I comunisti di Lugansk: il Donbass ha un gran bisogno di solidarieta internazionale Intervista di Greg Butterfield da: http://redstaroverdonbass.blogspot.it Workers World ha intervistato Maxim Chalenko, Segretario del Partito Comunista – Comitato della regione di Lugansk della Repubblica Popolare di Lugansk (LC). Chalenko è un fondatore del Forum of Communist, Socialist, Workers’, Environmental and Anti-Fascist Forces. Ha aiutato ad organizzare il Donbass International Forum, denominato “Anti-Fascism, Internationalism, Solidarity” svoltosi l’8 maggio scorso a Alchevesk. 29/7/2015 REDAZIONE NOICOMUNISTI TRADUZIONE DI GUIDO FONTANA ROS FONTE Workers World: Dove sei cresciuto e dove sei andato a scuola? Come sei stato coinvolto nel movimento comunista? Maxim Chalenko: Sono nato il 30 giugno del 1980, a Severodonetsk, nella regione di Lugansk [allora parte sovietica dell'Ucraina]. Ho trascorso la maggior parte della mia giovinezza nella città di Lugansk, dove la mia famiglia si trasferì nel 1990. Mi sono diplomato alla Lugansk School Numero 57, poi all’Università Ucraina dell’est con una laurea in storia e archivistica. Sono stato attivo nel movimento comunista per 17 anni. Nel 1997, mi sono iscritto all’Unione della Gioventù Comunista Leninista di Ucraina (l'organizzazione giovanile del Partito Comunista di Ucraina). Ho organizzato proteste per il ripristino dei diritti degli studenti nel 2000-2003 e sono diventato un membro del Partito Comunista di Ucraina nel 2000. A Kiev, sono stato attivo nel movimento “Ucraina senza Kuchma” nel 2002, quando la polizia ha rotto violentemente il nostro accampamento. Più tardi ho organizzato una serie di proteste di lavoratori e minatori della regione di Lugansk. Sono stato eletto segretario del comitato del Distretto Zhovtnevy del Partito Comunista a Lugansk, poi segretario del Comitato Regionale del Partito Comunista di Lugansk, Segretario del Comitato Comunale del Partito Comunista di Lugansk e quindi deputato al Consiglio Regionale sempre di Lugansk. WW: Da giovane, com’è stato vivere durante il crollo dell'Unione Sovietica? MC: Come figlio di un soldato sovietico, il crollo dell'URSS mi ha colpito molto duramente. La distruzione di questo grande paese, la cui pietra angolare era quella di tutelare gli interessi dei lavoratori, fece sì che molti nell'esercito ardessero di desiderio di difendere l'Unione Sovietica. Ma, purtroppo, dopo il crollo, a quelli che erano in servizio attivo servivano nell’esercito fu proibito di parlare dell'Unione Sovietica. Molti comunisti iniziarono a concentrare i loro sforzi ed energie per cercare di costruire una società giusta, socialista, nel quadro degli Stati nazionali formatisi dopo il crollo dell'Unione Sovietica e anche noi in Ucraina. Forse questo è stato uno dei motivi principali per i nostri fallimenti. A mio parere, la disintegrazione dell'Unione Sovietica in stati nazionali, con ognuno di essi che procedeva nel proprio processo socio-politico, ha solo accelerato il passaggio dal socialismo al percorso capitalista. Un potente movimento comunista ideologicamente coeso, venne poi diviso e disorganizzato. WW: Parlaci dell'attività dei comunisti a Lugansk a seguito del colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti a Kiev nel febbraio 2014. MC: Dopo il colpo di stato anti-popolare di Kiev - e anche durante esso, alla fine del 2013 - abbiamo organizzato il primo squadrone di milizia per proteggere la popolazione civile di Lugansk dal fascismo. I nostri obiettivi erano di proteggere la popolazione dalle aggressioni, provocazioni e attacchi dei neofascisti e di proteggere i monumenti legati alla nostra storia e cultura. Abbiamo lavorato per bloccare l'arrivo di militanti neonazisti dall'occidente. Abbiamo anche assunto il compito importante di opporsi ai tentativi delle autorità Lugansk di negoziare le condizioni per la loro resa alla giunta di Kiev. Dopo tutto, i capitalisti al potere sono indifferenti ai problemi della gente; tutto ciò che è importante per loro è preservare e aumentare il loro capitale. Abbiamo compreso questo, e per di più, abbiamo visto cosa succede in pratica. Potenti politici, dominati da membri del Partito delle Regioni, stavano negoziando la resa di Lugansk ai neofascisti. Con il tacito consenso della giunta di Kiev, hanno nominato nuovi responsabili regionali del Ministero dell'Interno, della Procura della Repubblica e del Servizio di sicurezza dell'Ucraina, il cui scopo era quello di sopprimere la resistenza anti-fascista in Lugansk. Abbiamo proposto di organizzare un ampio fronte antifascista per fermare la diffusione del fascismo in oriente e anche sollevato la questione della scelta geopolitica. A quel tempo il problema della restaurazione dell'URSS è venuto alla ribalta. A fronte dell’ideologia fascista risorgente, tra cui il nazionalismo aggressivo, dobbiamo intensificare il lavoro internazionale per chiedere il ripristino dell'URSS. Crediamo che ora più che mai abbiamo la base per farlo. WW: Cosa hai organizzato e quali attività hai svolto dall'inizio della guerra? MC: In aprile e maggio 2014, i residenti Lugansk erano molto preoccupati per Slavyansk [nel vicino Donetsk] e per i suoi abitanti, che erano sottoposti all’aggressione militare ucraina. Abbiamo organizzato la prima raccolta e la spedizione di aiuti umanitari da Lugansk ai difensori di Slavyansk. Nessuno si rendeva conto che nel giro di un mese noi stessi avremmo avuto bisogno di aiuto. Più tardi, quando la guerra è venuta alle nostra porte, ci siamo attivamente impegnati nella raccolta e il trasferimento di aiuti umanitari a Lugansk dalla Russia. Ci hanno davvero aiutato i comitati del Partito comunista di Rostov e di Voronezh. Con queste due aree al confine di Lugansk, anche prima della guerra, aveavmo stabilito un meraviglioso cameratismo. Abbiamo fatto un appello di aiuto ed essi hanno immediatamente risposto, organizzando la raccolta di cibo, medicinali e vestiti attraverso le loro strutture di partito. Quasi ogni settimana per tutta l'estate, abbiamo portato questa assistenza nella LC. Poi, ai primi di settembre, quando è stato firmato l'accordo di cessate il fuoco a Minsk, abbiamo organizzato una ri-registrazione dei ranghi del partito e abbiamo iniziato a ripristinare le nostre strutture di partito. Alcune persone avevano lasciato, alcuni erano scomparsi e non avevano risposto alle telefonate. Diversi comunisti sono stati uccisi. I segretari dei comitati di partito erano sparsi, principalmente impegnati nella risoluzione dei problemi nelle loro città. Poi le comunicazioni e i trasporti sono stati ripristinati e nel giro di pochi mesi, abbiamo restaurato i legami con tutte le organizzazioni locali. WW: Perché avete deciso di organizzare un forum solidarietà internazionale questa primavera? MC: Ci sono state due ragioni: in primo luogo, è stato in riferimento al 70° Anniversario della Vittoria del socialismo sul fascismo [la sconfitta sovietica della Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale]; in secondo luogo , e più importante, oggi la sinistra in Donbass ha un grande bisogno del sostegno internazionale e dell'assistenza delle organizzazioni alleate. A dispetto di alti ideali, compreso il nostro, il movimento delle Repubbliche del Popolo lungo il percorso socialista non è stato facile e non senza ambiguità. Sì, nella fase iniziale, tutti i movimenti rivoluzionari delle strade e delle piazze sono stati associati con l'antifascismo e il desiderio della maggioranza della popolazione a prendere la via di sviluppo socialista. Ma nessuno in realtà ha espresso slogan come “fabbriche agli operai” e “terra ai contadini” e il carattere socialista delle repubbliche è rimasto solo nella forma ma non nella sostanza. Il forum è stato significativo, in quanto ha dato ai giovani d'Europa e del mondo la comprensione delle condizioni in cui stiamo combattendo oggi. MAXIM C HALENKO IN ALTO A SINISTRA CON ALTRI PARTECIPANTI AL FORUM DI ALCHEVEISK WW: Il Forum Internazionale in Donbass è stato ospitato dalla milizia anti-fascista della Ghost Brigade ad Alchevsk. Come ci si è arrivati? MC: Originariamente, avevamo programmato di tenere il forum nella città di Lugansk, ma a causa del peggioramento del confronto militare e della situazione politica interna, abbiamo deciso di tenerlo ad Alchevsk, la seconda città più grande della regione. Un invito è stato mandato al di Comandante della Brigata Alexei Mozgovoi, che era ideologicamente un comunista anche se non era un membro del partito e ha giocato un ruolo importante. Credo che la decisione fosse corretta; non solo si è tenuto il forum, ma si è anche sostenuto i compagni di Alchevsk. [Mozgovoi e altri quattro membri della Ghost Brigade sono stati assassinati il 23 maggio] WW: Quali sono state le tue impressioni sul forum? Che cosa è stato raggiunto? MC: Uno degli obiettivi principali era quello di consolidare gli sforzi delle organizzazioni di sinistra e contro la guerra nel mondo sul tema del Donbass. Questo obiettivo può sembrare molto romantico, date le realtà geopolitiche attuali, ma abbiamo già fatto alcuni passi importanti. Il forum ha riunito un gran numero di organizzazioni di sinistra che sono interessate alla situazione della resistenza antifascista nel Donbass. In generale, la nostra situazione è abbastanza insolita e io sono a conoscenza delle molte contraddizioni e controversie tra la sinistra di tutto il mondo in relazione alla nostra valutazione degli eventi e soprattutto, come i comunisti internazionalisti e antifascisti debbano operare in queste condizioni. Anche durante il forum, insieme agli auguri per le vittorie nella lotta contro il fascismo in Ucraina, ci sono state domande sul ruolo della sinistra negli eventi in Ucraina e in Donbass. Che posizione dovremmo prendere in una situazione in cui la questione principale è da che parte stare in un confronto geopolitico? La risposta è molto complessa e il parere di una persona o di un'organizzazione nazionale non è sufficiente. In generale, questo è stato il secondo obiettivo chiave del forum: iniziare un dialogo sul ruolo della sinistra stimolato dal confronto geopolitico nel sud-est dell'Ucraina. WW: Il forum ha anche annunciato la creazione di un comitato di solidarietà internazionale. Cosa farà questa organizzazione? MC: Stiamo lavorando per la creazione di un movimento di solidarietà internazionale con il Donbass, che ci auguriamo possa essere una piattaforma per definire una posizione ideologica unitaria sulla situazione in Donbass e sulle forme e i metodi di lavoro per le forze politiche di sinistra in queste condizioni . A tal fine, abbiamo avviato questi progetti: 1. Assistere nella formazione di un Comitato di Solidarietà con il Donbass in tutti i paesi d'Europa e del mondo. 2. Analisi della situazione nel Donbass, preparazione di relazioni, informazioni e messaggi riguardanti l'ambiente sociale e politico. 3. Preparazione e organizzazione di seminari internazionali, tavole rotonde, presentazioni, conferenze e incontri relativi alla situazione attuale del Donetsk e del Repubblica del Popolo Lugansk in Donbass. 4. Organizzazione di azioni di solidarietà, come quelle che hanno avuto luogo dopo la morte del Comandante di Brigata Mozgovoi. 5. Pubblicazione di giornali, opuscoli e libri. 6. Lotta contro la repressione politica in Ucraina, picchetti informativi a sostegno delle richieste di rilascio deii prigionieri politici in Ucraina. Creazione di un elenco delle repressioni in Ucraina. Picchettaggio delle ambasciate ucraine in Europa. Manifestazioni di protesta a Kiev. 7. Promuovere media che apertamente e onestamente coprono gli eventi che si svolgono in Donbass. 8. Creazione di risorse multimediali online per diffondere informazioni precise sulla situazione nelle repubbliche in lotta. WW: Come vedi oggi il ruolo dei comunisti a Lugansk? MC: Oggi i comunisti a Lugansk, così come in Ucraina, stanno vivendo una grave crisi sistemica. Non eravamo preparati per un serio confronto geopolitico qui, non potevamo dare una valutazione ideologica sugli eventi che stavano accadendo o delle risposte su come procedere. In realtà, questo problema non è univoco a Lugansk. Qui i problemi sono stati spinti alla ribalta dal confronto acuto e dalla guerra sul nostro territorio. Ma una tendenza simile sta indebolendo i movimenti di sinistra con la repressione e si sparge in tutta l'ex Unione Sovietica. Ho paura che potremmo presto assistere al fallimento dell'ultimo bastione, il Partito Comunista dell'Unione Sovietica in Russia. Si deve comprendere che il potenziale di progresso previsto dai comunisti dopo il crollo dell'URSS si è già completamente esaurito. Se non troviamo risposte adeguate e non sviluppiamo nuovi metodi di lavoro, saremo esclusi dalla vita politica del paese per molti anni a venire. Pertanto, in Lugansk, è necessario consolidare tutti i comunisti intorno a una organizzazione unitaria e quindi sviluppare una nuova strategia e dei metodi di lavoro per la sua realizzazione. Dobbiamo cercare nuove basi sociali per il partito tra la classe operaia per migliorare la sua capacità e le sue dimensioni. E, soprattutto, una posizione chiara su dove stiamo andando e qual è il ruolo della sinistra nelle moderne realtà dei giovani delle Repubbliche di Lugansk e di Donetsk . Un altro aspetto importante è la creazione di un movimento internazionale di sinistra che svilupperà un concetto di un combattimento di sinistra nel nuovo mondo “post-unipolare” che è oggi in fase di realizzazione per mezzo di iniziative cui abbiamo attivamente partecipato. WW: Qual è la tua visione per il futuro del socialismo in Donbass? MC: Per molti aspetti, dipende dal fatto che noi comunisti riusciamo a trovare metodi efficaci di lavoro per garantire il percorso delle repubbliche sulla via del socialismo, piuttosto che qualcosa che può apparire socialista nella forma, ma è essenzialmente uno stato neoliberale. Stiamo sviluppando una organizzazione per unire tutti i sostenitori del socialismo-comunismo sotto il nome di “Unione della Sinistra del Donbass” e, per quanto possibile, per influenzare lo sviluppo politico della repubblica. Rispetto e saluti rivoluzionari a tutti i compagni!