Anno V - Numero 2 - Domenica 3 gennaio 2016
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Salva-banche
Esecuzioni
Sanità
Il ministero stoppa
i primi rimborsi
Strage in Arabia:
tensione con l’Iran
Donne morte di parto:
casi in tutta Italia
A pag. 3
Di Giorgi a pag. 6
Fruch a pag. 10
A PARTIRE DA ROMA PERÒ, OCCORRE MOLTA UMILTÀ. LA NOSTRA PROPOSTA PER LA CAPITALE
di Roberto Buonasorte
ai segnali che
giungono da tanti ambienti, sembra davvero azzeccata la data
del 30 di gennaio dove, sollecitati da Francesco Storace, chiameremo a raccolta tanta gente per proporre
e soprattutto ascoltare.
Come se nulla fosse successo in questi ultimi
vent’anni, c’è ancora chi
pensa che tra un vertice a
Palazzo Grazioli e una bicchierata ad Arcore - tra una
barzelletta e uno litigio per
capire, come dicono in Forza Italia, chi paga le fatture
della campagna elettorale
a Roma - pensa di far digerire al popolo scelte calate dall’alto.
Eppure Roma, così come
accadde nel 1993, potrebbe
rappresentare la svolta, ma
manca il coraggio di allora,
e manca pure a Milano
dove Salvini ragiona troppo
con la calcolatrice e poco
con il cuore.
All’epoca Fini sfiorò la vittoria, mentre Formentini a
Milano l’agguantò.
Erano tempi, quelli, dove i
leader erano amati, oggi, i
presunti tali, sembrano invece solo temuti.
E Renzi ringrazia.
Già, perché per il bullo fiorentino non c’è miglior alleato di un centrodestra arrogante e soprattutto stanco
come appare Silvio Berlusconi, sempre più solo e con una
guerra interna che lo sta distruggendo.
D
offuscate nel messaggio di
fine anno e l’altro che spende un milione di euro al
mese per l’affitto del super
aereo di Stato con tutti i
comfort immaginabili.
E che fa il centrodestra anziché “bombardare” il terzo
governo nominato dal 2011
ad oggi?
Nulla, vivacchia, campa di
gelosie, pensa di poter fare
tutto da solo, dimenticando,
come nel caso di Roma,
che tranne Salvini e Storace, tutti gli altri sono stati
buoni alleati di Gianni Alemanno.
Ma questo ormai lo hanno
capito tutti, il punto semmai
è un altro: che fine hanno
fatto le primarie che erano
il cavallo di battaglia di una
generazione che una volta
arrivata al potere, sembra
averle dimenticate?
Primarie dunque, è questa
la nostra proposta per
Roma che lanceremo il 30
gennaio insieme a tanti romani.
Gente normale, che non
ha nulla da chiedere, né a
Berlusconi e ne’ a Meloni,
è gente che non si arrende; professionisti, disoccupati, giovani laureati,
precari, uomini e donne
del mondo della cultura e
dello sport.
Coerenza e coraggio per
la destra che verrà, il resto
è solo gossip, apparenza,
lifting, roba che va bene
per l’immediato, ma che
alla lunga ti travolge, appena arriva uno o una un po’
più telegenico, e quello di prima
sparisce.
VERSO IL 30 GENNAIO
Il 2016 potrebbe rappresentare l’anno della riscossa per il fronte anti Renzi
Mattarella e Renzi, nel recitare
due parti in commedia apparentemente opposte, tentano di darla
I GUAI PER I ROMANI NON FINISCONO MAI
a bere agli italiani: uno sobrio
l’altro esuberante; uno che dice
di preoccuparsi dei giovani di-
soccupati e l’altro che cancella
qualsiasi tutela a favore del lavoro;
uno che parla in un salotto a luci
DIETRO L’AFFIDO RAFFORZATO IL TENTATIVO DEI CATTOLICI DEL PD DI SALVARE LA FACCIA
“Unioni civili costi quel che costi”
di Robert Vignola
randi manovre in seno al
Pd per andare a dama. L’elettorato di sinistra attende
una legge con cui pavoneggiarsi
sui social network, mentre l’Italia
affonda nella crisi, e non c’è niente
di meglio che il ddl sulle unioni
civili a firma Cirinnà. La cui calendarizzazione in aula a fine gennaio la dice lunga sul peso dei
“cattolici” nella compagine di governo. Al
momento, infatti, la battaglia è tutta interna
al partito, che sta preparando un nuovo
istituto giuridico per consentire al partner
di occuparsi del bambino, figlio del compagno omosessuale, svolgendo tutte le funzioni genitoriali. Con la possibilità quando
compirà 18 anni di poter scegliere l’adozione.
Si tratta né più né meno di un escamotage
dell’ala cattolica, volta da un lato a far
digerire il provvedimento all’opinione pubblica, dall’altro ad attirare quei voti del Ncd
che restano, al Senato, probabilmente decisivi. Ma l’universo arcobaleno, lanciato
G
DOPO LO SMOG,
IL GUANO
a pag. 9
in un crociata, fa sentire tutta la sua pressione
sui democratici. Ieri la Repubblica ha dedicato ampio spazio alla questione, con una
intervista anche al giudice Melita Cavallo,
che appena andata in pensione ha subito
confessato di aver stabilito la cosiddetta
“stepchild adoption” per via giudiziaria in
sei casi a mamme lesbiche perché convinta
della necessità che “prima o poi dovranno
rassegnarsi”, rivolta evidentemente alle associazioni che si oppongono alla nuova
legge. E poi al dossier in preparazione, appunto, tra i cattolici del Pd, anticipando lo
scontro.
Puntuale, nel corso della giornata,
la nota di un alfiere dei diritti gay,
il sottosegretario alle riforme Ivan
Scalfarotto. “La normativa prevista
dal ddl Cirinnà riprende pedissequamente la proposta del 'modello
tedesco' (e cioè unioni civili con
stepchild adoption) lanciata alla
Leopolda del 2012 e contenuta
nella mozione uscita larga vincitrice
dal congresso 2013, come ha
chiaramente ribadito il presidente
Renzi nella conferenza stampa di fine anno”.
Come dire: il premier è con noi. “Il rispetto
per le opinioni di tutti - prosegue - non può
trasformarsi nel diritto per una minoranza
di attribuire arbitrariamente alla maggioranza
le proprie posizioni. Ci confronteremo in
Parlamento con atteggiamento costruttivo
e senza pregiudizi; ma la linea del Pd non è
in alcun modo cambiata, né credo cambierà”.
Segno che Scalfarotto sa che, se le porte
del Ncd resteranno chiuse, si spalancheranno
quelle di M5S e Sinistra Italiana, e magari
anche di parte di Forza Italia. Chissà che
ne pensa Alfano…
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Domenica 3 gennaio 2016
ATTUALITA’
VERSO LE ELEZIONI AMMINISTRAT IVE: LA QUESTIONE ROMANA AGITA I DUE EX AN
La destra si scalda. Col fuoco amico
Giorgia Meloni: “Non mi sorprende che Alemanno non si senta rappresentato da me”. L’ex sindaco:
“Sbaglia, sosterrei la sua candidatura”. Storace: “Sembrano Sandra e Raimondo: ma le primarie?”
INDAGINI IN CORSO
di Robert Vignola
È
di Giorgia Meloni il primo
squillo a destra del 2016. Tutto
in una intervista a Libero, nella
quale inizia con il trattare i
tanti argomenti bollenti sul tavolo e finisce per distribuire giudizi. Con
l’effetto inevitabile di sortire polemiche.
Il che in un centrodestra che non brilla
in ripartenze va pure bene, a patto di
non rompere più di quanto non si costruisca. Così l’appello agli altri due capi
di partito dell’area (“Mi auguro finisca il
gossip sulla gara per la leadership tra
Berlusconi e Salvini; il primo è una risorsa
ma deve avere il coraggio di fare un
gesto di generosità, il secondo deve scoprire ancora di più il valore di giocare in
squadra. Insieme siamo davanti al Pd e
al M5s, mentre divisi siamo perdenti”) si
alterna a considerazioni su altre personalità della destra (“Considero normale
che Alemanno non si senta rappresentato
da me. È reciproco. Comunque più che
"fuoco amico", le cose che ho letto sembrano petardi di capodanno... ma di
quelli cinesi che poi non esplodono...”)
che ovviamente potrebbero accendere
gli animi non poco sullo sfondo della
partita per Roma.
Per ora, la risposta di Gianni Alemanno
è stata ferma ma pacata: “Giorgia Meloni
ti sbagli: come potrei non sostenere la
tua candidatura dopo il tuo appoggio
alla mia amministrazione? Tu dimentichi,
io no”. Chi invece quella amministrazione
non la sostenne, ma continua a farsi portavoce dell’esigenza di un dialogo senza
barriere a destra (soprattutto a Roma), è
Francesco Storace. Il segretario nazionale
de La Destra, che il 30 gennaio proporrà
ufficialmente la sua candidatura a sindaco
della capitale, si limita a registrare: “Su
Libero nuova puntata della lite MeloniAlemanno. Sembrano Sandra e Raimondo.
Tanti anni insieme dimenticati. Peccato”.
Anche perché, si sa, tra i due litiganti è
sempre qualcun altro che gode…
Tornando all’intervista della Meloni c’è
ovviamente dell’altro e quello che resta
un dato di fatto è l’immobilismo rispetto
alla importante partita romana. “Non ho
cambiato idea rispetto al fatto che Alfio
Marchini non può essere il candidato
del centrodestra; noi siamo disposti al
dialogo con tutti coloro che si dicono disposti a rappresentare l'alternativa al
Renzismo, ma non si può immaginare
che si parta dalla pretesa di ottenere la
candidatura a sindaco. Il mio partito non
pretende di esprimere una candidatura,
ma partecipare alla scelta con tutti quelli
che sono disposti a questo metodo”, ha
dichiarato la leader di Fratelli d’Italia al
cronista di libero Paolo Emilio Russo.
Aggiungendo indirettamente un altro tassello al mosaico romano quando ha parlato dell’altra grande città, Milano: “Salvini
sarebbe un' ottima scelta, ma capisco
che sia difficile per chi guida un partito
nazionale. È lo stesso problema che mi
pongo io rispetto all’ipotesi di una candidatura a Roma”. Insomma, siamo ancora
in alto mare nella scelta del candidato
unitario. E la parola primarie continua a
non essere contemplata. Tanto da far sospirare di nuovo, Francesco Storace, in
un’amara riflessione: “Leggo Libero e
immagino: a Roma non si candida la
Meloni, a Roma non si fanno le primarie,
a Roma il popolo di destra resta a casa.
Applausi”.
Raid a Genova, fiamme
al circolo Pd della Pinotti
aid incendiario nel
giorno di Capodanno
nel circolo del Partito
Democratico di via Cantore,
a Genova.
Qualcuno è entrato dalle
finestre del primo piano e
ha dato fuoco alla carta
contenuta nei cestini. Sul
posto, nel quartiere di Sampierdarena, nel ponente
della città, sono intervenuti
i vigili del fuoco avvisati
da alcuni condomini che
hanno visto le fiamme. Sui
muri del circolo anche alcune scritte che sono al
momento al vaglio dei carabinieri che indagano sulla
vicenda. Al momento non
è esclusa alcuna pista. La
sede del Pd devastata è il
circolo dove è iscritto il ministro della Difesa Roberta
Pinotti. Secondo quanto accertato dagli agenti della
Digos e dai carabinieri del
R
nucleo investigativo, i vandali oltre ad avere appiccato il fuoco hanno anche
cercato di smurare la piccola cassaforte della sede
e devastato a picconate tutti
i mobili, le porte e le finestre. Hanno quindi preso
faldoni con documenti e le
tessere degli iscritti e le
hanno incendiate. Sui muri
hanno lasciato anche delle
scritte: "dove è finita la cassaforte", "Love" e un nome,
"Diego". In mattinata, secondo quanto emerso dalle
indagini, si erano presentate nel condominio due
persone che avevano chiesto dove fosse la sede del
Pd. Poi, dopo alcune ore
sono stati sentiti dei rumori
dall'interno del circolo. Infine in serata il rogo. Il gesto
non è ancora stato rivendicato e gli investigatori non
escludono alcuna pista.
CONTROCANTO DI SPIDERITA
La leadership che non c’è
anno nuovo è arrivato, ma trascina con sé il retrogusto
amaro delle acredini e dei personalismi, conditi da
possente arroganza, di alcuni leaders, che abbandonandosi a tali sentimenti di fatto dimostrano platealmente,
che pur essendo considerati tali, in fondo non lo siano.
Sarà la pochezza di punti di riferimento, ma viene loro accordata una certa leadership immeritata. Intanto mancano
pochi mesi alle elezioni romane e ancora non c’è un nome
sul quale convergere tanto a destra quanto a sinistra, probabilmente perché regna la segreta convinzione o speranza
che a Roma, capitale d’Italia, vincano i pentastellati. Così
i cittadini sempre più sdegnati da questa classe politica
L’
che non decide niente, annaspano nel buio totale.
In una poco lusinghiera ridda di dichiarazioni su questo e
quello, si prefigura una grande frammentazione che servirà
sul piatto la vittoria ai cinque stelle e il diradarsi dei
consensi in tutti gli schieramenti che si aggrappano alle
vecchie consuetudini del disprezzo reciproco. Il baccanale
cambia aspetto e si inasprisce cercando di riesumare usi
costumi di una vecchia prassi politica tipica di una classe
dirigente ormai alla frutta intenta a spartirsi gli avanzi.
Per questo pare opportuno recriminare sul passato e
perdere di vista le aspettative del popolo derubricando
tutto alla carriera e ascesa personali. Ognuno di voi leggerà
in questi tratti della mia penna il ritratto comune ed
omologato dei leadericchi che popolano la tv ma non vi
scorgerà quelli dei condottieri che ognuno di noi vorrebbe
avere alla governance delle nostre città. Quando poi ci si
azzuffa dentro senza trovare soluzioni concrete allora si
resuscita il vecchio mostro di sempre: l’esponente della
società civile. Mi sono chiesta spesso, in questi casi, se
esista la società incivile perché gli outsider fin qui detti
civili trovati poco hanno a che fare con il senso stesso
della parola e sono spesso riconducibili alla seconda accezione, vedi ultimi esempi di cui Marino ne rappresentava
il portabandiera.
Invece gli uomini e le donne spesso ci sono ma o non
vengono valorizzati perché ritenuti scomodi agli interessi
della classe dirigente rampante o essi stessi non hanno
quel coraggio necessario per immolarsi sull’altare del
bene comune preferendo concedersi alle lusinghe degli
addetti ai livori quotidiani. Con questa prospettiva non ci
resta che piangere pensando alle future inefficienze sulle
quali inciamperemo ancora vessati da amministrazioni
sempre più incapaci a reggere i nostri consensi. Per
questo faccio appello al tanto vituperato pragmatismo
affinchè sia per voi foriero di maggiore decisionismo e
di minore acredine nei confronti di coloro che vi
stimolano a trovare la quadra ad un progetto che stenta
a decollare impantanato nella palude del risentimento.
Chi sarà causa del proprio mal pianga se stesso. Ad
majorem dei gloriam.
Buon anno e un sereno 2016 senza rancori.
Spiderita
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Domenica 3 gennaio 2016
ATTUALITA’
NUOVA DOCCIA FREDDA
Salva-risparmiatori, lo stop del governo
Banca Etruria aveva ventilato i primi rimborsi per un gruppo di 680 persone, ma dal ministero
è arrivato l’altolà: “Prima di ogni intervento vanno definiti i criteri, ci stiamo lavorando noi”
di Robert Vignola
I
risparmiatori devono sempre
attendere. Persino quando è
la stessa banca che li ha nei
fatti spogliati di obbligazioni
e investimenti a dirsi disponibile, attraverso il nuovo board, a
tendere loro una mano. Così, ieri,
su quanti cominciavano a sperare
in rimborsi da parte di Banca Etruria
è calata l’ennesima doccia fredda.
La misura che era stata ventilata, anche e soprattutto per gettare acqua
sul fuoco ormai dilagante della protesta, è inapplicabile secondo il Ministero dell’economia e della finanze.
Le ragioni sarebbero tutte da rintracciarsi nella mancanza di criteri
per i risarcimenti che saranno effettuati attraverso il Fondo Sociale istituito nei giorni passati dal governo.
Il governo ha invece fatto sapere,
attraverso una nota del dicastero di
cui è responsabile Pier Carlo Padoan,
che “è già al lavoro sui decreti attuativi delle norme salva-risparmiatori varate dal governo per andare
incontro alle esigenze dei risparmiatori e varare i decreti nel più
breve tempo possibile”. Proprio per
questo però, finché non ci sarà la
definizione dei criteri sui quali sa-
ranno poi assegnati gli indennizzi
attraverso l’arbitrato, “non può essere
ipotizzato alcun intervento”.
Era stato lo stesso presidente Roberto Nicastro a sottolineare che
“sono stati individuati 680 risparmiatori che, in seguito al salva-banche, hanno subito ingenti perdite
pari a 17 milioni di euro. Questa fascia si trova in una situazione critica
e sarà la prima a poter beneficiare
del Fondo di Solidarietà istituito dal
governo. Per gli altri dovrà essere
valutato caso per caso. Pur non potendo la Nuova Banca Etruria essere
oggetto di azioni da parte dei precedenti azionisti e obbligazionisti
subordinati, l’istituto è costantemente
impegnato sia a favorire l’operato
delle istituzioni nell’attivazione dei
più equi meccanismi di soddisfazione da parte del Fondo di Solidarietà, sia a dare risposte e collaborare con i richiedenti per la gestione
delle pratiche di rimborso”. Parole
al vento, tutto da rifare.
La sede di Arezzo, che era stata l’epicentro delle manifestazioni dei risparmiatori, tuttavia, intende mantenere aperto un canale di dialogo
ed è stata così nel frattempo ufficializzata la data dell’incontro faccia a
faccia con i rappresentanti del comitato “Vittime del Salva-Banche”.
Il prossimo 7 gennaio la portavoce
Letizia Giorgianni, insieme ad un
tecnico e ad un’altra rappresentante
del gruppo, sarà ricevuta dal presidente Nicastro e dell’ad Bertola. In
questa sede potranno essere valutate
soluzioni e proposte condivise per
dare ristoro a tutti coloro che hanno
perso del denaro con l’applicazione
del salva-banche.
“Ben venga il dialogo – ha affermato
la portavoce del Comitato – siamo
disponibili ad ascoltare e prendere
in considerazione anche delle strategie che possano tutelare da subito
le fasce più deboli. Altrettanto velocemente però servono misure che
vadano nella direzione di accogliere
le richieste di tutti gli altri. Come
abbiamo sempre detto vogliamo
giustizia e la vogliamo sul serio. Ancora una volta puntiamo il dito contro
gli ex amministratori delle banche i
quali ancora oggi non hanno risposto
personalmente di quanto accaduto.
Una soluzione per risarcire i risparmiatori che hanno perso il loro denaro potrebbe essere quella di pignorare i beni di questi signori”.
LA “PIERRE” IMPUTATA HA PARLATO DALLE COLONNE DEL THE GUARDIAN
Ora la Chaouqui piange:“Partorirò in carcere”
Il processo Vatileaks 2 ripartirà solo il 20 febbraio: a giorni l’inizio delle perizie
i vorranno ancora settimane, se non
mesi, per vedere la conclusione del
processo "Vatileaks 2" e intanto Francesca Immacolata Chaouqui, una dei cinque
indagati per la sottrazione e diffusione di
carte riservate, annuncia che non si opporrà
se verrà condannata al carcere. "Ho fatto
C
un giuramento di fedeltà a quello Stato, e
questo significa accettare le loro regole,
anche se sono sbagliate. Si tratta di una
monarchia, non è uno stato liberale", ha
detto Chaouqui in un'intervista a "The Guardian".
"Il Papa - ha spiegato - non è solo un Capo
di Stato, è il capo della mia religione, egli è
Dio sulla Terra. Se provano che sono colpevole, devo andare in carcere", "non ho altra
scelta". La pierre, indagata insieme a monsignor Lucio Vallejo Balda, ai giornalisti
Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi e a
Nicola Maio, aveva già scritto ieri su Facebook che era pronta ad andare in carcere.
Continuando a proclamarsi "innocente",
informa di avere comunque "rinunciato ad
ogni mezzo di appello" e alla "grazia".
"Andrò in carcere, credo ad aprile. Subito
dopo Pasqua. Sconterò un anno e mezzo di
pena. Partorirò in carcere. Non può andare
diversamente". Poi annuncia: "In carcere
scriverò" un libro sulla "mia storia".
Chaouqui è tornata così a parlare del processo sui social network, criticando le parole
del Papa alla Messa a san Pietro. "Sentire il
Papa pronunciare la parola 'giustizia' quando
nello Stato che Egli governa si sta celebrando
un processo inumano contro una donna incinta, arrestata senza nessuna prova di quello
di cui mi accusano fa rabbrividire. E fa indignare persino me con quell'uomo al cui
servizio ho sacrificato la mia esistenza".
"Fintanto che l'ultimo dei ladri non sarà punito e cacciato mentre al loro posto io vengo
giudicata e condannata, il Papa e il Vaticano
- scrive Chaouqui - non parlino di giustizia.
Per rispetto della giustizia stessa. E sopratutto
degli abiti che portano".
Intanto, prima delle feste di Natale, monsignor Balda è uscito dal carcere; attenderà
ai "domiciliari" in Vaticano la ripresa del
processo. Ripresa che, tuttavia, non ci sarà
prima della fine di febbraio. L'inizio delle
operazioni peritali sulle comunicazioni via
email, sms e whatsapp tra gli imputati Vallejo
Balda, Francesca Immacolata Chaouqui e
Nicola Maio - i primi due ex membri e il
terzo ex collaboratore della Commissione
Cosea sulle finanze vaticane, tutti accusati
anche di associazione a delinquere - è stato
fissato infatti per l'11 gennaio, il termine
per il 20 febbraio. Solo successivamente riprenderà il dibattimento in aula.
DOPO VENTI ANNI LA NOVITÀ TAGLIA IL TRAGUARDO: POTRÀ ESSERE RICHIESTA ALL’ANAGRAFE
Carta d’identità elettronica in gazzetta
rriva la carta d’identità elettronica.
Dopo due decenni di discussioni,
ipotesi e pianificazioni, ora sembra
definitivamente prendere il via e a darne
l’annuncio proprio il Ministero dell’Interno, con la pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale del relativo decreto.
La Cie (Carta d’Identità Elettronica) avrà
non solo i normali dati a cui siamo abituati, come nome, cognome, foto, altezza
e altro, ma anche le impronte digitali e
la possibilità di inserire il consenso per
la donazione degli organi. Insomma in
A
toto adeguata all’era dell’esigenza del
collezionare dati del cittadino. Ha inoltre
in sé un microprocessore per la raccolta
dei dati e la protezione degli stessi.
La promessa del Ministero è che la Cie
sarà rilasciata entro sei giorni dalla richiesta, la quale potrà essere fatta dai
cittadini maggiorenni rivolgendosi all’ufficio anagrafe del proprio comune di
residenza, muniti come d’uso di fototessera, che verrà digitalizzata e inserita
nel documento. Per i minorenni, la richiesta dovrà essere presentata dai ge-
nitori. I residenti all’estero potranno
presentare la domanda invece al consolato.
Da qui verrà chiesto il consenso alla
donazione degli organi dai dipendenti
dell’anagrafe, che comunque rimane
una scelta revocabile. Inoltre l’inserimento delle impronte digitali e, in casi
particolari, la firma autografata e l’autorizzazione o meno all’espatrio.
Presentata la domanda di rilascio della
Cie, il Comune deve prima effettuare
una verifica circa l’identità del richiedente
ed eventuali motivi ostativi al rilascio
del documento. Quindi rilascerà all’interessato una ricevuta di deposito di richiesta, ove è riportato il numero identificativo della pratica. In tale ricevuta
sarà altresì indicata la prima parte dei
codici pin/puk associati alla carta elettronica.
Per ora la richiesta della Cie è a scelta
del cittadino, che potrà richiederla
anche sul portale Cieonline. Il costo,
per i primi tempi, si aggira sui 15-20
euro.
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Domenica 3 gennaio 2016
EStERI
TENSIONI GEOPOLITICHE TRA MAR NERO E MEDIO ORIENTE
Ankara e Mosca ai ferri cortissimi
Entrate in vigore il 1 gennaio le sanzioni russe nei confronti della Turchia
che dovrà affrontare, nei prossimi mesi, una serie di problemi non da poco
di Cristina Di Giorgi
e Tatiana Ovidi
ra Ankara e Mosca è
ancora scontro. Sempre più aperto e diretto. La questione siriana, in particolare
per quanto riguarda la guerra
contro il sedicente Stato Islamico,
risulta dunque essere stata una
miccia che ha fatto esplodere i
rapporti tra i due Paesi. Da un
lato la Russia, che con il suo impegno militare sta mettendo a segno una
serie di successi contro il Daesh; dall'altro la
Turchia, accusata di tenere un atteggiamento
“border line” soprattutto per quanto riguarda
la compravendita del petrolio.
In questo contesto, il Cremlino ha deciso di
prendere misure ad hoc, che pur non influenzando troppo negativamente gli interessi
economici di Mosca, dovrebbero colpire
sensibilmente la Turchia. A tal proposito venerdì 1 gennaio è entrato in vigore il divieto
di importazione in Russia di prodotti agricoli
turchi e la chiusura di alcuni settori economici
alle imprese di Ankara. Provvedimenti questi
che, secondo i rappresentanti dei governi di
entrambi i Paesi, peseranno sulle rispettive
economie. Nonostante questo, Mosca ha dichiarato a più riprese di ritenerle necessarie
ed inevitabili, aggiungendo che non ci sono
le condizioni per instaurare un dialogo con
l'attuale leadership turca.
Il percorso che ha portato a tale rottura è
sotto gli occhi di tutti e ha radici, come già
sottolineato, nella guerra contro il terrorismo
T
islamico. Lo strappo al quale si è arrivati
risulta però tanto più netto e radicale se si
pensa che fino allo scorso novembre le relazioni tra Mosca e Ankara erano molto proficue.
Oltretutto Putin ed Erdogan lo scorso anno si
erano incontrati in varie occasioni, ed avevano
manifestato reciprocamente la volontà di intensificare i rapporti commerciali tra i due
Paesi. L'abbattimento del bombardiere russo
Su-24 da parte di forze militari turche (definito
dal leader del Cremlino come “una pugnalata
alla schiena da parte dei complici dei terroristi”) ha però cambiato tutto. Ed ha portato,
in una progressiva escalation di tensione,
alla situazione odierna. Ovvero all'entrata in
vigore del divieto di importazioni di prodotti
alimentari turchi, alla sospensione del regime
dei visti con Ankara e alla limitazione delle
attività lavorative dei cittadini turchi in Russia.
Elementi questi che hanno provocato diversi
problemi alla Turchia, sia sul fronte interno
che su quello estero. Nel 2016 Ankara dovrà
infatti gestire una situazione economicamente
difficile, mantenendo oltretutto le sue posizioni
E' di magnitudo 5.7 sulla scala Richter
l'intensità della scossa di terremoto registrata il 2 gennaio alle 12.22 ora locale
(le 5.22 in Italia) in Cina, nell'estremo
nord est del Paese, quasi al confine
con la Corea del Nord e la Russia. Secondo i rilevamenti dell'Istituto sismologico statunitense, il sisma ha avuto
ipocentro a circa 580 chilometri di
profondità ed epicentro a 23 km ad est
di Chaihe. Al momento non si hanno
segnalazioni di danni a persone o cose.
El Salvador:
2016 iniziato nel sangue
L'anno nuovo a El Salvador è cominciato
con una strage: sono infatti almeno
quindici le persone uccise nelle prime
ore del 2016: tra loro c'è anche un ragazzino di 11 anni, freddato sembra a
colpi d'arma da fuoco da uomini con in
dosso divise della polizia. Il Paese, che
si trova nel pieno di una gravissima
ondata di violenza, secondo le statistiche
ha visto aumentare notevolmente il numero degli omicidi: nel 2014 erano stati
3942 (circa 1400 in più dell'anno precedente) mentre nel 2015 si parla addirittura di 3942 vittime: una media di 18
al giorno.
Guatemala:
rissa in carcere, 8 morti
Una violentissima rissa, scoppiata nel
carcere di Puerto Barrios (in Guatemala),
si è conclusa nel sangue: sono infatti
almeno otto i morti e una ventina i
feriti. Il litigio è iniziato nella notte di
ISRAELE
Identificato il killer
di Tel Aviv: è un arabo
malato di mente
stato identificato il responsabile della
sparatoria nel pub di Tel Aviv nel corso
della quale, il 1 gennaio, sono rimaste
uccise due persone (sette i feriti, di cui alcuni
in gravi condizioni). Si tratta di un uomo di 29
anni, arabo israeliano.
A quanto si apprende sarebbe stato riconosciuto
nei video dell'agguato mandati in onda dalla
televisione dal padre, che si è messo in
contatto con la polizia. Gli agenti si sono
quindi recati nella sua abitazione a Wadi Ara
(nel nord del Paese) per acquisire elementi
utili alle indagini.
Quanto alle motivazioni del suo gesto, sembra
da escludersi l'ipotesi di terrorismo: il killer
infatti avrebbe problemi di salute mentale e
pare non abbia contatti con lo Stato Islamico
(anche se tale pista non è stata ancora del
tutto esclusa). Il suo avvocato, riporta la stampa,
ha dichiarato di averlo già rappresentato in
passato per un episodio di aggressione nei
confronti di un soldato: “quest'uomo – ha detto
il legale – è stato in cura e lo è ancora”. Molto
probabilmente ha agito per vendetta: stando a
quanto riferito da un suo conoscente, tempo fa
un suo cugino è stato ucciso da agenti della
polizia nel corso di una perquisizione. La caccia
all'uomo per arrestarlo è ancora in corso.
È
SIRIA
DAL MONDO
Cina:
forte scossa di terremoto
per quanto riguarda la questione siriana. E non sarà per
niente facile, come sottolinea
anche il giornale turco
“Hurryet”, che in un articolo
sull'argomento fa rilevare che
la maggior parte dei problemi
di politica interna ed estera
di Ankara sono ad ora irrisolti
e la Turchia dovrà farci i conti
nei prossimi mesi.
Le autorità turche cominciano
dunque a mostrare, in tale contesto, un certo nervosismo, sia
per le limitate possibilità – a causa della presenza russa – di influenzare lo scenario
siriano sia per i recenti successi ottenuti dai
curdi dell'Unione democratica (la questione
curda resta una delle questioni irrisolte da
affrontare).
La soluzione per Ankara potrebbe essere la
chiusura dei 98 chilometri della frontiera con
la Siria per impedire il passaggio dei miliziani
dell'Isis. Ma questo significherebbe l'epilogo
della politica turca sulla Siria degli ultimi
quattro anni. Senza contare che le ricadute
economiche derivanti dalla rottura delle relazioni commerciali con la Russia (che colpiranno prevalentemente i settori del turismo e
delle costruzioni) difficilmente saranno coperte
grazie ai rapporti con gli altri Paesi del Golfo.
Una situazione dunque apparentemente senza
uscita. A meno che, si legge nell'articolo di
Hurriyet, Ankara non venga aiutata dall'Europa,
non ristabilisca le sue relazioni con Israele e
soprattutto “non riesca a trovare il modo per
riprendere il dialogo con il presidente russo
Vladimir Putin”.
Capodanno, quando alcuni detenuti hanno dato fuoco a materassi e lenzuola,
tagliando anche la corrente al penitenziario. Secondo l'Associated Press (che
cita un funzionario della procura dello
Stato orientale di Izabal) due delle vittime
risultano essere state decapitate e due
bruciate. La struttura – precisano le
agenzie – è stata costruita per ospitare
175 carcerati, ma attualmente risulta
contenerne 900, di cui la maggior parte
appartenenti a bande di strada, che proseguono le loro “guerre” dietro le sbarre.
Tra l'altro il sovraffollamento crea notevoli
problemi quanto al controllo dei detenuti,
che riescono a costruirsi o a far entrare
in carcere armi, anche da fuoco.
India: attacco
a base aerea, 6 vittime
E' di 6 morti e 5 feriti il bilancio dell'attacco notturno che un gruppo di miliziani
islamisti forse appartenenti al gruppo
Jaish-e-Mohammed ha compiuto alla
base aerea di Pathankot, nello Stato indiano settentrionale del Punjab (nei
pressi del confine con il Pakistan). Tra
le vittime, oltre a due soldati, ci sarebbero
anche quattro assalitori. Il commando
ha impegnato le forze di sicurezza in
un lungo scontro a fuoco. Secondo
quanto riportato dai media locali, l'azione
è iniziata intorno alle 3.30: i miliziani,
armati pesantemente, hanno cercato di
raggiungere l'area della base in cui sono
ricoverati aerei ed elicotteri per distruggerli. Non si sa ancora quanti fossero,
ma le autorità hanno precisato che l'assalto si è concluso e le forze di sicurezza
sono impegnate nelle indagini.
Giustiziata una donna
fuggita dal marito jihadista
di Stella Spada
veva lasciato il marito, leader del sedicente Stato
Islamico, per fuggire da
Raqqa (roccaforte dei miliziani
nel nord della Siria) e tentare di
raggiungere la turchia insieme
ad un parente. Alla donna, appena ventiduenne, è però andata
male: arrestata dai miliziani islamici, è stata infatti in seguito
giustiziata.
La vicenda è stata resa nota dagli
attivisti dell'Osservatorio siriano
per i diritti umani, secondo i
quali la vittima era stata costretta
a sposare un leader dell'Isis da
suo fratello, anch'egli appartenente alle milizie del Califfato.
La sua storia, dice ancora l'Ong,
è tragicamente simile a quella
di molte altre ragazze, anche
loro giustiziate mentre tentavano
di fuggire verso la periferia di
Aleppo.
Donne come quelle che l'Isis è
solita “dare in premio”, in occasione del Ramadan, a coloro che
recitano meglio il Corano a memoria. “La donna per l'Is è una
merce che si vende, si compra e
si regala” e in questo modo viene
“umiliata e spogliata della sua
A
umanità” ricordano gli attivisti
per i diritti umani. Pratiche queste
che “esprimono bene l'ideologia
del Califfato, che si basa sullo
sfruttamento della donna e il suo
utilizzo come mezzo privilegiato
per attirare miliziani e garantire
la loro fedeltà e continuità nei
combattimenti”.
Molte ragazze – aggiunge in proposito Amnesty International –
vengono rapite per essere concesse come trofei ai jihadisti oppure vendute come “schiave sessuali” dei jihadisti. Ed alcune di
loro hanno preferito uccidersi
piuttosto che essere costrette a
vivere in tali condizioni.
5
Domenica 3 gennaio 2016
ESTERI
ARABIA SAUDITA
Esecuzione di massa: giustiziate 47 persone
Tra coloro che sono stati messi a morte, c’è anche il capo religioso sciita Nimr al-Nimr, condannato per “sedizione”
di Cristina Di Giorgi
I
l ministero dell'Interno saudita, stando a quanto riferito da al Arabiya, ha annunciato di aver eseguito
mediante decapitazione
quarantasette sentenze di morte
emesse in capo ad altrettanti “terroristi” (45 di nazionalità saudita,
un egiziano e un ciadiano) che
erano stati condannati per “aver
progettato e compiuto attacchi
terroristici contro civili”. La maggior parte di loro sarebbe stata
coinvolta in una serie di attentati
attribuiti ad Al Qaeda tra il 2003
e il 2006. Secondo varie organizzazioni umanitarie operanti nel
Paese però, il governo avrebbe “utilizzato”
la lotta al terrorismo per eliminare gli oppositori interni. Secondo Amnesty international
l'Arabia Saudita è tra i Paesi con il più alto
numero di esecuzioni del mondo: soltanto
nel 2015 sono infatti state eseguite almeno
157 sentenze di morte.
Tra i giustiziati di queste ore c'è anche lo
sceicco-oppositore Nimr al-Nimr, leader
delle proteste sciite, arrestato nel 2012 e
condannato l'anno scorso per sedizione. Il
religioso si era infatti messo alla guida, nel
2011, delle manifestazioni per mezzo delle
quali la popolazione sciita della provincia
orientale del Qatif chiedeva alla monarchia
saudita a guida sunnita più diritti e meno discriminazioni. A proposito della sua morte,
l'Iran ha reagito avvertendo che l'esecuzione
di al-Nimr “costerà cara a Riad”. Il portavoce
del ministero degli esteri iraniano ha dichiarato
in particolare che “il governo saudita da una
parte sostiene i movimenti terroristi ed estremisti e dall'altro utilizza il linguaggio della
repressione e la pena di morte contro i suoi
oppositori interni”.
Una posizione questa, in particolare per
quanto attiene al modo della monarchia saudita di gestire coloro che vi si oppongono,
che risulta piuttosto fondata. Le condanne a
morte eseguite in queste ore, in tale contesto,
POLONIA
Si dimettono in massa
i direttori della Tv pubblica
mirano a “dimostrare che quelli
giustiziati, anche lo sceicco sciita
Nimr al Nimr, sono tutti terroristi.
Per questo il numero delle condanne è altissimo, 47 tutte in un
giorno, che – scrive in proposito
Alberto Negri sul Sole 24 ore comprendono esponenti della
comunità sciita e membri di Al
Qaeda e dell'Isis: per giustificare
con l'accusa di terrorismo una
repressione indiscriminata delle
minoranze e di coloro che si oppongono al conservatorismo radicale della casa regnate wahabita”.
Oltretutto nel braccio della morte
saudita c'è anche il nipote ventunenne del religioso sciita (che
è stato condannato alla pena capitale per
reati presumibilmente commessi quando era
ancora minorenne), per salvare il quale nei
mesi scorsi è partita una mobilitazione internazionale.
Dal canto suo il ministero della Giustizia saudita ha risposto alle critiche sottolineando
che le sentenze di condanna eseguite erano
state emesse “non al termine di procedimenti
speciali, ma di normali processi in cui sono
stati garantiti i diritti della difesa”. Lo stesso
funzionario ha poi aggiunto che alcuni dei
condannati sono stati decapitati e altri fucilati,
sulla base delle disposizioni dei diversi
giudici che hanno emesso le sentenze.
PROPAGANDA TERRORISTICA
Al Shabaab tenta
di fare adepti
con i discorsi
di Donald Trump
li estremisti islamici del gruppo somalo
si al Shabaab hanno diffuso un video di
propaganda finalizzato al reclutamento
di nuovi adepti. Nel filmato, che dura circa
un'ora – riporta il Site Intelligence Group –
sono presenti anche immagini del magnate
immobiliare e aspirante candidato alle primarie
repubblicane in vista delle prossime presidenziali statunitensi Donald Trump.
In particolare il probabile candidato alla Casa
Bianca, scelto come involontario testimonial
dell'odio anti islamico contro cui mettere in
atto azioni terroristiche, viene mostrato durante
il comizio di qualche settimana fa, in cui ha
chiesto la chiusura delle frontiere Usa a tutti i
musulmani. Le immagini di Trump sono state
inserite tra quelle del leader del gruppo Anwar
al-Aelaki, ucciso nel 2011 nello Yemen. “Al
Shabaab – ricorda Reuters – cerca di rovesciare
il governo somalo sostenuto dall'Occidente
per imporre una versione rigorosa della sharia
ed è legato ad al Qaeda”.
Stella Spada
G
Eurosky Tower .
Entrare in casa e uscire dal solito.
La decisione è stata presa per protestare contro
la legge sui media approvata dal governo Kaczynsky
direttori di alcuni dei principali
canali della televisione pubblica polacca “Tvp” hanno
rassegnato in queste ore le loro
dimissioni. La decisione – riportano la stampa – è stata
messa in atto in segno di protesta contro la legge sui media
approvata il 31 dicembre dal
Parlamento di Varsavia. Su questa stessa linea, in disaccordo
con la nuova normativa e “per
avvertire tutti gli ascoltatori
della minaccia per la libertà di
parola” il principale programma
della radio pubblica locale da
oggi trasmette ogni ora l'inno
europeo alternato con quello
nazionale.
La contestata riforma, che richiama quella introdotta in Ungheria dal premier Victor Orban,
prevede l'immediata sospensione di tutti i componenti delle
direzioni e dei consigli di amministrazione di media pubblici
I
polacchi e conferisce al ministero del Tesoro la facoltà di
scegliere i nuovi responsabili
senza ricorrere a procedure
concorsuali (fino ad ora organizzate e gestite dal Consiglio
nazionale della radio e televisione, l'organo costituzionale
competente in materia).
“Con la nuova legge – sottolinea
il responsabile del principale
programma della Polskie Radio
– il governo prenderà il controllo
dei media pubblici”. Ed anche
l'Associazione europea dei giornalisti ha espresso in proposito
il timore che la riforma “voglia
mettere i media polacchi sotto
il controllo dell'esecutivo”. Dal
canto suo il governo, per bocca
del viceministro della Cultura,
risponde che la normativa –
che entrerà in vigore non appena
verrà firmata dal presidente
Duda - “è conforme alle regole
CdG
europee”.
Il quotidiano è sempre straordinario.
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Domenica 3 gennaio 2016
StORIA
GRANDE GUERRA /75
Il Primo conflitto mondiale, Padova e i suoi Eroi
Sei Medaglie d’Oro: alla loro memoria il Comune dedica un opuscolo che ne ripercorre le gesta
di Emma Moriconi
a Grande Guerra, cento anni fa. Un
fenomeno immenso, che è impossibile contenere in una sola pubblicazione, in una sola mostra, in un
solo evento. Un conflitto immane,
che sconvolse il mondo intero, e che sconvolse
l'Italia. Raccontare tutto è impossibile, migliaia
sono le storie, migliaia le persone, migliaia i
luoghi coinvolti. È davvero un fenomeno troppo
grande per riuscire a farci i conti, sebbene
siano trascorsi cento anni. Un secolo. Ogni angolo del nostro Paese - per restare in ambito
nazionale, ma questo avviene in ogni parte
del mondo - conserva la memoria, ricorda i
propri caduti, celebra con iniziative di ogni
genere l'anniversario eroico e tragico di questo
evento della nostra storia. In questi mesi mi
capita di girare l'Italia per presentare il libro
che ho scritto con Edda Negri Mussolini dedicato a Donna Rachele, la moglie del Duce.
È inevitabile che ovunque trovi testimonianze
di questo legame che ha l'Italia con i suoi
caduti di cento anni fa. A dicembre ci siamo
trovate a Padova, ospiti dell'Associazione Ghost
Hunter Padova: alla presentazione, patrocinata
dal Comune, erano presenti anche alcune personalità amministrative della bella città, dove
torneremo presto e molto volentieri.
A portarci cento anni indietro nella memoria
è stata l'assessore alla Partecipazione e ai
Quartieri Marina Buffoni. Dopo aver portato il
suo saluto alla platea e a noi, ci ha invitate nel
suo ufficio. Abbiamo parlato di molte cose, tra
le tante mi colpisce un opuscolo che vedo
sulla sua scrivania. Marina me ne fa dono, e di
questo la ringrazio. L'opuscolo si chiama "Gloriose medaglie d'oro nella Prima Guerra Mondiale a Padova - I quartieri ricordano la Grande
Guerra". In copertina un soldato italiano
stringe il Tricolore. Realizzato dal Comune di
Padova, Assessorato Decentramento e Quartieri
e dall'Università degli Studi di Padova, Comitato
d'Ateneo per il Centenario della Grande Guerra, in collaborazione con l'Istituto Nazionale
Nastro Azzurro, Federazione di Padova, si
avvale della partecipazione di Giovanni Punzo,
storico della Prima Guerra Mondiale, di Ornella
Saglimbeni, Segretario del Quartiere 3 del
L
Comune di Padova e del Settore Cultura, Turismo, Musei e Biblioteche del Comune di Padova.
Alla commemorazione partecipano anche l'Associazione Nazionale del Fante, l'Associazione
Nazionale Marinai d'Italia, l'Associazione Nazionale Bersaglieri, l'Associazione Nazionale
Alpini, l'Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, l'Associazione Nazionale del Nastro
Verde. La pubblicazione che raccontiamo
oggi ai nostri lettori è dedicata a sei padovani,
Medaglia d'Oro al Valor Militare, "Cittadini scrive in Sindaco Massimo Bitonci - che vogliamo ricordare con gratitudine e riconoscenza, insieme a tutti gli altri valorosi soldati
che, ispirati dal senso del dovere e non certo
da sentimenti di odio, hanno sacrificato, o
anche solo messo a repentaglio, le loro speranza, i loro sogni, la loro giovane esistenza.
Verso di loro - dice ancora il Primo Cittadino l'Italia ha un debito inestinguibile che non potremo mai ripagare". Lo spirito della pubbli-
cazione è, dice l'assessore Marina Buffoni,
quello di "rafforzare il senso di appartenenza
nazionale, per riportare alla memoria le gesta
eroiche di questi nostri sei fratelli Medaglie
d'Oro [...] Sei eroi di guerra, sei quartieri di
Padova per divulgare la conoscenza del patrimonio culturale della Prima Guerra Mondiale,
ma soprattutto aumentare tra i giovani la consapevolezza del significato storico, umano e
sociale del loro sacrificio".
Sono il Fante Giulio Zanon, il Capitano di Fanteria Mario Merlin, il Sottotenente di Fanteria
Lucindo Faggin, il Maggiore di Artiglieria
Carlo Ederle, il Sottotenente di Fanteria Federico Guella, il Generale di Cavalleria Cav.
O.M.S. Giorgio Emo Capodilista. Li racconteremo ai nostri lettori a cominciare da oggi e
proseguendo nelle prossime puntate domenicali dedicate al centenario della Grande
Guerra.
Nell'introduzione all'opuscolo Pietro Pelizza
scrive che la Prima Guerra Mondiale rappresenta per l'Italia "la quarta guerra d'indipendenza e completa l'unità nazionale e geografica,
ponendo i confini di una nazione che ancora
faticava a trovare una propria identità" e ricorda
come "sulla cima del Monte Ortigara sorge
una colonna mozza con l'incisione 'Per non
dimenticare' consapevoli che non dobbiamo
celebrare la guerra ma ricordare i combattenti
che, per quasi quattro lunghi anni, hanno sofferto e saputo resistere compiendo il loro dovere sino all'estremo sacrificio".
Ricordiamo, con l'occasione, che la Città di
Padova propone anche una mostra, nelle sale
del Piano Nobile dello Stabilimento Pedrocchi,
contigue a quelle del Museo del Risorgimento
e dell'Età Contemporanea, un'esposizione di
giornali, riviste, cartoline, bolli chiudilettera
che raccontano il conflitto attraverso immagini
e illustrazioni. La mostra, inaugurata lo scorso
novembre, sarà aperta fino al prossimo 31
gennaio. "Mai, in precedenza - si legge sul
sito del Comune - un evento bellico era stato
accompagnato da una produzione figurativa
così massiccia ed eterogenea [...] La Prima
Guerra Mondiale - dice ancora - fu, pertanto,
un banco di prova per nuove strategie di comunicazione".
[email protected]
EROI IN TRINCEA
Il fante Giulio Zanon e il suo coraggioso altruismo
Il giovane soldato padovano è il primo a meritarsi la massima onorificenza al valor militare nel Conflitto mondiale
di Cristina Di Giorgi
veva appena ventitré anni
Giulio Zanon (era nato a Cadoneghe, in provincia di Padova, nel 1892) quando, il 30 giugno 1915, cadde nelle trincee della Grande Guerra. Membro di una
famiglia numerosa (aveva cinque
fratelli), fu chiamato alle armi nel
1913 e inquadrato come fante nel
13° Reggimento “Brigata Pinerolo”, di stanza a L'Aquila.
Alto appena 164 centimetri, il suo
mestiere da “civile” era il fornaio.
Quando, il 13 gennaio 1915, il Fucino fu scosso da un violento terremoto, la caserma in cui si trovava
il suo reparto fu quasi completamente distrutta. E Giulio, senza
perdersi d'animo, riuscì ad estrarre vivo dalle macerie il suo ufficiale. Per questo suo atto venne
decorato con la medaglia di bronzo al valore civile e gli fu concessa
una ricompensa della Fondazione
Carnegie.
A
Nel maggio 1915, venne mobilitato. E si trovò con la sua compagnia sulle trincee dell'altopiano
carsico, tra Monfalcone e Sagrado.
Il 23 giugno ebbe inizio la prima
battaglia dell'Isonzo e pochi giorni
dopo si tentò un'avanzata su tutto
il fronte, tra Monte San Michele e
Monte Sei Busi. Gli austriaci riuscirono però a frenare gli italiani.
Nel pieno del combattimenti, a
Selz, il fante Zanon, accortosi che
un compagno ferito era rimasto
esposto al fuoco nemico, accorse
in suo aiuto e riuscì a portarlo al
sicuro. Successivamente, durante
un assalto alla baionetta, visto un
altro compagno cadere prigioniero
di un gruppo di nemici, si slanciò
arditamente in suo soccorso, atterrando l'austriaco che lo teneva.
E poco dopo, scorgendo il suo
ufficiale in pericolo, tentò di proteggerlo con il suo corpo. E venne
falciato da una raffica di mitraglia.
Erano le 14.20 del 30 giugno 1915.
Il suo corpo venne sepolto sul
campo di battaglia ed in seguito
non fu più ritrovato: oggi infatti
il nome di Giulio Zanon figura
tra gli ignoti al sacrario di Redipuglia.
Al giovane eroe, di animo altruista
e coraggioso, il 13 novembre 1915
venne conferita la medaglia d'oro
al valore militare. La prima della
Grande Guerra. Questa la motivazione dell'onorificenza:“Con nobile
abnegazione, sotto micidialissimo
fuoco nemico, soccorreva e riusciva
a trarre in salvo un soldato gravemente ferito. Durante l'attacco alla
baionetta, in una lotta corpo a corpo, liberava un soldato già caduto
prigioniero, uccidendo un nemico
e fugandone altri. Visto in pericolo
il proprio ufficiale, si slanciava
avanti, facendogli scudo con il proprio petto e cadeva valorosamente,
crivellato di ferite”.
Il suo comune di nascita gli ha dedicato, per onorarlo, il locale Istituto
scolastico mentre quello di Padova
gli ha intitolato una via.
7
Domenica 3 gennaio 2016
ECONOMIA
GLI ANNUNCI TRIONFALISTICI DI RENZI SONO RICCHI DI PUNTI INTERROGATIVI. LO STUDIO DELLA CGIA DI MESTRE
“Sulla tregua fiscale incombe l’Iva”
Ma i conti non tornano: le entrate pubbliche dovrebbero aumentare di 56 miliardi nei prossimi tre anni
di Marco Compagnoni
È
corsa contro il tempo per
disinnescare la clausola
di salvaguardia inserita
con la legge di stabilità
2015, il governo, infatti,
deve recuperare - secondo la Cgia
di Mestre - circa un punto di Pil,
pari a 16 miliardi di euro, per evitare
l'aumento automatico dell'Iva nel
2017, che andrebbe ad incidere ulteriormente nel portafoglio degli
italiani e, indirettamente, sui consumi
già fortemente colpiti. Un rischio
ampiamente previsto da tantissimi
centri di studio e dalle associazioni
di categoria, rassicurati puntualmente dai membri dell'esecutivo
renziano.
Se da un lato, stando alle stime della
Cgia, la pressione fiscale dovrebbe
scendere leggermente, -0,6%, attestandosi al 43,1%, dall'altro alcuni
studi recenti sostengono che tale
obiettivo sarà difficilmente raggiungibile nei prossimi tre anni - è l'analisi
de lavoce.info, il sito fondato da Tito
Boeri, oggi al vertice dell'Inps - a
causa, ad esempio, della mancata
revisione della spesa pubblica, in
costante aumento.
Ad esempio, analizzando la nota
tecnica-illustrativa stilata dalla Ragioneria dello Stato, lavoce.info ha
riportato che le stime sulle entrate
pubbliche sono destinate a salire
di 10,56 miliardi nel 2016, poi di
altri 20,7 miliardi nel 2017 e, infine,
di ulteriori 25 miliardi nel 2018. L’erario incasserà nei prossimi tre anni
ben 56 miliardi di euro, con 9 miliardi
in più solo nel 2016.
Tornando al primo bollettino 2016
della Cgia di Mestre, al di là delle
stime positive previste, emerge che
"il carico fiscale - sottolinea il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia
Paolo Zabeo - rischia di tornare a
crescere nelle regioni in disavanzo
sanitario che, per sanare i conti, potrebbero essere tentate ad aumentare la tassazione locale. In attesa
della riduzione dell'Ires (imposta
sul reddito delle società, ndr) dal
2017 e nella speranza che il Governo
mantenga la promessa di ridurre
l'Irpef (imposta sul reddito delle
persone fisiche, ndr) dal 2018 i contribuenti italiani beneficiano, in particolar modo, dell'abolizione della
Tasi (tassa sui servizi indivisibili,
ndr) sulla prima casa e della cancellazione dell'Imu (imposta municipale unica, ndr) sugli imbullonati
e sui terreni agricoli".
La Cgia promuove il superammortamento al 140% previsto dal governo nella legge di stabilità, secondo il quale le imprese investiranno in beni strumentali forti della
riduzione di imposta di 580 milioni
di euro. Un provvedimento, però,
ricco di punti interrogativi.
"Come faranno a investire se i prestiti
bancari alle imprese sono scesi nell'ultimo anno di oltre 21 miliardi di
euro, sebbene la domanda di credito
sia aumentata di quasi 3 punti percentuali?", si chiede la Cgia. Ma il
problema della liquidità alle imprese
coinvolge anche un'altra questione
rimasta, purtroppo, ancora irrisolta.
"Nonostante gli sforzi e le risorse
economiche messe a disposizione
dagli ultimi 3 governi che si sono
succeduti - ha spiegato il segretario
della Cgia, Renato Mason - al netto
dell'importo ceduto in pro soluto,
secondo le stime della Banca d'Italia
sono 61 i miliardi di debito che la
nostra Pubblica amministrazione
deve alle imprese fornitrici. Una
cifra imponente che fatica a diminuire, poiché la nostra Pa continua
a liquidare le fatture con forte ritardo
rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013,
che ha imposto alle aziende pubbliche il saldo fattura entro 30-60
giorni".
Un 2016 con stime positive e lati
oscuri con i rincari all'orizzonte per
far quadrare i conti.
SIA FORZA ITALIA CHE PD CONTESTANO GLI AUMENTI, MA IL PREMIER RESTA IN SILENZIO
I ritocchi viaggiano su aerei e treni
on solo gli incrementi dei pedaggi autostradali, il 2016 apre le porte anche
ai rincari dei treni e aerei a causa dell'aumento dell'addizionale sui biglietti. L'ennesima stangata con cui devono fare i conti i
viaggiatori italiani e i turisti, giunta durante
il Giubileo della Misericordia.
Insomma un sovraccarico di circa 550 euro
N
per le famiglie italiane stimato dal Codacons,
che "denuncia l'aggravio di spesa per le tasche dei nuclei familiari".
"Per le autostrade si registrano aumenti medi
dello 0,86% ma - avvisa il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi
- per molte tratte i rincari sono solo sospesi
e potrebbero essere sbloccati a breve. A ciò
si aggiungono pesanti aumenti tariffari anche
per i treni: per l'alta velocità sono scattati l'1
gennaio 2016 rincari medi dei biglietti del
+2,7% che raggiungono quota +3,5% su alcune tratte molto utilizzate dai viaggiatori
come la Roma-Milano. Come se non bastasse,
è aumentata di 2,5 euro anche l'addizionale
comunale sui biglietti aerei, che porta l'odioso
balzello a 9 euro a passeggero, 10 se si parte
da Ciampino o Fiumicino. Accanto ad autostrade, aerei e treni il Codacons prevede
per il 2016 aumenti per tutto il comparto dei
trasporti (traghetti, mezzi pubblici, taxi, navi)".
Entrando nel dettaglio, i prezzi base dei biglietti dei treni delle Ferrovie dello Stato,
comprese le frecce, hanno subito un ritocco
all'insù del 2,7% che, sottolinea l'azienda, riguarda le tariffe più alte e non i prezzi economy e supereconomy. Sulla Roma-Milano,
ad esempio, i prezzi sono saliti di 3,5 punti
percentuali, mentre sulla Roma-Napoli l'importo è cresciuto di un euro, pari al 2,3%.
Secondo quanto riferisce Trenitalia all'Agi,
"si tratta solo di ritocchi" a fronte di un aumento medio del 2,7%. Ritocchi che riguardano solo i prezzi base (non economy e supereconomy) e soltanto i treni a mercato
(quelli non contribuiti né da Stato né da Regioni: Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca). Alla faccia del trasporto ecosostenibile, verrebbe da dire.
Ovviamente non sono mancate le razioni
dal mondo politico, in particolare dall'opposizione. Anche Giovanni Toti, nella doppia veste di presidente della Regione Liguria e consigliere politico di Silvio Berlusconi, non ha risparmiato una tirata di
orecchie al premier Matteo Renzi, nonché
segretario del Pd.
"Per Codacons le famiglie nel 2016 spenderanno circa 550 in più per trasporti e bollette.
Sarà colpa dei #gufi!", è il tweet del governatore ligure.
Aumenti non digeriti nemmeno in casa Pd,
tant'è che Dario Ginefra, deputato Pd, si è
sfogato così: "L'oramai abituale ''tassa di Natale'' sui trasporti che costerà alle famiglie
'oltre 1,4 miliardi di euro in più', è inaccettabile
e il Governo deve porvi rimedio". E ha assicurato: "Tutto ciò è inaccettabile e con un
atto di sindacato ispettivo, che depositerò
nelle prossime ore, chiederò spiegazione
ed iniziative al sempre attento Ministro Delrio".
M.C
SE IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO
Consumi, la speranza dei saldi
Nel 2015 hanno cessato l’attività quasi 10mila negozi, circa 27 al giorno
a speranza di un aumento dei consumi è rappresentata dai saldi, con
un inizio d'anno, però, all'insegna
del risparmio. Un avvio particolarmente
atteso dai consumatori a caccia di occasioni ma anche dai commercianti che
sperano di recuperare l'andamento al
ribasso delle vendite degli ultimi mesi,
legato anche alle temperature miti che
hanno creato minor interesse intorno
all'acquisto di capi invernali. Come sem-
L
pre, Basilicata e Campania sono state le
prime a dare il via ai saldi, a partire da
ieri. Come la Sicilia, che in questo 2016
ha scelto di anticipare l'avvio. Quasi
tutte le altre Regioni, invece, hanno
optato per rispettare la data di partenza
unica delle vendite di fine stagione fissata
al 5 gennaio, giorno prima dell'Epifania,
dall'accordo siglato in sede di Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome
il 24 marzo 2011.
"I saldi rappresentano un'occasione sia
per i consumatori che per i commercianti
- spiega Roberto Manzoni, presidente
di Fismo, l'associazione che riunisce i
commercianti del settore moda di Confesercenti - specialmente in un anno
come quello che si è appena concluso,
caratterizzato da un autunno dal clima
molto mite, fatto che ha inciso sulle
vendite stagionali".
I saldi possono portare una boccata d'os-
sigeno anche alle imprese del commercio
di abbigliamento, tessile e calzature. Un
settore che - secondo le proiezioni dell'Osservatorio Confesercenti - non è ancora
uscito dalla crisi: nel 2015 si stima che
abbiano cessato l'attività quasi 10mila
negozi, circa 27 al giorno, a fronte di
meno di 5mila nuove aperture. Le regioni
dove il numero di imprese si è ridotto di
più sono la Sicilia ed il Lazio (-674 attività),
seguite dalla Campania (-547).
8
Domenica 3 gennaio 2016
SICUREZZA
DA ROMA E DAL LAZIO
L'INCHIESTA BIS SULLA MANUTENZIONE STRADALE
Coltello e martello, panico a Termini Buche e tangenti,
Sono scattate le manette per un magrebino
all’interno della maggiore stazione della Capitale
È
altissima la tensione a Roma
dopo le minacce dell'Isis, tornate a galla qualche giorno
prima del Capodanno. Ma gli
squilibrati in casa nostra non
sono da meno, tanto che la polizia e
alcuni vigilantes sono stati costretti a ricorrere agli straordinari per fermare uno
squilibrato magrebino, armato di un coltello e di un martello.
Lo straniero ha seminato il panico all'interno di un autobus in arrivo alla stazione
Termini, poi, una volta sceso, si è diretto
all'interno dello scalo nella zona della
biglietteria ma ha trovato fortunatamente
per i viaggiatori sul suo cammino gli
agenti della polizia ferroviaria che, in
collaborazione con i colleghi della questura capitolina e di un paio di guardie
giurate, lo hanno disarmato, calmato e
poi arrestato. Il che testimonia quanto
sia piena di insidie la Capitale, sempre
più allo sbando.
Un'insicurezza, quella nei pressi della
stazione più grande, già nota alle cronache
romane che spesso ha trovato spazio sia
su quelle nazionali che internazionali,
su tutti il "pizzo" sui ticket e la prostituzione
di adulti e minorenni rom. Il 2015 è stato
uno degli anni più bui di Roma, finita
sotto la gogna mediatica per le tantissime
il malaffare dilaga
Storace: “Per fortuna si tratta solo
di dirigenti, i politici dormivano”
apice del malaffare all'interno
del Campidoglio
non è stato raggiunto
solo da Mafia capitale,
ma è rappresentato anche dalle tantissime
inchieste giudiziarie
spuntate sui singoli funzionari
comunali e municipali impiegati
negli appalti della pubblica amministrazione.
La corruzione ormai dilaga negli
uffici persino sulle gare delle
buche, come testimoniato dal
giro di bustarelle scoperto lo
scorso dicembre, in cui sono
finiti tre funzionari nell'ambito
dell'inchiesta bis.
Il Riesame, infatti, ha accolto
i solleciti della procura capitolina non revocando la misura
cautelare del carcere.
"Il sorteggio determinava quali
imprese potevano presentare
l'offerta", ha spiegato nell'ultimo
interrogatorio il funzionario del
IX Municipio, Piero Seguito,
reo, secondo l'accusa, di aver
incassato una mazzetta di
11mila euro.
L’
inefficienze, tra le quali spicca la mancanza di sicurezza dovuta ai limitati fondi
impiegati negli ultimi anni.
Lasciando scoperte di fatto le zone franche della Città eterna, dove accade qualsiasi oscenità, in cui la spunta "la legge
della strada": la violenza. Una violenza
non solo fisica ma anche criminale.
Il bilancio degli ultimi giorni parla di
ben sette persone arrestate dalla Polfer
a Termini. Le prime tre dagli agenti della
squadra di polizia giudiziaria sul treno
regionale partito da Roma Termini in direzione Civitavecchia il 30 dicembre
scorso.
I poliziotti a bordo hanno notato un magrebino che, con uno stratagemma, ha
distratto un turista e, nel contempo, due
L'APPUNTAMENTO A PIAZZA NAVONA
La solidarietà anima
la befana per i bisognosi
suoi concittadini le hanno rubato una
borsa. Per i tre l'accusa è di furto aggravato in concorso. Il 31 dicembre, poco
prima della mezzanotte, altri due magrebini hanno usato un tubetto di crema
per sporcare il vestito di un turista, che
non si è accorto del complice che stava
per rubarle lo zaino. Il tutto sotto gli
occhi di una pattuglia della polizia ferroviaria che ha fatto scattare le manette.
È nelle prime luci dell'alba del nuovo
anno, infine, l'arresto di un algerino per il
furto di un iPhone. La proprietaria, uscita
in fretta da un bar della stazione Termini,
ha urlato a gran voce indicandolo come
autore del furto e gli agenti lo hanno immediatamente bloccato ed arrestato.
Giuseppe Sarra
Secondo l'accusa, l'imprenditore Luigi Martella, considerato
il monopolista delle gare, era
agevolato perché veniva a sapere anticipatamente le notizie
decisive relative ai sorteggi.
Ma l’assenza di politici nell’indagine non può certamente
essere considerata una buona
notizia, come ha fatto notare il
segretario nazionale de La Destra, e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Francesco Storace.
“Tangenti sulle buche di Roma:
per fortuna si tratta solo di dirigenti, stavolta i politici dormivano”, ha commentato Storace, che ha sciolto le riserve
sulla sua candidatura a sindaco
di Roma. Come dire: alla città
servono politici non solo onesti,
ma anche e soprattutto svegli.
Eurosky Tower .
L’investimento più solido è puntare in alto.
E' possibile donare i giocattoli in buone condizioni
iazza Navona si riempie di
solidarietà. Tante attività
di animazione e di distribuzione, doni per i più piccoli
con GuidoAggiustagiocattoli
pronto a ricevere e riparare i
giocattoli usati e svelare i suoi
segreti.
Un mondo disinteressato di cure
ed affetto che unisce tutti i Municipi di Roma, le ASL, centinaia
di associazioni e parrocchie con
il filo della solidarietà e dell'aiuto
concreto, festeggerà il prossimo
arrivo della Befana in Piazza Navona il 5 gennaio dalle ore 10,00
alle ore 16,00.
"Un evento voluto dal I Municipio
e Salvamamme che si inserisce
perfettamente nelle iniziative che
si svolgeranno quest'anno sulla
Piazza, tutte ispirate alla solidarietà. Un momento, questo, da
condividere tra doni, dolci e giochi, reso possibile dal vero volontariato a costo zero, in uno
P
dei luoghi più belli di Roma", ha
spiegato il minisindaco del I
Municipio, Sabrina Alfonsi.
Grazia Passeri, presidente dell'associazione, ha sottolineato
che "Salvamamme, che da
vent'anni dona con semplicità
quanto più può a migliaia di famiglie in difficoltà aiutandole a
resistere, è felice di portare l'energia dei suoi bimbi in questa
piazza insieme alle loro speranze
sulla strada faticosa della costruzione di un possibile mondo
migliore".
Durante la giornata si potrà osservare all'opera l'amatissimo
GuidoAggiustagiocattoli, con la
sua amica Befana, che mostrerà
ai partecipanti il suo prezioso
lavoro e si potranno donare,
con amore, al Salvamamme giochi in buone condizioni, mentre
tutti i bimbi potranno scegliere
gratuitamente un bellissimo libro
tra i mille disponibili.
Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere
dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità
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9
Domenica 3 gennaio 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
CONTINUA IL PERIODO NERO PER IL TRAFFICO NELLA CAPITALE
Povera Roma, in ginocchio nel guano
La pioggia scaccia le polveri sottili ma “scioglie” gli escrementi degli uccelli: pericolosa patina sulle strade,
ecatombe di scooter a piazza Venezia. Polizia locale costretta a chiudere al transito il lungotevere per ore
apprima fu lo
smog. Poi è arrivata la pioggia, ma
a cadere sul lungotevere non sono
state soltanto le benvenute
gocce della perturbazione
che ha interrotto l’alta pressione, colpevole di aver portato i livelli di polveri sottili
oltre i livelli di guardia: una
tempesta di guano, formata
dagli escrementi degli uccelli,
si è infatti
abbattuta
ieri come
una piaga biblica su strade
e marciapiedi, rendendoli
sdrucciolevoli (oltre che maleodoranti, e pure disgustosi)
e costringendo così la polizia
locale a chiudere al transito
la zona interessata.
Dalle 9, così, è stato chiuso il
lungotevere nel tratto compreso tra Ponte Mazzini e
Ponte Palatino. Soltanto dopo
gli interventi dell’Ama, che
ha dovuto provvedere ad un
vero e proprio lavoro da stallieri, si è potuto far tornare il
traffico su un’arteria stradale comunque importante, nonostante (e
per fortuna) la circolazione stradale
in questi primi giorni dell’anno nuovo
non sia ancora quella abituale. Il
guano, d’altronde, ha provocato an-
D
che un lieve incidente in lungotevere
dei Vallati. Ma a cadere nella trappola
tesa dai bisognini degli stormi di
volatili, che ha trovato un’alleata davvero micidiale nella pioggerella caduta, sono stati soprattutto i mezzi a
due ruote. Secondo la polizia locale
le cadute non si contano: a piazza
Venezia, lontano quindi dal biondo
fiume, c’è stata ad esempio una vera
e propria ecatombe di scooter e
scooteristi.
Non è la prima volta che accade, e
non è stata peraltro una sorpresa.
L'Ama aveva già fatto sapere che,
sulla base delle previsioni meteo e
su disposizione del Commissario
Straordinario di Roma Capitale Fran-
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
cesco Paolo Tronca, aveva
"intensificato il programma di
interventi straordinari di pulizia del guano sul Lungotevere e sulle altre tratte stradali
alberate di intenso scorrimento, prevedendo operazioni mirate con il supporto
della Polizia Municipale. In
caso di precipitazioni, infatti,
il dilavamento delle foglie dovuto alla pioggia può far accumulare a terra una patina
oleosa creando problemi alla
viabilità. Per questo Ama ha
già chiesto preventivamente
il supporto dei vigili per effettuare pulizie approfondite
sull'intera carreggiata regolando il traffico, ove e se sarà
necessario, con chiusure temporanee". Cosa puntualmente
avvenuta, con i disagi del
caso e le amare, boccaccesche riflessioni da parte dei
romani. In una città che conobbe in passato i verdetti
degli aruspici, che predicevano il futuro osservando il
volo degli uccelli, inevitabilmente
c’è chi vi ha visto un segno dei
tempi: che piovano escrementi su
Roma già ad inizio 2016, però, non
è proprio un bel vaticinio…
Robert Vignola
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Domenica 3 gennaio 2016
DALL’ITALIA
L’ENNESIMA TRAGEDIA IN POCHI GIORNI
Muore all’ottavo mese: dramma in sala parto
Soccorsa per febbre e mal di pancia, è spirata dopo il ricovero insieme alla bambina che portava in grembo
Tragedie simili anche a Bassano, Torino e Sarego. A Foggia invece, dopo il decesso della mamma, salvata la bimba
D
opo Bassano del Grappa,
Foggia, Torino e Sarego,
è successo anche a Brescia. Una giovane mamma
di 30 anni, all’ottavo mese
di gravidanza, Giovanna Lazzari, e
la bambina che aveva in grembo,
sono morte pronto soccorso del reparto di Ostetricia e Ginecologia
degli Spedali civili della città lombarda.
La donna era arrivata in ospedale
mercoledì notte in condizioni gravi
con febbre alta ed evidenti sintomi
di gastroenterite. Per tutta la notte la
sua situazione era stata controllata
dai medici e dal ginecologo.
Il quadro sanitario era però peggiorato e giovedì mattina la bimba che
aveva in grembo era morta. A quel
punto la donna era stata sottoposta
a un parto cesareo per rimuovere il
feto: trasferita nel reparto di rianimazione, è deceduta però poco
dopo.
Secondo alcune fonti mediche citate
‘Il Giornale di Brescia’, potrebbe essersi trattata di una setticemia peggiorata dallo stato di gravidanza della
donna.
Sul caso la Procura di Brescia ha
aperto un’inchiesta disponendo l’autopsia sul corpo della giovane mamma e sul feto per capire i motivi del
decesso. Mentre si valutano eventuali
responsabilità mediche anche la direzione sanitaria dell’ospedale e di
Medicina legale ha aperto un’indagine interna. “La donna è stata gestita
nel miglior modo possibile - ha assicurato il direttore generale degli
Spedali civili Ezio Belleri - I medici
hanno fatto tutto quello che si poteva.
Nei prossimi giorni faremo una valutazione attenta di tutti i passaggi
effettuati, dall’arrivo in Pronto soccorso della paziente fino alle gravissime complicazioni che hanno portato al decesso”.
Giovanna Lazzari, che proprio l’altro
ieri avrebbe compiuto 30 anni, residente a Rezzano, era sposata e aveva
già due figli di un anno
e mezzo e quattro anni.
Alle telecamere di News
Mediaset, il marito Roberto ha rivelato di aver
ricevuto un sms in cui la
moglie si lamentava per
la “poca attenzione rivolta nei suoi confronti
in ospedale”. Elemento
che ora sarà sicuramente
passato al vaglio dei magistrati per capire le due
morti possano essere
imputate a un caso di
malasanità, o se invece
si sia trattata di una tragica fatalità.
Quella di Giovanna è
l’ennesima tragedia che
è avvenuta negli ultimi
giorni.
Tragedia a Bassano – Il
29 dicembre all’ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa (Vicenza) era deceduta Marta
Lazzarin, 35enne nota
blogger di viaggi alla
27esima settimana di
gravidanza. La procura
di Vicenza ha aperto un
Giovanna Lazzari, deceduta all’ottavo mese
fascicolo di inchiesta per
omicidio colposo, dopo
che la famiglia della vittima aveva
morta. Il decesso potrebbe quindi
presentato un esposto. L’autopsia
essere dovuto a un'embolia polmoverrà eseguita martedì 5 gennaio.
nare, complicanza dovuta probabilLa donna era giunta al pronto socmente alla morte del feto.
corso verso le 12 di martedì con la
Insieme al proprio compagno, Marta
febbre alta e dolori addominali. Gli
curava un blog di viaggi e turismo
accertamenti medici aveva permesso
molto seguito, che conta su Twitter
di appurare che c’era stata la perfooltre 56mila follower. “Scrivo questo
razione del sacco amniotico, e che il
post con le lacrime agli occhi –
feto era purtroppo già morto, proaveva scritto dopo la tragedia il combabilmente da un paio di giorni. I
pagno Chris – anche se lei mi vuole
medici hanno così deciso di trasferirla
forte, scrivo questo post solo per
immediatamente in sala parto, ma
dirvi che la mia metà e la metà di
durante il travaglio la situazione è
questo blog ieri è volata in cielo”.
peggiorata: la 35enne è entrata in
Nascita post mortem a Foggia –
coma e a nulla sono valsi i tentativi
Nella mattinata del 29 dicembre una
di rianimazione, durati diverse ore.
donna al nono mese di gravidanza
Verso le 19 di martedì la donna è
è deceduta in casa, ma i medici
di gravidanza (foto Facebook)
degli Ospedali riuniti di Foggia sono
riusciti a salvare la bambina che
portava in grembo. La 23enne è stata
trasportata all’ospedale, e i medici
sono intervenuti tempestivamente
per salvare la vita della neonata con
un parto cesareo post-mortem. I parametri vitali della bambina, del peso
di due chili e novecento grammi,
sono stabili. L’autopsia dovrà chiarire
ora i motivi che hanno portato al decesso della donna.
Dramma a Torino – Al “Sant'Anna”
di Torino una donna di 39 anni,
Angela Nesta, al nono mese di gravidanza è morta nella notte fra il 26
e il 27 dicembre in ospedale, insieme
alla propria bimba, durante la fase
FOGGIA E REGGIO
di preparazione al parto. Secondo
gli accertamenti, arriva al termine
dell’ispezione della task force istituita
dal ministero della Salute, il decesso
sarebbe avvenuto per “complicanza
rarissima e imprevedibile”. Secondo
l'ospedale, “non vi sono state criticità
cliniche e strutturali da parte di personale o struttura”.
Già nella giornata di martedì la professoressa Chiara Benedetto, che dirige il reparto di ostetricia e ginecologia del Sant'Anna di Torino, aveva
definito “imprevedibile, tragico e repentino” l’arresto cardiaco che
stroncò la 39enne. La piccola è purtroppo spirata assieme alla madre.
Decesso anche a Sarego – Dramma
nel giorno di Natale a Sarego (Vicenza). Tutto è cominciato il 23 dicembre quando Anna Massignan,
34 anni, medico di famiglia che esercitava a Lonigo, incinta all’ottavo
mese, è caduta sulle scale di casa
sua.
Portata subito all’ospedale di San
Bonifacio e ricoverata per accertamenti fino alla fine del giorno successivo, il 24 dicembre. Era stata poi
dimessa però si era sentita male il
giorno di Natale ed era tornata al
pronto soccorso: aveva dolori interni
e febbre, anche alta. Le sue condizioni
si sono progressivamente aggravate
e i medici avevano deciso di praticale
subito il cesareo, nella speranza di
salvare sia lei che il bambino. Purtroppo durante l’operazione si sono
verificate nuove complicazioni e la
Massignan non ha retto ad una devastante emorragia interna. Trasfusioni e terapie si sono rivelate inutili
e la donna è morta nel pomeriggio
del 25 dicembre. Il bambino invece
è nato vivo ma è deceduto il giorno
seguente, il 26 dicembre, intorno
alle 23.30 tra le braccia del padre
Andrea Zambotto. La Procura di Verona ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo, al momento senza indagati.
Barbara Fruch
CATANIA
Picchia il padre
Roghi in casa: due le vittime
per
100
euro:
arrestato
T
È
ragedia l’altra notte a San
Nicandro Garganico (Foggia). Un uomo di 75 anni,
Nazario D’Apote, è morto a
causa di un incendio nella sua
abitazione. Le fiamme si sarebbero del caminetto che l’uomo aveva lasciato acceso, le
cui scintille hanno colpito un
materasso. Secondo i vigili del
fuoco, D'Apote sarebbe morto
soffocato dal denso fumo.
Sul posto sono intervenuti gli
uomini del 115 di San Severo
e gli operatori del 118, che
non hanno potuto far altro che
constatare il decesso dell’anziano.
È stato un rogo ad uccidere
venerdì anche un uomo di 55
anni, Giuseppino Bellantone, a
Taurianova (Reggio Calabra).
Per spegnere le fiamme sono
intervenuti sul posto i vigili del
fuoco che hanno trovato il ca-
davere carbonizzato. L’uomo,
che utilizzava l’appartamento
per trascorrere il suo tempo libero suonando strumenti musicali, al momento del ritrovamento era riverso a terra, dopo
aver probabilmente perso i sensi
a causa del fumo. A dare l’allarme è stata la moglie non vedendolo rientrare a casa. Sono
in corso gli accertamenti per
stabilire le cause dell’incendio,
che potrebbe essersi sprigionato
B.F.
da un corto circuito.
stato picchiato dal figlio
perché si è rifiutato di
consegnargli cento euro.
È accaduto a Catania, dove il
settantenne è finito all’ospedale.
Il trentaseienne, disoccupato
e già gravato da numerosi precedenti per reati contro la famiglia, è stato invece arrestato
dai carabinieri di Acireale per
avere sottoposto i genitori ad
un vero e proprio tentativo di
estorsione chiedendo loro, sotto minaccia verbale, di consegnargli 100 euro.
Alla negazione del padre, un
uomo di 70 anni, lo ha colpito
con calci e pugni.
A lanciare l’allarme e chiedere
l’intervento dei militari è stato
un vicino di casa, preoccupato
per le grida provenienti dal-
l’appartamento.
Immediatamente sul posto è
giunta una pattuglia dei carabinieri che ha bloccato ed ammanettato l’uomo. La vittima,
medicata al pronto soccorso
dell'Ospedale di Acireale, ha
riportato “una ferita al soprac-
ciglio destro con traumi al torace ed alla mano destra”,
guaribili in una decina di giorni.
L’arrestato è stato rinchiuso nel
carcere di Catania Piazza Lanza
e dovrà rispondere di tentata
estorsione, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. B.F.
11
Domenica 3 gennaio 2016
DALL’ItALIA
DRAMMA A TORRE SANTA SUSANNA, NEL BRINDISINO
Accoltella l’ex e il rivale, poi si suicida
Pierluigi De Punzio avrebbe aggredito, per motivi di gelosia, la coppia: Federica Guzzo è ricoverata in
prognosi riservata. Meno grave il compagno. Dopo il folle gesto l’uomo si è allontanato e si è dato fuoco
rima avrebbe accoltellato
la sua ex e il compagno
poi si sarebbe ucciso
dandosi fuoco. l cadavere
semicarbonizzato di Pierluigi De Punzio, di 34 anni, è stato
trovato ieri mattina nelle campagne
di Torre Santa Susanna, nel Brindisino, in un terreno di proprietà della
sua famiglia.
Secondo quanto emerso dai primi
accertamenti dei Carabinieri, l’uomo
venerdì sera avrebbe accoltellato
nel corso di una lite avvenuta in
strada per gelosia, l’ex fidanzata
Federica Guzzo, 25 anni di Torre
Santa Susanna e il suo nuovo compagno, Daniele Scredi, di 28 anni,
di Mesagne.
I due feriti sono ricoverati all’ospedale. La donna è in gravi condizioni
dell’ospedale “Antonio Perrino” di
Brindisi: ha riportato lesioni alla
gola e al torace, ora si trova in prognosi riservata. Se la caverà invece
in 30 giorni il nuovo compagno
della ragazza: ha riportato diversi
tagli tra collo, viso e torace, e ora è
ricoverato nel reparto di Chirurgia
toracica dell’ospedale “Vito Fazzi”
di Lecce.
Il presunto accoltellatore, dopo aver
aggredito la coppietta, si sarebbe
tolto la vita. È stato rintracciato sol-
P
tanto intorno alle due dai carabinieri
della stazione locale, che lo stavano
cercando, in un terreno di proprietà
della sua famiglia, alla periferia del
paese Brindisino.
Nelle vicinanze del cadavere è stato
rinvenuto anche il furgone con cui
il 34enne si era allontanato dal luogo
della litigio, completamente bruciato
e con la portiera aperta.
Sul posto si è recato il pm Milto
Stefano De Nozza e il medico legale
Antonio Carusi per gli accertamenti.
Sulla dinamica indagano i carabinieri
della locale stazione unitamente ai
colleghi della compagnia di Francavilla Fontana e del Nucleo investigativo provinciale.
Secondo quanto trapelato l’uomo
non si dava pace dopo la fine della
relazione con la 25enne. Quando
lei ha iniziato una nuova relazione,
Di Punzio, imprenditore edile 34enne
di Torre Santa Susanna, ha perso la
testa.
Dopo appostamenti, persecuzioni,
telefonate a raffica ha messo in atto
AL CARCERE MINORILE BECCARIA (MILANO)
Finge un malore e evade:
caccia ad un ragazzino rom
È il secondo episodio in pochi giorni: un albanese era fuggito
il 20 dicembre. È stato rintracciato a Vigevano, presso un connazionale
a simulato un malore e, approfittando
della complicità di
altri detenuti che, fingendo
di prestargli soccorso, lo
avrebbero in realtà aiutato
a scavalcare il muro di
cinta di nove metri, è riuscito ad evadere.
È il piano messo in atto
da un 15enne, che venerdì
mattina nell’ora d’aria è
riuscito a fuggire dal carcere minorile Beccaria di Milano.
A darne notizia è il Sappe, Sindacato
autonomo di polizia penitenziaria,
che denuncia come questa sia stata
“un'evasione annunciata”, dovuta a
“carenza di personale”.
Quella di venerdì in effetti è la seconda evasione dal Beccaria nell'arco
di pochi giorni. Il ragazzo, H.N. le
sue iniziali, di etnia rom e detenuto
per furto e rapina, si trovava nella
stessa sezione della casa circondariale per minorenni del capoluogo
lombardo da cui, durante l’ora d’aria
tra le 9 e le 10 del 20 dicembre, un
giovane albanese di 17 anni (detenuto per rapina da due mesi) era
riuscito a scappare scalando i muri
alti 9 metri. Il giovane è stato poi ritrovato e catturato il primo gennaio
H
a Vigevano dai carabinieri della stazione locale a seguito di indagini. Il
giovane era presso un connazionale
ignaro dei fatti.
“Avevamo denunciato le troppe criticità del carcere minorile Beccaria
che avevano inciso, seppur indirettamente, sulla precedente evasione
– denuncia Donato Capece, segretario generale del Sappe - e il non
aver assunto alcun provvedimento
concreto ha favorito un nuovo grave
episodio di analogo tenore. Questo
anche perché l'amministrazione probabilmente non aveva ritenuto ‘abbastanza pericolose’ le falle nel muro
di cinta e nei cancelli che erano
stati segnalate da tempo dal sindacato. Dovremmo vedere scappare
altri detenuti prima che ci si decida
a fare qualcosa?”.
“Va ribadito con forza –
spiegano ancora dal sindacato – che le carceri,
per minori e per adulti,
sono più sicure assumendo gli agenti di polizia
penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i
sistemi di sicurezza interna, potenziando i livelli di
sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che
vorrebbe meno ore i detenuti in cella
senza però fare alcunché. Al superamento del concetto dello spazio
di perimetrazione della cella e alla
maggiore apertura per i detenuti
deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che
il personale di polizia penitenziaria
sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo
dinamico, che vuol dire porre in capo
a un solo poliziotto quello che oggi
fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i
progetti dell’amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile,
in questa direzione, si confermano
ogni giorno di più clamorosamente
fallimentari e sbagliati”.
il piano criminale. L'uomo si è armato
di un grosso coltello, ha sorpreso i
due fidanzati nella zona industriale
di Torre Santa Susanna intorno alle
23 del primo gennaio si è scagliato
con violenza contro la donna. Il
nuovo compagno sarebbe rimasto
ferito proprio nel tentava di difenderla. Dopo l’allarme sul posto sono
intervenuti i militari insieme ai sanitari del 118.
Come riporta il sito locale ‘Brindisi
report’ sul luogo c’era l’auto di Pierluigi De Punzio, schiantata contro
una colonna di cemento, con gli
airbag esplosi. Accanto alla vettura,
inoltre è stato rinvenuto un fucile
da caccia appartenente al padre
del 34enne.
Si ipotizza infatti che dopo un primo,
acceso diverbio tra la ex fidanzata,
il nuovo compagno e De Punzio,
quest'ultimo sia tornato a casa per
armarsi.
Non solo: durante la colluttazione
potrebbe essere rimasto ferito anche l’aggressore, motivo per cui
è necessario chiarire se abbia
raggiunto il garage di famiglia, in
cui era parcheggiato un furgone
usato dall’uomo per spostarsi, da
solo o se sia stato accompagnato
da qualcuno.
Barbara Fruch
IN BREVE
Mafia Bari, arrestato
latitante ricercato
Il 31 dicembre era sfuggito al
blitz denominato “operazione Attila”. Teodoro Frappampina, macellaio di 47 anni, presunto affiliato
al clan Di Cosola, è stato arrestato
a Cassano delle Murge (Bari) dai
carabinieri. L’uomo, era accusato
insieme ad altre quattro persone
di associazione di stampo mafioso
aggravata dall'uso delle armi. Frappampina è stato avvistato venerdì
a bordo di un’auto in compagnia
della moglie ed è stato bloccato
dai militari.
Nel corso del blitz erano finiti in
manette Luigi Guglielmi, di 33
anni, Giovanni Martinelli, di 48,
Carlo Giurano, di 31 e Alfredo Sibilla, di 29. Sarebbero stati pronti
alla guerra per conquistare la leadership del clan, approfittando
del vuoto di potere venutosi a
creare dopo gli arresti dell’operazione ‘Pilastro’ (avvenuta lo scorso
aprile), e alcuni ‘pentimenti’ eccellenti, tra cui quello dello stesso
boss, Antonio Di Cosola.
Sventato attentato,
arrestato a Foggia
Probabilmente si accingeva a compiere un agguato da inquadrare
nelle guerre di mafia che è stato
sventato grazie ad un controllo
degli agenti della polizia alla periferia di Foggia che hanno fermato
un Fiorino. A bordo del mezzo si
trovavano un Kalashnikov carico,
pronto all'uso, maschera di gomma, pistole. E probabilmente i tre
che viaggiavano all’interno erano
pronti a compiere un agguato.
All’alt intimato dagli agenti il fur-
goncino ha forzato il posto di
blocco inscenando un conflitto a
fuoco che fortunatamente non ha
causato feriti.
Immediatamente è stato inseguito
dai poliziotti che hanno sparato
alle gomme del mezzo bloccandolo. Durante la fuga, dal finestrino
lato passeggero gli occupanti del
mezzo hanno lanciato in strada
parte delle armi in loro possesso,
ovvero un fucile e, più avanti, due
pistole.
Uno dei tre, un pregiudicato, Nicola
Valletta, è stato arrestato, gli altri
due sono invece fuggiti.
Nuoro, fallito
assalto a portavalori
Hanno sbagliato corsia. Per questo
sarebbe fallito ieri mattina un assalto con tanto di sparatoria sulla
Ss 131 a tre chilometri da Nuoro.
Poco dopo le 8 due persone a
bordo di una jeep hanno bloccato
il traffico vicino alla galleria di
Pratosardo, in direzione Cagliari.
I malviventi hanno fermato un
automobilista e gli hanno incendiato l'auto, una Fiat Panda, per
sbarrare la strada.
I malviventi hanno anche cosparso
la sede stradale di chiodi ma l'assalto non è riuscito perché il furgone è transitato sulla carreggiata
opposta, verso Nuoro.
Vedendo transitare il blindato, i
banditi hanno provato invano a
intimorire il conducente sparando
alcuni colpi con armi d'assalto,
probabilmente kalashinov, poi
sono fuggiti. Sul luogo è intervenuta la polizia stradale. Ora è
caccia ai malviventi. La Polizia indaga.
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Domenica 3 gennaio 2016
CuLtuRA
LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI ILLUSTRAZIONE DAL 20 FEBBRAIO AL 26 GIUGNO
I Colori del Sacro, a Padova
Il tema è la tavola: non solo nutrimento fisico ma anche momento di relazione con gli altri
di Emma Moriconi
ottava edizione de
"I Colori del Sacro", la
rassegna internazionale di illustrazione organizzata dal Museo
Diocesano di Padova, tratta un argomento in linea con il trend dell'ultimo
periodo: il cibo. Non solo come nutrimento fisico ma anche come momento di relazione con gli altri: “Per
l’uomo è fondamentale – dice il direttore del Museo e coordinatore
scientifico della manifestazione Andrea Nante - tanto il cibo quanto
l’atto stesso del condividerlo: la nuova
edizione della rassegna vuole riflettere sulla tavola per affrontare quel
luogo e quella situazione che apre
alla relazione con gli altri, andando
oltre al semplice nutrimento fisico.
Mi siedo a tavola per soddisfare un
bisogno - dice ancora - e per l’opportunità di incontrare e confrontarmi
con l’altro. La famiglia si siede a
tavola e il gesto diventa occasione
di racconto e dialogo. Gli amici si ritrovano allo stesso tavolo per il piacere dell’incontro e la condivisione
L’
del tempo. La degustazione di nuovi
e vecchi sapori, la scoperta delle
tradizioni dei commensali, la sperimentazione delle novità arricchiscono
e predispongono alla conoscenza
reciproca. Anche in ambito lavorativo,
nella gestione degli affari, il momento
conviviale è prezioso per suggellare
contratti e chiarire situazioni, per festeggiare traguardi. Attorno alla tavola
si ritrova il mondo, ogni popolo con
le sue tradizioni, colori e narrazioni.
Ogni persona con le sue esperienze
e differenze”.
L'esposizione è in programma dal
20 febbraio al 26 giugno e proporrà
le opere di sessanta artisti internazionali, selezionati tra oltre trecento
che hanno avanzato la propria candidatura. Provengono da tutto il mon-
do e propongono il proprio punto
di vista sul tema di quest'anno in
molteplici modi, forme, colori.
Il catalogo della mostra raccoglierà
anche interventi dello chef tre stelle
Michelin Massimiliano Alajmo e del
critico gastronomico Edoardo Raspelli, ci sono poi proposte didattiche
per le scuole. I gruppi parrocchiali
potranno approfondire il proprio
percorso di fede anche attraverso
questi lavori artistici, ci saranno rappresentazioni, conferenze, laboratori,
aperitivi artistici, un ciclo di letture
animate curate dalla libreria Pel di
Carota, eventi in collaborazione con
la Caritas, Cooperativa Giotto e Progetto Giovani Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Padova. Inoltre i saranno i camp durante le vacanze di Pasqua e il periodo estivo. Se ne occuperà Rossodimarte, con progetti di intrattenimento ludico e artistico.
“I Colori del Sacro - ha detto ancora
il direttore Andrea Nante - sono un
appuntamento atteso per centinaia
di scuole che scelgono la nostra
mostra per la sua qualità e per il
suo valore educativo. Aspetti che
valgono anche per le molte famiglie
che partecipano ai nostri laboratori.
Tutti alla ricerca del bello, della
gioia, della condivisione di contenuti
e di stimoli. Il livello degli illustratori
presenti ci consente di garantire
una ottava edizione straordinaria,
in crescendo anche rispetto ai livelli
già altissimi da tutti riconosciuti alla
edizione precedente”.
CINEMA E VERITÀ
Jesse Owens e il falso storico del rifiuto del Fuhrer
La pellicola, intitolata “Race”, smentisce il fatto che Hitler non volle stringere la mano all'atleta di colore
di Cristina Di Giorgi
Race”, in uscita nelle sale americane il 19 febbraio, è un film che farà senz'altro discutere.
La pellicola, trentacinque anni dopo la sua
morte, è dedicata alla storia di Jesse Owens, considerato ancora oggi uno dei più grandi atleti del
mondo.
Owens, statunitense di colore, vinse ben quattro
“
medaglie d'oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936.
In quell'edizione dei Giochi l'eccezionale ragazzo
prodigio dell'Alabama (trasferitosi poi in Ohio),
allora ventitreenne, riuscì infatti nell'impresa di
salire sul più alto gradino del podio nelle gare dei
cento metri (3 agosto), salto in lungo (4 agosto),
200 metri (5 agosto) e staffetta 4x100 (9 agosto).
Un poker realizzato in una Germania, quella appunto
del 1936, in cui al potere c'era quello che viene
tutt'oggi considerato il simbolo di ogni male e la definizione principe del razzismo. Risulta quindi abbastanza comprensibile che la
storia di Owens sia stata
più o meno in buona fede
utilizzata per dimostrare tale
teoria. Si è a lungo infatti
ritenuto che il Fuhrer, presente in tribuna alle gare, si
sia rifiutato di stringere la
mano al pluri premiato atleta
di colore. Falso.
Sicuramente Hitler non è
esente da colpe. Ma quella
di aver evitato un campione
come Owens non la ha. Ed a rivelare questa verità è
la figlia dell'atleta, Marlene, che ha collaborato con
gli sceneggiatori di “Race”. Una verità che lo stesso
Owens, inascoltato, ebbe più volte modo di raccontare.
Nessuna discriminazione razziale dunque.
“Mio padre – ha dichiarato Marlene Owens – non
si è mai sentito snobbato da Hitler”. Chi lo ferì
profondamente, ha spiegato ancora Marlene, fu
Franklin Delano Roosvelt, il presidente americano
dell'epoca, che non lo ricevette alla casa Bianca.
Owens infatti si vide annullare un appuntamento
da Roosvelt, con la motivazione di impegni per le
elezioni presidenziali (e forse anche preoccupato
per l'impatto negativo che l'incontro avrebbe avuto
sull'elettorato degli Stati del Sud).
Tornando al Fuhrer, la vulgata antirazzista e politicamente corretta vuole che se ne sia andato dallo
stadio senza degnare di uno sguardo il trionfatore
di colore. E' una grossa bugia. Parola di Jesse
Owens: “dopo essere sceso dal podio, passai
davanti alla tribuna d’onore per tornare negli spogliatoi. Il Cancelliere mi fissò. Si alzò e mi salutò
con un cenno della mano. Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Giornalisti e scrittori – scrive
l'atleta nella sua biografia - dimostrarono cattivo
gusto tramandando un’ostilità che, di fatto, non
c’era mai stata”.
In “Race” dunque la verità viene ristabilita. “Era
importante – ha dichiarato Marlene Owens – che i
fatti non fossero riscritti per l'ennesima volta”. A
chi, qui in Italia, ha scritto in proposito che “spesso
un'affascinante menzogna è preferibile alla cruda
realtà”, ci sentiamo di rispondere che sbaglia.
Perché la verità, anche quando non piace, è sempre
meglio di qualunque bugia.
USCITO IN LIBRERIA
La notte della Roma criminale
Il nuovo romanzo di Bonini e De Cataldo sulla criminalità della Capitale
L
a “Notte di Roma” comincia
dove finisce “Suburra”.
Quello pubblicato da Einaudi nel novembre 2015 è dunque il diretto proseguimento delle
storie – che, anche in questo caso,
attingono a piene mani dalla cronaca – nel loro primo romanzo a
quattro mani.
Ambientato in una Capitale dilaniata dalle guerre tra criminali e
squali di palazzo, “dove i confini
tra il lecito e lo scandaloso si
confondono pericolosamente, un
nuovo Sindaco e un nuovo Papa
lasciano immaginare – si legge
nella scheda di presentazione del
volume – che l'anno giubilare della Misericordia annunci su entrambe le sponde del tevere un
atteso riscatto. Ma nella 'notte di
Roma' il buio nel quale è difficile
intravedere il bagliore di un'esile
speranza, i sentieri sono tortuosi,
le lingue biforcute e nulla è come
appare”. una notte senza fine?
Forse no. O almeno questa è la
risposta dei due autori, secondo
i quali “di notti come questa,
Roma ne ha conosciute tante nella
sua lunga storia. E ne è sempre
venuta fuori”.
CdG
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verso il 30 gennaio - Il Giornale D`Italia