2
Speciale elezioni
Lanzotti (Grande sud):
“Un Meridione positivo
e protagonista”
NAPOLI - Rilancio del Mezzogiorno,
riduzione fiscale per le famiglie e per
le imprese e valorizzazione dei cervelli. Parte da pochi punti, ma essenziali e
concreti, la campagna elettorale di Stanislao Lanzotti, candidato alla Camera
per Grande Sud alle prossime elezioni
politiche. Un programma snello ma di
grande sostanza, che ha l’ambizione di
riportare equilibrio nel Paese attraverso
una forza politica che possa “contrastare
i partiti del Nord”, che respinge ogni forma d’assistenzialismo e che punta sul rilancio del Sud e di Napoli in
particolare.
Ci descrive sinteticamente i punti fondamentali del programma
Grande Sud?
“Guardi, la nostra proposta è interamente incentrata sullo sviluppo
di un Sud positivo e protagonista della crescita economica e sociale
dell’Italia, nella consapevolezza che la rinascita piena del Mezzogiorno, come afferma giustamente il Governatore Caldoro, rappresenta il
rilancio dell’intero Paese. Nello specifico posso dirle che al centro
del nostro programma c’è la riduzione fiscale per le piccole e medie
imprese, il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione tecnologica, la creazione di maggiori opportunità lavorative, l’incremento
dell’export e del turismo e la valorizzazione dei nostri cervelli. E’
assurdo che le nostre eccellenze debbano andare all’estero per trovare
affermazione professionale”.
Parlava di riduzione fiscale alle famiglie e alle imprese. Come
pensa di attuare tutto questo?
“Ci vuole concretezza, immediatezza e bisogna snellire la burocrazia.
Il nostro impegno deve essere focalizzato verso e per l’aiuto alle imprese e magari anche alle persone fisiche che in questo periodo di crisi
non sono riuscite a versare le imposte nei termini di legge. Tale aiuto
potrebbe consistere nella cancellazione delle sanzioni e degli interessi
di mora inflitti dalle cartelle esattoriali (Equitalia) a quei soggetti, che
pur non essendo degli evasori fiscali, in quanto hanno dichiarato correttamente al fisco i propri debiti tributari, non sono riusciti ad effettuare
tutti i versamenti nei termini di legge a causa delle difficoltà finanziare”.
Sembra una buona idea.
“Mi perdoni l’arroganza, ma lo è. La crisi economica ha generato
molta incertezza tra i cittadini. Il nostro compito è quello di focalizzare l’attenzione sulle difficoltà del Terziario, delle piccole e medie
imprese, attraverso vantaggi fiscali e politiche di sostegno per quanto
riguarda anche le nuove assunzioni”.
Alle prossime elezioni, Grande Sud farà parte dello schieramento
di Centrodestra insieme alla Lega. Non crede che possa rappresentare un’incongruenza?
“No, al contrario. Credo fermamente che vista la presenza della
Lega in Parlamento ci voglia uno schieramento in totale contrapposizione, una forza in grado di poter bilanciare quel disequilibrio
legato agli interessi che Laga vuole portare al Nord. Alle prossime
elezioni il nostro popolo avrà il privilegio di poter scegliere parlamentari capaci di fare squadra e di imporre il Sud nell’agenda di
governo, contrastando le lobby dei partiti nazionali e dei partiti del
Nord e dando forza e rappresentanza alle istanze del Mezzogiorno”.
22 Febbraio 2013
Il confronto
Savastano (Fratelli d’Italia):
“Interpretiamo i bisogni
dei cittadini”
NAPOLI - Iris Savastano è dal 2011
impegnata politicamente come consigliera di Municipalità (VomeroArenella) ed è vicepresidente della
Consulta delle elette del Comune
di Napoli. È dottore di ricerca in
Scienze del Turismo, indirizzo Manageriale, presso l’Università degli
studi di Napoli Federico II e collabora con l’incarico di “Attività
didattica integrativa” alle cattedre
di Management e Marketing delle
imprese turistiche e di Strategie e politiche di marketing. Ha
preso parte a numerosi progetti di ricerca su “Sviluppo delle
produzioni tipiche come fattori di attrattiva territoriale”; “Gestione delle imprese culturali e forme di innovazione”; “Sviluppo di forme di offerte sistemiche per la nascita di Sistemi
Turistici Locali”. E’ autrice di molteplici articoli (libri e articoli su riviste nazionali ed internazionali) sul management e sulle
strategie applicate al settore turistico (culturale, crocieristico,
etc.) ed è vincitrice di un “Best paper awords”.
Savastano, lei è candidata alla Camera nella lista di Fratelli d’Italia. Perché ha scelto il movimento di Meloni?
“Sono una persona che ha voglia di realizzare importanti
obiettivi per la Regione Campania, soprattutto con riferimento al possibile sviluppo che questa potrebbe avere sul piano
turistico e, con questo partito, mi sento di poter ricominciare
a sperare in un futuro migliore, fatto di politici che pensino al
bene comune e non ai propri interessi. Un partito di persone
libere, oneste e decise”.
Cosa le fa credere che Fratelli d’Italia possa raggiungere
un buon risultato alle Politiche?
“Gli elettori sono ormai stanchi di gran parte del mondo politico che ci rappresenta e sono talmente intelligenti per non
capire che troppi hanno paura di perdere la poltrona. In questo
senso, Giorgia Meloni, la prima donna ad aver costituito un
Partito, ha dato un giusto segnale: meglio perdere la poltrona
che condividerla con persone con cui non si ha nulla da dividere. Lei voleva le primarie all’interno del Pdl, per fare in modo
che non ci fossero le solite candidature calate dall’alto. Quando ha capito che non gliele avrebbero fatte fare, ha lasciato il
partito “voglio il centrodestra che ho sempre sognato” ha detto
la Meloni ed io rispondo “voglio essere fiera di appartenere al
suo nuovo centrodestra nazionale”. Sono orgogliosa di appartenere alla sua squadra. Fa politica da vent’anni e, con il suo
carisma e la sua energia, può restituire ai giovani la speranza
di credere in un futuro migliore”.
Le priorità del suo impegno politico.
“Innanzitutto la cultura e poi lo sviluppo. Servono investimenti in Campania e in generale nel Meridione d’Italia per creare
opportunità di crescita e quindi di occupazione. La classe politica per troppi anni non è riuscita ad interpretare i bisogni della
gente mentre la prima mission di chi rappresenta i cittadini
nelle istituzioni è quella di capire, affrontare e risolvere i problemi in un’ottica di interesse generale. Fratelli d’Italia vuole
radicarsi sui territori perché sosteniamo una politica che nasce
dal basso, dove ogni cittadino è libero di esprimersi e libero
di partecipare perché è dal confronto sano che si partoriscono
importanti iniziative e progetti”.
22 Febbraio 2013
3
Il Pdl all’”Excelsior”
Afragola
A Napoli il Pdl prova la rimonta
e si affida a Fulvio Martusciello
Un grande successo di partecipazione la manifestazione organizzata dal consigliere regionale del partito di Berlusconi
Fulvio Martusciello. Milleduecento persone hanno ascoltato gli interventi di Nunzia De Girolamo, Mara Carfagna,
il coordinatore regionale Nitto Palma e il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro.
NAPOLI – Il Popolo delle libertà in Campania riparte dalla storia e dall’impegno di Fulvio Martusciello, consigliere regionale del partito di Berlusconi e fondatore di Forza Italia. In
una campagna elettorale difficile dove il partito ha dovuto subire anche un’epurazione interna, mettendo fuori
dalla lista i cosiddetti
impresentabili, le sorti del Pdl sono state
affidate a quei politici
affidabili in grado di
guidare la rincorsa al
centrosinistra. Fulvio
Martusciello, ancora
una volta, si è messo
a disposizione della
causa, non si è tirato
indietro chiamando
tutti a raccolta a Napoli, all’hotel “Excelsior”. Sala stracolma
di gente, oltre mille
presenze ad ascoltare gli interventi dei
leader regionali e
nazionali. All’iniziativa promossa da
Martusciello hanno
partecipato Mara Carfagna, candidata capolista del Pdl alla Camera per Campania 2, Nitto
Palma, coordinatore Pdl regionale e Stefano
Caldoro, presidente della Regione Campania.
“C’è ancora un 30 per cento di indecisi - ha
spiegato Carfagna - A loro dobbiamo dire che
occorre votare per il Pdl per la buona politica
che ha messo in campo”. L’entusiasmo cresceva con il passare dei minuti e in sala sono
spuntati cartelli con scritto: “La rimonta siamo
noi”.
Intervento incisivo di Fulvio Martusciello
che ha rilasciato a “Mosaico” alcune dichiarazioni. “L’Italia e in particolare il Sud devono
affidarsi al centrodestra per evitare una deriva
a sinistra che penalizzerebbe solo il nostro territorio e non aiuterebbe a risolvere i problemi
della nazione. In Campania c’è già un esempio
tangibile di buon governo, un esempio di politiche rigorose sul piano economico e di efficienza dell’amministrazione rappresentato dal
governatore Stefano Caldoro, una figura che
ha saputo rilanciare il centrodestra in Campania rappresentando un progetto di governo cre-
dibile e che ha saputo, nonostante le difficoltà
ereditate dalle passate gestioni delle sinistre,
rappresentare il cambiamento e le istanze della collettività. Si programma il futuro, si programma la crescita e lo sviluppo dopo anni di
fuga di giovani verso altre opportunità che qui
Il Pdl del futuro
non vengono offerte. Noi puntiamo - continua
Fulvio Martusciello - a far rientrare in Campania quei giovani che sono andati via e che
fuori hanno acquisito competenze che possono
e devono essere usate qui”.
L’obiettivo dichiarato è quello di portare nel
centrodestra il 30 per cento degli indecisi che,
numeri alla mano, risulta determinante per
l’esito della campagna elettorale. Pure perché
ci saranno pesanti ripercussioni sull’esito del
voto, non solo politiche, ma molti si aspettano
un assestamento da gestire proprio nella maggioranza che governa la Regione Campania.
Fulvio Martusciello rappresenta in questo
momento storico non solo l’anello di congiunzione tra il partito e il territorio, proprio perché
si tratta di una figura di spicco che ha sempre
mantenuto e coltivato i contatti col personale
politico locale e con le sezioni attive nei diversi paesi. Rappresenta anche in seno al Consiglio una figura rappresentativa e autorevole
che aiuterà il presidente Caldoro in un eventuale terremoto che potrebbe investire la maggioranza regionale, soprattutto nei rapporti con
l’Unione di centro e tutta la galassia dei moderati che si rivedono nel centrodestra. Mentre
sul piano amministrativo Martusciello ha raggiunto importanti risultati proprio nel settore
dello sviluppo e delle Attività produttive. L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’accordo sottoscritto a Roma, un contratto
di sviluppo per la precisione,
tra “Ema”, Europa microfunzioni spaziali, e “Invitali”. In
conferenza stampa l’amministratore delegato di Ema,
Otello Natale, ha sottolineato il clima di collaborazione
con la Regione Campania, in
particolare con il presidente
Stefano Caldoro e con il consigliere regionale con delega
allo Sviluppo economico Fulvio Martusciello. Quest’ultimo ha espresso “soddisfazione” per l’accordo firmato. “Si
tratta di un’ iniziativa che sarà
in grado di rimettere in moto
un processo virtuoso basato
su nuovi investimenti produttivi, ricerca e incremento
dell’occupazione – sottolinea Martusciello -. Sono
fondamentali per il raggiungimento di questo
scopo le sinergie tra Regione e Invitalia”.
la verità pezzo per pezzo
diretto da
Giovanni De Cicco
Edito da “Associazione Mediterraneo e Città”
sede legale Corso Meridionale, 69 - Afragola (Na)
aut. del
Trib. Napoli n. 54 del 13/07/2009
Direttore responsabile : Giovanni De Cicco
[email protected]
Periodico di attualità, cronaca, politica, approfondimento e sport.
Progetto grafico studioocra comunicazione - [email protected]
stampa Soc. Coop Grafica ETICA
C.so Alcide De Gasperi - tel. 081.852.44.83
fax 081.852.48.55 - 80021 Afragola (Na)
[email protected]
Chiuso in tipografia il 21 febbraio 2013
4
La politica che non ti aspetti
22 febbraio 2013
Afragola
“Rinascita” “scarica” Tuccillo e i “frondisti”
del Pdl prendono le distanze da Nespoli
Nel centrosinistra pesa la “gaffe” di Tuccillo alla prima uscita pubblica da candidato a sindaco.
Pasquale Grillo: “Se si sentono autosufficienti possono correre da soli.
Serve un sindaco che abbia vissuto le dinamiche locali e il territorio, ne sappia interpretare i bisogni e sappia
cancellare quanto successo in questi anni”. Castaldo: “Non sosterremo Nespoli.
Contestiamo metodi e scelte”. Fontanella (Pdl): “Carnevale non è il mio capogruppo”
AFRAGOLA - La prima uscita di Tuccillo da
candidato a sindaco è stata giudicata “infelice”
dagli stessi esponenti del centrosinistra.
Domenica mattina. Teatro “Gelsomino”
di Afragola. Sul palco Gennaro Espero,
segretario cittadino del Pd, il capolista del
partito di Bersani alla Camera, Guglielmo
Epifani, e Domenico Tuccillo. Tocca a
quest’ultimo prendere la parola di fronte ad
una platea attenta ed interessata più al discorso
locale che nazionale. E Tuccillo, come spesso
succede, non coglie l’attimo. Il solito pesce
fuor d’acqua. Perde un’altra occasione per
farsi apprezzare soprattutto da quelli che
dovrebbero essere i suoi alleati privilegiati. Un
concetto emerge con chiarezza e Tuccillo lo
ribadisce a chiare lettere: “Il Pd è l’unico partito
organizzato in città”, rimarcando il principio
dell’autosufficienza dei “democrat”. In sala cala
il gelo. Gli esponenti del centrosinistra iniziano
a guardarsi negli occhi e la prima domanda che
nasce spontanea è questa: “Ma Tuccillo fa sul
serio oppure sta scherzando?”. No, purtroppo
fa sul serio. Il candidato a sindaco del
centrosinistra dice quelle cose consapevole che
nessuno avrà la forza di scalzarlo, di bocciarlo
al tavolo politico. Dice quelle cose nonostante
sa bene che nel centrosinistra c’è un movimento
che si chiama “Rinascita” che non è una
semplice lista civica, con tutto il rispetto verso
le liste che non rappresentano simboli di partiti
nazionali, ma un’aggregazione politica che
include la migliore tradizione del centrosinistra
locale: la storia socialista e quella repubblicana
che hanno scritto pagine importanti in paese.
Immaginate, per un attimo, come si sono sentiti
di Giovanni De Cicco
Pasquale Grillo e Francesco Petrellese in
sala.
ùI vertici di “Rinascita” si sono sentiti offesi e
in quell’occasione lo hanno anche sottolineato
e mostrato a chi gli chiedeva dei pareri sulla
“gaffe” di Tuccillo alla sua prima uscita pubblica
dopo l’investitura democratica. Una polemica
durata per giorni. L’entourage di Tuccillo
ha accusato Grillo di aver dato addirittura
una “spallata” al candidato a sindaco del Pd,
dimostrando ulteriormente una prosopopea
e un’arroganza che, da sole, basterebbero
a chiunque per chiudere ogni discorso. Ma
cosa si aspettava Tuccillo? Lui, dopo 5 anni
di silenzi, su un piedistallo a teorizzare e
tutti quelli che, invece, a differenza sua, sono
stati in prima linea a difesa del territorio a
battergli le mani? Altra dimostrazione di
quanto il leader del centrosinistra sia lontano
dal territorio e dalla realtà. E le dichiarazioni
di Pasquale Grillo rilasciate a “Mosaico”
chiariscono ulteriormente il quadro e mettono
inevidenza aspetti che Tuccillo proprio non
riesce a recepire; Tuccillo non riesce a recepire
le istanze che arrivano dalla parte sana del
centrosinistra. Il primo consiglio al leader del
Pd? Non confondere un partito organizzato
con un partito servo delle lobby. Sono due
cose distinte e separate. La lezione di Grillo a
Tuccillo: “Nessuna spallata a Tuccillo – spiega
Pasquale Grillo, consigliere comunale e leader
di Rinascita – il ragionamento resta coerente e
chiaro con quanto ha sempre dichiarato il nostro
segretario Antonio Cuccurese. Coalizione
snella, liste pulite e senza ombre, programma
ambizioso che punti ad uno sviluppo armonico
del territorio e personale politico di qualità e
si spera di quantità. Sul discorso di Tuccillo
fatto al “Gelsomino” posso dire con grande
tranquillità ed in piena trasparenza che così
come si considerano negativi atteggiamenti
autoreferenziali di singoli, è altrettanto
da stigmatizzare ed è altrettanto negativo
l’atteggiamento dell’autosufficienza. Se il
Pd si sente autosufficiente ad Afragola può
tranquillamente fare tutto da solo con tanto
di in bocca al lupo. Rinascita ha un proprio
candidato a sindaco che metterà sul tavolo
politico e se non ci sarà intesa, così come
prevede il punto 8 del documento che abbiamo
sottoscritto, sarà indispensabile organizzare le
primarie di coalizione”. Grillo non si nasconde
ed affonda il colpo consapevole di avere dalla
propria parte la storia e la coerenza. Tant’è
che si tratta di uno dei pochi che nei 5 anni di
governo Nespoli non si è mai tirato indietro ed
insieme a Gennaro Giustino del Movimento
per Afragola hanno rappresentato un argine
insuperabile per il “sistema”. Nonostante le
zone d’ombra del gruppo consiliare del Pd ed il
silenzio, a tratti complice, proprio di Tuccillo.
“Le preoccupazioni ci sono – continua Grillo
– soprattutto legate al futuro sviluppo del
territorio. Ci sono dei punti principali dai
quali non prescindiamo pure perché la priorità
è quella di cancellare le scelte del sistema
Nespoli e pensiamo che questo percorso passi
attraverso una persona che abbia vissuto il
territorio, abbia vissuto un momento storico
sul piano politico e amministrativo, conosca il
contesto, conosca le scelte e l’accaduto affinché
si possa porre un rimedio con consapevolezza
e cognizione di causa. Se un sindaco non
intercetta la dinamica, se non la si è vissuta e
non la si comprende, il percorso sarà difficile
e pieno di insidie. Rinascita vuole confrontarsi
sul programma non per scrivere la lista delle
ovvietà, come spesso accade, e scrivere una
ricetta che vada bene per qualsiasi paese del
mondo. Noi vogliamo sapere dal Pd come la
pensa, ad esempio, sulla vera ricchezza di
Afragola nei prossimi anni: i terreni attorno
alla Tav. Quei lotti saranno messi sul mercato
e sono i più appetibili perché parliamo
22 febbraio 2013
Afragola
www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord
di un’area altamente infrastrutturata. La
vera sfida è questa: come pensiamo che la
città debba crescere? Come pensiamo di
sfruttare lo sviluppo di quell’area? Abbiamo
la stessa idea di tutela del territorio che per
Rinascita rappresenta un’altra priorità? Se
non c’è unità su questi argomenti, su cosa
e con chi dobbiamo confrontarci? Ho già
litigato in aula con Nespoli proprio su questo
argomento e la mia preoccupazione è che la
nostra visione sia diversa anche da quella
del Pd. Ecco perché da tempo chiedo che si
affrontino questi tipi di argomenti Perché se
non c’è intesa è inutile andare avanti e parlare
del candidato a sindaco”. Un ragionamento
di contenuto, di sostanza, di qualità, che
entra nei particolari e con grande serenità,
rileggendolo, Tuccillo potrebbe capire perché
non rappresenta un sindaco gradito nemmeno
al centrosinistra e allo stesso tempo percepire
il pericolo che avvertono gli alleati del Pd su
un pericoloso intreccio tra le scelte politiche
del centrosinistra e le influenze di gruppi
affaristici che non ruotano, certo, nel raggio
d’azione di “Rinascita”. Tuccillo non è gradito
e non è considerato nemmeno all’altezza
del difficile compito che attende il “sindaco
dell’alternativa” dopo le “trappole” messe dal
sistema in ogni settore dell’Ente locale. Ecco
perché Grillo preferisce un candidato a sindaco
che ha vissuto il “quinquennio” da protagonista
e lo conosca nei minimi particolari. Perché
sarebbe ridicolo che prima di agire il nuovo
sindaco debba perdere tempo per capire
cosa è successo in quel settore. Per carità, i
ragionamenti di Pasquale Grillo non faranno
piacere non solo alle lobby del centrodestra
ma anche a quelle che ruotano attorno ad
una parte del centrosinistra e sponsorizzano
da mesi proprio la candidatura di Tuccillo a
primo cittadino. Ma se ne facciano una ragione
perché il centro decisionale deve tornare
nell’alveo naturale politico, senza intrusioni
o imposizioni che “drogano” le partite al fine
del soddisfacimento di interessi personali in
danno di quelli collettivi. L’unica incertezza:
bisognerà solo valutarese “Rinascita” avrà la
forza, nel lungo periodo, di essere intransigente
su un ragionamento che rappresentail verbo per
chi intende salvaguardare il territorio da una
nuova aggressione.
Il centrodestra si spacca, Biagio Castaldo
guida i “dissidenti”
Se il centrosinistra naviga in pessime acque,
figuriamoci il centrodestra di Vincenzo
Nespoli. Oltre la candidatura a sindaco scontata
del sindaco uscente, le evoluzioni interne non
mancano. Primo punto: a sostegno del sindacosenatore del Pdl non scenderanno in lista né
il vicesindaco Antonio Pannone, “usato” e
“silurato” per la seconda volta, né l’assessore
al Bilancio Angelo Capone. Due defezioni
che parlano da sole. I due esponenti della
giunta tirano le somme e non sono soddisfatti
dei risultati raggiunti e dei metodi utilizzati in
questi cinque anni dal leader della coalizione.
Ecco perché pensano ad un centrodestra
più sano, più moderno, vicino all’idea dei
“dissidenti”. Un centrodestra rinnovato e
rappresentativo di istanze collettive.
Punto due: la fronda guidata da Biagio
Castaldo, presidente del Consiglio, ha
perso, invece, Mario Carnevale, candidato
alla Camera nella lista “Grande sud” ma
tornato immediatamente sotto la protezione
di Nespoli. Tant’è che non si sta nemmeno
impegnando nella campagna elettorale. Tranne
Carnevale, con Castaldo sono schierati tutti
gli altri: Domenico Polito, assessore sospeso
e candidato al Senato sempre con “Grande
sud”; l’assessore Tommaso Bassolino e il
consigliere Cristina Acri. I “frondisti” si sono
incontrati con gli esponenti dei partiti di centro,
Fli e Adc in particolare, mettendo sul tavolo la
candidatura a sindaco di Castaldo. Senza, però,
trovare convergenze. Parlano, comunque,
di tre liste civiche a sostegno del presidente
dell’Assise e lavoreranno in queste settimane
per ampliare la coalizione anti Pdl. Lo spiega
a chiare lettere proprio Biagio Castaldo
che, finalmente, esce allo scoperto. “Se
volevamo sostenere ancora Vincenzo Nespoli
– dichiara Castaldo – non assumevamo certo
la posizione netta di distanza dal Pdl locale
e dalla maggioranza. Noi quattro (Castaldo,
Polito, Bassolino e Acri, ndd) siamo uniti e
la pensiamo allo stesso modo. Ci chiedono
segnali chiari? E cosa devo fare ancora?
Negli ultimi 4 consigli comunali non ho
votato con la maggioranza e per di più
non ho votato il bilancio. Più chiaro di
così? Non ci rivediamo nel Pdl locale
e contestiamo la gestione del partito e
dell’amministrazione perché in cinque
anni hanno mortificato la partecipazione
e un’indispensabile principio della
democrazia: la condivisione. In passato
ho quasi sempre votato insieme alla
maggioranza solo per rispettare il
mandato elettorale e tenere fede alla
volontà popolare ma nelle sedi politiche
ho sempre fatto sentire il mio dissenso,
la mia voce, contestato i metodi utilizzati
e le scelte intraprese che non hanno
garantito l’interesse pubblico. Ecco
perché abbiamo preso le distanze e non
sosterremo alle Comunali Vincenzo
Nespoli. Non è una questione personale
ma politica, di metodo e di contenuto.
Per rimarcare la mia distanza dalla
maggioranza non servono le dimissioni
da presidente del Consiglio. Sono stato
5
votato dai consiglieri, rappresento l’istituzione
e lo farò, come uomo di garanzia, fino alla fine.
Altra cosa sono gli atteggiamenti e le scelte
politiche che, come ho spiegato e dimostrato,
vanno in netta antitesi col centrodestra
di Nespoli”. Castaldo parla a nome dei
“dissidenti”, come detto, tranne Carnevale. C’è
un problema. Quest’ultimo, Carnevale appunto,
è vero che è tornato all’ovile ma in piena
campagna elettorale non può certo cancellarsi
dalla lista di “Grande sud”. E questo comporta
problemi anche all’interno del Pdl. “Carnevale
può andare avanti e indietro – spiega Nicola
Fontanella, consigliere comunale del Pdl –
indietro e avanti, è libero di farlo. Ma il dato
certo è che non può fare il capogruppo del Pdl.
Non ha la credibilità necessaria per ricoprire
quest’incarico. Di sicuro, anche se è tornato
di nuovo indietro, non sarà il mio capogruppo.
Non mi rappresenta e non lo riconosco. La
politica non ha più regole. E devo ricordare
che già all’inizio, anni fa, ero contrario alla
nomina di quel capogruppo. Bisogna fare
chiarezza così come bisogna ricostituire
l’ufficio di presidenza del Consiglio. Manca
il vicepresidente e non è possibile che il
consigliere Fusco si sia dimesso dall’incarico
per entrare in giunta, Aniello Silvestro abbia
rifiutato la vicepresidenza, il consigliere
Cinquegrana non se la sente di occupare
quella poltrona e puntualmente, quando
manca Castaldo, i lavori dell’Assise devono
essere diretti proprio da Carnevale. Bisogna
intervenire nel rispetto delle istituzioni”.
Insomma, nessuno vuole Carnevale.
Dal sindaco al capogruppo: il Pdl locale ha
fatto davvero una brutta fine. La faccia della
politica che nessuno vorrebbe mai vedere.
6
L’editoriale
22 febbraio 2013
Afragola
La “coppia di fatto” che guida la “restaurazione:
le matite degli elettori i veri anticorpi…
Riflessione del direttore Giovanni De Cicco sui primi due nomi dei candidati a sindaco che si fronteggeranno alle
prossime elezioni Comunali: Vincenzo Nespoli per il centrodestra e Domenico Tuccillo per il centrosinistra.
Storie e obiettivi comuni che la città ha la possibilità di bocciare. Afragola non può tornare venti anni indietro…
di Giovanni De Cicco
AFRAGOLA
–
Tutto come previsto. La presentazione delle liste in vista delle elezioni
Politiche e i risvolti
a livello locale
avrebbero chiarito
il quadro in prossimità della campagna elettorale Amministrativa.
Lo
avevamo scritto e così è stato. Le danze ad
Afragola inizieranno, in concreto, appena
dopo il voto del 24 e 25 febbraio. Adesso i partiti e i soggetti in campo scaldano i motori e
stanno definendo il quadro entro cui, poi, dovranno agire. Gli elementi di analisi oggettiva
ci sono e preoccupano quelli che pensavano ad
una rinascita della città dopo i 5 anni del “sistema Nespoli”. Perché preoccupano? Perché
si rischia di cambiare tutto per non cambiare
niente. La città come una dama e i partiti e i
candidati al civico consesso semplici pedine
che la “regia ventennale” muove per tutelare
sempre le stesse lobby, lo stesso apparato di
potere, con le stesse logiche, gli stessi personaggi, le stesse regole, lo stesso pessimo modo
di amministrare. E anche su questo siamo stati
profeti. Vent’anni di fallimenti rappresentati
dalla “strana coppia”, Vincenzo Nespoli e Domenico Tuccillo. Centrodestra e centrosinistra. Hanno fallito al governo, hanno fallito
all’opposizione e adesso preparano la restaurazione. Ognuno nel proprio campo ma con un
patto non scritto: nulla in questo paese deve
cambiare. Perché gli interessi sono tanti, le
lobby fanno pressione. Parliamo di gruppi di
potere organici alla classe politica, imprenditori che hanno contribuito a scrivere il fallimentare “ventennio”. Finanziano, si mescolano tra la classe dirigente, militano nei partiti,
impongono scelte e strategie che nelle riunioni
ufficiali vecchi e giovani politici si ritrovano
semplicemente a ratificare. Senza nemmeno
avere la forza e il coraggio di dissentire. Un
meccanismo oliato, rodato: c’è chi partecipa
alle farse per consumare la prassi, sapendo
come stanno le cose, e chi semplicemente consuma un rito per giustificare una partecipazione che ad Afragola non esiste. Il risultato?
Vent’anni indietro. Vincenzo Nespoli contro
Domenico Tuccillo. Nessun tavolo politico ha
stabilito questo. Non ci sono ancora alleanze
scritte. Nessuno si è confrontato ancora sui
programmi. La stragrande maggioranza dei
partiti e dei candidati al Consiglio in grado di
spostare migliaia di voti, e quindi di determinare l’esito delle elezioni, non sanno nemmeno
dove saranno collocati alle Amministrative.
Nel centro, nel centrosinistra, nel centrodestra,
a sinistra, nello schieramento dei “dissidenti”
del centrodestra. Regna caos e confusione. Eppure Vincenzo Nespoli e Domenico Tuccillo
sono i candidati a sindaco dei rispettivi schieramenti. Vent’anni dopo, sempre la stessa partita. Hanno scelto un percorso comune. Il primo, Vincenzo Nespoli, non ha avuto la candidatura al Senato. E’ stato giudicato “impresentabile”. Ed ha ripiegato sulla candidatura a
sindaco, magistratura permettendo. Non si è
confrontato con nessuno. Nemmeno coi suoi.
Pochi giorni prima che le liste per le Politiche
fossero presentate, aveva ufficializzato Antonio Pannone come suo successore. Lo ha tolto
dal tavolo, si è ricandidato a primo cittadino e
non ha avvertito nemmeno Pannone. Se n’è
fregato di Biagio Castaldo, presidente del
Consiglio, che ha annunciato la propria candidatura a sindaco anche ai partiti di centro presentando a suo sostegno tre liste. Nespoli ha
deciso: “Il sindaco sono io”. Chi lo ama o spera di ricevere qualche prebenda lo seguirà in
silenzio. Chi non ci sta potrà andare tranquillamente via dal centrodestra. Allora i singoli candidati al civico consesso fanno
ragionamenti in ottica personale ed utilitaristica. Sceglieranno all’ultimo momento e si collocheranno dove conviene
di più. Portatori di voti, semplici “capielettori” che si atteggiano a leader ma che
non hanno nemmeno la forza di incidere
sui processi e sulle decisioni. Dato certo:
Nespoli guiderà il centrodestra. Lo stesso
percorso lo ha fatto Domenico Tuccillo
nel centrosinistra. Lui ha deciso, lui si è
candidato a sindaco senza che sia mai arrivato nemmeno sul tavolo politico della
coalizione che lo dovrà sostenere: gli ex
Idv, Rinascita, Pd e Gd. Proprio così. Sul
tavolo non è mai arrivato. I partiti non
hanno sancito né l’alleanza né il programma. Discutono, perdono nottate a
“masturbarsi” la mente e Tuccillo si candida a sindaco. Chi non ci sta può andare
via dal centrosinistra. Nel centrodestra
nessuno avrà la forza, tranne i magistrati,
di mettere in discussione Nespoli. Nel
centrosinistra non c’è nessuno che ha la
forza di mettere in discussione la leadership di Tuccillo. Si dovranno accodare.
Parleranno di scelte condivise, di proget-
ti, di ideali, di alleanze, di programmi. Semplici bambini che giocano a fare i leader di partito. I centri decisionali sono altrove. Il leader
del centrodestra è già partito con una campagna di affissione di manifesti in città con liste
civiche comunali: dal “cantiere” alle “tre fragole” per Nespoli. Il leader del centrosinistra
ha già fatto pure la sua prima “uscita pubblica”
da candidato a sindaco: il convegno elettorale
del Pd alla presenza di Guglielmo Epifani.
Cosa ha detto? Ha fatto capire, con arroganza,
giusto per chiarire le idee a quelli che dovrebbero sostenerlo, che il Pd è autosufficiente. Ha
scelto e gli altri si dovranno adeguare. Poi,
dopo 5 anni, tanto per rimarcare solo in campagna elettorale una diversità dal centrodestra di
Nespoli, Tuccillo ha spiegato che l’attuale sindaco è inquisito e vanta una richiesta d’arresto.
Cose vecchie che, ormai, non fanno nemmeno
più notizia. Soprattutto se queste cose le ripete
ora Tuccillo dopo 5 anni di silenzio. Nessuno
nel centrosinistra si è indignato. E chi si è indignato lo ha fatto per salvare la faccia. Ma tutti
risponderanno alla chiamata, nel centrodestra e
nel centrosinistra. Eventuali emorragie di singoli non faranno rumore. Il dissenso al sistema
“Nespoli-Tuccillo” potrà iniziare a far paura
esclusivamente in un caso: se al di là dei due
22 febbraio 2013
Afragola
www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord
blocchi si riuscirà a creare una coalizione forte
con un candidato a sindaco rappresentativo.
Diversamente sarà “pampuglia” e le lobbytireranno un sospiro di sollievo. Proprio come
hanno fatto negli ultimi venti anni. Nespoli ad
imporre linea e candidati al centrodestra. Tuccillo ad imporre linea e candidati al centrosinistra. La città ne ha viste di tutti i colori: scioglimenti anticipati, scioglimenti degli organi elettivi per infiltrazione della camorra, consiglieri
in manette, un ricambio generazionale di classe dirigente che ha sostituito la “vecchia scuola politica afragolese” con “new entry” “controindicate”. La politica ha lasciato il posto
all’affarismo spregiudicato e all’amministrazione “border-line”. Non ci fossilizziamo solo
sugli ultimi cinque anni ma facciamo uno sforzo per confrontare i 5 anni di Nespoli a capo
del centrodestra coi 5 anni dell’ultimo sindaco
di centrosinistra, Santo Salzano, altra invenzione di Mimmo Tuccillo. E guarda caso oggi
schierato a sostegno del sindaco-senatore del
Pdl. Un confronto. Ricordate le polemiche che
in questi 5 anni hanno caratterizzato l’amministrazione di centrodestra? I concorsi al Municipio e la cattiva gestione degli appalti e dei
servizi municipali. Chi ha memoria ricorderà:
concorsi e gestione degli appaltie dei servizi
municipali finiti sott’accusa durante l’amministrazione Salzano. L’attuale sindaco-senatore e
la sua squadra di consiglieri e dirigenti sono
stati accusati di “frequentazioni pericolose”.
Stesso scenario che ha caratterizzato la polemica negli anni di Salzano. E le pagine dei
giornali dell’epoca sono lì a testimoniarlo. Per
non parlare delle speculazioni edilizie. Stessi
metodi, stessi valori, stesso modo di amministrare. Oggi come ieri. Lo dice la storia. Ecco
perché la vera sfida in questo momento storicoè un’altra. Di fronte ci sono due conservatori: Vincenzo Nespoli e Domenico Tuccillo.
Dall’altra parte c’è la città e una classe politica, entrambi di fronte ad un bivio: percorrere
un itinerario di modernità oppure attestare il
fallimento di tutto quello che è stato partorito
negli ultimi venti anni “dall’intellighentia”,
dalla politica, dal sociale, dal mondo delle professioni e dalla sana classe produttiva. Nespoli
e Tuccillo rappresentano proprio questo.
L’intera classe politica non può sottrarsi a questa analisi. Non può sottrarsi a questo giudizio.
Inesorabile. Così come la cittadinanza non può
rassegnarsi a logiche che impediscono lo sviluppo, la condivisione, la partecipazione. Gli
elettori non possono svendere il territorio ad
una massa di falliti che mentre attesta il proprio fallimento non ha nessuna voglia di ritirarsi. I cittadini questa volta non avranno scuse
e se sbagliano non avranno nemmeno il diritto
di lamentarsi. Il destino, nonostante tutto, è
nelle loro mani. E’ nella loro mano. Quella che
impugnerà la matita nel seggio elettorale. Due
le tappe fondamentali soprattutto per tentare in
extremis di scongiurare il successo della “coppia di fatto” Nespoli-Tuccillo. E’ evidente che
nel centrosinistra l’ex parlamentare della Margherita si intesterà il risultato delle Politiche.
Se il Pd, col vento in poppa a livello nazionale,
raggiungerà una soglia vicina al 35 per cento,
tanto per stabilire un criterio di ragionamento,
nessuno potrà mettere in discussione Tuccillo.
Se, invece, le cifre continueranno a mantenersi
sui minimi storici, com’è stato per la Provincia
e la Regione, Tuccillo sarà il primo responsabile della “deriva” democratica. E dovrà fare i
conti con l’ennesima “debacle”. Quindi, “pesate” il voto e ragionate prima di entrare nella cabina. Ragionate ogni volta che entrate in quella cabina. Tanto poi arriverà il momento delle
Comunali. E la “coppia di fatto”, se avrà il coraggio di presentarsi ai nastri di partenza,potrà
essere punita solo dalle vostre matite. Da non
svendere in cambio del “solito” pacco di pasta, olio, caffè, zucchero, qualche salame o di
qualche bigliettone da cinquanta euro. E l’appello va proprio a quei rioni di frontiera dove
la crisi si fa sentire più che in ogni altra parte
della città ed è facile per gli “accattoni” della politica trovare terreno fertile per speculare
sulla povertà della gente. Fino ad oggi hanno
comprato il voto. Non a caso da vent’anni a
questa parte la città non riesce ad esprimere il
proprio potenziale. Lo sanno
tutti. Anche questa è storia e
pure questa senza distinzione
di colore politico. Dalla prossima elezione dimostrate che
non solo non potranno comprare i voti ma nemmeno la
dignità. Dimostrate nella cabina che Afragola vuole cambiare e non tornerà vent’anni
indietro per rivivere un film
di degrado, di commistioni e
di illegalità. Afragola ha l’opportunità di dimostrare che
in vent’anni non è tutto da
buttare e che in città ci sono
energie in grado di guidare
il rinascimento. Una vera rivoluzione democratica. Tuccillo e Nespoli, la “coppia di
fatto”, si tenessero pure la restaurazione. Consapevoli che
i conti si fanno sempre alla
7
fine. Ed alla fine è la città che sceglie.La restaurazione da una parte (Nespoli-Tuccillo), la
voglia di ribellarsi e di affermare legalità, meritocrazia e sviluppo dall’altra. Sulla carta non
ci dovrebbe essere partita. E ricordate: ogni
popolo ha il governo che si merita. Quindi,
meditate e scegliete in libertà. Tanto nessuno,
se proprio non lo ha capito in venti anni di vissuto, potrà dire di non essere stato avvisato…
L’impegno giovane:
Antonio Caiazzo organizza
il comitato per il Pdl
AFRAGOLA – La parte sana del centrodestra
locale si mobilita in città per garantire un apporto al presidente Silio Berlusconi. La nota positiva, anche in ottica locale, arriva da una delle
facce pulite, da una giovane professionalità che
si è rimboccata le maniche e vuole partecipare
in prima persona alla rinascita di Afragola e del
centrodestra cittadino: l’ingegnere Antonio Caiazzo, figlio dell’ex sindaco Roberto.
Il giovane professionista è il referente del comitato elettorale del Pdl inaugurato l’altro
giorno in viale Sant’Antonio, alla presenza del
vicepresidente nazionale di “Giovane Italia”,
Armando Cesaro, e del consigliere regionale
del Pdl, Michele Schiano di Visconti, anche
presidente della commissione Sanità della regione Campania. Una manifestazione partecipata che ha visto la presenza di volti nuovi,
non le solite facce di apparato; professionisti,
giovani, imprenditori e tanta gente comune che
ha voglia di impegnarsi in politica. “Il comitato
– spiega Caiazzo - va nell’ottica di garantire
sempre partecipazione dei cittadini e soprattutto rappresenta un contributo fattivo affinché
ad Afragola si rinnovi e si ricomponga il centrodestra perché il territorio ha bisogno di energie, di idee, di professionalità, di impegno, di
partecipazione, di sacrificio e di meritocrazia.
Ed in quest’ottica inquadro la mia attività quotidiana. Anche alle prossime elezioni Afragola
dimostrerà di essere un paese con una vocazione moderata lontano da quelli che io definisco i
riciclati della sinistra”.
8
Sempre e solo sprechi
22 febbraio 2013
Afragola
Fanno campagna elettorale coi soldi del Comune.
Ecco come fanno lavorare la “tipografia del Pdl”
Al “Gelsomino” le maggiori cariche istituzionali del Pdl. Si parla di Tav in piena campagna elettorale. Per l’azione di promozione, il sindaco spende circa 10mila euro. E compra spazi addirittura su giornali nazionali. La storia dell’opuscolo sui
Servizi sociali. Altra propaganda coi soldi pubblici al centro di una “gaffe”. Prima bandiscono la gara d’appalto, ritirano le
offerte, rispedite al mittente perché si decide di affidare la fornitura alla “tipografia ufficiale” del Pdl afragolese…
AFRAGOLA (giodeci) - Inizia la campagna elettorale. Nel caso di Afragola si tratta
di un doppio appuntamento: le Politiche,
agli sgoccioli, e quella Amministrativa di
fine maggio. Il Partito democratico ha ospitato, tanto per fare un esempio, ad Afragola
il capolista alla Camera Guglielmo Epifani. Lo ha presentato al teatro “Gelsomino”
ed ha sostenuto una spesa di mille e duecento euro versati al Comune. Legittimo.
Anche se esagerato per una manifestazione
politica. Il sindaco Vincenzo Nespoli, invece, giovedì 21 febbraio, a tre giorni dal
voto, organizza un convegno in città che
prevede tre interventi: il suo, quello dell’avvocato Antonio Pentangelo, presidente
facente funzioni della Provincia di Napoli
del Pdl e Stefano Caldoro, presidente della
Regione sempre Pdl. Si parla della Tav, si
discute della stazione dell’Alta velocità. Un
argomento mai trattato in consiglio comunale, nonostante i gravi ritardi. Che stanno
facendo diventare di attualità lui e Domenico Tuccillo, dimenticando le loro responsabilità politiche e gestionali. Un convegno
che nei fatti è un appuntamento elettorale,
la classica passerella politica organizzata
sotto forma di manifestazione istituzionale.
Perché? Semplice. Si risparmiano i soldi
in quanto tutto è a spese dei cittadini. Tutti
radunati al “Gelsomino”, a pagare i contribuenti afragolesi. Mentre il Pd paga mille
e duecento euro per usufruire in campagna
elettorale del teatro, gli esponenti del Pdl,
in una fase di reperimento del consenso, organizzano un evento ad Afragola sfruttando
la veste istituzionale e sfruttano il teatro coi
soldi dei cittadini. Li prendono dalle casse della collettività. Una scelta di pessimo
gusto e discutibile. Soprattutto in tempi
di crisi, di tagli e di sacrifici richiesti alle
famiglie. Pure perché non parliamo solo
dell’uso del teatro. Potrebbe pure passare.
Ma addirittura il Comune, per pubblicizzare questo evento, ha pagato sempre coi soldi
degli afragolesi la pubblicità dell’iniziativa
acquistando spazi su quotidiani nazionali,
anche on line, ha provveduto alla stampa e
affissione di manifesti, alla stampa di inviti
formato “brochure” e come se non bastas-
se anche i manifesti 6 metri per 3 metri, su
i mega tabelloni dislocati in diversi punti
della città. Nespoli non si è fatto mancare
nulla. C’era proprio bisogno di questi altri sprechi ed è proprio necessario che per
far uscire il nome di Nespoli sui quotidiani nazionali i cittadini gli debbano pagare
una inutile pubblicità per fini politici e di
propaganda in piena campagna elettorale?
La spesa complessiva si aggira attorno ai
10mila euro.
Non è finita qui. Il dirigente Maria Pedalino, il cui concorso di stabilizzazione presso
l’Ente locale è finito nel mirino della magistratura in quanto Biagio Montefusco
di Fli ha presentato un esposto in Procura,
firma una determina. Approva la stampa
di 20mila opuscoli da distribuire in città:
“Guida ai servizi sociali”. La determina affida la fornitura alla tipografia “Tuccillo”,
guarda caso la tipografia “ufficiale” del Pdl
afragolese e del sindaco Vincenzo Nespoli.
Nessuno maligni. Per carità. La questione è
un’altra e non crederete a quanto successo.
Senza, ovviamente mettere in discussione
la professionalità dell’impresa in questione. In realtà, la determina della Pedalino,
ossia l’affidamento diretto della fornitura a
“Tuccillo”, arriva solo dopo che il Municipio ha bandito una gara d’appalto ed ha
ritirato in busta sigillata i preventivi di altre
aziende tipografiche. Sapete che è successo? Appena al Comune hanno capito che si
creava una competizione, elemento vantaggioso per l’Ente perché si tratta di affidare
la stampa dell’opuscolo a chi offre a pari
caratteristiche un prezzo migliore, ha mandato le offerte sigillate indietro. Preferendo
l’affidamento diretto. E indovinate cosa è
successo ancora? Un tipografo ha conservato, senza aprirla, la busta restituitagli dal
Municipio e contenente ancora l’offerta
sigillata. Non l’ha aperta per conservare
una prova ma ha reso pubblica l’offerta.
A “Tuccillo” hanno affidato direttamente
la stampa con un costo complessivo di 60
centesimi a copia sulla base di un’altra gara
che, però, non prevedeva la stampa del libretto dei Servizi sociali con quelle caratteristiche. Parliamo di ventimila copie per
una spesa di 14mila 520 euro. Il concorrente “scartato” era pronto, invece, a stampare
quei opuscoli, con le stesse caratteristiche,
al costo di 39 centesimi. Quasi la metà. I
cittadini avrebbero risparmiato ma, come si
evince, non era questo l’obiettivo degli amministratori. Senza dimenticare che si tratta
di un’altra iniziativa di propaganda, sempre
durante la campagna elettorale, finanziata
coi soldi dei cittadini. Buon voto.
Il capogruppo consiliare
avv. Nicola Perrino e la
Direzione locale dell’UDC
invitano i cittadini a votare alla
Camera l’Unione di Centro e al
Senato Lista Civica
Con Monti per l’Italia
22 febbraio 2013
Il confronto
Il sistema non si smentisce
9
Adesso vogliono cacciare la segretaria: garantisce
la legalità e con Nespoli non va d’accordo…
Lettera congiunta di Lea Baron e di Vincenzo Nespoli al Ministero degli Interni per chiedere la nomina di
un altro segretario. “Il rapporto si è incrinato irrimediabilmente così come è venuta a mancare la fiducia
reciproca”. Ma nessuno spiega i motivi alla base della rottura. Nessuno lo deve sapere…
AFRAGOLA – Cose dell’altro mondo.
Anzi, cose del sistema afragolese. Fatti
che non si sono mai verificati in tutta la
storia politica e amministrativa locale per
contenuti, per come sono maturati e per
come vengono gestiti. E tutto questo accade
nell’assordante e sconcertante silenzio dei
consiglieri e degli assessori del centrodestra.
Ogni settimana si alza sempre più il tiro.
Questa volta a finire sotto i riflettori è la
segretaria comunale Lea Baron. Il “notaio”
del Comune. Baron se ne vuole andare da
Afragola. E per farlo ha dovuto sottoscrivere
una lettera, firmata anche dal sindaco-senatore
Vincenzo Nespoli, indirizzata al Ministero
degli Interni e alla Prefettura. L’oggetto
lascia tutti con gli occhi spalancati e senza
parole: “Richiesta di cessazione anticipata
dell’incarico di segretario dalla sede di
segreteria di Afragola”. Il contenuto, poi,
lancia l’ennesimo pesante allarme su quanto
successo e sta succedendo al Municipio.
“Premesso che – scrivono la Baron e Nespoli
nella missiva – tra il sindaco del Comune di
Afragola e il segretario comunale, dottoressa
Lea Baron, è venuto, già da tempo, ad
incrinarsi irrimediabilmente il legame di
fiducia sul quale si è basata la scelta da parte
del sindaco e l’accettazione della nomina
da parte del segretario; tale situazione di
incompatibilità comporta per entrambe
le parti la mancanza e l’impossibilità
di accordo e di dialogo, determinando
un’incompatibilità insanabile. I sottoscritti
Vincenzo Nespoli e Lea Baron chiedono
congiuntamente la cessazione dall’incarico
presso la sede di segreteria del Comune di
Afragola della dottoressa Baron”. Parole che
non possono passare inosservate pure perché
presagiscono un quadro non chiaro che si
presta a molteplici interpretazioni. In questo
passaggio della lettera, Nespoli e Baron
parlano di un “rapporto che si è incrinato
irrimediabilmente così come è venuta a
mancare la fiducia reciproca”. Legittimo.
Manca un passo importante: i motivi. La
missiva non ha alcuna motivazione. In un
clima di emergenza democratica, con gli
scandali che sono scoppiati in città e che
hanno coinvolto il sindaco, i dirigenti e gli
amministratori; con l’opposizione che ha
denunciato alla Procura diversi atti mettendo
in dubbio la legalità dei procedimenti; con gli
appalti annullati da organismi sovracomunali
che hanno fatto prefigurare addirittura “vestiti
su misura” per determinate imprese; sarebbe
legittimo e corretto capire quali sono i motivi
della rottura tra il sindaco e il “notaio”
dell’Ente locale. Pure perché, guarda caso,
di Giovanni De Cicco
questa lettera nasce dopo un’altra denuncia
alla Procura della Repubblica presentata da
Biagio Montefusco sui concorsi per dirigenti
svolti al Municipio “in spregio alla legge”.
C’entrano qualcosa i concorsi, gli appalti, le
assunzioni, e, soprattutto i contratti con la
mancanza di fiducia reciproca tra il primo
cittadino e la segretaria Baron? Domanda
che non può restare senza risposta. Dubbi,
pesanti, che non possono rimanere tali perché
gettano ancora ulteriori ombre su un’attività
amministrativa e dei dirigenti municipali che
si fonda sistematicamente sul principio delle
forzature di fronte a quanto prevede la legge.
Insomma, è possibile sapere quando si sono
rotti i rapporti, su quali argomenti e soprattutto
se si tratta di questioni di legalità che
riguardano delibere approvate dal consiglio o
dalla giunta? Si può sapere cosa è successo di
tanto grave al punto da determinare una rottura
insanabile tra Nespoli e Baron che nemmeno
il Ministero degli Interni e la Prefettura di
Napoli possono sapere o devono sapere? Si
badi bene. Non si parla di questioni personali
ma di attività pubblica, di amministrazione
pubblica, di soldi pubblici, di decisioni che
dovrebbero garantire l’interesse collettivo.
E, almeno nel rispetto del principio della
trasparenza, non è possibile nascondere ai
consiglieri, ai rappresentanti delle istituzioni
locali e alla gente eventi gravi perché le
istituzioni locali devono sapere, la gente deve
sapere. E se c’è qualcosa di grave, la Procura
della Repubblica deve sapere. Infatti, aldilà di
ogni elucubrazione o cattivo pensiero, restano
i fatti che non possono essere cancellati.
L’opposizione prende posizione senza
esitazioni e senza peli sulla lingua. “Prendiamo
atto dell’ennesima grave situazione che
continua ad alimentare un clima di sospetti
su un sistema di governo fallimentare e che
considero nella migliore ipotesi border line
– spiega Gennaro Giustino, consigliere
del Movimento per Afragola – dalla mia
esperienza e intensa attività consiliare posso
testimoniare che la segretaria comunale Lea
Baron ha sempre rappresentato una figura
super partes garantendo, anche con pareri
espressi in aula, la legalità e le istituzioni.
Ecco perché quando nella lettera si scrive che
è venuta meno la fiducia tra il sindaco e Baron,
quando leggo che i rapporti si sono incrinati,
le preoccupazioni sono serie in quanto, come
detto, la segretaria ha sempre garantito
il rispetto della legge e delle istituzioni. E
nonostante questo l’amministrazione e la
maggioranza hanno proseguito pure contro
la volontà del notaio del Comune. Si deve
fare chiarezza e sinceramente spero che al
Municipio e per il bene di Afragola il Ministero
faccia restare la segretaria Baron e cacci
Nespoli perché in questa città serve legalità
non chi la mortifica, la calpesta e pensa di
essere più forte dello Stato”. Le parole di
Giustino non arrivano a caso. Un esempio su
tutti: seduta di consiglio comunale.
Una delibera all’ordine del giorno. Scontro tra
maggioranza e opposizione su leggi, regole e
procedure. Si chiede il parere della segretaria
che arriva e sconfessa la linea del primo
cittadino Enzo Nespoli. La reazione pubblica
del sindaco: “Dopo che il nostro oracolo
ha parlato andiamo avanti”. Insomma,
nonostante la segretaria si fosse espressa, la
maggioranza e l’amministrazione andarono
avanti fregandosene del parere di Lea Baron.
Altro esempio. Un amarcord. Approfittando
dell’assenza della segretaria, per malattia, al
Municipio arriva un suo sostituto temporaneo
che in soli 15 giorni riesce a firmare tutto
quello che Baron non teneva sospeso in
attesa di chiarimenti e documentazioni: ben
19 contratti. In 15 giorni il sostituto firma
i contratti e prima di andare via ottiene in
due giorni pure la determinazione della
liquidazione per compensi oltre 20mila
euro. Per la Baron, invece, l’attesa era di
diversi mesi. Sarà un caso? Ecco perché
la segretaria non è un oracolo, come dice
Nespoli, ma semplicemente una figura di
spessore che ha sempre difeso la legalità e col
suo comportamento ha garantito le istituzioni.
Infatti, da Afragola se ne deve andare. Anzi, la
vogliono cacciare.
22 febbraio 2013
Frattamaggiore
Intervista a Nicola Marrazzo
11
“I Moderati non hanno partecipato
a riunioni sulla crisi amministrativa”
Il leader del nuovo gruppo politico, che si rivede nel centrosinistra, parla ad ampio raggio dei problemi politici nazionali e territoriali con attente osservazioni sul “caso Frattamaggiore” e sulla crisi costante che attanaglia la seconda consiliatura guidata dal sindaco Francesco Russo
FRATTAMAGGIORE - In questo momento
particolare, in prossimità del voto Politico, alle
elezioni politiche, è intervenuto l’onorevole
Nicola Marrazzo, consigliere regionale molti
influente non solo a Frattamaggiore ma in tutta l’area a nord di Napoli. Nonostante la sua
personale assenza dalla competizione elettorale
apre un interessante dibattito sui territori con riflessioni che invitano ad un’attenta analisi.
Onorevole Marrazzo, sentiamo parlare da
più parti che il quadro politico che verrà
fuori dalle consultazioni del 24 e 25 febbraio
molto probabilmente non permetterà la governabilità alla coalizione di centrosinistra
che presumibilmente è in vantaggio con risvolti nazionali che influiranno sull’assetto
politico italiano e quindi locale. Che ne pensa?
“Ritengo che la coalizione di centrosinistra sicuramente vincerà le prossime elezioni Politiche; non credo però che la governabilità sia allo
stesso modo così scontata, anche perché c’è stata una balcanizzazione delle coalizioni e quella
che è la madre di tutti i problemi, e cioè la legge
elettorale, doveva favorire un sistema maggioritario ed invece ha determinato la nascita di
ben cinque coalizioni. In questo senso Bersani
“sarà costretto” ad allearsi con Monti per governare e, francamente, sono scettico nel credere
che questo basterà per avere un governo stabile
e, soprattutto, in grado di affrontare i problemi
notevoli che attanagliano il nostro Paese”.
E’ ancora forte la eco della grande partecipazione e del contributo da lei dato al centrosinistra in questa campagna elettorale con
l’organizzazione del convegno che ha visto
protagonisti il vicesegretario nazionale del
Pd Enrico Letta ed il segretario regionale di
Sel Arturo Scotto. Ci parli di questo, che a
noi sembra una bel modo di far politica nonostante lei non sia impegnato in prima persona la vediamo lavorare alacremente per il
bene complessivo…
“I Moderati in Campania hanno deciso di dare
il proprio contributo pur non avendo una propria lista nazionale all’interno della coalizione
di centrosinistra e questo è perché noi, diversamente da altri, non siamo attaccati alle poltrone, ma ci interessa solo dare il nostro migliore
contributo al centrosinistra e, di conseguenza,
ai partiti in esso strutturati che per noi sono
esclusivamente Pd e Sel”.
E’ nota la sua attenzione politica ai territori
ed è in ragione di ciò che vorrei conoscere il
suo parere all’indomani del varo dell’enne-
di Dario Rocco Chiariello
sima giunta a Frattamaggiore da parte del
sindaco Francesco Russo…
“E’ l’ennesima giunta che dovrebbe far riflettere gli esponenti politici locali. Pochi mesi fa
chiudemmo l’ennesima crisi al Comune di Frattamaggiore mettendo intorno ad un tavolo provinciale tutti i partiti che avevano contribuito
alla vittoria della coalizione del centrosinistra
alle ultime elezioni Amministrative. Prima dello scorso Natale, senza alcuna apparente motivazione, si è di nuovo riaperta una fase di crisi
amministrativa con l’azzeramento della giunta.
Noi Moderati non siamo a conoscenza dei motivi che l’hanno determinata, ma ancora di più
siamo all’oscuro di quali siano state le vicende
che hanno portato alla risoluzione della stessa.
Leggendo la composizione del nuovo esecutivo, salta agli occhi la defenestrazione di due
valenti professionisti, come l’avvocato Caserta
e il dottor Del Prete, sostituiti da altri rappresentanti di altre eventuali forze politiche di cui
non si sa praticamente nulla. A oggi non mi risulta che i Moderati abbiano mai partecipato a
riunioni della coalizione per determinare questa
svolta politica significativa. Io credo poco a soluzioni affrettate, soprattutto quando non hanno
la condivisione dell’intera coalizione (era forse
una crisi nata solo per diatribe interne al Pd?
La soluzione l’hanno trovata con la pace sociale
all’interno di questo partito? ndr); se così fosse
sarebbe davvero una brutta pagina della politica
frattese e su cui i Moderati faranno in queste ore
delle attente riflessioni”.
Un passo indietro. Ricordiamo nel lontano
2005 l’impegno da lei profuso nel proporre
Francesco Russo candidato a sindaco del
centrosinistra a Frattamaggiore e il sostegno
da lei fornito alle successive Amministrative.
Riteniamo che il secondo mandato del sindaco Russo sia stato caratterizzato da uno
stallo continuo, quali sono secondo lei le reali
motivazioni?
“L’allora Idv, insieme alla Margherita dell’epoca, ha fortemente contribuito a costruire il
progetto Francesco Russo sindaco e, soprattutto, a realizzarlo. La prima consiliatura ha
sicuramente cambiato il modo di fare politica
a Frattamaggiore, in questo secondo mandato
inevitabilmente si intersecano una serie di difficoltà. Partiamo innanzitutto da un dato di carattere oggettivo: al secondo mandato si perde
quell’entusiasmo della cosiddetta “prima volta”, che porta con sé un’inevitabile ventata di
novità e voglia di cambiamento in grado di creare un fervore particolare nella città. Al secon-
do giro accade, per forza di cose, che i sindaci
incominciano a pensare al proprio futuro, altri
competitor si affacciano per cercare di costruire
una propria candidatura a sindaco, ma anche le
stesse difficoltà interne al Pd (crisi di crescita,
forse?) hanno fatto sì che questa seconda legislatura appaia molto più sfilacciata. A questo va
detto che certamente anche il sindaco avrà le
sue responsabilità, ma io credo che se ritrova
la concretezza, la determinazione dell’azione
amministrativa, il senso della coalizione, avrà
ampiamente modo e tempo per rimettersi in
carreggiata, costruendo il futuro delle persone
attraverso una buona amministrazione”.
“Il futuro appartiene a coloro che credono nella
bellezza dei propri sogni”(Eleanor Roosvelt).
Abbiamo letto questa citazione in un suo tweet. Per un politico è fondamentale avere sogni
e lungimiranza, la capacità di individuare la
migliore prospettiva, ci dica qualcosa in merito.
“Noi Moderati per il centrosinistra riteniamo
che senza una “visione”, senza un sogno appunto, la politica diventi mero mercimonio, una
sorta di gestione del quotidiano che potremmo
definire “teatrino della politica” perché è il desiderio di costruire un futuro migliore ad essere
il vero motore di ogni azione politica. Per noi
Moderati è la forza delle idee che mette insieme gli uomini. Le campagne acquisti, invece,
a cui assistiamo nei vari periodi elettorali esistono fino a quando c’è uno scambio, ovvero
qualcuno che offre e qualcuno che compra, ma
se il fine ultimo di ogni accordo diventa soltanto
l’interesse personale, allora è facile immaginare
che si tratta solo di una vendita, o meglio svendita dei propri valori al migliore offerente, ma
nulla di più. Se invece alla base di ogni azione
politica ci sono degli ideali e dei sogni, allora
difficilmente ci si potrà svendere per una poltrona. Io credo che le difficoltà che ha vissuto
Idv, anche rispetto ad una classe dirigente che
ha preferito una svolta staccandosi dal centrosinistra, abbiano contribuito a distruggere degli
ideali in cui tanti di noi credevamo.
Ecco perché ora con i Moderati abbiamo messo in campo qualcosa di molto più forte, è una
sfida che parte però dalla solida realtà di numerosi uomini e donne della società civile e delle
Istituzioni che vogliono immaginare insieme il
proprio futuro, lontani da proclami e promesse
vuote, bensì una politica che parta dal basso e
che salga sempre più in alto come un’onda che
quando nasce è piccola e poi si alimenta da sola
con la forza delle sue idee e delle persone che
la sostengono”.
22 Febbraio 2013
Cardito
Intervista al leader di “Cambiamo Cardito”
13
“Le incoerenze dell’ex Api fanno
male pure a Cirillo”
Parla Almerindo Santucci, consigliere comunale del gruppo che alle elezioni ha sostenuto Vincenzo Mormile,
il quale si è dimesso dal civico consesso per scelte professionali. Sul Puc: “L’iniziativa di Garofalo è assurda.
Non può chiedere cosa pensiamo del Puc se la maggioranza non ha una proposta…”
CARDITO - La parola ad uno dei leader
dell’opposizione, Almerindo Santucci, consigliere
comunale di “Cambiamo Cardito”. Dopo le
dimissioni di Vincenzo Mormile, che ha anteposto
la professione all’attività politica, l’unica voce
del gruppo in Consiglio resta quella di Santucci
anche perché la “new entry” Franco Luca ha già
dimostrato in passato di non aver nulla da dare al
dibattito politico.
Consigliere Santucci, la prima domanda che le
rivolgo è d’obbligo e riguarda le dimissioni del
leader del movimento “Cambiamo Cardito”
Vincenzo Mormile. Non crede che questo tipo
di scelta vada fatta prima della campagna
elettorale? Una candidatura a sindaco implica
delle responsabilità sul territorio e con i propri
elettori…
“Le dico subito che se avessimo vinto le elezioni
le priorità sarebbero state sicuramente altre e, con
tutta probabilità, la questione sarebbe passata in
secondo piano. In questa circostanza, di fronte
a una problematica professionale che ha spinto
Mormile a decidere tra la carriera personale e
quella politica, lui ha preferito favorire la prima.
Una cosa è certa: la scelta è stata concordata
insieme e il suo impegno all’interno del movimento
è rimasto immutato. D’altra parte, lavorare in un
contesto amministrativo in cui non si affronta un
dibattito serio da ben otto mesi, probabilmente non
incentiva a restare”.
Dunque lei mi sta dicendo che il bilancio
sull’amministrazione
è
completamente
negativo?
“Si, perché fino a questo momento non è stato
preso nessun provvedimento. In quasi un anno
questa amministrazione non è riuscita a realizzare
nemmeno un progetto. E non mi riferisco di certo
a quegli impegni a lungo termine presi durante la
campagna elettorale ma a delle scelte necessarie di
cui il paese ha assoluto bisogno”.
Come ad esempio la stesura di un capitolato
d’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei
rifiuti?
“Proprio così, mi riferisco anche a quello. E’
possibile che non si riesca a presentare nemmeno
una proposta per il capitolato della nettezza urbana?
Invece di proporre l’incarico a un esperto esterno
– come si vocifera – perché l’amministrazione non
decide di rivolgersi in maniera del tutto gratuita
al Provveditorato alle opere pubbliche? In quel
caso, il Comune avrebbe una garanzia certa contro
le infiltrazioni di camorra – poiché si tratta di un
organismo ad hoc per le gare d’appalto che aiuta
le amministrazioni – e non spenderebbe altri fondi
inutili per figure specializzate di cui il paese non
ha bisogno”.
Lei quindi contesta tutte le nomine di dirigenti
esterni?
“In tutta sincerità non condivido la necessità di
assumere personale esterno soprattutto nell’ufficio
Tecnico perché il Comune ha a disposizione
numerosi professionisti competenti e idonei a
svolgere gli incarichi preposti. Tuttavia, il personale
interno è spesso marginalizzato o impiegato in altri
di Rosamaria Cinquegrana
ambiti. Il problema, in realtà, è un altro: non c’è
la volontà di affrontare l’argomento relativo agli
impiegati comunali per ristrutturare l’organico e
modularlo secondo le esigenze del Comune”.
In tal senso, e considerato anche il consenso
elettorale riscosso da “Cambiamo Cardito”,
crede di poter essere lei, insieme al nuovo
consigliere del movimento Franco Luca, la
guida al cambiamento per la città?
“Quello che posso dirle è che crediamo nel
nostro progetto e le occasioni nelle quali abbiamo
manifestato il nostro contribuito non sono
mancate. Se, in qualità di opposizione, avessimo
un maggiore potere decisionale, potremmo di certo
proporre iniziative più concrete. Non sto dicendo
che amministrare sia un compito facile, anzi. Ma
un buon amministratore deve essere cosciente del
fatto di dover gestire nella maniera più appropriata
i pochi fondi che ha a disposizione”.
Sempre in riferimento alla sua lista civica, in
molti si chiedono quale sia l’orientamento
politico di “Cambiamo Cardito”. Che cosa ha
da dire a riguardo?
“In realtà non abbiamo preferenze politiche. Il
nostro movimento è nato per differenziarsi da
quei partiti che si sono resi responsabili dello
stato di degrado in cui versa Cardito. È vero, si
tratta di un gruppo eterogeneo, ma di fronte ai
numerosi problemi che affliggono il paese credo
sia marginale fare qualsiasi tipo di distinzione. Se
c’è unità d’intenti, tutto il resto passa in secondo
piano. D’altra parte, anche la maggioranza vanta al
suo interno degli ex-finiani”.
Nessuno però può mettere in dubbio che si
tratti di una maggioranza di centrosinistra. E
gli eventi dopo il voto hanno dimostrato che
Cirillo, che piaccia o no, rappresentava l’unico
progetto politico in campo…
“Assolutamente no. Credo semplicemente che la
maggioranza debba fare un esame di coscienza
e stabilire se appartiene al centrodestra o al
centrosinistra. La stessa questione che coinvolge
Castaldo e Raucci è incomprensibile. Entrambi
continuano a sostenere di far parte dell’opposizione
eppure, a quanto mi risulta, il loro referente –
Peppe Barra – è uno dei collaboratori di Arlacchi,
esponente del Pd. Una cosa è certa: una situazione
politica così confusa non può che essere deleteria
per Cirillo e per l’intera amministrazione”.
In realtà, rispetto agli esponenti dell’ex Api, si
vocifera di un possibile ribaltone ai danni di
“Cardito libera”. Lei lo vede come uno scenario
possibile?
“In tutta onestà non credo sia una cosa plausibile.
Conosco poco Credendino, ma se avesse voluto
lasciare la maggioranza, avrebbe avuto numerose
occasioni per farlo. Spesso la sua è una voce fuori
dal coro rispetto alla coalizione, ma in questo
momento la maggioranza è compatta e quindi
non condivido l’ipotesi di un possibile ribaltone.
Molto dipende anche dagli umori di Peppe Barra,
tanto è vero che quando quest’ultimo decise
di entrare nello schieramento del Pd, ci fu un
ammorbidimento delle posizioni nei confronti
dell’attuale maggioranza”.
Come
giudica,
invece,
l’altra
parte
dell’opposizione? Il centrodestra, guidato da
Pisano e il partito dell’ex Api di cui fanno parte
Castaldo e Raucci?
“A Pisano gli riconosco l’onestà dell’impegno
e della volontà di cambiare le cose, anche se
capisco che deve fare i conti con un percorso che
in passato ha condiviso con alcuni degli attuali
amministratori. Per quanto riguarda Castaldo
e Raucci, che per inciso hanno dichiarato più
volte di non voler dialogare con gli esponenti di
“Cambiamo Cardito”, non li considero affatto
parte dell’opposizione”.
E ora il Prg. La bozza agli atti, definita
bozza “salvaffari”, appare più come una
sorta di condono invece che uno strumento
di programmazione del territorio. Lei che ne
pensa?
“È stata indetta una riunione in merito al problema
e l’assessore al ramo Biagio Garofalo ha chiesto
all’intero Consiglio di fare delle proposte a
riguardo. Sinceramente l’iniziativa m’è parsa un
po’ assurda. Sarebbe stato più giusto, da parte
della maggioranza, presentare perlomeno una
bozza su cui poterci poi confrontare insieme. E
invece, è passato più di un mese e ancora non si
è risolto niente. A questo punto o si riprendono
in mano gli interventi preparati dalla precedente
amministrazione oppure l’attuale maggioranza
dovrebbe presentare delle soluzioni concrete per
lo sviluppo del territorio”.
In sintesi, secondo lei, quali sono le priorità per
lo sviluppo di Cardito?
“In merito a questo punto, la mia idea è chiara:
se si vuole pensare sempre e solo ad una
cementificazione del dimenticando la scuola, la
cultura e il sociale, lo sviluppo e la legalità, il paese
non avrà mai un destino diverso da quello che si
prospetta ora. C’è bisogno di una ristrutturazione
globale di quello che già esiste a Cardito al fine di
rivitalizzare il paese – in particolar modo il centro
storico – e incentivare il ritorno di un commercio
sano”.
ELEZIONI POLITICHE 24 e 25 FEBBRAIO 2013
Vota
il committente: Roberto Galloro
al Senato
a
“Per il rilancio della Cass
”
del Mezzogiorno
aggio”
“Per una fiscalità di vant ale”
lid
so
o
“Per un federalism
www.listalavoroliberta.it
Barrare solo il simbolo
con TREMONTI Capolista
22 Febbraio 2013
Crispano - Caivano
Un’offesa alla città
15
Manifesto dell’amministrazione: “pacco
alimentare” in piena campagna elettorale
Il sindaco Carlo Esposito e l’assessore Vincenzo Esposito coi soldi del Comune sponsorizzano, guarda caso in
vista del voto alle Politiche, il “pacco alimentare” e lo giustificano come misura di contrasto alla povertà. Enzo
Cennamo (Grande sud): “Siamo alle solite, mortificano un intero paese per tentare di racimolare qualche voto”
di Pasquale Girone
CRISPANO – Il brutto vizio che puntualmente si manifesta in ogni campagna elettorale. E purtroppo non è un vizio solo degli
amministratori di Crispano. Si tratta di una
consuetudine, pessima, che coinvolge molti
politici dei paesi dell’area a nord di Napoli.
Ma Crispano, quando si parla di pessime abitudini, è sempre in prima fila. Riesce sempre
a fare scuola. E anche in questo caso non si
smentisce. Lo sanno tutti: da queste parti, in
tutta la provincia, c’è il “vizietto” disgustoso
di tentare di reperire il consenso speculando
sulla fame e sulla povertà di alcune famiglie
che vivono in condizioni davvero pessime.
Per chiedere il voto si presentano nelle case
con un pacco di alimenti. E’ inutile far finta
di non vedere, lo sanno tutti. A Crispano, in
occasione delle Politiche, la giunta guidata
da Carlo Esposito si è superata. Ha istituzionalizzato la pratica. E’ stato affisso in città,
guarda caso in piena campagna elettorale, un
manifesto firmato dal primo cittadino e dal
neo assessore Vincenzo Esposito. Di cosa
si tratta? Hanno pubblicizzato un’iniziativa,
quella del “pacco alimentare” ai nuclei fami-
liari indigenti. In piena campagna elettorale.
Un azzardo. Una vergogna. Non solo perché
si è in tempi di elezione, ma soprattutto perché non si tratta di una misura di contrasto
alla povertà ma di un’abitudine pessima che
offende la dignità delle persone, si sprecano
soldi cercando di macinare qualche clientela
e non si contrasta un bel niente. Perché un
pacco alimentare è acqua che non toglie sete.
Il becero assistenzialismo che ha garantito al
meridione anni di sottosviluppo e arretratezza.
Ecco perché il movimento “Progetto Crispano” e il partito “Grande Sud”, rappresentati
dal consigliere Enzo Cennamo, candidato alla
Camera nella lista meridionalista, ha affisso
un altro manifesto per sottolineare l’iniziativa vergognosa del nuovo esecutivo. “Guarda
caso – scrive nel tazebao – quest’iniziativa è
stata promossa durante la campagna elettorale per le prossime elezioni Politiche del 24
e 25 febbraio. Pacco elettorale. Progetto Crispano chiede la sospensione di questa attività
indecorosa e propone, a favore delle famiglie
bisognose, l’istituzione di un card personale
con un credito da poter spendere nei
negozi di Crispano”.
Il capogruppo Enzo Cennamo rincara
la dose: “In questa iniziativa c’è tutto
il male dell’amministrazione Esposito. Si mortifica un paese e ad ogni
occasione si pensa a spendere i soldi
dell’Ente non per creare sviluppo oppure per affrontare in maniera seria i
problemi, ma esclusivamente per tentare di racimolare qualche voto.
Se vogliono aiutare le fasce deboli
perché hanno bocciato la mia proposta che prevedeva la riduzione del 50
per cento delle indennità di sindaco e
assessori per destinare quei soldi, diverse decine di migliaia di euro, per
aiutare gli studenti universitari, per
sostenere le famiglie in difficoltà finanziando iniziative serie che possono creare sviluppo e occasioni. Quel
pacco è una vergogna e offende la
dignità di tutta la popolazione. Questa gente deve liberare il paese e le
istituzioni ostaggio di un gruppetto di
potere che antepone l’interesse privato a quello collettivo”.
A Caivano, nella zona “Scotta”
discariche di amianto e rifiuti
a cielo aperto
di Sossio Barra
CAIVANO - Il viaggio nelle periferie degradate di Caivano continua e lo scenario è sempre lo stesso. E’ la volta dell’area “Scotta”. E pensare che, a guardarla bene,
l’intera area è bellissima. Gli spazi circostanti sono coperti da immensi moggi di terra coltivati. Ma purtroppo,
a conti fatti, si tratta di un autentico inferno. A darci il
benvenuto sono le grosse quantità di amianto sparse ai
bordi delle carreggiate. Per non parlare di altri tipi di rifiuti che troviamo in avanti. Alla nostra sinistra c’è una
montagna di avanzi edili, di gomme, di televisioni. Non
manca niente. Persino rifiuti industriali. Un passante ci
guarda. E’ il signor Vincenzo. Ci saluta cordialmente
ed esclama: “Quest’area è completamente ricoperta da
spazzatura di ogni genere. Il sindaco Falco pensa esclusivamente a comporre nuove giunte ogni mezz’ora.
Non se ne può più. Il tasso di criminalità è aumentato
notevolmente negli ultimi anni. Eppure il nostro paese,
potenzialmente, potrebbe fare cose straordinarie. Perfino Alessandra Mussolini l’ha detto: queste sono terre
bellissime. Ed aveva ragione. Come si può non condividere? Perché dobbiamo annegare tra la “monnezza“ ?
Dobbiamo presumere che, per determinate quantità di
rifiuti scaricati, paghiamo una percentuale alla camorra? Ma non voglio nemmeno pensare che dietro tutto
ciò non ci sia lo zampino della criminalità organizzata.
Fortunatamente non scendiamo dalle nuvole. Poi spiegatemi il motivo per cui continuiamo a pagare la Tarsu.
A giugno sarà perfino sostituita dalla Tares. Altra tassa.
Altro denaro pubblico che non servirà a niente. Noi paghiamo ma la spazzatura ce la scaricano fin sotto casa.
Siamo una discarica a cielo aperto. La storia è sempre la
stessa”. Lo sfogo del signor Vincenzo sembra comprensibile. Andiamo avanti. Ci sono alcune case sparse qua
e là a dimostrazione che nella terra di nessuno anche lo
sviluppo urbanistico è stato lasciato per decenni nella
totale anarchia. Alcuni cani randagi cercano cibo tra i
rifiuti. Troviamo altre persone che fanno footing. Atleti
abituati a correre tra l’amianto e i rifiuti industriali. Si
sono talmente abituati che non ci pensano neanche più.
Più andiamo avanti e la fotografia è sempre la stessa: un
mare di spazzatura continua a farci compagnia. Proseguiamo oltre alcune rotonde. Ci sono alcuni cartelli. Segnalano direzioni per altri paesi. Acerra, Afragola. Altri
territori. Altri problemi. Altri fallimenti. Ad un tratto, a
sinistra, troviamo una piccola tribù di zingari. Con tanto di camper. Un piccolo paesello. Tutto loro. Vivono
emarginati dal mondo. Ovviamente igiene zero.
Ma questa è un’altra storia…
Scarica

con - NapoliMetropoli.it