LA SENTINELLA
del Canavese
TRA STORIA
E TRADIZIONE
SABATO
IVREA
IVREA. Le cerimonia della
Preda in Dora, in programma
nella mattinata della domenica di Carnevale sul Ponte Vecchio, è senza dubbio quella
che ‘racconta’ meglio una parte di storia della vita cittadina.
«Questa solenne cerimonia
si replica ogni anno con grande pompa alla presenza di tutte le Autorità cittadine - racconta Angelo Pietra, più volte Podestà e studioso della nostra Manifestazione, nel suo
opuscolo del 1934 “Lo Storico
Carnevale di Ivrea” - (...) Il Podestà si riunisce quindi al cor-
21 febbraio 2004
Una cronaca del 1934
Così lo studioso della manifestazione
Angelo Pietra racconta la Preda in Dora
teo e con esso scende al Ponte
Romano che in questa occasione presenta un magnifico
colpo d’occhio. Una folla enorme gremisce il Ponte Nuovo,
le strade e le terrazze e i giardini che formano il grande anfiteatro al quale l’antico ponte serve quasi da scena».
«E il popolo acclamante,
per godersi interamente lo
spettacolo, invade perfino le
ripide scogliere sulle quali
strapiombano l’abside della
Chiesa e le case medioevali
del Borghetto. Il Podestà, salutato da scrosci di battimani
(...), assistito dal Procuratore
e dai Decurioni, si reca proprio alla metà del Ponte, se-
Il Podestà Angelo Pietra
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gnata da un grande drappo di
velluto rosso adorno dello
stemma della Città».
«Egli, tra il più religioso silenzio, voltando la schiena,
quale ultimo supremo dileggio, getta il rudero nel fiume
e pronuncia ad alta voce le parole rituali. Al rinnovarsi della simbolica distruzione del
Castellazzo compiuta dal Podestà, il popolo risponde con
applausi ai quali si aggiungono i solenni rintocchi della
campana del Comune, le allegre note dei Pifferi e l’Inno
del Carnevale».
fr.fa.
Il sindaco diventa notaio E un medico fa il Podestà
Adriano Chini Filipetto è il Sostituto 2004 Il gran debutto di Vincenzo Di Benedetto
IVREA. Il Carnevale, si sa, è una festa più che mai coinvolgente. Ma lo è ancor di più per chi ne è protagonista.
Su tutti vale l’esempio di Adriano Chini Filipetto che dopo aver vestito per tre anni i panni del Podestà è stato
chiamato dai responsabili del Consorzio organizzatore a
ricoprire il ruolo di Sostituto Gran Cancelliere: promozione o una sorta di ‘carriera’ nella manifestazione?
Filipetto ci scherza su e dice: «Ma quale carriera, sono
stato l’ultimo a saperlo». Anche se i ruoli sono decisamente diversi l’esperienza maturata in tre anni di Carnevale
ad Adriano Chini Filipetto è
servita soprattutto per superare l’impatto con il pubblico.
«Credo di aver svolto nel migliore dei modi il mio compito come Podestà - aggiunge -.
Ho sempre cercato di essere
me stesso senza eccedere in
protagonismi. La presenza
del pubblico, il contatto con
la gente, non mi ha creato
problemi, nessuna emozione
particolare. Il mio lavoro (Filipetto è dal 1995 sindaco di
Palazzo), in questo caso, mi è
d’aiuto».
Canavesano doc, nato e vissuto ad Ivrea fino al 1983, si è
poi definitivamente trasferito
a Palazzo nella casa del padre. Oggi è alla fine del secondo mandato come primo cittaduino e, se non cambia la legge, è destinato a lasciare definitivamante nel cassetto la fascia tricolore. «Sinceramente
mi spiace - aggiunge -, ci sarebbero da completare molti
programmi avviati in questi
ultimi anni. Inoltre ci sono le
proposte interessanti che sta
portando avanti la Comunità
Intorno al Lago, ente di cui sono assessore alle manifestazioni turistiche e che sta muovendo i primi passi nel migliori dei modi».
Da un incarico pubblico all’altro, anche se di Carnevale. Quello del Sostituto Gran
Cancelliere è senza dubbio
uno dei ruoli che impegna di
più con quelli di Generale, Ufficiali dello Stato Maggiore e
Pifferi e Tamburi. «La grande
fatica non mi pesa. Ho accettato anche perchè ho la possibilità di conoscere ogni particolare della nostra festa. E’
un ruolo impegnativo e di prestigio: devo raccontare i momenti ufficiali della manifestazioni, quelli previsti dal cerimoniale e non solo, attraverso l’estensione del verbale. Negli anni gli avvenimenti
non cambiano, ma ugualmente in quelle poche frasi che
leggo cerco di trasmettere le
mie emozioni al popolo che
partecipa alla festa per coinvolgerlo il più possibile». Così è stato fin dalla lettura del
primo verbale all’Epifania.
«Certamente un pò emozionato lo ero - confida -. Il Sostituto è un po’ come un motore
diesel, si scalda con il passare
del tempo».
Cosa si aspetta da questo
IVREA. Tra i personaggi del Carnevale di Ivrea la figura
del Podestà e senza dubbio l’unica a richiamare la storia.
Una figura che risale al 1300 circa. E l’edizione 2004 della
manifestazione vede per la prima volta vestire i panni del
Podestà Vincenzo Di Benedetto, 52 anni, di professione
medico di base. E’ un grande appassionato di storia e la
scelta dunque non poteva essere più appropriata.
Adriano Chini Filipetto
Carnevale? «Voglio divertirmi (è sempre una festa) facendo del mio meglio nella mia
nuova veste. Ho cercato di
personalizzare per quanto
possibile i verbali che ho preparato, ma senza strafare.
Quando si vuol cambiar troppo, non si cambia poi più nulla, diceva un vecchio filosofo». E i primi esami, Adriano
Chini Filipetto li ha superati
egregiamente e con la ‘benedizione’ del Gran Cancelliere
notaio Gian Maria Soudaz.
Marco Bermond
Il Sostituto Gran Cancelliere durante la lettura di un verbale
Di Benedetto, siciliano di
Agrigento e molto legato legato alla terra d’origine (il padre Giuseppe, insieme al compagno di scuola lo scrittore
Andrea Camilleri, ha contribuito agli inizi degli anni Cinquanta alla diffusione del
giornale ‘parlato’ e recitato
in teatro) risiede a Montalto.
Dopo aver vissuto 30 anni a
La Spezia si è trasferito in Canavese nel 1982 e oggi si considera canavesano d’adozione.
Oltre all’attività di medico
(è anche diabetologo) si è specializzato nello Shiatsu, tecnica di massaggio cinese, e in
medicina naturale.
Due grandi hobby e passioni segnano la vita del professionista: archeologia e storia.
Studioso dell’energia delle
pietre Di Benedetto, al termine di una ricerca durata quattro anni attraverso i boschi
del Canavese che lo ha portato alla scoperta di incisioni
rupestri, probabilmente celtiche, ha pubblicato nel giugno
2002 con Luciana Banchelli
un libro dal titolo ‘Lerelleth:
l’energia dell’eternità’. La
passione per la storia medievale invece nasce nel 1991
quando entra a far parte, con
l’amico Angelo Bruno, del
Consiglio della Credenza.
«Sette anni di militanza nel
gruppo in qualità di figurante
- racconta il medico-Podestà -,
una bella esperienza, ma il
mio sogno è sempre stato
quello di impersonare la figura del medico al tempo del
Medioevo e nei Credendari
non avevo alcuna possibilità,
sono figure politiche. Inoltre,
sfilando in costume per le vie
della città mi ero reso conto
che la gente aveva bisogno di
un sorriso per dimenticare i
problemi della vita quotidiana. Nel 1998 il sogno s’avvera
quando entro a far parte del
gruppo storico ‘Il mastio’ di
Il Podestà durante l’uscita nel giorno dell’Epifania (Foto Torra)
Vincenzo Di Benedetto
Cigliano, una trentina di elementi tra mestieranti, arcieri
e duellanti. Io sono il chirurgo di guerra, con tanto di banco da lavoro e gli antichi strumenti fedelmente ricostruiti
dopo un’accurata ricerca storica».
Un attento studio sull’epoca medievale che porterà Di
Benedetto a scrivere un secondo libro. Un romanzo ambientato nell’Ivrea del 1300 e
scritto ancora una volta con
Luciana Banchelli.
E quest’anno è arrivata la
proposta del Consiglio della
Credenza. «Ho accettato - spiega - perchè mi sembrava fosse l’occasione giusta per mostrare alla gente che il Medioevo non era affatto un periodo oscuro, ma nella nostra
città c’erano persone di grande energia e nobili ideali. E
rievocare la storia vuol dire
anche trasmettere emozioni e
cercherò di trasmettere alla
popolazione, durante la Preda in Dora, l’atmosfera di
quei tempi dove il conflitto interno di quest’uomo - conclude il nuovo Podestà - nasceva
dal non poter agire liberamente per la presenza della tirannia». (ma.be.)
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