25 marzo 2014
[ISCRIZIONE SULLA FINE DEL CAPODANNO PISANO]
BREVE PREMESSA
Il presente opuscolo nasce dalla curiosità destata da una breve discussione in
merito al Capodanno Pisano, alla sua istituzione e al decreto che ne sanciva la
decadenza. In modo particolare ha attirato la mia attenzione la dichiarazione
dell’Assessore alle Manifestazioni Storiche, il quale sottolineava le ridotte
informazioni sul Capodanno e poneva l’accento su una iscrizione posta in
Lungarno Galileo, sotto l’orologio del Comune di Pisa.
L’iscrizione, poco visibile al comune cittadino e men che mai al turista, fa
riferimento alla disposizione emanata dall’imperatore Francesco I, Granduca di
Toscana nel 1749, con la quale aboliva in tutta la Toscana il computo
dell’Anno a partire ab incarnatione Christi, secondo una tradizione in vigore
ormai da secoli a Pisa, Firenze e Siena, oltre che in molte altre località.
Sollecitato dalla mia ignoranza in materia, ho preso la macchina fotografica e
ho effettuato alcuni scatti, dai quali ricavare il testo dell’iscrizione ed iniziare
una ricerca in merito.
Il risultato della ricerca è il presente opuscolo che non ha la presunzione di
essere esaustivo, ma almeno tenta di mettere alcuni punti fermi su un aspetto
della tradizione pisana, che negli ultimi anni ha coinvolto in modo sempre più
fattivo Istituzioni, turismo e cittadinanza.
Pisa 10 marzo 2014
Prof.Mario Bruselli
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[ISCRIZIONE SULLA FINE DEL CAPODANNO PISANO]
L’ISCRIZIONE
(così come appare oggi)
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IL TESTO
IMP  CAES  FRANCISCUS  PIUS  FELIX  AUG
LOTHARINGIAE  BARRI  ET  MAGNUS  ETRURIAE  DUX
BONO  REIP  NATUS  CUSTOS  LIBERTATIS
APLIFICATOR  PACIS  CONCORDIAE  VINDEX
SAECULI  RESTITUTOR
HUMANAE  SALUTIS  EPOCHAM  ANNOSQ  AB  TUSCIAE
POPULIS  DIVERSO  INITIO  COMPUTARI  SOLITOS
AD  OMNEM  CONFUSIONEM  ET  DISCERNENDAE
AETATIS  DIFFICULTATEM  AMOLIENDAM  UNA  EADEMQ
FORMA  ET  COMMUNIBUS  AUSPICIS  AB  UNIVERSIS
LEGE  LATA  XII  KL  DECEMBRIS  ANNO  MDCCXXXXVIIII
INCHOARI  ITA  IUSSIT  UT  NON  QUEMADMODUM  PRAETER
ROMANI  IMPERI  MOREM  HACTENUS  SERVATUM
FUERAT  SED  VERTENTE  ANNO  MDCCL  AC  DEINCEPS
IN  PERPETUUM  KALENDAE  IANUARIAE  QUAE  NOVUM
ANNUM  APERIUNT  CETERIS  GENTIBUS  UNANIMI  ETIAM
TUSCORUM  IN  CONSIGNANDIS  TEMPORIBUS  CONSENSIONE
CELEBRARENTUR
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25 marzo 2014
[ISCRIZIONE SULLA FINE DEL CAPODANNO PISANO]
LA TRADUZIONE
L’IMPERATORE CESARE FRANCESCO PIO FELICE AUGUSTO1 ,
DUCA DELLA LOTARINGIA , DI BÄR E GRAN DUCA DELL’ETRURIA2,
NATO PER IL BENE DELLO STATO, CUSTODE DELLA LIBERTA’,
ACCRESCITORE DELLA PACE, GARANTE DELLA CONCORDIA,
SALVATORE DEL SECOLO3,
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L’iscrizione ha inizio con una serie di titoli onorifici, sui quali diamo alcune indicazioni. Il titolo di Cesare Augusto
venne attribuito inizialmente al figlio adottivo di Cesare, una volta raggiunto il potere
Il cognomen di Cesare fu trasmesso quindi per adozione dal dictator Gaio Giulio Cesare ad Augusto (inizialmente
Gaius Octavius Thurinus, quindi Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus), primo imperatore, e successivamente da
questi ai successori ed eredi: ad esempio : Tiberio (nato Tiberius Claudius Nero fu chiamato Tiberius Iulius Caesar
Augustus), così come Caligola (Gaius Iulius Caesar Germanicus), Claudio (nato Tiberius Claudius Nero Germanicus,
quindi Tiberius Claudius Caesar Augustus Germanicus) e Nerone (nato Lucius Domitius Aenobarbus, quindi Nero
Claudius Caesar Augustus Drusus Germanicus).
Il passaggio del termine 'Cesare' da nome di persona a titolo imperiale può essere datato con l’ascesa al trono di
Claudio, che non era membro della famiglia Giulia (vedi : http://www.luc.edu/roman-emperors/claudius.htm ) o alla
fine della dinastia giulio-claudia nel 68/69, il cosiddetto anno dei quattro imperatori, quando anche i successori non
dinastici - Galba prima (Servius Sulpicius Galba, quindi Servius Sulpicius Galba Caesar Augustus) e Vespasiano poi
(Titus Flavius Vespasianus, quindi Caesar Vespasianus Augustus) - cominciarono a portare il cognomen, pur senza
vantare discendenze familiari con Giulio Cesare. Da tale momento il titolo divenne stabile appellativo degli imperatori
romani.
Interessante anche sottolineare gli appellativi di pius e di felix : il primo ad indicare una qualità morale e religiosa che
risale al tempo dei Romani (il pius Aeneas), il secondo a sottolineare un aspetto di serenità e di felicità che
caratterizzava il modo di rapportarsi del sovrano (ricordiamo a tal proposito il termine “eudaimonios”, attribuito ai
sovrani ellenistici, o semplicemente l’espressione “sua altezza serenissima”).
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Con il termine Lotaringia si indicava il territorio di cui fu sovrano con titolo
regale Lotario II, figlio dell'Imperatore Lotario I. La regione era delimitata a
settentrione dal mare del Nord, a occidente dai fiumi Saona, Mosa e Schelda, a
oriente dalla linea che congiunge la foce dell'Ems alla città di Wesel (nei pressi della
confluenza fra Reno e Mosella) e quindi dal fiume Reno fino alla confluenza con
l'Aar. A meridione la zona era delimitata dalla catena del Giura e dal fiume Aar.
All’inizio del secolo X venne denominata Lorena.
Per visualizzare al meglio : http://en.wikipedia.org/wiki/File:Lotharingia-959.svg
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Il Ducato di Bar, originariamente Contea di Bar, era un feudo
imperiale che si trovava nella parte nord-occidentale della Lorena tra i
fiumi Marna e Reno, nella zona delle Ardenne. La sua capitale è
sempre stata la cittadina di Bar-le-Duc. Il territorio di Bar è stato
costituito in contea nel X secolo d.C. da Ferry d'Ardennes, fratello
dell'arcivescovo di Metz, Adalbertone I. Il ducato, tramite le intrigate
eredità di quei secoli, rimase al casato di Bar-Mousson fino al XV
secolo.
Vinto e catturato da Filippo il Bello nel 1301, il conte Enrico III dovette rendere omaggio al re di Francia con la parte
della sua contea che si situava ad ovest della Mosa: da allora la contea si distinse in Barrois mouvant, quella parte del
feudo sottomessa alla sovranità feudale del re di Francia, e in Barrois comitale o ducale, per il quale prima i conti, poi i
duchi, rimasero invece vassalli direttamente all'Imperatore del Sacro Romano Impero. Di conseguenza i conti e poi i
duchi di Bar (ed in seguito anche duchi di Lorena), si ritrovarono paradossalmente ad essere in contemporanea vassalli
sia dei Re di Francia, che degli Imperatori tedeschi del Sacro Romano Impero.
L'imperatore Carlo IV di Lussemburgo elevò la contea a ducato nel 1354 ed il conte Roberto, genero di Giovanni il
Buono re di Francia, divenne così Duca di Bar.
Nel 1430 il cosiddetto Barrois mouvant passò sotto l'influenza diretta della corona francese.
Alla morte di Renato, il ducato passò alla figlia Iolanda d'Angiò, quindi nel 1484 al figlio di quest'ultima Renato II di
Lorena e di Bar . Da questo momento i destini del Ducato di Bar si fusero con quelli del ducato di Lorena. Il 23
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[ISCRIZIONE SULLA FINE DEL CAPODANNO PISANO]
L’EPOCA DELLA SALVEZZA UMANA4 E GLI ANNI CHE SONO SOLITI
ESSERE CONTEGGIATI CON UN DIVERSO INIZIO DAI POPOLI DELLA TUSCIA,
PER RIMUOVERE DA PARTE DI TUTTI SENZA ECCEZIONE
OGNI CONFUSIONE E DIFFICOLTA’ NEL DETERMINARE
L’EPOCA CON UN’UNICA E MEDESIMA REGOLA E CON COMUNE AUTORITA’,
PROCLAMATA LA LEGGE IL 20 NOVEMBRE DELL’ANNO 1749,
HA ORDINATO CHE FOSSE INIZIATA IN MODO TALE CHE, NON COME
ERA STATO CONSERVATO FINO A QUESTO MOMENTO
ECCETTO LA TRADIZIONE DELL’IMPERO ROMANO, MA CON L’ARRIVO
DELL’ANNO 1750 E CONSEGUENTEMENTE IN PERPETUO
SIANO CELEBRATE LE CALENDE DI GENNAIO, CHE DANNO
INIZIO AL NUOVO ANNO PER IL RESTO DEI POPOLI, ANCHE
CON L’UNANIME CONSENSO DEI TUSCI NEI TEMPI GARANTITI.
COME ABBIAMO OPERATO
Abbiamo innanzi tutto cercato su Internet indicazioni circa una eventuale traduzione del testo latino,
ma non abbiamo trovato niente in tal senso, se non una versione inglese di un gruppo di
discussione, niente meno che dal Sud Africa, che proponeva una interpretazione, che alleghiamo al
termine delle nostre considerazioni, e una serie di interrogativi testuali.
Vi proponiamo la nostra traduzione e nel contesto diamo alcune informazioni generali che possono
essere di supporto a quanto espresso nell’iscrizione.
 Note al testo
Chiara, dunque, la motivazione dell’adesione anche del granducato di Toscana al calendario
gregoriano e alla fissazione del capodanno al 1° gennaio: evitare ogni “confusione” e stabilire anche
negli stati lorenesi una uguale modalità di inizio dell’anno. Tanto più che così facendo Francesco
Stefano mirava a uniformare il capodanno nei suoi stati, se è vero che a Firenze l’anno nuovo
cominciava dal 25 marzo, posticipando l’inizio di due mesi e ventiquattro giorni rispetto al
calendario gregoriano, mentre a Pisa si faceva cominciare l’anno sì dal 25 marzo, ma anticipando
l’anno di nove mesi e sette giorni, rispetto al 1° gennaio. La ragione era, dunque, quella di
febbraio 1766 il Ducato di Bar insieme a quello di Lorena passò direttamente sotto la corona francese, costituendo una
nuova provincia di quel regno.
Magnus Etruriae dux : granduca di Toscana. Il nome deriva da una disposizione dell’Imperatore Domiziano, che
nell’unire l’Umbria e l’Etruria denomino la regione Tuscia. Dopo la caduta dell’impero romano, la Toscana venne
invasa a più riprese dai barbari e solo nel 569 d. C. i Longobardi crearono il primo ducato con la città di Lucca. Dopo
varie vicende storiche, che videro nel XI secolo affermarsi la potenza pisana, divenne entità politicamente autonoma a
partire dal XII secolo, frammentandosi in una miriade di stati, tra i quali emersero la Repubblica di Firenze e la
Repubblica di Siena.
Con la bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569 Cosimo, con l’espressione di magnus Etruriae dux, ottiene il
titolo di Granduca di Toscana. Alla sua morte (1574), gli succede il figlio Francesco. La dinastia medicea reggerà le
sorti del granducato fino alla morte di Gian Gastone (1737), quando la Toscana, priva di un erede legittimo, sarà
concessa a Francesco III Stefano, duca di Lorena, consorte di Maria Teresa, arciduchessa d'Austria, in base ad accordi
già stipulati tra le dinastie europee nel 1735.
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Anno Salutis, spesso tradotto dal latino come "nell'anno di grazia" o "nell'anno della salvezza", è una espressione
equivalente ad Anno Domini, perché per il cristianesimo la nascita di Gesù segnò l'inizio della salvezza. Si tratta di
un'espressione usata fino al XVIII secolo. Si usa spesso in una forma più elaborata come Anno Nostrae Salutis
("nell'anno della nostra salvezza"), Anno Salutis Humanae ("nell'anno della salvezza degli uomini), Anno Reparatae
Salutis ("nell'anno della salvezza compiuta").
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[ISCRIZIONE SULLA FINE DEL CAPODANNO PISANO]
uniformare gli “stili” fiorentino e pisano al calendario e al modo di considerare il capodanno in uso
nella maggior parte dell’Europa cattolica e protestante, dal momento che intorno ai primi anni del
Settecento molti stati protestanti avevano adottato il calendario gregoriano e che, a partire dallo
stesso 1° gennaio 1750, anche il Regno Unito e la Svezia accettavano la riforma del calendario
giuliano.
La sequenza successiva dei titoli onorifici si colloca nella tradizione epigrafica, come confermano
numerose testimonianze, delle quali riportiamo solo un esempio.
Sulla Via Appia Sud, a proposito di Theodorico, possiamo leggere su una iscrizione .
DOMINUS NOSTER GLORIOSISSIMUS ATQUE INCLYTUS REX THEODORICUS
VICTOR AC TRIUNFATOR
SIMPER AUGUSTUS
BONO REI PUBLICAE NATUS
CUSTOS LIBERTATIS ET PROPAGATOR ROMANI NOMINIS
DOMITOR GENTIUM …
(ILS 827 and CIL 10 6850-2)
Riteniamo inoltre interessante far notare come l’oggetto della disposizione imperiale (humanae
salutis epocham annosque …riga 6) sia prolettico rispetto al verbo che la regge (iussit del rigo 12)
con l’intento di evidenziare la necessità di rimuovere la “confusione” e la “difficoltà” creata
nell’impero da un diverso computo dell’anno.
Il cosiddetto calendario pisano, o stile dell'Incarnazione al modo pisano, o ancora semplicemente
stile pisano, era un particolare tipo di calendario in uso a Pisa e in altre zone della Toscana, che
faceva iniziare l'anno il giorno 25 marzo (festa dell'annunciazione della Vergine Maria secondo il
calendario liturgico), anticipandone di nove mesi e sette giorni l'inizio rispetto allo "stile moderno"
o "stile della Circoncisione", ancor oggi in uso, che indica il giorno 1º gennaio come primo giorno
dell'anno.
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LE ISCRIZIONI EPIGRAFICHE DI FIRENZE E SIENA
Custodita a Firenze sotto la Loggia dei Lanzi in Piazza della Signoria.
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La medesima iscrizione a Piazza del Campo a Siena.
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L’iscrizione a Pisa sotto la loggia dell’orologio del Comune
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Nella parte superiore una stilizzazione in bronzo della croce pisana, sormontata da una nave di
epoca medioevale, con relative ancore. L’iscrizione recita : “EDIFICIO RICOSTRUITO A CURA
DEL MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI – ANNO 1958”.
Possiamo
quindi
supporre
che
l’iscrizione sul termine del Capodanno
Pisano sia stata posta nell’attuale sito
dopo la ricostruzione menzionata.
D’altra parte la stessa iscrizione a
Firenze e Siena è visibile nelle
vicinanze del Palazzo del Comune.
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[ISCRIZIONE SULLA FINE DEL CAPODANNO PISANO]
ULTIMA CURIOSITA’
Riportiamo infine la traduzione in inglese tratto da un blog di un gruppo di studiosi stranieri, che
hanno esaminato il testo dell’iscrizione.
The Emperor and Caesar Francis, the Pious, the Fortunate, the August, Duke
of Lorraine and Bar, and Grand Duke of Tuscany, born for the public good,
guardian of liberty, increaser of peace, defender of unity, restorer of the
age, for the purpose of removing all confusion and difficulty in determining
time, ordered that the era of human salvation and the years, which used to
be calculated by the peoples of Tuscany from a different beginning, should
be commenced by all in one and the same form, and from common beginnings, by
a law brought forth on the twelfth day before the Kalends of December
[November 20th] in the year 1749, such that the prior custom contrary to
that of the Roman Empire should not be observed, but as the year turns to
1750, thereafter and henceforth the Kalends [1st] of January, which open the
new year among other peoples, should be celebrated by unanimous agreement
also of the Tuscans for the recording of time.
http://permalink.gmane.org/gmane.education.classics/56050
form classics –[email protected]
Classic Latin and Greek discussion group
Per chi inoltre vuole approfondire la tradizione consigliamo il sito …
http://www.stilepisano.it/immagini15/Capodanno_Pisano.htm e l’articolo di Paolo Gianfaldoni,
pubblicato nel 1982 sulla rivista cattolica “Vita Nova”.
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