Nozze d’ rgento con la ita A V o statuto del Movimento per la vita italiano prevede che l’assemblea di tutti i presidenti dei Centri, Servizi e movimenti federati si riunisca almeno una volta all’anno per approvare il bilancio consuntivo e preventivo. L’adempimento è abbastanza formale, ma in effetti si tratta di una occasione in cui viene verificato il lavoro compiuto e vengono definite le linee dell’azione futura. A norma di statuto l'assemblea è il massimo organo decisorio: essa nomina i membri eletti del Consiglio direttivo nazionale ed approva o respinge sia la relazione generale del presidente, sia le mozioni che possono essere presentate Assemblea di singolare importanza quella che il Movimento per la vita terrà l’1 e 2 giugno prossimi a Montecatini terme. Da un lato c’è l’appuntamento con il rinnovo della cariche ed in particolare del Consiglio direttivo, dall’altro la triste ricorrenza dei venticinque anni della legge 194 L di CARLO CASINI Sì alla vita 10 maggio 2003 da ogni partecipante. Tutto questo è regolato da un apposito regolamento. Quest’anno l’assemblea di svolgerà il 1 e 2 giugno a Montecatini e sarà particolarmente importante. Non solo perché dovrà essere rinnovato il Consiglio direttivo, essendo maturata la scadenza triennale dell’incarico, ma anche per la sostanziale coincidenza con i 25 anni della legge sull’aborto. Sappiamo che la ragione della nostra presenza non è la legge, ma l’aborto in se stesso, tant’è vero che le origini del Movimento risalgono al 1975, con la fondazione del primo Cav, mentre la legge è di tre anni dopo. Però, in un contesto complessivo di difesa del diritto alla vita, anche la legge che legalizza l’interruzione volontaria di gravidanza costituisce un ostacolo estremamente rilevante. Come è scritto nello Statuto è dunque obiettivo irrinunciabile del Movimento operare per modifiche legislative ispirate al rispetto della vita umana. Del resto è opportuno ricordare, ancora una volta, qual è la specificità del nostro Movimento. La vita è tutto e deve essere protetta e rispettata la vita di tutti. Ci sono però delle aree in cui questo principio, che genericamente è condiviso da ogni cittadino, viene negato, non solo nell’azione, ma anche e prima nel pensiero. La legge ingiusta è il risultato di un pensiero In queste pagine proponiamo alcune immagini dell’assemblea dello scorso anno ingiusto. Molti bambini muoiono di fame nel mondo, ma nessuno dice che questo è bene e quindi nessuna legge autorizza o addirittura finanzia la morte per fame dei bambini. Il Movimento si occupa , come può, anche di questi bambini, ma, in modo specifico, pensa ai bambini non ancora nati. La difesa dell’uomo negato nella sua identità, nella sua dignità e nella sua eguaglianza è, dunque, la nostra vocazione. E’ opportuno, per questo, ricordare il 25° anniversario della legge 22/5/78 n. 194. E’ una data tristissima, perciò non c’è niente da celebrare. C’è solo da non dimenticare. Ma non per ripiegarsi nel passato, lamentarsi o – peggio – rassegnarsi. Ma, piuttosto per capire che cosa possiamo fare nel tempo che ora è cambiato. Il modo migliore per “ricordare”, è, dunque, rafforzare il Movimento per la vita, la sua azione, la sua vicinanza concreta alle mamme e alle famiglie in difficoltà, la sua capacità di coinvolgimento della società tutta intera. La prossima assemblea dell’1 e del 2 giugno dovrà proprio strutturare questo tipo di azione. Personalmente penso che il modo migliore di “ricordare” la “tristissima data” del 22 maggio sia quello di rilanciare in continua a pagina 12 Sì alla vita 11 maggio 2003 ■ MONTECATINI 2003 1. rendere più visibile la presenza di un “Nuovo femminismo” schierato a favore del diritto alla vita; 2. potenziare la presenza giovanile; 3. dare sistematicità e generalità alle proposte che possono essere fatte agli enti locali affinché essi, sia pure nell’ingiusto e comunque insufficiente sistema normativo statuale, prendano concrete e chiare posizioni in favore del diritto alla vita. A queste tre linee bisogna aggiungere poi, con indispensabile orizzonte di fondo, un più stretto e forse organico collegamento con le associazioni e movimenti operanti nella società italiana forma pubblica e generalizzata Progetto Gemma. Per questo all’interno di questo numero di Sì alla vita vi è un opuscolo pensato per essere offerto in modo mirato in ogni ambiente in cui possa essere stimolata l’offerta di “adozioni”: da parte della generalità dei cittadini, delle comunità cristiane, dei giovani che si preparano al matrimonio, o che si sposano. Progetto Gemma ha già fatto un gran bene. Forse ne può fare ancora di più se viene sentito come strumento proprio non solo dal Movimento per la vita, ma anche dall’intera comunità cristiana e dalla società civile. Naturalmente sto meditando sulle linee strategiche da proporre all’assemblea di Montecatini. Mi pare che i fatti già le evidenzino. Si tratta di linee antiche, ma non sempre perseguite compiutamente. Alcune le ho già indicate sulla pagina Vita di Avvenire dell’1 maggio. Si tratta di: l’editoriale prosegue... continua da pagina 5 Il Magistero del Papa ci aiuta a vincere la tentazione. La vittoria è sicura – egli ci ha detto. “Non vi scoraggiate per la complessità e la lunghezza del confronto (…) Sforzatevi di trovare collaborazione tra tutte le energie disponibili che sono tante e vanno risvegliate. Stimolate i settori che si rifugiano nell’agnosticismo e nel disimpegno” (25/10/85); “Trattandosidella causa dell’uomo nessun sacrificio deve essere risparmiato, nulla deve essere lasciato intentato” (12/10/85); “Non vi spaventi la difficoltà del compito (…). L’Europa di domani è nelle vostre mani” (19/12/87); “Sono convinto che la grande influenza del Movimento per la vita nel mondo e l’enorme importanza del suo contributo dato all’umanità sarà adeguatamente capito solo quando la storia di questa generazione sarà scritta” (1/2/86). In terzo luogo, nell’Enciclica “Ecclesia de eucharestia” commuove l’intimo collegamento tra la dimensione religiosa e il cammino storico dell’uomo. In riferimento alla pace; all’ordine internazionale e al diritto alla vita è effettuato dal Papa subito dopo l’affermazione che “la visione cristiana stimola il nostro senso di responsabilità verso la terra presente” ed è seguito dalla indicazione che “anche per questo il Signore ha voluto rimanere con noi nell’eucarestia, iscrivendo in questa presenza sacrificale e conviviale la promessa di una umanità rinnovata dal suo amore”. Segnalo questo pensiero soprattutto ai giovani. Nel movimento per la vita essi stanno crescendo in numero Sì alla vita ed iniziative. Essi sono giustamente affascinati dall’idea di una laicità che significa capacità di dialogo con tutti anche con i non credenti e i non cristiani e da un ancoraggio forte alla concretezza dei problemi dell’ora presente. Ma devono ricordare che la radice solida della dignità umana sta nel mistero stesso di Dio e che la vicinanza intima con Gesù moltiplica le forze, l’intelletto e l’efficacia dell’azione. Per ogni credente poi è di conforto aggiungere alla dimensione civile e laica della difesa della vita lo squarcio religioso per cui non appare sciocchezza il pensiero evangelico: “Qualunque cosa avete fatto al più piccolo lo avete fatto a me”. L’1 e il 2 giugno prossimi si svolgerà a Montecatini la 26a assemblea annuale del Movimento per la vita, la prima del terzo millennio, con il rinnovo delle cariche sociali. Sarà – è sperabile – un momento non solo di revisione dell’esperienza ma anche di rilancio. Mi pare che questi pensieri possano costituire un’utile meditazione preliminare. 12 maggio 2003 che si ispirano alla antropologia cristiana. L’esigenza di smascherare la pretesa rappresentanza delle donne da parte dell’abortismo più estremista è forte. Il Movimento lo ha compreso da tempo. Già nel 1986 la grande manifestazione sul tema “Firenze, Europa, culture, prima di tutto la vita” fu deliberatamente programmata al femminile con la partecipazione di Madre Teresa di Calcutta, Chiara Lubich, Diana Elles (Vice Presidente all’epoca del Parlamento europeo), Marlene Lenz (Presidente della Commissione per i diritti delle donne del Parlamento europeo), Danuta Walesa d’aborto sono per le donne rendono importante che il Movimento per la vita renda testimonianza evidente allo specifico ruolo della donna all’accoglienza e difesa della vita. Anche i giovani sono stati sempre al centro dell’attenzione. A ben guardare erano prevalentemente i giovani che sostennero le prime fatiche nella costruzione del Movimento e soprattutto i giovani accorsero in massa a promuovere il “Sì” alla vita nel confronto referendario del 1981. E’ ancora che commozione che li ricordo numerosi, entusiasti, generosi, ad affollare le piazze e i teatri d’Italia. Negli anni successivi ai giovani sono state dedicate molteplici iniziative. Essi garantiscono la continuità dell’azione. Spesso mi capita di confrontare il volto dei giovani che incontro agli stand o ai seminari del Movimento per la vita con quello del nostro vecchio papa, Giovanni Paolo II, che sarà ricordato come il grande difensore del diritto alla vita, e mi dico: poiché l’impresa è grande e perciò di lungo periodo, chi attuerà insegnamenti incessanti di questo pontificato se non questi giovani? Ed è necessario che siano molti. Anche i quadri del Movimento devono essere gradualmente rinnovati. Dunque: potenziamento del lavoro verso i giovani. Infine gli Enti locali. Non ci rassegniamo affatto alla legge 194, ma conosciamo bene gli ostacoli da superare. Intanto, sia pure nel quadro della legge vigente, una fantasia innamorata della vita umana deve saper trovare i modi non ostacolati dalla legge per proteggere vite di bambini e coraggiosa (Consorte del presidente della Repubblica Polacca Lech). Il tema fu ripreso nel Concorso europeo e nel Seminario Quarenghi del 1995 dal significativo titolo “Protagonista la donna”. In precedenza nel 1990 un appello a tutte le donne era stato lanciato dalle operatrici di tutti i Cav riunite al Convegno. Peraltro la componente femminile del Movimento per la vita ha sempre giustamente segnalato con forza l’inopportunità di un femminismo “per la vita” fotocopiato sullo stile del vetero-femminismo abortista. La persona umana viene prima del maschio e della femmina e la vita, è problema di tutti. Tuttavia il privilegio della donna rispetto al dono della vita lo specifico “genio” della sua femminilità, l’opportunità di smantellare l’idea falsa e diffusa che l’aborto e la legge continua a pagina 14 Sì alla vita 13 maggio 2003 ■ MONTECATINI 2003 Bignardi: ripartiamo dalla formazione di MARCO ROMANO giovinezza di madre. Alla fantasia degli amministratori gli Enti locali sembra fare appello lo stesso art. 1 della legge 194. Qualche anno fa l’Unicef Italia ha chiesto ai sindaci di accettare la nomina onorifica di “difensori dei bambini”. Torna nella mente la domanda: “quali bambini? Tutti o soltanto quelli già nati?”. Il nostro compito è quello di suggerire strumenti per cui si possa rispondere con fatti concreti: “tutti”. Episodici eventi sono già avvenuti: convenzioni, partecipazioni a Progetti Gemma, iniziative a carattere culturale ed educativo, sostegni di carattere economico-sociale. Ma molto di più si può fare. Pensiamo che promuovere un Seminario tra amministratori sensibili sia, anch’esso, un modo concreto di “ricordare” e superare i 25 anni della legge 194. Fortunatamente il “popolo della vita” è ben più vasto del Movimento per la vita. Quest’ultimo, perciò mentre da un lato non può pretendere alcun monopolio dall’altro deve tendere a realizzare una unità tra tutte le forze disponibili, in primo luogo quelle dell’area cattolica, una unità che per essere reale, non può essere che strategica ed operativa. E’ anche questo un tema posto in discussione fin dalle origini che esige una ulteriore riflessione a causa di non poche novità maturate negli ultimi anni. Arrivederci, dunque, a Montecatini. Il Convegno esige la presenza dei Presidente dei Cav, Sav, Mpv federati, ma tutti, soci e simpatizzanti possono partecipare e speriamo anche nell’attenzione di una più generale opinione pubblica. venticinque anni trascorsi sono stati segnati, sia pure tra alti e bassi, dal rapporto con l’associazionismo cattolico. E molto delle future fortune del diritto alla vita dipenderanno dalla disponibilità della comunite ecclesiale a farsi coinvolgere. Per questo abbiamo voluto incontrare Paola Bignardi, presidente nazionale dell’Azione cattolica. I Come valutate il lavoro del Movimento per la vita nel passato, e quale il compito in futuro? Non credo di dover esprimere una valutazione sull’attività di un Movimento che con dedizione e con grande generosità si è speso a servizio della vita. Mi limito a constatare la necessità di continuare a dare testimonianza dei valori della vita da parte di tutti i cristiani e a spendersi nella solidarietà perché ogni vita possa effettivamente essere accolta. In questi 25 anni il lavoro del Movimento per la vita è stato soprattutto occasione per mettere in luce quanto di sbagliato ci sia stato nelle scelte del 1978 e quanto quella legge abbia influito negativamente sulla vita del paese. Molto positivo, inoltre, è stato il lavoro nei luoghi deputati al dialogo con le donne e le coppie in difficoltà. Credo che oggi sia necessario un compito ancora più difficile e più urgente, legato proprio a quel progetto culturale che la Chiesa italiana sta proponendo a tutti i cristiani. Si tratta in sostanza di essere sempre più vicini a quanti hanno lasciato da parte, per stanchezza, indifferenza o più semplicemente Sì alla vita 14 maggio 2003