DISPENSE DI
ARCHEOLOGIA
Anno Accademico 2012-2013
Parte 2
A cura di Novella Vismara
La consultazione delle pagine web citate nel testo è considerata parte
integrante della preparazione per i non frequentanti
Della dispensa sono parte integrante anche i files nella cartella a parte
ARCHEOLOGIA SELVAGGIA COSÌ SCAVARE DIVENTA UNA GIUN GLA SENZA REGOLE
Vita da archeologo. Marco Martignoni, bolognese, quarant’ anni, due figli, laurea, specializzazione
in archeologia cristiana e dottorato in età tardoantica e altomedievale, lunghe esperienze di scavo in
cantieri universitari, poi una trafila di contratti a progetto, ha deciso di smettere. Niente piø piccone
e scalpello, bàsoli e capitelli. Farà il promotore finanziario. L’ ultima esperienza da archeologo la
rammenta come un incubo. A Modena si costruiva un grande parcheggio nel parco Novi Sad.
Dovendo scavare in profondità si affidarono le ricognizioni archeologiche a due imprese. «Tutte le
mattine il capocantiere ci accoglieva con un cronometro e segnava i minuti di ritardo. Poi a fine
mese tirava le somme e ci toglieva i soldi dal compenso». Occorreva far presto. Incombevano le
penali. Ma lei aveva un contratto a progetto, non era tenuto a rispettare orari. E poi il suo era un
lavoro specializzato, di lunga tradizione disciplinare, uno dei vanti della cultura italiana... «Sì, ma
nessuno, neanche io, ha protestato. Siamo pagati a ore - sette, otto euro lorde. A poche settimane
dalla scadenza del contratto mi sono ammalato di otite. Lavoravamo sotto la neve, mattina e sera. Il
medico mi ha imposto di restare a casa dieci giorni. Ho mandato il certificato. Ma dopo due giorni
mi ha chiamato il capocantiere: il mio contratto era annullato». La storia di Martignoni svela uno
spaccato di come si pratica l’ archeologia in Italia. A Modena sono emersi rilevanti reperti (una
strada romana utile per capire i collegamenti nord-sud, un pozzoe una sequenza di sepolture
medievali...). I pezzi vengono asportati e rimontati sopra il parcheggio, si allestisce una piccola
mostra. Italia Nostra, Legambiente e Wwf presentano denuncia alla Procura. Protestano contro la
distruzione di un patrimonio. Il magistrato chiede che sia archiviata, ma il Gip impone nuove
indagini. Nel frattempo il parcheggio è quasi completato. A Modena, comunque vada, l’ archeologia
è l’ effetto secondario prodotto dai lavori per un parcheggio. Non il risultato di un’ iniziativa
culturale e di tutela. ¨ stata chiamata "archeologia preventiva". Qualcun altro preferisce la formula
"archeologia selvaggia". Lo Stato non ha un soldo per gli scavi e si accorda con imprese piccole e
grandi, pubbliche e private che devono a loro volta scavare per le linee ad alta velocità o per
piazzare cavi elettrici, fondazioni, tubature. Sono queste che pagano gli archeologi. Ma per loro l’
archeologia, la tutela e la conoscenza, non sono il fine ultimo. Il fine ultimo è far presto e
risparmiare. Che questa sia la norma dell’ archeologia in Italia lo ammette Luigi Malnati, direttore
generale per le Antichità del Ministero per i Beni culturali: «Il 90 per cento degli scavi archeologici
si fanno così». Nel 2006 fu approvata una norma che stabilisce siano le imprese ad avviare sondaggi
archeologici preventivi e ad inviare una documentazione alla soprintendenza che decide se
approfondire gli accertamenti. Queste attività sono svolte da archeologi (o da cooperative o da
piccole imprese) a carico delle ditte, ma sottoposti spessoa condizioni di lavoro che dire precarie è
un eufemismo. E dunque ricattabili. «Questi giovani sono fra l’ incudine dell’ impresa che li paga e il
martello della soprintendenza alla quale devono riferire», aggiunge Malnati. Con un’ aggravante, che
è sempre il direttore generale a raccontare: «Le so printendenze devono vigilare e dirigere l’ attività
di scavo. Ma con poco personale e sempre piø anziano questo è un compito del tutto aleatorio». E il
risultato qual è? «Il materiale rinvenuto, quando va bene, viene depositato in magazzini della
soprintendenza, dove forse è al sicuro, ma dove nessuno lo studia, lo cataloga, lo porta a conoscenza
della comunità scientifica, lo rende visibile al pubblico. Raramente l’ impresa paga un’ indagine
successiva, una pubblicazione, una mostra. Uno scavo così è come non farlo». Questo quando va
bene. Quando va male, se si trova qualcosa di importante, ma di intralcio al cantiere, si chiude un
occhio e poi anche l’ altro. «A Modena noi archeologi abbiamo lavorato bene, pure nelle condizioni
che ho raccontato. Ma in genere gli archeologi hanno meno diritti dell’ ultimo operaio. E sono
soggetti a ogni forma di pressione», racconta Martignoni, uno dei pochi che compaia con nome e
cognome, mentre innumerevoli sono le storie anonime di vessazioni e di tutela che va a ramengo
(alcune vicende sono raccontate sul blog archeologiainrovina. wordpress. com ). In sØ l’ archeologia
preventiva non sarebbe il male assoluto. «In Francia questa attività è coordinata da un’ istituzione
statale, l’ Inrap, che è finanziato con il 5 per cento del fatturato di tutte le imprese edili francesi»,
spiegano all’ Ana, l’ Associazione nazionale archeologi, che con la Cia, Confederazione italiana
archeologi, organizza la gran parte dei professionisti. «L’ Inrap interviene in ogni lavoro che
comporti scavo. Ha un suo personale (archeologi, operai), un suo tariffario, garantisce tempi certi».
In Grecia la situazione è simile a quella italiana, «ma i funzionari pubblici sono molti di piø e molto
piø giovani», spiegano all’ Ana. Esperienze considerate positive non mancano in Italia. A Napoli, in
occasione dei lavori per la metropolitana, la soprintendenza (Daniela Giampaolo e altri) ha scavato
ottenendo risultati eccellenti. Sono state allestite mostre e pubblicazioni. E i reperti sono in gran
parte visibili. A piazza Municipio, piazza della Borsa, piazza Nicola Amore sono stati rinvenuti
strati profondi risalenti a un bacino portuale fra IV e III secolo a. C. e di lì fino agli sventrament i
ottocenteschi, passando per angioini, aragonesi e vicerØ spagnoli: l’ intera storia napoletana. Per
mettere ordine nella giungla dell’ archeologia preventiva, l’ ex direttore generale, Stefano De Caro,
aveva approntato un documento che fissava le linee guida di intervento. Le norme si sarebbero
applicate a tutti i lavori pubblici o di interesse pubblico e anche a quelli privati di pubblica utilità.
La filosofia era esplicita: «Una villa romana ovvero un villaggio preistorico conservato nei buchi di
palo delle capanne possono, anzi debbono condizionare il progetto di una ferrovia o di un ospedale,
ma affinchØ la cittadinanza che patirà il disagio del ritardo, comprenda la necessità di tale sacrificio
collettivo è necessario che la stessa villa sia al piø presto portata a conoscenza del pubblico non
meno che degli specialisti». Ma, andato in pensione De Caro a fine 2010, di quel testo non c’ è piø
notizia. Nel frattempo è stato sottoscritto un accordo che garantisce alla società Terna, proprietaria
delle reti di trasmissione dell’ energia elettrica, che per i loro lavori si applica l’ archeologia
preventiva solo per gli scavi superiori ai 5 chilometri lineari. L’ archeologia resta dunque una terra
di nessuno, dove si sprecano saperi ed energie di cui l’ Italia menava vanto. Dicono all’ Ana: «Anche
in Turchia hanno fatto passi da gigante, investimenti, assunzioni: in Italia invece lavorano nelle
soprintendenze appena 350 archeologie all’ ultimo concorso per 30 posti si sono presentati 5.500
candidati, destinati a rimanere l’ esercito dei precari sfruttati e privati anche del diritto di pubblicare
i risultati di ciò che scavano». L’ Ana elabora periodicamente un censimento degli archeologi. Sono
molto giovani (oltre il 75 per cento hanno meno di 40 anni), specializzati (il 40 per cento),
prevalentemente donne (70 per cento), ma solo il 3 per cento lavora in strutture pubbliche
(soprintendenze, musei...)e appena il 15 è impegnato in scavi «programmati, finalizzati alla ricerca
scientifica». Nel 2006 le partite Iva erano il 14 per cento, quest’ anno sono il 27. Ultimo dato, forse
il piø inquietante: solo il 3,98 per cento ha un’ anzianità di servizio di 10 anni. Vuol dire che la gran
parte degli archeologi, laureati, specializzati, dottorati, dopo un po’ abbandona. Come Marco
Martignoni.
FRANCESCO ERBANI (La repubblica 26/07/2011)
TEMI L' ANTICHISTA ATTACCA L' ECCESSIVO RI CORSO ALL' «ARCHEOLOGIA D' EMERGENZA». ESCE UN
VOLUME CHE RIAPRE UN DIBATTITO SCIENTIFICO E POLITICO
Andrea Carandini: basta «scavomania» non
tutto va salvato
«Troppi ostacoli dai Talebani della conservazione»
«Con gli scavi d' emergenza non preserviamo alcunché, né immagazziniamo conoscenze
per le generazioni future. Accumuliamo solo una congerie bruta, sparsa e caotica di indizi
non tradotti in cultura, che col passare del tempo sarà impossibile redimere, per cui non
rimarrà che il danneggiamento alla risorsa archeologica». Un grande archeologo che se la
prende con i colleghi archeologi, «colpevoli» di scavare troppo e, a suo avviso, inutilmente.
Andrea Carandini, classe 1937, insegna Archeologia classica e Storia dell' arte greca e
romana all' università La Sapienza. Ed è uomo che ama (quasi un paradosso per uno
studioso della sua materia) pensare al futuro e preoccuparsi dei posteri.
Nel suo ultimo saggio in uscita domani da Einaudi (Archeologia classica - Vedere il tempo
antico con gli occhi del 2000, pagine XXIV-208, 24) si ritrova intatto il coraggio di un
cattedratico che sfidò «i Talebani della conservazione», secondo lui identificabili in Italia
Nostra e dintorni, schierandosi ad agosto a favore della realizzazione del famoso
parcheggio del Pincio a Roma: «L' Italia, da zero a quindici metri di profondità, presenta
sempre vestigia romane o alto-medioevali. Cosa facciamo? Non viviamo più per le nostre
civiltà sepolte?» Poi del parking non se ne fece nulla, ma Carandini rimane della sua idea.
E viene da sorridere pensando a un piccolo conflitto in una illustre famiglia (il professore è
figlio dell' ambasciatore Nicolò, campione dell' antifascismo, e nipote di Luigi Albertini, dal
1900 al 1925 direttore del Corriere della Sera).
Andrea Carandini è fratello di Maria Antonelli Carandini, per anni instancabile presidente
della sezione romana di Italia Nostra e tuttora una delle sue attivissime animatrici. Al suo
posto ora siede Carlo Ripa di Meana, protagonista della vittoriosa battaglia anti-Pincio. Ma
questa è tutta un' altra storia. Ora Andrea Carandini nel volume godibilissimo per i
continui rinvii letterari e non archeologici elegantemente collegati a alla sua disciplina
(Proust, Sándor Márai, Gadda, Balzac, Calvino, e sono solo alcuni) contesta la scavo-mania
del colleghi. Ovvero l' ansia di sottrarre alla terra ciò che è conservato da secoli nel caso si
profili una «emergenza», cioè - per esempio - la necessità di decidere se permettere o
meno un' edificazione. Meglio, scrive Carandini, «sfruttare le tecniche di indagine non
distruttive. Cioè le foto aeree dell' area, la magnometria, il georadar, le tecniche della
valutazione anche predittiva dei depositi archeologici per arrivare a una protezione e a un
utilizzo controllato delle risorse storiche del sottosuolo».
In questo modo, argomenta Carandini, si può offrire una risposta senza scavare. Perché
«gli archivi sottoterra sono potenzialmente vivi, resuscitabili. Gli archivi degli scavi d'
emergenza, al contrario, sono tracce di documentazione da riscavare con possibilità di far
rivivere il passato straordinariamente ridotte». Il professore ironizza con le abitudini di
certi suoi colleghi: «Dopo tanti scavi d' emergenza l' archeologo funzionario, convinto di
aver bene operato, va tranquillo in pensione anche se la documentazione riposa magari
sotto il suo letto o nascosto in un angolo introvabile di un deposito di pratiche. Pubblicare
vecchi scavi e vecchie documentazioni è opera meritevole, ma chiunque abbia pratica dello
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scavo e della sua edizione sa che si trova fra le mani un estratto esangue di quanto molto
più riccamente la matrice terrestre preservava».
Un esempio tra tutti, i contestatissimi scavi di piazza della Signoria di Firenze: «Uno dei
più gravi misfatti archeologici imputabili all' amministrazione statale». Il giudizio finale di
Andrea Carandini contro la sua categoria accademica è durissimo: «Questi scavi, più che
contribuire alla costruzione della memoria, fanno parte essi stessi di un problema che
contribuiscono ad aggravare. La sua distruzione». Perché gli scavi d' emergenza «più che
mitigare perdite d' informazione sono protagonisti attivi di quelle stesse perdite,
similmente alle distruzioni operate da sterri dovuti a un' edilizia incontrollata o all' usura
lenta e nascosta del tempo».
E ancora: «Gli innumerevoli scavi d' emergenza - nessuno sa calcolare quanti sono - sono
dovuti ad avidità di conoscenze approssimative, al volersi mettere il cuore in pace rispetto
alle maligne forze della vita e a prassi burocratiche consolidate e mai più ripensate».
Carandini non abbassa la guardia nemmeno contro i «Talebani della conservazione» che
lui individua in funzionari statali formati in «madrasse della tutela» i quali «a tutto della
vita si oppongono, in sterile e costosa resistenza, e che hanno l' unico scopo di vincolare l'
intero Paese, come se separare dalla vita implicasse anche conservare». E poi (riecco la
polemica «familiare») ci sono «associazioni benemerite e vecchiotte» (come non pensare a
un identikit di «Italia Nostra») e «la sinistra radicale acriticamente venerata».
Tutto carburante che può rinvigorire, secondo l' analisi di Carandini, il movimento di
destra «favorevole alla deregulation che vorrebbe sbaraccare la tutela impoverendola e
abbandonare il Paese a un' anarchia liberistica». Quindi attenzione, avverte il professore,
all' universo in cui «lo sviluppo della vita appare sempre nemico della conservazione e dove
il libero mercato è ritenuto comunque un satana: sono qui all' opera antiamericanismo,
anticapitalismo, statalismo, avversione per una democrazia partecipata». Potrebbero
essere loro i più forti alleati di un distacco tra Paese reale e universo chiuso della tutela,
aprendo il varco ideale per la deregulation totale. I Talebani della conservazione, sorride
Andrea Carandini, sono avvisati.
Conti Paolo
Corriere della Sera, 3 novembre 2008, p. 31.
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Fasi Insediative
La domus del chirurgo a Rimini. Politiche di valorizzazione
e promozione
II secolo d.C.: viene realizzata la casa (domus) per il medico chirurgo
Eutyches. Una delle stanze, quella con il mosaico d’Orfeo, era la taberna
medica, lo studio nel quale svolgeva la professione.
Metà del III secolo d.C. viene distrutta la domus e sono costruite le mura
cittadine
V-VI seolo d.C.: costruzione di un palazzo signorile che si instaura sull’area
meridionale della domus
Fase alto medievale: tombe nelle strutture.
Principali elementi caratterizzanti gli scavi della Domus del
chirurgo
La scoperta e la tutela
Mosaici di alta qualità
Quadretto di pasta vitrea con i pesci
1989 - Scavi per risistemare danni causati da un tempoarle in pz Ferrari mettono
in luce reperti romani
Probabile conoscenza del nome del chirurgo proprietario della casa: Eutykes
1989-2006 - scavi archeologici a cura della soprintendenza archeologica che
mettono alla luce una importante struttura
Strumentazione medica rilevante, compreso il cucchiaio di Diocle
2001 - Viene approvato il piano generale di restauro che consente di mantenere
visibile la struttura al centro del giardinetto
2006 - Ultimo appalto per la costruzione delle strutture
7 dicembre 2007 - innaugurazione della struttura inoccasione notte del museo
Identificazione di una taberna medica nella Domus del Chirurgo
Principali elementi caratterizzanti l’esposizione della
Domus del chirurgo
Strutture murarie e pavimentali conservate in situe rese accessibili grazie ad una struttura
costruita appositamente
Esposizione degli oggetti ritrovati in una sezionededicata negli adiacenti Musei Civici
Ricostruzione nel museo della taberna medica
Resa grafica e fotografica di parte degli scavi
Promozione e Valorizzazione
La „teca“ che conserva
la domus del chirurgo,
sullo sfondo, l’edificio
dei Musei Civici
Valorizzazione: visita guidata alla domus del Chirurgo tutte le domeniche e i
festivi alle ore 15.30 da settembre a giugno e tutti i venerdì a luglio ed agosto
alle 21,30.
Valorizzazione: Il Museo per la Scuola - BENVENUTIA RIMINI! - Percorsi dei
Musei Comunali di Rimini per il turismo scolastico
Promozione turistica: è limitata alle indicazioni del sito
http://www.riminiturismo.it/ sul quale l’offerta della casa è stata inserita solo
recentemente
Siti da leggere
http://www.domusrimini.com/
http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/rimini_domus/domus_chirurgo.htm
http://www.museicomunalirimini.it/musei/museo_citta/domus_museo_citta/scavi_domus/
http://www.domusdelchirurgorimini.com/
Vetrine che presentano alcuni dei materiali ritrovati
nella domus e che con la loro posizione evocano la
successione degli strati archeologici
Villa greca Kérylos
I Pittori Gustave Jaulmes (1873-1959) e Adrien Karbowsky (1855-1945) decorano gli ambienti ispirandosi soprattutto alla pittura presente sulle lekytoi attiche a fondo bianco, prodotte nel V secolo
a.C.
Beaulieu-sur-Mer
Ricostruire una casa greca antica a due pazzi da
Nizza. Il sogno belle Øpoque di ThØodore
Reinach (1860-1928) coadiuvato dall’architetto
Emanuele Pontremoli (1865-1956)
I migliori artigiani dell’epoca contribuiscono
alla realizzazione di ogni oggetto. In questo
caso i vetri del lampadario, ripreso da
esempi di Pompei ed Ercolano,
è opera della ditta Young & C.
Il luogo scelto era già una meta turistisca esclusiva.
Ogni particolare, dalla pianta alle
antefisse del tetto si richiamano
all’idea che Th.Reinach
aveva di una villa d’epoca ellenistica
(II a.C.) dell’isola dell’isola di Delo.
Villa greca Kérylos
la galleria delle antichità
A livello del mare si apre una galleria,divisa in tre rami, con un tema diverso.
La galleria dei drappi femminili, contenete copie di statue antiche femminili, La galleria
delle Afroditi, con copie di statue di Venere e La galleria degli dei e degli Atleti, con
statue dei ed atleti scelte tra le piø famose che l’antichità, specie romana, ci ha
restituito.
Elementi autentici, come
il mosaico con il gallo, la
gallina e i pulcini, si
mischiano
a strutture moderne,
come la cornice ed il
resto del pavimento
Altre copie di sttaue adornano varie parti della casa. Non c’è alcuna attenzione alla
coerenza cronologica tra l’età scelta per il modello della casa e l’arredamento interno,
genericamente antico.
Sito di riferimento: http://www.villa-kerylos.com/
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Le competenze di Regione Lombardia per gli istituti e luoghi
della cultura e i parchi archeologici
ATTIVITÀ DI VALORIZZAZIONE
Le attività di valorizzazione dei beni culturali consistono nella costituzione ed
organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella messa a disposizione di
competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali finalizzate all’esercizio delle
funzioni ed al perseguimento delle finalità indicate all’articolo 6. A tali attività possono
concorrere, cooperare o partecipare soggetti privati
Maria Grazia Diani,
(Codice dei beni Culturali, d.lgs. 42/2004, art. 111, c. 1)
Università degli Studi Milano Bicocca
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
La competenza sulla
Parliamo di … (un po’ di numeri sulla Lombardia)
TUTELA
dei beni culturali è in capo allo Stato (Cost. art. 117) con possibilità di:
• intese, accordi per la gestione delle attività
• autonomia differenziata tra le regioni (Cost. art. 116)
Unica eccezione:
1.316 biblioteche pubbliche comunali (in 1.185 comuni = 96 % della
popolazione)
824 biblioteche di “interesse locale”, di altra titolarità
169 musei riconosciuti da Regione Lombardia (98 musei e 71 raccolte
museali)
Beni librari appartenenti a biblioteche non statali: la soprintendenza è
regionale (competenza trasferita nel 1972)
25 ecomusei riconosciuti
1.546 comuni con archivi comunali o di pertinenza comunali (enti
assistenziali)
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
La competenza legislativa regionale si attua in maniera “concorrente” sulla
Parliamo anche di ….
VALORIZZAZIONE
dei beni culturali e sull’organizzazione di attività culturali e di spettacolo.
Le regioni possono legiferare entro i limiti di “principi generali” fissati da leggi
dello Stato.
La valorizzazione consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività
dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori
condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica de l patrimonio stesso, al fine di
promuovere lo sviluppo della cultura. Essa comprende anche la promozione ed il
sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale
(Codice dei beni Culturali, d.lgs. 42/2004, art. 6, c. 1)
5.393 beni immobili notificati (vincolati)
9 siti UNESCO
… ma un complesso di (oltre) 100.000 immobili di pregio storico artistico
… “vincolati” ope legis (Codice BB.CC. art. 10) se di proprietà pubblica e
aventi piø di 50 anni (ma anche in altri casi specifici)
aree e parchi archeologici (ferma restando la proprietà statale sui reperti)
Patrimonio “immateriale” (storico etnografico antropologico)
Arte e creatività contemporanea ….
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Normativa di settore:
Il processo di riconoscimento
Musei: l.r. 39/1974 (integrata da l.r. 1/2000)
Patrimonio storico-architettonico ed archeologico: l.r. 39/1984, l.r. 39/1991
Biblioteche e archivi: l.r. 81/1985
Ecomusei: l.r. 13/2007
Patrimonio immateriale: l.r. 27/2008
Promozione culturale (eventi, ricerche, pubblicazioni, ecc.): l.r. 9/1993
Spettacolo: l.r. 21/2008
Storia: l.r. 28/2008 (grande guerra); l.r. 1/2010 (studio e memoria sui
fondamenti e sviluppo democratico della repubblica); l.r. 5/2011
(150 anni); l.r. 6/2000 (integrazione europea)
Sistemi culturali integrati: l.r. 35/1995
Gli standard non sono adempimenti burocratici, ma strumenti di
autovalutazione per progettare e costruire il miglioramento
La specificità e unicità di ogni museo non viene penalizzata dallo
sviluppo di sistemi di qualità
Il riconoscimento regionale non è una fotografia della realtà, ma un
processo di autovalutazione e di crescita della qualità
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
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Finanziamenti:
Requisiti minimi per il riconoscimento regionale dei musei / raccolte museali:
PER ATTIVITÀ (spese correnti) :
• Biblioteche, musei, archivi, ecomusei, promozione culturale, studi storici,
spettacolo
PER INVESTIMENTI (conto capitale):
• Patrimonio architettonico e archeologico, ecomusei, sistemi culturali integrati
STATUS GIURIDICO
1.Ogni museo/raccolta museale deve avere il possesso di collezioni permanenti e/o la
disponibilità di collezioni depositate dallo Stato o da altri soggetti
2.Ogni museo/raccolta deve avere la proprietà o la disponibilità definita della sede
3.Ogni museo/raccolta deve essere dotato di un atto istitutivo
4.Ogni museo/raccolta deve essere dotato di uno statuto e/o di un regolamento scritto
che, in aderenza alla definizione generale di museo, individui tra l’altro la natura di
organismo permanente e senza scolpo di lucro, missione identità e finalità, assetto
finanziario e l’ordinamento contabile, personale, inalienabilità delle collezioni
STRUTTURE DEL MUSEO
5.Il museo/raccolta deve avere spazi espositivi attrezzati e adeguati a presentare una
selezione significativa delle collezioni e spazi sufficienti al deposito delle collezioni. Le
collezioni devono avere una collocazione fisica tale da non essere sottoposte a
fenomeni di degrado dovuti all’inadeguatezza degli ambienti.
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Un percorso di eccellenza: il riconoscimento regionale dei musei
Requisiti minimi per il riconoscimento regionale dei musei / raccolte museali:
Definire COSA è un museo
(definizione ICOM, 2004): un’istituzione permanente, senza scopo di lucro,
al servizio della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che fa ricerca
sulle testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le
acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone a fini di studio,
educazione e diletto
Normativa nazionale: D.M. 10 maggio 2001 “Atto di indirizzo sui criteri
tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei”
Normativa regionale: d.g.r. 20 dicembre 2002, n. 7/11643 “Criteri e linee
guida per il riconoscimento dei musei e delle raccolte museali in Lombardia,
nonchØ linee guida sui profili professionali degli operatori dei musei e delle
raccolte museali in Lombardia”
PERSONALE
6.Il corretto funzionamento dei musei/raccolte rende necessaria la disponibilità di figure
professionali prioritarie, che hanno valore di standard di riferimento. I musei/raccolte
devono avere un direttore e/o un conservatore, il responsabile tecnico addetto alla
sicurezza, il personale adibito ai servizi di custodia. Il responsabile dei servizi educativi è
indispensabile per i musei, ma la sua presenza è raccomandata anche per le raccolte
museali
SICUREZZA
7.L’edificio del museo/raccolta, tenuto conto delle deroghe previste per gli edifici storici,
deve essere a norma sotto il profilo statico, impiantistico, igienico-sanitario e del
superamento delle barriere architettoniche. Deve essere dotato del sistema di sicurezza
anti-incendio e anti-intrusione. Tutti gli impianti devono essere adeguatamente
manutenuti e adeguatamente collocati rispetto alle opere.
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Requisiti minimi per il riconoscimento regionale dei musei / raccolte museali:
GESTIONE E CURA DELLE COLLEZIONI
8.Il corretto funzionamento dei musei/raccolte rende necessaria la disponibilità di figure
professionali prioritarie, che hanno valore di standard di riferimento. I musei/raccolte
devono avere un direttore e/o un conservatore, il responsabile tecnico addetto alla
sicurezza, il personale adibito ai servizi di custodia. Il responsabile dei servizi educativi è
indispensabile per i musei, ma la sua presenza è raccomandata anche per le raccolte
museali
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
L’organizzazione a rete e a sistema (alcuni esempi)
La Rete MA_net, i musei archeologici delle Province di Brescia,
Cremona e Mantova http://www.museiarcheologici.net: comprende
16 musei e un parco archeologico, che sono collegati attraverso un
protocollo di intesa e lavorano a progetti condivisi
9.Il museo deve sviluppare la ricerca scientifica in attuazione del progetto culturale e
curarne la divulgazione. E’ raccomandato che tale attività sia sviluppata anche dalle
raccolte museali, ma in questa fase non è considerato requisito minimo
Il SiMArch – Sistema museale archeologico della Provincia di Varese
http://www.simarch.org/mw/, costituito nel 2005 con una
convenzione, comprende i musei archeologici di Varese, Angera,
Sesto Calende, Arsago Seprio, il parco archeologico dell’Isolino
Virginia e quello di Castelseprio
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
Requisiti minimi per il riconoscimento regionale dei musei / raccolte museali:
RAPPORTI DEL MUSEI CON IL PUBBLICO E RELATIVI SERVIZI
10.Il numero di ore settimanali di apertura deve essere definito in base alle dimensioni e
alla rilevanza del museo/raccolta. Comunque, per garantire a tutte le fasce di visitatori le
possibilità di accesso, sarà considerato requisito minimo la seguente apertura per tutto il
corso dell’anno: 5 giorni settimanali, compreso il sabto e/o domenica, per un totale di
almeno 25 ore, per i musei; 2 giorni settimanali, per un totale di almeno 10 ore, per le
raccolte museali
11.I musei devono garantire l’organizzazione di attività educative e culturali coerenti col
proprio programma ed essere dotati dei relativi spazi, eventualmente in condivisione con
altri musei. E’ raccomandato che tali attività siano sviluppate anche dalle raccolte
museali, ma in questa fase non sono considerate requisito minimo
12.I musei devono essere dotati, anche in una logica di sistema, di una biblioteca e/o di
un centro di documentazione, in quanto sono tenuti a svolgere e promuovere la ricerca
scientifica e a diffonderne i risultati, favorendone la divulgazione ad ampio raggio
Regione Lombardia per gli istituti e i luoghi della cultura
I musei archeologici di competenza di Regione Lombardia (sono
esclusi i musei nazionali, ossia di competenza statale) :
38 sono quelli presenti nella banca dati musei
20 sono stati riconosciuti da Regione Lombardia, distribuiti sull’intero
territorio regionale (14 musei e 6 raccolte museali)
Altri musei hanno collezioni non esclusivamente archeologiche, ma
con una significativa presenza archeologica
Possono essere adiacenti a parchi archeologici, possono avere
collezioni formatesi ‘storicamente’ oppure frutto di ricerche recenti
per saperne di piø
www.cultura.regione.lombardia.it
Decreto Legislativo 2004 n. 42
MINISTERO PER I BENI E
LE ATTIVITÀ CULTURALI
Compito istituzionale
TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE
ITALIANO
CODICE DEI BENI CULTURALI E DEL
PAESAGGIO
COSTITUZIONE DELLA
REPUBBLICA ITALIANA
art. 9 : «La Repubblica promuove lo sviluppo
della cultura e la ricerca scientifica. Tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione»
CONTROLLI DEI LAVORI
TUTELA DEI RESTI IN VISTA
TUTELA DEL PATRIMONIO
CONSERVATO NEI MUSEI
SOPRINTENDENZE
-BENI ARCHEOLOGICI
-BENI ARCHITETTONICI E PAESAGGIO
GARANTIRE ACCESSIBILITÀ E
FRUIBILITÀ DEL PATRIMONIO
-BENI STORICI, ARTISTICI, ETNOANTROPOLOGICI
-ARCHIVISTICA
VALORIZZARE IL PATRIMONIO
ALTRE ISTITUZIONI
-ARCHIVI DI STATO
-BIBLIOTECHE NAZIONALI
Presentazione alla stampa (pubblicizzazione)
Conferenze
Visite guidate
Mostre
Pubblicazioni di opuscoli/guide
Realizzazione di eventi
Inserimento nei circuiti turistici
Inserimento nel web
L’antichità per il Comune di Roma? Una barzelletta.
07/11/2012 di Filelleni
Nel museo pubblico piø antico del mondo, i Musei Capitolini, fondato nel 1471 da Sisto IV, è in
corso la mostra “L’Età dell’Equilibrio ” dedicata ad un periodo florido della Roma antica, quello
che va dal 98 al 180 d.C., in cui imperatori di Roma furono Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco
Aurelio.
Nella scheda di presentazione dell’iniziativa culturale, presente sul sito del Comune di Roma, si
dichiara:
Infine, tra le iniziative legate a “L’Età dell’Equilibrio” è da segnalare l’ideazione e la
distribuzione del giornalino “l’Equilibrista”, un prototipo di quotidiano dell’epoca con
contaminazioni di oggi.
Non ci interessa discutere sull’allestimento o sull’idea della mostra, ma vogliamo mostravi il
“prototipo di quotidiano” per capirne il senso, se c’è.
A sfogliare “il prototipo di quotidiano dell’epoca con contaminazioni di oggi”, infatti, si avverte
subito una sensazione di disagio, di sconcerto, quella che coglie solitamente gli individui di fronte
alla banalità, alla mancanza di originalità e all’offesa subita gratuitamente.
Sfogliando le pagine, leggiamo, infatti, articoli che attualizzano il passato, privando di significato e
complessità sia il periodo storico oggetto della mostra sia il mondo contemporaneo. Troviamo
citazioni di Vasco Rossi e di Obama presentate come dichiarazioni di Traiano, pseudo diete a base
di pane secco, dichiarazioni di Adriano per la morte di Antinoo, finte pubblicità di prodotti antichi
in stile moderno e il chiacchiericcio tipico dei talk show moderni presentato in salsa imperiale.
Non potevano poi mancare le previsione del tempo
sull’impero romano. In sostanza una serie di giochi linguistici, doppi sensi e freddure di una
banalità e inefficacia disarmanti.
La promozione della mostra è affidata quindi ad un giornalino che ne presenta le tematiche in
modo volgare. Ma la gravità dell’operazione consiste nel rappresentare per molti l’unica forma di
comprensione degli oggetti esposti in mostra. Il catalogo costoso è adatto ad un pubblico di
specialisti e ogni altro tipo di “iniziativa” non illustra le opere in modo agevole e accessibile.
Per anni ci hanno insegnato che il passato è una cosa
complessa, che non riuscirlo a comunicarlo adeguatamente è un peccato mortale, che bisogna
sempre rispettare il visitatore senza disorientarlo. Quando Umberto Broccoli, Soprintendente ai
Beni Culturali del Comune di Roma, si presta ad un’operazione del genere, firmando anche un
articolo in prima pagina, cosa vuole comunicare? sottovaluta piø il pubblico o sopravvaluta piø il
suo ruolo di venditore di fumo?
Roma si merita veramente questo degrado? Questo stato di abbandono anche del patrimonio
culturale? Questa mancanza di originalità e prospettiva?
Ma tutto ciò è ormai pane quotidiano nella Italia ormai provincia di ogni impero.
Per capire ciò ripropongo parte della recensione della mostra londinese “Shakespeare staging the
world” (British Museum, 19 Luglio – 25 Novembre 2012) comparsa qualche mese fa sulle pagine
della Domenica de Il Sole 24 ore:
“Perchè chi non ne sa nulla ne esce emozionato, e chi ne sa molto, ancora di piø. Perchè
è un’esposizione pensata per il pubblico, perchè il catalogo della mostra è il catalogo
della mostra e parla di quello che c’è, non è un vuoto pavoneggiarsi dei curatori, della
cui erudizione a nessuno importa, perchè i pannelli delle spiegazioni si capiscono,
Perchè ti dà il tempo di vederla con il tuo ritmo; se vuoi approfondire puoi farlo, se vai
di fetta non ti perdi tutto. La chiarezza, da queste parti, è un valore”.
Meditiamo!
Musei, parchi archeologici, e viaggi
archeologici al tempo della rete
I musei archeologici si presentano in modo
estremamente differenziato nella rete. In modo
molto apporssimato, si possono riconoscere due
posizioni: la tradizionale e quella innovativa.
Per tradizionale intendiamo la progettazione del
sito come si trattasse della traspozione di una
guida cartacea.
Per innovativa la proposta, con diversa
complessità tecnica, di trumenti multimediali,
oppure di una visione "virtuale" del museo stesso.
Tradizionali
Sia che siano musei o parchi archeologici, in
modo tradizionale si pongono siti quali
Le catacombe di San Callisto http://www.catacombe.roma.it/it/index.php
Museo diffuso urbano di Ancona, per quanto concerne la proposta in rete,
http://www.museodiffusoancona.it/itinerari/itinerari-tematici/ancona-archeologica
Santa Maria della Scala, Siena
http://www.santamariadellascala.com/w2d3/v3/view/sms2/archeologico/visita_virtuale_arc
h/piani_vv_arch/sale_vv_arch--33/index.html
Innovativi in vario modo:
Il museo archeologico di Bologna, con ricchi contenuti multimediali e parte delle
collezioni a disposizione on-line
http://www.comune.bologna.it/archeologico/introduzione/47648
Il museo archeologico nazionale di Perugia, che offre la visita ad alcune sale e
strutture ricostruite al suo interno on line
http://www.archeopg.arti.beniculturali.it/visite_virtuali/PG02_museo_tombacutu/museo_tombacutu.html
Le grotte di Lascaux, che possono essere completamente visitate on line:
http://www.lascaux.culture.fr/#/fr/00.xml
Da sito della Soprintendenza di Pompei http://www.pompeiisites.org/ è possibile
consultare Google Maps Street View è possibile inoltrasi per le strade dell’antica città
Sito che presenta una selezione di musei o parchi archeologici che è possibile visitare
virtualmente on line http://www.romartguide.it/italiano/opere_visite_virtuali.html
Ricostruzioni Virtuali
Ricostruzioni virtuali tridimensionali di siti antichi com’erano, visibili da
postazione fissa (non on line), in alcuni casi con strumenti aggiuntivi
Sito che offre una selezione di Musei con strutture interne dedicate alla visita virtuale
http://www.v-must.net/virtual-museums/categories/archaeological-vm
ma anche musei visitabili on line
Ricostruzione 3D nella quale ci si può muovere on line della città di Mileto
http://www.fhw.gr/choros/miletus/360vr/en/index.htm l?hs=6
Endutaiment
Museo Virtuale Ercolano http://www.museomav.it/
Roma rewind http://www.3drewind.com/it/
Anche se non a carattere archeologico, vi ricordo un museo che esiste solo nella rete,
il museo Adobe www.adobemuseum.com
I tour operator e l’archeologia. qualche elemento preliminare per la discussione
L’Italia è una terra ricca di bellezze artistiche ed archeologiche: il nostro patrimonio culturale è stato
piø volte definito "il petrolio d’Italia" o "le miniere d’Italia". Il turismo culturale è una delle
motivazioni turistiche che richiamano il maggior numero di tursiti stranieri in Italia e le offerte
turistiche dedicate al turismo culturale sono numerose, anche se in genere indirizzate verso mete
abituali, quali, ad esempio, ed è molto piø facile trovare operatori che si occupano di outcoming.
Osservando anche solo il Database di qviaggi, dei 64 operatoti presenti solo 12 presentano mete
italiane, spesso relative alla regione in cui operano.
Ma incentrando l’attenzione su un settore specifico del turismo culturale, quello del turismo
archeologico, ci si rende conto di come il quadro sia piø ricco di ombre che di luci e quanto ampi
siano i margini di crescita per una nicchia del mercato che pure viene riconosciuta, almeno sulla
carta, come primaria. A riguardo basta andare ad osservare il rilievo che il portale Italia, il portale
del tursmo italiano, dedica ai siti archeologici (http://www.italia.it/it/home.html).
Si deve premettere che al turismo archeologico viene dedicata una borsa, la "Borsa mediterranea del
turismo archeologico" che si svolge in autunnoa pestum ed alla quale partecipano numerose
istituzioni ed enti di promozione locali, così come da loro precisi compiti, e realtà culturali ma non
operatori privati se non nei panni, poco numerosi, di buyer. La Borsa di Paestum si presenta quindi
soprattutto come un indispensabile e ricco strumento di lavoro per gli accademici e per gli oepratori
del turismo archeologico, un momento imprescindibile di riflessione critica sui vari aspetti lgati alla
valorizzazione dell’archeologia, ed un’interessante palestra per quanti vogliono avvicinarsi
professionalmente a questa attività, ed in minor misura come volano per la promozione turistica
vera e propria.
Anche nella prima edizione di Art& Tourism, tenuta a Firenze in primavera, la seconda si terrà ad
aprile 2013, vi era la presenza di musei archeologici, associazini archeologiche di vario genere di
enti di promozione con offeret legate al territorio, e di ricettivisti, ma mancava quella di tour
operator.
Ed in effetti, sul mercato italiano non sono presenti tour operator, intendendo per tour operator
realtà quali Kuomi, che offrano una ampia scelta di pacchetti destinati a mete archeologiche in
Italia. Le città d’arte sono naturalmente presenti nei loro pacchetti, sia solo come destinazione che
come viaggi con accompagnatore e/o giuda, ma altrettanto non si può dire per le mete archeologiche
italiane. I pacchetti sono piuttosto destinati a mete estere, ad esempio il classico viaggio in Egitto
per vistare le Piramidi, invece che a quelle italiane. Ed anche i tour operator nazionali offrono
scarsa attenzione al settore.
Osservando il mercato, si può notare come l’offerta, se pure frammentata in numerosi oeratori con
caratteristiche del tutto di veerse, sia rivolta per la maggior parte a viaggi all’estero.
Tale mancanza si riscontra sia per viaggi mirati esclusivamente a mete archeologiche, sia per
itinerari che uiscano siti d’interesse archeologci ad altri culturalmente interessanti.
L’offerta, dal punto di vista dell’organizzazione, si presenta in modo abbastanza variegato. Possiamo
trovare viaggi proposti da agenzie specializzate in viaggi di cultura che offrono pacchetti culturali in
presenza di almeno un accompagnatore specializzato nel settore, un archeologo ad esempio, oppure
studiano itinerari secondo l’esigenza del cliente e forniscono materiale di sostegno, ove, data
l’esiguità del gruppo, la presenza dell’archologo non sia economicamente sostenibile. La maggior
parte di questi viaggi sono però rivolti all’estero
Si possono osservare le offerte di:
adenium (http://www.adeniumtravel.it/index.html sede principale Milano), agenzia specializzata in
viaggi culturali per piccoli gruppi, spesso con accompagnatore, ed anche di breve durata, come le
visite guidate a monumenti milanesi, offre 19 di viaggi archeologici con accompagnatore, riproposti
in vari momenti, nessuno di loro con l’Italia come destinazione.
Cartorange (http://www.cartorange.com/) nel pacchetto di proposte dedicate ai viaggi culturali e
segnatamente a carattere storico, dal nome Viaggi nel tempo, annovera dieci tour archeologici in
Italia e 19 all’estero
Schlieman e Carter (www.schliemann-carter.it ), agenzia che che limita la propria offerta a viaggi di
archeologia, annovera 20 itinerari archeologici, dei quali solo 5 in Italia
Vaiggi di cultura (http://www.viaggidicultura.com/), che in questo momento offrono 6 viaggia
archeologici, dei quali 2in Italia
Molti di questi viaggi non sono, per altro, pacchetti operativi, ma solo proposte di itinerari che
attendono che si formi un gruppo sufficiente numeroso per la loro attivazione.
Le offerte dei tour operator nazionali propriamente detti sono veramente poche.
Alpitour (http://www.alpitour.it/ ) pacchetti per week end solo uno, dei quindici itinerari considerati,
Ravenna, può essere considerato archeologcio
Boscolo Travel (http://www.boscolotravel.com/), tra i viaggi del gruppo Arte&Cultura, il sogno
italiano, offre vaiggi organizzati a Roma, in Campania e din Sicilia com tappe anche in siti
archeologici
Imperatore travel (http://www.imperatore.it/) specilizzato nel Meridione d’Italia e in vacanze sulla
neve, che offre dei tour della Campania e della Sicilia che con anche mete di carattere archeologico
Gruppo Veronelli (http://www.gruppoveronelli.com/Tour_Operator_Loisir s/) 44 viaggi archeologico
culturali, dei quali solo due in Italia
Anche in questo caso l’offera non è costante durante il corso dell’anno, ed i periodi entro i quali
secgliere sono pochi
Numericamente piø consistenti, i ricettivisti, quali, tra i molti,
cultour active (http://www.cultouractive.com/) gruppo che offre una serie di servizi tra cui la
promozione turistica di alcune località dell’area di Treviso
culturalshiptour (http://www.culturalshiptours.com/it/) viaggi in Campania, che offre un itinerario di
cinque giorni di cararattere archeologico
le vie della perla (http://www.leviedellaperla.it/it/) che offre viaggi organizzati ad Hipponium
Essi servono però soprattutto, così come i vari pacchetti organizzati le agenzie dei vari sistemi
turistici locali, quali Puglia imepriale (http://www.pugliaimperiale.com/turismo/index.asp), quanti
sono giaà in loco, e non offrono viaggi organizzati comprensivi di viaggio, alloggio e spesso
neppure spostamenti lungo l’itinerario suggerito.
Una caratteristica che unisce tutte queste proposte è la possibilità di personalizzare il viaggio e
l’offerta di pacchetti anche di breve durata, al massimo un week end, seguendo le ultime tendenze
della domanda turistica.
Ci si può chiedere se la scarsità di un’offerta di tour archeologici nella penisola sia la ragione per la
quale anche i viaggi organizzati da riviste quali Archeo (http://www.archeo.it/viaggi), che offre però
micro-pacchetti di un giorno su Roma, Archeologia Viva (http://www.archeologiaviva.it/), tramite il
tour operator di fiducia Rallo Viaggi (www.agenziaralo.it), ma anche di associaizoni quali il FAI
(http://www.fondoambiente.it/Index.aspx), organizzati da acentro (http://www.acentro.it/viaggiculturali-fai/) abbiano, quali dstinazioni di turismo archeologico per la maggior parte destinazioni
non nazionali. Ed ugualmente se questa sia la ragione perchè operatori internazionali di viaggi
culturali quali in francese intermèdes. le voyage culturele (www.intermedes.com), che offrono
pacchetti ricchissimi e variegati, per mete e modalità di viaggi (sono compresi anche numerosi
itinerari a piedi), ne presentino così pochi, solo un paio nell’offerta attuale, a carattere marcatamente
archeologico.
Al viaggiatore interessato all’archeologia, ma non ancora approfondito conoscitore del mondo delle
agenzie di viaggio specializzate, spesso poco appariscenti nella rete, neppure l’offerta delle agenzie
di viaggio di tipo tradizionale è piø ricca: richiedendo un viaggio archeologic in Italia, anche senza
voler indicare una destinazione precisa, viene proposto il solo catalodo dell’imperatore Travel
oppure i viaggi in pulman di Breviet, che, oltre a pellegrinaggi in Italia e all’estero, offre anche
viaggi con tappe anche in siti archeologici, quali Paestum e Pompei
E’ evidente quale margine ci sia per sfruttare il patrimonio archeologico italiano, studiando pacchetti
rivolti ad un pubblico ricco di interessi culturali ma non obbligatoriamente estremamente
specializzato in viaggi archeologici. Manca, in Italia per l’Italia, un’offerta quale quella di Kuomi per
il mondo tedesco con viaggi simili a quello intitolato Apulien, Amalfiküsten & Sizilien. Facetten des
"Mezzogiono" che con un viaggio di 8 giorni portano i turisti tedeschi a visitare le bellezze del
Mezzogiorno, con particolare attenzione ai siti archeologici.
Siti identificati dalla ricerca degli studenti
BASILICATA
http://www.nuovaatlantide.com/ita/web/item.asp?nav=107
SARDEGNA
http://www.apatam.it/catalogomargiu2013/index.html
http://www.avitur.net/tour-archeologico-sardegna-su d.html
http://www.avitur.net/tour-archeologico-sardegna-su d.html
SICILIA
BOSCOLO:
1) Sicilia classica: http://www.viaggidiboscolo.it/viaggio-sicilia-classica
NITRODI VIAGGI:
1) Tour Classic I colori della Sicilia:
http://www.nitrodiviaggi.it/it/10/tour_classic_i_colori_della_sicilia
AEROVIAGGI:
1) Sicilscope (pag 104): http://www.aeroviaggiclub.com/it/catalogs/Catalogo2013.pdf
AGARLI VIAGGI: (Pag 5)
1) Tour Sicilia Mini circuiti: http://www.agarliviaggi.it/tempo-di-mare-2012.html
IMPERATORE:
1) Mini tour Sicilia Magica: http://www.imperatore.it/Info/Mini_Tour_Sicilia_Mag ica.cfm
2) Da catalogo: Tour Sicilia Prestige (Pag 41)
DIMENSIONE SICILIA
1) Mini Tour da Palermo a Catania: http://www.dimensionesicilia.it/pdf/ITA/Mini-tour
%206%20gg-5nt%20%20Sicilian%20Secrets%202013.pdf
2) Tour Sicilia occidentale e Egadi: http://www.dimensionesicilia.it/hotel-siciliaagriturismo/offerte-speciali-sicilia-last-minute-gruppi-dettaglio.asp?
iOffer=624&nLanguage=ITA
3) Tour Fede e Folklore: http://www.dimensionesicilia.it/hotel-sicilia-agriturismo/offertespeciali-sicilia-last-minute-gruppi-dettaglio.asp?iOffer=623&nLanguage=ITA
4) Tour Sicilia archeologica:
http://www.dimensionesicilia.it/public/TOUR_SICILIA_ARCHEOLOGICA.pdf
Tour Organizer:
ZIGZAG:
1) Sicilia Festa di S. Agata e Sagra del Mandorlo in fiore:
http://www.zigzag.it/viaggio_scheda.php?
id_viaggio=251&categoria_elenco=VIAGGI+DI+GRUPPO&sottocategoria_elenco=Parten
za+individuale
2) Sicilia Siracusa Teatro Greco e Infiorata di Noto
http://www.zigzag.it/viaggio_scheda.php?
id_viaggio=242&categoria_elenco=VIAGGI+DI+GRUPPO&sottocategoria_elenco=Parten
za+con+nostro+accompagnatore
Hotel:
Hotel Selinunte:
http://ilcuoredidioniso.com/Selinunte/Offerta/12/Pacchetto-Arianna.aspx
TOSCANA
http://www.franchiviaggi.it/gli_itinerari_dettagli.aspx?id=142
UMBRIA - ORVIETO
Pacchetti organizzati da Tour Operator:
ESITUR E CROGNALETTI ORVIETO CITTA’ SOTTERRANEA
http://www.esitur.com/index.php?option=com_content& view=article&id=1833:viaggi-orgnizzatoa-orvieto-citta-sotterranea&catid=35&Itemid=93
Pacchetti organizzati da un portale dedicato alla città di Orvieto:
Orvieto VIVA: portale della città
http://www.orvietoviva.com/it/content.asp?c=2&m=44#Itinerari—Archeologici
rimanda a un sito piø specifico: http://www.discoveryorvieto.it/
Pacchetti organizzati da associazioni o organizzazioni:
eTUL Tour - I Colori Degli Etruschi- Porano
http://www.etul.it/tour/pacchetti-turistici/99-i-colori-degli-etruschi
CENTRO TURISMO ACLI - TODI & ORVIETO
http://www.ctaformia.it/todi-e-orvieto-sotterranea.html
ROMA, TOSCANA, EMILIA ROMAGNA
http://www.schliemann-carter.it/
CROCERA A VELA
http://www.veladream.com/archeologia.htm
Calabria
http://www.vacanzevillaggimare.it/tour/12/tour-calabria-archeologica.aspx
SITI PER APPROFONDIMENTI
Da vedersi da parte die non frequentanti
Partenone, British Museum, Nuovo Museo dell’Acropoli, Marmi di Elgin
http://en.wikipedia.org/wiki/Parthenon
http://en.wikipedia.org/wiki/Elgin_Marbles
http://en.wikipedia.org/wiki/New_Acropolis_Museum
Ricostruzioni
http://villa-kerylos.fr/en/home
http://www.fhw.gr/choros/miletus/360vr/en/index.html?hs=6
Grotte di Altamira e Lascaux
http://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Altamira
http://museodealtamira.mcu.es/
http://it.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Lascaux
http://www.lascaux.culture.fr/#/fr/00.xml
Musei e parchi archeologici
http://www.catacombe.roma.it/it/index.php
http://www.comune.bologna.it/museoarcheologico/
http://www.archaeologiemuseum.it/it/mostra-permanente
http://www.fhw.gr/choros/miletus/360vr/en/index.html?hs=6
Usi virtuali per musei, parchi ed itinerari archeologici
http://www.youtube.com/watch?v=Je0oqqFmu9M&feature=related
http://www.europeanvirtualmuseum.net/
http://www.pompeiisites.org/index.jsp?idProgetto=4&idLinguaSito=1
http://www.3drewind.com/it/
http://www.v-must.net/virtual-museums/categories/archaeological-vm
http://www.romartguide.it/italiano/opere_visite_virtuali.html
http://www.comune.bologna.it/archeologico/introduzione/47648
Parchi a tema
http://www.parcodellapreistoria.it/
http://www.archeopark.net/
http://www.parcasterix.fr/en
Rievocazioni
http://festival.massaciuccoliromana.it/
http://www.massaciuccoliromana.it/index.php
http://www.cersonweb.org/webstart/
Film in costume
http://en.wikipedia.org/wiki/Sword-and-Sandal
http://www.adobemuseum.com/
Si ricorda che i non frequentanti devono cunsultare questi siti e visionarne anche le pagine
interne
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DISPENSE DI ARCHEOLOGIA Anno Accademico 2012