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Anno 4 - n° 14 - € 1,00
ATTUALITA’
A
KI S
K ULTURA
INFORMAZIONE
17 Maggio 2008
SPORT & TURISMO
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
Il colosso d’argilla
Doveva farne un sol boccone
di tutte le antagoniste…è finita, invece, che poco ci mancava di non riuscire a fare neppure i play off per il salto in
serie D, play off, che, in ogni
caso, non hanno sortito alcun
effetto! L’Acireale Calcio 1946
(che fine ingloriosa per l’ex
squadrone acese) ha continuato a rimestare nel fondo di
MAL d ACI quel
recipiente (sporco e falso
del calcio attuale) che ha ospitato la regular session
di un campionato, quello d’Eccellenza” dove si poteva e si doveva fare un sol boccone di tutti. L’attuale
dirigenza, inesperta oltre ogni dire, ha vissuto e continua a vivere di …inesperienza, scusate il
bisticcio di parole,
lanciando proclami che si
sintetizzano,
forse, in un
acquisto del
t i t o l o .
Torneremo,
con i mille
delle
due
curve a fare
tremare
di
passione
i
cuori degli sportivi, forse, ma torneremo,
sempre
forse, anche con quel gruppetto di incivili e delinquenti che hanno penalizzato
la squadra e la città intera con le loro intemperanze
e con quegli atti di violenza dei quali non abbiamo
sentito, da autorità e dirigenti, alcuna disapprovazione. Le settimane che verranno saranno chiarificatrici: incontreremo gli amici di Aci Catena (ma come
faranno gli sportivi catenoti da sempre tifosi
dell’Acireale a tifare contro ?) o incontreremo i santantonesi (vedi sopra!). Vedi che derby!
Dappertutto .
“Pretacci”
di Candido Cannavò
alla Fidapa
Pag. 2
1908: ACIREALE HA LA SUA BANCA
Nelll'ambito delle iniziative artistiche gestite dalla
Fondazione Gruppo Credito VaItellinese, è stata inaugurata la mostra: . "1908 ACIREALE HA LA SUA BANCA
con Fotografie del Barone Domenico Scudero Papale" Il
progetto, realizzato dalla Fondazione Gruppo Credito
Valtellinese in occasione del centenario della fondazione
della Banca Popolare Santa Venera, banca che ha partecipato a costituire il Credito Siciliano, ne ripercorre la storia attraverso gli scatti fotografici di un illuminato cultore
della materia e gli storici documenti ed arredi della banca
acese. Il "percorso" visivo è costituito da 20 immagini di
grande formato tratte dagli scatti eseguiti dal nobile acese
- Barone Domenico Scudero Papale (1879 - 1931) - tra il
1887 ed il 1922, tutti riguardanti Acireale ed i suoi dintorni,
stampate su carta a mano a tiratura limitata, ed è accompagnato dalle testimonianze documentali d'archivio della "Santa
Venera", spesso specchianti storici eventi nazionali e locali, da arredi autentici della banca ed infine da un vero e proprio reportage tratto dall’archivio di fotografi acesi che intende scandire con le immagini lo scorrere del tempo. Va segnalato che la selezione del materiale fotografico è stata curata da Roberto Mutti, studioso di fotografia contemporanea e
critico de “La Repubblica”. Un testo storico-introduttivo aiuta il visitatore nella ricostruzione contestuale delle ambientazioni e degli scenari culturali di “fare banca” all’inizio del secolo scorso.
Cento anni rappresentano una storia lunga. La Banca
Popolare Santa Venera, che - come noto ¬insieme alla
Banca Regionale Sant'Angelo, alla Cassa San
Giacomo ed alla Leasingroup ha dato origine al
Credito Siciliano S.p.A., sorse in un clima di diffuso
malessere sociale, che caratterizzò i primi anni del
Novecento. Un clima di forti spinte sociali ed economiche nel quale, "dal basso", attraverso la responsabilizzazione diretta di piccoli e medi operatori economici
delle diverse zone del Paese, nacquaro banche locali,
popolari, Casse rurali e Casse di risparmio, tutte permeate da forti connotati mutualistici. Tra le cose nuove
che si verificarono in quel periodo, ricco di iniziative
mirate a raccogliere ed a valorizzare il risparmio dei
cittadini e delle famiglie, può a pieno titolo essere inserita anche questa pagina di storia economica locale.
La validità dell'iniziativa è ancor oggi meritoria; basta
osservare molte aree del Paese, nelle quali lo svilupph Nuccia Leotta
po economico ha assunto proprio questo carattere
"locale", con l'interazione stretta e virtuosa tra Banche, famiglie e imprese; anche ad Acireale, l'espansione dell'economia ha tratto nel tempo grande giovamento da questa presenza bancaria. L'idea di costituire una istituzione di credito
popolare maturò in una Acireale la cui economia, assai florida all'apparenza, era in quegli anni minata alla base da un
forte squilibrio, che vedeva da una parte ricchi proprietari terrieri e dall'altra una massa di lavoratori, costretti a vivere
alle soglie della più assoluta povertà. Fra queste due categorie esisteva, tuttavia, un ceto medio, attivo ed operoso,
ed un industrioso artigianato di solide tradizioni che, per carenza di adeguati appoggi di ordine finanziario, era spesso
preda degli usurai. Fu così che, sotto il patronato di Mons. Arista Vescovo di Acireale, e grazie al lavoro dell'illuminato
Sac. Don Giuseppe Pavone, 1'8 maggio 1908, nei locali del circolo cattolico, aprì i suoi sportelli la "Cassa Operaia Santa
Venera", assumendo la forma di società anonima cooperativa a capitale illimitato. Una volta avviata l'operatività, la
Cassa, definita "operaia" proprio per sottolineare la sua vocazione prettamente popolare, volse subito lo sguardo verso
le classi disagiate e, non disponendo di una sede propria, venne ospitata nei locali di una Associazione Cattolica; per
curiosità va detto che tale precarietà logistica costringeva il cassiere, ogni sera, a portare con sè i valori ed il denaro.
Inizialmente, l'azione della Cassa fu rivolta esclusivamente alle categorie degli artigiani e di quei lavoratori (agricoltori,
commercianti, operai) bisognosi di sostegno creditizio; quando, fatti i primi faticosi passi, la Cassa accennava a consolidarsi - e si era nel 1915 - scoppiò la prima Guerra Mondiale. Gli anni che seguirono furono caratterizzati da difficoltà,
alle quali la Cassa Operaia tenne testa brillantemente, consolidando la fiducia della clientela. Nel periodo post-bellico,
tenuto conto della contrazione della richiesta di credito, gli amministratori decisero di ampliare il bacino della clientela,
indirizzando l'attenzione agli enti pubblici, tra i quali i Comuni della provincia etnea. Negli anni Trenta, con l'inizio della
grande depressione, la Cassa Operaia assistette al drammatico aumento delle "sofferenze" e delle perdite, a cui cercò
di reagire ricorrendo ad azioni volte a tutelare la solidità finanziaria dell'Istituto. Nel 1935,
l'impresa etiopica, muovendo le acque stagnanti dell'economia italiana, consentì un lieve
aumento della raccolta, ma con l'avvento della seconda Guerra Mondiale i depositi ridiscesero, attestandosi al livello più basso toccato in vent'anni. Dallo scenario bellico, la
Cassa Operaia uscì, comunque, con danni contenuti; con l'arrivo degli aiuti del Piano
Marshall e grazie alla politica di industrializzazione avviata dai governi del tempo, la Banca
avviò una decisa evoluzione. Nel 1947, la Cassa Operaia assunse il nome di "Cassa
S.Venera"; lo statuto fu modificato, al fine di consentire all'Istituto un più ampio respiro
operativo. In quegl'anni, anche la gestione assunse connotati di maggiore professionalità;
nel 1948, infatti, si procedette all'assunzione di un tecnico per la copertura del ruolo di
Direttore, sino ad allora ricoperto da uno dei soci. Nello stesso anno si deliberò l'adesione all'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane. Negli anni successivi, la Cassa, fino
a quel momento attiva nella sola città di Acireale, uscì dall'ambito della cerchia cittadina,
aprendo una prima filiale nel comune di Acicatena. Nel 1952 !'Istituto assunse la denominazione di "Banca Popolare Santa Venera". Gli anni che seguirono furono caratterizzati
dall'apertura delle nuove filiali di Acicastello, S.Alfio e Giarre e, nonostante il diffuso malessere che il settore creditizio visse negli anni successivi al "Miracolo economico", la Banca riuscì a mantenere un buon
equilibrio fra impieghi e depositi. Tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta la Popolare Santa Venera
iniziò una politica di rilancio, finalizzata ad una espansione sia territoriale, che operativa. I decenni successivi trascorsero tra alterne vicende determinate sia da congiunture nazionali ed internazionali, sia da eventi interni dell'Istituto. Nel
1998, la Banca Popolare Santa Venera entra a far parte del Gruppo Bancario Credito Valtellinese. E' evidente come, nel
corso degli anni, la Banca Popolare Santa Venera sia progressivamente cresciuta, unendosi ad altre realtà territoriali e
cambiando la propria ragione sociale. Oggi il riferimento operativo della Banca è un'area più vasta, la Sicilia; e tuttavia
l'Istituto è sempre rimasto ancorato alla sua "mission" originaria, al suo legame con il tessuto produttivo della realtà isolana. La Banca - fatto ancor più pregnante - non ha perso il suo carattere "popolare", caratterizzato da una vasta base
sociale, da un azionariato diffuso, dalla vocazione all'economia sociale, tutti connotati peculiari del modello cooperativo
presente in molte zone d'Italia. Questo volume si propone come strumento per dare voce alle emozioni dei protagonisti
e per mantenere vivo il ricordo dei momenti salienti che hanno caratterizzato gli esordi della Banca; le immagini divengono allora fotogrammi di vita e di storia, che riproducono una sorta di ideale cammino - lungo cento anni - percorso
dalla "Banca Popolare Santa Venera", uno tra gli istituti di credito siciliani più ricchi di storia, ricordi e tradizioni.
Carlo Negrini
Nino Nicotra
Assolto, Assolto!!!
Pag. 2
Ospedale: ancora polemiche!
Pag. 6
Mountain Bike che passione!
DOLCERIE GUCCIARDELLO
Pag. 2
LA PERSECUZIONE
NEL CODICE PENALE
di Anna Ruggieri
2
Sabato 17 Maggio 2008
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Continua la polemica sull’Ospedale
La persecuzione nel codice penale
Il sindaco Nino Garozzo, dichiara sull’ospedale di Acireale: “Eravamo stati facili profeti quando abbiamo compreso che
l’invio da parte dell’Asl 3 di Catania dell’ispettore all’ospedale di Acireale fosse una cortina di fumo per impedire che si
vedessero realmente le evidenti responsabilità di alcuni disservizi, precisando, peraltro, che questi disservizi erano già ben
noti all’Asl 3, più volte sollecitata alla loro soluzione”: è quanto afferma il sindaco Nino Garozzo. “Avevamo ragione ed oggi
siamo in grado di verificare i motivi addotti per l’invio dell’ispettore e quelli reali che, purtroppo, non coincidono – prosegue
il sindaco -. L’invio dell’ispettore era stato giustificato dal permanere dei disservizi al pronto soccorso nonostante l’invio di
personale e, negli altri settori ospedalieri, nonostante l’invio di personale dirigente nelle unità operative. Intanto questa ultima circostanza non è veritiera, perché all’ospedale di Acireale non è stato inviato o trasferito di recente personale dirigente medico. Per quanto riguarda i disservizi al pronto soccorso, l’Asl 3 avrebbe potuto interrogare il responsabile dell’unità
operativa, nominato con rapporto fiduciario dallo stesso Direttore generale. Ma il fatto apparentemente non comprensibile
è che i tre infermieri inviati per l’attivazione del triage, peraltro a tempo determinato e senza contare che un infermiere si è
già dimesso, non sono neppure entrati in servizio e lo saranno non appena concluso un breve periodo di approfondimento sul servizio da svolgere. Questi infermieri erano stati mandati, su carta, meno di dieci giorni prima della nomina ispettiva”. Il sindaco aggiunge: “ Il fatto gravissimo è che l’ispettore, con un provvedimento di dubbia legittimità, ha stabilito il trasferimento di un medico dal pronto soccorso ad altra unità operativa, piuttosto che rinforzare il pronto soccorso stesso,
rispondendo a logiche (e siamo generosi) estranee al servizio di prima emergenza. Quindi ha chiaramente indebolito il
reparto, senza migliorare quello di destinazione”. Nino Garozzo prosegue: “L’ispettore, ha disposto un cambio di infermieri da un reparto all’altro, tra otorino e pronto soccorso (ed anche questo non risponde al potenziamento del pronto soccorso) ed ha avuto occasione, nel frattempo, di fare saltare sei posti letto nell’accorpamento tra i reparti Otorino ed Oculistica.
Rimane senza risposta la domanda: come mai da una parte si dichiara di volere rinforzare le risorse umane all’ospedale
di Acireale e , dall’altra, si sia proceduto invece, pochi mesi fa, al trasferimento di personale infermieristico o di altra qualifica in ospedali o strutture sanitarie diverse da Acireale, personale mai sostituito nonostante le segnalazioni di sofferenza
provenienti dall’ospedale acese. Il risultato è un evidente e mal celato disappunto di molti operatori, registrato all’interno
dell’ospedale di Acireale anche dalla stampa e dovuto a decisioni assunte da chi doveva relazionare e non disporre provvedimenti di mobilità (peraltro alquanto sospetti perché non appaiono rispondenti a logiche di interesse sanitario) in assenza del Direttore sanitario di cui non si è atteso neppure il ritorno in sede”. Il sindaco ricorda: “Quella nostra provocazione
di qualche giorno fa, cioè, quando dicemmo che più che un ispettore all’ospedale di Acireale sarebbe stato meglio l’invio
di un ispettore all’Asl 3 di Catania, non è più provocazione ma forse diventa una necessità. E quindi alle dichiarazioni pubbliche di lasciare fuori dall’ospedale di Acireale logiche lontane dalla sanità, mi pare che nei fatti concreti ciò non avvenga.
Anzi, attraverso blitz improvvisi, si perpetrano atti ai danni dell’ospedale, creando malumori tra medici, personale infermieristico, pazienti. L’Ospedale è una grande risorsa del nostro territorio in cui lavorano molti seri professionisti, è una risorsa della Città che non lasceremo diventi ostaggio di pochi e per finalità non chiarissime alla cittadinanza. Auspico ancora
un serio confronto, aperto e leale con i vertici della ASL e dell’Ospedale ma senza trucchi e con piena trasparenza delle
posizioni di ognuno. Ovviamente restiamo disponibili per approfondimenti sui fatti segnalati al fine di verificare, anche pubblicamente, la loro fondatezza”.
Sulla vicenda Ospedale che tiene banco in questi giorni, abbiamo tentato di farci ricevere, per una intervista, dal
Commissario Spampinato. Siamo ancora in attesa di un appuntamento. Probabilmente, lo speriamo, ne sapremo
di più la prossima volta. T.C.
I delitti conto la libertà psichica sono, nel codice penale italiano vigente, la violenza privata (articolo 610), la coazione a commettere un reato (articolo 611), le minacce (articolo 612) e la cagionata incoscienza o abulia di una
persona (articolo 613). Il codice penale li denomina Delitti contro la libertà morale, proteggendo (come dice nel suo
Trattato Vincenzo Manzini) la libertà di determinarsi e di agire (o di non agire) secondo i motivi propri di ciascun
individuo, cioè l’autonomia del volere e dell’agire di ogni persona. L’articolo 610 del codice penale stabilisce:
Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa, è punito con la reclusione fino a quattro anni. La pena è aumentata se la violenza o la minaccia sono commesse con le armi o da persona travisata o da più persone riunite o con scritto anonimo o valendosi della forza intimidatrice derivante da
segrete associazioni, sia esistenti che di fantasia. L’articolo 612 del codice penale stabilisce che chiunque minacci un male ingiusto è punito, se la minaccia è lieve, a querela della persona offesa e con la multa fino a diecimila
euro; se la minaccia è grave, con la reclusione fino ad un anno e procedendo d’ufficio. In altre parole, non è necessaria la querela, ma solo la denuncia. L’articolo 611 del codice penale stabilisce: Chiunque usa violenza o minaccia per costringere altri a commettere un reato, è punito con la reclusione fino a cinque anni. Il codice penale italiano prevede come semplice contravvenzione le molestie o il disturbo alle persone e all’articolo 660 prevede:
“Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o per altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a
mille euro”. Il reato continuato, anche per un tempo lunghissimo e insopportabile, prevede solo un aumento fino al
terzo della pena che dovrebbe infliggersi. I disegni di legge che parlano di stalking “inaugurano” una parola che,
negli articoli del codice penale sopra indicati, non esiste. Questa parola è persecuzione! Esiste anche lo stalking
consumato con il cyber-stalking, con diffamazione o persecuzione (o l’uno e l’altro insieme) a mezzo internet. La
diffamazione, le molestie e, quindi, la persecuzione possono arrivare, come ci dice la Polizia Postale che se ne
occupa, fino all’estorsione. Limitrofo allo stalking, e sempre odiosamente connotato dalla persecuzione, è il mobbing. Nel disegno di legge 3255, 14° legislatura, leggiamo: “Definizioni e ambito di applicazioni: ai fini della presente legge mobbing s’intendono atti e comportamenti discriminatori vessatori protratti nel tempo, caratterizzati
dalla violenza o persecuzione psicologica, posti in essere da una o più persone nell’ambiente di lavoro, pubblico
o privato, nei confronti di altri lavoratori, sopra ordinati o sottordinati, e che hanno per oggetto o per effetto un
degrado delle condizioni di lavoro suscettibili di ledere i diritti e la dignità della persona, di alterare la sua salute
fisica o mentale”. Questo disegno di legge prevede l’inversione dell’onere della prova, nel senso che dovrebbe
essere l’accusato di mobbing a dimostrare l’insussistenza delle accuse a suo carico. Si affaccia il dubbio di incostituzionalità di tale inversione dell’onere della prova. Non solo la Storia, ma anche la mitologia ha conosciuto la
persecuzione o, con termine moderno, lo stalking. Io era la figlia del re Inaco. Era assai bella e fu amata da Zeus
nonostante fosse sacerdotessa della di lui moglie Era (la Giunone dei Romani). Per sottrarla all’ira della moglie,
Zeus trasformò la bellissima Io in una mucca di colore bianco. Ma questa mucca fu catturata dalla gelosissima Era
che la affidò alla custodia di Argo dai cento occhi, anch’egli figlio di Inaco. Il viziatissimo e privilegiato Zeus, re
dell’Olimpo, si trasformava in toro per raggiungere Io, trasformata in mucca. Ma un bel giorno Zeus diede incarico
ad Ermes di uccidere il guardiano Argo. La gelosissima Era, vera stalker della mitologia, mandò un calabrone a
tormentare in continuazione la povera Io che, diventata furiosa, girò senza requie per tutta la terra finchè, dopo
aver attraversato il Bosforo, giunse sulla costa africana, dove riacquistò la sua forma
umana e mise al mondo un figlio di Zeus che divenne re d’Egitto. La tutela contro la persecuzione in sede civile prevede il cosiddetto ordine di protezione in base all’articolo 342Anna Ruggieri
bis, 342-ter del codice civile e 736-bis del codice di procedura civile. Continua
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Gli ultimi saranno i pedoni…
a fare ricorso al TAR!
I commercianti di Acireale hanno fatto ricorso al TAR protestando per la chiusura al
traffico di Piazza Duomo: la piazza è stata
riaperta; prima da una parte ed adesso
anche dall’altra, … anzi, adesso non si capisce più nulla perché le macchine arrivano da ogni parte. Bene, allora è forse
giunto il momento che anche i pedoni di Acireale facciano
ricorso al medesimo TAR, affinché anche i loro diritti vengano
riconosciuti. La cosa farà ridere i più, ma la ritengo un atto
dovuto e non una semplice provocazione. Quindi lancio un
appello ai pedoni di Acireale: “Cari amici, so benissimo che
noi pedoni non contiamo nulla, e che (soprattutto qui) contano molto di più Re, Regine, Alfieri, Torri … ed anche i Cavalli
(di varia cilindrata)!!!, ma vedrete che un giorno potrete arrivare a Piazza Duomo senza rischiare la vita ogni quattro
passi. Quindi uniamoci, creiamo un comitato e facciamo ricorso anche noi al TAR!”. Grazie.
Punti fondamentali per fare ricorso: 1 – Su ogni strada cittadina il pedone ha diritto di avere la sua corsia (marciapiede),
abbastanza grande da farci passare anche il passeggino. 2 –
Dove il marciapiede già esiste il pedone ha il diritto di poterlo
utilizzare, bisogna quindi impedire che le auto ci parcheggino
sopra o che i negozianti lo occupino fino alla strada. 3 – Dove
non sia possibile realizzare un marciapiede il pedone ha diritto almeno ad avere i paletti distanziatori (belli quelli di ghisa
neri), che creano uno spazio al margine della strada, o almeno i dissuasori di velocità. State tranquilli, è un processo inevitabile, entro vent’anni anche qui i pedoni avranno … il loro
peso, ah ah ah. 4 – Se invece si ritiene che su una certa strada il pedone non debba passare, allora che si esponga il cartello di divieto di circolazione ai pedoni, sarebbe il primo caso
al mondo di CENTRO STORICO CHIUSO AI … PEDONI!!!!!
Ah ah ah. Come nella discesa della Timpa dove c’è appunto
questo bel cartello!!! (incredibile!). Certo non è così grande
come quello nuovo della Provincia che indica l’esecuzione dei
lavori (forse è costato più il cartello dei lavori?) – ma c’è. 5 Fine ricorso. Varie ed eventuali.
P.S. Come per i trasporti pubblici, mi rendo conto che chi
non ha mai preso un bus in vita sua non potrà nemmeno
lontanamente immaginare cosa voglia dire (ma di questo
vi parlerò un’altra volta); quindi vi racconto solo un episodio di cui sono stato protagonista: - In una stretta via
del centro una signora passa ad alta velocità e mi colpisce un braccio con lo specchietto! Fa finta di niente e
continua a correre, ma poco dopo si deve fermare allo
stop ed io gli dico: “complimenti signora!” – lei abbassa
il finestrino e mi urla minacciosa: “Ehh non ho mica fatto
apposta!” – ah beh, allora…. Concludendo, il vero problema è che dove manca il marciapiede è impossibile per
il pedone avanzare, in quanto il flusso di auto continuo
(nessuna delle quali si ferma) fa sì che ad un certo punto
ci si debba buttare tra le auto parcheggiate a lato e quelle che transitano ad alta velocità, rendendo l’operazione
altamente pericolosa, specie nelle vie strette. Ogni giorno
ci sono pedoni che ad Acireale vengono colpiti dalle auto
in corsa, io stesso pochi mesi fa ho visto un turista francese colpito al braccio e con l’auto in fuga. Per arrivare
poi ai tragici fatti dei pedoni uccisi l’anno scorso. Gli
automobilisti non ne vogliono sapere, i commercianti
nemmeno (è anche vero che ognuno a casa sua fa quello
che vuole e non sarò io a venirti a dire come devi guidare o se ti conviene o meno parcheggiare davanti al tuo
negozio – (non sarebbe meglio lasciare il posto libero per
gli acquirenti?), posso solo dirvi che anche ad Acireale,
un giorno, “gli ultimi saranno i primi”.
Lorenzo Bovi
Veramente intenso questo mese di maggio al Liceo
Scientifico Archimede di Acireale. Il giorno 7 u. s. l'aula magna ha accolto, per il progetto Biblìa organizzato dalla Biblioteca pub-blica R. Livatino, una lezione
di approfondimento su Pirandello e il pirandellismo
tenuta dal prof. Al-fredo Sgroi della Facoltà di Lettere
dell'Università di Catania, in preparazione all'altro
evento tanto atte-so che si svolgerà sabato con
"Pensaci Giacomino", presentato dalla brillante compagnia "Amici del Te-atro" di Nicolosi. Il progetto
Biblìa, proposto dalla Biblioteca dell'Istituto, anche
quest'anno ha organizzato un'atti-vità molto intensa e
molto seguita, sia dagli alunni sia dalla cittadinanza,
di eventi e di occasioni cultura-li di notevole livello.
Essa si concluderà il prossimo 13 maggio con una
conferenza su Nelson Mandela a completamento di
uno degli altri cicli che hanno costituito il percorso
Biblìa 2008 (gli altri due momenti del ciclo sono stati
un Convegno su Danilo Dolci e una conferenza su
Giorgio la Pira). Non sono manca-te altre e numerose occasioni di riflessione sui più caldi dibattiti della
nostra attualità. Tra tutti, a propo-sito del volume
L'inizio di tutte le cose. Creazione o evoluzione?
Scienza e religione a confronto del discusso teologo
tedesco H. Kung, che propone una armonizzazione
ARCHIMEDE
tra creazionismo ed evoluzionismo, sono stati invitati
due personaggi di spicco del mondo della scienza e
della teologia: il prof. De Bernar-dis, assai noto a
livello internazionale per le sue straordinarie recentissime scoperte nel campo della cosmologia e della
radiazione di fondo, e lo spagnolo prof. P. Rafael
Pascual
L. C.
dell'Ateneo romano Regina
Apostolorum, che hanno affrontato, dalle rispettive
competenze, l'assai dibattuto e complesso rapporto
tra scienza e fede. Alcune di queste attività, quando
è stato possibile, sono state aperte anche alla cittadinanza in forza di un protocollo d'intesa stipulato con
il Comune di Acireale. Un progetto, Biblìa, che mira
ad avvicinare gli alunni alla Biblioteca e alla lettura,
dal momento che le classi devono prepararsi agli
eventi culturali con la consultazione dei testi opportuni che trovano a disposizione già mesi prima in
Biblioteca. "Gutta cavat lapidem": l'insistenza nel proporre stimoli culturali di elevato livello mira, tra l'altro,
a suscitare nelle giovani generazioni l'interesse per i
cosiddetti valori, interesse che a volte sembra offuscato dall'indifferenza e dall'apatia per tutto ciò che è
ricerca, conoscenza, cultura. Il prof. Alfredo Sgroi, si
è già detto, presentando il 7 u.s. il Drammaturgo siciliano, ha voluto procedere ad una trattazione che
fosse, per le classi partecipanti, più stimolante del
corrente stile dei ma-nuali scolastici di testo: attraverso lettere inedite e citazioni di documenti di rara
accessibilità, ha presen-tato un Pirandello assai coinvolgente per gli avvenimenti della sua vita privata, per
i suoi rapporti con altri personaggi e artisti e una cronologia artistica necessariamente rivisitata rispetto
alla vulgata corren-te. Non sono mancate le domande e le osservazioni degli alunni (e docenti) presenti
su un Autore che è tanto inquietante ma anche tanto
affascinante per il suo cercare, il suo scavare nella
vita per svelare quel-la maschera dietro la quale ciascuno inevitabilmente finisce per nascondersi. Le
classi quinte, le uniche ammesse alla giornata, hanno
potuto approfondire, così, uno degli argomenti più
significativi del pro-gramma che dovranno trattare
negli ormai prossimi Esami di Stato. Sabato 10 la rappresentazione di "Pensaci Giacomino" concluderà il
ciclo degli eventi letterari del progetto Biblìa 2008.
g. monaco
La FIDAPA di Acireale, la cui presidente è la prof.ssa Elena Strano, ha organizzato, nel salone delle Terme di Acireale, un incontro con lo scrittore giornalista
Candido Cannavò, in occasione della presentazione del suo ultimo libro
“Pretacci”. All’affollata ed interessante riunione hanno partecipato don Roberto
Strano (qui di seguito registriamo un suo intervento), i giornalisti Nino Milazzo e
Nunzio Casabianca. Nel servizio fotografico di Nuccia Leotta alcuni momenti del
pomeriggio.
Ho letto con vivo interesse (anche se forzatamente a motivo dell’intervento che dovevo tenere) il libro “Pretacci” del Dott. Candido Cannavò, per lunghi anni Direttore della
Gazzetta dello Sport. Un libro scorrevole e coinvolgente. Venti storie di Preti che scommettono la propria fede e l’avventura della Vocazione in ambiti sociali ed ecclesiali non usuali. I venti Preti presentati da
Cannavò, che legano in modo mirabile, seppur in ambiti diversi, il nord e il sud d’Italia, hanno preso a cuore le sorti degli
uomini, soprattutto di coloro che vengono scartati fuori dal pensare iniquo degli uomini (il lessico contemporaneo imborghesito li chiama “drop out”). Non sono “eroi” ma gente comune che ha creduto a Chi li ha chiamati alla Sua sequela e,
nella fragilità della natura umana, ha risposto di “si” fidandosi non tanto delle proprie, seppur brillanti, capacità, ma anzitutto e soprattutto sulla Grazia che viene dall’Alto. Il libro, offrendo la testimonianza di questi Sacerdoti, pone al lettore una
domanda: chi è il Prete? Perché una persona decide di fare della propria irrepetibile avventura di vita un dono a Dio e ai
fratelli? Quali motivazioni lo spingono a tanto? Tento di rispondere a questa domanda con le parole pronunziate lo scorso
3 Settembre durante l’omelia della Messa in cui facevo grata memoria dei miei 18 anni di sacerdozio. “E’ una storia! La storia di un uomo, con tutti i limiti imposti dalla natura umana, che si incontra con quella arcana della salvezza! La storia di
un incontro con una Persona singolare che senza guardare ai meriti ti dice “Tu, vieni e seguimi” (Mt 9,9) e in Lui riponi tutta
l’incondizionata fiducia per inserirti in questa meravigliosa avventura. Una storia in cui non si è esenti da tentazioni, cadute, momenti di delusioni, sfiducia, voglia di evadere, ma in cui si sperimenta il Suo sorreggere e rassicurare: “Non temere,
io sono con Te”! Si riinizia, allora, ogni giorno – nonostante il fallimento constatato – a ritentare l’avventura, a gettare “le reti
sulla Tua Parola” (Lc 5,5). Si avverte, allora, la gioia di sapersi amato da Lui, che come a Geremia ripete: “Prima di formarti
nel grembo di tua madre già ti conoscevo; prima che venissi alla luce avevo già pronunziato il tuo nome” (Ger 1,5). Ci si
pone, come gli Apostoli la domanda, “e noi (io) che abbiamo lasciato ogni cosa per seguirti cosa avremo in cambio?”(Lc
18,28) e Lui rassicura dicendo “il centuplo su questa terra e la vita eterna”(Lc 18,29), e questo centuplo lo si scorge nella
vita della comunità, nel volto dell’amico “che non sa dire ad altri, se non a te, il segreto del suo cuore”, nella parola confortante e rassicurante di chi ti dice “ti sono vicino”, nel volto luminoso dei bambini e dei ragazzi affidati alle cure pastorali,
nelle problematiche dei giovani, nel travaglio degli adulti, nella saggezza dell’anziano, nella rassegnazione del morente. Ci
sono dei momenti in cui la
disfatta sembra completa,
“Signore, salvami”(Mt 14,30)
si grida come Pietro, mentre
si crede di morire annegati,
ma Lui risolleva e ripete:
“uomo di poca fede perché
hai dubitato”?(Mt 14,31) C’è
una logica che accompagna i
passi del quotidiano ed è
quella
che
“vince
chi
perde”(Gn 32,23), perché “Dio
ha scelto ciò che nel mondo è
debole per confondere i forti”
(1Cor 1,27). Man mano ti accorgi che cresci, non te lo dice solo il fatto che perdi i capelli o assumono il colore del grigio,
quello appartiene all’ordine naturale dell’uomo; te lo dice l’esperienza, te lo dice la responsabilità! Ti volgi indietro, ripercorri
la tua storia, contrassegnata dai sacrifici degli anni di formazione, dal bagaglio culturale che hai tentato di accumulare
(anche se – come il filosofo – sei consapevole di “sapere di non sapere”), dalle esperienze maturate. Ti poni, allora, in
ascolto della storia e delle esigenze degli uomini, ti sforzi di farti carico delle “gioie e speranze, tristezze e angoscie” (GS,
1) consapevole che “non vi è nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel cuore dei figli della Chiesa” (ib). Ti vedi
inserito in un contesto socio-culturale in cui sei chiamato ad operare con quello specifico che ti appartiene, senza scendere mai a compromessi, impegnandoti nell’annuncio gioioso e convincente della Verità. E’ un’impresa ardua che nessuna
capacità umana sarà in grado di portare avanti se non la forza dello Spirito che viene “in aiuto alla nostra debolezza” (Rm
8,26). Cannavò, con la sua brillante penna e intelligenza ha voluto mostrare tutto questo, attraverso l’esperienza di chi,
giorno per giorno, scommette la propria fede sulla strada, luogo naturale per l’annuncio, e l’accompagna con l’aiuto caritatevole (che non è semplice filantropia) all’uomo, bisognoso di gesti di attenzione e del necessario. Leggendo “Pretacci” alla
fine mi è venuta una sola nostalgia: quella di essere solo un “Prete” senza quel dispregiativo che in questo caso esalta ed
ammira il ministero sacerdotale.
\
Don Roberto Strano
AKIS
Sabato 17 Maggio 2008
Le profezie di Mastro Natale
il” Nostradamus” di S.Maria La Stella
Nulla sanno i giovani di quel misto di fattucchiere e di
profeta che fu Mastro Natale. Gli anziani, che lo
ricor¬dano, ne parlano con viva simpatia. Egli trascorreva la sua grama esistenza a Santa Maria la Stella, un
paese formato da linde casette, da una piccola scuola
rurale, da una chiesa e da una piazza, luogo di convegno e di incontro, e circondato da un gran mare di
«sciara», hu¬mus ideale non tanto. per la vite quanto
per il ficodindia e i folti cespi di ginestra. Scalzo, coperto di miseri stracci di colore giallo ca¬narino, scarno e
asciutto come una vecchia statua lignea e di età indefinibile, Mastro Natale era ritenuto deposi¬tario di arcani
poteri e quindi intoccabile. Nessuno avreb¬be osato
prendere in giro questo strano tipo di asceta. Persino i
monelli più terribili e aggressivi, che non si lasciavano
mai sfuggire l'occasione di divertirsi alle spal¬le di
chiunque prestasse il fianco alla loro azione
canzo¬natoria, si astenevano dal lanciargli frizzi mordaci e dal far gli boccacce sguaiate. Una sorta di treccia naturale, la «toppola», pendeva sull'occipite fra la
chioma folta ed incolta del «Nostradamus» di Santa
Maria la Stella, che leggeva il futuro in uno strano
«messale», costituito da un dittico di latta gialla con
parole, monogrammi e sim¬boli cristiani. - Mastro
Natale, come andrà quest'anno il raccolto? La fortuna ci
assisterà oppure ci volterà bruscamente le spalle? Il
vino sarà buono o avremo motivo di la¬mentarci?
Qualcuno osava chiedergli i numeri da giocare al lotto
per fare soldi con un bel terno o addirittura con una
splendida cinquina. Le risposte del «profeta» erano,
per lo più, concise e sibilline; qualche volta ovvie, come
quando, ad esem¬pio, a chi lo consultava per la imminente vendemmia rispondeva che se il tempo si fosse
mantenuto asciutto, non sarebbero, certo, bastate le
botti di tutte le dispense, ma se, per caso, fosse piovuto, ci si poteva «asciugare il muso», lasciando ogni speranza; talaltra, i suoi oracoli, pronostici, verdetti e pareri avevano una sottile, ma per¬cettibile, sfumatura di
umorismo e forse di ironia. Solo Mastro Natale si poteva permettere di assumere certi atteggiamenti nei confronti della gente. Per quest'uomo, che il popolo teneva
in considerazione perchè di spirito profetico dotato, la
miseria era un vero blasone. In paese la vita scorreva
monotonamente uguale. Le notizie dei «grandi eventi»
arrivavano attraverso le note apologetiche de «Il Popolo
di Sicilia», il quotidiano che si stampava nel capoluogo
di provincia, e i bollettini¬ radio mandati in onda
dall'EIAR, che alle sedi del dopo¬lavoro dei centri rurali forniva quei piccoli apparecchi di unico formato - le
cosiddette radio rurali - con al centro il fascio littorio
cinto da un manipolo di spighe, simbolo del bracciantato fascista. Serata indimenticabile quella in cui il Duce
annunziò al popolo italiano che lo Impero era finalmente una realtà giacchè le nostre com¬patte legioni erano
entrate in Addis Abeba, dopo avere avuto ragione della
resistenza opposta dalle truppe del Negus e del livore
delle potenze demoplutogiudaicomas¬soniche, che
avevano sancito inique sanzioni economiche contro
l'Italia per boicottarne la politica di sacrosanta espansione e per soffocarla mentre si preparava ad
occu¬pare un posto al sole. Il motivo, orecchiabilissimo,
della canzonetta allora in voga, «Faccetta nera», era
sulle labbra di tutti, omaggio alla avvenenza delle
donne di colo¬re, perle dell'Africa, tutta fascino e mistero. Si parlava di svolta decisiva nella gloriosa storia
d'Italia e si com¬mentava con entusiasmo il discorso
del Duce, che aveva annunziato l'apparizione, dopo
venti secoli, dell'Impero sui colli fatali di Roma. Nelle
figurine, che gli scolaretti raccoglievano per hobby, non
c'era altro che l'effigie di Emilio De Bono dal pizzetto
candido come la neve, di Pietro Badoglio dal sorriso
amletico e di Rodolfo Gra¬ziani. Venne poi la guerra di
Spagna e furono in molti gli italiani a partire alla volta
dell'amica terra iberica per dare man forte al generale
Francisco Franco, desti¬nato a diventare il Caudillo. Il
forte grido «Vi dico che siamo passati e che passeremo» fece tanto effetto la sera in cui Mussolini annunziò
dal balcone di Piazza Venezia la caduta di Barcellona.
Anche se la tensione in Europa tendeva ad aggravarsi,
nessuno poteva immaginare che ben presto ci sarebbe
stata una conflagrazione bellica, che, come violento
uragano, avrebbe spazzato uomini e cose nel suo fatale andare. Dopo la guerra di Spagna le «profezie» di
Mastro Natale divennèro sempre più cupe: una guerra
tremenda avrebbe sconvolto anche il suolo della nostra
Sicilia e gli aerei avrebbero fatto da padroni nel cielo
dell'isola (rara intuizione!), scaraventando dall'alto una
pioggia di bombe micidiali. Mastro Natale cominciò,
allora, ad andare in cerca, attraverso la «sciara», di rifugi natura¬li per sfuggire ai pericoli. A chi - pur rispettosamente - gli faceva notare che le sue previsioni erano
esage¬ratamente catastrofiche e lo esortava a non
sprecare tanta energia nella ricerca di «grotte» per ricovero, ri¬spondeva: «Qui, fra un paio di anni, ci sarà zza
zza (indi¬cando onomatopeicamente l'incrociarsi di
spade, inten¬deva, per traslato, la guerra e la carneficina) e tutti sa¬rete costretti ad accorrere nelle grotte in
mezzo alle scia¬re della nostra contrada». E così fu.
Nel luglio del tragico 1943 molti scettici, che avevano
scosso la testa alle parole di quel “saggio”, trovarono
ricetto proprio nelle “grotte”, che Mastro Natale si era
preoccupato di andare a scovare. Mastro Natale venne a
mancare al mondo dei vivi nell’immediato dopoguerra.
Antonio Pagano
Mazzini attraverso le sue opere
nelle raccolte della Biblioteca Zelantea di Acireale
Mostra dedicata a Mazzini organizzata dalla Associazione Mazziniana italiana e
dalla Accademia degli Zelanti e dei Dafnici per un pubblico non esperto di Risorgimento
Avvicinare il Risorgimento ai ragazzi, dando loro la possibilità di guardare da vicino lettere e scritti che documentano il fervore del pensiero mazziniano e di alcuni suoi contemporanei siciliani in un ambiente ricco di suggestioni risorgimentali. Una sorta di immersione rapida in un periodo storico molto trascurato nonostante sia di importanza fondamentale per la comprensione dell’Italia di oggi. E’ questo lo scopo principale della mostra allestita per
iniziativa dell’Associazione Mazziniana Italiana di Catania e dell’Accademia delle scienze, lettere e arti degli
Zelanti e dei Dafnici di Acireale. La mostra, è stata accompagnata da un convegno a cui hanno parrtecipato studiosi delle due istituzioni, fra i quali Luca Platania, il giovane studioso siciliano che ha ritrovato edizioni di scritti,
opuscoli e lettere assai significative di Mazzini fra le molte opere rare e pregiate della Biblioteca Zelantea istituita
insieme alla Pinacoteca all’inizio del 1700 e da allora sempre attiva. La manifestazione è stata resa possibile
anche grazie al sensibile patrocinio dell'Assessorato alle Attività Culturali della Città di Acireale, e alla importante collaborazione dell'Archivio di Stato di Catania. La Biblioteca Zelantea, una delle più grandi biblioteche di Sicilia,
conta un patrimonio librario di oltre 200.000 unità tra volumi, opuscoli, fascicoli di giornali e periodici. Possiede un
ph Nuccia Leotta
fondo antico di 56.000 volumi, tra cui si annoverano, manoscritti, incunaboli, cinquecentine, libri rari e di pregio.
Le edizioni rare mazziniane provengono in parte dal fondo appartenuto a un membro dell’Accademia degli Zelanti,
Salvatore Vigo Platania, illustre acese, esponente politico di rilievo amico di Michele Amari, avverso all’ unione
della Sicilia con la monarchia piemontese. La presenza di molte opere di Mazzini tra i suoi libri stimola al confronto
tra diverse e opposte correnti ideologiche. La mostra offre l’occasione di illustrare “il pensiero e l’azione” di Mazzini
attraverso alcune opere in ordine cronologico e di inserirle nel contesto siciliano dell’epoca.. In esposizione anche
opere dello scultore e pittore Michele La Spina, altro membro acese dell’Accademia vissuto tra la fine dell’800 e
la prima metà del Novecento, fra cui il busto di Garibaldi che vinse il secondo posto alla esposizione nazionale di
Palermo nel 1891 – 92.Altro illustre siciliano a cui é dedicata una relazione del convegno di apertura é Luigi
Martoglio, garibaldino, padre del commediografo Nino e divulgatore del pensiero mazziniano. Dopo i saluti del l
Presidente dell’Accademia, Giuseppe Contarino e del sindaco della Città, avv.to Nino Garozzo, si sono svolti gli
interventi e le relazioni del rappresentante dell’Archivio di Stato, dott.ssa Sicurezza, della segretaria della sezione
AMI di Catania, prof.ssa Carminella Sipala, di: GIOVANNI GRASSO, Università di Catania, Attualità del pensiero
mazziniano (nell’Anniversario della Costituzione Italiana 1948 – 2008 )., ROBERTO BALZANI, Università di
Bologna, Mazzini: la politica come memoria e come narrazione,. CASIMIRO NICOLOSI, Accademia degli Zelanti,
Salvatore Vigo Platania e il Risorgimento in Sicilia. LUCA PLATANIA, curatore della mostra, Luigi Martoglio e il
"Roma e Venezia".
Zelantea – Il prof. Giuseppe Vecchio, Preside della Facoltà di Scienza Politiche
dell’Università di Catania ha presentato nella Sala Cosentini della Biblioteca
Zelantea il volume collettaneo
“Europa: Prospettive giuridico-politiche”
di Giuseppe Grasso Lenza e Fausto Vecchio. Erano presenti gli autori.
Il servizio nel prossimo numero.
I L R A C C O N T O D E L L’ A R T E
Ritenendo fare cosa gradita ai nostri lettori, riportiamo la seconda parte dell’intervento
del prof. Salvo Valastro durante la presentazione del libro sulle Chiese del Territorio delle Aci
del Prof. Alfonso Sciacca:
... E qui veniamo all’approccio narratologico di cui parlavo in apertura. Come ogni racconto che si rispetti, anche il
“racconto dell’Arte” può essere interpretato secondo categorie che la narratologia strutturalista prima, e cognitivista
poi, hanno messo in luce a proposito dei testi letterari, ma che senza molte difficoltà possono essere applicati al
discorso artistico (come fa il nostro Autore). Quattro esempi. Il primo riguarda la struttura del racconto e il sistema
narrativo ad esso sotteso. Il libro è impostato prevalentemente su un asse orizzontale (o “sintagmatico”) di tipo “topografico” (con cioè la scansione in capitoli dedicati alle singole chiese), che non esclude però l’asse verticale (o “paradigmatico”), di tipo diacronico. Qui il preside Sciacca parte dal locale per andare ad un discorso più globale, insomma si comporta da “glocal” come si direbbe oggi, fondendo egregiamente i meridiani della storia acese con i paralleli della storia italiana ed europea. Emerge così la lenta evoluzione del gusto, la cui indagine dà l’asse temporale
nel sistema del racconto, e che è sintetizzata nella splendida formula di image survivante che l’Autore mutua da
Georges Didi-Huberman: meno evidente di quello spaziale, l’asse temporale permette la ricostruzione del
Kunstwollen di cui parlava Alois Riegl, non a caso messo (modestamente) tra parentesi, nella Nota Bibliografica: spia
del metodo di lavoro e della profondità culturale dell’Autore. In quest’asse verticale si snodano sequenze (ancora un
termine della narratologia) che evidenziano l’idea del bello presso i pittori che operano nel nostro territorio, e i suoi
rapporti con l’etica: dalle dominanti concezioni belloriane ad aperture timidamente winckelmanniane (nel segno del
nesso etico-estetico che sta alla base del Bello Ideale, non certo nella riproduzione di forme ellenizzanti: cfr. M.
Vecchio), dai modelli veristici alla sfida della modernità (trattenuta, in verità, dalla
specificità della committenza sacra, ma ben visibile in un artista di raffinato spessore come Giuseppe Sciuti), tutto passa sotto gli occhi del lettore. Oltre alla collocazione assiale, è possibile costruire tutto un sistema narrativo in cui l’Autore
cerca di mettere in evidenza il rapporto tra il narratore –in questo caso l’artista– e
il destinatario –i suoi fruitori. E così come esistono vari livelli di destinatari, anche
nel caso del racconto artistico di Acireale vengono fuori destinatari di 1° grado,
che spesso coincidono con i committenti, e destinatari di 2° grado, il popolo che
tali opere d’arte ammirava nelle Chiese e li interpretava secondo i giudizi appresi
dalla propria educazione religiosa. Uno dei grandi meriti del Preside Sciacca è
stato quello di insistere sul rapporto fra committenza e produzione artistica in una
città atipica quale Acireale, atipica perché, priva com’era di una vera aristocrazia
feudale (come invece Aci sant’Antonio ed Aci Catena), spesso esauriva il circuito
committenza-esposizione artistica nell’ambito della Chiesa locale, intesa come
ph Nuccia Leotta
Istituzione e come edificio. Questo attardamento rispetto ad altri centri che da
tempo avevano visto l’affermarsi di una committenza più “laica”, ci riporta nuovamente alle parole di Benjamin e al
suo giudizio di aura: le opere pittoriche acesi tra Cinquecento e Ottocento nascono per lo più legate al contesto rituale che le produce; assumono cioè, quel Kultwert o valore cultuale che è superiore ad ogni valore espositivo (agli
occhi del pubblico). Eppure un’opera prodotta per una Chiesa è continuamente sottoposta al giudizio dei fedeli che
in essa si rispecchiano. Un piccolo saggio di ciò nel testo si trova nelle righe dedicate al quadro dell’Angelo Custode
dipinto da Antonio Platania e che si trova nella nostra Cattedrale. Questa tela, se ai committenti –destinatari di 1°
grado– dava l’“appercezione” del proprio “orgoglio civico”, legato ai recenti cambiamenti politici acesi (il conseguimento del titolo di città nel 1615), al fedele che andava a messa –destinatario di 2° grado– forse il messaggio arrivava a livello subliminale, mentre la sua “percezione” godeva dell’immagine di un tutore celeste alla città terrestre,
utile nei numerosi frangenti di bisogno (carestie, pestilenze, terremoti, eruzioni, scorrerie dei turchi, ecc.). E così che
l’opera d’arte passa i confini dell’hic et nunc per parlare ad altri destinatari, fruitori di tutti i tempi, proprio come l’esperienza di lettura dei Promessi Sposi non può dirsi conclusa con i venticinque lettori tirati in ballo dal Manzoni.
Secondo esempio: echi (voluti? inconsci?) dell’«estetica della ricezione» di Iser e Jauss possono cogliersi poi ad un
certo punto del lavoro del Preside Sciacca quando parla di Matteo Ragonisi, e del suo tentativo di mediare i gusti
della committenza con quelli della devozione popolare. L’affollamento dei personaggi nei suoi quadri mi fa pensare
a certe sponde di carretti popolari, e d’altra parte l’horror vacui è tipico dell’arte popolare. Ma ciò che mi preme sottolineare è il fatto che a me paia che il Ragonisi Pittore quasi solleciti un’interazione quanto mai prossima con il vasto
pubblico dei suoi “spettatori” (il termine evidenzia la dimensione teatrale delle opere di questo pittore), proprio come
si fa in un’“opera aperta”. Forse in questo momento, che l’Autore definisce di “transizione” tra la morte del Platania
e il ritorno ad Acireale di Pietro Paolo Vasta, Acireale va alla ricerca di un suo proprio linguaggio in pittura, libero da
condizonamenti pre-esistenti (influsso della scuola messinese) e futuri (influsso della pittura romana). Io non so se
ciò sia del tutto corretto dal punto di vista storico-artistico; credo però che Ragonisi viva spesso in maniera meno
“succube”, e proprio per questo meno provinciale, il richiamo al linguaggio figurativo dominante. Terzo esempio, che
presenta anch’esso affinità con l’estetica della ricezione, ed è il discorso che l’Autore fa a proposito della circolazione delle opere d’arte. Il problema è centrale nell’analisi dell’affresco del Miracolo Eucaristico nella volta della Chiesa
del Suffragio (dove tra l’altro l’Autore applica la lettura figurale, cara ad Auerbach, delle immagini). Qui il Preside
Sciacca stabilisce con abilità filologica il nesso che si viene a creare tra originali e copie, in un contesto artistico in
cui il concetto di originalità è spesso trascurato. In un punto dell’opera l’Autore accenna al problema delle opere e
dei cartoni che Vasta portò con sé da Roma; lo studio della “variantistica” (mi si passi il termine continiano), qui appena accennato, merita sicuramente un’attenzione maggiore da parte degli storici dell’arte locale, senza pregiudizi di
sorta (quanto mai anacronistici). Quarto ed ultimo esempio, anch’esso preso in prestito dalla narratologia: il sistema dei personaggi. Ed ecco l’immagine farsi racconto –siamo nel ciclo vastesco degli affreschi di san Sebastiano–
quando il Preside Sciacca mette in piedi un sistema dei personaggi non indegno della scuola formalista russa, evidenziando protagonista (il santo), antagonista (Diocleziano), aiutanti dell’uno e dell’altro. Coglie qui, l’Autore, la macchina drammatica del racconto vastesco trattandola quasi come un testo teatrale (una sacra rappresentazione), e
come tale commentandola; nell’affresco della Gloria di san Sebastiano (ma anche nel quadro di Antonio Catalano
dell’Incoronazione della Vergine con i santi francescani e domenicani) egli adopera le categorie lotmaniane dell’alto/basso per interpretare l’iconografia del quadro (non la struttura decorativa, che è altra cosa, e deriva più dalla prospettiva geometrica che da schemi narratologici). Non è un caso che un termine assai caro all’Autore sia “impaginazione” dell’opera d’arte, e non “schema”, “struttura”, “composizione”. Ecco, questo per me significa “narrare” l’arte. Insomma, come si vede, quando si racconta l’Arte non si può evitare poi che chi legga tale racconto vi trovi la
possibilità di applicare categorie culturali della narrazione letteraria (sempre di narrazione si tratta). Analizzare le
complesse dinamiche dei fenomeni e poi trarne una sintesi è il merito più evidente di un lavoro come questo (ed è
anche la «cifra intellettuale» del Preside Sciacca in tutti i suoi testi, storico-artistici e non). Non stupisce, quindi, il
largo spazio dato a fenomeni come ricezione, gusto, percezione, società, iconografia e iconologia. Il tutto espresso
con il tono leggero di chi sa veramente raccontare una storia. Fine
Giuseppe Arcidiacono: un vero scienziato acese.
Nella sala “Cristoforo Cosentini” della
Biblioteca Zelantea, sarà ricordato,
nel decennale della morte, l’acese
prof. Giuseppe Arcidiacono, uno
dei più geniali studiosi di Fisica
Matematica del secondo dopoguerra, docente di Meccanica
Superiore all’Università di
Perugia. L’iniziativa è del Lions
Club di Acireale, d’intesa con
l’Accademia Zelantea. A ricordare
l’illustre concittadino acese saranno
Eliano Pessa, Fisico e
Psicologo, Direttore del Centro
Interdipartimentale di Scienze
Cognitive dell’Università di
Pavia, che fu allievo di
Arcidiacono,
e
Ignazio
Licata, Full Professor of
Theor. Physics, Direttore
dell’Inst. For Scientific
Methodology di Palermo
per gli studi interdisciplinari, che prosegue gli studi e le ricerche di settore sulla scia del prof. Arcidiacono. Nel corso dell’incontro sarà richiamato nelle linee generali il percorso di
ricerca del prof. Arcidiacono e saranno evidenziate le sue
doti non comuni di intelligenza e chiarezza espositiva
“appaiate ad una straordinaria umanità e bontà, nonché un
entusiasmo per la ricerca e per tutto ciò che nella vita c’è di
bello e di buono, entusiasmo che egli sapeva trasmettere a
chiunque entrava in contatto con lui” (E. Pessa). Sarà presente la vedova signora Maria, mentre l’editore Di Renzo
curerà l’esposizione delle opere scientifiche principali.
Ti sto cercando, appuntamento siciliano
I due autori del nuovo bestseller della Tunué di
Alessia Saralli, Giovanni Marchese e Luca Patanè,
autori di Ti sto cercando, sono stati ospitati presso
la libreria Punto e Virgola di Acireale per la presentazione del loro graphic novel, che ha riscosso un
grande successo al Napoli Comicon. All'incontro ha
partecipato anche Angelo Orlando Meloni, autore di
diversi racconti, tutti raccolti nel libro Ciao campione. La vicenda tratta il tema dell'immigrazione, ma
offre un punto di vista
diverso dal nostro, la storia viene infatti narrata da
un ragazzo marocchino
che sbarca a Lampedusa
come clandestino alla
ricerca del padre, a sua
volta immigrato in Italia
un anno prima. Dopo il
viaggio della speranza
verso la nostra penisola
questi disperati in cerca
di una vita migliore vengono invece portati nei
campi di permanenza,
per poi ricevere il foglio di
via, che li obbliga a tornare in patria, ma alla
fine quasi tutti restano, per lo più sfruttati come
manodopera a basso costo da padroni autoctoni
crudeli: denunciare gli sfruttatori significa rischiare
di essere denunciati e ogni segno di ribellione viene
punito con il pestaggio del clandestino. Questa storia cruenta, ma che rispecchia la vita reale, gode
anche di una singolare tecnica nella realizzazione
delle tavole: il disegnatore ha infatti illustrato la sceneggiatura utilizzando come acquarello il caffè.
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AKIS
Sabato 17 Maggio 2008
Pillole Acesi
ph Nuccia Leotta
e Studio Consoli
Turi Consoli
[email protected]
“I FOLLETTI” -Il sindaco Nino Garozzo ha ricevuto al
municipio gli alunni della scuola dell’infanzia paritaria “I
Folletti”, di Acireale. Al primo cittadino i bambini dal cappello rosso in testa hanno posto delle domande sul funzionamento della macchina comunale. Poi delle curiosità personali (Sindaco ma questa è la tua casa?
Sindaco ma che fai tutto il giorno? Ti arrabbi spesso?)
prima del giro a palazzo di città, con cicerone lo stesso
primo cittadino. I bambini, accompagnati dalle insegnanti e dalla direttrice Ivana Sciuto, sono impegnati nel
progetto didattico “Acireale tra storia e cultura” che li ha
portati già in numerosi luoghi d’interesse storico e culturale, come le chiese o il capannone in cui vengono
costruiti i carri de “Il più bel Carnevale di Sicilia”. Il progetto si chiuderà con la rappresentazione di “Aci e
Galatea”. Un momento di allegra confusione nella consueta quotidianità del palazzo.
“IL LOTO” – Il Presidente de “Il
Loto” Luigi Ferrante ha tenuto una
conferenza al Teatro Turi Ferro su
“I valori umani all’interno della
politica-La politica al servizio del
cittadino e non viceversa”.
“Festa del Mare” - Si è svolta nella frazione di Pozzillo
con il proseguo domenica 25 maggio nella frazione di
Santa Maria La Scala la quarta edizione della “Festa del
Mare”, promossa dall’associazione “Gruppo Liberi
Artisti”, con il contributo della Città di Acireale, assessorati al Mare e alle Pari Opportunità. Lo scopo è quello di
promuovere e sensibilizzare al senso di appartenenza
della natura in generale del mare e delle spiagge in particolare. Questo attraverso il coinvolgimento di associazioni ambientaliste, scuole e sommozzatori che cureranno la pulizia dei fondali. Coinvolti anche i diversamente abili che, assistiti da accompagnatori qualificati,
saranno partecipi alla pulizia subacquea e ai momenti
aggregativi che accompagneranno i due appuntamenti.
POLITICHE DI CONTRO -TURISMO
VERGOGNA! Con un sentimento di rabbia mista a
profondo imbarazzo, lo scorso 4 maggio, domenica,
in occasione di una visita guidata al centro storico di
Catania, i soci dell’associazione “SiciliAntica” di
Acireale hanno appreso con stupore della chiusura
del Castello Ursino, uno dei monumenti più insigni
dell’epoca sveva, edificato a partire dal 1239 per
ordine di Federico II (1194-1250), ed oggi adibito a
Museo Civico. La porta dell’antico maniero era,
infatti, chiusa, sbarrata; triste metafora di una città
che ha letteralmente “chiuso le porte” alla cultura,
dimentica del proprio passato e delle sue tradizioni
storiche e culturali. Un avviso affisso all’ingresso
informa – gentilmente! – i turisti che il museo è visitabile dal lunedì al sabato. DOMENICA e FESTIVI
CHIUSO. Definire questa scelta scandalosa ed
insensata sembra, addirittura, riduttivo. Ricordiamo,
infatti, che in altre realtà più civili e sensibili alle esigenze del turista, in quelle regioni e città davvero a
vocazione turistica, il giorno di chiusura dei musei è
quello in cui si registrerebbe un minor numero di
visitatori (di solito il lunedì). In un contesto come
quello spagnolo, ad esempio, dove si fa vera promozione turistica, cercando pure di stimolare negli
stessi cittadini la conoscenza del proprio patrimonio
storico-artistico-culturale, la visita ai musei statali è
addirittura gratuita il sabato pomeriggio e la domenica mattina. Ma dalle nostre parti, nonostante le
numerose invettive e i j’accuse dell’ex assessore
alla cultura del comune di Catania (la scrittrice
Silvana Grasso), la situazione non è cambiata e
rimane notevolmente diversa rispetto a quella di
città neanche tanto lontane, come Siracusa, Ragusa
e Noto. Questo il penoso bilancio di una domenica
mattina come le altre: terme achilliane (secc. I-II
d.C.): CHIUSO; terme della Rotonda (sec. II-III
DIFENSORE CIVICO
Il progetto “Rete-Orienta” vede interagire il Servizio di
Psicologia Scolastica del Comune di Acireale, gli
Sportelli Multifunzionali C.E.F.O.P., C.I.O.F.S. e I.A.L.,
S.G. Apostolo, gli Istituti Secondari di I grado, la
Cattedra di Psicologia dell’orientamento Scolastico e
Professionale dell’Università di Catania , l’Ufficio
Scolastico Provinciale di Catania ,l’Ufficio Provinciale
del Lavoro e il Centro di Orientamento “Il QUADRIVIO”
del Gruppo Credito Valtellinese, ha voluto promuovere
la cultura dell’orientamento formativo, rilanciando nuovi
obiettivi,tra cui un’azione per i genitori finalizzata a proporre momenti di riflessione sull’importanza del ruolo
genitoriale e sulle modalità di sostegno ai figli nella definizione del loro futuro scolastico -professionale.
L’VIII Congresso dell’Associazione Dermatologica
Ionica, presieduta dal prof. Stefano La Greca si è svolto alla Perla Jonica sino Si è trattato di un momento di
confronto di elevato livello scientifico, ricco di attualità in
campo dermatologico grazie al contributo di esperti
delle maggiori società scientifiche italiane di dermatologia e di illustri relatori internazionali.
Aci Catena - Un incontro propedeutico
e di avvicinamento per l’organizzazione del 1°corso di ritratti organizzato
dall’ente municipale è stato tenuto dal
maestro Filippo Pulvirenti. Tale organizzazione era stata programmata dall’ex assessore all’Artigianato Nello
Cutuli, durante il 1°corso di pittura
“Città di Aci Catena”.
Immagini di viaggio
di Lorenzo Bovi
Capitolo Quarto
d.C:): NON FRUIBILI; terme dell’Indirizzo: CHIUSO;
pozzo di Gammazita (sec. XIII): CHIUSO.…e fortuna che la domenica gli edifici religiosi sono aperti
per la celebrazione delle Sante Messe (quantomeno, sarà così fino a quanto vi sarà un numero sufficiente di sacerdoti che ne garantisca l’apertura e,
quindi, la visita). Solo i musei gestiti da fondazioni
private resistono per quei turisti, italiani e stranieri,
(ancora, nonostante tutto, in tanti) che vengono a
visitare la città dell’elefante (come veniva chiamata
al tempo della dominazione araba). Tutto ciò non è
altro che il risultato di decenni di trascuratezza nel
campo della politica di promozione turistica, di incuria nella gestione del patrimonio storico-culturale e
di assoluto disinteresse per la conoscenza della storia della propria città, la quale viene fuori solo nel
contesto di stupide beghe campanilistiche o, peggio,
come pretesto nell’ambito degli ormai consueti episodi di violenza dentro e fuori gli stadi di calcio. Se
aggiungiamo l’abnorme (e spesso scriteriato) sviluppo urbanistico della città ed il fenomeno, strettamente connesso, della speculazione edilizia che ha
caratterizzato il cosiddetto “sacco di Catania” degli
anni ’60 e ’70 del secolo scorso, comprendiamo
come si sia potuti cadere così in basso. Il peggio,
però, è che non si ravvisano segnali in controtendenza, come dimostra lo spiacevole episodio vissuto dagli sfortunati turisti acesi... della domenica!
Anzi, questo stato di cose avrà come effetto un ulteriore scadimento, nella forma mentis dei cittadini di
Catania (ma è un fenomeno questo che riguarda
ormai anche la nostra Acireale), della consapevolezza delle enormi potenzialità del territorio, le cui
risorse vanno spese in un’ottica di sviluppo economico e crescita occupazionale. Soprattutto in una
realtà come la nostra, caratterizzata da una condizione di “stagnazione” perenne, in cui prosperano
solo le attività di costruzione edilizia e rivendita di
auto usate (attività non sempre al di sopra di ogni
sospetto…). Ma fino a quando tali considerazioni
continueranno ad essere oggetto di sterile dibattito e
le autorità competenti (a tutti i livelli) non si spenderanno concretamente per fare del turismo una voce
importante dell’economia isolana, incoraggiando le
iniziative anche dei privati, la situazione continuerà
sostanzialmente ad essere non diversa da quella
che incontravano i viaggiatori europei del ‘700-‘800
(sic!). Al giorno d’oggi, però, non credo proprio che
un turista in visita a Catania, visto tale stato dei fatti,
pensi di tornarci.
Guido Leonardi
[email protected]
Si effettuano
corsi di specializzazione per
“Decoupage” – Decorazione –
Disegno
Pittura ad Olio e Acquarelli
Costituito il Club “K-Kids”
Presso l’aula magna del circolo didattico di Aci S.
Antonio, retto dal dirigente scolastico prof.
Salvatore Musumeci, in un clima di grande allegria ed alla presenza di un folto pubblico costituito da familiari, alunni, insegnanti, e numerosi ospiti ed autorità, è avvenuta la cerimonia di presentazione del neo costituito club di giovanissimi
KIWANIANI: il K-KIDS i cui soci sono tutti alunni
della stessa scuola elementare. Il KIWANIS
INTERNATIONAL ha molto a cuore il coinvolgimento, dei giovani e dei giovanissimi al fine di sviluppare una potenziale leadership per realizzare
insieme progetti sociali a beneficio della scuola e
della comunità. Il neo costituito club ha avuto il
sostegno del club KIWANIS di Acireale e di alcuni
sponsor locali tra cui la “Sorbello vetri S.R.L.” di Acicatena. La cerimonia iniziata con un discorso di saluto da parte
del dirigente scolastico prof. Salvatore Musumeci, è proseguita con l’ascolto degli inni americano, europeo, nazionale e siciliano, cantato dagli stessi alunni della scuola. L’ing. Filippo Lizzio, quale adviser del Kiwanis di Acireale,
promotore dell’iniziativa, ha illustrato, ai presenti, le caratteristiche del neo-costituito club, e le relative finalità, ed
ha consegnato gli attestati di benemerenza alle insegnanti che hanno formato i giovani soci K-Kids, tra cui si è particolarmente distinta l’adviser della scuola, nonché, coordinatrice del gruppo canoro K-BAND,
l’insegnante Daniela Simon, per il forte impegno
manifestato. È seguito un breve intervento del
presidente del Kiwanis Junior di Acireale geom.
Gianfranco Lizzio, che si è complimentato per la
bravura dei K-Kids auspicando loro un sempre
brillante percorso insieme alla famiglia kiwaniana.
La consegna della Charter al Dirigente scolastico
è stata effettuata dal presidente del Kiwanis club
di Acireale rag. Rosario Miraglia. Dopo l’ascolto
di altri canti, eseguiti dalla K-Band, si è passato
alla consegna degli attestati e dei distintivi al direttivo e all’alunna Martina Lo Giudice, neo presidente e tutti insieme hanno pronunciato la “promessa di rito”. Dopo l’intervento del Past Trustee
international dott. Nicola Russo, la serata si è conclusa in un clima di estrema allegria e serenità
con un breve rinfresco all’aperto. F .LIZZIO
Il sistema di raccolta della spazzatura “porta a porta”
Continua 5
L’istituzione del sistema di raccolta della spazzatura nel centro storico eseguito
porta a porta, purtroppo, non ha avuto gli sperati esiti. L’avere eliminato i cassonetti di raccolta ha reso, certamente, più gradevole le vie del centro, ma il sistema non ha retto. Molte sono state le doglianze per la presenza di spazzatura per
le vie del centro in tutte le ore del giorno. Come evidenziavo nella mia diretta al
Sindaco ed al Dirigente del settore Ambiente, il sistema, per funzionare efficacemente, deve garantire che la raccolta avvenga subito dopo il deposito, in modo
da ridurre al minimo i tempi di stazionamento. Si dovrebbe assicurare che la Ditta
di raccolta esegua la stessa nei modi e nei tempi preventivati, senza accumulare
ritardi o, peggio, saltando il servizio, e si dovrebbe eliminare la cattiva abitudine di “buttare” la spazzatura a qualsiasi ora del giorno e della notte. Allo stato,però, attese le numerose lamentele si dovrebbe prendere atto del cattivo funzionamento del sistema e provvedere diversamente. Magari limitando, in una prima fase, il sistema di raccolta ad un’area più ristretta del centro storico che sarebbe più facilmente controllabile.
Capitolo Quinto
Mancanza di un regolamento Comunale sulle attività di gestione dei locali pubblici.
Durante il periodo estivo, raccogliendo le lamentele di quanti vivono nelle vicinanze di attività pubbliche quali locali, bar, chioschi, interessavo il Segretario Generale per sapere se l’attività dei pubblici esercizi era disciplinata da
un apposito regolamento Comunale. Il segretario, ritenendo anch’esso utile approfondire la questione, invitava il
Comandante della Polizia Municipale ed il Responsabile dei servizi di Segretaria, di relazionare sulla normativa
che regola la materia e sull’eventuale normativa regolamentare che si era dato il Comune. Questi ultimi mi relazionavano, con nota congiunta del 18/7/2007, evidenziando che l’Ente non si era dato un vero e proprio regolamento che disciplini l’attività di gestione degli esercizi pubblici, e che, quindi, la materia veniva disciplinata da una
ordinanza Sindacale risalente al 23 ottobre 1961, da una più recente relativa all’orario di apertura e chiusura degli
esercizi del 1998, nonché dalle normative in materia in particolare dalla Legge 25 agosto 1991 n. 287. Da tale
contesto si ricaverebbe che l’orario limite per le attività che svolgono intrattenimento musicale è individuato alle ore
24,00, mentre tutte le altre attività non sono esplicitamente regolamentate. Concludono i Dirigenti evidenziando
come appaia opportuno ed urgente regolamentare tale delicato settore sotto tutti i profili ed in particolare a tutela
dell’inquinamento non soltanto acustico ma anche del suolo e dell’area. In effetti una più accurata e puntuale regolamentazione dell’attività di tali esercizi non è più rinviabile per evitare che l’espansione di tali attività, certamente
da favorire ed incentivare, comprometta la serenità e la qualità della vita di chi è costretto a vivere nelle immediate vicinanze.
CONCLUSIONI
Se dunque, come si diceva in premessa, la qualità dell’amministrare nasce, anche, dalla capacità di ascolto della
gente, bisogna far sì che gli istituti di partecipazione popolare si rendano attivi e funzionanti. Fra questi particolare rilievo assumono: l’ufficio per i diritti dei cittadini (previsto dall’art. 4 dello Statuto del Comune di Acireale); il
diritto di udienza (previsto dall’art. 6); il diritto alla informazione (previsto dall’art. 12); il diritto di accesso ai documenti amministrativi (previsto dall’art. 13) ed ovviamente il Difensore Civico (previsto dall’art. 16 ).Tutti questi
Istituti voluti e previsti, non a caso, nel secondo titolo dello Statuto Comunale servono a garantire la pienezza del
diritto di tutti a partecipare all’azione amministrativa. Il non aver dato impulso ad alcuni di tali Istituti, penso ad
esempio all’Ufficio per i diritti dei cittadini, nonché alla mancata pubblicazione di un Notiziario sull’attività dell’amministrazione, ha creato una barriera al corretto ed efficace instaurarsi dei rapporti Cittadino-Comune. Bisogna allora aprire le porte del Comune e far sì che le necessità dei cittadini entrino nelle stanze di chi è chiamato a risolverle. Per quanto mi riguarda ho sempre dato ascolto a quanti avessero necessità da sottopormi e di tali bisogni
mi sono fatto portavoce nei confronti di chi è tenuto a dare concreta risposta. Come dicevo in premessa spesso ho
ottenuto dei risultati concreti, altre volte, purtroppo, non è stato possibile risolvere subito la questione, ma, in ogni
caso, della stessa è stato sempre interessato chi di competenza. L’auspicio è quindi quello che si operi nel senso
di garantire sempre ed a tutti di partecipare all’azione amministrativa. Vorrei,infine, rivolgere un ringraziamento ai
miei collaborati dott. Antonio Iacolino e sig.ra Camilla Cannavò che durante il 2007 hanno validamente collaborato al lavoro del sottoscritto e che per motivi diversi non fanno più parte dell’Ufficio.
Avv. Orazio Arcidiacono
Difensore Civico del Comune di Acireale
MIC di Rosario Basile
Via Dante Alighieri 42
Aci S. Antonio
Stabil.: via Penninazzo 75
Viagrande
Telef. 095 7891019 – fax 095 7021666
[email protected]
AKIS
5
Sabato 17 Maggio 2008
L’ASSEMBLEA DEI SOCI
APPROVA IL BILANCIO:
VIVA SODDISFAZIONE
DEL CDA DELLA SOCIETA’
L’assemblea dei soci di ACIAMBIENTE Spa, a maggioranza, ha
approvato il bilancio della società,
una manovra di circa 14 milioni di
euro, confermando così il corretto
operato degli amministratori. Viva
soddisfazione è stata espressa dal
Cda della società d’ambito, con in
testa il presidente, Nello Oliveri,
che ha presentato all’esame dei
sindaci dei 10 comuni interessati il
documento contabile riferito al
2007, periodo antecedente al suo
insediamento. “A differenza degli anni precedenti – ha osservato Oliveri – è
stato approntato un piano molto più dettagliato e analitico, evidenziando con
trasparenza tutte le varie voci, così da permettere all’assemblea dei soci di
conoscere nei dettagli le varie poste di bilancio”.
L’UNITA’ DI RACCOLTA SANGUE ADESSO E’ REALTA’
Resterà certamente una data storica il 27 aprile 2008 per la Misericordia e per
il Gruppo Fratres di Acicastello che registrano una tappa importante in quel
lungo percorso di servizio verso i fratelli bisognosi iniziato trent’anni fa. Tante
le persone che non hanno voluto mancare a quest’appuntamento e hanno
riempito la sede della Misericordia per la consegna della sedia per i salassi,
offerta dal “ Lions Club Agorà ” di Catania, che va a completare il centro trasfusionale temporaneo e costituisce il coronamento di un progetto in cui ha
creduto fortemente il presidente del gruppo Fratres, Carmelo Seminara. Oltre
ai soci delle due associazioni, Misericordia e Fratres, e ai numerosi cittadini,
presenti anche il dottor Francesco Montemagno, presidente Lions Club Agorà,
l’avvocato Ninni Giannotta, presidente della quinta circoscrizione e il dottor
Maurizio Gibilaro, i quali hanno espresso rispettivamente grande soddisfazione e onore per il contributo offerto ad una associazione di volontario, come la
Fratres, la cui presenza nel territorio è di grande importanza e si sono augurati una prosecuzione di questo rapporto di amicizia e reciproco aiuto tra Lions e
Fratres. “ Noi siamo un club service ” afferma il dottor Gibilaro, vicepresidente
Lions Club Agorà, “ per questo cerchiamo di metterci a disposizione di associazioni che operano nel sociale. L’impegno della Fratres nell’ambito della
donazione del sangue è molto importante. L’incontro con il gruppo Fratres di
Acicastello è stato fortuito ed è avvenuto una sera di dicembre. Allora ho deciso di portare questa istanza al presidente e al consiglio direttivo del club Lions
Il CDA INCONTRA IL COMMISSARIO DI ACICATENA :
COMPLETATO UN PRIMO GIRO DI CONSULTAZIONI
E CONCERTAZIONE CON I 10 COMUNI SOCI
L’incontro con il commissario straordinario di Acicatena, dott. Pietro Di Miceli,
ha concluso ieri mattina un primo giro di consultazioni e concertazione avviato
dal cda di AciAmbiente con i rappresentanti dei dieci comuni soci della società
d’ambito. Nel corso dell’incontro il presidente dell’Ato Nello Oliveri, ( che era
accompagnato dai componenti il consiglio di amministrazione, Salvo Trovato e
Salvo Messina) ha discusso dell’indizione della gara d’ambito, della richiesta di
distacco personale dal Comune ad Aciambiente, dell’avvertita necessità di
potenziare il numero dei cassonetti rifiuti dislocati nel territorio catenoto e di
altre problematiche riguardanti la gestione e l’attività dell’Ato. “Ringrazio il commissario straordinario – afferma il presidente Oliveri – per la disponibilità manifestata nei confronti della società. Un incontro proficuo che avrà un seguito,
sulla scia di un percorso tracciato sin dal mio insediamento, di compartecipazione attiva e diretta con i Comuni soci”.
DEDICATA AD UN AMORE
Chi sono io?
che ricalco strade ormai passate
polvere della polvere
di si perduta fede
perduta euforia di ogni giorno
che passa e di un amor perduto.
Rimpianto d'amore diluito nel tempo ?
In verità il tempo dà conforto
ma non cancella nè potrà mai
diluir l'amoroso soluto di quel chimico
e tanto confuso sbaglio
che qualcuno chiama amore
Re Giuseppe
che ne ha fatto tesoro tanto da realizzare in breve tempo questo progetto della
sedia per il salasso. Speriamo di continuare a portare avanti la promozione
della cultura di solidarietà a fianco della Fratres.” A presentare la nuova attrezzatura e la sala in cui d’ora in poi verranno effettuate le raccolte di sangue il
presidente Carmelo Seminara, che ha voluto sottolineare l’importanza di questo dono che, connesso agli ottimi livelli raggiunti dalle donazioni, deve dare
nuova linfa e ancor più vigore all’attività della Fratres. “ Indubbiamente la sedia
per il salasso costituisce l’inizio di una tappa importante ” commenta il presidente del gruppo Fratres “ Abbiamo visto come nell’ultimo periodo vi sia stato
un incremento del numero delle donazioni e le persone si sentono a proprio
agio nel nostro centro. In tre mesi e mezzo dall’inizio dell’anno abbiamo fatto
quasi 80 donazioni, un record per noi. Il sangue in Sicilia non basta mai perché abbiamo solo a Catania circa 3500 persone che hanno bisogno ogni venti
giorni di trasfusioni di sangue. Speriamo che la collaborazione con i Lions
possa proseguire consolidando il rapporto tra i nostri gruppi. Ci hanno inoltre
promesso anche l’acquisto di un nuovo macchinario, il saldatore di sacche.
L’impegno che portiamo avanti è senza dubbio il frutto di ciò che ha iniziato
Santo Leonardi, continuiamo ciò che lui ha seminato. ” Molto soddisfatta anche
il presidente della Misericordia di Acicastello, Marina Leonardi, che nel ringraziare tutti coloro che in questi anni sono stati sempre vicini alle due associazioni, si è augurata di poter raggiungere sempre nuovi traguardi importanti a
sostegno della comunità castellese. “ E’ una tappa particolarmente importante
per la Misericordia e per il Gruppo Fratres e per questo ringraziamo di cuore il
gruppo Lions.” sottolinea il presidente della Misericordia “ Con la donazione noi
non indichiamo solo la donazione di sangue in sé, che è certo importante perché molte persone vivono per una goccia di sangue, ma diciamo anche di
donarsi agli altri e di contribuire, come volontari, per portare avanti il servizio di
associazioni come la Misericordia ”. Con l’ausilio dell’infermiere professionista,
Alfio Fichera, è stato inoltre possibile offrire ai presenti una simulazione delle
modalità con cui viene effettuata una donazione di sangue nella nuova sedia
per il salasso. Giuseppe Bonaccorso
- Carmelo Seminara ( pres. Fratres ) con Maurizio Gibilaro (vicepres. Lions )
- Carmelo Seminara ( pres. Fratres ) con Marina Leonardi (pres. Misericordia )
- Maurizio Gibilaro ( vicepres. Lions ) con Francesco Montemagno ( pres. Lions
club agorà).
Giuseppe Bonaccorso
[email protected]
Potenziamento
del laboratorio elettrico
Cod. 2.1A-2007-100
Via delle Terme, 78 - 95024 ACIREALE CT
Tel. 095/605275
Via Sciarelle - Acireale
Zafferana - Riallacciati i fili della memoria
Un interessante progetto culturale, articolato in quattro incontri,
ha preso avvio nel vicino centro di Zafferana Etnea. Il progetto
denominato “I Percorsi della memoria” ha per scopo il recupero
delle tradizioni per tramandarle alle giovani generazioni.
Nell’incontro introduttivo è stato ribadito che le radici di una
comunità e di una Nazione vanno abbeverate e che “senza
memoria non c’è tradizione e senza tradizione non c’è società”.
Ideatore di questa manifestazione è stato il dott. Luigi Zappalà,
presidente del Kiwanis di Zafferana, che ha coinvolto molte realtà
associative del comune montano, e precisamente le Donne
d’Europa, la Compagnia teatrale “Val Calanna”, l’Associazione
Pittorica Giuseppe Sciuti, la Schola Cantorum Aetnensis,
l’Associazione Scout Zafferana, oltre ovviamente al Kiwanis. A
coordinare il progetto è stato chiamato il giornalista Alfio Patti,
poeta e cantastorie, nonché cultore di poesia e cultura siciliane.
Il primo incontro, tenutosi presso l’Auditorium comunale, il cui
titolo è stato “Casa ppi casa”, ha avuto per tema la tradizione tramandata oralmente e la sua preziosità. L’insegnante Anna
Barbagallo in Russo ha raccolto testimonianze storiche, aneddoti, usanze, preghiere, indovinelli, facendo visita alle famiglie, specie a quelle in cui vi sono anziani, andando “casa per casa”. Il
frutto delle sue ricerche lo ha trascritto in un libro, che ha chiamato “Sul filo della memoria”. Alcuni versi ed aneddoti riportati in
questo libro sono stati recitati da attori della Compagnia teatrale
“Val Calanna”, mentre in sala venivano proiettate immagini che
ritraevano angoli della cittadina pedemontana a cura dell’associazione “Donne d’Europa”. A conclusione della serata Alfio Patti,
accompagnato dalla sua chitarra, ha dato un piccolo saggio della
sua maestria, interpretando canti popolari siciliani ed accattivando il folto pubblico intervenuto. Ha espresso soddisfazione per
l’intera manifestazione così come articolata il sindaco Delfo
Patanè. Gli altri incontri previsti sono: Val Calanna: la valle che
non c’è; il pittore Giuseppe Sciuti, l’arte, la vita; la croce di monte
Zoccolaro, un percorso tutto in
salita, incentrato sulla vita di
Rodolfo Puglisi
padre Russo, un piccolo don
Bosco locale.
[email protected]
L’Associazione Olimpia De Gouges
Nata solo pochi mesi fa ad Acireale,
sostiene donne e minori vittime di violenza dentro e fuori le famiglie ed
intende promuovere, con azioni
concrete e momenti di studio e
riflessione, la cultura della non violenza. Vuol essere presenza attiva accanto a chi, donna e minore,
è vittima di vari tipi di violenze e
sottomissioni. La prima iniziativa,
targata marzo 2008 a ridosso
della festa della donna, è stato
perfetto inizio di tutte le attività
che porteranno il nome di Olimpia
De Gouges, il cui vero nome era
Marie Gouze, nata il 7 maggio del
1748 nella regione di Montauban. Si
sposa a soli sedici anni per evadere
dalla famiglia. A diciassette fa in tempo ad
avere un figlio e a restare vedova. Conosce allora Jacques
Biétrix, un ingegnere militare ed è... amore a prima vista! Con
Bietrix andò a Parigi, dove cambia il suo nome in Olympe de
Gouges. Bella e corteggiata, frequenta i salotti più famosi, conosce i più importanti scrittori e filosofi del tempo. Comincia a scrivere e nel 1784 compone anche un dramma contro la schiavitù,
che andrà in scena proprio nell'anno della rivoluzione, nel 1789,
e per il quale conosce la galera. Ben presto Olimpia si rivolge alla
politica attiva. Prima rivoluzionaria, poi realista, infine repubblicana. Convinta che la donna nasce libera ed ha gli stessi diritti dell'uomo, nel 1791 fonda il "Cercle social", un'associazione che si
prefigge la parità dei diritti delle donne, e pubblica la
"Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina"
Significativa è la scelta di dedicare la "Dichiarazione dei Diritti
della Donna" a Maria Antonietta, sottolineando che, benché regina, ella a Versailles conta meno di suo figlio, che è appena un
bambino, per il semplice fatto di essere una donna. Ben presto si
rende conto che le conquiste della rivoluzione non favoriscono
affatto le donne e che anche il nuovo regime calpesta la libertà.
Riprende, quindi, i suoi infuocati discorsi libertari attaccando il
regime di Robespierre, chiamandolo "animale anfibio". L'anfibio
non esita a condannarla a morte perchè la nostra pensa bene di
prendere le difese di Luigi XVI! Olympe, infatti, si era opposta con
grande determinazione alla condanna a morte del re, ritenendo
che "la Rivoluzione deve dimostrare la propria forza non uccidendo, ma risparmiando le vite, anche di coloro che avevano tramato contro la Nazione". Olympe de Gouges è ghigliottinata il 3
novembre del 1793, a 45 anni, per aver... dimenticato le virtù che
convengono al suo sesso ed essersi immischiata nelle cose della
Repubblica. Il suo obiettivo si basa sull'affermazione di uguaglianza politica e sociale tra uomo e donna. Dunque impegno,
difesa dei diritti umani, pari opportunità. Nome ambizioso da ricordare nelle proprie attività, la dott.ssa Irene Fiorini, presidente, e le
socie in questa scelta lanciano un chiaro messaggio sul tipo di
attività ed iniziative che verranno intraprese dall’Associazione,
presentatasi come detto qualche giorno prima della festa della
donna. Da qualche settimana è iniziato invece il progetto con le
scuole concluso oggi al Liceo Classico “Gulli e Pennisi”, ovvero “
La Provincia a sostegno dei diritti umani”, che ha avuto per teme
fondamentale la violenza. Il Presidente dell’Associazione ,
dott.ssa Irene Fiorini psicologa e l’avv. Francesca Montanaro ,
consulente legale della stessa, hanno incontrato gli studenti dell’ultimo anno dei seguenti Istituti: Liceo Artistico, Commerciale,
Geometra, Professionale, e per ultimo il Liceo Classico. Le ore
sono state strutturate innanzitutto con la consegna e l’elaborazione di questionari con i quali effettuare una prima valutazione e
conoscenza dei ragazzi, poi le relazioni sui molteplici aspetti della
violenza quale male assoluto e spesso oscuro della nostra
Società. Considerato il riscontro di interesse registrato tra gli studenti, i dirigenti e i docenti delle varie Scuole coinvolte,
l’Associazione Olimpia De Gouges ha in mente di riproporre l’iniziativa anche nel prossimo anno didattico. In attesa di ciò altre iniziative saranno presto varate e rese note.
U.S.
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956..
dal 1
Circonvallazione ACI S. ANTONIO
AKIS
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349 7339659
AKIS: Anno IV, numero 14 del 17 Maggio 2008, in vendita a € 1.00 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
IL GIORNALE Sede e Redazione Akis: via M. di Casalotto 68 -95025 Aci S.Antonio - Tel.- Fax 095 7921786 – 347 5382517 - e.mail: [email protected] - Site: www.akis-aci.com
DEL TERRITORIO Tipografia-Litografia: “ITALGRAFICA” - via F. Guglielmino, 40/A - ACICATENA (CT) - Tel. 095 802962 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814
DELLE ACI
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AKIS
Sabato 17 Maggio 2008
“Il Senso della Vita” di Maria Grazia Falsone
CIAK, SI GIRA!!!
Serata culturale nella sala “F.Strano” di Aci Catena. Ospitata dal commissario Di Miceli la poetessa Maria Grazia Falsone ha presentato al
pubblico catenota il suo secondo libro “Il senso della
vita” che tanto successo tra riscuotendo nelle librerie
di tutta Italia. La Falsone, non nuova ad esperienze
del genere, ha “arricchito” la lettura delle sue liriche
con filmati, balletti, musica e canto in ciò collaborata
dai bravissimi Giuseppe Bella (al pianoforte),
Valentina Pennisi (cantante) Rosario Licciardello e
Simona Pennisi (ballerini) e Agata Mirabella,
Graziella Fichera ed Alessandro Abate (dicitori). La
relazione sul libro è stata tenuta dalla giornalista .
Grazia Calanna (sotto la sua relazione) con l’intervento della prof.ssa
Francesca Amore. Ha coordinato gli interventi Turi Consoli. Le foto del
servizio sono di Nuccia Leotta.
Credo fermamente che tentare di spiegare un testo poetico,
mediante lo strumento della parafrasi, ovvero mediante l’utilizzo di
parole differenti da quelle utilizzate dal poeta, equivale, come peraltro sostengono numerosi studiosi, a sopprimerne la poesia. Motivo
per cui, l’unico consiglio che sento di darvi, prima ancora di aprire
il mio breve intervento che, come detto, si avvale in gran parte dei
versi dall’autrice, è quello di leggere, possibilmente da soli, cullati
dalla complicità di un appagante silenzio, il libro di Maria Grazia
Falsone. Sarà come compiere un lunghissimo viaggio emozionale
al quale, per una strana alchimia, sentirete di appartenere. “Il senso
della vita” è una silloge limpida e vitale. Un percorso, a tratti nostalgico, dalle cui liriche straripano, con forza travolgente, miriadi di
emozioni. La visione del reale non è mai banale, piuttosto è ricercata, raffinata per via di una forte coscienza critica, la stessa che
permette a questo canto poetico di accogliere l'esperienza
umana… “Tatuaggi nell’animo, invisibili, tortuosi sgomenti del vivere … laceranti segreti. Melodici i momenti vissuti nell’illusione del
crudele vivere” - L’autrice ha il dono dell’eloquenza… “La mia
anima vuole evadere, rompere tutte le barriere che l’attanagliano e
liBrarsi in alto nel cielo limpido, senza rimpianti e preoccupazioni”
- Sentimento). Con arditezza, plasma - nero su bianco - il proprio
pensiero poetante e scrive: “Fogli imbrattati di vita, pareti inzuppate di desideri, sentimenti sferrati dal cuore, descrizioni accurate
dell’intrigante mistero giornaliero che è la vita” -. Maria Grazia,
incessantemente, perlustra i labirinti esistenziali, ricercandone il
senso… “L’eco di un violino, armonizza l’ineluttabilità di una materialità anacronistica per alcuni, semplice normalità, per altri” – Con
abilità persuasiva, affresca i prodigi dell’esistenza… “incendiarmi,
soffrire, per vivere…” – Indubbiamente, quello della Falsone, è un
canto in versi, esemplare per la spontaneità della scrittura…
“Caotici momenti, vissuti nel chiaroscuro dell’anima, in attesa di
assaporare, giornate illuminate dal sole del cuore” È un inno alla
poesia, colei che scioglie “tutte le catene dell’incomunicabilità” –
È un accordo di note, nitide, vibranti… “Per incastonare emozioni,
al centro della memoria, a dispetto del tempo che corre, come lama
sottile, infilzando le nostre carni, inghiottendoci nel nulla” –
Crediamo che l’unica verità possibile sia quella che nasce dall'animo e che per mezzo delle sue stesse palpitazioni incendia di senso
i singoli dati reperibili dall’esterno. Giustappunto, l’autrice, libera da
vincoli formali o dagli schemi imposti dalla tradizione, adotta,
senza esitazioni, una metrica slegata, dove la musica del verso
combacia con lo scorrere del pensiero e delle emozioni. “Il passato non schiaccia il presente, fa lievemente capolino, come i raggi
del sole che tiepidamente riscaldano le gambe allungate sulla battigia” - Dalle poesie di Maria Grazia, emerge, a chiari toni, il desiderio di vivere intensamente ogni singolo - preziosissimo - istante.
L’autrice si svela con incondizionata lealtà, donandoci commozioni, tenerezze, apprensioni, suggestioni, batticuori, trepidazioni che
assumono valore universale. Ed è in tal senso che ci ricolleghiamo
alla parte iniziale del discorso lì dove vi dicevo che leggere questa
silloge senz’altro equivale a
compiere
un
lunghissimo
viaggio emozionale al quale,
per una bizzarra
alchimia, sentiremo di appartenere.
Questo
lavoro rende manifesto il valore salvifico della poesia, colei che, a
sua volta, deve essere assolutamente tratta in salvo, preservata.
“Poesia - intona accorata l’autrice - sei la mia stessa vita, il mio
sole, la mia pioggia, la mia stessa aria … inondi la mia memoria,
sfogli il mio presente”- I versi di Maria Grazia si propagano come
luce dorata che illumina e scalda i cammini del cuore. Sono versi
chiarificatori, carezzevole sintonia di note, che svelano come la vita
abbia senso soltanto lì dove c’è quel sentimento intenso, totalizzante e straordinario che è l’amore. “Nel deserto vivente, meteore
di luce piovono dal cielo mentre lo sguardo Innamorato, Felice,
Appagato, brilla d’amore che si disperde nei velati confini della
realtà!” – Versi che, nel marasma quotidiano della modernità, ci
esortano a fare una pausa per rivolgere l’attenzione alla nostra e
all’altrui interiorità … “Accelerare e fondersi, in totale abbandono,
di corpo, anima, materia, spirito … nell’eterno gioco sensuale
Amore/vita – Terreno/Ultraterreno” – In una società inquinata dalla
logica del vantaggio, l’autrice, dunque, ci esorta alla condivisione,
all’ascolto, alla reciproca esternazione, mostrandoci la propria formula incardinata sull’incessante ricerca di equilibrio tra le emozioni, l’armonia con se stessi e con gli altri …Perché, come sottolinea
Maria Grazia, nella “girandola variopinta di emozioni sciorinate dal
vivere” – ) … “La felicità è un vento… freddo/caldo… che passa
fugace, che ti avvolge e ti sconvolge, facendoti gustare l’irreale” –
Grazia Calanna
Le società Eman Multimedial e Arts Promotion danno il via alle
riprese del mediometraggio "Soli AI Fronte" del regista catanese
Giorgio Bruno. Il film narra le awenture di un gruppo di ragazzi
che rischia la vita per salvare un amico rimasto ferito in battaglia. I produttori M. Rosario Porzio e Mario Russo hanno sposato fin da subito il progetto, ossia il primo kolossal di guerra nostrano che sarà sviluppato in un lungometraggio nel
2009. II primo ciack ha avuto a Catania e ad esso sono
segiuite le riprese del videoclip "Il Viaggio• tratto da un singolo di prossima uscita della band catanese "Archinuè", autori
tra l'altro della colonna sonora del film. Tra i partner il Comune di
Valverde che ha patrocinato il progetto,
anche Rosario Basile (foto a fianco), un dinamico imprenditore di Aci S.Antonio che ha messo
a disposizione della produzione il “set naturale” della
fabbrica MIC in contrada di Viagrande. Piccola rivelazione di questo
cortometraggio è la giovanissima Uberti Pamela (9 anni ancora da
compiere), voluta da Giorgio Bruno, oltre che per l'espressività di cui
la bambina è dotata, anche perchè è l'esempio vivente di come un'atto d'amore possa vincere ogni guerra (Pamela, infatti, ha ricevuto un
trapianto di fegato a soli 5 mesi, tornando a vivere una vita normale
grazie all'atto d'amore di un anonimo donatore). Il mediometraggio, è
prodotto in collaborazione con l'etichetta indipendente catanese
Independent directors movie production cui fanno capo lo stesso
Giorgio Bruno e Simona Brancè. Attori principali del film sono Antonio
Landì, Naike Rivelli, Fernado Vitale e Riccardo Maria Tarci. Regista il
catanese Giorgio Bruno. Le foto del set sono di Nuccia Leotta ed autorizzate dalla produzione.
Associazione Arma Aereonautica
“Memorial Turi Garpi” - 14 - 18 Maggio 2008
Per la 4a prova del Campionato Provinciale di Mountain Bike, domenica scorsa nel naturalistico
percorso del “Bosco di Aci” si è svolta una manifestazione riservata ai tesserati ed organizzata da
Sport Insieme 2000, UDACE CSA.IN, Comune di Aci S. Antonio e dall’Assessorato all’Ambiente
della Provincia di Catania. Nelle foto alcuni momenti della conferenza stampa di presentazione,
presenti anche il dott. Pippo Cutuli e il Prof. Toruccio De Maria.
L’Etna secondo... Massimo Musmeci
Nicotra Gioielli
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Acireale - Corso Umberto n° 36
tel / fax +39 095.606345 www.nicotraluxury.it
Via Allegracuore, 16 - ACICATENA
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