Speciale 19 Italian Edition Anno II n. 2 - Dicembre 2009 Alimentazione in gravidanza e allattamento secondo i consigli dell’igienista dentale Clelia Mazza, Nicoletta De Chiara Igieniste dentali Sane abitudini alimentari della gestante sono la migliore garanzia per la salute del feto e del primo periodo di vita del neonato, soprattutto se il bambino sarà allattato al seno(1). Molta attenzione va data alla qualità degli alimenti: vanno limitati, o meglio eliminati, i cibi contenenti additivi come conservanti e coloranti, preferendo ad essi cibi freschi, poco trattati, e optando per cotture veloci come quella al cartoccio e al vapore, ideali anche per limitare i grassi e tenere a bada il proprio peso (in gravidanza l’incremento di peso non dovrebbe superare i 10-12 kg). Tenere d’occhio la bilancia significa non soltanto ritornare facilmente al proprio peso dopo la nascita del bambino ma, soprattutto, condurre una gestazione tranquilla, prevenendo problematiche quali il diabete gravidico e l’ipertensione che predispone alla gestosi, una sindrome che impedisce una corretta conduzione delle sostanze nutritive dalla madre al feto(2). In gravidanza il fabbisogno di calcio aumenta considerevolmente per un’appropriata coagulazione del sangue e per la formazione e sviluppo di ossa e denti del nascituro(1). Considerando che la deposizione di calcio nei denti del feto comincia al quarto mese di gravidanza, è intuibile pensare come un’efficace prevenzione delle malattie della bocca del bambino debba iniziare proprio nel periodo fetale(3). Maggiore attenzione va data anche alle quantità di ferro, essenziale per la maggiore sintesi di emoglobina materna. La gestante sarà sensibilizzata dall’igienista dentale anche sull’importanza di un corretto apporto di vitamine al fine di evitare il verificarsi di stomatomucositi, dovute, appunto, a carenze vitaminiche. In particolare: - un deficit di vitamina A causa ipercheratosi della mucosa orale e predispone a processi infiammatori; - insufficienti quantità di vitamina C provocano facilità di sanguinamento, oltre a rendere la gengiva più vulnerabile alle endotossine batteriche; - un ridotto apporto di vitamina PP determina alterazioni gengivali (edema, ulcerazioni e sanguinamento); - una carenza di vitamine del complesso B predispone a stati infiammatori della mucosa orale, in particolare la carenza di vitamina B6 sembra determinare alterazioni regressive dell’osso alveolare e dell’epitelio delle papille interdentali(4). In generale, il fabbisogno delle vitamine del complesso B aumenta durante la gravidanza, in quanto cresce la necessità di produrre grandi quantità di energia. Nell’ambito del gruppo delle suddette vitamine è importante, per la gestante, assicurarsi adeguate quantità di acido folico (vitamina B9), una cui carenza sembrerebbe correlata alla comparsa del labbro leporino. Tale vitamina riveste un ruolo fondamentale nella maturazione dei globuli rossi del feto e nel corretto sviluppo dei tessuti embrionali, soprattutto durante le prime settimane di gravidanza, allorquando avviene l’organogenesi(1). Anche le richieste di vitamina C aumentano per aiutare la placenta a formarsi correttamente e accrescere la resistenza alle infezioni. Tra le donne in gravidanza che fumano il fabbisogno di vitamina C giorna- liero è raddoppiato rispetto alle non fumatrici. L’igienista dentale, comunque, motiverà le future mamme a non fumare, suggerendo di non frequentare ambienti fumosi. Il fumo, infatti, sia esso attivo o passivo, induce un restringimento dei vasi sanguigni con riduzione del flusso del sangue e interferisce con la disponibilità di nutrienti al feto e con la capacità di trasporto dell’ossigeno a causa della formazione di carbossiemoglobina(1). HT pagina 20 20 Speciale Anno II n. 2 - Dicembre 2009 HT pagina 19 Altro aspetto da non trascurare è il problema relativo all’assunzione di crackers, biscotti, fette biscottate, caramelle ecc., consumati dalla gestante per mitigare il senso di nausea frequente soprattutto durante il primo trimestre di gravidanza per la produzione di lattogeno placentare, ormone deputato alla crescita della placenta. I residui di tali carboidrati, se non allontanati attraverso una scrupolosa igiene orale, possono diventare fattori promuoventi la formazione della placca batterica, aggravando il già delicato equilibrio del cavo orale in cui la saliva si arricchisce di mucoproteine, fattore che già di per sé predispone alla placca(3). L’igienista dentale potrà consigliare alla gestante sciacqui al bicarbonato di sodio dopo il vomito per neutralizzare l’attacco acido sui denti e la informerà e istruirà circa l’importanza di conservare uno stato di salute orale durante i mesi di gestazione, quale presupposto fondamentale per l’integrità della salute propria e per lo sviluppo ottimale di denti e cavità orale del nascituro. A tale scopo l’igienista dentale darà informazioni utili alla paziente gravida per la prevenzione della carie dentale e il mantenimento della salute delle strutture di supporto del dente(5), attraverso una dieta varia, contenente i gruppi nutritivi essenziali, con un minimo di cibi cariogeni. Compito dell’igienista è, inoltre, quello di impostare un programma di preparazione al parto per offrire alla paziente gravida un’adeguata cura prenatale, per cui l’istruzione alla salute orale del nascituro deve cominciare prima della sua nascita per preparare non solo la mamma, ma anche il papà, alle attenzioni di cui il piccolo avrà bisogno(3). Durante l’allattamento è richiesto un apporto di energia maggiore rispetto alla gravidanza(1), tuttavia la dieta deve consentire sia alla mamma di ritornare al proprio peso forma sia di stimolare e mantenere la lattazione. Italian Edition Per bruciare le calorie in eccesso un po’ di moto può essere utile. Per avere un buon latte bisogna mangiare alcuni tipi di alimenti, vale a dire cibi oleosi, frutta secca, legumi, cereali e uova; per idratare frutta e verdura: l’idratazione è fondamentale poiché il latte è un alimento liquido e per produrne a sufficienza occorre bere molta acqua(2). Nei primi mesi di vita del bambino uno degli errori più comuni è quello di tenerlo tranquillo con una tettarella intinta nello zucchero o nel miele, oppure di somministrargli con il biberon liquidi zuccherati come acqua, camomilla o succhi di frutta. Tali abitudini sono determinanti per lo sviluppo della cosiddetta carie da biberon o “baby bottle tooth decay”, una delle principali cause di lesioni cariose dei bambini nei primi anni di vita. La carie da biberon si manifesta solitamente a carico degli incisivi centrali e laterali superiori e, solo quando il processo carioso ha coinvolto in maniera destruente le superfici dei suddetti elementi, vengono coinvolti anche i canini. La distruzione delle corone degli elementi interessati è rapidamente progressiva, tale che già verso i 3-4 anni sono visibili le sole radici. Ciò è collegato alla sottigliezza dello smalto degli elementi decidui che presentano uno spessore smalteo di 0,5 mm contro 1 mm dei denti permanenti(3). Il gruppo frontale inferiore è protetto dall’autodetersione esercitata dalla lingua e dal labbro inferiore, nonché dalla produzione notturna di secrezione mucinosa delle ghiandole salivari. La sindrome da biberon riconosce un’eziologia multifattoriale: - errate abitudini alimentari; - elevata permanenza del contatto tra denti e alimenti cariogeni; - scarsa igiene orale; - abitudini scorrette all’utilizzo di sostanze zuccherine veicolate dal biberon o dal ciuccio, soprattutto durante le ore notturne(2). È utile ricordare che il latte, sia che si parli di latte bovino Le sostanze zuccherine possono determinare carie nel bambino. che di quello umano, contiene una quantità importante di lattosio; più precisamente, il latte umano contiene una quantità doppia di lattosio rispetto al latte di vaccino. Ampiamente riconosciuta è l’attività cariogena del lattosio ed è pertanto superfluo, se non addirittura errato, aggiungere al latte altri dolcificanti che influenzano lo sviluppo della patologia in questione, fornendo alla flora batterica cariogena, S. Mutans in particolare, substrati per la produzione di acidi e loro adesione sulle superfici dentali. Di contro il latte, oltre al lattosio, contiene anche grandi quantità di calcio e fosforo, elementi che gli conferiscono attività anticarie in quanto contribuiscono alla remineralizzazione dello smalto(4). Il grado di resistenza conferita da calcio e fosforo allo smalto nei confronti della produzione acida è stato dimostrato misurando comparativamente il diverso grado di dissoluzione dello smalto nella saliva osservato in presenza di latte o di solo lattosio. La dissoluzione è risultata maggiore nel secondo caso. Il latte contiene alcune proteine come la caseina, capace di costituire un rivestimento organico protettivo della superficie dello smalto. Per quel che concerne il tipo di allattamento, materno o artificiale, viene portata avanti la tesi che l’allattamento al seno rappresenti un fattore di protezione nei confronti della patologia cariosa(2), inoltre mostra numerosi vantaggi rispetto all’utilizzo del biberon, non solo perché rappresenta la forma fisiologica dell’alimentazione, ma anche perché influisce in maniera positiva sul corretto sviluppo psicofisico del bambino. Nel latte naturale sono presenti principi nutrienti in percentuali idonee alle esigenze e alle capacità digestive del neonato, percentuali difficilmente riproducibili nel latte artificiale; in più, le immunoglobuline della madre, contenute nel latte, immunizzano il neonato, incapace nei primi mesi di produrre anticorpi in maniera autonoma. Attraverso la suzione al seno, inoltre, il neonato stabilisce una simbiosi con la madre e soddisfa il proprio bisogno d’affetto, aspetto importante ai fini di un corretto sviluppo psicoaffettivo(5). Per quel che concerne l’apparato stomatognatico, la su- zione al seno facilita lo sviluppo neuromuscolare, stimola le creste alveolari attraverso l’esercizio continuo, rende la conformazione palatale più concava per la sollecitazione esercitata dalla lingua contro di esso, sviluppando nel bambino la capacità di respirare attraverso il naso(7). Secondo quanto riportato dall’Oms e dall’Unicef, il mancato allattamento al seno durante i primi sei mesi di vita può rappresentare un importante fattore di rischio predisponendo i neonati ad ammalarsi con più facilità, oltre a una minore produttività e un diminuito sviluppo intellettuale e sociale durante l’infanzia. Per tali motivi si raccomanda di protrarre l’allattamento al seno in modo esclusivo per i primi 6 mesi di vita e di continuarlo fino a oltre 1 anno, associandolo a idonei alimenti complementari durante lo svezzamento(6). Nel caso di allattamento artificiale, l’igienista dentale potrà consigliare l’utilizzo di tettarelle anatomiche la cui forma riproduca il più fedelmente possibile quella del capezzolo materno, non troppo lunghe per mantenere la funzione che si realizza durante la suzione del capezzolo, ossia la pressione che la lingua esercita sul palato duro. Inoltre, è opportuno che i fori sulla tettarella non siano troppo larghi affinché il latte non defluisca rapidamente o comunque spontaneamente, evitando di sopprimere il coinvolgimento attivo dei muscoli(5). In genere i pediatri consigliano di sospendere l’allattamento al seno o con il biberon intorno ai nove mesi; in ogni caso l’utilizzo prolungato del biberon dovrebbe essere scoraggiato, soprattutto l’uso aggiuntivo nel latte di dolcificanti o la somministrazione attraverso il biberon di bevande dolci dal momento che tutte queste abitudini possono avere ripercussioni negative sul cavo orale. L’igienista dentale motiverà i genitori sull’importanza che assume l’alimentazione seguita dal bambino e sulla necessità di eseguire manovre di igiene orale per prevenire problematiche patologie dell’apparato orodentario, quale la sindrome da biberon. Per queste ragioni l’igienista spiegherà la modalità di pulizia di denti e gengive dopo ogni pasto: il capo del bambino viene messo sul grembo con le gambe distese in avanti, tenendogli il mento con una mano e una garza viene passata gentilmente sulle superfici da detergere(8). Bibliografia 1. “Il benessere invisibile” in Sapere & salute. 2. Di Pietro P. Gravidanza e parto in piena salute. Biblioteca della salute - Ed. Red. 3. Fonzi L., Passagrilli B., Kaitsas V. Prevenzione dentale. 2° ediz. Servizio Informazione Scientifica - Mentadent. 4. Liuzzi D. Prevenzione odontoiatrica in gravidanza. Riv Italiana di Stomatologia 2002: lug-set; 127- 134. 5. Fitzsimons D, Dwyer JT, Palmer C, Boyd L.D. Nutrition and oral health guidelines for pregnant women, infants and children. J Am Diet Assoc. 1998 Feb; 98 (2): 182-186. 6. Valentino C., Riccio C., Di Pietro G., Guidetti A.M. Carie dentaria nel bambino sottoposto ad allattamento artificiale. Eziologia e conseguenze cliniche odontostomatologiche. Doctor Os 2000: 5; 565-568. Ed. Ariesdue, Como. 7. Toselli A., Ricciardi C., Ghezzi L., Malerba A. Carie da biberon. Inquadramento epidemiologico, patogenesi, terapia e prevenzione. Prevenzione & Assistenza dentale 1994: 3; 5-10. Ed. Masson Milano. 8. Ottolenghi L., Polimeri A., Giordano G., Lucera L., Capasso F. La carie della prima infanzia. Aspetti clinici e terapeutici. Dental Cadmos 2000: 11; 9-24. Ed. Masson Milano. 9. Levrini L., Calmozzi A., Tagliabue A. Alimentazione nel neonato e malocclusioni. Revisione della letteratura. Doctor Os 2000; Set:889897. Ed. Ariesdue Como. 10.Balestrini G., Corrao C.R.N. Trattato di biomeccanica applicata all’apparato stomatognatico. Vol. 1. Ed. Piccin Padova, 1986. 11.www.Ministero della Salute /Nutrizione/Allattamento al seno.it 12.Delitala G. Linee guida per la prevenzione in età pediatrica. Prevenzione & Assistenza dentale 1998: 6. Ed. Masson Milano. Speciale 21 Italian Edition Anno II n. 2 - Dicembre 2009 Uno studio clinico dimostra i benefici dell’uso del Triclosan sulla mucosite perimplantare Il prof. Ramberg, ospite di punta del Congresso nazionale Aidi, presenta i risultati dello studio: effettiva riduzione dell’infiammazione perimplantare entro sei mesi con l’utilizzo regolare di un dentifricio con Triclosan. Il programma scientifico del Congresso nazionale dell’Aidi (Associazione Igienisti Dentali Italiani) quest’anno vede sul podio dei relatori un ricercatore di prestigio internazionale: il professor Per Ramberg, del Dipartimento di Parodontologia della Sahlgrenska Academy presso l’Università di Gothenburg (Svezia), che ha contribuito alla validazione clinica dell’innovativa formula del dentifricio Colgate Total (Triclosan + copolimero). La relazione del prof. Ramberg focalizza “l’uso degli antisettici nel trattamento della mucosite perimplantare e della perimplantite” e riferisce di alcuni importanti risultati scaturiti da un suo recente studio sugli effetti del Triclosan nella mucosite perimplantare. Presupposto dello studio è la consapevolezza di quanto emerso dal sesto “European Workshop on Periodontolo- La protezione di Colgate Total Con la sua formulazione clinicamente testata, Colgate Total fornisce fino a 12 ore di protezione completa dai batteri. La combinazione di Triclosan (un efficace antibatterico) e di uno speciale copolimero che ne prolunga la ritenzione sulla superficie di denti e gengive consente infatti la creazione di una barriera protettiva di lunga durata. Testato con oltre 200 studi clinici nel mondo, Colgate Total è il primo dentifricio ad aver ottenuto l’approvazione dell’ente governativo americano Food and Drug Administration e globalmente è un brand che vale 1 miliardo di dollari in termini di vendite. In Italia è approvato dall’Associazione Dentisti Italiani (ADI). È disponibile anche nelle versioni Advanced Whitening (che aiuta a ripristinare il bianco dei denti) e Advanced Fresh (per una protezione completa e un alito fresco più a lungo). www.colgate.it gy” (2008), e cioè che la mucosite perimplantare si verifica in circa l’80% dei soggetti portatori di implantoprotesi e nel 50% dei siti implantari, mentre la perimplantite ha un’incidenza variabile tra il 28 e il 56% dei soggetti con impianti (12-50% dei siti implantari) (Lindhe & Meyle 2008). Lo scopo dello studio del professor Ramberg era verificare gli effetti di un dentifricio a base di Tricolosan nel trattamento della mucosite in soggetti portatori di impianti. Sono stati perciò selezionati 60 pazienti (tra 30 e 70 anni) con infiammazione della mucosa perimplantare e suddivisi in due gruppi: - il Gruppo sperimentale (30 soggetti), che ha previsto lo spazzolamento 2 volte al giorno con un dentifricio al fluoro e Triclosan; - il Gruppo placebo (30 pazienti), che ha effettuato lo spazzolamento 2 volte al giorno con un comune dentifricio al fluoro. Il confronto dei dati clinici all’inizio dello studio, a 3 e a 6 mesi ha mostrato nel Gruppo sperimentale una riduzione del sanguinamento al sondaggio (BoP) dal 53,8% al 29,1%, mentre nel Gruppo placebo un incremento dal 52,35% al 58,8%. Inoltre, la profondità media della tasca individuale (PPD) e anche l’incidenza di tasche profonde (5 mm e ≥ 6 mm) risultano significativamente ridotte nel Gruppo sperimentale trattato con Triclosan rispetto al Gruppo placebo. L’approccio standard ai problemi di gengive e mucose perimplantari consiste nell’impiego di antimicrobici che contengono principi attivi antisettici sotto forma di dentifrici e collutori. Tra questi il Triclosan, un antisettico ad ampio spettro, è stato utilizzato nella formulazione del dentifricio Colgate Total: frutto di 10 anni di lavoro di ricerca e innovazione da parte di ColgatePalmolive, Colgate Total presenta una formula unica e brevettata, che lo rende rivoluzionario perché in grado di fornire una copertura antibatterica ad ampio spettro e di lunga durata. Oltre al Fluoruro di Sodio e al Triclosan, Colgate Total contiene un innovativo copolimero (chiamato Gantrez) che permette l’adesione del Triclosan sullo smalto con una prolungata azione antibatterica e protettiva su denti e gengive fino a 12 ore dopo l’uso. Addirittura dopo aver mangiato o bevuto. Senza il copolimero, infatti, l’effetto benefico del Triclosan sparirebbe rapidamente. Tale azione è stata clinicamente dimostrata sulle diverse problematiche orali in oltre 230 studi clinici svolti in tutto il mondo. Primi diplomati del Master di Igiene Orale Complimenti ai primi dottori in igiene dentale che hanno concluso il Master in “Tecnologie Avanzate nelle Scienze di Igiene Orale” all’Università “Sapienza” di Roma. Il percorso formativo, della durata di un anno e che ha rilasciato 65 crediti formativi, ha preso in esame tutte le tecnologie avanzate esistenti per i protocolli operativi di prevenzione, per rispondere alle moderne esigenze professionali e culturali derivanti dalla necessità di fornire un approfondimento nel campo dell’Igiene orale. A dicembre scade il Bando per il Master 2009-2010, che vedrà impegnati nella docenza relatori di fama nazionale e internazionale. Per ulteriori informazioni: www.uniroma1.it oppure chiamare il 328 9850146 Prognosi parodontale: A Bologna, un corso sull’“Igiene orale workshop teorico-pratico e la terapia causale in Parodontologia” Si è svolto a Torino lo scorso 24 ottobre il workshop “La prognosi parodontale: dall’approccio diagnostico alla strategia terapeutica”, promosso da GABA Vebas e coordinato dal Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali dell’Università di Ferrara diretto dal prof. Leonardo Trombelli. L’incontro di Torino, ultimo appuntamento del 2009, è stato realizzato in collaborazione con i Corsi di Laurea in Odontoiatria e Igiene dentale dell’Università di Torino e ha visto la partecipazione di circa 200 professionisti, odontoiatri, igienisti dentali e studenti. Il workshop, cui sono stati attribuiti 3 crediti ECM, verrà replicato anche nel 2010 in diverse città italiane. Il Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali dell’Università di Ferrara ha sviluppato una metodica, sulla base di fattori e indicatori di rischio validati scientificamente, per la valutazione rischio della prognosi parodontale. Durante il workshop viene affrontata l’applicazione clinica del metodo attraverso casi clinici paradigmatici di terapia parodontale non-chirurgica e chirurgica, discussi sulla base delle evidenze scientifiche. Il team dei relatori, guidato dal prof. Leonardo Trombelli, direttore del Centro di Ricerca di Ferrara, comprende il dott. Roberto Farina, la dott.ssa Maria Elena Guarnelli, il dott. Luigi Minenna. In uno studio recentemente pubblicato (Trombelli et al. 2009), il metodo sviluppato dal team dell’Università di Ferrara (UniFe) è stato comparato a un algoritmo informatizzato di calcolo del rischio, il metodo PAT®, basato su un algoritmo che prende in considerazione un numero maggiore di parametri rispetto al metodo UniFe. I due metodi hanno mostrato una completa concordanza nel 74,8% dei casi, una discordanza minima nel 20,5% dei casi e solamente nel 4,6% dei casi una discrepanza sostanziale tra i giudizi generati dai due metodi. Il metodo UniFe si è quindi rivelato uno strumento di facile utilizzo per la valutazione del rischio parodontale. Il metodo è reperibile gratuitamente sul sito dell’Università di Ferrara (www.unife.it/parodontologia) oppure può essere richiesto presso la GABA Vebas in formato di opuscolo interattivo. Leonardo Trombelli. È organizzato dal Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università di Bologna (Reparto di Parodontologia, diretto da Luigi Checchi) il corso di Alta Formazione (36 crediti ECM richiesti) in programma da gennaio ad aprile 2010. Intitolato “Igiene orale e terapia causale in parodontologia”, prende in esame la formazione teorica dell’odontoiatrica e dell’igienista dentale su argomenti specifici della terapia iniziale e del mantenimento in Parodontologia. Ossia: esame extraorale, intraorale, diagnosi microbiologica, motivazione igienica nonché caling e root planino, con e senza ausilio dell’endoscopia, che verranno esaminati e spiegati in dettaglio ai partecipanti. Grazie all’utilizzo di varie me- todologie didattiche (didattica frontale,con audiovisivi, diretta del lavoro in clinica e stage) il partecipante, al termine del corso, sarà in grado di applicare conoscenze e capacità diagnostiche in ambito parodontale, conoscerà e saprà applicare terapie nei casi iniziali di parodontite sarà in grado di sviluppare le capacità conoscitive per una corretta gestione della fase di mantenimento igienico. Destinato a laureati in Igiene dentale, in Medicina con specializzazione in Odontoiatria e Protesi dentaria, laureati in Odontoiatria annovera tra i docenti Luigi Checchi, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Bologna e direttore dei Reparti di Parodontologia e Ortodonzia (Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche) nonché presidente del Corso di laurea in Igiene dentale all’Università di Bologna; M. Montevecchi ricercatore universitario (svolge attività clinica, didattica e di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche - Reparto di Parodontologia all’Università a Bologna) G. Daprile, professore a contratto di Parodontologia II (CLOPD Università di Bologna), C. Camorali, igienista dentale, professore a contratto di “Scienze e tecniche di Igiene dentale” nel Corso di Laurea in Igiene dentale (Università di Bologna), O. Marchisio, igienista dentale, docente e tutor clinico al Corso di Laurea in Igiene dentale (Università di Pavia) e al Master di I livello in Prevenzione Odontostomatologica (a Roma, “Sapienza” ). Inoltre, Gianna Nardi, igienista dentale, ricercatrice presso la Facoltà di Medicina (a Roma, “Sapienza”), Mara Ziliotto, igienista dentale, professore a contratto di “Scienze e tecniche di Igiene dentale” nel Corso di Laurea in Igiene dentale all’Università di Bologna. L’iscrizione deve essere effettuata online tramite il sito www.almawelcome. unibo.it; per le modalità di iscrizione consultare il bando relativo al Corso di Formazione Permanente sul sito dell’Università di Bologna: www.unibo.it/Portale/ Offerta+formativa/Altaformazione. La scadenza ultima per l’iscrizione è il 20 gennaio 2010. 22 Speciale Anno II n. 2 - Dicembre 2009 Italian Edition Igienista: figura professionale irrinunciabile per una implantologia di qualità HT pagina 13 Nella sua presentazione Lei parla dell’igienista come di una figura irrinunciabile nella professione e nella pratica. Vuole entrare più nel dettaglio? Tutti noi che ci occupiamo di implantologia non abbiamo dubbi: la figura dell’igienista dentale è essenziale per il mantenimento del risultato. Già preventivamente, il paziente viene loro affidato perché sia preparato e motivato all’applicazione delle regole fondamentali dell’igiene orale. In seguito, la stabilità del manufatto protesico è strettamente dipendente dalle corrette procedure di igiene orale professionale e domiciliare. Trattando, in più relazioni della sessione congressuale, il tema della perimplantite, può indi- carci preventivamente l’importanza della figura professionale per evitare questo tipo di problema, che pure verrà trattato nella relazione di Matrigiani? In caso contrario, quali sono le ipotesi di trattamento non chirurgico (relazione Koch)? “Campagna abbonamenti 2010” Giuseppe Luongo, presidente della Società Italiana di Implantologia Osteointegrata. Leggero nel formato Distinto nel contenuto In oltre 90 Paesi del mondo Entrare a far parte del circuito DENTAL TRIBUNE conviene! Con soli 50 euro annuali riceverà • 11 numeri di Dental Tribune • Inserti specialistici: Endo Tribune, Ortho Tribune, Laser Tribune, Hygiene Tribune • 4 numeri di Implant Tribune • 4 numeri di Cosmetic Dentistry • Newsletter informativa • Anteprima delle riviste in formato e-paper • Notizie in tempo reale sul sito www.dental-tribune.it in più Sconti e agevolazioni su tutte le iniziative di formazione TU.E.OR.: - corso ECM on-line 2010 - congressi - libri - dvd Per abbonarsi chiamare il 393 9339699 o visitare il sito www.tueor.com L’insorgenza di una perimplantite è la principale causa di insuccesso del trattamento implantare, e i dati recenti della letteratura ci offrono un quadro meno roseo di quanto avremmo sperato attraverso il progressivo affinarsi delle tecniche e dei materiali. Il trattamento di questa patologia è sempre molto complesso e le tecniche chirurgiche rigenerative rispondono meno bene rispetto a quello eseguito su dentatura naturale. In tal senso si fa molta attenzione ai risultati dei trattamenti non chirurgici cui è dedicata un’ampia parte del programma scientifico. Quale ruolo si ipotizza per l’igienista in una implantologia di eccellenza? Non credo, per riprendere il filo conduttore del congresso, si possa aspirare a un’implantologia d’eccellenza o, quanto meno, “di qualità”, senza che il team disponga di un igienista con specifica competenza implantologica. Nelle principali realtà cliniche internazionali pubbliche e private, spesso è l’unica figura professionale che segua il paziente nei controlli di routine post trattamento. Un programma interessante, pratico, a carattere internazionale, in linea con il resto dell’evento. Che cosa vorrebbe aggiungere per stimolare i lettori a una più ampia partecipazione? Guardando il programma scientifico del Congresso, è facile rendersi conto dello straordinario impegno riposto nella sua realizzazione, come è ormai tradizione della Società. Dal momento in cui la Sio ha deciso di istituire una sessione dedicata agli igienisti, in occasione del nostro corso autunnale e del Congresso annuale, il riscontro di partecipazione è sempre stato molto lusinghiero. Il corso per igienisti di Padova è andato esaurito due mesi prima dell’evento. Contiamo di ottenere altrettanto interesse anche a Roma. Patrizia Gatto Speciale 23 Italian Edition Anno II n. 2 - Dicembre 2009 OptraGate facilita l’accesso al campo operatorio Difficilmente uno strumento presenta un così ampio spettro d’indicazione come OptraGate. La sua particolare struttura lo rende uno strumento in grado di assicurare l’accesso al campo operatorio in modo ottimale per il medico e decisamente confortevole per il paziente: è pertanto apprezzato in tutti i trattamenti odontoiatrici. La sua peculiarità è la forma tridimensionale anatomica, che consente una retrazione circolare e uniforme di labbra e guance. Per assecondare il desiderio dei pazienti di un posizionamento ancora più confortevole, l’affermato OptraGate è oggi presente in versione “ExtraSoft”. Oltre all’ottimizzazione delle caratteristiche del materiale, è stato modificato l’anello interno a contatto con i frenuli superiori e inferiori. Grazie a questo adattamento, l’uso di OptraGate “Extra Soft” in trattamenti prolungati risulta decisamente più comodo per il paziente. Rispetto agli apribocca convenzionali, rigidi e duri, OptraGate “Extra Soft”, grazie alla sua flessibilità tridimensionale si adatta in modo ottimale alle esigenze individuali. OptraGate “Extra Soft” è un prodotto monouso, che soddisfa tutti i requisiti igienici del moderno studio odontoiatrico. Oltre alla funzione principale di retrarre labbra e guance, OptraGate “Extra Soft” supporta l’apertura della bocca del paziente anche in trattamenti prolungati. Grazie alla sua struttura, le labbra e gli angoli della bocca sono protetti da eventuali contaminazioni da prodotto che potrebbero portare a irritazioni. OptraGate “Extra Soft“ è pertanto molto apprezzato sia da adulti che da bambini. Le tre versioni – Junior, Small e Regular – consentono all’odontoiatra la scelta della dimensione idonea, che è presupposto per un posizionamento funzionale e stabile importante quanto la corretta applicazione. Il campo di indicazione di OptraGate “Extra Soft” è molto ampio e inizia già dall’anamnesi clinica. Nella profilassi, il suo utilizzo permette un’elevata autonomia dell’assistente dentale. In parodontologia, la conformazione elastica e flessibile di OptraGate permette ai pazienti di sopportare più gradevolmente i trattamenti fastidiosi, come curettage oppure levigature radicolari. Inoltre, OptraGate consente la rapida cementazione adesiva vestibolare di brackets, proteggendo contemporaneamente le labbra da pinze e legature durante il trattamento ortodontico. Questo strumento innovativo, semplifica la gestione delle attività per tutto il team odontoiatrico soprattutto nei casi in cui i tempi di lavoro siano prolungati, come la preparazione di monconi in protesi fissa, oppure la presa di impronte di precisione. OptraGate Extra Soft è disponibile nei seguenti confezionamenti: • OptraGate Extra Soft Assortment (40 pz. Regular 40 pz. Small); • OptraGate Extra Soft Regular (80 pz.); • OptraGate Extra Soft Small (80 pz.); • OptraGate Extra Soft Junior (80 pz.); • OptraGate Extra Soft PromoPack (3 pz. Regular, 3 pz. Small, 2 pz. Junior). 24 Speciale Anno II n. 2 - Dicembre 2009 Italian Edition XIX Congresso Aidi “Pazienti: speciali sempre” Il tema scelto del Congresso parte da quale considerazione? Il titolo è stato scelto per puntualizzare sulla centralità del paziente, che sempre merita l’attenzione di chi si prende cura di lui come un individuo “speciale”. Di rimando, mi piacerebbe che i pazienti considerassero gli igienisti dentali come professionisti particolari alle cui cure ricorrere con regolarità e fiducia nella certezza di ricevere ogni attenzione. Il Congresso ha offerto l’intervento di tanti relatori, ma quali ritiene siano stati i temi più fedeli al tema dell’evento? Mi riesce davvero difficile stilare una classifica: come si fa a scegliere tra tanti big? Per Ramberg , Rolando Crippa, Maria Grazia Cagetti, Filippo Graziani, Stefano Chieffi… Ogni relatore ha, con le sue parole, catturato l’attenzione della numerosissima platea (oltre 400 persone). Non credo comunque di far torto a nessuno citando la lectio magistralis del prof. Maurizio Tonetti che ha evidenziato come, per il trattamento ottimale di pazienti affetti da parodontite e ad alto rischio sistemico, sia necessario un “approccio di squadra”. E l’igienista dentale è elemento indispensabile della squadra. Ma tra le presentazioni dei colleghi igienisti dentali? Accanto a nomi tanto illustri non hanno poi certo sfigurato i relatori igienisti dentali: Elisabetta Polizzi, Salvatore Sauro, Antonella Barone, Selvaggia Mason, che hanno presentato le loro esperienze lavorative e i loro lavori di ricerca a testimonianza di quanto stiano crescendo la professionalità e le competenze di questa figura professionale. La tavola rotonda ha trattato un tema che sta diventando per l’Aidi un impegno difficile e controverso. Non le sembra che oggi, dato che le evidenze scientifiche parlano di approccio alla professione di “minimum interventium”, forse l’anestesia non è proprio in linea come richiesta, visto che esiste una tecnologia che senza ago permette all’igienista di risolvere il problema dell’ansia? Indubbiamente il tema della tavola rotonda “L’igienista dentale e l’anestesia” ha contribuito a suscitare interesse, a destare curiosità e anche, sicuramente, qualche mal di pancia. So perfettamente che si tratta di un argomento spinoso, che incontra la disapprovazione di molti odontoiatri e di molti medici, ma ritengo sia giunto il momento di affrontare il problema anche in Italia. Quali argomentazioni sono state disquisite e da chi? Durante il dibattito sono stati presi in considerazione i punti di vista dell’igienista dentale (Irene Guarrella), del presidente della Commissione dei Clid (Mario Giannoni), dell’odontologo forense (Marco Scarpelli) dell’anestesista (Gastone Zanette), dell’avvocato esperto in diritto sanitario (Silvia Stefanelli). Certamente non si aveva la pretesa di uscire dal Congresso con delle certezze, ma la possibilità per l’igienista dentale di prati- care l’anestesia loco-regionale per infiltrazione sarà oggetto della richiesta dell’Aidi nell’immediato futuro. A tal fine ho fatto pervenire al Ministero competente il parere legale dell’avv. Stefanelli che mi auguro venga attentamente considerato, senza pregiudizi di sorta, prima di un qualunque pronunciamento. Quali altre categorie hanno queste opportunità nello scenario delle professioni sanitarie? L’infermiere; mi chiedo perché l’infermiere possa somministrare farmaci (ben inteso prescritti dal medico) e l’igienista dentale no? Perché l’igienista dentale può lavorare come libero professionista e non deve essere messo in condizione di svolgere al meglio il suo lavoro? Credo sia eticamente corretto che, se un intervento quale la levigatura radicolare (pratica che rientra nel profilo professionale dell’igienista dentale) necessita di anestesia, la si possa, anzi la si debba, somministrare. Ma ritengo che l’infermiere abbia un percorso formativo profondamente diverso e che abbia opportunità di condividere scelte con il medico in maniera molto diretta. Non crede? Nei nostri corsi di laurea sono previsti sia l’insegnamento di anestesiologia, sia quello di farmacologia e praticamente tutti gli igienisti dentali seguono i corsi di BLSD (questo si che dovrebbe essere reso obbligatorio!); non facciamo tirocinio pratico per l’infiltrazione? Facciamolo! Negli altri paesi qual è l’atteggiamento nei confronti dell’anestesia? In molti paesi in Europa e nel mondo l’igienista dentale può praticare l’anestesia: mi sembra legittimo chiedere che così sia anche in Italia e io continuerò a chiedere come, a suo tempo, hai fatto tu e mi auguro di trovarti al mio fianco. Cosa si sente di lasciare come messaggio al mondo odontoiatrico? Un’ultima considerazione: vorrei che Un servizio di “Striscia la notizia” ha mostrato come va considerato purtroppo anche il problema dell’abusivismo e l’Ordine dei Medici è fortemente attento e contrario. Con quali argomenti risponde l’Aidi? Il problema è che si teme di incrementare l’abusivismo? Mi viene da ridere… Chi vuol fare l’abusivo lo fa comunque. L’abusivismo è una grossa piaga per tutte le professioni sanitarie ed è certamente diffusissimo in odontoiatria. Non dimentichiamo, tuttavia, che ancora in molti studi (le ispezioni dei Nas ne danno testimonianza sempre più spesso) l’ igiene orale viene eseguita dall’assistente alla poltrona, certamente complice l’odontoiatra: anche questo è abusivismo! Credo sarà un braccio di ferro molto duro e che metta a “rischio” di una forte avversità, verso una professione che finalmente viene riconosciuta importante per la salute del cittadino. Ne vale davvero la pena? Lo so che sarà una lotta dura, ma non dimentichiamo che sto rispondendo a Gianna Nardi; quanto hai lottato, fatto anticamera, scritto, girato per uffici, parlato con politici e funzionari per ottenere il riconoscimento anche in Italia della professione di igienista dentale? Auguro un buon lavoro al presidente e all’Aidi, in attesa di poter ritornare sull’argomento dopo che le istituzioni si saranno pronunciate ufficialmente. Gianna Maria Nardi Ricercatore Università di Roma “Sapienza” L’interdisciplinarità chiave del successo Non sarebbe più semplice inserire nell’insegnamento anche tecniche di approccio psicologico per il controllo dell’ansia e utilizzare strumentazione soft di ultima generazione e anestetici topici “senza ago”? Il problema è la puntura con l’ago? E allora i tatuatori? Le estetiste che praticano la depilazione definitiva? Gli orefici che bucano i lobi delle orecchie? Coloro che applicano i piercing? E tutti questi non sono neppure lontanamente degli operatori sanitari! quanto prima gli odontoiatri, tutti, considerassero l’igienista dentale una risorsa, un collaboratore indispensabile e non un problema fastidioso. Congresso interessante quello Nazionale Unid, svoltosi dall’1 al 3 ottobre nella sede dell’Università Tor Vergata di Roma. Non solo per i contenuti scientifici, in linea su tematiche abbastanza ricorrenti, ma per la parte sindacale, avendo posto l’accento sull’interazione fra le discipline mediche e il ruolo importante dell’igienista dentale nel potenziare, attraverso il controllo del cavo orale, la capacità omeostatica del nostro organismo di ristabilire un equilibrio, condizione essenziale dello stato di salute e benessere sistemico. Si è parlato quindi di genetica e di come i fattori ambientali possano influenzare l’insorgenza di patologie sistemiche e del cavo orale. Relatori italiani e stranieri hanno disquisito sulle ultime tecnologie in campo diagnostico, indispensabili per un percorso terapeutico innovativo ed efficace. Di grande interesse per la professione, la Tavola Rotonda (cui la scrivente ha preso parte quale docente Clid), con il presidente Unid, G. Sorgente, il presidente Aio, G. Migliano e altri personaggi di rilievo (come il capitano M. Datti dei NAS, e S. Proia, rappresentante del Ministero della Salute ed esperto in legislazione). Sempre di interesse il tema dell’abusivismo, fenomeno incontrollato di appropriazione di ruoli fra le categorie. Sottolineata, inoltre, l’importanza di considerare le forze dell’ordine al servizio non solo del cittadino, ma delle professioni, e auspicata una proficua collaborazione. Alla premiazione del concorso Unid, cui hanno partecipato neo laureati del 2008-2009, da dieci Università italiane, non è stato semplice per la Commissione esaminatrice, scegliere soltanto un lavoro, dato il numero e la qualità. Miglior lavoro, quello presentato da F. Raschi dal titolo “Effetti dell’air polishing sulla superficie del titanio: studio morfologico e microbiologico”, relatrice L. Rimondini. La vincitrice, ha ricevuto in premio un biglietto aereo per il prossimo congresso dell’Ifdh (Glasgow, luglio 2010). G. M. N.