x 100.000 ab. 2003-2007 Distr. Vignola 2 4 6 9 8 8 7 7 7 Prov. Modena 36 28 64 10 8 9 9 7 8 Distr. Vignola - 25 - - 40 - - 36 - Prov. Modena - 155 - - 40 - - 36 - * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonti: - Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena - Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 44 TUTTI TUMORI Tassi standardizzati* di incidenza** Tabella 21 - Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1988-2005 1250 2005 2004 2002 2001 2000 Provincia 1999 1998 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1988 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 0 1996 0 1995 250 1994 250 1993 500 1992 500 1991 750 1990 750 1989 1000 1988 1000 Vignola 2003 Donne Provincia 1990 Vignola 1989 Uomini 1997 1250 ** Tutti i tumori escluso carcinoma della pelle Tabella 22 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 600 600 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonti: - Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena - Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 45 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 150 1993 150 1992 300 1991 300 1990 450 1989 450 1988 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 1988 Uomini 2001 Provincia Regione Distretto di Vignola TUMORE DEL POLMONE Tabella 23 - Tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1988-2005 250 2005 2004 2003 2001 2000 Provincia 1999 1998 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1988 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 0 1996 0 1995 50 1994 50 1993 100 1992 100 1991 150 1990 150 1989 200 1988 200 Vignola 2002 Donne Provincia 1989 Vignola 1997 Uomini 1996 250 Tabella 24 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 200 200 Uomini Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 150 150 100 100 50 50 Provincia Regione Distretto di Vignola 0 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonti: - Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena - Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 46 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 0 TUMORE DELLO STOMACO Tabella 25 - Tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1988-2005 125 125 Uomini Donne Tabella 26 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 120 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonti: - Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena - Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 47 2007 2006 2005 2004 2003 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 30 1993 30 1992 60 1991 60 1990 90 1989 90 1988 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 1988 Uomini 2002 Provincia Regione Distretto di Vignola 2001 120 2005 2004 2003 2001 2000 Provincia 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1988 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 25 1993 25 1992 50 1991 50 1990 75 1989 75 1988 100 1990 Vignola 100 2002 Provincia 1989 Vignola TUMORE DEL COLON Tabella 27 -Tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1988-2005 125 Tabella 28 -Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 100 100 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonti: - Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena - Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 48 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 25 1993 25 1992 50 1991 50 1990 75 1989 75 1988 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 1988 Uomini 2001 Provincia Regione Distretto di Vignola 2005 2004 2003 2001 2000 Provincia 1999 1998 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1988 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 0 1996 0 1995 25 1994 25 1993 50 1992 50 1991 75 1990 75 1989 100 1988 100 Vignola 2002 Donne Provincia 1990 Vignola 1989 Uomini 1997 125 TUMORE DEL RETTO Figura 13 - Trend dei tassi standardizzati* di incidenza Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1988-2005 80 Figura 14 - Tassi standardizzati* di mortalità Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 60 60 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonti: - Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena - Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 49 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 15 1993 15 1992 30 1991 30 1990 45 1989 45 1988 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 1988 Uomini 2001 Provincia Regione Distretto di Vignola 2005 2004 2003 2001 2000 Provincia 1999 1998 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1988 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 0 1996 0 1995 16 1994 16 1993 32 1992 32 1991 48 1990 48 1989 64 1988 64 Vignola 2002 Donne Provincia 1989 Vignola Uomini 1997 80 TUMORE DELLA MAMMELLA Figura 15 -Trend dei tassi standardizzati* di incidenza. Confronto: distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1988-2005 350 Vignola Donne Provincia 280 210 140 70 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 0 Figura 16 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 120 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 90 60 30 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 0 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonti: - Incidenza: Registro Tumori della provincia di Modena - Mortalità: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 50 3.4 MALATTIE DELL’APPARATO CIRCOLATORIO Il gruppo delle malattie dell’apparato circolatorio è un'importante causa di morte e di disabilità per entrambi i sessi. L’analisi della mortalità standardizzata indica inoltre che le patologie cardiovascolari hanno un andamento simile e senza differenze statisticamente significative, sia a livello distrettuale che provinciale e regionale in entrambi i sessi; in particolare le malattie ischemiche acute di cuore mostrano un andamento in netta diminuzione più marcata per gli uomini che per le donne; le forme croniche invece evidenziano un andamento distrettuale altalenante ma tendenzialmente in crescita per entrambi i sessi nel lungo periodo. In netto calo le malattie cerebrovascolari. Tabella 29 - Decessi per malattie cardiovascolari (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni 2003-2007). Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena Numero decessi 2007 M F Totale Tutte cardiov Tassi grezzi x 100.000 ab. 2003-2007 M F Totale Tassi standardizzati* 2003-2007 M F Totale Distr. Vignola 156 181 337 387 450 419 302 349 326 Prov. Modena 1.105 1.491 2.596 365 431 399 298 336 318 Ischemie Miocardiche Acute Distr. Vignola 31 26 57 72 63 68 60 51 55 Prov. Modena 209 184 393 71 56 63 60 45 52 Altre ischem del cuore Distr. Vignola 29 28 57 76 75 76 59 57 58 Prov. Modena 233 267 500 78 74 76 63 57 60 Cerebrovasc Distr. Vignola 36 52 88 79 118 99 60 92 77 Prov. Modena 235 396 631 76 112 95 62 88 75 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 51 Figura 17 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 – Tutte le malattie cardiovascolari 800 800 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1988 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 200 1993 200 1992 400 1991 400 1990 600 1989 600 1988 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 1989 Uomini 2001 Provincia Regione Distretto di Vignola Figura 18 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 – Infarto Miocardio Acuto 240 240 Provincia * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 52 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 60 1993 60 1992 120 1991 120 1990 180 1989 180 1988 Regione Distretto di Vignola Donne 1988 Uomini 2000 Provincia Regione Distretto di Vignola Figura 19 - Altre malattie ischemiche del cuore 200 200 Provincia Regione Distretto di Vignola 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1988 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 0 1994 0 1993 50 1992 50 1991 100 1990 100 1989 150 1990 Distretto di Vignola 150 1988 Provincia Regione Donne 1989 Uomini Figura 20 - Malattie cerebrovascolari 400 400 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 53 2007 2006 2005 2004 2003 2002 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 0 1994 0 1993 100 1992 100 1991 200 1990 200 1989 300 1988 300 1989 Donne 2001 Regione Distretto di Vignola 1988 Uomini 2000 Provincia Regione Distretto di Vignola Provincia 3.5 MALATTIE DELL'APPARATO RESPIRATORIO Queste patologie rappresentano la terza causa di morte nel distretto di Vignola, così come in provincia ed in regione. Il tasso standardizzato di mortalità è oscillante ma tendenzialmente decrescente sia per gli uomini che tra le donne; non si osservano differenze significative nei tassi di mortalità distrettuali rispetto a quelli provinciali per entrambi i sessi. Tabella 30 - Decessi per malattie dell'apparato respiratorio (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni 2003-2007). Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena Numero decessi 2007 M F Totale Distretto di Vignola Provincia di Modena Tassi grezzi x 100.000 ab. 2003-2007 M F Totale Tassi standardizzati* 2003-2007 M F Totale 25 22 47 80 56 68 62 43 53 261 236 497 78 64 71 62 50 56 Figura 21 - Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007 240 240 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001. Fonte: Archivio Provinciale di Mortalità Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 54 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 0 1995 0 1994 60 1993 60 1992 120 1991 120 1990 180 1989 180 1988 Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 1988 Uomini 2001 Provincia Regione Distretto di Vignola 3.6 TRAUMATISMI I traumatismi rappresentano la più importante causa di morte e di disabilità per i giovani al di sotto dei 40 anni. A queste patologie sono connessi anche elevati costi sociali. La mortalità standardizzata per traumatismi nel loro complesso e per incidente stradale, dal 1988 al 2007 in diminuzione sia nel distretto di Vignola, che in provincia e in regione EmiliaRomagna. Non risultano differenze significative dal punto di vista statistico dei tassi di mortalità distrettuali rispetto a quelli provinciali. Tabella 31 - Decessi per traumatismi (anno 2007), tassi grezzi e standardizzati* per 100.000 abitanti (anni 2003-2007). Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena Numero decessi 2007 M F Totale Tassi grezzi x 100.000 ab. 2003-2007 M F Totale Tassi standardizzati* 2003-2007 M F Totale Traumatismi e avvelen Distr. Vignola 24 12 36 47 25 36 42 21 31 Prov. Modena 132 83 215 50 28 39 46 24 35 Incidenti stradali Distr. Vignola 3 1 4 13 7 10 12 6 9 Prov. Modena 41 10 51 20 6 13 20 6 13 Figura 22 -Tassi standardizzati* di mortalità. Confronto: distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna. Anni 1988-2007. - Tramautismi e avvelenamenti 240 240 Provincia Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1988 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 0 1994 0 1993 60 1992 60 1991 120 1990 120 1989 180 1988 Regione Distretto di Vignola 180 1989 Uomini Figura 23 - Incidenti stradali 100 100 Provincia Regione Distretto di Vignola Uomini Provincia Regione Distretto di Vignola Donne 75 75 50 50 25 25 * Tassi standardizzati di mortalità x 100.000 abitanti. Standard Italia 2001 0 55 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000 1999 1998 1997 1996 1995 1994 1993 1992 1991 1990 1989 1988 0 3.7 MALATTIE INFETTIVE Il dato sulle malattie infettive in genere è sottostimato, a causa della non costante denuncia di esse. Sicuramente la sottostima è maggiore per le malattie meno importanti dal punto di vista causale e patologico e per quelle che colpiscono l’infanzia, mentre si possono riportare dati più certi per quelle più rilevanti. Le malattie qui analizzate rappresentano patologie infettive importanti come patogenesi e decorso, e dal punto di vista del dato di incidenza non mostrano frequenze particolarmente elevate. Essendo bassa la frequenza, il dato annuale è molto instabile e presenta oscillazioni che ne rendono difficile la lettura dell’andamento e ne inficiano la significatività nel confronto con la provincia. Tali malattie infatti presentano frequenze relativamente basse intervallate più o meno ciclicamente da picchi più importanti. In generale per le malattie infettive Epatiti virali e Salmonellosi di dati di Vignola presentano un andamento decrescente durante il periodo 1997-2007, rispettivamente inferiori e in linea con i valori provinciali e regionali. Malaria e Tubercolosi registrano invece andamenti oscillanti a causa dei bassi numeri che li riguardano. I dati sulle Meningiti qui presentati si riferiscono unicamente alle forme batteriche, che hanno un decorso più grave rispetto alle forme virali e frequenza piuttosto bassa. I dati di Vignola appaiono in netta crescita rispetto ai dati provinciali, ma a causa dei piccolissimi numeri presentano anche scarsa significatività statistica. 56 Tabella 32 - Frequenza delle principali malattie infettive. Confronto distretto di Vignola e provincia di Modena Anni 1997-2007 EPATITI MALARIA MENINGITI batt 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Distr.Vignola 6 6 3 3 2 2 7 3 2 5 3 Prov. Modena 63 71 50 31 42 33 54 34 29 42 40 Distr.Vignola 2 2 2 1 3 0 3 2 2 2 1 Prov. Modena 32 37 42 20 27 18 18 18 11 14 18 1 1 1 2 3 2 1 2 11 9 9 5 12 17 9 7 6 Distr.Vignola - 1 Prov. Modena 5 12 SALMONELLOSI Distr.Vignola Prov. Modena TUBERCOLOSI 2007 46 34 44 20 18 23 27 26 25 10 12 257 351 349 230 217 192 213 229 168 113 134 Distr.Vignola 7 6 5 7 5 5 7 5 14 9 7 Prov. Modena 81 99 85 99 77 74 85 62 79 82 72 Figura 24 - Epatiti: tassi grezzi triennali x100.000 ab. . Confronto distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007 16 Vignola Prov. Modena Regione ER 12 8 4 0 1997-2000 2001-2004 2005-2007 Fonte: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Regione Emilia-Romagna Elaborazioni: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 57 Figura 25 - Malaria: tassi grezzi triennali x100.000 ab. .Confronto distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007 8 Vignola Prov. Modena Regione ER 6 4 2 0 1997-2000 2001-2004 2005-2007 Figura 26 - Salmonellosi: tassi grezzi triennali x100.000 ab. .Confronto distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007 80 Vignola Prov. Modena Regione ER 60 40 20 0 1997-2000 2001-2004 2005-2007 Fonte: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Regione Emilia-Romagna Elaborazioni: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 58 Figura 27 - Tubercolosi: tassi grezzi triennali x100.000 ab.. Confronto distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007 24 Vignola Prov. Modena Regione ER 18 12 6 0 1997-2000 2001-2004 2005-2007* * Dato RER 2007 aggiornato al 29 gennaio 2009 Figura 28 - Meningiti batteriche: tassi grezzi triennali x100.000 ab. Confronto distretto di Vignola, provincia di Modena e regione Emilia-Romagna Anni 1997-2007 4 Vignola Prov. Modena Regione ER 3 2 1 0 1997-2000 2001-2004 2005-2007** ** Dato RER 2007 comprende tutte le malattie invasive batteriche Fonte: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Regione Emilia-Romagna Elaborazioni: Servizio Igiene Pubblica Rischi Biologici e Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 59 3.8 DIABETE Tabella 33- Stima dei pazienti diabetici nel distretto di Vignola, numero di diabetici in carico segnalati e percentuale di presa in carico sul totale stimato. Anno 2007 Diabetici attesi* anno 2007 Diabetici in carico ai MMG e CAD segnalati nel 2007 Percentuale dei pazienti in carico MMG+CAD nel 2007 Totale pazienti presi in carico anni 1998-2007 Distretto di Vignola 3.754 389 10,4% 1.398 Provincia di Modena 29.818 8.507 28,5% 20.630 * sulla base della prevalenza dei diabetici del 4,4% (Sorveglianza PASSI 2007, Regione E-R) Figura 29 - Numero di pazienti diabetici segnalati nel distretto di Vignola, per tipologia di assistenza. Anni 1998-2007 600 MMG CAD 450 300 150 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Fonte: Registro Progetto Diabete Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 60 Figura 30 - Composizione percentuale per sesso dei pazienti diabetici in carico segnalati nel distretto di Vignola e nella provincia di Modena. Anni 1998-2007 80 Uomini Donne 60 % 40 20 0 Vignola Provincia Figura 31 - Composizione percentuale per fasce di età dei pazienti diabetici in carico segnalati nel distretto di Vignola e nella provincia di Modena.Anni 1998-2007 40 Vignola Provincia 30 % 20 10 0 <45 45-54 55-64 65-74 75-84 85+ Classe di età Fonte: Registro Progetto Diabete Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 61 3.9 DEMENZE Tabella 34 - Stima dei pazienti con demenza nel distretto di Vignola, numero di pazienti in carico segnalati e percentuale di presa in carico sul totale stimato. Anno 2007 Stima di pazienti con demenza* anno 2007 Stima nuovi casi di demenza annui Pazienti segnalati nel 2007 % pazienti con demenza presi in carico nel 2007 Tot pazienti segnalati anni 2002-2007 Distr. di Vignola 1.670 289 37 2,2% 327 Prov. di Modena 13.208 2.283 1.954 14,8% 5.054 * dati stimati dal progetto ILSA, possibile sottostima dei pazienti con 85 anni e più Figura 32 - Percentuale di utilizzo dei servizi nei pazienti con demenza segnalati nel distretto di Vignola. Anni 2002 -2007. 100% Residenze Centri diurni e/o Villa Igea Servizi e suss. a domicilio 75% 50% 25% 0% Vignola Provincia Fonte: Registro Progetto Demenze Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 62 Figura 33 - Composizione percentuale per sesso dei pazienti con demenza segnalati nel distretto di Vignola e nella provincia di Modena 100 Uomini Donne 75 % 50 25 0 Vignola Provincia Anni 2002 -2007 Figura 34 - Composizione percentuale per fasce di età dei pazienti con demenza segnalati nel distretto di Vignola e nella provincia di Modena 100 Vignola Provincia 75 % 50 25 0 <75 >=75 Classe di età Anni 2002 -2007 Fonte: Registro Progetto Demenze Elaborazioni: Servizio di Epidemiologia - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 63 3.10 INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI Figura 35 - Unità locali: composizione percentuale per settore produttivo.Confronto tra il distretto di Vignola e la provincia - Anno 2003 Commercio e servizi privati e pubblici Costruzioni Metalmeccanico Trasporti Alimentare Totale unità locali Altre industrie - Vignola: 7.608 Tessile e abbigliame nto - Provincia: Ceramico Lavorazione legno Distretto di Vignola Provincia di Modena Lav. agricole industriali 0 20 40 60 80 Figura 36 - Addetti: composizione percentuale per settore produttivo. Confronto tra il distretto di Vignola e la provincia - Anno 2003 Commercio e servizi privati e pubblici Metalmeccanico Alimentare Ceramico Costruzioni Totale addetti Altre industrie - Vignola: 32.495 Trasporti - Provincia: Tessile e abbigliame nto Lavorazione legno Distretto di Vignola Provincia di Modena Lav. agricole industriali 0 20 40 60 80 Fonte: ISTAT Elaborazioni: SPSAL - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 64 Tabella 35 - Infortuni accaduti nelle gestioni INAIL Agricoltura, Industria e Servizi nel distretto di Vignola Anno 2003 Infortuni in ambiente lavorativo Gruppo Infortuni complessivi senza indenn. o posiz aperta totale 12 1 199 1 3 206 37,5 - - 7 12,1 - - temporanei permanenti Lav. agricole 186 Alimentare 202 Tessile e abbigliamento Gravità media Infortuni in per infortunio itinere * morti 7 105,9 - - 27 1 28 77,5 - - Ceramico 183 4 7 194 60,8 - - Metalmeccanico 235 5 2 242 53,6 - - Costruzioni 177 17 9 203 142,4 - - Trasporti 180 4 4 188 43,3 - - 64 3 2 69 84,4 - - 264 8 3 275 51,3 - - 12 2 17 31 79,9 - - Totale anno 2003 1.537 57 48 1.642 70,2 154 1.796 Totale anno 2002 1.816 38 1 37 1.892 60,7 142 2.034 Totale anno 2001 1.895 51 3 16 1.965 71,7 159 2.124 Totale anno 2000 1.984 70 4 15 2.073 100,7 162 2.235 Lavorazione legno Altre industrie Commercio e servizi privati e pubblici Non determinati * definita convenzionalmente come somma della durata effettiva dell'assenza dal lavoro + 75 gg per grado di invalidità riconosciuto + 7500 gg per ogni evento mortale Figura 37 - Indici di incidenza degli infortuni* - Anni 2002-2003. Confronto tra il distretto di Vignola e la provincia 80 Distretto di Vignola Provincia di Modena 60 40 20 0 2000 2001 2002 2003 * L’indice di incidenza degli infortuni (n° infortuni per 1.000 addetti) è ottenuto rapportando il numero di addetti/anno al numero di infortuni indennizzati, esclusi quelli in itinere, quelli accaduti a dipendenti di ditte con posizione assicurativa collocate fuori dal territorio provinciale e quelli accaduti ad apprendisti e soci di cooperative di facchinaggio e pesca. Fonte: Flussi INAIL, elaborazioni: SPSAL - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 65 Tabella 36 - Malattie professionali per settori produttivi - Anno 2007. Confronto tra il distretto di Vignola e la provincia Distretto di Vignola Gruppo Agricoltura Alimentare Ceramica Chimica* Edilizia Legno Metalmeccanica Sanità Tessile Altro Totale anno 2007 Totale anno 2006 Totale anno 2005 Totale anno 2004 Provincia di Modena N° % N° 8 44 15 7 23 2 61 1 3 164 220 145 179 4,9 26,8 9,1 4,3 14 1,2 37,2 0,6 1,8 100 37 88 271 69 310 23 598 33 6 193 1.628 1.289 1.484 1.198 % 2,3 5,4 16,6 4,2 19 1,4 36,7 2 0,4 11,9 100 * comprende anche il biomedicale Figura 385 - Malattie professionali: composizione percentuale per patologia. Confronto tra il distretto di Vignola e la provincia - Anno 2007 Ipoacusia Patologie muscolo-scheletriche arti superiori Patologie muscolo-scheletriche del rachide Broncopneumopatie Patologie infettive Patologie cutanee Distretto di Vignola Pneumoconiosi Provincia di Modena Tumori Altro 0 25 50 75 100 Fonte: SPSAL - Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Modena 66 PARAGRAFO 4 - IL LAVORO, I REDDITI E LA POVERTA’ ECONOMICA Nel presente paragrafo si procederà riportando una sintesi dei dati e delle tendenze della “Seconda Indagine sulle Condizioni Economiche e Sociali delle famiglie della provincia di Modena” (ICESmo2) effettuata nel 2006 dal Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Capp)4 dai quali è possibile ricavare alcuni spunti riguardanti la struttura sociale, i livelli di reddito e la sua distribuzione, la povertà economica ed alcuni aspetti riguardanti aspetti soggettivi del benessere e della qualità della vita. In particolare in questo lavoro ci si concentra sulle principali differenze, sociali ed economiche, che emergono dall’indagine tra il territorio di Vignola, il comune di Modena e il distretto di Sassuolo che sono stati oggetto di sovracampionamento5. Si ritiene utile riportare questa analisi pur nella consapevolezza dei profondi cambiamenti in atto determinati dall’attuale congiuntura economica negativa. 4.1 LA STRUTTURA OCCUPAZIONALE Il territorio di Vignola mostra livelli di occupazione per quanto riguarda la popolazione in età 2564 anni più alti della media provinciale per gli uomini mentre significativamente inferiori per quanto riguarda le donne. Tabella 37 – Tassi di occupazione per genere e per area (25 – 64 anni) Tabella 38 – Stock disoccupati in Provincia di Modena e nei comuni del distretto di Vignola anni 2008 e 2007 4 A cura di Massimo Baldini e Paolo Silvestri Nei distretti le aree oggetto di indagine sono stati per il distretto di Modena il comune di Modena, per il distretto di Vignola i cinque comuni dell’Unione Terre di Castelli, per il distretto di Sassuolo i quattro comuni dell’Associazione dei comuni modenesi del distretto ceramico. 5 67 Tabella 39 - – Stock dei lavoratori in mobilità in Provincia di Modena e nei comuni del distretto di Vignola anni 2008 e 2007 Dal punto di vista della specializzazione dei diversi settori produttivi il territorio di Vignola è caratterizzato da una concentrazione del lavoro nelle imprese della manifattura (meccanica e macchine per il packaging) che impiegano il 50,9% degli addetti. Prendendo a riferimento la professione del capofamiglia, Vignola è in linea con la media provinciale per cui circa un terzo (33,3%) della popolazione – campione presa a riferimento nella ricerca è rappresentata da pensionati. Seguono gli operai (24,9%) e gli impiegati / insegnanti (17,2) e i lavoratori indipendenti. Figura 39 - Distribuzione degli individui del campione per professione del capofamiglia Altro 2% Operai 25% Pensionato 33% Impiegati / Insegnanti 17% Indipendente 18% Quadro / Dirigenti 5% 68 4.2 I LIVELLI DI REDDITO FAMILIARE I dati relativi ai livelli di reddito familiare evidenziano che il distretto di Vignola presenta un andamento in linea con la media provinciale. Tabella 40 - Valori medi del reddito familiare E’ possibile approfondire l’analisi disaggregando le informazioni sul reddito equivalente sulla base dei profili familiari ovvero prendendo a riferimento alcune caratteristiche anagrafiche e sociali del capofamiglia, piuttosto che il numero dei componenti o titolo di godimento dell’abitazione. L’aspetto peculiare della zona è costituito da una maggiore omogeneità nei redditi medi familiari per quasi tutte le dimensioni osservate il chè dimostra differenze più contenute tra i profili familiari “forti” e quelli “deboli”. Figura 40 – Reddito equivalente per genere del capofamiglia. Considerando il genere del capofamiglia. In media i redditi delle famiglie con persona di riferimento donna sono più bassi, anche perché spesso si tratta di nuclei costituiti da una persona anziana che vive da sola; questa differenza è più marcata a Modena e Vignola rispetto alla media provinciale. Viceversa Vignola mostra una meno marcata relazione tra il reddito equivalente e la variazione del numero di componenti del nucleo o la variazione del grado del titolo di studio del capofamiglia. L’andamento dei redditi familiari equivalenti per età del capofamiglia evidenzia come a Vignola (così come a Sassuolo e a differenza del dato della città di Modena) le differenze di reddito fino a 50 anni sono assai contenute mentre il salto avviene nella classe 41-60 anni. 69 Figura 41 - Reddito equivalente per titolo di godimento dell’abitazione La proprietà o meno dell’abitazione costituisce un discrimine importante nella condizione economica delle famiglie (figura 38): il reddito della famiglie in affitto è infatti sistematicamente più basso, nell’ordine della metà, di quello della famiglie che sono proprietarie dell’abitazione; le differenze tra la situazione di Vignola e le altre aree della provincia non sono rilevanti. Figura 42 - Reddito equivalente per luogo di nascita del capofamiglia Così come negli altri territori il luogo di nascita del capofamiglia dei residenti nel territorio di Vignola costituisce un'altra fonte di disuguaglianza di tutto rilievo: le famiglie di origine extracomunitaria sono quelle con peggiore condizione economica, con un reddito che in media è la metà di quello delle famiglie autoctone, seguite da quelle degli italiani immigrati dal mezzogiorno (figura 39). 70 Figura 43 - Reddito equivalente per professione del capofamiglia In linea con il dato provinciale anche nel territorio di Vignola emerge con chiarezza l’ampio ventaglio dei redditi sulla base della professione del capofamiglia, che va da un minimo per le famiglie operaie ad un massimo per quelle con capofamiglia dirigente – quadro (con differenze dell’ordine del doppio); seguono gli indipendenti e, allo stesso livello, le famiglie di pensionati e degli impiegati – insegnanti. Figura 44 - Distribuzione delle famiglie per numero di percettori di redditi da lavoro Molto rilevante ai fini della condizione economica è il numero di percettori di redditi da lavoro. Circa il 30% di famiglie non ha alcun percettore: si tratta prevalentemente della famiglie di pensionati. Vignola, subito dopo Sassuolo, ha invece una quota di famiglie con 2 o più percettori sensibilmente più elevata. 4.3. LA DISUGUAGLIANZA NELLA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO FAMILIARE E DEL PATRIMONIO Considerando alcuni indici strategici di disuguaglianza (la figura seguente mostra l’indice di Gini che vale 0 nel caso di totale eguaglianza e 1 nel caso opposto) l’’indagine mostra come, dato un contesto provinciale che presenta minore diseguaglianza del reddito rispetto ai valori medi nazionali (pari a 0,33), quando si disaggrega l’informazione per zone della provincia emergono 71 differenze di rilievo. Il territoro di Vignola presenta l’indice più basso (ovvero il minor livello di disuguaglianza relativa). Figura 45 - Indici di Gini del reddito disponibile equivalente La tabella seguente propone una analisi di chi sono i “ricchi” nella zona e nelle altre aree della provincia attraverso l’incidenza, per condizione professionale del capofamiglia, di coloro che appartengono al 20% delle famiglie con il reddito più elevato. Tabella 41 - Quota di individui “ricchi” (9° e 10° decile) per professione del capofamiglia Si evidenzia che a Vignola sono particolarmente diffuse tra i ricchi le famiglie dei dirigenti – quadri e gli indipendenti. In linea con il dato provinciale solo il 5% di chi vive in famiglie operaie rientra nella categoria delle famiglie con il reddito più alto. La relazione tra elevato reddito familiare e livello di istruzione del capofamiglia mostra che la probabilità di entrare nella fascia dei “ricchi” è doppia per i famigliari dei laureati rispetto alla media complessiva. 72 Tabella 42 - Quota di individui “ricchi” (9° e 10° decile) per titolo di studio del capofamiglia I valori dell’indice di Gini riferiti alla distribuzione del patrimonio (tabella 39) sono molto elevati, ad indicare l’elevata diseguaglianza della sua distribuzione. Le differenze per zona, già analizzate con riferimento alla distribuzione del reddito, si riflettono con lo stesso ordine anche nella distribuzione del patrimonio: Vignola (0,548) presenta un valore più basso di quello medio provinciale. Tabella 43 - Indice di Gini del patrimonio equivalente per zone 4.4 I LIVELLI DI REDDITO INDIVIDUALE Nell’analisi dei redditi da lavoro degli occupati più stabili (cioè coloro che hanno lavorato a tempo pieno per 12 mesi nell’anno di riferimento - full time full year FT-FY) e che rappresentano il 90 % degli occupati, emergono le seguenti specificità per il territorio di Vignola. Il reddito medio annuale dei lavoratori FT-FY della zona di Vignola presenta valori più bassi dei corrispondenti valori provinciali con l’eccezione delle retribuzioni degli operai che sono le più elevate: ne segue che il differenziale tra operai e dirigenti è il più contenuto rispetto agli altri territori. Tabella 44 - Reddito medio annuale netto per genere e condizione professionale (lavoratori occupati a tempo pieno tutto l’anno) 73 La scomposizione del dato per genere mostra che, se nella media provinciale le lavoratrici guadagnano l’81% dei maschi, a Vignola le differenze sono più contenute (76%). Analogamente la scomposizione per condizione occupazionale. Vignola è l’area dove si lavora più ore. La differenza con il dato provinciale non è di poco conto ed interessa in modo particolare gli uomini. La tendenza a lavorare più a lungo è particolarmente pronunciata per gli operai e i dirigenti. Nel complesso gli uomini lavorano più delle donne. Tabella 45 - Ore medie settimanali di lavoro per genere e condizione professionale (lavoratori occupati a tempo pieno tutto l’anno) A fronte di una remunerazione oraria netta di € 9,0 in media provinciale si osservano le seguenti differenze: - i redditi medi degli operai sono in media la metà di quelli dei dirigenti anche se a Vignola la differenza è meno significativa - Vignola è il territorio con la più bassa remunerazione oraria, con una differenza anche di 1,9 euro in meno all’ora per dirigenti e quadri e di 0,6 euro per gli indipendenti. In conclusione: a Vignola si lavora più ore a settimana ma con una più bassa remunerazione oraria, che si traduce in un minor reddito da lavoro su base annuale. Tabella 46 - Reddito orario medio da lavoro per condizione professionale (lavoratori occupati a tempo pieno tutto l’anno) Sintetizzando l’area di Vignola, con una struttura produttiva e occupazionale che tende a riprodurre le caratteristiche medie della provincia, presenta la popolazione meno istruita delle 74 tre aree. Tutte le differenze tra livelli di reddito familiare sono più attenuate, con il risultato netto di offrire un vantaggio relativo alle categorie sociali che, negli altri contesti, risultano più deboli e, viceversa, uno svantaggio relativo a quelle più forti. Le famiglie operaie presentano il reddito medio più elevato tra le stesse famiglie della provincia; lo stesso dicasi per coloro che non posseggono l’abitazione, per i meno istruiti, per i giovani, le donne e per le famiglie più numerose. A Vignola tutti i lavoratori (con l’esclusione degli operai) hanno però una più bassa remunerazione oraria, sicché l’elevato livello del reddito familiare (pari a quello medio della provincia) è sostanzialmente garantito da un maggior tempo di lavoro (quasi due ore in più alla settimana). Si tratta di una differenza assai rilevante e che, probabilmente, si riflette sul livello di soddisfazione delle persone che possono dedicare meno tempo ad altre attività sociali, culturali e relazionali. 4.5 LA POVERTA’ ECONOMICA Prendendo a riferimento l’analisi della povertà in senso unidimensionale ovvero correlata esclusivamente al reddito e considerando povero un individuo il cui reddito disponibile equivalente della famiglia di cui fa parte inferiore al 60% della mediana della distribuzione provinciale, Vignola ha una quota di poveri (10,8%) significativamente inferiore sia al totale provinciale (15,6%) sia a quello delle altre due zone prese a riferimento, ovvero il distretto di Sassuolo(18,9%) e il comune di Modena (15,1%). D’altra parte a Vignola molti poveri hanno redditi inferiore al 50% del reddito mediano perché l’indice di diffusione della povertà a Vignola diminuisce poco quando si passa dalla linea 60% alla linea 50%. Figura 46 - Quota di individui poveri in ciascuna area e nel totale della provincia La probabilità di essere povero non è uniforme nel ciclo della vita ma è decisamente superiore nei giovani a Vignola come un tutte le zone considerate. A Vignola il rischio di povertà non aumenta con l’età infatti tra gli anziani si registrano i livelli di povertà più bassi e la probabilità di essere in povertà è per quasi tutte le classi di età inferiore rispetto alle medie provinciali, tranne per i quarantenni. 75 Figura 47 - - Diffusione povertà per classe di età dell’individuo Considerato che la povertà interessa soprattutto i giovani e solo in seconda battuta gli anziani essa è più diffusa nelle famiglie con almeno un numero di 5 componenti anche se a Vignola la percentuale degli individui poveri che vive in famiglie numerose è solo del 25% contro il 40% della città di Modena e della zona delle ceramiche. Per le famiglie di 4 persone la diffusione della povertà a Vignola si riduce al 4% contro il 20% di Sassuolo e il 13% di Modena. Figura 48 - - Diffusione povertà per numero componenti A Vignola come in tutte le aree il rischio di povertà per un individuo che vive in una famiglia operaia è 6 volte più alto rispetto a chi vive in una famiglia di impiegati o insegnanti e 3 volte più alto rispetto alle famiglie dei pensionati. 76 Figura 49 - Diffusione povertà per condizione professionale del capofamiglia Una delle caratteristiche più strettamente correlate con un elevato rischio di povertà economica è sicuramente costituito dal titolo di godimento dell’abitazione: nel complesso della provincia di Modena, più del 50% delle persone che vivono in affitto sono povere, contro solo il 5% di chi vive in proprietà. La quota di affittuari in povertà è più bassa a Vignola (42%), anche se comunque sempre decisamente superiore al rischio di povertà dei proprietari. Si può quindi concludere che tra i proprietari della propria abitazione la povertà è un fenomeno assai poco frequente (6%). Figura 50- Diffusione povertà per tipo di godimento dell’abitazione. A Vignola la tipologia di famiglia “povera” più diffusa è quella con almeno due figli minori anche se l’indice di diffusione è decisamente inferiore al livello raggiunto, per la stessa tipologia, nelle altre aree. Al contrario è molto più alto del dato provinciale il rischio di povertà per le coppie senza figli relativamente giovani. Figura 51 - Diffusione povertà degli individui per tipologia familiare di appartenenza 77 In sintesi sotto il profilo del rischio di povertà a Vignola non solo la povertà è più contenuta rispetto a Sassuolo e a Modena, ma si distribuisce in maniera più uniforme tra i profili considerati. Sembrerebbero fare eccezione le famiglie “povere” in affitto, che sono gravate da un costo, quello dell’abitazione, che incide in maniera particolarmente pesante sui bilanci, dato un livello degli affitti (che in questa zona è trascinato da una più ampia superficie media delle abitazioni) analogo a quello delle altre zone e da un più basso reddito medio delle famiglie povere. 78 PARAGRAFO 5 - CAPITALE SOCIALE Allo scopo di fornire un quadro territoriale del capitale sociale del distretto si assume qui la definizione del capitale sociale proposta nel profilo di comunità e nell’Atto di indirizzo della conferenza Territoriale sociale e sanitaria della Provincia di Modena, ovvero si fa riferimento ad indicatori che misurino le dimensioni della fiducia, dell’impegno civico, dell’attività di volontariato e della partecipazione. In generale gli indicatori sotto riportati evidenziano valori inferiori alla media provinciale. In primo luogo la presenza di realtà ricreative, associazioni di volontariato e così via rappresenta un fattore di promozione e di sviluppo del capitale sociale. Rispetto alla media provinciale Vignola presenta una media inferiore di organizzazioni di volontariato e volontari così come di associazioni di promozione sociale prevalentemente di ambito sportivo. Tabella 47 - Organizzazioni di volontariato e volontari in rapporto alla popolazione residente per distretto, 2008 Tabella 48 – Associazioni di promozione sociale iscritte al registro provinciale, 01/06/2008 Tabella 49 – Numero e composizione associazioni di promozione sociale per settore di attività, 01/06/2008 Turismo 5 0 Cultura 39 35 Socio sanitario 3 Analogamente anche il dato sulle cooperative sociali è il più basso della provincia di Modena. 79 Tabella 50 - Cooperative sociali per distretto e tipologia al 01/01/2008 Anche la percentuale di popolazione che dichiara di svolgere attività di volontariato negli ultimi 12 mesi è inferiore alla media provinciale ossia è pari al 10% contro il 13% provinciale. Infine in riferimento invece all’attività politica il dato distrettuale si attesta esattamente in linea con la media provinciale ovvero è pari al 4%. 80 II° PARTE – EVOLUZIONE DEI SERVIZI E DEGLI INTERVENTI SOCIALI PARAGRAFO 1 - IL SISTEMA DI ACCESSO AI SERVIZI E AD AGLI INTERVENTI NELLA ZONA SOCIALE DI VIGNOLA Con riferimento all’intero distretto nel corso del 2008 si è provveduto alla definizione delle linee – guida per la qualificazione del sistema unificato di accesso ai servizi e agli interventi tramite l’approvazione del “Programma finalizzato per la realizzazione degli Sportelli Sociali”. Questo nuovo sistema che è in corso di implementazione prende il via dall’impostazione precedente che prevede, per quanto riguarda il “primo contatto” di chi presenta un bisogno che necessita della successiva presa in carico, la possibilità di rivolgersi alla pubblica amministrazione locale in luoghi diversi (Uffici territoriali dell’Unione Terre di Castelli e Uffici Servizi Sociali dei Comuni Montani – Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’ASP – Servizio Assistenza Anziani – Assistenti sociali dell’ASP – Ospedali per le dimissioni protette). Tabella 51 - Accesso al sistema: Luogo di primo contatto6 LUOGO DEL PRIMO CONTATTO - 2007 UFFICIO RELAZIONE COL PUBBLICO ASP NR % 48 16,84% 59 24,08% 61 29,76% 80 25,97% ASSISTENTE SOCIALE SERVIZIO ASSISTENZA ANZIANI SPILAMBERTO NR 39 34 37 39 % 13,68% 13,88% 18,05% 12,66% NR 14 5 16 28 % 4,91% 2,04% 7,80% 9,09% VIGNOLA 131 21,65% 76 12,56% 322 UNIONE TERRE DI CASTELLI 280 16,99% 139 8,43% 570 ZOCCA 16 15 8 29 15,53% 16,85% 10,96% 21,80% 10 10 23 12 9,71% 11,24% 31,51% 9,02% 37 28 11 38 COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST 68 17,09% 55 13,82% 8 14,55% 1 1,82% 356 16,94% 195 9,28% TERRITORIO COMUNALE DI RIFERIMENTO CASTELNUOVO R CASTELVETRO SAVIGNANO S.P. GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ALTRO TOTALE DIMISSIONI PROTETTE OSPEDALIERE NR 28 18 20 26 % 9,82% 7,35% 9,76% 8,44% 53,22% 54 8,93% 34,59% 146 8,86% 35,92% 31,46% 15,07% 28,57% 12 6 14 11 11,65% 6,74% 19,18% 8,27% 114 28,64% 43 28 50,91% 11 712 33,89% 200 9,52% UFFICI SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI NR 156 129 71 134 ALTRO TOTALE NR 285 245 205 308 % 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% % 54,74% 52,65% 34,63% 43,51% NR 0 0 0 1 % 0,00% 0,00% 0,00% 0,32% 21 3,47% 1 0,17% 605 100,00% 28,80% 511 31,01% 2 0,12% 1.648 100,00% 78,44% 28 29 17 43 27,18% 32,58% 23,29% 32,33% 0 1 0 0 0,00% 1,12% 0,00% 0,00% 103 89 73 133 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 4,90% 4,24% 3,47% 6,33% 10,80% 117 29,40% 1 0,25% 398 100,00% 18,94% 20,00% 4 7,27% 3 5,45% 55 100,00% 2,62% 632 30,08% 6 0,29% 2.101 100,00% 100,00% Tabella 52 - Accesso al sistema: Competenza per Area del Servizio sociale professionale7 ACCESSO PER AREA - 2007 CASTELNUOVO R CASTELVETRO SAVIGNANO S.P. SPILAMBERTO VIGNOLA 95 93 53 87 159 33,33% 37,96% 25,85% 28,25% 26,28% 32 49 39 42 92 11,23% 20,00% 19,02% 13,64% 15,21% 158 103 113 179 354 55,44% 42,04% 55,12% 58,12% 58,51% 285 245 205 308 605 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% % SUL TOTALE DEL TERRITORIO 13,56% 11,66% 9,76% 14,66% 28,80% UNIONE TERRE DI CASTELLI 487 29,55% 254 15,41% 907 55,04% 1.648 100,00% 78,44% GUIGLIA MARANO S.P. 25 32 24,27% 35,96% 16 10 15,53% 11,24% 62 47 60,19% 52,81% 103 89 100,00% 100,00% 4,90% 4,24% MONTESE ZOCCA 9 30 12,33% 22,56% 2 30 2,74% 22,56% 62 73 84,93% 54,89% 73 133 100,00% 100,00% 3,47% 6,33% COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST 96 24,12% 58 14,57% 244 61,31% 398 100,00% 18,94% 8 14,55% 19 34,55% 28 50,91% 55 100,00% 2,62% 591 28,13% 331 15,75% 1.179 56,12% 2.101 100,00% 100,00% AREA MINORI TERRITORIO DI RIFERIMENTO NR ALTRO TOTALE 6 7 AREA ADULTI % NR % AREA ANZIANI NR % SUL TOTALE DEL TERRITORIO TOTALE % NR % Fonte: Bilancio Sociale Asp anno 2007 Idem 81 13,56% 11,66% 9,76% 14,66% La tabella 48 evidenzia soprattutto il fatto che le richieste di aiuto da parte della popolazione anziana abbiano costituito nel 2007 la maggior parte di quelle che sono state inoltrate, in particolare per quanto concerne il territorio montano. Partendo dall’assetto sopra descritto nel corso del 2008 è stato avviato il percorso di realizzazione dello Sportello Sociale. L’impostazione segue le seguenti linee di indirizzo date dalla normativa nazionale, regionale e provinciale in base alle quali: - occorre istituire sistema informativo dei servizi sociali per assicurare una compiuta conoscenza dei bisogni sociali, del sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali e poter disporre tempestivamente di dati ed informazioni necessari alla programmazione, alla gestione e alla valutazione delle politiche sociali (legge 328/2008 art. 21) - occorre quindi istituire, in ogni ambito territoriale (…), una porta unitaria di accesso al sistema dei servizi, tale da essere accogliente nei confronti della più ampia tipologia di esigenze (Piano sociale nazionale 2001-2003) - “(…) è quindi un livello informativo e di orientamento indispensabile per evitare che le persone esauriscano le loro energie nel procedere, per tentativi ed errori, nella ricerca di risposte adeguate ai loro bisogni” (Piano sociale nazionale 2001-2003) - L'accesso al sistema locale è garantito da sportelli sociali attivati dai Comuni, singoli o associati (…) in raccordo con le Aziende unità sanitarie locali (…). Gli sportelli sociali forniscono informazioni ed orientamento ai cittadini sui diritti e le opportunità sociali, sui servizi e gli interventi del sistema locale, nel rispetto dei principi di semplificazione. I Comuni organizzano l'attività degli sportelli sociali con modalità adeguate a favorire il contatto anche di chi, per difficoltà personali e sociali, non vi si rivolge direttamente. Per bisogni complessi, che richiedono l'intervento di diversi servizi o soggetti, i competenti servizi attivano gli strumenti tecnici per la valutazione multidimensionale e per la predisposizione del programma assistenziale individualizzato, compresi il progetto individuale per le persone disabili ed il progetto educativo individuale per i minori in difficoltà. (Legge regionale 2/2003 articolo 7 ”Accesso al sistema locale dei servizi sociali a rete. Istituzione degli sportelli sociali”) - “(…) Lo Sportello Sociale costituisce una funzione di integrazione degli accessi al sistema locale dei servizi sociali. In quanto funzione esso risponde ad un unico centro di responsabilità a livello di zona, ma si traduce operativamente in molteplici punto fisici di accesso rivolti alla cittadinanza”. (Piano sociale e sanitario regionale 2005/2007 e 2008/2010) - (…) nell’ambito della facilitazione dell’accesso ai servizi (sanitari) deve essere perseguito un forte raccordo operativo, quando non l’unificazione, con gli “sportelli sociali dei 82 comuni (…) (Atto di indirizzo e coordinamento triennale 2009-2011 della CTSS della Provincia di Modena). In primo luogo nel 2008 è stato attivato di un punto di coordinamento collocato presso l’Ufficio di piano ed è in corso la riqualificazione dei 9 punti di accesso territoriali collocati nelle sedi territoriali. Per quanto riguarda gli altri punti di accesso (ufficio relazioni con il pubblico dell’ASP e dell’AUSL, Ospedali per le dimissioni protette), si è ritenuto opportuno mantenerli come luoghi di primo contatto ed accesso specifici collegati con gli sportelli sociali attraverso il sistema informativo, così da permettere il monitoraggio della tipologia di domanda e la messa in rete delle informazioni e dei collegamenti fra i servizi. Allo Sportello Sociale sono assegnate le seguenti funzioni: Funzione di front-office - Informazione: fornire risposte alle richieste dell’utente con una informazione aggiornata, esatta, rapida, estesa e con un linguaggio semplice e chiaro, rispetto a diritti e opportunità e servizi che offre il territorio. - Ascolto – Orientamento: decodifica della domanda e prima lettura dei bisogni del singolo o del nucleo famigliare che si rivolge allo sportello Funzione di accompagnamento, ovvero assumere un ruolo attivo nel contatto tra il cittadino e il servizio - Filtro per il servizio sociale professionale: prima accoglienza del bisogno e indirizzo al servizio sociale professionale. Compilazione scheda di accesso ai servizi per successivo contatto dell’Assistente Sociale - Supporto personalizzato per l’accesso al servizio competente per la presa in carico (esempio contatto telefonico preventivo) - Fissazione appuntamenti telefonici con altri servizi - Messa a disposizione degli strumenti informativi (es. depliant) e per l’accesso ai servizi (es. modulistica) e indicazioni per l’utilizzo - Supporto alla attivazione della rete dei servizi socio sanitari integrati per il raccordo e la integrazione con il sistema della presa in carico e della valutazione al fine di garantire la continuità assistenziale. Funzione di gestione diretta di procedure per la fruizione di alcune risorse Funzione di back – office - Ricognizione sistema di risorse / offerte di servizi del territorio - Prima elaborazione dati per la lettura dei bisogni sociali dei cittadini - Promozione / comunicazione dell’offerta dei servizi al cittadino - Valutazione: implementazione di percorsi per la valutazione del servizio da parte del cittadino 83 - Implementazione della rete finalizzata all’aggiornamento costante delle informazioni relative ai servizi e alle risorse del territorio. - Controllo e monitoraggio della risposta del sistema dei servizi ai bisogni dei cittadini. 84 PARAGRAFO 2 - IL SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE8 Il Servizio sociale professionale gestito dall’ASP è organizzato nelle aree Minori e Famiglia e Adulti / Anziani. Nell’Area Minori nel corso del 2007 sono stati presenti in servizio n. 7 Assistenti sociali. Nel Servizio è stato presente un Responsabile per 24 ore, mentre per le restanti 12 ore ha svolto il ruolo di Figura di sistema. Nel corso del 2007 sono stati presi in carico complessivamente n. 1.897 minori e n. 1.083 nuclei familiari. Tabella 53 - Servizio sociale professionale: utenti minori in carico nell’anno 2007 MINORI RESIDENZA MONORI CASTELNUOVO R. CASTELVETRO SAVIGNANO S. P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST TOTALE UTENTI AL 01/01/07 % NR 184 16,34% 125 11,10% 113 10,04% 161 14,30% 346 30,73% AMMISSIONI DIMISSIONI NR 102 100 64 127 258 % 13,23% 12,97% 8,30% 16,47% 33,46% NR 114 73 66 92 228 % 16,24% 10,40% 9,40% 13,11% 32,48% UTENTI AL 31/12/07 NR % 172 14,39% 152 12,72% 111 9,29% 196 16,40% 376 31,46% UTENTI NELL'ANNO NR % 286 15,08% 225 11,86% 177 9,33% 288 15,18% 604 31,84% 929 82,50% 651 84,44% 573 81,62% 1.007 84,27% 1.580 83,29% 57 49 14 77 5,06% 4,35% 1,24% 6,84% 32 38 10 40 4,15% 4,93% 1,30% 5,19% 50 31 11 37 7,12% 4,42% 1,57% 5,27% 39 56 13 80 3,26% 4,69% 1,09% 6,69% 89 87 24 117 4,69% 4,59% 1,27% 6,17% 197 17,50% 120 15,56% 129 18,38% 188 15,73% 317 16,71% 1.126 100,00% 771 100,00% 702 100,00% 1.195 100,00% 1.897 100,00% Tabella 54 - Servizio sociale professionale: nuclei familiari con minori in carico nell’anno 2007 NUCLEI FAMILIARI RESIDENZA NUCLEI FAMILIARI CASTELNUOVO R. CASTELVETRO SAVIGNANO S. P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST TOTALE 8 UTENTI AL 01/01/07 % NR 95 15,15% 78 12,44% 65 10,37% 87 13,88% 189 30,14% NR 65 58 44 67 150 % 14,25% 12,72% 9,65% 14,69% 32,89% NR 55 56 39 50 128 % 13,82% 14,07% 9,80% 12,56% 32,16% 514 81,98% 384 84,21% 328 82,41% 570 83,21% 898 82,92% 30 27 8 48 4,78% 4,31% 1,28% 7,66% 19 22 6 25 4,17% 4,82% 1,32% 5,48% 24 17 7 22 6,03% 4,27% 1,76% 5,53% 25 32 7 51 3,65% 4,67% 1,02% 7,45% 49 49 14 73 4,52% 4,52% 1,29% 6,74% 113 18,02% 72 15,79% 70 17,59% 115 16,79% 185 17,08% 627 100,00% 456 100,00% 398 100,00% 685 100,00% 1.083 100,00% AMMISSIONI DIMISSIONI UTENTI AL 31/12/07 NR % 105 15,33% 80 11,68% 70 10,22% 104 15,18% 211 30,80% UTENTI NELL'ANNO NR % 160 14,77% 136 12,56% 109 10,06% 154 14,22% 339 31,30% Fonte: Bilancio Sociale Asp anno 2007 85 Tabella 55 NUCLEI FAMILIARI E MINORI ITALIANI/STRANIERI NUCLEI FAMILIARI RESIDENZA NUCLEI FAMILIARI E MINORI CASTELNUOVO R. CASTELVETRO SAVIGNANO S. P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST TOTALE PERCENTUALE SUL TOTALE NUCLEI ITALIANI ANNO 2007 NR 78 78 48 72 147 423 19 23 11 44 % 15,00% 15,00% 9,23% 13,85% 28,27% 81,35% 3,65% 4,42% 2,12% 8,46% 97 18,65% 520 100,00% 48,01% NUCLEI STRANIERI ANNO 2007 MINORI TOTALE NUCLEI ANNO 2007 NR 82 58 61 82 192 475 30 26 3 29 % 14,56% 10,30% 10,83% 14,56% 34,10% 84,37% 5,33% 4,62% 0,53% 5,15% 88 15,63% 563 100,00% 51,99% MINORI ITALIANI ANNO 2007 MINORI STRANIERI ANNO 2007 NR 160 136 109 154 339 898 49 49 14 73 % 14,77% 12,56% 10,06% 14,22% 31,30% 82,92% 4,52% 4,52% 1,29% 6,74% NR 118 112 75 111 234 650 28 41 17 65 % 14,73% 13,98% 9,36% 13,86% 29,21% 81,15% 3,50% 5,12% 2,12% 8,11% 185 17,08% 151 18,85% 1.083 100,00% 100,00% 801 100,00% 42,22% NR 168 113 102 177 370 930 61 46 7 52 % 15,33% 10,31% 9,31% 16,15% 33,76% 84,85% 5,57% 4,20% 0,64% 4,74% 166 15,15% 1.096 100,00% 57,78% TOTALE MINORI ANNO 2007 NR 286 225 177 288 604 1.580 89 87 24 117 % 15,08% 11,86% 9,33% 15,18% 31,84% 83,29% 4,69% 4,59% 1,27% 6,17% 317 16,71% 1.897 100,00% 100,00% Per quanto riguarda l’Area Adulti / Anziani è stato previsto il ruolo del Responsabile di Area, che nell’anno 2007 ha dedicato a questo compito mediamente 22 ore settimanali. Nell’Area Adulti nel corso del 2007 sono stati presenti in servizio 4 Assistenti sociali e nell’Area Anziani sono stati presenti in servizio 9 Assistenti sociali. Il Servizio sociale professionale Adulti e Anziani si è attivato a favore degli utenti successivamente al momento del primo contatto e si è occupato nello specifico della presa in carico di adulti di età compresa tra 18 e 64 anni e di anziani di età superiore ai 65 anni. Il Servizio sociale professionale, nell’offrire un sostegno alla persona ed alla sua famiglia, si è proposto come spazio di ascolto, di consulenza e di presa in carico. Nel corso del 2007 sono stati presi in carico complessivamente 620 Adulti e 1.454 Anziani come specificato nelle tabelle seguenti: Tabella 56 - Servizio sociale professionale: utenti adulti in carico nell’anno 2007 RESIDENZA CASTELNUOVO R CASTELVETRO SAVIGNANO S.P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANTA APPENNINO MODENA EST NESSUNA RESIDENZA ALTRA RESIDENZA TOTALE ADULTI UTENTI AL 31.12.06 NR % 44 11,20% 46 11,70% 63 16,03% 73 18,58% 107 27,23% 333 84,73% 12 3,05% 10 2,54% 20 5,09% 16 4,07% AMMESSI DIMESSI % % NR 16 34 16 33 63 162 11 7 4 28 7,05% 14,98% 7,05% 14,54% 27,75% 71,37% 4,85% 3,08% 1,76% 12,33% NR 16 24 29 35 45 149 2 5 3 17 8,38% 12,57% 15,18% 18,32% 23,56% 78,01% 1,05% 2,62% 1,57% 8,90% UTENTI AL 31.12.2007 NR % 44 10,26% 56 13,05% 50 11,66% 71 16,55% 125 29,14% 346 80,65% 21 4,90% 12 2,80% 21 4,90% 27 6,29% UTENTI NELL'ANNO NR % 60 9,68% 80 12,90% 79 12,74% 106 17,10% 170 27,42% 495 79,84% 23 3,71% 17 2,74% 24 3,87% 44 7,10% 58 14,76% 50 22,03% 27 14,14% 81 18,88% 108 17,42% 1 1 393 0,25% 0,25% 100,00% 1 14 227 0,44% 6,17% 100,00% 1 14 191 0,52% 7,33% 100,00% 1 1 429 0,23% 0,23% 100,00% 2 15 620 0,32% 2,42% 100,00% 86 Tabella 57 - Servizio sociale professionale: utenti anziani in carico nell’anno 2007 RESIDENZA CASTELNUOVO R CASTELVETRO SAVIGNANO S.P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANTA APPENNINO MODENA EST NESSUNA RESIDENZA ALTRA RESIDENZA TOTALE ANZIANI UTENTI AL 31.12.06 NR % NR % NR % 84 111 79 109 234 617 48 43 50 54 10,34% 13,67% 9,73% 13,42% 28,82% 75,99% 5,91% 5,30% 6,16% 6,65% 80 51 67 97 193 488 29 18 33 57 12,46% 7,94% 10,44% 15,11% 30,06% 76,01% 4,52% 2,80% 5,14% 8,88% 80 58 60 97 160 455 25 17 28 50 13,51% 9,80% 10,14% 16,39% 27,03% 76,86% 4,22% 2,87% 4,73% 8,45% 84 104 86 109 267 650 52 44 55 61 9,74% 12,06% 9,98% 12,65% 30,97% 75,41% 6,03% 5,10% 6,38% 7,08% 164 162 146 206 427 1105 77 61 83 111 11,28% 11,14% 10,04% 14,17% 29,37% 76,00% 5,30% 4,20% 5,71% 7,63% 195 24,01% 137 21,34% 120 20,27% 212 24,59% 332 22,83% 0 0 812 0,00% 0,00% 100,00% 2 15 642 0,31% 2,34% 100,00% 2 15 592 0,34% 2,53% 100,00% 0 0 862 0,00% 0,00% 100,00% 2 15 1454 0,14% 1,03% 100,00% AMMESSI DIMESSI UTENTI AL 31.12.2007 NR % UTENTI NELL'ANNO NR % 87 PARAGRAFO 3 - SERVIZI PER CIASCUNA AREA DI PROGRAMMAZIONE A scopo espositivo si è ritenuto opportuno suddividere i servizi per ciascuna area di programmazione, ovvero: Area 1. Responsabilità famigliari, capacità genitoriali, diritti dei bambini Area 2. Promozione del benessere degli Adolescenti e dei Giovani Area 3. Contrasto alla Povertà e all’Esclusione Sociale Area 4. Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati Area 5. Politiche a favore di Anziani e Disabili Nonostante la modalità espositiva “per area” si ritiene opportuno evidenziare come molti degli interventi esposti afferiscano a più aree di intervento poiché rispondono a bisogni non solo di “categorie” ma, più opportunamente, della persona, della famiglia e della comunità globalmente intese. Fonti dei dati quantitativi e qualitativi qui riportati: - Piani di zona 2004/2005/2006/2007/2008: tabelle stato di attuazione degli obiettivi e piani attuativi - Report e sintesi di attività dei referenti e responsabili dei servizi interessati - Bilancio Sociale ASP 2007. 88 AREA 1 - Responsabilità famigliari, capacità genitoriali, diritti dei bambini L’esperienza maturata dalla progettazione condivisa prevista dalla L.285/97 sia nel corso del primo triennio (1998/2000) ed intensificatasi nel secondo triennio (2001/2003) e successivamente la L. 328/2000, con la realizzazione dei Piani di Zona, hanno favorito sul nostro territorio la creazione e il rafforzamento di sinergie che hanno permesso di lavorare per la costruzione di una rete sociale a favore dei minori e delle loro famiglie. Partendo da una analisi dei bisogni e dalle risorse del territorio, si è giunti a condividere alcuni principi fondamentali che hanno caratterizzato la programmazione dell’ultimo triennio: a) la famiglia come risorsa della comunità e quindi l’importanza del suo coinvolgimento e sostegno b) il minore quale soggetto di diritti a favore del quale realizzare azioni di valorizzazione, partecipazione e anche di prevenzione, tutela e recupero c) la necessità di orientare la progettazione e le azioni in un ottica di sistema di rete che favorisca l’integrazione delle azioni sociali, sanitarie, educative e del terzo settore, per questo è stata individuata anche una figura di sistema. A) SERVIZI EDUCATIVI SCUOLE PER L’INFANZIA. Tabella 58 - Minori iscritti alle scuole per l’infanzia a.s. 2007/2008 COMUNI SCUOLE D'INFANZIA PARITARIE NUMERO SCUOLE D'INFANZIA PRIVATE CONVENZIONATE STATALI NUMERO SCUOLE NUMERO SEZIONI NUMERO ISCRITTI NUMERO SCUOLE NUMERO SEZIONI NUMERO ISCRITTI UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Castelnuovo Rangone 2 6 147 2 11 277 UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Castelvetro di Modena 2 4 101 2 9 237 3 10 251 UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Savignano s/P UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Spilamberto 1 4 98 2 8 199 UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Vignola 1 3 84 5 25 575 UNIONE TERRE DI CASTELLI - totale Marano sul Panaro 6 17 430 14 1 63 5 1539 120 Guiglia 1 1 29 2 4 92 Zocca 1 1 21 2 4 95 1 3 70 Montese Comunità Montana 2 2 50 6 16 377 DISTRETTO 8 19 480 20 79 1916 89 SERVIZI VOLTI ALLA QUALIFICAZIONE DEL TEMPO DI VITA DEL BAMBINO E DELLA FAMIGLIA. Tabella 59 – Minori Unione Terre di Castelli iscritti a nidi / sezioni primavera e spazi integrativi a.s. 2007/2008 NIDI/SEZIONI PRIMAVERA SPAZI INTEGRATIVI (SPAZI BAMBINI/CENTRI BAMBINI E GENITORI) NUMERO NUMERO NUMERO NUMERO ISCRITTI SCUOLE ISCRITTI SCUOLE COMUNI UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Castelnuovo Rangone 3 100 2 47 UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Castelvetro di Modena 1 73 UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Savignano s/P 1 45 UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Spilamberto 1 47 UNIONE TERRE DI CASTELLI - Territorio di Vignola UNIONE TERRE DI CASTELLI - totale 3 191 1 30 9 456 3 77 Tabella 60 – Servizi educativi Comunità Montana Comune Denominazione Marano s.P. Spazio Gioco Pescegattone Montese Spazio Bimbi Zocca Ludoteca Peter Pan Guiglia (in corso di realizzazione: ludoteca) 90 B) CENTRO FAMIGLIE DELL’UNIONE TERRE DI CASTELLI Attivo dal 2003, nel periodo 2005/2007 il Centro per le Famiglie dell’Unione Terre di Castelli ha sviluppato ed implementato la propria attività secondo i seguenti principi – guida e linee di sviluppo: considerare come principali destinatari delle attività le famiglie con figli, porre attenzione alla lettura degli articolati e mutevoli bisogni delle famiglie, in ambito sociale, relazionale, formativo, nonché pratico, per il fronteggiamento delle complessità della vita quotidiana e delle fasi di evoluzione e di crisi della famiglia connesse alle responsabilità familiari e capacità genitoriale, promuovere l’attivazione di collaborazioni e lavoro di rete fra servizi e terzo settore, trattando bisogni complessi in modo integrato, favorire il contatto e coinvolgimento di famiglie di origine straniera, considerare la famiglia non solo come fruitore ma come soggetto attivo, propositivo, in una logica di promozione e valorizzazione delle risorse familiari e sociali e sviluppo di comunità. Nel corso di questi anni il Centro Famiglie ha realizzato i seguenti servizi e progetti. - Servizio di mediazione famigliare In collaborazione con: Asp – Area Minori, Servizio di Psicologia – Azienda Usl Destinatari: Genitori separati o in via di separazione Attività: Servizio di consulenza situato presso il CpF, rivolto al singolo o alla coppia di genitori per raggiungere accordi che riguardano i figli. Intervento a forte valenza preventiva e riduzione del danno potenziale verso i figli a seguito della crisi familiare. Equipe multisettoriale composta da: mediatrice familiare CpF, mediatrice familiare Asp, psicologa Ausl. Tabella 61 –Servizio di mediazione famigliare – dati di attività N° colloqui N° famiglie prese in carico Anno 2006 64 13 Anno 2007 86 22 Anno 2008 92 24 242 59 Totale - Servizio “Baby sitter offresi – baby sitter cercasi” In collaborazione con: Centro per l’Impiego sede di Vignola Destinatari: famiglie con bambini / aspiranti baby sitter Attività: facilitazione dell’incontro fra domanda e offerta di prestazione di baby sitter attraverso accoglienza della domanda delle famiglie da parte di entrambi i servizi, gestione e promozione congiunta. 91 Tabella 62 – Servizio incontro domanda e offerta baby sitter – dati di attività anni 2007 Anno N° risposte incontro domanda – offerta 2007 22 - Servizio Informativo Destinatari: Famiglie dell’UTdC Attività: Il servizio prevede la raccolta, organizzazione e diffusione d’informazioni inerenti le risorse sul territorio d’interesse per le famiglie e comprende l’apertura dello sportello del CpF, con operatore dedicato per 24 ore settimanali. Realizzazione materiali informativi sulle iniziative del CpF rivolti alle famiglie. - Progetti di auto mutuo aiuto Progetto Auto mutuo aiuto fra famiglie con bambini disabili In collaborazione con: Direzione Didattica di Vignola, NPIA e Servizio di Psicologia Azienda Usl, Esperti del settore. Destinatari: Famiglie con bambini disabili dell’UTdC Attività: avvio e consolidamento gruppo di auto-mutuo aiuto fra famiglie sfociato nella nascita di una Associazione di volontariato di genitori “La coperta corta”. Collaborazione con l’Associazione per la realizzazione di: incontri formativi con esperti del settore, ampliamento incontri di auto-mutuo-aiuto, percorsi e opportunità per il tempo libero rivolte alle famiglie con bambini disabili. Progetto di Auto –mutuo aiuto fra famiglie con bambini In collaborazione con: Direzione Didattica di Vignola. Destinatari: Famiglie con bambini frequentanti le scuole dell’infanzia e primarie di Vignola. Attività: Sviluppo percorso di auto-mutuo aiuto su tematiche educative e scambio di “microservizi”, introdotto da iniziali incontri a tema sulla genitorialità condotti da esperti. - Progetti “Incontro tra culture: promozione di relazioni” Progetto “Una fiaba all’ora del the” In collaborazione con: Centro Servizi Cittadini Stranieri e Coordinamento pedagogico -. Nidi UTdC Attività (anni 2005/2006 – 2006/2007): incontri rivolti a famiglie italiane e di origine straniera frequentanti i Nidi dell’UTdC, volti a condividere le fiabe della propria infanzia e ciò che i genitori raccontano attualmente ai propri figli. Progetto “Io chi sono” In collaborazione con: Centro Servizi Cittadini Stranieri, Auris – Biblioteca Comunale di Vignola Destinatari: Famiglie con bambini da 2 a 5 anni 92 Attività (anni 2007/2008): Percorsi per conoscere e comprendere sempre meglio i nostri figli nel nostro contesto di società multietnica; 14 Letture animate, laboratori e giochi creativi. Operatori: educatrici e mediatrici culturali L’accoglienza delle famiglie con bambini da parte dei servizi In collaborazione con: Nidi e Coordinamento pedagogico, Centro Servizi Cittadini Stranieri dell’UTdC, Scuole dell’Infanzia del Distretto. Destinatari: operatori, famiglie. Attività: Analisi, condivisione e documentazione delle buone prassi di accoglienza in essere presso i diversi servizi e tra servizi. Incontri formativi congiunti. Individuazione e sviluppo azioni congiunte di miglioramento funzione di accoglienza presso i servizi. - Percorsi a sostegno della genitorialità Corsi sul massaggio infantile Destinatari: famiglie con bambini da 3 a 7 mesi Attività: cicli di 5 incontri dedicati all’apprendimento del massaggio infantile valorizzando la relazione genitore – figlio (5 edizioni l’anno: una per ogni Territorio dell’Unione) Percorso “Il salotto delle fate buone” In collaborazione con Consultorio familiare – Azienda Usl Destinatari: famiglie con bambini da 6 a 12 mesi Attività: 8 incontri con opportunità di socializzazione, confronto fra esperienze dei genitori, incontri con esperti per riflessioni sulle relazioni familiari e la crescita dei figli. Spazio – incontro autogestito “Gioca con me” Destinatari: famiglie con bambini da 10 a 36 mesi Attività: incontro settimanale, gestito da genitori interessati ad incontrarsi per condividere esperienze, sostenersi nel percorso di crescita dei figli, scambiarsi informazioni e “microservizi”. Sostegno e supervisione dell’esperienza da parte del personale del Centro. Progetto “Incanto” In collaborazione con l’Associazione Amici della Musica di Spilamberto. Destinatari: famiglie con bambini da 6 mesi a 3 anni. Attività: Percorso di 11 incontri mirato a sostenere la relazione fra genitore e bambino attraverso la sensibilizzazione al linguaggio musicale. Progetto “Piano Andante Forte” In collaborazione con l’Associazione Amici della Musica di Spilamberto. Destinatari: famiglie con bambini, di età superiore i 4 anni, che presentano disabilità o patologie per le quali risulta utile un approccio alla musica. Attività: Corso di musica individuale di 20 ore annue per bambino, dove lo strumento diventa un ponte per il miglioramento della comunicazione interpersonale. 93 Percorso per genitori “Relazioni efficaci: è possibile comprendersi?” Destinatari: genitori Attività: Percorso di 6 incontri volti ad approfondire temi della relazione educativa nell’età infantile, valorizzando la dimensione del gruppo di auto-mutuo aiuto con l’aiuto di conduttori – facilitatori. Percorso “Ragazzi che genitori!” I e II livello Destinatari: genitori con figli preadolescenti o adolescenti Attività: Primo livello: Il percorso di 6 incontri offre informazioni, riflessioni e confronto per aiutare i genitori a vivere al meglio la delicata fase dell’adolescenza dei figli. Secondo livello: percorso di 6 incontri rivolto a genitori che intendono continuare l’esperienza del confronto in gruppo, mettendosi maggiormente in gioco, al fine di approfondire risorse e difficoltà nel loro rapporto con i figli, verso un cambiamento significativo della relazione. - Iniziative territoriali in collaborazione con associazioni di genitori In collaborazione con: Associazione di genitori”La Banda della Trottola”, Associazione di genitori “La Compagnia del Piffero”, Nidi dell’UTdC, Scuole dell’Infanzia e Primarie. Destinatari: famiglie con bambini Attività: sostenere e sviluppare il ruolo attivo e l’impegno delle famiglie nella realizzazione d’iniziative che diffondono la cultura dell’incontro e della collaborazione fra le famiglie attraverso: - la rassegna Teatrale a cura di genitori e bambini “Le Magie del Teatro” e laboratorio di preparazione teatrale “Ragazzi in cerca d’autore”; - la partecipazione alle manifestazioni: Bambinopoli, Festa di Halloween, Laboratori Natalizi e Mercatino della Solidarietà, Mercatini di cambio e scambio giocattoli, ciclo d’iniziative estive nei parchi “Parchi vivi”. Tabella 63 – Dati iniziative territoriale e contatti del Centro Famiglie Numero iniziative ATTIVITA’ Percorsi a sostegno della genitorialità e 2003/2004 Numero partecipanti 2007/2008 2003/2004 2007/2008 8 46 425 1758 1 4 270 1125 Progetti in collaborazione con Enti e/o Associazioni Servizi Servizio informativo Servizio Mediazione Familiare Punto d’ascolto Incontro domanda – offerta Baby sitter 94 C) SERVIZI DI SOSTEGNO EDUCATIVO, TUTELA, ADOZIONE E AFFIDO Sostegno educativo minori a rischio Interventi educativi individualizzati e di gruppo realizzati dall’area minori dell’ASP (ex COISS Minori) nei confronti dei minori di fascia 0-17 anni. Sono stati previsti sia interventi diretti di sostegno tramite la figura dell’educatore che interventi di lavoro di rete coordinato con altre realtà, sia pubbliche che private presenti sul territorio (scuole, comuni, parrocchie, associazioni sportive ecc.), con l’obiettivo di creare comunicazione e favorire la cooperazione per un effettivo superamento della condizione di disagio vissuta da minori e famiglie in difficoltà. Tale progetto dal 2006 è stato riconosciuto come attività consolidata del servizio che ha visto un potenziamento di risorse a partire dal 2008 con l’assunzione di un ‘ ulteriore figura di Educatore professionale. Tabella 64 – Numero minori coinvolti nel sostegno educativo anni 2004 e 2007 Anno 2004 Anno 2007 Aumento % 47 54 + 15% Minori coinvolti nel progetto Adozione nazionale e internazionale Il percorso rivolto alle famiglie interessate all’adozione, si è negli anni sempre più strutturato grazie al supporto della normativa regionale, che ha previsto per alcune azioni la collaborazione/progettazione a livello sovradistrettuale, nello specifico per quanto riguarda i corsi di formazione rivolti alle coppie interessate all’adozione che sono gestiti congiuntamente, tramite convenzione, tra ASP, Ufficio Comune di Sassuolo e Distretto di Pavullo, oltre ad aver costituito un tavolo di coordinamento e confronto. Inoltre attraverso il tavolo di coordinamento provinciale sono stati realizzati: - il progetto “il bambino adottato a scuola”, che ha visto il coinvolgimento oltre i servizi sociali anche dell’AUSL e delle scuole; - la sottoscrizione di un Accordo Provinciale per la qualificazione delle attività relative alle adozioni internazionali sottoscritto anche da alcuni Enti autorizzati. Tabella 65- Adozione nazionale e internazionale dati di attività anni 2004 e 2007 Azioni “Prima informazione” Descrizione E’ stato istituito in ogni distretto uno Sportello Adozioni, N° coppie 2004 2007 26 32 40 50 24 62 gestito da una Assistente sociale che fornisce le informazioni sul percorso adottivo alle coppie interessate Corsi di formazione I corsi sono organizzati a livello sovradistrettuale, con sede a delle coppie adottive Vignola o Sassuolo. Ogni corso, formato da 6 incontri di c/a tre ore è condotto da esperti e coordinato da un tutor Indagine psicosociale E’ la fase di valutazione della coppia svolta da un’assistente sociale e uno psicologo. Il percorso prevede 5/6 colloqui e la visita domiciliare 95 Postadozione Si garantiscono gli incontri individuali con le coppie che hanno adottato secondo le indicazioni regionali. 32 22 Si organizzano corsi di sostegno di gruppo post adozione. E’ attiva la collaborazione con i centri per le famiglie che già ora in alcuni Comuni ospitano i corsi di informazione. Sono stati attivati progetti mirati su singoli casi per il sostegno all’inserimento scolastico. Programmazione delle iniziative e modalità di controllo e limitazione per ridurre il formarsi di “liste di attesa”per l’adozione Tempo di attesa che intercorre, per la coppia tra la fine del corso e l’inizio della indagine psicosociale è quello stabilito dalla regione: massimo un mese. Tempo di attesa per le coppie, intercorso tra la richiesta di partecipazione ai corsi e l‘effettivo accesso agli stessi: circa 2 mesi nella stragrande maggioranza dei casi Servizi per la promozione e sostegno all’ “Affidamento Familiare” La promozione e sensibilizzazione della cultura dell’accoglienza in questi anni è stato uno degli obiettivi prioritari del territorio, per favorire la nascita di azioni di solidarietà fra famiglie e nel contempo offrire una risposta qualitativa al minore. Elemento importante è la pubblicazione della nuova direttiva regionale 846/07 “In materia di affidamento familiare e accoglienza in comunità di bambini e ragazzi” che ridefinisce alcuni percorsi e sottolinea la valenza dell’affido familiare. Tabella 66 – Affido familiare – Azioni realizzate nel distretto anni 2004 e 2007 Azioni Incontri specifici informativi/formativi con gruppi informali, associazioni, parrocchie, sia presso il Centro per le famiglie che nei singoli comuni N° incontri 2004 4 2007 7 N° partecipanti 2004 c/a 15 2007 c/a 20 Formazione in istituzione scolastica per sensibilizzare i genitori all’affido familiare 2 20 Formazione per gli operatori che lavorano presso il Centro per le famiglie dell’Unione Terre di Castelli 1 5 Numero coppie presenti in banca dati 32 45 Numero minori inseriti in progetti di affido 40 40 96 Attività di contrasto alle forme di violenza e in danno ai minori Dalla sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, a valenza provinciale, per le “strategie di intervento e prevenzione sull’abuso e la violenza all’infanzia e all’adolescenza” nel corso degli ultimi 4 anni sono stati organizzati corsi di formazione rivolti a docenti di ogni ordine e grado di scuola, operatori sanitari e del terzo settore. E’ stata istituita una equipe dedicata, che oltre ad aver svolto una formazione specifica, è di supporto all’equipe territoriale in merito ai casi più complessi. E’ stata inserita la figura dell’Esperto giuridico come risorsa fondamentale per gli operatori sociali. Sono stati definiti i percorsi per la gestione dell’emergenza anche grazie al Protocollo provinciale su questo tema. Si sono avviate attività di conoscenza e progettazione con gli operatori delle comunità per minori. D) SERVIZI DI SOSTEGNO ECONOMICO A FAMIGLIE E MINORI Dal 2000 l’Area Minori ASP (ex CoISS) collabora con la Regione per la raccolta dei dati relativi ai minori utilizzando il Sistema SISAM, dati che vengono utilizzati dall’Osservatorio per l’Infanzia regionale per tracciare un profilo sull’evoluzione della popolazione minorile evidenziando le criticità. Per quanto riguarda il nostro territorio emerge una criticità legata all’aumento della povertà che coinvolge gran parte delle famiglie con minori, tanto che per l’area minori dell’ASP l’assistenza economica è diventata l’attività principale (anno 2007 sono stati seguiti per problemi economici il 76% dei minori e il 69,34% dei nuclei in carico). Tabella 67 - Nuclei familiari con minori che hanno presentato richiesta economica NUCLEI CHE HANNO FATTO UNA RICHIESTA ECONOMICA RESIDENZA NUCLEI FAMILIARI Italiani CASTELNUOVO R. CASTELVETRO SAVIGNANO S. P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST TOTALE PERCENTUALE SUL TOTALE Stranieri 45 45 31 40 89 250 8 16 3 20 % 15,15% 15,15% 10,44% 13,47% 29,97% 84,18% 2,69% 5,39% 1,01% 6,73% 47 15,82% NR 297 100,00% 39,55% Totale 74 48 48 68 149 387 24 20 3 20 % 16,30% 10,57% 10,57% 14,98% 32,82% 85,24% 5,29% 4,41% 0,66% 4,41% 67 14,76% NR 454 100,00% 60,45% 119 93 79 108 238 637 32 36 6 40 % 15,85% 12,38% 10,52% 14,38% 31,69% 84,82% 4,26% 4,79% 0,80% 5,33% 114 15,18% NR 751 100,00% 100,00% Dai dati emerge che nel corso del 2007 il 60,45% dei nuclei che si sono rivolti al Servizio esprimendo un bisogno di tipo economico era di origine straniera, mentre il 39,55% di origine italiana. Tabella 68-Nuclei familiari con minori: esito istruttoria richiesta economica RESIDENZA NUCLEI FAMILIARI Istruttoria in corso IT CASTELNUOVO R. CASTELVETRO SAVIGNANO S. P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI ST 5 6 1 4 9 25 6 5 3 5 12 31 NUCLEI: ESITO ISTRUTTORIA RICHIESTA ECONOMICA Contributi Istruttoria Esito negativo economici erogati Restituzione interrotta da utente dell’istruttoria direttamente da prestiti in corso ASP IT ST IT ST IT ST IT ST 3 1 8 27 11 27 5 5 / 4 6 17 16 8 2 2 1 1 6 10 6 16 6 4 3 15 5 11 11 13 7 10 / 2 12 43 26 41 14 9 7 23 37 108 70 105 34 30 Contributi indiretti IT ST 13 15 11 10 28 77 8 12 14 14 42 90 97 GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST TOTALE / 2 / 2 1 7 / 2 2 / / 5 6 / / 2 3 2 / 6 4 3 1 5 / 3 3 6 8 3 1 8 / 1 1 / / / / 1 3 8 / 1 5 7 / 2 4 10 7 8 11 13 12 20 2 1 12 14 29 41 14 31 48 121 82 125 36 31 89 104 Tabella 69 - Nuclei familiari con minori: tipologia di contributi economici erogati NUCLEI FAMILIARI: Tipologie di contributi economici erogati RESIDENZA NUCLEI FAMILIARI E MINORI CASTELNUOVO R. CASTELVETRO SAVIGNANO S. P. SPILAMBERTO VIGNOLA UNIONE TERRE DI CASTELLI GUIGLIA MARANO S.P. MONTESE ZOCCA COMUNITA' MONTANA APPENNINO MODENA EST TOTALE CONTRIBUTI IN DENARO PRESTITI SULL’ONORE CONTRIBUTI PER UTENZE/AFFITTO italiani stranieri italiani stranieri 3 4 2 3 12 24 / 3 1 3 6 3 2 2 14 27 2 1 1 4 4 6 1 3 7 21 / / 1 / 6 1 4 3 5 19 2 / / 2 italiani 7 8 3 7 7 32 / 1 2 2 BUONI ACQUISTO D’URGENZA BUONI ACQUISTO TOTALE stranieri italiani stranieri italiani stranieri italiani stranieri 10 8 9 4 11 42 3 1 / 4 1 5 3 2 4 15 / / 1 1 5 1 2 5 7 20 / 1 / 3 1 7 1 2 7 18 / / / 1 8 3 6 6 20 43 / 2 / 3 16 30 10 17 37 110 / 4 5 7 35 16 23 20 57 151 7 5 1 16 7 8 1 4 5 8 2 4 1 5 16 29 31 35 22 23 37 50 17 24 19 48 126 180 E) PROGETTI DI RETE Progetto di rete “Essere al mondo, mettere al mondo: una rete che accoglie” Rivolto a famiglie in attesa e con bambini piccoli residenti nel Distretto di Vignola e volto al consolidamento e ampliamento della collaborazione fra servizi sanitari, sociali, educativi e terzo settore, per un lavoro di rete fra servizi che sostenga e accompagni le famiglie lungo il percorso della genitorialità, secondo un approccio integrato alle problematiche. Soggetti coinvolti: Azienda Usl (Consultorio familiare, Settore Psicologia Clinica, Medici medicina generale, Unità pediatrica di Distretto); Unione Terre di Castelli (Centro per le Famiglie, Centro Servizi Cittadini Stranieri, Servizi Educativi per la prima infanzia, Servizi Sociali); Comunità Montana Modena Est (Centro Servizi Cittadini Stranieri, Servizi Sociali); Azienda Servizi alla Persona “G. Gasparini” – Area minori (ASP); Centro Servizi Volontariato di Modena – Distretto di Vignola; Commissione Pari Opportunità di Savignano sul Panaro; Associazione di volontariato “La via lattea”. Nell’ambito del progetto sono stati attivati i seguenti servizi: 1. Punto d’Ascolto per il sostegno alla genitorialità situato presso il Centro per le Famiglie e condotti da equipe socio- sanitaria con funzioni di: ascolto, consulenza, sostegno, informazione, personalizzazione percorsi e orientamento ai servizi. Anni 2006 –2007: Numero richieste: 79; numero colloqui effettuati: 211 Anni 2007 –2008: Numero richieste: 50, numero colloqui effettuati 122 2. Percorsi rivolti ai neo - genitori finalizzati a trattare le tematiche della relazione e cura genitore – figlio e alla prevenzione, intercettamento precoce del disagio post –parto, condotti da equipe socio –sanitaria – educativa. Anni 2006 – 2007: 4 edizioni per un totale di 12 incontri; famiglie partecipanti: 56 Anni 2007 –2008: 2 edizioni per un totale di 8 incontri, famiglie partecipanti: 28 98 Progetto di sviluppo di comunità “Famiglie e solidarietà” In collaborazione con: ASP – Area Minori, Centro Servizi Volontariato, Centro Servizi Cittadini Stranieri, Comune di Savignano s.P. Libera Associazione Genitori, Associazione “Noè”, Associazione “Momo”, Associazione “Il Faro”, Associazione “Il Cammino – Cesav”, Associazione “Gruppo Idee Nuove, Associazione “Insieme a noi tutti”, Associazione “Abito di Salomone”, Banca del Tempo di Vignola, Banca del Tempo di Spilamberto, Parrocchia di Brodano, Parrocchia di Mulino. Destinatari: famiglie dell’UTdC, in modo particolare famiglie neo- residenti; organizzazioni di volontariato locale. Attività: Promozione di forme di cittadinanza attiva, verso una comunità accogliente, rivolgendoci alle nuove famiglie che arrivano sui Territori dell’Unione attraverso: 1) realizzazione di focus group, interviste e questionari rivolti alle famiglie (sia italiane, sia di origine straniera), finalizzati a individuare i bisogni delle famiglie neo- residenti (Primo Territorio coinvolto per la sperimentazione: Savignano s.P.) 2) percorso formativo per operatori e volontari, di approfondimento sui temi della conduzione interviste e gruppi di discussione 3) realizzazione di documentazione e iniziativa pubblica di diffusione risultati emersi dall’analisi dei bisogni 4) realizzazione di una “mappa” dei punti di riferimento per l’accoglienza dei neo-residenti a Savignano 5) individuazione, progettazione e promozione di nuove azioni di accoglienza rivolte ai neoresidenti sul Territorio di Savignano, da realizzarsi sempre in collaborazione fra servizi e terzo settore. 99 AREA 2 - Promozione del benessere degli Adolescenti e dei Giovani Il tema principale riguarda la possibilità dei giovani, tra i 12 ed i 34 anni, di essere protagonisti delle comunità in cui vivono, studiano e lavorano, passano le ore del tempo libero. Gli interventi e i progetti rivolti agli adolescenti e ai giovani dell’Unione Terre di Castelli e della Comunità Montana sono stati avviati e costituiti nell’ambito delle leggi nazionali degli anni Novanta e sono stati successivamente inseriti nel Piano Attuativo 2004 del Piano di Zona per il sociale in un’ottica di forte integrazione tra la progettazione relativa a tre aree: - area delle responsabilità famigliari - area della promozione del benessere degli adolescenti e dei giovani - area promozione stili di vita sani e prevenzione del consumo / abuso di sostanze. Gli interventi cui di seguito si fa riferimento sono da leggersi quindi in stretta continuità con gli interventi della altre aree sopra citate poiché il target di riferimento minori e/o giovani tra i 12 e i 34 anni attiene a tutte le aree. Le principali linee di progettazione e di intervento delle politiche giovanile del distretto nel periodo 2005/2007 sono state: 1. Consolidare e rafforzare l’organizzazione dei servizi delle politiche giovanili e del personale ad essa dedicati. In modo particolare si è scelto di confermare il coordinamento delle attività e del personale in capo ai due enti locali che svolgono le funzioni inerenti in forma associata per conto dei 9 comuni del distretto (Unione Terre di Castelli e Comunità Montana) e la presenza di operatori giovanili (già mediatori di età). Nel territorio dell’Unione Terre di Castelli si è provveduto ad una modifica complessiva dell’assetto organizzativo attraverso il passaggio ad una gestione diretta di tutti i servizi delle politiche giovanili. Nel territorio della Comunità Montana si è confermata la scelta di collaborazione con un operatore giovanile per ciascun comune e un coordinatore. Tabella 70 – Operatori delle politiche giovanili del distretto anni 2004 e 2008 Unione Terre di Castelli Numero operatori giovanili Comunità Montana 2004 2008 2004 2008 Convenzione con 7 4 4 1 1 1 Associazione Figura di coordinamento 1 Ciascun operatore ha operato sul proprio territorio in modo continuativo intervenendo presso: - i gruppi dei pari nei luoghi di aggregazione naturale secondo modalità di relazione di tipo informale e proponendo disponibilità all’ascolto, attività e facilitazioni in percorsi ricreativi 100 - i giovani che accedono spontaneamente ai centri di aggregazione e di informazione al fine del loro coinvolgimento alla partecipazione attiva nelle iniziative, alla valorizzazione del tempo libero - le associazioni giovanili e i gruppi musicali per la realizzazione di iniziative comuni - la comunità adulta e il terzo settore al fine di attivare e organizzare le risorse 2. Consolidare, sviluppare e qualificare l’attività dei Centri giovani degli enti locali Tabella 71 – Centri di aggregazione del distretto di Vignola – dati di attività anni 2004 e 2008 2004 2008 NUMERO DI CENTRI GIOVANI 6 9 MEDIA ORE DI APERTURA SETTIMANALI 8 12 PRESENZA MEDIA DEI RAGAZZI 25 30 Tabella 72 – laboratori educativi presso i centri di aggregazione del distretto – dati di attività anno 2008 2008 LABORATORI E PERCORSI CREATIVI 37 N° MEDIO GIOVANI AI LABORATORI CREATIVI 15 ALTRI EVENTI 90 N° PRESENZE AGLI EVENTI 1400 Nota:. Per il 2004 non sono disponibili dati organici utili alla comparazione. 3. Organizzare eventi ed attività territoriali con i gruppi formali e informali 12/34 anni in stretta collaborazione con associazioni, altri settori degli enti locali (come cultura, sport, turismo …) Tabella 73- Attività territoriali delle politiche giovanili del distretto anno 2007 N° EVENTI ORGANIZZATI IN COLLABORAZIONE ASSOCIAZIONI E GRUPPI NUMERO PRESENZE AGLI EVENTI CON ALTRE ASSOCIAZIONI E/O GRUPPI CONTATTATI ORGANIZZATI CON GRUPPI E/O ASSOCIAZIONI 45 05 13.000 Nota: dati anno 2007. Per il 2004 non sono disponibili dati organici utili alla comparazione 4. Sostenere e rafforzare il percorso scolastico Tabella 74 – Interventi di sostegno al percorso scolastico nel distretto anni 2004 e 2007 Numero ore annuali di Numero medio presenze attività per anno scolastico 2004 2007 2004 2007 Sportelli d’Ascolto scolastici Comunità Montana 70 80 70 80 Dopo scuola Momo – Vignola (*) 504 504 58 62 Dopo scuola Faro – Savignano (*) // 420 30 32 (*) I progetti doposcuola Momo e Faro comprendono anche interventi extrascolastico di doposcuola e attività ricreative per bambini delle scuole primarie (6-10 anni). 101 5. Realizzare incontri educativi rivolti a genitori e insegnanti Tabella 75- Incontri educativi rivolti a genitori anni 2004 e 2007 2004 2007 Unione Terre di Castelli Unione Terre di Castelli Incontri formativi per genitori e insegnanti - Incontri sulla genitorialità organizzati dal Centro Educare in adolescenza nell’ambito del progetto per le Famiglie “Non Voglio Mica la Luna” “Progetto Insegnanti Innovativi” Asp Comunità Montana Comunità Montana Incontri su temi specifici connessi all’uso di Attività dello Sportello d’Ascolto rivolta ad sostanze insegnati e genitori 6. Realizzare progetti di educazione alla partecipazione fra i quali i Consigli Comunali dei ragazzi e Consulta giovani dell’Unione TdC E’ in corso di attivazione la Consulta Giovani dell’Unione Terre di Castelli il cui progetto è in corso di implementazione. I destinatari sono i giovani tra i 15 e i 28 anni residenti sul territorio dell’Unione. Nel corso del 2008 gli operatori giovanili hanno intrapreso un percorso formativo ad hoc ed hanno contattato: - le associazioni giovanili di ciascun comune - i giovani che frequentano i centri di aggregazione - le scuole superiori del distretto dove è prevista la presentazione del progetto all’interno di 20 classi Il progetto è sostenuto dal Ministero per le Politiche Giovanili. 7. Realizzare progetti di sviluppo / formazione in collaborazione con i servizi sanitari - con servizi “Spazi Giovani Consultorio” e Centri Adolescenza Nel corso del 2007 è stato istituito un gruppo di coordinamento tra referenti dei servizi Spazi Giovani Consultorio e Centri Adolescenza dell’Ausl e Politiche Giovanili dei Distretti di Vignola, Sassuolo e Pavullo. Il gruppo ha promosso ed organizzato un seminario di auto – formazione sui servizi sociali e sanitari rivolti agli adolescenti di livello sovra – distrettuale ed ha programmato un convegno sul tema della gestione delle emozioni nel lavoro con gli adolescenti e sul lavoro di rete. - con servizi Dipendenze Patologiche Nel corso dei piani di zona 2006/2007/2008 è stato evidenziato come un bisogno del territorio la formazione per gli operatori coinvolti nel lavoro di prevenzione in forma integrata tra servizi sociali e sanitari. 102 Si è costituito un gruppo di lavoro formato dai referenti delle politiche giovanili, del Servizio dipendenze patologiche, del Servizio Spazio Giovani e Centro Adolescenze dell’Ausl e dalla figura di sistema che a partire dal febbraio 2008 si è ritrovato con cadenza mensile. Il gruppo ha definito: i bisogni per la formazione congiunta, le linee tematiche, ha incontrato diversi possibili formatori e sta defininendo l’avvio del percorso formativo. Parallelamente ha lavorato rispetto ad una mappatura delle azioni di prevenzione realizzate nel periodo 01/09/2007 – 31/08/2008. Tabella 76 - Dati di attività del Gruppo di lavoro sulla Formazione degli operatori nell’ambito della prevenzione Componenti del gruppo 1 Referente del Nuovo Ufficio di Piano per l’Area Programmazione 2 coordinatori politiche giovanili Unione Terre Castelli e Comunità Montana 1 psicologo SDP – Ausl 1 psicologo Ausl – Spazio Giovani e Centro Adolescenza 1 Figura di sistema / Responsabile Aree Minori dell’Asp Numero incontri 7 Fasi di lavoro 1° definizione dei bisogni formativi 2° definizione dei partecipanti alla formazione 3° ricerca e analisi dei possibili formatori 4° incontri con i formatori 5° raccolta dei preventivi di spesa 6° mappatura azioni / interventi periodo 01/09/2007 – 31/08/2008 8. Promuovere il Servizio Civile Nazionale L’Unione Terre di Castelli e la Comunità Montana partecipano annualmente ai bandi di progettazione nazionali per il servizio civile rivolto ai giovani tra i 18 e i 28 anni. Tabella 77 – Servizio Civile Nazionale – Numero volontari nel distretto di Vignola anni 2005, 2006 e 2007 Ragazzi avviati al servizio civile Unione Terre di Castelli Comunità Montana Anno 2005 // 4 Anno 2006 // 7 Anno 2007 9 6 I ragazzi svolgono un servizio per il periodi di 12 mesi e per un monte ore settimanale di 30 ore. I progetti riguardano i settori: - assistenza e educazione - cultura - tecnico. 9. Promuovere iniziative di formazione comune degli operatori Gli operatori hanno partecipato a diversi momenti di formazione distrettuali / provinciali / regionali inerenti: 103 - anno 2007: “I giovani migranti dei centri di aggregazione giovanile della Provincia di Modena”, ricerca – azione condotta dalla Provincia di Modena; - anno 2008: “La partecipazione giovanile”, formazione per la realizzazione del Forum Giovani dell’Unione Terre di Castelli; - anno 2008: “I diritti e i doveri dei minori” percorso di formazione da parte dell’esperto giuridico dell’Area Minori dell’Asp. 10. Partecipare a iniziative di carattere provinciale Anno 2006 - 2007 - Progetto provinciale CREA, di valorizzazione della creatività giovanile. Anno 2007 – 2008 Progetto di messa in rete delle Sale Prova Musicali (In corso di realizzazione) 11. Allestire sedi dei centri di aggregazione giovanile L’Unione Terre di Castelli ed i comuni associati hanno provveduto alla ristrutturazione e alla realizzazione delle sedi dei 4 Centri Giovani e delle aree ad esse adiacenti (si veda Skate Park di Castelnuovo). La Comunità Montana ha ottenuto nel 2006 un finanziamento regionale per il progetto “Oltre i sensi: nuovi media, nuovi luoghi” che ha permesso la riqualificazione delle sedi degli Spazi Giovani mediante l’acquisto di dotazioni tecnologiche e strumentali più adeguate. Gli enti locali hanno posto in essere convenzioni con associazioni giovanili (Lavabo, Scuola di Musica M.Riva …) per la gestione delle sale prove musicali. Nel 2008 è stato ottenuto un finanziamento regionale che verrà utilizzato per la ristrutturazione di un centro polifunzionale a Zocca e del Centro Giovani di Castelvetro. 104 AREA 3 - Contrasto alla Povertà e all’Esclusione Sociale L’analisi dei bisogni e del territorio all’avvio dei piani di zona 2005/2007 evidenziava come la casistica delle situazioni afferenti ai servizi sociali con richieste e segnalazioni di tipo economico, lavorativo, di disagio abitativo fosse rappresentata: da un lato da nuclei familiari mono-reddito o con redditi nella fascia della soglia della povertà e con figli minori, dall’altro da soggetti adulti, anche singoli, che per caratteristiche sociali, anagrafiche, difficoltà relazionali o psico-fisiche restano ad un certo punto esclusi dal mondo del lavoro o comunque sperimentano grandi difficoltà nel mantenimento di una attività lavorativa e conseguentemente dell’alloggio. Il territorio del Distretto di Vignola, anche per le sue caratteristiche geografiche (zona di pianura densamente popolata, zona pedemontana e montana a minore densità di popolazione e con maggiori distanze e difficoltà di percorrenza), esprime problematiche di “disagio abitativo” nel territorio dell’Unione Terre di Castelli, spesso associato a problematiche lavorative e sociosanitarie; disagio che risulta meno significativo sul territorio della Comunità Montana che risente invece maggiormente della carenza di opportunità lavorative adeguate ed accessibili. A) INTERVENTI VOLTI A GARANTIRE EQUITÀ DELLE CONTRIBUZIONI Le diverse Amministrazioni competenti ad erogare nel territorio del Distretto di Vignola interventi e servizi socio-assistenziali e socio-sanitari integrati hanno realizzato l’obiettivo di introdurre l’applicazione della normativa relativa all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente a tutti gli interventi e servizi di carattere socio-assistenziale e di assistenza economica. Sul territorio dell’intero distretto, pertanto, sono stati approvati regolamenti uniformi per l’accesso e per la compartecipazione degli utenti alla spesa relativi all’intera materia socioassistenziale. B) INTERVENTI DI ASSISTENZA ECONOMICA La spesa nel nostro distretto (che comprende contributi di sussistenza, pagamento utenze, prestiti sull’onore,contributi per l’affitto, rimborso acquisto medicinali, buoni acquisto generi alimentari, buoni latte, assegno di maternità, assegno a famiglie numerose, minimo garantito per anziani, contributi per il mantenimento in strutture socio - assistenziali, ecc.) si distingue in tre grandi aree: 105 1. assistenza economica a famiglie con minori Tra il 2004 e il 2007 è aumentato il numero dei nuclei famigliari con minori in carico ai servizi per problematiche di tipo economico. Tabella 78 – Incremento percentuale dei Nuclei con minori in carico ai servizi per problemi economici 2004 2007 435 751 Numero nuclei con minori Variazione % 72,6% Tabella 79 – Tipologie di contributi economici erogati nell’anno 2007 a nuclei famigliari con minori Residenza Contributi in Prestiti denaro sull’onore italian strani i Unione Terre di 24 Contributi per Buoni italiani strani eri utenze per Buoni / acquisto acquisto affitto d’urgenza italiani strani italian strani eri Totale eri i eri italiani strani italiani strani eri eri 27 21 19 32 42 15 20 18 43 110 151 7 8 1 4 5 8 2 4 1 5 16 29 31 35 22 23 37 50 17 24 19 48 126 180 Castelli Comunità Montana Totale 2. assistenza economica ad adulti Tra gli adulti coloro che hanno usufruito di interventi economici nell’anno 2007 sono stati 57. E’ significativa la percentuale di coloro che ne hanno usufruito per problematiche connesse alle dipendenze (23%). Tabella 80 – Assistenza economica ad adulti nel distretto di Vignola anno 2007 Utenti del Servizio Dipendenze Interventi economici ad Totale Patologiche che hanno usufruito di adulti in disagio sociale contributi economici Numero % Numero Numero Unione Terre di Castelli 11 35 46 Comunità Montana 2 9 11 Totale 13 23 44 77 57 3. assistenza economica a disabili e anziani Nell’area disabili e anziani si evidenzia come la percentuale maggiore di contributi siano stati erogati per interventi a sostegno della domiciliarità. 106 % 100 Tabella 81 – Assistenza economica anziani e disabili nel distretto di Vignola anno 2007 Disabilità Territorio Unione Terre Castelli Comunità Montana Totale Anziani Ass. cura disabili Ass. cura anziani Minimo garantito 15 2 17 Dato non disponibile 380 17 2 19 Totale Contributi su Contributi per proposta pagamento dell’assistente rette in sociale struttura 16 52 4 13 20 65 107 501 C) INTERVENTI PER INSERIMENTO LAVORATIVO E PROGETTI PERSONALIZZATI INSERIMENTO LAVORATIVO Il progetto è stato avviato, in fase sperimentale, nel 2004 ed è proseguito negli anni 2005, 2006, 2007 e 2008 integrandosi con gli obiettivi di coordinamento dell’integrazione lavorativa previsti dalla programmazione regionale. L’obiettivo di questo progetto è quello di favorire, per il principale tramite dell’accesso al mondo del lavoro, il passaggio da posizioni di dipendenza assistenzialistica espressa da soggetti deboli in condizione di disagio sociale, a posizioni di autonomia partecipata. La rete istituzionale del progetto è costituita da enti locali (Unione Terre di Castelli e Comunità Montana), ASP, Provincia di Modena (Centro Impiego), Servizio Dipendenze Patologiche e Centro Salute Mentale dell’Ausl. Il Servizio Inserimento Lavorativo dell’Area Handicap dell’ASP è individuato come soggetto gestore dell’attività, al quale sono state affidate anche le funzioni di coordinamento. Lo stesso servizio garantisce le azioni di tutoraggio delle esperienze operative previste nei progetti personalizzati predisposti. Tabella 82 - Utenti in carico al Servizio Inserimento lavorativo suddivisi per attività FORMAZIONE IN SITUAZIONE PROGETTI OCCUPAZIONALI CONSULENZA E TOTALE ANNO INSERIMENTO AL LAVORO E MANTENIMENTO ORIENTAMENTO 2004 23 10 49 82 2005 37 23 55 115 2006 56 16 78 150 2007 95 16 65 176 Nell’anno 2008 si sono avviate le azioni previste nel “Protocollo d’intesa tra la Provincia di Modena – Azienda USL – Comuni capi distretto; per l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità ex L. 68/99, con particolare attenzione alle persone con disabilità psichica e multiproblematicità” sottoscritto il 27/06/2007. Tra i casi presentati e in carico è da segnalare l’incremento significativo degli utenti inviati dal Servizio di Salute Mentale: - 6 sono i casi presentati nel 2006, primo anno dell’esperienza operativa allargata al CSM; - 27 sono i casi in carico nell’anno 2007; - 32 sono i casi in carico ad agosto 2008. In progressivo aumento anche i progetti personalizzati di inserimento lavorativo come evidenziato nella tabella seguente. 108 Tabella 83 - Progetti Personalizzati Inserimento Lavorativo - dettaglio attività anni 2005- 2007 2005 2006 2007 2008 (luglio) N° casi segnalati per l’accesso al progetto 42 66 94 98 N° complessivo percorsi personalizzati attivati 35 52 78 75 N° assunzioni conseguite 10 9 27 12 N° incontri gruppo tecnico 10 15 16 10 Per quanto riguarda l’inserimento lavorativo rivolto ai minori nel 2004 è stato sottoscritto un accordo tra Centro per l’impiego e ASP minori per facilitare l’accesso al mondo del lavoro dei minori che vivono situazioni di difficoltà familiare o per i quali è stato emesso un provvedimento del Tribunale, che prevede borse lavoro, tirocini formativi, apprendistato. E’ stato siglato anche un accordo tra Unione, Scuole Superiori, Centro Impiego e associazioni datoriali per la realizzazione di borse studio estive rivolte a ragazzi di età compresa tra i 16 e 18 anni, che hanno difficoltà scolastiche e sociali. D) INTERVENTI IN AMBITO ABITATIVO. Azioni per agevolare e sostenere accesso al mercato dell’affitto per fasce deboli Si fa riferimento ad azioni basate sull’integrazione di vari strumenti: - meccanismi incentivanti per i proprietari di alloggi, - sostegno economico per i casi di difficoltà economica, - azioni di assistenza sociale e mediazione culturale tese anche a qualificare il contributo di sostegno alla locazione previsto dalla legge 431/98. L’obiettivo è il sostegno nel reperire soluzioni abitative nel libero mercato delle locazioni (Legge 431/98), per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta, in collaborazione con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nel sistema (Agenzie Immobiliari, rete dei Servizi Sociali, Centro Stranieri). L’Ente locale svolge un ruolo di coordinamento/accompagnamento. Titolari dei rapporti contrattuali restano i proprietari degli immobili ed i locatari. Il progetto, denominato “Affitto Sicuro” si rivolge ai cittadini in difficoltà economicosociale in carico ai Servizi Sociali o dagli stessi segnalati, soggetti a sfratto o che necessitano di reperire una soluzione abitativa e non hanno accesso al libero mercato senza supporto sociale e/o economico da parte dei Servizi. Nella realizzazione operativa del progetto sono coinvolti, ognuno per le proprie specifiche professionalità: i Servizi Sociali territoriali e le Politiche Abitative dell’Unione Terre di Castelli, l’ASP, il Centro Servizi Stranieri, che costituiscono la rete dei servizi d’equipe. Concretamente il progetto è formulato in tre possibili tipologie d’intervento. Tipologia A) fondata sul sostegno economico per l’inquilino e garanzie economiche per il proprietario 109 Tipologia B) offre una polizza assicurativa per danni all’immobile, responsabilità civile verso terzi per proprietario e inquilino, oltre che per difesa legale a favore del proprietario e sostegno economico all’inquilino Tipologia C) unisce il sostegno e le garanzie delle tipologie A) e B), a fronte della stipula di un contratto d’affitto e relativo canone conformi ai Patti Territoriali Concordati (art.2, comma 3 L.431/98). Tabella 84 – Dati di attività progetto “Affitto Sicuro” anni 2007 e 2008 2007 2008 Numero contratti di garanzia stipulati; 12 11 Numero contratti di garanzia stipulati differenziati in A) 6 A) 8 base alle tre diverse tipologie B) 2 B) 2 C) 4 C) 1 Per l’emergenza abitativa acuta, gestita mediante la disponibilità di alcuni alloggi specifici in modo separato ed indipendente dall’ERP al fine per l’appunto di un uso esclusivo per l’emergenza in quanto tale limitata nel tempo e regolata da criteri ad hoc, ci si è orientati verso soluzioni volte al superamento di questa tipologia di risposta, attraverso gli strumenti di sostegno economico e di facilitazione all’accesso del mercato sopradescritti. Infatti, l’esperienza maturata localmente ha evidenziato alcune criticità: in particolare una tendenza all’accettazione “passiva” da parte degli assegnatari degli attuali alloggi adibiti, in alcuni territori, all’emergenza abitativa, senza una sufficiente attivazione personale finalizzata all’autonomia. Tabella 85 – Alloggi assegnati nel territorio dell’Unione Terre di Castelli – Confronto anno 2004 e anno 2007 alloggi ERP alloggi non ERP alloggi di emergenza abitativa 2007 2004 2007 2004 2007 Castelnuovo 10 20 20 7 1 1 Castelvetro 19 Savignano 21 1 1 Spilamberto 84 91 4 1 Vignola 147 147 1 9 1 Tot. Unione 241 298 19 10 2 2004 9 25 110 D) CONTRIBUTI SUL FONDO SOCIALE PER L’AFFITTO UNIONE TERRE DI CASTELLI Tabella 86 – Contributi sul Fondo sociale per l’affitto Unione Terre di Castelli – Confronto anno 2004 e 2007 Anno 2004 TERRITORIO Anno 2007 domande domande erogato presentate accolte Castelnuovo R. 160 149 Castelvetro 174 Savignano s/P erogato presentate accolte 125.196,48 230 214 174.166,29 148 125.176,64 155 150 123.842,03 161 143 126.019,73 215 207 178.323,12 Spilamberto 158 147 131.158,66 217 203 166.900,67 Vignola 534 506 446.164,87 597 583 499.684,30 Totali 1.187 1.093 953.716,38 1414 1357 1.142.916,41 E) INTERVENTI PER LA FORNITURA DI BENI DI PRIMA NECESSITÀ Tra il 2004 e il 2007 si sono rafforzati i rapporti con il terzo settore per favorire una risposta a bisogni primari quali quelli legati a beni di prima necessità, in particolare con il Banco Alimentare, l’associazione Abito di Re Salomone, l’associazione Overseas, lo Sportello d’Ascolto di Spilamberto, Caritas di Marano, Castelvetro, Savignano, Zocca. Si è avviata una collaborazione tra ASP e Coop Estense con il progetto “Brutti ma buoni” . 111 AREA 4 - Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati A) SERVIZI INFORMATIVI - ORIENTATIVI Sono interventi realizzati in convenzione con l’associazione Overseas per attività di: - assistenza nella compilazione di pratiche amministrative in collaborazione con l’Ufficio Territoriale del Governo Prefettura di Modena – e/o la Questura; - segretariato sociale; - informazioni ed orientamento ai servizi ed alle opportunità del territorio. Nel corso del 2007 l’attività della rete degli sportelli informativo - orientativi presenti sul territorio si è significativamente ampliata rappresentando sempre più un punto di riferimento strategico per i cittadini stranieri. L’aumento si è registrato sia in riferimento al numero delle persone che accedono agli sportelli, sia in merito alla quantità di accessi per persona. E’ stato potenziato il personale, ampliato l’orario di apertura di alcuni sportelli e individuate sedi più idonee. Tabella 87 - Accessi agli sportelli informativi anni 2005-2007 - Unione Terre di Castelli Vignola Castelnuovo Spilamberto USL Spilamberto Rangone Overseas 2005 2006 2007 2005 2006 2007 2005 2006 2007 2005 2006 2007 gen 107 257 334 30 164 139 9 17 17 9 45 63 feb 123 182 338 41 119 172 9 18 12 25 50 73 mar 73 189 522 51 171 308 9 10 11 8 73 121 apr 108 156 316 45 150 201 8 8 4 10 34 103 mag 91 149 415 30 112 209 8 8 6 15 65 54 giu 90 111 333 29 86 151 4 0 6 13 62 86 t 592 1044 2258 226 802 1180 47 61 56 80 329 500 lug 77 199 350 48 124 188 5 4 10 10 49 100 ago 82 159 295 15 90 118 5 11 5 10 45 95 set 134 210 528 38 151 256 2 9 7 16 80 116 ott 92 334 535 55 175 231 11 7 5 14 110 120 nov 97 451 478 57 212 253 14 8 6 10 72 148 dic 188 256 432 84 96 195 14 7 5 40 45 90 107 94 180 730 1169 subto totale 1262 2653 4876 523 1650 2421 98 112 Tabella 88 - Accessi agli sportelli informativi anni 2005-2007 - Comunità Montana ZOCCA GUIGLIA TOTALI 2005 2006 2007 2005 2006 2007 2005 2006 2007 gen 47 92 169 20 51 55 67 143 224 feb 32 71 152 15 67 67 47 138 219 mar 31 80 136 12 60 115 43 140 251 apr 35 76 162 11 62 54 46 138 216 mag 40 55 146 17 40 82 57 95 228 giu 35 81 141 14 62 51 49 143 192 sub tot 220 455 906 89 342 424 309 797 1330 lug 35 109 139 14 68 44 49 177 183 ago 42 87 79 5 18 21 47 105 100 set 41 130 207 14 54 70 55 184 277 ott 49 176 193 33 39 70 82 215 263 nov 40 129 240 14 60 83 54 189 323 dic 54 115 169 44 58 57 98 173 226 1201 1933 213 639 769 694 1840 2702 TOTALE 481 113 B) AZIONI VOLTE ALL’ACCOGLIENZA DI MINORI STRANIERI E DI SOSTEGNO AL SUCCESSO FORMATIVO DEGLI ALUNNI STRANIERI A partire dal 2001 gli enti locali hanno destinato una parte consistente dei Piani Sociali per l’Immigrazione a supporto del successo formativo dei minori stranieri di recente immigrazione. Dopo le attività di sportello, le attività di alfabetizzazione sono la seconda voce nei bilanci dei piani immigrazione, in linea con quanto la Regione ha indicato a partire dal 2005, ponendo la centralità degli interventi sui minori e sulle donne. Negli ultimi tre anni, sono stati coinvolti complessivamente 100 alunni per anno scolastico, la maggior parte dei quali arrivati in Italia da pochissimi mesi o in corso d’anno. Si garantisce anche un servizio di coordinamento e di consulenza rivolto alle scuole di ogni ordine e grado in merito agli interventi da attuare per favorire l’inserimento ed il successo formativo dei minori stranieri e delle loro famiglie. Tabella 89 – Ore di alfabetizzazione anni dal 2005 al 2007 Ore di alfabetizzazione per anno 2005 1250 h 2006 1800 h 2007 1800 h Accanto a questa attività di base, ormai consolidata negli anni, nell’a.s.2006/2007 e 2007/2008 L’Unione Terre di Castelli ha finanziato due importanti e consistenti progetti. Il progetto “Integr-azione” rivolto agli alunni del Polo Superiore di Vignola, che presenta la peculiarità già da diversi anni di una presenza molto elevata di alunni stranieri (211 nell’anno scolastico 2007/2008 solo nell’Istituto “Primo Levi”, pari al 20,85% del totale, anche se nel professionale maschile tale rapporto sale al 44%). Il progetto, scandito in 5 diverse azioni tra loro coordinate (Azione 1 Formazione docenti; azione 2 accoglienza studenti stranieri; azione 3 apprendimento studenti stranieri; azione 4 apprendimento studenti stranieri che conoscono le basi della lingua italiana; azione 5 rapporti con le istituzioni e la società in genere) è il risultato di un confronto approfondito tra le Istituzioni Scolastiche (Scuola secondaria di primo grado, scuola superiore), il Laboratorio di Innovazione didattica e documentazione dell’Unione Terre di Castelli, il CTP di Vignola, l’Associazione Libera Età “Natalia Ginsburg” – Distretto di Vignola, al fine di creare un sistema integrato d’azione volto a garantire vera integrazione tra studenti e famiglie italiane e straniere. 114 Tabella 90 – Quadro dei finanziamenti del progetto “Integr-azione anni dal 2006/2007 al 2008/2009 2006/2007 Finanziamenti a Euro 36.000 integrazione delle risorse Regione scolastiche 2007/2008 dalla Euro 38.500 2008/2009 Unione Euro Emilia Terre di Castelli 12.000 Unione Terre di Castelli Romagna – Assessorato Istruzione Costi complessivi € 65.000,00 € 60.000,00 40.000,00 Il progetto di continuità 0 – 18 anni “Ancora in viaggio attraverso le emozioni di bambini e ragazzi del mondo” che promuove l’incontro ed il lavorare insieme di tutti gli ordini scolastici, dal nido alle superiori (Nido d’infanzia Cappuccetto Rosso di Vignola, Scuole d’Infanzia “Il Mago di Oz” e “Peter Pan” di Vignola, Scuola Primaria “I.Calvino” di Vignola, Scuola Media “Muratori” di Vignola, Istituto d’Istruzione Superiore per l’Agricoltura “L. Spallanzani” di Vignola) e con il coinvolgimento del centro per disabili “I Portici” di Vignola. In particolare sono state svolte le seguenti attività: - la fase dell’inserimento dei bambini al Nido si è svolta con la presenza di ragazzi italiani e stranieri ciascuno dei quali ha assunto il ruolo di tutor di uno specifico bambino e ne ha seguito il percorso emotivo, esperienziale ed educativo per l’intero anno scolastico; - dopo aver individuato un tema come “filo conduttore”, sono state organizzate attività laboratoriali (manipolative, grafico-pittoriche, narrative e musicali) per i bambini del nido, della scuola d’infanzia e della scuola primaria, condotte dai ragazzi stessi e preparate in classe con i docenti curriculari di alcune materie come italiano, disegno e musica; - sono stati coinvolti anche i ragazzi diversamente abili del centro I Portici che hanno gestito due laboratori (per i bimbi del nido e per quelli dell’infanzia); - i ragazzi della scuole medie inferiori hanno rielaborato a scuola (in 5 incontri denominati “il cerchio di narrazione”) l’esperienza vissuta, parlandone liberamente, scambiandosi le opinioni, approfondendo le emozioni e provando a verbalizzarle; - i bambini del Nido sono stati ospitati dalla scuola media e dalla scuola superiore dove si sono recati per “andare a trovare” i loro ragazzi tutor e dove sono rimasti trascorrendo la mattina in attività preparate dai ragazzi stessi; - Nella festa finale, oltre a vari laboratori per i bambini, sono stati realizzati laboratori di cucina etnica da parte di genitori stranieri, un concerto a cura dei ragazzi della scuola media e una rappresentazione teatrale a cura dei ragazzi della scuola superiore. Di seguito si elencano alcuni indicatori delle attività svolte nell’a.s. 2007/2008 , che si ritengono significativi della corposità, anche in termini quantitativi, del progetto: 115 Tabella 91 - Soggetti coinvolti nel progetto “Ancora in viaggio attraverso le emozioni di bambini e ragazzi del mondo” anni 2007/2008 Soggetti coinvolti nel progetto a.s. 2007/2008 Bambini Asilo Nido n. 22 Bambini Sc. infanzia n. 33 Alunni Sc.primarie n. 50 Alunni Sc. Secondarie 1°grado n. 60 AlunniTutor Sc. Secondarie.1° grado n. 10 AlunniTutor Sc. Secondarie.2° grado n. 16 Alunni Ist. “L.Spallanzani” n. 22 Ragazzi Centro disabili “I Portici” n. 26 Famiglie del Nido n. 22 Famiglie dei Ragazzi Tutor n. 25 Ragazzi di recente immigrazione n. 17 Educatrici del nido n. 3 Personale collaboratore n. 1 Insegnanti Sc. Infanzia n. 2 Insegnanti Sc. Primaria n. 5 Insegnanti Sc. Sec. 1° Grado n. 5 Insegnanti Sc. Sec. 2° Grado n. 4 Operatori Centro “I Portici” n. 15 Ore impiegate dal personale coinvolto n. 550 Uscite sul territorio n. 10 Costo annuale del progetto € 28.000,00 Fondazione CRV: 12.000,00; Contributi Regione Emillia Romagna: € 8.000,00 C) ISTITUZIONE E AVVIO DEL FORUM PER L’IMMIGRAZIONE DELL’UNIONE TERRE DI CASTELLI Nel mese di aprile 2007 è stato costituito il Forum dell’Unione Terre di Castelli per la partecipazione dei cittadini stranieri. Il lungo percorso intrapreso per arrivare alla costituzione del Forum, le assemblee e gli incontri nei cinque comuni, hanno coinvolto alcune migliaia di persone e suscitato molte aspettative ed entusiasmo. 116 Tabella 92- Dati elezioni del Forum del 15/04/2007 CASTELNUOVO CASTELVETRO RANGONE Aventi DI MODENA SAVIGNANO SPILAMBERTO VIGNOLA Totale Totale % 4.216 100.0 SUL PANARO M F M F M F M F M F M F 385 281 330 218 336 229 493 337 929 678 2.473 1.743 Diritto 0 Votanti 193 Totale 105 298 120 53 101 173 51 220 152 116 368 336 185 553 1.002 510 1.512 35.86 1.512 Votanti Il Forum si compone di membri nominati per la componente italiana e di membri eletti a suffragio diretto con voto libero e segreto per la componente straniera. La componente straniera del Forum è composta da n.22 eletti. La componente italiana è composta da: • l’assessore alle Politiche dell’Immigrazione dell’Unione; • l’assessore alle Politiche Sociali dell’Unione; • i cinque Assessori Comunali alle Politiche per l’Immigrazione; • n. 1 rappresentante di ogni gruppo consiliare presente nel Consiglio dell’Unione • n. 2 membri designati dalle organizzazioni imprenditoriali dei datori di lavoro maggiormente rappresentative a livello locale; • n. 2 membri designati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello locale; • n. 2 rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo locale, nominati dal Presidente dell’Unione; • n. 1 rappresentante dell’ASP “G. Gasparini” di Vignola; • n. 1 rappresentante del Centro per l’impiego di Vignola; • n. 1 rappresentante dei Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche dei Comuni dell’Unione designato dal coordinamento dei Dirigenti Scolastici; • n. 1 rappresentante dell’AUSL – Distretto di Vignola. Tabella 93 – Sedute del Forum e Iniziative organizzate anni 2007 e 2008 Sedute del Forum Iniziative organizzate 2007 2008 6 5 30/03/2008 Il Forum c'é - A cena insieme 05/04/2008 Il Forum c'é - Partiamo da lì: il Forum racconta la costituzione 19/04/2008 Il Forum c'é - La questura incontra i cittadini 11/05/2008 Il Forum c'é - Girotondo intorno al mondo 18/05/2008 Il Forum c'é - Fa festa insieme. 21/06/2008 Camminiamo insieme 117 14/12/2008 Il Forum c’è – Tutti a tavola All’interno del Forum dell’Unione Terre di Castelli sono state nominate Commissioni Tecniche che si occuperanno di temi specifici e particolarmente rilevanti quali: - scuola - eventi interculturali - supporto alle politiche locali in materia di famiglia. D) INTERVENTI DI MEDIAZIONE CULTURALE NEI SERVIZI Dal 2005 si è favorita la presenza della figura del mediatore culturale sia nei servizi alla persona che nelle scuole. E) CORSI DI LINGUA D’ORIGINE Corsi realizzati nel periodo 2004/2007: - un corso di lingua araba a Vignola organizzato in collaborazione con l’organizzazione di volontariato Overseas di Spilamberto con una media di 70 iscritti per annualità; - un corso di lingua araba a Castelnuovo, organizzato in collaborazione con il Consolato Tunisino, con una media di 20 iscritti dall’anno scolastico 2007/2008. F) SERVIZIO CIVILE REGIONALE PER GIOVANI STRANIERI DELLA COMUNITÀ MONTANA APPENNO MODENA EST Oltre al progetto per i giovani cittadini italiani la Comuntià Montana ha presentato nel 2008 un progetto di Servizio Civile Regionale per n° 2 giovani stranieri. E’ stata effettuta una campagna informativa nei confronti di tutta la popolazione straniera residente tra i 18 e i 28 anni. Le volontarie sono state avviate in servizio il 13/10/2008 per 10 mesi per un totale di 25 ore settimanali nel settore assistenza ed educazione del comune di Guiglia. G) ATTIVITÀ DI ALFABETIZZAZIONE DEL CENTRO TERRITORIALE PER L’EDUCAZIONE PERMANENTE Tabella 94 - Totale iscritti a. s. 2007-08 C. T. P. al 31 gennaio 2008 SEDI ALFABETIZZAZIONE VIGNOLA 304 SPILAMBERTO 129 CASTELNUOVO RANGONE 127 TOTALI 560 118 H) PROGETTI DI RETE 1. Collaborazione con il Centro per le Famiglie e con il Coordinamento Pedagogico dell’Unione per la progettazione di alcune iniziative volte a favorire la conoscenza e l’integrazione tra famiglie: “Una fiaba all’ora del tè”, “Io chi sono?”. 2. Partecipazione al Progetto “Famiglie e solidarietà”, promosso dal Centro per le Famiglie, dal Centro Servizi Volontariato di Vignola, dall’A.S.P. – Area Minori e da una ventina di associazioni. Il progetto è volto a promuovere buone prassi nell’ambito dell’accoglienza delle nuove famiglie residenti. 3. Partecipazione al progetto “Giovani e volontariato” promosso dal Comune di Zocca, dalla Comunità Montana Modena Est, dal Centro Servizi Volontariato di Vignola volto a promuovere la cultura del volontariato e della solidarietà. 4. Nel 2008 inoltre l’Unione Terre di Castelli ha aderito a due progetti in collaborazione con la Provincia di Modena, l’ente di formazione “Modena Formazione”, l’ASL e il Comune di Castelnuovo Rangone, sul tema della sicurezza alimentare e della sicurezza dei lavoratori nel comparto delle carni. 119 AREA 5 - Politiche a favore di Anziani e Disabili INTERVENTI TRASVERSALI A FAVORE DI ANZIANI E DISABILI • Il Fondo Regionale per la Non Autosufficienza (FRNA) Al Nuovo Ufficio di Piano è stata affidata la gestione amministrativa e contabile delle risorse del Fondo Regionale Non Autosufficienza (FRNA). • L’Accesso alla rete dei servizi Passaggio da punti di informazione / orientamento / accesso alla costituzione dello Sportello Sociale (dotazione di uno strumento informatico di supporto). Sviluppo di azioni di sistema che mirano a potenziare l’attività della figura del responsabile del caso, del sistema di accesso, presa in carico, valutazione integrata/multidimensionale e continuità assistenziale della popolazione non autosufficiente anziani/ disabili • Valutazione / Presa in carico Avvio di un percorso che prevede il passaggio da un sistema che contemplava una pluralità di organismi di valutazione integrata sociale e sanitaria a un unico percorso/processo che va dal momento dell’accesso alla valutazione ed alla presa in carico. INTERVENTI AREA ANZIANI AZIONI DI SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’ • Incremento dei ricoveri temporanei e di sollievo - Qualificazione della risposta finalizzata al sollievo riservando 4 posti dedicati (due presso la struttura di Vignola e due presso la struttura di Spilamberto) e utilizzando in modo flessibile nel periodo estivo i posti della Casa Protetta di Montese - Introduzione della tariffa agevolata che prevede una quota di 25€ giornalieri a carico del cittadino e 65€ a carico del FRNA per i primi 30 giorni. - Utilizzo numero 3 posti per ricoveri temporanei riabilitativi in Residenza Sanitaria Assistita (RSA) di Vignola Ricoveri temporanei e di sollievo 2007 101 83 2006 57 2005 55 2004 0 20 40 60 80 100 120 120 • Potenziamento e flessibilità della risposta dei Centri Diurni Potenziamento e flessibilità della risposta dei centri diurni 100 80 60 40 20 0 • anno 2004 anno 2005 anno 2006 anno 2007 n.posti convenzionati 35 35 40 45 n.utenti 49 64 70 81 Sviluppo del Servizio Assistenza Domiciliare Anziani - qualificazione delle prestazioni dell’AUSL, attraverso maggior integrazione con i servizi domiciliari intervento immediato dopo la dimissione ospedaliera, formalizzazione del Piano Individualizzato di Assistenza dove vengono consulenza, affiancamento, operatività di declinate le prestazioni di cura, supporto, almeno 12 ore per tutti i giorni della settimana, erogazione di pasti e trasporti n.utenti del servizio assistenza domiciliare anziani 500 tot.431 tot.451 tot.426 tot.395 400 300 129 113 164 200 100 109 231 302 342 313 2006 anno 2006 20072007 anno 0 20042004 anno 20052005 anno non autosufficienti autosufficienti 121 • Sostegno del progetto Dimissioni Protette Assistente sociale dedicata in Ospedale, e integrazione con il SAD per gli interventi domiciliari post ospedalieri, con gratuità del servizio nei primi 15 giorni di attività. 250 200 150 100 50 0 n.dimissioni protette integrate • anno 2004 anno 2005 anno 2006 anno 2007 150 192 168 182 Sostegno progetto Assegno di cura Incremento dei beneficiari e delle tariffe giornaliere riconosciute alle famiglie, introduzione da novembre 2007 del contributo aggiuntivo di 160 € mensili in presenza di assistenti familiari regolarmente assunte i beneficiari di questo intervento sono stati 25 nel 2007 a cui si aggiungono 15 nuovi beneficiari nel 2008. Numero di beneficiari Assegno di Cura 380 390 370 354 € 676.311,2 350 326 330 310 295 € 533.397,2 € 556.525,5 290 270 € 461.407,2 risorse economiche 250 anno 2004 anno 2005 anno 2006 anno 2007 122 • La qualificazione del lavoro di cura delle Assistenti Familiari - Realizzazione di uno Sportello di Orientamento e Informazione per le famiglie e le assistenti famigliari, attivo presso la sede dell’ASP di Vignola dell’12/01/2004 Attività dello sportello Assistenti familiari 1° contatto con lo sportello o con richiesta di ricollocazione Famiglie Anno 2005 83 Anno 2006 196 Anno 2007 276 40 130 197 - Offerta attraverso il Servizio di Assistenza Domiciliare dell’ASP, con operatori appositamente formati, di programmi domiciliari di sostegno ed addestramento, a favore di assistenti familiari ( attività di tutoraggio). Questi programmi si prevedono per periodi limitati (max 15 giorni di calendario) ed entro questi tempi il servizio è gratuito. 100 80 60 40 20 0 n.interventi di addestramento domiciliare anno 2004 anno 2005 anno 2006 anno 2007 50 48 80 93 - Forte presenza delle Assistenti Famigliari coinvolte nell’assistenza domiciliare ad anziani non autosufficienti il 23% degli anziani seguiti dal SAD e il 40% delle famiglie che usufruiscono dell’Assegno di cura si avvalgono dell’aiuto di un assistente famigliare. - Introduzione da novembre 2007 del contributo aggiuntivo a favore di chi usufruisce dell’assegno di cura e dell’aiuto di un assistente familiare in condizione di regolarità del rapporto di lavoro - Attività formativa: Invio di operatori del Servizio di Assistenza Domiciliare e dell’Area Anziani del A.S.P. e del Servizio Infermieristico Domiciliare del Distretto a corsi per Tutor per Assistenti Familiari; Organizzazione in collaborazione con Modena Formazione di percorsi formativi , a favore di assistenti famigliari in possesso di permesso di soggiorno, di primo livello per orientamento al lavoro di cura, associati a lezione lingua italiana anno operatori dei servizi corsi attivati 2004 2006 2006 2007 4 5 2 3 1 1 2 2 123 AZIONI DI SOSTEGNO ALLA RESIDENZIALITA’ • Strutture residenziali La copertura dei posti convenzionati sul totale della popolazione > 75 anni residente al 31/12/2007 è pari a 2,89. Come da indicazioni regionali si è intrapreso un percorso di raggiungimento della copertura dei posti nella misura del 3,08%. Incremento posti convenzionati dal 2004 al 2007 260 255 250 245 240 n.posti residenziali convenzionati • anno 2004 anno 2005 anno 2006 anno 2007 247 249 249 259 Qualificazione della risposta residenziale - Creazione di un nucleo dedicato per le gravi disabilità acquisite, di 3 posti presso la RSA di Vignola, - Attivazione di un nucleo ad alta intensità sanitaria e assistenziale presso la Casa protetta di Montese, - Prossima attivazione di un nucleo ad alta intensità della Casa protetta di Spilamberto. • Contenimento rette per case protette e centri diurni convenzionate Anno Retta 2004 media distrettuale € 46,75 2005 € 46,89 2005 2007 € 47,85 € 48,02 Incremento 2004/2007 pari a € 1,27 in termini percentuali 2,72%. 124 INTERVENTI DI CONTRASTO ALLA FRAGILITA’ E ALL’ISOLAMENTO In tale ambito si inseriscono tutte quelle attività a carattere socializzante offerte per la popolazione anziana che hanno l’obiettivo di stimolare e mantenere un buon stile di vita. Nel corso degli ultimi anni, con l’introduzione della figura professionale dell’educatore, si sono raggiunti attraverso la realizzazione di attività mirate di socializzazione in piccolo gruppo quegli anziani che vivono in condizione di solitudine e forte emarginazione che vanno adeguatamente sostenuti anche attraverso percorsi individuali. 125 INTERVENTI AREA DISABILI INTERVENTI PER L’INSERIMENTO LAVORATIVO • Consolidamento e sviluppo dell’attività del Servizio Inserimento Lavorativo e realizzazione di un coordinamento inserimento lavorativo Tali azioni sono dettagliate nell’area 3 “Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale” • Laboratorio occupazionale di preparazione al lavoro / atelier con annesso negozio finalizzato alla commercializzazione dei prodotti realizzati nelle diverse strutture socioriabilitative; Ha iniziato l’attività con il primo gruppo di 6 utenti nel mese di Novembre 2007. Il Laboratorio, denominato cASPita, è gestito direttamente con propri dipendenti dall’ASP, nell’ambito operativo dell’Area Handicap. Nell’anno 2008 si è avuto un incremento dell’attività, fino all’attuale limite di 12 utenti frequentanti. SOSTEGNO ALLA DOMICILIARITA’ E ALLA VITA INDIPENDENTE • Interventi per miglioramento qualità dell’integrazione scolastica E’ stato sottoscritto l’ Accordo di programma a valenza Distrettuale a favore di minori con handicap e disagio sociale è diventato operativo a partire dall’anno scolastico 2007/2008 • Assegno di cura disabili 2004 2005 2006 2007 1° livello 14 10 12 14 2° livello 3 6 3 3 3° livello = = 6 5 • Il Servizio di Assistenza Domiciliare precedentemente descritto per gli anziani ha in carico anche utenti adulti con diversi livelli di non autonomia legati sia a disabilità fisica o psichica, ma anche, per condizioni sanitarie in fase acuta o terminale, pertanto le azioni di qualificazione ed intensificazione delle prestazioni e delle attività riguardano anche l’utenza adulta. ANNO Utenti disabili Utenti adulti (CSM, SDP, terminali, disagio sociale) 2004 31 38 2005 32 33 2006 32 39 2007 26 43 126 • Sviluppo dei Centri socio-riabilitativi – semiresidenziali per disabili Adeguamento dei posti nei centri diurni ANNO n. posti autorizzati di centro diurno 2004- 2007 66+ 4 emergenza Utenti frequentanti i centri diurni per disabili dal 2004/2007 IL MELOGRANO 6 7 I TIGLI 26 LE QUERCE I PORTICI 29 31 31 12 13 12 12 27 28 27 26 2007 2006 2005 2004 Nella rete dei servizi si deve inoltre considerare la convenzione attiva con il CSRD Alecrim di Maranello attiva per n° tre posti di diurno, ad esclusione dell’anno 2006, in cui erano utilizzati due posti, nei rimanenti anni, i tre posti convenzionati sono stati pienamente utilizzati. Si è nel periodo evidenziato l’incremento di richieste d’accoglienza ai CSRD di utenti in carico al CSM distrettuale. E’ necessario valutare, in sede di stesura dei prossimi Piani di Zona, l’incremento degli investimenti sulla specifica situazione, prevedendo anche l’organizzazione di una offerta di servizi specifici (struttura riabilitativa diurna in riferimento all’attività del CSM). • Servizio di trasporto abitazione/Centro Semi residenziale Diurno L’accesso ai servizi, Diurni per disabili è stato potenziato sia con mezzi propri sia con l’ampliamento delle convenzioni in atto con associazioni del territorio, è infatti stata stipulata apposita convenzione con organizzazione di volontariato territoriale (AUSER). 127 • Gli interventi di sollievo e/o emergenza nelle strutture diurne e/o residenziali Per quanto relativo agli interventi di sollievo ed emergenza, le potenzialità di risposta dei CSRD risultano estremamente limitate, stante il pieno utilizzo delle strutture presenti sul territorio. Per quanto relativo alle possibilità di risposta di sollievo e per emergenze attivabili su servizi a carattere residenziale, si segnala che con l’inizio del 2005 ha dato avvio alla propria attività il CSRR del Comune di Montese, denominato “Il Melograno”. • Contributi per la mobilità e l’autonomia nell’ambiente domestico a favore di persone con disabilità previsti dagli art. 9 e 10 della L.R. 29/1997 –L’attività è stata demandata ai servizi territoriali a partire dall’ anno 2005. Contributi per la mobilità a favore di persone con disabilità art. 9 L.R. 29/1997 anno n° istanze n° istanze ammesse e oggetto di presentate contribuzione 2005 6 5 2006 9 9 2007 5 3 Contributi per l’autonomia nell’amb. domestico a favore di persone con disabilità art. 10 L.R. 29/1997 anno • n° Istanze n° istanze ammesse e oggetto di presentate contribuzione 2005 8 7 2006 4 4 2007 7 7 Il “Centro Adeguamento Ambiente Domestico” L’esperienza di costituzione dello sportello territoriale collegato all’operatività del CAAD Provinciale nasce nell’anno 2005. Anno Utenti coinvolti minori adulti anziani 2005 7 0 1 6 2006 17 2 4 11 2007 11 3 3 5 128 Nell’anno 2007 si segnalano anche 4 interventi di consulenza a servizi territoriali Consulenza a operatori Consulenze a utenti/famiglie dei servizi 4 34 Tipologia richiesta Superamento barriere verticali (interne) 25 Interventi bagno 13 Riorganizzazione spazi di vita 13 Accesso (abitazione e barriere oriz.) 7 Ausili, protesica (comunicazione, autonomia) 16 Controllo ambientale (sicurezza) 9 Per ogni intervento possono essere toccate più tipologie d'intervento. Sono riportati gli oggetti di consulenza a servizi. INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA RESIDENZIALITA’ • Centri residenziali La struttura, Centro residenziale “Il Melograno” di Montese regolarmente autorizzata al funzionamento per 16 posti più 2 per emergenze di attività residenziale, è il servizio di riferimento prioritario per le esigenze e i bisogni a carattere residenziale emergenti nel territorio, Disabili inseriti in Centri Residenziali - Nota: il dato è relativo agli ospiti presenti al 31.12 di ogni anno. Altre strutture presenti nel Altre strutture fuori Distretto Distretto (Coop. Zora – Charitas) Sorriso/Villa Centro Melograno Berti/Villa Paolina) 2004 --- 7 7 2005 6 7 6 2006 10 7 7 2007 12 8 7 • (Villa Interventi di informazione generale e mirata sul tema del “Dopo di noi”, Sono interventi finalizzati a promuovere le conoscenze e l’utilizzo delle misura di tutela giuridica disponibili (vedi anche l’amministrazione di sostegno, già citata): collaborazione con la Consulta del Volontariato Vignolese sul percorso di costruzione della Fondazione da noi a te, con il 129 coinvolgimento attivo del Centro Servizi del Volontariato di Modena che nello specifico garantisce il sostenuto alle associazioni coinvolte in questo percorso. ATTIVITA’ GRUPPO TECNICO TERRITORIALE PER LE FUNZIONI DI VIGILANZA - Effettua azioni di vigilanza effettuate presso le strutture autorizzate presenti sul territorio per la verifica che siano conservati i requisiti, prevalentemente sotto l'aspetto organizzativo funzionale, che hanno dato luogo all'autorizzazione al funzionamento - Rilascia le autorizzazioni al funzionamento e può agire con diffida o con revoca dell'autorizzazione, nei confronti delle situazioni di inadempienza accertata sui requisiti previsti dalla Direttiva. ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE E DEI SERVIZI A seguito della pubblicazione della Legge Regionale n° 4/2008 che dà indicazioni in tema di accreditamento e rimanda a successive deliberazioni regionali sulle specifiche applicative è in corso di attivazione di un gruppo di lavoro per l’applicazione, in ambito della zona sociale / distrettuale, del sistema di accreditamento. 130 Capitolo 3 – Obiettivi prioritari del Piano di Zona Triennale per la Salute e il Benessere Sociale del Distretto di Vignola PARAGRAFO 1 - GLI OBIETTIVI STRATEGICI E LE PRIORITA’ DI INTERVENTO DEL PIANO IN AMBITO SOCIALE, SOCIO – SANITARIO E DEI SERVIZI SANITARI TERRITORIALI 1.1 INTRODUZIONE La visione strategica del primo Piano di Zona per la Salute e il Benessere Sociale del distretto di Vignola assume a riferimento non tanto i bisogni in quanto tali ma la loro complessità e unitarietà rispetto alla persona e ai suoi contesti di vita, relazione e lavoro nella consapevolezza che non si possa definire un punto di vista unico capace di interpretare e orientare la realtà a favore del bene comune. Da questo orientamento discende la consapevolezza che il valore aggiunto del sistema di welfare che ci si propone di realizzare dipende da una condivisione di intenti tra i diversi attori sociali che, pur nel rispetto dei diversi livelli di responsabilità e delle differenze reciproche, impone di impostare e gestire in modo diverso il proprio ruolo nella direzione da un lato di una integrazione delle politiche, delle attività, dei servizi e dei processi e dall’altro del prevenire, evitando per quanto possibile l’insorgere del bisogno. A partire da questa impostazione, che prevede di considerare la complessità e la interdipendenza dei bisogni della popolazione del distretto e di uscire da ogni logica di auto referenzialità e auto - poiesi dei servizi, si è scelto di definire cinque ambiti di programmazione riferibili ad un target di prevalenza a cui si è aggiunta una sesta area trasversale che fa riferimento a tutti i target di intervento. Aree Destinatari della programmazione 7) Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini Famiglie e minori e dei preadolescenti 8) Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani Adolescenti e giovani 9) Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale Cittadini residenti con problematiche sociali e di povertà 10) Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, Cittadini stranieri residenti e/o domiciliati asilo e lotta alla tratta 11) Politiche a favore di anziani e disabili nel distretto; cittadini residenti Persone con disabilità e ultra sessantacinquenni 12) Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / Cittadini residenti abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici 131 In ciascuna area emerge come l’analisi dei bisogni e la definizione delle strategie triennali di intervento non possa che essere integrata con l’analisi delle altre aree e porti agli stessi obiettivi di benessere e promozione sociale: - sostegno alle responsabilità familiari e valorizzazione del ruolo della famiglia nella genitorialità ed educazione da un lato e nella cura dall’altro - sviluppo e rafforzamento della coesione sociale - sostegno alle famiglie in difficoltà economica in considerazione del particolare momento attuale - promozione dell’agio e del protagonismo di bambini, ragazzi e giovani nei processi di formazione e di crescita, la riqualificazione del sistema dei minori - prevenzione e promozione di stili di vita “sani”. All’interno di tutte le aree della programmazione emerge inoltre il duplice ruolo della “comunità locale” intesa come terzo settore e società civile. Da un lato vi è la comunità intesa come risorsa in termini di competenze per la lettura ed analisi dei bisogni complessi della società locale. Ad essa è stata quindi riconosciuta la funzione pubblica promuovendone la partecipazione alla programmazione ed alla individuazione delle priorità di intervento. Dall’altro lato vi è la comunità come “destinataria” della programmazione che deve essere quindi sostenuta nel suo ruolo di “rete di sostegno” delle relazioni sociali, familiari, amicali, di solidarietà e di volontariato. La prima area “Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei preadolescenti” mette al centro della programmazione in modo particolare le famiglie con figli allo scopo di riconoscere e valorizzare il ruolo della famiglia nella formazione e cura delle persone e nella promozione della coesione sociale. La rete dei servizi di riferimento è quella rappresentata dai servizi educativi, dal Centro per le Famiglie, dai servizi per la tutela, adozione, affido e sostegno educativo dei minori, dai servizi di sostegno economico alle famiglie in difficoltà, dagli interventi per il rafforzamento della rete e della accoglienza, dai servizi per l’ascolto degli adolescenti e dei genitori e dai servizi sanitari rivolti alla famiglia, agli adolescenti e alla donna nella maternità. La seconda area, “Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani”, individua come target di riferimento la persona nel suo percorso di crescita ed autonomizzazione. La scelta è stata quella di promuovere la continuità tra l’analisi e la lettura dei bisogni riferibili agli adolescenti con l’analisi e la lettura dei bisogni dei giovani allo scopo di definire una pluralità di obiettivi, servizi e interventi che tuttavia partono da una condivisione della rappresentazione dell’età giovanile, intesa non come una fase problematica, ma come un normale passaggio della vita. In un target di riferimento che va dagli 11 ai 34 anni partendo dalla consapevolezza che i bisogni e le risorse sono molto differenziati, si è cercato di costruire un sistema integrato e 132 coordinato di interventi messi in atto da soggetti diversi e da diversi settori diversi della pubblica amministrazione, nell’ottica di superare il concetto di prevenzione a favore del concetto di partecipazione. La rete è quindi quella rappresentata dai servizi delle politiche giovanili propriamente intesi, della scuola e della formazione, del terzo settore e dei sindacati, dei servizi sanitari per l’ascolto e il sostegno nell’età evolutiva. La terza area, “Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale” si rivolge in modo prevalente ai cittadini residenti con problematiche sociali e di povertà considerando le tre principali aree di bisogno individuate anche dal Piano Sociale e Sanitario: casa, lavoro e integrazione. I servizi sono quelli riferibili alle politiche abitative, all’integrazione sociale e lavorativa delle persone in situazione di esclusione sociale, al sostegno a famiglie in temporanea situazione di difficoltà, al sostegno della rete e della integrazione sociale. La quarta area, “Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta” si rivolge in modo prevalente ai cittadini stranieri residenti e/o domiciliati nel distretto ma anche a tutta la popolazione residente. L’obiettivo della integrazione è inteso come la costruzione di un sistema di servizi e interventi che promuovano la coesione sociale e valorizzino la multiculturalità. I servizi di sviluppo in questa area sono quelli di informazione e orientamento, di accoglienza, di mediazione e di alfabetizzazione, nonché i progetti di rete a sostegno del sistema dell’accoglienza. La quinta area, “Politiche a favore di anziani e disabili”, si riferisce alla popolazione anziana e disabile del distretto ed alla famiglia in considerazione del suo fondamentale ruolo di cura e assistenza alla persone. Il sistema di servizi del distretto è rappresentato dai tre ambiti prioritari definiti anche nelle linee di indirizzo del Fondo per la Non Autosufficienza, ovvero i servizi per la domiciliarità, per la residenzialità e semi residenzialità e dai servizi per la promozione alla salute, sostegno alla autonomia e alla vita indipendente e di tutela della fragilità. La sesta area, innovativa rispetto alla precedente programmazione, “Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici”, ricomprende parte degli obiettivi che nel precedente piano triennale afferivano al programma finalizzato per la prevenzione delle dipendenze (poi accorpato col programma per la promozione del benessere dei giovani), nonché, in termini di novità, tratta gli obiettivi di prevenzione e promozione di carattere trasversale che incidono sul benessere sociale, sanitario e più complessivo della popolazione. Si ritiene opportuno precisare che le altre tematiche inerenti il target “Dipendenze” sono state trattate all’interno di altre due aree in ragione del diverso punto di vista a cui si è fatto riferimento. In particolare, la parte 133 relativa alle attività specifiche rivolte ai giovani è stata trattata nell’area 2 (“Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani”) e la parte relativa agli aspetti più di carattere socio – assistenziale nell’area 3 (“Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale”). Per quanto riguarda la Salute Mentale cogliendo le indicazioni emerse dalla recente comunicazione da parte della Regione Emilia Romagna in materia di Salute Mentale quale ambito da includere nel Piano distrettuale per la salute e il benessere sociale 2009-2011, si ritiene di condividere tale scelta nella consapevolezza che l’area della salute mentale risponde a pieno titolo al nuovo approccio integrato che caratterizza la metodologia e gli obiettivi del piano stesso. In particolare si evidenzia la necessità di promuovere e implementare maggiormente la logica condivisa dell’integrazione sanitaria e sociale a livello interistituzionale, istituzionale e gestionale, logica che privilegi interventi di co-progettazione fra i diversi attori istituzionali coinvolti. Questo nuovo approccio, volto a promuovere una nuova cultura dei servizi sanitari e degli enti locali, va sostenuto da precisi momenti di formazione per creare “cultura comune” e dalla costruzione di strumenti operativi condivisi per la presa in carico integrata della persona con malattia mentale. La salute mentale diventa, inoltre, un’ area dove è indispensabile far agire un ruolo diverso dalla comunità intesa come ambito dove interagiscono non solo i servizi pubblici socio-sanitari, ma dove giocano un ruolo determinante anche le associazioni del terzo settore e del privato sociale. Vanno, quindi, promosse a livello comunitario azioni di integrazione e inclusione con le politiche formative, occupazionali, abitative per incidere in modo positivo sul benessere di questo target di popolazione. Il passaggio sopradescritto si inserisce a livello Distrettuale in una realtà territoriale che vede già forme di collaborazione fra enti e servizi coinvolti nell’ambito della salute mentale (Dipartimento di Salute Mentale –Dipendenze Patologiche Area Sud, Enti Locali, Asp “G.Gasparini”di Vignola). In questa direzione, anche in attesa dell’approvazione del “Piano Attuativo Regionale Salute Mentale 2009/2011", si ritiene necessario: proseguire l’attività di analisi, rilevazione del bisogno e confronto attivata fra servizi da settembre 2008, finalizzata a riscrivere un protocollo di integrazione fra gli Enti Istituzionali coinvolti; portare avanti gli interventi integrati in essere, con particolare riferimento al sostegno degli interventi domiciliari; continuare a sostenere le azioni per favorire l’integrazione lavorativa e l’applicazione a livello territoriale di quanto previsto nel protocollo specifico di ambito provinciale. 134 1.2 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale: “RESPONSABILITA’ FAMILIARI, CAPACITA’ GENITORIALI, DIRITTI DEI BAMBINI E DEI PREADOLESCENTI” TARGET* Respons.tà Familiari infanzia e adolescenza X x Prevalente Giovani Anziani Disabili □ □ x Immigrati stranieri Povertà e Esclusione x sociale x Salute mentale Dipendenze □ □ Finalità Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani X Prevenzione Cura/Assistenza X X Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale La trasformazione della struttura della famiglia per numero componenti (aumento delle famiglie unipersonali e diminuzione delle famiglie con quattro o più componenti), l’aumento del numero delle separazioni, l’aumento dei divorzi e del numero di famiglie costituite da figli con un solo genitore sembrano contribuire in modo significativo all’incremento complessivo del numero di famiglie in provincia di Modena e sul territorio del Distretto. La nuova tipologia di famiglie monogenitoriali può rappresentare un ulteriore sintomo di fragilità e debolezza cui prestare particolare attenzione, anche per l’effetto che questo può determinare sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, sulle responsabilità genitoriali e sugli oneri di attenzione e di solidarietà che ricadono su tutta la comunità sociale. Emerge, dall’analisi dei diversi punti di osservazione del distretto (sociale, sanitario, scuola, terzo settore) una fotografia di famiglia fragile, incerta, disorientata, deresponsabilizzata con atteggiamento di delega. Risulta importante consolidare le azioni di supporto alla famiglia, sin dal momento della costituzione della coppia e nelle diverse fasi successive (gravidanza, genitorialità, ecc), creando nuove occasioni formative e di sostegno, ma soprattutto riconsiderando la famiglia come risorsa e recuperando il ruolo educativo che gli è proprio. Nel contempo diventa importante lavorare per il coinvolgimento di tutta la società civile perché recuperi il proprio ruolo di accoglienza, partecipazione e responsabilità educativa diffusa. Fondamentale è continuare e consolidare l’integrazione degli interventi e dei servizi che si occupano di famiglia, in particolare di quella con figli minori. Importante è creare condizioni che facilitino l’accesso alle informazioni su tutti i servizi e le opportunità istituzionali ed informali che il territorio offre a bambini e famiglie, con particolare attenzione a quelle con figli disabili, monogenitoriali ed immigrate. Di fronte al fenomeno emergente delle nuove povertà vi è il bisogno di ideare percorsi complessi e trasversali, che accanto agli strumenti economici tradizionali, favoriscano l’autonomia personale e familiare. 135 Vi è il bisogno di garantire servizi per la prima infanzia, anche flessibili, per rispondere alle necessità delle giovani coppie di ridefinire ruoli e funzioni all’interno della famiglia alla luce della nascita di un figlio, ma anche alla necessità di trovare dei servizi in grado di favorire la conciliazione dei tempi di cura e di lavoro che possa supportare il lavoro educativo. Accanto alla necessità di sostenere la maternità, in particolare nelle condizioni di disagio economico e relazionale oltre che sanitario, approntando percorsi di prevenzione e di sostegno nel periodo post-parto; è importante anche la costruzione di percorsi integrati per intercettare fenomeni di violenza domestica a danno delle donne e garantire azioni di sostegno e tutela nel caso di violenza e maltrattamenti . Emerge inoltre la priorità di intervenire sulle condizioni di vita dei minori per garantire l’apprendimento e il successo scolastico, la prevenzione del disagio e la promozione della salute e del benessere nelle diverse fasi della crescita dei minori, partendo da un attento monitoraggio dell’offerta dei servizi socio educativi, di socializzazione, ascolto e confronto già presenti sul territorio. Importante è la promozione della salute dei minori sin dalla nascita, per contenere fenomeni quali l’obesità infantile, disturbi alimentari, l’abuso di farmaci da parte dei genitori, che sono in aumento. Emerge inoltre l’esigenza di consolidare i percorsi di tutela del minore da maltrattamenti e abusi, già previsti dal protocollo provinciale, qualificando ulteriormente i percorsi di accesso alle prestazioni diagnostiche e psicoterapiche in riferimento agli esiti post-traumatici dei comportamenti di maltrattamento e abuso, e il momento valutativo e la risposta di sostegno alle famiglie. Nel contempo è necessario potenziare le azioni di promozione dell’affido famigliare e di sensibilizzazione all’accoglienza e garantire sostegno e supporto alle famiglie affidatarie e consolidare i percorsi di accompagnamento alle famiglie adottive. Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali 1) Mantenere e sviluppare una rete per sostenere e accompagnare le famiglie lungo il percorso della genitorialità: dalla formazione della coppia, la gravidanza, la nascita fino all’adolescenza del/i figlio/i, come previsto dal Progetto: Essere al mondo mettere al mondo: una rete che accoglie 2) Consolidare le azioni di sostegno alla genitorialità realizzate dal Centro per le Famiglie, in collaborazione con servizi sanitari, sociali, scolastici e terzo settore, in particolare:la mediazione familiare, il sostegno allo sviluppo di gruppi di auto mutuo - aiuto di genitori, il punto d’ascolto, i percorsi rivolti a genitori con bambini di età 0-3 anni e il sostegno a genitori con figli 6 – 14 anni 3) Favorire e facilitare l’accesso alle informazioni su tutti i servizi e le opportunità istituzionali ed informali che il territorio offre alle famiglie attraverso la messa in rete di tutti i punti informativi quali l’informafamiglie, lo sportello adozioni e affido e lo sportello informativo e punto di accoglienza in fase di realizzazione dall’Associazione “Da me a te”, in collaborazione con l’Associazione “La coperta corta” rivolto a famiglie con figli disabili minori e adulti , in stretta collaborazione con l’avvio dello sportello sociale. 136 4) Analisi dei dati relativi ai nuovi nati per individuare il fabbisogno in merito alla programmazione e progettazione di nuovi asili nido, scuole d’infanzia e servizi di supporto e mantenimento dei servizi quali Spazio bambini e Centro per bambini e genitori. 5) Consolidamento dei progetti : doposcuola Centro ascolto MOMO e dopo scuola Associazione FARO, sportelli d’ascolto presenti in alcune scuole medie inferiori e in tutte le superiori. 6) Attivazione di percorsi di collaborazione tra scuola, sociale, sanitario e associazioni sportive per favorire percorsi di sensibilizzazione al movimento e ad una corretta alimentazione; intensificare la diffusione delle campagne informative e di sensibilizzazione già attivate dai pediatri per favorire la diffusione di sani stili di vita sin dalla nascita. 7) Consolidamento delle èquipe multiprofessionali dedicate a favore di minori vittime di reato e riconferma della figura dell’esperto giuridico a supporto degli operatori sociali. 8) Realizzazione di un progetto affido che veda coinvolti il Centro per le famiglie, il Centro Servizi volontariato, l’ASP – area minori e l’AUSL – settore di Psicologia per azioni di promozione sociale e sensibilizzazione del territorio oltre ad azioni di sostegno alle famiglie affidatarie. 9) Consolidare i percorsi di accompagnamento alle famiglie adottive, attraverso l’applicazione delle Linee di indirizzo regionali in materia di adozione; la collaborazione tra ASP minori Distretto di Pavullo e Ufficio Comune di Sassuolo per la realizzazione dei corsi informativi/formativi rivolti alle coppie che si rendono disponibili all’adozione; la collaborazione tra ASP minori, AUSL e Centro per le famiglie per percorsi di post adozione e collaborazione con le scuole per l’inserimento dei bambini adottati Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche La famiglia caratterizzata da rilevanti dinamiche evolutive, deve essere considerata un soggetto centrale nella definizione delle politiche sociali, educative, sanitarie, culturali, formative, abitative, ambientali e di sicurezza del territorio. L’integrazione tra le politiche pubbliche pertanto diviene un obiettivo prioritario per garantire una maggiore efficacia agli interventi e ai servizi. PROMUOVERE UNA METODOLOGIA DI LAVORO INTEGRATA CON LE ALTRE POLITICHE 10) Consolidare e ampliare una stretta collaborazione fra servizi sanitari, sociali, educativi, scolastici e del terzo settore affinando una metodologia di lavoro che consenta un approccio integrato alle varie problematiche della famiglia, arrivando alla redazione di un Accordo di programma, in linea anche con la Legge Regionale 14/2008. INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE PER LA SICUREZZA E LA COESIONE SOCIALE 11) Continuare nella promozione di forme di cittadinanza attiva, in stretta collaborazione con il terzo settore, con l’obiettivo di recuperare una comunità accogliente in particolare nei confronti delle nuove famiglie che prendono la residenza nel territorio del Distretto di Vignola, come previsto dal Progetto “Famiglie e solidarietà” 137 12) Costruzione di percorsi per intercettare i fenomeni di violenza domestica e avviare azioni di sostegno, quali la costituzione di una Associazione/Fondazione a sostegno delle vittime di violenza INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO 13) Realizzare interventi economici e di sistema a favore delle famiglie in difficoltà e delle famiglie con un numero di figli pari o superiore a quattro che favoriscano la loro responsabilizzazione, in linea con quanto previsto dalla tabella “povertà ed esclusione sociale” 14. Consolidare i progetti di accompagnamento al lavoro rivolti ai minori: progetto Borse lavoro INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE PER LA SCUOLA E LA FORMAZIONE 15) Totale applicazione dell’Accordo di programma distrettuale sull’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap, difficoltà di apprendimento e disagio sociale 16). Consolidare i progetti di accompagnamento al lavoro rivolti ai minori: progetto Borse studio INDICATORI DI RISULTATO INDICATORI OBIETTIVI PRIORITARI DI AMBITO SOCIALE E SOCIO SANITARIO 1) - n° di riunioni del tavolo di coordinamento del progetto Essere al mondo , mettere al mondo: una rete che accoglie - n° di famiglie seguite nei diversi percorsi 2) - n° di famiglie coinvolte nei diversi percorsi proposti 3) - avvio dello sportello sociale avvio dello sportello rivolto a famiglie con figli disabili minori e adulti n° di famiglie che si sono rivolte ai diversi punti informativi tipologie delle richieste fatte dalle famiglie ai diversi punti informativi 4) – n° di nuovi nati - n° di richieste superiori all’offerta attuale dei servizi - n° di richieste per servizi spazio bambini e centro bambini e genitori 5) – n° di minori che frequentano il doposcuola del Centro ascolto MOMO e Associazione FARO - n° di minori che hanno usufruito dello sportello di ascolto presente nelle scuole medie inferiori e superiori 6)- n° di minori coinvolti in progetti di sensibilizzazione al movimento e ad una corretta alimentazione - n° di famiglie raggiunte dalle campagne informative e di sensibilizzazione promosse dai pediatri 138 7) – n° di minori vittime di reato seguiti - n° di progetti individuali integrati tra servizio tutela minori e gli altri soggetti della rete - n° di incontri di coordinamento tra le equipe dedicate - n° situazioni di emergenza 8) – realizzazione di un punto d’accesso presso il Centro per le famiglie per favorire l’incontro tra famiglie in difficoltà e famiglie disponibili a forme di sostegno e affido - n° di azioni di promozione dell’affido - n° di famiglie o singole che si rendono disponibili all’affido 9) – n° di coppie che partecipano ai corsi informativi/formativi - n° di coppie seguite in percorsi integrati di post adozione - n° di minori adottati per i quali si è avviato un percorso specifico per l’inserimento a scuola INDICATORI OBIETTIVI DI INTEGRAZIONE 10)- n° di incontri del gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi sanitari, scolastici, educativi, sociali, terzo settore, cultura, immigrazione, politiche giovanili , politiche abitative, centro per l’impiego coordinati dalla figura di sistema - stesura dell’accordo di programma Minori e famiglie 11) - Esito delle azioni rivolte alla cittadinanza (partecipazione, livello di gradimento, n° di contatti sviluppati ) - n° di incontri del gruppo promotore del progetto “Famiglie e Solidarietà” 12) – n° di incontri del gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi sanitari, sociali, forze dell’ordine e polizia municipale - redazione di linee operative integrate per intercettare e sostenere le vittime di violenza - n° di azioni di sostegno realizzate dall’Associazione/Fondazione 13) – n° di famiglie con minori che usufruiscono di aiuti economici in diverse forme - n° di famiglie con un numero di figli pari o superiore a quattro che hanno usufruito di aiuti specifici 14)- n° di minori che hanno usufruito delle Borse lavoro 15) – n° di scuole di ogni ordine e grado che hanno applicato l’Accordo di programma distrettuale 16) - n° di minori che hanno usufruito delle Borse studio 139 1.3 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale: PROMOZIONE DEL BENESSERE DELL’ADOLESCENZA E DEI GIOVANI TARGET* Respons.tà familiari □ Infanzia e adolescenza X Giovani Anziani X Prevalente □ Disabili Immigrati stranieri □ □ Povertà e Esclusione sociale □ Salute mentale Dipendenze □ X FINALITÀ Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani X Prevenzione Cura/Assistenza X□ □ Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale BISOGNI DIVERSI PER IDENTITA’ DIVERSE L’identificazione della fascia di età giovanile con la popolazione che va dai tra i 18 ai 34 mette in evidenzia l’ eterogeneità degli stessi sia per i diversi stili di vita che per i diversi bisogni che emergono. A ciò si aggiunge la elevata multiculturalità presente nel territorio di Vignola come confermato dai dati statistici del profilo di comunità: - Aumento popolazione 0/14 anni - Contrazione fascia di età 15/39 - Indice di vecchiaia e di struttura in linea con la media provinciale - Diminuzione lieve della popolazione femminile 15/39 Forte aumento popolazione < 17 anni con forte incidenza ragazzi stranieri - Alta percentuale minori assistiti (incidenza pari al 9,3%) per problematiche famigliari (precarietà economico – abitativa, grave conflittualità, problematiche socio – educative)1) INTEGRAZIONE TRA POLITICHE GIOVANILI E ALTRE POLITICHE Promuovere una metodologia di lavoro di integrazione funzionale tra interventi relativi a: - politiche giovanili e altre politiche sociali e sanitarie - politiche giovanili e politiche per la sicurezza, il lavoro, la formazione 2) SCARSA PARTECIPAZIONE GIOVANILE ALLA PROGRAMMAZIONE POLITICA TERRITORIALE La tendenza emersa dal profilo di comunità provinciale rispetto alla partecipazione giovanile è confermata anche per la zona sociale di Vignola: - presenza consolidata di organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni di promozione sociale per lo più di carattere culturale e sportivo - popolazione che svolge attività di volontariato intorno al 10% e che svolge attività politica pari al 4% con un calo per la popolazione giovanile pari al 2%. • Generalmente chi si occupa di “politiche giovanili” sono adulti che si rivolgono ad altri adulti: manca la partecipazione dei giovani • Crisi delle forme attuali di partecipazione • Mancanza di progetti per la realizzazione di organismi istituzionali per la consultazione dei giovani nei comuni della Comunità Montana • Si rileva un fenomeno di solitudine, individualismo, disagio degli adolescenti e dei giovani: siamo sicuri che i giovani non si vogliono impegnare ? • 140 3) BISOGNO DEI SERVIZI DI ENTRARE IN CONTATTO CON LA REALTA’ TERRITORIALE Lo stile di vita e l’alta mobilità dei giovani rende difficoltoso il contatto e il coinvolgimento in particolare di coloro che hanno superato l’adolescenza e l’età scolare o che hanno abbandonato la scuola: bisogno di cercare i giovani nei luoghi di aggregazione formale (gruppi sportivi o culturali) o informale (compagnie), ovvero in contesti anche extrascolastici (anche mondo del lavoro e università). 4) SUPPORTO ALLA FUNZIONE EDUCATIVA Per quanto riguarda la COMUNITA’ / ADULTI, essi evidenziano i bisogni specifici di - essere supportati nella funzione della genitorialità / educativa per lo sviluppo di una responsabilità educativa diffusa - educazione e conoscenza dei media utilizzati diffusamente dai giovani Per quanto riguarda gli OPERATORI dei servizi a contatto con i giovani essi evidenziano i bisogno specifici di approfondire la lettura della cultura giovanile nella “normalità”, non focalizzando l’attenzione solo sui comportamenti e gli eventi traumatici e/ straordinari come spesso vengono presentate dai media valorizzare la multiculturalità dei giovani anche con riferimento alla loro esperienza migratoria vissuta. 5) • • • • AGGREGAZIONE E ASCOLTO Presenza della figura degli educatori e/o di adulti responsabili nei servizi di aggregazione. Bisogno dei giovani di essere ascoltati come individui Bisogno dei giovani di aggregarsi in modo “spontaneo e non troppo istituzionalizzato” Bisogno di fare conoscere l’offerta dei servizi e delle iniziative realizzate. 6) STILI DI VITA “PERICOLOSI” E INSICUREZZA LAVORATIVA • Stili di vita “pericolosi” dei giovani: prime cause di morte in provincia di Modena sono incidenti, consumatori a rischio e aumento utenti in carico al Centro Alcoologico, sostanze di abuso “giovanili” come cannabinoidi e extasy • Bisogno di contrastare una cultura consumistica • Bisogno di diminuire il senso di precarietà e insicurezza che caratterizzano il mondo del lavoro “giovanile”: iscritti al Centro Impiego sono per quasi il 40% minori di 34 anni. E’ in atto una tendenza all’aumento dei contratti a tempo determinato e di somministrazione con particolare riferimento alle donne. 141 Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali 1) PROMUOVERE UNA METODOLOGIA DI LAVORO DI RETE CON LE ALTRE POLITICHE SOCIALI Promuovere il confronto e la partecipazione con le realtà organizzate del terzo settore che operano nel settore delle politiche giovanili e della prevenzione e/o costituite e organizzate da giovani - Promuovere la continuità degli interventi rivolti a tutte le fasce di età adolescenziale / giovanile - Promuovere la continuità con gli interventi per la prevenzione - Valorizzare la multiculturalità dei giovani. 2) FACILITARE E PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE • Sostenere e consolidare i centri di aggregazione • Consolidare strumenti in essere per la partecipazione e la cittadinanza attiva quali “Megafono”, la Consulta Giovani dell’Unione Terre di Castelli • Promuovere forme di organizzazione della partecipazione giovanile anche nei comuni della montagna • Favorire la partecipazione dei giovani al volontariato e nello specifico ai progetti di servizio civile nazionale e regionale, alle diverse attività di solidarietà e associazionismo, nelle attività di sostegno scolastico e ricreativo di bambini e coetanei in difficoltà. 3) AUMENTARE IL CONTATTO CON LA REALTA’ TERRITORIALE • Promuovere la conoscenza dei giovani delle iniziative del territorio e dei luoghi di aggregazione valorizzando i servizi esistenti • Promuovere l’intersettorialità degli interventi delle politiche giovanili • Promuovere nei giovani l’informazione, la conoscenza, la consapevolezza sull’offerta di opportunità e sulle possibilità di scelta negli ambiti di vita che li riguardano tramite i servizi Informagiovani. 4) PROMUOVERE L’AGGREGAZIONE E SOSTENERE L’ASCOLTO DIFFUSO • Consolidare l’organizzazione dei centri di aggregazione giovanile e la presenza di figure educative con un ruolo di facilitatori delle relazioni nei gruppi e tra i gruppi e accompagnatori dei percorsi di realizzazione di idee e progetti giovanili. • Promuovere un’immagine di incontro più “libero”. • Favorire l’incontro spontaneo, tenendo conto delle specificità socio – culturali e della marginalità sociale dei luoghi, con riguardo anche ai piccoli centri e alle zone montane. • Promuovere la continuità dell’apertura dei centri di aggregazione. • Promuovere la continuità degli spazi di ascolto istituzionali . • Promuovere il coordinamento e la supervisione degli spazi di ascolto presenti su tutto il territorio in continuità tra quelli collocati in ambito scolastico e quelli collocati in ambito sanitario. 5) FORMAZIONE • Realizzare percorsi formativi “continui” per gli adulti • Percorsi formativi “continui” e integrati per gli educatori ed operatori in contatto con i giovani volti alla condivisione di metodi, strumenti e procedure di lavoro e alla verifica dei risultati • Consolidare i percorsi formativi integrati esistenti sulle rappresentazioni emotive degli operatori dei servizi sociali e sanitari e sulla prevenzione. 142 Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche 6) PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI GIOVANI ALLA PROGRAMMAZIONE DELLE POLITICHE AMBIENTALI, ABITATIVE E URBANISTICHE, DELLA MOBILITÀ. 7) PROMUOVERE UNA METODOLOGIA DI LAVORO INTEGRATA CON LE ALTRE POLITICHE Tavoli di lavoro periodici sulla valutazione degli interventi educativi e di prevenzione rivolti ai giovani. Approccio multidisciplinare e volto alla realizzazione di interventi integrati ed interistituzionali su specifici temi. Stesura di accordi, protocolli, linee – guida 8) INTEGRAZIONE CON POLITICHE DELLA SCUOLA E DELLA FORMAZIONE • Promuovere la continuità degli interventi educativi scolastici / formativi ed extrascolastici rivolti ai giovani. • Incrementare la conoscenza da parte dei giovani dei percorsi di formazione e delle agenzie di formazione. • Sostenere la scelta e l’orientamento post scolastico e post formazione. 9) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE SANITARIE • Sperimentare progetti e interventi in integrazione funzionale così come emersi nell’ambito delle formazioni integrate inerenti l’ascolto e la relazione con i giovani e la prevenzione. 10) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE PER LA SICUREZZA E LA COESIONE SOCIALE • Promuovere nei giovani la cultura della legalità e del rispetto delle norme. • Sensibilizzare e informare riguardo ai rischi connessi ai comportamenti e agli stili di vita pericolosi, alle correlazioni tra incidenti stradali e abuso di sostanze, tra lavoro irregolare / lavoro nero e salute e sicurezza. 11) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE CULTURALI Consolidare la collaborazione con i settori delle politiche culturali e/o le organizzazioni del terzo settore che si occupano di promozione culturale e sociale. 12) INTEGRAZIONE CON LE POLITICHE DELL’ECONOMIA E DEL LAVORO • Aumentare la conoscenza da parte dei giovani degli strumenti per la ricerca del lavoro, per l’orientamento professionale in collaborazione con le altre istituzioni (Centro Impiego, Sindacati, associazioni di categoria, Università, Scuola). • Promuovere percorsi di supporto e facilitazione all’autonomia economica ed occupazionale dei giovani. 143 Indicatori di Risultato 1) Numero di tavoli e di momenti di confronto allargati con referenti delle politiche della scuola e della formazione, della sicurezza e coesione sociale, culturali, dell’economia e del lavoro, sanitarie. 2) Qualità della relazione tra educatori e ragazzi Attività realizzate per preparare l’avvio della Consulta Incontri della Consulta e partecipazione Avvio di una analisi sulle possibili forme di partecipazione e cittadinanza attiva anche nei comuni montani Avvio di progetti di servizio civile nazionale e regionale, qualità della partecipazione dei giovani alle attività di solidarietà 3) Attività di informazione realizzate Numero interventi intersettoriali Strumenti di informazione e comunicazione / orientamento realizzati tramite Informagiovani 4) Numero operatori dedicati e ore di lavoro. Iniziative non strutturate realizzate. Numero dei nuovi giovani che si sono avvicinati ai servizi Numero aperture centri. Iniziative di coordinamento e supervisione realizzate. 5) Percorsi formativi realizzati Livello e qualità della partecipazione 6) Numero incontri dei rappresentanti della Consulta con i referenti delle politiche pubbliche 7) Attivazione tavoli di lavoro periodici sulla valutazione degli interventi educativi e di prevenzione rivolti ai giovani. Stesura di accordi, protocolli, linee – guida 8) Interventi realizzati in collaborazione tra operatori scolastici e della formazione ed extrascolastici Iniziative di promozione comune Percorsi di orientamento e accessi individuali o di gruppo realizzati 9) Percorsi e/o progetti attivati 10) Percorsi e/o progetti e/o campagne informative attivati 11) Numero iniziative in collaborazione attivate 12) Numero e tipologia delle iniziative realizzate 144 1.4 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale: “CONTRASTO ALLA POVERTÀ E ALL’ESCLUSIONE SOCIALE” TARGET* Respons.tà Familiari X infanzia e adolescenza □ Giovani Anziani □ Disabili Immigrati stranieri X Povertà e Esclusione sociale X Prevalent e X X Salute mentale Dipendenze X X FINALITÀ Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani Prevenzione Cura/Assistenza □ □ X Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale Al generale e tendenziale incremento delle condizioni di povertà, disagio e esclusione, concretizzatesi nel territorio; significativi risultano gli interventi e gli accessi ai servizi realizzati negli ultimi anni, caratterizzati da un costante incremento delle condizioni di bisogno; si sommano gli effetti della particolare condizione contingente collegata alla situazione di “crisi” economica – produttiva. Le categorie di cittadini in particolari condizioni di vulnerabilità, (persone sole, in età avanzata, con problemi di salute, in una condizione di fragilità socio culturale, con stili di vita a criticità adattiva, esclusi da lungo periodo dal mondo del lavoro, ecc.) sono i maggiormente toccati dalla situazione di bisogno e caratterizzano fortemente il target d’attività, evidenziando anche condizioni di multiproblematicità. L’area del bisogno si sta allargando a categorie di cittadini fino ad ora escluse dagli interventi di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Modificazioni anche non significativamente rilevanti nell’equilibrio economico di un maggior numero di famiglie, anche con tempistiche estremamente brevi, comporta la necessità d’interventi di sostegno, a fronte di un rilevante rischio di caduta nell’area delle “povertà”. La situazione incrementa l’area d’incertezza nel futuro, riduce le capacità di proiettarsi positivamente nella lettura del presente e del prossimo futuro; forti risultano le incidenze sulla qualità di vita delle persone, con ricadute anche sul versante “patologico”, tanto più rilevante quanto più si combinano con i fattori di vulnerabilità. I fattori di rischio collegati all’emergenza sociale devono essere opportunamente considerati, forte risulta l’esigenza di un governo multidimensionale dei fenomeni che coinvolgono il tessuto sociale nel suo complesso. Le linee d’intervento prospettate per far fronte ai bisogni emergenti andranno a considerare gli elementi d’indirizzo già sperimentati e confermati. Per questi si configurano esperienze di carattere strategico strutturale, prevedendo azioni indirizzate ad interventi nell’ambito del “SOSTEGNO ECONOMICO”, della “ACCOGLIENZA ABITATIVA” e del “LAVORO”. Collegati a questi interventi si prevedono azioni caratterizzate dalla necessità d’intervenire sull’emergenza “acuta”, le stesse azioni, si collegano alle aree d’intervento richiamate (interventi economici d’urgenza, emergenza abitativa, supporto al reimpiego), a cui si sommano le azioni collegate alla “FORNITURA DI BENI DI PRIMA NECESSITA’”. Infine è prevista una forte attenzione a garantire pronte risposte alla contingente situazione determinata dalla “crisi” economica esplosa a partire dagli ultimi mesi dell’anno 2008. In tale ambito sono già programmate azioni di ambito distrettuale, caratterizzate dalla necessità di garantire rapidità nelle risposte, nonché la certa adesione al protocollo di azioni anti-crisi di ambito Provinciale, con le tempistiche specifiche delle singole iniziative che si andranno a concretizzare. 145 Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali Gli obiettivi emergenti dalla lettura dei bisogni collegati all’area target, si svilupperanno in una serie di azioni coordinate. In dette azioni si definiranno, ove previsti nella specifica casistica, sia moduli d’intervento particolarmente mirati alle condizioni acute d’emergenza, la cui struttura prioritaria deve essere la rapidità dell’intervento; sia moduli strutturali, in cui la scelta strategica dell’intervento va a privilegiare la responsabilizzazione e il ruolo attivo delle persone. SOSTEGNO ECONOMICO 1. sviluppare azioni di sostegno economico collegate a situazioni caratterizzate da urgenza ed emergenza, per la sussistenza, anche mediante contributi sotto forma di prestiti e contributi per il mantenimento in strutture 2. far fronte alla particolare situazione di crisi economica, mediante l’Adesione al protocollo anti crisi della Provincia di Modena e l’attivazione di specifiche misure distrettuali LAVORO 3. Alimentare la lettura positiva del sé e il benessere personale/sociale, per favorire l’inclusione sociale e una posizione attiva delle persone 4. Coordinare le azioni volte all’integrazione lavorativa, anche in coerenza con i contenuti del protocollo d’intesa provinciale 5. Attivare strumenti utili all’avvicinamento di domanda e offerta; tirocini d’orientamento e formativi; percorsi d’accesso al lavoro e d’integrazione sociale 6. Promuovere interventi sia collegati all’integrazione lavorativa, sia riconducibili alla (ri)abilitazione al lavoro, con particolare attenzione alle situazioni multiproblematiche più complesse FORNITURA BENI DI PRIMA NECESSITA’ 7. Dare risposte alle fasce più vulnerabili della popolazione (soggetti multiproblematici) 8. Rispondere con una tempistica breve (emergenza) 9. Favorire la fornitura di beni di prima necessità (alimentari, vestiario … ) 10. Coordinare tutte le organizzazioni e associazioni del territorio impegnate nell’attività 11. Aderire alle iniziative finalizzate alla distribuzione di generi vari ancora buonissimi, ma esclusi dalla vendita perché prossimi alla scadenza, o con piccole imperfezioni estetiche (es: brutti ma buoni, ultimo minuto, ecc.) ACCOGLIENZA ABITATIVA 12. Predisporre misure di sostegno all’accesso al mercato dell’affitto, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di abitazioni in locazione, in risposta alle situazioni di fragilità determinate da perdita del lavoro, rottura vincoli famigliari, problematiche di natura sociosanitaria, malattia che creano condizioni di disagio tali da precludere il mantenimento della situazione abitativa o di ottenerla 13. Finalizzare il Contributo annuale del Fondo Sociale Locazione per l’accesso alla locazione 14. Promuovere azioni di razionalizzazione dell’uso del patrimonio abitativo pubblico (ERP) 15. Attivazione di soluzioni di accoglienza temporanea in risposta a situazioni di emergenza acuta (per sfratti, dimissioni da situazioni protette o istituzionalizzate), mediante convenzioni con le strutture ricettive del territorio 16. Programmare azioni di formazione e informazione per facilitare l’incontro e l’avvicinamento tra locatario e inquilino, considerando anche le diversità culturali e orientando all’integrazione sociale Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche 146 17. Coordinare e monitorare le azioni in relazione a più soggetti erogatori 18. Sviluppare valutazioni sull’accesso più puntuali a cogliere la situazione contingente 19. Agire in modo trasversale a più aree d’intervento tipiche delle situazioni di vulnerabilità e rischio d’esclusione (disabili, dipendenze, salute mentale, immigrati, povertà e esclusione sociale, ecc.) 20. Ampliare la gamma delle organizzazioni partecipanti e delle organizzazioni del commercio e della distribuzione 21. Coinvolgere nel monitoraggio dei fenomeni territoriali tutte le organizzazioni e associazioni partecipanti 22. Promuovere azioni di formazione congiunta per lavoratori sottoccupati in collaborazione con il sistema della formazione 23. Favorire una rete di luoghi e relazioni di aiuto. 24. Consolidare e qualificare i percorsi e gli strumenti integrati per l’inclusione lavorativa delle persone con disagio sociale. 25. Partecipare ai tavoli distrettuali di settore per il monitoraggio e la valutazione delle azioni attivate e per la propositività progettuale partecipata 26. Coinvolgere i settori pubblici e privati in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e adattamento dell’ambiente domestico (CAAD provinciale), di sviluppo politiche urbanistiche in senso anche sociale, di sostenibilità ambientale. Indicatori di Risultato SOSTEGNO ECONOMICO N° contributi sotto forma di prestito attivati N° contributi sotto forma di prestito andati a buon fine N° interventi di sostegno attivati rispetto al N° di richieste pervenute da parte degli aventi diritto N° corsi di formazione per sottoccupati realizzati LAVORO N° di tirocini d’orientamento e formativi attivati N° di casi accompagnati e supportati nei percorsi d’accesso al lavoro N° di assunzioni realizzate in seguito ai percorsi e progetti realizzati FORNITURA BENI DI PRIMA NECESSITA’ N° di accessi per tipologia di richiesta, distribuzione territoriale e caratteristiche del richiedente ACCOGLIENZA ABITATIVA N° accordi di sostegno alla locazione siglati N° accoglienze temporanee assicurate N° partecipanti a corsi di formazione/informazione all’inquilinato 147 1.5 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale: “INTEGRAZIONE SOCIALE A FAVORE DEI CITTADINI STRANIERI IMMIGRATI, ASILO E LOTTA ALLA TRATTA” TARGET* Respons.tà Familiari X□ infanzia e adolescenza □ Giovani Anziani X□ □ Disabili Immigrati stranieri □ X□ Prevalente Povertà e Esclusione sociale □ Salute mentale Dipendenze □ □ FINALITÀ Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani Prevenzione X □ Cura/Assistenza X □ □ Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale I dati demografici indicano un forte dinamismo sociale del territorio in particolare rispetto a : a) forte incremento natalità, specie da famiglie di origine non-UE; b) aumento dell’incidenza della popolazione straniera (14,4% Spilamberto, 13,6% Vignola, ecc.) c) aumento della presenza di minori nella fascia d’età 14-18 anni d) situazione di precarizzazione lavorativa e ed economica diffusa . - aumento persone/ famiglie con insufficienti reti familiari o sociali di sostegno per migrazione, trasferimento, frammentazione reti familiari - aumento domanda di alcuni servizi, aumento della complessità delle situazioni di fragilità economica, sociale e relazionale - rischio di aumento della competizione per i servizi e le risorse di sostegno sociale (nidi, esoneri scolastici, case popolari, ma anche risorse lavorative, ecc.), soprattutto tra le famiglie vulnerabili o precarie, e in conseguenza di situazioni di crisi economica e impoverimento diffuso; - Rischio di crescita del livello di tensione e conflitto sociale latente, intolleranza e insicurezza di fronte al cambiamento; rischio di crescita pregiudizi (veicolati anche dai media) e di intolleranza conflitti e creazione di capri espiatori - Bisogno di accompagnare la comunità locale ed i servizi nel vivere il cambiamento interculturale in atto ; - bisogno di sostegno da parte delle nuove generazioni nel costruire la propria identità in un contesto culturalmente e socialmente complesso, adottando stili di vita "sani" - bisogno di maggiori competenze degli operatori dei servizi di fronte all'utenza sempre più multiculturale - bisogno di maggiore raccordo tra interventi sociali, sanitari, educativi, in particolare nei confronti di famiglie provenienti da culture e situazioni sociali eterogenee - bisogno di maggiore integrazione tra le politiche e i servizi di area socio-sanitaria (in particolare gli interventi rivolti specificamente ai cittadini stranieri) e gli altri settori della pianificazione territoriale (urbanistico, culturale, ambientale, ecc.) 148 Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali 1. Garantire pari opportunità a tutti i cittadini e sostegno ai servizi nell’adattamento ai cambiamenti della società attraverso : a) L’adeguamento dei servizi in funzione dei cambiamenti dell'utenza, in termini di servizi erogati da potenziare, da ridurre, da modificare, modalità di accesso e comunicazione b) La ridefinizione di modalità di risposta in rete dei servizi verso una maggiore integrazione tra servizi e interventi, rafforzando i collegamenti tra scuola, servizi sociali, servizi sanitari e territorio, in particolare per affrontare le situazioni complesse in modo interistituzionale e multiprofessionale; c) La qualificazione del sistema locale di informazione, orientamento, consulenza ai cittadini stranieri integrandolo maggiormente con il sistema di welfare locale 2. Favorire i processi di integrazione e consentire ai cittadini stranieri una piena cittadinanza sociale e politica attraverso: - - La promozione dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione in lingua italiana, con particolare attenzione alle donne straniere Il sostegno alle istituzioni scolastiche nella promozione dell’apprendimento e la socializzazione scolastica degli alunni provenienti da famiglie straniere la partecipazione dei ragazzi e adolescenti (di qualsiasi appartenenza di genere o provenienza geografica o culturale) alle attività di socializzazione nel tempo libero, specie per l’accesso agli spazi di aggregazione, alle associazioni sportive e ricreative del territorio; il raccordo tra gli interventi scolastici ed extrascolastici rivolti ai ragazzi stranieri la collaborazione tra enti del territorio per arricchire l’offerta del sistema formativo per gli adulti il sostegno alle forme esistenti di rappresentanza dei cittadini stranieri e promozione della partecipazione alla vita culturale e sociale della comunità 3. Sostenere la crescita di comunità competenti nel gestire la convivenza in un processo di cambiamento culturale e sociale attraverso : - - - La promozione di strategie e interventi di prevenzione e contrasto dell’insorgere di dinamiche di tensione e conflitto sociale, insicurezza di fronte al cambiamento, intolleranza, discriminazione, razzismo La promozione di interventi volti a favorire la costruzione di relazioni positive tra cittadini di origine culturali diverse e l’estensione delle reti di vicinanza, scambio e mutuo aiuto Incremento delle capacità di gestione di situazioni di conflitto relative a spazi e risorse del territorio (conflitti di vicinato, ecc.) 149 4. Monitoraggio e gestione delle zone ad alto impatto critico/conflittuale; a. Ridurre i rischi di allargamento delle fasce di popolazione vulnerabile, competizione per le risorse (vera o percepita) e di ‘guerra fra poveri’ b. prevenzione dell’abbandono di spazi sociali e della conseguente crescita di zone a rischio securitario; prevenzione della crescita del senso di insicurezza c. Prevenire l’aumento delle aree di conflittualità sociale e/o di tensioni latenti 5. Promozione della salute, con particolare attenzione a: a) sostegno alla maternità, specie per quanto riguarda le donne straniere, che possono presentare un maggiore rischio di isolamento, depressione, disagio, disorientamento in quanto prive di una rete primaria di sostegno b) assicurare cure di base, necessarie e urgenti per la salute propria e della comunità a persone che a causa delle procedure vigenti hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari (con particolare attenzione a badanti, persone con patologie infettive, ecc promuovere l’educazione alla salute per gli adolescenti figli di migranti, specie riguardo alla salute riproduttiva e agli stili di vita potenziare gli interventi volti a facilitare la comprensione e la comunicazione tra c) pazienti stranieri e personale sanitario Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche ** 6. Porre al centro delle diverse programmazioni di settore, il tema della crescente presenza di migranti nel territorio distrettuale, per favorire un approccio complesso e unitario che favorisca la coesione sociale: 7. Rafforzare la collaborazione con le istituzioni scolastiche, il Centro Territoriale permanente, gli enti di formazione per incrementare i percorsi informativi e formativi rivolti ai cittadini stranieri; 8. Mettere a sistema gli interventi volti a promuovere il benessere e la riuscita scolastica dei minori stranieri; 9. Promuovere l’integrazione di interventi volti a garantire la coesione sociale e la sicurezza operando per ricostruire una rete di luoghi e relazioni sicuri e mettendo in rete i servizi e le associazioni attive in ogni territorio; 10. Promuovere maggiore raccordo con la programmazione culturale e realizzare azioni e interventi co – progettati; 11. Favorire e promuovere azioni di sensibilizzazione legate alla sicurezza sul lavoro; 12. Promuovere forme di collaborazione tra organizzazioni datoriali e di categoria e gli organismi di partecipazione; 150 Indicatori di Risultato 1) Garantire pari opportunità a tutti i cittadini e sostegno ai servizi nell'adattamento ai cambiamenti della società num. Iniziative formazione / aggiornamento / supervisione rivolte ad operatori-chiave realizzate; num. Servizi coinvolti; num. Partecipanti • num. Richieste di servizi-chiave (sostegno economico, servizi ed esoneri scolastici, edilizia agevolata, ecc.)/ num. Domande soddisfatte; • num. Domande non soddisfatte o in lista di attesa; • num. Servizi e operatori di diverse professionalità coinvolti nelle situazioni multiproblematiche; • num. Interventi co-gestiti; • realizzazione di protocolli di accordo o procedure condivise di intervento integrato • num. Accessi ai servizi di sportello per cittadini stranieri per tipologia di richiesta; • sottoscrizione procotollo provinciale pratiche burocratiche 2) Favorire i processi di integrazione e consentire ai cittadini stranieri una piena cittadinanza sociale e politica a) Num. Persone raggiunte dai corsi italiano; di cui, num donne partecipanti b) num. Iniziative / azioni volte a coinvolgere ragazzi stranieri nelle attività di associazioni ricreative, culturali, spazi di aggregazione ; num. Ragazzi stranieri partecipanti a eventi e iniziative culturali, sportive e di socializzazione; num. Ragazzi stranieri e italiani partecipanti alle attività degli Spazi Giovani; c) num. Interventi per favorire l'apprendimento e la socializzazione scolastica degli alunni provenienti da famiglie straniere (realizzate con il sostegno dell’Unione); Num. Ragazzi coinvolti; d) num corsi alfabetizzazione neoarrivati e num. Partecipanti e) num. Incontri Forum e num. partecipanti; num. Gruppi di lavoro tematici attivati; num. Incontri gruppi di lavoro; num iniziative del forum e/o con partecipazione membri forum 3) Sostenere la crescita di comunità competenti nel gestire la convivenza in un processo di cambiamento culturale e sociale • indicatori di definizione e start-up progettazioni (protocolli di accordo, co-progettazione di interventi ed iniziative, ecc.) rispetto dei tempi e realizzazione delle azioni previste • num. Persone coinvolte nelle attività delle singole progettazioni • Num. Incontri - iniziative di incontro, scambio e conoscenza reciproca; • Num. Partecipanti; Indicatori interni ai progetti comunitari (Prog di Comunità di Spilamberto; Famiglie e Solidarietà) 4) Monitoraggio e gestione delle aree ad alto impatto critico/conflittuale • costruzione di un metodo di mappatura territoriale zone a rischio di conflittualità sociale e sicurezza; • mappatura territoriale zone critiche; • indicatori di allarme rispetto a situazioni di rischio sicurezza, conflittualità o tensione sociale, discriminazione e razzismo (in via di definizione – vedi sopra) 5) Promozione della salute • num. Corsi / iniziative a sostegno della maternità e prima genitorialità gestite con metodi e approcci transculturali; partecipazione donne straniere; • num. Donne a rischio o in condizioni di depressione e disagio post-parto intercettate; • num percorsi di sostegno mirati a donne in disagio legati a maternità • num. Iniziative di informazione/educazione alla salute rivolte ad adolescenti; num. Partecipanti figli di migranti • num. Richieste attivazione mediazione linguistico-culturale in servizi-chiave; num lingue/culture attivate Integrazione con altre politiche: realizzazione protocolli o prassi strutturate di collaborazione tra i settori della pianificazione sociosanitaria e altri settori (cultura / eventi; sicurezza; urbanistica; ecc…) • Num. gruppi di lavoro intersettoriali • Num. Interventi co-progettati o pianificazioni condivise, anche con le associazioni e realtà del terzo settore presenti sul territorio • Num. Inziative di sensibilizzazione / informazione realizzate • num. Iniziative di incontro tra associazioni datoriali e organismi di rappresentazione realizzate 151 1.6 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale: POLITICHE A FAVORE DI ANZIANI E DISABILI TARGET* Respons.tà Familiari □ infanzia e adolescenza Giovani Anziani Disabili □ □ □X □X Immigrati stranieri Povertà e Esclusione □ sociale □ Salute mentale Dipendenze □ □ FINALITÀ Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani Prevenzione x x Cura/Assistenza x Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale A)PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA DOMICILIARITA’ Sviluppare, qualificare e diversificare l’assistenza domiciliare Dotazione di un numero adeguato di posti di sollievo Sostenere il lavoro di cura delle famiglie Qualificare il lavoro di cura svolto dalle assistenti famigliari Promozione e sviluppo di attività inerenti l’adattamento domestico Avviare il percorso di accreditamento dei servizi domiciliari B)QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER ANZIANI Qualificare e diversificare la risposta dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani con particolare riguardo alle persone con gravi disturbi comportamentali e con livelli di alta complessità socio-sanitaria Mantenere un livello di copertura del 3% dei servizi residenziali per anziani Completare la rete dei servizi semiresidenzili per anziani Avviare il percorso di accreditamento dei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani C) QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI Valutare possibili soluzioni per favorire la vita indipendente a persone con disabilità lieve Trovare soluzioni residenziali per disabili con gravi disturbi del comportamento Potenziamento dei posti di Centro Diurno per disabili Garantire interventi residenziali dedicati alle persone con gravissime disabilità acquisite Promozione dei programmi territoriali per il “dopo di noi” Avviare il percorso di accreditamento dei servizi residenziali e semiresidenziali per disabili D)PROMOZIONE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA DELLE CONDIZIONI DI FRAGILITA’ Promozione attiva della salute, di stili di vita corretti,( attività motoria, stimoli intellettuali, attività di socializzazione) Tutela della popolazione fragile o a rischio di fragilità per determinanti sociali e/o sanitari Garantire la mobilità sul territorio E)PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI Prosecuzione e potenziamento degli interventi volti a favorire l’autonomia e l’inserimento lavorativo Favorire la mobilità Favorire azioni di socializzazione e di prevenzione dell’esclusione sociale 152 Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali A)PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA DOMICILIARITA’: 1) consolidamento del percorso di qualificazione del servizio di assistenza domiciliare in base ai requisiti della dgr 1206/07 e della dgr 1230/08 su tutto il territorio distrettuale 2) potenziamento di strumenti e percorsi per la presa incarico integrata tra i servizi domiciliari sanitari, e quelli socio-assistenziali di persone con elevati livelli di complessità sanitaria (gravi disabilità/non autosufficienza, malati terminali, ecc) 3) valorizzare il Piano Assistenziale Individuale di Vita e di Cura come strumento principale di presa in carico integrata della persona assistita a domicilio 4) valorizzazione della funzione del case management nelle condizioni più a rischio 5) rivedere il protocollo dimissioni protette per Intensificare le azioni di integrazione fra ospedale e territorio per assicurare un livello maggiore di continuità assistenziale soprattutto nelle situazione di maggior complessità sanitaria e fragilità sociale 6) assicurare una dotazione minima di posti di sollievo dedicati e utilizzo dei posti convenzionati in modo flessibile per assicurare: risposte di sollievo programmato, risposte con caratteristiche di urgenza/emergenza o per facilitare il rientro al domicilio dopo un ricovero ospedaliero ecc 7) promuovere azioni di informazione/formazione e di consulenza alle famiglie attraverso: il potenziamento delle prestazioni di affiancamento e consulenza del SAD e la promozione punti di ascolto, e di sostegno all’attività di gruppi di mutuo e auto aiuto fra famigliari 8) consolidare le attività di sostegno e orientamento svolte dallo “Sportello Orientamento e Informazione “rivolto ad assistenti famigliari e a famigliari di persone in condizioni di non autosufficienza /disabilità 9) avviare azioni di integrazione con il Centro per l’impiego distrettuale per garantire adeguate azioni di emersione del lavoro di cura 10)sostenere attività di formazione, informazione e tutoring sia individuali che di gruppo a favore di assistenti famigliari 11)sostenere le famiglie con interventi finalizzati a incentivare il lavoro di cura e la sua emersione 12)promozione di azioni formative,di sostegno, di sollievo e riabilitazione, volte a qualificare l’assistenza domiciliare a favore di malati di demenza anche in collaborazione con il privato sociale e il terzo settore 13)sviluppare gli interventi volti al superamento delle barriere architettoniche e di sostegno all’adattamento domestico 14)sostenere e implementare l’attività del Gruppo Tecnico Territoriale in raccordo con il CAAD provinciale ,promuovendo la costituzione di un equipe territoriale dedicata 15)avviare il percorso di accreditamento del servizio di assistenza domiciliare B)QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER ANZIANI 16)garantire all’interno delle strutture residenziali diversi livelli d’intensità dell’assistenza e delle cure prestate sia per la temporaneità che per i ricoveri prolungati, in modo da assicurare sia interventi di carattere riabilitativo che ad alta complessità e valenza sanitaria e assistenziale. 153 17)promuovere azioni di miglioramento per garantire continuità assistenziale fra strutture ospedaliere e strutture residenziali, da includere nel protocollo dimissioni protette distrettuale 18)a seguito dell’ampliamento della Casa protetta a di Montese e alla realizzazione di un nucleo dedicato, qualificare la risposta residenziale sia definitiva che temporanea per soggetti affetti da demenza con disturbi comportamentali, 19)messa a regime del progetto di informatizzazione di tutte le strutture per anziani convenzionate presenti sul distretto aderendo al più ampio progetto di ambito provinciale 20)mantenere un livello di copertura del 3% dei servizi residenziali, utilizzando anche lo strumento dei PAI da attivare presso le strutture residenziali autorizzate/accreditate del Distretto 21)realizzare, degli interventi strutturali di riqualificazione e ampliamento delle strutture per anziani previsti in ambito distrettuale a seguito della concessione dei contributi in conto capitale ai sensi degli art.29 e 48 L.R. 2/03 e art10 L.R.5/04 22) mantenere le azioni di facilitazione e promozione all’accesso ai Centri diurni e sviluppare un sistema di sinergie fra Centri diurni e gli altri servizi a sostegno della domiciliarità in modo tale da garantire una risposta flessibile e personalizzata con particolare riguardo agli anziani fragili 23) avviare il percorso di accreditamento C) QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI 24) esplorare la fattibilità di sperimentare soluzioni abitative in alloggi con servizi per sostenere progetti di vita indipendenti a favore di persone con disabilità più lievi 25) verificare la fattibilità d una progettazione di ambito sovradistrettuale coordinata a livello di CSST per offrire risposte di carattere residenziale per disabili con gravi disturbi comportamentali, non avendo più la certezza di poter utilizzare la struttura Charitas di Modena 26) potenziare il numero di posti di centro diurno per disabili attraverso la ristrutturazione del Centro Diurno “Le Querce” e l’utilizzo a pieno regime del Centro diurno “Il Melograno” 27) in sede di revisione delle convenzioni occorre portare a regime l’applicazione di una retta differenziata per il Centro Residenziale del Comune di Montese in relazione ai bisogni assistenziali espressi dall’ospite accolto nel centro medesimo 28) Completare l’organizzazione all’interno della CasaProtetta /RSA di Vignola e la Casa Protetta di Spilamberto dei nuclei dedicati all’assistenza di persone con gravissima disabilità acquisita (D.G.R.n.2068/04 e D.G.R.n.840/08) 29) collaborare in modo partecipato alla realizzazione delle sinergie e delle possibili azioni previste nel percorso/progetto sostenuto a livello locale dall’Associazione:” Da noi a te” 30) avviare e il percorso di accreditamento delle strutture residenziali e semiresidenziali per disabili 154 D)PROMOZIONE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA DELLE CONDIZIONI DI FRAGILITA’ 31)prosecuzione dell’attività di e messa a sistema tutte le esperienze formative, informative, aggregative e di socializzazione presenti sul territorio in modo tale che diventino patrimonio disponibile per la popolazione target, in particolar modo attraverso lo sviluppo delle azioni di informazione e orientamento svolta dalla rete degli Sportelli Sociali; 32)Promozione di azioni di informazione e formazione anche attraverso il coinvolgimento delle realtà associative e culturali presenti sul territorio, in particolare quelli rivolte e/o autogestite dagli anziani stessi, promuovere azioni/iniziative dedicate a creare sensibilizzazione verso temi specifici: (es: alimentazione corretta, prevenzione cadute e incidenti domestici, allenamento alla memoria ecc…) 33)Messa in atto di interventi capaci di creare contatto attivo e sostegno anche in caso di emergenza climatica o sanitaria 34)Consolidare le azioni di promozione e sostegno attivate con il Progetto di ambito distrettuale denominato per lo sviluppo, il sostegno delle reti sociali per ridurre l’isolamento e la solitudine di anziani fragili e per promuovere interventi atti a valorizzare il ruolo attivo della popolazione anziana 35)Promozione di azione a sostegno dei famigliari che assistono malati di Alzheimer o con gravi disabilità 36)Sperimentare servizi di teleassistenza e telesoccorso 37)Mettere in atto un’ azione di confronto permanente con le diverse realtà associative del terzo settore impegnate attivamente sulle tematiche della fragilità per creare cultura comune e attivare tutte le sinergie possibili per leggere e rispondere ai bisogni espressi 38)attivare azioni di confronto interistituzionali per la mettere in atto azioni capaci di facilitare la mobilità sul territorio creando una rete di opportunità differenziate anche in relazione alle diverse caratteristiche sia del territorio sia della popolazione di riferimento E)PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI 39) consolidamento del percorso avviato con la realizzazione delle azioni connesse a quanto previsto nel “Protocollo d’intesa tra Provincia di Modena AUSL e Comuni capi distretti per l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità ex L.68/99 40) portare a regime l’ attività del laboratorio occupazionale cASPita 41) favorire azioni di confronto interistituzionale sul tema della mobilità territoriale, per far emergere l’attuale offerta di servizi pubblici e del privato sociale e le maggior criticità presenti, e per favorire soluzioni innovative che trovano corresponsabilità fra i diversi attori coinvolti 4) sostegno della mobilità privata attraverso i contributi relativi alla L.R.29/199 42) sostenere e favorire un lavoro di promozione, conoscenza e messa in relazione delle diverse realtà associative/ricreative presenti sul territorio, perché diventino patrimonio fruibile sia da parte dei singoli disabili che della famiglia 43) sostegno dell’attività educativa svolta sia a livello individuale che sperimentando progetti di piccolo gruppo 44)orientare l’attività degli educatori del SED verso interventi di promozione sia di interventi che sostengono l’autonomia individuale o il mutuo auto/aiuto fra i famigliari, sia che rendano la comunità più competente nel farsi carico dei bisogni di socializzazione, autonomia dei disabili 155 Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche 45) facilitare la mobilità territoriale per migliorare l’accesso ai servizi e alle istituzioni presenti nel territorio 46) promuovere la conoscenza e la fruibilità delle opportunità formative, culturali e aggregative presenti sul territorio 47) favorire la cultura della sicurezza degli ambienti domestici 48) conciliazione dei tempi di vita e di cura 49) promuovere azioni di miglioramento dell’utilizzo degli spazi pubblici anche da parte delle persone disabili o non autosufficienti INDICATORI DI RISULTATO A)PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA DOMICILIARITA’ % di dimissioni protette ospedaliere che si concludono al rientro al domicilio con l’attivazione di un progetto domiciliare di vita e di cura integrato N° ore di servizio fruite da anziani non autosufficienti o disabili sul totale delle ore prestate dal SAD % di soddisfazione delle richieste di ricovero temporaneo di sollievo e/o emergenza relativo ad adulti disabili e ad anziani N° percentuale dei progetti di domiciliarità anziani (Assegno di cura – SAD integrato – Centro Diurno – Ricoveri di sollievo) che si concludono senza un ricovero definitivo in strutture protette residenziali N. di esperienze formative e/o di sostegno attivate a favore dei famigliari nel triennio % di incremento del n° di interventi di addestramento/formazione in situazione rivolti ad Assistenti Familiari private dal SAD e/ o rivolte ai famigliari N° interventi di formazione effettuate a favore di assistenti famigliari N° di accesso allo Sportello Orientamento e Informazione “rivolto ad assistenti famigliari e a famigliari di persone in condizioni di non autosufficienza /disabilità N° interventi di consulenza per abbattimento barriere architettoniche e adattamento domestico Monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso di accreditamento del servizio di assistenza domiciliare, costruzione di un apposita griglia di rilevazione 156 B)QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER ANZIANI Indice di copertura dei posti residenziali n. di anziani nella graduatoria per l’accesso alle strutture residenziali % di strutture informatizzate % di copertura dei posti di centro diurno Monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso di accreditamento de i servizi per anziani costruzione di un apposita griglia di rilevazione C) QUALIFICAZIONE DEI SERVIZI RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER DISABILI % di richieste di residenzialità soddisfatte %utilizzo dei posti dedicati all’assistenza di cui (D.G.R.n.2068/04 e D.G.R.n.840/08) % di copertura dei posti di centro diurno Monitoraggio dello stato di avanzamento del percorso di accreditamento de i servizi per disabili costruzione di un apposita griglia di rilevazione D)PROMOZIONE DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA DELLE CONDIZIONI DI FRAGILITA’ n. iniziative presenti sul territorio rivolte alla popolazione anziane n. di anziani fragili coinvolti nelle diverse esperienze attivate nell’ambito del progetto di sviluppo e sostegno delle reti sociali per ridurre l’isolamento sociale n. associazioni coinvolte E)PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI n.utenti seguiti dai servizi per l’inserimento lavorativo % di disabili assunti rispetto a quelli coinvolti in progetti di facilitazione dell’inserimento lavorativo n.utenti coinvolti in progetti di sostegno educativo n. associazioni censite 157 1.7 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale: “ PROMOZIONE DI STILI DI VITA SANI, PREVENZIONE DEGLI EVENTI INFORTUNISTICI, PREVENZIONE DEL CONSUMO/ABUSO DI SOSTANZE E SOSTEGNO AL REINSERIMENTO SOCIALE DI SOGGETTI DIPENDENTI E MULTIPROBLEMATICI” TARGET* Respons.tà Familiari x infanzia e adolescenza x Giovani Anziani x Disabili x Immigrati stranieri x Povertà e Esclusione sociale □ Salute mentale Dipendenze x x x FINALITÀ Informazione/Promozione del benessere sociale, della salute e di stili di vita sani Prevenzione Cura/Assistenza x x □ Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale Gran parte delle priorità strategiche a suo tempo individuate con il Piano Provinciale per la Salute: l’attenzione alle fasce deboli (infanzia, adolescenza, disabili, donne, anziani), alle patologie prevalenti (cardiovascolari, neoplasie, respiratorie, AIDS e malattie rare), agli eventi infortunistici (stradali, sul lavoro e domestici), all’esigenza di integrazione e sussidiarietà di intervento tra il sociale e il sanitario e al più ampio generale valore della prevenzione e del recupero, sono la base per le nuove strategie previste dal PSSR. Nel nuovo PSSR viene sottolineata l’importanza di nuove prospettive e di un nuovo ruolo per l’area della sanità pubblica e veterinaria, indirizzata verso una funzione di tutela globale della salute individuale e collettiva. Le iniziative di sensibilizzazione e di educazione sanitaria assieme alle conquiste scientifiche stanno contenendo la curva tendenziale di alcune delle patologie prevalenti e di alcuni eventi infortunistici. Gli impegni devono quindi essere, da un lato quello di proseguire e crescere nella promozione di azioni informative, formative, di contrasto e di controllo sia per quanto attiene gli stili di vita, la salute collettiva ed i comportamenti e dall’altro, quello di attivare efficienti azioni di monitoraggio sull’evolversi della casistica e sulla efficacia delle iniziative intraprese. Una efficace azione sui determinanti di salute, oltre che dall’integrazione delle principali politiche di settore, non può prescindere da una speciale e accurata attenzione ai temi dell’ambiente e della sicurezza. Ambiente non significa soltanto inquinamento e rifiuti ma è su questi due grandi temi che si dovrà concentrare l’attenzione nel prossimo triennio attraverso azioni formative e dissuasive per una crescita culturale della popolazione, potenziamento delle politiche di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni, miglioramenti strutturali nel sistema dei trasporti e della viabilità, riduzione della produzione di rifiuti, incremento della raccolta differenziata e di un corretto smaltimento. Per quanto riguarda la sicurezza individuale e collettiva, sono tre i principali ambiti che richiedono l’impegno integrato delle Istituzioni: sicurezza stradale, sicurezza sul lavoro, sicurezza domestica. Dall’analisi delle esperienze più significative e dall'analisi sull'andamento degli incidenti stradali, risultano essere quattro le tipologie di azione da attuarsi in maniera organica in grado di produrre risultati significativi in termini di riduzione della casistica: 158 - - - costante e puntuale monitoraggio e analisi epidemiologica degli incidenti stradali e condivisione dei dati da parte dei soggetti coinvolti al fine di rilevare tempestivamente il modificarsi del fenomeno, i maggiori punti a rischio, le cause degli incidenti (strutturali o comportamentali), ecc; potenziamento e maggiore finalizzazione dei controlli sulla base dell'analisi dei dati anche attraverso strumenti elettronici; diffusione di una cultura della sicurezza stradale come cultura della legalità e del rispetto delle norme attraverso interventi educativi e formativi in grado di incidere sulla modifica dei comportamenti; interventi strutturali per la messa in sicurezza dei punti critici e potenziamento delle iniziative che possono favorire la mobilità sostenibile con particolare riguardo a quelle atte a tutelare l'utenza debole (pedoni, ciclisti, bambini, anziani). Lo stesso approccio va tenuto sul tema complesso della sicurezza sul lavoro. I dati relativi agli infortuni nella provincia di Modena confermano l’esigenza di mantenere elevata l’attenzione e l’interesse sul fenomeno ( aumentano infortuni atipici), affinando le metodologie di intervento, incrementando la vigilanza e l’assistenza, indagando l’eziologia degli incidenti, promuovendo la diffusione della cultura della prevenzione in tutti gli ambienti di lavoro e verso tutte le figure e i soggetti coinvolti. Gli infortuni e le malattie professionali che oggi si verificano sono tutt’ora in gran parte eliminabili ma le azioni che vengono promosse dalle Istituzioni competenti in materia di controllo sulla corretta applicazione della normativa prevenzionistica e dei rapporti di lavoro non sono in grado, da sole, di ridurre in modo incisivo il fenomeno che in buona parte dipende dalle caratteristiche attuali del mercato del lavoro (flessibilità e mobilità) e dalla destrutturazione di alcuni comparti produttivi (sub appalti con molte ditte individuali o comunque di ridottissime dimensioni). In ambedue queste aree occorrono un approccio multidisciplinare ed un intervento integrato ed interistituzionale, da attuarsi anche attraverso appositi tavoli, sia provinciali ( come quello della sicurezza sul lavoro) che locali, coinvolgenti tra l’altro le Istituzioni Giudiziarie, di Polizia, ecc.. Tutto ciò allo scopo di individuare e programmare interventi specifici di livello provinciale in grado di integrare le conoscenze e razionalizzare l’uso delle risorse, ed allo stesso tempo di analizzare le specificità distrettuali al fine di mirare maggiormente le attività di controllo e vigilanza, di formazione, di sensibilizzazione, di promozione del benessere e della tutela, di riduzione dei determinanti più significativi che provocano gli infortuni (correlazioni tra incidenti e uso di alcol e sostanze; correlazioni tra lavoro irregolare/nero e la salute e sicurezza; …). Vi è infine il problema degli incidenti domestici – spesso non sufficientemente valutati – che invece coprono una percentuale molto elevata tra le diverse tipologie di eventi incidentali. Anche in questo caso servono azioni sinergiche di sensibilizzazione, informazione, acculturamento, a partire dalle persone più esposte, da attuarsi nella scuola, nei punti di aggregazione od anche direttamente al domicilio dei soggetti a rischio con il contributo delle più importanti aziende di servizi ( gas, acqua, …). Servirebbero inoltre iniziative volte a promuovere il ripensamento delle soluzioni di edilizia residenziale in direzione di più elevati livelli di sicurezza (bagni, scale,..). 159 Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali 1) Azioni di promozione di stili di vita sani rivolti alle mamme in gravidanza ( allattamento al seno esclusivo e prolungato, ecc) ; azioni di educazione a una sana e corretta alimentazione dei bambini e di tutta la famiglia; educazione alla legalità, promozione del benessere 2) Salute mentale e dipendenze patologiche: fondamentale lavorare in modo integrato tra servizi sanitari (CSM, MMG, SDP, Ospedale), sociali, Forze dell’ordine e terzo settore sia per azioni di prevenzione, ma anche per la cura e la riabilitazione Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche 3) Costituire un tavolo di lavoro allargato a rappresentanti delle diverse politiche del territorio per predisporre una programmazione congiunta e condivisa; realizzare anche percorsi formativi per gli operatori quale supporto per facilitare l’affermarsi della nuova modalità di lavoro e approccio culturale e prevedere momenti informativi/formativi rivolti alla cittadinanza 4) Consolidare i rapporti tra Dipartimento di Sanità Pubblica, ARPA, sociale, cultura, politiche abitative, immigrazione e Uffici Tecnici comunali per predisporre corrette scelte urbanistiche ed ambientali che favoriscano il contenimento dell’emissione di polveri sottili e la creazione di aree urbane pensate anche per i bambini. Predisposizione di nuovi percorsi di educazione ambientale nelle scuole e incentivazione alla raccolta differenziata su tutto il territorio del distretto 5) Monitorare e analizzare l’epidemiologia degli incidenti stradali; realizzare azioni di diffusione di una cultura della sicurezza stradale come cultura della legalità e del rispetto delle norme attraverso interventi educativi e formativi in grado di incidere sulla modifica dei comportamenti; interventi strutturali per la messa in sicurezza dei punti critici e potenziamento delle iniziative che possono favorire la mobilità sostenibile, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione 6) promuovere la diffusione della cultura della prevenzione in tutti gli ambienti di lavoro e verso tutte le figure e i soggetti coinvolti; consolidare azioni di vigilanza e assistenza e attivare una analisi approfondita degli eventi infortunistici per attivare azioni di miglioramento. 7) Realizzare un tavolo di confronto multidisciplinare tra operatori sanitari, dell’Ente Locale, delle Forze dell’ordine per definire linee operative relative alla correlazione tra incidenti stradali e uso di alcol e sostanze e quelle tra lavoro irregolare/nero e la salute e la sicurezza 8) Realizzare azioni di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza in merito agli elementi di urbanistica per la prevenzione dell’incidentalità domestica, attraverso anche azioni capillari che vedano il coinvolgimento diretto dei MMG e PLS 9) costituzione di un gruppo permanente di coordinamento delle azioni di prevenzione ed educazione alla salute realizzate sul territorio affinché realizzi una mappatura e sistematizzazione delle azioni di prevenzione realizzate sul territorio onde evitare ridondanze e sprechi, svolga una valutazione sull’efficacia degli interventi realizzati fino ad oggi e verifichi l’opportunità di modificare le modalità più rispondenti ai nuovi bisogni emersi 160 Indicatori di Risultato INDICATORI OBIETTIVI PRIORITARI 1) n. azioni di promozione di stili di vita sani 2) 3) n. di percorsi di formazione congiunta predisposizione di linee operative/protocolli d’intesa INDICATORI OBIETTIVI DI INTEGRAZIONE n. di incontri del tavolo di lavoro composto da rappresentanti delle diverse politiche del territorio predisposizione di linee operative/protocolli d’intesa tra i diversi soggetti del territorio n. di partecipanti a corsi formativi 4) n. di percorsi di educazione ambientale rivolti alle scuole n. di Comuni del Distretto che hanno avviato la raccolta differenziata 5) n. di incidenti stradali nel territorio n. di interventi informativi/formativi rivolti alle scuole e alla cittadinanza in merito alla sicurezza stradale 6) n. di azioni formative per la prevenzione degli incidenti sul lavoro Analisi degli eventi infortunistici 7) costituzione di un tavolo multidisciplinare locale Predisposizione di linee operative 8) n. azioni di sensibilizzazione in merito alla prevenzione dell’incidentalità domestica 9) costituzione del gruppo permanente di coordinamento delle azioni di prevenzione ed educazione alla salute realizzate sul territorio 161 1.8 AZIONI PRIORITARIE DELLA PROGRAMMAZIONE SANITARIA PER IL PIANO DI ZONA PER LA SALUTE E IL BENESSERE SOCIALE 2009-2011 PREMESSA Lo sviluppo del Servizio Sanitario Nazionale in questi ultimi anni è stato caratterizzato dal relativo ridimensionamento del peso dell’Assistenza Ospedaliera, cui ha corrisposto un progressivo incremento degli investimenti per l’assistenza territoriale che assorbe ormai il 50% delle risorse almeno in Emilia-Romagna. Siamo di fronte quindi ad una significativa inversione di tendenza basata su precise scelte strategiche di politica sanitaria, che imprimono una diversa evoluzione al sistema dei servizi. Alcune conseguenze di questo processo sono evidenti nel costante impegno dei servizi sanitari per migliorare: • la capacità di rispondere ad alcuni bisogni di assistenza e cura fornendo a domicilio, o in strutture intermedie, interventi alternativi al ricovero ospedaliero; • l’organizzazione strutturata, coordinata ed integrata della “Long Term Care”; • la capacità di assicurare la continuità assistenziale Ospedale –Territorio. Ulteriore elemento normativo che mira a dare coerenza alla evoluzione strategica e di modalità di programmazione è rappresentato dalla Legge Regionale n.29/2004 su organizzazione e funzionamento del Servizio Sanitario Regionale. La legge ridefinisce infatti rapporti, responsabilità e ruoli dei vari attori del sistema: • le Aziende Sanitarie e i professionisti che le compongono, quali sedi preposte a garantire la efficace ed appropriata organizzazione, gestione, valutazione di servizi sanitari anche in una logica di integrazione socio-sanitaria; • le Amministrazioni comunali e provinciali, a loro volta produttrici di servizi sociali ma anche interlocutrici di riferimento nella valutazione dei risultati raggiunti, nel confronto con le direzioni dei distretti sugli ambiti di sviluppo e potenziamento, responsabili infine delle politiche di promozione della salute attraverso il sostegno allo sviluppo del tessuto economico e sociale del territorio; • le associazioni ed organizzazioni dei cittadini, il terzo settore, interlocutori indispensabili per la condivisione degli obiettivi, per la valutazione d'impatto degli interventi e per il sostegno alle azioni di empowerment dei cittadini al fine di migliorare l'accesso consapevole ai servizi. Se il PSSR 2008-2010 fa perno sulle parole chiave: d) dello sviluppo integrato dei servizi sociali e sanitari; d) dello spostamento dell'ambito prioritario di sviluppo sul territorio; e) dell'attenzione alla cronicità delle patologie e dei bisogni assistenziali; f) dell'alleanza con le organizzazioni dei professionisti per mantenere la sostenibilità del sistema, è però la DGR 2011/2007 che ridisegna l'organizzazione dipartimentale delle aziende sanitarie regionali, al fine di sostenere efficacemente le scelte strategiche enunciate dal PSSR. Si ridefinisono infatti ruolo e funzioni del Distretto e dei 3 Dipartimenti Territoriali (Dipartimento Cure Primarie [D.C.P.], Dipartimento di Salute Mentale [D.S.M.] e Dipartimento di Sanità Pubblica [D.S.P.]), si qualifica la figura del Direttore del Distretto come garante e portatore di competenze specifiche nel processo di definizione della committenza e nella valutazione della produzione e dei programmi di assistenza assicurati da tutti i dipartimenti Aziendali in una logica di reti integrate dei servizi. Da un punto di vista organizzativo se il distretto è la sede che deve, tra gli altri compiti, promuovere e presidiare l'integrazione, i Dipartimenti sono la sede della produzione di servizi secondo le specifiche competenze, in particolare: d. Dipartimento di Cure Primarie che comprende le Unità Operative di: Salute Anziani ed Handicap, Salute Donna, Assistenza di Base e Specialistica-Assistenza 162 Domiciliare, Pediatria di Comunità, all’interno di una logica organizzativa basata sui Nuclei di Cure Primarie [N.C.P.]; e. Dipartimento di Salute Mentale, che comprende le Unità Operative di Dipendenze Patologiche, Salute Mentale, Neuropsichiatria Infantile e Adolescenza, Servizio di Psicologia; f. Dipartimento di Sanità Pubblica che comprende le Unità Operative di: Servizio Veterinario, servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro, Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione, controllo ambienti di vita, controllo rischi biologici, servizio epidemiologia, Medicina dello sport; g. Dipartimenti ospedalieri che aggregano ed integrano Unità Operative in ambiti omogenei di patologie. LE AZIONI Le azioni prioritarie da sostenere e sviluppare riguardano i 4 sistemi di produzione: • Dipartimento Cure Primarie • Dipartimento Salute Mentale • Dipartimento Sanità Pubblica • Ospedale 163 DIPARTIMENTO CURE PRIMARIE IL PROGRAMMA REGIONALE DEGLI SCREENING ONCOLOGICI Il Distretto di Vignola è fortemente impegnato ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal programma regionale degli screening oncologici che comprende: - Screening per la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero - Screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella - Screening per la diagnosi precoce dei tumori del colon retto i cui protocolli d’intervento sono i seguenti : screening per la prevenzione e diagnosi precoce di: Tumori del collo dell’utero Tumori della mammella Tumori del colon retto fascia d’età sesso Test di screening periodicità 25-64 anni Donne Pap test Triennale 50-69 anni Donne mammografia Biennale 50-69 anni Donne e Uomini FOBT ( fecal occult blood test) Biennale Dati di adesione rispetto ai singoli screening • Screening tumori del collo dell’utero Per quanto riguarda questo screening oncologico vengono ad essere elencati tre indicatori e precisamente: f) l’adesione all’invito allo screening g) le donne risultate positive allo screening ( pap test positivo) h) l’adesione al II livello dello screening ( protocollo di interventi diagnostico – terapeutici per le donne risultate positive al pap test offerto dall’Azienda Sanitaria di Modena) 164 1) ADESIONE ALL’INVITO CARPI MIRANDOLA MODENA SASSUOLO PAVULLO VIGNOLA CASTELFRANCO TOT.PROVINCIA I ROUND N. 10689 5920 18753 6468 3686 6308 6069 57893 II ROUND N. % 14379 57,1 9621 46,9 26987 55,9 16195 52,6 5082 58,0 10424 49,7 9602 57,5 92290 53,9 % 51,3 35,2 41,6 31,7 44,8 35,7 44,4 40,6 III ROUND N. % 16161 63,1 11633 54,8 28725 58,1 19134 61,9 6089 66,9 13836 64,5 10603 62,6 10618 60,8 1 IV ROUND N. % 17326 63,7 12242 56,6 29985 60,3 19848 64,6 6631 66,9 15223 65,1 11716 62,4 11418 62,6 4* 2) PAP TEST POSITIVI CARPI MIRANDOLA MODENA SASSUOLO PAVULLO VIGNOLA CASTELFRANCO TOT.PROVINCIA I ROUND N. % 166 0,9 101 0,8 676 2,2 225 1,4 431 8,1 297 2,3 201 2,2 2.09 2,0 7 II ROUND N. 222 159 655 448 291 365 246 2.386 % 1,3 1,5 2,3 2,5 5,1 3,0 2,4 2,3 III ROUND N. 306 213 610 482 320 357 235 2.523 % 1,8 1,7 2,0 2,4 4,9 2,4 2,1 2,2 IV ROUND N. 206 164 544 475 141 324 197 2.051 % 1,1 1,3 1,7 2,2 2,0 2,0 1,6 1,7 3) ADESIONE AL II LIVELLO CARPI MIRANDOLA MODENA SASSUOLO PAVULLO VIGNOLA CASTELFRANCO TOT.PROVINCIA I ROUND N. % n.d. n.d n.d n.d n.d. n.d n.d n.d n.d. n.d n.d n.d n.d. n.d 1855 88,5 II ROUND N. % 199 89,6 150 94,3 620 94,7 392 87,5 269 92,4 337 92,3 229 93,1 2196 92 III ROUND N. % 288 94,11 193 90,61 564 62,45 422 87,55 291 90,93 319 89,35 218 92,76 2295 90,96 IV ROUND N. % 200 97,1 150 91,5 508 93,4 430 90,5 135 95,7 301 94,7 185 93,9 1909 93,1 La lettura dei 3 indicatori permette di trarre le seguenti conclusioni - nel Distretto di Vignola si è assistito ad un incremento nel tempo dell’adesione allo screening fino ad arrivare ad un 65,1% nel IV round a fronte di un 62,6 % a livello provinciale le donne risultate positive allo screening nel distretto di Vignola si sono ridotte nel tempo passando da un +2,3 % nel I round ad un 2% nel IV round. alta è la fiducia nei servizi sanitari pubblici delle donne del Distretto di Vignola risultate positive al pap test dal momento che il 94,7% delle donne risultate positive ricorre ai servizi aziendali per gli ulteriori interventi diagnostico-terapeutici previsti in protocollo. 165 a) Screening mammografico L’adesione complessiva al 1° invito nell’anno 2008 è stata del 65,8 % (2.402/3.646) con punte superiori nei Comuni di Vignola e Castelnuovo R. come si evince dalla tabella: Comune % di adesione Comune % di adesione Castelvetro 60.7 % Castelnuovo R. 64.7% Vignola 69.6% Marano S.P. 25/32* Savignano S.P. 48.9% Montese 26/35* Guiglia 63.5% Zocca 65/95* Spilamberto 61.0% * sono indicati solo i numeri assoluti in quanto troppo piccoli per calcolo % E, come accade nella maggior parte dei programmi di screening , dal 2001 al 2007 si è assistito ad un progressivo incremento dell’adesione stessa, confermato anche per il 2008 (distretto n.6). SCREENING MAMMOGRAFICO PROVINCIALE 2001-2007 90 80 70 ADESIONE % 2001 60 2002 50 2003 2004 40 2005 2006 30 2007 20 10 0 1 2 3 4 5 6 7 DISTRETTI Per quanto riguarda la fascia di età per la risposta al 1° invito si è osservato : 50-54 55-59 60-64 65-69 anni anni anni anni adesione adesione adesione adesione 62.6% 64.0% 67.1 % 71.3% Verosimilmente i livelli di adesione più bassi rilevati nella fascia di età 50-54 anni sono legati all'esecuzione di una mammografia recente in altra sede che il programma di inviti non è attualmente in grado di verificare, ma che dovrebbe essere possibile a tempi brevi. Per quando riguarda la positività allo screening , considerato che non è stata completata l’immissione dei dati istologici e vista la sostanziale sovrapponibilità numerica, si fa riferimento all’anno 2007 in cui sono state inviate 31 donne: 6. 6 con istologia benigna 7. 24 con istologia maligna ( circa il 12% di tutti i casi di neoplasia in situ e infiltrante riscontrati nel 2007 in tutta la provincia nell'attività di screening) 166 8. 1 con istologia non ancora conosciuta in quanto operata fuori provincia 1) Screening per la diagnosi precoce dei tumori del colon retto Lo screening per la prevenzione dei tumori del colon retto è attivo in provincia di Modena dal marzo 2005 e la popolazione bersaglio da invitare per round è rappresentata da circa 162.000 cittadini di entrambi i sessi. Nel corso del 2008 è terminato il 1° round e si è dato inizio al 2°. Nel corso dell’implementazione dello screening sii è assistito ad un miglioramento nell’adesione fino ad arrivare ( si fa riferimento agli ultimi dati disponibili che riguardano l’anno 2007) ad una adesione per il Distretto di Vignola del 51,1 % a fronte di una media provinciale pari a 50,9 come si evince dalla sottoelencata tabella: Distretto Carpi Mirandola Modena Sassuolo Pavullo Vignola Castelfranco Provincia Adesione (%) 53,3 50,4 53,2 46,5 45,2 51,1 53,3 50,9 Fobt + (%) 6,8 7,7 6,6 6,4 5,4 6,2 6,0 6,6 Per il triennio 2009-2011 rimane quindi alto l’impegno per garantire un ‘adesione agli screening oncologici proposti in linea con quanto previsto dalla Regione Emilia Romagna e dall’Azienda Sanitaria di Modena in coerenza con i dati ottenuti negli anni precedenti. 167 ACCESSIBILITÀ ALLE PRESTAZIONI SPECIALISTICHE Sono obiettivi prioritari il miglioramento dell’accesso e dell’appropriatezza e l'impegno a garantire una produzione coerente con il bisogno effettivo. Quindi si ritengono strategiche per il triennio 2009-2011 le seguenti azioni: • Miglioramento dell’accesso alle prestazioni Tale miglioramento si concretizza attraverso lo sviluppo ed il potenziamento delle modalità di utilizzo anche nel Distretto di Vignola del CUP provinciale e del progetto SOLE. 1. Il CUP provinciale che nel 2007 ha effettuato complessivamente 2.100.000 prenotazioni si avvale oltre che degli sportelli distrettuali (75% delle prenotazioni), presenti nel Distretto di Vignola nei Comuni di Vignola (sportelli aziendali + uno sportello presso il Comune), Castelnuovo, Spilamberto, Castelvetro, Zocca, Guiglia (attraverso la collaborazione con gli uffici comunali), Montese (attraverso la collaborazione con la Pubblica Assistenza), anche delle farmacie della provincia e del Call Center Tel&prenota, attivo da gennaio 2007 e in fase di importante sviluppo. Il sistema CUP provinciale di accesso alle prestazioni specialistiche si avvale inoltre di un sistema automatico per la disdetta delle prenotazioni: a livello provinciale mensilmente vengono disdettate circa 5000 prenotazioni. Il sistema di “richiamo automatico” che provvede a richiamare telefonicamente gli utenti prenotati per ricordare l’appuntamento fissato, consentendo, anche in questo caso, di annullare la prenotazione se richiesto dal cittadino. Le prestazioni per le quali viene utilizzato il richiamo automatico sono quelle a maggior rischio di assenteismo, le più complesse o quelle con maggior tempo di attesa: visita fisiatrica, endoscopie, visite oculistiche, TC, RM, test urodinamici. 2. Il progetto SOLE, Sanità On LinE, è una rete informatica che collega i circa 3800 MMG e PLS con le Aziende Sanitarie dell’Emilia Romagna. Nel Distretto di Vignola su 65 MMG e su 11 PLS, sono già collegati al progetto SOLE 53 MMG e 9 PLS, con una percentuale di copertura pari rispettivamente all'81,5% e all'81,8%. Tra le potenzialità, in parte attive, in parte in via di attivazione, del progetto vi è: ◦ la gestione flussi amministrativi MMG/Aziende: in pratica un aggiornamento in tempo reale dell'elenco dei pazienti che hanno scelto ogni singolo MMG; ◦ il supporto alla attivazione e alla raccolta delle informazioni nel processo di assistenza domiciliare integrata (ADI): supporta il processo di attivazione e di analisi delle prestazioni dei processi di assistenza ADI mediante il dialogo informatico tra MMG/PLS e infermieri o medici del distretto; ◦ il supporto alla gestione delle patologie croniche (es. diabete, scompenso cardiaco, ossigenoterapia domiciliare): supporta il processo di attivazione e di analisi delle prestazioni mediante il dialogo informatico tra MMG/PLS e infermieri o medici del distretto; ◦ la gestione delle prenotazioni specialistiche, la loro refertazione ed il ritorno del referto al MMG, in pratica la gestione completa e integrata di tutto il ciclo informativo, dalla prescrizione al ritorno del referto. Il vantaggio attuale del cittadino è quello di risparmiare tempo e ridurre gli spostamenti. Infatti all’atto della prescrizione il medico di MMG/PLS collegato al progetto SOLE codifica la prescrizione con un “Codice Sole “ che viene letto dal CALL CENTER che dispone dello stesso software. Questa operazione garantisce al cittadino la possibilità di una prenotazione telefonica corretta degli accertamenti richiesti dal proprio MMG/PLS. Solo in questo modo è possibile garantire una prenotazione telefonica senza incorrere in eventuali errori di lettura da parte del cittadino o in eventuali errori di ricezione da parte dell’operatore stesso. Infine il MMG/PLS riceve il referto tempestivamente e direttamente sulla cartella clinica informatizzata del paziente, che per il momento dovrà comunque andare a ritirare il referto cartaceo. 168 • Miglioramento dell’appropriatezza Tale miglioramento si concretizza con attività di formazione e audit clinico rivolte ai medici per favorire l’adozione, per alcune pratiche cliniche, di comportamenti prescrittivi basati sulle evidenze scientifiche. Sono già disponibili linee-guida provinciali sui seguenti temi: 1) appropriatezza della diagnostica per immagini nel dolore lombare non traumatico; 2) appropiatezza nella diagnostica della gonalgia; Saranno disponibili nel corso del prossimo periodo linee-guida sui seguenti temi: • appropriatezza d'uso delle endoscopie digestive; • visite, ecografie ed indagini di laboratorio in ambito endocrinologico; • gestione della prima diagnosi e del follow-up delle gammopatie monoclonali; • visite dermatologiche e visite oculistiche; • appropriatezza della diagnostica per immagini: TC e RM; A livello distrettuale sarà prioritaria la valutazione dell’applicazione di documenti come quelli sopraccitati per evidenziare comportamenti prescrittivi non appropriati soprattutto in ambiti che prevedono l’utilizzo di prestazioni di alta tecnologia, o comunque dove le risorse sono limitate, al fine di facilitare l'accesso nei tempi adeguati ai cittadini che ne possono trarre maggiore beneficio. • Ridefinizione quali-quantitativa della produzione sulla base del bisogno effettivo Una premessa fondamentale di cui tenere conto nella delineazione del programma aziendale e quindi distrettuale per il contenimento dei tempi di attesa è che la garanzia di acceso alle visite e prestazioni specialistiche, intesa come non superamento del tempo massimo di attesa (TMA) previsto per i primi accessi, si riferisca esplicitamente all’ambito territoriale di erogazione della prestazione, vale a dire che per ogni prestazione è individuato l’ambito territoriale (distretto, area interdistrettuale, provincia) entro cui il TMA deve essere rispettato. L’Azienda di Modena ha suddiviso il territorio provinciale in 3 macroaree: Nord, Centro e Sud comprendenti rispettivamente i Distretti di Carpi e Mirandola, Modena e Castelfranco, Sassuolo, Pavullo e Vignola. Queste, pur nel mantenimento delle peculiarità distrettuali, costituiscono un elemento di razionalizzazione distributiva, delimitando ambiti subprovinciali all’interno dei quali garantire prioritariamente l’autosufficienza dell’offerta. Pertanto già nel 2005, all’interno del “Programma aziendale della specialistica ambulatoriale“ redatto secondo le indicazioni della DGR n.293/2005 (“accreditamento istituzionale delle strutture pubbliche e private e dei professionisti per l’assistenza specialistica ambulatoriale e criteri per l’individuazione del fabbisogno”) e poi approvato dai Comitati di Distretto e dalla CTSS, è stata disegnata una mappa dei livelli di offerta delle prestazioni su base territoriale, esplicitata nella seguente tabella: Prestazione Distrettuale Visita oculistica Prestazioni di Area Visita Urologica Visita Neurologica Colonscopia Ecocolordoppler Visita Ortopedica Visita Cardiologica Sigmoidoscopia Ecografia Addome Gastroscopia TAC del Capo TAC Addome RMN Cerebrale RMN Addome Visita Chirurgica Vascolare TAC rachide e speco vertebrale TAC Bacino Visita Ginecologica Visita Dermatologica Visita Oncologica Prestazione Provinciale Visita radioterapica pretrattamento Sessione di radioterapia Riabilitazione Cardiologica 169 Visita Otorinolaringoiatrica Ecografia Mammella Colposcopia Elettrocardiogramma Fondo oculare Mammografia Ecografia OstetriciaGinecologia TAC Torace Broncoscopia Cistoscopia Biopsia della Prostata Ecocolordoppler cardiaca Elettrocardiogramma Holter Audiometria Spirometria Nel Distretto di Vignola sono presenti tutte le prestazioni previste per il livello distrettuale, sarà impegno del prossimo triennio migliorare il rispetto dei tempi di attesa* e sviluppare modalità di collaborazione tra specialisti presenti nel distretto e MMG o PLS, al fine di agevolare la gestione delle urgenze, la presa in carico dei pazienti complessi, la gestione appropriata del follow-up delle patologie croniche. * Valutazione dell'Indice di Performance [IP] %, che, relativamente al periodo considerato è la % di prestazioni erogate con un tempo di attesa inferiore o uguale allo standard massimo previsto (30 giorni per le visite e 60 giorni per le prestazioni diagnostico strumentali) rispetto al totale delle prestazioni erogate. 170 SVILUPPO DEI NUCLEI DELLE CURE PRIMARIE Lo sviluppo dei Nuclei di Cure Primarie [N.C.P.] I NCP sono le unità organizzative di base del sistema delle cure primarie e costituiscono il luogo privilegiato per perseguire gli obiettivi di continuità assistenziale, integrazione delle attività territoriali, governo clinico in relazione agli obiettivi di salute, miglioramento della qualità assistenziale attraverso linee guida, audit clinico e formazione specifica. I NCP attraverso l’azione congiunta dei MMG (assistenza primaria e continuità assistenziale [ex guardia medica]), pediatri di libera scelta, infermieri, ostetriche, ed in stretta relazione con gli specialisti territoriali, gli operatori sociali e socio-assistenziali, rendono possibile lo sviluppo del modello di reti integrate fondato su un sistema di autonomie e responsabilità, al fine di rispondere alle necessità assistenziali dei cittadini. Lo stile di lavoro dei NCP è caratterizzato da : - Approccio multidimensionale - Integrazione professionale - Miglioramento continuo del processo assistenziale - Appropriatezza dell’assistenza Nel Distretto di Vignola sono stati individuati tre NCP le cui caratteristiche strutturali sono riassunte nelle seguenti 3 tabelle (aggiornate al mese di febbraio 2009) con particolare riferimento ai Medici di Medicina Generale (MMG) e ai Pediatri di Libera Scelta (PLS) : Tabella n.1 Distretto N° NCP Nome NCP per Distretto Montagna Vignola 3 Ambito N° MMG territoriale per NCP NCP Guiglia Zocca Montese Pedemontano Castelnuov o Castelvetr o Spilambert o Centro TOTALE Vignola Marano Savignano N° MMG in gruppo per NCP N° MMG in N° MMG rete per singoli (né in NCP rete né in gruppo) 10 3 4 3 26 9 8 11 26 0 25 2 62 12 37 13 171 Tabella n.2 : specifica la collocazione comunale dei MMG in gruppo o in rete e dei MMG singoli Comune Guiglia Zocca Montese Castelnuovo Castelvetro Spilamberto Marano Savignano Vignola n. medicine in rete n. medicine in gruppo 0 1 ( di 4 MMG) 0 1 ( di 3 MMG) 0 0 1 ( di 3 MMG) 1 ( di 3 MMG) n. MMG singoli 0 0 3 2 2 3 ( risp di 3,di 8 e di 4 MMG) 1 ( di 3 MMG) 0 0 0 5 0 0 1 7 (per un tot di 37 MMG) 4 (per un tot di 12 13 NCP Montagna NCP Pedemontano 1 (comprende 8 MMG di cui 3 a Castelvetro e 5 a Castelnuovo) 0 NCP Centro TOTALE (62 MMG) 1 ( di 3 MMG) 1 ( di 7 MMG) MMG) Tabella n.3: dislocazione dei PLS sul territorio del Distretto con indicazione delle associazioni presenti Pediatri in associazione Comuni n. PLS n. PLS non associati Libera associazione pediatri (n.4 PLS) Savignano 1 0 1 Vignola 3 0 2 Marano 2* 0 1 Guiglia 1* 0 Castelvetro 1 0 Spilamberto 2 0 Castelnuovo 2 2 TOTALE 11 2 4 * un pediatra ha doppio ambulatorio , uno nel Comune di Guiglia e uno nel Comune di Marano Pediatria in associazione l’aquilone (n .5 PLS) 1 1* 1* 1 2 5 Gli ambiti di miglioramento futuro riguardano quindi: • l’ulteriore sviluppo dell'associazionismo medico: incremento dei medici organizzati in gruppo (medici che condividono sia una stessa sede di poliambulatorio, sia la banca dati delle cartelle cliniche dei pazienti assistiti dal gruppo) o in rete ( medici pur avendo sedi di ambulatorio diverse, condividono la banca dati delle cartelle cliniche dei pazienti assistiti dalla rete), riducendo ulteriormente il numero di medici che lavorano come unità singole.; • l'ulteriore sviluppo delle funzioni e prestazioni della rete informatica verticale: progetto SOLE (integrazione informatica MMG–Azienda Sanitaria), fino a realizzare la prenotazione di tutte le prestazioni specialistiche e diagnostiche direttamente dall'ambulatorio del MMG o PLS e con ritorno dei referti direttamente nelle cartelle cliniche informatizzate dei pazienti dei MMG e PLS; • l'ampliamento della fascia oraria di apertura dell’ambulatorio del MMG ai cittadini fino alle 10 ore giornaliere, attraverso le opportunità offerte dall'associazionismo medico; • realizzazione di una struttura in cui trovino allocazione servizi sanitari sia afferenti al Distretto che all’Ospedale, previa la realizzazione di uno studio di fattibilita’ con valutazione di compatibilita’, sia di tipo logistico che economico-finanziario; 172 • lo sviluppo di attività di audit clinico strutturato e multidisciplinare per valutare e migliorare la qualità delle cure e degli interventi socio-assistenziali basandoli e confrontandoli con le migliori evidenze ed informazioni scientifiche disponibili. Implementazione di percorsi clinico-assistenziali Il modello organizzativo dei percorsi clinico-assistenziali prevede l’organizzazione degli interventi in funzione del percorso che l’utente deve seguire all’interno dei servizi sanitari per ricevere le prestazioni appropriate per tipologia e tempistica, con una attenzione specifica alla informazione e partecipazione del paziente al percorso stesso. I percorsi sui quali si dovrà lavorare per migliorare le procedure di integrazione e l'appropriatezza sono: • • • • il Percorso di gestione del paziente in terapia anticoagulante orale (TAO); il Percorso Diabete; la Consulenza psichiatrica in MG (Progetto Leggieri). Progetto aziendale disturbi cognitivi Si dovranno poi avviare azioni specifiche per valutare l'impatto ed identificare le aree di miglioramento per alcuni percorsi già attivi, ed in particolare: • Percorso emotrasfusioni a domicilio: nato dalla collaborazione tra Servizio ADI, Pronto Soccorso dell'Ospedale di Vignola che conserva le sacche in Emoteca, Servizio Trasfusionale del Policlinico di Modena; • Percorso Dimissioni Protette tra distretto-ospedale e servizi sociali. L'ASSISTENZA INFERMIERISTICA E DOMICILIARE INTEGRATA L'assistenza domiciliare integrata (ADI) L’assistenza al domicilio è una forma di assistenza alternativa al ricovero ospedaliero e all’ospitalità presso le strutture intermedie rivolto a persone con patologie croniche invalidanti o in fase terminale della vita, che non possono recarsi presso l’ambulatorio del Medico di Famiglia e del Medico specialista. Può essere inoltre erogata temporaneamente anche a persone con esiti di fratture e traumatismi causati da incidenti stradali o sul lavoro, che evolveranno verso la guarigione. Vengono assistiti annualmente a domicilio circa 1300 pazienti, comprendendo sia i casi di assistenza domiciliare integrata con presenza del MMG sia quelli gestiti dal solo Servizio Infermieristico Domiciliare. Le peculiarità dell’ADI, garantite anche nel distretto di Vignola, sono: - Il lavoro di equipe e l’integrazione multiprofessionale (Medico di medicina generale, e medico specialista, infermiere e assistente sociale). - L’approccio assistenziale globale che si estende a tutto il sistema Paziente/famiglia , anche attraverso la valutazione multidimensionale dei bisogni/problemi. - La continuità di cura, anche attraverso le dimissioni protette, ed accompagnando il Cittadino Paziente nei percorsi assistenziali di cura, secondo i principi di equità ed appropriatezza delle cure e della distribuzione di risorse. Attualmente non esiste lista d’attesa per la presa in carico di pazienti che necessitano di assistenza infermieristica domiciliare. La presa in carico avviene entro le 24h - 48h successive alla segnalazione che pervenga dal lunedì al sabato compreso. L'assistenza viene assicurata 7 giorni su 7 e per 12 ore al giorno. 173 I dati di attività di assistenza domiciliare Azienda USL di Modena Distretto di Vignola Assistenza Domiciliare anni 2004 / 2008 Tipo Assistenza Anno 2004 Anno 2005 Anno 2006 Anno 2007 Anno 2008 Diff 07/08 ADI 1 251 236 230 232 207 -10,8% ADI 2 147 169 175 170 175 2,9% ADI 3+NODO 246 236 226 262 252 -3,8% Tot ADI 644 641 631 664 634 -4,5% di cui: ADI 3 98 83 112 96 95 -1,0% NODO MMG 70 88 87 127 131 3,1% NODO ANT 78 65 27 39 26 166 157 -33,3% ADP 344 423 454 486 473 -2,7% ADR 27 19 24 23 16 -30,4% Tot ADP+ADR 371 442 478 509 489 -3,9% Attività INF Casi 823 858 905 951 1.021 7,4% Accessi 21.856 21.287 23.524 21.009 20.662 -1,7% legenda: ADI 1: assistenza domiciliare integrata di livello 1 – bassa intensità sanitaria, spesso correlata ad un'alta intensità socio-assistenziale ADI 2: assistenza domiciliare integrata di livello 2 – media intensità sanitaria e presenza costante dell’assistenza infermieristica ADI 3: assistenza domiciliare integrata di livello 3 – elevata intensità sanitaria (più accessi alla settimana di tipo medico/infermieristico garantendo la pronta disponibilità medica/infermieristica diurna) NODO: nucleo operativo domiciliare oncologico ADP: assistenza domiciliare programmata ADR: assistenza del medico di medicina generale in strutture residenziali Le priorità di intervento per il prossimo triennio sono quindi: • lo sviluppo della collaborazione ed integrazione coi MMG e PLS nei NCP • il mantenimento dei volumi di attività e la qualificazione degli interventi offerti attraverso la formazione e l'addestramento professionale • lo sviluppo di protocolli e procedure sul percorso delle dimissioni protette, a livello aziendale, per facilitare lo scambio di informazioni, migliorare i tempi di risposta in particolare ai bisogni di assistenza e fornitura di ausili L'ambulatorio lesioni difficili a gestione infermieristica E' nato dall’integrazione tra Assistenza Domiciliare Infermieristica, Medici dell'Ospedale di Vignola e di Baggiovara (Chirurgia- Chirurgia Vascolare, Fisiatria). Ha erogato 1782 prestazioni in due anni di attività, preso in carico circa 200 pazienti, con una apertura su 3 giorni settimanali. E' stato attivato per garantire la presa in carico del paziente con lesioni cutanee di particolare complessità, in considerazione dei seguenti aspetti sanitari e socio-assistenziali: 174 • • • la casistica dei Pazienti in carico al Servizio di assistenza domiciliare e degli Ospiti nelle Case Protette del nostro Distretto, è rappresentata per circa il 35- 40% da persone portatrici di una lesione cutanea, la cui cura necessita spesso di un approccio multidisciplinare, nonché di una buona conoscenza delle linee guida e della teoria del wound-care; la difficoltà per le persone anziane, residenti anche nei Comuni Montani, di raggiungere Modena, luogo più vicino per gestire questo tipo di problemi l’impossibilità di curare a Domicilio tutti questi pazienti, in particolare quelli deambulanti, vista la specifica competenza richiesta per svolgere questa attività assistenziale. Obiettivi ed ambiti di ulteriore sviluppo • garantire una diagnosi ed un trattamento efficace delle lesioni, attivando e seguendo i percorsi poli specialistici di riferimento; • uniformare la gestione del paziente affetto da lesioni difficili attraverso la consulenza infermieristica di personale esperto in wound-care, sia a domicilio che nelle Strutture residenziali; • garantire un intervento di educazione sanitaria rivolto ad utenti e familiari nella gestione delle esigenze quotidiane; • ottimizzare le risorse umane e i costi; • garantire una maggiore sicurezza per il paziente ed una maggiore autonomia per i familiari; L'ambulatorio di assistenza ai pazienti con stomie e cateteri vescicali L'ambulatorio è aperto 4 giorni a settimana e svolge diverse attività. Circa 300 i pazienti che accedono al servizio. Ad essi è garantita la presa in carico non solo per la distribuzione del materiale ma anche per le attività di educazione terapeutica, consulenza telefonica, organizzazione di percorsi di consulenza specialistica presso il chirurgo o altro professionista nei casi che presentano problemi specifici. CURE PALLIATIVE Con il termine cure palliative, l’OMS intende “una cura attiva globale dei malati, la cui malattia di base non risponde ai trattamenti eziologici“. E’ fondamentale il controllo del dolore e degli altri sintomi e in generale di tutti i problemi psicologici, sociali e spirituali. Obiettivo delle cure palliative è il raggiungimento della miglior qualità di vita per i pazienti e le loro famiglia. La medicina tradizionale ha da sempre avuto come obiettivo il miglioramento della qualità di vita, ma, quasi senza eccezione, ha considerato la guarigione come il solo modo per raggiungerlo; la medicina palliativa si concentra invece sui sintomi e si prende cura della persona, anche e soprattutto se affetta da malattia avanzatissima e con prognosi limitata e mette in atto trattamenti che hanno il solo obiettivo di migliorare per quanto possibile la qualità di vita. L’approccio dei professionisti (MMG, Infermiere, Psicologo, Medico Specialista) è orientato alla cultura del limite, che concentrandosi sulla cura della persona e dei sintomi, non vive la morte come sconfitta professionale, ma recupera il significato della Naturale Conclusione della Vita. Il passaggio dal curare al prendersi cura, che sottende l’assistenza nelle cure palliative significa: stare accanto alla persona malata ponendosi in relazione, compensare, prestare ascolto, accompagnare, educare, sostituirsi, separarsi. Il Distretto di Vignola ha istituito l’Unità di cure Palliative Territoriale (U.C.P.T) nell’Agosto 2004 con i seguenti Obiettivi: • promuovere l’integrazione tra i diversi professionisti nel farsi carico a domicilio o in Strutture Residenziali di tutti i pazienti oncologici o con malattie cronico-degenerative in fase avanzata ed il sostegno alla famiglia • Fornire al Paziente a domicilio o in Struttura residenziale, il sollievo dei sintomi ed in particolare del dolore, con l’utilizzo di terapia antalgica (tra cui oppioidi), dei dispositivi 175 per infusione continua sulle 24 H e la valutazione dell’efficacia della terapia antidolorifica con scale validate; • la gestione della fase ultima della vita e l’elaborazione del lutto; • la garanzia dei diritti fondamentali della persona alla fine della vita: - il diritto di scegliere il luogo della morte - il diritto alla dignità personale durante la malattia e nelle varie fasi del morire - il diritto ad autodeterminarsi circa le opzioni terapeutico-assistenziali - il diritto alla riservatezza • La formazione continua degli Operatori e la diffusione nella popolazione della cultura della palliazione, il tutto integrato in ambito provinciale con Centri Ospedalieri di terapia del dolore, Centri Specialistici Oncologici, Associazioni di Volontariato. Nel 2008, circa il 70% dei pazienti sottoposti a cure palliative è deceduto al proprio domicilio o in strutture residenziali. Nel triennio 2009-2011 si ritiene necessario un ulteriore consolidamento di tale unità operativa. 176 DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE CENTRO DI SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE Per quanto riguarda gli obiettivi di sviluppo del servizio di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche si rimane in attesa della approvazione del Piano Attuativo Regionale Salute Mentale 2009-2011. Si assume altresì l'impegno di avviare tempestivamente il confronto al fine di una sua applicazione a livello distrettuale, che tenga conto anche delle specificità locali. Si precisa inoltre che documento di riferimento per le azioni prioritarie e gli ambiti di intervento nel campo delle Dipendenze Patologiche rimane anche la DGR 698/08 – programma regionale “DIPENDENZE PATOLOGICHE “obiettivi 2008-2010. NEUROPSICHIATRIA INFANTILE E ADOLESCENZA Le azioni prioritarie di sviluppo ed intervento per il settore NPIA vertono sui seguenti argomenti: • Completamento del percorso per la gestione della emergenza neuropsichiatrica fino ai 17 anni con protocolli e procedure di intervento integrato tra strutture ospedaliere, semi residenza terapeutica intensiva, semi-residenzali e strutture territoriali; • Completamento del percorso per la gestione dei disturbi del comportamento alimentare con programma aziendale di integrazione multi professionale tra strutture ospedaliere e servizi territoriali; • Consolidamento dei percorsi di diagnosi precoce, presa in carico e continuità assistenziale integrata per i disturbi dello spettro autistico, con sedi territoriali e personale dedicato anche in collaborazione con le associazioni dei familiari; • Consolidamento dei percorsi di diagnosi secondo protocolli validati, presa in carico e trattamento, eventualmente anche farmacologico con protocolli condivisi con strutture ospedaliere, per i disturbi da deficit di attenzione e iperattività, ed implementazione del registro nazionale; • Consolidamento dei percorsi di continuità assistenziale per la riabilitazione neuromotoria delle gravi disabilità dell'infanzia e della adolescenza, con integrazione tra servizi territoriali, 2° livello provinciale e Hub Regionale; • Completamento dei percorsi di intervento integrato per neonati/bambini a rischio, gravi o gravissimi in dimissione ospedaliera con protocolli di interfaccia con i servizi territoriali; • Omogeneizzazione delle attività di valutazione ed identificazione dei percorsi per il passaggio di minori in carico alla NPIA al raggiungimento della maggiore età 177 PSICOLOGIA CLINICA AREA ADULTI La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia: • un aumento nella popolazione di disturbi emotivi comuni e reattivi (ansia, depressione) o disturbi del comportamento alimentare, reazioni di disadattamento • una crescente necessità di attenzione e incremento delle situazioni di criticità in relazione a problematiche di disagio nel giovane adulto o in relazione alle conflittualità nell'ambito familiare e all'esercizio della genitorialità. • la necessità di valutazioni psicodiagnostiche di elevata specializzazione, in risposta a professionisti e utenza istituzionale. Gli interventi messi in atto dal servizio hanno come mission la prevenzione del disturbo mentale e della sua cronicizzazione. I destinatari degli interventi sono gli utenti singoli e le famiglie. Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi di prevedere: • un ampliamento delle proposte di intervento clinico secondo il metodo “steppeed care” , con l'attivazione della psicoterapia di gruppo per attacchi di panico . • l'utilizzo di un questionario per la valutazione di esito degli interventi psicologico clinici a tutti i nuovi utenti SALUTE DONNA La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia: • Aumento nella popolazione di disturbi emotivi comuni e reattivi nell’area salute femminile/sessualità di coppia/procreazione (contraccezione, I.V.G, maternità, puerperio, sterilità), nell’area del disagio personale a connotazione non psichiatrica, nell’area del disagio psichico relazionale singolo, di coppia e famiglia del ciclo vitale e disturbi del comportamento alimentare, nell’area del disagio psicorelazionale da separazioni/divorzi Gli interventi messi in atto dal servizio hanno come mission la prevenzione del disturbo mentale e della sua cronicizzazione. Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi orientate a: 1. Consolidamento e sviluppo dei modelli di gestione della casistica in rete e in modo integrato con altri servizi del DCP, del DSM, e con il coinvolgimento delle Associazioni dedicate 2. Offrire servizi specifici per gli aspetti salienti e i momenti di “crisi” evolutiva delle diverse fasi del ciclo di vita delle persone 3. Potenziamento attività clinica nella consulenza, presa in carico e nella progettazione di intervento psicologico verso le persone/coppie/famiglie straniere con la compresenza della figura del mediatore culturale Obiettivo prioritario è poi quello di rispondere a varie esigenze attuali nel Consultorio Familiare sia come organizzazione logistica dei tempi di accoglienza dei pazienti ma anche dalla necessità di poter garantire almeno una prima risposta di sollievo ad uno stato di malessere psico-emotivo che ha portato la persona a fare la richiesta di consulenza psicologica e/o a rispondere ad un invio da altro servizio o specialista. AREA ADOLESCENTI La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia: • Aumento nella popolazione di disturbi emotivi comuni e reattivi (ansia, depressione) o disturbi del comportamento alimentare, reazioni di disadattamento • Crescente necessità di attenzione e incremento delle situazioni di criticità in relazione a problematiche di disagio nel giovane 178 Gli interventi messi in atto dal servizio hanno come mission la prevenzione del disturbo mentale e intervento precoce in adolescenza Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi orientate a: • Identificare modalità di intervento preventivo focalizzati sulla rete degli operatori dei servizi territoriali. • Sviluppare e qualificare gli interventi di consulenza, supporto, collegamento, rivolti ad altri operatori, gruppi di lavoro, équipes multiprofessionali, del dipartimento cure primarie, dei servizi territoriali, dell’istruzione, associazioni, organizzazioni no profit, per promuovere e orientare una presa in carico indiretta delle forme di disagio. • Qualificare gli aspetti funzionali ed operativi tesi alla facilitazione di accesso e alla “funzione di prossimità” di fasce di popolazione che hanno difficoltà ad accedere spontaneamente ad interventi specialistici • Assicurare interventi psicologico clinici diversificati e appropriati per tipologia di domanda • Riorganizzare e qualificare la risposta in riferimento a strumenti di intervento basati sull'evidenza • Fornire una risposta adeguata ai percorsi e processi della rete tra servizi sanitari e sociali SPAZIO GIOVANI La rilevazione dei bisogni di intervento psicologico in questo ambito evidenzia la necessità di sviluppare azioni concertate rivolte al supporto dei servizi di prevenzione e promozione dell’agio e di corretti stili di vita tra i giovani. Le azioni di miglioramento per il prossimo triennio saranno quindi orientate a: • Mantenere e migliorare l'offerta di progetti di prevenzione e di educazione alla salute nelle scuole attraverso incontri di progettazione comune con i servizi sanitari e i servizi degli enti locali dedicati agli adolescenti (Spazio Giovani- Centro Adolescenza- Meltin Pot - Spazio Giovani Comunità Montana-. Presenza dello psicologo con attività dedicate nei Meltin Pot e nello Spazio Giovani Comunità Montana); • Mantenere il “Progetto Educazione Sanitaria” nelle 3 scuole superiori del Distretto, nelle II e III superiori (Vedi opuscolo AUSL “Sapere e Salute”) sui temi: ◦ Affettività e Sessualità ◦ Adolescenza e Alimentazione; • Consolidare lo svolgimento e creare sinergie tra progetti che si rivolgono alla stessa popolazione, in particolare per le attività ed i servizi che coinvolgono le scuole: ◦ “Sportelli della Scuola”(intervento integrato con gli operatori dello sportello scolastico su mandato della Regione e della Provincia di Modena) ◦ “Progetto Provinciale per la Messa in rete delle opportunità e degli interventi per la promozione dell'agio degli adolescenti”; ◦ Programma provinciale infanzia e adolescenza; ◦ “Attivazione di uno spazio di ascolto e consulenza in ambito scolastico” ◦ Consulenze per aggiornamento e formazione richieste dagli operatori scolastici ( operatori degli sportelli scolastici, insegnanti e /o educatori) e dai genitori definiti nei POF delle singole scuole, in ottemperanza agli obiettivi del Settore di Psicologia del DSM; • Consolidamento impegni scaturiti dal Convegno del Febbraio 2009 a Marano sulle risultanze di due anni di lavoro congiunto tra servizi adolescenza sanitari e servizi adolescenza aggregativi dell’Area Sud. 179 DIPARTIMENTO SANITÀ PUBBLICA SERVIZIO IGIENE DEGLI ALIMENTI E NUTRIZIONE (SIAN) IGIENE ALIMENTI E BEVANDE L’attività dell’area ha come obiettivo la sicurezza alimentare mediante la vigilanza e il controllo,la informazione e la formazione degli operatori del settore alimentare. Per quanto riguarda la formazione nei prossimi anni una importante attività del servizio sarà rivolta ai corsi per il personale alimentarista ai sensi della Legge regionale 11/2003. Proseguirà la partecipazione del Servizio al progetto regionale “Sviluppo di competenze valutative sui controlli ufficiali” prevedendo la partecipazione degli operatori al corso regionale di formazione per auditor qualificati e l’implementazione del manuale della qualità dei SIAN nelle parti previste dal progetto regionale. Verranno pianificati e realizzati gli audit interni volti a verificare la efficacia delle attività svolte. IGIENE DELLA NUTRIZIONE L’attività dell’area è principalmente indirizzata a favorire la promozione di sani stili alimentari e motori mediante interventi sulla intera popolazione oppure gruppi di essa. Si parteciperà inoltre alle azioni ed attività previste dal Piano Regionale della Prevenzione, in particolare si continuerà l’attività di consulenza nutrizionale sui menù della ristorazione scolastica e le iniziative informative/formative agli addetti ed inoltre si manterrà l’impegno a realizzare iniziative per la promozione della corretta alimentazione, sia rivolte al mondo della scuola che alla popolazione. Si manterrà attenzione nei confronti della popolazione anziana, in particolare istituzionalizzata, promuovendo attivamente la valutazione del menù e la rilevazione del peso corporeo al fine di contrastare fenomeni di malnutrizione. Si promuoveranno iniziative che contribuiscano a diffondere lo stile alimentare e motorio corretto nella popolazione adulta attraverso alleanze con il mondo produttivo, distributivo e della ristorazione. SERVIZIO MEDICINA DELLO SPORT Prosegue l'attività di riorganizzazione dell’attività certificativa rivolta ad atleti minori e maggiori di 18 anni con l'obiettivo di ridurre i tempi di attesa, migliorando il sistema di prenotazione attraverso una più stretta collaborazione con le Società sportive e monitorando la prenotazione tramite il sistema CUP – farmacie. Si garantirà il mantenimento del supporto ai MMG e PLS per le certificazioni non agonistiche e, come "Centro Regionale Antidoping", si forniranno agli atleti il supporto clinico e informativo al fine di tutelarne la salute prevenendo comportamenti a rischio. 180 Proseguiranno le iniziative formative e divulgative rivolte a bambini, adolescenti ed anziani volte alla promozione di corrette e sicure abitudini sportive e motorie, migliorando, presso il Centro Medicina dello Sport modenese l'attività di diagnostica cardiologia di 2° livello a favore degli sportivi di tutta la provincia e l’attività nutrizionale sportiva. SERVIZIO IGIENE PUBBLICA – CONTROLLO RISCHI BIOLOGICI Sorveglianza e controllo delle malattie infettive e parassitarie continueranno ad essere priorità fondamentali del Servizio. Le vaccinazioni Le campagne vaccinali tradizionali per la prevenzione della malattia influenzale e delle sue complicanze e per la prevenzione delle malattie invasive da pneumococco continueranno a realizzarsi, attraverso una forte azione di integrazione fra il DSP e Cure Primarie. La somministrazione del vaccino antinfluenzale mediante i MMG ha da tempo consentito di raggiungere alti livelli di copertura, in particolare per la popolazione ultra65enne; l’obiettivo sarà quello di incrementare il livello, soprattutto per le altre categorie a rischio per patologia. In merito, particolarmente, alla vaccinazione antipneumococcica verranno curati i rapporti con gli specialisti allo scopo di assicurare durante tutto l’anno la sensibilizzazione delle categorie a rischio per patologia. Le patologie emergenti e riemergenti La tubercolosi continua ad essere argomento di forte attualità, pur non manifestando dinamiche di “emergenza di sanità pubblica”; le azioni di prevenzione da incrementare si rivolgono da un lato alla individuazione delle popolazioni maggiormente a rischio di sviluppare la malattia, per fornire loro opportunità di screening e informazioni adeguate sulla patologia e la prevenzione; dall’altro al necessario adeguamento organizzativo interno alla struttura sanitaria, per assicurare i percorsi in tempi sufficientemente rapidi, oltre che qualificati (c.d. dispensario funzionale). Nell’ambito della prevenzione delle patologie trasmissibili, continua a rivestire ruolo rilevante la attività di consulenza a favore dei viaggiatori internazionali, particolarmente verso quei Paesi caratterizzati da situazioni igienico sanitarie e di endemia ad alto rischio. In tema di prevenzione delle malattie trasmesse da vettori (Chikungunya, Dengue, West Nile) le esperienze realizzate in questi ultimi due anni, volte a realizzare le azioni previste dal piano regionale in tema di sorveglianza della Chikungunya e Dengue e di controllo e diffusione della zanzara tigre, verranno certamente riversate in programmi che si ripeteranno e che vedranno partecipazioni ai lavori dei gruppi regionale e provinciale. Localmente le principali azioni riguarderanno: - la sorveglianza sanitaria e il controllo delle malattie trasmesse da zanzare; - la formazione operatori coinvolti (MMG, PLS, Continuità Assistenziale, Pronto Soccorso,...); - il supporto ai Comuni per il monitoraggio con ovitrappole e per l’attuazione dei piani di controllo, oltre che un ruolo sempre più marcato di interfaccia fra la Regione e le Amministrazioni Locali; - la partecipazione ad azioni di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini. I programmi regionali di controllo delle zoonosi prevedono lo sviluppo di sinergie entro e fuori DSP, avviate già nel corso del 2008, necessariamente da incrementare nel prossimo futuro. 181 Il controllo delle infezioni “nosocomiali” Particolare impulso proviene dalla emanazione delle recenti linee guida regionali in tema di sorveglianza e controllo della legionellosi, dove si delinea la indispensabile collaborazione del DSP alla definizione del rischio proprio di ciascuna struttura sanitaria. SERVIZIO IGIENE PUBBLICA - CONTROLLO AMBIENTI DI VITA La programmazione dell’attività dei prossimi anni nel Distretto si esplica, sulla base di criteri comuni in ambito provinciale, attraverso innanzi tutto il mantenimento dei livelli consolidati di attività istituzionale, in assenza di modifiche normative. Particolare attenzione verrà dedicata alle tematiche di natura ambientale, considerate le emergenze ed ancor più l’attenzione ad esse dedicata da parte della popolazione: a tale scopo verrà rafforzata la collaborazione già esistente col Servizio Epidemiologia mediante la stesura di un apposito protocollo per la collaborazione alle valutazioni di impatto ambientale e per un approfondimento formativo per gli operatori sulla comunicazione del rischio. Si parteciperà ai lavori dei gruppi regionali sugli incidenti stradali e domestici del Piano Regionale della Prevenzione. L’attività di controllo verrà programmata mirando alle strutture a maggior rischio come ad esempio le piscine, prevedendo oltre al routinario controllo dei locali e delle acque anche un controllo ambientale completo in tutti gli impianti coperti, Verrà mantenuta altresì attività di controllo nelle strutture socio-assistenziali ed avviata un’azione di vigilanza nelle strutture sanitarie con criteri e metodologie condivise di area vasta e con approccio integrato rispetto ai rischi per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Si parteciperà alle nuove commissioni locali per il pubblico spettacolo, nell’ambito delle quali si applicherà il recente regolamento provinciale. Si parteciperà alle Conferenze dei Servizi in ambito Comunale e Provinciale in tema di rifiuti e di Pianificazione territoriale. SERVIZIO PREVENZIONE E SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO 1) Attività Istituzionali: Fornire risposte puntuali e qualificate per prestazioni istituzionalmente dovute: 182 • Valutazione progetti ed espressione dei Pareri di competenza per Nuovi Insediamenti Produttivi, Ristrutturazioni, Autorizzazioni in deroga, Emissioni in atmosfera • Valutazione dei piani di rimozione di materiali contenenti Amianto e delle notifiche di Inizio lavori, Campionamenti ed espressione dei pareri (a richiesta) per la restituibilità dei locali bonificati da amianto friabile. • Inchieste per Infortuni sul lavoro e per Malattie Professionali • Tutela Lavoratrici madri • Valutazioni medico - legali individuali per problematiche lavorative. • Valutazioni medico - legali collegiali per la definizione della Diagnosi Funzionale per collocamento mirato disabili e verifiche idoneità al lavoro su istanza del lavoratore o del datore di lavoro. • Partecipazione a Commissioni istituzionali e a gruppi di lavoro (Comitato Tecnico Disabili, commissioni per autorizzazioni all’uso e alla vendita di prodotti Fitosanitari, gruppi di lavoro dipartimentali, provinciali, regionali e nazionali) • Gestione flussi informativi ( notifiche preliminari per cantieri edili, trasmissione report, notifiche infortuni e malattie professionali, comunicazioni classe di rischio per Primo soccorso aziendale) • Vidimazione registri infortuni, gestione schede anagrafiche aziendali, collaborazione ed autorizzazione della sperimentazione registri informatizzati in ceramica. • Gestione segnalazioni ed esposti da lavoratori e cittadini • Pronta Disponibilità, per accertamenti di Polizia Giudiziaria in caso di infortuni gravi, attivata da 118 e Carabinieri 2) Vigilanza e Controllo in settori produttivi a maggior rischio: Migliorare il livello di ottemperanza alle norme di igiene e sicurezza sul lavoro e contrastare comportamenti irregolari. • Sopralluoghi e piani mirati di controllo in cantieri edili , Grandi Opere (Pedemontana), comparti ad elevato rischio infortunistico, rilevati da archivio INAIL_ISPESL-Regioni ( metalmeccanico, legno, agricoltura…), aziende di facchinaggio e fornitura servizi alle imprese (pulizia e varie). Verifica delle principali misure di protezione applicate a tutela dei lavoratori atipici (co co pro, somministrati…). • Piani mirati di controllo per rischi fisici (rumore, vibrazioni, microclima ), per rischi biologici, per rischi chimici e cancerogeni, per rischi da movimentazione manuale di carichi e per rischi da sovraccarico funzionale degli arti superiori in comparti produttivi a rischio. • Controlli in lavorazioni con rischio di sviluppo di atmosfere esplosive(Atex) e di esposizione a fibre minerali artificiali. • Controlli sulla qualità della sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti a rischi professionali eseguita dai medici competenti con verifica dell’applicazione degli orientamenti di buona pratica e di EBP (Prevenzione Basata su Evidenze scientifiche) elaborati e diffusi negli anni precedenti dagli SPSAL. 3) Attività di Informazione, Formazione, Assistenza, Epidemiologia e Comunicazione: Qualificare il ruolo dei soggetti della prevenzione, accrescere la cultura della prevenzione e migliorare l’analisi e la conoscenza dei fenomeni patologici correlati alle attività lavorative. • Definizione e Promozione di Standard ( requisiti quali – quantitativi minimi) per la Formazione dei lavoratori. Attuazione di corsi e produzione di opuscoli informativi (Moduli formativi integrati SPSAL-SVET presso InforMo e Opuscoli realizzati con il contributo della Provincia e del Comune di Castelnuovo R) rivolti a lavoratori stranieri occupati nella lavorazione Carni (formazione mediatori culturali ed addetti alle lavorazioni) • Promozione della qualità nell’attività dei medici competenti: Seminari provinciali su problematiche rilevanti. • Orientamento dei coordinatori per la sicurezza nei cantieri edili: corsi di formazione su nuove normative (lavori in quota , Piani per montaggio, utilizzo e smontaggio dei ponteggi ); informazione su criteri di vigilanza adottati in provincia. 183 • • • • • • Informazione, formazione e assistenza di Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS ed RLST, aziendali e territoriali), di Coordinatori per la Sicurezza e di Orientamento di Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), Consulenti e Progettisti. Assistenza e Formazione rivolte alle Scuole (Scuola Sapere Salute: Progetti rivolti a insegnanti ed alunni di scuole medie e superiori “ Verso un lavoro più sicuro” e “Come formare sulla sicurezza…”) con coinvolgimento multidisciplinare dei docenti ed articolazione su tre anni scolastici. Fiera Ambiente Lavoro 2009: realizzazione di convegni, produzione/aggiornamento di materiali educativi ed informativi, gestione e diffusione Disponibilità a realizzare iniziative formative distrettuali su Patologie Professionali e Medicina del Lavoro rivolte a Medici di Medicina Generale. Realizzazione di materiali informativi, Gestione di flussi informativi da INAIL e produzione di Report annuale sui danni da lavoro a livello provinciale. Partecipazione, in collaborazione con UNIVERSITA’ e con ISPESL, a studi e Indagini sul campo specifici (Rischi da Vibrazioni, da Silice, da Fibre, da Microclima, da Radiazioni…) . 4) Azioni di Coordinamento e Collaborazione con Servizi e Istituzioni diverse: Migliorare la qualità e i livelli di omogeneità operativa a livello interdistrettuale, provinciale, di Area Vasta e Regionale. Facilitare e Migliorare le collaborazioni, le comunicazioni interdisciplinari e tra soggetti diversi. • Piani mirati di prevenzione integrati fra Servizi diversi(edilizia: SPSAL-SIA , SPSAL con coinvolgimento degli RLS-T…) • Coordinamento ed integrazione di azioni di vigilanza, anche congiunta con Direzione Provinciale del Lavoro, INPS e INAIL per contrastare il lavoro irregolare in alcuni settori più esposti ( edilizia, agricoltura, fornitura servizi…). • Protocolli di intesa per azioni di miglioramento delle condizioni di lavoro su problematiche specifiche ( promozione miglioramento sicurezza negli appalti di facchinaggio e servizi; promozione stili di vita sicuri). SERVIZIO VETERINARIO Gli obiettivi e le azioni del Servizio Veterinario sono volti a tutelare la salute dell’uomo, la sanità e il benessere degli animali, il corretto rapporto tra l’uomo gli animali e l’ambiente, l’igiene delle produzioni zootecniche e la sicurezza degli alimenti di origine animale destinati al consumo umano. 1) Igiene degli alimenti di origine animale . L'Area Sud Est è caratterizzata dalla presenza del più importante stabilimento italiano, per la macellazione bovina, nonché dalla presenza della maggiore concentrazione Europea (numero ditte /territorio) di stabilimenti dotati di riconoscimento comunitario per la produzione, lavorazione e deposito di prodotti di origine animale quantificabili in ben 134 Aziende. Obiettivo primario del Servizio è la verifica del mantenimento dei requisiti di sicurezza alimentare, attraverso il mantenimento dei requisiti strutturali ed igienico sanitari che consentono a tali stabilimenti l’abilitazione all’esportazione verso i paesi comunitari e terzi . Un secondo importante obiettivo è rappresentato dai controlli sulle mense di strutture ospitanti comunità a rischio e viene mantenuto il modello sperimentato e consolidato di vigilanza congiunta con il SIAN che permette una maggior completezza di controllo presso le suddette strutture. 184 2) Sanità animale L'attività riguarda i tradizionali settori di profilassi delle malattie infettive e diffusive del patrimonio zootecnico e i relativi piani di eradicazione e controllo che ultimamente si estendono anche al contenimento della patologie e zoonosi emergenti . Altra attività di notevole importanza è il controllo in allevamento sulla corretta gestione da parte degli allevatori dell'anagrafe degli animali. Questo tipo di attività rappresenta il primo anello della cosiddetta “tracciabilità” degli animali e quindi di tutti gli alimenti di Origine Animale. 3) Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche Obiettivo dell’attività è quello di assicurare la salubrità degli alimenti ottenuti dagli animali mediante controlli eseguiti nelle diverse fasi della produzione primaria, dalla produzione degli alimenti per il bestiame (mangimi), alla raccolta e al trattamento dei sottoprodotti di origine animale, dalla prevenzione dell’uso di anabolizzanti e di sostanze proibite in zootecnia al controllo dell’uso dei farmaci nella terapia delle malattie del bestiame. Per lo stesso motivo vengono eseguiti controlli sul rispetto delle condizioni di benessere degli animali allevati e sull’igiene delle strutture di allevamento. Attività trasversale alle tre aree tecniche Per il 2009 e per gli anni successivi è necessario pianificare e potenziare il programma di audits negli stabilimenti che trattano alimenti di origine animale (compresi i caseifici), nonché nei mangimifici e negli allevamenti di animali destinati a produrre alimenti per l'uomo. SERVIZIO EPIDEMIOLOGIA E COMUNICAZIONE L'epidemiologia per la Sanità pubblica è di fondamentale importanza per individuare i principali fattori di rischio e di danno per la salute. In particolare ha lo scopo di: • descrivere la situazione locale riguardo ai parametri di salute più rilevanti, effettuando le opportune analisi comparative con la situazione nazionale e fra i diversi ambiti territoriali, al fine di individuare gli obiettivi e gli interventi di promozione della salute e di prevenzione delle malattie su cui basare le scelte di programmazione socio-sanitaria (epidemiologia descrittiva); • identificare scenari epidemiologici possibili in relazione alle diverse azioni previste, identificare e misurare gli indicatori necessari per monitorare gli effetti delle azioni intraprese (epidemiologia valutativa). In questi due ambiti proseguirà nel triennio l’attività di ampliamento delle informazioni disponibili, in particolare, per la descrizione dello stato di salute, l’indagine PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) fornirà i primi dati di andamento nel tempo dei fenomeni esaminati. In ambito valutativo il Servizio manterrà l’attività di supporto agli screening oncologici. 185 OSPEDALE Nel corso degli ultimi anni l'Ospedale di Vignola è stato oggetto di alcuni interventi di sviluppo di attività e di miglioramenti strutturali. In particolare nel 2006, nell'ambito del complessivo progetto di ammodernamento e potenziamento della struttura sono stati inaugurati un nuovo Pronto Soccorso dotato di tre ambulatori, un nuovo Comparto Operatorio con tre sale operatorie e una sub-centrale di sterilizzazione. Il Servizio di Radiologia è stato completamente ristrutturato e dotato di attrezzature di radiodiagnostica digitalizzate. L'Ospedale di Vignola è attualmente dotato di 129 posti letto, di cui 15 per attività di Day Hospital e Day Surgery, suddivisi tra le Unità Operative afferenti all'area medica (Medicina Interna, Lungodegenza Post Acuzie Riabilitazione Estensiva) e all'area chirurgica (Chirurgia Generale, Ortopedia, Day Surgery Polispecialistico). Sono inoltre presenti Ambulatori specialistici, Comparto Operatorio centralizzato con tre sale, Centrale di Sterilizzazione, Emodialisi. Gli impegni dell'Ospedale relativi a accessibilità ed umanizzazione e qualità delle cure sono: ◦ Informazione: l’Ospedale favorisce l’accesso dei cittadini/pazienti attraverso la presenza di segnaletica e di punti informativi. Al momento del ricovero sono consegnate la Carta dei Servizi dell’Ospedale e quella della degenza a cui si accede. L’Ospedale favorisce la riconoscibilità dei professionisti attraverso la visibilità del loro tesserino di riconoscimento. Sul sito web aziendale sono presenti pagine informative sugli ospedali. ◦ Barriere architettoniche: l’Ospedale si impegna ad eliminare o a rimuovere le barriere architettoniche esistenti nei punti destinati all’accesso dei cittadini/pazienti. ◦ Comfort: l’Ospedale si impegna a mantenere gli spazi adibiti all’erogazione delle prestazioni sanitarie in uno stato di decoro sia dal punto di vista igienico che di sicurezza. ◦ Presentazione di consenso informato su atti sanitari praticabili e proponibili ◦ L’Ospedale prevede che i professionisti possiedano una competenza comunicativa/relazionale nei confronti del paziente e del suo percorso clinico ed assistenziale. Questa competenza favorisce l’acquisizione di un consapevole consenso informato rispetto a tutte le pratiche sanitarie a cui la persona sarà sottoposta e alle possibili alternative. ◦ Umanizzazione delle pratiche terapeutiche ◦ L’Ospedale prevede che i professionisti abbiano a disposizione e conoscano le linee guida aggiornate "sull’Ospedale senza dolore" e sulle cure palliative. ◦ Attenzione alla qualità dell'alimentazione ◦ L’Ospedale garantisce un’alimentazione variata, di buona qualità ed adeguata alle condizioni di salute del paziente. Si impegna a fornire diversi menù garantendo la variazione giornaliera dei pasti. ◦ Rispetto delle diversità culturali ◦ L’Ospedale si impegna ad utilizzare il servizio di mediazione culturale, nei casi ritenuti opportuni, e ad offrire, su richiesta del paziente, la possibilità di contattare vari ministri di culto per l’assistenza religiosa. ◦ L’Ospedale si impegna affinché tutte le degenze assicurino modalità organizzative con i servizi territoriali esistenti, al fine di garantire la continuità delle cure al cittadino. ◦ Umanizzazione della fase di fine vita 186 • • • • ◦ L’Ospedale si impegna ad individuare modalità assistenziali adeguate per i pazienti in fase terminale e ad assicurare uno spazio dedicato al defunto e ai suoi familiari nel rispetto della privacy. ◦ L’Ospedale si impegna a favorire la presenza di volontariato organizzato al proprio interno e a prevederne le modalità di collaborazione. ◦ Rilevazione della qualita': l’Ospedale si impegna a rilevare le percezioni e le valutazioni dei cittadini sulla propria esperienza di degenza. ◦ La struttura si impegna a valutare la qualità delle prestazioni fornite dai servizi in gestione appaltata. ◦ L’Ospedale si impegna a rendere note le modalità attraverso cui facilitare la raccolta delle segnalazioni, ivi compresi i reclami, al fine di effettuare analisi per il miglioramento dei servizi e delle prestazioni. Gli ambiti di miglioramento e sviluppo previsti per il prossimo triennio sono: Sviluppo di almeno due percorsi clinico-assistenziali integrati tra MMG, specialisti e professionisti dell'assistenza al fine di ◦ facilitare la gestione di patologie croniche, garantendo la presa in carico tempestiva e coordinata; ◦ ridurre il ricorso a ricoveri evitabili e promuovere la risoluzione a domicilio di problemi complessi clinico-assistenziali e sociali; Collaborazione alla definizione di progetti di formazione multidisciplinare e multiprofessionale integrati tra ospedale e territorio; Sviluppo di competenze specifiche in alcuni ambiti per dare risposte locali a problemi complessi; Miglioramenti strutturali previsti ◦ miglioramento alberghiero del reparto di medicina ◦ ristrutturazione dell'ambulatorio chirurgico ◦ ristrutturazione di parte degli ambulatori dell'ospedale ◦ attivazione di una nuova sala di endoscopia digestiva ed urologica 187 PARAGRAFO 2 - LINEE DI INTERVENTO CHE ATTUANO L’INTEGRAZIONE DELLE POLITICHE Il nuovo Piano Sociale e Sanitario Regionale ci indica di promuovere l’integrazione delle politiche sociali con quelle sanitarie e di queste con le politiche ambientali, urbanistiche, abitative, occupazionali, formative e culturali. Una integrazione a tutto campo da perseguirsi non tanto attraverso centralizzazioni decisionali e gestionali quanto attraverso una forte presenza di propulsione e garanzia del “pubblico”, volta a mobilitare ed intrecciare le più diverse responsabilità e risorse, pubbliche, private e del terzo settore, che agiscono o comunque influiscono sul benessere collettivo. Quel reale e significativo valore aggiunto che l’integrazione consente, può essere infatti compiutamente raggiunto oltre che con la tenacia della volontà soltanto con un effettivo ascolto e coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. L’esperienza dei Piani per la Salute ha prodotto iniziative rientranti in questa logica ma, in modo embrionale dalle quali partire per portarle a sistema. Rispetto al tema dell’integrazione del sociale e sanitario con le “altre politiche pubbliche” i tavoli di lavoro della programmazione del distretto di Vignola hanno sottolineato e messo in evidenza in modo particolare la necessità di una integrazione con le seguenti politiche: - ambientali, - abitative e urbanistiche, - della mobilità, - dell’economia e del lavoro, - della formazione e della scuola, - della sicurezza e coesione sociale - culturali che, nel loro insieme, impattano sulla salute e sul benessere sociale. In particolare sono emerse alcune linee guida per l’integrazione: - sviluppare una lettura integrata dei bisogni della comunità - tenere conto degli orientamenti delle “altre” politiche nell’ambito della programmazione e delle scelte di ambito sociale e sanitario - condizionare le scelte delle “altre politiche” attraverso indicazioni e attraverso una lettura multidimensionale del bisogno del singolo, della famiglia e della comunità - coordinare interventi e servizi - valorizzare le occasioni di confronto multiprofessionale come occasioni di condivisione e diffusione della programmazione e valutazione degli interventi. Ci si pone quindi l’obiettivo di avviare una modalità di lavoro nuova che veda il coinvolgimento attivo dei rappresentanti di tutte quante le Istituzioni presenti sul territorio (rappresentanti le diverse 188 politiche locali) che permetta la realizzazione di azioni coordinate e integrate che incidano positivamente sulla salute e il benessere della popolazione del territorio. Allo scopo di fornire un quadro complessivo degli obiettivi di integrazione emersi dalla programmazione delle singole aree si propone di seguito una lettura “a matrice” che mette a confronto la programmazione per target di riferimento con le altre politiche pubbliche. Nella matrice è evidenziato come obiettivo di carattere metodologico il riferimento al nuovo approccio culturale alla base della programmazione distrettuale. L’area di programmazione “Promozione sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici” fa riferimento a tutti i target individuati dalla Regione. Pertanto si è deciso di suddividerne gli obiettivi fra tutte le aree interessate. 189 Politiche culturali Politiche per la sicurezza e coesione sociale Politiche per la scuola e formazione Responsabilità familiari, capacità genitoriali, diritti dei bambini e dei preadolescenti. Promozione del benessere dell’adolescenza e dei giovani Integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale Politiche a favore di disabili Sviluppare una lettura integrata dei bisogni della comunità. Costituire tavoli di lavoro allargati a rappresentanti delle diverse politiche del territorio per predisporre una programmazione congiunta e condivisa. Realizzare percorsi formativi quale supporto per facilitare l’affermarsi di un nuovo approccio culturale integrato tra le diverse politiche. Promuovere progetti integrati volti alla conciliazione dei tempi di vita e di cura. Rafforzare la collaborazione con le istituzioni Promuovere la continuità degli interventi educativi scolastici / formativi ed scolastiche, il Centro Territoriale permanente, Promuovere l’applicazione gli enti di formazione per incrementare i Consolidare e ampliare una stretta collaborazione fra servizi sanitari, sociali, educativi, extrascolastici rivolti ai giovani. dell’Accordo di programma percorsi informativi e formativi rivolti ai cittadini Promuovere azioni di formazione scolastici e del terzo settore affinando una metodologia di lavoro che consenta un approccio distrettuale stranieri. per lavoratori sottooccupati in integrato alle varie problematiche della famiglia, arrivando alla redazione di un Accordo di Incrementare la conoscenza da parte dei sull’integrazione scolastica programma, in linea anche con la Legge Regionale 14/2008. giovani dei percorsi di formazione e delle collaborazione con il sistema della degli alunni in situazione di agenzie di formazione. Mettere a sistema gli interventi volti a formazione. handicap, difficoltà di promuovere il benessere e la riuscita apprendimento e disagio Sostenere la scelta e l’orientamento post scolastica dei minori stranieri. sociale. scolastico e post formazione. Continuare nella promozione di forme di cittadinanza attiva, in stretta collaborazione con il terzo settore, con l’obiettivo di contribuire alla “costruzione” di una comunità accogliente. Promuovere la diffusione della cultura della prevenzione in tutti gli ambienti di lavoro e verso tutte le figure e i soggetti coinvolti; consolidare azioni di vigilanza e assistenza e attivare una analisi approfondita degli eventi infortunistici. Realizzare un tavolo di confronto multidisciplinare tra operatori sanitari, dell’Ente Locale, delle Forze dell’ordine per definire linee operative relative alla correlazione tra incidenti stradali e uso di alcool e sostanze e quelle tra lavoro irregolare/nero e la salute e la sicurezza. Realizzare azioni di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza per la prevenzione dell’incidentalità domestica, attraverso azioni capillari che vedano il coinvolgimento diretto dei MMG e PLS. Politiche a favore di anziani Promuovere la conoscenza e la fruibilità delle opportunità formative presenti sul territorio. Promuovere nei giovani la cultura della legalità e del rispetto delle norme. Sensibilizzare e informare riguardo ai rischi connessi ai comportamenti e agli stili di vita pericolosi, alle correlazioni tra incidenti stradali e abuso di sostanze, tra lavoro irregolare / nero e salute e sicurezza. Promuovere l’integrazione di interventi volti a garantire la coesione sociale e la sicurezza operando per ricostruire una rete di luoghi e relazioni sicuri e mettendo in rete i servizi e le associazioni attive in ogni territorio. Costruire percorsi per intercettare i fenomeni di violenza domestica e avviare azioni di sostegno, quali la costituzione di una Associazione/Fondazione a sostegno delle vittime di violenza. Costituire un gruppo permanente di coordinamento sui temi della prevenzione ed educazione alla salute per la mappatura e sistematizzazione delle azioni di prevenzione, per la valutazione dell’efficacia degli interventi e per la individuazione di modalità più rispondenti ai nuovi bisogni emersi. Consolidare la collaborazione con i settori delle politiche culturali e/o le organizzazioni del terzo settore che si occupano di promozione culturale. Promuovere maggiore raccordo con la programmazione culturale e realizzare azioni e interventi co – progettati. Promuovere la conoscenza e la fruibilità delle opportunità culturali e aggregative presenti sul territorio. Consolidare e qualificare i percorsi e gli strumenti integrati per l’inclusione lavorativa delle persone con disagio sociale. Realizzare interventi economici e di sistema a favore delle famiglie in difficoltà e delle famiglie numerose che favoriscano la responsabilizzazione. Consolidare e qualificare i progetti di accompagnamento al lavoro rivolti ai minori. Politiche per la mobilità Aumentare la conoscenza da parte dei giovani degli strumenti per la ricerca del lavoro, per l’orientamento professionale in collaborazione con le altre istituzioni (Centro Impiego, Sindacati, associazioni di categoria Università, Scuola). Favorire azioni volte alla regolarizzazione del lavoro delle assistenti familiari. Promuovere percorsi di supporto e facilitazione all’autonomia economica ed occupazionale dei giovani. Promuovere forme di collaborazione tra organizzazioni datoriali e di categoria e gli organismi di partecipazione. Favorire e promuovere azioni di sensibilizzazione legate alla sicurezza sul lavoro. Consolidare la rete delle organizzazioni del terzo settore e del commercio per la distribuzione dei generi di prima necessità. Consolidare e sviluppare i rapporti tra Dipartimento di Sanità Pubblica, ARPA, servizi sociali, servizi culturali e servizi tecnici comunali per predisporre corrette scelte urbanistiche ed ambientali che favoriscano il contenimento dell’emissione di polveri sottili e la creazione di aree urbane pensate anche per i bambini. Predisporre percorsi di educazione ambientale per l’infanzia e l’adolescenza. Collaborare alla realizzazione di azioni per la incentivazione della raccolta differenziata su tutto il territorio del distretto. Politiche abitative e urbanistiche Politiche per l’ambiente Politiche dell’economia e del lavoro Porre in essere azioni straordinarie di sostegno alle famiglie ed ai cittadini volte ad affrontare le condizioni determinate dalla crisi economica attuale. Monitorare e analizzare l’epidemiologia degli incidenti stradali; realizzare azioni di diffusione di una cultura della sicurezza stradale come cultura della legalità e del rispetto delle norme attraverso interventi educativi e formativi in grado di incidere sulla modifica dei comportamenti. Realizzare interventi strutturali per la messa in sicurezza dei punti critici . Potenziare le iniziative che possono favorire la mobilità sostenibile, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Promuovere progetti per favorire l’incontro fra il bisogno di cura espresso dalle famiglie e il sistema dell’offerta di lavoro. Promuovere azioni di miglioramento dell’utilizzo degli spazi pubblici anche da parte delle persone disabili o non autosufficienti. Promuovere la partecipazione dei giovani alla programmazione delle politiche ambientali, abitative e urbanistiche, della mobilità. Promuovere la partecipazione dei cittadini stranieri alla programmazione delle politiche ambientali, urbanistiche, della mobilità attraverso gli organismi di partecipazione. Promuovere il confronto tra i settori pubblici e privati sul tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche e dell’adattamento dell’ambiente domestico (CAAD provinciale), Facilitare la mobilità territoriale per migliorare l’accesso ai servizi e alle istituzioni presenti nel territorio. 190 PARAGRAFO 3 - GLI STRUMENTI TECNICO – ORGANIZZATIVI E LE AZIONI PER L’INTEGRAZIONE ISTITUZIONALE, GESTIONALE, PROFESSIONALE E LA CONTINUITA’ ASSISTENZIALE In linea con quanto previsto dal Piano socio sanitario regionale e dall’atto di indirizzo e coordinamento della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Provincia di Modena in questo ambito vengono definiti gli obiettivi riguardanti gli strumenti tecnico organizzativi per attuare l’integrazione istituzionale, gestionale e professionale del sistema distrettuale di welfare. Tali strumenti da un lato prevedono l’interazione dei soggetti istituzionali presenti che si coordinano per realizzare il governo delle politiche socio-sanitarie del territorio (Nuovo Ufficio di Piano), dall’altro lato prevedono condizioni operative unitarie tra figure professionali sociali e sanitarie sia attraverso il lavoro congiunto in equipe pluriprofessionali, sia mediante l’elaborazione di protocolli condivisi per le varie fasi del processo di cura, presa in carico, progettazione individualizzata, valutazione. Sul tema dell’accesso integrato si prevedono criteri e modalità comuni anche attraverso la connessione tra gli sportelli sociali e gli sportelli sanitari e la costituzione di strutture professionali integrate tra Ausl ed enti locali per la definizione dei progetti assistenziali a partire dalla valutazione dei bisogni e della domanda (Unità di Valutazione Multidimensionale). Rispetto al tema, trasversale a tutte le aree, della semplificazione dell’accesso ai servizi e della informazione al cittadino per la rimozione degli ostacoli che creano disuguaglianza di diritti e di risposta nei cittadini, sono stati individuati quali strumenti di carattere distrettuale, lo Sportello Sociale e un sistema informativo, per la gestione di servizi ed attività sociali e socio sanitarie integrate che parte dall’accesso / rilevazione dello status del bisogno, alla gestione della cartella socio – sanitaria integrata. In considerazione del valore strategico della formazione sia per quanto attiene il tema della integrazione professionale sociale e sanitaria che per quanto attiene il tema della innovazione dei servizi, si è ritenuto opportuno andare nella direzione di un unico ambito strategico predisponendo iniziative orientate al coinvolgimento di diversi settori e professionalità calibrate su esigenze e priorità condivise nelle diverse aree della progettazione. Di seguito quindi, oltre alla tabella riepilogativa degli “Strumenti per l’integrazione gestionale istituzionale, professionale e per la continuità assistenziale” si è ritenuto mettere in evidenza in uno specifico riquadro di sintesi, da un lato i bisogni formativi emersi, dall’altro le linee ed i percorsi di formazione che si intendono realizzare nel triennio. 191 Tabella 1 - gli obiettivi strategici triennali di salute e benessere sociale: L’ integrazione istituzionale, gestionale e professionale TARGET* Respons.tà Familiari □ X infanzia adolescenza X□ e Giovani X □ Anziani Disabili □X □X Immigrati stranieri □ X Povertà e Esclusione sociale X Salute mentale □ Dipendenze □ X □ X RIFERITI ALL’INTEGRAZIONE GESTIONALE E PROFESSIONALE X□ Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale Sportello sociale/Accesso integrato * Favorire il diritto all’accesso alla rete dei servizi e delle prestazioni sociali, socio sanitarie e sanitarie * Semplificare il sistema di accesso ai servizi evitando di “far girare” il cittadino. * Garantire il diritto all’informazione ed alla presa in carico con particolare attenzione a chi per difficoltà personali e sociali, non è in grado di rivolgersi direttamente ai servizi. * Armonizzare l’informazione e l’orientamento sui percorsi di accesso e di assistenza. * Monitorare la domanda e il bisogno dei servizi del cittadino. * Migliorare la fruibilità dell’informazione. * Facilitare l’ accesso. Unità di valutazione multiprofessionale * Razionalizzare,semplificare e qualificare il sistema di valutazione multiprofessionale * Adeguare gli strumenti di valutazione ai nuovi bisogni e alle nuove modalità operative * Formare gli operatori impegnati nella funzione di accesso presa in carico e valutazione Ufficio di piano * Rispondere alla necessità di un forte investimento progettuale sul tema dell’integrazione istituzionale. * Adeguare la struttura organizzativa e la funzionalità dell’Ufficio di Piano all’ evolversi delle competenze assegnategli e del nuovo futuro assetto istituzionale del distretto. * Regolare le nuove funzioni connesse al Fondo Sociale Locale. * Disporre di adeguati strumenti informatici per la lettura dei dati del territorio utili alla programmazione ed alla valutazione. * Disporre di adeguate modalità per la gestione tecnica amministrativa e contabile, nonché di monitoraggio e verifica del FRNA 192 Obiettivo/i prioritario/i in ambito Sociale, Sociosanitario e dei Servizi Sanitari territoriali SPORTELLO SOCIALE/ACCESSO INTEGRATO 1. Ridisegnare un sistema unificato, di livello distrettuale, di accesso ai servizi ed agli interventi sociali e socio-sanitari, che preveda criteri e modalità comuni. 2. Qualificare ed ampliare le attività di ascolto, informazione, orientamento, accompagnamento e accesso alle risorse, alle opportunità, agli interventi ed alla rete dei servizi del territorio nei settori sociale, socio-sanitario, in stretta collaborazione con i punti di accesso e di informazione sanitari. 3. Sviluppare una funzione di filtro e di monitoraggio dei bisogni e delle risorse del territorio. 4. Implementare un sistema informativo unitario che consenta la comunicazione tra i diversi servizi nella prospettiva di risposte unitarie e personalizzate ai bisogni delle persone. 5. Predisporre, su base distrettuale, percorsi integrati ed unificati per usufruire dei vari servizi di rete, anche tramite la definizione condivisa di procedure specifiche. 6. Riorganizzare e qualificare il raccordo e la integrazione con il sistema della presa in carico e della valutazione al fine di garantire la continuità assistenziale. 7. Realizzare l’integrazione con le attività degli sportelli tematici presenti sul territorio. 8. Divulgare alla cittadinanza strumenti informativi che favoriscono la conoscenza e l’accesso alla rete dei servizi socio-sanitari. 9. Dotare i diversi soggetti istituzionali che operano in ambito socio-sanitario di uno strumento informatico dedicato che sostenga e documenti tutto il percorso: accesso ⇒ presa in carico⇒valutazione⇒accesso ai servizi. Unità di valutazione multiprofessionale 10. Sostenere sia attraverso azioni di formazione che di riorganizzazione le sperimentazioni di azioni di semplificazione, miglioramento e sviluppo relative agli organismi ed ai processi di valutazione integrata per l’accesso alla rete dei servizi, per i diversi target di utenza. 11. Organizzare a livello Distrettuale, nell’ambito del Nuovo Ufficio di Piano, l’attività della Commissione Unica di Valutazione Multidimensionale. 12. Ridefinire gli strumenti della valutazione. 13. Promuovere interventi di formazione rivolti agli operatori coinvolti. Ufficio di piano 13. Consolidare e qualificare la struttura dell’Ufficio di Piano al fine di adattarne l’ organizzazione all’evolversi delle funzioni e dei compiti assegnati, al modificarsi del contesto istituzionale distrettuale, anche attraverso la disponibilità di risorse umane e strumentali adeguate. 14. Rafforzarne le funzionalità amministrative e tecnico gestionali di supporto alla governance. 15. Definire le modalità di svolgimento della funzione di supporto alla costituzione, programmazione, gestione e monitoraggio del Fondo Sociale Locale. 16. Qualificare l’attività di supporto all’elaborazione e valutazione della programmazione attraverso l’implementazione di un sistema informatico per l’elaborazione di dati utili alla lettura dei bisogni del territorio, in rete con il sistema dell’accesso, della presa in carico e della valutazione. 17. Qualificare le attività di gestione tecnica amministrativa e contabile, nonché di monitoraggio e verifica del FRNA. 193 Obiettivi d’Integrazione con altre Politiche Sportello sociale/Accesso integrato 17. Programmare azioni di raccordo con le politiche del lavoro, della scuola e della formazione, culturali. INDICATORI DI RISULTATO 1. Completa attivazione del sistema unificato, di livello distrettuale, di accesso ai servizi ed agli interventi sociali e socio-sanitari. 2.3. Realizzazione di una analisi comparata del sistema di informazione / orientamento e accesso. Formazione. 4. Implementazione del sistema informatico unitario distrettuale degli sportelli sociali. 5. Attivazione di percorsi di accesso con modalità e criteri comuni a tutto il territorio. 6. Attivazione / realizzazione di percorsi e protocolli condivisi. 7. Presenza nella rete degli Sportelli Sociali degli sportelli tematici rivolti ai cittadini stranieri e alle famiglie. 8.Produzione di strumenti informativi che favoriscono la conoscenza e l’accesso alla rete dei servizi socio-sanitari. 9.Implementazione del sistema informatico unitario distrettuale per accesso ⇒ presa in carico⇒valutazione⇒accesso ai servizi. 10. 11. Attivazione della unità di valutazione multiprofessionale distrettuale. 12.Realizzazione e messa a disposizione dei nuovi strumenti della valutazione. 13.Numero di partecipanti, professionalità ed enti coinvolti nei processi formativi. 14.15. 18.Realizzazione di adeguamenti organizzativi, procedurali e informatici. 16. Definizione delle modalità per la programmazione, gestione e monitoraggio del Fondo Sociale Locale. 17.Implementazione di un sistema informatico in rete con il sistema dell’accesso, della presa in carico e della valutazione di livello distrettuale. 19.Elaborazione di un progetto di raccordo con i settori del lavoro, della scuola e della formazione, culturali. 194 IL QUADRO STRATEGICO DELLA FORMAZIONE DEL DISTRETTO DI VIGNOLA Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale Responsabilità familiari, capacità Promozione del benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani cittadini stranieri immigrati alla povertà all’esclusione sociale e Politiche a favore di anziani e Promozione disabili sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di preadolescenti. sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Dalla lettura comparata dei bisogni emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale espressi nelle sei aree della programmazione si evidenzia il valore strategico della formazione per la costruzione di un sistema di servizi integrato e innovativo. Tutti i gruppi tematici infatti hanno sottolineato la necessità di una formazione continua intesa da un lato come strumento tecnico – organizzativo a supporto del lavoro degli operatori e dall’altro come sostegno alla responsabilità educativa della comunità intera. Destinatari delle politiche formative sono quindi sia i livelli politico istituzionali e tecnico professionali che i cittadini, le famiglie e il terzo settore. Risulta importante consolidare le Per quanto riguarda gli adulti e Bisogno di accompagnare la In questa area è emerso da un lato il Bisogno di qualificare e formare Le iniziative di sensibilizzazione e di azioni di supporto alla famiglia, sin più in generale la comunità, essi comunità locale ed i servizi nel bisogno dal momento della costituzione della evidenziano i bisogni specifici di vivere coppia e nelle diverse fasi successive formazione (gravidanza, genitorialità, sui temi il di formazione e le azioni di supporto alla educazione cambiamento accompagnamento al lavoro per le domiciliarità e nello specifico: della interculturale in atto . categorie a rischio di esclusione - ecc), genitorialità per lo sviluppo di una Bisogno di maggiori competenze sociale e dall’altro il sviluppare, bisogno, diversificare qualificare sostegno, soprattutto e- della conoscenza dei media all'utenza ma riconsiderando la famiglia come utilizzati diffusamente dai giovani. risorsa e recuperando il sempre più di multiculturale. supportare la alle stanno e contenendo la curva tendenziale di alcuni eventi infortunistici. Gli impegni cittadinanza - qualificare il lavoro di cura devono quindi essere, da un lato quello nell’accoglienza abitativa. ruolo Per quanto riguarda gli operatori dei Bisogno di maggiore raccordo tra assieme scientifiche l’assistenza alcune delle patologie prevalenti e di creando nuove occasioni formative e responsabilità educativa diffusa degli operatori dei servizi di fronte nell’ambito delle politiche abitative, domiciliare di sanitaria conquiste svolto dalle assistenti famigliari. di proseguire Bisogno della popolazione anziana di promozione e crescere nella di azioni informative, educativo che le è proprio. Nel servizi a contatto con i giovani essi interventi sociali, sanitari, educativi, educazione alla salute, a stili di vita formative, di contrasto e di controllo sia contempo corretti. diventa importante evidenziano i bisogno specifici di in particolare nei confronti di per quanto attiene gli stili di vita, la lavorare per il coinvolgimento di formazione su la lettura della cultura famiglie provenienti da culture e salute collettiva ed i comportamenti e tutta la società civile perché recuperi giovanile nella “normalità”, non situazioni sociali eterogenee. dall’altro, quello di attivare efficienti il proprio ruolo di accoglienza, focalizzando l’attenzione solo sui azioni di monitoraggio sull’evolversi partecipazione eventi della casistica e sulla efficacia delle come iniziative intraprese. educativa e diffusa. responsabilità comportamenti Inoltre è traumatici e/ e gli straordinari necessario potenziare le azioni di spesso vengono presentate dai media Nell’ambito del tema della sicurezza promozione dell’affido famigliare e e sulla multiculturalità dei giovani stradale bisogno di formazione / di sensibilizzazione all’accoglienza e anche con riferimento alla loro educazione alla legalità e al rispetto garantire sostegno e supporto alle esperienza migratoria vissuta. delle norme attraverso interventi famiglie affidatarie e consolidare i educativi e formativi in grado di percorsi di accompagnamento alle incidere famiglie adottive. comportamenti. (continua) sulla modifica 195 dei (continua) Bisogni Emergenti dal profilo di comunità in ambito distrettuale Responsabilità familiari, capacità Promozione del benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani preadolescenti. cittadini stranieri immigrati alla all’esclusione sociale povertà e Politiche a favore di anziani e Promozione disabili sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Nell’ambito della sicurezza negli ambienti di lavoro emerge un bisogno di educazione alla prevenzione verso tutte le figure e i soggetti coinvolti Vi è infine il problema degli incidenti domestici – spesso non sufficientemente valutati – che invece coprono una percentuale molto elevata tra le diverse tipologie di eventi incidentali. Anche in questo caso servono azioni sinergiche di sensibilizzazione, informazione, acculturamento, a partire dalle persone più esposte, da attuarsi nella scuola, nei punti di aggregazione od anche direttamente al domicilio dei soggetti a rischio con il contributo delle più importanti aziende di servizi ( gas, acqua, iniziative …). volte Servirebbero a inoltre promuovere il ripensamento delle soluzioni di edilizia residenziale in direzione di più elevati livelli di sicurezza (bagni, scale,..). 196 IL QUADRO STRATEGICO DELLA FORMAZIONE DEL DISTRETTO DI VIGNOLA Obiettivi prioritari e/o di integrazione in ambito sociale, socio – sanitario e dei servizi sanitari territoriali Responsabilità familiari, capacità Promozione del benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani cittadini stranieri immigrati alla povertà e Politiche a favore di anziani e Promozione all’esclusione sociale disabili sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di preadolescenti. sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Nell’ottica di attuare una metodologia di lavoro integrato si pone la necessità di pensare una formazione che sia anch’essa integrata da un lato con il settore sanitario, attraverso la realizzazione di moduli formativi comuni cui partecipino operatori sociali e sanitari, dall’altro con il coinvolgimento e la partecipazione anche del terzo settore. Si ritiene opportuno inoltre promuovere un ruolo “attivo” del Terzo settore, allo stesso tempo destinatario e/o agente di percorsi formativi. La finalità generale dei percorsi formativi proposti è quella di sviluppare un metodo di lavoro allo stesso tempo di carattere innovativo ed integrato. Si evidenzia quindi la necessità di valorizzare le risorse formative di cui dispongono le diverse agenzie del territorio (Ausl, Provincia, Enti locali, scuola, terzo settore, Asp, …) predisponendo percorsi orientati a coinvolgimenti multi – settoriali e multi – professionali, organizzando corsi, strumenti di approfondimento / progettualità, calibrate su esigenze e priorità condivise nel tempo e nello spazio. Mantenere e sviluppare una rete Aumentare il contatto con la realtà territoriale. per sostenere e accompagnare le Promuovere nei giovani famiglie lungo il percorso della l’informazione, la conoscenza, la genitorialità: dalla formazione consapevolezza sull’offerta di della coppia, la gravidanza, la opportunità e sulle possibilità di nascita fino all’adolescenza del/i scelta negli ambiti di vita che li figlio/i, come previsto dal riguardano tramite i servizi Progetto: Essere al mondo Informagiovani. mettere al mondo: una rete che FORMAZIONE accoglie. Realizzare percorsi formativi Consolidare le azioni di sostegno “continui” per gli adulti. alla genitorialità realizzate dal Percorsi formativi “continui” e Centro per le collaborazione Famiglie, con in integrati per gli educatori ed servizi operatori in contatto con i giovani sanitari, sociali, scolastici e terzo volti alla condivisione di metodi, settore, in particolare:la strumenti e procedure di lavoro e mediazione familiare, il sostegno alla verifica dei risultati. allo sviluppo di gruppi di auto Consolidare i mutuo - aiuto di genitori, il punto integrati d’ascolto, i percorsi rivolti percorsi formativi esistenti a rappresentazioni emotive Garantire pari opportunità a tutti i Lavoro Attivare strumenti utili cittadini e sostegno ai servizi all’avvicinamento di domanda e nell’adattamento ai cambiamenti offerta; tirocini d’orientamento e della società attraverso : la formativi; percorsi d’accesso al qualificazione del sistema locale lavoro e d’integrazione sociale. di informazione, orientamento, Promuovere azioni di formazione consulenza ai cittadini stranieri congiunta per lavoratori integrandolo maggiormente con il sottooccupati in collaborazione sistema di welfare locale. con il sistema della formazione. Favorire i processi di integrazione Accoglienza abitativa e consentire ai cittadini stranieri Programmare azioni di una piena cittadinanza sociale e formazione e informazione per politica attraverso: facilitare l’incontro e la promozione l’avvicinamento tra locatario e dell’apprendimento e inquilino, considerando anche le dell’alfabetizzazione in lingua diversità culturali e orientando italiana, con particolare all’integrazione sociale. attenzione alle donne straniere; sulle - il sostegno degli scolastiche alle nella istituzioni promozione genitori con bambini di età 0-3 operatori dei servizi sociali e sanitari dell’apprendimento anni e il sostegno a genitori con e sulla prevenzione. socializzazione figli 6 – 14 anni. (continua) alunni (continua) e la scolastica degli provenienti da Promozione e Sostegno alla Azioni di promozione di stili di vita domiciliarità sani rivolti alle mamme in Consolidamento del percorso di gravidanza ( allattamento al seno qualificazione del servizio di esclusivo e prolungato, ecc) ; azioni assistenza domiciliare in base ai di educazione a una sana e corretta requisiti della dgr 1206/07 e della alimentazione dei bambini e di tutta dgr 1230/08 su tutto il territorio la famiglia; educazione alla legalità, distrettuale. promozione del benessere. Promuovere azioni di Salute informazione/formazione consulenza alle e mentale e dipendenze di patologiche: fondamentale lavorare in famiglie modo integrato tra servizi sanitari attraverso: il potenziamento delle (CSM, MMG, SDP, Ospedale), sociali, prestazioni di affiancamento e Forze dell’ordine e terzo settore sia per consulenza del SAD e la azioni di prevenzione, ma anche per la promozione punti di ascolto, e di cura e la riabilitazione sostegno all’attività di gruppi di (continua) mutuo e auto aiuto fra famigliari Sostenere attività di formazione, informazione e tutoring sia individuali che di gruppo a favore di assistenti famigliari. (continua) famiglie straniere (continua) 197 (continua) Obiettivi prioritari e/o di integrazione in ambito sociale, socio – sanitario e dei servizi sanitari territoriali Responsabilità familiari, capacità Promozione del benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani cittadini stranieri immigrati alla all’esclusione sociale povertà e Politiche a favore di anziani e Promozione disabili sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di preadolescenti. sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Attivazione di di Integrazione con politiche della - la collaborazione tra enti del percorsi collaborazione tra scuola, sociale, scuola e della formazione territorio per arricchire l’offerta del Promuovere azioni formative,di Costituire sostegno, di sollievo e allargato un a tavolo di lavoro rappresentanti delle sanitario e associazioni sportive Promuovere la continuità degli sistema formativo per gli adulti riabilitazione, volte a qualificare diverse politiche del territorio per per l’assistenza domiciliare a favore predisporre una programmazione favorire percorsi di interventi educativi scolastici / Promozione della salute, con sensibilizzazione al movimento e formativi ed extrascolastici rivolti particolare attenzione a: di malati di demenza anche in congiunta e condivisa; realizzare ad una corretta alimentazione; ai giovani. collaborazione l’educazione alla salute per gli intensificare la diffusione delle Incrementare la conoscenza da adolescenti campagne informative e di parte dei giovani dei percorsi di specie figli riguardo di alla migranti, salute con il privato anche percorsi formativi per gli sociale e il terzo settore. operatori quale supporto per Promozione della salute e del facilitare l’affermarsi della nuova sensibilizzazione già attivate dai formazione e delle agenzie di riproduttiva e agli stili di vita. benessere della persona anziana modalità di lavoro e approccio pediatri per favorire la diffusione formazione. Rafforzare la collaborazione con e tutela delle condizioni di fragilità culturale e prevedere momenti di sani stili di vita sin dalla Sostenere la scelta e le istituzioni scolastiche, il Centro Prosecuzione dell’attività di e informativi/formativi nascita. le cittadinanza. rivolti alla rapporti tra Territoriale permanente, gli enti di messa progetto post formazione. affido che veda coinvolti il Centro formazione per incrementare i esperienze formative, informative, Consolidare percorsi informativi e formativi aggregative e di socializzazione Dipartimento di Sanità Pubblica, per le famiglie, il Centro Servizi rivolti ai cittadini stranieri; presenti sul territorio in modo tale ARPA, sociale, cultura, politiche l’orientamento post scolastico e Realizzazione di un a sistema che e l’AUSL – settore di Psicologia disponibile per la popolazione Tecnici comunali per predisporre per azioni di promozione sociale target, e sensibilizzazione del territorio attraverso lo sviluppo delle azioni ambientali oltre ad azioni di sostegno alle di informazione e orientamento contenimento famiglie affidatarie. svolta dalla rete degli Sportelli polveri sottili e la creazione di aree i percorsi di in patrimonio abitative, i volontariato, l’ASP – area minori Consolidare diventino tutte particolar modo corrette Sociali. immigrazione scelte e Uffici urbanistiche che favoriscano dell’emissione ed il di urbane pensate anche per i bambini. accompagnamento alle famiglie Promozione adottive, attraverso l’applicazione informazione e formazione anche educazione ambientale nelle scuole delle Linee di indirizzo regionali in attraverso il coinvolgimento delle e materia realtà di adozione; la di associative azioni e di Predisposizione di nuovi percorsi di collaborazione tra ASP minori presenti Distretto di Pavullo e Ufficio particolare Comune autogestite dagli anziani stessi, di realizzazione Sassuolo dei per la corsi informativi/formativi (continua) promuovere sul territorio, quelli incentivazione alla raccolta culturali differenziata su tutto il territorio del rivolte in distretto. e/o (continua) azioni/iniziative dedicate a creare (continua) 198 (continua) Obiettivi prioritari e/o di integrazione in ambito sociale, socio – sanitario e dei servizi sanitari territoriali Responsabilità familiari, capacità Promozione del benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani cittadini stranieri immigrati alla all’esclusione sociale povertà e Politiche a favore di anziani e Promozione disabili sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di preadolescenti. sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici rivolti alle coppie che si rendono sensibilizzazione verso disponibili specifici alimentazione l’epidemiologia all’adozione; la (es: temi Monitorare e analizzare degli collaborazione tra ASP minori, corretta, prevenzione cadute e stradali; realizzare AUSL e incidenti domestici, allenamento diffusione di Centro per le famiglie una incidenti azioni cultura di della per percorsi di post adozione e alla memoria ecc…). Promozione sicurezza stradale come cultura collaborazione con le scuole per azioni di formazione congiunta della legalità e del rispetto delle l’inserimento dei bambini adottati. per lavoratori collaborazione sottoccupati con della formazione. il in norme attraverso interventi educativi sistema e formativi in grado di incidere sulla modifica dei comportamenti; interventi strutturali per la messa in sicurezza dei punti critici e potenziamento delle iniziative che possono favorire la mobilità sostenibile, soprattutto per le fasce più deboli della popolazione. Promuovere la diffusione della cultura della prevenzione in tutti gli ambienti di lavoro e verso tutte le figure e i soggetti coinvolti; consolidare azioni di vigilanza e assistenza e attivare una analisi approfondita degli eventi infortunistici per attivare azioni di miglioramento. Realizzare azioni di sensibilizzazione rivolte ai cittadini sugli elementi di urbanistica per la prevenzione dell’incidentalità domestica,attraverso anche azioni capillari con il coinvolgimento dei MMG e PLS. 199 Indicatori Responsabilità familiari, capacità Promozione del benessere Integrazione sociale a favore dei Contrasto genitoriali, diritti dei bambini e dei dell’adolescenza e dei giovani cittadini stranieri immigrati alla povertà e Politiche a favore di anziani e Promozione all’esclusione sociale disabili sani stili di vita e prevenzione del consumo / abuso di preadolescenti. sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici n° di riunioni del coordinamento tavolo del di Attività di informazione realizzate progetto Numero interventi intersettoriali Essere al mondo , mettere al Strumenti di informazione Num. Iniziative formazione / N° di tirocini d’orientamento e N. di esperienze formative e/o Numero azioni di promozione di stili aggiornamento / supervisione formativi attivati di sostegno attivate a favore dei di vita sani e rivolte ad operatori-chiave N° partecipanti ai mondo: una rete che accoglie comunicazione n° di famiglie seguite nei diversi realizzati tramite Informagiovani coinvolti N° percorsi Percorsi formativi realizzati Num. Partecipanti formazione/informazione n° di minori coinvolti in progetti di Livello e / orientamento realizzate, qualità ad una corretta alimentazione Interventi n° di famiglie raggiunte dalle collaborazione campagne informative e Servizi lavoratori sottooccupati num. corsi italiano; di cui, num donne realizzati tra partecipanti della Num. Persone raggiunte dai all’inquilinato sensibilizzazione al movimento e partecipazione corsi a per famigliari nel triennio % di incremento del n° di corsi di interventi di scolastici e della formazione ed l'apprendimento e la N° interventi alunni provenienti da famiglie N° di Iniziative di promozione comune (realizzate con il di linee di percorsi di educazione ambientale rivolti alle scuole formazione Numero interventi effettuate a favore di assistenti informativi/formativi rivolti alle scuole pediatri punto Percorsi di orientamento e accessi straniere congiunta Familiari private dal SAD e/ o Numero famigliari un formazione situazione rivolti ad Assistenti Numero partecipanti a corsi formativi socializzazione scolastica degli di di in operative/protocolli d’intesa rivolte ai famigliari in partecipanti operatori Num. Interventi per favorire percorsi di Predisposizione addestramento/formazione sensibilizzazione promosse dai extrascolastici realizzazione Numero e alla cittadinanza in merito alla accesso allo Sportello sicurezza stradale Orientamento e Informazione Numero azioni formative per la d’accesso presso il Centro per le individuali o di gruppo realizzati sostegno dell’Unione); famiglie per favorire l’incontro tra Ragazzi coinvolti; famigliari di persone in condizioni Numero azioni di sensibilizzazione in famiglie in difficoltà e famiglie Num di non autosufficienza /disabilità disponibili a forme di sostegno e neoarrivati e num. Partecipanti corsi Num. alfabetizzazione “rivolto ad assistenti famigliari e a prevenzione degli incidenti sul lavoro merito alla prevenzione dell’incidentalità domestica affido n° di azioni di promozione Num. Corsi / iniziative a della maternità e dell’affido sostegno n° di famiglie o singoli che si prima genitorialità gestite con rendono disponibili all’affido metodi e approcci transculturali; n° di coppie che partecipano ai partecipazione donne straniere; corsi informativi/formativi Num percorsi di sostegno mirati n° di coppie seguite in percorsi a donne in disagio legati a integrati di post adozione maternità n° di minori adottati per i quali si è Num. avviato un percorso specifico per informazione/educazione l’inserimento a scuola salute rivolte ad adolescenti; num. Iniziative di alla Partecipanti figli di migranti 200 Capitolo 4 - Monitoraggio e valutazione PARAGRAFO 1 - LE PREMESSE / LINEE DI INDIRIZZO L’obiettivo di questo capitolo è quello di illustrare il percorso di implementazione di un sistema di monitoraggio e di valutazione della programmazione e dei servizi sociali e socio sanitari nel distretto di Vignola. Ci si riferisce qui non a un sistema di monitoraggio e valutazione definito a priori bensì a un percorso di co - costruzione di tale sistema per successive fasi di lavoro che prevedono la partecipazione di tutti gli attori della programmazione. Si parte dall’ipotesi infatti che un tale sistema necessiti di un’ampia base partecipativa allo scopo di condividere le rappresentazioni sul significato stesso dell’attività di valutazione e di monitoraggio e co – costruire strumenti operativi in risposta a due esigenze: render conto della realizzazione e del raggiungimento di risultati per valutare le performance dell’organizzazione (strumenti di rendicontazione valutativa), apprendere quali effetti ha ottenuto una attività e come e perché questi effetti sono stati prodotti (o non) al fine di prendere delle decisioni (strumenti di analisi valutativa). Questa ipotesi di lavoro fa proprie le linee guida del Piano Socio Sanitario Regionale e dell’Atto di Indirizzo della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della Provincia di Modena. - la valutazione è una parte integrante della programmazione ovvero occorre adottare sin dalla fase della programmazione un approccio mirato sulla valutazione e sui relativi indicatori per misurare gli esiti del piano ovvero prevedere che gli obiettivi siano espressi in modo verificabile - stabilire le forme con cui vengono articolati, comunicati e posti a verifica la definizione degli obiettivi di integrazione, a valutazione del loro raggiungimento nonché i sistemi di verifica (per risultati e per prestazioni) della qualità dei processi di integrazione - dare continuità al il sistema di monitoraggio - misurare l’efficacia delle scelte programmate - il disegno di valutazione e monitoraggio distrettuale è da considerarsi un livello di un più ampio quadro valutativo provinciale e regionale. - È necessario promuovere la partecipazione nel monitoraggio e nella valutazione di tutti i soggetti che rappresentano delle effettive risorse per la promozione dello sviluppo locale ovvero adottare un approccio di tipo partecipato con i diversi soggetti che hanno concorso al processo programmatorio. - La valutazione come processo di apprendimento collettivo dei soggetti che concorrono alla realizzazione delle politiche sociali - È necessario individuare condividere strumenti per la raccolta dei dati nonché indicatori che consentono comparazioni e raffronti temporali - fornire restituzioni utili sia ai rappresentanti politici per ri - orientare la loro azione sia ai cittadini per promuovere la consapevolezza delle scelte di organizzazione e miglioramento dei servizi a loro destinati. 201 - Utilizzare metodologie miste basate su più strumenti e più fonti informative sia di tipo qualitativo, che quantitativo che complesso 202 PARAGRAFO 2 - LA METODOLOGIA Il percorso / disegno di valutazione e monitoraggio dell’Ambito Distrettuale di Vignola dovrà tenere conto delle caratteristiche assunte dallo stesso processo programmatorio. In particolare si dovrà esprimere su più livelli: - uno complessivo rispetto al sistema stesso della programmazione e agli obiettivi trasversali di integrazione tra le politiche, - uno per area / ambito di programmazione. a) Aree di monitoraggio / valutazione Nello specifico si individuano 3 aree: a. del piano, degli strumenti e delle risorse a disposizione, inteso come sistema complessivo e territoriale di programmazione degli interventi e servizi; b. degli obiettivi generali indicati nelle Tabelle predisposte dalla Regione che comprendono sia le singole aree della programmazione che gli obiettivi di integrazione tra le politiche, c. delle azioni e dei risultati specifici delle schede – intervento progettuali. b) Distinzioni tra monitoraggio e valutazione Nel suo complesso il sistema dovrà tenere conto della distinzione tra gli aspetti di monitoraggio e di valutazione pur dovendo arrivare a fornire una analisi complessiva rispetto alla rilevanza e al raggiungimento degli obiettivi del Piano e del sistema dei servizi sociali e socio sanitari, alla efficienza e alla efficacia, nonché all’impatto e alla sostenibilità. Tabella 95 Tempi Monitoraggio Valutazione Periodico Episodica, ad hoc (a regime ogni 6 mesi) Obiettivi Dati dal progetto Analizzati in relazione ad obiettivi di livello superiore o a problemi da risolvere Indicatori Indicatori predefiniti Non necessariamente quelli predefiniti ma possono anche individuarsene nuovo di volta in volta Focus su Risultati attesi Risultati attesi e inattesi Metodi quantitativi Quantitativi, qualitativi e misti Strumenti Collezione routinaria dei dati Fonti multiple Funzione Gestionale interna Esterna b1) Fasi di valutazione L’attività di valutazione verrà realizzata attraverso 3 fasi: - ex – ante: fase che a partire dalla analisi dei documenti prodotti da ogni ambito intende fornire elementi sulla efficacia della pianificazione e sulle tendenze emergenti. Questa 203 fase è da svolgersi in raccordo con gli strumenti di valutazione e monitoraggio regionali. - in itinere, che si svolge nel corso di attuazione delle azioni previste affinché si predispongano le azioni correttive, in modo integrato al sistema valutativo regionale; - ex-post, da realizzarsi a conclusione del piano che tiene conto della qualità degli interventi realizzati, della loro efficacia ed efficienza e del loro impatto sulle priorità dichiarate. b2) Fasi di monitoraggio L’attività di monitoraggio, volta alla rilevazione e al trattamento dei dati relativi allo stato di attuazione finanziaria, fisica e procedurale del sistema, si dovrà realizzare durante tutto il percorso di implementazione del Piano, in modo continuativo. Partendo dalla situazione attuale per cui tutte le aree della programmazione dispongono di sistemi di rilevazione, relativi a prestazioni, utenti, servizi erogati, spesa sostenuta, ecc. la finalità da perseguire non sarà tanto quello di rilevare di più, ma piuttosto quello di rilevare in modo diverso, coordinato, non ripetitivo, traendo dalla ordinaria attività dei servizi, vecchi e nuovi indicatori in grado di mettere a disposizione degli utilizzatori griglie differenziate di valutazione atte a supportare i diversi livelli di responsabilità gestionale e politico-istituzionale. Le raccolte dei dati e delle informazioni produrranno,a regime, semestralmente un report di monitoraggio. c) Strumenti informativi Il percorso di implementazione del sistema di valutazione nel distretto prevede un ampliamento e uno sviluppo degli attuali sistemi informativi, nell’ottica di integrare e porre a sistema i flussi informativi relativi ai singoli settori / aree della programmazione. Si fa qui riferimento in modo particolare alla attivazione del “sistema informativo per la gestione di servizi ed attività sociali e socio sanitarie integrate” che prevede la possibilità di - rilevare informazioni relative agli ambiti del bisogno e dell’accesso ai servizi, della presa in carico, degli interventi assistenziali attivati, - effettuare report ed elaborazioni dei dati. d) Soggetti del monitoraggio e della valutazione. All’ufficio di piano compete il coordinamento operativo della implementazione del sistema. In analogia con quanto previsto dall’Atto di indirizzo e coordinamento della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria verrà costituito un apposito gruppo di lavoro ove le necessarie professionalità e competenze tecniche avranno il compito di individuare, coordinare/integrare/unificare gli strumenti operativi per giungere alla costruzione di un unitario sistema di conoscenza e valutazione consono alla competenza del Comitato di Distretto in costante unitarietà con i corrispondenti livelli provinciali e regionali. All’interno dell’Ufficio di Piano dovrà essere individuato un referente con compiti di coordinamento tecnico – operativo dei lavori del gruppo. 204 Al gruppo di lavoro spettano invece i compiti di: - costruire il sistema degli strumenti operativi per il monitoraggio e la valutazione a partire dal sistema di indicatori previsti nel Piano, - attivare tavoli di lavoro sul tema del monitoraggio e della valutazione per ciascuna area di programmazione, - raccogliere le informazioni richieste dal sistema di monitoraggio, - costruire momenti di confronto con coloro che hanno partecipato al processo programmatorio del Piano per restituire le analisi e i report effettuati e contemporaneamente renderli soggetti attivi nel percorso ovvero tenere conto dei feedback e delle considerazioni emerse. 205 Capitolo 5 - Orientamenti per la programmazione finanziaria triennale relativa agli interventi sociali e sociosanitari territoriali PARAGRAFO 1 - ORIENTAMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA La programmazione finanziaria triennale relativa agli interventi del presente Piano fa proprie le linee – guida indicate dal Piano Sociale e Sanitario Regionale e dagli atti di indirizzo della Conferenza sociale e sanitaria Provinciale. Come premessa, ai fini dell’orientamento della programmazione finanziaria triennale relativa agli ambiti sociali e sociosanitari territoriali, si ritiene importante riportare la retrospettiva storica (dal 2005 al 2009) del quadro dei trasferimenti regionali che nell’ambito del distretto hanno sostenuto per quota parte congiuntamente alle risorse messe a disposizione dagli enti del distretto, il finanziamento dei servizi in ambito sociale e sociosanitario. Tabella 96 – Finanziamento al distretto finalizzato anni dal 2005 al 2009 Programmi finalizzati Quota 2005 Infanzia e adolescenza Giovani € 146.526,00 € 30.277,00 Figura di sistema Povertà Immigrazione Giovani e Dipendenze Ass.cura anziani Ass.cura disabili € 20.805,00 € € Mobilità amb. Domestico Coord. Integr. Lavorativa Attuaz. Obiettivi DGR n.2299/2004 Sportello sociale Ufficio di Piano quota indistinta del fondo soc.locale Quota 2006 Quota 2007 Quota 2009 € 85.076,84 € 89.842,14 € 92.496,45 € 84.251,54 37.304,00 € 28.048,41 € 30.401,73 € 38.239,16 € 34.651,68 82.308,00 € 54.019,88 € 74.092,33 € 75.805,97 € 68.273,05 € 38.467,00 € 16.361,00 € 24.675,69 € 24.156,32 € 22.955,75 € 73.602,00 € 37.163,21 € 36.686,17 € 39.064,00 € 39.196,07 € 39.350,99 € 19.532,00 € 19.598,03 € 19.675,49 € 21.365,00 € 30.799,00 € 46.133,04 € 11.758,82 Affido Comuni Sostegno famiglie numerose TOTALE Quota 2008 € 509.250,00 € 291.222,26 € 391.656,58 € 19853,28 (spesi € 11531,32) € 27.794,59 € 47.945,55 € 326.291,32 € € € € 169.259,29 € 379.391,31 11.650,49 € 19.410,96 58.777,95 € 58.777,96 396.719,76 € 457.580,23 sub tot 206 Tabella 97 – Fondo Indistinto al distretto anni dal 2005 al 2009 FONDO INDISTINTO Quota 2005 Quota 2006 Quota 2007 Quota 2008 Quota 2009 variaz. % 2008-2009 CASTELNUOVO € 66.694,19 € 45.685,93 € 67.129,07 € 93.270,44 € 74.616,35 -20 CASTELVETRO € 85.603,83 € 59.922,68 € 77.043,45 € 85.831,14 € 68.664,91 -20 GUIGLIA € 64.905,24 € 45.433,67 € 63.653,99 € 63.653,99 € 50.923,19 -20 MARANO € 64.989,35 € 45.492,55 € 66.387,65 € 66.387,65 € 53.110,12 -20 MONTESE € 54.856,79 € 38.399,75 € 54.555,64 € 54.626,32 € 43.701,06 -20 SAVIGNANO € 79.692,08 € 55.784,46 € 79.869,71 € 79.869,71 € 63.895,77 -20 SPILAMBERTO € 65.085,61 € 45.559,93 € 63.731,72 € VIGNOLA € 131.256,33 € 91.879,43 € 130.500,05 ZOCCA € 77.566,38 € 54.296,47 € 75.684,93 TOTALE € 690.649,80 € 482.454,87 € 678.556,21 86.419,24 € 69.135,39 -20 € 164.746,20 € 131.796,96 -20 € € 62.734,12 -20 € 618.577,87 -20 78.417,65 € 773.222,34 Dai dati si evince, per l’anno 2009, una prima diminuzione delle risorse a disposizione del distretto. Rispetto al triennio 2009 – 2010 –2011, le risorse formate da fondi nazionali e regionali relative alla sola programmazione delle politiche sociali (escludendo quindi fondi afferenti alla non autosufficienza e al socio sanitario integrato) risultano in evidente riduzione. Infatti, dai dati regionali, risulta che il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali diminuirà nel triennio del 84% e la quota del Fondo Famiglia del 30%. Anche assumendo come previsione il mantenimento da parte della Regione del livello delle risorse regionali anche negli anni successivi, si presuppongono riflessi importanti sull’impegno finanziario degli Enti locali. Complessivamente la programmazione, fa propria la nuova prospettiva del Fondo Sociale Locale, di cui all’art. 45 della L.R. 2/2003 e si orienta nella direzione del superamento del riparto per programmi finalizzati a favore di una programmazione che tiene conto delle specificità territoriali, garantendo la destinazione di una percentuale minima a specifiche aree tematiche al fine di dare continuità alle prestazioni ed ai servizi in atto. Va, però, sottolineato che proprio l’ammontare delle risorse complessivamente assegnate, riduce nei fatti le potenzialità di questo importante nuovo approccio. Per quanto riguarda l’anno 2009, si sottolinea che l’area del contrasto alla povertà e alla esclusione sociale, in relazione alle condizioni economiche in essere, ha visto una particolare finalizzazione di risorse. Rispetto alla programmazione del triennio, altri elementi di criticità sono distinguibili in relazione alle risorse afferenti al Fondo Regionale per la Non Autosufficienza ( F.R.N.A.). 207 Tabella 98 – FRNA anni dal 2007 al 2009 2007 2008 FINANZIAMENTI ASSEGNATI: Avanzo anno precedente 0 1.013.586 ANZIANI 5.352.581 5.368.595 DISABILI 191.509 316.249 TOTALE FINANZIAMENTO FRNA 5.544.090 6.698.430 SPESA: Anziani 4.371.726 5.396.506 Disabili 121.016 472.077 Progetti trasversali 37.762 159.898 TOTALE SPESA 4.530.504 6.028.481 2009 669.949 5.539.697 2.496.047 8.705.693 5.498.220 3.145.505 132.432 8.776.157 Nel 2009 il FRNA, contempla risorse destinate ai servizi e agli interventi per anziani, per le gravissime disabilità e per l’intera area disabili che da questo anno entra in via definitiva nel fondo. Esso risulta così costituito: Tabella 99 - Composizione FRNA anno 2009 ANZIANI GRACER DISABILI Risorse assegnate Risorse assegnate quota indistinta DGR 2068 5.539.697 181.666 2^ ipotesi (con correttivo) Totale risorse FRNA 2009 2.314.381 8.035.744 A partire dal 2009 le assegnazioni di cui sopra costituiscono il finanziamento del FRNA e complessivamente definiscono le risorse da programmare nel rispetto degli obiettivi e dei limiti di utilizzo definiti dalle DGR. n. 509/07, n.1206/07e n. 1230/08, assicurando la necessaria flessibilità della programmazione territoriale. Da ciò ne consegue una evidente criticità determinata dalla non adeguatezza dei trasferimenti regionali con specifico riferimento alla area della disabilità. Infatti, per la Provincia di Modena il trasferimento regionale riferito alla disabilità , non arriva a coprire la spesa storica del territorio provinciale, con conseguenze significative anche per il Distretto di Vignola. Tabella 100 - Quota trasferimento FRNA alla Provincia riferita alla disabilità confrontata con spesa storica Suddivisione per quota capitaria Ambito distrettuale CARPI MIRANDOLA MODENA SASSUOLO PAVULLO VIGNOLA CASTELFRANCO TOTALE FSR 2007+3% Pop = 15 - 64 al (dato regionale) 31/12/2007 65.709 54.819 115.742 78.910 25.670 55.669 46.129 442.648 2.214.009 1.847.080 3.899.828 2.658.805 864.929 1.875.720 1.554.277 Quota riequilibrio FRNA 151.546 126.430 266.937 181.991 59.203 128.390 106.388 Totale 2.365.554 1.973.509 4.166.766 2.840.797 924.132 2.004.110 1.660.665 14.914.648 1.020.885 15.935.533 Spesa storica 2007 2.283.570 1.914.761 5.135.705 2.231.934 1.124.148 2.376.998 1.206.534 16.273.650 Per quanto riguarda, infine le spese di investimento del triennio nel settore sociale, si evidenziano le proposte del Comitato di distretto per il finanziamento in conto capitale da parte della Regione (artt. 29, 48 L.R. 2/03 e art. 10 L.R. 5/2005) dei seguenti interventi destinati a strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie del distretto: 208 Tabella 101 - Proposte del Comitato di Distretto per il finanziamento in conto capitale Tipologia interventi Importo lavori Finanziamento proposto Ristrutturazione ed ampliamento Comunità Alloggio per € 310.000,00 € 114.243,65 €230.000,00 € 110.000,00 €228.000,00 € 110.000,00 € 1.108.212,92 € 314.632,62 € 185.450 € 85.225,00 anziani del Comune di Guiglia Ristrutturazione ed ampliamento Casa Protetta/Centro Diurno per anziani del Comune di Montese Ristrutturazione ed ampliamento Centro diurno socioriabilitativo per disabili del Comune di Castelnuovo Ristrutturazione ed ampliamento Casa Protetta/Centro Diurno ASP “G.Gasparini” Acquisto immobile per struttura area immigrazione da parte dell’Unione Terre di Castelli 209 In data odierna, _______, tra il Comitato di Distretto di Vignola e le Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL, si sottoscrive il seguente protocollo di intesa in materia di Piano per la Salute ed il benessere Sociale 2009/2011. CONSIDERATO CHE: con delibera dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, n. 175 del 22 maggio 2008, è stato approvato il piano sociale e sanitario 2008-2010, all’interno del quale si hanno, come riferimento, le finalità di: potenziare e sviluppare a tutto campo, in un quadro di continuità, l’approccio integrato tra sociale e sanitario e con tutte le politiche a forte impatto sulla salute e sul benessere sociale delle persone, delle famiglie, delle comunità; valorizzare le competenze e le reti di relazioni sviluppate e costituite nelle precedenti programmazioni; consolidare il sistema di governo e gestione degli interventi in ambito distrettuale, anche valorizzando il ruolo di coordinamento e raccordo tra gli ambiti distrettuali svolto dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria; con delibera di Giunta Regionale n. 1682 del 2008, si approvano le linee di indirizzo per l’elaborazione e l’approvazione della programmazione di ambito distrettuale 2009-2011; le linee guida per la partecipazione del Terzo Settore ai processi di programmazione previsti dal Piano sociale e sanitario regionale; i primi indirizzi del Programma di accompagnamento e formazione in attuazione del Piano sociale e sanitario regionale; con delibera dell’Assemblea Legislativa n. 196 del 12/11/2008, la Regione ha approvato i criteri di ripartizione del Fondo Sociale regionale, in attuazione del piano sociale e sanitario regionale; con delibera di Giunta n. 2335 del 22/12/2008, la Regione ha approvato il programma di ripartizione delle risorse del Fondo Sociale; con assemblea del 12/12/2008, la Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Modena, ha approvato l’atto di indirizzo e coordinamento triennale 2009-2011 e l’allegato documento “Profilo di Comunità”, che costituiscono la base per la programmazione triennale dei distretti socio-sanitari e per la stesura dei piani attuativi annuali; che il Piano attuativo annuale 2009 del Piano per la salute ed il Benessere ricomprende il piano distrettuale 2009 del Fondo FNRA, il quale prosegue il percorso di sviluppo realizzato nel 2008, di sostegno alle reti di prevenzione per gli anziani fragili e per la disabilità, di sviluppo dei servizi di domiciliarità, di sostegno alle famiglie, di sviluppo e consolidamento dei servizi semiresidenziali e residenziali per anziani e disabili, di sviluppo dei servizi trasversali a sostegno del lavoro di cura privato domiciliare e dell’adeguamento domestico a fronte della non autosufficienza. Le Organizzazioni Sindacali valutano positivamente il metodo di confronto adottato che partendo da una analisi dei bisogni , attraverso la costituzione di 6 gruppi di lavoro inerenti le seguenti tematiche: 210 Aree Destinatari della programmazione 13) Responsabilità familiari, capacità genitoriali, Famiglie e minori diritti dei bambini e dei preadolescenti 14) Promozione del benessere dell’adolescenza Adolescenti e giovani e dei giovani 15) Contrasto alla povertà e all’esclusione Cittadini residenti con problematiche sociali e di sociale povertà 16) Integrazione sociale a favore dei cittadini Cittadini stranieri residenti e/o domiciliati nel stranieri immigrati, asilo e lotta alla tratta distretto; cittadini residenti 17) Politiche a favore di anziani e disabili Persone con disabilità e ultra sessantacinquenni 18) Promozione sani stili di vita e prevenzione Cittadini residenti del consumo / abuso di sostanza e sostegno al reinserimento sociale di soggetti dipendenti e multiproblematici Tale fase ha visto il coinvolgimento del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale e della società civile in generale. Le parti assumono il confronto e la concertazione come metodo di relazione allo scopo di riconoscere il ruolo di rappresentanza sociale delle Organizzazioni Sindacali nella costruzione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, nonché nei momenti di confronto anche preliminari e costanti sia sugli obiettivi, sia sulle procedure di realizzazione, considerando le risorse disponibili ed il conseguente rispetto della sostenibilità economica. In ciascuna area di programmazione l’analisi dei bisogni e la definizione delle strategie triennali di intervento si conviene debba essere integrata con i seguenti temi trasversali e portare ai seguenti obiettivi di benessere e promozione sociale: - universalità del welfare locale garantendo nell’ambito della programmazione triennale, a tutti i cittadini le stesse modalità di accesso e fruizione dei servizi indipendentemente dall’età, dal sesso, dalla condizione fisica o psichica, dalle condizioni socioculturali, dall’etnia stimolando e valorizzando le risorse locali delle organizzazioni di promozione sociale, di volontariato e di cooperazione sociale; - sviluppo e rafforzamento della Coesione sociale attraverso le azioni promosse e sostenute dal piano per la salute ed il benessere sociale che svolgono una azione prima di tutto culturale, ma anche di sostegno per implementare le relazioni; - prevenzione quale ambito di attività prioritaria al fine di sviluppare azioni per sostenere il benessere dell’individuo, anche attraverso il coinvolgimento attivo delle persone, sia di tipo fisico-biologico che relazionale in ambito famigliare, lavorativo e comunitario; 211 - integrazione delle politiche quale strumento per riuscire, nell’individuazione delle priorità e con le risorse a disposizione, a fornire le risposte adeguate in una società connotata da maggiori fragilità, fratture, reti sociali più deboli e più corte; sostegno alle responsabilità familiari e valorizzazione del ruolo della famiglia nella genitorialità ed educazione da un lato e nella cura dall’altro; - promozione dell’agio e del protagonismo di bambini, ragazzi e giovani nei processi di formazione e di crescita, la riqualificazione del sistema dei minori; - sostegno alla domiciliarità, continuità assistenziale per sostenere le condizioni a maggior rischio di fragilità e perdita di autosufficienza per anziani e disabili. Le parti inoltre hanno convenuto quanto segue: - - in considerazione dell’incertezza sulla disponibilità delle risorse economiche nell’arco del triennio è opportuna una modulazione annuale della progettazione per garantire la necessaria flessibilità, alla luce anche del problema dell’attuale crisi, rispetto alla quale a tuttora non si prevedono i tempi di uscita. E’ ruolo della concertazione fra le Parti l’eventuale rimodulazione delle scelte. Infatti a fronte dell’evoluzione della situazione economica ed occupazionale e della crisi che sta investendo la società nazionale ed internazionale, occorre che anche le pianificazioni locali di ambito socio- sanitario siano intese come strumenti flessibili, adattabili alle esigenze e ai mutamenti delle condizioni di vita della cittadinanza e pertanto il Distretto è impegnato ad attuare, per le parti di competenza propria delle Amministrazioni locali, tutti gli aggiornamenti che si rendessero necessari nell’arco di validità della pianificazione al fine di concorrere, con gli altri strumenti di governo locale, ad attuare una politica di contrasto all’impoverimento e alla diminuzione dei livelli di vita e di benessere della popolazione; - di avviare un confronto specifico in merito all’adeguamento dei servizi del Distretto, al sistema di accreditamento, sulla base della normativa regionale di prossima emanazione, fermo restando l’obiettivo condiviso del mantenimento e miglioramento assistenziale in termini di intensità, flessibilità e personalizzazione dell’assistenza erogata che passa anche attraverso la formazione continua dei lavoratori; - nell’ambito del perseguimento degli obiettivi del Piano per la salute ed il Benessere si conviene che l’attivazione dello Sportello Sociale costituisca una priorita’ della programmazione territoriale per riqualificare il sistema unificato a livello distrettuale, di accesso ai servizi e agli interventi sociali e socio-sanitari; - di prevedere fin da ora incontri periodici di verifica sui progetti programmati, fornendo tutti gli elementi utili ad ogni ulteriore approfondimento, e per consentire un corretto governo dei percorsi avviati. La riforma delle Comunità Montane ed il conseguente riordino territoriale determina, nel Distretto di Vignola, lo scioglimento entro il 30 di Giugno 2009 della Comunità Montana Appennino Modena Est e l’adesione all’Unione di Comuni “Terre di Castelli” dei Comuni di Marano sul Panaro, Guiglia, Zocca, mentre il Comune di Montese entrerà a far parte della 212 Comunità Montana del Frignano. Questa importante riforma istituzionale che sicuramente rafforza l’efficacia delle politiche pubbliche, rischia però di affievolire la sua portata qualora ad essa non si accompagni la contestuale revisione dell’ambito territoriale del Distretto Sanitario facendola coincidere con la nuova Unione costituita dai Comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Savignano sul Panaro, Marano sul Panaro, Guiglia e Zocca. Solo la coincidenza territoriale tra la forma associativa “Unione” e il Distretto Sanitario consente di semplificare la governance e di attribuire agli organi Politici della nuova Unione le funzioni di carattere sociale, socio sanitario e sanitario del Comitato di Distretto così come previsto dal Piano socio sanitario regionale ….. Le funzioni attribuite al Comitato di Distretto potranno, in questo secondo caso, ai sensi e secondo le modalità previste dall’art.11 della L.R. 6/2004, essere assunte da tale organismo di ambito. Si ritiene pertanto indispensabile accompagnare al riordino territoriale previsto dalla legge regionale n. 10/2008, la revisione dell’ambito territoriale del Distretto Sanitario di Vignola rendendola operativa in tempi coincidenti con l’avvio dell’Unione Terre di Castelli allargata ai Comuni di Marano sul Panaro, Guiglia e Zocca. Letto e sottoscritto per le Organizzazioni Sindacali per il Comitato di Distretto di Vignola __________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ 213 In data odierna, _______, tra il Comitato di Distretto di Vignola e le Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL, congiuntamente alle organizzazione SPI/CGIL, FNP/CISL, UILP/UIL si sottoscrive il seguente, accordo relativo al FONDO REGIONALE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA ANNI 2009 - 2011 DEL DISTRETTO DI VIGNOLA ACCORDO TRIENNALE Il Comitato di Distretto e le Organizzazioni Sindacali CGIL – CISL – UIL, congiuntamente alle organizzazione SPI/CGIL, FNP/CISL confermano in linea con la normativa regionale gli obiettivi strategici e i principi ispiratori del FRNA, E CONVENGONO che le decisioni e gli interventi da attuare nel triennio 2009-2011 dovranno continuare e portare a regime quanto già positivamente avviato dal 2006 al 2008 con l’avvio del FRNA Più nel dettaglio: ADEGUAMENTO DEI SISTEMI DI ACCESSO • • • • promozione, messa a regime su tutto il territorio distrettuale degli Sportelli Sociali; consolidamento, qualificazione del sistema di informazione,accesso, presa in carico e continuità assistenziale; implementazione di un unico sistema software per tutta la rete dei servizi per l’informazione, l’orientamento, l’accesso, la presa in carico, la valutazione e l’autorizzazione all’utilizzo dei servizi della rete; realizzazione di strumenti informativi a carattere divulgativo sulla rete dei servizi per la popolazione non autosufficiente e disabile e sulle modalità di accesso. VALORIZZAZIONE DELLA DOMICILIARITA’ STRUTTURE RESIDENZIALI • • • • • • mantenimento della copertura dei posti convenzionati sul totale della popolazione >75 anni residente di almeno il 3%; qualificazione della risposta residenziale per le gravi disabilità acquisite, dedicando n.6 posti (3 presso RSA di Vignola, 3 presso nucleo alta intensità di Spilamberto); utilizzo flessibile del Progetto Assistenziale Individualizzato, per dare risposte sia a carattere definitivo che temporaneo su esigenze individuali; esplorare la fattibilità di sperimentare soluzioni abitative in alloggi con servizi per sostenere progetti di vita indipendenti a favore di persone con disabilità più lievi; verificare la fattibilità di una progettazione di ambito sovradistrettuale coordinata a livello di CSST per offrire risposte di carattere residenziale per disabili con gravi disturbi comportamentali; informatizzazione e messa in rete con i Servizi sanitari ospedalieri e territoriali delle strutture convenzionate del territorio, e formazione dedicata agli operatori coinvolti. PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI, DELLA SALUTE E DEL BENESSERE DELLA POPOLAZIONE ANZIANA, TUTELA DELLE CONDIZIONI DI FRAGILITA’ 214 • • consolidare le azioni di promozione e sostegno attivate con il Progetto di ambito distrettuale per lo sviluppo, il sostegno delle reti sociali per ridurre l’isolamento e la solitudine di anziani fragili e per promuovere interventi atti a valorizzare il ruolo attivo della popolazione anziana; prosecuzione dell’attività di messa a sistema di tutte le esperienze formative, informative, aggregative e di socializzazione presenti sul territorio in modo tale che diventino patrimonio disponibile per la popolazione e occasione per creare contatto attivo e di sostegno reciproco. PROMUOVERE E SOSTENERE L’AUTONOMIA E LA VITA INDIPENDENTE DELLE PERSONE DISABILI • • prosecuzione della promozione degli interventi in applicazione del Protocollo d’intesa tra Provincia di Modena, AUSL e Comuni capi distretti per l’inserimento al lavoro delle persone con disabilità ex L.68/99; prosecuzione degli interventi volti a favorire l’autonomia individuale o il mutuo auto/aiuto fra i famigliari, sia che rendano la comunità più competente nel farsi carico dei bisogni di socializzazione, autonomia dei disabili. CONSULENZA DOMESTICO • E SOSTEGNO ECONOMICO PER L'ADATTAMENTO Implementazione di progetti individuali nell’ambito della consulenza e il sostegno economico per l’adattamento domestico, in relazione all’applicazione del regolamento distrettuale in materia approvato a fine 2007. QUALITA’, COSTO DEI SERVIZI E LIVELLI DI COMPARTECIPAZIONE ALLA SPESA • Il perseguimento degli obiettivi di qualità, equilibrio ed equità dei servizi passa anche attraverso un’attenta valutazione dei costi di produzione. E’, pertanto, opportuno proseguire il percorso già intrapreso, di un idoneo sistema di analisi dei costi nelle diverse strutture atto ad individuare le componenti che formano la retta; ciò anche allo scopo di fare convergere i livelli qualitativi e di costo dei servizi prodotti. Resta inteso che il sistema di compartecipazione alla spesa andrà esteso in modo uniforme in tutto il distretto. Si ribadisce, inoltre, che elementi necessari per garantire un alto livello qualitativo dei servizi erogati sono: il rispetto degli standard e dei parametri definiti dalla normativa, con particolare riguardo al futuro percorso relativo all’accreditamento, nonché la valorizzazione e la qualificazione delle professionalità degli operatori coinvolti. Come già stabilito nell'anno 2007, si continuerà con il metodo della concertazione con le OO.SS., riconosciuto in virtù del ruolo di rappresentanza sociale, dalla L.R. n. 2/2003, ribadito al comma quinto dell’art. 51 della LR 27/2004 e completamente condiviso dal Comitato di Distretto di Vignola. Ciò comporta, come stabilito anche dal presente accordo, l'istituzione di idonei momenti di confronto lungo tutto l’arco del processo di elaborazione, attuazione, verifica degli interventi. Letto e sottoscritto per le Organizzazioni Sindacali per il Comitato di Distretto di Vignola 215 ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ ___________________________ ____________________________ ___________________________ ____________________________ 216