S P Q R Provincia di Reggio Emilia Comune di Boretto Comune di Brescello Comune di Gualtieri Comune di Guastalla Comune di Poviglio con il sostegno della Regione Emilia-Romagna Un pensiero che corre sulle ali della solidarietà tra i popoli 2 Argentina è un triangolo rettangolo che ha per cateto grande le Ande a occidente, per minore il cateto irregolare dei fiumi a nord e per smangiata ipotenusa l’Oceano Atlantico a est. Argentina è lunghezza di 3700 chilometri, tra 21 e 53 gradi di latitudine sud. L’ultimo zoccolo d’America, condiviso col Cile, sta a soli 10 gradi dalla terra di Graham, corno del continente Antartide. Argentina ha accolto quasi 7 milioni di emigranti fino al 1939. Circa la metà erano italiani. Dal 1976 al 1982 Argentina ha scontato una dittatura militare che ha prosciugato una generazione. Al termine mancheranno all’anagrafe circa 40mila persone quasi tutte giovani, senza una tomba. La dittatura collassa dopo la fallimentare invasione delle isole Falkland/Malvinas, circa mezza Sicilia, a più di 300 chilometri dalla costa. E’ la primavera del 1982. Erri del Luca “Tre Cavalli” 3 Viaggio in Argentina dal 21 al 31 Ottobre 2003 nelle città di Pergamino, Buenos Aires, Bahia Blanca, Viedma “ARGENTINA CHIAMA ITALIA”, progetto istituzionale formalizzato e realizzato dai Comuni di: Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla, Poviglio e Castelnovo di Sotto in funzione di capofila. “Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani. Se chiudesse gli occhi cadrebbero.” Dagli occhi di un bambino… – Alexis Diaz Pimenta Partecipanti al viaggio: Roberta Mori, Sindaco, Comune di Castelnovo di Sotto Omar Spaggiari Assessore al Bilancio, Comune di Castelnovo di Sotto Marco Mattioli Consigliere, Comune di Castelnovo di Sotto Gabriella Bonini Assessore alla Cultura, Comune di Poviglio, Luciana Bovi Assessore al Bilancio, Comune di Boretto Wolmer Calzolari Consigliere, Comune di Boretto, don Gianfranco Caleffi parroco di Boretto, Amadio Mori Consigliere Comune di Gualtieri, Mara Sghedoni Delegata “Fondazione Civiltà Bresciana”, Casoli Evelina Franca Docente, Istituto Comprensivo di Castelnovo di Sotto, Lauretta Scantaburlo Delegata Gruppo DS, Regione Emilia-Romagna Vittorio Bartoli Presidente della Cooperativa “Il Carnevale”, Castelnovo di Sotto. Simona Mannari giornalista Paolo Comastri operatore di ripresa 4 La storia locale è un mosaico complesso di accadimenti collettivi ed individuali che compongono il percorso di una Comunità. Le sensibilità diffuse tra conterranei, i percorsi di vita, le storie di tanti talvolta hanno varcato i confini nazionali, planando a radicarsi in altri luoghi lontani, estranei, diversi, ma che col tempo hanno assunto il ruolo familiare di una dimora di rinascita, accoglienza e speranza. E’ il caso dell’Argentina, un grande Paese, dove molti nostri connazionali hanno trovato un’altra patria. Nel 2000 fu stilato e sottoscritto un “Patto di amicizia” tra Castelnovo di Sotto e l’Associazione di emiliano-romagnoli in Pergamino. Da allora, il sostegno della Regione Emilia-Romagna e la sensibilità della Provincia di Reggio Emilia e delle istituzioni locali ha permesso l’elaborazione e l’attuazione del progetto “Argentina chiama Italia”, cui aderiscono i Comuni di Boretto, Brescello, Castelnovo di Sotto, Gualtieri, Guastalla e Poviglio. La convergenza di tante volontà è positivamente orientata alla diffusione di una cultura della conoscenza della storia locale attraverso l’approfondimento dei percorsi migratori; alla valorizzazione di un approccio solidale delle comunità verso le problematiche sovranazionali; la predisposizione di azioni concrete a supporto del rilancio delle Comunità argentine schiacciate dalla crisi, con il coinvolgimento delle realtà locali del volontariato, delle scuole, delle associazioni culturali, dei familiari dei nostri connazionali; alla raccolta organica di testimonianze documentali e dei percorsi storici dell’esperienza migratoria delle nostre terre; alla creazione di canali diretti di comunicazione e di intervento con le realtà locali attraverso la rete associativa; al rafforzamento delle politiche di collaborazione promosse dalla Regione Emilia-Romagna. Nell’ambito di questa nutrita articolazione di obiettivi, si inserisce il viaggio della delegazione di amministratori avvenuto tra il 20-30 ottobre 2003. L’esperienza è stata arricchente e stimolante dal punto di vista delle relazioni umane instaurate, positiva e proficua per l’approccio concreto della visita, costituita da un fitto programma di incontri istituzionali, seminari di approfondimenti tematici, scambi di esperienze con le realtà associative di emiliano-romagnoli, sopralluoghi a strutture scolastiche, scientifiche, sanitarie, camere di commercio, stabilimenti industriali, colture agricole. L’intenso percorso ha permesso di calarsi in una realtà complessa ed affascinante. L’obiettivo primario del viaggio è stato quello di individuare alcuni campi specifici sui quali le nostre comunità possano intervenire fattivamente, attraverso 5 uno scambio reciproco di iniziative economiche, sociali, culturali, che possano contribuire a sostenere il momento difficile delle comunità di Pergamino, Bahia Blanca, Viedma e Buenos Aires. Grazie al contributo dell’A.S.L. di Reggio Emilia, sono stati distribuiti medicinali gratuiti per un biennio di terapie salvavita a molti connazionali residenti in Pergamino. Libri di storia locale per le associazioni di emiliano-romagnoli, materiale didattico per le scuole, contributi per il recupero psicofisico di disabilità gravi, importanti strumentazioni per l’innovazione tecnologica dell’ospedale di Viedma, questi sono i primi interventi legati al progetto “Argentina chiama Italia”. Il percorso di parole ed immagini della mostra itinerante, racchiuso nell’intensa sintesi del catalogo, vuole accompagnare la fantasia del visitatore attraverso la nostra Argentina…quella degli sconfinati spazi, delle aspre scogliere, degli sguardi intensi dei bimbi, dell’affetto e dell’ospitalità dei connazionali, dei luoghi mistici del beato Artemide Zatti, dell’attenzione delle istituzioni locali e delle rappresentanze consolari, dei momenti di approfondimento e confronto, delle potenzialità umane e delle risorse naturali, delle piccole e grandi contraddizioni. Il progetto “Argentina chiama Italia” è solo all’inizio del suo percorso di attuazione, ma rappresenta uno straordinario laboratorio di coordinamento degli enti locali, unico in Regione, da considerarsi un ulteriore punto di eccellenza della predisposizione della nostra terra alla cooperazione solidale con il resto del mondo. La mostra rappresenta una restituzione parziale ma fedele dei momenti maggiormente significativi vissuti dalla delegazione di amministratori in Argentina. La mostra rappresenta una piccola finestra sul mondo…quel mondo tanto fortemente legato alla nostra storia da renderlo anche un po’ nostro. Roberta Mori Sindaco del Comune di Castelnovo di Sotto 6 Un pensiero che corre sulle ali della solidarietà tra i popoli Quando, nel mese di maggio 1997 fu conferita la cittadinanza onoraria di Boretto a Don Juan Edmundo Vecchi e, nella primavera dell’anno 2002, si festeggiò a Boretto la proclamazione a Beato, del nostro concittadino Artemide Zatti, forse nessuno avrebbe mai pensato di poter recarsi in Argentina, a visitare i luoghi in cui i due illustri concittadini vissero ed operarono. Ora, dopo che una serie di condizioni ha fatto sì che una delegazione di Sindaci, Amministratori e rappresentanti di Istituzioni dell’Emilia Romagna, oltre al Parroco di Boretto, abbia potuto recarsi in questo lontano paese dal 20 al 30 ottobre 2003, siamo felici di poter consegnare a chiunque lo desideri, una memoria fotografica dei luoghi in cui, nell’anno 1897 la famiglia di Luigi Zatti e Albina Vecchi, con il figlio Artemide allora diciassettenne partì da Boretto alla ricerca di condizioni migliori di vita. Così come non pensiamo fu per caso che da quello stesso ceppo familiare borettese di origine, nacque in Viedma il 23 giugno 1931, Don Juan Edmundo Vecchi – peraltro cugino dello stesso Artemide Zatti. La Comunità di Boretto è eternamente grata ai due personaggi che, con il loro contributo di solidarietà e di intelligenza verso i deboli – soprattutto – e i giovani, hanno reso un servizio di profilo umano e spirituale così alto, tanto che Artemide Zatti è stato proclamato Beato il 14 aprile 2002 dal Pontefice e Don Juan E.Vecchi è stato eletto Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, e quindi ottavo successore di don Bosco; carica ricoperta fino alla morte avvenuta il 23 gennaio 2002. Noi auspichiamo che possano verificarsi altre occasioni di incontro con le Comunità di Bahia Blanca e Viedma: le due città in cui sono presenti molti discendenti delle famiglie Zatti e Vecchi e dove è ancora forte il desiderio di contatto con Boretto e i territori della bassa reggiana. Questo opuscolo vuole essere un semplice strumento di informazione attraverso le immagini, a testimonianza dell’affetto e della venerazione di cui i nostri illustri concittadini godono nella Patagonia. Allo stesso modo ringraziamo la Regione Emilia Romagna che ha creduto nel progetto “Argentina chiama Italia” e che ci consente ora di impegnare le nostre Comunità in uno sforzo di ricomposizione degli affetti e delle relazioni, così da sentirci più vicini e ridurre le distanze …dal Rio Negro al Po. Luciana Bovi Assessore del Comune di Boretto Wolmer Calzolari Consigliere del Comune di Boretto 7 Storia travagliata di un grande paese La storia dell' Argentina nel XX secolo è a dir poco travagliata. È contraddistinta da un primo periodo, corrispondente ai primi decenni del secolo, in cui il paese esporta prodotti agricoli ed il reddito pro-capite aumenta costantemente, e da un secondo periodo, successivo alla seconda guerra mondiale, quando lo Stato investe capitali nell'industria ed il reddito pro-capite continua ad aumentare. Poi, dalla metà degli anni '70, si afferma una linea liberista, che sfocia negli anni '90 con l'ondata delle privatizzazioni, che interessa tutto il settore dei servizi pubblici e che, nel giro di pochi anni, comporterà l'ingresso di capitali esteri. Le Telecom spagnola, italiana e francese, ad esempio, si spartiscono la compagnia telefonica argentina ma i profitti non sono reinvestiti nel mercato nazionale. A questo deflusso di capitali si aggiunge l'effetto negativo causato dal rigidissimo tasso di convertibilità del "peso" a dollaro americano e l'effetto altrettanto negativo della liberalizzazione del commercio, che indebolisce l'industria nazionale facendo affluire beni prodotti all'estero a prezzi più vantaggiosi. A livello sociale, questo deflusso di capitali dall' Argentina si traduce in una spesa per i consumi sempre più ridotta. Gli operai, la piccola e media borghesia, sono i ceti maggiormente colpiti. È questa la dinamica della drammatica crisi argentina. Essa rappresenta un campanello d'allarme anche per i sistemi economici che hanno o che vorranno adottare un modello di sviluppo esclusivamente fondato sul liberismo. Le privatizzazioni devono prevedere leggi che tutelino gli utenti e la difesa dell'utente si attua cercando di evitare situazioni monopolistiche con ricaduta sui prezzi dei servizi. Per questo motivo che la crisi argentina non coinvolge unicamente l’Argentina. E' una crisi che investe l'intero subcontinente americano, poichè sconvolge il sistema commerciale strutturato tra i Paesi limitrofi e basato sul Mercato Comune di Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay con le associazioni di Bolivia e Cile. È una crisi che coinvolge indirettamente l'Unione Europea e gli Usa, innanzitutto perchè l'Argentina, per risollevarsi, ha bisogno dell'aiuto del Fondo Monetario Internazionale; in secondo luogo perché la crisi è stata causata anche dal massiccio afflusso di capitali stranieri, che non si sono tramutati in reinvestimenti per il Paese ma in una fuga di migliaia di milioni di dollari all’estero. È troppo riduttivo considerare l’Argentina una semi-colonia, un paese con indipendenza politica formale e indipendenza economica nulla, ma purtroppo l’immagine 8 che ci siamo fatti è quella di un Paese subordinato ad una cultura non propria, europea o nord americana che sia, con la conseguente distorsione nella valutazione della storia e della memoria, ad essa inscindibilmente legata, in quanto conoscenza del passato. Una breve scorsa alla sintesi cronologia di seguito riportata può essere utile per orientarsi. Solo dalla conoscenza della realtà, della storia, della struttura economico – politica e sociale argentina e latinoamericana, gli Argentini potranno avere coscienza delle potenzialità strutturali del loro paese. Le ricchezze naturali di questo immenso territorio (in grado di alimentare 40 milioni di abitanti), la struttura industriale che sopravvive nonostante le privatizzazioni, la cultura del lavoro delle classi popolari, sono gli elementi fondamentali per la costruzione di una nuova società. Questi elementi daranno nuova linfa alla voglia di democrazia a un popolo che non si arrende. Un popolo che attende nuovi protagonisti, che deve recuperare il buco di due generazioni scomparse, fatte sparire o bruciate dalla paura. Un popolo che sta cercando una nuova identità. Società e governo argentino devono ora confrontarsi con la propria realtà di paese dell’America Latina e, a partire da questo, devono promuovere iniziative economiche in sintonia con quelle dei paesi vicini. Non c’è bisogno di essere peronisti per essere “identariamente” argentini (Peron come incarnazione dell’identità argentina, colui che ha recuperato l’Argentina dalle mani degli stranieri, vendicando il senso di umiliazione nei confronti degli Stati Uniti e dell’Europa). C’è solo bisogno che gli Argentini si riapproprino della loro storia, che ne facciano un “sano” uso pubblico, uno strumento per ricostruire la memoria complessa di un popolo altrettanto complesso. Gabriella Bonini Assessore del Comune di Poviglio 9 Breve cronologia della storia argentina 1930 inizia l’era dei golpe, delle dittature e dei contraccolpi armati. Un colpo di stato militare depone il presidente Hipòlito Yrigoyen, liberamente eletto ed al potere dal 1916 1943 prende il potere un gruppo di militari di cui fa parte Juan Domingo Peron 1946 Peron viene eletto presidente in libere elezioni 1955 Peron viene deposto con un colpo di stato; inizia la resistenza peronista. Si alternano diversi generali. Cancellati i simboli di Evita e di Peron sparsi in tutto il paese. Legge marziale e pena di morte vogliono contenere il malcontento. 1961 Peron viene esiliato in Spagna 1962 966 militari e fragili politici si alternano 1963 Nuovo colpo di stato: ora presidente è il generale Juan Carlos Ongama. In giugno viene eletto il radicale Arturo Illia che inaugura la “primavera argentina”; è in collegamento con Peron, la parola d’ordine è “Peron Vuelve” e la sigla “PV” 1965 Buon risultato dei peronisti alle elezioni 1966 Altro colpo di stato; viene eletto presidente il generale Ongania. Partiti sciolti, ristrutturazione della Corte Suprema e dell’intero potere giudiziario. Il “responsabile” della democrazia è l’esercito. Repressioni all’università; è la notte del lunghi bastoni: arresti e violenze 1971 Colpo di stato del capo dell’esercito Alejandro Lanusse che assume la presidenza. È un antiperonista storico. 1972 Peron torna in Argentina dopo 17 anni di esilio; ha 77 anni, la sua casa diventa il centro di un pellegrinaggio politico e tutti gli chiedono di salvare l’Argentina. L’anno dopo il suo candidato Hector J. Campora vince le elezioni e diviene Presidente. Di fatto il governo lo fa Peron 1974 Muore Peron. Presidenza di Isabelita, sua terza moglie 1976 Colpo di stato del generale Jorge Videla: inizia la dittatura militare che durerà fino al 1983. sono gli anni dei Desaparecidos. 365 sono i luoghi clandestini di detenzione, di tortura e di sterminio. Prima le madri e poi le abuelas (le nonne) non si stancheranno di protestare nella Plaza de Mayo, ogni giovedì 10 1981 nuovo rimpasto: il generale Leopoldo Fortunato Gualtieri guida il paese. Gioca sul nazionalismo e decide di invadere le isole Malvinas – Falkland per distogliere l’attenzione internazionale dalle denunce delle Madres di Plaza de Mayo 1983 Libere elezioni, viene eletto Presidente il radicale Raùl Alfonsin; poco dopo iniziano le indagini sui Desaparecidos. Fra mille difficoltà cerca di riabituare il paese alla democrazia. È rieletto nel 1985, ma non riesce ad arginare la rovinosa caduta economica del paese 1987 Iniziano le sommosse dei militari; Alfonsin accetta un compromesso. La Legge dell’ Obbedienza dovuta esenta da ogni colpa chi ha obbedito ad ordini superiori 1989 Viene eletto presidente il peronista Carlos Menem. Resterà per due legislature. Un anno dopo la sua elezione firmerà un ampio indulto per i condannati. Sono privatizzate acqua, elettricità, gas, petrolio, strade, porti, aeroporti, telecomunicazioni. Tutto vendibile, come su una bancarella, dalle cascate di Iguazù ai ghiacciai della Patagonia. Eduardo Duhalde è il suo vicepresidente 1991 Il ministro dell’economia Domingo Cavallo istituisce la parità tra peso e dollaro (legge sulla convertibilità) e il “peso” si traveste da dollaro. La crisi economica si aggrava e l’Argentina diviene dipendente dai capitali stranieri: svalutazione del 4 mila per cento e, una volta raggiunta la stabilità, moneta forte, ma il 70 per cento della popolazione è povera. Intanto sbarcano gli investitori stranieri e comprano di tutto, senza regole; un esempio per tutti: le Linee Aeree Argentine sono comprate dall’Iberia spagnola che sfrutta il nuovo acquisto senza rinnovare impianti ed aerei. Quando è il momento di farlo, restituisce tutto e se ne va, lasciando solo rottami. 1999 Fernando De La Rua è il nuovo presidente. La crisi economica, dovuta ad un liberismo sfrenato, pare non avere soluzione. 2001 20 dicembre: crak economico. Una alla volta si dimettono quasi tutti i ministri; è la volta dello stesso De La Rua; i risparmi sequestrati in banca vengono rilasciati con il contagocce e la svalutazione li fa irrimediabilmente dimezzati nel potere d’acquisto. Come meteore, alla Casa Rosada, si alternano cinque presidenti provvisori in pochi giorni. Viene eletto Adolfo Rodriguez Saá nuovo presidente dal 23 al 30 dicembre, tempo sufficiente per far sospendere il pagamento del debito estero, decisione che fa precipitare l’Argentina nell’insolvenza internazionale. Le borse americane ed estere impazziscono, gli investimenti “scappano” e la gente riempie le piazze con una violenza repressa duramente dalla polizia. Saà se ne va. 2002 il governo di Eduardo Duhalde, peronista, ora acerrimo nemico di Menem, è quello che regge 2003 a maggio viene eletto il nuovo presidente Nestor Kirchner (che esce da ballottaggio con Menem, dopo che Adolfo Rodriguez Saá ci ha riprovato e si è ritirato), con lo slogan “Costruiamo un paese serio”. Ancora in carica. Proviene dall’estremo sud, dall’ultima città prima della Terra del Fuoco, Rio Gallegos, capitale dello Stato di Santa Cruz. 11 Un percorso di parole e immagini 12 In Viaggio: L’Argentina ci ha accolto con un fiore dai colori vividi. Pergamino: Visita all’Inta, Istituto nazionale di tecnologia agropecuaria. 13 Cappella Hogar de jesùs, il Coro dei segni. Piazza dell’emigrante: la presenza delle scuole 14 L’inaugurazione e la benedizione del cippo alla presenza del Segretario di Governo Il cippo intitolato all’emigrante emiliano-romagnolo. 15 L’archivio e il Museo Storico dell’emigrante presso l’Ex stazione Ferrocarril Mitre Bahia Blanca: La delegazione in visita all’ospedale italiano alla presenza del Direttore Sanitario e del Presidente. 16 Visita all’instituto Superior dei Salesiani Juan XXIII. Parla il Rettore dell’Istituto para universitario. I luoghi della spiritualità, il seminario dei Salesiani a Fortin Mercedes 17 Museo regional y misionero P. Juan Vecchi, museo religioso, etnico e naturalistico Viedma, sulle sponde del Rio Negro 18 La Tomba di Zatti La Chiesa di Viedma e il monumento al Beato Artemide Zatti 19 In viaggio verso la Patagonia Punta Bermela .La lobelia. Una colonia di leoni marini 20 I fiori dell’Atlantico Il Pinguino “Augustin” 21 Visita all’Associazione degli Emiliano-Romagnoli di Buenos Aires Buenos Aires: il coloratissimo Quartiere “la Boca”- Il caminito 22 Quartiere Mataderos, una delle villas miserias della periferia di Buenos Aires Il simbolo delle madri di Plaza de Mayo, un fazzoletto bianco per non dimenticare i desaparecidos. 23 La mensa popolare gestita dai volontari delle Associazioni di emiliano-romagnoli di Buenos Aires, cofinanziata dalla Regione Emilia-Romagna. la fotolito 0522.485066 Si ringrazia per la collaborazione: A.U.S.L. di Reggio Emilia Associazione Provinciale Reggiana ITALO-ARGENTINA F.I.L.E.F. di Reggio Emilia