Martedì 14 Maggio 2013 DOPOLECROCI UNCINATE Solidarietà adon Corazzina L’aggressione subita nei giorni scorsi da un prete bresciano che si è trovato l’auto imbrattata da croci uncinate di triste memoria non può lasciarci indifferenti. Chi conosce don Fabio Corazzina, sa che ha le spalle larghe e un cuore grande, per cui non si lascerà certo spaventare da simili gesti vandalici. Inoltre siamo sicuri che i suoi parrocchiani e gli amici sapranno sostenerlo e cancellare anche materialmente lo sfregio. Desideriamo comunque richiamare l’attenzione su questo episodio perché don Corazzina è un amico che ha sempre lavorato per la pace e come coloro che sono veri assume su di se la violenza: è questa la cifra più autentica. A lui tutta la nostra solidarietà perché condividiamo il suo impegno per una città più solidale, più dialogante e disponibile a vedere tante opportunità, e non minacce, nel fenomeno dell’immigrazione. Siamo convinti che essa ci permette di contribuire a costruire la pace nel mondo senza muoverci dalla nostra Brescia. Dobbiamo solo saper ascoltare e accogliere chi giunge in casa nostra. Alberto Franchi A NOME DI TUTTO IL CONSIGLIO DELLA COOPERATIVA CATTOLICO-DEMOCRATICA DI CULTURA VERSOLE ELEZIONI/1 Bresciaelebici: cos’èmancato Gentile direttore, ho sfogliato con attenzione l'opuscolo "cinque anni di fatti" che il Sindaco uscente sta distribuendo nella Città e ho scoperto un sacco di cose di cui non mi ero accorto! Si vede che i mezzi di comunicazione cittadini non sono stati abbastanza attenti ai comunicati stampa ed alle inaugurazioni!Non sonoin grado,ovviamente, di analizzare nel dettaglio tutte e sedici le pagine dell' opuscolo ma, da abituale ciclista urbano, da utente delle piste ciclabili e da conoscitore delle strade della Città (da oltre vent'anni preparo percorsi per Bicincittà e per altre iniziative cicloturistiche)credo didover segnalare ai suoi lettori almeno due passaggi del citato opuscolo nei quali si afferma "implementata la rete delle piste ciclabili cittadine" e ancora "realizzate piste ciclabili sicure". La mia prima domanda è la seguente: potrebbe dire il Sindacoquantichilometri (ocentinaia di metri) di "nuove" piste ciclabili sono state realizzate e dove sono state realizzate? E la secondadomanda, conseguente alla prima, come si sono rese "sicure" le piste esistenti? In parte posso rispondere anch'io, è vero, nella controstrada di via Triumplina sono stati posti alcuni cordoli che hanno (solo in parte) evitato la sosta selvaggia delle auto, ma, per esempio, in via Silvio Pellico la corsia ciclabile è praticamente scomparsa. Quello che è mancato in questi cinque anni è stato l'impegno della Giunta in un vero lavoro di persuasione e di convincimento dei cittadini a evitare per quanto possibile l'uso dell'auto in città e, soprattutto a evitare l'ancora troppo diffuso (e pericolosissimo) parcheggio sulle piste ciclabili. Non è sufficiente (anche se positivo) l'inserimento nel PGT delpiano dellamobilità ciclabile, che, ricordo, è anche frutto dell'impegno costante e disinteressato di Associazioni come gli Amici della Bici: di quel piano non si è realizzato assolutamente nulla, probabilmente a causa dei tagli della spesa pubblica, ma, forse, a costo zero, una campagna di sensibilizzazione all'uso cittadino della bicicletta la si poteva fare. L'arrivo del Giro d'Italia (sembra a costo zero per l'Amministrazione!?) servirà a dare impulso a un modo più pulito ed ecologico di vivere la città? (A proposito, quanti mezzi motorizzati ci sono al Giro per ogni bicicletta?). Cordiali saluti. Ivano Baldi VERSOLE ELEZIONI/2 CiòcheBrescia nonsichiede Signor direttore, si sono resi conto i bresciani delle conseguenze della vicenda Caffaro sulla salute dei loro concittadini e sulla vita passata, presente e futura della città? Si sono resi conto che l’indispensabile bonifica del territorio richiederebbe lustri, seppur piovessero dal cielo i fondi per effettuarla? Non si chiedono i bresciani perché siano sparite, in pochi anni, le insegne della Banca San Paolo, del C.A.B. e della BIPOP e quindi delle maggiori banche bresciane? Non si chiedono in che mani è finita la A.S.M., che era considerata il fiore all’occhiello della città? Cheneè dell’aeroporto di Montichiari? Mi fermi qui per non inondare di interrogativi la sua rubrica. Evidentemente non si sono poste queste domande se, come risulta dagli ultimi sondaggi, intendono continuare a votareidue partitiche sisono succeduti nell’amministrazione della città, assistendo impavidi al suo disastroso declino. O i bresciani credono che gli asini abbiano le ali? Avv. Giancarlo Angelini LA POLEMICA L’anomalia italiana e la «destra che non c’è» Egregio direttore, le chiedo ospitalità per condividere alcune considerazioni dopo le dimissioni di Gianfranco Fini da Presidente nazionale di Futuro e Libertà per l'Italia; dimissioni irrevocabili che, di fatto, comportano un ritiro dello stesso dall'impegno politico attivo ed in prima persona. Tralasciando ogni considerazione sulla scelta di Fini, cui mi lega un rapporto di rinnovata stima e vicinanza per il percorso politico comune intrapreso, ciò che mi preme sottolineare è quell'anomalia tutta italiana, che con oggi trova ulteriore conferma, dell'assenza, nel panorama politico, di una vera destra; una destra come esiste nel resto di Europa, una destra liberale, conservatrice ed europea. Giuseppe Prezzolini, agli inzi degli anni Settanta, utilizzava la formula “destra che non c’è” proprio per descrivere questa anomalia tutta italiana. Un’anomalia che, come bene scrive Antonio Polito nel suo ultimo saggio di recente pubblicazione "In fondo a destra", mina peraltro la stessa maturità democratica del Paese che non ha mai conosciuto quella compiuta alternanza tipica delle democrazie più "efficienti". Negli ultimi vent’anni, invero, l’alternanza al potere si è esaurita in un’inconcludenza figlia di un bipolarismo sterile e muscolare. Dall'Unità e sino all'era berlusconiana l'Italia non ha mai conosciuto una vera destra di governo ed i tentativi di costruirla, ed oggi ne abbiamo ulteriore prova, sono clamorosamente falliti. I motivi sono vari, dall’incapacità della c.d. destra storica postunitaria di consolidarsi in un partito maggioritario e, poi, la venuta del fascismo con il conseguente pregiudizio che ha accompagnato nel dopoguerra tutto ciò che fosse destra; sino all’avvento del berlusconismo che, nonostante abbia avuto tutte le condizioni favorevoli (raggiundendo quote di consenso impensabili, da ultimo nel 2008), non ha portato alla nascita di un forza politica autenticamente di governo e di stampo europeo; ma anzi si è esaurito nell’identificazione con le vicende alterne di un leader massimo cui tutto ricondurre. Da ultimo, anche la compagine messa in campo da Mario Monti, che pure poteva rappresentare un valido tentativo di costruire una nuova destra liberale costruita intorno ad un'idea di economia sociale di mercato, si è contraddistinta invece per un'opzione c.d. centrista di derivazione democristiana. In questo senso, l’esperienza di Futuro e Libertà per l’Italia ha 3357960542 Al ciclista impertinente: se passando con il rosso tu fossi stato investito da un’auto con tutte le conseguenze facilmente intuibili da ambo le parti, la penseresti ancora cosi? Adolfo - Vione Complimenti ai vigili che hanno multato un ciclista: sono i padroni della strada, non rispettano niente. Tra Pontedilegno e Vezza c'è la ciclabile, ma non la usano chissà perché? Con quello che è costata! Franck, autista bus Andreotti eilrispetto Andrea Rolla BRESCIA Luca Feroldi SMS LA FOTO «UNPEZZODISTORIA» E' vero che tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia? E' vero che "Ambrosoli se l'era cercata" (frase di Giulio Andreotti tratta da una sua intervista contenuta nel programma «La storia siamo noi» del 2010)? È corretto dire di un generale morto per combattere la mafia (Dalla Chiesa) che "era abituato, forse per mestiere, a non fare quello che diceva"? Come si fa ad essere amicissimi di Sbardella, Ciarrapico, Vitalone rimanendo "puliti"? Condivido quanto ha detto oggi il presidente dell'aula del consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo (Pdl), a proposito dell'attività politica di Andreotti: "Con la sua scomparsa - ha detto in un passaggio - se ne va un pezzo di storia italiana che appartiene a tutti, amici e avversari politici... Al di là delle opinioni differenti che legittimamente si possono avere sulle ombre e sulle vicende giudiziarie che ne hanno segnato la vita negli ultimi anni, sono comunque esemplari la temperanza, il rispetto delle istituzioni, inclusa la magistratura, e l'umiltà con cui ha affrontato il giudizio dei tribunali". Un po' meno, aggiungo io, il rispetto per le persone morte (specie se cadute mentre facevano il loro dovere), segno dell' assenza di un qualsiasi concetto di etica. fallito; un partito nato da un moto di coraggio (“che fai mi cacci?”), nel tentativo di dare al Paese un’offerta politica conservatrice liberale che la ponesse nel perimetro politico della destra europea. Ma tant’è, ciò che resta è che attualmente la Destra non siede in Parlamento e chi, come il sottoscritto, si riconosce nella destra europea e nella sua cultura politica, attenta ai valori dell’Unità nazionale, dell’integrazione europea, della legalità, dell’etica della responsabilità, della meritocrazia, del liberismo economico come presupposto della giustizia sociale, dei diritti civili della persona non ha una rappresentanza, ancora tutta, quasi inspiegabilmente, da costruire; da costruire partendo dalle idee e dalle provocazioni culturali. Da qui si riparte, dall’amara considerazione della “destra che non c’è”. Letta, ok al taglio dei compensi dei politici. Bisogna anche tagliare i politici da 1000 a 500 e subito. Capito? Arturo RS Piscinacon vistaspettacolare, quella delMarina BaySandshotel diSingapore. Nellacittà asiatica in questigiorni sonoriunitiesperti di cucinae diturismo datutto il mondoper ilWorld Street Food Congress,che si concluderàil prossimo 9 giugno. FOTO ANSA EPA/STEPHEN MORRISON STORIADIBRESCIA Tutti inomi dell’epurazione Lo scorso 24 aprile si è tenuto presso l'Università Cattolica un convegno "Ricostruire sulle macerie. La rinascita di Brescia nel secondo dopoguerra 1945-1951". Si è parlato in particolare dell'epurazione. Vorrei se possibile informare i suoi lettori che il periodo post bellico è stato oggetto di ricerca e studio, pur con i suoi limiti, anche dal sottoscritto. Infatti oltre venti anni fa, in un mio libro "Pagine di Verità", oggi introvabile, ma che si può consultare nelle principali biblioteche bresciane, ho pubblicato documenti d'epoca riguardanti "L'epurazione". Infatti in un capitolo si possono leggere lettere inedite, i nomi e cognomi dei componenti le varie Commissioni di Appello per la epurazione nelle imprese private, negli Enti pubblici locali, nelle imprese del Credito, nelle imprese Assicurazioni, per il personale Teatro Grande di Brescia, nelle imprese agrarie di tutta la provincia. I nomi e cognomi delle Commissioni di epurazione per la giurisdizione delle Preture di Rovato, Iseo, Gardone Val Trompia, Breno, Lonato, Salò, Verolanuova, Montichiari, Chiari. Tutti i nominativi delle Commissioni per l'epurazione degli insegnanti (scuole medie, elementari), degli Albi (medici chirurghi, veterinari, ostetriche, farmacisti). Così dicasi anche per quelle relative ai dipendenti degli Enti locali, Municipio di Brescia e della Provincia. Inoltre ho anche trascritto il compendio del lavoro svolto dalla Commissione Provinciale per l'epurazione nella nostra provincia nel periodo giugno-dicembre 1945. Degno di attenzione è il lungo elenco alfabetico di oltre mille nominativi di cittadini bresciani (dove prestavano la loro opera e con quali mansioni) che furono denunciati dopo l'aprile 1945 alle varie commissioni per l'epurazione. Troveranno certamente delle sorprese, perché frutto di minuziose ricerche presso l’archivio di Stato di Brescia... Lodovico Galli BRESCIA ILCASOBIGIO Quandolastoria èa sensounico L'assessore Mario Labolani lo chiedeva quando era all'opposizione in Palazzo Loggia, lo ha annunciato dopo aver vinto le elezioni e il centrodestra vuole ostinatamente riportare la statua "L'Era Fascista" (detta "Bigio"o"Lelo") inpiazzadella Vittoria in nome del recupero storico dell'architettura della città. Ma nella storia di Brescia, così ha osservato Vittorio Sgarbi, c'è anche la rimozione della statua che ha un forte valore simbolico come già era stato rilevato nella deliberazione della Giunta Municipale 34 del 1945. L'assessore Labolani si picca di ricordare la storia, ma lo fa a senso unico. Ricorda solo molti crimini nazisti. Rimuove invece le ragioni storiche della fine della ventennale dittatura mussoliniana e le sue criminali e tragiche responsabilità. In nome di un pretestuoso recupero "filologico" di piazza della Vittoria cerca di far dimenticarei sacrificidella lotta antifascista a Brescia. Scorda di ammi- Invece di aiutare gli italiani in difficoltà si pensa a dare la cittadinanza agli stranieri. I politici stanno vendendo l'Italia ... nistrare una città medaglia d'argento della Resistenza e di essere il rappresentante di tutti i cittadini, non solo di quelli cherimpiangono l'Italia Romana. Ricordiamo che nel 2008 alcuni studenti ed insegnanti dell'Istituto Tartaglia avevano preparato la guida "Le vie della libertà.Eventieluoghi dellaResistenza a Brescia" (che si può trovare nel sito dell'ANPI di Brescia). La precedente Giunta aveva previsto uno stanziamentoperrealizzare lasegnaletica che indicasse agli abitanti e ai visitatori i luoghi in cui la dittatura fascista e nazista si era accanita contro i cittadini bresciani: dalle persecuzioni e deportazionidiebrei, minoranzee oppositori,alle vicendedelle altre vittime per la libertà. La Giunta in carica non ha trovato modo di mantenere la spesa di poche migliaia di euro per conservare la memoria antifascista bresciana, ma, come sappiamo, ha investito centinaia di migliaia di euro per un testardo e nostalgico recupero della statua "L'Era Fascista". Agide Gelatti MOLINETTO DI MAZZANO Adriano Moratto BOTTICINO MATTINA LETTERE AL DIRETTORE 37 BRESCIAOGGI Questarubricaèlibera. Ilcontenutodellelettere puònoncollimarecol pensierodelgiornale. Bresciaoggisiriservadi ridurrelelettereedi eliminareespressioniche possanointegrareipotesi didiffamazione.Gliautori, purchènotiallaredazione, potrannochiederechela lorofirmasiaomessa. Precisazioniorettifiche sarannopubblicate. RECAPITI Via Eritrea 20/a 25126 Brescia Fax 030 2294229 [email protected]