[PASSIONI]
DI MARIO BENDIN - FOTO DI ANDREA SCAPOLAN
La voglia
di conoscere
in profondità i testi
sacri è aumentata
nel corso degli anni
in modo
esponenziale
L
atino, greco ed ebraico biblici, filosofia, antropologia filosofica, metodologia della ricerca, esegesi dell’Antico e Nuovo Testamento, teologia fondamentale, teologia morale, storia della teologia, cristologia. Circa 60 corsi in cinque anni per arrivare al primo titolo accademico, o
solo per farsi una cultura teologica, come studenti uditori. Studi “da preti”? Non solo. Studi anche per laici, dai 18 anni in su, senza distinzione di sesso e provenienza. Ma laici colti,
cioè con un diploma d’ammissione all’università o con una laurea, meglio se di tipo umanistico; o, in mancanza di diploma, disposti a se-
Non solo giovani diplomati: aumentano lavoratori e
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guire corsi integrativi di storia della filosofia e
di latino. E soprattutto laici con buona disponibilità di tempo libero (di pomeriggio, dal
martedì al venerdì). La frequenza è, infatti, obbligatoria alla Facoltà teologica dell’Italia
Settentrionale (Ftis) di Milano (via Cavalieri
del Santo Sepolcro 3, tel. 02.86.31.81). Per
questo ogni studente, prima delle lezioni, deve registrarsi alle postazioni elettroniche della
sede. È una garanzia di partecipazione che serve per iscriversi agli esami e puntare ai titoli accademici rilasciati dalla Ftis: diploma di baccalaureato in teologia; licenza specializzata; dottorato. Anche per questa assiduità di frequenza, accanto a neo diplomati o laureati, si incontrano lavoratori e professionisti in pensione.
Come Antonino De Leo, ex fisico docente (68 anni, moglie e tre figli), che da quattro
anni frequenta la Ftis milanese, con sede nei
chiostri del complesso di San Simpliciano.
Lui, di professionisti ne ha conosciuti diversi. «Qui ho incontrato medici, tra i quali
un chirurgo, un internista, tre generici,
uno psicanalista. Ho conosciuto anche due
ingegneri, due economisti e commercialisti,
giornalisti, un magistrato e docenti di matematica, di lettere e filosofia…”
Il fenomeno del crescente numero di studenti laici di teologia caratterizza tutte le facoltà teologiche in Italia. Resta, comunque,
significativo il caso della Ftis. Da quando nel
1967 la facoltà ha iniziato a operare, si è pas-
OASI DI PACE
Il cortile interno della Facoltà
teologica dell’Italia
Settentrionale di Milano
669
iscritti quest’anno
all’università
milanese. Erano
solo 14 quando
aprì nel 1969
professionisti in pensione che scelgono questa facoltà
E DOPO IL LAVORO STUDIO TEOLOGIA
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Diploma di baccalaureato, licenza specializzata
e dottorato sono i titoli accademici da conseguire
sati dai 14 studenti iscritti - tra religiosi e laici - del 1968-69 ai 669 del 2008-2009. Tra
quelli iscritti al ciclo istituzionale e di
specializzazione di quest’anno, la
Gli uditori sono
fetta maggiore è rappresentata dain maggioranza.
gli uditori (334), di cui 268 laici,
Fra questi, i laici
cioè l’80,2% contro 66 religiosi
sono 268 (80,2%),
(19,8%); con una prevalenza di
più dei religiosi che
presenze femminili: 184 donne
sono soltanto 66,
contro 150 uomini, cioè il
pari al 19,8%
55,09% contro il 44,91%.
Consistente anche il numero degli studenti ordinari iscritti dal primo al
quinto anno del ciclo istituzionale. Compresi i fuori corso e gli straordinari, sono 112 (di
Bruno Griguolo,
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Roberta Castiglioni, 21 anni
che; ma per questo basta al laureato il titolo rilasciato, dopo tre anni
dall’annesso Istituto Superiore di
Scienze Religiose (Issr) di Milano,
i cui corsi, parzialmente, sono in
comune con quelli della Ftis. Dalla
frequenza ad alcuni di questi è partito Saverio Gusella, 63 anni, ex
direttore generale di un’azienda,
laurea in economia e commercio alla Cattolica, sposato, quattro figli e
due nipoti. Da anni ha scelto di seguire i corsi della Ftis come uditore. «Sento la necessità di ricercare le ragioni della fede che è in
me. E mentre scopro le radici della mia fede, vivo l’esperienza di
nuovi dubbi, ma aumenta anche
il desiderio di conoscere più a
61 anni e Caterina Canedera, 62 anni
fondo l’originalità dell’evento centrale della storia umana e della mia
cui 30 religiosi), con prevalenza maschile: 84 storia: Gesù Cristo. Per questo il mio obietticontro 28. Le donne sono un quarto rispetto vo è acquisire gli strumenti esegetici e linguiai colleghi. Tra le più giovani, Roberta Casti- stici per accostare lo studio e la meditazione
glioni, 21 anni di Busto Arsizio. Dopo il di- della Sacra Scrittura. Ho frequentato i corsi
ploma di maturità classica, si è iscritta alla base e i lettorati di greco ed ebraico e intenFtis, conosciuta attraverso Internet. Ora è al do seguire anche i corsi superiori. È un’espesecondo anno: «Tutti cercano di dissuader- rienza coinvolgente che consiglio a chi ha un
mi, perché con questa laurea sarà difficile diploma di scuola media superiore, con un
trovare un lavoro. Ma lo studio della filoso- po’ di tempo e un po’ di buona volontà. È
fia al liceo mi ha esposta a domande che in- qualcosa che ti cambia la vita e penso la mia
tendo affrontare in modo radicale. Anche se finirà ancora come uditore alla Ftis».
questa è una strada battuta da pochi”.
Non solo. È anche un ringiovanimento
Il diploma di baccalaureato abilita all’inse- della memoria. «Passo e ripasso i testi», dice
gnamento della religione nelle scuole pubbli- Gusella. «Faccio molte fotocopie che inta-
sco ed estraggo in ogni ritaglio di tempo. sibilità economiche, sicuramente li avrei inMia moglie dice che qualche volta esagero. trapresi», assicura De Leo, della provincia di
Ma ho l’impressione che sia quasi gelosa, Varese, ex insegnante di matematica e fisica,
perché non le presto la stessa attenzione. Al- che non nasconde entusiasmo e cocciutaggila fine, però, anche il cervello funziona me- ne da studente. «Sono venuto a conoscenza
glio e la memoria in parte ritorna».
della facoltà attraverso un mio collega. D’alCome Gusella, a non porsi obiettivi solo tra parte ritengo che solo in una facoltà teolopratici sono gli studenti adulti della facoltà teo- gica si possa realizzare un’indagine seria a lilogica milanese. Spesso iniziano a frequentare vello scientifico”.
come uditori, per poi decidersi per il ciclo di
Ma come conciliare famiglia e studio?
cinque anni. È il caso di Caterina Canedera, «Sfrutto al massimo le tre ore per raggiunge62 anni, laureata in lingue, ex docente di te- re Milano fra andata e ritorno. All’andata ridesco alle scuole superiori che, dopo aver guardo gli appunti delle lezioni precedenti.
frequentato un corso all’anno come uditrice, Al ritorno sistemo gli appunti sulle lezioni
si è iscritta al ciclo istituzionale per il conse- del giorno. Sfrutto al massimo il sabato e il luguimento dei gradi accademici.
Ora è al secondo anno ma guarda
Valeria Violanti, 56 anni
avanti, oltre al diploma di baccalaureato. «Intendo specializzarmi
in studi biblici. Tutto è partito alcuni anni fa, quando frequentavo
le “scuole della Parola” a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Erano tenute da personale
preparato ma rivolte a utenti con
un bagaglio culturale semplice. In
realtà ero alla ricerca di qualcosa di più approfondito. M’interessava partire da una conoscenza diretta dei testi biblici nella
lingua originale: forse un’esigenza legata alla mia preparazione
di docente di scuola superiore.
M’informai per trovare un corso
di livello universitario che comIl grado
prendesse anche lo studio delAntonino
di soddisfazione
l’ebraico. Grazie a un opuscolo
nei confronti
che illustrava i corsi della Ftis,
degli insegnanti
ho capito che quella era l’uninedì, giorni in cui non ci sono
è elevato: vengono
versità che stavo cercando per
lezioni in facoltà, oltre alle ore
ritenuti molto
i miei obiettivi».
buche di alcuni giorni di leziopreparati
Quali? «Non economici, vine, durante le quali vado in bisto che sono in pensione. Lo scoblioteca per consultare e fotocopiapo è crescere nella conoscenza della
re. Quanto alle esigenze familiari sono
fede e della persona di Cristo. Le materie fortunato: posso contare sulla collaborazioche più m’interessano sono quelle di esegesi ne di mia moglie che, quando possibile, mi
dell’Antico e Nuovo Testamento».
sostituisce brillantemente».
Una forte curiosità intellettuale sembra la
Il forte interesse fa superare tutte le diffimolla che scatta dopo una vita di lavoro. coltà anche ad Anna Reali, 59 anni (con un
«Ho sempre desiderato, fin dall’età di 20 an- figlio gia sposato), in pensione dopo aver lani, intraprendere gli studi teologici e se non vorato nel mondo dell’informatica. «Ho da
fosse stato per bisogno familiare e per le pos- molto tempo la curiosità di conoscere i testi
De Leo, 68 anni
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55%
le donne iscritte
contro il 44%
di uomini
per il ciclo
istituzionale
originali della Bibbia e il cammino che han- mente con le esegesi. Per ora m’interessa meno fatto dentro la storia, non solo la nostra, no la teologia».
assieme ai testi di altre religioni» dice Reali,
E per lo studio? «Ho rispolverato attitudini
laureata in sociologia a indirizzo economico. e metodi che avevo. Con una fatica in più, per«Avevo l’esigenza di un approccio rigoro- ché da anziani s’impara con meno facilità.
so e di verità che per lo più, non è possibiOltre a trucchi mnemonici, faccio uso di
le trovare nelle omelie o negli incontri reli- quelle facilitazioni al ricordo che vengono dalgiosi: questi rendono spesso insignificanti i lo studio della Bibbia. Il suo testo è fonte inecontenuti dei testi, tramite una spiegazione sauribile di suggerimenti per il ricordo: dispopuerile e rassicurante, spacciata per nesizione delle frasi in figura di chiasmo;
cessaria per non scandalizzare i
inclusioni di parole tra altre che prePersiste
“semplici”. Avevo inoltre bisoludono e concludono; testi numeil pregiudizio
gno di apprendere gli strumenrati o in ordine alfabetico».
per cui questa
ti per fare ricerca personale del«Conoscevo la Facoltà Teolomateria sarebbe
la Parola, con continuità, congica dell’Italia Settentrionale,
studio esclusivo
sapevolezza e gusto. Studianma pensavo che fosse un’istituper i candidati
do discipline teologiche come
zione più chiusa ai laici e sopratal sacerdozio
uditrice, cioè seguendo al massitutto alle donne», racconta Valemo tre corsi l’anno, non ho obiettiria Violanti, 56 anni, di Cologno
vi immediati. Ho personalizzato il
Monzese, laureata in filosofia, che lamio piano studi partendo da un corso intro- vora nel settore della ricerca economica.
duttivo sulla teologia. Ho quindi frequenta- «Poi, alla trasmissione Tv Uomini e profeti
to i corsi sull’Antico e Nuovo Testamento e di RaiTre, ho sentito parlare di donne teolopoi sulla storia del Cristianesimo. Ora fre- ghe e ho letto un articolo sulla rivista Il Segno
quento i corsi di lettorato di ebraico e greco in cui si rilevava la presenza di adulti, anche anper leggere i testi originali della Bibbia. Pen- ziani, alla Ftis. Nel 2006 ho deciso di iscriverso di proseguire con i lettorati ed eventual- mi e sono stata ammessa al secondo anno».
Frequenza obbligatoria per tre giorni alla settimana:
I
STUDI TEOLOGICI IN ITALIA
n Italia sono funzionanti oltre 50
strutture a livello universitario o
parauniversitario di teologia.
Gli studenti
Sono di tre tipi: ordinari, uditori
o straordinari
쎲 Ordinari: aspirando ai gradi
accademici rilasciati dalla facoltà,
frequentano tutti i corsi e le
esercitazioni prescritte.
쎲 Uditori: frequentano uno o più
corsi (massimo tre, senza obbligo
d’esami, anche se sono consigliati).
쎲 Straordinari: quelli che, non
avendo un titolo valido per
l’università di Stato, frequentano
i corsi senza il diritto a sostenere
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gli esami.
Quote scolastiche alla Ftis di Milano
Ciclo istituzionale
Per gli studenti ordinari: 760 euro
(320 all’iscrizione - in settembresaldo di 440 entro la fine del
gennaio successivo).
Corsi integrativi di storia
della filosofia e di latino:
100 euro per ciascun corso
Per gli uditori
Per ogni corso semestrale fino (a
tre corsi): da 100 a 120 a 150 euro
a seconda che il corso sia
rispettivamente di 24 ore, 36 ore
o annuale; 10 euro: per l’iscrizione
a ogni singolo esame.
Saverio Gusella, 63 anni
Anna Reali, 59 anni
oltre alla voglia di imparare ci vuole tempo libero
Com’è nato l’interesse per studi così specialistici? «Studiare teologia mi ha sempre attirato. È stato dopo la tesi di laurea in etnologia sullo yoga, che mi sono resa conto di sapere molto dell’induismo e poco del cristianesimo. Ho così cominciato a studiare per
conto mio. Ho avuto l’occasione di approfondire un percorso di fede con una suora francese dell’Ordine di Nostra Signora del Cenacolo, vicina alla sensibilità del cardinal Martini.
Ora, frequentando la Ftis, trovo che gli studi
teologici mi entusiasmano, grazie anche ai docenti che dimostrano un alto livello di preparazione. Vere scoperte per me sono stati i corsi
di patristica e di teologia morale, anche se mi
sento più attratta da quelli di esegesi».
Ma persiste il pregiudizio, almeno in Italia,
per cui la teologia sarebbe lo studio esclusivo
per i candidati al sacerdozio. «Diversa è l’idea
che di questa disciplina hanno le nazioni del
Nord Europa, dove, per esempio, la Bibbia,
tradotta in diverse lingue, è collocata abitualmente sul comodino nelle stanze dei grandi alberghi, come un bene culturale dell’umanità»,
racconta Bruno Griguolo, 61 anni, laureato
in ingegneria e una vita nel marketing all’Ibm, che da due anni frequenta il ciclo istituzionale della Ftis di Milano.
«A 22 anni, in Germania per un corso
di tedesco, conobbi un ragazzo che studiava teologia per poi andare a lavorare nell’industria. Capii quello che da noi non è ancora chiaro: che la teologia è una facoltà umanistica. Ed è culturalmente interessante, perché apre a orizzonti inimmaginabili da giovani, cioè nell’età del catechismo imparato in
parrocchia. Qui leggo la Bibbia da adulto,
con gli strumenti culturali offerti in corsi dove insegnano i maggiori biblisti. È come
guardare un quadro con l’aiuto di un esperto: ti apre gli occhi su quello che c’è e che un
profano potrebbe non capire del tutto». 왎
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E dopo il lavoro studio teologia