Impot reprisée
Tassa ricossa
Ufficio di Jesi
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A scuola
con Federico II
Una tavolozza
di petali
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Madonna del
Sassoferrato
Andar
per cicoria
settimanale d’informazione
Euro 0,80
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi”
ANNO LII - N. 20
Un’ora di stipendio
per andare a votare
Quei tocchi
di classe
In via Montenapoleone il voto
del 12 giugno rende. Un’ora di
stipendio a chi dimostra di essere andato alle urne. Un appello
lanciato alle donne imprenditrici
a fare altrettanto, forse per scuotere un certo elettorato culturalmente pigro che, secondo certi
sondaggi, nel 93 per cento dei
casi non avrebbe ancora capito
cosa esattamente sia la fecondazione omologa, e nel 12 per
cento dei casi sospetterebbe
addirittura trattarsi di una faccenda fra omosessuali.
L’idea di pagare chi va alle
urne è venuta alla signora
Claudia Buccellati, titolare di
una gioielleria appunto in quella
via, ed è stata lanciata alla presentazione milanese del comitato
“Donne per il sì” fondato da
Emma Bonino. Nel consueto parterre di vecchie glorie del femminismo, ex attrici, ex cantanti,
imprenditrici rampianti, fra
dichiarazioni di “fede cattolica”
– pienamente compatibile però
con congelamento e dissezione di
embrioni a scopo di ricerca – la
trovata della signora Buccellati,
da Repubblica definita “marketing manager”, è stata un tocco
di classe in questa campagna
elettorale, che finora mancava.
Per non esser da meno, una
docente di biologia milanese ha
dichiarato che lunedì 13 giugno
considererà presenti alle lezioni
gli studenti che si rechino ai
seggi. Compiacimento in sala fra
le signore. “Votare è non solo un
diritto, ma un dovere”, ha affermato enfaticamente la Buccellati, e vaglielo a spiegare che
perfino su Repubblica un giurista come Giuliano Amato ha
spiegato che no, non è vero, in un
referendum non è come in un’elezione politica o amministrativa,
ed è legittimo astenersi.
Niente, applausi entusiasti
dalla platea di destra, di sinistra
ma comunque fresca di parrucchiere. Perciò, essendo che secondo la titolare della gioielleria
d’una delle più esclusive di
Montenapoleone votare il 12 giugno è un dovere, la ditta Buccellati munificamente offre, dietro prova del voto, un’ora di stipendio. Ben pensato: un gesto
simbolico, e di certo per quei
pochi euro non si va in rovina.
Più impegnativo sarebbe
stato, nella memoria di Achille
Lauro che nella Napoli del dopoguerra offriva la scarpa destra
prima, e la sinistra dopo, con la
prova del voto, regalare un orecchino, e poi il gemello. Ma,
certo, era una soluzione troppo
dispendiosa.
Qui si voleva cavarsela con
poco. Un’ora di stipendio, per
carità, una cosa solo simbolica.
O una mancia. A fronte di un non
votare che, se qualcuno non l’ha
capito, è, almeno per molti, e
certamente per i cattolici, un non
votare carico di significato politico e etico. Un “no” netto, secco, cosciente e motivato. Almeno
tanto quanto il “sì” delle signore
per il “sì”.
Ed è davvero molto poco
qualche decina d’euro per la
coscienza di una persona, perché
questo è in gioco, non un sindaco, non un governo, il 12 giugno.
Sarebbe bello restituirle al mittente, queste mance, alle marketing manager - e alle bottegaie che davvero oseranno darle.
In tutto questo, osserverà
forse qualcuno, resta però intatta
la non ingerenza nel voto che si
chiede di esprimere. Ora, al di là
che mai come in questo caso l’astensione ha avuto un significato,
occorre pur ricordare che il non
raggiungimento del quorum costerebbe ai proponenti circa
500mila euro a quesito: se mancasse il quorum per tutti e quattro, due milioni di euro in mancati rimborsi. Al voto, al voto,
comunque, e anche dietro il compenso di un’ora di stipendio,
dicono le “Donne del sì”, capeggiate da Emma Bonino.
Marina Corradi
(da “Avvenire”)
DIREZIONE E REDAZIONE : JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX 0731.208145
Domenica 5 giugno 2005
Messaggio di Mons. Vescovo
“Senza la domenica
non possiamo vivere”
Sono contento di partecipare spiritualmente a questa processione del
Corpus Domini.
Mi ero prenotato per partecipare a
Bari, ma la salute non me lo ha permesso.
La nostra Diocesi ha celebrato con
gioia l’anno eucaristico e il congresso
nel 1990 ed ha ripetuto con entusiasmo
il Congresso Eucaristico Diocesano
nell’Anno Santo del 2000.
“Senza la domenica non possiamo
vivere!”
Domenica 29 maggio, solennità del
Santissimo Corpo e Sangue del Signore, nella
chiesa Cattedrale il Vicario Mons. Giuseppe
Quagliani ed i sacerdoti della città hanno celebrato alle ore 18 la Santa Messa al termine
della quale è iniziata la processione per le vie
del centro che si è poi conclusa con la benedizione eucaristica in piazza della Repubblica.
Mons. Vescovo, che per motivi di salute, non ha
potuto presiedere, ha inviato ai numerosi presenti un messaggio, letto dal Vicario.
Qui, a lato, il testo del messaggio:
La secolarizzazione, purtroppo, ha
rovinato la sacralità della domenica.
Ma noi cristiani dobbiamo ritrovare il
significato della domenica, recuperando la centralità della Messa domenicale come festa della famiglia e la partecipazione all’amore del prossimo
vivendo la carità e gli spazi di adorazione comuni.
Il Signore Gesù presente nell’Eucaristia ci darà molte occasioni per
onorarlo, vivere con lui ed edificare la
comunità cristiana nel mondo.
Vi ringrazio delle vostre preghiere,
vi benedico e confermo il mio affetto
per tutti voi.
Ma non è una sorpresa
La Francia blocca
la Costituzione europea
di Vittorio Massaccesi
[email protected]
Della grandeur della Francia si
sono sempre vantati tanti dei suoi
figli, da Luigi XIV, a Napoleone,
a De Gaulle. Magari anche a
ragione perché, almeno a partire
dalla costituzione degli Stati
moderni – sec. XV - la nazione si
è sempre trovata in prima linea tra
le grandi potenze con l’aggiunta
di un intuito politico che non ha
paragone, ad esempio, con quello
tedesco.
Ed oggi la grandeur
la
schiaffa davanti a tutta l’Europa
negando quella Costituzione che
proprio uno dei suoi maggiori
figli viventi, l’ex presidente della
repubblica Giscar d’Estaing, ha
ampiamente contribuito a proporre ai venticinque Stati facenti
parte dell’Unione unitamente al
nostro ex presidente Giuliano
Amato.
***
La storia, la potenza, l’organizzazione della Francia – una delle
sei fondatrici dell’Ue - non permettono di pensare ad un’Unione
senza il cuore dell’Europa. Ma
perché il rifiuto da parte di un
popolo allenato alla democrazia e
aggiornato culturalmente? Perché
ha prevalso il timore di cedere ricchezza ai popoli sopravvenienti
più poveri (Polonia, Paesi baltici
ecc,). Inoltre si è temuta un’eccessiva riduzione della sovranità e il
contemporaneo trionfo di un’eco-
nomia ultraliberista tutta a favore
delle classi maggiori. Per non dire
del rischio dell’ingresso - lontano
quanto si vuole ma presente nei
programmi - della Turchia che dai
francesi è intesa, nel bene e nel
male, come un mondo del tutto
estraneo alla cultura europea e a
quella – perché no? – di Cartesio,
di Rousseau, di Voltaire.
Proprio come negli anni ’50 fu
la Francia a bloccare la Ced – un
cammino verso l’unione degli
eserciti dei sei Stati - .così oggi è
la Francia a far segnare il passo a
quella stessa Unione europea che
pure ha percorse tanta strada e
che oggi non merita il rischio
della stagnazione politica.
***
Che proprio questo è il rischio
per i venticinque paesi dell’Unione: stagnazione politica e
arrembaggio individualistico di
fronte ai grandi temi della globalizzazione. Solo un cieco non
vede che l’attuale miopia del
popolo francese fa il gioco delle
grandi potenze mondiali (Usa,
Cina, Giappone, India) le quali
altro non desiderano che la disunione di un’Europa con una voce
che si perda in mille rivoli, che
quasi mezzo miliardo di persone,
super attrezzate per spingere in
avanti il loro progresso, vivano
nella disunione e nella discordia
politica. Ve lo immaginate come
Bush rida sotto i baffi per lo
schiaffo che il popolo francese ha
dato a Chirac? E come gongoli
pensando che l’organizzazione
politica dell’Unione, già così flebile, si allontana sempre di più?
A questo punto Consiglio e
Commissione europea devono
rimboccarsi le maniche in tutta
fretta, insistere perché il cammino
di approvazione della Costituzione nei vari Paesi continui. Fra
due anni si tireranno le somme.
Conclusione. Volenti o nolenti,
ormai siamo obbligati ad andare
avanti nel cammino dell’Unione,
magari accontentandoci di ingranare la prima marcia. La velocità
della Ferrari rimane un sogno. E
sarebbe anche rischiosa.
+ P. Oscar, Vescovo
Presenti in Italia
Quasi tre milioni
di immigrati
Un po’ meno di tre milioni. Con un’incidenza sulla popolazione italiana ormai vicina alla media europea (il 5 per cento,
anche se resta lontano dal 9 di Austria e Germania) e soprattutto tanti bimbi e ragazzini. Eccola, la foto più recente degli
stranieri nel nostro Paese appena “scattata” da Caritas italiana, Caritas di Roma e Fondazione Migrantes attraverso il loro
“Dossier immigrazione 2005”, del quale il 9 maggio sono
state fornite (come di consueto ogni anno) alcune anticipazioni. Ma andiamo a vederne alcuni dettagli, i più importanti.
di Pino Ciociola
Presenza diventata «sempre
più rilevante» Gli stranieri in
Italia alla fine del 2004 erano due
milioni e 730 mila: soprattutto
arrivati dall’Europa (un milione
e 289 mila), ma anche
dall’Africa (647 mila), dall’Asia
(472 mila) e dall’America (314
mila). Una presenza, insomma sottolineano le Caritas e
Migrantes - che «da marginale è
divenuta sempre più rilevante» e
che perciò «richiede con forza
Un progetto
per la Torre
della Guardia
La sentinella
delle Marche
di Augusta Franco Cardinali
Oggi possiamo solo immaginarla. La Torre della Guardia
era una struttura solida e imponente che si ergeva su una collina di appena trecentosedici
metri, non lontano dalla città.
Dominava però un panorama
immenso. Dalla sua sommità si
scorgevano tutti i confini della
Marche, dal Gran Sasso al mare.
Era un osservatorio, un posto di
guardia naturale e così venne in
passato utilizzata. E’ però attendibile l’ipotesi, formulata anni
fa da Giuseppe Luconi, che il
luogo sia stato sempre considerato strategicamente importante;
che quindi la torre, distrutta nel
una normativa più organica, per
non restare a metà del guado». E
intanto aumenta il loro ritmo di
crescita, che viaggia intorno ai
130 mila nuovi arrivi ogni anno
(88 mila dei quali ricongiungimenti familiari).
I minori sono
un quinto del totale
La situazione va ormai normalizzandosi dal punto di vista
demografico - sottolineano le
anticipazioni al Dossier - con «la
prevalenza fra gli stranieri dei
coniugati». E in particolare sono
poi importanti almeno un paio di
considerazioni: i minorenni ormai raggiungono un quinto dei
residenti immigrati e il «consistente numero di bambini nati da
genitori stranieri, 33.691 nel
2003 (e secondo le proiezioni
quasi 40 mila nel 2005). Viene
fuori, poi, «una tendenza alla stabilità di residenza, visto che «il
60 per cento della popolazione
straniera soggiorna da cinque
anni o più» e che 320 mila immigrati in questi anni hanno acquisito la cittadinanza italiana.
Il fabbisogno
di forza lavoro
’44 durante la battaglia per la
liberazione di Filottrano, sia
stata solo l’ultima vedetta della
Marche. Altre postazioni simili
precedentemente, forse addiritSegue a pag. 8
Detto infine che la presenza straniera è distribuita su tutto
il territorio, sebbene venga notevolmente privilegiato il Nord (60
per cento) rispetto al Centro (30
per cento) e al Sud (10 per
cento), Caritas e Fondazione
Migrantes rilevano anche il «crescente fabbisogno di forze lavoro
aggiuntive da parte del mercato
occupazionale italiano, con una
percentuale dei lavoratori immigrati vicina all’8 per cento delle
forze lavoro».
«Visione organica
e proiettata al futuro»
Così, «al processo irreversibile di strutturalizzazione dell’emigrazione – si legge nelle anticipazioni – dovrebbe corrispondere una visione organica convinta
e proiettata al futuro». Sarebbe a
dire che «il nodo della politica
migratoria in Italia sta nel collocarsi a metà del guado: si ha
coscienza che è impossibile tornare indietro, ma si è titubanti
nell’affrontare il problema delle
quote e nell’adottare meccanismi
flessibili di collocamento».
Morale
Nella foto accanto al titolo, la Torre della Guardia agli inizi del
secolo scorso; nelle due foto qui sopra, quel che restava dell’antica
Torre nel 1950 e nel 2002.
Morale? «Gli immigrati
«sono anche i nuovi cittadini» e
per loro serve un progetto più
deciso di integrazione», che,
«banditi definitivamente xenofobia e razzismo, rimedi alle vessazioni burocratiche, elimini le
disparità, finanzi le attività
necessarie all’integrazione, riveda la normativa sulla cittadinanza e faciliti la partecipazione
degli immigrati al voto amministrativo.
2
Vita ecclesiale
Domenica 5 giugno 2005
Giornata Mondiale della Gioventù
Si parte... in fretta
con Maria... verso Colonia
di don Cristiano Marasca
Una calorosissima risposta quella dei giovani delle Marche
alla Giornata Mondiale della Gioventù 2005 di Colonia: mancano ancora tre mesi e sono già oltre 2.700 gli iscritti. Come si
è scritto su “Voce” del numero scorso, nella sera di venerdì 20
maggio quelli che spesso vengono chiamati “papaboys” hanno
manifestato nella basilica di Loreto, con una veglia a loro dedicata, tutto il loro entusiasmo in questo cammino di festa, di
gioia e di incontro che li condurrà sulle orme dei Magi (le cui
reliquie sono custodite nella Cattedrale renana), all’incontro
con l’Emmanuele.
Dalle diocesi delle Marche i giovani iscritti si sono dunque
riuniti per incontrarsi e pregare insieme accompagnati dai
vescovi di tutte la regione o dai loro rappresentanti rinnovando
la professione di fede, invocando i santi della Chiesa Marchigiana e Tedesca, soffermandosi in silenziosa preghiera di
fronte all’Eucaristia e magnificando la grandezza del Signore
anche con la preghiera espressa attraverso la danza rievocando
il “Sì” di Maria.
Al termine della celebrazione è avvenuta sul sagrato della
Basilica la consegna di una copia della Statua della Vergine di
Loreto a don Paolo Giulietti del Servizio Nazionale di Pastorale
Giovanile che verrà accompagnata da gruppi di atleti a piedi da
Bari fino a Colonia in un percorso che si snoderà nei prossimi
mesi tra Italia, Svizzera e Germania.
* L’asterisco
La Turchia e l’Europa
di Giacomo Galeazzi
La Turchia in Europa: profezia di Papa Giovanni. Da «amico
dei turchi», come fu ribattezzato sul Bosforo, e precursore
dell’«europeizzazione» del paese della Mezzaluna, Angelo
Roncalli, delegato apostolico ad Istanbul dal 1935 al 1945 e
futuro Giovanni XIII, ha saputo leggere in anticipo i segni dei
tempi. Un «matrimonio», quello tra Turchia islamica ed
Occidente cristiano, celebrato dall’ambasciatore pontificio, con
lo sguardo rivolto al futuro, a partire dai gesti quotidiani. Una
lungimiranza non priva di «strappi» alla tradizione, cosicché
alcuni membri delle comunità di stranieri cattolici presenti a
Istanbul scrissero a Roma per protestare contro il vescovo bergamasco (proclamato beato da Karol Wojtyla) che aveva provato a far celebrare le messe anche in lingua turca. Quel nunzio,
secondo loro, stava cambiando la religione cattolica.
Trent’anni dopo, eletto al soglio di Pietro, Roncalli istituì le
relazioni diplomatiche tra il Vaticano e la Turchia. Appena sbarcato ad Istanbul aveva annotato sul suo diario: «Dalla finestra
della mia camera, qui presso i padri gesuiti, osservo tutte le sere
un assembrarsi di barche sul Bosforo; spuntano a decine, a centinaia dal Corno d’Oro; si radunano ad un posto convenuto e poi
si accendono, alcune più vivacemente, altre meno, formando una
fantasmagoria di colori e di luci impressionanti. Credevo che
fosse una festa sul mare per il Baraim che cade in questi giorni.
Invece è la pesca organizzata delle palamite. Grossi pesci che si
dice vengano dai punti lontani del Mar Nero. Queste luci durano tutta la notte e si sentono le voci gioiose dei pescatori. Lo
spettacolo mi commuove».
A proseguirne l’opera in nunziatura e ad ereditare il titolo di
«amico dei turchi» (e principale sostenitore in Curia del loro
ingresso nell’Unione Europea) è il cardinale marchigiano Sergio
Sebastiani, diplomatico di lungo corso in America Latina ed
Europa, ambasciatore di Giovanni Paolo II in Turchia dal 1984
al 1995, poi organizzatore del Giubileo e attuale presidente della
la Prefettura Economica della Santa Sede.
Mostra
pro malati
di lebbra
Il 4 giugno sarà inaugurata la
mostra-vendita che il gruppo
“Amici di Raoul Follereau” di
Jesi organizza in favore dei malati di lebbra. La mostra, che si
terrà al Palazzo dei Convegni,
sarà aperta tutti i giorni, fino al 12
giugno dalle 9,30 alle 12 e dalle
16 alle 19. Gli organizzatori ringraziano fin da ora quanti vorranno contribuire.
Pellegrinaggio a piedi
Jesi-Loreto
Venerdì 17 giugno si svolgerà
il ventisettesimo pellegrinaggio a
piedi Jesi–Loreto organizzato
dalla Diocesi. Il programma prevede l’incontro alle 20,30 presso
la parrocchia di Sant’Antonio
Abate, a Minonna, per le iscrizioni e la preghiera comunitaria.
Voce della Vallesina
settimanale
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Giuseppe Luconi
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Alle 21,30 partenza per camminare poi tutta la notte ed arrivare
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seguente.
Durante il tragitto sarà garantita l’assistenza tecnica e sanitaria. Chi vorrà partecipare è invitato ad indossare un gilet ad alta
visibilità e scarpe comode ed a
munirsi di una torcia elettrica.
Per informazioni ci si può rivolgere a don Bruno Gagliardini (tel
0731.204961)
In risposta al messaggio augurale del Vescovo
Benedetto XVI
ringrazia e benedice
Dalla Segreteria di Stato del Vaticano, lo scorso 11 maggio,
è giunta questa lettera a Mons. Vescovo:
Eccellenza Reverendissima, nella fausta circostanza dell’elezione alla Cattedra di Pietro del Santo Padre Benedetto
XVI Ella, anche a nome di codesta Comunità diocesana, ha
voluto inviarGli un affettuoso messaggio augurale. Sua
Santità ha accolto con vivo compiacimento tale testimonianza di sincera devozione e, mentre ringrazia Vostra
Eccellenza per il premuroso gesto e per le preghiere che
l’hanno accompagnato, di cuore imparte a Lei ed a quanti
si sono associati a questo atto filiale l’implorata Benedizione Apostolica, che estende volentieri ai fedeli della Diocesi.
Profitto della circostanza per confermarmi con sensi di
distinta stima
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma dev.mo
Leonardo Sandri - sostituto
DAI NOSTRI MISSIONARI
Le difficoltà di tanti fratelli
Dal convento delle suore missionarie della Consolata,
Grugliasco (Torino), Sr. Luisa Elvira Ferracci:
Carissimo Vescovo e carissimi tutti del Gruppo
Missionario, il Cristo Crocifisso-Risorto ancora una volta si
pone al nostro fianco, sulle nostre strade, ascolta le nostre difficoltà, le incertezze e le paure, ci insegna a leggere la storia
con occhi e cuore di figli e ci invita ad abbandonarci nelle
mani del Padre.
A voi, che come Gesù, vedete le difficoltà dei fratelli e continuate ad offrire la vostra solidarietà a tanti fratelli, giunga il
mio grazie di cuore! Il vostro ricordo, la vostra preghiera, l’arrivo puntuale di “Voce della Vallesina” e delle lettere del caro
Vescovo, mi dicono il vostro affetto e la vostra vicinanza.
Anche io ricordo tutti e assicuro la mia preghiera. Anche le
missionarie che operano in Etiopia porgono cordiali saluti e
assicurano la loro preghiera.
Con affetto e riconoscenza.
Valori umani e cristiani
Da Uvira (Congo), Sr. Rosanna Bucci:
Carissimi, eccomi ritornata ad Uvira! Come sempre l’accoglienza è stata calorosa da parte delle sorelle, dei padri e della
gente. Alcuni poveri e ammalati sono venuti a darmi il benvenuto con galline, uova, banane e arance. Dato che ho ritrovato volti conosciuti e che ho ripreso l’attività iniziata, non mi è
neanche sembrato di essere stata qualche mese in Italia, se
non fosse stato per le punture di insetti che mi hanno subito
fatto festa e per il mio fisico che ha risentito del cambiamento di temperatura. Sta facendo veramente caldo! Anche se ho
già fatto dieci anni di Africa devo continuamente adattarmi
sia fisicamente che culturalmente al nuovo ambiente.
Arrivando ho trovato i cristiani che facevano la novena
per l’elezione del nuovo pontefice… è bello far parte della
Chiesa, sentirsi a casa in ogni parte della terra! Durante la mia
assenza non ci sono stati combattimenti ed il clima più disteso ha favorito un certo sviluppo. Diversi sono i cantieri in
costruzione, la maggioranza finanziati dalla generosità degli
italiani. Grazie a voi il nostro popolo congolese ha scuole,
chiese, ospedali, centri sanitari, opere sociali e caritative che
funzionano, senza considerare ciò che è invisibile agli occhi
ma ugualmente reale come la formazione delle persone ai
valori umani e cristiani.
Carissimi, mi sento mandata anche a nome vostro, impegnata ad essere ponte della vostra solidarietà e segno della
bontà misericordiosa di Dio. Vi ricordo con tanta riconoscenza e prego per voi!
X Domenica del Tempo Ordinario - 5 giugno 2005
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, passando, vide
un uomo, chiamato Matteo, seduto al
banco delle imposte e gli disse:
“Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa,
sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i
discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano
ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai
peccatori?”. Gesù li udì e disse: “Non
sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi:
Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
A quella mensa ognuno è invitato
di Adriana Borgognoni
C’è un uomo “seduto al banco delle imposte”. Si chiama Matteo,
ma potrebbe chiamarsi Giovanni …Teresa…Francesco….Potrei essere
io, “seduto” al banco dei miei attaccamenti sbagliati o eccessivi, tiranneggiato dal mio disordine morale, stretto ad una vita che false ricchezze in realtà rendono povera. E’ su questa miseria che si posano gli
occhi di Gesù, e la chiamata è così autorevole che non può essere elusa.
Matteo lascia tutto quello che fino a quel momento era stato importante per lui, non prende tempo né fa domande. Risponde con decisione e prontezza: “si alzò e lo seguì”. Il suo alzarsi è già un risorgere
(anistemi), e il seguire è un lasciare la realtà di prima per aderire al
destino del Maestro (akolouthein = fare la stessa strada). L’incontro
con il Signore ha sconvolto i suoi punti di riferimento e cambiato la sua
vita. Lo vediamo subito “a mensa” con Gesù, entrato in amicizia e intimità con lui, insieme ad altre persone che notoriamente conducevano
una vita peccaminosa e che per questo erano disprezzate da quanti si
ritenevano “giusti” perché osservanti rigorosi della Legge.
Gesù non disprezza nessuno, non si vergogna di stare in compagnia
di peccatori, ma accoglie tutti, e ai farisei che si scandalizzano ricorda
che non è il culto esteriore a rendere puri, né una condotta impeccabile, ma un cuore capace di provare misericordia (eleos).Lui è venuto a
cercare proprio chi è perduto, perché “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. E chi si illude di essere a posto con Dio,
finisce col non vedere la sua “malattia” e non sentire l’invito che il
“medico” ogni giorno rinnova: “seguimi”, non escluderti dalla mia
mensa, entra in comunione con me.
Cultura, spettacoli e dintorni
Alla “Amedeo di Savoia”
di Marco Palmolella
una migliore collocazione.
La dott.ssa Chiara Carletti,
curatrice del riordino, ha spiegato il lavoro svolto che ha riguardato la schedatura di tutte le
unità archivistiche: i soggetti istituzionali individuati, e le relative
Nella prima foto: Paolo Cingolani, Maria Palma, Chiara
Carletti, Paolo Perticaroli, Mirella Mazzarini e alunni della scuola
media “Savoia”; nell’altra foto, da sinistra: Paolo Cingolani, Luigi
Pennacchietti, ragazzi della scuola media “Savoia” e Mirella
Mazzarini.
getto “Archivio storico”: non una
semplice raccolta di carte, sia
pure catalogate e riordinate, ma
un eccellente esempio di custodia dei documenti scolastici, un
nuovo strumento culturale al servizio della città e degli studiosi.
Il dirigente scolastico, dott.ssa
Mirella Mazzarini, presentando
il progetto, ha parlato di
“Archivio storico” come risorsa,
luogo di studio e ricerca dove è
possibile conoscere l’ubicazione
delle scuole, la loro organizzazione, il ruolo dei Comuni nella
gestione, l’evoluzione del sistema scolastico, la vita delle scuole e dei loro frequentatori, la
memoria della Scuola. “Il progetto Archivio – ha detto - riveste un
grande significato, non solo per
chi ha studiato o ha insegnato in
questo istituto, ma per la cultura
locale e per la storiografia della
Scuola italiana; infatti, leggendo
i documenti si potranno ripercorrere le tappe più significative
della scuola postunitaria, dalla
legge Casati all’istituzione della
scuola media unica”.
La dott.ssa Mazzarini ha poi
presentato un’opera artistica,
sotto forma di pannello, lavoro
condotto dal prof. Luigi Pennacchietti e dai suoi studenti,
intitolato “Senso di appartenenza” che richiama ai temi fondamentali della scuola, della città,
dell’Europa e della pace.
Il dott. Paolo Cingolani ha
portato il saluto del sindaco e
della giunta comunale esprimendo parole di elogio per l’importante iniziativa. Ha assicurato
che l’amministrazione ha posto
in primo piano l’impegno in
favore delle scuole jesine, quindi
si cercherà di dare all’Archivio
sezioni sono: la direzione didattica di Stato di Jesi, la direzione
didattica del I Circolo di Jesi, la
scuola media statale “Duca
Amedeo di Savoia” e il “regio”
liceo- ginnasio “Vittorio Emanuele II”. La dott.ssa Carletti,
che ha curato anche la pubblicazione di un utilissimo e pregevole opuscolo, una guida ai fondi e
agli inventari dell’Archivio jesino, ha spiegato la tipologia dei
documenti e la loro organizzazione suggerendo anche alcuni
tipi d’indagine e ricerca: analisi
ed evoluzione degli organi collegiali, la rete scolastica, l’elaborazione dei dati quantitativi, la frequenza, l’abbandono, il successo
scolastico e le biografie personali dei docenti.
La dott.ssa Maria Palma, dirigente della Soprintendenza archivistica delle Marche, ha illustrato la legislazione, l’attività e
il ruolo delle istituzioni per la
valorizzazione dei beni culturali;
inoltre ha spiegato le norme che
riguardano la gestione e la fruizione di un pubblico archivio.
Paolo Perticaroli, direttore amministrativo dell’Istituto scolastico “Jesi Centro”, con emozione e
soddisfazione, ha ricordato come
sia nata l’idea di realizzare il progetto Archivio Storico grazie al
quale i documenti hanno assunto
dignità e per motivi di studio
possono accedervi anche operatori esterni alla scuola.
Nel pomeriggio, al teatro-studio San Floriano, il dott. Franco
Cambi, docente di pedagogia
generale all’Università di Firenze, ha tenuto una lezione sul
tema “L’occasione di un archivio: sguardi sulla Scuola Italiana
del Novecento”.
A scuola con Federico II
«L’augurio che questa iniziativa abbia conseguenze
in altre scuole, anche superiori»
A fil di spada
“Biblioteca aperta” e
“Leggere il 900”
Dall’avv. Sandro Alessandroni:
Con riferimento alla mia
lettera “A fil di spada” cortesemente pubblicata da “Voce”
nella terza pagina del numero
scorso, devo far presente che
un malaugurato inconveniente tecnico ha compromesso
l’esatta leggibilità del mio
scritto nella sua parte centrale, cioè nelle prime righe
del terzo capoverso di stampa, righe che vanno lette come segue.
fotoservizio di Cristina Franco
“Chi è Federico II?” è il titolo della manifestazione svoltasi
il 27 maggio alla scuola media
“C. Lorenzini” di Jesi, polo di
storia per la provincia di Ancona
e sede di corsi di aggiornamento
per insegnanti. La Fondazione
“Federico II”, che ha organizzato l’evento in collaborazione con
l’Istituto Comprensivo “Jesi San
Francesco”, ha offerto il supporto culturale necessario alle
docenti Amneris Carotti, Maria
Teresa
Bartelucci,
Pina
Pigliapoco e Rosalba Ricci,
coordinate dalla dott.ssa Lorena
Mengoni.
Il dott. Vittorio Borgiani, presidente della Fondazione, ha
dichiarato, ad inizio di serata, di
essersi reso conto «…dell’ignoranza da cui è circondata la figura
dell’Imperatore
svevo.
Nessuno ha capito a Jesi la sua
importanza. Oggi si è giunti a
creare l’Europa Unita, concetto
al quale Federico II era già arrivato. Ci auguriamo che questa
iniziativa abbia conseguenze in
altre scuole, anche superiori.»
Quattro giovani studentesse
hanno poi presentato il progetto,
che ha visto la creazione di alcuni pittoreschi cartelloni concernenti la vita dell’eclettico
Imperatore ed i suoi più importanti castelli. A detta delle ragazze, il momento più bello del progetto, anche perché realizzato
con l’aiuto di mamme e nonne, è
stato l’allestimento di un pranzo
medievale vero e proprio. In un
filmato proiettato nel corso della
serata ed intitolato “A pranzo
con l’imperatore”, sono state
illustrate alcune ricette e il loro
succulento risultato, come brodo
di ceci e minestre di zucche e di
erbette
Anche il laboratorio teatrale
ha divertito ed insieme incuriosito gli studenti, che hanno rappresentato una scenetta ambientata
nella loro stessa classe, con
un’insegnante-ragazzina
che
3
Errata corrige
L’imperatore svevo nelle aule del “Lorenzini”
Un archivio storico
per la scuola jesina
Sabato 28 maggio, nell’aula
magna della Scuola “Duca
Amedeo di Savoia” dell’Istituto
Comprensivo “Jesi Centro”, alla
presenza di una folta rappresentanza di insegnanti, presidi e cittadini, è stato presentato il pro-
Domenica 5 giugno 2005
cerca di impartire alcune nozioni
su Federico II ad una scolaresca
un po’ indisciplinata.
«Grazie alla collaborazione
con il prof. Ivo Mattozzi, docente di metodologia e didattica
della storia all’università di
Bologna, la nostra scuola ha
adottato un particolare percorso
metodologico per lo studio del
passato. – ha affermato la preside Maria Grazia Bertarelli - Da
tempo, in prossimità della chiusura estiva, alcune giornate
didattiche vengono dedicate ai
laboratori attivati nel corso dell’anno.
Gli argomenti trattati generalmente hanno riguardato la storia
locale. Siamo in contatto con
l’Archeoclub locale che ci è
sempre stato di grande aiuto,
come per il primo approfondimento storico che ha riguardato
la cinta muraria di Jesi. Abbiamo
Burro e salvia, come ai vecchi tempi
Grazie ai “Burro e salvia”, atmosfere serene dei bei tempi andati
hanno rallegrato il 20 maggio il teatro Pergolesi con un concerto gratuito finalizzato alla presentazione del loro nuovo Cd. La band, formatasi tre anni fa, ha rapidamente conquistato la simpatia del pubblico,
non solo locale, con la riproposta di canzonette famose lanciate negli
anni dai ’20 ai ’50. Gli spettatori, riempenti anche il loggione, si sono
fatti spesse volte trascinare dall’entusiasmo, accompagnando con il
canto o con il battito delle mani le note retrò della band, formata da
Franco Fetta (voce tenorile), Mauro Gozzi (capoconcertino, chitarra e
voce), Gianfranco delle Vedove (contrabbasso), Giuliano Pietroni
(mandolino) e Michele Bramucci (batteria).
La serata ha visto “l’intrusione” di graditi ospiti, come Marco Gigli
alla chitarra, il tenore Luigi Francolini, Andrea Bartola, attore del
Teatro Stabile delle Marche, nei panni di uno stralunato poeta futurista.
Paolo Bruciati ha impersonato invece uno speaker radiofonico d’epoca, espediente che gli ha concesso di presentare, con ironia, i vari brani
divisi dall’intervallo in due sezioni: prima e dopo la seconda guerra
mondiale.
Su di uno schermo sono state proiettate, di volta in volta, le immagini di cantanti ed attori ai vertici del successo una cinquantina di anni
fa: Claudio Villa, il Quartetto Cetra, Macario ed altri ancora. Tre componenti dei “Burro e salvia” sono poi stati i protagonisti di un video in
bianco e nero girato tra i vicoli del centro storico di Jesi da Marco
Montanari. Al termine dello spettacolo, per la canzone patriottica “Le
ragazze di Trieste”, il pubblico ha sventolato allegramente le bandierine dell’Italia fornite all’ingresso.
Fotoservizio di Cristina Franco
anche analizzato episodi della
seconda guerra mondiale, la condizione della donna nel
Novecento, le filande ed altri
argomenti ancora che sono confluiti in un Cd. Quest’anno la
prima giornata è stata rivolta ad
attività teatrali in chiave ironica
su valori di base come la pace; la
seconda giornata è stata dedicata
al laboratorio musicale e la terza,
quella di oggi, alla storia.»
Mettere insieme divertimento
e cultura può essere davvero un
felicissimo connubio.
A tale mostra, patrocinata dal
Ministero dei Beni Culturali,
la città di Jesi potrebbe degnamente offrire la propria
partecipazione, o quanto
meno una sua non incongrua
presenza, attraverso il contributo della sua Biblioteca Comunale
“Planettiana”, dato
che questa nostra istituzione
ha in programma - già da alcuni anni - l’edizione di un
numero di “Biblioteca aperta”
destinato a documentare le
giornate di studio svolte a Jesi
dalla “Planettiana” stessa e
dall’Associazione “Res Humanae”, nei giorni 9 e 10
novembre 2001, in occasione
del cinquantenario dalla
morte dello scrittore jesino
Rafael Sabatini, ecc. ecc.
Colgo l’occasione per osservare, anzitutto, che l’imminente (speriamo) edizione di
un numero della nostra “Biblioteca Aperta” dedicato a
Sabatini verrebbe ad inserirsi
egregiamente nel bel programma “Leggere il 900” che la
Provincia di Ancona sta portando avanti con notevole successo.
Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri
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recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel
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4
Jesi e Vallesina
Domenica 5 giugno 2005
Dibattito e polemica
Dono della Bpa alla Pinacoteca
La vita, l’embrione
e le cellule staminali
Tema di stretta attualità in previsione
e sull’onda del prossimo referendum
di Alvaro Carotti
III
Cellule staminali
Che cosa sono? Sono cellule
cosidette “indifferenziate” o”totipotenti” che - negli embrioni, ma
anche negli esseri già nati - hanno
la capacità di proseguire il loro
cammino “differenziandosi”: cioè
a dire, indirizzandosi allo sviluppo
e la crescita dei diversi tessuti ed
organi che costituiscono un organismo. Totipotente, in particolare,
perché in laboratorio la stessa
cellula può essere indifferentemente indirizzata alla costituzione
di un tessuto oppure di altro tessuto.
II dibattito, divenuto particolarmente forte quanto comprensibile,
è principalment oggi in atto tra i
ricercatori fautori dell’impiego
degli embrioni dai quali si dovrebbero estrarre le cellule staminali:
cellule che - come io stesso ebbi
già a dire in una mia chiacchierata
al Meic nel 2002 ed a scrivere
recentemente in “Voce della
Vallesina” - sono tuttora usate
sopratutto in sperimentazione, più
che diffusamente impiegate nella
pratica clinica, e dovrebbero in
futuro servire a curare tante malattie tra cui quelle, oggi inguaribili,
come l’Alzheimer, il Parkinson, la
Sclerosi multipla, ecc.
Ad ogni modo, secondo me come pure ebbi a sostenere necessiterebbe su questo argomento attutire un po’ l’enfasi dilagante, perché è certo che le cellule
staminali possono essere anche
fornite dai numerosi feti che
vanno incontro all’aborto spontaneo, oppure prelevate dal cordone
ombelicale dei neonati ed infine
dal midollo osseo o da altre sedi
dell’adulto: l’utilizzo delle quali,
secondo alcuni ricercatori, sarebbe
poi, per i migliori risultati ottenuti,
addirittura preferibile a quelle di
origine embrionaria.
Per le sollecitazioni di molti
ricercatori, un dibattito è inoltre in
atto per l’utilizzazione delle
migliaia di embrioni crioconservati che giacciono nei frigoriferi
delle banche esistenti presso i
Centri di Fecondazione Assistita
in tutto il mondo: una possibilità
per altro molto discussa, anche in
ambito cattolico.
Il biologo Vescovi – che è del
tutto in linea con Don Verzè nell’uso degli embrioni “a patto di
non ucciderli ne ferirli”, in proposito propone una possibile strada
per l’impiego di tali embrioni
(“Corriere della Sera” del 3 febbraio scorso): ipotizzare un arco di
tempo “soglia” dal congelamento
oltre il quale considerarli morti,
donabili a questo punto alla ricerca come avviene con le donazioni
di organi da cadavere.
Infine - sempre da me già
riportato in precedenza su questo
giornale - è ancora Vescovi
(“Corriere della Sera” de] 2
marzo scorso) a riferire interessanti studi in corso dello scienziato
lan Wilmut, il padre della prima
clonazione al mondo, quella della
pecora Dolly.
“La ricerca dì questo studioso è
indirizzata alla “partenogenesi”,
una modalità per cui, senza il
seme maschile, si stimola artificialmente la cellula uovo a dividersi come se fosse fecondata:
metodica questa che sicuramente
non dà luogo ad un embrione
capace di sopravivere ma che può
essere una fonte di cellule staminali”.
Si può concludere quindi che almeno per l’argomento Cellule
Staminali - trattasi oggi di una
“guerra” davvero ingiustificata.
La “Mater Amabilis”
del Sassoferrato
di Cristina Franco
Dallo scorso dicembre fa
parte della Pinacoteca Civica di
Jesi anche un olio su tela acquistato da una collezione privata
milanese dalla Banca Popolare di
Ancona e poi donato alla
Pinacoteca stessa, dove il 27
maggio è stato presentato alla
cittadinanza accorsa numerosa.
(foto Cristina Franco)
Il quadro raffigura una
Madonna in preghiera, rappresentata secondo l’iconografia
della Vergine Orante o anche
della Mater Amabilis, cosiddetta
per la dolce concentrazione del
viso. Ne è autore Giovan Battista
Salvi, detto il “Sassoferrato”
di un grande artista. Questo giudizio sul Sassoferrato fu confermato in parte da La pittura
barocca a Roma, volume del
1924 di Hermann Voss, uno dei
più penetranti studiosi e rivalutatori della storia dell’arte seicentesca italiana e francese.
Una vera svolta si verificò
negli anni ’70 e ’80, quando Federico Zeri in un convegno
mostrò dei documenti che parlavano dei quadri rimasti nella bottega del Sassoferrato alla sua
morte. Da questi si capisce che il
pittore era un “protocapitalista”
che agiva in modo opposto
rispetto ai colleghi. Infatti egli
teneva nella sua bottega un’alta
quantità di dipinti già pronti per
soddisfare con velocità le richieste dei clienti, quasi come, più di
un secolo prima, aveva fatto
Giovanni Bellini che però semilavorava i suoi quadri.
Il merito del Sassoferrato, che
non sembra aver avuto un’evoluzione stilistica, è quello di aver
conferito spiritualità, concentrazione emotiva e più scioltezza
alle mani della Madonna. Lo si
potrebbe definire il più grande
inventore di virtù come l’umiltà:
tutte le Vergini da lui dipinte
guardano infatti o verso l’alto o
in basso, ma mai lo spettatore».
La dott.ssa Loretta Mozzoni
ha invece sottolineato l’assoluta
incertezza dell’identità culturale
Il comm. Bozzi cittadino benemerito
di Beatrice Testadiferro
Una tavolozza di petali
di Simona Santoni
Serata concerto al “Ferrini”
Alcune immagini della serata concerto a favore dei bambini
rumeni di Dachau, svoltasi il 30 maggio scorso nel teatro del
Circolo “Ferrini”. Il direttivo del Circolo ringrazia il gruppo di
canto “Santa Lucia”, diretto dal maestro Ivano Giampieri e tutti i
partecipanti che generosamente hanno contribuito.
Ha sfilato il colore, la praticità e il buon gusto nella passerella di Blob
- dedicata da Marilena Chiariotti alla moda giovane -, allestita nello spiazzo di via San Giuseppe, a Jesi, nel tardo pomeriggio di venerdì 27 maggio. È il primo Happy Hour che viene organizzato nella città, ed ha riscosso subito simpatia e consenso tra il pubblico di tutte le età, sia per lo stile
innovativo e senza eccessi con cui è stato realizzato, sia per il piacevole
intermezzo offerto dal buffet imbandito di stuzzicherie e prodotti tipici, e
accompagnato dall’intrattenimento di Katiuscia e dal sax di Mr. Fefo.
La manifestazione, ideata e organizzata dai parrucchieri Vignaroli in
occasione della presentazione della Collezione colore PrimaveraEstate2005, con la collaborazione di l’Oreal Paris e Bacardi, e soprattutto
con l’affiatata partecipazione di tutti gli esercenti della zona, si è impreziosita del defilè - di Mea Domina-Abiti da sposa di Brunori Roberta e
Alter Ego per l’uomo di Alessandro Santoni - che ha presentato raffinati
abiti dedicati agli sposi.
Poggio San Marcello
(3 – fine)
del battesimo, due nuovi pargoletti. E come tradizione, ad aprire
il percorso tra i fiori, il gonfalone
della Confraternita, quindi il baldacchino sostenuto da volenterosi sammarcellesi, seguiti da bambini e scolari, suddivisi per fasce
d’età, dalle autorità sammarcellesi e da uomini e donne del
paese.
L’occasione per poter ammirare le fantasie sulla strada. E
dietro al bell’impatto visivo dell’infiorata un lavoro paziente e
solerte, per opera soprattutto di
un folto gruppo di donne sammarcellesi che di buon mattino,
alcune già dalle 4, si sono messe
all’opera tra disegni preparatori e
formine.
di Paola Cocola
(foto Paola Cocola)
San Marcello
Strade ricoperte di giochi cromatici, come grandi tele, geometrie fantasiose. La domenica del
Corpus Domini ha visto San
Marcello rivestirsi della tradizionale infiorata, trasformando il
selciato dalla chiesa di Santa
Maria alla chiesa parrocchiale e
le varie vie del centro in un tappeto di petali e polveri colorate,
disposti in armonici disegni. E il
culmine di fronte alla parrocchia,
con un grande volto della
Madonna come punto di partenza
e punto di arrivo. Tutto parte e
tutto arriva a Maria.
E’ proprio da qui che è partita
la processione, alle 11, dopo la
Santa Messa che ha consegnato
alla Chiesa cattolica, con il rito
Ha sfilato la moda giovane
Due flash sulla presentazione del quadro “Mater Amabilis”;
nella foto in alto, da sinistra: il sindaco Fabiano Belcecchi, Antonio
Martinez della Banca Popolare di Ancona, il relatore Mauro
Lucco, il presidente della Banca Popolare di Ancona Corrado
Marotti e la direttrice della Pinacoteca Loretta Mozzoni.
(foto Anna V.Vincenzoni)
dalla città in cui nacque nel 1609.
Si tratta di uno degli esponenti di
maggior spicco della pittura della
Controriforma, formatosi presso
il padre e poi a Roma, dove morì
quasi ottantenne. Il Sassoferrato
si distinse per il rifiuto degli stilemi barocchi dagli accostamenti
cromatici fortemente contrastanti. Predilesse invece la stasi,
l’impassibilità e colori nitidi e
puri.
Musei, chiese e collezioni private di tutto il mondo ospitano
oggi le opere del pittore marchigiano famoso soprattutto per le
Madonne. Il prof. Mauro Lucco,
docente di storia dell’arte
all’Università di Bologna e
membro di comitati scientifici
delle principali mostre non solo
italiane, garantì la bontà dell’opera.
«Se l’acquisto della Mater
Amabilis fosse stato proposto
non solo cento, ma anche cinquant’anni fa, non lo si sarebbe
certo effettuato per tanti motivi.
– ha affermato il prof. Lucco –
Per influenza dell’architettura
fascista l’arte non doveva concedere nulla alla leziosità, inoltre il
Sassoferrato ancora non era considerato un artista. Nel ‘700 però
l’abate treiano Luigi Lanzi, progenitore della storia dell’arte
moderna, ne aveva scritto in termini lusinghieri, presentando il
pittore come colui che “…ha più
di tutti reso, nei suoi quadri, l’anima delle nostre donne, facendo
trionfare soprattutto l’umiltà.”
Poi lo storico svizzero
Burckhardt fece capire nel suo
libro del 1855, Cicerone, che ne
considerava le opere gradevoli,
ma rientranti nella categoria del
folklore, come se non si trattasse
marchigiana, in quanto «..manca
una storiografia ab antiquo. Nel
1503 poi inizierà una diaspora
degli artisti marchigiani, che per
avere commissioni e successo
seguiranno l’esempio di Raffaello, tanto che dell’anconetano
Podesti alcune biografie riporteranno che era romano. Rimase in
regione solo Federico Barocci.
Sono entusiasta dell’arrivo in
Pinacoteca di un opera del
Sassoferrato. Mi auguro di poter
riunire molte opere di marchigiani, per favorire lo studio e la promozione dell’identità artistica
regionale. C’è tanto da lavorare e
ci troviamo in notevole ritardo».
Il commendator Bruno Bozzi è
stato insignito dal sindaco di
Poggio san Marcello, dott. Tiziano
Consoli, dell’attestato di benemerenza per aver dato lustro alla
comunità del paese in vari modi.
La cerimonia di conferimento è
avvenuta lunedì 9 maggio, il giorno seguente alla festa della
Madonna del Soccorso durante un
grande incontro che lo stesso
Bruno Bozzi ha organizzato per
incontrare i suoi parenti, amici e
compaesani.
Il commendatore, nato nel 1918
da una famiglia di ex costruttori di
laterizi a mano, ha brevemente
ricordato la sua storia e quella della
sua famiglia di cui ha ricostruito
l’albero genealogico dal 1813. Il
suo bisnonno, Bonizio, che ebbe
sette figli, fu anche consigliere
comunale a Poggio San Marcello;
suo nonno, Antonio, sposò Luigina
Carbini di Montecarotto ed ebbero
quattro figli. Eleno ed Anna
Ansovini ebbero undici figli, tra
cui Bruno che sposò Gelsomina
Aguzzi di Corinaldo dalla quale
ebbe un figlio, Bonizio.
Bruno, partito dal paese tanti
anni or sono con le tasche vuote
ma con tanta tenacia e desiderio di
riuscire a mantenere alto il nome e
l’orgoglio della sua famiglia e del
suo paese, ha raccontato di come
sia riuscito a “ben figurare nel
mondo sia come militare che come
impiegato e titolare di uffici postali, ad avere una esperienza significativa in una grande banca e poi a
svolgere, con stima, attività commerciali e di consulenza al pubbli-
Amici della Musica
Bel canto dall’Est
Sabato 4
La festa impossibile
Sabato 4 giugno, dalle 15 alle
20, torna “La festa impossibile”,
alla sua terza edizione. Tema della
festa, quest’anno, “Control Arms”, campagna nazionale di
Amnesty International, volta a
sensibilizzare l’opinione pubblica
alla lotta contro l’uso e la produzione delle armi nel mondo.
Ai giardini pubblici, tanti
spazi: sportivo (gestito dal Centro
Sportivo Italian), solidarietà (Amnesty International, insieme ad
Amnesty, Legambiente, Emergency, La Bottega del Mondo, la
Pastorale Giovanile, Progetto
Mediateca e Informagiovani),
mostra (“Control Arms”), musica
(Centro di Aggregazione Giovanile), writers e breakers (Centro
di Aggregazione Giovanile), ludico (Ludoteca, circolo scacchistico
e gruppo Artisti di Strada).
co, specie nel campo immobiliare
e nella pubblica amministrazione”.
Anche alcuni dei suoi fratelli
hanno vissuto lontano dal paese
ma nessuno di essi ha dimenticato
o trascurato le proprie origini,
tanto che a Poggio san Marcello,
nella cappella di famiglia al cimitero, riposano le spoglie mortali
del bisnonno, dei nonni, dei genitori e di quanti della grande e storica famiglia poggiosammarcellese
hanno terminato il loro cammino
terreno.
In occasione della Conferenza
sul Volontariato che si è svolta a
Poggio San Marcello il 15 maggio
scorso, il commendatore ha sostenuto concretamente l’iniziativa
così come ha contribuito alle attività di tutte le associazioni del
paese. Per questo e per tutte le altre
opere sostenute dal signor Bruno,
tra cui il restauro della seicentesca
statua della Madonna, la pubblicazione del “Libro d’oro” sulla storia
del Santuario di Poggio, sulla
devozione mariana, le tradizioni, i
proverbi e per la sua particolare
attenzione al paese, il sindaco,
entro l’estate, gli conferirà la cittadinanza benemerita.
In vari altri modi ha manifestato la sua personale devozione alla
Madonna del Soccorso del suo
paese natio riproducendone l’immagine su medaglie d’argento
insieme ai simboli delle contrade
di Siena, la città in cui attualmente
risiede, e contribuendo alla realizzazione di una vetrata artistica per
una parrocchia di Siena in cui ne
sarà riprodotta l’immagine.
di Augusta Franco Cardinali
Un concerto lirico a più voci
avrebbe dovuto concludere il 27
maggio l’anno di attività degli
‘Amici della musica’. Purtroppo
un’epidemia di laringiti e raffreddori ha decimato le file, tanto da far
sopravvivere solo un tenore: il
coreano Lee Dong Hwan, già
ascoltato e ben volentieri riascoltato. Un altro concerto, sempre al
Circolo Cittadino, aveva messo in
evidenza le sue qualità: una voce di
bello smalto, specie nel registro
acuto, flessibile ed estesa, di chiara
dizione ed espressiva. Proviene da
una buona scuola e lo ha dimostrato anche con il programma scelto,
vario e, sotto alcuni aspetti, raffinato e inconsueto.
Nel primo tempo sono stati presentati in coppia brani stilisticamente affini: pagine barocche di
Caldara e di Bononcini (mai ascoltate dalla voce di un tenore coreano); canzoni classiche di Tosti e
canzoni napoletane. Nel secondo il
cantante ha affrontato arie diverse
del melodramma verista italiano e
francese, da opere di Puccini, Bizet
e Leoncavallo. Un excursus dunque in oltre due secoli di belcanto.
Lee Dong Hwan è stato accompagnato al pianoforte da Francesca
Matacena, titolare di cattedra e
docente al Conservatorio di Fermo,
che ha fatto ascoltare anche due
‘rarità’ per solo pianoforte: una
“Romanza senza parole” di Verdi e
una deliziosa pagina impressionistica di Mascagni, “La prima
bagnante”. Altri spettacoli e manifestazioni si svolgevano nella città,
perciò non molti erano gli ‘amici’
presenti al recital. Si permetta allora di ripeterlo: occorrerà per il prossimo anno presentare tempestivamente programmi e date, anche
con eventuali alternative, in modo
da poter stilare un più corretto
calendario degli eventi culturali cittadini. A nessuno possono giovare
interferenze e sovrapposizioni.
Jesi e Vallesina
Contrappunti
Andar
per cicoria
Cupramontana in festa
Il Palio alla Badia Colli
di Riccardo Ceccarelli
Ormai “tutti gli Italiani
sanno”, come lui stesso ama
spesso ripetere in Tv, che Francesco Rutelli, leader della
Margherita, ha affermato il 20
maggio scorso: “Io dopo le elezioni del 2001 e per mille giorni
ho tirato la carretta, io ho mangiato pane e cicoria per consegnare a Prodi un centrosinistra
competitivo”. Affermando anche: “Noi lavoriamo per l’unità
su basi nuove e solide, non ci
candidiamo né subiremo egemonie”. Il partito ha confermato
quindi di andare da solo alle
elezioni del 2006.
Prodi ha subito replicato che
“questo
è
il
suicidio
dell’Ulivo”. Giuliano Ferrara
su Panorama (26 maggio) ha
scritto che “l’ex sindaco di
Roma ha impostato finora la
lotta politica nella sua parte con
l’intenzione manifesta, ancora
da provare e confermare, di
rivendicare la differenza e l’identità politica e culturale di un
partito che non vuole ridursi a
una funzione decorativa”. Con
lo “strappo” dei giorni scorsi,
sembra proprio di averci provato.
Leggo con interesse sui giornali le cronache di questi avvenimenti, come del resto quello
che sta accadendo sul fronte
opposto, in merito al progetto
del partito unico. Non entro nel
merito. Quello che mi ha colpito
più di tutto è quell’aver “mangiato pane e cicoria” da parte di
Rutelli, certamente metaforico.
Il resto lo lascio a chi ci capisce
più di me, alle riflessioni dei
politologi, alle settimane e ai
mesi che verranno, alla fantasia
ed ai programmi che verranno
elaborati per l’appuntamento
elettorale dell’anno prossimo.
Cercherò di leggere, se possibile, il tutto con attenzione per
farmi un’idea e un’opinione,
tenendo presente la non sempre
chiara comprensibilità del linguaggio dei politici ed anche dei
loro esegeti.
La cicoria dunque. Un erba
amara. Si andava per cicoria
quando non c’era niente da
mangiare, e si coglieva per i
campi o sui cigli delle strade
quella che nasceva spontaneamente. Segno di povertà e di sofferenza anche. Chi mangiava
pane e cicoria non aveva tanto
da esultare. Le sue radici essiccate, in tempo di guerra o di
carestia, erano un surrogato del
caffè. Erba amara, la cicoria,
come quella che gli Ebrei mangiavano la sera della loro pasqua per ricordare la tristezza
della schiavitù in Egitto e la successiva fuga-liberazione attraverso il mar Rosso.
Sofferenza, povertà ed amarezza. Soprattutto quest’ultima,
per Rutelli, penso. Non credo
alla sofferenza e alla povertà,
realtà che non riesco ad immaginare in quanti “fanno politica”, se non proprio per convenienza almeno per “onorato
mestiere”. La povertà, quella
del “pane e cicoria”, proprio
non ce la vedo. Basta guardarsi
intorno. Non sarà per tutti. Gran
parte però si dà alla politica non
per “vocazione”, né per servizio
alla gente (come spesso dicono),
né per altruismo disinteressato.
Le motivazioni sono ben
altre: la carriera, il facile guadagno, interessi economici,
notorietà a buon prezzo, desiderio e volontà di protagonismo.
Gli ideali ovviamente “rivestono” il tutto, provano a non farlo
apparire, sono sempre una bandiera da far garrire al vento in
piazza e per gli elettori, ma
subito dietro - quando non sfacciatamente preminenti - ci sono
ben più concrete certezze, quelle
dei posti nelle commissioni e nei
consigli di amministrazione o
quelle di presidenze di enti piccoli e grandi: tutti ben remunerati.
Ed i posti contano e vengono
divisi a secondo della loro remunerazione e la percentuale dei
voti conquistati. Lotte e sgomitate per conquistarli. A questi si
accede con la politica, perché in
questo modo si è “rappresentanti del popolo”! La competenza
se c’è, è meglio; sono più importanti però la tessera e l’appartenenza politica. Uno che è del
mestiere o che vorrebbe entrarci, mi ha detto: “La politica è
questa!”. Vorrei tanto che non
sia così. Ma è così. Non per
tutti. Forse. Nulla di nuovo sotto
il sole! Da quando almeno il
sole lo vediamo girare. Non è
proprio dei politici andar per
cicoria.
Nel settore
lattiero-caseario
La riapertura di San Leonardo
di Andrea Brunori
Cupramontana in festa per la
ricorrenza del patrono. Un cartellone ricco di iniziative che ha
richiamato tanta gente, anche da
fuori paese.
Le celebrazioni di Sant’Eleuterio si sono aperte sabato 21
maggio con l’inaugurazione di
ben tre mostre: una dedicata a
Raul Bartoli nella palestra comunale, una seconda su “Mannucci e
il Novecento” nella sala espositiva di via Ferranti, una terza fotografica realizzata da Lucio
Coppari dal titolo “La vecchia
Cupra” ospitata nel Torrione di
corso Leopardi. Una giornata
conclusa con l’esibizione in piazza del gruppo folk Massaccio ed
una avvincente gara di tiro alla
fune.
Domenica 22, invece, Cupramontana ha visto per l’anello del
centro la sfilata storica in abiti
dell’Ottocento, il palio dei bambini e l’attesissimo Palio delle
Contrade, impegnativa corsa con
il “botticello” vinta dai contradaioli della Badia Colli su quelli
di San Michele e della Romita.
La settimana di festeggiamenti
è continuata mercoledì 25 con la
Fiera di Sant’Eleuterio e soprattutto giovedì 26, ricorrenza del
santo patrono cuprense, che ha
visto finalmente riaperta ai fedeli,
dopo quasi otto anni di lavori di
ristrutturazione post-sisma, la
chiesa di San Leonardo, punto di
riferimento nella vita religiosa e
non solo di Cupramontana. Nello
stesso giorno si sono tenute anche
le inaugurazioni del ristrutturato
Palazzo Municipale, dei nuovi
locali della scuola materna “Santa
Caterina” e di un nuovo mezzo
del locale nucleo di Protezione
Civile, nonché la festa organizzata dalla scuola dell’Infanzia
“Corrado Corradi” ed il ballo in
piazza Cavour.
Uno spazio che solo ventiquattro ore dopo è stato riempito dalle
tante persone sopraggiunte da
tutta la Vallesina per il concerto
gratuito del noto cantautore
Riccardo Fogli. Un partecipato
momento popolare cui sabato è
seguita la presentazione del volume di Cristiana Simoncini “Le
Pievi di Cupramontana e Apiro”,
mentre domenica 29 si è rinnovata la tradizione che per la processione del Corpus Domini vuole le
principali vie della capitale del
verdicchio inondate dai tappeti
floreali realizzati per l’Infiorata.
“La partecipazione è stata
grande e calorosa - è stato il commento giustamente soddisfatto di
don Maurizio Fileni -. Sia da parte
della gente sia delle associazioni
locali e dell’amministrazione nell’organizzare questa settimana di
manifestazioni. Cupra sta vivendo
sempre più due poli di grande
attrattiva: uno in autunno polarizzato sulla Sagra dell’uva, un altro
a maggio incentrato sulla celebrazioni per Sant’Eleuterio”.
Promozione
Un comitato per il salame lardellato
L’Enoteca regionale di Jesi ha
ospitato un convegno per ufficializzare la nascita del comitato promotore della Dop (denominazione origine protetta) del salame lardellato. A proporlo è Suinmarche,
l’associazione dei produttori di
carne suina delle Marche,: un’occasione per fare il punto della
situazione sull’importanza delle
certificazione dei prodotti tipici.
Un passo importante, appoggiato dalla Regione Marche che
ha compreso come, dice il neo
assessore allo Sviluppo Rurale
Paolo Petrini, “la necessità di
costruire anche un’immagine
forte delle nostre eccellenze affinché esse possano davvero competere sul mercato. Allo scopo,
serve una strategia comune per
affermare tutte le nostre qualità”.
Un contributo decisivo alla certificazione è stato dato dall’Aspea
(Azienda Speciale Pesca Agricoltura della Camera di Commercio di Ancona).
Il comparto suinicolo, del
resto, è la componente più cospicua della zootecnia marchigiana.
Sono 200 mila i capi allevati
annualmente di cui 175.885
macellati nella nostra regione, il
70 per cento concentrati nella provincia di Ancona.
Lunedì 13 in Tv
« Sulle rive
dell’Esino »
Lunedì 13 giugno alle 13,15
ed alle 20,15 su Tv Centro
Marche andrà in onda un documentario sul territorio di Maiolati Spontini dal titolo “Sulle
rive dell’Esino”. Lo stesso documentario sarà trasmesso martedì
14 giugno alle 22,30 e mercoledì
15 giugno alle 12,30 su Sky tv –
Videolook Channel (Canale
857).
Domenica 5 giugno 2005
5
Giornata di studio sul codice della strada
Gruppo Cooperlat
terzo in Italia
Il Gruppo Cooperlat ha chiuso
l’esercizio 2004 con dati di fatturato in aumento, attestandosi a 225
milioni di euro di fatturato consolidato, rispetto ai 180 milioni di
euro del precedente esercizio, di
cui 18 milioni di euro derivanti da
vendite all’estero. “Sono risultati
soddisfacenti che ci attestano
quale terzo polo nazionale per
quote di mercato nel settore lattiero-caseario – ha detto Giovanni
Cucchi (nella foto), presidente di
Cooperlat – e leader assoluti di
mercato con
il marchio
Hoplà
nel
settore delle
creme vegetali da dessert
e da cucina”.
L’ultimo
biennio ha
segnato per
la Cooperlat
investimenti
per perseguire una crescita per linee esterne
con acquisizioni di aziende e marchi nel settore. Cooperlat ha anche
ampliato notevolmente la struttura
distributiva e commerciale nelle
Marche, Umbria, Emilia e
Romagna attraverso l’apertura di
nuovi depositi, con un progressivo
incremento del fatturato nel biennio 2003-2004 nel mercato della
tentata vendita, per un importo di
19 milioni di euro.I dipendenti del
gruppo sono 326 di cui otto dirigenti, dieci quadri, 144 impiegati,
164 operai.
Il Gruppo Cooperlat nasce nel
1982 su iniziativa di Confcooperative Marche a seguito
dell’aggregazione di nove cooperative zootecniche e caseifici
sociali. Negli anni immediatamente successivi Cooperlat acquista
Clamy-Tre Valli Spa (Jesi), azienda leader nel settore latte e prodotti speciali derivati. Nella seconda
metà degli anni ’80 vengono integrate altre tre imprese operanti
rispettivamente in Lombardia,
Emilia e Abruzzo. La compagine
sociale si allarga, passando da
nove a quindici cooperative ed
una presenza nelle Marche, Emilia
Romagna, Lombardia, Abruzzo,
Lazio, Piemonte, Veneto e
Trentino Alto Adige.
Nel corso degli anni ’90 nascono le società Fattorie Marchigiane e Colavev Valtellina e
viene acquisita una nuova realtà
nel Veneto, la Delta Lat di Rovigo.
Sempre in questi anni il Gruppo
avvia una politica di espansione
internazionale. In Grecia viene
realizzata una joint-venture per la
produzione e commercializzazione nel mercato ellenico dei prodotti del Gruppo. Sul mercato
internazionale Cooperlat è presente con i propri prodotti in oltre
quaranta Paesi.
Di grande interesse ed attualità la giornata di studio sull’attività di
Polizia giudiziaria connessa ai reati del codice della strada, prima manifestazione del genere nella nostra regione, organizzata
dall’Associazione Polizia municipale Marche, che ha sede presso il
comando di Moie, con il patrocinio del Comune di Maiolati Spontini.
La giornata - svoltasi venerdì 27 maggio nel Centro comunale “6001” a
Moie - ha coinvolto amministratori ed esponenti delle polizie locali di
tutto il territorio della Vallesina. A rappresentare l’amministrazione
comunale c’era il sindaco Giancarlo Carbini, mentre a fare gli onori di
casa è stato il comandante della Polizia municipale di Maiolati
Giovanni Carloni. La manifestazione si è aperta con il saluto del presidente dell’Associazione Polizia municipale Marche, Fabrizio Dottori, e
del sindaco Carbini. Al centro del convegno, la relazione del dottor
Giorgio Fuligno, comandante della Polizia municipale di Fano.
La “Magagnini”per il fine d’anno scolastico
Sabato 28 maggio, la scuola primaria “Giuseppe Magagnini” di
Montecarotto ha festeggiato un anno di lavoro e di impegni con una
manifestazione sportiva cui hanno partecipato gli oltre cento alunni,
divisi in sei classi, le insegnanti e le famiglie. Per gli alunni si è trattato
di una sorta di saggio sportivo, con giochi motori animati per i più piccoli, percorsi strutturati e di velocità per i più grandi; la prova più attesa, ormai tradizionale, è stata la sfida calcistica che ha contrapposto la
quinta alle altre classi, (anche quest’anno la classe quinta è risultata vincitrice). Per i genitori, un’occasione per conoscersi e per stare in allegria insieme. La manifestazione ha anche permesso un’ulteriore integrazione delle famiglie straniere presenti a Montecarotto. Infine, nel
piazzale interno alla scuola, si è svolta una grande merenda che ha visto
alunni, genitori, amici ed insegnanti, uniti dalla stima, dall’allegria e
dalla soddisfazione per il lavoro svolto.
m.p.
Alla scoperta della Jesi romana
Comunicazione
del rischio
Il Dipartimento di Prevenzione
della Zona Territoriale di Jesi
organizza un progetto formativo
aziendale intitolato “Modalità di
lavoro innovative e la gestione
della comunicazione del rischio“
nei mesi di maggio e giugno. Lo
scopo è di migliorare la cultura
degli operatori per rispondere alle
esigenze dei cittadini.
Venerdì 20 maggio, gli alunni delle classi IV.A e IV.B della scuola elementare “Martiri della Libertà”, accompagnati dalle insegnanti Lorena Santarelli, Simonetta Santoni, Laura Perini e
Federica Grilli, alla scoperta della “Jesi romana” in piazza Federico II e per le stradine e i vicoli di San Pietro.
(foto Anna V.Vincenzoni)
6
Jesi e Vallesina
Domenica 5 giugno 2005
Jesi per via
di Paolo Marcozzi
Cupetta (Via, da Viale Verdi a Viale Cavallotti) La cupetta
era la scodella per la minestra, ma qui il toponimo potrebbe
derivare da cunetta, fossatello ai bordi della strada.
Cuppari Pietro (Via, da Via Nenni a
strada senza sbocco) (Messina, 1816 –
Pisa, 1870). Laureato in medicina, fu uno
degli agronomi più famosi del suo tempo.
Viaggiò in Francia, Inghilterra e Austria,
dove acquisì importanti cognizioni agronomiche e di meccanizzazione agricola.
Chiamato a Pisa quale docente di agronomia e pastorizia presso il locale ateneo, vi
restò fino alla morte. Collaborò con le più
importanti riviste agrarie italiane, compreso il giornale dell’Istituto Tecnico di Jesi,
che, il 27 agosto 1883, fu intitolato al suo nome. La sua opera
più famosa è il “Manuale dell’agricoltore” (1870), che verrà
ristampato per decenni.
Cupramontana (Via, da Viale Cavallotti a Via XXV Luglio)
Comune in provincia di Ancona, con 4736 ab. (2001). Situato a
505 m s.m., è centro agricolo e turistico, capitale del Verdicchio.
Di origine picena, l’abitato ebbe nome di Cupramontana dai
romani, in onore della dea Cupra. Nel Medioevo fu chiamata
Massaccio e fu uno dei principali Castelli di Jesi, sempre riottoso ed in cerca di autonomia. Nel sec. XV fu una roccaforte
della setta ereticale dei fraticelli.
D’Acquisto Salvo (Via, da Via Grecia a Via Calvaligi)
Patriota (Napoli, 1920 - Polidoro, Roma, 1943), medaglia
d’oro. Vicebrigadiere dei carabinieri, offrì la vita in cambio
della libertà di ventidue ostaggi, che i tedeschi intendevano giustiziare come rappresaglia per un sabotaggio. Dichiaratosi unico
responsabile dell’azione partigiana cui era nei fatti estraneo,
venne fucilato.
Per imparare ad intraprendere
Giovedì 26 maggio si è
svolta la cerimonia conclusiva del progetto “Impara
ad intraprendere”, corso di
imprenditoria giovanile
realizzato in collaborazione con Assindustria di
Ancona, giunto ormai alla
13° edizione, rivolto agli
studenti dell’ultimo anno
di studi delle scuole superiori. Dagli ultimi tre anni
partecipano al corso, oltre
agli studenti dell’Itis
“Volterra” di Ancona presso cui si svolgono le attività, alcuni studenti del
Liceo Classico “Vittorio
Emanuele II” di Jesi. La commissione giudicatrice, composta dal gruppo Giovani Industriali di Assindustria, ha quest’anno premiato il progetto di azienda “Ricettario digitale Agnese” elaborato dagli studenti
Daniele Costantini, Luca Cesarini, Davide Vetere e Kairov Zalim
dell’Itis “Volterra” e dalle studentesse Agnese Testadiferro del Liceo
Socio Psico Pedagogico e Ilaria Volpini del Liceo Classico “Vittorio
Emanuele II”.
Nella foto, la prof. Giuliana Petta, dirigente scolastico del liceo
classico di Jesi, con Agnese Testadiferro, una delle studentesse vincitrici.
Le più piccole amiche dello Iom di Jesi
Alice Giuliani e Margherita D’Aurizio, in occasione della loro Cresima,
hanno deciso di devolvere
all’associazione “Amici dello
Iom Jesi e Vallesina” una
parte delle somme destinate
ad acquistare le bomboniere
per la loro festa. L’associazione ringrazia sentitamente soprattutto per la
dimostrazione di affetto che
Alice e Margherita hanno
dimostrato nei loro confronti, in particolare verso chi
soffre.
Prima Comunione a Monsano
AUTO D’EPOCA
Federico II tra i Castelli del Verdicchio
Hanno ricevuto il sacramento della Prima Comunione, domenica 1 maggio a Monsano - qui, nella foto, insieme al parroco don
Savino Capogrossi - da sinistra, in prima fila: Giorgia Masè,
Riccardo D’Ascanio, Giacomo Dottori, Federico Ricci, Benedetta
Cecconi, Edith Tittarelli e Samuele Zagaglia; in seconda fila:
Samuele Mosci, Martina Raponi, Noemi Fiordelmondo, Lorenzo
Ambroggio, Edoardo Brecciaroli e Chiara Marchegiani; in terza
fila: Clarissa Albanesi, Carlo Delfino, Nicole Fossa, Martina
Corsetti, Don Savino Capogrossi, Alessio Rocchetti, Margherita
Calabrese, Diego Ciacci.
Organizzato dal Cjmae (Club
jesino moto e auto d’epoca), sabato 4 e domenica 5 giugno raduno
di auto d’epoca sotto il titolo
“Federico II tra i Castelli del
Verdicchio”, come al seguente
programma:
sabato 4 giugno (percorso di
venti chilometri): ore 15 ritrovo
dei partecipanti a Jesi presso l’hotel Federico II; ore 16.30 partenza
per Santa Maria Nuova: rievocazione della cronoscalata JesiSanta Maria Nuova; ore 18 rientro
a Jesi con esposizione delle vetture; ore 19.30 passerella delle auto
e rientro all’hotel Federico II.
domenica 5 giugno (percorso
di 58 chilometri); ore 10.30 partenza alla volta di Cingoli attraverso via Piandelmedico; ore 11.30
sosta a Cingoli: visite guidate e
aperitivo in piazza; ore 12.30 partenza alla volta di Apiro e
Cupramontana; ore 13.15 pranzo
e premiazioni degli equipaggi
presso il ristorante “Ponte Magno”; ore 15.30 Rientro a Jesi e
saluto degli equipaggi.
Torneo “Simonetta Cup”
Da giovedì 2 a domenica 5 giugno, tra Jesi e Monsano, quinta
edizione del torneo di basket giovanile Simonetta-Cup, trofeo
“Carolina Paesani” per la categoria
propaganda. La presentazione ufficiale si è tenuta il 23 maggio in via
San Marcello a Jesi, presso la
Simonetta s.p.a. (“gold sponsor”
dell’Aurora Basket di serie A);
erano presenti Antonio Gallucci e
Brunello Felicaldi, rispettivamente
presidente e vice presidente
dell’Aurora Basket, Roberto Raffaeli, responsabile settore giovani-
le Aurora Basket, Roberto Stronati
amministratore delegato della
“Simonetta” .
Anche quest’anno sono in gara
club prestigiosi come Benetton
Treviso, Climamio Bologna, Scavolini Pesaro e Lottomatica Roma.
Le altre quattro squadre che completano i due gironi eliminatori
sono: Robur Osimo, Sangiorgese
Porto San Giorgio, Fano e, naturalmente, Sicc Bpa Jesi. La finale si
svolgerà al palaTriccoli nella mattinata di domenica 5,
La manifestazione è patrocinata
dal Comune di Monsano. Questo,
l’albo d’oro della Simonetta-Cup
trofeo “Carolina Paesani”: 2001
Spalato; 2002 Sangiorgese Porto
San Giorgio; 2003 e 2004 Pallacanestro Trieste.
Gino Candolfi
CALCIO A CINQUE
Acli San Giuseppe
exploit
Domenica 29 maggio si è concluso il XV Torneo provinciale di
calcio a cinque “Memorial Bruno
Regini”che ha visto in gara otto
squadre. Per l’U.S.Acli di San
Giuseppe Jesi si è trattato di un
vero exploit: ha conquistato infatti i primi tre posti. Queste le quattro squadre prime classificate: 1)
Acli San Giuseppe Bronk; 2) Acli
San Giuseppe “B”; 3) Acli San
Giuseppe Sprut; 4) Acli Villa
Musone.
Sono stati assegnati anche altri
riconoscimenti: il premio disciplina alle Acli di Filetto, premi per il
miglior realizzatore a Riccardo
Federici e per il miglior portiere a
Salvatore Pigliapoco.
Calcio
Ancora spareggi
Playoff per salire in categoria
superiore e playout per non retrocedere. Lunghe fatiche e non sempre gratificanti per alcune nostre
compagini, tuttora impegnate.
In Eccellenza, dopo il 3-2 nella
finale contro la Vigor di
Senigallia, la Jesina (rimasta al
palo, come del resto anche il Real
Vallesina) sta già con buona lena
preparandosi ad un campionato di
caratura superiore: nelle prime
mosse dirigenziali affiora un’atmosfera di ottimismo prudente,
ma deciso.
In Promozione, invece, gli
spareggi per non cadere hanno
portato la temuta retrocessione per
Borgo e Labor. Il Borgo Jesi,
opposto al Marchionni, ha pareggiato nella partita di andata (1-1)
ma non ha retto nell’incontro di
ritorno (0-2) e ricade in Prima
categoria. Similmente la Labor,
opposta al Pollenza, si è rovinata
nell’andata (0-3) e non ha rimediato nel ritorno (1-1) retrocedendo.
In Prima categoria, il
Monserra ha vinto gli spareggi col
Cicogna (1-2), (1-4), ma dovrà
vedersela con la Falconarese:
attendiamo di avere almeno il
Monserra in Promozione. Nello
spareggio salvezza tra la nostra
Aesina e Borghetto, altra delusione (0-0) e (0-2); perciò l’Aesina
ricade in Seconda categoria.
Nella Seconda categoria, Spes
e Sampaolese dovranno disputarsi
il posto di Prima categoria, avendo
vinto i loro playoff: rispettivamente con Marzocca (1-2) (1-1) e con
Senigallia (4-1) (1-0).
Vir
Volley
Un marchigiano sulla panchina
della Monte Schiavo Banca Marche
di Giuseppe Papadia
Sulla panchina della Monte
Schiavo Banca Marche torna a
sedersi a sei anni di distanza da
Moretti un marchigiano: i dirigenti jesini hanno, infatti, hanno scelto Emanuele Fracascia (nella foto)
per guidare le “prilline” nella
quinta stagione in serie A1.
Nato ad Ancona il 15
novembre ’66
per Fracascia
questa è la
prima esperienza nel settore femminile, dopo cinque anni trascorsi
nel
maschile
dove ha conquistato due promozioni, una a Falconara ed una a
Cagliari poche settimane fa.
“Per me è la prima volta – ha
affermato il neo coach rossoblù –
Sono entusiasta e da tecnico marchigiano mi sento orgoglioso di
poter allenare Jesi. Le differenze
sono poche, cambia la minor fisicità ed aumenta la tecnica.
Conterà l’organizzazione di gioco
e la gestione del gruppo. Non vedo
l’ora di buttarmi in questa nuova
avventura”.
Fracascia ha anche una lunga
esperienza da giocatore indoor (in
A1 per nove anni a Falconara ed in
A2 tra Napoli, Macerata, Rovino e
Loreto) e nel beach volley, dove è
stato campione d’Italia nel ’95,
primo nella World Cup giocata a
Jesi nell’87 e vincitore di oltre
trenta tornei nazionali ed internazionali. La scelta del tecnico dorico è il primo passo di un nuovo
ciclo che si spera porti quei successi tanto attesi. “Da allenatori
che hanno sempre operato nel
femminile – ha spiegato il presidente Gennaro Pieralisi – ora
abbiamo puntato su uno che viene
dal maschile. La pallavolo è sempre la stessa ma negli ultimi anni
con l’evolversi del gioco sono
aumentate anche le prestazioni,
che stanno avvicinando le donne
agli uomini. Fracascia è un marchigiano doc e questo ci fa piacere
perché con lui vogliamo aprire un
nuovo ciclo con nuove giocatrici”
Basket
cipali si può cominciare a pensare al mercato. La società gialloverde dovrebbe ripartire da
coach Slobodan Subotic, che
avrebbe accettato il progetto
biennale del club. Nella squadra
che affronterà il campionato di
Lega due ci saranno sicuramente Montonati, Casini e Mortellaro ma potrebbero restare
anche capitan Rossini e Maggioli. I sogni al momento, si
chiamano Tyrone Grant (ex
Teramo) ed Alvin Young, proveniente da Reggio Emilia che sta
corteggiando Tutt.
Gip
Sicc e Bpa
ancora a fianco
dell’Aurora
L’Aurora Basket continuerà
il suo sodalizio con la Sicc
Cucine e la Banca Popolare di
Ancona. I due sponsor maggiori
della società hanno riconfermato il loro contributo alla causa
jesina dopo due distinti incontri
con il sindaco, Fabiano
Belcecchi. “Nel corso dei colloqui – si legge nel comunicato
diramato dall’amministrazione
comunale – il sindaco ha ricevuto da entrambi la disponibilità a
sostenere con i rispettivi marchi
l’Aurora Basket anche nelle due
prossime stagioni. La biennalità
era l’arco di tempo su cui poggiava il progetto illustrato al sindaco dalla società aurorina che
ha manifestato la volontà di
effettuare un campionato di vertice”.
La scelta fatta da Alfiero
Latini e Corrado Mariotti, rappresentanti dei due sponsor, è
stata apprezzata dal sindaco,
soprattutto per il ruolo aggregativo che la Sicc ha svolto in questi anni.
Con il sì dei due marchi prin-
(foto Candolfi)
Volley
Sugli scudi
anche i giovani
Continuano ad arrivare ottime
notizie dal settore giovanile della
Monte Schiavo. Dopo il successo
dell’Under 17, vincitrice del titolo
regionale lo scorso 25 aprile, il 22
maggio è toccato alla formazione
Under 19 conquistare il titolo di
campione delle Marche. A laurearsi migliore squadra della nostra
regione è stata quella di Laura
Fiordelmondo, capace di superare
con un doppio, autorevole, 3-0
prima il Montecassiano padrone di
casa e poi l’Adriatica Fano.
Complimenti, quindi, a Ludovica
Orazi, Valeria Cimoli, Marina
Tiribelli, Giulia Beccaceci, Arianna Argentati, Valentina Montenegro, Loredana Montenegro,
Alessia Trillini, Giulia Argentati,
Alessia Travaglini e Tatiana
Capriotti.
Agrochimica
giardinaggio e agricoltura
Via Roma, 6 - Località Macine
tel. 0731.813058 - 60032 CASTELPLANIO (AN)
- Settore agricoltura
- Settore vinicolo
- Laboratorio analisi vini
- Giarninaggio
- Macchine e attezzi
- Impianti di irrigazione
Domenica 5 giugno 2005
7
8
Varie
Domenica 5 giugno 2005
Insieme da Montecarotto a Loreto
Agenda
Senso unico
in via Gallodoro
Da mercoledì 25 maggio via
Gallodoro (da largo Grammercato a via del Molino) è a senso
unico con direzione AnconaRoma.
Il santo del giorno
Venerdì 3 giugno Sacratissimo Cuore di Gesù – Sabato 4
Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria – San Quirino Domenica 5 Corpus Domini – San Bonifacio. - Lunedì 6 San
Norberto - Santa Paolina - Martedì 7 Sant’Antonio M.Gianelli Mercoledì 8 San Medardo - Giovedì 9 Sant’Efrem – Venerdì
10 San Maurino – Sabato 11 San Barnaba - Domenica 12
Sant’Onofrio..
Lutto nella cultura
La scomparsa
del prof. Molinelli
In televisione
Sabato 4 giugno – ore 10,35 (Rai Due) “Sulla via di
Damasco” con don Giovanni D’Ercole - ore 17,15 (Rai Uno) “A
sua immagine” con Andrea Sarubbi
Domenica 5 giugno – ore 8,40 (Canale 5) “Le frontiere
dello spirito” a cura di mons. Gianfranco Ravasi – ore 10 Santa
Messa (Retequattro) - ore 10,30 (Rai Uno) “A sua immagine” con
Lorena Bianchetti - ore 10,55 (Rai Uno) Santa Messa – ore 12
(Rai Uno) Recita dell’Angelus.
Anagrafe
Nati
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
7 maggio Martina Sgalla; 8 maggio Clarissa Baccani
(Ancona); 9 maggio Ludovica Massaccesi e Corrado Rosolani
(Ancona); 12 maggio Giulia Marani; 16 maggio Alessia Zappalà
e Adama Zabre; 18 maggio Sara Benmbarek e Chiara Zamponi.
Matrimoni
15 maggio Stefano Ferretti e Laura Barboni; 21 maggio
Michele Zannini e Barbara Filoni, Daniele Santarelli e Graziella
Vigoni, Luca Pieroni e Benedetta Palmieri; 22 maggio Gabriele
Pieralisi e Daniela Cardinali, Roberto Romagnoli e Manuela
Mandolini.
Defunti
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
12 maggio Dino Romagnoli (91 anni); 13 maggio Giuseppe
Felicetti (94 anni), Luciano Gasparetti (78 anni) di Filottrano,
Maria Simonetti (86 anni) di San Marcello, Rosa Stronati (83
anni), Caterina Papi (92 anni) di Poggio San Marcello; 14 maggio Enzo Casci (65 anni) di Morro d’Alba, Livio Fabrizi (73 anni);
15 maggio Anna Landi (83 anni) di Maiolati Spontini, Edmondo
Carbini (60 anni) di Poggio San Marcello, Fasma Luconi (93
anni); 16 maggio Dalia Tifi (82 anni), Elvia Celli (83 anni), Maria
Cimarelli (96 anni); 17 maggio Sauro Piersantelli (83 anni), Itala
Pergolesi (77 anni) di Monte Roberto; 19 maggio Osvaldo Zenobi
(76 anni), Costantino Giuliani (80 anni); 20 maggio Ferruccio
Barigelli (64 anni) di San Marcello; 21 maggio Candido Bronzini
(83 anni) di Monte Roberto; 22 maggio Mazziniana Argentati (93
anni), Gina Bruzzesi (88 anni), Giovanni Taini (84 anni); Ernesto
Galeotti (97 anni) di Castelplanio, Amalia Goroni (72 anni), Nella
Ponticelli (84 anni).
Farmacie di turno
Venerdì 3 giugno Martini - sabato 4 Calcatelli – domenica
5 Delle Grazie - lunedì 6 Comunale 1 – martedì 7 Cerni –
mercoledì 8 Comunale 2 – giovedì 9 Grammercato – venerdì
10 Coppi - sabato 11 Moretti – domenica 12 Barba.
La sentinella delle Marche
Segue da pag. 1
tura dai tempi del mitico re Esio,
con molta probabilità vi furono
costruite
***
Fu nel 1905, quando la Torre
aveva ormai più di cinque secoli e mezzo di vita, che per la
prima volta si pensò ad un
restauro. Poi, anni dopo, si progettò di ricostruirla: così nel
1950, nel ’61, nel ’62, nel ’63.
Si ritornò ancora a discuterne
nel ’73 e nel ’92. Nel 2000 si
avanzarono progetti sul suo possibile utilizzo. In molti se ne
interessarono: sindaci, autorità
provinciali e regionali, scrittori
e politici; club internazionali,
giornalisti e persino poeti. E’
solo ora però che sono stati
identificati con tutta chiarezza i
motivi che ne possono giustificare la ricostruzione e una futura fruizione.
Di questo si è parlato il 25
maggio con una conferenza a
tema: “Un progetto per la Torre
della Guardia”, organizzata da
“Italia Nostra”, rappresentata
per la sezione di Jesi dal prof.
Aldo Impiglia e patrocinata dal
Comune di Jesi, dalla Provincia
di Ancona, dalla Regione
Marche. La manifestazione ha
avuto luogo nella Sala Maggiore
del Palazzo della Signoria.
Diversi sono stati gli interventi, primo dei quali, per la
Deputazione Storia Patria, quello del dott. Sandro Scoccianti. Il
relatore ha fatto innanzi tutto
presente l’ammissibilità storicoscientifica della ricostruzione
della Torre; da considerare non
solo un simbolo della nostra storia e dell’autonomia di tutti i
Comuni, come pure della tenacia dell’uomo-costruttore, ma
anche, per la sua centralità, un
punto di riferimento dell’intera
regione. Non sono pochi gli
esempi – ha puntualizzato – di
strutture interamente ricostruite
dopo l’ultimo conflitto. Così è
avvenuto per Montecassino, i
ponti di Firenze, le torri di San
Miniato; addirittura per interi
quartieri di Verona e di Dresda.
Dopo aver riferito dei progetti avanzati in passato sulla sua
possibile fruizione, come un
osservatorio astronomico o una
stazione climatologica, il dott.
Scoccianti ha indicato quello a
cui ora si è pensato: rendere la
Torre un polo stabile di comunicazione informatica. Si tratta del
“Progetto Web Torre di Guardia
- Jesi”, un portale da realizzare
in tre lingue; italiano, inglese,
tedesco.
Ne sono state spiegate le
caratteristiche dall’ing. Giulio
Viezzoli, presidente dell’Aethra.
Il portale ideato presenterebbe
aree tematiche diverse: note storiche, geografiche, dinamiche
relative a tutte le fasi di costruzione fino a progetto ultimato e
alle successive iniziative. Il sito
Internet dovrebbe avere caratteristiche di estrema semplicità,
immediatezza di comunicazione, reperibilità dell’informazione e rimanderebbe in tutto il
mondo l’immagine della regione
anche sotto il profilo economico.
L’ing. Paolo Beer, presidente
dell’Ordine Ingegneri della provincia di Ancona, ha invece
riferito sulle modalità della
ricostruzione. Dovrebbero tenere presente non solo le caratteristiche della struttura dedotte dai
STUDIO MEDICO dott. SANTONI
Chirurgia LASER delle VARICI in Day Surgery
Flebologia, Chirurgia ambulatoriale, Eco color
Doppler, Chirurgia ambulatoriale ed in Day Surgery
Accreditato Regione Marche
prot. 11105 del 3 giugno 2003
Via RADICIOTTI n. 3 - 60035 JESI
Tel. 0731 205103 - 335 8234245
Sabato 28 maggio i bambini della parrocchia
Santissima Annunziata di Montecarotto, guidati dal
parroco don Gianni Polita e dalle catechiste, hanno
concluso l’anno catechistico con un pellegrinaggio
alla Santa Casa di Loreto. In una splendida mattinata
rallegrata dal sole e dal colore dei fazzoletti variopinti che hanno indossato per rendersi riconoscibili, sono
stati accolti con grande disponibilità nella cripta del
Santissimo Crocifisso da Padre Aurelio, il quale ha
voluto consegnare loro un messaggio di solidarietà:
come la casa di Loreto è composta di sole tre pareti,
togliamo anche noi un muro dalla nostra casa per
Quando la tecnologia
aiuta
chi ne ha più bisogno
L’idea viene dall’associazione
“Tutela salute mentale per la
Vallesina”, ed è quella di aprire
un “forum” sui problemi dei
malati e delle loro famiglie. La
materia prima - lo spazio telematico - la fornisce la rete civica.
“L’uso di forum telematici –
dice il difensore civico, Samuele
Animali - non è ancora molto diffuso nel trattare dei diritti di cittadinanza e l’e-democracy sembra
stentare a decollare. Ma rappresenta senz’altro il futuro.
Nelle intenzioni dei promotori
– aggiunge Animali - questo
forum deve diventare uno strumento di sensibilizzazione, di promozione, di scambio di esperienze, di empowerment, come si
direbbe con un termine inglese
che mi sembra molto appropriato.
Mettendo insieme più debolezze
abbiamo come risultato una
forza”.
Il forum è attivo all’indirizzo
www.comune.jesi.an.it/difensorecivico ed è moderato dal difensore civico
documenti storici, ma anche le
esigenze di staticità richieste
dalle norme vigenti, l’uso dei
materiali scelti e la spesa complessiva che non dovrebbe
superare un milione di euro, da
ripartire fra sovvenzioni statali,
che è possibile richiedere per
danni di guerra, e fra privati.
Sono da escludere dubbi sulla
staticità della Torre ricostruita,
ha assicurato. Rimasta in piedi
per oltre 700 anni, potrà sicuramente risultare solida in futuro,
con l’applicazione di tecniche
di muratura più leggere rispetto
al passato.
Ha concluso gli interventi il
dott. Enzo Giancarli, presidente
della Provincia di Ancona, che
ha ulteriormente sottolineato il
valore simbolico di identità culturale, sociale, politica della
Torre; anche di coesione del territorio, di accettazione e di tolleranza.
Tutto chiaro, dunque. La
Torre, una volta ricostruita,
offrirebbe al mondo una nuova
e spettacolare immagine emblematica della Marche. Resta certamente altro da definire intorno al progetto: se, ad esempio,
saranno realizzati nell’interno
della struttura uffici, o sale d’esposizione, servizi o impianti di
luce. Sarà anche da considerare
la sistemazione dell’area intorno alla struttura. Ci vorrà del
tempo prima che l’immagine
virtuale diventi reale; ma è
ormai certo che la Torre ritornerà ad essere “la sentinella delle
Marche”.
Circolo “Ferrini”
IlCircolo “Ferrini” invita,
mercoledì 15 giugno, alla visita
alle sorgenti di Gorgovivo. Il
programma prevede la partenza
alle 16 dal piazzale di S. Francesco di Assisi, l’arrivo alle ore
17 e la visita alle grotte; cena a
Sasso. Prenotazioni entro il 12
giugno.
Venerdì 24 giugno ultimo
incontro, prima della pausa estiva, con la psichiatra dott.ssa
Rossella Italiano, che terrà una
conversazione su “La nostra presenza in questo mondo sconvolto
e irriconoscibile”.
aprirla all’accoglienza ed alla generosità verso glia
altri.
I bambini poi hanno rivolto a Maria tenere intenzioni di preghiera, chiedendo protezione per loro stessi e per coloro che ne hanno bisogno. Il momento più
significativo è stato il passaggio nella Santa Casa
dove, in grande raccoglimento e con un po’ di emozione, hanno sostato per qualche minuto tra quelle
pareti in cui Gesù è cominciato a diventare “Uno di
noi”. Il pellegrinaggio si è concluso sul sagrato della
Basilica, dove tutti hanno cantato e salutato la
Madonna prima di ripartire alla volta di Montecarotto.
Da giovedì 9 a lunedì 13
Santa Maria Nuova
festeggia il patrono
Sant’Antonio di Padova
Nutrito programma, quello messo a punto a Santa Maria
Nuova dal comitato per i festeggiamenti del Patrono
Sant’Antonio di Padova:
giovedì 9 giugno – ore 21,15 al teatro comunale, concerto del
quartetto d’archi Postacchini;
venerdì 10 giugno – ore 21,15 allo stadio incontro di calcio
Amatori-Vecchie glorie;
sabato 11 giugno – Spettacolo “Sette note per un paese” con
“Los Lobitos”: alle ore 18 in frazione Monti, alle ore 18,45 in frazione Collina e alle 19,30 nel capoluogo; alle ore 21,15 sfilata e
musica in piazza con la banda “La Lombarda” e “900 Junior
Band”;
domenica 12 giugno – “Giornata del santamarianovese lontano”: ore 10,15 al teatro comunale saluto delle autorità; ore 11,15
Santa Messa al Palasport; ore 13 pranzo aperto a tutti presso gli
impianti sportivi; ore 16,30 sfilata della banda “La Lombarda anni
70”; ore 21,15 in piazza, concerto Quintetto ottoni “Friends of
Brasses”;
lunedì 13 giugno Festa del patrono Sant’Antonio di Padova
– ore 11 S.Messa celebrata da Mons. Vescovo; ore 20,30 tradizionale processione per le vie del paese; ore 22 estrazione dei biglietti della lotteria di Sant’Antonio; ore 23,15 fuochi artificiali.
Domenica scorsa, all’età di 84
anni, è morto nella sua abitazione, in vicolo del Leone a Jesi, il
prof. Raffaele Molinelli, una delle
figure di primo piano nel mondo
accademico e della cultura.
Docente e preside all’università di Urbino, insegnante di storia e
filosofia, studioso di storia locale,
autore di numerose pubblicazioni,
cittadino benemerito. Una folla
numerosa e commossa ha partecipato lunedì scorso alla cerimonia religiosa tenutasi nella chiesa
parrocchiale di San Francesco di
Paola.
“Pur non avendo avuto il piacere di conoscerlo personalmente
– ha detto il sindaco Fabiano
Belcecchi – ho ben presenti il
valore e il prestigio culturale che
il professor Molinelli ha acquisito
nella sua lunga e prestigiosa carriera”.
Anniversario
31.10.1918
29.5.2004
Comm. Agostino Medici
Nella vita privata e pubblica
cittadino e cristiano esemplare.
La moglie, i figli, i nipoti, gli
amici invalidi sul lavoro, riconoscenti e grati.
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