CAZZAGO SAN MARTINO SERVIZI S.R.L.
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MANUALE
SICUREZZA AZIENDALE
VALUTAZIONE STRESS LAVORO CORRELATO
Data: 15/01/2015
La valutazione del rischio e’ stata effettuata dal datore di lavoro con l’apporto di competenze specialistiche
esterne in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro fornite dalla societa’ di consulenza ELLEGI-SERVICE
srl di Roè Volciano (BS)
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VALUTAZIONE STRESS LAVORO CORRELATO
Art. 28 comma 1-bis Decreto Legislativo n. 81 del 09/04/2008
FIRME
Data:
15-01-2015
Rev. 00
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VALUTAZIONE STRESS LAVORO CORRELATO
Art. 28 comma 1-bis Decreto Legislativo n. 81 del 09/04/2008
Data:
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Rev. 00
INTRODUZIONE
Un moderno concetto di rischio sul lavoro non si limita più a considerare solo il pericolo derivante
dall’eventuale danno per la salute fisica dei lavoratori, ma si allarga a comprendere anche i nuovi rischi che
incidono sul benessere psicofisico e sull’integrità complessiva della persona. Considerare il problema dello
stress sul lavoro può voler dire una maggiore efficienza e un deciso miglioramento delle condizioni di salute
e sicurezza sul lavoro, con conseguenti benefici economici e sociali per le aziende, i lavoratori e la società
nel suo insieme.
L’Accordo Europeo sullo stress è stato siglato l’8 Ottobre 2004 da CES - sindacato Europeo; UNICE “Confindustria Europea”; UEAPME - associazione europea artigianato e PMI; CEEP - associazione europea
delle imprese partecipate dal pubblico e di interesse economico generale. Tale Accordo esplicita che la
valutazione dei rischi inerenti il lavoro deve riguardare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori,
ivi compresi quelli relativi allo stress lavoro-correlato. In particolare, l’Accordo definisce lo stress come “uno
stato che si accompagna a malessere e disfunzioni fisiche, psicologiche o sociali e che consegue al
fatto che le persone non si sentono in grado di superare i gap rispetto alle richieste o alle attese nei
loro confronti”.
La legislazione italiana ha recepito le direttive europee attraverso il D.Lgs. 9 Aprile 2008, n. 81, che
all’articolo 28 prevede la valutazione di tutti i rischi, compreso il rischio stress lavoro-correlato, definito
secondo i contenuti dell’Accordo Europeo.
GLI OBIETTIVI DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO
La valutazione stress lavoro-correlato va intesa come un processo continuo che consiste in un esame
sistematico di tutti gli aspetti dell’attività lavorativa, e richiede l’adozione degli stessi principi e processi
basilari di altri rischi occupazionali al fine di individuare dei pericoli, valutare e attribuire un ordine di priorità
ai rischi, decidere quali azioni preventive adottare, intervenire con azioni concrete, controllare e revisionare.
In particolare, la valutazione dei rischi è un’analisi sistematica del lavoro svolto finalizzata a stabilire :
- quale può essere la causa di lesione o danno?
- è possibile eliminare il pericolo?, e nel caso in cui ciò non sia possibile, quali misure di prevenzione o di
protezione nell’ambito del controllo dei rischi.
RESPONSABILITÀ DEI DATORI DI LAVORO E DEI LAVORATORI
Tutti i datori di lavoro sono obbligati per legge a tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Questo dovere riguarda anche i problemi di stress da lavoro in quanto costituiscono un rischio per la salute e
la sicurezza. Tutti i lavoratori hanno il dovere generale di rispettare le misure di protezione decise dal datore
di lavoro.
La valutazione del rischio stress lavoro-correlato, come per tutti gli altri rischi, deve essere effettuata
dal Datore di Lavoro, che ne ha la responsabilità. Allo stesso modo, la responsabilità di stabilire le misure
adeguate da adottare spetta al datore di lavoro che agirà con i propri collaboratori programmando misure
specifiche per ogni fattore di stress individuato.
Sempre in analogia con gli altri rischi è previsto il coinvolgimento delle figure aziendali come RSPP,
RLS, MC, oltre ad eventuali altri soggetti interni/esterni indicati dalle organizzazioni. Laddove le competenze
interne siano insufficienti, per evitare carenze e/o errori nel processo di valutazione/gestione del rischio, è
necessario che le stesse vengano integrate con competenze esterne, infatti, si trova esplicitato “laddove nel
luogo di lavoro non siano presenti professionalità adeguate, possono essere chiamati esperti esterni,
secondo la legislazione europea e nazionale, gli accordi collettivi e la prassi”.
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VALUTAZIONE STRESS LAVORO CORRELATO
Art. 28 comma 1-bis Decreto Legislativo n. 81 del 09/04/2008
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DEFINIZIONI
STRESS
Il termine stress indica un processo di adattamento che coinvolge l’individuo durante la sua interazione con
l’ambiente; più in particolare, è la risposta fisica, psicologica, e comportamentale che l’individuo esperisce in
corrispondenza al mutare dinamico delle richieste provenienti dall’esterno.
Per fare un esempio ad un livello molto semplice potremmo indicare con stress il processo di adattamento
ad un brusco abbassamento della temperatura esterna (stressor o fattore di stress); tale processo di
adattamento prevede appunto una serie di modificazioni fisiologiche (costrizione dei vasi sanguigni, aumento
della pressione arteriosa), psicologiche (pensare a cosa fare per non sentire freddo) e comportamentali
(indossare un maglione in più). Nel processo dello stress si distinguono pertanto:
- stressore o stressor: sono gli eventi (stimoli) che si devono affrontare (CAUSE)
- tensione o strain: è la reazione fisica, psicologica o comportamentale in risposta agli stressori
- esito o outcome: sono le conseguenze della tensione (CONSEGUENZE)
EUSTRESS E DISTRESS
Il termine stress non indica di per sé una condizione negativa o problematica; infatti, fa riferimento ad una
condizione naturale dell’organismo che, in seguito ad un cambiamento dell’ambiente esterno, tenta di
ristabilire l’omeostasi, ovvero l’equilibrio interno.
L’evento patologico (distress o stress negativo) potrà verificarsi dopo il superamento delle capacità di
opporsi allo stressor o fattore di stress. Se l’individuo è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto nel
breve termine, utilizzando le proprie strategie e risorse, ecco che queste pressioni possono essere
considerate positive in quanto permettono lo sviluppo dell’individuo stesso: questo viene definito eustress o
stress positivo. Se, al contrario, le condizioni sfavorevoli superano le capacità e le risorse proprie oppure
sono prolungate nel tempo, l’individuo diventa incapace di reagire e offre risposte poco adattive: questo
viene definito distress o stress negativo. Nel linguaggio comune, è quest’ultima la situazione che viene
definita con il termine di “stress”.
CARATTERISTICHE DELLO STRESS
Il processo di stress, ovvero, come l’organismo si adatta all’ambiente
La letteratura scientifica documenta che lo stress prolungato può provocare danni alla salute fisica e
mentale. Tali conseguenze negative sono in parte mediate dalle reazioni del sistema endocrino, immunitario
e nervoso autonomo (effetti diretti dello stress), ed in parte dovute ai cambiamenti negativi nel
comportamento rilevante per la salute (effetti indiretti dello stress), quali la diminuzione delle ore di sonno,
l’alimentazione irregolare, l’aumento nel consumo di sigarette, alcolici, farmaci (Stroebe e Stroebe, 1997).
Il medico Hans Selye descrisse la Sindrome Generale di Adattamento per descrivere la reazione biologica
ad uno stressor fisico intenso e prolungato nella quale si possono individuare tre fasi.
FASE DI ALLARME: l’organismo reagisce rapidamente allo stimolo stressore, attraverso la mobilitazione di
energie difensive (innalzamento della frequenza cardiaca, della tensione muscolare, diminuzione
della secrezione salivare, ecc..) che hanno il compito di procurare una reazione immediata di
attivazione e accomodamento da parte del sistema nervoso.
FASE DI RESISTENZA: si attiva solamente se gli stressors sono prolungati ed intensi. Consente un
adattamento massimo ma ,le difese allertate nella prima fase sono in precario equilibrio. Si possono
avere manifestazioni transitorie come la diminuzione delle difese immunitarie, inibizione delle
reazioni infiammatorie, aumento dell’acidità gastrica, ipertensione arteriosa, ecc..
FASE DI ESAURIMENTO: si attiva se lo stato di adattamento della seconda fase viene prolungato oppure
l’organismo non è in grado di mettere in atto risposte adeguate. E’ caratterizzato da squilibri di tipo
funzionale e da patologie d’organo. L’organismo può andare incontro a danni irreversibili, inclusa la
morte.
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Le caratteriste individuali modulano il processo di stress
Lo stesso evento non provoca le medesime conseguenze in differenti persone. Il motivo di ciò consiste nel
fatto che il processo dello stress implica anche una valutazione cognitiva ed emotiva da parte dell’individuo,
il quale essenzialmente cerca di stabilire se è capace di far fronte a quell’evento o situazione. Per questo
motivo, nei confronti di medesime situazioni un soggetto può vivere sentimenti di piacevole sfida, un altro
può nutrire paure. Il fenomeno stress mette in rapporto gli eventi e le situazioni ambientali, la percezione
soggettiva di tali situazioni o eventi, e l’attivazione di processi dell’organismo individuale in grado di
influenzare stati di salute diversi. Con il termine coping s’indicano infatti le strategie cognitive e
comportamentali, che l’individiuo mette in atto al fine di gestire le richieste provenienti dall’esterno.
STRESS E LAVORO
Cosa c’entra tutto questo con il lavoro?
Contestualizzando quanto descritto finora all’ambito lavorativo, lo stress legato all’attività lavorativa concerne
il nostro adattamento alle richieste proveniente dell’ambiente del lavoro: quando le richieste superano le
nostre capacità di affrontarle, aumenta il rischio che si sviluppi distress.
Come illustrato nel grafico 1, lo stress lavorativo deriva dall’interazione tra fattori inerenti l’organizzazione
del lavoro (tipologia, ambiente, carichi, orari, ruolo, responsabilità, sicurezza, relazioni gerarchiche e
interpersonali) e le caratteristiche psico-fisiche (personalità, attitudini, competenze, motivazioni,
comportamenti, salute) e socio-demografiche (condizioni economiche, relazioni, situazione familiare,
integrazione sociale) del lavoratore. Qualora la risultante di tale interazione risulti squilibrata, si determina
una condizione di “strain”, foriera di conseguenze negative sul benessere psico-fisico della persona.
Grafico 1. Lo stress lavorativo deriva dall’interazione tra fattori legati al lavoro e fattori legati alla
persona (preso da materiale SUVA- Sicurezza sul lavoro)
Richiesta che per me è importante soddisfare
Esempio: Mario deve tenere il ritmo di produzione imposto dalla catena di montaggio
Confrontarmi con le mie capacità o possibilità
Non sono sicuro di farcela
Esempio: Mario non sa se riesce
ad assemblare il numero di pezzi
richiesto
Sono sicuro di non farcela
Esempio: Mario deve arrendersi.
Non riesce ad assemblare la
quantità richiesta e viene
trasferito in un altro reparto
Sono sicuro di farcela
Stress
Eccessivo onere di lavoro,
rischio d’infortunio. Se dura a
lungo: danni alla salute
Non ha stress
Ma: il fallimento può causare
dello stress (paura di fallire
ancora, perdita del posto di
lavoro eccetera..)
Non ha stress
Esempio: Mario sa che riuscirà ad
assemblare il numero di pezzi
richiesto.
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Quali caratteristiche del lavoro possono indurre stress?
La tabella 1 riassume i fattori di rischio stress-lavoro correlato individuati dalla Commissione Europea e
introdotti nell’Accordo dell’8 Ottobre 2004. Si evince che, le caratteristiche del lavoro che costituiscono dei
fattori di rischio per l’insorgenza di stress lavoro-correlato si possono raccogliere in di grandi categorie :
- caratteristiche legate al contenuto del lavoro: comprende i flussi informativi, il ruolo, l’evoluzione e lo
sviluppo di carriera, il livello di autonomia decisionale, i rapporti interpersonali e le problematiche
connesse all’interfaccia casa/lavoro
- caratteristiche legate al contesto di lavoro: comprende le problematiche connesse all’ambiente di lavoro
quali i rischi tradizionali (regolamentati per legge) intesi come rischi infortunistici, fisici, chimici,
biologici, ergonomici ma anche problematiche legate alla pianificazione dei compiti, ai carichi e ritmi
di lavoro ed all’orario di lavoro.
Tabella 1. Fattori stressogeni legati al lavoro (Agenzia Europea per la salute e sicurezza sul lavoro-2000)
CONTENUTO DEL LAVORO
Aree chiave
Ambiente e attrezzature di lavoro
Pianificazione del compito lavorativo
Carico di lavoro / ritmo di lavoro
Orario di lavoro
Esemplificazioni
Problemi inerenti alla disponibilità, mantenimento,
utilizzo e manutenzione/riparazione delle attrezzature
lavorative e degli ausili tecnici; presenza sistematica di rischi
fisici, chimici e biologici ed infortunistici di livello rilevante o
imprevedibile
Monotonia
Cicli di lavoro brevi
Lavoro frammentato o senza scopo identificabile
Sottoutilizzo delle attitudini/capacità individuali
Incertezza
Carico di lavoro eccessivo o ridotto
Mancanza di controllo sul ritmo
Tempo insufficiente per eseguire il lavoro
Lavoro a turni
Orari di lavoro senza flessibilità/pause
Orari imprevedibili
Orari di lavoro protratti
CONTESTO DI LAVORO
Aree chiave
Organizzazione del lavoro
Ruolo nell’ambito dell’organizzazione
Sviluppo di carriera
Controllo/Libertà decisionale
Rapporti interpersonali sul lavoro
Interfaccia casa-lavoro
esemplificazioni
Scarsa possibilità di comunicazione
Bassi livelli di sostegno per la risoluzione dei problemi e
crescita personale
Mancanza di definizione degli obiettivi aziendali
Ambiguità o conflitto di ruolo
Responsabilità di altre persone
Incertezza / blocco della carriera insufficienza / eccesso
di promozioni,
bassa retribuzione, Precarietà dell’impiego
scarso valore sociale attribuito all’attività svolta
Partecipazione ridotta al processo decisionale
Mancanza di controllo del lavoratore sull’attività svolta
Isolamento fisico o sociale
Rapporti limitati con i superiori
Conflitti interpersonali
Mancanza di supporto sociale
Richieste contrastanti tra casa e lavoro
Scarso appoggio in ambito domestico
Problemi di doppio lavoro
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GLI STRESSOR EXTRA-LAVORATIVI
Lo stress che ha origine fuori dall’ambito di lavoro può condurre a cambiamenti nel comportamento e ad una
ridotta efficienza sul lavoro, pertanto, non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere
considerate come stress lavoro-correlato. E’ indubbio, infatti, che “fattori esterni” (lutti, criticità
sociali/familiari, patologie invalidanti, gravosa interfaccia casa/lavoro ecc.) possono incidere sulla
vita lavorativa del soggetto, in quanto possono provocarne un deterioramento delle condizioni di salute, e
in tal senso non possono essere ignorati. Ciò non vuol dire che debba ipotizzarsi un rapporto causale diretto
lavoro-stress per ogni forma di disagio pertanto, non può risultarne responsabile il Datore di Lavoro in termini
di valutazione specifica ai fini del loro controllo e gestione. Si ricorda comunque l’obbligo normativo generale
previsto all’art. 18 comma 1 lettera c D.Lgs. 81/08 che prevede che il datore di lavoro ed i dirigenti debbano:
“nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla
loro salute e alla sicurezza”
Le conseguenze dello stress lavoro-correlato a livello aziendale
Lo stress legato all’attività lavorativa può divenire un problema per l’azienda su molti versanti in quanto può
comportare questi problemi:
a livello aziendale: aumento dell’assenteismo, frequente avvicendamento del personale, scarso controllo
dei tempi di lavorazione, problemi disciplinari, vessazioni, comunicazioni aggressive, danno
all’immagine aziendale, ecc..
a livello di prestazioni individuali: riduzione della produttività o della qualità del prodotto o del servizio,
infortuni, processo decisionale inadeguato, errori, ecc..
a livello economico: aumento dei costi per un possibile indennizzo o delle spese mediche, per il
reclutamento e la formazione di nuovo personale, ecc..
Riferimenti bibliografici
Bottaccioli F. (1995). PsiconeuroEndocrinoImmunologia. I fondamenti scientifici delle relazioni mente-corpo.
Le basi razionali della medicina integrata. Red Edizioni.
Costa G. (2009) Lo stress occupazionale: dalla dimensione scientifica alle applicazioni pratiche, G Ital Med
Lav Erg; 31:3, 248-251
Devison G & Neale J (2001). Psicologia Clinica. Zanichelli.
Deitinger P, Nardella C, Bentivenga R, Ghelli R, Persechino B, Iavicoli S (2009) D.Lgs. 81/2008: conferme e
novità in tema di stress correlato al lavoro, G Ital Med Lav Erg 2009; 31:2, 154-162.
Ferrario MM, Cesana G (2009). Aspetti metodologici nella valutazione del rischio stress da lavoro. G Ital Med
Lav Erg; 31:2, 203-206.
Magnavita N (2008) Strumenti per la valutazione dei rischi psicosociali sul lavoro, G Ital Med Lav Erg; Vol. 30,
N. 1: A87-A97
Magrin ME (2008) Dalla resistenza alla resilienza: promuovere benessere nei luoghi di lavoro, Giornale
Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, Vol. 30, N. 1: A11-A19.
Stroebe W. & STROEBE M. S. (2003) Introduzione alla psicologia sociale della salute.
McGraw-Hill Italia.
PROCEDURA OPERATIVA DELLA VALUTAZIONE
La presente valutazione viene effettuata ai sensi del D.Lgs. n. 81 del 9 Aprile 2008, ed è stata pianificata nel
rispetto delle linee guida introdotte dal Coordinamento Tecnico Interregionale della prevenzione nei luoghi di
lavoro (Guida Operativa approvata il 25 Marzo 2010) e dalla Direzione Generale Sanità della Regione
Lombardia (Decreto n. 13559 del 10 Dicembre 2009) , le indicazioni della circolare del Ministero del Lavoro e
delle politiche sociali del 18/11/2010. La procedura operativa seguita per effettuare la presente valutazione si
è articolata nelle seguenti fasi, illustrate sinteticamente nella Tabella 2.
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Tabella 2. Descrizione sintetica del flusso/procedura di valutazione
OBIETTIVO
FASE 1
Presentazione
e pianificazione
della
valutazione
FASE 2
Valutazione
indicatori
oggettivi di
stress lavorocorrelato
FASE 3
Stesura del
report e
programma di
intervento
SOGGETTI
COINVOLTI
STRUMENTI
- Sensibilizzare al tema dello
stress lavoro-correlato;
- Raccogliere informazioni circa la
struttura e l’organizzazione
dell’azienda;
- Pianificare la valutazione
Datore di lavoro;
RSPP;
RLS;
MC
Consulenti esterni
- Opuscoli informativi
- Guida PRIMA-EF (OMS,
2008)
- Griglia per la raccolta di
informazioni
- Analizzare indicatori di stress
- Analizzare variabili legate al
contenuto del lavoro
- Analizzare variabili legate al
contesto di lavoro
Datore di lavoro;
RSPP;
RLS;
MC
Consulenti esterni
- Check-list elaborata dal
coordinamento Spisal della
provincia di Verona
- Valutare se sono presenti
caratteristiche del lavoro fonti di
stress
- Valutare se esistono gruppi di
lavoro maggiormente esposti
- Programmare opportune misure
di prevenzione/protezione e
tempistica del monitoraggio
Datore di lavoro;
RSPP;
RLS;
Consulenti esterni
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METODOLOGIA di VALUTAZIONE
Lo strumento: check-list elaborata dal coordinamento Spisal di Verona
La check-list è stata sviluppata dal coordinamento Spisal della provincia di Verona e viene riportata in
maniera integrale in allegato (in allegato).
Come indicato nella tabella 3, la Check-list si articola in 3 aree:
-
AREA INDICATORI AZIENDALI (10 indicatori):
AREA CONTESTO DEL LAVORO ( 6 aree di indicatori)
AREA CONTENUTO DEL LAVORO (4 aree di indicatori)
Tabella 3. Aree valutate nella check-list, SPISAL della provincia di Verona.
A INDICATORI AZIENDALI
B CONTESTO DEL LAVORO
C CONTENUTO DEL LAVORO
Infortuni
Assenza per malattia
Funzione e cultura organizzativa
Ambiente di lavoro ed attrezzature
di lavoro
Ruolo nell’ambito dell’organizzazione
Pianificazione dei compiti
Evoluzione della carriera
Carico di lavoro – ritmo di lavoro
Assenteismo
Ferie non godute
Rotazione del personale
Turnover
Procedimenti/ Sanzioni disciplinari
Richieste visite straordinarie
Autonomia decisionale –
controllo del lavoro
Rapporti interpersonali sul lavoro
Segnalazioni stress lavoro
Istanze giudiziarie
Interfaccia casa lavoro
Orario di lavoro
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MODALITA’ COMPILAZIONE DELLA CHECK-LIST
E’ possibile compilare una scheda unica per l’azienda oppure, per livelli di complessità organizzativa più
elevata, decidere di utilizzare la check per partizioni organizzative o mansioni omogenee; tale scelta
operativa viene scelta durante l’incontro di presentazione e pianificazione (fase 1) in cui si raccolgono
informazioni circa la struttura e l’organizzazione dell’azienda. nella prima parte della check-list si richiede di
indicare quali persone sono state coinvolte nella compilazione.
ad ogni indicatore è associato un punteggio che concorre al punteggio complessivo dell’area; si ricava così
un punteggio totale che identifica la condizione di rischio basso – medio – alto (pag 11-12 della chek-list).
per la sezione a (indicatori aziendali) sono state usate le seguenti formule:
frequenza d’infortuni: (n totale di infortuni / n totale di ore lavorate) * 1.000.000
gravità d’infortuni: (n tot. giornate perse / n tot di ore lavorate) * 1.000.000
% assenze lavorate: [n tot ore perse / n tot ore potenziali lavorabili da contratto] x 100
ferie non godute: [n tot giorni di ferie previsti e maturati - n giorni usufruiti] x 100
trasferimenti interni:
[(n. richieste (*) di trasferimento / n. trasferimenti avvenuti) / n. totali lavoratori] x 100
turnover: [(n. lavoratori usciti + n. lavoratori entrati) / n. totali lavoratori] x 100
per la sezione b e c (contesto e contenuto del lavoro), per ciascun item della check-list sono stati individuati
degli indicatori che rendessero la valutazione di quell’aspetto quanto più oggettiva possibile. nel capitolo che
riporta i risultati della valutazione sono riportati gli elementi presi in considerazione per ciascun item in modo
da rendere oggettiva e trasparente l’attribuzione del punteggio
Valutate le caratteristiche generali dell’azienda, in riferimento a:
struttura aziendale in relazione alle dimensioni ed articolazioni
caratteristiche delle mansioni presenti
modalità operative delle attività svolte
si e’ ritenuto sufficiente in prima analisi la compilazione di una unica check-list. Le eventuali differenze in
relazione alle differenze potenzialmente generate dalla diversità di punteggio degli indicatori di contesto e
contenuto sono tenute in considerazione ai fini della rilevanza del rischio specifico della mansione.
RIEPILOGO VALORI
INDICATORI AZIENDALI
INDICI INFORTUNISTICI
0,00
ASSENZA PER MALATTIA
0,00
ASSENTEISMO
0,00
% FERIE NON GODUTE
0,00
ROTAZIONE DEL PERSONALE NON PROGRAMMATA
0,00
CESSAZIONE DI RAPPORTI DI COLLABORAZIONE / TURNOVER
0,00
PROCEDIMENTI SANZIONI DISCIPLINARI
0,00
RICHIESTE VISITE MEDICHE STRAORDINARIE AL MEDICO COMPETENTE
0,00
SEGNALAZIONI DAL MEDICO COMPETENTE SU CONDIZIONI DI STRESS LAVORATIVO
0,00
ISTANZE GIUDIZIARIE PER LICENZIAMENTO / DEMANSIONAMENTO
0,00
ISTANZE GIUDIZIARIE PER MOLESTIE SESSUALI
0,00
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CONTESTO DEL LAVORO
FUNZIONE E CULTURA ORGANIZZATIVA
PRESENZA DI ORGANIGRAMMA AZIENDALE
0,00
PRESENZA DI PROCEDURE AZIENDALI SCRITTE
0,00
LE PROCEDURE AZIENDALI SONO STATE DIFFUSE AI LAVORATORI
0,00
PRESENZA DI OBIETTIVI AZIENDALI
0,00
DIFFUSIONE DI OBIETTIVI AZIENDALI
0,00
SISTEMA DI COMUNICAZIONE AZIENDALE
0,00
INCONTRI TRA DIRIGENTI E LAVORATORI
0,00
PIANO FORMATIVO PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEI LAVORATORI
0,00
MOMENTI DI COMUNICAZIONE DA PARTE DELL'AZIENDA A TUTTI I LAVORATORI
0,00
RUOLO NELL'AMBITO DELL'ORGANIZZAZIONE
LA GERARCHIA AZIENDALE E' DIFFUSA AI LAVORATORI
0,00
I RUOLI DI OGNUNO SONO BEN DEFINITI
0,00
UNA PERSONA SVOLGE RUOLI DIFFERENTI NELLO STESSO MOMENTO
0,00
ACCADE FREQUENTEMENTE CHE I DIRIGENTI/PREPOSTI FORNISCANO INFORMAZIONI CONTRASTANTI SUL
LAVORO
0,00
EVOLUZIONE DELLA CARRIERA
E' PRESENTE UN PIANO PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEI LAVORATORI
0,83
E' PRESENTE UN PIANO PER LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEI DIRIGENTI
0,00
SONO DEFINITI I CRITERI PER L'AVANZAMENTO DELLA CARRIERA
0,00
ESISTONO SISTEMI PREMIANTI AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI DI PRODUZIONE
0,83
0,00
ESISTONO SISTEMI PREMIANTI AL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI IN MATERIA DI SICUREZZA
1,00
ESISTONO SISTEMI PREMIANTI PER LA CORRETTA GESTIONE DEL PERSONALE DA PARTE DEI DIRIGENTI
AUTONOMIA DECISIONALE - CONTROLLO DEL LAVORO
IL LAVORATORE PUO' DECIDERE L'ORDINE DI ESECUZIONE DEI COMPITI
0,00
IL LAVORO DIPENDE DA COMPITI PRECEDENTEMENTE SVOLTI DA ALTRI
0,17
IL LAVORATORE E' AUTONOMO SILLE MODALITA' DI ESECUZIONE DI UN COMPITO
0,00
I LAVORATORI POSSO PARTECIPARE ALLE DECISIONI AZIENDALI
0,83
SONO PREDISPOSTE MODALITA' DI PARTECIPAZIONE ALLE DECISIONI AZIENDALI
0,00
RAPPORTI INTERPERSONALI SUL LAVORO
POSSIBILITA' DI RIVOLGERSI AL DATORE DI LAVORO
0,00
MOMENTI DI AGGREGAZIONE CON TUTTO IL PERSONALE
0,00
SONO PRESENTI RIGIDI PROTOCOLLI DI SUPERVISIONE SUL LAVORO SVOLTO
0,00
INTERFACCIA CASA LAVORO
PRESENTE UNA MENSA AZIENDALE
1,00
POSSIBILITA' DI ORARIO FLESSIBILE
0,00
E' POSSIBILE RAGGIUNGERE IL POSTO DI LAVORO CON MEZZI PUBBLICI
0,00
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VALUTAZIONE STRESS LAVORO CORRELATO
Art. 28 comma 1-bis Decreto Legislativo n. 81 del 09/04/2008
Data:
15-01-2015
Rev. 00
CONTENUTO DEL LAVORO
AMIBENTE ED ATTREZZATURE DI LAVORO
ESPOSIZIONE AL RUMORE SUPERIORE AL VALORE DI AZIONE
0,00
INADEGUATO CONFORT ACUSTICO (AMBIENTE NON INDUSTRIALE)
0,00
RISCHIO CHIMICO
0,00
MICROCLIMA ADEGUATO
0,00
ADEGUATA ILLUMINAZIONE
0,00
INADEGUATA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI
0,00
DISPONIBILITA' DI D.P.I.
0,00
LAVORO A RISCHIO DI AGGRESSIONE FISICA
1,00
CARTELLONISTICA CHIARA ED IMMEDIATA
0,00
ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI SUPERIORE AL LIMITE
0,00
ADEGUATA MANUTENZIONE ALLE MACCHINE
0,00
PIANIFICAZIONE DEI COMPITI
IL LAVORO SUBISCE FREQUENTI INTERRUZIONI
1,00
LA MANSIONE E' CHIARAMENTE DEFINITA
0,00
IL LAVORO E' MONOTONO
0,00
BISOGNA SVOLGERE PIU' COMPITI CONTEMPORANEAMENTE
0,33
ESISTE UNA PIANIFICAZIONE DEI COMPITI CHIARA PER I LAVORATORI
0,33
CARICO DI LAVORO / RITMO DI LAVORO
I LAVORATORI HANNO AUTONOMIA NELL'ESECUZIONE DEI COMPITI
0,00
IL LAVORO SUBISCE VARIAZIONI DI QUANTITA' IMPREVEDIBILI
0,33
VI E' ASSENZA DI COMPITI PER LUNGHI PERIODI NEL TURNO LAVORATIVO
0,00
E' PRESENTE UN LAVORO CARATTERIZZATIVO DA ALTA RIPETITIVITA'
0,00
IL RITMO PER L'ESECUZIONE DI UN COMPITI E' PREFISSATO
0,00
IL RITMO DEL LAVORO E' DETERMINATO DALLA MACCHINA
0,00
IL LAVORATORE NON PUO' AGIRE SUL RITMO DELLA MACCHINA
0,00
I LAVORATORI DEVONO PRENDERE DECISIONI RAPIDE
0,17
ORARIO DI LAVORO
E' PRESENTE ORARIO DI LAVORO COSTANTEMENTE SUPERIORE ALLE 8 ORE
1,00
VIENE SVOLTO ABITUALMENTE LAVORO STRAORDINARIO
0,33
ORARIO NON FLESSIBILE
0,33
LA PROGRAMMAZIONE DELL'ORARIO VARIA FREQUENTEMENTE
0,33
LE PAUSE NON SONO DEFINITE
0,33
E' PRESENTE UN LAVORO A TURNI
0,00
E' PRESENTE UN LAVORO A TURNI NOTTURNI
0,00
E' PRESENTE UN LAVORO A TURNO NOTTURNO FISSO
0,00
CAZZAGO SAN MARTINO SERVIZI S.R.L.
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VALUTAZIONE STRESS LAVORO CORRELATO
Art. 28 comma 1-bis Decreto Legislativo n. 81 del 09/04/2008
IDENTIFICAZIONE DELLA CONDIZIONE DI RISCHIO
INDICATORI AZIENDALI
TOTALE
PUNTEGGIO PER
INDICATORE
INDICATORE
0,00
INDICATORI AZIENDALI (*)
TOTALE PUNTEGGIO
BASSO
MEDIO
ALTO
0 – 25%
25 – 50%
50 – 100%
DA
A
DA
A
DA
A
0
10
12
26
28
40
0,00
0
2
5
BASSO
MEDIO
ALTO
0 – 25%
25 – 50%
50 – 100%
(*) Se il risultato del punteggio è compreso tra 0 a 10, si inserisce nella tabella finale il valore 0
Se il risultato del punteggio è compreso tra 12 e 26 si inserisce nella tabella finale il valore 2
Se il risultato del punteggio è compreso tra 28 e 40 si inserisce nella tabella finale il valore 5
CONTESTO DEL LAVORO
TOTALE
PUNTEGGIO PER
INDICATORE
INDICATORE
DA
A
DA
A
DA
A
6
9
Funzione e cultura organizzativa
0,00
0
2
3
5
Ruolo nell’ambito dell’organizzazione
0,00
0
1
2
3
Evoluzione della carriera
3,00
0
2
3
4
5
6
Autonomia decisionale – controllo del lavoro
1,00
0
1
2
3
4
5
Rapporti interpersonali sul lavoro
0,00
Interfaccia casa lavoro – conciliazione vita/lavoro*
0,00
TOTALE PUNTEGGIO
4,00
* se il punteggio totale dell’indicatore “Interfaccia casa lavoro” è uguale a 0, inserire
il valore -1. se superiore a 0, inserire il valore 0
1
0
4
2
7
8
3
14
15
27
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CONTENUTO DEL LAVORO
TOTALE
PUNTEGGIO PER
INDICATORE
INDICATORE
BASSO
MEDIO
ALTO
DA
A
DA
A
DA
A
Ambiente di lavoro ed attrezzature di lavoro
1,00
0
3
4
7
8
11
Pianificazione dei compiti
2,00
0
2
3
4
5
6
Carico di lavoro – ritmo di lavoro
0,50
0
2
3
5
6
8
Orario di lavoro
2,50
0
2
3
5
6
8
0
8
9
17
15
33
6,00
TOTALE PUNTEGGIO
6,00
I punteggi delle 3 aree vengono sommati (secondo le indicazioni) e consentono di identificare il
proprio posizionamento nella TABELLA DEI LIVELLI DI RISCHIO.
AREA
TOTALE PUNTEGGIO PER AREA
INDICATORI AZIENDALI
CONTESTO DEL LAVORO
CONTENUTO DEL LAVORO
TOTALE PUNTEGGIO RISCHIO
0,00
4,00
6,00
10,00
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TABELLA DI LETTURA: TOTALE PUNTEGGIO RISCHIO
DA
0
A
14
LIVELLO DI RISCHIO
NOTE
RISCHIO BASSO
25%
L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari
condizioni organizzative che possono determinare la
presenza di stress correlato al lavoro, si consiglia di
monitorare l’organizzazione ogni due anni (in assenza
di cambiamenti organizzativi).
Per ogni condizione identificata di devono adottare
comunque le azioni di miglioramento mirate.
15
30
RISCHIO MEDIO
50%
31
60
RISCHIO ALTO
+ di 50%
L’analisi
degli
indicatori
evidenzia
condizioni
organizzative che possono determinare la presenza di
stress correlato al lavoro.
Per ogni condizione identificata si devono adottare
comunque le azioni di miglioramento mirate. Si
consiglia di attuare una politica di prevenzione per lo
stress al lavoro e di coinvolgere attivamente i preposti.
Monitoraggio annuale degli indicatori.
L’analisi
degli
indicatori
evidenzia
condizioni
organizzative che indicano la presenza di stress
correlato al lavoro. Si deve effettuare una valutazione
della percezione dello stress dei lavoratori,
coinvolgendo altre figure specializzate. Monitoraggio
delle condizioni di stress e dell’efficacia delle azioni di
miglioramento .
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VALUTAZIONE PERCEZIONE DELLO STRESS DEI LAVORATORI
Quando sia stata sufficientemente compresa la natura dei fattori oggettivi di progettazione ed organizzazione
del lavoro ed attuate le misure di miglioramento identificate, in caso di rischio ALTO è necessario procedere
alla valutazione soggettiva dello stress lavoro-correlato.
METODO
Questo livello di intervento implica procedere con identificazione delle figure aziendali, responsabili aziendali
(direttori di struttura), resp. qualità ed eventuali consulenti che devono essere coinvolti per la definizione di:
-
campione/settori/unità operative in cui intervenire in modo prioritario
scelta del questionario
modalità di rilevazione che garantiscano a tutti i lavoratori l’informazione, la partecipazione e l’anonimato
modalità di analisi dei risultati per aggregazioni di interesse aziendale
pianificazione delle azioni di miglioramento
I QUESTIONARI
Il processo di cambiamento delle percezioni e dei comportamenti al lavoro, insito nella valutazione e
gestione dello stress al lavoro, presuppone coinvolgimento ed adesione di tutte le parti aziendali dalla
dirigenza ai lavoratori.
La scelta dello strumento di valutazione più adatto alla realtà aziendale aumenta la partecipazione, riduce le
barriere al cambiamento e costituisce il primo passo per la prevenzione stessa.
Come ben specificato nell’Accordo quadro europeo la finalità della valutazione è offrire ai datori di lavoro ed
ai lavoratori un quadro di riferimento per individuare e prevenire o gestire problemi di stress lavoro-correlato,
non è invece quello di attribuire la responsabilità dello stress all’individuo.
I questionari soggettivi non hanno quindi la funzione di identificare “il soggetto con il problema” ma di
consentire la rilevazione anonima delle percezioni dei lavoratori che, aggregate per area/reparto,
contribuiscono ad identificare le condizioni legate al Contesto e Contenuto del lavoro su cui intervenire per
eliminare, ridurre e gestire la condizione di stress al lavoro.
I questionari maggiormente riconosciuti ed adottati per la valutazione dello stress lavoro correlato sono:
o JCQ - Job Content Questionnaire (Karasek 1985)
o QUESTIONARIO ISPESL “le persone ed il lavoro” (Fattorini 2002)
o PSS – Perceived Stress Scale (Cohen et al. 1983)
o OSI - Occupational Stress Inventory (Cooper et al. 1988)
o JSQ - Job Stress Questionnaire (Hurrel 1988, NIOSH)
o OSQ - Occupational Stress Questionnaire (Elo et al. 1992)
o JSS - Job Stress Survey (Spielberg 1994)
o OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005)
o M_DQ10 - Organizational Questionnaire 10 (D’Amato, Majer 2005)
o Benessere organizzativo – Magellano PA (Avallone 2004)
o (Q-Bo) - Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nella prospettiva del benessere
organizzativo (De Carlo 2008)
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AZIONI DI MIGLIORAMENTO/ MISURE DI PREVENZIONE
Per mettere in atto un percorso di riduzione del rischio e miglioramento continuo, l’organizzazione deve
utilizzare la valutazione dello stress come base per la condivisione (discussione e comunicazione) dei
risultati utili per la gestione del rischio, ma anche per la (ri)progettazione dei fattori organizzativi di disagio .
La prevenzione, l’eliminazione o la riduzione dei problemi di stress lavoro-correlato può comportare
l’adozione di misure che possono essere collettive, individuali o di entrambi i tipi ed introdotte sottoforma di
specifiche misure mirate a fattori di stress individuati.
La responsabilità di stabilire le misure adeguate da adottare spetta al datore di lavoro che integra la politica
aziendale con la partecipazione e la collaborazione del gruppo ed individua le misure di prevenzione e può
adottare un codice di condotta aziendale.
Gli interventi per la riduzione dei rischi, già programmati con la valutazione degli indicatori oggettivi, si
integrano con le misure derivanti dalla valutazione degli indicatori soggettivi tra i quali:
• la formazione dei dirigenti e dei lavoratori per migliorare la loro consapevolezza e la loro
comprensione nei confronti dello stress, delle sue possibili cause e del modo in cui affrontarlo, e/o per
adattarsi al cambiamento
• l’informazione e la consultazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti, in conformità alla
legislazione europea e nazionale, ai contratti collettivi e alle prassi.
La valutazione dello stress lavoro correlato, come parte dei SGSL, dovrebbe prevedere una fase di
monitoraggio del miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori già in fase di
pianificazione.
Questo livello di monitoraggio può prevedere l’analisi periodica degli indicatori oggettivi e degli indicatori di
salute attraverso la verifica con specialisti designati ed il livello di attuazione delle misure di prevenzione
identificate per la riduzione del rischio.
Le azioni di miglioramento ed i dati devono essere restituiti a tutti i lavoratori
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CONCLUSIONI E PROGRAMMA DI INTERVENTI
La programmazione degli interventi va considerata alla luce della primaria finalità della valutazione dello stress
lavoro-correlato, ovvero la prevenzione dello stress lavorativo, o meglio ancora, la promozione del benessere
psico-fisico del lavoratore. Per questo motivo va ribadito che, la valutazione dello stress lavoro-correlato non
può limitarsi all’osservazione di indicatori oggettivi o soggettivi che dimostrino la presenza/assenza di stress
lavoro-correlato, bensì essa è volta ad analizzare gli aspetti dell’organizzazione del lavoro al fine di individuare
adeguate strategie di miglioramento che si qualificano in azioni di prevenzione primaria (quando non c’è
evidenza di condizioni critiche e si intende impedirne l’insorgenza), oppure di prevenzione secondaria (quando
esistono segni di criticità e s’intende impedirne l’evoluzione in condizioni problematiche conclamate) o di
prevenzione terziaria (quando la condizione problematica è ben evidente e s’intende limitare le conseguenze
negative sul funzionamento del singolo e dell’azienda).
A ciò va aggiunta la necessità di analizzare il fenomeno stress lavoro-correlato all’interno di una cornice più
ampia che va oltre i confini della singola azienda presa in considerazione e tiene conto dell’attuale condizione
del mercato del lavoro. Le situazioni avente potenziale di generare situazioni di stress, sono infatti rintracciabili
anche attraverso indicatori quali la prospettiva del lavoro, oggi spesso fragile per gli aspetti di precarietà ed
incertezza circa il futuro.
Dalla valutazione basata su elementi oggettivi, non si rilevano elementi critici tali da rappresentare un rischio
da stress lavoro-correlato. Per quanto riguarda gli aspetti legati all’ambiente ed al contenuto del lavoro, non vi
sono elementi che possono rappresentare fonti di disagio lavorativo.
Si evidenzia che la valutazione è riferita a tutte le attività svolte presso l’azienda. Va segnalato che non si
rilevano indicatori negativi relativi al contenuto del lavoro, tali da modificare l’esito finale della valutazione.
Alla luce della valutazione dei rischi per la salute e sicurezza, effettuata da Datore di lavoro ai sensi dell’art.
17, Dlgs 81/2008, i rischi sono monitorati e contenuti da misure tecniche, organizzative e procedurali, gestite
in un programma di miglioramento continuo. Margini di affaticamento possono verificarsi, ma non tali da
determinare una condizione psicosomatica. Va inoltre specificato che in termini assoluti, aspetti considerati a
priori negativi, quali ad esempio la monotonia, possono a seconda delle caratteristiche personali non
rappresentare un rischio ma una condizione o stato desiderato. Il concetto di stress lavoro-correlato infatti, va
inteso come un processo di interazione tra la persona e il suo ambiente di lavoro che può determinare esiti
positivi (crescita delle potenzialità professionali) oppure può dare luogo ad esiti negativi (la persona non è in
grado di far fronte alle richieste del lavoro). Ne risulta pertanto che la valutazione delle attitudini, aspirazioni ed
inclinazioni personali del lavoratori è un’azione cruciale in quanto consente la promozione dell’adattamento
della persona al proprio ruolo lavorativo.
Dalla rilevazione effettuata non emergono sintomi o situazioni negative che richiedono un’ immediata priorità
di intervento. Tuttavia essendo la materia elemento di novità e date le premesse esplicitate sopra, la presente
valutazione è da ritenersi un punto di partenza, dal quale organizzare eventuali monitoraggi e/o
approfondimenti al fine di mantenere un livello adeguato di prevenzione primaria in relazione al rischio
psicosociale.
CAZZAGO SAN MARTINO SERVIZI S.R.L.
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MISURE DI MIGLIORAMENTO
Di seguito sono indicate le misure da attuare per il miglioramento e mantenimento nel tempo dei livelli di
sicurezza e salute dei lavoratori come previsto dall’art. 28, comma 2 lett.c del Dlg. 81/2008
n.
1
2
3
Misura preventiva proposta
FORMAZIONE SULLA
COMUNICAZIONE E RELAZIONE
FORMAZIONE DEI LAVORATORI
SUL RISCHIO STRESS-LAVORO
CORRELATO
COINVOLGIMENTO DEI
LAVORATORI
4
PIANO DI MONITORAGGIO /
FOLLOW-UP / AGGIORNAMENTO
5
RILIEVO DATI INDICATORI
AZIENDALI
obiettivo
Le azioni comunicative ed informative
rappresentano la necessaria premessa
dell’intero percorso al fine di garantire una
efficace gestione del rischio e risultare un
valido supporto per le soluzioni. Le figure
interessate alla formazione in oggetto
possono essere; Datore di lavoro; dirigenti e
preposti
Nell’ambito della formazione continua dei
lavoratori, ai sensi art. 37 Dlgs 81/2008,
risulta utile la sensibilizzazione sul
problema stress lavoro-correlato: natura,
cause, effetti, soluzioni può diventare un
momento di orientamento, aggregazione e
soluzione a molte problematiche aziendali
Nell’ambito di riunioni mirate o in occasione
di altri incontri, ai fini ridurre i margini di
incertezza della valutazione oggettiva, risulta
utile effettuare un’indagine scegliendo un
numero di lavoratori a campione,
rappresentativi di specifiche mansioni e/o
aree omogenee e raccogliere le loro opinioni
circa aspetti di contesto, contenuto e
relazione, attraverso la somministrazione di
apposito questionario validato.
La valutazione dei rischi è strettamente
finalizzata alla prevenzione ed è soggetta ad
un continuo aggiornamento in un circuito
permanente “valutazione-prevenzione
aggiornamento della valutazione”. Nello
specifico un aggiornamento è proponibile fra
due anni.
Al fine di monitorare gli indicatori aziendali, èi
raccomanda la raccolta sistematica annuale
dei dati oggettivi relativi a tali indicatori.
Tempi
intervento
1 anno
1 anno
1 anno
2 anni
1 anno
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Documento di valutazione dei rischi - Stress