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.ROVIGO
Martedì 20
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Settembre 2011
La Voce
SANITA’ Giorgio Svaluto Moreolo, primario di Pediatria dell’Ulss 18 spiega: “Il 30% sono stranieri”
A Rovigo sono mille all’anno i nuovi nati
“Prima del parto i futuri genitori partecipano a 8 incontri preparatori. Molto alta l’affluenza dei papà”
Ketty Areddia
ROVIGO - I due reparti di
ostetricia - ginecologia e
pediatria, al secondo e
terzo piano dell’ospedale
di Rovigo, sono tra i più
sereni e sorridenti di
tutto il nosocomio. I
muri sono colorati, tra
fumetti e arcobaleni e
nella piccola sala d’attesa, ci sono mini banchi
dove i piccoli degenti
possono disegnare mentre attendono di essere
visitati. Qui si nasce e
qui la speranza di vita ha
il suo inizio. Sono intorno a mille i nuovi nati
del reparto, “senza contare l’ospedale di Trecenta - precisa il primario di Pediatria, Giorgio
Svaluto Moreolo, che affianca il lavoro del primario di Ostetricia e Ginecologia Giancarlo
Stellin - Un trend costante negli ultimi anni. La novità è piuttosto
che il 30% del totale dei
piccoli nati è straniero,
in linea con altre città
italiane. Ovviamente
per noi non fa molta
differenza, li trattiamo
tutti allo stesso modo”.
Anzi no, per la verità.
C’è il problema della lingua e dei costumi e diversi e c’è il problema
della comunicazione.
“Spolvero quotidianamente il mio inglese racconta il primario - Da
oltre un anno a questa
parte abbiamo predisposto parte della documentazione che distribuiamo ai nostri pazienti in
lingua araba e in cinese.
Con questi ultimi è più
difficile comunicare,
tanto che per le dimissioni più difficili, ricorriamo ai mediatori culturali. L’ospedale è con-
Qui sopra l’ingresso dell’ospedale di Rovigo.
In alto l’equipe di Giorgio Svaluto Moreolo (qui a destra),
primario di Pediatria nel nosocomio rodigino
■ “Specie per i cinesi
ricorriamo ai mediatori
culturali. Abbiamo materiale
informativo in varie lingue”
venzionato con un centro operativo di mediatori culturali, che interviene in 24 ore”.
Alle nove di mattina un
grande carrello trasporta
i neonati dal nido, dove
dormono, alle stanze
delle mamme, per il
“rooming in”, ovvero la
pratica di avvicinamento tra mamma, papà e
piccolo, accompagnata
da medici e infermieri
specializzati, che qualche consiglio utile lo dispensano prima delle dimissioni. “Il rooming in
dovrebbe essere garantito per 24 ore su 24 spiega il dottor Svaluto
Moreolo - ma spesso sono le mamme che ci
chiedono di separarsi,
giusto per riuscire a riposare”.
Prima del lieto evento,
però c’è la fase di preparazione al parto, che
somma in totale circa 7 o
8 incontri tra futuri genitori e medici: “E’ raro
che le donne in gravidanza arrivino in ospedale senza che le conosciamo prima. Succede
solo con le straniere e
con i parti in emergenza. In genere ai corsi di
preparazone si arriva dopo un incontro con il
pediatra, uno con l’infermiera, uno con il pediatra di famiglia e con
la psicologa”. Svaluto
assicura che la partecipazione è molto alta:
“Riceviamo anche 40-50
coppie e i papà sono
molto presenti”.
Nel reparto a tutte le
donne in gravidanza
viene anche distribuito
un opuscolo e un dvd
con le fasi della gravidanza, gli esami da fare
e i cambiamenti nella
vita di mamma e papà
nele settimane di dolce
attesa.
I pediatri a Rovigo, infine, assistono a tutti i
parti, cosa piuttosto atipica, rispetto agli altri
nosocomi. “Ma sta cambiando anche qui. Per i
parti fisiologici stiamo
cercando di separare le
due competenze (ostetricia e pediatria), mentre per i parti a rischio,
sarà presente”. Dopo la
nascita non passano 6 - 8
ore dall’arrivo del pediatra che controlla che tutto vada bene con la prima visita neonatologica.
Un’infermiera con il camice colorato sintetizza
così: “E’ semplice e gratificante lavorare con i
bambini, più difficile
con i genitori. Ma bisogna mettersi nei loro
panni e nelle loro ansie e
a volte non è facile”.
Così comincia in viale
Tre Martiri, il miracolo
della vita.
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