altri futuri componenti del nostro gruppo giocavano in casa in quanto provenienti da quel
cosiddetto corso preparatorio tenuto da Don Mascarino. Era Direttore del Morgando Don
Chesani al quale sono poi succeduti nell’arco dei nostri cinque anni, Don Guglielmetti e
Don Calvi che era anche nostro docente di materie letterarie.
Erano gli anni difficili della guerra e del primo dopoguerra, degli sfollamenti, dei bombardamenti e del suono delle sirene che li preannunciavano. Per questo il nostro gruppo non
è stato troppo omogeneo; un po’, come i bambini dei margari, siamo stati costretti alle esigenze della transumanza: io stesso, nel 1944-45, ho frequentato la terza media presso una
scuola statale sfollata a Rivarolo ed ospitata presso l’Istituto delle Suore Orsoline.
Comunque il gruppo è rimasto compatto e, come documenta la fotografia, dopo oltre
quarant’anni, si è riunito con un buon numero di adesioni. A dare lustro al nostro incontro è stata la presenza di Don Scotti che al Morgando, pure attraverso una limitata presenza da Chierico (con i capelli rossi), ha lasciato un grande ricordo.
Adesso, di anni, ne sono passati più di sessanta; i nostri insegnanti di quel quinquennio
sono quasi tutti sicuramente scomparsi, dallo stesso Don Scotti a Don Rizzo, da Don
Ballesio a Don Calvi, da Don Gallenca a Don Masoero, dall’insegnante di legatoria il salesiano laico Guido Luigi Colombino al Maestro Savoia, titolare di educazione fisica, a Don
Germano e a Don Caustico, martire della guerra, al quale è intitolata una piazza a
Grugliasco ed un opuscolo delle collane Elle Di Ci. Di qualche altro abbiamo perso le tracce, come Don Bracco, Don Gatti, Don Garetto ed anche del biondo Don Elia, insegnante
di italiano e latino in prima media B e poi insegnate di disegno che, non più salesiano, ho
avuto ancora il piacere di incontrare, già anziano, a Rosone dove, ogni anno, presso Don
Solvetti, tornava a trascorrere una breve vacanza estiva.
Anche alcuni del gruppo, immortalati nella fotografia, non ci sono più; ma quelli che ci
sono ancora e per quegli altri che in quell’occasione erano assenti, cosa ci sarebbe meglio
che ritrovarsi un’altra volta al Convegno Ex Allievi del Giusto Morgando di quest’anno per
scattare un’altra fotografia che potremo anche intitolare “Più di sessant’anni dopo”?
Angelo Massoglia
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