1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del pro- Sistema regionale di sorveglianza degli incidenti gramma stradali e domestici 3) Identificativo della linea o del- 2.1 - Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito le linee di intervento generale ( stradale e domestico indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del pro- 2.1 getto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target dell’intervento) La comunità, i Decisori politici, i Decisori in materia di sicurezza pubblica e i Decisori sanitari 7)Obiettivi di salute ( e/o obietti- Sperimentazione di un sistema di sorveglianza basato su vi di processo) perseguiti** dati integrati, in grado di migliorare la conoscenza dell’incidentistica per orientare la programmazione e consentire la valutazione dell’efficacia degli interventi sanitari, infrastrutturali e sul contesto ambientale. Indicatori ( di processo, di risultato) Indicatori Fonte di verifica Valore al 31/12/2012 Valore al 31/12/2013 Valore al 31/12/2013 Osservato Atteso Osservato Sviluppo di una reportistica relativa agli incidenti stradali Rapporto Presente Presente Sviluppo di una reportistica relativa agli incidenti domestici Rapporto Non Presente Presente Sperimentazione di un modello di analisi di dati relativi agli incidenti stradali provenienti da differenti flussi (sanitari, Istat) Gruppo tecnico regionale Non presente Presente Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi Il razionale In Calabria gli incidenti stradali e domestici rappresentano, come nel resto del Paese, un problema di rilevante interesse per la Sanità Pubblica: nel Piano Regionale per la Prevenzione è stato pertanto avviato uno specifico progetto finalizzato alla realizzazione di un sistema di sorveglianza degli incidenti stradali e domestici quale base conoscitiva per orientare le successive azioni di prevenzione. In Italia la rilevazione dell'incidentalità stradale è demandata ai seguenti enti: ACI, Ministero dell'Interno, Polizia Stradale, Carabinieri, Polizie Municipali, Province che hanno sottoscritto una convenzione con l’ISTAT mirata alla raccolta, al controllo, alla registrazione su supporto informatico e al successivo invio dei dati allo stesso Istituto. La rilevazione avviene tramite la compilazione del modello IstatCtt/Inc, che raccoglie informazioni necessarie a identificare localizzazione e dinamica dell’incidente, mancano tuttavia dati sul tipo e sull’entità delle lesioni traumatiche necessitanti di trattamento sanitario. Il progetto intende raggiungere lo scopo prepostosi attraverso un’evoluzione del sistema di raccolta dati CTT-INC di ISTAT con le seguenti caratteristiche: utilizzo di nuove metodologie e mezzi messi a disposizione dalle moderne tecnologie (informatizzazione del processo); integrazione del sistema di rilevazione ISTAT, mantenendone comunque la piena compatibilità (miglioramento qualitativo del dato ISTAT); estendendo le conoscenze anche alle abitudini comportamentali connesse alla guida rilevate con il sistema di sorveglianza PASSI. A tal fine sarebbe opportuno utilizzare il sistema in atto presso l’Amministrazione Provinciale di Crotone ed individuare l’ASP di Crotone quale capofila, che per rendere operativo il progetto provvederà alla sottoscrizione di apposita convenzione con la Provincia di Crotone. Inoltre, sarà potenziato e migliorato il processo di informatizzazione dei PP.SS. ospedalieri e si possono integrare i flussi della sorveglianza PASSI a regime su tutto il territorio regionale. Il progetto iniziale viene riformulato estendendo la sorveglianza, per il 2013, anche alle quattro ASP di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia che dispongono dei suddetti flussi sanitari e che proseguiranno la collaborazione già avviata con il Centro di Monitoraggio della Sicurezza Stradale della Provincia di Crotone (convenzionato con l’ISTAT), finalizzata alla sperimentazione di un modello di analisi che permetta la stesura di un report analitico e, successivamente,la georeferenziazione degli incidenti stradali.Tali dati potranno essere utilizzati sia per ottimizzare la risposta sanitaria nella fase acuta dell’intervento (118, Pronto Soccorso), sia per gestire il sistema dei trasporti, la manutenzione stradale, la regolazione della circolazione e il controllo del territorio. Per quanto riguarda gli incidenti domestici, non esiste un analogo modello per la rilevazione degli stessi necessitanti di prestazioni sanitari: la sorveglianza farà, pertanto, riferimento ai soli dati di Pronto Soccorso, 118, registri di mortalità, ricovero (S.D.O) e a quelli rilevati dalla sorveglianza PASSI e PASSI d’Argento o dalle indagini ISTAT, per la redazione di un report dedicato. Scopi generali che si Creare e sperimentare una struttura di monitoraggio regionale propone dell’incidentalità stradale denominata “Centro Regionale sugli Incidenti Stradali nella Regione Calabria(CRISC)” in grado di fornire i dati relativi all’incidentalità, in rispetto delle tempistiche adottate per la rilevazione statistica ISTAT sugli incidenti stradali e divenire strumento per il governo del fenomeno dell’incidentalità stradale. Fasi e attività Ottimizzazione della collaborazione per la costituzione del centro regionale per la sorveglianza degli incidenti stradali e domestici in seguito alla stipula della convezione tra Azienda sanitaria capofila e la Provincia di Crotone Attivazione e nomina responsabili e componenti dei gruppi aziendali. Acquisizione flussi informativi settore sanitario. Acquisizione flussi informativi settore extrasanitario. Analisi completezza e qualità dei dati. Elaborazione dei dati. Stesura rapporti (entro 12 mesi dalla fine dell’anno di riferimento). Comunicazione dei dati ai portatori di interesse. Attori e portatori di interesse coinvolti Regione (sanità, infrastrutture, trasporti) – Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) (Pronto Soccorsi, 118, flussi informativi amministrativi e sanitari) Istat – ACI – Prefetture – Province – Comuni - Polizia stradale - Carabinieri - Polizia urbana– Polizia provinciale – Pubblica Istruzione – Motorizzazione – ANAS – Organizzazioni e Associazioni di cittadini. Tempi di attuazione Dal 01/01/2103 al 31/12/2013 Risultati attesi Costituzione del Centro Regionale sugli incidenti stradali ( CRIS) – Produzione di due rapporti sull’incidentalità stradale e domestica nelle ASP di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma Giovani e sicurezza stradale – Interventi preventivi nell’Azienda Sanitaria di Cosenza 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target dell’intervento) 2.1 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale 2.1.2 Target finale: giovani 13– 24 anni, residenti nella provincia di Cosenza 7) Obiettivi di salute ( e/o obiet- Obiettivo di salute Riduzione della mortalità e disabilità tivi di processo) perseguiti** conseguenti ad incidenti stradali, connessi alla guida sotto l’effetto di alcol e/o sostanze, nei giovani. Obiettivo specifico n. 1 Mantenimento di collaborazioni con enti e associazioni di categoria e volontariato coinvolti e interessati al tema della prevenzione degli incidenti stradali, al fine di diffondere la cultura di guida sicura e favorire un uso consapevole e responsabile di bevande alcoliche. Obiettivo specifico n. 2 aumentare nei giovani conoscenze e competenze per una guida responsabile e favorire un uso consapevole e responsabile di bevande alcoliche (attraverso la realizzazione di interventi informativi – educativi.) Indicatori Numero di moltiplicatori già formati coinvolti in iniaziative di prevenzione nei contesti educativi Numero di interventi attuati nei contesti educativi/formativi Numero di giovani raggiunti Fonte di verifica Valore al 31/12/2013 Valore al 31/12/2013 Atteso Osservato Report degli interventi Almeno 10 moltiplicatori nell’ASP di Cosenza Documenti formali di collaborazione con gli Enti/ Istituzioni . Enti/Istituzioni con cui si attivano gli interventi Almeno n° 10 interventi attuati nei contesti educativi/formativi dell'ASP di Cosenza Almeno N° 300 giovani raggiunti per l’ambito provinciale Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale Gli incidenti stradali in Italia sono la principale causa di morte e di disabilità nella dell’intervento popolazione al di sotto dei 40anni ed il 25% dei decessi per tale causa interessa i eventualmente giovani con meno di 23 anni. Da dati Istat risulta che in Italia nel 2011 gli incisupportato da denti stradali rilevati sono stati 205.638 che hanno causato 3.860 morti e 292.019 elementi ogget- feriti. In Italia, tra il 2001 e il 2011, gli incidenti stradali con lesioni a persone sotivi no passati da 263.100 a 205.638,con un calo del 21,8%; i morti sono passati da 7.096 a 3.860 (-45,6%) e i feriti da 373.286 a 292.019(-21,8%). Nello stesso periodo si è registrata anche una costante riduzione dell’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti), passato da 2,70 nel 2001 a 1,88 nel 2011. La variazione percentuale annua del numero dei morti evidenzia, a partire dal 2002, una riduzione della mortalità sempre più consistente nel tempo. (RAPPORTO ACI-ISTAT 2011 ).Tra il 2010 e il 2011 la diminuzione del numero dei morti è stata del 5,6% .Rispetto al 2001, nel 2010 l’Italia ha registrato una diminuzione del numero di morti del 45,6% negli incidenti stradali, risultato importante anche se non si è raggiunta la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010 raccomandata dal Libro Bianco dell’Unione Europea. Nel RAPPORTO ACI-ISTAT 2011 sugli incidenti stradali (pubblicato Il 31 ottobre 2012 ) si evidenzia che, rispetto al 2010, l’anno scorso si è riscontrato un calo nel numero di incidenti stradali (-2,7%), di feriti (3,5%) e di morti (-5,6%) e i giovani 20-24enni sono le principali vittime di incidenti stradali. In Calabria, nel 2011, si sono verificati n° 2.989 incidenti, che hanno causato n°104 morti e n°5.116 feriti. Anche in Calabria,come nelle altre Regioni italiane, il numero di morti per incidenti stradali in termini mortalità, è costantemente diminuito dal 2001 al 2011. Questi risultati sono stati raggiunti grazie alla sinergia delle diverse azioni di prevenzione degli incidenti stradali promosse da da Enti,Istituzioni, Associazioni, Forze dell’Ordine e dalle Campagne di Comunicazione. Al fine di rafforzare e migliorare i risultati fin ora raggiunti, è necessario proseguire nelle attività di prevenzione dimostratisi efficaci. Le cause principali degli incidenti stradali, riferite ai fattori umani, restano attribuibili al consumo di alcol, alla distrazione alla guida e al mancato rispetto delle regole del Codice della Strada . La Regione Calabria ha aderito, nei precedenti Piani Regionali di Prevenzione, ai Progetti Nazionali di prevenzione degli incidenti stradali “ Scegliere la Strada della Sicurezza (2006-2011)” e “Insieme x la sicurezza: Moltliplichiamo le azioni preventive” promossi dal Ministero della Salute e dal CCM . L’efficacia riscontrata, nell’esperienze pregresse, delle strategie comunicative previste dai Progetti CCM, orienta la scelta di proseguire le azioni preventive nei contesti educativi/formativi, utilizzando la metodologia informativa interattiva ed il materiale didattico proposto dai Programmi Nazionali (video, slides, spot pubblicitari e campagne pubblicitarie, video musicali, giochi multimediali) al fine , non solo, di veicolare informazioni, ma stimolare e rafforzare le abilità individuali (life skills). L’adolescenza è il periodo della vita in cui si struttura la personalità e si acquisiscono atteggiamenti e comportamenti, per cui è utile proporre iniziative di promozione di corretti stili di vita in questa fascia di età anche per contrastare l’influenza dei pari e le pressioni della pubblicità. Saranno proposti interventi focalizzati sulle conseguenze del mancato rispetto delle norme relative alla sicurezza stradale ( distrazione, uso del cellulare, rischi correlati alla guida sotto effetto di bevande alcoliche, ecc). In Calabria gli adolescenti che vivono nelle zone più periferiche e disagiate hanno minori opportunità di essere raggiunti da programmi/iniziative di promozione della sicurezza stradale e per contrastare questa diseguaglianza è opportuno privilegiare questi contesti educativi/formativi . Scopi generali Obiettivo generale. Riduzione nei giovani, della mortalità e disabilità per inciche si propone denti stradali conseguenti a guida sotto l’effetto di alcol e/o sostanze, distrazione, mancato rispetto delle norme. Fasi in cui si Il progetto prevede attività informative/educative rivolte ai giovani e caratterizzaarticola te dall’utilizzo del materiale didattico proposto dal Programma Nazionale Prevenzione Incidenti Stradali(video, slides, spot pubblicitari e campagne pubblicitarie, video musicali, giochi multimediali) per creare situazioni stimolo con momenti di confronto fra i giovani e condotte nei contesti educativi/formativi, dagli Operatori Sanitari e/o dai “Moltiplicatori “già formati nei precedenti Progetti Nazionali “Scegliere la Strada della Sicurezza” e“Insieme per la sicurezza” La metodologia educativa prevista mira a stimolare la capacità decisionale (capacità di prendere decisioni in modo consapevole e costruttivo, considerando le diverse opportunità e le possibili conseguenze che ogni scelta implica) e l’autoefficacia regolatoria (capacità di resistere alle influenze dei pari, soprattutto quando questi invitano a cimentarsi in comportamenti che possono mettere a rischio la propria salute. Le fasi del progetto pertanto sono le seguenti: fase 1: Individuazione degli operatori sanitari e dei “moltiplicatori dell’azione preventiva”( già formati negli anni precedenti) e inoltre dei “contesti educativi/formativi” (autoscuole, scuole) in cui attivare gli interventi, individuandoli tra le sedi periferiche meno raggiunte da programmi/iniziative di sicurezza stradale rivolta ai giovani. fase 2: Pianificazione delle attività di prevenzione degli incidenti stradali nei “contesti educativi/formativi”individuati. fase 3: Attivazione degli interventi di prevenzione degli incidenti stradali nei “contesti educativi/formativi” a cura degli operatori sanitari e dei “moltiplicatori dell’azione preventiva” individuati localmente. fase 4: Valutazione degli interventi. Attività di cui Selezione della/e strategia/e di intervento scelte: Valorizzare le competenze acsi compone quisite dagli Operatori Sanitari e dai “moltiplicatori dell’azione preventiva” già formati e coinvolti nei precedenti Programmi, per attivare interventi nei contesti educativi applicando la strategia comunicativa interattiva e i materiali didattici stimolo dei precedenti Progetti Nazionali (in considerazione dell’efficacia rilevata e dell’esperienza maturata). Attori e porta- Operatori sanitari della Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza i “Moltiplicatori di interesse tori dell’azione preventiva”( Associazioni di volontariato, Docenti della Scuola, coinvolti Insegnanti/istruttori di Autoscuole, Forze dell’Ordine,Volontari del soccorso) Scuole e Autoscuole. Tempi di attua- Anno 2013 zione (cronoprogramma) Numero di moltiplicatori già formati coinvolti in iniziative di prevenzione nei Indicatori ( di contesti educativi processo, di riNumero di interventi attuati nei contesti educativi/formativi sultato)** Numero di giovani raggiunti Risultati attesi Aumento delle competenze di “guida responsabile” nei giovani 13 – 24 anni (modifiche attitudinali e comportamentali). 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del Prevenzione infortuni in agricoltura attraverso azioni di controllo in attuaprogramma zione del Piano Regionale Agricoltura 3) Identificativo della linea o 2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle delle linee di intervento patologie lavoro correlate generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del 2.2.1 progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione Vedi sotto dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target Popolazione occupata in agricoltura dell’intervento) 7) Obiettivi di salute ( e/o Riduzione degli infortuni in agricoltura attraverso un’efficace azione di controllo obiettivi di processo) per- in almeno 250 aziende e 300 macchine agricole. seguiti** Indicatori (di processo e di risultato) Indicatori Fonte di verifica 1) N. ro aziende agricole controllate sul territorio regionale Report annuale 2) N.ro macchine agricole controllate Report annuale Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2012 Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013 Atteso 276 Ulteriori 250 638 Ulteriori 300 Osservato Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento L’agricoltura, dal punto di vista infortunistico, è da sempre uno dei settori ad alto eventualmente supportato da rischio insieme al settore delle costruzioni. Negli ultimi anni si è riscontrata una elementi oggettivi costante diminuzione del numero di infortuni che nel 2011 sono stati 47054 (dato nazionale) con una flessione di circa il 18% rispetto al 2007. Aumentano, tuttavia, gli infortuni mortali del 5% circa nel quinquennio che va dal 2007 al 2011 attestandosi nel 2011 su 109 casi (104 nel 2007), di cui oltre il 90% in occasione di lavoro ossia nell’esercizio effettivo dell’attività lavorativa. Molteplici sono i fattori che contribuiscono al fenomeno infortunistico in agricoltura: la frammentarietà della realtà produttiva, la tipologia di azienda spesso a conduzione familiare, l’età elevata, il basso grado di formazione e addestramento, l’utilizzo di manodopera straniera migrante spesso non formata se non addirittura improvvisata, il lavoro sommerso, la presenza di persone che si dedicano all’attività agricola in maniera saltuaria (hobby farmer). Dall’analisi dei dati, in Calabria, risultano denunciati, nel 2011, 1118 infortuni con una flessione rispetto al 2010 del 2,2%. La provincia con il più alto numero risulta Cosenza con 565 infortuni seguita da Catanzaro con 235. Rimane costante invece il numero di infortuni mortali pari a 4 sia nel 2010 che nel 2011. Nel 2012 risultano avvenuti complessivamente 916 infortuni Un’efficace azione di informazione, assistenza e formazione insieme al miglioramento dell’attività di prevenzione e vigilanza, in prosecuzione di quanto già attuato dai Servizi PISAL nel biennio 2011/2012, può consentire il raggiungimento degli obiettivi di salute del progetto. Scopi generali che si propone Lo scopo generale dell’intervento è la prevenzione degli infortuni attraverso l’intensificazione dei controlli sulle aziende agricole e sulle macchine agricole utilizzate con azioni di prevenzione e vigilanza ed interventi di formazione/informazione ed assistenza alle aziende al fine di accrescere la cultura della sicurezza. Fasi in cui si articola - Valutazione delle aziende da ispezionare secondo criteri ben definiti. - Aggiornamento operatori SPISAL - Campagna di sensibilizzazione ai gruppi di interesse. - Monitoraggio attività di vigilanza eseguita. - Monitoraggio prescrizioni impartite. - Valutazione dei dati di reporting. Attività di cui si compone - Realizzazione piani di intervento. - Percorsi di aggiornamento mirati agli operatori addetti al controllo. - Seminari e diffusione di materiale informativo per le aziende. - Attività di vigilanza mirata alle macchine agricole. - Controllo di 250 aziende agricole e 300 macchine agricole. - Analisi, valutazione dei dati e presentazione risultati. Attori e portatori di interesse Lavoratori del comparto agricolo; Datori di lavoro; Rappresentanti dei lavoracoinvolti tori per la sicurezza, associazioni di categoria, Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, DPL, INPS, INAIL, AA.SS.PP. Criticità Livello di sensibilità e consapevolezza dei rischi inadeguati. Gran numero di imprese a conduzione familiare e/o con elevata prevalenza di lavoratori stranieri e/o rilevante presenza di lavoratori in nero. Consolidate abitudini lavorative e/o comportamenti errati. Attrezzature di lavoro tecnologicamente obsolete. Caratteristiche oleografiche dei terreni coltivati. Mancanza di un’anagrafe informatizzata delle aziende agricole. - Insufficienza di risorse umane. Indicatori ( di processo, di ri- 1 sultato)** 2 N. ro di aziende agricole controllate. N.ro di macchine agricole controllate. Tempi di attuazione Annualità 2013 Risultati attesi Consolidamento delle azioni di vigilanza nelle aziende agricole del territorio calabrese mirate prevalentemente alla sicurezza delle macchine agricole, quale strumento di riduzione del numero di infortuni nell’anno 2013 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del Prevenzione degli infortuni in edilizia attraverso azioni di controllo in attuaprogramma zione del Piano Regionale Edilizia 3) Identificativo della linea o 2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle delle linee di intervento patologie lavoro correlate generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del 2.2.2 progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione Vedi sotto dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target Lavoratori comparto Edilizia dell’intervento) 7) Obiettivi di salute ( e/o Il presente progetto porta avanti gli obiettivi e gli impegni che sono stati perseguiti obiettivi di processo) per- dagli SPISAL negli anni 2011/2012 nel mantenere i trend di riduzione degli inforseguiti** tuni mortali e con esiti invalidanti registrati negli ultimi anni nel settore dell’edilizia. Il Piano Nazionale di Prevenzione prevedeva come obiettivo il mantenimento dei trend di riduzione degli infortuni mortali e con esiti invalidanti nell’ottica della riduzione del 15% nel triennio, declinati nel Piano Regionale 2011-2012 come riduzione del 5% su base annua . Considerato che la prosecuzione del Piano Regionale di Prevenzione interesserà il 2013, si ritiene opportuno confermare la percentuale di riduzione nel 5%: non essendo tuttavia tale dato disponibile a fine anno, per i tempi di elaborazione delle statistiche INAIL, non sarà adottato come indicatore di risultato. Come stabilito dalle linee di intervento del Coordinamento interregionale, nell’ambito del Piano nazionale Edilizia, per l’attività di vigilanza, ad ogni regione è stata assegnata una quota di cantieri da controllare ogni anno al fine di raggiungere l’obiettivo di 50.000 cantieri/anno su tutto il territorio nazionale. Per la Regione Calabria tale quota è pari a 1370 cantieri/anno di cui il 20% da ispezionare in collaborazione con le DPL, l’INAIL e l’INPS, quota che, per la rilevanza delle ricadute sull’obiettivo di salute prefissato, si assume come indicatore di risultato per l’anno 2013 . Il progetto, inoltre, si prefigge di utilizzare e perfezionare le procedure, utilizzate negli anni 2011/2012, per il monitoraggio ed il controllo dei cantieri al fine di uniformare le azioni di vigilanza secondo il modello del PNE, inoltre, migliorare le capacità e le competenze degli operatori SPISAL attraverso momenti formativi, costruire un archivio di buone pratiche, collaborare all’attività interregionale sulla sicurezza in edilizia e promuovere la cultura della sicurezza coinvolgendo i lavoratori e le altre figure interessate, nonché le associazioni di categoria, gli organismi paritetici, gli enti e le istituzioni. Indicatori (di processo e di risultato) Indicatori 3) N. ro cantieri sottoposti a controllo Fonte di verifica Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2012 Atteso Osservato Report annuale 1240 4) Percentuale di adempimenti rispetto alle violazioni contestate nei verbali elevati in sede di sopralluogo Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013 Verbali e Comunicazioni notizia di reato alla Procura della Repubblica 90% (+ 10% rispetto al valore atteso) ulteriori 1200 >80% Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento Il settore delle costruzioni rimane una delle priorità di rischio nazionale con circa eventualmente supportato da 63331 denunce di infortuni nel 2011 a fronte di 74485 nel 2010 con un calo del elementi oggettivi 10,9%. Anche gli eventi mortali, passando da 218 nel 2010 a 186 nel 2011, segnano un calo del 14,7%. Dai dati INAIL risulta che in Calabria, nell’anno 2011, il numero degli infortuni denunciati in questo comparto è pari a 1279 a fronte di 1528 denunciati nel 2010 mentre il numero di eventi mortali è pari a 5. Il bilancio si presenta quindi decisamente migliore, ma i dati rimangono comunque inaccettabili se consideriamo, da un lato, il forte impegno profuso dalle varie amministrazioni per arginare il fenomeno infortunistico e dall’altro il fortissimo calo occupazionale che ha caratterizzato questo settore negli ultimi anni. Il contesto sul quale consolidare gli interventi progettuali è infatti rappresentato da una realtà lavorativa, quella del cantiere edile, che è molto complessa, trattandosi di luogo temporaneo e mobile e, per forza di cose, molto precario, in cui spesso vengono disattese le norme in materia di sicurezza, per cui è elevato il numero degli stessi che si trovano in condizioni al di sotto del minimo etico di sicurezza. E’ inoltre un contesto lavorativo in cui è abbastanza abituale l’utilizzo di lavoratori in “nero”, di minori, di immigrati, di popolazione anziana, di manodopera non ben addestrata e non formata sui rischi legati all’attività lavorativa. I problemi più presenti sono rappresentati da un inadeguato livello di sensibilità e di consapevolezza del rischio con conseguente assunzione di abitudini e comportamenti errati da parte dei lavoratori che in ogni caso si trovano a lavorare con opere provvisionali non a norma, con attrezzature obsolete e spesso prive dei dispositivi di sicurezza, in assenza di dispositivi individuali di protezione ecc. Un dato allarmante diffuso dal Ministero del lavoro è che il 59% delle aziende ispezionate opera in situazioni di irregolarità. Le attività progettuali messe in atto nel biennio 2011-2012 hanno consentito , pur permanendo le carenze di personale negli organici , di migliorare l’organizzazione e quindi l’efficacia delle azioni di vigilanza, nonché di avviare su tutto il territorio regionale l’attività di vigilanza congiunta con gli altri soggetti titolari di funzioni di controllo (DPL, INAIL, INPS), conseguendo risultati positivi misurabili e in linea con le attese, che evidenziano la necessità di proseguire e consolidare le azioni avviate, anche nell’anno 2013 . Scopi generali che si propone Prevenzione degli infortuni mortali e con esiti invalidanti nel settore dell’edilizia attraverso la realizzazione di azioni di coordinamento con altri enti, campagne di sensibilizzazione e di informazione al fine di aumentare la cultura della prevenzione, monitoraggio del territorio e sopralluoghi nei cantieri. Fasi in cui si articola Attività di cui si compone - Attori e portatori di interesse coinvolti Criticità Revisione programmi di intervento Aggiornamento operatori SPISAL Campagna informative Controllo sui cantieri Verifica prescrizioni Valutazione dei dati di reporting e condivisione con G.I. Redazione dei Piani di controllo in base alla quota cantieri da ispezionare indicati nella programmazione nazionale e regionale, in collaborazione con DPL, INAIL, INPS. Percorsi di aggiornamento mirati agli operatori addetti al controllo Seminari e diffusione di materiale informativo per le imprese Attività di monitoraggio e controllo sul territorio Analisi dei dati e presentazione risultati ai G.I. Lavoratori del comparto edile; Datori di lavoro; Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, associazioni di categoria, DPL, INPS, INAIL, AA.SS.PP. In passato la programmazione centrale è stata carente, così come i percorsi formativi spesso privi di un coordinamento adeguato. - Insufficienza di risorse umane. Indicatori ( di processo, di ri- 3 sultato)** 4 N. ro di cantieri sottoposti a controllo. Percentuale di adempimenti rispetto alle violazioni contestate nei verbali elevati in sede di sopralluogo. Tempi di attuazione Annualità 2013 Risultati attesi Consolidamento delle azioni di vigilanza nei cantieri del territorio ed implementazione delle % di adeguamento alle norme, quale strumento del mantenimento del trend di riduzione del numero di infortuni nell’anno 2013. 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del proProgramma di interventi rivolto ai genitori dei bambini tra 0 gramma e 4 anni ed agli insegnanti delle scuole dell’infanzia calabresi 3) Identificativo della linea o delle li- Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico nee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto 2.3.2 o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizio- Il progetto è la prosecuzione dello stesso già avviato nell’anno 2011/2012 che ne dell’intervento ha coinvolto: 5 Istituti scolastici; 8 Plessi; 31 Classi; 708 Alunni; 62 Insegnanprogrammato * ti; 5 Dirigenti Scolastici; 206 Genitori. Sono stati realizzati: L’opuscolo informativo “ La famiglia casa pericoli” Prevenzione degli incidenti domestici per gli insegnanti L’opuscolo informativo “ La famiglia casa pericoli” Prevenzione degli incidenti domestici per i genitori Il Cd esplicativo del progetto Si ritiene, pertanto, opportuno proseguire questa attività di prevenzione degli incidenti domestici sul territorio, mediante la prosecuzione del progetto in realtà scolastiche diverse da quelle precedentemente coinvolte e precisamente in ulteriori tre scuole dell’ASP di Catanzaro. 6) Beneficiari (target dell’intervento) Insegnanti, Genitori, Alunni. 7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di Gli obiettivi perseguiti a breve termini sono di tipo comporprocesso) perseguiti** tamentale per gli alunni: acquisizione della consapevolezza delle potenzialità di pericolo in casa e a scuola; attuazione di comportamenti corretti atti a prevenire gli incidenti; per insegnanti e genitori anche conoscenze teoriche ed abilità pratiche da attuare sul bambino incidentato. A lungo termine gli obiettivi di salute si ripercuoteranno in una riduzione del numero degli infortuni, in età pediatrica, in ambito domestico ed in una riduzione del numero di lesioni da incidente domestico con l’applicazione delle manovre salva-vita Fonte di verifica Indicatori Numero di moltiplicatori già formati coinvolti in iniaziative di prevenzione nei contesti educativi Numero di interventi attuati nei contesti educativi/formativi Numero di giovani raggiunti Valore al 31/12/2013 Valore al 31/12/2013 Atteso Osservato Report degli interventi Almeno 10 moltiplicatori nell’ASP di Cosenza Documenti formali di collaborazione con gli Enti/ Istituzioni . Enti/Istituzioni con cui si attivano gli interventi Almeno n° 10 interventi attuati nei contesti educativi/formativi dell'ASP di Cosenza Almeno N° 300 giovani raggiunti per l’ambito provinciale Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento Gli incidenti rappresentano la prima causa di morte e di invalidità tra eventualmente supportato da i bambini e gli adolescenti. In Italia si stima che ogni anno il 10% dei elementi oggettivi bambini subisca un incidente per il quale si ricorre al pronto soccorso. In Calabria il 2,9 degli accessi al pronto soccorso è dovuto ad incidenti domestici. La maggior parte di essi è prevenibile e prevedibile con azioni mirate alla modifica dei comportamenti scorretti, attraverso l’educazione di genitori, insegnanti ed alunni. Un adeguato e tempestivo soccorso, inoltre, atto a sostenere le funzioni vitali nei primi 15 minuti dal trauma è in grado di salvare una vita umana, o nella peggiore delle ipotesi di limitare i danni da invalidità. Scopi generali che si propone Realizzare un percorso formativo rivolto a genitori ed insegnanti per debellare cattive abitudini ed indurre comportamenti corretti. Far acquisire abilità sulle manovre di primo soccorso in situazioni di emergenza, nel bambino incidentato. Fasi in cui si articola 1)Individuazione delle scuole target 2)Richiesta delle adesioni 3)Formalizzazione del gruppo di lavoro con operatori socio sanitari e scolastici per le modalità di esecuzione del programma. 4)Pianificazione della strategia comunicativa relativa alle modifiche ed agli accorgimenti per la rimozione dei pericoli in casa 5)Studio ed ideazione delle relazioni teoriche e pratiche 6) Coinvolgimento di Ordini Professionali, USR 7) Organizzazione del corso di formazione per genitori ed insegnanti Attività di cui si compone 1)Individuazione equipe di esperti e rete di referenti aziendali e non aziendali 2) Ideazione, confronto e produzione del materiale da utilizzare 3)Diffusione del materiale prodotto 4)Contatti con tutto il personale interessato per la divulgazione e la promozione dell’attività di formazione e di prevenzione degli incidenti domestici 5)Attività formativa teorica (es .traumi e cadute ustioni, tagli, avvelenamenti, folgorazioni, trauma dentali) rivolta alla popolazione target 6) Attività formativa pratica rivolta alla popolazione target: Manovra di disostruzione delle vie aeree Massaggio cardiaco Respirazione bocca a bocca Incontro educativo con gli alunni 10)Stesura di un report finale Attori e portatori di interesse Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, Pediatri di comunità, Esecutori di coinvolti PBLS, MMG, Assistenti sociali, Infermieri professionali, Psicologi, Farmacisti. Criticità Ritardi causati dalla difficoltà di collaborazione con l’USP. Assenza di dati epidemiologi di riferimento nella nostra azienda sanitaria. Strutture scolastiche inidonee . Limitata adesioni dei genitori al programma. Scarsa percezione del pericolo da parte dei genitori. Tempi di attuazione (crono- Anno 2013 programma) Indicatori (di processo, di ri- N.ro di insegnanti formati e N.ro di genitori formati sultato)** N.ro di scuole fruitrici coinvolte nel progetto e N.ro di alunni fruitori del progetto N.ro opuscoli distribuiti, N.ro di corsi di formazione e N.ro di convegni provinciali Risultati attesi Almeno: ulteriori 35 insegnanti e 206 genitori formati ulteriori 5 scuole e 300 alunni coinvolti ulteriori 200 opuscoli distribuiti, 3 corsi di Formazione e 1 convegno provinciale 1) REGIONE CALABRIA Nuovo “Piano nazionale per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 20102012” : consolidamento delle coperture vaccinali, sorveglianza epidemiologica e conferma di laboratorio dei casi nella Regione Calabria. 2) Titolo del progetto o del programma 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato* 2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione. 2.4.1 6) Beneficiari (target dell’intervento) Nuovi nati, bambini e adolescenti, donne in età fertile suscettibili. 7) Obiettivi di salute perseguiti Indicatori (di risultato) Fonte di verifiva Percentuale bambini età 24 mesi vaccinati con 1 dose di vaccino MPR Calcolo annuale coperture vaccinali a 24 mesi Calcolo annuale coperture vaccinali Protollo Regionale Percentuale bambini età 5-6 anni vaccinati con 2 dose di vaccino MPR Predisporre un Protocollo Operativo regionale per la vaccinazione delle donne suscettibili nel post partum, nel post-IVG o aborto spontaneo. Aumentare e consolidare le coperture vaccinali in età evolutiva per il morbillo e la rosolia, aumentare la percentuale delle donne in età fertile immuni alla rosolia, potenziare e consolidare la diagnostica nei confronti del morbillo della parotite e della rosolia”. Valore al 31/12/2012 88,76% 78,24% Valore al 31/12/2013 Atteso 90% di vaccinati con 1 dose di vaccino MPR calcolati all’età di 24 mesi 81% di vaccinati con 2 dose di vaccino MPR calcolati all’età di 5-6 anni Definizione del protocollo Osservato Breve descrizione dell’intervento programmato Razionale dell’intervento Scopi generali che si propone Fasi e attività Le Coperture vaccinali MPR nei nuovi nati a 24 mesi nel 2012 ha raggiunto l'88,76%, nei bambini 5-6 anni con due dosi il 78,24% . Al fine di poter raggiungere gli obiettivi sopraindicati sono state realizzate, sia attività di informazione rivolte alla popolazione sia corsi di formazione rivolti al personale sanitario. I corsi di formazione hanno coinvolto oltre agli operatori dei centri vaccinali anche gli operatori sanitari dei punti nascita e dei consultori familiari, ciò al fine di poter implementare l’offerta vaccinale alle donne suscettibili nel post-partum e post I.V.G. ed aumentare la consapevolezza nelle donne in gravidanza dei benefici legati alla vaccinazione dei propri figli. Nonostante gli obiettivi raggiunti occorre migliorare la copertura vaccinale affinchè si possa raggiungere quanto previsto dal Piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita.e per come riportato nel Piano Operativo 2013-2015 dove sono previste le azioni per raggiungere una copertura al 90% entro il 31.12.2014 e al 95% entro il 31.12.2015. Aumentare e consolidare le coperture vaccinali in età evolutiva per il morbillo e la rosolia, aumentare la percentuale delle donne in età fertile immuni alla rosolia, potenziare e consolidare la diagnostica nei confronti del morbillo della parotite e della rosolia”. Offerta attiva della Vaccinazione MPR a tutti i nuovi nati e sollecito degli inadempienti; Offerta attiva della vaccinazione MPR a tutte le donne in età fertile negative al rubeo test o con stato immunitario incerto in ogni occasione opportuna (idoneità al lavoro,iscrizione università, screening per pap-test, visite preassuntive o periodiche per idoneità mansione specifica ,certificazioni medico-legali,viaggi ); Offerta attiva della vaccinazione MPR o MPRV in ogni altra seduta vaccinale utile del calendario vaccinale vigente (richiamo dTp ,vaccinazione HPV etc ); Offerta attiva della vaccinazione alle madri negative in occasione delle vaccinazioni programmate dei figli ; Divulgare informativa specifica agli operatori sanitari (MMG, PLS, ginecologi, ostetrici, neonatologi, medici competenti) sui rischi della rosolia in gravidanza, sui benefici e rischi della vaccinazione MPR o MPRV, sulla sicurezza della vaccinazione nel postpartum, e IVG ,sull'importanza di utilizzare tutte le occasioni opportune per informare le donne in età fertile, verificarne la situazione immunitaria e indirizzare le suscettibili ai servizi vaccinali. Predisporre un Protocollo Operativo Regionale tra Laboratori e Dipartimento di Prevenzione per l'individuazione delle donne in età fertile suscettibili per rosolia che preveda un flusso diretto dai laboratori analisi ai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica per la comunicazione dei dati delle donne in età fertile risultate negative al rubeo test (IgG), eseguito per qualunque motivo, in modo da invitarle attivamente a sottoporsi a vaccinazione. Predisporre un Protocollo Operativo regionale (Attivare i Protocolli aziendali) per la vaccinazione delle donne suscettibili nel post partum, nel post-interruzione volontaria di gravidanza o aborto, da dif- fondere a tutti i punti nascita del territorio condividendo le seguenti possibili strategie: a) Vaccinazione somministrata in corso di ricovero prima della dimissione. b) Vaccinazione somministrata presso il servizio vaccinale con chiamata ad hoc. c) Vaccinazione somministrata presso il servizio vaccinale in occasione della somministrazione della prima dose di vaccini al neonato. Attori e portatori di Le famiglie; interesse coinvolti o le donne suscettibili in età fertile; o MMG e PLS; o Ostetriche; o Ginecologi; o Medici dei Centri Vaccinali e Operatori Sanitari dei Consultori; o Dipartimenti Prevenzione ASP;Aziende Ospedaliere; o Altri stakeolders (Altri Operatori Sanitari , mediatori culturali ,Personale Pubblica Istruzione, ecc.) Criticità Tempi di attuazione Condizione necessaria e imprescindibile per il raggiungimento degli obiettivi di salute esplicitati sono l’adeguamento agli standard di qualità degli centri vaccinali territoriali esistenti ,presenza di personale sanitario e amministrativo esclusivamente dedicato alle attività vaccinali e adesione ai protocolli stabiliti da parte di tutti gli operatori sanitari coinvolti. Anno 2013 Risultati attesi Miglioramento delle coperture vaccinali. Definizione protocollo operativo. 1) REGIONE 2) Titolo del progetto o del programma CALABRIA 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme) 2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione. 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato 6) Beneficiari (target dell’intervento) 2.4.2 Monitoraggio delle coperture vaccinali e uniformazione/informatizzazione delle anagrafi vaccinali. Coorte dei nuovi nati sottoposti alle vaccinazioni dell’infanzia, bambini fino a 6 anni, bambini e adolescenti dai 6 ai 15 anni, adolescenti e adulti dai 15 anni in poi, anziani. 7) Obiettivi di salute perseguiti Definire strategie vaccinali per la popolazione calabrese. Monitorare e migliorare le coperture vaccinali. Integrare i sistemi informativi esistenti con raccolta dei dati che confluiscono su un connettore regionale unico. Indicatori (di risultato) Fonte di verifiva Valore al 31/12/2012 Numero Centri vaccinali informatizzati Schede regione 50% Schede ASP 10% della prima Coorte Coorti di nascita informatizzate Valore al 31/12/2013 Osservato Atteso Numero Centri Vaccinali Informatizzati 55% Coorti di nascita informatizzate 20% di una coorte Breve descrizione dell’intervento programmato Razionale dell’intervento Nel biennio 2010-2012, l’informatizzazione dell’ anagrafe vaccinale è stata avviata nel 50% dei centri vaccinali ed è stato informatizzato il 10% della prima coorte dei nuovi nati sottoposti a vaccinazione inoltre sono state attivate le procedure per il riuso del software della Regione Puglia che sarà l’unico utilizzato in tutte le Aziende Sanitarie, con delibera di Giunta Regionale n. 273 del 15.6.2012. Nel frattempo in continuazione del raggiungimento degli obiettivi del Piano di Rientro è stato predisposto il Piano Operativo Triennale 2013/1015 che prevede l’informatizzazione dei Centri Vaccinali con l’attivazione dell’anagrafe vaccinale informatizzata entro il 31/12/2014. Scopi generali che si propone Implementare l’Informatizzazione dei centri vaccinali. Tempi di attuazione Acquisizione ed Installazione software, in riuso della Regione Puglia, inserimento nuovi nati e soggetti sotto i quindici anni compiuti Formazione operatori sanitari su utilizzo anagrafe informatizzata Realizzazione campagne informazione a tutti i soggetti vaccinabili Coorte dei nuovi nati sottoposti alle vaccinazioni dell’infanzia. Bambini fino a 6 anni. Bambini e adolescenti dai 6 ai 15 anni. Adolescenti e adulti >=15 anni. Anziani Anno 2013 Risultati attesi Informatizzazione di almeno il 55% dei centri vaccinali. Fasi e attività Attori e portatori di interesse coinvolti 1) REGIONE 2) Titolo del progetto o del programma 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato* 6) Beneficiari (target dell’intervento) CALABRIA Miglioramento della qualità vaccinale 2.4 2.4.3 Popolazione generale, in particolare bambini ed adolescenti. 7) Obiettivi di salute perseguiti Rendere omogenea l'offerta vaccinale sul territorio regionale. Aumentare le coperture vaccinali generali e la proporzione di vaccini effettuati al momento più opportuno. Indicatori Adeguamento dei centri vaccinali agli standard descritti nelle linee guida regionali. Adeguamento dei centri vaccinali alle linee guida di qualità dell’offerta vaccinale Fonte di verifica Valore al 31/12/2012 Valore al 31/12/2013 Schede aziendali 50% 55% Atti aziendali 50% 55% Osservato Atteso Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento Nel biennio 2010-2012 sono state avviate azioni volte a censire i centri vaccinali al fine di poterli adeguare a quanto stabilito dalle linee guida regionali. Sono stati realizzati corsi di formazione rivolti al personale dei centri vaccinali. Le azioni svolte hanno permesso di adeguare il 50% dei centri vaccinali presenti sul territorio. Nell’anno 2013 si proseguirà con le attività di adeguamento dei centri vaccinali di un ulteriore 5%, tra quelli censiti. Scopi generali che si propone Implementazione del numero dei Centri Vaccinali adeguati agli standard e alle Linee Guida Regionali. Fasi e attività Riunioni del gruppo di lavoro regionale Individuazione dei centri da adeguare Sopralluoghi ed analisi documentale Indicazioni per il miglioramento Valutazione dell’adeguamento dei centri vaccinali agli standard descritti nelle linee guida regionali. Valutazione dell’adeguamento dei centri vaccinali alle linee guida di qualità dell’offerta vaccinale. Attori e portatori di interesse coinvolti Popolazione generale, in particolare bambini ed adolescenti. Operatori dei Centri Vaccinali Regione ASP Tempi di attuazione Anno 2013 Risultati attesi Adeguamento di almeno il 55% dei centri vaccinali agli standard descritti nelle linee guida regionali. Adeguamento di almeno il 55% dei centri vaccinali alle linee guida di qualità dell’offerta vaccinale . 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma La Peer Education. Prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili. 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 2.6 La prevenzione delle malattie infettive per le quali non vi è disponibilità di vaccinazione. 4) Numero identificativo del progetto o del pro- 2.6.1 gramma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Promuovere la partecipazione attiva dei giovani, per mezzo della peer education nelle azioni di prevenzione sui temi dell’educazione sessuale e delle M.S.T. e HIV 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Giovani 15-16 anni, studenti delle II e III classi destinatarie dei messaggi tra pari 7)Obiettivi di salute e/o di processo perseguiti Indicatori Aumento conoscenze e abilità dei giovani sul tema dei comportamenti sessuali a rischio Partecipazione attiva dei giovani nelle azioni di prevenzione delle M.S.T. Mantenimento della risorsa dei Peer e potenziamento delle competenze acquisite Diffusione ad un target di studenti più ampio delle conoscenze ed acquisizione di corretti comportamenti di prevenzione nella sfera della sessualità Fonte di verifica Valore al 31 /12/ 2013 Atteso Osservato Numero di scuole coinvolte Numero di nuovi gruppi peer attivati Numero di studenti coinvolte Numero di interventi Dati AASSPP Ulteriori 20 Dati AASSPP Ulteriori 20 Dati AASSPP Ulteriori 2000 Dati AASSPP Ulteriori 40 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento Molti percepiscono l’AIDS e le MST come problemi soltanto di “categoeventualmente supportato da rie a rischio”, invece appartengono a tutta la popolazione e per questo elementi oggettivi non bisogna mai abbassare la guardia. Negli ultimi anni, nonostante le campagne di prevenzione, si contano ogni anno nuovi casi di infezione da HIV e IST particolarmente nella fascia di età 14/24 anni. La peer education (educazione tra pari) rappresenta oggi uno dei più significativi modelli di lavoro con e per gli adolescenti. Consiste nel formare un gruppo di studenti (peer educator) che si fa promotore di benessere all’interno della scuola realizzando varie attività rivolte ai pari. Questa metodologia ha riscosso grande interesse nel contesto dell’educazione alla salute soprattutto in settori come la prevenzione dell’ HIV e la sessualità, ed è stata già attuata nella Regione Calabria in numerosi Istituti Superiori, con risultati di buon coinvolgimento e partecipazione attiva dei giovani.. Ci si prefigge di realizzare la formazione di nuovi peer e di attuare azioni di rinforzo destinate ai Peer già formati, affinché questi propongano nuovi interventi di sensibilizzazione tra pari nelle classi dei loro Istituti non ancora raggiunte dai messaggi di prevenzione, nonché attività di consolidamento degli stessi messaggi nelle classi in cui hanno già svolto gli interventi nel precedente anno scolastico. Scopi generali che si propo- Raggiungere elevati livelli delle precauzioni universali nei contesti di rine ferimento dei giovani Fasi in cui si articola Formazione continua dei Peer Educators Iniziative tra pari Attività di cui si compone Costituzione di nuovi gruppi peer Individuazione insegnanti referenti Individuazione Peer Educators Formazione Peer Educators Individuazione scuole e classi Interventi tra pari Attori e portatori di interesse Peer Educator coinvolti Operatori Sanitari (conduttore/formatore dei gruppi: Psicologo, Medico, Sociologo. Esperti: Ginecologo, Infettivologo) Insegnanti Referenti alla Salute Tempi di attuazione (crono- Anno 2013 programma) Indicatori ( di processo, di Numero di scuole partecipanti risultato)** Numero di nuovi gruppi peer attivati Numero di studenti coinvolti Numero di interventi effettuati Risultati attesi Almeno 20 nuove scuole coinvolte Almeno 20 nuovi gruppi peer Almeno ulteriori 2000 studenti coinvolti Almeno ulteriori 40 interventi 1) REGIONE Calabria 2) Titolo del progetto o del programma 2.6.2 Ridurre i casi di infezione tubercolare nella popolazione immigrata del territorio della Regione Calabria 3) Identificativo della linea o delle linee 2.6. Prevenzione delle malattie infettive non suscettidi intervento generale ( indicate nel qua- bili di vaccinazione dro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento La popolazione immigrata ha un rischio relativo di programmato * sviluppare una TBC 10-15 volte superiore rispetto alla popolazione italiana. Migliorare l’accesso degli immigrati alle strutture sanitarie. Formazione e sensibilizzazione degli operatori sanitari alla problematica tubercolare. Informazione degli immigrati attraverso il coinvolgimento di mediatori culturali. Interventi per identificare tempestivamente i casi di Tbc e garantire un trattamento efficace presso strutture dedicate (Dispensari Funzionali, Centro di Medicina delle Migrazioni). Applicazione della DOT . Ricerca attiva dei contatti.ed eventuale chemioprofilassi. 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Cittadini stranieri regolari e non presenti nel territorio dell’ASP di Catanzaro 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di Limitare il verificarsi di focolai autoctoni di patologie processo) perseguiti** da importazione. Controllo e sorveglianza della tubercolosi nelle popolazioni immigrate. Indicatori Fonte di verifica Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2012 Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013 Atteso Riduzione dei casi TB negli immigrati/casi totali Dati notifiche Ministero salute 50% 40 % Percentuale di immigrati sottoposti a screening/ degli immigrati afferenti al Centro di Medicina delle Migrazioni nel corso dell’anno 2013 Dati dei Registri presso le Strutture dedicate 30% 70% Osservato Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento even- L’aumento del flusso di immigrati nella regione Calabria e il tualmente concomitante aumento del numero di casi di tubercolosi ossupportato da elementi oggettivi servati in persone immigrate rispetto alla popolazione autoctona in cui l’incidenza di TB è rimasta stabile giustifica interventi mirati per ridurre il rischio di TB in questa fascia di popolazione Scopi generali che si propone Interventi per favorire l’integrazione degli immigrati, la corretta informazione sui rischi della malattia, facilitare l’accesso alle strutture sanitarie dedicate alla cura della TB Fasi in cui si articola Informazione agli immigrati; Formazione degli operatori; Avvio screening immigrati; Attività di cui si compone Formazione degli operatori; Campagne di informazione per i migranti; Implementare attività di screening Migliorare l’offerta alla vaccinazione antitubercolare; Diagnosi precoce; Trattamento tempestivo ed efficace; Attori e portatori di interesse Operatori del Dispensario antitubercolare; coinvolti Operatori del Centro di Medicina delle Migrazioni; Operatori dell’area di emergenza; Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta; Mediatori Culturali; Associazioni di volontariato; Tempi di attuazione (cronopro- Anno 2013 gramma) Indicatori ( di processo, di risultato)** Percentuale casi TB immigrati/casi totali Percentuale di immigrati sottoposti a screening/ degli immigrati afferenti al Centro di Medicina delle Migrazioni nel corso dell’anno 2013 Risultati attesi ** almeno due indicatori Riduzione dei casi di malattia tubercolare negli immigrati; Incremento della porzione di immigrati sottoposti a screening sul totale degli immigrati afferenti al centro di Medicina delle Migrazioni. REGIONE 1) Titolo del progetto o del programma CALABRIA Sistema di sorveglianza della qualità degli scarichi e dei corpi recettori in relazione agli usi degli stessi e della protezione della salute pubblica 2) Identificativo della linea o delle linee di 2.7 Prevenzione delle Patologie da esposizione, prointervento generale (indicate nel quadro fessionale e non, ad agenti chimici, fisici d’insieme) e biologici 3) Numero identificativo del progetto o del 2.7.1 programma all’interno del piano operativo regionale 4) Breve descrizione dell’intervento proVedi sotto grammato * 5) Beneficiari (target dell’intervento) 1. Popolazione Generale 2. Enti di Ispezione e di Vigilanza ASP e Arpacal 3. Insediamenti produttivi, associazioni di imprese, comuni 6) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di proContenimento, entro i limiti previsti, degli inquinanti cesso) perseguiti** da emissioni e scarichi degli insediamenti produttivi e civili per la prevenzione delle patologie da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici Indicatori (di processo e di risultato) Indicatori Fonte di verifica Valore dell’indicatore al 31.12.2012 Valore dell’indicatore al 31.12.2013 Atteso Riduzione degli scarichi non controllati su / totale scarichi rilevati e non controllati. Formazione personale di vigilanza/ tot operatori del Sistema di Sorveglianza qualità scarichi e corpi recettori Censimento regionale scarichi, Provincie, Arpacal, Dipartimento delle Politiche ambientali. Scarichi abusivi =26%; scarichi non conformi = 42% 5% Verbali ispezioni ASP Verbali/prelievi/analisi ASP ASP Cosenza e Crotone 100% totale operatori Osservato Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi Scopi generali che si propone Fasi e attività di cui si compone Attori e portatori di interesse coinvolti Tempi di attuazione (cronoprogramma) Indicatori (di processo, di risultato) Risultati attesi Il progetto nel periodo 2010/2012 è stato realizzato in via sperimentale nella Azienda Sanitaria di Crotone. Nel 2013 si intende proseguire nell’ASP di Crotone la sperimentazione di un Sistema di Sorveglianza sulla qualità dei corpi recettori e degli scarichi mirato alla riduzione di almeno il 5% degli scarichi non controllati sul totale degli scarichi rilevati e non controllati, estendendo tale attività alla ASP limitrofa di Cosenza, realizzando best practices da implementare in futuro sull’intero territorio regionale. Contenimento entro i limiti previsti degli inquinanti da emissioni e scarichi degli insediamenti produttivi e civili per la prevenzione delle patologie da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici 1. Formazione operatori delle AASSPP di Cosenza e Crotone, Arpacal, Asp, Province su Sistema di Sorveglianza 2. Predisposizione e attuazione programma di attività di sorveglianza e protocollo di coordinamento per le attività dei vari Enti, Asp/Arpacal (attività laboratorio, criteri di azione e compiti) 3. Workshop e campagne di informazione rivolti ai diversi Gruppi di Interesse per aumentare la sensibilità al problema dell’inquinamento dei corpi idrici e per aumentare il senso di responsabilità Enti: Regione, AA.SS.PP, Arpacal, Province, Comuni, Associazioni di Imprese, Associazioni Ambientaliste Anno 2013 1 - Riduzione degli scarichi non controllati sul totale degli scarichi rilevati e non controllati. 2 - Formazione personale di vigilanza Asp, Arpacal, Provincia regione/ tot previsto / tot n° operatori del Sistema di Sorveglianza qualità scarichi e corpi recettori - Riduzione degli scarichi non controllati sul totale scarichi rilevati e non controllati. monitorati. nell’ottica del 5% nell’anno 2013 - Formazione del 100% degli operatori ASP 1) REGIONE Calabria 2) Titolo del progetto o del programma 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Rete Regionale di Vigilanza sul Regolamento REACH e CLP 6) Beneficiari ( target dell’intervento) 2. Prevenzione Universale – 2.7 Prevenzione delle Patologie da esposizione, professionale e non, ad agenti chimici, fisici e biologici 2.7.2 Il 1 giugno 2007 è entrato in vigore il Regolamento REACH (Regolamento CE n.1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006) Il sistema REACH si basa su quattro elementi fondamentali: Registrazione;Valutazione;Autorizzazione; Restrizioni. Il nuovo regolamento comunitario sul controllo delle sostanze chimiche prevede un forte coinvolgimento dell’industria europea e pertanto anche di quella italiana, sia quella produttrice che quella utilizzatrice. Le imprese hanno la responsabilità di raccogliere informazioni adeguate sulle sostanze di loro pertinenza e di utilizzare dette informazioni per una corretta valutazione e gestione del rischio lungo l’intera catena di approvvigionamento. L’intero sistema è applicabile sia alle sostanze prodotte in Europa, sia alle sostanze prodotte in Paesi terzi e importate in Europa come tali o sotto forma di preparati o articoli. Analogamente il Regolamento 1272/2008 (CLP) del 16 dicembre 2008 , introduce in Europa il nuovo sistema di classificazione etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose ed abroga le direttive 67/548 (classificazione ed etichettatura delle sostanze pericolose) e 1999/45 (classificazione ed etichettatura dei preparati). La credibilità dell’intero sistema normativo dipende in buona parte da un efficace sistema di controllo e vigilanza, che spetta alle Regioni. La Regione Calabria ha recepito con DGR 26/2010 e DDG n. 10118/2010 l’Accordo Stato-Regioni Rep. n. 181/CSR del 29 ottobre 2009, identificando le strutture competenti a livello regionale e territoriale deputate alla vigilanza in materia; con il presente progetto si intende rendere maggiormente operative tali strutture ed organizzazione. Si intende realizzare quanto sopra anche attraverso l’Incremento del numero di figure professionali con specifica formazione universitaria sul REACH-CLP, di supporto alle ACL in materia. Inoltre si vuole realizzare un’azione informativa mirate alle imprese soggette all’applicazione dei Regolamenti Comunitari L’intervento programmato ha infatti come principale beneficiario la popolazione generale, che in via indiretta, attraverso le azioni di vigilanza e controllo condotte dalle strutture individuate e previste nel Sistema di Vigilanza e Controllo REACH e CLP su imprese che producono e/o importano sostanze chimiche o che si configurano come “utilizzatori a valle”, si prefigge il raggiungimento dell’obiettivo generale di salute. Popolazione Generale residente nella Regione Calabria, AASSPP, Autorità Regionale, Imprese 7) Obiettivi di salute ( e/o Obiettivo generale di salute: Riduzione di incidenza delle patologie da obiettivi di processo) persegui- Esposizione ad agenti chimici . ti** Aumentare il livello di protezione della salute umana dal rischio di esposizione a sostanze chimiche attraverso: 1. l’adozione di Piani di controllo regionali in linea con le linee nazionali ed europee e la relativa esecuzione di tali controlli; 2. la formazione anche specifica universitaria (Master REACH/CLP) di personale addetto alla vigilanza in servizio presso le AA.SS.PP., con successiva implementazione della Rete Regionale di vigilanza e controllo su Industrie e Utilizzatori, in merito alla corretta applicazione degli adempimenti previsti nei Regolamenti “REACH” e “CLP”. 3. l’attivazione di attività informative per le imprese, ai fini della più ampia divulgazione delle conoscenze e degli adempimenti connessi all’entrata in vigore delle nuove normative del settore. Ciò consentirà una efficace azione preventiva per il raggiungimento dell’obiettivo di salute. Indicatori Fonte di verifica Valore dell’indicatore al Valore dell’indicatore al 31 di31 dicembre 2012 cembre 2013 Atteso 1. Numero di controlli da effettuarsi atti regionali e delin ambito REACH le AASSPP e CLP 4 2.realizzazione di Piani di controllo in linea con gli indirizzi nazionali e comunitari atti regionali 1 Breve descrizione dell’intervento programmato* Osservato Razionale dell’intervento L’esposizione della popolazione ad agenti chimici, rappresenta uno dei eventualmente supportato da principali problemi di sanità pubblica attuale. I dati statistici di morbosità e elementi oggettivi mortalità per patologie correlate ad esposizione, professionale e non, ad agenti chimici depongono per un incremento dell’incidenza di patologie ad esso correlate, in primis le patologie oncologiche e, pertanto, l’attivazione del Sistema di vigilanza e controllo REACH e CLP rappresenta un valido strumento per la prevenzione ed il contenimento del rischio di esposizione ad agenti chimici per la popolazione generale. Scopi generali che si propone Ridurre l’esposizione della popolazione ad agenti chimici mediante implementazione della Rete regionale di vigilanza e controllo REACH e CLP Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase pianificazione dei controlli secondo le indicazioni nazionali e comunitarie e l’esecuzione di quanto programmato; inoltre attraverso specifica formazione universitaria (Master REACH/CLP) del personale delle AA.SS.PP. (almeno un operatore in possesso di specifica formazione di base, per ciascuna ASP) propedeutica alla realizzazione di ulteriori programmi regionali annuali, linee guida operative e check list e, si realizzaerà la piena operatività delle strutture dell’A.C. Regionale individuate. In questo senso il Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, collaborerà con gli Atenei regionali, al fine di promuovere l’attivazione di un master universitario specifico su REACH e CLP. In questo ambito la partecipazione di operatori delle AASSPP di cui sopra, sarà realizzata all’interno della linea progettuale. Contemporaneamente le imprese e i vari attori interessati, avranno l’opportunità di migliorare le proprie conoscenze con l’eventuale partecipazione al master. L’ulteriore linea di azione prevede la fase divulgativa ed informativa da realizzarsi nei confronti delle imprese. Attività di cui si compone 1. Promozione dell’Autorità regionale competente per l’organizzazione di un Master Universitario regionale 2. Avvio alla formazione universitaria del personale AA.SS.PP. (che abbia già una formazione di base in materia di REACH e CLP) addetto alla vigilanza e controllo in ambito REACH e CLP 3. Implementazione della Rete di vigilanza e controllo REACH e CLP a livello territoriale (ambiti ASP) con approvazione di un Piano dei controlli 2013 4. Esecuzione dei controlli programmati 5. Realizzazione di campagne di informazione/seminari sul rischio chimico e sugli adempimenti previsti dai regolamenti REACH e CLP rivolti ai diversi gruppi di interesse (imprese). Attori e portatori di interesse Dipartimento Regionale Tutela della Salute, AA.SS.PP., Imprese e Associacoinvolti zioni Criticità Il dato fornito dall’Autorità Nazionale REACH per la Regione Calabria (risultano effettuate 45 pre-registrazioni) non dà una dimensione reale del contesto regionale sul quale si vuole incidere, anche in relazione alla necessità di individuare i target di utilizzatori a valle e le eventuali imprese che ignorano o omettono di adempiere agli obblighi normativi. Le Strutture dell’Autorità Regionale Competente, la formazione di base, Tempi di attuazione l’attivazione di sportelli informativi, sono state già realizzati con atti formali; tuttavia la loro piena operatività è strettamente correlata da un lato alla formazione universitaria specifica di operatori addetti al controllo, dall’altra alla concreta possibilità di interfacciarsi con le imprese o loro associazioni rappresentative, ai fini di una partecipazione condivisa alle scelte istituzionali. Inoltre, allo stato attuale, mancano sufficienti percorsi formativi sulle tematiche REACH e CLP da destinarsi agli operatori dei Servizi AA.SS.PP. addetti al controllo, e, conseguentemente, anche la relativa programmazione è da realizzare. 2013 Indicatori (di processo, di risultato)** 1. Numero di programmi di attività approvati 2. Numero di controlli effettuati Risultati attesi 1. Almeno un programma di attività REACH – CLP approvato per l’anno 2013 2. Almeno 4 controlli effettuati sul territorio regionale in linea con gli indirizzi nazionali e comunitari Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute. 1) REGIONE CALABRIA “Controlli esterni ai fini della verifica della qualità dell’acqua destinata al consumo umano: valutazione delle non conformità ai parametri indicatori del D. Lgs. 31/01” 3) Identificativo della linea o 2.8 - prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi delle linee di intervento gene- compresa l’acqua destinata a consumo umano rale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del 2.8.1 progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 6) Beneficiari (target Popolazione generale residente nella Regione Calabria; Servizi dell’intervento) ASP addetti ai controlli esterni, utenze sensibili (scuole, ospedali, OSA ecc), operatori degli Enti Gestori addetti al controllo interno. 7) Obiettivi di salute (e/o obiet- Contenimento e monitoraggio delle malattie legate alla contativi di processo) perseguiti** minazione chimica, fisica e microbiologica delle acque destinate al consumo umano Obiettivi di processo: 1. Approvazione indicazioni operative per le non conformità 2. Report delle non conformità ai parametri indicatori per come definiti nel D. Lgs. 31/01 2) Titolo del progetto Indicatori Fonte di verifica procedure operative emanate e modulistica Atti regioper la gestione delle non conformità rilevate nali a seguito dei controlli esterni Report delle non conformità ai parametri in- Atti delle dicatori come definiti dal D.lgs. 31/01 presso AASSPP; ogni AASSPP in linea con le procedure Atti regionali Valore Valore dell’indicatore al dell’indicato 31 dicembre 2013 re al 31 dicembre 2012 Atteso Osservato 1 5 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi Scopi generali che si propone Il D. Lgs. 31/2001 e s.m.i. ha innovato il sistema dei controlli in materia di acque destinate al consumo umano, operando una netta distinzione tra gli adempimenti dovuti dal gestore (controlli interni) e l’attività di verifica e vigilanza in capo alle Aziende Sanitarie Provinciali (controlli esterni). Il ruolo dell’Ente gestore è divenuto, pertanto, fondamentale nelle attività di tutela e garanzia di salubrità delle acque destinate al consumo umano, mentre alle Autorità Sanitarie, spetta il compito di verificare se le procedure adottate siano adeguate e in grado di monitorare adeguatamente il sistema. Nella Regione Calabria la suddetta normativa non ha avuto applicazione omogenea su tutto il territorio e persistono situazioni di criticità che hanno ingenerato incertezze e confusioni su ruoli e competenze dei diversi attori. Anche se per i controlli esterni di competenza ASP esiste una adeguata programmazione che è parte integrante del Piano dei Controlli Ufficiali (DGR 752/2010, Accordo Stato Regioni rep. 1941 del 29 aprile 2004 e Conferenza Unificata n.742cu del 20 maggio 2004), le recenti numerose problematiche emerse su tutto il territorio regionale, impongono un miglioramento delle competenze tecniche necessarie ed un sistema di gestione delle non conformità rilevate a seguito dei controlli esterni, che fin’ora ha evidenziato notevoli difficoltà applicative. Il presente progetto intende superare tale criticità partendo da una definizione di tutti gli adempimenti procedurali conseguenti ai controlli esterni, nonché dalla analisi, presso ciascuna Azienda Sanitaria Provinciale, delle non conformità ai parametri indicatori per come definiti nel D. LGS. 31/01, che fornirà una base di confronto con i gestori per migliorare la qualità delle acque destinate al consumo umano. Assicurare la qualità, salubrità e potabilità delle acque destinate a consumo umano attraverso la applicazione di procedure condivise per i controlli ESTERNI (linee guida ). Fasi in cui si articola 1) Riunioni preliminari e workshop operativi; 2) definizione procedure operative 3) esecuzione dei controlli esterni sulle acque destinate al consumo umano 4) Valutazione dei report delle non conformità in ciascuna ASP Attività di cui si compone 1) Studio preliminare delle problematiche emerse sulle acque destinate al consumo umano, loro censimento e categorizzazione presso ogni Servizio ASP; 2) Approvazione delle procedure di controllo e rendicontazione 3) Elaborazione dei report Attori e portatori di interes- Popolazione generale residente nella Regione Calabria, AASSPP, se coinvolti Comuni e/o consorzi di comuni, Enti Gestori, utenze sensibili (Ospedali, Scuole, Caserme, Industrie alimentari ecc ), Laboratori dedicati/accreditati. Criticità - Disomogeneità nella gestione delle non conformità conseguenti ai controlli esterni; - Assenza di procedure condivise. Tempi di attuazione Indicatori (di processo, di risultato)** Risultati attesi - Personale addetto spesso non adeguatamente addestrato in materia. - Intempestive comunicazioni delle non conformità e degli interventi sulle reti - Cittadini non sufficientemente informati sui controlli delle acque destinate a consumo umano; 1) 2013 Indicatori di processo: 1) Procedure relative alle non conformità 2) Redazione di Report delle non conformità ai parametri indicatori come definiti dal D.lgs. 31/01 presso ogni AASSPP in linea con le procedure Almeno un documento adottato a livello regionale con indirizzi e procedure; Report delle non conformità ai parametri indicatori presso ciascuna ASP; Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute (Miglioramento della qualità delle acque potabili e prevenzione/contenimento delle malattie ad esse correlate). 1) REGIONE 2) Titolo del programma 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * CALABRIA SICUREZZA.ALIMENTARE,AUDIT E AUTOCONTROLLO : PROGETTO 1 “Implementazione Audit su OSA “ PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e campionamento alimenti” 2. PREVENZIONE UNIVERSALE 2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi compresa l’acqua destinata al consumo umano 2.8.2 Programma Sicurezza.alimentare, audit e autocontrollo 2.8.2 (1) progetto 1 2.8.2(2) progetto 2 Quello degli alimenti non sicuri, è stato un problema per la salute umana fin dagli albori della storiografia e molti dei problemi di sicurezza alimentare oggi conosciuti non costituiscono una novità. Sebbene i governi di tutto il mondo stiano facendo del loro meglio per aumentare la sicurezza dei cibi, l’incidenza di malattie trasmesse dagli alimenti resta un significativo problema di salute pubblica sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. È stato stimato che ogni anno 1.8 milioni di persone muoiano in seguito a malattie gastrointestinali e la maggior parte di tali episodi possa essere attribuita all’assunzione di cibo o acqua contaminati. Un’adeguata preparazione degli alimenti è in grado di prevenire la maggior parte delle malattie trasmesse dagli stessi. Più di 200 malattie conosciute sono trasmesse dagli alimenti. (FONTE OMS) La Prevenzione ed il contenimento delle MTA rappresenta dunque l’obiettivo di salute che il progetto si pone, attraverso la realizzazione delle due linee progettuali che consentiranno di: 1) analizzare e valutare attraverso l’utilizzo sistematico degli Audit sugli OSA, l’organizzazione ed i processi collegati alla sicurezza degli alimenti, identificando le aree di potenziale miglioramento e le eventuali anomalie ed azioni che devono essere implementate per correggerle, al fine di aumentare il livello di sicurezza delle lavorazioni/produzioni alimentari; 2) migliorare la qualità degli interventi del controllo ufficiale, inclusi i campionamenti di matrici alimentari, attraverso la costituzione di una anagrafe aggiornata e fruibile degli stabilimenti, a livello delle AASSPP e Regionale, che consenta una programmazione integrata e mirata, in grado di determinare l’innalzamento della qualità e dell’igiene delle lavorazioni/produzioni alimentari; Contestualmente, favorire la conoscenza dei cittadini, ad ogni livello, sulla composizione dei prodotti alimentari e sulla corretta lettura delle etichette. 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma SICUREZZA ALIMENTARE, AUDIT E AUTOCONTROLLO – PROGETTO 1 “ Implementazione Audit su OSA “ 3) Identificativo della linea o delle linee 2.8. Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, di intervento generale ( indicate nel qua- ivi compresa l’acqua destinata al consumo umano dro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o 2.8.2.(1) del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento Vedi sotto programmato * 6) Beneficiari (target dell’intervento) POPOLAZIONE GENERALE RESIDENTE NELLA REGIONE CALABRIA 7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di Controllo e contenimento delle malattie trasmesse da processo) perseguiti** alimenti attraverso: - l’utilizzo dello strumento audit, con l’utilizzo di auditor qualificati all’interno dei servizi SIAN/SVET; - la realizzazione di Audit su OSA finalizzati al rispetto degli adempimenti normativi e alla modifica dei comportamenti capaci di migliorare la qualità delle produzioni/lavorazioni - la verifica dell’efficacia dei controlli Indicatori Fonte di Valore Valore dell’indicatore al 31 diverifica dell’indicatore cembre 2013 al 31 dicembre 2012 Atteso Osservato Numero di addetti al controllo ufficiale formati secondo quanto previsto dallo standard AC Procedure e check list operative dati atti del Dipartimento Tutela Salute dati atti del Dipartimento Tutela Salute audit effettuati su Imprese ali- atti delle mentari Aziende Sanitarie Provinciali Attività di verifica dell’efficacia dati atti del Dipartimento Tutela Salute Breve descrizione dell’intervento programmato* 30 90 1 1 60 90 nd 3 Razionale dell’intervento L’implementazione dello strumento Audit nel controllo ufficiale degli alieventualmente supportato da menti e bevande costituisce obiettivo prioritario nella realizzazione delle atelementi oggettivi tività di prevenzione finalizzate ad ottenere risultati efficaci in termini di contenimento delle MTA, attraverso l’innalzamento della qualità delle produzioni alimentari e la consapevolezza degli OSA circa le corrette prassi operative da adottare. Il Regolamento 882/04 contempla tale adempimento quale elemento di trasparenza nei confronti degli OSA e, di riflesso, sulla salute dei consumatori. Con l’approvazione dello Standard dell’Autorità Competente (Accordo Stato – Regioni 46/csr del 07/02/2013) sono stati definiti, tra l’altro, i requisiti formativi necessari all’esecuzione degli Audit su OSA da parte del personale dell’Autorità Competente Scopi generali che si propone Prevenire e contenere le MTA mediante l’attivazione e l’implementazione sistematica dello strumento Audit sugli OSA, capace di migliorare i processi di sicurezza alimentare, nell’ambito delle lavorazioni/produzioni, verificandone l’efficacia. Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase di realizzazione formazione del personale secondo lo Standard dell’A.C. (Accordo Stato – Regioni 46/csr del 07/02/2013), di programmi regionali annuali, linee guida e check list operative e individuazione di gruppi di audit. Si prevede così di proseguire l’implementazione multidisciplinare di tale strumento di controllo sugli OSA sul territorio regionale nel 2013, ampliando il numero degli OSA ad oggi auditati. Nell’ambito della verifica dell’efficacia dei controlli è prevista la verifica di audit condotti da team multidisciplinari, quale attività di supervisione ed addestramento. Attività di cui si compone 1. Coinvolgimento e sensibilizzazione degli OSA attraverso le Associazioni di Categoria 2. Formazione del personale in linea con i criteri fissati dallo Standard AC 3. Creazione di gruppi di audit multidisciplinari presso le AA.SS.PP. 4. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida operative 5. Realizzazione di Audit su OSA quale attività supplementare alle attività istituzionali 6. Attività di verifica dell’efficacia, quale supervisione e addestramento degli auditor 7. Analisi dei dati di reporting circa la verifica e la garanzia di rispondenza ai criteri operativi delle good practices Attori e portatori di interesse Dipartimento Regionale Tutela della Salute, Servizi IAN e VET delle coinvolti AA.SS.PP., Associazioni di Categoria degli OSA e Operatori degli Stabilimenti alimentari Criticità La situazione di partenza, che ne rappresenta la principale criticità, vede ancora i Servizi delle AA.SS.PP orientati su modalità tradizionali di controllo non rispondenti, spesso, a criteri di evidenza scientifica. La programmazione centrale non si è ancora sufficientemente estesa a tali tipologie di verifiche ed è risultata problematica l’integrazione e l’armonizzazione tra i Servizi del Controllo Ufficiale. E’ cogente la necessità di rispondere ai requisiti del Reg. 882/04 e ai contenuti dell’Accordo Stato Regioni del 07/02/2013 Tempi di attuazione (crono- 2013 programma) Indicatori ( di processo, di risultato)** Risultati attesi 1. Formazione degli operatori in linea con le indicazioni dello Standard dell’AC 2. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida operative in linea con gli indirizzi regionali 3. Numero programmato di Audit su OSA regionali (n° di audit programmati ed eseguiti su Stabilimenti registrati/riconosciuti nella Regione) quale attività supplementare alle attività istituzionali 4. Numero di verifiche dell’efficacia sul campo, quale supervisione e addestramento degli auditor 1. Almeno ulteriori 60 operatori del CU formati secondo le linee guida dello Standard dell’AC 2. Redazione ed approvazione di Piani di Audit, check list e linee guida operative in linea con le indicazioni regionali ( 1) 3. Realizzazione di un ulteriore numero di audit su OSA pari a 30, entro fine 2013 4. realizzazione di almeno 3 verifiche dell’efficacia quale supervisione e addestramento degli auditor Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute. 1) REGIONE 2) Titolo del programma 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * CALABRIA SICUREZZA.ALIMENTARE,AUDIT E AUTOCONTROLLO : PROGETTO 1 “Implementazione Audit su OSA “ PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e campionamento alimenti” 2. PREVENZIONE UNIVERSALE 2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi compresa l’acqua destinata al consumo umano 2.8.2 (2) Programma Sicurezza.alimentare, audit e autocontrollo progetto 2 Quello degli alimenti non sicuri, è stato un problema per la salute umana fin dagli albori della storiografia e molti dei problemi di sicurezza alimentare oggi conosciuti non costituiscono una novità. Sebbene i governi di tutto il mondo stiano facendo del loro meglio per aumentare la sicurezza dei cibi, l’incidenza di malattie trasmesse dagli alimenti resta un significativo problema di salute pubblica sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. È stato stimato che ogni anno 1.8 milioni di persone muoiano in seguito a malattie gastrointestinali e la maggior parte di tali episodi possa essere attribuita all’assunzione di cibo o acqua contaminati. Un’adeguata preparazione degli alimenti è in grado di prevenire la maggior parte delle malattie trasmesse dagli stessi. Più di 200 malattie conosciute sono trasmesse dagli alimenti. (FONTE OMS) La Prevenzione ed il contenimento delle MTA rappresenta dunque l’obiettivo di salute che il progetto si pone, attraverso la realizzazione delle due linee progettuali che consentiranno di: 3) analizzare e valutare attraverso l’utilizzo sistematico degli Audit sugli OSA, l’organizzazione ed i processi collegati alla sicurezza degli alimenti, identificando le aree di potenziale miglioramento e le eventuali anomalie ed azioni che devono essere implementate per correggerle, al fine di aumentare il livello di sicurezza delle lavorazioni/produzioni alimentari; 4) migliorare la qualità degli interventi del controllo ufficiale, inclusi i campionamenti di matrici alimentari, attraverso la costituzione di una anagrafe aggiornata e fruibile degli stabilimenti, a livello delle AASSPP e Regionale, che consenta una programmazione integrata e mirata, in grado di determinare l’innalzamento della qualità e dell’igiene delle lavorazioni/produzioni alimentari; Contestualmente, favorire la conoscenza dei cittadini, ad ogni livello, sulla composizione dei prodotti alimentari e sulla corretta lettura delle etichette. 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma SICUREZZA ALIMENTARE, AUDIT E AUTOCONTROLLO – PROGETTO 2 “Miglioramento dei Piani di controllo e campionamento alimenti“ 3) Identificativo della linea o delle 2.8. Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi linee di intervento generale ( indi- compresa l’acqua destinata al consumo umano cate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del pro- 2.8.2.(2) getto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione Vedi sotto dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target Popolazione generale residente nella Regione Calabria dell’intervento) 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) perseguiti** CONTROLLO E CONTENIMENTO DELLE MALATTIE TRASMESSE DA ALIMENTI attraverso: la classificazione e valutazione del rischio degli stabilimenti alimentari presso ciascuna ASP e con: - la formazione del personale addetto al controllo ufficiale operante nei Servizi SIAN/SVET sulle normative cogenti e le corrette tecniche e metodologie di campionamento e trasporto di matrici alimentari; - la realizzazione di piani regionali di controllo ufficiale, con definizione di procedure operative, check list e modulistica uniforme; - la realizzazione di ispezioni e campionamenti presso le industrie alimentari finalizzati alla verifica di piani di autocontrollo efficaci e condivisi con gli addetti, capaci di incidere in maniera sostanziale sulle criticità relative all’igiene delle lavorazioni/produzioni e, conseguentemente, sulla qualità e salvaguardia della sicurezza dei prodotti destinati al consumatore finale. - la realizzazione di una guida per i consumatori, ad ogni livello, in grado di favorire la conoscenza e la interpretazione delle etichette ai consumatori, quale strumento di informazione e di educazione per una sicurezza alimentare partendo dalla trasparenza delle etichette medesime,considerato che si tratta dell'unico strumento che il consumatore possiede per potere scegliere con oculatezza. Indicatori Fonte di verifica Valore dell’indicatore Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013 al 31 dicembre 2010 Numero di addetti al controllo ufficiale formati sulle normative cogenti standard AC Atteso Osservato dati atti del Dipartimento Tutela Salute 30 Programmazione di Piani di campionamen- dati atti delle to e procedure in tutte le AASSPP in linea AASSPP con le indicazioni regionali 5 Attività da espletarsi a cura del livello regionale Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale La rivisitazione del sistema di controllo ufficiale per come previsto dai Regoladell’intervento even- menti CE del cosiddetto “pacchetto igiene” e dalle Linee Guida approvate in tualmente supportato da Conferenza “Stato – Regioni”, impone che gli Organi di Controllo esercitino la elementi oggettivi propria azione ponendo al centro dell’attenzione le modalità con le quali gli operatori del settore alimentare organizzano e gestiscono la loro attività. Inoltre la programmazione dei controlli, tenendo conto di quanto previsto dal DPR 14/07/1995, deve necessariamente essere legata alla categorizzazione e valutazione del rischio degli stabilimenti alimentari. L’art. 31 del Reg. CE 882/04 dispone che l’A.C. debba elaborare e tenere aggiornato l’elenco degli OSA registrati ne territorio di competenza. Il Regolamento (CE) 882/2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali prevede anche (articolo 6) che il personale che esegue i controlli ufficiali: - riceva, per il proprio ambito di competenza, una formazione adeguata che gli consenta di espletare i propri compiti con competenza e svolgere i controlli ufficiali in modo coerente. - si mantenga aggiornato nella sua sfera di competenze e riceva, se del caso, un’ulteriore formazione su base regolare; c) abbia la capacità di praticare la cooperazione multidisciplinare. Scopi generali che si propone Fasi in cui si articola Prevenire e contenere le MTA mediante l’attuazione di piani di controllo basati sulla valutazione del rischio, capace di migliorare i processi di sicurezza alimentare, nell’ambito delle lavorazioni/produzioni e vendita La formazione di almeno 30 operatori, su tematiche peculiari del campionamento (Reg. 2073/05 e s.m.i., additivi, materiali a contatto, micotossine) che sono risultate più problematiche nelle evidenze degli audit sperimentali effettuati. Contemporaneamente, sulla base delle indicazioni nazionali relative al nomenclatore degli stabilimenti, presso ciascuna ASP e presso il Dipartimento Regionale Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, si procederà all’implementazione di un software di gestione delle anagrafe degli stabilimenti e degli OSA registrati, coerente con la master list approvata in coordinamento interregionale ed in grado di interfacciarsi con i sistemi nazionali vigenti. Ciò dovrà consentire presso ogni ASP una programmazione annuale coordinata, che trova la sua finalità nella volontà di rendere operativi e sistematici piani di controllo omogenei su tutto il territorio regionale, che garantiscano un’azione efficace di controllo e, conseguentemente, la prevenzione delle malattie trasmesse da alimenti e la tutela della salute pubblica, anche in relazione agli adempimenti che derivano dalla Legislazione Comunitaria e Nazionale. Contestualmente realizzare, pubblicare e diffondere una guida per i consumatori come strumento di informazione e di educazione per la sicurezza alimentare, partendo dalla lettura delle etichette medesime, considerato che si tratta dell'unico strumento che il consumatore possiede per potere scegliere con oculatezza. Attività di cui si com- 1. implementazione di un software di gestione delle anagrafe degli stabilimenti pone e degli OSA registrati coerente con la master list approvata a livello interregionale. 2. completamento degli Elenchi degli OSA 3. Classificazione e valutazione degli Stabilimenti in base al rischio presso tutte le AA.SS.PP. 4. Formazione specifica, diretta al personale di vigilanza sulla normativa cogente e la campionatura degli alimenti 5. Adozione di Piani e procedure di campionamento presso ciascuna ASP, in linea con gli indirizzi regionali 6. Coinvolgimento e sensibilizzazione degli OSA attraverso le Associazioni di Categoria 7. Pubblicazione e diffusione di una guida per i consumatori sulla corretta lettura delle etichette alimentari; 8. Realizzazione dei campioni di alimenti programmati con priorità agli Stabilimenti classificati ad alto rischio 9. Valutazione dei dati di report circa gli esiti dei controlli e delle analisi Attori e portatori di in- Dipartimento Regionale Tutela della Salute, Servizi IAN e VET delle AA.SS.PP., teresse coinvolti Associazioni di Categoria degli OSA e Operatore degli Stabilimenti alimentari; CRA (ex INCA); cittadini consumatori. Criticità Il sistema del controllo ufficiale regionale, anche per pregresse carenze organizzative e formative specifiche, non ha consentito ad oggi, una applicazione estensiva delle modalità di supervisione dei piani di autocontrollo, soprattutto delle Imprese a rischio elevato, per le quali il coinvolgimento dei Servizi di vigilanza costituisce una delle modalità di verifica del sistema di qualità delle produzioni. L’incompletezza degli elenchi degli OSA e delle anagrafe degli Stabilimenti, presso i Servizi territoriali, determina l’impossibilità di programmare efficacemente gli interventi, classificando gli OSA in base al rischio. Inoltre, vanno altresì aggiornate e riqualificate, anche alla luce delle sempre nuove problematiche legate agli alimenti e alla conseguente richieste di controlli analitici, le conoscenze e le competenze degli operatori addetti al controllo ufficiale in ordine alle tecniche e modalità di campionamento delle diverse matrici alimentari, nonché delle norme di buona prassi operativa e di conferimento dei campioni da destinarsi alle analisi. Analogamente devono essere ampliate le conoscenze dei consumatori sull’attenta lettura delle etichette alimentari. Tempi di attuazione 2013 (cronoprogramma) Indicatori (di processo, 1.Formazione specifica del personale addetto al controllo ufficiale sei Servizi di risultato)** IAN/VET (n° di operatori formati sul totale degli Operatori dei Servizi IAN/VET delle AA.SS.PP.) 2.implementazione nelle AASSPP di un programma di campionamento alimenti presso gli OSA in linea con gli indirizzi regionali Risultati attesi 1. Formazione su tematiche peculiari del campionamento (Reg. 2073/05 e s.m.i., additivi, materiali a contatto, micotossine) di almeno ulteriori 30 operatori del Controllo Ufficiale nell’anno 2013 2. implementazione sistematica delle procedure e dei piani di campionamento in ciascuna Azienda Sanitaria Provinciale Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di processo) in via indiretta mirano a perseguire l’obiettivo generale di salute. 1) REGIONE Calabria 2) Titolo del progetto o del programma “Valutazione della Qualità e Appropriatezza dei Servizi di Sicurezza alimentare” 3) Identificativo della linea o delle linee 2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi di intervento generale ( indicate nel qua- compresa l’acqua destinata al consumo umano dro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o 2.8.3 del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento (*) programmato 6) Beneficiari (target dell’intervento) Popolazione generale residente nella Regione Calabria 7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di processo) perseguiti** Indicatori Fonte di verifica Miglioramento del livello della Sicurezza alimentare, attraverso la prima applicazione di modelli di Audit di Settore e di Sistema sui Servizi di controllo Ufficiale, finalizzati alla verifica del raggiungimento degli obiettivi della programmazione regionale Valore Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013 dell’indicatore al 31 dicembre Atteso Osservato 2012 Numero di responsa- regionale bili e di operatori formati in relazione all’Accordo del 07/02/2013 Recepimento Accordo regionale 46/csr 2013 Numero di audit di regionale settore e di sistema effettuati a livello regionale sui servizi ispettivi 30 1 3 Attività da espletarsi a cura del livello regionale Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento Assicurare il raggiungimento degli obiettivi di salute assegnati attravereventualmente supportato da so la verifica e garanzia di rispondenza ai criteri operativo-gestionali elementi oggettivi previsti dalla programmazione regionale da attuarsi a cura dei Servizi (SIAN e SVET) deputati al controllo ufficiale del settore alimentare, per il continuo miglioramento degli interventi in questo ambito. Prima fase di adeguamento al documento n. 46/csr del 07/02/2013 Scopi generali che si propo- Attraverso la formazione di responsabili ed operatori dei Servizi Territone riali di Sicurezza Alimentare il progetto si propone di avviare un percorso di adeguamento al documento n. 46/csr del 07/02/2013 (Linee Guida per il funzionamento ed il miglioramento delle attività di Controllo Ufficiale in materia di sicurezza degli alimenti e di sanità pubblica veterinaria) sia per quanto riguarda il livello organizzativo che per quel che concerne il livello operativo. Contestualmente, con gli auditor già formati, si darà avvio alla prima sperimentazione degli Audit di Settore e si proseguirà nella fase di verifica dei Piani di Azione approvati a seguito della fase sperimentale degli audit di Sistema, sarà possibile verificare la qualità e l’appropriatezza del sistema dei controlli messi in atto nei confronti degli Operatori del Settore Alimentare dai Servizi SIAN e SVET delle AA.SS.PP., individuandone eventuali carenze e definendone misure correttive, capaci di incidere sostanzialmente sull’organizzazione e la metodologia del sistema generale dei controlli e, conseguentemente, tendere ad un efficace livello di sicurezza alimentare nella Regione Calabria, capace di prevenire e/o contenere le malattie determinate da alimenti. Fasi in cui si articola La linea progettuale prevede una fase di formazione di responsabili e operatori dei Servizi territoriali di Sicurezza Alimentare, sugli specifici contenuti dello Standard dell’Autorità Competente (Accordo 46/csr 2013), propedeutica alla realizzazione di programmi regionali annuali, linee guida e procedure organizzative ed operative. Contestualmente si prevede di implementare lo strumento di Audit di Settore quale verifica sui Servizi territoriali deputati al controllo ufficiale delle AA.SS.PP. realizzando anche una verifica dei Piani di Azione approvati a seguito della fase sperimentale degli audit di Sistema. Attività di cui si compone 1. Realizzazione di Corsi di formazione e addestramento specifici per responsabili ed operatori dei Servizi Territoriali di Sicurezza Alimentare; 2. Approvazione di programmi linee guida regionali e procedure organizzative ed operative e loro condivisione; 3. Formalizzazione degli auditor accreditati e degli Uffici di Audit regionali 4. Recepimento Accordo 46/csr 5. Stesura ed approvazione dei programmi di audit regionali; 6. Esecuzione degli audit di Settore sui Servizi 7. Verifica dei Piani di azione conseguenti gli Audit sperimentali di sistema 8. Analisi dei risultati e prescrizioni per eventuali azioni correttive/migliorative Attori e portatori di interesse Servizi regionali SIAN e SVET del Dipartimento Tutela della Salute coinvolti SIAN territoriali, Servizi Veterinari territoriali aree A, B e C Criticità Le principali criticità sono rappresentate dal fatto che i Servizi territoriali, fino al recente passato, hanno lavorato spesso in forma disarticolata e non omogenea sul territorio, anche a causa di una incostante programmazione del livello centrale e della carenza di procedure operative formalizzate, anche in relazione alla verifica dell’efficacia dei controlli. Inoltre il personale appare spesso demotivato o con scarsa attitudine a cambiamenti ed innovazioni, il tutto favorito dalla carente programmazione formativa e di aggiornamento specifiche Tempi di attuazione Entro il 31/12/2013 è prevista la formazione di un primo gruppo regionale di operatori, l’approvazione della programmazione regionale di audit e la prima applicazione dell’audit di Settore sui Servizi delle AA.SS.PP. nonché di verifica dei Piani di azione conseguenti gli Audit sperimentali di sistema Indicatori (di processo, di risultato)** Risultati attesi 1. Numero di operatori formati sul documento Standard dell’A.C. 2. Numero di provvedimenti attuativi dell’Accordo Stato Regioni del 07/02/2013 3. Numero di audit di SETTORE effettuati a livello regionale sui servizi ispettivi delle AA.SS.PP. 1. Formazione di 30 responsabili ed operatori al 31/12/2013 2. Formalizzazione di almeno 1 provvedimento attuativo dell’Accordo Stato Regioni del 07/02/2013 3. Realizzazione di almeno 3 audit di Settore/Sistema sui Servizi che si occupano di sicurezza alimentare Tali risultati, che costituiscono il raggiungimento di obiettivi specifici (di processo), mirano a perseguire il miglioramento della qualità e appropriatezza dei Servizi Ispettivi delle AA.SS.PP. che, in via indiretta, potrà tendere al raggiungimento di un efficace livello di sicurezza alimentare nella Regione Calabria, capace di prevenire e/o contenere le malattie determinate da alimenti 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma Sistema di sorveglianza PASSI nella Regione Calabria: consolidamento e sviluppo 3) Identificativo della linea o delle linee di interven- 2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, to generale ( indicate nel quadro d’insieme) comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 2.9.1. 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Popolazione adulta 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Decisori Regionali, Direttori di ASL, di Dipartimento e di Distretto, Operatori di strutture sanitarie, MMG, Sindaci, Esponenti delle Comunità locali 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per- Dare continuità nel 2013, su tutto il territorio regionale, alla sorveglianza PASSI, ottimizzanseguiti** done fasi e attività. Indicatori ( di processo, di risultato) Indicatori Fonte di verifica Valore al 31/12/2012 Osservato Valore al 31/12/2013 Atteso Report sintetico annuale regionale relativo all’ultimo anno disponibile (compatibilmente con la pubblicazione del dataset e dei PGM regionali sul sito PASSIDATI) Pubblicazione Presente 1 N° eventi formativi per l’aggiornamento, la valutazione e il monitoraggio del sistema. Certificazione del gruppo dicoordinamento regionale 4 ≥4 Report sintetico annuale aziendale relativo all’ultimo anno disponibile (compatibilmente con la pubblicazione del dataset e dei PGM regionali sul sito PASSIDATI) Pubblicazione Presente 3 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi L’adozione di stili di vita non corretti rappresenta oggi una vera e propria emergenza sanitaria che comporta l’aumento di rischio di malattie cardiovascolari, tumori e diabete, le principali cause di mortalità e morbilità nella popolazione adulta. Nel 2006 il Ministero della Salute ha affidato al Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità il compito di sperimentare un sistema di sorveglianza della popolazione adulta dedicato a questi temi: PASSI, acronimo di Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia. PASSI è concepito per fornire informazioni di dettaglio a livello regionale e aziendale, sì da occasionare confronti tra le Regioni e le ASL partecipanti e fornire elementi utili all’orientamento delle attività locali di programmazione e valutazione. La Calabria ha formalizzato con delibera di Giunta regionale l’adesione alla sorveglianza e nel 2012 sono state effettuate, in tutte e cinque le ASP calabresi, 1.490 interviste relative a un campione rappresentativo di una popolazione di circa 1.334.253 residenti di 18-69 anni. Dall’esame dei dati del sistema di monitoraggio si avverte la necessità di ottimizzare alcune fasi e attività della sorveglianza, realizzata nel 2012 in tutte le cinque ASP calabresi con campionamento aziendale. Scopi generali che si L’obiettivo generale della sorveglianza di popolazione è monitorare alcuni aspetti della salute di tutta la popolazione calabrese di età compresa fra i 18 e i 69 anpropone ni, relativamente ai principali fattori di rischio comportamentali, e valutare la diffusione delle misure preventive attivate. Le principali azioni previste dal protocollo nazionale: Fasi e attività - Aggiornamento del gruppo tecnico regionale, coordinatori e intervistatori aziendali. - Formazione e aggiornamento di coordinatori e intervistatori aziendali. - Campionamento - Attivazione procedure per i contatti iniziali (lettere per le persone da intervistare, per i MMG, per i Sindaci, Ordine dei Medici, Dirigenti ASP, Media,…) - Somministrazione questionario telefonico secondo procedure - Raccolta, verifica, validazione, inserimento e invio dati, creazione dataset - Analisi dati - Edizione schede tematiche e report - Comunicazione risultati - Monitoraggio (dati di processo) Attori e portatori di Popolazione, Decisori Regionali, Direttori di ASL, di Dipartimento e di Distretto, Operatori di strutture sanitarie, MMG, Sindaci, Esponenti delle Comunità lointeresse coinvolti cali, Operatori della Sorveglianza Criticità Tempi di attuazione Risultati attesi Anagrafe assistiti non sufficientemente completa Turnover operatori Parziale carenza negli operatori di abilità informatiche. Parziale carenza di strumenti informatici. Dal 01/01/2103 al 31/12/2013 Proseguire la sorveglianza PASSI nel corso del 2013 su tutto il territorio regionale, ottimizzandone fasi e attività,; l’implementazione del database regionale e delle singole ASP consentirà di produrre informazioni di maggior dettaglio in grado di meglio orientare azioni, progetti e programmi di promozione della salute (v. Guadagnare Salute). 1) REGIONE Calabria 2) Titolo del progetto o del programma Sistema di sorveglianza “HBSC (Health Behaviour in School-aged Children)” nella Regione Calabria: strategie di comunicazione 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze) 4) Numero identificativo del proget- 2.9.2 to o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento Nei paesi industrializzati le malattie cronico-degenerative rappresentano la prima causa di morbosità e mortalità della popolazione. Queste malattie sono dovute, in larga programmato * parte, ad alcuni fattori di rischio modificabili, conoscerne la distribuzione nello spazio e sapere come si modificano nel tempo ci permette di orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute degli adolescenti. Adottare uno stile di vita salutare (una sana alimentazione, praticare attività fisica, mantenere il peso nella norma, non fumare, non eccedere nel bere alcolici) non solo migliora lo stato di salute in età evolutiva ma riduce significativamente il rischio di sviluppare malattie cronico degenerative in età adulta e permette di rimanere a lungo in buona salute. Al fine di intraprendere interventi che impegnino il sistema scolastico nella promozione di comportamenti salutari il Ministero della Salute ha promosso il progetto il progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 617 anni” di cui HBSC (Health Behaviour in School-aged Children) costituisce parte integrante. Nel 2009 è stata realizzata, per la prima volta con la partecipazione di tutte le Regioni, la rilevazione dati HBSC. La survey, coordinata dall’ISS – CNESPS in collaborazione con le Università di Torino (principal investigator), Siena e Padova, prevede, ogni 4 anni, la raccolta di informazioni mediante un questionario autocompilato in un campione rappresentativo regionale di studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di età 11, 13 e 15 anni. Le aree indagate attraverso la somministrazione del questionario sono: - i comportamenti correlati alla salute; - la salute ed il benessere individuale; - il contesto sociale; - il contesto ambientale di sviluppo delle competenze relazionali. Per quanto riguarda i comportamenti correlati alla salute, che rappresentano la parte fondamentale del questionario, le aree esplorate sono state: a) l’alimentazione (consumo di frutta, verdura, dolci e bibite con zucchero, ecc.); b) l’igiene orale giornaliera; c) l’attività fisica e la sedentarietà; d) i comportamenti a rischio (l’abitudine al fumo, eventuale abuso di alcolici e uso di cannabis); e) i comportamenti sessuali; f) i fenomeni di violenza e gli infortuni (eventuali atti di “bullismo”, agiti o subiti, nell’ambito del gruppo dei pari, e frequenza di infortuni). Le domande sui comportamenti sessuali e sull’uso della cannabis sono state rivolte solo ai quindicenni. L’indagine ha previsto anche la somministrazione di un questionario al Dirigente di ciascuna scuola coinvolta, allo scopo di rilevare informazioni circa il contesto scolastico sia in termini organizzativi (contesto fisico/strutturale dell’istituto), che di interventi di promozione della salute. Per l’anno 2013 vengono programmate le attività relative al completamento della survey 2009-2010, cioè ultimazione della restituzione dati e valutazione della sorveglianza. Viene inoltre definita l’implemntazione delle attività di comunicazione che favoriscono l’attivazione di processi di consapevolezza e di empowermnt nella popolazione target e la realizzazione di prodotti di comunicazione che forniscono informazioni coerenti tra loro. Inoltre viene realizzato il materiale di comunicazione rivolto ai genitori degli alunni coinvolti nella rilevazione. Si definisce altresì la messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta dati da realizzare nel 2014. 6) Beneficiari (target dell’intervento) Target primario: ragazzi e ragazze in età scolare (11, 13 e 15 anni). Questa fa- scia di età rappresenta l’inizio dell’adolescenza, una fase di forti cambiamenti sia a livello fisico che emozionale, ma anche il periodo della vita in cui vengono prese importanti decisioni riguardanti la salute e la carriera futura (scolastica e lavorativa). Target secondari: genitori, insegnanti, PLS e MMG e operatori sanitari, comunità locale 7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di Miglioramento delle condizioni di vita e di salute degli adolescenti, attraverso processo) perseguiti** la messa a regime su tutto il territorio regionale della sorveglianza dei princi- pali fattori di rischio comportamentali e dello stato delle misure preventive per gli adolescenti calabresi (11 – 17 anni) Indicatori % di scuole coinvolte nella comunicazione (n. scuole campionate/ tot scuole) % di genitori interessati dalla comunicazione (n genitori coinvolti/n. tot. genitori degli alunni oggetto della rilevazione Fonte di verifica Valore Valore dell’indicatore al 31 dell’indicatore al dicembre 2013 31 dicembre 2012 Atteso Osservato Dati ASP 50% Dati ASP 50% Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi * Vedi sopra Scopi generali che si propone L’obiettivo di questa sorveglianza, sostenibile nel tempo ed efficace nel guidare gli interventi di sanità pubblica, è quello di monitorare alcuni aspetti relativi agli stili di vita degli adolescenti calabresi in età 11-17 anni, orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglioramento delle loro condizioni di vita e di salute e valutare la diffusione e l’efficacia delle misure preventive attivate, utilizzando anche adeguate strategie di comunicazione. Fasi in cui si articola Preparazione dei materiali di comunicazione Comunicazione dei risultati ai target secondari (genitori, insegnanti, PLS e MMG e operatori sanitari, comunità locale) Messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta dati da realizzare nel 2014. Attività di cui si compone Comunicazione risultati Monitoraggio (dati di processo) Valutazione Sorveglianza ed eventuale riprogrammazione. Attori e portatori di interesse coinvolti Tempi di attuazione Indicatori (di processo, di risultato)** Risultati attesi ragazzi e ragazze in età scolare (11, 13 e 15 anni), genitori, insegnanti, PLS e MMG e operatori sanitari, comunità locale 2013 - % di scuole coinvolte nella comunicazione (n. scuole campionate/ tot scuole) - % di genitori interessati dalla comunicazione (n genitori coinvolti/n. tot. genitori degli alunni oggetto della rilevazione Almeno il 50% di scuole coinvolte e almeno il 50% di genitori raggiunti dalla comunicazione 1) REGIONE Calabria 2) Titolo del progetto o del programma Sistema di sorveglianza “Okkio alla Salute”: strategie di comunicazione 3) Identificativo della linea o delle 2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vilinee di intervento generale ( indica- ta non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentariete nel quadro d’insieme) tà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze) 4) Numero identificativo del proget- 2.9.3 to o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento Nei paesi industrializzati le malattie cronico-degenerative rappresentano la programmato * prima causa di morbosità e mortalità della popolazione. Queste malattie sono dovute, in larga parte, ad alcuni fattori di rischio modificabili; conoscerne la distribuzione nello spazio e sapere come si modificano nel tempo ci permette di orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute dei bambini delle scuole primarie. Adottare uno stile di vita salutare (una sana alimentazione, praticare attività fisica, mantenere il peso nella norma) non solo migliora lo stato di salute in età evolutiva ma riduce significativamente il rischio di sviluppare malattie cronico degenerative in età adulta e permette di rimanere a lungo in buona salute. Per comprendere la dimensione di questo importante fenomeno in Italia, nel 2007, il Ministero della Salute/CCM ha promosso e finanziato il progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con le Regioni, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca l’INRAN. Nell’ambito del progetto è stato sviluppato il sistema di sorveglianza sullo stato ponderale e i comportamenti a rischio nei bambini delle scuole primarie “OKkio alla SALUTE”, collegato al programma europeo “Guadagnare salute” e ai Piani di Prevenzione nazionali e regionali, con lo scopo di fornire elementi utili all’orientamento delle attività locali di programmazione e valutazione. OKkio alla SALUTE prevede una periodicità di raccolta dati biennale e permette di descrivere la variabilità geografica e l’evoluzione nel tempo della stato ponderale, degli stili alimentari, dell’abitudine all’esercizio fisico dei bambini e delle attività scolastiche favorenti la sana nutrizione e l’attività fisica. L’iniziativa fa parte del progetto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Regione Europea “Childhood Obesity Surveillance Initiative”. La realizzazione del progetto, affidata alle Regioni e alle Asl, in collaborazione con la scuola, prevede: - registrazione delle misure antropometriche dei bambini; - raccolta di informazioni sulle abitudini alimentari, sull’attività fisica e la sedentarietà dagli alunni delle scuole primarie, effettuata tramite un questionario riempito dai bambini in classe; - raccolta di informazioni sulle abitudini alimentari, sull’attività fisica e la sedentarietà dei bambini, effettuata tramite un questionario rivolto ai genitori; - raccolta di informazioni sull’ambiente scolastico, sulle attività formative riguardanti l’attività fisica e la nutrizione svolte dalla scuola, attraverso un questionario compilato dal Dirigente scolastico La Calabria ha aderito alla sorveglianza, affidandone la realizzazione a livello locale ai Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione dei Dipartimenti di Prevenzione, ed ha partecipato alle tre raccolte dati effettuate nel 2008, nel 2010 e nel 2012. Tali indagini hanno permesso di ottenere informazioni in tempi brevi e a costi limitati, grazie al lavoro e all’efficiente rete di collaborazione realizzata fra gli operatori del mondo della scuola e della salute. I risultati del 2012 confermano i dati delle precedenti rac- colte, con elevata prevalenza di eccesso ponderale, di cattive abitudini alimentari e stili di vita sedentari. Per valutare l’andamento del fenomeno è importante assicurare la continuazione negli anni del sistema di sorveglianza attraverso la cooperazione avviata tra salute e scuola. Per l’anno 2013 viene definita l’implementazione delle attività di comunicazione che favorisce. l’attivazione di processi di consapevolezza e di empowerment nella popolazione target e la realizzazione di prodotti di comunicazione che forniscono informazioni coerenti tra loro. Inoltre viene realizzato il materiale di comunicazione rivolto ai genitori degli alunni coinvolti nella rilevazione. Si definisce altresì la messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta dati da realizzare nel 2014. 6) Beneficiari (target dell’intervento) Target primario: Bambini di età di 8 anni, per ragioni di carattere biologico, in quanto la situazione nutrizionale è ancora poco influenzata dalla pubertà, e per questioni di sviluppo cognitivo, in quanto i bambini sono già in grado di rispondere con precisione e validità ad alcune semplici domande. Target secondari: genitori, insegnanti, operatori di strutture sanitarie, PLS e MMG, Comunità locale 7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi Miglioramento su tutto il territorio regionale della sorveglianza dei principali di processo) perseguiti** fattori di rischio comportamentali della popolazione calabrese in età evolutiva per la riduzione dell’incidenza delle malattie cronico degenerative attraverso l’incremento dell’attività fisica e l’acquisizione di corrette abitudini alimentari. Indicatori Fonte di verifica Numero di eventi regionali per la divulgazione dei Dati regionali risultati PLS della Regione che hanno ricevuto materiale Dati regionali informativo sulla rilevazione 2012 Valore Valore dell’indicatore al 31 dell’indicatore al dicembre 2013 31 dicembre 2012 Atteso Osservato 1 80% Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi * Vedi sopra Scopi generali che si propone L’obiettivo di questa sorveglianza, sostenibile nel tempo ed efficace nel guidare gli interventi di sanità pubblica, è quello di monitorare alcuni aspetti relativi agli stili di vita dei bambini calabresi in età 6-10 anni, orientare la realizzazione di iniziative utili ed efficaci per il miglioramento delle loro condizioni di vita e di salute e valutare la diffusione e l’efficacia delle misure preventive attivate, comprese le strategie di comunicazione. Fasi in cui si articola Preparazione dei materiali di comunicazione Comunicazione dei risultati ai target secondari (genitori, insegnanti, PLS e MMG e operatori sanitari, comunità locale) Messa a punto di strumenti per l’avvio delle attività della nuova raccolta dati da realizzare nel 2014. Attività di cui si compone Edizione del Rapporto Comunicazione risultati Monitoraggio (dati di processo) Valutazione della Sorveglianza ed eventuale riprogrammazione. Target primario: Bambini di età di 8 anni, per ragioni di carattere biologico, in quanto la situazione nutrizionale è ancora poco influenzata dalla pubertà, e per questioni di sviluppo cognitivo, in quanto i bambini sono già in grado di rispondere con precisione e validità ad alcune semplici domande. Target secondari: genitori, insegnanti, operatori di strutture sanitarie, PLS e MMG, Comunità locale Attori e portatori di interesse coinvolti Tempi di attuazione Indicatori (di processo, di risultato)** Risultati attesi 2013 - Numero di eventi regionali per la divulgazione dei risultati PLS della Regione che hanno ricevuto materiale informativo sulla rilevazione 2012 Almeno un evento regionale di divulgazione 100% dei PLS raggiunti dalla comunicazione .1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma Benessere relazionale degli adolescenti: Peer to Peer 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento 2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, generale ( indicate nel quadro d’insieme) comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, fumo) 4) Numero identificativo del progetto o del program- 2.9.4 ma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizio- Promuovere le life skill nei ragazzi e aumentare l’empowerment negli adolene dell’intervento scenti che diventano sempre più promotori di azioni che mirino al miglioraprogrammato * mento del proprio e altrui benessere all’interno del setting scolastico e nel contempo costituire una seconda generazione di peer educator all’interno degli Istituti Scolastici coinvolti ad opera dei Peer della prima generazione. I Peer Educator completeranno le attività programmate all’interno dei loro Istituti e costituiranno così un nuovo gruppo di peer tra i ragazzi delle terze classi. Sarà presentato il Progetto anche a due nuovi Istituti. Si prevede inoltre una giornata di formazione advanced rivolta agli operatori dell’equipe aziendale capofila ed una rivolta agli operatori delle equipe delle altre aziende nelle quali il progetto è in itinere. 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Adolescenti 14-20 anni 7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di Acquisizione di competenze sulle metodologie didattiche processo) perseguiti** ludico-creative, sui laboratori, sugli strumenti di lavoro al fine di aumentare nei ragazzi l’empowerment stimolando le loro abilità di vita INDICATORI Numero Scuole aderenti Numero insegnanti FONTE DI VERIFICA Relazioni, accordi formalizzati Schede, verbali VALORE DELL’INDICATORE AL 31 DICEMBRE 2012 OSSERVATO 9 193 Numero Ragazzi peer reclu- Schede, elaborati ecc tati VALORE DELL’INDICATORE AL 31 DICEMBRE 2013 ATTESO OSSERVATO ulteriori 12 ulteriori 60 425 ulteriori 100 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi Nell’ottica delle azioni svolte nel periodo 2010-2012 il presente progetto intende reclutare nuovi Istituti e creare all’interno degli Istituti già coinvolti un miglioramento degli ambienti scolastici per aumentare il senso di appartenenza e di benessere nella scuola. Scopi generali che si propone Fasi in cui si articola Attori e portatori di interesse coinvolti Tempi di attuazione (cronoprogramma) Indicatori (di processo, di risultato)** Risultati attesi Promuovere il benessere scolastico ed il senso di appartenenza alla scuola migliorando anche la relazione tra studenti, docenti e dirigenti. - Convegno per la comunicazione delle attività svolte e quelle programmate - Reclutamento di altri Istituti - Costituzione della II generazione Peer Educator all’interno degli Istituti già coinvolti e costituzione dei gruppi peer dei nuovi Istituti - Attività dei peer di sensibilizzazione sui temi scelti dagli stessi e relativi al benessere relazionale Peer educator, studenti delle terze classi, dirigenti scolastici, docenti referenti, operatori ASP delle equipe operative Anno 2013 Adesione delle Scuole, nuovi Peer Educator, nuovi docenti referenti Implementazione del Progetto in nuovi Istituti Scolastici, individuazione di nuovi docenti referenti, costituzione di nuovi gruppi di Peer Educator 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma Guadagnare salute negli adolescenti: attività fisica e alimentazione 3) Identificativo della linea o delle linee di interven- Prevenzione e sorveglianza di abitudini, to generale ( indicate nel quadro d’insieme) comportamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate 4) Numero identificativo del progetto o del pro2.9.5 gramma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto 6) Beneficiari (target dell’intervento) Popolazione scolastica 14-16 anni scuole secondarie della Calabria 7) Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per- Promuovere stili di vita sani di alimentaseguiti** zione ed attività fisica negli adolescenti Indicatori di processo e di risultato Indicatori Scuole aderenti programmi effettuati Fonte di verifica Atti aziendali e griglie di valutazione Valore al 31/12/2012 Atteso Osservato Atti aziendali e griglie di valutazione Valore al 31/12/2013 Atteso Osservato 6 Ulteriori 6 2 Ulteriori 3 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi La situazione nutrizionale di una popolazione è un determinante importante delle sue condizioni di salute. In particolare l’eccesso di peso, favorendo l’insorgenza o l’aggravamento di patologie preesistenti, riduce la durata della vita e ne peggiora la qualità. In Italia, come nella gran parte dei Paesi a medio e alto reddito, l’eccesso ponderale è uno dei principali fattori che sostengono l’aumento delle malattie croniche non trasmissibili. Per questo, si compiono molti sforzi per monitorare l’andamento Scopi generali che si propone Fasi in cui si articola Attività di cui si compone Attori e portatori di interesse coinvolti Tempi di attuazione Indicatori ( di processo, di risultato)** Risultati attesi dell’eccesso ponderale nei bambini, negli adulti e nella terza età. I dati di sorveglianza nazionali e regionali evidenziano sedentarietà e sovrappeso/obesità nella popolazione, per cui è indicato promuovere una campagna di promozione di corretti stili di vita e di sensibilizzazione nonché di informazione sui servizi sanitari territoriali che si occupano di alimentazione e attività fisica. Sovrappeso e obesità, legati a scorretti stili di vita, possono favorire l’insorgenza di patologie cronico-degenerative. Pertanto è necessario focalizzare l’interesse sulla promozione della salute fin dall’ infanzia, prima che si instauri una patologia, anche per ridurre le disuguaglianze in salute ed i costi sanitari nonché sociali. I risultati 2012 della terza raccolta dati del sistema di sorveglianza nazionale Okkio alla salute confermano livelli di eccesso ponderale in età infantile, ( 22% sovrappeso e 10,6% obesità)pur rilevando segnali di miglioramento anche nella Regione Calabria . Dati di soprappeso e ridotta attività fisica nella popolazione scolastica, rilevati da indagini nazionali e locali (HBSC). I dati HBSC in Calabria evidenziano livelli di soprappeso/obesità in entrambi i generi, soprattutto nei maschi. Si segnalano l’assenza di un’appropriata prima colazione e uno scarso consumo di frutta e verdura. Circa il 42% dei quindicenni (Italia 40%) ed il 20% delle quindicenni (Italia 24%) consuma alcool almeno una volta alla settimana. Coinvolgere gli studenti 14-16 anni con programmi congiunti di educazione e promozione di corretti stili di vita I fase: selezione di scuole aderenti al progetto II fase: formazione operatori di scuola e sanità III fase: attuazione di interventi IV fase: verifica e diffusione risultati I fase: Invio della proposta del progetto alle scuole, raccolta delle adesioni, selezione tra le scuole interessate in base a criteri di rappresentatività territoriale II fase: Istituzione gruppo di lavoro intersettoriale per la progettazione e l’organizzazione della formazione congiunta di operatori di scuola e sanità, attuazione formazione III fase: Programmazione interventi congiunti di educazione alla salute rivolti a studenti, docenti e genitori referenti, individuazione ed elaborazione di strumenti, attuazione degli interventi programmati da parte dei docenti e/o dei sanitari, IV fase: Rilevazione degli indicatori di risultato, diffusione dei dati di attività svolta Operatori dei servizi ASP coinvolti; Docenti e genitori referenti; Studenti Anno 2013 Numero di Scuole aderenti Numero di programmi effettuati Ulteriore coinvolgimento di scuole e ulteriori programmi effettuati 1) REGIONE 2) Titolo del progetto o del programma CALABRIA “Promozione dell’allattamento materno, come diritto di salute per ogni bambino” 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme) 2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti e stili di vita non salutari. 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale. 2.9.6. 5) Breve descrizione dell’intervento programmato 6) Beneficiari (target dell’intervento) Donne gravide 7) Obiettivi di salute perseguiti Prevenzione dell’obesità infantile, attraverso la promozione, protezione e sostegno dell’allattamento al seno nelle strutture ospedaliere e territoriali. Indicatori ( di processo, di risultato) Indicatori (di risultato) Fonte di verifiva Valore al 31/12/2012 Corsi di formazione OMS/UNICEF 20 ore rivolto Delibere ufal personale sanitario coinvolto ficio formanel percorso nascita e dei centri zione vaccinali. Due corsi di 40 ore ciascuno OMS/UNICEF Realizzati nell’ASP di Crotone e Vibo Corsi di peer-counsellors 20 Relazione ore rivolto alle mamme. Due corsi realizzati nell’ASP di Cosenza Valore al 31/12/2013 Atteso Realizzazione di almeno 2 corsi di 20 ore modello OMS/UNICEF Realizzazione di almeno 2 corsi di 20 ore rivolto alle mamme. Osservato Breve descrizione dell’intervento programmato Raggiunto l’obiettivo che il progetto si prefiggeva, nel biennio 20112012, che era quello di incrementare il tasso di allattamento al seno Razionale dell’intervento esclusivo alla dimissione e completo a sei mesi di vita, del 10%; per l’anno 2013 s’intende completare il piano di formazione rivolto agli operatori sanitari coinvolti nel percorso nascita e dei centri vaccinali, mediante corsi di 20 ore secondo il modello OMS/UNICEF. Inoltre, considerata l’importanza che rivestono i Scopi generali che si propone Attori e portatori di interesse coinvolti gruppi delle donne per la consulenza alla pari, la cui efficacia è compravata da evidenze scientifiche, oltre all’esperienza positiva e significativa maturata nell’ASP di Cosenza, ulteriore obiettivo per il 2013 è quello di realizzare almeno altri due corsi di formazione di 20 ore, rivolte a donne che hanno partorito ed allattato i propri figli, che intendono sostenere le mamme che si trovano in difficoltà nella gestione dell’allattamento al seno. Il programma d'azione per l'allattamento al seno è un progetto che mira ad aiutare le donne ad avere un atteggiamento positivo nei confronti di questa metodologia ed ad aumentare il numero di quelle che scelgono di alimentare in questo modo i loro figli. L'esigenza è quella di ricostruire, sul territorio regionale, una "cultura dell'allattamento materno", creando figure orientate positivamente in tal senso e sensibilizzate al sostegno di altre donne, come era un tempo garantito dalle figure appartenenti all'ambito parentale e familiare allargato. Migliorare e rafforzare le conoscenze sulla promozione, protezione e sostegno dell’allattamento al seno, negli operatori sanitari coinvolti nel percorso nascita e dei centri vaccinali. Creazione di peer counsellor. 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) PLS Ostetriche Infermieri Operatori dei Centri Vaccinali Ginecologi Pediatri Neonatologi Donne che hanno partorito Criticità Scarsa collaborazione da parte di alcuni uffici formazione, delle ASP. Difficoltà nel reperire mamme che allattano disponibili a diventare peer-counsellor. Tempi di attuazione 12 mesi Risultati attesi Realizzazione di almeno 2 corsi di formazione rivolti agli operatori sanitari e di almeno due corsi rivolti alle mamme per consulenti alla pari. 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma “Unplugged” Programma per la prevenzione dell’uso di tabacco, alcool e droghe nelle scuole calabresi 3) Identificativo della linea o delle linee 2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, compordi intervento generale ( indicate nel qua- tamenti, stili di vita non salutari e patologie correlate dro d’insieme) (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze) 4) Numero identificativo del progetto o 2.9.7 del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento Migliorare negli adolescenti le conoscenze sui rischi programmato * dell’uso e dell’abuso di tabacco, alcool e sostanze psicoattive per sviluppare un atteggiamento non favorevole verso queste sostanze, ridurre l’iniziazione all’uso delle stesse favorendo stili e comportamenti di vita corretti sostenuti dalla metodologia dei moltiplicatori delle azioni preventive: i docenti specificatamente formati che realizzano il programma unplugged nei gruppi classe. 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione target: adolescenti delle province calabresi Target intermedio: docenti delle scuole primarie e secondarie - Moltiplicatori delle azioni della prevenzione 7) Obiettivi di salute (e/o obiettivi di Diminuire negli adolescenti i comportamenti a rischio processo) perseguiti** per l’uso e l’abuso di sostanze: alcool, tabacco e sostanze illecite, estendendo e consolidando, nel territorio regionale la metodologia di intervento “Unplugged” Valore dell'indicatore al 31/12/2013 INDICATORI n. scuole coinvolte N° eventi formativi per docenti % adolescenti delle scuole coinvolte Fonte di Verifica Atti ASP Atti ASP Atteso Ulteriori 5 Ulteriori 5 Atti ASP 25% Osservato Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi Scopi generali che si propone Fasi in cui si articola Attività di cui si compone L’uso di sostanze stupefacenti, il consumo di tabacco e l’abuso di alcool sono stati e continuano ad essere un serio problema di sanità pubblica. Le conseguenze di queste sostanze sullo stato di salute possono presentarsi a breve e a lungo termine: dalla mortalità per incidenti alla mortalità per patologie tumorali. Il Report HBSC Italia indica che: - la frequenza di fumatori che dichiara di fumare ogni giorno cresce in misura evidente nel passaggio tra i 13 ed i 15 anni, attestandosi, per i più grandi, intorno al 16%. - il consumo di alcool e l’abuso è più rilevante nei maschi e dimostra un andamento crescente con l’età. Il consumo di alcool tra gli adolescenti è un fenomeno da non sottovalutare in quanto è in questa età che si stabiliscono quei modelli di consumo che, verosimilmente, verranno mantenuti nell’età adulta. Più precisamente, sembra esistere un legame tra l’iniziazione in giovane età e l’abuso in età adulta (De Wit, 2000; Poikolainen, 2001). Comunque bisogna considerare che per molti giovani il consumo di alcool costituisce una fase del percorso di crescita dell’adolescente, ed in questo caso la frequenza del consumo è solo un indicatore di scorrette abitudini alimentari. - L’uso di droghe quali la cannabis o la sperimentazione di altre sostanze stupefacenti sono tra i comportamenti a rischio più frequenti in età adolescenziale. L’uso di sostanze illecite sembra mostrare un incremento soprattutto per quanto riguarda l’età di inizio. - La percentuale di consumatori di sostanze psicoattive, indipendentemente dal sesso, varia tra l’1 e il 5% nei ragazzi tra i 15 ed i 16 anni. Contrastare l’uso di sostanze utilizzando il modello unplugged dell’influenza sociale: educazione normativa e life skills - Coinvolgere i Servizi / UO di promozione/educazione sanitaria e servizi delle tossicodipendenze - Realizzare percorsi di formazione continua dei formatori locali - Sostenere le equipe dei formatori locali - Coinvolgere le scuole - Realizzare i corsi di formazione per i docenti disponibili a realizzare l’intervento - Sensibilizzare gli adolescenti Mantenimento delle equipe territoriali Sostenere la formazione continua dei formatori locali Individuare nuove scuole da coinvolgere nel progetto Attivare nuovi corsi di formazione per i docenti delle scuole partecipanti Attori e portatori di Referenti dei Dipartimenti e dei servizi delle AASSPP, Uffici scolastici provininteresse coinvolti ciali e Dirigenti scolastici, docenti, adolescenti Tempi di attuazione 2013 Indicatori ( di pro- Numero di nuovi corsi di formazione per i docenti realizzati dall’equipe locali Numero di nuove scuole coinvolte cesso, di risulta% di adolescenti coinvolti to)** Almeno ulteriori 5 scuole coinvolte nel progetto e n. 5 eventi formativi per doRisultati attesi centi Coinvolgimento almeno del 25% di adolescenti delle scuole coinvolte 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma Diffusione delle buone pratiche identificate dal progetto “Guadagnare salute negli adolescenti” – Luoghi di prevenzione 3) Identificativo della linea o delle linee di inter- 2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini,comportamenti e stili di vento generale ( indicate vita non salutari e patologie correlate nel quadro d’insieme) ( alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, fumo) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target dell’intervento) 2.9.8 Vedi sotto popolazione studentesca classi medie inferiori ( età 11-15 anni ) e superiori ( fino a 18 anni) 7)Obiettivi di salute ( e/o Istituire e implementare un LUOGO DI PREVENZIONE dedito alobiettivi di processo) per- la popolazione della scuola dell’obbligo primaria e secondaria , per seguiti** la realizzazione di azioni finalizzate a sensibilizzare le Istituzioni Scolastiche alla promozione della salute degli studenti soprattutto in merito all’uso di alcol, tabacco e comportamenti a rischio Indicatori ( di processo, di risultato) Indicatori Fonte di verifica Numero Istituti Scolastici del distretto di Soverato ASP CZ Numero Studenti coinvolti registri laboratorio luoghi di prevenzione ASP CZ Valore al 31/12/20 12 Valore al 31/12/2013 Atteso Osservato 70% 80% 80% 400 600 930 registri laboratorio luoghi di prevenzione ASP CZ Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale Il consumo dell’alcol fra gli adolescenti è un fenomeno che non puo’ dell’intervento even- essere sottovalutato e rappresenta un comportamento a rischio sempre tualmente supportato più diffuso tra i giovani. La scuola, soprattutto nelle classi medie infeda elementi oggettivi riori puo’ esse un utilissimo supporto per l’attuazione di azioni di prevenzione ed educazione alla salute all’uopo finalizzati. Il modello di LUOGHI DI PREVENZIONE prevede una modalità lavorativa originale ed efficace; gli educatori non si recano nelle scuole ma sono le scuole ovvero le classi degli studenti , previo appuntamento, a spostarsi in LUOGHI DI PREVENZIONE, per effettuare, in orario antimeridiano, i laboratori tecnico-ludico-ricreativi, finalizzati ad una maggiore conoscenza dei comportamenti a rischio alcol correlati e/o correlati ad altri stili di vita scorretti ( tabagismo, alimentazione e sedentarietà). L’esperienza – pilota già avviata ed in itinere nel distretto di Soverato, dal SerT di Soverato , per conto dell’ASP-CZ ha dato risultati positivi, evidenziati dall’alto grado di coinvolgimento degli Istituti Scolastici ( circa l’80%) e degli studenti ( oltre 400 ); anche gli indicatori hanno evidenziato un importante incremento del gradi di percezione del rischio alcol correlato e di interesse all’iniziativa, peraltro molto coinvolgente con il minimo dispendio di tempo ed energie ( una mattinata per ogni classe studentesca); il lavoro è proseguito durante l’anno scolastico con il coinvolgimento anche dei docenti e la produzione , alla fine del corso scolastico, di lavori inerenti l’argomento esposti in mostra ( cartelloni, filmati, ecc.). La prosecuzione del progetto in oggetto è essenziale durante l’anno 2013 affinchè non si interrompi bruscamente , vanificando quanto finora attuato, potendosi invece raggiungere definitivamente gli obiettivi prefissati. Scopi generali che si Realizzare un sito all’uopo identificato e definitivo, denominato LUOpropone GHI DI PREVENZIONE, dove programmare ed attuare gli interventi di prevenzione ed educazione alla salute, all’uopo pianificati e finalizzati soprattutto alla sensibilizzazione dei giovani studenti al cambiamento degli stili di vita comportamentali a rischio , soprattutto legati al consumo di alcol, ma anche di tabacco e sostanze psicoattive nonchè ai disordini alimentari e alla sedentarietà; in tale sito dovrebbero essere convogliate tutte le risorse umane e progettuali riguardanti le finalità suddescritte da rivolgere alla popolazione giovanile per tramite degli Istituti Scolastici. Fasi e attività Il Centro sperimentale denominato LUOGHI DI PREVENZIONE , già attivo nel distretto di Soverato – ASP CZ, si basa su modalità di apprendimento cognitivo emotivo ed interpersonale , soprattutto rivolto si giovani, relativamente ai comportamenti a rischio soprattutto alcol correlati. Esso è situato attualmente in alcuni locali dell’Istituto Scolastico “U. Foscolo” di Soverato all’uopo adattati e ben utili allo scopo . Andranno ulteriormente ristrutturati, arredati ed attrezzati per l’effettuazione di laboratori : dell’immaginario, educativi e tecnicoludici. La fase attuale prevede l’attività suddetta estesa a tutti gli Istituti Scolastici del comprensorio nell’anno scolastico 2012/13 e fino al Dicembre 2013, con il coinvolgimento di docenti referenti e operatori formati. L’attività viene espletata nel corso della settimana, nelle ore antimeri- diane dei giorni feriali; gli studenti vengono coinvolti , previa sensibilizzazione dei dirigenti scolastici, tramite appuntamento per classe; vengono anche coinvolti i comuni di riferimento soprattutto per la fornitura dell’autobus di trasporto degli studenti dalla loro sede a LUOGHI DI PREVENZIONE e viceversa. I moduli dei laboratori durano in genere circa 5 ore. Il restante lavoro viene continuato in classe con i docenti e finalizzato alla produzione di lavori sul tema nonché alla verifica dei cambiamenti comportamentali richiesti e della percezione culturale dei rischi correlati ai comportamenti definiti a rischio. Attori e portatori di interesse coinvolti Operatori ASP ( U.O. SerT , Educazione alla Salute , ecc.) ; Docenti Istituti Scolastici Scuole Medie iNf. E Sup. ; Dirigenti Istituti Scolastici; Studenti e Familiari Studenti ; Sindaci e Assessori coinvolti dei Comuni interessati. Criticità I giovani non avvertono concretamente i rischi connessi ad alcuni comportamenti specie alcol-correlati; anche le famiglie sembrano sottovalutare il problema soprattutto per la cultura antropologica alcologica esistente che accetta se non sostiene il bere. Perfino la Scuola non da la dovuta rilevanza ai comportamenti a rischio che possono caratterizzare gli stili di vita dei giovani. Nella fattispecie è necessario poter utilizzare a pieno i fondi finalizzati per ultimare la ristrutturazione dei locali all’uopo destinati, arredare e dotare degli strumenti tecnici LUOGHI DI PREVENZIONE , assicurare la necessaria continuità all’esperienza già positivamente avviata individuando le procedure necessarie per renderla definitivamente ed autonomamente fattibile nell’ambito delle attività scolastiche e sanitarie, congiuntamente. Tempi di attuazione Anno 2013 Risultati attesi Istituzione ed implementazione di un LUOGO DI PREVENZIONE dedito alla popolazione della scuola dell’obbligo primaria e secondaria in merito all’uso di alcol, tabacco e comportamenti a rischio. 3.1.2. Piano di Comunicazione degli screening oncologici 1) REGIONE Calabria 2) Titolo del progetto o del programma Piano di informazione/comunicazione degli screening oncologici 3) Identificativo della linea o delle linee di interven- 3.1 Tumori e screening to generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 3.1.1. 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Donne e uomini in fascia d’età 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per- Ridurre la mortalità per cancro della mammella, dell’utero e del colon retto atseguiti** traverso il miglioramento delle azioni di prevenzione. Allegato 1: Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento Obiettivo strategico di sanità pubblica è la formazione di una eventualmente supportato da cultura della prevenzione, attualmente unica vera arma in grado elementi oggettivi di ridurre drasticamente la mortalità per cancro. Diffondere la cultura della prevenzione significa modificare le abitudini ed i comportamenti della popolazione e ottenere un atteggiamento attivo nei confronti della lotta contro il cancro. La popolazione calabrese, per quanto consapevole dell’importanza di fare prevenzione, non partecipa nella misura sperata ai programmi di screening per il cancro del seno, della cervice uterina e del colon retto. Infatti, sebbene si è registrato negli ultimi anni un progressivo e graduale miglioramento dell’accesso alla diagnosi precoce basato prevalentemente sull’iniziativa personale, la paura, il poco tempo da dedicare a se stessi, la mancanza di consigli e le difficoltà legate all’organizzazione del servizio pubblico, sono alcuni dei tanti motivi per cui la prevenzione è ancora oggi scarsa. Questo è emerso anche dall’indagine conoscitiva effettuata nel corso del progetto regionale “Costituzione della rete epidemiologica regionale”. La comunicazione è uno strumento efficace per promuovere una cultura della prevenzione, in quanto aumenta l’autonomia decisionale individuale per raggiungere una più ampia e consapevole partecipazione delle persone agli interventi di promozione della salute. Nei programmi di screening la comunicazione occupa un posto significativamente rilevante e indica l’insieme dei flussi informativi e delle relazioni che legano i diversi soggetti coinvolti (operatori sanitari-cittadini utenti). Il“sistema screening” rappresenta un tipico esempio di inversione nel rapporto utente-struttura, proprio perché è la struttura sanitaria a rivolgersi a tutti quei cittadini che, rispondendo a particolari caratteristiche (età, sesso, ecc…), ne diventano la “popolazione bersaglio”. Pertanto, è necessario promuovere una scelta consapevole e matura da parte dei cittadini rispetto ai programmi di screening, incrementare la partecipazione e la motivazione degli operatori e coinvolgere le associazioni della società civile. Scopi generali che si propo- Sensibilizzare la popolazione ad una maggiore adesione consane pevole ai programmi di prevenzione contro i tumori del collo dell’utero, della mammella e del colon retto. Fasi in cui si articola informare la popolazione sulla prevenzione ed in particolare sull’opportunità dei programmi di screening; favorire e facilitare la partecipazione della popolazione target ai programmi di screening; raggiungere tutte le fasce della popolazione, in particolare quelle più deboli, garantendo accesso informato e consapevole agli screening; Attività di cui si compone Attori e portatori di interesse coinvolti Indicatori Il progetto prevede le seguenti attività: 1. elaborare in ciascuna Azienda Sanitaria un piano di informazione/comunicazione che preveda una vera e propria campagna di comunicazione sociale e di educazione sanitaria, articolata in incontri organizzati che coprano un ampio spazio temporale in modo che rimanga sempre alta l’attenzione e l’interesse verso lo screening; 2. realizzare incontri operativi nei Comuni, con le istituzioni e con le associazioni della società civile, al fine di diffondere messaggi univoci su tutto il territorio regionale e amplificando il più possibile il significato di questa particolare azione di prevenzione e sanità pubblica. Donne e uomini in fascia d’età Operatori sanitari Fonte di Valore dell’indicatore al verifica 31 dicembre 2013 Atteso osservato Programmazione Programma aziendale di in- Dati formazione/comunicazione aziendali eventi di informazione/ comudegli screening oncologici nicazione in ogni azienda 5 (almeno uno in Incontri con la popolazione ogni ASP) Nelle Aziende Sanitarie è stata pianificata una campagna di informazione/comunicazione, che si è tradotta in una serie di incontri con la popolazione interessata, presso i Comuni, le scuole, e con il coinvolgimento del volontariato. 1) REGIONE Calabria 2) Titolo del progetto o del programma Campagna di informazione sullo screening spontaneo del carcinoma della prostata 3) Identificativo della linea o delle linee di interven- 3.1 Tumori e screening to generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 3.1.2 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Vedi sotto 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Uomini dai 50 anni in su 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per- Migliorare la qualità di vita delle persone seguiti** attraverso un’informazione corretta. Allegato 1: Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento E’fondamentale che la decisione di effettuare o meno un test di eventualmente supportato da screening con PSA sia fondata su una esaustiva ed adeguata inelementi oggettivi formazione ai soggetti eventualmente interessati a sottoporsi a dosaggio del PSA, sui potenziali benefici e rischi associati a tale intervento diagnostico. La corretta informazione è fondamentale assai prima della diagnosi. Nel caso di soggetti asintomatici che si rivolgono spontaneamente al medico di famiglia o allo specialista richiedendo l’esecuzione di un test di screening, è dovere del medico illustrare chiaramente lo stato attuale delle conoscenze, in particolare le attuali limitate evidenze di efficacia dello screening e le numerose evidenze circa le possibili conseguenze negative che possono derivarne. Lo stesso processo di screening può comportare effetti psicologici importanti ed un maggior ricorso sanitario tra gli uomini che eseguono una biopsia, anche se essi ricevono una diagnosi negativa per carcinoma. A tal proposito, il PRP 2010-2012 ha approvato un progetto che ha portato alla elaborazione delle “Linee guida per lo screening spontaneo del carcinoma della prostata”, con l’obiettivo di regolamentare e orientare l’uso spontaneo del test, al fine di ricondurre in un percorso monitorato lo screening spontaneo e di ridurre l’inappropriatezza delle procedure diagnostiche e l’over treatment. Pertanto, è necessario predisporre una campagna di informazione sullo screening spontaneo del carcinoma della prostata basata sulla diffusione delle linee guida regionali e rivolta a tutti gli operatori sanitari coinvolti, per facilitare una scelta consapevole della popolazione interessata nel ricorso al test. Scopi generali che si propone Migliorare l'appropriatezza del percorso di screening spontaneo per l'individuazione del carcinoma della prostata, attraverso una campagna di diffusione delle linee guida regionali, al fine di fornire una corretta informazione agli operatori sanitari coinvolti. Fasi in cui si articola Costituzione di un gruppo di lavoro a livello aziendale Elaborazione di una strategia di informazione Attività di cui si compone Il progetto prevede le seguenti attività: 1.costituire un gruppo di lavoro a livello aziendale tra gli operatori sanitari coinvolti; 2.diffondere e condividere le linee guida regionali; 3.informare correttamente la popolazione interessata circa le incertezze, i rischi ed i potenziali benefici che si associano con la decisione di sottoporsi a questo screening. Attori e portatori di interesse coinvolti Uomini dai 50 anni di età in su Personale sanitario Indicatori Fonte di verifica Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013 Atteso osservato Costituzione Dati azien- Costituzione gruppo di lagruppo di la- dali voro in ogni voro aziendale azienda Produzione Produzione di di materiale materiale ininformativo formativo Nelle Aziende Sanitarie sono stati costituiti gruppi di lavoro tra gli operatori sanitari coinvolti che hanno condiviso le linee guida regionali, sulla base delle quali hanno prodotto materiale informativo. 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del programma La prescrizione dell’attività motoria: Strategie e azioni di educazione motoria ed attività fisica per la popolazione anziana e disabili in particolare in conseguenza di stroke o di M. di Parkinson. 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 3.2 Ridurre incidenza e mortalità per malattie ischemiche del cuore e cerebrovascolari 3.2.2 Realizzare, sul territorio delle aree coinvolte, iniziative concrete di tipo AFA (Attività Fisica Adattata) e di altro tipo, alle quali indirizzare differenti tipologie di soggetti anziani, anche disabili, per la attuazione di una reale implementazione dell’attività fisica, attraverso un lavoro in equipe multidisciplinare, finalizzata ai soggetti disabili, in particolare in conseguenza di stroke o di M. di Parkinson. 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Popolazione anziana e disabili conseguenti a stroke o di M. di Parkinson 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di Riduzione delle cadute e del rischio di cadere e delle processo) perseguiti** conseguenze traumatiche delle cadute stesse, miglioramento della qualità della vita e della Partecipazione (ICF). Indicatori di processo e di risultato Indicatori Fonte di verifica Valore Valore dell’indicatore al 31 dicemdell’indicatore al bre 2013 31 dicembre 2012 Osservato Atteso Osservato Riduzione del numero globale delle cadute/anno nella popolazione partecipante Riduzione del rischio di cadere per ciascuno dei partecipanti Cartellino Individuale -15% Ulteriore -15% Test clinici e strumentali - 10% Ulteriore - 10% Numero strutture aderenti Lettere di adesione 2 Ulteriori 3 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi Le persone anziane, in particolare con disabilità, tendono molto spesso a contenere la loro attività fisica sia per motivi di tipo bio funzionale sia per ragioni di tipo contestuale (ICF). Questo tipo di comportamento produce nel tempo conseguenze negative che consistono in complicanze di vario genere, che si aggravano nella riduzione ulteriore dei livelli di autonomia e di partecipazione (ICF) sociale ed alla vita. Questi studi evidenziano che interventi realizzati attraverso l’incremento dell’attività fisica di tipo generale producono risultati realmente terapeutici e di prevenzione delle complicanze fisiche, funzionali e sulla partecipazione sunnominate. Esperienze applicative di questi concetti sono state realizzate anche in Italia (Benvenuti F. et alii: Attività fisica adattata Ital J. Rehab. Med. 2009; 23:45-6) in più sedi con interessanti risultati ed appaiono riproponibili ed ulteriormente migliorabili con risultati positivi sulla salute dei cittadini disabili e riduzione dei costi per il Sistema Sanitario. Scopi generali che si pro- Il progetto è indirizzato a modificare i fattori di contesto personali, pone culturali e sociali che ostacolano il regolare svolgimento di un’attività fisica nei soggetti disabili, in particolare in conseguenza di stroke o di M. di Parkinson, migliorandone la qualità della vita e riducendo la restrizione della partecipazione, riducendo altresì gli interventi sanitari ambulatoriali, il ricorso alla degenza ospedaliera, l’utilizzo di farmaci con un risparmi globale per la spesa sanitaria. Fasi in cui si articola Fase 1: Reclutamento popolazione anziana e formazione professionisti Fase: 2: Esecuzione dei programmi terapeutici di Attività Fisica Adattata (AFA) in palestra ed educazione dei pazienti Fase 3: Autotrattamento domiciliare Fase 4:Valutazione dei risultati Fase 5: Periodicizzazione delle attività di palestra e domiciliare Attività di cui si compone a)identificazione della popolazione di riferimento per il progetto b)reclutamento e formazione dei professionisti e organizzazione del circuito b)valutazione di parametri prevalentemente funzionali c)realizzazione di Attività Fisica Adattata (AFA: protocollo di esercizi mirato per coloro che hanno algie della colonna, del ginocchio e dell’anca, o hanno subito un ictus, ora stabilizzato, o sono parkinsoniane.) per i soggetti anziani selezionati per un periodo di almeno 4 mesi presso palestre con addestramento per l’autogestione domiciliare d)fase di automantenimento con esercizi domiciliari e) rivalutazione a 10 mesi e) riprogrammazione attività periodica annuale Attori e portatori di interes- Medici di Medicina Generale; Specialisti di Medicina Fisica e se coinvolti Riabilitativa ed in Geriatria; Fisioterapisti; Laureati in S.M.; Strutture riabilitative, palestre. Criticità Disponibilità di collaborazione dei professionisti Disponibilità locali idonei all’esercizio Tempi di attuazione (cro- Anno 2013 noprogramma) Indicatori (di processo, di Valutazione ripetuta nel tempo: ICF – Check List, indici di risultato)** qualità della vita, parametri clinici, nella popolazione partecipante. Riduzione del numero delle cadute e del rischio di cadere e degli accessi ai servizi ambulatoriali di Riabilitazione per complicanze, rispetto ad una popolazione di controllo. Riduzione del numero di ricorsi al SS per eventi traumatici da caduta, rispetto ad una popolazione di controllo Risultati attesi Numero di strutture e professionisti partecipanti. Miglioramento dello stato di salute dei cittadini disabili presi in carico Riduzione di complicanze quali: deformità secondarie, cadute accidentali con complicanze di rilievo, dolore. Riduzione della spesa in farmaci ed interventi sanitari sulle complicanze Modificazione dell’abitudine alla vita sedentaria dei disabili e del loro ambiente familiare Aumento della relazione con il contesto sociale ed ambientale 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del Prevenzione della carie in età pediatrica programma 3) Identificativo della linea o Patologie orali delle linee di intervento generale (indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del 3.6.1 progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione Il progetto è la prosecuzione di quello avviato nell’anno dell’intervento programmato * 2011/2012 che aveva coinvolto: 33 Istituti scolastici, 50 Plessi, 99 Classi, 1711 Alunni, 97 Insegnanti,33 Dirigenti Scolastici. Sono stati formati 35 operatori socio sanitari e 35 insegnanti. Sono stati realizzati: Il libro didattico “Percorso Educativo Promozione della Salute Orale” Il Cd del Corso di Formazione La cartellonistica a scopo didattico Con il presente progetto si ritiene, pertanto, opportuno proseguire questa attività di prevenzione della patologia orale sul territorio, mediante il coinvolgimento di ulteriori realtà scolastiche diverse da quelle precedentemente coinvolte e conseguentemente, la formazione di nuovi insegnati e la sensibilizzazione di alunni e famiglie 6) Beneficiari (target Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, MMG, Odontoiatri, Igienisti dendell’intervento) tali 7) Obiettivi di salute ( e/o Gli obiettivi perseguiti a breve termini sono di tipo comportamentaobiettivi di processo) perse- le: incremento delle pratiche di igiene orale e dei controlli periodici guiti** dal dentista ed acquisizione di più corrette abitudini alimentari. A lungo termine gli obiettivi di salute si ripercuoteranno in un decremento della prevalenza e dell’incidenza della patologia cariosa, in età pediatrica. INDICATORI N.ro di insegnanti formati FONTE DI VERIFICA Dati AASSPP N.ro di scuole coinvolte e n. classi Dati AASSPP N.ro alunni e famiglie NNcoinvolti Dati AASSPP VALORE DELL’INDICATORE AL 31 DICEMBRE 2013 ATTESO OSSERVATO n. 20 ulteriori insegnanti formati n.5 ulteriori scuole coinvolte e n. 5 ulteriori classi n. 100 ulteriori alunni e n.100 famiglie coinvolte Breve descrizione dell’intervento programmato* La carie secondo i dati dell’OMS è la patologia più diffusa nel mondo ed è uno dei maggiori problemi di spesa sanitaria. Anche in Calabria i dati di prevalenza sono in aumento anche per via del notevole numero di bambini immigrati. Questa patologia è, però, prevenibile con adeguati comportamenti di tipo alimentare e di igiene orale, oltre che con controlli periodici dal dentista. L’opportunità di intervenire in tenera età con percorsi educazionali che modifichino i comportamenti scorretti, in un lavoro di equipe con le varie professionalità e di rete con le istituzioni, rende possibile il decremento della prevalenza di tale patologia. Scopi generali che si Ideare un percorso formativo rivolto agli addetti ai lavori che venga successipropone vamente traslato agli alunni sotto forma di input educazionali tali da far attuare comportamenti corretti e finalizzati alla prevenzione della carie. Ampliare il programma educativo nelle classi non coinvolte con il precedente progetto Fasi in cui si articola Mantenimento del gruppo di lavoro con operatori sanitari; Preparazione dei materiali Identificazione e selezione delle ulteriori scuole da coinvolgere Interventi formativi Interventi divulgativi Diffusione opuscoli e report Attività di cui si compoIdeazione, confronto e produzione del materiale da utilizzare ne Presa di contatto con gli istituti da coinvolgere Pianificazione degli interventi Contatti con tutto il personale interessato per la divulgazione e la promozione dell’attività di formazione sulla prevenzione della carie Organizzazione dei corsi di formazione per gli insegnanti Attività educativa rivolta alla popolazione target Presentazione in workshop del report finale Attori e portatori di inte- Insegnanti, Genitori, Alunni, PLS, MMG, Odontoiatri, Igienisti dentali, Psiresse coinvolti cologi, Operatori socio-sanitari. Tempi di attuazione Anno 2013 (cronoprogramma) Indicatori (di processo, N.ro di ulteriori scuole fruitrici del progetto di risultato)** N.ro di ulteriori alunni e genitori coinvolti nel progetto N.ro di ulteriori insegnanti formati Risultati attesi Almeno ulteriori …scuole Almeno ulteriori …alunni e genitori coinvolti Almeno ulteriori….insegnanti formati Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma La presa in carico delle persone con ictus cerebrale: ulteriore implementazione dei percorsi di cura integrati e degli strumenti di gestione della continuità riabilitativa. 3) Identificativo della linea o delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Malattie Neurologiche 3.8.1 Facilitazione della continuità nei vari punti critici del percorso riabilitativo e valutazione periodica, stadio per stadio, dei pazienti con Stroke recente, attraverso specifica schedatura, validata per fotografare la situazione del percorso riabilitativo dei pazienti emiplegici o emiparetici e la loro condizione di outcome a sei mesi. Pazienti emiplegici/emiparetici da ictus cerebri recente. 6) Beneficiari (target dell’intervento) 7) Obiettivi di salute (e/o obiet- Ampliamento di una rete riabilitativa post-Stroke, che renda tivi di processo) perseguiti** effettiva la continuità del percorso riabilitativo e migliori la sua efficacia complessiva. Consolidazione della disciplina di flusso al suo interno con verifica dei risultati ottenuti. Indicatori (di processo, di risultato) Fonte di verifica Dati n. pazienti in carico "in continuità riabilitativa" aziendali tempo di attesa tra eventi ictale e ricovero riabilitativo Dati aziendali Modifica dei tempi di degenza in fase post-acuta Dati aziendali Incremento del turnover Dati aziendali Indicatori Valore al 31/12/2013 Atteso Osservato 120 4,5 gg 55gg 4% Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi. L’ictus cerebri rappresenta ancora oggi la più frequente causa neurologica di disabilità severa. È assolutamente riconosciuto in tutta la letteratura internazionale che di fondamentale importanza, ai fini del contenimento della disabilità secondaria e della restrizione della Partecipazione ad essa conseguente, risulta l‘intervento riabilitativo (SPREAD 2007). Questo deve avere le caratteristiche di precocità, adeguatezza e continuità in tutte e tre le fasi di evoluzione della sua storia riabilitativa: acuta, postacuta ospedaliera (intensiva o estensiva), territoriale, come riconosciuto e previsto anche nel “Documento di indirizzo per la definizione del percorso assistenziale ai pazienti con ictus cerebrale”della Conferenza Stato-Regioni del 2005. Il processo di riabilitazione per fluire con la massima continuità ed efficacia abbisogna di realizzarsi all’interno di una rete territoriale in cui sia possibile da un lato avere criteri valutativi omogenei per la condizione presa in carico e dall’altra si sia concordi su quali siano condivisi i criteri di scelta del setting riabilitativo più adeguato fase per fase e delle condizioni di passaggio da un setting al successivo del percorso progettato. Questi sono spesso i punti di crisi del funzionamento della rete. Questo progetto prevede l’utilizzo prevede ai fini della prima esigenza, citata al capo precedente, l’utilizzo delle tre schede valutative proposte dal Protocollo di minima dell’ictus cerebri SIMFER - SIRN [Franceschini M, Paolucci S. Basic assessment of stroke. Protocollo di minima per l'ictus cerebrale (PMIC). Eur J Phys Rehabil Med. 2008 Mar;44(1):100-1] (modificate per l’utilizzo nel Progetto CCM “La presa in carico delle persone con ictus cerebrale : implementazione dei percorsi di cura integrati e degli strumenti di gestione relativo alla stessa te- matica per gli anni 2010-2011) per la fase acuta ospedaliera, la fase degenziale riabilitativa e la fase riabilitativa territoriale, già da qualche tempo in uso da parte di diversi gruppi di lavoro tra cui alcuni degli attuali partecipanti (Alii et M. Iocco. Up-Dating Dei Dati Sul Pmic Raccolti In Regione Calabria. 37° Congresso Nazionale SIMFER, Settembre 2009, Campobasso). Per la seconda l’utilizzo di uno schema di comportamento clinico ed organizzativo, da condividere all’interno delle AA.S e tra le stesse, per rendere fluido e di massima continuità il passaggio da una fase alla successiva. Il lavoro già svolto nell’ambito delle prevedenti annualità di questo progetto ha già portato ad interessanti risultati, soddisfacendo gli obiettivi previsti di quasi tutti gl’indicatori previsti precedentemente. Sono, infatti, stati raggiunti e superati gli indicatori relativi a: Unico indicatore non soddisfatto il miglioramento del Turnover che si è limitato al 5%, rispetto all’8% previsto. Il metodo di lavoro del progetto si può pertanto considerare valido ed efficace, ma da migliorare ulteriormente nella sua applicazione e nel suo rendimento. Scopi generali che il L’ampliamento e la consolidazione di un’efficace ed efficiente rete riaprogetto si propone. bilitativa post-Stroke, che renda effettiva la continuità del percorso riabilitativo e migliori la sua efficacia complessiva, disciplinandone il flusso e verificandone i risultati complessivi e per aree e/o singole strutture. Fasi e attività. Fase 1: Analisi delle criticità rilevate nel precedente percorso del progetto. Fase 2: Diffusione ulteriore della costituzione del Percorso e reclutamento delle strutture partecipanti. Fase 3: Formazione dei nuovi operatori all’utilizzo degli strumenti valutativi e gestionali. Fase 4: Reclutamento e valutazione pazienti Fase 5: Raccolta dei dati Fase 6: Elaborazione dei dati Fase 7: Valutazione dei risultati ed eventuali ulteriori interventi. Attori e portatori Neurologi e Specialisti della fase acuta d’interesse coinvolti Fisiatri e Geriatri delle strutture territoriali e di degenza riabilitativa Fisioterapisti, Terapisti Occupazionali e logopedisti Gruppo Regionale Calabrese della SIMFER (Società italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa) e SIRN (Società Italiana di Riabilitazione Neurologica) Associazioni di Volontariato Sociale Persone colpite da Ictus Cerebri in un arco di 6 mesi. Tempi di attuazione Attività 1° semestre Fase 1: mesi 1 Fase 2: mesi 4 Fase 3: mesi 2 Attività del 1° e 2° semestre Fase 4: mesi 6 Fase 5: mesi 6 Attività del 2° semestre (ultimi 2 mesi) Fase 6 Fase 7 Risultati attesi Ampliamento e consolidazione di un’efficace ed efficiente rete riabilitativa post-Stroke. 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del Screening della retinopatia diabetica ai fini della riabilitazione programma visiva 3) Identificativo della linea o 3.9. CECITA’ E IPOVISIONE/ DIABETE delle linee di intervento generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del 3.9.1 progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target Soggetti Diabetici per retinopatia diabetica con edema macudell’intervento) lare 7)Obiettivi di salute ( e/o 1) riduzione dell’incidenza dell’ ipovisione centrale da maculoobiettivi di processo) perse- patia diabetica guiti** 2) correlazione della retinopatia diabetica nei diversi stadi e/o edema maculare con le altre alterazioni metaboliche che caratterizzano il diabete mellito di tipo 2 2) efficacia riabilitativa Indicatori Fonte di verifica Acuità visiva Ottotipo (ETDRS) Valore Valore dell’indicatore al 31 didell’indicatore al cembre 2012 31 dicembre 2011 Valore dell’indicatore al 31 dicembre 2013 Atteso acuita’ visiva me- acuita’ visiva dia: 0.4 logMar media: 0.5 logMar Atteso Osservato acuita’ visiva media: 0.5 logMar micron osservato acuita’ visiva media: 0.4 logMar Spessore ma- Tomografo a coeculare renza ottica spessore medio maculare 480 micron Sensibilità retinica sensibilità retinica sensibilità reti- sensibilità retini- sensibilità media 5 dB nica media 12 ca media 8.5 dB retinica medB dia12 dB Microperimetro spessore medio spessore medio maculare 400 maculare 460 micron micron spessore medio maculare 440 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale La retinopatia diabetica è oggi considerata una delle quattro principali dell’intervento even- cause di cecità e, nel nostro Paese, è addirittura al primo posto se si tualmente supportato prendono in considerazione i pazienti in età adulta. Da questo dato da elementi oggettivi emerge chiaramente l’importanza che riveste la retinopatia diabetica dal punto di vista clinico, sociale ed economico. Gli strumenti diagnostici e le possibilità terapeutiche oggi a nostra disposizione consentono, nella grande maggioranza dei casi e se correttamente e tempestivamente impiegati, di rallentare o arrestare l’evoluzione delle complicanze retiniche. È possibile pertanto garantire al diabetico un’acuità visiva utile ai fini di una vita lavorativa e di relazione accettabili. Purtroppo accade ancora oggi di vedere pazienti affetti da retinopatia diabetica in uno stadio avanzato interessante anche l’area maculare (maculopatia diabetica) tale da rendere difficile qualsiasi proficuo trat- tamento. In alcuni di questi casi si possono riscontrare responsabilità da parte dello stesso paziente, che non ha prestato un’adeguata attenzione, ma talvolta viene anche ravvisata una non sufficiente diligenza da parte del curante.. Scopi generali che si Gli obiettivi del progetto proposto sono: propone 1) Di effettuare uno screening per la retinopatia diabetica nei soggetti diabetici di tipo 2 afferenti al nostro Policlinico presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Catanzaro Magna Græcia. 2) di valutare l’associazione della retinopatia diabetica nei diversi stadi e/o edema maculare con le altre alterazioni metaboliche che caratterizzano il diabete mellito di tipo 2 3) di valutare l’efficacia riabilitativa degli affetti da maculopatia diabetica Fasi in cui si articola Primi 15 mesi: Selezione dei pazienti , visita internistica, visita oculistica completa di esame tomografico a coerenza ottica Successivi 6 mesi : trattamento riabilitativo con relativo follow up Ultimi 3 mesi: Analisi Statistica Attività di cui si Selezione dei pazienti compone saranno inclusi pazienti diabetici di tipo 2 afferenti al policlinico al nostro Policlinico presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Catanzaro Magna Græcia. Tutti i pazienti reclutati verranno sottoposti a : A. valutazione clinica che comprende: - visita internistica (diabetologia e fattori di rischio cardiovascolari) - visita oculistica : misurazione dell’ acuità visiva attraverso le tavole ETDRS, misurazione del tono oculare, obiettività del segmento anteriore e del fondo oculare con retino grafo. B. valutazione strumentale: - per l’analisi morfologica retinica: Tomografia a Coerenza Ottica (OCT) Trattamento riabilitativo: - Tutti i pazienti affetti da maculopatia diabetica verranno sottoposti a 10 sedute a cadenza settimanale di riabilitazione visiva attraverso tecniche di foto stimolazione con apparecchio MP1 Nidek - Follow up a tre mesi del trattamento riabilitativo mediante esame micro perimetrico che valuta la fissazione e la sensibilità retinica ed esame OCT che valuta lo spessore maculare. Analisi Statistica L’ elaborazione dei dati ottenuti: 1) incidenza della retinopatia diabetica con e senza maculopatia 2) correlazione tra incidenza della retinopatia diabetica ed alterazioni metaboliche 3) efficacia del trattamento riabilitativo della maculopatia diabetica. Attori e portatori di Operatori: internisti, oculisti ed ortottisti interesse coinvolti Destinatari: pazienti affetti diabete di tipo II Criticità Sensibilizzazione e informazione del territorio e medici di medicina generale sulla gestione dei pazienti affetti da diabete al fine di limitare le complicanze microangiopatiche oculari. Tempi di attuazione 24 mesi (cronoprogramma) Indicatori ( di proces- 1) Incidenza della retinopatia diabetica e maculopatia diabetica so, di risultato)** 2) Acuità visiva e spessore maculare come indicatori della funzione e morfologia maculare 3) Efficacia riabilitativa negli affetti in termini di sensibilità retinica e della fissazione retinica Risultati attesi a. Incidenza della retinopatia diabetica in pazienti affetti da diabete di tipo 2 in terapia con ipoglicemizzanti 45% b. Il 25% circa dei pazienti esaminati potrebbe presentare una maculopatia diabetica diagnosticata mediante esame OCT c. Efficacia del trattamento riabilitativo in termini di miglioramento della fissazione retinica con relativa sensibilità retinica media di circa 12 dB 1) REGIONE CALABRIA 2) Titolo del progetto o del programma Prevenzione primaria e diagnosi precoce delle sordità infantili 3) Identificativo della linea o delle linee di interven- 3.10 Ipoacusia e Sordità to generale ( indicate nel quadro d’insieme) 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 3.10.1 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * Screening audiologico sordità infantili 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Nuovi nati nel territorio regionale 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per- Diagnosi precoce delle sordità infantili e seguiti** corretto trattamento Indicatori ( di processo, di risultato) Fonte di verifica Indicatori % dei centri individuati organizzati ( punti nascita e U.O. di audiologia /ORL) % personale formato dei punti nascita e U.O. Audiologia/ORL Atti aziendali e regionali Valore al 31/12/2012 Valore al 31/12/2013 Atteso Osservato N. 21 centri individuati 50% 80% 90% Atti aziendali e regionali Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale dell’intervento eventualmente supportato da elementi oggettivi Lo screening audiologico universale neonatale da effettuare presso tutti i Punti nascita della Regione, TIN e Reparti Patologia neonatale prevede la somministrazione di otoemissioni evocate da transienti (TEOAE) con strumenti di tipo palmare, che forniscono risultati “PASS” normale e “REFER” sospetto. Nel secondo caso i neonati vengono sottoposti a un ulteriore controllo (Retest) entro le tre settimane successive. I casi confermati REFER vengono convocati per una rivalutazione con Potenziali evocati Uditivi (PEU) entro il 3° mese dalla nascita presso Centri di Audiologia e/o ORL specializzati di II° livello. Il Centro di Audiologia /ORL che effettua la conferma della sordità deve interfacciarsi con l’Unità Operativa di Audiologia e Foniatria P.O. Lamezia Terme che effettuerà la diagnosi e l’impostazione dell’iter terapeutico-riabilitativo. In caso di ipoacusia: - il risultato dell’esame deve essere comunicato sia al Centro che ha effettuato lo screening sia al pediatra di famiglia. - è necessario che i professionisti impegnati nella conferma del livello di sordità acquisiscano abilità alla comunicazione con i genitori attraverso una formazione specifica (tecniche di counseling). - sarà cura del Centro che ha effettuato la diagnosi, fissare l’appuntamento entro un mese con il Centro che completerà l’inquadramento diagnostico e imposterà l’iter terapeutico-riabilitativo (centro di III livello), non demandando alla famiglia tale onere. In tutti i diversi momenti del programma, oltre alla somministrazione dei test, viene fornita ai genitori un’accurata informazione relativamente a scopi e metodi dello screening e ai suoi risultati, attraverso materiale di documentazione e colloqui con gli stessi medici. Numerose variabili ambientali e legate all’interfaccia strumento-paziente possono alterare tali risultati o fornire dati non attendibili. E necessario a tal fine formare compiutamente il personale deputato alla registrazione dell’esame ed alla trascrizione su supporto cartaceo e digitale delle risposte ottenute. Scopi generali che si Uniformare il personale dei punti nascita alle metodologie per la corretta propone esecuzione delle procedure di preparazione del neonato e somministrazione del test ed inserimento dati nella rete web. Corretta identificazione dei soggetti sospetti ipoacusici e informazione ai genitori. Fasi e attività I fase acquisizione palmari e formazione del personale II fase organizzazione rete web acquisizione PC per punti nascita individuati III fase formazione operatori all’uso della piattaforma web ed all’archiviazione su cartaceo eseguita in più sessioni nei diversi punti nascita. Attori e portatori di Personale in servizio presso i centri nascita e centri di Audiologia e Fointeresse coinvolti niatria ed Otorinolaringoiatria di II e III livello Criticità Attitudine del personale all’utilizzo del PC e dei dispositivi palmari. Tempi di attuazione Risultati attesi Acquisizione palmari e formazione personale entro agosto 2013 Organizzazione rete web e formazione operatori da luglio 2013 Formazione operatori all’uso della rete da ottobre 2013 Attivazione delle procedure di identificazione ed inserimento in protocollo diagnostico dei bambini ipoacusici in almeno il 50% dei punti nascita; formazione di almeno il 90% degli operatori dei punti nascita coinvolti nel progetto. CRONOGRAMMA ATTIVITA’ 1. acquisizione palmari e formazione del personale 2. organizzazione rete web acquisizione PC per punti nascita individuati 3. formazione operatori all’uso della piattaforma web ed all’archiviazione su cartaceo nei diversi punti nascita. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 1) REGIONE CALABRIA Sorveglianza Passi d’Argento: predisposizione e realizzazione del piano di comunicazione dei risultati dell’indagine 2012; valutazione e riprogrammazione delle attività. 3) Identificativo della linea o delle linee di interven- Prevenzione e Sorveglianza della disabilito generale ( indicate nel quadro d’insieme) tà e della non autosufficienza 2) Titolo del progetto o del programma 4) Numero identificativo del progetto o del programma all’interno del piano operativo regionale 4.2.1 5) Breve descrizione dell’intervento programmato * 6) Beneficiari ( target dell’intervento) Decisori regionali, Direttori di ASL e di Distretto, Responsabili servizi socioassistenziali, Anziani e loro famiglie 7)Obiettivi di salute ( e/o obiettivi di processo) per- Validazione, analisi dei dati e predisposiseguiti** zione degli strumenti per la comunicazione dei risultati Indicatori (di processo, di risultato) Indicatori Predisposizione del report regionale per gli operatori sanitari e sociali Predisposizione del report regionale per i decisori Valore al 31/12/2012 Osservato Atteso Osservato Report regionale - 1 1 Report regionale - 1 1 Fonte di verifica Valore al 31/12/2013 Breve descrizione dell’intervento programmato* Razionale Nel 2012 la sorveglianza PASSI d’Argento è stata messa a regime in dell’intervento even- tutte le 5 Aziende Sanitarie Provinciali della Regione. Sono state realiztualmente supportato zate complessivamente 1850 interviste mediante un questionario validada elementi oggettivi to e standardizzato; le informazioni raccolte sono state inserite in un apposito programma, fornito dal Gruppo Tecnico Operativo (GTO) CNESPS – ISS. Dopo una prima validazione a cura del coordinatore e del vice coordinatore regionale, i dati sono stati inviati alla piattaforma online, appositamente predisposta. Al termine dell’indagine in tutte le ASL italiane partecipanti, si procederà alla chiusura del dataset nazionale ed alla validazione finale dei dati da parte del GTO, con il coinvolgimento attivo del coordinatore, del vice coordinatore regionale e dei coordinatori aziendali. Mediante l’utilizzo di un apposito programma, verrà effettuata un’analisi preliminare dei dati della sorveglianza, cui seguiranno analisi più approfondite. La fase successiva prevederà la predisposizione e realizzazione di strumenti per la comunicazione dei risultati dell’indagine a tutti i gruppi di interesse, tra cui i decisori impegnati nella programmazione di politiche sanitarie in favore degli ultra64enni della Regione. Scopi generali che si Validazione, analisi dei dati e predisposizione degli strumenti per la propone comunicazione dei risultati Fasi e attività Fase 1 Validazione dei dati a livello regionale e aziendale 1.1 Attività di verifica del dataset regionale su segnalazione del GTO 1.2 Attività di verifica dei dataset aziendali su segnalazione del coordinatore e vice coordinatore regionale 1.3 Pulizia guidata dei dataset Fase 2: Analisi dei dati con apposito programma 2.1 addestramento all’utilizzo degli strumenti di analisi (PGM) 2.2 Produzione degli output regionali mediante Epi-info 3.5.3 Fase 3:Predisposizione degli strumenti per la comunicazione dei risultati 3.1 Lettura ed interpretazione partecipata dei risultati 3.2 Utilizzo del format di report regionale fornito dal GTO per la comunicazione dei risultati ai gruppi di interesse 3.3 Predisposizione del format per i report aziendali Attori e portatori di interesse coinvolti Criticità Tempi di attuazione Operatori della sorveglianza, decisori regionali, direttori di ASL e di Distretto, responsabili servizi socio-assistenziali, anziani e loro famiglie Disponibilità dei risultati completi dell’indagine Mantenimento della sorveglianza a livello nazionale 1 anno Risultati attesi 1 2 3 È disponibile una base dati di cui è stata verificata la qualità e la validità È stata portata a termine l’analisi dei dati Sono stati predisposti gli strumenti per la comunicazione dei risultati