OSTEOPOROSI
E RISCHIO DI FRATTURE DA FRAGILITA’ OSSEA:
CHE FARE?
Considerazioni di Rosario Brischetto
OSTEOPOROSI:
MALATTIA ESTREMAMENTE DIFFUSA,
INSIDIOSA, INVALIDANTE;
MA DIAGNOSTICABILE E PREVENIBILE
METTE ALLA PROVA LA NOSTRA CAPACITA’
DI ASCOLTARE IL PAZIENTE
L’OSTEOPOROSI : UN PO’ DI STORIA
Cooper, A., and Cooper, B.B. 1822:
A treatise on dislocations, and on fractures of the joints.
Churchill. London, 425 pp.
“the lightness and softness that (bones) acquire
in the more advanced stages of life”
“this state of bone . . . favors much the production of fractures”
L’osteoporosi è una malattia scheletrica generalizzata,
caratterizzata da fragilità ossea per:
perdita di massa ossea
deterioramento della microarchitettura dello scheletro.
FRATTURE
L’OSTEOPOROSI E’
UNA MALATTIA SILENTE
FINCHE’ NON SI COMPLICA
CON FRATTURE!
OSSO NORMALE: UN TESSUTO VIVENTE
Il tessuto osseo è sottoposto a continuo
rimaneggiamento, finalizzato a:
- Riparare i microdanni
- Fornire calcio all’organismo
Questo processo si definisce
RIMODELLAMENTO OSSEO
Il rimodellamento osseo:
nella sede di una microfrattura gli osteoclasti riassorbono l’osso;
successivamente, gli osteoblasti depositano nuovo osso lamellare.
Così, il tessuto vecchio viene rimosso,
per far posto a un tessuto più giovane.
Seeman E and Delmas P. N Engl J Med 2006;354:2250-2261
Il rimodellamento è il mezzo che garantisce
uno scheletro leggero e robusto
• Il
rimodellamento
è
essenziale per rimuovere i
microdanni da usura
• L’alternativa
sarebbe
ridurre lo stress meccanico
mediante un osso più
grande
• …
ma
lo
scheletro
risulterebbe
essere
decisamente più pesante
Martin, Calcif Tissue Int (2003)73:101 –107
IL RIMODELLAMENTO OSSEO:
UNA BILANCIA FRA FORMAZIONE E RIASSORBIMENTO
Rimodellamento osseo: un processo caratterizzato da
formazione e riassorbimento della massa ossea.
Cosa succede col passare degli anni?
Fase di
raggiungimento
Fase di
stabilità
RIDUZIONE
DI MASSA OSSEA
Massa ossea
del picco
Maschi
Menopausa
Femmine
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Anni di età
Formazione
Riassorbimento
L’epidemiologia delle fratture
segue lo stesso trend
della riduzione della massa ossea
Incidenza/100,000 persone-aa
Oltre il 50% delle donne >50 anni avranno una frattura da osteoporosi1
3500
Femore
3000
2500
2000
Vertebre
1500
1000
Polso
500
0
35
40
45
50
55
60
65
70
75
80
85
Età (aa)
1.Chrischilles et al. Arch Intern Med 1991; 151: 2026-32; 2. Cooper et al.
Trends Endocrinol Metab 1992; 3: 224-229
BMP, Wnts,
PTH, GH,
IGF-1
RANKL
I PROTAGONISTI DEL RIMODELLAMENTO OSSEO:
OSTEOBLASTI , OSTEOCLASTI
CITOCHINE, ORMONI
Segnali che Regolano
la Formazione Ossea
BMP, proteine che appartengono
alla superfamiglia del TGF- e
stimolano la formazione ossea
Wnts, proteine omologhe nei
mammiferi di wingless (un gene
presente nella drosophila) che
stimolano la differenziazione di
molti organi e tessuti, incluso
l’osso
PTH
GH, IGF-I
Canalis E, NEJM 2007
OSTEOCLASTOGENESI
Boyle – Nature 423:337,2003
GLI OSTEOCLASTI ESPRIMONO SULLA MEMBRANA CELLULARE
UN FATTORE DI TRASCRIZIONE NUCLEARE:
IL RANK
(Receptor Activator for Nuclear Factor kB)
Formazione e attività dell’osteoclasto.
Partendo da un progenitore midollare,
l’osteoclasto esprime una molecola di superficie (RANK), che, unendosi
al suo ligando , rende la cellula attiva.
UN PROTAGONISTA: IL RANKLigando
Vit. D3
PTH
PTHrP
PGE 2
IL-1, IL-6
Corticosteroidi
TNF
…
RANK
(Receptor Activator
for Nuclear Factor κB)
OSTEOPROTEGERINA
- Citochina, membro della famiglia del TNF
- Prodotto dagli osteoblasti e dai linfociti T
- Responsabile della comunicazione fra osteoblasti e osteoclasti
- Si unisce al suo recettore sulla membrana dell’osteoclasta (RANK,
attivatore di NFkB) stimolando l’attività osteolitica
- Un recettore “trappola” circolante, la osteoprotegerina, può impedirne
il legame con gli osteoclasti
- Il RANKL ha un ruolo nell’”homing” delle metastasi nel tessuto osseo
Il legame RANK-RANKL determina attivazione dei fattori di trascrizione nucleare
e quindi dei geni che consentono l’azione degli osteoclasti
Kearns, A. E. et al. Endocr Rev 2008;29:155-192
Copyright ©2008 The Endocrine Society
Se il legame viene impedito dalla osteoprogerina,
l’osteoclasto non viene attivato
Kearns, A. E. et al. Endocr Rev 2008;29:155-192
Copyright ©2008 The Endocrine Society
Segnale RANKL/RANK/OPG
Il rimaneggiamento osseo è condizionato dalla attività di tre molecole,
tutte appartenenti alle famiglie dei recettori e dei ligandi del TNF:
- RANK, espresso sugli osteoclasti
- RANKL, prodotto dagli osteoblasti in seguito a vari stimoli:
Vit. D, PTH, IL- 1, IL- 6, PRL, PGE2, TNF, corticosteroidi…
- Osteoprotegerina, recettore “trappola” per il RANKL, prodotto in
seguito a vari stimoli: estrogeni, calcio, calcitonina, IL – 17…
… E SE SI POTESSE INIBIRE IL RANKL
CON UN ANTICORPO SPECIFICO
CHE SIMULI L’AZIONE INIBENTE DELLA OSTEOPROTEGERINA?
NON VERREBBE INIBITA L’AZIONE DEGLI OSTEOCLASTI
E QUINDI TRATTATA L’OSTEOPOROSI?
Il Denosumab
e il FREEDOM trial
Denosumab
Original Article
Denosumab for Prevention of Fractures in
Postmenopausal Women with Osteoporosis
Steven R. Cummings, M.D., Javier San Martin, M.D., Michael R. McClung, M.D., Ethel
S. Siris, M.D., Richard Eastell, M.D., Ian R. Reid, M.D., Pierre Delmas, M.D., Ph.D.,
Holly B. Zoog, Ph.D., Matt Austin, M.S., Andrea Wang, M.A., Stepan Kutilek, M.D.,
Silvano Adami, M.D., Ph.D., Jose Zanchetta, M.D., Cesar Libanati, M.D., Suresh
Siddhanti, Ph.D., Claus Christiansen, M.D., for the FREEDOM Trial
N Engl J Med
Volume 361(8):756-765
August 20, 2009
Conclusion
• Denosumab given subcutaneously twice
yearly for 36 months was associated
with a reduction in the risk of vertebral,
nonvertebral, and hip fractures in women
with osteoporosis
RUOLO DEL SISTEMA IMMUNOLOGICO
Gli osteoclasti possono essere attivati dai linfociti T
tramite la liberazione di citochine
OSTEOPOROSI:
quando la bilancia è squilibrata
La perdita di
tessuto osseo
vivente rende
l’osso fragile e
esposto alle
fratture.
la freccia indica una microfrattura.
OSTEOPOROSI PRIMARIA
• tipo 1 - osteoporosi postmenopausale
-associata alla ridotta secrezione di estrogeni
- la perdita ossea, molto accelerata nel periodo perimenopausale, può raggiungere
una perdita del 5% della massa ossea totale all’anno
- interessa prevalentemente l'osso trabecolare con effetti particolarmente evidenti
a livello della colonna vertebrale, dove il turn-over osseo é elevato
-le fratture vertebrali rappresentano una situazione clinica particolarmente comune e
insidiosa.
- tipo 2 - osteoporosi senile
- può colpire entrambi i sessi dopo i 70 anni di età
- la perdita di massa ossea interessa sia l'osso trabecolare che quello corticale
Osteoporosi primaria
tipo I
(postmenopausa)
Rapporto F:M
Età
Perdita ossea
Fratture
Assorbimento Ca
Funzione PTH
Turnover osseo
6:1
50-60 aa
trabecolare
polso, vertebre
diminuito
diminuita
incrementato
tipo II
(senile)
2:1
65-80 aa
trab. e corticale
femore, vertebre
diminuito
incrementata
incrementato
Prevalenza di Osteopenia ed Osteoporosi
Popolazione femminile - Italia
34.9
prevalenza relativa
Tutti
70-79
60-69
50-59
40-49
0%
14.0
42.3
40.3
22.8
45.7
Normale
23.0
44.8
32.1
Osteopenia
Osteoporosi
40.0
44.2
52.8
20%
15.8
37.8
40%
60%
80%
9.4
100%
Prevalenza dell’osteoporosi
Popolazione maschile-Italia
Tutti
75-79
70-74
65-69
60-64
0%
44.2
40.4
38.6
15.5
40.9
20.5
43.5
39.1
17.4
43.8
39.0
17.1
46.7
20%
41.8
40%
60%
11.5
80%
100%
Normale
Osteopenia
Osteoporosi
COSTI DELL’OSTEOPOROSI
PATOLOGIA
PREVALENZA
COSTI DIRETTI/anno
(Miliardi di US$)
Asma
15 milioni
$7.50
Osteoporosi
10 milioni
$13.8
Infarto del miocardio
4.6 milioni
$20.3
OSTEOPOROSI: MALATTIA DI GRANDE RILEVANZA SOCIALE
Note epidemiologiche I
L’incidenza aumenta con l’età
Interessa più della metà della popolazione oltre l’80° anno di vita
In Italia, circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini ne sono affetti
In questi soggetti, il rischio totale di andare incontro a frattura
nel corso della vita è del 40%
OSTEOPOROSI: MALATTIA DI GRANDE RILEVANZA SOCIALE
Note epidemiologiche II
Fratture vertebrali:
più di 100.000 casi l’anno in Italia
Fratture di femore:
più di 55.000 casi l’anno in Italia
La frattura di femore prossimale ha un tasso di mortalità, a un anno,
del 15-30%
Negli anziani la mortalità correlata a fratture osteoporotiche
è sovrapponibile a quella da ictus e da carcinoma mammario
Nel sesso femminile, dopo frattura osteoporotica,
si impone, nel 20% dei casi, istituzionalizzazione a lungo termine
OSTEOPOROSI:
VARIE FORME CLINICHE
OSTEOPOROSI IN MENOPAUSA
In assenza di estrogeni,
le cellule T incrementano la produzione
di TNF
e i monociti incrementano
la produzione di IL-1.
Il TNF stimola la produzione
di RANKL,
attivando gli osteoclasti.
La IL-1 ne previene l’apoptosi.
DI CONSEGUENZA,
IN ASSENZA DI ESTROGENI
SI HA INCREMENTO SOSTANZIALE
DELL’ATTIVITA’
DEGLI OSTEOCLASTI
Lancet, 367, 2006
Riassorbimento
Osseo
Neoformazione
Ossea
Assorbimento
calcico
Fratture Atraumatiche
(Colles, Collo Femore, Corpi Vertebrali)
Osteoporosi maschile
• Più rara rispetto al sesso femminile
1.5 milioni di uomini >65 aa hanno osteoporosi
3.5 millioni >65 aa hanno osteopenia.
• Le fratture di femore compaiono tra i 5 e i 10 anni più
tardi rispetto al sesso femminile.
• La percentuale di fratture del femore e delle vertebre è
1/3 rispetto a quella delle donne.
Cause dell’osteoporosi maschile
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Ipogonadismo
Terapia con corticosteroidi
Malattie gastrointestinali
Deficit di vitamina D
Terapie anticonvulsivanti
Abuso di alcolici
Rapido aumento del rischio di fratture ventebrali
nell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi
7
Tasso relativo di frattiure
veretebrali %
6
5
<2.5mg die
2.5-7.5mg die
>7.5mg die
4
3
2
1
0
1 anno 0 to 3
prima
3 to 6 6 to 9
9 to 12
Mesi
van Staa et al. Osteoporosis Int 13:777-87,2002
Rischio relativo di fratture vertebrali e dell’anca
in 244.235 soggetti trattati con corticosteroidi
6
Fx Anca
Rischio relativo
Fx Vertebrali
4
2
0
2.5 mg/die
2.5–7.5 mg/die
> 7.5 mg/die
Dose di prednisone/die
JBMR, 1998
Clinica dell’osteoporosi
1. Fase asintomatica: Diminuita massa ossea
La riduzione della massa ossea di per sé non causa
sintomi, ma si correla alla suscettibilità alle fratture.
2. Fase sintomatica: Fratture
Manifestazione clinica più significativa della
osteoporosi post-menopausale:
- Possono interessare tutte le sedi
- Spesso indotte da cadute o traumi
- Fratture da fragilità: secondarie a traumi minimi.
Conseguenze dell’Osteoporosi:
Le fratture più tipiche
Vertebrale
->50% delle fratture osteop.
-dopo 50 età
-2/3 rimane indiagnosticato
Femore (anca)
- 1/6 delle fratture
-importante effetto sulla mortalità
Polso (F. Colles)
-1/5 delle fratture osteop.
-frattura + frequente < 70aa
45
OSTEOPOROSI: LE FRATTURE VERTEBRALI
G. Klimt – Le tre età della donna – 1905
Galleria Nazionale d’Arte Moderna - Roma
Classificazione di Genant:
Le fratture vertebrali presentano vari aspetti
e diversi gradi di gravità
FRATTURE VERTEBRALI: PERCHE’ “EPIDEMIA SILENTE”?
Le fratture vertebrali da osteoporosi:
- Hanno elevata incidenza
- Sono spesso oligosintomatiche e di difficile rilevazione
- Hanno notevole rilevanza diagnostica, prognostica e terapeutica
1- Una anamnesi di frattura vertebrale è un forte fattore di rischio per recidiva
o per frattura in altra sede INDIPENDENTEMENTE DALLA DENSITOMETRIA
2- Nei 2/3 dei pazienti la diagnosi non viene formulata per modestia di sintomi
(confusione con sintomatologia artrosica)
3- Anche modeste riduzioni di altezza del corpo vertebrale o fratture riscontrate
casualmente sono rilevanti in termini di dolore e disabilità
4- La presenza di una frattura vertebrale osteoporotica in menopausa pone
l’indicazione al trattamento farmacologico (nota 79).
RR di frattura vertebrale
Rischio di nuove fratture vertebrali in soggetti
con una pregressa frattura vertebrale
25
No frattura
Frattura
20
15
10
5
0
bassa
media
elevata
Massa ossea
Ross et al Ann Int Med, 1991
IN PRATICA:
In condizioni sospette per frattura vertebrale
(sintomatologia tipica, riduzione di altezza > 3 cm, cifosi,
marcata riduzione dei valori densitometrici, età avanzata)
va richiesta una radiografia della colonna dorso lombare
in proiezione laterale.
La diagnosi di frattura vertebrale si basa
su una diminuzione superiore a 4 mm o del 15% della altezza
anteriore o centrale del corpo vertebrale
rispetto alla sua altezza posteriore.
Conseguenze delle fratture di femore
Disabilità
50%
20%
Decesso
x 2,3
Il rischio di frattura dell’altro femore entro un anno
(Recenti Progressi in Medicina, 2002)
Frattura femore
Mancata riabilitazione
Allettamento
Sindrome da immobilizzazione
Piaghe da decubito – Infezioni - Sepsi
Depressione – Malnutrizione
Problematiche assistenziali e socio-economiche
Progressivo decadimento c.g.
Comorbilità
Exitus
OSTEOPOROSI: VALUTAZIONE CLINICO - STRUMENTALE
Anamnesi e valutazione dei fattori di rischio
• Pregressa frattura da fragilità
• Donne con
- menopausa fisiologica/chirurgica precoce, prima di 45 anni
- amenorrea in epoca premenopausale, della durata
superiore a 6 mesi, non dovuta alla gravidanza
- isterectomia, ipogonadismo
• Fattori predisponenti:
- malattie epatiche
- alcoolismo
- malassorbimento
- malattie della tiroide
- artrite reumatoide
- iperparatiroidismo
Valutazione clinica:
anamnesi e esame obiettivo
• Precedenti fratture
• Rachialgie acute e/o croniche
• Riduzione staturale
• Accentuata cifosi dorsale
• Dolorabilità alla pressione sulle apofisi
spinose
PERCHE’ E’ IMPORTANTE LA DIAGNOSTICA STRUMENTALE ?
Si può fare diagnosi di osteoporosi in base ai valori
di densità ossea riscontrati con la densitometria ossea.
L’OMS definisce operativamente l’osteoporosi
come il riscontro di una una densità ossea
DI ALMENO 2,5 DEVIAZIONI STANDARD AL DI SOTTO
del valore medio dei giovani adulti sani dello stesso sesso.
La diagnosi di osteoporosi viene pertanto formulata
sulla base di un dato strumentale:
densitometria ossea con T score < - 2,5
TECNICHE DI MISURAZIONE DELLA MASSA OSSEA
- Mineralometria
ossea computerizzata (MOC)
a singolo raggio fotonico
a doppio raggio fotonico
- MOC digitale a raggi X
- TAC quantitativa
- Ultrasuoni
DENSITOMETRIA OSSEA A DOPPIA ENERGIA:
La DEXA (Dual Energy X-Ray Absorptiometry)
rappresenta il test diagnostico di scelta
COME INTERPRETARE LA DENSITOMETRIA OSSEA:
Istruzioni per l’uso
La DXA esprime la densità ossea in termini assoluti in grammi
di minerale per centimetro quadrato, e paragona il valore trovato
con una popolazione di adulti normali (T-score)
o con il valore atteso per età e sesso (Z-score)
ESEMPIO DI DENSITOMETRIA OSSEA
COME LEGGERE LA DENSITOMETRIA OSSEA:
IL T SCORE
Il “T score” è il parametro di riferimento che consente di confrontare
la densità ossea del soggetto con i valori medi di un giovane adulto.
Si identifica con la deviazione standard riscontrata, rispetto alla media.
:
• 1. Densità ossea normale : T-score compreso fra
• +2,5 e – 1
• 2. Osteopenia : T-score compreso tra –1,0 e –2,5 DS.
• 3. Osteoporosi: T-score inferiore a –2,5 DS.
• 4. Osteoporosi conclamata: T-score inferiore a –2,5 DS
con la contemporanea presenza di una o più fratture da
fragilità.
CORRELAZIONE FRA T-SCORE E RISCHIO DI FRATTURA
Le valutazioni densitometriche
a radio, calcagno, colonna
e femore prossimale
sono in grado di predire il rischio
di ogni tipo di frattura
La misurazione della densità ossea
sia nei siti centrali (colonna e femore)
che in quelli periferici (avambraccio, calcagno, falangi)
consente di valutare adeguatamente
il rischio di future fratture.
TUTTAVIA I CRITERI DIAGNOSTICI WHO
PER OSTEOPOROSI
NELLE DONNE IN POSTMENOPAUSA
SI APPLICANO ALLA MISURAZIONE
DELLA DENSITA’ OSSEA
NELLE SEDI CENTRALI
(COLLO FEMORALE E COLONNA LOMBARE)
UNA RECENTE METODICA ALTERNATIVA:
La pDXA
(Peripheral dual-energy x-ray absorptiometry)
Misura la densità ossea di avambraccio, dita o tallone.
Utile per valutare il rischio di frattura vertebrale
e il rischio complessivo di frattura
nelle donne in postmenopausa.
Non appropriata per il monitoraggio post-trattamento.
SCREENING DELL’OSTEOPOROSI:
Appropriatezza della indagine densitometrica
Non è utile uno screening densitometrico generalizzato
L’indicazione è basata sull’età e sul rischio di frattura
Quali persone dovrebbero essere sottoposte
a accertamento diagnostico per osteoporosi?
1. Donne oltre i 65 anni
2. Soggetti di età inferiore in presenza di altri fattori di rischio:
- menopausa precoce ( < 45 anni)
- magrezza (< 57 chili)
- tabagismo
- uso di farmaci osteopenizzanti
(es. prednisone > 5 mg per > di tre mesi)
- osteoporosi secondaria
FATTORI DI RISCHIO PER OSTEOPOROSI
Non modificabili:
- Storia personale di frattura
in età adulta
- Storia di frattura in parenti
di primo grado
- Sesso femminile
- Età avanzata
- Razza caucasica
- Demenza
Potenzialmente modificabili:
- Fumo
- Basso peso corporeo (< 58 kg)
- Deficit estrogenico per:
Menopausa precoce
Ovariectomia
Prolungata amenorrea
- Ridotto apporto di calcio
- Alcolismo
- Deficit visivo
- Cadute ricorrenrti
- Attività fisica insufficiente
- Scadenti condizioni di salute
MONITORAGGIO DELLA MASSA OSSEA:
Quando ripetere i controlli densitometrici?
Considerando:
1) Che la perdita annua di massa ossea nelle donne in post-menopausa
è di circa lo 0,5-2%
2) Che la maggior parte delle terapie incrementano la massa ossea
dell’1-6% all’anno
Un controllo dell’indagine densitometrica
è generalmente giustificato solo dopo 18-36 mesi
e comunque mai prima di un anno.
Fanno eccezione condizioni fortemente osteopenizzanti:
- Terapia corticosteroidea a alte dosi
- Neoplasie maligne
- Iperparatiroidismi primitivi o secondari
- Immobilizzazione prolungata
Mineralometria ad ultrasuoni
Rappresenta l'ultima novità nel panorama delle metodiche
densitometriche. Si basa sulla modificazione che un
fascio di ultrasuoni, a frequenza relativamente bassa (0.2
– 0.6 MHz), subisce attraversando l'osso (calcagno). Ha
una discreta precisione d'indagine (inferiore rispetto alla
DEXA). Non sono possibili misurazioni della densità
ossea della colonna vertebrale e del femore.
Tomografia computerizzata quantitativa(QCT):
Misura la densità vera (g/cm3 di tessuto)
a livello di substrutture ossee
(ad esempio componente trabecolare o corticale)
e l’area sezionale.
ALTRI PARAMETRI VALUTABILI:
-
Radiologia tradizionale
- Marcatori del turnover osseo
- Indici bioumorali
Ruolo della radiologia tradizionale
Nonostante la scarsa sensibilità e riproducibilità per la
diagnosi di osteoporosi, la radiologia tradizionale
• rileva la presenza di fratture vertebrali
• differenzia le fratture vertebrali da osteoporosi da quelle
da altre cause (metastasi, mieloma multiplo, etc.)
• migliora l’accuratezza del dato densitometrico
• rappresenta l’unico mezzo di follow-up nei pazienti con
fratture vertebrali
Radiologia Tradizionale
Valutazione delle Fratture
• Tipo
• Numero
• Sede
• Analisi morfometrica delle fratture vertebrali,
con classificazione della frattura
• Diagnosi differenziale
RISONANZA MAGNETICA
- Diagnosi differenziale fra frattura recente e pregressa
- Diagnosi differenziale fra frattura patologica
e frattura osteoporotica
- La Risonanza Magnetica Quantitativa:
- valuta la microarchitettura trabecolare
- valuta la distribuzione spaziale delle trabecole
- evidenzia sottili rime di frattura
- distingue il collasso vertebrale maligno dal benigno
FRATTURA VERTEBRALE: RISONANZA MAGNETICA
La presenza di edema all'interno del corpo vertebrale
oltre a confermare la diagnosi
dimostra il mancato consolidamento della frattura
Risonanza magnetica con sequenze STIR o T2
Le sequenze STIR mostrano iperintensità,
indice di edema all'interno del corpo vertebrale.
L'edema indica che la frattura non è completamente guarita.
La RMN è il test utilizzato più comunemente
per diagnosticare una frattura vertebrale da compressione acuta.
INDICAZIONI ALLA SCINTIGRAFIA OSSEA:
- Identificazione e follow-up di metastasi ossee (K prostata, mammella,
polmone, stomaco, rene, vescica; No mieloma multiplo)
- Riconoscimento delle fratture ossee e diagnosi differenziale con
quelle patologiche di origine neoplastica
- Identificazione della causa di dolore osseo, non spiegato con altre indagini
- Interpretazione di una lesione ossea evidenziata con esame radiologico
- Diagnosi di necrosi avascolare
- Valutazione di dolore in sede di protesi ortopediche
- Valutazione della vitalità di impianti ossei
- Diagnosi e follow-up del Paget
-…
SERVE LA DETERMINAZIONE
DEI MARKERS DI RIMODELLAMENTO OSSEO?
Il dosaggio dei markers del turnover osseo non
appare al momento giustificato per una
valutazione clinica routinaria.
I valori riscontrati sono fortemente influenzati
da variabilità fisiologica e dalla metodica.
Potrebbe essere utile
nella valutazione
dell’efficacia della terapia medica.
LE OSTEOPOROSI SECONDARIE:
LA CELIACHIA
“RED FLAGS”:
- Deficit di calcio e magnesio
- Anticorpi specifici
- Altri segni di malassorbimento
Possibile assenza di segni clinici
LE OSTEOPOROSI SECONDARIE:
L’IPERPARATIROIDISMO
“RED FLAGS”:
-Ipercalcemia
- Incremento PTH
-Ipofosfatemia
-Incremento AMPc urinario
LE OSTEOPOROSI SECONDARIE:
LA TIREOTOSSICOSI
“RED FLAGS”:
- Quadro bioumorale compatibile
- Amiodarone…
OSTEOPOROSI: LA VALUTAZIONE BIOUMORALE
E’ UTILE PER EVIDENZIARE LE FORME SECONDARIE
Raccomandata nei pazienti con osteoporosi molto superiore a quanto atteso
La normalità degli esami di I livello esclude al 90% forme secondarie o altre malattie
In atto non è giustificata la valutazione routinaria dei markers di tournover osseo
V. Van Gogh: Ritratto del dottor Gachet, 1890
… continua …
Scarica

OSTEOPOROSI E RISCHIO DI FRATTURE DA