Istituto Istruzione Superiore Commerciale e Industriale Amelia Sezione distaccata Narni Scalo Classi: 1°A;1°B a.s.:2003\04-2004\05 SCHEDA DI OSSERVAZIONE • Nome corso d’acqua. …………… …… • Si tratta di: Fiume Torrente Data:………………….. Ruscello Fosso CARATTERISTICHE FISICHE 1) Larghezza Profondità Velocità in (m):………… Media (cm ):………….. Superficie ( m/sec ):… Temperatura acqua (°c ):…….. Fredda Tiepida Calda 2) Andamento del corso: Rettilineo 3) Movimento dell’acqua: Stagnante Lento 4) Superficie dell’acqua: Liscia Piccoli salti 5) L’acqua si presenta: Limpida Colorata 6) Lo stato del fiume è: In piena 7) Il fondo è: Fangoso Sabbioso Sinuoso Poco torbida Con schiuma Media Ghiaioso Rapido Cascate Torbida In secca A blocchi CARATTERISTICHE BIOLOGICHE • VEGETA ZIONE (Flora) 1) Vegetazione somm ersa: 2) Vegetazione sponde: Alberi: Arbusti: V. Erbacea : • ANIM ALI (Fauna) • Tracce visive di insetti d’acqua: • Tracce visive di insetti aerei. • Tracce visive di pesci: Fitta Rada Assente Fitta Fitta Fitta Rada Rada Rada Assente Assente Assente Fitta Fitta Fitta Rada Rada Rada Assente Assente Assente FATTORI DI PERTURBAZIONE 1) Le sponde sono: Naturali Cem entate 2) Ci sono tracce di intervento dell’uom o all’interno dell’alveo: Si No 3) Lungo le rive ci sono rifiuti: . Si No 4) Ci sono scarichi inquinanti. . Si No A.S. 2004-2005 2A-2B Istituto Tecnico Commerciale Narni Scalo (Tr) I l N PROGETTO EDUCAZIONE AMBIENTALE: UN ECOSISTEMA DI ACQUA DOLCE Finalità M O T IV A Z IO N E / F IN A L IT A ’ - U tilizza re il terr ito rio co m e la b o ra to rio d i ricerca - S p erim en ta r e n u o v e m eto d o lo g ie d ’in seg n a m en to , p iù m o tiv a n ti e co in v o lg en ti, a ttra v erso l’a ttiv ità la b o ra to ria le cla ssica e a cielo a p erto - ed u ca re a l risp etto d ell’a m b ien te a ttra v er so la co n o scen za d ell’a m b ien te ste sso - stu d ia re e co n o scere in m a n iera a p p ro fo n d ita u n eco siste m a O B IE T T IV I - co stru ire co n o scen ze u tili a d o p era re scelte co n sa p ev o li n ei co n fro n ti d ell’a m b ien te - rico n o scere le p ro p rie o p in io n i e sa p erle co m u n ica re - sv ilu p p a re co m p o r ta m en ti d i citta d in a n za a ttiv a - p a rtecip a re in m o d o p ro p o sitiv o a llo sv ilu p p o d el p ro g etto - a sco lta re e risp etta re le o p in io n i a ltru i - la v o ra re in g ru p p o in m o d o co o p era tiv o - co g liere la co m p lessità d el sistem a o g g etto d i stu d io - p ro m u o v ere u n sa p ere ch e sa co n testu a lizza re e sa rin tra ccia re i fili d el lo ca le/ g lo b a le D E S T IN A T A R I A lu n n i cla sse 2 A e 2 B Metodologie FASI OPERATIVE METODOLOGIE E FASI OPERATIVE Metodologie di riferimento: ricerca per scoperta, problem–solving,apprendimento cooperativo, approccio autobiografico, giochi di ruolo Fasi di lavoro: fase propedeutica: la ricerca della motivazione, l’approccio al problema, sviluppo dell’autonomia e della centralità dello studente, costruzione di abilità e competenze per operare in modo cooperativo fase della conoscenza: La ricerca fase della progettazione e realizzazione di un prodotto finale significativo del percorso svolto fase della valutazione PRODOTTO FINALE Azione per l’ambiente: realizzazione di un ipertesto informativo sull’ecosistema fluviale, avvio alla realizzazione di un opuscolo scientifico sugli indicatori biologici: il ciclo biologico, i macroinvetebrati come indicatori biologici, la valutazione dell’inquinamento di un fiume. Azione per l’ambiente: recuperare un sentiero lungo il tratto di fiume analizzato e realizzare un percorso informativo di tipo ecologico - didattico La nostra città come laboratorio di ricerca Il primo vero approccio con il fiume di carattere puramente sensoriale e basato,quindi, sull’uso dei 5 sensi, è avvenuto durante un percorso lungo il Nera. Durante questa uscita abbiamo potuto “osservare, ascoltare, sentire, toccare” l’ambiente stesso e registrare l’intera gamma di sensazioni che questo ha provocato in noi. Dopo aver formato dei gruppi, esserci scambiati opinioni e sensazioni, abbiamo lavorato all’elaborazione di una mappa che potesse schematizzare in modo chiaro ed efficace tutto ciò che più ci aveva colpito e che abbiamo ritenuto indispensabile per poter procedere all’elaborazione del progetto La nostra città come laboratorio di ricerca MAPPA velocità torbide Vegetazione erbacea ripariale limpide arborea alveo larghezza colore odore Caratteri generali profondità Tratto osservato del fiume Nera acqua pendenza rifiuti vicinanza di centri industrie abitati attività agricole interventi dell’uomo sponde vie di comunicazioni altro captazioni sbancamenti attività umane Mappa confluenza di scarichi fognari irrigazione altro produzione di energia PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE Conclusioni Non si possono sprecare le risorse idriche con inquinanti irreversibili. Le conoscenze scientifiche e le tecnologie aiutano, ma il vero problema è quello di fare in modo che l’uomo limiti l’uso delle sostanze inquinanti anche al fine di non dover ricorrere all’aiuto di tecnologie troppo gravose dal punto di vista economico. In primo luogo sarebbe meglio rispettare il principio: PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE In secondo luogo si ha bisogno che i processi industriali ed agricoli non siano inquinanti e migliorare i processi di riciclaggio per impedire che le acque inquinate si gettino nei laghi o nei fiumi, evitare inoltre che le sostanze tossiche penetrino nel terreno fino ad inquinare le falde acquifere Un tempo preoccupava l’inquinamento organico soprattutto nelle grandi città, oggi invece, preoccupa l’inquinamento chimico. Oggi il problema è più complesso in quanto al crescente inquinamento organico si aggiunge il micidiale inquinamento chimico. I prodotti chimici inquinano in modo persistente le acque e non sono biodegradabili LA CARTA DELL’ ACQUA La carta dell’acq ua Il Comitato Europeo per la salvaguardia della natura e delle sue risorse idriche ha divulgato, nel 1968, la carta dell’acqua, con i suoi dodici principi: •Non c’è vita senza acqua: l’acqua è indispensabile per la vita •Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili •Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita di tutti gli esseri viventi che da essa dipendono •la qualità dell’acqua deve essere tanto alta quanto basta per soddisfare la salute pubblica •Quando l’acqua, dopo il suo uso, viene restituita al suo ambiente, non deve compromettere gli usi pubblici privati •La conservazione di un manto vegetale è essenziale per la salvaguardia delle risorse idriche •le risorse idriche devono formare oggetto di un inventario •La buona gestione dell’acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità competenti •La salvaguardia dell’acqua implica un notevole sforzo di ricerca scientifica •L’acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti •La gestione delle risorse idriche deve essere inquadrata nel bacino naturale •L’acqua non ha frontiere, essa è una risorsa comune che necessita di una cooperativa internazionale IMMAGINI IMMAGINI OBIETTIVO OBIETTIVO EE MATERIALI MATERIALI Anali si delle acqu e del Fium e Nera PROCEDIMENTO PROCEDIMENTO CONCLUSIONE CONCLUSIONE OBIETTIVO = ricerca di fosfati, cloruri, nitriti, solfuri, determinazione del carattere acido e alcalino. O b i e t t i v o & M a t e r i a l i MATERIALI = acqua del fiume Nera, provette, cilindri graduati, siringa, striscia tornasole, scatolina, idritest A, EDTA (acido etil diammonio tetracedico), nero editocromo, reaggente ammoniaca, acqua distillata, cloruro di ammonio, acido solforico, cloruro di stagno, reattivo di gries, sodio nitroprussiato, acido nitrico, tampone, sodio carbonato e argento di nitrato. I m m a g i n i 1° Esperimento 2° Esperimento P r o c e d i m e n t i 3° Esperimento Il giorno 07/05/05, alle ore 9:10, siamo andati a prelevare un campione di acqua del Fiume Nera, andando poi ad analizzarla. Bisogna però tener presente delle condizioni del prelievo, avvenuto vicino alla riva, ad una profondità di 20 cm e ad una temperatura di 13 °. Il prelievo è avvenuto nel bacino idrografico del Tevere. La temperatura ambientale si aggirava intorno ai 20° C ed il tempo era soleggiato e ventilato. Nelle vicinanze, poi, sono stati avvistati molti campi abusivi, in quanto troppo vicini alla riva. 6° Esperimento 5° Esperimento 4° Esperimento 1 ° E s p e r i m e n t o Introduciamo in un cilindro graduato dell’acqua di fiume e vi immergiamo una striscia tornasole. Aspettiamo poi 30 secondi ca. Notiamo che questa si colora di un giallo tiepido. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 Acidità crescente 9 10 11 12 Basicità crescente neutralità Questa è la scala per individuare il valore del pH. Neutra: quando il pH assume esattamente il valore 7 Acida: quando il pH assume valori minori di 7 Basica: quando il pH assume valori maggiori di 7 13 14 2 ° E s p e r i m e n t o Introduciamo in un cilindro graduato 10 ml di acqua di fiume e vi aggiungiamo 2 ml di sostanze acide come IDRITEST A e EDTA. Agitiamo bene, ed aggiungiamo del nero editocromo e 6 ml di tampone. Per calcolare la durezza si applica la formula: DUREZZA TOT. = (a x 1000)/c A = 6ml C =10ml DUREZZA TOT.=(6x1000)/10=600mg/l Qui di seguito illustreremo la tabella in cui sono riportati i valori per vedere se un’acqua è dura o è dolce. 2 ° E s p e r i m e n t o Tipo di acque Mg/L di carbonato di calcio Gradi Francesi (°F) Dolcissime 0-70 0-7 Dolci 70-150 7-15 Dure 120-220 15-22 Molto Dure 220-350 22-35 Durissime Maggiore di 350 Maggiore di 35 Un’acqua si dice dura in relazione ai Sali di calcio e magnesio in essa disciolti. Le acque dure sono poco adatte all’alimentazione e alla cottura di cibi, determinano incrostazioni nelle tubature e nelle caldaie; sottraggono sapone all’azione di pulizia durante il lavaggio, causano inconvenienti in molti processi industriali. 3° Esperimento Introduciamo in un cilindro graduato 10 ml di acqua di fiume alla quale aggiungiamo 3 gocce di acido solforico ed altre 3 di cloruro di ammonio. Nel frattempo, in una provetta, introduciamo 3 ml di acqua distillata con cloruro di stagno. Ne preleviamo poi qualche goccia e l’aggiungiamo all’acqua presente nel cilindro. Una colorazione azzurro/blu indica la presenza di fosfati. I fosfati devono essere assenti dalle acque potabili. Nelle acque dei fiumi e dei laghi si trovano sempre più frequentemente quantità notevoli di fosfato dall’uso di fertilizzanti in agricoltura e dall’impiego di detersivi sintetici nell’ igiene domestica. 4° Esper iment o Introduciamo in un cilindro graduato 50 ml di acqua di fiume, 3 gocce di acido solforico e 1 ml di reattivo di Gries. Trasferiamo il tutto in un ampolla chiudendola ed agitandola; lasciamo poi riposare per 10 minuti.Se diventa rosa/rosso ci sono i nitriti; se rimane bruno/marrone non sono presenti i nitriti. La presenza di nitriti è sintomo di inquinamento da sostanze organiche e deve essere assente nelle acque potabili. 5° Esper iment o Inseriamo in un cilindro graduato 50 ml di acqua di fiume e 0,5 ml di sodio carbonato. A questo miscuglio aggiungiamo 5/6 gocce di sodio nitroprussiato unito ad acqua distillata, preparate precedentemente. Una colorazione rosa/viola indica la presenza di solfuri. 6 ° E s p e r i m e n t o In un cilindro graduato, mescoliamo 25 ml di acqua di fiume con 4 gocce di acido nitrico. Dopodiché, in una provetta, inseriamo 3 ml di acqua distillata e argento di nitrato e, dopo averla agitata, la aggiungiamo al miscuglio precedentemente preparato. La comparsa di intorbidamento indica la presenza i cloruri. L’acqua contiene sempre una certa quantità di cloruri perché essi fanno parte del suo normale corredo salino. La loro presenza non deve però essere eccessiva, altrimenti diventa fonte di alcuni inconvenienti quali corrosione e danno alle colture. Concl usion e Dai vari esperimenti abbiamo potuto conoscere diverse caratteristiche del fiume Nera. •Il pH è risultato neutro. Infatti la striscia tornasole era di un giallo tiepido, colore che si assume quando il pH si aggira intorno al 7. •Per quanto riguarda la durezza possiamo dedurre che l’acqua del fiume Nera è molto dura. •Riguardo ai fosfati, possiamo notare che l’acqua della provetta assume un colore blu scuro, questo perché la presenza di fosfati è molto elevata. La causa di questo sono i campi abusivi che si trovano sugli argini del fiume che rilasciano scarichi e mangimi nel fiume. •Per quanto riguarda la presenza di nitriti ed i nitrati il risultato è negativo. Infatti l’acqua, che dovrebbe diventare rosa, resta grigia; questo, appunto, perché nitriti e nitrati sono completamente assenti. •Siamo poi passati ai solfuri. Una presenza eccessiva di solfuri organici è molto inquinante, addirittura più inquinante di solfuri inorganici. Proprio per questo la legge è molto più severa su quelli organici e la sanzione diventa più alta. La concentrazione è infatti tollerata fino a 1 ml Comunque sia l’acqua, che in presenza di solfuri sarebbe diventata viola, rimane del colore iniziale. Questo ci indica l’assenza di solfuri. •Rimangono, infine, i cloruri, che sono dei sali legati a cloro. L’esperimento ha fatto si che l’acqua diventa torbida. Questo perché sono presenti dei cloruri. Possiamo concludere, quindi, che le acque del fiume Nera sono medio-inquinate 9,47 10,00 Ponte d’Augusto 7,88 8,00 6,00 4,00 1,92 Conclusione 2,00 0,40 0,08 0,00 PONTE D'AUGUSTO FOSFATI Valore massimo: 0,16 mg/l data 15/04/04 Luogo: Ponte d’Augusto OSSIGENO DISCIOLTO Valore massimo: 12,2 mg/l data 18/02/04 Luogo: Canale Recentino Valore minimo: 0,01mg/l data 24/06/04, 15/04/04, 12/05/04 Luogo: Canale Recentino, Borgo Cerreto Valore minimo: 7,1 mg/l 22/07/04 Luogo: Maratta Cava data AZOTO AMMONIACALE Valore massimo: 0,92 mg/l data: 10/03/04 Luogo: Ponte D’Augusto. Valore minimo: 0,01 mg/l data: 21/07/04 Luogo: Borgo Cerreto pH Valore massimo: 8,2 data 15/04/04 Luogo: Maratta Cava Valore minimo rilevato: 7,4 data 22/07/04 Luogo: Maratta Cava AZOTO NITRICO Valore massimo: 2,71mg/l data: 18/02/04 Luogo: Ponte d’Augusto Valore minimo: 0,44 mg/l data: 18/02/04 e 09/09/04 Luogo: Borgo Cerreto e Canale Recentino Concl usion e Come sta il Fiume? Possiamo scoprirlo esplorando sotto i sassi che si trovano sul fondo del fiume, dove abbiamo trovato i piccoli abitanti del corso d’acqua, importanti indicatori della salute dell’ambiente. Questi si distinguono in microinvertebrati e macroinvertebrati. I primi non superano il millimetro di lunghezza mentre i secondi sono visibili ad occhi nudo. Ai Macroinvertebrati appartengono i seguenti gruppi: Insetti, Crostacei, Molluschi, Tricladi, Oligocheti ed altri. Almeno una parte della loro vita la trascorrono adagiati ai substrati del corso d’acqua, utilizzando varie tecniche per resistere alla corrente: • Appiattimento del corpo • Forma affusolata • Presenza di ventose, cuscinetti adesivi, uncini TRICOTTERI GASTEROPODI PLECOTTERI Mappa BIVALVI EFEMEROTTERI ODONATI si ENTRATA INSETTI COLEOTTERI ETEROTTERI IN NUMERO UGUALE A 6 PRESENZA DI CONCHIGLIA si PRESENZA DI ZAMPE no no IN NUMERO MAGGIORE DI 6 no CROSTACEI NEL CORPO E’ EVIDENTE UN CERTO NUMERO DI SEGMENTI no TRICLADI si PRESENZA DI FODERO si TRICOTTERI si no IRUDINEI SONO PRESENTI VENTOSE no POSSONO ESSERE PRESENTI UNA TESTA, PICCOLE ZAMPE, UNCINI, SIFONI, APPENDICI VARIE si OLIGOCHETI INSETTI DITTERI Le seguenti comunità sono molto importanti per definire lo stato di salute del fiume: Le seguenti co munità sono molto importanti per definire lo stato di salute del fiume: I PLECOTTERI sono presenti in acque non inquinate. I TRICOTTERI si trovano solo in acque pulite o leggermente inquinate. Gli EFEMEROTTERI si nutrono soprattutto di alghe microscopiche che tappezzano le pietre e i detriti organici che ricoprono il fondo dell’acqua. I COLEOTTERI si trovano in acque limpide e molto ossigenate. I CROSTACEI presenti nelle acque fluviali sono i Gammaridi e gli Asellidi. La presenza di Gammaridi indica una leggera contaminazione nel corso dell’acqua. Gli Asellidi, invece, sono rinvenibili anche in acque molto inquinate. Le PLANARIE sono indicatori di acque molto pulite poiché popolano corsi d’acque limpide con forti correnti e ricche di ossigeno. I MOLLUSCHI si adattano a vivere in qualsiasi condizione ambientale, anche la più sfavorevole. I DITTERI sopravvivono anche in un corso d’acqua che è gravemente inquinato. Tra gli INSETTI acquatici sono presi in esame soprattutto gli stati di larva e di crisalide che vivono nel corso idrico, vicino alla pietre, nascosti nella fanghiglia o mescolati tra la vegetazione sommersa. Tricotteri: insetti acquatici con capo, torace e addome ben distinti. Le larve conducono vita acquatica mentre gli adulti colonizzano l’ambiente aereo. Le loro dimensioni possono variare tra 2 e 40 mm. Le larve di molte famiglie costruiscono intorno al loro corpo un astuccio protettivo utilizzando granelli di sabbia, pietruzze o elementi vegetali; per questo motivo vengono chiamate “ portasassi”. Larva di un Tricottero Popolano quasi tutte le acque dolci, correnti e stagnanti. La sensibilità all’inquinamento è piuttosto elevata per cui sono ritenuti dei validi indicatori biologici e la loro presenza è spesso collegata ad ambienti di buona qualità; alcune specie sono comunque in grado di prosperare in acque inquinate. Insetto Plecottero E’ un insetto. La larva vive generalmente riparata sotto i sassi dove cerca riparo e cibo. Predilige le zone con acque turbolente e ben ossigenate. La larva è carnivora e cattura le sue prede, soprattutto piccoli invertebrati, con robuste mandibole. Crostaceo Anfipode Crostaceo anfipode: il corpo è costituto da un elevato numero di segmenti, compresso lateralmente, inarcato in avanti e privo di carapace. Nelle acque correnti prediligono quelle a lento decorso, con fondali fangosi e abbondante vegetazione. Si nutrono di detriti organici vegetali e animale. Molluschi Molluschi bivalve: hanno il corpo racchiuso in una conchiglia formata da due valve, collegate tra loro da un legamento. La maggior parte dei bivalvi è marina ma non manca la componente di acqua dolce che vive in stagni e fiumi a lento decorso con fondali sabbiosi o fangosi. Si nutrono di plancton. Generalmente non sono esigenti per ciò che riguarda la qualità dell’acqua e si adattano bene anche a situazioni di un certo degrado. Mollusco gasteropode: molluschi con conchiglia a spirale, il capo ben differenziato munito di tentacoli, occhi e bocca. Il piede, organo di locomozione strisciante, è muscoloso piatto e munito di ghiandole mucose che lubrificano il substrato. Tra i principali fattori che condizionano la presenza di questi organismi vi sono l’acidità che non deve essere inferiore a pH 5,5 e la concentrazione dei sali Ca e Mg, indispensabili per la formazione del guscio.Grazie alla loro capacità di accumulare sostanze inquinanti(ad es. metalli pesanti) i molluschi vengono utilizzati come indicatori di inquinamento industriale. Insetto dittero: a questo ordine appartengono gli insetti considerati dannosi o molesti , come zanzare, tafani , mosche, ecc. Le larve hanno il corpo a forma cilindrica, senza zampe o arti. Le loro dimensioni variano da pochi mm ad oltre 5 cm. Il colore va dal bianco, biancogiallastro,bruno, bruno-nero; a volte sono anche rossastre per la presenza di pigmenti respiratori. Insetto Dittero I ditteri possono vivere in acque pulite ma sono tra i rari gruppi a sopravvivere anche in acque inquinate. Verme Triclade, Verme Irudineo Sono così chiamati per l’intestino suddiviso in tre rami. Sono vermi dal corpo appiattito e allungato, il capo poco differenziato, munito di due o più occhi che si trovano in posizione arretrata, laterali. Le prede sono rappresentate da piccoli invertebrati vivi, morti o feriti: larve di insetti, Gammaridi, Asellidi, Gasteropodi, Anellidi e altri invertebrati. Nonostante la lentezza del movimento, il muco che secerne dalla bocca e le fossette adesive permettono alla planaria di aderire alla preda. I Tricladi preferiscono acque chiare, sono perciò organismi tipici delle acque correnti. Durante il giorno si rifugiano sotto i detriti o ciottoli. Verme irudineo (sanguisuga), vivono prevalentemente nelle acque dolci e poco profonde., con scarsa velocità di corrente. Il loro corpo è allungato, suddiviso in segmenti, appiattito o cilindrico, privo di appendici, di lunghezza che può variare tra 1-30 cm. Sono muniti di due ventose: una anteriore che serve per succhiare il sangue delle prede, e una posteriore che serve per aderire. La resistenza all’inquinamento è elevata: alcune specie possono vivere a lungo in carenza di ossigeno e in condizione di elevata trofia dell’ambiente acquatico. I l b a c i n o d e l f i u m e N e r a Punti indagati 1. Recentino 2. Ponte d’Augusto 3. Maratta Cava 4. Borgo Cerreto La depurazione naturale di un fiume Ogni corso d’acqua, grazie ad una serie di funzioni caratteristiche dell’ecosistema, ha capacità autodepurative, messe in atto con diverse modalità. 1. Organismi demolitori: si tratta per lo più di comunità microscopiche composte da batteri, funghi, aiutati da amebe, nematodi e da piante acquatiche: nel complesso degradano e demoliscono le sostanze organiche presenti. 2. Macroinvertebrati: per lo più sono larve di insetti, crostacei, vermi, con svariate specializzazioni alimentari. Si va dai filtratori ai raschiatori, agli erbivori e ai detrivori. 3 Vertebrati: sono pesci, anfibi, rettili, uccelli, mammiferi che contribuiscono alla riduzione della biomassa fluviale nutrendosi di macroinvertebrati acquatici e di vertebrati. 4. Vegetazione riparia: La vegetazione delle sponde funziona da filtro meccanico rallentando l’acqua e impedendo il dilavamento. Funziona inoltre da filtro biologico assorbendo le sostanze fertilizzanti (fosforo e azoto) presenti nell’acqua. La qualità delle acque: l’inquinamento L’acqua “pura”, in natura non esiste. Anche negli ambienti più incontaminati questa risorsa presenta alcune “impurità”, spesso necessarie all’intero ecosistema fluviale. Nel momento in cui questa risorsa presenta quantità eccessive di impurità, di qualunque origine, si definisce allora “inquinata”. L’inquinamento può essere in sintesi definito come lo scarico, diretto o indiretto, nell’ambiente idrico, di sostanze che possono nuocere alla salute umana, agli esseri viventi in genere, al sistema ecologico acquatico e che possono compromettere l’uso legittimo delle acque. Gli effetti degli inquinanti Gli effetti degli inquinanti possono essere diversi a seconda della sostanza di cui si tratta. Bioreagenti: sostanze organiche biodegradabili come sali e composti vari di azoto e fosforo. Provocano fenomeni di tossicità diretta e di riduzione dell’ossigeno disciolto. Possono causare in questo modo la morte di numerose specie, fenomeni di putrefazione con conseguente emanazione di cattivi odori, l’eutrofizzazione che comportano può causare crescita eccessiva di alghe. Non-bioreagenti: si tratta di materiali e sostanze chimiche in sospensione che provocano reazioni chimiche con l’acqua. Possono alterare il pH (acidità) o l’ossigenazione, causando la morte di organismi sensibili a tali variazioni; possono inoltre provocare infiammazioni o occlusione dei vari organi dei pesci ed effetti di vario genere anche sull’uomo. I metodi di analisi Analisi chimico-fisiche ¤ Sono facilmente rappresentabili con valori numerici ¤ Sono facilmente riproducibili e confrontabili ¤ Permettono di valutare la presenza di un inquinante per volta e di valutare la concentrazione ¤ Si riferiscono ad un singolo campione e al brevissimo periodo in cui questo è stato raccolto. Sono per questo usate come prove legali di eventuali scarichi abusivi Analisi tramite indicatori biologici ¤ Danno un giudizio sintetico sulla qualità generale del corso d’acqua complessivo ¤ Rilevano anche un inquinamento avvenuto in passato ¤ Rendono possibili diagnosi anche in mancanza di sofisticate strutture di laboratorio ¤ Presentano la difficoltà di “traduzione” dei dati di campo in un indice numerico Il nostro lavoro Con il nostro istituto abbiamo prelevato alcuni campioni di acqua dal fiume Nera in vari punti (Recentino, Maratta Cava, Ponte d’Augusto, Borgo Cerreto), e li abbiamo analizzati. Il nostro lavoro Quando siamo andati all’A.R.P.A. abbiamo visto i vari tipi di analisi, che vengono svolte nei laboratori chimici, sulle acque dei fiumi e sulle acque minerali. Dopo ciò i veri protagonisti siamo stati noi: abbiamo eseguito diverse analisi secondo la procedura standard riguardo: azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosfati, ossigeno disciolto e pH. I tecnici dell’A.R.P.A. ci hanno anche parlato delle acque superficiali, della loro qualità e del modo di proteggere i pesci. Inoltre si sono soffermati sull’importanza riguardo al problema dell’immissione di scarichi nelle acque superficiali tali da determinare forme più o meno gravi di inquinamento. Negli istogrammi sono riportati i valori medi annuali calcolati con 12 rilevamenti mensili, in mg/litro (0< pH <14). AZOTO AMMONIACALE: si tratta di una delle forme in cui si trova l’azoto nei corsi d’acqua. Indica inquinamento di natura organico-biologica. Valori ammessi <1mg/l. I risult ati delle anali si chim iche LEG END A AZOTO NITRICO: è presente laddove sono attivi processi ossidativi. E’ indice di inquinamento organico di varia origine. Valori limite < di 5 mg/l (Per la L. Merli <20). FOSFATI: insieme ai composti azotati, rappresentano la maggiore fonte di eutrofizzazione delle acque, sia dolci che marine. I valori limite sono <0.14 mg/l. OSSIGENO DISCIOLTO: costituisce uno degli elementi indispensabili alla vita in acqua. In ambiente compatibile con la vita deve essere in concentrazione di >5 mg/l PH: parametro che definisce l’acidità delle acque, e può variare per diverse cause, quali ad esempio l’eutrofizzazione. La vita della maggior parte degli organismi è impedita con pH<4 10,87 12,00 10,00 8,00 7,86 Recentino 6,00 4,00 2,00 0,11 0,61 & Ponte d’Augusto 0,03 0,00 RECENTINO 9,47 10,00 Ponte d’Augusto 7,88 8,00 6,00 4,00 1,92 2,00 0,40 0,08 0,00 PONTE D'AUGUSTO 12,00 9,81 10,00 8,00 7,88 6,00 4,00 2,00 Maratta Cava 0,53 1,31 0,07 0,00 MARATTA CAVA 12,00 10,13 10,00 Borgo Cerreto 7,94 8,00 6,00 4,00 2,00 0,06 1,02 0,03 0,00 BORGO CERRETO Conclusioni Il valore medio di tutti i parametri valutati, risulta al di sotto dei livelli ammessi dalla Legge Merli /L. n° 319 del 10/05/76 e dal Decreto Legislativo n° 130, del 25 gennaio 1992. AZOTO AMMONIACALE Valore massimo: 0,92 mg/l data: 10/03/04 Luogo: Ponte D’Augusto. Valore minimo: 0,01 mg/l data: 21/07/04 Luogo: Borgo Cerreto pH Valore massimo: 8,2 data 15/04/04 Luogo: Maratta Cava Valore minimo rilevato: 7,4 data 22/07/04 Luogo: Maratta Cava AZOTO NITRICO Valore massimo: 2,71mg/l data: 18/02/04 Luogo: Ponte d’Augusto Valore minimo: 0,44 mg/l data: 18/02/04 e 09/09/04 Luogo: Borgo Cerreto e Canale Recentino FOSFATI Valore massimo: 0,16 mg/l data 15/04/04 Luogo: Ponte d’Augusto OSSIGENO DISCIOLTO Valore massimo: 12,2 mg/l data 18/02/04 Luogo: Canale Recentino Valore minimo: 0,01mg/l data 24/06/04, 15/04/04, 12/05/04 Luogo: Canale Recentino, Borgo Cerreto Valore minimo: 7,1 mg/l 22/07/04 Luogo: Maratta Cava data La qualità migliore delle acque, dal punto di vista chimico, si riscontra prevalentemente nei tratti di fiume a monte della città di Terni. Il maggior livello di inquinamento organico (azoto, fosfati) si rileva in località Ponte d’Augusto mentre quelli minimi a Borgo Cerreto. L’ossigeno disciolto è massimo nelle acque di Canale Recentino durante il periodo invernale: il dato è atteso visto che in inverno si hanno le temperature minime alle quali corrisponde una maggiore quantità di ossigeno disciolto. Il livello di acidità delle acque (pH) non scende mai a livelli incompatibili con la vita degli organismi. Conclusioni Pioppo bianco Ontano Tifa Libellula Airone cenerino Germano reale Rana verde Carpa B i o d i v e r s i t à d e l l ’ a m b i e n t e f l u v i a l e Natrice Pioppo bianco Ontano Tifa Airone cenerino Germano reale Libellula Rana verde Carpa Natrice Relaz ioni ecolo giche e trofic he tra alcun e speci e BIODIVERSITÀ ED ECOSISTEMA FLUVIALE Il fiume non è uno scenario teatrale di acqua e rocce in cui vivono pesci! Si tratta di un vero e proprio “organismo” del quale acqua e rocce sono solo una minima parte. Ogni essere vivente che popola il fiume è in stretto rapporto con gli altri nonché con gli elementi abiotici che costituiscono l’ambiente fluviale. Tra i vari organismi sono fissati particolari legami di convivenza o di scambio energetico che fanno di ogni specie un particolare tassello di un puzzle complesso nel quale ognuna ha assunto una specifica funzione, non sostituibile da altre. I pesci possono nutrirsi di larve di insetti ma possono anche cibarsi grazie alla presenza di alghe o piante acquatiche. La presenza di pesci in un corso d’acqua, garantisce nutrimento a numerosi altri animali: la lontra, ormai scomparsa dalla maggior parte dei corsi d’acqua italiani, è senza dubbio un esempio di predatore di specie ittiche. Anche alcuni uccelli sono legati all’ambiente fluviale: l’airone cenerino, fa dei piccoli anfibi una risorsa alimentare fondamentale, mentre altri uccelli, a dieta vegetariana, frequentano i corsi d’acqua in cerca di vegetali acquatici di cui nutrirsi. Predatori legati all’acqua sono anche alcuni rettili, come le natrici, che catturano girini, rane, rospi. Fanno parte del sistema del fiume anche numerose alghe e piante. Ognuna si trova soltanto laddove una serie di caratteristiche peculiari le garantisce la possibilità di sopravvivere. In acque a bassa velocità, ad esempio, troverò piante galleggianti, con radici sospese nella colonna d’acqua, difficilmente pensabili laddove si ha una elevata velocità di scorrimento. Le essenze arboree che popolano le sponde di fiumi e torrenti, oltre a garantire stabilità agli argini, rappresentano zone di ombra necessarie a particolari specie vegetali ed animali, hanno la funzione fondamentale di offrire riparo a numerosi uccelli nidificanti, nonché di fornire, tra le loro radici, parzialmente affondate nel corso d’acqua, siti di riparo per i pesci. Biodiversità ed ecosistema fluviale Da questi pochi esempi, emerge chiaramente che il fiume rappresenta un ECOSISTEMA complesso ossia un “organismo” vero e proprio, formato da numerosi elementi biotici e abiotici collegati tra loro da numerose relazioni ecologiche (ad esempio un organismo offre rifugio ad un altro) ed energetiche (una specie si nutre di un’altra). Queste relazioni sono estremamente complicate e specifiche, strutturatesi nel corso dell’evoluzione, in migliaia o addirittura in milioni di anni: ogni minimo cambiamento che si effettua, va quindi a inserirsi in un delicato equilibrio, non controllabile, tra più elementi, spesso non percettibili in base alla percezione umana, e irrimediabili proprio perché risultato di processi naturali avvenuti nel corso dei tempi geologici. Biodiversità ed ecosistema fluviale LIBELLULA: È un predatore carnivoro. Appartiene all’ordine degli anisotteri. Le dimensioni del corpo variano dai 35 ai 40 mm. Le larve, carnivore, vivono sul fondo dei corsi d’acqua. Sono preda di anfibi ed uccelli insettivori. Libellula PIOPPI Pioppo bianco Pioppi & Ontani (Popolus alba, populus nigra) appartiene alla famiglia delle Salicaceae, può raggiungere i 30 m. Cresce su suoli limosi, argillosi che rimangono umidi tutto l’anno. La dispersione dei semi è affidata al vento grazie alla presenza di filamenti pelosi sul seme. Offre ombra, riparo e sito di nidificazione agli uccelli, sostiene gli argini dei fiumi; sui tronchi marciscenti nascono varie specie di funghi. ONTANI Famiglia delle Betulacee. Alnus deriva dal celtico e vuol dire “vicino alle acque”. Gli ontani infatti vivono vicino alle acque, sono alberi e arbusti decidui (che perdono le foglie in inverno), a rapido accrescimento. In Italia ne esistono 4 specie diverse: ontano nero, ontano verde, ontano bianco, ontano napoletano. Le radici danno stabilità alle sponde dei fiumi, offrono riparo a pesci. Ontano AIRONE CENERINO (Ardea cinerea) della famiglia degli ardeidi. Può raggiungere la lunghezza da 90 – 98 cm, ha la livrea grigio cenere, da cui deriva il nome. Frequenta stagni, risaie, prati allagati, fiumi, canali, laghi, e coste marine. Le sue prede solitamente sono: rane, pesci e rettili. I loro nidi sono posti su alberi molto alti, fino a 25 mt. GERMANO REALE Germano reale Airone cenerino Airone cenerino & Germano Reale (Anas platyrhynchos) della famiglia degli Anatidi. Si adatta a una grande varietà di ambienti, infatti lo si trova nei fossi, nei piccoli stagni dei parchi e nei laghi. Il maschio ha un piumaggio con colori molto appariscenti; il corpo verde, il petto nocciola – rossiccio e un sottile collarino bianco. La femmina ha invece colori poco visibili che servono per confonderla fra la vegetazione durante il periodo di cova. Tifa & Rana Verde Typha angustifolia TIFA (Typha latifolia e angustifolia). La tifa fiorisce all’inizio dell’estate, è una pianta facile da riconoscere per il suo fusto nudo e l’infiorescenza a forma di spiga color ruggine. Tra le sue radici trovano ospitalità numerose specie di pesci, anfibi, rettili. L’acqua stagnante permette di ospitare tra le foglie anche uova di artropodi e pesci RANA VERDE È possibile trovarla in qualunque corpo idrico, anche inquinato. Passa gran parte del tempo lungo le sponde. Si nutre di artropodi che cattura sia a terra, che sull’acqua. Si nutrono di insetti, depone le uova in acqua stagnante. E’ preda di rettili e uccelli come gli aironi. Rana verde NATRICE: La natrice appartiene all’ordine degli ofidi. Il suo rifugio può essere un ceppo cavo, in una fenditura di roccia o in una vecchia tana di mammifero. Ottima nuotatrice, frequenta l’ambiente acquatico in quanto si nutre di anfibi, lucertole, giovani uccelli, piccoli mammiferi e pesciolini. Natrice & Carpa Natrice dal collare Carpa CARPA Specie onnivora, si nutre prendendo dal fondo invertebrati quali larve di insetti, molluschi, crostacei e altri vermi. Vive in acque a corso lento o stagni, con fondali ricchi di vegetazione, ambienti prediletti per la deposizione delle uova. L’ambiente fluviale Gli elementi abiotici più importanti dell’ambiente sono 2: L’acqua ed i suoi vari parametri: pH, temperatura, corrente e gas disciolti. Il letto fluviale e la natura del suo fondo: sabbia, ciottoli e massi. È costituito in gran parte d’acqua (mari, oceani, acque interne). Il complesso di tutte le acque costituisce l’idrosfera. Un altro componente importante che permette agli organismi di vivere, è la luce solare. I gruppi faunistici più frequenti dell’ambiente fluviale sono: I corsi d’acqua sono formati dalle acque piovane, dallo scioglimento dei ghiacciai, dalle acque sorgive. Gli elementi principali di un fiume sono: Le dimensioni dell’ambiente fluviale sono 4: Longitudinale Crostacei: gamberi, gammaridi, e asellidi Molluschi: Il regime: è la variazione della portata nell’arco di 1 anno e bivalvi, gasteropodi dipende dal clima dall’estensione del bacino e dalla vegetazione. Anellidi: Il bacino: è delimitato da una linea immaginaria detta vermi e sanguisughe Trasversale spartiacque. Verticale La velocità: dipende dalla pendenza della quantità di acqua, planarie determina la distribuzione degli organismi nei veri corsi d’acqua. Insetti: La portata: è la quantità d’acqua che passa attraverso plecotteri, efemerotteri, coleotteri, eterotteri,odonati, tricotteri, ditteri ecc. Temporale una sezione verticale di un solco fluviale in un’unità di tempo prestabilita. Platelminti: Perch é un Indic e Biotic o? Quando un corso d’acqua è in buone condizioni, ospita al suo interno un elevato numero di organismi animali e vegetali. Ogni specie è capace di sfruttare le risorse a sua disposizione quali luce, nutrimento, rifugio, in modo unico, diverso da quello di ogni altro vivente che si trova in quello stesso ambiente. Per questo, ogni specie che compone il popolamento animale e vegetale, è diversamente sensibile alla variazione dei diversi parametri ambientali, compresi la qualità e la quantità delle sostanze disciolte nell’acqua; pertanto qualunque variazione delle condizioni di un corso d’acqua, si riflette più o meno direttamente sul suo popolamento. Da queste semplici premesse emerge chiaramente la funzione dell’analisi della qualità dell’acqua di un torrente attraverso l’esame del suo popolamento. Le analisi chimiche, seppure semplici da eseguire e poco costose, “non hanno memoria”, ossia hanno valore puntuale, legato al particolare momento in cui le eseguo: l’acqua scorre e poco dopo, anche un intenso carico inquinante non è più rilevabile. Diversamente avviene analizzando gli esseri viventi: un forte inquinamento, anche momentaneo e unico nella storia del corso d’acqua, può causare l’estinzione in massa di numerose specie che non saranno più rilevabili anche per decenni. Il calcolo dell’indice EBI, che fa riferimento alla ricerca delle numerose specie di organismi presenti, è quindi in grado di “fare la spia” anche sulla storia passata. Sensibilità degli organismi acquatici a un abbassamento del pH nelle acque dolci Ph 7,5 7,0 6,5 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 3,5 Morte dei crostacei, dei gasteropodi, di altri molluschi, ecc. Sensibilità degli organismi acquatici a un abbassamento del pH nelle acque dolci Morte dei salmonidi e dei cavedani Morte degli insetti sensibili e delle specie sensibili di fitoplancton e zooplancton Morte dei coregoni, e dei salmerini Morte dei persici e dei lucci Morte delle anguille Possono sopravvivere gli insetti poco sensibili e certe specie di fitoplancton e di zooplancton Si sviluppano i muschi bianchi I danni compaiono quando il pH è < 6,5. Tutte le forme di vita normale spariscono con un pH < 5. Esperienza: Ponte d'Augusto ATTIVITA' DI LABORATORIO Gli organismi trovati e separati durante l’attività, vengono controllati in laboratorio per una classificazione definitiva con l’uso di strumenti ottici e guide adeguate. E s p e r i e n z a : P o n t e D ’ A u g u s t o OSSERVAZIONE DEL BENTHOS Osservazione del Benthos Gli organismi che osserviamo e descriviamo si chiamano macroinvertebrati, cioè invertebrati che si possono osservare ad occhio nudo. Per ogni gruppo di macroinvertebrati descriviamo gli adattamenti alla vita del fiume ed il numero di individui appartenenti a ciascun gruppo specifico. I PLECOTTERI, TRICOTTERI, EFEMEROTTERI e COLEOTTERI non sono presenti. LARVA DI LIBELLULA ODONATI Occhi piccoli e sporgenti, predilige le acque debolmente correnti Si ciba di crostacei, insetti, oligocheti, girini Quante forme diverse? …1… Larva di dittero: CHIRONOMIDE DITTERI Aspetto cilindrico, lungo e sottile. Il colore rosso è conferito da un tipo di emoglobina sintomo di scarsa ossigenazione dell’acqua Quante forme diverse? …1… MOLLUSCHI BIVALVE non sono presenti. LYMNAEA Ricer ca sul camp o Unico gasteropode con la conchiglia destrorsa MOLLUSCHI GASTEROPODI Predilige le acque stagnanti Quante forme diverse? …1… SANGUISUGHE Il corpo è costituito da molti segmenti, hanno due ventose poste all’estremità del corpo. IRUDINEI Presenti nelle acque correnti e stagnanti La resistenza all’inquinamento è elevata Quante forme diverse? …3… ETEROTTERI non sono presenti PLANARIA PLANARIA Corpo appiattito, gli occhi si trovano in posizione arretrata; tipica delle acque stagnanti Quante forme diverse? …1… GAMMARIDE GAMMARIDE Ricerca sul campo Corpo inarcato, privo di carapace, abbastanza resistente all’inquinamento Quante forme diverse? …3… ASELLIDE ASELLIDE Corpo depresso privo di carapace, con zampe simili tra loro; detrivori e resistenti all’inquinamento Quante forme diverse? …2… Il totale di forme rinvenute è 12. Si contano le diverse forme di organismi rinvenuti ed il loro numero totale viene letto nelle colonne poste in alto. Nelle righe sono riportati i singoli gruppi di MACROINVERTEBRATI (quelli presenti nella prima riga sono i più sensibili agli inquinanti mentre quelli presenti nell’ultima sono più resistenti). Incrociando il numero della colonna con la riga del primo gruppo del quale abbiamo rilevato almeno una forma, otteniamo il valore dell’indice I.B.E. Nel nostro caso la prima forma rinvenuta è risultata essere appartenente al gruppo degli Odonati, quindi il valore I.B.E. è risultato 6. NUMERO TOTALE DELLE FORME DIVERSE RINVENUTE NEL FIUME 0-1 2-5 6-10 Più di una forma … … 8 9 10 11 12 13 14 Una sola forma … … 7 8 9 10 11 12 13 Più di una forma … 7 8 9 10 11 12 … Una sola forma … 6 7 8 9 10 11 … Più di una forma … 5 6 7 8 9 10 11 … ODONATI, DITTERI, ETEROTTERI) Una sola forma … 4 5 6 7 8 9 10 … CROSTACEI, GAMMARIDI Tutte le forma sopra assenti … 4 5 10 … CROSTACEI, ASELLIDI Tutte le forme sopra assenti … 3 4 9 … OLIGOGHETI, CHIRONOMIDI Tutte le forme sopra assenti 1 2 3 Tutte le forme sopra assenti Possono essere presenti organismi a respirazione aerea 0 PLECOTTERI EFEMEROTTERI 11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36… Tabella per il calcolo del valore I.B.E. TRICOTTERI (COLEOTTERI, 1 … 6 5 4 … 7 6 5 … 8 7 6 … 9 8 7 8 … … … … NUMERO TOTALE DELLE FORME DIVERSE RINVENUTE NEL FIUME 0-1 2-5 6-10 11-15 16-20 21-25 26-30 31-35 36… PLECOTTERI EFEMEROTTERI TRICOTTERI Numero totale delle forme diverse rinvenute nel fiume CROSTACEI GAMMARIDI CROSTACEI ASELLIDI OLIGOCHETI TU TTE LE FORME PRECEDENTI ASSENTI Ambiente non inquinato Ambiente in cui sono evidenti alcuni effetti dell'inquinamento Ambiente inquinato Ambiente molto inquinato Ambiente fortemente inquinato Tabel la che mette in relazi one il valor e I.B.E. con la class e di qualit à CLASSI DI QUALITÀ CLASSE 1 VALORE DI I.B.E 10 - 11 - 12… GIUDIZIO Ambiente non inquinato CLASSE 2 8-9 Ambiente in cui sono evidenti alcuni effetti dell’inquinamento CLASSE 3 6-7 Ambiente inquinato CLASSE 4 CLASSE 5 4-5 1 – 2 – 3… Ambiente molto inquinato Ambiente fortemente inquinato COLORE DI RIFERIMENTO AZZURRO VERDE GIALLO ARANCIONE ROSSO L’I.B.E., ovvero Indice Biotico Esteso, consente di definire la qualità biologica di un tratto di corso d’acqua attraverso l’analisi della struttura delle comunità di macroinvertebrati. Si fonda sulla diversa sensibilità agli inquinanti di alcuni gruppi faunistici e sulla ricchezza in unità sistematiche della comunità complessiva. Il valore I.B.E. del fiume Nera nel tratto esaminato in loc. Ponte d’Augusto è 6 “Ambiente inquinato o comunque alterato”. Le Specie Aliene Fauna e flora sono il risultato naturale di processi di adattamento alle condizioni abiotiche e biotiche presenti e passate di un certo territorio attraverso processi di coevoluzione e adattamento reciproco tra gli organismi. L’evoluzione ha dato origine a complesse relazioni trofiche, ecologicamente equilibrate, che coinvolgono a vario livello le diverse specie presenti. Dato che flora e fauna sono elementi fondamentali dell’ecosistema e poichè si trovano in equilibrio dinamico con le componenti abiotiche, consegue che il loro turbamento determina direttamente effetti sull’ecosistema complessivo. Qualora una specie venga introdotta, quasi sempre per mano dell’uomo, in un certo ambiente, va ad inserirsi in un ecosistema in cui i “giochi sono già stati fatti”. Se immaginiamo di introdurre, ad esempio, un predatore in un dato territorio in cui non è mai esistito alcun predatore, è facile immaginare la veloce estinzione delle prede, non “abituate” a difendersi e che non conoscono alcun comportamento antipredatorio. Lo stesso si può immaginare introducendo una pianta che porta con sé parassiti che lei stessa è in grado di controllare perchè ha costruito gli “anticorpi” contro di esso nel corso di millenni di evoluzione ed adattamento reciproco: nel nuovo ambiente, le piante che non hanno mai conosciuto il parassita, possono facilmente crollare, perchè non hanno elaborato sistemi di difesa, fino a raggiungere l’estinzione. ALCUNE DEFINIZIONI Alcune Definizioni Specie autoctona: specie che nel corso dell’evoluzione ha avuto origine sul nostro territorio o in una sua parte. Specie indigena: specie viventi in un dato territorio che possono essere derivate da una immigrazione, in epoche più o meno remote, anche per mano dell’uomo, e che si sono inserite nei nostri ecosistemi, mantenendosi in maniera autonoma (precisamente specie indigenata). Specie alloctona: specie che ha avuto origine naturale in un territorio diverso da quello in cui attualmente è stata inserita. Vicariante ecologico: si tratta di specie diverse che rivestono, in aree geografiche distinte, la stessa funzione ecologica. Ad esempio il canguro è il vicariante ecologico degli erbivori ungulati europei ed americani. Le speci e alien e e il fiume Robinia Nutria Ailanto Siluro Potamopirgus Persico trota Gambero della Louisiana Trota iridea Ailanto (Ailanthus altissima) Descrizione Specie arborea caducifoglie con tronco dalla corteccia grigio brunastra, ruvida con striature più chiare negli esemplari adulti, appartenente alla famiglia delle simarubacee. Foglie composte formate da 13-33 foglioline lanceolate, con odore sgradevole; hanno base asimmetrica e margine grossolanamente seghettato. In autunno le foglie assumono colorazione rossa-dorata, come i semi che vengono diffusi dal vento. Origine e habitat L’Ailanto è stato introdotto in Italia dalla Cina nel 1760, come nutrimento per una farfalla che si voleva allevare in sostituzione del baco da seta. Si è naturalizzato in tutto il nostro paese e viene usato a volte per il rivestimento di pendici detritiche, dato che si propaga rapidamente su terreni di scarico o abbandonati. Ciò è dovuto alla sua abbondante produzione di polloni, alcuni dei quali spuntano a distanze ragguardevoli dall’albero di origine. È una specie assai rustica e resistente alla siccità. Minacce Per queste sue caratteristiche è da utilizzare con prudenza, in quanto può diventare una pericolosa pianta infestante in luoghi dove la sua presenza non è desiderata. Nella riserva naturale dell’isola di Montecristo, per esempio, una delle minacce più gravi della conservazione della vegetazione naturale è costituita dall’Ailanto. Presenza in Umbria: diffuso. Ailanto (Ailanthus altissima) Robinia o acacia (Robinia pseudoacacia) Descrizione Specie arborea caducifoglia appartenente alla famiglia delle fabacee (la stessa di fagioli, piselli, ecc.). E’ detta “falsa acacia” per la somiglianza con le specie di acacia africane. La corteccia è spessa, grigiastra; i rami, di colore marrone, sono dotati di spine acuminate nelle estremità più giovani. La foglia è composta, di colore verde vivo, con le foglioline ellittiche. I fiori sono grappoli bianchi, particolarmente profumati, cadenti. Il frutto è un legume, stretto, lungo 5-10 centimetri, di colore marrone scuro, sottile,che si apre durante l’inverno lasciando cadere i semi sul terreno. Origine E’ originaria degli Stati Uniti centro-orientali, della regione dei monti Allegheny e fu introdotta a Parigi nel 1601 da Jean Robin, da cui prese il nome. A metà ottocento venne usata per consolidare terreni franosi e massicciate delle ferrovie, nonché gli argini delle strade per il ricco apparato radicale e la crescita veloce. In realtà si è visto che spesso, l’eccessivo carico della chioma ne riduce la stabilità. Minacce La velocità di crescita la facile adattabilità anche a suoli poveri, fa si che la specie invada terreni utili per specie autoctone ed antri in concorrenza con queste. Presenza in Umbria: diffusa. Robinia o acacia (Robinia pseudoacacia) Gambero della Louisiana (Procambarus clarkii) Descrizione: Questo crostaceo non deve essere confuso con il nostro Gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), autoctono, che vive attualmente solo in qualche ruscello collinare dalle acque limpide e ben ossigenate. Il Gambero della Louisiana è dotato di alta capacità di diffusione e molto adattabile ad ambienti diversificati, compresi quelli asfittici; inoltre tollera tassi di inquinamento più elevati rispetto a quelli che ucciderebbero anche i pesci più resistenti, e sopporta bene anche i fungicidi e gli erbicidi nelle utilizzate per l’agricoltura. Fortunatamente, molti uccelli acquatici hanno imparato ben presto a considerare il Gambero un’ottima e tutto sommato facile preda: nel Padule di Fucecchio, per esempio, i numerosi aironi che nidificano in garzaia possono esercitare un’azione di controllo, anche se non risolutiva, sulla popolazione dell’invasore americano. Origine: di origine americana ma ormai introdotto negli allevamenti a scopo alimentare in quasi tutti i continenti, è stato importato negli anni '90 anche nelle aree umide della Toscana Settentrionale, in alcune delle quali è ormai abbondantissimo. Minacce: E’ considerato un vero e proprio flagello per la fauna ittica, sia per la predazione diretta sulle uova di pesci ed anfibi, nonché sui girini di questi ultimi, sia per la concorrenza sulle risorse alimentari (molluschi, insetti ed altri invertebrati acquatici). Inoltre, dato che anche il Gambero si nutre spesso di piante acquatiche, l’azione combinata del crostaceo e della Nutria possono avere un impatto devastante su alcune specie vegetali, come le ninfee. Presenza in UMBRIA: non provata. G a m b e r o d e l l a L o u i s i a n a Nutria (Myocastor coipus) Descrizione: Appartenente all'ordine dei Roditori; è una abilissima nuotatrice, con le zampe posteriori palmate. E' un animale notturno e crepuscolare, ma non di rado è possibile vederla nuotare in pieno giorno; quando non è attiva riposa in nidi posti in superficie tra la folta vegetazione acquatica oppure entro tane scavate lungo gli argini. Per quanto grossolanamente somiglianti ai Ratti soprattutto se viste nuotare, da questi differiscono in primo luogo proprio per le dimensioni; in realtà se si esclude la coda cilindrica e non piatta, assomiglia molto di più ad un piccolo Castoro. Origine: La Nutria, originaria dell’America Meridionale, in particolare ha fatto la sua comparsa recentemente, in alcuni ambienti umidi in Italia, fuggendo da allevamenti nei quali era mantenuta per la pelliccia di “castorino”. Minacce: E' un animale erbivoro e recenti studi hanno mostrato che la vegetazione riparia nelle zone ove è apparsa ha sensibilmente subito gli effetti della sua presenza; va anche detto, sempre per quel che riguarda la sua alimentazione, che frequentemente si ciba delle colture agricole dei campi coltivati in prossimità dei fiumi che popola. La sua capacità di scavare profonde gallerie sugli argini dei fiumi, ha messo a rischio la sicurezza di alcune aree soggette ad esondazioni. Ricordiamo che per le sue abitudini alimentari è comunque scorretto dire che occupi la stessa nicchia ecologica della carnivora Lontra anche se la sua presenza, sicuramente può comportare danno alla specie italiana per il forte impatto che hanno comunque sull’ambiente in cui vivono. . Presenza in Umbria: certa. Trota iridea (Oncorhynchus mykiss) Descrizione: Appartiene alla famiglia dei salmonidi. La forma del corpo è slanciata, come quella di ogni predatore, e compressa lateralmente; la bocca leggermente più piccola che nella trota di torrente; la colorazione è assai variabile con il dorso verde bruno scuro con piccole macchie nere; lungo i fianchi corre una fascia rosacea più o meno evidente. La lunghezza varia da 30 ad un massimo di 50 cm. Predilige acque correnti e lacustri fresche e ben ossigenate con fondali sassosi. È più tollerante per quanto riguarda temperatura e la qualità dell'ambiente e sembra in grado di utilizzare una più ampia base alimentare rispetto alla trota di torrente. Origine: specie introdotta dal Nord America. Le prime introduzioni avvennero nei laghi alpini del Moncenisio, di Lys, di Verney, nei laghi della Venezia Giulia. Poiché si presta è probabilmente presente su tutto il territorio italiano. Minacce: Dato che richiede le stesse condizioni di vita delle trote italiane (Salmo trutta), ma ha uno spettro alimentare più vasto, entra in concorrenza con la specie autoctona, sottraendole risorse. Presenza in Umbria: diffusa in acque dolci per ripopolamento. Persico trota (Micropterus salmoides) Descrizione: Appartiene alla famiglia dei Centrarchidi, ed è conosciuto anche col nome comune di “boccalone” o “Black bass”. Il corpo è moderatamente allungato e compresso lateralmente, con una struttura tipica dei predatori; la testa è molto grande e la bocca è molto ampia con mascella inferiore prominente; il colore verde scuro sul dorso sfuma al verde chiaro sui fianchi ed all'argento sul ventre; presenta una fascia longitudinale nerastra, ben distinta soprattutto nei giovani. A 4/5 anni di età può arrivare a pesare 2 kg e ad una lunghezza di 40/60 cm. Predilige ambienti lacustri e fluviali con corrente abbastanza lenta, ricchi di vegetazione acquatica. Si nutre di invertebrati e di altri pesci, specialmente giovani ciprinidi. Essendo stanziale, per riprodursi non ha la necessità di migrare lungo il corso d’acqua come invece fa il luccio. Origine: specie introdotta dal Nord America per la prima volta in Europa in Germania nel 1883, in Italia fu immesso nei primi anni del 900 nei laghi di Comabbio e Monate per motivi di pesca. Attualmente la distribuzione italiana è limitata per lo più alle regioni centro-settentrionali per lo più alle regioni settentrionali. Minacce: Le sue abitudini alimentari ne fanno un concorrente del luccio (Esox lucius), specie indigena italiana. Inoltre, dato che, per la stessa classe di età gli avannotti della specie aliena sono più grandi di quelli del luccio, i piccoli lucci sono predati dal concorrente. Presenza in UMBRIA: certa in alcuni bacini, anche nel Tevere e in numerosi laghi, probabile sul Nera. Siluro (Silurus glanis) (Silurus glanis) Descrizione: appartiene alla famiglia dei siluridi. Ha il corpo allungato, cilindrico nella parte anteriore e compresso nella parte posteriore.o. Non ha squame e la pelle è ricoperta da grandi quantità di muco. La testa è massiccia appiattita dorsoventralmente e porta due paia di lunghi barbigli. Gli esemplari più grandi possono raggiungere i 4 m di lunghezza. Predilige acque tranquille, poco profonde e a fondale molle con presenza di ricca vegetazione ripariale. Durante le ore diurne tende a rimanere immobile sul fondo affossandosi nel fango. Le femmine depongono le uova su fondali ricchi di vegetazione e fogliame caduto dagli alberi circostanti. I maschi provvedono a sorvegliare le uova e garantiscono il ricambio dell’acqua con il movimento della coda. Origine: la specie, originaria dell'Europa centrale ed orientale è stata introdotta in Italia intorno agli anni ‘50. Attualmente, a causa della introduzione incontrollata della specie in numerosi corsi d’acqua, per motivi di pesca sportiva, risulta presente in gran parte dei corsi d’acqua del nord Italia fino alla Toscana Minacce: è tra i maggiori predatori delle acque interne. Durante la fase giovanile si nutre invertebrati di fondale, mentre nella fase adulta si alimenta di pesci quali, ad esempio, anguille e ciprinidi. Gli esemplari di maggior dimensioni si nutrono di rane, ratti, e uccelli selvatici. Presenza in UMBRIA: fortunatamente non è attualmente presente ma esiste una minaccia reale per la mancanza di controlli efficaci sulle immissioni di specie ittiche nei corsi d’acqua. Potamopirgus antipodarum Descrizione: mollusco gasteropode lungo pochi millimetri che vive in acque dolci con varie caratteristiche. Origine Si tratta, come indica il nome specifico, di un organismo che viene dagli antipodi, dalla Nuova Zelanda. A causa degli infiniti scambi con regioni anche assai lontane arrivò in Europa dove venne segnalato nel Tamigi alla fine dell’800. Si è insediata solo dal 1961 nella nostra fauna a partire dalla zona di confine di Ventimiglia, per la precisione dal fiume Roia, divenendo rapidamente invasiva in tutta l’Italia peninsulare. Minacce: É una specie con grandi capacità adattive, in grado di riprodursi anche per partenogenesi, e da noi usa solo questo sistema, divenuta quindi fortemente invasiva a danno, di specie simili proprie dei nostri fiumi. Presenza in Umbria: probabile in ogni corso d’acqua. Le cause dell’inquinamento da “alieni” La conservazione della biodiversità passa anche attraverso il mantenimento di faune e flore, senza che sia stravolta la loro composizione. Allorché si opera per mano umana una introduzione, si interferisce con i processi adattativi di coevoluzione delle specie e le reazioni dell’ecosistema sono spesso imprevedibili. Purtroppo il caso, la necessità, e attività ludiche quali, principalmente, caccia e pesca, nel tempo hanno portato gravi interferenze sugli equilibri naturali. Esempio tipico per tutti è l’introduzione, per motivi di pesca, di numerose specie di pesci: in Italia, ben un terzo di quelle presenti è di origine alloctona. Caso emblematico di “cosa non fare” è l’introduzione del SILURO: una specie di “pesce gatto” che raggiunge i 200/300 kg di peso nonché, in ambienti idonei, anche i 5 metri di lunghezza... il mito dei “pesca-sportivi”! Questa specie, onnivora opportunista, finché ha piccole dimensioni si nutre di insetti e crostacei acquatici, ma quando cresce, arriva a catturare anfibi, topi, uccelli, come folaghe o anatre, dopo avere sterminato intere popolazioni di pesci (soprattutto ciprinidi come carpe, carassi e cavedani). Un altro caso tipico è lo SCOIATTOLO GRIGIO, introdotto come animale da “compagnia”: laddove si è diffuso, sta sterminando intere coltivazioni arboree, che non presentano sistemi di difesa, (quali, ad esempio, sapori sgradevoli) contro questa specie: Lo scoiattolo rosso, italiano, laddove è arrivato l’alieno, non sopravvive ed è destinato, per questo, all’estinzione, in gran parte del nord Italia. Attualmente, è stato rilevato un alto rischio di introduzioni aliene, per lo più a comportamento invasivo, nei nostri ecosistemi, soprattutto a causa del commercio di specie per diversi usi, o per motivi casuali come avviene per specie che possono trovarsi, ad esempio nelle acque di scarico delle navi, che viaggiano nei diversi mari del mondo. Per far fronte a questa minaccia, è stata messa a punto una strategia internazionale per il controllo delle specie aliene, che prevede il massimo sforzo, in tempi minimi, per eradicare in tempi ridotti, la nuova specie, laddove presente, prima che la sua diffusione sia inarrestabile, con la collaborazione, se necessaria, anche di diversi stati. La nostra proposta: • Adottiamo il nostro corso d’acqua • Allestire un sentiero di documentazione naturalistica • Creare un percorso informativo con 5 stazioni di tipo ecologico didattico • Privilegiamo le azioni che sanno dimostrare, che a partire dalle piccole cose, è possibile cambiare in meglio ed essere utili • Azioni di gemellaggio con paesi lontani: Spagna, Svezia e Romania. • Il lavoro è stato eseguito dagli alunni dell’Istituto Commerciale Einaudi Narni Scalo classi 2°A e 2°B a.s. 2004/2005 • Il progetto in Autocad delle strutture in legno è stato realizzato dall’Istituto Tecnico Geometri Ghandi di Narni Scalo P r o d o t t o F i n a l e : A z i o n e p e r l ’ a m b i e n t e • Le Strutture in legno sono state realizzate dal Centro di Formazione Professionale di Narni Di seguito sono rappresentati i 5 cartelloni da noi realizzati: 1° Cartellone 2° Carte llone 3° Cartellone 4° Cartellone 5° Carte llone