Anno V - Numero 2 - Domenica 3 gennaio 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Salva-banche Esecuzioni Sanità Il ministero stoppa i primi rimborsi Strage in Arabia: tensione con l’Iran Donne morte di parto: casi in tutta Italia A pag. 3 Di Giorgi a pag. 6 Fruch a pag. 10 A PARTIRE DA ROMA PERÒ, OCCORRE MOLTA UMILTÀ. LA NOSTRA PROPOSTA PER LA CAPITALE di Roberto Buonasorte ai segnali che giungono da tanti ambienti, sembra davvero azzeccata la data del 30 di gennaio dove, sollecitati da Francesco Storace, chiameremo a raccolta tanta gente per proporre e soprattutto ascoltare. Come se nulla fosse successo in questi ultimi vent’anni, c’è ancora chi pensa che tra un vertice a Palazzo Grazioli e una bicchierata ad Arcore - tra una barzelletta e uno litigio per capire, come dicono in Forza Italia, chi paga le fatture della campagna elettorale a Roma - pensa di far digerire al popolo scelte calate dall’alto. Eppure Roma, così come accadde nel 1993, potrebbe rappresentare la svolta, ma manca il coraggio di allora, e manca pure a Milano dove Salvini ragiona troppo con la calcolatrice e poco con il cuore. All’epoca Fini sfiorò la vittoria, mentre Formentini a Milano l’agguantò. Erano tempi, quelli, dove i leader erano amati, oggi, i presunti tali, sembrano invece solo temuti. E Renzi ringrazia. Già, perché per il bullo fiorentino non c’è miglior alleato di un centrodestra arrogante e soprattutto stanco come appare Silvio Berlusconi, sempre più solo e con una guerra interna che lo sta distruggendo. D offuscate nel messaggio di fine anno e l’altro che spende un milione di euro al mese per l’affitto del super aereo di Stato con tutti i comfort immaginabili. E che fa il centrodestra anziché “bombardare” il terzo governo nominato dal 2011 ad oggi? Nulla, vivacchia, campa di gelosie, pensa di poter fare tutto da solo, dimenticando, come nel caso di Roma, che tranne Salvini e Storace, tutti gli altri sono stati buoni alleati di Gianni Alemanno. Ma questo ormai lo hanno capito tutti, il punto semmai è un altro: che fine hanno fatto le primarie che erano il cavallo di battaglia di una generazione che una volta arrivata al potere, sembra averle dimenticate? Primarie dunque, è questa la nostra proposta per Roma che lanceremo il 30 gennaio insieme a tanti romani. Gente normale, che non ha nulla da chiedere, né a Berlusconi e ne’ a Meloni, è gente che non si arrende; professionisti, disoccupati, giovani laureati, precari, uomini e donne del mondo della cultura e dello sport. Coerenza e coraggio per la destra che verrà, il resto è solo gossip, apparenza, lifting, roba che va bene per l’immediato, ma che alla lunga ti travolge, appena arriva uno o una un po’ più telegenico, e quello di prima sparisce. VERSO IL 30 GENNAIO Il 2016 potrebbe rappresentare l’anno della riscossa per il fronte anti Renzi Mattarella e Renzi, nel recitare due parti in commedia apparentemente opposte, tentano di darla I GUAI PER I ROMANI NON FINISCONO MAI a bere agli italiani: uno sobrio l’altro esuberante; uno che dice di preoccuparsi dei giovani di- soccupati e l’altro che cancella qualsiasi tutela a favore del lavoro; uno che parla in un salotto a luci DIETRO L’AFFIDO RAFFORZATO IL TENTATIVO DEI CATTOLICI DEL PD DI SALVARE LA FACCIA “Unioni civili costi quel che costi” di Robert Vignola randi manovre in seno al Pd per andare a dama. L’elettorato di sinistra attende una legge con cui pavoneggiarsi sui social network, mentre l’Italia affonda nella crisi, e non c’è niente di meglio che il ddl sulle unioni civili a firma Cirinnà. La cui calendarizzazione in aula a fine gennaio la dice lunga sul peso dei “cattolici” nella compagine di governo. Al momento, infatti, la battaglia è tutta interna al partito, che sta preparando un nuovo istituto giuridico per consentire al partner di occuparsi del bambino, figlio del compagno omosessuale, svolgendo tutte le funzioni genitoriali. Con la possibilità quando compirà 18 anni di poter scegliere l’adozione. Si tratta né più né meno di un escamotage dell’ala cattolica, volta da un lato a far digerire il provvedimento all’opinione pubblica, dall’altro ad attirare quei voti del Ncd che restano, al Senato, probabilmente decisivi. Ma l’universo arcobaleno, lanciato G DOPO LO SMOG, IL GUANO a pag. 9 in un crociata, fa sentire tutta la sua pressione sui democratici. Ieri la Repubblica ha dedicato ampio spazio alla questione, con una intervista anche al giudice Melita Cavallo, che appena andata in pensione ha subito confessato di aver stabilito la cosiddetta “stepchild adoption” per via giudiziaria in sei casi a mamme lesbiche perché convinta della necessità che “prima o poi dovranno rassegnarsi”, rivolta evidentemente alle associazioni che si oppongono alla nuova legge. E poi al dossier in preparazione, appunto, tra i cattolici del Pd, anticipando lo scontro. Puntuale, nel corso della giornata, la nota di un alfiere dei diritti gay, il sottosegretario alle riforme Ivan Scalfarotto. “La normativa prevista dal ddl Cirinnà riprende pedissequamente la proposta del 'modello tedesco' (e cioè unioni civili con stepchild adoption) lanciata alla Leopolda del 2012 e contenuta nella mozione uscita larga vincitrice dal congresso 2013, come ha chiaramente ribadito il presidente Renzi nella conferenza stampa di fine anno”. Come dire: il premier è con noi. “Il rispetto per le opinioni di tutti - prosegue - non può trasformarsi nel diritto per una minoranza di attribuire arbitrariamente alla maggioranza le proprie posizioni. Ci confronteremo in Parlamento con atteggiamento costruttivo e senza pregiudizi; ma la linea del Pd non è in alcun modo cambiata, né credo cambierà”. Segno che Scalfarotto sa che, se le porte del Ncd resteranno chiuse, si spalancheranno quelle di M5S e Sinistra Italiana, e magari anche di parte di Forza Italia. Chissà che ne pensa Alfano… 2 Domenica 3 gennaio 2016 ATTUALITA’ VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRAT IVE: LA QUESTIONE ROMANA AGITA I DUE EX AN La destra si scalda. Col fuoco amico Giorgia Meloni: “Non mi sorprende che Alemanno non si senta rappresentato da me”. L’ex sindaco: “Sbaglia, sosterrei la sua candidatura”. Storace: “Sembrano Sandra e Raimondo: ma le primarie?” INDAGINI IN CORSO di Robert Vignola È di Giorgia Meloni il primo squillo a destra del 2016. Tutto in una intervista a Libero, nella quale inizia con il trattare i tanti argomenti bollenti sul tavolo e finisce per distribuire giudizi. Con l’effetto inevitabile di sortire polemiche. Il che in un centrodestra che non brilla in ripartenze va pure bene, a patto di non rompere più di quanto non si costruisca. Così l’appello agli altri due capi di partito dell’area (“Mi auguro finisca il gossip sulla gara per la leadership tra Berlusconi e Salvini; il primo è una risorsa ma deve avere il coraggio di fare un gesto di generosità, il secondo deve scoprire ancora di più il valore di giocare in squadra. Insieme siamo davanti al Pd e al M5s, mentre divisi siamo perdenti”) si alterna a considerazioni su altre personalità della destra (“Considero normale che Alemanno non si senta rappresentato da me. È reciproco. Comunque più che "fuoco amico", le cose che ho letto sembrano petardi di capodanno... ma di quelli cinesi che poi non esplodono...”) che ovviamente potrebbero accendere gli animi non poco sullo sfondo della partita per Roma. Per ora, la risposta di Gianni Alemanno è stata ferma ma pacata: “Giorgia Meloni ti sbagli: come potrei non sostenere la tua candidatura dopo il tuo appoggio alla mia amministrazione? Tu dimentichi, io no”. Chi invece quella amministrazione non la sostenne, ma continua a farsi portavoce dell’esigenza di un dialogo senza barriere a destra (soprattutto a Roma), è Francesco Storace. Il segretario nazionale de La Destra, che il 30 gennaio proporrà ufficialmente la sua candidatura a sindaco della capitale, si limita a registrare: “Su Libero nuova puntata della lite MeloniAlemanno. Sembrano Sandra e Raimondo. Tanti anni insieme dimenticati. Peccato”. Anche perché, si sa, tra i due litiganti è sempre qualcun altro che gode… Tornando all’intervista della Meloni c’è ovviamente dell’altro e quello che resta un dato di fatto è l’immobilismo rispetto alla importante partita romana. “Non ho cambiato idea rispetto al fatto che Alfio Marchini non può essere il candidato del centrodestra; noi siamo disposti al dialogo con tutti coloro che si dicono disposti a rappresentare l'alternativa al Renzismo, ma non si può immaginare che si parta dalla pretesa di ottenere la candidatura a sindaco. Il mio partito non pretende di esprimere una candidatura, ma partecipare alla scelta con tutti quelli che sono disposti a questo metodo”, ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia al cronista di libero Paolo Emilio Russo. Aggiungendo indirettamente un altro tassello al mosaico romano quando ha parlato dell’altra grande città, Milano: “Salvini sarebbe un' ottima scelta, ma capisco che sia difficile per chi guida un partito nazionale. È lo stesso problema che mi pongo io rispetto all’ipotesi di una candidatura a Roma”. Insomma, siamo ancora in alto mare nella scelta del candidato unitario. E la parola primarie continua a non essere contemplata. Tanto da far sospirare di nuovo, Francesco Storace, in un’amara riflessione: “Leggo Libero e immagino: a Roma non si candida la Meloni, a Roma non si fanno le primarie, a Roma il popolo di destra resta a casa. Applausi”. Raid a Genova, fiamme al circolo Pd della Pinotti aid incendiario nel giorno di Capodanno nel circolo del Partito Democratico di via Cantore, a Genova. Qualcuno è entrato dalle finestre del primo piano e ha dato fuoco alla carta contenuta nei cestini. Sul posto, nel quartiere di Sampierdarena, nel ponente della città, sono intervenuti i vigili del fuoco avvisati da alcuni condomini che hanno visto le fiamme. Sui muri del circolo anche alcune scritte che sono al momento al vaglio dei carabinieri che indagano sulla vicenda. Al momento non è esclusa alcuna pista. La sede del Pd devastata è il circolo dove è iscritto il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Secondo quanto accertato dagli agenti della Digos e dai carabinieri del R nucleo investigativo, i vandali oltre ad avere appiccato il fuoco hanno anche cercato di smurare la piccola cassaforte della sede e devastato a picconate tutti i mobili, le porte e le finestre. Hanno quindi preso faldoni con documenti e le tessere degli iscritti e le hanno incendiate. Sui muri hanno lasciato anche delle scritte: "dove è finita la cassaforte", "Love" e un nome, "Diego". In mattinata, secondo quanto emerso dalle indagini, si erano presentate nel condominio due persone che avevano chiesto dove fosse la sede del Pd. Poi, dopo alcune ore sono stati sentiti dei rumori dall'interno del circolo. Infine in serata il rogo. Il gesto non è ancora stato rivendicato e gli investigatori non escludono alcuna pista. CONTROCANTO DI SPIDERITA La leadership che non c’è anno nuovo è arrivato, ma trascina con sé il retrogusto amaro delle acredini e dei personalismi, conditi da possente arroganza, di alcuni leaders, che abbandonandosi a tali sentimenti di fatto dimostrano platealmente, che pur essendo considerati tali, in fondo non lo siano. Sarà la pochezza di punti di riferimento, ma viene loro accordata una certa leadership immeritata. Intanto mancano pochi mesi alle elezioni romane e ancora non c’è un nome sul quale convergere tanto a destra quanto a sinistra, probabilmente perché regna la segreta convinzione o speranza che a Roma, capitale d’Italia, vincano i pentastellati. Così i cittadini sempre più sdegnati da questa classe politica L’ che non decide niente, annaspano nel buio totale. In una poco lusinghiera ridda di dichiarazioni su questo e quello, si prefigura una grande frammentazione che servirà sul piatto la vittoria ai cinque stelle e il diradarsi dei consensi in tutti gli schieramenti che si aggrappano alle vecchie consuetudini del disprezzo reciproco. Il baccanale cambia aspetto e si inasprisce cercando di riesumare usi costumi di una vecchia prassi politica tipica di una classe dirigente ormai alla frutta intenta a spartirsi gli avanzi. Per questo pare opportuno recriminare sul passato e perdere di vista le aspettative del popolo derubricando tutto alla carriera e ascesa personali. Ognuno di voi leggerà in questi tratti della mia penna il ritratto comune ed omologato dei leadericchi che popolano la tv ma non vi scorgerà quelli dei condottieri che ognuno di noi vorrebbe avere alla governance delle nostre città. Quando poi ci si azzuffa dentro senza trovare soluzioni concrete allora si resuscita il vecchio mostro di sempre: l’esponente della società civile. Mi sono chiesta spesso, in questi casi, se esista la società incivile perché gli outsider fin qui detti civili trovati poco hanno a che fare con il senso stesso della parola e sono spesso riconducibili alla seconda accezione, vedi ultimi esempi di cui Marino ne rappresentava il portabandiera. Invece gli uomini e le donne spesso ci sono ma o non vengono valorizzati perché ritenuti scomodi agli interessi della classe dirigente rampante o essi stessi non hanno quel coraggio necessario per immolarsi sull’altare del bene comune preferendo concedersi alle lusinghe degli addetti ai livori quotidiani. Con questa prospettiva non ci resta che piangere pensando alle future inefficienze sulle quali inciamperemo ancora vessati da amministrazioni sempre più incapaci a reggere i nostri consensi. Per questo faccio appello al tanto vituperato pragmatismo affinchè sia per voi foriero di maggiore decisionismo e di minore acredine nei confronti di coloro che vi stimolano a trovare la quadra ad un progetto che stenta a decollare impantanato nella palude del risentimento. Chi sarà causa del proprio mal pianga se stesso. Ad majorem dei gloriam. Buon anno e un sereno 2016 senza rancori. Spiderita Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Domenica 3 gennaio 2016 ATTUALITA’ NUOVA DOCCIA FREDDA Salva-risparmiatori, lo stop del governo Banca Etruria aveva ventilato i primi rimborsi per un gruppo di 680 persone, ma dal ministero è arrivato l’altolà: “Prima di ogni intervento vanno definiti i criteri, ci stiamo lavorando noi” di Robert Vignola I risparmiatori devono sempre attendere. Persino quando è la stessa banca che li ha nei fatti spogliati di obbligazioni e investimenti a dirsi disponibile, attraverso il nuovo board, a tendere loro una mano. Così, ieri, su quanti cominciavano a sperare in rimborsi da parte di Banca Etruria è calata l’ennesima doccia fredda. La misura che era stata ventilata, anche e soprattutto per gettare acqua sul fuoco ormai dilagante della protesta, è inapplicabile secondo il Ministero dell’economia e della finanze. Le ragioni sarebbero tutte da rintracciarsi nella mancanza di criteri per i risarcimenti che saranno effettuati attraverso il Fondo Sociale istituito nei giorni passati dal governo. Il governo ha invece fatto sapere, attraverso una nota del dicastero di cui è responsabile Pier Carlo Padoan, che “è già al lavoro sui decreti attuativi delle norme salva-risparmiatori varate dal governo per andare incontro alle esigenze dei risparmiatori e varare i decreti nel più breve tempo possibile”. Proprio per questo però, finché non ci sarà la definizione dei criteri sui quali sa- ranno poi assegnati gli indennizzi attraverso l’arbitrato, “non può essere ipotizzato alcun intervento”. Era stato lo stesso presidente Roberto Nicastro a sottolineare che “sono stati individuati 680 risparmiatori che, in seguito al salva-banche, hanno subito ingenti perdite pari a 17 milioni di euro. Questa fascia si trova in una situazione critica e sarà la prima a poter beneficiare del Fondo di Solidarietà istituito dal governo. Per gli altri dovrà essere valutato caso per caso. Pur non potendo la Nuova Banca Etruria essere oggetto di azioni da parte dei precedenti azionisti e obbligazionisti subordinati, l’istituto è costantemente impegnato sia a favorire l’operato delle istituzioni nell’attivazione dei più equi meccanismi di soddisfazione da parte del Fondo di Solidarietà, sia a dare risposte e collaborare con i richiedenti per la gestione delle pratiche di rimborso”. Parole al vento, tutto da rifare. La sede di Arezzo, che era stata l’epicentro delle manifestazioni dei risparmiatori, tuttavia, intende mantenere aperto un canale di dialogo ed è stata così nel frattempo ufficializzata la data dell’incontro faccia a faccia con i rappresentanti del comitato “Vittime del Salva-Banche”. Il prossimo 7 gennaio la portavoce Letizia Giorgianni, insieme ad un tecnico e ad un’altra rappresentante del gruppo, sarà ricevuta dal presidente Nicastro e dell’ad Bertola. In questa sede potranno essere valutate soluzioni e proposte condivise per dare ristoro a tutti coloro che hanno perso del denaro con l’applicazione del salva-banche. “Ben venga il dialogo – ha affermato la portavoce del Comitato – siamo disponibili ad ascoltare e prendere in considerazione anche delle strategie che possano tutelare da subito le fasce più deboli. Altrettanto velocemente però servono misure che vadano nella direzione di accogliere le richieste di tutti gli altri. Come abbiamo sempre detto vogliamo giustizia e la vogliamo sul serio. Ancora una volta puntiamo il dito contro gli ex amministratori delle banche i quali ancora oggi non hanno risposto personalmente di quanto accaduto. Una soluzione per risarcire i risparmiatori che hanno perso il loro denaro potrebbe essere quella di pignorare i beni di questi signori”. LA “PIERRE” IMPUTATA HA PARLATO DALLE COLONNE DEL THE GUARDIAN Ora la Chaouqui piange:“Partorirò in carcere” Il processo Vatileaks 2 ripartirà solo il 20 febbraio: a giorni l’inizio delle perizie i vorranno ancora settimane, se non mesi, per vedere la conclusione del processo "Vatileaks 2" e intanto Francesca Immacolata Chaouqui, una dei cinque indagati per la sottrazione e diffusione di carte riservate, annuncia che non si opporrà se verrà condannata al carcere. "Ho fatto C un giuramento di fedeltà a quello Stato, e questo significa accettare le loro regole, anche se sono sbagliate. Si tratta di una monarchia, non è uno stato liberale", ha detto Chaouqui in un'intervista a "The Guardian". "Il Papa - ha spiegato - non è solo un Capo di Stato, è il capo della mia religione, egli è Dio sulla Terra. Se provano che sono colpevole, devo andare in carcere", "non ho altra scelta". La pierre, indagata insieme a monsignor Lucio Vallejo Balda, ai giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi e a Nicola Maio, aveva già scritto ieri su Facebook che era pronta ad andare in carcere. Continuando a proclamarsi "innocente", informa di avere comunque "rinunciato ad ogni mezzo di appello" e alla "grazia". "Andrò in carcere, credo ad aprile. Subito dopo Pasqua. Sconterò un anno e mezzo di pena. Partorirò in carcere. Non può andare diversamente". Poi annuncia: "In carcere scriverò" un libro sulla "mia storia". Chaouqui è tornata così a parlare del processo sui social network, criticando le parole del Papa alla Messa a san Pietro. "Sentire il Papa pronunciare la parola 'giustizia' quando nello Stato che Egli governa si sta celebrando un processo inumano contro una donna incinta, arrestata senza nessuna prova di quello di cui mi accusano fa rabbrividire. E fa indignare persino me con quell'uomo al cui servizio ho sacrificato la mia esistenza". "Fintanto che l'ultimo dei ladri non sarà punito e cacciato mentre al loro posto io vengo giudicata e condannata, il Papa e il Vaticano - scrive Chaouqui - non parlino di giustizia. Per rispetto della giustizia stessa. E sopratutto degli abiti che portano". Intanto, prima delle feste di Natale, monsignor Balda è uscito dal carcere; attenderà ai "domiciliari" in Vaticano la ripresa del processo. Ripresa che, tuttavia, non ci sarà prima della fine di febbraio. L'inizio delle operazioni peritali sulle comunicazioni via email, sms e whatsapp tra gli imputati Vallejo Balda, Francesca Immacolata Chaouqui e Nicola Maio - i primi due ex membri e il terzo ex collaboratore della Commissione Cosea sulle finanze vaticane, tutti accusati anche di associazione a delinquere - è stato fissato infatti per l'11 gennaio, il termine per il 20 febbraio. Solo successivamente riprenderà il dibattimento in aula. DOPO VENTI ANNI LA NOVITÀ TAGLIA IL TRAGUARDO: POTRÀ ESSERE RICHIESTA ALL’ANAGRAFE Carta d’identità elettronica in gazzetta rriva la carta d’identità elettronica. Dopo due decenni di discussioni, ipotesi e pianificazioni, ora sembra definitivamente prendere il via e a darne l’annuncio proprio il Ministero dell’Interno, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del relativo decreto. La Cie (Carta d’Identità Elettronica) avrà non solo i normali dati a cui siamo abituati, come nome, cognome, foto, altezza e altro, ma anche le impronte digitali e la possibilità di inserire il consenso per la donazione degli organi. Insomma in A toto adeguata all’era dell’esigenza del collezionare dati del cittadino. Ha inoltre in sé un microprocessore per la raccolta dei dati e la protezione degli stessi. La promessa del Ministero è che la Cie sarà rilasciata entro sei giorni dalla richiesta, la quale potrà essere fatta dai cittadini maggiorenni rivolgendosi all’ufficio anagrafe del proprio comune di residenza, muniti come d’uso di fototessera, che verrà digitalizzata e inserita nel documento. Per i minorenni, la richiesta dovrà essere presentata dai ge- nitori. I residenti all’estero potranno presentare la domanda invece al consolato. Da qui verrà chiesto il consenso alla donazione degli organi dai dipendenti dell’anagrafe, che comunque rimane una scelta revocabile. Inoltre l’inserimento delle impronte digitali e, in casi particolari, la firma autografata e l’autorizzazione o meno all’espatrio. Presentata la domanda di rilascio della Cie, il Comune deve prima effettuare una verifica circa l’identità del richiedente ed eventuali motivi ostativi al rilascio del documento. Quindi rilascerà all’interessato una ricevuta di deposito di richiesta, ove è riportato il numero identificativo della pratica. In tale ricevuta sarà altresì indicata la prima parte dei codici pin/puk associati alla carta elettronica. Per ora la richiesta della Cie è a scelta del cittadino, che potrà richiederla anche sul portale Cieonline. Il costo, per i primi tempi, si aggira sui 15-20 euro. 4 Domenica 3 gennaio 2016 EStERI TENSIONI GEOPOLITICHE TRA MAR NERO E MEDIO ORIENTE Ankara e Mosca ai ferri cortissimi Entrate in vigore il 1 gennaio le sanzioni russe nei confronti della Turchia che dovrà affrontare, nei prossimi mesi, una serie di problemi non da poco di Cristina Di Giorgi e Tatiana Ovidi ra Ankara e Mosca è ancora scontro. Sempre più aperto e diretto. La questione siriana, in particolare per quanto riguarda la guerra contro il sedicente Stato Islamico, risulta dunque essere stata una miccia che ha fatto esplodere i rapporti tra i due Paesi. Da un lato la Russia, che con il suo impegno militare sta mettendo a segno una serie di successi contro il Daesh; dall'altro la Turchia, accusata di tenere un atteggiamento “border line” soprattutto per quanto riguarda la compravendita del petrolio. In questo contesto, il Cremlino ha deciso di prendere misure ad hoc, che pur non influenzando troppo negativamente gli interessi economici di Mosca, dovrebbero colpire sensibilmente la Turchia. A tal proposito venerdì 1 gennaio è entrato in vigore il divieto di importazione in Russia di prodotti agricoli turchi e la chiusura di alcuni settori economici alle imprese di Ankara. Provvedimenti questi che, secondo i rappresentanti dei governi di entrambi i Paesi, peseranno sulle rispettive economie. Nonostante questo, Mosca ha dichiarato a più riprese di ritenerle necessarie ed inevitabili, aggiungendo che non ci sono le condizioni per instaurare un dialogo con l'attuale leadership turca. Il percorso che ha portato a tale rottura è sotto gli occhi di tutti e ha radici, come già sottolineato, nella guerra contro il terrorismo T islamico. Lo strappo al quale si è arrivati risulta però tanto più netto e radicale se si pensa che fino allo scorso novembre le relazioni tra Mosca e Ankara erano molto proficue. Oltretutto Putin ed Erdogan lo scorso anno si erano incontrati in varie occasioni, ed avevano manifestato reciprocamente la volontà di intensificare i rapporti commerciali tra i due Paesi. L'abbattimento del bombardiere russo Su-24 da parte di forze militari turche (definito dal leader del Cremlino come “una pugnalata alla schiena da parte dei complici dei terroristi”) ha però cambiato tutto. Ed ha portato, in una progressiva escalation di tensione, alla situazione odierna. Ovvero all'entrata in vigore del divieto di importazioni di prodotti alimentari turchi, alla sospensione del regime dei visti con Ankara e alla limitazione delle attività lavorative dei cittadini turchi in Russia. Elementi questi che hanno provocato diversi problemi alla Turchia, sia sul fronte interno che su quello estero. Nel 2016 Ankara dovrà infatti gestire una situazione economicamente difficile, mantenendo oltretutto le sue posizioni E' di magnitudo 5.7 sulla scala Richter l'intensità della scossa di terremoto registrata il 2 gennaio alle 12.22 ora locale (le 5.22 in Italia) in Cina, nell'estremo nord est del Paese, quasi al confine con la Corea del Nord e la Russia. Secondo i rilevamenti dell'Istituto sismologico statunitense, il sisma ha avuto ipocentro a circa 580 chilometri di profondità ed epicentro a 23 km ad est di Chaihe. Al momento non si hanno segnalazioni di danni a persone o cose. El Salvador: 2016 iniziato nel sangue L'anno nuovo a El Salvador è cominciato con una strage: sono infatti almeno quindici le persone uccise nelle prime ore del 2016: tra loro c'è anche un ragazzino di 11 anni, freddato sembra a colpi d'arma da fuoco da uomini con in dosso divise della polizia. Il Paese, che si trova nel pieno di una gravissima ondata di violenza, secondo le statistiche ha visto aumentare notevolmente il numero degli omicidi: nel 2014 erano stati 3942 (circa 1400 in più dell'anno precedente) mentre nel 2015 si parla addirittura di 3942 vittime: una media di 18 al giorno. Guatemala: rissa in carcere, 8 morti Una violentissima rissa, scoppiata nel carcere di Puerto Barrios (in Guatemala), si è conclusa nel sangue: sono infatti almeno otto i morti e una ventina i feriti. Il litigio è iniziato nella notte di ISRAELE Identificato il killer di Tel Aviv: è un arabo malato di mente stato identificato il responsabile della sparatoria nel pub di Tel Aviv nel corso della quale, il 1 gennaio, sono rimaste uccise due persone (sette i feriti, di cui alcuni in gravi condizioni). Si tratta di un uomo di 29 anni, arabo israeliano. A quanto si apprende sarebbe stato riconosciuto nei video dell'agguato mandati in onda dalla televisione dal padre, che si è messo in contatto con la polizia. Gli agenti si sono quindi recati nella sua abitazione a Wadi Ara (nel nord del Paese) per acquisire elementi utili alle indagini. Quanto alle motivazioni del suo gesto, sembra da escludersi l'ipotesi di terrorismo: il killer infatti avrebbe problemi di salute mentale e pare non abbia contatti con lo Stato Islamico (anche se tale pista non è stata ancora del tutto esclusa). Il suo avvocato, riporta la stampa, ha dichiarato di averlo già rappresentato in passato per un episodio di aggressione nei confronti di un soldato: “quest'uomo – ha detto il legale – è stato in cura e lo è ancora”. Molto probabilmente ha agito per vendetta: stando a quanto riferito da un suo conoscente, tempo fa un suo cugino è stato ucciso da agenti della polizia nel corso di una perquisizione. La caccia all'uomo per arrestarlo è ancora in corso. È SIRIA DAL MONDO Cina: forte scossa di terremoto per quanto riguarda la questione siriana. E non sarà per niente facile, come sottolinea anche il giornale turco “Hurryet”, che in un articolo sull'argomento fa rilevare che la maggior parte dei problemi di politica interna ed estera di Ankara sono ad ora irrisolti e la Turchia dovrà farci i conti nei prossimi mesi. Le autorità turche cominciano dunque a mostrare, in tale contesto, un certo nervosismo, sia per le limitate possibilità – a causa della presenza russa – di influenzare lo scenario siriano sia per i recenti successi ottenuti dai curdi dell'Unione democratica (la questione curda resta una delle questioni irrisolte da affrontare). La soluzione per Ankara potrebbe essere la chiusura dei 98 chilometri della frontiera con la Siria per impedire il passaggio dei miliziani dell'Isis. Ma questo significherebbe l'epilogo della politica turca sulla Siria degli ultimi quattro anni. Senza contare che le ricadute economiche derivanti dalla rottura delle relazioni commerciali con la Russia (che colpiranno prevalentemente i settori del turismo e delle costruzioni) difficilmente saranno coperte grazie ai rapporti con gli altri Paesi del Golfo. Una situazione dunque apparentemente senza uscita. A meno che, si legge nell'articolo di Hurriyet, Ankara non venga aiutata dall'Europa, non ristabilisca le sue relazioni con Israele e soprattutto “non riesca a trovare il modo per riprendere il dialogo con il presidente russo Vladimir Putin”. Capodanno, quando alcuni detenuti hanno dato fuoco a materassi e lenzuola, tagliando anche la corrente al penitenziario. Secondo l'Associated Press (che cita un funzionario della procura dello Stato orientale di Izabal) due delle vittime risultano essere state decapitate e due bruciate. La struttura – precisano le agenzie – è stata costruita per ospitare 175 carcerati, ma attualmente risulta contenerne 900, di cui la maggior parte appartenenti a bande di strada, che proseguono le loro “guerre” dietro le sbarre. Tra l'altro il sovraffollamento crea notevoli problemi quanto al controllo dei detenuti, che riescono a costruirsi o a far entrare in carcere armi, anche da fuoco. India: attacco a base aerea, 6 vittime E' di 6 morti e 5 feriti il bilancio dell'attacco notturno che un gruppo di miliziani islamisti forse appartenenti al gruppo Jaish-e-Mohammed ha compiuto alla base aerea di Pathankot, nello Stato indiano settentrionale del Punjab (nei pressi del confine con il Pakistan). Tra le vittime, oltre a due soldati, ci sarebbero anche quattro assalitori. Il commando ha impegnato le forze di sicurezza in un lungo scontro a fuoco. Secondo quanto riportato dai media locali, l'azione è iniziata intorno alle 3.30: i miliziani, armati pesantemente, hanno cercato di raggiungere l'area della base in cui sono ricoverati aerei ed elicotteri per distruggerli. Non si sa ancora quanti fossero, ma le autorità hanno precisato che l'assalto si è concluso e le forze di sicurezza sono impegnate nelle indagini. Giustiziata una donna fuggita dal marito jihadista di Stella Spada veva lasciato il marito, leader del sedicente Stato Islamico, per fuggire da Raqqa (roccaforte dei miliziani nel nord della Siria) e tentare di raggiungere la turchia insieme ad un parente. Alla donna, appena ventiduenne, è però andata male: arrestata dai miliziani islamici, è stata infatti in seguito giustiziata. La vicenda è stata resa nota dagli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo i quali la vittima era stata costretta a sposare un leader dell'Isis da suo fratello, anch'egli appartenente alle milizie del Califfato. La sua storia, dice ancora l'Ong, è tragicamente simile a quella di molte altre ragazze, anche loro giustiziate mentre tentavano di fuggire verso la periferia di Aleppo. Donne come quelle che l'Isis è solita “dare in premio”, in occasione del Ramadan, a coloro che recitano meglio il Corano a memoria. “La donna per l'Is è una merce che si vende, si compra e si regala” e in questo modo viene “umiliata e spogliata della sua A umanità” ricordano gli attivisti per i diritti umani. Pratiche queste che “esprimono bene l'ideologia del Califfato, che si basa sullo sfruttamento della donna e il suo utilizzo come mezzo privilegiato per attirare miliziani e garantire la loro fedeltà e continuità nei combattimenti”. Molte ragazze – aggiunge in proposito Amnesty International – vengono rapite per essere concesse come trofei ai jihadisti oppure vendute come “schiave sessuali” dei jihadisti. Ed alcune di loro hanno preferito uccidersi piuttosto che essere costrette a vivere in tali condizioni. 5 Domenica 3 gennaio 2016 ESTERI ARABIA SAUDITA Esecuzione di massa: giustiziate 47 persone Tra coloro che sono stati messi a morte, c’è anche il capo religioso sciita Nimr al-Nimr, condannato per “sedizione” di Cristina Di Giorgi I l ministero dell'Interno saudita, stando a quanto riferito da al Arabiya, ha annunciato di aver eseguito mediante decapitazione quarantasette sentenze di morte emesse in capo ad altrettanti “terroristi” (45 di nazionalità saudita, un egiziano e un ciadiano) che erano stati condannati per “aver progettato e compiuto attacchi terroristici contro civili”. La maggior parte di loro sarebbe stata coinvolta in una serie di attentati attribuiti ad Al Qaeda tra il 2003 e il 2006. Secondo varie organizzazioni umanitarie operanti nel Paese però, il governo avrebbe “utilizzato” la lotta al terrorismo per eliminare gli oppositori interni. Secondo Amnesty international l'Arabia Saudita è tra i Paesi con il più alto numero di esecuzioni del mondo: soltanto nel 2015 sono infatti state eseguite almeno 157 sentenze di morte. Tra i giustiziati di queste ore c'è anche lo sceicco-oppositore Nimr al-Nimr, leader delle proteste sciite, arrestato nel 2012 e condannato l'anno scorso per sedizione. Il religioso si era infatti messo alla guida, nel 2011, delle manifestazioni per mezzo delle quali la popolazione sciita della provincia orientale del Qatif chiedeva alla monarchia saudita a guida sunnita più diritti e meno discriminazioni. A proposito della sua morte, l'Iran ha reagito avvertendo che l'esecuzione di al-Nimr “costerà cara a Riad”. Il portavoce del ministero degli esteri iraniano ha dichiarato in particolare che “il governo saudita da una parte sostiene i movimenti terroristi ed estremisti e dall'altro utilizza il linguaggio della repressione e la pena di morte contro i suoi oppositori interni”. Una posizione questa, in particolare per quanto attiene al modo della monarchia saudita di gestire coloro che vi si oppongono, che risulta piuttosto fondata. Le condanne a morte eseguite in queste ore, in tale contesto, POLONIA Si dimettono in massa i direttori della Tv pubblica mirano a “dimostrare che quelli giustiziati, anche lo sceicco sciita Nimr al Nimr, sono tutti terroristi. Per questo il numero delle condanne è altissimo, 47 tutte in un giorno, che – scrive in proposito Alberto Negri sul Sole 24 ore comprendono esponenti della comunità sciita e membri di Al Qaeda e dell'Isis: per giustificare con l'accusa di terrorismo una repressione indiscriminata delle minoranze e di coloro che si oppongono al conservatorismo radicale della casa regnate wahabita”. Oltretutto nel braccio della morte saudita c'è anche il nipote ventunenne del religioso sciita (che è stato condannato alla pena capitale per reati presumibilmente commessi quando era ancora minorenne), per salvare il quale nei mesi scorsi è partita una mobilitazione internazionale. Dal canto suo il ministero della Giustizia saudita ha risposto alle critiche sottolineando che le sentenze di condanna eseguite erano state emesse “non al termine di procedimenti speciali, ma di normali processi in cui sono stati garantiti i diritti della difesa”. Lo stesso funzionario ha poi aggiunto che alcuni dei condannati sono stati decapitati e altri fucilati, sulla base delle disposizioni dei diversi giudici che hanno emesso le sentenze. PROPAGANDA TERRORISTICA Al Shabaab tenta di fare adepti con i discorsi di Donald Trump li estremisti islamici del gruppo somalo si al Shabaab hanno diffuso un video di propaganda finalizzato al reclutamento di nuovi adepti. Nel filmato, che dura circa un'ora – riporta il Site Intelligence Group – sono presenti anche immagini del magnate immobiliare e aspirante candidato alle primarie repubblicane in vista delle prossime presidenziali statunitensi Donald Trump. In particolare il probabile candidato alla Casa Bianca, scelto come involontario testimonial dell'odio anti islamico contro cui mettere in atto azioni terroristiche, viene mostrato durante il comizio di qualche settimana fa, in cui ha chiesto la chiusura delle frontiere Usa a tutti i musulmani. Le immagini di Trump sono state inserite tra quelle del leader del gruppo Anwar al-Aelaki, ucciso nel 2011 nello Yemen. “Al Shabaab – ricorda Reuters – cerca di rovesciare il governo somalo sostenuto dall'Occidente per imporre una versione rigorosa della sharia ed è legato ad al Qaeda”. Stella Spada G Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. La decisione è stata presa per protestare contro la legge sui media approvata dal governo Kaczynsky direttori di alcuni dei principali canali della televisione pubblica polacca “Tvp” hanno rassegnato in queste ore le loro dimissioni. La decisione – riportano la stampa – è stata messa in atto in segno di protesta contro la legge sui media approvata il 31 dicembre dal Parlamento di Varsavia. Su questa stessa linea, in disaccordo con la nuova normativa e “per avvertire tutti gli ascoltatori della minaccia per la libertà di parola” il principale programma della radio pubblica locale da oggi trasmette ogni ora l'inno europeo alternato con quello nazionale. La contestata riforma, che richiama quella introdotta in Ungheria dal premier Victor Orban, prevede l'immediata sospensione di tutti i componenti delle direzioni e dei consigli di amministrazione di media pubblici I polacchi e conferisce al ministero del Tesoro la facoltà di scegliere i nuovi responsabili senza ricorrere a procedure concorsuali (fino ad ora organizzate e gestite dal Consiglio nazionale della radio e televisione, l'organo costituzionale competente in materia). “Con la nuova legge – sottolinea il responsabile del principale programma della Polskie Radio – il governo prenderà il controllo dei media pubblici”. Ed anche l'Associazione europea dei giornalisti ha espresso in proposito il timore che la riforma “voglia mettere i media polacchi sotto il controllo dell'esecutivo”. Dal canto suo il governo, per bocca del viceministro della Cultura, risponde che la normativa – che entrerà in vigore non appena verrà firmata dal presidente Duda - “è conforme alle regole CdG europee”. Il quotidiano è sempre straordinario. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. 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È davvero un fenomeno troppo grande per riuscire a farci i conti, sebbene siano trascorsi cento anni. Un secolo. Ogni angolo del nostro Paese - per restare in ambito nazionale, ma questo avviene in ogni parte del mondo - conserva la memoria, ricorda i propri caduti, celebra con iniziative di ogni genere l'anniversario eroico e tragico di questo evento della nostra storia. In questi mesi mi capita di girare l'Italia per presentare il libro che ho scritto con Edda Negri Mussolini dedicato a Donna Rachele, la moglie del Duce. È inevitabile che ovunque trovi testimonianze di questo legame che ha l'Italia con i suoi caduti di cento anni fa. A dicembre ci siamo trovate a Padova, ospiti dell'Associazione Ghost Hunter Padova: alla presentazione, patrocinata dal Comune, erano presenti anche alcune personalità amministrative della bella città, dove torneremo presto e molto volentieri. A portarci cento anni indietro nella memoria è stata l'assessore alla Partecipazione e ai Quartieri Marina Buffoni. Dopo aver portato il suo saluto alla platea e a noi, ci ha invitate nel suo ufficio. Abbiamo parlato di molte cose, tra le tante mi colpisce un opuscolo che vedo sulla sua scrivania. Marina me ne fa dono, e di questo la ringrazio. L'opuscolo si chiama "Gloriose medaglie d'oro nella Prima Guerra Mondiale a Padova - I quartieri ricordano la Grande Guerra". In copertina un soldato italiano stringe il Tricolore. Realizzato dal Comune di Padova, Assessorato Decentramento e Quartieri e dall'Università degli Studi di Padova, Comitato d'Ateneo per il Centenario della Grande Guerra, in collaborazione con l'Istituto Nazionale Nastro Azzurro, Federazione di Padova, si avvale della partecipazione di Giovanni Punzo, storico della Prima Guerra Mondiale, di Ornella Saglimbeni, Segretario del Quartiere 3 del L Comune di Padova e del Settore Cultura, Turismo, Musei e Biblioteche del Comune di Padova. Alla commemorazione partecipano anche l'Associazione Nazionale del Fante, l'Associazione Nazionale Marinai d'Italia, l'Associazione Nazionale Bersaglieri, l'Associazione Nazionale Alpini, l'Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, l'Associazione Nazionale del Nastro Verde. La pubblicazione che raccontiamo oggi ai nostri lettori è dedicata a sei padovani, Medaglia d'Oro al Valor Militare, "Cittadini scrive in Sindaco Massimo Bitonci - che vogliamo ricordare con gratitudine e riconoscenza, insieme a tutti gli altri valorosi soldati che, ispirati dal senso del dovere e non certo da sentimenti di odio, hanno sacrificato, o anche solo messo a repentaglio, le loro speranza, i loro sogni, la loro giovane esistenza. Verso di loro - dice ancora il Primo Cittadino l'Italia ha un debito inestinguibile che non potremo mai ripagare". Lo spirito della pubbli- cazione è, dice l'assessore Marina Buffoni, quello di "rafforzare il senso di appartenenza nazionale, per riportare alla memoria le gesta eroiche di questi nostri sei fratelli Medaglie d'Oro [...] Sei eroi di guerra, sei quartieri di Padova per divulgare la conoscenza del patrimonio culturale della Prima Guerra Mondiale, ma soprattutto aumentare tra i giovani la consapevolezza del significato storico, umano e sociale del loro sacrificio". Sono il Fante Giulio Zanon, il Capitano di Fanteria Mario Merlin, il Sottotenente di Fanteria Lucindo Faggin, il Maggiore di Artiglieria Carlo Ederle, il Sottotenente di Fanteria Federico Guella, il Generale di Cavalleria Cav. O.M.S. Giorgio Emo Capodilista. Li racconteremo ai nostri lettori a cominciare da oggi e proseguendo nelle prossime puntate domenicali dedicate al centenario della Grande Guerra. Nell'introduzione all'opuscolo Pietro Pelizza scrive che la Prima Guerra Mondiale rappresenta per l'Italia "la quarta guerra d'indipendenza e completa l'unità nazionale e geografica, ponendo i confini di una nazione che ancora faticava a trovare una propria identità" e ricorda come "sulla cima del Monte Ortigara sorge una colonna mozza con l'incisione 'Per non dimenticare' consapevoli che non dobbiamo celebrare la guerra ma ricordare i combattenti che, per quasi quattro lunghi anni, hanno sofferto e saputo resistere compiendo il loro dovere sino all'estremo sacrificio". Ricordiamo, con l'occasione, che la Città di Padova propone anche una mostra, nelle sale del Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi, contigue a quelle del Museo del Risorgimento e dell'Età Contemporanea, un'esposizione di giornali, riviste, cartoline, bolli chiudilettera che raccontano il conflitto attraverso immagini e illustrazioni. La mostra, inaugurata lo scorso novembre, sarà aperta fino al prossimo 31 gennaio. "Mai, in precedenza - si legge sul sito del Comune - un evento bellico era stato accompagnato da una produzione figurativa così massiccia ed eterogenea [...] La Prima Guerra Mondiale - dice ancora - fu, pertanto, un banco di prova per nuove strategie di comunicazione". [email protected] EROI IN TRINCEA Il fante Giulio Zanon e il suo coraggioso altruismo Il giovane soldato padovano è il primo a meritarsi la massima onorificenza al valor militare nel Conflitto mondiale di Cristina Di Giorgi veva appena ventitré anni Giulio Zanon (era nato a Cadoneghe, in provincia di Padova, nel 1892) quando, il 30 giugno 1915, cadde nelle trincee della Grande Guerra. Membro di una famiglia numerosa (aveva cinque fratelli), fu chiamato alle armi nel 1913 e inquadrato come fante nel 13° Reggimento “Brigata Pinerolo”, di stanza a L'Aquila. Alto appena 164 centimetri, il suo mestiere da “civile” era il fornaio. Quando, il 13 gennaio 1915, il Fucino fu scosso da un violento terremoto, la caserma in cui si trovava il suo reparto fu quasi completamente distrutta. E Giulio, senza perdersi d'animo, riuscì ad estrarre vivo dalle macerie il suo ufficiale. Per questo suo atto venne decorato con la medaglia di bronzo al valore civile e gli fu concessa una ricompensa della Fondazione Carnegie. A Nel maggio 1915, venne mobilitato. E si trovò con la sua compagnia sulle trincee dell'altopiano carsico, tra Monfalcone e Sagrado. Il 23 giugno ebbe inizio la prima battaglia dell'Isonzo e pochi giorni dopo si tentò un'avanzata su tutto il fronte, tra Monte San Michele e Monte Sei Busi. Gli austriaci riuscirono però a frenare gli italiani. Nel pieno del combattimenti, a Selz, il fante Zanon, accortosi che un compagno ferito era rimasto esposto al fuoco nemico, accorse in suo aiuto e riuscì a portarlo al sicuro. Successivamente, durante un assalto alla baionetta, visto un altro compagno cadere prigioniero di un gruppo di nemici, si slanciò arditamente in suo soccorso, atterrando l'austriaco che lo teneva. E poco dopo, scorgendo il suo ufficiale in pericolo, tentò di proteggerlo con il suo corpo. E venne falciato da una raffica di mitraglia. Erano le 14.20 del 30 giugno 1915. Il suo corpo venne sepolto sul campo di battaglia ed in seguito non fu più ritrovato: oggi infatti il nome di Giulio Zanon figura tra gli ignoti al sacrario di Redipuglia. Al giovane eroe, di animo altruista e coraggioso, il 13 novembre 1915 venne conferita la medaglia d'oro al valore militare. La prima della Grande Guerra. Questa la motivazione dell'onorificenza:“Con nobile abnegazione, sotto micidialissimo fuoco nemico, soccorreva e riusciva a trarre in salvo un soldato gravemente ferito. Durante l'attacco alla baionetta, in una lotta corpo a corpo, liberava un soldato già caduto prigioniero, uccidendo un nemico e fugandone altri. Visto in pericolo il proprio ufficiale, si slanciava avanti, facendogli scudo con il proprio petto e cadeva valorosamente, crivellato di ferite”. Il suo comune di nascita gli ha dedicato, per onorarlo, il locale Istituto scolastico mentre quello di Padova gli ha intitolato una via. 7 Domenica 3 gennaio 2016 ECONOMIA GLI ANNUNCI TRIONFALISTICI DI RENZI SONO RICCHI DI PUNTI INTERROGATIVI. LO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE “Sulla tregua fiscale incombe l’Iva” Ma i conti non tornano: le entrate pubbliche dovrebbero aumentare di 56 miliardi nei prossimi tre anni di Marco Compagnoni È corsa contro il tempo per disinnescare la clausola di salvaguardia inserita con la legge di stabilità 2015, il governo, infatti, deve recuperare - secondo la Cgia di Mestre - circa un punto di Pil, pari a 16 miliardi di euro, per evitare l'aumento automatico dell'Iva nel 2017, che andrebbe ad incidere ulteriormente nel portafoglio degli italiani e, indirettamente, sui consumi già fortemente colpiti. Un rischio ampiamente previsto da tantissimi centri di studio e dalle associazioni di categoria, rassicurati puntualmente dai membri dell'esecutivo renziano. Se da un lato, stando alle stime della Cgia, la pressione fiscale dovrebbe scendere leggermente, -0,6%, attestandosi al 43,1%, dall'altro alcuni studi recenti sostengono che tale obiettivo sarà difficilmente raggiungibile nei prossimi tre anni - è l'analisi de lavoce.info, il sito fondato da Tito Boeri, oggi al vertice dell'Inps - a causa, ad esempio, della mancata revisione della spesa pubblica, in costante aumento. Ad esempio, analizzando la nota tecnica-illustrativa stilata dalla Ragioneria dello Stato, lavoce.info ha riportato che le stime sulle entrate pubbliche sono destinate a salire di 10,56 miliardi nel 2016, poi di altri 20,7 miliardi nel 2017 e, infine, di ulteriori 25 miliardi nel 2018. L’erario incasserà nei prossimi tre anni ben 56 miliardi di euro, con 9 miliardi in più solo nel 2016. Tornando al primo bollettino 2016 della Cgia di Mestre, al di là delle stime positive previste, emerge che "il carico fiscale - sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - rischia di tornare a crescere nelle regioni in disavanzo sanitario che, per sanare i conti, potrebbero essere tentate ad aumentare la tassazione locale. In attesa della riduzione dell'Ires (imposta sul reddito delle società, ndr) dal 2017 e nella speranza che il Governo mantenga la promessa di ridurre l'Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche, ndr) dal 2018 i contribuenti italiani beneficiano, in particolar modo, dell'abolizione della Tasi (tassa sui servizi indivisibili, ndr) sulla prima casa e della cancellazione dell'Imu (imposta municipale unica, ndr) sugli imbullonati e sui terreni agricoli". La Cgia promuove il superammortamento al 140% previsto dal governo nella legge di stabilità, secondo il quale le imprese investiranno in beni strumentali forti della riduzione di imposta di 580 milioni di euro. Un provvedimento, però, ricco di punti interrogativi. "Come faranno a investire se i prestiti bancari alle imprese sono scesi nell'ultimo anno di oltre 21 miliardi di euro, sebbene la domanda di credito sia aumentata di quasi 3 punti percentuali?", si chiede la Cgia. Ma il problema della liquidità alle imprese coinvolge anche un'altra questione rimasta, purtroppo, ancora irrisolta. "Nonostante gli sforzi e le risorse economiche messe a disposizione dagli ultimi 3 governi che si sono succeduti - ha spiegato il segretario della Cgia, Renato Mason - al netto dell'importo ceduto in pro soluto, secondo le stime della Banca d'Italia sono 61 i miliardi di debito che la nostra Pubblica amministrazione deve alle imprese fornitrici. Una cifra imponente che fatica a diminuire, poiché la nostra Pa continua a liquidare le fatture con forte ritardo rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013, che ha imposto alle aziende pubbliche il saldo fattura entro 30-60 giorni". Un 2016 con stime positive e lati oscuri con i rincari all'orizzonte per far quadrare i conti. SIA FORZA ITALIA CHE PD CONTESTANO GLI AUMENTI, MA IL PREMIER RESTA IN SILENZIO I ritocchi viaggiano su aerei e treni on solo gli incrementi dei pedaggi autostradali, il 2016 apre le porte anche ai rincari dei treni e aerei a causa dell'aumento dell'addizionale sui biglietti. L'ennesima stangata con cui devono fare i conti i viaggiatori italiani e i turisti, giunta durante il Giubileo della Misericordia. Insomma un sovraccarico di circa 550 euro N per le famiglie italiane stimato dal Codacons, che "denuncia l'aggravio di spesa per le tasche dei nuclei familiari". "Per le autostrade si registrano aumenti medi dello 0,86% ma - avvisa il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi - per molte tratte i rincari sono solo sospesi e potrebbero essere sbloccati a breve. A ciò si aggiungono pesanti aumenti tariffari anche per i treni: per l'alta velocità sono scattati l'1 gennaio 2016 rincari medi dei biglietti del +2,7% che raggiungono quota +3,5% su alcune tratte molto utilizzate dai viaggiatori come la Roma-Milano. Come se non bastasse, è aumentata di 2,5 euro anche l'addizionale comunale sui biglietti aerei, che porta l'odioso balzello a 9 euro a passeggero, 10 se si parte da Ciampino o Fiumicino. Accanto ad autostrade, aerei e treni il Codacons prevede per il 2016 aumenti per tutto il comparto dei trasporti (traghetti, mezzi pubblici, taxi, navi)". Entrando nel dettaglio, i prezzi base dei biglietti dei treni delle Ferrovie dello Stato, comprese le frecce, hanno subito un ritocco all'insù del 2,7% che, sottolinea l'azienda, riguarda le tariffe più alte e non i prezzi economy e supereconomy. Sulla Roma-Milano, ad esempio, i prezzi sono saliti di 3,5 punti percentuali, mentre sulla Roma-Napoli l'importo è cresciuto di un euro, pari al 2,3%. Secondo quanto riferisce Trenitalia all'Agi, "si tratta solo di ritocchi" a fronte di un aumento medio del 2,7%. Ritocchi che riguardano solo i prezzi base (non economy e supereconomy) e soltanto i treni a mercato (quelli non contribuiti né da Stato né da Regioni: Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca). Alla faccia del trasporto ecosostenibile, verrebbe da dire. Ovviamente non sono mancate le razioni dal mondo politico, in particolare dall'opposizione. Anche Giovanni Toti, nella doppia veste di presidente della Regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi, non ha risparmiato una tirata di orecchie al premier Matteo Renzi, nonché segretario del Pd. "Per Codacons le famiglie nel 2016 spenderanno circa 550 in più per trasporti e bollette. Sarà colpa dei #gufi!", è il tweet del governatore ligure. Aumenti non digeriti nemmeno in casa Pd, tant'è che Dario Ginefra, deputato Pd, si è sfogato così: "L'oramai abituale ''tassa di Natale'' sui trasporti che costerà alle famiglie 'oltre 1,4 miliardi di euro in più', è inaccettabile e il Governo deve porvi rimedio". E ha assicurato: "Tutto ciò è inaccettabile e con un atto di sindacato ispettivo, che depositerò nelle prossime ore, chiederò spiegazione ed iniziative al sempre attento Ministro Delrio". M.C SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO Consumi, la speranza dei saldi Nel 2015 hanno cessato l’attività quasi 10mila negozi, circa 27 al giorno a speranza di un aumento dei consumi è rappresentata dai saldi, con un inizio d'anno, però, all'insegna del risparmio. Un avvio particolarmente atteso dai consumatori a caccia di occasioni ma anche dai commercianti che sperano di recuperare l'andamento al ribasso delle vendite degli ultimi mesi, legato anche alle temperature miti che hanno creato minor interesse intorno all'acquisto di capi invernali. Come sem- L pre, Basilicata e Campania sono state le prime a dare il via ai saldi, a partire da ieri. Come la Sicilia, che in questo 2016 ha scelto di anticipare l'avvio. Quasi tutte le altre Regioni, invece, hanno optato per rispettare la data di partenza unica delle vendite di fine stagione fissata al 5 gennaio, giorno prima dell'Epifania, dall'accordo siglato in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 24 marzo 2011. "I saldi rappresentano un'occasione sia per i consumatori che per i commercianti - spiega Roberto Manzoni, presidente di Fismo, l'associazione che riunisce i commercianti del settore moda di Confesercenti - specialmente in un anno come quello che si è appena concluso, caratterizzato da un autunno dal clima molto mite, fatto che ha inciso sulle vendite stagionali". I saldi possono portare una boccata d'os- sigeno anche alle imprese del commercio di abbigliamento, tessile e calzature. Un settore che - secondo le proiezioni dell'Osservatorio Confesercenti - non è ancora uscito dalla crisi: nel 2015 si stima che abbiano cessato l'attività quasi 10mila negozi, circa 27 al giorno, a fronte di meno di 5mila nuove aperture. Le regioni dove il numero di imprese si è ridotto di più sono la Sicilia ed il Lazio (-674 attività), seguite dalla Campania (-547). 8 Domenica 3 gennaio 2016 SICUREZZA DA ROMA E DAL LAZIO L'INCHIESTA BIS SULLA MANUTENZIONE STRADALE Coltello e martello, panico a Termini Buche e tangenti, Sono scattate le manette per un magrebino all’interno della maggiore stazione della Capitale È altissima la tensione a Roma dopo le minacce dell'Isis, tornate a galla qualche giorno prima del Capodanno. Ma gli squilibrati in casa nostra non sono da meno, tanto che la polizia e alcuni vigilantes sono stati costretti a ricorrere agli straordinari per fermare uno squilibrato magrebino, armato di un coltello e di un martello. Lo straniero ha seminato il panico all'interno di un autobus in arrivo alla stazione Termini, poi, una volta sceso, si è diretto all'interno dello scalo nella zona della biglietteria ma ha trovato fortunatamente per i viaggiatori sul suo cammino gli agenti della polizia ferroviaria che, in collaborazione con i colleghi della questura capitolina e di un paio di guardie giurate, lo hanno disarmato, calmato e poi arrestato. Il che testimonia quanto sia piena di insidie la Capitale, sempre più allo sbando. Un'insicurezza, quella nei pressi della stazione più grande, già nota alle cronache romane che spesso ha trovato spazio sia su quelle nazionali che internazionali, su tutti il "pizzo" sui ticket e la prostituzione di adulti e minorenni rom. Il 2015 è stato uno degli anni più bui di Roma, finita sotto la gogna mediatica per le tantissime il malaffare dilaga Storace: “Per fortuna si tratta solo di dirigenti, i politici dormivano” apice del malaffare all'interno del Campidoglio non è stato raggiunto solo da Mafia capitale, ma è rappresentato anche dalle tantissime inchieste giudiziarie spuntate sui singoli funzionari comunali e municipali impiegati negli appalti della pubblica amministrazione. La corruzione ormai dilaga negli uffici persino sulle gare delle buche, come testimoniato dal giro di bustarelle scoperto lo scorso dicembre, in cui sono finiti tre funzionari nell'ambito dell'inchiesta bis. Il Riesame, infatti, ha accolto i solleciti della procura capitolina non revocando la misura cautelare del carcere. "Il sorteggio determinava quali imprese potevano presentare l'offerta", ha spiegato nell'ultimo interrogatorio il funzionario del IX Municipio, Piero Seguito, reo, secondo l'accusa, di aver incassato una mazzetta di 11mila euro. L’ inefficienze, tra le quali spicca la mancanza di sicurezza dovuta ai limitati fondi impiegati negli ultimi anni. Lasciando scoperte di fatto le zone franche della Città eterna, dove accade qualsiasi oscenità, in cui la spunta "la legge della strada": la violenza. Una violenza non solo fisica ma anche criminale. Il bilancio degli ultimi giorni parla di ben sette persone arrestate dalla Polfer a Termini. Le prime tre dagli agenti della squadra di polizia giudiziaria sul treno regionale partito da Roma Termini in direzione Civitavecchia il 30 dicembre scorso. I poliziotti a bordo hanno notato un magrebino che, con uno stratagemma, ha distratto un turista e, nel contempo, due L'APPUNTAMENTO A PIAZZA NAVONA La solidarietà anima la befana per i bisognosi suoi concittadini le hanno rubato una borsa. Per i tre l'accusa è di furto aggravato in concorso. Il 31 dicembre, poco prima della mezzanotte, altri due magrebini hanno usato un tubetto di crema per sporcare il vestito di un turista, che non si è accorto del complice che stava per rubarle lo zaino. Il tutto sotto gli occhi di una pattuglia della polizia ferroviaria che ha fatto scattare le manette. È nelle prime luci dell'alba del nuovo anno, infine, l'arresto di un algerino per il furto di un iPhone. La proprietaria, uscita in fretta da un bar della stazione Termini, ha urlato a gran voce indicandolo come autore del furto e gli agenti lo hanno immediatamente bloccato ed arrestato. Giuseppe Sarra Secondo l'accusa, l'imprenditore Luigi Martella, considerato il monopolista delle gare, era agevolato perché veniva a sapere anticipatamente le notizie decisive relative ai sorteggi. Ma l’assenza di politici nell’indagine non può certamente essere considerata una buona notizia, come ha fatto notare il segretario nazionale de La Destra, e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace. “Tangenti sulle buche di Roma: per fortuna si tratta solo di dirigenti, stavolta i politici dormivano”, ha commentato Storace, che ha sciolto le riserve sulla sua candidatura a sindaco di Roma. Come dire: alla città servono politici non solo onesti, ma anche e soprattutto svegli. Eurosky Tower . L’investimento più solido è puntare in alto. E' possibile donare i giocattoli in buone condizioni iazza Navona si riempie di solidarietà. Tante attività di animazione e di distribuzione, doni per i più piccoli con GuidoAggiustagiocattoli pronto a ricevere e riparare i giocattoli usati e svelare i suoi segreti. Un mondo disinteressato di cure ed affetto che unisce tutti i Municipi di Roma, le ASL, centinaia di associazioni e parrocchie con il filo della solidarietà e dell'aiuto concreto, festeggerà il prossimo arrivo della Befana in Piazza Navona il 5 gennaio dalle ore 10,00 alle ore 16,00. "Un evento voluto dal I Municipio e Salvamamme che si inserisce perfettamente nelle iniziative che si svolgeranno quest'anno sulla Piazza, tutte ispirate alla solidarietà. Un momento, questo, da condividere tra doni, dolci e giochi, reso possibile dal vero volontariato a costo zero, in uno P dei luoghi più belli di Roma", ha spiegato il minisindaco del I Municipio, Sabrina Alfonsi. Grazia Passeri, presidente dell'associazione, ha sottolineato che "Salvamamme, che da vent'anni dona con semplicità quanto più può a migliaia di famiglie in difficoltà aiutandole a resistere, è felice di portare l'energia dei suoi bimbi in questa piazza insieme alle loro speranze sulla strada faticosa della costruzione di un possibile mondo migliore". Durante la giornata si potrà osservare all'opera l'amatissimo GuidoAggiustagiocattoli, con la sua amica Befana, che mostrerà ai partecipanti il suo prezioso lavoro e si potranno donare, con amore, al Salvamamme giochi in buone condizioni, mentre tutti i bimbi potranno scegliere gratuitamente un bellissimo libro tra i mille disponibili. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. 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RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 9 Domenica 3 gennaio 2016 DA ROMA E DAL LAZIO CONTINUA IL PERIODO NERO PER IL TRAFFICO NELLA CAPITALE Povera Roma, in ginocchio nel guano La pioggia scaccia le polveri sottili ma “scioglie” gli escrementi degli uccelli: pericolosa patina sulle strade, ecatombe di scooter a piazza Venezia. Polizia locale costretta a chiudere al transito il lungotevere per ore apprima fu lo smog. Poi è arrivata la pioggia, ma a cadere sul lungotevere non sono state soltanto le benvenute gocce della perturbazione che ha interrotto l’alta pressione, colpevole di aver portato i livelli di polveri sottili oltre i livelli di guardia: una tempesta di guano, formata dagli escrementi degli uccelli, si è infatti abbattuta ieri come una piaga biblica su strade e marciapiedi, rendendoli sdrucciolevoli (oltre che maleodoranti, e pure disgustosi) e costringendo così la polizia locale a chiudere al transito la zona interessata. Dalle 9, così, è stato chiuso il lungotevere nel tratto compreso tra Ponte Mazzini e Ponte Palatino. Soltanto dopo gli interventi dell’Ama, che ha dovuto provvedere ad un vero e proprio lavoro da stallieri, si è potuto far tornare il traffico su un’arteria stradale comunque importante, nonostante (e per fortuna) la circolazione stradale in questi primi giorni dell’anno nuovo non sia ancora quella abituale. Il guano, d’altronde, ha provocato an- D che un lieve incidente in lungotevere dei Vallati. Ma a cadere nella trappola tesa dai bisognini degli stormi di volatili, che ha trovato un’alleata davvero micidiale nella pioggerella caduta, sono stati soprattutto i mezzi a due ruote. Secondo la polizia locale le cadute non si contano: a piazza Venezia, lontano quindi dal biondo fiume, c’è stata ad esempio una vera e propria ecatombe di scooter e scooteristi. Non è la prima volta che accade, e non è stata peraltro una sorpresa. L'Ama aveva già fatto sapere che, sulla base delle previsioni meteo e su disposizione del Commissario Straordinario di Roma Capitale Fran- Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio cesco Paolo Tronca, aveva "intensificato il programma di interventi straordinari di pulizia del guano sul Lungotevere e sulle altre tratte stradali alberate di intenso scorrimento, prevedendo operazioni mirate con il supporto della Polizia Municipale. In caso di precipitazioni, infatti, il dilavamento delle foglie dovuto alla pioggia può far accumulare a terra una patina oleosa creando problemi alla viabilità. Per questo Ama ha già chiesto preventivamente il supporto dei vigili per effettuare pulizie approfondite sull'intera carreggiata regolando il traffico, ove e se sarà necessario, con chiusure temporanee". Cosa puntualmente avvenuta, con i disagi del caso e le amare, boccaccesche riflessioni da parte dei romani. In una città che conobbe in passato i verdetti degli aruspici, che predicevano il futuro osservando il volo degli uccelli, inevitabilmente c’è chi vi ha visto un segno dei tempi: che piovano escrementi su Roma già ad inizio 2016, però, non è proprio un bel vaticinio… Robert Vignola 10 Domenica 3 gennaio 2016 DALL’ITALIA L’ENNESIMA TRAGEDIA IN POCHI GIORNI Muore all’ottavo mese: dramma in sala parto Soccorsa per febbre e mal di pancia, è spirata dopo il ricovero insieme alla bambina che portava in grembo Tragedie simili anche a Bassano, Torino e Sarego. A Foggia invece, dopo il decesso della mamma, salvata la bimba D opo Bassano del Grappa, Foggia, Torino e Sarego, è successo anche a Brescia. Una giovane mamma di 30 anni, all’ottavo mese di gravidanza, Giovanna Lazzari, e la bambina che aveva in grembo, sono morte pronto soccorso del reparto di Ostetricia e Ginecologia degli Spedali civili della città lombarda. La donna era arrivata in ospedale mercoledì notte in condizioni gravi con febbre alta ed evidenti sintomi di gastroenterite. Per tutta la notte la sua situazione era stata controllata dai medici e dal ginecologo. Il quadro sanitario era però peggiorato e giovedì mattina la bimba che aveva in grembo era morta. A quel punto la donna era stata sottoposta a un parto cesareo per rimuovere il feto: trasferita nel reparto di rianimazione, è deceduta però poco dopo. Secondo alcune fonti mediche citate ‘Il Giornale di Brescia’, potrebbe essersi trattata di una setticemia peggiorata dallo stato di gravidanza della donna. Sul caso la Procura di Brescia ha aperto un’inchiesta disponendo l’autopsia sul corpo della giovane mamma e sul feto per capire i motivi del decesso. Mentre si valutano eventuali responsabilità mediche anche la direzione sanitaria dell’ospedale e di Medicina legale ha aperto un’indagine interna. “La donna è stata gestita nel miglior modo possibile - ha assicurato il direttore generale degli Spedali civili Ezio Belleri - I medici hanno fatto tutto quello che si poteva. Nei prossimi giorni faremo una valutazione attenta di tutti i passaggi effettuati, dall’arrivo in Pronto soccorso della paziente fino alle gravissime complicazioni che hanno portato al decesso”. Giovanna Lazzari, che proprio l’altro ieri avrebbe compiuto 30 anni, residente a Rezzano, era sposata e aveva già due figli di un anno e mezzo e quattro anni. Alle telecamere di News Mediaset, il marito Roberto ha rivelato di aver ricevuto un sms in cui la moglie si lamentava per la “poca attenzione rivolta nei suoi confronti in ospedale”. Elemento che ora sarà sicuramente passato al vaglio dei magistrati per capire le due morti possano essere imputate a un caso di malasanità, o se invece si sia trattata di una tragica fatalità. Quella di Giovanna è l’ennesima tragedia che è avvenuta negli ultimi giorni. Tragedia a Bassano – Il 29 dicembre all’ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa (Vicenza) era deceduta Marta Lazzarin, 35enne nota blogger di viaggi alla 27esima settimana di gravidanza. La procura di Vicenza ha aperto un Giovanna Lazzari, deceduta all’ottavo mese fascicolo di inchiesta per omicidio colposo, dopo che la famiglia della vittima aveva morta. Il decesso potrebbe quindi presentato un esposto. L’autopsia essere dovuto a un'embolia polmoverrà eseguita martedì 5 gennaio. nare, complicanza dovuta probabilLa donna era giunta al pronto socmente alla morte del feto. corso verso le 12 di martedì con la Insieme al proprio compagno, Marta febbre alta e dolori addominali. Gli curava un blog di viaggi e turismo accertamenti medici aveva permesso molto seguito, che conta su Twitter di appurare che c’era stata la perfooltre 56mila follower. “Scrivo questo razione del sacco amniotico, e che il post con le lacrime agli occhi – feto era purtroppo già morto, proaveva scritto dopo la tragedia il combabilmente da un paio di giorni. I pagno Chris – anche se lei mi vuole medici hanno così deciso di trasferirla forte, scrivo questo post solo per immediatamente in sala parto, ma dirvi che la mia metà e la metà di durante il travaglio la situazione è questo blog ieri è volata in cielo”. peggiorata: la 35enne è entrata in Nascita post mortem a Foggia – coma e a nulla sono valsi i tentativi Nella mattinata del 29 dicembre una di rianimazione, durati diverse ore. donna al nono mese di gravidanza Verso le 19 di martedì la donna è è deceduta in casa, ma i medici di gravidanza (foto Facebook) degli Ospedali riuniti di Foggia sono riusciti a salvare la bambina che portava in grembo. La 23enne è stata trasportata all’ospedale, e i medici sono intervenuti tempestivamente per salvare la vita della neonata con un parto cesareo post-mortem. I parametri vitali della bambina, del peso di due chili e novecento grammi, sono stabili. L’autopsia dovrà chiarire ora i motivi che hanno portato al decesso della donna. Dramma a Torino – Al “Sant'Anna” di Torino una donna di 39 anni, Angela Nesta, al nono mese di gravidanza è morta nella notte fra il 26 e il 27 dicembre in ospedale, insieme alla propria bimba, durante la fase FOGGIA E REGGIO di preparazione al parto. Secondo gli accertamenti, arriva al termine dell’ispezione della task force istituita dal ministero della Salute, il decesso sarebbe avvenuto per “complicanza rarissima e imprevedibile”. Secondo l'ospedale, “non vi sono state criticità cliniche e strutturali da parte di personale o struttura”. Già nella giornata di martedì la professoressa Chiara Benedetto, che dirige il reparto di ostetricia e ginecologia del Sant'Anna di Torino, aveva definito “imprevedibile, tragico e repentino” l’arresto cardiaco che stroncò la 39enne. La piccola è purtroppo spirata assieme alla madre. Decesso anche a Sarego – Dramma nel giorno di Natale a Sarego (Vicenza). Tutto è cominciato il 23 dicembre quando Anna Massignan, 34 anni, medico di famiglia che esercitava a Lonigo, incinta all’ottavo mese, è caduta sulle scale di casa sua. Portata subito all’ospedale di San Bonifacio e ricoverata per accertamenti fino alla fine del giorno successivo, il 24 dicembre. Era stata poi dimessa però si era sentita male il giorno di Natale ed era tornata al pronto soccorso: aveva dolori interni e febbre, anche alta. Le sue condizioni si sono progressivamente aggravate e i medici avevano deciso di praticale subito il cesareo, nella speranza di salvare sia lei che il bambino. Purtroppo durante l’operazione si sono verificate nuove complicazioni e la Massignan non ha retto ad una devastante emorragia interna. Trasfusioni e terapie si sono rivelate inutili e la donna è morta nel pomeriggio del 25 dicembre. Il bambino invece è nato vivo ma è deceduto il giorno seguente, il 26 dicembre, intorno alle 23.30 tra le braccia del padre Andrea Zambotto. La Procura di Verona ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo, al momento senza indagati. Barbara Fruch CATANIA Picchia il padre Roghi in casa: due le vittime per 100 euro: arrestato T È ragedia l’altra notte a San Nicandro Garganico (Foggia). Un uomo di 75 anni, Nazario D’Apote, è morto a causa di un incendio nella sua abitazione. Le fiamme si sarebbero del caminetto che l’uomo aveva lasciato acceso, le cui scintille hanno colpito un materasso. Secondo i vigili del fuoco, D'Apote sarebbe morto soffocato dal denso fumo. Sul posto sono intervenuti gli uomini del 115 di San Severo e gli operatori del 118, che non hanno potuto far altro che constatare il decesso dell’anziano. È stato un rogo ad uccidere venerdì anche un uomo di 55 anni, Giuseppino Bellantone, a Taurianova (Reggio Calabra). Per spegnere le fiamme sono intervenuti sul posto i vigili del fuoco che hanno trovato il ca- davere carbonizzato. L’uomo, che utilizzava l’appartamento per trascorrere il suo tempo libero suonando strumenti musicali, al momento del ritrovamento era riverso a terra, dopo aver probabilmente perso i sensi a causa del fumo. A dare l’allarme è stata la moglie non vedendolo rientrare a casa. Sono in corso gli accertamenti per stabilire le cause dell’incendio, che potrebbe essersi sprigionato B.F. da un corto circuito. stato picchiato dal figlio perché si è rifiutato di consegnargli cento euro. È accaduto a Catania, dove il settantenne è finito all’ospedale. Il trentaseienne, disoccupato e già gravato da numerosi precedenti per reati contro la famiglia, è stato invece arrestato dai carabinieri di Acireale per avere sottoposto i genitori ad un vero e proprio tentativo di estorsione chiedendo loro, sotto minaccia verbale, di consegnargli 100 euro. Alla negazione del padre, un uomo di 70 anni, lo ha colpito con calci e pugni. A lanciare l’allarme e chiedere l’intervento dei militari è stato un vicino di casa, preoccupato per le grida provenienti dal- l’appartamento. Immediatamente sul posto è giunta una pattuglia dei carabinieri che ha bloccato ed ammanettato l’uomo. La vittima, medicata al pronto soccorso dell'Ospedale di Acireale, ha riportato “una ferita al soprac- ciglio destro con traumi al torace ed alla mano destra”, guaribili in una decina di giorni. L’arrestato è stato rinchiuso nel carcere di Catania Piazza Lanza e dovrà rispondere di tentata estorsione, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. B.F. 11 Domenica 3 gennaio 2016 DALL’ItALIA DRAMMA A TORRE SANTA SUSANNA, NEL BRINDISINO Accoltella l’ex e il rivale, poi si suicida Pierluigi De Punzio avrebbe aggredito, per motivi di gelosia, la coppia: Federica Guzzo è ricoverata in prognosi riservata. Meno grave il compagno. Dopo il folle gesto l’uomo si è allontanato e si è dato fuoco rima avrebbe accoltellato la sua ex e il compagno poi si sarebbe ucciso dandosi fuoco. l cadavere semicarbonizzato di Pierluigi De Punzio, di 34 anni, è stato trovato ieri mattina nelle campagne di Torre Santa Susanna, nel Brindisino, in un terreno di proprietà della sua famiglia. Secondo quanto emerso dai primi accertamenti dei Carabinieri, l’uomo venerdì sera avrebbe accoltellato nel corso di una lite avvenuta in strada per gelosia, l’ex fidanzata Federica Guzzo, 25 anni di Torre Santa Susanna e il suo nuovo compagno, Daniele Scredi, di 28 anni, di Mesagne. I due feriti sono ricoverati all’ospedale. La donna è in gravi condizioni dell’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi: ha riportato lesioni alla gola e al torace, ora si trova in prognosi riservata. Se la caverà invece in 30 giorni il nuovo compagno della ragazza: ha riportato diversi tagli tra collo, viso e torace, e ora è ricoverato nel reparto di Chirurgia toracica dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Il presunto accoltellatore, dopo aver aggredito la coppietta, si sarebbe tolto la vita. È stato rintracciato sol- P tanto intorno alle due dai carabinieri della stazione locale, che lo stavano cercando, in un terreno di proprietà della sua famiglia, alla periferia del paese Brindisino. Nelle vicinanze del cadavere è stato rinvenuto anche il furgone con cui il 34enne si era allontanato dal luogo della litigio, completamente bruciato e con la portiera aperta. Sul posto si è recato il pm Milto Stefano De Nozza e il medico legale Antonio Carusi per gli accertamenti. Sulla dinamica indagano i carabinieri della locale stazione unitamente ai colleghi della compagnia di Francavilla Fontana e del Nucleo investigativo provinciale. Secondo quanto trapelato l’uomo non si dava pace dopo la fine della relazione con la 25enne. Quando lei ha iniziato una nuova relazione, Di Punzio, imprenditore edile 34enne di Torre Santa Susanna, ha perso la testa. Dopo appostamenti, persecuzioni, telefonate a raffica ha messo in atto AL CARCERE MINORILE BECCARIA (MILANO) Finge un malore e evade: caccia ad un ragazzino rom È il secondo episodio in pochi giorni: un albanese era fuggito il 20 dicembre. È stato rintracciato a Vigevano, presso un connazionale a simulato un malore e, approfittando della complicità di altri detenuti che, fingendo di prestargli soccorso, lo avrebbero in realtà aiutato a scavalcare il muro di cinta di nove metri, è riuscito ad evadere. È il piano messo in atto da un 15enne, che venerdì mattina nell’ora d’aria è riuscito a fuggire dal carcere minorile Beccaria di Milano. A darne notizia è il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, che denuncia come questa sia stata “un'evasione annunciata”, dovuta a “carenza di personale”. Quella di venerdì in effetti è la seconda evasione dal Beccaria nell'arco di pochi giorni. Il ragazzo, H.N. le sue iniziali, di etnia rom e detenuto per furto e rapina, si trovava nella stessa sezione della casa circondariale per minorenni del capoluogo lombardo da cui, durante l’ora d’aria tra le 9 e le 10 del 20 dicembre, un giovane albanese di 17 anni (detenuto per rapina da due mesi) era riuscito a scappare scalando i muri alti 9 metri. Il giovane è stato poi ritrovato e catturato il primo gennaio H a Vigevano dai carabinieri della stazione locale a seguito di indagini. Il giovane era presso un connazionale ignaro dei fatti. “Avevamo denunciato le troppe criticità del carcere minorile Beccaria che avevano inciso, seppur indirettamente, sulla precedente evasione – denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe - e il non aver assunto alcun provvedimento concreto ha favorito un nuovo grave episodio di analogo tenore. Questo anche perché l'amministrazione probabilmente non aveva ritenuto ‘abbastanza pericolose’ le falle nel muro di cinta e nei cancelli che erano stati segnalate da tempo dal sindacato. Dovremmo vedere scappare altri detenuti prima che ci si decida a fare qualcosa?”. “Va ribadito con forza – spiegano ancora dal sindacato – che le carceri, per minori e per adulti, sono più sicure assumendo gli agenti di polizia penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi di sicurezza interna, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunché. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di polizia penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti dell’amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più clamorosamente fallimentari e sbagliati”. il piano criminale. L'uomo si è armato di un grosso coltello, ha sorpreso i due fidanzati nella zona industriale di Torre Santa Susanna intorno alle 23 del primo gennaio si è scagliato con violenza contro la donna. Il nuovo compagno sarebbe rimasto ferito proprio nel tentava di difenderla. Dopo l’allarme sul posto sono intervenuti i militari insieme ai sanitari del 118. Come riporta il sito locale ‘Brindisi report’ sul luogo c’era l’auto di Pierluigi De Punzio, schiantata contro una colonna di cemento, con gli airbag esplosi. Accanto alla vettura, inoltre è stato rinvenuto un fucile da caccia appartenente al padre del 34enne. Si ipotizza infatti che dopo un primo, acceso diverbio tra la ex fidanzata, il nuovo compagno e De Punzio, quest'ultimo sia tornato a casa per armarsi. Non solo: durante la colluttazione potrebbe essere rimasto ferito anche l’aggressore, motivo per cui è necessario chiarire se abbia raggiunto il garage di famiglia, in cui era parcheggiato un furgone usato dall’uomo per spostarsi, da solo o se sia stato accompagnato da qualcuno. Barbara Fruch IN BREVE Mafia Bari, arrestato latitante ricercato Il 31 dicembre era sfuggito al blitz denominato “operazione Attila”. Teodoro Frappampina, macellaio di 47 anni, presunto affiliato al clan Di Cosola, è stato arrestato a Cassano delle Murge (Bari) dai carabinieri. L’uomo, era accusato insieme ad altre quattro persone di associazione di stampo mafioso aggravata dall'uso delle armi. Frappampina è stato avvistato venerdì a bordo di un’auto in compagnia della moglie ed è stato bloccato dai militari. Nel corso del blitz erano finiti in manette Luigi Guglielmi, di 33 anni, Giovanni Martinelli, di 48, Carlo Giurano, di 31 e Alfredo Sibilla, di 29. Sarebbero stati pronti alla guerra per conquistare la leadership del clan, approfittando del vuoto di potere venutosi a creare dopo gli arresti dell’operazione ‘Pilastro’ (avvenuta lo scorso aprile), e alcuni ‘pentimenti’ eccellenti, tra cui quello dello stesso boss, Antonio Di Cosola. Sventato attentato, arrestato a Foggia Probabilmente si accingeva a compiere un agguato da inquadrare nelle guerre di mafia che è stato sventato grazie ad un controllo degli agenti della polizia alla periferia di Foggia che hanno fermato un Fiorino. A bordo del mezzo si trovavano un Kalashnikov carico, pronto all'uso, maschera di gomma, pistole. E probabilmente i tre che viaggiavano all’interno erano pronti a compiere un agguato. All’alt intimato dagli agenti il fur- goncino ha forzato il posto di blocco inscenando un conflitto a fuoco che fortunatamente non ha causato feriti. Immediatamente è stato inseguito dai poliziotti che hanno sparato alle gomme del mezzo bloccandolo. Durante la fuga, dal finestrino lato passeggero gli occupanti del mezzo hanno lanciato in strada parte delle armi in loro possesso, ovvero un fucile e, più avanti, due pistole. Uno dei tre, un pregiudicato, Nicola Valletta, è stato arrestato, gli altri due sono invece fuggiti. Nuoro, fallito assalto a portavalori Hanno sbagliato corsia. Per questo sarebbe fallito ieri mattina un assalto con tanto di sparatoria sulla Ss 131 a tre chilometri da Nuoro. Poco dopo le 8 due persone a bordo di una jeep hanno bloccato il traffico vicino alla galleria di Pratosardo, in direzione Cagliari. I malviventi hanno fermato un automobilista e gli hanno incendiato l'auto, una Fiat Panda, per sbarrare la strada. I malviventi hanno anche cosparso la sede stradale di chiodi ma l'assalto non è riuscito perché il furgone è transitato sulla carreggiata opposta, verso Nuoro. Vedendo transitare il blindato, i banditi hanno provato invano a intimorire il conducente sparando alcuni colpi con armi d'assalto, probabilmente kalashinov, poi sono fuggiti. Sul luogo è intervenuta la polizia stradale. Ora è caccia ai malviventi. La Polizia indaga. 12 Domenica 3 gennaio 2016 CuLtuRA LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI ILLUSTRAZIONE DAL 20 FEBBRAIO AL 26 GIUGNO I Colori del Sacro, a Padova Il tema è la tavola: non solo nutrimento fisico ma anche momento di relazione con gli altri di Emma Moriconi ottava edizione de "I Colori del Sacro", la rassegna internazionale di illustrazione organizzata dal Museo Diocesano di Padova, tratta un argomento in linea con il trend dell'ultimo periodo: il cibo. Non solo come nutrimento fisico ma anche come momento di relazione con gli altri: “Per l’uomo è fondamentale – dice il direttore del Museo e coordinatore scientifico della manifestazione Andrea Nante - tanto il cibo quanto l’atto stesso del condividerlo: la nuova edizione della rassegna vuole riflettere sulla tavola per affrontare quel luogo e quella situazione che apre alla relazione con gli altri, andando oltre al semplice nutrimento fisico. Mi siedo a tavola per soddisfare un bisogno - dice ancora - e per l’opportunità di incontrare e confrontarmi con l’altro. La famiglia si siede a tavola e il gesto diventa occasione di racconto e dialogo. Gli amici si ritrovano allo stesso tavolo per il piacere dell’incontro e la condivisione L’ del tempo. La degustazione di nuovi e vecchi sapori, la scoperta delle tradizioni dei commensali, la sperimentazione delle novità arricchiscono e predispongono alla conoscenza reciproca. Anche in ambito lavorativo, nella gestione degli affari, il momento conviviale è prezioso per suggellare contratti e chiarire situazioni, per festeggiare traguardi. Attorno alla tavola si ritrova il mondo, ogni popolo con le sue tradizioni, colori e narrazioni. Ogni persona con le sue esperienze e differenze”. L'esposizione è in programma dal 20 febbraio al 26 giugno e proporrà le opere di sessanta artisti internazionali, selezionati tra oltre trecento che hanno avanzato la propria candidatura. Provengono da tutto il mon- do e propongono il proprio punto di vista sul tema di quest'anno in molteplici modi, forme, colori. Il catalogo della mostra raccoglierà anche interventi dello chef tre stelle Michelin Massimiliano Alajmo e del critico gastronomico Edoardo Raspelli, ci sono poi proposte didattiche per le scuole. I gruppi parrocchiali potranno approfondire il proprio percorso di fede anche attraverso questi lavori artistici, ci saranno rappresentazioni, conferenze, laboratori, aperitivi artistici, un ciclo di letture animate curate dalla libreria Pel di Carota, eventi in collaborazione con la Caritas, Cooperativa Giotto e Progetto Giovani Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Padova. Inoltre i saranno i camp durante le vacanze di Pasqua e il periodo estivo. Se ne occuperà Rossodimarte, con progetti di intrattenimento ludico e artistico. “I Colori del Sacro - ha detto ancora il direttore Andrea Nante - sono un appuntamento atteso per centinaia di scuole che scelgono la nostra mostra per la sua qualità e per il suo valore educativo. Aspetti che valgono anche per le molte famiglie che partecipano ai nostri laboratori. Tutti alla ricerca del bello, della gioia, della condivisione di contenuti e di stimoli. Il livello degli illustratori presenti ci consente di garantire una ottava edizione straordinaria, in crescendo anche rispetto ai livelli già altissimi da tutti riconosciuti alla edizione precedente”. CINEMA E VERITÀ Jesse Owens e il falso storico del rifiuto del Fuhrer La pellicola, intitolata “Race”, smentisce il fatto che Hitler non volle stringere la mano all'atleta di colore di Cristina Di Giorgi Race”, in uscita nelle sale americane il 19 febbraio, è un film che farà senz'altro discutere. La pellicola, trentacinque anni dopo la sua morte, è dedicata alla storia di Jesse Owens, considerato ancora oggi uno dei più grandi atleti del mondo. Owens, statunitense di colore, vinse ben quattro “ medaglie d'oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936. In quell'edizione dei Giochi l'eccezionale ragazzo prodigio dell'Alabama (trasferitosi poi in Ohio), allora ventitreenne, riuscì infatti nell'impresa di salire sul più alto gradino del podio nelle gare dei cento metri (3 agosto), salto in lungo (4 agosto), 200 metri (5 agosto) e staffetta 4x100 (9 agosto). Un poker realizzato in una Germania, quella appunto del 1936, in cui al potere c'era quello che viene tutt'oggi considerato il simbolo di ogni male e la definizione principe del razzismo. Risulta quindi abbastanza comprensibile che la storia di Owens sia stata più o meno in buona fede utilizzata per dimostrare tale teoria. Si è a lungo infatti ritenuto che il Fuhrer, presente in tribuna alle gare, si sia rifiutato di stringere la mano al pluri premiato atleta di colore. Falso. Sicuramente Hitler non è esente da colpe. Ma quella di aver evitato un campione come Owens non la ha. Ed a rivelare questa verità è la figlia dell'atleta, Marlene, che ha collaborato con gli sceneggiatori di “Race”. Una verità che lo stesso Owens, inascoltato, ebbe più volte modo di raccontare. Nessuna discriminazione razziale dunque. “Mio padre – ha dichiarato Marlene Owens – non si è mai sentito snobbato da Hitler”. Chi lo ferì profondamente, ha spiegato ancora Marlene, fu Franklin Delano Roosvelt, il presidente americano dell'epoca, che non lo ricevette alla casa Bianca. Owens infatti si vide annullare un appuntamento da Roosvelt, con la motivazione di impegni per le elezioni presidenziali (e forse anche preoccupato per l'impatto negativo che l'incontro avrebbe avuto sull'elettorato degli Stati del Sud). Tornando al Fuhrer, la vulgata antirazzista e politicamente corretta vuole che se ne sia andato dallo stadio senza degnare di uno sguardo il trionfatore di colore. E' una grossa bugia. Parola di Jesse Owens: “dopo essere sceso dal podio, passai davanti alla tribuna d’onore per tornare negli spogliatoi. Il Cancelliere mi fissò. Si alzò e mi salutò con un cenno della mano. Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Giornalisti e scrittori – scrive l'atleta nella sua biografia - dimostrarono cattivo gusto tramandando un’ostilità che, di fatto, non c’era mai stata”. In “Race” dunque la verità viene ristabilita. “Era importante – ha dichiarato Marlene Owens – che i fatti non fossero riscritti per l'ennesima volta”. A chi, qui in Italia, ha scritto in proposito che “spesso un'affascinante menzogna è preferibile alla cruda realtà”, ci sentiamo di rispondere che sbaglia. Perché la verità, anche quando non piace, è sempre meglio di qualunque bugia. USCITO IN LIBRERIA La notte della Roma criminale Il nuovo romanzo di Bonini e De Cataldo sulla criminalità della Capitale L a “Notte di Roma” comincia dove finisce “Suburra”. Quello pubblicato da Einaudi nel novembre 2015 è dunque il diretto proseguimento delle storie – che, anche in questo caso, attingono a piene mani dalla cronaca – nel loro primo romanzo a quattro mani. Ambientato in una Capitale dilaniata dalle guerre tra criminali e squali di palazzo, “dove i confini tra il lecito e lo scandaloso si confondono pericolosamente, un nuovo Sindaco e un nuovo Papa lasciano immaginare – si legge nella scheda di presentazione del volume – che l'anno giubilare della Misericordia annunci su entrambe le sponde del tevere un atteso riscatto. Ma nella 'notte di Roma' il buio nel quale è difficile intravedere il bagliore di un'esile speranza, i sentieri sono tortuosi, le lingue biforcute e nulla è come appare”. una notte senza fine? Forse no. O almeno questa è la risposta dei due autori, secondo i quali “di notti come questa, Roma ne ha conosciute tante nella sua lunga storia. E ne è sempre venuta fuori”. CdG