Progetto Collaborativo Valutazione dell’efficacia di un intervento integrato per la razionalizzazione della prescrizione e il controllo della spesa farmaceutica nel territorio della ASL di Bergamo Newsletter Numero 13 - Novembre 2007 In questo numero FARMACI E BAMBINI: I bambini non sono piccoli adulti. Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva: Politerapie e interazioni tra farmaci. Rimonabant ed eventi psichiatrici. Antipsicotici nelle demenza. Fibrillazione atriale e prevenzione di ictus. Disfunzione erettile e psicoterapia. Anticolinesterasici e Mild Cognitive Impairment. In cerca di nuovi malati. Razionalizzare l’uso dei flourochinoloni. Dalla parte dei cittadini: Risultati dell’indagine sui farmaci generici. Bacheca siti internet utili: SLIM, per facilitare le ricerche in Medline Bergamo: la Città Alta FARMACI E BAMBINI I bambini non sono piccoli adulti Il Rapporto congiunto UNICEF-OMS Essential medicines for children dell’agosto 2006 affermava: “I bambini non sono piccoli adulti quando prendono un farmaco. Le modalità di assunzione, l’assorbimento, il metabolismo e l’escrezione dei farmaci nel bambino sono diversi da quelli dell’adulto. Questi fattori non sono costanti, ma variano con l’età. La maggioranza dei farmaci nel mondo non sono stati messi in commercio per essere somministrati ai bambini”. Su questa linea, a livello nazionale e internazionale, si sta finalmente muovendo qualcosa, con una serie di provvedimenti legislativi e l’attivazione di iniziative volte a cancellare la disattenzione nei confronti dei farmaci per i bambini e che comprendono regolamenti e linee guida per la sperimentazione di farmaci nei bambini, per il miglioramento dell’accesso ai farmaci essenziali nella popolazione pediatrica, così come la pubblicazione della prima lista di farmaci essenziali a uso pediatrico e del documento tecnico OMS Promoting safety of medicines for children. In Italia i rapporti annuali prodotti dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali (OsMed) e dal Progetto ARNO indicano che tre visite pediatriche ogni quattro si concludono con almeno due prescrizioni di farmaci e che la spesa di uno di questi è a carico della famiglia. È compito dell’AIFA, anche attraverso l’apposito gruppo di lavoro Farmaci e bambini costituito nel 2006, definire un programma condiviso con le regioni per il monitoraggio attento e costante dell’uso razionale dei farmaci nella popolazione pediatrica che favorisca i prodotti di documentata efficacia e sicurezza e minor costo. Infatti, troppo spesso (2-10% delle prescrizioni) l’uso dei farmaci nei bambini è associato a un rischio di reazioni avverse anche gravi che possono richiedere un accesso al pronto soccorso, un ricovero ospedaliero o il protrarsi della degenza. Alcune gravi reazioni avverse, seppur raramente, possono essere fatali, senza dimenticare che spesso la loro comparsa nella popolazione pediatrica è associata all’uso off-label dei farmaci. Proprio la valutazione dell’utilizzo off-label dei farmaci e delle segnalazioni delle reazioni avverse giunte alla Rete nazionale di farmacovigilanza sono due attività prioritarie del gruppo di lavoro dell’AIFA Farmaci e bambini. I risultati dei primi mesi di lavoro hanno portato alla pubblicazione di 3 note informative importanti per la popolazione pediatrica nel corso del 2007. Complessivamente, si tratta di un approccio metodologico nuovo che prevede da parte dell’AIFA anche la programmazione di interventi educativi e formativi, partecipati e condivisi, per garantire la somministrazione di farmaci secondo i criteri di appropriatezza, di efficacia e sicurezza. LA SEGNALAZIONE DELLE REAZIONI AVVERSE IN PEDIATRIA DEVE AUMENTARE Questo è quanto riportato nell’ultimo numero di “REAZIONI” scaricabile dal sito dell’AIFA. Stando ai dati della Rete Nazionale di farmacovigilanza circa il 20% delle segnalazioni relative al 2007 riguarda i bambini anche se la maggior parte di esse riguarda i vaccini. Su un totale di 1.503 segnalazioni solo 443 si riferiscono a farmaci. Le segnalazioni da parte di pediatri sono inferiori al 3%. E’ quindi auspicabile una maggior vigilanza e una più attenta segnalazione Fonte: http://www.agenziafarmaco.it Fonte: Maurizio Bonati; http://www.agenziafarmaco.it/ATTIVITA_EDITORIALE/ attivita_editoriale001.html 1 Newsletter Numero 13 - Novembre 2007 Dalla letteratura… e non solo: pillole di buona pratica prescrittiva POLITERAPIE E RISCHIO DI INTERAZIONI TRA FARMACI Le interazioni tra farmaci (DDI) sono un problema di notevole rilevanza clinica, dal momento che sono causa di eventi avversi e ricoveri ospedalieri. Molte DDI sono prevedibili ed evitabili, quindi dei potenziali target per interventi correttivi ed educazionali. Uno studio pubblicato recentemente ha analizzato la relazione tra numero di farmaci prescritti e la probabilità di potenziali DDI negli anziani utilizzando il “prescribed drug register” svedese. Sono stati analizzati i dati riguardanti l'età, il sesso e i farmaci prescritti a persone con 75 anni o più registrati nel suddetto registro da ottobre a dicembre 2005 ed è stata costruita una lista di prescrizioni per ogni individuo a partire dal 31 dicembre 2005. Da lì in poi sono stati inclusi coloro che avevano almeno due farmaci, al fine di "catturare" la popolazione anziana a rischio di DDI (n=630.743). Le misure dei principali end point erano le DDI potenzialmente rilevanti dal punto di vista clinico (tipo C), le quali potrebbero richiedere un aggiustamento della dose, e le DDI potenzialmente gravi (tipo D), che invece dovrebbero essere evitate. Nella popolazione in studio la prevalenza di potenziali DDI di tipo C era del 26% e quella delle potenziali interazioni di tipo D del 5%. E’ emersa un’associazione molto forte tra numero di farmaci prescritti e probabilità di incorrere in DDI di tipo C e un'associazione ancora più forte per le DDI di tipo D dopo aggiustamento per età e sesso. Inoltre, la probabilità di potenziali DDI di tipo D diminuiva all'aumentare dell'età e le donne avevano una minore probabilità di incorrere in questo tipo di interazioni rispetto agli uomini. Sembra esserci una forte relazione tra numero di farmaci dispensati e potenziali DDI, specialmente per le DDI potenzialmente gravi. Tale relazione ha delle implicazioni sul tentativo di minimizzare il numero di medicinali prescritti agli anziani. Il dato che la probabilità di DDI potenzialmente gravi diminuisce all'aumentare dell'età tra gli anziani e che le donne sono più a rischio degli uomini necessita di essere verificato ed approfondito da altre PRONTA LA NUOVA EDIZIONE DI: ricerche. GUIDA ALL’USO DEI FARMACI Fonte: K Johnell, I Klarin: Drug Safety 2007; 30:911-918 E’ stata pubblicata la quarta edizione di Guida all’uso dei farmaci. Tratta dal prestigioso formulario britannico British National Formulary n. 53, la nuova edizione della Guida all’Uso dei Farmaci è attualmente in corso di distribuzione gratuita a tutti i medici di medicina generale e i farmacisti. Oltre alla versione cartacea della GUF è presente anche la versione elettronica consultabile on line. Consultabile on-line al sito : http://www.guidausofarmaci.it/ PRECISAZIONE A PROPOSITO DI BIOEQUIVALENZA Durante il convegno su “Chi ha paura dei farmaci equivalenti” è stata richiesta una precisazione sul range di bio-equivalenza che nella Newsletter “Speciale” era stato indicato con un valore compreso in un intervallo di ± 20%, mentre nell’intervento del Dr. Martini è stato detto che l’approvazione viene data per valori non inferiori al 10%. In realtà questa è una contraddizione solo apparente in quanto, perché un farmaco generico possa essere dichiarato bio-equivalente, le stime e gli intervalli di confidenza dei rapporti di AUC e Cmax per cadere all’interno dei limiti 0,80 e 1,25 devono essere molto prossimi all’unità e comunque non devono essere superiori al 10% altrimenti, non essendo stime puntuali, i loro intervalli di confidenza rischierebbero di superare i suddetti limiti. Studi della FDA hanno dimostrato che nella maggior parte dei casi le differenze sono intorno al 2-4%. RIMONABANT: RISCHIO DI EVENTI PSICHIATRICI La terapia con rimonabant per ridurre il peso si accompagna a importanti effetti avversi in ambito psichiatrico. Il segnale arriva da una metanalisi condotta dal Dipartimento di nutrizione umana dell’Università di Copenaghen, dopo che la FDA aveva trovato un aumento del rischio di suicidio nei pazienti trattati con il farmaco. Grazie alla revisione della letteratura sono stati selezionati 4 studi controllati e randomizzati per un totale di 4.105 soggetti obesi che erano stati randomizzati a ricevere rimonabant (20 mg al giorno) o placebo. All’analisi cumulativa dei dati a un anno di follow up il rimonabant si è dimostrato efficace, vista la riduzione media di 4,7 kg rispetto al gruppo di controllo. A fronte di questo risultato, però, stanno gli eventi avversi: i pazienti trattati con rimonabant avevano una probabilità del 40% superiore di avere un evento avverso in generale (odds ratio 1,4, p=0,0007, numero di casi da trattare per osservare un evento avverso 25) e di averne uno grave in particolare (numero di casi da trattare per osservare un evento avverso grave 59). Inoltre i soggetti in terapia avevano una probabilità 2,5 volte maggiore di abbandonare lo studio per la comparsa di un disturbo depressivo (numero di casi da trattare per osservare un evento avverso depressivo 49) e tre volte superiore di interrompere il trattamento per la comparsa di disturbi ansiosi (numero di casi da trattare per osservare un evento avverso ansioso 166). Tali osservazioni sono ancora più incisive se si pensa che nel protocollo di studio i soggetti con depressione o ansia erano esclusi dall’arruolamento. In pratica: l’uso del rimonabant porta a una riduzione del peso corporeo nei soggetti obesi a un anno di follow up. Questo non significa che la riduzione sia mantenuta più a lungo, visto il classico andamento a “yo-yo” del peso dei soggetti obesi che si sottopongono a diete o a terapie farmacologiche. La segnalazione di eventi avversi psichiatrici desta preoccupazione, soprattutto se unita a quella dell’FDA sull’aumento del rischio di suicidio. Gli autori della ricerca raccomandano pertanto grande cautela, soprattutto nei soggetti che già hanno o hanno avuto sintomi di ansia o depressione. 2 Fonte: Christensen R, Kristensen P, et al. Efficacy and safety of weight-loss during rimonabant: a meta-analysis of randomised trials. Lancet 2007;370:1706-13. Newsletter Numero 13 - Novembre 2007 Dalla letteratura… Pillole di buona pratica prescrittiva BENEFICIO/RISCHIO DEGLI ANTIPSICOTICI NEL PAZIENTE CON DEMENZA Il Drug Therapeutic Bulletin (DTB) ha pubblicato una revisione degli studi sulla sicurezza degli antipsicotici nel paziente con demenza. Dato l’elevato uso di questi farmaci sia nei soggetti dementi che vivono a domicilio (1020%) che in quelli istituzionalizzati (60% circa), rimangono ancora irrisolte molte questioni relativamente al loro profilo di beneficio/rischio. La review del DTB conclude che il trattamento non-farmacologico deve sempre costituire la prima scelta terapeutica nei pazienti che presentano demenza associata a disturbi comportamentali, a meno che il paziente sia gravemente compromesso o invalidato dalla loro presenza o ci sia un evidente e imminente rischio per la sua e l’altrui incolumità. La decisione di avviare una terapia farmacologica con un antipsicotico dovrebbe essere discussa e condivisa con la famiglia o l’equipè assistenziale e dovrebbero essere riportati tutti i fattori che hanno condotto a questa decisione. La revisione conclude sottolineando ancora una volta che per la scelta di utilizzare un antipsicotico il beneficio atteso dovrebbe ampiamente essere superiore ai potenziali effetti indesiderati e al rischio di eventi cerebrovascolari (il rischio di stroke è infatti di 3 volte superiore nei pazienti trattati con risperidone o olanzapina e più che doppio con gli altri antipsicotici tipici e atipici). Inoltre se considerato necessario, il trattamento con antipsicotico dovrebbe iniziare al dosaggio più basso possibile, essere regolarmente rivalutato, con la chiara intenzione di sospendere il farmaco sia in caso di eventi avversi ma anche se non si ottengono significativi miglioramenti nei disturbi comportamentali nell’arco di tre mesi. Fonte. http://dtb.bmj.com/ FIBRILLAZIONE ATRIALE NON VALVOLARE E PREVENZIONE DI ICTUS Le persone affette da fibrillazione atriale (AF) hanno un battito cardiaco irregolare e tendono a formare coaguli nell’atrio cardiaco. Questi possono viaggiare fino al cervello, ostruire i vasi sanguigni e causare l'ictus. Per ridurre questo rischio si possono somministrare dei farmaci che limitano la capacità del sangue di formare coaguli. I più usati sono gli anticoagulanti come la warfarina e gli antipiastrinici come l'aspirina. Nella pratica clinica, vengono prescritti gli anticoagulanti ai pazienti AF ad alto rischio di ictus e gli agenti antipiastrinici a quelli a rischio basso.Un gruppo di revisori Cochrane ha deciso di confrontare i benefici ricavabili da questi due trattamenti. Per farlo, hanno esaminato i risultati di otto differenti studi clinici che, nel complesso, avevano coinvolto 9598 persone affette da AF senza ictus precedenti. Hanno concluso che gli anticoagulanti sono più efficaci degli antipiastrinici nel ridurre l'ictus nelle persone affette da AF. Questi, infatti, riducono il rischio di ictus del 33% in più rispetto alle terapie antipiastriniche. Ciò non significa che gli antipiastrinici siano totalmente inefficaci: i risultati, infatti, indicano che questi abbassano comunque il rischio di ictus del 20% rispetto al non trattamento (controllo). Fonte: Aguilar MI et al. Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 3. DISFUNZIONE ERETTILE E PSICOTERAPIA ANTICOLINESTERASICI e MILD COGNITIVE IMPAIRMENT La psicoterapia di gruppo può aiutare gli uomini che soffrono di disfunzione erettile. Lo suggeriscono i risultati di una recente revisione sistematica. Combinata al trattamento con Sildenafil, la psicoterapia aumenta i benefici del farmaco; da sola la risulta più efficace del Sildenafil stesso. La funzione sessuale normale dipende dal corretto coordinamento di fattori psicologici, endocrini, vascolari e neurologici. Le recenti ricerche hanno contribuito a dirigere l’attenzione sul ruolo dei fattori psicologici e ad evidenziarne l’importanza. I risultati ottenuti sembrano, infatti, suggerire che condizioni psicologiche come depressione, scarsa stima di sé, ansia e stress giochino un ruolo importante nel determinare la disfunzione erettile. Sono stati valutati i dati di 11 trial clinici che, nel complesso, hanno coinvolto 398 uomini con disfunzione erettile. I pazienti ricevevano: psicoterapia, terapia farmacologica, psicoterapia più medicazione o placebo. Nel gruppo assegnato alla psicoterapia il 95% dei pazienti ricavava dei benefici dal trattamento. Nel gruppo di controllo, invece, non si osservavano cambiamenti durante il periodo di osservazione. L’ uso di anticolinesterasici (AChEI) quali: donepezil , rivastigmina e galantamina in pazienti con “Mild Cognitive Impairment” (MCI) non ritarda l’esordio della malattia di Alzheimer (AD) o della demenza. Questo è quanto risulta da una revisione sistematica condotta su 8 studi clinici controllati e randomizzati della durata variabile da 24 settimane a 3 anni, condotti su soggetti con MCI o disturbi cognitivi documentati con valutazione neuropsicologica. Non è emersa nessuna differenza nella probabilità di conversione dal MCI alla AD o alla demnenza tra i pazienti trattati con AChEI e placebo. Il tasso di conversione variava dal 13% (in due anni) al 25% (in 3 anni) nei trattati rispetto al 18% e 28% rispettivamente del placebo. Solo in due studi è stato possibile stimare il rischio relativo per la conversione che è risultato pari a 0,85 (95%IC 0,64-1,12) e 0,84 (0,57-1,25). A fronte di nessun benefico, in nell’88-96% dei trattati è stato segnalato un evento avverso (AE) rispetto al 73-93% del placebo e la sospensione del trattamento per AE è risultata del 21-24% dei trattati contro il 713% del placebo. Sebbene la diagnosi di MCI non sia ancora del tutto chiaramente validat a , l’esposizione ai farmaci di questi soggetti è stimata in Italia intorno al 27%, in assenza di un chiaro vantaggio terapeutico. Fonte: Melnik T et al. Cochrane Database 2007 17;(4) Cochrane Database of Systematic Reviews 2007, Issue 3. Fonte:http://medicine.plosjournals.org/perlserv/?reque st=get-document&doi=10.1371/journal.pmed.0040338 3 Newsletter Numero 13 - Novembre 2007 Dalla letteratura… e non solo: pillole di buona pratica prescrittiva IN CERCA DI NUOVI MALATI E NUOVE MALATTIE Nel mondo degli affari la strategia chiave è vendere un prodotto al maggior numero possibile di acquirenti e l'industria farmaceutica non fa eccezione: il profitto di una compagnia aumenta in maniera significativa se si aprono nuovi mercati per i prodotti che già esistono o se si possono allargare quelli dei nuovi farmaci. Ma in questo caso il "mercato" è il servizio sanitario e il "prodotto" è la cura della salute. Il disease mongering, cioè la "creazione" di nuove malattie, è stato definito come "l'allargamento dei confini delle malattie trattabili per espandere il mercato a vantaggio di chi trae profitto dalle terapie". Esistono diversi modi in cui si può attuare questa strategia, ad esempio interpretando come malattia una condizione considerata normale: la calvizie androgenetica è stata associata (e pubblicizzata) a gravi conseguenze emotive ed al rischio di disoccupazione, contemporaneamente al lancio di un nuovo farmaco. Un altro approccio molto usato consiste nel gonfiare la frequenza delle malattie ed incoraggiare l'autodiagnosi: questo è stato il caso di un farmaco per la sindrome della gambe senza riposo. I farmaci per le disfunzioni erettili hanno allargato il loro campo d'azione imponendosi come farmaci per un nuovo "stile di vita”, per ogni uomo con qualsiasi grado di disfunzione erettile e non circoscritto a trattare solo le conseguenze di malattie organiche come il diabete ed il cancro. Infine, i fattori di rischio sono spesso camuffati come malattie aumentando così la percezione dei cittadini che un trattamento costoso sia essenziale, anche quando non lo è. Questa mercificazione aggressiva della malattie spinge soggetti sani a considerarsi malati ed espone la popolazione agli effetti avversi dei farmaci senza che se ne tragga un reale beneficio. La responsabilità di questo fenomeno ricade su tutti: medici, operatori sanitari, con rapporti più o meno dichiarati con le ditte farmaceutiche, ricercatori, opinion leaders, che non dovrebbero ingigantire e manipolare i risultati dei trial clinici, ma anche sui pazienti, in quanto consumatori, e sulle associazioni che si occupano di diffondere informazioni sulle malattie, che diffondono troppe notizie mediche senza citare le fonti di informazione e senza appurarne le fonti e la validità scientifica. Il disease mongering prende sempre più corpo e, se rappresenta una logica strategia di mercato, è una logica deleteria per la salute dei pazienti. Siamo quindi tutti chiamati a limitarne gli effetti avversi. Fonte: Br J Clin Pharmacol 2007; 64:122-4 INIBITORI DELLA FOSFODIESTERASI-5 E REAZIONI AVVERSE UDITIVE L'FDA sta informando gli operatori sanitari in merito a segnalazioni di diminuzioni improvvise o perdita d'udito dovuti alla som ministrazione di inibitori della fosfodiesterasi-5 (PDE5), sildenafil, tadalafil e vardenafil per il trattamento della disfunzione erettile e l'ipertensione arteriosa polmonare (sildenafil). In alcuni casi, l'improvvisa perdita di udito era accompagnata da tinnito e capogiri. Un follow up medico di questi report è spesso limitato e ciò rende difficile determinare se la perdita di udito sia da correlazione all'uso di uno di questi farmaci, ad una condizione medica sottostante, ad altri fattori di rischio o ad una combinazione delle ipotesi precedenti. Le sezioni "Precauzioni" e "Reazioni avverse" delle specialità contenenti i suddetti principi attivi sono state riviste e l'FDA sta lavorando con i produttori per rivedere anche la scheda tecnica del sildenafil. Fonte: www.fda.gov PUBBLICATE LE NUOVE LINE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEL DOLORE NEL PAZIENTE ANZIANO La British Pain Society in collaborazione con la British Geriatric Society e il Royal College of Physicians hanno pubblicato le nuove linee guida per la valutazione del dolore nel paziente anziano.Sono rivolte ai diversi operatori sanitari che operano sia in ambito ospedaliero, istituzionale e domiciliare. Contengono inoltre diverse scale di valutazione che possono essere utili in fase diagnostica e per il monitoraggio e la valutazione della risposta terapeutica del paziente. E’ presente inoltre un algoritmo per la loro implementazione. Fonte: http://www.britishpainsociety.org/pub_professional.htm#pmp POLITICHE DI RAZIONALIZZAZIONE D’USO DEI FLUOROCHINOLONICI NON COMPORTANO UN AUMENTO DEI RICOVERI PER INFEZIONI I risultati di un recente studio in cui si valutava l’effetto dell’introduzione di una politica di razionalizzazione d’uso dei fluorochinoloni, ha dimostrato che a fronte di una riduzione significativa delle prescrizioni di questi farmaci non si è osservato un aumento dei ricoveri ospedalieri di persone anziane per infezioni. Lo studio condotto in Ontario (Canada), ha utilizzato i dati di una popolazione di circa 1.4 milioni di abitanti di 65 anni o più e ha monitorato un periodo compreso tra il gennaio 1994 e il marzo 2002. Nel marzo 2001 è stata introdotta la norma di restrizione d’uso dei fluorochinoloni che ha portato nell’anno successivo ad una riduzione di circa il 70% rispetto all’atteso. Ciò senza nessun cambiamento significativo nei tassi di ricovero per infezioni, ad eccezione di un piccolo incremento (8%) dei ricoveri per infezione delle vie urinarie, ampiamente bilanciato da un decremento (32%) dei ricoveri per infezioni del tratto gastrointestinale. Nell’anno preso in considerazione non si sono verificati cambiamenti significativi nel tassi di prescrizione degli altri antibiotici. Sulla base di questi risultati, gli autori hanno concluso che politiche di restrizione applicate attraverso norme di razionalizzazione d’uso nei Prontuari Terapeutici possono essere impiegate efficacemente per guidare i medici verso un approccio più razionale alla prescrizione di farmaci come gli antibiotici il cui abuso potrebbe creare problemi di resistenza e di effetti avversi, soprattutto nei soggetti anziani, notoriamente esposti a politerapie e al rischio di interazioni tra farmaci . 4 Fonte: M Mamdani, et al . Am J Med 2007;120:893-900. Newsletter Numero 13 - Novembre 2007 Dalla parte dei cittadini RISULTATI INDAGINE BERGAMO FARMACI GENERICI (EQUIVALENTI) A cura di Paola Mosconi, Cinzia Colombo, Luca Pasina, Alessandro Nobili Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano Nell’ambito del progetto collaborativo tra ASL di Bergamo, A.O. Ospedali Riuniti di Bergamo, Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e Regione Lombardia è stata realizzata una indagine di popolazione su conoscenze, opinioni e attitudini della popolazione verso i farmaci equivalenti. L’INDAGINE E IL CAMPIONE DELLA POPOLAZIONE INTERVISTATA Tra maggio e giugno 2007 sono stati contattati adulti (18 anni e oltre) residenti a Bergamo e nella prima cintura della provincia (Orio al Serio, Ponteranica, Torre Bordone, Gorle, Sorrisole), con telefono in abbonamento. Hanno accettato di partecipare all’intervista 1.004 persone, un gruppo che per sesso, livello di istruzione e condizione professionale è rappresentativo della popolazione presente nel territorio. L’intervista è stata svolta sulla base di un questionario preparato dai promotori dell’iniziativa e sottoposto a un gruppo di cittadini contattati dal rappresentante di Federconsumatori. Il gruppo di cittadini ha testato il questionario e durante un incontro ad hoc ha presentato i propri suggerimenti per la stesura della versione definitiva. Il questionario è costituito da domande chiuse pre-codificate. L’intervista telefonica è stata coordinata con DOXA ed effettuata da personale esperto, opportunamente istruito e controllato, secondo il metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interview). Ogni persona ha fornito il consenso al trattamento dei propri dati, secondo la legge vigente. Le persone che hanno risposto erano per poco più della metà donne (51%), avevano una età media di 51 anni e meno della metà (45%) aveva un’istruzione superiore. LA DOMANDA CHIAVE: “Lei ha mai sentito parlare dei farmaci equivalenti, noti anche come farmaci generici?” L’opuscolo distribuzione La risposta a questa domanda spezza il campione: l’89.7%indei in 60.000 copie rispondenti sa e ha sentito parlare di farmaci equivalenti. Il confronto tra le caratteristiche di coloro che sanno e coloro che non sanno cosa siano i farmaci equivalenti rivela differenze per sesso (le donne sanno di più) per titolo di studio (sa di più chi è più istruito), per professione, (sanno di più impiegati e pensionati). Le terapie non convenzionali sono più usate da chi sa cosa sono i farmaci equivalenti. E CHI SA, COSA SA? Sono riportate le risposte date dal campione di 901 cittadini che sa cosa sono i farmaci equivalenti. Queste persone hanno avuto informazioni in maggior parte dai mezzi di comunicazione, seguiti dai farmacisti. Dei 901 rispendenti, quasi il 75% ha usato farmaci equivalenti. Riguardo all’efficacia dei farmaci equivalenti (curano allo stesso modo) coloro che hanno risposto sì e sono certi di questa risposta sono più del doppio rispetto a chi ha risposto probabilmente sì (61.5 % vs 27.7%), la situazione cambia quando la domanda riguarda gli effetti collaterali. In questo caso la distribuzione tra i sì non è così netta: diminuiscono le certezze (sicuramente sì 47.4%) e aumentano i “probabilmente sì” (33.7%). La carenza di informazioni su questo aspetto e la paura di alcuni cittadini che i farmaci equivalenti possano causare effetti avversi non conosciuti e diversi da quelli di marca è stata riportata anche durante l’incontro tenuto con il gruppo di cittadini durante la fase di pre-test del questionario. Infine, non sembra emergere un atteggiamento scettico da parte di parenti e amici verso i farmaci equivalenti. Da chi ha avuto informazioni sui farmaci equivalenti? -Giornali, televisione, radio: 586 numero di risposte - Farmacista 355 - Medico medicina generale/pediatra di famiglia 257 - Amici, parenti, vicini di casa, colleghi, conoscenti 109 Medico specialista o dell’ospedale 34 - Internet 18 Lei pensa che i farmaci equivalenti curino allo stesso modo dei farmaci di marca? Sicuramente sì 61.5% Probabilmente sì 27.7% Lei pensa che abbiano gli stessi effetti collaterali rispetto ai farmaci di marca? Sicuramente sì 47.4% Probabilmente sì 33.7% Lei ha mai usato farmaci equivalenti? Sì 74.9% Lei ha notato tra i suoi amici, parenti, vicini di casa, colleghi o conoscenti scetticismo, diffidenza o mancanza di fiducia verso l’uso di farmaci equivalenti? Sì 28.6% L’opuscolo in distribuzione a Bergamo e provincia FARMACI EQUIVALENTI: LA CHIAREZZA NON E’ MAI ABBASTANZA Questa indagine dimostra un buon livello di conoscenza della popolazione e infatti, sicuramente anche per una buona circolazione di informazioni a tutti i livelli, nell’area di Bergamo si registra un uso più alto rispetto alla media nazionale dei farmaci generici. Una corretta informazione - che nel caso del progetto di Bergamo passa anche attraverso l’uso di opuscoli, cartellonistica e sensibilizzazione di tutti gli operatori sanitari coinvolti - è necessaria per canalizzare gli sforzi comuni tra medici, farmacisti e cittadini nel fare il miglior uso possibile di farmaci e usare bene i farmaci più appropriati. Deve confortare nella scelta del farmaco equivalente la consapevolezza che il risparmio sui farmaci non di marca sarà destinato ad un fondo destinato a sostenere le spese per farmaci di nuova generazione che sono molto costosi, quali ad esempio quelli antitumorali (riferimento all’intervento del Dr Martini, Bergamo, Convegno 17 novembre 2007). Quindi non si tratta di un indefinito risparmio di risorse non finalizzato ma di perseguire una politica di uso dei farmaci che porti effettivi e concreti vantaggi per tutti i cittadini e i pazienti. 5 Newsletter Numero 13 - Novembre 2007 Per approfondire… “Spazio Aperto” all'informazione dell'Industria Le iniziative di formazione Piano Formativo Aziendale 2007 per MMG e PLS II semestre 2007 Per informazioni prendere contatti con il Dipartimento Cure Primarie e Comunità Assistenziale ASL Bergamo Il Dipartimento Funzionale Interaziendale di Farmacologia Clinica degli Ospedali Riuniti di Bergamo, in condivisone con la Direzione Aziendale, dal mese di giugno del 2005 ha istituito presso i locali dell'USC Farmacia un momento di incontro e dibattito settimanale con l'Informazione dell'Industria (farmaci e dispositivi medici) dove il personale sanitario (Medici, Infermieri, Farmacisti dell'Ospedale e del Territorio) può accedere in modo libero e collegiale. L'iniziativa "spazio aperto" all'informazione dell'industria si tiene presso la sala riunioni dell'USC Farmacia. Gli incontri del mese di dicembre si svolgeranno nei giorni: 5 - 12 -19 dalle 16,00 alle 17,30 Per ulteriori informazio n i e per conferma degli appuntamenti si può contattare la Segreteria dell'USC Farmacia (Tel. 035-269737) BACHECA DEI SITI INTERNET UTILI SLIM: un’interfaccia per snellire le ricerche in Medline http://pmi.nlm.nih.gov/tempit (In italiano) Con il rapido sviluppo delle informazioni medico-scientifiche presenti on-line, e il sempre crescente ampliamento dei database disponibili in Internet, gli strumenti di ricerca sono diventati indispensabili. Lo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni permette di affinare e velocizzare le interrogazioni delle banche date on-line, permettendo l’accesso anche a utenti non esperti. E’ il caso, per esempio, di SLIM (Slider Interface for MEDLINE/PubMed searches), un’interfaccia sperimentale per la ricerca facile su MEDLINE (attraverso PubMed). SLIM consente di applicare alla ricerca bibliografica una serie di filtri predefiniti (e ulteriormente adattabili) in modo immediato, semplicemente facendo scorrere dei cursori. L'obiettivo di SLIM, un progetto realizzato dal centro di ricerca Lister Hill della NLM statunitense in collaborazione con il KC Lombardia della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia, era quello di sviluppare un'interfaccia alternativa per effettuare ricerche in MEDLINE usando semplicemente delle barre di scorrimento (realizzate in Javascript). Le barre di scorrimento presenti sulla maschera di ricerca controllano i diversi parametri di ricerca: limiti, filtri e termini MeSH (Medical Subject Headings: il tesauro di termini medici su cui è indicizzato PubMed). Gli script (cioè i codici di programmazione) sono stati realizzati in modo da funzionare come nel processo di mappaggio automatico di Entrez (il motore di ricerca su cui gira PubMed). L’interfaccia di SLIM è realizzata in italiano. I termini di ricerca (che interrogano un database in inglese) devono però essere inseriti in lingua inglese. Anche se è in programma la realizzazione di un sistema che accetti anche termini di ricerca in italiano. Fonte: http://www.partecipasalute.it Riferimenti utili per l’informazione indipendente sul farmaco E’ possibile avere informazioni indipendenti sui principali problemi nell’uso razionale dei farmaci contattando gratuitamente i seguenti Servizi di Informazione sul Farmaco: Per l’uso dei farmaci in gravidanza: - Unità di Tossicologia Clinica - Centro Antiveleni AO Ospedali Riuniti di Bergamo. Numero Verde 800 88.33.00 Per l’uso dei farmaci in età pediatrica: - Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 15). Telefono 02.3900.5070 Per l’uso dei farmaci negli anziani: - Servizio di Informazione sull’uso dei Farmaci nell’Anziano, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano (dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17). Telefono 02.3570319 Questo numero è stato redatto a cura di Alessandro Nobili, Luca Pasina, Paola Mosconi, Maurizio Bonati, Cinzia Colombo - Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Si ringraziano tutti coloro che hanno contribuito a questo numero inviando o segnalando notizie e documentazione. 5