Handicap e Sessualità: Teoria e metodologie Dott. Andrea Raviolo Dott.ssa Elena Di Leo Un po’ di riassunto…… La nostra mappa di riferimento: McLean e la teoria dei 3 cervelli Secondo McLean, ciascuna parte del nostro cervello è ereditata dalle specie filogeneticamente anteriori alla nostra… 1 – Cervello Rettiliano Specializzato in poche ed essenziali funzioni: Sopravvivenza Riproduzione Attacco – fuga Difesa del territorio (arcaico) 2 – Cervello Limbico Ereditato dai mammiferi, amplia la gamma di possibili comportamenti: Cura dei piccoli Attività gregarie Competizione con i propri simili Emozioni (elementari) 3 – Neocorteccia Prerogativa degli esseri umani, ci permette di accedere alle funzioni superiori: Pensiero astratto Senso del tempo Autocoscienza Capacità narrativa Seguendo tale impostazione, è possibile tracciare le dimensioni fondamentali della sessualità umana… Le dimensioni della sessualità umana Riproduttiva Generare discendenti geneticamente omologhi Ludica Fare sesso Sociale Stare insieme Semantica Fare l’amore Narrativa Avere una storia Procreativa Fare un bambino Il nostro percorso per educare il disabile alla sessualità L’importanza di avere un progetto Premesse: noi e lui nella relazione educativa Atteggiamento di fondo (Principio della Massima Autonomia Possibile) Conoscenza dei problemi più comuni Proposte operative Le premesse: ciò che ci serve conoscere Conoscere noi stessi (quel tanto che basta!) Conoscere limiti e risorse del “nostro” disabile Riconoscerci reciprocamente nella relazione Conoscere noi stessi Al di là di scoperte fantasmagoriche sul nostro modo di funzionare, è opportuno conoscere con sufficiente accuratezza le EMOZIONI che ci pervadono quando siamo col nostro disabile…. Le funzioni delle Emozioni: Farci sapere come stiamo Far sapere agli altri come stiamo Farci sapere come stanno gli altri Motivare all’azione Le emozioni che più frequentemente si provano di fronte alla disabilità rientrano solitamente nell’area Dell’accudimento (tenerezza, pena, voglia di proteggere…) Dell’agonismo (vergogna, imbarazzo, voglia di fuggire…) Della difesa da ciò che è diverso (svalutazione, assenza di calore, derisione…) Predisposizioni personali per l’intervento educativo: Mettersi in gioco come persone Disponibilità a condividere significati ed emozioni Responsabilità a prendere decisioni per gli altri Conoscere il “nostro” disabile E’ indispensabile una conoscenza quanto più possibile e approfondita della persona di cui ci occupiamo quotidianamente…. ….Schematizzando molto, si può parlare di assi 1 – Asse Cognitivo Riguarda le capacità: Mnestiche Verbali Attentive Visuospaziali Di pianificazione Matematiche Logico-funzionali Narrativo-sequenziali Metacognitive 2 – Asse Emotivo Riguarda la capacità di: Riconoscere… Agire… Modulare… Trasmettere… Nominare… le emozioni, in tutte le dimensioni delle emozioni di base (gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto, sorpresa…) 3 – Asse Relazionale Riguarda la capacità di utilizzare in modo combinato e sufficientemente integrato gli aspetti descritti sinora nella relazione con una o più persone… Con le debite differenze rango-specifiche! 4 – Asse Funzionale Riguarda l’area dell’autonomia, soprattutto motoria, nei compiti di varia complessità della vita quotidiana (vestirsi, andare in bagno, mangiare, lavarsi, ecc…) Riassumendo… Le capacità essenziali per una sessualità completa Capacità di coordinamento della motricità fine adeguata a raggiungere l’obiettivo Capacità di riconoscere Sé e l’altro Capacità di riconoscere e regolare le emozioni Capacità di usare la metacognizione Capacità di generare e condividere significati Detto ciò…. Integrando le conoscenze e le riflessioni sinora acquisite, dobbiamo porci una domanda fondamentale… Come stiamo NOI insieme??? Nella relazione col nostro disabile, come in tutte le relazioni umane, i reciproci scambi verbali, emotivi, gestuali, ecc. si intrecciano fino a formare un sistema ricorsivo che non è scindibile in sottosistemi: noi chiamiamo tale sistema Ciclo relazionale Atteggiamenti di fondo: Il Principio Educativo della Massima Autonomia Possibile In prima istanza: Intervento educativo – insegnare abilità e competenze mancanti SE il tentativo educativo è insufficiente o la persona espone sé e/o gli altri al rischio di subire danni In ultima istanza: Intervento repressivo – reprimere, limitare, contenere il comportamento inadeguato Contraddizioni nel nostro atteggiamento educativo Nei progetti di intervento riguardanti la vita sessuale dei disabili è disattesa l’applicazione del principio educativo della Massima Autonomia Possibile, ed avviene un’inversione di tendenza, per cui un atteggiamento repressivo costituisce la prima scelta! Ciò avviene a fronte di vissuti di DISAGIO, IMBARAZZO, PAURA… I problemi più comuni Deficit della regolazione dell’approccio e del contatto fisico Deficit della regolazione del comportamento sociale e dell’intimità: spogliarsi in pubblico ed esibizionismo – masturbarsi in pubblico Deficit delle competenze necessarie per masturbarsi I problemi più comuni - 2 Masturbazione compulsiva Deficit delle competenze necessarie all’uso appropriato dell’apparato genitale Deficit delle competenze necessarie per il corteggiamento e difficoltà nel reperimento e nella scelta di un compagno Deficit della regolazione dei comportamenti di seduzione con l’esposizione al rischio di abusi sessuali I problemi più comuni - 3 Deficit nella regolazione dell’aggressività Problematiche connesse al comportamento eterosessuale od omosessuale agito Problematiche connesse alle disfunzioni sessuali e ai deficit di competenza coitale Problematiche connesse al mancato riconoscimento del diritto alla espressione della sessualità, al matrimonio, alla genitorialità I problemi più comuni - 4 Problematiche connesse alla costruzione di una relazione di coppia, di un legame, di un progetto di vita in due. Omosessualità indotta dalla coabitazione coatta a protratta con sole persone del proprio sesso o dalla repressione di ogni tentativo di approccio eterosessuale Criticità rispetto ai comportamenti inadeguati o disturbanti Ogni comportamento risponde ad una logica Un comportamento veicolo di significato non si estingue senza sostituirlo con uno più adeguato che risponda alle medesime esigenze Impedire l’uso di un comportamento senza proporre un’alternativa genera rabbia e profonda angoscia Criticità rispetto ai comportamenti inadeguati o disturbanti - 2 La costruzione di un’alternativa richiede il trasferimento di nuove abilità e conoscenze Ogni intervento di restrizione dell’iniziativa individuale e di repressione dei comportamenti inadeguati acquista significato soltanto all’interno di un progetto pedagogico orientato alla crescita dell’individuo verso l’autodeterminazione e la massima autonomia consentita dall’handicap Criticità rispetto ai comportamenti inadeguati o disturbanti - 3 Il trattamento dei comportamenti inadeguati è preceduto dalla decisione di problematicità, fondata su criteri rigorosi e accettati come validi da tutto il gruppo di lavoro Proposte operative Percorsi e strategie possibili Programma curricolare: presetnazione di alcuni argomenti secondo un percorso logico mediante una serie di incontri Programma incidentale: si interviene su avvenimenti “incidentali” che si presentano nella quotidianità, per aiutare il disabile a raccontarsi e ad apprendere Per non perdersi…. Promemoria di argomenti Individuare cosa sanno e cosa sanno fare Analisi dei eprcorsi di apprendimento e obiettivi Schema corporeo Organi genitali Lo sviluppo sessuale Per non perdersi…. Promemoria di argomenti - 2 Il funzionamento del corpo e degli organi genitali Il piacere La masturbazione La coppia Il racconto di sé e delle proprie emozioni Per non perdersi…. Promemoria di argomenti - 3 Gli affetti, i sentimenti e le relazioni interpersonali Procreazione Profilassi Storie di tutti i giorni….