2 Speciale elezioni Lanzotti (Grande sud): “Un Meridione positivo e protagonista” NAPOLI - Rilancio del Mezzogiorno, riduzione fiscale per le famiglie e per le imprese e valorizzazione dei cervelli. Parte da pochi punti, ma essenziali e concreti, la campagna elettorale di Stanislao Lanzotti, candidato alla Camera per Grande Sud alle prossime elezioni politiche. Un programma snello ma di grande sostanza, che ha l’ambizione di riportare equilibrio nel Paese attraverso una forza politica che possa “contrastare i partiti del Nord”, che respinge ogni forma d’assistenzialismo e che punta sul rilancio del Sud e di Napoli in particolare. Ci descrive sinteticamente i punti fondamentali del programma Grande Sud? “Guardi, la nostra proposta è interamente incentrata sullo sviluppo di un Sud positivo e protagonista della crescita economica e sociale dell’Italia, nella consapevolezza che la rinascita piena del Mezzogiorno, come afferma giustamente il Governatore Caldoro, rappresenta il rilancio dell’intero Paese. Nello specifico posso dirle che al centro del nostro programma c’è la riduzione fiscale per le piccole e medie imprese, il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione tecnologica, la creazione di maggiori opportunità lavorative, l’incremento dell’export e del turismo e la valorizzazione dei nostri cervelli. E’ assurdo che le nostre eccellenze debbano andare all’estero per trovare affermazione professionale”. Parlava di riduzione fiscale alle famiglie e alle imprese. Come pensa di attuare tutto questo? “Ci vuole concretezza, immediatezza e bisogna snellire la burocrazia. Il nostro impegno deve essere focalizzato verso e per l’aiuto alle imprese e magari anche alle persone fisiche che in questo periodo di crisi non sono riuscite a versare le imposte nei termini di legge. Tale aiuto potrebbe consistere nella cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora inflitti dalle cartelle esattoriali (Equitalia) a quei soggetti, che pur non essendo degli evasori fiscali, in quanto hanno dichiarato correttamente al fisco i propri debiti tributari, non sono riusciti ad effettuare tutti i versamenti nei termini di legge a causa delle difficoltà finanziare”. Sembra una buona idea. “Mi perdoni l’arroganza, ma lo è. La crisi economica ha generato molta incertezza tra i cittadini. Il nostro compito è quello di focalizzare l’attenzione sulle difficoltà del Terziario, delle piccole e medie imprese, attraverso vantaggi fiscali e politiche di sostegno per quanto riguarda anche le nuove assunzioni”. Alle prossime elezioni, Grande Sud farà parte dello schieramento di Centrodestra insieme alla Lega. Non crede che possa rappresentare un’incongruenza? “No, al contrario. Credo fermamente che vista la presenza della Lega in Parlamento ci voglia uno schieramento in totale contrapposizione, una forza in grado di poter bilanciare quel disequilibrio legato agli interessi che Laga vuole portare al Nord. Alle prossime elezioni il nostro popolo avrà il privilegio di poter scegliere parlamentari capaci di fare squadra e di imporre il Sud nell’agenda di governo, contrastando le lobby dei partiti nazionali e dei partiti del Nord e dando forza e rappresentanza alle istanze del Mezzogiorno”. 22 Febbraio 2013 Il confronto Savastano (Fratelli d’Italia): “Interpretiamo i bisogni dei cittadini” NAPOLI - Iris Savastano è dal 2011 impegnata politicamente come consigliera di Municipalità (VomeroArenella) ed è vicepresidente della Consulta delle elette del Comune di Napoli. È dottore di ricerca in Scienze del Turismo, indirizzo Manageriale, presso l’Università degli studi di Napoli Federico II e collabora con l’incarico di “Attività didattica integrativa” alle cattedre di Management e Marketing delle imprese turistiche e di Strategie e politiche di marketing. Ha preso parte a numerosi progetti di ricerca su “Sviluppo delle produzioni tipiche come fattori di attrattiva territoriale”; “Gestione delle imprese culturali e forme di innovazione”; “Sviluppo di forme di offerte sistemiche per la nascita di Sistemi Turistici Locali”. E’ autrice di molteplici articoli (libri e articoli su riviste nazionali ed internazionali) sul management e sulle strategie applicate al settore turistico (culturale, crocieristico, etc.) ed è vincitrice di un “Best paper awords”. Savastano, lei è candidata alla Camera nella lista di Fratelli d’Italia. Perché ha scelto il movimento di Meloni? “Sono una persona che ha voglia di realizzare importanti obiettivi per la Regione Campania, soprattutto con riferimento al possibile sviluppo che questa potrebbe avere sul piano turistico e, con questo partito, mi sento di poter ricominciare a sperare in un futuro migliore, fatto di politici che pensino al bene comune e non ai propri interessi. Un partito di persone libere, oneste e decise”. Cosa le fa credere che Fratelli d’Italia possa raggiungere un buon risultato alle Politiche? “Gli elettori sono ormai stanchi di gran parte del mondo politico che ci rappresenta e sono talmente intelligenti per non capire che troppi hanno paura di perdere la poltrona. In questo senso, Giorgia Meloni, la prima donna ad aver costituito un Partito, ha dato un giusto segnale: meglio perdere la poltrona che condividerla con persone con cui non si ha nulla da dividere. Lei voleva le primarie all’interno del Pdl, per fare in modo che non ci fossero le solite candidature calate dall’alto. Quando ha capito che non gliele avrebbero fatte fare, ha lasciato il partito “voglio il centrodestra che ho sempre sognato” ha detto la Meloni ed io rispondo “voglio essere fiera di appartenere al suo nuovo centrodestra nazionale”. Sono orgogliosa di appartenere alla sua squadra. Fa politica da vent’anni e, con il suo carisma e la sua energia, può restituire ai giovani la speranza di credere in un futuro migliore”. Le priorità del suo impegno politico. “Innanzitutto la cultura e poi lo sviluppo. Servono investimenti in Campania e in generale nel Meridione d’Italia per creare opportunità di crescita e quindi di occupazione. La classe politica per troppi anni non è riuscita ad interpretare i bisogni della gente mentre la prima mission di chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni è quella di capire, affrontare e risolvere i problemi in un’ottica di interesse generale. Fratelli d’Italia vuole radicarsi sui territori perché sosteniamo una politica che nasce dal basso, dove ogni cittadino è libero di esprimersi e libero di partecipare perché è dal confronto sano che si partoriscono importanti iniziative e progetti”. 22 Febbraio 2013 3 Il Pdl all’”Excelsior” Afragola A Napoli il Pdl prova la rimonta e si affida a Fulvio Martusciello Un grande successo di partecipazione la manifestazione organizzata dal consigliere regionale del partito di Berlusconi Fulvio Martusciello. Milleduecento persone hanno ascoltato gli interventi di Nunzia De Girolamo, Mara Carfagna, il coordinatore regionale Nitto Palma e il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. NAPOLI – Il Popolo delle libertà in Campania riparte dalla storia e dall’impegno di Fulvio Martusciello, consigliere regionale del partito di Berlusconi e fondatore di Forza Italia. In una campagna elettorale difficile dove il partito ha dovuto subire anche un’epurazione interna, mettendo fuori dalla lista i cosiddetti impresentabili, le sorti del Pdl sono state affidate a quei politici affidabili in grado di guidare la rincorsa al centrosinistra. Fulvio Martusciello, ancora una volta, si è messo a disposizione della causa, non si è tirato indietro chiamando tutti a raccolta a Napoli, all’hotel “Excelsior”. Sala stracolma di gente, oltre mille presenze ad ascoltare gli interventi dei leader regionali e nazionali. All’iniziativa promossa da Martusciello hanno partecipato Mara Carfagna, candidata capolista del Pdl alla Camera per Campania 2, Nitto Palma, coordinatore Pdl regionale e Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania. “C’è ancora un 30 per cento di indecisi - ha spiegato Carfagna - A loro dobbiamo dire che occorre votare per il Pdl per la buona politica che ha messo in campo”. L’entusiasmo cresceva con il passare dei minuti e in sala sono spuntati cartelli con scritto: “La rimonta siamo noi”. Intervento incisivo di Fulvio Martusciello che ha rilasciato a “Mosaico” alcune dichiarazioni. “L’Italia e in particolare il Sud devono affidarsi al centrodestra per evitare una deriva a sinistra che penalizzerebbe solo il nostro territorio e non aiuterebbe a risolvere i problemi della nazione. In Campania c’è già un esempio tangibile di buon governo, un esempio di politiche rigorose sul piano economico e di efficienza dell’amministrazione rappresentato dal governatore Stefano Caldoro, una figura che ha saputo rilanciare il centrodestra in Campania rappresentando un progetto di governo cre- dibile e che ha saputo, nonostante le difficoltà ereditate dalle passate gestioni delle sinistre, rappresentare il cambiamento e le istanze della collettività. Si programma il futuro, si programma la crescita e lo sviluppo dopo anni di fuga di giovani verso altre opportunità che qui Il Pdl del futuro non vengono offerte. Noi puntiamo - continua Fulvio Martusciello - a far rientrare in Campania quei giovani che sono andati via e che fuori hanno acquisito competenze che possono e devono essere usate qui”. L’obiettivo dichiarato è quello di portare nel centrodestra il 30 per cento degli indecisi che, numeri alla mano, risulta determinante per l’esito della campagna elettorale. Pure perché ci saranno pesanti ripercussioni sull’esito del voto, non solo politiche, ma molti si aspettano un assestamento da gestire proprio nella maggioranza che governa la Regione Campania. Fulvio Martusciello rappresenta in questo momento storico non solo l’anello di congiunzione tra il partito e il territorio, proprio perché si tratta di una figura di spicco che ha sempre mantenuto e coltivato i contatti col personale politico locale e con le sezioni attive nei diversi paesi. Rappresenta anche in seno al Consiglio una figura rappresentativa e autorevole che aiuterà il presidente Caldoro in un eventuale terremoto che potrebbe investire la maggioranza regionale, soprattutto nei rapporti con l’Unione di centro e tutta la galassia dei moderati che si rivedono nel centrodestra. Mentre sul piano amministrativo Martusciello ha raggiunto importanti risultati proprio nel settore dello sviluppo e delle Attività produttive. L’ultimo in ordine di tempo riguarda l’accordo sottoscritto a Roma, un contratto di sviluppo per la precisione, tra “Ema”, Europa microfunzioni spaziali, e “Invitali”. In conferenza stampa l’amministratore delegato di Ema, Otello Natale, ha sottolineato il clima di collaborazione con la Regione Campania, in particolare con il presidente Stefano Caldoro e con il consigliere regionale con delega allo Sviluppo economico Fulvio Martusciello. Quest’ultimo ha espresso “soddisfazione” per l’accordo firmato. “Si tratta di un’ iniziativa che sarà in grado di rimettere in moto un processo virtuoso basato su nuovi investimenti produttivi, ricerca e incremento dell’occupazione – sottolinea Martusciello -. Sono fondamentali per il raggiungimento di questo scopo le sinergie tra Regione e Invitalia”. la verità pezzo per pezzo diretto da Giovanni De Cicco Edito da “Associazione Mediterraneo e Città” sede legale Corso Meridionale, 69 - Afragola (Na) aut. del Trib. Napoli n. 54 del 13/07/2009 Direttore responsabile : Giovanni De Cicco [email protected] Periodico di attualità, cronaca, politica, approfondimento e sport. Progetto grafico studioocra comunicazione - [email protected] stampa Soc. Coop Grafica ETICA C.so Alcide De Gasperi - tel. 081.852.44.83 fax 081.852.48.55 - 80021 Afragola (Na) [email protected] Chiuso in tipografia il 21 febbraio 2013 4 La politica che non ti aspetti 22 febbraio 2013 Afragola “Rinascita” “scarica” Tuccillo e i “frondisti” del Pdl prendono le distanze da Nespoli Nel centrosinistra pesa la “gaffe” di Tuccillo alla prima uscita pubblica da candidato a sindaco. Pasquale Grillo: “Se si sentono autosufficienti possono correre da soli. Serve un sindaco che abbia vissuto le dinamiche locali e il territorio, ne sappia interpretare i bisogni e sappia cancellare quanto successo in questi anni”. Castaldo: “Non sosterremo Nespoli. Contestiamo metodi e scelte”. Fontanella (Pdl): “Carnevale non è il mio capogruppo” AFRAGOLA - La prima uscita di Tuccillo da candidato a sindaco è stata giudicata “infelice” dagli stessi esponenti del centrosinistra. Domenica mattina. Teatro “Gelsomino” di Afragola. Sul palco Gennaro Espero, segretario cittadino del Pd, il capolista del partito di Bersani alla Camera, Guglielmo Epifani, e Domenico Tuccillo. Tocca a quest’ultimo prendere la parola di fronte ad una platea attenta ed interessata più al discorso locale che nazionale. E Tuccillo, come spesso succede, non coglie l’attimo. Il solito pesce fuor d’acqua. Perde un’altra occasione per farsi apprezzare soprattutto da quelli che dovrebbero essere i suoi alleati privilegiati. Un concetto emerge con chiarezza e Tuccillo lo ribadisce a chiare lettere: “Il Pd è l’unico partito organizzato in città”, rimarcando il principio dell’autosufficienza dei “democrat”. In sala cala il gelo. Gli esponenti del centrosinistra iniziano a guardarsi negli occhi e la prima domanda che nasce spontanea è questa: “Ma Tuccillo fa sul serio oppure sta scherzando?”. No, purtroppo fa sul serio. Il candidato a sindaco del centrosinistra dice quelle cose consapevole che nessuno avrà la forza di scalzarlo, di bocciarlo al tavolo politico. Dice quelle cose nonostante sa bene che nel centrosinistra c’è un movimento che si chiama “Rinascita” che non è una semplice lista civica, con tutto il rispetto verso le liste che non rappresentano simboli di partiti nazionali, ma un’aggregazione politica che include la migliore tradizione del centrosinistra locale: la storia socialista e quella repubblicana che hanno scritto pagine importanti in paese. Immaginate, per un attimo, come si sono sentiti di Giovanni De Cicco Pasquale Grillo e Francesco Petrellese in sala. ùI vertici di “Rinascita” si sono sentiti offesi e in quell’occasione lo hanno anche sottolineato e mostrato a chi gli chiedeva dei pareri sulla “gaffe” di Tuccillo alla sua prima uscita pubblica dopo l’investitura democratica. Una polemica durata per giorni. L’entourage di Tuccillo ha accusato Grillo di aver dato addirittura una “spallata” al candidato a sindaco del Pd, dimostrando ulteriormente una prosopopea e un’arroganza che, da sole, basterebbero a chiunque per chiudere ogni discorso. Ma cosa si aspettava Tuccillo? Lui, dopo 5 anni di silenzi, su un piedistallo a teorizzare e tutti quelli che, invece, a differenza sua, sono stati in prima linea a difesa del territorio a battergli le mani? Altra dimostrazione di quanto il leader del centrosinistra sia lontano dal territorio e dalla realtà. E le dichiarazioni di Pasquale Grillo rilasciate a “Mosaico” chiariscono ulteriormente il quadro e mettono inevidenza aspetti che Tuccillo proprio non riesce a recepire; Tuccillo non riesce a recepire le istanze che arrivano dalla parte sana del centrosinistra. Il primo consiglio al leader del Pd? Non confondere un partito organizzato con un partito servo delle lobby. Sono due cose distinte e separate. La lezione di Grillo a Tuccillo: “Nessuna spallata a Tuccillo – spiega Pasquale Grillo, consigliere comunale e leader di Rinascita – il ragionamento resta coerente e chiaro con quanto ha sempre dichiarato il nostro segretario Antonio Cuccurese. Coalizione snella, liste pulite e senza ombre, programma ambizioso che punti ad uno sviluppo armonico del territorio e personale politico di qualità e si spera di quantità. Sul discorso di Tuccillo fatto al “Gelsomino” posso dire con grande tranquillità ed in piena trasparenza che così come si considerano negativi atteggiamenti autoreferenziali di singoli, è altrettanto da stigmatizzare ed è altrettanto negativo l’atteggiamento dell’autosufficienza. Se il Pd si sente autosufficiente ad Afragola può tranquillamente fare tutto da solo con tanto di in bocca al lupo. Rinascita ha un proprio candidato a sindaco che metterà sul tavolo politico e se non ci sarà intesa, così come prevede il punto 8 del documento che abbiamo sottoscritto, sarà indispensabile organizzare le primarie di coalizione”. Grillo non si nasconde ed affonda il colpo consapevole di avere dalla propria parte la storia e la coerenza. Tant’è che si tratta di uno dei pochi che nei 5 anni di governo Nespoli non si è mai tirato indietro ed insieme a Gennaro Giustino del Movimento per Afragola hanno rappresentato un argine insuperabile per il “sistema”. Nonostante le zone d’ombra del gruppo consiliare del Pd ed il silenzio, a tratti complice, proprio di Tuccillo. “Le preoccupazioni ci sono – continua Grillo – soprattutto legate al futuro sviluppo del territorio. Ci sono dei punti principali dai quali non prescindiamo pure perché la priorità è quella di cancellare le scelte del sistema Nespoli e pensiamo che questo percorso passi attraverso una persona che abbia vissuto il territorio, abbia vissuto un momento storico sul piano politico e amministrativo, conosca il contesto, conosca le scelte e l’accaduto affinché si possa porre un rimedio con consapevolezza e cognizione di causa. Se un sindaco non intercetta la dinamica, se non la si è vissuta e non la si comprende, il percorso sarà difficile e pieno di insidie. Rinascita vuole confrontarsi sul programma non per scrivere la lista delle ovvietà, come spesso accade, e scrivere una ricetta che vada bene per qualsiasi paese del mondo. Noi vogliamo sapere dal Pd come la pensa, ad esempio, sulla vera ricchezza di Afragola nei prossimi anni: i terreni attorno alla Tav. Quei lotti saranno messi sul mercato e sono i più appetibili perché parliamo 22 febbraio 2013 Afragola www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord di un’area altamente infrastrutturata. La vera sfida è questa: come pensiamo che la città debba crescere? Come pensiamo di sfruttare lo sviluppo di quell’area? Abbiamo la stessa idea di tutela del territorio che per Rinascita rappresenta un’altra priorità? Se non c’è unità su questi argomenti, su cosa e con chi dobbiamo confrontarci? Ho già litigato in aula con Nespoli proprio su questo argomento e la mia preoccupazione è che la nostra visione sia diversa anche da quella del Pd. Ecco perché da tempo chiedo che si affrontino questi tipi di argomenti Perché se non c’è intesa è inutile andare avanti e parlare del candidato a sindaco”. Un ragionamento di contenuto, di sostanza, di qualità, che entra nei particolari e con grande serenità, rileggendolo, Tuccillo potrebbe capire perché non rappresenta un sindaco gradito nemmeno al centrosinistra e allo stesso tempo percepire il pericolo che avvertono gli alleati del Pd su un pericoloso intreccio tra le scelte politiche del centrosinistra e le influenze di gruppi affaristici che non ruotano, certo, nel raggio d’azione di “Rinascita”. Tuccillo non è gradito e non è considerato nemmeno all’altezza del difficile compito che attende il “sindaco dell’alternativa” dopo le “trappole” messe dal sistema in ogni settore dell’Ente locale. Ecco perché Grillo preferisce un candidato a sindaco che ha vissuto il “quinquennio” da protagonista e lo conosca nei minimi particolari. Perché sarebbe ridicolo che prima di agire il nuovo sindaco debba perdere tempo per capire cosa è successo in quel settore. Per carità, i ragionamenti di Pasquale Grillo non faranno piacere non solo alle lobby del centrodestra ma anche a quelle che ruotano attorno ad una parte del centrosinistra e sponsorizzano da mesi proprio la candidatura di Tuccillo a primo cittadino. Ma se ne facciano una ragione perché il centro decisionale deve tornare nell’alveo naturale politico, senza intrusioni o imposizioni che “drogano” le partite al fine del soddisfacimento di interessi personali in danno di quelli collettivi. L’unica incertezza: bisognerà solo valutarese “Rinascita” avrà la forza, nel lungo periodo, di essere intransigente su un ragionamento che rappresentail verbo per chi intende salvaguardare il territorio da una nuova aggressione. Il centrodestra si spacca, Biagio Castaldo guida i “dissidenti” Se il centrosinistra naviga in pessime acque, figuriamoci il centrodestra di Vincenzo Nespoli. Oltre la candidatura a sindaco scontata del sindaco uscente, le evoluzioni interne non mancano. Primo punto: a sostegno del sindacosenatore del Pdl non scenderanno in lista né il vicesindaco Antonio Pannone, “usato” e “silurato” per la seconda volta, né l’assessore al Bilancio Angelo Capone. Due defezioni che parlano da sole. I due esponenti della giunta tirano le somme e non sono soddisfatti dei risultati raggiunti e dei metodi utilizzati in questi cinque anni dal leader della coalizione. Ecco perché pensano ad un centrodestra più sano, più moderno, vicino all’idea dei “dissidenti”. Un centrodestra rinnovato e rappresentativo di istanze collettive. Punto due: la fronda guidata da Biagio Castaldo, presidente del Consiglio, ha perso, invece, Mario Carnevale, candidato alla Camera nella lista “Grande sud” ma tornato immediatamente sotto la protezione di Nespoli. Tant’è che non si sta nemmeno impegnando nella campagna elettorale. Tranne Carnevale, con Castaldo sono schierati tutti gli altri: Domenico Polito, assessore sospeso e candidato al Senato sempre con “Grande sud”; l’assessore Tommaso Bassolino e il consigliere Cristina Acri. I “frondisti” si sono incontrati con gli esponenti dei partiti di centro, Fli e Adc in particolare, mettendo sul tavolo la candidatura a sindaco di Castaldo. Senza, però, trovare convergenze. Parlano, comunque, di tre liste civiche a sostegno del presidente dell’Assise e lavoreranno in queste settimane per ampliare la coalizione anti Pdl. Lo spiega a chiare lettere proprio Biagio Castaldo che, finalmente, esce allo scoperto. “Se volevamo sostenere ancora Vincenzo Nespoli – dichiara Castaldo – non assumevamo certo la posizione netta di distanza dal Pdl locale e dalla maggioranza. Noi quattro (Castaldo, Polito, Bassolino e Acri, ndd) siamo uniti e la pensiamo allo stesso modo. Ci chiedono segnali chiari? E cosa devo fare ancora? Negli ultimi 4 consigli comunali non ho votato con la maggioranza e per di più non ho votato il bilancio. Più chiaro di così? Non ci rivediamo nel Pdl locale e contestiamo la gestione del partito e dell’amministrazione perché in cinque anni hanno mortificato la partecipazione e un’indispensabile principio della democrazia: la condivisione. In passato ho quasi sempre votato insieme alla maggioranza solo per rispettare il mandato elettorale e tenere fede alla volontà popolare ma nelle sedi politiche ho sempre fatto sentire il mio dissenso, la mia voce, contestato i metodi utilizzati e le scelte intraprese che non hanno garantito l’interesse pubblico. Ecco perché abbiamo preso le distanze e non sosterremo alle Comunali Vincenzo Nespoli. Non è una questione personale ma politica, di metodo e di contenuto. Per rimarcare la mia distanza dalla maggioranza non servono le dimissioni da presidente del Consiglio. Sono stato 5 votato dai consiglieri, rappresento l’istituzione e lo farò, come uomo di garanzia, fino alla fine. Altra cosa sono gli atteggiamenti e le scelte politiche che, come ho spiegato e dimostrato, vanno in netta antitesi col centrodestra di Nespoli”. Castaldo parla a nome dei “dissidenti”, come detto, tranne Carnevale. C’è un problema. Quest’ultimo, Carnevale appunto, è vero che è tornato all’ovile ma in piena campagna elettorale non può certo cancellarsi dalla lista di “Grande sud”. E questo comporta problemi anche all’interno del Pdl. “Carnevale può andare avanti e indietro – spiega Nicola Fontanella, consigliere comunale del Pdl – indietro e avanti, è libero di farlo. Ma il dato certo è che non può fare il capogruppo del Pdl. Non ha la credibilità necessaria per ricoprire quest’incarico. Di sicuro, anche se è tornato di nuovo indietro, non sarà il mio capogruppo. Non mi rappresenta e non lo riconosco. La politica non ha più regole. E devo ricordare che già all’inizio, anni fa, ero contrario alla nomina di quel capogruppo. Bisogna fare chiarezza così come bisogna ricostituire l’ufficio di presidenza del Consiglio. Manca il vicepresidente e non è possibile che il consigliere Fusco si sia dimesso dall’incarico per entrare in giunta, Aniello Silvestro abbia rifiutato la vicepresidenza, il consigliere Cinquegrana non se la sente di occupare quella poltrona e puntualmente, quando manca Castaldo, i lavori dell’Assise devono essere diretti proprio da Carnevale. Bisogna intervenire nel rispetto delle istituzioni”. Insomma, nessuno vuole Carnevale. Dal sindaco al capogruppo: il Pdl locale ha fatto davvero una brutta fine. La faccia della politica che nessuno vorrebbe mai vedere. 6 L’editoriale 22 febbraio 2013 Afragola La “coppia di fatto” che guida la “restaurazione: le matite degli elettori i veri anticorpi… Riflessione del direttore Giovanni De Cicco sui primi due nomi dei candidati a sindaco che si fronteggeranno alle prossime elezioni Comunali: Vincenzo Nespoli per il centrodestra e Domenico Tuccillo per il centrosinistra. Storie e obiettivi comuni che la città ha la possibilità di bocciare. Afragola non può tornare venti anni indietro… di Giovanni De Cicco AFRAGOLA – Tutto come previsto. La presentazione delle liste in vista delle elezioni Politiche e i risvolti a livello locale avrebbero chiarito il quadro in prossimità della campagna elettorale Amministrativa. Lo avevamo scritto e così è stato. Le danze ad Afragola inizieranno, in concreto, appena dopo il voto del 24 e 25 febbraio. Adesso i partiti e i soggetti in campo scaldano i motori e stanno definendo il quadro entro cui, poi, dovranno agire. Gli elementi di analisi oggettiva ci sono e preoccupano quelli che pensavano ad una rinascita della città dopo i 5 anni del “sistema Nespoli”. Perché preoccupano? Perché si rischia di cambiare tutto per non cambiare niente. La città come una dama e i partiti e i candidati al civico consesso semplici pedine che la “regia ventennale” muove per tutelare sempre le stesse lobby, lo stesso apparato di potere, con le stesse logiche, gli stessi personaggi, le stesse regole, lo stesso pessimo modo di amministrare. E anche su questo siamo stati profeti. Vent’anni di fallimenti rappresentati dalla “strana coppia”, Vincenzo Nespoli e Domenico Tuccillo. Centrodestra e centrosinistra. Hanno fallito al governo, hanno fallito all’opposizione e adesso preparano la restaurazione. Ognuno nel proprio campo ma con un patto non scritto: nulla in questo paese deve cambiare. Perché gli interessi sono tanti, le lobby fanno pressione. Parliamo di gruppi di potere organici alla classe politica, imprenditori che hanno contribuito a scrivere il fallimentare “ventennio”. Finanziano, si mescolano tra la classe dirigente, militano nei partiti, impongono scelte e strategie che nelle riunioni ufficiali vecchi e giovani politici si ritrovano semplicemente a ratificare. Senza nemmeno avere la forza e il coraggio di dissentire. Un meccanismo oliato, rodato: c’è chi partecipa alle farse per consumare la prassi, sapendo come stanno le cose, e chi semplicemente consuma un rito per giustificare una partecipazione che ad Afragola non esiste. Il risultato? Vent’anni indietro. Vincenzo Nespoli contro Domenico Tuccillo. Nessun tavolo politico ha stabilito questo. Non ci sono ancora alleanze scritte. Nessuno si è confrontato ancora sui programmi. La stragrande maggioranza dei partiti e dei candidati al Consiglio in grado di spostare migliaia di voti, e quindi di determinare l’esito delle elezioni, non sanno nemmeno dove saranno collocati alle Amministrative. Nel centro, nel centrosinistra, nel centrodestra, a sinistra, nello schieramento dei “dissidenti” del centrodestra. Regna caos e confusione. Eppure Vincenzo Nespoli e Domenico Tuccillo sono i candidati a sindaco dei rispettivi schieramenti. Vent’anni dopo, sempre la stessa partita. Hanno scelto un percorso comune. Il primo, Vincenzo Nespoli, non ha avuto la candidatura al Senato. E’ stato giudicato “impresentabile”. Ed ha ripiegato sulla candidatura a sindaco, magistratura permettendo. Non si è confrontato con nessuno. Nemmeno coi suoi. Pochi giorni prima che le liste per le Politiche fossero presentate, aveva ufficializzato Antonio Pannone come suo successore. Lo ha tolto dal tavolo, si è ricandidato a primo cittadino e non ha avvertito nemmeno Pannone. Se n’è fregato di Biagio Castaldo, presidente del Consiglio, che ha annunciato la propria candidatura a sindaco anche ai partiti di centro presentando a suo sostegno tre liste. Nespoli ha deciso: “Il sindaco sono io”. Chi lo ama o spera di ricevere qualche prebenda lo seguirà in silenzio. Chi non ci sta potrà andare tranquillamente via dal centrodestra. Allora i singoli candidati al civico consesso fanno ragionamenti in ottica personale ed utilitaristica. Sceglieranno all’ultimo momento e si collocheranno dove conviene di più. Portatori di voti, semplici “capielettori” che si atteggiano a leader ma che non hanno nemmeno la forza di incidere sui processi e sulle decisioni. Dato certo: Nespoli guiderà il centrodestra. Lo stesso percorso lo ha fatto Domenico Tuccillo nel centrosinistra. Lui ha deciso, lui si è candidato a sindaco senza che sia mai arrivato nemmeno sul tavolo politico della coalizione che lo dovrà sostenere: gli ex Idv, Rinascita, Pd e Gd. Proprio così. Sul tavolo non è mai arrivato. I partiti non hanno sancito né l’alleanza né il programma. Discutono, perdono nottate a “masturbarsi” la mente e Tuccillo si candida a sindaco. Chi non ci sta può andare via dal centrosinistra. Nel centrodestra nessuno avrà la forza, tranne i magistrati, di mettere in discussione Nespoli. Nel centrosinistra non c’è nessuno che ha la forza di mettere in discussione la leadership di Tuccillo. Si dovranno accodare. Parleranno di scelte condivise, di proget- ti, di ideali, di alleanze, di programmi. Semplici bambini che giocano a fare i leader di partito. I centri decisionali sono altrove. Il leader del centrodestra è già partito con una campagna di affissione di manifesti in città con liste civiche comunali: dal “cantiere” alle “tre fragole” per Nespoli. Il leader del centrosinistra ha già fatto pure la sua prima “uscita pubblica” da candidato a sindaco: il convegno elettorale del Pd alla presenza di Guglielmo Epifani. Cosa ha detto? Ha fatto capire, con arroganza, giusto per chiarire le idee a quelli che dovrebbero sostenerlo, che il Pd è autosufficiente. Ha scelto e gli altri si dovranno adeguare. Poi, dopo 5 anni, tanto per rimarcare solo in campagna elettorale una diversità dal centrodestra di Nespoli, Tuccillo ha spiegato che l’attuale sindaco è inquisito e vanta una richiesta d’arresto. Cose vecchie che, ormai, non fanno nemmeno più notizia. Soprattutto se queste cose le ripete ora Tuccillo dopo 5 anni di silenzio. Nessuno nel centrosinistra si è indignato. E chi si è indignato lo ha fatto per salvare la faccia. Ma tutti risponderanno alla chiamata, nel centrodestra e nel centrosinistra. Eventuali emorragie di singoli non faranno rumore. Il dissenso al sistema “Nespoli-Tuccillo” potrà iniziare a far paura esclusivamente in un caso: se al di là dei due 22 febbraio 2013 Afragola www.napolimetropoli.it - il portale “all news” dell’area nord blocchi si riuscirà a creare una coalizione forte con un candidato a sindaco rappresentativo. Diversamente sarà “pampuglia” e le lobbytireranno un sospiro di sollievo. Proprio come hanno fatto negli ultimi venti anni. Nespoli ad imporre linea e candidati al centrodestra. Tuccillo ad imporre linea e candidati al centrosinistra. La città ne ha viste di tutti i colori: scioglimenti anticipati, scioglimenti degli organi elettivi per infiltrazione della camorra, consiglieri in manette, un ricambio generazionale di classe dirigente che ha sostituito la “vecchia scuola politica afragolese” con “new entry” “controindicate”. La politica ha lasciato il posto all’affarismo spregiudicato e all’amministrazione “border-line”. Non ci fossilizziamo solo sugli ultimi cinque anni ma facciamo uno sforzo per confrontare i 5 anni di Nespoli a capo del centrodestra coi 5 anni dell’ultimo sindaco di centrosinistra, Santo Salzano, altra invenzione di Mimmo Tuccillo. E guarda caso oggi schierato a sostegno del sindaco-senatore del Pdl. Un confronto. Ricordate le polemiche che in questi 5 anni hanno caratterizzato l’amministrazione di centrodestra? I concorsi al Municipio e la cattiva gestione degli appalti e dei servizi municipali. Chi ha memoria ricorderà: concorsi e gestione degli appaltie dei servizi municipali finiti sott’accusa durante l’amministrazione Salzano. L’attuale sindaco-senatore e la sua squadra di consiglieri e dirigenti sono stati accusati di “frequentazioni pericolose”. Stesso scenario che ha caratterizzato la polemica negli anni di Salzano. E le pagine dei giornali dell’epoca sono lì a testimoniarlo. Per non parlare delle speculazioni edilizie. Stessi metodi, stessi valori, stesso modo di amministrare. Oggi come ieri. Lo dice la storia. Ecco perché la vera sfida in questo momento storicoè un’altra. Di fronte ci sono due conservatori: Vincenzo Nespoli e Domenico Tuccillo. Dall’altra parte c’è la città e una classe politica, entrambi di fronte ad un bivio: percorrere un itinerario di modernità oppure attestare il fallimento di tutto quello che è stato partorito negli ultimi venti anni “dall’intellighentia”, dalla politica, dal sociale, dal mondo delle professioni e dalla sana classe produttiva. Nespoli e Tuccillo rappresentano proprio questo. L’intera classe politica non può sottrarsi a questa analisi. Non può sottrarsi a questo giudizio. Inesorabile. Così come la cittadinanza non può rassegnarsi a logiche che impediscono lo sviluppo, la condivisione, la partecipazione. Gli elettori non possono svendere il territorio ad una massa di falliti che mentre attesta il proprio fallimento non ha nessuna voglia di ritirarsi. I cittadini questa volta non avranno scuse e se sbagliano non avranno nemmeno il diritto di lamentarsi. Il destino, nonostante tutto, è nelle loro mani. E’ nella loro mano. Quella che impugnerà la matita nel seggio elettorale. Due le tappe fondamentali soprattutto per tentare in extremis di scongiurare il successo della “coppia di fatto” Nespoli-Tuccillo. E’ evidente che nel centrosinistra l’ex parlamentare della Margherita si intesterà il risultato delle Politiche. Se il Pd, col vento in poppa a livello nazionale, raggiungerà una soglia vicina al 35 per cento, tanto per stabilire un criterio di ragionamento, nessuno potrà mettere in discussione Tuccillo. Se, invece, le cifre continueranno a mantenersi sui minimi storici, com’è stato per la Provincia e la Regione, Tuccillo sarà il primo responsabile della “deriva” democratica. E dovrà fare i conti con l’ennesima “debacle”. Quindi, “pesate” il voto e ragionate prima di entrare nella cabina. Ragionate ogni volta che entrate in quella cabina. Tanto poi arriverà il momento delle Comunali. E la “coppia di fatto”, se avrà il coraggio di presentarsi ai nastri di partenza,potrà essere punita solo dalle vostre matite. Da non svendere in cambio del “solito” pacco di pasta, olio, caffè, zucchero, qualche salame o di qualche bigliettone da cinquanta euro. E l’appello va proprio a quei rioni di frontiera dove la crisi si fa sentire più che in ogni altra parte della città ed è facile per gli “accattoni” della politica trovare terreno fertile per speculare sulla povertà della gente. Fino ad oggi hanno comprato il voto. Non a caso da vent’anni a questa parte la città non riesce ad esprimere il proprio potenziale. Lo sanno tutti. Anche questa è storia e pure questa senza distinzione di colore politico. Dalla prossima elezione dimostrate che non solo non potranno comprare i voti ma nemmeno la dignità. Dimostrate nella cabina che Afragola vuole cambiare e non tornerà vent’anni indietro per rivivere un film di degrado, di commistioni e di illegalità. Afragola ha l’opportunità di dimostrare che in vent’anni non è tutto da buttare e che in città ci sono energie in grado di guidare il rinascimento. Una vera rivoluzione democratica. Tuccillo e Nespoli, la “coppia di fatto”, si tenessero pure la restaurazione. Consapevoli che i conti si fanno sempre alla 7 fine. Ed alla fine è la città che sceglie.La restaurazione da una parte (Nespoli-Tuccillo), la voglia di ribellarsi e di affermare legalità, meritocrazia e sviluppo dall’altra. Sulla carta non ci dovrebbe essere partita. E ricordate: ogni popolo ha il governo che si merita. Quindi, meditate e scegliete in libertà. Tanto nessuno, se proprio non lo ha capito in venti anni di vissuto, potrà dire di non essere stato avvisato… L’impegno giovane: Antonio Caiazzo organizza il comitato per il Pdl AFRAGOLA – La parte sana del centrodestra locale si mobilita in città per garantire un apporto al presidente Silio Berlusconi. La nota positiva, anche in ottica locale, arriva da una delle facce pulite, da una giovane professionalità che si è rimboccata le maniche e vuole partecipare in prima persona alla rinascita di Afragola e del centrodestra cittadino: l’ingegnere Antonio Caiazzo, figlio dell’ex sindaco Roberto. Il giovane professionista è il referente del comitato elettorale del Pdl inaugurato l’altro giorno in viale Sant’Antonio, alla presenza del vicepresidente nazionale di “Giovane Italia”, Armando Cesaro, e del consigliere regionale del Pdl, Michele Schiano di Visconti, anche presidente della commissione Sanità della regione Campania. Una manifestazione partecipata che ha visto la presenza di volti nuovi, non le solite facce di apparato; professionisti, giovani, imprenditori e tanta gente comune che ha voglia di impegnarsi in politica. “Il comitato – spiega Caiazzo - va nell’ottica di garantire sempre partecipazione dei cittadini e soprattutto rappresenta un contributo fattivo affinché ad Afragola si rinnovi e si ricomponga il centrodestra perché il territorio ha bisogno di energie, di idee, di professionalità, di impegno, di partecipazione, di sacrificio e di meritocrazia. Ed in quest’ottica inquadro la mia attività quotidiana. Anche alle prossime elezioni Afragola dimostrerà di essere un paese con una vocazione moderata lontano da quelli che io definisco i riciclati della sinistra”. 8 Sempre e solo sprechi 22 febbraio 2013 Afragola Fanno campagna elettorale coi soldi del Comune. Ecco come fanno lavorare la “tipografia del Pdl” Al “Gelsomino” le maggiori cariche istituzionali del Pdl. Si parla di Tav in piena campagna elettorale. Per l’azione di promozione, il sindaco spende circa 10mila euro. E compra spazi addirittura su giornali nazionali. La storia dell’opuscolo sui Servizi sociali. Altra propaganda coi soldi pubblici al centro di una “gaffe”. Prima bandiscono la gara d’appalto, ritirano le offerte, rispedite al mittente perché si decide di affidare la fornitura alla “tipografia ufficiale” del Pdl afragolese… AFRAGOLA (giodeci) - Inizia la campagna elettorale. Nel caso di Afragola si tratta di un doppio appuntamento: le Politiche, agli sgoccioli, e quella Amministrativa di fine maggio. Il Partito democratico ha ospitato, tanto per fare un esempio, ad Afragola il capolista alla Camera Guglielmo Epifani. Lo ha presentato al teatro “Gelsomino” ed ha sostenuto una spesa di mille e duecento euro versati al Comune. Legittimo. Anche se esagerato per una manifestazione politica. Il sindaco Vincenzo Nespoli, invece, giovedì 21 febbraio, a tre giorni dal voto, organizza un convegno in città che prevede tre interventi: il suo, quello dell’avvocato Antonio Pentangelo, presidente facente funzioni della Provincia di Napoli del Pdl e Stefano Caldoro, presidente della Regione sempre Pdl. Si parla della Tav, si discute della stazione dell’Alta velocità. Un argomento mai trattato in consiglio comunale, nonostante i gravi ritardi. Che stanno facendo diventare di attualità lui e Domenico Tuccillo, dimenticando le loro responsabilità politiche e gestionali. Un convegno che nei fatti è un appuntamento elettorale, la classica passerella politica organizzata sotto forma di manifestazione istituzionale. Perché? Semplice. Si risparmiano i soldi in quanto tutto è a spese dei cittadini. Tutti radunati al “Gelsomino”, a pagare i contribuenti afragolesi. Mentre il Pd paga mille e duecento euro per usufruire in campagna elettorale del teatro, gli esponenti del Pdl, in una fase di reperimento del consenso, organizzano un evento ad Afragola sfruttando la veste istituzionale e sfruttano il teatro coi soldi dei cittadini. Li prendono dalle casse della collettività. Una scelta di pessimo gusto e discutibile. Soprattutto in tempi di crisi, di tagli e di sacrifici richiesti alle famiglie. Pure perché non parliamo solo dell’uso del teatro. Potrebbe pure passare. Ma addirittura il Comune, per pubblicizzare questo evento, ha pagato sempre coi soldi degli afragolesi la pubblicità dell’iniziativa acquistando spazi su quotidiani nazionali, anche on line, ha provveduto alla stampa e affissione di manifesti, alla stampa di inviti formato “brochure” e come se non bastas- se anche i manifesti 6 metri per 3 metri, su i mega tabelloni dislocati in diversi punti della città. Nespoli non si è fatto mancare nulla. C’era proprio bisogno di questi altri sprechi ed è proprio necessario che per far uscire il nome di Nespoli sui quotidiani nazionali i cittadini gli debbano pagare una inutile pubblicità per fini politici e di propaganda in piena campagna elettorale? La spesa complessiva si aggira attorno ai 10mila euro. Non è finita qui. Il dirigente Maria Pedalino, il cui concorso di stabilizzazione presso l’Ente locale è finito nel mirino della magistratura in quanto Biagio Montefusco di Fli ha presentato un esposto in Procura, firma una determina. Approva la stampa di 20mila opuscoli da distribuire in città: “Guida ai servizi sociali”. La determina affida la fornitura alla tipografia “Tuccillo”, guarda caso la tipografia “ufficiale” del Pdl afragolese e del sindaco Vincenzo Nespoli. Nessuno maligni. Per carità. La questione è un’altra e non crederete a quanto successo. Senza, ovviamente mettere in discussione la professionalità dell’impresa in questione. In realtà, la determina della Pedalino, ossia l’affidamento diretto della fornitura a “Tuccillo”, arriva solo dopo che il Municipio ha bandito una gara d’appalto ed ha ritirato in busta sigillata i preventivi di altre aziende tipografiche. Sapete che è successo? Appena al Comune hanno capito che si creava una competizione, elemento vantaggioso per l’Ente perché si tratta di affidare la stampa dell’opuscolo a chi offre a pari caratteristiche un prezzo migliore, ha mandato le offerte sigillate indietro. Preferendo l’affidamento diretto. E indovinate cosa è successo ancora? Un tipografo ha conservato, senza aprirla, la busta restituitagli dal Municipio e contenente ancora l’offerta sigillata. Non l’ha aperta per conservare una prova ma ha reso pubblica l’offerta. A “Tuccillo” hanno affidato direttamente la stampa con un costo complessivo di 60 centesimi a copia sulla base di un’altra gara che, però, non prevedeva la stampa del libretto dei Servizi sociali con quelle caratteristiche. Parliamo di ventimila copie per una spesa di 14mila 520 euro. Il concorrente “scartato” era pronto, invece, a stampare quei opuscoli, con le stesse caratteristiche, al costo di 39 centesimi. Quasi la metà. I cittadini avrebbero risparmiato ma, come si evince, non era questo l’obiettivo degli amministratori. Senza dimenticare che si tratta di un’altra iniziativa di propaganda, sempre durante la campagna elettorale, finanziata coi soldi dei cittadini. Buon voto. Il capogruppo consiliare avv. Nicola Perrino e la Direzione locale dell’UDC invitano i cittadini a votare alla Camera l’Unione di Centro e al Senato Lista Civica Con Monti per l’Italia 22 febbraio 2013 Il confronto Il sistema non si smentisce 9 Adesso vogliono cacciare la segretaria: garantisce la legalità e con Nespoli non va d’accordo… Lettera congiunta di Lea Baron e di Vincenzo Nespoli al Ministero degli Interni per chiedere la nomina di un altro segretario. “Il rapporto si è incrinato irrimediabilmente così come è venuta a mancare la fiducia reciproca”. Ma nessuno spiega i motivi alla base della rottura. Nessuno lo deve sapere… AFRAGOLA – Cose dell’altro mondo. Anzi, cose del sistema afragolese. Fatti che non si sono mai verificati in tutta la storia politica e amministrativa locale per contenuti, per come sono maturati e per come vengono gestiti. E tutto questo accade nell’assordante e sconcertante silenzio dei consiglieri e degli assessori del centrodestra. Ogni settimana si alza sempre più il tiro. Questa volta a finire sotto i riflettori è la segretaria comunale Lea Baron. Il “notaio” del Comune. Baron se ne vuole andare da Afragola. E per farlo ha dovuto sottoscrivere una lettera, firmata anche dal sindaco-senatore Vincenzo Nespoli, indirizzata al Ministero degli Interni e alla Prefettura. L’oggetto lascia tutti con gli occhi spalancati e senza parole: “Richiesta di cessazione anticipata dell’incarico di segretario dalla sede di segreteria di Afragola”. Il contenuto, poi, lancia l’ennesimo pesante allarme su quanto successo e sta succedendo al Municipio. “Premesso che – scrivono la Baron e Nespoli nella missiva – tra il sindaco del Comune di Afragola e il segretario comunale, dottoressa Lea Baron, è venuto, già da tempo, ad incrinarsi irrimediabilmente il legame di fiducia sul quale si è basata la scelta da parte del sindaco e l’accettazione della nomina da parte del segretario; tale situazione di incompatibilità comporta per entrambe le parti la mancanza e l’impossibilità di accordo e di dialogo, determinando un’incompatibilità insanabile. I sottoscritti Vincenzo Nespoli e Lea Baron chiedono congiuntamente la cessazione dall’incarico presso la sede di segreteria del Comune di Afragola della dottoressa Baron”. Parole che non possono passare inosservate pure perché presagiscono un quadro non chiaro che si presta a molteplici interpretazioni. In questo passaggio della lettera, Nespoli e Baron parlano di un “rapporto che si è incrinato irrimediabilmente così come è venuta a mancare la fiducia reciproca”. Legittimo. Manca un passo importante: i motivi. La missiva non ha alcuna motivazione. In un clima di emergenza democratica, con gli scandali che sono scoppiati in città e che hanno coinvolto il sindaco, i dirigenti e gli amministratori; con l’opposizione che ha denunciato alla Procura diversi atti mettendo in dubbio la legalità dei procedimenti; con gli appalti annullati da organismi sovracomunali che hanno fatto prefigurare addirittura “vestiti su misura” per determinate imprese; sarebbe legittimo e corretto capire quali sono i motivi della rottura tra il sindaco e il “notaio” dell’Ente locale. Pure perché, guarda caso, di Giovanni De Cicco questa lettera nasce dopo un’altra denuncia alla Procura della Repubblica presentata da Biagio Montefusco sui concorsi per dirigenti svolti al Municipio “in spregio alla legge”. C’entrano qualcosa i concorsi, gli appalti, le assunzioni, e, soprattutto i contratti con la mancanza di fiducia reciproca tra il primo cittadino e la segretaria Baron? Domanda che non può restare senza risposta. Dubbi, pesanti, che non possono rimanere tali perché gettano ancora ulteriori ombre su un’attività amministrativa e dei dirigenti municipali che si fonda sistematicamente sul principio delle forzature di fronte a quanto prevede la legge. Insomma, è possibile sapere quando si sono rotti i rapporti, su quali argomenti e soprattutto se si tratta di questioni di legalità che riguardano delibere approvate dal consiglio o dalla giunta? Si può sapere cosa è successo di tanto grave al punto da determinare una rottura insanabile tra Nespoli e Baron che nemmeno il Ministero degli Interni e la Prefettura di Napoli possono sapere o devono sapere? Si badi bene. Non si parla di questioni personali ma di attività pubblica, di amministrazione pubblica, di soldi pubblici, di decisioni che dovrebbero garantire l’interesse collettivo. E, almeno nel rispetto del principio della trasparenza, non è possibile nascondere ai consiglieri, ai rappresentanti delle istituzioni locali e alla gente eventi gravi perché le istituzioni locali devono sapere, la gente deve sapere. E se c’è qualcosa di grave, la Procura della Repubblica deve sapere. Infatti, aldilà di ogni elucubrazione o cattivo pensiero, restano i fatti che non possono essere cancellati. L’opposizione prende posizione senza esitazioni e senza peli sulla lingua. “Prendiamo atto dell’ennesima grave situazione che continua ad alimentare un clima di sospetti su un sistema di governo fallimentare e che considero nella migliore ipotesi border line – spiega Gennaro Giustino, consigliere del Movimento per Afragola – dalla mia esperienza e intensa attività consiliare posso testimoniare che la segretaria comunale Lea Baron ha sempre rappresentato una figura super partes garantendo, anche con pareri espressi in aula, la legalità e le istituzioni. Ecco perché quando nella lettera si scrive che è venuta meno la fiducia tra il sindaco e Baron, quando leggo che i rapporti si sono incrinati, le preoccupazioni sono serie in quanto, come detto, la segretaria ha sempre garantito il rispetto della legge e delle istituzioni. E nonostante questo l’amministrazione e la maggioranza hanno proseguito pure contro la volontà del notaio del Comune. Si deve fare chiarezza e sinceramente spero che al Municipio e per il bene di Afragola il Ministero faccia restare la segretaria Baron e cacci Nespoli perché in questa città serve legalità non chi la mortifica, la calpesta e pensa di essere più forte dello Stato”. Le parole di Giustino non arrivano a caso. Un esempio su tutti: seduta di consiglio comunale. Una delibera all’ordine del giorno. Scontro tra maggioranza e opposizione su leggi, regole e procedure. Si chiede il parere della segretaria che arriva e sconfessa la linea del primo cittadino Enzo Nespoli. La reazione pubblica del sindaco: “Dopo che il nostro oracolo ha parlato andiamo avanti”. Insomma, nonostante la segretaria si fosse espressa, la maggioranza e l’amministrazione andarono avanti fregandosene del parere di Lea Baron. Altro esempio. Un amarcord. Approfittando dell’assenza della segretaria, per malattia, al Municipio arriva un suo sostituto temporaneo che in soli 15 giorni riesce a firmare tutto quello che Baron non teneva sospeso in attesa di chiarimenti e documentazioni: ben 19 contratti. In 15 giorni il sostituto firma i contratti e prima di andare via ottiene in due giorni pure la determinazione della liquidazione per compensi oltre 20mila euro. Per la Baron, invece, l’attesa era di diversi mesi. Sarà un caso? Ecco perché la segretaria non è un oracolo, come dice Nespoli, ma semplicemente una figura di spessore che ha sempre difeso la legalità e col suo comportamento ha garantito le istituzioni. Infatti, da Afragola se ne deve andare. Anzi, la vogliono cacciare. 22 febbraio 2013 Frattamaggiore Intervista a Nicola Marrazzo 11 “I Moderati non hanno partecipato a riunioni sulla crisi amministrativa” Il leader del nuovo gruppo politico, che si rivede nel centrosinistra, parla ad ampio raggio dei problemi politici nazionali e territoriali con attente osservazioni sul “caso Frattamaggiore” e sulla crisi costante che attanaglia la seconda consiliatura guidata dal sindaco Francesco Russo FRATTAMAGGIORE - In questo momento particolare, in prossimità del voto Politico, alle elezioni politiche, è intervenuto l’onorevole Nicola Marrazzo, consigliere regionale molti influente non solo a Frattamaggiore ma in tutta l’area a nord di Napoli. Nonostante la sua personale assenza dalla competizione elettorale apre un interessante dibattito sui territori con riflessioni che invitano ad un’attenta analisi. Onorevole Marrazzo, sentiamo parlare da più parti che il quadro politico che verrà fuori dalle consultazioni del 24 e 25 febbraio molto probabilmente non permetterà la governabilità alla coalizione di centrosinistra che presumibilmente è in vantaggio con risvolti nazionali che influiranno sull’assetto politico italiano e quindi locale. Che ne pensa? “Ritengo che la coalizione di centrosinistra sicuramente vincerà le prossime elezioni Politiche; non credo però che la governabilità sia allo stesso modo così scontata, anche perché c’è stata una balcanizzazione delle coalizioni e quella che è la madre di tutti i problemi, e cioè la legge elettorale, doveva favorire un sistema maggioritario ed invece ha determinato la nascita di ben cinque coalizioni. In questo senso Bersani “sarà costretto” ad allearsi con Monti per governare e, francamente, sono scettico nel credere che questo basterà per avere un governo stabile e, soprattutto, in grado di affrontare i problemi notevoli che attanagliano il nostro Paese”. E’ ancora forte la eco della grande partecipazione e del contributo da lei dato al centrosinistra in questa campagna elettorale con l’organizzazione del convegno che ha visto protagonisti il vicesegretario nazionale del Pd Enrico Letta ed il segretario regionale di Sel Arturo Scotto. Ci parli di questo, che a noi sembra una bel modo di far politica nonostante lei non sia impegnato in prima persona la vediamo lavorare alacremente per il bene complessivo… “I Moderati in Campania hanno deciso di dare il proprio contributo pur non avendo una propria lista nazionale all’interno della coalizione di centrosinistra e questo è perché noi, diversamente da altri, non siamo attaccati alle poltrone, ma ci interessa solo dare il nostro migliore contributo al centrosinistra e, di conseguenza, ai partiti in esso strutturati che per noi sono esclusivamente Pd e Sel”. E’ nota la sua attenzione politica ai territori ed è in ragione di ciò che vorrei conoscere il suo parere all’indomani del varo dell’enne- di Dario Rocco Chiariello sima giunta a Frattamaggiore da parte del sindaco Francesco Russo… “E’ l’ennesima giunta che dovrebbe far riflettere gli esponenti politici locali. Pochi mesi fa chiudemmo l’ennesima crisi al Comune di Frattamaggiore mettendo intorno ad un tavolo provinciale tutti i partiti che avevano contribuito alla vittoria della coalizione del centrosinistra alle ultime elezioni Amministrative. Prima dello scorso Natale, senza alcuna apparente motivazione, si è di nuovo riaperta una fase di crisi amministrativa con l’azzeramento della giunta. Noi Moderati non siamo a conoscenza dei motivi che l’hanno determinata, ma ancora di più siamo all’oscuro di quali siano state le vicende che hanno portato alla risoluzione della stessa. Leggendo la composizione del nuovo esecutivo, salta agli occhi la defenestrazione di due valenti professionisti, come l’avvocato Caserta e il dottor Del Prete, sostituiti da altri rappresentanti di altre eventuali forze politiche di cui non si sa praticamente nulla. A oggi non mi risulta che i Moderati abbiano mai partecipato a riunioni della coalizione per determinare questa svolta politica significativa. Io credo poco a soluzioni affrettate, soprattutto quando non hanno la condivisione dell’intera coalizione (era forse una crisi nata solo per diatribe interne al Pd? La soluzione l’hanno trovata con la pace sociale all’interno di questo partito? ndr); se così fosse sarebbe davvero una brutta pagina della politica frattese e su cui i Moderati faranno in queste ore delle attente riflessioni”. Un passo indietro. Ricordiamo nel lontano 2005 l’impegno da lei profuso nel proporre Francesco Russo candidato a sindaco del centrosinistra a Frattamaggiore e il sostegno da lei fornito alle successive Amministrative. Riteniamo che il secondo mandato del sindaco Russo sia stato caratterizzato da uno stallo continuo, quali sono secondo lei le reali motivazioni? “L’allora Idv, insieme alla Margherita dell’epoca, ha fortemente contribuito a costruire il progetto Francesco Russo sindaco e, soprattutto, a realizzarlo. La prima consiliatura ha sicuramente cambiato il modo di fare politica a Frattamaggiore, in questo secondo mandato inevitabilmente si intersecano una serie di difficoltà. Partiamo innanzitutto da un dato di carattere oggettivo: al secondo mandato si perde quell’entusiasmo della cosiddetta “prima volta”, che porta con sé un’inevitabile ventata di novità e voglia di cambiamento in grado di creare un fervore particolare nella città. Al secon- do giro accade, per forza di cose, che i sindaci incominciano a pensare al proprio futuro, altri competitor si affacciano per cercare di costruire una propria candidatura a sindaco, ma anche le stesse difficoltà interne al Pd (crisi di crescita, forse?) hanno fatto sì che questa seconda legislatura appaia molto più sfilacciata. A questo va detto che certamente anche il sindaco avrà le sue responsabilità, ma io credo che se ritrova la concretezza, la determinazione dell’azione amministrativa, il senso della coalizione, avrà ampiamente modo e tempo per rimettersi in carreggiata, costruendo il futuro delle persone attraverso una buona amministrazione”. “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”(Eleanor Roosvelt). Abbiamo letto questa citazione in un suo tweet. Per un politico è fondamentale avere sogni e lungimiranza, la capacità di individuare la migliore prospettiva, ci dica qualcosa in merito. “Noi Moderati per il centrosinistra riteniamo che senza una “visione”, senza un sogno appunto, la politica diventi mero mercimonio, una sorta di gestione del quotidiano che potremmo definire “teatrino della politica” perché è il desiderio di costruire un futuro migliore ad essere il vero motore di ogni azione politica. Per noi Moderati è la forza delle idee che mette insieme gli uomini. Le campagne acquisti, invece, a cui assistiamo nei vari periodi elettorali esistono fino a quando c’è uno scambio, ovvero qualcuno che offre e qualcuno che compra, ma se il fine ultimo di ogni accordo diventa soltanto l’interesse personale, allora è facile immaginare che si tratta solo di una vendita, o meglio svendita dei propri valori al migliore offerente, ma nulla di più. Se invece alla base di ogni azione politica ci sono degli ideali e dei sogni, allora difficilmente ci si potrà svendere per una poltrona. Io credo che le difficoltà che ha vissuto Idv, anche rispetto ad una classe dirigente che ha preferito una svolta staccandosi dal centrosinistra, abbiano contribuito a distruggere degli ideali in cui tanti di noi credevamo. Ecco perché ora con i Moderati abbiamo messo in campo qualcosa di molto più forte, è una sfida che parte però dalla solida realtà di numerosi uomini e donne della società civile e delle Istituzioni che vogliono immaginare insieme il proprio futuro, lontani da proclami e promesse vuote, bensì una politica che parta dal basso e che salga sempre più in alto come un’onda che quando nasce è piccola e poi si alimenta da sola con la forza delle sue idee e delle persone che la sostengono”. 22 Febbraio 2013 Cardito Intervista al leader di “Cambiamo Cardito” 13 “Le incoerenze dell’ex Api fanno male pure a Cirillo” Parla Almerindo Santucci, consigliere comunale del gruppo che alle elezioni ha sostenuto Vincenzo Mormile, il quale si è dimesso dal civico consesso per scelte professionali. Sul Puc: “L’iniziativa di Garofalo è assurda. Non può chiedere cosa pensiamo del Puc se la maggioranza non ha una proposta…” CARDITO - La parola ad uno dei leader dell’opposizione, Almerindo Santucci, consigliere comunale di “Cambiamo Cardito”. Dopo le dimissioni di Vincenzo Mormile, che ha anteposto la professione all’attività politica, l’unica voce del gruppo in Consiglio resta quella di Santucci anche perché la “new entry” Franco Luca ha già dimostrato in passato di non aver nulla da dare al dibattito politico. Consigliere Santucci, la prima domanda che le rivolgo è d’obbligo e riguarda le dimissioni del leader del movimento “Cambiamo Cardito” Vincenzo Mormile. Non crede che questo tipo di scelta vada fatta prima della campagna elettorale? Una candidatura a sindaco implica delle responsabilità sul territorio e con i propri elettori… “Le dico subito che se avessimo vinto le elezioni le priorità sarebbero state sicuramente altre e, con tutta probabilità, la questione sarebbe passata in secondo piano. In questa circostanza, di fronte a una problematica professionale che ha spinto Mormile a decidere tra la carriera personale e quella politica, lui ha preferito favorire la prima. Una cosa è certa: la scelta è stata concordata insieme e il suo impegno all’interno del movimento è rimasto immutato. D’altra parte, lavorare in un contesto amministrativo in cui non si affronta un dibattito serio da ben otto mesi, probabilmente non incentiva a restare”. Dunque lei mi sta dicendo che il bilancio sull’amministrazione è completamente negativo? “Si, perché fino a questo momento non è stato preso nessun provvedimento. In quasi un anno questa amministrazione non è riuscita a realizzare nemmeno un progetto. E non mi riferisco di certo a quegli impegni a lungo termine presi durante la campagna elettorale ma a delle scelte necessarie di cui il paese ha assoluto bisogno”. Come ad esempio la stesura di un capitolato d’appalto per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti? “Proprio così, mi riferisco anche a quello. E’ possibile che non si riesca a presentare nemmeno una proposta per il capitolato della nettezza urbana? Invece di proporre l’incarico a un esperto esterno – come si vocifera – perché l’amministrazione non decide di rivolgersi in maniera del tutto gratuita al Provveditorato alle opere pubbliche? In quel caso, il Comune avrebbe una garanzia certa contro le infiltrazioni di camorra – poiché si tratta di un organismo ad hoc per le gare d’appalto che aiuta le amministrazioni – e non spenderebbe altri fondi inutili per figure specializzate di cui il paese non ha bisogno”. Lei quindi contesta tutte le nomine di dirigenti esterni? “In tutta sincerità non condivido la necessità di assumere personale esterno soprattutto nell’ufficio Tecnico perché il Comune ha a disposizione numerosi professionisti competenti e idonei a svolgere gli incarichi preposti. Tuttavia, il personale interno è spesso marginalizzato o impiegato in altri di Rosamaria Cinquegrana ambiti. Il problema, in realtà, è un altro: non c’è la volontà di affrontare l’argomento relativo agli impiegati comunali per ristrutturare l’organico e modularlo secondo le esigenze del Comune”. In tal senso, e considerato anche il consenso elettorale riscosso da “Cambiamo Cardito”, crede di poter essere lei, insieme al nuovo consigliere del movimento Franco Luca, la guida al cambiamento per la città? “Quello che posso dirle è che crediamo nel nostro progetto e le occasioni nelle quali abbiamo manifestato il nostro contribuito non sono mancate. Se, in qualità di opposizione, avessimo un maggiore potere decisionale, potremmo di certo proporre iniziative più concrete. Non sto dicendo che amministrare sia un compito facile, anzi. Ma un buon amministratore deve essere cosciente del fatto di dover gestire nella maniera più appropriata i pochi fondi che ha a disposizione”. Sempre in riferimento alla sua lista civica, in molti si chiedono quale sia l’orientamento politico di “Cambiamo Cardito”. Che cosa ha da dire a riguardo? “In realtà non abbiamo preferenze politiche. Il nostro movimento è nato per differenziarsi da quei partiti che si sono resi responsabili dello stato di degrado in cui versa Cardito. È vero, si tratta di un gruppo eterogeneo, ma di fronte ai numerosi problemi che affliggono il paese credo sia marginale fare qualsiasi tipo di distinzione. Se c’è unità d’intenti, tutto il resto passa in secondo piano. D’altra parte, anche la maggioranza vanta al suo interno degli ex-finiani”. Nessuno però può mettere in dubbio che si tratti di una maggioranza di centrosinistra. E gli eventi dopo il voto hanno dimostrato che Cirillo, che piaccia o no, rappresentava l’unico progetto politico in campo… “Assolutamente no. Credo semplicemente che la maggioranza debba fare un esame di coscienza e stabilire se appartiene al centrodestra o al centrosinistra. La stessa questione che coinvolge Castaldo e Raucci è incomprensibile. Entrambi continuano a sostenere di far parte dell’opposizione eppure, a quanto mi risulta, il loro referente – Peppe Barra – è uno dei collaboratori di Arlacchi, esponente del Pd. Una cosa è certa: una situazione politica così confusa non può che essere deleteria per Cirillo e per l’intera amministrazione”. In realtà, rispetto agli esponenti dell’ex Api, si vocifera di un possibile ribaltone ai danni di “Cardito libera”. Lei lo vede come uno scenario possibile? “In tutta onestà non credo sia una cosa plausibile. Conosco poco Credendino, ma se avesse voluto lasciare la maggioranza, avrebbe avuto numerose occasioni per farlo. Spesso la sua è una voce fuori dal coro rispetto alla coalizione, ma in questo momento la maggioranza è compatta e quindi non condivido l’ipotesi di un possibile ribaltone. Molto dipende anche dagli umori di Peppe Barra, tanto è vero che quando quest’ultimo decise di entrare nello schieramento del Pd, ci fu un ammorbidimento delle posizioni nei confronti dell’attuale maggioranza”. Come giudica, invece, l’altra parte dell’opposizione? Il centrodestra, guidato da Pisano e il partito dell’ex Api di cui fanno parte Castaldo e Raucci? “A Pisano gli riconosco l’onestà dell’impegno e della volontà di cambiare le cose, anche se capisco che deve fare i conti con un percorso che in passato ha condiviso con alcuni degli attuali amministratori. Per quanto riguarda Castaldo e Raucci, che per inciso hanno dichiarato più volte di non voler dialogare con gli esponenti di “Cambiamo Cardito”, non li considero affatto parte dell’opposizione”. E ora il Prg. La bozza agli atti, definita bozza “salvaffari”, appare più come una sorta di condono invece che uno strumento di programmazione del territorio. Lei che ne pensa? “È stata indetta una riunione in merito al problema e l’assessore al ramo Biagio Garofalo ha chiesto all’intero Consiglio di fare delle proposte a riguardo. Sinceramente l’iniziativa m’è parsa un po’ assurda. Sarebbe stato più giusto, da parte della maggioranza, presentare perlomeno una bozza su cui poterci poi confrontare insieme. E invece, è passato più di un mese e ancora non si è risolto niente. A questo punto o si riprendono in mano gli interventi preparati dalla precedente amministrazione oppure l’attuale maggioranza dovrebbe presentare delle soluzioni concrete per lo sviluppo del territorio”. In sintesi, secondo lei, quali sono le priorità per lo sviluppo di Cardito? “In merito a questo punto, la mia idea è chiara: se si vuole pensare sempre e solo ad una cementificazione del dimenticando la scuola, la cultura e il sociale, lo sviluppo e la legalità, il paese non avrà mai un destino diverso da quello che si prospetta ora. C’è bisogno di una ristrutturazione globale di quello che già esiste a Cardito al fine di rivitalizzare il paese – in particolar modo il centro storico – e incentivare il ritorno di un commercio sano”. ELEZIONI POLITICHE 24 e 25 FEBBRAIO 2013 Vota il committente: Roberto Galloro al Senato a “Per il rilancio della Cass ” del Mezzogiorno aggio” “Per una fiscalità di vant ale” lid so o “Per un federalism www.listalavoroliberta.it Barrare solo il simbolo con TREMONTI Capolista 22 Febbraio 2013 Crispano - Caivano Un’offesa alla città 15 Manifesto dell’amministrazione: “pacco alimentare” in piena campagna elettorale Il sindaco Carlo Esposito e l’assessore Vincenzo Esposito coi soldi del Comune sponsorizzano, guarda caso in vista del voto alle Politiche, il “pacco alimentare” e lo giustificano come misura di contrasto alla povertà. Enzo Cennamo (Grande sud): “Siamo alle solite, mortificano un intero paese per tentare di racimolare qualche voto” di Pasquale Girone CRISPANO – Il brutto vizio che puntualmente si manifesta in ogni campagna elettorale. E purtroppo non è un vizio solo degli amministratori di Crispano. Si tratta di una consuetudine, pessima, che coinvolge molti politici dei paesi dell’area a nord di Napoli. Ma Crispano, quando si parla di pessime abitudini, è sempre in prima fila. Riesce sempre a fare scuola. E anche in questo caso non si smentisce. Lo sanno tutti: da queste parti, in tutta la provincia, c’è il “vizietto” disgustoso di tentare di reperire il consenso speculando sulla fame e sulla povertà di alcune famiglie che vivono in condizioni davvero pessime. Per chiedere il voto si presentano nelle case con un pacco di alimenti. E’ inutile far finta di non vedere, lo sanno tutti. A Crispano, in occasione delle Politiche, la giunta guidata da Carlo Esposito si è superata. Ha istituzionalizzato la pratica. E’ stato affisso in città, guarda caso in piena campagna elettorale, un manifesto firmato dal primo cittadino e dal neo assessore Vincenzo Esposito. Di cosa si tratta? Hanno pubblicizzato un’iniziativa, quella del “pacco alimentare” ai nuclei fami- liari indigenti. In piena campagna elettorale. Un azzardo. Una vergogna. Non solo perché si è in tempi di elezione, ma soprattutto perché non si tratta di una misura di contrasto alla povertà ma di un’abitudine pessima che offende la dignità delle persone, si sprecano soldi cercando di macinare qualche clientela e non si contrasta un bel niente. Perché un pacco alimentare è acqua che non toglie sete. Il becero assistenzialismo che ha garantito al meridione anni di sottosviluppo e arretratezza. Ecco perché il movimento “Progetto Crispano” e il partito “Grande Sud”, rappresentati dal consigliere Enzo Cennamo, candidato alla Camera nella lista meridionalista, ha affisso un altro manifesto per sottolineare l’iniziativa vergognosa del nuovo esecutivo. “Guarda caso – scrive nel tazebao – quest’iniziativa è stata promossa durante la campagna elettorale per le prossime elezioni Politiche del 24 e 25 febbraio. Pacco elettorale. Progetto Crispano chiede la sospensione di questa attività indecorosa e propone, a favore delle famiglie bisognose, l’istituzione di un card personale con un credito da poter spendere nei negozi di Crispano”. Il capogruppo Enzo Cennamo rincara la dose: “In questa iniziativa c’è tutto il male dell’amministrazione Esposito. Si mortifica un paese e ad ogni occasione si pensa a spendere i soldi dell’Ente non per creare sviluppo oppure per affrontare in maniera seria i problemi, ma esclusivamente per tentare di racimolare qualche voto. Se vogliono aiutare le fasce deboli perché hanno bocciato la mia proposta che prevedeva la riduzione del 50 per cento delle indennità di sindaco e assessori per destinare quei soldi, diverse decine di migliaia di euro, per aiutare gli studenti universitari, per sostenere le famiglie in difficoltà finanziando iniziative serie che possono creare sviluppo e occasioni. Quel pacco è una vergogna e offende la dignità di tutta la popolazione. Questa gente deve liberare il paese e le istituzioni ostaggio di un gruppetto di potere che antepone l’interesse privato a quello collettivo”. A Caivano, nella zona “Scotta” discariche di amianto e rifiuti a cielo aperto di Sossio Barra CAIVANO - Il viaggio nelle periferie degradate di Caivano continua e lo scenario è sempre lo stesso. E’ la volta dell’area “Scotta”. E pensare che, a guardarla bene, l’intera area è bellissima. Gli spazi circostanti sono coperti da immensi moggi di terra coltivati. Ma purtroppo, a conti fatti, si tratta di un autentico inferno. A darci il benvenuto sono le grosse quantità di amianto sparse ai bordi delle carreggiate. Per non parlare di altri tipi di rifiuti che troviamo in avanti. Alla nostra sinistra c’è una montagna di avanzi edili, di gomme, di televisioni. Non manca niente. Persino rifiuti industriali. Un passante ci guarda. E’ il signor Vincenzo. Ci saluta cordialmente ed esclama: “Quest’area è completamente ricoperta da spazzatura di ogni genere. Il sindaco Falco pensa esclusivamente a comporre nuove giunte ogni mezz’ora. Non se ne può più. Il tasso di criminalità è aumentato notevolmente negli ultimi anni. Eppure il nostro paese, potenzialmente, potrebbe fare cose straordinarie. Perfino Alessandra Mussolini l’ha detto: queste sono terre bellissime. Ed aveva ragione. Come si può non condividere? Perché dobbiamo annegare tra la “monnezza“ ? Dobbiamo presumere che, per determinate quantità di rifiuti scaricati, paghiamo una percentuale alla camorra? Ma non voglio nemmeno pensare che dietro tutto ciò non ci sia lo zampino della criminalità organizzata. Fortunatamente non scendiamo dalle nuvole. Poi spiegatemi il motivo per cui continuiamo a pagare la Tarsu. A giugno sarà perfino sostituita dalla Tares. Altra tassa. Altro denaro pubblico che non servirà a niente. Noi paghiamo ma la spazzatura ce la scaricano fin sotto casa. Siamo una discarica a cielo aperto. La storia è sempre la stessa”. Lo sfogo del signor Vincenzo sembra comprensibile. Andiamo avanti. Ci sono alcune case sparse qua e là a dimostrazione che nella terra di nessuno anche lo sviluppo urbanistico è stato lasciato per decenni nella totale anarchia. Alcuni cani randagi cercano cibo tra i rifiuti. Troviamo altre persone che fanno footing. Atleti abituati a correre tra l’amianto e i rifiuti industriali. Si sono talmente abituati che non ci pensano neanche più. Più andiamo avanti e la fotografia è sempre la stessa: un mare di spazzatura continua a farci compagnia. Proseguiamo oltre alcune rotonde. Ci sono alcuni cartelli. Segnalano direzioni per altri paesi. Acerra, Afragola. Altri territori. Altri problemi. Altri fallimenti. Ad un tratto, a sinistra, troviamo una piccola tribù di zingari. Con tanto di camper. Un piccolo paesello. Tutto loro. Vivono emarginati dal mondo. Ovviamente igiene zero. Ma questa è un’altra storia…