Grandi opportunità
per piccoli cittadini
LE POLITICHE DELLA REGIONE
PER UNA TOSCANA CHE CRESCE
REGIONE TOSCANA
Assessorato all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro
Direzione Generale Politiche Formative, Beni e Attività Culturali
Settore Istruzione e Educazione
www.rete.toscana.it/sett/poledu/
CENTRO REGIONALE DI DOCUMENTAZIONE
PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA
Istituto degli Innocenti di Firenze
BARBARA GIOVANNINI, FIRENZE
graphic design:
www.istitutodeglinnocenti.it
Istituto
degli Innocenti
di Firenze
Grandi opportunità
per piccoli cittadini
LE POLITICHE DELLA REGIONE
PER UNA TOSCANA CHE CRESCE
A cura di
REGIONE TOSCANA
Assessorato all’Istruzione, alla Formazione
e al Lavoro
Direzione Generale Politiche Formative,
Beni e Attività Culturali
Settore Istruzione e Educazione
In collaborazione con
ISTITUTO DEGLI INNOCENTI
Direzione Area Documentazione,
Ricerca e Formazione
Si ringrazia il servizio “Il grillo e la formicuzza”
per la documentazione fotografica a corredo
della pubblicazione
Finito di stampare nel mese di luglio 2007
presso la Litografia IP, Firenze
S
O M M A R I O
Introduzione
4
GIANFRANCO SIMONCINI
Assessore all’istruzione, alla formazione
e al lavoro della Regione Toscana
La Toscana per le bambine
e i bambini
3
7
Un laboratorio culturale
a favore dell’infanzia
10
La LR 32/2002 e il piano
di indirizzo generale integrato
12
Una Ragnatela porta il nido
in montagna
14
Le risorse
15
E dopo il nido?
Continuità educativa
16
Introduzione
GIANFRANCO SIMONCINI
Assessore all’istruzione,
alla formazione e al lavoro
della Regione Toscana
La Toscana che investe sul proprio futuro scommette
sull’infanzia. Per l’Unione europea, entro il 2010, almeno
33 bambini su 100 dovranno trovare posto all’asilo nido o
comunque poter frequentare uno dei servizi educativi adeguati alla loro età. In Italia, ancora oggi, solo 10 bambini su
100 ci riescono. In Toscana, invece, sono poco meno di 30
su 100 i piccoli, dai tre mesi ai tre anni, che riescono a
entrare in un nido o in una delle strutture integrative dell’asilo tradizionale, come ad esempio i centri gioco o i centri bambini genitori. È un ottimo risultato, ma che non ci
basta. Contiamo infatti di migliorare ancora e pensiamo
che, per la nostra regione, il traguardo del 33 % di copertura del servizio rispetto alla popolazione, proposto dal
Consiglio di Lisbona per il 2010, possa essere un obiettivo
davvero a portata di mano. Anche se, non dobbiamo
dimenticarlo, i servizi per l’infanzia sono fra quelli che vedono crescere la domanda insieme con il crescere dell’offerta.
E l’incremento demografico, lieve ma comunque ipotizzabile, unito alla buona qualità e al diffondersi di tante esperienze virtuose, fanno il resto. Insomma più nidi ci sono e
più l’offerta presenta standard elevati, più mamme e babbi
decidono di affidare i propri piccoli a questi servizi: per questo siamo impegnati a potenziarli, mantenendo alta la qualità per garantire i diritti di cittadinanza e a un apprendimento di qualità fin dai primi mesi di vita e a tutte le bambine e i bambini. In particolare prestiamo attenzione alle
pari opportunità di accesso ai servizi, superando l’attuale
divario presente fra comuni grandi e comuni piccoli.
Consapevoli che non si tratta di inseguire una percentuale in più su una tabella o di arrivare primi al traguardo, abbiamo deciso di puntare molto su questo settore, perché rafforzare il capitale umano è indispensabile per far crescere la
nostra regione. In questa direzione stiamo già lavorando, in
sintonia con quella che nel Piano di indirizzo generale integrato attua il testo unico su istruzione, formazione e lavoro e
anche nel Piano regionale di sviluppo viene indicata come una
4
delle priorità. Un impegno che la Regione non attua da sola
ma che vede, anzi, il ruolo centrale dei Comuni, cui spetta
l’onere, finanziario e organizzativo, della gestione dei servizi.
È a questo ruolo che la Regione offre il suo supporto, in termini di programmazione e risorse, cercando di eliminare tutti
gli ostacoli alla diffusione sul territorio, anche nelle zone più
disagiate, di questi importanti strumenti educativi. A testimonianza di ciò, la progressiva crescita del servizio, sia per quel
che riguarda gli asili nido tradizionali, sia per quel che riguarda le tipologie integrative.
Nel corso del 2006 sono stati destinati ai servizi all’infanzia complessivamente circa 8 milioni per investimenti, cui si
sono aggiunti i finanziamenti per la gestione ordinaria (circa
4 milioni). Nel bilancio 2007 è previsto un ulteriore forte investimento che, fra risorse regionali, statali e comunitarie, raggiunge poco più di 19 milioni di euro: si tratta di 10 milioni e
700 mila euro di contributi per investimenti, cui si aggiungono 8 milioni e 800 mila per la gestione. All’interno di queste
risorse, grazie all’ultima annualità del Fondo sociale europeo,
si è resa disponibile anche la somma di 1 milione e 200 mila
euro per la realizzazione e l’estensione a tutto il territorio
regionale dei nidi ragnatela, piccoli nidi domiciliari, per un
massimo di cinque bambini, collegati ai centri maggiori e
destinati specificamente ai comuni montani. Quattro comuni
dell’Amiata che fino a oggi non erano dotati di servizi per la
prima infanzia avranno, dal prossimo settembre, altrettante
mini strutture domiciliari, collegate al nido centrale di Arcidosso. È la prima realizzazione del progetto destinato a chi
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vive in realtà disagiate, offrendo una valida offerta educativa,
un supporto di qualità ai genitori che lavorano ed evitando ai
bambini lunghi e stressanti spostamenti. Presto altre strutture partiranno anche nelle province di Lucca e Pistoia.
Una scelta che la dice lunga sull’impegno della Regione.
Confermato dalle cifre. Con circa 750 fra nidi e servizi integrativi, si soddisfa un’utenza di circa 27 mila iscritti.
Per rispondere alle aumentate richieste stiamo cercando
di lavorare su molteplici fronti. Gli strumenti sono essenzialmente la diversificazione, con la creazione di tipologie
nuove (centri gioco, nidi domiciliari, centri bambini genitori), più flessibili dei nidi tradizionali. A questi si aggiungono
le forme di collaborazione con soggetti privati e del privato
sociale, l’istituzione di buoni servizio per le famiglie che
vivono nei piccoli comuni dove ci sono difficoltà e carenze.
Ma l’attenzione all’infanzia non si ferma alla fascia zerotre anni. L’ampliamento di posti di scuola dell’infanzia, anche attraverso il sostegno alle scuole comunali e paritarie
dell’infanzia è un altro degli impegni che ci proponiamo per
garantire al 100 % dei bambini fra tre e sei anni di poter
frequentare la scuola dell’infanzia. I centri per l’infanzia, la
famiglia, gli adolescenti e gli Informagiovani rappresentano
un altro versante dell’impegno, così come i progetti per la
continuità educativa e l’offerta per vacanze e tempo libero.
Un ultimo dato, infine, da non sottovalutare. I servizi
all’infanzia, creati con finalità educative e destinati espressamente alle bambine e ai bambini, rappresentano anche uno
strumento importante per sostenere la crescita del lavoro
delle donne che, in Toscana, resta tuttora su valori più bassi
di quella maschile. Per questo stiamo attuando una serie di
provvedimenti per combattere la disoccupazione femminile e
favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Abbiamo affidato a questo opuscolo le informazioni di
base su quello che facciamo per far crescere al meglio i
bambini che nascono e vivono in Toscana. Una Toscana che
ha tutti i numeri per diventare davvero una regione a misura di bambina e di bambino. Che poi è il primo, indispensabile passo, per diventare un luogo ancora più accogliente e
vivibile anche per gli adulti.
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La Toscana
P E R L E B A M B I N E
E I B A M B I N I
Le bambine e i bambini e i loro diritti di cittadini, fin dai
primi mesi di vita, sono al centro delle scelte e degli interventi della Regione che punta a garantirli e tutelarli nel processo
di costruzione della propria identità e della propria personalità, in un rapporto continuo con gli altri bambini, con la società degli adulti, con gli spazi della città, con la natura. Uno dei
poli di questo progetto educativo, che si basa su una visione
unitaria dei bisogni ed è inserito in un sistema di apprendimento lungo tutto l’arco della vita, è costituito dalla famiglia.
Questi valori, fortemente caratterizzanti, sono diventati
asse portante dei servizi alla prima infanzia in Toscana.
Appare così superata la vecchia concezione dei servizi all’infanzia come servizio sociale e dei nidi come parcheggi per i
figli di mamme che lavorano, una concezione che lascia il
posto alla maggiore diffusione di una cultura dei servizi
intesi come contesti per la promozione delle potenzialità
dei piccoli, oltre che come elementi di supporto alla piena
espressione del ruolo dei genitori.
I servizi per la prima infanzia hanno assunto, in Toscana,
un ruolo pienamente educativo, così rilevante da attrarre
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fortemente l’interesse delle famiglie. La domanda è in continua crescita e per questo la Regione ha favorito la progressiva diffusione dei nidi e dei servizi integrativi, avvicinando
le opportunità educative ai cittadini, garantendo la massima diversificazione delle tipologie, per dare una risposta
personalizzata alla molteplicità dei bisogni.
Attraverso l’approvazione
della legge regionale 22 nel
1999 e poi con la legge regionale 32 del 2002, il Testo unico
in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione e lavoro, si è indotto un
forte miglioramento sia nella
consistenza della rete dei servizi, che nella risposta ai bisogni
della popolazione.
Questa rosa di offerte formative è caratterizzata da servizi flessibili e continuamente
aggiornati, per rispondere ai
bisogni di affettività, socializzazione, sviluppo individuale e
autonomia dei bambini in
ambienti espressamente pensati per le loro esigenze.
I servizi offrono opportunità
di crescita attraverso esperienze
di gioco e di scoperta, nelle
quali si possono creare le condizioni affinché ciascuno trovi lo spazio per attivare la sua
voglia di fare, di scoprire, di entrare in relazione con gli altri.
Vediamo come funzionano e a chi sono destinate le
diverse tipologie presenti in Toscana.
L’asilo nido, nella sua accezione più tipica, è un servizio a carattere educativo ed è rivolto ai bambini e alle bambine di età compresa fra tre mesi e tre anni. Consente l’affidamento quotidiano e continuativo dei bambini a figure
con competenza professionale.
Accanto all’incremento quantitativo dei servizi, è stata
curata anche la promozione della qualità della rete dei servizi presenti sul territorio, sia per quel che riguarda le finalità educative che le esigenze delle famiglie.
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Negli ultimi anni, come si è detto, si è intensificata la
diversificazione delle tipologie di offerta. In altre parole
sono stati coniati nuovi servizi integrativi: centro gioco educativo, centro dei bambini e dei genitori, nido domiciliare.
Il centro gioco educativo è un servizio a carattere
educativo e ludico, rivolto a bambini e bambine in età compresa tra diciotto mesi e tre anni, con turni organizzati
secondo criteri di massima flessibilità. Il centro gioco educativo prevede fruizioni temporanee o saltuarie nella giornata, senza la presenza dei genitori.
Il centro dei bambini e dei genitori è un servizio a
carattere educativo e ludico, rivolto a bambini e bambine di
età compresa tra tre mesi e tre anni, organizzato secondo il
criterio della flessibilità. Il centro dei bambini e dei genitori
prevede la fruizione continuativa del servizio da parte di
bambini accompagnati da un genitore o da un altro adulto
di riferimento; questi ultimi concorrono alla realizzazione
dei programmi educativi del centro in una logica di corresponsabilità con gli educatori.
I servizi domiciliari, attivati presso il domicilio della
famiglia o dell’educatore, ampliano la rete dei servizi educativi. Sono servizi rivolti a gruppi di quattro bambini, di età
compresa tra dodici mesi e tre anni; la durata del servizio
può variare dalle quattro alle otto ore continuative, con
moduli orari autonomamente concordati tra le famiglie
stesse e il gestore del servizio.
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Un laboratorio culturale
A F AV O R E
D E L L’ I N F A N Z I A
Il nido in Toscana si è evoluto, qualificandosi nel tempo
come un vero “laboratorio” culturale a favore dell’infanzia.
La tematica della “qualità” ha acquisito, negli anni
Novanta, una particolare centralità strategica nel quadro
degli impegni della Regione Toscana nei servizi asilo nido.
Oggi la Regione si trova a disporre di un sistema della
valutazione della qualità delle strutture, che consente di
monitorare sia il livello di soddisfazione dei bambini e delle
famiglie, sia l’acquisizione di indicatori necessari alla valutazione dello stato di attuazione della programmazione, in
modo da prevederne i necessari adeguamenti. La sfida,
oggi, è quella di assicurare all’utente un servizio di qualità,
indipendentemente da chi lo gestisce. Questo concetto
diventa centrale per gestire il pluralismo di offerte e dare
continuità alle esperienze positive che da anni vengono realizzate sul territorio.
Nel marzo 2006, è stato anche pubblicato uno specifico volume, La qualità dei servizi educativi per la prima
infanzia. Il nuovo sistema di valutazione dei nidi e dei servizi educativi integrativi (Firenze, Istituto degli Innocenti), che
tiene conto della nuova offerta differenziata ed estende la
valutazione della qualità anche ai centri bambini e genitori,
ai centri gioco educativi e ai nidi domiciliari.
La molteplicità delle problematiche da monitorare richiede necessariamente, per la loro valutazione, la definizione di
un sistema di standard qualitativi, in grado di verificare e
documentare le buone prassi che si rilevano e che contribuiscono all’innalzamento qualitativo della rete, di individuare e
diffondere le realizzazioni di eccellenza, di definire e realizzare misure di accompagnamento rivolte agli operatori mediante formazione mirata e diffusione delle buone prassi.
La qualità erogata si articola in quattro livelli che configurano gli ambiti del sistema qualità: la rete regionale dei
servizi e degli interventi; la rete locale e al suo interno quello delle singole strutture; la qualità percepita; l’efficacia
degli interventi.
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Il livello relativo alla valutazione della qualità della rete
regionale integrata degli interventi educativi trova il suo
strumento strategico nel Sistema Informativo Regionale
Infanzia Adolescenza (SIRIA), creato e gestito dalla Regione
Toscana. Il Sistema informativo è il risultato di una grande
sinergia fra le amministrazioni comunali che, ogni anno, dal
2 gennaio al 28 febbraio, inseriscono i dati dei servizi prima
infanzia esistenti sul loro territorio, pubblici e privati, e ciascun servizio viene implementato dalle schede degli utenti
che hanno frequentato il servizio.
La metodologia di raccolta dei dati, attraverso un flusso
telematico, è il vero elemento di novità che permette una
attività di monitoraggio puntuale e costante nel tempo.
Grazie a questo strumento strategico e di programmazione,
ogni anno la Regione Toscana elabora il “Rapporto annuale sullo stato dei servizi educativi prima infanzia”.
SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA
(raffronto anni 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006)
Anno
2000
2001
incrementi
2002
incrementi
2003
incrementi
2004
incrementi
2005
incrementi
2006
incrementi
%
%
%
%
%
%
Numero
servizi
Numero
iscritti
349
472
35,24
547
15,89
558
2,01
594
6,45
710
19,53
758
6,76
11.054
14.983
35,54
16.978
13,32
17.293
1,86
21.162
22,37
23.944
13,15
27.086
13,12
Fonte dati: comuni toscani sedi di servizi
11
Risposta alla
popolazione
(in %)
13,30
18,11
19,83
19,72
23,24
25,95
29,35
Lista di
attesa
Popolazione
0-2 anni
Domanda
soddisfatta
8.458
9.409
11,24
8.624
–8,34
9.501
10,17
8.671
–8,74
9.615
10,89
9.815
2,08
83.096
82.739
56,65
61,43
85.604
66,32
87.690
64,54
91.048
70,93
92.276
71,35
92.301
73,40
La LR 32/2002
E IL PIANO
DI INDIRIZZO GENERALE
I N T E G R AT O
L’apprendimento durante tutto il corso della vita è
l’obiettivo primario del Piano di indirizzo generale integrato che si propone di attuare la legge regionale 32/2002, il
testo unico su istruzione, formazione e lavoro, che riunisce tutti gli aspetti dei processi formativi che riguardano
l’individuo.
In questo contesto i servizi educativi per la prima infanzia costituiscono il primo momento di apprendimento non
formale e rappresentano il terreno di coltura di quel percorso continuo dell’individuo fatto di esperienze conoscitive e
accrescimento del sapere che ha la sua naturale prosecuzione nei programmi di continuità educativa “tre mesi-sei
anni” e nelle attività finalizzate che si realizzano all’interno
dei centri per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia e degli
Informagiovani.
I Centri per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia
(CIAF), intesi come ambiti permanenti di progettazione
educativa specializzata per le azioni rivolte all’infanzia, agli
adolescenti e ai giovani, si definiscono “contenitori di progetti”, finalizzati a fornire risposta a quattro target bersaglio: l’infanzia, gli adolescenti, i giovani e le famiglie.
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Gli interventi dei CIAF nel sistema non formale degli
adolescenti, dei giovani e degli adulti sono organizzati
all’interno di due aree: l’area della continuità educativa, con
progetti modulari rivolti alla fascia 3-6 anni; l’area rivolta
alle fasce 7-14 anni e 15-18 anni, con offerte diversificate
di tipo educativo, aggregativo, socializzante, formativo.
L’Informagiovani è un servizio che assicura un approccio globale all’informazione, nei settori di interesse dei giovani (formazione, salute, tempo libero, sport, lavoro, cultura, viaggi) con una configurazione generalista e plurisettoriale, collocato in una posizione coordinata, complementare e integrativa rispetto ai servizi di informazione già esistenti, ma non sostitutiva.
L’accessibilità al servizio è prevista per tutti i giovani indistintamente senza discriminazioni fisiche, culturali, psicologiche di alcun genere garantendo il facile accesso e la gratuità delle prestazioni.
Un’area di particolare attenzione da parte del Piano è
quella relativa ai bambini, in linea con le raccomandazioni
di Lisbona che prevede, entro il 2010, che venga assicurata almeno al 33% dei bambini al di sotto dei tre anni la
partecipazione alla vita “educativa” di una pluralità di servizi. Si punta inoltre alla qualificazione e alla diffusione di
strumenti e interventi per la continuità educativa per rendere più agevole, nella fascia di età da 1 a 6 anni, il passaggio fra il nido, la scuola dell’infanzia e quindi la scuola
elementare.
Fra le iniziative previste dal Piano, anche quelle per offrire alle famiglie un servizio mirato alla conciliazione tra vita
familiare e vita lavorativa che, oltre a consentire la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, intendono sostenere specifici progetti per la creazione di impresa e di lavoro autonomo delle donne nel settore dei servizi educativi
rivolti alla prima infanzia.
Uno dei punti centrali di impegno della più recente programmazione regionale è finalizzato a supportare il grande
sforzo dei Comuni nel sostenere e ampliare la reti dei servizi educativi per l’infanzia. In questo contesto si sono ricercati risorse e strumenti per favorire le pari opportunità educative e il pari diritto di accesso ai servizi dei bambini e delle
bambine, dando sostegno particolare ai comuni piccoli e
disagiati per lo sviluppo di esperienze educative differenziate, ma sempre con attenzione alta alla qualità.
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Una Ragnatela
P O R TA I L N I D O
I N M O N TA G N A
Se il bambino non può andare al
nido, è il nido ad andare dal bambino.
Questa la filosofia che sta dietro il progetto sperimentale nido ragnatela,
promosso dalla Regione Toscana con
l’obiettivo di portare il servizio di asilo
nido in contesti territoriali svantaggiati
quali comuni rurali e montani e zone
totalmente prive di servizi per la prima
infanzia.
Il progetto è nato in collaborazione
con le comunità montane e le istituzioni
locali e la sperimentazione riguarda una
formula innovativa d’integrazione tra
servizi educativi domiciliari e asili nido,
per la creazione di offerte differenziate e
flessibili. Il modello sperimentale si sviluppa attraverso un collegamento operativo-funzionale tra un “nido centrale”, in
genere situato nel centro più grande, con minimo tre, massimo quattro “nidi domiciliari”, che accolgono al massimo 5
utenti ciascuno.
Le mansioni di coordinamento e gestione delle attività,
relative a collegamento, interscambio, connessione e rapporti tra educatori e utenti sono svolte dal nido centrale.
L’estrema interscambiabilità tra l’asilo nido centrale di riferimento con i diversi nidi domiciliari e i nidi domiciliari tra
loro, sia a livello di utenza, che di educatori, che di personale ausiliario, consente la formazione di una vera e propria rete di relazione, connessione e scambio. Una prima
esperienza è stata inaugurata nel giugno 2007 sull’Amiata,
dove il nido di Arcidosso è stato messo in rete con altri
quattro comuni montani: Seggiano, Cinigiano, Semproniano e Castell’Azzara.
Presto altri nidi ragnatela partiranno nei comuni delle
province di Lucca e Pistoia.
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Le risorse
Bilancio 2005
Bilancio 2006
Bilancio 2007
GESTIONE
Fondi regionali
POR FSE Ob. 3 2000-2006
Mis E1 per nidi ragnatela
6.171.429,00
7.607.788,40
7.607.800,00
–
500.000,00
1.200.000,00
Totale gestione
6.171.429,00
8.107.788,40
8.807.800,00
INVESTIMENTI
La Regione Toscana ha assicurato a questo settore una
quantità di risorse crescente, sia per la gestione che per gli
investimenti.
Come si può vedere nella tabella di seguito riportata,
dal 2005 al 2007 siamo passati da un investimento complessivo di poco più di tredici milioni a quasi diciannove
milioni e mezzo di euro. Si tratta di un aumento del 67% in
soli tre anni.
Queste risorse sono andate in prevalenza agli investimenti per la costruzione di nuove strutture per nidi, centri
gioco, CIAF.
Le nostre priorità, che hanno trovato una collocazione
nei bandi, ci hanno consentito di finanziare piccoli comuni
e strutture associative.
È significativo anche il numero di imprese che sono
sorte per la gestione di questi nuovi servizi e che hanno
creato nuova occupazione, soprattutto femminile.
Oltre ad aumentare i servizi per i più piccoli, abbiamo
teso alla loro diffusione su tutto il territorio regionale,
soprattutto in quelle zone che ne erano prive.
Fondi regionali
Fondi regionali
CIPE
POR FESR 2007-2013
1.300.000,00
–
5.673.986,89
1.300.000,00
3.000.000,00
4.786.250,08
1.300.000,00
3.000.000,00
4.981.435,20
1.398.389,52
Totale investimenti
6.973.986,89
9.086.250,08
10.679.824,72
13.145.415,89
17.194.038,48
19.487.624,72
Totale generale
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E dopo il nido?
CONTINUITÀ
E D U C AT I VA
Un altro elemento chiave delle politiche regionali è
costituito dalla continuità educativa. È per questo che la
stessa attenzione, pur nella diversità delle competenze,
viene posta verso i bambini delle fasce di età successive al
nido. In particolare ricordiamo l’impegno, attraverso finanziamenti ad hoc, per sostenere le scuole comunali e paritarie dell’infanzia, in una logica di potenziamento del servizio
che punta a garantire il diritto di frequentare la scuola dell’infanzia a tutti i bambini dai tre ai sei anni.
Sul fronte dell’apprendimento non formale sono molte
le iniziative rivolte ai bambini e agli adolescenti, fino ai 18
anni di età cui la Regione, insieme agli enti locali, contribuisce, in collegamento con l’offerta formativa delle scuole e
del territorio.
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Op servizi 1a infanzia