gli
Ordine degli Psicologi
del Friuli Venezia Giulia
Novembre 2013
n.
Psicologi
2
del Friuli Venezia Giulia
Semestrale - Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – 70% NE/TS
Pen
Futuro
Relazioni
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NOVEMBRE 2013 N. 2
Editore:
Ordine degli Psicologi
del Friuli Venezia Giulia
Piazza Niccolò Tommaseo n. 2
34121 - Trieste
indice
APPUNTI DELLA
PRESIDENZA
Dal 2010 al 2013: quattro anni per tre
piante: una di pomodori, una di mele e una
di datteri
Comitato di redazione:
Antonella Besa
Emanuele Bottoli
Anna Di Stefano
Paolo Fusari
Simona Mreule
Hanno collaborato
a questo numero:
Maria Rosa Aita
Antonella Besa
Giorgia Botter
Emanuele Bottoli
Clara Camuffo
Marta Collovini
Lucio Costantini
Elisabetta Cuttini
Paolo Fusari
Evgenia Gasteratou
Ivan Iacob
Renzo Mosanghini
Simona Mreule
Elena Paviotti
Patrizia Pecar
Marta Roncaglia
Leila Rumiato
Sede redazione:
Ordine degli Psicologi
del Friuli Venezia Giulia
Piazza Nicolò Tommaseo, 2
34121 Trieste
Parere su atti tipici in materia di
promozione e prevenzione in ambito
psicologico
La Settimana del Benessere Psicologico
2013 in Friuli Venezia Giulia
APPUNTI DI VIAGGIO
pag. 22
Raccomandazioni del cnop sulle
prestazioni psicologiche attraverso
tecnologie di comunicazione a distanza
pag. 4
Paolo Fusari
Alessandro Montello
NOTIZIE
Dal Nazionale
pag. 3
Direttore Editoriale:
Direttore Responsabile:
appunti della
pag. 5
Rischio stress lavoro correlato, le
competenze dello psicologo nella
valutazione e gestione
aggiornamento
Albo regionale
Un Bilancio delle attività dell’Ordine dal
2010 al 2013
Spunto deontologico
A proposito di stalking e … dintorni
pag. 24
Psicologi e farmacie
Le raccomandazioni dell’Ordine
I nuovi arrivati per la sezione A
Psicologi cancellati
Annotazioni esercizio attività psicoterapia
FORMAZIONE
pag. 12
pag. 26
Crisi del lavoro e del lavoratore: uniamo i
punti alle domande
Pillole di competenze
pag. 14
L’intervento psicologico nell’ambito della
psicologia dell’invecchiamento
Gli Psicologi hanno affrontato il tema
dell’Emergenza in un Convegno il 19
ottobre 2013 a Trieste
Psicologo territoriale e psicologia in rete
Convegni, seminari e workshop 2013
Tra lingua, pensiero e comunicazione:
caratteristiche e potenzialità delle lingue
dei segni
Master Biennale di II livello in “Lo
psicologo di base nell’assistenza primaria”
Rassegna
professionale pag. 20
pag. 31
In ricordo dei colleghi
Progetto grafico e Stampa:
La Tipografica srl
via Julia, 27 - 33030 Basaldella
di Campoformido - UD
N° registrazione presso il
Tribunale Ordinario di Trieste:
1039
Questo numero è stato chiuso in
tipografia il giorno 18.11.2013
Numero di copie stampate
2400
Dal 2010 al 2013:
quattro anni per tre
piante:
una di pomodori,
una di mele
e una di datteri
Convegni, seminari e workshop
Speciale elezioni
CONTRIBUTI
PROFESSIONALI
presidenza
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“Una bella storia racconta di un ingegnere che amava moltissimo
il suo lavoro, della sua passione e del suo interesse per le nuove
conoscenze. Un giorno però l’ingegnere vuole capire meglio questa
sua forte passione per il lavoro ed allora si reca, su suggerimento
di un amico, da un vecchio saggio. Viene accolto da una dolce
anziana che lo fa accomodare in un giardino profumato di vegetazione ben curata. Il vecchio saggio è lì che cura le sue piante e
si rivolge all’ingegnere chiedendoli che cosa lo ha spinto a venire
fin qui. L’ingegnere gli racconta del suo lavoro, della sua passione,
della sua frenesia a conoscere ed a cercare sempre qualcosa di
nuovo. Un torrente di parole a tratti interrotto da alcune domande
rivolte dal vecchio saggio.
Ad un certo punto il vecchio saggio invita l’ingegnere a seguirlo nel
suo giardino e gli mostra le sue piante, soffermandosi in particolare su tre. La prima pianta è una pianta di pomodori. Gli spiega
che la pianta del pomodoro è una pianta stagionale, ogni anno
si piantano i semi, si aspetta che cresca e che maturino i frutti.
La seconda pianta è una pianta di mele. La pianta è cresciuta
lentamente da un seme e per due anni ha avuto bisogno di protezione, cure, tutoraggio. È stata curata dai parassiti e potata a
modo giusto. Dopo due o tre anni la pianta ha cominciato a dare
i suoi frutti e così fa ogni anno. Ora è sufficiente curarla, nutrirla, potarla e difenderla dai parassiti. La terza invece è un albero
rigoglioso di datteri. Il vecchio saggio si commuove perché questo
albero è stato piantato da suo padre che non ha fatto in tempo
però a godere dei suoi frutti. Ma lo ha piantato lo stesso destinando i frutti ai suoi figli. Terminato il giro il vecchio saggio si rivolge
all’ingegnere e gli dice che è fortunato perché in lui ci sono i semi
del pomodoro, di mela e di datteri. È fortunato perché è libero di
scegliere cosa fare dei semi che ha dentro di sé, quali semi coltivare e quali frutti godere subito.”
In questi intensi quattro anni di rappresentanza e di lavoro per l’Ordine si è lavorato con passione e con spirito di
servizio, alle volte non senza fatica, anche sottraendo tempo
al lavoro, alla vita personale, comunque sempre cercando di
2
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
Novembre 2013
Novembre 2013
seminare qualcosa che possa dare frutti alla nostra comunità
professionale. La semina richiede tempo e cura, come il vecchio saggio ha riposto per le sue tre piante, ma alla fine è riuscito a vederne i risultati, oppure a rimandarli ad altri. Con
questo spirito si è operato in questi anni di mandato, iniziati
nel 2010. Ora ognuno di noi è libero di cogliere i risultati che
desidera e che vede più coerenti , come è libero di piantare
altri semi, per altri importanti traguardi. La storia però è
importante, quello che è avvenuto e si è fatto prima può insegnarci molto per migliorare e per proseguire verso altre
sfide necessarie. Potrei qui fare l’elenco delle tante azioni
svolte dall’Ordine in questi quattro anni, durante i quali ho
avuto l’onore di rappresentare, assieme a tutti i Consiglieri,
una comunità professionale forte e qualificata, capace di offrire servizi eccellenti e di rispondere alle tante esigenze delle
persone e dei servizi, nel privato come nel pubblico. Si sono
privilegiate alcune cose, altre saranno senz’altro rimaste indietro, ma segnate in Agenda. I servizi agli iscritti, i Convegni
ed i Seminari, questo Giornale, la Settimana del Benessere,
le News letter e tutte le forme di costante comunicazione e
di scambio, la tutela deontologica e professionale, sono solo
alcuni esempi di azioni concrete messe in campo. Ma lascio a
Voi valutarne gli esiti, di gradimento o meno, di cambiamento
o meno. Poi ci sono e ci saranno anche azioni ed attività che
non hanno funzionato a dovere, delle mancanze, dei limiti.
Anche questo è un importante elenco da fare per lavorare nel
futuro per un miglioramento continuo.
Sono stati anni nei quali la nostra professione è stata coinvolta in importanti processi, dalla liberalizzazione delle professioni, alle leggi sulle professioni non regolamentate, solo
per citare alcuni forti esempi. Ci siamo battuti sul terreno
della qualificazione e dell’eccellenza per affermare la nostra
professionalità rispetto ad altri “mestieri”, che si dichiarano
limitrofi ai nostri e che vogliono sconfinare in campi d’intervento propri e nostri. Abbiamo reagito con impegno e con la
forza delle nostre competenze, riconosciute, sempre e costantemente nel nostro quotidiano.
Ora ci aspettano sfide interessanti e rilevanti per il nostro
futuro di Psicologia e di Psicologhe e Psicologi.
Penso che in questi quattro anni abbiamo seminato e curato
al meglio, come potevamo, le nostre piante. A chi rappresenterà la nostra comunità professionale, nel prossimo mandato fino al 2017, l’augurio di un buon lavoro e di una buona
crescita e semina. Se poi si vuole anche chiedere qualche
consiglio ai Giardinieri di un tempo e a chi sa fare e vuole
fare bene il nuovo Giardiniere, tanto meglio. Il giardino si
arricchisce, rigoglia, cresce, si rinnova con nuovo fertilizzante,
i semi crescono sani con l’esperienza passata e con le nuove conoscenze. E crescono alberi forti ed importanti per noi
Psicologhe e Psicologi. Ma questa è una valutazione e riflessione, rilevante, che ognuno di noi è tenuto a fare in questa
prossima ed importante consultazione elettorale.
Con cordialità e stima
Paolo Fusari - Presidente
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
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appunti di
Un Bilancio delle attività dell’Ordine dal 2010 al 2013
a cura dell’Unità Operativa Bilancio Sociale e del Gruppo Servizi agli Iscritti
(Besa, Bottoli, Gasteratou, Iacob, Paviotti, Rumiato, Mreule, Fusari)
Diamo i numeri … del Benessere
a cura di Paolo Fusari
La Settimana del Benessere Psicologico in Friuli Venezia
Giulia si è svolta dal 20 al 26 maggio 2013 in tutto il territorio della regione. L’iniziativa ha potuto contare su alcuni
patrocini importanti quali la Regione Autonoma FVG, le
Province di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone, Federsanità Anci FVG e Anci Friuli V.G. Si sono aggiunti i patrocini
di ben 48 Comuni della regione. Tutti gli enti patrocinatori
sono stati dichiarati Enti pubblici locali amici del Benessere Psicologico. Al termine della Settimana, il 25 maggio si
è poi svolto a Villa Manin di Passariano (Codroipo) un interessante Convegno sulla Psicologia Viaria, “Il benessere
scorre sulle strade”.
Si riporta di seguito una rendicontazione statistica su questo importante evento e si ringraziano tutte le iscritte e
gli iscritti che hanno aderito e offerto la loro disponibilità.
Nella prima tabella si riporta la distribuzione degli eventi/
conferenze organizzate dagli aderenti suddivise per provincia, nella seconda invece le percentuali degli Studi aperti
durante la Settimana. Successivamente all’evento è stato
inviato a tutti i 229 aderenti un breve questionario per rilevare la soddisfazione circa l’esito dell’evento. Hanno risposto al Questionario 96 colleghi sul totale degli aderenti. Si
riporta in un grafico le risultanze della soddisfazione rilevata. Si sono altresì raccolti utili commenti e suggerimenti
per il miglioramento dell’iniziativa.
1. Principali Convegni organizzati
direttamente dall’Ordine
2010
Si presenta, di seguito, una raccolta delle principali attività e degli interventi realizzati dall’Ordine in questi quattro
anni di mandato. Questa rassegna permette così di rendicontare il lavoro svolto a favore della nostra comunità
professionale e di tracciare un percorso di riflessione sulle
varie azioni effettuate. Un documento che si orienta verso
un primo Bilancio Sociale, con caratteristiche di trasparenza rispetto ai diversi servizi proposti e realizzati. Uno
strumento di accountability, ovvero di rendicontazione delle
principali responsabilità istituzionali, delle attività realizzate, delle risorse utilizzate e dei risultati consegui, con
particolare riferimento ai servizi erogati. Con questa rassegna si intende raccontare in modo semplice, chiaro ed
essenziale quanto svolto anche in funzione di un miglioramento dei servizi istituzionali propri dell’Ordine. La lettura
della rassegna può fornire una prima misura del laborioso,
tenace e specifico impegno di tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di quanto sommariamente descritto: l’Ufficio di Presidenza assieme a tutto il Consiglio,
i Gruppi di lavoro attivati, i vari Consiglieri Referenti delle
aree tematiche, il personale di Segreteria, i Consulenti ed i
collaboratori esterni dell’Ordine ma anche diversi colleghi
iscritti che hanno contribuito con le loro osservazioni e con
la loro partecipazione ad alcune specifiche attività.
2011
La Settimana del Benessere
Psicologico 2013
in Friuli Venezia Giulia
viaggio
1 ottobre
Villa Manin (UD)
Posta Elettronica Certificata e strumenti informatici e telematici per la professione
4 dicembre
Trieste
V Giornata dello Psicologo - Formazione e
responsabilità etica nella relazione terapeuta e paziente. Epistemologie a confronto
26 - 27 e 30
maggio,
Udine, Trieste,
Pordenone
Come utilizzare e gestire la casella la P.E.C.
(Posta Elettronica Certificata) nel contesto
professionale e l’utilizzo delle banche dati
online per l’aggiornamento scientifico-professionale
26 novembre
Pordenone
La valutazione dello stress lavoro-correlato:
tecniche, strumenti, esperienze
3 dicembre
Trieste
VI giornata dello psicologo - Strumenti per
la valutazione dell’efficacia dell’intervento
psicologico
18 febbraio
Udine
Lo psicologo in ambito giuridico: un confronto interdisciplinare fra oggettività e soggettività
Tra medicina e psicologia: due discipline a
confronto. I percorsi comuni
Milton H. Erickson: la vita ed il suo lavoro.
Un percorso esperenziale nel cammino della
psicoterapia e del modello ipnotico descritto
dalla figlia Betty Alice Erickson
Il disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività. Dalla neuropsicologia alle strategie
educative
w
2 marzo
Trieste
2013
2012
27 aprile
Palmanova (UD)
29 settembre
Udine
Settembre
Palmanova (UD),
Pordenone, Gorizia
PEC e gestione delle banche dati on-line
EBSCO
26 ottobre
Monfalcone (GO)
Lo psicologo nell’equipe multiprofessionale
1 dicembre
Pordenone
VII giornata dello psicologo - Dal sintomo
alla persona. Lo psicologo di base
25 maggio
Villa Manin (UD)
Il benessere scorre sulle strade: mobilità
sicura e sostenibile - il contributo della psicologia
La crisi del lavoro - lavoratori in crisi. La
psicologia per il benessere delle persone e
delle organizzazioni
La psicologia dell’emergenza. Esperienze e
prospettive dell’intervento psicologico
VIII giornata dello psicologo: Terzo settore
e psicologia. Un lavoro di rete sul territorio
per il benessere delle persone
14 settembre
Pordenone
19 ottobre
Trieste
23 novembre
Udine
4
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
Novembre 2013
Novembre 2013
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
5
2013
Privacy e Documento Programmatico sulla
Sicurezza
20 maggio
Cervignano (UD)
Privacy e Documento Programmatico sulla
Sicurezza
24 settembre
Grado (GO)
Aspetti contabili della professione
6 dicembre
Udine
Il nuovo regime dei minimi
17 dicembre
San Daniele del
Friuli (UD)
Deontologia pratica: cosa fare e non fare
9 marzo
Trieste
Aggiornamento su Documento Programmatico sulla Sicurezza e Privacy
11 maggio
Ronchi dei Legionari Il regime fiscale dei minimi
(GO)
Che cosa fare se..? Guida ad uso del profes16 novembre
sionista per la gestione dei dati sensibili di
San Vito
al Tagliamento (PN) fronte alle richieste esterne
13 dicembre
Udine
La psicologia del traffico
2 maggio
Udine
L’Ordine degli psicologi del Friuli Venezia
Giulia: informazioni ed istruzioni sull’Ordine
e sul Servizio agli Iscritti
10 maggio
Trieste
L’Ordine degli psicologi del Friuli Venezia
Giulia: informazioni ed istruzioni sull’Ordine
e sul Servizio agli Iscritti
27 settembre
Udine
Aggiornamenti legali e fiscali per la libera
professione
31 ottobre
Palmanova (UD)
Lo psicologo in farmacia
16 novembre
Pordenone
Relazione, refertazione, certificazione: come
e quando
2011
2010
3. Principali partecipazioni ad eventi
territoriali
Novembre
Trieste
Avvio del Tavolo di lavoro dei Professionisti
(Fusari)
15-17 febbraio
Trieste
Fiera delle Professioni
(Fusari, Bottoli, Mosanghini, Paviotti, Besa,
Galluzzo)
Marzo
Licei Stellini
e Copernico
Udine
17 maggio
Liceo
Majorana
Pordenone
Udine (4 incontri)
Incontro di orientamento sulla professione
(Di Stefano)
Incontro di orientamento sulla professione
(Bottoli)
CUP Federprofessionisti
(Federazione delle professioni intellettuali)
(Mosanghini,Gasteratou)
2012
21 marzo
Pordenone
15 - 17 febbraio
Trieste
Fiera delle Professioni
(Gasteratou, Rumiato, Fusari)
29 febbraio,
1 - 3 marzo
Udine
Young (Gasteratou, Rumiato)
1 marzo
Pordenone,
Trieste
Udine,
Professional Day
(Gasteratou, Mosanghini, Fusari)
11 aprile
Sacile
Giornata dell’orientamento in uscita
(Gasteratou)
15 giugno
Trieste
Tavolo delle Professioni (Fusari)
Udine (6 incontri)
CUP Federprofessionisti
(Federazione delle professioni intellettuali)
(Mosanghini,Gasteratou)
19 febbraio
Professional Day 2013
Trieste, Udine, Por(Fusari, Bottoli, Besa, Zotti, Mosanghini)
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2013
2012
2011
2. Principali Seminari, Workshop
organizzati direttamente dall’Ordine
18 - 21febbraio
Trieste
Fiera delle Professioni (Fusari, Mosanghini)
6 - 9 marzo
Udine
Young
(Gasteratou,Fusari,Mosanghini,Mreule)
7 - 8 novembre
Pordenone
Punto di incontro (Besa, Rumiato)
Udine (4 incontri)
CUP Federprofessionisti
(Federazione delle professioni intellettuali)
(Mosanghini,Gasteratou)
4. Principali Servizi agli iscritti attivati
Si è costituito nel 2010 il Gruppo di Lavoro Servizi agli
iscritti composto dai Consiglieri Besa, Bottoli, Di Stefano,
Gasteratou, Iacob (Referente). In corso d’opera c’è stato
l’avvicendamento alla Referenza tra il Consigliere Iacob e
la Consigliera Besa.
Risultati raggiunti 2011
1. - Avvio nel 2011 dei Seminari: momenti di formazione e
aggiornamento per gli iscritti su aspetti specifici legati
alla professione della durata di due/tre ore (5 seminari
nel 2011, 4 seminari nel 2012, 5 seminari nel 2013).
2. - Affidamento di incarico per la realizzazione di un servizio per la fruizione via internet da parte degli iscritti
dei Seminari, Convegni ed altri eventi dell’Ordine.
3. - Avvio della rubrica “L’avvocato risponde”: Un servizio
di consulenza via mail con l’Avv. Vicenzotto al fine di
dare risposta ai quesiti relativi alla privacy e a questioni legali dell’attività professionale.
4. - È stato attivato un indirizzo mail dedicato agli iscritti
[email protected]
5. - Attivazione di un servizio gratuito di assistenza rispetto
a problematiche di natura tecnico/informatica connesse alla professione, che si avvale di modalità di intervento a distanza via Internet.
Risultati raggiunti 2012
1. - Attivazione del servizio sperimentale di comunicazione/
mass media sulle iniziative ed attività ordinistiche.
2. - Individuazione di un’Agenzia esterna per l’organizzazione degli eventi 2013
3. - Avvio del servizio “SMS informa”: servizio che permette agli iscritti di essere avvisati circa gli eventi e le
notizie organizzate.
Risultati raggiunti 2013
1. - Avvio di seminari di presentazione dell’ordine ai nuovi
iscritti
2. - Approvazione delle Raccomandazioni e direttrici sperimentali per i servizi di consulenza psicologica nelle
Farmacie del FVG.
Convenzioni attivate con:
Casa Editrice Vannini - Editoria Scientifica, Assicurazioni
Generali, English Language Centre,
Centro Servizi Aziendali srl.
5. Principali Protocolli d’intesa siglati ed
eventi correlati
1. - Protocollo di intesa con la Guardia di Finanza (maggio 2009): 2001, 2011: incontri sul Il benessere nelle
organizzazioni (Fusari, Mosanghini) ed altri incontri
(Bartolich).
2. - Protocollo d’intesa sulla psicologia del traffico tra
l’Ordine degli psicologi FVG, l’Ordine degli psicologi di
Bolzano , l’Università di Trieste e l’Ufficio Scolastico
Regionale (2011).
3. - Protocollo d’intesa con Archè Associazione formazione
Educatori (2013).
6. Principali partecipazioni a Audizioni
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
1. - 9 marzo 2011 Trieste - Audizione della III Commissione Permanente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia sulle proposte di legge sulle Cure Palliative
(Mosanghini, Zotti, Fusari).
2. - 17 gennaio 2012 Trieste - Audizione della III Commissione Permanente del Consiglio Regionale del Friuli
Venezia Giulia sulle proposte di legge sulla Pet Therapy
(Fusari, Mosanghini).
3. - 2012 Trieste - Audizione sulle proposte di legge sul
gioco d’azzardo e sul disegno di legge sul Sistema Sanitario regionale (Fusari, Mosanghini).
4. - 10 ottobre 2013 - Trieste - Audizione regionale sulla
proposta di legge sul Riordino del SSR (Fusari. Mosanghini).
CronoOrdine
Primo meeting nazionale giovani consiglieri degli
ordini degli psicologi (Besa, Visaggio)
22 novembre 2010
Trieste
Educazione stradale e psicologia (Fusari, Di Stefano)
Convegno Ordine del Veneto “Tutela giuridica del
minore nel procedimento civile e penale”
(Di Stefano Galluzzo, Mreule, Rumiato)
18 dicembre 2010
Padova
6 aprile 2011
Palmanova
Evento ASS 5 “Dedicato a chi cura”(Mosanghini)
maggio 2011
Napoli
Convegno “La responsabilità sociale dello psicologo” (Bottoli)
8 aprile 2011
Roma
Convegno ENPAP “What about money?”(Besa)
14-15 ottobre 2011 Convegno SIPPR “Problemi ed interventi relazionali nella società in crisi” (Fusari)
Trieste
25-26 ottobre 2011
Trieste
XVIII Congresso Nazionale cure Palliative
26 maggio 2012
Udine
Convegno “Teoria dell’attacamento. Applicazioni
cliniche nella valutazione e nella psicoterapia.”
(Fusari, Gasteratou, Mosanghini)
giugno 2012
Trieste
9° Biennal International Conference (Fusari)
maggio giugno 2012 Le donne friulane guardano al futuro (Mreule
Galluzzo)
Udine
9 novembre
2012Roma
Convegno CNOP “Cultura e psicologia della sicurezza stradale” (Besa)
22 settembre 2012
Roma
Gruppo stress lavoro correlato CNOP (Fusari,
Bottoli)
Marzo 2013Udine
Convegno del Centro di Psicologia Comportamentale di Udine (Fusari)
30 maggio
2013Roma
Convegno CNOP “Rischio stress lavoro-correlato: le competenze dello psicologo nella valutazione e gestione (Fusari, Rumiato)
Ottobre 2013
Trieste
Convegno sulle Emozioni (Fusari)
Il Presidente Fusari ha effettuato diverse interviste ai
mass media locali e nazionali, ha presenziato a diverse trasmissioni televisive di emittenti regionali. Anche
il Vice Presidente Bottoli ed il Consigliere Mosanghini
hanno presenziato ad alcune trasmissioni radiofoniche e
televisive.
www.psicologi.fvg.it
1858 iscritti
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
16 settembre 2010
Roma
Consulta regolarmente il sito dell’Ordine:
al 24.settembre.2013
6
7. Principali rappresentanze dell’Ordine
a Convegni ed eventi (con relazioni ed
interventi)
Novembre 2013
Novembre 2013
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
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SPUNTO DEONTOLOGICO
A proposito di stalking
e … dintorni
a cura della Commissione Deontologica dell’Ordine, Renzo Mosanghini
(Coordinatore), Evgenia Gasteratou, Simona Mreule, Leila Rumiato
Sono apparsi nel recente periodo
sulla stampa locale, vari articoli in
merito alla vicenda di un’infermiera
che, dopo aver offerto un “supporto
psicologico” in qualità di counsellor,
ha dovuto “subire” atti di stalking da
parte dell’assistito. La vicenda indubbiamente muove reazioni di rispetto
per la persona e per tutte le persone
oggetto di stalking ma non ci si può
esimere dal fare alcune riflessioni in
merito all’eventuale “supporto psicologico” offerto da chi psicologo non é.
L’Ordine degli Psicologi del Friuli
Venezia Giulia ha, tra le sue funzioni principali anche quella della difesa
della professione. Spesso la Commissione Deontologica si è trova a dover
esaminare situazioni che, in presenza
di elementi significativi, trasmette
all’autorità giudiziaria in quanto l’abuso di professione é un reato penale
e quindi va valutato ed eventualmente
giudicato dalla Magistratura. Riguardo al caso di cui i giornali hanno parlato recentemente, l’Ordine ha valutato
opportuno prendere contatto con il
Pubblico Ministero competente per
comprendere se: a) il professionista in
questione abbia effettivamente offerto
un “percorso di supporto psicologico”
ed effettuato “visite professionali” al
domicilio; b) in caso affermativo, valutare se tali attività, così come svoltesi, possano configurarsi come attività
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gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
riservate allo psicologo. Si valuterà
in base all’art. 1 della legge 56/89
“Ordinamento della professione di
psicologo” che recita: “La professione
di psicologo comprende l’uso di strumenti conoscitivi e di intervento per
la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione – riabilitazione e di
sostegno in ambito psicologico rivolto
alla persona, al gruppo, agli organismi
sociali e alle comunità. ...”. Si coglie
l’occasione della penosa vicenda per
alcune considerazioni. Non é ancora
sufficientemente noto alla popolazione e al cittadino comune, che lo
Psicologo ha una formazione universitaria pluriennale, un lungo periodo
di tirocinio e ha superato una verifica
dei suoi saperi con un Esame di Stato. Si ricorda che proprio per tutelare l’utente/paziente/cliente, l’Ordine
degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, ha pubblicizzato e distribuito lo
scorso anno un opuscolo che delinea
e definisce i compiti delle professionalità in campo psicologico ed aiuta
tutta l’utenza a distinguere le diverse
figure alle quali rivolgersi. Si invitano
tutti i colleghi che non l’avessero già
fatto a scaricare dal sito dell’Ordine
l’opuscolo che può essere esposto preso lo Studio ma anche in altri luoghi
per favorire una corretta informazione dell’utenza. Si ricorda inoltre che
la “Settimana del Benessere Psico-
logico 2013”, voluta ed organizzata
dall’Ordine nel maggio scorso, é stata
una grande manifestazione su tutto il
territorio regionale per far conoscere
alla popolazione le caratteristiche e le
peculiarità dello psicologo. Un altro
aspetto che va sottolineato é che la
“psicologia scientifica” é una professione spesso confusa con la “psicologia comune” che porta a dire “tutti
siamo un po’ psicologi”: é vero che
quando un genitore consiglia un figlio,
quando un amico conforta l’amico si
tratta di azioni psicologiche; ed é vero
che alcune persone sono più brave di
altre, hanno più sensibilità di altre,
vedono più lontano di altre, hanno
una migliore conoscenza dell’animo
umano. Tali capacità però non possono che essere limitate all’elaborazione
di personali esperienze e/o di qualche
lettura sull’argomento. Pertanto tutto
ciò, per quanto importante nella vita
quotidiana, non può essere efficace
e/o sufficiente in tutte le situazioni.
Ciò è comprensibile se si considera
la complessità del mondo psichico, la
molteplicità delle innumerevoli variabili (di cui buona parte inconsce) che
possono incidere sui comportamenti,
motivazioni, pensieri e mondo emotivo
e contribuire nel provocare disagio o
anche sofferenza psicologica.
La psicologia scientifica é tale perché
basa le sue conoscenze su una vastis-
Novembre 2013
sima quantità di studi codificati, cioè
conosciuti e controllati nella loro validità. Tutto ciò riguarda la salute delle
persone; la salute è un diritto fondamentale dell’uomo ed il Legislatore
lo ha regolamentato a salvaguardia
dei cittadini istituendo gli Ordini delle
professioni sanitarie, tra le quali quella dello psicologo. Anzi, tre figure distinte: il laureato in scienze e tecniche
psicologiche, lo psicologo e lo psicoterapeuta. Si sottolinea che il laureato in scienze e tecniche psicologiche
(laurea triennale) può svolgere molte
attività di supporto ma non può stilare
diagnosi psicologica, attività riservata
allo psicologo (laurea specialistica).
Né lo psicologo può fare psicoterapia,
attività riservata allo psicoterapeuta
(specializzazione post laurea quadriennale).
A seguito del varo da parte del Parlamento della Legge 14 gennaio 2013, n.
4, “Disposizioni in materia di professioni non organizzate” il counselling
può essere inserito tra le professioni
intellettuali non regolamentate, per
esercitare le quali la normativa la-
scia al singolo professionista la facoltà di qualificarsi professionalmente
intraprendendo un percorso di certificazione professionale presso un’associazione professionale di categoria
o attraverso la cosiddetta autoregolamentazione volontaria. Va anche
sottolineato che la suddetta legge,
all’art. 1, 2° comma, esclude che un
appartenente ad una professione non
organizzata svolga attività riservate
per legge a soggetti iscritti in Albi o
Elenchi ai sensi dell’art. 2229 C.C. ed
alle professioni sanitarie.
Oltre al curriculum studiorum, la legge impone che lo psicologo si attenga
nel suo operare anche al Codice deontologico i cui dettami sono norme
giuridiche e pertanto da seguire obbligatoriamente da parte degli iscritti
all’Ordine.
Se l’Helper del caso citato all’inizio,
fosse stato uno psicologo counselor si
sarebbero dovuti fare dei rilievi deontologici da valutare disciplinarmente.
Da quanto pubblicato sui giornali andrebbe valutato l’aspetto del consenso informato, la validità tecnica della
modifica del setting a causa della percezione del professionista di “pericolo” per la propria persona. Questo
problema avrebbe dovuto motivare il
professionista a valutare i limiti della
propria competenza, rispetto all’art.
27 del C.D., e proporre l’interruzione
del rapporto terapeutico poiché il paziente non traeva alcun beneficio dal
trattamento. In ultimo, ma non per
importanza, la questione della gestione del transfert e del controtransfert.
In questa sede non è possibile fare
delle valutazioni specifiche su quanto
sia successo nella specifica situazione,
ma é abbastanza chiaro che su questo
aspetto ci sia stata poca “tecnica” e
magari un po’ di buon cuore e di buona volontà. Si coglie l’occasione per
sottolineare che la gestione del transfert é un problema cruciale in tutte le
relazioni di aiuto e che lo psicologo ha
nel suo bagaglio di conoscenze professionali gli strumenti per una adeguata
soluzione e per valutare anche i “non
detti”, le motivazioni implicite, tra cui
principalmente il proprio sentimento
di onnipotenza.
Psicologi e farmacie
Le raccomandazioni
dell’Ordine
L’Ordine ha recentemente predisposto un documento
in proposito, accogliendo diverse richieste da parte
degli iscritti e dalle rappresentanze istituzionali dei
Farmacisti. Si tratta di un primo documento, che assume
una connotazione sperimentale ed iniziale, introdotto da
una importante Premessa. Le “Raccomandazioni” sono
altresì oggetto di attuale confronto anche con Federfarma
FVG e con tutti gli Ordini territoriali dei Farmacisti.
Premessa alle “Raccomandazioni e direttrici sperimentali
per i servizi di consulenza psicologica nelle Farmacie del FVG”
1. Come nascono le “Raccomandazioni”
dell’Ordine
Negli ultimi anni, e soprattutto nell’ultimo periodo, sono
stati diversi, Colleghe e Colleghi, che hanno richiesto
all’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, delle
specificazioni in proposito (cosa si può fare, come, in quale
contesto, ecc.). Anche FederFarma FVG ed alcuni Ordini
Novembre 2013
dei Farmacisti delle province della nostra regione hanno richiesto all’Ordine degli approfondimenti per capire meglio
come si configura, o si può configurare, il servizio di informazione e di ascolto da parte dei professionisti Psicologi in
diverse Farmacie della regione. Le Raccomandazioni hanno
anche origine dalle plurime esperienze che si svolgono sul
territorio nazionale e da una attenta esplorazione delle sperimentazioni attuate.
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
9
macisti e Federfarma FVG), suggerisce e raccomanda una
prima consulenza informativa a titolo gratuito allo scopo di
orientare ed illustrare i percorsi possibili. Le Colleghe ed i
Colleghi sono altresì liberi di orientarsi verso altre modalità nel rispetto del Codice Deontologico, del setting delle
prestazioni, degli accordi e della trasparenza messa in atto
nel servizio offerto con i Titolari delle Farmacie coinvolte.
Sono liberi, ovviamente, di mettere in atto altri percorsi futuri da loro esplorati.
2. Cosa significa il termine “Raccomandazioni”
L’Ordine, raccogliendo le richieste e le esigenze espresse
dalla propria comunità professionale e dagli interlocutori esterni coinvolti, ha così voluto predisporre un primo
documento di riflessione e di confronto. Non si chiamano
“Direttive” o “Linee Guida”, che assumono ben altro significato, ma “Raccomandazioni”, ossia alcune direttrici,
aperte e sperimentali, all’interno delle quali potersi orientare nei servizi proposti ed offerti, secondo le esperienze sin
qui svolte e nel rispetto di alcuni, fondamentali obblighi, soprattutto deontologici, di competenza primaria dell’Ordine.
3. Qual è l’orientamento principale
Senza dubbio la presenza dello Psicologo nelle Farmacie
può contribuire a promuovere il benessere individuale e collettivo delle persone. In secondo luogo può affiancarsi al
servizio di accoglienza e di ascolto che le Farmacie stesse
già svolgono sistematicamente. Non dimentichiamo che le
Farmacie del territorio rappresentano il Presidio di Salute
pubblica di più facile accesso al cittadino con domanda di
salute. Inoltre, di importanza rilevante, che il servizio venga svolto, come già ampiamente sempre appare, secondo i
principi del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, nel
rispetto di un setting appropriato e della privacy. Si tratta, quindi, di un orientamento di tutela e di riconoscimento
della professionalità dello psicologo e delle persone che afferiscono.
6. La modalità della collaborazione con le
Farmacie
Ogni Collega è libero di concordare con i Titolari delle Farmacie il suo servizio, suggeriamo comunque una forma di
collaborazione scritta tra le parti, in forma semplice ma
chiara. I Colleghi possono, sempre liberamente, concordare
con i Titolari delle Farmacie ogni qualsiasi loro rapporto
professionale per quanto del caso.
7. Cosa succede ora, dopo le
“Raccomandazioni” dell’Ordine
Non cambia o si modifica nulla rispetto a quanto avviato
con eccellenza dalle Colleghe e dai Colleghi. Auspichiamo
un maggiore monitoraggio delle esperienze per orientare a
sviluppare tale servizio e a mettere in rete le “best practices”. Il monitoraggio, a carattere esplorativo, potrà essere utile per raccogliere le esperienze in atto sul territorio
da parte dei colleghi e quantificare le richieste da parte
dei cittadini, anche riconoscendo le esigenze ed i bisogni di
ascolto e di consulenza più espressi.
4. Le caratteristiche del servizio
Il servizio, considerate le sue peculiarità di contesto e di
setting, assume prevalenti caratteristiche di “spazio di
ascolto e di orientamento”, costituisce un canale di osservazione delle problematiche del territorio, si configura come
uno “sportello” di consulenza in ambito psicologico, con
caratteristiche di orientamento e di informazione sulle esigenze espresse dalle persone.
Ottobre 2013
Raccomandazioni e direttrici sperimentali
per i servizi di consulenza psicologica nelle Farmacie del FVG
10
se dimostrano un rilevante successo sia in termini di adesione delle Farmacie che di soddisfazione delle persone e
dei committenti pubblici in quanto vengono intercettati i
bisogni di sostegno psicologico e fornite risposte professionali adeguate a ripristinare il benessere interiore, affiancando le azioni di prevenzione realizzate dai Medici
di famiglia e dalle altre strutture sanitarie di base.
I n Friuli Venezia Giulia sono in corso diverse esperienze
di avvio di Servizi gratuiti di consulenza psicologica
presso le Farmacie del territorio. Tali iniziative sono
prevalentemente assunte in forma autonoma tra i
professionisti Psicologi ed i Titolari delle Farmacie stesse.
Le esperienze dello Psicologo in Farmacia sono sperimentate ed avviate non solo nel territorio della regione Friuli Venezia Giulia, ma vi sono eccellenti sperimentazioni
anche in altre realtà regionali (Lombardia, Piemonte,
Emilia Romagna, Puglia, Umbria). Le risultanze espres-
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
L
a presenza dello Psicologo nelle Farmacie può contribuire a promuovere il benessere individuale e collettivo
con il contributo delle competenze professionali dello
psicologo stesso in un’ottica multidisciplinare.
5.
I l contributo dello Psicologo nelle Farmacie può affiancarsi al servizio di accoglienza e di ascolto che le Farmacie stesse già svolgono sistematicamente e al servizio di
partecipazione delle stesse ai programmi di Educazione
sanitaria e di prevenzione introdotto dalla Legge 69/09.
6.
L
e Farmacie del territorio rappresentano il Presidio di
Salute pubblica di più facile accesso al cittadino con domanda di salute, per la diffusione capillare sul territorio
e la prossimità gli utenti.
7.
G
eneralmente, secondo le sperimentazioni avviate, il servizio assume caratteristiche di “spazio di ascolto e di
orientamento” per tutte le persone che esprimono situazioni di difficoltà e di disagio psichico. Costituisce inoltre
un canale di osservazione delle problematiche del territorio, delle aree sociali maggiormente a rischio, ove vi possono essere bisogni sommersi che non vengono raccolti o
soddisfatti e che possono quindi cronicizzarsi, aumentando i costi della spesa sanitaria.
L’Ordine ha trasmesso le Raccomandazioni a FederFarma
FVG e agli Ordini territoriali dei Farmacisti per avviare un
primo scambio e confronto su questo tema. Rimane aperto
a tutte le osservazioni e riflessioni del caso per il perfezionamento delle “Raccomandazioni” e per eventuali aggiustamenti o integrazioni.
L’Ordine, stante le sperimentazioni nazionali e le iniziative raccolte a livello regionale, raccogliendo anche alcune
istanze delle organizzazioni istituzionali (Ordini dei far-
2.
4.
8.
8. Cosa fa e farà l’Ordine
5. La gratuità o meno delle prestazioni offerte
1.
assenza di malattia”; uno stato di benessere emotivo e
psicologico nel quale la persona è in grado di esercitare
la propria funzione all’interno della società, rispondere
alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire
relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, partecipare
costruttivamente ai mutamenti dell’ambiente, adattarsi
alle condizioni esterne ed ai conflitti interni.
3.
L’Ordine degli Psicologi riconosce la definizione di Salute dell’OMS, in particolare “La Salute è definita come
stato di benessere fisico, psichico e sociale e non semplice
Novembre 2013
9.
Il servizio si configura quindi come uno “sportello” di
consulenza in ambito psicologico, con caratteristiche di
orientamento e di informazione sulle esigenze espresse
dalle persone. Ha la finalità di promuovere e diffondere
i principi del benessere psicofisico precedentemente indicati, di far conoscere alcune modalità di percorso e di
consigliare le persone sulle possibilità di eventuale sostegno sia pubblico sia privato.
Il servizio offerto dallo psicologo si configura per le
persone a titolo gratuito. La gratuità è da intendersi in
quanto il servizio viene offerto dalla farmacia, nell’ambito dei servizi offerti dalla farmacia.
10 . Le modalità di collaborazione tra professionisti (Psicologo e Farmacista) sono concordate e definite dagli stessi. È opportuno che siano specificate per iscritto (luogo,
giorno e ora del servizio, gratuità per le persone e fra i
professionisti, rispetto della privacy).
12. L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia per le
sue finalità istituzionali
a) garantisce che le prestazioni psicologiche siano svolte
da professionisti psicologi regolarmente iscritti alla
Sez. A dell’Albo degli Psicologi ai sensi dell’art. 3 e 5
della Legge 56/89;
b) c ontrasta l’esercizio abusivo della professione;
c) f avorisce forme di tutela e di promozione della figura
professionale dello psicologo, finalizzate a promuovere il benessere psicologico della persona, del gruppo e
della comunità.
13. Si precisa inoltre che, in base alla Legge 56/89 - Ordinamento della professione di psicologo, all’art. 1 si definisce
che:
“La professione di psicologo comprende l’uso degli
strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione,
la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di
sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al
gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende
altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in
tale ambito. All’art. 2 si precisano i requisiti per l’esercizio dell’attività di psicologo, “Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver conseguito l’abilitazione
in psicologia mediante l’esame di Stato ed essere iscritto
nell’apposito Albo professionale.
14. L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia intende
avviare azioni di sperimentazione per adeguati momenti
di monitoraggio tra tutti gli Psicologi attualmente impegnati in tali servizi, al fine di raccogliere risultanze utili
che possano contribuire all’efficacia e all’efficienza dei
servizi stessi a favore della comunità.
15. L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, rispetto
a queste prime raccomandazioni e direttrici sperimentali
per i servizi di consulenza psicologica nelle Farmacie del
Friuli Venezia Giulia ritiene indispensabile il raccordo
istituzionale, metodologico ed operativo con tutti gli Ordini provinciali dei Farmacisti della regione Friuli Venezia
Giulia, con Federfarma FVG e con eventuali altre associazioni o rappresentanze territoriali d’interesse.
16. Tali indicazioni si configurano al momento come sperimentali con la possibilità di strutturazione permanente in
base alla risposta dell’utenza, dei professionisti psicologi
coinvolti, delle rappresentanze ordinistiche ed agli esiti
del monitoraggio, anche prevedendo forme e modalità diverse del servizio.
17. L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia si impegna,
11. Il servizio viene svolto secondo i principi del Codice Deon-
dopo gli opportuni raccordi di cui al punto 15, a diffondere le raccomandazioni presso i propri iscritti.
tologico degli Psicologi Italiani, nel rispetto di un setting
appropriato e della privacy.
Settembre 2013
La Salute è definita come stato
di benessere fisico, psichico e sociale
e non semplice assenza di malattia
Novembre 2013
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
11
SPECIALE ELEZIONI
PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI
PSICOLOGI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 2014 - 2017
Il Consiglio dell’Ordine nella seduta del 24 settembre 2014, su richiesta del Presidente, si è espresso in ordine alla data di
indizione delle Elezioni per il rinnovo del Consiglio ritenendo opportuno che il Presidente stesso indichi le Elezioni il giorno
26 settembre 2013 e che la Prima convocazione per la votazione si effettui il giorno 25/11/2013 e la seconda convocazione per la votazione, se del caso, si effettui nei giorni 1 e 2 dicembre 2013. Successivamente il Presidente, con Decreto
Presidenziale, ha provveduto a formalizzare l’indizione delle Elezioni, predisposto l’avviso di convocazione, confermate
le date di prima e di seconda convocazione, nominato i Componenti del Seggio elettorale e predisposto tutte le procedure
previste per legge.
Si prega di seguire con attenzione e frequenza, per tutte le informazioni relative alle Elezioni, il sito dell’Ordine
www.psicologi.fvg.it - Home Page Link a destra Elezioni, di prestare inoltre attenzione alle diverse News
letter già inviate o che saranno inviate sulle Elezioni stesse. Inoltre di leggere con altrettanta attenzione l’Avviso pervenuto
per via postale. Si ringraziano tutti gli iscritti e si invita alla massima partecipazione a queste importanti consultazioni
elettorali.
Si riportano di seguito le informazioni dettagliate sulle consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine. Può essere che questa copia del Giornale, per motivi organizzativi, di stampa e di spedizione postale, arrivi agli iscritti in concomitanza alle consultazioni
elettorali o al termine delle stesse. La Redazione si scusa per l’inconveniente dovuto a
motivi tecnici. Tutte le informazioni qui riportate sono state altresì comunicate per posta a
tutti gli iscritti e rese visibili sul sito dell’Ordine.
Dove e quando si vota
Si può votare direttamente presso il Seggio istituto presso la Sede
dell’Ordine degli Psicologi del Friuli
Venezia Giulia sita in Piazza N. Tommaseo n. 2, a Trieste presentandosi
con un documento di identità in corso
di validità.
Prima convocazione
il 25 novembre 2013
dalle 9.00 alle 19.00
Nel caso in cui non si raggiunga il quorum previsto alla prima convocazione
(almeno 1/3 degli aventi diritto), si
procederà alla Seconda convocazione che sarà ritenuta valida qualora si
raggiunga il quorum di almeno 1/6 degli aventi diritto.
Seconda convocazione
1 e 2 dicembre 2013
dalle 9.00 alle 19.00
Chi vota
Per aventi diritti al voto si intendono
gli iscritti all’Albo del Friuli Venezia Giulia dell’Ordine degli Psicologi,
esclusi i sospesi alla data del Decreto
Presidenziale di indizione delle elezioni. Alla data del Decreto di indizione
12
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
delle elezioni (26/9/2013) gli aventi
diritto al voto sono 1858 di cui m.
1848 iscritti alla Sezione A - Sezione degli Psicologi e n. 10 iscritti alla
Sezione B - Sezione dei Dottori in
Tecniche psicologiche.
Come si vota
Ciascun elettore, regolarmente iscritto,
ha diritto a votare per un numero massimo di n.9 colleghi iscritti all’Albo
che hanno presentato la loro candidatura per le elezioni all’Ordine. In tutte
e due le Schede (per la prima e per la
seconda convocazione) vi sono quindi
9 spazi che è possibile utilizzare.
La presentazione
delle candidature
Le candidature, ai sensi dell’articolo
2, c. 4 del DPR 221/05, pervengono alla Segreteria dell’Ordine entro
le ore 24.00 del giorno 5 novembre
2013 secondo le modalità indicate
sul sito al Link Elezioni. La diffusione
delle candidature viene assicurata dal
Consiglio dell’Ordine mediante tempestiva pubblicazione sul sito internet
dell’Ordine (www.psicologi.fvg.it)
nonché presso il Seggio per l’intera
durata delle elezioni.
Voto per
corrispondenza
In base all’art. 2, comma 6, del DPR.
221/05, si può votare per corrispondenza mediante lettera raccomandata.
Per avvalersi del voto per corrispondenza è necessario inviare alla Segreteria dell’Ordine, la richiesta di
ricevere le Schede elettorali. Si possono richiedere le Schede per il voto postale utilizzando le procedure online
indicate sul sito www.psicologi.fvg.it,
link dedicato Elezioni, in Home Page
a destra.
Oppure si può procedere inviando una
richiesta in carta semplice con allegata una fotocopia, una scannerizzazione o una foto di un documento di
identità in corso di validità. La richiesta va inviata tramite posta ordinaria
(Segreteria Ordine Psicologi FVG Piazza Niccolò Tommaseo, 2 – 34121
Trieste) o posta elettronica a [email protected].
A seguito della richiesta la Segreteria
recapiterà presso l’indirizzo indicato,
il “kit” per effettuare il “voto per corrispondenza” con tutte le istruzioni.
All’interno del kit ci saranno n. 2 sche-
Novembre 2013
de [1] (per la 1ª e la 2ª Convocazione, è necessario votarle entrambe),
una busta piccola su cui è apposta la
dichiarazione inerente al suo contenuto, ed una busta più grande indirizzata
al Presidente del Seggio Elettorale.
Le schede elettorali da utilizzare per
il voto postale potranno ovviamente
essere ritirate anche presso la Segreteria dell’Ordine nei giorni di lunedì
dalle 16.00 alle 18.00 e nei giorni
di martedì, mercoledì e venerdì dalle 10.00 alle 12.00. Anche in questo
caso sarà necessario compilare un
modulo predisposto per la richiesta
esibendo un documento e verrà rilasciata una ricevuta di consegna delle
schede, che risulterà agli atti.
Una volta espresse le preferenze
(massimo 9) su entrambe le Schede
di voto, bisognerà inserirle nella Busta più piccola, sigillarla, compilare
con i dati mancanti la dichiarazione
prestampata e apporre la propria firma facendola autenticare nei modi di
legge indicati [2]. (cfr. anche Notai
gratuiti a disposizione).
La busta contenente le due schede di
voto dovrà poi essere inserita nella seconda Busta più grande presente nel
kit, quella indirizzata al Presidente
del Seggio elettorale.
Quest’ultima va fatta pervenire tramite raccomandata prima della chiusura del Seggio della Prima votazione
(entro le ore 19:00 del 25 novembre
2013), presso la sede dell’Ordine regionale, in Piazza N. Tommaseo n. 2,
34121 Trieste. Le Schede di voto che
perverranno dopo questa data non
saranno valide per nessuna delle due
convocazioni.
1. Con nota dell’11/11/2005 (Prot. M.dg. DAG.
36510) il Ministero della Giustizia, in risposta
a un quesito formulato dal Consiglio nazionale
dell’Ordine degli Psicologi, ha specificato che
all’elettore che esercita il voto per corrispondenza siano date due schede, relative alla prima e
alla seconda convocazione, una sola delle quali
sarà successivamente inserita nell’urna a seconda della votazione che avrà raggiunto il “quorum
di legge”.
2. Il Ministero della Giustizia, con prot. M.dg. DAG
02/09/05 n. 10265, ha confermato la necessità di legalizzazione della firma ai sensi del dpr
445/2000, art. 30 e successivi. L’autentica di firma è esente da bollo per esercizio dei diritti elettorali, ai sensi dell’art. 1 Tab. all., del dpr 642/72
e successive modificazioni.
Novembre 2013
Le Schede per la
votazione sia diretta
sia per voto per
corrispondenza
Notai gratuiti
a disposizione
per l’autentica
della firma
Il Consiglio dell’Ordine uscente, per facilitare la partecipazione al voto, ha deliberato
di organizzare un servizio di
autentica delle firme presso
alcuni Notai delle 4 provincie della regione. L’elenco dei
professionisti, delle date e degli orari fissati sono disponibili
al link: ”Elenco dei notai, date
ed orari” (link). Si riporta
anche di seguito l’elenco dei
Notai, i luoghi e le date di disponibilità.
TRIESTE
Notaio dott.ssa Paola Clarich
il giorno 13 novembre 2013
dalle 17.00 - 19.00 presso lo
Studio Notarile in Via Torrebianca, 43 a Trieste.
UDINE
Notaio dott. Giancarlo Suitner
il giorno 23 novembre 2013
dalle 10.00 alle 12.00 in occasione del Convegno “Giornata dello Psicologo - Terzo
Settore e psicologia” presso
la Sala Convegni del Centro
Culturale delle Grazie in Via
Pracchiuso 21 a Udine.
GORIZIA
Notaio dott.ssa Maria Francesca Arcidiacono il giorno 14 novembre 2013 dalle 15.00 alle
17.00 - presso lo Studio Notarile in Via Nizza, 1 a Gorizia.
PORDENONE
Notaio dott. Gianluca Di Stefano il giorno 16 novembre
2013 dalle 10.00 alle 12.00
in occasione del seminario
organizzato dall’Ordine dal
titolo “Relazione, refertazione, certificazione: come e
quando” che si terrà presso la
Sala riunioni della Bastia del
Castello di Torre, via Vittorio
Veneto 21 a Pordenone.
Fac simili delle due Schede
Scheda 1
Prima
Convocazione
Scheda 2
Seconda
Convocazione
Le procedure per
l’invio delle Schede
per la votazione
per corrispondenza
Fac simili delle due Buste
Prima
Busta
più
piccola
Inserire le due schede nella BUSTA PIÙ
PICCOLA in dotazione con Dichiarazione
sptampata e chiuderla.
Farsi autenticare la firma come indicato
o presso i Notai posti a disposizione
Seconda
Busta
più
grande
Inserire la scheda sopra nella busta
più grande in dotazione indirizzata
al Presidente di Seggio
INVIARE
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
13
Contributi professionali
Con soddisfazione e piacere professionale si riporta il contributo del Gruppo
di lavoro Psicologia dell’Invecchiamento costituito dall’Ordine e si ringraziano
le Colleghe per il qualificato lavoro svolto nei diversi incontri svolti.
L’intervento psicologico
nell’ambito della psicologia
dell’invecchiamento
A cura della Referente del Gruppo della Psicologia dell’invecchiamento, Evgenia Gasteratou, e delle Componenti del Gruppo, Clara Camuffo, Elisabetta Cuttini, Patrizia Pecar,
Marta Roncaglia.
La Psicologia dell’Invecchiamento è un importante ambito d’intervento dello psicologo che sta prendendo sempre
una maggiore attenzione sia al livello internazionale che
in quello europeo, non solo per l’invecchiamento fisiologico
ma soprattutto per quello patologico. Il Parlamento Europeo il 19 gennaio 2011 ha approvato il testo di una Risoluzione per “la lotta contro il morbo di Alzheimer e le altre
forme di demenza”, invitando i governi europei a farne una
priorità e a sensibilizzare in merito l’opinione pubblica. Gli
obiettivi principali che la Commissione ha inteso proporsi
nella presentazione della suddetta Risoluzione sono stati:
- la promozione della diagnosi precoce e la qualità della
vita;
- il miglioramento della conoscenza epidemiologica della
patologia e il coordinamento delle ricerche in corso;
- ll’aiuto della solidarietà tra Stati membri attraverso la
condivisione di buone prassi;
- lil rispetto dei diritti delle persone che convivono con le
diverse forme di demenza.
Secondo i dati diffusi dalle associazioni di pazienti, ogni
anno 1,4 milioni di cittadini residenti nell’Unione Europea
sviluppano un tipo di demenza. Dopo i 65 anni una persona
su venti è colpita da demenza, mentre tra gli ultraottantenni l’incidenza è di una persona su cinque. Secondo le stime,
gli europei di età compresa tra i 30 e i 99 anni colpiti da
malattie neurodegenerative sarebbero più di 8 milioni, cifra
che secondo gli studiosi potrebbe raddoppiare ogni 20 anni.
Analizzando tali dati diventa di grande importanza riflettere sulla valorizzazione e sullo sviluppo della figura dello
psicologo in tale ambito. Emerge sempre più chiara la necessità di interventi psicologici sia in termini di prevenzione
che di cura della persona anziana presa in carico, e di coloro che la circondano, siano essi familiari, professionisti del
settore sanitario o fornitori di servizi.
Il Gruppo di lavoro della Psicologia dell’Invecchiamento
all’interno delle Linee Guida - Buone Prassi, documento
(in corso di pubblicazione online sul sito dell’Ordine) ha
cercato di definire il ruolo, il profilo e le competenze dello
14
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
psicologo che opera in tale ambito. Lo spazio dello psicologo che si occupa dell’invecchiamento, dovrebbe abbracciare
e garantire diversi livelli di azione, secondo due obiettivi:
- radicale cambio di mentalità rispetto alle problematiche
relative alla Terza Età;
- messa a punto d’interventi diretti specificamente alla promozione della salute e del benessere psicologico dell’anziano, della sua famiglia, dei caregiver e degli operatori
che operano in tale ambito.
Il primo obiettivo può realizzarsi attraverso interventi d’informazione e sensibilizzazione volti a creare una specifica
sensibilità e/o una formazione adeguata alle problematiche
dell’anziano e alle esigenze connesse con il suo stato. Tali
interventi mirano a coinvolgere sia coloro che si occupano
quotidianamente della persona anziana (familiari, coniugi,
assistenti, ecc.), sia il personale sanitario che ha in carico
l’anziano (medici, infermieri), promuovendo una conoscenza del mondo dell’anziano tale da aiutare chi gli sta accanto a cogliere e comprendere i suoi bisogni e l’eventuale
disagio esistente.
Il secondo obiettivo, connesso e conseguente al primo, mira
a fornire un’assistenza psicologica adeguata al disagio rilevato, attraverso la creazione e il potenziamento di servizi di
sostegno e consulenza rivolti all’anziano, alla famiglia, agli
operatori delle strutture residenziali e diurne.
L’invecchiamento infatti è un processo complesso caratterizzato da molteplici cambiamenti di tipo biologico, genetico, psicologico e sociale. Quando si parla di invecchiamento
in generale, non ci si riferisce semplicemente all’avanzare
dell’età cronologica, ma ai cambiamenti organici, cognitivi
ed emotivi che ad esso appaiono correlati. Quali di queste
modificazioni sono normali e quali patologiche non è facilmente definibile. Per questo negli ultimi anni il mondo
scientifico e medico ha teso a differenziare tra invecchiamento per così dire fisiologico ed invecchiamento patologico. I confini tra un invecchiamento fisiologico, cosiddetto
normale e uno stato predementigeno non sono cosi definiti
e chiari.
Novembre 2013
Caratteristiche e funzioni dello psicologo
La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e d’intervento per la prevenzione, la diagnosi,
le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività
di sperimentazione, ricerca e formazione in tale ambito.
Per esercitare la professione di psicologo è necessario aver
conseguito l’abilitazione in psicologia mediante l’esame di
Stato ed essere iscritto all’apposito albo professionale.
Considerazioni sull’invecchiamento
fisiologico
L’invecchiamento fisiologico è dovuto al
trascorrere del tempo per normale evoluzione dei processi biologici. L’obiettivo specifico dello psicologo che si
occupa dell’invecchiamento è la prevenzione del disagio, coerente con l’obiettivo generale di promozione della
salute e del benessere; si esplica attraverso modalità d’intervento specifiche
che spesso si concretizzano nella costruzione o nell’applicazione di un progetto.
Possibili ambiti d’intervento nell’area
dell’invecchiamento fisiologico
- Prevenzione nel campo dell’invecchiamento tramite promozione di modelli di vita adeguati;
- Interventi di facilitazione dell’integrazione e della partecipazione sociale dei cittadini anziani;
- Interventi psicoterapici di counselling, sostegno psicologico.
Considerazioni sull’invecchiamento
patologico
Invecchiamento patologico si ha quando si verifica in tempi
accelerati con comparsa precoce o abnorme di segni e sintomi di decadimento fisico e psichico. L’obiettivo specifico
è l’identificazione e l’implementazione di tutte le risorse
disponibili per la promozione della salute e del benessere,
attraverso valutazioni diagnostiche, interventi riabilitativi
e di sostegno.
Possibili ambiti d’intervento nell’area
dell’invecchiamento patologico:
Per le persone:
- consulenza psicologica/psicoterapeutica;
- aiuto nella comprensione e accettazione della malattia e
del suo trattamento;
- supporto nella fase di lutto;
- valutazione cognitiva e funzionale;
- valutazione della sua situazione psico - socio - ambientale;
- riabilitazione cognitiva (attività individuali e di gruppo) e
riattivazione cognitivo – sensoriale - motoria;
- interventi di riabilitazione psicosociale (attività individuali e di gruppo);
- accompagnamento nella fase dell’inserimento della persona, per una serena socializzazione e convivenza all’interno della struttura;
Novembre 2013
- p rogettazione di strategie per l’adattamento dell’ambiente ai problemi della persona malata.
Per i famigliari ed i caregivers:
- consulenza psicologica/psicoterapeutica;
- consulenza di carattere informativo sulla natura della
malattia, sulla sua evoluzione e prognosi, sulla possibilità
di prevenzione e trattamento;
- aiuto nella comprensione e accettazione della malattia e
del suo trattamento;
- raccolta di informazioni, valutazione delle risorse riguardo le possibilità e le capacità della famiglia di gestire il
problema e di adattarsi ai nuovi cambiamenti e valorizzazione delle sue potenzialità;
- pianificazione di un progetto di azione;
- s ostegno di gruppi auto aiuto;
- consulenza e sostegno psicologico al fine di elaborare le
problematiche legate all’inserimento del proprio congiunto nella struttura;
- sostegno nella fase del lutto in modalità individuale o
gruppale a seconda delle possibilità e della problematicità della situazione specifica;
Per la struttura socio assistenziale e gli operatori:
La figura professionale dello Psicologo che opera in Casa
di Riposo evidenzia e valuta eventuali problemi cognitivi,
affettivi e relazionali attraverso colloqui individuali, utilizzo di test neuro-psicologici, osservazione e conduzione di
attività di gruppo. In seguito alle valutazioni predispone
gli interventi di sostegno per il recupero o il mantenimento
delle abilità cognitive e relazionali e offre uno spazio di
ascolto ed elaborazione delle problematiche legate all’invecchiamento. Offre, quando necessario, consulenza e sostegno ai familiari degli Ospiti, agli operatori e al personale
presente in struttura. Insieme ad altri professionisti fa parte del Team Riabilitativo. Ove necessario collabora con i
servizi del territorio. Inoltre riguardo la struttura e gli operatori si occupa di:
- valutazione e proposte d’intervento mediante attività di
supervisione, consulenza, formazione e orientamento degli operatori;
- consulenza per l’avvio e la conduzione di gruppi di “self
- help”;
- progettazione e classificazione degli utenti con determinate patologie alle strutture socio assistenziali;
- progettazione di interventi/procedure specifici per l’accoglienza e le dimissioni della persona anziana nella struttura individuata;
Competenze ed aspetti deontologici
Aspetti deontologici e doveri verso l’utenza
Lo psicologo deve esercitare la sua professione solo negli
ambiti in cui ha raggiunto livelli di formazione, competenza
ed esperienza adeguate, documentabili tramite curriculum
(L. 56/89 e Codice Deontologico degli Psicologi italiani).
Lo psicologo che opera nell’ambito dell’invecchiamento riconosce la necessità di un continuo sviluppo professionale e
adotta misure necessarie affinché ciò avvenga: si aggiorna
costantemente sulle novità scientifiche e professionali del
settore.
In particolare si evidenzia che lo psicologo:
- deve fornire alla struttura che opera e all’utente (anzia-
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
15
no, famiglia ecc.) informazioni adeguate e comprensibili circa le sue prestazioni, le finalità e le modalità delle
stesse, nonché circa il grado e i limiti giuridici della riservatezza;
- deve accertare che ogni sua prestazione professionale
sia subordinata al consenso del destinatario e, nel caso
di persone sottoposte a tutela, degli esercenti tutori degli
stessi;
- deve garantire la segretezza dei dati attraverso la custodia o il controllo di appunti, note, scritti.
Riferimenti Bibliografici:
Sarchielli, G., Frati, F. (2002) Competenza e funzioni dello psicologo nell’attività
con gli anziani “end of life”: aspetti tecnici e deontologici. In Atti del Convegno
“Invecchiare: risorse, limiti e potenzialità - uno sguardo interdisciplinare”, Cesena.
http://www.europarl.europa.eu/sides/get
http://ec.europa.eu/health/ph_information/dissemination/echi/docs/dementia
Alzheimer’s disease: Scientific, medical and societal implications, Synthesis and
recommendations. Collective expert report from INSERM (Istituto nazionale
della sanità e della ricerca medica, Francia), 2007.
First Results from the Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe
(2004-2007) - http://www.share-project.org
Alzheimer’s disease in real life – the dementia carer’s survey
http://www.alzheimer- europe.org
Psicologo
territoriale
e psicologia
in rete
Ringrazio particolarmente le Colleghe e la Consigliera Rumiato
per la qualificata ed eccellente proposta descritta nel contributo
seguente. Il Progetto Edda può considerarsi senza dubbio un percorso di Buone prassi e di spunto per continuare a sperimentare
sempre funzioni e servizi all’avanguardia per la professionalità
dello psicologo. Ringrazio, a nome del Comitato di Redazione e di
tutto il Consiglio, i Dirigenti Sanitari che hanno saputo cogliere le
peculiarità multidisciplinari dell’intervento proposto e l’apporto
dello psicologo.
Paolo Fusari, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del Friuli
Venezia Giulia.
a cura di Giorgia Botter, Marta Collovini e Leila Rumiato
La contrattura del mondo del lavoro e
la crisi economica (Spending review,
Patti di stabilità, ecc.) da un lato, le
esigenze e i bisogni nuovi delle persone (con, ad esempio, le ripercussioni nella complessità delle cure legate
alla diversificazione dell’assistenza e
a fattori come il prolungamento della
vita, ecc.) dall’altro, hanno comportato la necessità, anche per lo Psicologo, di agire in contesti più diversi e
ampi. Conseguenza di questa originale posizione dello psicologo è talvolta
un cambiamento innovativo della professionalità, passando attraverso la
reinterpretazione del complesso ruolo
dello psicologo. Esiste in regione un
significativo esempio di quanto può
rappresentare una buona prassi di psicologia applicata, intesa per l’appunto
in un modo nuovo e che reinterpreta il
ruolo dello Psicologo come funzionale al territorio (colto nella dimensione
16
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
delle cosiddetta rete dei Servizi) e per
le persone che vi hanno avuto accesso.
Il progetto, nato dal pensiero creativo
ed innovativo del Coordinatore Socio
- Sanitario dell’ASS6 Friuli Occidentale, dott. Alberto Grizzo, rappresenta
quanto espresso in premessa: un esempio che porta in sé la dimostrazione applicata di innovazione e buone prassi.
Nel progetto si propone una figura
nuova di psicologo distrettuale e territoriale che va oltre il mero intervento
clinico e che, anzi, reinventa l’intervento del clinico. L’innovazione muove
dall’attivazione di una fattiva collaborazione tra Azienda Sanitaria (d’ora in
poi ASS 6) e Privato sociale, a cui è
stato chiesto di individuare, tra i propri
cooperatori, dei professionisti psicologi, che appartenessero alle Cooperative
sociali del territorio pordenonese e che
avessero maturato esperienza operativa diretta con l’utenza e l’operatività
Novembre 2013
di rete. Nel concreto il Coordinatore
Socio -sanitario dell’ASS6 ha quindi
costituito un gruppo formato da cinque
psicologi psicoterapeuti, i quali hanno
il preciso incarico di occuparsi della
disabilità adulta. Il gruppo, misto tra
Azienda Sanitaria (il coordinamento
dell’équipe è del dott. Fernando Del
Casale, Psicologo dell’ASS 6), Privato
sociale (per conto di due Cooperative
sociali convenzionate, Acli e Itaca) e
Provincia, si è consolidato e formalizzato con il nome EDDA (Equipe Distrettuale per la Disabilità Adulta). La
finalità di EDDA è quindi supportare il
territorio e i distretti in un’area spesso
scoperta, quale quella della disabilità
adulta.
L’intervento richiesto ai professionisti
si è mostrato originale dal punto di vista della pratica, in quanto ha implicato che i colleghi psicologi
mettessero a disposizione la
propria formazione e la propria esperienza in un’ottica
di integrazione completamente nuova, supportando
a tutti gli effetti i processi
di rete orientati alla promozione di un nuovo welfare di
comunità. Per questo motivo gli interventi promossi in
seno all’EDDA vanno letti
in una visione innovativa e
integrata che supera la logica settoriale di prestazione circoscritta alla singola
struttura (es. Centro diurno, Comunità residenziale).
Ai colleghi infatti è stato
dato un mandato chiaro di
intervenire sul territorio,
non solo con i Servizi già presenti nel
territorio stesso. Non di meno il progetto ha inteso rispondere in maniera
il più snella ed efficace possibile alla
forte domanda di sostegno psicologico
espressa da parte sia dei familiari, sia
delle persone disabili e sia degli stessi
servizi territoriali.
Su questi solleciti, a partire dal gruppo EDDA, si è andata costituendo una
vera e sinergica équipe territoriale
distrettuale multiprofessionale (Assistente sociale distrettuale dell’Azienda
sanitaria, Operatori SIL, Assistente sociale dei Comuni, assistenti ed educatori territoriali, assistenti ed educatori
dei centri semiresidenziali e residenziali) che si è approcciata alla persona
disabile interagendo con il suo contesto
di vita. In particolare l’équipe si è fatta
carico di sostenere i familiari nella loro
funzione di cura, educazione, aiuto alla
socializzazione: in tal modo è stato
possibile per le famiglie sperimentare
una diminuzione del senso di solitudine
e di impotenza grazie all’offerta di occasioni di confronto e di sostegno delle
proprie capacità e promuovendo contemporaneamente una forte azione di
rete volta ad aumentare le opportunità
di integrazione, inclusione e sviluppo
di un progetto di vita volto all’adultità
possibile e sostenibile per il disabile e
la famiglia.
La vera opportunità per gli psicologi
è stata l’occasione di sperimentarsi
concretamente in quella che si ritiene
essere, oltre alla clinica, una delle principali competenze che appartiene allo
psicologo e che lo distingue da altre
rito l’accompagnamento psico - educativo del disabile, ove richiesto e/o ove
necessario, per l’orientamento e l’elaborazione e/o ripensamento della sua
“adultità” possibile. Solo in ultimo, tra
le azioni possibili, il supporto di sostegno psicologico individuale al disabile
e/o alla famiglia, con azioni di supporto nell’elaborazione e/o ripensamento
dell’“adultità” possibile, con l’osservazione e la registrazione delle aspettative e dei bisogni emergenti, anche in
vista della costituzione di gruppi per
familiari con avvio di concrete esperienze di gruppi di mutuo-aiuto.
A tal fine il lavoro dello psicologo territoriale ha prodotto diverse azioni concrete, svolte in una dimensione di rete
professionale collettiva costante ed effettiva con tutti gli altri professionisti
che nel territorio già lavorano: Assistente sociale dell’Azienda
sanitaria, Assistenti sociali del distretto, Operatori
SIL, Educatori territoriali,
Operatori ed Educatori dei
Centri Diurni e residenziali. Questo ha stimolato una
strutturazione di intervento clinico/sociale, per certi aspetti assolutamente
nuova. In particolare più
che nella “cura”, il gruppo
si è orientato al sostegno
e all’accompagnamento a
veri percorsi di promozione
di progetti di vita assieme
alle persone in situazione di
difficoltà/disabilità, in ottica di promozione di welfare
di comunità, promozione di
percorsi di inclusione sociale di soggetti (cittadini e famiglie) in
condizioni di svantaggio economicosociale, attraverso percorsi integrati
(orientamento, formazione, accompagnamento, supporto e/o consulenza
psicologica e tecnica, supervisione sui
casi e/o sui processi, supervisione sui
progetti di vita e/o sui PEI/PAI, interventi a favore dei familiari con
colloqui di orientamento e sostegno o
promozione di gruppi di familiari o di
persone con disabilità).
Va da sé che, se è pur sempre implicito
nella definizione del mandato dello psicologo il suo lavoro a favore del benessere, il progetto EDDA ha prodotto e
continua a promuove effetti terapeutici, anche senza assumere una posizione
da curante in senso stretto.
Nel progetto si propone
una figura nuova di
psicologo distrettuale
e territoriale che va
oltre il mero intervento
clinico e che, anzi,
reinventa l’intervento
del clinico.
Novembre 2013
figure professionali apparentemente
“confinanti”, ossia la promozione e il
supporto dei processi di rete, azione
che gli psicologi EDDA hanno potuto
promuovere direttamente “sul campo”.
Il coordinamento socio - sanitario ha
infatti fortemente chiesto al gruppo
EDDA di promuovere la territorialità
e la messa in rete, attraverso azioni di
sostegno alla coerenza e all’appropriatezza degli interventi, attraverso il confronto multi professionale e attraverso
una funzione di mediazione per la definizione e realizzazione di incontri con
tutti gli altri professionisti interessati
al caso, il sostegno al coinvolgimento
partecipe del gruppo di lavoro, mediante l’attivazione di gruppi di pensiero e
progettazione attivi. Non solo, ha favo-
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
17
Tra lingua, pensiero
e comunicazione:
caratteristiche e potenzialità
delle lingue dei segni
di Maria Rosa Aita,
Psicologa psicoterapeuta - Udine
La storia della lingua dei segni (LS)(1) narra di una vicenda contrastata nella sua legittimazione che è transitata dall’identificazione delle modalità mimico-gestuali in
gruppi ristretti di sordi verso gli studi linguistici in comunità più ampie e il suo riconoscimento in un gran numero
di Stati a livello internazionale (una cinquantina circa).
In Italia ancora si attende una legislazione che si conformi alle indicazioni date dalla risoluzione del Parlamento
europeo prima (1998) e dalla convenzione delle Nazioni
Unite sui diritti delle persone con disabilità poi (Ratifica,
2009). Le argomentazioni a favore o contro il riconoscimento della LIS (Lingua dei Segni Italiana) si basano su
aspetti a volte non articolati tra loro, soprattutto quando
sono dettate da interessi particolari. Facciamo però un
passo indietro e proviamo ad ampliare la visuale di tale
fenomeno e contemplarne l’insieme. In generale, quando
si parla di lingua, ci si riferisce a un organismo con una
propria grammatica e un lessico (sufficiente stabile e flessibile al contempo) che è condiviso da e inserito in una
comunità che la trasmette alle generazioni successive, che
funge da mezzo di comunicazione e da elemento di costruzione identitaria, con effetti sul funzionamento cognitivo
in generale (per esempio sul pensiero, la memoria e l’apprendimento). Poiché quando si parla di LS (che possiede
le caratteristiche appena elencate e non è un insieme di
gesti emessi a sostegno di un’altra lingua) ci si riferisce
alla lingua naturale dei sordi, oltre alle questioni di ordine
linguistico e cognitivo, si sollecitano riflessioni di ordine
pedagogico, psicologico, medico e sociologico.
Non tutti i sordi nascono in una famiglia di sordi segnanti
(segnanti sono i sordi che utilizzano e quindi sviluppano la
LS), non tutti utilizzano la LS, non tutte le sordità sono
profonde o pure (cioè si danno in assenza di altre sindromi
o patologie) e non tutte le sordità, del resto, riguardano
esclusivamente l’orecchio e le sue capacità percettive. Già
in questo accenno alla complessità dovrebbe emergere
la pericolosità, data dall’assurgere la parzialità a regola
18
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
universale, quando da essa derivino i piani di trattamento. Più deontologico è l’atteggiamento di chi raccoglie
le esperienze e i risultati provenienti da tutti gli ambiti
che compongono il ‘sistema sordità’, e li tiene a mente nel
momento in cui si trova di fronte a una persona reale e
alle sue esigenze. Gli studi di linguistica applicati alla LS
(che hanno ricevuto una propulsione dalla metà del secolo scorso grazie a William Stokoe) e di psicologia svolti
a livello internazionale dimostrano e spiegano i vantaggi
insiti nell’utilizzo del bilinguismo bimodale(2), con effetti
sull’attenzione, la discriminazione e la memoria visiva, la
fluenza verbale, la ricchezza del lessico, maggiori competenze comunicative, sociali e relazionali, e questo altresì
nei casi in cui si considerino bambini sottoposti a impianto
cocleare (IC). Pare esservi quindi un’evoluzione dal tempo
in cui la LS era considerata un’accozzaglia di gesti più
o meno significanti, forse anche per un suo sviluppo sia
intrinseco (cioè della LS in sé) che estrinseco (cioè nel
suo impatto in una comunità che travalica i limiti della
specifica parte di sordi che in passato la utilizzava). Nella
comunità di segnanti, infatti, sono da computare sia gli
udenti vicini per familiarità e prossimità sociale ai sordi segnanti (pensiamo ai CODA, cioè ai figli di persone
sorde), sia gli udenti che hanno appreso tale lingua per
motivi professionali (interpreti, assistenti alla comunicazione, educatori, logopedisti), sia gli appassionati di tale
lingua. Considerando che il fenomeno si va espandendo e
che non tutti i sordi utilizzano la lingua dei segni, c’è da
chiedersi sul futuro status di questa lingua minoritaria.
Che la LS stia dimostrando vantaggi in sé è un quesito
da porsi nel momento in cui essa sia utilizzata anche nella terapia con altri individui diversamente abili. Ancora
molti (troppi) professionisti operano in isolamento, ottenendo risultati molto interessanti che tuttavia rischiano
di non essere né condivisi né passati sotto la lente della
validazione scientifica. In un recente convegno tenuto a
Cà Foscari (Venezia) si sono incontrati alcuni di questi
Novembre 2013
operatori (tra cui molti, per inciso, sono e sono stati pietre
miliari della ricerca sulla LIS e molti dei quali convergono
nel fertile e dinamico CNR di Roma). In questa sede sono
stati presentati i risultati di intervento su bambini con sindrome di Down, sindrome di Landau - Kleffner, autismo,
encefalopatie, paralisi cerebrale infantile, tetraparesi spastica, per citare le più conosciute. I risultati emersi sono
diversificati. Ogni singolo caso in base alle proprie tipiche
difficoltà (di comunicazione, di percezione, elaborazione,
produzione del linguaggio, e cognitive) ha beneficiato separatamente, alternativamente, e/o globalmente, degli stimoli
linguistici, cognitivi, comunicativi e sociali che la LS porta
simultaneamente in sé. L’impatto che la LS ha sugli individui a diversi piani basta già a motivare una riflessione che
coinvolga tutti gli attori diversamente impegnati non solo
nello studio della LS come strumento abilitativo per la disabilità uditiva, ma anche quelli mossi dalla valorizzazione
della LS come risorsa in ambiti apparentemente lontani
dalla sordità.
1 L
e lingue dei segni si distinguono in base al luogo di provenienza e sviluppo, per
cui si danno, ad esempio, la lingua dei segni americana (ASL), inglese (BSL),
francese (LSF), italiana (LIS). Senza entrare nel merito di tali differenze
utilizzerò sempre il singolare (lingua dei segni) onde esaltare le specificità
comuni di tale modo linguistico.
2 P
er bilinguismo bimodale si intende quello che riguarda anche la LS ed è
così definito in quanto utilizza un canale, un ‘modo’, di tipo visivo in vece di
acustico.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Baruffaldi, F. (2012). L’impianto cocleare: aspetti socio-culturali, linguistici e
psicopedagogici – seconda fase. Ente Nazionale Sordi Onlus – Istituto di Scienze
e Tecnologie della Cognizione del CNR di Roma, 3-22.
Capirci,O., Contaldo, A., Caselli, M.C., Volterra, V. (2005). From Action to language through gesture: a longitudinal perspective. Gesture, 5, 155-177.
Caselli, M.C., Maragna, S., Volterra, V. (2006). Linguaggio e sordità. Gesti, segni
e parole nello sviluppo e nell’educazione. Bologna: Il Mulino.
Russo Cardona, T., Volterra V. (2007), Le lingue dei segni, Carocci editore, Roma
Sacks, O. (1990), Vedere voci, ADELPHI EDIZIONI, Milano
Stocchero, I. (1994), Dentro il segno, CLEUP, Padova
Virginia, V. (a cura di), (1987), La lingua italiana dei segni, il Mulino, Bologna
Novembre 2013
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
19
Rassegna
professionale
di Lucio Costantini ©, Psicologo Psicoterapeuta, Udine
Papà, giochiamo?...
Lucio Costantini, oltre al suo impegno professionale,
collabora da tempo per una rivista locale friulana,
pubblicando brevi ma puntuali e qualificati contributi
divulgativi su diversi temi della psicologia, in particolare
della psicologia dell’età evolutiva, ma non solo.
Riportiamo con soddisfazione la seconda rassegna
professionale con alcuni contributi divulgati, su gentile
concessione dell’autore.
Le radici e le ali
Un proverbio del Quebec afferma che compito essenziale
dei genitori è donare due cose ai figli: le radici e le ali.
Cosa non facile oggi, ma pur sempre affascinante, in un
mondo contrassegnato dal relativismo etico e dal brutto
che occhieggia ovunque. Una sfida per genitori accorti e
sensibili che abbiano la consapevolezza - educativa - che
non sarà tanto il loro dire, né il fare, per quanto operoso,
quanto il loro essere l’elemento sui cui poggerà la crescita
dei loro figli.
Se educare significa trarre fuori quel che sonnecchia nell’animo dei figli, ciò potrà avvenire soltanto grazie all’esempio vissuto, testimoniato, quindi trasmesso da genitori
congruenti. Come Dedalo, che diede delle ali al figlio, col
sogno di spartire con lui sete di libertà, i genitori dovrebbero offrire l’opportunità ai figli di volare alto, puntando
a valori e a stili di vita non smerciabili, senza delegare ad
altre agenzie educative tale compito, casomai condividendolo con esse.
Far volare alto non significa spingere precocemente i figli
verso la testa, costringendoli a esperienze precoci che li privino del loro tempo interiore, quanto rispettarne i ritmi di
crescita facendo loro sperimentare atteggiamenti e vissuti
radicati nell’ampio bagaglio delle cose buone, solide, che
ogni famiglia sana racchiude e di cui i genitori dovrebbero
essere ineguagliabili custodi e trasmettitori.
20
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
L’erba voglio
Educare con amore e fermezza
“Nessuno si identifica con un essere debole e sottomesso,
nessuno è disposto a farsi prescrivere da lui le norme del
comportamento e tanto meno a riconoscere come valori
culturali quelli da lui venerati. Solo quando si ama una
persona dal più profondo dell’anima, e al tempo stesso la
si rispetta, si è in grado di fare propria la sua tradizione
culturale”.
Così Konrad Lorenz, etologo, premio Nobel per la Medicina
nel 1973, ne Gli otto peccati capitali della nostra civiltà.
Parole sulle quali meditare soprattutto considerando che
già a partire dalla scuola dell’infanzia i bambini manifestano insofferenza per le regole, petulanza che si traduce in
aggressività verbale o fisica, incapacità di concentrazione,
iper - attività, scarsa autofiducia, poca autonomia.
È ipocrita che l’adulto, genitore o educatore, si chieda che
cosa stia accadendo ai bambini; farebbe bene piuttosto a
chiedersi se il suo modo di proporsi loro sia caratterizzato
da congruenza e, quando necessario, da fermezza. Se vogliamo impedire che i figli in breve diventino i nostri tiranni,
pretendiamo rispetto e smettiamola di essere troppo condiscendenti e permissivi: potrebbero credere che tutto gli sia
dovuto, strutturando una personalità incapace di aprirsi, di
donare, di amare.
Quand’ero bambino, e tutto era più lineare in una società
più semplice, un ritornello echeggiava nelle case; mi risuona
ancora nelle orecchie: “L’erba voglio non cresce nemmeno
nel giardino del re”.
Novembre 2013
Un noto pedagogista inglese ha affermato che il gioco è il
primo grande educatore e ha aggiunto che gli adulti dovrebbero insegnare ai bambini piccole cose tramite giochi che
potrebbero renderli adatti, una volta cresciuti, a compiere
grandi cose. Riflessione che i padri, ancor più della madri,
potrebbero fare propria.
Accade spesso che il padre, rientrato a casa la sera, alla
richiesta espressa con occhi imploranti dal figlio: “Papà,
giochiamo?” si abbandoni sul divano, provato dalla fatica
del lavoro, o si ponga di fronte al televisore, o al computer.
Quella domanda non andrebbe mai elusa.
L’adulto dovrebbe saper accettare la sfida, rendendosi conto che il figlio in realtà chiede semplicemente una presenza
partecipe accanto a sé. Quei momenti condivisi contribuiranno a rafforzare la personalità del bambino e non potranno essere sostituiti nemmeno dal giocattolo più sofisticato.
Le nostre case straboccano di giocattoli, come se con la
loro quantità noi adulti volessimo riempire il vuoto che creiamo attorno al piccolo eludendo le sue legittime richieste.
Il bambino cresce imitando e identificandosi nella figura
dell’adulto. Il tempo impiegato a giocare con lui non sarà
perso, ma guadagnato.
So benissimo cosa pensi …
Quando cadde il muro di Berlino la Comunità Europea si
trovò nella condizione di far ripristinare il dibattito dialettico nei parlamenti di nazioni dove, complici regimi liberticidi, non era praticato da decenni. Il compito fu affidato a
degli psicologi che proposero alle controparti dei neonati
parlamenti, finalmente democratici, delle esercitazioni atte
a potenziare la comunicazione costruttiva al fine di conseguire il bene comune.
I neo eletti parlamentari appresero, sperimentandolo, che
c’è un solo modo per superare il pregiudizio che ci può rendere sordi alle istanze altrui facendoci pensare che, tanto,
sappiamo benissimo che cosa pensi l’interlocutore e ciò ancora prima di averlo ascoltato: ascoltarlo. Atteggiamento
che può essere applicato pari pari tra le pareti domestiche,
a scuola, negli uffici e altrove.
L’ascolto però deve essere empatico, cioè partecipato, attento, rispettoso e deve a sua volta poggiare su altri elementi: la considerazione positiva incondizionata nei confronti
dell’interlocutore (“Ti accetto per come sei e non desidero
cambiarti”) e l’autenticità (“Mi pongo di fronte a te senza
maschere”).
Se provassimo anche noi a esercitarci seguendo questa falsariga?
Novembre 2013
Un amico senza volto
Liberiamo i bambini dalla tastiera e dal piccolo schermo
Non riesco a unirmi al coro di chi plaude con accenti dotti
all’inserimento del computer nella scuola dell’infanzia, affermando che il suo uso precoce “in modo intelligente” non può
che giovare ai bambini. Si sostiene che l’uso della tastiera e
del piccolo schermo possano incrementare l’intelligenza e la
creatività. In realtà l’esposizione protratta, a casa come a
scuola, al piccolo schermo - un amico senza volto - non può
che circoscrivere la realtà, anche se le immagini che mutano
magicamente danno l’illusione che non sia così.
I bambini, che sono ben di più dei loro polpastrelli, hanno
bisogno di sperimentare la realtà, di conoscere per gradi il
loro corpo - tutto intero - di sporcarsi le mani con la creta o
con i colori, di costruire, di affinare i sensi, di ascoltare una
voce pacata che racconti loro con pazienza delle fiabe, di
vedere germogli spuntare da piccoli semi, di alzare gli occhi
al cielo, di giorno per dare forma alle nuvole, di notte per
stupirsi di fronte all’immensità del cielo stellato.
Hanno bisogno di essere guidati a riconoscere le loro prime
emozioni e a esternarle. Tenuti per mano da adulti che non
siano distratti dal computer o incapaci di separarsi dal telefonino.
Vuoto di padri
Non ha fiducia nelle proprie risorse; fa fatica a concentrarsi; è poco autonomo, irrequieto e facilmente distraibile; a volte può essere solitario o triste fino a manifestare
stati depressivi; è sovrastato dalla figura materna che
spesso si cura poco degli aspetti educativi; è violento e
fa un uso disinvolto delle parolacce; sosta troppo a lungo
di fronte al televisore, manca di un tempo tutto suo, destrutturato.
Questo è il profilo del bambino d’oggi visto con gli occhi di
alcune insegnanti della Scuola dell’infanzia, professionalmente preparate, attente e sensibili, che è uscito da una
mia recente ricerca. Un quadro che lascia molto perplessi,
di fronte al quale non è più sufficiente sostare senza cercare delle soluzioni e che credo dipenda in larga misura
dall’assenza di figure paterne significative. Un vuoto non
solo materiale, quanto piuttosto di modelli credibili.
Ai padri i figli non chiedono intimamente di essere innanzitutto degli amici, quanto degli “apripista”, in grado di
trasmettere, precedendoli, norme solide, valori consolidati,
passione per la vita, gusto per le cose portate a buon fine.
Si aspettano che i padri siano innanzitutto per loro figure
stabili, affidabili, sicure.
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
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Notizie dal Nazionale
Raccomandazioni
Cnop
RACCOMANDAZIONI DEL CNOP SULLE
PRESTAZIONI PSICOLOGICHE ATTRAVERSO
TECNOLOGIE DI COMUNICAZIONE A DISTANZA
Il Consiglio Nazionale degli Psicologi ha predisposto un documento, che si riporta di seguito,
sugli aspetti professionali delle prestazioni psicologiche a distanza.
Premessa
Lo sviluppo delle tecnologie di comunicazione a distanza e la loro rapida
diffusione hanno aperto anche agli
psicologi la possibilità di una loro utilizzazione non solo a fini di informazione o di pubblicità, ma per fornire
prestazioni professionali. Per conoscere meglio la realtà italiana dell’offerta
di servizi psicologici on line, il CNOP
ha commissionato una ricerca, che si
è svolta dall’ottobre 2012 al maggio
2013, dalla quale sono emerse delle
risultanze significative, che possono
essere così sintetizzate:
a - L’offerta psicologica on line appare come un fenomeno in costante
trasformazione, che tende ad aumentare di volume, a strutturarsi in forme meglio organizzate
(network ai quali aderiscono più
professionisti, siti più curati…), a
rispondere più adeguatamente ai
criteri dei motori di ricerca (parole
chiave, etichette…).
b - Su 10.260 link (richiamati attraverso la check list delle parole chiave a contenuto psicologico) circa la
metà indirizzano a siti che forniscono servizi psicologici on line.
c - Su 1.947 siti analizzati, quelli che
forniscono effettivamente servizi
psicologici on line sono risultati
270: 134 gestiti da professionisti
autonomi, 47 da professionisti associati, 93 da network/associazioni.
d - La tipologia prevalente di prestazione è quella della consulenza:
consulenza psicologica via e-mail
con livelli diversificati di rispo-
22
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
prestazioni sono offerte a titolo
gratuito.
f - Tra i servizi a pagamento, estratti
dai siti in cui sono indicate le tariffe, lo strumento più utilizzato in
assoluto è Skype, con un costo che
va da 20 euro (tariffa più bassa) a
90 euro (tariffa più alta). Il costo
di una consulenza via e-mail va dai
15 agli 80 euro.
sta (dall’informazione gratuita
alla risposta ‘personalizzata’, con
possibilità di usufruire di ulteriori
scambi e-mail); consulenza psicologica tramite video-conferenza
o audio-conferenza (via Skype o
Msn); consulenza psicologica tramite telefono; consulenza psicologica via chat (strumento ibrido
che permette di utilizzare o meno
la webcam, ma di comunicare per
iscritto in tempo reale); consulenza psicologica per “pacchetti preconfezionati” (video, audio o libri,
su aspetti specifici, offerti a pagamento).
e - Alcuni professionisti si spingono su
tutte le frontiere di comunicazione possibili. Sono stati individuati
ideatori di “app” per smartphone
di matrice psicologica e professionisti che forniscono consulenza via
What’s up (applicazione molto popolare tra i giovani per scambiarsi
messaggi, una modalità tra la chat
e l’sms).
In circa la metà dei casi di siti che
promuovono servizi psicologici le
g-
Non è sempre facile l’identificazione dei professionisti. Dai 270
siti individuati dalla ricerca è stato
possibile estrarre 544 nominativi, dei quali solo 47 non risultano
iscritti all’Albo.
Questi dati confermano che il fenomeno delle prestazioni psicologiche attraverso tecnologie di comunicazione
a distanza è un fenomeno che anche in
Italia si sta manifestando con quelle
caratteristiche di novità, di mobilità,
di rapida trasformazione tipiche del
contesto informatico; comincia ad
essere oggetto di sperimentazione, di
osservazione e di ricerca per una serie di ragioni che interessano non solo
la scienza psicologica, ma l’esercizio
stesso della professione; solleva numerosi interrogativi di natura metodologica e deontologica, che è opportuno
raccogliere e valutare perché interessano la psicologia e le ricadute professionali che ne derivano.
In attesa di una documentazione più
ampia e di una letteratura scientifica
più significativa, si ritiene opportuno
fornire delle indicazioni che orientino
la pratica professionale di quanti ne
prevedono l’utilizzazione.
Novembre 2013
1. I principi etici e le norme del Codice Deontologico si applicano anche nei casi in cui le prestazioni
vengono effettuate con il supporto di tecnologie di
comunicazione a distanza (cfr. art 1 del Codice Deontologico). Tali principi e norme debbono essere
esplicitati attraverso documenti presenti sul sito
o sulla piattaforma del professionista che eroga la
prestazione.
2. L o sviluppo delle tecnologie di comunicazione a
distanza consente interventi di e‑health di carattere psicologico. Tali contesti applicativi, per la
complessità e la specificità che li caratterizza,
richiedono al professionista la disponibilità di
tecnologie adeguate e il possesso di particolari
competenze nel loro uso.
3. L o psicologo che si serve di tecnologie elettroniche
per la comunicazione a distanza è tenuto a utilizzare sistemi hardware e software che prevedano
efficienti sistemi di protezione dei dati.
4. L o psicologo che si avvale di tali tecnologie deve
fornire informazioni appropriate sulla propria
identità, iscrizione all’Ordine, titoli professionali, indirizzo di Posta Elettronica Certificata e gli
estremi della polizza di R.C. professionale.
5. N ell’ambito delle prestazioni on line, lo psicologo
di norma identifica l’utente, acquisisce l’autorizzazione al trattamento dei dati personali e il consenso informato riguardo alle prestazioni offerte.
6. N ell’ambito delle attività cliniche (quali la psicoterapia, la psicodiagnosi, …) l’instaurazione di
un rapporto diretto, di persona, è condizione indispensabile per un eventuale successivo utilizzo dei
dispositivi di comunicazione a distanza.
7. P er la custodia dei dati e delle informazioni si applicano le norme previste dalla normativa vigente.
8. L o psicologo che offre prestazioni via Internet comunica al proprio Ordine l’indirizzo web presso il
quale svolge tale attività, la tipologia di strumentazione software e la tipologia di media utilizzati.
9. C onsiderati lo sviluppo delle prestazioni psicologiche a distanza e la loro complessità, spetta a
ciascun Ordine territoriale tenere un registro degli
iscritti che svolgono tali prestazioni.
10. G li Ordini territoriali, in collaborazione con l’Osservatorio sulla deontologia del CNOP, si impegnano a monitorare le attività psicologiche a
distanza per verificarne l’appropriatezza sul piano deontologico.
Novembre 2013
PARERE SU ATTI TIPICI IN
MATERIA DI PROMOZIONE
E PREVENZIONE IN AMBITO
PSICOLOGICO
Il Consiglio Nazionale ha predisposto il Parere sugli Atti
Tipici in materia di Promozione e Prevenzione in Ambito
Psicologico. Un atto importante che si pone l’obiettivo di offrire una definizione condivisa dello specifico professionale
all’interno della nostra categoria e, al contempo, strutturare
un’argomentazione, motivata anche sul versante giuridico, a
tutela dei nostri confini professionali. Per consultare e scaricare il Parere consultare il sito www.psy.it (Consiglio Nazionale degli Psicologi).
RISCHIO STRESS LAVORO
CORRELATO, LE COMPETENZE
DELLO PSICOLOGO NELLA
VALUTAZIONE E GESTIONE
Il volume, frutto del
Gruppo di lavoro
promosso dal CNOP,
affronta le problematiche della valutazione e gestione
del rischio di stress
lavorativo.
Con
il contributo di
numerosi esperti e testimoni, si
individuano
gli
spazi per l’uso
delle competenze psicologiche
funzionali
ad
assicurare, oltre agli standard minimi prescritti,
interventi professionali di elevata qualità, utili per
correggere e prevenire i rischi e per promuovere una cultura della sicurezza negli ambiti lavorativi. Nel testo Vengono
inizialmente introdotte alcune precisazioni sulla specificità,
tipicità e competenze dell’azione professionale dello psicologo. Sono poi approfonditi gli aspetti relativi alle ragioni
della regolamentazione della materia, al processo di stress
in ambito lavorativo con i principali modelli di riferimento,
gli orientamenti da tener in conto per la metodologia e l’uso
degli strumenti, i riferimenti per il corretto approccio alla
valutazione dei rischi ed a quello SLC, gli spazi effettivi di
azione dello psicologo, la responsabilità professionali.
Nel volume sono riportati diversi contributi, tra gli altri, di
Lorenzo Fantini, Guido Sarchielli, Massimiliano Barattucci ,
Laura Barnaba, Franco Amore, Mario Gallo, Luigi Imperato,
Antonia Ballottin, Pietro Bussotti. Francesco Chicco, Michele Maisetti, Paolo Fusari.
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
23
aggiornamento Albo
regionale
i nuovi arrivati per la sezione a
ANNOTAZIONI ESERCIZIO ATTIVITÀ PSICOTERAPIA DAL 17.05.2013 AL 24.09.2013
NUOVI ISCRITTI SEZ. A SEZIONE PSICOLOGI DAL 17.05.2013 AL 24.09.2013
N.iscr.
Data iscr.
Mod.isr.
Cognome
Nome
Nato a
il
Residenza
Cap
Città
Prov.
1618 16.05.2009 Es. Stato Bertolini
Filippo
Udine
07.07.1981 via Grions, 4
33039 Sedegliano
UD
1619 16.05.2009 Es. Stato Saccardi
Laura
Motta di
Livenza
14.01.1981 via Nicolò Boccassin, 9
31045 Motta di Livenza
TV
1620 15.07.2009 Es. Stato Sini
Roberta
Trieste
26.11.1977 via Giulia, 83
34126 Trieste
TS
1621 15.07.2009 Es. Stato Perfetto
Eleonora
Benevento
30.09.1983 via Abruzzo, 251/e
66100 Chieti
CH
1622 15.07.2009 Es. Stato Sullig
Tamara
Gorizia
10.06.1980 via Cologna 5
34126 Trieste
TS
1623 15.07.2009 Es. Stato Dordolo
Cristina
Cividale del
Friuli
03.10.1979 via Mutinelli, 5
33043 Cividale del Friuli UD
1624 15.07.2009 Es. Stato Jovic
Masa
Banja Luka
01.01.1982 via Cologna, 31
34127 Trieste
TS
1625 13.09.2009 Es. Stato Guarracino
Ilaria
Udine
06.11.1982 via San Rocco, 130/4
33100 Udine
UD
1626 13.09.2009 Es. Stato Rizzi
Lorenzo
Udine
17.03.1983 via Del Pozzo, 8
33100 Udine
UD
1627 13.09.2009 Es. Stato Mattaloni
Elisa
Udine
06.10.1981
1628 13.09.2009 Es. Stato Dalmasson
Martina
Cividale del
Friuli
08.03.1983 piazza Zorutti, 27
33040 Corno di Rosazzo UD
1629 13.09.2009 Es. Stato De Santis
Eliseo
Padova
17.06.1970 via Benussi, 9
34148 Trieste
1630 13.09.2009 Es. Stato Murgia
Mauro
San Gavino
Monreale
1631 13.09.2009 Es. Stato Trudu
Anna Maria Cagliari
1632 13.09.2009 Es. Stato Ciccanti
Catia
1633 23.09.2009 Es. Stato Mattiacci
via Madonna
del Podgora, 48
02.01.1978 via degli Ulivi, 10
33043
San Giovanni al
Natisone
TS
San Gavino
OO9037
Morneale
18.06.1969 via Aurisina Cave,23
UD
CA
Nome
Data Spec.
Art. 3
Data
annotazione
Scuola di Specializzazione
Dosualdo
Paolo
03.02.2013
Centro di Terapia Strategica
16.07.2013
Moro
Raffaella
27.06.2013
Decreto Ministero Salute
14.09.2013
Matieto
Laura
17.10.2010
Istituto Riza di Medicina Psicosomatica
16.07.2013
Barban
Fabio
31.05.2013
Istituto Naven di Formazione in Psicoterapia sistemica,
familiare e relazionale
14.09.2013
Barazzutti
Erica
01.07.2013
Scuola di Formazione in Psicoterapia Transpersonale
14.09.2013
Cappelletto
Tania
31.05.2013
Istituto Naven di Formazione in Psicoterapia sistemica,
familiare e relazionale
16.07.2013
Esteban Vidal
Pilar
31.05.2013
Istituto Naven di Formazione in Psicoterapia sistemica,
familiare e relazionale
16.07.2013
Pompilio
Elisa
16.07.2013
Institute of Constructivist Psycology
14.09.2013
Scaravelli
Ester
08.06.2013
S.E.F. Scuola Europea di Formazione in Psicoterapia funzionale
14.09.2013
Humar
Daniela
21.06.2013
SSPC - IFREP
16.07.2013
Braidotti
Stefania
30.11.2012
Istituto Naven di Formazione in Psicoterapia sistemica,
familiare e relazionale
17.05.2013
Vecchiet
Cristina
12.01.2013
CISSPAT Centro italiano Studio e Sviluppo psicoterapie a breve termine
17.05.2013
Prattichizzo
Viviana
07.06.2013
Accademia di Scienze Comportamentali e Cognitive
14.09.2013
Dugaro
Ilaria
21.06.2013
SSPC - IFREP
16.07.2013
Ragagnin
Elisabetta
19.04.2013
Istituto Naven di Formazione in Psicoterapia sistemica,
familiare e relazionale
17.05.2013
Zilli
Jlenia
31.05.2013
Istituto Naven di Formazione in Psicoterapia sistemica,
familiare e relazionale
14.09.2013
34011 Duino Aurisina
TS
Ascoli Piceno 26.06.1958 via Dolomiti, 6
33010 Tavagnacco
UD
Eleonora
Udine
04.12.1981 via Colugna, 11/b
33010 Tavagnacco
UD
1634 23.09.2009 Es. Stato Cragihero
Adele
Tolmezzo
31.05.1983 piazza Garibaldi, 13
33028 Tolmezzo
UD
1635 23.09.2009 Es. Stato Tomizza
Valentina
Trieste
12.07.1982 via Paisiello, 3
34148 Trieste
TS
Nascimbeni
Alessandro
11.04.2013
Centro Milanese di Terapia della Famiglia
16.07.2013
1636 23.09.2009 Es. Stato Grego
Sergio
Trieste
17.03.1942 via Fabio Severo, 70
34127 Trieste
TS
Di Filippo
Simona
19.12.2012
Centro Milanese di Terapia della Famiglia
17.05.2013
Piccoli
Elena
22.04.2013
Scuola di Formazione in Psicoterapia Transpersonale OM
17.05.2013
Bersenda
Ingrid
12.09.2013
Centro Milanese di Terapia della Famiglia
14.09.2013
Riccitelli
Sara
15.03.2013
Istituto privato Associazione di Psicologia Cognitiva
17.05.2013
Mattanza
Patrizia
10.04.2013
Scuola quadriennale di specializzazione Gestalt
17.05.2013
Non ci sono variazioni nel periodo relativamente agli Psicologi Sospesi per morosità
PSICOLOGI CANCELLATI DAL 17.05.2013 AL 24.09.2013
24
Cognome
N.iscr.
Data iscr.
Cognome
89
28.05.1994
Milic
555
09.05.2003
1406
Data Cancellaz.
Motivazione
Majda
16.07.2013
Richiesta
Serri
Laura
16.07.2013
Trasferimento
12.02.2011
Bucci
Cristiana
16.07.2013
Trasferimento
1554
15.01.1990
Cosmai
Mauro
16.07.2013
Trasferimento
590
13.02.2004
Conte
Maria
14.09.2013
Richiesta
144
29.03.1996
Anderloni
Ettore
14.09.2013
Dcesso
10/32/I
30.03.1993
Bacelle
Carla
14.09.2013
Richiesta
1455
17.09.2011
Birri
Elisa
14.09.2013
Trasferimento
907
30.06.2006
Marte
Roberta
24.09.2013
Richiesta
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
Nome
La PEC – Posta Elettronica Certificata
è obbligatoria per tutti i professionisti.
Non dimenticare di attivare la tua PEC personale. L’Ordine degli
Psicologi ti offre un servizio PEC gratuito. Basta andare sul sito
nazionale www.psy.it , registrarsi in Area Riservata e seguire tutte
le indicazioni per l’attivazione.
Novembre 2013
Novembre 2013
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
25
Formazione
Crisi del lavoro e del lavoratore:
uniamo i punti alle domande
CONVEGNI, SEMINARI E WORKSHOP
Psicologi in campo contro la crisi del lavoro - Convegno dell’Ordine a Pordenone
il 14 settembre 2013 su “CRISI DEL LAVORO, LAVORATORI IN CRISI - La Psicologia per
il Benessere delle Persone e delle Organizzazioni”
di Emanuele Bottoli,
Vice Presidente dell’Ordine degli Psicologi FVG, Psicologo del lavoro
di Paolo Fusari, Presidente dell’Ordine degli Psicologi FVG, Psicologo del lavoro
Gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia si sono incontrati
assieme alle rappresentanze delle associazioni di categoria,
sindacali, imprenditoriali, accademiche e professionali, per
affrontare il tema della crisi del lavoro che investe anche la
nostra regione ma soprattutto come i lavoratori, coinvolti
dalla perdita del lavoro, possono recuperare e cercare strumenti per trovare nuove soluzioni e nuovi percorsi.
Se ne è discusso a Pordenone il 14 settembre in un Convegno organizzato dall’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia dal titolo “CRISI DEL LAVORO, LAVORATORI
IN CRISI - La Psicologia per il Benessere delle Persone e
delle Organizzazioni”.
L’evento organizzato è stato di grande rilevanza per affermare il contributo che la psicologia e gli psicologi possono
offrire, non solo in questo particolare momento congiunturale, per il benessere delle persone e delle organizzazioni. Sono Intervenuti autorevoli rappresentanti del mondo
accademico e professionale nazionale e regionale, come il
Prof. Gabassi dell’Università di Trieste ed il Prof. Sarchielli
dell’Università di Bologna, docenti universitari ed esperti di Psicologia del lavoro. Sono altresì previsti qualificati
interventi di rappresentanti delle categorie imprenditoriali
e produttive, delle OOSS e di alcune RSA di importanti
aziende locali. Interessante anche il contributo che verrà
portato dall’Associazione “Speranzaallavoro” del Veneto
per affrontare il disagio lavorativo. In sintesi, un momento
per fare il punto della situazione nella nostra regione rispetto alla crisi del lavoro e per ricercare in forma collaborativa strategie adeguate per supportare le aziende e tutte
le persone coinvolte.
Il Convegno ha analizzato il fenomeno della crisi del lavoro, senza dubbio un problema che intreccia lavoro e lavoratori. Però la crisi del lavoro è più strutturale (economica,
produttiva, ecc.), quella dei lavoratori è cosiddetta invece
sovrastrutturale perché si intreccia, ad esempio, con le problematiche personali, familiari.
Si è affrontato il tema del benessere individuale e del benessere organizzativo. Infatti l’Organizzazione Mondiale
della Sanità parla di Benessere (stato di completo benessere fisico, mentale e sociale di una persona, di un gruppo).
Accanto alla parola Benessere oggi si parla anche di Benessere Organizzativo (il modo in cui funziona un’organizzazione, il significato che ha per le persone e i gruppi che vi
lavorano, la responsabilità, ecc.). Per affrontare meglio le
crisi dobbiamo quindi allargare il concetto di benessere da
quello individuale a quello organizzativo.
Gli psicologi introducono anche il Bellessere come speranza di un benessere futuro. Per orientarsi al bellessere, si è
26
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
detto al Convegno, è necessario lavorare per uscire dall’idea della paura e della perdita ed entrare nell’idea della
speranza.
La resilienza è stato uno dei temi affrontati successivamente. Resilienza è un termine ingegneristico (resistenza
dei metalli) che oggi si usa anche nella psicologia. Come
resistere? Senza lavoro o con la paura di perderlo possono
aumentare alcuni sintomi, ad esempio, irritabilità, rabbia,
aggressività, ansia, vergogna, paura, perdita di speranza,
scoraggiamento, depressione, auto isolamento, disturbi del
sonno, poca autostima. Certamente è provato che le eventuali difficoltà anche psicologiche delle persone calano con
l’ottenimento del posto del lavoro. Oggi però non sono solo
in difficoltà coloro che non hanno un lavoro, ma anche chi
ce l’ha (per la paura di perderlo). Resiste di più chi ha più
autostima, un maggiore controllo, ottimismo. Quindi bisogna aumentare l’esposizione a fattori protettivi e diminuire
quelli di rischio.
Cosa fare in concreto per superare questi momenti di crisi? È necessario potenziare le risorse personali, le relazioni
esterne e sociali, un maggiore coinvolgimento del sistema
dei servizi, del sistema di welfare, la protezione normativa
e sindacale. Questi diventano infatti utili mediatori che devono associarsi alla ricerca della salute psicofisica, al controllo della dieta, all’esercizio fisico, al riposo, alla gestione
delle emozioni, alla ricerca di un’immagine di sé positiva,
alla ricerca delle risorse personali trascurate, a creare una
rete con gli altri, a non stare soli, ad assumersi responsabilità individuali e collettive.
La psicologia, come scienza del Benessere e non del Malessere può apportare utili contributi ovviamente assieme
a tutta la rete sociale e agli altri interventi necessari e da
adottare a livello più allargato.
Novembre 2013
La crisi del lavoro e dei lavoratori è un
tema senz’altro difficile da introdurre
senza che si abbia l’impressione di non
aver sottolineato opportunamente uno
o più degli aspetti che ai diversi livelli
e dimensioni lo caratterizzano, soprattutto se l’ottica che si assume è quella
orientata al fronteggiamento di problemi così delicati in senso concreto e
senza pregiudizi.
Pertanto quello che cercherò di fare
è evidenziare alcune aree che a mio
avviso costituiscono dei nodi cruciali sia rispetto all’articolazione della
dialettica sottesa ai diversi interlocutori coinvolti, sia rispetto al ruolo
dello psicologo in tale contesto ed
alla valorizzazione delle sue specificità e competenze. Guardando al lavoratore, tema di indubbia rilevanza
è costituito dalla consapevolezza delle proprie risorse e limiti, in un confronto diretto fra ciò che il mercato
del lavoro richiede e quanto le forze
lavoro possono offrire, in un ambito
in cui di fatto è annullata qualsiasi
forma di automatismo nella dinamica
della domanda e dell’offerta, e dove
l’intermediario (servizi, ed altre realtà
del territorio) costituisce una risorsa
tanto più importante quanto più il lavoratore riveste un ruolo attivo nella
ricerca di lavoro.
Ciò che emerge in modo chiaro è che
il disorientamento quale fattore diffuso e trasversale nel disoccupato,
come prodotto della preoccupazione
per il futuro e dell’incertezza, deve
essere bilanciato da azioni orientative che indichino una via percorribile
e personalizzata in base alle risorse,
motivazioni, bisogni, della persona.
Le statistiche indicano che tali azioni
devono essere intraprese precocemente (cfr. ad esempio la proposta ISFOL
- giugno 2013 - “GARANZIA PER I
GIOVANI”), prima che esperienze deludenti e infruttuose portino a radicare percezioni di scarsa autoefficacia e
disistima e non solo sul piano professionale/lavorativo ma anche su quello
personale, familiare, sociale.
Il momento chiave del processo risulta
quindi quello della emersione e della
valutazione del bisogno e dell’analisi
della domanda, momento in cui può
avviarsi un processo veramente costruttivo rispetto al percorso del lavoratore nel ginepraio della dinamica
della domanda ed offerta di lavoro,
che va quindi in tutti i modi intercettato.
Tale compito risulta assai arduo se le
forze in gioco non si pongono in un’ottica, da una parte, di formulazione
congiunta e adesione agli obiettivi e,
dall’altra, di condivisione degli strumenti.
Gli psicologi in questo contesto possono fare molto e, se da un lato è
possibile e auspicabile pensare a dei
percorsi comuni anche a livello istituzionale, volti soprattutto a massimizzare il risultato nella fase di
intercettazione e dell’analisi della
domanda, sul piano professionale si
pone come esigenza fondamentale da
un lato, un’azione di comunicazione
e promozione delle prerogative e potenzialità degli strumenti propri dello
psicologo, nonché degli ambiti di intervento e delle specificità (cfr. anche
Atti tipici) della professione (ad es.
valutazione psicoattitudinale , valutazione e analisi del potenziale, della
personalità, delle competenze, ecc.);
dall’altro lato l’assunzione da parte
dello psicologo che il proprio ruolo,
in questo contesto, non si limita ad un
intervento “riparatorio” e di fronteggiamento di situazioni di disagio come
esito di un’evenienza nefasta e imprevedibile (ad esempio ai compiti propri
dello psicologo nelle emergenze), ma
si estende ad un azione preventiva e di
gestione di un processo delicato che lo
vede attore assieme ad una pluralità
di soggetti (aziende, servizi e intermediari, realtà sociali).
In sostanza, diventa fondamentale che
lo psicologo sappia contestualizzare
il valore (ed il costo) del proprio operare professionale, con l’obiettivo di
pianificare e progettare interventi sostenibili ed efficaci in relazione alle risorse in campo ed agli obiettivi attesi,
declinando il concetto di “valore” in
relazione ai bisogni dell’interlocutore
e allontanandosi quindi dal rischio
sempre in agguato dell’autoreferenzialità.
In un’epoca in cui spesso ciò che manca non sono le risposte (anzi sono così
tante e articolate che spesso non si riesce più a riconoscere e comprendere
la domanda che le ha generate), voglio
concludere con un pensiero di George Alexander Kelly, uno dei padri del
costruttivismo, che amava dire ai suoi
allievi terapeuti: “Se non capite cosa
c’è che non va nel vostro paziente, provate a chiederlo a lui, molto probabilmente ve lo saprà dire”.
PEC attive Ordine Psicologi FVG
Ad oggi per l’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia sono attive n. 682 caselle PEC
su 1850 iscritti. Per attivare la PEC gratis consulta il sito www.psicologi.fvg.it e il sito
www.psy.it. I Ministeri competenti, in caso di richiesta alle Pubbliche Amministrazioni,
dell’Albo degli Iscritti al FVG, invia solamente i nominativi degli iscritti con PEC certificate.
Novembre 2013
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
27
Pillole di competenze
A cura di Paolo Fusari
Lo stress lavorativo: cos’è e come fare
“Sono stressato, non ne posso più!”
Spesso, quando ci si confronta con gli altri ci salutiamo e
ci chiediamo come va! Alle volte ci sentiamo rispondere
“Sono stressato, non ne posso più!”. Quando invece parliamo di stress lavorativo dobbiamo sapere che il significato è
un po’ diverso. Proviamo a comprenderlo.
Cosa vuol dire stress lavorativo
In primo luogo lo stress lavorativo non è una malattia e può
essere causato da diversi fattori che vanno esplorati a livello organizzativo ed individuale. Lo stress dovuto al lavoro
può essere definito come un insieme di reazioni fisiche ed
emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste
dal lavoro non sono commisurate alla capacità, risorse o
esigenze del lavoratore. Lo stress connesso al lavoro può
inoltre influire negativamente sulle condizioni di salute e
provocare persino infortuni.
Stress buono e stress cattivo (eustress e distress)
Lo stress non sempre deve essere inteso come una condizione negativa. Infatti negli studi effettuati si sostiene che
esiste un rapporto tra il livello di stress, attivazione e capacità di apprendimento. Dunque uno stato di stress, non
superante la capacità di resistenza del soggetto allo stesso,
migliora le prestazioni rispetto a soggetti rilassati.
Fate come l’atleta in una gara
Proviamo ad immaginare un atleta che si appresta ad una
gara. Nella prima fase l’atleta è in uno stato di forte tensione e concentrazione, necessario per poi effettuare la prestazione. Si trova quindi in una situazione di stress positivo.
Segue la prestazione atletica, con un grande sforzo di energie. In ultimo arriva al traguardo e la sua tensione ed il suo
sforzo finiscono. Ecco, è un po’ così che si deve intendere
lo stress lavorativo, c’è sempre bisogno di arrivare ad un
traguardo nel quale la tensione diminuisce e si è pronti per
ricominciare, come fa l’atleta che si prepara per la prossima gara. Deve esistere quindi sempre un momento di pausa
in cui lo stress si attenua. Ma pensate se l’atleta che gareggia non arrivasse mai al traguardo, correrebbe ad esempio
all’infinito ed alla fine sicuramente si fermerebbe stremato.
Gli attori nella prevenzione dello stress lavorativo
L’organizzazione ed i lavoratori possono contestualmente
mettere in atto azioni per la prevenzione dello stress da lavoro correlato. Come? L’azienda, ad esempio, deve favorire
situazioni di benessere sul posto di lavoro, creare un clima
aziendale sereno attraverso la partecipazione, la condivisione e la comunicazione tra i lavoratori.
Ma anche i lavoratori devono allenarsi ad affrontare le
situazioni di stress, scendere in palestra è svolgere ogni
giorno degli esercizi. Quali? Ad esempio imparando a riconoscere e gestire le proprie emozioni, sapendo organizzare
meglio il proprio tempo e le priorità, assumendo atteggia
28
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
menti positivi e non lasciarsi trascinare dal pessimismo.
La recente normativa, che ha sostituito la 626, i Decreti 81/2008 e 106/2009, hanno ben chiarito cosa e come
devono fare tutte le aziende per l’analisi dello stress da
lavoro correlato e per impostare dei piani di miglioramento.
Buoni esercizi a tutti!!
Come organizzare meglio il lavoro:
le riunioni
Spesso si sentono “dire in giro” considerazioni non sempre
positive sulle riunioni di lavoro; sono troppo lunghe, servono a poco, non si conclude nulla, si decide poco.
Proviamo ad adottare nuove strategie per ottimizzare il lavoro e rendere più produttive le riunioni di lavoro. Riprendo alcuni utili approfondimenti recentemente apparsi sulla
stampa internazionale e nazionale in proposito, in quanto
sintetizzano bene la questione.
Come fare
1 - Se la riunione è proprio indispensabile è assolutamente
necessario prima di tutto programmarla bene.
2 - Gli obiettivi della riunione devono essere chiari, magari
anche anticipandoli ai partecipanti affinchè giungano
preparati e possano fornire presto i loro contributi.
3 - È utile fissare per punti cosa si vuole raggiungere alla
fine della riunione.
4 - Va stabilito con precisione il tempo della riunione.
5 - Alla fine della riunione è necessario fare un buon riepilogo di ciò che si detto e stabilito, fissare gli incarichi
e le decisioni prese.
È consigliato un sintetico verbale scritto, da fare subito in
diretta, e fissare il prossimo appuntamento.
Altri suggerimenti concreti da sperimentare
Non perdersi in inutili preamboli o troppi convenevoli all’inizio della riunione.
- Qualcuno ha anche stabilito che il tempo standard di una
riunione efficace può essere di 15 minuti.
- Le ore 13.00 sono i momenti meno efficaci per riunirsi.
Infine, proprio per dirla tutta, c’è addirittura qualcuno che
suggerisce di svolgere la riunione in piedi. Quando la gente
non sta comodamente seduta si concentra di più e l’eventuale stanchezza alle gambe spinge ad andare subito al sodo.
Si tratta di provare.
Buone e Belle riunioni a tutti!!!
Che negoziatore sei?
In ogni situazione lavorativa ciascuno di noi ha una quantità imprecisata di interessi, punti di vista, idee che possono
essere anche in netta contrapposizione con quelli dell’altro
e sui quali alle volte difficilmente è disposto a discutere.
Allo stesso tempo esiste sempre una quantità altrettanto
imprecisata di interessi in comune.
La tecnica o modalità della “Negoziazione” ci aiuta a praticare delle attività di aggregazione volte a raggiungere un
accordo piuttosto che a stimolare dissensi.
La parola negoziazione è un termine antico, deriva dal la-
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tino negotium (nec, particella negativa e otium, agio, comodo), ovvero “niente ozio”. Negoziare infatti richiede di
essere attivi, agire, darsi da fare, stare svegli.
È la capacità di gestire rapporti di scambio orientati al
raggiungimento di un obiettivo (realizzazione di un progetto, soluzione di un problema, ricerca di un accordo).
Saper negoziare bene non significa usare la forza per i
propri fini, perdere tempo in discussioni inutili, imbrogliare
l’altro. Il vero negoziatore è colui che scambia invece reciprocamente con l’altro ed i risultati possono essere raggiunti con il consenso o accordo (è la condizione migliore
nella quale le parti si integrano bene), con il compromesso
(50 % a me e 50% a te), con la concessione (oggi io concedo un po’ di più a te, ricordalo però la prossima volta).
La negoziazione può anche terminare con un disaccordo,
significa che dobbiamo ancora lavorare per unire invece che
continuare a dividere.
Una delle modalità negoziali più efficaci è la Negoziazione integrativa, ovvero negoziare per crescere, in modo cooperativo scoprendo e capitalizzando le differenze fra le
parti. (es. abbiamo solo un’arancia, dividiamola per due). I
partner negoziali con questa modalità mirano al massimo
rendimento per entrambi, ambedue “portano a casa qualcosa”, sono alleati.
Un buon decalogo per autovalutarsi rispetto alle proprie
capacità negoziali è il seguente; provate a rispondere a queste situazioni, ovviamente più ampie sono le risposte positive, più ampia è la vostra capacità di negoziazione.
1 - Sono capace di dare la “caccia” alle false informazioni;
2 - So individuare i punti di conflitto;
3 - Evito che la trattativa si sflilacci su più tavoli;
4 - Lavoro sui punti di contatto;
5 - Evidenzio bene i vantaggi delle parti coinvolte;
6 - Sono sempre chiaro e preciso;
7 - Evito di esprimere giudizi negativi;
8 - Riconosco le idee altrui;
9 - Calcolo i rischi ed i danni in caso di disaccordo;
10 - Evito di dare e togliere deleghe e responsabilità.
Ed infine, simulando ad esempio un confronto con un collega di lavoro, in riferimento ad un aspetto di lavoro, come
è finita tra voi la negoziazione, chi ha vinto o chi ha perso?
Ma si tratta veramente di vincere o di perdere?
Con questa griglia provate a autovalutarvi ancora e poi
considerate qual è secondo voi la pratica più efficace di
negoziazione.
IO
Io Vinco
Io Perdo
Io Perdo
Io Vinco
L’ALTRO
L’altro Perde
L’altro Vince
L’altro Perde
L’altro Vince
Buona Negoziazione a tutti!!!
Sul palcoscenico per il colloquio di
lavoro: suggerimenti e consigli pratici
Il colloquio di lavoro è essenzialmente un incontro tra due
giocatori dove ognuno “fa il suo gioco”. In altro modo si
può interpretare il colloquio come una rappresentazione
teatrale con l’entrata in scena, la rappresentazione vera e
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propria e con la chiusura del sipario. L’entrata in scena,
l’inizio del colloquio, è un momento molto importante; è in
questa fase che si manifesta la prima impressione.
L’impressione che si suscita nei primi momenti di contatto alle volte è determinante e può influire positivamente o
negativamente su tutte le altre fasi del colloquio. La prima
impressione in un colloquio è reciproca, coinvolge sia chi
conduce il colloquio ma anche chi lo sostiene, esiste e si
manifesta sempre poichè è una modalità di comportamento
dell’uomo.
Quante volte ad esempio nella nostra vita di tutti i giorni,
appena conosciamo qualcuno per la prima volta, diciamo
o sentiamo dire: “quello lì mi ha fatto una buona o una
cattiva impressione”. La prima impressione è quella “sensazione a pelle”, difficile alle volte da smuovere tanto che,
spesso, nelle fasi successive della relazione facciamo di tutto per trovare conferme alla nostra prima impressione e poi
diciamo “avevo visto giusto, la prima impressione è quella
che conta”. Nel colloquio è quindi importante saper gestire
bene l’entrata in scena in quanto spesso l’altro non concede
molte prove d’appello per modificare la prima impressione
che gli è stata trasmessa. È infatti abbastanza verosimile
considerare che se riceviamo un’impressione negativa fin
dall’inizio tutto poi diventa più difficile o ingarbugliato.
Per un buon colloquio è importante curare allora l’entrata
in scena, fare delle prove, curare e provare i gesti, il tono
della voce, l’abbigliamento. Essere poi, sobri nell’abbigliamento e nella cura della propria persona. Prepararsi prima
a casa, provare a porsi delle domande e a rispondere bene,
non cercare di nascondere debolezze o difetti … certamente
non mettersi subito nei pasticci come ha fatto un candidato
in un mio recente colloquio di selezione per magazziniere
che ha subito esordito che un suo difetto era il disordine ….
quale pensate potesse essere la mia prima impressione di
quel magazziniere?
Se allora è difficile non suscitare una prima impressione è
necessario comportarsi con semplicità, chiarezza, sincerità
e coerenza, essere spontanei, cercare di prevedere le domande, di prepararsi ad esse, partecipare al colloquio e non
distrarsi. Dimostrare interesse fin dall’inizio, controllare i
gesti, il modo di sedere davanti al selezionatore, essere eleganti, concludere anche il colloquio con eleganza e cortesia.
Una tecnica molto utile per saper gestire al meglio l’entrata
in scena è l’ascolto attivo, in altre parole significa osservare
attentamente, ascoltare con interesse e saper formulare le
giuste domande. Gli “errori” che si possono compiere fin
dall’inizio del colloquio e che possono alimentare la prima
impressione sono essenzialmente quelli di “non guardare
chi ci sta davanti”, di “interromperlo spesso”, di “giudicare
o interpretare”, di “parlare molto o troppo poco”, di “distrarsi” o di “concentrasi solo sulle parole”. Se si comincia
così difficilmente si riuscirà poi a riguadagnare terreno.
Se poi ci si emoziona, situazione possibile e non di per sé
negativa, fare un bel respiro, riconcentrarsi e riprendere il
controllo della relazione. Spesso l’emozione si manifesta e
si vede bene … ad esempio il rossore della pelle sul collo
o in faccia … una volta una candidata che sapeva che la
sua emozione si manifestava con grandi chiazze rosse sul
collo si è presentata al colloquio con uno sgargiante foulard
attorno al collo … che non sempre riusciva a nascondere
quella sua spontanea, simpatica e non negativa reazione.
gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
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Gli Psicologi hanno affrontato
il tema dell’Emergenza
in un Convegno
il 19 ottobre 2013 a Trieste
di Paolo Fusari, Presidente dell’Ordine degli Psicologi FVG,
Psicologo del lavoro
Di grande attualità il tema che l’Ordine degli Psicologi del
Friuli Venezia Giulia ha affrontato sabato 19 ottobre a Trieste in un Convegno dal titolo “La Psicologia dell’Emergenza” in collaborazione anche con la SIPEM FVG, Società
Italiana di Psicologia dell’Emergenza FVG.
Le notizie di cronaca di questo ultimo periodo hanno messo
in evidenza come le persone, di fronte a catastrofi naturali,
attentati o incidenti, siano disorientate, inermi e spesso incapaci a trovare soluzioni. La riflessione che ne deriva, nasce
dalla considerazione dell’intensità del trauma: più il trauma
è forte maggiore sarà l’impatto emotivo e fisico sulla persona
e maggiore sarà la necessità di interventi ad ampio spettro.
La Psicologia dell’Emergenza si rivolge infatti non solo al
singolo individuo quanto alla comunità nel suo complesso,
per la prevenzione o il superamento di quei fenomeni psichici che si determinano nei grandi gruppi umani, come la
sindrome del disastro, il panico collettivo, ecc. Sono altresì
necessari interventi plurimi ed interdisciplinari per affrontare
in modo efficace tali eventi. La giornata di lavoro ha rappresentato un importante momento di promozione e sviluppo
delle conoscenze nell’ambito dell’intervento psicologico nelle
emergenze complesse, siano esse conseguenti ad eventi traumatici o connesse ad esigenze di sviluppo post o extra-emergenza. È stata inoltre una preziosa occasione per analizzare
e valorizzare esperienze e buone prassi di intervento a livello
nazionale e locale, sia dal punto di vista tecnico/specialistico
che multidisciplinare. Qualificate infatti le partecipazioni e
relazioni da parte degli Enti locali, delle Aziende Sanitarie,
della Protezione civile, dei Servizi del 118 e del Pronto Soccorso, delle istituzioni di pubblica sicurezza, dell’Associazione Psicologi per i Popoli.
È stato infine un importante contesto nel quale far conoscere
il ruolo, le competenze e le aree di intervento professionale
dello Psicologo dell’Emergenza, anche da un punto di vista
della prevenzione e degli aspetti deontologici.
Master Biennale di II livello in
Convegni,
seminari
e workshop 2013
“Lo psicologo di base nell’assistenza primaria”
Anno Accademico 2013/2014 – 2014/2015
Direttore: Prof. Luigi Solano
Obiettivi del Master: esaminare i più recenti sviluppi
nell’ambito dell’intervento psicologico nell’assistenza
sanitaria primaria, all’interno dell’ambito teorico e applicativo della Psicologia della Salute e fornire competenze
spendibili nel settore dell’assistenza sanitaria primaria.
Requisiti di ammissione: possono partecipare al Master
coloro che sono in possesso di Laurea in Psicologia
Magistrale o Specialistica, o Quinquennale.
Organizzazione: l’attività formativa è pari a 1500 ore di
impegno complessivo, corrispondenti a 60 CFU. Oltre
a lezioni frontali, è alla base del Master un tirocinio
biennale (con adeguata supervisione) presso lo studio
di un Medico di Medicina Generale ed un Servizio di
Psicologia Ospedaliero.
Sede: le attività didattiche del Master si svolgeranno a
Roma presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica e
Clinica, via degli Apuli 1, e nelle diverse sedi di tirocinio.
Frequenza e posti disponibili: febbraio 2014 - novembre
2015. La frequenza è obbligatoria. Il numero massimo
di partecipanti è 16 partecipanti, il minimo 14.
Per le modalità di accesso al master consultare il bando sul sito www.uniroma1.it
INFORMAZIONI:
Segreteria Master: Dott.ssa Alessia Renzi
Recapiti telefonici: 06 49917989, 06 49917988,
345 4804169 (ore 10-12 e 16-18)
E-mail: [email protected]
Servizio “Call e Recall”
Il Gruppo Servizi agli iscritti si è organizzato per garantire un rapido servizio “Call e Recall” per
avvisare gli iscritti in tempo reale circa i principali eventi organizzati dall’Ordine e le conferme di
iscrizione agli stessi. Per questo potranno essere inviati degli SMS specifici ai numeri di cellulare
comunicati ed autorizzati dagli iscritti. Comunica alla Segreteria (via mail [email protected]
o fax) il tuo numero di cellulare chiedendo di essere ammesso al servizio “Call e Recall” e autorizzando l’utilizzo del numero per i fini sopraesposti
Lo Psicologo in Farmacia. Workshop
il 31 ottobre 2013 a Palmanova
L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia ha
organizzato giovedì 31 ottobre 2013 un importante
Workshop su “Lo Psicologo in Farmacia”, a Palmanova (UD) presso il Palazzo Municipale, Salone d’Onore, dalle 18.30 alle 20.30. Le finalità dell’evento
sono state quelle di avviare un confronto sulle diverse
esperienze attuate ed in corso presso diverse Farmacie della regione da parte dei Colleghi e sensibilizzare circa questi servizi. è stata anche l’occasione
per illustrare un primo documento predisposto recentemente dall’Ordine a seguito delle diverse richieste
pervenute dai colleghi.
Seminario su
“Relazione, refertazione,
certificazione: come e quando”
il 16 novembre 2013 a Pordenone
presso la sala riunioni Bastia del Castello del Torre,
Via Vittorio Veneto 21.
Relatore il Prof. Michielin.
Giornata dello Psicologo e Convegno
su Terzo Settore e Psicologia:
un lavoro di rete sul territorio per il
benessere delle persone
il 23 novembre 2013 a Udine
presso il Centro Culturale delle Grazie, in Via Pracchiuso 21 a Udine.
Il Consiglio dell’Ordine,
appresa la notizia della scomparsa del
collega
Si apprende la scomparsa del collega
Silvio Cusin
Ettore Anderloni
nato il 07.10.1954
(deceduto il 27.06.2013)
esprime le più sentite condoglianze alla
famiglia.
Ettore Anderloni, psicologo e psicoterapeuta, uno dei fondatori della cooperativa
Hudolin, da sempre impegnato nella lotta
all’alcolismo e nel recupero di persone in
trattamento, già colonna dell’Acat udinese. Negli ultimi anni, Ettore Anderloni era
diventato responsabile del dipartimento di
alcologia nella sede dell’Ass4 di Tricesimo
e Tarcento. Già fondatore della scuola territoriale di alcologia della Pedemontana, era
molto apprezzato per la sua grande capacità
professionale, per l’empatia che riusciva a
sviluppare con i pazienti che seguiva e per la
sua grande disponibilità.
Psicanalista junghiano e decano degli psicoterapeuti della nostra regione. Con lui se ne va non solo un valente formatore e
un versatile uomo di cultura, ma anche parte del legame che la
memoria storica e culturale di Trieste ha con il secolo passato.
Da studente, la sua passione per la filosofia teoretica lo portò a
Firenze dove, oltre a partecipare alla resistenza, seguì le lezioni
di Gaetano Chiavacci, maestro e compagno di Michelstaedter.
Specializzatosi presso la Divisione Neurologica di Trieste, gli
fu affidata la selezione dei dirigenti alla Pirelli di Milano. Con
Gaetano Kanizsa si occupò di ricerca motivazionale per la Progredi. Per quasi un ventennio ha diretto il Servizio di Psicologia presso gli Ospedali riuniti di Trieste.
L’Ufficio di Presidenza ha espresso alla famiglia le più sentite
condoglianze.
I Colleghi di Psicologi per i Popoli a fine Convegno, assieme al Presidente Fusari.
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gli Psicologi del Friuli Venezia Giulia
Novembre 2013
Novembre 2013
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Ordine
degli Psicologi
del Friuli Venezia Giulia
Indirizzo
Piazza Niccolò Tommaseo n. 2
34121 - Trieste
orario di apertura
Lunedì 16.00 - 18.00
Martedì 10.00 - 12.00
Mercoledì 10.00 - 12.00
Venerdì 10.00 - 12.00
Contatti
telefono 040 366602
fax 040 3478373
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e-mail certificata (PEC):
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