Sommario
INTRODUZIONE ........................................................................................................................................................3
CAMPI ELETTROMAGNETICI - LE SORGENTI................................................................................................4
AMBIENTI DOMESTICI ..................................................................................................................................................4
AMBIENTI LAVORATIVI ...............................................................................................................................................4
STRUMENTAZIONE ELETTROMEDICALE .......................................................................................................................4
ESPOSIZIONE RESIDENZIALE ........................................................................................................................................5
CAMPI ELETTROMAGNETICI - IL FENOMENO ..............................................................................................5
CAMPO MAGNETICO ...................................................................................................................................................5
CAMPO ELETTRICO .....................................................................................................................................................5
CAMPO ELETTROMAGNETICO......................................................................................................................................5
CAMPI A BASSE FREQUENZE (ELF)..............................................................................................................................7
Trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica................................................................................................8
Utilizzo dell'energia elettrica .................................................................................................................................9
CAMPI A RADIOFREQUENZE E MICROONDE ...............................................................................................................10
Impianti fissi per telecomunicazioni.....................................................................................................................11
Telefoni cellulari ..................................................................................................................................................11
CAMPI ELETTROMAGNETICI – GLI EFFETTI SULLA SALUTE ................................................................13
LA NORMATIVA......................................................................................................................................................15
IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI .........................................................................................................................18
LIVELLI DI CAMPO MEDIAMENTE RILEVATI ..............................................................................................20
LO STUDIO SUI CAMPI ELF IN CORRISPONDENZA DI SCUOLE ....................................................................................20
ELABORAZIONI DI DATI RILEVATI NEL PERIODO 2002 ÷2005.....................................................................................21
CAMPI ELETTROMAGNETICI E VITA QUOTIDIANA – ALCUNI CONSIGLI UTILI..............................21
LIMITARE L’ESPOSIZIONE DOVUTA ALL’USO DEL TELEFONINO ..................................................................................21
RIMANERE DISTANTI DAGLI ELETTRODOMESTICI ......................................................................................................22
ATTENZIONE ALLE LINEE ELETTRICHE ......................................................................................................................22
FONTI BIBLIOGRAFICHE.....................................................................................................................................23
APPENDICE 1 - ELETTRODOTTI IN PROVINCIA DI GENOVA ...................................................................24
APPENDICE 2 – ELETTRODOTTI: STIMA DEI CAMPI IN DIVERSE SITUAZIONI .................................27
APPENDICE 3 – PROMEMORIA OMS.................................................................................................................30
APPENDICE 4 – RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI CAMPI AD ALTA FREQUENZA .........32
QUADRO NORMATIVO ...............................................................................................................................................32
PRONUNCE DELLA CORTE COSTITUZIONALE ..............................................................................................................32
ULTERIORI INDICAZIONI ............................................................................................................................................32
1
2
Introduzione
Questo opuscolo si propone di fornire alcune conoscenze di base sull’inquinamento elettromagnetico,
in termini sia di descrizione del fenomeno sia delle norme relative, in particolare per quanto concerne il
ruolo degli Enti Locali.
Da sempre l’uomo si trova esposto a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici di origine naturale.
Il pianeta Terra, infatti, ha un proprio campo magnetico statico con un’intesità valutata mediamente
intorno ai 50 T (microtesla), le radiazioni prodotte dalle scariche temporalesche generano campi a bassa
frequenza, l’attività solare e le radiazioni cosmiche sono responsabili della presenza di campi ad alta
frequenza.
Nel corso degli ultimi decenni, però, i livelli ambientali di campo elettromagnetico sono spesso
aumentati in modo significativo, a causa dello sviluppo delle conoscenze scientifiche e del progresso
tecnologico e delle conseguenti applicazioni civili dei campi elettromagnetici.
Fra le principali sorgenti di campo elettromagnetico vi sono innanzitutto i grandi conduttori di
energia elettrica (elettrodotti ad alta, media e bassa tensione), gli impianti radar e di emittenza radio
televisiva, i ponti radio televisivi e per telefonia mobile (stazioni radio base). Altre sorgenti di campo
sono gli elettrodomestici, i telefoni cellulari, i satelliti (in orbita geostazionaria, ad esempio per la telefonia
cellulare satellitare globale).
Lo sviluppo delle telecomunicazioni, il controllo del traffico aereo, alcuni processi industriali, la
diagnosi e la terapia medica che si basano sui campi elettromagnetici, la diffusione capillare sul territorio
di linee ed impianti per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica, hanno determinato un
significativo aumento dei soggetti esposti.
Con il termine elettrosmog si indica la forma di inquinamento, impercettibile a livello sensoriale,
derivante da sorgenti che generano energia sotto forma di campi elettrici e magnetici. I possibili effetti
sulla salute umana non sono ancora pienamente conosciuti.
Varie ricerche di medici e scienziati hanno indagato gli effetti derivanti dall’esposizione prolungata a
campi elettromagnetici generati sia da elettrodotti e impianti civili (basse frequenze) che da ripetitori di
telefonia cellulare e da emittenti radiotelevisive (alte frequenze). I risultati sono spesso contraddittori o
non conclusivi; alcuni studi, contestati da altri, indicherebbero l’esistenza di una possibile relazione tra
esposizione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza ed insorgenza di malattie tumorali in particolare
infantili.
L’incertezza sugli effetti sanitari, associata ad un forte aumento sul territorio di nuove fonti di
emissione, ha alimentato una sensazione di allarme favorendo anche la nascita di comitati di cittadini che
si oppongono all’installazione di impianti o chiedono lo spostamento di elettrodotti.
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Il problema “elettromagnetismo” è pertanto una delle nuove frontiere dell’inquinamento ambientale:
con grandi passi ancora da compiere nella conoscenza del fenomeno e delle sue conseguenze sull’uomo e
sull’ambiente da una parte e, dall’altra, con la forzata convivenza di insediamenti abitati e impianti che
sono anche fonti di campi elettromagnetici, imposta dalle esigenze di energia e comunicazione del mondo
attuale.
I compiti delle Pubbliche Amministrazioni contemplano sia un lavoro preventivo mediante il rilascio
di autorizzazioni sia attività di indagine che consentano l’approfondita conoscenza del fenomeno,
indispensabile base di partenza per la realizzazione e la gestione di appropriati indirizzi di politiche
ambientali e di comunicazione ambientale.
Campi elettromagnetici - Le sorgenti
In presenza di macchine utilizzatrici di energia elettrica o di impianti per la trasmissione della stessa,
si generano campi elettromagnetici. Perciò, essendo moltissimi gli impieghi dell’elettricità nel mondo
moderno, i campi elettromagnetici sono presenti quasi ovunque vi sia attività umana; di seguito riportiamo
una breve rassegna di tipiche sorgenti elettromagnetiche rinvenibili in diversi ambienti di vita.
Ambienti domestici
Le esposizioni a campi elettrici e magnetici a bassa frequenza sono da ricondurre agli impianti elettrici
ed al funzionamento di elettrodomestici, mentre le fonti di radiofrequenze e microonde sono attribuibili a
radiotelefoni, telefoni cellulari, apparecchi per radioamatori.
Ambienti lavorativi
In ambito industriale, i campi elettromagnetici sono impiegati in molti processi produttivi per ottenere
un riscaldamento rapido ed efficiente: per varie lavorazioni su metalli quali saldatura di tubi e tempera
superficiale, per la fusione di materiali preziosi nell’oreficeria, per la produzione di fibre ottiche, per la
lavorazione di semiconduttori nell’elettronica, per la saldatura di materiali plastici, per l'incollaggio e la
piegatura del legno, per la disinfestazione di prodotti alimentari o manufatti artistici, per la cottura degli
alimenti, per l'essiccazione di materiale ceramico. Alcune delle categorie di lavoratori più esposti sono
elettricisti, ingegneri elettronici, riparatori radio-tv operatori radar, telefonisti.
Strumentazione elettromedicale
In ambito sanitario, microonde e radiofrequenze vengono impiegate per scopi sia diagnostici che
terapeutici, la marconiterapia e la radarterapia sono applicazioni terapeutiche basate sul riscaldamento
indotto dai campi elettromagnetici, inoltre è stato dimostrato l’effetto benefico delle radiazioni
elettromagnetiche nella riparazione di fratture ossee. Le preoccupazioni e gli studi sono rivolti agli
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operatori sanitari che le impiegano che possono essere sottoposti ad esposizione cronica, mentre per i
pazienti l’esposizione è temporanea e saltuaria.
Esposizione residenziale
E’ legata alla vicinanza delle abitazioni a sistemi fissi per telecomunicazioni (ripetitori televisivi,
antenne radiofoniche o radioamatoriali, ponti radio, antenne per telefonia cellulare) e a sistemi per il
trasporto e la distribuzione di energia elettrica (elettrodotti ad altissima, alta e media tensione, cabine
primarie, impianti di trasformazione media/bassa tensione).
Campi elettromagnetici - Il fenomeno
Campo Magnetico: perturbazione di una regione dello spazio, determinata dalla presenza di una
distribuzione di corrente elettrica o di massa magnetica. Tale perturbazione si può verificare constatando
che un corpo magnetizzato o una carica elettrica posti in tale regione spaziale risultano soggetti ad una
forza. L’unità di misura del campo magnetico è l’A/m (Ampere/metro). In pratica, però, per
caratterizzazre il campo magnetico si utilizza una seconda grandezza, che per motivi storici è detta
induzione magnetica, che si misura in Tesla (in ambito di inquinamento elettromagnetico si preferiscono
utilizzare, date le quantità in gioco, i microTesla T).
Campo Elettrico: perturbazione di una regione dello spazio, determinata dalla presenza di una
distribuzione di carica elettrica. Tale perturbazione si può verificare constatando che una carica elettrica
posta in tale regione spaziale risulta soggetta ad una forza. L’unità di misura del campo elettrico è il V/m
(Volt/metro).
Campo Elettromagnetico: un campo elettrico variabile nel tempo genera, in direzione
perpendicolare a se stesso, un campo magnetico variabile che, a sua volta, origina un ulteriore campo
elettrico. Questi campi, concatenati fra loro costituiscono un campo elettromagnetico, che si propaga nello
spazio sotto forma di onde.
Le onde elettromagnetiche sono il fenomeno fisico attraverso il quale l’energia elettromagnetica può
trasferirsi da luogo a luogo per propagazione. Il trasferimento di energia può avvenire nello spazio libero
oppure può essere confinato e facilitato utilizzando appropriate linee di trasmissione (guide d’onda, cavi
coassiali ecc.).
Le onde elettromagnetiche sono costituite da due grandezze che variano periodicamente nel tempo: il
campo elettrico ed il campo magnetico. In condizioni di campo lontano i due campi sono in fase,
ortogonali tra loro e trasversali rispetto alla direzione di propagazione.
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Frequenza: è la caratteristica fondamentale di un’onda elettromagnetica, rappresenta il numero di
oscillazioni effettuate dall’onda in un secondo (unità di tempo). L’energia associata alla radiazione
elettromagnetica è proporzionale alla frequenza dell’onda stessa. La frequenza si misura in Hertz (Hz).
Lunghezza d’onda: strettamente connessa con la frequenza, è la distanza percorsa dall’onda durante
un tempo di oscillazione e corrisponde alla distanza tra due massimi o due minimi dell’onda.
Spettro elettromagnetico: è costituito da tutte le onde elettromagnetiche al variare delle frequenze;
le categorie più familiari dello spettro sono la luce, le onde radio, i raggi X.
Quando un’onda elettromagnetica incontra un ostacolo penetra nella materia e cede la propria energia
producendo una serie di effetti diversi a seconda della sua frequenza.
Sulla base degli effetti prodotti nella materia le radiazioni dello spettro elettromagnetico sono
suddivise in

ionizzanti, comprendenti raggi X e raggi gamma, aventi frequenza molto alta (> 3000 THz) e
dotati di energia sufficiente per ionizzare direttamente atomi e molecole;

non ionizzanti (NIR), le cui radiazioni non trasportano un quantitativo di energia sufficiente a
produrre la rottura dei legami chimici e produrre ionizzazione.
Le NIR oggetto della nostra attenzione in quanto sorgenti di elettrosmog sono quelle aventi frequenze
che vanno da 30 Hz a 300 GHz, che possono a loro volta venire suddivise in:



campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF)
radiofrequenze (RF)
microonde (MO)
Nella figura seguente si riporta una rappresentazione schematica dello spettro elettromagnetico.
Frequenza (Hz):
3
0
10
10
4
10
8
10
14
10
15
10
18
Schema semplificato dello spettro elettromagnetico
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Nella tabella seguente si riporta una classificazione più dettagliata, rispetto allo schema precedente,
delle onde elettromagnetiche in base alla frequenza.
DENOMINAZIONE
SIGLA FREQUENZA
LUNGHEZZA
D'ONDA
Frequenze Estremamente Basse
ELF
0 - 3kHz
> 100Km
Frequenze Bassissime
VLF
3 - 30kHz
100 - 10Km
Frequenze Basse (Onde Lunghe)
LF
30 - 300kHz
10 - 1Km
Medie Frequenze (Onde Medie)
Radiofrequenze Alte Frequenze
MF
300kHz - 3MHz 1Km - 100m
HF
3 - 30MHz
100 - 10m
Frequenze Altissime (Onde
Metriche)
VHF
30 - 300MHz
10 - 1m
Onde Decimetriche
UHF
300MHz 3GHz
1m - 10cm
Onde Centimetriche
SHF
3 - 30GHz
10 - 1cm
Onde Millimetriche
EHF
30 - 300GHz
1cm - 1mm
IR
0,3 - 385THz
1000 - 0,78mm
385 - 750THz
780 - 400nm
Microonde
Infrarosso
Luce Visibile
Ultravioletto
UV
750 - 3000THz
400 - 100nm
Radiazioni Ionizzanti
X
> 3000THz
< 100nm
La normativa sull’esposizione della popolazione all’inquinamento elettromagnetico considera
specificatamente il caso delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti: campi statici (frequenza zero,
tensione e corrente continue), bassissime frequenze (ELF) prodotte da elettrodotti e utenze elettriche
industriali e domestiche, radiofrequenze (emittenti radiotelevisive, telefonia cellulare e impianti di
telecomunicazione in genere), microonde (radar, ponti radio), infrarosso, visibile.
Campi a basse frequenze (ELF)
Con la sigla ELF (extremely low frequency) si indicano i campi elettromagnetici a frequenze
estremamente basse, comprese tra 30 Hz e 300 Hz. A queste frequenze, le caratteristiche fisiche dei campi
sono più simili a quelle dei campi statici che a quelle dei campi elettromagnetici veri e propri.
I campi ELF sono quindi caratterizzati da due entità distinte: il campo elettrico, generato dalla
presenza di cariche elettriche o tensioni, ed il campo magnetico, generato invece dalle correnti elettriche.
L’esposizione a campi ELF dovuta ad una determinata sorgente, è perciò valutabile misurando
separatamente l’entità del campo elettrico e del campo magnetico.
Le principali sorgenti artificiali di campi ELF sono gli elettrodotti a bassa, media ed alta tensione, le
linee elettriche di distribuzione e tutti i dispositivi alimentati a corrente elettrica alla frequenza di 50 Hz,
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(elettrodomestici, videoterminali, utensili elettrici…). Si possono distinguere, in base alle diverse
caratteristiche del campo emesso, due tipologie di sorgenti: quelle deputate al trasporto e distribuzione
dell’energia elettrica e quelle deputate al suo utilizzo.
Trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica
L’energia elettrica viene prodotta nelle centrali elettriche e, da qui, trasportata anche a grandi distanze
per essere distribuita sul territorio. Le grandezze fisiche fondamentali in gioco sono la differenza di
potenziale (tensione) che si misura in Volt o in kiloVolt (V, kV) e la corrente elettrica che si misura in
Ampere (A). Il trasporto e la distribuzione avvengono tramite una complessa rete di linee elettriche e
stazioni.
Le linee elettriche sono solitamente aeree (fili aerei sostenuti da pali o tralicci); meno frequentemente
interrate.
Il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica avvengono tramite elettrodotti, in cui fluisce
corrente elettrica alternata alla frequenza di 50 Hz: gli elettrodotti generano quindi sia un campo elettrico
che un campo magnetico.
Il campo elettrico dipende dalla tensione della linea:
poiché questa è sostanzialmente costante nell’arco della
giornata anche il campo elettrico è di fatto costante.
Maggiore è il valore della tensione della linea, maggiore è il
valore del campo elettrico.
Il campo magnetico dipende dalla corrente elettrica
che percorre la linea: poiché questa varia nell’arco della
giornata, anche il campo magnetico presenta valori diversi, in
uno stesso punto, nelle varie ore del giorno. Maggiore è il
valore della corrente elettrica, maggiore è il valore del campo
magnetico.
Sia il campo elettrico sia il campo magnetico assumono i
valori più elevati in prossimità della linea; allontanandosi i
valori diminuiscono sensibilmente.
Il campo elettrico è facilmente schermabile da oggetti, e quindi anche dagli edifici: tra l’esterno e
l’interno di un edificio si ha una riduzione del campo elettrico in funzione del tipo di materiale e delle
caratteristiche della struttura edilizia.
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Anche l’intensità del campo magnetico diminuisce con l’aumento della distanza dalla linea. A
differenza del campo elettrico, però, il campo magnetico non è schermato dalla maggior parte dei
materiali di uso comune, per cui risulta praticamente invariato all’esterno e all’interno degli edifici.
Utilizzo dell'energia elettrica
Tutti gli apparecchi che utilizzano energia elettrica sono anche sorgenti di un campo elettromagnetico
ELF. Poiché l’intensità dei campi diminuisce rapidamente con la distanza, l’esposizione riguarda
prevalentemente zone parziali del corpo, come ad esempio il capo per il phon ed il viso per il rasoio
elettrico.
L’utilizzo di elettrodomestici, insieme alla presenza di corrente nella rete di alimentazione
dell’abitazione, produce un campo magnetico ELF di fondo in ambiente domestico (» 0,05 µT).
Il campo elettrico deriva dai conduttori inseriti nelle prese, è quindi presente anche quando gli
apparecchi elettrici sono spenti ma collegati alla rete, mentre il campo magnetico si produce quando gli
apparecchi vengono messi in funzione ed in essi circola corrente.
Si possono trarre alcune considerazioni generali:
 nelle immediate vicinanze di un elettrodomestico (meno di 10 cm) può essere facilmente superato il
limite di sicurezza di 100 µT.
 l'intensità del campo decade rapidamente con la distanza; gli 0,2 µT vengono raggiunti a distanze
dell'ordine di 30-80 cm, a seconda del tipo di elettrodomestico.
Per quanto riguarda il campo magnetico a 50 Hz in ambienti abitativi, le campagne di misura eseguite
da IROE (oggi IFAC – CNR Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” di Firenze) indicano che:
 Il campo magnetico del fondo a 50 Hz in ambienti domestici presenta una notevole variabilità
temporale a breve e medio termine, nella quale è possibile talvolta riconoscere una ciclicità
giorno/notte.
 Esso risulta più elevato negli appartamenti condominiali e minore nelle abitazioni singole; ciò
potrebbe essere dovuto all'influenza del cablaggio comune e al contributo degli appartamenti
limitrofi.
 I valori tipici del fondo ambientale sono in genere abbondantemente al di sotto del limite di
sicurezza di 100 µT, ed anche a volte inferiori a 0,2 µT.
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Livelli di campo magnetico per elettrodomestici a 3 cm, 30 cm, 100 cm.
Tratta da: NRPB (National Radiological Protection Board), Vol. 3 n° 1, 1992
ELETTRODOMESTICI (50 Hz)
CAMPO MAGNETICO (µT) ALLA DISTANZA DI
3 CM
30 CM
100 CM
APRISCATOLE
1000-2000
3,5-30
0,07-1
ASCIUGABIANCHERIA
0,3-8
0,08-0,3
0,02-0,06
LAVATRICE
0,8-50
0,15-3
0,01-0,15
LAVASTOVIGLIE
3,5-20
0,6-3
0,07-0,3
TRAPANO
400-800
2-3,5
0,08-0,2
LAMPADA DA TAVOLO
40-400
0,5-2
0,05-0,25
ROBOT DA CUCINA
60-700
0,6-10
0,02-0,25
ASCIUGACAPELLI
6-2000
<0,01-1
<0,01-0,3
FERRO DA STIRO
8-30
0,12-0,3
0,01-0,025
FORNO A MICROONDE
75-200
4,8
0,25-0,6
FORNO ELETTRICO
1-50
0,15-0,5
0,04-0,091
TERMOSIFONE
10-180
0,15-5
0,01-0,25
FRIGORIFERO
0,5-1,7
0,01-0,25
<0,01
RASOIO ELETTRICO
15-1500
0,08-7
<0,01-0,3
TELEVISORE
25-50
0,04-2
<0,01-0,15
TOSTAPANE
7-18
0,06-0,7
<0,01
ASPIRAPOLVERE
200-800
2,20
0,13-2
COPERTA ELETTRICA
2-3
0,1-0,2
<0,05
Campi a radiofrequenze e Microonde
I campi elettromagnetici con frequenze comprese tra 100 kHz e 300GHz possono essere ulteriormente
suddivisi in campi a:
RADIOFREQUENZE (RF) - frequenze fino a 300 MHz
MICROONDE (MO): - con frequenze da 300MHz a 300GHz.
Sorgenti a RF e MO:
Attività domestiche
Processi industriali
Teleradiocomunicazione
Attività terapeutiche e diagnostiche
Attività di ricerca
Telefoni cellulari
telerilevamento
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Nel’ambiente tali radiazioni sono legate a sorgenti dedicate a telecomunicazioni (ripetitori radio TV)
ed impiegate per la telefonia cellulare, tra cui le stazioni radio base ed i telefoni cellulari.
Impianti fissi per telecomunicazioni
Gli apparati per telecomunicazione per svolgere la loro funzione devono emettere verso l’esterno, con
la massima efficienza, l’energia elettromagnetica generata e amplificata da un trasmettitore; l’emissione
avviene attraverso una antenna trasmittente. La trasmissione può essere di tipo broadcasting oppure di tipo
direttivo: nel primo caso l’antenna deve diffondere il segnale su aree abbastanza vaste per raggiungere il
maggior numero di utenti possibile, mentre nel secondo le antenne costituiscono un ponte radio, cioè un
collegamento tra due punti in vista.
Sono
esempi
di
impianti
broadcasting
i
ripetitori
radiotelevisivi e gli impianti di telefonia cellulare, che differiscono
fra loro per le potenze impiegate e quindi per le aree di territorio
coperte: i primi hanno spesso potenze superiori al kW e, a seconda
della loro quota di installazione, coprono bacini di utenza che
interessano anche più province, mentre i secondi impiegano
potenze di decine di Watt e di solito interessano aree di qualche
chilometro.
I ponti radio vengono realizzati con antenne paraboliche che irradiano l’energia elettromagnetica in
fasci molto stretti, sia orizzontalmente che verticalmente; grazie al loro elevato guadagno inviano il
segnale a grandi distanze impiegando potenze in molti casi inferiori al Watt. I ponti radio quindi collegano
tra loro due punti distanti senza ostacoli interposti, emettendo il segnale in una direzione precisa e con una
frequenza elevata. Questi impianti, grazie alla loro elevata direttività ed alle potenze impiegate, di solito
non presentano problemi di ordine protezionistico.
Le emittenti radio televisive sono i dispositivi più critici per l’entità dei campi elettromagnetici e
l’esposizione della popolazione.
Telefoni cellulari
Alla base della telefonia cellulare vi è la copertura di tutto il territorio interessato dal servizio
attraverso una rete di antenne ricetrasmittenti fisse (Stazioni Radio Base) ciascuna delle quali serve una
porzione di territorio indicata come "cella". Gli impianti di telefonia cellulare coprono in modo capillare
tutto il territorio, assegnando ad ogni stazione installata un’area o cella, le cui dimensioni dipendono dalla
densità degli utenti: nei centri abitati le celle sono di qualche centinaio di metri, mentre nelle aree
extraurbane sono più grandi.
11
Gli apparati fissi di telefonia cellulare si compongono di antenne che trasmettono il segnale al telefono
cellulare ed antenne che ricevono il segnale trasmesso da quest’ultimo.
L’altezza delle installazioni, le potenze impiegate, la tipologia delle antenne impiegate concorrono nel
complesso a limitare notevolmente i valori del campo elettromagnetico nelle aree circostanti l’impianto.
Le antenne di una stazione radio base funzionano intorno a 900 MHz e a 1800 MHz; trasmettono a livelli
di potenza che vanno da pochi watt sino a 100 watt e oltre, a seconda dell'ampiezza della regione, o
"cella", che devono coprire con il segnale radio. Le antenne sono generalmente larghe 20-30 cm per un
metro di lunghezza e sono montate su edifici o tralicci ad un'altezza dal suolo che varia dai 15 ai 50 metri;
emettono fasci di energia a radiofrequenza stretti in direzione verticale, ma piuttosto larghi in direzione
orizzontale.
Date queste caratteristiche, l'intensità al suolo
direttamente sotto l'antenna è assai bassa.
L'intensità del campo cresce leggermente quando
ci si allontana dalla stazione radiobase e torna a
decrescere a distanze maggiori dall'antenna. Dal
momento che le antenne dirigono la loro potenza
verso
l'esterno,
e
non
irradiano
quantità
significative di energia né all'indietro né verso
l'alto e il basso, i livelli di energia all'interno o ai
lati degli edifici sono normalmente molto bassi.
Generalmente le antenne installate sui tetti sono
protette da recinzioni, in modo da impedire
l’accesso del pubblico all'area in cui il campo a
radiofrequenza eccede i limiti di esposizione.
L'esposizione ai campi di chi utilizza un
telefonino è molto superiore a quella di chi vive
vicino ad una stazione radio base. Comunque, a
parte gli sporadici segnali emessi per mantenere
il contatto con le stazioni radiobase vicine, i
dispositivi
cellulari
trasmettono
energia
a
radiofrequenza solo durante le chiamate, mentre
le stazioni radiobase trasmettono continuamente
segnali.
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L'intensità del campo (e quindi l'esposizione di un generico utente) decresce rapidamente con
l'aumentare della distanza dal telefonino. Di conseguenza, l'esposizione di un utilizzatore con il cellulare
posto ad alcune decine di centimetri dalla testa (con l'ausilio di dispositivi che lascino libere le mani, tipo
auricolari o viva voce) è di gran lunga inferiore a quella di un utilizzatore con il dispositivo appoggiato
alla testa. L'esposizione delle persone vicine è molto bassa.
Confronto della potenza di emissione di antenne
DISPOSITIVO
Radar
Ripetitore radio/TV
GSM 900 MHz
GSM 1800 MHZ
Antenne radioamatori
POTENZA (Watt)
20000 - 200000
4000 – 8000
25 – 50
20 – 40
5 - 50
Campi elettromagnetici – Gli effetti sulla salute
Quando un organismo biologico si trova in un campo elettrico o magnetico, ha inevitabilmente luogo
una interazione tra le forze dei campi e le cariche e le correnti elettriche presenti nei tessuti
dell'organismo. Come conseguenza l’organismo subisce un effetto, che consiste in una deviazione delle
condizioni dei tessuti dalla precedente condizione di equilibrio, legato a intensità e frequenza dei campi,
caratteristiche dell'organismo e modalità di esposizione. Un effetto non costituisce necessariamente un
danno: perché questo si verifichi, l'effetto deve superare la capacità di compensazione di cui dispone
l'organismo.
Gli effetti sanitari si possono schematizzare in due tipi differenti:
o Effetti acuti per esposizioni brevi a livelli elevati,
o Effetti sanitari a lungo termine per esposizioni prolungate a livelli bassi.
Gli effetti dei campi elettromagnetici sono diversi per "alte" e "basse" frequenze.
Per quanto riguarda gli effetti acuti, per frequenze fino ad almeno alcune centinaia di chilohertz, il
principale parametro con cui correlare l'esposizione agli effetti biologici è la densità di corrente indotta nei
tessuti negli individui esposti. Le correnti indotte interferiscono con i meccanismi fisiologici della
percezione sensoriale e della attivazione muscolare, per cui l'esposizione, se sufficientemente intensa, si
manifesta con sensazioni tattili o visive spurie o disturbate o con contrazioni muscolari involontarie.
A frequenze superiori, gli effetti acuti sono riconducibili al riscaldamento locale dei tessuti provocato
dalla corrente indotta.
Per quanto riguarda gli effetti cronici dei campi elettromagnetici a bassa frequenza sulla salute umana,
i numerosi studi fin qui realizzati non hanno portato a conclusioni univoche sull'effettiva esistenza o
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incidenza di effetti cronici. Esistono sospetti in particolar modo per quel che riguarda la correlazione tra
esposizione a campi elettromagnetici ELF e leucemie infantili, linfomi e neoplasie del sistema nervoso
centrale, anche se gli studi epidemiologici realizzati non sono riusciti a dimostrare l’effettivo legame fra
esposizione a campi ELF ed insorgenza di gravi patologie tumorali, in particolare non si è ad oggi riusciti
ad accertare il rapporto causa-effetto e individuare un valore di soglia. Sulla base degli studi
epidemiologici relativi alla leucemia infantile, nel 2001 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha
classificato i campi elettromagnetici ELF come “possibili cancerogeni per l’uomo”. Le evidenze
scientifiche relative a tutti gli altri tipi di tumori nei bambini e negli adulti, nonché quelle relative ad altri
tipi di esposizione (cioè a campi statici ed a campi elettrici ELF) sono stati considerati non classificabili,
perché le informazioni scientifiche erano insufficienti o incoerenti.
La classificazione adottata
significa che dagli studi è
emersa una limitata evidenza di
cancerogenicità nell’uomo ed
una
evidenza
sufficiente
meno
negli animali
che
da
laboratorio. L’OMS suddivide le
sostanze
in
tre
categorie
decrescenti: “cancerogeno per
l’uomo”
l’amianto,
radiazione
(esempi
il
ne
tabacco,
sono
la
gamma),
“probabilmente cancerogeno per
l’uomo (come la formaldeide, le
lampade solari, la radiazione
UV, i gas di scarico dei motori
diesel), “possibilmente cancerogeno per l’uomo (quali i gas di scarico dei motori a benzina, i fumi di
saldatura, il caffè o appunto le radiazioni ELF).
Anche le onde usate per i telefoni cellulari penetrano nei tessuti esposti fino a profondità che variano a
seconda della frequenza; queste profondità arrivano sino ad un centimetro per le frequenze della telefonia
mobile. I campi caratterizzati dalle frequenze tipiche della telefonia cellulare vengono efficacemente
assorbiti dai tessuti biologici. L'energia a radiofrequenza è assorbita nel corpo e produce calore, ma i
normali processi di termoregolazione del corpo sono sufficienti a rimuoverlo.
14
Se l’energia associata all’onda è grande (alta potenza), il corpo tende a riscaldarsi, l’aumento della
temperatura corporea può indurre effetti di varia natura e costituire un fattore di rischio per la salute; i
sistemi di autoregolazione del corpo cercano di contrastare l’aumento di temperatura; questa può crescere
notevolmente in quegli organi poco vascolarizzati, cioè con poco flusso di sangue che possa dissipare il
calore.
Il caso limite è quello del riscaldamento usato deliberatamente per produrre calore in un corpo
biologico, e questo è il principio di funzionamento del forno a microonde.
Le potenze emesse dalle antenne base per la telefonia cellulare sono dell’ordine al massimo di qualche
decina di Watt.
A tutt’oggi l’OMS esclude preoccupazioni circa la cronica esposizione ai campi ad alta frequenza, ma
la ricerca intorno ai possibili effetti derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici continua.
Un punto su cui pare che la comunità scientifica concordi è che le antenne delle stazioni radio base, se
rispettano le normative vigenti, non rappresentino un problema per la salute. Sono in corso indagini
relative agli eventuali effetti, sia a breve che a lungo termine, del cellulare in quanto posizionato a pochi
centimetri dal cervello può generare campi notevolmente più intensi di quelli prodotti dall’antenna radio
base a normale distanza d’accesso al pubblico.
Accanto agli effetti di tipo termico, è stato ipotizzato che, in conseguenza all’esposizione cronica a
campi elettromagnetici, si possano verificare a lungo termine alcune forme di tumori. Queste affermazioni
non hanno ancora un solido fondamento scientifico; diverse organizzazioni hanno ritenuto opportuno
promuovere studi di carattere biologico ed epidemiologico sull’argomento.
L'OMS ha avviato il Progetto Internazionale Campi Elettromagnetici (CEM) per valutare le evidenze
scientifiche dei possibili effetti sanitari dei campi. Il progetto ha definito una procedura formale per la
revisione dei risultati delle ricerche e per la valutazione dei rischi.
In Appendice 3 si riportano alcuni brani tratti da documenti redatti dall’OMS.
La normativa
La normativa circoscrive l’ambito dell’inquinamento elettromagnetico al caso delle radiazioni
elettromagnetiche non ionizzanti: campi statici (frequenza zero, tensione e corrente continue),
bassissime frequenze (ELF) prodotte da elettrodotti e utenze elettriche industriali e domestiche,
radiofrequenze (emittenti radiotelevisive, telefonia cellulare e impianti di telecomunicazione in genere),
microonde (radar, ponti radio), infrarosso, visibile.
15
La legge quadro L. 36/2001 individua definizioni e ambiti di competenza degli Enti, i successivi
decreti attuativi impongono i limiti che non devono essere superati nelle diverse condizioni di esposizione.
Si riprendono alcune delle definizioni all'art. 2 della L. 36/2001:
 limite di esposizione: valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico ai fini della tutela
della salute da effetti acuti, non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della
popolazione e dei lavoratori;
 valore di attenzione: valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, non deve essere
superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate; cautela ai fini
della protezione da possibili effetti a lungo termine;
 obiettivo di qualità: valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico ai fini della
progressiva mitigazione dell’esposizione ai campi medesimi.
La legislazione attualmente vigente in campo nazionale distingue i due casi di campi a 50 Hz
(sostanzialmente gli elettrodotti) e di campi a radiofrequenze (telecomunicazioni e trasmissioni
radiotelevisive); sono di recente emanazione i decreti attuativi della legge quadro relativi ai due casi:

il D.P.C.M. 08.07.03 che fissa i limiti di esposizione a campi a 50 Hz per la popolazione;

il D.P.C.M. 08.07.03 che stabilisce i limiti di esposizione della popolazione ai campi
elettromagnetici connessi al funzionamento ed all’esercizio dei sistemi fissi delle
telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti fra 100 kHz e 300 Ghz.
Il
contesto
normativo
è
stato
modificato,
per
quel
che
concerne
gli
impianti
di
teleradiocomunicazione, con l'entrata in vigore del D. lgs 198/2002 (cosiddetto “decreto Gasparri”). Tale
decreto, in seguito abrogato dalla Corte Costituzionale, incideva sugli aspetti procedurali relativi alla
installazione e modifica degli impianti e su quelli programmatori relativi alla pianificazione degli stessi.
Una ulteriore evoluzione si è avuta in seguito alla dichiarazione di incostituzionalità del suddetto D. lgs
198/2002 da parte della Corte Costituzionale, la quale, con le sentenze n.303 del 1/10/2003 e n.307 del
7/10/2003, ha ritenuto altresì necessario fornire alcune precisazioni in merito alle competenze dello Stato e
degli enti locali in materia di inquinamento elettromagnetico.
A completamento del quadro sopra delineato è intervenuta l'emanazione del D. lgs 01.08.03 n.259
“Codice delle comunicazioni elettroniche”, che sostituisce l'abrogato D.lgs n.198/2002, i cui obiettivi
sono la salvaguardia dei diritti di libertà di comunicazione, di segretezza delle comunicazioni e di
iniziativa economica.
Tale decreto attribuisce alle infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione il carattere di pubblica
utilità, assimilandole alle opere di urbanizzazione primaria, e riconosce la competenza delle
16
Amministrazioni Comunali di disciplinare il corretto inserimento territoriale degli impianti nell'ambito
delle esigenze di pianificazione nazionale delle reti, in coerenza con il piano nazionale di assegnazione
delle frequenze (decreto 8/7/2002) e nel rispetto dei limiti fissati dal D.P.C.M. 08/07/2003.
La tabella seguente riporta i valori limite stabiliti dai decreti per i diversi casi da essi contemplati.
Ambito
Frequenza
Elettrodotti – limiti a
campi elettrico e
magnetico
50 Hz
Limite
Riferimenti
Note
limiti di esposizione
5 kV/m
100 µT
DPCM 08.07.03
Art.3 comma 1
valori di attenzione
5 kV/m
10 µT
DPCM 08.07.03 luoghi permanenze > 4
Art.3 comma 2
ore
obiettivi di qualità
5 kV/m
3 µT
DPCM 08.07.03 luoghi permanenze > 4
Art.4 comma 1
ore
progettazione
nuovi
Radiofrequenza
limiti di esposizione
100 kHz  300 Ghz
0.1  3 MHz
3  3000 MHz
3  300 GHz
valori di attenzione
0.1 MHz  300 Ghz
obiettivi di qualità
0.1 MHz  300 Ghz
60 V/m
0.2 A/m
20 V/m
0.05 A/m
1 W/m2
40 V/m
0.01 A/m
4 W/m2
DPCM 08.07.03 livelli mediati su area
All. B Tab. 1
equivalente a sezione
verticale
del
corpo
DPCM 08.07.03 umano e su 6 minuti
All. B Tab. 1
DPCM 08.07.03
All. B Tab. 1
6 V/m
0.016 A/m
DPCM 08.07.03 edifici con permanenza
All. B Tab. 2
non inferiore a 4 ore
6 V/m
0.016 A/m
in
aree
DPCM 08.07.03 All’aperto
All. B Tab. 3
intensamente frequentate
Ancor prima dell'emanazione della legge quadro, la Liguria si era dotata di una propria normativa con
la L.R. 20/12/1999 n.41, che introduce il Capo VI bis "Tutela dall'inquinamento elettromagnetico" nella
L.R. 21 giugno 1999, n.18 (Adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in
materia di ambiente, difesa del suolo ed energia) e ha rappresentato uno dei primi tentativi in Italia di
definire una regolamentazione locale degli impianti a radiofrequenza e degli elettrodotti, con la
definizione di specifiche competenze e procedure per l'installazione ed il controllo di tali impianti.
La normativa regionale della Liguria quindi ha subito rapidi cambiamenti modificandosi sotto forma
di successive modificazioni ed integrazioni alla L.R. 21 giugno 1999 n. 18 Adeguamento delle discipline e
17
conferimento delle funzioni agli Enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia. A seguito
dell'evoluzione della normativa nazionale, alcune parti della L.R.18/99 (quali quelle che fissavano le
distanze degli impianti dagli edifici o quelle relative al valore di induzione elettromagnetica degli
elettrodotti) non sono più applicabili, perchè superate o sostituite dalle norme nazionali, mentre resta
valido l'impianto generale della legge, in particolare resta in vigore il quadro dell’attribuzione delle
diverse competenze.
Il ruolo degli Enti Locali
Alla Regione compete:
l’esercizio delle funzioni relative all’individuazione dei siti di trasmissione e degli
impianti di telefonia mobile, degli impianti radioelettrici e per radiodiffusione
la definizione dei tracciati di elettrodotti con tensione fino a 150 kV
la definizione delle modalità per il rilascio delle autorizzazioni alla installazione degli
impianti
la realizzazione e la gestione del catasto delle sorgenti fisse di campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetici (compito svolto da ARPAL)
la definizione delle competenze dei comuni e delle provincie
Le competenze di Province e Comuni sono così ripartite:
Provincia  autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di elettrodotti con tensione
non superiore a 150 kV e relative varianti, controllo e vigilanza sulle suddette reti;
Comune

provvedimenti
per
installazione
e
modifica
di
impianti
di
teleradiocomunicazioni con frequenza fra 100 Khz e 300 Ghz, controllo e vigilanza sugli
stessi. Attività di controllo esercitate da ARPAL.
Alla Provincia quindi spetta il rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di
elettrodotti con tensione non superiore a 150 kV e le relative varianti, il controllo e la vigilanza sulle
suddette reti. Per gli aspetti tecnici la Provincia si avvale del supporto di ARPAL.
Il Comune è l’Ente competente al rilascio dei provvedimenti relativi alla installazione e modifica di
impianti di teleradiocomunicazioni con frequenza compresa fra 100 Khz e 300 Ghz ed al controllo ed alla
vigilanza sugli stessi; in capo al Comune inoltre è posta l'adozione di un piano di organizzazione del
sistema di teleradiocomunicazioni che integra la pianificazione territoriale di cui alla legge urbanistica
regionale. Per gli aspetti tecnici il Comune si avvale del supporto di ARPAL.
Le attività di controllo vengono esercitate dagli enti sopra individuati tramite ARPAL cui è anche
affidato il compito di realizzare ed aggiornare, per conto della Regione Liguria, il catasto delle sorgenti
18
fisse di inquinamento elettromagnetico, sulla base della documentazione richiesta dalla legge sia per gli
impianti esistenti che per l'installazione degli impianti nuovi.
La Regione Liguria inoltre ha adeguato le linee di comportamento che i vari Enti devono assumere
alla luce dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 259 del 01.08.2003 “Codice delle comunicazioni
elettroniche” e ad alcune sentenze della Corte Costituzionale fornendo indicazioni sui criteri tecnici e sulle
procedure
per
l’approvazione
del
Piano
comunale
di
organizzazione
del
sistema
di
teleradiocomunicazioni, ovvero il piano di dislocazione degli impianti per telefonia mobile.
In tal senso, con circolare del Presidente della Giunta regionale del 02/12/2002, erano state dettate ai
Comuni linee di comportamento per coordinare la disciplina regionale con la subentrata disciplina statale.
Al fine di armonizzare, nelle more di una modifica legislativa regionale in materia, la legislazione
nazionale e quella regionale, la D.G.R. n.68/2004
ha stabilito i criteri tecnici e le procedure per
l'approvazione dei Piani comunali di organizzazione del sistema di telecomunicazioni e ha indicato le
norme della legge regionale non più applicabili.
Si fornisce un quadro riassuntivo dell’insieme delle azioni normative e regolamentari della Regione
Liguria in fatto di campi elettromagnetici:
L.R. 21.06.99 n. 18 “Adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in
materia di ambiente, difesa del suolo ed energia”
L.R. 20.12.99 n. 41 “Integrazione della L.R. 21 .06.1999 n. 18”
L. 22.02.01 n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici”
D.Dir 16.05.00 n. 1048 “Definizione del contenuto delle perizie giurate per l’installazione di
nuovi impianti di teleradiocomunicazione e per i predetti impianti già in esercizio”
D.Dir 16.05.00 n. 1049 “Definizione del contenuto della documentazione tecnica relativa agli
elettrodotti”
D.Dir 04.06.01 n.1105 “Integrazione del D.Dir n. 1049 del 16.05.00 concernente la definizione
della documentazione tecnica relativa agli elettrodotti”
D.G.R. 20.02.02 n. 152 “Criteri tecnici e procedure per l’approvazione del Piano comunale di
organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni di cui all’art. 72 undecies della L.R. 18/99 e
ss.mm.”
D.Dir 14.03.03 n. 440 “Modificazioni alla D.Dir n. 1048 del 16.05.00 di definizione del contenuto
tecnico delle domande per l’installazione di nuovi impianti di teleradiocomunicazione ai sensi
della L.R. 18/99 e ss.mm.”
19
D.G.R. 03.02.04 n. 68 “Modificazioni alla D.G.R. 152/02 (Criteri tecnici e procedure per
l’approvazione del Piano comunale di organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni di cui
all’art. 72 undecies della L.R. 18/99 e ss.mm.) e circolare Presidente Giunta del 02.10.02”
Livelli di campo mediamente rilevati
Ad oggi esistono già numerosi rilievi di campi elettrico e magnetico per entrambi i casi ELF e
radiofrequenze. In quanto segue si richiamano:


gli esiti di uno studio congiunto Provincia di Genova – ARPAL sui valori di campo
elettrico e magnetico (da elettrodotti) in corrispondenza di scuole;
alcune elaborazioni statistiche effettuate sui numerosi dati rilevati da ARPAL (sia ELF sia
radiofrequenze) nel periodo 2002 ÷ 2005.
Lo studio sui campi ELF in corrispondenza di scuole
Lo studio, riassunto nel documento “Indagine sui livelli di campo elettrico e magnetico
generati da elettrodotti ad alta tensione presso le scuole in provincia di Genova” (2004) è stato
effettuato in collaborazione da ARPAL – Dip. Prov.le di Genova – Settore Campi
Elettromagnetici e da Provincia di Genova – Area 08 Ambiente – Ufficio Rumore.
Lo studio parte da un censimento, effettuato da ARPAL nel 2001 su impulso del Ministero
dell’Ambiente, delle linee elettriche ad alta tensione ubicate in prossimità di asili nido, scuole e
parchi gioco. Successivamente (2003 ÷ 2004), nell’ambito della collaborazione fra il settore
radiazioni non ionizzanti di ARPAL e il corrispondente ufficio della Provincia di Genova, è stato
realizzato uno studio sui livelli dei campi elettrico e magnetico cui si trovano esposti gli alunni
di asili, scuole materne, elementari e medie sul territorio provinciale.
A partire dai dati raccolti durante la fase del censimento, si è estratto un campione di plessi
scolastici quindi sottoposti a monitoraggio strumentale. Nel campione sono stati inseriti gli
edifici scolastici che in base al censimento risultavano più vicini ad un elettrodotto ad alta
tensione. Sono così stati sottoposti ad indagine strumentale 9 scuole genovesi secondo un
protocollo di misura, messo a punto da ARPAL, che ha comportato l’esecuzione di misure
prevalentemente all’interno degli edifici scolastici, con misure estese alle aree esterne adibite a
permanenze prolungate.
20
I rilievi hanno fornito valori ampiamente inferiori agli attuali limiti di legge (i valori più
elevati sono risultati essere 35 V/m per il campo elettrico e 0,75 T per il campo magnetico).
Elaborazioni di dati rilevati nel periodo 2002 ÷2005
Sono stati elaborati statisticamente i dati, per il periodo suddetto, rilevati e gentilmente
messi a disposizione da ARPAL.
Per quanto riguarda i campi ELF si tratta di 94 valori di campo elettrico e 175 valori di
campo magnetico, rilevati soprattutto in ambiente abitativo o in ambienti esterni pertinenziali
alle abitazioni (ad es. giardini). Tutti i valori rilevati, sia di campo elettrico sia di campo
magnetico risultano inferiori ai rispettivi valori limite di 5000 V/m e 100 T (per quanto
riguarda il campo magnetico, inoltre, risultano tutti inferiori al valore di qualità pari a 3 T). I
valori massimi e medi dell’insieme delle misure risultano: per il campo elettrico un massimo di
473 V/m ed una media di 11,1 V/m (con deviazione standard di 51,5 V/m); per il campo
magnetico un massimo di 1,86 T ed una media di 0,24 T (con deviazione standard pari a 0,42
T).
Per quanto riguarda i campi RF si tratta complessivamente di 1156 valori di campo elettrico.
Il 99,8% dei dati risulta inferiore al valore limite di 20 V/m, quindi si verificano superi del
suddetto limite nello 0,2% dei casi; per quanto riguarda il valore di attenzione di 6 V/m esso
risulta superato nel 4,6% dei casi. I valori massimi e medi dell’insieme delle misure risultano,
rispettivamente, pari a 22,6 V/m e 1,4 V/m (con deviazione standard di 2,6 V/m).
Campi elettromagnetici e vita quotidiana – Alcuni consigli utili
Limitare l’esposizione dovuta all’uso del telefonino
 Non conservare il cellulare acceso sul torace, in prossimità del cuore.
 Durante l'uso estrarre l'antenna o munirsi dell'auricolare per allontanare il centro di emissione
dalla testa (una frazione stimabile tra il 30% e il 50% dell'energia irraggiata dal telefono cellulare
viene assorbita dalla testa dell'utente).
 Evitare lunghi colloqui ed alternare spesso l'orecchio durante le conversazioni.
21
 Non tenere il cellulare acceso accanto a sè nelle ore di
riposo.
 Non tenere il cellulare acceso in ambienti ospedalieri o in
cui siano presenti apparecchiature elettromedicali, sugli
aerei ed in presenza di persone con dispositivi attivi quali
pacemaker o apparecchi acustici.
 I portatori di pacemaker o protesi elettroniche dovrebbero
mantenere una distanza di sicurezza di almeno 30 cm tra
il telefonino ed il dispositivo medico.
 Non usare il cellulare in auto o nelle abitazioni perchè
l'intensità di emissione aumenta e peggiora la qualità della
comunicazione.
 I telefoni senza filo per uso interno alle abitazioni danno
luogo ad esposizioni molto più basse (potenza 0.01W) rispetto a quelle dei cellulari.
Rimanere distanti dagli elettrodomestici
 non dormire sotto una termocoperta elettrica in funzione, preriscaldare il letto.
 seguire le immagini televisive ad almeno un metro di distanza dallo schermo del televisore,
evitando di stazionare in prossimità delle parti laterali e posteriore del televisore.
 utilizzare il phon poco frequentemente, per brevi periodi, tenendolo il più possibile lontano dal
capo.
 limitare l'uso del rasoio elettrico.
 evitare che i bambini stazionino in vicinanza di ferri da stiro, forni elettrici e in prossimità di
lavastoviglie, tostapane, frullatori, tritatutto, macinacaffè, apriscatole, radioregistratori.
 non sostare in prossimità di forni a microonde, specialmente se bambini o donne in età fertile: la
distanza deve essere almeno 1 m.
 mantenere la massima distanza possibile tra utilizzatore e apparecchio per aereosol durante il
funzionamento.
Attenzione alle linee elettriche
 non far passare cavi elettrici dietro la testata del letto, tenere distanti le prese elettriche ai lati del
letto.
22
 non posizionare il letto a ridosso di una parete che confini con un quadro elettrico o con
apparecchi elettrici fissi, nella stanza attigua, che producano campi intensi (ad es. lavatrice,
lavastoviglie, scaldabagno, etc).
 posizionare radiosveglie, orologi e lampade da comodino alimentati dalla rete domestica, ad
almeno 50 cm di distanza dal guanciale durante le ore di riposo.
 staccare dalle prese elettriche gli strumenti non in uso.
 prima di acquistare una abitazione considerare l’eventuale prossimità di linee ad alta tensione e/o
cabine di trasformazione.
Fonti bibliografiche
Siti web:
www.comune.genova.it
www.regione.liguria.it
www.arpa.emr.it
www.iroe.fi.cnr.it
www.who.int
Bibliografia:
Bevitori, P.
Bevitori, P.
Lavermicocca, D.
Guerriero, A.
Leveratto, G.C.
Ancillotti, M.
Provincia di Venezia
Regione Piemonte, ARPAP
Provincia di Cuneo
Autori vari
Provincia di Genova,
ARPAL
Inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza.
Aspetti tecnici, sanitari e normativi. Campi
elettromagnetici generati da sistemi fissi di
telecomunicazione e dispositivi elettronici
Inquinamento elettromagnetico. Aspetti tecnici,
sanitari e normativi. Campi elettrici e magnetici
generati da elettrodotti ed apparecchi elettrici
La disciplina urbanistico-edilizia degli impianti ad
emissione elettromagnetica
Campi elettromagnetici
Antenne Sicure
L’inquinamento elettromagnetico
Inquinamento eletromagnetico Elettrodotti ad alta
tensione e siti sensibili in Provincia di Venezia
L’esposizione ai campi elettromagnetici. Pericoli,
valutazioni e normative.
L’elettrosmog…proviamo a conoscerlo meglio
Seminario di studio: La tutela dall’inquinamento
elettromagnetico
Indagine sui livelli di campo elettrico e magnetico
generati da elettrodotti ad alta tensione presso le
scuole in provincia di Genova
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23
Appendice 1 - Elettrodotti in provincia di Genova
In Provincia di Genova sono presenti reti di distribuzione energia elettrica di diversi operatori: ENEL,
De Ferrari Galliera, Genova Acque e Interpower. In tabella seguente si riporta il numero di linee,
suddivise per valore di tensione nominale, presenti nel territorio della provincia.
Tensione della linea
Numero di linee in
Provincia di Genova
380 kV
220 kV
132 kV
30 kV
15 kV
6 kV
5 kV
14
46
98
17
495
3
1
Di seguito si riporta una sintesi sulla distribuzione di elettrodotti in base alla intensità di corrente
media annua, parametro di interesse ai fini della valutazione della possibile esposizione prolungata a
campi magnetici generati da elettrodotti. Le linee con le tensioni a 30 kV e 15 kV non includono le reti
dell’Enel per indisponibilità del dato.
Distribuzione complessiva linee elettrodotti per intensità di corrente media annua
I media A
< 100
100 - 200
200 - 300
300 - 400
400 - 500
% 380 kV
% 220 kV
% 132 kV % 30 kV % 15 kV % 6 kV
% 5 kV
0%
25%
16%
80%
100%
100%
100%
0%
50%
58%
20%
0%
0%
0%
0%
25%
21%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
5%
0%
0%
0%
0%
100%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
La tabella seguente riporta le linee (suddivise per valore di tensione nominale) presenti nel territorio
della provincia di Genova nei diversi Comuni.
I dati in tabella mostrano che importanti direttrici di trasporto energetico (linee ad alta ed altissima
tensione) si riscontrano in territori di Comuni anche molto differenti fra loro sia demograficamente, sia per
presenza di infrastrutture ed attività produttive, sia per le caratteristiche ambientali della maggior parte del
territorio.
24
Comuni
Arenzano
Avegno
Bargagli
Bogliasco
Borzonasca
Busalla
Camogli
Campoligure
Campomorone
Carasco
Casarza Ligure
Casella
Castiglione C.
Ceranesi
Chiavari
Cicagna
Cogoleto
Cogorno
Coreglia Ligure
Crocefieschi
Davagna
Fascia
Favale Malvaro
Fontanigorda
Genova
Gorreto
Isola del Cantone
Lavagna
Leivi
Lorsica
Lumarzo
Masone
Mele
Mezzanego
Mignanego
Moconesi
Moneglia
Montebruno
Montoggio
380 kV
1
Tensione della linea
220 kV
1
132 kV
3
1
1
1
1
2
1
2
1
1
30 kV
6
1
1
1
1
3
1
1
1
1
1
1
1
1
3
1
1
2
1
1
32
2
1
5
1
1
3
1
1
1
1
2
2
1
2
3
1
1
1
1
1
1
1
1
1
2
2
2
15 kV
10
2
3
4
5
11
2
4
2
7
4
3
1
6
9
4
6
2
2
1
4
1
1
2
227
1
3
12
5
1
1
5
3
5
3
4
2
1
3
6 kV
5 kV
3
1
25
Comuni
Ne
Neirone
Orero
Pieve Ligure
Portofino
Propata
Rapallo
Recco
Rezzoaglio
Ronco Scrivia
Rondanina
Rossiglione
Rovegno
S. Colombano C.
S. Margherita L.
S. Stefano D'Aveto
Sant'Olcese
Savignone
Serra Riccò
Sestri Levante
Sori
Tiglieto
Torriglia
Tribogna
Uscio
Valbrevenna
Vobbia
Zoagli
TOTALE
380 kV
220 kV
1
1
1
2
2
1
1
1
3
2
1
1
132 kV
2
1
1
1
30 kV
2
2
1
1
1
1
1
5
2
1
1
1
1
1
4
1
1
1
1
1
1
1
1
14
46
98
17
15 kV
3
1
3
5
2
1
12
10
2
4
2
4
3
10
11
2
5
4
4
14
5
1
5
2
1
2
1
4
6 kV
5 kV
495
3
1
26
Appendice 2 – Elettrodotti: stima dei campi in diverse situazioni
Si sono effettuate alcune stime teoriche, mediante simulazioni numeriche al computer, dei livelli di
campo elettrico e magnetico in varie configurazioni di elettrodotto, mediante un algoritmo basato sulla
norma CEI 211 – 4 “Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da linee
elettriche.
I livelli di campo stimati per via teorica sono, naturalmente, da considerare con cautela per le
numerose approssimazioni insite sia negli algoritmi di calcolo sia, in molti casi, nei dati di partenza.
Linee ad alta tensione (132 kV)
I grafici seguenti riportano l’andamento, in funzione della distanza dal traliccio, dei livelli di campo
elettrico E (in kV/m) e magnetico B (in µT) per diversi valori di intensità di corrente per un traliccio a
terna semplice.
Il calcolo è stato effettuato considerando tre differenti altezze dal suolo: 2 m (persone in strada, piano
terra delle abitazioni), 10 m (terzo piano) e 20 m (appena al di sopra della cima del traliccio).
Il valore del campo elettrico dipende dalla sola tensione ed è indipendente dalla intensità di corrente,
mentre il valore del campo magnetico è determinato dalla intensità di corrente. Il calcolo del campo
magnetico è stato effettuato per due differenti valori di essa: 100 A e 300 A, rappresentativi di casi
statisticamente rilevanti per la corrente media annua.
Valore efficace del campo Elettrico (E) - Tensione 132 kV, Corrente 100 A
3,5
3
E (kV)
2,5
2
2
10
1,5
20
1
0,5
0
-45
-40
-35 -30
-25
-20
-15 -10
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Distanza (m )
Il campo elettrico stimato, nei casi considerati, risulta abbondantemente al di sotto dell’attuale valore
limite (5 kV/m) per qualunque distanza dal traliccio.
27
Valore efficace del campo Magnetico (B) - Tensione 132 kV, Corrente 100 A
6
B ( mT )
5
4
2
3
10
2
20
1
0
-45
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Distanza (m )
B ( mT )
Valore efficace del campo Magnetico (B) - Tensione 132 kV, Corrente 300 A
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
-45
2
10
20
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Distanza (m )
Al crescere del valore dell’intensità di corrente cresce, naturalmente, il livello del campo magnetico.
28
Linee ad altissima tensione (380 kV)
I grafici seguenti riportano l’andamento, in funzione della distanza in pianta dal traliccio, dei livelli
del campo elettrico E (in kV/m) magnetico B (in µT). Il calcolo è stato effettuato per un’intensità di
corrente pari a 500 A; il traliccio è a “terna doppia”.
Valore efficace del campo Elettrico (E) - Tensione 380 kV, Corrente 500 A
20
E (kV)
15
2
10
10
20
5
0
-45
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Distanza (m )
B ( mT )
Valore efficace del campo Magnetico (B) - Tensione 380 kV, Corrente 500 A
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
-45
2
10
20
-40
-35
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Distanza (m )
29
Appendice 3 – Promemoria OMS
Promemoria n. 263 – Ottobre 2001: Campi a frequenza estremamente bassa e cancro:
I campi ELF provocano il cancro?
E’ noto che i campi ELF interagiscono con i tessuti viventi inducendo al loro interno campi e correnti
elettriche. Questo è l’unico meccanismo di azione accertato per questi campi. Comunque, l’intensità delle
correnti indotte dai campi ELF ai livelli comunemente riscontrati nel nostro ambiente è di solito molto
inferiore alle massime correnti che si sviluppano naturalmente nel corpo, come quelle che controllano il
battito cardiaco.
A partire dal 1979, quando gli studi epidemiologici sollevarono per la prima volta il problema della
relazione tra campi magnetici a frequenza industriale e tumori infantili, sono stati condotti un gran numero
di studi per stabilire se l’esposizione ai campi ELF potesse influenzare lo sviluppo del cancro, ed in
particolare della leucemia infantile.
Non c’è nessuna evidenza convincente che l’esposizione ai campi ELF che sperimentiamo nei nostri
ambienti di vita provochi un danno diretto alle molecole biologiche, compreso il DNA. Poiché non sembra
verosimile che l’esposizione a campi ELF possa iniziare un processo cancerogeno, sono state condotte
numerose ricerche per stabilire se non possa invece influenzare la promozione o la co-promozione del
cancro. I risultati degli studi su animali condotti fino ad oggi suggeriscono che i campi ELF non siano né
iniziatori né promotori del cancro.
Tuttavia, due recenti analisi dei dati aggregati di diversi studi epidemiologici hanno fornito indicazioni
che sono state cruciali nella valutazione della IARC. Questi studi suggeriscono che, in una popolazione
esposta a campi magnetici mediamente superiori a 0,3-0,4 µT, si possa sviluppare un numero doppio di
casi di leucemia infantile rispetto ad una popolazione con esposizione inferiore. Nonostante la gran mole
di dati, rimane ancora incerto se l’aumento dell’incidenza di leucemie sia dovuto all’esposizione ai campi
magnetici o a qualche altro fattore.
La leucemia è una malattia rara. Attualmente, essa viene diagnosticata ogni anno a 4 bambini su
100.000 di età compresa tra 0 e 14 anni. Anche un’esposizione media al di sopra di 0,3-0,4 µT nelle
abitazioni è rara. Dai risultati degli studi epidemiologici si può stimare che meno dell’1% della
popolazione sia esposta a questi livelli laddove si utilizza energia elettrica a 240 V, anche se questo
numero potrebbe essere più alto dove si utilizza la tensione di 120 V.
L’analisi effettuata dalla IARC affrontava il problema della possibilità che i campi elettrici e
magnetici ELF pongano un rischio di cancro. Il prossimo passo del processo è quello di giudicare la
verosimiglianza di tumori causati nella popolazione generale dalle normali esposizioni e di valutare i dati
30
scientifici relativi ad altre patologie, diverse dal cancro. Questa parte del processo di definizione del
rischio dovrebbe essere completata dall’OMS entro 18 mesi.
Promemoria n. 183 – Revisione Maggio 1998: Effetti sanitari dei campi a radiofrequenza:
L'esposizione a campi RF può causare riscaldamento o indurre correnti elettriche nei tessuti
corporei. Il riscaldamento costituisce la principale interazione dei campi RF ad alta frequenza al di sopra
di circa 1 MHz. Al di sotto di circa 1 MHz, l'azione dominante dell'esposizione a RF è l'induzione di
correnti elettriche nel corpo.
• Una revisione dei dati scientifici svolta dall'OMS nell'ambito del Progetto internazionale CEM
(Monaco, Novembre 1996) ha concluso che, sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna
evidenza convincente che l'esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, né che induca o
favorisca il cancro.
• Comunque, la stessa revisione ha anche evidenziato che sono necessari ulteriori studi, per
delineare un quadro più completo dei rischi sanitari, specialmente per quanto concerne un possibile
rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi RF.
Promemoria n. 193 – Revisione Giugno 2000: I telefoni mobili e le loro stazioni radio-base:
Cancro: l'evidenza scientifica attuale indica che l'esposizione a campi a radiofrequenza quali quelli
emessi dai telefoni cellulari e dalle stazioni radio base non inducono o favoriscono, verosimilmente, il
cancro. Diversi studi su animali esposti a campi a radiofrequenza simili a quelli emessi dai telefoni
cellulari non hanno trovato nessuna evidenza di induzione o promozione di tumori cerebrali. Nel 1997 uno
studio ha indicato che i campi a radiofrequenza accrescevano il tasso di sviluppo di linfomi in ratti
geneticamente modificati, ma le implicazioni sanitarie di questo studio non sono ancora chiare. Sono in
corso diverse ricerche per confermare questi risultati e stabilire se abbiano rilevanza per il cancro
nell'uomo. Tre studi epidemiologici recentemente conclusi non hanno trovato nessuna evidenza
convincente di aumenti del rischio di insorgenza di cancro o di alcuna altra malattia, in relazione all'uso di
telefoni cellulari.
o
Altri rischi sanitari: alcuni scienziati hanno riportato altri effetti legati all'impiego dei telefoni
mobili, tra cui cambiamenti nell'attività cerebrale, nei tempi di reazione e nell'andamento del
sonno. Questi effetti sono minimi e non sembrano avere alcun impatto sanitario significativo.
Sono in corso studi per confermare questi risultati.
o
Guida automobilistica: la ricerca ha chiaramente dimostrato un aumento del rischio di incidenti
stradali in connessione all'utilizzo di telefoni cellulari durante la guida (siano essi tenuti in mano o
usati con dispositivi "a viva voce").
31
o
Interferenza elettromagnetica: quando i telefoni cellulari sono utilizzati in prossimità di
dispositivi medicali (tra cui pacemaker, defibrillatori impiantabili e certi apparecchi acustici) è
possibile che si provochino interferenze. Sono potenzialmente possibili anche interferenze tra
telefoni cellulari e dispositivi elettronici degli aerei.
Appendice 4 – Riferimenti normativi in materia di campi ad alta frequenza
Quadro normativo
Legge n. 36/2001
D.P.C.M. 8 luglio 2003 Limiti esposizione, valori attenzione, obiettivi qualità per protezione della popolazione da
esposizione a campi elettromagnetici generati a frequenze comprese fra 100 kHz e 300
GHz
D.lgs 259/2003 Codice delle comunicazioni elettroniche
Impianti di comunicazione elettronica assimilati a opere urbanizzazione primaria
Impugnato davanti alla Corte Costituzionale, in attesa di sentenza.
Pronunce della corte costituzionale
a) n. 303/2003
illegittimità costituzionale del d.lgs. 198/2002
b) n. 307/2003
illegittimità di alcune norme regionali, lo stato è competente alla fissazione di standard uniformi (limiti, valori
attenzione e qualità), ferma la competenza regionale a legiferare in merito a criteri localizzativi e standard
urbanistici
c) n.331/2003
censura legge regione Lombardia che fissava limite generale di distanza da siti sensibili
Ulteriori indicazioni
Protocollo intesa ANCI-Ministero delle Comunicazioni sottoscritto in data 17 dicembre 2003, siglato
anche dai gestori di telefonia mobile, lo scopo è concordare la pianificazione delle sorgenti di campi
elettromagnetici
32
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Sommario - Comune di Cogoleto