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Newsletter n. 6
22 febbraio 2012
Colpe e frustrazioni
Desideriamo richiamare l'attenzione delle lettrici e dei lettori su un fatto avvenuto ieri a Mantova, di cui i
quotidiani locali riportano oggi notizie negli articoli: Marcia dei profughi, tafferugli in centro - La marcia di
protesta dei profughi libici (Gazzetta di Mantova, 23/2) e Profughi in corteo con finto tafferuglio (Voce di
Mantova, 23/2). Riportiamo una prima testimonianza diretta di alcuni insegnanti volontari del corso di
alfabetizzazione dei profughi che hanno assistito a ciò che è successo. Non mancheremo di approfondire
l'argomento nelle prossime newsletter, cercando anche di coinvolgere i diretti interessati nell'esprimere il
loro punto di vista.
Ieri mattina un gruppo di africani, ospitati nella nostra provincia da oltre nove mesi a seguito della guerra in
Libia, voleva andare in questura per chiedere chiarimenti sulla pioggia di risposte negative alla loro
domanda di riconoscimento dello status di rifugiati. Si sono mossi con striscioni e cartelli senza avere fatto
richiesta per l’autorizzazione a manifestare. Purtroppo la non conoscenza di questo aspetto legislativo ha
causato l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno bloccato la protesta, e ci sono stati alcuni momenti
di tensione. Alcuni testimoni hanno visto una macchina della polizia salire sul marciapiede di via Fernelli e
un migrante steso a terra, portato poi al pronto soccorso (senza particolari conseguenze). Per fortuna la
situazione non è peggiorata, e il piccolo corteo è stato scortato in questura, dove una delegazione ha
potuto chiedere spiegazioni sul respingimento della richiesta dello status di rifugiati. Come gruppo di
insegnanti del corso di alfabetizzazione di lingua italiana siamo addolorati nel vedere confermata la
convinzione che una persona straniera presente nel nostro territorio venga vista come pericolosa e nemica.
L’unica colpa delle persone di ieri mattina è stata quella di non chiedere il permesso per manifestare, non
sapevano di questo obbligo. Erano motivate dalle frustrazione di vedere respinte le loro richieste nella
quasi totalità e di non capirne i motivi, dopo mesi di attesa e di inattività obbligata. Da parte nostra ci
sembra fondamentale dare voce a queste persone, cui viene negata qualsiasi prospettiva di un futuro
decente e, nel contempo, impossibilitate a svolgere un’attività di educazione civica che permetta loro di
conoscere le normative vigenti per potere agire dalla parte della ragione. Dato che di ragioni per
protestare, purtroppo, non gliene mancano.
Insegnanti volontari di lingua italiana per conto di "Scuola senza frontiere".
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Rassegna Stampa
di Elena Cesari
Il sindaco di Mantova Nicola Sodano ha incontrato Esther, la ragazza che un anno fa era stata vittima di
pesanti insulti razzisti: Sodano si scusa con Esther: “Ti troverò un lavoro” (Gazzetta di Mantova, 16/2). Il
consigliere della Lega Nord Luca De Marchi non ha lasciato cadere questa ennesima occasione per
innescare una polemica a scopi propagandistici: “Abbiamo dato piena solidarietà alla ragazza per un atto di
stupidità umana, ma interrogo il sindaco per sapere se corrisponde al vero che ha promesso lavoro ad
Esther. Prima dobbiamo pensare ai nostri” (Un lavoro a Esther? La priorità ai padani , Gazzetta di Mantova,
18/2). Declassato l’episodio di razzismo a episodio di “stupidità umana”, ecco il ‘vero’ razzismo secondo il
consigliere: “Credo sia ora di denunciare il clima di intolleranza verso i padani. Il razzismo si coniuga in
diverse maniere: si passa dal razzismo di Stato a quello del singolo contro chi parla lingue padane. Ad
esempio lo Stato favorisce chi viene dalle altre regioni nell’assegnare le case popolari e gli insegnanti
definiscono zoticoni i padani”.
Il Comune di Varese multa le persone con disabilità che parcheggiano negli spazi delimitati da strisce blu. Lo
denuncia Michele Gallo, un lettore di Prealpina: Multe ai disabili, la linea dura applicata soltanto da Varese
(21/2). Stando a una sentenza (n°21271 del 2009) della Corte di Cassazione “il codice della strada non
prevede esenzioni a favore di persone che detengono il permesso disabili”. Nonostante questo il Giudice di
Pace di Varese, ha emesso una sentenza (n°887 del 2001) che accoglie il ricorso del lettore, annullando
l’ordinanza d’ingiunzione del Prefetto per la sosta nello stallo delimitato dalle strisce blu in Via Cairoli, per
la quale il signor Gallo non aveva pagato il parcometro. Leggiamo: “Le apparenti agevolazioni sono in realtà,
un modo per rendere un po’ più vivibile un’esistenza cosparsa di impedimenti e di difficoltà”.
È noto che per poter usufruire dei parcheggi riservati, le persone con disabilità, anche temporanea, si
devono dotare di un permesso, a garanzia di trasparenza e visibilità. Ne parla l’articolo della Voce di
Mantova: Posteggia al posto degli invalidi davanti alla scuola, ha le stampelle, viene multata (20/2). Vedi il
contributo di Angelica Bertellini in questa newsletter, Discriminazioni quotidiane, che approfondisce gli
argomenti sulla disabilità.
“Sono tre anni che l’ascensore delle poste è rotto *…+. Anche all’Asl l’apertura delle porte è difficoltosa e
ancora manuale, solo se c’è una persona che aiuta possiamo entrare nello stabile *…+. Basta girare un po’
per Viadana ed è evidente che niente è fatto a misura di disabile”. Parola di Maurizio Corberi, costretto a
muoversi con uno scooter elettrico, secondo il quale le barriere architettoniche esistenti impedirebbero la
mobilità non solo di persone con disabilità, ma anche di anziani e persone con difficoltà deambulatorie: La
denuncia di un 49enne ‘Viadana non è per disabili’ (Provincia Crema e Cremona, 22/2).
E da Viadana arriva anche un’altra denuncia da parte dei conducenti di pullman di linea: “A volte gruppetti
di ragazzi non permettono, in genere alle coetanee di colore o di origine indiana, di sedersi al loro fianco.
Stupidità giovanile, più che razzismo o bullismo; ma chi paga il biglietto ha comunque diritto di occupare i
posti liberi, oltre che di essere rispettato”: Studenti pendolari maleducati (Gazzetta di Mantova, 18/2). E
invece si tratta proprio di razzismo, che nel bullismo, spesso sottovalutato, dei ragazzi verso le ragazze, si
può esprimere in maniera discriminatoria e anche violenta.
La regione Lombardia ha approvato una legge, denominata “Harlem”: per chi deciderà di avviare una nuova
attività commerciale nel settore merceologico alimentare e di somministrazione di alimenti e bevande sarà
obbligatorio, fra gli altri requisiti, non solo l’iscrizione all’Inps per almeno due anni, ma anche la
certificazione di essere in grado di parlare e comprendere l’italiano: Attività commerciali etniche.
Obbligatorio parlare italiano (Gazzetta di Mantova, 16/2). Contrario alla legge il Comune di Milano: “Una
legge populista e razzista che per colpire gli immigrati colpisce lo sviluppo”, ha dichiarato il consigliere
comunale Luca Ghibellini (Regole per i negozi degli stranieri. Milano non le vuole , Libero Milano, 16/2).
Aut aut ai nomadi: Bimbi a scuola o via di qui (Cronacaqui, 18/2). Ennesimo ricorso a leggi ad hoc, da parte
di un Comune dell’hinterland milanese, da far sottoscrivere alla comunità rom. Dopo Triboniano, continua
la stipula di contratti speciali, veri e propri strumenti di ricatto nei confronti di chi, non solo è tenuto a
rispettare le leggi dello Stato italiano come tutti, ma deve anche piegarsi alla ‘legge degli allontanamenti
coatti e collettivi’. La Federazione Rom e Sinti Insieme ha ottenuto la sospensione della delibera che
impediva la stipula di contratti a forfait: Energia e gas a sinti e rom. Tornano i contratti a forfait (Gazzetta di
Mantova, 20/2). Cosa sta succedendo a Trescore (BG)? A chiederselo sono soprattutto i sinti
dell’insediamento di via Pascoli. Dopo la morte di Marcello Costantini, cuoco di 54 anni, avvenuta a seguito
di una rissa con alcuni residenti in via Pascoli, tutta la comunità sinta ha paura: Nel fortino dei sinti “Noi non
siamo killer” “Il dramma della famiglia del cuoco è la nostra pena” (Corriere Bergamo-Treviglio, 22/2). Il
dramma rischia di diventare quello di una piccola cittadina che cerca nella comunità sinta il capro espiatorio
per la morte di Costantini, ricadendo nel solito errore di attribuire la ‘colpa’ a tutta la comunità, quando
invece la responsabilità penale è individuale. Lo fa il sindaco leghista Alberto Finazzi, difendendo il campo
perché “è meglio lì piuttosto che in giro”. Lo fa l’edizione locale del Corriere, che suggerisce l’immagine del
“fortino”, di una roccaforte da difendere. E se c’è qualcuno che si difende, vuol dire che c’è anche qualcuno
che attacca. Forza Nuova “scende in piazza per la cacciata degli zingari”. È successo davvero? Quale è la
posizione delle istituzioni locali in merito al clima di tensione che si respira nel paese? Informazioni
essenziali per comprendere l’emergere di fenomeni di xenofobia collettiva, che però il giornale non
fornisce. Raramente istituzioni e rappresentanti politici di destra e di sinistra parlano delle comunità rom e
sinte in termini diversi da quelli tecnico-amministrativi della gestione di un problema. È il caso anche del
consigliere del Pd di Brescia Fabio Capra che, con una lettera a Bresciaoggi, critica l’operato della Giunta
Rolfi, snocciolando un elenco dettagliato di cifre: Caso sinti e spreco di denaro pubblico (18/2). L’uso di
termini quali “accoglienza e solidarietà”, “giustizia sociale e rigore morale”, ci sembrano strumentali ad
attaccare l’avversario politico, confermando il criterio della convenienza economica ed elettorale delle
dichiarazioni pubbliche.
Altro partito, stesso uso strumentale delle questioni che riguardano le minoranze. Questa volta però
abbassando nettamente il livello culturale del dibattito: Il Kamasutra gay arriva in aula (Giorno Milano,
18/2). Per contestare la decisione di un Comune del Pd di cedere gratuitamente uno spazio alla locale
associazione Arcigay, il consigliere milanese della Lega Nord Alberto Mariani ha pensato (male) di buttarla
sulla condanna di un non meglio precisato “opuscolo sulle abitudini sessuali fra uomini”, gettando
scompiglio in aula.
D’altronde quando si parla di persone omosessuali o transessuali, il riferimento ‘obbligato’ è al sesso, quello
‘sporco’ e ‘perverso’, s’intende: Sesso e trans, militari alla sbarra (Gazzetta di Mantova, 16/2). In questo
caso non si tratterebbe di prestazioni, come pretendere il titolo, ma di vere e proprie violenze sessuali
commesse da due carabinieri i danni di due persone trans, dietro la minaccia di denuncia per mancanza di
permesso di soggiorno. Nelle prossime newsletter torneremo sul legame fra violenza di genere, sessismo e
razzismo. Un legame pericoloso che vale la pena approfondire.
Potete sempre consultare la rassegna completa e fare ricerche in archivio .
Il progetto europeo cui Articolo 3 partecipa, “In other W.O.R.D.S .” prevede la creazione di una newsletter
mensile, una pubblicazione che si aggiunge alla nostra NL settimanale.
Nel numero di febbraio si parla di memoria, di storia, della loro attualizzazione e del loro utilizzo nel
presente. Nelle ultime pagine Maria Bacchi, vice presidentessa del nostro Osservatorio, racconta dei
processi di negazione che attraversano la contemporaneità italiana e di molta Europa; di antisemitismo più
o meno latente; della necessità di abituare i più giovani ad una memoria partecipata, mai d’occasione, e a
riconoscere quel filo tra i razzismi di ieri e quelli di oggi. Eva Rizzin cura la parte dedicata al glossario,
spiegando il significato del termine Porrajmos e la portata storica del genocidio delle popolazioni rom e
sinte, ancora largamente taciuto e ignorato. Elena Cesari, per la rubrica ‘Lo Specchio’, dedicata all’analisi
della stampa regionale, commenta un articolo particolarmente indicativo di quelle rivisitazioni del passato
che tanto mettono a repentaglio la conoscenza obiettiva del periodo più buio della storia nazionale.
Fernanda Goffetti, infine, racconta la propria testimonianza di volontaria (ma lei preferisce definirsi “socia”)
presso Articolo 3, al quale dedica non solo tempo ed impegno intelligente, ma di cui condivide anche le
intenzioni, i desideri e la convinzione ferma che alla memoria del passato sia necessario affiancare un
presidio sul presente, contro le discriminazioni dell’oggi.
*****
Discriminazioni quotidiane
di Angelica Bertellini
Disabilità e parcheggi: istruzioni (e discriminazioni) per l’uso
Due notizie che riportano l’attenzione sulle discriminazioni verso le persone con disabilità e che ci aiutano a
proporvi utili informazioni.
Posteggia nel posto degli invalidi davanti alla scuola, ha le stampelle, viene multata (Voce di Mantova,
20/2). La signora Lorna Campari, consigliera comunale di Porto Mantovano, è stata multata per aver
sostato senza apposito contrassegno nel posto riservato alle persone con disabilità. Stava accompagnando
a scuola la figlia, che ha una momentanea difficoltà motoria e deve aiutarsi con le stampelle; per questo
motivo la signora chiede ai Vigili che l’hanno multata “buonsenso” e “maggiore attenzione al singolo”.
Ci pare utile fornire delle informazioni in merito: il contrassegno per il parcheggio riservato ai disabili,
oppure in deroga al disco orario e al pagamento nelle strisce blu, è disponibile anche per chi è solo
momentaneamente inabile. Dunque, basta recarsi all’ASL o chiedere come fare al proprio medico di base.
Il secondo pezzo racconta sempre di un episodio legato al pass, ma tratta di una discriminazione. È una
lettera del signor Michele Gallo: Multe ai disabili, la linea dura applicata soltanto a Varese (Prealpina, 21/2).
Il signore, disabile e munito di regolare contrassegno, è stato multato più volte per non aver pagato la sosta
nelle linee blu. La lettura è utile perché viene ben illustrata la serie di pronunciamenti in materia,
discordanti tra loro (ne abbiamo parlato anche noi, nella newsletter n°9 e n°23 del 2011). Concordiamo con
l’autore nel sostenere che la sentenza di Cassazione che riteneva giusto far pagare la sosta anche a chi ha
limiti nella deambulazione sia da rivedere. Nella maggior parte dei Comuni, compreso quello di Mantova, le
persone con disabilità (anche provvisoria) non pagano, perché la disabilità non se ne va con qualche euro:
se all’arrivo i parcheggi destinati ai disabili sono esauriti o non ci sono, queste persone devono avere diritto
di poter usufruire della sosta più vicina alla loro meta senza pagare, oltre alla fatica, anche dei soldi. Dice
bene l’autore: “non si tratta di privilegi”, ma di strumenti indispensabili per poter agevolare le vite di
persone già in gravi difficoltà.
Riportiamo due utilissime schede curate da Carlo Giacobini che potete trovare sul sito handylex.
http://www.handylex.org/schede/contrassegno.shtml
Circolazione e sosta: il contrassegno invalidi
Per le "persone invalide con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta" è possibile ottenere, previa
visita medica che attesti questa condizione, il cosiddetto "contrassegno invalidi" o "contrassegno
arancione". Questo contrassegno previsto dall'art. 381 del DPR 16 dicembre 1992 n°495 e successive
modificazioni, permette ai veicoli a servizio delle persone disabili [e non vedenti] la circolazione in zone a
traffico limitato e il parcheggio negli spazi appositi riservati.
Per il rilascio l'interessato deve rivolgersi alla propria ASL e farsi rilasciare dall'ufficio medico legale la
certificazione medica che attesti che il richiedente ha una capacità di deambulazione sensibilmente ridotta
o è non vedente.
Una volta ottenuto tale certificato si dovrà presentare una richiesta al Sindaco del Comune di residenza per
il rilascio del contrassegno allegando il certificato della ASL. Il contrassegno ha validità quinquennale.
Allo scadere dei termini si può rinnovarlo presentando un certificato del proprio medico di base che
confermi la persistenza delle condizioni sanitarie per le quali è stato rilasciato il contrassegno.
A questo proposito è utile ricordare che il contrassegno può essere rilasciato anche a persone che
momentaneamente si ritrovano in condizioni di invalidità temporanea a causa di un infortunio o altro; in
questo caso l'autorizzazione può essere rilasciata a tempo determinato a seguito della certificazione medica
che attesti il periodo di durata dell'invalidità.
Gratuità dei parcheggi nelle zone blu
Nel 2006 la Direzione generale per la motorizzazione (Dipartimento per i trasporti terrestri) del Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato una nota (6 febbraio 2006, Prot n°107) in cui ha affrontato
la questione della gratuità dei posteggi delimitati da segnaletica blu a pagamento quando sono occupati da
veicoli al servizio delle persone invalide detentrici di speciale contrassegno.
Nella Nota citata il Ministero dichiarava che “Non vi è dubbio, a parere di questo Ufficio, che non si possa
chiedere il pagamento di una tariffa oraria a chi, trovando occupato lo stallo a lui appositamente riservato,
ne occupi un altro, peraltro non adeguatamente attrezzato a soddisfare in pieno le sue esigenze, potendosi
imputare tale disagio anche ad una mancata previsione, da parte dell'Ente proprietario, di un maggior
numero di stalli riservati".
Pertanto, secondo il Ministero, il parcheggio in posteggi, normalmente a pagamento, delimitati da
segnaletica blu deve essere gratuito.
L’annullamento della Nota Ministeriale
In molte città le Amministrazioni Comunali, con specifici accordi, hanno attribuito a Società terze (spesso
municipalizzate), la gestione delle aree di parcheggio e la riscossione del pagamento per i parcheggi
delimitati da linea blu (oltre a tutta la gestione del sistema dei parcometri e dei cosiddetti “gratta e
parcheggia”).
Una di queste aziende, ritenendo illegittima la Nota del Ministero, ha presentato ricorso presso il TAR del
Lazio chiedendone l’annullamento.
Con Sentenza n. 6044 del 25 maggio 2006, il TAR del Lazio (Sezione III ter) ha annullato la Nota del
Ministero.
Dopo quella Sentenza, ai Cittadini non rimangono strumenti normativi per invocare la gratuità
incondizionata dei parcheggi regolamentati e a pagamento.
Possono richiedere la gratuità della sosta, sempre se dispongono del “contrassegno invalidi”, solo nelle
aree custodite, ma, se i posti riservati sono occupati da altri titolari di contrassegno, il pagamento è dovuto.
La Sentenza del TAR del Lazio, paradossalmente, interessa marginalmente i Comuni che vogliano favorire la
sosta delle persone con disabilità nel territorio di competenza, prevedendo la gratuità dei parcheggi –
normalmente a pagamento – lungo le carreggiate o nelle aree di sosta incustodite gestite dal proprio
personale o dalla polizia municipale.
I problemi si pongono nel momento in cui la gestione di parcheggi – tutti, non solo quelli in struttura e
custoditi – è stata affidata in convenzione ad aziende terze che possono pretendere, in forza della sentenza
del TAR, un’esatta previsione dei posti da riservare gratuitamente.
In questo caso è la convenzione per la concessione che stabilisce le regole. Di fatto devono essere
rispettate le indicazioni dell’articolo 11 del DPR 503/1996 nella parte in cui prevede che almeno un
parcheggio ogni 50 (o frazione) sia riservato e gratuito. La convenzione può imporre un numero maggiore,
ma non un numero minore, perché costituirebbe una violazione di legge.
Carlo Giacobini
Responsabile Centro per la documentazione legislativa
Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
Direzione Nazionale
Il ricorso vinto dal signor Michele Gallo, che gli riconosce il diritto alla gratuità, può aiutare a riportare
l’orientamento della giurisprudenza verso il riconoscimento delle pari opportunità. Vale la pena di
diffonderlo.
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Rapporto ECRI su razzismo e intolleranza in Italia
Pubblichiamo una breve sintesi del Rapporto ECRI (European Commission against Racism and Intolerance),
che potete consultare per intero al seguente link , sulla situazione italiana in merito ai problemi di razzismo
e intolleranza.
La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato il suo nuovo Rapporto
relativo all’Italia. Il Presidente ad interim dell’ECRI, François Sant’Angelo, ha osservato che, nonostante i
progressi registrati in alcuni campi, è ancora necessario un maggiore impegno per combattere i discorsi di
incitazione all’odio e proteggere i Rom e i Sinti e gli immigrati dalla violenza e dalla discriminazione.
Infatti – pur riconoscendo all’Italia sia un’efficace normativa contro la discriminazione, sia la notevole
crescita dell’attività di UNAR, ed evidenziando come i tribunali abbiano annullato diverse misure
discriminatorie adottate dal Governo e da alcuni Enti locali – ECRI ha espresso preoccupazione in merito
all’aumento di discorsi di stampo razzista in politica. Si fa riferimento in particolare al problema della
“sicurezza”, che vede coinvolti principalmente immigrati, rom e sinti. Questo tipo di atteggiamento da parte
di certe Istituzioni ha influenzato pesantemente l’opinione pubblica, portando anche a episodi di violenza
contro le minoranze di cui sopra.
ECRI sottolinea inoltre come permangano situazioni di grave emarginazione delle comunità rom e sinte dal
resto della società; come la politica dei respingimenti, inaugurata nel maggio 2009, abbia privato molte
persone del diritto alla protezione internazionale; come l’antisemitismo e i pregiudizi contro le persone di
fede musulmana siano persistenti.
Nel suo Rapporto, ECRI ha formulato un certo numero di raccomandazioni, per tre delle quali, qui di seguito
indicate, ha richiesto un’applicazione prioritaria e ha previsto una procedura di valutazione entro due anni:
- conferire a UNAR un ruolo più incisivo;
- fornire garanzie di protezione a tutti i rom e i sinti sgomberati;
- rispettare il principio del non respingimento.
Il rapporto è stato elaborato a seguito della visita di contatto di ECRI in Italia nel novembre 2010 e tiene
conto degli ultimi sviluppi fino a giugno 2011. ECRI è un organo del Consiglio d’Europa per la difesa e la
promozione dei diritti umani, composto da esperti indipendenti, che analizza i problemi inerenti al
razzismo, alla discriminazione fondata su origine etnica, colore della pelle, nazionalità, religione e lingua,
alla xenofobia, all’antisemitismo e all’intolleranza, elabora dei rapporti e rivolge raccomandazioni agli Stati
membri.
Razzismo: aumenta efficacia e autonomia di UNAR
Pubblichiamo di seguito un comunicato giunto in redazione da parte di UNAR, sempre in merito al Rapporto
ECRI.
UNAR imparziale, autonomo, sempre più attivo ed efficace. È l’importante riconoscimento che viene dalla
Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, l’organismo indipendente del Consiglio d’Europa
nell’ambito del IV Rapporto sullo stato delle discriminazioni razziali in Italia.
“In questi ultimi anni – si legge nel Rapporto dell’ECRI – l’UNAR ha notevolmente sviluppato le proprie
attività, diventando più attivo e visibile. Grazie al suo lavoro e ad iniziative congiunte condotte con le
Prefetture interessate, un certo numero di ordinanze comunali ritenute discriminatorie sono state
annullate, mentre sono raddoppiati i finanziamenti come pure il personale del Contact Center”.
“La commissione indipendente del Consiglio d’Europa – ha dichiarato il Direttore dell’UNAR Massimiliano
Monnanni – ha riconosciuto nel Rapporto che l’attuale management dell’UNAR ha posto in risalto
l’autonomia e l’imparzialità dell’Ufficio e che in pratica l’UNAR ha saputo chiedere ed ottenere
l’annullamento anche di misure discriminatorie adottate a livello nazionale, ossia dallo stesso Governo,
come nei casi dei cosiddetti “Buoni vacanze”, del “Fondo Mecenati” e del “Servizio Civile” rispetto al quale
il proprio parere giuridico, poi confermato dalla sentenza del Tribunale di Milano, era di contenuto
contrario a quello emanato dallo stesso Ufficio nazionale per il Servizio Civile della Presidenza del
Consiglio”.
La Commissione ECRI del Consiglio d’Europa, nel concludere il proprio Rapporto rivolge poi tre prioritarie
raccomandazioni al Governo Italiano, di cui la prima relativa proprio all’UNAR, per il quale, dopo aver
espresso grande apprezzamento per i positivi risultati raggiunti nell’ultimo biennio dal punto di vista dei
risultati organizzativi ed operativi, se ne chiede un ulteriore rafforzamento sia in termini di risorse umane e
finanziarie, che dal punto di vista giuridico, prevedendone l’ampliamento formale dell’operatività a tutti gli
altri ambiti discriminatori e l’innalzamento del livello di autonomia finanziaria ed amministrativa.
“L’UNAR – ha aggiunto il Direttore Monnanni riferendosi al Rapporto ECRI nella sua globalità – forte
dell’inedito apprezzamento espresso dall’ECRI per l’opera svolta dal 2009 ad oggi, si impegna fin d’ora a
mettere al centro della propria attività i contenuti del Rapporto, proseguendo con ancor maggior vigore il
proprio essenziale ruolo di vigilanza e di contrasto alle discriminazioni razziali nel nostro Paese, innanzitutto
a partire dalla condizione dei Rom e dei Sinti, su cui come Punto di contatto nazionale, stiamo per varare in
questi giorni la Strategia di inclusione prevista dall’Unione europea e che va proprio nel senso indicato da
ECRI stesso”.
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Appuntamenti - Conciliazione Vita e Lavoro
Percorso formativo sul tema della cultura della conciliazione dei tempi di vita e del lavoro, indirizzato a
imprese e attori locali che operano nell’ambito del lavoro, della formazione e del welfare. Il percorso,
promosso dalla Regione Lombardia, dalla Camera di Commercio di Mantova e dalla Provincia di Mantova,
verrà presentato lunedì 27 febbraio, ore 15,30, presso il Centro congressi Mantova Multicentre – largo di
Porta Pradella 1b, Mantova.
Saranno presenti:
Marco Zanini – segretario generale della Camera di Commercio di Mantova
Carlo Maccari – assessore regionale
Giovanna Martelli – assessore provinciale
Elena Magri – assessore provinciale
Germana Tommasini – dirigente ASL
Per informazioni: [email protected] 0376-432565
Redazione:
Maria Bacchi, Annarosa Baratta, Carlo Berini, Angelica Bertellini, Elena Borghi, Elena Cesari, Guido Cristini, Fernanda
Goffetti, Fabio Norsa, Antonio Penzo, Rocco Raspanti, Eva Rizzin.
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N°06-2012 - associazione cittadini per l`attenzione di montichiari