Sommario INTRODUZIONE ........................................................................................................................................................3 CAMPI ELETTROMAGNETICI - LE SORGENTI................................................................................................4 AMBIENTI DOMESTICI ..................................................................................................................................................4 AMBIENTI LAVORATIVI ...............................................................................................................................................4 STRUMENTAZIONE ELETTROMEDICALE .......................................................................................................................4 ESPOSIZIONE RESIDENZIALE ........................................................................................................................................5 CAMPI ELETTROMAGNETICI - IL FENOMENO ..............................................................................................5 CAMPO MAGNETICO ...................................................................................................................................................5 CAMPO ELETTRICO .....................................................................................................................................................5 CAMPO ELETTROMAGNETICO......................................................................................................................................5 CAMPI A BASSE FREQUENZE (ELF)..............................................................................................................................7 Trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica................................................................................................8 Utilizzo dell'energia elettrica .................................................................................................................................9 CAMPI A RADIOFREQUENZE E MICROONDE ...............................................................................................................10 Impianti fissi per telecomunicazioni.....................................................................................................................11 Telefoni cellulari ..................................................................................................................................................11 CAMPI ELETTROMAGNETICI – GLI EFFETTI SULLA SALUTE ................................................................13 LA NORMATIVA......................................................................................................................................................15 IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI .........................................................................................................................18 LIVELLI DI CAMPO MEDIAMENTE RILEVATI ..............................................................................................20 LO STUDIO SUI CAMPI ELF IN CORRISPONDENZA DI SCUOLE ....................................................................................20 ELABORAZIONI DI DATI RILEVATI NEL PERIODO 2002 ÷2005.....................................................................................21 CAMPI ELETTROMAGNETICI E VITA QUOTIDIANA – ALCUNI CONSIGLI UTILI..............................21 LIMITARE L’ESPOSIZIONE DOVUTA ALL’USO DEL TELEFONINO ..................................................................................21 RIMANERE DISTANTI DAGLI ELETTRODOMESTICI ......................................................................................................22 ATTENZIONE ALLE LINEE ELETTRICHE ......................................................................................................................22 FONTI BIBLIOGRAFICHE.....................................................................................................................................23 APPENDICE 1 - ELETTRODOTTI IN PROVINCIA DI GENOVA ...................................................................24 APPENDICE 2 – ELETTRODOTTI: STIMA DEI CAMPI IN DIVERSE SITUAZIONI .................................27 APPENDICE 3 – PROMEMORIA OMS.................................................................................................................30 APPENDICE 4 – RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI CAMPI AD ALTA FREQUENZA .........32 QUADRO NORMATIVO ...............................................................................................................................................32 PRONUNCE DELLA CORTE COSTITUZIONALE ..............................................................................................................32 ULTERIORI INDICAZIONI ............................................................................................................................................32 1 2 Introduzione Questo opuscolo si propone di fornire alcune conoscenze di base sull’inquinamento elettromagnetico, in termini sia di descrizione del fenomeno sia delle norme relative, in particolare per quanto concerne il ruolo degli Enti Locali. Da sempre l’uomo si trova esposto a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici di origine naturale. Il pianeta Terra, infatti, ha un proprio campo magnetico statico con un’intesità valutata mediamente intorno ai 50 T (microtesla), le radiazioni prodotte dalle scariche temporalesche generano campi a bassa frequenza, l’attività solare e le radiazioni cosmiche sono responsabili della presenza di campi ad alta frequenza. Nel corso degli ultimi decenni, però, i livelli ambientali di campo elettromagnetico sono spesso aumentati in modo significativo, a causa dello sviluppo delle conoscenze scientifiche e del progresso tecnologico e delle conseguenti applicazioni civili dei campi elettromagnetici. Fra le principali sorgenti di campo elettromagnetico vi sono innanzitutto i grandi conduttori di energia elettrica (elettrodotti ad alta, media e bassa tensione), gli impianti radar e di emittenza radio televisiva, i ponti radio televisivi e per telefonia mobile (stazioni radio base). Altre sorgenti di campo sono gli elettrodomestici, i telefoni cellulari, i satelliti (in orbita geostazionaria, ad esempio per la telefonia cellulare satellitare globale). Lo sviluppo delle telecomunicazioni, il controllo del traffico aereo, alcuni processi industriali, la diagnosi e la terapia medica che si basano sui campi elettromagnetici, la diffusione capillare sul territorio di linee ed impianti per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica, hanno determinato un significativo aumento dei soggetti esposti. Con il termine elettrosmog si indica la forma di inquinamento, impercettibile a livello sensoriale, derivante da sorgenti che generano energia sotto forma di campi elettrici e magnetici. I possibili effetti sulla salute umana non sono ancora pienamente conosciuti. Varie ricerche di medici e scienziati hanno indagato gli effetti derivanti dall’esposizione prolungata a campi elettromagnetici generati sia da elettrodotti e impianti civili (basse frequenze) che da ripetitori di telefonia cellulare e da emittenti radiotelevisive (alte frequenze). I risultati sono spesso contraddittori o non conclusivi; alcuni studi, contestati da altri, indicherebbero l’esistenza di una possibile relazione tra esposizione ai campi elettromagnetici a bassa frequenza ed insorgenza di malattie tumorali in particolare infantili. L’incertezza sugli effetti sanitari, associata ad un forte aumento sul territorio di nuove fonti di emissione, ha alimentato una sensazione di allarme favorendo anche la nascita di comitati di cittadini che si oppongono all’installazione di impianti o chiedono lo spostamento di elettrodotti. 3 Il problema “elettromagnetismo” è pertanto una delle nuove frontiere dell’inquinamento ambientale: con grandi passi ancora da compiere nella conoscenza del fenomeno e delle sue conseguenze sull’uomo e sull’ambiente da una parte e, dall’altra, con la forzata convivenza di insediamenti abitati e impianti che sono anche fonti di campi elettromagnetici, imposta dalle esigenze di energia e comunicazione del mondo attuale. I compiti delle Pubbliche Amministrazioni contemplano sia un lavoro preventivo mediante il rilascio di autorizzazioni sia attività di indagine che consentano l’approfondita conoscenza del fenomeno, indispensabile base di partenza per la realizzazione e la gestione di appropriati indirizzi di politiche ambientali e di comunicazione ambientale. Campi elettromagnetici - Le sorgenti In presenza di macchine utilizzatrici di energia elettrica o di impianti per la trasmissione della stessa, si generano campi elettromagnetici. Perciò, essendo moltissimi gli impieghi dell’elettricità nel mondo moderno, i campi elettromagnetici sono presenti quasi ovunque vi sia attività umana; di seguito riportiamo una breve rassegna di tipiche sorgenti elettromagnetiche rinvenibili in diversi ambienti di vita. Ambienti domestici Le esposizioni a campi elettrici e magnetici a bassa frequenza sono da ricondurre agli impianti elettrici ed al funzionamento di elettrodomestici, mentre le fonti di radiofrequenze e microonde sono attribuibili a radiotelefoni, telefoni cellulari, apparecchi per radioamatori. Ambienti lavorativi In ambito industriale, i campi elettromagnetici sono impiegati in molti processi produttivi per ottenere un riscaldamento rapido ed efficiente: per varie lavorazioni su metalli quali saldatura di tubi e tempera superficiale, per la fusione di materiali preziosi nell’oreficeria, per la produzione di fibre ottiche, per la lavorazione di semiconduttori nell’elettronica, per la saldatura di materiali plastici, per l'incollaggio e la piegatura del legno, per la disinfestazione di prodotti alimentari o manufatti artistici, per la cottura degli alimenti, per l'essiccazione di materiale ceramico. Alcune delle categorie di lavoratori più esposti sono elettricisti, ingegneri elettronici, riparatori radio-tv operatori radar, telefonisti. Strumentazione elettromedicale In ambito sanitario, microonde e radiofrequenze vengono impiegate per scopi sia diagnostici che terapeutici, la marconiterapia e la radarterapia sono applicazioni terapeutiche basate sul riscaldamento indotto dai campi elettromagnetici, inoltre è stato dimostrato l’effetto benefico delle radiazioni elettromagnetiche nella riparazione di fratture ossee. Le preoccupazioni e gli studi sono rivolti agli 4 operatori sanitari che le impiegano che possono essere sottoposti ad esposizione cronica, mentre per i pazienti l’esposizione è temporanea e saltuaria. Esposizione residenziale E’ legata alla vicinanza delle abitazioni a sistemi fissi per telecomunicazioni (ripetitori televisivi, antenne radiofoniche o radioamatoriali, ponti radio, antenne per telefonia cellulare) e a sistemi per il trasporto e la distribuzione di energia elettrica (elettrodotti ad altissima, alta e media tensione, cabine primarie, impianti di trasformazione media/bassa tensione). Campi elettromagnetici - Il fenomeno Campo Magnetico: perturbazione di una regione dello spazio, determinata dalla presenza di una distribuzione di corrente elettrica o di massa magnetica. Tale perturbazione si può verificare constatando che un corpo magnetizzato o una carica elettrica posti in tale regione spaziale risultano soggetti ad una forza. L’unità di misura del campo magnetico è l’A/m (Ampere/metro). In pratica, però, per caratterizzazre il campo magnetico si utilizza una seconda grandezza, che per motivi storici è detta induzione magnetica, che si misura in Tesla (in ambito di inquinamento elettromagnetico si preferiscono utilizzare, date le quantità in gioco, i microTesla T). Campo Elettrico: perturbazione di una regione dello spazio, determinata dalla presenza di una distribuzione di carica elettrica. Tale perturbazione si può verificare constatando che una carica elettrica posta in tale regione spaziale risulta soggetta ad una forza. L’unità di misura del campo elettrico è il V/m (Volt/metro). Campo Elettromagnetico: un campo elettrico variabile nel tempo genera, in direzione perpendicolare a se stesso, un campo magnetico variabile che, a sua volta, origina un ulteriore campo elettrico. Questi campi, concatenati fra loro costituiscono un campo elettromagnetico, che si propaga nello spazio sotto forma di onde. Le onde elettromagnetiche sono il fenomeno fisico attraverso il quale l’energia elettromagnetica può trasferirsi da luogo a luogo per propagazione. Il trasferimento di energia può avvenire nello spazio libero oppure può essere confinato e facilitato utilizzando appropriate linee di trasmissione (guide d’onda, cavi coassiali ecc.). Le onde elettromagnetiche sono costituite da due grandezze che variano periodicamente nel tempo: il campo elettrico ed il campo magnetico. In condizioni di campo lontano i due campi sono in fase, ortogonali tra loro e trasversali rispetto alla direzione di propagazione. 5 Frequenza: è la caratteristica fondamentale di un’onda elettromagnetica, rappresenta il numero di oscillazioni effettuate dall’onda in un secondo (unità di tempo). L’energia associata alla radiazione elettromagnetica è proporzionale alla frequenza dell’onda stessa. La frequenza si misura in Hertz (Hz). Lunghezza d’onda: strettamente connessa con la frequenza, è la distanza percorsa dall’onda durante un tempo di oscillazione e corrisponde alla distanza tra due massimi o due minimi dell’onda. Spettro elettromagnetico: è costituito da tutte le onde elettromagnetiche al variare delle frequenze; le categorie più familiari dello spettro sono la luce, le onde radio, i raggi X. Quando un’onda elettromagnetica incontra un ostacolo penetra nella materia e cede la propria energia producendo una serie di effetti diversi a seconda della sua frequenza. Sulla base degli effetti prodotti nella materia le radiazioni dello spettro elettromagnetico sono suddivise in ionizzanti, comprendenti raggi X e raggi gamma, aventi frequenza molto alta (> 3000 THz) e dotati di energia sufficiente per ionizzare direttamente atomi e molecole; non ionizzanti (NIR), le cui radiazioni non trasportano un quantitativo di energia sufficiente a produrre la rottura dei legami chimici e produrre ionizzazione. Le NIR oggetto della nostra attenzione in quanto sorgenti di elettrosmog sono quelle aventi frequenze che vanno da 30 Hz a 300 GHz, che possono a loro volta venire suddivise in: campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse (ELF) radiofrequenze (RF) microonde (MO) Nella figura seguente si riporta una rappresentazione schematica dello spettro elettromagnetico. Frequenza (Hz): 3 0 10 10 4 10 8 10 14 10 15 10 18 Schema semplificato dello spettro elettromagnetico 6 Nella tabella seguente si riporta una classificazione più dettagliata, rispetto allo schema precedente, delle onde elettromagnetiche in base alla frequenza. DENOMINAZIONE SIGLA FREQUENZA LUNGHEZZA D'ONDA Frequenze Estremamente Basse ELF 0 - 3kHz > 100Km Frequenze Bassissime VLF 3 - 30kHz 100 - 10Km Frequenze Basse (Onde Lunghe) LF 30 - 300kHz 10 - 1Km Medie Frequenze (Onde Medie) Radiofrequenze Alte Frequenze MF 300kHz - 3MHz 1Km - 100m HF 3 - 30MHz 100 - 10m Frequenze Altissime (Onde Metriche) VHF 30 - 300MHz 10 - 1m Onde Decimetriche UHF 300MHz 3GHz 1m - 10cm Onde Centimetriche SHF 3 - 30GHz 10 - 1cm Onde Millimetriche EHF 30 - 300GHz 1cm - 1mm IR 0,3 - 385THz 1000 - 0,78mm 385 - 750THz 780 - 400nm Microonde Infrarosso Luce Visibile Ultravioletto UV 750 - 3000THz 400 - 100nm Radiazioni Ionizzanti X > 3000THz < 100nm La normativa sull’esposizione della popolazione all’inquinamento elettromagnetico considera specificatamente il caso delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti: campi statici (frequenza zero, tensione e corrente continue), bassissime frequenze (ELF) prodotte da elettrodotti e utenze elettriche industriali e domestiche, radiofrequenze (emittenti radiotelevisive, telefonia cellulare e impianti di telecomunicazione in genere), microonde (radar, ponti radio), infrarosso, visibile. Campi a basse frequenze (ELF) Con la sigla ELF (extremely low frequency) si indicano i campi elettromagnetici a frequenze estremamente basse, comprese tra 30 Hz e 300 Hz. A queste frequenze, le caratteristiche fisiche dei campi sono più simili a quelle dei campi statici che a quelle dei campi elettromagnetici veri e propri. I campi ELF sono quindi caratterizzati da due entità distinte: il campo elettrico, generato dalla presenza di cariche elettriche o tensioni, ed il campo magnetico, generato invece dalle correnti elettriche. L’esposizione a campi ELF dovuta ad una determinata sorgente, è perciò valutabile misurando separatamente l’entità del campo elettrico e del campo magnetico. Le principali sorgenti artificiali di campi ELF sono gli elettrodotti a bassa, media ed alta tensione, le linee elettriche di distribuzione e tutti i dispositivi alimentati a corrente elettrica alla frequenza di 50 Hz, 7 (elettrodomestici, videoterminali, utensili elettrici…). Si possono distinguere, in base alle diverse caratteristiche del campo emesso, due tipologie di sorgenti: quelle deputate al trasporto e distribuzione dell’energia elettrica e quelle deputate al suo utilizzo. Trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica L’energia elettrica viene prodotta nelle centrali elettriche e, da qui, trasportata anche a grandi distanze per essere distribuita sul territorio. Le grandezze fisiche fondamentali in gioco sono la differenza di potenziale (tensione) che si misura in Volt o in kiloVolt (V, kV) e la corrente elettrica che si misura in Ampere (A). Il trasporto e la distribuzione avvengono tramite una complessa rete di linee elettriche e stazioni. Le linee elettriche sono solitamente aeree (fili aerei sostenuti da pali o tralicci); meno frequentemente interrate. Il trasporto e la distribuzione dell’energia elettrica avvengono tramite elettrodotti, in cui fluisce corrente elettrica alternata alla frequenza di 50 Hz: gli elettrodotti generano quindi sia un campo elettrico che un campo magnetico. Il campo elettrico dipende dalla tensione della linea: poiché questa è sostanzialmente costante nell’arco della giornata anche il campo elettrico è di fatto costante. Maggiore è il valore della tensione della linea, maggiore è il valore del campo elettrico. Il campo magnetico dipende dalla corrente elettrica che percorre la linea: poiché questa varia nell’arco della giornata, anche il campo magnetico presenta valori diversi, in uno stesso punto, nelle varie ore del giorno. Maggiore è il valore della corrente elettrica, maggiore è il valore del campo magnetico. Sia il campo elettrico sia il campo magnetico assumono i valori più elevati in prossimità della linea; allontanandosi i valori diminuiscono sensibilmente. Il campo elettrico è facilmente schermabile da oggetti, e quindi anche dagli edifici: tra l’esterno e l’interno di un edificio si ha una riduzione del campo elettrico in funzione del tipo di materiale e delle caratteristiche della struttura edilizia. 8 Anche l’intensità del campo magnetico diminuisce con l’aumento della distanza dalla linea. A differenza del campo elettrico, però, il campo magnetico non è schermato dalla maggior parte dei materiali di uso comune, per cui risulta praticamente invariato all’esterno e all’interno degli edifici. Utilizzo dell'energia elettrica Tutti gli apparecchi che utilizzano energia elettrica sono anche sorgenti di un campo elettromagnetico ELF. Poiché l’intensità dei campi diminuisce rapidamente con la distanza, l’esposizione riguarda prevalentemente zone parziali del corpo, come ad esempio il capo per il phon ed il viso per il rasoio elettrico. L’utilizzo di elettrodomestici, insieme alla presenza di corrente nella rete di alimentazione dell’abitazione, produce un campo magnetico ELF di fondo in ambiente domestico (» 0,05 µT). Il campo elettrico deriva dai conduttori inseriti nelle prese, è quindi presente anche quando gli apparecchi elettrici sono spenti ma collegati alla rete, mentre il campo magnetico si produce quando gli apparecchi vengono messi in funzione ed in essi circola corrente. Si possono trarre alcune considerazioni generali: nelle immediate vicinanze di un elettrodomestico (meno di 10 cm) può essere facilmente superato il limite di sicurezza di 100 µT. l'intensità del campo decade rapidamente con la distanza; gli 0,2 µT vengono raggiunti a distanze dell'ordine di 30-80 cm, a seconda del tipo di elettrodomestico. Per quanto riguarda il campo magnetico a 50 Hz in ambienti abitativi, le campagne di misura eseguite da IROE (oggi IFAC – CNR Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” di Firenze) indicano che: Il campo magnetico del fondo a 50 Hz in ambienti domestici presenta una notevole variabilità temporale a breve e medio termine, nella quale è possibile talvolta riconoscere una ciclicità giorno/notte. Esso risulta più elevato negli appartamenti condominiali e minore nelle abitazioni singole; ciò potrebbe essere dovuto all'influenza del cablaggio comune e al contributo degli appartamenti limitrofi. I valori tipici del fondo ambientale sono in genere abbondantemente al di sotto del limite di sicurezza di 100 µT, ed anche a volte inferiori a 0,2 µT. 9 Livelli di campo magnetico per elettrodomestici a 3 cm, 30 cm, 100 cm. Tratta da: NRPB (National Radiological Protection Board), Vol. 3 n° 1, 1992 ELETTRODOMESTICI (50 Hz) CAMPO MAGNETICO (µT) ALLA DISTANZA DI 3 CM 30 CM 100 CM APRISCATOLE 1000-2000 3,5-30 0,07-1 ASCIUGABIANCHERIA 0,3-8 0,08-0,3 0,02-0,06 LAVATRICE 0,8-50 0,15-3 0,01-0,15 LAVASTOVIGLIE 3,5-20 0,6-3 0,07-0,3 TRAPANO 400-800 2-3,5 0,08-0,2 LAMPADA DA TAVOLO 40-400 0,5-2 0,05-0,25 ROBOT DA CUCINA 60-700 0,6-10 0,02-0,25 ASCIUGACAPELLI 6-2000 <0,01-1 <0,01-0,3 FERRO DA STIRO 8-30 0,12-0,3 0,01-0,025 FORNO A MICROONDE 75-200 4,8 0,25-0,6 FORNO ELETTRICO 1-50 0,15-0,5 0,04-0,091 TERMOSIFONE 10-180 0,15-5 0,01-0,25 FRIGORIFERO 0,5-1,7 0,01-0,25 <0,01 RASOIO ELETTRICO 15-1500 0,08-7 <0,01-0,3 TELEVISORE 25-50 0,04-2 <0,01-0,15 TOSTAPANE 7-18 0,06-0,7 <0,01 ASPIRAPOLVERE 200-800 2,20 0,13-2 COPERTA ELETTRICA 2-3 0,1-0,2 <0,05 Campi a radiofrequenze e Microonde I campi elettromagnetici con frequenze comprese tra 100 kHz e 300GHz possono essere ulteriormente suddivisi in campi a: RADIOFREQUENZE (RF) - frequenze fino a 300 MHz MICROONDE (MO): - con frequenze da 300MHz a 300GHz. Sorgenti a RF e MO: Attività domestiche Processi industriali Teleradiocomunicazione Attività terapeutiche e diagnostiche Attività di ricerca Telefoni cellulari telerilevamento 10 Nel’ambiente tali radiazioni sono legate a sorgenti dedicate a telecomunicazioni (ripetitori radio TV) ed impiegate per la telefonia cellulare, tra cui le stazioni radio base ed i telefoni cellulari. Impianti fissi per telecomunicazioni Gli apparati per telecomunicazione per svolgere la loro funzione devono emettere verso l’esterno, con la massima efficienza, l’energia elettromagnetica generata e amplificata da un trasmettitore; l’emissione avviene attraverso una antenna trasmittente. La trasmissione può essere di tipo broadcasting oppure di tipo direttivo: nel primo caso l’antenna deve diffondere il segnale su aree abbastanza vaste per raggiungere il maggior numero di utenti possibile, mentre nel secondo le antenne costituiscono un ponte radio, cioè un collegamento tra due punti in vista. Sono esempi di impianti broadcasting i ripetitori radiotelevisivi e gli impianti di telefonia cellulare, che differiscono fra loro per le potenze impiegate e quindi per le aree di territorio coperte: i primi hanno spesso potenze superiori al kW e, a seconda della loro quota di installazione, coprono bacini di utenza che interessano anche più province, mentre i secondi impiegano potenze di decine di Watt e di solito interessano aree di qualche chilometro. I ponti radio vengono realizzati con antenne paraboliche che irradiano l’energia elettromagnetica in fasci molto stretti, sia orizzontalmente che verticalmente; grazie al loro elevato guadagno inviano il segnale a grandi distanze impiegando potenze in molti casi inferiori al Watt. I ponti radio quindi collegano tra loro due punti distanti senza ostacoli interposti, emettendo il segnale in una direzione precisa e con una frequenza elevata. Questi impianti, grazie alla loro elevata direttività ed alle potenze impiegate, di solito non presentano problemi di ordine protezionistico. Le emittenti radio televisive sono i dispositivi più critici per l’entità dei campi elettromagnetici e l’esposizione della popolazione. Telefoni cellulari Alla base della telefonia cellulare vi è la copertura di tutto il territorio interessato dal servizio attraverso una rete di antenne ricetrasmittenti fisse (Stazioni Radio Base) ciascuna delle quali serve una porzione di territorio indicata come "cella". Gli impianti di telefonia cellulare coprono in modo capillare tutto il territorio, assegnando ad ogni stazione installata un’area o cella, le cui dimensioni dipendono dalla densità degli utenti: nei centri abitati le celle sono di qualche centinaio di metri, mentre nelle aree extraurbane sono più grandi. 11 Gli apparati fissi di telefonia cellulare si compongono di antenne che trasmettono il segnale al telefono cellulare ed antenne che ricevono il segnale trasmesso da quest’ultimo. L’altezza delle installazioni, le potenze impiegate, la tipologia delle antenne impiegate concorrono nel complesso a limitare notevolmente i valori del campo elettromagnetico nelle aree circostanti l’impianto. Le antenne di una stazione radio base funzionano intorno a 900 MHz e a 1800 MHz; trasmettono a livelli di potenza che vanno da pochi watt sino a 100 watt e oltre, a seconda dell'ampiezza della regione, o "cella", che devono coprire con il segnale radio. Le antenne sono generalmente larghe 20-30 cm per un metro di lunghezza e sono montate su edifici o tralicci ad un'altezza dal suolo che varia dai 15 ai 50 metri; emettono fasci di energia a radiofrequenza stretti in direzione verticale, ma piuttosto larghi in direzione orizzontale. Date queste caratteristiche, l'intensità al suolo direttamente sotto l'antenna è assai bassa. L'intensità del campo cresce leggermente quando ci si allontana dalla stazione radiobase e torna a decrescere a distanze maggiori dall'antenna. Dal momento che le antenne dirigono la loro potenza verso l'esterno, e non irradiano quantità significative di energia né all'indietro né verso l'alto e il basso, i livelli di energia all'interno o ai lati degli edifici sono normalmente molto bassi. Generalmente le antenne installate sui tetti sono protette da recinzioni, in modo da impedire l’accesso del pubblico all'area in cui il campo a radiofrequenza eccede i limiti di esposizione. L'esposizione ai campi di chi utilizza un telefonino è molto superiore a quella di chi vive vicino ad una stazione radio base. Comunque, a parte gli sporadici segnali emessi per mantenere il contatto con le stazioni radiobase vicine, i dispositivi cellulari trasmettono energia a radiofrequenza solo durante le chiamate, mentre le stazioni radiobase trasmettono continuamente segnali. 12 L'intensità del campo (e quindi l'esposizione di un generico utente) decresce rapidamente con l'aumentare della distanza dal telefonino. Di conseguenza, l'esposizione di un utilizzatore con il cellulare posto ad alcune decine di centimetri dalla testa (con l'ausilio di dispositivi che lascino libere le mani, tipo auricolari o viva voce) è di gran lunga inferiore a quella di un utilizzatore con il dispositivo appoggiato alla testa. L'esposizione delle persone vicine è molto bassa. Confronto della potenza di emissione di antenne DISPOSITIVO Radar Ripetitore radio/TV GSM 900 MHz GSM 1800 MHZ Antenne radioamatori POTENZA (Watt) 20000 - 200000 4000 – 8000 25 – 50 20 – 40 5 - 50 Campi elettromagnetici – Gli effetti sulla salute Quando un organismo biologico si trova in un campo elettrico o magnetico, ha inevitabilmente luogo una interazione tra le forze dei campi e le cariche e le correnti elettriche presenti nei tessuti dell'organismo. Come conseguenza l’organismo subisce un effetto, che consiste in una deviazione delle condizioni dei tessuti dalla precedente condizione di equilibrio, legato a intensità e frequenza dei campi, caratteristiche dell'organismo e modalità di esposizione. Un effetto non costituisce necessariamente un danno: perché questo si verifichi, l'effetto deve superare la capacità di compensazione di cui dispone l'organismo. Gli effetti sanitari si possono schematizzare in due tipi differenti: o Effetti acuti per esposizioni brevi a livelli elevati, o Effetti sanitari a lungo termine per esposizioni prolungate a livelli bassi. Gli effetti dei campi elettromagnetici sono diversi per "alte" e "basse" frequenze. Per quanto riguarda gli effetti acuti, per frequenze fino ad almeno alcune centinaia di chilohertz, il principale parametro con cui correlare l'esposizione agli effetti biologici è la densità di corrente indotta nei tessuti negli individui esposti. Le correnti indotte interferiscono con i meccanismi fisiologici della percezione sensoriale e della attivazione muscolare, per cui l'esposizione, se sufficientemente intensa, si manifesta con sensazioni tattili o visive spurie o disturbate o con contrazioni muscolari involontarie. A frequenze superiori, gli effetti acuti sono riconducibili al riscaldamento locale dei tessuti provocato dalla corrente indotta. Per quanto riguarda gli effetti cronici dei campi elettromagnetici a bassa frequenza sulla salute umana, i numerosi studi fin qui realizzati non hanno portato a conclusioni univoche sull'effettiva esistenza o 13 incidenza di effetti cronici. Esistono sospetti in particolar modo per quel che riguarda la correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici ELF e leucemie infantili, linfomi e neoplasie del sistema nervoso centrale, anche se gli studi epidemiologici realizzati non sono riusciti a dimostrare l’effettivo legame fra esposizione a campi ELF ed insorgenza di gravi patologie tumorali, in particolare non si è ad oggi riusciti ad accertare il rapporto causa-effetto e individuare un valore di soglia. Sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile, nel 2001 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha classificato i campi elettromagnetici ELF come “possibili cancerogeni per l’uomo”. Le evidenze scientifiche relative a tutti gli altri tipi di tumori nei bambini e negli adulti, nonché quelle relative ad altri tipi di esposizione (cioè a campi statici ed a campi elettrici ELF) sono stati considerati non classificabili, perché le informazioni scientifiche erano insufficienti o incoerenti. La classificazione adottata significa che dagli studi è emersa una limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo ed una evidenza sufficiente meno negli animali che da laboratorio. L’OMS suddivide le sostanze in tre categorie decrescenti: “cancerogeno per l’uomo” l’amianto, radiazione (esempi il ne tabacco, sono la gamma), “probabilmente cancerogeno per l’uomo (come la formaldeide, le lampade solari, la radiazione UV, i gas di scarico dei motori diesel), “possibilmente cancerogeno per l’uomo (quali i gas di scarico dei motori a benzina, i fumi di saldatura, il caffè o appunto le radiazioni ELF). Anche le onde usate per i telefoni cellulari penetrano nei tessuti esposti fino a profondità che variano a seconda della frequenza; queste profondità arrivano sino ad un centimetro per le frequenze della telefonia mobile. I campi caratterizzati dalle frequenze tipiche della telefonia cellulare vengono efficacemente assorbiti dai tessuti biologici. L'energia a radiofrequenza è assorbita nel corpo e produce calore, ma i normali processi di termoregolazione del corpo sono sufficienti a rimuoverlo. 14 Se l’energia associata all’onda è grande (alta potenza), il corpo tende a riscaldarsi, l’aumento della temperatura corporea può indurre effetti di varia natura e costituire un fattore di rischio per la salute; i sistemi di autoregolazione del corpo cercano di contrastare l’aumento di temperatura; questa può crescere notevolmente in quegli organi poco vascolarizzati, cioè con poco flusso di sangue che possa dissipare il calore. Il caso limite è quello del riscaldamento usato deliberatamente per produrre calore in un corpo biologico, e questo è il principio di funzionamento del forno a microonde. Le potenze emesse dalle antenne base per la telefonia cellulare sono dell’ordine al massimo di qualche decina di Watt. A tutt’oggi l’OMS esclude preoccupazioni circa la cronica esposizione ai campi ad alta frequenza, ma la ricerca intorno ai possibili effetti derivanti dall’esposizione ai campi elettromagnetici continua. Un punto su cui pare che la comunità scientifica concordi è che le antenne delle stazioni radio base, se rispettano le normative vigenti, non rappresentino un problema per la salute. Sono in corso indagini relative agli eventuali effetti, sia a breve che a lungo termine, del cellulare in quanto posizionato a pochi centimetri dal cervello può generare campi notevolmente più intensi di quelli prodotti dall’antenna radio base a normale distanza d’accesso al pubblico. Accanto agli effetti di tipo termico, è stato ipotizzato che, in conseguenza all’esposizione cronica a campi elettromagnetici, si possano verificare a lungo termine alcune forme di tumori. Queste affermazioni non hanno ancora un solido fondamento scientifico; diverse organizzazioni hanno ritenuto opportuno promuovere studi di carattere biologico ed epidemiologico sull’argomento. L'OMS ha avviato il Progetto Internazionale Campi Elettromagnetici (CEM) per valutare le evidenze scientifiche dei possibili effetti sanitari dei campi. Il progetto ha definito una procedura formale per la revisione dei risultati delle ricerche e per la valutazione dei rischi. In Appendice 3 si riportano alcuni brani tratti da documenti redatti dall’OMS. La normativa La normativa circoscrive l’ambito dell’inquinamento elettromagnetico al caso delle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti: campi statici (frequenza zero, tensione e corrente continue), bassissime frequenze (ELF) prodotte da elettrodotti e utenze elettriche industriali e domestiche, radiofrequenze (emittenti radiotelevisive, telefonia cellulare e impianti di telecomunicazione in genere), microonde (radar, ponti radio), infrarosso, visibile. 15 La legge quadro L. 36/2001 individua definizioni e ambiti di competenza degli Enti, i successivi decreti attuativi impongono i limiti che non devono essere superati nelle diverse condizioni di esposizione. Si riprendono alcune delle definizioni all'art. 2 della L. 36/2001: limite di esposizione: valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico ai fini della tutela della salute da effetti acuti, non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori; valore di attenzione: valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate; cautela ai fini della protezione da possibili effetti a lungo termine; obiettivo di qualità: valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico ai fini della progressiva mitigazione dell’esposizione ai campi medesimi. La legislazione attualmente vigente in campo nazionale distingue i due casi di campi a 50 Hz (sostanzialmente gli elettrodotti) e di campi a radiofrequenze (telecomunicazioni e trasmissioni radiotelevisive); sono di recente emanazione i decreti attuativi della legge quadro relativi ai due casi: il D.P.C.M. 08.07.03 che fissa i limiti di esposizione a campi a 50 Hz per la popolazione; il D.P.C.M. 08.07.03 che stabilisce i limiti di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici connessi al funzionamento ed all’esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi operanti fra 100 kHz e 300 Ghz. Il contesto normativo è stato modificato, per quel che concerne gli impianti di teleradiocomunicazione, con l'entrata in vigore del D. lgs 198/2002 (cosiddetto “decreto Gasparri”). Tale decreto, in seguito abrogato dalla Corte Costituzionale, incideva sugli aspetti procedurali relativi alla installazione e modifica degli impianti e su quelli programmatori relativi alla pianificazione degli stessi. Una ulteriore evoluzione si è avuta in seguito alla dichiarazione di incostituzionalità del suddetto D. lgs 198/2002 da parte della Corte Costituzionale, la quale, con le sentenze n.303 del 1/10/2003 e n.307 del 7/10/2003, ha ritenuto altresì necessario fornire alcune precisazioni in merito alle competenze dello Stato e degli enti locali in materia di inquinamento elettromagnetico. A completamento del quadro sopra delineato è intervenuta l'emanazione del D. lgs 01.08.03 n.259 “Codice delle comunicazioni elettroniche”, che sostituisce l'abrogato D.lgs n.198/2002, i cui obiettivi sono la salvaguardia dei diritti di libertà di comunicazione, di segretezza delle comunicazioni e di iniziativa economica. Tale decreto attribuisce alle infrastrutture di reti pubbliche di comunicazione il carattere di pubblica utilità, assimilandole alle opere di urbanizzazione primaria, e riconosce la competenza delle 16 Amministrazioni Comunali di disciplinare il corretto inserimento territoriale degli impianti nell'ambito delle esigenze di pianificazione nazionale delle reti, in coerenza con il piano nazionale di assegnazione delle frequenze (decreto 8/7/2002) e nel rispetto dei limiti fissati dal D.P.C.M. 08/07/2003. La tabella seguente riporta i valori limite stabiliti dai decreti per i diversi casi da essi contemplati. Ambito Frequenza Elettrodotti – limiti a campi elettrico e magnetico 50 Hz Limite Riferimenti Note limiti di esposizione 5 kV/m 100 µT DPCM 08.07.03 Art.3 comma 1 valori di attenzione 5 kV/m 10 µT DPCM 08.07.03 luoghi permanenze > 4 Art.3 comma 2 ore obiettivi di qualità 5 kV/m 3 µT DPCM 08.07.03 luoghi permanenze > 4 Art.4 comma 1 ore progettazione nuovi Radiofrequenza limiti di esposizione 100 kHz 300 Ghz 0.1 3 MHz 3 3000 MHz 3 300 GHz valori di attenzione 0.1 MHz 300 Ghz obiettivi di qualità 0.1 MHz 300 Ghz 60 V/m 0.2 A/m 20 V/m 0.05 A/m 1 W/m2 40 V/m 0.01 A/m 4 W/m2 DPCM 08.07.03 livelli mediati su area All. B Tab. 1 equivalente a sezione verticale del corpo DPCM 08.07.03 umano e su 6 minuti All. B Tab. 1 DPCM 08.07.03 All. B Tab. 1 6 V/m 0.016 A/m DPCM 08.07.03 edifici con permanenza All. B Tab. 2 non inferiore a 4 ore 6 V/m 0.016 A/m in aree DPCM 08.07.03 All’aperto All. B Tab. 3 intensamente frequentate Ancor prima dell'emanazione della legge quadro, la Liguria si era dotata di una propria normativa con la L.R. 20/12/1999 n.41, che introduce il Capo VI bis "Tutela dall'inquinamento elettromagnetico" nella L.R. 21 giugno 1999, n.18 (Adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia) e ha rappresentato uno dei primi tentativi in Italia di definire una regolamentazione locale degli impianti a radiofrequenza e degli elettrodotti, con la definizione di specifiche competenze e procedure per l'installazione ed il controllo di tali impianti. La normativa regionale della Liguria quindi ha subito rapidi cambiamenti modificandosi sotto forma di successive modificazioni ed integrazioni alla L.R. 21 giugno 1999 n. 18 Adeguamento delle discipline e 17 conferimento delle funzioni agli Enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia. A seguito dell'evoluzione della normativa nazionale, alcune parti della L.R.18/99 (quali quelle che fissavano le distanze degli impianti dagli edifici o quelle relative al valore di induzione elettromagnetica degli elettrodotti) non sono più applicabili, perchè superate o sostituite dalle norme nazionali, mentre resta valido l'impianto generale della legge, in particolare resta in vigore il quadro dell’attribuzione delle diverse competenze. Il ruolo degli Enti Locali Alla Regione compete: l’esercizio delle funzioni relative all’individuazione dei siti di trasmissione e degli impianti di telefonia mobile, degli impianti radioelettrici e per radiodiffusione la definizione dei tracciati di elettrodotti con tensione fino a 150 kV la definizione delle modalità per il rilascio delle autorizzazioni alla installazione degli impianti la realizzazione e la gestione del catasto delle sorgenti fisse di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (compito svolto da ARPAL) la definizione delle competenze dei comuni e delle provincie Le competenze di Province e Comuni sono così ripartite: Provincia autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di elettrodotti con tensione non superiore a 150 kV e relative varianti, controllo e vigilanza sulle suddette reti; Comune provvedimenti per installazione e modifica di impianti di teleradiocomunicazioni con frequenza fra 100 Khz e 300 Ghz, controllo e vigilanza sugli stessi. Attività di controllo esercitate da ARPAL. Alla Provincia quindi spetta il rilascio dell’autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di elettrodotti con tensione non superiore a 150 kV e le relative varianti, il controllo e la vigilanza sulle suddette reti. Per gli aspetti tecnici la Provincia si avvale del supporto di ARPAL. Il Comune è l’Ente competente al rilascio dei provvedimenti relativi alla installazione e modifica di impianti di teleradiocomunicazioni con frequenza compresa fra 100 Khz e 300 Ghz ed al controllo ed alla vigilanza sugli stessi; in capo al Comune inoltre è posta l'adozione di un piano di organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni che integra la pianificazione territoriale di cui alla legge urbanistica regionale. Per gli aspetti tecnici il Comune si avvale del supporto di ARPAL. Le attività di controllo vengono esercitate dagli enti sopra individuati tramite ARPAL cui è anche affidato il compito di realizzare ed aggiornare, per conto della Regione Liguria, il catasto delle sorgenti 18 fisse di inquinamento elettromagnetico, sulla base della documentazione richiesta dalla legge sia per gli impianti esistenti che per l'installazione degli impianti nuovi. La Regione Liguria inoltre ha adeguato le linee di comportamento che i vari Enti devono assumere alla luce dell’entrata in vigore del decreto legislativo n. 259 del 01.08.2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche” e ad alcune sentenze della Corte Costituzionale fornendo indicazioni sui criteri tecnici e sulle procedure per l’approvazione del Piano comunale di organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni, ovvero il piano di dislocazione degli impianti per telefonia mobile. In tal senso, con circolare del Presidente della Giunta regionale del 02/12/2002, erano state dettate ai Comuni linee di comportamento per coordinare la disciplina regionale con la subentrata disciplina statale. Al fine di armonizzare, nelle more di una modifica legislativa regionale in materia, la legislazione nazionale e quella regionale, la D.G.R. n.68/2004 ha stabilito i criteri tecnici e le procedure per l'approvazione dei Piani comunali di organizzazione del sistema di telecomunicazioni e ha indicato le norme della legge regionale non più applicabili. Si fornisce un quadro riassuntivo dell’insieme delle azioni normative e regolamentari della Regione Liguria in fatto di campi elettromagnetici: L.R. 21.06.99 n. 18 “Adeguamento delle discipline e conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di ambiente, difesa del suolo ed energia” L.R. 20.12.99 n. 41 “Integrazione della L.R. 21 .06.1999 n. 18” L. 22.02.01 n. 36 “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” D.Dir 16.05.00 n. 1048 “Definizione del contenuto delle perizie giurate per l’installazione di nuovi impianti di teleradiocomunicazione e per i predetti impianti già in esercizio” D.Dir 16.05.00 n. 1049 “Definizione del contenuto della documentazione tecnica relativa agli elettrodotti” D.Dir 04.06.01 n.1105 “Integrazione del D.Dir n. 1049 del 16.05.00 concernente la definizione della documentazione tecnica relativa agli elettrodotti” D.G.R. 20.02.02 n. 152 “Criteri tecnici e procedure per l’approvazione del Piano comunale di organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni di cui all’art. 72 undecies della L.R. 18/99 e ss.mm.” D.Dir 14.03.03 n. 440 “Modificazioni alla D.Dir n. 1048 del 16.05.00 di definizione del contenuto tecnico delle domande per l’installazione di nuovi impianti di teleradiocomunicazione ai sensi della L.R. 18/99 e ss.mm.” 19 D.G.R. 03.02.04 n. 68 “Modificazioni alla D.G.R. 152/02 (Criteri tecnici e procedure per l’approvazione del Piano comunale di organizzazione del sistema di teleradiocomunicazioni di cui all’art. 72 undecies della L.R. 18/99 e ss.mm.) e circolare Presidente Giunta del 02.10.02” Livelli di campo mediamente rilevati Ad oggi esistono già numerosi rilievi di campi elettrico e magnetico per entrambi i casi ELF e radiofrequenze. In quanto segue si richiamano: gli esiti di uno studio congiunto Provincia di Genova – ARPAL sui valori di campo elettrico e magnetico (da elettrodotti) in corrispondenza di scuole; alcune elaborazioni statistiche effettuate sui numerosi dati rilevati da ARPAL (sia ELF sia radiofrequenze) nel periodo 2002 ÷ 2005. Lo studio sui campi ELF in corrispondenza di scuole Lo studio, riassunto nel documento “Indagine sui livelli di campo elettrico e magnetico generati da elettrodotti ad alta tensione presso le scuole in provincia di Genova” (2004) è stato effettuato in collaborazione da ARPAL – Dip. Prov.le di Genova – Settore Campi Elettromagnetici e da Provincia di Genova – Area 08 Ambiente – Ufficio Rumore. Lo studio parte da un censimento, effettuato da ARPAL nel 2001 su impulso del Ministero dell’Ambiente, delle linee elettriche ad alta tensione ubicate in prossimità di asili nido, scuole e parchi gioco. Successivamente (2003 ÷ 2004), nell’ambito della collaborazione fra il settore radiazioni non ionizzanti di ARPAL e il corrispondente ufficio della Provincia di Genova, è stato realizzato uno studio sui livelli dei campi elettrico e magnetico cui si trovano esposti gli alunni di asili, scuole materne, elementari e medie sul territorio provinciale. A partire dai dati raccolti durante la fase del censimento, si è estratto un campione di plessi scolastici quindi sottoposti a monitoraggio strumentale. Nel campione sono stati inseriti gli edifici scolastici che in base al censimento risultavano più vicini ad un elettrodotto ad alta tensione. Sono così stati sottoposti ad indagine strumentale 9 scuole genovesi secondo un protocollo di misura, messo a punto da ARPAL, che ha comportato l’esecuzione di misure prevalentemente all’interno degli edifici scolastici, con misure estese alle aree esterne adibite a permanenze prolungate. 20 I rilievi hanno fornito valori ampiamente inferiori agli attuali limiti di legge (i valori più elevati sono risultati essere 35 V/m per il campo elettrico e 0,75 T per il campo magnetico). Elaborazioni di dati rilevati nel periodo 2002 ÷2005 Sono stati elaborati statisticamente i dati, per il periodo suddetto, rilevati e gentilmente messi a disposizione da ARPAL. Per quanto riguarda i campi ELF si tratta di 94 valori di campo elettrico e 175 valori di campo magnetico, rilevati soprattutto in ambiente abitativo o in ambienti esterni pertinenziali alle abitazioni (ad es. giardini). Tutti i valori rilevati, sia di campo elettrico sia di campo magnetico risultano inferiori ai rispettivi valori limite di 5000 V/m e 100 T (per quanto riguarda il campo magnetico, inoltre, risultano tutti inferiori al valore di qualità pari a 3 T). I valori massimi e medi dell’insieme delle misure risultano: per il campo elettrico un massimo di 473 V/m ed una media di 11,1 V/m (con deviazione standard di 51,5 V/m); per il campo magnetico un massimo di 1,86 T ed una media di 0,24 T (con deviazione standard pari a 0,42 T). Per quanto riguarda i campi RF si tratta complessivamente di 1156 valori di campo elettrico. Il 99,8% dei dati risulta inferiore al valore limite di 20 V/m, quindi si verificano superi del suddetto limite nello 0,2% dei casi; per quanto riguarda il valore di attenzione di 6 V/m esso risulta superato nel 4,6% dei casi. I valori massimi e medi dell’insieme delle misure risultano, rispettivamente, pari a 22,6 V/m e 1,4 V/m (con deviazione standard di 2,6 V/m). Campi elettromagnetici e vita quotidiana – Alcuni consigli utili Limitare l’esposizione dovuta all’uso del telefonino Non conservare il cellulare acceso sul torace, in prossimità del cuore. Durante l'uso estrarre l'antenna o munirsi dell'auricolare per allontanare il centro di emissione dalla testa (una frazione stimabile tra il 30% e il 50% dell'energia irraggiata dal telefono cellulare viene assorbita dalla testa dell'utente). Evitare lunghi colloqui ed alternare spesso l'orecchio durante le conversazioni. 21 Non tenere il cellulare acceso accanto a sè nelle ore di riposo. Non tenere il cellulare acceso in ambienti ospedalieri o in cui siano presenti apparecchiature elettromedicali, sugli aerei ed in presenza di persone con dispositivi attivi quali pacemaker o apparecchi acustici. I portatori di pacemaker o protesi elettroniche dovrebbero mantenere una distanza di sicurezza di almeno 30 cm tra il telefonino ed il dispositivo medico. Non usare il cellulare in auto o nelle abitazioni perchè l'intensità di emissione aumenta e peggiora la qualità della comunicazione. I telefoni senza filo per uso interno alle abitazioni danno luogo ad esposizioni molto più basse (potenza 0.01W) rispetto a quelle dei cellulari. Rimanere distanti dagli elettrodomestici non dormire sotto una termocoperta elettrica in funzione, preriscaldare il letto. seguire le immagini televisive ad almeno un metro di distanza dallo schermo del televisore, evitando di stazionare in prossimità delle parti laterali e posteriore del televisore. utilizzare il phon poco frequentemente, per brevi periodi, tenendolo il più possibile lontano dal capo. limitare l'uso del rasoio elettrico. evitare che i bambini stazionino in vicinanza di ferri da stiro, forni elettrici e in prossimità di lavastoviglie, tostapane, frullatori, tritatutto, macinacaffè, apriscatole, radioregistratori. non sostare in prossimità di forni a microonde, specialmente se bambini o donne in età fertile: la distanza deve essere almeno 1 m. mantenere la massima distanza possibile tra utilizzatore e apparecchio per aereosol durante il funzionamento. Attenzione alle linee elettriche non far passare cavi elettrici dietro la testata del letto, tenere distanti le prese elettriche ai lati del letto. 22 non posizionare il letto a ridosso di una parete che confini con un quadro elettrico o con apparecchi elettrici fissi, nella stanza attigua, che producano campi intensi (ad es. lavatrice, lavastoviglie, scaldabagno, etc). posizionare radiosveglie, orologi e lampade da comodino alimentati dalla rete domestica, ad almeno 50 cm di distanza dal guanciale durante le ore di riposo. staccare dalle prese elettriche gli strumenti non in uso. prima di acquistare una abitazione considerare l’eventuale prossimità di linee ad alta tensione e/o cabine di trasformazione. Fonti bibliografiche Siti web: www.comune.genova.it www.regione.liguria.it www.arpa.emr.it www.iroe.fi.cnr.it www.who.int Bibliografia: Bevitori, P. Bevitori, P. Lavermicocca, D. Guerriero, A. Leveratto, G.C. Ancillotti, M. Provincia di Venezia Regione Piemonte, ARPAP Provincia di Cuneo Autori vari Provincia di Genova, ARPAL Inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza. Aspetti tecnici, sanitari e normativi. Campi elettromagnetici generati da sistemi fissi di telecomunicazione e dispositivi elettronici Inquinamento elettromagnetico. Aspetti tecnici, sanitari e normativi. Campi elettrici e magnetici generati da elettrodotti ed apparecchi elettrici La disciplina urbanistico-edilizia degli impianti ad emissione elettromagnetica Campi elettromagnetici Antenne Sicure L’inquinamento elettromagnetico Inquinamento eletromagnetico Elettrodotti ad alta tensione e siti sensibili in Provincia di Venezia L’esposizione ai campi elettromagnetici. Pericoli, valutazioni e normative. L’elettrosmog…proviamo a conoscerlo meglio Seminario di studio: La tutela dall’inquinamento elettromagnetico Indagine sui livelli di campo elettrico e magnetico generati da elettrodotti ad alta tensione presso le scuole in provincia di Genova Maggioli editore Maggioli editore Maggioli editore EPC Libri Hoepli Sal Editoriale Edizioni grafiche Erredici G.S.&S. Maggioli editore 23 Appendice 1 - Elettrodotti in provincia di Genova In Provincia di Genova sono presenti reti di distribuzione energia elettrica di diversi operatori: ENEL, De Ferrari Galliera, Genova Acque e Interpower. In tabella seguente si riporta il numero di linee, suddivise per valore di tensione nominale, presenti nel territorio della provincia. Tensione della linea Numero di linee in Provincia di Genova 380 kV 220 kV 132 kV 30 kV 15 kV 6 kV 5 kV 14 46 98 17 495 3 1 Di seguito si riporta una sintesi sulla distribuzione di elettrodotti in base alla intensità di corrente media annua, parametro di interesse ai fini della valutazione della possibile esposizione prolungata a campi magnetici generati da elettrodotti. Le linee con le tensioni a 30 kV e 15 kV non includono le reti dell’Enel per indisponibilità del dato. Distribuzione complessiva linee elettrodotti per intensità di corrente media annua I media A < 100 100 - 200 200 - 300 300 - 400 400 - 500 % 380 kV % 220 kV % 132 kV % 30 kV % 15 kV % 6 kV % 5 kV 0% 25% 16% 80% 100% 100% 100% 0% 50% 58% 20% 0% 0% 0% 0% 25% 21% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 5% 0% 0% 0% 0% 100% 0% 0% 0% 0% 0% 0% La tabella seguente riporta le linee (suddivise per valore di tensione nominale) presenti nel territorio della provincia di Genova nei diversi Comuni. I dati in tabella mostrano che importanti direttrici di trasporto energetico (linee ad alta ed altissima tensione) si riscontrano in territori di Comuni anche molto differenti fra loro sia demograficamente, sia per presenza di infrastrutture ed attività produttive, sia per le caratteristiche ambientali della maggior parte del territorio. 24 Comuni Arenzano Avegno Bargagli Bogliasco Borzonasca Busalla Camogli Campoligure Campomorone Carasco Casarza Ligure Casella Castiglione C. Ceranesi Chiavari Cicagna Cogoleto Cogorno Coreglia Ligure Crocefieschi Davagna Fascia Favale Malvaro Fontanigorda Genova Gorreto Isola del Cantone Lavagna Leivi Lorsica Lumarzo Masone Mele Mezzanego Mignanego Moconesi Moneglia Montebruno Montoggio 380 kV 1 Tensione della linea 220 kV 1 132 kV 3 1 1 1 1 2 1 2 1 1 30 kV 6 1 1 1 1 3 1 1 1 1 1 1 1 1 3 1 1 2 1 1 32 2 1 5 1 1 3 1 1 1 1 2 2 1 2 3 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 15 kV 10 2 3 4 5 11 2 4 2 7 4 3 1 6 9 4 6 2 2 1 4 1 1 2 227 1 3 12 5 1 1 5 3 5 3 4 2 1 3 6 kV 5 kV 3 1 25 Comuni Ne Neirone Orero Pieve Ligure Portofino Propata Rapallo Recco Rezzoaglio Ronco Scrivia Rondanina Rossiglione Rovegno S. Colombano C. S. Margherita L. S. Stefano D'Aveto Sant'Olcese Savignone Serra Riccò Sestri Levante Sori Tiglieto Torriglia Tribogna Uscio Valbrevenna Vobbia Zoagli TOTALE 380 kV 220 kV 1 1 1 2 2 1 1 1 3 2 1 1 132 kV 2 1 1 1 30 kV 2 2 1 1 1 1 1 5 2 1 1 1 1 1 4 1 1 1 1 1 1 1 1 14 46 98 17 15 kV 3 1 3 5 2 1 12 10 2 4 2 4 3 10 11 2 5 4 4 14 5 1 5 2 1 2 1 4 6 kV 5 kV 495 3 1 26 Appendice 2 – Elettrodotti: stima dei campi in diverse situazioni Si sono effettuate alcune stime teoriche, mediante simulazioni numeriche al computer, dei livelli di campo elettrico e magnetico in varie configurazioni di elettrodotto, mediante un algoritmo basato sulla norma CEI 211 – 4 “Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da linee elettriche. I livelli di campo stimati per via teorica sono, naturalmente, da considerare con cautela per le numerose approssimazioni insite sia negli algoritmi di calcolo sia, in molti casi, nei dati di partenza. Linee ad alta tensione (132 kV) I grafici seguenti riportano l’andamento, in funzione della distanza dal traliccio, dei livelli di campo elettrico E (in kV/m) e magnetico B (in µT) per diversi valori di intensità di corrente per un traliccio a terna semplice. Il calcolo è stato effettuato considerando tre differenti altezze dal suolo: 2 m (persone in strada, piano terra delle abitazioni), 10 m (terzo piano) e 20 m (appena al di sopra della cima del traliccio). Il valore del campo elettrico dipende dalla sola tensione ed è indipendente dalla intensità di corrente, mentre il valore del campo magnetico è determinato dalla intensità di corrente. Il calcolo del campo magnetico è stato effettuato per due differenti valori di essa: 100 A e 300 A, rappresentativi di casi statisticamente rilevanti per la corrente media annua. Valore efficace del campo Elettrico (E) - Tensione 132 kV, Corrente 100 A 3,5 3 E (kV) 2,5 2 2 10 1,5 20 1 0,5 0 -45 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Distanza (m ) Il campo elettrico stimato, nei casi considerati, risulta abbondantemente al di sotto dell’attuale valore limite (5 kV/m) per qualunque distanza dal traliccio. 27 Valore efficace del campo Magnetico (B) - Tensione 132 kV, Corrente 100 A 6 B ( mT ) 5 4 2 3 10 2 20 1 0 -45 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Distanza (m ) B ( mT ) Valore efficace del campo Magnetico (B) - Tensione 132 kV, Corrente 300 A 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 -45 2 10 20 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Distanza (m ) Al crescere del valore dell’intensità di corrente cresce, naturalmente, il livello del campo magnetico. 28 Linee ad altissima tensione (380 kV) I grafici seguenti riportano l’andamento, in funzione della distanza in pianta dal traliccio, dei livelli del campo elettrico E (in kV/m) magnetico B (in µT). Il calcolo è stato effettuato per un’intensità di corrente pari a 500 A; il traliccio è a “terna doppia”. Valore efficace del campo Elettrico (E) - Tensione 380 kV, Corrente 500 A 20 E (kV) 15 2 10 10 20 5 0 -45 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Distanza (m ) B ( mT ) Valore efficace del campo Magnetico (B) - Tensione 380 kV, Corrente 500 A 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 -45 2 10 20 -40 -35 -30 -25 -20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Distanza (m ) 29 Appendice 3 – Promemoria OMS Promemoria n. 263 – Ottobre 2001: Campi a frequenza estremamente bassa e cancro: I campi ELF provocano il cancro? E’ noto che i campi ELF interagiscono con i tessuti viventi inducendo al loro interno campi e correnti elettriche. Questo è l’unico meccanismo di azione accertato per questi campi. Comunque, l’intensità delle correnti indotte dai campi ELF ai livelli comunemente riscontrati nel nostro ambiente è di solito molto inferiore alle massime correnti che si sviluppano naturalmente nel corpo, come quelle che controllano il battito cardiaco. A partire dal 1979, quando gli studi epidemiologici sollevarono per la prima volta il problema della relazione tra campi magnetici a frequenza industriale e tumori infantili, sono stati condotti un gran numero di studi per stabilire se l’esposizione ai campi ELF potesse influenzare lo sviluppo del cancro, ed in particolare della leucemia infantile. Non c’è nessuna evidenza convincente che l’esposizione ai campi ELF che sperimentiamo nei nostri ambienti di vita provochi un danno diretto alle molecole biologiche, compreso il DNA. Poiché non sembra verosimile che l’esposizione a campi ELF possa iniziare un processo cancerogeno, sono state condotte numerose ricerche per stabilire se non possa invece influenzare la promozione o la co-promozione del cancro. I risultati degli studi su animali condotti fino ad oggi suggeriscono che i campi ELF non siano né iniziatori né promotori del cancro. Tuttavia, due recenti analisi dei dati aggregati di diversi studi epidemiologici hanno fornito indicazioni che sono state cruciali nella valutazione della IARC. Questi studi suggeriscono che, in una popolazione esposta a campi magnetici mediamente superiori a 0,3-0,4 µT, si possa sviluppare un numero doppio di casi di leucemia infantile rispetto ad una popolazione con esposizione inferiore. Nonostante la gran mole di dati, rimane ancora incerto se l’aumento dell’incidenza di leucemie sia dovuto all’esposizione ai campi magnetici o a qualche altro fattore. La leucemia è una malattia rara. Attualmente, essa viene diagnosticata ogni anno a 4 bambini su 100.000 di età compresa tra 0 e 14 anni. Anche un’esposizione media al di sopra di 0,3-0,4 µT nelle abitazioni è rara. Dai risultati degli studi epidemiologici si può stimare che meno dell’1% della popolazione sia esposta a questi livelli laddove si utilizza energia elettrica a 240 V, anche se questo numero potrebbe essere più alto dove si utilizza la tensione di 120 V. L’analisi effettuata dalla IARC affrontava il problema della possibilità che i campi elettrici e magnetici ELF pongano un rischio di cancro. Il prossimo passo del processo è quello di giudicare la verosimiglianza di tumori causati nella popolazione generale dalle normali esposizioni e di valutare i dati 30 scientifici relativi ad altre patologie, diverse dal cancro. Questa parte del processo di definizione del rischio dovrebbe essere completata dall’OMS entro 18 mesi. Promemoria n. 183 – Revisione Maggio 1998: Effetti sanitari dei campi a radiofrequenza: L'esposizione a campi RF può causare riscaldamento o indurre correnti elettriche nei tessuti corporei. Il riscaldamento costituisce la principale interazione dei campi RF ad alta frequenza al di sopra di circa 1 MHz. Al di sotto di circa 1 MHz, l'azione dominante dell'esposizione a RF è l'induzione di correnti elettriche nel corpo. • Una revisione dei dati scientifici svolta dall'OMS nell'ambito del Progetto internazionale CEM (Monaco, Novembre 1996) ha concluso che, sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro. • Comunque, la stessa revisione ha anche evidenziato che sono necessari ulteriori studi, per delineare un quadro più completo dei rischi sanitari, specialmente per quanto concerne un possibile rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi RF. Promemoria n. 193 – Revisione Giugno 2000: I telefoni mobili e le loro stazioni radio-base: Cancro: l'evidenza scientifica attuale indica che l'esposizione a campi a radiofrequenza quali quelli emessi dai telefoni cellulari e dalle stazioni radio base non inducono o favoriscono, verosimilmente, il cancro. Diversi studi su animali esposti a campi a radiofrequenza simili a quelli emessi dai telefoni cellulari non hanno trovato nessuna evidenza di induzione o promozione di tumori cerebrali. Nel 1997 uno studio ha indicato che i campi a radiofrequenza accrescevano il tasso di sviluppo di linfomi in ratti geneticamente modificati, ma le implicazioni sanitarie di questo studio non sono ancora chiare. Sono in corso diverse ricerche per confermare questi risultati e stabilire se abbiano rilevanza per il cancro nell'uomo. Tre studi epidemiologici recentemente conclusi non hanno trovato nessuna evidenza convincente di aumenti del rischio di insorgenza di cancro o di alcuna altra malattia, in relazione all'uso di telefoni cellulari. o Altri rischi sanitari: alcuni scienziati hanno riportato altri effetti legati all'impiego dei telefoni mobili, tra cui cambiamenti nell'attività cerebrale, nei tempi di reazione e nell'andamento del sonno. Questi effetti sono minimi e non sembrano avere alcun impatto sanitario significativo. Sono in corso studi per confermare questi risultati. o Guida automobilistica: la ricerca ha chiaramente dimostrato un aumento del rischio di incidenti stradali in connessione all'utilizzo di telefoni cellulari durante la guida (siano essi tenuti in mano o usati con dispositivi "a viva voce"). 31 o Interferenza elettromagnetica: quando i telefoni cellulari sono utilizzati in prossimità di dispositivi medicali (tra cui pacemaker, defibrillatori impiantabili e certi apparecchi acustici) è possibile che si provochino interferenze. Sono potenzialmente possibili anche interferenze tra telefoni cellulari e dispositivi elettronici degli aerei. Appendice 4 – Riferimenti normativi in materia di campi ad alta frequenza Quadro normativo Legge n. 36/2001 D.P.C.M. 8 luglio 2003 Limiti esposizione, valori attenzione, obiettivi qualità per protezione della popolazione da esposizione a campi elettromagnetici generati a frequenze comprese fra 100 kHz e 300 GHz D.lgs 259/2003 Codice delle comunicazioni elettroniche Impianti di comunicazione elettronica assimilati a opere urbanizzazione primaria Impugnato davanti alla Corte Costituzionale, in attesa di sentenza. Pronunce della corte costituzionale a) n. 303/2003 illegittimità costituzionale del d.lgs. 198/2002 b) n. 307/2003 illegittimità di alcune norme regionali, lo stato è competente alla fissazione di standard uniformi (limiti, valori attenzione e qualità), ferma la competenza regionale a legiferare in merito a criteri localizzativi e standard urbanistici c) n.331/2003 censura legge regione Lombardia che fissava limite generale di distanza da siti sensibili Ulteriori indicazioni Protocollo intesa ANCI-Ministero delle Comunicazioni sottoscritto in data 17 dicembre 2003, siglato anche dai gestori di telefonia mobile, lo scopo è concordare la pianificazione delle sorgenti di campi elettromagnetici 32