Documento di Valutazione dei Rischi
( Art.28 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. )
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO
I.T.C.G.S. “Paolo Toscanelli”
Sede succursale di Via Capo Sperone n.52
00122 – Roma Lido (RM)
________
DATA CERTA:
 Firma digitale
 si richiede l'apposizione del timbro postale per la data certa. Firma: RSPP
Documento unico formato da n. 63 pagine numerate dalla n.1 alla n. 63 + allegati esterni.
Release n° 02/2011
Presa visione
Firma
del 07/11/2011
RSPP – STEFANO FANTINEL
Dirigente Scolastico – MADDALENA VENDITTI
RLS – ENRICO MARIANI
1
INTRODUZIONE ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
La Valutazione dei Rischi di Azienda rispecchia quanto riscontrato alla data della firma di
validazione del presente documento, ed è basato sulle informazioni fornite dall’azienda e su quanto
riscontrato durante i sopralluoghi del Responsabile del Servizio, e delle altre figure professionali
(ASPP, Medico Competente, RLS, Preposti, ecc…) eventualmente coinvolte.
La valutazione dei rischi e il documento conseguente saranno rielaborati come per legge, sotto la
responsabilità del Dirigente Scolastico (D.S.), in occasione di modifiche del processo produttivo o
dell’organizzazione del lavoro significative ai fini della salute e della sicurezza dei lavoratori, o in
relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione o a seguito di
infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A
seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate.
L’azienda è informata che deve comunicare tempestivamente al Responsabile del Servizio di
Prevenzione e Protezione ogni nuova informazione, o modifica di quelle fornite, ai fini
dell’aggiornamento e manutenzione delle misure di prevenzione e protezione adottate.
Il presente procedimento di valutazione del rischio, se integralmente applicato, può costituire (ex
art.30 D.Lgs. 81/2008) parte di un modello organizzativo e gestionale idoneo ad avere efficacia
esimente delle responsabilità amministrative per l’Ente, ai sensi del D.Lgs. 231/01, a condizione
che sia stato redatto il Codice Etico, nominato l’Organismo di Vigilanza con il suo Regolamento e
relativi strumenti disciplinari.
Si articola, in sintesi, nelle seguenti fasi.
 Individuazione dei potenziali pericoli rappresentati dalle strutture, dalle attrezzature ed attività
dell’azienda, dal contesto organizzativo, analizzando anche argomenti non direttamente inerenti
l'attività stessa con lo scopo di escluderne la rilevanza.
 Rilevazione e valutazione dei rischi di ogni specifica attività lavorativa svolta in Azienda e di
quelli “trasversali”, tra cui i rischi di tipo organizzativo (rischi psicosociali1) che possono causare
stress (stress occupazionale(°)) ed altre forme di danno alla sicurezza e alla salute, in conseguenza
dei potenziali pericoli individuati.
 Individuazione delle misure di prevenzione e protezione necessarie per annullare o quantomeno
minimizzare i rischi di tali mansioni.
 Definizione dei provvedimenti di prevenzione e protezione in relazione alla prevenzione incendi e
lotta antincendio, Pronto Soccorso ed evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed
immediato.
 Avvio delle procedure necessarie, secondo un’adeguata programmazione temporale e finanziaria,
per gli adempimenti relativi a titoli specifici del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. per il miglioramento della
sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
 Stesura del documento “Valutazione dei Rischi” avente i contenuti ex art. 28, tra cui:
1. la definizione delle procedure di sicurezza adottate
2. l’individuazione delle attività/mansioni i cui rischi specifici prevedono per legge la
sorveglianza sanitaria
3. i programmi di informazione / formazione / addestramento del personale dipendente
4. la definizione e pianificazione delle misure di prevenzione e protezione ritenute opportune
1
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel 1986 ha definito i rischi psicosociali in termini di interazione tra
contenuto del lavoro, gestione ed organizzazione del lavoro, condizioni ambientali ed organizzative e le competenze e
le esigenze (in termini di conoscenze, capacità, competenze, abilità) dei lavoratori dipendenti. In ambito Ue i rischi
psicosociali sono definiti come “quegli aspetti della progettazione del lavoro e di organizzazione e gestione del lavoro,
nonché i rispettivi contesti ambientali e sociali, che potenzialmente possono arrecare danni fisici o psicologici” (Cox e
Griffiths, 1995).
(°)
Con il termine “stress occupazionale” o “stress correlato al lavoro” (traduzione dall’inglese Occupational stress) si
intende lo stato di stress legato all’attività lavorativa che si manifesta quando le richieste provenienti dall’ambiente di
lavoro o dal compito superano le capacità del lavoratore di affrontarle o controllarle. Dello stress si prende in genere in
esame la sola componente negativa (o di-stress) le cui cause sono riconducibili alla presenza di rischi psicosociali.
2
La garanzia del pieno assolvimento degli obblighi dell’azienda verso le normative è
condizione essenziale per la piena e completa validità del presente Documento di
Valutazione dei Rischi.
Il metodo descritto tende ad attuare nell’Istituto le misure generali di tutela descritte
nell’art. 15 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., che rappresenta, in sostanza, la politica della
sicurezza alla quale si riferisce tutto il provvedimento normativo.
Articolo 15
Misure generali di tutela
1. Le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori sono:
a) valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza;
b) programmazione della prevenzione mirando ad un complesso che integra in modo
coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive ed organizzative di
Azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente di lavoro
c) eliminazione dei rischi in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso
tecnico e, ove ciò non è possibile, loro riduzione al minimo;
d) rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione
dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di
lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo;
e) riduzione dei rischi alla fonte;
f) sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o lo è meno;
g) limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere,
esposti al rischio;
h) utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici, sui luoghi di lavoro;
i) priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione
individuale;
l) controllo sanitario dei lavoratori in funzione dei rischi specifici;
m) allontanamento del lavoratore dall’esposizione a rischio, per motivi sanitari inerenti
alla sua persona;
n) informazione e formazione adeguata per i lavoratori;
o) informazione e formazione adeguata per i dirigenti e preposti;
p) informazione e formazione adeguata per i rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza ;
q) istruzioni adeguate ai lavoratori;
r) partecipazione e consultazione dei lavoratori;
s) partecipazione e consultazione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
t) programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel
tempo dei livelli di sicurezza , anche attraverso l’adozione di codici di condotta e
buona prassi;
u) misure di emergenza da attuare in caso di pronto soccorso, di lotta antincendio, di
evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave ed immediato;
v) uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;
z) regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine ed impianti, con
particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità all'indicazione dei
fabbricanti
2. Le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non devono
in nessun caso comportare oneri finanziari per i lavoratori.
3
PROCEDURE ADOTTATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI E PER
L’ELABORAZIONE DEL DOCUMENTO DELLA SICUREZZA
Il presente documento è redatto in conformità alle linee guida indicate dalle Direttive
Europee.
I criteri adottati ai fini della valutazione dei rischi di Azienda e della stesura del documento di cui
alla Sezione II, art. 28-29-31 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. sono qui di seguito descritti. Si sottolinea
che lo schema è comunque ottimizzato per fornire la traccia base al Modello Organizzativo –
Sistema di Gestione Sicurezza e Salute sul Lavoro (eventuale) ex D.Lgs. 231/01.
1 Identificazione del luogo di lavoro
Per l'identificazione del luogo di lavoro ci si è avvalsi, oltre che di sopralluoghi, della planimetria
e dell’organigramma di Azienda, e utilizzando i criteri di:
a)
compartimentazione organizzativa, nel caso di aree funzionalmente dipendenti della stessa
posizione nell’organigramma aziendale;
b)
omogeneità nel caso di situazioni simili per il tipo di lavoro svolto, le attrezzature, e le
condizioni ambientali;
c)
completezza nell'esaminare anche le occupazioni saltuarie e quelle stazionali se presenti.
2 Identificazione dei pericoli nel luogo di lavoro
I pericoli nel luogo di lavoro sono ricercati sia dal punto di vista generico sia relativi ad ogni
attività lavorativa identificata.
3
Stima dei rischi di esposizione
La stima è effettuata tramite la compilazione delle schede di analisi del rischio che individueranno
le azioni conseguenti. Per effettuare tale compilazione sono state eseguite le seguenti operazioni
afferenti ogni mansione identificata.
a)
Descrizione del ciclo operativo, che comprende:
 la descrizione dell'attività lavorativa e relative mansioni;
 la tipologia dell’ambiente di lavoro (ufficio, magazzino, officina, ecc.);
 le caratteristiche strutturali dell'ambiente di lavoro;
 il numero totale dei lavoratori presenti.
b)
Presenza di misure di sicurezza e/o sistemi di prevenzione e protezione.
c)
Verifiche del rispetto dell’applicazione delle norme di sicurezza.
d)
Interazione posto di lavoro/attività/fattori umani.
e)
Verifiche dell’accettabilità delle condizioni igienico-ambientali per esame obiettivo e/o
analogia con altri settori similari di cui sono noti i parametri di rischio.
f)
Elaborazione scheda di valutazione del rischio con azioni conseguenti.
g)
Misure dei parametri di rischio e loro qualificazioni nel caso di specifiche norme di legge o
di obiettive situazioni di elevato rischio potenziale.
4 Analisi del tipo di intervento per eliminare o ridurre il livello di rischio presente
All'interno di ogni scheda di valutazione del rischio di cui sopra (par. 4, lett. f), l'individuazione
delle azioni conseguenti determina il tipo di intervento per eliminare o ridurre il livello di rischio.
5 Stesura della "Relazione sulla Valutazione dei rischi"
4
Il documento comprende:
a) i nominativi dei componenti il Servizio di Prevenzione e Protezione
- il Datore di lavoro (DdL) o Delegato alla Sicurezza (DaS);
- il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP);
- il Medico competente (MC);
- il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS);
- l’ Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP);
- gli addetti alle emergenze (Pronto Soccorso e Antincendio);
- i lavoratori preposti (Preposti);
- eventuali professionisti o strutture esterne che hanno fornito supporti specialistici su
argomenti specifici;
b) l’individuazione delle differenti tipologie di contratti di lavoro utilizzati dall’azienda
c) la descrizione dei criteri utilizzati per l’individuazione e la valutazione dei pericoli/rischi;
d) il riassunto sintetico dei pericoli individuati, descrizione dei provvedimenti adottati, della
programmazione degli interventi e relativi tempi di attuazione, effettuato tramite la
compilazione delle Schede di valutazione dei rischi, una per ciascuna attività lavorativa
identificata.
e) gli strumenti operativi per assicurare la partecipazione attiva e responsabile dei lavoratori
interessati, sia alla individuazione e valutazione dei rischi, sia all’applicazione delle misure di
prevenzione e protezione, sia al miglioramento continuo degli standard di sicurezza e salute
sul lavoro.
UN OBBLIGO PROGETTUALE A CARICO DEL DATORE DI LAVORO
Il vero obbligo, alla base delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, è di realizzare il
proprio PROGETTO ORGANIZZATIVO PER LA SICUREZZA “realizzando”, cioè dando
contenuto, a quanto previsto dagli adempimenti di legge.
Il PROGETTO ORGANIZZATIVO PER LA SICUREZZA AZIENDALE deve essere realizzato
sull’assetto organizzativo esistente rispettando i requisiti di legge che mirano alla gestione
dell’attività in sicurezza , da cui il miglioramento nel tempo degli standard di sicurezza.
Quindi una volta noti i requisiti/adempimenti a cui il PROGETTO PER LA SICUREZZA
AZIENDALE deve rispondere, il vero sforzo richiesto al Datore di Lavoro è quello di dare
“contenuto” ai singoli requisiti/adempimenti previsti dalla legge (ad es. valutazione del rischio,
informazione, formazione, ecc.).
Naturalmente questo “contenuto” sarà dettato dall’esito del processo della valutazione del rischio
che deve tener conto della particolarità del lavoro svolto.
Data la complessità della materia, il Legislatore ha previsto la figura del Responsabile del Servizio
di Prevenzione e Protezione (RSPP), specialista in PROGETTI PER LA SICUREZZA
AZIENDALE, che assisterà quindi il Datore di Lavoro nell’assolvere al suo obbligo.
5
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE
E PROTEZIONE (RSPP) E IL RAPPORTO CON L’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
E’ interesse dei Datori di Lavoro e dei lavoratori avere chiara consapevolezza di come è impostato il
sistema della sicurezza e di cosa ci si può attendere dagli operatori qualificati per legge. E’ inoltre
indispensabile inquadrare in modo corretto nella struttura aziendale i compiti e le responsabilità delle
figure del RSPP e dell’Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione (ASPP).
Innanzitutto è necessario che l’RSPP non venga mai definito “Responsabile della Sicurezza” in
quanto questa definizione è propria del Datore di Lavoro e degli altri soggetti di linea (Dirigenti,
Preposti e Lavoratori) ciascuno per le proprie attribuzioni e competenze. L’RSPP è un “Consulente
Qualificato”, un consulente privilegiato del Datore di Lavoro per l’organizzazione del lavoro in
sicurezza. I compiti dell’RSPP sono chiaramente descritti dall’ art.33 del D.Ls 81/08 e s.m.i. (non a
caso la norma per tale soggetto, ha previsto compiti e non obblighi).
La formazione e diffusione capillare della “Cultura della Sicurezza” in capo a tutti gli operatori, dal
Datore di Lavoro all’ultimo apprendista è il primo e principale compito del RSPP, e coincide, tra
l’altro con la creazione di “Valore aggiunto” all’attività aziendale, assicurando maggiore
produttività, riduzione dei rischi, crescita organizzativa e gestionale. L’essenza del PROGETTO
ORGANIZZATIVO per la SICUREZZA AZIENDALE consiste proprio nell’individuare le soluzioni
più efficaci per ottenere il coinvolgimento consapevole da parte dei collaboratori a qualsiasi livello.
Azioni che deve porre in essere il Servizio di Prevenzione e Protezione
Tutti i componenti il Servizio di Prevenzione e Protezione (SPP) sono destinatari dei compiti di cui
all’art. 33 del D.Lgs 81/08 e s.m.i.; il RSPP ha responsabilità del Servizio e quindi la direzione.
1) Il primo compito dell’RSPP consiste nel ricevere dal Datore di lavoro le informazioni (art 33,
comma 2) in merito a:
a) la natura dei rischi;
b) l'organizzazione del lavoro, la programmazione e l'attuazione delle misure preventive e
protettive;
c) la descrizione degli impianti e dei processi produttivi;
d) i dati del registro degli infortuni e delle malattie professionali;
e) le prescrizioni degli organi di vigilanza
2) Assunte le suddette informazioni, l’RSPP, con la collaborazione degli eventuali ASPP, procede:
1. all’accertamento della natura dei rischi, alla verifica delle conformità di impianti e processi
compreso il lay-out dell’ambiente di lavoro e sue caratteristiche, delle attività e delle macchine,
sostanze, materiali ed energie, dell’organizzazione del lavoro, cicli produttivi e relative mansioni
affidate al personale, all’analisi dei dati infortunistici e delle eventuali
prescrizioni degli organi di vigilanza;
2. all'individuazione dei fattori di rischio, con particolare attenzione alle attività pericolose, alla
valutazione dei rischi e all'individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di
lavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specifica conoscenza dell'organizzazione
aziendale;
3. alla verifica dei livelli di integrazione della sicurezza nell'organizzazione aziendale e
all'occorrenza, collaborare con il D di L all’elaborazione di uno schema di organizzazione idoneo per
la specifica attività integrato con le esigenze della sicurezza (mediante la messa in atto di un sistema
6
di controllo dell’efficacia e efficienza di tutti i provvedimenti di prevenzione e protezione realizzati e
in particolare sullo sviluppo del programma delle misure ritenute
opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, con l’integrazione della
sicurezza nell’organizzazione dell’attività di lavoro di cui lui fa parte);
4. ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive e i sistemi di controllo di
tali misure;
5. ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
6. a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
7. a fornire ai lavoratori le informazioni dell’art. 36 per la parte che attiene ai rischi di carattere
generale presenti nell’azienda e ai relativi provvedimenti quali: piano di emergenza, sistemi
antincendio, vie di fuga, cartellonistica, caratteristiche dei DIP, pronto soccorso, funzione del SPP.
Partecipa alle consultazioni in materia di tutela della salute e di sicurezza di cui all'art.35;
Effettua sopralluoghi presso i luoghi di lavoro.
7
DESCRIZIONE DEL DOCUMENTO
La presente Relazione è strutturata su più livelli: con il primo, sono registrati i dati utili
all’individuazione dell’Azienda stessa, la descrizione sommaria delle sue attività, i dati relativi
all’insediamento produttivo ed alla forza lavoro.
Il secondo, terzo e quarto livello hanno comportato un’accurata analisi della situazione aziendale
riferita agli ambienti di lavoro / reparti produttivi in relazione ai potenziali pericoli, eseguita con
strumenti di autodiagnosi sulla base delle informazioni di cui dispone il Datore di Lavoro e con il
supporto e l’assistenza dei professionisti specializzati.
I risultati di tale analisi sono stati utilizzati per la stima dei rischi di esposizione riferiti alle
mansioni svolte dal personale, riportati nelle tabelle di Valutazione del Rischio, e per la
determinazione dei programmi di Prevenzione e Protezione.
Nel complesso dell’indagine sono stati presi in esame i seguenti capitoli di rischio, compresi quelli
non direttamente inerenti all’attività aziendale, allo scopo di escluderne la rilevanza.
IDENTIFICAZIONE DEI POTENZIALI PERICOLI PER
LA SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI
CAPITOLO 1: POTENZIALI PERICOLI DERIVANTI DA STRUTTURE/AMBIENTE
LAVORO
Sez. A1
- Locali di lavoro
Sez. A2
- Attività lavorativa svolta in esterno
Sez. A3
- Rapina e aggressione
Sez. B
- Seminterrati
Sez. C
- Igiene di alimenti e bevande
Sez. D
- Miniere e cave
CAPITOLO 2: POTENZIALI PERICOLI COLLEGATI AI CANTIERI O LAVORI IN
QUOTA
Sez. A
- Cantieri
Sez. B
- Lavori in quota
CAPITOLO 3: POTENZIALI PERICOLI CONNESSI ALL’USO DI VIDEOTERMINALI
Sez. A
- Uso di videoterminali
CAPITOLO 4: POTENZIALI PERICOLI CONNESSI ALLA MOVIMENTAZIONE
CARICHI
Sez. A
- Rischi biomeccanici/Movimentazione manuale dei carichi
CAPITOLO 5: POTENZIALI PERICOLI MECCANICI
Sez. A
- Macchine ed attrezzature di lavoro
Sez. B
- Impianti
Sez. C
- Utilizzo di oli minerali o sintetici / impianti ad olio
CAPITOLO 6: POTENZIALI PERICOLI ELETTRICI
Sez. A
- Lavorazioni con rischi elettrici
Sez. B
- Impianti elettrici
CAPITOLO 7: POTENZIALI PERICOLI DI ESPLOSIONI/INCENDI
Sez. A
- Prevenzione incendi
Sez. B
- Atmosfere esplosive
CAPITOLO 8: POTENZIALI PERICOLI DA SOSTANZE PERICOLOSE
Sez. A
- Agenti chimici
Sez. B
- Agenti cancerogeni e mutageni
Sez. C
- Gas tossici / anestetici
8
Sez. D
- Amianto aerodisperso
CAPITOLO 9: POTENZIALI PERICOLI DA AGENTI FISICI
Sez. A
- Radiazioni ionizzanti
Sez. B
- Campi elettromagnetici
Sez. C
- Esposizione a radiazioni ottiche
Sez. D
- Rumore interno
Sez. E
- Vibrazioni
Sez. F
- Microclima
CAPITOLO 10: POTENZIALI PERICOLI DA AGENTI BIOLOGICI
Sez. A
- Agenti biologici
Sez. B
- Legionella/Salmonella
CAPITOLO 11: POTENZIALI PERICOLI DA FATTORI ORGANIZZATIVI
Sez. A
- Contesto lavorativo
Sez. B
- Contenuto del lavoro
Sez. C
- Relazioni interpersonali
CAPITOLO12: INTERAZIONE ATTIVITA’ / NORME AMBIENTALI
Sez. A
- Rumore esterno
Sez. B
- Rifiuti
Sez. C
- RAEE
Sez. D
- Inquinamento aria
Sez. E
- Approvvigionamento idrico
Sez. F
- Scarichi industriali
Sez. G
- Incidenti rilevanti
Si è infine verificata la situazione aziendale inerente ai presidi di Prevenzione e Protezione. I dati
relativi ai presidi di Prevenzione e Protezione sono riportati nella sezione dedicata al Servizio ed
agli strumenti di cui dispone.
Nell’analisi dei Fattori di Rischio si è tenuto conto anche dei parametri legati all’interazione tra
Ambiente di Lavoro / Attività / Fattori Umani, dei Fattori Psicologici, dell’esistenza di programmi
e procedure di Prevenzione e Sicurezza, e di programmi e procedure di Manutenzione degli
impianti e delle strutture.
In sintesi, il presente documento è basato sul seguente schema di lettura:
1. Descrittiva delle procedure utilizzate e del documento redatto
2. Scheda introduttiva con i dati identificativi dell’Azienda
3. Organigramma del servizio di prevenzione e protezione dai rischi
4. Primo livello: individuazione e descrizione dell’insediamento produttivo
5. Secondo livello: individuazione e descrizione degli edifici
6. Terzo livello: individuazione e descrizione dei reparti/ciclo produttivo
7. Quarto livello: individuazione e valutazione dei rischi delle mansioni e relativi piani di igiene
e sicurezza
8. Descrizione del Piano di igiene e sicurezza aziendale comprendente:
Sez. A:
Piano d’emergenza
Sez. B:
Antincendio
Sez. C:
Primo soccorso
9
9.
Sez. D:
Macchine e impianti
Sez. E:
Dispositivi di Protezione Individuale
Sez. F:
Segnaletica
Sez. G:
Pulizia dei locali
Sez. H:
Servizi di manutenzione
Sez. I:
Inquinamento
Sez. L:
Procedure di sicurezza
Sez. M:
Programmi di formazione/informazione/addestramento
Sez. N:
Allegati
Protocollo conclusivo del Documento
Di seguito viene proposto un diagramma (con ovviamente uno sviluppo parziale) come esempio di
razionalizzazione di eventuali aree omogenee al fine di scomporre le attività, in tutti gli ambiti
aziendali, in fasi operative determinate da specifiche mansioni.
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AZIENDA o ENTE
Dati generali
Ragione sociale:
I.T.C.G.S. “PAOLO TOSCANELLI”
Sede succursale:
Cap:
Città:
VIA CAPO SPERONE N.52
00122
ROMA LIDO
Telefono:
Fax:
E-mail:
065684903
0656000338
[email protected]
Datore di Lavoro:
Carica:
MADDALENA VENDITTI
DIRIGENTE SCOLASTICO
PARTITA IVA-CODICE FISCALE:
Anno Inizio Attività:
80196290581
N. Registro Imprese:
Macrosettore
Associazione di categoria:
Attività produttiva:
N. dipendenti sede principale (compresi assimilati):
ISTITUTO SCOLASTICO
n. = D.S. + D.S.G.A.
n. 07 A.A.-A.T.-C.S.-Co.Co.Co.
n. 30 Docenti
n.299 Alunni
Descrizione sintetica del ciclo produttivo/principali attività:
- ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI.
- PROGETTAZIONE ED EROGAZIONE DI SERVIZI DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE
SECONDARIA SUPERIORE PER GLI INDIRIZZI GEOMETRA, TECNICO COMM.LE
E TURISMO, DI FORMAZIONE SUPERIORE, CONTINUA E DI ORIENTAMENTO.
Sede legale (centrale):
Via delle Rande n.22 – 00122 Roma Lido (RM)
 Ai fini del D.Lgs. 81/08, Dirigente è la persona che, in ragione delle competenze professionali e di
poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore
di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa.
 Ai fini del D.Lgs. 81/08, Preposto è la persona che, in ragione delle competenze professionali e nei
limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende
all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta
esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa.
 Nel reparto è gestito l’obbligo di monitoraggio, verifica e controllo degli adempimenti delle misure di
prevenzione e protezione dai rischi.
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Previsione dinamica del rapporto di lavoro aziendale
FORZA LAVORO
Tipologia rapporto
Dipendenti
Lavoro a tempo pieno
Min
Max
20
37
Lavoro a tempo parziale (part time)
Lavoro intermittente (a chiamata)
A distanza/ a domicilio
Equiparati
Lavoro in distacco
Soci prestatori d’opera (Società o Coop.)
Stagisti
Partecipanti ai corsi di formazione professionale / Apprendistato / Contratto
di inserimento/volontari/ Lavoratori socialmente utili
Somministrazione lavoro
(interinale)
Somministratore
Utilizzatore
Lavoro a progetto
Occasionale (compenso annuo < 5.000 €; prestazioni annue < 30 gg.)
Lavoratori autonomi
Collaboratori familiari
Le variazioni vanno tempestivamente comunicate al Servizio P.P. inviando copia della comunicazione
indirizzata al consulente del lavoro/ufficio personale.
Modello Organizzativo ex D.Lgs 231/2001 / Sistemi di Gestione Aziendale
L’azienda ha adottato il Modello Organizzativo ex D.Lgs 231/2001
-
Il Modello Organizzativo comprende anche il reato
colposo in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Manuale aziendale di igiene e sicurezza
Sistemi di gestione applicati in azienda: (specificare quali)
NO
NO
NO
__________________
12
SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
(D.Lgs. 81/08, art. 28, comma 2, lett. e)
RSPP - Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione
Il Responsabile del servizio è esterno (D.L.gs. 81/08, art. 32)
Nome:
Organismo di appartenenza/Associazione:
FANTINEL STEFANO
AIAS
Qualificazione professionale:
CONSULENTE ESTERNO ALLA SICUREZZA
Indirizzo:
Cap:
Città:
VIA TIZIANO N.7
04100
LATINA
Telefono/Fax:
E-Mail:
0773661407
[email protected]
ASPP - Addetto al Servizio di Prevenzione e Protezione
Nome:
Organismo di appartenenza:
Qualificazione professionale:
Nome:
Organismo di appartenenza:
Qualificazione professionale:
RLS - Rappresentante dei Lavoratori:
Nome: MARIANI ENRICO
Qualifica: Docente
MC - Medico Competente: (D.Lgs. 81/08, sez. V)
Nome: non previsto
Indirizzo:
Cap:
Telefono:
Fax:
Città:
E.Q. - Esperto Qualificato:
Nome:
Indirizzo:
Cap:
Telefono:
Fax:
Città:
13
SERVIZIO EMERGENZE – PERSONALE ADDETTO
Nominativo
P.S.
A.I.
G.E. Data form. Data agg. All.
ALIPERTA A.
X
(vedi archivio)
CERRI L.
X
(vedi archivio)
DI MARIO A.
X
X
(vedi archivio)
LUCACEL E.
X
X
(vedi archivio)
GABRIELLI S.
X
(vedi archivio)
NEGRI I.
X
X
(vedi archivio)
VAVUSO F.
X
X
(vedi archivio)
A.I. = antincendio / P.S. = pronto soccorso / G.E. = gestione emergenze
PREPOSTI
Nominativo
Sede
CINELLI M.
Centrale
VAVUSO F.
Succursale
Data form.
Data agg.
All.
D. LGS. 196/03 – T.U. Privacy
Incaricati al trattamento dei dati del S.P.P.
Nominativo incaricati:
Ufficio
Luogo di custodia dei dati sensibili dei dipendenti, (libro UFFICI AMMINISTRATIVI
infortuni, piano sanitario, schede di anamnesi)
Vi sono controlli a distanza (telecamere, controlli sul
sistema elettronico)
No
TUTTI GLI INGRESSI
14
LIVELLO 1 - INSEDIAMENTO
Insediamento - Tipologia:
ISTITUTO SU 3 LIVELLI (PIANO TERRA, PRIMO E SECONDO)
Indirizzo:
Cap:
Città:
VIA CAPO SPERONE N.52
00122
ROMA LIDO
Telefono:
Fax:
E-mail:
065684903
0656000338
[email protected]
Responsabile di sede:
Carica:
Prof.ssa Maddalena Venditti
Dirigente Scolastico
ASL territ. Comp.:
AZIENDA ASL RM/D
Indirizzo:
Cap:
Città:
VIA FEDERICO PAOLINI N.34
00122
ROMA
Telefono:
Fax:
Descrizione
L’insediamento è inserito in un contesto urbano.
Trattasi di uno edificio scolastico tipico strutturato per la parte operativa su tre livelli, anche se i
livelli destinati al presente Istituto sono due (piano primo e secondo) mentre per quanto concerne
gli uffici e parte del magazzino, sono posti su un unico livello, in cui la sede dell'Istituto è quella
riportata nella tabella sopra indicata.
Layout aggiornato: allegato esterno
Descrizione attività
L’Istituto opera nel settore dell’ istruzione scolastica di II° grado.
Contratti di appalto/Contratti d’Opera (art. 26, D.Lgs. 81/08)
L’azienda affida lavori con contratto d’appalto/d’opera/di
somministrazione
SI
L’azienda dispone di procedure applicate per acquisire dall’impresa appaltatrice o dal lavoratore
autonomo:
certificato di iscrizione alla CCIAA
SI
l’autocertificazione di idoneità tecnico professionale
SI
l’autocertificazione della regolarità contributiva dei dipendenti
SI
Viene elaborato per ogni contratto il documento sui rischi di
interferenza (art.26 D.Lgs. n.81/08)
SI
Vengono stimati i costi della sicurezza
NO
Viene verificata l’esposizione dei tesserini di riconoscimento
SI
15
Comunicazione Infortuni
E’ presente in azienda il registro infortuni
SI
Vengono regolarmente comunicati all’INAIL (con apposita
modulistica) gli infortuni con durata superiore ad 1 gg
SI
Tali moduli sono correttamente registrati e conservati in azienda
SI
Ai fini della valutazione dei rischi sono stati presi in considerazione gli
infortuni registrati negli ultimi tre anni
SI
Ai fini della valutazione dei rischi sono state prese in considerazione le
malattie professionali registrate negli ultimi tre anni
SI
Situazione Assicurativa
INAIL:
P.A.T. INAIL:
Riduzione della tariffa INAIL 2009
NO
RC: Polizza di Responsabilità civile:
Allegato …
Compagnia ………………………
RCO: estensione della copertura alla Responsabilità Civile verso i
dipendenti
Organigramma dell’insediamento
SI
Mansionario
SI
16
LIVELLO 2 - EDIFICIO
Planimetria
Allegato
esterno
L'edificio è di tipo tradizionale (strutturato su tre livelli) con interessamento di due livelli.
Per accedere è necessario immettersi all’interno di un cortile comune ad altro Istituto (Faraday).
Dati tecnici dell'edificio
Tipologia edilizia
Anno di costruzione stabile
Piano
Superficie Totale
Ingresso dei locali
Tipologia dei locali
Tensione di alimentazione
Impianto Elettrico
Cabina di trasformazione
Riscaldamento
Condizionamento
Scolastica
3 (tre)
mq.
Doppio (principale comune e secondario
alternativo per la palestra).
Uffici, aule, laboratori, e palestra (esterna).
220 V e 380 V
220 V e 380 V
SI
Autonomo
Impianto interno differenziato (uffici e laboratori)
Impianti
L'impianto elettrico è posteriore al 1990
SI
Dichiarazioni di conformità aggiornate
Non presenti
L’Istituto è in possesso della comunicazione della messa a terra
Non presente
Progetto degli impianti
Non presente
Dichiarazione di rispondenza
Non presente
17
VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI DI RESISTENZA AL FUOCO DELLE
COSTRUZIONI – D.M. 9-3-2007
I dati tecnico planimetrici e compartimentali coincidono con quelli riferibili al:
LIVELLO 1 – INSEDIAMENTI con particolare evidenza per la gestione emergenze.
Nota: La valutazione delle prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni viene riportata per ogni
locale dotato di pareti di separazione e porte di comunicazione che permettono una
compartimentazione antincendio, grazie alle loro caratteristiche di resistenza al fuoco (REI).
Identificazione dei pericoli di incendio
Materiali immagazzinati e/o manipolati:
 LIBRI E TESTI SCOLASTICI
 PERSONAL COMPUTER, STAMPANTI, FAX, SCANNER E TELEFONI
Schede tecniche
 NEI LOCALI PRESENZA DEI LIBRETTI E MANUALI D’USO MACCHINARI
Identificazione sorgenti di innesco
 ..........................................................................................................................
Attività soggetta al controllo da parte dei VVF
SI
Presenza di sistema di sicurezza antincendio S.G.S.A. SI
Identificazione persone esposte a rischio di incendio






Numero di persone presenti (affollamento massimo previsto)
Presenza di pubblico occasionale con scarsa familiarità degli ambienti
Aree di riposo
Presenza di persone a mobilità ridotta
Presenza di persone con udito o vista limitate
Persone in aree isolate
336
Si
Si
No
n.r.
n.r.
(La possibile presenza di persone a mobilità ridotta e/o con udito o vista limitate non implica la
necessità di particolari misure di sicurezza aggiuntive, in considerazione delle limitate dimensioni dei
locali).
18
CLASSIFICAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO DI INCENDIO DEI LUOGHI DI LAVORO
(Classificazione - conforme all’Allegato I, Punto 1.4.4, DM 10 marzo 1998 - del livello di rischio
incendio ai fini della Valutazione del Rischio dell’azienda e dei provvedimenti relativi da adottare).
LA CLASSIFICAZIONE è RIFERITA AL LIVELLO 1 – INSEDIAMENTI
 I luoghi di lavoro sono classificabili a Rischio di incendio BASSO poiché sono presenti sostanze
a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di
sviluppo di principi di incendio e la probabilità di propagazione dell’incendio è da ritenersi limitata.
Vi rientrano le attività per le quali si può ritenere che i fattori di rischio che possono determinare
l’insorgere di un incendio siano limitati.
 I luoghi di lavoro sono classificabili a Rischio di incendio MEDIO, poiché sono presenti
sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di
incendi, ma in caso di incendio, la probabilità di propagazione dell’incendio è da ritenersi limitata. Vi
rientrano i luoghi di lavoro compresi nell’allegato al DM 16/02/82 e nell’All. IV p.to 4 del D.lgs
81/08.
 I luoghi di lavoro sono classificabili a Rischio di incendio ALTO poiché, per presenza di
sostanze infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio, sussistono notevoli probabilità di
sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme e
non è possibile la classificazione a rischio di incendio medio o basso. Per esempio: Laboratori
nucleari, centrali termoelettriche, produzione e deposito esplosivi, alberghi oltre 200 posti letto,
attività commerciali oltre 20.000 mq., etc...
LIVELLO DI RISCHIO RILEVATO: MEDIO
LIVELLO DI RISCHIO OGGETTO DELLA FORMAZIONE DEGLI ADDETTI: MEDIO/ALTO
19
LIVELLO 3a – REPARTO: UFFICI
Superficie: mq.
Planimetria
Nella sede sono esposte le planimetrie di sicurezza
SI
La planimetria allegata è aggiornata e conforme anche al Piano di
Emergenza
SI
Allegato …
Nella planimetria sono riportati:
•
il verso di apertura e la luce netta delle porte
SI
•
la posizione di: mezzi di spegnimento e dispositivi di sicurezza
SI
•
le posizioni delle cassette di Pronto Soccorso
SI
•
la posizione dei posti di lavoro e di eventuali ostacoli fissi
SI
Descrizione del ciclo produttivo e delle attività svolte nel reparto:
Accettazione clienti/fornitori/agenti, consulenti esterni, visitatori, organi di vigilanza, …
Elaborazione dati (attività amministrativa, contabile e di segreteria)
Tipologia dell’ambiente di lavoro
(X) Uffici Aule didattiche Magazzino Laboratori  Palestra Altro
Condizioni:
(X) Buone
Struttura organizzativa2:
 Medie
 Scarse
 Fatiscenti
Dirigenti: 2
Preposti: 1
Mansioni presenti nel reparto
n.
Descrizione della mansione
N. addetti
1 Impiegati3 amministrativi e tecnici e Collaboratori scolastici
7
3 Dirigenti
=
Totale
7
2
Ai fini del D.Lgs. 81/08: Dirigente è la persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività
lavorativa e vigilando su di essa. Il Preposto è la persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di
poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce
l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un
funzionale potere di iniziativa. Altro si riferisce a tutti quei preposti che non rientrano nell’identificazione capo reparto –
capo squadra.
3
Con il termine "Impiegato" si intendono compresi anche Dirigenti e Quadri, in quanto si riferisce all'esistenza di un
rapporto di lavoro rientrante nell'applicazione della legislazione sulla prevenzione e protezione dai rischi.
20
LIVELLO 3b – REPARTO: AULE DIDATTICHE
Superficie: mq.
(dislocate su piano rialzato, piano primo e piano secondo)
Planimetria
Nella sede sono esposte le planimetrie di sicurezza
SI
La planimetria allegata è aggiornata e conforme anche al Piano di
Emergenza
SI
Allegato …
Nella planimetria sono riportati:
•
il verso di apertura e la luce netta delle porte
SI
•
la posizione mezzi di spegnimento e dispositivi di sicurezza
SI
•
le posizioni delle cassette di Pronto Soccorso
SI
•
la posizione dei posti di lavoro e di eventuali ostacoli fissi
SI
Descrizione del ciclo produttivo e delle attività svolte nel reparto:
Svolgimento attività didattica e formativa agli alunni.
Tipologia dell’ambiente di lavoro
Uffici (X) Aule didattiche Magazzino Laboratori  Palestra Altro
Condizioni:
(X) Buone
Struttura organizzativa2:
 Medie
 Scarse
 Fatiscenti
Dirigenti: =
Preposti: =
Mansioni presenti nel reparto
n.
Descrizione della mansione
N. addetti
1 Docenti
30
2 Alunni
299
Totale
329
21
LIVELLO 3c – REPARTO: MAGAZZINO
Superficie: mq.
Planimetria
Nella sede sono esposte le planimetrie di sicurezza
SI
La planimetria allegata è aggiornata e conforme anche al Piano di
Emergenza
SI
Allegato …
Nella planimetria sono riportati:
•
il verso di apertura e la luce netta delle porte
SI
•
la posizione di: mezzi di spegnimento e dispositivi di sicurezza
SI
•
le posizioni delle cassette di Pronto Soccorso
SI
•
la posizione dei posti di lavoro e di eventuali ostacoli fissi
SI
Descrizione del ciclo produttivo e delle attività svolte nel reparto:
Scarico di materiali di approvvigionamento (carta, prodotti detergenti, materiali di cancelleria e
di ufficio, testi e libri scolastici, attrezzature e macchinari elettronici per gli uffici e laboratori).
Tipologia dell’ambiente di lavoro
Uffici Aule didattiche (X)Magazzino Laboratori  Palestra Altro
Condizioni:
(X) Buone
Struttura organizzativa2:
 Medie
 Scarse
 Fatiscenti
Dirigenti: =
Preposti: 1
Mansioni presenti nel reparto
n.
Descrizione della mansione
N. addetti
1 Collaboratori scolastici
1
Totale
1
22
LIVELLO 3d – REPARTO: LABORATORI
INFORMATICI, TECNICI E CHIMICO
Superficie: mq.
Planimetria
Nella sede sono esposte le planimetrie di sicurezza
SI
La planimetria allegata è aggiornata e conforme anche al Piano di
Emergenza
SI
Allegato …
Nella planimetria sono riportati:
•
il verso di apertura e la luce netta delle porte
SI
•
la posizione di: mezzi di spegnimento e dispositivi di sicurezza
SI
•
le posizioni delle cassette di Pronto Soccorso
SI
•
la posizione dei posti di lavoro e di eventuali ostacoli fissi
SI
Descrizione del ciclo produttivo e delle attività svolte nel reparto:
Formazione teorica e pratica attraverso l’ausilio di attrezzature e macchinari di laboratorio.
Tipologia dell’ambiente di lavoro
Uffici Aule didattiche Magazzino (X) Laboratori  Palestra Altro
Condizioni:
(X) Buone
Struttura organizzativa2:
 Medie
 Scarse
 Fatiscenti
Dirigenti: =
Preposti: 1
Mansioni presenti nel reparto
n.
Descrizione della mansione
N. addetti
1 Assistenti tecnici
1
Totale
1
23
LIVELLO 3e – REPARTO: PALESTRA
Superficie: mq.
Planimetria
Nella sede sono esposte le planimetrie e/o segnaletica di sicurezza
SI
La planimetria e/o la segnaletica allegata è aggiornata e conforme
anche al Piano di Emergenza
SI
Allegato …
Nella planimetria sono riportati:
•
il verso di apertura e la luce netta delle porte
SI
•
la posizione di: mezzi di spegnimento e dispositivi di sicurezza
SI
•
le posizioni delle cassette di Pronto Soccorso
SI
•
la posizione dei posti di lavoro e di eventuali ostacoli fissi
SI
Descrizione del ciclo produttivo e delle attività svolte nel reparto:
Svolgimento attività motoria e sportiva attraverso l’utilizzo di attrezzi ginnici e tradizionali.
Tipologia dell’ambiente di lavoro
Uffici Aule didattiche Magazzino Laboratori (X) Palestra Altro
Condizioni:
(X) Buone
Struttura organizzativa2:
 Medie
 Scarse
 Fatiscenti
Dirigente: =
Preposti: 1
Mansioni presenti nel reparto
n.
Descrizione della mansione
N. addetti
1 Docenti di attività motoria e di educazione fisica
2 Collaboratori tecnici
24
IDENTIFICAZIONE DEI POTENZIALI PERICOLI PER LA
SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI
CAPITOLO 1: POTENZIALI PERICOLI DERIVANTI DALL’AMBIENTE LAVORO
sezione rilevante SI
SEZ. A1 - LOCALI DI LAVORO
(D.P.R. 447/98 – D.lgs 81/08 Titolo II)
Settore rilevante per definizione: l’esistenza di locali di lavoro comporta potenziali pericoli per
l’Igiene e la Sicurezza dei Lavoratori
Vi sono ambienti lavorativi in locali chiusi e/o delimitati
SI
Documentazione
Planimetrie di sicurezza
SI
Adempimenti amministrativi per la ristrutturazione/modifica dei locali
NO
sezione rilevante SI
SEZ. A2 – ATTIVITÀ LAVORATIVA SVOLTA IN ESTERNO
Vi è personale dipendente che svolge saltuariamente / sistematicamente la
propria attività all’esterno della sede aziendale
SI
Documentazione
Procedure per attività in esterno
SI
SEZ. A3 – RAPINA E AGGRESSIONE
L’attività espone a rischi significativi di rapina e/o aggressione
Documentazione
Procedure di security
Impianti di tutela
sezione rilevante NO
NO
SEZ. B - SEMINTERRATI
(D.lgs 81/08)
Ambienti di lavoro per oltre il 50% sotto il livello stradale
Documentazione
Deroga ASL per l’utilizzo dei locali seminterrati (Art. 65 D.lgs. 81/08)
Certificazione di salubrità da Radon (D.Lvo 230/95)
sezione rilevante NO


NO


sezione rilevante NO
SEZ. C - IGIENE DI ALIMENTI E BEVANDE
(Reg. CE 852/04 - 853/04 - 2073/05 – D.L.vo 193/07)
L'Azienda produce, prepara, confeziona, vende, somministra alimenti o bevande
NO
L’Azienda dispone di una mensa interna
NO
Documentazione
Autorizzazione sanitaria

Formazione biennale per tutti gli operatori addetti alla preparazione o manipolazione

di sostanze alimentari

Documento di autocontrollo (HACCP)
SEZ. D - MINIERE/CAVE
(D.P.R. 128/59 - D.P.R. 185/54 - D.L.vo 81/08)
L'Azienda esercita attività in miniere e/o cave
sezione rilevante NO
NO
25
CAPITOLO 2: POTENZIALI PERICOLI CONNESSI A CANTIERI / LAVORI IN QUOTA
SEZ. A - ATTIVITÀ DI CANTIERE
(D.lgs 81/08 Titolo IV)
L'Azienda esercita attività di cantiere in qualità di Committente
L'Azienda esercita attività di cantiere in qualità di Appaltatore
L'Azienda esercita attività di cantiere in qualità di Subappaltatore
sezione rilevante NO
SEZ. B- LAVORI IN QUOTA
(D.lgs 81/08 - Titolo IV)
L'Azienda esegue lavori in quota
Documentazione
Procedura di valutazione e verifica delle attrezzature e DPI utilizzate
sezione rilevante NO
NO
NO
NO
NO
NO
CAPITOLO 3: POTENZIALI PERICOLI CONNESSI ALL’USO DI VIDEOTERMINALI
sezione rilevante SI
SEZ. F - USO DI VIDEOTERMINALI
(D.lgs 242/96 e D.lgs 81/08 - titolo VII)
Vi sono mansioni che prevedono, in modo sistematico o abituale, per almeno 20 ore
settimanali, dedotte le pause, l’utilizzo di un’attrezzatura munita di videoterminale
NO
Postazioni di lavoro con attrezzatura munita di videoterminale conformi ai requisiti
minimi dell’All. XXXIV al D.lgs 81/08
SI
Documentazione
Relazione illuminotecnica
NO
CAPITOLO 4: POTENZIALI PERICOLI CONNESSI ALLA MOVIMENTAZIONE CARICHI
sezione rilevante SI
SEZ. C – RISCHI BIOMECCANICI/MOVIMENTAZIONE
MANUALE DEI CARICHI
(D.Lgs 81/08 - Titolo VI)
Vi sono mansioni che movimentano carichi
SI
La movimentazione manuale dei carichi può comportare rischi tra l’altro dorso- NO
lombari
Documentazione

Procedura di movimentazione

Valutazione secondo all. XXXIII D. Lgs. 81/08
26
CAPITOLO 5 : POTENZIALI PERICOLI MECCANICI
SEZ. A - MACCHINE ED ATTREZZATURE DI LAVORO
(D.P.R. 459/96 – Comunitaria/04 – D.lgs 93/00 - D.M. 329/04 - D.lgs 81/08)
L’Azienda dispone di macchine, apparecchi o utensili
Utilizza impianti o apparecchi a pressione rilevanti
Esegue operazioni di saldatura o taglio a ossiacetilene / ossidriche
Documentazione
Macchine, apparecchi o utensili a norma Comunitaria/04
Macchine, apparecchi o utensili certificati CE
Libretti di manutenzione
Dispone di elevatori, mezzi di trasporto (carrelli elevatori, transpallet)
Documentazione
Libretti I.S.P.E.S.L.
SEZ. B - IMPIANTI
(D.P.R. 459/96- D.L.vo 81/08- D.M. 37/08)
Esistono impianti fissi / catene di montaggio per la produzione
Esistono impianti di combustibili e/o comburenti
Esistono impianti idrici / sanitari
Esistono impianti antincendio
Esistono impianti di condizionamento
Esistono impianti termici (caldaie)
Documentazione
Libretto di impianto o di centrale
Verifica dei fumi
Patentino per la conduzione
Progetto di impianto
Dichiarazione di conformità
Dichiarazione di rispondenza
Attestato di collaudo
sezione rilevante SI
SI
NO
NO
SI
SI
(in corso di
completamento)
NO

sezione rilevante SI
NO
NO
SI
SI
SI
SI







SEZ. C - UTILIZZO DI OLI MINERALI O SINTETICI, IMPIANTI sezione rilevante NO
AD OLIO
(D.lgs 152/06 - D.M. 17/01/92 - D.L.vo 209/99 - D.M. 11/10/01)
Il Reparto utilizza oli a base minerale o sintetica (lubrificanti o industriali)
NO
Prodotti di base e/o intermedi contenenti PCB e/o PCT
NO
Il Reparto possiede cabine di trasformazione con trasformatori ad olio
NO
Il Reparto possiede apparecchiature elettriche (condensatori, ecc.) ad olio
NO
27
CAPITOLO 6 : POTENZIALI PERICOLI ELETTRICI
sezione rilevante NO
SEZ. A – LAVORAZIONI CON RISCHI ELETTRICI
(D.lgs 81/08)
Si eseguono lavorazioni sotto tensioni nominali non superiori a 1000 V in NO
corrente alternata e 1500 V in corrente continua
Si eseguono lavorazioni sotto tensioni nominali superiori a 1000 V in corrente NO
alternata e 1500 V in corrente continua
L’azienda è in possesso di apposita autorizzazione con specifico provvedimento
dei competenti uffici del Ministero del Lavoro e della previdenza sociale ad 
operare sotto tensione.

Formazione/informazione/addestramento e istruzioni al personale
sezione rilevante SI
SEZ. B – IMPIANTI ELETTRICI
(D.P.R. 462/01 – L. 46/90 - D.lgs 81/08)
Settore rilevante per definizione: l’esistenza di un impianto elettrico comporta potenziali pericoli
per l’Igiene e la Sicurezza dei Lavoratori
Impianto elettrico particolare per scariche atmosferiche (parafulmini)
SI
Documentazione
Dichiarazioni di conformità impianto elettrico
SI
Dichiarazione di rispondenza
NO
Progetto dell’impianto
NO
L'Azienda è in possesso della comunicazione della messa a terra I.S.P.E.S.L.
ovvero A.S.L. o sportello unico

Si effettuano le verifiche periodiche di funzionalità della messa a terra:
- impianto ordinario
 (quinquennale)
- impianto a rischio (c/o cantieri o locali a uso medico, maggior rischio in caso  (biennale)
di incendio “MARCI a-b-c CEI 64-8”)
CAPITOLO 7: POTENZIALI PERICOLI DI ESPLOSIONI/INCENDI
sezione rilevante SI
SEZ. A - PREVENZIONE INCENDI
(D.M. 10/3/1998 – D.M. 16/02/82 - D.lgs 81/08)
Settore rilevante per definizione: l’esistenza di un ambiente di lavoro comporta potenziali pericoli
di incendio
L’attività è sottoposta agli obblighi di prevenzione incendi
SI
L’azienda svolge un’attività per cui è obbligatorio il C.P.I.
SI
Documentazione
Certificato di Prevenzione Incendi o Nulla Osta o Visto Edilizio
NO
Piano di emergenza
SI
Registro sicurezza antincendio
SI
valutazione delle prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni
NO
28
SEZ. B – ATMOSFERE ESPLOSIVE
(D.lgs 81/08 Titolo XI)
Vi sono luoghi in cui possono crearsi atmosfere esplosive
Sono state adottate le prescrizioni previste nell’All. L del D.lgs 81/08
Impianto elettrico particolare per il pericolo di esplosioni (antideflagrante)
Documentazione
Omologazione ASL-ARPA dell’impianto elettrico antideflagrante
Verifiche periodiche biennali sull’impianto antideflagrante
Documento sulla protezione contro le esplosioni
Delimitazione e classificazione delle aree
Formazione/informazione/istruzioni al personale
sezione rilevante NO
NO
NO





CAPITOLO 8 : POTENZIALI PERICOLI DA AGENTI CHIMICI
SEZ. A - AGENTI CHIMICI
( D.lgs 52/97 – D.lgs 65/03 - D.lgs 81/08 Titolo IX)
Attività che comporta la presenza di agenti chimici pericolosi
L’attività dell’Azienda può prevedere una o più ipotesi di Sorveglianza
Sanitaria collegata al Rischio Chimico
E’ stata effettuata la valutazione del Rischio chimico a cura di uno
specialista
Il rischio chimico alla data del presente documento è dichiarato:
Documentazione
Schede tecniche degli agenti chimici pericolosi
Analisi nell’ambiente di lavoro
Sono previste esplicite Procedure di Sicurezza
SEZ. B - AGENTI CANCEROGENI/ MUTAGENI
(D.lgs 52/97 – D.lgs 65/03 - D.lgs 81/08 Titolo IX)
Si usano agenti chimici nel ciclo produttivo siglati R45 - R49- R40 – R46 –
R68
Si svolgono processi industriali ex all. XLII
Documentazione
Relazione tecnica sulla Valutazione del Rischio
Registro dei lavoratori esposti
sezione rilevante SI
SI
NO
NO
Basso per la
Sicurezza.
Irrilevante per la
Salute.
SI
SI
SI
sezione rilevante NO
NO
NO
NO
NO
29
SEZ. C - GAS TOSSICI / ANESTETICI
(R.D. 147/27 - R.D. 773/31)
L’Azienda utilizza gas tossici / anestetici (tab. gas)
Documentazione
Misura dell’aerodispersione dei gas
sezione rilevante NO
NO

sezione rilevante NO
SEZ. D - AMIANTO AERODISPERSO
(D.lgs 81/08 - Titolo IX )
L’Azienda svolge attività in cui vi è rischio di esposizione alla polvere di NO
Amianto o di materiali contenenti Amianto
All'interno dei reparti sono presenti strutture edilizie contenenti amianto
NO
Documentazione

Valutazione del rischio specifica

Misura dell’aerodispersione di amianto
CAPITOLO 9 : POTENZIALI PERICOLI DA AGENTI FISICI
sezione rilevante NO
SEZ. A - RADIAZIONI IONIZZANTI
( D.L.vo 230/95)
L’Azienda ha in dotazione una o più apparecchiature / sorgenti a Radiazioni NO
Ionizzanti
Documentazione

E’ stato nominato l’Esperto Qualificato

E’ stato nominato il Medico Autorizzato
SEZ. B – CAMPI ELETTROMAGNETICI
(D.Lvo 81/08)
L’Azienda dispone di sorgenti campi elettromagnetici
Documentazione
Valutazione dei rischi specifica
Misure analitiche
Segnaletica specifica e accesso limitato
sezione rilevante NO
SEZ. C – SORGENTI DI RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI
(D.Lvo 81/08)
L’Azienda dispone di sorgenti di radiazioni ottiche artificiali
Documentazione
Valutazione dei rischi specifica
Misure analitiche
Istruzioni del fabbricante dell’apparecchiatura
Segnaletica specifica e accesso limitato
sezione rilevante NO
SI



NO




30
sezione rilevante SI
SEZ. D - RUMORE INTERNO
(D.Lvo 81/08 - Titolo VIII)
Settore rilevante per definizione: l’esistenza di un ambiente di lavoro comporta potenziali pericoli
per l’Igiene e la Sicurezza dei Lavoratori
Sorgenti di rumore significative nell’Ambiente di Lavoro (70/75 Lae.q)
NO
Documentazione
Relazione Tecnica sulla Valutazione del rischio rumore (fonometria)
NO
Valutazione inferiore ai limiti di azione
NO
SEZ. E - VIBRAZIONI
(D.Lvo 81/08)
Si utilizzano macchine che provocano vibrazioni di tutto il corpo
Si utilizzano macchine che provocano vibrazioni mano-braccio
Documentazione
Relazione Tecnica sulle Vibrazioni
sezione rilevante NO
NO
NO
NO
sezione rilevante SI
SEZ. F - MICROCLIMA
(D.lgs 81/08)
Settore rilevante per definizione: temperatura, aria e umidità vanno tenute sotto controllo
Aerazione naturale
SI
Impianti di condizionamento aria
SI/NO
Documentazione
Relazione tecnica UNI /descrizione dell’impianto
NO
Indagine ambientale e condizioni microclimatiche
NO
CAPITOLO 10 : POTENZIALI PERICOLI DA AGENTI BIOLOGICI
SEZ. A - AGENTI BIOLOGICI
(D.Lgs 81/08 - Titolo X)
Attività ex all. XLIV D.Lgs 81/08
L’attività opera con impiego di Agenti biologici
sezione rilevante NO
NO
NO
sezione rilevante NO
SEZ. B – LEGIONELLA/SALMONELLA
(D.Lgs 81/08 – Titolo X)
L’attività utilizza impianti industriali (torri evaporative, ecc.)
NO
Vi sono impianti di trattamento aria/acqua (umidificatori, canalizzazioni, ecc.) NO
31
CAPITOLO 11 : POTENZIALI PERICOLI DA FATTORI ORGANIZZATIVI
sezione rilevante SI
SEZ. A – CONTESTO LAVORATIVO
Funzione e cultura organizzativa, ruolo nell’organizzazione, evoluzione nella carriera, autonomia
decisionale/controllo, rapporti interpersonali sul lavoro, interfaccia casa/lavoro
Settore rilevante per definizione: l’esistenza di un ambiente di lavoro organizzato comporta
potenziali pericoli per la Salute dei Lavoratori
Documentazione
Relazione indagine rischi psicosociali
(in corso)
Relazione indagine rischio burnout
(in corso)
sezione rilevante SI
SEZ. B – CONTENUTO DEL LAVORO
Ambiente di lavoro e attrezzature di lavoro, progettazione dei compiti, carico/ritmo di lavoro, orario
di lavoro
Settore rilevante per definizione: l’esistenza di lavoro organizzato comporta potenziali pericoli
per la Salute dei Lavoratori
Documentazione
Relazione indagine rischi psicosociali
(in corso)
sezione rilevante SI
SEZ. C – RELAZIONI INTERPERSONALI
Comunicazioni conflittuali, dinamiche che regolano le interazioni tra le persone, disfunzioni
relazionali
Settore rilevante per definizione: l’esistenza di relazioni interpersonali in un ambiente di lavoro
organizzato comporta potenziali pericoli per la Salute dei Lavoratori
Documentazione
Relazione indagine rischi psicosociali
(in corso)
Relazione indagine rischio mobbing
(in corso)
CAPITOLO 12 : INTERAZIONE ATTIVITA’ / NORME AMBIENTALI
SEZ. A - RUMORE ESTERNO
L’attività diffonde rumore all’esterno
Documentazione
Piano di zonizzazione acustica
Relazione Tecnica sulla Valutazione del rumore
sezione rilevante NO
NO
SEZ. B - RIFIUTI INDUSTRIALI
L’attività comporta la produzione di rifiuti speciali
L’attività comporta la produzione di rifiuti pericolosi
Documentazione
Registro carico/scarico
sezione rilevante SI
SI
NO


SI
32
SEZ. C - RAEE
L’azienda importa o produce Apparecchiature elettriche/elettroniche
L’azienda vende apparecchiature elettriche/elettroniche
Documentazione
Adesione ad un consorzio per produttori AEE domestici
Organizzazione del sistema di raccolta e smaltimento dell’usato
sezione rilevante NO
NO
NO


sezione rilevante NO
SEZ. D - INQUINAMENTO ARIA
L’Azienda ha installato macchinari o impianti che provocano emissioni in NO
atmosfera
Documentazione

Indagine emissioni in atmosfera

Autorizzazione alle emissioni
SEZ. E - APPROVVIGIONAMENTO IDRICO
L’Azienda possiede un pozzo privato
Documentazione
Concessione approvvigionamento
sezione rilevante NO
NO
SEZ. F - SCARICHI INDUSTRIALI
L’Azienda possiede uno scarico industriale (acqua)
Documentazione
Controlli analitici
Autorizzazione
sezione rilevante NO
NO
SEZ. G - INCIDENTI RILEVANTI
(D.L.vo 238/05)
L’Azienda utilizza sostanze combustibili e comburenti in quantità rilevanti
Utilizza sostanze tossiche siglate T / T+ / E / con frase di rischio R45
Documentazione
Dichiarazione D.L.vo 334/99
sezione rilevante NO



NO
NO

Alla luce delle valutazioni effettuate si ipotizza necessaria la Sorveglianza Sanitaria
SI
33
LIVELLO 4 – MANSIONI RILEVATE:
1) Descrizione della o delle attività:
Attività didattico-formativa attinente l’indirizzo scolastico indicato.
Formazione secondaria superiore sugli indirizzi commerciali, tecnici e per geometri.
2) Numero totale di lavoratori adibiti:
3) Strumenti di lavoro: _______________________________________________
+ Dotazioni per:
(SI) Collaboratori scolastici (NO) Meccanici (SI) Manutentori (NO)
Magazzinieri (NO) Installatori (SI) Impiegati tecnici ed amministrativi ________________
4) Norme di sicurezza:
SI
Manuali operativi macchine e impianti
(NO) Relazioni tecniche (rumore, vibrazione, rischio chimico, ecc.)
(SI) Procedure di sicurezza, Istruzioni Operative, Prescrizioni mediche, DPI (come riportati in
tabella Mansioni)
5) Orario di Lavoro aziendale: Mattino: 8:00-14:00
* Interazione Posto di Lavoro/Attività/Fattori umani *
Fattore rilevante
Misure di prevenzione
sezione rilevante SI/NO
SEZ. 1 – SITUAZIONI SOGGETTIVE
Il personale comprende apprendisti e avventizi *
NO
Presenza di lavoro minorile* °
NO
Presenza di disabili* °
SI Presenza disabili impiegati in
Interferenza di terzi estranei (clienti, visitatori, ecc.) *
negli uffici amministrativi.
Rispetto prescrizioni generali.
SI Tutti i visitatori devono essere
accompagnati nei vari
ambienti da personale interno.
Presenza di lavoro interinale
NO
Presenza di lavoratori stranieri con scarsa padronanza della lingua
italiana
NO
Presenza di lavoratori con notevole differenza anagrafica
SI
Fattore rilevante
SEZ. 2 – SITUAZIONI MATERNITA’
Vi sono potenziali situazioni di maternità nella mansione
La mansione è vietata durante la gestazione
Sono state evidenziate potenziali situazioni a rischio
SI
NO
NO
Fattore rilevante
SEZ. 3 – FATTORI ERGONOMICI
Il lavoro è eseguito in condizioni ergonomiche non favorevoli
(ritmi elevati, flessioni e torsioni del busto, postura, ecc.)
NO
Impegno muscolare (fatica fisica, movimenti ripetitivi, posizioni in
piedi per lungo tempo, ecc.)
NO
Sforzo visivo e manuale combinato
n.r.
Misure di prevenzione
sezione rilevante SI
D.Lgs.151/01
Misure di prevenzione
sezione rilevante SI
Cambio mansione o riposo
compensativo ogni 2 ore di
attività fisica impegnativa.
NO
34
Fattore rilevante
SEZ. 4 – ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
La mansione prevede attività mutevoli o imprevedibili (lavoro presso
terzi, compiti variabili, ecc.)
SI
Processi di lavoro usuranti: Lavori fisicamente pesanti
NO
Frequenti Straordinari
NO
Turni di Lavoro
NO
Lavoro notturno * °
NO
Posti di lavoro variabili
SI
Lavoro isolato
NO
Coinvolgimento eventuale in altre mansioni
NO
Sistemi di sicurezza, comunicazioni informazioni poco affidabili NO
Regole e norme carenti, imprecise, ambigue
NO
Misure di prevenzione
sezione rilevante SI
Cambio mansione o riposo
compensativo ogni 2 ore di
attività fisica impegnativa.
Fattore rilevante
SEZ. 5 – FATTORI PSICOLOGICI
La mansione prevede attività ripetitive, monotone
NO
La mansione comporta impegno mentale (carico di lavoro mentale,
attenzione)
SI
Sollecitazioni emotive correlate al compito (lavoro d’attesa,
emergenze, cambiamenti improvvisi, ecc.)
NO
Caratteristiche individuali in relazione al compito (abilità.
competenze, conoscenze, esperienza, ecc.)
SI
La mansione comporta la continua presa di decisioni
NO
Le caratteristiche del lavoro richiedono una specifica attitudine al
compito (Rischio burnout)
NO
Misure di prevenzione
sezione rilevante SI
Fattore rilevante
SEZ. 6 – CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI
Lavoro esposto ad agenti climatici rilevanti
Lavoro con animali
Lavori in acqua o in immersione
Lavori in atmosfere superiori o inferiori al normale
Altre situazioni:
Misure di prevenzione
sezione rilevante NO
NO
NO
NO
NO
Note:
* implicano l’esistenza di una procedura
° implicano l’incarico al Medico Competente/controllo dell’ASL

implicano l’avviamento della pratica presso l’Ispettorato del Lavoro
(*) vedi Rischi di tipo organizzativo a pag. 2. Una probabilità alta dei rischi organizzativi indica la
necessità di adottare urgentemente delle misure di prevenzione e protezione specifiche.
35
CONCLUSIONI ED AZIONI CONSEGUENTI
Valutazione
dell’entità dei
rischi*
Descrizione sintetica
del tipo di pericolo e
dei rischi associati
Mansioni esposte ai
rischi indiv.
Individuazione dei rischi per mansioni presenti nei Reparti, determinati da luoghi di lavoro,
attrezzature, materiali, cicli operativi e fattori umani e misure di sicurezza
(D.Lgs. 81/08, art. 28, comma 2, lett. b, c, f)
Adottate
Misure di Prevenzione e Protezione
(Art. 28, comma 2, lett. b)
Tempi di
realizzazione
Programmati
interventi di miglioramento
(Art. 28, comma 2, lett. c)
1. Potenziali pericoli derivanti da strutture/ambiente di lavoro
A1 - Locali di lavoro (unità produttiva)
SI
1
SI/SI
A2 - Attività lavorativa svolta in esterno (cantieri temporanei)
NO
n.r.
NO
n.r.
A3 - Rapina e aggressione
B – Seminterrati (non presenti)
NO
n.r.
C - Igiene di alimenti e bevande (distributori automatici)
SI
1
SI/SI
D - Miniere e cave (non presenti)
NO
n.r.
2. Potenziali pericoli connessi a cantieri / lavori in quota
A – Cantieri
NO
n.r
NO
n.r.
B - Lavori in quota
3. Potenziali pericoli connessi all’uso di videoterminali
A - Uso di videoterminali
SI
2
SI/SI
4. Potenziali pericoli connessi alla movimentazione carichi
A - Rischi biomeccanici/movimentazione manuale dei carichi
SI
2
SI/SI
5. Potenziali pericoli meccanici
A - Macchine ed attrezzature di lavoro
36
Valutazione
dell’entità dei
rischi*
CONCLUSIONI ED AZIONI CONSEGUENTI
Mansioni esposte ai
rischi indiv.
Descrizione sintetica
del tipo di pericolo e
dei rischi associati
Adottate
Misure di Prevenzione e Protezione
(Art. 28, comma 2, lett. b)
SI
2
SI/SI
SI
2
SI/SI
Tempi di
realizzazione
Programmati
interventi di miglioramento
(Art. 28, comma 2, lett. c)
B – Impianti
C- Utilizzo di oli minerali o sintetici, impianti ad olio
NO
n.r.
6. Potenziali pericoli elettrici
A - Lavorazioni con rischi elettrici
SI
2
NO
n.r.
SI/SI
B - Impianti elettrici
7. Potenziali pericoli di esplosioni/incendi (centrale termica)
A - Prevenzione incendi
SI
2
NO
n.r.
SI/SI
B - Atmosfere esplosive
8. Potenziali pericoli da agenti chimici (laboratorio)
A - Agenti chimici
SI
2
SI/SI
SI
2
SI/SI
NO
n.r.
NO
n.r.
B - Agenti cancerogeni e mutageni
C - Gas tossici / anestetici
D - Amianto aerodisperso
9. Potenziali pericoli da agenti fisici
A - Radiazioni ionizzanti
NO
n.r.
B - Campi elettromagnetici
NO
n.r.
37
CONCLUSIONI ED AZIONI CONSEGUENTI
Valutazione
dell’entità dei
rischi*
Mansioni esposte ai
rischi indiv.
Descrizione sintetica
del tipo di pericolo e
dei rischi associati
Adottate
Misure di Prevenzione e Protezione
(Art. 28, comma 2, lett. b)
Tempi di
realizzazione
Programmati
interventi di miglioramento
(Art. 28, comma 2, lett. c)
C - Radiazioni ottiche artificiali
NO
n.r.
SI
1
NO
n.r.
SI
1
D - Rumore interno
SI/SI
E – Vibrazioni
F – Microclima
SI/SI
10. Potenziali pericoli da agenti biologici
A - Agenti biologici
NO
n.r.
NO
n.r.
B - Legionella/Salmonella
11. Potenziali rischi organizzativi (Rischi psicosociali)
A - Contesto lavorativo
SI
SI/SI
In valutazione
SI
SI/SI
In valutazione
SI/SI
In valutazione
B – Contenuto del lavoro
C - Relazioni interpersonali
SI
38
FORMULE di VALUTAZIONE e AZIONI CONSEGUENTI4 (*)
(*) Rating conforme alle linee guida della Comunità Europea
1
2
I rischi sono, allo stato attuale, Terminare ora le valutazioni.
insignificanti e non è ragionevolmente Non sono necessarie ulteriori misure.
prevedibile che aumentino in futuro.
I rischi individuati sono ad un livello E’ possibile apportare miglioramenti alla
accettabile
e
sotto
controllo protezione. Si terminano le valutazioni. Il
conformemente alle norme vigenti.
mantenimento dei livelli di sicurezza compete ai
sistemi di protezione del Datore di Lavoro.
3
I rischi individuati sono attualmente sotto Definire le precauzioni per migliorare la
controllo ma è legittimo pensare che in protezione, e mantenere, eliminare, controllare e
futuro possano aumentare.
minimizzare la maggiore esposizione ai rischi.
4
I rischi individuati sono sotto controllo ma Determinare le misure aggiuntive per riprendere
i sistemi di prevenzione e sicurezza non il controllo in caso si verifichi una situazione ad
sono adeguati.
alto rischio malgrado le precauzioni.
5
Sono
stati
individuati
rischi
potenzialmente significativi, ma non vi è
alcuna certezza che possano provocare
malattie o ferite.
Paragonare le misure esistenti alle norme di
buona prassi. Se il paragone è negativo,
determinare cosa è stato fatto per migliorare le
misure di prevenzione e protezione.
6
I rischi individuati sono adeguatamente
controllati, ma non sono rispettati i
principi generali stabiliti nell' art. 15 D.lgs
81/08.
Ridurre i rischi o modificare il regime di
controllo in modo da conformarsi alle statuizioni
normative, basandosi sulla buona prassi come
guida.
7
8
Vi sono rischi significativi
adeguatamente controllati.
e
non Identificare e porre in atto misure provvisorie
immediate per prevenire e controllare
l’esposizione ai rischi. (Esaminare l’eventualità
di bloccare il ciclo produttivo). Valutare le
esigenze a lungo termine.
Non sono stati raccolti dati sufficienti per Proseguire nella ricerca di dati sino a giungere
valutare correttamente i fattori di ad una delle conclusioni di cui sopra. Nel
esposizione al rischio.
frattempo applicare i principi di sicurezza
professionale per minimizzare l’esposizione.
Misure di Prevenzione/Protezione adottate (Art. 28 comma 2 lett. b)
Le misure di prevenzione e protezione individuate a seguito della valutazione dei rischi sono
classificate per tipologia (comportamentali, organizzative, tecniche) e si rimanda alla specifica sezione
del presente documento per le specifiche modalità di attuazione.
Misura
1 - Procedure di sicurezza
2 - Istruzioni Operative
3 - Formazione, addestramento
COMPORTAMENTALI
Descrizione Soggetti Responsabili 5
Sez. L
Dirigenti
Dirigenti – Preposti
Sez. I bis
Dirigenti
Data Verifica
ORGANIZZATIVE
4
Questa tabella definisce criteri di valutazione Qualitativi per cui la scala da 1 a 8 non indica alcuna progressione nella
gravità del danno.
5
Ferma restando la responsabilità primaria e concorrente del Datore di Lavoro, che può liberarsene solo delegando
ufficialmente e formalmente i compiti purchè la delega sia efficace e comprenda le risorse e i poteri necessari alla sua
attuazione. I soggetti qui indicati sono coloro che rispondono “in proprio” in forza del loro ruolo, indipendentemente dalle
deleghe/Procure ricevute.
39
4 - Sorveglianza sanitaria
5 - Carichi di lavoro
6 - Informazione/segnaletica
7 - Monitoraggio
8 - Intervento di uno specialista
9 - Ripari/Dispositivi di
sicurezza
10- DPI
11- Locali di lavoro
12- Manutenzione
Piano Sanitario Dirigenti
+ Sez. C
Dirigenti – Preposti
Sez. I
Dirigenti – Preposti
Dirigenti
Dirigenti
Sez. D
TECNICHE
Dirigenti - Preposti
Sez. E
Sez. A – B- F
Sez. G – H
Preposti
Dirigenti - Preposti
Dirigenti - Preposti
13 - Altro:
MANUTENZIONE ORDINARIA delle MISURE di PREVENZIONE e PROTEZIONE ADOTTATE
Dopo aver individuato le Misure di P&PR più opportune è indispensabile assicurare la loro applicazione
puntuale e manutenzione nel tempo. Per ottenere tale risultato è necessario tener conto degli infortuni
ed incidenti, e dei “quasi infortuni o quasi incidenti” quali indicatori dell’efficacia del sistema
progettato, che spesso non sono adeguatamente evidenziati nei momenti canonici di controllo poiché
risultano accadere in modo fortuito o occasionale. Per queste situazioni, è importante stabilire le
modalità per la rilevazione delle anomalie e/o situazioni di pericolo che consenta di raccogliere
informazioni preziose necessarie per poter valutare il da farsi in termini di azioni preventive/correttive.
SEGNALAZIONE delle Anomalie e/o Situazioni di pericolo
Attività
Soggetti responsabili
Modalità
Segnalazione delle anomalie
Tutto il personale
Segnalazione al Preposto, all’RLS o
all’Addetto alla sicurezza
Segnalazione degli infortuni
Tutto il personale
Segnalazione al Preposto, al
Dirigente, al DdL
Segnalazione dei quasi infortuni
Tutto il personale
Segnalazione al Preposto, al
Dirigente, al DdL
Segnalazione degli incidenti
Tutto il personale
Segnalazione al Preposto, al
Dirigente, al DdL
Segnalazione dei “quasi incidenti” Tutto il personale
Segnalazione al Preposto, al
Dirigente, al DdL
Prodotti in uso non conformi
Tutto il personale
Segnalazione al Preposto, al
Dirigente, al DdL e al responsabile
ufficio acquisti
Infortunio:
Quasi infortunio:
Incidente:
Quasi incidente:
danno alla persona
danno alla persona evitato per puro caso
danno solo alle cose
danno alle cose evitato per puro caso
40
Individuazione dei livelli di rischio lavorativo nel ciclo aziendale rilevato:
Descrizione
lavorativa
Gestione degli archivi
scolastici e
predisposizione
programmi formativi.
Attività contabile ed
amministrativa.
Approvvigionamento
dei materiali
necessari per la
gestione ordinaria
dell’Istituto.
Scarico materiali e
semilavorati e
stoccaggio e/o
deposito in
magazzino.
Movimentazione
interna dei beni (libri,
materiale didattico ed
accessori per la
palestra).
Pulizia dei vari
ambienti lavorativi.
Manipolazione di
sostanze pericolose
(laboratorio chimico).
Esercitazioni tecniche
su videoterminali
(laboratorio VDT)
Rischio
infortunio
Affaticamento visivo
da utilizzo VDT.
Misure di
sicurezza
adottate
Assicurarsi del
rispetto delle
disposizioni previste
dall’allegato XXXIV
D.Lgs. n.81/08 e s.m.i
Assicurarsi del
rispetto delle
disposizioni previste
dall’allegato XXXIV
D.Lgs. n.81/08 e s.m.i
Assicurarsi che il
mezzo di trasporto
(furgone o autocarro
Abrasioni e/o
sia perfettamente
contusioni da
immobile e/o a
schiacciamento e/o
motore spento).
tagli agli arti inferiori Assicurarsi della
e superiori.
perfetta funzionalità
dei macchinari
utilizzati (carrello
elevatore, trans pallet
e carrello manuale).
Contusioni e/o
Assicurarsi della
distorsioni agli arti
perfetta funzionalità
inferiori e superiori
dei macchinari
da scivolamento.
utilizzati (carrello
Lesioni dorso-lombari. elevatore, trans pallet
e carrello manuale).
Contusioni e/o
Assicurarsi della
distorsioni agli arti
perfetta funzionalità
inferiori e superiori
dei macchinari
da scivolamento.
utilizzati (attrezzatura
Lesioni dorso-lombari. destinata alle pulizie).
Dermatite da contatto.
Assicurarsi della
Intossicazione da
perfetta funzionalità
vapori generati dall’
dei macchinari
utilizzo e dalla
utilizzati e dell’
miscelazione dei
integrità dei
preparati chimici.
contenitori di
sostanze utilizzate.
Assicurarsi del
Affaticamento visivo
rispetto delle
da utilizzo VDT.
disposizioni previste
dall’allegato XXXIV
D.Lgs. n.81/08 e s.m.i
Affaticamento visivo
da utilizzo VDT.
Utilizzo
DPI
Livello di rischio
n.r..
L1
n.r.
L1
Scarpe
antinfortunistiche.
Guanti in pelle.
Casco protettivo.
Scarpe
antinfortunistiche.
Guanti in pelle.
Scarpe
antinfortunistiche.
Guanti in gomma.
Mascherine per
polveri.
Occhiali trasparenti.
Indumenti protettivi.
Mascherine per
vapori e polveri.
Guanti protettivi.
n.r..
L2
L2
L2
L3
L1
41
Nella valutazione dei rischi sono riportate, per ciascun sistema e/o fase di lavoro, i rischi e gli
inconvenienti (con la relativa quantificazione del livello di rischio), i provvedimenti da attuare
per prevenire gli infortuni, le norme comportamentali per ovviare agli inconvenienti ed i
reparti/dipendenti esposti.
Per la valutazione del rischio (generico e specifico) sono stati considerati i seguenti criteri:
Identificazione della fasi di
lavoro e delle sorgenti
Dove
pericolose

Strutture - Ambienti di lavoro:

Macchine

Impianti

Sostanze

Agenti chimici

Agenti fisici

Agenti biologici
Individuazione dei rischi di
esposizione in relazione
all'uso di macchine,
Rischi di infortunio e rischi di malattie
Quali
professionali
attrezzature e sostanze
Descrizione delle misure di
prevenzione e protezione
La priorità delle misure di prevenzione
Come
della stima e dell'entità del rischio
attuate o programmate
Stima dell'entità del rischio
attuate o programmate deve tenere conto
Come

Stima della probabilità (P)

Stima del danno (G)
La valutazione dei rischi è effettuata considerando le diverse tipologie di pericolo esistenti nelle
varie strutture o in parti di esse e le protezioni già adottate a fronte di tali rischi.
Sulla base dell’identificazione di cui sopra, per ciascuna tipologia di pericolo viene espressa una
quotazione del rischio, definito con il “livello del danno” (L) che, tenendo conto della probabilità
(P) dell’ accadimento e della gravità (G) delle conseguenze prevedibili associate ad un determinato
evento, permette di valutare l’entità del danno.
42
La scala di gravità (G) del danno tiene conto della ipotetica entità (G) delle più gravi conseguenze
prevedibili associate alla probabilità (P) di un determinato fattore di rischio.
Le classi di probabilità (P) sono definite nella seguente tabella.
Per completare l’analisi di rischio sono utilizzati 5 livelli di rischio individuabili automaticamente con
la relazione seguente tra probabilità (P) dell’ accadimento e gravità (G) delle conseguenze prevedibili,
mediante la seguente relazione:
43
L=PG
Da cui si ricava la seguente matrice dei rischi:
Gravità
(G)
Probabilità di accadimento
(P)
G1
lieve
G2
modesta
G3
grave
P1: improbabile
+
L1
++
L2
+++
L3
P2: possibile
++
L2
+++
L3
++++
L4
P3: probabile
+++
L3
++++
L4
+++++
L5
Tabella di calcolo del livello di rischio
In base allla probabilità (P) ed all’entità (G) del danno attribuito a ciascun rischio in sede di
valutazione, risulta possibile visualizzare con immediatezza il grado di pericolo (L) e definire le
possibili azioni le priorità degli interventi migliorativi.
I livelli dei rischio, con la tipologia del rischio associato, sono riportati nella tabella seguente.
SIMBOLO
LIVELLO DI RISCHIO
TIPOLOGIA DEL RISCHIO
+
L1
Accettabile
rischio residuo trascurabile: non sono richieste particolari
azioni di mitigazione.
++
L2
Attenzione
mantenimento e miglioramento del controllo e del livello di
rischio: si valutano e propongono degli interventi migliorativi.
+++
L3
Guardia
controllo particolare ed attuazione del controllo personale per
la riduzione del rischio con specifici interventi.
++++
L4
Pericolo
inadeguatezza dei requisiti di sicurezza: si deve intervenire
con urgenza ed attuare tutti gli interventi per ridurre il rischio
ad una criticità accettabile.
+++++
L5
grave pericolo
programmazione interventi di adeguamento prioritari:
intervenire immediatamente per eliminare o ridurre il pericolo e
ridurre comunque il rischio ad una criticità inferiore.
Tabella dei livelli di rischio
44
Segnaletica di sicurezza rilevata all’interno dell’unità produttiva:
Reparti: LABORATORI, MAGAZZINI ED AREE DI DEPOSITO
pericoli
Disposizioni
misure di prevenzione
 Passaggio
carrelli elevatori
• Guardare sempre prima di attraversare un
•
•
•
•
 Rischio
incendio
• Vietato fumare in tutti i luoghi di
incrocio
• Seguire la segnaletica indicante i percorsi
pedonali.
lavoro
Segnalatori acustici per la marcia
Cicalino per la retromarcia
Calotta gialla lampeggiante
Tracciati a terra per i percorsi pedonali
• Presidi antincendio
• Uscite di
emergenza
• Pulsante
antincendio
• Allarme acustico
 Rischio rumore
(Reparto taglio
legno e officina)
 Folgorazione
• Indossare gli otoprotettori quando
• Identificazione area con cartelli (segnaletica
previsto (utilizzo seghe circolari e
flex)
• Chiedere l’autorizzazione prima di accedere ai
quadri elettrici
• Indagini fonometriche periodiche.
• Quadri elettrici chiusi a chiave
 Rischio contatto
con sostanze
corrosive
durante le
operazioni di
ricarica batterie.
• Vietato usare fiamme libere.
• Indossare gli occhiali di
protezione.
verticale).
• Segnalazione
area di ricarica
batterie.
• La ricarica delle
batterie viene
effettuata
prevalentemente
in orario
notturno.
Reparto: UFFICI AMMINISTRATIVI E LABORATORI MULTIMEDIALI
Pericoli
Obblighi
 Folgorazione
• Chiedere l’autorizzazione prima di accedere • Segnaletica esterna
ai quadri elettrici
• Buona visibilità e spazi di manovra
 Rischio incendio
• Vietato fumare in tutti i
luoghi di lavoro
misure di prevenzione
•
•
•
•
Presidi antincendio
Uscite di emergenza
Pulsante antincendio
Allarme acustico
Reparto: AREE ESTERNE
pericoli
 Passaggio veicoli
Obblighi
misure di prevenzione
•
•
•
Seguire le indicazioni di circolazione all’interno.
Segnaletica esterna
Buona visibilità e spazi di manovra
45
IN CASO DI AVVISTAMENTO DI UN INCENDIO
Chiunque rilevi un principio d’incendio, deve avvertire subito
un addetto e/o preposto interno, il quale provvederà ad
allertare subito la squadra per la lotta antincendio.
Seguire le indicazioni fornite dal personale dell’ Istituto e non
intraprendere azioni personali.
Non interferire con le azioni del personale addetto
all’emergenza.
Mantenere la calma e non seminare panico.
Aiutare eventuali persone in difficoltà.
Raggiungere il punto di raccolta.
IN CASO DI ALLARME
In caso di avvertimento della sirena di allarme, procedere con
l’evacuazione immediata dall’Istituto o dal cantiere di lavoro
seguendo le indicazioni fornite dal personale della società
committente dei lavori.
Se non c’è nessuno intorno, localizzare la più vicina uscita di
sicurezza (indicata con il cartello verde) e seguire la via di
esodo, affrettando si ad abbandonare l’edificio.
Raggiungere il punto di raccolta e seguire poi le indicazioni
del personale dell’Istituto o della committente in caso di
lavoro presso la stessa o presso terzi.
IN CASO DI INFORTUNIO
Se si è vittima di infortunio, avvertire immediatamente un
addetto dell’Istituto, il quale provvederà ad allertare subito la
squadra del primo soccorso.
In caso di infortunio lieve (es. piccole ferite o contusioni), sarà
sufficiente l’intervento degli addetti al primo soccorso per
risolvere la situazione avvalendosi della cassetta di primo
soccorso.
In caso di infortunio più grave, la squadra di primo soccorso
allerterà immediatamente l’ambulanza per i soccorsi del caso
telefonando al più vicino presidio ospedaliero.
46
MONITORAGGIO DELLA EFFICIENZA E DELLA EFFICACIA NEL TEMPO DEL
SISTEMA DI GESTIONE PER LA PREVENZIONE DAI RISCHI E DELLE MISURE DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE ADOTTATE AI FINI DEL MIGLIORAMENTO
CONTINUO
Considerando che le aziende sono in continua e rapida evoluzione sia sotto l’aspetto tecnico che
organizzativo/gestionale è necessario garantire continuità al processo della valutazione del rischio
per assicurare il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza (art. 15, lett. t – D.Lgs 81/2008).
L’azienda ha quindi l’esigenza di tenere sotto controllo e quindi monitorare la gestione sia del
programma d’attuazione che del relativo piano di revisione e sempre più mirate ad eliminare o ridurre
i rischi per i lavoratori. Il punto di partenza per un corretto miglioramento del sistema risiede nel
puntuale monitoraggio del sistema di sicurezza adottato con individuazione dei punti deboli,
segnalazione delle non conformità e conseguenti azioni correttive. Le tabelle seguenti riportano i
principali passaggi da svolgere, con l’individuazione dei presumibili soggetti responsabili.

MONITORAGGIO DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE ADOTTATE
A) VERIFICHE DELL’ ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE (MPP)
Attività
Soggetti responsabili
Modalità
A) Verifica dell’attuazione delle Dirigenti – Preposti – Lavoratori Monitoraggio svolto direttamente
misure di prevenzione e
a cura delle funzioni responsabili
protezione(MMP)
dell’attuazione degli interventi
indicati nel DVR
B) VERIFICA DELLA FUNZIONALITA’ DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA
PREVENZIONE DAI RISCHI
Attività
Soggetti responsabili
Modalità
B.1) Riesame dei rischi e Misure RSPP - ASPP
Prevenzione e Protezione
Periodicità: da stabilire secondo
criteri aziendali
B.2) AUDIT periodica - OHSAS Specialista Safety Auditor
18001
Cadenza: da stabilire secondo
criteri aziendali
47

INTERVENTI SULLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE A SEGUITO
DELLE NON CONFORMITA’ RILEVATE E/O DELLE SEGNALAZIONI RICEVUTE
Attività
AZIONI PREVENTIVE E CORRETTIVE
Soggetti responsabili
Modalità
Definizione dell’entità e gravità RSPP – Dirigente – Preposto
del problema
Secondo il sistema di gestione
aziendale per la prevenzione dai
rischi
Individuazione delle possibili
cause
Secondo il sistema di gestione
aziendale per la prevenzione dai
rischi
RSPP – Dirigente – Preposto
Esame della introduzione di
DDL – Dirigente – RSPPnuove attrezzature di lavoro o di Medico competente
nuove tecnologie, di nuove
sostanze e preparati pericolosi.
Secondo il sistema di gestione
aziendale per la prevenzione dai
rischi
Definizione delle eventuali
DDL- Dirigente - RSPP –
soluzioni operative e/o gestionali Preposto - Medico competente
e attribuzioni delle responsabilità
Secondo il sistema di gestione
aziendale per la prevenzione dai
rischi
Approvazione delle azioni
correttive/preventive
DDL - Dirigente
Sottoscrizione documento
Aggiornamento del DVR
DDL con RSPP
Secondo il sistema di gestione
aziendale per la prevenzione dai
rischi
Comunicazione delle nuove
disposizioni inerenti alla
prevenzione dai rischi
DDL-Dirigente-Preposto
Secondo il sistema di gestione
aziendale per la prevenzione dai
rischi
48

REGISTRAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE PREVISTA DAL D.Lvo 81/2008
SECONDO LE MODALITA’ DEL D.Lvo 196/03
REGISTRAZIONI DELLE ATTIVITA’
Attività
Soggetti
Modalità e periodicità
Riunione periodica
DDL– RSPP- MC-RLS
Verbale di riunione: Annuale
Riunione su specifici argomenti RSPP – Soggetti interessati
Verbale di riunione: immediato
ad ogni riunione.
Piano di miglioramento
DDL – RSPP
Sulla base della riunione
periodica
Aggiornamento documentale
DDL – Addetti
Periodicità: Secondo il sistema di
gestione aziendale per la
prevenzione dai rischi
Comunicazioni del Servizio
Incaricati
Procedura: secondo il sistema di
trattamento dati aziendali
NOTE:
1) Il sistema di gestione per la prevenzione dai rischi per la specifica azienda può comportare modifiche
sostanziali alle suesposte tabelle, che in questa sede sono state redatte solo a titolo indicativo e non esaustivo.
2) il presente procedimento di valutazione del rischio, se integralmente applicato, può costituire (ex art.30
D.Lvo 81/2008) parte di un modello organizzativo e gestionale idoneo ad avere efficacia esimente delle
responsabilità amministrative per l’Ente, ai sensi del D.Lvo 231/01, a condizione che sia stato redatto il
Codice Etico, nominato l’Organismo di Vigilanza con il suo Regolamento e relativi strumenti disciplinari.
49
MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE
DEL PIANO DI IGIENE E SICUREZZA AZIENDALE
SEZ. A - PIANO D’EMERGENZA
Il Piano d’Emergenza si dimensiona in base al Massimo Incidente Possibile (M.I.P.), derivante dalla
compilazione delle schede relative al tipo di emergenza / incidente:
Individuazione M.I.P.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Incendio
Esplosione
Inquinamento
Evento naturale
Evento accidentale
Avvelenamento / intossicazione
Altro
SI
SI
NO
SI
SI
SI
NO
Traccia di schema per la gestione delle emergenza
1) Modalità di dichiarazione dello stato di emergenza:
Dispositivo di allarme:
Acustico
Visivo
A voce
Comunicazione telefonica a:
SI
NO
SI
Polizia
Carabinieri
Ambulanza
Ospedali Cori - Latina
Vigili del Fuoco
Altro
Responsabile sede
Responsabile SPP
113
112
118
115
2) Localizzazione dell’emergenza:
Emergenza generale con effetti esterni
Emergenza di stabilimento
Emergenza di reparto
NO
SI
NO
3) Sistemi di intervento:
Piano di intervento
Personale incaricato
Squadra
Punto di ritrovo
Piano di evacuazione
Messa in sicurezza degli impianti
interna SI
per gli addetti
SI
addetti
esterna
per gli ospiti
SI
SI
NO
SI
NO
SI
4) Modalità di cessata emergenza:
Dispositivo di allarme:
Acustico
Visivo
A voce
Comunicazione telefonica:
SI
NO
SI
Responsabile sede
Responsabile SPP
50
IN OGNI SITUAZIONE DI EMERGENZA
1° Tutelare l’integrità fisica delle persone
2° Limitare i danni al patrimonio aziendale
MANTENERE LA CALMA
NON FARE CIO' DI CUI NON SI E' SICURI
NON DISCUTERE
NON INTRALCIARE
NON CREARE PANICO
RAGGIUNGERE IL LUOGO SICURO
NIENTE EROISMI
Nel caso in cui sia necessario abbandonare il posto di lavoro per pericolo:
USARE LE USCITE DI SICUREZZA
NON CORRERE
NON USARE GLI ASCENSORI
TABELLA DEI NUMERI DI IMMEDIATO UTILIZZO IN CASO D'EMERGENZA
VIGILI DEL FUOCO
115
CARABINIERI
112
PUBBLICA SICUREZZA
113
EMERGENZA SANITARIA
118
SERVIZIO DI CONTINUITA’
ASSISTENZIALE
RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI
PREVENZIONE E PROTEZIONE
347-5878514
MEDICO COMPETENTE
CUSTODE
PRONTO SOCCORSO OSPEDALE ROMA 06-5667860
LIDO
51
MODALITA' DI SEGNALAZIONE
DI UN' EMERGENZA
Telefonare e dire:





Tipo di emergenza
Via, numero civico e comune in cui si verifica l'emergenza
Numero di telefono della persona che chiama
Nome della persona che chiama e dell'azienda
Eventualmente rispondere alle domande dell'interlocutore
Avvisare l'incaricato e i preposti (nomi e numeri esposti)
SEZ. B - ANTINCENDIO
Fattori di rischio
Presenza di sostanze pericolose/infiammabili SI
Presenza di fiamme libere
NO
Presenza di materiale incandescente
NO
Presenza di rischi elettrici
Rischi di combustione spontanea
Altro
SI
NO

Mezzi e sistemi di protezione:
Impianti fissi e mezzi mobili
Personale addestrato
Vie di fuga
SI
Estintori
SI
CO2
SI
Polvere
=
Schiuma
=
Altro
SI
Idranti e/o bocche antincendio
=
Lance frazionatici
SI
Rilevatori di fumo
=
Impianti a pioggia (sprinkler)
SI
Periodicità controlli:
SEMESTRALI
SI
Squadra specifica
SI
Dipendente di reparto
SI
Percorso di sicurezza
SI
Uscite di sicurezza
SI
Piano di evacuazione
52
Informazione
Dispositivi e mezzi individuali
e/o collettivi
SI
Planimetria esplicativa
SI
Segnaletica specifica
SI
Allarmi/sirene
=
Opuscoli
SI
Norme comportamentali
SI
Indicazione telefoni/ indirizzi
utili
=
Protezioni personali diverse
SI
Illuminazione di emergenza
=
Altri presidi
Formazione
SI
Disposizioni
SI
Togliere energia elettrica
=
Interrompere alimentazione di
combustibili e comburenti
SI
Informare VVF
SI
Informare Direzione aziendale
SI
Uso segnali di allarme
SI
Informare portineria (ove
necessario)
SI
Informare Pronto Soccorso (ove
necessario)
53
SEZ. C - PRIMO SOCCORSO
TIPOLOGIA AZIENDA
 I: Aziende o unità produttive con attività industriali soggette all’obbligo di
 Gruppo A
dichiarazione o notifica, di cui all’articolo 2 del Decreto Legislativo 17 agosto 1999
n. 334, centrali termoelettriche, impianti e laboratori nucleari di cui agli articoli 7,28
e 33 del Decreto Legislativo 17 marzo 1995 n. 230, aziende estrattive ed altre attività
minerarie definite dal Decreto Legislativo 25 novembre 1996 n. 624, lavori in
sotterraneo di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956 n. 320,
aziende per la fabbricazione di esplosivi, polveri e munizioni.
 II: Aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori appartenenti o riconducibili ai
gruppi tariffari INAIL con indice infortunistico di inabilità permanente superiore a
quattro, quali desumibili dalle statistiche nazionali INAIL relative al triennio
precedente ed aggiornate al 31 dicembre di ciascun anno.
 III: Aziende o unità produttive con oltre cinque lavoratori a tempo indeterminato del
comparto dell’agricoltura.
(X) Gruppo B
SI
Aziende o unità produttive con tre o più lavoratori che non rientrano nel gruppo A.
 Gruppo C

Aziende o unità produttive con meno di tre lavoratori che non rientrano nel gruppo A.
ADEMPIMENTI

Gruppo A
Gruppo B e C
SI
Formazione dei lavoratori designati al pronto soccorso come da Decreto n. 388 del 15
luglio 2003 allegato 3.
Formazione dei lavoratori designati al pronto soccorso come da Decreto n. 388 del 15
luglio 2003 allegato 4.
ORGANIZZAZIONE DI PRONTO SOCCORSO
Cassetta di pronto soccorso tenuta presso ciascun luogo di lavoro, adeguatamente
Gruppo A e B SI
SI
Gruppo C


Altro

custodita in luogo facilmente accessibile ed individuabile con segnaletica appropriata,
contenente la dotazione minima indicata nell’allegato 1 del Decreto n. 388 del 15
luglio 2003, da integrare sulla base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro e su
indicazione del medico competente, ove previsto, e del sistema di emergenza
sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale e della quale sia costantemente assicurata la
completezza ed il corretto stato d’uso dei presidi ivi contenuti.
Mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del
Servizio Sanitario Nazionale.
Pacchetto di medicazione tenuto presso ciascun luogo di lavoro, adeguatamente
custodito e facilmente individuabile contenente la dotazione minima indicata
nell’allegato 2 del Decreto n. 388 del 15 luglio 2003, da integrare sulla base dei rischi
presenti nei luoghi di lavoro, del quale sia costantemente assicurata, in collaborazione
con il medico competente, ove previsto, la completezza ed il corretto stato d’uso dei
presidi ivi contenuti
Mezzo di comunicazione idoneo ad attivare rapidamente il sistema di emergenza del
Servizio Sanitario Nazionale.
Lavoratore che presta la propria attività in luoghi isolati, diversi dalla sede aziendale
o unità produttiva, fornito di pacchetto di medicazione di cui all’allegato 2 del
Decreto n. 388 del 15 luglio 2003 e mezzo di comunicazione idoneo per raccordarsi
con l’azienda al fine di attivare rapidamente il sistema di emergenza del Servizio
Sanitario Nazionale.
54
SEZ. D - MACCHINE / IMPIANTI
SONO PRESENTI:
MACCHINE UTENSILI
SI
IMPIANTI FISSI
SI
MACCHINARI MOBILI/SEMOVENTI
NO
ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO
NO
ALTRO

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE SPECIFICHE:
INDICAZIONI IN
PLANIMETRIA
SI
MANUALI D’USO E
SICUREZZA
SI
IDENTIFICAZIONE DEL
PERSONALE ADDESTRATO
SI
PROCEDURE DI SICUREZZA
SPECIFICHE
SI
PROGRAMMI DI
FORMAZIONE
SI
SCHEDE DI INFORMAZIONE
SU OGNI
MACCHINA/IMPIANTO
SI
ALTRO
_________________________________________________

55
SEZ. E - DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.) ADOTTATI
Dispositivi di protezione della testa:
Caschi di protezione
= Copricapo di protezione (cuffie, berretti, cappelli in tela cerata, ecc.)
Copricapo leggero (berretti, =
cuffie, retine)
=
Altri:
Dispositivi di protezione dell’udito:
Palline e tappi per le orecchie
=
Caschi (comprendenti
l’apparato auricolare)
=
Cuscinetti adattabili a
caschi di protezione
Dpi con apparato di
intercomunicazione
=
Altri:
Cuffie
=
=
Dispositivi di protezione degli occhi e del viso:
Occhiali (a stanghette - a maschera)
SI Maschere e caschi per la saldatura ad arco
Occhiali di protezione
contro le radiazioni
ionizzanti
=
Maschere e caschi per
saldatura autogena
Occhiali di protezione
contro le radiazioni non
ionizzanti
=
Altri:
=
=
Dispositivi di protezione per le vie respiratorie:
Mascherine antipolvere semplici
SI Autorespiratori con maschera
Mascherine antipolvere con SI
carboni attivi
Apparecchi respiratori con =
maschera a flusso continuo
Apparecchi antipolvere,
=
antigas con filtro
Tipi di filtri:
________________________
Apparecchi isolanti a presa =
d’aria
Apparecchi/attrezzature
per sommozzatori
SI
=
Altri:
Dispositivi di protezione delle mani e delle braccia:
Guanti contro le aggressioni meccaniche
SI Guanti per uso alimentare
Guanti contro le
aggressioni chimiche
SI
Guanti di maglia d' acciaio =
Guanti atermici
SI
Manopole, ditali, manicotti, =
fasce di protezione dei
polsi
Guanti per elettricisti
SI
Altri:
Guanti monouso
SI
=
Dispositivi di protezione dei piedi e delle gambe:
Scarpe basse, scarponi, tronchetti, stivali di sicurezza
SI Stivali di gomma
=
56
Scarpe con protezione
=
supplementare per la punta
Scarpe con suola anticalore =
o antifreddo
Scarpe antistatiche, isolanti SI
Zoccoli
Ramponi
Scarpe con protezioni
contro le vibrazioni
=
Scarpe a
SI
sganciamento/slacciamento
rapido
=
Altri:
Dispositivi di protezione del corpo:
Cintura di sicurezza anticaduta per lavori in quota, ad assorbimento di
Indumenti fluorescenti o
energia
= catarifrangenti
Camice
=
Indumenti antipolvere,
antigas
=
Tute normali
=
Cerate, impermeabili
=
Tute monouso (tyvek)
=
Giubbotti termici
=
Giubbotti, giacche contro
aggressioni mecaniche o
chimiche
=
Giubbotti di salvataggio , di
protezione contro i raggi X
Tute speciali
tipo:_____________________
Altri:
Altri:
Certificazione CE per tutti i D.P.I.
Programma di manutenzione/sostituzione:
57
SEZ. F – Segnaletica
Segnaletica di sicurezza
Illuminazione di emergenza
SI Delimitazione dei locali
Cartellonistica di pericolo, divieto, prescrizione,
informazione
Allarmi acustici
SI Etichette su contenitori e tubazioni per SI
le sostanze pericolose
SI Indicazione ostacoli sulle vie di
SI
circolazione
= Segnalazioni verbali
=
Segnalazione gestuali
=
Delimitazione delle vie di circolazione
SI
Informazione ai dipendenti su: piano di evacuazione e localizzazione presidi antincendio.
SEZ. G – PULIZIA DEI LOCALI
LA PULIZIA DEI LOCALI VIENE EFFETTUATA DA:
IMPRESA DI PULIZIA
NO
PERSONALE INTERNO
PRESTATORE D'OPERA AUTONOMO
SI
NO
LA PULIZIA DEI LOCALI VIENE EFFETTUATA:
DURANTE L'ORARIO DI LAVORO
FUORI DALL'ORARIO DI LAVORO
NO
SI
dalle 14:00 alle 16:00
LA PULIZIA DEI LOCALI VIENE EFFETTUATA CON LA PERIODICITA' DI:
LOCALI:
BAGNI:
VETRATE:
ILLUMINAZIONE:
ATTREZZATURE D'UFFICIO:
MACCHINE/IMPIANTI:
GIORN.(X) SETT.  MENS.  TRIM. 
GIORN.(X) SETT.  MENS.  TRIM. 
GIORN.  SETT.(X) MENS.  TRIM. 
GIORN.  SETT.  MENS.(X) TRIM. 
GIORN.(X) SETT.  MENS.  TRIM. 
GIORN.  SETT.  MENS.(X) TRIM. 
SEM. 
SEM. 
SEM. 
SEM. 
SEM. 
SEM. 
ANN. 
ANN. 
ANN. 
ANN. 
ANN. 
ANN. 
I PRODOTTI UTILIZZATI SONO:
PRODOTTI INDUSTRIALI
PRODOTTI DI USO DOMESTICO
SI
SI
SONO PRESENTI LE SCHEDE DI SICUREZZA
SI
58
SEZ. H - SERVIZI DI MANUTENZIONE
CONTROLLO FUNZIONALITA’ IMPIANTI ED ATTREZZATURE:
IMPIANTI
PERIODICITA’
Elettrico
Mensile
Termico
*
Condizionamento
*
Depuratori
*
Derattizzazione
Semestrale
Idraulico
Semestrale
Illuminazione d'emergenza
Antincendio (estintori)
Mensile
Semestrale
Messa a terra
Annuale
Attrezzature d'ufficio
Mensile
Segnaletica
Settimanale
Strutture
Annuale
Macchine
*
DPI
Settimanale
Pacchetto medicazione
Settimanale
Vie di fuga / passaggi
Settimanale
Mezzi di sollevamento
(muletto, transpallets)
*
Salvavita/differenziale
Mensile
Altro
TIPO DI
INTERVENTO
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
 Ordinario
 Straordinario
INCARICATO
interno
esterno
esterno
esterno
esterno
esterno
interno
esterno
esterno
interno
Interno
esterno
Interno/esterno
interno
interno
interno
esterno
interno
Interno/esterno
* Secondo prescrizioni normative o del costruttore
Definizioni secondo norme UNI 10147:2003, UNI 11063:2003, UNI EN 13306:2003
Supervisione, monitoraggio Attività, eseguita manualmente o automaticamente, destinata a osservare lo stato attuale di un’entità.
Ispezione Verifica della conformità mediante misurazione, osservazione, prova o rilevazione dimensionale delle caratteristiche relative ad un’entità.
Manutenzione correttiva, manutenzione a guasto Manutenzione eseguita a seguito della rilevazione di un’avaria e volta a riportare l’entità nello stato in cui
essa possa eseguire una funzione richiesta.
Manutenzione ciclica Manutenzione preventiva effettuata in base a intervalli di tempo o cicli di utilizzo prefissati, ma senza una precedente indagine sulle
condizioni dell’entità.
Manutenzione secondo condizione Manutenzione preventiva basata sul monitoraggio delle prestazioni di un’entità e/o dei parametri significativi per il suo
funzionamento e sul controllo dei provvedimenti conseguentemente presi.
Manutenzione ordinaria Interventi durante il ciclo di vita, atti a mantenere l'integrità originaria del bene, mantenere o ripristinare l'efficienza dei beni,
contenere il normale degrado d'uso, garantire la vita utile del bene, far fronte ad eventi accidentali; non modificano le caratteristiche originarie (dati di targa,
dimensionamento, valori costruttivi, ecc.) del bene stesso, la struttura essenziale e la destinazione d'uso.
Manutenzione straordinaria Interventi che possono prolungare la vita utile e/o, in via subordinata, migliorarne l'efficienza, l'affidabilità, la produttività, la
manutenibilità e l'ispezionabilità; non modificano le caratteristiche originarie (dati di targa, dimensionamento, valori costruttivi, ecc.) del bene stesso, la
struttura essenziale e la destinazione d'uso.
59
SEZ. I - INQUINAMENTO
Fattori di
rischio
Rovesciamento
Grandi rischi
Evaporazione
Dispersione in fognatura
Perdite





Dispersione in corsi
d'acqua / piani d'acqua
Fumi / Dispersione
aerea
Dispersione nel
sottosuolo
Esplosione / Incendio
Altro_______________



SI

Mezzi di protezione
Impianti di protezione
Serbatoi / vasche di raccolta
Barriere
Depuratori
Sistemi di raffreddamento
SI



Prodotti assorbenti
Abbattimento / Neutralizzazione / Diluizione
Sistemi di pompaggio
Altro_______________




Dispositivi di Protezione Individuale e Collettiva
Tute
Docce di decontaminazione
Antidoto
Scafandri




Maschere
Stivali
Guanti
Altro__________
SI

SI

SI
SI
Manuale
Altro_________


SI
SI

Verbale
Esercitazioni



Interrompere alimentazione di combustibili e
comburenti
Uso segnali di allarme
Informare portineria (ove necessario)
Informare Pronto Soccorso (ove necessario)
Altro_____________
Personale addestrato
Squadra di intervento
Dipendenti del reparto
SI
SI
Informazione
Schede tecniche, tossicol.
Segnaletica
Formazione
Corsi
Opuscoli
Altro_______
Disposizioni
Informare direzione aziendale
Informare V.V.F. e Autorità
competenti (Regione,
Protezione Civile, Centro
antiveleni, ecc.)
Togliere energia elettrica
Disattivare e isolare impianti








60
SEZ. L – PROGRAMMI DI INFORMAZIONE
Criteri di informazione:
SI
SI
SI
SI
SI
Modulistiche
Manuale della sicurezza aziendale
Opuscoli
Cartellonistica
Segnaletica:
SI visiva:
- sicurezza / pronto soccorso (quadrato o rettangolo verde)
- pericolo (triangolo / strisce gialli)
- divieto / arresto (cerchio rosso)
- prescrizione (cerchio azzurro)
- informazione (quadrato o rettangolo azzurro)
- materiale antincendio (rettangolo rosso)
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI luminosa
SI acustica
= gestuale
Soggetti attivi nell’informazione:
Tutti i nomi dei soggetti attivi (elenco sotto firma che ha partecipato al corso)
Allegato
61
SEZ. L bis – PROGRAMMI DI FORMAZIONE
Criteri di formazione:
SI Corsi
NO Esercitazioni pratiche (es. prove di evacuazione, ecc..)
SI
Allegato
Supporti audiovisivi
NO Formazione a distanza
SI
Dispense e altro materiale didattico

Altro
Soggetti attivi nella formazione:
Tutti i nomi dei soggetti attivi (elenco sotto firma che ha partecipato al corso)
Allegato
SEZ. L ter – PROGRAMMI DI ADDESTRAMENTO
Criteri di addestramento:
SI Argomenti:
-
SI Criteri:
SI Registrazioni
su lavoro VDT
manipolazione sostanze laboratorio chimico
stress lavoro correlato
lavoratrici madri
movimentazione manuale dei carichi
______________________________________________________________
_______________________________________________________________
Allegato
62
SEZ. M – PROCEDURE PREVISTE:
( D.Lgs. 81/08, art.28, comma 2, lett.d)
Da quanto emerso durante l'elaborazione del presente documento, in relazione alla realtà aziendale si
è ritenuto opportuno elaborare le seguenti procedure:
Prevista
Esistente
Applicata
Allegato
a)
INDAGINE
FONOMETRIC
A
NO
=
=
=
b)
INDAGINE SU
VIBRAZIONI
NO
=
=
=
c)
INDAGINE
RISCHIO
CHIMICO
–
CANCEROGEN
O
NO
=
=
=
d)
VALUTAZIONE
STRESS
LAVOROCORRELATO
SI
SI
SI
X
e)
INFORMATIVA
SU
VIDEOTERMIN
ALI
SI
SI
SI
X
f)
PROGRAMMAZIONE
PROVE
DI
EVACUAZIONE
g)
VALUTAZIONE
TUTELA
LAVORATRICI
MADRI
h)
ADDESTRAMENTO
CARRELLISTI
NO
=
=
=
i)
ADDESTRAMENTO
PER LAVORI IN
QUOTA
NO
=
=
=
SI
SI
SI
SI
SI
SI
X
X
63
Scarica

Documento di valutazione dei rischi