Rubrica: EDITORIALE
200 MILIONI DI EURO PER IL "SISTEMA TERRA"
II suolo rappresenta la caratteristica nodale dell'ambiente, l'elemento
d'equilibrio del
sistema eco-compatibile. In un sistema
di tal fatta, l'agricoltura, nata nella notte dei tempi, rappresenta per sua stessa
definizione, una distorsione del normale
sviluppo naturale, l'agricoltura essendo la forzatura, dovuta alla mano e
all'operosità
dell'uomo, dei naturali cicli riproduttivi
della flora e fauna terrestri. Essa è, però, solo uno dei fattori aggiunti. L'uomo distorce,
infatti, gli ecosistemi naturali in ben
più di un'occasione: dall'industria all'edilizia, dall'urbanizzazione alle attività
ludico-sportive. Forzando al limite il concetto,
ritroviamo l'uomo artefice della sua stessa "fine". Ma l'agricoltura, forzatura della
natura, rappresenta allo stesso tempo un
fattore di coesione sociale e culturale, assicura la permanenza dell'uomo in determinati
territori che altrimenti verrebbero
abbandonati, favorisce l'integrazione tra razze e, all'interno di una stessa razza, tra ceti
sociali differenti; garantisce la tutela
della bio-diversità, implementando le specie colturali e contribuendo alla selezione delle
razze animali domestiche. In
questo ecosistema globale, la coltura dei campi, il settore primario della vita dell'uomo,
deve evolversi in senso di uno
sviluppo sostenibile, deve garantire lo sfruttamento "adeguato" della risorsa terra, le cui
molteplici funzioni, già ne indicano
l'importanza capitale. Le principali funzioni del suolo sono quelle di garantire, infatti,
una fonte di riserva dei nutrienti per la
vegetazione (sali minerali, microrganismi, acqua, ecc.); regola i flussi idrici fungendo da
filtro chimico per questi; garantisce
un habitat biologico e di riserva genetica per molte specie animali e vegetali; è, inoltre,
un indispensabile supporto fisico per
tutte le nostre attività sociali. La Regione Lazio si muove, da tre anni a questa parte,
cercando di uniformare i propri indirizzi
normativi al resto dell'Europa, pur con le dovute differenziazioni, dettate dalle
peculiarità che caratterizzano storicamente il
nostro territorio. Le aziende agricole laziali tendono a differenziarsi dalle omologhe
europee per l'utilizzo inferiore della
superficie colturale: la frammentazione rappresenta la caratteristica dell'azienda media
laziale e nazionale. L'attuale
Amministrazione regionale cerca di favorire con sostegno finanziario il riordino fondiario
ma, evidentemente, le piccole e
piccolissime imprese continuano a farla da padrone. E questo in Italia accade non solo nel
settore primario: la
frammentazione delle imprese caratterizza circa I'80% del settore produttivo nazionale. La
frammentazione delle imprese
risulta essere, dunque, la nostra peculiarità e la nostra tipicità. II Piano di sviluppo
rurale, sebbene tenda a favorire il riordino
fondiario per far crescere anche quantitativamente le aziende locali, allo stesso modo non
penalizza le piccole imprese,
nostro contrassegno distintivo, garantendo, in primis, la tutela della risorsa terra. I
nostri investimenti per oltre 200 milioni di
euro, in appena tre annualità, stanno lì a dimostrarlo.
Antonello lannarilli
Assessore all'Agricoltura
Rubrica: IN ITALIA
2 MLD IL FATTURATO DELL'OLIO
L'olio d'oliva made in Italy conquista, sempre di più, il mercato. Il fatturato del settore, nelle mani
delle multinazionali e di qualche grande azienda, si aggira mediamente, ogni anno, sui 2 miliardi di
euro, ma 8 italiani su 10 non conoscono la differenza tra olio d'oliva e quello extravergine. Le cifre
sono emerse nel corso dell'Assemblea nazionale del Consorzio nazionale olivicoltori (Cno). In
totale il settore occupa 1,5 milioni di persone di queste 1,2 sono olivicoltori per lo più concentrati
nell'Italia meridionale, mentre la produzione si aggira ormai da una decina d'anni, attorno alle
550.000 tonnellate. I consumi
delle famiglie, invece, hanno toccato le 600.000 tonnellate.
PIU' DIGNITA' PER GLI OGM
Il professore di Botanica e Biotecnologie Vegetali, Francesco Sala, e la ricercatrice del
Cnr, Barbara Basso, nell'introduzione al libro "Biotecnologie per la tutela dei prodotti
tipici italiani", sostengono che la valorizzazione delle colture tipiche italiane, la difesa del
patrimonio di bio-diversità e di qualità dei prodotti tipici "non significa demonizzare le
biotecnologie vegetali". Secondo Sala molte delle varietà sono a rischio di estinzione
perchè soffrono di difetti genetici. Un esempio è il pomodoro di San Marzano, decimato da
un virus (il Cmv). Oggi il rimedio ultimo consiste nell'abbandono della varietà tipica e
nella sostituzione con una analoga, che però non può fregiarsi dell'etichetta Dop.
(ANSA)
CIRCA 1.000 LE PIANTE "ALIENE"
In Italia vivono 990 specie di piante di origine esotica, solo in parte naturalizzate, di
cui 214 invasive, che costituiscono un pericolo per la biodiversità del nostro Paese. In Europa, in
totale sono 1.568 le specie vegetali esotiche, di cui 473 in Corsica. Lo rivela il libro di
Rickard Primack (Università di Boston) "Biologia della conservazione", edito da Zanichelli
e appena tradotto in Italia. In Italia la regione che sta peggio è la Sardegna, con ben 110
specie esotiche considerate invasive, cioè in grado di colonizzare consistenti superfici ad
una certa velocità e soppiantare le specie autoctone.
PLASTICA BIODEGRADABILE PER SERRE
I laboratori dell'Istituto di Chimica e Tecnologia dei Polimeri del Consiglio nazionale delle ricerche
di Pozzuoli (Napoli) stanno mettendo a punto una plastica biodegradabile, ideale per pacciamare i
terreni agricoli. Un'invenzione in grado di risolvere il problema dello smaltimento, dal momento
che in Italia le sostanze plastiche utilizzate per la pacciamatura dei suoli soprattutto film in
polietilene (Pe) ed copolimeri etilene-vinilacetato (Eva) - ricoprono una superficie di ben 100.000
ettari di aree coltivate, sui quali l'attività di riciclo è di fatto inesistente a causa dei costi elevati
(materiali sporchi e contaminati da diserbanti e fertilizzanti). Da qui l'idea dei ricercatori del Cnr di
destinare a questo scopo sostanze plastiche biodegradabili, a base di amido e quindi smaltibili
direttamente sui campi al termine della coltivazione, senza rilascio di scorie dannose.
ZOOTECNIA, PREMI PER 30 MLN
Ulteriore ciclo di pagamento dei premi comunitari nel settore della zootecnia bovina per la
campagna 2002. L'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) ha effettuato pagamenti
per complessivi 29.332.112 euro. In particolare sono stati pagati 5.537.849 euro per il
regime di premio "bovini maschi", 6.860.131 euro per il regime di premio "vacche nutrici"
e 16.934.132 euro relativo al regime di premio macellazione. "Si tratta di una procedura
d'urgenza - spiega il commissario dell'Agea, Antonio Buonfiglio - che abbiamo scelto di
seguire per sopperire alle carenze di aggiornamento che tuttora si riscontrano
nell'Anagrafe nazionale bovina".
Rubrica: IN EUROPA
ISTITUTI DI RICERCA UNITI DALLA QUALITA'
Quattro istituti europei di ricerca hanno unito le forze per dare vita a un'associazione
internazionale di ricerca sulla qualità del cibo e la salute (Food quality and health). Il
suo scopo principale sarà quello di coordinare e diffondere gli studi nel campo dei prodotti
biologici. A promuovere l'associazione ci sono una serie di compagnie, dipartimenti
universitari, rappresentanti governativi e del settore bio. Tra i membri fondatori spiccano
in particolare l' università di Kassel (Germania), l'istituto Louis Bolk (Paesi Bassi),
l'Institute of Organic Agriculture (Svizzera) e la Brad, l'associazione danese di ricerca sulla
biodinamica.
MISURE PIU' DURE CONTRO I FALSARI
Sanzioni penali che possono arrivare fino alla detenzione in carcere, blocco dei conti
correnti bancari e risarcimento danni: queste le pene previste dalla Ue, in una proposta di
direttiva presentata allo scopo di ridurre il commercio, dei prodotti contraffatti,
soprattutto i prodotti agroalimentari. La proposta integra quella precedente di estendere il campo
d'applicazione del regolamento 3295/94 sui controlli in dogana ai nuovi diritti delle
proprietà intellettuali, come agli alimenti a denominazioni d'origine e alle indicazioni
geografiche protette (dei vini e dei prodotti agricoli e alimentari).
I "NUOVI EUROPEI" CHIEDONO CIBI SANI
Avere a disposizione alimenti sani e sicuri, quindi di qualità, ma anche migliorare la
vita
nel mondo rurale. E' la risposta che hanno dato l'88% dei cittadini intervistati in un
ampio
sondaggio promosso dall'Ue nei tredici futuri Stati, in via di adesione (Cipro,
Repubblica
ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia) o che
aderiranno a più lunga scadenza nell'Unione (Bulgaria e Romania, e Turchia). A loro era
stato chiesto come "dovrebbe configurarsi la politica agricola comune in Europa. Il
sondaggio Eurobarometro, rivela che una netta maggioranza (67%) è favorevole a minori
sovvenzioni per i prodotti, maggiori finanziamenti per lo sviluppo dell'economia rurale, e
ad un sostegno diretto agli agricoltori.
PIANTE PER ALIMENTAZIONE ANIMALE
Secondo i risultati di alcune ricerche finanziate dalla Ue e condotte dal Rowett Research
Institute (Rri) di Aberdeen, in Scozia, alcune piante selezionate e i loro estratti sarebbero
in grado di aumentare la redditività degli allevamenti e migliorare l'ambiente. Al progetto,
coordinato dal centro scozzese, partecipano varie università e partner commerciali
provenienti, oltre che dal Regno Unito, anche da Svizzera, Irlanda, Spagna e Germania.
John Wallace, dell'istituto scozzese, ha sottolineato come queste piante spontanee
possano rappresentare un'alternativa sicura e del tutto naturale agli additivi per mangimi
esistenti.
INVENTATO IL ROBOT ANTI - ERBACCE
Svend Christensen, un ricercatore dell'Istituto danese di scienze agrarie (Tjele), è
l'inventore di un primo prototipo di questa sorta di robot verde. La macchina, registra la
posizione delle erbacce sul suolo con l'aiuto del sistema satellitare Gps e di un sofisticato
software basato sulla tecnica del riconoscimento dei volti. Una telecamera installata sul
robot invia le immagini delle piante al software che a sua volta le confronta con quelle
custodite in memoria e decide così se eliminarle o meno. Questa prima versione del robot
attacca le piante che non passano il test del software spruzzando il liquido erbicida in
maniera molto selettiva. In questo modo, è stato dimostrato che il consumo di erbicidi più
essere ridotto anche del 70%. Ma Christensen punta ad una versione completamente
verde del robot, cioè alla realizzazione di un diserbante meccanico che, una volta
individuata la pianta nociva, la sradica direttamente dal suolo.
ASSICURAZIONI, SCONTRO TRA PAESI UE
La Commissione presenterà nel 2004 uno studio sul funzionamento delle assicurazioni agricole in
caso di catastrofe nazionale o di epizoozie. Secondo un documento di lavoro le posizioni degli Stati
membri sono riconducibili a due orientamenti. Quello delle delegazioni del nord dell'Ue
(Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Germania e Regno Unito) che si sono opposte ad un aumento del
finanziamento comunitario per sistemi di assicurazione ed hanno proposto il ricorso ad
assicurazioni private. Al contrario Stati membri come la Francia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia
sono favorevoli a un finanziamento comunitario di alcune azioni utilizzando il bilancio del Fondo
veterinario europeo.
a cura di Franco Ghini
Rubrica: LINEA DIRETTA
L'ASSESSORE IANNARILLI RISPONDE
Egregio assessore, sono un giovane amante degli animali ed in particolare dei cavalli che sono la
mia vera passione. Abito nella Maremma laziale e pertanto sono particolarmente attento alle sorti
della razza maremmana, tipica di queste parti, ma conosco bene anche le altre razze autoctone
regionali (il tolfetano, il cavallino d'Esperia). Vorrei sapere da lei, se e come la Regione Lazio
interviene a favore di queste specie e come potrei fare nel caso in cui volessi intraprendere l'attività
di
allevatore di una di queste magnifiche razze.
Caro amico, da tempo l'assessorato regionale all'Agricoltura ha intrapreso una serie di
iniziative a favore dei cavalli sia con politiche volte a sostenere strutturalmente il settore, sia con
iniziative promozionali nel Lazio e nel resto d'Italia, che ci hanno portato a
collaborare con le più importanti associazioni in questo campo, tra cui l'Unire. Riguardo la
promozione, penso ad esempio all'apertura del primo tratto Roma Verona del progetto "Ippovia
Italia" che consiste nella creazione di veri e propri itinerari turistici a cavallo nella fattispecia da
Roma a Verona, con la sistemazione di cartelli lungo i sentieri con indicati: il percorso, le poste
dove i cavalieri potranno sostare per mangiare, dormire, e dove si potranno cambiare i cavalli; in
ognuna delle tappe vengono allestiti, dall'assessorato che dirigo, i tipici capanni maremmani dove
verranno offerti i prodotti del Lazio. Relativamente
agli interventi strutturali cui accennavo prima, tengo a ricordare che l'amministrazione
regionale ha prorogato il programma di miglioramento genetico, sulla base degli ottimi risultati
ottenuti negli anni passati. Per quanto riguarda gli equini, il numero di fattrici
iscritte nel programma di miglioramento è in costante crescita, passando dai 2.541 capi del 1999,
agli attuali 3.076. Il programma di miglioramento genetico è teso ad ottimizzare la "resa" di ogni
singolo capo di bestiame, anche attraverso la precoce selezione dello stesso personale altamente
qualificato, di volta in volta, seleziona il soggetto e lo indirizza verso i diversi campi
dell'allevamento (da sella, da tiro, sportivo, da carne, ecc.). Come lei stesso ricordava, la presenza
delle razze tipicamente agricole, quale il cavallo agricolo
italiano da tiro pesante rapido (Tpr) e da sella come il Maremmano, è affiancata dalla presenza di
razze autoctone in via di estinzione, quali la Tolfetana e il Pony di Esperia; a
favore di questi animali, occorre ricordare gli ingenti finanziamenti messi a disposizione
dall'assessorato all'Agricoltura attraverso il Piano di sviluppo rurale che, nella Misura II.1,
prevede interventi a favore di Centri di ippoterapia, maneggi e centri di equitazione. Oltre a questa
vogli o citare anche l'altra misura del Psr che prevede la corresponsione di aiuti per gli agricoltori
che allevano capi animali appartenenti ad una delle razze minacciate da erosione genetica
( Maremmano, Tolfetano, da tiro pesante rapido e pony d'Esperia): la 3.1, precisamente l'azione F8
della misura 3.1, attraverso la quale sono già stati realizzati numerosi interventi. Per poter usufruire
di questi finanziamenti ci si può rivolgere presso gli
uffici delle sezioni decentrate dell'Agricoltura competenti per territorio, che potranno fornire
tutte le informazioni necessarie.
L'ASSESSORE IANNARILLI RISPONDE
Onorevole assessore, sono un pescatore della provincia di Latina, vorrei sapere quali sono le norme,
sia a livello comunitario che nazionale, relative alla tracciabilità del pesce e, quali quelle che
prevedono forme di finanziamento a sostegno del nostro settore.
La disciplina legislativa attuale fa riferimento al regolamento comunitario n. 2065_2001, approvato
dalla Commissione pesca il 22 ottobre 2001 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità
europee il 24 ottobre 2001, che detta le regole in ordine alla tracciabilità dei prodotti ittici. Dal
primo gennaio 2002, tutti i pesci venduti al dettaglio dovranno esser accompagnati da un'etichetta
che indichi il nome commerciale della specie, il metodo di produzione (se cioè il pesce proviene da
acquacoltura o sia stato pescato in mare) e l'area in cui è avvenuta la cattura (i pesci pescati in mare
aperto dovranno essere accompagnati da un'etichetta che precisi l'area di cattura sulla base di una
lista allegata; per i pesci d'acqua dolce occorrerà menzionare lo Stato membro o il Paese terzo di
origine del prodotto; per i pesci d'allevamento è invece richiesta l'indicazione del luogo nel quale è
avvenuta la crescita); una vera e propria "carta d'identità" dei pesci. L'obiettivo del provvedimento è
quello di tutelare la salute dei consumatori europei, ripercorrendo la provenienza del pesce che
finisce in tavola e la filiera di vendita del
prodotto; in questo modo si ridurrà il rischio di frodi alimentari e si porrà il consumatore in
condizione di scegliere più liberamente. Il regolamento comunitario è stato recepito in Italia con il
Decreto Ministeriale del 27 marzo 2002, pubblicato sulla Gazzetta il successivo 10 aprile, che
"riguarda i requisiti obbligatori di etichettatura riferiti ai prodotti della pesca e dell'acquacoltura".
Tutti i commercianti sono obbligati ad esporre su etichette e cartelli la certificazione sul tipo di
pesce venduto: la denominazione commerciale (è facoltativa l'indicazione anche della
denominazione scientifica del pesce, che è invece obbligatoria in
ogni stadio della commercializzazione), il metodo di produzione, la zona di cattura (occorre
indicare se il prodotto proviene dal mar Mediterraneo o da altro mare). Per rispondere infine alla
seconda parte della sua domanda, le dico che in attuazione del D.L. n. 143 del '97,
che conferisce alle Regioni le funzioni amministrative in materia di agricoltura e pesca, la Regione
Lazio è chiamata a far parte delle Amministrazioni che concorrono al raggiungimento degli
obiettivi comunitari nel settore ittico. In particolare si fa riferimento al
regolamento (Ce) n.1263 del '99 riguardante lo "Strumento finanziario di orientamento della pesca"
(Sfop) ed al regolamento (Ce) n.2792 del '99 che definisce "modalità e condizioni strutturali nel
settore della pesca ed acquacoltura". Per il raggiungimento degli obiettivi di questo programma, è
stato approvato dalla Commissione europea (con decisione n° C 2001/45 del 23/01/01), un
Documento unico di programmazione (Docup), a cura dell'Autorità nazionale, in cui si analizza la
situazione del comparto ittico, si stabiliscono le strategie e le priorità d'azione. A tale proposito la
Regione Lazio ha elaborato il "Programma operativo regionale per il completamento di
programmazione nazionale", approvato il 21 settembre 2001, che analizza la situazione generale del
comparto ittico laziale, predispone una prima organizzazione interna delle funzioni amministrative e
contiene la ripartizione finanziaria delle risorse comunitarie, nazionali e regionali, a sostegno degli
interventi di propria competenza. La Regione Lazio con deliberazione di giunta del 30 ottobre 2001,
n. 1598, ha approvato gli avvisi pubblici sulle modalità di
accesso ai benefici previsti dallo Sfop.
Rubrica: AGENDA REGIONALE
MIGLIORAMENTO OLEICO, LA GIUNTA APPROVA IL PROGRAMMA
Oltre 86mila aziende, fra olivicoltori, frantoiani, associazioni di produttori; 60.000 ettari destinati
alla produzione di olive; 162 comuni: questa la realtà interessata dal programma regionale per il
miglioramento della qualità della produzione olearia per il ciclo produttivo
2003-2004. Il programma prevede l'incremento delle azioni contro la mosca dell'olivo ed eventuali
altri organismi nocivi, il miglioramento delle condizioni di coltivazione e trattamento degli oliveti,
di raccolta, di magazzinaggio e trasformazione delle olive e degli oli prodotti, l'assistenza tecnica
degli olivicoltori e ai frantoiani; il miglioramento e lo smaltimento dei residui di lavorazione
dell'olio. Per la realizzazione del programma, la Giunta ha stanziato oltre 976mila euro. I fondi
potranno essere utilizzati anche per dimostrazioni e attività formative persso gli agricoltori e i
frantoi e per avviare programmi di ricerca in collaborazione con le strutture specializzate.
L'attuazione del programma è stata affidata all'Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione
dell'agricoltura del Lazio (Arsial), che potrà avvalersi di soggetti terzi, quali associazioni di
produttori o istituti di ricerca. "Il programma - ha dichiarato l'assessore all'Agricoltura, Antonello
Iannarilli - si inserisce nel quadro delle attività intraprese dall'assessorato volte alla qualificazione
delle produzioni e alla diffusione di un'agricoltura più sana, a tutto vantaggio dei consumatori e
degli stessi produttori. Il piano di quest'anno è il risultato della fattiva collaborazione tra operatori
agricoli, associazioni professionali, Arsial e Regione e perfeziona l'attività già svolta nella
campagna trascorsa estendendo gli interventi in maniera più capillare e perfezionata".
Il provvedimento verrà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio (Burl) e potrà essere
scaricato dal sito internet www.assagri.it
IANNARILLI INAUGURA LA SALA PANEL DELLA REGIONE
E' stata inaugurata, presso l'Istituto tecnico agrario Giuseppe Garibaldi, la prima sala
"panel" polifunzionale regionale, realizzata in otto mesi grazie al contributo della Regione
Lazio e alla collaborazione dell'Istituto agrario con l'Umao, unione mediterranea
assaggiatori olio. Alla conferenza stampa "il ritorno ai sapori, tipici, tradizionali, certificati",
aperta dal preside dell'Istituto Giorgio Stazi, era presente ed è intervenuto l'assessore
regionale all'Agricoltura Antonello Iannarilli. L'assessore ha messo in rilievo "la crescente
importanza della scuola agraria per il recupero di una conoscenza agricola sana, in un
momento in cui agricoltura e alimentazione sana sono più che mai legate l'una all'altra", si
è complimentato per il lavoro svolto e ha garantito un impegno continuo della Regione,
proponendo all'Istituto e all'Umao, una collaborazione duratura nell'individuazione di
strumenti idonei per valorizzare e tutelare le produzioni agroalimentari di qualità. il
presidente dell'Umao, Paola Fioravanti, ha ricordato che i panel sono gruppi di assaggio
regolati dalla disciplina comunitaria sull'etichettatura d'origine dell'olio extravergine d'oliva
e che la sala è stata ospitata all'interno dell'Istituto Garibaldi perchè, con i suoi 72 ettari di
superficie, raccoglie "tutti i punti della filiera dell'olio dal vigneto, al frantoio al laboratorio
sensoriale d'assaggio, rappresentando una realtà di formazione e riferimento per
l'agricoltura nazionale e internazionale". "La nuova struttura - ha concluso la Fioravanti ha come obiettivo il supporto concreto dello sviluppo, della conservazione e del
miglioramento della cultura dell'olio e di tutti i prodotti di qualità su cui si vorranno investire
risorse in ambito regionale".
AGLI STUDENTI UN LIBRO PER LA CORRETTA ALIMENTAZIONE
"Buono a sapersi", un volume realizzato dall'Ufficio comunicazione della Regione
Lazio è stato distribuito gratuitamente a 50mila studenti delle terze medie del Lazio
con l'obiettivo di "offrire ai nostri giovani, ha detto il presidente della Regione
Francesco Storace, informazioni e suggerimenti utili per una corretta alimentazione.
Il volume è stato illustrato alla presenza di 80 studenti, ai quali è stato offerto anche
un cestino con i prodotti tipici del Lazio. Al testo è allegato un cdrom che illustra,
in forma multimediale, il progetto pilota di educazione alimentare "Sapere i sapori",
realizzato dall'assessorato regionale
all'Agricoltura. Alla presentazione sono intervenuti il vicepresidente e assessore alla
Scuola Giorgio Simeoni, il direttore regionale alla scuola Franco Schina e il dirigente alle Politiche
giovanili della Direzione scolastica regionale Marco Riva. "Il libro, che è stato stampato in 50 mila
copie con un costo piuttosto contenuto di circa 100 mila euro, ha
precisato Storace, intende anche informare gli studenti delle conseguenze di comportamenti
alimentari sbagliati, usando una comunicazione agile e facilmente comprensibile". Storace ha poi
ricordato che per l'attività di informazione e formazione sulla buona alimentazione per il 2003 sono
stati stanziati 300 mila euro. "Il Lazio sta per chiudere il quinto anno di attività per l'educazione
alimentare legata al progetto "Sapere i sapori" ha spiegato l'assessore all'Agricoltura Antonello
Iannarilli. Solo lo scorso anno abbiamo coinvolto 350 istituti scolastici di ogni ordine e grado per un
totale di 120 mila studenti. Visto il successo, l'iniziativa sarà replicata nel prossimo anno scolastico.
I diversi
percorsi scelti dalle scuole nell'ambito di "Sapere i sapori", si sono concretizzati nella realizzazione
di cartelloni, mostre, ricettari, opuscoli, rappresentazioni teatrali e ipertesti.
"A settembre, ha concluso Storace, illustreremo i dati del monitoraggio, effettuato dall'Università
La Sapienza di Roma su richiesta della Regione, per verificare l'incidenza di "Sapere i sapori" sulle
abitudini alimentari dei ragazzi. Possiamo tuttavia anticipare alcuni dati significativi, stando ai quali
il 66% delle famiglie ha affermato di aver cambiato in meglio le proprie abitudini alimentari in
seguito a questo progetto, il 36% è più attento alle etichette e l'85% consuma il prodotto Lazio".
LE SPECIALITA' DEL LAZIO NEI SUPERMERCATI COOP
"La Regione Lazio ha sposato fin da subito l'idea della Coop Toscana Lazio di commercializzare su
tutto il territorio nazionale 25 prodotti tipici della nostra zona, perchè ciò significa aiutare l'intera
filiera produttiva e l'economia locale". Lo ha affermato l'assessore all'Agricoltura della Regione
Lazio Antonello Iannarilli, intervenendo alla presentazione del progetto "Terre d'Etruria" presso il
supermercato Coop di via Laurentina
a Roma, il cui obiettivo è di portare sugli scaffali di 800 supermercati Coop le specialità laziali.
"Sotto il profilo quantitativo, ha detto Iannarilli, non possiamo aspettarci una crescita esponenziale
delle specialità laziali perchè le produzioni non sono industriali.
L'importante, perciò, è garantire la qualità ai consumatori e fornire certezze ai produttori,
rivalutando il territorio. Il nostro compito è sostenere con aiuti finanziari e campagne promozionali
il lavoro della distribuzione e dei produttori locali. Iannarilli ha affermato,
inoltre, di condividere la scelta innovativa della Coop che, oltre ad occuparsi della
commercializzazione, si muove nella direzione dei prodotti di qualità. E' il caso di due prelibatezze
che negli ultimi anni hanno rischiato l'estinzione: il fagiolo cannellino di Atina e il peperone di
Pontecorvo. Quest'ultimo rappresenta un'occasione di rivalutazione di
un'area economicamente in crisi a causa delle difficoltà nel settore del tabacco, a lungo elemento
trainante dell'economia locale. Il fagiolo cannellino ed il peperone di Pontecorvo sono stati
recuperati grazie ad un accordo siglato in esclusiva dal Consorzio prodotti tipici della Ciociaria e
dalla Coop Toscana Lazio: "due rarità che presentano delle caratteristiche di alta digeribilità per la
presenza nelle rispettive zone di coltivazione del ferro, ha affermato il direttore del Consorzio
Marcello Fiorimanti e nonostante i costi elevati di queste specialità la domanda è vivace. Chiediamo
alla Regione che continui a sostenerci nell'opera di promozione sul territorio". L'azione
dell'assessorato all'Agricoltura
è stata mirata "fin dall'inizio di questa legislatura alla qualificazione e alla valorizzazione dei
prodotti del Lazio, ha sottolineato poi Iannarilli. Sono stati adottati provvedimenti specifici
finalizzati ad incentivare la categoria produttiva, tra cui, il Piano di sviluppo rurale (Psr) che ci ha
consentito di concedere 34 milioni di euro di contributo pubblico, in parte
già utilizzati ed erogati (16 milioni di euro), a copertura finanziaria dei progetti per il miglioramento
delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli".
BLUE TONGUE, PROPOSTA DI LEGGE IN FAVORE DEGLI ALLEVATORI
E' stata approvata dalla la Giunta regionale la proposta di legge regionale concernente gli interventi
a favore degli allevatori nell'ambito della campagna per la vaccinazione contro la febbre catarrale
degli ovini, la cosiddetta Lingua blu o Blue Tongue. Il testo, che dovrà
essere portato all'approvazione dell'aula consiliare, prevede interventi a favore delle aziende
agricole con allevamento di ovini, caprini, bovini, bufali ai fini di incentivare la collaborazione
volontaria con le autorità sanitarie in fase di attuazione della lotta contro la Lingua blu. Nello
specifico, nei 4 articoli in cui si compone il testo, si prevedono interventi
sotto forma di contributi diretti per compensare i costi e i disagi sofferti dagli allevatori per mettere
a disposizione dei veterinari i capi di bestiame per prelievi e controlli. Inoltre, sono previsti
indennizzi parziali, fino al 90 per cento della perdita, nel caso di aborti o di decessi
dovuti alle vaccinazioni. Infine, sono previsti altri indennizzi parziali, sempre nella misura massima
del 90 per cento del danno subito, nei casi di cali della produzione di latte superiori al 5 per cento a
seguito delle vaccinazioni. La Giunta ha stabilito lo stanziamento complessivo di 1 milione e
426mila euro.
VIA LIBERA AL PIANO AGROMETEO
E' stato approvato dalla Giunta regionale il piano 2003 del Servizio integrato agrometeorologico
della Regione Lazio (Siarl). Il Servizio provvede alla raccolta, elaborazione e diffusione di dati e
informazioni di tipo meteorologico, climatologico, pedologico (relativo alle caratteristiche del
suolo), agronomico e agro - fenologico (relativo
alle fasi di sviluppo della vegetazione) con l'obiettivo di salvaguardare l'ambiente, migliorare la
qualità delle produzioni e diversificarle, razionalizzare le tecniche colturali, ridurre i costi di
produzione, in armonia con gli indirizzi della nuova politica agricola comunitaria. Lo strumento
tecnico è gestito dalle strutture dell'assessorato all'Agricoltura e da quelle dell'Agenzia regionale per
lo sviluppo e l'innovazione dell'Agricoltura del Lazio (Arsial) attraverso uno staff di tecnici che
operano a livello centrale e periferico e una rete di stazioni di rilevamento dati meteo e agrometeo a
copertura del territorio regionale.
UN PARCO INTERREGIONALE PER IL TEVERE
Un progetto per la creazione di un parco interregionale del Tevere. E' questo
l'obiettivo della proposta di legge presentata dalla Regione Lazio, su iniziativa dell'
assessore all'Ambiente, discussa in un convegno internazionale. Il progetto, ha
spiegato l'Assessore, è finalizzato alla tutela e alla riqualificazione ambientale,
all'unitarietà di utilizzo e al recupero della funzione archeologica del Tevere: è in
sintesi un servizio reale alla città e alla regione, con la creazione di un sistema integrato di recupero,
valorizzazione ambientale e culturale delle aree adiacenti il fiume, che garantiscano anche uno
sviluppo delle attività economiche". Tra i punti principali della proposta, ispirata a progetti di
successo come la riqualificazione del Tamigi, vi e' la valorizzazione di piccole
oasi o riserve da visitare con la navigazione del fiume. Una sorta di rete ecologica con una
normativa più attenta alla conservazione dei valori ambientali, in un contesto in cui il territorio
rimanga scenario di attività produttive, turistico ricreative e culturali. "Per realizzare questo
progetto ha aggiunto l' assessore abbiamo dovuto mettere ordine sul
piano giuridico tra i numerosi enti che hanno competenza sul fiume. Vogliamo approvare
l'iniziativa in consiglio regionale entro l'anno, per poi realizzarla nei prossimi due anni". Secondo
l'Assessore per troppi anni il fiume è stato abbandonato, ma oggi con un'opera di bonifica,
monitoraggio degli scarichi nel fiume e installazione di depuratori, potremmo migliorare a breve la
condizione delle acque, rendendole più pulite e meno inquinate". Al convegno è stata presentata una
bozza del protocollo d'intesa che interesserà le amministrazioni regionali del Lazio, dell'Emilia
Romagna, della Toscana e dell'Umbria. Il territorio del bacino del Tevere occupa, infatti, buona
parte dell'Appennino centrale. Delle
regioni interessate al suo passaggio, il Lazio e l'Umbria costituiscono quasi il 90% dell'intera
superficie del bacino, al cui interno ricadono 429 comuni e quasi cinque milioni di abitanti.
A SCUOLA D'EUROPA
Si sono riuniti in seduta plenaria, presso la sede di rappresentanza del Parlamento europeo in Italia,
in via IV novembre a Roma, i 100 studenti scelti a rappresentare gli oltre 400 giovani laziali che
hanno partecipato al progetto "Laboratorio Europa". Grande il successo riscosso dal programma
nato dalla collaborazione tra Carrefour Lazio e
l'assessorato regionale all'Agricoltura. I 100 giovani studenti degli istituti tecnici agrari e dei licei
laziali hanno portato a conclusione un lavoro iniziato nel 2002 e che li ha resi protagonisti della vita
politica europea. I 100 giovani delegati hanno ricoperto il ruolo di europarlamentari e sono stati
suddivisi in commissioni. Nel corso dell'attività legislativa sono state prese, nella prima seduta
plenaria, decisioni su alcune mozioni presentate, sempre dagli studenti. In particolare le
commissioni hanno lavorato su otto temi: Affari costituzionali, Agricoltura e Sviluppo rurale,
Occupazione e Affari sociali, Sviluppo e cooperazione, Ambiente e Sanità, Affari Esteri, Diritti
della donna, Politica regionale. Nel corso della seconda e conclusiva seduta plenaria sono stati letti
e votati tutti gli
emendamenti proposti. I lavori sono continuati con la discussione in aula dei punti all'ordine del
giorno con conseguente votazione dei testi emendati. "Ho sempre apprezzato iniziative come questa
- ha detto l'assessore regionale all'Agricoltura, Antonello Iannarilli - Il Laboratorio Europa è stato
organizzato con ogni possibile cura non tralasciando neppure i particolari. Prima di giungere
nell'Aula parlamentare i ragazzi hanno sostenuto un ciclo di incontri formativi su quello che è
l'Unione europea, su la sua storia, le tappe dell'allargamento ad Est e le sue istituzioni, fino a
lavorare alla simulazione vera e propria dell' attività del parlamento. In pratica il progetto è stato
pensato e portato avanti
per permettere ai giovani studenti, equamente scelti tra le cinque province laziali, di vivere in prima
persona i problemi e le tematiche che caratterizzano la vita politica vista in chiave transnazionale. "I
giovani sono le leve del futuro - ha commentato poi Iannarilli - Il laboratorio mi ha dato la
possibilità di invitare i giovani a partecipare sempre più
attivamente alla vita politica europea e nazionale, ad interessarsi delle problematiche proprie del
governo di un territorio che, sebbene antico, va formandosi e realizzandosi concretamente solo oggi.
Il mio invito sentito è rivolto non solo agli studenti che hanno partecipato al progetto, ma a tutti i
giovani della nostra regione: partecipare attivamente,
sin da giovanissimi, alla vita politica, rendersi attori protagonisti consapevoli dei meccanismi
sociali, politici e culturali che regolano la vita di una comunità estesa ed eterogenea qual è quella
europea, risulta essere determinante per la creazione dell'Europa di domani."
I PRODOTTI TIPICI DEL LAZIO CONQUISTANO LA GRANDE MELA
Ha riscosso un enorme successo di pubblico il prodotto Lazio alla 49° edizione del Summer fancy
food & confection show, una delle più importanti rassegne sull'alimentazione del mercato nord
americano e internazionale che si è svolta dal 29 giugno al 1 luglio presso lo Jacob K. Javit
convention Center di New York. Sono state 31 le aziende agroalimentari che hanno rappresentano il
Lazio e promosso i migliori prodotti della nostra regione in uno spazio espositivo di 250 metri
quadrati, allestito in collaborazione con Arsial, le Camere di Commercio di Roma e la Provincia di
Roma.
INCENDI BOSCHIVI. VIA LIBERA AL PIANO DI PREVENZIONE
Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Corpo forestale dello Stato, Amministrazioni provinciali,
comunali e locali, Comunità montane, Volontariato, Enti di gestione delle aree naturali, Consorzi di
bonifica, Università agrarie: sono queste le forze che la Regione Lazio metterà in campo, quest
anno, per combattere il fenomeno degli incendi boschivi.
Lo ha deciso la Giunta, presieduta da Francesco Storace, approvando in via definitiva, su proposta
dell'assessore all'Ambiente, Vincenzo Saraceni, il Piano delle attività di previsione, prevenzione e
lotta agli incendi per il quale sono state impegnate risorse pari a 4 milioni e 720mila euro.
Allo stesso tempo, la Giunta ha dichiarato il territorio regionale "area a rischio" fino al 30
settembre, individuando, contestualmente, i fine settimana e i giorni festivi come periodo di
"allerta".
"Lo scopo del provvedimento ha spiegato l'assessore Saraceni è quello di prevenire e di contrastare
il fenomeno degli incendi boschivi. Negli scorsi anni abbiamo ottenuto grandi risultati. Nel 2000
sono andati bruciati 5469 ettari di bosco, nel 2001, 3598, e nel 2002, 637 ettari".
Nello specifico, sarà la Sala operativa regionale permanente a coordinare tutte le attività e gli
interventi sul territorio, con una operatività dì 24 ore su 24, festivi compresi. A supportare l'attività
della Sala operativa saranno allestite sale operative nelle cinque province che agiranno in stretto
contatto e in coordinamento con la sede regionale.
Per rafforzare le risorse disponibili, la Regione ha siglato un'intesa con i vigili del fuoco del Lazio
volta a migliorare l'azione di prevenzione e l'operatività delle forze impegnate nella lotta agli
incendi. L'accordo prevede la presenza costante di un funzionario del Corpo nazionale dei vigili del
fuoco nella Sala operativa della Protezione civile regionale e la disponibilità permanente di 6
squadre composte da cinque unità per compiti di vigilanza e di intervento dislocate su tutto il
territorio.
Il Piano prevede, inoltre, che su richiesta dei Comuni e delle Comunità montane, possano essere
concessi a enti pubblici e a privati, proprietari di aree boschive, contributi finanziari per le
operazioni di pulizia e manutenzione, finalizzate alla prevenzione degli incendi.
Al fine di migliorare l'operatività e l'attività di coordinamento svolta dalla Sala operativa, verrà
realizzato il sistema radio ricetrasmittente regionale che consentirà i collegamenti con gli operatori
del Sistema integrato regionale, coinvolti sul territorio nelle attività di lotta agli incendi e verrà
utilizzato l'impianto di monitoraggio a infrarossi per il tele rilevamento degli incendi, già attivato lo
scorso anno con grande successo.
Infine, tra gli strumenti e i servizi che la Sala operativa potrà utilizzare per la lotta al fuoco nei
boschi, vi sono la ricognizione aerea, che permette la trasmissione di immagini in tempo reale alla
Sala della protezione civile, un sistema già utilizzato negli ultimi due anni con importanti risultati;
la perlustrazione e il pattugliamento del territorio regionale con automezzi e mezzi aerei per
l'avvistamento degli incendi; l'utilizzazione di sistemi di meteorologia per la conoscenza tempestiva
di condizioni climatiche che potrebbero favorire gli incendi.
CALENDARIO VENATORIO 2003 2004
Con un decreto del presidente della Regione, Francesco Storace, è stato adottato il Calendario
venatorio regionale e il regolamento per la stagione 2003/2004.
II provvedimento stabilisce l'inizio della stagione venatoria nel giorno 21 settembre 2003 e il
termine nel giorno 31 gennaio 2004 compreso.
Per l'intero periodo la caccia è consentita tre giorni, per ogni settimana, che il titolare della licenza
può scegliere fra quelli di lunedì, mercoledì, giovedì, sabato e domenica.
A partire dal 1 ottobre 2003 a ogni cacciatore con la residenza anagrafica nel Lazio è consentito
l'esercizio venatorio alla fauna selvatica migratoria negli altri Ambiti territoriali di caccia (Atc)
ricompresi nel territorio regionale, per un numero complessivo di 20 giornate, senza pagamento
della quota d'iscrizione.
L'esercizio venatorio è consentito da un'ora prima del sorgere del sole fino al tramonto, secondo gli
orari indicati dal Calendario relativamente al periodo in cui vige l'ora legale.
Il decreto sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio (Burl),
AGRUMI, OK ALLA RICONVERSIONE VARIETALE
E' stato approvato il Piano regionale per l'attuazione delle misure di riconversione varietale nel
comparto agrumicolo.
Il provvedimento si inserisce nell'ambito del rilancio della produzione di agrumi di qualità sui
mercati nazionali ed esteri, sulla base di una pianificazione a livello regionale delle misure di
riconversione indicate dallo specifico Piano nazionale.
"La dinamica del mercato del prodotto fresco, caratterizzato da una domanda crescente per i
prodotti di nicchia di elevata qualità ha spiegato Iannarilli può favorire lo sviluppo del settore
attraverso la valorizzazione di varietà particolari a forte tipizzazione presenti sul nostro territorio".
"Il settore agrumicolo laziale ha proseguito Iannarilli è caratterizzato dalla polverizzazione della
struttura aziendale, con una superficie media di 5000 metri quadrati, e da una limitata
organizzazione economica dei produttori; elementi, questi, che rappresentano un ostacolo alla
razionalizzazione delle coltivazioni e che non favoriscono il miglioramento delle strutture aziendali,
determinando una scarsa competitività del settore".
"Il rilancio ha concluso Iannarilli passa necessariamente attraverso il miglioramento della qualità, in
modo da rendere l'offerta più adeguata alle esigenze del consumatore, ma anche attraverso il
potenziamento delle capacità di organizzazione commerciale per fare fronte alle esigenze della
distribuzione".
Nel Lazio (dati Istat 2001) sono coltivati ad agrumi circa 720 ettari concentrati nella piana di Fondi
e nei comuni di Monte San Biagio, Minturno, Castelforte, Formia (tutti in provincia di Latina), con
prevalenza dell'aranceto (circa 70 80%). La produzione è attestata sui 160.000 quintali l'anno (dati
Inea 2001), con netta prevalenza delle arance (circa 145.000 quintali).
La riconversione degli agrumeti (aranceti, mandarineti, limoneti) è ammessa in quelle zone del
territorio regionale considerate idonee sia per gli aspetti tecnico colturali che per le condizioni
igienico climatiche, al fine di garantire i più convenienti risultati economici. In particolare, la
riconversione riguarderà non solo l'eliminazione delle varietà definite non idonee, ma anche il
problema dell'utilizzo di buone varietà in ambienti impropri e la sostituzione di cloni degenerati.
A questo proposito, la Giunta ha previsto aiuti economici per l'espianto e il reimpianto; l'acquisto e
la messa a dimora; il reinnesto; la realizzazione di nuovi impianti irrigui; le sistemazioni idraulico
agrarie. Si tratta complessivamente di oltre 253mila euro.
Il contributo concesso sarà pari al 40% delle spese ammissibili per gli investimenti nelle aziende
ricadenti in aree non svantaggiate, e al 50% per gli investimenti realizzati in aree svantaggiate.
Per i giovani agricoltori che realizzano gli investimenti entro 5 anni dall'insediamento, i tassi
potranno essere aumentati di 5 punti percentuali.
Per poter beneficiare dell'aiuto, gli imprenditori agricoli devono possedere i seguenti requisiti: età
non superiore ai 65 anni, adeguate conoscenze e competenze professionali, iscrizione alla camera di
commercio, essere conduttori di aziende con sufficiente redditività e con dimostrato rispetto dei
requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.
Le domande di contributo devono essere presentate presso le Aree decentrate agricoltura per il
territorio dove ha sede l'azienda e devono pervenire entro i 60 giorni successivi alla data di
pubblicazione della delibera sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio (Burl).
PRAL, APPROVATI AGLI AVVISI PUBBLICI
La Giunta regionale, ha approvato, su proposta dell'assessore all'Agricoltura, Antonello Iannarilli,
l'avviso pubblico per la presentazione delle domande di contributo per il finanziamento delle attività
previste dal Programma triennale di ricerca agricola, agroalimentari e agroindustriale della Regione
Lazio (Pral) relativo all'anno 2003.
Molteplici sono le tipologie di interesse eleggibili a finanziamento, tra cui: qualità della vita e
gestione delle risorse; qualità degli alimenti umani e animali; agricoltura sostenibile, pesca, foreste
e sviluppo integrato delle aree rurali; recupero ambientale e trattamento dei rifiuti agricoli; impatto
degli ogm (organismi geneticamente modificati) sulla salute umana.
Per il 2003 la Giunta ha stabilito lo stanziamento di 1 milione e 700mila euro.
Le domande potranno essere presentate da enti di sperimentazione e ricerca pubblici e privati e
dalle piccole e medie imprese che svolgono attività di interesse per gli operatori del sistema
agricolo, agroambientale, agroalimentare e agroindustriale del Lazio.
"Fino ad ora, attraverso il Pral, sono stati finanziati 78 progetti, con la partecipazione di centinaia di
enti di ricerca regionali e nazionalI".
Le domande dovranno essere presentate entro il 90° giorno successivo alla pubblicazione
dell'avviso pubblico sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio (Burl).
Rubrica: AGENDA REGIONALE - ARSIAL
AVVIATO L'ITER PER IL RICONOSCIMENTO DEL VITELLONE DELLA
MAREMMANA DOP
"Arsial è schierata in prima fila nella battaglia per il riconoscimento della Denominazione Origine
Protetta del Vitellone della Maremma: un riconoscimento più che giustificato dalla qualità delle
carni e dal valore storico culturale che questa razza bovina rappresenta per il
territorio in cui è allevata". È quanto ha dichiarato Andrea Urbani, commissario straordinario
dell'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio, ente che ha
curato il dossier tecnico su cui si basa la richiesta di riconoscimento: uno sforzo scientifico assunto
su mandato del Comitato Promotore Valorizzazione Carne
Maremmana, associazione proponente che sta portando avanti l'iter di riconoscimento della Dop,
presieduta da Enrico Meniconi e formata dalle Università Agrarie di Tolfa, Allumiere, Monte
Romano e Blera.
"L'iniziativa ha aggiunto Urbani ha una grande importanza non solo per il positivo impatto che una
certificazione porterebbe all'intera filiera ma anche per gli aspetti storici e culturali che la
caratterizzano. La Maremmana è infatti una razza bovina di grande fascino e straordinaria bellezza
che svolge un ruolo fondamentale sul territorio, assicurando il
presidio e la conservazione del più tipico paesaggio della Maremma Laziale".
"I bovini Maremmani ha continuato sono allevati liberamente al pascolo in Toscana, Umbria e
soprattutto nel Lazio che ospita il 75% dei capi (presenti prevalentemente nell'alto Lazio e nella
campagna romana). La carne maremmana si connota per le ottime caratteristiche nutrizionali e per
la specifica tipologia di allevamento, oltre che per il fatto
che non è mai stata interessata da trattamenti ormonali con estrogeni. La Maremmana è frutto di
un'intensa selezione naturale, si presenta come una razza rustica e frugale, resistente alle malattie ed
alle vicissitudini climatiche, di robusta conformazione e buon tono muscolare, capace di una buona
produzione lattea e con un'alta percentuale di nati
vivi ed una notevole longevità. Il bovino Maremmano rappresenta un prezioso materiale genetico di
base da utilizzare in ambienti naturali ed incontaminati per la produzione di vitelli, i quali possono
offrire carne magra di eccellente qualità. Grazie agli incentivi disposti dal piano di sviluppo rurale
(misura F8) ed alla tutela delle biodiversità garantite dalla Legge Regionale N. 15 del 2000 questa
razza ha registrato un boom di capi allevati, tanto da raggiungere le 7000 unità nel 2002: un
patrimonio zootecnico ed economico che deve assolutamente essere tutelato e valorizzato attraverso
la certificazione di qualità dopo che
qualche decennio fa, essendosi ridotta a 4000 capi, ha rischiato di scomparire".
"Nella proposta di disciplinare della produzione curata da Arsial ha concluso il Commissario Urbani
c'è una grande attenzione ai metodi d'allevamento, di alimentazione e di macellazione. Abbiamo
inoltre raccolto un'ampia documentazione storico bibliografica che evidenzia il grande valore di
questo bovino che è inscindibilmente legato al territorio
che l'ha forgiato".
DISPONIBILI DUE PUBBLICAZIONI SULLE VARIETA' DELL'OLIO D'OLIVA
Sono state redatte dall'assessorato all'Agricoltura della Regione Lazio e dall'Arsial con la
collaborazione dell'Istituto sperimentale per l'olivicoltura - Sez. di Spoleto - e dall'Università degli
studi di Roma "La Sapienza". Le pubblicazioni, "Catalogo delle principali varietà di olivo
selezionate del Lazio" e "Valutazione dei macro e micro componenti dell'olio di oliva". I testi,
realizzati nell'ambito dell'attività di divulgazione
del "Programma regionale per il miglioramento della qualità oleica", finanziato dall'Unione europea
ai sensi del regolamento Ce 2407/01, sono rivolti principalmente agli olivicoltori ed ai frantoiani.
La prima monografia si presenta come un utile supporto tecnico per gli
olivicoltori, tecnici del settore e per gli addetti alla programmazione, in quanto descrive in maniera
chiara ed analitica attraverso singole schede le caratteristiche delle varietà di olio più diffuse nel
territorio regionale. La seconda pubblicazione, realizzata con la collaborazione dell'Università degli
Studi "La Sapienza", analizza sia da un punto di vista chimico che organolettico gli elementi
distintivi degli oli provenienti dalle principali varietà diffuse nel Lazio.
ATTIVO IL SERVIZIO PER LA REVISIONE DEI DISCIPLINARI PRODUZIONE
E' stata attivata dall'Arsial, nell'ambito del programma regionale "Agricoltura Qualità", una
specifica azione di ricognizione e revisione dei disciplinari di produzione dei vini Doc e Igt.
Tale azione prevede la possibilità, per le cantine ed i Consorzi di tutela, di fruire dell'assistenza
gratuita dell'Arsial ai fini dell'allestimento della documentazione tecnica a supporto dell'istanza di
revisione dei disciplinari di produzione dei vini Doc e Igt riconosciuti dalla legge regionale 164/92.
Questa opportunità è praticabile anche da
consorzi e operatori che hanno già attivato autonomamente il percorso di revisione dei rispettivi
disciplinari di produzione.
MIELE DI QUALITA': UN CONCORSO SELEZIONERA' I MIGLIORI
Un concorso regionale per selezionare i migliori mieli di qualità del Lazio. E' il
progetto, presentato a Fiuggi (Fr) al convegno Miele, strategie di valorizzazione per
la tutela del prodotto e l'orientamento dei consumatori" a cui sta lavorando l'Arsial e
l'assessorato
regionale all'Agricoltura. L'iniziativa, che si inserisce nell'ambito di una più
profonda analisi del settore apistico, ha tra i suoi obiettivi quello di incentivare la
produzione di qualità e di attivare una massiccia attività di promozione che vedrà
coinvolte le aziende vincitrici. Attraverso questo riconoscimento regionale si vuole
inoltre sensibilizzare l'opinione
pubblica verso questo prodotto e informare il consumatore mediante la comunicazione dei risultati
sulle qualità organolettiche del miele laziale. L'idea progettuale, tuttora ancora in cantiere, dovrebbe
concretizzarsi per la fine del 2003 e l'inizio del 2004. Intanto dal punto di vista strettamente
strutturale e di supporto al comparto, l'Arsial come ha sottolineato il Direttore generale dell'ente,
Giuseppe Di Lella, "è pronta ad essere elemento propulsore di tutte quelle iniziative che possano
favorire un ricambio generazionale e una maggiore aggregazione e sinergia tra i produttori mediante
la costituzione di consorzi. Un
operazione questa che è determinante ha proseguito Di Lella per far fare il salto di qualità a questo
settore e per farlo uscire dal "sommerso" . L'obiettivo finale ha concluso deve essere quello di
arrivare a determinare, in collaborazione con le organizzazioni e le
associazioni di settore, delle linee strategiche che possano aiutarci a costruire una nuova cultura
della qualità per l'apicoltura".
In attesa, intanto, che l'iter del riconoscimento del marchio di origine giunga a conclusione per il
"Miele di Eucalipto del litorale", l'Arsial sta predisponendo un albo dei prodotti tipici tradizionali o
genericamente detti di "nicchia". Lo strumento servirà ad avere un elenco di
tutte quelle produzioni che hanno un'identità, ma ancora prive della denominazione di origine. A
breve, dunque, i responsabili delle aree tecniche dell'Agenzia, ultimate tutte le procedure
amministrative per rendere operativo il "registro", avvieranno riunioni di lavoro
con le organizzazioni del settore agroalimentare e invieranno schede per avere informazioni. "Il
concorso per selezionare i migliori mieli di qualità del Lazio e l'istituendo albo dei prodotti di
nicchia ha dichiarato l'assessore regionale all'Agricoltura, Antonello Iannarilli contribuiranno a far
conoscere la qualità del prodotto Lazio al mercato regionale e non
solo. Stiamo inoltre lavorando per definire, in concerto con le aziende sanitarie locali, nuove norme
che vadano incontro alle necessità dei piccoli e piccolissimi produttori di miele: mi riferisco alle
norme igienico sanitarie che regolamentano i centri di smielatura ed elaborazione del prodotto che,
ad oggi, comportano costi troppo gravosi ed insostenibili.
Pensiamo a deroghe che, nel rispetto delle norme sanitarie e quindi della sicurezza per il
consumatore, agevolino il lavoro degli apicoltori".
OASI DI NINFA: AL VIA IL PIANO DI TUTELA AMBIENTALE
L'Arsial ha avviato nell'oasi di Ninfa in provincia di Latina la prova sperimentale per monitorare
l'inquinamento dell'ambiente, attraverso l'utilizzo dell'ape quale insetto test.
Nell'area naturale, caratterizzata da un ambiente collinare e palustre con flora tipica mediterranea e
submediterranea, esistono numerose aziende agrarie con culture frutticole ed orticole ed
allevamento di bestiame.
L'obiettivo della prova è la valorizzazione agricolo economica e naturalistica della zona attraverso
l'utilizzo delle api. Le api infatti, per la produzione di miele, esplorano ampie superfici di territorio
visitando specie vegetali e zone umide. Per tale comportamento esse
trattengono sulla superficie del loro corpo o ingeriscono sostanze chimiche improprie che possono
essere usate nella conduzione dei fondi. L'azione di queste sostanze da origine a fenomeni di
tossicità acuta con l'insorgenza di episodi di elevata mortalità dell'insetto. Il
monitoraggio dello stato di vitalità e della produttività degli alveari ci permette quindi di conoscere
lo stato di salute delle attività agricole del territorio.
Per la consulenza scientifica, indispensabile per la buona riuscita del progetto, l'Agenzia, coadiuvata
dalla Giunta e dall'assessorato all'Agricoltura della Regione Lazio, ha stipulato una convenzione
con l'Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria, sezione di Apicoltura.
Rubrica: LAZIO IN CIFRE
STATISTICA AGRARIA, I DATI ESTIMATIVI
Acura di Pietro Pasquarelli
Consultare file allegato statistica agraria, i dati estimativi (le 5 Province del Lazio)
Rubrica: IL PUNTO
SISTEMA INFORMATIVO AGRICOLO AL TRAGUARDO
di Mauro Salvemini
Consultare file allegato Sirag – il punto
Rubrica: DOSSIER
TERRITORIO RURALE, QUALE FUTURO?
Cresce l'agricoltura residenziale a svantaggio di un sistema fondiario competitivo
di Corrado Barberis
Tra il 1961 e il 2000, nell'arco di nemmeno quarant'anni, tra il primo e il quinto censimento
dell'agricoltura, oltre il 30% della superficie organizzata in aziende agrarie è scomparso dal circuito
produttivo. Constava, di 1.530.637 ettari e si è ridotta a 1.070.308. (Tab. 1). Non
tutto il mezzo milione di ettaro uscito di scena è stato fagocitato dall'urbanizzazione. La maggior
parte degli ettari sono stati abbandonati, andando a costituire quel lusco e brusco tra bosco e incolto
produttivo che è possibile ammirare su tante pendici montane. Di ricostituzione del bosco non si
può ancora parlare perchè manca un disegno razionale,
una precisa linea di coltivazione. Ma che i seminativi non siano più tali è un altro fatto
incontrovertibile. Il dilagare di questi cespugliati, comune non solo al Lazio ma a tutta l'Italia, getta
lo sgomento nelle statistiche. Secondo il censimento 2000 i nostri boschi nazionali non superano i
cinque milioni e mezzo di ettari. A Lussemburgo, però, gli uffici
dell'Eurostat fissano la superficie boscata in 9, 10 milioni di ettari. E' il trionfo dei cespugli, di
quello che non si sa cos'è. Superfici del genere, finchè si possono comprare per pochi soldi, sono
pronte per una bella speculazione fondiaria. Basta includere la clorofilla tra le derrate. Se lo scopo
di chi compra terra non è più quello di produrre grano o frutta ma
ossigeno e di attivare nel modo più intenso la sintesi clorofilliana, acquistare queste terre in via di
abbandono può essere un'operazione redditizia. Negli Stati Uniti, a quanto si legge, lo stanno già
facendo. Una accorta politica diffusiva del turismo rurale, porta inevitabilmente a valorizzare queste
terre scartate dal grano e dalle fave. Una siffatta
disponibilità fondiaria è anche la conseguenza di una sorta di anoressia vissuta dalle grandi aziende.
Nel 1961 quelle con oltre cento ettari di superficie totale (comprensiva quindi dei boschi e delle
tare) si contavano in 1.369 con 607,568 ettari. Nel 2000 scendono a 1.010 e gli ettari si riducono
anche essi a 477.850. E' una sorta di riforma agraria spontanea, per cui i grandi complessi
diminuiscono. Nonostante l'esodo che butta
sul mercato, giorno dopo giorno, le terre dei coltivatori invecchiati, che non riescono più a mandare
avanti i loro fondi. Eppure i grandi non hanno fame. Si lasciano passare davanti tutto questo ben di
Dio senza allungare le mani. Ecco l'anoressia. Per contro, questa riforma agraria spontanea genera
piccolissimi appezzamenti. Le aziende inferiori all'ettaro
aumentano tra il primo e il quinto censimento da 89. 97.5 a 103.005, per una superficie media di
circa mezzo ettaro. E' il trionfo della cosiddetta agricoltura residenziale, quella che i padri della
Bibbia facevano consistere in un tralcio di vite e in un fico sospesi sopra il capo del coltivatore. Un
fenomeno per certi aspetti positivo perchè attesta una presenza diffusa all'interno del territorio. Ma
anche una testimonianza delle difficoltà incontrate verso la creazione di un ordine fondiario capace
di stimolare economie di scala.
CRESCE L'OFFERTA DEI TERRENI
La migliore qualità della terra offerta oggi sul mercato, rispetto a quella di venti anni fa, dovrebbe
facilitare, o quanto meno ridurre, una nuova dispersione di superficie agricola utilizzata come già
successo tra l'uno e l'altro dei precedenti censimenti.
di Corrado Barberis
Il protratto invecchiamento delle forze di lavoro agricole, in seno alle quali i titolari d'azienda sono
rimasti senza collaboratori, consente di prevedere che anche a partire dal Censimento 2000, come
già a partire da quelli 1982 e 1990, l'offerta di terra sarà particolarmente sensibile.
Certo la grande ondata dell'esodo è passata e la prevedibile offerta di 220.000 ettari toccata dal
Censimento 1982 rimane un picco ineguagliato. Anche nel 2000 l'offerta di terra rimane peraltro
assai consistente e solo di poco inferiore: 184.702 ettari, da farsi assorbire nel corso dei prossimi
venti anni.
Attorno al 1970, si dava per scontato che le aziende condotte da sessantenni senza successori
sarebbero finite sul mercato nel corso di una decina d'anni.
Oggi il protrarsi dell'attività lavorativa, dovuto all'introduzione di macchine salvafatica e alle
migliorate condizioni di salute della popolazione agricola, consente di spostare di una decina d'anni
il termine dell'attività lavorativa. Il coltivatore che nel 1970 si vedeva
costretto a cedere la terra una volta passata la settantina o giù di li, oggi ha certamente acquistato
una decina d'anni di autonomia. Inoltre la scansione effettuata, all'interno del gruppo più anziano tra
sessantenni e ultrasettantenni consente di circoscrivere in circa 85.000 gli ettari destinati a finire sul
mercato per sola fatalità demografica tra il 2000 e il
2010.
Ad essi si aggiungeranno beninteso una parte dei quasi 100.000 ettari che il Censimento 2000 addita
nelle mani di sessantenni. Complessivamente tra il 2000 e il 2020 l'offerta fondiaria determinata
dalla scomparsa di oltre 80.000 aziende può essere quantificata in
non meno di 180.000 ettari, 9.000 all'anno.
E' probabile che questi 180.000 _ 200.000 ettari siano costituiti da terreni di qualità alquanto
migliore rispetto a quella precedentemente abbandonata. Induce a questa speranza la constatazione
che gli ettari medi di ogni singola offerta hanno piuttosto tendenza a diminuire, anzichè ad
aumentare come vorrebbe la teoria proclamante il più celere
abbandono da parte dei giovani delle aziende più piccole. La piccolezza può in questo caso riferirsi
non all'ettaraggio ma al fatturato.
La migliore qualità della terra oggi offerta sul mercato, rispetto a quella di venti anni fa dovrebbe
facilitare l'assorbimento, evitare - o quanto meno ridurre - una nuova dispersione di superficie
agricola utilizzata come già successo tra l'uno e l'altro dei precedenti censimenti. Discorso valido
per la pianura e la collina. Forse anche per la montagna: dove
gli ettari sotto minaccia di incombente offerta sono pressappoco rimasti quelli di dieci anni prima:
un pò meno di 14.000, a considerare solo quelli dei settantenni, circa 30.000 includendo anche le
aziende dei sessantenni.
In sintesi non sarà dunque il fattore fondiario a limitare il futuro accesso dei giovani all'impresa
agricola: specie in considerazione dei sempre minori vincoli imposti dalla legislazione sull'affitto.
IL MERCATO FONDIARIO NEL LAZIO
Le aree provinciali dell'assessorato all'Agricoltura della Regione Lazio, hanno avuto in carico le
procedure e i controlli relativi all'applicazione della legge 604/54 e della 36/77 fino al 2000, anno in
cui le competenze sono state definitivamente acquisite dai Comuni.
Le due leggi prevedono agevolazioni fiscali per l'acquisto dei terreni agricoli, la 604 del '54 a
beneficio di acquirenti "coltivatori diretti" prevede una riduzione al 2% dell'imposta di registro
sull'importo dichiarato nell'atto di acquisto, e la 36 del '77 una riduzione al 10% se l'acquirente è
"imprenditore agricolo a titolo principale". Di
seguito riportiamo la situazione per province.
AGEVOLAZIONI FISCALI AGLI IMPRENDITORI AGRICOLI A TITOLO PRINCIPALE,
ASSOCIAZIONI O SOCIETA' COOPERATIVE PER GLI
ATTI TRASLATIVI STIPULATI
Responsabile della procedura: Comune
Descrizione della procedura: presentazione domanda completa di documentazione entro tre anni
dalla stipula; accertamento in azienda per verifica requisiti; rilascio del certificato di imprenditore
agricolo a titolo principale che il beneficiario deve presentare all'Ufficio del Registro entro tre anni
dalla data di stipula dell'atto.
Normativa di riferimento: D.L. del 23/12/76 , n°854 ; Legge 21/02/77 , n° 36 art. 2 ; Legge
09/05/75 , n° 153 art. 12
Deliberazioni: Delibera della Giunta Regionale del Lazio n.2874 del 23 giugno 1998 con la quale
sono stati trasferiti i compiti relativi alla legge in oggetto da parte dei competenti Organi Regionali
alle Amministrazioni Comunali.
Beneficiari: persone fisiche, società cooperative e associazioni
Requisiti: qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale
Settori ammissibili: agricolo
Agevolazioni finanziarie: riduzione dell'imposta di registro sulla somma dichiarata nell'atto
d'acquisto
Copertura territoriale: tutto il territorio regionale
Vincoli: vincolo di destinazione d'uso nei 5 anni dal trasferimento del bene.
Documentazione richiesta: copie delle ultime 3 denunce dei redditi con copia di avvenuta consegna;
atto notarile del terreno oggetto di acquisto e certificato catastale della ditta venditrice; certificati
catastali dei terreni preposseduti e titoli di proprietà; planimetria ubicativa dei terreni oggetto di
acquisto e dei terreni preposseduti; copia del certificato di iscrizione all'INPS aggiornata; certificato
di residenza; dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà attestante l'ampiezza
dell'azienda agricola, le colture praticate, tutti i redditi percepiti nell'anno precedente alla
presentazione della domanda e che l'ultima dichiarazione dei redditi è conforme a quella presentata
all'Ufficio Imposte Dirette; bilancio aziendale (solo se l'interessato
percepisce pensione di coltivatore diretto); denuncia di variazione colturale se esiste discordanza tra
le colture in atto e quelle indicate nel certificato catastale ; fotocopia partita IVA; copia del
certificato di destinazione d'uso del terreno oggetto di acquisto rilasciato dal Comune.
Tempi di presentazione: la domanda di agevolazione va presentata entro tre anni dalla data di
acquisto all'Ufficio del Registro.
Enti cogestori della procedura: all' Ufficio del Registro
Modulistica: domanda in carta semplice
Note: Per la documentazione da allegare alla domanda, chiedere conferma al comune di
appartenenza
RIDUZIONI FISCALI AI COLTIVATORI DIRETTI PER L'ACQUISTO DI TERRENI PER LA
FORMAZIONE E ARROTONDAMENTO DELLA
PICCOLA PROPRIETA' CONTADINA
Ente responsabile della procedura: Comune.
Descrizione della procedura: presentazione domanda completa di documentazione prima della
stipula dell'atto, il funzionario incaricato rilascia il certificato provvisorio ai sensi dell'art 4 comma
1 della legge 604; accertamento in azienda per verifica requisiti; rilascio del certificato definitivo
che il beneficiario deve presentare all'Ufficio del Registro entro 3 anni dalla data di stipula dell'atto.
Normativa di riferimento : L. 6 agosto 1954, n.604;
Deliberazioni: Delibera della Giunta Regionale del Lazio n.2874 del 23 giugno 1998 con la quale
sono stati trasferiti i compiti relativi alla legge in oggetto da parte dei competenti Organi Regionali
alle Amministrazioni Comunali
Beneficiari : persone fisiche
Requisiti : qualifica di coltivatori diretti
Settori ammissibili : agricolo
Agevolazioni finanziarie: agevolazione fiscali; riduzione dell'imposta di registro sulla somma
dichiarata nell'atto d'acquisto.
Copertura territoriale: tutto il territorio Regionale.
Vincoli: periodo vincolativo quinquennale e cioè dalla data di acquisto il fondo non può essere
alienato e deve essere sempre coltivato direttamente dal beneficiario.
Documentazione richiesta: stato di famiglia del richiedente (e del coniuge quando questi abbiano
residenze separate) in originale; certificato di residenza; consultazione di partita del terreno oggetto
di acquisto; planimetria del fondo di acquisto; consultazione di partita dei terreni (se posseduti) con
relativa denuncia delle variazioni di coltura se vi è discordanza fra il certificato rilasciato
dall'Ufficio Tecnico
Erariale e le coltivazioni in atto; Planimetria del fondo, se posseduto; dichiarazione sostitutiva
dell'atto di notorietà attestante che nel biennio precedente al presente acquisto non siano stati
venduti fondi rustici e le colture in atto con le relative superfici; certificato di iscrizione all'INPS
aggiornato; certificato di destinazione urbanistica del terreno oggetto di acquisto rilasciato dal
Comune.
Tempi di presentazione: Prima della stipula dell'atto di acquisto.
Enti cogestori della procedura: Ufficio del Registro
Note: Per la documentazione da allegare alla domanda, chiedere conferma al comune di
appartenenza.
ISMEA, COMPITI E ATTRIBUZIONI
L'Ismea tra le altre attività ha le competenze relative all'espletamento delle funzioni di cui al decreto
legislativo 5 marzo 1948, n. 121, e successive integrazioni e modificazioni nonchè dei compiti di
organismo fondiario ai sensi dell'articolo 39 della legge 9 maggio 1975, n. 153 nel rispetto e
coerentemente alla programmazione regionale.
In particolare, l'attività di ricomposizione fondiaria si articola in:
1. acquisto e assegnazione terreni;
2. assistenza post-assegnazione;
3. riassegnazione terreni rientrati nella disponibilità dell'Istituto;
4. espropri e servitù.
Le operazioni di riordino fondiario sono finalizzate sia alla costituzione di efficienti imprese
agricole, in coerenza dell'articolo 4 della legge 15 dicembre 1998, n. 441 e della normativa
comunitaria, nonché al consolidamento ed al potenziamento della struttura produttiva delle aziende,
mediante l'ammodernamento e l'ampliamento delle dimensioni
delle stesse.
Nel corso del 2000 si è dato seguito alle richieste già pervenute presso la ex Cassa per la formazione
della proprietà contadina avviando i presupposti contrattuali per specifici programmi regionali intesi
a favorire il ricambio generazionale e alla trasparenza e mobilità del mercato fondiario.
In qualità di Organismo fondiario nazionale ai sensi della legge 153/1975 e della legge 441/1998,
pertanto sono stati attivati investimenti diretti ad opere infrastrutturali a carattere interaziendale,
mediante ricomposizione fondiaria (permute, ampliamenti ed accorpamenti).
Al momento dell'accorpamento, gli impegni deliberati dalla precedente Amministrazione dell'ex
Cassa, per interventi di acquisto e assegnazione, ammontavano a L.140.602.328.248.
Inoltre la Cassa si era impegnata verso le Regioni per il finanziamento dei bandi emessi dalle
Regioni stesse per un importo di lire 57.758.251.399, che sono stati definiti con la promessa di
finanziamento a circa n. 100 richiedenti. In sostanza l'Amministrazione precedente della Cassa ha
assunto impegni di finanziamento per complessive L.198.360.579.647, impegni nei quali subentra
l'Ismea.
Per superare le difficoltà finanziarie ed operative relative al mantenimento degli impegni assunti
dalla precedente Amministrazione dell'ex Cassa a fronte delle limitate disponibilità finanziarie,
difficoltà rappresentate al ministro delle Politiche Agricole e forestali, con nota del 12 giugno 2000,
n. 2588, l'Ente ha definito le priorità di finanziamento delle iniziative di assegnazione di terreni già
deliberate dall'Amministrazione precedente.
La delibera autorizza a procedere al finanziamento nei limiti delle acquisizioni temporali delle
disponibilità finanziarie, secondo un piano di erogazione bimestrale, sulla base delle seguenti
priorità:
a) iniziative relative alle convenzioni con le Regioni, secondo l'ordine cronologico delle delibere
regionali di approvazione;
b) iniziative di competenza diretta della Cassa, secondo l'ordine di presentazione della domanda da
parte dell'utente.
A seguito di tale deliberazione è stato possibile riprendere le stipule e restituire continuità all'azione
della Cassa.
Per quanto riguarda le altre domande, eccedenti le disponibilità finanziarie e giacenti presso la
Cassa già deliberate (il cui valore è di 84 mld) e quelle che, a seguito dell'iter istruttorio positivo,
erano già state comunicate agli utenti dall'Amministrazione precedente, l'Ismea ha richiesto
l'autorizzazione e ricorrere alle procedure di cui
all'articolo 9, lettera c) [4], del regolamento ex Cassa per la disciplina dei procedimenti
amministrativi ai sensi della legge 241/90. II Ministero vigilante ha autorizzato, con nota del 14
settembre 2000, n. 111786, il ricorso al mercato dei capitali.
E' da sottolineare che l'Ente ha ritenuto di soprassedere e non ha dato seguito a tale autorizzazione
preferendo, in questa fase, valutare prioritariamente l'opportunità di una azione tendente ad una
riduzione delle spese di funzionamento e degli oneri tributari.
Come già evidenziato, nell'anno 2000, sono stati istruiti n. 436 progetti (a fronte dei 380 nel 1999 e
dei 275 nell'anno 1998) di cui n. 368 già definiti con i sopralluoghi in azienda rispetto a n. 331 nel
1999 e n. 299 nel 1998. Nonostante, quindi, che l'esercizio 2000 da parte Ismea, relativamente al
riordino fondiario, si sia svolto su 10 mesi, in quanto l'effettivo accorpamento è avvenuto il 7 marzo
2000, l'attività istruttoria relativa ad acquisti ed assegnazioni è nella media del biennio precedente.
Nell'esercizio 2000, le assegnazioni, con patto di riservato dominio, sono state 167 ed hanno
interessato complessivamente 4.968 ettari, con un investimento di Lit. 85.602.550.510 mld.
Nel 1999 e nel 1998 sono state rispettivamente 198 e 228. Relativamente agli ettari interessati, sono
stati rispettivamente 5.879 e 6.523. Per quanto riguarda gli investimenti sono stati Lit. 114,2 mld e
Lit. 99,8 mld.
Nella tabella che segue si evidenzia la inedia operativa dell'Istituto con la media del biennio
precedente.
Tab. 1) - Assegnazioni 2000-1999-1998
* Ampiezza media per azienda 29,74 ha 29,69 ha 28,60 ha
* Investimento medio per azienda 512 mln 576 mln 438 mln
* Investimento medio per ettaro 17,2 mln 19,4 mln 15,3 mln
* Assegnatari con meno di 40 anni 80% 80% 82%
Inoltre, complessivamente nel 2000 sono state realizzate e concluse oltre 1000 istruttorie relative
all'attività di assistenza post-assegnazione, che consiste nel monitoraggio delle aziende assegnatarie
per tutta la durata del contratto al fine dì verificare il mantenimento delle condizioni e degli obblighi
previsti dalla legge e dal contratto di assegnazione.
L'assistenza post-assegnazione, inoltre, riguarda la concessione di fidejussioni, finanziamenti
straordinari, permute, trasferimenti di diritti, rinvio rate, assistenze ed autorizzazioni richieste dagli
assegnatari e la realizzazione di stime per espropri e servitù.
Altre attività dell'Ismea in materia di ricomposizione fondiaria sono:
Costituzione di forme di garanzia creditizia e finanziaria alle imprese agricole ed alle loro forme
associative; L'attività è relativa ad operazioni intese a realizzare il miglioramento delle aziende ai
sensi dell'articolo 30 della legge 26 maggio 1965, n. 590, in particolare la prestazione di garanzia
fidejussoria nell'ambito del credito agrario agevolato e la
concessione di finanziamenti agevolati per l'attuazione di interventi di miglioramento fondiario.
Nell'esercizio considerato, sono state onorate n. 7 garanzie fideiussorie a favore della proprietà
diretto coltivatrice, per un importo complessivo lire 950.790.954.
Azioni di privatizzazione dei terreni pubblici e sull'attivazione delle misure per la ricomposizione
fondiaria nei Programmi operativi regionali (Por); Significative le iniziative riguardo la
privatizzazione dei terreni pubblici e l'attivazione delle misure per la ricomposizione fondiaria e del
processo di decentramento delle attività dell'Ismea nel rispetto delle competenze regionali. E'
significativo quanto già realizzato con alcuni
importanti Comuni (Ravenna, Vercelli, ecc.). Rilevante è l'incarico conferito dal Ministero delle
politiche agricole e forestali con nota del 9 ottobre 2000, n. 51419, con la quale viene richiesto il
supporto dell'Istituto per le funzioni di cui all'articolo 4, comma 4, della
legge 23 dicembre 1999, n. 488, relative alla privatizzazione dei terreni pubblici.
INFO: Ismea
Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare
00161 Roma - via C. Celso 6 Tel.06/855611
00198 Roma - via Nizza 128 Tel.06/855681
AZIENDE AGRICOLE "LILLIPUT"
L'Italia è il fanalino di coda in Europa nella classifica della superficie media aziendale (5,9 ha) ed è
notevolmente al di sotto della media comunitaria che è di 26,2 ettari. Urge una nuova politica
fondiaria
di Massimo Romanelli
Franz Fischler, membro della Commissione europea, argomentava così, nel giugno del 2001
all'allora ministro degli Affari Esteri, Lamberto Dini, in materia di aiuti di stato e di interventi a
favore del riordino fondiario "La ridotta dimensione media delle aziende agricole e l'estrema
frammentazione della proprietà fondiaria costituiscono tuttora i
principali problemi strutturali dell'agricoltura italiana. A differenza degli altri Stati membri dell'Ue,
nell'ultimo trentennio, l'Italia ha conosciuto un processo estremamente limitato di concentrazione
delle aziende agricole, in termini tanto di riduzione del numero di aziende
quanto di aumento delle loro superfici. Il regime di aiuto notificato mira ad ovviare a tale
situazione, tramite un programma di ricomposizione fondiaria volto a favorire il ricambio
generazionale in agricoltura e l'aumento della dimensione media delle aziende. Per conseguire tali
obiettivi, il programma, che sarà attuato dall'Ismea prevede i seguenti aiuti per l'acquisto di terreni e
aiuti concernenti i costi legali e amministrativi della ricomposizione fondiaria e le relative spese per
indagini. A confermare una situazione italiana poco felice rispetto al panorama europeo sono i dati
ufficiali del settore. La dimensione media aziendale rappresenta un aspetto negativo per le aziende
agricole
italiane. L'Italia, infatti, è il fanalino di coda nella classifica della superficie media aziendale (5,9
ha), precedendo solo la Grecia (4,5 ha) e ponendosi ampiamente al di sotto della
media comunitaria che è di 26,2 ettari. E' dunque evidente che la competitività delle nostre strutture
agricole parte subito con un grave handicap rispetto ai sistemi operanti nei Paesi membri. Alcuni
Stati membri hanno fatto scelte diverse da quella di affidare ad un
organismo simile a quello dell'Ismea il compito di realizzare la politica di ricomposizione fondiaria.
Prendiamo infatti l'esempio della Francia; qui ad esempio la gestione fondiaria è di stretta
competenza di apposite società miste operanti a livello dipartimentale (regionale) le quali possono
disporre di idonei strumenti per favorire la ricomposizione fondiaria e per garantire quel minimo di
controllo pubblico sul mercato dei terreni agricoli. A tal fine il governo francese già nei primi anni
60 ha istituito le già citate Safer (Sociètes d'amènagement et d'establissment foncier) vigilate dai
ministeri delle finanze e dell'agricoltura, le quali agiscono in maniera polivalente sul mercato
fondiario secondo i
seguenti obiettivi quali la trasparenza e il controllo del mercato fondiario (monitoraggio delle
compravendite e gestione temporanea dello spazio rurale); la ricomposizione fondiaria
(remembrement des terres) e l'assegnazione di terreni ai nuovi agricoltori; il miglioramento della
produttività agricole e delle foreste; la gestione del territorio e sviluppo
rurale e la protezione dell'ambiente.
Appare ovvio che la scelta di regionalizzare le società ha favorito lo sviluppo delle diverse aree
territoriali ognuna interessata da diversi problemi o da diverse esigenze. Queste 29 agenzie regionali
a loro volta sono coordinate da una federazione nazionale, la FnSafer, che ha il compito di orientare
l'attività e di valutarne i risultati, nonché di indirizzare le politiche governative e regionali attraverso
studi e ricerche.
In Francia comunque anche il meccanismo del diritto di prelazione in caso di trasferimento a titolo
oneroso di terreni agricoli a contribuito alla effettiva politica di ricomposizione fondiaria con effetti
calmieratori del prezzo dei terreni. E' auspicato, dunque, da più parti un ruolo dell'Ismea in questo
senso, fermo restando l'esercizio della prelazione prevista
dalla normativa vigente. In tutta Europa comunque si sta assistendo a un processo di ricomposizione
fondiaria da cui sembrano esclusi proprio i Paesi con il più alto numero di piccole imprese, come
Grecia e Italia.
GLI INTERVENTI DELL'UE
Attraverso Agenda 2000 l'Unione europea ha posto le basi per un adeguamento che interesserà non
solo i mercati agricoli ma anche le economie locali delle zone rurali (che costituiscono l'80% del
territorio europeo). La nuova politica di sviluppo rurale, divenuta il secondo pilastro della Politica
agricola comune (Pac) offre degli strumenti per realizzare
un contesto coerente per una agricoltura competitiva, che tenga conto delle aspettative della società
moderna e delle questioni ambientali.
Agenda 2000 prevede un capitolo "Misure varie per lo sviluppo dell'insieme delle zone rurali"
(misure dette "dell'Art.33") destinate a favorire lo sviluppo integrato del territorio rurale
nell'insieme della Comunità e che sono ispirate all'esperienza dei programmi messi
in atto nelle regioni (ex obiettivi 1, 6 e 5b dei fondi strutturali della passata programmazione). Tra le
più importanti troviamo le opere di miglioramento fondiario e la ricomposizione fondiaria. Ecco
quindi che nei Piani di sviluppo rurale di tutta Europa troviamo azioni di sostegno per la
ricomposizione fondiaria, in ogni caso associate ad azioni di aiuto nazionale.
Sempre in Agenda 2000 anche la misura "risorse umane" può essere considerata una leva per la
ricomposizione fondiaria. Occorre tener conto infatti che già i principi generatori della direttiva
comunitaria 160/72/Cee, relativa all'introduzione di misure incentivanti il
prepensionamento in agricoltura, avevano ispirato l'approvazione del reg. (Cee) 2079/92, che
prevede l'attuazione di una serie di interventi finalizzati ad assicurare il ricambio generazionale in
agricoltura ed a porre in atto un programma di ricomposizione fondiaria.
C'è da dire inoltre che nel quadro del sostegno comunitario per un'agricoltura e uno sviluppo rurale
sostenibili destinato ai Paesi candidati dell'Europa centrale e orientale (Peco) nel corso del periodo
precedente l'adesione è stato, ed è tuttora in corso di attuazione, il programma comunitario Sapard
(strumento agricolo di preadesione) che
pone tra le priorità di questi Paesi le opere di miglioramento fondiario e di ricomposizione
fondiaria. Per questo tipo di interventi è ammissibile un sostegno comunitario complementare
comunque alle corrispondenti azioni nazionali.
TRE STRUMENTI PER UN'AZIONE COMUNE
Le autorità di governo tedesche hanno a loro disposizione una vasta gamma di strumenti per la
pianificazione delle risorse legate alla terra. Le basi legali per raggiungere questi obiettivi sono
la legge federale sulla pianificazione regionale, la legge sul consolidamento del terreno e la legge
federale sulla conservazione della natura.
di Carmine Rodi Falanga
L'implementazione della gestione della terra ricade prevalentemente sotto l'autorità dei governi
regionali delle Länder, delle autorità locali e di organismi autonomi, come ad esempio le università.
Le attività a livello nazionale sono limitate all'emanazione delle normative e delle leggi quadro.
Inoltre, il Governo federale è coinvolto anche nella
pianificazione e nel finanziamento dell'azione congiunta di miglioramento delle strutture agricole e
protezione delle coste. Le politiche nazionali vengono comunque decise in cooperazione con i
governi regionali. Il ministero federale per la Pianificazione Regionale è responsabile per la
legislazione e le linee guida. E' anche membro del meccanismo
nazionale di coordinamento per lo sviluppo sostenibile.
Le autorità di governo tedesche hanno avuto tradizionalmente a loro disposizione una vasta gamma
di strumenti sofisticati per la pianificazione delle risorse legate alla terra e allo sviluppo di strutture
sostenibili e non nocive all'ambiente. Le basi legali per raggiungere questi obiettivi sono la legge
federale sulla pianificazione regionale
(Bundesraumordnungsgesetz), la legge sul consolidamento del terreno
(Flurbereinigungsgesetz), la legge federale sulla conservazione della natura
(Bundesnaturschutzgesetz, 21 settembre 1998), e i vari rispettivi recepimenti a livello dei singoli
Stati. Queste leggi stabiliscono che la pianificazione del territorio è uno strumento fondamentale per
la protezione della natura e per la gestione stessa del suolo.
La legge federale sul consolidamento del terreno ha vari scopi. Le aree sottoposte a consolidamento
vengono ridisegnate con particolare cura per la struttura del terreno, per servire gli interessi di tutte
le parti interessate, per far progredire l'impiego generale e lo sviluppo del territorio e per portare
beneficio alla collettività. L'area in questione viene riorganizzata, suddivisa in lotti e ridisegnata in
modo da ottenere unità con posizione, dimensione e forma più favorevoli. In questa devono essere
presenti inoltre sentieri, strade, specchi d'acqua e le altre risorse comuni. Si provvede inoltre ad
implementare misure per il miglioramento e per la conservazione del suolo e le altre misure volte a
migliorare le condizioni di base per le imprese agricole, riducendo il lavoro umano e
facilitandone la gestione. Possono essere incluse anche misure per il rinnovamento urbanistico dei
villaggi. I piani regolatori, però, non devono impedire che in seguito allo sviluppo di una zona
urbana, questa si trovi ad essere esclusa da un piano di consolidamento del terreno. In questi casi la
situazione legale va chiarita precedentemente. Nell'attuazione di queste misure, l'Autorità preposta
deve salvaguardare l'interesse pubblico e tenere specialmente in considerazione i requisiti
morfologici su base federale e regionale, i criteri di uno sviluppo urbano ben regolamentato, la
protezione dell'ambiente e la conservazione della natura e del territorio.
Le procedure necessarie all'esecuzione di questa legge seguono sempre più lo spirito dello sviluppo
integrato delle aree rurali. Questo investe, oltre alle condizioni di lavoro nell'agricoltura e nella
silvicoltura, anche la risoluzione dei conflitti legati all'utilizzo del terreno, lo sviluppo dei villaggi,
l'implementazione dell'Agenda 21 e l'integrazione di
progetti infrastrutturali su larga scala, compatibilmente con gli interessi sociali, ambientali ed
economici di tutti i soggetti coinvolti.
UNA PIANIFICAZIONE A TUTTO TONDO
Attraverso la nuova legge per "la pianificazione spaziale e lo sviluppo sostenibile", la Grecia
detta le linee guida per vari programmi socioeconomici e per la pianificazione urbana,
contribuendo all'avanzamento di sistemi di gestione integrata della terra.
di Carmine Rodi Falanga
All'interno del ministero per l'Ambiente, Pianificazione e Lavori Pubblici, le Direzioni generali di
pianificazione regionale e pianificazione ambientale sono responsabili per la gestione delle risorse
del terreno. La macchina amministrativa necessaria per controllare la locazione spaziale delle
attività inquinanti e che impoveriscono il terreno è rafforzata ed espansa attraverso le agenzie che si
occupano dell'impatto ambientale. La nuova legge per la "Pianificazione spaziale e lo sviluppo
sostenibile" è stata approvata nel 1999. Il "Piano generale" di rilevanza nazionale, approvato in
seguito dal Parlamento greco nel 2000, ha fissato gli obiettivi specifici riguardo alla soluzione dei
conflitti nella gestione e nell'utilizzo della terra. Attraverso di questi si mira ad ottenere l'impiego
sostenibile della terra e la minimizzazione dell'impatto ambientale. Detti conflitti possono
riguardare principalmente le tendenze all'urbanizzazione delle zone costali, che sono sede di molte
attività produttive oltre ad essere un sito residenziale ideale, anche per il mercato delle seconde
case. L'abbattimento delle foreste per destinare ad altri impieghi il terreno è strettamente vietato
dalla Costituzione. Sono previste tuttavia alcune eccezioni riguardanti le infrastrutture sociali e le
reti di trasporto. Il coordinamento tra gli organismi responsabili per la gestione delle risorse del
terreno è ottenuto attraverso i meccanismi legislativi della partecipazione nel processo decisionale
tra i livelli nazionali, regionali e locali, all'interno
delle procedure di approvazione dei piani regolatori urbani e rurali. Le autorità locali e regionali,
insieme alle prefetture, esprimono la loro opinione attraverso i loro progressivi emendamenti
durante il processo decisionale. In questo modo il risultato finale è una decisione concertativa. La
nuova legge per "la pianificazione spaziale e lo sviluppo
sostenibile" fornisce, invece, le linee guida per vari programmi socioeconomici e per la
pianificazione urbana, e contribuisce all'avanzamento di sistemi di gestione integrata della terra,
attraverso il coordinamento delle politiche di settore. Fino ad ora, una ricerca integrata e un
programma di studio di carattere nazionale, regionale e di settore hanno reso possibile il
coordinamento delle politiche settoriali in campi come la distribuzione delle attività produttive, le
infrastrutture pubbliche e il sistema dei trasporti. I principali obiettivi delle strategie di
pianificazione sono stati la gestione della terra nelle regioni costiere, la protezione delle risorse
naturali e del territorio, il patrocinio del patrimonio culturale e il rinnovamento della rete urbana.
Molti programmi importanti sono stati supportati dai Fondi strutturali e sono stati implementati con
successo durante il periodo del secondo programma per lo sviluppo regionale (1994 1999). La
pianificazione e lo sviluppo delle aree montane e delle altre zone sottosviluppate sono altri obiettivi
di importanza primaria in Grecia, nell'ambito degli interventi del Programma di pianificazione
generale e di sviluppo sostenibile. Inoltre i piani regionali e generali di sviluppo spaziale forniscono
le linee guide principali per lo sviluppo della parte occidentale del Paese, che è caratterizzata da un
processo di calo della popolazione e da altri problemi regionali legati alla lontananza di quelle terre.
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Lazio Informazione n°21 - Agricoltura