L’AGRICOLTURA NELLA CAMPANIA IN CIFRE 2012
Assessorato Agricoltura
Coordinamento:
Rossella Ugati
La stesura delle singole parti si deve a:
Economia e agricoltura: Concetta Menna e Tonia Liguori (Impiego degli immigrati in agricoltura: Roberta Ciaravino);
Struttura delle aziende agricole: Nadia Salato (Stima della ripartizione del valore della produzione agricola per
orientamento produttivo delle aziende e per provincia: Domenico Tosco e Luigi Mennella);
Filiera agroindustriale: Rossella Ugati;
Andamento congiunturale del settore: Chiara Salerno (Mercato fondiario: Rossana Spatuzzi, Risultati produttivi: Tonia
Liguori);
Ambiente e Risorse naturali: Rossana Spatuzzi;
Diversificazione: Rossana Spatuzzi;
Prodotti di qualità: Rossana Spatuzzi;
Politica agricola regionale: Dario Cacace;
La spesa agricola regionale: Paolo Piatto.
Assessorato Agricoltura
L’AGRICOLTURA NELLA CAMPANIA IN CIFRE 2012
“L’agricoltura campana in cifre 2012”
vuole offrire una panoramica generale
sul sistema agricolo regionale esaminando i dati delle principali attività
agricole e agroindustriali. In sinergia
con l’opuscolo “L’agricoltura italiana
conta” sul sistema agroalimentare italiano, si rende agevolmente disponibile
un’ampia serie di informazioni, di regola disseminate in fonti diverse o sinora difficilmente reperibili perché
aggregate all’interno del complessivo
dato nazionale.
L’opuscolo, in linea con gli anni precedenti, riporta un’ampia e documen-
tata rassegna dei dati rilevanti per
comprendere l’evoluzione dell’agricoltura regionale.
L’approccio adottato per la struttura
di questa pubblicazione unisce l’autorevolezza delle fonti di dati e informazioni alla fluidità dell’analisi, per
consentire un’immediata e agile lettura
dei risultati e dei fenomeni che li
hanno determinati.
Ma l’agricoltura in generale, ed in
particolare la realtà campana, si configura sempre più come un sistema
complesso in termini di relazioni con
i settori ad essa collegati e di molte-
plicità di funzioni assolte, dalla produttiva a quella ambientale, a cui la
società guarda con sempre maggiore
interesse.
In questa ottica, al fine di disporre di
un quadro completo delle dinamiche
in atto nell’economia agricola regionale,
vengono citati gli andamenti del mercato fondiario e dell’impiego degli immigrati in agricoltura, alcune considerazioni sugli effetti meteorologici
sul territorio e sulle produzioni agricole,
ed una panoramica sulle attività di
diversificazione operate dalle aziende
agricole regionali.
INDICE
5
ECONOMIA E AGRICOLTURA
Superficie e Popolazione
Prodotto interno lordo
Valore aggiunto
Occupazione
Impiego degli immigrati in agricoltura
Produttività
pag. 10
pag. 12
pag. 14
pag. 16
pag. 18
pag. 21
STRUTTURE DELLE AZIENDE AGRICOLE
Aziende agricole
pag. 24
Titolo di possesso dei terreni
pag. 26
Forma di conduzione
pag. 28
Coltivazioni
pag. 30
Allevamenti
pag. 32
Lavoro
pag. 35
Manutenzione e presidio del territorio
pag. 37
Stima del PLV regionale per OTE
e per provincia
pag. 38
6
FILIERA AGROINDUSTRIALE
Le imprese in Campania
Distribuzione
Consumi alimentari
Commercio estero
pag. 42
pag. 45
pag. 48
pag. 50
ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE
Mercato fondiario
pag. 54
Investimenti
pag. 59
Credito all’agricoltura
pag. 60
Consumi intermedi
pag. 62
Risultati produttivi
pag. 64
AMBIENTE E RISORSE NATURALI
Clima e disponibilità idriche
Agricoltura ed emissione dei gas serra
Consumo di suolo
Uso dei prodotti chimici
Foreste
pag. 70
pag. 74
pag. 77
pag. 80
pag. 83
DIVERSIFICAZIONE
Agriturismo
Energie rinnovabili
Fattorie didattiche
pag. 86
pag. 88
pag. 93
PRODOTTI DI QUALITÀ
Prodotti a denominazione
Agricoltura biologica
POLITICA AGRICOLA REGIONALE
PAC in Campania: I pilastro
pag. 104
PAC in Campania: II pilastro
pag. 109
LA SPESA AGRICOLA REGIONALE
Il quadro della finanza agricola regionale pag. 120
Il bilancio regionale
pag. 124
La distribuzione del sostegno al settore
pag. 142
APPENDICE
Glossario
Glossario spesa agricola
Acronimi
pag. 150
pag. 153
pag. 158
pag. 95
pag. 100
7
ECONOMIA E AGRICOLTURA
9
SUPERFICIE E POPOLAZIONE
Il territorio campano presenta caratteristiche fisiche eterogenee, costituito
per circa la metà della superficie totale
da colline (50,8%), il 34,6% è montuosa e soltanto il 14,6 % è occupata
da aree pianeggianti. Nel 2011, la popolazione residente in Campania risulta
pari a 5.766.810 unità, con un decremento dell’1% rispetto al 2010. A
livello nazionale la variazione negativa
della popolazione è dell’1,5%, mentre
nel Mezzogiorno la diminuzione risulta
essere più contenuta (-1,3%).
La Campania vanta la più alta densità
di popolazione non solo del Mezzogiorno, ma di tutta l’Italia. Altissimi
sono anche gli squilibri della distribuzione degli abitanti sul suo territorio,
poiché aree molto popolate si contrappongono ad altre scarsamente abitate
o addirittura spopolate. Senza tener
conto dei limiti amministrativi, si possono identificare tre grandi aree con
valori di densità diversi. Una prima
area, con densità superiore a 300
10
Consistenza del territorio agricolo regionale (000 ha), 2011
SAU
Campania
Mezzogiorno
Italia
% Campania/Mezzogiorno
% Campania/Italia
Superficie SAU/Superficie totale
totale
%
549,53
6.095,56
12.856,05
1.359,00
12.302,00
30.133,00
9,0
4,3
11,0
4,5
40,4
49,5
42,7
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT- sezione Censimenti
Consistenza del territorio agricolo provinciale (000 ha), 2011
SAU
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
124,62
108,42
107,36
23,35
185,78
549,53
Superficie SAU/Superficie totale
totale
%
279,16
207,06
263,94
117,11
491,75
1.359,02
44,6
52,4
40,7
19,9
37,8
40,4
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT- sezione Censimenti
ab/km2, comprende l’arco del golfo, le
isole ed una larga fascia tra Capua e
Battipaglia, con diramazioni verso Sa-
lerno ed Avellino. Un’altra area, con
una densità che oscilla tra 100 e 300
ab/km2, include il tratto costiero del
piano Campano, le conche e le valli
interne, il Vallo di Diano e la costa del
Cilento. Una terza area, che è la meno
abitata con densità inferiore a 100
ab/km2 e talvolta anche a 50, comprende i rilievi calcarei, parte dell’Appennino Sannita e il Cilento interno.
La Superficie Agricola Utilizzata (SAU)
rappresenta il 40,4% della superficie
totale regionale, tale valore risulta
poco più basso rispetto al dato nazionale (42,7%) ma sensibilmente inferiore a quello della circoscrizione del
Mezzogiorno (49,5%). A livello provinciale il rapporto fra SAU e Superficie
Agricola Totale (SAT) mette in evidenza
l’effetto dell’urbanizzazione nel napoletano (19%). L’insieme dei dati
relativi alla popolazione e alla superficie
evidenziano un’incidenza della popolazione sulla SAU nettamente superiore
alla media nazionale e del mezzogiorno
sulla quale gioca un ruolo determinante
la realtà della provincia di Napoli
(13.083 abitanti per 100 ettari SAU).
Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2011
462
Italia
338
Mezzogiorno
Campania
1.049
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Rapporto popolazione/superficie agricola con dettaglio provinciale (abitanti/100 ha di SAU), 2011
Avellino
344
Benevento
263
Caserta
843
13.083
Napoli
Salerno
CAMPANIA
588
1.049
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
11
PRODOTTO INTERNO LORDO
La Campania risulta essere tra le
regioni più colpite dalla recessione.
Difatti, nel 2011 il PIL regionale si è
ridotto dello 0,8%, in linea con il calo
registrato nel Mezzogiorno (-0,3%),
mentre si è avuto una sensibile ripresa
del valore a livello nazionale pari allo
0,4%. Al calo del PIL ha contribuito
soprattutto la caduta del valore aggiunto
industriale, che segna una flessione
pari a 3,1%. Nonostante il peggioramento della crisi internazionale il PIL
campano ha registrato una crescita rispetto all’anno precedente (-0,8% nel
2011 rispetto al 2010).
Il PIL per abitante ai valori concatenati,
pari a 14.841 euro, presenta una variazione negativa dello 0,9%. Prosegue,
così, la dinamica negativa già avviata
nel 2008 (- 1,8% rispetto al 2007),
con un ulteriore peggioramento del
valore registrato nel 2009 pari a 5,6%. La flessione del PIL per abitante
regionale risulta più consistente della
riduzione registrata a livello nazionale
12
Andamento del PIL per abitante (euro), dal 2005 al 2011
anni
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
PIL/ABITANTE
Mezzogiorno
Campania
Italia
prezzi
correnti
valori
concatenati1
prezzi
correnti
valori
prezzi
correnti
valori concate
concatenati1
15.809
16.414
16.987
17.148
16.528
16.574
16.601
15.812
16.076
16.334
16.032
15.128
14.980
14.841
16.511
17.200
17.725
17.914
14.295
17.445
17.689
16.516
16.803
16.995
16.703
15.821
15.787
15.945
24.509
25.331
26.176
26.326
25.247
25.678
26.003
24.569
24.986
25.243
24.747
23.222
23.527
23.518
1
Valori concatenati: esprimono la dinamica reale (in quantità) dell'aggregato economico con riferimento all'anno 2005
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Andamento del PIL per unità lavorativa (euro), dal 2005 al 2011
anni
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
Campania
PIL/UNITÀ LAVORATIVA
Mezzogiorno
Italia
prezzi
correnti
valori
concatenati1
prezzi
correnti
valori
prezzi
correnti
valori concate
concatenati1
50.731
52.618
54.927
57.181
57.761
59.216
60.114
50.731
51.536
52.717
53.451
52.817
53.479
53.715
50.815
52.346
54.125
55.603
55.622
57.035
58.122
50.815
51.145
51.807
51.810
50.851
51.577
51.641
58.840
60.230
62.102
63.161
62.726
64.677
65.720
58.840
59.219
59.644
59.162
57.552
59.119
59.319
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
(-0,04%) e nel Mezzogiorno, dove addirittura si registra una variazione positiva (+ 1,0%).
Il PIL per unità di lavoro aumenta
dello 0,4%, tale risultato è in linea
con quello registrato a livello nazionale
(0,3%) e nel Mezzogiorno (0,12%).
Andamento del PIL (mio euro), 2005-2011
105.000
100.000
96.898,10
95.000
90.000
86.583,30
85.000
80.000
2005
2006
2007
Prezzi correnti
2008
2009
2010
2011
Valori concatenati
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
13
VALORE AGGIUNTO
La difficile e complessa situazione
produttiva ed economica regionale
non ha influenzato negativamente l’andamento del valore aggiunto ai prezzi
di base.
Questo, nel complesso, è pari a 85.038
milioni di euro, con un modesto aumento dello 0,4% rispetto all’anno
precedente.
L’incremento è spiegato principalmente
dall’andamento del settore servizi, nel
quale il valore aggiunto aumenta del
1,1% contro il - 3,1% dell’industria.
Nel 2011 il valore aggiunto (VA) agricolo, inclusa la silvicoltura e la pesca,
è aumentato dello 0,6% rispetto al
2010.
Tale incremento risulta più accentuato
a livello nazionale (4,9%) e nel Mezzogiorno (3%).
Il contributo del settore primario alla
formazione del valore aggiunto dell’economia regionale è del 2,7%, valore
che negli ultimi anni si presenta altalenante (2,8% nel 2008; 2,6% nel
14
Valore Aggiunto ai prezzi di base per settori
di attività economica (mio euro), 2011
2,7%
15,8%
81,5%
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria, incluse costruzioni
Servizi, inclusa pubb. amm.ne
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
2009; 3,0% nel 2010). In calo risulta
anche l’incidenza del settore agricolo
campano sull’economia regionale, che
è pari al 2,3%; valore che risulta, comunque, superiore alla media nazionale
(1,8%) ma con una significativa disparità con il dato per la circoscrizione
del Mezzogiorno (2,9%).
Così come il dato relativo alla SAU,
la provincia di Napoli presenta l’incidenza del VA agricolo/PIL più basso
(1%), mentre nelle province di Benevento e Caserta il contributo al settore
agricolo è più alto (4,6% e 4% rispettivamente).
Nell’ultimo decennio, l’incidenza del
VA agricolo sul totale regionale è diminuita dal 3,3% al 2,7%.
In crescita, viceversa, risulta l’industria
in senso stretto che passa dal 14,8%
al 15,8% ed i servizi che aumentano
dal 76,2% all’81,5%.
Incidenza % del valore aggiunto dell’agricoltura sul PIL nelle province campane, 2010
VA agricolo/PIL
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
3,0%
4,6%
4,0%
1,0%
3,4%
2,3%
Variazione del VA a prezzi di base per la branca agricoltura, silvicoltura e pesca (variazione in %
2011 su 2010)*
Regioni e ripartizioni
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Campania
Abruzzo
Molise
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia
Agricoltura,
silvicoltura e pesca
9,3
6,3
11
-2,2
8,9
15,8
-7,6
7,1
0,4
7,6
8,9
1,7
0,6
4,3
16,3
4
11,9
8,4
0,9
-2,2
4,9
*Valori concatenati con riferimento all'anno 2005
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Industria
1,6
-1,8
1,3
3,1
3,1
0,2
-0,8
0,6
-2
-1,9
-6,3
-4,5
-3,1
4,7
-4,5
1,4
2,2
-8,7
-3,3
-5,6
0,1
Servizi
1,9
2,7
1,4
0,4
1,7
2,3
1,8
3,8
2,7
2,8
5,7
2
1,1
1,3
-0,4
2,2
3,8
1,9
0,7
2,7
2
Incidenza % del valore aggiunto dell’agricoltura sul PIL, 2011
Totale
Regioni e ripartizioni
1,9
1,7
1,4
0,9
2,3
2
1,1
2,9
1,6
1,7
2
1
0,4
2,4
-0,8
2,1
3,8
0,6
0,1
1,2
1,6
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Campania
Abruzzo
Molise
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Mezzogiorno
Centro
Nord
Italia
VA agricolo/PIL
1,3%
1,0%
0,9%
3,2%
1,7%
1,2%
1,1%
2,1%
1,7%
2,0%
1,4%
0,9%
2,3%
2,1%
4,0%
3,2%
4,8%
3,6%
3,3%
2,7%
2,9%
1,3%
1,4%
1,8%
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
15
OCCUPAZIONE
Un indicatore importante dell’economia
regionale e nazionale è il numero complessivo degli occupati che nel 2011
in Campania risulta pari a 1.611.900
espressi in unità di lavoro (UL). Rispetto al 2010, nel complesso, si riscontra una diminuzione dell’1,2%;
in particolare, il calo si è registrato
nei settori dell’agricoltura e dell’industria rispettivamente del 5,2% e
del 4,6%, mentre nel settore dei servizi
si è registrato un lieve incremento
dello 0,1%.
L’incidenza del settore agricolo sul
totale regionale è del 5,7%, mentre il
peso percentuale dell’industria e dei
servizi è, rispettivamente, del 19% e
del 75,3%.
In termini di occupati agricoli, la Campania rappresenta il 7,3% del corrispondente valore nazionale e il 14,7%
di quello relativo al Mezzogiorno, facendo registrare una diminuzione del
16
Ripartizione del lavoro per settori di attività
economica, 2011
5,7%
19,0%
75,3%
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria
Servizi
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
7,5% rispetto all’anno precedente, in
controtendenza con l’incremento rilevato nel 2010 (+1,5%). Alla riduzione
ha contribuito sia il lavoro dipendente,
diminuito del 9%, sia quello indipendente (-6,1%). Il lavoro femminile in-
cide in Campania per il 40,3% (45,2%
dipendenti e 35,5% indipendenti), rispetto al 30,7% nelle regioni del Mezzogiorno, mentre il dato nazionale si
attesta intorno al 29,1%. L’incidenza
del lavoro dipendente sul totale degli
occupati del settore agricolo regionale
è del 50% (63,8% nel Mezzogiorno e
48,5 in Italia).
Il rapporto tra occupati agricoli e
totali, in Campania, è pari al 4,4%,
valore più basso rispetto a quello registrato nel 2010, che era pari al
4,6%.
Tale valore, risulta essere fortemente
sbilanciato, a livello territoriale; difatti
l’incidenza degli occupati nel settore
primario sul totale dell’economia presenta un rapporto molto elevato nel
Mezzogiorno (7,5%) rispetto al valore
nazionale (3,9%) e alle circoscrizioni
del Centro e del Nord (2,4% e 2,7%
rispettivamente).
Occupati in agricoltura per sesso e posizione professionale, 2011
Occupati
Indipendenti
000 unità
Campania
Mezzogiorno
Italia
31
153
438
% donne
35,5
24,8
26,9
Occupati
Dipendenti
000 unità
31
270
413
% donne
Incidenza % degli occupati in agricoltura* sul
totale occupati, 2011
TOTALE
AGRICOLTURA
45,2
34,1
31,5
62
423
851
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Dotazione di lavoro agricolo (ULA/100 ha di SAU), 2011
12,28
Campania
Mezzogiorno
6,84
Italia
6,62
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
% donne
40,3
30,7
29,1
Regioni e ripartizioni
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Mezzogiorno
Centro
Nord
Italia
Occupati
3,6%
4,0%
1,5%
4,7%
3,1%
2,8%
2,5%
3,3%
2,7%
2,8%
3,6%
1,8%
6,8%
9,5%
4,4%
8,7%
9,2%
13,6%
7,6%
6,3%
7,5%
2,4%
2,7%
3,9%
* Inclusa silvicoltura, caccia e pesca
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
17
IMPIEGO DEGLI IMMIGRATI IN AGRICOLTURA
In Campania al 31 dicembre 2011
sono residenti circa 152.000 stranieri
di cui il 58% donne, -7,5% rispetto
all’anno precedente. Le presenze sono
distribuite maggiormente nelle province
di Napoli e Salerno che da sole ospitano
il 70% degli stranieri residenti.
La comunità più numerosa in regione
è quella ucraina (22,8%) seguita dalla
comunità romena (17,8%) e marocchina (8,1%).
I cittadini non comunitari regolarmente
presenti provengono per il 41% dall’Europa, per il 23% dall’Africa e per
il 25% dall’Asia.
Gli immigrati occupati netti (cioè quei
lavoratori che, conteggiati una sola
volta, nell’anno solare di riferimento
hanno lavorato almeno un giorno)
sono stati 127.612 (+17.867 unità rispetto al 2010, con un incremento del
14,0%), rappresentando il 9,2% del
1
2
18
totale regionale1. Il 62,3% degli occupati sono lavoratori extracomunitari
e il restante 37,7% comunitari e per
la maggior parte (63,9%) si tratta di
manodopera europea.
Il lavoro svolto dagli stranieri residenti
riguarda principalmente il settore dei
servizi per il 55,6%, soprattutto servizi
alle persone, per il 27,4% nell’industria
e per il 13,4% in agricoltura.
Il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura ha rilevato in Campania circa
75.000 unità di manodopera aziendale
non familiare, di cui il 76% operante
in forma saltuaria ed un 4,5% non
assunti direttamente dall’azienda.
Salerno occupa il primo posto tra le
province con maggior manodopera
aziendale non familiare (il 44%), seguita da Caserta con il 24%. Le nazionalità maggiormente rappresentate
sono, per i cittadini comunitari, Ro-
Dossier Caritas Migrantes 2012.
Dati INPS. Sono esclusi dal conteggio i figli di cittadini italiani nati all’estero.
mania e Bulgaria; per gli extracomunitari Marocco (ed in genere Africa
settentrionale), Ucraina, Albania, India
con una età media di 37 anni.
Le zone dove esiste la più alta concentrazione di manodopera (stagionale
e non) sono l’Alto casertano e il Litorale
Domitio, in provincia di Caserta, la
Piana del Sele e l’Agro nocerinosarnese in provincia di Salerno, oltre
l’area del giuglianese nel napoletano
e l’area tra Maddaloni (CE) e Acerra
(NA).
Il lavoro a tempo determinato in agricoltura fa registrare la presenza di
circa 14.600 stranieri2 - un lavoratore
su sei - che rappresenta il 19% circa
sul totale (77.000 circa), di cui il 38%
sono donne. Gli stranieri comunitari
rappresentano il 54% del totale (in
maniera quasi paritaria di genere),
mentre tra i cittadini extracomunitari
Operai a tempo determinato in agricoltura per provincia, 2011 (valori assoluti)
Operai TD
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
6.410
4.143
15.632
19.042
31.808
77.035
STRANIERI*
Comunitari
Maschi
Femmine
Maschi
Extracomunitari
Femmine
Totale
stranieri
298
286
1.379
286
1.500
3.749
158
72
1.007
273
2.454
3.964
75
114
1.754
496
2.688
5.127
57
24
320
182
887
1.470
592
496
4.460
1237
7.529
14.624
* Non sono conteggiati i figli di italiani nati all'estero
Fonte: elaborazioni su dati INPS
Operai a tempo determinato in agricoltura per provincia, 2011 (valori assoluti)
LAVORATORI STRANIERI
IN AGRICOLTURA
1 - 50
51-100
101-500
501-1.000
1001-2.500
c’è una netta prevalenza di presenze
maschili (78%).
Nell’area di Caserta le comunità presenti in maniera stanziale di origine
africana e romena, ospitano spesso i
propri connazionali che invece si spostano da una regione all’altra durante
l’anno (soprattutto verso Calabria e
Puglia).
Nel salernitano, dove è presente il numero maggiore di lavoratori stranieri
regolarizzati, invece vi sono comunità
maggiormente stanziali che lavorano
per buona parte dell’anno in loco3.
L’utilizzo prevalente degli stranieri
avviene nelle province di Caserta e
Salerno per la raccolta di produzioni
orticole e frutticole e per le fasi di potatura delle coltivazioni legnose, olivicole e viticole ed in zootecnia dove
3
Inea. PON sicurezza per lo sviluppo
2007-2013, obiettivo operativo 2.1 Progetto Immigrati in agricoltura nelle Regioni
Italiane obiettivo convergenza.
19
lavoratori indiani e pakistani vengono
impiegati per la cura delle bufale.
Nella provincia di Napoli, il lavoro
dei migranti viene utilizzato soprattutto
nelle zone di coltivazione del pomodoro
(Agro Acerrano-Nolano).
Tra Avellino e Benevento un esiguo
numero di stranieri lavora in agricoltura: romeni e albanesi trovano occupazione durante la vendemmia e nelle
coltivazioni industriali, i migranti in-
4
20
diani negli allevamenti bovini. Sempre
marcata la relazione tra lavoro straniero
regolare e irregolare che, in alcune
zone (Casertano e Piana del Sele), supera il rapporto di 1.
In queste i lavoratori irregolari guadagnano mediamente il 40% in meno
rispetto al salario medio giornaliero,
oltre a dover versare parte del proprio
guadagno al caporale. Secondo quanto riportato dal Rapporto FLAI
CGIL4, le province dove è più marcato lo sfruttamento lavorativo degli
stranieri sono Napoli, in primis, dove
alla presenza del fenomeno del caporalato deve aggiungersi quello
delle truffe ai danni dei lavoratori
per salari non pagati; Caserta e Salerno dove esiste comunque il fenomeno del caporalato e dell’intermediazione illecita, quasi sempre non
denunciati.
Agromafie e caporalato. Primo Rapporto – A cura dell’Osservatorio Placido Rizzotto. Anno 2012.
PRODUTTIVITÀ
Il valore aggiunto agricolo ai prezzi di
base, per unità di lavoro è pari, nel
2011, al 56,3% di quello dell’industria
(incluse le costruzioni) e al 43,2% di
quello dei servizi (inclusa pubblica amministrazione, istruzione, sanità e altri
servizi pubblici e sociali). Nel confronto
con il 2010, in agricoltura si è verificato
un aumento della produttività
(+15,91%), in corrispondenza della riduzione del numero degli occupati ed
un incremento del valore aggiunto.
Valore aggiunto ai prezzi di base per UL per settore (euro)*
60.000
50.000
40.000
30.000
20.000
10.000
0
Agricoltura, silvicoltura e pesca
Industria
Servizi
*Valori concatenati – anno di riferimento 2000– esprimono la dinamica reale (in quantità) dell’aggregato economico
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
21
STRUTTURE DELLE AZIENDE AGRICOLE
23
AZIENDE AGRICOLE
I dati definitivi del 6° Censimento Generale dell’Agricoltura, mostrano, per
la Campania, una tendenza coerente
con il contesto nazionale: se da una
parte si assiste ad una contrazione del
numero di aziende rispetto al 2000,
dall’altra si assiste ad un aumento della
dimensione media aziendale. Entrando
nel dettaglio, nel 2010, risultano attive
136.872 aziende (l’8% del dato nazionale). In dieci anni si rileva una riduzione
di 97.463 aziende in termini assoluti, e
del 41,6% in termini percentuali. Tale
valore risulta superiore al dato del Mezzogiorno, che registra una variazione
negativa del 29,9%, e dell’Italia (32,4%). La Superficie Agricola Totale
(SAT), con 722.245 ha (53% circa
della superficie territoriale regionale),
diminuisce, nel periodo 2000-2010, del
13,8%, riduzione più marcata rispetto
ai dati dell’Italia (-9%) e del Mezzogiorno
(-3,8%). La Superficie Agricola Utilizzata campana, nel 2010, è di 549.270
ettari pari al 41% della superficie terri24
Aziende agricole, Superficie Agricola Utilizzata e Superficie Agricola Totale, 2010
AZIENDE
2010
Var. (%)
2010/00
Province
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Mezzogiorno
Italia
25.862
24.259
23.692
14.311
48.748
136.872
971.770
1.620.884
-43,9
-22,8
-36,8
-65,9
-37,0
-41,6
-29,9
-32,4
SAT
2010
Var. (%)
2010/00
150.585
129.486
130.388
26.092
285.874
722.425
7.446.750
17.081.099
-19,8
-6,0
-9,6
-37,4
-12,4
-13,7
-3,8
-9,0
SAU (ha)
2010
Var. (%)
124.617
108.420
107.360
23.089
185.784
549.270
6.095.560
12.856.048
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Dimensione media aziendale per provincia (ettari), 2010
4,82
4,47
4,53
3,81
1,61
Avellino
Benevento
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Caserta
Salerno
Napoli
-10,
-3,1
0,5
-33,9
-3,5
-6,3
3,8
-2,5
Distribuzione % delle aziende campane per
provincia, 2010
Distribuzione % della SAU per provincia,
2010
22,7%
18,9%
33,8%
35,6%
17,7%
19,7%
4,2%
10,5%
17,3%
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
19,5%
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
toriale regionale, rappresenta il 4,3%
della SAU italiana e il 15,5% della
SAU del Mezzogiorno. Si nota una diminuzione della SAU regionale del 6,3%
(36.727 ettari) contro un aumento del
3,8% nel Mezzogiorno; il dato Italia,
invece, vede una contrazione della propria SAU del 2,5%. I dati indicano una
diminuzione della SAU di entità minore
rispetto alla contrazione del numero di
aziende, ciò si spiega con una tendenza
ad accorpare i terreni e, dunque, a riorganizzare l’intero settore. Uno dei dati
più significativi che emerge dall’ultimo
censimento, infatti, è proprio quello che
riguarda la SAU media aziendale, che
è aumentata di 1,5 ettari, passando da
2,5 nel 2000 a 4 nel 2010. La superficie
media delle aziende, varia nelle diverse
province: ad Avellino è pari a 4,82
ettari, seguita da Benevento con 4,47
ettari, Caserta con 4,53, Salerno 3,81,
Napoli, la provincia con il maggiore livello di polverizzazione, ha una SAU
media di 1,61. Riguardo il numero di
aziende, rispetto al 2000, si rileva che
ciascuna provincia è stata interessata
da una diminuzione significativa delle
aziende: Napoli -65,9%, seguita da
Avellino -43,9%, Salerno -37%, Caserta
-36,8% ed infine Benevento con una
variazione pari a -22,8%. Salerno, così
come per il dato relativo al numero di
aziende, è la provincia con la SAU più
elevata con i suoi 185.784 ettari (pari
al 34% della SAU regionale). Segue
Avellino che, con i suoi 124.617 ettari,
rappresenta il 22,7% del totale regionale;
Benevento con 108.420 occupa il 19,7%
della SAU regionale. A Caserta, con
107.360 ettari, spetta il 19,5% della
SAU campana, alla provincia di Napoli,
con 23.089 ettari, il 4,2%.
25
TITOLO DI POSSESSO DEI TERRENI
Se si considerala la distribuzione delle
aziende per titolo di possesso dei terreni, si nota che, nel 71% dei casi, si
tratta di terreni di proprietà su una
SAU che rappresenta il 49% di quella
regionale. La forma mista proprietà e
affitto, adottata dall’11% circa delle
aziende, svolge la propria attività su
una SAU che rappresenta il 24% del
totale, la forma in proprietà, affitto e
uso gratuito sul totale 5% della SAU.
Le aziende che lavorano i terreni in
affitto, nel periodo intercensuario sono
diminuite del 5,8% e svolgono la loro
attività sull’11% della SAU. La struttura fondiaria è molto più flessibile
rispetto al passato, infatti, sono più
frequenti le forme diversificate di possesso dei terreni, con l’uso di superfici
in affitto o gestite a titolo gratuito.
Tale flessibilità risulta più evidente
dall’analisi dei dati provinciali. La
forma mista proprietà, affitto e uso
gratuito, rispetto al 2000, ha registrato
un forte incremento a livello regionale
26
Numero di aziende per titolo di possesso dei terreni, 2010
Province
Proprietà
2010 Var. (%)
2010/00
Avellino
17.862
Benevento
16.354
Caserta
14.774
Napoli
9.391
Salerno
39.267
Campania
97.648
Mezzogiorno
758.195
Italia
1.187.667
Province
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Mezzogiorno
Italia
-52,4
-33,7
-52,0
-72,2
-43,3
-50,2
-39,0
-42,3
Proprietà
e affitto
2010 Var. (%)
2010/00
3.091
3.172
3.951
1.700
2.532
14.446
58.953
158.217
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
-3,3
28,0
44,1
-25,0
25,2
13,7
30,2
7,6
Affitto
2010 Var. (%)
2010/00
1.602
1.631
2.810
2.069
1.736
9.848
37.695
76.754
34,1
219,8
30,6
-55,9
-9,0
-5,8
47,4
32,5
Proprietà e
uso gratuito
2010 Var. (%)
2010/00
1.293
1.225
858
438
2.694
6.508
57.431
90.766
-47,7
-47,4
-12,6
-6,2
1,9
-26,8
29,5
11,1
Uso gratuito
2010 Var. (%)
2010/00
Senza terreno
2010 Var. (%)
2010/00
729
677
579
443
1.758
4.186
38.883
60.902
25
4
5
4
21
59
999
1.656
-36,9
-15,5
12,2
-27,4
31,3
-5,3
90,6
88,6
92,3
33,3
-61,5
-50,0
0,0
1,7
-18,0
-23,9
Affitto e
gratuito
2010 Var. (%)
2010/00
Proprietà, affitto
e uso gratuito
2010 Var. (%)
2010/00
88
100
144
61
107
500
2.993
6.553
1.172
1.096
571
205
633
3.677
16.621
38.369
-12,0
-12,3
69,4
29,8
27,4
16,3
111,4
93,8
162,2
112,0
156,1
241,7
253,6
157,9
217,3
172,9
(+157,9%), tendenza affermata in
tutte le province campane, che presentano una variazione percentuale
positiva: Salerno (+253,6%), Napoli
(241,7%), Avellino (162,2%), Caserta
(+156,1%) e Benevento (112%).
Distribuzione % della SAU per titoli di possesso dei terreni, 2010
1,0%
5,3%
6,9%
solo proprietà
49,1%
solo affitto
solo uso gratuito
proprietà e affitto
proprietà e uso gratuito
24,2%
affitto e uso gratuito
proprietà,affitto e uso gratuito
2,5%
11,0%
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
27
FORMA DI CONDUZIONE
Analizzando la distribuzione delle
aziende per forma di conduzione, si
nota che prevale la conduzione diretta
dell’azienda (97,2% sul totale delle
aziende rilevate, 95,4% il dato Italia),
con un incremento di un punto percentuale rispetto al 2000. Diminuisce
la percentuale del numero di aziende
che adottano la conduzione con salariati e passa dal 3,6% del 2000 al
2,4% del 2010.
In termini di SAU, invece, è evidente
un significativo aumento per le aziende
con altra forma di conduzione che
passa, infatti, dallo 0,2% del 2000
all’8,3% del 2010 con una variazione
percentuale positiva molto elevata.
I dati evidenziano che prevale, in tutte
e 5 le province, la forma di conduzione
28
Numero di aziende per forma di conduzione, 2010
Conduzione
diretta
2010
Var. (%)
2010/00
Province
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Mezzogiorno
Italia
25.256
23.841
23.048
13.735
47.224
133.104
937.470
1.546.507
-44,3
-22,9
-34,5
-66,6
-35,2
-41,0
-29,3
-31,8
Conduzione con
salariati
2010
Var. (%)
2010/00
523
314
582
550
1.357
3.326
30.654
66.490
-28,6
-28,6
-74,0
-34,7
-69,7
-61,9
-48,0
-46,9
Altra forma di
conduzione
2010
Var. (%)
2010/00
83
104
62
26
167
442
3.646
7.887
130,6
271,4
77,1
188,9
165,1
158,5
246,6
293,8
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
diretta con Salerno al primo posto,
seguita da Avellino, Benevento, Caserta
e Napoli. Inoltre, si registra, rispetto
al 2000, una riduzione sia per la
forma di conduzione diretta, sia per
la forma di conduzione con salariati.
L’altra forma di conduzione aumenta,
invece, con una variazione positiva,
sia per quanto attiene al numero di
aziende che per la SAU.
Distribuzione della SAU per forma di conduzione, 2010
Province
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Mezzogiorno
Italia
Conduzione
diretta
2010
Var. (%)
2010/00
117.536
100.925
91.751
20.553
134.860
465.625
5.211.525
10.643.693
-10,5
-4,4
9,5
-38,9
2,5
-4,1
5,4
-0,5
Conduzione con
salariati
2010
Var. (%)
2010/00
4.684
2.567
11.694
2.412
16.640
37.997
557.656
1.494.532
-43,0
-57,9
-48,8
92,1
-72,5
-61,6
-39,1
-39,3
Altra forma di
conduzione
2010
Var. (%)
2010/00
2.397
4.928
3.914
123
34.285
45.648
326.380
717.822
603,4
1.857,6
1.510,2
286,5
9.814,9
3.662,4
3.455,1
3.534,1
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
29
COLTIVAZIONI
I dati riguardanti l’utilizzazione dei
terreni mostrano che, rispetto al 2000, i
seminativi sono ancora il gruppo di coltivazioni preminente con il 48,8% (53%
nel 2000) della SAU regionale, seguono
le legnose agrarie con il 28,7% della
SAU e i prati permanenti e pascoli con
il 21,3%. I cereali sono coltivati su
98.516 ettari, superficie cospicua, ma
comunque decrescente rispetto al 2000
(-30,2%). Si evidenzia come la Campania
si discosti dalla tendenza del Mezzogiorno
e dell’Italia che registrano una diminuzione meno importante, rispettivamente
-0,17% e -0,11%.
Le piante industriali, con 9.307 ettari,
sono il gruppo di coltivazioni con la diminuzione percentuale più incisiva (32,1%) ed una riduzione, in termini assoluti, di 4.404 ettari. Benevento ha il
40,5% della SAU dedicata alle piante
industriali, segue Caserta con il 35,8%.
Gli ettari coltivati a patate e ortaggi
sono 21.154 (4.6% della SAU regionale)
e, in dieci anni, hanno subito una incisiva
30
Superficie agricola utilizzata per principali coltivazioni, 2010
Cereali
Patate e ortive
Piante industriali
Foraggere avvicendate
Terreni a riposo
Vite
Olivo
Agrumi e fruttiferi
Prati permanenti e
pascoli
SAU Totale
Campania
Var. (%)
2010/00
Mezzogiorno
Var. (%)
2010/00
Italia
Var. (%)
2010/00
98.516,73
25.154,65
9.307,64
99.712,08
14.791,58
23.281,44
72.623,30
60.684,56
-30,2
-20,5
-32,1
24,6
-22,1
-20,4
-0,8
-16,8
1.364.254,73
177.216,43
29.765,27
769.093,35
333.765,38
317.269,88
896.133,25
316.389,14
-0,2
0,1
-0,5
0,3
0,1
-0,1
0,1
-0,1
3.619.477,31
326.796,54
342.794,17
1.917.849,51
547.722,61
664.296,18
1.123.329,69
553.224,86
-0,1
0,1
-0,3
0,3
-0,04
-0,1
0,1
-0,1
116.762,17
534.828,15
3,2
-6,2
1.752.387,04
5.956.274,47
0,2
0,03
3.434.073,04
12.529.563,91
0,01
-0,02
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
diminuzione (-20,5%). Salerno (43,6%),
Caserta (31,0%) e Napoli (20,7%) sono
le province che si dedicano principalmente
a queste coltivazioni. L’80,7% delle
aziende campane, con dimensione media
di 1,4 ettari (1 ettaro nel 2000), coltiva
legnose agrarie (vite, olivo, agrumi e
fruttiferi). Le legnose, restano dunque,
le coltivazioni più diffuse tra le aziende
campane. Le superficie investita a vite,
che nel 2010 è pari a 23.281 ettari
(4,2% della SAU regionale), in dieci
anni, ha subito una diminuzione di
5.983 ettari (-20,4%). Il 45,2% della
SAU regionale investita a vite è situata
a Benevento, segue la provincia di Avellino con il 24,6%. Tra le specie arboree
l’olivo occupa la maggiore superficie
(13,2% della SAU regionale), con una
variazione non molto significativa (0,8%) e, il 58,48% di SAU destinata
alla coltivazione di olivo, si trova in
SAU per principali coltivazioni, 2010
Coltivazioni
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Cereali per la produzione di granella
Patate e ortive
Piante industriali
Foraggere avvicendate
Terreni a riposo
Vite
Olivo
Agrumi e fruttiferi
Prati permanenti e pascoli
SAU Totale
48.118
682
1.255
23.809
4.269
5.734
7.562
14.094
13.091
118.615
35.928
496
3.769
25.296
3.601
10.527
12.015
1.452
12.289
105.374
13. 994
7.810
3.329
31.615
3.572
2.076
8.831
21.068
13.831
92.133
604
5.205
699
602
519
1.619
1.745
10.709
354
22.056
13.866
10.962
255
18.390
2.830
3.325
42.470
13.361
77.198
182.655
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
provincia di Salerno. La superficie coltivata ad agrumi e frutta è di 60.684 ettari, l’11% della SAU regionale. In confronto ai 76.055 ettari del 2000, si evidenzia una diminuzione del 20,2%. Caserta è la provincia con la maggiore
percentuale di SAU destinata a questi
due tipi di coltivazione (34,7%), seguono
Avellino, Salerno, Napoli e Benevento
con il 23,2%, 22,0%, 17,6% e 2,4% del
totale di SAU investito ad agrumi e
frutta. Nel decennio 2000-2010, per i
prati permanenti e pascoli si registra
una variazione percentuale positiva
(+3%); il 64,5% della SAU destinata a
questo tipo di utilizzazione, è in provincia
di Salerno.
Resta, invece, quasi invariata la superficie
in Italia (+0,01%) e nel Mezzogiorno
(+0,03%). I terreni a riposo, comprendenti i terreni soggetti a regime di aiuto
(4.541 ettari) e terreni a riposo non
soggetti a regime di aiuto (10.250 ettari),
rappresentano il 2,7% della SAU cam-
pana, e, dal 2000 al 2010, sono diminuiti
del 22,1%, mentre aumentano gli ettari
destinati alla coltivazione di foraggere
(+24,6%). Analizzando la distribuzione
dei principali gruppi di coltivazioni per
ogni provincia è possibile ragionare sulle
diverse vocazioni. I dati mostrano che
la provincia di Caserta ha una forte vocazione per la coltivazione di agrumi e
fruttiferi e per la produzione di foraggere;
la presenza di foraggere è, probabilmente,
legata alla elevata consistenza zootecnica,
peculiarità di questa provincia.
Benevento ha una specializzazione per
la produzione di cereali, ma è evidente
la sua propensione per le legnose agrarie
quali vite e olivo. Tra le diverse coltivazioni, Napoli dedica gran parte della
SAU ad agrumi e fruttiferi. Anche Avellino investe una parte consistente della
propria SAU ad agrumi e frutta, ma è
la coltivazione di cereali la più diffusa.
Per quanto concerne Salerno, si evidenzia
una forte specializzazione nella coltivazione di olivo.
31
ALLEVAMENTI
In Campania, le aziende con allevamenti sono 14.7055, il 10,7% del
totale delle aziende agricole. La zootecnia campana incide per il 6,8 %
sul comparto zootecnico italiano e
per 16,8% su quello del Mezzogiorno.
Dal confronto con il 2000, emerge
una forte contrazione della consistenza
aziendale (-61,4%), a fronte di un
incremento del numero medio di animali.
La aziende bovine sono 9.333 e rappresentano il 63,5% delle aziende
zootecniche campane, il 21,2% delle
aziende bovine del Mezzogiorno ed il
7,5% di quelle italiane. In Regione si
allevano 182.630 capi bovini, il 14,7%
dei capi censiti nel Mezzogiorno ed il
3,3% di quelli censiti in Italia. Dal
2000 al 2010 la Campania assiste ad
una contrazione, sia del numero di
capi (-14%) sia del numero di aziende
5
(-39,2%). Salerno, Benevento e Caserta restano le province con il più
alto numero di capi.
Le aziende con allevamenti bufalini
sono 1.409 (+8,6% rispetto al 2000)
e contano 261.506 capi in totale. In
dieci anni il numero di capi è praticamente raddoppiato (+100%). Difatti
la Campania ha un peso determinante
sull’intero territorio italiano: il 72,6%
dei capi e il 57,9% delle aziende. Se
si pensa che il 94,6% dei capi bufalini
del Mezzogiorno è allevato in Campania, si comprende che si tratta di
un comparto di rilevanza strategica,
sia per l’agricoltura sia per l’intera
economia della regione. Le province
con maggiore vocazione bufalina
sono Caserta e Salerno.
L’allevamento di equini conta 1.329
aziende per un totale di 6.265 capi.
Rispetto al 2000, la consistenza azien-
dale si è ridotta del 39%; nel contempo, si è registrato un aumento del
numero di capi (+26%). È dunque
confermata la tendenza generale di
crescita della dimensione media aziendale. Napoli è la provincia con l’incremento del numero di capi più elevato: +359,8%.
L’allevamento suinicolo, con 1.844
aziende e 87.705 capi, rappresenta il
7% delle aziende suinicole italiane ed
il 13,8% delle suinicole del Mezzogiorno. Dal 2000 al 2010 il numero
di aziende è diminuito del 93,1%,
mentre è del 35,7% la riduzione del
numero di capi. Benevento e Salerno
sono le province più rappresentative,
per numero di capi.
Le aziende di ovini e caprini sono, rispettivamente, 3.161 e 1.451, esse
incidono sul comparto zootecnico campano per il 21,5% e per il 9,9%. I
Si considerano le voci (bovini, bufalini, equini, ovini, caprini, suini, avicoli, struzzi e conigli) e la voce allevamenti di api e altri allevamenti. Senza la voce api e altri allevamenti il valore è di 14.324.
32
Distribuzione provinciale delle aziende con allevamenti, per specie di bestiame, 2010
Conigli
Avicoli
Suini
Caprini
Ovini
Equini
Bufalini
Bovini
Avellino
Benevento
Caserta
Salerno
Napoli
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
dati del 2010 evidenziano, per gli allevamenti di ovini, una contrazione
del 19,7% dei capi e del 60,4% delle
aziende. Tendenza analoga, quella
delle aziende caprine che vedono una
diminuzione del 23% nel numero di
capi e del 64% nelle aziende. Per
quanto riguarda i caprini, nonostante
la variazione negativa a livello regionale, si rileva un aumento del numero
di capi del 164,8% in provincia di
Napoli.
Anche gli allevamenti avicoli rivestono
un importante ruolo nella zootecnia
regionale rappresentandone il 10,4%,
ma, dal confronto con il 2000, si nota
una forte diminuzione delle aziende
(-94,5%) ed una riduzione del numero
dei capi (-27,7%).
L’incidenza sul Mezzogiorno è del
16,9 %, è, invece, del 6,4 % il contributo al totale degli allevamenti avicoli
presenti in Italia.
Napoli e Benevento sono le province
con il maggior numero di capi; si sottolinea però che, mentre Napoli ha
assistito ad una riduzione del 48%
nel numero di capi, Benevento ha registrato, in dieci anni, un incremento
del 34,9%.
L’allevamento di conigli, con 673
aziende e 369.305 capi, rappresenta
il 4,6% del totale degli allevamenti
in Campania e, dal 2000 al 2010, ha
subito un diminuzione, sia come numero di aziende (-94,5 %) che come
numero di capi (-35,6%). Benevento
e Avellino sono le province con il numero di capi più elevato.
33
Numero di aziende con allevamenti per specie, 2010
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Mezzogiorno
Italia
Bovini
Bufalini
Ovini
Caprini
Suini
Avicoli
Conigli
Equini
Totale
1.553
2.479
1.620
803
2.878
9.333
44.002
124.210
15
16
940
15
423
1.409
1.562
2.435
760
1.081
296
50
974
3.161
35.608
51.096
162
168
100
70
951
1.451
13.154
22.759
443
512
98
341
450
1.844
13.405
26.197
310
334
98
232
562
1.536
9.106
23.953
167
174
37
112
183
673
3.031
9.346
174
236
264
182
473
1.329
13.643
45.363
3.584
5.000
3.453
1.805
6.894
20.736
133.511
305.359
Bovini
Bufalini
Ovini
Caprini
Suini
Avicoli
Conigli
Equini
Totale
26.991
48.453
43.348
7.788
56.050
182.630
1.241.962
5.592.700
792
1.611
172.353
2.321
84.429
261.506
276.393
360.291
34.501
46.968
39.287
3.606
56.992
181.354
5.024.454
6.782.179
2.272
4.011
3.377
1.883
24.508
36.051
659.149
861.942
8.683
40.593
4.856
6.143
25.430
85.705
599.667
9.331.314
230.430
1.237.850
399.007
1.342.790
590.608
3.800.685
26.833.795
167.512.019
85.618
192.915
38.718
20.957
31.097
369.305
1.217.935
7.194.099
562
801
1.790
1.122
1.990
6.265
70.554
219.159
389.849
1.573.202
702.736
1.386.610
871.104
4.923.501
35.923.909
197.853.703
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Numero di capi per specie, 2010
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Mezzogiorno
Italia
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
34
LAVORO
Come per il numero di aziende, anche
per la manodopera aziendale, dal 2000
al 2010, si assiste ad una importante
diminuzione.
Nel 2010 le giornate standard lavorate
(le giornate di lavoro sono riportate a
giornate standard di 8 ore) nelle aziende agricole sono state pari a
19.492.698, con una diminuzione del
38,1% rispetto al 2000.
Anche il dato Italia conferma questa
tendenza con un calo del 23,4%, così
come si rileva per il Mezzogiorno la
cui diminuzione è del 23,0%.
A risentirne è stata soprattutto la manodopera familiare con una diminuzione del 43,8% delle giornate di
lavoro prestate, così come avviene per
l’Italia, interessata da un decremento
del 28% e per il Mezzogiorno (-27,6%).
La categoria altri familiari e parenti
del conduttore che lavorano in azienda
ha avuto una riduzione del 53,9%
delle giornate di lavoro. Diminuzione
registrata anche nel Mezzogiorno e in
Giornate di lavoro per categoria di manodopera aziendale, 2010
Province
altra
manodopera
TD
Avellino
203.769
Benevento
198.978
Caserta
945.953
Napoli
607.575
Salerno
1.748.068
Campania
3.704.343
Mezzogiorno 25.051.288
Italia
37.578.279
altra
manodopera
TI
conduttore
familiari
e parenti del
conduttore
42.394
1.526.723
30.067
2.067.937
146.006
2.220.393
76.127
1.342.264
164.762
3.186.206
459.356 10.343.523
2.379.229 59.411.583
12.322.806 131.516.387
217.457
364.784
387.687
340.056
584.253
1.894.237
12.603.941
37.161.304
coniuge
Totale
2010
449.379
2.439.722
692.031
3.353.797
580.019
4.280.058
317.010
2.683.032
1.052.800
6.736.089
3.091.239 19.492.698
14.909.896 114.355.937
32.227.264 250.806.040
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Italia: rispettivamente -36,9% e 31,6%; la categoria coniuge è diminuita
del 54% in Campania, del 38,6% nel
Mezzogiorno e del 38,9% in Italia.
I conduttori hanno ridotto il numero
di giornate di lavoro, una riduzione,
rispetto al censimento precedente, del
37,1% in Campania, del 21,7% nel
Mezzogiorno e del 23,5% in Italia.
Un’analisi della categoria altra manodopera fa comprendere come il set-
tore stia pian piano evolvendosi, l’altra
manodopera aziendale a tempo indeterminato, infatti, aumenta in maniera
significativa.
Il numero di giornate di lavoro prestate
da salariati a tempo indeterminato
cresce del 46,8%. Diversamente accade
nel Mezzogiorno e in Italia in cui, tale
categoria, subisce una diminuzione,
rispettivamente, del 7% e del 3,7%.
Questo dato induce a pensare che,
35
pur mantenendo una struttura tradizionale con il 79% delle giornate lavorative prestate dal conduttore e dai
suoi familiari, c’è una interessante
propensione alla ristrutturazione dell’assetto aziendale. Per la categoria
altra manodopera aziendale a tempo
determinato, si nota una tendenza op-
Distribuzione % delle giornate di lavoro prestate dalle singole categorie di manodopera, 2010
19,0%
15,9%
Altra manodopera TD
2,4%
9,7%
Altra manodopera TI
Conduttore
Familiari
Coniuge che lavora in azienda
53,1%
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
36
posta: aumentano le giornate di lavoro
prestate in Italia, +6,3%, mentre diminuiscono, sia in Campania (-5,3%)
sia nel Mezzogiorno (-2,7%).
MANUTENZIONE E PRESIDIO DEL TERRITORIO
Una novità del 6° Censimento Generale
dell’Agricoltura è la rilevazione delle
aziende impegnate nella realizzazione
di interventi utili alla salvaguardia e
manutenzione del territorio e del paesaggio.
Le aziende che in Campania hanno
effettuato almeno una delle azioni di
tutela del paesaggio sono 26.843, il
19,6% del totale. In tal senso la Campania ha una incidenza percentuale
superiore, sia al Mezzogiorno (3,9%
delle aziende) sia alla media nazionale
del 17,2%. Per quanto riguarda la
SAU, la Campania svolge queste attività sul 23,7% della SAU totale, in
linea con il Mezzogiorno (17,8%) e,
soprattutto, in linea con l’Italia
(22,8%).
La distribuzione delle aziende impegnate in queste attività, su base territoriale, evidenzia che Salerno incide
al 38%, segue Caserta con il 25%,
Benevento con il 17%, Napoli con il
12% e Avellino con l’8%.
Superficie e aziende che hanno effettuato
manutenzione e/o realizzazione di almeno un
tipo di elemento lineare del paesaggio, 2010
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Mezzogiorno
Italia
Aziende
SAU
2.209
4.650
6.574
3.347
10.063
26.843
36.906
278.507
13.767,86
25.057,35
36.422,14
5.280,20
49.615,49
130.143,04
1.083.029,68
2.932.749,30
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Distribuzione % delle aziende campane per
provincia, 2010
8,2%
17,3%
37,5%
24,5%
12,5%
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
37
STIMA DELLA PLV REGIONALE PER OTE E PER PROVINCIA
Le stime “ufficiali” del valore della
produzione agricola sono generalmente
riferite agli ambiti regionali, mentre è
avvertita l’esigenza di disporre di una
siffatta informazione anche a livelli
sub-regionali. La presente nota rappresenta un contributo in questo senso,
costituito dalla ripartizione della PLV
regionale per Orientamento Tecnico
Economico (OTE) delle aziende e per
provincia. Le stime sono state effettuate
sulla base delle classificazione ISTAT
delle aziende censite nel 2010 e di indicatori sulla PLV elaborati sulla scorta
dei dati della Rete Contabile Agricola
curata dall’INEA.
La ripartizione territoriale evidenzia
come la prima provincia della Campania per valore della produzione agricola (PLV) sia Salerno, che da sola
costituisce il 35% del dato regionale.
Segue la provincia di Caserta con il
23% e, quindi, quelle di Avellino e Benevento, che rappresentano rispettivamente il 19% ed il 18% dell’agricoltura
38
campana. La provincia di Napoli chiude
con un contributo inferiore al 6%.
A livello regionale le aziende con orientamento produttivo caratterizzato dalla
prevalenza di seminativi contribuiscono
alla formazione della PLV regionale in
misura del 26%. Presenti in quote rilevanti in tutte le province, prevalgono
in quelle di Avellino e Benevento, dove
Ripartizione della PLV regionale per provincia
18,67%
35,02%
17,76%
5,74%
22,80%
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Fonte: elaborazioni su dati RICA
raggiungono oltre 1/3 del valore complessivo.
L’OTE ortofloricolo si colloca all’11%,
valore ottenuto per la quasi totalità
sotto serra. La provincia che fornisce
il contributo maggiore è Salerno, seguita
da Caserta e Napoli, tuttavia, è proprio
in quest’ultima che si registra la maggiore concentrazione provinciale (30%,
con il 26% sotto serra).
Le aziende specializzate in colture
permanenti (olivo, vite, fruttiferi) contribuiscono complessivamente per il
23% alla PLV della Campania. La
quota maggiore è legata alle produzioni
di frutta ed agrumi, OTE ben presente
in tutte le province ad esclusione di
Benevento. In questo comparto la prima provincia è quella di Caserta, seguita da Avellino, il cui valore è in
buona parte da attribuire alla produzione corilicola.
Le aziende specializzate nella produzione vitivinicola forniscono un contributo alla PLV regionale che sfiora
Ripartizione della PLV regionale per provincia e orientamento tecnico economico delle aziende
(Importo in milioni di euro; valori percentuali per provincia)
Orientamento Tecnico Economico
Cereali oleaginose e proteaginose
Altri seminativi
Ortofloricoltura di serra
Ortofloricoltura all'aperto
Altri tipi di ortofloricoltura
Viticoltura
Frutticoltura e agrumicoltura
Olivicoltura
Combinazioni di colture permanenti
Bovine specializzate - orientamento latte
Bovine specializzate - orientamento ingrasso
Bovine - latte, allevamento e ingrasso
Ovini, caprini ed altri erbivori
Granivori
Policoltura
Poliallevamento
Miste (colture -allevamento)
Totale
%
Avellino
imp
%pr
26
4,4
182,1
30,5
5,4
0,9
1,4
0,2
5,2
0,9
56,3
9,4
76
12,7
8,6
1,4
15,4
2,6
31,9
5,3
19,3
3,2
2,4
0,4
6,8
1,1
15,5
2,6
124,1
20,8
1,4
0,2
19,3
3,2
597,3
100
18,7
Benevento
imp
%pr
11,4
2
180,8
31,8
2,4
0,4
0,3
0,1
1,1
0,2
102,2
18
7,6
1,3
15,8
2,8
11,9
2,1
47,5
8,4
17,3
3,1
4
0,7
9,6
1,7
54,3
9,6
82,3
14,5
1,8
0,3
17,7
3,1
568,2
100
17,8
Caserta
imp
%pr
7,4
1
133,6
18,3
60,7
8,3
8,6
1,2
6,8
0,9
17,6
2,4
114,1
15,6
15,9
2,2
10,4
1,4
225
30,8
12,1
1,7
14,4
2
7,9
1,1
14,8
2
69,5
9,5
0,2
0
10,4
1,4
729,5
100
22,8
Campania
Napoli
Salerno
imp
%pr
imp
%pr
imp %reg
48,3
1,5
0,7
0,4
2,8
0,2
24,6
28,1
15,3 260,8
23,3 785,4
9,2
47,2
25,7 178,1
15,9 293,8
26,7
0,8
3,9
2,1
12,5
1,1
27,9
0,9
4,7
2,6
10
0,9
6,6
10,5
5,7
23,1
2,1 209,6
9,9
53,4
29,1
64,4
5,8 315,6
3,9
1,9
1
83,9
7,5 126,2
87,1
2,7
3,1
1,7
46,2
4,1
444
13,9
3,2
1,7 136,4
12,2
3,2
0,1
0,1
54,7
4,9 103,6
33,1
1
0,1
0
12,1
1,1
45,3
1,4
0,3
0,2
20,7
1,8
3,5
5,1
2,8
23,1
2,1 112,8
14,9
19,8
10,8 180,7
16,1 476,3
4
0,1
0,2
0,1
0,4
0
59
1,8
1,4
0,8
10,3
0,9
183,8
100 1120,2
100 3198,9
100
5,7
35,0
100,0
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
il 7%, concentrato nelle province di
Benevento (49% dell’OTE) e Avellino
(27% OTE). Le aziende con OTE olivicolo, invece, raggiungono il 4% sulla
PLV campana, dato per i 2/3 dovuto
alla produzione salernitana.
Le aziende zootecniche contribuiscono
alla formazione della PLV regionale
per il 23%, con la prevalenza dell’OTE
bovini/bufalini da latte (14%). Tra le
province prevalgono Caserta e Salerno,
seguite da Benevento. A Caserta si re39
gistra anche la maggiore intensità degli
allevamenti, con un valore del 38%
sulla PLV provinciale, per oltre i 4/5
fornito dall’OTE bovini/bufalini da
latte.
Nelle altre province, invece, sono maggiormente presenti anche altri allevamenti zootecnici, come allevamenti
bovini con orientamento da carne e
carne-latte, allevamenti di ovi-caprini
e di granivori.
Una fetta importante delle aziende
campane presentano un orientamento
tecnico economico misto. Il contribuito
che tali realtà danno all’agricoltura
campana non per è niente trascurabile,
raggiungendo quasi il 17% della PLV
regionale.
Questa tipologia di aziende è diffusa
in tutte le province, ma raggiunge la
concentrazione massima in quella di
Avellino, dove contribuisce quasi per
1/4 al valore dell’agricoltura, al contrario, a Caserta e Napoli non raggiunge il 12%.
40
Ripartizione della PLV regionale per orientamento tecnico economico delle aziende
16,74%
26,06%
10,89%
23,22%
12,59%
Seminativi
Ortofloricoltura
Viticoltura
Olivicoltura
Frutticoltura e altre colt. permanenti
Allevamenti
Altre
6,55%
3,95%
Fonte: elaborazioni su dati RICA
Ripartizione delle PLV provinciali per OTE delle aziende (valori percentuali)
40
35
30
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
25
20
15
10
5
0
Seminativi
Ortofloricoltura
Fonte: elaborazioni su dati RICA
Colture
permanenti
Allevamenti
Altre
FILIERA AGROINDUSTRIALE
41
LE IMPRESE IN CAMPANIA
In Campania nel 2012 si annoverano
471.890 imprese attive, che rappresentano il 9% delle imprese attive in
Italia (che ammontano a 5.239.924)
ed il 31,4% di quelle delle regioni del
Mezzogiorno (che ammontano a
1.502.417); rispetto all’anno precedente
si registra una leggera flessione dello
0,13%. Dal 2009 si assiste a una costante contrazione del numero di imprese attive, sceso nel 2011 a 472.526
unità (-0,13% rispetto al 2012), nel
2010 a 474.134 unità (-0,34% rispetto
al 2011), nel 2009 a 476.229 (-0,44%
rispetto al 2010).
A livello provinciale, il 47,8% delle
imprese attive campane si localizza in
provincia di Napoli, il 21,6% in quella
di Salerno, il 16,1% in quella di Caserta,
l’8% in quella di Avellino ed il 6,5%
nella provincia di Benevento. In quasi
tutte le province, rispetto al 2011, si
registra una leggera diminuzione del
numero di imprese attive, in particolare
nella provincia di Napoli si ha un calo
42
dello 0,25% (577 imprese in meno),
in quella di Avellino la diminuzione è
pari allo 0,38% (147 imprese in meno),
in provincia di Benevento la riduzione
è dello 0,87% (267 imprese in meno),
mentre in provincia di Salerno il calo è
dello 0,48% (496 imprese in meno).
L’unica provincia campana a far registrare un aumento delle imprese attive
è quella di Caserta, con un incremento
dell’1,12% pari a 851 imprese.
Le imprese operanti nei settori agricoltura, caccia e silvicoltura sono 66.582
e rappresentano il 14,1% delle imprese
attive in Campania, facendo registrare
una diminuzione del 3,8% rispetto al
2011. Le imprese del settore pesca e
acquacoltura restano pressoché invariate, infatti c’è stata una contrazione
di sole 3 imprese rispetto all’anno precedente. L’industria alimentare incluse
le bevande e il tabacco, nel 2012, ha
annoverato 7.164 imprese attive, valore
quasi costante rispetto all’anno precedente (7.161 imprese). L’incidenza
Ripartizione provinciale delle imprese attive in
Campania, 2012
21,6%
47,8%
16,1%
6,5%
8,0%
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Fonte: elaborazioni su dati Infocamere
dell’industria alimentare sul totale delle
imprese campane è pari all’1,5%, mentre rappresenta il 17,6% sul settore
manifatturiero regionale.
Esaminando gli andamenti relativi ad
alcuni settori, nelle cinque province
campane, si osserva una generalizzata
contrazione del numero di imprese
Imprese attive in Campania per settore di attività, 2012
Imprese non classificate
843
24.065
Altri servizi pubblici, sociali e personali
Sanità e altri servizi sociali
3.756
Istruzione
2.742
Attiv.immob., noleggio, informat., ricerca
Intermediaz. monetaria e finanziaria
Trasporti, magazzinaggio e comunicaz.
39.089
8.814
13.927
Alloggio e ristorazione
32.343
177.876
Comm.ingr. e dett., rip.beni pers. e per la casa
59.404
Costruzioni
Prod. e distrib.energ.elettr., gas e acqua
1.297
Attività manifatturiere
Ind. alimentari, delle bevande e del tabacco
Estrazione di minerali
Pesca e acquacoltura
33.426
7.164
238
324
Agricoltura, caccia e silvicoltura
66.582
Fonte: elaborazioni su dati Infocamere
attive nei settori analizzati; tuttavia
non manca qualche particolarità.
In provincia di Avellino si registra una
leggera flessione sia delle imprese del
settore agricoltura, caccia e silvicoltura
(-2,3%), sia dell’industria alimentare
e bevande (-2,6%), mentre passano
da 3 a 1 le industrie del tabacco (66,6%). In provincia di Benevento si
riscontra una lieve diminuzione delle
imprese del settore agricoltura, caccia
e silvicoltura (-3,4%); continuano a
diminuire le imprese di pesca e acquacoltura (-40%) a fronte di un aumento
dell’industria alimentare e bevande
(+1,8%). In provincia di Caserta aumentano dell’8,3% le imprese nel settore
della pesca e del 2,2% le industrie alimentari e delle bevande; si riducono,
invece, le imprese attive nel settore
dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (3,5%) e quelle dell’industria del tabacco
(-50%). In provincia di Napoli si registrano variazioni negative in tutti i
settori considerati, in particolare per le
imprese del settore agricoltura, caccia
e silvicoltura il calo è del 4,2%, per la
pesca e acquacoltura la flessione è del
2,8%, mentre la contrazione del numero
di imprese nel settore alimentare e bevande è dello 0,7%.
In provincia di Salerno le dinamiche
negative riguardano solamente le imprese del settore dell’agricoltura, caccia
e silvicoltura (-5%), mentre si registra
un aumento delle imprese nel settore
pesca (+4,3%) e, seppur modesto, dell’industria alimentare e bevande
(+0,8%).
43
Movimenti delle imprese in Campania per alcuni settori di attività, 2012
Registrate
Attive
CAMPANIA
Iscritte
Cessate
Variazioni
(altri mov.)
var. % 2012/11
Attive
Agricoltura, caccia, silvicoltura
Pesca e acquacoltura
Industria alimentare e bevande
Industria del tabacco
67.432
372
8.300
24
66.582
324
7.149
15
2.351
16
124
0
5.322
30
297
0
195
5
83
10
-3,8
-0,9
0,08
-16,6
Agricoltura, caccia, silvicoltura
Pesca e acquacoltura
Industria alimentare e bevande
Industria del tabacco
11.470
3
790
2
11.414
3
714
1
273
0
12
0
557
0
54
0
14
0
27
-1
-2,3
0,0
-2,6
-66,6
Agricoltura, caccia, silvicoltura
Pesca e acquacoltura
Industria alimentare e bevande
Industria del tabacco
12.471
4
612
11
12.437
3
554
10
305
0
7
0
770
1
10
0
26
-1
19
0
-3,4
-40,0
1,8
0,0
Agricoltura, caccia, silvicoltura
Pesca e acquacoltura
Industria alimentare e bevande
Industria del tabacco
13.201
15
1.202
8
13.080
13
1.073
1
456
0
33
0
982
1
43
0
43
2
35
0
-3,5
8,3
2,2
-50,0
Agricoltura, caccia, silvicoltura
Pesca e acquacoltura
Industria alimentare e bevande
Industria del tabacco
10.973
239
3.523
2
10.769
209
3.045
2
417
8
38
0
920
16
82
0
36
1
34
0
-4,2
-2,8
-0,7
0,0
Agricoltura, caccia, silvicoltura
Pesca e acquacoltura
Industria alimentare e bevande
Industria del tabacco
19.317
111
2.173
1
18.882
96
1.763
1
900
8
34
0
2.093
12
108
0
76
3
68
0
-5,0
4,3
0,8
0,0
AVELLINO
BENEVENTO
CASERTA
NAPOLI
SALERNO
Fonte: elaborazioni su dati Infocamere
44
DISTRIBUZIONE
Al 30 giugno 2012 la consistenza degli
esercizi operanti nel settore alimentare,
in sede fissa, ha registrato una flessione
del 2% rispetto al 2011, attestandosi su
27.321 esercizi. Tale risultato è l’effetto
di un lieve incremento del numero di
esercizi di vendita di frutta e verdura
(+0,13%), rispetto a un arretramento
del numero di esercizi commerciali di
carne e prodotti a base di carne (-4,3%),
di pane, pasticceria, dolciumi (-21,9%),
delle bevande (-6%) e degli esercizi non
specializzati a prevalenza alimentare (0,17%). Si registra, invece, un numero
costante di esercizi di vendita di pesci,
crostacei, molluschi e di altri esercizi
specializzati alimentari.
A livello provinciale, la consistenza della
rete commerciale alimentare in sede fissa
presenta un aumento degli esercizi solo
nella provincia di Avellino (+1,2%), sostanzialmente stabili in provincia di Caserta (-0,1%); mentre sono diminuiti gli
esercizi nelle province di Benevento (1,7%), Napoli (-2,9%) e Salerno (-2,1%).
La rete commerciale ambulante, al 30
giugno 2012, è composta da 22.703
unità e gli esercizi ambulanti specializzati
nell’alimentare rappresentano il 17% del
totale. Il numero degli esercizi ambulanti
Esercizi commerciali alimentari al dettaglio in sede fissa, 2012
Specializzazione
Frutta e verdura
Carne e prodotti a base di carne
Pesci, crostacei, molluschi
Pane, pasticceria, dolciumi
Bevande (vini, olii, birra ed altre)
Altri esercizi specializzati alimentari
Non specializzati prevalenza alimentare
In complesso
% su totale esercizi
DENSITÀ1
Avellino
n°
%
Benevento
n°
%
Caserta
n°
%
Napoli
n°
%
Salerno
n°
%
181
9,9
425 23,2
84
4,6
40
2,2
15
0,8
94
5,2
991 54,1
1.830 100,0
28,0
83
7,3
282 24,8
62
5,5
22
1,9
15
1,4
49
4,3
621 54,8
1.134 100,0
25,6
463 10,8
897 21,0
194
4,5
134
3,1
124
2,9
244
5,7
2.230 52,0
4.286 100,0
28,5
1.643 11,5
2.908 20,3
984
6,9
531
3,7
448
3,1
1.130
7,9
6.658 46,6
14.302 100,0
27,1
680 11,8
1.207 20,9
340
5,9
138
2,4
82
1,4
270
4,7
3.052 52,9
5.769 100,0
28,0
235
251
211
214
189
Campania
n°
%
3.050
5.719
1.664
865
684
1.787
13.552
27.321
11,2
20,9
6,1
3,2
2,6
6,5
49,5
100,0
27,5
211
1
Abitanti/esercizio alimentari
Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico
45
alimentari è risultato sostanzialmente
stabile (-0,5%) rispetto al 2011.
A livello provinciale si registra un aumento
degli esercizi ambulanti alimentari nelle
province di Napoli (+6 unità), Benevento
(+3 unità) e Caserta (+8 unità); in diminuzione, invece, gli esercizi alimentari
nelle provincie di Napoli (-17 unità) e
Salerno (-18 unità). La distribuzione sul
territorio regionale degli esercizi ambulanti
resta pressoché invariata rispetto al 2011
anche se con percentuali differenti, pertanto circa la metà degli esercizi si localizza
in provincia di Napoli (46,5%), segue la
provincia di Caserta (25,7%), quella di
Salerno (21,8%) e, infine, Avellino e Benevento (3,7% e 2,3% rispettivamente).
Il numero di esercizi commerciali all’ingrosso in Campania ha fatto registrare
un leggero incremento (+0,9%) rispetto
all’anno precedente, difatti al 30 giugno
2012, se ne contano 35.750. Analizzando
la dinamica per le cinque province campane, si registra che il numero totale di
esercizi all’ingrosso è aumentato ovunque,
46
Esercizi commerciali ambulanti, 2012
Altri Articoli
Abbigliamento, Tessuti e Calzature
Alimentare
Calzature e Pelletterie
Mobili e Articoli di uso domestico
Non specificato
Abbigliamento e Tessuti
TOTALE
Avellino Benevento Caserta Napoli
195
127
1.871
3.226
45
42
1.178
1.047
247
150
598
1.940
29
27
203
356
14
10
62
223
146
48
467
1.155
167
111
1.463
2.615
843
515
5.842
10.562
Salerno TOTALE
7.042
1.623
3.118
806
3.860
925
727
112
402
93
2.139
323
5.415
1.059
4.941
22.703
Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico
Distribuzione degli esercizi commerciali all’ingrosso per specializzazione merceologica, 2012
PROVINCIA
AV
BN
CE
NA
SA
TOTALE
Altri
Altri
Macchinari Materie
Prodotti
Prodotti
prodotti di consumo
e
agricole e alimentari, intermedi
finale
attrezzature animali
bevende, non agricoli
vivi
tabacco
rottami e
cascami
32
40
96
573
122
863
352
223
2.000
12.053
1.561
16.189
177
120
458
1.964
637
3.356
215
82
213
1.092
266
1.868
348
227
1.076
4.068
1.816
7.535
Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico
377
269
992
3.174
1.127
5.939
Totale
1.501
961
4.835
22.924
5.529
35.750
ad eccezione della sola provincia di Salerno. Riguardo alle categorie merceologiche, invece, gli esercizi specializzati
nella vendita di prodotti alimentari, bevande e tabacco restano pressoché invariati (+1 unità), così come gli esercizi
per la vendita di materie prime agricole
(+8 unità).
La grande distribuzione
Nel 2011 si registrano incrementi della
consistenza, della superficie occupata e
degli addetti, un’inversione di tendenza
rispetto al calo dell’anno precedente. Difatti, il numero dei supermercati al 31
dicembre 2011 è pari a 534 punti di
vendita, che confrontato con il dato rilevato nell’anno precedente (503 esercizi)
presenta un incremento del 6,2%. In
particolare la superficie totale è pari a
411.316 mq con un incremento del 9,5%
ed il numero degli addetti è pari a 7.757
unità con un incremento del 9,7% sull’anno precedente. In base ai dati rilevati
si conferma il trend positivo di crescita
Grande distribuzione alimentare per ripartizione provinciale, 2011
Numero
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Italia
Supermercati
Sup.
Addetti
di vendita
68
53.405
720
7
5.999
134
84
67.554
1.000
257 178.554
3.438
118 105.804
2.465
534 411.316 7.757
9.815 8.841.499 178.632
Minimercati
Numero
Sup.
di vendita
Addetti
5
17.637
239
0
0
0
5
38.850 1.589
10
97.801 2.142
1
8.553
110
21 162.841 4.080
612 3.765.977 85.669
Numero
Ipermercati
Sup.
Addetti
di vendita
46
13.518
240
6
1.984
50
81
22.803
468
258
70.193 1.761
72
20.645
436
463 129.143 2.955
5.536 1.622.627 34.424
Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico
di questa formula distributiva in provincia
di Caserta, dove aumenta del 18,3% il
numero dei supermercati, la superficie
complessiva di vendita ha superato i
67.500 mq (+22,3%), e l’occupazione
conta 1.000 addetti (+23%).
Sono in diminuzione, invece, gli ipermercati che contano 21 unità (-8,7%),
con 4.080 addetti, l’1,2% in meno rispetto
al 2010, e una superficie di vendita di
162.841 mq (-9,9%). A livello provinciale
si registra la scomparsa di ipermercati in
provincia di Benevento (1 unità nel 2011),
la contrazione di 2 unità in provincia di
Napoli, una variazione positiva in provincia
di Avellino (+1 unità), mentre resta costante il numero di punti vendita nelle
province di Caserta e Salerno.
Il numero dei minimercati risulta, al 31
dicembre 2011, pari a 463 unità (+3,3%
rispetto allo scorso anno), con una superficie di vendita di 129.143 mq (+2,8%)
e 2.955 addetti (+6,4%). Tali valori confermano il costante ritmo di crescita che
ha caratterizzato questa formula distributiva negli anni recenti.
47
CONSUMI ALIMENTARI
La spesa media mensile per famiglia
nel 2011, pari a 1.944 euro, mostra un
aumento, in valori correnti, dell’1,9%
rispetto al 2010. Il valore della spesa
media mensile regionale, pur essendo
leggermente superiore al dato per la
circoscrizione del Mezzogiorno (1.894
euro), è inferiore al dato nazionale
(2.488 euro); difatti sono le circoscrizioni
del Nord e del Centro a mostrare i
valori più alti di spesa media mensile.
La quota di spesa per generi alimentari
e bevande continua a crescere, raggiungendo il 28,7% della spesa totale
regionale. In particolare crescono la
spesa per carne, quella per latte, formaggi e uova e quella per zucchero,
caffè ed altro.
A livello nazionale alla spesa per generi
alimentari e bevande viene destinato il
19,2% della spesa totale, quota in leggero aumento rispetto al 19% del 2010.
L’aumento più consistente si osserva
nella circoscrizione del Mezzogiorno,
dove la spesa alimentare rappresenta
48
Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2008-2011
2.488
1.944
1.894
2011
2.453
1.908
1.882
2010
Italia
2.442
Mezzogiorno
Campania
1.898
1.894
2009
2.485
2008
1.500
1.950
1.929
1.750
2.000
2.250
2.500
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
il 25,6% della spesa totale (era il 25%
nel 2010), mentre la quota rimane costante fra le famiglie del Nord e del
Centro (16,6% nel Nord e 18,4% nel
Centro).
Secondo l’indagine Istat sui consumi
delle famiglie, la spesa alimentare si
effettua prevalentemente presso il su-
permercato, che si conferma il luogo
di acquisto prevalente. In aumento è
la quota di famiglie del Mezzogiorno
che acquista generi alimentari presso
gli hard-discount. Le famiglie dichiarano, inoltre, di aver diminuito la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari
acquistati rispetto all’anno precedente.
A livello regionale, tra il 2010 e il
2011 risultano in contrazione le spese
destinate all’abbigliamento e alle calzature, che determina una contrazione
della quota di spesa ad essa destinata,
che scende dal 6,9% al 5,7%. Le famiglie dichiarano di aver diminuito la
quantità di vestiti e scarpe acquistati
e di essersi orientati verso prodotti di
qualità inferiore.
Si riducono, inoltre, le quote di spesa
destinate all’abitazione (dal 26,5 al
25,1%) e per combustibili ed energia
(dal 5,2 al 4,8%).
Crescono, anche per effetto dell’aumento
dei prezzi, le quote di spesa destinate
all’acquisto di arredamenti, elettrodomestici, servizi per la casa (dal 4,3 al
5,1%), all’istruzione (dallo 0,6 all’1%)
e ai trasporti (dal 10,8 all’11,5%), in
particolare queste ultime sono trainate
dai marcati aumenti delle spese per
carburanti, assicurazioni veicoli, biglietti
e abbonamenti ferroviari o per altri
collegamenti extra-urbani.
Spesa media mensile delle famiglie per capitolo (composizione percentuale rispetto al totale,
valori in euro in grassetto), 2011
Campania
Alimentari e bevande
Tabacchi
Abbigliamento e calzature
Abitazione
Combustibili ed energia
Arredamnenti ecc.
Sanità
Trasporti
Comunicazioni
Istruzione
Tempo libero e cultura
Altri beni e servizi
Totale
Spesa media mensile
28,7
1,4
5,7
25,1
4,8
5,1
2,8
11,5
2,1
0,6
3,3
8,9
100,0
1.944
Mezzogiorno
Italia
25,6
1,3
6,6
24,8
5,3
5,2
3,6
12,7
2,1
1,1
3,4
8,3
100,0
1.894
19,2
0,8
5,4
28,9
5,2
5,1
3,7
14,2
1,9
1,1
4,2
10,2
100,0
2.488
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
49
COMMERCIO ESTERO
I dati relativi agli scambi agroalimentari
regionali mostrano, per il 2011, una
performance positiva della Campania.
A tali risultati contribuiscono le esportazioni, che crescono dell’1,3%, mentre
l’aumento delle importazioni si attesta
al 18%. Il saldo commerciale resta positivo, con un peggioramento, però,
del 63% rispetto al 2010.
Considerando le componenti della bilancia agroalimentare si rileva che la
Campania è l’unica tra le regioni del
Sud a superare la soglia del 5% per le
importazioni dell’industria alimentare.
Anche nel caso delle esportazioni è
solo la Campania a superare tale soglia
tra le regioni centromeridionali: nonostante un ridimensionamento rispetto
al 2010 (-1%), il peso di questa regione
sull’export dell’industria alimentare rimane superiore al 10%, ponendosi al
quinto posto a livello nazionale, dietro
Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte
e Veneto. Passando all’analisi del settore
primario, la Campania si conferma tra
50
Principali dati sugli scambi con l’estero (valori in milioni di euro correnti), 2011
Valore
2011
Quota %
su Italia
Var. %
2011/2010
Posizione
in graduatoria
Prod. Agricola (a prezzi di base)
Valore aggiunto agricolo
3.425,1
2.260,2
6,6
8,2
1,6
0,5
7
6
ESPORTAZIONI
Settore Primario
Industria Alimentare
Bevande
Industria Alimentare e Bevande
Totale Agroalimentare
TOT. BILANCIA COMMERCIALE
394,1
1.994,7
46,7
2.041,4
2.435,4
9.425,5
6,8
10,6
0,8
8,3
7,9
2,5
2,8
0,8
8,3
1,0
1,3
0,9
7
4
13
5
5
8
IMPORTAZIONI
Settore Primario
Industria Alimentare
Bevande
Industria Alimentare e Bevande
Totale Agroalimentare
TOT. BILANCIA COMMERCIALE
930,3
1.302,9
15,7
1.318,6
2.248,9
12.695,1
7,3
5,3
1,1
5,0
5,7
3,2
23,7
14,3
11,0
14,3
18,0
9,7
5
7
11
7
7
8
Fonte: elaborazioni su dati INEA
le principali regioni meridionali per
gli scambi in questo settore, con una
quota del 6,8% (7° posto a livello nazionale) per le esportazioni di prodotti
agricoli e del 7,3% (5° posto a livello
nazionale) per le importazioni.
Gli scambi agroalimentari regionali
registrati nel 2011 rilevano l’aumento
Distribuzione geografica dei principali flussi
commerciali della Campania, 2011
Primi 6 Paesi o Aree partner
Esportazioni
%
Importazioni
%
Regno Unito
16,5
Germania
16,0
Germania
13,6
Spagna
9,4
7,8
Francia
8,7
Stati Uniti d'America
Francia
7,7
Cina
5,6
Giappone
5,5
Canada
5,4
Belgio
3,3
Paesi Bassi
5,2
Fonte: Elaborazione su dati INEA
dell’import sia per il settore agricolo
(+23,7%), con gli acquisti di cereali
in crescita di quasi il 70% (sia in termini quantitativi che di prezzo), sia
quello dei trasformati, con l’import di
prodotti lattiero-caseari in crescita di
oltre il 15%.
Dal lato delle esportazioni, gli incrementi
sono più contenuti con valori del 2,8%
per il settore primario e dell’1% circa
per l’industria alimentare.
Per quanto riguarda le bevande, a
livello regionale si registra un peso
contenuto sia in valore, sia in termini
di composizione percentuale rispetto
al dato nazionale.
Per quanto attiene la distribuzione
geografica dei flussi commerciali, la
situazione è pressoché invariata rispetto
al 2010. Per le esportazioni, la graduatoria dei più importanti destinatari
delle nostre vendite agroalimentari indica nelle prime sei posizioni Regno
Unito, Germania, Stati Uniti, Francia,
Giappone e Belgio, con quote comprese
tra il 16% e il 3%. Per le importazioni
si confermano nelle prime posizioni
Germania, Spagna, Francia, Cina, Canada e Paesi Bassi.
Considerando le performance dei prodotti campani si osserva che i punti di
forza sono rappresentati dagli ortaggi
trasformati e dal vino, per i quali il
valore del saldo normalizzato è pari
rispettivamente al 72,1% e al 96,8%.
Lo scenario è differente per i prodotti
che presentano un valore negativo elevato (prossimo a -100) del saldo normalizzato, che indica forte dipendenza
dall’estero per questi prodotti: è il caso
dei cereali, degli animali vivi, del pesce
lavorato e conservato, etc..
I prodotti con variazioni positive delle
esportazioni più accentuate sono i prodotti lattiero-caseari (+ 14,1%) e il
vino (+ 12,1%); mentre registrano una
perdita le esportazioni di ortaggi trasformati (- 4,1%) e oli e grassi (10,7%).
51
Commercio estero per principali aggregati agroalimentari (mio euro a prezzi correnti), 2011
Import
Cereali
Legumi e ortaggi freschi
Legumi e ortaggi secchi
Agrumi
Altra frutta fresca
Frutta secca
Semi e frutti oleosi
Cacao, caffè, tè e spezie
Prodotti del florovivaismo
Animali vivi
Prodotti della silvicoltura
Prodotti della pesca
Prodotti della pesca
SETTORE PRIMARIO
Derivati dei cereali
Zucchero e prodotti dolciari
Carni fresche e congelate
Fonte: Elaborazione su dati INEA
52
222,87
56,01
98,68
10,03
49,07
172,13
15,65
118,85
42,40
39,62
12,31
84,71
84,71
930,27
29,75
67,58
158,80
Quota Export Quota Sn
su Italia
su Italia (%)
%
%
8,0
6,4
48,2
4,1
4,4
24,3
2,3
7,3
8,2
2,7
1,3
10,8
10,8
7,3
2,4
3,8
3,5
0,13
131,63
5,76
5,24
23,12
124,64
1,83
2,94
13,38
0,00
1,05
20,24
20,24
394,08
405,06
24,62
13,40
0,0 -99,9
11,9
40,3
13,1 -89,0
2,9 -31,4
1,0 -35,9
47,0 -16,0
2,4 -79,1
3,8 -95,2
2,0 -52,0
0,0 -100,0
0,7 -84,3
11,9 -61,4
11,9 -61,4
6,8 -40,5
10,0
86,3
1,8 -46,6
1,2 -84,4
Import Quota Export Quota
su Italia
su Italia
%
%
Pesce lavorato e conservato
214,25 5,9
Ortaggi trasformati
164,13 17,4
Frutta trasformata
38,64 7,0
Prodotti lattiero-caseari
300,88 7,7
Oli e grassi
145,07 4,8
Altri prodotti alimentari trasformati
60,48 3,7
INDUSTRIA ALIMENTARE
1.302,90 5,3
Vino
0,49 0,2
di cui spumanti
0,12 0,1
di cui vini confezionati
0,30 0,6
di cui vini sfusi
0,00 0,0
Altri alcolici
10,56 1,1
Bevande non alcoliche
4,68 2,3
BEVANDE
15,73 1,1
INDUSTRIA ALIMENTARE E BEVANDE 1.318,63 5,0
BILANCIA AGROALIMENTARE
2.248,90 5,7
BILANCIA COMMERCIALE
12.695,10 3,2
5,80
1.010,57
98,69
183,09
99,13
130,99
1.994,66
30,17
2,48
26,31
0,97
10,59
5,93
46,69
2.041,35
2.435,43
9.425,52
1,5
51,9
10,0
7,7
5,6
5,2
10,6
0,7
0,5
0,8
0,2
1,3
1,2
0,8
8,3
7,9
2,5
Sn
(%)
-94,7
72,1
43,7
-24,3
-18,8
36,8
21,0
96,8
90,8
97,7
100,0
0,1
11,8
49,6
21,5
4,0
-14,8
ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE
53
MERCATO FONDIARIO
Durante il 2011 il mercato fondiario
campano ha mostrato una sostanziale
stabilità rispetto all'anno precedente.
Fanno eccezione alcune situazioni specifiche a livello locale dove si registrano
leggere flessioni legate all’andamento
economico-finanziario generale che ha
manifestato i suoi effetti anche sul sistema produttivo regionale.
In generale, si rileva una modesta
flessione dei prezzi medi dei seminativi
irrigui (-0,2%) e non irrigui (-0,4%);
mentre cala in maniera più consistente
il valore dei frutteti (-1%). Le variazioni positive più significative a livello
locale hanno riguardato gli agrumi
ed i vigneti DOC della penisola sorrentina (+2%) ed i vigneti DOC delle
Colline di Montemaggiore (+3%) nel
casertano.
Differenze poco significative si riscontrano per gli oliveti (-0,2%). Nel complesso i prezzi dei terreni continuano
ad essere fortemente influenzati dalle
suscettività d'uso extragricole, con quo54
tazioni maggiori per i terreni localizzati
in prossimità dei centri urbani più
densamente popolati.
In provincia di Napoli, rispetto al 2010,
sono diminuiti i prezzi medi delle
colture ortofloricole (-0,6%) e dei fondi
coltivati a frutteto (-2,6%) specie nelle
aree gravate da problemi ambientali.
Solo in alcune regioni agrarie si rilevano
variazioni positive. Questo vale in particolare per agrumeti e vigneti DOC
delle colline litoranee della Penisola
Sorrentina (+2%).
Nel complesso il livello degli scambi si
presenta meno attivo rispetto all’anno
precedente soprattutto a causa della
crisi economica generale che si ripercuote anche sul settore agricolo. In
ogni caso, essendo un territorio fortemente urbanizzato, il livello delle quotazioni dei terreni è quasi completamente scollegato dalle effettive potenzialità agricole del suolo. Persiste, anche
se in maniera meno accentuata, il fenomeno degli spostamenti degli im-
prenditori ortofloricoli del napoletano
verso altre province.
In provincia di Caserta si registra una
lieve diminuzione dei valori fondiari
ad eccezione dei vigneti di qualità e
dei frutteti, ma limitatamente alla regione agraria delle Colline di Montemaggiore. Modeste flessioni hanno interessato i seminativi, sia irrigui che in
asciutto (-0,3%), destinati a soddisfare
la domanda da parte degli allevatori
di bufale. La decrescita dei valori negli
ultimi anni è causata dai problemi
d'inquinamento dell'area e dal rischio
sanitario connesso all’elevata diffusione
della brucellosi negli allevamenti bufalini. I valori degli oliveti sono rimasti
sostanzialmente invariati. Rallenta nel
complesso la crescita dei terreni destinati
alla frutticoltura (-0,3%) che fino all’anno precedente avevano registrato,
limitatamente ad alcune aree, un aumento di valore. Si assesta anche il
prezzo medio di castagneti e noccioleti
ubicati sulle colline di Roccamonfina,
mentre aumenta nelle colline di Montemaggiore (+1,5%).
Sostanzialmente stabile rispetto all’anno
precedente il mercato fondiario nella
provincia di Salerno. Il valore dei seminativi irrigui è pressoché invariato
rispetto al 2010, salvo un modesto decremento dei prezzi nell’area delle colline
interne del medio Sele (-0,5%). Continua
a diminuire il prezzo dei seminativi
non irrigui specie nelle aree di montagna
interna tra alto Sele e Platano (-1,5%).
Gli oliveti hanno registrato nel complesso
quotazioni piuttosto stabili, ad eccezione
del calo rilevato nelle aree dei Monti
Picentini (-1,5%) e delle colline litoranee
di Salerno (-1,5%). Sostanziale stabilità
anche per quanto riguarda i terreni
destinati all’orticoltura. In calo, invece,
i terreni destinati a vini DOC nel Cilento
(-2%) e nelle colline interne del medio
Calore (-2%).
Nel Beneventano il mercato si presenta
meno attivo rispetto all’anno precedente
con prezzi pressoché invariati, ad ec-
cezione degli oliveti che registrano una
leggera flessione (-0,4%).
Le quotazioni dei terreni in provincia
di Avellino sono rimaste stabili per
quasi tutte le tipologie colturali ad eccezione dei seminativi non irrigui che
mostrano una certa flessione (-0,8%).
Anche il settore vitivinicolo di qualità,
fino al 2010 trainante per l’economia
locale, ha subito una battuta di arresto,
con prezzi medi dei terreni invariati
rispetto all’anno precedente.
Nel corso del 2011 si presenta piuttosto
equilibrato il rapporto tra domanda e
offerta ad eccezione di alcune particolari
aree. Nel beneventano si registra una
prevalenza di domanda per i terreni
ubicati in aree di produzione riconosciute da denominazioni di origine e
ben collegati alle reti stradali. In provincia di Caserta la domanda è rivolta,
prevalentemente, verso i terreni destinati
alla coltivazione di di seminativi, alle
orticole nelle zone litoranee, ai noccioleti
e castagneti delle colline di Roccamon-
fina e ai noccioleti e meleti delle colline
di Montemaggiore.
Nel napoletano a causa della crisi del
settore agricolo e dei problemi ambientali prevale l’offerta, specialmente
per i terreni marginali, mentre per i
terreni della penisola sorrentina ed in
particolare per gli agrumeti prevale la
domanda.
Nel salernitano, ad eccezione di alcune
aree, si riscontra una generalizzata
prevalenza dell’offerta, con i seminativi
che risultano tra i terreni più richiesti.
Anche in provincia di Avellino prevale
l’offerta, mentre i terreni più richiesti
continuano ad essere quelli destinati a
vigneti DOCG. In calo le richieste dei
castagneti nelle due regioni agrarie
dell’Alto Sabato e delle Colline avellinesi
anche a causa dei problemi fitosanitari
della coltura sempre più infestata dal
cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu). I noccioleti al contrario continuano ad essere tra i più
richiesti.
55
In ogni caso la domanda dei fondi
agricoli è costituita prevalentemente
da imprenditori e coltivatori che desiderano ampliare la propria azienda. È
relativamente frequente anche la richiesta di terra da parte di imprenditori
agricoli intenzionati a raggiungere i
requisiti necessari per poter accedere
agli aiuti strutturali offerti dall'Unione
Europea.
L'offerta è costituita perlopiù da ex
coltivatori in pensione che non hanno
eredi disposti a svolgere la loro stessa
attività, da proprietari fondiari che
svolgono attività diverse da quella agricola (e poco propensi ad accollarsi le
elevate imposte che gravano sui fondi)
e da proprietari di aziende di piccole
dimensioni. Nell'ultimo periodo è aumentata la richiesta di terreni localizzati
in zone interne e marginali, soprattutto
se ricadenti nelle aree protette, da parte
di soggetti extragricoli attratti dal mondo rurale e dalle caratteristiche ambientali e paesaggistiche del territorio.
56
La richiesta di terreni è indirizzata
prevalentemente verso quelli serviti da
infrastrutture adeguate, anche se il
prezzo risente sempre più dell'andamento dei mercati agricoli e delle misure
di politica agraria piuttosto che della
localizzazione del fondo. I terreni situati
nei pressi dei centri abitati, delle grandi
vie di comunicazione e delle zone turistiche spuntano prezzi più alti, risentendo della suscettività per usi extragricoli.
Nel territorio campano secondo il 6°
Censimento Generale dell’Agricoltura
dell’ISTAT relativo al 2010, la superficie
in affitto si estende su 157.200 ettari.
Tale superficie, non include quella concessa in uso gratuito per la quale sono
stati rilevati quasi 41.200 ettari.
La crescita della superficie in affitto
rispetto al 2000 è stata di circa il
116%. Questo fenomeno, diffuso in
maniera piuttosto generalizzata nelle
aree centro meridionali, deriva dalla
consistente diminuzione del numero di
aziende avvenuta nell’ultimo decennio.
In Campania dal 2000 al 2010 il numero di aziende si è ridotto di circa
98.000 unità. Nel complesso le aziende
che utilizzano l’affitto e forme miste
sono circa 27.000, il 20% del totale
regionale. Continua, inoltre, la tendenza
alla regolarizzazione dei contratti d'affitto stagionali e/o verbali in pluriennali
e scritti.
Nella provincia di Caserta continua a
ridursi il divario tra i canoni per i
terreni situati nelle zone ad agricoltura
intensiva e quelli delle zone marginali.
La riconversione degli allevamenti bovini in bufalini ha sensibilmente aumentato la richiesta di seminativi (irrigui
e asciutti) in affitto. È aumentata anche
la richiesta per i terreni ricadenti nelle
zone caratterizzate da produzioni di
pregio (noccioleti, castagneti, meleti e
vigneti) poiché assicurano un reddito
maggiore. Il numero di contratti e il livello dei canoni sono invece in flessione
per le colture orticole e i frutteti. Si
Valori fondiari medi per qualità di coltura e per province (migliaia di euro/ha), 2011
2003 2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
45,0
18,0
31,5
13,5
47,5
19,0
33,0
14,5
47,5
19,0
33,0
14,5
20,0
34,5
16,0
20,0
34,5
15,5
21,0
34,5
16,5
21,0
34,5
16,5
20,0
34,5
16,5
16,0
−
23,0
−
−
17,0
34,5
25,0
−
−
18,0
34,5
25,0
37,5
25,0
19,5
34,5
27,5
39,0
28,5
19,5
34,5
28,5
40,0
29,5
19,0
35,0
29,5
39,0
29,0
19,0
35,0
30,0
39,0
28,5
19,0
35,0
30,0
39,0
28,5
19,0
35,0
30,0
39,0
28,5
Caserta
Frutteti specializzati irrigui nell’Agro Aversano
Vigneti della zona di Galluccio
Seminativi irrigui nell’Agro Aversano
Oliveti collinari nel Matese
45,0
−
35,0
15,0
46,0
−
37,0
16,5
46,0
21,5
38,0
17,5
43,0
22,0
33,5
15,5
43,5
22,5
33,5
16,0
43,5
22,5
34,5
16,5
43,5
22,5
33,5
18,0
42,5
24,0
34,5
19,0
42,5
24,0
33,5
19,0
Napoli
Azienda ortofloricola nella zona litoranea della provincia di Napoli
Frutteti specializzati irrigui nell’Agro giuglianese
Azienda con colture ortive sottoserra nel Piano Campano sud-occidentale
91,5
50,0
92,5
96,0
53,5
95,0
96,0
53,5
95,0
100,0 100,0
51,5 51,5
101,0 103,5
105,0
51,5
103,5
100,0
51,5
103,5
100,0
52,0
100,0
100,0
52,5
100,0
Salerno
Frutteti specializzati irrigui nella Piana del Sele
Seminativi irrigui nella Piana del Sele
Oliveti nelle colline del Vallo di Diano
56,0
51,5
25,5
59,0
53,0
25,5
59,0
54,5
27,5
60,0
56,0
31,0
60,0
56,0
31,0
61,0
57,0
31,0
61,0
57,0
31,0
Avellino
Noccioleto nelle colline di Avella e del Vallo di Lauro
Oliveti nell’Irpinia Centrale e nel Sabato
Vigneti DOC nelle colline dell’Irpinia centrale
Oliveti nelle colline dell'Irpinia Centrale
45,0
17,0
31,0
13,5
Benevento
Seminativi collinari nella zona del Taburno
Vigneti DOC nelle colline del Calore
Vigneti DOC nelle colline del Taburno
Frutteti nel fondovalle dei Monti del Taburno e del Camposauro
Seminativi arborati nelle colline del Calore Irpinio Inferiore
59,0
56,0
30,0
60,0
56,0
32,0
Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari
57
rileva una scarsa vivacità anche nelle
aree dove prevale una dimensione aziendale piccola.
A Benevento i canoni sono generalmente
più accessibili che nel casertano. Nel
complesso si riscontra una generalizzata
prevalenza dell’offerta, con qualche
eccezione per determinate colture. I
canoni sono piuttosto elevati per i
vigneti DOC, per i quali si registra
anche un mercato degli affitti più
vivace, attribuibile alla possibilità di
usufruire dei contributi comunitari.
Un certo interesse si registra per il
58
prato pascolo nella zona del Fortore.
A Napoli il mercato continua ad essere
fortemente influenzato dalle suscettività
d'uso extragricole tipiche delle aree
fortemente urbanizzate (edilizia, parcheggi e centri sportivi). Persiste pertanto la tendenza dei proprietari a non
rinnovare i contratti in scadenza.
Ad Avellino si riscontra la prevalenza
dell’offerta nelle aree più marginali
della provincia caratterizzate da un'agricoltura estensiva di tipo cerealicolozootecnica. Nonostante ciò si riscontra
un certo interesse per i seminativi a
causa delle esigenze di spandimento
dei reflui zootecnici. Sono in aumento
i canoni per i terreni destinati alla
frutta in guscio, in particolare per i
noccioleti.
Nelle aree pianeggianti e litoranee del
salernitano è in aumento la domanda
per i seminativi irrigui e per i terreni
interessati dall'ortofloricoltura (soprattutto se protetta) grazie alla presenza
ormai consolidata sul territorio di grandi
organizzazioni dei produttori caratterizzate da elevati volumi di produzione
e di commercializzazione.
INVESTIMENTI
Secondo gli ultimi dati Istat disponibili,
l’ammontare degli investimenti fissi
lordi in agricoltura, nel 2010, è pari a
626 milioni di euro. È confermato il
trend negativo degli ultimi tre anni,
con una flessione equivalente ad un
punto percentuale rispetto al 2009.
Tale andamento non è in linea con
quanto accade nei settori dell’industria
e dei servizi che, nel biennio 20092010, mostrano una flessione positiva,
rispettivamente del 12% e del 6%.
Certamente la crescente difficoltà di
accesso al credito da parte degli agricoltori influisce sull’attività di investimento del settore primario e condiziona
la scelta degli imprenditori di destinare
le risorse in favore della gestione ordinaria dell’impresa piuttosto che degli
investimenti.
In calo anche l’incidenza dell’agricoltura
Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli
Anni
Valori
correnti
(mln euro)
Valori
concatenati
(mln euro)
2005
2006
2007
2008
2009
2010
910
939
942
689
635
626
910
910
886
627
562
550
% su valori concatenati
Totale
VA agricolo
investimenti
4,45
4,22
3,99
3,61
3,60
3,33
38,35
39,54
37,55
26,58
23,78
23,65
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
sul totale degli investimenti fissi lordi
che, invece, nel triennio 2008-2010
era rimasta stabile al 4%, avvicinandosi
alla media nazionale, pari al 3,4%.
Resta stabile l’incidenza degli investimenti fissi lordi sul valore aggiunto
agricolo (24%), valore che se paragonato al dato nazionale (33,4%) risulta
chiaramente inferiore.
Investimenti fissi lordi per branca proprietaria per settore di attività economica (milioni
di euro;valori a prezzi correnti), 2008-2010
2008
Agricoltura, silvicoltura
e pesca
688
Industria
3.823
Servizi
14.373
Totale
18.884
2009
2010
634
3.357
13.164
17.155
626
3.768
13.970
18.364
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
59
CREDITO ALL’AGRICOLTURA
60
Finanziamenti agevolati ad agricoltura, foreste e pesca (mln di euro), 2012
Campania
Mezzogiorno
Italia
Oltre il
breve termine
2011
2012
Entro il
breve termine
2011
2012
23
63
379
...
45
77
17
47
374
...
44
80
TOTALE
2011
23
108
456
Var. %
2012/11
2012
17
91
454
-26,1
-15,7
0,4
Fonte: elaborazioni su dati della Banca d’Italia
Andamento delle consistenze dei finanziamenti agevolati all'agricoltura in Campania, 2007-2012
50
45
Valori in milioni di euro
La consistenza dei finanziamenti agevolati all’agricoltura, silvicoltura e
pesca, nel corso del 2012, in Campania,
va ad attestarsi su un valore, in termini
assoluti, di 17 milioni di euro.
Rispetto all’anno precedente, si registra
una consistente flessione (-26%), dato
nettamente dissimile se confrontato
con quello nazionale che, invece, non
mostra variazioni.
L’analisi sulle consistenze in milioni
di euro, erogate durante l’arco temporale 2007-2012, dimostra il progressivo
calo dei finanziamenti agevolati all’agricoltura campana, il cui inizio
coincide con l’avvento della crisi economica che ha colpito il paese.
Per quanto concerne le condizioni di
finanziamento, è proseguita la propensione verso il credito a più lunga
scadenza; infatti i dati relativi ai finanziamenti a breve termine in Campania, sia nel 2011 che nel 2012, non
sono pervenuti.
È interessante osservare l’incidenza del
40
35
30
25
20
15
10
5
0
2007
2008
Fonte: elaborazioni su dati della Banca d’Italia
2009
2010
2011
2012
Mezzogiorno pari al 48,3%, superiore
a quella nazionale che, invece, si attesta
intorno al 17,6%. Nello specifico, gli
impieghi per i finanziamenti in agricoltura, oltre il breve termine, hanno
subìto una considerevole contrazione
(- 15%) rispetto al 2011. L’unica componente che mostra una variazione positiva (un punto percentuale) è rappresentata dagli investimenti in macchine, mezzi di trasporto e attrezzature.
In linea con il trend negativo, sia della
circoscrizione del Mezzogiorno sia di
quella nazionale, i finanziamenti per
costruzioni e fabbricati rurali e per
l’acquisto di immobili rurali denotano
un calo del 21% e del 15% rispettivamente.
Finanziamenti oltre il breve termine agli investimenti in agricoltura (mln euro), 2012
Campania
Mezzogiorno
Italia
Costruzione fabbricati rurali
2011
2012
var
2012/11
356
283
-20,5%
947
821
-13,3%
8085
6933
-14,2%
Macchine e attrezzature varie
2011
2012
var
2012/11
144
145
0,7%
804
832
3,5%
5281
5577
5,6%
Acquisto di mobili rurali
2011
2012
var
97
331
2920
82
292
2783
-15,5%
-11,8%
-4,7%
2011
2012/11
597
2083
16286
TOTALE
2012
510
1945
15293
var
2012/11
-14,6
-6,6%
-6,1%
Fonte: elaborazione su dati della Banca d’ Italia
61
CONSUMI INTERMEDI
Nel 2011 la spesa per i consumi intermedi dell’agricoltura, inclusa la silvicoltura e pesca, è aumentata in valore
del 4% rispetto al 2010. Per quel che
riguarda la silvicoltura il valore dei
consumi intermedi è diminuito del 14%
rispetto all’anno precedente, valore che
contrasta con il dato nazionale che
evidenzia una diminuzione del 3%,
mentre il settore della pesca, rispetto
al 2010, incrementa i propri consumi
intermedi del 6% (con complessivi
43,8 milioni di euro spesi) e, del 7% a
livello nazionale.
La ripartizione della spesa tra le principali categorie di beni e servizi acquistati risulta così ripartita: il 42% è impiegato per i mangimi, il 21% per sementi e piantine, seguito da concimi
62
(16%), fitosanitari (13%) e spese di
stalla (8%). La riduzione delle quantità
utilizzate di mezzi tecnici (-0,3% rispetto al 2010) ha interessato, in misura
differenziata, tutti i fattori impiegati
(-1,2% i concimi, -2,2% i fitosanitari,
-2,3% sementi e piantine, -3,5% mangimi), ad eccezione delle spese di stalla
che registrano un incremento del 2,2%.
Anche a livello nazionale la spesa per i
consumi intermedi mostra un calo pari
allo 0,5% rispetto al 2010.
La variazione ha riguardato, in maniera
superiore, la categoria di sementi e
piantine (-1%), seguita dai fitosanitari
(-0,9%), dai mangimi (-0,6%) e dai
concimi (-0,4%) a differenza dell’impiego per le spese di stalla che aumentano del 2,3%.
Consumi intermedi agricoltura,silvicoltura e
pesca (valori in 000 di euro)*, 2011
2011
2010
Var.
2011/10
Agricoltura
Silvicoltura
Pesca
Totale
Campania
Agricoltura
Silvicoltura
Pesca
Totale Italia
1.115.828
5.203
43.845
1.075.174
4,0%
6.073 -14,0%
41.239
6,0%
1.164.876
23.309
100
801
24.210
1.122.486
21.515
103
751
22.369
* Compreso Sifim
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
4,0%
8,0%
-3,0%
7,0%
8,0%
Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli
Concimi
Campania
Italia
-1,2
0,4
Fitosanitari
-2,2
-0,9
Sementi e
piantine1
-2,3
-1
Mangimi
-3,5
-0,6
Spese di
stalla
2,2
2,3
Totale
-0,3
0,5
1
la voce comprende: le sementi, le piante da frutta, le piante orticole e le piante ornamentali
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Consumi intermedi dell’agricoltura, per categoria di beni e servizi acquistati, 2011
8,1%
16,0%
Concimi
Fitosanitari
12,7%
42,2%
Sementi e piantine
Mangimi
Spese di stalla
21,1%
Fonte : elaborazioni su dati ISTAT
63
RISULTATI PRODUTTIVI
La produzione agricola regionale ai
prezzi di base ha registrato, nel 2011,
un aumento rispetto all’anno precedente
(+1,76%) ed il suo valore è pari a 3.565
milioni di euro. I principali comparti
che costituiscono la produzione agricola
campana sono le coltivazioni erbacee
che con il 43,4% assumono il maggior
peso sulla produzione. Seguono gli allevamenti zootecnici (19,8%), le coltivazioni legnose (15,6%), le attività dei
servizi connessi (11,3%) e, infine, in
percentuali inferiori troviamo le coltivazioni foraggere, la pesca, la silvicoltura,
le attività secondarie. In linea generale,
le variazioni percentuali rispetto al 2010
di produzioni e servizi ai prezzi base
presentano valori positivi, con l’eccezione
delle coltivazioni legnose che scontano
una variazione negativa di 9,5 punti
percentuali. Si registrano variazioni di
valore della PLV anche per la silvicoltura
e la pesca: la prima diminuisce del 6,4%,
mentre la seconda fa registrare una flessione di quasi 8 punti percentuali.
64
Produzione e servizi ai prezzi di base per principali comparti, 2011
Campania
Coltivazioni erbacee
Coltivazioni foraggere
Coltivazioni legnose
Allevamenti zootecnici
Sevizi connessi1
Attività secondarie2
Silvicoltura
Pesca
TOTALE3
Variazione %
2011/10
000 euro
%
1.547.394
119.153
555.813
704.939
402.850
53.916
72.706
108.553
3.565.324
43,4
3,3
15,6
19,8
11,3
1,5
2,0
3,0
100,0
prezzi
3,2
3,8
-9,5
9,2
5,2
5,8
2,13
1
Comprende contoterzismo attivo e passivo, confezionamento prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, servizi
annessi all'allevamento, fecondazione artificiale, nuovi impianti produttivi.
Agriturismo, trasformazione latte, frutta, carne e altre attività esercitate dalla banca agricola.
3
Al lordo delle attività secondarie esercitate da altre branche di attività economica.
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
2
In Campania, nel 2011, la quota maggiore di produzione in termini di valore
monetario ai prezzi base si concentra
nel settore delle patate e ortaggi
(34,3%), mentre l’aggregazione delle
carni (12,8%), dell’attività dei servizi
connessi (12,2%), di frutta e agrumi
(11,4%), del latte (6,2%), compone
una ulteriore quota complessiva del
43% circa del valore della produzione.
Passando all’analisi dei singoli comparti
produttivi, si rileva che per i cereali
l’annata agraria 2011 è stata particolarmente negativa. In particolare si segnala una contrazione della produzione
di frumento tenero (-9,8%), mentre la
produzione di frumento duro contabilizza un incremento del 2,9%. Invece,
Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori (migliaia di euro), 2011
Uova e miele
2,2%
Servizi connessi
12,2%
Cereali e legumi secchi
3,2%
Latte
6,2%
Carni
12,8%
Frutta e agrumi
11,4%
Patate e ortaggi
34,3%
Colture Industriali
3,3%
Prodotti dell'olivicoltura
2,6%
Prodotti vitivinicoli
2,2%
Coltivazioni foraggere
3,6%
Fiori e piante da vaso
6,0%
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
le produzioni di orzo e mais ibrido è
calata, rispettivamente, del 13,9% e
del 45,1%. In controtendenza rispetto
agli altri comparti produttivi, hanno
fatto registrare un incremento le produzioni di patate (+10,2%), di nocciole
(+18,5%), delle fragole (+2,7%), dei
mandarini (+1,8%), dei peperoni
(+5,8%), dei pomodori (+1,4%).
Riguardo le coltivazioni industriali,
continua a diminuire la produzione di
barbabietola da zucchero (-11,1%), in
ulteriore diminuzione anche la produzione di tabacco (-2,5%).
Relativamente alle altre colture, in linea
con quanto si registra a livello nazionale,
si contabilizza una calo nella produzione
di olio (-25,4%), dei cavoli (-6,7%),
dei cavolfiori (-5,4%), delle melanzane
(-5,8%), delle noci (-1,9%), delle arance
(-4,1%), dell’actinidia (-3,9).
Un trend negativo si intravede anche
per la produzione vitivinicola che registra una flessione sia della produzione
di uva da vino (-25,7%), sia di vino (13%) con conseguente diminuzione
del loro valore (-15,7% per l’uva da
vino e -1,4% per il vino).
L’andamento dei prezzi delle produzioni
segue quello delle quantità prodotte.
Infatti, alla riduzione delle quantità
prodotte si accompagna una diminuzione dei prezzi: -26,6% per il mais
ibrido, -19,6% per l’olio, +26,4% per
le nocciole, +13,1% per i pomodori,
+26,0% per i mandarini e così via per
il resto delle coltivazioni.
Nel 2011, il comparto zootecnico campano offre notevoli elementi di analisi,
sia in termini di quantità prodotta che
di fatturato originato. In merito alla
quantità prodotta, il settore caseario
risulta predominante insieme alle carni
65
bovine, seguito da uova (in milioni di
pezzi), carni suine e pollame. Il settore
bovino e bufalino mantiene un ruolo
strategico nella produzione zootecnica
campana, sia in termini di produzione
da latte che da carne, malgrado la leggera flessione registrata rispetto al
2010, rispettivamente del -1,33% per
il latte (vaccino e bufalino) e -6,67%
per il latte di pecora e capra.
Per quanto riguarda il fatturato realizzato, il settore caseario, in particolare
la produzione di latte vaccino e bufalino,
conserva un ruolo di eccellenza, mostrando un incremento percentuale di
circa 12 punti rispetto al 2010; la produzione di latte ovino e caprino fa registrare, invece, un decremento di fatturato del 5,5%.
Per quanto riguarda il comparto delle
carni, si evince un rialzo nel valore
della produzione di carni suine
(+14,3%) e di pollame (+14,9%), mentre in leggera flessione risulta la produzione di carni ovine (-3,8%).
66
Principali produzioni vegetali, 2011
Valore2
Quantità
Prodotti
Frumento tenero
Frumento duro
Orzo
Granoturco ibrido
Patate
Fagioli freschi
Cipolle e porri
Carote
Carciofi
Cavoli
Cavolfiori
Indivia
Lattuga
Radicchio
Melanzane
Peperoni
Pomodori
Zucchine
Cocomeri
Poponi
Fragole
Barbabietola da zucchero
Tabacco
Girasole
000 q.li
423
1.401
359
644
2.991
572
345
19
231
531
663
425
1.065
35
841
621
3.720
338
823
574
598
32
350
7
var.%
2011/10
-9,8
2,9
-13,9
-45,1
10,2
-0,5
-4,2
-5,0
0
-6,7
-5,4
0,0
-3,7
0,0
-5,8
5,8
1,4
-0,9
-0,5
-3,7
2,7
-11,1
-2,5
0,0
000 euro
10.373
48.131
7.293
14.583
132.092
82.708
19.290
805
21.764
29.963
30.670
19.357
158.957
2.071
39.065
50.169
169.727
30.142
14.363
25.784
130.363
136
107.601
204
var. %
2011/10
24,1
54,5
21,0
-26,6
16,0
-8,4
-15,1
0,2
-1,6
3,0
4,2
0,0
-8,6
11,7
-4,1
7,1
13,1
-13,7
-6,5
4,9
3,2
-3,5
-0,4
19,5
Segue
Valore2
Quantità
Prodotti
Uva da tavola
Uva da vino venduta
Vino (000 hl)1
Olio1
Arance
Mandarini
Limoni
Clementine
Pesche
Mele
Pere
Nocciole
Noci
Actinidia
000 q.li
6
614
1.138
290
259
115
231
82
3.067
690
173
410
52
271
var.%
2011/10
0,0
-25,7
-13,0
-25,4
-4,1
1,8
-0,9
-1,2
0,2
-2,1
0,6
18,5
-1,9
-3,9
000 euro
281
11.451
60.099
81.403
8.199
4.743
12.150
2.108
83.385
21.951
9.599
65.330
18.517
18.179
var. %
2011/10
13,4
-15,7
-1,4
-19,6
-0,5
26,0
-15,3
-10,4
-21,5
-14,8
-24,9
26,4
1,5
13,0
1
Secondo la metodologia SEC95, rientrano nel settore "agricoltura" il vino e l'olio prodotto da uve e olive proprie dell'azienda, a esclusione di quello prodotto dalle cooperative e industria alimentare.
2
Ai prezzi di base.
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
67
Principali produzioni zootecniche, 2011
Quantità1
Prodotti
Carni bovine
Carni suine
Carni ovi-caprine
Pollame
Latte di vacca e bufala (000 hl)
Latte di pecora e capra (000 hl)
Uova (milioni di pezzi)
Miele
1
Peso vivo per la carne.
Ai prezzi di base.
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
2
68
000 q.li
788
472
22
410
4.666
90
796
5
var.%
2011/10
1,65
1,06
-4,55
0,73
-1,33
-6,67
1,63
0,00
Valore2
000 euro
195.994
76.559
6.333
86.561
199.801
6.752
71.845
1.666
var. %
2011/10
7,1
14,3
-3,8
14,9
12,1
-5,5
3,3
11,0
AMBIENTE E RISORSE NATURALI
69
CLIMA E DISPONIBILITÀ IDRICHE
70
Precipitazioni trimestrali cumulate; scarto in mm rispetto alla media climatica (1970-2000), 2012
I Trim
60
II Trim
III Trim
IV Trim
40
mm
20
0
-20
NAPOLI
BENEVENTO
AVELLINO
CASERTA
SALERNO
-40
-60
-80
Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA
Precipitazioni cumulate in mm II e II trimestre per provincia, 2010-2012 e confronto con media
climatica (1971-2000)
400
mm cumulati
Nel corso del 2012 l’INEA Campania
è stata impegnata nell’attività di monitoraggio della stagione irrigua, attività
intrapresa nel 2009 allo scopo di rilevare
ed analizzare i dati relativi all’andamento idro-meteorologico e di evidenziarne le eventuali ripercussioni nel
settore agricolo.
Dal confronto con i dati climatici del
trentennio di riferimento 1971-2000
(CRA-CMA), il 2012 risulta generalmente più caldo e con una distribuzione
delle precipitazioni sfalsata rispetto all’andamento climatico medio.
Le precipitazioni cumulate del primo
trimestre si sono mantenute al di sotto
dei valori climatici medi specie nei mesi
di gennaio e marzo, mentre nel secondo
e terzo trimestre hanno superato i valori
medi stagionali soprattutto in provincia
di Napoli e Salerno nei mesi primaverili
(secondo trimestre) ed un po’ ovunque
nei mesi estivi (terzo trimestre).
Pur non essendo mancati periodi di
siccità le precipitazioni cumulate nel
350
300
250
200
150
100
50
0
NAPOLI
AVELLINO
2010
Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA
BENEVENTO
2011
CASERTA
Med (1971-2000)
2012
SALERNO
Temperature medie massime per provincia, 2012. Scarto in °C rispetto alla media climatica (1970-2000)
NAPOLI
7
AVELLINO
BENEVENTO
CASERTA
SALERNO
T Max °C
6
5
4
3
2
1
0
-1
gennaio
febbraio
marzo
aprile
maggio
giugno
luglio
agosto
settembre
ottobre
novembre
dicembre
Fonte: elaborazione INEA su dati CRA-CMA
periodo primaverile-estivo risultano
più elevate rispetto all’anno precedente
(2011) in particolare nelle province di
Napoli, Caserta e Salerno, dove sono
stati registrati almeno 100 mm di pioggia in più. In realtà le precipitazioni
nel 2012 risultano piuttosto in linea
con l’andamento climatico medio, anche
se in alcuni mesi hanno superato i
valori climatici in tutte le province con
uno scarto maggiore nel napoletano,
nel casertano e nel salernitano. Le temperature medie massime si sono mantenute costantemente sopra la media
ad eccezione dei mesi di gennaio e
marzo, in cui lo scarto rispetto alla
media delle temperature medie massime
è stato negativo.
Durante il periodo estivo le temperature
medie massime hanno superato di
circa tre gradi i valori climatici di riferimento, mentre nei mesi di aprile,
novembre e dicemvre di almeno due
gradi. In ogni caso i massimi scostamenti delle temperature massime sono
stati registrati nel mese di marzo in
provincia di Caserta e nel mese di
agosto nelle province di Napoli e Caserta (fino a 4 gradi in più rispetto
alla media climatica).
I picchi di temperatura nel periodo
estivo sono stati registrati l’8 agosto
nell’avellinese e nel salernitano (t. max
71
42,4°C a Mirabella Eclano e 41°C a
Buccino). Nel mese di febbraio sono
state registrate temperature medie minime di oltre due gradi sotto la media
climatica nelle province di Benevento,
Avellino e Caserta.
Non sono mancate le ripercussioni nel
settore agricolo causate, da una parte,
dall’andamento anomalo delle temperature e, dall’altra, da eventi meteorici
molto concentrati.
In gran parte della regione, ad eccezione
delle zone costiere, nelle giornate comprese tra il 3 ed il 5 febbraio e tra il 10
ed il 15 febbraio si sono verificate
delle nevicate che in diversi punti
hanno abbondantemente superato il
metro di neve.
Nelle province di Avellino, Benevento
e Caserta sono state segnalate vere e
proprie situazioni di carattere emergenziale.
Nella provincia di Benevento, in alcune
aree montane sono stati raggiunti 3
metri di neve, con danni al comparto
72
zootecnico soprattutto nel caso delle
aziende situate nei territori montani e
pedemontani per problemi di isolamento
di alcune stalle.
Non sono mancati i danni al comparto
frutticolo e orticolo, sia in serra che in
pieno campo, per le aziende localizzate
nei territori collinari e pianeggianti. In
particolare, sono stati segnalati danni
agli uliveti.
In provincia di Avellino la neve ha
causato danni sia alle strutture zootecniche che alle produzioni agricole
tra cui olivo, nocciolo ed ortive. Sono
stati segnalati danni, anche, alle strutture nelle zone pedemontane dell’alto
casertano.
Gli eventi piovosi concentrati in alcune
giornate del mese di settembre hanno
causato danni di una certa entità. In
particolare, le piogge del 13 settembre
hanno provocato seri disagi soprattutto
nelle aree urbane dei comuni di Castellammare, Torre del Greco, San Giorgio a Cremano con problemi di viabilità
nell’area vesuviana, nel nolano e nel
salernitano.
I disagi maggiori causati dalle piogge
intense si sono verificati soprattutto a
fine ottobre e a fine novembre specialmente nel salernitano e nel napoletano.
Nei giorni tra il 27 ed il 31 ottobre si
sono verificate intense precipitazioni
di carattere localizzato, in particolare
nel salernitano, a Castel San Lorenzo
e Buonabitacolo, il 27 ottobre sono caduti oltre 100 mm di pioggia; si sono
inoltre verificati allagamenti a Capaccio,
Agropoli e Montecorvino Pugliano.
Secondo il Centro Agrometereologico
Regionale le elevate temperature minime
hanno favorito lo sviluppo delle popolazioni del Verme delle Noci (Carpocapsa pomonella), che nel 2012 ha
compiuto 3 ovideposizioni sulla coltura
determinando un forte aumento del
cosiddetto “Verme coperto”, ossia la
presenza di larve vaganti all'interno di
gusci apparentemente sani.
Le elevate temperature massime hanno
favorito lo sviluppo delle popolazioni
della Mosca dell'Olivo (Bactrocera oleae). Il Centro Agrometeorologico ha
stimato che il picco di massimo sfarfallamento della seconda generazione
si sia anticipato di circa 15 giorni in
tutti gli areali. Favorita anche la Tignola
della Patata (Phtorimaea operculella),
che ha danneggiato fortemente la coltura soprattutto in magazzino, così
com’è stato favorito lo sviluppo delle
popolazioni delle Nottue del pomodoro
e degli ortaggi (Helicorverpa armigera
e Spodoptera littoralis). In assoluto le
colture più danneggiate, sono state il
castagno ed il nocciolo.
Il castagno, che negli ultimi anni risente
anche degli attacchi del Cinipide galligeno (Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu), ha subito nel complesso un calo
della produzione tra il 60 ed il 90%;
mentre il nocciolo, fortemente attaccato
dalle cimici, è stato danneggiato per
circa il 90%.
73
AGRICOLTURA ED EMISSIONE DEI GAS SERRA
Le informazioni più aggiornate e dettagliate, a livello provinciale, sulle
emissioni di gas serra in agricoltura
sono quelle della Relazione dell’ARPAC
sullo stato dell’ambiente in Campania
2009 che a sua volta riporta dati di
uno studio dell’ISPRA e fornisce un
quadro particolareggiato delle emissioni
di gas serra a livello regionale e provinciale dal 1990 al 2005. Secondo
l’ARPAC in questo periodo le emissioni
di CO2eq6 in Campania si sono ridotte
del 17%. Si tratta di un valore in controtendenza con il trend nazionale, la
spiegazione è, però, da ricercare più
nella crisi economica che ha rallentato
le attività a maggiori emissioni (ovvero
di tipo industriale), che nell’aumento
dei comportamenti virtuosi.
Scendendo nel dettaglio provinciale
nell’intero periodo considerato (dal
1990 al 2005) si registra una netta riduzione delle emissioni di gas serra
6
74
nella provincia di Napoli, mentre nelle
province di Avellino e Benevento si registra un andamento sostanzialmente
costante. Per quanto riguarda la provincia di Caserta si nota un incremento
a partire dal 1995 ma, nel 2005, ritorna
ai valori del 1990, mentre nella provincia di Salerno si registra un aumento
a partire dal 1995.
Per quanto riguarda il contributo procapite regionale di gas serra, il periodo
preso in esame fa registrare un trend
decrescente che, nel 2005, si attesta
intorno alle 3 tonnellate equivalenti
pro-capite, ben al di sotto della media
europea (10,4 tonnellate CO2eq procapite). La spiegazione è legata probabilmente ad uno sviluppo socie-economico rallentato rispetto ad altre regioni europee.
Rispetto alle emissioni ripartite per
settori, il rapporto ARPAC evidenzia
una netta riduzione dal 1990 al 2005
nei settori relativi alla combustione industriale ed ai processi produttivi, un
aumento delle emissioni di gas serra
nel settore dei trasporti e nella combustione non industriale. Nello stesso periodo si registra un aumento della capacità di assorbimento della CO2eq.
Il maggior contributo, in assoluto, alla
formazione di gas serra è rappresentato
dall’apporto di anidride carbonica derivante, principalmente, dalla reimmissione in atmosfera dai combustibili
fossili. Segue per ordine di importanza
il metano proveniente in primis dall’agricoltura oltre che dal sistema dei
rifiuti e dell’energia. In sintesi le emissioni provengono principalmente dalla
combustione degli impianti che producono energia, dai trasporti stradali
e dai processi industriali in genere.
L’agricoltura non è tra i comparti maggiormente imputati, ma contribuisce
in particolare con l’emissione di due
Le emissioni dei vari gas serra sono espresse in tonnellate di CO2 equivalente per ogni anno.
gas serra: il metano ed il protossido di
azoto. Il metano emesso dal settore
agricolo segue un trend crescente dal
1990 al 2000 passando da 34.000 Mg
circa a poco più di 38.000 Mg, mentre
al 2005 si registra una diminuzione di
circa 1.000 Mg rispetto al 2000.
Se si considerano le emissioni del solo
settore agricolo, la zootecnia è tra le
attività a maggiore impatto per le emissioni di metano. Secondo i dati ISPRA
al 2005 le due province maggiormente
imputate sono Salerno e Caserta, dove
si concentra il maggior numero di allevamenti bovini e bufalini, che nel
complesso emettono il 77% del metano
proveniente dal settore agricolo. Più
specificamente la provincia di Salerno
è responsabile del 39,3% delle emissioni,
la provincia di Caserta del 37,7%; seguono la provincia di Benevento con il
13,1%, Avellino con l’8,3%, ultima
Napoli con l’1,5%. Rispetto al valore
nazionale la Campania contribuisce
con il 5%.
Contaminati nel settore agricolo (Mg), vari anni
Campania
Ossidi di azoto (NO+NO2 )
Composti organici volatili non metanici
Metano
Monossido di carbonio
Protossido di azoto
Ammoniaca
Particolato (<10 micron)
Particolato (<2,5 micron)
1990
1995
2000
2005
11
58
33,967
371
3,330
18,130
454
200
12
55
35,501
376
3,249
18,573
484
216
10
53
38,222
310
3,770
20,164
449
184
9
49
36,936
301
3,478
17,299
495
188
Fonte: elaborazioni su dati Sinanet
Emissioni di metano del settore agricolo in (Mg), per provincia, vari anni
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Italia
Campania/Italia
1990
1995
2000
2005
4.305
5.193
12.998
1.583
9.887
33.967
853.766
4,0%
4.357
4.001
14.223
3.038
9.883
35.501
855.646
4,1%
4.220
6.543
15.052
1.396
11.011
38.222
839.992
4,6%
3.073
4.850
13.930
568
14.514
36.936
773.947
4,8%
Fonte: elaborazioni su dati Sinanet
75
Altra fonte di emissioni legata al comparto agricolo è legata al consumo di
energia ed ai processi industriali necessari per la produzione di fitofarmaci
e fertilizzanti di sintesi.
Allo stesso tempo il settore agricolo
può essere considerato come un settore
strategico nella gestione dei cosiddetti
carbon sink, ovvero dei siti che svolgono
il ruolo di stoccaggio del carbonio.
Emissioni di metano del settore agricolo, per provincia (Mg), vari anni
Salerno
Avellino
2005
2000
Napoli
1995
1990
Benevento
Caserta
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000 14000
16000
Fonte: elaborazioni su dati Sinanet
Emissioni di protossido di azoto del settore agricolo in (Mg), vari anni
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Italia
Campania/Italia
Fonte: elaborazioni su dati Sinanet
76
1990
1995
2000
2005
429
452
1.012
462
975
3.330
78.692
4,2%
474
430
963
456
926
3.249
77.852
4,2%
552
519
1.314
523
862
3.770
78.297
4,8%
506
414
1.196
396
966
3.478
73.677
4,7%
CONSUMO DI SUOLO
La perdita di terreno, comunemente
definita “consumo di suolo” è un fenomeno diffuso su tutto il territorio
nazionale. Le cause sono da ricercare
da un lato nella riconversione di aree
agricole e naturali verso utilizzazioni
alternative tra cui usi residenziali, commerciali e infrastrutturali, dall’altro
nel progressivo abbandono dei suoli
meno produttivi e di più difficile utilizzazione come ad esempio quelli montani. L’avanzare delle superfici boscate
che si registra negli ultimi anni rappresenta l’evidenza di quest’aspetto
del fenomeno, che considerando l’uso
ancora “naturale” del suolo ha il vantaggio di garantire la reversibilità e,
quindi, il ritorno ad un uso produttivo.
Il processo di impermeabilizzazione
dei terreni, invece, comporta conseguenze irreversibili legate sia ad alterazioni dell’assetto idrogeologico con
aumento dei potenziali rischi per il
territorio, sia alla riduzione della capacità produttiva con ripercussioni nel
Confronto della SAT (ettari), vari anni
1982
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli *
Salerno
Campania
Mezzogiorno
ITALIA
213.353
155.945
180.018
62.358
372.007
983.681
5.687.377
22.397.833
1990
213.552
153.928
166.747
53.912
348.740
936.879
5.483.746
21.628.355
2000
187.739
137.765
144.176
41.691
326.440
837.810
4.683.196
18.766.895
2010
Variazione %
2010/1982
150.585
129.486
130.388
26.092
285.874
722.425
4.426.634
17.081.099
-29,4
-17,0
-27,6
-58,2
-23,2
-26,6
-22,2
-23,7
* La SAT di Napoli per l’anno 2010 risulta diversa da quella dell’ISTAT a causa di un errore relativo alla superficie di
un’azienda di Torre del Greco a cui è stata assegnata una SAT di 262,25 ha anziché 0,25
Fonte: ISTAT
Andamento della SAT (ettari), vari anni
400.000
350.000
300.000
1982
250.000
1990
200.000
2000
150.000
2010
100.000
50.000
0
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
77
78
Confronto della SAU (ettari), 2000-2010
250.000
200.000
ettari
lungo periodo in termini di auto-approvvigionamento alimentare.
Per valutare e gestire le relative conseguenze ambientali, sociali ed economiche il consumo di suolo deve essere
monitorato anche a livello locale.
Dal confronto tra la Superficie Agricola
Totale degli ultimi quattro Censimenti
dell’Agricoltura dell’ISTAT si osserva
la progressiva riduzione della superficie
agricola con dettaglio provinciale.
Dal 1982 in Campania sono andati
persi 261.256 ettari di SAT in valore
assoluto che rappresentano poco meno
del 5% della SAT persa a livello nazionale, il 21% circa di quella del Sud.
La provincia con il maggior decremento
di SAT è Salerno con 86.133 ettari in
meno che rappresentano circa il 33%
della superficie persa a livello regionale,
seguono Avellino con 62.768 ettari di
SAT in meno (24%) e Caserta con
49.630 ettari in meno (19%). La riduzione minore si registra in provincia
di Benevento dove la contrazione di
150.000
2000
100.000
2010
50.000
0
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Fonte: Agricoltura in Campania. 6° Censimento Generale dell’Agricoltura. L’Informatore agrario
SAT è di soli 26.459 ettari. Analizzando
le variazioni decennali, è proprio l’ultimo periodo quello che fa registrare
la diminuzione di superficie più significativa a livello regionale, in controtendenza con quanto avvenuto a livello
nazionale. Dal 1982 al 1990 la SAT è
diminuita di 46.802 ettari, dal 1990
al 2000 di 99.069 ettari, mentre nell’ultimo decennio di ben 115.385 ettari,
il che fa notare come il fenomeno sia
in costante crescita.
Per quanto riguarda la riduzione della
SAU, secondo i dati ISTAT dell’ultimo
censimento nel periodo 2000-2010 è
stata particolarmente elevata in provincia di Avellino (-15.214 ettari), e
di Napoli (-11.854 ettari), seguono in
ordine decrescente la provincia di Salerno (-6.691 ettari), Benevento (-
3.467 ettari); in controtendenza il dato
relativo alla provincia di Caserta dove
gli ettari sono aumentati dello 0,5%
(499 ettari).
In termini percentuali la Provincia di
Napoli ha visto una riduzione del 33,9%
della SAU, la provincia di Avellino del
10,9%, Benevento del 3,1% e Salerno
del 3,5%. Per quanto riguarda la variazione di superficie all’interno delle
principali categorie, a livello regionale
si registra un aumento per la sola categoria prati permanenti e pascoli, dovuto soprattutto all’incremento di superficie nella provincia di Salerno con
circa 10.000 ettari in più. Fa eccezione
la provincia di Caserta dove a dispetto
degli incrementi registrati nelle altre
province si osserva la diminuzione di
suolo a prati e pascoli corrispondente
a circa 5.000 ettari. La Carta dell’Utilizzazione Agricola dei Suoli della Campania (CUAS), consente di osservare
un altro aspetto del fenomeno. Dal
confronto tra il 2001 ed il 2009 alla
voce ambiente urbanizzato e superfici
artificiali si è passati da 92.988 ettari
a 101.164 ettari con un incremento di
area edificata di ben 8.176 ettari ovvero
l’8,1% in più.
79
USO DEI PRODOTTI CHIMICI
L’Istat fornisce annualmente informazioni dettagliate sull’uso dei mezzi chimici in agricoltura. In Campania nel
2011 sono state distribuite 10.178 tonnellate di prodotti fitosanitari con una
diminuzione del 5% rispetto all’anno
precedente.
La metà circa dei prodotti distribuiti è
rappresentata dalle due categorie: fungicidi (34,4%), insetticidi ed acaricidi
(14,7%).
Rispetto all’anno precedente i primi
sono diminuiti del 3,0% mentre i secondi sono diminuiti del 25,4%. Il consumo regionale dei prodotti insetticidi
ed acaricidi nel 2011 rappresenta il
16,6% di quanto consumato nel Mezzogiorno e il 5,4% del consumo nazionale.
Una quota altrettanto importante (43%)
dei consumi è compresa nella categoria
vari, in questo caso la Campania incide
per il 44% sul consumo del mezzogiorno
e per il 21% sul consumo italiano.
La provincia di Caserta con il 26% di
prodotti fitosanitari in meno rispetto
al 2010 è quella che nel complesso fa
registrare la più significativa decrescita,
seguono Napoli, Avellino e Benevento
con decrementi più contenuti, dal 10%
Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo per categoria (quantità in chilogrammi), 2011
Campania
Mezzogiorno
ITALIA
Campania/Mezzogiorno
Campania /Italia
Fonte: elaborazione su dati ISTAT
80
Fungicidi
Insetticidi e
acaricidi
Erbicidi
3.504.069
27.970.869
69.891.334
12,5%
5,0%
1.496.961
9.028.036
27.571.407
16,6%
5,4%
790.972
5.932.697
24.086.210
13,3%
3,3%
Vari
4.385.820
9.974.468
20.876.075
44,0%
21,0%
Totale
10.177.822
52.906.070
142.425.026
19,2%
7,1%
al 3%, mentre Salerno è l’unica provincia in cui si registra un aumento
del 12,2% dovuto soprattutto all’aumento della categoria vari.
Nello specifico, per quanto riguarda i
fungicidi, si registra una sostanziale
riduzione nelle province di Avellino,
Salerno e Napoli (-11%, -8% e -4,5%),
con aumenti a Benevento e Caserta
(+7,8% e +2,2%).
I dati relativi all’uso di insetticidi mostrano una sostanziale diminuzione
del 43% in provincia di Caserta, con
importanti quantitativi in valore assoluto (- 425 tonnellate); diminuzioni
del 14,8%, del 3,8% e del 2,2% sono
state riscontrate, rispettivamente, in
provincia di Napoli, Salerno e Benevento.
Risultano stabili, invece, i consumi di
insetticidi ed acaricidi in provincia di
Avellino.
I dati relativi alla quantità di principio
attivo distribuita per ettaro mostrano
un quantitativo considerevole pari a
4,77
Fungicidi
Insetticidi e acaricidi
Erbicidi
Vari
5,19
0,65
1,28
Kg/ha sup. trattabile
Principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari (Kg/ha di superficie trattabile), 2011
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
2011
2010
2009
2008
Fungicidi
Insetticidi e
acaricidi
Erbicidi
Vari
Fonte: elaborazione su dati ISTAT
11,9 kg per ettaro di superficie trattabile7, valore superiore sia rispetto alla
media delle regioni del mezzogiorno
(7 kg/ha), sia rispetto al dato nazionale
(7,5 kg/ha).
Per quel che riguarda i fertilizzanti,
nel corso del 2011 si è registrata una
flessione del loro utilizzo complessivo
7
rispetto all’anno precedente (-11%)
per un totale di circa 1.243.716 quintali
distribuiti.
Di questo quantitativo il 53,2% è rappresentato da concimi minerali, il 5,5%
da concimi organici ed il 11,6% di organico-minerali, mentre gli ammendanti
costituiscono il 29,7%.
Variazioni più sostanziali riguardano
invece la ridistribuzione all’interno
delle varie categorie di fertilizzanti.
Rispetto al 2010 c’è stata un riduzione
del 22,2% dei concimi minerali ed un
aumento di concimi organici, organominerali ed ammendanti rispettivamente
di 0,2%, 6,9% e 2,9%.
Le emissioni dei vari gas serra sono espresse in tonnellate di CO2 equivalente per ogni anno.
81
Prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo, per categoria, 2011
Erbicidi
Migliaia di Kg
In valore assoluto le variazioni più significative riguardano la riduzione dei
concimi minerali in provincia di Napoli,
mentre la provincia che fa registrare
la più alta contrazione di fertilizzanti
è Salerno.
5000
4500
4000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
Caserta
Insetticidi e acaricidi
Benevento
Napoli
Fungicidi
Avellino
Vari
Salerno
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
Fertilizzanti distribuiti per categoria e per provincia, 2011
Ammendanti
Concimi organo-minerali
Concimi organici
Concimi minerali
600.000
Q.li distribuiti
500.000
400.000
300.000
200.000
100.000
0
Caserta
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
82
Benevento
Napoli
Avellino
Salerno
FORESTE
Anche quest’anno non ci sono dati aggiornati per quanto riguarda le superfici
forestali regionali. Le fonti informative
disponibili restano l’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali
di Carbonio (INFC), l’ISTAT e la Carta
dell’Utilizzazione Agricola dei Suoli
della Campania (CUAS, 2009) che
forniscono informazioni e livelli di dettaglio differenti.
Secondo i dati riportati nell’Inventario
Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi
Forestali di Carbonio aggiornati al
2005, la superficie forestale totale della
Regione Campania è di 445.274 ettari,
ripartita in 384.395 ettari classificati
come Bosco e 60.879 ettari come Altre
terre boscate. Con un indice di boscosità
pari a 32,7% è la terza regione nel
Mezzogiorno per estensione di superficie
forestale. In realtà alcune regioni8 al
fine di registrare e monitorare lo stato
delle proprie risorse forestali e dei re8
lativi serbatoi di carbonio, hanno realizzato un proprio inventario sull’intero
territorio di competenza. La Campania
è tra le regioni che ancora non ha avviato tale progetto.
Il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura fornisce il dato in termini di
boschi annessi alle aziende agricole
con una superficie regionale di 131.473
ettari.
Dalla CUAS del 2009, sommando la
voce boschi di latifoglie, di conifere,
misti e a ricolonizzazione artificiale, si
ottiene una superficie forestale regionale
pari a 380.360 ettari, di cui oltre il
90% di latifoglie. In ogni caso la fonte
di riferimento ufficiale e, pertanto, la
più utilizzata è l’INFC. Infatti, lo stesso
Piano Forestale Generale 2009-2013
della Regione Campania fa riferimento
ai dati INFC 2005.
Secondo l’INFC in Campania la superficie forestale è prevalentemente di
Categorie inventariali Bosco ed Altre terre boscate (superfici in ha), 2005
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Bosco
Altre
terre
boscate
Superficie
Forestale
totale
72.912
43.083
70 009
11.707
186.685
10.020
876
3.303
2.946
43.734
82.932
43.959
73.312
14.653
230.419
Fonte: INFC, 2005
proprietà privata. In particolare, all’interno della categoria Bosco, la sotto-categoria boschi alti di proprietà
privata è preponderante e occupa il
54% della superficie forestale regionale.
Inoltre, il 51% dei boschi privati è di
proprietà privata (individuale), mentre
buona parte dei boschi pubblici (41%
circa) è di proprietà comunale.
Per quanto riguarda le superfici forestali
di proprietà pubblica, la pianificazione
regionale prevede l’obbligo di gestione
Valle d’Aosta, Veneto, Friuli V.G., Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Sardegna e Sicilia.
83
dei boschi e dei pascoli pubblici secondo
un Piano di Assestamento o Piano Economico. La provincia in cui la pianificazione forestale su scala aziendale risulta più efficiente è Salerno, seguita,
nell’ordine, da Caserta, Avellino, Benevento e Napoli.
Per quanto riguarda le superfici interessate da incendi il Corpo Forestale
dello Stato fornisce ogni anno la situazione dettagliata degli eventi regione
per regione. In Campania, nel corso
del 2012, si sono verificati 1.268 eventi
84
Incendi boschivi, 2012 (dati provvisori al 31.12.2012)
Campania
Italia
Campania/Italia
N° eventi
Sup. boscata
(ha)
Sup. non
boscata (ha)
Sup. tot
percorsa dal
fuoco (ha)
1.268
8.699
15%
5.328
47.266
11%
1.574
52.065
3%
6.902
99.331
7%
Fonte: Corpo Forestale dello Stato
(pari al 15% degli incendi a livello nazionale) che hanno riguardato una superficie boscata di 5.328 ettari e, una
superficie totale percorsa dal fuoco
pari a 6.902 ettari. La Campania, nel
2012, si colloca al terzo posto, dopo
Sicilia e Calabria, per superficie incendiata.
DIVERSIFICAZIONE
85
AGRITURISMO
Le aziende agrituristiche in esercizio,
ovvero quelle che hanno ottenuto l’apposita autorizzazione, avendo opportunamente adeguato le proprie strutture
ai sensi della nuova normativa (DPR
n. 18/2009), sono 369 (aggiornamento
ad ottobre 2012).
La fase di comunicazione da parte dei
comuni della Regione Campania non è
ancora conclusa. Infatti, presso l’Assessorato regionale all’Agricoltura è in
continuo aggiornamento l’archivio delle
aziende agrituristiche; aggiornamento
che avviene tramite le comunicazioni
ufficiali dei Comuni che riportano
l’elenco delle aziende agrituristiche
operanti nel proprio territorio.
La provincia con il maggior numero di
agriturismi operanti è Salerno con 125
aziende, seguita da Benevento con 89
aziende attive, Napoli ed Avellino con,
rispettivamente, 65 e 63 unità, ultima
risulta la provincia di Caserta con 27
agriturismi. La maggiore disponibilità
di posti letto è offerta dalla provincia
86
Aziende agrituristiche operanti per tipologia, 2012
Aziende con
posti letto
Posti letto
Aziende con
posti mensa
Posti mensa
Aziende con
altri servizi
Totale
aziende
49
72
19
46
109
295
395
651
478
454
1.399
3.377
53
82
22
57
98
312
1.982
3.133
1.206
2.374
4.684
13.379
15
14
3
4
20
56
63
89
27
65
125
369
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Fonte: Regione Campania
Aziende agrituristiche operanti, 2012
18%
34%
17%
7%
24%
Fonte: Regione Campania
Napoli
Avellino
Benevento
Caserta
Salerno
Posti letto e mensa, 2012
Posti letto
Posti mensa
5000
4500
4000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
Napoli
Avellino
Benevento
Caserta
Salerno
Fonte: Regione Campania
di Salerno che può alloggiare circa
1.400 ospiti, con una media di 12,8
posti letto per azienda, valore leggermente superiore alla media nazionale
(12,6). Mentre il numero medio di
posti letto cala nelle province di Napoli,
Benevento e Caserta. La possibilità di
pernottamento è quasi sempre associata
all’offerta di posti mensa, infatti, nel
72% circa dei casi si tratta di agriturismi
che offrono sia ospitalità che pasti, ad
eccezione della provincia di Benevento
dove tale percentuale sale al 78%. La
Campania è una delle regioni dove è
poco diffusa la tipologia specializzata
nella sola offerta di posti mensa, presente nel 11,6% dei casi, contro una
media nazionale del 13,9%.
Nel complesso, i posti a sedere superano
le 13.300 unità, con una dimensione
media che si attesta intorno ai 36 posti,
mentre la media nazionale è pari a
38,4 posti mensa per azienda.
Solo il 6,8% delle aziende limita la
propria offerta al pernottamento, mentre
il 15% offre servizi alternativi tra cui
degustazioni, disponibilità di aree picnic, piazzole con posti tenda e posti
roulotte.
I servizi per agricampeggio e pic-nic
sono più diffusi nella provincia di
Avellino e Benevento, mentre le attività
di degustazione sono più frequenti
presso gli agriturismi della provincia
di Salerno.
87
ENERGIE RINNOVABILI
Energia richiesta, Energia prodotta*, Deficit regionale, 1975-2011
Energia richiesta
GWh
25000
Prodotta* al netto dei pompaggi
Deficit
20000
15000
10000
5000
0
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
In linea con l’andamento degli ultimi
anni in Regione Campania l’energia
consumata è maggiore rispetto a quella
prodotta, ma il deficit energetico è in
progressiva diminuzione. Infatti, tra il
2006 ed il 2011 si è avuta una riduzione
di circa un terzo del disavanzo energetico passato da -14.935 GWh a -9.136
GWh. Anche il ritmo di crescita dei
consumi elettrici per abitante ha subito
un forte rallentamento. Si è passati da
un incremento del 14% tra il 2001 ed
il 2006 ad uno molto più contenuto
pari all’1,9% tra il 2006 ed il 2011.
In termini percentuali i consumi energetici nel settore agricolo campano
sono allineati con quelli nazionali, infatti, le attività agricole incidono sui
* al netto dei pompaggi
Fonte: elaborazioni su dati Terna
consumi per l’1,6% dell’energia totale
contro una media nazionale pari
all’1,8%.
Molto più alta risulta, invece, l’incidenza
dei consumi domestici regionali (34%)
rispetto al livello nazionale (22%),
Consumi regionali di energia elettrica, 2001-2011
Consumo di energia elettrica (GWh)
Consumo per abitante kWh/abitante
Fonte: elaborazione su dati Terna
88
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
15.003
2.594
15.454
2.667
16.035
2.794
16.241
2.812
16.648
2.876
17.124
2.958
17.387
2.995
17.470
3.006
17.138
2.945
17.454
2.995
17.287
3.014
Consumi di energia per settore, 2011
Distribuzione percentuale dei consumi, 2011
Agricoltura
GWh
Industria
GWh
Terziario*
GWh
Domestico
GWh
Totale*
GWh
11,5
24,4
93,7
52,5
102,9
285,0
5.907,0
695,4
229,2
1.212,1
1.590,4
1.351,5
5.078,7
140.040,0
406,4
273,2
960,0
3.228,0
1.192,5
6.060,1
97.705,0
385,7
266,2
971,3
3.161,1
1.078,9
5.863,2
70.140,0
1.499,1
793,2
3.237,1
8.032,0
3.725,8
17.287,0
313.792,0
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
ITALIA
18,7%
4,6%
* al netto dei consumi FS per trazione pari a GWh 283,8
Fonte: elaborazione su dati Terna
8,7%
Napoli
Avellino
Benevento
Caserta
Salerno
Consumi percentuali per settore, 2011
Campania 17.287 GWh
46,5%
21,6%
Italia 31.3792 GWh
50%
45%
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
Fonte: elaborazioni su dati Terna
Agricoltura
Fonte: elaborazioni su dati Terna
Industria
Terziario
Domestico
condizione attribuibile alla numerosità
della popolazione campana. Al contrario, il peso dei consumi industriali
regionali, è più basso di oltre 15 punti
percentuali rispetto al valore nazionale.
La provincia di Napoli è la più dispendiosa in termini di energia con il
89
Consumi elettrici per settore (in GWh), vari anni
7.000
6.000
5.000
GWh
46% dei consumi regionali, seguono
Salerno con il 21%, Caserta con il
19%, Avellino con il 9%, ultima Benevento con il 5%.
Per quanto riguarda l’andamento della
produzione energetica, grazie all’apertura del mercato ed agli incentivi alla
produzione da fonti rinnovabili, si è
determinata una rapida evoluzione
dello scenario nazionale e regionale.
La produzione di energia in Campania
dal 2006 al 2010 è cresciuta molto rapidamente, passando da 5.523 GWh a
10.520 GWh. La riduzione del deficit
registrata negli ultimi anni è attribuibile
4.000
2000
2005
3.000
2.000
2011
1.000
0
Agricoltura
Industria
Terziario*
Domestico
Fonte: elaborazioni su dati Terna
Numero di impianti e potenza istallata; Produzione, 2011
Fonte
Solare
Eolica
Idroelettrica
Bioenergia *
2005
2010
2011
Var.% 2010-2011
Produzione 2011
MW
n°
impianti
MW
n°
impianti
MW
n°
impianti
MW
n°
impianti
MW
GWh
4
35
25
15
4
398,1
330,9
32,3
1.710
54
27
18
31,7
797,5
343,7
202,7
4.006
76
33
22
84,4
803,3
344,7
214,8
10.071
114
36
26
376
1.067,1
346,4
210,3
151,4
50
9,1
18,2
345,3
32,8
0,5
-2,1
302,1
1.344,3
583,1
829,2
* Biomasse, bioliquidi, biogas
Fonte: GSE
90
2009
n°
impianti
Potenza istallata, vari anni
1.200
MW
1.000
800
2005
2009
600
2010
2011
400
200
0
Solare
Eolica
Idroelettrica
Bioenergia
Fonte: GSE
in parte allo stabilizzarsi dei consumi,
in parte all’aumento della produzione
di energie rinnovabili.
Secondo i dati forniti dal GSE, Gestore
del Servizio Elettrico a cui è affidata
la gestione dei meccanismi di incentivazione previsti dalla normativa, oltre
il 50% della potenza installata al 2011
è da fonte eolica, seguono il solare,
l’idroelettrico e la bioenergia. Nel 2011
in Campania sono presenti 114 impianti
eolici per una potenza complessiva di
1.067 MW in esercizio ed un’energia
prodotta di 1.344,3 MWh. Avellino è
la prima provincia in termini di potenza
installata (46,4%), seguono Benevento
(36%), Salerno (15,5%) e Caserta
(1,93%). Dopo la Sicilia, la Campania
è la regione con il maggior numero di
impianti eolici, con una potenza installata del 15,4% sul totale degli impianti nazionali. In particolare, nella
provincia di Avellino si produce il 6%
dell’energia eolica nazionale, si tratta,
infatti, della terza provincia dopo Foggia
e Catanzaro in termini di produzione
di energia eolica. Per quanto riguarda
il settore idroelettrico, dal 2010 al
2011, si registra un lieve aumento del
numero di impianti che in termini di
potenza, però si traduce in un andamento pressoché stazionario.
In rapida crescita il solare fotovoltaico,
infatti, passa dai 4 impianti del 2005
ai 10.071 del 2011, per una potenza
installata di 376 MW. Rispetto al 2010
il numero di impianti è più che raddoppiato, mentre la potenza istallata è
aumentata del 448%. Dati del GSE
(Rapporto statistico, 2011) individuano
impianti presenti nella provincia di
Caserta per 138 MW di potenza istallata, Salerno per 100 MW, Napoli per
91
75 MW, Avellino per 37,6 MW e Benevento per 25 MW. La taglia media
degli impianti è di 37,3 kW e la produzione, sempre nel 2011, è arrivata a
302 GWh, facendo registrare un aumento del 660% rispetto all’anno precedente.
A livello nazionale la Campania è la
dodicesima regione per potenza installata e, nel corso del 2011, in termini
di concentrazione degli impianti, è passata dal 2,6% al 3,1%, collocandosi
tra le regioni che presentano il maggior
incremento. La provincia con la più
alta potenza fotovoltaica installata è
Caserta con l’1,1% del valore nazionale,
seguono Salerno (0,8%) e Napoli
(0,6%). La produzione fotovoltaica
campana, influenzata oltre che dalla
potenza installata, anche dalla varia-
92
bilità stagionale dell’irraggiamento solare, rappresenta il 2,8% della produzione nazionale.
La Campania contribuisce, inoltre, con
l’1,3% alla produzione idraulica nazionale e, con il 7,7% alla produzione
nazionale da bioenergie, che comprende
biomasse, bioliquidi e biogas. Secondo
i dati forniti dal GSE, nel 2011 l’Italia
ha raggiunto una quota rinnovabile
pari al 23,5% superando gli obiettivi
del Piano d’Azione Nazionale pari al
19,6%. Ciò è imputabile alla forte crescita della produzione da fonti rinnovabili in concomitanza della contrazione
dei consumi finali lordi, così com’è avvenuto a livello regionale. Rispetto agli
obiettivi del 2020, ridefiniti e quantificati per ciascuna regione dal DM
“Burden Sharing” del 15 marzo 2012,
la Campania ha raggiunto la quota
16,4% incrementando il consumo finale
lordo da FER da 2.790 GWh del 2010
a 3.211 GWh del 2011. Nel 2005 la
Campania contribuiva per il 2,4 %
alla produzione nazionale di energia
da fonti rinnovabili, mentre nel 2011
il contribuito è salito al 3,7%. Nel
complesso Napoli e Salerno risultano
le province più attive, seguite in ordine
decrescente da Avellino, Benevento e
Caserta.
Da evidenziare che nel 2005 la Campania contribuiva per il 2,4% alla produzione nazionale di energia da fonti
rinnovabili, mentre nel 2011 il contribuito è salito al 3,7%. Napoli, Avellino
e Salerno le province più attive, seguite
in ordine decrescente da Benevento e
Caserta.
FATTORIE DIDATTICHE
In Campania l’albo regionale delle fattorie didattiche accreditate è stato istituito nel 2004 nell’ambito del Programma Interregionale “Comunicazione ed Educazione Alimentare ai
sensi del DGR n. 797 del 10.06.2004”.
Da allora il numero di aziende che offrono servizi didattici è cresciuto in
maniera esponenziale passando dalle
4 imprese iscritte il primo anno, alle
attuali 221.
Tra le pratiche di diversificazione dell’attività agricola le fattorie didattiche
suscitano un interesse crescente in
quanto sono in grado di offrire servizi
di accoglienza finalizzati alla diffusione
della conoscenza del mondo rurale, a
partire dalle tecniche di produzione
dei beni agricoli, comprese le trasformazioni alimentari, fino alla gestione
delle risorse naturali con l’obiettivo
della salvaguardia del territorio.
Il principio su cui si basa il servizio è
evidenziare il valore del lavoro dell’agricoltore trasmettendo il rispetto
Numero di fattorie didattiche per provincia, 2007-2012
90
80
70
2007
60
2008
50
2009
40
2010
30
2011
20
2012
10
0
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Fonte: Regione Campania
dell’ambiente avvicinando, in tal modo
le scolaresche (principali fruitici del
servizio) al principio della multifunzionalità in agricoltura.
Gli impegni che le aziende agricole devono rispettare per ottenere l’iscrizione
all’Albo Regionale delle Fattorie Didattiche, sono definiti dalla Carta della
Qualità. Questo documento oltre a riassumere le caratteristiche che le aziende
agricole e/o di trasformazione devono
possedere, definisce gli impegni generali
e specifici necessari per mantenere
l’iscrizione.
L’Albo è suddiviso in tre sezioni corrispondenti alle tre tipologie di aziende
93
che offrono il servizio, ovvero le Aziende
Agricole e Agrituristiche (sezione A),
le Imprese di Trasformazione e Confezionamento dell’Agroalimentare (sezione
B) e altre strutture rurali a valenza didattica (sezione C), quali ad esempio i
Musei della Civiltà Contadina.
Per la maggior parte dei casi, ben 198
unità, si tratta di aziende agricole ed
agrituristiche, iscritte nella sezione A
dell’albo regionale.
Di queste 51 risultano, contemporaneamente, iscritte anche alla sezione
B. Le aziende a carattere misto, appartenente a due o più tipologie, sono
pari a 68 . Solo 10 sono fattorie di
esclusiva lavorazione che non comprendono la fase agricola, mentre 13
sono iscritte esclusivamente alla terza
sezione Musei della Civiltà Contadina.
Di questi ultimi più della metà sono
94
Numero di aziende per tipologia di iscrizione all’albo, 2013
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Tipologia
A
Tipologia
B
Tipologia
C
Tipologia
ABC
Tipologia
AB
Tipologia
AC
Totale
18
13
28
31
40
130
5
0
3
0
2
10
0
0
2
8
3
13
2
0
2
0
4
8
6
4
20
2
19
51
2
0
2
1
4
9
33
17
57
42
72
221
Fonte: Regione Campania
concentrati nella sola provincia di
Napoli.
Nel complesso la provincia con la maggiore concentrazione di fattorie didattiche è Salerno con il 33% del totale
regionale, seguita da Caserta e Napoli
rispettivamente con il 25,8% ed il
19%, Avellino ne ospita il 15% circa
e, infine, Benevento con circa l’8%.
Tra gli impegni previsti nella Carta
della qualità c’è, anche, l’adesione alla
giornata di promozione “Fattorie aperte” offerta dalla Regione Campania
che, consistente, nella messa a disposizione delle strutture e dei servizi didattici a titolo gratuito.
La crescente partecipazione all’evento
negli ultimi anni è indice, tra l’altro,
di un sempre maggiore interesse per i
servizi offerti.
PRODOTTI A DENOMINAZIONE
La Campania attualmente vanta 23
denominazioni riconosciute, di cui 13
prodotti a Denominazione di Origine
Protetta (DOP), 8 prodotti ad Indicazione Geografica Protetta (IGP), e 2
Specialità Tradizionali Garantite (STG).
I prodotti di qualità DOP, IGP e STG
sono più che raddoppiati dal 2003 al
2011, passando da 11 a 23.
Nel paniere dei prodotti di qualità della
Campania si evidenzia la preponderanza
di prodotti ortofrutticoli, seguiti dagli
oli extravergine d’oliva e dai formaggi.
Tra i principali marchi campani la
Mozzarella di bufala campana è senz’altro il prodotto di punta se si considera il valore della produzione certificata
regionale; la sua importanza, in termini
di fatturato alla produzione, la fa collocare al quinto posto tra i prodotti a
denominazione italiani.
Secondo l’ISMEA, nel 2011 il valore
del fatturato alla produzione è stato
pari a 288.000 migliaia di euro con
una variazione negativa dello 0,4% ri-
Numero di capi bufalini allevati, 2011
ITALIA
201.641
Mezzogiorno
163.013
Campania
158.643
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
spetto al 2010. Nel 2011 la produzione
certificata di mozzarella ammontava a
37.472.000 kg di prodotto con un incremento dell’1,7% rispetto al 2010.
Il 25% di prodotto è stato destinato
all’esportazione con un incremento
dell’1,7% rispetto al 2010, mentre il
fatturato dell’export risultava pari a
75.000 migliaia di euro con una riduzione, rispetto al 2010, del 4,3%.
Da tener presente che la Mozzarella di
Bufala Campana può essere prodotta
anche in alcuni comuni delle province
di Frosinone, Latina, Roma, Foggia e
Isernia. Allo stesso modo anche altri
marchi quali il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale ed il Caciocavallo
Silano non sono appannaggio esclusivo
del territorio campano, così come previsto dai rispettivi disciplinari. Secondo
l’ISTAT la Campania con oltre 173
mila capi resta in assoluto la regione
95
Prodotti di qualità DOP, IGP E STG per settore, tipo di riconoscimento e operatori, 2011
PRODOTTI
Tipo di
riconoscimento
Carni
Vitellone bianco dell'Appennino Centrale
Formaggi
Mozzarella di Bufala Campana
Caciocavallo Silano
Mozzarella
Provolone del Monaco
Altri prodotti di origine animale
Ricotta di Bufala campana
Ortofrutticoli e cereali
Carciofo di Paestum
Castagna di Montella
Cipollotto Nocerino
Fico bianco del Cilento
Limone Costa d'Amalfi
Limone di Sorrento
Marrone di Roccadaspide
Melannurca Campana
Nocciola di Giffoni
Pomodorino del Piennolo del Vesuvio
Pomodoro S.Marzano dell'Agro Sarnese-Nocerino
Oli extravergine di oliva
Cilento
Colline Salernitane
Irpinia – Colline dell’Ufita
Penisola Sorrentina
Terre Aurunche (6)
Prodotti di panetteria
Pizza Napoletana
Fonte: elaborazione su dati ISTAT
96
Aziende
agricole
Superficie
ha
Allevamenti
Imprese
Totale
Totale
Trasformatori Operatori 2010 Operatori 2011
IGP
3.157
-
3.213
792
3.825
3.949
DOP
DOP
STG
DOP
1.332
170
41
-
1.341
170
41
125
25
4
15
1.401
153
4
52
1.450
195
4
56
DOP
111
-
112
9
92
88
IGP
IGP
DOP
DOP
IGP
IGP
IGP
IGP
IGP
DOP
DOP
9
31
4
27
240
226
7
63
71
21
223
3,86
124,27
10,40
34,64
100,98
130,64
30,29
210,22
297,12
13,14
144,84
-
1
2
4
3
12
22
1
7
5
4
34
8
26
16
26
225
205
5
65
66
13
200
10
33
7
30
252
248
7
70
76
25
257
DOP
DOP
DOP
DOP
DOP
79
64
99
50
324,54
260,47
106,43
79,07
-
7
11
8
7
103
87
72
67
86
75
107
57
STG
-
-
-
18
4
18
Superficie e operatori DOP, IGP, STG, 2011
2010
2011
Var.%
2011/10
Campania/
Mezzogiorno
Campania/
Italia
Superficie (ha)
1.632
Produttori
2.270
Allevamenti
1.198
Trasformatori
404
Impianti di trasformazione 745
Totale operatori
2.666
1.871
2.543
1.339
380
651
2.914
14,7
12,0
11,8
-5,9
-12,6
9,3
4,3%
10,6%
7,7%
20,6%
24,9%
11,5%
1,2%
3,2%
2,9%
5,6%
6,5%
3,5%
Fonte: elaborazione su dati ISTAT
Incidenza % sul totale di vini DOC e DOCG, IGT e Vino da tavola, 2011
74,1%
70,3%
2011
2007
15,4%
14,2%
D.O.C. e D.O.C.G.
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
15,5%
10,5%
I.G.T.
vino da tavola
con il maggior numero di esemplari
bufalini allevati, ovvero il 72,9% di
quelli presenti in Italia.
La superficie regionale complessivamente occupata dalle aziende che realizzano le produzioni certificate, nel
2011, è di 1.871 ettari, il 14,7% in più
rispetto all’anno precedente.
Le variazioni di superficie più significative riguardano l’olio extravergine di
oliva della Penisola Sorrentina che fa
registrare una diminuzione di circa 15
ettari, mentre per le superfici destinate
alla produzione della Nocciola di Giffoni
e della Castagna di Montella c’è stato,
rispettivamente, un aumento di 53 e
30 ettari.
All’aumento delle superfici corrisponde
anche un aumento del numero complessivo degli operatori (produttori e/o
trasformatori), che fa registrare un incremento del 9,3% rispetto al 2010.
Questa crescita è dovuta soprattutto
ad un aumento di circa il 12% di produttori ed allevatori, a cui si contrappone
97
una diminuzione del numero dei trasformatori (-5,9%) e degli impianti di
trasformazione (-12,6%).
Rispetto ai prodotti agroalimentari tradizionali italiani la Campania si posiziona al terzo posto insieme al Veneto,
passando dai 330 prodotti del 2008 ai
370 presenti nel 2012.
Negli ultimi anni cresce l’importanza
del settore vitivinicolo regionale che
vanta numerosi vini di qualità; questi
ultimi rappresentano il 26% in termini
di superfici investite e di volumi prodotti. In Campania i vini a Denominazione di Origine Controllata e Garantita
(DOCG) sono 4: il Taurasi, il Greco di
Tufo, il Fiano di Avellino e l‘Aglianico
del Taburno; 15 sono, invece, i vini a
Denominazione di Origine Controllata
(DOC) e, infine, 10 sono i vini ad Indicazione Geografica Tipica (IGT).
Negli ultimi cinque anni la superficie
complessiva dedicata alle produzioni
vitivinicole è aumentata di circa l’8%,
in particolare nelle province di Salerno
98
Superficie e produzione di uva da vino, vari anni 2007-2011
Ettari in produzione di uva da vino
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
2007
2008
2009
2010
2011
Δ%
2010/11
Δ%
2007/11
6.460
10.607
2.770
2.691
4.288
26.816
6.499
10.504
2.788
2.643
4.220
26.654
6.598
10.768
3.897
2.529
5.983
29.775
6.677
10.751
3.932
2.496
5.980
29.836
6.400
10.590
4.021
2.407
5.600
29.018
-4,1
-1,5
2,3
-3,6
-6,4
-2,7
-0,9
-0,2
45,2
-10,6
30,6
8,2
2007
2008
2009
2010
2011
Δ%
2011/10
Δ%
2011/07
300.138
345.000
794.000
766.625
139.405
147.959
143.060
175.186
275.752
333.300
1.652.355 1.768.070
320.000
818.219
172.325
182.700
336.697
1.829.941
343.000
829.152
177.469
184.500
334.486
1.868.607
260.000
770.000
185.000
177.371
334.000
1.726.371
-24,2
-7,1
4,2
-3,9
-0,1
-7,6
-13,4
-3,0
32,7
24,0
21,1
4,5
235.045
288.142
256.206
273.132
1.161.104 1.206.796
288.156
197.738
1.344.047
299.588
206.427
1.362.592
265.874
182.113
1.278.384
-11,3
-11,8
-6,2
13,1
-28,9
10,1
Hl di vino prodotti
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
di cui
D.O.C. e D.O.C.G.
I.G.T.
Vino da tavola
Fonte: elaborazione su dati ISTAT
Produzione di vino DOCe DOCG, IGT e da tavola (ettolitri), 2007-2011
1.600.000
1.400.000
1.200.000
2011
Ettolitri
e Caserta, mentre in termini quantitativi
si registra un aumento degli ettolitri
prodotti pari al 4,5%. Il minore aumento
degli ettolitri prodotti rispetto alla superficie investita trova spiegazione nell’aumento del 13% della produzione
dei vini DOCG e DOC. I disciplinari di
produzione di questi ultimi richiedono
rese minori ed includono vitigni autoctoni
a bassa produttività. Nel 2011 la produzione di vino DOC e DOCG rappresenta il 15,4% della produzione totale
di vino campano che, nel complesso,
ammonta a 1.726.371 ettolitri. Inoltre,
negli ultimi 5 anni si assiste alla riduzione
del 29% dei vini IGT e, ad un aumento
del 10% del vino da tavola.
1.000.000
2010
800.000
2009
600.000
2008
2007
400.000
200.000
0
D.O.C. e D.O.C.G.
I.G.T.
vino da tavola
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT
99
AGRICOLTURA BIOLOGICA
Nel 2011 la Campania con 23.410
ettari destinati alle colture biologiche
rappresenta il 2,1% dell’intera superficie
biologica nazionale. Rispetto all’anno
precedente la superficie bio è cresciuta
solo dell’1%.
In Campania le principali colture biologiche sono rappresentate dalla frutta
secca (31,1%), dal foraggio e dagli
altri seminativi (18,8%) e dalle olive
(17,3%); nel complesso rappresentano
oltre il 67% della superficie investita a
biologico. Rispetto alle principali colture,
le variazioni più significative negli
ultimi due anni riguardano il foraggio
ed altri seminativi, gli agrumi, gli
ortaggi e la frutta secca.
La superficie investita a foraggi ed
altri seminativi è aumentata di circa
il 40%; mentre quella investita ad
agrumi ha subito una forte contrazione
(circa 4 volte), rispetto al 2010. La
superficie ad ortaggi è diminuita, invece, del 37%. Mentre continua la
crescita della superficie investita a
100
Superfici dedicate alle principali produzioni biologiche (ettari), 2008- 2011
Cereali
Frutta secca
Prati permanenti (prati e pascoli)
Olive
Ortaggi*
Uva
Foraggio e altri seminativi
Frutta**
Colture industriali
Agrumi
Altre colture permanenti
Piante da radice
Colture proteiche, leguminose da granella
2008
2009
2010
2011
2.216
2.777
3.441
3.632
997
700
909
2.463
44
70
24
22
5
1.883
4.778
3.205
3.192
897
739
690
637
117
80
39
7
1
1.902
5.136
1.840
3.436
800
708
2.091
581
48
254
5.619
5
145
1.482
5.678
1.624
3.166
582
742
3.427
574
41
61
211
6
188
*agli ortaggi sono accorpate le voci "fragole" e "funghi coltivati"
**alla frutta è accorpata la voce "piccoli frutti"
Fonte: SINAB
frutta secca che, risulta più che raddoppiata rispetto al 2008. Il numero
degli operatori, dal 2010 al 2011, è
aumentato del 8,3%.
Di questi il 77,8% è rappresentato dai
produttori esclusivi, il 15,2% da preparatori esclusivi, il 6,7% dai produttori-preparatori ed il restante 0,3% da
operatori misti. Secondo i dati dell’Elenco Regionale Operatori Agricoltura
Biologica (ERAB), nella provincia di
Salerno si concentra il maggior numero
di produttori specializzati.
In questa provincia infatti le aziende
specializzate in produzioni vegetali superano le 500 unità, di queste il 57%
Percentuale delle superfici per tipologia di coltivazione biologica, 2011
0,2%
0,3%
1,2%
0,03% 1,03%
8,1%
3,1%
18,8%
4,1%
3,2%
2,7%
31,1%
17,3%
8,9%
Cereali
Frutta secca
Prati permanenti (prati e pascoli)
Olive
Terreni incolti
Ortaggi*
Uva
Foraggio e altri seminativi
Frutta**
Colture industriali
Agrumi
Altre colture permanenti
Piante da radice
*Colture proteiche, leguminose da granella
Fonte: SINAB
sono classificate come biologiche e il
5% miste, il restante 38% sono, invece,
in conversione.
Degli oltre 280 produttori con sede
operativa nella provincia di Caserta il
47% ha l’azienda in conversione, mentre
un numero poco significativo è di tipo
misto. In provincia di Avellino (250
produttori) il 50% fa capo ad aziende
biologiche ed il 46% ad aziende miste.
La percentuale di aziende produttrici
classificate come biologiche raggiunge
il 64% (contro il 30% della aziende in
conversione) nel beneventano dove si
contano poco più di 200 produttori
esclusivi. La provincia con il minor
numero di operatori è Napoli che supera
appena le 60 unità.
Il maggior numero di operatori biologici
del settore zootecnico, compresi produttori e trasformatori, si trova nella
provincia di Benevento, seguita dalla
provincia di Salerno.
Secondo i dati BioBank, in Italia cresce
il numero di negozi specializzati che
risulta pari a 1.212 unità nel 2011,
contro i 1.163 del 2010, con un aumento
del 4,2%. Tali negozi sono concentrati
per il 65,3% al Nord, per il 21,1% al
Centro (inclusa la Sardegna) e per il
13,5% al Sud (inclusa la Sicilia).
Sempre secondo BioBank nel dicembre
2000 in Campania erano presenti 28
negozi specializzati, il 2,8% dei negozi
italiani, di cui uno in provincia di
Avellino, 2 Benevento, 2 Caserta, 16
Napoli, 7 Salerno, mentre nel 2011 il
numero di negozi specializzati è salito
a 34, di cui 3 in provincia di Avellino,
6 a Caserta, 16 a Napoli e, infine, 9 a
Salerno.
101
Operatori per attività praticata, 2011
Produttori esclusivi
Preparatori esclusivi
Produttori-Preparatori
Importatori esclusivi
Prod/Imp-Prep/Imp-Prod/Prep/Imp
Aziende biologiche, in conversione e miste per provincia, 2011
1.47
288
128
0
5
Fonte: ERAB
Numero di negozi specializzati, 2000 e 2011
Avellino
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
Campania
Fonte: BioBank
102
1
2
2
16
7
28
3
6
16
9
34
400
350
300
250
200
Biologiche
150
In conversione
100
Miste
50
0
Avellino
Fonte: ERAB
Benevento
Caserta
Napoli
Salerno
POLITICA AGRICOLA REGIONALE
103
PAC IN CAMPANIA: I PILASTRO
Nel corso del 2011 è stato avviato il
confronto sulla nuova fisionomia che
dovrà assumere la PAC nel periodo
2014-2020.
In base alle proposte normative avanzate dalla Commissione europea, la
struttura del sostegno garantito dal I
Pilastro dovrebbe modificare la propria
articolazione considerando in modo
più immediato e trasparente il concetto
di multifunzionalità delle attività agricole, con particolare riferimento al
contributo che esse possono recare in
relazione ad obiettivi di carattere ambientale.
La principale novità è rappresentata
dall’abolizione del regime di pagamento unico (RPU) e la sua sostituzione con un set di aiuti destinati a
remunerare specifici requisiti dell’imprenditore agricolo e dell’azienda (età
giovane, ridotte dimensioni aziendali,
condizioni oggettive di svantaggio)
ma anche aspetti comportamentali e
l’assunzione di specifici impegni a fa104
vore dell’ambiente e del clima (il cosiddetto greening).
Inoltre, viene rafforzato il capping,
ovvero i meccanismi tesi ad introdurre
limiti alle dimensioni degli aiuti per
azienda, che si affiancano ad ulteriori
meccanismi tesi ad equilibrare, anche
all’interno degli Stati membri, la distribuzione della spesa.
Infine, di particolare rilievo è l’obiettivo dichiarato di assicurare il sostegno
ai soli agricoltori in attività.
Quanto alle dinamiche di spesa derivanti dal quadro normativo attualmente in vigore, va sottolineato che,
a livello nazionale, nel 2011 la dotazione finanziaria attribuita all’Italia
per i pagamenti diretti è stata pari a
4.234 milioni di euro, mentre alle
misure accoppiate e disaccoppiate
previste dall’art. 68 del regolamento
(CE) 73/2009 sono stati destinati
circa 317 milioni di euro.
Elementi di particolare rilievo per il
loro impatto sull’agricoltura campana
sono rappresentati dalle novità relative
ai pagamenti transitori per i prodotti
ortofrutticoli.
A partire dal 2011, infatti, non sono
più erogati i pagamenti per le pere e
le pesche destinate alla trasformazione,
nonché per i pomodori da industria.
Per le prugne, invece, l’aiuto accoppiato si è ridotto al 75% dell’importo
indicativo del 2010.
Riguardo all’applicazione dell’art. 68,
sempre su scala nazionale, sono state
aumentate le dotazioni finanziarie per
alcune misure di miglioramento della
qualità, in particolare riguardo ai settori del tabacco, dell’olio d’oliva e
delle fronde recise.
Nel 2011, in Italia la spesa per gli
aiuti diretti ha rappresentato l’83,2%
del totale. In prevalenza si tratta di
pagamenti diretti disaccoppiati (75,8%
della spesa complessiva).
Gli interventi sui mercati agricoli rappresentano, invece, il 15,6% della
spesa FEAGA, destinata per oltre il
Forniture Feaga — Interventi sui mercati agricoli (migliaia di euro), 2009-2011
Fondo per la ristrutturazione del settore dello zucchero
Carni suine e altri prodotti animali
Latte e prodotti caseari
Altri prodotti vegetali
Prodottivi Vitivinicoli
Prodotti Ortofrutticoli
Olio d'oliva
Programmi Alimentari
Cereali
-
2.000
4.000
6.000
8.000
2009
Fonte: elaborazioni su dati AGEA
2010
10.000
12.000
14.000
16.000
2011
Forniture Feaga — Aiuti diretti (migliaia di euro), 2009-2011
Altri aiuti aggiuntivi
Altri aiuti diretti
Aiuti diretti disaccoppiati (RPU)
Fonte: elaborazioni su dati AGEA
50.000
100.000
2009
150.000
2010
200.000
250.000
2011
105
50% all’OCM vitivinicola e, per circa
il 30% all’OCM ortofrutta.
In tale contesto, l’analisi sulle erogazioni effettuate nel corso dell’anno
solare 2011 a livello regionale della
Campania restituisce un quadro piuttosto difforme rispetto a quello nazionale. Anzitutto, in termini assoluti,
le erogazioni hanno subìto un lieve
incremento (+5,6%) rispetto al 2010,
attestandosi su un valore di 205,5
milioni di euro. Il peso della Campania
nel bilancio di spesa FEAGA nazionale
si attesta dunque su valori pari al
4,8%.
Gli aiuti diretti rappresentano l’89,6%
del totale, mentre la residua quota
(10,4%) è rappresentata dagli interventi sui mercati agricoli.
Nel dettaglio, gli interventi sui mercati
agricoli hanno alimentato in Campania
una spesa pari a circa 21,4 milioni di
euro (+21,8% rispetto al 2010). Una
quota considerevole di tale cifra (circa
il 68%) è stata destinata all’OCM or106
PAC in Campania, I pilastro, 2011
Interventi sui mercati agricoli
Cereali
Programmi Alimentari
Olio d'oliva
Prodotti Ortofrutticoli
Prodottivi Vitivinicoli
Altri prodotti vegetali
Latte e prodotti caseari
Carni suine e altri prodotti animali
Fondo per la ristrutturazione del settore dello zucchero
Totale Interventi sui mercati agricoli
620.625,08
14.555.916,30
6.042.582,96
5.852,07
118.566,82
59.641,19
21.403.184,42Aiuti diretti
Aiuti diretti
Aiuti diretti disaccoppiati (RPU)
Sostegno specifico (articolo 68)
Altri aiuti diretti
Altri aiuti aggiuntivi
Totale Aiuti diretti alla produzione
Totale I° Pilastro 2011
Fonte: elaborazione su dati AGEA
161.230.309,72
13.223.571,55
9.336.373,87
18.032,48
183.808.287,62
205.211.472,04
Composizione percentuale dei trasferimenti FEAGA per interventi sui mercati agricoli, 2011
0,0% 0,6%
0,3%
0,03%
2,9%
0,0%
Altri prodotti vegetali e altre misure
28,2%
Carni suine, uova, pollame, apicoltura e
altri prodotti animali
Fondo per la ristrutturazione del settore
dello zucchero
Latte e prodotti caseari
Olio d'oliva
Prodotti del settore vitivinicolo
Prodotti ortofrutticoli
68,0%
Fonte: elaborazioni su dati AGEA
Programmi alimentari
tofrutta, mentre l’OCM vitivinicola
ha assorbito il 28,2% del totale. Rispetto al 2010, scompaiono dalle voci
di spesa gli aiuti alla filiera olivicola,
mentre una decisa contrazione (-98%)
si registra nella spesa a favore della
filiera lattiero-casearia. Ridimensionamenti di un certo rilievo si osservano, inoltre, anche nella spesa a favore dei programmi alimentari (16,1%) ed in quella del Fondo per la
ristrutturazione del settore dello zucchero (-18,5%). Al contrario, sono in
aumento gli interventi in favore dei
settori ortofrutticolo (+18,7%), vitivinicolo (+58,8%) e delle carni suine
(+26,5%).
Gli aiuti diretti ammontano a 183,8
milioni di euro e, come già osservato
su scala nazionale, sono prevalentemente relativi a pagamenti diretti disaccoppiati (87,7%).
Altra voce di spesa di un certo rilievo
è rappresentata, nell’ambito di questa
tipologia, dagli aiuti transitori per gli
107
ortofrutticoli (pomodori) e dai pagamenti per superfici per la frutta a
guscio.
Come da programma, si registra il
sostanziale azzeramento del pagamento del premio tabacchi, che passa
dagli oltre 28 milioni di euro del
2010 ai circa 0,2 milioni nel 2011.
Composizione percentuale dei trasferimenti FEAGA per aiuti diretti alla produzione, 2011
12,1%
0,0%
0,0%
0,1%
Regime pagamento unico
0,0%
Premi tabacchi
Pagamento transitorio pomodori
0,0%
Pagamenti per specifici tipi di
colture e produzioni di qualità
Premio qualità frumento
Aiuti aggiuntivi
Altri aiuti
87,7%
Fonte: elaborazioni su dati AGEA
108
PAC IN CAMPANIA: II PILASTRO
Nel corso del 2012 è stata approvata
una nuova versione del PSR 20072012 della Campania (versione n. 6)
che ha introdotto delle variazioni nel
contenuto di alcune misure (requisiti
di accesso, intensità degli aiuti, riallocazione delle risorse finanziarie all’interno delle misure).
Contestualmente, è stata elaborata
un’ulteriore versione del Programma
(la numero 7). In particolare, la proposta di revisione ha interessato il
contributo globale dell’Unione Europea
per l’intero periodo di programmazione
e la sua ripartizione annuale (naturalmente, relativa al solo 2013). Inoltre. è stata modificata la ripartizione
delle risorse tra gli Assi prioritari del
Programma. Tale versione è stata approvata dalla Commissione europea
con Decisione C(2012) 9747 del 19
dicembre 2012.
Di conseguenza, gli stanziamenti previsti per il periodo di programmazione
2007-2013, suddivisi in quota na-
Modifiche finanziarie al PSR 2007-2013 della Campania a seguito della Decisione C(2012) 9747 del
19.12.2012
-40.000.000
-20.000.000
-
20.000.000
40.000.000
60.000.000
60.000
0.000
80.000.000
112
113
114
115
121
122
123
124
125
126
131
132
144
As
se 1
Asse
211
212
214
221
223
226
227
As
se 2
Asse
311
323
As
se 3
Asse
Asse 4
Asse
511
A.T.
A.T.
Totale PSR
Totale
109
zionale (Stato e Regione), e quota
comunitaria (FEASR), ammontano a
1.809.983.083 euro. Tale importo
comprende anche le risorse derivanti
dalla rimodulazione del PSR ai fini
dell’Health Check e del Recovery Plan.
La spesa pubblica cumulata al 31 dicembre 2012 ammonta a 759.191.839
euro, che rappresentano il 41,9%
delle risorse disponibili. Si è, dunque,
registrato (in particolare, negli ultimi
due trimestri) un significativo avanzamento della spesa che ha permesso,
anche per il 2012, di evitare l’applicazione del disimpegno automatico.
Confrontando tali risultati con le performance finanziarie registrate a livello
nazionale (la cui spesa media si attesta
al 51,8%), emerge un significativo
recupero rispetto al quadro presentato
l’anno precedente, durante il quale il
PSR campano occupava il fanalino
di coda nella graduatoria relativa all’avanzamento della spesa. Permangono, comunque, segnali di affanno,
110
Totali stanziamenti PSR Campania (euro)
Spesa pubblica programmata
Misura
Asse 1
Asse 2
Asse 3
Asse 4
A. Tecnica
Totale
Stato + Regione
FEASR
TOTALE
Avanzamento
275.302.335
286.260.951
101.065.651
26.696.818
9.883.328
699.209.083
434.123.281
422.880.440
174.564.269
59.117.450
20.088.560
1.110.774.000
709.425.616
709.141.391
275.629.920
85.814.268
29.971.888
1.809.983.083
39,2%
39,2%
15,2%
4,7%
1,7%
100,0%
Piano finanziario approvato con Decisione C(2012) 9747 del 19.12.12
Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012
Avanzamento della spesa pubblica cumulata nel periodo 2007-2012 (euro)
Asse
Asse 1
Asse 2
Asse 3
Asse 4
A. Tecnica
Totale
Stato + Regione
Spesa sostenuta
FEASR
TOTALE
Avanzamento
101.127.651
162.768.013
31.512.168
2.052.284
2.307.530
299.767.647
159.519.475
236.849.348
54.042.388
4.544.577
4.468.405
459.424.192
260.647.126
399.617.361
85.554.556
6.596.861
6.775.934
759.191.839
36,7%
56,4%
31,0%
7,7%
22,6%
41,9%
Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012
Avanzamento della spesa pubblica nei PSR italiani al 31 dicembre 2012
79,6
69,1
69,5
63,4
52,1 50,3 52,8 51,6 50,0
52,0
54,2 53,0
51,2
48,4
Calabria
Veneto
Totale Reg. Ob.
Competitività
Basilicata
35,3
Valle d'Aosta
Trento
Umbria
Toscana
Sardegna
Molise
Piemonte
Marche
Lombardia
Lazio
Liguria
Friuli Venezia Giulia
Bolzano
39,6
Emilia Romagna
51,8
50,6
41,9
Sicilia
52,1
Totale Reg. Ob.
Convergenza
Italia
47,9
Puglia
55,2
Campania
52,1
46,1
Abruzzo
soprattutto nell’avanzamento della
spesa di alcune misure, generati da
elementi “interni” (complessità dei
meccanismi procedurali, in particolare)
e da fattori esogeni, riconducibili allo
scenario congiunturale nel quale si
sviluppano i processi di investimento
e di spesa.
In generale, incidono sui poco brillanti
risultati finanziari le condizioni di
crisi e di scarsa liquidità nelle quali
si trovano sia i potenziali beneficiari
pubblici, sia quelli privati.
In particolare, i primi affrontano con
sempre maggiori difficoltà finanziarie
la gestione delle attività a carattere
ordinario e sono sottoposti a oggettivi
vincoli di spesa legati al perseguimento
degli obiettivi della spending review;
i secondi, invece, mostrano una sempre
minore propensione ad investire, non
solo in relazione alle prospettive congiunturali, ma anche per oggettive
difficoltà nell’accesso al credito.
Tale scenario produce effetti negativi
Fonte: elaborazioni su dati RRN
sull’avanzamento della spesa soprattutto nell’ambito delle misure caratterizzate da un’elevata immaterialità,
poiché ad esse non si applicano (secondo una oramai consolidata interpretazione) le disposizioni contenute
nell’articolo 56 del Regolamento (CE)
1794/2006 in materia di versamento
delle anticipazioni del contributo pubblico concesso. Tale circostanza impone
la necessità di fronteggiare con mezzi
propri l’avviamento delle operazioni,
111
con conseguente incremento della rischiosità e riduzione della capacità
di spesa.
Tali riflessioni trovano conferma dalle
analisi sull’avanzamento di spesa pubblica cumulata per asse e per misura:
difatti, l’Asse 2, che raccoglie prevalentemente misure a premio, e che,
pertanto, richiede una minore necessità
di cofinanziamento da parte dei beneficiari, presenta un migliore avanzamento finanziario, contrariamente
agli altri Assi, le cui misure sono peraltro caratterizzate da circuiti amministrativi e finanziari relativamente
più complessi.
Più in dettaglio, riguardo alle risorse
programmate, l’Asse 1 “Miglioramento
della competitività nel settore agricolo”
ha subito una lieve variazione in aumento, che ne ha portato la disponibilità complessiva di risorse pubbliche
ad oltre 709 Meuro. A beneficiarne
maggiormente sono le misure “a premio” (112: Primo insediamento; 113:
112
Spesa programmata e avanzamento della spesa pubblica, per Asse
Assistenza
tecnica
1,7%
0,9%
4,7%
Asse 4
0,9%
15,2%
Asse 3
Programmata
11,3%
Sostenuta
39,2%
Asse 2
52,6%
39,2%
Asse 1
34,3%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012
Prepensionamento) e, soprattutto, le
misure 121 “Ammodernamento delle
aziende agricole” e 124 “Cooperazione
per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo
e alimentare e settore forestale”. A
farne le spese, in un processo di riassetto finanziario all’interno dell’Asse
1 sono, invece, quelle misure che han-
no mostrato un avanzamento procedurale (in termini di impegni assunti)
assai deludente, con particolare riferimento alle Misure 114 e 115, e ad
alcune misure del sottoasse 1.3.
Quanto all’avanzamento finanziario,
la capacità di spesa è mediamente
pari al 36,7%. Si distingue, oltre alle
citate misure, il risultato finanziario
Spesa programmata e avanzamento della spesa pubblica, per Asse
Asse 1
36,7%
63,3%
Asse 2
43,6%
56,4%
Asse 3
69,0%
31,0%
Asse 4
Spesa da sostenere
Spesa sostenuta
92,3%
7,7%
Assistenza tecnica
77,4%
22,6%
Totale
41,9%
0,0%
25,0%
58,1%
50,0%
75,0%
100,0%
Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012
della nuova misura 144 “Aziende
agricole in via di ristrutturazione in
seguito alla riforma della organizzazione comune di mercato” che in quasi
due anni di operatività segna un avanzamento pari a circa il 43%. Anche
in questo caso ci troviamo di fronte
ad una misura “a premio”, a conferma
di quanto già esposto, in merito alla
doppia velocità che caratterizza questo
genere di aiuti rispetto alle misure ad
investimento.
Anche l’Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale” ha
visto leggermente aumentare il proprio
budget, che ha raggiunto l’importo
di oltre 709 Meuro. In particolare, è
stata incrementata la dotazione fi-
nanziaria della misura 211 “Indennità
a favore degli agricoltori delle zone
montane”, verso la quale sono state
dirottate anche risorse non impegnate
di altre misure interne all’Asse.
Come accennato, l’avanzamento della
spesa sembra più confortante (56,4%),
con un indice di spesa che supera il
116% per i pagamenti delle indennità
compensative relative alla misura 211
e buoni risultati registrati nell’ambito
della misura 214 “Pagamenti agroambientali” (circa il 61%).
Il budget disponibile per le misure
dell’Asse 3 “Qualità della vita nelle
zone rurali e diversificazione dell’economia rurale” resta sostanzialmente
invariato, con un lieve incremento
destinato al finanziamento della misura 311 “Diversificazione in attività
non agricole”.
La capacità di spesa non assume
valori particolarmente elevati (31,0%),
ma si segnala un buon avanzamento
delle misure 312 “Creazione e sviluppo
113
Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 1
Misura
111
112
113
114
115
121
122
123
124
125
126
131
132
133
141
142
144
Totale
Stato+Regione
6.956.249
10.416.546
5.565.560
1.361.435
1.520.757
105.422.552
1.033.557
31.376.684
11.044.634
88.802.678
4.139.780
878.874
659.938
1.571.216
4.551.875
275.302.335
Spesa pubblica programmata
FEASR
TOTALE
11.009.270
16.395.876
8.727.187
2.154.667
2.406.818
166.243.315
1.635.753
49.173.499
17.155.945
140.543.082
6.551.800
1.390.945
1.044.447
2.486.677
7.204.000
434.123.281
Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012
114
17.965.519
26.812.422
14.292.747
3.516.102
3.927.575
271.665.867
2.669.310
80.550.183
28.200.579
229.345.760
10.691.580
2.269.819
1.704.385
4.057.893
11.755.875
709.425.616
Stato+Regione
550.352
8.900.882
2.307.068
72.329
465.458
58.067.148
154.623
10.182.690
1.324.381
17.109.685
10.991
977
40.453
1.940.616
101.127.651
Spesa pubblica sostenuta
FEASR
TOTALE
871.011
13.996.634
3.570.153
114.475
736.654
91.603.896
244.714
16.062.651
2.086.469
27.078.550
17.394
1.546
64.022
3.071.305
159.519.475
1.421.363
22.897.515
5.877.221
186.804
1.202.112
149.671.044
399.337
26.245.341
3.410.850
44.188.235
28.385
2.523
104.475
5.011.921
260.647.126
Avanzamento
7,9%
85,4%
41,1%
5,3%
30,6%
55,1%
15,0%
32,6%
12,1%
19,3%
0,0%
1,3%
0,1%
2,6%
42,6%
36,7%
Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 2
Misura
211
212
213
214
215
216
221
222
223
224
225
226
227
Totale
Stato+Regione
71.134.653
4.540.891
88.677.450
9.443.385
13.053.059
17.883.770
1.982.837
8.674.449
47.504.735
23.365.722
286.260.951
Spesa pubblica programmata
FEASR
TOTALE
102.906.476
6.497.692
130.757.889
14.218.316
19.653.177
26.095.647
2.985.434
13.060.578
71.524.919
35.180.312
422.880.440
174.041.129
11.038.583
219.435.339
23.661.701
32.706.236
43.979.417
4.968.271
21.735.027
119.029.654
58.546.034
709.141.391
Stato+Regione
52.960.808
5.247.360
54.280.167
3.907.898
4.810.097
8.825.732
445.714
3.827.754
21.367.971
7.094.511
162.768.013
Spesa pubblica sostenuta
FEASR
TOTALE
75.462.444
7.565.672
78.950.614
5.881.244
7.242.264
12.458.629
671.084
5.763.211
32.172.422
10.681.763
236.849.348
128.423.253
12.813.032
133.230.782
9.789.143
12.052.361
21.284.361
1.116.797
9.590.965
53.540.393
17.776.274
399.617.361
Avanzamento
73,8%
116,1%
60,7%
41,4%
36,9%
48,4%
22,5%
44,1%
45,0%
30,4%
56,4%
Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012
115
Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 3
Misura
311
312
313
321
322
323
331
341
Totale
Stato+Regione
11.923.502
11.142.760
11.066.542
18.402.672
33.465.022
13.158.167
1.906.986
101.065.651
Spesa pubblica programmata
FEASR
TOTALE
20.800.264
19.452.408
19.319.350
30.333.899
58.421.365
22.907.873
3.329.110
174.564.269
32.723.766
30.595.168
30.385.892
48.736.571
91.886.387
36.066.040
5.236.096
275.629.920
Stato+Regione
3.444.915
6.944.055
3.707.520
8.943.513
8.393.334
78.831
31.512.168
Spesa pubblica sostenuta
FEASR
TOTALE
6.003.294
12.122.544
6.472.382
14.716.855
14.589.694
137.619
54.042.388
9.448.209
19.066.599
10.179.902
23.660.368
22.983.028
216.450
85.554.556
Avanzamento
28,9%
62,3%
33,5%
48,5%
0,0%
63,7%
4,1%
31,0%
Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012
di imprese” e 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale”, (rispettivamente, 62,3% e 63,7%).
Discorso a parte merita l’Asse 4 “Leader” che, a livello nazionale, registra
grosse difficoltà di attuazione. Dal
punto di vista amministrativo, procedurale e finanziario, l’introduzione
del metodo partecipativo ed ascendente
nella programmazione ordinaria dello
116
sviluppo rurale si è rivelata piuttosto
complessa e di difficile attuazione.
L’avanzamento della spesa, a livello
nazionale, è fermo al 15,4% delle risorse disponibili, mentre in Campania
è pari al 7,7%.
La spesa è rappresentata, in via quasi
esclusiva, dalle anticipazioni e dagli
acconti erogati ai GAL nell’ambito
della misura 431 “Gestione dei gruppi
di azione locali, acquisizione di competenze e animazione sul territorio”.
Negli ultimi mesi sono stati effettuati
pagamenti anche nell’ambito della
misura 410 “Strategie di sviluppo locale”.
Infine, la misura di Assistenza Tecnica
ha registrato un robusto ridimensionamento del proprio budget, passato
dagli oltre 64 Meuro agli attuali 30
Avanzamento PSR Campania al 31/12/2012 - Asse 4
Misura
411
412
413
421
431
Totale
Stato+Regione
Spesa pubblica programmata
FEASR
TOTALE
4.111.310
5.735.660
10.718.612
2.037.990
4.093.246
26.696.818
9.104.088
12.701.049
23.735.300
4.512.926
9.064.087
59.117.450
Stato+Regione
13.215.398
18.436.709
34.453.912
6.550.916
13.157.333
85.814.268
65.028
43.685
99.765
1.843.806
2.052.284
Spesa pubblica programmata
FEASR
TOTALE
Stato+Regione
Spesa pubblica sostenuta
FEASR
TOTALE
143.999
96.736
220.919
4.082.923
4.544.577
Avanzamento
209.027
140.421
320.684
5.926.729
6.596.861
1,6%
0,8%
0,9%
0,0%
45,0%
7,7%
Spesa pubblica sostenuta
FEASR
TOTALE
Avanzamento
Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012
Avanzamento PSR dell’assistenza tecnica
Misura
511
Totale
Stato+Regione
9.883.328
9.883.328
20.088.560
20.088.560
29.971.888
29.971.888
2.307.530
2.307.530
4.468.405
4.468.405
6.775.934
6.775.934
22,6%
22,6%
Fonte: elaborazione su dati RRN, aggiornati al 31 dicembre 2012
117
Meuro. La capacità di spesa è pari al
22,6%.
Come nelle annualità precedenti, anche nel 2012 i circuiti finanziari sono
stati alimentati prevalentemente nel
corso dell’ultimo trimestre, confermando una dinamica ormai consolidata.
Difatti, dei circa 203 Meuro erogati
nell’anno solare, oltre il 47% è stato
erogato a partire dal 15 ottobre dell’anno 2012.
Psr Campania 2007-2013 — Andamento trimestrale della Spesa
160.000.000
140.000.000
120.000.000
100.000.000
80.000.000
60.000.000
40.000.000
20.000.000
-
I-III IV
2008
I
II
III
IV
I
II
III
IV
I
2010
2009
II
III
IV
I
II
III
IV
2012
2011
Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012
Avanzamento trimestrale della spesa pubblica cumulata. Periodo 2008-2012
1.000
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
I-III* IV
2008
I
II III*
2009
IV
I
II III*
2010
(*) i dati relativi al Q3 di ogni anno si riferiscono al 15 ottobre.
Fonte: elaborazioni su dati RRN, aggiornati a dicembre 2012
118
IV
I
II III*
2011
IV
I
II III*
2012
IV
LA SPESA AGRICOLA REGIONALE
119
IL QUADRO DELLA FINANZA AGRICOLA REGIONALE
Legge Finanziaria Statale
Per la definizione degli interventi relativi al 2013 la manovra finanziaria
dello Stato ha avuto un percorso differente e articolato.
La legge n. 228 del 24 dicembre 2012
(Legge di stabilità 2013, ex legge finanziaria), per il settore primario ha
previsto interventi i seguenti interventi:
le rendite catastali subiranno un aumento dal prossimo anno fiscale (dal
2013, pagamento 2014) e non già
dal 2012 come era stato prospettato
nelle prime versioni della finanziaria
(art.3 comma 25), dunque è prevista
una aliquota fiscale diversa, seppur
in un contesto di aumento della imposizione, in funzione della qualifica
del conduttore del fondo.
Il gasolio agevolato per uso agricolo
subirà nel 2013 una riduzione delle
assegnazioni aziendali del 10%. Nella
versione precedente era prevista una
riduzione del 5%, ma la necessità di
fare cassa, visto lo slittamento del120
l'aumento delle rendite catastali, ha
indotto il Governo ad aumentare la
decurtazione. Teoricamente nel 2014,
si dovrebbe ripristinare la riduzione
soltanto del 5% (art.3 comma 30).
Questa provvedimento, secondo le
previsioni del Ministero, consentirà
un maggiore gettito per lo Stato, pari
a 160 milioni di euro.
Infine, il Legislatore ha previsto l’abrogazione delle agevolazioni previste a
favore delle società agricole di capitali
e di persone.
La norma su cui interviene la Legge
di stabilità 2013 è il comma 1093
dell’art. 1, L. 296/2006 (Finanziaria
2007) secondo cui le società agricole,
intese come società di persone, S.r.l.
e le società cooperative, con qualifica
di società agricola, potevano optare
per la tassazione basata sui redditi
fondiari, di cui all’art. 32, D.P.R.
917/1986.
Scopo della facoltà concessa alle società agricole era quella di sviluppare
la forma societaria nel settore agricolo,
incoraggiandolo, con la possibilità di
tassare i propri redditi, in luogo della
determinazione del reddito d’impresa,
su base fondiaria.
La Legge di stabilità 2013 ha eliminato il regime opzionale previsto per
le società agricole a decorrere dal primo gennaio 2013. A partire da tale
data, pertanto, le società in questione
rientreranno tra i soggetti che determinano il proprio reddito ai sensi
degli artt. 55 e segg., D.P.R. 917/1986
, ossia come reddito d’impresa e non
più come reddito fondiario.
Il consolidato del sostegno al settore agricolo in Italia nel 2011
La stima del sostegno che riceve il
settore agricolo in Italia ammonta,
nel 2011, a 14,5 miliardi di euro,
contro i 13,7 miliardi del 2010, con
un aumento pari al 6,3%, dovuto
quasi integralmente all’aumento dei
trasferimenti di origine comunitaria
Consolidamento del sostegno del settore agricolo in Italia, 2010-2011
2010
mln €
Trasferimenti
- di cui: Agea
- Organismi Pagatori
- Regioni
Agevolazioni
- di cui: prev. e contr.
Totale
2011
%
10.395
3.829
2.862
2.968
3,267
1.454
13.663
76,1
28,0
20,9
21,7
23,9
10,6
100,0
mln €
%
11.197
4.210
3.317
2.995
3.325
1.379
14.522
77,1
29,0
22,8
20,6
22,9
9,5
100,0
Var. 10-11
%
7,7
10,0
15,9
0,9
1,8
-5,2
6,3
Fonte: elaborazione su banca dati Spesa pubblica in agricoltura - INEA
Trasferimenti di politica agraria per origine dei fondi, 2010-2011
2010
mln €
Unione Europea
Fondi Nazionali
- Regioni escl. cof UE
- Stato
Totale trasferimenti
5.629
4.767
2.968
1.657
10.395
2011
%
54,2
45,9
28,6
15,9
100,0
Fonte: elaborazione su banca dati Spesa pubblica in agricoltura - INEA
mln €
6.101
5.095
2.995
1.864
11.197
%
54,5
45,5
26,7
16,6
100,0
Var. 10-11
%
+8,4
+6,9
+0,9
+12,5
+7,7
(in attuazione della PAC). Il 77,1%
del consolidato è costituito da trasferimenti monetari provenienti dalle politiche di settore (11,1 miliardi di
euro) e il restante 22,9% dall’insieme
di agevolazioni contributive fiscali
concesse (3,3 miliardi di euro).
Stabile rimane, invece, il peso del sostegno agricolo rispetto ai macro aggregati settoriali: l’aiuto pubblico all’agricoltura ha costituito infatti il
54,9% del valore aggiunto (era il 56%
del 2010), peso che scende al 29,1%
sul valore della produzione, contro il
29,8% dell’anno precedente.
Più della metà del sostegno (52%
pari a 7,5 miliardi di euro) proviene
dalla PAC (AGEA, Organismi Pagatori
Regionali (OPR), Saisa e Ente nazionale risi), con l’AGEA che copre da
sola quasi il 29% del totale, seguita
dagli OPR (22,8%) e dalle Regioni
(20,6%).
Con poco più di 1,3 miliardi di euro
e, un’incidenza sul totale del 9,5%,
121
le agevolazioni previdenziali e contributive costituiscono la maggiore
componente dei flussi finanziari virtuali derivanti dai risparmi che gli
operatori di settore realizzano, seguite
dagli sgravi sui carburanti (5,4%) e
dalle agevolazioni sull’IRPEF (3,6%).
Si conferma, in tendenza con gli anni
passati, il peso predominante dei trasferimenti connessi all’attuazione della
PAC, mentre si registra una crescita
del ruolo rivestito dalle agevolazioni
che, con riferimento all’ultimo anno,
si presentano in aumento dello 1,8%.
Esaminando i trasferimenti, con particolare attenzione all’origine dei fondi
(UE ,Italia, Regioni), emerge il peso
122
rilevante dell’Unione Europea: oltre
la metà dei trasferimenti (54,5%)
proviene infatti dal bilancio comunitario mentre la restante parte (45,5%)
deriva da risorse statali o dalle Regioni;
per quanto riguarda i finanziamenti
statali rispetto al 2010 possiamo
notare un deciso aumento (+ 12,5%),
analogamente sale il contributo regionale (+0,9%).
Il peso della PAC è ancora più accentuato se si fa riferimento alle sedi
dove si decide la destinazione dei trasferimenti; infatti, da questo punto
di vista la componente comunitaria
raggiunge una quota del 67,4%, mentre la destinazione del restante 32,6%
avviene in sede nazionale, tra Stato e
Regioni.
È possibile realizzare un’ulteriore analisi disaggregando i dati per regione.
In Campania il sostegno nel 2010
viene stimato in 867 milioni di euro
con un’incidenza del 6,3% sul totale
nazionale. I principali soggetti attuatori
sono rappresentati dall’AGEA
(50,9%), dalla Regione (17,1%, in
calo costante nell’ultimo triennio),
dal MiPAAF (3,6%). Inoltre, i trasferimenti di politica agraria costituiscono
il 72,3% del sostegno, in diminuzione
rispetto all’anno precedente (-3,1%),
mentre le agevolazioni si attestano al
27,7%.
Consolidamento del sostegno del settore agricolo in Campania, 2008-2010
2008
Agea/Opr
Mipaf
Ministero attività produttive
Sviluppo Italia - ISMEA
Regione
Totale Trasferimenti
Credito d'imposta
IVA
Agevolazioni carburanti
Agevolazioni su Irpef
Agevolazioni su Ici
Agevolazioni Irap
Agevolazioni previdenziali e contributive
Totale Agevolazioni
Totale Complessivo
2009
mln €
%
304
34
17
2
235
592
0
13
38
66
6
8
137
268
860
35,9
4,0
2,0
0,2
27,8
70,0
0,0
1,4
4,5
7,4
0,7
0,9
15,0
30,0
100,0
mln €
429
35
7
1
221
693
0
13
35
49
5
8
118
228
921
2010
%
46,6
3,8
0,8
0,1
24,0
75,2
0,0
1,4
3,8
5,3
0,5
0,9
12,8
24,8
100,0
mln €
440
31
7
0
148
626
0
15
33
46
5
9
131
240
867
%
50,7
3,6
0,9
0,0
17,1
72,3
0,0
1,7
3,9
5,3
0,6
1,0
15,2
27,7
100,0
Media 2008-10
mln €
%
391
33
10
1
201
637
0
14
35
54
5
8
129
245
883
44,4
3,8
1,2
0,1
23,0
72,5
0,0
1,5
4,1
6,0
0,6
0,9
14,3
27,5
100,0
Fonte: elaborazione su banca dati Spesa pubblica in agricoltura - INEA
123
IL BILANCIO REGIONALE
Il Bilancio Gestionale complessivo della
Regione Campania per l’anno 2012 si
assesta di poco oltre i 23 miliardi di
euro. Le risorse stanziate avevano
subito negli ultimi anni, anche a causa
del recente periodo di crisi economica,
una costante diminuzione. Nel 2012,
invece, le risorse appostate superano
quelle del 2009. Rispetto al 2011, l’aumento è stato del 27%.
La spesa nel bilancio per la Sanità,
con circa 10,4 miliardi di euro, assorbe
quasi la metà del bilancio regionale,
seguita dalle risorse destinate alla Ragioneria regionale (41%), mentre non
marginali risultano essere le risorse assegnate all’area Rapporti con gli Organi
nazionali e internazionali (950 milio
di euro, pari al 4%), al settore dei
Trasporti (637 milioni di euro, cioè il
3%) e alle Politiche di coesione (220
milioni di euro, ovvero l’1%).
In tale contesto, la diminuzione dell’incidenza degli stanziamenti per il
settore agricolo è stata confermata
124
Gli stanziamenti di competenza della Regione Campania, 2007-2012 (valori in milioni di euro)
25.000
22.500
Stanziamenti di
competenza bilancio
regionale Campania
20.000
17.500
15.000
12.500
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania
Gli stanziamenti di competenza per Area, 2012
1%
1%
3%
4%
0,3%
4%
Sanità
Ragioneria e Tributi
Rapporti Organi Nazionali e Intern.
Trasporto
Ecologia
Politiche di coesione e PSR 2007-2013
46%
41%
Agricoltura
Altro
Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania
anche nel 2012. Il confronto deve
tenere conto che, a partire dal 2007,
nel bilancio non sono più transitate le
quote comunitarie e nazionali del Programma di Sviluppo Rurale a differenza
degli anni precedenti con i Programmi
Operativi cofinanziati dall’UE (POR,
PSR, Leader). Va comunque sottolineato
che l’incidenza del settore primario sul
bilancio regionale fino al 2010 non
era mai scesa al di sotto dell’1%. Nel
2012 le risorse assegnate, circa 77 milioni di euro, raggiungono un’incidenza
pari ad appena lo 0,3% con una diminuzione rispetto al 2007 di 176 milioni
di euro circa (-69,5%).
Il Grafico a lato evidenzia una continua
tendenza alla diminuzione delle risorse
con un notevole abbattimento per le
previsioni 2012.
Stanziamenti per i capitoli della spesa, 2007-2012 (valori in milioni di euro)
Stanziamenti per i capitoli di spesa
Bilancio
Stanziamenti assegnati
Regione Campania (a)
all’Agricoltura regionale (b)
Anno
2007
2008
2009
2010
2011
2012
15.334
19.147
20.516
18.838
18.230
23.160
253
240
225
235
85
77
%
(b/a)
1,6
1,3
1,1
1,2
0,5
0,3
Fonte:elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania
Incidenza del settore agricolo sull’intero bilancio regionale, 2007-2012 (valori in percentuali)
1,8
1,6
1,4
1,2
Incidenza del settore
agricolo sull’intero
bilancio regionale
1
0,8
0,6
0,4
Le competenze delle entrate per
l’agricoltura nel 2012
Le entrate finanziarie di competenza
per l’Esercizio finanziario 2012, previste
0,2
0
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione
125
per l’Area Agricoltura, ammontano a
circa 23 milioni di euro; il 50% delle
risorse viene finanziato da risorse statali,
seguono quelle comunitarie (33%) e
quelle regionali (17%).
Le assegnazioni statati ammontano a
circa 11 milioni di euro.
I fondi vengono assegnati per la realizzazione di attività di sviluppo e sostenibilità del settore agricolo agro-industriale, lo sviluppo delle filiere agro-
Riscossioni realizzate per Settore nell’Esercizio Finanziario, 2012
Le entrate finanziarie per l’agricoltura, 2012
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
Entrate
Comunitarie
33%
Entrate
Statali
50%
Entrate
Regionali
17%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
126
76,2 %
4,8 %
SIRCA
IPA
4,8%
0,0 %
TERRITORIO
BCA
alimentari, tutela e valorizzazione delle
produzioni di qualità e tipiche, la progettazione ed esecuzione del 6° Censimento Generale Agricoltura (2010),
l’attività di prevenzione e controllo nel
settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale e forestale e infine la realizzazione degli interventi previsti dal
FEP (quota di coofinanziamento).
Nel corso dell’esercizio finanziario 2012
sono stati riscossi 86 milioni di euro. Il
76,2% ha interessato fondi per gli in-
6,8 %
7,4%
FORESTE
PIANO
FORESTALE
terventi per la produzione agricola, seguono gli interventi per gestiti dal
piano forestale (7,4%) e la salvaguardia
del territorio campano (6,8%).
Gli stanziamenti e la tipologia delle
risorse nel bilancio regionale 2012
L’ammontare di risorse previste nel
bilancio regionale per l’Area Agricoltura
per l’anno 2012 è di circa 77 milioni
di euro. Il 75,3% delle risorse stanziate
è costituito da fondi regionali; al fine
di sostenere il settore agricolo e lo sviluppo del territorio. Tra le attività finanziate nel 2012, si evidenziano i
contributi ai Consorzi di Bonifica per
la gestione dei canali consortili, le
risorse per le attività delegate in materia
di bonifica montana e forestazione; la
quota di cofinanziamento regionale del
Fondo Europeo Pesca (FEP); il finanziamento del programma di gestione
faunistico ambientale e di ricostruzione
del patrimonio faunistico; il fondo per
il risanamento delle comunità montane;
le risorse per la gestione dell’azienda
agricola sperimentale “Improsta” (SA);
i contributi alle associazioni professionali
dei coltivatori diretti; la quota regionale
del PSR comprensiva anche del Fondo
Speciale IVA per la copertura finanziaria
della quota IVA per tutti gli interventi
destinati a favorire, in qualità di beneficiari, Province, Comuni e altri Organismi di diritto pubblico per i quali
l’IVA non è rendicontabile.
Le assegnazioni statali ammontano al
Bilancio Agricoltura per tipologia di risorse, 2012 (valori in euro e percentuale)
Stanziamenti Gestionale 2012
Fondi Comunitari
Fondi Statali
Fondi Regionali
Totale Stanziamenti 2012
7.895.734,49
11.221.598,24
58.150.612,71
77.267.945,44
Ripartizione in %
10,2
14,5
75,3
100
Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania
Bilancio Agricoltura per tipologia di risorse,
2012
10,2%
14,5%
75,3%
Fondi Comunitari
Fondi Statali
Fondi Regionali
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
14,5%, destinate principalmente alla
lotta e prevenzione degli incendi boschivi
nella regione, agli interventi a carattere
territoriale per le emergenze fitosanitarie
conclamate, all’attuazione del programma di incremento ippico regionale, alle
gestione delle aziende agricole sperimentali e dei centri regionali di sperimentazione e, infine, alla copertura
della quota di coofinanziamento del
Fondo Europeo Pesca. Rispetto allo
scorso anno si registra un calo di risorse
statali: i trasferimenti dal MiPAAF sono
passati dai 27 milioni del 2011 agli 11
milioni del 2012 (-59%)
I fondi comunitari, pari all’10,2% delle
127
risorse stanziate, sono destinati alla
quota di cofinanziamento del Programma Operativo Nazionale per la Pesca
2007-2013 (FEP) e al fondo comunitario per le attività di orientamento
dei consumi ed azioni di informazione
riguardanti la politica agricola comune.
La spesa agricola regionale
Nell’anno 2012 sono stati assegnati a
favore del settore primario 92 milioni
euro di stanziamenti di competenza,
di cui 77,3 milioni da Bilancio Gestionale 2012 e 14,7 milioni da reiscrizioni
ed acquisizioni in corso d’anno.
Gli stanziamenti definitivi di cassa
sono pari a 210 milioni di euro, considerando che i residui passivi accertati
all’inizio dell’esercizio ammontavano
a 130,3 milioni di euro. La movimentazione degli impegni, alla data del 31
dicembre 2012, è stata pari a circa 68
milioni di euro mentre le liquidazioni,
si sono attestate a 109 milioni di euro;
il 55% di queste ultime ha interessato
128
Bilancio Gestionale Agricoltura 2012 (valori assoluti in euro)
Fondi Comunitari
Fondi Statali
Fondi Regionali
Totale Stanziamenti 2012
Stanziamenti
Gestionale 2012
Reiscrizione,
acquisizione e
variazioni di
bilancio
Totale
7.895.734,49
11.221.598,24
58.150.612,71
77.267.945,44
14.691.307,29
14.691.307,29
91.959.252,73
91.959.252,73
Fonte: elaborazioni INEA su dati Bilancio Gestionale Regione Campania
I dati della competenza, degli impegni e la capacità d’impegno, 2012 ( valori in milioni di euro e in %)
300
250
200
71,6%
150
100
95 mil.
93 mil.
68 mil.
50
0
Competenza
Limite Impegni Patto di
Stabilità
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
Impegni
Capacità d'impegno
impegni presi negli anni precedenti
mentre quelle riferite ad impegni assunti
nel corso dell’anno si sono attestate al
45%. Ricordiamo che i settori dell’Area
Sviluppo Attività Settore Primario sono
ventidue, di cui soltanto sei con “capacità di spesa”, poiché per i settori
provinciali nelle cinque province è stata
prevista soltanto l’apertura di credito
finalizzata alla copertura delle spese.
Nel grafico precedente, si rappresenta
la situazione della competenza, dei
limiti di impegno del patto di stabilità,
degli impegni dell’Area alla data del
31 dicembre 2012, da cui emerge che
la capacità di impegno si attesta al
71,6%.
Nel Grafico che segue, si evidenzia la
capacità di spesa effettiva, cioè il rapporto tra le liquidazioni effettive e il
tetto di pagamento previsto dal patto
di stabilità per l’anno 2012, che si attesta all’87,3%, a prova dello sforzo
dell’amministrazione di trasformare la
spesa intenzionale in spesa effettiva e
I dati della cassa, delle liquidazioni e la capacità di spesa, 2012 ( valori in milioni di euro e in %)
400
350
300
250
87,3
210 mil.
200
150
125 mil.
109,1 mil.
Limite Liquidazioni
Patto di Stabilità
Liquidazioni
100
50
0
Cassa
Capacità di spesa
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
di rientrare nei limiti imposti dal patto
di stabilità interno.
Gli obiettivi programmatici nel bilancio agricolo
L’analisi della distribuzione degli stanziamenti, degli impegni e delle liquidazioni può essere suddivisa in una
serie di obiettivi programmatici iden-
tificabili nei sei settori di spesa dell’Area,
eccezion fatta per il settimo che viene
considerato nella sua totalità con un’incidenza trasversale sui quattro settori
dell’Area che attualmente gestiscono
gli interventi del PSR e dei programmi
regionali come il FOPES:
1. Sperimentazione e servizi di sviluppo;
129
2. Investimenti in agricoltura (esclusi
i Programmi comunitari);
3. Interventi sul territorio;
4. Credito agrario;
5. Forestazione;
6. Interventi per la pesca (FEP), acquacoltura e piano forestale;
7. Interventi cofinanziati con fondi
comunitari (PSR) e fondi regionali
(FOPES).
La situazione della competenza evidenzia il peso degli interventi relativi
ai programmi comunitari (PSR) e quelli
regionali del FOPES (33,6%) e quelli
per la tutela e salvaguardia del patrimonio boschivo (28,7%). Seguono le
azioni previste dalle misure del Fondo
Europeo Pesca e gli interventi di irrigazione e bonifica del territorio rispettivamente con l’11,5% e il 10,7%.
Tale ripartizione è confermata solo
parzialmente per gli impegni; infatti,
alla consistente movimentazione registrata per le attività relative alla forestazione e bonifica montana (38,6%
130
La distribuzione degli stanziamenti per obiettivi programmatici, 2012
4,8%
1,0%
10,6%
33,6%
4,5%
Sperimentazione e Servizi di sviluppo
Investimenti agricoli
Interventi sul territorio
Credito Agrario
Forestazione
28,7%
Pesca (FEP) e Piano Forestale
Interventi POR-PSR e FOPES
11,5%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
La distribuzione degli impegni per obiettivi programmatici, 2012
14,4%
7,3%
1,1%
14,3%
19,5%
4,9%
38,6%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
Sperimentazione e Servizi di sviluppo
Investimenti agricoli
Interventi sul territorio
Credito Agrario
Forestazione
Pesca (FEP) e Piano Forestale
Interventi POR-PSR e FOPES
degli impegni totali), seguono i progetti
promossi nell’ambito del Fondo Europeo
Pesca (19,5%), gli interventi previsti
dai PSR, compreso il fondo speciale
IVA (14,4%) e gli impegni per gli interventi di irrigazione e bonifica del
territorio (14,3%).
Non marginali gli impegni assunti per
lo sviluppo, la promozione e la sperimentazione in agricoltura (7,3%).
Per quanto riguarda i pagamenti, prevalgono gli interventi per la salvaguardia del patrimonio boschivo (33,6%
delle liquidazioni totali); seguono gli
interventi previsti dai PSR (27,3%), i
finanziamenti per lo sviluppo e la sperimentazione in agricoltura (13,2%),
il programma comunitario del FEP
(12,1%) e gli interventi di bonifica sul
territorio (11,5%).
La spesa pubblica in agricoltura
per tipologia di spesa
Analizzando le diverse tipologie di
spesa (corrente, investimento), si osserva
La distribuzione delle liquidazioni per obiettivi programmatici, 2012
13,2%
27,3%
1,1%
11,5%
1,2%
Sperimentazione e Servizi di sviluppo
Investimenti agricoli
Interventi sul territorio
Credito Agrario
Forestazione
Pesca (FEP) e Piano Forestale
Interventi POR-PSR e FOPES
12,1%
33,6%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
che il 65% dei capitoli appartiene alla
categoria delle spese per investimenti
mentre il restante 35% a quella corrente.
Se osserviamo le tipologie in termini
di stanziamenti di competenza, di impegni e di liquidazioni, prevale la spesa
in conto capitale che si attesta al 77%
per gli impegni e al 76,5% per le liquidazioni.
I contributi per il funzionamento degli
Impianti Pubblici di Bonifica (12 milioni
di euro circa) e le spese per le attività
delegate in materia di bonifica montana
e gli oneri accessori per l’espletamento
delle attività di antincendio boschivo
assorbono la parte più consistente delle
spese correnti (80% dei pagamenti effettuati).
Per quelle in conto capitale, la forestazione e bonifica montana, la prevenzione
e lotta agli incendi boschivi e la gestione
del patrimonio faunistico regionale realizzano la maggiore movimentazione,
sia per quanto riguarda gli impegni
131
La spesa pubblica in agricoltura classificata per tipologia di spesa, 2012
Obiettivi programmatici
Servizi di sviluppo e sperimentazione
Investimenti agricoli
Interventi sul territorio
Credito Agrario
Forestazione
Pesca,Acquacoltura e Piano Forestale
Interventi POR-PSR e PASER-FOPES
Spese correnti - Titolo I
Nr.
24
4
13
9
13
3
4
70
Stanziamenti
di Competenza
mln €
1,7
0,4
7,4
0,9
5,6
0
0,4
16,4
Servizi di sviluppo e sperimentazione
Investimenti agricoli
Interventi sul territorio
Credito Agrario
Forestazione
Pesca,Acquacoltura e Piano Forestale
Interventi POR-PSR e PASER-FOPES
Spese Investimenti - Titolo II
35
29
16
16
15
6
15
132
2,7
0,6
2,5
3,3
21,1
15,7
30,9
76,8
3,3
0,5
2,5
2,5
21
13,3
9,4
52,6
4,9
0,8
3,7
3,6
30,7
19,5
13,8
77
12,2
0,9
0,3
0,1
28,2
13,2
28,5
83,5
11,2
0,8
0,3
0,1
25,9
12,1
26,1
76,5
Totale spesa pubblica
202
93,2
68,4
100
109,1
100
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
132
Capitoli
Impegni
Liquidazioni
mln €
1,6
0,2
7,3
0,9
5,4
0
0,4
15,7
%
2,4
0,3
10,6
1,3
7,8
0
0,6
23
mln €
2,2
0,3
12,3
1,2
8,4
0
1,3
25,6
%
2
0,2
11,3
1,1
7,7
0
1,2
23,5
(21 milioni di euro) che i pagamenti
(28,2 milioni di euro), seguono, poi, i
progetti cofinanziati con le risorse della
Comunità Europea (PSR-POR) e fondi
regionali (28 milioni) e, quelli finanziati
dal Fondo Europeo Pesca (13 milioni).
Le Attività realizzate nel 2012
Come accennato in precedenza, i settori
centrali svolgono un’attività generale
di programmazione, pianificazione e
coordinamento, mentre i settori provinciali svolgono le attività specifiche
di attuazione delle politiche gestite
dall’Area.
L’Area persegue i suoi obiettivi sia attraverso interventi diretti alle aziende
agricole, sia attraverso interventi più
generali sul territorio. L’attività di monitoraggio del bilancio agricolo regionale
viene condotta con una lettura, in primis, dei documenti contabili da cui si
rilevano le informazioni economicofunzionali e le informazioni strettamente
contabili legate alla movimentazione
dei flussi di spesa.
Di seguito, associando gli indicatori di
realizzazione, è possibile monitorare i
vari interventi realizzati all’interno
delle politiche dell’Area Agricoltura
nell’anno appena trascorso. Nella politica Servizi di sviluppo considerevoli
sono state le risorse stanziate per l’attivazione di progetti di ricerca e sperimentazione (48,8% sul totale degli im-
pegni). Oltre alla gestione delle attività
delle aziende agricole sperimentali regionali, a cui sono stati destinati circa
1,4 milioni di euro, sono stati indirizzati
700 mila euro per le attività connesse
alla tenuta dei libri genealogici ed ai
controlli funzionali e, altri 100 mila
euro per il “monitoraggio delle parassitosi degli animali da reddito” affidato
all’Università degli Studi di Napoli,
Federico II.
La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria Servizi di sviluppo, 2012
Valorizzazione delle prod. agricola
1,2%
Progetti d’informazione
ed educ.alimentare
20,7%
Missioni
0,6%
Progetti di difesa
fitosanitaria
21,4%
Studi ed indagini
6,2%
Spese di funzionamento
0,8%
Progetti di ricerca e
speriment.
48,8%
Progetti di formazione
0,3%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
133
Infine, è stato finanziato il piano di attività 2012 del centro per le microvinificazioni e microleificazioni in provincia di Avellino.
Tra le attività principali va segnalata
anche l’attuazione del piano d’intervento territoriale per le emergenze fitosanitarie, (21,4% sul totale degli
impegni), con l’istituzione del servizio
di “Pronto intervento fitosanitario”
nell’ambito misure ufficiali nei casi
di rinvenimento di nuovi organismi
nocivi, per contrastare la diffusione
del “Cerambicida Aromia Bungii”,
segnalato nella provincia di Napoli e,
il prosieguo delle azioni di rafforzamento delle attività di vigilanza e
controllo fitosanitario affidato al Dipartimento di Entomologia e Zoologia
Agraria (Università degli studi di Napoli); sono stati previsti, inoltre, contributi straordinari a favore della Comunità Montana Monte Maggiore (CE)
e del Comune di Capaccio (SA) per
la prosecuzione del progetto d’inter134
vento territoriale per le emergenze fitosanitarie. Infine, alcune risorse sono
state destinate (circa 1 milione di
euro) per il programma di comunicazione ed educazione alimentare e
orientamento dei consumi gestito dagli
STAPAL Alimentazione dislocati in
ogni provincia.
Negli Investimenti in agricoltura, che
non comprendono gli interventi previsti
dal POR, il concorso negli interessi sui
mutui agevolati per il potenziamento
delle strutture agrarie e fondiarie (39%
sugli impegni totali) e le attività di
promozione, incremento e qualificazione
dell’ippicoltura in Campania (33%)
costituiscono le attività principali del
2012.
In particolare per il Centro di Incremento Ippico di S. Maria Capua Vetere
(CE) sono stati realizzati i servizi di
mantenimento e l’accudimento equini,
la pulizia delle scuderie, l’assistenza
sanitaria, la pulizia e manutenzione
dei paddocks e spazi verdi.
La distribuzione del tipo di interventi realizzati
nella categoria Investimenti in Agricoltura, 2012
Rate mutui
39%
Assistenza
tecnica
28%
Missioni
0,2%
Promozione
dell’ippocultura
in Campania
33%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
Gli Interventi sul territorio agricolo
hanno registrato, nel 2012, lo stanziamento del 98% dei fondi a favore dei
Consorzi di bonifica per le opere di
bonifica integrale, l’irrigazione collettiva
e la viabilità, mentre il rimanente 2%
è stato impegnato per il concorso negli
interessi sui mutui contratti dai Consorzi
di bonifica.
Nella politica Azioni di carattere oriz-
La distribuzione del tipo di interventi realizzati
nella categoria Interventi sul territorio, 2012
Mutui
2%
La distribuzione del tipo di interventi realizzati
nella categoria Azioni di carattere orizzontali,
2012
Controlli nel settore
ortofrutticolo
9,0%
Missioni
16,7%
Interventi di
bonifica ed
irrigazione
98%
Rate Mutui
0,3%
Sostegno al comparto agricolo
danneggiato da calamità naturali
74,0%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
zontale, il sostegno al comparto agricolo
danneggiato da calamità naturali (circa
2,4 milioni di euro) è stata l’attività
prevalente. Le risorse sono state destinate interamente al territorio di Salerno,
l’amministrazione provinciale e le otto
comunità montante presenti sul territorio hanno beneficiato dei fondi stanziati dalla Regione. Inoltre, si registrano
l’assegnazione fondi per indennità ac-
cessorie ai Settori dell'A.G.C. Sviluppo
Attività Settore Primario (AREA 11)
per l’Esercizio Finanziario 2012, con
circa 600 mila euro, e quelli per i controlli nel settore ortofrutticolo.
Nel 2012 gli interventi prevalenti realizzati nell’ambito della Forestazione
hanno riguardato le attività di prevenzione degli incendi boschivi (circa 14
milioni di euro) con l’attuazione del
piano regionale di previsione, prevenzione (utilizzo di una rete di monitoraggio incendi) e lotta attiva (servizio
di spegnimento incendi boschivi mediante elicotteri) contro gli incendi boschivi e il Piano di Bonifica Montana
a cui sono state destinate risorse per
7,5 milioni di euro circa.
Si registrano, inoltre, consistenti assegnazioni per le attività dei Vivai regionali e la salvaguardia delle Foreste
demaniali (circa 3 milioni di euro) e
per il Programma di gestione faunistico
ambientale (circa 1,8 milioni di euro)
che assegna il 45% delle risorse alla
ricostituzione del patrimonio faunistico
regionale e, il restante 55% per il risarcimento danni alle produzioni agricole e il funzionamento di commissioni
e comitati.
Infine, da segnalare l’impegno di 350
mila euro per la mitigazione del rischio
danni a cose o persone provocato da
fauna selvatica e rimborso che viene
elargito dalle amministrazioni provin135
La distribuzione del tipo di interventi realizzati nella categoria Forestazione, 2012
Risarcimento dei danni causati da specie protette
1%
Progetti di informazione
0,1%
Piano di bonifica montana
27%
Programma di gestione
faunistico ambientale
7%
Interventi nei
vivai forestali
11%
Studi ed indagini
0,2%
Attività prevenzione incendi
boschivi
53%
Progetti di formazione
1%
nitivo dell’attività di pesca) e all’assistenza tecnica.
Infine, abbiamo le risorse stanziate per
il PSR Campania; sono state impegnate
e assegnate risorse, in base alle domande
di riconoscimento delle spese IVA, ai
Soggetti Attuatori pari a circa 6,8 milioni di euro. Sono state stanziate risorse
anche per la realizzazione di interventi
formativi (653 mila euro) affidati ai
settori provinciali.
La distribuzione del tipo di interventi realizzati
nella categoria progetti cofinanziati con fondi
comunitari e regionali, 2012
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
ciali e, le spese per compiti propri della
Regione per il funzionamento dei comitati e commissioni a carattere regionale e provinciale (250 mila euro).
Per gli Interventi cofinanziati con fondi
comunitari e regionali il 62,9% ha interessato il finanziamento degli interventi previsti dal Programma Operativo
Nazionale Pesca 2007-2013 (Fondo
136
FEP), con circa 12,7 milioni di euro,
di cui il 68,3% a valere sulla misura
1.5 (Aiuti in materia di compensazione
socio-economica), il 24,6% per gli interventi previsti dalla misura 3.3 (Porti
e ripari di pesca), il 5% per gli interventi
previsti dalla misura 2.1 (Acquacoltura)
e, infine, la quota destinata alla misura
1.3 (Aiuti pubblici per l’arresto defi-
PSR
37,1%
FEP
62,9%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
Il PSR in rapporto all'intervento
IVA
L’assegnazione di risorse ai Settori
Provinciali – Soggetti Attuatori PSR per un importo complessivo di circa
6,8 milioni di euro ha attivato in termini
di investimento PSR una spesa di 43
milioni di euro.
In rapporto al PSR si evidenzia la seguente situazione, suddivisa per province: la provincia di Salerno riceve
oltre il 90% dei contributi, seguita da
quella di Avellino con il 5,9%. Molto
staccata la provincia di Benevento con
l’1,1%, mentre quelle di Napoli e Caserta non beneficiano di contributi.
Efficienza della spesa: confronto
2011-2012
Una valutazione delle categorie di intervento appena descritte può essere
fatta misurando anche alcuni interessanti indici quali la capacità di impegno
e pagamento dell’amministrazione regionale delle risorse pubbliche, mettendo
Risorse attivate PSR per provincia, 2012
100,0%
91,7%
90,0%
80,0%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
5,9%
1,1%
0,0%
0,0%
NAPOLI
CASERTA
0,0%
AVELLINO
BENEVENTO
SALERNO
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
a confronto l’anno appena trascorso
con il 2011.
Il Grafico alla pagina successiva, mostra
l’evoluzione di tre indicatori presi in
considerazione: la capacità d’impegno,
pari al 73,3%, è più bassa rispetto allo
scorso anno (-11%); allo stesso modo
diminuisce, anche se di poco, la capacità
di spesa che passa dal 52,2% del 2011
al 51,9% del 2012; la capacità di pagamento registra un aumento rispetto
ai valori dello scorso anno (+ 7,4%).
Per gli impegni il trend in crescita che
si era verificato negli quattro anni registra un’inversione di tendenza nell’anno appena trascorso.
Inoltre, nonostante i vincoli del patto
di stabilità che, negli ultimi anni hanno
137
fortemente limitato le spese per tutti i
settori regionali, il settore primario ha
registrato un aumento significativo dei
trasferimenti.
Sostituendo, inoltre, gli stanziamenti
di competenza e cassa con quelli imposti
dal patto di stabilità, sia per gli impegni
che per i pagamenti per l’annualità
2012, possiamo notare un aumento
ancora maggiore della capacità di spesa
che si assesta all’ 86,6% (+ 34,7%).
Un ulteriore indicatore di efficienza
della spesa è la capacità di liquidazione
dei residui passivi (rapporto tra i pagamenti in conto residuo e i residui
passivi iniziali).
Dal Grafico alla pagina che segue,
possiamo notare che quest’ultima,
nel 2012, è cresciuta rispetto al valore
registrato negli ultimi anni, si è passati, infatti, dal 38,7% del 2011 al
46,1% del 2012, con un aumento
del 7,4%.
Come per la capacità di spesa, va evidenziato che i vincoli imposti dal patto
138
Indicatori di efficienza della spesa, 2011-2012
84,3 %
73,3 %
71,7 %
64,3 %
52,2 %
Capacità d'impegno
51,9 %
Capacità di spesa
2011
Capacità di pagamento
2012
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
Indicatori di efficienza della spesa legati al Patto di Stabilità, 2011-2012
97,2 %
86,6%
76,3 %
71,6 %
Capacità d'impegno
66%
Capacità di spesa
2011
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
2012
71,7%
Capacità di pagamento
Capacità di liquidazione dei residui passivi, 2009-2012
2012
2011
2010
2009
46,1%
38,7%
34,7%
48,6%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
di stabilità influiscono sui pagamenti
degli impegni non ancora pagati. La
punta massima di efficienza di liquidazione dei residui passivi si era raggiunta nel 2007 (79,5%), ma bisogna,
comunque, sottolineare che nel 2012
si è registrata un’inversione di tendenza
sia rispetto al 2011, sia rispetto al
2010.
Il patto di stabilità interno nel 2012
In Italia, nel quadro del federalismo
fiscale, l’art. 28 della Legge n. 448 del
23 dicembre 1998 (Misure di finanza
pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo), ha chiamato le regioni e gli
enti locali a concorrere al risanamento
della finanza pubblica e al rispetto del
patto di stabilità e crescita firmato in
sede di Unione Europea.
Con il patto di stabilità interno gli enti
territoriali, quindi, si sono impegnati
a ridurre progressivamente il finanziamento in disavanzo delle spese e a ridurre il rapporto tra il proprio ammontare di debito ed il prodotto interno
lordo. È importante sottolineare che
in caso di sanzione comminata all’Italia
per deficit eccessivo, la sanzione stessa
è a carico degli enti territoriali che
non hanno realizzato gli obiettivi per
la quota a loro imputata.
Con la delibera di Giunta Regionale n.
156 del 28 marzo 2012 (Patto di stabilità interno 2012 – Determinazioni),
la Regione Campania ha stabilito i
tetti programmatici di spesa assegnati
alle singole Aree e Settori. Al di là del
monitoraggio stabilito per legge, la Regione Campania si è attivata nel monitorare quotidianamente i dati relativi
al patto di stabilità (sia impegni che
pagamenti).
Per il 2012 è stato fissato il tetto programmatico della spesa soggetta al
patto di stabilità interno (impegni e
pagamenti) alla media delle corrispondenti spese finali del triennio 20072009 ridotte del 14,6%, per quanto
riguarda gli impegni, e del 16,3%, per
quanto riguarda i pagamenti.
139
Inoltre il complesso delle spese finali
in termini di competenza così come
sopra calcolate deve essere ulteriormente
ridotto di euro 98.398.000,00, mentre
il complesso delle spese finali in termini
di cassa così come sopra calcolate deve
essere ulteriormente ridotto di euro
89.286.000,00.
Un’altra rimodulazione è stata realizzate
successivamente con la delibera n. 321
del 3 luglio 2012 che ha stabilito una
diminuzione del tetto programmatico
riferito agli impegni.
La Tabella di fianco, indica che l’Area
Agricoltura ha raggiunto l’obiettivo e
il limite del patto non è stato superato.
Va evidenziato che alcuni mandati saranno pagati con la cassa del 2013
140
Tetti programmatici di impegno e pagamento, 2012 (valori in milioni di euro)
140
120
100
80
Tetto Impegni Agricoltura
60
Tetto Pagamenti Agricoltura
40
20
0
D.G.R. 156/2012
D.G.R. 321/2012
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
non appena il bilancio gestionale verrà
approvato. Analizzando nel dettaglio
per settore, il maggiore sforamento per
l’Area 11 si è realizzato per i pagamenti
riguardanti gli interventi del Fondo
Europeo Pesca e dei Piani di Sviluppo
Rurale, compensati dalle minori spese
per la forestazione e prevenzione incendi
boschivi e per gli interventi di bonifica
sul territorio campano.
Il Patto di Stabilità dell’Area Agricoltura, 2011-2012 (valori in milioni di euro)
Anno
2011
Anno
2012
Impegni
Pagamenti
Media delle
Media delle
corrispondenti
corrispondentI
spese finali del
spese finali del
triennio 2007-2009 triennio 2007-2009
ridotte al 12,3%
ridotte al 13,6%
(decurtato del
(decurtato del
4,82% per quote
8,67% per quote
interessi mutui)
interessi mutui)
141,5
145,9
Impegni
Pagamenti
Media delle
Media delle
corrispondenti
corrispondenti
spese finali del
spese finali del
triennio 2007-2009 triennio 2007-2009
ridotte del 14,6%
ridotte del 16,3%
95,4
125,9
Impegni 2011
Liquidazioni 2011
107,9
141,8
Impegni 2001
Liquidazioni 2011
68,3
109,1
Differenza Media
Differenza Media
Impegni 2007/09 - Pagamenti 2007/09
Impegni 2011
- Cassa 2011
+33,6
+4,1
Differenza Media
Differenza Media
Impegni 2007/09 - Pagamenti 2007/09
Impegni 2011
- Cassa 2011
+27,1
+16,8
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
141
LA DISTRIBUZIONE DEL SOSTEGNO AL SETTORE
I settori produttivi interessati
A partire dai primi anni ’90 l’INEA
ha avviato un’attività che esamina la
spesa pubblica in agricoltura sulla
base dei bilanci preventivi e consuntivi
delle varie regioni, che ha permesso
di elaborare e di consolidare sia un’ampia base dati di riferimento per la
spesa settoriale, sia una metodologia
specifica per l’analisi delle diverse tipologie di intervento.
Tale metodologia partendo dai documenti ufficiali e prendendo a riferimento il capitolo quale unità di misura
base del bilancio che descrive sinteticamente le finalità cui è destinato lo
stanziamento, l’impegno e il pagamento, permette di caratterizzare la
spesa in funzione della destinazione
del finanziamento, dei beneficiari,
delle modalità di erogazione, delle
fonti finanziarie e del settore produttivo che riceve il sostegno.
Di particolare interesse è una delle
voci del codice di riclassificazione
142
INEA: cioè quella economico-funzionale (che individua le tipologie di intervento tipiche della politica agraria).
L’analisi della distribuzione della
spesa per destinazione economicofunzionale evidenzia che, in termini
di stanziamento, pertanto a livello
intenzionale, la politica di maggior
peso nel 2012 è stata i finanziamenti
per gli investimenti nelle aziende campane (circa 28 milioni di euro), seguita
dagli interventi per la realizzazione
di infrastrutture e spese rivolte ad
investimenti esterni alle singole aziende
(25 milioni di euro) e dalle azioni
per la conservazione e il miglioramento
del patrimonio forestale (24 milioni
di euro). La tendenza viene confermata
anche per quanto riguarda gli impegni
assunti, ma va evidenziato che consistenti risorse sono state destinate
anche alle attività di ricerca, promozione e sperimentazione in campo
agricolo.
Circa il 90% delle risorse sono state
stanziate a favore di quelle che vengono solitamente definite come politiche tradizionali. Queste comprendono
sia gli interventi di tipo territoriale
(infrastrutture, forestazione, difesa
idrogeologica), sia quelli destinati alla
filiera di produzione (gestione e investimenti aziendali, trasformazione
e commercializzazione). In particolare
l’azione più rilevante si registra per
gli interventi di tipo territoriale, a
cui viene dedicato circa il 53% del
totale degli stanziamenti; in questo
ambito le somme stanziate sono equamente divise per i contributi concessi
per la conservazione ed il miglioramento del patrimonio forestale e per
le infrastrutture territoriali. Il secondo,
per ordine di importanza, è quello
dedicato alla filiera di produzione,
che nel suo insieme concentra il 36,6%
delle somme disponibili: per gli investimenti aziendali vengono stanziate
l’84% delle risorse, seguiti dagli aiuti
Finanziamenti agricoli per destinazione economico-funzionale, 2011-2012 (valori in milioni di euro)
Stanziamenti di competenza
80
Impegni totali
Liquidazioni totali
70
60
50
40
30
20
10
0
2012
2011
Aiuti al reddito
2012
2011
Investimenti
aziendali
2012
2011
2012
2011
Promozione e Attività forestali
Marketing
2012
2011
Infrastrutture
2012
2011
Contributi ad
Organismi
associativi
2012
2011
Assistenza
tecnica e ricerca
2012
2011
Altro
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
al reddito (15%) e dagli interventi
dedicati alle strutture di trasformazione e commercializzazione (1%).
Di contro le cosiddette nuove politiche,
che comprendono l’assistenza tecnica,
la ricerca e la promozione, si attestano
al 7,3% (in diminuzione dell’11% rispetto al 2011) e risultano concentrate
per il 64,2% sull’assistenza tecnica e
formazione, per il 29% sulla ricerca
e sperimentazione, per il 6,8% sulla
promozione e marketing.
Le restanti somme stanziate risultano
destinate (3,5%) ad altre politiche o
ad interventi non classificabili.
143
Dal Grafico, infine, possiamo notare le
differenze tra il livello intenzionale (gli
stanziamenti) e quello reale delle politiche di intervento (impegni e liquidazioni) della Regione nel 2012.
Se si prendono, infatti, in considerazione
gli impegni effettuati nel 2012 si nota
come gli interventi di tipo territoriale
abbiano un’incidenza del 68,6% sul
totale (molto più alta rispetto a quella
sugli stanziamenti pari al 53,2%), con
gli impegni per la conservazione ed il
miglioramento del patrimonio forestale
che si attestano al 35,2%, mentre quelli
a favore della filiera produttiva scendono
al 16,5% (l’incidenza sugli stanziamenti
si era attestata al 36%).
Tuttavia, è di rilievo notare come, all’interno delle politiche a favore della
filiera produttiva si assista ad un effetto
trainante da parte degli impegni per
gli investimenti aziendali (60,7%), seguiti dagli aiuti al reddito (36,7%) e,
infine, gli interventi nelle aziende di
trasformazione e commercializzazione
144
Stanziamenti, impegni e liquidazioni per destinazione economico-funzionale, 2012
Liquidazioni
totali
Impegni
totali
Stanziamenti di
competenza
0%
20%
Filiera di
produzione
40%
Interventi di
tipo territoriale
60%
80%
Assistenza tecnica
e ricerca e promozione
100%
Altro
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
dei prodotti agricoli (1,7%). Aumenta
il peso delle nuove politiche (dall’incidenza del 7,3% sugli stanziamenti a
quella del 9,5% sugli impegni). La
maggior parte delle risorse sono destinate all’assistenza tecnica e formazione
con il 62,4% e alle attività di ricerca e
sperimentazione (30,6%). Ultima la
promozione e marketing delle produ-
zioni agricole campane (7%). Le attività
forestali, come la lotta antincendio ed
il miglioramento del patrimonio forestale
si confermano preminenti ma, va evidenziato, un incremento degli investimenti aziendali soprattutto nel settore
della pesca. Si registra un forte calo,
invece, delle attività di promozione rivolte a favorire l’inserimento sul mercato
dei prodotti agricoli e la valorizzazione
della qualità dei prodotti agro-alimentari campani.
La distribuzione territoriale degli
interventi
Le analisi fin qui riportate si riferiscono
al territorio regionale nel suo complesso.
La fonte principale utilizzata, rappresentata come noto dal bilancio regionale,
non consente alcun riferimento territoriale, né a livello provinciale né tantomeno a livello comunale. Si è, pertanto, ritenuto opportuno realizzare
un’analisi che, per quanto sintetica,
possa fornire elementi aggiuntivi di
valutazione sulla distribuzione territoriale degli interventi a sostegno dell’agricoltura.
Le elaborazioni che hanno condotto a
una prima analisi sulla distribuzione
territoriale della spesa, sono state effettuate a partire dai dati ottenuti dal
sistema operativo “AGRIWEB” che
consente, oltre all’inserimento dei dati
contabili per capitolo, anche la gestione
degli impegni per beneficiario e la sua
collocazione nella provincia di appartenenza.
Il Grafico in basso dimostra come Salerno sia destinataria del 40,7% della
spesa complessiva, seguita dalla provincia di Napoli (18,2%), Caserta
(11,8%), Avellino (9,4%) e, infine, Benevento (7,5%). Nella categoria “Altro”
La distribuzione degli impegni per provincia,
2012
Altro
12,4%
Avellino
9,4%
Benevento
7,5%
Caserta
11,8%
Salerno
40,7%
Napoli
18,2%
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
è stata inserita, invece, la parte di
spesa che si riferisce ad impegni erogati
a beneficiari localizzati al di fuori del
territorio campano e, incide sul totale
nella misura del 12,4%.
La stima del sostegno che riceve il
settore agricolo nella provincia di Salerno
ammonta, nel 2012, a 27 milioni di
euro. Il 34,7% è costituito da impegni a
favore delle Comunità montane presenti
sul territorio (9,3 milioni di euro), seguono le somme assegnate ai Settori
Provinciali che ammontano a 5 milioni
di euro (pari al 18,8% degli impegni
nella provincia). Infine circa 4,7 mln.
di euro sono destinati ai Consorzi di
Bonifica per finanziare le varie attività.
La provincia di Napoli riceve finanziamenti per circa 12,1 milioni di euro,
pari al 18,2% del sostegno complessivo;
all’Amministrazione Provinciale sono
destinate il 25,2% delle risorse impegnate; le risorse stanziate per gli enti
ed istituti di ricerca , come ad esempio
l’Istituto Sperimentale per la Selvicol145
Impegni per provincia della spesa pubblica in agricoltura, 2012 (valori in percentuale)
Beneficiri
Avellino
Ditte Private
Settori Provinciali
Province
Consorzi di Bonifica
Comunità Montane
Istituti di ricerca
Associazioni di produttori e Organismi Professionali
Cooperative e Consorzi
Agenzie di Sviluppo
Regione
Comuni
Editoria e pubblicità
AGEA
Aziende Ittiche
Non classificabile
Totale per Provincia
0
30
6,5
6,9
56,1
0
0
0
0
0
0,3
0
0
0
0
9,4
Provincia
Benevento
Caserta
0
32,5
7,6
41,6
17,2
0
0
0
0
0
1
0
0
0
0
7,5
Napoli
Salerno
Altro
0,6
7,5
25,2
3,2
0
18,4
5,8
0
6,9
7,8
8,8
0
0
15,9
0
18,2
0,2
15,9
18,8
17,5
34,7
0,2
0
0
0,1
0
7,3
0
0
5,3
0
40,7
67,1
0
0
2,4
4,2
1,8
0
0
8
0
0
0
0
0
16,5
12,4
0
49,1
8,5
24,4
15,6
0
0
0
0
1,6
0,8
0
0
0
0
11,8
Totale
Complessivo
8,5
18,9
14,4
14,7
23
3,6
1,1
0
2,3
1,6
4,8
0
0
5,1
2
100
Fonte: elaborazioni INEA su dati BCA
tura, il CRA CAT-Colture Alternative
al Tabacco e il Consorzio per la ricerca
applicata in agricoltura, sono pari a 2
milioni di euro, mentre per le Aziende
Ittiche vengono stanziati 1,9 milioni
di euro.
146
La provincia di Caserta riceve finanziamenti per circa 7,8 milioni di euro,
pari all’11,8% del sostegno complessivo.
Il 49,1% è costituito da impegni a
favore dei Settori Provinciali, seguono
le somme stanziate per i Consorzi di
Bonifica (pari al 24,4% degli impegni
nella provincia) e delle Comunità Montane (15,6%).
La stima del sostegno che riceve il settore agricolo nella provincia di Avellino
ammonta, nel 2012, a 6,2 milioni di
euro; nella fattispecie sono le Comunità
montane a beneficiare di oltre la metà
delle erogazioni (3,5 milioni di euro).
Non trascurabile la quota assegnata ai
Settori Provinciali, che ammonta a 1,8
milioni di euro (pari al 30% dei trasferimenti nella provincia).
Infine, la provincia di Benevento che
riceve finanziamenti per circa 5 milioni
di euro; in questo caso sono i Consorzi
di Bonifica e i Settori Provinciali a beneficiare della parte più cospicua delle
erogazioni (rispettivamente 2 e 1,6 milioni di euro). Non trascurabile la quota
assegnata alle Comunità Montane (circa
1 milione di euro).
Le province di Salerno e Napoli si confermano, anche per il 2012, come
quelle che ricevono i maggiori finanziamenti (59% in totale).
Tra gli enti delegati le Comunità montane si confermano leader nelle asse-
gnazioni, anche se l’incidenza sul totale
passa dal 33,6% del 2010 al 23% dell’anno 2012 (-10,6%). Aumentano,
invece, le risorse a favore dei Consorzi
di bonifica, infatti, l’incidenza sul totale
passa dal 5,1% del 2011 al 14,7% del
2012. Si conferma l’incidenza delle
Aziende Ittiche destinatarie dei fondi
FEP, attive esclusivamente nelle provincie di Salerno e Napoli.
Gli argomenti trattati nelle pagine precedenti testimoniano come sia sempre
più necessario che il settore agricolo
sia sostenuto dalla collettività con incentivi volti a migliorare la qualità
della vita, di quanti, impegnati in agricoltura, in mancanza, e di fronte a
redditi notoriamente bassi, abbandonano il comparto in cerca di lavori più
remunerativi e meno gravosi. Il mancato
presidio delle popolazioni rurali su territori tradizionalmente svantaggiati,
determina un naturale e progressivo
degrado, con conseguenze visibili a
breve e lungo periodo. Ecco perché lo
scenario in cui vanno inserite le scelte
e le strategie di tutela e sviluppo del
territorio sempre più in futuro si muoveranno verso forme di incentivazione
a sostegno socio-economico finalizzato
all’agricoltura sostenibile (anche detta
ecocompatibile) ovvero di un processo
produttivo agrario capace di soddisfare
le esigenze economiche (di alimenti
per i consumatori e di reddito per gli
agricoltori) senza compromettere il
“capitale ambientale”, patrimonio di
tutti e risorsa per le future generazioni.
Un ambito quest’ultimo, nel quale è
necessario l’impegno congiunto degli
enti locali (Comuni, Provincie, Comunità montane) per la tutela e la riqualificazione delle aree più vulnerabili.
147
APPENDICE
149
GLOSSARIO
Contributi alla produzione
Con l’entrata in vigore, nel 2005, della
riforma della PAC e l’introduzione del
pagamento unico per azienda, è stata
rivista la classificazione degli aiuti che
prima confluivano nel prezzo base.
Ora vengono classificati in: Contributi
ai prodotti, Altri contributi alla produzione e, Contributi per altre attività
economiche. Solo la prima categoria
contributi ai prodotti rientra nella valutazione del prezzo base.
Consumi intermedi
Aggregato delle spese correnti delle
aziende agricole. Accanto a quelle tradizionali (sementi, concimi, antiparassitari, mangimi, energia, acqua irrigua
e servizi vari) sono state calcolate
anche: manutenzione e riparazione di
macchine e attrezzature agricole, spese
veterinarie, spese di trasformazione e
imbottigliamento, collaudi e analisi
tecniche, spese di pubblicità, studi di
mercato e servizi di ricerca, spese as150
sociative, assicurative, bancarie e finanziarie, per consulenze legali e contabili. A queste voci vanno aggiunti i
reimpieghi.
Contoterzismo
Fornitura di mezzi meccanici da parte
di ditte e/o società specializzate nello
svolgimento di attività
produttive aziendali (aratura, semina,
raccolta, ecc.).
Famiglia del conduttore
L’insieme delle persone coabitanti legate
da vincoli di matrimonio o parentela,
affinità, adozione, tutela o affettivi.
Fatturato
L’ammontare di tutte le fatture emesse
nel periodo di riferimento per vendite
sul mercato interno ed estero. Il valore
del fatturato si intende al netto dell’IVA
fatturata ai clienti, degli abbuoni e
sconti e al lordo delle spese (trasporti,
imballaggi, ecc.) e delle altre imposte
addebitate ai clienti (per es. imposta
di fabbricazione). Nel fatturato sono
comprese, anche, le vendite di prodotti
non trasformati dall’impresa, le fatture
per prestazioni di servizi e per lavorazioni eseguite per conto terzi su materie
prime da essi fornite; sono escluse le
vendite dei capitali fissi dell’impresa.
Grande distribuzione
L’impresa che possiede punti vendita
operanti nella forma di supermercato,
ipermercato, discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di
grande superficie.
Imposte
I prelievi obbligatori operati dalle amministrazioni pubbliche. Sono di due
specie: le imposte dirette, che sono
prelevate periodicamente sul reddito e
sul patrimonio; le imposte indirette,
che operano sulla produzione e sulle
importazioni di beni e servizi, sull’utilizzazione del lavoro, sulla proprietà e
sull’utilizzo di terreni, fabbricati o altri
beni impiegati nell’attività di produzione.
perficie di vendita che varia tra 200 e
399 mq. e che presenta le medesime
caratteristiche del supermercato.
Ipermercato
Esercizio al dettaglio con superficie di
vendita superiore a 2.500 mq., suddiviso
in reparti (alimentare e non alimentare),
ciascuno dei quali aventi, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato
e di grande magazzino.
PIL - Prodotto interno lordo
Il PIL è costituito dal valore complessivo
dei beni e servizi prodotti all’interno
di un paese, durante un determinato
periodo di tempo (di solito un anno
solare). Non comprende il valore dei
beni e servizi intermedi.
Manodopera extrafamiliare
Operai a tempo indeterminato, categorie
speciali, impiegati, dirigenti, operai a
tempo determinato e coloni impropri.
Produzione al prezzo di base
Con il SEC 95 vengono inclusi nella
produzione i reimpieghi e gli scambi
fra le aziende agricole, nonché i servizi
annessi all’agricoltura.
La valorizzazione della produzione
viene effettuata al prezzo di base, cioè
al prezzo ricevuto dal produttore per
unità di prodotto, dedotte le imposte
sul prodotto e inclusi tutti i contributi
legati al prodotto stesso. Si escludono
i contributi non commisurati ai prodotti.
Manodopera familiare
Persone di 15 anni e più appartenenti
alla famiglia del conduttore che svolgono
lavoro agricolo nell’azienda.
Minimercato
Esercizio al dettaglio in sede fissa operante nel campo alimentare con su-
Reimpieghi
Con il SEC 95 si distingue tra quelli
reimpiegati nell’ambito della stessa
azienda e quelli oggetto di scambio tra
aziende agricole con contropartita di
carattere economico. Dalla nuova valutazione vanno escluse dal calcolo le
seguenti produzioni: uve per la produzione di vino da parte delle aziende
agricole, in quanto il relativo valore è
compreso nella trasformazione del vino;
olive destinate alla produzione di olio
direttamente da parte delle aziende
agricole; il latte destinato all’alimentazione dei redi nell’ambito della stessa
azienda agricola; le foraggere permanenti non oggetto di compravendita
tra aziende agricole; i sottoprodotti
senza valore economico; le sementi riutilizzate nell’ambito della stessa azienda
agricola. Vanno, invece, incluse nel
calcolo dei reimpieghi: le sementi, che
hanno un valore economico e che sono
vendute ad altre aziende agricole; i
prodotti utilizzati anche nell’alimen151
tazione del bestiame; le produzioni foraggere direttamente commercializzabili
(fieno, insilati di mais, ecc.).
Servizi connessi
Esercizio per conto terzi e noleggio di
mezzi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione
(esclusa trasformazione), conservazione
di prodotti agricoli e altre attività dei
servizi connessi all’agricoltura svolti
per conto terzi; sistemazione di parchi,
giardini e aiuole; attività dei servizi
connessi all’allevamento del bestiame,
esclusi i servizi veterinari.
SAU - Superficie agricola utilizzata
Costituita dall’insieme dei seminativi,
prati permanenti e pascoli, coltivazioni
legnose agrarie, orti familiari e castagneti da frutto.
SN - Saldo normalizzato
È dato dal rapporto percentuale tra il
saldo semplice (esportazioni - impor152
tazioni) e il volume di commercio
(esportazioni + importazioni); varia
tra -100 (assenza di esportazioni) e +
100 (assenza di importazioni) e consente
di confrontare la performance commerciale di aggregati di prodotti diversi
e di diverso valore assoluto.
Supermercato
Esercizio al dettaglio operante nel campo alimentare, organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all’uscita, che dispone di una
superficie di vendita compresa tra 400
e 2.500 mq.
E di un vasto assortimento di prodotti
di largo consumo ed in massima parte
preconfezionati nonché, eventualmente,
di alcuni articoli alimentari di uso domestico corrente.
UL - Unità di lavoro
Unità di analisi che quantifica in modo
omogeneo il volume di lavoro svolto
da coloro che partecipano, con diverse
modalità ed intensità di tempi, al processo di produzione un paese, a prescindere dalla loro residenza.
L’insieme delle unità di lavoro è ottenuto
dalla somma delle posizioni lavorative
a tempo pieno e dalle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie), trasformate in unità a tempo
pieno.
VA - Valore aggiunto
È il saldo tra la produzione e i consumi
intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto
delle imposte sui prodotti e al lordo
dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo
dei fattori: quest’ultima è al netto di
tutte le imposte (sia quelle sui prodotti,
sia le altre imposte sulla produzione)
e al lordo di tutti i contributi (sia i
contributi commisurati al valore dei
beni prodotti, sia gli altri contributi
alla produzione).
GLOSSARIO SPESA AGRICOLA
Accensione di prestiti
Ammontare delle operazioni d’indebitamento a medio e lungo termine. In
sede previsionale l’”accensione di prestiti” coincide con il ricorso al mercato,
e l’importo complessivo delle annualità
non può superare il 25% delle entrate
tributarie della Regione. Il ricorso al
mercato viene autorizzato con la legge
di approvazione del bilancio o con
legge di variazione dello stesso.
Accertamento
Operazione giuridico-contabile con cui
l’Amministrazione appura la ragione
del credito, la persona debitrice ed il
relativo ammontare da iscrivere come
competenza dell’esercizio.
Ambiti
Aggregati di superiore livello, che raccolgono un insieme di funzioni obiettivo,
individuati principalmente in base all’opportunità di definire coacervi di
materie riferibili ai compiti istituzionali
omogenei e/o integrati/bili.
Anno finanziario
Periodo temporale a cui riferire gli atti
previsionali e a cui imputare i fatti gestionali. Inizia il primo gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
Bilancio annuale
È un bilancio finanziario, che tiene
conto della legislazione vigente ed è
formulato in termini di competenza e
di cassa. Si compone del quadro generale riassuntivo e di uno stato di previsione delle entrate e delle spese.
Bilancio gestionale
Documento contabile con cui la Giunta
Regionale specifica il bilancio annuale
ripartendo le unità previsionali di base
e le contabilità speciali in capitoli ai fini
della gestione e della rendicontazione.
Bilancio pluriennale
È un bilancio previsionale nel quale si
evidenzia, solo in termini di competenza,
la spesa, in coerenza con le regole e gli
obiettivi indicati nel Documento di programmazione economico-finanziaria, e
si riferisce a periodi compresi tra 3 e 5
anni. È redatto in forma programmatica
per il primo esercizio mentre per i rimanenti viene redatto sia in termini
programmatici sia a legislazione vigente.
Capitolo
Unità contabile rilevante ai soli fini
della gestione e della rendicontazione.
Costituisce l’unità elementare a cui
vengono imputati gli atti di gestione
delle entrate delle spese e, ad eccezion
fatta per quello relativo alle contabilità
speciali, costituisce il limite all’assunzione degli impegni e all’emissione dei
mandati di pagamento.
Centri di responsabilità
amministrativa:
Ufficio di livello organizzativo apicale
cui viene riferito il sistema di risorse
153
finanziarie espresso dalle unità previsionali di base.
Capacità d’impegno
Valore risultante dal rapporto tra gli
impegni e stanziamenti di competenza;
verifica l’effettiva capacità di impegno
dell’amministrazione a valutare l’attendibilità delle previsioni di competenza.
Classificazione Economico-funzionale
Individuazione delle tipologie di intervento tipiche della politica agraria.
Capacità di pagamento
Rapporto tra i pagamenti realizzati in
un anno e gli impegni assunti.
Debito patrimoniale
Forma di indebitamento con il quale
si effettua il finanziamento a mediolungo termine del fabbisogno del Tesoro
(vedi “fabbisogno del settore statale”).
Comprende i debiti pubblici (consolidati, redimibili, buoni del Tesoro poliennali, CCT, debiti esteri) e gli “altri
debiti” (come mutui obbligazionari
con il CREDIOP e la Cassa Depositi e
Prestiti).
Capacità di liquidazione dei residui
passivi
Rapporto tra i pagamenti in conto residuo e i residui passivi iniziali; è un
Debito pubblico
Consistenza del debito del settore pubblico, incluso il debito fluttuante (e gli
altri debiti a breve) e l’indebitamento
Capacità di spesa
Rapporto tra i pagamenti e gli stanziamenti di competenza. Esprime la
capacità di effettivo utilizzo delle risorse
disponibili.
154
indicatore della capacità di realizzazione
della spesa relativa ad impegni assunti
nell’anno precedente.
verso la Banca d’Italia e l’Ufficio italiano
cambi. Secondo il Trattato di Maastricht
per Debito pubblico si intende il debito
lordo consolidato della P.A. (Lordo significa al lordo delle attività del settore;
Consolidato significa che sono state annullate le poste di debito e credito reciproche tra gli enti all’interno della P.A.).
Economie di spesa
Tutte le somme iscritte negli stanziamenti di competenza del bilancio e
non impegnate entro il termine dell’esercizio; concorrono a determinare i
risultati finali della gestione.
Entrate correnti
Coincidono con quelle iscritte ai primi
tre titoli di previsione dell’Entrata.
Esercizio Finanziario
Complesso delle operazioni di gestione
del bilancio ed esecuzione delle previsioni di entrata e di spesa svolte nell’anno finanziario.
Finanziamenti con vincolo di destinazione
Finanziamenti con vincolo di destinazione che la regione può stanziare ed
erogare con somme eccedenti quelle
assegnate e la facoltà di compensare
tali maggiori spese con minori stanziamenti per lo stesso scopo per non
più di due esercizi immediatamente
successivi.
Funzioni-obiettivo
Entità mediante le quali il bilancio
può essere letto dal punto di vista dello
scopo. Le funzioni-obiettivo sono individuate con riguardo all’esigenza di
definire le politiche pubbliche di settore
con l’intento di misurare il prodotto
delle attività amministrative.
Impegno
Onere scaturente dalle obbligazioni pecuniarie giuridicamente perfezionate.
Gli impegni di spesa sono assunti con
decreto del Dirigente competente per
materia, nei limiti degli stanziamenti
di competenza iscritti nei pertinenti
capitoli ad esso assegnati del bilancio
gestionale in corso. L’atto di impegno
costituisce accantonamento delle relative
somme per le spese individuate e determina l’indisponibilità delle medesime
per altri scopi.
Legge finanziaria
Strumento con cui operare modifiche
ed integrazioni a disposizioni legislative
aventi riflessi sul bilancio. La legge finanziaria è approvata prima della legge
di bilancio, in un’unica sessione, il cui
svolgimento è disciplinato dal regolamento interno del Consiglio regionale.
Legge di bilancio
Legge con la quale viene adottato il
Bilancio di previsione: la legge di bilancio si compone di una parte dispositiva e del bilancio annuale e pluriennale. La parte dispositiva della legge
di bilancio approva espressamente il
bilancio annuale, il bilancio pluriennale
e quello a legislazione vigente; autorizza
il ricorso al mercato finanziario, approva
l’elenco dei provvedimenti legislativi
la cui copertura è precostituita dai
fondi speciali; autorizza la Giunta Regionale ad apportare alle unità previsionali di base le variazioni compensative.
Liquidazione
Verifica dell’esigibilità del credito, individuazione del creditore e determinazione dell’esatto importo della somma
da pagare.
Mercato finanziario
Mercato dove vengono scambiati mezzi
finanziari per prestiti a medio e lungo
termine. La regione può contrarre mutui, prestiti obbligazionari ed altre operazioni di indebitamento esclusivamente
per coprire disavanzi di bilancio. L’importo complessivo delle annualità di
ammortamento per capitale e interessi
dei mutui non può comunque superare
155
il 25% dell’ammontare complessivo
delle entrate tributarie della Regione.
Ordine di accreditamento
Disposizione impartita al tesoriere a
provvedere al pagamento della spesa.
I mandati di pagamento sono emessi
sulla base dell’atto di liquidazione e
nei limiti dell’originario impegno e
della disponibilità degli stanziamenti
di cassa iscritti nei pertinenti capitoli
del bilancio gestionale in corso.
Pagamento
Erogazione di denaro da parte della
Tesoreria che determina l’estinzione
dell’obbligazione pecuniaria. Al pagamento delle spese provvede il tesoriere
in base a mandati di pagamento legittimamente emessi.
Perenzione Amministrativa
Eliminazione dalla contabilità finanziaria dei residui passivi. Non comporta
la decadenza del diritto del creditore
156
per cui le somme eliminate devono essere reiscritte in bilancio per essere
pagate.
Programmazione finanziaria
Sono strumenti della programmazione
finanziaria:
• legge finanziaria;
• legge di bilancio, il bilancio annuale
e il bilancio pluriennale;
• i piani attuativi della programmazione
regionale.
Rendiconto generale
Riepilogo delle risultanze della gestione
nell’anno finanziario, con distinto e simultaneo riferimento alle gestioni di
competenza, di cassa e dei residui.
Residui attivi
Somme accertate e non riscosse e versate
entro il termine dell’esercizio.
Residui di stanziamento
Stanziamenti di spese non impegnate
alla chiusura dell’esercizio, che vengono
tuttavia fatte transitare nel conto dei
residui. Non costituiscono debiti per la
Regione.
Residui passivi
Somme impegnate e non pagate entro
il termine dell’esercizio. Possono essere
conservate nel conto dei residui per
non più di due anni successivi a quello
in cui l’impegno si è perfezionato, per
le spese correnti, e per non più di
quattro anni per le spese in conto capitale.
Trascorso il termine le somme conservate cadono in perenzione e costituiscono economie di spesa.
Schede di programma
Collegamenti con gli indirizzi della
programmazione regionale. Hanno la
funzione di raccordare l’assegnazione
delle risorse alle Unità Previsionali di
Base con gli obiettivi che l’amministrazione regionale intende perseguire.
Spese correnti
Spese destinate alla produzione ed al
funzionamento dei vari servizi, nonché
alla distribuzione dei redditi per fini
non direttamente produttivi.
Spese di funzionamento
Oneri necessari al mantenimento della
struttura. Le componenti delle spese
di funzionamento sono le spese del
personale e quelle per l’acquisto di
beni e servizi.
Spese in conto capitale
Partite attinenti gli investimenti diretti
e indiretti, partecipazioni azionarie,
conferimenti nonché operazioni per
concessioni di crediti.
Spese per investimenti
Spese in conto capitale. Comprendono
le partite relative agli investimenti
diretti ed indiretti, alle partecipazioni
azionarie nonché ad operazioni per
concessioni di crediti.
Le spese in tre titoli:
• correnti;
• in conto capitale;
• rimborso prestiti.
Stanziamenti di competenza (o di
cassa)
Somme iscritte in bilancio relative a
entrate o spese. Rappresentano l’ammontare indicativo degli accertamenti
realizzabili ed il limite massimo degli
impegni effettuabili.
Unità previsionale di base
Unità elementare di bilancio. È riferibile
ad un unico centro di responsabilità
amministrativa ed è determinata con
riferimento ad una specifica area omogenea di attività.
Titoli di bilancio
Rappresentano la più ampia aggregazione delle operazioni di entrata e di
spesa. Le entrate si articolano in quattro
titoli:
• tributarie;
• extratributarie;
• alienazione e ammortamento di beni
patrimoniali e riscossione di crediti;
• accensioni di prestiti.
Variazioni del bilancio
Variazioni del Bilancio gestionale a
cura della Giunta Regionale che con
proprie deliberazioni provvede a:
• integrare o istituire i capitoli di bilancio in conseguenza delle variazioni
approvate al bilancio;
• effettuare variazioni compensative
fra capitoli della medesima Unità
Previsionale di Base.
157
ACRONIMI
AGEA: Agenzia Governativa Erogazioni FOPES: Fondo di Promozione Econo- PASER: Piano d’Azione per lo Sviluppo
in Agricoltura
Economico Regionale
mica e Sociale
ARPAC: Agenzia Regionale Protezione GAL: Gruppo di Azione Locale
Ambientale Campania
GSE: Gestore del Servizio Elettrico
BCA: Settore Bilancio e Credito Agrario
INPS: Istituto Nazionale della Previdenza
Sociale
CRA-CMA: Consiglio per la Ricerca e
la Sperimentazione in Agricoltura – IRPEF: Imposta sul Reddito delle Persone
Unità di Ricerca per la climatologia e Fisiche
la meteorologia applicate all’agricolISMEA: Istituto di Servizi per il Mercato
tura
Agricolo Alimentare
EUROSTAT: Ufficio Statistico dell’Unione
ISPRA: Istituto Superiore per la ProteEuropea
zione e la Ricerca Ambientale
FEAGA: Fondo Europeo Agricolo di GaISTAT: Istituto nazionale di statistica
ranzia
POR: Programma Operativo Regionale
PSR: Piani di Sviluppo Rurale
RRN: Rete Rurale Nazionale
SAISA: Servizio Autonomo Interventi
nel Settore Agricolo
SINAB: Sistema d'Informazione Nazionale sull'Agricoltura Biologica
STAPAC: Settore Tecnico Amministrativo
Provinciale Agricoltura
STAPAF: Settore Tecnico Amministrativo
Provinciale Foreste
FEASR: Fondo europeo per lo sviluppo MiPAAF: Ministero Politiche Agricole e STAPAL: Settore Tecnico Amministrativo
Provinciale Alimentazione
Forestali
rurale
FER: Fonti Energetiche Rinnovabili
FEP: Fondo Europeo per la Pesca
158
OCM: Organizzazione Comune di Mercato Terna: Operatore di reti per la trasmissione dell’energia.
PAC: Politica Agricola Comune
IMAGO
EDITRICE
www.imagoedipack.it
Finito di stampare nel mese di giugno 2013
Scarica

l`agricoltura nella campania in cifre 2012 - INEA