Università degli Studi di Perugia
Dipartimento di Scienze Umane e della Formazione
*
Universidad Nacional Autónoma de México
Istituto de Investigaciones Filológicas
Centro de Estudios Clásicos
Umbria-Messico, Perugia-UNAM: frammenti di una lunga amicizia
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Morlacchi Editore
Isbn: 978-88-6074-087-8
www.morlacchilibri.com | euro 5,00
Umbria-Messico, Perugia-UNAM:
frammenti di una lunga amicizia
Testimonianze raccolte da Livio Rossetti
Morlacchi Editore
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Università degli Studi di Perugia
Dipartimento di Scienze Umane
e della Formazione
*
Universidad Nacional Autónoma de México
Istituto de Investigaciones Filológicas
Centro de Estudios Clásicos
Umbria-Messico, Perugia-UNAM:
Frammenti di una lunga amicizia
Testimonianze raccolte da Livio Rossetti
Presentazione
di Pier Augusto Petacco
Morlacchi Editore
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Isbn: 978-88-6074-087-8
Copyright © 2007 by Morlacchi Editore, Perugia.
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, non autorizzata.
[email protected] | www.morlacchilibri.com
Progetto grafico del volume: Raffaele Marciano.
Chiuso in redazione il 14 febbraio 2007.
Stampato nel mese di febbraio 2006 da Digital Print-Service, Segrate (Mi).
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N
el momento in cui decolla un promettente accordo culturale tra l’Università degli Studi di Perugia, che ora
celebra i suoi primi settecento anni di vita, e l’Universidad
Nacional Autónoma de México, fondata nel 1551 in base a
un decreto di Carlo V, è quasi un dovere rendere conto del
già ricco tessuto di amicizia che si è stabilito tra le due realtà
accademiche. Confidiamo, del resto, che questa rete possa rapidamente arricchirsi di nuove, gradite connessioni.
Prof. Francesco Federico Mancini
Direttore del Dipartimento di Scienze Umane
e della Formazione, UniPG
***
C
on la inauguración del convenio de intercambio entre la
Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) y
la Università degli Studi di Perugia en este año 2007, se inicia
una nueva etapa de colaboración entre académicos mexicanos
e italianos que desde hace muchos años han contribuido a
forjar un fructífero espacio interinstitucional e interdisciplinario.
El nuevo convenio permitirá que nuestras entidades académicas funcionen como centros de una red de vinculación
con otras universidades en ambos países, con el fin de lograr
un mayor radio de acción. Como universitaria es un honor
contribuir a la fundación de este importante proyecto y auguro
buena ventura a toda acción encaminada a fortalecer las humanidades en un contexto mundial cada vez más necesitado
de sus enseñanzas.
Dra. Aurelia Vargas Valencia
Coordinadora del Centro de Estudios Clásicos,
Instituto de Investigaciones Filológicas (IIFL)
de la UNAM
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Questo libretto è dedicato alla memoria di
Paola Vianello de Córdova
(Roma, luglio 1939-Città del Messico, gennaio 2007)
‘Investigadora Titular de Tiempo Completo’ nel Centro de
Estudios Clásicos dell’Instituto de Investigaciones Filológicas
della UNAM dal 1973 e, fino alla fine, instancabile nella sua
attività di ricerca e nell’insegnamento, insuperabile nel liberare nuove energie in chi le stava attorno e nel tessere sempre
nuove, feconde amicizie.
Nel testo preparato per questo piccolo libro, Paola ha trovato il modo di ricordare, con la consueta delicatezza, una sua
ex-alunna, “la Licenciada Virma Donnadiéu Sánchez, che sfortunatamente non contiamo già più tra noi”. Ma da qualche
giorno non contiamo già più tra noi la stessa Paola!
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Indice
Pier Augusto Petacco
Presentazione
11
Omar Álvarez Salas
Cronaca di un rapporto annunciato:
Perugia nella mia esperienza italiana
15
Biancamaria Brumana
Una lunga amicizia con Guanajuato
25
Claudio Finzi
Diego Valadés ponte tra Perugia e il Messico
29
Stefania Giombini
Un’occasione al volo. La mia esperienza messicana
33
Tarsicio Herrera Zapién
Experiencias de un humanista mexicano en Perugia
37
Enrique Hülsz Piccone
PANTA KOINA TOIS FILOIS: Perugia y México
41
Patrizia Liviabella
Esercizi di memoria in onore degli amici della UNAM
45
Alicia Montemayor García
Tender puentes
49
Massimo Nafissi
Raccontare la storia greca in Messico
51
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Riccardo Pace
Studiare a Papantla e Xalapa!
55
Julio Pimentel Alvarez
Diego Valadés, ponte entre Perugia y el México
57
Arturo E. Ramírez Trejo
Conveniencia y utilidad de un convenio
59
Gerardo Ramírez Vidal
Mi vinculación con la Università degli Studi di Perugia
61
Lourdes Rojas Álvarez
Una visita a Perugia
67
Livio Rossetti
Una lunga amicizia con la UNAM
69
Romolo Santoni
Il Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”
di Perugia e il Messico
77
José Tapia Zùñiga
Breve reporte sobre mi estancia en Perugia 83
Paola Vianello de Córdova
Considerazioni intorno a un desideratum accademico
85
***
Indice dei nomi
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Presentazione
L
e testimonianze raccolte in questo volumetto non
si limitano a documentare i momenti d’incontro
e le relazioni accademiche tra l’UNAM e l’Università degli Studi di Perugia, ma abbracciano anche altri
ambiti di collaborazione (ricerche archeologiche, iniziative musicali) che, nel loro insieme, offrono un quadro ricco e variato delle relazioni culturali che si sono
intrecciate tra Umbria e Messico.
L’Ambasciata d’Italia in Messico e l’Istituto Italiano
di Cultura hanno accompagnato, a volte aiutato o promosso, alcuni momenti d’incontro, e vi sono programmi di ricerca e di studio, come nel settore archeologico, o nell’ambito scientifico e tecnologico, o in genere
con l’offerta di borse di studio, che vengono facilitati
dall’uso di risorse, ahimé sempre insufficienti, provenienti dal Ministero degli Affari Esteri.
D’altra parte le istituzioni accademiche e culturali
messicane hanno sempre manifestato disponibilità e
interesse per stringere intese e avviare programmi di
cooperazione e di scambio, mettendo a disposizione
mezzi e risorse, e rivelando una straordinaria apertura
per le relazioni internazionali, con speciale interesse,
si può ben dire, per gli aspetti più significativi della
cultura italiana.
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12 | Pier Augusto Petacco
C’è, a volte, il rischio di considerare gli accordi
interuniversitari dei semplici atti burocratici, capaci
soltanto di produrre sporadici momenti di incontro.
Le testimonianze raccolte mostrano invece che spesso si generano relazioni umane profonde, si orientano
percorsi di formazione, a volte scelte di vita e indirizzi
di ricerca, e comunque, sempre, si vive l’esperienza di
una conoscenza diretta di un altro paese, di un altro
modo di vivere, di un diverso ambiente di studio.
Non sempre si pensa che le esperienze di studio all’estero lasciano non soltanto la traccia superficiale di
un rapido passaggio “turistico”, ma una traccia assai
più profonda e durevole, intessuta di conoscenze speciali, di intese e amicizie, di progetti comuni, insomma
di un “interesse” che permane attivo, destinato a rinnovarsi e a produrre frutti anche a distanza di decenni.
Ma infine, come appare evidente dalle testimonianze raccolte, sono sempre le relazioni umane che danno
sostanza ad ogni progetto di cooperazione. Entro o
fuori della cornice degli accordi istituzionali, sono le
persone, i docenti, i ricercatori, gli studenti, gli artisti,
che danno vita alle inziative mettendo in gioco personalmente la loro disponibilità ad incontrarsi, a viaggiare, a confrontare le proprie esperienze ed il proprio
sapere.
La firma di un accordo di cooperazione tra l’Università degli Studi di Perugia e l’Università Nazionale
Autonoma del Messico (UNAM) sarà perciò il naturale risultato di questo intreccio di relazioni stabilite
in oltre un ventennio, e uno strumento capace di dare
ulteriore impulso per approfondire ed ampliare le occasioni di cooperazione accademica e le opportunità
formative.
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Presentazione | 13
Nei giorni scorsi ci ha lasciato, improvvisamente e
prematuramente, la professoressa Paola Vianello, che
ricordiamo per il suo valore accademico e per l’appassionato impegno e l’entusiasmo con cui si dedicava ai
progetti di collaborazione internazionale.
Ricordo gli incontri prima e durante il I Congresso internazionale di Studi Classici in Messico, nel settembre 2005, che risultò, anche grazie al suo fervore
e al suo lavoro instancabile, una grande occasione di
partecipazione internazionale e di comunicazione accademica.
Credo che questo opuscolo possa costituire, insieme, un commosso tributo e ricordo di Paola Vianello,
ed uno stimolo, per tutti, a continuare l’opera da lei
appassionatamente avviata.
Pier Augusto Petacco
Consigliere Culturale dell’Ambasciata d’Italia
e Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura
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Omar Álvarez Salas
Cronaca di un rapporto annunciato:
Perugia nella mia esperienza italiana
L
a mia frequentazione di Perugia iniziò, per dirla
in modo paradossale ma pregnante, prima ancora
che io avessi mai messo piede in Italia, anzi in Europa, e
questo mio duraturo rapporto, scandito poi negli anni
da diversi soggiorni in quella bella città, ha un qualcosa di romanzesco per il fatto che, come ho cercato di
suggerire nel titolo della mia nota, prima ancora che
messo in atto, è stato “annunciato”, sia pure in modo
incidentale, nel corso di un incontro all’apparenza banale avvenuto a Città del Messico pressoché quindici
anni fa. Ed ora, dopo questi indugi appunto romanzeschi, veniamo al vero e proprio racconto dei fatti.
Una sera di giugno del 1991, la Prof.ssa Paola Vianello, ordinaria di letteratura greca alla Facoltà di Filosofia e Lettere dell’UNAM e supervisora della mia
tesi di laurea su Pitagora (allora in fieri), mi telefonò
per invitarmi ad assistere ad un corso dal titolo “La
retorica dei filosofi greci” che avrebbe avuto luogo di
lì a pochi giorni nella nuovissima sede dell’Instituto de
Investigaciones Filológicas dell’UNAM. Con l’occasione, lei mi coinvolse anche nell’atto (informale) di accoglienza che avrebbe organizzato il giorno dopo in ono-
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re del titolare del corso, il Prof. Livio Rossetti, docente
di filosofia antica all’Università degli Studi di Perugia.
È inutile dire che io accettai entrambi gli inviti senza
esitazione – quella sarebbe stata infatti la prima volta
che io avrei fatto parte di un “comitato di benvenuto”
accademico – e così mi ritrovai il giorno successivo a
partecipare ad un piacevole incontro, in un locale tranquillo nei pressi della Plaza de San Jacinto (San Ángel), con il Prof. Rossetti e la sua gentilissima moglie
Fiorella affiancati da un manipolo di colleghi ed allievi
della Prof.ssa Vianello. Il pomeriggio trascorse veloce
in mezzo all’animata conversazione che spaziò dalla
impensata (per i nostri ospiti italiani) estate fresca di
Città del Messico alle specialità culinarie regionali e
dal trattato pseudo-aristotelico De lineis insecabilibus
alle scelte politiche di Andreotti. Riportare qui tutti i
discorsi che si fecero allora sarebbe certo cosa al di
là delle mie capacità di anamnesi, e dunque riferirò
soltanto che il particolare che più catturò la mia attenzione fu l’argomento che il Prof. Rossetti avrebbe
affrontato nelle due settimane successive: la struttura
macro-retorica dei cosiddetti paradossi di Zenone e la
sfida che il loro carattere sconcertante avrebbe lanciato all’intelletto degli ascoltatori, paragonabile per certi
versi al potenziale epistemico insito nella favola esopica e negli enigmi. A quel punto, oltre che conquistato
dall’affabilità e dalla simpatia personale dei nostri visitatori perugini, io sono rimasto profondamente incuriosito per il soggetto del corso, che si annunciava
per me ricco di rivelazioni. In effetti, i giorni successivi
mi riservarono un continuo scoprire di vie insospettate
del pensiero, un incessante aprirsi di vasti orizzonti di
studio e di ricerca nell’ambito della filosofia antica e,
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più in generale, un affermarsi della mia vocazione per
lo studio dell’antichità greca.
D’altronde, la faccenda non finiva nell’aula di lezione, perché ci si organizzava spesso per andare a pranzo
insieme con il relatore, in modo da continuare a tavola
la discussione dei soggetti esposti nel corso, il che si
traduceva in ulteriori occasioni per conoscersi meglio,
per parlare di progetti personali e altro ancora. Così
giunse la fine del corso, fine che la Prof.ssa Vianello
suggerì felicemente di sigillare con una gita a Xochimilco, dove tra la navigazione sui trajineras e la consumazione di elotes arrostiti – il tutto al suono delle canzoni
messicane tradizionali – si parlò anche di progetti personali, tra cui la mia ambizione di andare un giorno in
Europa, ottenuta la laurea, per completare la mia formazione come antichista. Così venne a galla l’esistenza
di una straordinaria possibilità formativa istituita poco
prima a Perugia, ovvero il programma di Dottorato di
ricerca in Letteratura scientifica e tecnica greca e latina,
particolarmente allettante per chi avesse uno spiccato
interesse per la scienza e la filosofia antiche, a cui Livio mi propose dunque di candidarmi – i programmi
italiani di dottorato, in effetti, essendo a numero chiuso, danno accesso solo ai candidati (2-3) che abbiano
superato le prove di ingresso collocandosi in posizione utile in graduatoria –, intendendo che qualora io
ci fossi riuscito, avrei lavorato sotto la sua direzione.
Ed è così che, all’insegna dell’amicizia e dei migliori
auspici per il futuro, si conclude la prima parte del mio
racconto, che io chiamerei “l’annuncio”.
Solo che, come si suol dire, “Tra il dire e il fare c’è
di mezzo il mare”, ed io, che campavo allora districandomi tra traduzioni per case editrici e supplenze nelle
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scuole superiori, non riuscii a laurearmi che a distanza
di ben cinque anni, praticamente in concomitanza con
un ulteriore corso tenuto da Livio Rossetti all’UNAM.
Questo nuovo incontro, oltre a rinnovare l’amicizia
stretta tra noi anni prima, ci portò a rispolverare quel
progetto di dottorato perugino ormai alquanto lontano, seppure mai dimenticato, e a discutere di un eventuale soggetto di ricerca. Ma il fato volle che proprio
in quel periodo mi fosse offerta l’occasione di realizzare un mio sogno altrettanto ambito, e cioè andare
a studiare in Grecia, passione che trovò un concreto
riscontro grazie a una borsa di studio che mi consentì
di trascorrere circa un anno in diverse università greche a fare una ricerca sullo sviluppo del pronome greco in una serie di documenti letterari dalle origini fino
ad oggi. Tuttavia, nella primavera di 1999, alla fine del
periodo greco, la vicinanza geografica ed il carteggio
(sia pure elettronico) con gli amici italiani fecero sì che
riemergesse il progetto perugino, e dunque decisi, prima di tornare in Messico, di fare un salto in Italia e, più
esattamente, a Perugia.
Quel primo impatto dal vivo con la realtà perugina
e con il suo Ateneo, dove facoltà e biblioteche sono
dislocate in diversi palazzi in mezzo ad un imponente insieme architettonico, fu indimenticabile: le mura
etrusche dalla fattura ciclopica fanno lì da fondamenta
a dei bei palazzi rinascimentali e ad archi romani che
si affacciano su vicoli medioevali e piazze magnifiche,
dando luogo a quell’atmosfera singolare che fa della
capitale dell’Umbria un vero e proprio scrigno di bellezza. In occasione di quella mia prima visita a Perugia,
oltre a fare un’esplorazione sommaria delle ben fornite
biblioteche perugine, ebbi anche la possibilità di avere
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una prima collaborazione scientifica sul posto, in dialogo non solo con Livio Rossetti, ma anche con alcuni
altri professori del Dipartimento di filologia classica
dell’Università di Perugia (Carlo Santini, Patrizia Liviabella, ed altri ancora), tutti gentilissimi e disponibili. A quel punto, l’intreccio di carisma umano dei
perugini ed il fascino dei luoghi (ricordo con diletto il
mio primo sguardo su Assisi e sul Subasio) mi avevano
proprio abbacinato, al punto da tentarmi a restare lì
per qualche anno.
Sennonché ad impedire la realizzazione immediata
di tale ambizione fu la scadenza del biglietto aereo (che
mi richiamò troppo presto in Messico) e, soprattutto,
l’urgenza di trovare altri mezzi economici per sopperire
ai miei bisogni durante un ulteriore periodo di studio,
prevedibilmente lungo. Tornai dunque in patria dove
fui travolto da una successione di avvenimenti imprevisti che mi trattennero dall’attuare subito i miei progetti
italiani. Nondimeno, i rapporti con gli amici perugini
rimasero solidi: ci si scambiava non solo auguri nelle
ricorrenze festive ma più ancora idee e suggerimenti
per impostare ricerche e migliorare contributi, il che
diede luogo ad un proficuo rapporto scientifico.
Nel corso di quei pochi anni di vorticoso campare,
tuttavia, mi balenava spesso per la testa il desiderio di
portare a compimento quell’ormai annoso progetto di
addottorarmi in Europa, tanto che nel 2002 concorsi
per una borsa di studio offerta da un ente culturale
del governo messicano, che vinsi, e mi accinsi quindi a
partire per l’Italia. Solo che, in quel momento, il dottorato perugino in Letteratura tecnica e scientifica greca
e latina stava attraversando una fase di stallo che determinò la sospensione del concorso d’ingresso, e così
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io, che dovevo comunque adempiere al mio impegno
di iniziare il dottorato proprio quell’autunno, partecipai al concorso indetto all’Università degli Studi di
Torino, dove vinsi il posto per il corso di dottorato in
Filologia e letteratura greca latina e bizantina.
Tuttavia, negli anni (quattro e passa) trascorsi in
Italia come dottorando e ricercatore, Perugia è rimasta un polo d’attrazione, anzi una sorta de pied à terre
dove andavo ogni tanto e dove mi sentivo a mio agio
per studiare, ma soprattutto dove trovavo sempre il
consiglio saggio e benevolente degli accademici perugini, in primis Rossetti, che seguì con genuino interesse tutte le altalenanti fasi di redazione della mia tesi
dottorale, avvantaggiandola in molti modi. Non a caso,
dunque, una pietra miliare nel processo di elaborazione del mio argomento di ricerca fu la “Sessione presocratica 2004”, voluta e organizzata da costui a Perugia nei giorni 19-20 luglio 2004, con il concorso del
Dipartimento di filosofia dell’Università degli Studi di
Perugia. Quell’appuntamento perugino vide infatti radunati una decina di studiosi – chi con alle spalle una
lunga carriera chi alle prime armi – accomunati dallo
spiccato interesse per il pensiero presocratico, e costituì un momento privilegiato d’incontro e di scambio
scientifico di altissimo livello tra tutti i partecipanti.
Al successo dell’incontro contribuì peraltro in modo
non trascurabile lo spirito di accoglienza dimostrato
dagli studiosi perugini presenti, in particolare Stefania
Giombini e Flavia Marcacci, con cui ho avuto modo
anche in seguito di coltivare l’amicizia e di continuare il dialogo scientifico. Posso aggiungere, per conto
mio, che dalla relazione intitolata “La sapienza di Epicarmo” e letta in occasione di quel raduno – del resto
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scritta per la maggior parte nelle biblioteche perugine,
sia in quelle di Ateneo che nella magnifica Comunale (dalla cui finestra guardavo l’orizzonte attraverso la
Porta del Sole) – scaturì il nocciolo di un’importante
sezione della mia tesi di dottorato.
Potrei accrescere ancora questa mia raccolta di
aneddoti con tanti altri piccoli (e non tanto) particolari
della mia ormai lunga relazione con l’Università degli
Studi di Perugia e con i suoi professori e studenti, ma,
come tutti sanno, ogni racconto, sia pur dedicato ad
onorare una bella amicizia, deve pur sempre avere una
fine, per cui forse faccio bene a fermarmi qui. A mo’ di
conclusione, mi sia concesso però di rinnovare l’espressione della mia più sincera riconoscenza all’Ateneo di
Perugia e ad i suoi bravi accademici per il loro sempre
cordiale riscontro, nonché di augurare che il privilegio
che ho avuto io per volere del fato possa diventare tra
poco, istituito come scambio ufficiale, una possibilità
alla portata di altri studiosi.
***
P.S. (25 gennaio 2007): Mentre correggevo la bozza del presente racconto, in virtù di non so quale fatidica provvidenza,
mi è giunta la terribile notizia della prematura scomparsa
della Prof.ssa Paola Vianello, fautrice attivissima (senza mai
indulgere al protagonismo) del rapporto Perugia-UNAM e
figura di primo ordine nel consolidamento degli studi classici in Messico. In quanto suo allievo e amico, non posso
pertanto non lasciare qui pubblica testimonianza del nostro
rimpianto collettivo per la sua mancanza, che viene a creare
un vuoto enorme nel cuore di tutti noi e costituisce anzi una
perdita incalcolabile per la comunità accademica messicana,
presso la quale lei si è confermata un punto di riferimento
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stabile per pressocché quattro decenni. Voglia dunque gradire lei, ovunque si trovi, l’umile espressione del mio omaggio, purtroppo postumo e manchevole, eppure manifestazione sincera della mia gratitudine per la sua guida sapiente
e la sua umanissima dottrina.
Invero, per ironia dell’infido fato, sono spesso le occasioni luttuose a fornire la sola congiuntura per onorare
persone molto meritevoli, oltre che care, in special modo se
ad esse l’indulgere ad una compiacenza facile fu del tutto
estraneo. Così, mi capita adesso di avere il triste privilegio
di dover rendere omaggio postumo alla nostra diletta Prof.
ssa Paola Vianello, italiana di nascita che, senza mai rinnegare la sua origine, scelse di vivere in e per il Messico. In
effetti, arrivata nel nostro paese quarant’anni or sono, costei
contribuì come nessun altro alla rifondazione degli studi
classici in Messico su basi veramente scientifiche, gettando
lì le fondamenta per l’esercizio professionale della filologia
e per l’uso critico e sicuro degli strumenti, soprattutto nel
settore della lingua e la letteratura greca. E non dovrebbe
affatto sorprendere la portata della sua opera seminale, dal
momento che, al di là della padronanza meramente tecnica
del ‘mestiere’, lei assommava in sé un raro assortimento di
pregi che rendeva memorabile ogni suo intervento personale, sia in aula di lezione che nei raduni specializzati e perfino
nelle conversazioni tra amici. Al suo carisma personale si
accompagnava infatti un invidiabile potere di evocazione
ed una straordinaria capacità di trasmettere, con la sua faconda ed accattivante parola, la passione per l’antico, tanto
da trascinare anche chi, forse per automatismi atavici, fosse
stato trattenuto all’inizio da prevenzioni irragionevoli. Lei,
dunque, esercitò il suo magistero tra noi con singolare sollecitudine, disimpegnandosi in ogni occasione accademica o
anche solo informale con affabilità ma con serietà, in quanto
nella sua ottica essere professionali non comportava la rinuncia al buonsenso né alla giusta dose di umana sensibilità:
ciò le permise infatti di allargare notevolmente i nostri oriz-
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zonti di ricerca sull’Antichità e, grazie anche al suo spirito
instancabile e coraggioso, di ridonare vitalità ad un settore
che, molto spesso (e non solo in Messico), tende ad irrigidirsi, anzi ad anchilosarsi, non so se per mancanza di esprit o
per pura e semplice pigrizia.
Nelle pagine di questo volume dedicato a documentare i
rapporti già intercorrenti di fatto tra l’Università di Perugia
e l’UNAM, si è fatto spesso ricorso all’immagine del “ponte” per illustrare una modalità di collegamento accademico
intercontinentale già in atto grazie allo scambio costante di
lavori e di persone, ed è stata in particolare applicata a figure
che hanno fatto appunto da tramite: è stato riferito in primis
al ‘proto’-messicano Diego Valadés, che a Perugia trascorse
un soggiorno involontario ma tutt’altro che ozioso, tanto da
aver innescato con la sua Rhetorica Christiana un processo
di riflessione ed esegesi durato fino ad oggi; ma poi, con
alterna direzione del flusso, è stato dato del ‘ponte’ anche a
studiosi e docenti di entrambe le sponde dell’Oceano. Ciò
nonostante, pochi lo sono stati davvero, o almeno non con
la consapevolezza e con la tenacia di Paola Vianello, che
molto azzeccatamente ravvisò appunto in ciò l’essenza del
ruolo fondatore che svolse in Messico: “M’incurvai come
un ponte sull’Oceano fra le due città e le loro principali sedi
di studi superiori”.
Ponte non solo metaforico tra due Università, anzi tra
due paesi e tra due continenti, Paola Vianello ha lasciato
nella nostra comunità di studiosi un’impronta incancellabile che, travalicando le frontiere dell’UNAM, si estende fin
dove è arrivata la sua sapiente, umanissima dottrina: tale suo
ricco retaggio va non solo amorosamente coltivato e fieramente sfoggiato da chi ebbe la fortuna di riceverlo, bensì
allargato ed approfondito, in modo da diffonderlo anche tra
chi non poté attingerlo di persona. Ed è proprio per questo
che, data la natura e l’ampiezza dell’opera di Paola Vianello,
sarebbe folle pretendere di aver esaurito in queste poche
righe l’immenso debito che io, a titolo privato, e noi studiosi
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messicani dell’antichità come comunità, abbiamo contratto
nei riguardi di costei, tanto è stato generoso il suo animo ed
intensa la sua attività docente. Mi limito dunque a lasciare
qui aperta e sincera testimonianza del nostro cordoglio per
il suo prematuro trapasso e ad esprimere ancora una volta
la nostra eterna gratitudine per il suo insegnamento e per la
sua amicizia: se un tragico e oscuro fato ce la strappò via,
la sua scomparsa impone a tutti noi, suoi allievi, non solo
un duraturo e profondo rimpianto, bensì di onorare la sua
memoria agendo nel modo in cui lei stessa ci ha insegnato a
fare, con intelligente alacrità ed umana sensibilità.
Ti salutiamo, Paola carissima, e pur assente ti teniamo
sempre ben stretta vicino al cuore!
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Biancamaria Brumana
Una lunga amicizia con Guanajuato
L
a collaborazione musicale tra alcune città del Messico e alcune città dell’Umbria risale al 2003 ed
annovera una serie di importanti iniziative promosse
dall’Associazione culturale “L’Orfeo” di Spoleto; iniziative che hanno in parte coinvolto anche l’Università
di Perugia grazie al M° Fabrizio Ammetto, presidente
dell’Associazione “L’Orfeo”, che ha conseguito presso
l’Università di Perugia il master in Metodologia e tecniche dell’educazione musicale e della ricerca musicologica (indirizzo musicologico).
Le iniziative, come si vede dal successivo elenco,
approntato dallo stesso M° Ammetto, includono tournées concertistiche di musicisti messicani in Italia e di
italiani in Messico; la realizzazione di incisioni discografiche con interpreti dei due paesi; corsi sulla teoria
e sulla prassi della musica barocca tenuti da docenti
italiani presso la Escuela de Música dell’Università di
Guanajuato, nonché accordi-quadro tra l’Università di
Guanajuato e l’Associazione “L’Orfeo” e gemellaggi
tra le città in corso di elaborazione.
1. Aprile 2003: Concerto a Spoleto del M° Rodolfo
Ponce Montero (Escuela de Música dell’Università di Guanajuato).
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2. Dal 15 al 25 luglio 2003 una delegazione de “L’Orfeo” ha effettuato una visita ufficiale in Messico
finalizzata ad allacciare rapporti culturali e protocolli d’intesa tra l’associazione spoletina ed alcune
prestigiose istituzioni musicali di importanti città
del Messico (Guanajuato, Zinacantepec, Città del
Messico): festival e concorsi internazionali. La visita ha fruttato, sul piano istituzionale, la firma (da
parte dei Sindaci locali) di due documenti ufficiali
per un progetto di gemellaggio con le città di Zinacantepec e di Guanajuato.
3. Novembre 2003: Tournée concertistica in Italia organizzata da “L’Orfeo” del M° Juan Carlos
Chávez, in collaborazione con l’Istituto Italiano
di Cultura a Città del Messico.
4. Maggio 2004 (Università di Guanajuato, Escuela
de Música): Masterclass di teoria e prassi esecutiva della musica barocca italiana Dal manoscritto,
all’edizione, all’esecuzione, tenuta dal M° Fabrizio
Ammetto.
5. Dicembre 2004-Gennaio 2005: Tournée concertistica in Italia organizzata da “L’Orfeo” del M°
Rodolfo Ponce Montero (Escuela de Música dell’Università di Guanajuato). Incontro a Perugia
con la Prof.ssa Biancamaria Brumana, Università
di Perugia.
6. 12 aprile 2005: incontro ufficiale a Spoleto (Italia) tra il Sindaco di Guanajuato (Gto. Messico),
l’Amministrazione Comunale di Spoleto e l’Associazione culturale “L’Orfeo”.
7. Maggio 2005 (Università di Guanajuato, Escuela
de Música): Corso di perfezionamento di teoria
e prassi esecutiva della musica barocca italiana
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Una lunga amicizia con Guanajuato | 27
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L’interpretazione della musica di Vivaldi rivolto a
studenti e a docenti della Scuola, tenuto dal M°
Fabrizio Ammetto.
Maggio 2005 (Università di Guanajuato, Escuela
de Música): Corso di perfezionamento di teoria e
prassi esecutiva della musica barocca italiana Poesía de la Música en el Renacimiento Italiano: desde
las fuentes hasta el espectáculo rivolto a studenti e
a docenti della Scuola, tenuto dalla Dr.ssa Gioia
Filocamo.
Luglio-Agosto 2005: Tournée concertistica de
“L’Orfeo Ensemble” di Spoleto a Città del Messico, Guanajuato e Cancun, coordinata dall’Istituto
Italiano di Cultura a Città del Messico. Presentazione del CD vivaldiano del gruppo.
Nell’agosto 2005 è stato sottoscritto un “Promemoria di intesa” tra il Dr. Arturo Lara López,
Rettore della Universidad de Guanajuato, e il M°
Fabrizio Ammetto, Presidente dell’Associazione
culturale “L’Orfeo” di Spoleto, finalizzato alla
collaborazione e alla cooperazione internazionale
attraverso un programma di interscambio di studenti, personale accademico e amministrativo, e
musicisti.
Maggio 2006 (Università di Guanajuato, Escuela
de Música): Corso di perfezionamento di teoria
e prassi esecutiva della musica barocca italiana
L’interpretazione della musica barocca: studio, analisi, esecuzione rivolto a studenti e a docenti della
Scuola, tenuto dal M° Fabrizio Ammetto.
Maggio 2006 (Università di Guanajuato, Escuela
de Música): Corso di perfezionamento di teoria e
prassi esecutiva della musica barocca italiana “Di
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doman non c’è certezza”: canti carnascialeschi nella
Firenze di Lorenzo il Magnifico rivolto a studenti
e a docenti della Scuola, tenuto dalla Dr.ssa Gioia
Filocamo.
Maggio 2006, Guanajuato: Incisione discografica
di autori messicani, spagnoli e peruviani (Rodolfo
Ponce Montero, organo; Fabrizio Ammetto, violino). Il CD verrà pubblicato nell’ottobre 2006 a
cura del Comune di Guanajuato.
Luglio-Agosto 2006: Tournée concertistica in Italia organizzata da “L’Orfeo” del M° Rodolfo Ponce Montero (Escuela de Música dell’Università di
Guanajuato), ed incisione discografica (insieme a
Fabrizio Ammetto e Angelo Silvio Rosati) dei Sei
Concerti TWV 42 di Telemann (le note al CD saranno scritte dalla Prof.ssa Biancamaria Brumana,
Università di Perugia).
20 Settembre 2006: Concerto a Spoleto del M°
José Francisco Álvarez González, Vincitore del
Primo Premio al I Concorso Nazionale di Organo
antico di Guanajuato (Gto.), Messico (2006); incontro ufficiale con il Sindaco di Spoleto.
“Accordo-Quadro di cooperazione”, in corso di
elaborazione, tra la Universidad de Guanajuato
e l’Associazione culturale “L’Orfeo” di Spoleto,
per il consolidamento dell’accordo di cui al punto
(10).
Che queste esperienze possano integrarsi in un più
vasto circuito di relazioni Umbria-Messico non può
che inscriversi con la più grande naturalezza nell’orizzonte delle nostre aspirazioni.
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Claudio Finzi
Diego Valadés ponte tra Perugia
e il Messico
D
opo il successo scientifico, ma anche di pubblico e partecipazione, del primo convegno internazionale dedicato a “La scoperta dell’America.
Problemi storici e politici” (6-7 dicembre 1991), nel
1992 l’Istituto di Filosofia della Facoltà di Magistero,
Univ. Perugia, ha organizzato il suo secondo incontro
internazionale sul tema: “Diego Valadés e la Rhetorica Christana”, posto sotto l’egida della Facoltà e della
Fondazione Comunità per lo Studio delle Radici della
Cultura dell’Uomo.
Il secondo convegno, nato da suggestioni e suggerimenti del professor Livio Rossetti e da me curato,
come il primo, scientificamente e organizzativamente,
in tre giorni di intensi lavori ha esaminato e studiato in
profondità la personalità e l’attività di Diego Valadés,
francescano messicano, la cui Rhetorica Christiana,
tappa fondamentale per la storia e lo sviluppo della
cultura messicana, grazie a singolari vicende è stata
stampata a Perugia nel 1579.
Al Convegno, le cui sessioni si sono svolte in parte
nella sala delle lauree della Facoltà e in parte nella Biblioteca monumentale del Convento di Monteripido,
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dove Valadés ha soggiornato durante la sua permanenza a Perugia, hanno partecipato studiosi italiani e
messicani: Francesca Cantù (I francescani in Messico),
Tarsicio Herrera (Los grabados de Diego Valadés),
Mario Papini (Segni geroglifici, memoria artificiale ed
eloquio sacro in Diego Valadés), Maria Duranti (I francescani in Umbria al tempo di Diego Valadés), Maria
Luisa Proietti (Diego Valadés procuratore generale dei
Frati Minor), Gaia Rossetti (La “condanna” di Diego
Valadés), Roberto Heredia (La cultura mexicana latina en Diego Valadés), Gerardo Ramírez (L’immagine
dell’indio in Diego Valadés), Claudio Finzi (La politica
di Diego Valadés), Maria Pecugi Fop (L’edizione della
Rhetorica Christiana), Arturo Ramírez (La retórica aristotélica en la obra de Diego Valadés), Mauricio Beuchot (Retórica y escolástica en la Rhetorica Christiana)
e Julio Pimentel (Problemas de traducción en la Rhetorica Christiana).
Durante il Convegno gli ospiti messicani hanno
visitato la Biblioteca Augusta di Perugia, prendendo
visione del prezioso ed antico materiale ivi conservato,
riguardante le Americhe e particolarmente il Messico.
La stampa cittadina e nazionale ha dedicato grande
attenzione al Convegno con articoli sia di cronaca sia
di terza pagina.
Gli Atti sono stati pubblicati presso Il Cerchio-Iniziative Editoriali di Rimini a cura di Claudio Finzi e
Adolfo Morganti col titolo Un francescano tra gli Indios. Diego Valadés e la Rhetorica christiana. Il volume
è stato presentato a Perugia dai professori Stanislao
da Campagnola ed Onorato Bucci (Palazzo dei Priori, Sala della Vaccara, 24 gennaio 1996); a Roma dai
professori Francesca Cantù e Luigi Guarnieri Calò
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Diego Valadés ponte tra Perugia e il Messico | 31
Carducci (Istituto Italo-Latino Americano, 12 marzo
1996) e a Brescia dal professor Giuseppe Orefici (Centro Italiano di Studi e Ricerche Precolombiane, 27 novembre 1996).
Buone per qualità e quantità le recensioni sia sui
quotidiani sia sulle riviste.
***
Nel corso di quello stesso 1992 ho partecipato
all’organizzazione della mostra “Vado verso la terra
nuova. Documenti bibliografici e cartografici della Biblioteca Augusta di Perugia sulla scoperta dell’America”, curata dalla Biblioteca Augusta di Perugia, che
vi ha esposto buona parte dei suoi preziosi materiali
riguardanti la storia delle esplorazioni in relazione alla
scoperta delle Americhe, ed ho curato il Catalogo della
mostra insieme con Maria Pecugi Fop, allora direttrice
della Biblioteca.
Il 12 gennaio 1993 il Catalogo è stato presentato a
Perugia (Sala d’Onore di Palazzo Donini) dal professor Franco Cardini.
Mostra, catalogo e presentazione hanno ricevuto
molta attenzione sia dalla stampa sia dalle riviste scientifiche.
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Stefania Giombini
Un’occasione al volo.
La mia esperienza messicana
C
i sono delle occasioni importanti, da prendere al
volo. Quella di andare in Messico, alla UNAM,
per partecipare al 2° Congreso Internacional de Retorica non me la sono lasciata sfuggire.
Era il 2003 quando, grazie al mio maestro, il Prof.
Livio Rossetti, ho potuto partecipare a quell’evento
così importante. Il viaggio, visto da Perugia, si prospettava nelle premesse come una magnifica esperienza
professionale. E le aspettative non sono state disattese.
Per una giovane studiosa, come me innamorata della
retorica classica, non sono molte le sedi di confronto
così ampie e illustri. Il mio contributo, piuttosto specifico, consisteva in un tentativo di analisi dell’Epitafio
del sofista Gorgia di Lentini, autore sul quale mi concentro ormai da qualche anno. La platea del convegno
si è dimostrata calorosa e conquistare questa “giuria”
varia ma specializzata è stata una vera soddisfazione.
Decisamente un bel ricordo, capace anche di arricchire considerevolmente il mio curriculum! Ho avuto
l’onore di ripetere l’esperienza, leggendo il contributo
della Prof.ssa Patrizia Liviabella Furiani che, con dispiacere, non aveva potuto far parte della “spedizione
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perugina”. La possibilità di partecipare è stata per me,
dunque, un’occasione straordinaria e ancora di più lo
è stato incontrare studiosi che hanno segnato la mia
formazione e che ricordo con gratitudine: La Prof.ssa
Beristáin, anima di questo 2° Congreso, con la quale
mi sono trovata a fare una bella chiacchierata a “sfondo retorico”, e il Prof. Ramírez Vidal, grande studioso
e uomo, di cui avevo letto alcuni lavori su consiglio
del Prof. Rossetti. Potrei fare tanti altri nomi perché
è stato grande il coinvolgimento di tutti e la voglia di
scambiarsi esperienze, idee, opinioni. Tutti impazziti
per la retorica! Tante cose ancora da capire e stimoli
provenienti dalla letteratura, dall’arte, dalla filosofia, il
tutto dall’antichità ai nostri giorni, un’intera umanità
coinvolta! E come se non bastasse, la cultura messicana mi ha rapito completamente: la città immensa
e complessa ma bellissima, la gente, l’arte, gli odori,
il cibo, un mondo nuovo che ho avuto la fortuna di
scoprire grazie alla cura che di me hanno avuto Alicia Montemayor e suo marito Sergio che non solo mi
hanno accolto come un’amica nella loro casa, ma mi
hanno accompagnato per tutta la durata della mia permanenza.
Sono tornata in Italia con un bagaglio più pesante:
ho portato libri, nuovi indirizzi, idee. E qualche consapevolezza in più. In effetti alla UNAM ho trovato
un fermento intellettuale inaspettato: ho percepito
una grande voglia di miglioramento, lo spirito di una
ricerca pura e meritevole che è pronta ad assorbire e
restituire, che punta sulle giovani leve e che è decisa a
divenire un centro di studio per la retorica, la filosofia,
le lettere classiche di livello mondiale. E mi sembra di
poter dire che il legame che unisce l’Università di Pe-
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Un’occasione al volo. La mia esperienza messicana | 35
rugia e la UNAM è ormai collaudato e rodato, tanto
da rappresentare una grande possibilità di apertura,
cooperazione e arricchimento bilaterale. Io ho avuto
modo di testarla in prima persona e mi piacerebbe
davvero provarci di nuovo.
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Tarsicio Herrera Zapién
Experiencias de un humanista
mexicano en Perugia
C
onservamos gratos recuerdos de la hospitalidad
de nuestros amigos perusinos en aquel recordado
encuentro verificado en Perugia, del 28 al 30 de mayo
de 1992, con el título Diego Valadés y la “Retórica cristiana”.
El libro monumental así llamado, de cuatrocientas
apretadas páginas en latinidad escolástica, fue la primera obra de un mexicano que se publicó en Europa
ya en pleno siglo XVI, en 1579.
Proyectó dicho encuentro el doctor Livio Rossetti,
y lo dirigió el doctor Claudio Finzi.
Para comenzar, la doctora Francesca Cantù disertó
exhaustivamente sobre “Los franciscanos en México”.
Luego, el suscrito desplegó su ponencia “Fra Diego
Valadés, maestro di incisori”. Allí exhibí en diapositivas los 28 grabados de la célebre Rhetorica christiana,
firmados en su mayoría por el autor del libro. Mi tesis
sostiene que Fray Diego no realizó todos los grabados
por su propia mano, sino que contó con la colaboración de dos o tres de sus discípulos de dibujo del Colegio de Santa Cruz de Tlatelolco.
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La sesión de la mañana siguiente se realizó en el
recinto bibliotecario del convento franciscano de
Monteripido, el cual dio hospitalidad a Fray Diego en
1579, una vez que el rey Felipe II lo hubo destituido
del cargo de Procurador General de los Franciscanos,
por haber rebasado el patronato regio hacia los indios
novohispanos. Fui invitado a presidir la sesión, como
traductor principal de la obra y como italohablante.
Participaban también Mauricio Beuchot, Arturo Ramírez, Roberto Heredia, Gerardo Ramírez y Julio Pimentel. Éste último propuso la preparación de una
edición crítica del enorme volumen en cuestión.
Allí sostuve la tesis del Padre Julio Palomera – especialista en Fray Diego – de que ese fraile, buen hablante del náhuatl, del tarasco y del otomí, había nacido
en Tlaxcala como hijo del conquistador Diego Valadés
y de una india noble de dicha ciudad, donde el conquistador tenía un señorío. Así lo testifica Fray Agustín
Betancourt en su Teatro histórico, del siglo XVII. Lo
apoya, además, el pintor Desiderio Hernández Xochiteotzin al pintar a Fray Diego en el Palacio de Gobierno de Tlaxcala, entre las glorias de ese estado.
Desde otro enfoque, se dijo que acudiría al Congreso un historiador español para demostrar que Fray
Diego había nacido en España. Mas dicho historiador
nunca llegó. Así que nada obsta para suponer que Fray
Diego haya sido tlaxcalteca.
Éstos y otros temas igualmente interesantes contuvo el encuentro valdesiano de Perugia en mayo de
1992. Eterna gratitud a los organizadores.
Segundo acto. Es de advertir que la primera edición
de la Retórica cristiana traducida al español (1989) por
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Experiencias de un humanista mexicano en Perugia | 39
el suscrito, junto con el citado Julio Pimentel y con don
Alfonso Castro Pallares, ya estaba agotada en 1992,
fecha del Congreso Valdesiano. En esa fecha llegué a
Perugia a obsequiar a los doctores Finzi y Rossetti mi
último ejemplar disponible.
Diez años duró agotada la edición. Pero resultó que
en una ocasión, en 2001, bajaba yo del estrado en la
Sala Ponce de Bellas Artes donde había pronunciado
un discurso, cuando me encontré al expresidente de
México, don Miguel de la Madrid, que era entonces
Gerente del Fondo de Cultura Económica.
Aproveché allí la ocasión para mencionarle la importancia de que se reeditara la Retórica cristiana,
agotada por tantos años. Don Miguel se interesó en
el libro, y de inmediato se lo encargó a su brazo derecho, el doctor Adolfo Castañón, allí presente. Éste
se encargó de emprender las gestiones respectivas, y
pocos meses después recibí los originales para hacer
una corrección total de la obra.
Para esta tarea solicité de nuevo la colaboración del
doctor Julio Pimentel, quien ya había sido mi coautor
en la traducción original. Hicimos centenares de correcciones para esta segunda edición.
En el prólogo a dicha segunda edición dimos el debido crédito a los doctores Finzi y Rossetti, así como a
la entonces llamada Facoltà di Magistero, en Perugia.
Vio la luz en 2003, en la magnífica edición de lujo que
actualmente circula.
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Enrique Hülsz Piccone
PANTA KOINA TOIS FILOIS:
Perugia y México
U
na sola vez he podido visitar la bella ciudad italiana de Perugia. Fue en el mes de septiembre de
1989, cuando acudí como ponente (en representación
de México también acudió la Dra. Juliana González)
al Segundo Symposium Platonicum, consagrado por
entero al Fedro platónico. Tres años antes había conocido al Dr. Livio Rossetti, en ocasión del Primer Symposium Platonicum, celebrado en la ciudad de México
en 1986, bajo la organización del Dr. Conrado Eggers
Lan, quien se había incorporado por esos años a la
planta académica de nuestra universidad.
De hecho, la visita a Perugia fue una de mis primeras oportunidades de participar activamente, fuera
de México, en una reunión académica internacional en
el área de la filosofía antigua. Hay que subrayar que
precisamente la genial iniciativa del Dr. Rossetti fue la
que trajo la posibilidad no sólo de ampliar y consolidar
el intercambio de ideas de los platonistas de todo el
mundo, sino además, y muy especialmente, de darles
continuidad, al establecer una nueva sociedad internacional. Desde su fundación en 1989, la Sociedad
Internacional de Platonistas ha demostrado una gran
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42 | Enrique Hülsz Piccone
vitalidad, realizando cada tres años un gran simposio.
Cabe recordar que hasta ahora, además de las dos primeras, se han llevado a cabo reuniones en Bristol, Toronto, Granada, Jerusalén y Würzburg; una selección
de contribuciones se ha publicado en cada caso, por
medio de la casa Academia Verlag. En este año tendrá
lugar la octava edición en Dublín, la novena será en
el 2010, en Tokyo. Se trata de un esfuerzo colectivo
sumamente prolífico, y de la mayor envergadura en el
área, a nivel mundial.
Mi relación personal con la Universidad de Perugia
se ha limitado a la colaboración con el Dr. Rossetti.
Por una parte, él ha visitado nuestra universidad en varias ocasiones, impartiendo cursos y conferencias. Por
otra, tuve el honor de colaborar en la Festschrift en honor del Profesor Thomas M. Robinson, Greek Philosophy in the New Millenium, que él concibió, promovió y
editó. Su trabajo como organizador y promotor de estudios sobre filosofía antigua, y particularmente, sobre
Heráclito – él fue la fuerza integradora del Symposium
Heracliteum 1981 de Chieti – constituye un antecedente fundamental del Secundum Symposium Heracliteum
México 2006 (celebrado en la Facultad de Filosofía y
Letras de la UNAM, del 26 al 29 de junio), que tuve
el honor de dirigir, y en el cual participó de manera
destacada el Dr. Rossetti, como miembro del Comité
Internacional, como Presidente de la sesión inaugural
y como conferencista.
Más allá de mi experiencia personal, sé de varios
colegas mexicanos que se han beneficiado directamente de su estancia académica en la Università degli
Studi di Perugia (Gerardo Ramírez Vidal, José Tapia,
Alicia Montemayor), y tengo la certeza de que la con-
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PANTA KOINA TOIS FILOIS: Perugia y México | 43
solidación y ampliación de las relaciones entre nuestras universidades podrá traer importantes frutos en
la formación de jóvenes investigadores y profesores en
las diferentes disciplinas de los Estudios Clásicos (es
previsible en el mediano plazo un incremento significativo en el campo de la filosofía griega y, en especial,
del periodo presocrático), así como estimular la promoción y la producción de investigaciones originales
de alta calidad en el área. Hago votos por que la iniciativa que promueve el Dr. Rossetti se vea coronada
con el éxito que merece, y auguro que será la fuente de
significativas aportaciones académicas.
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Patrizia Liviabella Furiani
Esercizi di memoria in onore
degli amici della UNAM
T
utto è cominciato con l’arrivo di Gerardo (Ramírez
Vidal) a Perugia. Per l’appunto io e Livio (Rossetti)
condividevamo lo stesso studiolo insieme al mio maestro, Nino Scarcella, sicché Gerardo l’ho conosciuto
subito. Gerardo veniva da un mondo “altro” e portava
con sé la passione dell’esploratore culturale e la forza
dell’esperienza umana. Nel suo volto di statua antica
brillavano occhi saggi e pazienti, cauti ma non diffidenti, profondi ma non indagatori: occhi intelligenti e
buoni. Per me, giovane ricercatrice di Letteratura greca, quello era il primo contatto con una realtà ancora
ignota e perfino inquietante.
Interagendo al meglio con il suo mentore e amico perugino, Gerardo affilò i suoi attrezzi di filologo
classico e di storico nella Biblioteca di Studi Classici e
nell’Istituto di Filosofia perugini di cui anch’io facevo
parte, tenendo sempre viva la fiamma dell’amicizia con
i colleghi. Come potrei dimenticare la relazione da lui
presentata al Convegno di Perugia che mi fece sentire
l’imbarazzata erede di conquistatori militari, religiosi e
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culturali ben forniti di ambigue motivazioni imperialistiche ma del tutto privi di scrupoli etici?
Delle coraggiose scelte sociali e politiche operate
da Gerardo al rientro in un Messico ferito e tormentato dagli scontri civili ci giunse, attraverso le cronache
entusiaste e fedeli di Livio, un’eco quasi epica che mi
colpì profondamente. Quanto poi al suo profondo impegno negli studi di filosofia e di retorica antica, ne
conosciamo i felici esiti attraverso i libri e gli articoli
pubblicati in Messico e attraverso i Congressi internazionali di retorica tenutisi alla UNAM e promossi
da Helena Beristáin, alla cui squisita cortesia devo la
lettura, proprio nel congresso del 2002, di una mia relazione sulla macro-retorica nel romanzo di Eliodoro.
Né la storia si è fermata lì, perché in anni più recenti ho potuto conoscere l’incantevole e appassionata
Alicia (Montemayor), entusiasta studiosa di Policleto,
la quale è vissuta a Perugia per circa due anni, ha assistito alle mie lezioni (ma cosa avrei dovuto insegnarle
che già non sapesse?) e mi ha deliziato con il dono di
un aureo suo libretto sull’arte greca.
È poi stata la volta dell’incontro, anch’esso piacevolissimo, con Lourdes (Rojas Álvarez), studiosa
finissima di grammatica e di letteratura greca. Ci siamo incontrate nel giugno 2006 in concomitanza con
un convegno perugino sull’insegnamento delle lingue
greca e latina. Centro delle nostre brevi ma animate
e simpatiche discussioni è stato il comune interesse
per il romanzo greco d’amore: interesse e desiderio,
finanche presunzione, di poter dire ancora qualcosa di
inedito in merito a questo genere letterario ormai tanto
alla moda.
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Esercizi di memoria in onore degli amici della UNAM | 47
Si è spenta invece per sempre (e me ne dolgo profondamente) la speranza di rivedere la carismatica studiosa e cattedratica Paola Vianello, che ebbi la fortuna
di sfiorare (solo sfiorare!) durante il II Symposium Platonicum del 1989.
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Alicia Montemayor García
Tender puentes.
Relaciones entre la Universidad Nacional Autónoma de México y Università
degli Studi di Perugia
D
e junio de 2003a junio de 2005, por invitación del
Dr. Livio Rossetti, realicé una estancia doctoral
en la Università degli Studi di Perugia, como parte de
mi proyecto de doctorado en filosofía titulado La trama de los discursos y las artes: Retórica, poesía y pintura,
que realizo bajo la dirección del Dr. Ramón Xirau.
Durante ese periodo realicé la parte final de mi estudio, que se centra en el Canon de Policleto de Argos,
retomando argumentos filosóficos y literarios, arqueológicos y de la historia del arte. La naturaleza interdisciplinaria de la investigación me brindó la posibilidad
de consultar y dialogar con investigadores especializados en la literatura, historia y arqueología de Grecia;
de revaluar las premisas de las que había partido, y,
en muchos casos, cambiar mis conclusiones. Gracias al
consejo del Dr. Rossetti, elaboré un catálogo de textos
de y sobre Policleto, el cual fue complementado con
la asistencia del Dr. Massimo Nafissi. Dicho catálogo
fundamenta la investigación y permite hacer un análi-
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50 | Lourdes Rojas Álvarez
sis completo de las fuentes, cosa que no se había hecho
en los estudios precedentes. En el caso de la historia
de Grecia y en particular de la historia de Argos, fue
muy importante el contacto con la Dra. Anna Maria
Biraschi, quien me sugirió bibliografía sobre el tema,
así como el interés del Dr. Maurizio Gualtieri, quien
revisó lo que ahora es el primer capítulo de la tesis.
Por otro lado, los comentarios del profesor Dr. Filippo Coarelli y del Dr. Francesco Prontera, me hicieron
cambiar tanto premisas, como conclusiones, en particular sobre la relación de la escultura y el tratado, que
habitualmente se ven como una única obra. No puedo
tampoco dejar de mencionar que en todos los cursos
a los que asistí en la Università degli Studi di Perugia,
los profesores tuvieron la mejor disposición de ayudarme en los temas de mi tesis; tal es el caso de la Dra.
Patrizia Liviabella y de la Dra. Anna Giannatiempo.
Finalmente, la ayuda que me proporcionó el personal
de la Biblioteca di Studi Classici, fue invaluable, sin
ella no hubiera podido terminar una investigación que
hubiera sido imposible realizar en México.
Desde esta perspectiva no puedo sino dar la bienvenida a todo intento de ampliar la relación entre la
Universidad Nacional Autónoma de México y la Università degli Studi di Perugia, pues en nuestro contexto
el estudio del arte griego y romano ha sido y es problemático, pareciera que hay una necesidad de explicar
y justificarse, de dar razones del interés, de mostrar la
utilidad de la investigación. Es pues necesario buscar
en otro lado, tender puentes, que nos acerquen a la
información y a los especialistas en este campo, de tal
forma que se pueda apoyar el trabajo de otros tantos
estudiantes e investigadores.
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Massimo Nafissi
Raccontare la storia greca in Messico
P
asseggio nelle sale dell’Antiguo Colegio de San
Ildefonso. Alicia Montemayor, una collega messicana, guida i miei passi e i miei occhi con sicura competenza. Resto ad ammirare i murales, come in tanti
altri luoghi di Città del Messico, non ultimo nei piacevoli, ampi spazi del campus dell’UNAM, l’Università
Nazionale Autonoma del Messico: testimonianze tutte
di una stagione generosa, e forse irripetibile, dell’arte
mondiale. Nel Colegio de San Ildefonso è particolarmente facile vedere quanto Diego Rivera avesse meditato e fatto propria la lezione dei pittori rinascimentali.
Non sono però uno storico dell’arte, ma uno storico
greco. La nostra idea del Messico è quella di un paese
dalle forti radici non classiche, starei per dire anticlassiche. Forse perché la stessa identità nazionale è costruita sulla valorizzazione delle radici precolombiane.
Più banalmente: loro stanno di là dell’Oceano.
I miei interlocutori occasionali trovano sempre divertente il fatto che sia stato a dare lezioni di Storia
Greca in Messico. Ebbene sì, fra febbraio e marzo del
2006 ho tenuto un corso di trenta ore sulle antichità
di Sparta (neppure storia ateniese, ma storia di quegli spietati guerrafondai degli Spartani) nella terra dei
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52 | Alicia Montemayor García
Maya e degli Aztechi. Sarebbero meno stupiti se dicessi che ho tenuto un corso d’Egittologia. Dopotutto le piramidi sono sempre piramidi, e la divulgazione disinvolta e stracciona impazza. A pensarci bene,
però, quelle facce divertite… Sarà lontano il Messico
dal nostro vecchio mondo, ma è anche la Storia Greca
che pare un improbabile vezzo da europei ricchi (?),
una reliquia da coltivare in omaggio a tradizioni che
il tempo s’incaricherà, con la sua saggezza, d’esaurire
anche da noi.
Insomma, quando gioco sulla sorpresa, faccio un
po’ torto ai Greci che – dopotutto – ho nel cuore: ma
so bene che soprattutto faccio torto ai miei amici del
Colegio de Letras Clásicas e dell’Instituto de Filologia
Clásica della UNAM. Non è semplice riconoscenza per
gli amici cui devo l’invito, Carolina Ponce Hernández
e David Becerra Islas, ma onestà per un soggiorno di
cui conservo un ricordo splendido, per ragioni scientifiche e umane. E dunque mi affretto sempre a precisare e a rendere giustizia alla competenza e alla passione
dei miei colleghi messicani.
Certo, noi abbiamo il privilegio di un contatto più
diretto con il mondo classico e con il suo enorme lascito: ma dal punto di vista scientifico è del tutto ovvio
che non siamo un ‘centro’ rispetto a una ‘periferia’.
Questo è chiaro già dall’atteggiamento degli studenti.
Ho avuto una classe di venti studenti del grado e del
posgrado. Il loro interesse, che superava ostacoli impervi (posti, ancor più che dal dialetto dorico e dalla non del tutto ovvia grafia delle iscrizioni spartane,
dalla mia incompetenza linguistica), era testimoniato
da una serie di domande, spesso acute, a fine lezione.
E non posso dimenticare che a seguire le mie lezio-
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Raccontare la storia greca in Messico | 53
ni c’erano sempre diversi colleghi, con i quali dopo il
corso finalmente – per i miei ritmi italici – ci si ritrovava a tavola. E a tavola, e poi nel tardo pomeriggio e a
sera, le conversazioni toccano storia, cultura, politica,
amici comuni, e naturalmente i nostri studi. Luoghi,
persone e momenti hanno lasciato un ricordo nitido:
la visita alla biblioteca dell’Instituto de Filologia, con
le sue finestre aperte nel verde... Un lungo pomeriggio
trascorso visitando la UNAM, i suoi spazi culturali, le
biblioteche, il teatro, le opere d’arte contemporanea,
sotto la guida di Mercedes, una studentessa del mio
corso, e Carlos, uno studente di architettura, e concluso nell’estrema luce del crepuscolo passeggiando
nel cuore della città universitaria. Il riflesso di luci e
facciate sull’acqua che riempie inattesa uno dei gradini
che nitidamente ma dolcemente raccordano i volumi
saldi degli edifici...
O il caos portato nello studio di David e nella Dirección del Colegio, già in convulsa attività prima del
mio arrivo, per le difficoltà create dai fonts greci del
mio decrepito Mac. Sono un cultore più o meno consapevole dell’attardamento informatico: si deve ricorrere a una rete di conoscenze incredibilmente disponibile; non ricordo più bene, ma credo che le matrici
degli hand-out di una mia conferenza siano uscite da
una bella tipografia di Coyoacán (il cui titolare è amico
di Sergio, marito di Alicia) verso le 11 di sera...
La disponibilità e il calore hanno riempito anche i
– purtroppo pochi – giorni ‘liberi’, dedicati alla visita
di Città del Messico e a brevi escursioni nei dintorni.
Ad una visita alle maestose rovine di Xochicalco, ha
fatto seguito il riposo nella casa dell’amico Gerardo
Ramírez Vidal, a Cuautla, la città più importante nel
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territorio zapatista durante la Rivoluzione Messicana.
Nella biblioteca, così ben fornita di volumi sulla retorica antica, e non solo, le conversazioni hanno ripreso
i fili intessuti già a Perugia, durante i suoi soggiorni di
anni ormai non più vicini: il ricordo ancor vivo degli
interessi e delle passioni comuni accendono la speranza d’intessere più stabili e di altri non meno proficui
rapporti.
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Riccardo Pace
Studiare a Papantla e Xalapa!
M
i chiamo Riccardo Pace e sono nato a Terni nel
1975. Mi sono laureato in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Perugia con una tesi di
carattere antropologico dal titolo Curanderismo urbano a Papantla de Olarte (Veracruz, Messico): uno studio
di caso ed attualmente vivo a Xalapa dove frequento
una Maestria in Letteratura Messicana presso l’Instituto de Investigaciones Lingüístico-Literarias della Univerdidad Veracruzana.
Il mio amore per il Messico e la sua cultura è nato
a Perugia, in seguito alle lezioni dei Seminari di Antropologia Culturale ii e di Antropologia Medica ii tenuti dal Dottor Romolo Santoni. A seguito di queste
esperienze didattiche ho cominciato a partecipare alle
attività del Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano”, prendendo parte alla missione del 1997 del
progetto La ruta de la obsidiana.
Queste esperienze hanno contribuito alla definizione del mio progetto di tesi che ha avuto un’impostazione antropologico-medica e per la quale, grazie al
sostegno del Prof. Tullio Seppilli, del Dottor Romolo Santoni e del Circolo Amerindiamo, nel 1999 mi è
stato possibile organizzare una spedizione di ricerca
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nella città di Papantla, sostenuto dall’Unità dell’INAH
(Instituto Nacional de Antropología e Historia) dello Stato di Veracruz e in particolare dal Dottor Hugo
García Valencia. Grazie a questa rete di rapporti mi è
stato possibile organizzare una serie di interviste con
specialisti della medicina tradizionale di Papantla e
con antropologi specializzati nella medicina popolare
dell’etnia Totonaca.
Attualmente, il mio progetto di studio in letteratura qui a Xalapa prevede la realizzazione di una tesi
comparativa tra un romanzo dello scrittore messicano
Sergio Pitol (Premio Cervantes 2005) intitolato El desfile del amor ed il romanzo Quer pasticciaccio brutto
de via Merulana di Carlo Emilio Gadda. Tale progetto
di ricerca mi consente di mettere in pratica le conoscenze acquisite durante i miei studi presso la Facoltà
di Lettere di Perugia e, al tempo stesso, di implementare l’analisi letteraria attraverso le conoscenze maturate in ambito antropologico e sociale maturate grazie
alla collaborazione con il Centro Studi Americanistici
“Circolo Amerindiano” di Perugia.
Ritengo che il bilancio di questa mia esperienza in
Messico (quasi dieci anni dal mio primo viaggio e quasi tre anni in totale passati in questo paese) possa considerarsi positiva, anche grazie all’ottimo clima trovato
a Xalapa e nella Universidad Veracruzana, città ed istituzione nelle quali l’aver studiato a Perugia costituisce
un’ottima credenziale grazie ai rapporti di collaborazione e di scambio che sono stati portati avanti negli
ultimi anni dai due atenei.
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Julio Pimentel Alvarez
Diego Valadés, ponte entre Perugia
y México
D
el 28 al 30 de mayo de 1992, se realizó en Perugia, Italia, un encuentro, en el que participamos
varios investigadores del Instituto de Investigaciones
Filológicas de la Universidad Nacional Autónoma de
México, así como un grupo de investigadores de la
Universidad de Perugia. Este encuentro, o coloquio,
giró en torno a Diego Valadés y su Rhetorica Christiana. El “Convegno” fue organizado conjuntamente por
la Facoltà di Magistero de la Universidad de Perugia
y la Fondazione Comunità per lo Studio delle Radici
della Cultura dell’Uomo.
Cada participante presentó su respectiva ponencia
con profundidad y seriedad. Al final de cada ponencia,
hubo un respetuoso y fructuoso diálogo entre los ponentes y el público asistente.
Por otra parte, la organización de este evento fue de
muy alto nivel, y, además, tanto las autoridades como
los profesores perusinos nos llenaron de atenciones a
todos los mexicanos.
Fruto de este “Convegno” fue la publicación: Un
francescano tra gli indios / Diego Valadés e la Rhetorica Christiana, Rimini, Il Cerchio Iniziative Editoriali,
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1995. 246 pp. En ella se recogen todas las ponencias
que se presentaron en dicho coloquio.
Del encuentro entre investigadores italianos y
mexicanos nació un proyecto de colaboración entre
el Instituto de Filosofía de la Facoltà di Magistero
dell’Università di Perugia y el Instituto de Investigaciones Filológicas de la Universidad Nacional Autónoma de México. Sería muy deseable que se llegara a un
amplio convenio de colaboración entre esas dos universidades. Entre muchas otras cosas, podría realizarse
conjuntamente la revisión y edición del texto latino de
la mencionada Rhetorica Christiana.
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Arturo E. Ramírez Trejo
Conveniencia y utilidad de un convenio
con la Universidad de Perugia
S
iempre es provechosa la relación académica con
instituciones y centros de estudios o universidades
tanto nacionales como extranjeras, sobre todo cuando hay disciplinas y campos de investigación comunes
o afines. Tal es el caso de la Università degli Studi di
Perugia en Italia, en donde sus profesores e investigadores realizan trabajos de alto nivel académico en
campos relacionados con la filología, como se puede
constatar por las visitas que sus profesores han hecho
a nuestro Instituto y a la Facultad de Filosofía y Letras de la UNAM, para impartir conferencias y cursos.
Por parte un grupo de investigadores del Instituto de
Investigaciones Fil0ológicas de la UNAM tuvimos la
oportunidad de participar en un Encuentro organizado por la Universidad de Perugia en 1992 en torno a
Diego Valadés y su Rhetorica Cristiana publicada en
esa ciudad en 1579; los resultados de ese encuentro se
publicaron en una memoria, donde se puede constatar
la forma multidisciplinaria del trabajo que dicha universidad propició.
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Evidentemente este contacto interinstitucional e interdisciplinario nos ofreció nuevos horizontes para el
estudio de la retórica, no sólo de Valadés, sino de la retórica en general y también en otros campos, como en
el ámbito de la filosofía, de la historia, del arte y otros.
A mí tal encuentro me hizo volver la mirada, después
de haber traducido y estudiado la Retórica de Aristóteles, hacia aplicaciones y estudios acerca de la retórica
en la Nueva España, como una disciplina teórica, histórica y práctica en la evangelización del Nuevo Mundo.
Lo cual no sólo fue una proyección de la investigación
en torno a la retórica clásica, sino un enriquecimiento
de la doctrina retórica clásica tanto en sus conceptos
como en sus normas y en la estructura misma del discurso retórico. Lo cual se ha reflejado en artículos, ponencias, conferencias e investigación bibliográfica. Y
lo que ocurrió en la línea de la retórica se dará sin duda
en otras líneas de la investigación filológica y de otras
disciplinas afines. Por lo cual, parece que un convenio
con dicha universidad sería muy provechoso.
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Gerardo Ramírez Vidal
Mi vinculación
con la Università degli Studi di Perugia
E
n el lejano año de 1986, Livio Rossetti, profesor
de Historia de Filosofía Antigua en la Facoltà di
Magistero de la Universidad de Perusa, participó, junto con otros estudiosos mexicanos y extranjeros, en el
Symposium Platonicum, celebrado en la Universidad
Nacional Autónoma de México. Este episodio que podría haber concluido, como muchos otros, con el desenlace previsto de la publicación de las actas del evento académico, dio origen, en cambio, a una relación
muy amplia de carácter institucional, entre académicos
de la UNAM y la Universidad perusina, en el campo
de los estudios clásicos y de las humanidades en general, debido a que los vínculos de trabajo se fueron
multiplicando cada vez más con el paso del tiempo. En
1989, varios académicos de la Universidad mexicana
participaron en el II Symposium Platonicum, celebrado en Perusa, y luego se dieron intercambios diversos
entre ambas instituciones con base en esas primeras
experiencias.
Por mi parte, tuve la fortuna de haber participado
ampliamente de esas relaciones, tanto que mi cercanía
con la universidad y con la propia ciudad de Perusa
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tuvo un sentido mucho más personal. Creo que mi propia formación, e incluso, en buena medida, mi visión
del mundo está vinculada con el ámbito cultural de
esa añorada ciudad. Toda esa maravillosa experiencia
inició en enero de 1991, cuando llegué a la ciudad de
Perusa, aconsejado y conducido por la doctora Paola
Vianello, en ese entonces mi asesora de tesis de doctorado, para concluir mis estudios de posgrado y gozar
de una estancia de investigación para la realización de
mi trabajo sobre el pensador ateniense del siglo V a.
C., Antifonte de Ramnunte.
Mi interés inicial era cumplir cabalmente con mis
proyectos, lo cual sucedió a la postre, pues concluí
mis estudios y realicé mi tesis de grado, que presenté en 1997 en la Facultad de Filosofía y Letras de la
UNAM. Los cursos que frecuenté desde el primer año
me abrieron caminos que inicialmente ni siquiera había imaginado. Me refiero, en especial, a los cursos de
Historia antigua de Grecia, impartidos por el profesor
Gianfranco Maddoli, entonces director del Departamento de Ciencias Históricas de la Antigüedad, y a un
curso sobre la antigua religión romana, con el profesor
Filippo Coarelli. Este último curso me brindó la oportunidad de participar en dos viajes de estudio que los
profesores Coarelli y Mario Torelli organizaron con los
estudiantes de arqueología antigua en Grecia central y
en las Cícladas de aproximadamente veinte días cada
uno.
Por su parte, el profesor Maddoli me abrió la oportunidad, primero, de asistir a un congreso sobre la
Constitución de los Atenienses de Aristóteles y, luego,
de participar como ponente en otro, sobre la Constitución de los Atenienses del pseudo Jenofonte. Un libro
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que publiqué en 2005 sobre esta última obra es el resultado de ese segundo congreso, que fue precedido
por reuniones académicas en la casa del profesor Livio
Rossetti. Sin esa experiencia perusina, hubiera sido incapaz de llevar adelante un estudio de ese género.
Recientemente las relaciones entre la Coordinación
de la carrera de Letras Clásicas y los investigadores
del Departamento de Ciencias de la Antigüedad de
la Universidad Italiana de Perusa se han estrechado,
gracias a la iniciativa, en particular, de la doctora Carolina Ponce Hernández, quien también estuvo en esa
universidad italiana.
Estos vínculos son muy significativos, pues no se
deben al interés de una persona en particular, aunque
el profesor Rossetti ha intervenido en todo ello, sino a
una necesidad de cooperación de parte de los estudiosos mexicanos con los estudiosos italianos de diversas
áreas de esa universidad. Tampoco tienen que ver con
un tema específico, como podría ser la filosofía antigua,
objeto de estudio del citado profesor Rossetti, sino con
un amplio espectro de intereses académicos que abarcan, además de la filosofía, la historia y la literatura
sobre diversas épocas de la Antigüedad, campo que
se ha extendido incluso a asuntos que originalmente
nada tenían que ver con los estudios clásicos.
En 1991, durante un viaje realizado a México, el
profesor Livio se percató, en una conversación de sobremesa, esto es, de manera casual, de la existencia de
un libro intitulado Rhetorica Christiana, que el franciscano novohispano Diego Valadés había publicado
precisamente en esa ciudad de Perusa, en 1579, bajo
los auspicios del Papa Gregorio XIII. Un grupo de
especialistas mexicanos habían traducido y publicado
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recientemente esa obra en el Fondo de Cultura Económica.
La advertencia de este hecho despertó la curiosidad en el profesor italiano y motivó, al final, un vivo
interés de varios estudiosos de México y de Perusa por
avanzar en el conocimiento de esa singular obra, todo
lo cual llevó a celebrar, en aquella ciudad, el congreso “Diego Valadés y la Retórica Cristiana”, en mayo
de 1992, año también significativo, pues entonces se
cumplían 500 años del “descubrimiento” de América.
La reunión académica se celebró en el Palazzo Florenzi Waddington, que entonces albergaba la Facultà di
Magistero (hoy Facoltà di Scienze della Formazione),
y en el convento de San Francesco al Monte, conocido
como Monteripido, donde en 1579 Diego Valadés había terminado de escribir y revisar las pruebas impresas de su gran obra. Un amplio grupo de estudiosos
mexicanos e italianos nos dimos cita en esos lugares
para hablar y preguntarnos sobre la Retórica valadesiana que actualmente es objeto de estudio por parte de
especialistas de diferentes partes del mundo, en particular de España.
Así, mi vinculación con la Universidad y con los
estudiosos de la cultura clásica de Perusa fue mucho
más amplia y profunda de lo que inicialmente había
planeado, lo que se debió, en parte, a un interés personal y, sobre todo, a las circunstancias culturales que
han hecho que mis relaciones actuales con la Universidad se desarrollen casi de manera natural. Lo anterior
se manifiesta también en otro tipo de actividades, no
complementarias, que desarrollé en el Centro Studi
Americanistici, Circolo Amerindiano, dirigido por el
doctor Romolo Santoni, quien fue distinguido por el
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Mi vinculación con la Università degli Studi di Perugia | 65
Senado de nuestra República con la Condecoración
del Águila Azteca, en 1994. El Circolo Amerindiano,
integrado sobre todo por maestros y estudiantes de la
Universidad de Perusa, es una asociación civil en la
cual se estudian y se difunden las culturas americanas,
fundamentalmente las aborígenes de Mesoamérica.
Mi estrecha relación con los integrantes de esa asociación, aparte de la satisfacción personal, me llevó a
interesarme por los problemas antropológicos, que
considero constituyen el fundamento de la cultura, en
general, y de los estudios clásicos, en particular. El enfoque que le di a mi participación en el congreso ya
mencionado de 1992 sobre el tratado de Valadés, que
intitulé “La imagen del indio en la Retórica Cristiana
de Diego Valadés”, parte de esa nueva orientación que
tomó forma gracias al contacto directo con Romolo
Santoni y los demás estudiosos y amigos del Circolo
Amerindiano, además de las numerosas lecturas que
llevé a cabo en la Biblioteca de esa Asociación, en particular las obras de Fray Bernardino de Sahagún, de
Guaman Poma de Ayala, de Francesco Passetto y de
otros muchos. Fui miembro del Consejo y, desde mi
primer contacto con ese centro, no he dejado de participar o de interesarme en sus actividades. Los trabajos
que actualmente llevo a cabo tienen la impronta antropológica adquirida en ese entonces.
Pero mi vinculación principal, en el ámbito perusino, ha sido con el profesor Livio Rossetti, no tanto
por haberme asesorado en mi tesis de doctorado sobre
Antifonte (cosa que en sí misma habría resultado intrascendente), sino, en particular, por el permanente
contacto que mantuve con él durante mis casi tres años
de estancia en Perusa, cuando tuve la ventura de haber
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gozado del estrecho trato con su esposa, Fiorella, y sus
hijos. Durante ese periodo tuve también la oportunidad de frecuentar a otros colegas, como el profesor
Claudio Finzi y la doctora Patricia Liviabella; Francesco Prontera y Massimo Nafissi, entre otros muchos. La
sensibilidad de mi asesor hacia los problemas discursivos y su “particular” visión de la literatura filosófica
platónica y preplatónica, me dotaron de instrumentos
no tradicionales para entender la cultura griega antigua. Así, los conocimientos e impulsos culturales que
recibí de la Universidad italiana de Perusa, a la cual
debo en gran medida mi formación, confluyen en la
orientación retórica, abierta y humanista que recibí del
profesor Livio Rossetti.
Es evidente que la fortuna de haber recibido esas
invaluables experiencias tiene su origen en la pasión y
visión de Paola Vianello, mi maestra y guía, no sólo en
el ámbito académico, pues fue ella quien me impulsó a
seguir la vía perusina, sino sobre todo, en la dimensión
espiritual, pues los estímulos recibidos fortalecieron
una visión del mundo que, en última instancia, gira
siempre en torno de la ideología y paideia de mi ilustre
maestra.
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Lourdes Rojas Álvarez
Una visita a Perugia
E
n junio de 2006 tuve ocasión de visitar la ciudad
de Perugia, sede de la Università degli Studi di Perugia, una de las universidades con más tradición en
Italia.
Había establecido contacto, gracias a los buenos
oficios de mi colega Gerardo Ramírez, con la Dra. Patrizia Liviabella Furiani quien amablemente accedió a
recibirme.
La Dra. Liviabella ha trabajado el campo de la novela griega, precisamente en el marco sociocultural que
es el que me interesa desarrollar ahora en mi investigación. Siendo discípula del Dr. Antonio Scarcella, ha
seguido la línea de investigación sociológica de éste,
aplicando este criterio en sus estudios sobre la novela
griega. Al ser miembro de la Petronian Society, la Dra.
Liviabella tiene acceso a la información más reciente
sobre el tema, por lo que pudo brindarme una excelente ayuda para orientar mi próxima investigación sobre
la novela griega; y también me facilitó libros y artículos
sobre la novela, lo cual le agradezco profundamente.
Uno de los puntos de investigación donde más
coincidimos fue el del carácter moralista de la novela
griega y que este género tiene más importancia de lo
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68 | Lourdes Rojas Álvarez
que generalmente se le atribuye, al considerársele sólo
un medio de entretenimiento para la sociedad de su
tiempo. Quedamos de intercambiar material sobre el
tema y seguir charlando sobre él vía correo electrónico
y, por qué no, elaborar un trabajo conjunto sobre el
tema. Desde luego, quedamos invitadas a tener alguna
otra entrevista personal, ya sea en México o en Perugia.
Además de nuestra coincidencia sobre la novela
griega, comparto con ella el interés por la docencia,
y durante mi estancia también pudimos charlar sobre
la dificultad de la enseñanza del griego a estudiantes
que no tienen ningún antecedente sobre esta lengua,
y cuál es la mejor manera de enseñarla. La Dra. Liviabella, con la frescura y sinceridad que la caracterizan,
pudo intercambiar conmigo valiosas experiencias que,
sin duda, me serán útiles en este quehacer aquí en la
UNAM. Y yo quedé de enviarle mis publicaciones sobre la enseñanza del griego aquí en México.
No cabe duda que, a pesar de mi corta estancia en
la Universidad de Perugia, y gracias a la generosidad
de la Profra. Liviabella y del Profesor Nafissi, del Departamento de Historia Antigua, tuve a mi alcance los
recursos bibliográficos necesarios para allegarme la información que buscaba, y para comparar métodos de
investigación y profundizar en algunos temas de interés para nosotros.
Quedo, desde luego, invitada a un mayor intercambio con estos colegas que, espero, fructifiquen en un
futuro muy cercano.
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Livio Rossetti
Una lunga amicizia con la UNAM
H
o avuto l’onore di partecipare alla costruzione di
un articolato tessuto di relazioni non esattamente
con il Messico ma con la UNAM, e in particolar modo
con i colleghi di area (studi classici e filosofia), e mi
avvedo che questa storia è cominciata, nientemeno, nel
1981, per cui sono particolarmente lieto di ripercorrerne le tappe, sia pure in modo sommario, a titolo di
ausilio per la memoria.
Dunque nel 1981 a Chieti, dove ero professore di
Storia della filosofia antica (allora l’Universi­tà di Chieti
si chiamava ancora Libera Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio”) potei organizzare un congresso
internazionale su Eraclito denominato Symposium Heracliteum 1981. Al congresso seguirono due volumi di
atti e uno di bibliografia eraclitea che sono apparsi, rispettivamente, nel 1983, 1984 e 1986. A quel congresso partecipò anche un autorevole studioso argentino,
Conrado Eggers Lan. Fin qui il Messico non c’entra
nulla.
Ma intorno al 1984 il prof. Eggers Lan, essendo
stato fatto oggetto di pesanti attacchi da parte della
giunta militare allora al potere in Argentina, riparò
per l’appunto in Messico (e precisamente alla UNAM)
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come ricercatore, divenendo subito fulcro di un bel
gruppo di giovani studiosi tra i quali Nicole Ooms ed
Enrique Hülsz. In quella veste poté organizzare, nel
1986, un convegno su Platone denominato Symposium
Platonicum al quale partecipai come relatore. Durante
i lavori congressuali mi permisi di lanciare l’idea – subito accolta con favore – di un Secondo Symposium
Platonicum da celebrare nel 1989 in Italia, e precisamente a Perugia dove nel frattempo mi ero trasferito.
Una volta in Messico ho inoltre avuto il privilegio di
familiarizzare, i.a., con la cattedratica di greco (di origine italiana) Prof.ssa Paola Vianello de Cordova – che
ora ci ha lasciato, lasciando un grande vuoto – e con il
suo nutrito gruppo di allievi.
Arriviamo al 1989. Viene effettivamente organizzato il Secondo Symposium Platonicum a Perugia, e dal
Messico giunge una nutritissima delegazione costituita, oltre che da Conrado Eggers Lan (che nel frattempo
era stato reintegrato nella sua cattedra all’Universidad
de Buenos Aires), da Juliana González, Enrique Hülsz
Piccone, Nicole Ooms e Ute Schmidt (tutti studiosi
notoriamente proiettati sulla filosofia greca), la stessa
Paola Vianello come grecista e un’altra collega e amica
della González che ormai, a distanza di anni, ho difficoltà a indicare con pecisione.
Nel 1990, poi, un brillante allievo della Vianello,
Gerardo Ramírez Vidal, mi chiese di poter venire a
Perugia per completare il suo dottorato di greco e di
assumere le funzioni di “asesor externo” del suo programma di ricerca. A Perugia egli arrivò, in effetti, nel
marzo del 1991 con il sostegno di una borsa di studio
(“beca”) e vi rimase due anni e mezzo, tessendo molte-
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Una lunga amicizia con la UNAM | 71
plici e feconde relazioni, in particolare con gli archeologi e con gli specialisti perugini di Storia Greca.
Intanto nello stesso 1991 ricevetti l’invito a recarmi
di nuovo in Messico per tenere un ciclo di circa dieci
lezioni su amichevole invito di Paola Vianello: opportunità unica per cominciare a conoscere quel mondo
e i tanti studiosi che, inaspettatamente, mi onorarono
della loro presenza al seminario. Il fatto che, in quel
seminario, io parlassi di “retorica dei filosofi antichi”
risultò significativo perché tra i miei uditori ce n’era
un intero gruppo di studiosi dell’oratoria attica (per
gran parte allievi della stessa Paola Vianello), per cui
la circostanza rese possibile un confronto a distanza
fra due culture retoriche assai nettamente diversificate
e si rivelò capace di suscitare un interesse scambievole
assai intenso e di innescare amicizie durevoli.
Fu allora, oltretutto, che ebbi occasione di incontrare e conoscere un illustre ‘dominìco’ della UNAM:
il filosofo Mauricio Beuchot Puente. Ricevendomi nel
suo studio, Mauricio mi mostrò fra l’altro un libro del
Cinquecento che, disse, “fue impreso en Perusa”. Sulle prime non seppi collegare “Perusa” con Perugia, ma
poi ci arrivai, e fu così che scoprii, non senza eccitazione, l’esistenza di una Rhetorica Christiana di Diego
Valadés, stampata a Perugia nel 1579. Di ritorno in Italia mi precipitai alla Biblioteca Comunale Augusta di
Perugia per vedere se per caso vi fosse qualche esemplare del volume e se si sapesse della sua importanza
come prima opera di autore amerindiano apparsa in
Europa. L’opera c’era e i contatti successivi portarono
alla mobilitazione del mio direttore di allora, il Prof.
Claudio Finzi, il quale rapidamente prese la decisione
di metter mano alla preparazione di un convegno ad
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hoc, con arrivo a Perugia di un altro robusto manipolo
di studiosi messicani.
Intanto era a Perugia Gerardo Ramírez Vidal, che
non a caso contribuì anche alla sessione perugina su
Valadés con una sostanziosa relazione. Ricordo quei
due anni e mezzo da lui trascorsi a Perugia come un
periodo fervido, di collaborazione e scambio di idee
ad ampio spettro, straordinariamente aperto a cose
nuove. Fra l’altro nel 1993 egli accettò di predisporre
e pubblicare un volumetto (Indici) quale complemento
del mio Understanding the Phaedrus per la casa editrice tedesca Academia Verlag.
Nel 1997 fui di nuovo in Messico per il conferimento del titolo di Dottore (titolo quanto meno comparabile con il nostro Dottore di Ricerca) al Ramírez Vidal,
essendo stato cooptato nel “jury” in qualità di “asesor externo”, e per tenere un ulteriore ciclo di lezioni.
Poi nel 1998 ricevetti l’invito a partecipare al Primo
Congresso internazionale di retorica in Messico, autorevolmente promosso dalla Dra. Helena Beristáin,
e poi di nuovo, nel 2002, al Secondo Congresso internazionale di retorica, sempre alla UNAM e sempre
con la direzione della Beristáin (a questa sessione poté
partecipare anche una mia allieva, la Dott.ssa Stefania
Giombini). Intanto nel 2001 vennero ripubblicati in
Germania, per mia iniziativa, gli atti del Symposium
Platonicum messicano del 1986. Fu in quegli anni che
si stabilì a Perugia anche Virma Donnadiéu Sánchez,
interessata a sviluppare sue ricerche sul sogno nel
mondo classico, con l’eventualità di iscriversi al nostro
corso di dottorato in Letteratura Scientifica e Tecnica
Greca e Latina. Il progetto non andò particolarmente
avanti, Virma la ritrovai coinvolta nell’organizzazione
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di mostre di artisti messicani a Perugia, cosa anch’essa bella, ma poi venne dal Messico l’impensata notizia
della sua morte in circostanze e per cause delle quali
tuttora non ho idea.
Intanto nel 2003 venne pubblicata una nuova edizione bilingue della Rhetorica Christiana del Valadés
(México, Fondo de Cultura Económica) in cui, a p.
LXV, Tarsicio Herrera ha l’amabilità di dare ampiamente conto del precedente convegno perugino e dei
relativi atti.
Nello stesso 2003 un’altra dottoranda messicana,
Alicia Montemayor García, chiese e ottenne la borsa di
studio per venire a studiare a Perugia sotto la mia direzione, trascorrendo due interi e fecondi anni da noi.
Nell’estate 2004 è stato invece Omar Álvarez a venire a Perugia con la sua famiglia per un paio di mesi,
cosa che ha quasi automaticamente generato una decisa ripresa dei contatti e l’intensificazione dello scambio di idee fra noi. Ci siamo ritrovati, con l’occasione,
anche in una “Sessione presocratica 2004” nel cui ambito Alicia ha parlato di Policleto e del suo Canone, e
Omar ha presentato una innovativa relazione su Epicarmo che venne poi ripresa nella sua tesi di dottorato.
La presenza non troppo episodica di altri due studiosi
messicani tra noi, con connessa frequentazione delle
nostre biblioteche, poté di conseguenza arricchirsi di
valore simbolico perché, a qualche anno di distanza
dalla partenza di Gerardo, diede rinnovata visibilità
alla prosecuzione dei rapporti privilegiati che si erano venuti instaurado fra noi di Perugia e la comunità
scientifica messicana.
Nel settembre 2005 sono stato di nuovo invitato,
con cofinanziamento dell’Istituto Italiano di Cultura
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di Città del Messico, a partecipare a un importante
congresso UNAM di studi classici e tenere, con l’occasione, altre lezioni. Ne sono nati altri legami, in particolare il promettente contatto con quell’Istituto e con
il suo fervido direttore Prof. Petacco, che in cinque
minuti di conversazione trovò il modo di dirmi parole illuminanti: “ma lo sa che le relazioni culturali del
Messico con l’Italia sono in larga misura polarizzate
sulla vostra zona? E se è così, perché non ufficializzarle in qualche modo?” L’ho preso alla lettera (non
avrei potuto fare altrimenti!) e, tornato a casa, ho subito cominciato a esplorare la possibilità di un accordo
culturale, ed ho avuto la lieta sorpresa di trovare porte
aperte dapprima in Messico (dove, grazie all’entusiasmo e all’operosa collaborazione della collega Aurelia
Vargas Valencia, si pervenne ad allestire una bozza di
accordo in appena 3-4 giorni!) e poi qui a Perugia, sia
in Facoltà (a partire dal nostro preside Romano Ugolini), sia presso l’amministrazione centrale.
Venni intanto chiamato a far parte del gruppo di
studiosi impegnati nel progetto PAPIIT sulla “tradición retórica hoy” diretto dal Prof. Ramírez Vidal e
dell’analogo gruppo, finanziato con un altro progetto
PAPIIT e diretto dal Prof. Enrique Hülsz Piccone,
che aveva il compito di preparare il Symposium Heracliteum Secundum.
Ho quindi partecipato, nel giugno 2006, al Symposium Heracliteum messicano e, oltre all’onore di presiedere la seduta inaugurale e di presentare una delle relazioni, ho avuto la gioia di assistere al lancio di
un’idea che considero grande: il concreto proposito,
formulato da Daniel Graham (Provo Univ.), di dar vita
a una International Presocratic Society.
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Appena più tardi – per la precisione a ottobre – ho
visto uscire il volume Estudios clásicos en América en el
tercer milenio, a cura di Carolina Ponce Hernández e
Lourdes Rojas Álvarez in una collana pubblicata dalla
Facultad de Filosofía y Letras della UNAM in collaborazione con il CONACYT. Nella prefazione viene
amabilmente ricordato il precedente costituito da
Greek Philosophy in the New Millennium, Festschrift
in onore del canadese T. M. Robinson, perché inizialmente la Ponce aveva accarezzato l’idea di realizzare
insieme con me un più ampio volume sugli studi classici nel terzo millennio, allargando però lo sguardo ai
cinque continenti, cosa che non fu possibile per via
di certi vincoli amministrativi. Ma ci tengo a dire che
Carolina ed io siamo stati davvero sul punto di dar vita
a una pubblicazione di notevolissimo respiro – e chissà
che non si finisca per realizzarla davvero!
Sempre nei fervidi mesi di fine 2006 si è venuta delineando, del resto, anche l’eventualità di una ulteriore
sessione ‘transatlantica’ sul Valadés.
Ricordo, infine, che a seguito della costituzione
della International Plato Society a Perugia nel 1989,
vari studiosi messicani, inclusi altri che non ho avuto
modo di menzionare, hanno partecipato regolarmente
ai Symposia Platonica triennali che, dopo Perugia, hanno avuto luogo a Bristol (1992), Granada (1995), Toronto (1998), Gerusalemme (2001) e Würzburg (2004)
e due di loro (prima Ute Schmidt, poi Nicole Ooms)
hanno fatto parte del Comitato Esecutivo dell’associazione in rappresentanza dell’America Latina. Anche
questi eventi hanno contribuito a cementare una relazione molto ricca, articolata, gratificante e senz’altro
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meritevole, a mio avviso, di avere un seguito importante.
A rinsaldare ulteriormente una così articolata rete
di connessioni con gli amici messicani arrivano ora
non soltanto l’accordo culturale auspicato dal Prof.
Petacco – quello che ha fatto sorgere il desiderio di
ricordare almeno qualcuno dei tanti fili che collegano durevolmente l’area umbra con la UNAM e, più
in generale, con il Messico – ma anche la prematura,
lamentabile scomparsa di una protagonista di queste
relazioni, persona conosciuta e stimatissima anche tra
noi, oltre che in Messico: quella Vianello il cui ricordo
non svanirà certo alla svelta.
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Romolo Santoni
Il Centro Studi Americanistici “Circolo
Amerindiano” di Perugia e il Messico
I
l rapporto fra Centro Studi Americanistici “Circolo
Amerindiano” e Messico coincide, di fatto, con la
fondazione stessa di questo Centro Studi. Sin da subito infatti, si stabilisce, sia a livello istituzionale che
scientifico, una attenzione privilegiata per il paese nordamericano.
Questo perché da parte dei membri del “Circolo
Amerindiano” si manifesterà sempre, all’interno degli
studi americanistici, una predilezione per gli studi e le
attività varie riguardanti soprattutto il Messico.
Dal canto loro le istituzioni messicane hanno riservato al nostro Centro sempre una attenzione ed una
alta considerazione.
Il patrimonio documentario
1983. Si inaugura la nostra Biblioteca Specializzata in
Americanistica. L’Ambasciata del Messico presenzia
con il suo ambasciatore e dona un esemplare anastatico de la Relación de las Cosas de la Nueva España di
Hernán Cortés.
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Nella Biblioteca, nel Museo e nel Centro Documentazione Audio e Video, esiste un cospicuo materiale di
provenienza messicana, tanto da fare di questo patrimonio documentario (CEDORICA) una delle raccolte
più interessanti del paese, unica nel suo genere.
Il progetto Ruta de la Obsidiana
Sempre nel 1983 nasce il seminario Ruta de la Obsidiana, il cui scopo è investigare sulle cause della disgregazione della cultura olmeca, sviluppatasi fra gli attuali
stati messicani di Veracruz e Tabasco fra il 1500 e il
600 a.C. Nel 1993 il seminario si trasforma in progetto
di ricerca Ruta de la Obsidiana e nel 2001 si trasforma
in un articolato progetto con 6 (ora con 7) sotto-progetti di ricerca. In seguito la ricerca si è ulteriormente ampliata diventando un progetto di cooperazione
scientifica e allo sviluppo (includente la ricerca interdisciplinare e internazionale) che prevede, come punto
di arrivo, la costruzione del Centro Cultural del Pueblo
de la Mixtequilla “El Niño Jaguar”.
La ricerca riceve un sostegno finanziario del Ministero degli Esteri Italiano e del Governo dello Stato di
Veracruz; la campagna è a cura delle università e istituti di ricerca inseriti nel progetto, con appoggio logistico della Universidad Veracruzana, del C.S.A. “Circolo
Amerindiano” e del Governo di Veracruz.
Aquila Azteca
Per l’attività svolta a favore della cultura e della storia
del Messico, nel 1994 Romolo Santoni è stato insignito
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Il “Circolo Amerindiano” di Perugia e il Messico | 79
dell’Ordine dell’Aquila Azteca, che è la massima onorificenza che il Messico dà a cittadini stranieri.
Il Convegno Internazionale di Americanistica
Nel nostro Convegno Internazionale di Americanistica, la presenza degli studiosi messicani, registrata
nell’arco di tutte le 28 edizioni fin qui tenutesi, è inferiore solo, e di poco, a quella italiana. Il Convegno
stesso si tiene in prima sede sempre a Perugia. Tuttavia
per tre volte, su richiesta di enti scientifici locali, ha
avuto una seconda sede in un paese latinoamericano.
Così nel 2002 si è tenuto, in seconda sede a San Paolo
(Brasile) e nel 2003 a Xalapa (Messico). Nel prossimo
ottobre 2006 la seconda sede sarà ancora in Messico,
a Mérida.
A Xalapa nei giorni 21-23 ottobre 2003 si è svolta
la seconda parte del XXV Convegno Internazionale di
Americanistica, la cui prima parte si è svolta a Perugia
il 9, 10 e 11 maggio; questa edizione del convegno si è
realizzata in collaborazione con la locale università ed
è stata a carico di quest’ultima e del C.S.A. “Circolo
Amerindiano” sia organizzativamente che finanziariamente.
Durante il Convegno a Xalapa, al professor Tullio
Seppilli è stato consegnato il Dottorato Honoris Causa
dalla prestigiosa Universidad Veracruzana di Xalapa.
Con questo dottorato il professor Seppilli è di fatto
membro del corpo accademico di detta università.
Nella edizione di Mérida, 25-29 ottobre 2006, sono
iscritti 130 relatori provenienti da 18 paesi.
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Scambio di studenti e ricercatori
4 membri del nostro Centro Studi sono vincitori di
dottorati e borse che stanno svolgendo in Messico con
il CIESAS, la Universidad Veracruzana e il Ministero
degli Affari Esteri italiano.
Nell’ambito del progetto Ruta de la Obsidiana vengono ospitati studenti e ricercatori sia italiani che messicani
Nell’estate 2003 quattro studenti della Universidad
Veracruzana partecipano alla campagna di scavi presso Orvieto diretta dalla prof.ssa Simonetta Stopponi.
Nel 2005 un altro gruppo di studenti dell’Universidad
Veracruzana ha partecipato agli scavi diretti dal prof.
Paolo Barconi a Gualdo Tadino.
Alcuni progetti in programma
Realizzazione di una ricerca o seminario permanente
sulla emigrazione italiana in Messico; su questo argomento esiste una proposta ancora informale da parte
della Universidad Veracruzana, il cui attuale vice-presidente è uno dei promotori della associazione di italiani in Messico;
Organizzazione di una mostra fotografica di Daniele
Fava sull’Umbria da esporre presso l’Istituto Italiano
di Cultura di Città del Messico e presso il Museo de
Antropología di Xalapa.
Realizzazione ed esposizione della mostra fotografica, documentaria e museale sulla cultura contadina
messicana con il materiale di proprietà del C.S.A. “Circolo Amerindiano”; per questa esposizione vi sono ac-
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Il “Circolo Amerindiano” di Perugia e il Messico | 81
cordi ufficiosi, ma molto avanzati con due istituzioni
museali.
Realizzazione di alcune mostre della produzione artigianale e tecnologica umbra durante il mese di ottobre, durante il Convegno a Mérida. Si è pensato ad una
esposizione di prodotti agro-alimentari (che dovrebbe
essere ripetuta a Città del Messico).
Presentazione della Università per Stranieri e della
Università degli Studi di Perugia, sempre in ottobre,
durante i giorni del convegno. Le due università perugine hanno già un intenso afflusso di studenti dal
Messico.
Rapporti istituzionali fra Regione Umbria e Stato di Veracruz
Per i rapporti soprattutto nati all’interno del progetto
Ruta de la Obsidiana, la Regione Umbria ha invitato
a visitare l’Umbria al governatore di Veracruz ed al
rettore della Universidad Veracruzana; il Governatore di Veracruz ha invitato la presidente Lorenzetti a
fare altrettanto per lo stato di Veracruz ed una prima
visita si è svolta a Perugia da parte di una delegazione
veracruzana a Perugia nel recente maggio 2005 di cui
facevano parte fra gli altri il vice-rettore della Universidad Veracruzana e il vice-segretario di Educazione e
Cultura dello Stato di Veracruz.
Il 10 marzo 2006 si è svolto un incontro ufficiale
con tema il progetto Ruta de la Obsidiana, al quale erano presenti il governatore di Veracruz, l’ambasciatore
italiano in Messico Felice Scauso, l’assessore Cernicchi
in rappresentanza di Perugia e dell’Umbria.
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Istituzioni messicane con cui il Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” ha un rapporto costante di
collaborazione.
– L’Instituto de Investigaciones Antropológicas de la
UNAM: partecipa al progetto Ruta de la Obsidiana;
ha un intercambio continuo di pubblicazioni con la
nostra Biblioteca; i suoi ricercatori sono una delle
maggiori presenze del nostro Convegno;
– IL Centro de Investigaciones y Estudios Superiores
en Antropología Social (CIESAS) sta partecipando
al progetto Ruta de la Obsidiana e ha organizzato la
sede di Mérida del nostro XXVIII Convegno;
– La Sociedad Latinoamericana de Semiotica ha firmato nel marzo 2006 un accordo di collaborazione
con il nostro Centro;
– L’Universidad Veracruzana di Xalapa ha firmato
nel novembre 2002 un accordo di collaborazione
con il nostro Centro Studi; partecipa al progetto
Ruta de la Obsidiana;
– Il Museo de Antropología di Xalapa (il più importante in assoluto sulla grande cultura messicana degli Olmeca);
– Ambasciata del Messico in Italia;
– Il governo di Veracruz (stato di cui Xalapa è capitale) sta sostenendo il progetto Ruta de la Obsidiana.
Questo vasto e fecondo tessuto di relazioni può
solo rendere desiderabile il varo di ulteriori intese volte a promuovere e sostenere l’ulteriore espansione del
circuito relazionale con il coinvolgimento del C.S.A.
“Circolo Amerindiano” di Perugia.
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José Tapia Zúñiga
Breve reporte sobre mi estancia
en Perugia
E
n junio de 2001, tuve la oportunidad de llevar a
cabo una Estancia de Investigación en la Universidad de Perugia, Italia, con el objeto de recabar material bibliográfico en torno a los Anales de Tácito, y de
intercambiar ideas e inquietudes en torno a la Filología
Clásica, con profesores e investigadores de dicha Universidad.
Sin duda, los resultados de mis actividades académicas en la Universidad de Perugia, fueron más que
satisfactorias; en efecto, el apoyo generoso que recibí
por parte de los funcionarios de la Biblioteca de dicha
Universidad, me permitió recabar abundante y valioso material bibliográfico; así mismo, el intercambio de
ideas sobre Filología Clásica con el profesor Francesco Prontera, director del Departamento de Ciencias
Históricas de la Antigüedad, y con el profesor Livio
Rossetti, del Departamento de Filosofía de la misma
Universidad, sin duda me resultó de gran utilidad,
amén de la bondadosa generosidad de que fui objeto
por parte de ambos profesores.
Cabe señalar, en consecuencia, que experiencias de
esta índole deberían repetirse con más frecuencia, tal
vez institucionalizarse, pues sin duda, nos enriquecen
académicamente.
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Paola Vianello de Córdova
Considerazioni intorno
a un desideratum accademico
P
er poter comprendere in tutto il suo valore e peso
il mio interesse per l’attivazione di rapporti istituzionali tra l’Università degli Studi di Perugia e la Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM),
rappresentata in particolare dall’Instituto de Investigaciones Filológicas, con il suo Centro de Estudios
Clásicos, e dalla Facultad de Filosofía y Letras, con il
suo Colegio de Letras Clásicas, credo opportuno riferire alcuni dati e considerazioni che riposano sulla mia
personale e ormai lunga esperienza accademica.
Dopo essermi formata come archeologa nella Università degli Studi di Roma e nella Scuola Nazionale
di Archeologia presso la stessa università, dove lavorai
all’Istituto di Etruscologia e Antichità Italiche sotto la
direzione di Massimo Pallottino e dove ebbi come colleghi due futuri professori dell’Università di Perugia,
Filippo Coarelli e Mario Torelli, nell’estate del 1966
ebbi modo di impartire, presso l’Università Italiana
per Stranieri di Perugia, un breve corso di Archeologia
Italiana per professori norvegesi, in inglese, lavorando fianco a fianco con la professoressa di Storia dell’Arte Clara Bargellini, che poi ritrovai ed ho tuttora
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come collega nella Facoltà di Filosofia e Lettere della
UNAM, qui in Messico.
Questa fu la mia prima ed unica esperienza docente
a Perugia, però fin da allora m’incurvai come un ponte
sull’Oceano fra le due città e le loro principali sedi di
studi superiori.
Infatti, fin dal 1968, dopo aver lavorato per poco
più d’un anno nell’Instituto Nacional de Antropología
e Historia come ricercatrice delle culture di Grecia,
Roma ed Etruria, entrai a insegnare Lingua y Letteratura Greca nell’UNAM, dove tuttora lavoro come
professoressa e ricercatrice. Poi, quando nel 1986 si
celebrò in Messico il Symposium Platonicum, promosso dal collega argentino Conrado Eggers Lan, partecipai all’evento traducendo in spagnolo la relazione
presentata dal professor Livio Rossetti, che proveniva
da Perugia, e durante quell’incontro accademico il metaforico ponte a cui ho accennato si costruì realmente.
Con i miei giovani alunni di quel tempo formammo
con il professor Rossetti una bella “camerata” accademica: scambi di materiali e di pubblicazioni, stimoli e
progetti, una profonda amicizia e una feconda collaborazione.
Nel 1989, quando si celebrò a Perugia e a Bevagna il
II Symposium Platonicum, in occasione del quale si costituì la International Plato Society, che è divenuta un
punto di riferimento obbligato nell’ambito dei nostri
studi, i partecipanti provenienti dal Messico eravamo
già cinque (i professori Juliana González, C. Eggers
Lan, Enrique Hülsz, Nicole Ooms e la sottoscritta).
Poi, nel 1991, invitammo il professor Rossetti a impartire un corso sui filosofi presocratici nel Centro de
Estudios Clásicos e contammo con un’assistenza così
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Considerazioni intorno a un desideratum accademico | 87
numerosa, grazie anche alla traduzione del materiale
di studio dall’italiano allo spagnolo, che ci fece desiderar di ripetere l’esperienza anni più tardi. Gli interessi
che coprimmo a partire da allora abbracciano varie discipline: la filosofia, la filologia e il diritto nella Grecia
antica, oltre alla storia della scienza e la retorica dalle
sue origini in Grecia e nella Magna Grecia. E pure da
allora cominciarono a darsi i soggiorni accademici di
giovani laureati messicani, borsisti della nostra Facoltà,
presso l’Università di Perugia: è il caso dei dottori Gerardo Ramírez Vidal e Omar Álvarez Salas (quest’ultimo dottore di ricerca presso l’Università di Torino),
della Maestra Alicia Montemayor e della Licenciada
Virma Donnadiéu Sánchez, che sfortunatamente non
contiamo già più tra noi.
Negli ultimi anni, due Congressi Internazionali di
Retorica e il primo di Studi Classici in Messico, che si
è avvalso della gradita collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura in Messico e a cui sono stati invitati
anche i professori perugini Coarelli e Torelli, si sono
realizzati avendo come conferenziere invitato il professor Rossetti. Ancor più di recente è poi toccato al
professor Massimo Nafissi, lui pure dell’Università di
Perugia, di impartire un breve corso e varie conferenze nella Facoltà di Filosofia e Lettere e nell’Istituto di
Ricerche Filologiche della UNAM.
Il punto di maturazione è giunto, pertanto, perché
si formalizzi e sottoscriva un accordo culturale tra le
nostre due istituzioni accademiche, con gli opportuni
appoggi che esse possano ottenere, con la finalità di
facilitare il transito bidirezionale accademico e culturale su quel ponte metaforico costruito tra la Città del
Messico e la regione umbra. Un accordo che permet-
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ta, per un verso, a giovani dottori di ricerca perugini
di trascorrere periodi prolungati (tutto un semestre
o un anno, per esempio) d’insegnamento di Filologia Classica o Storia Antica (o altre discipline) nella
nostra Università e a giovani dottorandi messicani di
intraprendere, continuare o terminare le loro ricerche
nelle biblioteche di Perugia con la “tutoría” o la “cotutoría” di professori di quella Università, e per un altro verso, a professori e ricercatori dei due atenei di
realizzare dei soggiorni di studio che facilitino le loro
ricerche individuali o eventualmente plurinazionali e
di poter usufruire di interessanti intercambi di materiali scientifici che vadano a beneficio della qualità del
loro lavoro intellettuale.
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Indice dei nomi
José Francisco Álvarez González, 28
Omar Álvarez Salas, 73, 87
Fabrizio Ammetto, 25, 27, 28
Giulio Andreotti, 16
Paolo Barconi, 80
David Becerra Islas, 52, 53
Clara Bargellini, 85
Helena Beristáin, 34, 46, 72
Mauricio Beuchot Puente, 30, 38, 71
Anna Maria Biraschi, 50
Biancamaria Brumana, 26, 28
Onorato Bucci, 30
Stanislao da Campagnola, 30
Francesca Cantù, 30, 37
Franco Cardini, 31
Adolfo Castañón, 39
Alfonso Castro Pallares, 39
Juan Carlos Chávez, 26
Andra Cernicchi, 81
Filippo Coarelli, 49, 62, 85, 87
Miguel de la Madrid, 39
Fiorella Di Clemente, 16, 66
Virma Donnadiéu Sánchez, 72, 87
Maria Duranti, 30
Conrado Eggers Lan, 41, 69, 70, 86
Gioia Filocamo, 27, 28
Claudio Finzi, 30, 37, 39, 66, 71
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Hugo García Valencia, 56
Anna Giannatiempo, 50
Stefania Giombini, 21, 72
Juliana González, 41, 70, 86
Daniel Graham, 74
Maurizio Gualtieri, 50
Luigi Guarnieri Calò Carducci, 30
Roberto Heredia, 30, 38
Tarsicio Herrera, 30, 73
Enrique Hülsz Piccone, 70, 74, 86
Arturo Lara López, 27
Patrizia Liviabella Furiani, 19, 33, 50, 66-68
Rita Lorenzetti, 81
Gianfranco Maddoli, 62
Flavia Marcacci, 21
Sergio Martínez Sánchez, 53
Alicia Montemayor García, 42, 46, 51, 53, 73, 87
Adolfo Morganti, 30
Nicole Ooms Renard, 70, 75, 86
Giuseppe Orefici, 31
Mario Papini, 30
Riccardo Pace, 55
Massimo Pallottino, 85
Julio Palomera, 38
Maria Pecugi Fop, 30, 31
Pier Augusto Petacco, 74
Julio Pimentel Álvarez, 30, 38, 39
Sergio Pitol, 56
Carolina Ponce Hernández, 52, 63, 75
Rodolfo Ponce Montero, 26, 28
Maria Luisa Proietti, 30
Francesco Prontera, 50, 66, 83
Arturo Ramírez Trejo, 30, 38
Gerardo Ramírez Vidal, 30, 34, 38, 42, 45, 53, 68, 70, 7274, 87
Thomas M. Robinson, 42, 75
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Indice dei nomi | 91
Lourdes Rojas Álvarez, 46, 75
Angelo Silvio Rosati, 28
Gaia Rossetti, 30
Carlo Santini, 19
Romolo Santoni, 55, 64, 65, 78
Antonio Scarcella, 45, 67
Felice Scauso, 31
Ute Schmidt, 70, 75
Tullio Seppilli, 79
Simonetta Stopponi, 80
José Tapia Zúñiga, 42
Mario Torelli, 62, 85, 87
Romano Ugolini, 74
Aurelia Vargas Valencia, 74
Paola Vianello 13, 15-17, 21-24, 47, 62, 66, 70, 71, 76
Ramón Xirau, 49
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Umbria-Messico, Perugia-UNAM: frammenti di