Impot reprisée Tassa ricossa Ufficio di Jesi A PAG. 3 A PAG. 4 A scuola con Federico II Una tavolozza di petali A PAG. 4 A PAG. 5 Madonna del Sassoferrato Andar per cicoria settimanale d’informazione Euro 0,80 “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi” ANNO LII - N. 20 Un’ora di stipendio per andare a votare Quei tocchi di classe In via Montenapoleone il voto del 12 giugno rende. Un’ora di stipendio a chi dimostra di essere andato alle urne. Un appello lanciato alle donne imprenditrici a fare altrettanto, forse per scuotere un certo elettorato culturalmente pigro che, secondo certi sondaggi, nel 93 per cento dei casi non avrebbe ancora capito cosa esattamente sia la fecondazione omologa, e nel 12 per cento dei casi sospetterebbe addirittura trattarsi di una faccenda fra omosessuali. L’idea di pagare chi va alle urne è venuta alla signora Claudia Buccellati, titolare di una gioielleria appunto in quella via, ed è stata lanciata alla presentazione milanese del comitato “Donne per il sì” fondato da Emma Bonino. Nel consueto parterre di vecchie glorie del femminismo, ex attrici, ex cantanti, imprenditrici rampianti, fra dichiarazioni di “fede cattolica” – pienamente compatibile però con congelamento e dissezione di embrioni a scopo di ricerca – la trovata della signora Buccellati, da Repubblica definita “marketing manager”, è stata un tocco di classe in questa campagna elettorale, che finora mancava. Per non esser da meno, una docente di biologia milanese ha dichiarato che lunedì 13 giugno considererà presenti alle lezioni gli studenti che si rechino ai seggi. Compiacimento in sala fra le signore. “Votare è non solo un diritto, ma un dovere”, ha affermato enfaticamente la Buccellati, e vaglielo a spiegare che perfino su Repubblica un giurista come Giuliano Amato ha spiegato che no, non è vero, in un referendum non è come in un’elezione politica o amministrativa, ed è legittimo astenersi. Niente, applausi entusiasti dalla platea di destra, di sinistra ma comunque fresca di parrucchiere. Perciò, essendo che secondo la titolare della gioielleria d’una delle più esclusive di Montenapoleone votare il 12 giugno è un dovere, la ditta Buccellati munificamente offre, dietro prova del voto, un’ora di stipendio. Ben pensato: un gesto simbolico, e di certo per quei pochi euro non si va in rovina. Più impegnativo sarebbe stato, nella memoria di Achille Lauro che nella Napoli del dopoguerra offriva la scarpa destra prima, e la sinistra dopo, con la prova del voto, regalare un orecchino, e poi il gemello. Ma, certo, era una soluzione troppo dispendiosa. Qui si voleva cavarsela con poco. Un’ora di stipendio, per carità, una cosa solo simbolica. O una mancia. A fronte di un non votare che, se qualcuno non l’ha capito, è, almeno per molti, e certamente per i cattolici, un non votare carico di significato politico e etico. Un “no” netto, secco, cosciente e motivato. Almeno tanto quanto il “sì” delle signore per il “sì”. Ed è davvero molto poco qualche decina d’euro per la coscienza di una persona, perché questo è in gioco, non un sindaco, non un governo, il 12 giugno. Sarebbe bello restituirle al mittente, queste mance, alle marketing manager - e alle bottegaie che davvero oseranno darle. In tutto questo, osserverà forse qualcuno, resta però intatta la non ingerenza nel voto che si chiede di esprimere. Ora, al di là che mai come in questo caso l’astensione ha avuto un significato, occorre pur ricordare che il non raggiungimento del quorum costerebbe ai proponenti circa 500mila euro a quesito: se mancasse il quorum per tutti e quattro, due milioni di euro in mancati rimborsi. Al voto, al voto, comunque, e anche dietro il compenso di un’ora di stipendio, dicono le “Donne del sì”, capeggiate da Emma Bonino. Marina Corradi (da “Avvenire”) DIREZIONE E REDAZIONE : JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX 0731.208145 Domenica 5 giugno 2005 Messaggio di Mons. Vescovo “Senza la domenica non possiamo vivere” Sono contento di partecipare spiritualmente a questa processione del Corpus Domini. Mi ero prenotato per partecipare a Bari, ma la salute non me lo ha permesso. La nostra Diocesi ha celebrato con gioia l’anno eucaristico e il congresso nel 1990 ed ha ripetuto con entusiasmo il Congresso Eucaristico Diocesano nell’Anno Santo del 2000. “Senza la domenica non possiamo vivere!” Domenica 29 maggio, solennità del Santissimo Corpo e Sangue del Signore, nella chiesa Cattedrale il Vicario Mons. Giuseppe Quagliani ed i sacerdoti della città hanno celebrato alle ore 18 la Santa Messa al termine della quale è iniziata la processione per le vie del centro che si è poi conclusa con la benedizione eucaristica in piazza della Repubblica. Mons. Vescovo, che per motivi di salute, non ha potuto presiedere, ha inviato ai numerosi presenti un messaggio, letto dal Vicario. Qui, a lato, il testo del messaggio: La secolarizzazione, purtroppo, ha rovinato la sacralità della domenica. Ma noi cristiani dobbiamo ritrovare il significato della domenica, recuperando la centralità della Messa domenicale come festa della famiglia e la partecipazione all’amore del prossimo vivendo la carità e gli spazi di adorazione comuni. Il Signore Gesù presente nell’Eucaristia ci darà molte occasioni per onorarlo, vivere con lui ed edificare la comunità cristiana nel mondo. Vi ringrazio delle vostre preghiere, vi benedico e confermo il mio affetto per tutti voi. Ma non è una sorpresa La Francia blocca la Costituzione europea di Vittorio Massaccesi [email protected] Della grandeur della Francia si sono sempre vantati tanti dei suoi figli, da Luigi XIV, a Napoleone, a De Gaulle. Magari anche a ragione perché, almeno a partire dalla costituzione degli Stati moderni – sec. XV - la nazione si è sempre trovata in prima linea tra le grandi potenze con l’aggiunta di un intuito politico che non ha paragone, ad esempio, con quello tedesco. Ed oggi la grandeur la schiaffa davanti a tutta l’Europa negando quella Costituzione che proprio uno dei suoi maggiori figli viventi, l’ex presidente della repubblica Giscar d’Estaing, ha ampiamente contribuito a proporre ai venticinque Stati facenti parte dell’Unione unitamente al nostro ex presidente Giuliano Amato. *** La storia, la potenza, l’organizzazione della Francia – una delle sei fondatrici dell’Ue - non permettono di pensare ad un’Unione senza il cuore dell’Europa. Ma perché il rifiuto da parte di un popolo allenato alla democrazia e aggiornato culturalmente? Perché ha prevalso il timore di cedere ricchezza ai popoli sopravvenienti più poveri (Polonia, Paesi baltici ecc,). Inoltre si è temuta un’eccessiva riduzione della sovranità e il contemporaneo trionfo di un’eco- nomia ultraliberista tutta a favore delle classi maggiori. Per non dire del rischio dell’ingresso - lontano quanto si vuole ma presente nei programmi - della Turchia che dai francesi è intesa, nel bene e nel male, come un mondo del tutto estraneo alla cultura europea e a quella – perché no? – di Cartesio, di Rousseau, di Voltaire. Proprio come negli anni ’50 fu la Francia a bloccare la Ced – un cammino verso l’unione degli eserciti dei sei Stati - .così oggi è la Francia a far segnare il passo a quella stessa Unione europea che pure ha percorse tanta strada e che oggi non merita il rischio della stagnazione politica. *** Che proprio questo è il rischio per i venticinque paesi dell’Unione: stagnazione politica e arrembaggio individualistico di fronte ai grandi temi della globalizzazione. Solo un cieco non vede che l’attuale miopia del popolo francese fa il gioco delle grandi potenze mondiali (Usa, Cina, Giappone, India) le quali altro non desiderano che la disunione di un’Europa con una voce che si perda in mille rivoli, che quasi mezzo miliardo di persone, super attrezzate per spingere in avanti il loro progresso, vivano nella disunione e nella discordia politica. Ve lo immaginate come Bush rida sotto i baffi per lo schiaffo che il popolo francese ha dato a Chirac? E come gongoli pensando che l’organizzazione politica dell’Unione, già così flebile, si allontana sempre di più? A questo punto Consiglio e Commissione europea devono rimboccarsi le maniche in tutta fretta, insistere perché il cammino di approvazione della Costituzione nei vari Paesi continui. Fra due anni si tireranno le somme. Conclusione. Volenti o nolenti, ormai siamo obbligati ad andare avanti nel cammino dell’Unione, magari accontentandoci di ingranare la prima marcia. La velocità della Ferrari rimane un sogno. E sarebbe anche rischiosa. + P. Oscar, Vescovo Presenti in Italia Quasi tre milioni di immigrati Un po’ meno di tre milioni. Con un’incidenza sulla popolazione italiana ormai vicina alla media europea (il 5 per cento, anche se resta lontano dal 9 di Austria e Germania) e soprattutto tanti bimbi e ragazzini. Eccola, la foto più recente degli stranieri nel nostro Paese appena “scattata” da Caritas italiana, Caritas di Roma e Fondazione Migrantes attraverso il loro “Dossier immigrazione 2005”, del quale il 9 maggio sono state fornite (come di consueto ogni anno) alcune anticipazioni. Ma andiamo a vederne alcuni dettagli, i più importanti. di Pino Ciociola Presenza diventata «sempre più rilevante» Gli stranieri in Italia alla fine del 2004 erano due milioni e 730 mila: soprattutto arrivati dall’Europa (un milione e 289 mila), ma anche dall’Africa (647 mila), dall’Asia (472 mila) e dall’America (314 mila). Una presenza, insomma sottolineano le Caritas e Migrantes - che «da marginale è divenuta sempre più rilevante» e che perciò «richiede con forza Un progetto per la Torre della Guardia La sentinella delle Marche di Augusta Franco Cardinali Oggi possiamo solo immaginarla. La Torre della Guardia era una struttura solida e imponente che si ergeva su una collina di appena trecentosedici metri, non lontano dalla città. Dominava però un panorama immenso. Dalla sua sommità si scorgevano tutti i confini della Marche, dal Gran Sasso al mare. Era un osservatorio, un posto di guardia naturale e così venne in passato utilizzata. E’ però attendibile l’ipotesi, formulata anni fa da Giuseppe Luconi, che il luogo sia stato sempre considerato strategicamente importante; che quindi la torre, distrutta nel una normativa più organica, per non restare a metà del guado». E intanto aumenta il loro ritmo di crescita, che viaggia intorno ai 130 mila nuovi arrivi ogni anno (88 mila dei quali ricongiungimenti familiari). I minori sono un quinto del totale La situazione va ormai normalizzandosi dal punto di vista demografico - sottolineano le anticipazioni al Dossier - con «la prevalenza fra gli stranieri dei coniugati». E in particolare sono poi importanti almeno un paio di considerazioni: i minorenni ormai raggiungono un quinto dei residenti immigrati e il «consistente numero di bambini nati da genitori stranieri, 33.691 nel 2003 (e secondo le proiezioni quasi 40 mila nel 2005). Viene fuori, poi, «una tendenza alla stabilità di residenza, visto che «il 60 per cento della popolazione straniera soggiorna da cinque anni o più» e che 320 mila immigrati in questi anni hanno acquisito la cittadinanza italiana. Il fabbisogno di forza lavoro ’44 durante la battaglia per la liberazione di Filottrano, sia stata solo l’ultima vedetta della Marche. Altre postazioni simili precedentemente, forse addiritSegue a pag. 8 Detto infine che la presenza straniera è distribuita su tutto il territorio, sebbene venga notevolmente privilegiato il Nord (60 per cento) rispetto al Centro (30 per cento) e al Sud (10 per cento), Caritas e Fondazione Migrantes rilevano anche il «crescente fabbisogno di forze lavoro aggiuntive da parte del mercato occupazionale italiano, con una percentuale dei lavoratori immigrati vicina all’8 per cento delle forze lavoro». «Visione organica e proiettata al futuro» Così, «al processo irreversibile di strutturalizzazione dell’emigrazione – si legge nelle anticipazioni – dovrebbe corrispondere una visione organica convinta e proiettata al futuro». Sarebbe a dire che «il nodo della politica migratoria in Italia sta nel collocarsi a metà del guado: si ha coscienza che è impossibile tornare indietro, ma si è titubanti nell’affrontare il problema delle quote e nell’adottare meccanismi flessibili di collocamento». Morale Nella foto accanto al titolo, la Torre della Guardia agli inizi del secolo scorso; nelle due foto qui sopra, quel che restava dell’antica Torre nel 1950 e nel 2002. Morale? «Gli immigrati «sono anche i nuovi cittadini» e per loro serve un progetto più deciso di integrazione», che, «banditi definitivamente xenofobia e razzismo, rimedi alle vessazioni burocratiche, elimini le disparità, finanzi le attività necessarie all’integrazione, riveda la normativa sulla cittadinanza e faciliti la partecipazione degli immigrati al voto amministrativo. 2 Vita ecclesiale Domenica 5 giugno 2005 Giornata Mondiale della Gioventù Si parte... in fretta con Maria... verso Colonia di don Cristiano Marasca Una calorosissima risposta quella dei giovani delle Marche alla Giornata Mondiale della Gioventù 2005 di Colonia: mancano ancora tre mesi e sono già oltre 2.700 gli iscritti. Come si è scritto su “Voce” del numero scorso, nella sera di venerdì 20 maggio quelli che spesso vengono chiamati “papaboys” hanno manifestato nella basilica di Loreto, con una veglia a loro dedicata, tutto il loro entusiasmo in questo cammino di festa, di gioia e di incontro che li condurrà sulle orme dei Magi (le cui reliquie sono custodite nella Cattedrale renana), all’incontro con l’Emmanuele. Dalle diocesi delle Marche i giovani iscritti si sono dunque riuniti per incontrarsi e pregare insieme accompagnati dai vescovi di tutte la regione o dai loro rappresentanti rinnovando la professione di fede, invocando i santi della Chiesa Marchigiana e Tedesca, soffermandosi in silenziosa preghiera di fronte all’Eucaristia e magnificando la grandezza del Signore anche con la preghiera espressa attraverso la danza rievocando il “Sì” di Maria. Al termine della celebrazione è avvenuta sul sagrato della Basilica la consegna di una copia della Statua della Vergine di Loreto a don Paolo Giulietti del Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile che verrà accompagnata da gruppi di atleti a piedi da Bari fino a Colonia in un percorso che si snoderà nei prossimi mesi tra Italia, Svizzera e Germania. * L’asterisco La Turchia e l’Europa di Giacomo Galeazzi La Turchia in Europa: profezia di Papa Giovanni. Da «amico dei turchi», come fu ribattezzato sul Bosforo, e precursore dell’«europeizzazione» del paese della Mezzaluna, Angelo Roncalli, delegato apostolico ad Istanbul dal 1935 al 1945 e futuro Giovanni XIII, ha saputo leggere in anticipo i segni dei tempi. Un «matrimonio», quello tra Turchia islamica ed Occidente cristiano, celebrato dall’ambasciatore pontificio, con lo sguardo rivolto al futuro, a partire dai gesti quotidiani. Una lungimiranza non priva di «strappi» alla tradizione, cosicché alcuni membri delle comunità di stranieri cattolici presenti a Istanbul scrissero a Roma per protestare contro il vescovo bergamasco (proclamato beato da Karol Wojtyla) che aveva provato a far celebrare le messe anche in lingua turca. Quel nunzio, secondo loro, stava cambiando la religione cattolica. Trent’anni dopo, eletto al soglio di Pietro, Roncalli istituì le relazioni diplomatiche tra il Vaticano e la Turchia. Appena sbarcato ad Istanbul aveva annotato sul suo diario: «Dalla finestra della mia camera, qui presso i padri gesuiti, osservo tutte le sere un assembrarsi di barche sul Bosforo; spuntano a decine, a centinaia dal Corno d’Oro; si radunano ad un posto convenuto e poi si accendono, alcune più vivacemente, altre meno, formando una fantasmagoria di colori e di luci impressionanti. Credevo che fosse una festa sul mare per il Baraim che cade in questi giorni. Invece è la pesca organizzata delle palamite. Grossi pesci che si dice vengano dai punti lontani del Mar Nero. Queste luci durano tutta la notte e si sentono le voci gioiose dei pescatori. Lo spettacolo mi commuove». A proseguirne l’opera in nunziatura e ad ereditare il titolo di «amico dei turchi» (e principale sostenitore in Curia del loro ingresso nell’Unione Europea) è il cardinale marchigiano Sergio Sebastiani, diplomatico di lungo corso in America Latina ed Europa, ambasciatore di Giovanni Paolo II in Turchia dal 1984 al 1995, poi organizzatore del Giubileo e attuale presidente della la Prefettura Economica della Santa Sede. Mostra pro malati di lebbra Il 4 giugno sarà inaugurata la mostra-vendita che il gruppo “Amici di Raoul Follereau” di Jesi organizza in favore dei malati di lebbra. La mostra, che si terrà al Palazzo dei Convegni, sarà aperta tutti i giorni, fino al 12 giugno dalle 9,30 alle 12 e dalle 16 alle 19. Gli organizzatori ringraziano fin da ora quanti vorranno contribuire. Pellegrinaggio a piedi Jesi-Loreto Venerdì 17 giugno si svolgerà il ventisettesimo pellegrinaggio a piedi Jesi–Loreto organizzato dalla Diocesi. Il programma prevede l’incontro alle 20,30 presso la parrocchia di Sant’Antonio Abate, a Minonna, per le iscrizioni e la preghiera comunitaria. Voce della Vallesina settimanale di ispirazione cattolica Associato alla FISC Direttore responsabile Giuseppe Luconi Direzione, redazione amministrazione e pubblicità Piazza Federico II, 8 60035 Jesi telefono e fax: 0731 208145 E-mail: [email protected] Sito: www.vocedellavallesina.it Abbonamento annuo normale: 30 euro di amicizia: 40 euro sostenitore: 50 euro direttamente in redazione (tutti i giorni feriali dalle 9 alle 11) o a mezzo posta (su c/c 13334602) Registrazione Tribunale Ancona n. 143 del 10.1.1953 Stampa Litograf s.r.l. Jesi - Via Abbruzzetti, 12 tel. 0731 211639 - 211694 Alle 21,30 partenza per camminare poi tutta la notte ed arrivare a Loreto alle 7 del mattino seguente. Durante il tragitto sarà garantita l’assistenza tecnica e sanitaria. Chi vorrà partecipare è invitato ad indossare un gilet ad alta visibilità e scarpe comode ed a munirsi di una torcia elettrica. Per informazioni ci si può rivolgere a don Bruno Gagliardini (tel 0731.204961) In risposta al messaggio augurale del Vescovo Benedetto XVI ringrazia e benedice Dalla Segreteria di Stato del Vaticano, lo scorso 11 maggio, è giunta questa lettera a Mons. Vescovo: Eccellenza Reverendissima, nella fausta circostanza dell’elezione alla Cattedra di Pietro del Santo Padre Benedetto XVI Ella, anche a nome di codesta Comunità diocesana, ha voluto inviarGli un affettuoso messaggio augurale. Sua Santità ha accolto con vivo compiacimento tale testimonianza di sincera devozione e, mentre ringrazia Vostra Eccellenza per il premuroso gesto e per le preghiere che l’hanno accompagnato, di cuore imparte a Lei ed a quanti si sono associati a questo atto filiale l’implorata Benedizione Apostolica, che estende volentieri ai fedeli della Diocesi. Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima dell’Eccellenza Vostra Rev.ma dev.mo Leonardo Sandri - sostituto DAI NOSTRI MISSIONARI Le difficoltà di tanti fratelli Dal convento delle suore missionarie della Consolata, Grugliasco (Torino), Sr. Luisa Elvira Ferracci: Carissimo Vescovo e carissimi tutti del Gruppo Missionario, il Cristo Crocifisso-Risorto ancora una volta si pone al nostro fianco, sulle nostre strade, ascolta le nostre difficoltà, le incertezze e le paure, ci insegna a leggere la storia con occhi e cuore di figli e ci invita ad abbandonarci nelle mani del Padre. A voi, che come Gesù, vedete le difficoltà dei fratelli e continuate ad offrire la vostra solidarietà a tanti fratelli, giunga il mio grazie di cuore! Il vostro ricordo, la vostra preghiera, l’arrivo puntuale di “Voce della Vallesina” e delle lettere del caro Vescovo, mi dicono il vostro affetto e la vostra vicinanza. Anche io ricordo tutti e assicuro la mia preghiera. Anche le missionarie che operano in Etiopia porgono cordiali saluti e assicurano la loro preghiera. Con affetto e riconoscenza. Valori umani e cristiani Da Uvira (Congo), Sr. Rosanna Bucci: Carissimi, eccomi ritornata ad Uvira! Come sempre l’accoglienza è stata calorosa da parte delle sorelle, dei padri e della gente. Alcuni poveri e ammalati sono venuti a darmi il benvenuto con galline, uova, banane e arance. Dato che ho ritrovato volti conosciuti e che ho ripreso l’attività iniziata, non mi è neanche sembrato di essere stata qualche mese in Italia, se non fosse stato per le punture di insetti che mi hanno subito fatto festa e per il mio fisico che ha risentito del cambiamento di temperatura. Sta facendo veramente caldo! Anche se ho già fatto dieci anni di Africa devo continuamente adattarmi sia fisicamente che culturalmente al nuovo ambiente. Arrivando ho trovato i cristiani che facevano la novena per l’elezione del nuovo pontefice… è bello far parte della Chiesa, sentirsi a casa in ogni parte della terra! Durante la mia assenza non ci sono stati combattimenti ed il clima più disteso ha favorito un certo sviluppo. Diversi sono i cantieri in costruzione, la maggioranza finanziati dalla generosità degli italiani. Grazie a voi il nostro popolo congolese ha scuole, chiese, ospedali, centri sanitari, opere sociali e caritative che funzionano, senza considerare ciò che è invisibile agli occhi ma ugualmente reale come la formazione delle persone ai valori umani e cristiani. Carissimi, mi sento mandata anche a nome vostro, impegnata ad essere ponte della vostra solidarietà e segno della bontà misericordiosa di Dio. Vi ricordo con tanta riconoscenza e prego per voi! X Domenica del Tempo Ordinario - 5 giugno 2005 Dal Vangelo secondo Matteo In quel tempo, Gesù, passando, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. A quella mensa ognuno è invitato di Adriana Borgognoni C’è un uomo “seduto al banco delle imposte”. Si chiama Matteo, ma potrebbe chiamarsi Giovanni …Teresa…Francesco….Potrei essere io, “seduto” al banco dei miei attaccamenti sbagliati o eccessivi, tiranneggiato dal mio disordine morale, stretto ad una vita che false ricchezze in realtà rendono povera. E’ su questa miseria che si posano gli occhi di Gesù, e la chiamata è così autorevole che non può essere elusa. Matteo lascia tutto quello che fino a quel momento era stato importante per lui, non prende tempo né fa domande. Risponde con decisione e prontezza: “si alzò e lo seguì”. Il suo alzarsi è già un risorgere (anistemi), e il seguire è un lasciare la realtà di prima per aderire al destino del Maestro (akolouthein = fare la stessa strada). L’incontro con il Signore ha sconvolto i suoi punti di riferimento e cambiato la sua vita. Lo vediamo subito “a mensa” con Gesù, entrato in amicizia e intimità con lui, insieme ad altre persone che notoriamente conducevano una vita peccaminosa e che per questo erano disprezzate da quanti si ritenevano “giusti” perché osservanti rigorosi della Legge. Gesù non disprezza nessuno, non si vergogna di stare in compagnia di peccatori, ma accoglie tutti, e ai farisei che si scandalizzano ricorda che non è il culto esteriore a rendere puri, né una condotta impeccabile, ma un cuore capace di provare misericordia (eleos).Lui è venuto a cercare proprio chi è perduto, perché “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. E chi si illude di essere a posto con Dio, finisce col non vedere la sua “malattia” e non sentire l’invito che il “medico” ogni giorno rinnova: “seguimi”, non escluderti dalla mia mensa, entra in comunione con me. Cultura, spettacoli e dintorni Alla “Amedeo di Savoia” di Marco Palmolella una migliore collocazione. La dott.ssa Chiara Carletti, curatrice del riordino, ha spiegato il lavoro svolto che ha riguardato la schedatura di tutte le unità archivistiche: i soggetti istituzionali individuati, e le relative Nella prima foto: Paolo Cingolani, Maria Palma, Chiara Carletti, Paolo Perticaroli, Mirella Mazzarini e alunni della scuola media “Savoia”; nell’altra foto, da sinistra: Paolo Cingolani, Luigi Pennacchietti, ragazzi della scuola media “Savoia” e Mirella Mazzarini. getto “Archivio storico”: non una semplice raccolta di carte, sia pure catalogate e riordinate, ma un eccellente esempio di custodia dei documenti scolastici, un nuovo strumento culturale al servizio della città e degli studiosi. Il dirigente scolastico, dott.ssa Mirella Mazzarini, presentando il progetto, ha parlato di “Archivio storico” come risorsa, luogo di studio e ricerca dove è possibile conoscere l’ubicazione delle scuole, la loro organizzazione, il ruolo dei Comuni nella gestione, l’evoluzione del sistema scolastico, la vita delle scuole e dei loro frequentatori, la memoria della Scuola. “Il progetto Archivio – ha detto - riveste un grande significato, non solo per chi ha studiato o ha insegnato in questo istituto, ma per la cultura locale e per la storiografia della Scuola italiana; infatti, leggendo i documenti si potranno ripercorrere le tappe più significative della scuola postunitaria, dalla legge Casati all’istituzione della scuola media unica”. La dott.ssa Mazzarini ha poi presentato un’opera artistica, sotto forma di pannello, lavoro condotto dal prof. Luigi Pennacchietti e dai suoi studenti, intitolato “Senso di appartenenza” che richiama ai temi fondamentali della scuola, della città, dell’Europa e della pace. Il dott. Paolo Cingolani ha portato il saluto del sindaco e della giunta comunale esprimendo parole di elogio per l’importante iniziativa. Ha assicurato che l’amministrazione ha posto in primo piano l’impegno in favore delle scuole jesine, quindi si cercherà di dare all’Archivio sezioni sono: la direzione didattica di Stato di Jesi, la direzione didattica del I Circolo di Jesi, la scuola media statale “Duca Amedeo di Savoia” e il “regio” liceo- ginnasio “Vittorio Emanuele II”. La dott.ssa Carletti, che ha curato anche la pubblicazione di un utilissimo e pregevole opuscolo, una guida ai fondi e agli inventari dell’Archivio jesino, ha spiegato la tipologia dei documenti e la loro organizzazione suggerendo anche alcuni tipi d’indagine e ricerca: analisi ed evoluzione degli organi collegiali, la rete scolastica, l’elaborazione dei dati quantitativi, la frequenza, l’abbandono, il successo scolastico e le biografie personali dei docenti. La dott.ssa Maria Palma, dirigente della Soprintendenza archivistica delle Marche, ha illustrato la legislazione, l’attività e il ruolo delle istituzioni per la valorizzazione dei beni culturali; inoltre ha spiegato le norme che riguardano la gestione e la fruizione di un pubblico archivio. Paolo Perticaroli, direttore amministrativo dell’Istituto scolastico “Jesi Centro”, con emozione e soddisfazione, ha ricordato come sia nata l’idea di realizzare il progetto Archivio Storico grazie al quale i documenti hanno assunto dignità e per motivi di studio possono accedervi anche operatori esterni alla scuola. Nel pomeriggio, al teatro-studio San Floriano, il dott. Franco Cambi, docente di pedagogia generale all’Università di Firenze, ha tenuto una lezione sul tema “L’occasione di un archivio: sguardi sulla Scuola Italiana del Novecento”. A scuola con Federico II «L’augurio che questa iniziativa abbia conseguenze in altre scuole, anche superiori» A fil di spada “Biblioteca aperta” e “Leggere il 900” Dall’avv. Sandro Alessandroni: Con riferimento alla mia lettera “A fil di spada” cortesemente pubblicata da “Voce” nella terza pagina del numero scorso, devo far presente che un malaugurato inconveniente tecnico ha compromesso l’esatta leggibilità del mio scritto nella sua parte centrale, cioè nelle prime righe del terzo capoverso di stampa, righe che vanno lette come segue. fotoservizio di Cristina Franco “Chi è Federico II?” è il titolo della manifestazione svoltasi il 27 maggio alla scuola media “C. Lorenzini” di Jesi, polo di storia per la provincia di Ancona e sede di corsi di aggiornamento per insegnanti. La Fondazione “Federico II”, che ha organizzato l’evento in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Jesi San Francesco”, ha offerto il supporto culturale necessario alle docenti Amneris Carotti, Maria Teresa Bartelucci, Pina Pigliapoco e Rosalba Ricci, coordinate dalla dott.ssa Lorena Mengoni. Il dott. Vittorio Borgiani, presidente della Fondazione, ha dichiarato, ad inizio di serata, di essersi reso conto «…dell’ignoranza da cui è circondata la figura dell’Imperatore svevo. Nessuno ha capito a Jesi la sua importanza. Oggi si è giunti a creare l’Europa Unita, concetto al quale Federico II era già arrivato. Ci auguriamo che questa iniziativa abbia conseguenze in altre scuole, anche superiori.» Quattro giovani studentesse hanno poi presentato il progetto, che ha visto la creazione di alcuni pittoreschi cartelloni concernenti la vita dell’eclettico Imperatore ed i suoi più importanti castelli. A detta delle ragazze, il momento più bello del progetto, anche perché realizzato con l’aiuto di mamme e nonne, è stato l’allestimento di un pranzo medievale vero e proprio. In un filmato proiettato nel corso della serata ed intitolato “A pranzo con l’imperatore”, sono state illustrate alcune ricette e il loro succulento risultato, come brodo di ceci e minestre di zucche e di erbette Anche il laboratorio teatrale ha divertito ed insieme incuriosito gli studenti, che hanno rappresentato una scenetta ambientata nella loro stessa classe, con un’insegnante-ragazzina che 3 Errata corrige L’imperatore svevo nelle aule del “Lorenzini” Un archivio storico per la scuola jesina Sabato 28 maggio, nell’aula magna della Scuola “Duca Amedeo di Savoia” dell’Istituto Comprensivo “Jesi Centro”, alla presenza di una folta rappresentanza di insegnanti, presidi e cittadini, è stato presentato il pro- Domenica 5 giugno 2005 cerca di impartire alcune nozioni su Federico II ad una scolaresca un po’ indisciplinata. «Grazie alla collaborazione con il prof. Ivo Mattozzi, docente di metodologia e didattica della storia all’università di Bologna, la nostra scuola ha adottato un particolare percorso metodologico per lo studio del passato. – ha affermato la preside Maria Grazia Bertarelli - Da tempo, in prossimità della chiusura estiva, alcune giornate didattiche vengono dedicate ai laboratori attivati nel corso dell’anno. Gli argomenti trattati generalmente hanno riguardato la storia locale. Siamo in contatto con l’Archeoclub locale che ci è sempre stato di grande aiuto, come per il primo approfondimento storico che ha riguardato la cinta muraria di Jesi. Abbiamo Burro e salvia, come ai vecchi tempi Grazie ai “Burro e salvia”, atmosfere serene dei bei tempi andati hanno rallegrato il 20 maggio il teatro Pergolesi con un concerto gratuito finalizzato alla presentazione del loro nuovo Cd. La band, formatasi tre anni fa, ha rapidamente conquistato la simpatia del pubblico, non solo locale, con la riproposta di canzonette famose lanciate negli anni dai ’20 ai ’50. Gli spettatori, riempenti anche il loggione, si sono fatti spesse volte trascinare dall’entusiasmo, accompagnando con il canto o con il battito delle mani le note retrò della band, formata da Franco Fetta (voce tenorile), Mauro Gozzi (capoconcertino, chitarra e voce), Gianfranco delle Vedove (contrabbasso), Giuliano Pietroni (mandolino) e Michele Bramucci (batteria). La serata ha visto “l’intrusione” di graditi ospiti, come Marco Gigli alla chitarra, il tenore Luigi Francolini, Andrea Bartola, attore del Teatro Stabile delle Marche, nei panni di uno stralunato poeta futurista. Paolo Bruciati ha impersonato invece uno speaker radiofonico d’epoca, espediente che gli ha concesso di presentare, con ironia, i vari brani divisi dall’intervallo in due sezioni: prima e dopo la seconda guerra mondiale. Su di uno schermo sono state proiettate, di volta in volta, le immagini di cantanti ed attori ai vertici del successo una cinquantina di anni fa: Claudio Villa, il Quartetto Cetra, Macario ed altri ancora. Tre componenti dei “Burro e salvia” sono poi stati i protagonisti di un video in bianco e nero girato tra i vicoli del centro storico di Jesi da Marco Montanari. Al termine dello spettacolo, per la canzone patriottica “Le ragazze di Trieste”, il pubblico ha sventolato allegramente le bandierine dell’Italia fornite all’ingresso. Fotoservizio di Cristina Franco anche analizzato episodi della seconda guerra mondiale, la condizione della donna nel Novecento, le filande ed altri argomenti ancora che sono confluiti in un Cd. Quest’anno la prima giornata è stata rivolta ad attività teatrali in chiave ironica su valori di base come la pace; la seconda giornata è stata dedicata al laboratorio musicale e la terza, quella di oggi, alla storia.» Mettere insieme divertimento e cultura può essere davvero un felicissimo connubio. A tale mostra, patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali, la città di Jesi potrebbe degnamente offrire la propria partecipazione, o quanto meno una sua non incongrua presenza, attraverso il contributo della sua Biblioteca Comunale “Planettiana”, dato che questa nostra istituzione ha in programma - già da alcuni anni - l’edizione di un numero di “Biblioteca aperta” destinato a documentare le giornate di studio svolte a Jesi dalla “Planettiana” stessa e dall’Associazione “Res Humanae”, nei giorni 9 e 10 novembre 2001, in occasione del cinquantenario dalla morte dello scrittore jesino Rafael Sabatini, ecc. ecc. Colgo l’occasione per osservare, anzitutto, che l’imminente (speriamo) edizione di un numero della nostra “Biblioteca Aperta” dedicato a Sabatini verrebbe ad inserirsi egregiamente nel bel programma “Leggere il 900” che la Provincia di Ancona sta portando avanti con notevole successo. Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri Santina Buoncompagni Tuniche ed oggetti per Comunioni - Cresime - Nozze - RIcordiamo, inoltre il nostro servizio “cortesia” riservato al clero, che consiste nel recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel primo e terzo lunedì di ogni mese, completamente gratuito. ANCONA Via Matteotti 9 tel e fax 071.201297 e-mail [email protected] SENIGALLIA Via A. Costa 27 tel e fax 071.60597 e-mail [email protected] www.mattoli.it 4 Jesi e Vallesina Domenica 5 giugno 2005 Dibattito e polemica Dono della Bpa alla Pinacoteca La vita, l’embrione e le cellule staminali Tema di stretta attualità in previsione e sull’onda del prossimo referendum di Alvaro Carotti III Cellule staminali Che cosa sono? Sono cellule cosidette “indifferenziate” o”totipotenti” che - negli embrioni, ma anche negli esseri già nati - hanno la capacità di proseguire il loro cammino “differenziandosi”: cioè a dire, indirizzandosi allo sviluppo e la crescita dei diversi tessuti ed organi che costituiscono un organismo. Totipotente, in particolare, perché in laboratorio la stessa cellula può essere indifferentemente indirizzata alla costituzione di un tessuto oppure di altro tessuto. II dibattito, divenuto particolarmente forte quanto comprensibile, è principalment oggi in atto tra i ricercatori fautori dell’impiego degli embrioni dai quali si dovrebbero estrarre le cellule staminali: cellule che - come io stesso ebbi già a dire in una mia chiacchierata al Meic nel 2002 ed a scrivere recentemente in “Voce della Vallesina” - sono tuttora usate sopratutto in sperimentazione, più che diffusamente impiegate nella pratica clinica, e dovrebbero in futuro servire a curare tante malattie tra cui quelle, oggi inguaribili, come l’Alzheimer, il Parkinson, la Sclerosi multipla, ecc. Ad ogni modo, secondo me come pure ebbi a sostenere necessiterebbe su questo argomento attutire un po’ l’enfasi dilagante, perché è certo che le cellule staminali possono essere anche fornite dai numerosi feti che vanno incontro all’aborto spontaneo, oppure prelevate dal cordone ombelicale dei neonati ed infine dal midollo osseo o da altre sedi dell’adulto: l’utilizzo delle quali, secondo alcuni ricercatori, sarebbe poi, per i migliori risultati ottenuti, addirittura preferibile a quelle di origine embrionaria. Per le sollecitazioni di molti ricercatori, un dibattito è inoltre in atto per l’utilizzazione delle migliaia di embrioni crioconservati che giacciono nei frigoriferi delle banche esistenti presso i Centri di Fecondazione Assistita in tutto il mondo: una possibilità per altro molto discussa, anche in ambito cattolico. Il biologo Vescovi – che è del tutto in linea con Don Verzè nell’uso degli embrioni “a patto di non ucciderli ne ferirli”, in proposito propone una possibile strada per l’impiego di tali embrioni (“Corriere della Sera” del 3 febbraio scorso): ipotizzare un arco di tempo “soglia” dal congelamento oltre il quale considerarli morti, donabili a questo punto alla ricerca come avviene con le donazioni di organi da cadavere. Infine - sempre da me già riportato in precedenza su questo giornale - è ancora Vescovi (“Corriere della Sera” de] 2 marzo scorso) a riferire interessanti studi in corso dello scienziato lan Wilmut, il padre della prima clonazione al mondo, quella della pecora Dolly. “La ricerca dì questo studioso è indirizzata alla “partenogenesi”, una modalità per cui, senza il seme maschile, si stimola artificialmente la cellula uovo a dividersi come se fosse fecondata: metodica questa che sicuramente non dà luogo ad un embrione capace di sopravivere ma che può essere una fonte di cellule staminali”. Si può concludere quindi che almeno per l’argomento Cellule Staminali - trattasi oggi di una “guerra” davvero ingiustificata. La “Mater Amabilis” del Sassoferrato di Cristina Franco Dallo scorso dicembre fa parte della Pinacoteca Civica di Jesi anche un olio su tela acquistato da una collezione privata milanese dalla Banca Popolare di Ancona e poi donato alla Pinacoteca stessa, dove il 27 maggio è stato presentato alla cittadinanza accorsa numerosa. (foto Cristina Franco) Il quadro raffigura una Madonna in preghiera, rappresentata secondo l’iconografia della Vergine Orante o anche della Mater Amabilis, cosiddetta per la dolce concentrazione del viso. Ne è autore Giovan Battista Salvi, detto il “Sassoferrato” di un grande artista. Questo giudizio sul Sassoferrato fu confermato in parte da La pittura barocca a Roma, volume del 1924 di Hermann Voss, uno dei più penetranti studiosi e rivalutatori della storia dell’arte seicentesca italiana e francese. Una vera svolta si verificò negli anni ’70 e ’80, quando Federico Zeri in un convegno mostrò dei documenti che parlavano dei quadri rimasti nella bottega del Sassoferrato alla sua morte. Da questi si capisce che il pittore era un “protocapitalista” che agiva in modo opposto rispetto ai colleghi. Infatti egli teneva nella sua bottega un’alta quantità di dipinti già pronti per soddisfare con velocità le richieste dei clienti, quasi come, più di un secolo prima, aveva fatto Giovanni Bellini che però semilavorava i suoi quadri. Il merito del Sassoferrato, che non sembra aver avuto un’evoluzione stilistica, è quello di aver conferito spiritualità, concentrazione emotiva e più scioltezza alle mani della Madonna. Lo si potrebbe definire il più grande inventore di virtù come l’umiltà: tutte le Vergini da lui dipinte guardano infatti o verso l’alto o in basso, ma mai lo spettatore». La dott.ssa Loretta Mozzoni ha invece sottolineato l’assoluta incertezza dell’identità culturale Il comm. Bozzi cittadino benemerito di Beatrice Testadiferro Una tavolozza di petali di Simona Santoni Serata concerto al “Ferrini” Alcune immagini della serata concerto a favore dei bambini rumeni di Dachau, svoltasi il 30 maggio scorso nel teatro del Circolo “Ferrini”. Il direttivo del Circolo ringrazia il gruppo di canto “Santa Lucia”, diretto dal maestro Ivano Giampieri e tutti i partecipanti che generosamente hanno contribuito. Ha sfilato il colore, la praticità e il buon gusto nella passerella di Blob - dedicata da Marilena Chiariotti alla moda giovane -, allestita nello spiazzo di via San Giuseppe, a Jesi, nel tardo pomeriggio di venerdì 27 maggio. È il primo Happy Hour che viene organizzato nella città, ed ha riscosso subito simpatia e consenso tra il pubblico di tutte le età, sia per lo stile innovativo e senza eccessi con cui è stato realizzato, sia per il piacevole intermezzo offerto dal buffet imbandito di stuzzicherie e prodotti tipici, e accompagnato dall’intrattenimento di Katiuscia e dal sax di Mr. Fefo. La manifestazione, ideata e organizzata dai parrucchieri Vignaroli in occasione della presentazione della Collezione colore PrimaveraEstate2005, con la collaborazione di l’Oreal Paris e Bacardi, e soprattutto con l’affiatata partecipazione di tutti gli esercenti della zona, si è impreziosita del defilè - di Mea Domina-Abiti da sposa di Brunori Roberta e Alter Ego per l’uomo di Alessandro Santoni - che ha presentato raffinati abiti dedicati agli sposi. Poggio San Marcello (3 – fine) del battesimo, due nuovi pargoletti. E come tradizione, ad aprire il percorso tra i fiori, il gonfalone della Confraternita, quindi il baldacchino sostenuto da volenterosi sammarcellesi, seguiti da bambini e scolari, suddivisi per fasce d’età, dalle autorità sammarcellesi e da uomini e donne del paese. L’occasione per poter ammirare le fantasie sulla strada. E dietro al bell’impatto visivo dell’infiorata un lavoro paziente e solerte, per opera soprattutto di un folto gruppo di donne sammarcellesi che di buon mattino, alcune già dalle 4, si sono messe all’opera tra disegni preparatori e formine. di Paola Cocola (foto Paola Cocola) San Marcello Strade ricoperte di giochi cromatici, come grandi tele, geometrie fantasiose. La domenica del Corpus Domini ha visto San Marcello rivestirsi della tradizionale infiorata, trasformando il selciato dalla chiesa di Santa Maria alla chiesa parrocchiale e le varie vie del centro in un tappeto di petali e polveri colorate, disposti in armonici disegni. E il culmine di fronte alla parrocchia, con un grande volto della Madonna come punto di partenza e punto di arrivo. Tutto parte e tutto arriva a Maria. E’ proprio da qui che è partita la processione, alle 11, dopo la Santa Messa che ha consegnato alla Chiesa cattolica, con il rito Ha sfilato la moda giovane Due flash sulla presentazione del quadro “Mater Amabilis”; nella foto in alto, da sinistra: il sindaco Fabiano Belcecchi, Antonio Martinez della Banca Popolare di Ancona, il relatore Mauro Lucco, il presidente della Banca Popolare di Ancona Corrado Marotti e la direttrice della Pinacoteca Loretta Mozzoni. (foto Anna V.Vincenzoni) dalla città in cui nacque nel 1609. Si tratta di uno degli esponenti di maggior spicco della pittura della Controriforma, formatosi presso il padre e poi a Roma, dove morì quasi ottantenne. Il Sassoferrato si distinse per il rifiuto degli stilemi barocchi dagli accostamenti cromatici fortemente contrastanti. Predilesse invece la stasi, l’impassibilità e colori nitidi e puri. Musei, chiese e collezioni private di tutto il mondo ospitano oggi le opere del pittore marchigiano famoso soprattutto per le Madonne. Il prof. Mauro Lucco, docente di storia dell’arte all’Università di Bologna e membro di comitati scientifici delle principali mostre non solo italiane, garantì la bontà dell’opera. «Se l’acquisto della Mater Amabilis fosse stato proposto non solo cento, ma anche cinquant’anni fa, non lo si sarebbe certo effettuato per tanti motivi. – ha affermato il prof. Lucco – Per influenza dell’architettura fascista l’arte non doveva concedere nulla alla leziosità, inoltre il Sassoferrato ancora non era considerato un artista. Nel ‘700 però l’abate treiano Luigi Lanzi, progenitore della storia dell’arte moderna, ne aveva scritto in termini lusinghieri, presentando il pittore come colui che “…ha più di tutti reso, nei suoi quadri, l’anima delle nostre donne, facendo trionfare soprattutto l’umiltà.” Poi lo storico svizzero Burckhardt fece capire nel suo libro del 1855, Cicerone, che ne considerava le opere gradevoli, ma rientranti nella categoria del folklore, come se non si trattasse marchigiana, in quanto «..manca una storiografia ab antiquo. Nel 1503 poi inizierà una diaspora degli artisti marchigiani, che per avere commissioni e successo seguiranno l’esempio di Raffaello, tanto che dell’anconetano Podesti alcune biografie riporteranno che era romano. Rimase in regione solo Federico Barocci. Sono entusiasta dell’arrivo in Pinacoteca di un opera del Sassoferrato. Mi auguro di poter riunire molte opere di marchigiani, per favorire lo studio e la promozione dell’identità artistica regionale. C’è tanto da lavorare e ci troviamo in notevole ritardo». Il commendator Bruno Bozzi è stato insignito dal sindaco di Poggio san Marcello, dott. Tiziano Consoli, dell’attestato di benemerenza per aver dato lustro alla comunità del paese in vari modi. La cerimonia di conferimento è avvenuta lunedì 9 maggio, il giorno seguente alla festa della Madonna del Soccorso durante un grande incontro che lo stesso Bruno Bozzi ha organizzato per incontrare i suoi parenti, amici e compaesani. Il commendatore, nato nel 1918 da una famiglia di ex costruttori di laterizi a mano, ha brevemente ricordato la sua storia e quella della sua famiglia di cui ha ricostruito l’albero genealogico dal 1813. Il suo bisnonno, Bonizio, che ebbe sette figli, fu anche consigliere comunale a Poggio San Marcello; suo nonno, Antonio, sposò Luigina Carbini di Montecarotto ed ebbero quattro figli. Eleno ed Anna Ansovini ebbero undici figli, tra cui Bruno che sposò Gelsomina Aguzzi di Corinaldo dalla quale ebbe un figlio, Bonizio. Bruno, partito dal paese tanti anni or sono con le tasche vuote ma con tanta tenacia e desiderio di riuscire a mantenere alto il nome e l’orgoglio della sua famiglia e del suo paese, ha raccontato di come sia riuscito a “ben figurare nel mondo sia come militare che come impiegato e titolare di uffici postali, ad avere una esperienza significativa in una grande banca e poi a svolgere, con stima, attività commerciali e di consulenza al pubbli- Amici della Musica Bel canto dall’Est Sabato 4 La festa impossibile Sabato 4 giugno, dalle 15 alle 20, torna “La festa impossibile”, alla sua terza edizione. Tema della festa, quest’anno, “Control Arms”, campagna nazionale di Amnesty International, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro l’uso e la produzione delle armi nel mondo. Ai giardini pubblici, tanti spazi: sportivo (gestito dal Centro Sportivo Italian), solidarietà (Amnesty International, insieme ad Amnesty, Legambiente, Emergency, La Bottega del Mondo, la Pastorale Giovanile, Progetto Mediateca e Informagiovani), mostra (“Control Arms”), musica (Centro di Aggregazione Giovanile), writers e breakers (Centro di Aggregazione Giovanile), ludico (Ludoteca, circolo scacchistico e gruppo Artisti di Strada). co, specie nel campo immobiliare e nella pubblica amministrazione”. Anche alcuni dei suoi fratelli hanno vissuto lontano dal paese ma nessuno di essi ha dimenticato o trascurato le proprie origini, tanto che a Poggio san Marcello, nella cappella di famiglia al cimitero, riposano le spoglie mortali del bisnonno, dei nonni, dei genitori e di quanti della grande e storica famiglia poggiosammarcellese hanno terminato il loro cammino terreno. In occasione della Conferenza sul Volontariato che si è svolta a Poggio San Marcello il 15 maggio scorso, il commendatore ha sostenuto concretamente l’iniziativa così come ha contribuito alle attività di tutte le associazioni del paese. Per questo e per tutte le altre opere sostenute dal signor Bruno, tra cui il restauro della seicentesca statua della Madonna, la pubblicazione del “Libro d’oro” sulla storia del Santuario di Poggio, sulla devozione mariana, le tradizioni, i proverbi e per la sua particolare attenzione al paese, il sindaco, entro l’estate, gli conferirà la cittadinanza benemerita. In vari altri modi ha manifestato la sua personale devozione alla Madonna del Soccorso del suo paese natio riproducendone l’immagine su medaglie d’argento insieme ai simboli delle contrade di Siena, la città in cui attualmente risiede, e contribuendo alla realizzazione di una vetrata artistica per una parrocchia di Siena in cui ne sarà riprodotta l’immagine. di Augusta Franco Cardinali Un concerto lirico a più voci avrebbe dovuto concludere il 27 maggio l’anno di attività degli ‘Amici della musica’. Purtroppo un’epidemia di laringiti e raffreddori ha decimato le file, tanto da far sopravvivere solo un tenore: il coreano Lee Dong Hwan, già ascoltato e ben volentieri riascoltato. Un altro concerto, sempre al Circolo Cittadino, aveva messo in evidenza le sue qualità: una voce di bello smalto, specie nel registro acuto, flessibile ed estesa, di chiara dizione ed espressiva. Proviene da una buona scuola e lo ha dimostrato anche con il programma scelto, vario e, sotto alcuni aspetti, raffinato e inconsueto. Nel primo tempo sono stati presentati in coppia brani stilisticamente affini: pagine barocche di Caldara e di Bononcini (mai ascoltate dalla voce di un tenore coreano); canzoni classiche di Tosti e canzoni napoletane. Nel secondo il cantante ha affrontato arie diverse del melodramma verista italiano e francese, da opere di Puccini, Bizet e Leoncavallo. Un excursus dunque in oltre due secoli di belcanto. Lee Dong Hwan è stato accompagnato al pianoforte da Francesca Matacena, titolare di cattedra e docente al Conservatorio di Fermo, che ha fatto ascoltare anche due ‘rarità’ per solo pianoforte: una “Romanza senza parole” di Verdi e una deliziosa pagina impressionistica di Mascagni, “La prima bagnante”. Altri spettacoli e manifestazioni si svolgevano nella città, perciò non molti erano gli ‘amici’ presenti al recital. Si permetta allora di ripeterlo: occorrerà per il prossimo anno presentare tempestivamente programmi e date, anche con eventuali alternative, in modo da poter stilare un più corretto calendario degli eventi culturali cittadini. A nessuno possono giovare interferenze e sovrapposizioni. Jesi e Vallesina Contrappunti Andar per cicoria Cupramontana in festa Il Palio alla Badia Colli di Riccardo Ceccarelli Ormai “tutti gli Italiani sanno”, come lui stesso ama spesso ripetere in Tv, che Francesco Rutelli, leader della Margherita, ha affermato il 20 maggio scorso: “Io dopo le elezioni del 2001 e per mille giorni ho tirato la carretta, io ho mangiato pane e cicoria per consegnare a Prodi un centrosinistra competitivo”. Affermando anche: “Noi lavoriamo per l’unità su basi nuove e solide, non ci candidiamo né subiremo egemonie”. Il partito ha confermato quindi di andare da solo alle elezioni del 2006. Prodi ha subito replicato che “questo è il suicidio dell’Ulivo”. Giuliano Ferrara su Panorama (26 maggio) ha scritto che “l’ex sindaco di Roma ha impostato finora la lotta politica nella sua parte con l’intenzione manifesta, ancora da provare e confermare, di rivendicare la differenza e l’identità politica e culturale di un partito che non vuole ridursi a una funzione decorativa”. Con lo “strappo” dei giorni scorsi, sembra proprio di averci provato. Leggo con interesse sui giornali le cronache di questi avvenimenti, come del resto quello che sta accadendo sul fronte opposto, in merito al progetto del partito unico. Non entro nel merito. Quello che mi ha colpito più di tutto è quell’aver “mangiato pane e cicoria” da parte di Rutelli, certamente metaforico. Il resto lo lascio a chi ci capisce più di me, alle riflessioni dei politologi, alle settimane e ai mesi che verranno, alla fantasia ed ai programmi che verranno elaborati per l’appuntamento elettorale dell’anno prossimo. Cercherò di leggere, se possibile, il tutto con attenzione per farmi un’idea e un’opinione, tenendo presente la non sempre chiara comprensibilità del linguaggio dei politici ed anche dei loro esegeti. La cicoria dunque. Un erba amara. Si andava per cicoria quando non c’era niente da mangiare, e si coglieva per i campi o sui cigli delle strade quella che nasceva spontaneamente. Segno di povertà e di sofferenza anche. Chi mangiava pane e cicoria non aveva tanto da esultare. Le sue radici essiccate, in tempo di guerra o di carestia, erano un surrogato del caffè. Erba amara, la cicoria, come quella che gli Ebrei mangiavano la sera della loro pasqua per ricordare la tristezza della schiavitù in Egitto e la successiva fuga-liberazione attraverso il mar Rosso. Sofferenza, povertà ed amarezza. Soprattutto quest’ultima, per Rutelli, penso. Non credo alla sofferenza e alla povertà, realtà che non riesco ad immaginare in quanti “fanno politica”, se non proprio per convenienza almeno per “onorato mestiere”. La povertà, quella del “pane e cicoria”, proprio non ce la vedo. Basta guardarsi intorno. Non sarà per tutti. Gran parte però si dà alla politica non per “vocazione”, né per servizio alla gente (come spesso dicono), né per altruismo disinteressato. Le motivazioni sono ben altre: la carriera, il facile guadagno, interessi economici, notorietà a buon prezzo, desiderio e volontà di protagonismo. Gli ideali ovviamente “rivestono” il tutto, provano a non farlo apparire, sono sempre una bandiera da far garrire al vento in piazza e per gli elettori, ma subito dietro - quando non sfacciatamente preminenti - ci sono ben più concrete certezze, quelle dei posti nelle commissioni e nei consigli di amministrazione o quelle di presidenze di enti piccoli e grandi: tutti ben remunerati. Ed i posti contano e vengono divisi a secondo della loro remunerazione e la percentuale dei voti conquistati. Lotte e sgomitate per conquistarli. A questi si accede con la politica, perché in questo modo si è “rappresentanti del popolo”! La competenza se c’è, è meglio; sono più importanti però la tessera e l’appartenenza politica. Uno che è del mestiere o che vorrebbe entrarci, mi ha detto: “La politica è questa!”. Vorrei tanto che non sia così. Ma è così. Non per tutti. Forse. Nulla di nuovo sotto il sole! Da quando almeno il sole lo vediamo girare. Non è proprio dei politici andar per cicoria. Nel settore lattiero-caseario La riapertura di San Leonardo di Andrea Brunori Cupramontana in festa per la ricorrenza del patrono. Un cartellone ricco di iniziative che ha richiamato tanta gente, anche da fuori paese. Le celebrazioni di Sant’Eleuterio si sono aperte sabato 21 maggio con l’inaugurazione di ben tre mostre: una dedicata a Raul Bartoli nella palestra comunale, una seconda su “Mannucci e il Novecento” nella sala espositiva di via Ferranti, una terza fotografica realizzata da Lucio Coppari dal titolo “La vecchia Cupra” ospitata nel Torrione di corso Leopardi. Una giornata conclusa con l’esibizione in piazza del gruppo folk Massaccio ed una avvincente gara di tiro alla fune. Domenica 22, invece, Cupramontana ha visto per l’anello del centro la sfilata storica in abiti dell’Ottocento, il palio dei bambini e l’attesissimo Palio delle Contrade, impegnativa corsa con il “botticello” vinta dai contradaioli della Badia Colli su quelli di San Michele e della Romita. La settimana di festeggiamenti è continuata mercoledì 25 con la Fiera di Sant’Eleuterio e soprattutto giovedì 26, ricorrenza del santo patrono cuprense, che ha visto finalmente riaperta ai fedeli, dopo quasi otto anni di lavori di ristrutturazione post-sisma, la chiesa di San Leonardo, punto di riferimento nella vita religiosa e non solo di Cupramontana. Nello stesso giorno si sono tenute anche le inaugurazioni del ristrutturato Palazzo Municipale, dei nuovi locali della scuola materna “Santa Caterina” e di un nuovo mezzo del locale nucleo di Protezione Civile, nonché la festa organizzata dalla scuola dell’Infanzia “Corrado Corradi” ed il ballo in piazza Cavour. Uno spazio che solo ventiquattro ore dopo è stato riempito dalle tante persone sopraggiunte da tutta la Vallesina per il concerto gratuito del noto cantautore Riccardo Fogli. Un partecipato momento popolare cui sabato è seguita la presentazione del volume di Cristiana Simoncini “Le Pievi di Cupramontana e Apiro”, mentre domenica 29 si è rinnovata la tradizione che per la processione del Corpus Domini vuole le principali vie della capitale del verdicchio inondate dai tappeti floreali realizzati per l’Infiorata. “La partecipazione è stata grande e calorosa - è stato il commento giustamente soddisfatto di don Maurizio Fileni -. Sia da parte della gente sia delle associazioni locali e dell’amministrazione nell’organizzare questa settimana di manifestazioni. Cupra sta vivendo sempre più due poli di grande attrattiva: uno in autunno polarizzato sulla Sagra dell’uva, un altro a maggio incentrato sulla celebrazioni per Sant’Eleuterio”. Promozione Un comitato per il salame lardellato L’Enoteca regionale di Jesi ha ospitato un convegno per ufficializzare la nascita del comitato promotore della Dop (denominazione origine protetta) del salame lardellato. A proporlo è Suinmarche, l’associazione dei produttori di carne suina delle Marche,: un’occasione per fare il punto della situazione sull’importanza delle certificazione dei prodotti tipici. Un passo importante, appoggiato dalla Regione Marche che ha compreso come, dice il neo assessore allo Sviluppo Rurale Paolo Petrini, “la necessità di costruire anche un’immagine forte delle nostre eccellenze affinché esse possano davvero competere sul mercato. Allo scopo, serve una strategia comune per affermare tutte le nostre qualità”. Un contributo decisivo alla certificazione è stato dato dall’Aspea (Azienda Speciale Pesca Agricoltura della Camera di Commercio di Ancona). Il comparto suinicolo, del resto, è la componente più cospicua della zootecnia marchigiana. Sono 200 mila i capi allevati annualmente di cui 175.885 macellati nella nostra regione, il 70 per cento concentrati nella provincia di Ancona. Lunedì 13 in Tv « Sulle rive dell’Esino » Lunedì 13 giugno alle 13,15 ed alle 20,15 su Tv Centro Marche andrà in onda un documentario sul territorio di Maiolati Spontini dal titolo “Sulle rive dell’Esino”. Lo stesso documentario sarà trasmesso martedì 14 giugno alle 22,30 e mercoledì 15 giugno alle 12,30 su Sky tv – Videolook Channel (Canale 857). Domenica 5 giugno 2005 5 Giornata di studio sul codice della strada Gruppo Cooperlat terzo in Italia Il Gruppo Cooperlat ha chiuso l’esercizio 2004 con dati di fatturato in aumento, attestandosi a 225 milioni di euro di fatturato consolidato, rispetto ai 180 milioni di euro del precedente esercizio, di cui 18 milioni di euro derivanti da vendite all’estero. “Sono risultati soddisfacenti che ci attestano quale terzo polo nazionale per quote di mercato nel settore lattiero-caseario – ha detto Giovanni Cucchi (nella foto), presidente di Cooperlat – e leader assoluti di mercato con il marchio Hoplà nel settore delle creme vegetali da dessert e da cucina”. L’ultimo biennio ha segnato per la Cooperlat investimenti per perseguire una crescita per linee esterne con acquisizioni di aziende e marchi nel settore. Cooperlat ha anche ampliato notevolmente la struttura distributiva e commerciale nelle Marche, Umbria, Emilia e Romagna attraverso l’apertura di nuovi depositi, con un progressivo incremento del fatturato nel biennio 2003-2004 nel mercato della tentata vendita, per un importo di 19 milioni di euro.I dipendenti del gruppo sono 326 di cui otto dirigenti, dieci quadri, 144 impiegati, 164 operai. Il Gruppo Cooperlat nasce nel 1982 su iniziativa di Confcooperative Marche a seguito dell’aggregazione di nove cooperative zootecniche e caseifici sociali. Negli anni immediatamente successivi Cooperlat acquista Clamy-Tre Valli Spa (Jesi), azienda leader nel settore latte e prodotti speciali derivati. Nella seconda metà degli anni ’80 vengono integrate altre tre imprese operanti rispettivamente in Lombardia, Emilia e Abruzzo. La compagine sociale si allarga, passando da nove a quindici cooperative ed una presenza nelle Marche, Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo, Lazio, Piemonte, Veneto e Trentino Alto Adige. Nel corso degli anni ’90 nascono le società Fattorie Marchigiane e Colavev Valtellina e viene acquisita una nuova realtà nel Veneto, la Delta Lat di Rovigo. Sempre in questi anni il Gruppo avvia una politica di espansione internazionale. In Grecia viene realizzata una joint-venture per la produzione e commercializzazione nel mercato ellenico dei prodotti del Gruppo. Sul mercato internazionale Cooperlat è presente con i propri prodotti in oltre quaranta Paesi. Di grande interesse ed attualità la giornata di studio sull’attività di Polizia giudiziaria connessa ai reati del codice della strada, prima manifestazione del genere nella nostra regione, organizzata dall’Associazione Polizia municipale Marche, che ha sede presso il comando di Moie, con il patrocinio del Comune di Maiolati Spontini. La giornata - svoltasi venerdì 27 maggio nel Centro comunale “6001” a Moie - ha coinvolto amministratori ed esponenti delle polizie locali di tutto il territorio della Vallesina. A rappresentare l’amministrazione comunale c’era il sindaco Giancarlo Carbini, mentre a fare gli onori di casa è stato il comandante della Polizia municipale di Maiolati Giovanni Carloni. La manifestazione si è aperta con il saluto del presidente dell’Associazione Polizia municipale Marche, Fabrizio Dottori, e del sindaco Carbini. Al centro del convegno, la relazione del dottor Giorgio Fuligno, comandante della Polizia municipale di Fano. La “Magagnini”per il fine d’anno scolastico Sabato 28 maggio, la scuola primaria “Giuseppe Magagnini” di Montecarotto ha festeggiato un anno di lavoro e di impegni con una manifestazione sportiva cui hanno partecipato gli oltre cento alunni, divisi in sei classi, le insegnanti e le famiglie. Per gli alunni si è trattato di una sorta di saggio sportivo, con giochi motori animati per i più piccoli, percorsi strutturati e di velocità per i più grandi; la prova più attesa, ormai tradizionale, è stata la sfida calcistica che ha contrapposto la quinta alle altre classi, (anche quest’anno la classe quinta è risultata vincitrice). Per i genitori, un’occasione per conoscersi e per stare in allegria insieme. La manifestazione ha anche permesso un’ulteriore integrazione delle famiglie straniere presenti a Montecarotto. Infine, nel piazzale interno alla scuola, si è svolta una grande merenda che ha visto alunni, genitori, amici ed insegnanti, uniti dalla stima, dall’allegria e dalla soddisfazione per il lavoro svolto. m.p. Alla scoperta della Jesi romana Comunicazione del rischio Il Dipartimento di Prevenzione della Zona Territoriale di Jesi organizza un progetto formativo aziendale intitolato “Modalità di lavoro innovative e la gestione della comunicazione del rischio“ nei mesi di maggio e giugno. Lo scopo è di migliorare la cultura degli operatori per rispondere alle esigenze dei cittadini. Venerdì 20 maggio, gli alunni delle classi IV.A e IV.B della scuola elementare “Martiri della Libertà”, accompagnati dalle insegnanti Lorena Santarelli, Simonetta Santoni, Laura Perini e Federica Grilli, alla scoperta della “Jesi romana” in piazza Federico II e per le stradine e i vicoli di San Pietro. (foto Anna V.Vincenzoni) 6 Jesi e Vallesina Domenica 5 giugno 2005 Jesi per via di Paolo Marcozzi Cupetta (Via, da Viale Verdi a Viale Cavallotti) La cupetta era la scodella per la minestra, ma qui il toponimo potrebbe derivare da cunetta, fossatello ai bordi della strada. Cuppari Pietro (Via, da Via Nenni a strada senza sbocco) (Messina, 1816 – Pisa, 1870). Laureato in medicina, fu uno degli agronomi più famosi del suo tempo. Viaggiò in Francia, Inghilterra e Austria, dove acquisì importanti cognizioni agronomiche e di meccanizzazione agricola. Chiamato a Pisa quale docente di agronomia e pastorizia presso il locale ateneo, vi restò fino alla morte. Collaborò con le più importanti riviste agrarie italiane, compreso il giornale dell’Istituto Tecnico di Jesi, che, il 27 agosto 1883, fu intitolato al suo nome. La sua opera più famosa è il “Manuale dell’agricoltore” (1870), che verrà ristampato per decenni. Cupramontana (Via, da Viale Cavallotti a Via XXV Luglio) Comune in provincia di Ancona, con 4736 ab. (2001). Situato a 505 m s.m., è centro agricolo e turistico, capitale del Verdicchio. Di origine picena, l’abitato ebbe nome di Cupramontana dai romani, in onore della dea Cupra. Nel Medioevo fu chiamata Massaccio e fu uno dei principali Castelli di Jesi, sempre riottoso ed in cerca di autonomia. Nel sec. XV fu una roccaforte della setta ereticale dei fraticelli. D’Acquisto Salvo (Via, da Via Grecia a Via Calvaligi) Patriota (Napoli, 1920 - Polidoro, Roma, 1943), medaglia d’oro. Vicebrigadiere dei carabinieri, offrì la vita in cambio della libertà di ventidue ostaggi, che i tedeschi intendevano giustiziare come rappresaglia per un sabotaggio. Dichiaratosi unico responsabile dell’azione partigiana cui era nei fatti estraneo, venne fucilato. Per imparare ad intraprendere Giovedì 26 maggio si è svolta la cerimonia conclusiva del progetto “Impara ad intraprendere”, corso di imprenditoria giovanile realizzato in collaborazione con Assindustria di Ancona, giunto ormai alla 13° edizione, rivolto agli studenti dell’ultimo anno di studi delle scuole superiori. Dagli ultimi tre anni partecipano al corso, oltre agli studenti dell’Itis “Volterra” di Ancona presso cui si svolgono le attività, alcuni studenti del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” di Jesi. La commissione giudicatrice, composta dal gruppo Giovani Industriali di Assindustria, ha quest’anno premiato il progetto di azienda “Ricettario digitale Agnese” elaborato dagli studenti Daniele Costantini, Luca Cesarini, Davide Vetere e Kairov Zalim dell’Itis “Volterra” e dalle studentesse Agnese Testadiferro del Liceo Socio Psico Pedagogico e Ilaria Volpini del Liceo Classico “Vittorio Emanuele II”. Nella foto, la prof. Giuliana Petta, dirigente scolastico del liceo classico di Jesi, con Agnese Testadiferro, una delle studentesse vincitrici. Le più piccole amiche dello Iom di Jesi Alice Giuliani e Margherita D’Aurizio, in occasione della loro Cresima, hanno deciso di devolvere all’associazione “Amici dello Iom Jesi e Vallesina” una parte delle somme destinate ad acquistare le bomboniere per la loro festa. L’associazione ringrazia sentitamente soprattutto per la dimostrazione di affetto che Alice e Margherita hanno dimostrato nei loro confronti, in particolare verso chi soffre. Prima Comunione a Monsano AUTO D’EPOCA Federico II tra i Castelli del Verdicchio Hanno ricevuto il sacramento della Prima Comunione, domenica 1 maggio a Monsano - qui, nella foto, insieme al parroco don Savino Capogrossi - da sinistra, in prima fila: Giorgia Masè, Riccardo D’Ascanio, Giacomo Dottori, Federico Ricci, Benedetta Cecconi, Edith Tittarelli e Samuele Zagaglia; in seconda fila: Samuele Mosci, Martina Raponi, Noemi Fiordelmondo, Lorenzo Ambroggio, Edoardo Brecciaroli e Chiara Marchegiani; in terza fila: Clarissa Albanesi, Carlo Delfino, Nicole Fossa, Martina Corsetti, Don Savino Capogrossi, Alessio Rocchetti, Margherita Calabrese, Diego Ciacci. Organizzato dal Cjmae (Club jesino moto e auto d’epoca), sabato 4 e domenica 5 giugno raduno di auto d’epoca sotto il titolo “Federico II tra i Castelli del Verdicchio”, come al seguente programma: sabato 4 giugno (percorso di venti chilometri): ore 15 ritrovo dei partecipanti a Jesi presso l’hotel Federico II; ore 16.30 partenza per Santa Maria Nuova: rievocazione della cronoscalata JesiSanta Maria Nuova; ore 18 rientro a Jesi con esposizione delle vetture; ore 19.30 passerella delle auto e rientro all’hotel Federico II. domenica 5 giugno (percorso di 58 chilometri); ore 10.30 partenza alla volta di Cingoli attraverso via Piandelmedico; ore 11.30 sosta a Cingoli: visite guidate e aperitivo in piazza; ore 12.30 partenza alla volta di Apiro e Cupramontana; ore 13.15 pranzo e premiazioni degli equipaggi presso il ristorante “Ponte Magno”; ore 15.30 Rientro a Jesi e saluto degli equipaggi. Torneo “Simonetta Cup” Da giovedì 2 a domenica 5 giugno, tra Jesi e Monsano, quinta edizione del torneo di basket giovanile Simonetta-Cup, trofeo “Carolina Paesani” per la categoria propaganda. La presentazione ufficiale si è tenuta il 23 maggio in via San Marcello a Jesi, presso la Simonetta s.p.a. (“gold sponsor” dell’Aurora Basket di serie A); erano presenti Antonio Gallucci e Brunello Felicaldi, rispettivamente presidente e vice presidente dell’Aurora Basket, Roberto Raffaeli, responsabile settore giovani- le Aurora Basket, Roberto Stronati amministratore delegato della “Simonetta” . Anche quest’anno sono in gara club prestigiosi come Benetton Treviso, Climamio Bologna, Scavolini Pesaro e Lottomatica Roma. Le altre quattro squadre che completano i due gironi eliminatori sono: Robur Osimo, Sangiorgese Porto San Giorgio, Fano e, naturalmente, Sicc Bpa Jesi. La finale si svolgerà al palaTriccoli nella mattinata di domenica 5, La manifestazione è patrocinata dal Comune di Monsano. Questo, l’albo d’oro della Simonetta-Cup trofeo “Carolina Paesani”: 2001 Spalato; 2002 Sangiorgese Porto San Giorgio; 2003 e 2004 Pallacanestro Trieste. Gino Candolfi CALCIO A CINQUE Acli San Giuseppe exploit Domenica 29 maggio si è concluso il XV Torneo provinciale di calcio a cinque “Memorial Bruno Regini”che ha visto in gara otto squadre. Per l’U.S.Acli di San Giuseppe Jesi si è trattato di un vero exploit: ha conquistato infatti i primi tre posti. Queste le quattro squadre prime classificate: 1) Acli San Giuseppe Bronk; 2) Acli San Giuseppe “B”; 3) Acli San Giuseppe Sprut; 4) Acli Villa Musone. Sono stati assegnati anche altri riconoscimenti: il premio disciplina alle Acli di Filetto, premi per il miglior realizzatore a Riccardo Federici e per il miglior portiere a Salvatore Pigliapoco. Calcio Ancora spareggi Playoff per salire in categoria superiore e playout per non retrocedere. Lunghe fatiche e non sempre gratificanti per alcune nostre compagini, tuttora impegnate. In Eccellenza, dopo il 3-2 nella finale contro la Vigor di Senigallia, la Jesina (rimasta al palo, come del resto anche il Real Vallesina) sta già con buona lena preparandosi ad un campionato di caratura superiore: nelle prime mosse dirigenziali affiora un’atmosfera di ottimismo prudente, ma deciso. In Promozione, invece, gli spareggi per non cadere hanno portato la temuta retrocessione per Borgo e Labor. Il Borgo Jesi, opposto al Marchionni, ha pareggiato nella partita di andata (1-1) ma non ha retto nell’incontro di ritorno (0-2) e ricade in Prima categoria. Similmente la Labor, opposta al Pollenza, si è rovinata nell’andata (0-3) e non ha rimediato nel ritorno (1-1) retrocedendo. In Prima categoria, il Monserra ha vinto gli spareggi col Cicogna (1-2), (1-4), ma dovrà vedersela con la Falconarese: attendiamo di avere almeno il Monserra in Promozione. Nello spareggio salvezza tra la nostra Aesina e Borghetto, altra delusione (0-0) e (0-2); perciò l’Aesina ricade in Seconda categoria. Nella Seconda categoria, Spes e Sampaolese dovranno disputarsi il posto di Prima categoria, avendo vinto i loro playoff: rispettivamente con Marzocca (1-2) (1-1) e con Senigallia (4-1) (1-0). Vir Volley Un marchigiano sulla panchina della Monte Schiavo Banca Marche di Giuseppe Papadia Sulla panchina della Monte Schiavo Banca Marche torna a sedersi a sei anni di distanza da Moretti un marchigiano: i dirigenti jesini hanno, infatti, hanno scelto Emanuele Fracascia (nella foto) per guidare le “prilline” nella quinta stagione in serie A1. Nato ad Ancona il 15 novembre ’66 per Fracascia questa è la prima esperienza nel settore femminile, dopo cinque anni trascorsi nel maschile dove ha conquistato due promozioni, una a Falconara ed una a Cagliari poche settimane fa. “Per me è la prima volta – ha affermato il neo coach rossoblù – Sono entusiasta e da tecnico marchigiano mi sento orgoglioso di poter allenare Jesi. Le differenze sono poche, cambia la minor fisicità ed aumenta la tecnica. Conterà l’organizzazione di gioco e la gestione del gruppo. Non vedo l’ora di buttarmi in questa nuova avventura”. Fracascia ha anche una lunga esperienza da giocatore indoor (in A1 per nove anni a Falconara ed in A2 tra Napoli, Macerata, Rovino e Loreto) e nel beach volley, dove è stato campione d’Italia nel ’95, primo nella World Cup giocata a Jesi nell’87 e vincitore di oltre trenta tornei nazionali ed internazionali. La scelta del tecnico dorico è il primo passo di un nuovo ciclo che si spera porti quei successi tanto attesi. “Da allenatori che hanno sempre operato nel femminile – ha spiegato il presidente Gennaro Pieralisi – ora abbiamo puntato su uno che viene dal maschile. La pallavolo è sempre la stessa ma negli ultimi anni con l’evolversi del gioco sono aumentate anche le prestazioni, che stanno avvicinando le donne agli uomini. Fracascia è un marchigiano doc e questo ci fa piacere perché con lui vogliamo aprire un nuovo ciclo con nuove giocatrici” Basket cipali si può cominciare a pensare al mercato. La società gialloverde dovrebbe ripartire da coach Slobodan Subotic, che avrebbe accettato il progetto biennale del club. Nella squadra che affronterà il campionato di Lega due ci saranno sicuramente Montonati, Casini e Mortellaro ma potrebbero restare anche capitan Rossini e Maggioli. I sogni al momento, si chiamano Tyrone Grant (ex Teramo) ed Alvin Young, proveniente da Reggio Emilia che sta corteggiando Tutt. Gip Sicc e Bpa ancora a fianco dell’Aurora L’Aurora Basket continuerà il suo sodalizio con la Sicc Cucine e la Banca Popolare di Ancona. I due sponsor maggiori della società hanno riconfermato il loro contributo alla causa jesina dopo due distinti incontri con il sindaco, Fabiano Belcecchi. “Nel corso dei colloqui – si legge nel comunicato diramato dall’amministrazione comunale – il sindaco ha ricevuto da entrambi la disponibilità a sostenere con i rispettivi marchi l’Aurora Basket anche nelle due prossime stagioni. La biennalità era l’arco di tempo su cui poggiava il progetto illustrato al sindaco dalla società aurorina che ha manifestato la volontà di effettuare un campionato di vertice”. La scelta fatta da Alfiero Latini e Corrado Mariotti, rappresentanti dei due sponsor, è stata apprezzata dal sindaco, soprattutto per il ruolo aggregativo che la Sicc ha svolto in questi anni. Con il sì dei due marchi prin- (foto Candolfi) Volley Sugli scudi anche i giovani Continuano ad arrivare ottime notizie dal settore giovanile della Monte Schiavo. Dopo il successo dell’Under 17, vincitrice del titolo regionale lo scorso 25 aprile, il 22 maggio è toccato alla formazione Under 19 conquistare il titolo di campione delle Marche. A laurearsi migliore squadra della nostra regione è stata quella di Laura Fiordelmondo, capace di superare con un doppio, autorevole, 3-0 prima il Montecassiano padrone di casa e poi l’Adriatica Fano. Complimenti, quindi, a Ludovica Orazi, Valeria Cimoli, Marina Tiribelli, Giulia Beccaceci, Arianna Argentati, Valentina Montenegro, Loredana Montenegro, Alessia Trillini, Giulia Argentati, Alessia Travaglini e Tatiana Capriotti. Agrochimica giardinaggio e agricoltura Via Roma, 6 - Località Macine tel. 0731.813058 - 60032 CASTELPLANIO (AN) - Settore agricoltura - Settore vinicolo - Laboratorio analisi vini - Giarninaggio - Macchine e attezzi - Impianti di irrigazione Domenica 5 giugno 2005 7 8 Varie Domenica 5 giugno 2005 Insieme da Montecarotto a Loreto Agenda Senso unico in via Gallodoro Da mercoledì 25 maggio via Gallodoro (da largo Grammercato a via del Molino) è a senso unico con direzione AnconaRoma. Il santo del giorno Venerdì 3 giugno Sacratissimo Cuore di Gesù – Sabato 4 Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria – San Quirino Domenica 5 Corpus Domini – San Bonifacio. - Lunedì 6 San Norberto - Santa Paolina - Martedì 7 Sant’Antonio M.Gianelli Mercoledì 8 San Medardo - Giovedì 9 Sant’Efrem – Venerdì 10 San Maurino – Sabato 11 San Barnaba - Domenica 12 Sant’Onofrio.. Lutto nella cultura La scomparsa del prof. Molinelli In televisione Sabato 4 giugno – ore 10,35 (Rai Due) “Sulla via di Damasco” con don Giovanni D’Ercole - ore 17,15 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi Domenica 5 giugno – ore 8,40 (Canale 5) “Le frontiere dello spirito” a cura di mons. Gianfranco Ravasi – ore 10 Santa Messa (Retequattro) - ore 10,30 (Rai Uno) “A sua immagine” con Lorena Bianchetti - ore 10,55 (Rai Uno) Santa Messa – ore 12 (Rai Uno) Recita dell’Angelus. Anagrafe Nati (a Jesi, salvo diversa indicazione) 7 maggio Martina Sgalla; 8 maggio Clarissa Baccani (Ancona); 9 maggio Ludovica Massaccesi e Corrado Rosolani (Ancona); 12 maggio Giulia Marani; 16 maggio Alessia Zappalà e Adama Zabre; 18 maggio Sara Benmbarek e Chiara Zamponi. Matrimoni 15 maggio Stefano Ferretti e Laura Barboni; 21 maggio Michele Zannini e Barbara Filoni, Daniele Santarelli e Graziella Vigoni, Luca Pieroni e Benedetta Palmieri; 22 maggio Gabriele Pieralisi e Daniela Cardinali, Roberto Romagnoli e Manuela Mandolini. Defunti (a Jesi, salvo diversa indicazione) 12 maggio Dino Romagnoli (91 anni); 13 maggio Giuseppe Felicetti (94 anni), Luciano Gasparetti (78 anni) di Filottrano, Maria Simonetti (86 anni) di San Marcello, Rosa Stronati (83 anni), Caterina Papi (92 anni) di Poggio San Marcello; 14 maggio Enzo Casci (65 anni) di Morro d’Alba, Livio Fabrizi (73 anni); 15 maggio Anna Landi (83 anni) di Maiolati Spontini, Edmondo Carbini (60 anni) di Poggio San Marcello, Fasma Luconi (93 anni); 16 maggio Dalia Tifi (82 anni), Elvia Celli (83 anni), Maria Cimarelli (96 anni); 17 maggio Sauro Piersantelli (83 anni), Itala Pergolesi (77 anni) di Monte Roberto; 19 maggio Osvaldo Zenobi (76 anni), Costantino Giuliani (80 anni); 20 maggio Ferruccio Barigelli (64 anni) di San Marcello; 21 maggio Candido Bronzini (83 anni) di Monte Roberto; 22 maggio Mazziniana Argentati (93 anni), Gina Bruzzesi (88 anni), Giovanni Taini (84 anni); Ernesto Galeotti (97 anni) di Castelplanio, Amalia Goroni (72 anni), Nella Ponticelli (84 anni). Farmacie di turno Venerdì 3 giugno Martini - sabato 4 Calcatelli – domenica 5 Delle Grazie - lunedì 6 Comunale 1 – martedì 7 Cerni – mercoledì 8 Comunale 2 – giovedì 9 Grammercato – venerdì 10 Coppi - sabato 11 Moretti – domenica 12 Barba. La sentinella delle Marche Segue da pag. 1 tura dai tempi del mitico re Esio, con molta probabilità vi furono costruite *** Fu nel 1905, quando la Torre aveva ormai più di cinque secoli e mezzo di vita, che per la prima volta si pensò ad un restauro. Poi, anni dopo, si progettò di ricostruirla: così nel 1950, nel ’61, nel ’62, nel ’63. Si ritornò ancora a discuterne nel ’73 e nel ’92. Nel 2000 si avanzarono progetti sul suo possibile utilizzo. In molti se ne interessarono: sindaci, autorità provinciali e regionali, scrittori e politici; club internazionali, giornalisti e persino poeti. E’ solo ora però che sono stati identificati con tutta chiarezza i motivi che ne possono giustificare la ricostruzione e una futura fruizione. Di questo si è parlato il 25 maggio con una conferenza a tema: “Un progetto per la Torre della Guardia”, organizzata da “Italia Nostra”, rappresentata per la sezione di Jesi dal prof. Aldo Impiglia e patrocinata dal Comune di Jesi, dalla Provincia di Ancona, dalla Regione Marche. La manifestazione ha avuto luogo nella Sala Maggiore del Palazzo della Signoria. Diversi sono stati gli interventi, primo dei quali, per la Deputazione Storia Patria, quello del dott. Sandro Scoccianti. Il relatore ha fatto innanzi tutto presente l’ammissibilità storicoscientifica della ricostruzione della Torre; da considerare non solo un simbolo della nostra storia e dell’autonomia di tutti i Comuni, come pure della tenacia dell’uomo-costruttore, ma anche, per la sua centralità, un punto di riferimento dell’intera regione. Non sono pochi gli esempi – ha puntualizzato – di strutture interamente ricostruite dopo l’ultimo conflitto. Così è avvenuto per Montecassino, i ponti di Firenze, le torri di San Miniato; addirittura per interi quartieri di Verona e di Dresda. Dopo aver riferito dei progetti avanzati in passato sulla sua possibile fruizione, come un osservatorio astronomico o una stazione climatologica, il dott. Scoccianti ha indicato quello a cui ora si è pensato: rendere la Torre un polo stabile di comunicazione informatica. Si tratta del “Progetto Web Torre di Guardia - Jesi”, un portale da realizzare in tre lingue; italiano, inglese, tedesco. Ne sono state spiegate le caratteristiche dall’ing. Giulio Viezzoli, presidente dell’Aethra. Il portale ideato presenterebbe aree tematiche diverse: note storiche, geografiche, dinamiche relative a tutte le fasi di costruzione fino a progetto ultimato e alle successive iniziative. Il sito Internet dovrebbe avere caratteristiche di estrema semplicità, immediatezza di comunicazione, reperibilità dell’informazione e rimanderebbe in tutto il mondo l’immagine della regione anche sotto il profilo economico. L’ing. Paolo Beer, presidente dell’Ordine Ingegneri della provincia di Ancona, ha invece riferito sulle modalità della ricostruzione. Dovrebbero tenere presente non solo le caratteristiche della struttura dedotte dai STUDIO MEDICO dott. SANTONI Chirurgia LASER delle VARICI in Day Surgery Flebologia, Chirurgia ambulatoriale, Eco color Doppler, Chirurgia ambulatoriale ed in Day Surgery Accreditato Regione Marche prot. 11105 del 3 giugno 2003 Via RADICIOTTI n. 3 - 60035 JESI Tel. 0731 205103 - 335 8234245 Sabato 28 maggio i bambini della parrocchia Santissima Annunziata di Montecarotto, guidati dal parroco don Gianni Polita e dalle catechiste, hanno concluso l’anno catechistico con un pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto. In una splendida mattinata rallegrata dal sole e dal colore dei fazzoletti variopinti che hanno indossato per rendersi riconoscibili, sono stati accolti con grande disponibilità nella cripta del Santissimo Crocifisso da Padre Aurelio, il quale ha voluto consegnare loro un messaggio di solidarietà: come la casa di Loreto è composta di sole tre pareti, togliamo anche noi un muro dalla nostra casa per Quando la tecnologia aiuta chi ne ha più bisogno L’idea viene dall’associazione “Tutela salute mentale per la Vallesina”, ed è quella di aprire un “forum” sui problemi dei malati e delle loro famiglie. La materia prima - lo spazio telematico - la fornisce la rete civica. “L’uso di forum telematici – dice il difensore civico, Samuele Animali - non è ancora molto diffuso nel trattare dei diritti di cittadinanza e l’e-democracy sembra stentare a decollare. Ma rappresenta senz’altro il futuro. Nelle intenzioni dei promotori – aggiunge Animali - questo forum deve diventare uno strumento di sensibilizzazione, di promozione, di scambio di esperienze, di empowerment, come si direbbe con un termine inglese che mi sembra molto appropriato. Mettendo insieme più debolezze abbiamo come risultato una forza”. Il forum è attivo all’indirizzo www.comune.jesi.an.it/difensorecivico ed è moderato dal difensore civico documenti storici, ma anche le esigenze di staticità richieste dalle norme vigenti, l’uso dei materiali scelti e la spesa complessiva che non dovrebbe superare un milione di euro, da ripartire fra sovvenzioni statali, che è possibile richiedere per danni di guerra, e fra privati. Sono da escludere dubbi sulla staticità della Torre ricostruita, ha assicurato. Rimasta in piedi per oltre 700 anni, potrà sicuramente risultare solida in futuro, con l’applicazione di tecniche di muratura più leggere rispetto al passato. Ha concluso gli interventi il dott. Enzo Giancarli, presidente della Provincia di Ancona, che ha ulteriormente sottolineato il valore simbolico di identità culturale, sociale, politica della Torre; anche di coesione del territorio, di accettazione e di tolleranza. Tutto chiaro, dunque. La Torre, una volta ricostruita, offrirebbe al mondo una nuova e spettacolare immagine emblematica della Marche. Resta certamente altro da definire intorno al progetto: se, ad esempio, saranno realizzati nell’interno della struttura uffici, o sale d’esposizione, servizi o impianti di luce. Sarà anche da considerare la sistemazione dell’area intorno alla struttura. Ci vorrà del tempo prima che l’immagine virtuale diventi reale; ma è ormai certo che la Torre ritornerà ad essere “la sentinella delle Marche”. Circolo “Ferrini” IlCircolo “Ferrini” invita, mercoledì 15 giugno, alla visita alle sorgenti di Gorgovivo. Il programma prevede la partenza alle 16 dal piazzale di S. Francesco di Assisi, l’arrivo alle ore 17 e la visita alle grotte; cena a Sasso. Prenotazioni entro il 12 giugno. Venerdì 24 giugno ultimo incontro, prima della pausa estiva, con la psichiatra dott.ssa Rossella Italiano, che terrà una conversazione su “La nostra presenza in questo mondo sconvolto e irriconoscibile”. aprirla all’accoglienza ed alla generosità verso glia altri. I bambini poi hanno rivolto a Maria tenere intenzioni di preghiera, chiedendo protezione per loro stessi e per coloro che ne hanno bisogno. Il momento più significativo è stato il passaggio nella Santa Casa dove, in grande raccoglimento e con un po’ di emozione, hanno sostato per qualche minuto tra quelle pareti in cui Gesù è cominciato a diventare “Uno di noi”. Il pellegrinaggio si è concluso sul sagrato della Basilica, dove tutti hanno cantato e salutato la Madonna prima di ripartire alla volta di Montecarotto. Da giovedì 9 a lunedì 13 Santa Maria Nuova festeggia il patrono Sant’Antonio di Padova Nutrito programma, quello messo a punto a Santa Maria Nuova dal comitato per i festeggiamenti del Patrono Sant’Antonio di Padova: giovedì 9 giugno – ore 21,15 al teatro comunale, concerto del quartetto d’archi Postacchini; venerdì 10 giugno – ore 21,15 allo stadio incontro di calcio Amatori-Vecchie glorie; sabato 11 giugno – Spettacolo “Sette note per un paese” con “Los Lobitos”: alle ore 18 in frazione Monti, alle ore 18,45 in frazione Collina e alle 19,30 nel capoluogo; alle ore 21,15 sfilata e musica in piazza con la banda “La Lombarda” e “900 Junior Band”; domenica 12 giugno – “Giornata del santamarianovese lontano”: ore 10,15 al teatro comunale saluto delle autorità; ore 11,15 Santa Messa al Palasport; ore 13 pranzo aperto a tutti presso gli impianti sportivi; ore 16,30 sfilata della banda “La Lombarda anni 70”; ore 21,15 in piazza, concerto Quintetto ottoni “Friends of Brasses”; lunedì 13 giugno Festa del patrono Sant’Antonio di Padova – ore 11 S.Messa celebrata da Mons. Vescovo; ore 20,30 tradizionale processione per le vie del paese; ore 22 estrazione dei biglietti della lotteria di Sant’Antonio; ore 23,15 fuochi artificiali. Domenica scorsa, all’età di 84 anni, è morto nella sua abitazione, in vicolo del Leone a Jesi, il prof. Raffaele Molinelli, una delle figure di primo piano nel mondo accademico e della cultura. Docente e preside all’università di Urbino, insegnante di storia e filosofia, studioso di storia locale, autore di numerose pubblicazioni, cittadino benemerito. Una folla numerosa e commossa ha partecipato lunedì scorso alla cerimonia religiosa tenutasi nella chiesa parrocchiale di San Francesco di Paola. “Pur non avendo avuto il piacere di conoscerlo personalmente – ha detto il sindaco Fabiano Belcecchi – ho ben presenti il valore e il prestigio culturale che il professor Molinelli ha acquisito nella sua lunga e prestigiosa carriera”. Anniversario 31.10.1918 29.5.2004 Comm. Agostino Medici Nella vita privata e pubblica cittadino e cristiano esemplare. La moglie, i figli, i nipoti, gli amici invalidi sul lavoro, riconoscenti e grati.