RCHEO
FOLIGNO
Spedizione in A.P. art.1. com.2/C D.L. 3 n°353/2003 - DCB/Umbria
NOTIZIARIO BIMESTRALE DI CULTURA SUL TERRITORIO A CURA DELL’ARCHEOCLUB D’ITALIA - SEDE DI FOLIGNO -
Gennaio - Febbraio
2006 n°1
FOLIGNO
Sopra e In copertina
Ricostruzione grafica del ponte di Cesare - Foligno.
Disegno di Vladimiro Cruciani.
Alcune arcate si trovano sotto l’attuale livello stradale in cantine di proprietà privata tra Via XX Settembre e Via
Scarpellini. La datazione è discussa (si tratta di un ponte romano o di un ponte medievale?
A quale secolo si può far risalire una costruzione tanto imponente?)
ARCHEO FOLIGNO
Notiziario bimestrale di Cultura
dell’ArcheoClub d’Italia
sede di Foligno
Autorizzazione
Tribunale di Perugia
n. 10/2003 del 07-02-2003
Direttore responsabile
Marco Morosini
Coordinamento di redazione
Carla Glingler
Grafica: EDICIT
di Giampiero Badiali
Stampa: Cronostampa
Di Busciantella Ricci Francesco
Via Monte Alago, 14
06034 Foligno (PG)
Hanno prestato la loro opera per la
stesura del N° 1 del bimestre
Gennaio - Febbraio 2006:
Gaetano Amato, Erica Baciocchi,
Federica Bordoni,
Vladimiro Cruciani,
Franco Dottorini, Carla Glingler,
Maria Teresa Grimandi,
Elena Laureti, Arnaldo Picuti.
UN PONTE
per traghettare
Così il ponte di Cesare è servito nella vita remota di Foligno per traghettare da una sponda all’altra del Topino uomini e animali, mercanzie ed eserciti. A noi, oggi, la sua ricostruzione grafica appare emblematica, adatta ad inaugurare la nuova copertina e ad indicare in maniera simbolica che l’interesse e l’impostazione del programma
dell’Archeoclub di Foligno si sono spostati dal mondo antico che ferveva nella valle e nelle montagne circostanti all’universo medioevo cittadino.
Con il N° 1 del 2006 la facciata del giornale assume la funzione di spazio destinato a mutare aspetto di bimestre in bimestre proponendo
all’attenzione del lettore, già di primo acchito, un’immagine e un argomento di riflessione.
Non più, dunque, il “rilievo del circo” presentato in maniera ripetitiva
ad attestare, come per il triennio trascorso, le radici romane della città
e l’orgoglio dell’appartenenza, quasi segno di riconoscimento e d’identità, ma forme architettoniche che, rispondendo ad una scelta coerente
con l’impostazione del giornale e con la tematica del ciclo culturale,
incuriosiscano, informino, si prestino all’osservazione. La prima pagina non è più copertina, ma testo illustrato. Pagina tra altre pagine.
Il ponte di Cesare dà inizio a questa nuova serie e ci trasporta idealmente dal passato al prossimo futuro. Ai tanti generosi collaboratori, ai
soci e a chiunque prenda in mano il notiziario vadano gli auguri migliori della Redazione per un 2006 di serene speranze e di più prospere
realtà!
Carla Glingler
LA VOCE
DEL
PRESIDENTE
TRASPARENZA
NELLA
GESTIONE PUBBLICA
Principio fondamentale dell’agire della pubblica amministrazione, che
garantisce il rispetto della legalità e dell’imparzialità dell’ordinamento statale, è
quello della trasparenza inteso come conoscibilità ed intelligibilità dell’attività pubblica essendo, in quanto pubblica, volta al perseguimento e soddisfacimento di interessi superindividuali e quindi collettivi.
Detto principio è collegato ad un generale diritto all’informazione, considerato come esigenza di maggiore tutela del cittadino e al diritto di accesso ai documenti amministrativi.
Dunque, un principio di democrazia che purtroppo troppe volte viene sacrificato per questioni che ai più appaiono incomprensibili se il fine ultimo della pubblica amministrazione è la tutela dell’interesse pubblico e non la gestione affaristica di interessi individuali o lobbistici.
Nella nostra piccola realtà folignate, abbiamo potuto toccare con mano cosa
significhi pubblicizzare certe scelte a decisione avvenuta; faccio riferimento alla
recente vicende dei Ponti di Foligno e di Budino, dell’ex deposito militare di
Uppello, alla nuova SS77, alla chiusura del passaggio a livello di Porta Ancona,
all’ex zuccherificio, ecc...
Tutto ciò porta ad un naturale scollamento tra la collettività e gli eletti, con
l’altrettanto naturale costituzione di comitati di cittadini che si costituiscono proprio
perché alcune decisioni pubbliche sono state assunte da pochi senza pubblicità e
trasparenza.
Quindi, il male vero non è nel ‘comitivismo’, come recentemente è stato
sostenuto da un amministratore locale, ma nella ‘segretezza’ ovvero nella non conoscibilità all’esterno dell’agire pubblico.
I cittadini hanno il diritto di conoscere e di partecipare attivamente su temi
di rilevante interesse pubblico, sociale e ambientale ed essere liberi di costituirsi in
comitati ovvero di partecipare ad associazioni senza limite alcuno, laddove la pubblica amministrazione si sottragga, in aperto contrasto con la normativa in vigore,
al dovere ed obbligo di rendere conoscibile la propria attività.
E’ ovvio che la pubblica amministrazione nel rendere nota la sua azione si
esponga al giudizio dei cittadini amministrati dalla stessa e quindi sia costretta a
motivare il proprio operato.
Forse, dobbiamo allora pensare che la non trasparenza dell’agire pubblico
abbia la proprio ragione nell’evitare che l’amministrazione dia contezza ai cittadini, con confronti pubblici, del proprio operato e quindi motivare e giustificare l’interesse sociale della scelta optata.
Se così è, allora ben vengano i comitati e le associazioni che evidentemente
costituiscono l’ultimo baluardo della democrazia, veri e propri strumenti di controllo della pubblica amministrazione e degli organi politici.
ARCHEOCLUB
D’ITALIA
SEDE DI FOLIGNO
Gianfranco Angeli
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GIOVANNI DOMINICI
e le sue ricerche sull’ubicazione
di Foligno romana
Nel nostro ultimo numero di novembre – dicembre 2005 l’articolo di pg. 2 “A proposito di ponti” ha sollevato opportunamente l’annoso e mai risolto problema del ponte sito nell’odierna Via XX Settembre che si ritiene da taluni di epoca romana.
La questione fu studiata ed analizzata in modo particolare nel 1935 da Giovanni Dominici, poligrafo e studioso di cose locali, vissuto per lunghi anni a Foligno dove ricoprì anche l’incarico di segretario comunale ma del quale in città sembra essersi perduta la memoria. Al fine di far conoscere la sua figura, Arnaldo Picuti ci manda un articolo di Gino Sigismondi pubblicato nel numero unico “Estate Nocerina” curato dallo stesso Picuti nel giugno 1958.
Gino Sigismondi (Esch Alzette 19 maggio 1910 – Nocera Umbra 10 gennaio1984) sacerdote, priore della cattedrale di Nocera,
socio corrispondente della Deputazione di Storia per l’Umbria, autore di numerose pubblicazioni, va ricordato soprattutto
per il volume “Nuceria in Umbria” notevole contributo per la storia della nostra zona all’età feudale (Ediclio Foligno 1979).
Il 10 luglio 1951, sereno in Dio, chiudeva
in Nocera la sua laboriosa giornata terrena
Giovanni Dominici. Qui era nato il 25
ottobre 1881 e qui, tra i suoi monti ed il
suo cielo, era ritornato dal lungo peregrinare per l’Italia a cercare un po’ di refrigerio alle membra già da anni minate dall’arteriosclerosi, che si pacò solo nella
maestà della morte.
A distanza di 7 anni da quell’afoso mattino di luglio la tipica fisionomia di
Giovanni Dominici non si è dileguata nel
ricordo, ma staglia più che mai illuminata
dal tempo, che sfronda inesorabile le vanità dei piccoli uomini e dà consistenza alle
figure più ricche di vitalità interiore.
Rimane di lui la esemplare rettitudine
nella lunga attività amministrativa: sindaco prima e poi segretario comunale a
Nocera fino al 1914, segretario comunale
a Foligno fino al 1930 tranne il periodo
della guerra 1915-1918, cui partecipò
volontario quale maggiore di fanteria,
segretario capo a Verona dal 1930 al 1947,
in cui fu segretario a Perugia, e di nuovo
sindaco a Nocera dopo le amministrative
del 1946.
Tra unanimi consensi donò alla carriera
di funzionario la sua competenza anche
con pubblicazioni, tra le quali è notevole “Le Aziende Municipalizzate”, edita
dall’Arena di Verona nel 1939.
A rompere e a vivificare la monotonia
arida degli uffici comunali lo seguì sempre un fervido amore agli studi classici.
Laureato in lettere presso l’Università di
Roma nel 1903 con una tesi su Catullo,
all’originalissimo poeta di Sirmione
tornò spesso negli anni della maturità,
ma disgraziatamente il meglio dei suoi
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acuti studi, un manoscritto di oltre 500
pagine contenente tutti i Carmi di Catullo
riveduti nel testo, ordinati e commentati,
andò distrutto nell’incendio di Palazzo
Barbieri a Verona durante l’incursione
aerea del 23 febbraio 1945. Dalla poesia è
breve il passo alla storia, specialmente se
trasfigurata nella passione per le fonti e
per la loro interpretazione scientifica, sorretta da una preparazione non comune.
Con tenacia e con acume si gettò il
Dominici nell’intricato groviglio di questioni storiche con preferenza per quelle
topografiche. Frutto di sue personali indagini, dette alle stampe nel 1935 con il titolo “Fulginia” un bello studio sull’ubicazione di Foligno romana, e nel 1940 un
altro sopra un episodio della seconda
guerra punica in Umbria con il titolo: “Un
fatto d’armi al Lago Plestino”.
Ma specialmente a Nocera rivolse i suoi
occhi di studioso, interrogando le sue pietre, le tracce delle sue antiche strade
romane e, improvvisato archeologo, scavando perfino nel sottosuolo. Pubblicò nel
1931 l’opuscolo: “La Città di Nocera
nell’Umbria e la sua ubicazione antichissima”, riprese un decennio più tardi il
tema preferito allargandolo e pubblicando
il migliore suo lavoro storico nel 1946:
“La Via Flaminia per Ancona e la Nuceria
degli Umbri e dei Romani”. Anche se
qualche sua deduzione è, naturalmente,
discutibile, si deve rendere ampio omaggio alla bontà delle sue vedute storiche, e
si deve solo a lui la geniale intuizione nel
rilevare tra le gole dell’Appennino il raccordo della Flaminia che da Nuceria,
attraverso la scomparsa Dubios e
Prolaquum, portava ad Ancona.
Nelle sue escursioni tra le macchie del
monte Burella ed i burroni di Casaluna –
quanto amava la selvaggia solitudine del
nostro Appennino, lui esperto cacciatore –
gli si era fatta certezza l’ipotesi che di là e
non altrove passasse la Prolaquense dei
Romani. La prova decisiva è venuta nell’aprile del 1953, quando le acque invernali hanno rimesso in luce proprio nel
fosso di Casaluna un cippo miliare con il
nome dell’Imperatore Vespasiano e con
l’indicazione di 115 miglia da Roma. La
massiccia mole di questa antica colonna
stradale è, oggi, quasi simbolo di concreta
testimonianza alla sagacia di Giovanni
Dominici, storico per amore della sua
terra umbra.
Gino Sigismondi
VOGLIAMO SCOPRIRE
UN ANTICO POETA E IL
SUO DESUETO POEMA?
Il colto domenicano, vescovo di Foligno,
autore del Quadriregio al centro
di una serie di eventi.
Opera meritoria al Liceo Classico di Foligno “Federico Frezzi”
che, nell’ambito del cinquantenario della sua statalizzazione
(2002), ha concordato con la sottoscritta una ricerca su Frezzi.
Dapprima spinta da “spirito di dovere”, mi sono poi appassionata alla lettura del Quadriregio, ritrovando in esso un vero e proprio romanzo gotico in versi, animato da personaggi storici e stupefacenti allegorie, denso di colpi di scena in un contesto
ambientale ora amorosamente ameno, ora abissalmente orroroso,
ora solo sublime. Da tale ricerca, più eventi: un corso di formazione per docenti (Liceo Classico di Foligno, Officina della
memoria, con il patrocinio del Comune di Foligno, in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia – Sede di Foligno) iniziato il 7
dicembre 2005 con introduzione sulla Foligno TreQuattrocentesca del prof. F. Bettoni, noto studioso di storia economica. La prima lezione del 14 dicembre 2005 ha trattato il
tema amoroso.
Il calendario degli incontri previsti per il 2006: 10 gennaio, il
tema allegorico (sottoscritta), 17 gennaio, il tema storico-politico (sottoscritta), 2 febbraio, il tema iconografico (prof.ssa
Galassi - Università di Perugia), 9 febbraio, le storie della fondazione di Roma e il ciclo di Uomini famosi (prof.ssa Caciorgna
e prof. Guerrini – Università di Siena) 16 febbraio, l’allegoria del
governo illuminato (prof. Mancini – Università di Perugia).
La pubblicazione della mia ri-lettura critica del Quadriregio
insieme - propositivo augurio - al poema integrale, corredato da
un’aggiornata e nuova biografia sul suo autore, sarà curata
dall’Orfini Numeister nel prossimo futuro. Per il 2006-2007: un
ciclo di conferenze da svolgersi all’interno di Palazzo Trinci
con esperti che approfondiranno, prendendo spunto da tematiche frezziane, il rapporto cultura-società del Tre-Quattrocento.
In conclusione: un antico e barbogio poeta? No, una voce pulsante che travalica i secoli del silenzio per riportarci alla magnificenza (splendori e miserie) dell’Italia e della Foligno di allora.
Un desueto poema? No, un banco di prova della perizia del faber
poiesis Federico che passa con disinvoltura dagli argomenti amorosi ai dottrinali, da quelli politici ai drammatici, ai comici, agli
elegiaci con un compiuto apparato retorico, stilistico, lessicale:
meraviglia e rispetto per questo misconosciuto poeta folignate,
frate domenicano, prestigioso dottore in teologia, vescovo sensibile ai problemi locali e internazionali, con suggerimenti di sorprendente attualità, eminente membro del Concilio di Costanza,
un grande intellettuale italiano.
Elena Laureti
Cristina Galassi e
IL PALAZZO TRINCI DI FOLIGNO
Ci sembra giusto segnalare all’attenzione dei lettori “Il Palazzo Trinci di Foligno” di Cristina
Galassi Ed. Quattroemme, finito di stampare a settembre, presentato al pubblico il 26 novembre u. s. ed ora in libreria.
Ci sembra opportuno proporlo in questa pagina perché la casa e la famiglia dei Trinci ben si
legano con la figura di Federico Frezzi, personaggio di spicco della Foligno signorile, che
torna alla ribalta come oggetto di analisi e di approfondimento per iniziativa del Liceo
Classico locale.
Federico Frezzi, definito dalla Laureti “uomo, vissuto in un’età di transizione che, con sofferenza, cerca di individuare la strada, interiore ed esteriore, che possa condurlo ad un’effettiva
elevazione morale e sapienziale…”, fu anche uomo di corte che sicuramente ha influenzato
con la sua cultura umanistica e dottrinale Ugolino Trinci “signore soave” committente dei cicli
pittorici che sono l’oggetto principale dello studio della Galassi.
continua a pg. 11
5
Pyrgos, un antico polo industriale
recentemente scoperto a Cipro
Una eccezionale mostra a Roma e a Trevi con i risultati degli scavi
l sito preistorico di Pyrgos Mavroraki, situato lungo la costa meridionale di Cipro a 15 km da Limassol, unico
per integrità di giacitura e antichità dei luoghi, è stato scoperto da sondaggi che nel 1996 e 1997 confermarono l’esistenza di resti di industria metallurgica; lo scavo regolamentare fu iniziato nel 1998. Qui aveva sede un
vero e proprio ‘polo industriale’ ante litteram (inizio II millennio a.C.). Il complesso industriale, distrutto da un
terremoto nel 1900-1850 a.C. circa, ha già restituito rarissime testimonianze sulla lavorazione e produzione di olio
d’oliva, vino, profumi, tinture per tessili, rame e ceramiche, offrendo l’occasione di effettuare preziose analisi sui
materiali organici contenuti nelle ceramiche e nei livelli stratigrafici.
Le strutture e i reperti miracolosamente ignorati per 4000 anni hanno rivelato due vasti cortili e due officine per
la lavorazione del rame e la produzione di oggetti di bronzo, distribuiti intorno al più antico frantoio industriale
presente nel bacino del Mediterraneo. Tra le più recenti scoperte del team di ricerca di Pyrgos c’è quella
del vino più antico del Mediterraneo, fatta su reperti del IV millennio a.C. provenienti da Erimi e da Pyrgos
e un frantoio calcolitico intagliato direttamente nella roccia carsica: l’eccezionale ritrovamento riguarda il
sistema del “canalis et solea”, descritto da Plinio il Vecchio e da lui stesso ritenuto il più antico. Il settore dedicato all’industria tessile ha rivelato la seta più antica del Mediterraneo. Siamo dunque di fronte a un rarissimo polo industriale organizzato intorno alla produzione di grandi quantità d’olio d’oliva, per i più svariati
usi domestici e industriali. Nell’isola di Venere, una parte dell’olio prodotto passava nella fabbrica di profumi: macine di andesite, quattro grandi bacili per la preparazione delle essenze, brocche che al
momento del terremoto contenevano l’olio d’oliva e le essenze in infusione, eleganti portaprofumi
che attendevano di essere riempiti (utilizzando imbuti di terracotta e piccoli attingitoi per dosare le
essenze) e altri vasi di pregiata fattura che già contenevano il profumo di base, alcuni grandi vasi
forniti di un lungo becco laterale, la cui forma ricalca e precorre perfettamente quella della testa
degli alambicchi, preziosi askoi e decine di vasi, bacili, tazze, porta profumi e altri grandi contenitori anforoidi andranno a costituire la sezione espositiva. Ma la notizia di maggiore importanza
(notizia che sta già facendo il giro del mondo) è quella della straordinaria scoperta scientifica che
rifonda completamente le conoscenze finora accertate nell’ambito della metallurgia in area mediterranea. D’ora in poi sarà necessario tenere conto del riscontro avuto dagli esperimenti di laboratorio, dalle
analisi chimico-fisiche, dalle scoperte presso il sito archeologico di Pyrgos e dalle intuizioni di Maria Rosaria
Belgiorno. L’olio era usato come carburante nel processo di fusione dei metalli; era il carburante che alimentava
le industrie del tempo: come oggi il petrolio.
Atena è la dea dell’olio. Efesto è il dio del fuoco. Dalla loro mitica unione nasce Erittonio.
Erittonio è il dio che inventò la metallurgia.
I
Federica Bordoni
NICOSIA
FAMAGUSTA
LARNACA
PYRGOS
LIMASSOL
A
tena ha creato l'olivo: lo ha donato carico del prezioso frutto - agli
uomini. Atena, nella mitologia classica, è la divinità deputata alla creatività del
pensiero e della tecnica. Ad Atena dobbiamo
l'olio. Atena ha trasmesso all'uomo la conoscenza tecnologica.
Afrodite è la più bella tra le dee, la dea della
bellezza. Afrodite è la dea di Cipro. Cipro e
rame sono sinonimi nella lingua greca antica:
Venere è anche la divinità associata al rame.
Olio, tecnologia, bellezza sono la declinazione degli
attributi delle due dee.
“Cyprus Perfumery. Atena e Afrodite ovvero l'invenzione dell'olio e della bellezza. Profumeria e altri usi
dell'olio in area mediterranea nel 2000 a.C.” è la
mostra che espone i reperti archeologici rinvenuti a
Pyrgos (Cipro): circa 50 oggetti ceramici di straordinaria fattura che escono da Cipro per la prima volta in
questa occasione. L'evento apre a Roma, al Museo
Barracco di Scultura Antica, dal venerdì 9 giugno 2006
alla domenica 2 luglio 2006; l'esposizione si trasferirà
quindi a Trevi al Museo della Civiltà dell'Ulivo, da
sabato 8 luglio a domenica 12 novembre 2006
(inaugurazione sabato 8 luglio 2006, ore 17,00.
Info: +39 0742. 332222 www. ciproatrevi.it
info@ ciproatrevi.it).
La mostra è un progetto cofinanziato dal Comune di
Trevi e dall'Ente Nazionale del Turismo di Cipro e
coordinato da Federica Bordoni; il curatore scientifico
è Maria Rosaria Belgiorno, Primo Ricercatore
dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni
Culturali (ITABC) del C.N.R, Direttore della Missione
Archeologica Italiana a Cipro.
Le guide di Foligno e dintorni
tra Ottocento e Novecento
L
e due guide storico-artistiche, argomento della tesi, pubblicate tra ‘800 e ‘900, hanno dato modo di ricostruire la
fisionomia geografica e storica della città di Foligno e dei
dintorni attraverso l’immaginario dei viaggiatori, numerosi
lungo la via Flaminia, e degli intellettuali locali, interessati a
valorizzare la propria terra.
L’autore della guida ottocentesca -Giuseppe Bragazzi- prende in
considerazione per la prima volta tutto il territorio della Valle
Umbra in un testo turistico dal titolo singolare e particolarmente poetico: La Rosa dell’Umbria ossia guida storico-artistica di
Foligno, Assisi, Trevi, Montefalco, Bevagna, Bastia e Cannara
(1864). Il lavoro, di impostazione campanilistica, è ricco di
aneddoti di vario genere, di lunghe dissertazioni intellettuali, di
descrizioni paesaggistiche, di minuziosi commenti alle opere
d’arte. Una guida adatta ad un pellegrino amante d’arte, alla
ricerca della meditazione davanti agli affreschi delle edicole
devozionali e ai quadri con scene di martirio.
Solo cinquanta anni separano i due testi, eppure si avverte il peso
della storia, dei cambiamenti politici, socio-economici e culturali caratteristici di ogni periodo di transizione.
Da una guida meticolosa di ben 360 pagine con itinerari a piedi,
in luoghi remoti, si passa ad un testo sintetico -La guida illustrata di Foligno e dintorni (1909) di Michele Faloci Pulignanidi piccolo formato, ricco di informazioni utili, di immagini fotografiche e di disegni, in un ritmo incalzante che ben si adatta al
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viaggiatore nuovo. Avido di conoscere e pronto ad ammirare
velocemente le bellezze naturali, le città, le opere d’arte, il viaggiatore “moderno” utilizza il mezzo ferroviario che offre stereotipi di visite non più poetiche, ma frettolose, con inquadrature
prestabilite. La guida è stata data alle stampe in un periodo di
rinnovamento della città e di ricerca di una identità storica del
centro urbano, come a livello nazionale stava promuovendo il
Touring Club Italiano con l’intento di presentare una Italia unita,
con una propria identità.
A tenere viva, oggi, la memoria storica e artistica della città,
ripercorrendo proprio gli antichi itinerari delle prime guide “turistiche” di Foligno, è stato un testo essenziale per l’identità cittadina: Itinerari fuori e dentro le mure (2001) di Fabio Bettoni e
Bruno Marinelli che ha facilitato il mio lavoro di ricerca e confronto tra passato e presente.
I diari di viaggio e le guide antiche sono custodi di tradizioni, di
cambiamenti urbanistici, di paesaggi mutati nel tempo e addirittura scomparsi, i cui frammenti diventano inevitabilmente veicoli di un modo particolare di guardare la realtà. È la storia la grande ruota che muove tutto l’ingranaggio e che attraverso questi
testi diventa memoria, ma è altrettanto vero che tutto “si dispiega in un quadro spaziale”, come scrisse Goethe nel Viaggio in
Italia.
Erica Baiocchi
Una “Scottish Lady”
a Foligno e dintorni nell’Ottocento
Durante un viaggio a Londra, passeggiando in Charing Cross Road mentre guardavo le vetrine di famose librerie, il caso mi ha fatto
incontrare “The years with mother” un libro di Augustus Hare che si è rivelato avere delle sorprese.
In primo luogo perché ho scoperto essere una delle prime guide di viaggi in Italia della “English Upper Class”e poi per aver trovato pagine che si riferiscono a Foligno e dintorni. Pagine che riporto fedelmente:
Pag 242
Il trasferimento in vettura di questa sera 23 Aprile (1865) è uno dei viaggi in Italia che io ricordo con particolare piacere; il procedere fra
vigneti,campi coltivati a mandorle, oliveti, lo splendore dei tulipani primaverili, dei gladioli e la fermata per acquistare le splendide arance accatastate nel mercatino sotto la vecchia Cattedrale di Foligno;e quindi osservare il cielo diventare opalescente dietro le colline e sprofondare nelle varie
tonalità in un esplosione di ambra, arancione, amaranto la cui luminosità non si perde del tutto mentre il resto sparisce in una densa oscurità, e i
grandi cipressi sul ciglio della montagna sembrano scure spirali scolpite nel cielo.
Pag. 115
Da Foligno andammo ad Assisi per una escursione, allora piena di monaci francescani tutti, ”possidenti” (in italiano nel testo, seguito da ”men of
property”) e quindi dal Tempietto del Clitunno a Spoleto e da Narni a Terni.
Pag.71
Lady Fielding aveva perso del tutto l’uso di entrambe le gambe a causa della sciatica.
Il suo caso era stato del tutto abbandonato (dai medici) quando il Papa Pio IX consigliò di rivolgersi ad una famiglia di contadini che abitavano
sulle montagne sopra Foligno, che godevano fama di guaritori. Si diceva che S.Pietro fosse passato da quelle parti e che avesse alloggiato presso di
loro e, al momento della sua partenza non avendo denari (oro e argento) da dare per ricompensa, avesse lasciato loro il dono della guarigione, che
si sarebbe potuto tramandare ai discendenti. Un messo (persona incaricata di portare un messaggio) fu inviato presso questa famiglia così fortunata; egli ritornò insieme ad un dignitoso vecchio contadino, decentemente vestito, che visitò Lady Fielding e, dopo aver recitato la Preghiera del
Signore (il Padre Nostro?), l’Ave Maria e il Credo, passò la mano rapidamente sugli arti inferiori e segnandosi (con il segno della croce), disse ”In
nomine patris et Filii et Spiritus Sancti”e aggiunse” è finito”.
Quindi Lady Fielding sentì improvvisamente le sue gambe rinforzate e mettendosi in piedi salì le scale al piano superiore come tutti gli altri, cosa
che lei non aveva potuto fare per parecchi mesi; quello stesso pomeriggio andò a S.Pietro per ringraziare, camminando per tutta l’enorme basilica
senza sentire alcun dolore. Però la sua malattia ritornò lentamente l’inverno successivo e nell’estate del 1853 morì di tisi a Napoli.
(Traduzione a cura di Gaetano Amato)
Augustus Hare (1834-1903) proviene da una famiglia ecclesiale con relazioni aristocratiche proprietaria del castello di
Hurstmonceaux nel Sussex (venduto poi nel 1832). Fu adottato da una zia paterna. Non ebbe una infanzia felice a causa delle fobie
della madre adottiva. Con lei ebbe la fortuna di viaggiare in tutta Europa, sviluppando, tra i primi, l’idea di scrivere libri/guide di
viaggio. L’editore, Malcom Barnes, che ha pubblicato molti dei suoi scritti autobiografici, ha tracciato un profilo eloquente dello stile
di vita dell’autore, riferendo della sua naturale attitudine alla socialità e del suo interesse alle frequentazioni importanti nell’ambiente
dell’epoca.
Maria Teresa Grimandi
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UNA LAPIDE PER UNA CHIESA
San Tommaso dei Cipischi
L
a chiesa di S. Tommaso dei Cipischi è stata nominata dal Prof. Luigi Sensi nella conferenza del 18 ottobre u.s. proprio in virtù
della lapide in doppia lastra di pietra che sovrasta l’ingresso e che attesta l’origine medievale dell’edificio. Percorrendo la Via
Scuola Arti e Mestieri quasi non ci si accorge dell’esistenza di questa costruzione modesta arretrata rispetto alla linea che guida l’andamento delle
case e, se l’occhio si sofferma sulla facciata, non
si sforza certo di decifrare le lettere rese scure dal
tempo e dalla muffa. Per sapere qualcosa di più,
alla pagina 157 di “Foligno. Itinerari dentro e
fuori le mura” di F. Bettoni e B. Marinelli si legge
”Chiesina di San Tommaso dei Cipischi, costruzione del secolo XII modificata nel Settecento.
Una lapide in versi leonini apposta sulla facciata
ne ricorda l’erezione e la consacrazione fatta nel
1190 dal vescovo Anselmo degli Atti (11551201). Frammenti di affreschi di varie epoche
(sec. XIII-XIV) che decoravano l’interno, sono
stati staccati nel 1955 e trasferiti nei locali dell’ex
Seminario vescovile.”
Da una conferenza si apprende che la lapide è
uno dei pochi documenti lapidei rimasti alla città.
Dedichiamo la pagina a una memoria del medioevo folignate.
foto Dottorini
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U NA
C I T T À I N F O R M A D I PA L A Z Z O
PROGRAMMA
Gennaio
Lunedì 9 Assemblea ordinaria annuale e per il rinnovo delle cariche
Ore 17,00 sociali (come da lettera) Sede di Via Nobili 4.
Mercoledì 11 “La spiritualità attraverso l’architettura: le chiese di
Ore 16,30 Foligno” - Prof.ssa R. Marini
Chiesa di S. Gacomo
Mercoledì 18 “La decorazione pittorica medievale nelle chiese degli
Ore 16,30 Ordini Mendicanti a Foligno” - Dott.ssa G. Benazzi
Auditorium di San Domenico
Febbraio
continua da pg. 4
CRISTINA GALASSI E
“Il PALAZZO TRINCI DI FOLIGNO”
Il libro di 117 pagine, elegante nella sua veste
tipografica, ricco di un eccellente corredo illustrativo, svelto ed incisivo nell’esposizione, ha
una sua personalità che s’impone per l’efficacia
con cui le parti narrative informano e incuriosiscono mantenendo un’equilibrata misura che
non appesantisce il lettore. Il testo spiega la
“sofisticata complessità iconografica” delle
decorazioni parietali con utili e puntuali rimandi storici. La sua agilità è confortata dall’estrema maneggevolezza del volume che può essere sfogliato camminando durante la visita a
palazzo o analizzato stando comodamente
sdraiati. Assimilabile ad una “guida” per le sue
dimensioni, è un “vademecum” alla intelligenza di un’epoca con il suo mondo di personaggi
intricanti, di intenti nascosti, di messaggi misteriosi che trasformano la casa di ricchi e potenti signori in palcoscenico scenografico della
rappresentazione di una società con il suo gusto
estetico ed i suoi sogni. Storia uguale teatro in
cui si muove, attore e spettatore, il genere
umano.
Carla Glingler
Martedì 7 “L’antica chiesa di San Matteo nel complesso conventuale
Ore 16,30 di San Francesco” Dott.ssa E. Cecconelli
Chiesa di S. Giacomo
Martedì 21 “Tipologie architettoniche medievali nell’edilizia cittadiOre 16,30 na: i palazzi pubblici” - Dott.ssa L. Lametti
Chiesa di S. Giacomo
Sabato 25 Cena di Carnevale in casa privata.
ore 20 È obbligatoria l’adesione entro giovedì 9-02.
Marzo
Martedì 7 “Rapporto tra l’edilizia monumentale e il tessuto minore
Ore 16,30 del centro storico di Foligno” - Arch. L. Piermarini
Chiesa di S. Giacomo
25 - 26 Viaggio a Brescia : pernottamento in Hotel 4 stelle.
Visita della Mostra Van Gogh, Gaugin e visita guidata al
complesso monastico di S. Giulia. E’ stato possibile inserire un gruppo di max. 25 persone perché la mostra è stata
prorogata, ma è indispensabile il pagamento anticipato del
biglietto d’ingresso entro il 16 febbraio. Chi fosse interessato, è pregato di dare la sua adesione in segreteria in
tempo utile per facilitare l’organizzazione del viaggio.
Martedì 28 “Mercanti, artigiani, banchieri folignati, Ebrei ed Ebrei
Ore 16,30 folignati” - Prof. F. Bettoni
Chiesa di S. Giacomo
ISCRIZIONI PER L’ANNO 2006
L’iscrizione dà diritto a partecipare ad ogni attività dell’Associazione,
a ricevere il Notiziario bimestrale ARCHEO/FOLIGNO e
il Notiziario nazionale bimestrale ARCHEOCLUB D’ITALIA.
Quote associative: Socio ordinario euro 40,00 - socio familiare euro 20,00 - socio iunior euro 3,00.
SEGRETERIA
La segreteria - Via Nobili n° 4 - è aperta il giovedì dalle ore 16,30 alle ore 17,30.
In qualunque giorno sono attivi i numeri
0742 379634 - 0742 351601 - 339 6826526
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ARCHEOCLUB D’ITALIA - SEDE DI FOLIGNO
COMUNE DI FOLIGNO
Pubblicazione realizzata con il contributo della Comunità Europea - PROGRAMMA LEADER + GAL VALLE UMBRA E SIBILLINI
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