Istituto Istruzione Superiore Commerciale e Industriale Amelia
Sezione distaccata Narni Scalo
Classi: 1°A;1°B
a.s.:2003\04-2004\05
SCHEDA DI OSSERVAZIONE
• Nome corso d’acqua. …………… ……
• Si tratta di:
Fiume
Torrente
Data:…………………..
Ruscello
Fosso
CARATTERISTICHE FISICHE
1) Larghezza
Profondità
Velocità in
(m):…………
Media (cm ):…………..
Superficie ( m/sec ):…
Temperatura acqua (°c ):……..
Fredda
Tiepida
Calda
2) Andamento del corso:
Rettilineo
3) Movimento dell’acqua:
Stagnante
Lento
4) Superficie dell’acqua:
Liscia
Piccoli salti
5) L’acqua si presenta:
Limpida
Colorata
6) Lo stato del fiume è:
In piena
7) Il fondo è:
Fangoso
Sabbioso
Sinuoso
Poco torbida
Con schiuma
Media
Ghiaioso
Rapido
Cascate
Torbida
In secca
A blocchi
CARATTERISTICHE BIOLOGICHE
• VEGETA ZIONE (Flora)
1) Vegetazione somm ersa:
2) Vegetazione sponde:
Alberi:
Arbusti:
V. Erbacea :
• ANIM ALI (Fauna)
• Tracce visive di insetti d’acqua:
• Tracce visive di insetti aerei.
• Tracce visive di pesci:
Fitta
Rada
Assente
Fitta
Fitta
Fitta
Rada
Rada
Rada
Assente
Assente
Assente
Fitta
Fitta
Fitta
Rada
Rada
Rada
Assente
Assente
Assente
FATTORI DI PERTURBAZIONE
1) Le sponde sono:
Naturali
Cem entate
2) Ci sono tracce di intervento dell’uom o all’interno dell’alveo:
Si
No
3) Lungo le rive ci sono rifiuti: .
Si
No
4) Ci sono scarichi inquinanti. .
Si
No
A.S. 2004-2005 2A-2B Istituto Tecnico Commerciale Narni Scalo (Tr)
I
l
N
PROGETTO EDUCAZIONE AMBIENTALE:
UN ECOSISTEMA DI ACQUA DOLCE
Finalità
M O T IV A Z IO N E / F IN A L IT A ’
- U tilizza re il terr ito rio co m e la b o ra to rio d i ricerca
- S p erim en ta r e n u o v e m eto d o lo g ie d ’in seg n a m en to , p iù m o tiv a n ti e
co in v o lg en ti, a ttra v erso
l’a ttiv ità la b o ra to ria le cla ssica e a cielo a p erto
- ed u ca re a l risp etto d ell’a m b ien te a ttra v er so la co n o scen za d ell’a m b ien te ste sso
- stu d ia re e co n o scere in m a n iera a p p ro fo n d ita u n eco siste m a
O B IE T T IV I
- co stru ire co n o scen ze u tili a d o p era re scelte co n sa p ev o li n ei co n fro n ti
d ell’a m b ien te
- rico n o scere le p ro p rie o p in io n i e sa p erle co m u n ica re
- sv ilu p p a re co m p o r ta m en ti d i citta d in a n za a ttiv a
- p a rtecip a re in m o d o p ro p o sitiv o a llo sv ilu p p o d el p ro g etto
- a sco lta re e risp etta re le o p in io n i a ltru i
- la v o ra re in g ru p p o in m o d o co o p era tiv o
- co g liere la co m p lessità d el sistem a o g g etto d i stu d io
- p ro m u o v ere u n sa p ere ch e sa co n testu a lizza re e sa rin tra ccia re i fili d el lo ca le/
g lo b a le
D E S T IN A T A R I
A lu n n i cla sse 2 A e 2 B
Metodologie
FASI OPERATIVE
METODOLOGIE E FASI OPERATIVE
Metodologie di riferimento: ricerca per scoperta, problem–solving,apprendimento cooperativo,
approccio autobiografico, giochi di ruolo
Fasi di lavoro:
fase propedeutica: la ricerca della motivazione, l’approccio al problema, sviluppo
dell’autonomia e della centralità dello studente, costruzione di abilità e competenze per
operare in modo cooperativo
fase della conoscenza: La ricerca
fase della progettazione e realizzazione di un prodotto finale significativo del percorso svolto
fase della valutazione
PRODOTTO FINALE
Azione per l’ambiente: realizzazione di un ipertesto informativo sull’ecosistema fluviale, avvio
alla realizzazione di un opuscolo scientifico sugli indicatori biologici: il ciclo biologico, i
macroinvetebrati come indicatori biologici, la valutazione dell’inquinamento di un fiume.
Azione per l’ambiente: recuperare un sentiero lungo il tratto di fiume analizzato e realizzare
un percorso informativo di tipo ecologico - didattico
La nostra città come laboratorio di ricerca
Il primo vero approccio con il fiume di carattere puramente sensoriale e basato,quindi, sull’uso dei 5
sensi, è avvenuto durante un percorso lungo il Nera.
Durante questa uscita abbiamo potuto “osservare, ascoltare, sentire, toccare” l’ambiente stesso e
registrare l’intera gamma di sensazioni che questo ha provocato in noi.
Dopo aver formato dei gruppi, esserci scambiati opinioni e sensazioni, abbiamo lavorato
all’elaborazione di una mappa che potesse schematizzare in modo chiaro ed efficace tutto ciò che
più ci aveva colpito e che abbiamo ritenuto indispensabile per poter procedere all’elaborazione del
progetto
La nostra città come
laboratorio di ricerca
MAPPA
velocità
torbide
Vegetazione
erbacea
ripariale
limpide
arborea
alveo
larghezza
colore
odore
Caratteri generali
profondità
Tratto osservato del
fiume Nera
acqua
pendenza
rifiuti
vicinanza di
centri
industrie
abitati
attività
agricole
interventi
dell’uomo
sponde
vie di
comunicazioni
altro
captazioni
sbancamenti
attività umane
Mappa
confluenza di scarichi
fognari
irrigazione
altro
produzione di
energia
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE
Conclusioni
Non si possono sprecare le risorse idriche con inquinanti irreversibili.
Le conoscenze scientifiche e le tecnologie aiutano, ma il vero problema è quello di fare in modo che
l’uomo limiti l’uso delle sostanze inquinanti anche al fine di non dover ricorrere all’aiuto di
tecnologie troppo gravose dal punto di vista economico.
In primo luogo sarebbe meglio rispettare il principio:
PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE
In secondo luogo si ha bisogno che i processi industriali ed agricoli non siano inquinanti e migliorare
i processi di riciclaggio per impedire che le acque inquinate si gettino nei laghi o nei fiumi, evitare
inoltre che le sostanze tossiche penetrino nel terreno fino ad inquinare le falde acquifere
Un tempo preoccupava l’inquinamento organico soprattutto nelle grandi città, oggi invece,
preoccupa l’inquinamento chimico.
Oggi il problema è più complesso in quanto al crescente inquinamento organico si aggiunge il
micidiale inquinamento chimico.
I prodotti chimici inquinano in modo persistente le acque e non sono biodegradabili
LA CARTA DELL’ ACQUA
La carta
dell’acq
ua
Il Comitato Europeo per la salvaguardia della natura e delle sue risorse idriche ha divulgato, nel 1968,
la carta dell’acqua, con i suoi dodici principi:
•Non c’è vita senza acqua: l’acqua è indispensabile per la vita
•Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili
•Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita di tutti gli esseri viventi che da essa
dipendono
•la qualità dell’acqua deve essere tanto alta quanto basta per soddisfare la salute pubblica
•Quando l’acqua, dopo il suo uso, viene restituita al suo ambiente, non deve compromettere gli usi
pubblici privati
•La conservazione di un manto vegetale è essenziale per la salvaguardia delle risorse idriche
•le risorse idriche devono formare oggetto di un inventario
•La buona gestione dell’acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità
competenti
•La salvaguardia dell’acqua implica un notevole sforzo di ricerca scientifica
•L’acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti
•La gestione delle risorse idriche deve essere inquadrata nel bacino naturale
•L’acqua non ha frontiere, essa è una risorsa comune che necessita di una cooperativa
internazionale
IMMAGINI
IMMAGINI
OBIETTIVO
OBIETTIVO
EE
MATERIALI
MATERIALI
Anali
si
delle
acqu
e del
Fium
e
Nera
PROCEDIMENTO
PROCEDIMENTO
CONCLUSIONE
CONCLUSIONE
OBIETTIVO = ricerca di fosfati,
cloruri, nitriti, solfuri, determinazione
del carattere acido e alcalino.
O
b
i
e
t
t
i
v
o
&
M
a
t
e
r
i
a
l
i
MATERIALI = acqua del fiume Nera,
provette, cilindri graduati, siringa, striscia
tornasole, scatolina, idritest A, EDTA (acido
etil diammonio tetracedico), nero
editocromo, reaggente ammoniaca, acqua
distillata, cloruro di ammonio, acido
solforico, cloruro di stagno, reattivo di gries,
sodio nitroprussiato, acido nitrico, tampone,
sodio carbonato e argento di nitrato.
I
m
m
a
g
i
n
i
1°
Esperimento
2°
Esperimento
P
r
o
c
e
d
i
m
e
n
t
i
3°
Esperimento
Il giorno 07/05/05, alle ore 9:10, siamo andati a prelevare un campione di acqua del Fiume Nera,
andando poi ad analizzarla. Bisogna però tener presente delle condizioni del prelievo, avvenuto
vicino alla riva, ad una profondità di 20 cm e ad una temperatura di 13 °. Il prelievo è avvenuto
nel bacino idrografico del Tevere. La temperatura ambientale si aggirava intorno ai 20° C ed il
tempo era soleggiato e ventilato. Nelle vicinanze, poi, sono stati avvistati molti campi abusivi, in
quanto troppo vicini alla riva.
6°
Esperimento
5°
Esperimento
4°
Esperimento
1
°
E
s
p
e
r
i
m
e
n
t
o
Introduciamo in un cilindro graduato dell’acqua di
fiume e vi immergiamo una striscia tornasole.
Aspettiamo poi 30 secondi ca. Notiamo che questa
si colora di un giallo tiepido.
0
1
2
3
4
5
6
7
8
Acidità crescente
9
10
11
12
Basicità crescente
neutralità
Questa è la scala per individuare il valore del pH.
Neutra: quando il pH assume esattamente il valore 7
Acida: quando il pH assume valori minori di 7
Basica: quando il pH assume valori maggiori di 7
13
14
2
°
E
s
p
e
r
i
m
e
n
t
o
Introduciamo in un cilindro graduato 10 ml
di acqua di fiume e vi aggiungiamo 2 ml di
sostanze acide come IDRITEST A e EDTA.
Agitiamo bene, ed aggiungiamo del nero
editocromo e 6 ml di tampone.
Per calcolare la durezza si applica la
formula:
DUREZZA TOT. = (a x 1000)/c
A = 6ml
C =10ml
DUREZZA TOT.=(6x1000)/10=600mg/l
Qui di seguito illustreremo la tabella in cui sono riportati i valori per
vedere se un’acqua è dura o è dolce.
2
°
E
s
p
e
r
i
m
e
n
t
o
Tipo di acque
Mg/L di carbonato
di calcio
Gradi Francesi (°F)
Dolcissime
0-70
0-7
Dolci
70-150
7-15
Dure
120-220
15-22
Molto Dure
220-350
22-35
Durissime
Maggiore di 350
Maggiore di 35
Un’acqua si dice dura in relazione ai Sali di calcio e magnesio in essa disciolti.
Le acque dure sono poco adatte all’alimentazione e alla cottura di cibi, determinano
incrostazioni nelle tubature e nelle caldaie; sottraggono sapone all’azione di pulizia
durante il lavaggio, causano inconvenienti in molti processi industriali.
3° Esperimento
Introduciamo in un cilindro graduato 10 ml
di acqua di fiume alla quale aggiungiamo 3
gocce di acido solforico ed altre 3 di
cloruro di ammonio. Nel frattempo, in una
provetta, introduciamo 3 ml di acqua
distillata con cloruro di stagno. Ne
preleviamo poi qualche goccia e
l’aggiungiamo all’acqua presente nel
cilindro. Una colorazione azzurro/blu
indica la presenza di fosfati.
I fosfati devono essere assenti dalle acque
potabili. Nelle acque dei fiumi e dei laghi si
trovano sempre più frequentemente
quantità notevoli di fosfato dall’uso di
fertilizzanti in agricoltura e dall’impiego di
detersivi sintetici nell’ igiene domestica.
4°
Esper
iment
o
Introduciamo in un cilindro graduato 50 ml di
acqua di fiume, 3 gocce di acido solforico e 1
ml di reattivo di Gries. Trasferiamo il tutto in
un ampolla chiudendola ed agitandola;
lasciamo poi riposare per 10 minuti.Se
diventa rosa/rosso ci sono i nitriti; se rimane
bruno/marrone non sono presenti i nitriti.
La presenza di nitriti è sintomo di
inquinamento da sostanze organiche e deve
essere assente nelle acque potabili.
5°
Esper
iment
o
Inseriamo in un cilindro graduato 50 ml di
acqua di fiume e 0,5 ml di sodio carbonato. A
questo miscuglio aggiungiamo 5/6 gocce di
sodio nitroprussiato unito ad acqua distillata,
preparate precedentemente. Una colorazione
rosa/viola indica la presenza di solfuri.
6
°
E
s
p
e
r
i
m
e
n
t
o
In un cilindro graduato, mescoliamo 25 ml
di acqua di fiume con 4 gocce di acido
nitrico. Dopodiché, in una provetta,
inseriamo 3 ml di acqua distillata e argento
di nitrato e, dopo averla agitata, la
aggiungiamo al miscuglio precedentemente
preparato. La comparsa di intorbidamento
indica la presenza i cloruri.
L’acqua contiene sempre una certa
quantità di cloruri perché essi fanno
parte del suo normale corredo salino.
La loro presenza non deve però
essere eccessiva, altrimenti diventa
fonte di alcuni inconvenienti quali
corrosione e danno alle colture.
Concl
usion
e
Dai vari esperimenti abbiamo potuto conoscere diverse caratteristiche del fiume Nera.
•Il pH è risultato neutro. Infatti la striscia tornasole era di un giallo tiepido, colore che si assume
quando il pH si aggira intorno al 7.
•Per quanto riguarda la durezza possiamo dedurre che l’acqua del fiume Nera è molto dura.
•Riguardo ai fosfati, possiamo notare che l’acqua della provetta assume un colore blu scuro, questo
perché la presenza di fosfati è molto elevata. La causa di questo sono i campi abusivi che si trovano
sugli argini del fiume che rilasciano scarichi e mangimi nel fiume.
•Per quanto riguarda la presenza di nitriti ed i nitrati il risultato è negativo. Infatti l’acqua, che
dovrebbe diventare rosa, resta grigia; questo, appunto, perché nitriti e nitrati sono completamente
assenti.
•Siamo poi passati ai solfuri. Una presenza eccessiva di solfuri organici è molto inquinante,
addirittura più inquinante di solfuri inorganici. Proprio per questo la legge è molto più severa su
quelli organici e la sanzione diventa più alta. La concentrazione è infatti tollerata fino a 1 ml
Comunque sia l’acqua, che in presenza di solfuri sarebbe diventata viola, rimane del colore iniziale.
Questo ci indica l’assenza di solfuri.
•Rimangono, infine, i cloruri, che sono dei sali legati a cloro. L’esperimento ha fatto si che l’acqua
diventa torbida. Questo perché sono presenti dei cloruri.
Possiamo concludere, quindi, che le acque del fiume Nera sono medio-inquinate
9,47
10,00
Ponte
d’Augusto
7,88
8,00
6,00
4,00
1,92
Conclusione
2,00
0,40
0,08
0,00
PONTE D'AUGUSTO
FOSFATI
Valore massimo: 0,16 mg/l data
15/04/04
Luogo: Ponte d’Augusto
OSSIGENO DISCIOLTO
Valore massimo: 12,2 mg/l data
18/02/04
Luogo: Canale Recentino
Valore minimo: 0,01mg/l
data 24/06/04, 15/04/04, 12/05/04
Luogo: Canale Recentino, Borgo Cerreto
Valore minimo: 7,1 mg/l
22/07/04
Luogo: Maratta Cava
data
AZOTO AMMONIACALE
Valore massimo: 0,92 mg/l data:
10/03/04
Luogo: Ponte D’Augusto.
Valore minimo: 0,01 mg/l data: 21/07/04
Luogo: Borgo Cerreto
pH
Valore massimo: 8,2 data 15/04/04
Luogo: Maratta Cava
Valore minimo rilevato: 7,4 data
22/07/04
Luogo: Maratta Cava
AZOTO NITRICO
Valore massimo: 2,71mg/l data: 18/02/04
Luogo: Ponte d’Augusto
Valore minimo: 0,44 mg/l
data: 18/02/04 e
09/09/04
Luogo: Borgo Cerreto e Canale Recentino
Concl
usion
e
Come sta il Fiume?
Possiamo scoprirlo esplorando sotto i sassi che si trovano sul fondo del
fiume, dove abbiamo trovato i piccoli abitanti del corso d’acqua,
importanti indicatori della salute dell’ambiente.
Questi si distinguono in microinvertebrati e macroinvertebrati.
I primi non superano il millimetro di lunghezza mentre i secondi sono
visibili ad occhi nudo. Ai Macroinvertebrati appartengono i seguenti
gruppi: Insetti, Crostacei, Molluschi, Tricladi, Oligocheti ed altri.
Almeno una parte della loro vita la trascorrono adagiati ai substrati del
corso d’acqua, utilizzando varie tecniche per resistere alla corrente:
• Appiattimento del corpo
• Forma affusolata
• Presenza di ventose, cuscinetti adesivi, uncini
TRICOTTERI
GASTEROPODI
PLECOTTERI
Mappa
BIVALVI
EFEMEROTTERI
ODONATI
si
ENTRATA
INSETTI
COLEOTTERI
ETEROTTERI
IN NUMERO
UGUALE A 6
PRESENZA DI
CONCHIGLIA
si
PRESENZA
DI ZAMPE
no
no
IN NUMERO
MAGGIORE DI 6
no
CROSTACEI
NEL CORPO E’
EVIDENTE UN
CERTO
NUMERO DI
SEGMENTI
no
TRICLADI
si
PRESENZA
DI
FODERO
si
TRICOTTERI
si
no
IRUDINEI
SONO PRESENTI
VENTOSE
no
POSSONO ESSERE
PRESENTI UNA TESTA,
PICCOLE ZAMPE, UNCINI,
SIFONI, APPENDICI VARIE
si
OLIGOCHETI
INSETTI
DITTERI
Le seguenti comunità sono molto importanti per definire lo stato
di salute del fiume:
Le seguenti co munità sono molto importanti per definire lo stato di salute del fiume:
I PLECOTTERI sono presenti in acque non inquinate.
I TRICOTTERI si trovano solo in acque pulite o leggermente inquinate.
Gli EFEMEROTTERI si nutrono soprattutto di alghe microscopiche che tappezzano le
pietre e i detriti organici che ricoprono il fondo dell’acqua.
I COLEOTTERI si trovano in acque limpide e molto ossigenate.
I CROSTACEI presenti nelle acque fluviali sono i Gammaridi e gli Asellidi. La presenza
di Gammaridi indica una leggera contaminazione nel corso dell’acqua. Gli Asellidi, invece,
sono rinvenibili anche in acque molto inquinate.
Le PLANARIE sono indicatori di acque molto pulite poiché popolano corsi d’acque
limpide con forti correnti e ricche di ossigeno.
I MOLLUSCHI si adattano a vivere in qualsiasi condizione ambientale, anche la più
sfavorevole.
I DITTERI sopravvivono anche in un corso d’acqua che è gravemente inquinato.
Tra gli INSETTI acquatici sono presi in esame soprattutto gli stati di larva e di crisalide
che vivono nel corso idrico, vicino alla pietre, nascosti nella fanghiglia o mescolati tra la
vegetazione sommersa.
Tricotteri: insetti acquatici con capo, torace e
addome ben distinti. Le larve conducono vita
acquatica mentre gli adulti colonizzano
l’ambiente aereo. Le loro dimensioni possono
variare tra 2 e 40 mm. Le larve di molte
famiglie costruiscono intorno al loro corpo un
astuccio protettivo utilizzando granelli di
sabbia, pietruzze o elementi vegetali; per questo
motivo vengono chiamate “ portasassi”.
Larva di un Tricottero
Popolano quasi tutte le acque dolci, correnti e stagnanti. La sensibilità all’inquinamento
è piuttosto elevata per cui sono ritenuti dei validi indicatori biologici e la loro presenza
è spesso collegata ad ambienti di buona qualità; alcune specie sono comunque in grado di
prosperare in acque inquinate.
Insetto Plecottero
E’ un insetto.
La larva vive generalmente riparata
sotto i sassi dove cerca riparo e cibo.
Predilige le zone con acque turbolente
e ben ossigenate.
La larva è carnivora e cattura le sue
prede, soprattutto piccoli invertebrati,
con robuste mandibole.
Crostaceo Anfipode
Crostaceo anfipode: il corpo è costituto da un
elevato numero di segmenti, compresso
lateralmente, inarcato in avanti e privo di carapace.
Nelle acque correnti prediligono quelle a lento
decorso, con fondali fangosi e abbondante
vegetazione. Si nutrono di detriti organici vegetali
e animale.
Molluschi
Molluschi bivalve: hanno il corpo
racchiuso in una conchiglia formata da
due valve, collegate tra loro da un
legamento. La maggior parte dei bivalvi è
marina ma non manca la componente di
acqua dolce che vive in stagni e fiumi a
lento decorso con fondali sabbiosi o
fangosi. Si nutrono di plancton.
Generalmente non sono esigenti per ciò
che riguarda la qualità dell’acqua e si
adattano bene anche a situazioni di un
certo degrado.
Mollusco gasteropode: molluschi con conchiglia a
spirale, il capo ben differenziato munito di tentacoli,
occhi e bocca. Il piede, organo di locomozione
strisciante, è muscoloso piatto e munito di ghiandole
mucose che lubrificano il substrato. Tra i principali
fattori che condizionano la presenza di questi
organismi vi sono l’acidità che non deve essere
inferiore a pH 5,5 e la concentrazione dei sali Ca e
Mg, indispensabili per la formazione del guscio.Grazie
alla loro capacità di accumulare sostanze inquinanti(ad
es. metalli pesanti) i molluschi vengono utilizzati
come indicatori di inquinamento industriale.
Insetto dittero: a questo ordine appartengono gli
insetti considerati dannosi o molesti , come
zanzare, tafani , mosche, ecc.
Le larve hanno il corpo a forma cilindrica, senza
zampe o arti. Le loro dimensioni variano da pochi
mm ad oltre 5 cm. Il colore va dal bianco, biancogiallastro,bruno, bruno-nero; a volte sono anche
rossastre per la presenza di pigmenti respiratori.
Insetto Dittero
I ditteri possono vivere in acque pulite ma sono tra
i rari gruppi a sopravvivere anche in acque
inquinate.
Verme Triclade,
Verme Irudineo
Sono così chiamati per l’intestino suddiviso in tre
rami. Sono vermi dal corpo appiattito e allungato,
il capo poco differenziato, munito di due o più occhi
che si trovano in posizione arretrata, laterali. Le
prede sono rappresentate da piccoli invertebrati vivi,
morti o feriti: larve di insetti, Gammaridi, Asellidi,
Gasteropodi, Anellidi e altri invertebrati.
Nonostante la lentezza del movimento, il muco che
secerne dalla bocca e le fossette adesive permettono
alla planaria di aderire alla preda. I Tricladi
preferiscono acque chiare, sono perciò organismi
tipici delle acque correnti. Durante il giorno si
rifugiano sotto i detriti o ciottoli.
Verme irudineo (sanguisuga), vivono
prevalentemente nelle acque dolci e poco
profonde., con scarsa velocità di corrente. Il
loro corpo è allungato, suddiviso in segmenti,
appiattito o cilindrico, privo di appendici, di
lunghezza che può variare tra 1-30 cm. Sono
muniti di due ventose: una anteriore che
serve per succhiare il sangue delle prede, e
una posteriore che serve per aderire. La
resistenza all’inquinamento è elevata: alcune
specie possono vivere a lungo in carenza di
ossigeno e in condizione di elevata trofia
dell’ambiente acquatico.
I
l
b
a
c
i
n
o
d
e
l
f
i
u
m
e
N
e
r
a
Punti indagati
1. Recentino
2. Ponte d’Augusto
3. Maratta Cava
4. Borgo Cerreto
La depurazione naturale di un fiume
Ogni corso d’acqua, grazie ad una serie di funzioni caratteristiche
dell’ecosistema, ha capacità autodepurative, messe in atto con diverse
modalità.
1. Organismi demolitori: si tratta per lo più di comunità microscopiche
composte da batteri, funghi, aiutati da amebe, nematodi e da piante
acquatiche: nel complesso degradano e demoliscono le sostanze
organiche presenti.
2. Macroinvertebrati: per lo più sono larve di insetti, crostacei, vermi,
con svariate specializzazioni alimentari. Si va dai filtratori ai
raschiatori, agli erbivori e ai detrivori.
3 Vertebrati: sono pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi che
contribuiscono alla riduzione della biomassa fluviale nutrendosi di
macroinvertebrati acquatici e di vertebrati.
4. Vegetazione riparia: La vegetazione delle sponde funziona da filtro
meccanico rallentando l’acqua e impedendo il dilavamento. Funziona
inoltre da filtro biologico assorbendo le sostanze fertilizzanti (fosforo e
azoto) presenti nell’acqua.
La qualità delle acque:
l’inquinamento
L’acqua “pura”, in natura non esiste. Anche negli
ambienti più incontaminati questa risorsa presenta
alcune “impurità”, spesso necessarie all’intero
ecosistema fluviale.
Nel momento in cui questa risorsa presenta quantità
eccessive di impurità, di qualunque origine, si definisce
allora “inquinata”.
L’inquinamento può essere in sintesi definito come lo
scarico, diretto o indiretto, nell’ambiente idrico, di
sostanze che possono nuocere alla salute umana, agli
esseri viventi in genere, al sistema ecologico acquatico e
che possono compromettere l’uso legittimo delle acque.
Gli effetti degli inquinanti
Gli effetti degli inquinanti possono essere diversi a seconda della
sostanza di cui si tratta.
Bioreagenti: sostanze organiche biodegradabili come sali
e
composti vari di azoto e fosforo.
Provocano fenomeni di tossicità diretta e di riduzione dell’ossigeno
disciolto. Possono causare in questo modo la morte di numerose
specie, fenomeni di putrefazione con conseguente emanazione di
cattivi odori, l’eutrofizzazione che comportano può causare crescita
eccessiva di alghe.
Non-bioreagenti: si tratta di materiali e sostanze chimiche in
sospensione che provocano reazioni chimiche con l’acqua. Possono
alterare il pH (acidità) o l’ossigenazione, causando la morte di
organismi sensibili a tali variazioni; possono inoltre provocare
infiammazioni o occlusione dei vari organi dei pesci ed effetti di vario
genere anche sull’uomo.
I metodi di analisi
Analisi chimico-fisiche
¤ Sono facilmente rappresentabili con valori numerici
¤ Sono facilmente riproducibili e confrontabili
¤ Permettono di valutare la presenza di un inquinante per volta e di
valutare la concentrazione
¤ Si riferiscono ad un singolo campione e al brevissimo periodo in cui
questo è stato raccolto. Sono per questo usate come prove legali di
eventuali scarichi abusivi
Analisi tramite indicatori biologici
¤ Danno un giudizio sintetico sulla qualità generale del corso d’acqua
complessivo
¤ Rilevano anche un inquinamento avvenuto in passato
¤ Rendono possibili diagnosi anche in mancanza di sofisticate strutture
di laboratorio
¤ Presentano la difficoltà di “traduzione” dei dati di campo in un indice
numerico
Il nostro
lavoro
Con il nostro istituto
abbiamo prelevato alcuni
campioni di acqua dal fiume
Nera
in
vari
punti
(Recentino, Maratta Cava,
Ponte d’Augusto, Borgo
Cerreto), e li abbiamo
analizzati.
Il nostro lavoro
Quando siamo andati all’A.R.P.A. abbiamo
visto i vari tipi di analisi, che vengono svolte
nei laboratori chimici, sulle acque dei fiumi e
sulle acque minerali. Dopo ciò i veri
protagonisti siamo stati noi: abbiamo eseguito
diverse analisi secondo la procedura standard
riguardo: azoto ammoniacale, azoto nitrico,
fosfati, ossigeno disciolto e pH.
I tecnici dell’A.R.P.A. ci hanno anche parlato
delle acque superficiali, della loro qualità e
del modo di proteggere i pesci. Inoltre si sono
soffermati sull’importanza riguardo al
problema dell’immissione di scarichi nelle
acque superficiali tali da determinare forme
più o meno gravi di inquinamento.
Negli istogrammi sono riportati i valori medi annuali calcolati con 12
rilevamenti mensili, in mg/litro (0< pH <14).
AZOTO AMMONIACALE: si tratta di una delle forme in cui si trova l’azoto
nei corsi d’acqua. Indica inquinamento di natura organico-biologica. Valori
ammessi <1mg/l.
I
risult
ati
delle
anali
si
chim
iche
LEG
END
A
AZOTO NITRICO: è presente laddove sono attivi processi ossidativi. E’ indice
di inquinamento organico di varia origine. Valori limite < di 5 mg/l (Per la L.
Merli <20).
FOSFATI: insieme ai composti azotati, rappresentano la maggiore fonte di
eutrofizzazione delle acque, sia dolci che marine. I valori limite sono <0.14
mg/l.
OSSIGENO DISCIOLTO: costituisce uno degli elementi indispensabili alla
vita in acqua. In ambiente compatibile con la vita deve essere in concentrazione
di >5 mg/l
PH: parametro che definisce l’acidità delle acque, e può variare per diverse
cause, quali ad esempio l’eutrofizzazione. La vita della maggior parte degli
organismi è impedita con pH<4
10,87
12,00
10,00
8,00
7,86
Recentino
6,00
4,00
2,00
0,11
0,61
& Ponte d’Augusto
0,03
0,00
RECENTINO
9,47
10,00
Ponte
d’Augusto
7,88
8,00
6,00
4,00
1,92
2,00
0,40
0,08
0,00
PONTE D'AUGUSTO
12,00
9,81
10,00
8,00
7,88
6,00
4,00
2,00
Maratta Cava
0,53
1,31
0,07
0,00
MARATTA CAVA
12,00
10,13
10,00
Borgo
Cerreto
7,94
8,00
6,00
4,00
2,00
0,06
1,02
0,03
0,00
BORGO CERRETO
Conclusioni
Il valore medio di tutti i parametri valutati, risulta al di sotto dei
livelli ammessi dalla Legge Merli /L. n° 319 del 10/05/76 e dal
Decreto Legislativo n° 130, del 25 gennaio 1992.
AZOTO AMMONIACALE
Valore massimo: 0,92 mg/l data:
10/03/04
Luogo: Ponte D’Augusto.
Valore minimo: 0,01 mg/l data: 21/07/04
Luogo: Borgo Cerreto
pH
Valore massimo: 8,2 data 15/04/04
Luogo: Maratta Cava
Valore minimo rilevato: 7,4 data
22/07/04
Luogo: Maratta Cava
AZOTO NITRICO
Valore massimo: 2,71mg/l data: 18/02/04
Luogo: Ponte d’Augusto
Valore minimo: 0,44 mg/l
data: 18/02/04 e
09/09/04
Luogo: Borgo Cerreto e Canale Recentino
FOSFATI
Valore massimo: 0,16 mg/l data
15/04/04
Luogo: Ponte d’Augusto
OSSIGENO DISCIOLTO
Valore massimo: 12,2 mg/l data
18/02/04
Luogo: Canale Recentino
Valore minimo: 0,01mg/l
data 24/06/04, 15/04/04, 12/05/04
Luogo: Canale Recentino, Borgo Cerreto
Valore minimo: 7,1 mg/l
22/07/04
Luogo: Maratta Cava
data
La qualità migliore delle acque, dal punto di vista chimico, si
riscontra prevalentemente nei tratti di fiume a monte della città di
Terni.
Il maggior livello di inquinamento organico (azoto, fosfati) si rileva in
località Ponte d’Augusto mentre quelli minimi a Borgo Cerreto.
L’ossigeno disciolto è massimo nelle acque di Canale Recentino
durante il periodo invernale: il dato è atteso visto che in inverno si
hanno le temperature minime alle quali corrisponde una maggiore
quantità di ossigeno disciolto.
Il livello di acidità delle acque (pH) non scende mai a livelli
incompatibili con la vita degli organismi.
Conclusioni
Pioppo
bianco
Ontano
Tifa
Libellula
Airone
cenerino
Germano
reale
Rana verde
Carpa
B
i
o
d
i
v
e
r
s
i
t
à
d
e
l
l
’
a
m
b
i
e
n
t
e
f
l
u
v
i
a
l
e
Natrice
Pioppo
bianco
Ontano
Tifa
Airone
cenerino
Germano
reale
Libellula
Rana verde
Carpa
Natrice
Relaz
ioni
ecolo
giche
e
trofic
he tra
alcun
e
speci
e
BIODIVERSITÀ ED ECOSISTEMA FLUVIALE
Il fiume non è uno scenario teatrale di acqua e rocce in cui vivono pesci!
Si tratta di un vero e proprio “organismo” del quale acqua e rocce sono solo una minima parte.
Ogni essere vivente che popola il fiume è in stretto rapporto con gli altri nonché con gli
elementi abiotici che costituiscono l’ambiente fluviale.
Tra i vari organismi sono fissati particolari legami di convivenza o di scambio energetico che
fanno di ogni specie un particolare tassello di un puzzle complesso nel quale ognuna ha
assunto una specifica funzione, non sostituibile da altre.
I pesci possono nutrirsi di larve di insetti ma possono anche cibarsi grazie alla presenza di
alghe o piante acquatiche. La presenza di pesci in un corso d’acqua, garantisce nutrimento a
numerosi altri animali: la lontra, ormai scomparsa dalla maggior parte dei corsi d’acqua
italiani, è senza dubbio un esempio di predatore di specie ittiche. Anche alcuni uccelli sono
legati all’ambiente fluviale: l’airone cenerino, fa dei piccoli anfibi una risorsa alimentare
fondamentale, mentre altri uccelli, a dieta vegetariana, frequentano i corsi d’acqua in cerca di
vegetali acquatici di cui nutrirsi. Predatori legati all’acqua sono anche alcuni rettili, come le
natrici, che catturano girini, rane, rospi.
Fanno parte del sistema del fiume anche numerose alghe e piante. Ognuna si trova soltanto
laddove una serie di caratteristiche peculiari le garantisce la possibilità di sopravvivere. In
acque a bassa velocità, ad esempio, troverò piante galleggianti, con radici sospese nella
colonna d’acqua, difficilmente pensabili laddove si ha una elevata velocità di scorrimento. Le
essenze arboree che popolano le sponde di fiumi e torrenti, oltre a garantire stabilità agli argini,
rappresentano zone di ombra necessarie a particolari specie vegetali ed animali, hanno la
funzione fondamentale di offrire riparo a numerosi uccelli nidificanti, nonché di fornire, tra le
loro radici, parzialmente affondate nel corso d’acqua, siti di riparo per i pesci.
Biodiversità ed
ecosistema fluviale
Da questi pochi esempi, emerge chiaramente che il fiume rappresenta un ECOSISTEMA
complesso ossia un “organismo” vero e proprio, formato da numerosi elementi biotici e
abiotici collegati tra loro da numerose relazioni ecologiche (ad esempio un organismo
offre rifugio ad un altro) ed energetiche (una specie si nutre di un’altra). Queste relazioni
sono estremamente complicate e specifiche, strutturatesi nel corso dell’evoluzione, in
migliaia o addirittura in milioni di anni: ogni minimo cambiamento che si effettua, va
quindi a inserirsi in un delicato equilibrio, non controllabile, tra più elementi, spesso non
percettibili in base alla percezione umana, e irrimediabili proprio perché risultato di
processi naturali avvenuti nel corso dei tempi geologici.
Biodiversità ed ecosistema fluviale
LIBELLULA:
È un predatore carnivoro.
Appartiene all’ordine degli
anisotteri. Le dimensioni del
corpo variano dai 35 ai 40 mm.
Le larve, carnivore, vivono sul
fondo dei corsi d’acqua. Sono
preda di anfibi ed uccelli
insettivori.
Libellula
PIOPPI
Pioppo
bianco
Pioppi & Ontani
(Popolus alba, populus nigra) appartiene alla
famiglia delle Salicaceae, può raggiungere i 30 m.
Cresce su suoli limosi, argillosi che rimangono umidi
tutto l’anno. La dispersione dei semi è affidata al
vento grazie alla presenza di filamenti pelosi sul
seme. Offre ombra, riparo e sito di nidificazione agli
uccelli, sostiene gli argini dei fiumi; sui tronchi
marciscenti nascono varie specie di funghi.
ONTANI
Famiglia delle Betulacee. Alnus deriva dal
celtico e vuol dire “vicino alle acque”. Gli ontani
infatti vivono vicino alle acque, sono alberi e
arbusti decidui (che perdono le foglie in
inverno), a rapido accrescimento. In Italia ne
esistono 4 specie diverse: ontano nero, ontano
verde, ontano bianco, ontano napoletano. Le
radici danno stabilità alle sponde dei fiumi,
offrono riparo a pesci.
Ontano
AIRONE CENERINO
(Ardea cinerea) della famiglia degli ardeidi. Può
raggiungere la lunghezza da 90 – 98 cm, ha la
livrea grigio cenere, da cui deriva il nome.
Frequenta stagni, risaie, prati allagati, fiumi,
canali, laghi, e coste marine. Le sue prede
solitamente sono: rane, pesci e rettili. I loro nidi
sono posti su alberi molto alti, fino a 25 mt.
GERMANO REALE
Germano
reale
Airone
cenerino
Airone cenerino & Germano
Reale
(Anas platyrhynchos) della famiglia degli Anatidi. Si
adatta a una grande varietà di ambienti, infatti lo si
trova nei fossi, nei piccoli stagni dei parchi e nei laghi.
Il maschio ha un piumaggio con colori molto
appariscenti; il corpo verde, il petto nocciola –
rossiccio e un sottile collarino bianco. La femmina ha
invece colori poco visibili che servono per
confonderla fra la vegetazione durante il periodo di
cova.
Tifa & Rana Verde
Typha
angustifolia
TIFA
(Typha latifolia e angustifolia). La tifa
fiorisce all’inizio dell’estate, è una pianta
facile da riconoscere per il suo fusto nudo e
l’infiorescenza a forma di spiga color
ruggine. Tra le sue radici trovano ospitalità
numerose specie di pesci, anfibi, rettili.
L’acqua stagnante permette di ospitare tra
le foglie anche uova di artropodi e pesci
RANA VERDE
È possibile trovarla in qualunque corpo
idrico, anche inquinato. Passa gran parte del
tempo lungo le sponde. Si nutre di artropodi
che cattura sia a terra, che sull’acqua. Si
nutrono di insetti, depone le uova in acqua
stagnante. E’ preda di rettili e uccelli come
gli aironi.
Rana verde
NATRICE:
La natrice appartiene all’ordine degli
ofidi. Il suo rifugio può essere un
ceppo cavo, in una fenditura di roccia
o in una vecchia tana di mammifero.
Ottima
nuotatrice,
frequenta
l’ambiente acquatico in quanto si
nutre di anfibi, lucertole, giovani
uccelli, piccoli mammiferi e pesciolini.
Natrice & Carpa
Natrice dal collare
Carpa
CARPA
Specie onnivora, si nutre
prendendo
dal
fondo
invertebrati quali larve di
insetti, molluschi, crostacei e
altri vermi. Vive in acque a
corso lento o stagni, con fondali
ricchi di vegetazione, ambienti
prediletti per la deposizione
delle uova.
L’ambiente
fluviale
Gli elementi abiotici più importanti
dell’ambiente sono 2:
L’acqua ed i
suoi vari
parametri: pH,
temperatura,
corrente e gas
disciolti.
Il letto fluviale
e la natura del
suo fondo:
sabbia, ciottoli
e massi.
È costituito in gran parte d’acqua (mari, oceani, acque interne). Il
complesso di tutte le acque costituisce l’idrosfera.
Un altro componente importante che permette agli
organismi di vivere, è la luce solare.
I gruppi faunistici più frequenti
dell’ambiente fluviale sono:
I corsi d’acqua sono formati dalle acque piovane,
dallo scioglimento dei ghiacciai, dalle acque
sorgive.
Gli elementi principali di un fiume sono:
Le dimensioni dell’ambiente
fluviale sono 4:
Longitudinale
Crostacei:
gamberi, gammaridi, e
asellidi
Molluschi:
Il regime: è la variazione della portata nell’arco di 1 anno e
bivalvi, gasteropodi
dipende dal clima dall’estensione del bacino e dalla vegetazione.
Anellidi:
Il bacino: è delimitato da una linea immaginaria detta
vermi e sanguisughe
Trasversale
spartiacque.
Verticale
La velocità: dipende dalla pendenza della quantità di acqua,
planarie
determina la distribuzione degli organismi nei veri corsi d’acqua.
Insetti:
La portata: è la quantità d’acqua che passa attraverso
plecotteri,
efemerotteri,
coleotteri,
eterotteri,odonati,
tricotteri, ditteri ecc.
Temporale
una sezione verticale di un solco fluviale in un’unità
di tempo prestabilita.
Platelminti:
Perch
é un
Indic
e
Biotic
o?
Quando un corso d’acqua è in buone condizioni, ospita al suo interno un elevato
numero di organismi animali e vegetali.
Ogni specie è capace di sfruttare le risorse a sua disposizione quali luce,
nutrimento, rifugio, in modo unico, diverso da quello di ogni altro vivente che si
trova in quello stesso ambiente. Per questo, ogni specie che compone il
popolamento animale e vegetale, è diversamente sensibile alla variazione dei diversi
parametri ambientali, compresi la qualità e la quantità delle sostanze disciolte
nell’acqua; pertanto qualunque variazione delle condizioni di un corso d’acqua, si
riflette più o meno direttamente sul suo popolamento.
Da queste semplici premesse emerge chiaramente la funzione dell’analisi della
qualità dell’acqua di un torrente attraverso l’esame del suo popolamento.
Le analisi chimiche, seppure semplici da eseguire e poco costose, “non hanno
memoria”, ossia hanno valore puntuale, legato al particolare momento in cui le
eseguo: l’acqua scorre e poco dopo, anche un intenso carico inquinante non è più
rilevabile.
Diversamente avviene analizzando gli esseri viventi: un forte inquinamento, anche
momentaneo e unico nella storia del corso d’acqua, può causare l’estinzione in
massa di numerose specie che non saranno più rilevabili anche per decenni. Il
calcolo dell’indice EBI, che fa riferimento alla ricerca delle numerose specie di
organismi presenti, è quindi in grado di “fare la spia” anche sulla storia passata.
Sensibilità degli organismi acquatici a un abbassamento del pH nelle acque dolci
Ph
7,5
7,0
6,5
6,0
5,5
5,0
4,5
4,0
3,5
Morte dei crostacei, dei gasteropodi, di altri
molluschi, ecc.
Sensibilità degli
organismi acquatici
a un abbassamento
del pH nelle acque
dolci
Morte dei salmonidi e dei cavedani
Morte degli insetti sensibili e delle specie sensibili
di fitoplancton e zooplancton
Morte dei coregoni, e dei salmerini
Morte dei persici e dei lucci
Morte delle anguille
Possono sopravvivere gli insetti poco sensibili e certe specie di fitoplancton e di
zooplancton
Si sviluppano i muschi bianchi
I danni compaiono quando il pH è < 6,5. Tutte le forme di vita normale spariscono con un pH < 5.
Esperienza: Ponte
d'Augusto
ATTIVITA' DI
LABORATORIO
Gli organismi trovati e
separati durante
l’attività, vengono
controllati in
laboratorio per una
classificazione
definitiva con l’uso di
strumenti ottici e guide
adeguate.
E
s
p
e
r
i
e
n
z
a
:
P
o
n
t
e
D
’
A
u
g
u
s
t
o
OSSERVAZIONE DEL BENTHOS
Osservazione del Benthos
Gli organismi che osserviamo e descriviamo si chiamano macroinvertebrati, cioè invertebrati che
si possono osservare ad occhio nudo.
Per ogni gruppo di macroinvertebrati descriviamo gli adattamenti alla vita del fiume ed il numero di
individui appartenenti a ciascun gruppo specifico.
I PLECOTTERI, TRICOTTERI, EFEMEROTTERI e COLEOTTERI non sono presenti.
LARVA DI LIBELLULA
ODONATI
Occhi piccoli e sporgenti, predilige le acque debolmente correnti
Si ciba di crostacei, insetti, oligocheti, girini
Quante forme diverse? …1…
Larva di dittero: CHIRONOMIDE
DITTERI
Aspetto cilindrico, lungo e sottile. Il colore rosso è
conferito da un tipo di emoglobina sintomo di scarsa
ossigenazione dell’acqua
Quante forme diverse? …1…
MOLLUSCHI BIVALVE non sono presenti.
LYMNAEA
Ricer
ca sul
camp
o
Unico gasteropode con la conchiglia destrorsa
MOLLUSCHI
GASTEROPODI
Predilige le acque stagnanti
Quante forme diverse? …1…
SANGUISUGHE
Il corpo è costituito da molti segmenti, hanno due
ventose poste all’estremità del corpo.
IRUDINEI
Presenti nelle acque correnti e stagnanti
La resistenza all’inquinamento è elevata
Quante forme diverse? …3…
ETEROTTERI
non sono presenti
PLANARIA
PLANARIA
Corpo appiattito, gli occhi si trovano in posizione arretrata;
tipica delle acque stagnanti
Quante forme diverse? …1…
GAMMARIDE
GAMMARIDE
Ricerca sul campo
Corpo inarcato, privo di carapace, abbastanza resistente
all’inquinamento
Quante forme diverse? …3…
ASELLIDE
ASELLIDE
Corpo depresso privo di carapace, con zampe simili tra loro;
detrivori e resistenti all’inquinamento
Quante forme diverse? …2…
Il totale di forme rinvenute è 12.
Si contano le diverse forme di organismi rinvenuti ed il loro numero totale viene letto
nelle colonne poste in alto.
Nelle righe sono riportati i singoli gruppi di MACROINVERTEBRATI (quelli presenti
nella prima riga sono i più sensibili agli inquinanti mentre quelli presenti nell’ultima sono
più resistenti).
Incrociando il numero della colonna con la riga del primo gruppo del quale abbiamo
rilevato almeno una forma, otteniamo il valore dell’indice I.B.E.
Nel nostro caso la prima forma rinvenuta è risultata essere appartenente al gruppo
degli Odonati, quindi il valore I.B.E. è risultato 6.
NUMERO TOTALE DELLE FORME DIVERSE RINVENUTE NEL FIUME
0-1
2-5
6-10
Più di una forma
…
…
8
9
10
11
12
13
14
Una sola forma
…
…
7
8
9
10
11
12
13
Più di una forma
…
7
8
9
10
11
12
…
Una sola forma
…
6
7
8
9
10
11
…
Più di una forma
…
5
6
7
8
9
10
11
…
ODONATI,
DITTERI,
ETEROTTERI)
Una sola forma
…
4
5
6
7
8
9
10
…
CROSTACEI,
GAMMARIDI
Tutte le forma
sopra assenti
…
4
5
10
…
CROSTACEI,
ASELLIDI
Tutte le forme
sopra assenti
…
3
4
9
…
OLIGOGHETI,
CHIRONOMIDI
Tutte le forme
sopra assenti
1
2
3
Tutte le forme
sopra assenti
Possono essere
presenti organismi a
respirazione aerea
0
PLECOTTERI
EFEMEROTTERI
11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36…
Tabella per il
calcolo del valore
I.B.E.
TRICOTTERI
(COLEOTTERI,
1
…
6
5
4
…
7
6
5
…
8
7
6
…
9
8
7
8
…
…
…
…
NUMERO TOTALE DELLE FORME DIVERSE RINVENUTE NEL FIUME
0-1
2-5
6-10 11-15
16-20
21-25
26-30 31-35
36…
PLECOTTERI
EFEMEROTTERI
TRICOTTERI
Numero totale delle forme
diverse rinvenute nel fiume
CROSTACEI
GAMMARIDI
CROSTACEI
ASELLIDI
OLIGOCHETI
TU TTE LE FORME
PRECEDENTI ASSENTI
Ambiente non inquinato
Ambiente in cui sono evidenti alcuni effetti dell'inquinamento
Ambiente inquinato
Ambiente molto inquinato
Ambiente fortemente inquinato
Tabel
la
che
mette
in
relazi
one il
valor
e
I.B.E.
con
la
class
e di
qualit
à
CLASSI DI
QUALITÀ
CLASSE 1
VALORE DI
I.B.E
10 - 11 - 12…
GIUDIZIO
Ambiente non
inquinato
CLASSE 2
8-9
Ambiente in cui
sono evidenti
alcuni effetti
dell’inquinamento
CLASSE 3
6-7
Ambiente
inquinato
CLASSE 4
CLASSE 5
4-5
1 – 2 – 3…
Ambiente
molto
inquinato
Ambiente
fortemente
inquinato
COLORE DI
RIFERIMENTO
AZZURRO
VERDE
GIALLO
ARANCIONE
ROSSO
L’I.B.E., ovvero Indice Biotico Esteso, consente di definire la qualità biologica di un tratto di corso
d’acqua attraverso l’analisi della struttura delle comunità di macroinvertebrati. Si fonda sulla
diversa sensibilità agli inquinanti di alcuni gruppi faunistici e sulla ricchezza in unità sistematiche
della comunità complessiva.
Il valore I.B.E. del fiume Nera nel tratto esaminato in loc. Ponte d’Augusto è 6
“Ambiente inquinato o comunque alterato”.
Le Specie Aliene
Fauna e flora sono il risultato naturale di processi di adattamento alle condizioni
abiotiche e biotiche presenti e passate di un certo territorio attraverso processi di
coevoluzione e adattamento reciproco tra gli organismi. L’evoluzione ha dato
origine a complesse relazioni trofiche, ecologicamente equilibrate, che
coinvolgono a vario livello le diverse specie presenti. Dato che flora e fauna sono
elementi fondamentali dell’ecosistema e poichè si trovano in equilibrio dinamico
con le componenti abiotiche, consegue che il loro turbamento determina
direttamente effetti sull’ecosistema complessivo.
Qualora una specie venga introdotta, quasi sempre per mano dell’uomo, in un certo
ambiente, va ad inserirsi in un ecosistema in cui i “giochi sono già stati fatti”. Se
immaginiamo di introdurre, ad esempio, un predatore in un dato territorio in cui
non è mai esistito alcun predatore, è facile immaginare la veloce estinzione delle
prede, non “abituate” a difendersi e che non conoscono alcun comportamento
antipredatorio. Lo stesso si può immaginare introducendo una pianta che porta con
sé parassiti che lei stessa è in grado di controllare perchè ha costruito gli “anticorpi”
contro di esso nel corso di millenni di evoluzione ed adattamento reciproco: nel
nuovo ambiente, le piante che non hanno mai conosciuto il parassita, possono
facilmente crollare, perchè non hanno elaborato sistemi di difesa, fino a
raggiungere l’estinzione.
ALCUNE DEFINIZIONI
Alcune Definizioni
Specie autoctona: specie che nel corso dell’evoluzione ha avuto origine sul nostro
territorio o in una sua parte.
Specie indigena: specie viventi in un dato territorio che possono essere derivate da
una immigrazione, in epoche più o meno remote, anche per mano dell’uomo, e che si
sono inserite nei nostri ecosistemi, mantenendosi in maniera autonoma (precisamente
specie indigenata).
Specie alloctona: specie che ha avuto origine naturale in un territorio diverso da
quello in cui attualmente è stata inserita.
Vicariante ecologico: si tratta di specie diverse che rivestono, in aree geografiche
distinte, la stessa funzione ecologica.
Ad esempio il canguro è il vicariante ecologico degli erbivori ungulati europei ed
americani.
Le
speci
e
alien
e e il
fiume
Robinia
Nutria
Ailanto
Siluro
Potamopirgus
Persico trota
Gambero
della Louisiana
Trota iridea
Ailanto
(Ailanthus altissima)
Descrizione
Specie arborea caducifoglie con tronco dalla corteccia grigio brunastra, ruvida con
striature più chiare negli esemplari adulti, appartenente alla famiglia delle simarubacee.
Foglie composte formate da 13-33 foglioline lanceolate, con odore sgradevole; hanno
base asimmetrica e margine grossolanamente seghettato. In autunno le foglie assumono
colorazione rossa-dorata, come i semi che vengono diffusi dal vento.
Origine e habitat
L’Ailanto è stato introdotto in Italia dalla Cina nel 1760, come nutrimento per una farfalla che si voleva allevare in
sostituzione del baco da seta. Si è naturalizzato in tutto il nostro paese e viene usato a volte per il rivestimento di pendici
detritiche, dato che si propaga rapidamente su terreni di scarico o abbandonati. Ciò è dovuto alla sua abbondante
produzione di polloni, alcuni dei quali spuntano a distanze ragguardevoli dall’albero di origine. È una specie assai rustica e
resistente alla siccità.
Minacce
Per queste sue caratteristiche è da utilizzare con prudenza, in quanto può diventare una pericolosa pianta infestante in
luoghi dove la sua presenza non è desiderata. Nella riserva naturale dell’isola di Montecristo, per esempio, una delle
minacce più gravi della conservazione della vegetazione naturale è costituita dall’Ailanto.
Presenza in Umbria: diffuso.
Ailanto (Ailanthus altissima)
Robinia o acacia
(Robinia pseudoacacia)
Descrizione
Specie arborea caducifoglia appartenente alla famiglia delle fabacee (la stessa di fagioli,
piselli, ecc.). E’ detta “falsa acacia” per la somiglianza con le specie di acacia africane.
La corteccia è spessa, grigiastra; i rami, di colore marrone, sono dotati di spine
acuminate nelle estremità più giovani. La foglia è composta, di colore verde vivo, con le
foglioline ellittiche. I fiori sono grappoli bianchi, particolarmente profumati, cadenti.
Il frutto è un legume, stretto, lungo 5-10 centimetri, di colore marrone scuro, sottile,che si apre durante l’inverno
lasciando cadere i semi sul terreno.
Origine
E’ originaria degli Stati Uniti centro-orientali, della regione dei monti Allegheny e fu introdotta a Parigi nel 1601
da Jean Robin, da cui prese il nome. A metà ottocento venne usata per consolidare terreni franosi e massicciate
delle ferrovie, nonché gli argini delle strade per il ricco apparato radicale e la crescita veloce. In realtà si è visto che
spesso, l’eccessivo carico della chioma ne riduce la stabilità.
Minacce
La velocità di crescita la facile adattabilità anche a suoli poveri, fa si che la specie invada terreni utili per specie
autoctone ed antri in concorrenza con queste.
Presenza in Umbria: diffusa.
Robinia o acacia (Robinia
pseudoacacia)
Gambero della Louisiana
(Procambarus clarkii)
Descrizione: Questo crostaceo non deve essere confuso con il nostro
Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), autoctono, che vive
attualmente solo in qualche ruscello collinare dalle acque limpide e ben
ossigenate. Il Gambero della Louisiana è dotato di alta capacità di
diffusione e molto adattabile ad ambienti diversificati, compresi quelli
asfittici; inoltre tollera tassi di inquinamento più elevati rispetto a quelli
che ucciderebbero anche i pesci più resistenti, e sopporta bene anche i
fungicidi e gli erbicidi nelle utilizzate per l’agricoltura. Fortunatamente,
molti uccelli acquatici hanno imparato ben presto a considerare il
Gambero un’ottima e tutto sommato facile preda: nel Padule di Fucecchio,
per esempio, i numerosi aironi che nidificano in garzaia possono
esercitare un’azione di controllo, anche se non risolutiva, sulla
popolazione dell’invasore americano.
Origine: di origine americana ma ormai introdotto negli allevamenti a scopo alimentare in quasi tutti i continenti, è stato
importato negli anni '90 anche nelle aree umide della Toscana Settentrionale, in alcune delle quali è ormai abbondantissimo.
Minacce: E’ considerato un vero e proprio flagello per la fauna ittica, sia per la predazione diretta sulle uova di pesci ed
anfibi, nonché sui girini di questi ultimi, sia per la concorrenza sulle risorse alimentari (molluschi, insetti ed altri invertebrati
acquatici). Inoltre, dato che anche il Gambero si nutre spesso di piante acquatiche, l’azione combinata del crostaceo e della
Nutria possono avere un impatto devastante su alcune specie vegetali, come le ninfee.
Presenza in UMBRIA: non provata.
G
a
m
b
e
r
o
d
e
l
l
a
L
o
u
i
s
i
a
n
a
Nutria
(Myocastor coipus)
Descrizione: Appartenente all'ordine dei Roditori; è una abilissima nuotatrice,
con le zampe posteriori palmate. E' un animale notturno e crepuscolare, ma non
di rado è possibile vederla nuotare in pieno giorno; quando non è attiva riposa in
nidi posti in superficie tra la folta vegetazione acquatica oppure entro tane
scavate lungo gli argini.
Per quanto grossolanamente somiglianti ai Ratti soprattutto se viste nuotare, da
questi differiscono in primo luogo proprio per le dimensioni; in realtà se si
esclude la coda cilindrica e non piatta, assomiglia molto di più ad un piccolo
Castoro.
Origine: La Nutria, originaria dell’America Meridionale, in particolare ha fatto la sua comparsa recentemente, in alcuni
ambienti umidi in Italia, fuggendo da allevamenti nei quali era mantenuta per la pelliccia di “castorino”.
Minacce: E' un animale erbivoro e recenti studi hanno mostrato che la vegetazione riparia nelle zone ove è apparsa ha
sensibilmente subito gli effetti della sua presenza; va anche detto, sempre per quel che riguarda la sua alimentazione, che
frequentemente si ciba delle colture agricole dei campi coltivati in prossimità dei fiumi che popola. La sua capacità di
scavare profonde gallerie sugli argini dei fiumi, ha messo a rischio la sicurezza di alcune aree soggette ad esondazioni.
Ricordiamo che per le sue abitudini alimentari è comunque scorretto dire che occupi la stessa nicchia ecologica della
carnivora Lontra anche se la sua presenza, sicuramente può comportare danno alla specie italiana per il forte impatto che
hanno comunque sull’ambiente in cui vivono. .
Presenza in Umbria: certa.
Trota iridea
(Oncorhynchus
mykiss)
Descrizione: Appartiene alla famiglia dei salmonidi. La forma
del corpo è slanciata, come quella di ogni predatore, e
compressa lateralmente; la bocca leggermente più piccola che
nella trota di torrente; la colorazione è assai variabile con il
dorso verde bruno scuro con piccole macchie nere; lungo i
fianchi corre una fascia rosacea più o meno evidente. La
lunghezza varia da 30 ad un massimo di 50 cm. Predilige acque
correnti e lacustri fresche e ben ossigenate con fondali sassosi.
È più tollerante per quanto riguarda temperatura e la qualità
dell'ambiente e sembra in grado di utilizzare una più ampia base
alimentare rispetto alla trota di torrente.
Origine: specie introdotta dal Nord America. Le prime
introduzioni avvennero nei laghi alpini del Moncenisio, di Lys,
di Verney, nei laghi della Venezia Giulia. Poiché si presta è
probabilmente presente su tutto il territorio italiano.
Minacce: Dato che richiede le stesse condizioni di vita delle trote italiane (Salmo trutta), ma ha uno spettro
alimentare più vasto, entra in concorrenza con la specie autoctona, sottraendole risorse.
Presenza in Umbria: diffusa in acque dolci per ripopolamento.
Persico trota
(Micropterus salmoides)
Descrizione: Appartiene alla famiglia dei Centrarchidi, ed è conosciuto anche col nome comune di “boccalone” o “Black
bass”.
Il corpo è moderatamente allungato e compresso lateralmente, con una struttura tipica dei predatori; la testa è molto grande
e la bocca è molto ampia con mascella inferiore prominente; il colore verde scuro sul dorso sfuma al verde chiaro sui
fianchi ed all'argento sul ventre; presenta una fascia longitudinale nerastra, ben distinta soprattutto nei giovani. A 4/5 anni
di età può arrivare a pesare 2 kg e ad una lunghezza di 40/60 cm. Predilige ambienti lacustri e fluviali con corrente
abbastanza lenta, ricchi di vegetazione acquatica. Si nutre di invertebrati e di altri pesci, specialmente giovani ciprinidi.
Essendo stanziale, per riprodursi non ha la necessità di migrare lungo il corso d’acqua come invece fa il luccio.
Origine: specie introdotta dal Nord America per la prima volta in Europa in Germania nel 1883, in Italia fu immesso nei
primi anni del 900 nei laghi di Comabbio e Monate per motivi di pesca. Attualmente la distribuzione italiana è limitata per
lo più alle regioni centro-settentrionali per lo più alle regioni settentrionali.
Minacce: Le sue abitudini alimentari ne fanno un concorrente del luccio (Esox lucius), specie indigena italiana. Inoltre,
dato che, per la stessa classe di età gli avannotti della specie aliena sono più grandi di quelli del luccio, i piccoli lucci sono
predati dal concorrente.
Presenza in UMBRIA: certa in alcuni bacini, anche nel Tevere e in numerosi laghi, probabile sul Nera.
Siluro
(Silurus glanis)
(Silurus glanis)
Descrizione: appartiene alla famiglia dei siluridi. Ha il corpo allungato, cilindrico
nella parte anteriore e compresso nella parte posteriore.o. Non ha squame e la
pelle è ricoperta da grandi quantità di muco. La testa è massiccia appiattita dorsoventralmente e porta due paia di lunghi barbigli. Gli esemplari più grandi possono
raggiungere i 4 m di lunghezza. Predilige acque tranquille, poco profonde e a
fondale molle con presenza di ricca vegetazione ripariale. Durante le ore diurne
tende a rimanere immobile sul fondo affossandosi nel fango. Le femmine
depongono le uova su fondali ricchi di vegetazione e fogliame caduto dagli alberi
circostanti. I maschi provvedono a sorvegliare le uova e garantiscono il ricambio
dell’acqua con il movimento della coda.
Origine: la specie, originaria dell'Europa centrale ed orientale è stata introdotta in Italia intorno agli anni ‘50. Attualmente, a
causa della introduzione incontrollata della specie in numerosi corsi d’acqua, per motivi di pesca sportiva, risulta presente in gran
parte dei corsi d’acqua del nord Italia fino alla Toscana
Minacce: è tra i maggiori predatori delle acque interne. Durante la fase giovanile si nutre invertebrati di fondale, mentre nella
fase adulta si alimenta di pesci quali, ad esempio, anguille e ciprinidi. Gli esemplari di maggior dimensioni si nutrono di rane,
ratti, e uccelli selvatici.
Presenza in UMBRIA: fortunatamente non è attualmente presente ma esiste una minaccia reale per la mancanza di controlli
efficaci sulle immissioni di specie ittiche nei corsi d’acqua.
Potamopirgus
antipodarum
Descrizione: mollusco gasteropode lungo pochi millimetri che vive in acque
dolci con varie caratteristiche.
Origine Si tratta, come indica il nome specifico, di un organismo che viene
dagli antipodi, dalla Nuova Zelanda.
A causa degli infiniti scambi con regioni anche assai lontane arrivò in
Europa dove venne segnalato nel Tamigi alla fine dell’800.
Si è insediata solo dal 1961 nella nostra fauna a partire dalla zona di confine
di Ventimiglia, per la precisione dal fiume Roia, divenendo rapidamente
invasiva in tutta l’Italia peninsulare.
Minacce: É una specie con grandi capacità adattive, in grado di riprodursi
anche per partenogenesi, e da noi usa solo questo sistema, divenuta quindi
fortemente invasiva a danno, di specie simili proprie dei nostri fiumi.
Presenza in Umbria: probabile in ogni corso d’acqua.
Le cause dell’inquinamento da “alieni”
La conservazione della biodiversità passa anche attraverso il mantenimento di faune e flore, senza che
sia stravolta la loro composizione.
Allorché si opera per mano umana una introduzione, si interferisce con i processi adattativi di
coevoluzione delle specie e le reazioni dell’ecosistema sono spesso imprevedibili.
Purtroppo il caso, la necessità, e attività ludiche quali, principalmente, caccia e pesca, nel tempo
hanno portato gravi interferenze sugli equilibri naturali.
Esempio tipico per tutti è l’introduzione, per motivi di pesca, di numerose specie di pesci: in Italia, ben
un terzo di quelle presenti è di origine alloctona.
Caso emblematico di “cosa non fare” è l’introduzione del SILURO: una specie di “pesce gatto” che
raggiunge i 200/300 kg di peso nonché, in ambienti idonei, anche i 5 metri di lunghezza... il mito dei
“pesca-sportivi”! Questa specie, onnivora opportunista, finché ha piccole dimensioni si nutre di insetti
e crostacei acquatici, ma quando cresce, arriva a catturare anfibi, topi, uccelli, come folaghe o anatre,
dopo avere sterminato intere popolazioni di pesci (soprattutto ciprinidi come carpe, carassi e
cavedani).
Un altro caso tipico è lo SCOIATTOLO GRIGIO, introdotto come animale da “compagnia”: laddove
si è diffuso, sta sterminando intere coltivazioni arboree, che non presentano sistemi di difesa, (quali,
ad esempio, sapori sgradevoli) contro questa specie: Lo scoiattolo rosso, italiano, laddove è arrivato
l’alieno, non sopravvive ed è destinato, per questo, all’estinzione, in gran parte del nord Italia.
Attualmente, è stato rilevato un alto rischio di introduzioni aliene, per lo più a comportamento
invasivo, nei nostri ecosistemi, soprattutto a causa del commercio di specie per diversi usi, o per motivi
casuali come avviene per specie che possono trovarsi, ad esempio nelle acque di scarico delle navi, che
viaggiano nei diversi mari del mondo. Per far fronte a questa minaccia, è stata messa a punto una
strategia internazionale per il controllo delle specie aliene, che prevede il massimo sforzo, in tempi
minimi, per eradicare in tempi ridotti, la nuova specie, laddove presente, prima che la sua diffusione
sia inarrestabile, con la collaborazione, se necessaria, anche di diversi stati.
La nostra proposta:
• Adottiamo il nostro corso d’acqua
• Allestire un sentiero di documentazione naturalistica
• Creare un percorso informativo con 5 stazioni di tipo ecologico didattico
• Privilegiamo le azioni che sanno dimostrare, che a partire dalle piccole cose, è
possibile cambiare in meglio ed essere utili
• Azioni di gemellaggio con paesi lontani: Spagna, Svezia e Romania.
• Il lavoro è stato eseguito dagli alunni dell’Istituto Commerciale Einaudi Narni
Scalo classi 2°A e 2°B a.s. 2004/2005
• Il progetto in Autocad delle strutture in legno è stato realizzato dall’Istituto
Tecnico Geometri Ghandi di Narni Scalo
P
r
o
d
o
t
t
o
F
i
n
a
l
e
:
A
z
i
o
n
e
p
e
r
l
’
a
m
b
i
e
n
t
e
• Le Strutture in legno sono state realizzate dal Centro di Formazione Professionale
di Narni
Di seguito sono rappresentati i 5 cartelloni da noi realizzati:
1° Cartellone
2°
Carte
llone
3° Cartellone
4° Cartellone
5°
Carte
llone
Scarica

il Fiume - Provincia di Terni