Il termine "epilessia", che deriva dal greco "epilambanein" (essere sopraffatti, essere colti di sorpresa), sta ad indicare una modalità di reazione del Sistema Nervoso Centrale a diversi stimoli. L' epilessia, o meglio le epilessie, visto che se ne conoscono oltre 40 tipi, sono definite sulla base di due criteri: - Clinico, vale a dire la presenza delle crisi - Evolutivo, cioè la tendenza al ripetersi delle crisi Gli egizi: il geroglifico NSJT = epilessia E quale è quei che cade, e non sa como, per forza di demon ch’a terra il tira o d’altra oppilazion che lega l’omo, quando si leva, che intorno si mira tutto smarrito dalla grand’angoscia ch’egli ha sofferta, e guardando sospira Dante descrive una crisi convulsiva “La Divina Commedia” (1302-1321), Inferno, Canto XXIV, 112-117 Si dice soffrissero di tale patologia grandi personaggi, come Alessandro Magno, Giulio Cesare, Giovanna D’Arco o Napoleone; certamente ne soffrivano Dostoewski, Flaubert, Paganini, van Gogh, una prova che l’epilessia non lede le capacità intellettive, né il rendimento nella vita pratica Le epilessie interessano l'1 per cento della popolazione italiana, oltre 500.000 persone. L'incidenza è di 50 nuovi casi per ogni 100.000 persone ogni anno, vale a dire circa 25.000 nuove unità all'anno. Possono insorgere a qualsiasi età; in circa l'80 per cento dei casi, tuttavia, le crisi iniziano prima dei 20 anni, nell'infanzia e nell'adolescenza. L'epilessia è pertanto un problema di vasta rilevanza tanto che in Italia è stata riconosciuta come malattia sociale nel 1965. In base all’origine o eziologia dell’epilessia si distinguono tre grandi classi: epilessie idiopatiche o primarie, epilessie sintomatiche o secondarie ed epilessie criptogenetiche (cioè la cui origine non è identificata) Le crisi epilettiche sono sempre dovute alla presenza di un gruppo più o meno grande di cellule nervose che tendono ad avere una attività eccessiva, comunemente definita come "ipereccitabilità". Se paragoniamo le cellule nervose nel loro complesso ad una complicata rete elettrica, possiamo grossolanamente assimilare l'origine della crisi ad una piccola "scarica" elettrica eccessiva ed incontrollata che inizia all'improvviso, generalmente finisce rapidamente ed abitualmente non lascia nessuna conseguenza Tale scarica eccessiva può coinvolgere un numero limitato di cellule nervose, come nelle epilessie focali, o essere un fenomeno diffuso ad ampie aree della corteccia cerebrale, come nelle epilessie generalizzate Neuroni Disturbo “parossistico” ( a inizio e fine improvvisi) dovuto a una scarica neuronale abnorme nei circuiti di una parte o di tutto il cervello Crisi Spontanee Crisi “provocate” 95% 5% crisi epilettica occasionale L’Epilessia-malattia e’ configurata dal ripetersi di crisi epilettiche nel tempo Prevalenza dell'epilessia in Paesi industrializzati e in via di sviluppo e percentuale di casi con eziologia nota Paese Prevalenz a Eziologia nota (per 1.000) (%) Paese Prevalenz a Eziologia nota (per 1.000) (%) Cile 18,5 29,6 Nigeria 5,0 49,5 Cina 4,4 21,1 Pakistan 9,8 38,4 Francia 8,0 30,0 Polonia 3,4 51,6 5,3 (17,5) 25,4 Guatemal a 5,8 (8,5) 56,2 Regno Unito India 3,7 (4,8) 22,7 Stati Uniti 2,7-6,8 25,0 Islanda 4,8 38,0 Tanzania 12,1 25,3 Italia 6,4 39,6 Turchia 10,2 53,1 Libia** 2,3 17,5 Legenda: * = epilessia attiva (epilessia attiva e in remissione tra parentesi); ** soggetti di età > 15 anni Fonte: modificato da Beghi E. Aetiology of epilepsy. In: Shorvon SD, Perucca E, Fish D, Dodson E (eds). The treatment of epilepsy. Malden, MA: Blackwell Science, 2004: 50-63 75% 25% Diagnosi Errata Diagnosi corretta In base al tipo di crisi/ In base all’eziologia In base all’eta’ di insorgenza In base al rapporto con il ciclo sonno-veglia In base al rapporto con stimoli scatenanti In base alla risposta alla terapia farmacologica EPILESSIE IDIOPATICHE o PRIMARIE EPILESSIE CRIPTOGENICHE EPILESSIE SINTOMATICHE o SECONDARIE EPILESSIE IDIOPATICHE Causa presumibilmente genetica Generalmente con evoluzione benigna Piccolo Male Grande Male del Risveglio Epilessia Rolandica EPILESSIE CRIPTOGENICHE Causa sospettata, ma non dimostrabile EPILESSIE SINTOMATICHE Esiste una causa organica dimostrata e responsabile delle crisi Epilessie Sintomatiche Danno cerebrale perinatale Malformazioni Infezioni Sistema Nervoso Centrale Malattie metaboliche ( Patologie da accumulo) Lesioni Traumatiche Lesioni Vascolari Lesioni Tumorali (tumori benigni/Maligni) Le varie cause sono piu’ o meno frequenti a seconda dell’eta’ di insorgenza dell’epilessia Crisi generalizzate convulsive ( crisi di “grande male”) Crisi generalizzate non-convulsive ( “assenze piccolo male” ) AD OGNI AREA DEL CERVELLO LA SUA MANIFESTAZIONE Aree Sensoriali Aree Motorie Aree a contenuto funzionale complesso tra cui aree del linguaggio CRISI FOCALI SEMPLICI CRISI FOCALI COMPLESSE LE CRISI FOCALI POSSONO SECONDARIAMENTE GENERALIZZARE TIPI DI CRISI FOCALI Motorie (cloniche, toniche, miocloniche) Sensitive Sensoriali (olfattive, gustative …) Vegetative Affettive (paura, angoscia….) Discognitive (afasiche; dismnesiche; deja vu; deja vecu …) Etc… Forme infanto-giovanili Forme ad insorgenza tardiva Dell’adulto Dell’anziano 40% 35% 25% Morfeiche Veglia Random Cut-off % crisi in sonno > 75% > 90% 100 % Cut-off di follow-up : 2 e 6 anni dall’esordio D’Alessandro R. et al 2002 Epilessia Rolandica Sindrome di Landau-Kleffner Epilessia Frontale notturna Sporadica Autosomica Dominante Epilessia temporale notturna Nel 20% dei casi si ricostruiscono uno o più fattori scatenanti la crisi Solo nell’1% dei casi pero’ le crisi si manifestano esclusivamente in rapporto a uno specifico fattore scatenante (Epilessie Riflesse) EPILESSIA FOTOSENSIBILE L’EPILESSIA DELLA LETTURA L’EPILESSIA MUSICOGENICA EATING EPILEPSY Lo studio di tali fattori e del loro rapporto con l’occorrenza delle crisi può contribuire alla comprensione dei meccanismi fisiopatogenetici delle crisi La conoscenza di questi fattori e la consapevolezza del loro ruolo nell’influenzare le crisi può far attuare strategie di evitamento o orientare la terapia farmacologica contribuendo cosi’ a migliorare il decorso della malattia. FATTORI ESOGENI (sensoriali/non sensoriali) FATTORI ENDOGENI (ormoni;ciclo sonno/veglia) FATTORI FISIOLOGICI ENDOGENI FATTORI NEL CONTESTO DELLO STILE DI VITA FATTORI NEL CONTESTO DI COMORBILITA’ FATTORI NEL CONTESTO DELLO STILE DI VITA Fumo Alcol Privazione di sonno Iperventilazione Stimoli Luminosi Intermittenti Emozioni Rapporti Sessuali Fumo Un consumo moderato non ha influenza Nel contesto di tabagismo possono esserci influenze negative dirette (nicotina stimolante SNC) o indirette (alterazioni del sonno) Il bupropione, sostanza usata nello svezzamento da fumo, e’ risultato essere proconvulsivante Alcol Un consumo moderato non ha influenza Crisi in stato di ebbrezza Crisi in fase di astinenza acuta Crisi in fase di intossicazione cronica Privazione di Sonno Notturno Come stress biologico in se’ In quanto provoca sonnolenza La privazione di sonno facilita le crisi sia quando e’ acuta sia quando è cronica Iperventilazione Aumento dell’ipereccitabilità corticale attraverso l’alcalosi respiratoria dovuta a maggior eliminazione di Co2 con conseguente vasocostrizione E’ particolarmente attivante nei bambini Precipita in particolar modo le Assenze Piccolo male STIMOLAZIONE LUMINOSA INTERMITTENTE Crisi esclusivamente scatenate da SLI Crisi spontanee +crisi scatenate da SLI Crisi spontanee + EEG positivo alla SLI Davanti al televisore o al computer Giocando a videogiochi In discoteca Luci riflesse da specchio d’acqua Attraversando Gallerie Percorrendo un viale alberato Uso di schermi filtrati (TV ,Computer) Distanza dagli schermi di almeno tre metri Mantenere un ambiente circostante illuminato Occhiali Scuri Occhiali blu cobalto Se si avverte un iniziale fastidio coprire uno dei due occhi EMOZIONI Possono scatenare sia crisi parziali sia generalizzate Il fenomeno è aspecifico, difficilmente quantificabile I meccanismi sono verosimilmente multipli, coinvolgendo circuiti nervosi connessi al controllo della vigilanza e dell’emotività (sistema limbico) e fattori quali l’iperventilazione FATTORI NEL CONTESTO DI COMORBILITA’ Febbre Ipoglicemia Ipossiemia Squilibri Idroelettrolitici Antidepressivi triciclici Antipsicotici Sali di Litio Penicillina Cefalosporine Isoniazide Agenti antimalarici Teofillinici Contrasti Iodati Anestetici SINDROMICA DIAGNOSI EPILESSIA EZIOLOGICA ANAMNE SI EEG (intercritic o, critico, Holter, videoEEG) TC RM SPECTPET TEST GENETICI EEG Consiste nella registrazione, dalla superficie dello scalpo, dell’attività elettrica spontanea della corteccia cerebrale Gli elettrodi sono disposti sullo scalpo sulla base di alcuni punti di repere (nasion ed inion) in modo che corrispondano alle aree corticali sottostanti. Il sistema di piazzamento e denominazione degli elettrodi è denominato “SISTEMA 10-20”. EEG: dati in favore di epilessia diagnosi sindromica solo il 35% dei soggetti epilettici ha anomalie specifiche alla 1.a registrazione; un altro 50% presenta anomalie in registrazioni successive; il restante 15% non presenta mai anomalie EEG: metodiche di attivazione iperventilazione stimolazione luminosa intermittente sonno Video-EEG “Holter”-EEG: registrazione prolungata in soggetti fuori dal laboratorio; utile per diagnosi differenziale Stereo-EEG: registrazione con elettrodi intracerebrali; solo in valutazione prechirurgica 1. Diagnosi di positività 2. Diagnosi sindromica 3. Valutazione di improvviso deterioramento cognitivo 4. Indicazione chirurgica 5. Rischio di recidiva dopo la prima crisi 6. Rischio di recidiva dopo sospensione terapia NO (solitamente): valutazione del follow-up 1. Parossistici = chiaramente distinti dall’attività di fondo 2. Brusco cambiamento di polarità = morfologia puntuta 3. Durata inferiore a 200 ms 4. Corrispondenti ad un campo elettrico “fisiologico” inoltre, solitamente: 5. Polarità negativa 6. Seguiti da onda lenta MONITORAGGIO VIDEO-EEG PROLUNGATO: Indicazioni (AEEG society, 1994) DIAGNOSI… Di episodi critici di natura incerta Di episodi critici in pz epilettici, in caso di modificazioni sostanziali della semeiologia critica. CLASSIFICAZIONE… Della semeiologia critica in diagnosi sindromiche non precisate Del tipo e della frequenza delle anomalie critiche e intercritiche Della relazione degli episodi critici con stimoli specifici QUANTIFICAZIONE… Della frequenza di episodi critici in pz non in grado di segnalare o ricordare le crisi TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA Tecnica a raggi X Offre informazioni strutturali Vantaggi: poco costosa, rapida esecuzione Svantaggi: potere di risoluzione nettamente inferiore rispetto alla Rm RISONANZA MAGNETICA Indagine strutturale L’immagine viene costruita sulla base delle onde radio emesse dagli atomi di idrogeno stimolati da un campo magnetico Alta capacità di risoluzione Possibilità di ricostruzione dell’immagine in tre dimensioni Lipotimia - Sincope Ipoglicemia Emicrania con aura Parasonnie e disturbi del sonno Attacchi ischemici transitori Disturbi del movimento (discinesia, distonie, tics) Patologie psichiatriche (attacchi di panico, crisi “isteriche” - “pseudocrisi”, simulazione, stati di depersonalizzazione, agitazione e automatismi in psicosi e oligofrenie) Rischio di ricorrenza dopo prima crisi spontanea: 80% a 3 anni Risposta ottimale al trattamento: 70% Recidive dopo sospensione trattamento: dipendente dalla sindrome (20-50%) Farmacoresistenza: 20-30% Il trattamento viene solitamente iniziato dopo la 2.a crisi. Trattamento iniziale: monoterapia. Scelta del farmaco e posologia: individualizzate, in base a: tipo di crisi e sindrome età e peso tolleranza individuale al farmaco compliance coesistenza di altre malattie e altre terapie Fallimento 1.a monoterapia: seconda monoterapia politerapia, sulla base delle possibili interazioni farmacocinetiche (minime) e farmacodinamiche (massime) Unico criterio di efficacia: andamento della frequenza critica. Il “dosaggio” plasmatico ha valore solo indicativo La persistenza di anomalie EEG non indica fallimento terapeutico Rischio di epilessia no terapia no terapia Crisi unica Eccezioni: disturbo cerebrale progressivo EEG marcatamente alterato Due o più crisi monoterapia Eccezioni: crisi molto distanziate (> 1 anno) = oligoepilessia fattori precipitanti identificati (e. riflessa, farmaci, alccol, sostanze) probabile cattiva compliance (es. disturbo personalità) scelta del paziente o dei parenti Requisiti: assenza di ogni tipo di crisi da almeno 2-3 anni consenso informato del paziente Fattori favorevoli epilessia infantile sfavorevoli - esordio tardivo epilessia idiopatica - parziali assenza lesioni, ENO negativo breve durata malattia EEG normale non guidatore Meccanismi d’azione aumento inbizione GABA-mediata riduzione fenomeni eccitatori sinaptici (glutammato) riduzione delle scariche indotte da correnti Na+ e Ca++ voltaggio-dipendenti Farmaco appartenente alla categoria dei triciclici, prime sperimentazioni negli anni’50 Agisce sulla conduttanza dei canali del Na+, riducendo il firing ripetitivo di potenziali di azione ad alta frequenza Proposti anche altri meccanismi, meno sicuri Esiste solo in formulazione orale, biodisponibilità 75-85%, con marcate variazioni interindividuali Metabolita attivo: 10,11 epossido Altamente metabolizzata a livello epatico Effetto induttore ed autoinduttore Molte interazioni con altri farmaci Principali effetti collaterali (3050% dei pazienti) (necessaria sospensione in 5-10%): Sedazione, atassia, vertigine Nistagmo, diplopia Nausea, tremore, mioclonie Effetti idiosincrasici: Reazioni cutanee Agranulocitosi Epatopatia Sintetizzato come solvente nel 1882, utilizzato come AED dagli anni’60 Meccanismo di azione non ancora del tutto precisato Buone caratteristiche farmacocinetiche (con l’eccezione di elevato legame alle proteine) Disponibile anche in formulazione EV e retard (Depakin Chrono) Non induttore epatico, ma aumenta la concentrazione di PB e LTG Buona la tolleranza, ma effetti collaterali di tipo endocrino, specie nelle donne, e alcuni effetti idiosincrasici gravi (pancreatiti, epatiti fulminanti anche fatali, specie nei bambini < 2 anni) Teratogeno più di altri farmaci Efficacia marcata, ad ampio spettro. Viene considerato farmaco di prima linea in pressochè tutti i tipi di crisi Crisi ripetute e prolungate due o più crisi senza completo ricupero delle funzioni neurologiche tra le crisi attività critica più o meno continua per 30’ o più Classificazione: generalizzato convulsivo parziale semplice (epilessia parziale continua) non convulsivo parziale complesso assenza Accesso venoso; urgenze ematologiche; tiamina 100 mg; glucosata 50% 50 cc Lorazepam i.v. (0,1 mg/kg [< 2 mg/min]), oppure diazepam (0,2 mg/kg [< 5 mg/min]) Se inefficace: fenitoina i.v. (Aurantin) 20 mg(kg < 50 mg/min) monitorando P.A. ed ECG id.: ulteriori 20 mg(kg fenitoina i.v. id.: assistenza respiratoria; fenobarbitale 20 mg/kg id.: coma barbiturico (pentobarbital) a dosi sopprimenti attività EEG La terapia dell'epilessia si fonda sul principio di cercare di ottenere la completa libertà dalle crisi, ma senza compromettere eccessivamente la funzionalità del paziente con gli effetti collaterali dei farmaci anticonvulsivanti. La terapia farmacologica dell'epilessia viene sempre iniziata con un solo farmaco del quale vengono aumentate gradualmente le dosi fino a raggiungere la completa libertà dalle crisi o fino a che insorgono effetti collaterali che vengono giudicati eccessivi. Se il primo farmaco non è sufficientemente efficace o non è abbastanza ben tollerato si passa a un altro farmaco, sempre usato da solo. È soltanto dopo aver provato due o tre farmaci da soli (monoterapia) senza successo che si tenterà la somministrazione contemporanea di due farmaci. Questo perché la monoterapia è considerata la migliore strategia terapeutica per la cura dell'epilessia ed è stato dimostrato in diversi studi che l'associazione di due o più farmaci determina un aumento di efficacia modesto a fronte di un aumento sensibile degli effetti collaterali. 70% 30% Responsive alla terapia farmacoresistenti Rischi legati alla malattia in se’ La Crisi Le Crisi Subentranti-Lo Stato di Male Rischi legati alla terapia farmacologica Effetti collaterali della terapia Farmaci Chirurgia Stile di vita (evitare le situazioni scatenanti le crisi) Trattamenti Particolari Stimolazioni intracerebrali Stimolazione Vagale Dieta Chetogena Evitare manovre di contenimento Facilitare la respirazione, senza fare respirazione assistita Non porre nulla tra le arcate dentarie Non somministrare farmaci CURARE L’EPILESSIA SOSTENERE IL SOGGETTO CON EPILESSIA SOSTENERE L’ENTOURAGE DEL SOGGETTO CON EPILESSIA -Interventi Psicologici -Interventi socio-sanitari