L’AGRICOLTURA NELLA CAMPANIA IN CIFRE 2012 Assessorato Agricoltura Coordinamento: Rossella Ugati La stesura delle singole parti si deve a: Economia e agricoltura: Concetta Menna e Tonia Liguori (Impiego degli immigrati in agricoltura: Roberta Ciaravino); Struttura delle aziende agricole: Nadia Salato (Stima della ripartizione del valore della produzione agricola per orientamento produttivo delle aziende e per provincia: Domenico Tosco e Luigi Mennella); Filiera agroindustriale: Rossella Ugati; Andamento congiunturale del settore: Chiara Salerno (Mercato fondiario: Rossana Spatuzzi, Risultati produttivi: Tonia Liguori); Ambiente e Risorse naturali: Rossana Spatuzzi; Diversificazione: Rossana Spatuzzi; Prodotti di qualità: Rossana Spatuzzi; Politica agricola regionale: Dario Cacace; La spesa agricola regionale: Paolo Piatto. Assessorato Agricoltura L’AGRICOLTURA NELLA CAMPANIA IN CIFRE 2012 “L’agricoltura campana in cifre 2012” vuole offrire una panoramica generale sul sistema agricolo regionale esaminando i dati delle principali attività agricole e agroindustriali. In sinergia con l’opuscolo “L’agricoltura italiana conta” sul sistema agroalimentare italiano, si rende agevolmente disponibile un’ampia serie di informazioni, di regola disseminate in fonti diverse o sinora difficilmente reperibili perché aggregate all’interno del complessivo dato nazionale. L’opuscolo, in linea con gli anni precedenti, riporta un’ampia e documen- tata rassegna dei dati rilevanti per comprendere l’evoluzione dell’agricoltura regionale. L’approccio adottato per la struttura di questa pubblicazione unisce l’autorevolezza delle fonti di dati e informazioni alla fluidità dell’analisi, per consentire un’immediata e agile lettura dei risultati e dei fenomeni che li hanno determinati. Ma l’agricoltura in generale, ed in particolare la realtà campana, si configura sempre più come un sistema complesso in termini di relazioni con i settori ad essa collegati e di molte- plicità di funzioni assolte, dalla produttiva a quella ambientale, a cui la società guarda con sempre maggiore interesse. In questa ottica, al fine di disporre di un quadro completo delle dinamiche in atto nell’economia agricola regionale, vengono citati gli andamenti del mercato fondiario e dell’impiego degli immigrati in agricoltura, alcune considerazioni sugli effetti meteorologici sul territorio e sulle produzioni agricole, ed una panoramica sulle attività di diversificazione operate dalle aziende agricole regionali. INDICE 5 ECONOMIA E AGRICOLTURA Superficie e Popolazione Prodotto interno lordo Valore aggiunto Occupazione Impiego degli immigrati in agricoltura Produttività pag. 10 pag. 12 pag. 14 pag. 16 pag. 18 pag. 21 STRUTTURE DELLE AZIENDE AGRICOLE Aziende agricole pag. 24 Titolo di possesso dei terreni pag. 26 Forma di conduzione pag. 28 Coltivazioni pag. 30 Allevamenti pag. 32 Lavoro pag. 35 Manutenzione e presidio del territorio pag. 37 Stima del PLV regionale per OTE e per provincia pag. 38 6 FILIERA AGROINDUSTRIALE Le imprese in Campania Distribuzione Consumi alimentari Commercio estero pag. 42 pag. 45 pag. 48 pag. 50 ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE Mercato fondiario pag. 54 Investimenti pag. 59 Credito all’agricoltura pag. 60 Consumi intermedi pag. 62 Risultati produttivi pag. 64 AMBIENTE E RISORSE NATURALI Clima e disponibilità idriche Agricoltura ed emissione dei gas serra Consumo di suolo Uso dei prodotti chimici Foreste pag. 70 pag. 74 pag. 77 pag. 80 pag. 83 DIVERSIFICAZIONE Agriturismo Energie rinnovabili Fattorie didattiche pag. 86 pag. 88 pag. 93 PRODOTTI DI QUALITÀ Prodotti a denominazione Agricoltura biologica POLITICA AGRICOLA REGIONALE PAC in Campania: I pilastro pag. 104 PAC in Campania: II pilastro pag. 109 LA SPESA AGRICOLA REGIONALE Il quadro della finanza agricola regionale pag. 120 Il bilancio regionale pag. 124 La distribuzione del sostegno al settore pag. 142 APPENDICE Glossario Glossario spesa agricola Acronimi pag. 150 pag. 153 pag. 158 pag. 95 pag. 100 7 ECONOMIA E AGRICOLTURA 9 SUPERFICIE E POPOLAZIONE Il territorio campano presenta caratteristiche fisiche eterogenee, costituito per circa la metà della superficie totale da colline (50,8%), il 34,6% è montuosa e soltanto il 14,6 % è occupata da aree pianeggianti. Nel 2011, la popolazione residente in Campania risulta pari a 5.766.810 unità, con un decremento dell’1% rispetto al 2010. A livello nazionale la variazione negativa della popolazione è dell’1,5%, mentre nel Mezzogiorno la diminuzione risulta essere più contenuta (-1,3%). La Campania vanta la più alta densità di popolazione non solo del Mezzogiorno, ma di tutta l’Italia. Altissimi sono anche gli squilibri della distribuzione degli abitanti sul suo territorio, poiché aree molto popolate si contrappongono ad altre scarsamente abitate o addirittura spopolate. Senza tener conto dei limiti amministrativi, si possono identificare tre grandi aree con valori di densità diversi. Una prima area, con densità superiore a 300 10 Consistenza del territorio agricolo regionale (000 ha), 2011 SAU Campania Mezzogiorno Italia % Campania/Mezzogiorno % Campania/Italia Superficie SAU/Superficie totale totale % 549,53 6.095,56 12.856,05 1.359,00 12.302,00 30.133,00 9,0 4,3 11,0 4,5 40,4 49,5 42,7 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT- sezione Censimenti Consistenza del territorio agricolo provinciale (000 ha), 2011 SAU Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania 124,62 108,42 107,36 23,35 185,78 549,53 Superficie SAU/Superficie totale totale % 279,16 207,06 263,94 117,11 491,75 1.359,02 44,6 52,4 40,7 19,9 37,8 40,4 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT- sezione Censimenti ab/km2, comprende l’arco del golfo, le isole ed una larga fascia tra Capua e Battipaglia, con diramazioni verso Sa- lerno ed Avellino. Un’altra area, con una densità che oscilla tra 100 e 300 ab/km2, include il tratto costiero del piano Campano, le conche e le valli interne, il Vallo di Diano e la costa del Cilento. Una terza area, che è la meno abitata con densità inferiore a 100 ab/km2 e talvolta anche a 50, comprende i rilievi calcarei, parte dell’Appennino Sannita e il Cilento interno. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) rappresenta il 40,4% della superficie totale regionale, tale valore risulta poco più basso rispetto al dato nazionale (42,7%) ma sensibilmente inferiore a quello della circoscrizione del Mezzogiorno (49,5%). A livello provinciale il rapporto fra SAU e Superficie Agricola Totale (SAT) mette in evidenza l’effetto dell’urbanizzazione nel napoletano (19%). L’insieme dei dati relativi alla popolazione e alla superficie evidenziano un’incidenza della popolazione sulla SAU nettamente superiore alla media nazionale e del mezzogiorno sulla quale gioca un ruolo determinante la realtà della provincia di Napoli (13.083 abitanti per 100 ettari SAU). Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2011 462 Italia 338 Mezzogiorno Campania 1.049 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Rapporto popolazione/superficie agricola con dettaglio provinciale (abitanti/100 ha di SAU), 2011 Avellino 344 Benevento 263 Caserta 843 13.083 Napoli Salerno CAMPANIA 588 1.049 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 11 PRODOTTO INTERNO LORDO La Campania risulta essere tra le regioni più colpite dalla recessione. Difatti, nel 2011 il PIL regionale si è ridotto dello 0,8%, in linea con il calo registrato nel Mezzogiorno (-0,3%), mentre si è avuto una sensibile ripresa del valore a livello nazionale pari allo 0,4%. Al calo del PIL ha contribuito soprattutto la caduta del valore aggiunto industriale, che segna una flessione pari a 3,1%. Nonostante il peggioramento della crisi internazionale il PIL campano ha registrato una crescita rispetto all’anno precedente (-0,8% nel 2011 rispetto al 2010). Il PIL per abitante ai valori concatenati, pari a 14.841 euro, presenta una variazione negativa dello 0,9%. Prosegue, così, la dinamica negativa già avviata nel 2008 (- 1,8% rispetto al 2007), con un ulteriore peggioramento del valore registrato nel 2009 pari a 5,6%. La flessione del PIL per abitante regionale risulta più consistente della riduzione registrata a livello nazionale 12 Andamento del PIL per abitante (euro), dal 2005 al 2011 anni 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 PIL/ABITANTE Mezzogiorno Campania Italia prezzi correnti valori concatenati1 prezzi correnti valori prezzi correnti valori concate concatenati1 15.809 16.414 16.987 17.148 16.528 16.574 16.601 15.812 16.076 16.334 16.032 15.128 14.980 14.841 16.511 17.200 17.725 17.914 14.295 17.445 17.689 16.516 16.803 16.995 16.703 15.821 15.787 15.945 24.509 25.331 26.176 26.326 25.247 25.678 26.003 24.569 24.986 25.243 24.747 23.222 23.527 23.518 1 Valori concatenati: esprimono la dinamica reale (in quantità) dell'aggregato economico con riferimento all'anno 2005 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Andamento del PIL per unità lavorativa (euro), dal 2005 al 2011 anni 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Campania PIL/UNITÀ LAVORATIVA Mezzogiorno Italia prezzi correnti valori concatenati1 prezzi correnti valori prezzi correnti valori concate concatenati1 50.731 52.618 54.927 57.181 57.761 59.216 60.114 50.731 51.536 52.717 53.451 52.817 53.479 53.715 50.815 52.346 54.125 55.603 55.622 57.035 58.122 50.815 51.145 51.807 51.810 50.851 51.577 51.641 58.840 60.230 62.102 63.161 62.726 64.677 65.720 58.840 59.219 59.644 59.162 57.552 59.119 59.319 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT (-0,04%) e nel Mezzogiorno, dove addirittura si registra una variazione positiva (+ 1,0%). Il PIL per unità di lavoro aumenta dello 0,4%, tale risultato è in linea con quello registrato a livello nazionale (0,3%) e nel Mezzogiorno (0,12%). Andamento del PIL (mio euro), 2005-2011 105.000 100.000 96.898,10 95.000 90.000 86.583,30 85.000 80.000 2005 2006 2007 Prezzi correnti 2008 2009 2010 2011 Valori concatenati Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 13 VALORE AGGIUNTO La difficile e complessa situazione produttiva ed economica regionale non ha influenzato negativamente l’andamento del valore aggiunto ai prezzi di base. Questo, nel complesso, è pari a 85.038 milioni di euro, con un modesto aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente. L’incremento è spiegato principalmente dall’andamento del settore servizi, nel quale il valore aggiunto aumenta del 1,1% contro il - 3,1% dell’industria. Nel 2011 il valore aggiunto (VA) agricolo, inclusa la silvicoltura e la pesca, è aumentato dello 0,6% rispetto al 2010. Tale incremento risulta più accentuato a livello nazionale (4,9%) e nel Mezzogiorno (3%). Il contributo del settore primario alla formazione del valore aggiunto dell’economia regionale è del 2,7%, valore che negli ultimi anni si presenta altalenante (2,8% nel 2008; 2,6% nel 14 Valore Aggiunto ai prezzi di base per settori di attività economica (mio euro), 2011 2,7% 15,8% 81,5% Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 2009; 3,0% nel 2010). In calo risulta anche l’incidenza del settore agricolo campano sull’economia regionale, che è pari al 2,3%; valore che risulta, comunque, superiore alla media nazionale (1,8%) ma con una significativa disparità con il dato per la circoscrizione del Mezzogiorno (2,9%). Così come il dato relativo alla SAU, la provincia di Napoli presenta l’incidenza del VA agricolo/PIL più basso (1%), mentre nelle province di Benevento e Caserta il contributo al settore agricolo è più alto (4,6% e 4% rispettivamente). Nell’ultimo decennio, l’incidenza del VA agricolo sul totale regionale è diminuita dal 3,3% al 2,7%. In crescita, viceversa, risulta l’industria in senso stretto che passa dal 14,8% al 15,8% ed i servizi che aumentano dal 76,2% all’81,5%. Incidenza % del valore aggiunto dell’agricoltura sul PIL nelle province campane, 2010 VA agricolo/PIL Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 3,0% 4,6% 4,0% 1,0% 3,4% 2,3% Variazione del VA a prezzi di base per la branca agricoltura, silvicoltura e pesca (variazione in % 2011 su 2010)* Regioni e ripartizioni Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Campania Abruzzo Molise Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia Agricoltura, silvicoltura e pesca 9,3 6,3 11 -2,2 8,9 15,8 -7,6 7,1 0,4 7,6 8,9 1,7 0,6 4,3 16,3 4 11,9 8,4 0,9 -2,2 4,9 *Valori concatenati con riferimento all'anno 2005 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Industria 1,6 -1,8 1,3 3,1 3,1 0,2 -0,8 0,6 -2 -1,9 -6,3 -4,5 -3,1 4,7 -4,5 1,4 2,2 -8,7 -3,3 -5,6 0,1 Servizi 1,9 2,7 1,4 0,4 1,7 2,3 1,8 3,8 2,7 2,8 5,7 2 1,1 1,3 -0,4 2,2 3,8 1,9 0,7 2,7 2 Incidenza % del valore aggiunto dell’agricoltura sul PIL, 2011 Totale Regioni e ripartizioni 1,9 1,7 1,4 0,9 2,3 2 1,1 2,9 1,6 1,7 2 1 0,4 2,4 -0,8 2,1 3,8 0,6 0,1 1,2 1,6 Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Campania Abruzzo Molise Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Mezzogiorno Centro Nord Italia VA agricolo/PIL 1,3% 1,0% 0,9% 3,2% 1,7% 1,2% 1,1% 2,1% 1,7% 2,0% 1,4% 0,9% 2,3% 2,1% 4,0% 3,2% 4,8% 3,6% 3,3% 2,7% 2,9% 1,3% 1,4% 1,8% Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 15 OCCUPAZIONE Un indicatore importante dell’economia regionale e nazionale è il numero complessivo degli occupati che nel 2011 in Campania risulta pari a 1.611.900 espressi in unità di lavoro (UL). Rispetto al 2010, nel complesso, si riscontra una diminuzione dell’1,2%; in particolare, il calo si è registrato nei settori dell’agricoltura e dell’industria rispettivamente del 5,2% e del 4,6%, mentre nel settore dei servizi si è registrato un lieve incremento dello 0,1%. L’incidenza del settore agricolo sul totale regionale è del 5,7%, mentre il peso percentuale dell’industria e dei servizi è, rispettivamente, del 19% e del 75,3%. In termini di occupati agricoli, la Campania rappresenta il 7,3% del corrispondente valore nazionale e il 14,7% di quello relativo al Mezzogiorno, facendo registrare una diminuzione del 16 Ripartizione del lavoro per settori di attività economica, 2011 5,7% 19,0% 75,3% Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 7,5% rispetto all’anno precedente, in controtendenza con l’incremento rilevato nel 2010 (+1,5%). Alla riduzione ha contribuito sia il lavoro dipendente, diminuito del 9%, sia quello indipendente (-6,1%). Il lavoro femminile in- cide in Campania per il 40,3% (45,2% dipendenti e 35,5% indipendenti), rispetto al 30,7% nelle regioni del Mezzogiorno, mentre il dato nazionale si attesta intorno al 29,1%. L’incidenza del lavoro dipendente sul totale degli occupati del settore agricolo regionale è del 50% (63,8% nel Mezzogiorno e 48,5 in Italia). Il rapporto tra occupati agricoli e totali, in Campania, è pari al 4,4%, valore più basso rispetto a quello registrato nel 2010, che era pari al 4,6%. Tale valore, risulta essere fortemente sbilanciato, a livello territoriale; difatti l’incidenza degli occupati nel settore primario sul totale dell’economia presenta un rapporto molto elevato nel Mezzogiorno (7,5%) rispetto al valore nazionale (3,9%) e alle circoscrizioni del Centro e del Nord (2,4% e 2,7% rispettivamente). Occupati in agricoltura per sesso e posizione professionale, 2011 Occupati Indipendenti 000 unità Campania Mezzogiorno Italia 31 153 438 % donne 35,5 24,8 26,9 Occupati Dipendenti 000 unità 31 270 413 % donne Incidenza % degli occupati in agricoltura* sul totale occupati, 2011 TOTALE AGRICOLTURA 45,2 34,1 31,5 62 423 851 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Dotazione di lavoro agricolo (ULA/100 ha di SAU), 2011 12,28 Campania Mezzogiorno 6,84 Italia 6,62 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT % donne 40,3 30,7 29,1 Regioni e ripartizioni Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Mezzogiorno Centro Nord Italia Occupati 3,6% 4,0% 1,5% 4,7% 3,1% 2,8% 2,5% 3,3% 2,7% 2,8% 3,6% 1,8% 6,8% 9,5% 4,4% 8,7% 9,2% 13,6% 7,6% 6,3% 7,5% 2,4% 2,7% 3,9% * Inclusa silvicoltura, caccia e pesca Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 17 IMPIEGO DEGLI IMMIGRATI IN AGRICOLTURA In Campania al 31 dicembre 2011 sono residenti circa 152.000 stranieri di cui il 58% donne, -7,5% rispetto all’anno precedente. Le presenze sono distribuite maggiormente nelle province di Napoli e Salerno che da sole ospitano il 70% degli stranieri residenti. La comunità più numerosa in regione è quella ucraina (22,8%) seguita dalla comunità romena (17,8%) e marocchina (8,1%). I cittadini non comunitari regolarmente presenti provengono per il 41% dall’Europa, per il 23% dall’Africa e per il 25% dall’Asia. Gli immigrati occupati netti (cioè quei lavoratori che, conteggiati una sola volta, nell’anno solare di riferimento hanno lavorato almeno un giorno) sono stati 127.612 (+17.867 unità rispetto al 2010, con un incremento del 14,0%), rappresentando il 9,2% del 1 2 18 totale regionale1. Il 62,3% degli occupati sono lavoratori extracomunitari e il restante 37,7% comunitari e per la maggior parte (63,9%) si tratta di manodopera europea. Il lavoro svolto dagli stranieri residenti riguarda principalmente il settore dei servizi per il 55,6%, soprattutto servizi alle persone, per il 27,4% nell’industria e per il 13,4% in agricoltura. Il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura ha rilevato in Campania circa 75.000 unità di manodopera aziendale non familiare, di cui il 76% operante in forma saltuaria ed un 4,5% non assunti direttamente dall’azienda. Salerno occupa il primo posto tra le province con maggior manodopera aziendale non familiare (il 44%), seguita da Caserta con il 24%. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono, per i cittadini comunitari, Ro- Dossier Caritas Migrantes 2012. Dati INPS. Sono esclusi dal conteggio i figli di cittadini italiani nati all’estero. mania e Bulgaria; per gli extracomunitari Marocco (ed in genere Africa settentrionale), Ucraina, Albania, India con una età media di 37 anni. Le zone dove esiste la più alta concentrazione di manodopera (stagionale e non) sono l’Alto casertano e il Litorale Domitio, in provincia di Caserta, la Piana del Sele e l’Agro nocerinosarnese in provincia di Salerno, oltre l’area del giuglianese nel napoletano e l’area tra Maddaloni (CE) e Acerra (NA). Il lavoro a tempo determinato in agricoltura fa registrare la presenza di circa 14.600 stranieri2 - un lavoratore su sei - che rappresenta il 19% circa sul totale (77.000 circa), di cui il 38% sono donne. Gli stranieri comunitari rappresentano il 54% del totale (in maniera quasi paritaria di genere), mentre tra i cittadini extracomunitari Operai a tempo determinato in agricoltura per provincia, 2011 (valori assoluti) Operai TD Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania 6.410 4.143 15.632 19.042 31.808 77.035 STRANIERI* Comunitari Maschi Femmine Maschi Extracomunitari Femmine Totale stranieri 298 286 1.379 286 1.500 3.749 158 72 1.007 273 2.454 3.964 75 114 1.754 496 2.688 5.127 57 24 320 182 887 1.470 592 496 4.460 1237 7.529 14.624 * Non sono conteggiati i figli di italiani nati all'estero Fonte: elaborazioni su dati INPS Operai a tempo determinato in agricoltura per provincia, 2011 (valori assoluti) LAVORATORI STRANIERI IN AGRICOLTURA 1 - 50 51-100 101-500 501-1.000 1001-2.500 c’è una netta prevalenza di presenze maschili (78%). Nell’area di Caserta le comunità presenti in maniera stanziale di origine africana e romena, ospitano spesso i propri connazionali che invece si spostano da una regione all’altra durante l’anno (soprattutto verso Calabria e Puglia). Nel salernitano, dove è presente il numero maggiore di lavoratori stranieri regolarizzati, invece vi sono comunità maggiormente stanziali che lavorano per buona parte dell’anno in loco3. L’utilizzo prevalente degli stranieri avviene nelle province di Caserta e Salerno per la raccolta di produzioni orticole e frutticole e per le fasi di potatura delle coltivazioni legnose, olivicole e viticole ed in zootecnia dove 3 Inea. PON sicurezza per lo sviluppo 2007-2013, obiettivo operativo 2.1 Progetto Immigrati in agricoltura nelle Regioni Italiane obiettivo convergenza. 19 lavoratori indiani e pakistani vengono impiegati per la cura delle bufale. Nella provincia di Napoli, il lavoro dei migranti viene utilizzato soprattutto nelle zone di coltivazione del pomodoro (Agro Acerrano-Nolano). Tra Avellino e Benevento un esiguo numero di stranieri lavora in agricoltura: romeni e albanesi trovano occupazione durante la vendemmia e nelle coltivazioni industriali, i migranti in- 4 20 diani negli allevamenti bovini. Sempre marcata la relazione tra lavoro straniero regolare e irregolare che, in alcune zone (Casertano e Piana del Sele), supera il rapporto di 1. In queste i lavoratori irregolari guadagnano mediamente il 40% in meno rispetto al salario medio giornaliero, oltre a dover versare parte del proprio guadagno al caporale. Secondo quanto riportato dal Rapporto FLAI CGIL4, le province dove è più marcato lo sfruttamento lavorativo degli stranieri sono Napoli, in primis, dove alla presenza del fenomeno del caporalato deve aggiungersi quello delle truffe ai danni dei lavoratori per salari non pagati; Caserta e Salerno dove esiste comunque il fenomeno del caporalato e dell’intermediazione illecita, quasi sempre non denunciati. Agromafie e caporalato. Primo Rapporto – A cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto. Anno 2012. PRODUTTIVITÀ Il valore aggiunto agricolo ai prezzi di base, per unità di lavoro è pari, nel 2011, al 56,3% di quello dell’industria (incluse le costruzioni) e al 43,2% di quello dei servizi (inclusa pubblica amministrazione, istruzione, sanità e altri servizi pubblici e sociali). Nel confronto con il 2010, in agricoltura si è verificato un aumento della produttività (+15,91%), in corrispondenza della riduzione del numero degli occupati ed un incremento del valore aggiunto. Valore aggiunto ai prezzi di base per UL per settore (euro)* 60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0 Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria Servizi *Valori concatenati – anno di riferimento 2000– esprimono la dinamica reale (in quantità) dell’aggregato economico Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 21 STRUTTURE DELLE AZIENDE AGRICOLE 23 AZIENDE AGRICOLE I dati definitivi del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura, mostrano, per la Campania, una tendenza coerente con il contesto nazionale: se da una parte si assiste ad una contrazione del numero di aziende rispetto al 2000, dall’altra si assiste ad un aumento della dimensione media aziendale. Entrando nel dettaglio, nel 2010, risultano attive 136.872 aziende (l’8% del dato nazionale). In dieci anni si rileva una riduzione di 97.463 aziende in termini assoluti, e del 41,6% in termini percentuali. Tale valore risulta superiore al dato del Mezzogiorno, che registra una variazione negativa del 29,9%, e dell’Italia (32,4%). La Superficie Agricola Totale (SAT), con 722.245 ha (53% circa della superficie territoriale regionale), diminuisce, nel periodo 2000-2010, del 13,8%, riduzione più marcata rispetto ai dati dell’Italia (-9%) e del Mezzogiorno (-3,8%). La Superficie Agricola Utilizzata campana, nel 2010, è di 549.270 ettari pari al 41% della superficie terri24 Aziende agricole, Superficie Agricola Utilizzata e Superficie Agricola Totale, 2010 AZIENDE 2010 Var. (%) 2010/00 Province Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Mezzogiorno Italia 25.862 24.259 23.692 14.311 48.748 136.872 971.770 1.620.884 -43,9 -22,8 -36,8 -65,9 -37,0 -41,6 -29,9 -32,4 SAT 2010 Var. (%) 2010/00 150.585 129.486 130.388 26.092 285.874 722.425 7.446.750 17.081.099 -19,8 -6,0 -9,6 -37,4 -12,4 -13,7 -3,8 -9,0 SAU (ha) 2010 Var. (%) 124.617 108.420 107.360 23.089 185.784 549.270 6.095.560 12.856.048 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Dimensione media aziendale per provincia (ettari), 2010 4,82 4,47 4,53 3,81 1,61 Avellino Benevento Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Caserta Salerno Napoli -10, -3,1 0,5 -33,9 -3,5 -6,3 3,8 -2,5 Distribuzione % delle aziende campane per provincia, 2010 Distribuzione % della SAU per provincia, 2010 22,7% 18,9% 33,8% 35,6% 17,7% 19,7% 4,2% 10,5% 17,3% Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno 19,5% Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Fonte: elaborazioni su dati ISTAT toriale regionale, rappresenta il 4,3% della SAU italiana e il 15,5% della SAU del Mezzogiorno. Si nota una diminuzione della SAU regionale del 6,3% (36.727 ettari) contro un aumento del 3,8% nel Mezzogiorno; il dato Italia, invece, vede una contrazione della propria SAU del 2,5%. I dati indicano una diminuzione della SAU di entità minore rispetto alla contrazione del numero di aziende, ciò si spiega con una tendenza ad accorpare i terreni e, dunque, a riorganizzare l’intero settore. Uno dei dati più significativi che emerge dall’ultimo censimento, infatti, è proprio quello che riguarda la SAU media aziendale, che è aumentata di 1,5 ettari, passando da 2,5 nel 2000 a 4 nel 2010. La superficie media delle aziende, varia nelle diverse province: ad Avellino è pari a 4,82 ettari, seguita da Benevento con 4,47 ettari, Caserta con 4,53, Salerno 3,81, Napoli, la provincia con il maggiore livello di polverizzazione, ha una SAU media di 1,61. Riguardo il numero di aziende, rispetto al 2000, si rileva che ciascuna provincia è stata interessata da una diminuzione significativa delle aziende: Napoli -65,9%, seguita da Avellino -43,9%, Salerno -37%, Caserta -36,8% ed infine Benevento con una variazione pari a -22,8%. Salerno, così come per il dato relativo al numero di aziende, è la provincia con la SAU più elevata con i suoi 185.784 ettari (pari al 34% della SAU regionale). Segue Avellino che, con i suoi 124.617 ettari, rappresenta il 22,7% del totale regionale; Benevento con 108.420 occupa il 19,7% della SAU regionale. A Caserta, con 107.360 ettari, spetta il 19,5% della SAU campana, alla provincia di Napoli, con 23.089 ettari, il 4,2%. 25 TITOLO DI POSSESSO DEI TERRENI Se si considerala la distribuzione delle aziende per titolo di possesso dei terreni, si nota che, nel 71% dei casi, si tratta di terreni di proprietà su una SAU che rappresenta il 49% di quella regionale. La forma mista proprietà e affitto, adottata dall’11% circa delle aziende, svolge la propria attività su una SAU che rappresenta il 24% del totale, la forma in proprietà, affitto e uso gratuito sul totale 5% della SAU. Le aziende che lavorano i terreni in affitto, nel periodo intercensuario sono diminuite del 5,8% e svolgono la loro attività sull’11% della SAU. La struttura fondiaria è molto più flessibile rispetto al passato, infatti, sono più frequenti le forme diversificate di possesso dei terreni, con l’uso di superfici in affitto o gestite a titolo gratuito. Tale flessibilità risulta più evidente dall’analisi dei dati provinciali. La forma mista proprietà, affitto e uso gratuito, rispetto al 2000, ha registrato un forte incremento a livello regionale 26 Numero di aziende per titolo di possesso dei terreni, 2010 Province Proprietà 2010 Var. (%) 2010/00 Avellino 17.862 Benevento 16.354 Caserta 14.774 Napoli 9.391 Salerno 39.267 Campania 97.648 Mezzogiorno 758.195 Italia 1.187.667 Province Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Mezzogiorno Italia -52,4 -33,7 -52,0 -72,2 -43,3 -50,2 -39,0 -42,3 Proprietà e affitto 2010 Var. (%) 2010/00 3.091 3.172 3.951 1.700 2.532 14.446 58.953 158.217 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT -3,3 28,0 44,1 -25,0 25,2 13,7 30,2 7,6 Affitto 2010 Var. (%) 2010/00 1.602 1.631 2.810 2.069 1.736 9.848 37.695 76.754 34,1 219,8 30,6 -55,9 -9,0 -5,8 47,4 32,5 Proprietà e uso gratuito 2010 Var. (%) 2010/00 1.293 1.225 858 438 2.694 6.508 57.431 90.766 -47,7 -47,4 -12,6 -6,2 1,9 -26,8 29,5 11,1 Uso gratuito 2010 Var. (%) 2010/00 Senza terreno 2010 Var. (%) 2010/00 729 677 579 443 1.758 4.186 38.883 60.902 25 4 5 4 21 59 999 1.656 -36,9 -15,5 12,2 -27,4 31,3 -5,3 90,6 88,6 92,3 33,3 -61,5 -50,0 0,0 1,7 -18,0 -23,9 Affitto e gratuito 2010 Var. (%) 2010/00 Proprietà, affitto e uso gratuito 2010 Var. (%) 2010/00 88 100 144 61 107 500 2.993 6.553 1.172 1.096 571 205 633 3.677 16.621 38.369 -12,0 -12,3 69,4 29,8 27,4 16,3 111,4 93,8 162,2 112,0 156,1 241,7 253,6 157,9 217,3 172,9 (+157,9%), tendenza affermata in tutte le province campane, che presentano una variazione percentuale positiva: Salerno (+253,6%), Napoli (241,7%), Avellino (162,2%), Caserta (+156,1%) e Benevento (112%). Distribuzione % della SAU per titoli di possesso dei terreni, 2010 1,0% 5,3% 6,9% solo proprietà 49,1% solo affitto solo uso gratuito proprietà e affitto proprietà e uso gratuito 24,2% affitto e uso gratuito proprietà,affitto e uso gratuito 2,5% 11,0% Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 27 FORMA DI CONDUZIONE Analizzando la distribuzione delle aziende per forma di conduzione, si nota che prevale la conduzione diretta dell’azienda (97,2% sul totale delle aziende rilevate, 95,4% il dato Italia), con un incremento di un punto percentuale rispetto al 2000. Diminuisce la percentuale del numero di aziende che adottano la conduzione con salariati e passa dal 3,6% del 2000 al 2,4% del 2010. In termini di SAU, invece, è evidente un significativo aumento per le aziende con altra forma di conduzione che passa, infatti, dallo 0,2% del 2000 all’8,3% del 2010 con una variazione percentuale positiva molto elevata. I dati evidenziano che prevale, in tutte e 5 le province, la forma di conduzione 28 Numero di aziende per forma di conduzione, 2010 Conduzione diretta 2010 Var. (%) 2010/00 Province Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Mezzogiorno Italia 25.256 23.841 23.048 13.735 47.224 133.104 937.470 1.546.507 -44,3 -22,9 -34,5 -66,6 -35,2 -41,0 -29,3 -31,8 Conduzione con salariati 2010 Var. (%) 2010/00 523 314 582 550 1.357 3.326 30.654 66.490 -28,6 -28,6 -74,0 -34,7 -69,7 -61,9 -48,0 -46,9 Altra forma di conduzione 2010 Var. (%) 2010/00 83 104 62 26 167 442 3.646 7.887 130,6 271,4 77,1 188,9 165,1 158,5 246,6 293,8 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT diretta con Salerno al primo posto, seguita da Avellino, Benevento, Caserta e Napoli. Inoltre, si registra, rispetto al 2000, una riduzione sia per la forma di conduzione diretta, sia per la forma di conduzione con salariati. L’altra forma di conduzione aumenta, invece, con una variazione positiva, sia per quanto attiene al numero di aziende che per la SAU. Distribuzione della SAU per forma di conduzione, 2010 Province Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Mezzogiorno Italia Conduzione diretta 2010 Var. (%) 2010/00 117.536 100.925 91.751 20.553 134.860 465.625 5.211.525 10.643.693 -10,5 -4,4 9,5 -38,9 2,5 -4,1 5,4 -0,5 Conduzione con salariati 2010 Var. (%) 2010/00 4.684 2.567 11.694 2.412 16.640 37.997 557.656 1.494.532 -43,0 -57,9 -48,8 92,1 -72,5 -61,6 -39,1 -39,3 Altra forma di conduzione 2010 Var. (%) 2010/00 2.397 4.928 3.914 123 34.285 45.648 326.380 717.822 603,4 1.857,6 1.510,2 286,5 9.814,9 3.662,4 3.455,1 3.534,1 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 29 COLTIVAZIONI I dati riguardanti l’utilizzazione dei terreni mostrano che, rispetto al 2000, i seminativi sono ancora il gruppo di coltivazioni preminente con il 48,8% (53% nel 2000) della SAU regionale, seguono le legnose agrarie con il 28,7% della SAU e i prati permanenti e pascoli con il 21,3%. I cereali sono coltivati su 98.516 ettari, superficie cospicua, ma comunque decrescente rispetto al 2000 (-30,2%). Si evidenzia come la Campania si discosti dalla tendenza del Mezzogiorno e dell’Italia che registrano una diminuzione meno importante, rispettivamente -0,17% e -0,11%. Le piante industriali, con 9.307 ettari, sono il gruppo di coltivazioni con la diminuzione percentuale più incisiva (32,1%) ed una riduzione, in termini assoluti, di 4.404 ettari. Benevento ha il 40,5% della SAU dedicata alle piante industriali, segue Caserta con il 35,8%. Gli ettari coltivati a patate e ortaggi sono 21.154 (4.6% della SAU regionale) e, in dieci anni, hanno subito una incisiva 30 Superficie agricola utilizzata per principali coltivazioni, 2010 Cereali Patate e ortive Piante industriali Foraggere avvicendate Terreni a riposo Vite Olivo Agrumi e fruttiferi Prati permanenti e pascoli SAU Totale Campania Var. (%) 2010/00 Mezzogiorno Var. (%) 2010/00 Italia Var. (%) 2010/00 98.516,73 25.154,65 9.307,64 99.712,08 14.791,58 23.281,44 72.623,30 60.684,56 -30,2 -20,5 -32,1 24,6 -22,1 -20,4 -0,8 -16,8 1.364.254,73 177.216,43 29.765,27 769.093,35 333.765,38 317.269,88 896.133,25 316.389,14 -0,2 0,1 -0,5 0,3 0,1 -0,1 0,1 -0,1 3.619.477,31 326.796,54 342.794,17 1.917.849,51 547.722,61 664.296,18 1.123.329,69 553.224,86 -0,1 0,1 -0,3 0,3 -0,04 -0,1 0,1 -0,1 116.762,17 534.828,15 3,2 -6,2 1.752.387,04 5.956.274,47 0,2 0,03 3.434.073,04 12.529.563,91 0,01 -0,02 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT diminuzione (-20,5%). Salerno (43,6%), Caserta (31,0%) e Napoli (20,7%) sono le province che si dedicano principalmente a queste coltivazioni. L’80,7% delle aziende campane, con dimensione media di 1,4 ettari (1 ettaro nel 2000), coltiva legnose agrarie (vite, olivo, agrumi e fruttiferi). Le legnose, restano dunque, le coltivazioni più diffuse tra le aziende campane. Le superficie investita a vite, che nel 2010 è pari a 23.281 ettari (4,2% della SAU regionale), in dieci anni, ha subito una diminuzione di 5.983 ettari (-20,4%). Il 45,2% della SAU regionale investita a vite è situata a Benevento, segue la provincia di Avellino con il 24,6%. Tra le specie arboree l’olivo occupa la maggiore superficie (13,2% della SAU regionale), con una variazione non molto significativa (0,8%) e, il 58,48% di SAU destinata alla coltivazione di olivo, si trova in SAU per principali coltivazioni, 2010 Coltivazioni Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Cereali per la produzione di granella Patate e ortive Piante industriali Foraggere avvicendate Terreni a riposo Vite Olivo Agrumi e fruttiferi Prati permanenti e pascoli SAU Totale 48.118 682 1.255 23.809 4.269 5.734 7.562 14.094 13.091 118.615 35.928 496 3.769 25.296 3.601 10.527 12.015 1.452 12.289 105.374 13. 994 7.810 3.329 31.615 3.572 2.076 8.831 21.068 13.831 92.133 604 5.205 699 602 519 1.619 1.745 10.709 354 22.056 13.866 10.962 255 18.390 2.830 3.325 42.470 13.361 77.198 182.655 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT provincia di Salerno. La superficie coltivata ad agrumi e frutta è di 60.684 ettari, l’11% della SAU regionale. In confronto ai 76.055 ettari del 2000, si evidenzia una diminuzione del 20,2%. Caserta è la provincia con la maggiore percentuale di SAU destinata a questi due tipi di coltivazione (34,7%), seguono Avellino, Salerno, Napoli e Benevento con il 23,2%, 22,0%, 17,6% e 2,4% del totale di SAU investito ad agrumi e frutta. Nel decennio 2000-2010, per i prati permanenti e pascoli si registra una variazione percentuale positiva (+3%); il 64,5% della SAU destinata a questo tipo di utilizzazione, è in provincia di Salerno. Resta, invece, quasi invariata la superficie in Italia (+0,01%) e nel Mezzogiorno (+0,03%). I terreni a riposo, comprendenti i terreni soggetti a regime di aiuto (4.541 ettari) e terreni a riposo non soggetti a regime di aiuto (10.250 ettari), rappresentano il 2,7% della SAU cam- pana, e, dal 2000 al 2010, sono diminuiti del 22,1%, mentre aumentano gli ettari destinati alla coltivazione di foraggere (+24,6%). Analizzando la distribuzione dei principali gruppi di coltivazioni per ogni provincia è possibile ragionare sulle diverse vocazioni. I dati mostrano che la provincia di Caserta ha una forte vocazione per la coltivazione di agrumi e fruttiferi e per la produzione di foraggere; la presenza di foraggere è, probabilmente, legata alla elevata consistenza zootecnica, peculiarità di questa provincia. Benevento ha una specializzazione per la produzione di cereali, ma è evidente la sua propensione per le legnose agrarie quali vite e olivo. Tra le diverse coltivazioni, Napoli dedica gran parte della SAU ad agrumi e fruttiferi. Anche Avellino investe una parte consistente della propria SAU ad agrumi e frutta, ma è la coltivazione di cereali la più diffusa. Per quanto concerne Salerno, si evidenzia una forte specializzazione nella coltivazione di olivo. 31 ALLEVAMENTI In Campania, le aziende con allevamenti sono 14.7055, il 10,7% del totale delle aziende agricole. La zootecnia campana incide per il 6,8 % sul comparto zootecnico italiano e per 16,8% su quello del Mezzogiorno. Dal confronto con il 2000, emerge una forte contrazione della consistenza aziendale (-61,4%), a fronte di un incremento del numero medio di animali. La aziende bovine sono 9.333 e rappresentano il 63,5% delle aziende zootecniche campane, il 21,2% delle aziende bovine del Mezzogiorno ed il 7,5% di quelle italiane. In Regione si allevano 182.630 capi bovini, il 14,7% dei capi censiti nel Mezzogiorno ed il 3,3% di quelli censiti in Italia. Dal 2000 al 2010 la Campania assiste ad una contrazione, sia del numero di capi (-14%) sia del numero di aziende 5 (-39,2%). Salerno, Benevento e Caserta restano le province con il più alto numero di capi. Le aziende con allevamenti bufalini sono 1.409 (+8,6% rispetto al 2000) e contano 261.506 capi in totale. In dieci anni il numero di capi è praticamente raddoppiato (+100%). Difatti la Campania ha un peso determinante sull’intero territorio italiano: il 72,6% dei capi e il 57,9% delle aziende. Se si pensa che il 94,6% dei capi bufalini del Mezzogiorno è allevato in Campania, si comprende che si tratta di un comparto di rilevanza strategica, sia per l’agricoltura sia per l’intera economia della regione. Le province con maggiore vocazione bufalina sono Caserta e Salerno. L’allevamento di equini conta 1.329 aziende per un totale di 6.265 capi. Rispetto al 2000, la consistenza azien- dale si è ridotta del 39%; nel contempo, si è registrato un aumento del numero di capi (+26%). È dunque confermata la tendenza generale di crescita della dimensione media aziendale. Napoli è la provincia con l’incremento del numero di capi più elevato: +359,8%. L’allevamento suinicolo, con 1.844 aziende e 87.705 capi, rappresenta il 7% delle aziende suinicole italiane ed il 13,8% delle suinicole del Mezzogiorno. Dal 2000 al 2010 il numero di aziende è diminuito del 93,1%, mentre è del 35,7% la riduzione del numero di capi. Benevento e Salerno sono le province più rappresentative, per numero di capi. Le aziende di ovini e caprini sono, rispettivamente, 3.161 e 1.451, esse incidono sul comparto zootecnico campano per il 21,5% e per il 9,9%. I Si considerano le voci (bovini, bufalini, equini, ovini, caprini, suini, avicoli, struzzi e conigli) e la voce allevamenti di api e altri allevamenti. Senza la voce api e altri allevamenti il valore è di 14.324. 32 Distribuzione provinciale delle aziende con allevamenti, per specie di bestiame, 2010 Conigli Avicoli Suini Caprini Ovini Equini Bufalini Bovini Avellino Benevento Caserta Salerno Napoli Fonte: elaborazioni su dati ISTAT dati del 2010 evidenziano, per gli allevamenti di ovini, una contrazione del 19,7% dei capi e del 60,4% delle aziende. Tendenza analoga, quella delle aziende caprine che vedono una diminuzione del 23% nel numero di capi e del 64% nelle aziende. Per quanto riguarda i caprini, nonostante la variazione negativa a livello regionale, si rileva un aumento del numero di capi del 164,8% in provincia di Napoli. Anche gli allevamenti avicoli rivestono un importante ruolo nella zootecnia regionale rappresentandone il 10,4%, ma, dal confronto con il 2000, si nota una forte diminuzione delle aziende (-94,5%) ed una riduzione del numero dei capi (-27,7%). L’incidenza sul Mezzogiorno è del 16,9 %, è, invece, del 6,4 % il contributo al totale degli allevamenti avicoli presenti in Italia. Napoli e Benevento sono le province con il maggior numero di capi; si sottolinea però che, mentre Napoli ha assistito ad una riduzione del 48% nel numero di capi, Benevento ha registrato, in dieci anni, un incremento del 34,9%. L’allevamento di conigli, con 673 aziende e 369.305 capi, rappresenta il 4,6% del totale degli allevamenti in Campania e, dal 2000 al 2010, ha subito un diminuzione, sia come numero di aziende (-94,5 %) che come numero di capi (-35,6%). Benevento e Avellino sono le province con il numero di capi più elevato. 33 Numero di aziende con allevamenti per specie, 2010 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Mezzogiorno Italia Bovini Bufalini Ovini Caprini Suini Avicoli Conigli Equini Totale 1.553 2.479 1.620 803 2.878 9.333 44.002 124.210 15 16 940 15 423 1.409 1.562 2.435 760 1.081 296 50 974 3.161 35.608 51.096 162 168 100 70 951 1.451 13.154 22.759 443 512 98 341 450 1.844 13.405 26.197 310 334 98 232 562 1.536 9.106 23.953 167 174 37 112 183 673 3.031 9.346 174 236 264 182 473 1.329 13.643 45.363 3.584 5.000 3.453 1.805 6.894 20.736 133.511 305.359 Bovini Bufalini Ovini Caprini Suini Avicoli Conigli Equini Totale 26.991 48.453 43.348 7.788 56.050 182.630 1.241.962 5.592.700 792 1.611 172.353 2.321 84.429 261.506 276.393 360.291 34.501 46.968 39.287 3.606 56.992 181.354 5.024.454 6.782.179 2.272 4.011 3.377 1.883 24.508 36.051 659.149 861.942 8.683 40.593 4.856 6.143 25.430 85.705 599.667 9.331.314 230.430 1.237.850 399.007 1.342.790 590.608 3.800.685 26.833.795 167.512.019 85.618 192.915 38.718 20.957 31.097 369.305 1.217.935 7.194.099 562 801 1.790 1.122 1.990 6.265 70.554 219.159 389.849 1.573.202 702.736 1.386.610 871.104 4.923.501 35.923.909 197.853.703 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Numero di capi per specie, 2010 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Mezzogiorno Italia Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 34 LAVORO Come per il numero di aziende, anche per la manodopera aziendale, dal 2000 al 2010, si assiste ad una importante diminuzione. Nel 2010 le giornate standard lavorate (le giornate di lavoro sono riportate a giornate standard di 8 ore) nelle aziende agricole sono state pari a 19.492.698, con una diminuzione del 38,1% rispetto al 2000. Anche il dato Italia conferma questa tendenza con un calo del 23,4%, così come si rileva per il Mezzogiorno la cui diminuzione è del 23,0%. A risentirne è stata soprattutto la manodopera familiare con una diminuzione del 43,8% delle giornate di lavoro prestate, così come avviene per l’Italia, interessata da un decremento del 28% e per il Mezzogiorno (-27,6%). La categoria altri familiari e parenti del conduttore che lavorano in azienda ha avuto una riduzione del 53,9% delle giornate di lavoro. Diminuzione registrata anche nel Mezzogiorno e in Giornate di lavoro per categoria di manodopera aziendale, 2010 Province altra manodopera TD Avellino 203.769 Benevento 198.978 Caserta 945.953 Napoli 607.575 Salerno 1.748.068 Campania 3.704.343 Mezzogiorno 25.051.288 Italia 37.578.279 altra manodopera TI conduttore familiari e parenti del conduttore 42.394 1.526.723 30.067 2.067.937 146.006 2.220.393 76.127 1.342.264 164.762 3.186.206 459.356 10.343.523 2.379.229 59.411.583 12.322.806 131.516.387 217.457 364.784 387.687 340.056 584.253 1.894.237 12.603.941 37.161.304 coniuge Totale 2010 449.379 2.439.722 692.031 3.353.797 580.019 4.280.058 317.010 2.683.032 1.052.800 6.736.089 3.091.239 19.492.698 14.909.896 114.355.937 32.227.264 250.806.040 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Italia: rispettivamente -36,9% e 31,6%; la categoria coniuge è diminuita del 54% in Campania, del 38,6% nel Mezzogiorno e del 38,9% in Italia. I conduttori hanno ridotto il numero di giornate di lavoro, una riduzione, rispetto al censimento precedente, del 37,1% in Campania, del 21,7% nel Mezzogiorno e del 23,5% in Italia. Un’analisi della categoria altra manodopera fa comprendere come il set- tore stia pian piano evolvendosi, l’altra manodopera aziendale a tempo indeterminato, infatti, aumenta in maniera significativa. Il numero di giornate di lavoro prestate da salariati a tempo indeterminato cresce del 46,8%. Diversamente accade nel Mezzogiorno e in Italia in cui, tale categoria, subisce una diminuzione, rispettivamente, del 7% e del 3,7%. Questo dato induce a pensare che, 35 pur mantenendo una struttura tradizionale con il 79% delle giornate lavorative prestate dal conduttore e dai suoi familiari, c’è una interessante propensione alla ristrutturazione dell’assetto aziendale. Per la categoria altra manodopera aziendale a tempo determinato, si nota una tendenza op- Distribuzione % delle giornate di lavoro prestate dalle singole categorie di manodopera, 2010 19,0% 15,9% Altra manodopera TD 2,4% 9,7% Altra manodopera TI Conduttore Familiari Coniuge che lavora in azienda 53,1% Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 36 posta: aumentano le giornate di lavoro prestate in Italia, +6,3%, mentre diminuiscono, sia in Campania (-5,3%) sia nel Mezzogiorno (-2,7%). MANUTENZIONE E PRESIDIO DEL TERRITORIO Una novità del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura è la rilevazione delle aziende impegnate nella realizzazione di interventi utili alla salvaguardia e manutenzione del territorio e del paesaggio. Le aziende che in Campania hanno effettuato almeno una delle azioni di tutela del paesaggio sono 26.843, il 19,6% del totale. In tal senso la Campania ha una incidenza percentuale superiore, sia al Mezzogiorno (3,9% delle aziende) sia alla media nazionale del 17,2%. Per quanto riguarda la SAU, la Campania svolge queste attività sul 23,7% della SAU totale, in linea con il Mezzogiorno (17,8%) e, soprattutto, in linea con l’Italia (22,8%). La distribuzione delle aziende impegnate in queste attività, su base territoriale, evidenzia che Salerno incide al 38%, segue Caserta con il 25%, Benevento con il 17%, Napoli con il 12% e Avellino con l’8%. Superficie e aziende che hanno effettuato manutenzione e/o realizzazione di almeno un tipo di elemento lineare del paesaggio, 2010 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Mezzogiorno Italia Aziende SAU 2.209 4.650 6.574 3.347 10.063 26.843 36.906 278.507 13.767,86 25.057,35 36.422,14 5.280,20 49.615,49 130.143,04 1.083.029,68 2.932.749,30 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Distribuzione % delle aziende campane per provincia, 2010 8,2% 17,3% 37,5% 24,5% 12,5% Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 37 STIMA DELLA PLV REGIONALE PER OTE E PER PROVINCIA Le stime “ufficiali” del valore della produzione agricola sono generalmente riferite agli ambiti regionali, mentre è avvertita l’esigenza di disporre di una siffatta informazione anche a livelli sub-regionali. La presente nota rappresenta un contributo in questo senso, costituito dalla ripartizione della PLV regionale per Orientamento Tecnico Economico (OTE) delle aziende e per provincia. Le stime sono state effettuate sulla base delle classificazione ISTAT delle aziende censite nel 2010 e di indicatori sulla PLV elaborati sulla scorta dei dati della Rete Contabile Agricola curata dall’INEA. La ripartizione territoriale evidenzia come la prima provincia della Campania per valore della produzione agricola (PLV) sia Salerno, che da sola costituisce il 35% del dato regionale. Segue la provincia di Caserta con il 23% e, quindi, quelle di Avellino e Benevento, che rappresentano rispettivamente il 19% ed il 18% dell’agricoltura 38 campana. La provincia di Napoli chiude con un contributo inferiore al 6%. A livello regionale le aziende con orientamento produttivo caratterizzato dalla prevalenza di seminativi contribuiscono alla formazione della PLV regionale in misura del 26%. Presenti in quote rilevanti in tutte le province, prevalgono in quelle di Avellino e Benevento, dove Ripartizione della PLV regionale per provincia 18,67% 35,02% 17,76% 5,74% 22,80% Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: elaborazioni su dati RICA raggiungono oltre 1/3 del valore complessivo. L’OTE ortofloricolo si colloca all’11%, valore ottenuto per la quasi totalità sotto serra. La provincia che fornisce il contributo maggiore è Salerno, seguita da Caserta e Napoli, tuttavia, è proprio in quest’ultima che si registra la maggiore concentrazione provinciale (30%, con il 26% sotto serra). Le aziende specializzate in colture permanenti (olivo, vite, fruttiferi) contribuiscono complessivamente per il 23% alla PLV della Campania. La quota maggiore è legata alle produzioni di frutta ed agrumi, OTE ben presente in tutte le province ad esclusione di Benevento. In questo comparto la prima provincia è quella di Caserta, seguita da Avellino, il cui valore è in buona parte da attribuire alla produzione corilicola. Le aziende specializzate nella produzione vitivinicola forniscono un contributo alla PLV regionale che sfiora Ripartizione della PLV regionale per provincia e orientamento tecnico economico delle aziende (Importo in milioni di euro; valori percentuali per provincia) Orientamento Tecnico Economico Cereali oleaginose e proteaginose Altri seminativi Ortofloricoltura di serra Ortofloricoltura all'aperto Altri tipi di ortofloricoltura Viticoltura Frutticoltura e agrumicoltura Olivicoltura Combinazioni di colture permanenti Bovine specializzate - orientamento latte Bovine specializzate - orientamento ingrasso Bovine - latte, allevamento e ingrasso Ovini, caprini ed altri erbivori Granivori Policoltura Poliallevamento Miste (colture -allevamento) Totale % Avellino imp %pr 26 4,4 182,1 30,5 5,4 0,9 1,4 0,2 5,2 0,9 56,3 9,4 76 12,7 8,6 1,4 15,4 2,6 31,9 5,3 19,3 3,2 2,4 0,4 6,8 1,1 15,5 2,6 124,1 20,8 1,4 0,2 19,3 3,2 597,3 100 18,7 Benevento imp %pr 11,4 2 180,8 31,8 2,4 0,4 0,3 0,1 1,1 0,2 102,2 18 7,6 1,3 15,8 2,8 11,9 2,1 47,5 8,4 17,3 3,1 4 0,7 9,6 1,7 54,3 9,6 82,3 14,5 1,8 0,3 17,7 3,1 568,2 100 17,8 Caserta imp %pr 7,4 1 133,6 18,3 60,7 8,3 8,6 1,2 6,8 0,9 17,6 2,4 114,1 15,6 15,9 2,2 10,4 1,4 225 30,8 12,1 1,7 14,4 2 7,9 1,1 14,8 2 69,5 9,5 0,2 0 10,4 1,4 729,5 100 22,8 Campania Napoli Salerno imp %pr imp %pr imp %reg 48,3 1,5 0,7 0,4 2,8 0,2 24,6 28,1 15,3 260,8 23,3 785,4 9,2 47,2 25,7 178,1 15,9 293,8 26,7 0,8 3,9 2,1 12,5 1,1 27,9 0,9 4,7 2,6 10 0,9 6,6 10,5 5,7 23,1 2,1 209,6 9,9 53,4 29,1 64,4 5,8 315,6 3,9 1,9 1 83,9 7,5 126,2 87,1 2,7 3,1 1,7 46,2 4,1 444 13,9 3,2 1,7 136,4 12,2 3,2 0,1 0,1 54,7 4,9 103,6 33,1 1 0,1 0 12,1 1,1 45,3 1,4 0,3 0,2 20,7 1,8 3,5 5,1 2,8 23,1 2,1 112,8 14,9 19,8 10,8 180,7 16,1 476,3 4 0,1 0,2 0,1 0,4 0 59 1,8 1,4 0,8 10,3 0,9 183,8 100 1120,2 100 3198,9 100 5,7 35,0 100,0 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT il 7%, concentrato nelle province di Benevento (49% dell’OTE) e Avellino (27% OTE). Le aziende con OTE olivicolo, invece, raggiungono il 4% sulla PLV campana, dato per i 2/3 dovuto alla produzione salernitana. Le aziende zootecniche contribuiscono alla formazione della PLV regionale per il 23%, con la prevalenza dell’OTE bovini/bufalini da latte (14%). Tra le province prevalgono Caserta e Salerno, seguite da Benevento. A Caserta si re39 gistra anche la maggiore intensità degli allevamenti, con un valore del 38% sulla PLV provinciale, per oltre i 4/5 fornito dall’OTE bovini/bufalini da latte. Nelle altre province, invece, sono maggiormente presenti anche altri allevamenti zootecnici, come allevamenti bovini con orientamento da carne e carne-latte, allevamenti di ovi-caprini e di granivori. Una fetta importante delle aziende campane presentano un orientamento tecnico economico misto. Il contribuito che tali realtà danno all’agricoltura campana non per è niente trascurabile, raggiungendo quasi il 17% della PLV regionale. Questa tipologia di aziende è diffusa in tutte le province, ma raggiunge la concentrazione massima in quella di Avellino, dove contribuisce quasi per 1/4 al valore dell’agricoltura, al contrario, a Caserta e Napoli non raggiunge il 12%. 40 Ripartizione della PLV regionale per orientamento tecnico economico delle aziende 16,74% 26,06% 10,89% 23,22% 12,59% Seminativi Ortofloricoltura Viticoltura Olivicoltura Frutticoltura e altre colt. permanenti Allevamenti Altre 6,55% 3,95% Fonte: elaborazioni su dati RICA Ripartizione delle PLV provinciali per OTE delle aziende (valori percentuali) 40 35 30 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno 25 20 15 10 5 0 Seminativi Ortofloricoltura Fonte: elaborazioni su dati RICA Colture permanenti Allevamenti Altre FILIERA AGROINDUSTRIALE 41 LE IMPRESE IN CAMPANIA In Campania nel 2012 si annoverano 471.890 imprese attive, che rappresentano il 9% delle imprese attive in Italia (che ammontano a 5.239.924) ed il 31,4% di quelle delle regioni del Mezzogiorno (che ammontano a 1.502.417); rispetto all’anno precedente si registra una leggera flessione dello 0,13%. Dal 2009 si assiste a una costante contrazione del numero di imprese attive, sceso nel 2011 a 472.526 unità (-0,13% rispetto al 2012), nel 2010 a 474.134 unità (-0,34% rispetto al 2011), nel 2009 a 476.229 (-0,44% rispetto al 2010). A livello provinciale, il 47,8% delle imprese attive campane si localizza in provincia di Napoli, il 21,6% in quella di Salerno, il 16,1% in quella di Caserta, l’8% in quella di Avellino ed il 6,5% nella provincia di Benevento. In quasi tutte le province, rispetto al 2011, si registra una leggera diminuzione del numero di imprese attive, in particolare nella provincia di Napoli si ha un calo 42 dello 0,25% (577 imprese in meno), in quella di Avellino la diminuzione è pari allo 0,38% (147 imprese in meno), in provincia di Benevento la riduzione è dello 0,87% (267 imprese in meno), mentre in provincia di Salerno il calo è dello 0,48% (496 imprese in meno). L’unica provincia campana a far registrare un aumento delle imprese attive è quella di Caserta, con un incremento dell’1,12% pari a 851 imprese. Le imprese operanti nei settori agricoltura, caccia e silvicoltura sono 66.582 e rappresentano il 14,1% delle imprese attive in Campania, facendo registrare una diminuzione del 3,8% rispetto al 2011. Le imprese del settore pesca e acquacoltura restano pressoché invariate, infatti c’è stata una contrazione di sole 3 imprese rispetto all’anno precedente. L’industria alimentare incluse le bevande e il tabacco, nel 2012, ha annoverato 7.164 imprese attive, valore quasi costante rispetto all’anno precedente (7.161 imprese). L’incidenza Ripartizione provinciale delle imprese attive in Campania, 2012 21,6% 47,8% 16,1% 6,5% 8,0% Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: elaborazioni su dati Infocamere dell’industria alimentare sul totale delle imprese campane è pari all’1,5%, mentre rappresenta il 17,6% sul settore manifatturiero regionale. Esaminando gli andamenti relativi ad alcuni settori, nelle cinque province campane, si osserva una generalizzata contrazione del numero di imprese Imprese attive in Campania per settore di attività, 2012 Imprese non classificate 843 24.065 Altri servizi pubblici, sociali e personali Sanità e altri servizi sociali 3.756 Istruzione 2.742 Attiv.immob., noleggio, informat., ricerca Intermediaz. monetaria e finanziaria Trasporti, magazzinaggio e comunicaz. 39.089 8.814 13.927 Alloggio e ristorazione 32.343 177.876 Comm.ingr. e dett., rip.beni pers. e per la casa 59.404 Costruzioni Prod. e distrib.energ.elettr., gas e acqua 1.297 Attività manifatturiere Ind. alimentari, delle bevande e del tabacco Estrazione di minerali Pesca e acquacoltura 33.426 7.164 238 324 Agricoltura, caccia e silvicoltura 66.582 Fonte: elaborazioni su dati Infocamere attive nei settori analizzati; tuttavia non manca qualche particolarità. In provincia di Avellino si registra una leggera flessione sia delle imprese del settore agricoltura, caccia e silvicoltura (-2,3%), sia dell’industria alimentare e bevande (-2,6%), mentre passano da 3 a 1 le industrie del tabacco (66,6%). In provincia di Benevento si riscontra una lieve diminuzione delle imprese del settore agricoltura, caccia e silvicoltura (-3,4%); continuano a diminuire le imprese di pesca e acquacoltura (-40%) a fronte di un aumento dell’industria alimentare e bevande (+1,8%). In provincia di Caserta aumentano dell’8,3% le imprese nel settore della pesca e del 2,2% le industrie alimentari e delle bevande; si riducono, invece, le imprese attive nel settore dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (3,5%) e quelle dell’industria del tabacco (-50%). In provincia di Napoli si registrano variazioni negative in tutti i settori considerati, in particolare per le imprese del settore agricoltura, caccia e silvicoltura il calo è del 4,2%, per la pesca e acquacoltura la flessione è del 2,8%, mentre la contrazione del numero di imprese nel settore alimentare e bevande è dello 0,7%. In provincia di Salerno le dinamiche negative riguardano solamente le imprese del settore dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (-5%), mentre si registra un aumento delle imprese nel settore pesca (+4,3%) e, seppur modesto, dell’industria alimentare e bevande (+0,8%). 43 Movimenti delle imprese in Campania per alcuni settori di attività, 2012 Registrate Attive CAMPANIA Iscritte Cessate Variazioni (altri mov.) var. % 2012/11 Attive Agricoltura, caccia, silvicoltura Pesca e acquacoltura Industria alimentare e bevande Industria del tabacco 67.432 372 8.300 24 66.582 324 7.149 15 2.351 16 124 0 5.322 30 297 0 195 5 83 10 -3,8 -0,9 0,08 -16,6 Agricoltura, caccia, silvicoltura Pesca e acquacoltura Industria alimentare e bevande Industria del tabacco 11.470 3 790 2 11.414 3 714 1 273 0 12 0 557 0 54 0 14 0 27 -1 -2,3 0,0 -2,6 -66,6 Agricoltura, caccia, silvicoltura Pesca e acquacoltura Industria alimentare e bevande Industria del tabacco 12.471 4 612 11 12.437 3 554 10 305 0 7 0 770 1 10 0 26 -1 19 0 -3,4 -40,0 1,8 0,0 Agricoltura, caccia, silvicoltura Pesca e acquacoltura Industria alimentare e bevande Industria del tabacco 13.201 15 1.202 8 13.080 13 1.073 1 456 0 33 0 982 1 43 0 43 2 35 0 -3,5 8,3 2,2 -50,0 Agricoltura, caccia, silvicoltura Pesca e acquacoltura Industria alimentare e bevande Industria del tabacco 10.973 239 3.523 2 10.769 209 3.045 2 417 8 38 0 920 16 82 0 36 1 34 0 -4,2 -2,8 -0,7 0,0 Agricoltura, caccia, silvicoltura Pesca e acquacoltura Industria alimentare e bevande Industria del tabacco 19.317 111 2.173 1 18.882 96 1.763 1 900 8 34 0 2.093 12 108 0 76 3 68 0 -5,0 4,3 0,8 0,0 AVELLINO BENEVENTO CASERTA NAPOLI SALERNO Fonte: elaborazioni su dati Infocamere 44 DISTRIBUZIONE Al 30 giugno 2012 la consistenza degli esercizi operanti nel settore alimentare, in sede fissa, ha registrato una flessione del 2% rispetto al 2011, attestandosi su 27.321 esercizi. Tale risultato è l’effetto di un lieve incremento del numero di esercizi di vendita di frutta e verdura (+0,13%), rispetto a un arretramento del numero di esercizi commerciali di carne e prodotti a base di carne (-4,3%), di pane, pasticceria, dolciumi (-21,9%), delle bevande (-6%) e degli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare (0,17%). Si registra, invece, un numero costante di esercizi di vendita di pesci, crostacei, molluschi e di altri esercizi specializzati alimentari. A livello provinciale, la consistenza della rete commerciale alimentare in sede fissa presenta un aumento degli esercizi solo nella provincia di Avellino (+1,2%), sostanzialmente stabili in provincia di Caserta (-0,1%); mentre sono diminuiti gli esercizi nelle province di Benevento (1,7%), Napoli (-2,9%) e Salerno (-2,1%). La rete commerciale ambulante, al 30 giugno 2012, è composta da 22.703 unità e gli esercizi ambulanti specializzati nell’alimentare rappresentano il 17% del totale. Il numero degli esercizi ambulanti Esercizi commerciali alimentari al dettaglio in sede fissa, 2012 Specializzazione Frutta e verdura Carne e prodotti a base di carne Pesci, crostacei, molluschi Pane, pasticceria, dolciumi Bevande (vini, olii, birra ed altre) Altri esercizi specializzati alimentari Non specializzati prevalenza alimentare In complesso % su totale esercizi DENSITÀ1 Avellino n° % Benevento n° % Caserta n° % Napoli n° % Salerno n° % 181 9,9 425 23,2 84 4,6 40 2,2 15 0,8 94 5,2 991 54,1 1.830 100,0 28,0 83 7,3 282 24,8 62 5,5 22 1,9 15 1,4 49 4,3 621 54,8 1.134 100,0 25,6 463 10,8 897 21,0 194 4,5 134 3,1 124 2,9 244 5,7 2.230 52,0 4.286 100,0 28,5 1.643 11,5 2.908 20,3 984 6,9 531 3,7 448 3,1 1.130 7,9 6.658 46,6 14.302 100,0 27,1 680 11,8 1.207 20,9 340 5,9 138 2,4 82 1,4 270 4,7 3.052 52,9 5.769 100,0 28,0 235 251 211 214 189 Campania n° % 3.050 5.719 1.664 865 684 1.787 13.552 27.321 11,2 20,9 6,1 3,2 2,6 6,5 49,5 100,0 27,5 211 1 Abitanti/esercizio alimentari Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico 45 alimentari è risultato sostanzialmente stabile (-0,5%) rispetto al 2011. A livello provinciale si registra un aumento degli esercizi ambulanti alimentari nelle province di Napoli (+6 unità), Benevento (+3 unità) e Caserta (+8 unità); in diminuzione, invece, gli esercizi alimentari nelle provincie di Napoli (-17 unità) e Salerno (-18 unità). La distribuzione sul territorio regionale degli esercizi ambulanti resta pressoché invariata rispetto al 2011 anche se con percentuali differenti, pertanto circa la metà degli esercizi si localizza in provincia di Napoli (46,5%), segue la provincia di Caserta (25,7%), quella di Salerno (21,8%) e, infine, Avellino e Benevento (3,7% e 2,3% rispettivamente). Il numero di esercizi commerciali all’ingrosso in Campania ha fatto registrare un leggero incremento (+0,9%) rispetto all’anno precedente, difatti al 30 giugno 2012, se ne contano 35.750. Analizzando la dinamica per le cinque province campane, si registra che il numero totale di esercizi all’ingrosso è aumentato ovunque, 46 Esercizi commerciali ambulanti, 2012 Altri Articoli Abbigliamento, Tessuti e Calzature Alimentare Calzature e Pelletterie Mobili e Articoli di uso domestico Non specificato Abbigliamento e Tessuti TOTALE Avellino Benevento Caserta Napoli 195 127 1.871 3.226 45 42 1.178 1.047 247 150 598 1.940 29 27 203 356 14 10 62 223 146 48 467 1.155 167 111 1.463 2.615 843 515 5.842 10.562 Salerno TOTALE 7.042 1.623 3.118 806 3.860 925 727 112 402 93 2.139 323 5.415 1.059 4.941 22.703 Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico Distribuzione degli esercizi commerciali all’ingrosso per specializzazione merceologica, 2012 PROVINCIA AV BN CE NA SA TOTALE Altri Altri Macchinari Materie Prodotti Prodotti prodotti di consumo e agricole e alimentari, intermedi finale attrezzature animali bevende, non agricoli vivi tabacco rottami e cascami 32 40 96 573 122 863 352 223 2.000 12.053 1.561 16.189 177 120 458 1.964 637 3.356 215 82 213 1.092 266 1.868 348 227 1.076 4.068 1.816 7.535 Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico 377 269 992 3.174 1.127 5.939 Totale 1.501 961 4.835 22.924 5.529 35.750 ad eccezione della sola provincia di Salerno. Riguardo alle categorie merceologiche, invece, gli esercizi specializzati nella vendita di prodotti alimentari, bevande e tabacco restano pressoché invariati (+1 unità), così come gli esercizi per la vendita di materie prime agricole (+8 unità). La grande distribuzione Nel 2011 si registrano incrementi della consistenza, della superficie occupata e degli addetti, un’inversione di tendenza rispetto al calo dell’anno precedente. Difatti, il numero dei supermercati al 31 dicembre 2011 è pari a 534 punti di vendita, che confrontato con il dato rilevato nell’anno precedente (503 esercizi) presenta un incremento del 6,2%. In particolare la superficie totale è pari a 411.316 mq con un incremento del 9,5% ed il numero degli addetti è pari a 7.757 unità con un incremento del 9,7% sull’anno precedente. In base ai dati rilevati si conferma il trend positivo di crescita Grande distribuzione alimentare per ripartizione provinciale, 2011 Numero Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia Supermercati Sup. Addetti di vendita 68 53.405 720 7 5.999 134 84 67.554 1.000 257 178.554 3.438 118 105.804 2.465 534 411.316 7.757 9.815 8.841.499 178.632 Minimercati Numero Sup. di vendita Addetti 5 17.637 239 0 0 0 5 38.850 1.589 10 97.801 2.142 1 8.553 110 21 162.841 4.080 612 3.765.977 85.669 Numero Ipermercati Sup. Addetti di vendita 46 13.518 240 6 1.984 50 81 22.803 468 258 70.193 1.761 72 20.645 436 463 129.143 2.955 5.536 1.622.627 34.424 Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico di questa formula distributiva in provincia di Caserta, dove aumenta del 18,3% il numero dei supermercati, la superficie complessiva di vendita ha superato i 67.500 mq (+22,3%), e l’occupazione conta 1.000 addetti (+23%). Sono in diminuzione, invece, gli ipermercati che contano 21 unità (-8,7%), con 4.080 addetti, l’1,2% in meno rispetto al 2010, e una superficie di vendita di 162.841 mq (-9,9%). A livello provinciale si registra la scomparsa di ipermercati in provincia di Benevento (1 unità nel 2011), la contrazione di 2 unità in provincia di Napoli, una variazione positiva in provincia di Avellino (+1 unità), mentre resta costante il numero di punti vendita nelle province di Caserta e Salerno. Il numero dei minimercati risulta, al 31 dicembre 2011, pari a 463 unità (+3,3% rispetto allo scorso anno), con una superficie di vendita di 129.143 mq (+2,8%) e 2.955 addetti (+6,4%). Tali valori confermano il costante ritmo di crescita che ha caratterizzato questa formula distributiva negli anni recenti. 47 CONSUMI ALIMENTARI La spesa media mensile per famiglia nel 2011, pari a 1.944 euro, mostra un aumento, in valori correnti, dell’1,9% rispetto al 2010. Il valore della spesa media mensile regionale, pur essendo leggermente superiore al dato per la circoscrizione del Mezzogiorno (1.894 euro), è inferiore al dato nazionale (2.488 euro); difatti sono le circoscrizioni del Nord e del Centro a mostrare i valori più alti di spesa media mensile. La quota di spesa per generi alimentari e bevande continua a crescere, raggiungendo il 28,7% della spesa totale regionale. In particolare crescono la spesa per carne, quella per latte, formaggi e uova e quella per zucchero, caffè ed altro. A livello nazionale alla spesa per generi alimentari e bevande viene destinato il 19,2% della spesa totale, quota in leggero aumento rispetto al 19% del 2010. L’aumento più consistente si osserva nella circoscrizione del Mezzogiorno, dove la spesa alimentare rappresenta 48 Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2008-2011 2.488 1.944 1.894 2011 2.453 1.908 1.882 2010 Italia 2.442 Mezzogiorno Campania 1.898 1.894 2009 2.485 2008 1.500 1.950 1.929 1.750 2.000 2.250 2.500 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT il 25,6% della spesa totale (era il 25% nel 2010), mentre la quota rimane costante fra le famiglie del Nord e del Centro (16,6% nel Nord e 18,4% nel Centro). Secondo l’indagine Istat sui consumi delle famiglie, la spesa alimentare si effettua prevalentemente presso il su- permercato, che si conferma il luogo di acquisto prevalente. In aumento è la quota di famiglie del Mezzogiorno che acquista generi alimentari presso gli hard-discount. Le famiglie dichiarano, inoltre, di aver diminuito la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto all’anno precedente. A livello regionale, tra il 2010 e il 2011 risultano in contrazione le spese destinate all’abbigliamento e alle calzature, che determina una contrazione della quota di spesa ad essa destinata, che scende dal 6,9% al 5,7%. Le famiglie dichiarano di aver diminuito la quantità di vestiti e scarpe acquistati e di essersi orientati verso prodotti di qualità inferiore. Si riducono, inoltre, le quote di spesa destinate all’abitazione (dal 26,5 al 25,1%) e per combustibili ed energia (dal 5,2 al 4,8%). Crescono, anche per effetto dell’aumento dei prezzi, le quote di spesa destinate all’acquisto di arredamenti, elettrodomestici, servizi per la casa (dal 4,3 al 5,1%), all’istruzione (dallo 0,6 all’1%) e ai trasporti (dal 10,8 all’11,5%), in particolare queste ultime sono trainate dai marcati aumenti delle spese per carburanti, assicurazioni veicoli, biglietti e abbonamenti ferroviari o per altri collegamenti extra-urbani. Spesa media mensile delle famiglie per capitolo (composizione percentuale rispetto al totale, valori in euro in grassetto), 2011 Campania Alimentari e bevande Tabacchi Abbigliamento e calzature Abitazione Combustibili ed energia Arredamnenti ecc. Sanità Trasporti Comunicazioni Istruzione Tempo libero e cultura Altri beni e servizi Totale Spesa media mensile 28,7 1,4 5,7 25,1 4,8 5,1 2,8 11,5 2,1 0,6 3,3 8,9 100,0 1.944 Mezzogiorno Italia 25,6 1,3 6,6 24,8 5,3 5,2 3,6 12,7 2,1 1,1 3,4 8,3 100,0 1.894 19,2 0,8 5,4 28,9 5,2 5,1 3,7 14,2 1,9 1,1 4,2 10,2 100,0 2.488 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 49 COMMERCIO ESTERO I dati relativi agli scambi agroalimentari regionali mostrano, per il 2011, una performance positiva della Campania. A tali risultati contribuiscono le esportazioni, che crescono dell’1,3%, mentre l’aumento delle importazioni si attesta al 18%. Il saldo commerciale resta positivo, con un peggioramento, però, del 63% rispetto al 2010. Considerando le componenti della bilancia agroalimentare si rileva che la Campania è l’unica tra le regioni del Sud a superare la soglia del 5% per le importazioni dell’industria alimentare. Anche nel caso delle esportazioni è solo la Campania a superare tale soglia tra le regioni centromeridionali: nonostante un ridimensionamento rispetto al 2010 (-1%), il peso di questa regione sull’export dell’industria alimentare rimane superiore al 10%, ponendosi al quinto posto a livello nazionale, dietro Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. Passando all’analisi del settore primario, la Campania si conferma tra 50 Principali dati sugli scambi con l’estero (valori in milioni di euro correnti), 2011 Valore 2011 Quota % su Italia Var. % 2011/2010 Posizione in graduatoria Prod. Agricola (a prezzi di base) Valore aggiunto agricolo 3.425,1 2.260,2 6,6 8,2 1,6 0,5 7 6 ESPORTAZIONI Settore Primario Industria Alimentare Bevande Industria Alimentare e Bevande Totale Agroalimentare TOT. BILANCIA COMMERCIALE 394,1 1.994,7 46,7 2.041,4 2.435,4 9.425,5 6,8 10,6 0,8 8,3 7,9 2,5 2,8 0,8 8,3 1,0 1,3 0,9 7 4 13 5 5 8 IMPORTAZIONI Settore Primario Industria Alimentare Bevande Industria Alimentare e Bevande Totale Agroalimentare TOT. BILANCIA COMMERCIALE 930,3 1.302,9 15,7 1.318,6 2.248,9 12.695,1 7,3 5,3 1,1 5,0 5,7 3,2 23,7 14,3 11,0 14,3 18,0 9,7 5 7 11 7 7 8 Fonte: elaborazioni su dati INEA le principali regioni meridionali per gli scambi in questo settore, con una quota del 6,8% (7° posto a livello nazionale) per le esportazioni di prodotti agricoli e del 7,3% (5° posto a livello nazionale) per le importazioni. Gli scambi agroalimentari regionali registrati nel 2011 rilevano l’aumento Distribuzione geografica dei principali flussi commerciali della Campania, 2011 Primi 6 Paesi o Aree partner Esportazioni % Importazioni % Regno Unito 16,5 Germania 16,0 Germania 13,6 Spagna 9,4 7,8 Francia 8,7 Stati Uniti d'America Francia 7,7 Cina 5,6 Giappone 5,5 Canada 5,4 Belgio 3,3 Paesi Bassi 5,2 Fonte: Elaborazione su dati INEA dell’import sia per il settore agricolo (+23,7%), con gli acquisti di cereali in crescita di quasi il 70% (sia in termini quantitativi che di prezzo), sia quello dei trasformati, con l’import di prodotti lattiero-caseari in crescita di oltre il 15%. Dal lato delle esportazioni, gli incrementi sono più contenuti con valori del 2,8% per il settore primario e dell’1% circa per l’industria alimentare. Per quanto riguarda le bevande, a livello regionale si registra un peso contenuto sia in valore, sia in termini di composizione percentuale rispetto al dato nazionale. Per quanto attiene la distribuzione geografica dei flussi commerciali, la situazione è pressoché invariata rispetto al 2010. Per le esportazioni, la graduatoria dei più importanti destinatari delle nostre vendite agroalimentari indica nelle prime sei posizioni Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Francia, Giappone e Belgio, con quote comprese tra il 16% e il 3%. Per le importazioni si confermano nelle prime posizioni Germania, Spagna, Francia, Cina, Canada e Paesi Bassi. Considerando le performance dei prodotti campani si osserva che i punti di forza sono rappresentati dagli ortaggi trasformati e dal vino, per i quali il valore del saldo normalizzato è pari rispettivamente al 72,1% e al 96,8%. Lo scenario è differente per i prodotti che presentano un valore negativo elevato (prossimo a -100) del saldo normalizzato, che indica forte dipendenza dall’estero per questi prodotti: è il caso dei cereali, degli animali vivi, del pesce lavorato e conservato, etc.. I prodotti con variazioni positive delle esportazioni più accentuate sono i prodotti lattiero-caseari (+ 14,1%) e il vino (+ 12,1%); mentre registrano una perdita le esportazioni di ortaggi trasformati (- 4,1%) e oli e grassi (10,7%). 51 Commercio estero per principali aggregati agroalimentari (mio euro a prezzi correnti), 2011 Import Cereali Legumi e ortaggi freschi Legumi e ortaggi secchi Agrumi Altra frutta fresca Frutta secca Semi e frutti oleosi Cacao, caffè, tè e spezie Prodotti del florovivaismo Animali vivi Prodotti della silvicoltura Prodotti della pesca Prodotti della pesca SETTORE PRIMARIO Derivati dei cereali Zucchero e prodotti dolciari Carni fresche e congelate Fonte: Elaborazione su dati INEA 52 222,87 56,01 98,68 10,03 49,07 172,13 15,65 118,85 42,40 39,62 12,31 84,71 84,71 930,27 29,75 67,58 158,80 Quota Export Quota Sn su Italia su Italia (%) % % 8,0 6,4 48,2 4,1 4,4 24,3 2,3 7,3 8,2 2,7 1,3 10,8 10,8 7,3 2,4 3,8 3,5 0,13 131,63 5,76 5,24 23,12 124,64 1,83 2,94 13,38 0,00 1,05 20,24 20,24 394,08 405,06 24,62 13,40 0,0 -99,9 11,9 40,3 13,1 -89,0 2,9 -31,4 1,0 -35,9 47,0 -16,0 2,4 -79,1 3,8 -95,2 2,0 -52,0 0,0 -100,0 0,7 -84,3 11,9 -61,4 11,9 -61,4 6,8 -40,5 10,0 86,3 1,8 -46,6 1,2 -84,4 Import Quota Export Quota su Italia su Italia % % Pesce lavorato e conservato 214,25 5,9 Ortaggi trasformati 164,13 17,4 Frutta trasformata 38,64 7,0 Prodotti lattiero-caseari 300,88 7,7 Oli e grassi 145,07 4,8 Altri prodotti alimentari trasformati 60,48 3,7 INDUSTRIA ALIMENTARE 1.302,90 5,3 Vino 0,49 0,2 di cui spumanti 0,12 0,1 di cui vini confezionati 0,30 0,6 di cui vini sfusi 0,00 0,0 Altri alcolici 10,56 1,1 Bevande non alcoliche 4,68 2,3 BEVANDE 15,73 1,1 INDUSTRIA ALIMENTARE E BEVANDE 1.318,63 5,0 BILANCIA AGROALIMENTARE 2.248,90 5,7 BILANCIA COMMERCIALE 12.695,10 3,2 5,80 1.010,57 98,69 183,09 99,13 130,99 1.994,66 30,17 2,48 26,31 0,97 10,59 5,93 46,69 2.041,35 2.435,43 9.425,52 1,5 51,9 10,0 7,7 5,6 5,2 10,6 0,7 0,5 0,8 0,2 1,3 1,2 0,8 8,3 7,9 2,5 Sn (%) -94,7 72,1 43,7 -24,3 -18,8 36,8 21,0 96,8 90,8 97,7 100,0 0,1 11,8 49,6 21,5 4,0 -14,8 ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE 53 MERCATO FONDIARIO Durante il 2011 il mercato fondiario campano ha mostrato una sostanziale stabilità rispetto all'anno precedente. Fanno eccezione alcune situazioni specifiche a livello locale dove si registrano leggere flessioni legate all’andamento economico-finanziario generale che ha manifestato i suoi effetti anche sul sistema produttivo regionale. In generale, si rileva una modesta flessione dei prezzi medi dei seminativi irrigui (-0,2%) e non irrigui (-0,4%); mentre cala in maniera più consistente il valore dei frutteti (-1%). Le variazioni positive più significative a livello locale hanno riguardato gli agrumi ed i vigneti DOC della penisola sorrentina (+2%) ed i vigneti DOC delle Colline di Montemaggiore (+3%) nel casertano. Differenze poco significative si riscontrano per gli oliveti (-0,2%). Nel complesso i prezzi dei terreni continuano ad essere fortemente influenzati dalle suscettività d'uso extragricole, con quo54 tazioni maggiori per i terreni localizzati in prossimità dei centri urbani più densamente popolati. In provincia di Napoli, rispetto al 2010, sono diminuiti i prezzi medi delle colture ortofloricole (-0,6%) e dei fondi coltivati a frutteto (-2,6%) specie nelle aree gravate da problemi ambientali. Solo in alcune regioni agrarie si rilevano variazioni positive. Questo vale in particolare per agrumeti e vigneti DOC delle colline litoranee della Penisola Sorrentina (+2%). Nel complesso il livello degli scambi si presenta meno attivo rispetto all’anno precedente soprattutto a causa della crisi economica generale che si ripercuote anche sul settore agricolo. In ogni caso, essendo un territorio fortemente urbanizzato, il livello delle quotazioni dei terreni è quasi completamente scollegato dalle effettive potenzialità agricole del suolo. Persiste, anche se in maniera meno accentuata, il fenomeno degli spostamenti degli im- prenditori ortofloricoli del napoletano verso altre province. In provincia di Caserta si registra una lieve diminuzione dei valori fondiari ad eccezione dei vigneti di qualità e dei frutteti, ma limitatamente alla regione agraria delle Colline di Montemaggiore. Modeste flessioni hanno interessato i seminativi, sia irrigui che in asciutto (-0,3%), destinati a soddisfare la domanda da parte degli allevatori di bufale. La decrescita dei valori negli ultimi anni è causata dai problemi d'inquinamento dell'area e dal rischio sanitario connesso all’elevata diffusione della brucellosi negli allevamenti bufalini. I valori degli oliveti sono rimasti sostanzialmente invariati. Rallenta nel complesso la crescita dei terreni destinati alla frutticoltura (-0,3%) che fino all’anno precedente avevano registrato, limitatamente ad alcune aree, un aumento di valore. Si assesta anche il prezzo medio di castagneti e noccioleti ubicati sulle colline di Roccamonfina, mentre aumenta nelle colline di Montemaggiore (+1,5%). Sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente il mercato fondiario nella provincia di Salerno. Il valore dei seminativi irrigui è pressoché invariato rispetto al 2010, salvo un modesto decremento dei prezzi nell’area delle colline interne del medio Sele (-0,5%). Continua a diminuire il prezzo dei seminativi non irrigui specie nelle aree di montagna interna tra alto Sele e Platano (-1,5%). Gli oliveti hanno registrato nel complesso quotazioni piuttosto stabili, ad eccezione del calo rilevato nelle aree dei Monti Picentini (-1,5%) e delle colline litoranee di Salerno (-1,5%). Sostanziale stabilità anche per quanto riguarda i terreni destinati all’orticoltura. In calo, invece, i terreni destinati a vini DOC nel Cilento (-2%) e nelle colline interne del medio Calore (-2%). Nel Beneventano il mercato si presenta meno attivo rispetto all’anno precedente con prezzi pressoché invariati, ad ec- cezione degli oliveti che registrano una leggera flessione (-0,4%). Le quotazioni dei terreni in provincia di Avellino sono rimaste stabili per quasi tutte le tipologie colturali ad eccezione dei seminativi non irrigui che mostrano una certa flessione (-0,8%). Anche il settore vitivinicolo di qualità, fino al 2010 trainante per l’economia locale, ha subito una battuta di arresto, con prezzi medi dei terreni invariati rispetto all’anno precedente. Nel corso del 2011 si presenta piuttosto equilibrato il rapporto tra domanda e offerta ad eccezione di alcune particolari aree. Nel beneventano si registra una prevalenza di domanda per i terreni ubicati in aree di produzione riconosciute da denominazioni di origine e ben collegati alle reti stradali. In provincia di Caserta la domanda è rivolta, prevalentemente, verso i terreni destinati alla coltivazione di di seminativi, alle orticole nelle zone litoranee, ai noccioleti e castagneti delle colline di Roccamon- fina e ai noccioleti e meleti delle colline di Montemaggiore. Nel napoletano a causa della crisi del settore agricolo e dei problemi ambientali prevale l’offerta, specialmente per i terreni marginali, mentre per i terreni della penisola sorrentina ed in particolare per gli agrumeti prevale la domanda. Nel salernitano, ad eccezione di alcune aree, si riscontra una generalizzata prevalenza dell’offerta, con i seminativi che risultano tra i terreni più richiesti. Anche in provincia di Avellino prevale l’offerta, mentre i terreni più richiesti continuano ad essere quelli destinati a vigneti DOCG. In calo le richieste dei castagneti nelle due regioni agrarie dell’Alto Sabato e delle Colline avellinesi anche a causa dei problemi fitosanitari della coltura sempre più infestata dal cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu). I noccioleti al contrario continuano ad essere tra i più richiesti. 55 In ogni caso la domanda dei fondi agricoli è costituita prevalentemente da imprenditori e coltivatori che desiderano ampliare la propria azienda. È relativamente frequente anche la richiesta di terra da parte di imprenditori agricoli intenzionati a raggiungere i requisiti necessari per poter accedere agli aiuti strutturali offerti dall'Unione Europea. L'offerta è costituita perlopiù da ex coltivatori in pensione che non hanno eredi disposti a svolgere la loro stessa attività, da proprietari fondiari che svolgono attività diverse da quella agricola (e poco propensi ad accollarsi le elevate imposte che gravano sui fondi) e da proprietari di aziende di piccole dimensioni. Nell'ultimo periodo è aumentata la richiesta di terreni localizzati in zone interne e marginali, soprattutto se ricadenti nelle aree protette, da parte di soggetti extragricoli attratti dal mondo rurale e dalle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio. 56 La richiesta di terreni è indirizzata prevalentemente verso quelli serviti da infrastrutture adeguate, anche se il prezzo risente sempre più dell'andamento dei mercati agricoli e delle misure di politica agraria piuttosto che della localizzazione del fondo. I terreni situati nei pressi dei centri abitati, delle grandi vie di comunicazione e delle zone turistiche spuntano prezzi più alti, risentendo della suscettività per usi extragricoli. Nel territorio campano secondo il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura dell’ISTAT relativo al 2010, la superficie in affitto si estende su 157.200 ettari. Tale superficie, non include quella concessa in uso gratuito per la quale sono stati rilevati quasi 41.200 ettari. La crescita della superficie in affitto rispetto al 2000 è stata di circa il 116%. Questo fenomeno, diffuso in maniera piuttosto generalizzata nelle aree centro meridionali, deriva dalla consistente diminuzione del numero di aziende avvenuta nell’ultimo decennio. In Campania dal 2000 al 2010 il numero di aziende si è ridotto di circa 98.000 unità. Nel complesso le aziende che utilizzano l’affitto e forme miste sono circa 27.000, il 20% del totale regionale. Continua, inoltre, la tendenza alla regolarizzazione dei contratti d'affitto stagionali e/o verbali in pluriennali e scritti. Nella provincia di Caserta continua a ridursi il divario tra i canoni per i terreni situati nelle zone ad agricoltura intensiva e quelli delle zone marginali. La riconversione degli allevamenti bovini in bufalini ha sensibilmente aumentato la richiesta di seminativi (irrigui e asciutti) in affitto. È aumentata anche la richiesta per i terreni ricadenti nelle zone caratterizzate da produzioni di pregio (noccioleti, castagneti, meleti e vigneti) poiché assicurano un reddito maggiore. Il numero di contratti e il livello dei canoni sono invece in flessione per le colture orticole e i frutteti. Si Valori fondiari medi per qualità di coltura e per province (migliaia di euro/ha), 2011 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 45,0 18,0 31,5 13,5 47,5 19,0 33,0 14,5 47,5 19,0 33,0 14,5 20,0 34,5 16,0 20,0 34,5 15,5 21,0 34,5 16,5 21,0 34,5 16,5 20,0 34,5 16,5 16,0 − 23,0 − − 17,0 34,5 25,0 − − 18,0 34,5 25,0 37,5 25,0 19,5 34,5 27,5 39,0 28,5 19,5 34,5 28,5 40,0 29,5 19,0 35,0 29,5 39,0 29,0 19,0 35,0 30,0 39,0 28,5 19,0 35,0 30,0 39,0 28,5 19,0 35,0 30,0 39,0 28,5 Caserta Frutteti specializzati irrigui nell’Agro Aversano Vigneti della zona di Galluccio Seminativi irrigui nell’Agro Aversano Oliveti collinari nel Matese 45,0 − 35,0 15,0 46,0 − 37,0 16,5 46,0 21,5 38,0 17,5 43,0 22,0 33,5 15,5 43,5 22,5 33,5 16,0 43,5 22,5 34,5 16,5 43,5 22,5 33,5 18,0 42,5 24,0 34,5 19,0 42,5 24,0 33,5 19,0 Napoli Azienda ortofloricola nella zona litoranea della provincia di Napoli Frutteti specializzati irrigui nell’Agro giuglianese Azienda con colture ortive sottoserra nel Piano Campano sud-occidentale 91,5 50,0 92,5 96,0 53,5 95,0 96,0 53,5 95,0 100,0 100,0 51,5 51,5 101,0 103,5 105,0 51,5 103,5 100,0 51,5 103,5 100,0 52,0 100,0 100,0 52,5 100,0 Salerno Frutteti specializzati irrigui nella Piana del Sele Seminativi irrigui nella Piana del Sele Oliveti nelle colline del Vallo di Diano 56,0 51,5 25,5 59,0 53,0 25,5 59,0 54,5 27,5 60,0 56,0 31,0 60,0 56,0 31,0 61,0 57,0 31,0 61,0 57,0 31,0 Avellino Noccioleto nelle colline di Avella e del Vallo di Lauro Oliveti nell’Irpinia Centrale e nel Sabato Vigneti DOC nelle colline dell’Irpinia centrale Oliveti nelle colline dell'Irpinia Centrale 45,0 17,0 31,0 13,5 Benevento Seminativi collinari nella zona del Taburno Vigneti DOC nelle colline del Calore Vigneti DOC nelle colline del Taburno Frutteti nel fondovalle dei Monti del Taburno e del Camposauro Seminativi arborati nelle colline del Calore Irpinio Inferiore 59,0 56,0 30,0 60,0 56,0 32,0 Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari 57 rileva una scarsa vivacità anche nelle aree dove prevale una dimensione aziendale piccola. A Benevento i canoni sono generalmente più accessibili che nel casertano. Nel complesso si riscontra una generalizzata prevalenza dell’offerta, con qualche eccezione per determinate colture. I canoni sono piuttosto elevati per i vigneti DOC, per i quali si registra anche un mercato degli affitti più vivace, attribuibile alla possibilità di usufruire dei contributi comunitari. Un certo interesse si registra per il 58 prato pascolo nella zona del Fortore. A Napoli il mercato continua ad essere fortemente influenzato dalle suscettività d'uso extragricole tipiche delle aree fortemente urbanizzate (edilizia, parcheggi e centri sportivi). Persiste pertanto la tendenza dei proprietari a non rinnovare i contratti in scadenza. Ad Avellino si riscontra la prevalenza dell’offerta nelle aree più marginali della provincia caratterizzate da un'agricoltura estensiva di tipo cerealicolozootecnica. Nonostante ciò si riscontra un certo interesse per i seminativi a causa delle esigenze di spandimento dei reflui zootecnici. Sono in aumento i canoni per i terreni destinati alla frutta in guscio, in particolare per i noccioleti. Nelle aree pianeggianti e litoranee del salernitano è in aumento la domanda per i seminativi irrigui e per i terreni interessati dall'ortofloricoltura (soprattutto se protetta) grazie alla presenza ormai consolidata sul territorio di grandi organizzazioni dei produttori caratterizzate da elevati volumi di produzione e di commercializzazione. INVESTIMENTI Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, l’ammontare degli investimenti fissi lordi in agricoltura, nel 2010, è pari a 626 milioni di euro. È confermato il trend negativo degli ultimi tre anni, con una flessione equivalente ad un punto percentuale rispetto al 2009. Tale andamento non è in linea con quanto accade nei settori dell’industria e dei servizi che, nel biennio 20092010, mostrano una flessione positiva, rispettivamente del 12% e del 6%. Certamente la crescente difficoltà di accesso al credito da parte degli agricoltori influisce sull’attività di investimento del settore primario e condiziona la scelta degli imprenditori di destinare le risorse in favore della gestione ordinaria dell’impresa piuttosto che degli investimenti. In calo anche l’incidenza dell’agricoltura Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli Anni Valori correnti (mln euro) Valori concatenati (mln euro) 2005 2006 2007 2008 2009 2010 910 939 942 689 635 626 910 910 886 627 562 550 % su valori concatenati Totale VA agricolo investimenti 4,45 4,22 3,99 3,61 3,60 3,33 38,35 39,54 37,55 26,58 23,78 23,65 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT sul totale degli investimenti fissi lordi che, invece, nel triennio 2008-2010 era rimasta stabile al 4%, avvicinandosi alla media nazionale, pari al 3,4%. Resta stabile l’incidenza degli investimenti fissi lordi sul valore aggiunto agricolo (24%), valore che se paragonato al dato nazionale (33,4%) risulta chiaramente inferiore. Investimenti fissi lordi per branca proprietaria per settore di attività economica (milioni di euro;valori a prezzi correnti), 2008-2010 2008 Agricoltura, silvicoltura e pesca 688 Industria 3.823 Servizi 14.373 Totale 18.884 2009 2010 634 3.357 13.164 17.155 626 3.768 13.970 18.364 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 59 CREDITO ALL’AGRICOLTURA 60 Finanziamenti agevolati ad agricoltura, foreste e pesca (mln di euro), 2012 Campania Mezzogiorno Italia Oltre il breve termine 2011 2012 Entro il breve termine 2011 2012 23 63 379 ... 45 77 17 47 374 ... 44 80 TOTALE 2011 23 108 456 Var. % 2012/11 2012 17 91 454 -26,1 -15,7 0,4 Fonte: elaborazioni su dati della Banca d’Italia Andamento delle consistenze dei finanziamenti agevolati all'agricoltura in Campania, 2007-2012 50 45 Valori in milioni di euro La consistenza dei finanziamenti agevolati all’agricoltura, silvicoltura e pesca, nel corso del 2012, in Campania, va ad attestarsi su un valore, in termini assoluti, di 17 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, si registra una consistente flessione (-26%), dato nettamente dissimile se confrontato con quello nazionale che, invece, non mostra variazioni. L’analisi sulle consistenze in milioni di euro, erogate durante l’arco temporale 2007-2012, dimostra il progressivo calo dei finanziamenti agevolati all’agricoltura campana, il cui inizio coincide con l’avvento della crisi economica che ha colpito il paese. Per quanto concerne le condizioni di finanziamento, è proseguita la propensione verso il credito a più lunga scadenza; infatti i dati relativi ai finanziamenti a breve termine in Campania, sia nel 2011 che nel 2012, non sono pervenuti. È interessante osservare l’incidenza del 40 35 30 25 20 15 10 5 0 2007 2008 Fonte: elaborazioni su dati della Banca d’Italia 2009 2010 2011 2012 Mezzogiorno pari al 48,3%, superiore a quella nazionale che, invece, si attesta intorno al 17,6%. Nello specifico, gli impieghi per i finanziamenti in agricoltura, oltre il breve termine, hanno subìto una considerevole contrazione (- 15%) rispetto al 2011. L’unica componente che mostra una variazione positiva (un punto percentuale) è rappresentata dagli investimenti in macchine, mezzi di trasporto e attrezzature. In linea con il trend negativo, sia della circoscrizione del Mezzogiorno sia di quella nazionale, i finanziamenti per costruzioni e fabbricati rurali e per l’acquisto di immobili rurali denotano un calo del 21% e del 15% rispettivamente. Finanziamenti oltre il breve termine agli investimenti in agricoltura (mln euro), 2012 Campania Mezzogiorno Italia Costruzione fabbricati rurali 2011 2012 var 2012/11 356 283 -20,5% 947 821 -13,3% 8085 6933 -14,2% Macchine e attrezzature varie 2011 2012 var 2012/11 144 145 0,7% 804 832 3,5% 5281 5577 5,6% Acquisto di mobili rurali 2011 2012 var 97 331 2920 82 292 2783 -15,5% -11,8% -4,7% 2011 2012/11 597 2083 16286 TOTALE 2012 510 1945 15293 var 2012/11 -14,6 -6,6% -6,1% Fonte: elaborazione su dati della Banca d’ Italia 61 CONSUMI INTERMEDI Nel 2011 la spesa per i consumi intermedi dell’agricoltura, inclusa la silvicoltura e pesca, è aumentata in valore del 4% rispetto al 2010. Per quel che riguarda la silvicoltura il valore dei consumi intermedi è diminuito del 14% rispetto all’anno precedente, valore che contrasta con il dato nazionale che evidenzia una diminuzione del 3%, mentre il settore della pesca, rispetto al 2010, incrementa i propri consumi intermedi del 6% (con complessivi 43,8 milioni di euro spesi) e, del 7% a livello nazionale. La ripartizione della spesa tra le principali categorie di beni e servizi acquistati risulta così ripartita: il 42% è impiegato per i mangimi, il 21% per sementi e piantine, seguito da concimi 62 (16%), fitosanitari (13%) e spese di stalla (8%). La riduzione delle quantità utilizzate di mezzi tecnici (-0,3% rispetto al 2010) ha interessato, in misura differenziata, tutti i fattori impiegati (-1,2% i concimi, -2,2% i fitosanitari, -2,3% sementi e piantine, -3,5% mangimi), ad eccezione delle spese di stalla che registrano un incremento del 2,2%. Anche a livello nazionale la spesa per i consumi intermedi mostra un calo pari allo 0,5% rispetto al 2010. La variazione ha riguardato, in maniera superiore, la categoria di sementi e piantine (-1%), seguita dai fitosanitari (-0,9%), dai mangimi (-0,6%) e dai concimi (-0,4%) a differenza dell’impiego per le spese di stalla che aumentano del 2,3%. Consumi intermedi agricoltura,silvicoltura e pesca (valori in 000 di euro)*, 2011 2011 2010 Var. 2011/10 Agricoltura Silvicoltura Pesca Totale Campania Agricoltura Silvicoltura Pesca Totale Italia 1.115.828 5.203 43.845 1.075.174 4,0% 6.073 -14,0% 41.239 6,0% 1.164.876 23.309 100 801 24.210 1.122.486 21.515 103 751 22.369 * Compreso Sifim Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 4,0% 8,0% -3,0% 7,0% 8,0% Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli Concimi Campania Italia -1,2 0,4 Fitosanitari -2,2 -0,9 Sementi e piantine1 -2,3 -1 Mangimi -3,5 -0,6 Spese di stalla 2,2 2,3 Totale -0,3 0,5 1 la voce comprende: le sementi, le piante da frutta, le piante orticole e le piante ornamentali Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Consumi intermedi dell’agricoltura, per categoria di beni e servizi acquistati, 2011 8,1% 16,0% Concimi Fitosanitari 12,7% 42,2% Sementi e piantine Mangimi Spese di stalla 21,1% Fonte : elaborazioni su dati ISTAT 63 RISULTATI PRODUTTIVI La produzione agricola regionale ai prezzi di base ha registrato, nel 2011, un aumento rispetto all’anno precedente (+1,76%) ed il suo valore è pari a 3.565 milioni di euro. I principali comparti che costituiscono la produzione agricola campana sono le coltivazioni erbacee che con il 43,4% assumono il maggior peso sulla produzione. Seguono gli allevamenti zootecnici (19,8%), le coltivazioni legnose (15,6%), le attività dei servizi connessi (11,3%) e, infine, in percentuali inferiori troviamo le coltivazioni foraggere, la pesca, la silvicoltura, le attività secondarie. In linea generale, le variazioni percentuali rispetto al 2010 di produzioni e servizi ai prezzi base presentano valori positivi, con l’eccezione delle coltivazioni legnose che scontano una variazione negativa di 9,5 punti percentuali. Si registrano variazioni di valore della PLV anche per la silvicoltura e la pesca: la prima diminuisce del 6,4%, mentre la seconda fa registrare una flessione di quasi 8 punti percentuali. 64 Produzione e servizi ai prezzi di base per principali comparti, 2011 Campania Coltivazioni erbacee Coltivazioni foraggere Coltivazioni legnose Allevamenti zootecnici Sevizi connessi1 Attività secondarie2 Silvicoltura Pesca TOTALE3 Variazione % 2011/10 000 euro % 1.547.394 119.153 555.813 704.939 402.850 53.916 72.706 108.553 3.565.324 43,4 3,3 15,6 19,8 11,3 1,5 2,0 3,0 100,0 prezzi 3,2 3,8 -9,5 9,2 5,2 5,8 2,13 1 Comprende contoterzismo attivo e passivo, confezionamento prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, servizi annessi all'allevamento, fecondazione artificiale, nuovi impianti produttivi. Agriturismo, trasformazione latte, frutta, carne e altre attività esercitate dalla banca agricola. 3 Al lordo delle attività secondarie esercitate da altre branche di attività economica. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 2 In Campania, nel 2011, la quota maggiore di produzione in termini di valore monetario ai prezzi base si concentra nel settore delle patate e ortaggi (34,3%), mentre l’aggregazione delle carni (12,8%), dell’attività dei servizi connessi (12,2%), di frutta e agrumi (11,4%), del latte (6,2%), compone una ulteriore quota complessiva del 43% circa del valore della produzione. Passando all’analisi dei singoli comparti produttivi, si rileva che per i cereali l’annata agraria 2011 è stata particolarmente negativa. In particolare si segnala una contrazione della produzione di frumento tenero (-9,8%), mentre la produzione di frumento duro contabilizza un incremento del 2,9%. Invece, Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori (migliaia di euro), 2011 Uova e miele 2,2% Servizi connessi 12,2% Cereali e legumi secchi 3,2% Latte 6,2% Carni 12,8% Frutta e agrumi 11,4% Patate e ortaggi 34,3% Colture Industriali 3,3% Prodotti dell'olivicoltura 2,6% Prodotti vitivinicoli 2,2% Coltivazioni foraggere 3,6% Fiori e piante da vaso 6,0% Fonte: elaborazioni su dati ISTAT le produzioni di orzo e mais ibrido è calata, rispettivamente, del 13,9% e del 45,1%. In controtendenza rispetto agli altri comparti produttivi, hanno fatto registrare un incremento le produzioni di patate (+10,2%), di nocciole (+18,5%), delle fragole (+2,7%), dei mandarini (+1,8%), dei peperoni (+5,8%), dei pomodori (+1,4%). Riguardo le coltivazioni industriali, continua a diminuire la produzione di barbabietola da zucchero (-11,1%), in ulteriore diminuzione anche la produzione di tabacco (-2,5%). Relativamente alle altre colture, in linea con quanto si registra a livello nazionale, si contabilizza una calo nella produzione di olio (-25,4%), dei cavoli (-6,7%), dei cavolfiori (-5,4%), delle melanzane (-5,8%), delle noci (-1,9%), delle arance (-4,1%), dell’actinidia (-3,9). Un trend negativo si intravede anche per la produzione vitivinicola che registra una flessione sia della produzione di uva da vino (-25,7%), sia di vino (13%) con conseguente diminuzione del loro valore (-15,7% per l’uva da vino e -1,4% per il vino). L’andamento dei prezzi delle produzioni segue quello delle quantità prodotte. Infatti, alla riduzione delle quantità prodotte si accompagna una diminuzione dei prezzi: -26,6% per il mais ibrido, -19,6% per l’olio, +26,4% per le nocciole, +13,1% per i pomodori, +26,0% per i mandarini e così via per il resto delle coltivazioni. Nel 2011, il comparto zootecnico campano offre notevoli elementi di analisi, sia in termini di quantità prodotta che di fatturato originato. In merito alla quantità prodotta, il settore caseario risulta predominante insieme alle carni 65 bovine, seguito da uova (in milioni di pezzi), carni suine e pollame. Il settore bovino e bufalino mantiene un ruolo strategico nella produzione zootecnica campana, sia in termini di produzione da latte che da carne, malgrado la leggera flessione registrata rispetto al 2010, rispettivamente del -1,33% per il latte (vaccino e bufalino) e -6,67% per il latte di pecora e capra. Per quanto riguarda il fatturato realizzato, il settore caseario, in particolare la produzione di latte vaccino e bufalino, conserva un ruolo di eccellenza, mostrando un incremento percentuale di circa 12 punti rispetto al 2010; la produzione di latte ovino e caprino fa registrare, invece, un decremento di fatturato del 5,5%. Per quanto riguarda il comparto delle carni, si evince un rialzo nel valore della produzione di carni suine (+14,3%) e di pollame (+14,9%), mentre in leggera flessione risulta la produzione di carni ovine (-3,8%). 66 Principali produzioni vegetali, 2011 Valore2 Quantità Prodotti Frumento tenero Frumento duro Orzo Granoturco ibrido Patate Fagioli freschi Cipolle e porri Carote Carciofi Cavoli Cavolfiori Indivia Lattuga Radicchio Melanzane Peperoni Pomodori Zucchine Cocomeri Poponi Fragole Barbabietola da zucchero Tabacco Girasole 000 q.li 423 1.401 359 644 2.991 572 345 19 231 531 663 425 1.065 35 841 621 3.720 338 823 574 598 32 350 7 var.% 2011/10 -9,8 2,9 -13,9 -45,1 10,2 -0,5 -4,2 -5,0 0 -6,7 -5,4 0,0 -3,7 0,0 -5,8 5,8 1,4 -0,9 -0,5 -3,7 2,7 -11,1 -2,5 0,0 000 euro 10.373 48.131 7.293 14.583 132.092 82.708 19.290 805 21.764 29.963 30.670 19.357 158.957 2.071 39.065 50.169 169.727 30.142 14.363 25.784 130.363 136 107.601 204 var. % 2011/10 24,1 54,5 21,0 -26,6 16,0 -8,4 -15,1 0,2 -1,6 3,0 4,2 0,0 -8,6 11,7 -4,1 7,1 13,1 -13,7 -6,5 4,9 3,2 -3,5 -0,4 19,5 Segue Valore2 Quantità Prodotti Uva da tavola Uva da vino venduta Vino (000 hl)1 Olio1 Arance Mandarini Limoni Clementine Pesche Mele Pere Nocciole Noci Actinidia 000 q.li 6 614 1.138 290 259 115 231 82 3.067 690 173 410 52 271 var.% 2011/10 0,0 -25,7 -13,0 -25,4 -4,1 1,8 -0,9 -1,2 0,2 -2,1 0,6 18,5 -1,9 -3,9 000 euro 281 11.451 60.099 81.403 8.199 4.743 12.150 2.108 83.385 21.951 9.599 65.330 18.517 18.179 var. % 2011/10 13,4 -15,7 -1,4 -19,6 -0,5 26,0 -15,3 -10,4 -21,5 -14,8 -24,9 26,4 1,5 13,0 1 Secondo la metodologia SEC95, rientrano nel settore "agricoltura" il vino e l'olio prodotto da uve e olive proprie dell'azienda, a esclusione di quello prodotto dalle cooperative e industria alimentare. 2 Ai prezzi di base. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 67 Principali produzioni zootecniche, 2011 Quantità1 Prodotti Carni bovine Carni suine Carni ovi-caprine Pollame Latte di vacca e bufala (000 hl) Latte di pecora e capra (000 hl) Uova (milioni di pezzi) Miele 1 Peso vivo per la carne. Ai prezzi di base. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 2 68 000 q.li 788 472 22 410 4.666 90 796 5 var.% 2011/10 1,65 1,06 -4,55 0,73 -1,33 -6,67 1,63 0,00 Valore2 000 euro 195.994 76.559 6.333 86.561 199.801 6.752 71.845 1.666 var. % 2011/10 7,1 14,3 -3,8 14,9 12,1 -5,5 3,3 11,0 AMBIENTE E RISORSE NATURALI 69 CLIMA E DISPONIBILITÀ IDRICHE 70 Precipitazioni trimestrali cumulate; scarto in mm rispetto alla media climatica (1970-2000), 2012 I Trim 60 II Trim III Trim IV Trim 40 mm 20 0 -20 NAPOLI BENEVENTO AVELLINO CASERTA SALERNO -40 -60 -80 Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA Precipitazioni cumulate in mm II e II trimestre per provincia, 2010-2012 e confronto con media climatica (1971-2000) 400 mm cumulati Nel corso del 2012 l’INEA Campania è stata impegnata nell’attività di monitoraggio della stagione irrigua, attività intrapresa nel 2009 allo scopo di rilevare ed analizzare i dati relativi all’andamento idro-meteorologico e di evidenziarne le eventuali ripercussioni nel settore agricolo. Dal confronto con i dati climatici del trentennio di riferimento 1971-2000 (CRA-CMA), il 2012 risulta generalmente più caldo e con una distribuzione delle precipitazioni sfalsata rispetto all’andamento climatico medio. Le precipitazioni cumulate del primo trimestre si sono mantenute al di sotto dei valori climatici medi specie nei mesi di gennaio e marzo, mentre nel secondo e terzo trimestre hanno superato i valori medi stagionali soprattutto in provincia di Napoli e Salerno nei mesi primaverili (secondo trimestre) ed un po’ ovunque nei mesi estivi (terzo trimestre). Pur non essendo mancati periodi di siccità le precipitazioni cumulate nel 350 300 250 200 150 100 50 0 NAPOLI AVELLINO 2010 Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA BENEVENTO 2011 CASERTA Med (1971-2000) 2012 SALERNO Temperature medie massime per provincia, 2012. Scarto in °C rispetto alla media climatica (1970-2000) NAPOLI 7 AVELLINO BENEVENTO CASERTA SALERNO T Max °C 6 5 4 3 2 1 0 -1 gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA periodo primaverile-estivo risultano più elevate rispetto all’anno precedente (2011) in particolare nelle province di Napoli, Caserta e Salerno, dove sono stati registrati almeno 100 mm di pioggia in più. In realtà le precipitazioni nel 2012 risultano piuttosto in linea con l’andamento climatico medio, anche se in alcuni mesi hanno superato i valori climatici in tutte le province con uno scarto maggiore nel napoletano, nel casertano e nel salernitano. Le temperature medie massime si sono mantenute costantemente sopra la media ad eccezione dei mesi di gennaio e marzo, in cui lo scarto rispetto alla media delle temperature medie massime è stato negativo. Durante il periodo estivo le temperature medie massime hanno superato di circa tre gradi i valori climatici di riferimento, mentre nei mesi di aprile, novembre e dicemvre di almeno due gradi. In ogni caso i massimi scostamenti delle temperature massime sono stati registrati nel mese di marzo in provincia di Caserta e nel mese di agosto nelle province di Napoli e Caserta (fino a 4 gradi in più rispetto alla media climatica). I picchi di temperatura nel periodo estivo sono stati registrati l’8 agosto nell’avellinese e nel salernitano (t. max 71 42,4°C a Mirabella Eclano e 41°C a Buccino). Nel mese di febbraio sono state registrate temperature medie minime di oltre due gradi sotto la media climatica nelle province di Benevento, Avellino e Caserta. Non sono mancate le ripercussioni nel settore agricolo causate, da una parte, dall’andamento anomalo delle temperature e, dall’altra, da eventi meteorici molto concentrati. In gran parte della regione, ad eccezione delle zone costiere, nelle giornate comprese tra il 3 ed il 5 febbraio e tra il 10 ed il 15 febbraio si sono verificate delle nevicate che in diversi punti hanno abbondantemente superato il metro di neve. Nelle province di Avellino, Benevento e Caserta sono state segnalate vere e proprie situazioni di carattere emergenziale. Nella provincia di Benevento, in alcune aree montane sono stati raggiunti 3 metri di neve, con danni al comparto 72 zootecnico soprattutto nel caso delle aziende situate nei territori montani e pedemontani per problemi di isolamento di alcune stalle. Non sono mancati i danni al comparto frutticolo e orticolo, sia in serra che in pieno campo, per le aziende localizzate nei territori collinari e pianeggianti. In particolare, sono stati segnalati danni agli uliveti. In provincia di Avellino la neve ha causato danni sia alle strutture zootecniche che alle produzioni agricole tra cui olivo, nocciolo ed ortive. Sono stati segnalati danni, anche, alle strutture nelle zone pedemontane dell’alto casertano. Gli eventi piovosi concentrati in alcune giornate del mese di settembre hanno causato danni di una certa entità. In particolare, le piogge del 13 settembre hanno provocato seri disagi soprattutto nelle aree urbane dei comuni di Castellammare, Torre del Greco, San Giorgio a Cremano con problemi di viabilità nell’area vesuviana, nel nolano e nel salernitano. I disagi maggiori causati dalle piogge intense si sono verificati soprattutto a fine ottobre e a fine novembre specialmente nel salernitano e nel napoletano. Nei giorni tra il 27 ed il 31 ottobre si sono verificate intense precipitazioni di carattere localizzato, in particolare nel salernitano, a Castel San Lorenzo e Buonabitacolo, il 27 ottobre sono caduti oltre 100 mm di pioggia; si sono inoltre verificati allagamenti a Capaccio, Agropoli e Montecorvino Pugliano. Secondo il Centro Agrometereologico Regionale le elevate temperature minime hanno favorito lo sviluppo delle popolazioni del Verme delle Noci (Carpocapsa pomonella), che nel 2012 ha compiuto 3 ovideposizioni sulla coltura determinando un forte aumento del cosiddetto “Verme coperto”, ossia la presenza di larve vaganti all'interno di gusci apparentemente sani. Le elevate temperature massime hanno favorito lo sviluppo delle popolazioni della Mosca dell'Olivo (Bactrocera oleae). Il Centro Agrometeorologico ha stimato che il picco di massimo sfarfallamento della seconda generazione si sia anticipato di circa 15 giorni in tutti gli areali. Favorita anche la Tignola della Patata (Phtorimaea operculella), che ha danneggiato fortemente la coltura soprattutto in magazzino, così com’è stato favorito lo sviluppo delle popolazioni delle Nottue del pomodoro e degli ortaggi (Helicorverpa armigera e Spodoptera littoralis). In assoluto le colture più danneggiate, sono state il castagno ed il nocciolo. Il castagno, che negli ultimi anni risente anche degli attacchi del Cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu), ha subito nel complesso un calo della produzione tra il 60 ed il 90%; mentre il nocciolo, fortemente attaccato dalle cimici, è stato danneggiato per circa il 90%. 73 AGRICOLTURA ED EMISSIONE DEI GAS SERRA Le informazioni più aggiornate e dettagliate, a livello provinciale, sulle emissioni di gas serra in agricoltura sono quelle della Relazione dell’ARPAC sullo stato dell’ambiente in Campania 2009 che a sua volta riporta dati di uno studio dell’ISPRA e fornisce un quadro particolareggiato delle emissioni di gas serra a livello regionale e provinciale dal 1990 al 2005. Secondo l’ARPAC in questo periodo le emissioni di CO2eq6 in Campania si sono ridotte del 17%. Si tratta di un valore in controtendenza con il trend nazionale, la spiegazione è, però, da ricercare più nella crisi economica che ha rallentato le attività a maggiori emissioni (ovvero di tipo industriale), che nell’aumento dei comportamenti virtuosi. Scendendo nel dettaglio provinciale nell’intero periodo considerato (dal 1990 al 2005) si registra una netta riduzione delle emissioni di gas serra 6 74 nella provincia di Napoli, mentre nelle province di Avellino e Benevento si registra un andamento sostanzialmente costante. Per quanto riguarda la provincia di Caserta si nota un incremento a partire dal 1995 ma, nel 2005, ritorna ai valori del 1990, mentre nella provincia di Salerno si registra un aumento a partire dal 1995. Per quanto riguarda il contributo procapite regionale di gas serra, il periodo preso in esame fa registrare un trend decrescente che, nel 2005, si attesta intorno alle 3 tonnellate equivalenti pro-capite, ben al di sotto della media europea (10,4 tonnellate CO2eq procapite). La spiegazione è legata probabilmente ad uno sviluppo socie-economico rallentato rispetto ad altre regioni europee. Rispetto alle emissioni ripartite per settori, il rapporto ARPAC evidenzia una netta riduzione dal 1990 al 2005 nei settori relativi alla combustione industriale ed ai processi produttivi, un aumento delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti e nella combustione non industriale. Nello stesso periodo si registra un aumento della capacità di assorbimento della CO2eq. Il maggior contributo, in assoluto, alla formazione di gas serra è rappresentato dall’apporto di anidride carbonica derivante, principalmente, dalla reimmissione in atmosfera dai combustibili fossili. Segue per ordine di importanza il metano proveniente in primis dall’agricoltura oltre che dal sistema dei rifiuti e dell’energia. In sintesi le emissioni provengono principalmente dalla combustione degli impianti che producono energia, dai trasporti stradali e dai processi industriali in genere. L’agricoltura non è tra i comparti maggiormente imputati, ma contribuisce in particolare con l’emissione di due Le emissioni dei vari gas serra sono espresse in tonnellate di CO2 equivalente per ogni anno. gas serra: il metano ed il protossido di azoto. Il metano emesso dal settore agricolo segue un trend crescente dal 1990 al 2000 passando da 34.000 Mg circa a poco più di 38.000 Mg, mentre al 2005 si registra una diminuzione di circa 1.000 Mg rispetto al 2000. Se si considerano le emissioni del solo settore agricolo, la zootecnia è tra le attività a maggiore impatto per le emissioni di metano. Secondo i dati ISPRA al 2005 le due province maggiormente imputate sono Salerno e Caserta, dove si concentra il maggior numero di allevamenti bovini e bufalini, che nel complesso emettono il 77% del metano proveniente dal settore agricolo. Più specificamente la provincia di Salerno è responsabile del 39,3% delle emissioni, la provincia di Caserta del 37,7%; seguono la provincia di Benevento con il 13,1%, Avellino con l’8,3%, ultima Napoli con l’1,5%. Rispetto al valore nazionale la Campania contribuisce con il 5%. Contaminati nel settore agricolo (Mg), vari anni Campania Ossidi di azoto (NO+NO2 ) Composti organici volatili non metanici Metano Monossido di carbonio Protossido di azoto Ammoniaca Particolato (<10 micron) Particolato (<2,5 micron) 1990 1995 2000 2005 11 58 33,967 371 3,330 18,130 454 200 12 55 35,501 376 3,249 18,573 484 216 10 53 38,222 310 3,770 20,164 449 184 9 49 36,936 301 3,478 17,299 495 188 Fonte: elaborazioni su dati Sinanet Emissioni di metano del settore agricolo in (Mg), per provincia, vari anni Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia Campania/Italia 1990 1995 2000 2005 4.305 5.193 12.998 1.583 9.887 33.967 853.766 4,0% 4.357 4.001 14.223 3.038 9.883 35.501 855.646 4,1% 4.220 6.543 15.052 1.396 11.011 38.222 839.992 4,6% 3.073 4.850 13.930 568 14.514 36.936 773.947 4,8% Fonte: elaborazioni su dati Sinanet 75 Altra fonte di emissioni legata al comparto agricolo è legata al consumo di energia ed ai processi industriali necessari per la produzione di fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi. Allo stesso tempo il settore agricolo può essere considerato come un settore strategico nella gestione dei cosiddetti carbon sink, ovvero dei siti che svolgono il ruolo di stoccaggio del carbonio. Emissioni di metano del settore agricolo, per provincia (Mg), vari anni Salerno Avellino 2005 2000 Napoli 1995 1990 Benevento Caserta 0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 14000 16000 Fonte: elaborazioni su dati Sinanet Emissioni di protossido di azoto del settore agricolo in (Mg), vari anni Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Italia Campania/Italia Fonte: elaborazioni su dati Sinanet 76 1990 1995 2000 2005 429 452 1.012 462 975 3.330 78.692 4,2% 474 430 963 456 926 3.249 77.852 4,2% 552 519 1.314 523 862 3.770 78.297 4,8% 506 414 1.196 396 966 3.478 73.677 4,7% CONSUMO DI SUOLO La perdita di terreno, comunemente definita “consumo di suolo” è un fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale. Le cause sono da ricercare da un lato nella riconversione di aree agricole e naturali verso utilizzazioni alternative tra cui usi residenziali, commerciali e infrastrutturali, dall’altro nel progressivo abbandono dei suoli meno produttivi e di più difficile utilizzazione come ad esempio quelli montani. L’avanzare delle superfici boscate che si registra negli ultimi anni rappresenta l’evidenza di quest’aspetto del fenomeno, che considerando l’uso ancora “naturale” del suolo ha il vantaggio di garantire la reversibilità e, quindi, il ritorno ad un uso produttivo. Il processo di impermeabilizzazione dei terreni, invece, comporta conseguenze irreversibili legate sia ad alterazioni dell’assetto idrogeologico con aumento dei potenziali rischi per il territorio, sia alla riduzione della capacità produttiva con ripercussioni nel Confronto della SAT (ettari), vari anni 1982 Avellino Benevento Caserta Napoli * Salerno Campania Mezzogiorno ITALIA 213.353 155.945 180.018 62.358 372.007 983.681 5.687.377 22.397.833 1990 213.552 153.928 166.747 53.912 348.740 936.879 5.483.746 21.628.355 2000 187.739 137.765 144.176 41.691 326.440 837.810 4.683.196 18.766.895 2010 Variazione % 2010/1982 150.585 129.486 130.388 26.092 285.874 722.425 4.426.634 17.081.099 -29,4 -17,0 -27,6 -58,2 -23,2 -26,6 -22,2 -23,7 * La SAT di Napoli per l’anno 2010 risulta diversa da quella dell’ISTAT a causa di un errore relativo alla superficie di un’azienda di Torre del Greco a cui è stata assegnata una SAT di 262,25 ha anziché 0,25 Fonte: ISTAT Andamento della SAT (ettari), vari anni 400.000 350.000 300.000 1982 250.000 1990 200.000 2000 150.000 2010 100.000 50.000 0 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 77 78 Confronto della SAU (ettari), 2000-2010 250.000 200.000 ettari lungo periodo in termini di auto-approvvigionamento alimentare. Per valutare e gestire le relative conseguenze ambientali, sociali ed economiche il consumo di suolo deve essere monitorato anche a livello locale. Dal confronto tra la Superficie Agricola Totale degli ultimi quattro Censimenti dell’Agricoltura dell’ISTAT si osserva la progressiva riduzione della superficie agricola con dettaglio provinciale. Dal 1982 in Campania sono andati persi 261.256 ettari di SAT in valore assoluto che rappresentano poco meno del 5% della SAT persa a livello nazionale, il 21% circa di quella del Sud. La provincia con il maggior decremento di SAT è Salerno con 86.133 ettari in meno che rappresentano circa il 33% della superficie persa a livello regionale, seguono Avellino con 62.768 ettari di SAT in meno (24%) e Caserta con 49.630 ettari in meno (19%). La riduzione minore si registra in provincia di Benevento dove la contrazione di 150.000 2000 100.000 2010 50.000 0 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: Agricoltura in Campania. 6° Censimento Generale dell’Agricoltura. L’Informatore agrario SAT è di soli 26.459 ettari. Analizzando le variazioni decennali, è proprio l’ultimo periodo quello che fa registrare la diminuzione di superficie più significativa a livello regionale, in controtendenza con quanto avvenuto a livello nazionale. Dal 1982 al 1990 la SAT è diminuita di 46.802 ettari, dal 1990 al 2000 di 99.069 ettari, mentre nell’ultimo decennio di ben 115.385 ettari, il che fa notare come il fenomeno sia in costante crescita. Per quanto riguarda la riduzione della SAU, secondo i dati ISTAT dell’ultimo censimento nel periodo 2000-2010 è stata particolarmente elevata in provincia di Avellino (-15.214 ettari), e di Napoli (-11.854 ettari), seguono in ordine decrescente la provincia di Salerno (-6.691 ettari), Benevento (- 3.467 ettari); in controtendenza il dato relativo alla provincia di Caserta dove gli ettari sono aumentati dello 0,5% (499 ettari). In termini percentuali la Provincia di Napoli ha visto una riduzione del 33,9% della SAU, la provincia di Avellino del 10,9%, Benevento del 3,1% e Salerno del 3,5%. Per quanto riguarda la variazione di superficie all’interno delle principali categorie, a livello regionale si registra un aumento per la sola categoria prati permanenti e pascoli, dovuto soprattutto all’incremento di superficie nella provincia di Salerno con circa 10.000 ettari in più. Fa eccezione la provincia di Caserta dove a dispetto degli incrementi registrati nelle altre province si osserva la diminuzione di suolo a prati e pascoli corrispondente a circa 5.000 ettari. La Carta dell’Utilizzazione Agricola dei Suoli della Campania (CUAS), consente di osservare un altro aspetto del fenomeno. Dal confronto tra il 2001 ed il 2009 alla voce ambiente urbanizzato e superfici artificiali si è passati da 92.988 ettari a 101.164 ettari con un incremento di area edificata di ben 8.176 ettari ovvero l’8,1% in più. 79 USO DEI PRODOTTI CHIMICI L’Istat fornisce annualmente informazioni dettagliate sull’uso dei mezzi chimici in agricoltura. In Campania nel 2011 sono state distribuite 10.178 tonnellate di prodotti fitosanitari con una diminuzione del 5% rispetto all’anno precedente. La metà circa dei prodotti distribuiti è rappresentata dalle due categorie: fungicidi (34,4%), insetticidi ed acaricidi (14,7%). Rispetto all’anno precedente i primi sono diminuiti del 3,0% mentre i secondi sono diminuiti del 25,4%. Il consumo regionale dei prodotti insetticidi ed acaricidi nel 2011 rappresenta il 16,6% di quanto consumato nel Mezzogiorno e il 5,4% del consumo nazionale. Una quota altrettanto importante (43%) dei consumi è compresa nella categoria vari, in questo caso la Campania incide per il 44% sul consumo del mezzogiorno e per il 21% sul consumo italiano. La provincia di Caserta con il 26% di prodotti fitosanitari in meno rispetto al 2010 è quella che nel complesso fa registrare la più significativa decrescita, seguono Napoli, Avellino e Benevento con decrementi più contenuti, dal 10% Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo per categoria (quantità in chilogrammi), 2011 Campania Mezzogiorno ITALIA Campania/Mezzogiorno Campania /Italia Fonte: elaborazione su dati ISTAT 80 Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi 3.504.069 27.970.869 69.891.334 12,5% 5,0% 1.496.961 9.028.036 27.571.407 16,6% 5,4% 790.972 5.932.697 24.086.210 13,3% 3,3% Vari 4.385.820 9.974.468 20.876.075 44,0% 21,0% Totale 10.177.822 52.906.070 142.425.026 19,2% 7,1% al 3%, mentre Salerno è l’unica provincia in cui si registra un aumento del 12,2% dovuto soprattutto all’aumento della categoria vari. Nello specifico, per quanto riguarda i fungicidi, si registra una sostanziale riduzione nelle province di Avellino, Salerno e Napoli (-11%, -8% e -4,5%), con aumenti a Benevento e Caserta (+7,8% e +2,2%). I dati relativi all’uso di insetticidi mostrano una sostanziale diminuzione del 43% in provincia di Caserta, con importanti quantitativi in valore assoluto (- 425 tonnellate); diminuzioni del 14,8%, del 3,8% e del 2,2% sono state riscontrate, rispettivamente, in provincia di Napoli, Salerno e Benevento. Risultano stabili, invece, i consumi di insetticidi ed acaricidi in provincia di Avellino. I dati relativi alla quantità di principio attivo distribuita per ettaro mostrano un quantitativo considerevole pari a 4,77 Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Vari 5,19 0,65 1,28 Kg/ha sup. trattabile Principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari (Kg/ha di superficie trattabile), 2011 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 2011 2010 2009 2008 Fungicidi Insetticidi e acaricidi Erbicidi Vari Fonte: elaborazione su dati ISTAT 11,9 kg per ettaro di superficie trattabile7, valore superiore sia rispetto alla media delle regioni del mezzogiorno (7 kg/ha), sia rispetto al dato nazionale (7,5 kg/ha). Per quel che riguarda i fertilizzanti, nel corso del 2011 si è registrata una flessione del loro utilizzo complessivo 7 rispetto all’anno precedente (-11%) per un totale di circa 1.243.716 quintali distribuiti. Di questo quantitativo il 53,2% è rappresentato da concimi minerali, il 5,5% da concimi organici ed il 11,6% di organico-minerali, mentre gli ammendanti costituiscono il 29,7%. Variazioni più sostanziali riguardano invece la ridistribuzione all’interno delle varie categorie di fertilizzanti. Rispetto al 2010 c’è stata un riduzione del 22,2% dei concimi minerali ed un aumento di concimi organici, organominerali ed ammendanti rispettivamente di 0,2%, 6,9% e 2,9%. Le emissioni dei vari gas serra sono espresse in tonnellate di CO2 equivalente per ogni anno. 81 Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo, per categoria, 2011 Erbicidi Migliaia di Kg In valore assoluto le variazioni più significative riguardano la riduzione dei concimi minerali in provincia di Napoli, mentre la provincia che fa registrare la più alta contrazione di fertilizzanti è Salerno. 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 Caserta Insetticidi e acaricidi Benevento Napoli Fungicidi Avellino Vari Salerno Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Fertilizzanti distribuiti per categoria e per provincia, 2011 Ammendanti Concimi organo-minerali Concimi organici Concimi minerali 600.000 Q.li distribuiti 500.000 400.000 300.000 200.000 100.000 0 Caserta Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 82 Benevento Napoli Avellino Salerno FORESTE Anche quest’anno non ci sono dati aggiornati per quanto riguarda le superfici forestali regionali. Le fonti informative disponibili restano l’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC), l’ISTAT e la Carta dell’Utilizzazione Agricola dei Suoli della Campania (CUAS, 2009) che forniscono informazioni e livelli di dettaglio differenti. Secondo i dati riportati nell’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio aggiornati al 2005, la superficie forestale totale della Regione Campania è di 445.274 ettari, ripartita in 384.395 ettari classificati come Bosco e 60.879 ettari come Altre terre boscate. Con un indice di boscosità pari a 32,7% è la terza regione nel Mezzogiorno per estensione di superficie forestale. In realtà alcune regioni8 al fine di registrare e monitorare lo stato delle proprie risorse forestali e dei re8 lativi serbatoi di carbonio, hanno realizzato un proprio inventario sull’intero territorio di competenza. La Campania è tra le regioni che ancora non ha avviato tale progetto. Il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura fornisce il dato in termini di boschi annessi alle aziende agricole con una superficie regionale di 131.473 ettari. Dalla CUAS del 2009, sommando la voce boschi di latifoglie, di conifere, misti e a ricolonizzazione artificiale, si ottiene una superficie forestale regionale pari a 380.360 ettari, di cui oltre il 90% di latifoglie. In ogni caso la fonte di riferimento ufficiale e, pertanto, la più utilizzata è l’INFC. Infatti, lo stesso Piano Forestale Generale 2009-2013 della Regione Campania fa riferimento ai dati INFC 2005. Secondo l’INFC in Campania la superficie forestale è prevalentemente di Categorie inventariali Bosco ed Altre terre boscate (superfici in ha), 2005 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Bosco Altre terre boscate Superficie Forestale totale 72.912 43.083 70 009 11.707 186.685 10.020 876 3.303 2.946 43.734 82.932 43.959 73.312 14.653 230.419 Fonte: INFC, 2005 proprietà privata. In particolare, all’interno della categoria Bosco, la sotto-categoria boschi alti di proprietà privata è preponderante e occupa il 54% della superficie forestale regionale. Inoltre, il 51% dei boschi privati è di proprietà privata (individuale), mentre buona parte dei boschi pubblici (41% circa) è di proprietà comunale. Per quanto riguarda le superfici forestali di proprietà pubblica, la pianificazione regionale prevede l’obbligo di gestione Valle d’Aosta, Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna e Sicilia. 83 dei boschi e dei pascoli pubblici secondo un Piano di Assestamento o Piano Economico. La provincia in cui la pianificazione forestale su scala aziendale risulta più efficiente è Salerno, seguita, nell’ordine, da Caserta, Avellino, Benevento e Napoli. Per quanto riguarda le superfici interessate da incendi il Corpo Forestale dello Stato fornisce ogni anno la situazione dettagliata degli eventi regione per regione. In Campania, nel corso del 2012, si sono verificati 1.268 eventi 84 Incendi boschivi, 2012 (dati provvisori al 31.12.2012) Campania Italia Campania/Italia N° eventi Sup. boscata (ha) Sup. non boscata (ha) Sup. tot percorsa dal fuoco (ha) 1.268 8.699 15% 5.328 47.266 11% 1.574 52.065 3% 6.902 99.331 7% Fonte: Corpo Forestale dello Stato (pari al 15% degli incendi a livello nazionale) che hanno riguardato una superficie boscata di 5.328 ettari e, una superficie totale percorsa dal fuoco pari a 6.902 ettari. La Campania, nel 2012, si colloca al terzo posto, dopo Sicilia e Calabria, per superficie incendiata. DIVERSIFICAZIONE 85 AGRITURISMO Le aziende agrituristiche in esercizio, ovvero quelle che hanno ottenuto l’apposita autorizzazione, avendo opportunamente adeguato le proprie strutture ai sensi della nuova normativa (DPR n. 18/2009), sono 369 (aggiornamento ad ottobre 2012). La fase di comunicazione da parte dei comuni della Regione Campania non è ancora conclusa. Infatti, presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura è in continuo aggiornamento l’archivio delle aziende agrituristiche; aggiornamento che avviene tramite le comunicazioni ufficiali dei Comuni che riportano l’elenco delle aziende agrituristiche operanti nel proprio territorio. La provincia con il maggior numero di agriturismi operanti è Salerno con 125 aziende, seguita da Benevento con 89 aziende attive, Napoli ed Avellino con, rispettivamente, 65 e 63 unità, ultima risulta la provincia di Caserta con 27 agriturismi. La maggiore disponibilità di posti letto è offerta dalla provincia 86 Aziende agrituristiche operanti per tipologia, 2012 Aziende con posti letto Posti letto Aziende con posti mensa Posti mensa Aziende con altri servizi Totale aziende 49 72 19 46 109 295 395 651 478 454 1.399 3.377 53 82 22 57 98 312 1.982 3.133 1.206 2.374 4.684 13.379 15 14 3 4 20 56 63 89 27 65 125 369 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Fonte: Regione Campania Aziende agrituristiche operanti, 2012 18% 34% 17% 7% 24% Fonte: Regione Campania Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno Posti letto e mensa, 2012 Posti letto Posti mensa 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno Fonte: Regione Campania di Salerno che può alloggiare circa 1.400 ospiti, con una media di 12,8 posti letto per azienda, valore leggermente superiore alla media nazionale (12,6). Mentre il numero medio di posti letto cala nelle province di Napoli, Benevento e Caserta. La possibilità di pernottamento è quasi sempre associata all’offerta di posti mensa, infatti, nel 72% circa dei casi si tratta di agriturismi che offrono sia ospitalità che pasti, ad eccezione della provincia di Benevento dove tale percentuale sale al 78%. La Campania è una delle regioni dove è poco diffusa la tipologia specializzata nella sola offerta di posti mensa, presente nel 11,6% dei casi, contro una media nazionale del 13,9%. Nel complesso, i posti a sedere superano le 13.300 unità, con una dimensione media che si attesta intorno ai 36 posti, mentre la media nazionale è pari a 38,4 posti mensa per azienda. Solo il 6,8% delle aziende limita la propria offerta al pernottamento, mentre il 15% offre servizi alternativi tra cui degustazioni, disponibilità di aree picnic, piazzole con posti tenda e posti roulotte. I servizi per agricampeggio e pic-nic sono più diffusi nella provincia di Avellino e Benevento, mentre le attività di degustazione sono più frequenti presso gli agriturismi della provincia di Salerno. 87 ENERGIE RINNOVABILI Energia richiesta, Energia prodotta*, Deficit regionale, 1975-2011 Energia richiesta GWh 25000 Prodotta* al netto dei pompaggi Deficit 20000 15000 10000 5000 0 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 In linea con l’andamento degli ultimi anni in Regione Campania l’energia consumata è maggiore rispetto a quella prodotta, ma il deficit energetico è in progressiva diminuzione. Infatti, tra il 2006 ed il 2011 si è avuta una riduzione di circa un terzo del disavanzo energetico passato da -14.935 GWh a -9.136 GWh. Anche il ritmo di crescita dei consumi elettrici per abitante ha subito un forte rallentamento. Si è passati da un incremento del 14% tra il 2001 ed il 2006 ad uno molto più contenuto pari all’1,9% tra il 2006 ed il 2011. In termini percentuali i consumi energetici nel settore agricolo campano sono allineati con quelli nazionali, infatti, le attività agricole incidono sui * al netto dei pompaggi Fonte: elaborazioni su dati Terna consumi per l’1,6% dell’energia totale contro una media nazionale pari all’1,8%. Molto più alta risulta, invece, l’incidenza dei consumi domestici regionali (34%) rispetto al livello nazionale (22%), Consumi regionali di energia elettrica, 2001-2011 Consumo di energia elettrica (GWh) Consumo per abitante kWh/abitante Fonte: elaborazione su dati Terna 88 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 15.003 2.594 15.454 2.667 16.035 2.794 16.241 2.812 16.648 2.876 17.124 2.958 17.387 2.995 17.470 3.006 17.138 2.945 17.454 2.995 17.287 3.014 Consumi di energia per settore, 2011 Distribuzione percentuale dei consumi, 2011 Agricoltura GWh Industria GWh Terziario* GWh Domestico GWh Totale* GWh 11,5 24,4 93,7 52,5 102,9 285,0 5.907,0 695,4 229,2 1.212,1 1.590,4 1.351,5 5.078,7 140.040,0 406,4 273,2 960,0 3.228,0 1.192,5 6.060,1 97.705,0 385,7 266,2 971,3 3.161,1 1.078,9 5.863,2 70.140,0 1.499,1 793,2 3.237,1 8.032,0 3.725,8 17.287,0 313.792,0 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania ITALIA 18,7% 4,6% * al netto dei consumi FS per trazione pari a GWh 283,8 Fonte: elaborazione su dati Terna 8,7% Napoli Avellino Benevento Caserta Salerno Consumi percentuali per settore, 2011 Campania 17.287 GWh 46,5% 21,6% Italia 31.3792 GWh 50% 45% 40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% Fonte: elaborazioni su dati Terna Agricoltura Fonte: elaborazioni su dati Terna Industria Terziario Domestico condizione attribuibile alla numerosità della popolazione campana. Al contrario, il peso dei consumi industriali regionali, è più basso di oltre 15 punti percentuali rispetto al valore nazionale. La provincia di Napoli è la più dispendiosa in termini di energia con il 89 Consumi elettrici per settore (in GWh), vari anni 7.000 6.000 5.000 GWh 46% dei consumi regionali, seguono Salerno con il 21%, Caserta con il 19%, Avellino con il 9%, ultima Benevento con il 5%. Per quanto riguarda l’andamento della produzione energetica, grazie all’apertura del mercato ed agli incentivi alla produzione da fonti rinnovabili, si è determinata una rapida evoluzione dello scenario nazionale e regionale. La produzione di energia in Campania dal 2006 al 2010 è cresciuta molto rapidamente, passando da 5.523 GWh a 10.520 GWh. La riduzione del deficit registrata negli ultimi anni è attribuibile 4.000 2000 2005 3.000 2.000 2011 1.000 0 Agricoltura Industria Terziario* Domestico Fonte: elaborazioni su dati Terna Numero di impianti e potenza istallata; Produzione, 2011 Fonte Solare Eolica Idroelettrica Bioenergia * 2005 2010 2011 Var.% 2010-2011 Produzione 2011 MW n° impianti MW n° impianti MW n° impianti MW n° impianti MW GWh 4 35 25 15 4 398,1 330,9 32,3 1.710 54 27 18 31,7 797,5 343,7 202,7 4.006 76 33 22 84,4 803,3 344,7 214,8 10.071 114 36 26 376 1.067,1 346,4 210,3 151,4 50 9,1 18,2 345,3 32,8 0,5 -2,1 302,1 1.344,3 583,1 829,2 * Biomasse, bioliquidi, biogas Fonte: GSE 90 2009 n° impianti Potenza istallata, vari anni 1.200 MW 1.000 800 2005 2009 600 2010 2011 400 200 0 Solare Eolica Idroelettrica Bioenergia Fonte: GSE in parte allo stabilizzarsi dei consumi, in parte all’aumento della produzione di energie rinnovabili. Secondo i dati forniti dal GSE, Gestore del Servizio Elettrico a cui è affidata la gestione dei meccanismi di incentivazione previsti dalla normativa, oltre il 50% della potenza installata al 2011 è da fonte eolica, seguono il solare, l’idroelettrico e la bioenergia. Nel 2011 in Campania sono presenti 114 impianti eolici per una potenza complessiva di 1.067 MW in esercizio ed un’energia prodotta di 1.344,3 MWh. Avellino è la prima provincia in termini di potenza installata (46,4%), seguono Benevento (36%), Salerno (15,5%) e Caserta (1,93%). Dopo la Sicilia, la Campania è la regione con il maggior numero di impianti eolici, con una potenza installata del 15,4% sul totale degli impianti nazionali. In particolare, nella provincia di Avellino si produce il 6% dell’energia eolica nazionale, si tratta, infatti, della terza provincia dopo Foggia e Catanzaro in termini di produzione di energia eolica. Per quanto riguarda il settore idroelettrico, dal 2010 al 2011, si registra un lieve aumento del numero di impianti che in termini di potenza, però si traduce in un andamento pressoché stazionario. In rapida crescita il solare fotovoltaico, infatti, passa dai 4 impianti del 2005 ai 10.071 del 2011, per una potenza installata di 376 MW. Rispetto al 2010 il numero di impianti è più che raddoppiato, mentre la potenza istallata è aumentata del 448%. Dati del GSE (Rapporto statistico, 2011) individuano impianti presenti nella provincia di Caserta per 138 MW di potenza istallata, Salerno per 100 MW, Napoli per 91 75 MW, Avellino per 37,6 MW e Benevento per 25 MW. La taglia media degli impianti è di 37,3 kW e la produzione, sempre nel 2011, è arrivata a 302 GWh, facendo registrare un aumento del 660% rispetto all’anno precedente. A livello nazionale la Campania è la dodicesima regione per potenza installata e, nel corso del 2011, in termini di concentrazione degli impianti, è passata dal 2,6% al 3,1%, collocandosi tra le regioni che presentano il maggior incremento. La provincia con la più alta potenza fotovoltaica installata è Caserta con l’1,1% del valore nazionale, seguono Salerno (0,8%) e Napoli (0,6%). La produzione fotovoltaica campana, influenzata oltre che dalla potenza installata, anche dalla varia- 92 bilità stagionale dell’irraggiamento solare, rappresenta il 2,8% della produzione nazionale. La Campania contribuisce, inoltre, con l’1,3% alla produzione idraulica nazionale e, con il 7,7% alla produzione nazionale da bioenergie, che comprende biomasse, bioliquidi e biogas. Secondo i dati forniti dal GSE, nel 2011 l’Italia ha raggiunto una quota rinnovabile pari al 23,5% superando gli obiettivi del Piano d’Azione Nazionale pari al 19,6%. Ciò è imputabile alla forte crescita della produzione da fonti rinnovabili in concomitanza della contrazione dei consumi finali lordi, così com’è avvenuto a livello regionale. Rispetto agli obiettivi del 2020, ridefiniti e quantificati per ciascuna regione dal DM “Burden Sharing” del 15 marzo 2012, la Campania ha raggiunto la quota 16,4% incrementando il consumo finale lordo da FER da 2.790 GWh del 2010 a 3.211 GWh del 2011. Nel 2005 la Campania contribuiva per il 2,4 % alla produzione nazionale di energia da fonti rinnovabili, mentre nel 2011 il contribuito è salito al 3,7%. Nel complesso Napoli e Salerno risultano le province più attive, seguite in ordine decrescente da Avellino, Benevento e Caserta. Da evidenziare che nel 2005 la Campania contribuiva per il 2,4% alla produzione nazionale di energia da fonti rinnovabili, mentre nel 2011 il contribuito è salito al 3,7%. Napoli, Avellino e Salerno le province più attive, seguite in ordine decrescente da Benevento e Caserta. FATTORIE DIDATTICHE In Campania l’albo regionale delle fattorie didattiche accreditate è stato istituito nel 2004 nell’ambito del Programma Interregionale “Comunicazione ed Educazione Alimentare ai sensi del DGR n. 797 del 10.06.2004”. Da allora il numero di aziende che offrono servizi didattici è cresciuto in maniera esponenziale passando dalle 4 imprese iscritte il primo anno, alle attuali 221. Tra le pratiche di diversificazione dell’attività agricola le fattorie didattiche suscitano un interesse crescente in quanto sono in grado di offrire servizi di accoglienza finalizzati alla diffusione della conoscenza del mondo rurale, a partire dalle tecniche di produzione dei beni agricoli, comprese le trasformazioni alimentari, fino alla gestione delle risorse naturali con l’obiettivo della salvaguardia del territorio. Il principio su cui si basa il servizio è evidenziare il valore del lavoro dell’agricoltore trasmettendo il rispetto Numero di fattorie didattiche per provincia, 2007-2012 90 80 70 2007 60 2008 50 2009 40 2010 30 2011 20 2012 10 0 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Fonte: Regione Campania dell’ambiente avvicinando, in tal modo le scolaresche (principali fruitici del servizio) al principio della multifunzionalità in agricoltura. Gli impegni che le aziende agricole devono rispettare per ottenere l’iscrizione all’Albo Regionale delle Fattorie Didattiche, sono definiti dalla Carta della Qualità. Questo documento oltre a riassumere le caratteristiche che le aziende agricole e/o di trasformazione devono possedere, definisce gli impegni generali e specifici necessari per mantenere l’iscrizione. L’Albo è suddiviso in tre sezioni corrispondenti alle tre tipologie di aziende 93 che offrono il servizio, ovvero le Aziende Agricole e Agrituristiche (sezione A), le Imprese di Trasformazione e Confezionamento dell’Agroalimentare (sezione B) e altre strutture rurali a valenza didattica (sezione C), quali ad esempio i Musei della Civiltà Contadina. Per la maggior parte dei casi, ben 198 unità, si tratta di aziende agricole ed agrituristiche, iscritte nella sezione A dell’albo regionale. Di queste 51 risultano, contemporaneamente, iscritte anche alla sezione B. Le aziende a carattere misto, appartenente a due o più tipologie, sono pari a 68 . Solo 10 sono fattorie di esclusiva lavorazione che non comprendono la fase agricola, mentre 13 sono iscritte esclusivamente alla terza sezione Musei della Civiltà Contadina. Di questi ultimi più della metà sono 94 Numero di aziende per tipologia di iscrizione all’albo, 2013 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Tipologia A Tipologia B Tipologia C Tipologia ABC Tipologia AB Tipologia AC Totale 18 13 28 31 40 130 5 0 3 0 2 10 0 0 2 8 3 13 2 0 2 0 4 8 6 4 20 2 19 51 2 0 2 1 4 9 33 17 57 42 72 221 Fonte: Regione Campania concentrati nella sola provincia di Napoli. Nel complesso la provincia con la maggiore concentrazione di fattorie didattiche è Salerno con il 33% del totale regionale, seguita da Caserta e Napoli rispettivamente con il 25,8% ed il 19%, Avellino ne ospita il 15% circa e, infine, Benevento con circa l’8%. Tra gli impegni previsti nella Carta della qualità c’è, anche, l’adesione alla giornata di promozione “Fattorie aperte” offerta dalla Regione Campania che, consistente, nella messa a disposizione delle strutture e dei servizi didattici a titolo gratuito. La crescente partecipazione all’evento negli ultimi anni è indice, tra l’altro, di un sempre maggiore interesse per i servizi offerti. PRODOTTI A DENOMINAZIONE La Campania attualmente vanta 23 denominazioni riconosciute, di cui 13 prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP), 8 prodotti ad Indicazione Geografica Protetta (IGP), e 2 Specialità Tradizionali Garantite (STG). I prodotti di qualità DOP, IGP e STG sono più che raddoppiati dal 2003 al 2011, passando da 11 a 23. Nel paniere dei prodotti di qualità della Campania si evidenzia la preponderanza di prodotti ortofrutticoli, seguiti dagli oli extravergine d’oliva e dai formaggi. Tra i principali marchi campani la Mozzarella di bufala campana è senz’altro il prodotto di punta se si considera il valore della produzione certificata regionale; la sua importanza, in termini di fatturato alla produzione, la fa collocare al quinto posto tra i prodotti a denominazione italiani. Secondo l’ISMEA, nel 2011 il valore del fatturato alla produzione è stato pari a 288.000 migliaia di euro con una variazione negativa dello 0,4% ri- Numero di capi bufalini allevati, 2011 ITALIA 201.641 Mezzogiorno 163.013 Campania 158.643 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT spetto al 2010. Nel 2011 la produzione certificata di mozzarella ammontava a 37.472.000 kg di prodotto con un incremento dell’1,7% rispetto al 2010. Il 25% di prodotto è stato destinato all’esportazione con un incremento dell’1,7% rispetto al 2010, mentre il fatturato dell’export risultava pari a 75.000 migliaia di euro con una riduzione, rispetto al 2010, del 4,3%. Da tener presente che la Mozzarella di Bufala Campana può essere prodotta anche in alcuni comuni delle province di Frosinone, Latina, Roma, Foggia e Isernia. Allo stesso modo anche altri marchi quali il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale ed il Caciocavallo Silano non sono appannaggio esclusivo del territorio campano, così come previsto dai rispettivi disciplinari. Secondo l’ISTAT la Campania con oltre 173 mila capi resta in assoluto la regione 95 Prodotti di qualità DOP, IGP E STG per settore, tipo di riconoscimento e operatori, 2011 PRODOTTI Tipo di riconoscimento Carni Vitellone bianco dell'Appennino Centrale Formaggi Mozzarella di Bufala Campana Caciocavallo Silano Mozzarella Provolone del Monaco Altri prodotti di origine animale Ricotta di Bufala campana Ortofrutticoli e cereali Carciofo di Paestum Castagna di Montella Cipollotto Nocerino Fico bianco del Cilento Limone Costa d'Amalfi Limone di Sorrento Marrone di Roccadaspide Melannurca Campana Nocciola di Giffoni Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Pomodoro S.Marzano dell'Agro Sarnese-Nocerino Oli extravergine di oliva Cilento Colline Salernitane Irpinia – Colline dell’Ufita Penisola Sorrentina Terre Aurunche (6) Prodotti di panetteria Pizza Napoletana Fonte: elaborazione su dati ISTAT 96 Aziende agricole Superficie ha Allevamenti Imprese Totale Totale Trasformatori Operatori 2010 Operatori 2011 IGP 3.157 - 3.213 792 3.825 3.949 DOP DOP STG DOP 1.332 170 41 - 1.341 170 41 125 25 4 15 1.401 153 4 52 1.450 195 4 56 DOP 111 - 112 9 92 88 IGP IGP DOP DOP IGP IGP IGP IGP IGP DOP DOP 9 31 4 27 240 226 7 63 71 21 223 3,86 124,27 10,40 34,64 100,98 130,64 30,29 210,22 297,12 13,14 144,84 - 1 2 4 3 12 22 1 7 5 4 34 8 26 16 26 225 205 5 65 66 13 200 10 33 7 30 252 248 7 70 76 25 257 DOP DOP DOP DOP DOP 79 64 99 50 324,54 260,47 106,43 79,07 - 7 11 8 7 103 87 72 67 86 75 107 57 STG - - - 18 4 18 Superficie e operatori DOP, IGP, STG, 2011 2010 2011 Var.% 2011/10 Campania/ Mezzogiorno Campania/ Italia Superficie (ha) 1.632 Produttori 2.270 Allevamenti 1.198 Trasformatori 404 Impianti di trasformazione 745 Totale operatori 2.666 1.871 2.543 1.339 380 651 2.914 14,7 12,0 11,8 -5,9 -12,6 9,3 4,3% 10,6% 7,7% 20,6% 24,9% 11,5% 1,2% 3,2% 2,9% 5,6% 6,5% 3,5% Fonte: elaborazione su dati ISTAT Incidenza % sul totale di vini DOC e DOCG, IGT e Vino da tavola, 2011 74,1% 70,3% 2011 2007 15,4% 14,2% D.O.C. e D.O.C.G. Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 15,5% 10,5% I.G.T. vino da tavola con il maggior numero di esemplari bufalini allevati, ovvero il 72,9% di quelli presenti in Italia. La superficie regionale complessivamente occupata dalle aziende che realizzano le produzioni certificate, nel 2011, è di 1.871 ettari, il 14,7% in più rispetto all’anno precedente. Le variazioni di superficie più significative riguardano l’olio extravergine di oliva della Penisola Sorrentina che fa registrare una diminuzione di circa 15 ettari, mentre per le superfici destinate alla produzione della Nocciola di Giffoni e della Castagna di Montella c’è stato, rispettivamente, un aumento di 53 e 30 ettari. All’aumento delle superfici corrisponde anche un aumento del numero complessivo degli operatori (produttori e/o trasformatori), che fa registrare un incremento del 9,3% rispetto al 2010. Questa crescita è dovuta soprattutto ad un aumento di circa il 12% di produttori ed allevatori, a cui si contrappone 97 una diminuzione del numero dei trasformatori (-5,9%) e degli impianti di trasformazione (-12,6%). Rispetto ai prodotti agroalimentari tradizionali italiani la Campania si posiziona al terzo posto insieme al Veneto, passando dai 330 prodotti del 2008 ai 370 presenti nel 2012. Negli ultimi anni cresce l’importanza del settore vitivinicolo regionale che vanta numerosi vini di qualità; questi ultimi rappresentano il 26% in termini di superfici investite e di volumi prodotti. In Campania i vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) sono 4: il Taurasi, il Greco di Tufo, il Fiano di Avellino e l‘Aglianico del Taburno; 15 sono, invece, i vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC) e, infine, 10 sono i vini ad Indicazione Geografica Tipica (IGT). Negli ultimi cinque anni la superficie complessiva dedicata alle produzioni vitivinicole è aumentata di circa l’8%, in particolare nelle province di Salerno 98 Superficie e produzione di uva da vino, vari anni 2007-2011 Ettari in produzione di uva da vino Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania 2007 2008 2009 2010 2011 Δ% 2010/11 Δ% 2007/11 6.460 10.607 2.770 2.691 4.288 26.816 6.499 10.504 2.788 2.643 4.220 26.654 6.598 10.768 3.897 2.529 5.983 29.775 6.677 10.751 3.932 2.496 5.980 29.836 6.400 10.590 4.021 2.407 5.600 29.018 -4,1 -1,5 2,3 -3,6 -6,4 -2,7 -0,9 -0,2 45,2 -10,6 30,6 8,2 2007 2008 2009 2010 2011 Δ% 2011/10 Δ% 2011/07 300.138 345.000 794.000 766.625 139.405 147.959 143.060 175.186 275.752 333.300 1.652.355 1.768.070 320.000 818.219 172.325 182.700 336.697 1.829.941 343.000 829.152 177.469 184.500 334.486 1.868.607 260.000 770.000 185.000 177.371 334.000 1.726.371 -24,2 -7,1 4,2 -3,9 -0,1 -7,6 -13,4 -3,0 32,7 24,0 21,1 4,5 235.045 288.142 256.206 273.132 1.161.104 1.206.796 288.156 197.738 1.344.047 299.588 206.427 1.362.592 265.874 182.113 1.278.384 -11,3 -11,8 -6,2 13,1 -28,9 10,1 Hl di vino prodotti Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania di cui D.O.C. e D.O.C.G. I.G.T. Vino da tavola Fonte: elaborazione su dati ISTAT Produzione di vino DOCe DOCG, IGT e da tavola (ettolitri), 2007-2011 1.600.000 1.400.000 1.200.000 2011 Ettolitri e Caserta, mentre in termini quantitativi si registra un aumento degli ettolitri prodotti pari al 4,5%. Il minore aumento degli ettolitri prodotti rispetto alla superficie investita trova spiegazione nell’aumento del 13% della produzione dei vini DOCG e DOC. I disciplinari di produzione di questi ultimi richiedono rese minori ed includono vitigni autoctoni a bassa produttività. Nel 2011 la produzione di vino DOC e DOCG rappresenta il 15,4% della produzione totale di vino campano che, nel complesso, ammonta a 1.726.371 ettolitri. Inoltre, negli ultimi 5 anni si assiste alla riduzione del 29% dei vini IGT e, ad un aumento del 10% del vino da tavola. 1.000.000 2010 800.000 2009 600.000 2008 2007 400.000 200.000 0 D.O.C. e D.O.C.G. I.G.T. vino da tavola Fonte: elaborazioni su dati ISTAT 99 AGRICOLTURA BIOLOGICA Nel 2011 la Campania con 23.410 ettari destinati alle colture biologiche rappresenta il 2,1% dell’intera superficie biologica nazionale. Rispetto all’anno precedente la superficie bio è cresciuta solo dell’1%. In Campania le principali colture biologiche sono rappresentate dalla frutta secca (31,1%), dal foraggio e dagli altri seminativi (18,8%) e dalle olive (17,3%); nel complesso rappresentano oltre il 67% della superficie investita a biologico. Rispetto alle principali colture, le variazioni più significative negli ultimi due anni riguardano il foraggio ed altri seminativi, gli agrumi, gli ortaggi e la frutta secca. La superficie investita a foraggi ed altri seminativi è aumentata di circa il 40%; mentre quella investita ad agrumi ha subito una forte contrazione (circa 4 volte), rispetto al 2010. La superficie ad ortaggi è diminuita, invece, del 37%. Mentre continua la crescita della superficie investita a 100 Superfici dedicate alle principali produzioni biologiche (ettari), 2008- 2011 Cereali Frutta secca Prati permanenti (prati e pascoli) Olive Ortaggi* Uva Foraggio e altri seminativi Frutta** Colture industriali Agrumi Altre colture permanenti Piante da radice Colture proteiche, leguminose da granella 2008 2009 2010 2011 2.216 2.777 3.441 3.632 997 700 909 2.463 44 70 24 22 5 1.883 4.778 3.205 3.192 897 739 690 637 117 80 39 7 1 1.902 5.136 1.840 3.436 800 708 2.091 581 48 254 5.619 5 145 1.482 5.678 1.624 3.166 582 742 3.427 574 41 61 211 6 188 *agli ortaggi sono accorpate le voci "fragole" e "funghi coltivati" **alla frutta è accorpata la voce "piccoli frutti" Fonte: SINAB frutta secca che, risulta più che raddoppiata rispetto al 2008. Il numero degli operatori, dal 2010 al 2011, è aumentato del 8,3%. Di questi il 77,8% è rappresentato dai produttori esclusivi, il 15,2% da preparatori esclusivi, il 6,7% dai produttori-preparatori ed il restante 0,3% da operatori misti. Secondo i dati dell’Elenco Regionale Operatori Agricoltura Biologica (ERAB), nella provincia di Salerno si concentra il maggior numero di produttori specializzati. In questa provincia infatti le aziende specializzate in produzioni vegetali superano le 500 unità, di queste il 57% Percentuale delle superfici per tipologia di coltivazione biologica, 2011 0,2% 0,3% 1,2% 0,03% 1,03% 8,1% 3,1% 18,8% 4,1% 3,2% 2,7% 31,1% 17,3% 8,9% Cereali Frutta secca Prati permanenti (prati e pascoli) Olive Terreni incolti Ortaggi* Uva Foraggio e altri seminativi Frutta** Colture industriali Agrumi Altre colture permanenti Piante da radice *Colture proteiche, leguminose da granella Fonte: SINAB sono classificate come biologiche e il 5% miste, il restante 38% sono, invece, in conversione. Degli oltre 280 produttori con sede operativa nella provincia di Caserta il 47% ha l’azienda in conversione, mentre un numero poco significativo è di tipo misto. In provincia di Avellino (250 produttori) il 50% fa capo ad aziende biologiche ed il 46% ad aziende miste. La percentuale di aziende produttrici classificate come biologiche raggiunge il 64% (contro il 30% della aziende in conversione) nel beneventano dove si contano poco più di 200 produttori esclusivi. La provincia con il minor numero di operatori è Napoli che supera appena le 60 unità. Il maggior numero di operatori biologici del settore zootecnico, compresi produttori e trasformatori, si trova nella provincia di Benevento, seguita dalla provincia di Salerno. Secondo i dati BioBank, in Italia cresce il numero di negozi specializzati che risulta pari a 1.212 unità nel 2011, contro i 1.163 del 2010, con un aumento del 4,2%. Tali negozi sono concentrati per il 65,3% al Nord, per il 21,1% al Centro (inclusa la Sardegna) e per il 13,5% al Sud (inclusa la Sicilia). Sempre secondo BioBank nel dicembre 2000 in Campania erano presenti 28 negozi specializzati, il 2,8% dei negozi italiani, di cui uno in provincia di Avellino, 2 Benevento, 2 Caserta, 16 Napoli, 7 Salerno, mentre nel 2011 il numero di negozi specializzati è salito a 34, di cui 3 in provincia di Avellino, 6 a Caserta, 16 a Napoli e, infine, 9 a Salerno. 101 Operatori per attività praticata, 2011 Produttori esclusivi Preparatori esclusivi Produttori-Preparatori Importatori esclusivi Prod/Imp-Prep/Imp-Prod/Prep/Imp Aziende biologiche, in conversione e miste per provincia, 2011 1.47 288 128 0 5 Fonte: ERAB Numero di negozi specializzati, 2000 e 2011 Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Fonte: BioBank 102 1 2 2 16 7 28 3 6 16 9 34 400 350 300 250 200 Biologiche 150 In conversione 100 Miste 50 0 Avellino Fonte: ERAB Benevento Caserta Napoli Salerno POLITICA AGRICOLA REGIONALE 103 PAC IN CAMPANIA: I PILASTRO Nel corso del 2011 è stato avviato il confronto sulla nuova fisionomia che dovrà assumere la PAC nel periodo 2014-2020. In base alle proposte normative avanzate dalla Commissione europea, la struttura del sostegno garantito dal I Pilastro dovrebbe modificare la propria articolazione considerando in modo più immediato e trasparente il concetto di multifunzionalità delle attività agricole, con particolare riferimento al contributo che esse possono recare in relazione ad obiettivi di carattere ambientale. La principale novità è rappresentata dall’abolizione del regime di pagamento unico (RPU) e la sua sostituzione con un set di aiuti destinati a remunerare specifici requisiti dell’imprenditore agricolo e dell’azienda (età giovane, ridotte dimensioni aziendali, condizioni oggettive di svantaggio) ma anche aspetti comportamentali e l’assunzione di specifici impegni a fa104 vore dell’ambiente e del clima (il cosiddetto greening). Inoltre, viene rafforzato il capping, ovvero i meccanismi tesi ad introdurre limiti alle dimensioni degli aiuti per azienda, che si affiancano ad ulteriori meccanismi tesi ad equilibrare, anche all’interno degli Stati membri, la distribuzione della spesa. Infine, di particolare rilievo è l’obiettivo dichiarato di assicurare il sostegno ai soli agricoltori in attività. Quanto alle dinamiche di spesa derivanti dal quadro normativo attualmente in vigore, va sottolineato che, a livello nazionale, nel 2011 la dotazione finanziaria attribuita all’Italia per i pagamenti diretti è stata pari a 4.234 milioni di euro, mentre alle misure accoppiate e disaccoppiate previste dall’art. 68 del regolamento (CE) 73/2009 sono stati destinati circa 317 milioni di euro. Elementi di particolare rilievo per il loro impatto sull’agricoltura campana sono rappresentati dalle novità relative ai pagamenti transitori per i prodotti ortofrutticoli. A partire dal 2011, infatti, non sono più erogati i pagamenti per le pere e le pesche destinate alla trasformazione, nonché per i pomodori da industria. Per le prugne, invece, l’aiuto accoppiato si è ridotto al 75% dell’importo indicativo del 2010. Riguardo all’applicazione dell’art. 68, sempre su scala nazionale, sono state aumentate le dotazioni finanziarie per alcune misure di miglioramento della qualità, in particolare riguardo ai settori del tabacco, dell’olio d’oliva e delle fronde recise. Nel 2011, in Italia la spesa per gli aiuti diretti ha rappresentato l’83,2% del totale. In prevalenza si tratta di pagamenti diretti disaccoppiati (75,8% della spesa complessiva). Gli interventi sui mercati agricoli rappresentano, invece, il 15,6% della spesa FEAGA, destinata per oltre il Forniture Feaga — Interventi sui mercati agricoli (migliaia di euro), 2009-2011 Fondo per la ristrutturazione del settore dello zucchero Carni suine e altri prodotti animali Latte e prodotti caseari Altri prodotti vegetali Prodottivi Vitivinicoli Prodotti Ortofrutticoli Olio d'oliva Programmi Alimentari Cereali - 2.000 4.000 6.000 8.000 2009 Fonte: elaborazioni su dati AGEA 2010 10.000 12.000 14.000 16.000 2011 Forniture Feaga — Aiuti diretti (migliaia di euro), 2009-2011 Altri aiuti aggiuntivi Altri aiuti diretti Aiuti diretti disaccoppiati (RPU) Fonte: elaborazioni su dati AGEA 50.000 100.000 2009 150.000 2010 200.000 250.000 2011 105 50% all’OCM vitivinicola e, per circa il 30% all’OCM ortofrutta. In tale contesto, l’analisi sulle erogazioni effettuate nel corso dell’anno solare 2011 a livello regionale della Campania restituisce un quadro piuttosto difforme rispetto a quello nazionale. Anzitutto, in termini assoluti, le erogazioni hanno subìto un lieve incremento (+5,6%) rispetto al 2010, attestandosi su un valore di 205,5 milioni di euro. Il peso della Campania nel bilancio di spesa FEAGA nazionale si attesta dunque su valori pari al 4,8%. Gli aiuti diretti rappresentano l’89,6% del totale, mentre la residua quota (10,4%) è rappresentata dagli interventi sui mercati agricoli. Nel dettaglio, gli interventi sui mercati agricoli hanno alimentato in Campania una spesa pari a circa 21,4 milioni di euro (+21,8% rispetto al 2010). Una quota considerevole di tale cifra (circa il 68%) è stata destinata all’OCM or106 PAC in Campania, I pilastro, 2011 Interventi sui mercati agricoli Cereali Programmi Alimentari Olio d'oliva Prodotti Ortofrutticoli Prodottivi Vitivinicoli Altri prodotti vegetali Latte e prodotti caseari Carni suine e altri prodotti animali Fondo per la ristrutturazione del settore dello zucchero Totale Interventi sui mercati agricoli 620.625,08 14.555.916,30 6.042.582,96 5.852,07 118.566,82 59.641,19 21.403.184,42Aiuti diretti Aiuti diretti Aiuti diretti disaccoppiati (RPU) Sostegno specifico (articolo 68) Altri aiuti diretti Altri aiuti aggiuntivi Totale Aiuti diretti alla produzione Totale I° Pilastro 2011 Fonte: elaborazione su dati AGEA 161.230.309,72 13.223.571,55 9.336.373,87 18.032,48 183.808.287,62 205.211.472,04 Composizione percentuale dei trasferimenti FEAGA per interventi sui mercati agricoli, 2011 0,0% 0,6% 0,3% 0,03% 2,9% 0,0% Altri prodotti vegetali e altre misure 28,2% Carni suine, uova, pollame, apicoltura e altri prodotti animali Fondo per la ristrutturazione del settore dello zucchero Latte e prodotti caseari Olio d'oliva Prodotti del settore vitivinicolo Prodotti ortofrutticoli 68,0% Fonte: elaborazioni su dati AGEA Programmi alimentari tofrutta, mentre l’OCM vitivinicola ha assorbito il 28,2% del totale. Rispetto al 2010, scompaiono dalle voci di spesa gli aiuti alla filiera olivicola, mentre una decisa contrazione (-98%) si registra nella spesa a favore della filiera lattiero-casearia. Ridimensionamenti di un certo rilievo si osservano, inoltre, anche nella spesa a favore dei programmi alimentari (16,1%) ed in quella del Fondo per la ristrutturazione del settore dello zucchero (-18,5%). Al contrario, sono in aumento gli interventi in favore dei settori ortofrutticolo (+18,7%), vitivinicolo (+58,8%) e delle carni suine (+26,5%). Gli aiuti diretti ammontano a 183,8 milioni di euro e, come già osservato su scala nazionale, sono prevalentemente relativi a pagamenti diretti disaccoppiati (87,7%). Altra voce di spesa di un certo rilievo è rappresentata, nell’ambito di questa tipologia, dagli aiuti transitori per gli 107 ortofrutticoli (pomodori) e dai pagamenti per superfici per la frutta a guscio. Come da programma, si registra il sostanziale azzeramento del pagamento del premio tabacchi, che passa dagli oltre 28 milioni di euro del 2010 ai circa 0,2 milioni nel 2011. Composizione percentuale dei trasferimenti FEAGA per aiuti diretti alla produzione, 2011 12,1% 0,0% 0,0% 0,1% Regime pagamento unico 0,0% Premi tabacchi Pagamento transitorio pomodori 0,0% Pagamenti per specifici tipi di colture e produzioni di qualità Premio qualità frumento Aiuti aggiuntivi Altri aiuti 87,7% Fonte: elaborazioni su dati AGEA 108 PAC IN CAMPANIA: II PILASTRO Nel corso del 2012 è stata approvata una nuova versione del PSR 20072012 della Campania (versione n. 6) che ha introdotto delle variazioni nel contenuto di alcune misure (requisiti di accesso, intensità degli aiuti, riallocazione delle risorse finanziarie all’interno delle misure). Contestualmente, è stata elaborata un’ulteriore versione del Programma (la numero 7). In particolare, la proposta di revisione ha interessato il contributo globale dell’Unione Europea per l’intero periodo di programmazione e la sua ripartizione annuale (naturalmente, relativa al solo 2013). Inoltre. è stata modificata la ripartizione delle risorse tra gli Assi prioritari del Programma. Tale versione è stata approvata dalla Commissione europea con Decisione C(2012) 9747 del 19 dicembre 2012. Di conseguenza, gli stanziamenti previsti per il periodo di programmazione 2007-2013, suddivisi in quota na- Modifiche finanziarie al PSR 2007-2013 della Campania a seguito della Decisione C(2012) 9747 del 19.12.2012 -40.000.000 -20.000.000 - 20.000.000 40.000.000 60.000.000 60.000 0.000 80.000.000 112 113 114 115 121 122 123 124 125 126 131 132 144 As se 1 Asse 211 212 214 221 223 226 227 As se 2 Asse 311 323 As se 3 Asse Asse 4 Asse 511 A.T. A.T. Totale PSR Totale 109 zionale (Stato e Regione), e quota comunitaria (FEASR), ammontano a 1.809.983.083 euro. Tale importo comprende anche le risorse derivanti dalla rimodulazione del PSR ai fini dell’Health Check e del Recovery Plan. La spesa pubblica cumulata al 31 dicembre 2012 ammonta a 759.191.839 euro, che rappresentano il 41,9% delle risorse disponibili. Si è, dunque, registrato (in particolare, negli ultimi due trimestri) un significativo avanzamento della spesa che ha permesso, anche per il 2012, di evitare l’applicazione del disimpegno automatico. Confrontando tali risultati con le performance finanziarie registrate a livello nazionale (la cui spesa media si attesta al 51,8%), emerge un significativo recupero rispetto al quadro presentato l’anno precedente, durante il quale il PSR campano occupava il fanalino di coda nella graduatoria relativa all’avanzamento della spesa. Permangono, comunque, segnali di affanno, 110 Totali stanziamenti PSR Campania (euro) Spesa pubblica programmata Misura Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 A. Tecnica Totale Stato + Regione FEASR TOTALE Avanzamento 275.302.335 286.260.951 101.065.651 26.696.818 9.883.328 699.209.083 434.123.281 422.880.440 174.564.269 59.117.450 20.088.560 1.110.774.000 709.425.616 709.141.391 275.629.920 85.814.268 29.971.888 1.809.983.083 39,2% 39,2% 15,2% 4,7% 1,7% 100,0% Piano finanziario approvato con Decisione C(2012) 9747 del 19.12.12 Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012 Avanzamento della spesa pubblica cumulata nel periodo 2007-2012 (euro) Asse Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 A. Tecnica Totale Stato + Regione Spesa sostenuta FEASR TOTALE Avanzamento 101.127.651 162.768.013 31.512.168 2.052.284 2.307.530 299.767.647 159.519.475 236.849.348 54.042.388 4.544.577 4.468.405 459.424.192 260.647.126 399.617.361 85.554.556 6.596.861 6.775.934 759.191.839 36,7% 56,4% 31,0% 7,7% 22,6% 41,9% Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012 Avanzamento della spesa pubblica nei PSR italiani al 31 dicembre 2012 79,6 69,1 69,5 63,4 52,1 50,3 52,8 51,6 50,0 52,0 54,2 53,0 51,2 48,4 Calabria Veneto Totale Reg. Ob. Competitività Basilicata 35,3 Valle d'Aosta Trento Umbria Toscana Sardegna Molise Piemonte Marche Lombardia Lazio Liguria Friuli Venezia Giulia Bolzano 39,6 Emilia Romagna 51,8 50,6 41,9 Sicilia 52,1 Totale Reg. Ob. Convergenza Italia 47,9 Puglia 55,2 Campania 52,1 46,1 Abruzzo soprattutto nell’avanzamento della spesa di alcune misure, generati da elementi “interni” (complessità dei meccanismi procedurali, in particolare) e da fattori esogeni, riconducibili allo scenario congiunturale nel quale si sviluppano i processi di investimento e di spesa. In generale, incidono sui poco brillanti risultati finanziari le condizioni di crisi e di scarsa liquidità nelle quali si trovano sia i potenziali beneficiari pubblici, sia quelli privati. In particolare, i primi affrontano con sempre maggiori difficoltà finanziarie la gestione delle attività a carattere ordinario e sono sottoposti a oggettivi vincoli di spesa legati al perseguimento degli obiettivi della spending review; i secondi, invece, mostrano una sempre minore propensione ad investire, non solo in relazione alle prospettive congiunturali, ma anche per oggettive difficoltà nell’accesso al credito. Tale scenario produce effetti negativi Fonte: elaborazioni su dati RRN sull’avanzamento della spesa soprattutto nell’ambito delle misure caratterizzate da un’elevata immaterialità, poiché ad esse non si applicano (secondo una oramai consolidata interpretazione) le disposizioni contenute nell’articolo 56 del Regolamento (CE) 1794/2006 in materia di versamento delle anticipazioni del contributo pubblico concesso. Tale circostanza impone la necessità di fronteggiare con mezzi propri l’avviamento delle operazioni, 111 con conseguente incremento della rischiosità e riduzione della capacità di spesa. Tali riflessioni trovano conferma dalle analisi sull’avanzamento di spesa pubblica cumulata per asse e per misura: difatti, l’Asse 2, che raccoglie prevalentemente misure a premio, e che, pertanto, richiede una minore necessità di cofinanziamento da parte dei beneficiari, presenta un migliore avanzamento finanziario, contrariamente agli altri Assi, le cui misure sono peraltro caratterizzate da circuiti amministrativi e finanziari relativamente più complessi. Più in dettaglio, riguardo alle risorse programmate, l’Asse 1 “Miglioramento della competitività nel settore agricolo” ha subito una lieve variazione in aumento, che ne ha portato la disponibilità complessiva di risorse pubbliche ad oltre 709 Meuro. A beneficiarne maggiormente sono le misure “a premio” (112: Primo insediamento; 113: 112 Spesa programmata e avanzamento della spesa pubblica, per Asse Assistenza tecnica 1,7% 0,9% 4,7% Asse 4 0,9% 15,2% Asse 3 Programmata 11,3% Sostenuta 39,2% Asse 2 52,6% 39,2% Asse 1 34,3% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012 Prepensionamento) e, soprattutto, le misure 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” e 124 “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e settore forestale”. A farne le spese, in un processo di riassetto finanziario all’interno dell’Asse 1 sono, invece, quelle misure che han- no mostrato un avanzamento procedurale (in termini di impegni assunti) assai deludente, con particolare riferimento alle Misure 114 e 115, e ad alcune misure del sottoasse 1.3. Quanto all’avanzamento finanziario, la capacità di spesa è mediamente pari al 36,7%. Si distingue, oltre alle citate misure, il risultato finanziario Spesa programmata e avanzamento della spesa pubblica, per Asse Asse 1 36,7% 63,3% Asse 2 43,6% 56,4% Asse 3 69,0% 31,0% Asse 4 Spesa da sostenere Spesa sostenuta 92,3% 7,7% Assistenza tecnica 77,4% 22,6% Totale 41,9% 0,0% 25,0% 58,1% 50,0% 75,0% 100,0% Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012 della nuova misura 144 “Aziende agricole in via di ristrutturazione in seguito alla riforma della organizzazione comune di mercato” che in quasi due anni di operatività segna un avanzamento pari a circa il 43%. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una misura “a premio”, a conferma di quanto già esposto, in merito alla doppia velocità che caratterizza questo genere di aiuti rispetto alle misure ad investimento. Anche l’Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” ha visto leggermente aumentare il proprio budget, che ha raggiunto l’importo di oltre 709 Meuro. In particolare, è stata incrementata la dotazione fi- nanziaria della misura 211 “Indennità a favore degli agricoltori delle zone montane”, verso la quale sono state dirottate anche risorse non impegnate di altre misure interne all’Asse. Come accennato, l’avanzamento della spesa sembra più confortante (56,4%), con un indice di spesa che supera il 116% per i pagamenti delle indennità compensative relative alla misura 211 e buoni risultati registrati nell’ambito della misura 214 “Pagamenti agroambientali” (circa il 61%). Il budget disponibile per le misure dell’Asse 3 “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale” resta sostanzialmente invariato, con un lieve incremento destinato al finanziamento della misura 311 “Diversificazione in attività non agricole”. La capacità di spesa non assume valori particolarmente elevati (31,0%), ma si segnala un buon avanzamento delle misure 312 “Creazione e sviluppo 113 Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 1 Misura 111 112 113 114 115 121 122 123 124 125 126 131 132 133 141 142 144 Totale Stato+Regione 6.956.249 10.416.546 5.565.560 1.361.435 1.520.757 105.422.552 1.033.557 31.376.684 11.044.634 88.802.678 4.139.780 878.874 659.938 1.571.216 4.551.875 275.302.335 Spesa pubblica programmata FEASR TOTALE 11.009.270 16.395.876 8.727.187 2.154.667 2.406.818 166.243.315 1.635.753 49.173.499 17.155.945 140.543.082 6.551.800 1.390.945 1.044.447 2.486.677 7.204.000 434.123.281 Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012 114 17.965.519 26.812.422 14.292.747 3.516.102 3.927.575 271.665.867 2.669.310 80.550.183 28.200.579 229.345.760 10.691.580 2.269.819 1.704.385 4.057.893 11.755.875 709.425.616 Stato+Regione 550.352 8.900.882 2.307.068 72.329 465.458 58.067.148 154.623 10.182.690 1.324.381 17.109.685 10.991 977 40.453 1.940.616 101.127.651 Spesa pubblica sostenuta FEASR TOTALE 871.011 13.996.634 3.570.153 114.475 736.654 91.603.896 244.714 16.062.651 2.086.469 27.078.550 17.394 1.546 64.022 3.071.305 159.519.475 1.421.363 22.897.515 5.877.221 186.804 1.202.112 149.671.044 399.337 26.245.341 3.410.850 44.188.235 28.385 2.523 104.475 5.011.921 260.647.126 Avanzamento 7,9% 85,4% 41,1% 5,3% 30,6% 55,1% 15,0% 32,6% 12,1% 19,3% 0,0% 1,3% 0,1% 2,6% 42,6% 36,7% Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 2 Misura 211 212 213 214 215 216 221 222 223 224 225 226 227 Totale Stato+Regione 71.134.653 4.540.891 88.677.450 9.443.385 13.053.059 17.883.770 1.982.837 8.674.449 47.504.735 23.365.722 286.260.951 Spesa pubblica programmata FEASR TOTALE 102.906.476 6.497.692 130.757.889 14.218.316 19.653.177 26.095.647 2.985.434 13.060.578 71.524.919 35.180.312 422.880.440 174.041.129 11.038.583 219.435.339 23.661.701 32.706.236 43.979.417 4.968.271 21.735.027 119.029.654 58.546.034 709.141.391 Stato+Regione 52.960.808 5.247.360 54.280.167 3.907.898 4.810.097 8.825.732 445.714 3.827.754 21.367.971 7.094.511 162.768.013 Spesa pubblica sostenuta FEASR TOTALE 75.462.444 7.565.672 78.950.614 5.881.244 7.242.264 12.458.629 671.084 5.763.211 32.172.422 10.681.763 236.849.348 128.423.253 12.813.032 133.230.782 9.789.143 12.052.361 21.284.361 1.116.797 9.590.965 53.540.393 17.776.274 399.617.361 Avanzamento 73,8% 116,1% 60,7% 41,4% 36,9% 48,4% 22,5% 44,1% 45,0% 30,4% 56,4% Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012 115 Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 3 Misura 311 312 313 321 322 323 331 341 Totale Stato+Regione 11.923.502 11.142.760 11.066.542 18.402.672 33.465.022 13.158.167 1.906.986 101.065.651 Spesa pubblica programmata FEASR TOTALE 20.800.264 19.452.408 19.319.350 30.333.899 58.421.365 22.907.873 3.329.110 174.564.269 32.723.766 30.595.168 30.385.892 48.736.571 91.886.387 36.066.040 5.236.096 275.629.920 Stato+Regione 3.444.915 6.944.055 3.707.520 8.943.513 8.393.334 78.831 31.512.168 Spesa pubblica sostenuta FEASR TOTALE 6.003.294 12.122.544 6.472.382 14.716.855 14.589.694 137.619 54.042.388 9.448.209 19.066.599 10.179.902 23.660.368 22.983.028 216.450 85.554.556 Avanzamento 28,9% 62,3% 33,5% 48,5% 0,0% 63,7% 4,1% 31,0% Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012 di imprese” e 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”, (rispettivamente, 62,3% e 63,7%). Discorso a parte merita l’Asse 4 “Leader” che, a livello nazionale, registra grosse difficoltà di attuazione. Dal punto di vista amministrativo, procedurale e finanziario, l’introduzione del metodo partecipativo ed ascendente nella programmazione ordinaria dello 116 sviluppo rurale si è rivelata piuttosto complessa e di difficile attuazione. L’avanzamento della spesa, a livello nazionale, è fermo al 15,4% delle risorse disponibili, mentre in Campania è pari al 7,7%. La spesa è rappresentata, in via quasi esclusiva, dalle anticipazioni e dagli acconti erogati ai GAL nell’ambito della misura 431 “Gestione dei gruppi di azione locali, acquisizione di competenze e animazione sul territorio”. Negli ultimi mesi sono stati effettuati pagamenti anche nell’ambito della misura 410 “Strategie di sviluppo locale”. Infine, la misura di Assistenza Tecnica ha registrato un robusto ridimensionamento del proprio budget, passato dagli oltre 64 Meuro agli attuali 30 Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 4 Misura 411 412 413 421 431 Totale Stato+Regione Spesa pubblica programmata FEASR TOTALE 4.111.310 5.735.660 10.718.612 2.037.990 4.093.246 26.696.818 9.104.088 12.701.049 23.735.300 4.512.926 9.064.087 59.117.450 Stato+Regione 13.215.398 18.436.709 34.453.912 6.550.916 13.157.333 85.814.268 65.028 43.685 99.765 1.843.806 2.052.284 Spesa pubblica programmata FEASR TOTALE Stato+Regione Spesa pubblica sostenuta FEASR TOTALE 143.999 96.736 220.919 4.082.923 4.544.577 Avanzamento 209.027 140.421 320.684 5.926.729 6.596.861 1,6% 0,8% 0,9% 0,0% 45,0% 7,7% Spesa pubblica sostenuta FEASR TOTALE Avanzamento Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012 Avanzamento PSR dell’assistenza tecnica Misura 511 Totale Stato+Regione 9.883.328 9.883.328 20.088.560 20.088.560 29.971.888 29.971.888 2.307.530 2.307.530 4.468.405 4.468.405 6.775.934 6.775.934 22,6% 22,6% Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012 117 Meuro. La capacità di spesa è pari al 22,6%. Come nelle annualità precedenti, anche nel 2012 i circuiti finanziari sono stati alimentati prevalentemente nel corso dell’ultimo trimestre, confermando una dinamica ormai consolidata. Difatti, dei circa 203 Meuro erogati nell’anno solare, oltre il 47% è stato erogato a partire dal 15 ottobre dell’anno 2012. Psr Campania 2007-2013 — Andamento trimestrale della Spesa 160.000.000 140.000.000 120.000.000 100.000.000 80.000.000 60.000.000 40.000.000 20.000.000 - I-III IV 2008 I II III IV I II III IV I 2010 2009 II III IV I II III IV 2012 2011 Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012 Avanzamento trimestrale della spesa pubblica cumulata. Periodo 2008-2012 1.000 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0 I-III* IV 2008 I II III* 2009 IV I II III* 2010 (*) i dati relativi al Q3 di ogni anno si riferiscono al 15 ottobre. Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012 118 IV I II III* 2011 IV I II III* 2012 IV LA SPESA AGRICOLA REGIONALE 119 IL QUADRO DELLA FINANZA AGRICOLA REGIONALE Legge Finanziaria Statale Per la definizione degli interventi relativi al 2013 la manovra finanziaria dello Stato ha avuto un percorso differente e articolato. La legge n. 228 del 24 dicembre 2012 (Legge di stabilità 2013, ex legge finanziaria), per il settore primario ha previsto interventi i seguenti interventi: le rendite catastali subiranno un aumento dal prossimo anno fiscale (dal 2013, pagamento 2014) e non già dal 2012 come era stato prospettato nelle prime versioni della finanziaria (art.3 comma 25), dunque è prevista una aliquota fiscale diversa, seppur in un contesto di aumento della imposizione, in funzione della qualifica del conduttore del fondo. Il gasolio agevolato per uso agricolo subirà nel 2013 una riduzione delle assegnazioni aziendali del 10%. Nella versione precedente era prevista una riduzione del 5%, ma la necessità di fare cassa, visto lo slittamento del120 l'aumento delle rendite catastali, ha indotto il Governo ad aumentare la decurtazione. Teoricamente nel 2014, si dovrebbe ripristinare la riduzione soltanto del 5% (art.3 comma 30). Questa provvedimento, secondo le previsioni del Ministero, consentirà un maggiore gettito per lo Stato, pari a 160 milioni di euro. Infine, il Legislatore ha previsto l’abrogazione delle agevolazioni previste a favore delle società agricole di capitali e di persone. La norma su cui interviene la Legge di stabilità 2013 è il comma 1093 dell’art. 1, L. 296/2006 (Finanziaria 2007) secondo cui le società agricole, intese come società di persone, S.r.l. e le società cooperative, con qualifica di società agricola, potevano optare per la tassazione basata sui redditi fondiari, di cui all’art. 32, D.P.R. 917/1986. Scopo della facoltà concessa alle società agricole era quella di sviluppare la forma societaria nel settore agricolo, incoraggiandolo, con la possibilità di tassare i propri redditi, in luogo della determinazione del reddito d’impresa, su base fondiaria. La Legge di stabilità 2013 ha eliminato il regime opzionale previsto per le società agricole a decorrere dal primo gennaio 2013. A partire da tale data, pertanto, le società in questione rientreranno tra i soggetti che determinano il proprio reddito ai sensi degli artt. 55 e segg., D.P.R. 917/1986 , ossia come reddito d’impresa e non più come reddito fondiario. Il consolidato del sostegno al settore agricolo in Italia nel 2011 La stima del sostegno che riceve il settore agricolo in Italia ammonta, nel 2011, a 14,5 miliardi di euro, contro i 13,7 miliardi del 2010, con un aumento pari al 6,3%, dovuto quasi integralmente all’aumento dei trasferimenti di origine comunitaria Consolidamento del sostegno del settore agricolo in Italia, 2010-2011 2010 mln € Trasferimenti - di cui: Agea - Organismi Pagatori - Regioni Agevolazioni - di cui: prev. e contr. Totale 2011 % 10.395 3.829 2.862 2.968 3,267 1.454 13.663 76,1 28,0 20,9 21,7 23,9 10,6 100,0 mln € % 11.197 4.210 3.317 2.995 3.325 1.379 14.522 77,1 29,0 22,8 20,6 22,9 9,5 100,0 Var. 10-11 % 7,7 10,0 15,9 0,9 1,8 -5,2 6,3 Fonte: elaborazione su banca dati Spesa pubblica in agricoltura - INEA Trasferimenti di politica agraria per origine dei fondi, 2010-2011 2010 mln € Unione Europea Fondi Nazionali - Regioni escl. cof UE - Stato Totale trasferimenti 5.629 4.767 2.968 1.657 10.395 2011 % 54,2 45,9 28,6 15,9 100,0 Fonte: elaborazione su banca dati Spesa pubblica in agricoltura - INEA mln € 6.101 5.095 2.995 1.864 11.197 % 54,5 45,5 26,7 16,6 100,0 Var. 10-11 % +8,4 +6,9 +0,9 +12,5 +7,7 (in attuazione della PAC). Il 77,1% del consolidato è costituito da trasferimenti monetari provenienti dalle politiche di settore (11,1 miliardi di euro) e il restante 22,9% dall’insieme di agevolazioni contributive fiscali concesse (3,3 miliardi di euro). Stabile rimane, invece, il peso del sostegno agricolo rispetto ai macro aggregati settoriali: l’aiuto pubblico all’agricoltura ha costituito infatti il 54,9% del valore aggiunto (era il 56% del 2010), peso che scende al 29,1% sul valore della produzione, contro il 29,8% dell’anno precedente. Più della metà del sostegno (52% pari a 7,5 miliardi di euro) proviene dalla PAC (AGEA, Organismi Pagatori Regionali (OPR), Saisa e Ente nazionale risi), con l’AGEA che copre da sola quasi il 29% del totale, seguita dagli OPR (22,8%) e dalle Regioni (20,6%). Con poco più di 1,3 miliardi di euro e, un’incidenza sul totale del 9,5%, 121 le agevolazioni previdenziali e contributive costituiscono la maggiore componente dei flussi finanziari virtuali derivanti dai risparmi che gli operatori di settore realizzano, seguite dagli sgravi sui carburanti (5,4%) e dalle agevolazioni sull’IRPEF (3,6%). Si conferma, in tendenza con gli anni passati, il peso predominante dei trasferimenti connessi all’attuazione della PAC, mentre si registra una crescita del ruolo rivestito dalle agevolazioni che, con riferimento all’ultimo anno, si presentano in aumento dello 1,8%. Esaminando i trasferimenti, con particolare attenzione all’origine dei fondi (UE ,Italia, Regioni), emerge il peso 122 rilevante dell’Unione Europea: oltre la metà dei trasferimenti (54,5%) proviene infatti dal bilancio comunitario mentre la restante parte (45,5%) deriva da risorse statali o dalle Regioni; per quanto riguarda i finanziamenti statali rispetto al 2010 possiamo notare un deciso aumento (+ 12,5%), analogamente sale il contributo regionale (+0,9%). Il peso della PAC è ancora più accentuato se si fa riferimento alle sedi dove si decide la destinazione dei trasferimenti; infatti, da questo punto di vista la componente comunitaria raggiunge una quota del 67,4%, mentre la destinazione del restante 32,6% avviene in sede nazionale, tra Stato e Regioni. È possibile realizzare un’ulteriore analisi disaggregando i dati per regione. In Campania il sostegno nel 2010 viene stimato in 867 milioni di euro con un’incidenza del 6,3% sul totale nazionale. I principali soggetti attuatori sono rappresentati dall’AGEA (50,9%), dalla Regione (17,1%, in calo costante nell’ultimo triennio), dal MiPAAF (3,6%). Inoltre, i trasferimenti di politica agraria costituiscono il 72,3% del sostegno, in diminuzione rispetto all’anno precedente (-3,1%), mentre le agevolazioni si attestano al 27,7%. Consolidamento del sostegno del settore agricolo in Campania, 2008-2010 2008 Agea/Opr Mipaf Ministero attività produttive Sviluppo Italia - ISMEA Regione Totale Trasferimenti Credito d'imposta IVA Agevolazioni carburanti Agevolazioni su Irpef Agevolazioni su Ici Agevolazioni Irap Agevolazioni previdenziali e contributive Totale Agevolazioni Totale Complessivo 2009 mln € % 304 34 17 2 235 592 0 13 38 66 6 8 137 268 860 35,9 4,0 2,0 0,2 27,8 70,0 0,0 1,4 4,5 7,4 0,7 0,9 15,0 30,0 100,0 mln € 429 35 7 1 221 693 0 13 35 49 5 8 118 228 921 2010 % 46,6 3,8 0,8 0,1 24,0 75,2 0,0 1,4 3,8 5,3 0,5 0,9 12,8 24,8 100,0 mln € 440 31 7 0 148 626 0 15 33 46 5 9 131 240 867 % 50,7 3,6 0,9 0,0 17,1 72,3 0,0 1,7 3,9 5,3 0,6 1,0 15,2 27,7 100,0 Media 2008-10 mln € % 391 33 10 1 201 637 0 14 35 54 5 8 129 245 883 44,4 3,8 1,2 0,1 23,0 72,5 0,0 1,5 4,1 6,0 0,6 0,9 14,3 27,5 100,0 Fonte: elaborazione su banca dati Spesa pubblica in agricoltura - INEA 123 IL BILANCIO REGIONALE Il Bilancio Gestionale complessivo della Regione Campania per l’anno 2012 si assesta di poco oltre i 23 miliardi di euro. Le risorse stanziate avevano subito negli ultimi anni, anche a causa del recente periodo di crisi economica, una costante diminuzione. Nel 2012, invece, le risorse appostate superano quelle del 2009. Rispetto al 2011, l’aumento è stato del 27%. La spesa nel bilancio per la Sanità, con circa 10,4 miliardi di euro, assorbe quasi la metà del bilancio regionale, seguita dalle risorse destinate alla Ragioneria regionale (41%), mentre non marginali risultano essere le risorse assegnate all’area Rapporti con gli Organi nazionali e internazionali (950 milio di euro, pari al 4%), al settore dei Trasporti (637 milioni di euro, cioè il 3%) e alle Politiche di coesione (220 milioni di euro, ovvero l’1%). In tale contesto, la diminuzione dell’incidenza degli stanziamenti per il settore agricolo è stata confermata 124 Gli stanziamenti di competenza della Regione Campania, 2007-2012 (valori in milioni di euro) 25.000 22.500 Stanziamenti di competenza bilancio regionale Campania 20.000 17.500 15.000 12.500 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania Gli stanziamenti di competenza per Area, 2012 1% 1% 3% 4% 0,3% 4% Sanità Ragioneria e Tributi Rapporti Organi Nazionali e Intern. Trasporto Ecologia Politiche di coesione e PSR 2007-2013 46% 41% Agricoltura Altro Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania anche nel 2012. Il confronto deve tenere conto che, a partire dal 2007, nel bilancio non sono più transitate le quote comunitarie e nazionali del Programma di Sviluppo Rurale a differenza degli anni precedenti con i Programmi Operativi cofinanziati dall’UE (POR, PSR, Leader). Va comunque sottolineato che l’incidenza del settore primario sul bilancio regionale fino al 2010 non era mai scesa al di sotto dell’1%. Nel 2012 le risorse assegnate, circa 77 milioni di euro, raggiungono un’incidenza pari ad appena lo 0,3% con una diminuzione rispetto al 2007 di 176 milioni di euro circa (-69,5%). Il Grafico a lato evidenzia una continua tendenza alla diminuzione delle risorse con un notevole abbattimento per le previsioni 2012. Stanziamenti per i capitoli della spesa, 2007-2012 (valori in milioni di euro) Stanziamenti per i capitoli di spesa Bilancio Stanziamenti assegnati Regione Campania (a) all’Agricoltura regionale (b) Anno 2007 2008 2009 2010 2011 2012 15.334 19.147 20.516 18.838 18.230 23.160 253 240 225 235 85 77 % (b/a) 1,6 1,3 1,1 1,2 0,5 0,3 Fonte:elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania Incidenza del settore agricolo sull’intero bilancio regionale, 2007-2012 (valori in percentuali) 1,8 1,6 1,4 1,2 Incidenza del settore agricolo sull’intero bilancio regionale 1 0,8 0,6 0,4 Le competenze delle entrate per l’agricoltura nel 2012 Le entrate finanziarie di competenza per l’Esercizio finanziario 2012, previste 0,2 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione 125 per l’Area Agricoltura, ammontano a circa 23 milioni di euro; il 50% delle risorse viene finanziato da risorse statali, seguono quelle comunitarie (33%) e quelle regionali (17%). Le assegnazioni statati ammontano a circa 11 milioni di euro. I fondi vengono assegnati per la realizzazione di attività di sviluppo e sostenibilità del settore agricolo agro-industriale, lo sviluppo delle filiere agro- Riscossioni realizzate per Settore nell’Esercizio Finanziario, 2012 Le entrate finanziarie per l’agricoltura, 2012 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA Entrate Comunitarie 33% Entrate Statali 50% Entrate Regionali 17% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA 126 76,2 % 4,8 % SIRCA IPA 4,8% 0,0 % TERRITORIO BCA alimentari, tutela e valorizzazione delle produzioni di qualità e tipiche, la progettazione ed esecuzione del 6° Censimento Generale Agricoltura (2010), l’attività di prevenzione e controllo nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale e infine la realizzazione degli interventi previsti dal FEP (quota di coofinanziamento). Nel corso dell’esercizio finanziario 2012 sono stati riscossi 86 milioni di euro. Il 76,2% ha interessato fondi per gli in- 6,8 % 7,4% FORESTE PIANO FORESTALE terventi per la produzione agricola, seguono gli interventi per gestiti dal piano forestale (7,4%) e la salvaguardia del territorio campano (6,8%). Gli stanziamenti e la tipologia delle risorse nel bilancio regionale 2012 L’ammontare di risorse previste nel bilancio regionale per l’Area Agricoltura per l’anno 2012 è di circa 77 milioni di euro. Il 75,3% delle risorse stanziate è costituito da fondi regionali; al fine di sostenere il settore agricolo e lo sviluppo del territorio. Tra le attività finanziate nel 2012, si evidenziano i contributi ai Consorzi di Bonifica per la gestione dei canali consortili, le risorse per le attività delegate in materia di bonifica montana e forestazione; la quota di cofinanziamento regionale del Fondo Europeo Pesca (FEP); il finanziamento del programma di gestione faunistico ambientale e di ricostruzione del patrimonio faunistico; il fondo per il risanamento delle comunità montane; le risorse per la gestione dell’azienda agricola sperimentale “Improsta” (SA); i contributi alle associazioni professionali dei coltivatori diretti; la quota regionale del PSR comprensiva anche del Fondo Speciale IVA per la copertura finanziaria della quota IVA per tutti gli interventi destinati a favorire, in qualità di beneficiari, Province, Comuni e altri Organismi di diritto pubblico per i quali l’IVA non è rendicontabile. Le assegnazioni statali ammontano al Bilancio Agricoltura per tipologia di risorse, 2012 (valori in euro e percentuale) Stanziamenti Gestionale 2012 Fondi Comunitari Fondi Statali Fondi Regionali Totale Stanziamenti 2012 7.895.734,49 11.221.598,24 58.150.612,71 77.267.945,44 Ripartizione in % 10,2 14,5 75,3 100 Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania Bilancio Agricoltura per tipologia di risorse, 2012 10,2% 14,5% 75,3% Fondi Comunitari Fondi Statali Fondi Regionali Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA 14,5%, destinate principalmente alla lotta e prevenzione degli incendi boschivi nella regione, agli interventi a carattere territoriale per le emergenze fitosanitarie conclamate, all’attuazione del programma di incremento ippico regionale, alle gestione delle aziende agricole sperimentali e dei centri regionali di sperimentazione e, infine, alla copertura della quota di coofinanziamento del Fondo Europeo Pesca. Rispetto allo scorso anno si registra un calo di risorse statali: i trasferimenti dal MiPAAF sono passati dai 27 milioni del 2011 agli 11 milioni del 2012 (-59%) I fondi comunitari, pari all’10,2% delle 127 risorse stanziate, sono destinati alla quota di cofinanziamento del Programma Operativo Nazionale per la Pesca 2007-2013 (FEP) e al fondo comunitario per le attività di orientamento dei consumi ed azioni di informazione riguardanti la politica agricola comune. La spesa agricola regionale Nell’anno 2012 sono stati assegnati a favore del settore primario 92 milioni euro di stanziamenti di competenza, di cui 77,3 milioni da Bilancio Gestionale 2012 e 14,7 milioni da reiscrizioni ed acquisizioni in corso d’anno. Gli stanziamenti definitivi di cassa sono pari a 210 milioni di euro, considerando che i residui passivi accertati all’inizio dell’esercizio ammontavano a 130,3 milioni di euro. La movimentazione degli impegni, alla data del 31 dicembre 2012, è stata pari a circa 68 milioni di euro mentre le liquidazioni, si sono attestate a 109 milioni di euro; il 55% di queste ultime ha interessato 128 Bilancio Gestionale Agricoltura 2012 (valori assoluti in euro) Fondi Comunitari Fondi Statali Fondi Regionali Totale Stanziamenti 2012 Stanziamenti Gestionale 2012 Reiscrizione, acquisizione e variazioni di bilancio Totale 7.895.734,49 11.221.598,24 58.150.612,71 77.267.945,44 14.691.307,29 14.691.307,29 91.959.252,73 91.959.252,73 Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania I dati della competenza, degli impegni e la capacità d’impegno, 2012 ( valori in milioni di euro e in %) 300 250 200 71,6% 150 100 95 mil. 93 mil. 68 mil. 50 0 Competenza Limite Impegni Patto di Stabilità Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA Impegni Capacità d'impegno impegni presi negli anni precedenti mentre quelle riferite ad impegni assunti nel corso dell’anno si sono attestate al 45%. Ricordiamo che i settori dell’Area Sviluppo Attività Settore Primario sono ventidue, di cui soltanto sei con “capacità di spesa”, poiché per i settori provinciali nelle cinque province è stata prevista soltanto l’apertura di credito finalizzata alla copertura delle spese. Nel grafico precedente, si rappresenta la situazione della competenza, dei limiti di impegno del patto di stabilità, degli impegni dell’Area alla data del 31 dicembre 2012, da cui emerge che la capacità di impegno si attesta al 71,6%. Nel Grafico che segue, si evidenzia la capacità di spesa effettiva, cioè il rapporto tra le liquidazioni effettive e il tetto di pagamento previsto dal patto di stabilità per l’anno 2012, che si attesta all’87,3%, a prova dello sforzo dell’amministrazione di trasformare la spesa intenzionale in spesa effettiva e I dati della cassa, delle liquidazioni e la capacità di spesa, 2012 ( valori in milioni di euro e in %) 400 350 300 250 87,3 210 mil. 200 150 125 mil. 109,1 mil. Limite Liquidazioni Patto di Stabilità Liquidazioni 100 50 0 Cassa Capacità di spesa Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA di rientrare nei limiti imposti dal patto di stabilità interno. Gli obiettivi programmatici nel bilancio agricolo L’analisi della distribuzione degli stanziamenti, degli impegni e delle liquidazioni può essere suddivisa in una serie di obiettivi programmatici iden- tificabili nei sei settori di spesa dell’Area, eccezion fatta per il settimo che viene considerato nella sua totalità con un’incidenza trasversale sui quattro settori dell’Area che attualmente gestiscono gli interventi del PSR e dei programmi regionali come il FOPES: 1. Sperimentazione e servizi di sviluppo; 129 2. Investimenti in agricoltura (esclusi i Programmi comunitari); 3. Interventi sul territorio; 4. Credito agrario; 5. Forestazione; 6. Interventi per la pesca (FEP), acquacoltura e piano forestale; 7. Interventi cofinanziati con fondi comunitari (PSR) e fondi regionali (FOPES). La situazione della competenza evidenzia il peso degli interventi relativi ai programmi comunitari (PSR) e quelli regionali del FOPES (33,6%) e quelli per la tutela e salvaguardia del patrimonio boschivo (28,7%). Seguono le azioni previste dalle misure del Fondo Europeo Pesca e gli interventi di irrigazione e bonifica del territorio rispettivamente con l’11,5% e il 10,7%. Tale ripartizione è confermata solo parzialmente per gli impegni; infatti, alla consistente movimentazione registrata per le attività relative alla forestazione e bonifica montana (38,6% 130 La distribuzione degli stanziamenti per obiettivi programmatici, 2012 4,8% 1,0% 10,6% 33,6% 4,5% Sperimentazione e Servizi di sviluppo Investimenti agricoli Interventi sul territorio Credito Agrario Forestazione 28,7% Pesca (FEP) e Piano Forestale Interventi POR-PSR e FOPES 11,5% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA La distribuzione degli impegni per obiettivi programmatici, 2012 14,4% 7,3% 1,1% 14,3% 19,5% 4,9% 38,6% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA Sperimentazione e Servizi di sviluppo Investimenti agricoli Interventi sul territorio Credito Agrario Forestazione Pesca (FEP) e Piano Forestale Interventi POR-PSR e FOPES degli impegni totali), seguono i progetti promossi nell’ambito del Fondo Europeo Pesca (19,5%), gli interventi previsti dai PSR, compreso il fondo speciale IVA (14,4%) e gli impegni per gli interventi di irrigazione e bonifica del territorio (14,3%). Non marginali gli impegni assunti per lo sviluppo, la promozione e la sperimentazione in agricoltura (7,3%). Per quanto riguarda i pagamenti, prevalgono gli interventi per la salvaguardia del patrimonio boschivo (33,6% delle liquidazioni totali); seguono gli interventi previsti dai PSR (27,3%), i finanziamenti per lo sviluppo e la sperimentazione in agricoltura (13,2%), il programma comunitario del FEP (12,1%) e gli interventi di bonifica sul territorio (11,5%). La spesa pubblica in agricoltura per tipologia di spesa Analizzando le diverse tipologie di spesa (corrente, investimento), si osserva La distribuzione delle liquidazioni per obiettivi programmatici, 2012 13,2% 27,3% 1,1% 11,5% 1,2% Sperimentazione e Servizi di sviluppo Investimenti agricoli Interventi sul territorio Credito Agrario Forestazione Pesca (FEP) e Piano Forestale Interventi POR-PSR e FOPES 12,1% 33,6% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA che il 65% dei capitoli appartiene alla categoria delle spese per investimenti mentre il restante 35% a quella corrente. Se osserviamo le tipologie in termini di stanziamenti di competenza, di impegni e di liquidazioni, prevale la spesa in conto capitale che si attesta al 77% per gli impegni e al 76,5% per le liquidazioni. I contributi per il funzionamento degli Impianti Pubblici di Bonifica (12 milioni di euro circa) e le spese per le attività delegate in materia di bonifica montana e gli oneri accessori per l’espletamento delle attività di antincendio boschivo assorbono la parte più consistente delle spese correnti (80% dei pagamenti effettuati). Per quelle in conto capitale, la forestazione e bonifica montana, la prevenzione e lotta agli incendi boschivi e la gestione del patrimonio faunistico regionale realizzano la maggiore movimentazione, sia per quanto riguarda gli impegni 131 La spesa pubblica in agricoltura classificata per tipologia di spesa, 2012 Obiettivi programmatici Servizi di sviluppo e sperimentazione Investimenti agricoli Interventi sul territorio Credito Agrario Forestazione Pesca,Acquacoltura e Piano Forestale Interventi POR-PSR e PASER-FOPES Spese correnti - Titolo I Nr. 24 4 13 9 13 3 4 70 Stanziamenti di Competenza mln € 1,7 0,4 7,4 0,9 5,6 0 0,4 16,4 Servizi di sviluppo e sperimentazione Investimenti agricoli Interventi sul territorio Credito Agrario Forestazione Pesca,Acquacoltura e Piano Forestale Interventi POR-PSR e PASER-FOPES Spese Investimenti - Titolo II 35 29 16 16 15 6 15 132 2,7 0,6 2,5 3,3 21,1 15,7 30,9 76,8 3,3 0,5 2,5 2,5 21 13,3 9,4 52,6 4,9 0,8 3,7 3,6 30,7 19,5 13,8 77 12,2 0,9 0,3 0,1 28,2 13,2 28,5 83,5 11,2 0,8 0,3 0,1 25,9 12,1 26,1 76,5 Totale spesa pubblica 202 93,2 68,4 100 109,1 100 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA 132 Capitoli Impegni Liquidazioni mln € 1,6 0,2 7,3 0,9 5,4 0 0,4 15,7 % 2,4 0,3 10,6 1,3 7,8 0 0,6 23 mln € 2,2 0,3 12,3 1,2 8,4 0 1,3 25,6 % 2 0,2 11,3 1,1 7,7 0 1,2 23,5 (21 milioni di euro) che i pagamenti (28,2 milioni di euro), seguono, poi, i progetti cofinanziati con le risorse della Comunità Europea (PSR-POR) e fondi regionali (28 milioni) e, quelli finanziati dal Fondo Europeo Pesca (13 milioni). Le Attività realizzate nel 2012 Come accennato in precedenza, i settori centrali svolgono un’attività generale di programmazione, pianificazione e coordinamento, mentre i settori provinciali svolgono le attività specifiche di attuazione delle politiche gestite dall’Area. L’Area persegue i suoi obiettivi sia attraverso interventi diretti alle aziende agricole, sia attraverso interventi più generali sul territorio. L’attività di monitoraggio del bilancio agricolo regionale viene condotta con una lettura, in primis, dei documenti contabili da cui si rilevano le informazioni economicofunzionali e le informazioni strettamente contabili legate alla movimentazione dei flussi di spesa. Di seguito, associando gli indicatori di realizzazione, è possibile monitorare i vari interventi realizzati all’interno delle politiche dell’Area Agricoltura nell’anno appena trascorso. Nella politica Servizi di sviluppo considerevoli sono state le risorse stanziate per l’attivazione di progetti di ricerca e sperimentazione (48,8% sul totale degli im- pegni). Oltre alla gestione delle attività delle aziende agricole sperimentali regionali, a cui sono stati destinati circa 1,4 milioni di euro, sono stati indirizzati 700 mila euro per le attività connesse alla tenuta dei libri genealogici ed ai controlli funzionali e, altri 100 mila euro per il “monitoraggio delle parassitosi degli animali da reddito” affidato all’Università degli Studi di Napoli, Federico II. La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria Servizi di sviluppo, 2012 Valorizzazione delle prod. agricola 1,2% Progetti d’informazione ed educ.alimentare 20,7% Missioni 0,6% Progetti di difesa fitosanitaria 21,4% Studi ed indagini 6,2% Spese di funzionamento 0,8% Progetti di ricerca e speriment. 48,8% Progetti di formazione 0,3% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA 133 Infine, è stato finanziato il piano di attività 2012 del centro per le microvinificazioni e microleificazioni in provincia di Avellino. Tra le attività principali va segnalata anche l’attuazione del piano d’intervento territoriale per le emergenze fitosanitarie, (21,4% sul totale degli impegni), con l’istituzione del servizio di “Pronto intervento fitosanitario” nell’ambito misure ufficiali nei casi di rinvenimento di nuovi organismi nocivi, per contrastare la diffusione del “Cerambicida Aromia Bungii”, segnalato nella provincia di Napoli e, il prosieguo delle azioni di rafforzamento delle attività di vigilanza e controllo fitosanitario affidato al Dipartimento di Entomologia e Zoologia Agraria (Università degli studi di Napoli); sono stati previsti, inoltre, contributi straordinari a favore della Comunità Montana Monte Maggiore (CE) e del Comune di Capaccio (SA) per la prosecuzione del progetto d’inter134 vento territoriale per le emergenze fitosanitarie. Infine, alcune risorse sono state destinate (circa 1 milione di euro) per il programma di comunicazione ed educazione alimentare e orientamento dei consumi gestito dagli STAPAL Alimentazione dislocati in ogni provincia. Negli Investimenti in agricoltura, che non comprendono gli interventi previsti dal POR, il concorso negli interessi sui mutui agevolati per il potenziamento delle strutture agrarie e fondiarie (39% sugli impegni totali) e le attività di promozione, incremento e qualificazione dell’ippicoltura in Campania (33%) costituiscono le attività principali del 2012. In particolare per il Centro di Incremento Ippico di S. Maria Capua Vetere (CE) sono stati realizzati i servizi di mantenimento e l’accudimento equini, la pulizia delle scuderie, l’assistenza sanitaria, la pulizia e manutenzione dei paddocks e spazi verdi. La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria Investimenti in Agricoltura, 2012 Rate mutui 39% Assistenza tecnica 28% Missioni 0,2% Promozione dell’ippocultura in Campania 33% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA Gli Interventi sul territorio agricolo hanno registrato, nel 2012, lo stanziamento del 98% dei fondi a favore dei Consorzi di bonifica per le opere di bonifica integrale, l’irrigazione collettiva e la viabilità, mentre il rimanente 2% è stato impegnato per il concorso negli interessi sui mutui contratti dai Consorzi di bonifica. Nella politica Azioni di carattere oriz- La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria Interventi sul territorio, 2012 Mutui 2% La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria Azioni di carattere orizzontali, 2012 Controlli nel settore ortofrutticolo 9,0% Missioni 16,7% Interventi di bonifica ed irrigazione 98% Rate Mutui 0,3% Sostegno al comparto agricolo danneggiato da calamità naturali 74,0% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA zontale, il sostegno al comparto agricolo danneggiato da calamità naturali (circa 2,4 milioni di euro) è stata l’attività prevalente. Le risorse sono state destinate interamente al territorio di Salerno, l’amministrazione provinciale e le otto comunità montante presenti sul territorio hanno beneficiato dei fondi stanziati dalla Regione. Inoltre, si registrano l’assegnazione fondi per indennità ac- cessorie ai Settori dell'A.G.C. Sviluppo Attività Settore Primario (AREA 11) per l’Esercizio Finanziario 2012, con circa 600 mila euro, e quelli per i controlli nel settore ortofrutticolo. Nel 2012 gli interventi prevalenti realizzati nell’ambito della Forestazione hanno riguardato le attività di prevenzione degli incendi boschivi (circa 14 milioni di euro) con l’attuazione del piano regionale di previsione, prevenzione (utilizzo di una rete di monitoraggio incendi) e lotta attiva (servizio di spegnimento incendi boschivi mediante elicotteri) contro gli incendi boschivi e il Piano di Bonifica Montana a cui sono state destinate risorse per 7,5 milioni di euro circa. Si registrano, inoltre, consistenti assegnazioni per le attività dei Vivai regionali e la salvaguardia delle Foreste demaniali (circa 3 milioni di euro) e per il Programma di gestione faunistico ambientale (circa 1,8 milioni di euro) che assegna il 45% delle risorse alla ricostituzione del patrimonio faunistico regionale e, il restante 55% per il risarcimento danni alle produzioni agricole e il funzionamento di commissioni e comitati. Infine, da segnalare l’impegno di 350 mila euro per la mitigazione del rischio danni a cose o persone provocato da fauna selvatica e rimborso che viene elargito dalle amministrazioni provin135 La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria Forestazione, 2012 Risarcimento dei danni causati da specie protette 1% Progetti di informazione 0,1% Piano di bonifica montana 27% Programma di gestione faunistico ambientale 7% Interventi nei vivai forestali 11% Studi ed indagini 0,2% Attività prevenzione incendi boschivi 53% Progetti di formazione 1% nitivo dell’attività di pesca) e all’assistenza tecnica. Infine, abbiamo le risorse stanziate per il PSR Campania; sono state impegnate e assegnate risorse, in base alle domande di riconoscimento delle spese IVA, ai Soggetti Attuatori pari a circa 6,8 milioni di euro. Sono state stanziate risorse anche per la realizzazione di interventi formativi (653 mila euro) affidati ai settori provinciali. La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria progetti cofinanziati con fondi comunitari e regionali, 2012 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA ciali e, le spese per compiti propri della Regione per il funzionamento dei comitati e commissioni a carattere regionale e provinciale (250 mila euro). Per gli Interventi cofinanziati con fondi comunitari e regionali il 62,9% ha interessato il finanziamento degli interventi previsti dal Programma Operativo Nazionale Pesca 2007-2013 (Fondo 136 FEP), con circa 12,7 milioni di euro, di cui il 68,3% a valere sulla misura 1.5 (Aiuti in materia di compensazione socio-economica), il 24,6% per gli interventi previsti dalla misura 3.3 (Porti e ripari di pesca), il 5% per gli interventi previsti dalla misura 2.1 (Acquacoltura) e, infine, la quota destinata alla misura 1.3 (Aiuti pubblici per l’arresto defi- PSR 37,1% FEP 62,9% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA Il PSR in rapporto all'intervento IVA L’assegnazione di risorse ai Settori Provinciali – Soggetti Attuatori PSR per un importo complessivo di circa 6,8 milioni di euro ha attivato in termini di investimento PSR una spesa di 43 milioni di euro. In rapporto al PSR si evidenzia la seguente situazione, suddivisa per province: la provincia di Salerno riceve oltre il 90% dei contributi, seguita da quella di Avellino con il 5,9%. Molto staccata la provincia di Benevento con l’1,1%, mentre quelle di Napoli e Caserta non beneficiano di contributi. Efficienza della spesa: confronto 2011-2012 Una valutazione delle categorie di intervento appena descritte può essere fatta misurando anche alcuni interessanti indici quali la capacità di impegno e pagamento dell’amministrazione regionale delle risorse pubbliche, mettendo Risorse attivate PSR per provincia, 2012 100,0% 91,7% 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 5,9% 1,1% 0,0% 0,0% NAPOLI CASERTA 0,0% AVELLINO BENEVENTO SALERNO Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA a confronto l’anno appena trascorso con il 2011. Il Grafico alla pagina successiva, mostra l’evoluzione di tre indicatori presi in considerazione: la capacità d’impegno, pari al 73,3%, è più bassa rispetto allo scorso anno (-11%); allo stesso modo diminuisce, anche se di poco, la capacità di spesa che passa dal 52,2% del 2011 al 51,9% del 2012; la capacità di pagamento registra un aumento rispetto ai valori dello scorso anno (+ 7,4%). Per gli impegni il trend in crescita che si era verificato negli quattro anni registra un’inversione di tendenza nell’anno appena trascorso. Inoltre, nonostante i vincoli del patto di stabilità che, negli ultimi anni hanno 137 fortemente limitato le spese per tutti i settori regionali, il settore primario ha registrato un aumento significativo dei trasferimenti. Sostituendo, inoltre, gli stanziamenti di competenza e cassa con quelli imposti dal patto di stabilità, sia per gli impegni che per i pagamenti per l’annualità 2012, possiamo notare un aumento ancora maggiore della capacità di spesa che si assesta all’ 86,6% (+ 34,7%). Un ulteriore indicatore di efficienza della spesa è la capacità di liquidazione dei residui passivi (rapporto tra i pagamenti in conto residuo e i residui passivi iniziali). Dal Grafico alla pagina che segue, possiamo notare che quest’ultima, nel 2012, è cresciuta rispetto al valore registrato negli ultimi anni, si è passati, infatti, dal 38,7% del 2011 al 46,1% del 2012, con un aumento del 7,4%. Come per la capacità di spesa, va evidenziato che i vincoli imposti dal patto 138 Indicatori di efficienza della spesa, 2011-2012 84,3 % 73,3 % 71,7 % 64,3 % 52,2 % Capacità d'impegno 51,9 % Capacità di spesa 2011 Capacità di pagamento 2012 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA Indicatori di efficienza della spesa legati al Patto di Stabilità, 2011-2012 97,2 % 86,6% 76,3 % 71,6 % Capacità d'impegno 66% Capacità di spesa 2011 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA 2012 71,7% Capacità di pagamento Capacità di liquidazione dei residui passivi, 2009-2012 2012 2011 2010 2009 46,1% 38,7% 34,7% 48,6% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA di stabilità influiscono sui pagamenti degli impegni non ancora pagati. La punta massima di efficienza di liquidazione dei residui passivi si era raggiunta nel 2007 (79,5%), ma bisogna, comunque, sottolineare che nel 2012 si è registrata un’inversione di tendenza sia rispetto al 2011, sia rispetto al 2010. Il patto di stabilità interno nel 2012 In Italia, nel quadro del federalismo fiscale, l’art. 28 della Legge n. 448 del 23 dicembre 1998 (Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo), ha chiamato le regioni e gli enti locali a concorrere al risanamento della finanza pubblica e al rispetto del patto di stabilità e crescita firmato in sede di Unione Europea. Con il patto di stabilità interno gli enti territoriali, quindi, si sono impegnati a ridurre progressivamente il finanziamento in disavanzo delle spese e a ridurre il rapporto tra il proprio ammontare di debito ed il prodotto interno lordo. È importante sottolineare che in caso di sanzione comminata all’Italia per deficit eccessivo, la sanzione stessa è a carico degli enti territoriali che non hanno realizzato gli obiettivi per la quota a loro imputata. Con la delibera di Giunta Regionale n. 156 del 28 marzo 2012 (Patto di stabilità interno 2012 – Determinazioni), la Regione Campania ha stabilito i tetti programmatici di spesa assegnati alle singole Aree e Settori. Al di là del monitoraggio stabilito per legge, la Regione Campania si è attivata nel monitorare quotidianamente i dati relativi al patto di stabilità (sia impegni che pagamenti). Per il 2012 è stato fissato il tetto programmatico della spesa soggetta al patto di stabilità interno (impegni e pagamenti) alla media delle corrispondenti spese finali del triennio 20072009 ridotte del 14,6%, per quanto riguarda gli impegni, e del 16,3%, per quanto riguarda i pagamenti. 139 Inoltre il complesso delle spese finali in termini di competenza così come sopra calcolate deve essere ulteriormente ridotto di euro 98.398.000,00, mentre il complesso delle spese finali in termini di cassa così come sopra calcolate deve essere ulteriormente ridotto di euro 89.286.000,00. Un’altra rimodulazione è stata realizzate successivamente con la delibera n. 321 del 3 luglio 2012 che ha stabilito una diminuzione del tetto programmatico riferito agli impegni. La Tabella di fianco, indica che l’Area Agricoltura ha raggiunto l’obiettivo e il limite del patto non è stato superato. Va evidenziato che alcuni mandati saranno pagati con la cassa del 2013 140 Tetti programmatici di impegno e pagamento, 2012 (valori in milioni di euro) 140 120 100 80 Tetto Impegni Agricoltura 60 Tetto Pagamenti Agricoltura 40 20 0 D.G.R. 156/2012 D.G.R. 321/2012 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA non appena il bilancio gestionale verrà approvato. Analizzando nel dettaglio per settore, il maggiore sforamento per l’Area 11 si è realizzato per i pagamenti riguardanti gli interventi del Fondo Europeo Pesca e dei Piani di Sviluppo Rurale, compensati dalle minori spese per la forestazione e prevenzione incendi boschivi e per gli interventi di bonifica sul territorio campano. Il Patto di Stabilità dell’Area Agricoltura, 2011-2012 (valori in milioni di euro) Anno 2011 Anno 2012 Impegni Pagamenti Media delle Media delle corrispondenti corrispondentI spese finali del spese finali del triennio 2007-2009 triennio 2007-2009 ridotte al 12,3% ridotte al 13,6% (decurtato del (decurtato del 4,82% per quote 8,67% per quote interessi mutui) interessi mutui) 141,5 145,9 Impegni Pagamenti Media delle Media delle corrispondenti corrispondenti spese finali del spese finali del triennio 2007-2009 triennio 2007-2009 ridotte del 14,6% ridotte del 16,3% 95,4 125,9 Impegni 2011 Liquidazioni 2011 107,9 141,8 Impegni 2001 Liquidazioni 2011 68,3 109,1 Differenza Media Differenza Media Impegni 2007/09 - Pagamenti 2007/09 Impegni 2011 - Cassa 2011 +33,6 +4,1 Differenza Media Differenza Media Impegni 2007/09 - Pagamenti 2007/09 Impegni 2011 - Cassa 2011 +27,1 +16,8 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA 141 LA DISTRIBUZIONE DEL SOSTEGNO AL SETTORE I settori produttivi interessati A partire dai primi anni ’90 l’INEA ha avviato un’attività che esamina la spesa pubblica in agricoltura sulla base dei bilanci preventivi e consuntivi delle varie regioni, che ha permesso di elaborare e di consolidare sia un’ampia base dati di riferimento per la spesa settoriale, sia una metodologia specifica per l’analisi delle diverse tipologie di intervento. Tale metodologia partendo dai documenti ufficiali e prendendo a riferimento il capitolo quale unità di misura base del bilancio che descrive sinteticamente le finalità cui è destinato lo stanziamento, l’impegno e il pagamento, permette di caratterizzare la spesa in funzione della destinazione del finanziamento, dei beneficiari, delle modalità di erogazione, delle fonti finanziarie e del settore produttivo che riceve il sostegno. Di particolare interesse è una delle voci del codice di riclassificazione 142 INEA: cioè quella economico-funzionale (che individua le tipologie di intervento tipiche della politica agraria). L’analisi della distribuzione della spesa per destinazione economicofunzionale evidenzia che, in termini di stanziamento, pertanto a livello intenzionale, la politica di maggior peso nel 2012 è stata i finanziamenti per gli investimenti nelle aziende campane (circa 28 milioni di euro), seguita dagli interventi per la realizzazione di infrastrutture e spese rivolte ad investimenti esterni alle singole aziende (25 milioni di euro) e dalle azioni per la conservazione e il miglioramento del patrimonio forestale (24 milioni di euro). La tendenza viene confermata anche per quanto riguarda gli impegni assunti, ma va evidenziato che consistenti risorse sono state destinate anche alle attività di ricerca, promozione e sperimentazione in campo agricolo. Circa il 90% delle risorse sono state stanziate a favore di quelle che vengono solitamente definite come politiche tradizionali. Queste comprendono sia gli interventi di tipo territoriale (infrastrutture, forestazione, difesa idrogeologica), sia quelli destinati alla filiera di produzione (gestione e investimenti aziendali, trasformazione e commercializzazione). In particolare l’azione più rilevante si registra per gli interventi di tipo territoriale, a cui viene dedicato circa il 53% del totale degli stanziamenti; in questo ambito le somme stanziate sono equamente divise per i contributi concessi per la conservazione ed il miglioramento del patrimonio forestale e per le infrastrutture territoriali. Il secondo, per ordine di importanza, è quello dedicato alla filiera di produzione, che nel suo insieme concentra il 36,6% delle somme disponibili: per gli investimenti aziendali vengono stanziate l’84% delle risorse, seguiti dagli aiuti Finanziamenti agricoli per destinazione economico-funzionale, 2011-2012 (valori in milioni di euro) Stanziamenti di competenza 80 Impegni totali Liquidazioni totali 70 60 50 40 30 20 10 0 2012 2011 Aiuti al reddito 2012 2011 Investimenti aziendali 2012 2011 2012 2011 Promozione e Attività forestali Marketing 2012 2011 Infrastrutture 2012 2011 Contributi ad Organismi associativi 2012 2011 Assistenza tecnica e ricerca 2012 2011 Altro Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA al reddito (15%) e dagli interventi dedicati alle strutture di trasformazione e commercializzazione (1%). Di contro le cosiddette nuove politiche, che comprendono l’assistenza tecnica, la ricerca e la promozione, si attestano al 7,3% (in diminuzione dell’11% rispetto al 2011) e risultano concentrate per il 64,2% sull’assistenza tecnica e formazione, per il 29% sulla ricerca e sperimentazione, per il 6,8% sulla promozione e marketing. Le restanti somme stanziate risultano destinate (3,5%) ad altre politiche o ad interventi non classificabili. 143 Dal Grafico, infine, possiamo notare le differenze tra il livello intenzionale (gli stanziamenti) e quello reale delle politiche di intervento (impegni e liquidazioni) della Regione nel 2012. Se si prendono, infatti, in considerazione gli impegni effettuati nel 2012 si nota come gli interventi di tipo territoriale abbiano un’incidenza del 68,6% sul totale (molto più alta rispetto a quella sugli stanziamenti pari al 53,2%), con gli impegni per la conservazione ed il miglioramento del patrimonio forestale che si attestano al 35,2%, mentre quelli a favore della filiera produttiva scendono al 16,5% (l’incidenza sugli stanziamenti si era attestata al 36%). Tuttavia, è di rilievo notare come, all’interno delle politiche a favore della filiera produttiva si assista ad un effetto trainante da parte degli impegni per gli investimenti aziendali (60,7%), seguiti dagli aiuti al reddito (36,7%) e, infine, gli interventi nelle aziende di trasformazione e commercializzazione 144 Stanziamenti, impegni e liquidazioni per destinazione economico-funzionale, 2012 Liquidazioni totali Impegni totali Stanziamenti di competenza 0% 20% Filiera di produzione 40% Interventi di tipo territoriale 60% 80% Assistenza tecnica e ricerca e promozione 100% Altro Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA dei prodotti agricoli (1,7%). Aumenta il peso delle nuove politiche (dall’incidenza del 7,3% sugli stanziamenti a quella del 9,5% sugli impegni). La maggior parte delle risorse sono destinate all’assistenza tecnica e formazione con il 62,4% e alle attività di ricerca e sperimentazione (30,6%). Ultima la promozione e marketing delle produ- zioni agricole campane (7%). Le attività forestali, come la lotta antincendio ed il miglioramento del patrimonio forestale si confermano preminenti ma, va evidenziato, un incremento degli investimenti aziendali soprattutto nel settore della pesca. Si registra un forte calo, invece, delle attività di promozione rivolte a favorire l’inserimento sul mercato dei prodotti agricoli e la valorizzazione della qualità dei prodotti agro-alimentari campani. La distribuzione territoriale degli interventi Le analisi fin qui riportate si riferiscono al territorio regionale nel suo complesso. La fonte principale utilizzata, rappresentata come noto dal bilancio regionale, non consente alcun riferimento territoriale, né a livello provinciale né tantomeno a livello comunale. Si è, pertanto, ritenuto opportuno realizzare un’analisi che, per quanto sintetica, possa fornire elementi aggiuntivi di valutazione sulla distribuzione territoriale degli interventi a sostegno dell’agricoltura. Le elaborazioni che hanno condotto a una prima analisi sulla distribuzione territoriale della spesa, sono state effettuate a partire dai dati ottenuti dal sistema operativo “AGRIWEB” che consente, oltre all’inserimento dei dati contabili per capitolo, anche la gestione degli impegni per beneficiario e la sua collocazione nella provincia di appartenenza. Il Grafico in basso dimostra come Salerno sia destinataria del 40,7% della spesa complessiva, seguita dalla provincia di Napoli (18,2%), Caserta (11,8%), Avellino (9,4%) e, infine, Benevento (7,5%). Nella categoria “Altro” La distribuzione degli impegni per provincia, 2012 Altro 12,4% Avellino 9,4% Benevento 7,5% Caserta 11,8% Salerno 40,7% Napoli 18,2% Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA è stata inserita, invece, la parte di spesa che si riferisce ad impegni erogati a beneficiari localizzati al di fuori del territorio campano e, incide sul totale nella misura del 12,4%. La stima del sostegno che riceve il settore agricolo nella provincia di Salerno ammonta, nel 2012, a 27 milioni di euro. Il 34,7% è costituito da impegni a favore delle Comunità montane presenti sul territorio (9,3 milioni di euro), seguono le somme assegnate ai Settori Provinciali che ammontano a 5 milioni di euro (pari al 18,8% degli impegni nella provincia). Infine circa 4,7 mln. di euro sono destinati ai Consorzi di Bonifica per finanziare le varie attività. La provincia di Napoli riceve finanziamenti per circa 12,1 milioni di euro, pari al 18,2% del sostegno complessivo; all’Amministrazione Provinciale sono destinate il 25,2% delle risorse impegnate; le risorse stanziate per gli enti ed istituti di ricerca , come ad esempio l’Istituto Sperimentale per la Selvicol145 Impegni per provincia della spesa pubblica in agricoltura, 2012 (valori in percentuale) Beneficiri Avellino Ditte Private Settori Provinciali Province Consorzi di Bonifica Comunità Montane Istituti di ricerca Associazioni di produttori e Organismi Professionali Cooperative e Consorzi Agenzie di Sviluppo Regione Comuni Editoria e pubblicità AGEA Aziende Ittiche Non classificabile Totale per Provincia 0 30 6,5 6,9 56,1 0 0 0 0 0 0,3 0 0 0 0 9,4 Provincia Benevento Caserta 0 32,5 7,6 41,6 17,2 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 7,5 Napoli Salerno Altro 0,6 7,5 25,2 3,2 0 18,4 5,8 0 6,9 7,8 8,8 0 0 15,9 0 18,2 0,2 15,9 18,8 17,5 34,7 0,2 0 0 0,1 0 7,3 0 0 5,3 0 40,7 67,1 0 0 2,4 4,2 1,8 0 0 8 0 0 0 0 0 16,5 12,4 0 49,1 8,5 24,4 15,6 0 0 0 0 1,6 0,8 0 0 0 0 11,8 Totale Complessivo 8,5 18,9 14,4 14,7 23 3,6 1,1 0 2,3 1,6 4,8 0 0 5,1 2 100 Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA tura, il CRA CAT-Colture Alternative al Tabacco e il Consorzio per la ricerca applicata in agricoltura, sono pari a 2 milioni di euro, mentre per le Aziende Ittiche vengono stanziati 1,9 milioni di euro. 146 La provincia di Caserta riceve finanziamenti per circa 7,8 milioni di euro, pari all’11,8% del sostegno complessivo. Il 49,1% è costituito da impegni a favore dei Settori Provinciali, seguono le somme stanziate per i Consorzi di Bonifica (pari al 24,4% degli impegni nella provincia) e delle Comunità Montane (15,6%). La stima del sostegno che riceve il settore agricolo nella provincia di Avellino ammonta, nel 2012, a 6,2 milioni di euro; nella fattispecie sono le Comunità montane a beneficiare di oltre la metà delle erogazioni (3,5 milioni di euro). Non trascurabile la quota assegnata ai Settori Provinciali, che ammonta a 1,8 milioni di euro (pari al 30% dei trasferimenti nella provincia). Infine, la provincia di Benevento che riceve finanziamenti per circa 5 milioni di euro; in questo caso sono i Consorzi di Bonifica e i Settori Provinciali a beneficiare della parte più cospicua delle erogazioni (rispettivamente 2 e 1,6 milioni di euro). Non trascurabile la quota assegnata alle Comunità Montane (circa 1 milione di euro). Le province di Salerno e Napoli si confermano, anche per il 2012, come quelle che ricevono i maggiori finanziamenti (59% in totale). Tra gli enti delegati le Comunità montane si confermano leader nelle asse- gnazioni, anche se l’incidenza sul totale passa dal 33,6% del 2010 al 23% dell’anno 2012 (-10,6%). Aumentano, invece, le risorse a favore dei Consorzi di bonifica, infatti, l’incidenza sul totale passa dal 5,1% del 2011 al 14,7% del 2012. Si conferma l’incidenza delle Aziende Ittiche destinatarie dei fondi FEP, attive esclusivamente nelle provincie di Salerno e Napoli. Gli argomenti trattati nelle pagine precedenti testimoniano come sia sempre più necessario che il settore agricolo sia sostenuto dalla collettività con incentivi volti a migliorare la qualità della vita, di quanti, impegnati in agricoltura, in mancanza, e di fronte a redditi notoriamente bassi, abbandonano il comparto in cerca di lavori più remunerativi e meno gravosi. Il mancato presidio delle popolazioni rurali su territori tradizionalmente svantaggiati, determina un naturale e progressivo degrado, con conseguenze visibili a breve e lungo periodo. Ecco perché lo scenario in cui vanno inserite le scelte e le strategie di tutela e sviluppo del territorio sempre più in futuro si muoveranno verso forme di incentivazione a sostegno socio-economico finalizzato all’agricoltura sostenibile (anche detta ecocompatibile) ovvero di un processo produttivo agrario capace di soddisfare le esigenze economiche (di alimenti per i consumatori e di reddito per gli agricoltori) senza compromettere il “capitale ambientale”, patrimonio di tutti e risorsa per le future generazioni. Un ambito quest’ultimo, nel quale è necessario l’impegno congiunto degli enti locali (Comuni, Provincie, Comunità montane) per la tutela e la riqualificazione delle aree più vulnerabili. 147 APPENDICE 149 GLOSSARIO Contributi alla produzione Con l’entrata in vigore, nel 2005, della riforma della PAC e l’introduzione del pagamento unico per azienda, è stata rivista la classificazione degli aiuti che prima confluivano nel prezzo base. Ora vengono classificati in: Contributi ai prodotti, Altri contributi alla produzione e, Contributi per altre attività economiche. Solo la prima categoria contributi ai prodotti rientra nella valutazione del prezzo base. Consumi intermedi Aggregato delle spese correnti delle aziende agricole. Accanto a quelle tradizionali (sementi, concimi, antiparassitari, mangimi, energia, acqua irrigua e servizi vari) sono state calcolate anche: manutenzione e riparazione di macchine e attrezzature agricole, spese veterinarie, spese di trasformazione e imbottigliamento, collaudi e analisi tecniche, spese di pubblicità, studi di mercato e servizi di ricerca, spese as150 sociative, assicurative, bancarie e finanziarie, per consulenze legali e contabili. A queste voci vanno aggiunti i reimpieghi. Contoterzismo Fornitura di mezzi meccanici da parte di ditte e/o società specializzate nello svolgimento di attività produttive aziendali (aratura, semina, raccolta, ecc.). Famiglia del conduttore L’insieme delle persone coabitanti legate da vincoli di matrimonio o parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi. Fatturato L’ammontare di tutte le fatture emesse nel periodo di riferimento per vendite sul mercato interno ed estero. Il valore del fatturato si intende al netto dell’IVA fatturata ai clienti, degli abbuoni e sconti e al lordo delle spese (trasporti, imballaggi, ecc.) e delle altre imposte addebitate ai clienti (per es. imposta di fabbricazione). Nel fatturato sono comprese, anche, le vendite di prodotti non trasformati dall’impresa, le fatture per prestazioni di servizi e per lavorazioni eseguite per conto terzi su materie prime da essi fornite; sono escluse le vendite dei capitali fissi dell’impresa. Grande distribuzione L’impresa che possiede punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande superficie. Imposte I prelievi obbligatori operati dalle amministrazioni pubbliche. Sono di due specie: le imposte dirette, che sono prelevate periodicamente sul reddito e sul patrimonio; le imposte indirette, che operano sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi, sull’utilizzazione del lavoro, sulla proprietà e sull’utilizzo di terreni, fabbricati o altri beni impiegati nell’attività di produzione. perficie di vendita che varia tra 200 e 399 mq. e che presenta le medesime caratteristiche del supermercato. Ipermercato Esercizio al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 mq., suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino. PIL - Prodotto interno lordo Il PIL è costituito dal valore complessivo dei beni e servizi prodotti all’interno di un paese, durante un determinato periodo di tempo (di solito un anno solare). Non comprende il valore dei beni e servizi intermedi. Manodopera extrafamiliare Operai a tempo indeterminato, categorie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tempo determinato e coloni impropri. Produzione al prezzo di base Con il SEC 95 vengono inclusi nella produzione i reimpieghi e gli scambi fra le aziende agricole, nonché i servizi annessi all’agricoltura. La valorizzazione della produzione viene effettuata al prezzo di base, cioè al prezzo ricevuto dal produttore per unità di prodotto, dedotte le imposte sul prodotto e inclusi tutti i contributi legati al prodotto stesso. Si escludono i contributi non commisurati ai prodotti. Manodopera familiare Persone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore che svolgono lavoro agricolo nell’azienda. Minimercato Esercizio al dettaglio in sede fissa operante nel campo alimentare con su- Reimpieghi Con il SEC 95 si distingue tra quelli reimpiegati nell’ambito della stessa azienda e quelli oggetto di scambio tra aziende agricole con contropartita di carattere economico. Dalla nuova valutazione vanno escluse dal calcolo le seguenti produzioni: uve per la produzione di vino da parte delle aziende agricole, in quanto il relativo valore è compreso nella trasformazione del vino; olive destinate alla produzione di olio direttamente da parte delle aziende agricole; il latte destinato all’alimentazione dei redi nell’ambito della stessa azienda agricola; le foraggere permanenti non oggetto di compravendita tra aziende agricole; i sottoprodotti senza valore economico; le sementi riutilizzate nell’ambito della stessa azienda agricola. Vanno, invece, incluse nel calcolo dei reimpieghi: le sementi, che hanno un valore economico e che sono vendute ad altre aziende agricole; i prodotti utilizzati anche nell’alimen151 tazione del bestiame; le produzioni foraggere direttamente commercializzabili (fieno, insilati di mais, ecc.). Servizi connessi Esercizio per conto terzi e noleggio di mezzi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione (esclusa trasformazione), conservazione di prodotti agricoli e altre attività dei servizi connessi all’agricoltura svolti per conto terzi; sistemazione di parchi, giardini e aiuole; attività dei servizi connessi all’allevamento del bestiame, esclusi i servizi veterinari. SAU - Superficie agricola utilizzata Costituita dall’insieme dei seminativi, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari e castagneti da frutto. SN - Saldo normalizzato È dato dal rapporto percentuale tra il saldo semplice (esportazioni - impor152 tazioni) e il volume di commercio (esportazioni + importazioni); varia tra -100 (assenza di esportazioni) e + 100 (assenza di importazioni) e consente di confrontare la performance commerciale di aggregati di prodotti diversi e di diverso valore assoluto. Supermercato Esercizio al dettaglio operante nel campo alimentare, organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all’uscita, che dispone di una superficie di vendita compresa tra 400 e 2.500 mq. E di un vasto assortimento di prodotti di largo consumo ed in massima parte preconfezionati nonché, eventualmente, di alcuni articoli alimentari di uso domestico corrente. UL - Unità di lavoro Unità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano, con diverse modalità ed intensità di tempi, al processo di produzione un paese, a prescindere dalla loro residenza. L’insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e dalle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie), trasformate in unità a tempo pieno. VA - Valore aggiunto È il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest’ultima è al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione) e al lordo di tutti i contributi (sia i contributi commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione). GLOSSARIO SPESA AGRICOLA Accensione di prestiti Ammontare delle operazioni d’indebitamento a medio e lungo termine. In sede previsionale l’”accensione di prestiti” coincide con il ricorso al mercato, e l’importo complessivo delle annualità non può superare il 25% delle entrate tributarie della Regione. Il ricorso al mercato viene autorizzato con la legge di approvazione del bilancio o con legge di variazione dello stesso. Accertamento Operazione giuridico-contabile con cui l’Amministrazione appura la ragione del credito, la persona debitrice ed il relativo ammontare da iscrivere come competenza dell’esercizio. Ambiti Aggregati di superiore livello, che raccolgono un insieme di funzioni obiettivo, individuati principalmente in base all’opportunità di definire coacervi di materie riferibili ai compiti istituzionali omogenei e/o integrati/bili. Anno finanziario Periodo temporale a cui riferire gli atti previsionali e a cui imputare i fatti gestionali. Inizia il primo gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno. Bilancio annuale È un bilancio finanziario, che tiene conto della legislazione vigente ed è formulato in termini di competenza e di cassa. Si compone del quadro generale riassuntivo e di uno stato di previsione delle entrate e delle spese. Bilancio gestionale Documento contabile con cui la Giunta Regionale specifica il bilancio annuale ripartendo le unità previsionali di base e le contabilità speciali in capitoli ai fini della gestione e della rendicontazione. Bilancio pluriennale È un bilancio previsionale nel quale si evidenzia, solo in termini di competenza, la spesa, in coerenza con le regole e gli obiettivi indicati nel Documento di programmazione economico-finanziaria, e si riferisce a periodi compresi tra 3 e 5 anni. È redatto in forma programmatica per il primo esercizio mentre per i rimanenti viene redatto sia in termini programmatici sia a legislazione vigente. Capitolo Unità contabile rilevante ai soli fini della gestione e della rendicontazione. Costituisce l’unità elementare a cui vengono imputati gli atti di gestione delle entrate delle spese e, ad eccezion fatta per quello relativo alle contabilità speciali, costituisce il limite all’assunzione degli impegni e all’emissione dei mandati di pagamento. Centri di responsabilità amministrativa: Ufficio di livello organizzativo apicale cui viene riferito il sistema di risorse 153 finanziarie espresso dalle unità previsionali di base. Capacità d’impegno Valore risultante dal rapporto tra gli impegni e stanziamenti di competenza; verifica l’effettiva capacità di impegno dell’amministrazione a valutare l’attendibilità delle previsioni di competenza. Classificazione Economico-funzionale Individuazione delle tipologie di intervento tipiche della politica agraria. Capacità di pagamento Rapporto tra i pagamenti realizzati in un anno e gli impegni assunti. Debito patrimoniale Forma di indebitamento con il quale si effettua il finanziamento a mediolungo termine del fabbisogno del Tesoro (vedi “fabbisogno del settore statale”). Comprende i debiti pubblici (consolidati, redimibili, buoni del Tesoro poliennali, CCT, debiti esteri) e gli “altri debiti” (come mutui obbligazionari con il CREDIOP e la Cassa Depositi e Prestiti). Capacità di liquidazione dei residui passivi Rapporto tra i pagamenti in conto residuo e i residui passivi iniziali; è un Debito pubblico Consistenza del debito del settore pubblico, incluso il debito fluttuante (e gli altri debiti a breve) e l’indebitamento Capacità di spesa Rapporto tra i pagamenti e gli stanziamenti di competenza. Esprime la capacità di effettivo utilizzo delle risorse disponibili. 154 indicatore della capacità di realizzazione della spesa relativa ad impegni assunti nell’anno precedente. verso la Banca d’Italia e l’Ufficio italiano cambi. Secondo il Trattato di Maastricht per Debito pubblico si intende il debito lordo consolidato della P.A. (Lordo significa al lordo delle attività del settore; Consolidato significa che sono state annullate le poste di debito e credito reciproche tra gli enti all’interno della P.A.). Economie di spesa Tutte le somme iscritte negli stanziamenti di competenza del bilancio e non impegnate entro il termine dell’esercizio; concorrono a determinare i risultati finali della gestione. Entrate correnti Coincidono con quelle iscritte ai primi tre titoli di previsione dell’Entrata. Esercizio Finanziario Complesso delle operazioni di gestione del bilancio ed esecuzione delle previsioni di entrata e di spesa svolte nell’anno finanziario. Finanziamenti con vincolo di destinazione Finanziamenti con vincolo di destinazione che la regione può stanziare ed erogare con somme eccedenti quelle assegnate e la facoltà di compensare tali maggiori spese con minori stanziamenti per lo stesso scopo per non più di due esercizi immediatamente successivi. Funzioni-obiettivo Entità mediante le quali il bilancio può essere letto dal punto di vista dello scopo. Le funzioni-obiettivo sono individuate con riguardo all’esigenza di definire le politiche pubbliche di settore con l’intento di misurare il prodotto delle attività amministrative. Impegno Onere scaturente dalle obbligazioni pecuniarie giuridicamente perfezionate. Gli impegni di spesa sono assunti con decreto del Dirigente competente per materia, nei limiti degli stanziamenti di competenza iscritti nei pertinenti capitoli ad esso assegnati del bilancio gestionale in corso. L’atto di impegno costituisce accantonamento delle relative somme per le spese individuate e determina l’indisponibilità delle medesime per altri scopi. Legge finanziaria Strumento con cui operare modifiche ed integrazioni a disposizioni legislative aventi riflessi sul bilancio. La legge finanziaria è approvata prima della legge di bilancio, in un’unica sessione, il cui svolgimento è disciplinato dal regolamento interno del Consiglio regionale. Legge di bilancio Legge con la quale viene adottato il Bilancio di previsione: la legge di bilancio si compone di una parte dispositiva e del bilancio annuale e pluriennale. La parte dispositiva della legge di bilancio approva espressamente il bilancio annuale, il bilancio pluriennale e quello a legislazione vigente; autorizza il ricorso al mercato finanziario, approva l’elenco dei provvedimenti legislativi la cui copertura è precostituita dai fondi speciali; autorizza la Giunta Regionale ad apportare alle unità previsionali di base le variazioni compensative. Liquidazione Verifica dell’esigibilità del credito, individuazione del creditore e determinazione dell’esatto importo della somma da pagare. Mercato finanziario Mercato dove vengono scambiati mezzi finanziari per prestiti a medio e lungo termine. La regione può contrarre mutui, prestiti obbligazionari ed altre operazioni di indebitamento esclusivamente per coprire disavanzi di bilancio. L’importo complessivo delle annualità di ammortamento per capitale e interessi dei mutui non può comunque superare 155 il 25% dell’ammontare complessivo delle entrate tributarie della Regione. Ordine di accreditamento Disposizione impartita al tesoriere a provvedere al pagamento della spesa. I mandati di pagamento sono emessi sulla base dell’atto di liquidazione e nei limiti dell’originario impegno e della disponibilità degli stanziamenti di cassa iscritti nei pertinenti capitoli del bilancio gestionale in corso. Pagamento Erogazione di denaro da parte della Tesoreria che determina l’estinzione dell’obbligazione pecuniaria. Al pagamento delle spese provvede il tesoriere in base a mandati di pagamento legittimamente emessi. Perenzione Amministrativa Eliminazione dalla contabilità finanziaria dei residui passivi. Non comporta la decadenza del diritto del creditore 156 per cui le somme eliminate devono essere reiscritte in bilancio per essere pagate. Programmazione finanziaria Sono strumenti della programmazione finanziaria: • legge finanziaria; • legge di bilancio, il bilancio annuale e il bilancio pluriennale; • i piani attuativi della programmazione regionale. Rendiconto generale Riepilogo delle risultanze della gestione nell’anno finanziario, con distinto e simultaneo riferimento alle gestioni di competenza, di cassa e dei residui. Residui attivi Somme accertate e non riscosse e versate entro il termine dell’esercizio. Residui di stanziamento Stanziamenti di spese non impegnate alla chiusura dell’esercizio, che vengono tuttavia fatte transitare nel conto dei residui. Non costituiscono debiti per la Regione. Residui passivi Somme impegnate e non pagate entro il termine dell’esercizio. Possono essere conservate nel conto dei residui per non più di due anni successivi a quello in cui l’impegno si è perfezionato, per le spese correnti, e per non più di quattro anni per le spese in conto capitale. Trascorso il termine le somme conservate cadono in perenzione e costituiscono economie di spesa. Schede di programma Collegamenti con gli indirizzi della programmazione regionale. Hanno la funzione di raccordare l’assegnazione delle risorse alle Unità Previsionali di Base con gli obiettivi che l’amministrazione regionale intende perseguire. Spese correnti Spese destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi, nonché alla distribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi. Spese di funzionamento Oneri necessari al mantenimento della struttura. Le componenti delle spese di funzionamento sono le spese del personale e quelle per l’acquisto di beni e servizi. Spese in conto capitale Partite attinenti gli investimenti diretti e indiretti, partecipazioni azionarie, conferimenti nonché operazioni per concessioni di crediti. Spese per investimenti Spese in conto capitale. Comprendono le partite relative agli investimenti diretti ed indiretti, alle partecipazioni azionarie nonché ad operazioni per concessioni di crediti. Le spese in tre titoli: • correnti; • in conto capitale; • rimborso prestiti. Stanziamenti di competenza (o di cassa) Somme iscritte in bilancio relative a entrate o spese. Rappresentano l’ammontare indicativo degli accertamenti realizzabili ed il limite massimo degli impegni effettuabili. Unità previsionale di base Unità elementare di bilancio. È riferibile ad un unico centro di responsabilità amministrativa ed è determinata con riferimento ad una specifica area omogenea di attività. Titoli di bilancio Rappresentano la più ampia aggregazione delle operazioni di entrata e di spesa. Le entrate si articolano in quattro titoli: • tributarie; • extratributarie; • alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti; • accensioni di prestiti. Variazioni del bilancio Variazioni del Bilancio gestionale a cura della Giunta Regionale che con proprie deliberazioni provvede a: • integrare o istituire i capitoli di bilancio in conseguenza delle variazioni approvate al bilancio; • effettuare variazioni compensative fra capitoli della medesima Unità Previsionale di Base. 157 ACRONIMI AGEA: Agenzia Governativa Erogazioni FOPES: Fondo di Promozione Econo- PASER: Piano d’Azione per lo Sviluppo in Agricoltura Economico Regionale mica e Sociale ARPAC: Agenzia Regionale Protezione GAL: Gruppo di Azione Locale Ambientale Campania GSE: Gestore del Servizio Elettrico BCA: Settore Bilancio e Credito Agrario INPS: Istituto Nazionale della Previdenza Sociale CRA-CMA: Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura – IRPEF: Imposta sul Reddito delle Persone Unità di Ricerca per la climatologia e Fisiche la meteorologia applicate all’agricolISMEA: Istituto di Servizi per il Mercato tura Agricolo Alimentare EUROSTAT: Ufficio Statistico dell’Unione ISPRA: Istituto Superiore per la ProteEuropea zione e la Ricerca Ambientale FEAGA: Fondo Europeo Agricolo di GaISTAT: Istituto nazionale di statistica ranzia POR: Programma Operativo Regionale PSR: Piani di Sviluppo Rurale RRN: Rete Rurale Nazionale SAISA: Servizio Autonomo Interventi nel Settore Agricolo SINAB: Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica STAPAC: Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Agricoltura STAPAF: Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Foreste FEASR: Fondo europeo per lo sviluppo MiPAAF: Ministero Politiche Agricole e STAPAL: Settore Tecnico Amministrativo Provinciale Alimentazione Forestali rurale FER: Fonti Energetiche Rinnovabili FEP: Fondo Europeo per la Pesca 158 OCM: Organizzazione Comune di Mercato Terna: Operatore di reti per la trasmissione dell’energia. PAC: Politica Agricola Comune IMAGO EDITRICE www.imagoedipack.it Finito di stampare nel mese di giugno 2013