XV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico PAESTUM 15 - 18 novembre 2012 Capaccio Centro Espositivo Ariston di Paestum Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale Direttore Generale Anna Maria Buzzi Servizio II - Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale Direttore del Servizio Mario Andrea Ettorre Paestum, 15 - 18 novembre 2012 Comunicazione integrata: stand, CD Rom, materiali grafici e organizzazione incontri allo stand Coordinamento Guglielmo Caliò Salvatorina Depalo, Marina Fabiani, Massimo Gatti, Cinzia Raffio, Maria, Angela Siciliano, Massimo Spadoni, Nicoletta Tintisona Rapporti con i media Vassili Casula www.valorizzazione.beniculturali.it SOMMARIO Introduzione Anna Maria Buzzi Quali aree archeologiche? Per una strategia di conservazione e di valorizzazione Luigi Malnati DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Archeomar: una mappa subacquea del Mediterraneo ....................................12 Luigi Fozzati, Annalisa Zarattini, Daniele Ciocchetti, Cinzia Nuccitelli ITALIA SETTENTRIONALE Progetto PAUT: parco archeologico urbano di Trieste ......................................18 Paola Ventura con la collaborazione di Fabiana Pieri Area archeologica e Sistema Museale dell’antica città di Luna Realizzazione di pianta a strappo turistica ........................................................23 Marcella Mancusi Nuove aree archeologiche in Lombardia - 2010/2012 ......................................25 Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia del Veneto (CEMA) .............27 Ufficio URP - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Cultour Active srl ITALIA CENTRALE Viaggio nel mondo degli Etruschi attraverso le ricostruzioni virtuali................32 Maria Letizia Arancio Il progetto “Ager di Aquinum - conoscere per tutelare” una forma di valorizzazione integrata ................................................................................43 Giovanna Rita Bellini Palazzo Massimo lascia il segno. Guida in LIS e ASL del museo .....................47 Tiziana Ceccarini, Silvia D’Offizi, Vittoria Lecce, Mara Pontisso Rome MVR ........................................................................................................51 ITALIA MERIDIONALE Intersezioni dal 2005 ad oggi ............................................................................56 Marta Rachele Mori Progetto di Valorizzazione “Collina di Capodimonte” ......................................62 Sergio Liguori, Anna Maria Romano, Cooperativa “La Paranza” Villa romana di Minori: realtà virtuale per raccontare l’archeologia ................66 Adele Campanelli, Paola Pacetti Ozi Marittimi - Storie sensibili nelle VILLAE romane della Costa d’Amalfi Primo evento “Continuum vitae”, Il dialogo delle luci (dal giorno alla notte) Scenario interattivo per luci e immagini video .................................................69 Adele Campanelli, Leonardo Sangiorgi Massimo Andrei in “Snack, uno spuntino di riflessione: speciale Mann” .......73 Marco De Gemmis e Lucia Emilio Il Museo Paleolitico di Isernia “La Pineta” .......................................................75 Paola Quaranta Contact center del MiBAC .................................................................................77 Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ........................................78 Ales - Arte, Lavoro e servizi S.p.A. ....................................................................83 Introduzione L a Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, giunta alla XV edizione, si conferma tra le più importanti occasioni di confronto internazionale sui temi della conservazione, della tutela, della valorizzazione e della fruizione del patrimonio culturale archeologico, con uno sguardo particolare all’area mediterranea. Ogni anno, l’appuntamento di Paestum favorisce momenti di confronto e di dialogo tra culture differenti, incentiva lo sviluppo di percorsi culturali e turistici destagionalizzati, analizza le opportunità occupazionali ed economiche del settore. Il patrimonio culturale, straordinaria risorsa economica per lo sviluppo del nostro Paese, è attualmente al centro di molti dibattiti, con particolare riferimento ai valori economici dell’indotto turistico. Ricerche di mercato e previsioni socio economiche mondiali indicano nella cultura e, nello specifico, nel turismo culturale, un comparto in grande espansione. Infatti, anche a motivo della globalizzazione, ci sono potenzialmente milioni di persone che potrebbero investire nel proprio arricchimento personale, in viaggi, ma nonostante questo, l’Italia, che fino agli anni ’70 deteneva il primato come Paese con più ingressi turistici, negli ultimi decenni è stata superata da altre Nazioni che hanno saputo meglio intercettare la richiesta turistica che, oltre il singolo bene culturale cerca anche elevata qualità dei servizi, dell’ospitalità, nonché una adeguata comunicazione. In tempi di recessione economica e contrazione della spesa pubblica, il comparto Cultura offre quindi una grande opportunità di sviluppo economico, in grado di creare numerosi nuovi posti di lavoro qualificati, molti dei quali facilmente assorbibili dal grande bacino di giovani laureati disoccupati del Mezzogiorno. Nello scenario attuale non può assolutamente mancare un coinvolgimento del settore privato che deve essere sempre di più, un partner abituale dello Stato nelle attività di valorizzazione e comunicazione. In questi ultimi anni, è andata progressivamente aumentando la partecipazione di soggetti privati ad iniziative e progetti culturali dello Stato. Un input che deve nascere dal settore pubblico e che può essere ulteriormente incentivato con l’informazione dell’utilizzo degli strumenti di sgravio fiscali già esistenti. Non dobbiamo dimenticare, però, il principale compito della Direzione Generale per la Valorizzazione del Ministero per i Beni e le Attività culturali, che è quello di promuovere ed accompagnare la fruizione del nostro patrimonio culturale, affinché, fin da giovanissimi, i cittadini scoprano l’emozione di visitare un museo o un’area archeologica e di conoscere quanta e quale eredità i nostri predecessori ci hanno lasciato. Per raggiungere questo obiettivo, stiamo lavorando, già da tempo, anche in collaborazione con il MiUR, per creare, fin dalle scuole primarie, un coinvolgimento e una sensibilizzazione nei confronti della cultura che possa accompagnare l’individuo lungo il percorso della sua esistenza. Mi auguro che l’appuntamento di Paestum possa essere un’occasione per ribadire lo stretto connubio tra tutela, conoscenza e valorizzazione del patrimonio culturale, un percorso irrinunciabile per una gestione integrata delle risorse del territorio. Anna Maria Buzzi Direttore Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale Quali aree archeologiche? Per una strategia di conservazione e di valorizzazione L ’ Italia è giustamente considerata un paese dove il patrimonio archeologico rappresenta una delle caratteristiche più rilevanti dell’identità nazionale, oltre che una quota importante dell’intero patrimonio mondiale. A livello di opinione pubblica, anche colta, si tratta di una constatazione data per acquisita e ripetuta spesso non soltanto a livello politico, ma anche dagli stessi archeologi nelle diverse sedi istituzionali e particolarmente da quei pochi che rivestono ruoli di un qualche rilevo mediatico. È mia impressione però da molto tempo che manchi un approfondimento concreto su cosa si intenda veramente per “patrimonio archeologico” e che si sia in presenza di fraintendimenti e, comunque, a valutazioni molto diverse a seconda di chi ne parla e, spesso, delle circostanze in cui se ne parla. In realtà il patrimonio archeologico di un paese è una realtà diffusa almeno quanto la presenza umana al proprio interno, sia in senso spaziale che in senso temporale, e coincide con le testimonianze materiali ancora conservate nel sottosuolo in depositi stratificati. È quindi, semplificando, evidentemente presente in ogni centro attualmente abitato e significativamente al di sotto dei centri urbani e, nel territorio, anche in aree sedi di insediamenti in epoche diverse e attualmente non più utilizzate dall’uomo in modo sistematico. Non si tratta in realtà di concetti particolarmente ostici; questo tipo di approccio, legato ad un’interpretazione dell’archeologia come analisi e studio dei contesti in ogni aspetto possibile, è stato da tempo recepito sia nel bagaglio teorico che nella metodologia della disciplina, ma anche a livello di azione di tutela da parte del Mibac e, sempre più spesso, dalle stesse Amministrazioni territoriali. A livello di opinione pubblica questa concezione ampia del patrimonio archeologico entra in campo però solo su questioni specifiche, quando l’attività di tutela confligge con interessi di tipo economico diverso e si è chiamati a schierarsi pro o contro la conservazione del bene archeologico in posto, anche a costo di blocchi di lavori o modifiche di progetti, pro o contro l’esecuzione di scavi estensivi. Si potrebbero citare molti casi in cui l’archeologia sale alla ribalta della pubblica attenzione per problemi di questa natura. Tuttavia, al di là di situazioni particolari, quando i media si occupano della conservazione del patrimonio archeologico hanno in mente altro. Si pensa in buona sostanza alle aree archeologiche, da Pompei in giù. Premesso che queste non esauriscono il patrimonio archeologico di un paese, si tratta di capire innanzi tutto in cosa consistono, cioè cos’è esattamente un’area archeologica. Innanzi tutto pare evidente che per aree archeologiche si devono intendere comunemente quelle visibili fuori terra, in tutto o Presentazione almeno in una parte considerevole, e non quelle presenti nel sottosuolo (cioè i depositi archeologici estesi di cui abbiamo parlato), o perché sempre rimaste allo scoperto (e si tratta di casi rari, di solito circoscritti a singoli monumenti, come ad esempio il Colosseo), o perché oggetto di scavo. La tipologia delle aree archeologiche da questo punto di vista è molto ampia, ma per affrontare concretamente il problema, si può tentare una suddivisione di massima: - centri urbani privi di continuità storica, quindi abbandonati e oggetto di scavi sistematici; sono certamente le aree archeologiche più importanti e famose; vi appartengono molti centri di epoche diverse dal momento della formazione delle civiltà urbane (Greci, Etruschi, Romani), che sono stati abbandonati per le cause più diverse; Pompei, Ercolano, Paestum, Cosa, Tarquinia, Metaponto, per non citarne che alcuni, rientrano in questa categoria - aree archeologiche all’interno degli attuali centri urbani; sono per lo più frutto di scavi recenti; si tratta di contesti assai vari, che possono costituire dei veri e propri contesti unitari (es.Foro Romano/Palatino/Colosseo, acropoli di Volterra, teatro di Siracusa, domus del Chirurgo a Rimini), ma anche elementi strutturali antichi lasciati in sito in situazioni emergenziali - sedi insediative dei periodi e dalle funzioni più diverse isolate sul territorio; si potrebbero in questa categoria far rientrare molte ulteriori suddivisioni; comprende villaggi/necropoli/luoghi di culto pre-protostorici, ville di età romana, impianti produttivi, monumenti funerari, infrastrutture, edifici religiosi, insediamenti e fortificazioni medioevali…; anche in questa categoria rientrano complessi unitari del livello di Villa Adriana o Piazza Armerina ed emergenze molto modeste lasciate a vista e spesso dimenticate Nelle concezione comune delle “aree archeologiche” rientrano altri due fattori di cui è bene tenere conto. Il primo è assai relativo e difficilmente inquadrabile, ma ha certamente un forte impatto sull’opinione pubblica ed è la visibilità monumentale all’interno di un’area archeologica, quindi la sua leggibilità. Il secondo è la visitabilità, cioè la distinzione tra aree strutturate, quindi non solo visibili, ma custodite, delimitate e attrezzate per un percorso di visita, e quelle, magari visibili, ma non strutturate. Definite così per sommi capi le aree archeologiche e distinte sia dalla categoria dei “siti archeologici” (che comprende anche quelli sepolti ed ha valenza solo territoriale) Presentazione e da quella dei “parchi archeologici” (per cui sono state di recente promulgate lineeguida, con la relativa definizione), possiamo procedere ad alcune considerazioni, che hanno motivato il tema dell’incontro di Paestum. Non c’è dubbio che è necessario mettere ordine in questa materia, distinguendo ciò che è importante conservare da ciò che è importante e opportuno non solo conservare ma anche valorizzare. Da questo punto di vista è evidente che la prima categoria di aree archeologiche ha una assoluta priorità e comprende aree che, salvo eccezioni, non solo devono essere tutte conservate e mantenute in condizioni di sicurezza, ma anche opportunamente valorizzate; anche all’interno di queste aree sarà comunque necessario operare delle scelte di priorità, trattandosi di aree vaste, perché a livello urbano. Per le altre due categorie la situazione è assai più complessa, perché comprendono complessi archeologici molto più eterogenei, per cui le soluzioni possono essere molto diverse, e in qualche caso anche estreme, con la previsione di un reinterro conservativo. Quello che serve è quindi in primo luogo un censimento realistico della situazione per potere operare scelte strategiche e che superino la fase dell’emergenza. Da questo punto di vista l’Italia meridionale è certamente un campo privilegiato dove affrontare il problema in tutte le sue sfaccettature. Nessuna area del paese presenta un numero di centri urbani antichi privi di continuità storica e di così notevole importanza: da Pompei a Ercolano, a Paestum, a Velia, Locri, Sibari, Siris-Eraclea, Metaponto, né città con continuità storica di così lontana origine (Napoli, Taranto, Reggio Calabria…) e, ovviamente, una serie di emergenze territoriali dalla preistoria (basti pensare ai monumenti megalitici della Puglia) al Medio Evo (es. i centri monastici della Calabria). E, a maggior ragione, nessuna area del Paese più dell’Italia meridionale può sperare che dalla valorizzazione di un patrimonio archeologico così importante e vissuto orgogliosamente dalla popolazione possa venire un rilancio sia in termini economici sia in promozione culturale. Luigi Malnati Direttore Generale per le Antichità DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Archeomar: una mappa subacquea del Mediterraneo Luigi Fozzati, Annalisa Zarattini, Daniele Ciocchetti, Cinzia Nuccitelli Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Archeomar, per una Carta Archeologica delle Acque Italiane Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434767/4769/4701 Fax 06 58434722/34750 [email protected] [email protected] [email protected] 12 Il Mar Mediterraneo è un immenso museo subacqueo: migliaia e migliaia di relitti, dalla preistoria alla modernità; strutture portuali; abitati, ville, peschiere, cave. La storia dell’uomo che ha scelto il mare come luogo del proprio vivere, lavorare e commerciare ha trovato nell’acqua salata del Mare nostrum quell’ambiente favorevole alla conservazione delle proprie vestigia che oggi ritroviamo sotto l’acqua delle nostre coste e dei nostri fondali. Grazie alla moderna tecnologia è oggi possibile e quindi doveroso procedere alla mappatura dei fondali marini: la tutela archeologica presuppone la conoscenza del territorio. L’ovvietà di questa affermazione non trova riscontro: l’Italia non possiede una mappa dei propri siti sommersi. L’autunno del 2002 ha quindi riservato una sorpresa per l’archeologia subacquea italiana: i mari italiani avranno la prima cartografia scientifica dei siti archeologici sommersi, operazione per la quale è stato varato il Progetto Archeomar. Il Progetto Archeomar scaturisce dalla legge n. 264 dell’8 novembre 2002, che all’articolo 13 recita: “Censimento dei beni archeologici sommersi nei fondali marini. È autorizzata la spesa di 3.751.825 euro per ciascuno degli anni 2003 e 2004 a favore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la realizzazione del censimento dei beni archeologici sommersi nei fondali marini delle coste delle regioni Campania, Basilicata, Puglia e Calabria”. La legge 264 stabilisce pertanto una priorità chiara e precisa: la necessità di realizzare un censimento. Poiché ogni censimento, secondo i moderni criteri topografici, ha come sede naturale di destinazione la cartografia archeologica, il Progetto Archeomar è stato concepito con questa specifica funzione pratica. In altre parole, l’obiettivo del Progetto consiste nel superamento della scoperta casuale mirando alla ricerca programmata, attraverso una metodologia interdisciplinare finalizzata a realizzare una moderna cartografia vettoriale e una banca dati. Terminato Archeomar 1 che ha riguardato i fondali marini di Campania, Basilicata, Calabria e Puglia, nel 2009 ha preso avvio Archeomar 2. La nuova fase si è sviluppata fino ai primi mesi del 2011 nelle acque di competenza di Lazio e Toscana. Due regioni con Soprintendenze (Roma, Lazio, Etruria Meridionale e Toscana) dotate in organico di funzionari archeologi subacquei: un dato importante che conferma la necessità di questa professionalità per il Ministero. Il lavoro svolto ha perciò beneficiato di un patrimonio di esperienze e conoscenze che hanno decisamente facilitato il raggiungimento dei risultati attesi. La Carta Archeologica delle Acque Italiane giunge con Lazio e Toscana quasi al 50% delle acque marine di competenza: un lavoro straordinario che oggi vede partire nella stessa direzione anche altri Paesi e non solo del Mediterraneo. I numeri di Archeomar Tra il 2009 ed il 2011 l’impegno di oltre 65 professionisti, archeologi subacquei, archeologi navali, storici, geofisici, geologi, informatici, sommozzatori, ingegneri, marittimi, grafici, fotografi e tecnici, ha permesso di indagare le coste di Lazio e Toscana e di realizzare il censimento dei beni archeologici sommersi nel mare delle due regioni. La consultazione di oltre 50 banche dati, archivi pubblici e privati, biblioteche, archivi museali, dipartimenti universitari, sia italiani che esteri, l’utilizzo di 2 navi oceanografiche per l’esecuzione di 55 giornate operative d’indagine a mare, l’esplorazione di oltre 230 kmq di fondo marino con side scan sonar e multibeam, la realizzazione di oltre 13 60 esplorazioni ROV e di immersioni con minisommergibile hanno permesso la documentazione diretta di 30 siti archeologici nelle acque delle due regioni, oltre alla schedatura di più di 790 siti. La filosofia del Progetto e la tecnologia impiegata hanno consentito ad Archeomar 2 di raggiungere i seguenti obbiettivi: • realizzare la schedatura di 30 siti archeologici sommersi lungo le coste delle due regioni e nelle acque di alcuni tra i più importanti arcipelaghi italiani; • scoprire 15 siti inediti e fino ad ora sconosciuti, a profondità comprese tra i 50 ed i 600 metri. Le linee progettuali sono state finalizzate al conseguimento di quei mezzi assolutamente prioritari per la messa a fuoco della più moderna e sofisticata pratica di tutela del patrimonio sommerso lungo le coste italiane in ottemperanza alla Convenzione Unesco per la Protezione del Patrimonio Subacqueo: I relitti Nel corso delle ricerche presso gli archivi di Fase 1 sono stati censiti 191 relitti. I relitti oggetto di indagine nel corso del Progetto Archeomar 2 possono essere distinti secondo due grandi tipologie: • • i resti di scafi, per lo più metallici o con parti metalliche, riferibili al periodo successivo all’introduzione della navigazione a vapore e per lo più ascrivibili alla seconda guerra mondiale; i resti di carichi, per lo più ceramici, rappresentati da dolia ed anfore di epoca classica interpretabili come testimonianze dirette dell’ affondamento di antichi navigli. Le indagini condotte a mare tra il 2009 ed il 2010 hanno inoltre permesso di individuare 11 relitti inediti tra cui: • 2 relitti a dolia; • 3 relitti con anfore databili all’età pre-classica o classica. L’utilizzo della strumentazione geofisica e del minisommergibile ha consentito di ottenere dati utili non solo all’identificazione dei reperti, ma anche alla valutazione del loro stato di conservazione in funzione della loro tutela. 14 Il GIS Archeomar Nel quadro della creazione di una banca dati unitaria e condivisa in grado di costituire un utile strumento aggiornabile, dinamico, interrogabile, essenziale per una corretta e moderna gestione, tutela e valorizzazione dei siti archeologici sommersi, è stato costruito un apposito sistema informativo territoriale o GIS. Tutte le informazioni, derivate sia dalle indagini presso archivi e biblioteche sia dalle ricerche in mare, sono state organizzate all’interno del GIS. Il sistema è stato realizzato con una struttura flessibile e scalabile basata su una architettura client/server, sfruttando SQL Server come database relazionale e la tecnologia ArcGIS di ESRI per la gestione della componente grafica e cartografica. Tale sistema è oggi capace di gestire e rendere disponibile agli utenti l’insieme di tutti i dati raccolti, dando la possibilità di effettuare le più diverse ricerche attraverso specifiche interrogazioni. Lo schema del database relazionale è incentrato sul sito, descritto secondo le sue caratteristiche fisiche, la localizzazione, il grado di conservazione e di rischio, l’interpretazione archeologica e la sua cronologia. Le Fasi Fase I • Consultazione di archivi e banche dati. • Raccolta della documentazione relativa a siti editi e noti in letteratura archeologica. • Raccolta di informazioni inedite sul territorio. • Creazione di una banca dati preliminare funzionale alla ricerca. Fase II • Indagine diretta a mare mediante strumentazione geofisica, sia in corrispondenza di alcuni dei siti schedati in Fase I, sia in aree di ricerca indicate dalle Soprintendenze per i Beni Archeologici delle regioni Lazio e Toscana. Fase III • Analisi ed interpretazione dei dati raccolti. • Aggiornamento del database di Archeomar. • Messa a disposizione delle informazioni ai diversi enti preposti alla tutela del patrimonio culturale. 15 Fase IV • Attività di formazione, sensibilizzazione, diffusione e divulgazione dei risultati ottenuti. Il Progetto Archeomar sta sviluppando nuove sinergie con alcune soprintendenze, in particolare la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. Nel corso del 2013 dovrebbero essere riversate nella banca dati Archeomar le schede della carta archeologica della Laguna di Venezia e della carta archeologica delle Lagune di Grado e Marano. Per l’occasione è allo studio la costruzione di un’apposita scheda per l’archeologia lagunare. È inoltre prevista l’attivazione di uno specifico protocollo di collaborazione con l’Università di Udine: il laboratorio LADA di archeologia delle acque, diretto dal Prof. Massimo Capulli, elaborerà la scheda di archeologia fluviale, riversando poi i dati del Progetto Anaxum nella banca dati Archeomar. Il Progetto Anaxum è il primo progetto scientifico italiano – frutto dell’intesa tra la Soprintendenza di Trieste e l’Università di Udine – pensato e organizzato per un’indagine archeologica su un fiume, in questo caso il fiume Stella. 16 ITALIA SETTENTRIONALE DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia Progetto PAUT: parco archeologico urbano di Trieste Paola Ventura, con la collaborazione di Fabiana Pieri Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Friuli Venezia Giulia Direttore Regionale: Giangiacomo Martines Coordinatore per la Comunicazione: Claudio Barberi Piazza della Liberta’, 7 34135 Trieste Tel. 040 4194811 Fax 040 4194820 www.friuliveneziagiulia.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia Soprintendente: Luigi Fozzati Viale Miramare, 9 34135 Trieste Tel. 040 4261411 Fax 040 4261422 [email protected] La Città Vecchia di Trieste nel suo attuale aspetto è il risultato di una stratificazione continua, prevalentemente in positivo, dall’età romana al XIX secolo (intervallata da una fase di ruralizzazione fra basso Medioevo e la ripresa dell’edificato nel ‘700), seguita nel secolo scorso da un alternarsi di sventramenti (in epoca fascista ma anche nel secondo dopoguerra) e di progressivo abbandono. Solo a partire dagli anni ‘80 del ‘900 è stata avviata una serie di azioni di recupero, dapprima in conseguenza di interventi di edilizia popolare, quindi nell’ambito di piani particolareggiati, anche grazie a programmi comunitari, prevalentemente su iniziativa pubblica ma anche con singoli apporti di investitori privati. Questa rapida evoluzione da quartiere in stato di forte degrado a cantiere permanente, sotto la costante sorveglianza della Soprintendenza quale organo di tutela – dapprima in un’ottica di emergenza, quindi secondo una programmazione che ha visto in un caso anche il coinvolgimento dell’Università cittadina - ha comportato un notevole arricchimento del patrimonio archeologico di Tergeste: in precedenza esso si articolava nei capisaldi del complesso Foro-basilica (sulla sommità del colle di S. Giusto), teatro romano (presso l’antica linea di costa) ed arco di Riccardo (a metà versante) - i primi due significativamente esito di “riscoperta” grazie agli sterri degli anni ‘30, il secondo sempre rimasto in vista, ma pure progressivamente (non interamente) “liberato” dagli edifici moderni a partire dai primi anni del ‘900. All’incremento esponenziale della conoscenza (che si compendia nella planimetria informatizzata della città romana e medievale – (fig. 1) si è accompagnata solo in Fig. 1: Pianta della città romana (in rosso) e medievale (in verde), sovrapposta alla carta tecnica (rilievo G. Meng, M. Braini). 18 parte la realizzazione di strutture per consentire in maniera permanente l’accesso ai siti di nuova individuazione: gli antiquaria di via Donota e via del Seminario (che andavano ad aggiungersi alla basilica paleocristiana di via Madonna del Mare, resa visitabile già nei primi anni ‘70 sotto una scuola e la strada prospiciente) e numerose “finestre” di varia ampiezza all’interno dei fabbricati recuperati, con la più diversa funzione (immobili comunali a destinazione culturale e sociale, strutture ricettive, studi professionali, esercizi commerciali, edifici residenziali, etc.). Fra le principali emergenze si collocano i resti venuti più recentemente alla luce in occasione della costruzione di due parcheggi interrati: una ricca domus suburbana in piazzetta S. Lucia (già destinataria di un progetto di valorizzazione, ora quasi ultimato) ed una complessa sistemazione di versante, includente edifici pubblici e privati, presso il “Park S. Giusto” attualmente in corso di escavo nel colle, con accesso nelle adiacenze del teatro romano. Diversamente problematica si presenta la fruizione, ma soprattutto la conservazione, delle strutture a cielo aperto, per alcune delle quali non sono ancora terminate le indagini e quindi il restauro; spicca per importanza il monumento che segnava l’intersezione fra la viabilità costiera e la via dei Capitelli che saliva verso la sommità del colle: individuato nel 2000, se ne prevede la definitiva sistemazione grazie alla sponsorizzazione della Fondazione CRTrieste. La Città Vecchia si presenta perciò come ambito privilegiato per il tentativo di ricucire uno spazio urbano nel segno di una lettura unitaria, quale emerge dalla ricostruzione scientifica e storica, anche a beneficio della fruizione pubblica, destinata alla cittadinanza (con particolare riguardo all’utenza scolastica) ed al turismo. Anche limitandosi al nucleo a maggior densità, coincidente con il quartiere di Crosada, pare evidente la difficoltà ad inserire in un itinerario percorribile unitariamente, secondo una sequenza logica supportata da idonee indicazioni, le diversificate realtà puntuali in cui il layer archeologico si articola, non essendone attualmente garantita nemmeno un’apertura coordinata. Ciò comporta la necessità di una gestione sinergica delle risorse da parte di tutti gli attori coinvolti: in primis le Soprintendenze (per i Beni Archeologici e per i Beni Architettonici ed il Paesaggio) ed il Comune (che ha già garantito la propria adesione), i Dipartimenti Universitari (includenti le competenze di architetti e pianificatori e degli archeologi), liberi professionisti ed esperti. Il progetto PAUT si concretizza innanzitutto nella creazione di un percorso triangolare chiuso, a ricollegare il maggior numero possibile di siti accessibili o da restituire alla visita (fig. 2) Fig. 2: Progetto PAUT: proposta di percorso archeologico (in rosso: siti visitabili o potenzialmente visitabili; in blu: siti non visitabili) (elaborazione arch. F. Pieri) I numeri delle foto fanno rifermento ai siti in pianta. MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Viale Miramare 9, Trieste 1 PARCO ARCHEOLOGICO URBANO DI TRIESTE A PLANIMETRIA Scala. 1 : 600 novembre 2011 1.20 Area collegamento Park san Giusto teatro romano P 29 P P P P P Il Soprintendente: dott. Luigi Fozzati P P P Il Funzionario archeologo: dott.ssa Paola Ventura 30 Area progetto arch. Pieri 2004 3 Elaborazione: dott. arch. Fabiana Pieri Piazzetta Tor Cucherna 14/a 34121 Trieste [email protected] 2 Rilievi topografici ed archeologici: geom. Giovanni Meng Geotest sas dott. Massimo Braini geom. Paolo Debernardi 28 Area progetto arch. Pieri 2004 31 15 14 B B 8 10 Siti archeologici progetto per la fruizione e valorizzazione Lotto 8 11 LEGENDA P 9 Lotto 9 4 GALLERIA ESISTENTE INDIVIDUAZIONE DELLE AREE ARCHEOLOGICHE 1 11,99 -30940 12 Teatro romano 2 Torrione tardo romano 3 Banchina porto romano 4 Porta di Cavana - banchina e attrezzature portuali 5 Domus - Piazzetta Santa Lucia -54860 18 3,45 32 16 13 27 61.29 Lotto 6 64.90 17 6 Basilica Paleocristiana 7 Strada romana ed acquedotto 8 Frantoio e mura tardo-antiche - Via dell'olio 9 10 11 6 P6 12 -31020 13 -54860 Ro ton da 25 26 de lla Ma do nn a de l Ma re 7 24 Via Monumento - Via dei Capitelli Edifici di età romana Scavo Crosada Edifici del '500 - Via San Silvestro 15 San Silvestro Via Via 5 Porta romana - Via di Crosada Monumento - Via di Crosada 14 19 Tig or 22 20 20 23 16 Domus - Piazza Trauner 17 Domus - Piazza Barbacan 18 Arco di Riccardo e strada romana 19 Orti Prandi 20 Terrazzamenti romani - giardino del Capitano 21 Cinta muraria medievale 22 Orto lapidaro 23 San Michele al Carnale 24 Propileo capitolino e basilica di San Giusto 25 Basilica forense 26 Castello di San Giusto 27 Tratto di cinta muraria 28 Tor Cucherna 29 Torre Donota e recinto funerario 30 Pozzo - Via Donota 22 31 Tratto di cinta muraria 32 Domus - Via dell'Ospitale 20 25 25 Sito archeologico visitabile o potenzialmente visitabile 21 i ell tin Testi us Gi Via Via Via San Mich ele Sito archeologico non visitabile Punti di connessione con luoghi ed infrastrutture della città Rilievo delle strutture archeologiche Aree oggetto di progettazione o da valorizzare 18 19 Foto 1: Teatro romano Foto 2: Torrione tardoantico presso la linea di costa che ricalchi tendenzialmente la viabilità litoranea e le antiche direttrici d’accesso al colle di S. Giusto: attraverso di esso ci si propone di rendere percepibile il dilatarsi e contrarsi del perimetro urbano, ove ad una precoce pianificazione anche degli spazi non insediati (con l’acquisizione di una più ampia fascia costiera mediante importanti interri) succedono una capillare occupazione dei terreni pianeggianti così ricavati, e quindi un ridisegno della forma urbis con l’esclusione o l’obliterazione di settori fino a poco prima vitali. La realizzazione sul terreno dell’itinerario, grazie alla compresenza di professionalità a tutto campo, dovrà avvenire nel segno dell’accessibilità declinata nelle sue varie accezioni: accanto all’ormai scontato adeguamento (non sempre facile, visti i contesti) ai requisiti per consentire l’accesso alle diverse disabilità motorie, la calibrazione sulle limitazioni anche percettive e cognitive dovrà sottendere a tutte le forme di comunicazione e di diffusione (supporti didattici, dalla cartellonistica al multimediale), risolvendosi peraltro in un potenziamento e miglioramento dell’offerta anche per l’utenza generica. Foto 6: Basilica paleocristiana di via Madonna del Mare Foto 8: Frantoio presso le mura tardoantiche Foto 11: Monumento di via Capitelli 20 L’uniformazione delle modalità di accesso (a partire dagli orari di apertura) e di visita (prevedendo tour guidati ma senza penalizzare il libero utilizzo del percorso) e la promozione attraverso iniziative indirizzate a diverse utenze sono infine il presupposto per una sopravvivenza nel tempo degli esiti del progetto: essa potrà avvenire uniformandosi, per quanto applicabili, alle forme di gestione di cui le recenti Foto 12: Edificio pubblico area ex ATER Foto 13: Terrazzamenti e domus (scavo Università degli studi di Trieste) Foto 18: Arco di Riccardo e strada Foto 25: Basilica forense 21 linee guida per i parchi archeologici forniscono oggi gli standard; la prefigurazione su tali soluzioni deve costituire quindi uno dei fattori di cui tener conto fin da principio nelle scelte operative, che possono pertanto contare su un significativo banco di prova. Foto 29: Antiquarium di via Donota: domus e sepolcreto Foto 31: Antiquarium di via del Seminario: mura tardorepubblicane 22 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA LIGURIA Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria Area Archeologica e del Sistema Museale dell’antica città di Luna Area archeologica e Sistema Museale dell’antica città di Luna - Realizzazione di pianta a strappo turistica Marcella Mancusi Nel Comune di Ortonovo (SP) è presente un’area archeologica ubicata in corrispondenza della colonia romana di Luna fondata nel 177 a.C. La città, divenuta famosa nell’antichità per il “marmo lunense”, ovvero l’attuale marmo di Carrara, divenne sede vescovile e fu abbandonata nel 1204 a causa dell’insabbiamento del suo porto. A seguito degli scavi condotti, ne sono stati riportati alla luce l’area pubblica centrale, edifici di culto e da spettacolo, ricche domus private e parte della maglia viaria. I reperti recuperati sono esposti presso il Sistema Museale che sorge all’interno del sito e che si caratterizza per un allestimento policentrico, integrato con le evidenze presenti nei vari settori di scavo. Vista la complessità del contesto archeologico – legata ad una frequentazione ininterrotta per circa quattordici secoli, al sovrapporsi di strutture di epoche diverse, alla presenza di resti non sempre monumentali o di facile lettura, specie per un visitatore non “addetto ai lavori” – e vista, d’altro canto, la forte vocazione turistica dell’area in cui sorge la città antica, posta per altro in prossimità del mare presso l’estremità settentrionale del litorale versiliano, è stata attivata una collaborazione con l’Unità Operativa Promozione/Editoria, Servizio Turismo della Provincia della Spezia per la realizzazione di materiale turistico-promozionale. Sebbene all’ingresso del Sistema Museale siano distribuiti gratuitamente due tipi di brochure di taglio scientifico divulgativo, realizzati dai servizi educativi del Museo con fondi ministeriali, si è ritenuto utile poter disporre di un ulteriore supporto di visita pratico ed intuitivo. Si è pensato, quindi, ad una pianta a strappo che ha il vantaggio da una parte di costituire per la Provincia materiale maneggevole e accattivante per promuovere il sito di Luna nelle fiere di settore, dall’altra di offrire uno strumento operativo di orientamento durante la visita al Museo. Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria Direttore Regionale: Maurizio Galletti Via Balbi, 10 16126 Genova Tel. 010 2488008 Fax 010 2465532 www.liguria.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria Soprintendente: Bruno Massabò Via Balbi, 10 16126 Genova Tel. 010 27181 Fax 010 2465925 www.archeoge.beniculturali.it [email protected] Area Archeologica e del Sistema Museale dell’antica città di Luna Direttore: Lucia Gervasini via Luni, 37 19034 Ortonovo (SP) Tel/Fax 0187 66811 www.archeoge.beniculturali.it [email protected] 23 Si è adoperato un formato A3, a colori, su carta lucida, in cui l’elemento prevalente – presente sulla facciata principale – è rappresentato da una planimetria dell’abitato costruita in modo tale da offrire un quadro di insieme delle aree esplorate, degli spazi espositivi e della ricostruzione del tracciato urbano. Per dare vivacità, e soprattutto per agevolare la comprensione, accanto ai maggiori monumenti sono state inserite le immagini esplose degli acquerelli con le ricostruzioni in elevato, eseguiti con rispetto filologico dei dati di scavo. Il tutto è corredato da una legenda in cui sono stati evidenziati con una grafica differente i nuclei museali e le strutture archeologiche. Nella parte posteriore della pianta sono stati invece inseriti un brevissimo testo di inquadramento del centro antico, un’indicazione degli eventi principali che vi si svolgono, una scheda con indicazioni pratiche con indirizzo, orari di apertura, contatti ed alcune foto dell’area archeologica e di reperti ritenute rappresentative. Tutti i testi sono tradotti in inglese, francese e tedesco. Il progetto, esito della sinergia tra la sezione del servizio educativo lunense - che ha curato impianto grafico e testi, fornendo immagini dell’archivio della Soprintendenza ed acquerelli -, e l’Unità del Servizio Turismo della Provincia della Spezia - che si è fatta carico dell’impaginazione e degli oneri della stampa – ha aperto la strada ad una cooperazione che si auspica possa continuare a produrre risultati fruttuosi. 24 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA LOMBARDIA Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Nuove aree archeologiche in Lombardia - 2010/2012 In occasione della XV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (Paestum 15-18 novembre 2012) la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia propone una presentazione dei luoghi della cultura inaugurati tra il 2010 e il 2012 nel territorio regionale. Si tratta di dieci nuove aree archeologiche, già aperte al pubblico, e di una in corso di allestimento che sarà inaugurata nel 2013. Tali aree sono state indagate, restaurate e valorizzate grazie al concorso di numerosi soggetti. Le iniziative si pongono come buoni esempi dei risultati che può produrre la collaborazione fra enti pubblici e tra pubblico e privato. Accanto al MiBAC (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici), che ha investito impegno nella direzione scientifica dei cantieri di scavo e di restauro e, a volte, nella progettazione e nell’attenta cura scientifica dei progetti conservativi, espositivi e comunicativi, figurano gli Enti Locali (Regione Lombardia e Comuni), i privati e gli Enti Religiosi, che hanno finanziato, promosso e sostenuto gli interventi. Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia Direttore Regionale: Caterina Bon Valsassina Coordinatore per la Comunicazione: Manuela Rossi Corso Magenta, 24 20123 Milano Tel. 02 802941 Fax 02 80294232 www.lombardia.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Soprintendente: Raffaella Poggiani Referenti per la Comunicazione: Stefania De Francesco, Serena Rosa Solano Via E. De Amicis, 11 20123 Milano Tel. 02 89400555 Fax 02 89404430 www.archeologica.lombardia.beniculturali.it [email protected] Foto 1: Bergamo, Piazza Duomo, Cattedrale di Sant’Alessandro, iconostasi Questa importante opera di valorizzazione, iniziata nel 2006 con la sottoscrizione di un Protocollo di Intesa tra Regione Lombardia e MiBAC per un progetto di tutela, conoscenza e valorizzazione delle aree e dei parchi archeologici della Lombardia, conferma la ricchezza e la varietà del patrimonio archeologico conservato su tutto il territorio della regione e arricchisce l’offerta culturale al pubblico. Accanto alle grandi aree archeologiche, si vuole porre l’attenzione verso realtà “minori”, che sono state “restituite” al territorio, nell’ottica di una tutela coniugata con la valorizzazione e la fruizione. Le nuove aree archeologiche sono: Como, viale Lecco – area delle terme romane, gennaio 2011 Bergamo, Hospitium Comunis Pergami, Palazzo del Podestà - area 25 archeologica pluristratificata, aprile 2012 Bergamo, Piazza Duomo, Cattedrale di Sant’Alessandro Martire - Museo e Tesoro della Cattedrale, agosto 2012 Predore (BG), Piazzetta Lanza - impianto termale della villa romana dei Nonii, aprile 2012 Mantova, Piazza Sordello - Domus romana, marzo 2010 Milano, Parrocchia di San Nazaro - Basilica Apostolorum, maggio 2012 Cornaredo (Mi), Chiesa Vecchia di S. Pietro all’Olmo, marzo 2012 Cividate Camuno (BS), via Palazzo - area del Foro di età romana, dicembre 2011 Nuvolento (BS) - Villa romana della Pieve, aprile 2012 Toscolano Maderno (BS) - Villa romana, settembre 2010 Nel 2013 verrà inoltre inaugurata l’area di: Montano Lucino (CO), Nuovo Ospedale Sant’Anna – struttura a circolo di età protostorica. Foto 1: Bergamo, Hospitium Comunis Pergami, Palazzo del Podestà, area archeologica musealizzata Foto 2: Cividate Camuno (BS), via Palazzo, area del Foro di età romana 26 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL VENETO Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto CEMA - Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia del Veneto (CEMA) Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto Direttore Regionale: Ugo Soragni Coordinatore per la Comunicazione: Antonio Giacomini Ufficio URP - Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Cultour Active srl La Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, Veneto Designer Outlet by McArthur Glen, il Comune di Noventa di Piave, l’Associazione Culturale Noventa Arte e Storia e Cultour Active srl, hanno presentato lo scorso aprile i nuovi spazi espositivi del CEMA - Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia, allestito all’interno del Veneto Designer Outlet di Noventa di Piave (Venezia). L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Direzione dei Beni Culturali della Regione del Veneto e con il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova. La disponibilità ad integrare la propria attività con la promozione della cultura da parte di una realtà commerciale di così significativa porta- Ca’ Michiel dalle Colonne Cannaregio 4314 – Calle del Duca 30122 Venezia Tel. 041 3420101 Fax 041 3420122 www.veneto.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto Soprintendente: Vincenzo Tiné Via Aquileia, 7 35139 Padova Tel. 049 8243811 Fax 049 8754647 www.archeopd.beniculturali.it [email protected] CEMA - Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia c/o Veneto Designer Outlet Via Marco Polo, 1 30020 Noventa di Piave (VE) Tel. 0421 307738 CEMAgazine in versione sfogliabile: issuu.com/museocema/docs/cemagazine www.facebook.com/museocema www.museocema.com 27 ta, che conta ogni anno milioni di visitatori, ha fornito l’occasione per mettere in atto innovative soluzioni multimediali destinate a diffondere la conoscenza del ricco patrimonio archeologico del Veneto tra un pubblico ampio e non specialistico, con l’intento di creare una vetrina virtuale per i musei nazionali e le aree archeologiche della regione. Non si tratta di trasferire od esporre sezioni museali o singoli reperti di richiamo presso sedi non convenzionali, secondo prassi già consuete in diverse regioni; l’idea che anima l’iniziativa è, invece, quella di offrire suggestioni per indurre un numero sempre maggiore di visitatori a fruire direttamente delle molte località di interesse storico-archeologico del Veneto. Per raggiungere questo obiettivo si sono potenziate le forme più accattivanti della comunicazione multimediale, capaci di incidere sull’utente non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche da quello sensitivo ed emozionale. Decine di immagini dei reperti e dei luoghi dell’archeologia del Veneto, proposte all’utente attraverso innovative modalità di fruizione ad alto impatto emotivo (non solo schermi, ma anche pareti, pavimenti, tavoli e cornici resi interattivi in modalità no touch) suscitano nel pubblico dell’outlet quell’”effetto meraviglia” che è il presupposto essenziale per stimolare la curiosità intellettiva e risvegliare il bisogno di rapportarsi direttamente con le realtà fisiche evocate dalle installazioni virtuali. 28 Il percorso Una grande mappa del Veneto accoglie il visitatore all’interno del CEMA, accompagnandolo alla scoperta dei Musei Archeologici Nazionali di Adria, Altino, Este, Fratta Polesine e Portogruaro e delle aree archeologiche della regione, attraverso immagini esemplificative inserite in cornici digitali. Qualche passo più avanti, la parete interattiva permette di entrare in ogni singolo museo, dove le immagini dei reperti più significativi e importanti sono proposte secondo raggruppamenti tematici. Da qui in poi ha inizio il vero viaggio nell’archeofuturo: camminando sul pavimento interattivo ci si immerge nella stratigrafia di uno scavo archeologico; ruotando le facce di un cubo sul table si scoprono curiosità sull’archeologia del Veneto e di Noventa di Piave, sugli eventi e le iniziative che ne hanno contribuito alla valorizzazione e promozione; muovendo le mani all’interno del panorama si vivono i Musei Archeologici Nazionali veneti, Noventa di Piave e il suo passato. Per calarsi ancora di più nella storia, il visitatore entra nella stanza dedicata al tour virtuale in cui può immergersi a 360° nello scavo dell’area archeologica di San Mauro a Noventa di Piave, scegliendo più punti di osservazione all’interno dello scavo stesso. Il viaggio continua attraverso un corridoio che costituisce il trait d’union tra la realtà virtuale dello scavo e i suoi reperti: il visitatore incontra “La dama della collana”, si lascia incantare dalla sua storia e dalla preziosità del gioiello, e sperimenta ancora nuovi punti di vista con le foto 3D. Nel 3D box rivivono invece le antiche chiese di San Mauro, le cui fondazioni ritrovate sono testimonianze del passaggio della storia nel complesso archeologico. 29 In più... Il Centro Espositivo Multimediale dell’Archeologia non è solo un museo virtuale, ma un insieme di strumenti che permettono di vivere la relazione tra archeologia e multimedialità sotto altre forme: CEMAgazine, un periodico quadrimestrale multilingue sull’archeologia del Veneto e sul patrimonio artistico e culturale di Noventa di Piave (VE), disponibile anche in versione digitale; una pagina Facebook per essere sempre in contatto con i visitatori e gli appassionati; un nuovo sito web e applicazioni Ipad e Iphone, a breve disponibili. 30 ITALIA CENTRALE DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIO Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale Viaggio nel mondo degli Etruschi attraverso le ricostruzioni virtuali Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio Direttore Regionale: Federica Galloni Coordinatore per la Comunicazione: Elenora Ferraro Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 5843/4000/4851/4852/ 4853/4854 Fax 06 58434787 www.lazio.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’ Etruria Meridionale Soprintendente: Alfonsina Russo P.le di Villa Giulia, 9 00196 Roma Tel. 06 3226571 Fax 06 3202010 www.etruriameridionale.beniculturali.it [email protected] 32 Maria Letizia Arancio La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale ha avviato una serie di progetti per la promozione di alcuni dei più importanti siti etruschi ricadenti nel territorio di competenza anche grazie ad accordi programmatici con Enti e Centri di Ricerca. Cerveteri e gli Etruschi Il progetto è stato realizzato nell’ambito dell’Accordo di programma quadro APQ6 “Ricerca, Innovazione Tecnologica, Reti telematiche” stipulato in data 28.11.2007 tra il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Lazio, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Ministero dell’Università e della Ricerca e della Convenzione sottoscritta in data 30 ottobre 2009, in sinergia con FI.LA.S (Società Finanziaria Laziale di Sviluppo S.p.A.), individuata dalla Regione Lazio quale soggetto attuatore dell’Accordo, e Lazio Futouring, il brand del Distretto tecnologico per i Beni e le attività culturali, da Mizar srl, aggiudicataria della gara “Progettazione e realizzazione di interventi integrati di valorizzazione, di migliore e più diffusa fruizione dei Beni culturali presenti nel Lazio attraverso l’uso di nuove tecnologie”, relativamente al lotto 1 “Cerveteri e gli Etruschi”. Incentrato sulla metropoli etrusca di Cerveteri, il progetto, che mira a valorizzare questo eccezionale patrimonio coniugando l’archeologia alla tecnologia, si articola in due momenti, corrispondenti ad altrettante fasi di realizzazione, che interessano rispettivamente la monumentale necropoli della Banditaccia – con i suoi 400 ettari e migliaia di sepolture (figg. 1-2), la più estesa necropoli antica di tutta l’area mediterranea e patrimonio dell’Unesco dal 2004 - e il Museo Nazionale Cerite, ospitato nella suggestiva cornice del Castello Ruspoli, nel cuore della cittadina laziale. E se il secondo intervento sta per concludersi, il primo è stato realizzato ed è ora pienamente fruibile da parte del pubblico: alla presentazione in anteprima avvenuta a Cerveteri il 17 ottobre 2011, ha fatto seguito in data 3 marzo 2012 la consegna di tutte le attrezzature tecnologiche alla SBAEM che ha dato l’avvio ufficiale all’iniziativa. a) Gli allestimenti multimediali nella necropoli della Banditaccia Fulcro dell’intervento realizzato da Mizar è l’allestimento ipertecnologico che – avvalendosi anche degli spazi della Sala Mengarelli dove è possibile assistere al filmato introduttivo in 3D visibile con occhiali a lenti polarizzate -, attraverso proiezioni audiovisive multilingue, ricostruzioni virtuali delle tombe, effetti sonori, video in 3D, plastici animati e Applicazione mobile, prevede nella parte recintata ed oggi visitabile della necropoli -circa 10 ettari con 400 tumuli funerari- un percorso multimediale attraverso un circuito di otto tombe scelte fra le più rappresentative dell’area e distribuite in un arco cronologico che dal VII sec. a.C. giunge al V sec. a.C., per consentire al visitatore un viaggio straordinario nel mondo funerario degli Etruschi. Il percorso tocca la tomba dei Capitelli, il grande Tumulo II con le tombe dei Letti funebri, della Capanna, dei Dolii e dei Vasi greci e le tombe del Pilastro, della Casetta e della Cornice. Con un mix non invasivo tra mondo reale e mondo virtuale - le istallazioni multimediali sono state poste in opera adottando tecniche del tutto compatibili con gli aspetti conservativi, oggetti di corredo personale, vasi, strumenti e arredi rinvenuti nelle tombe al momento della scoperta ed oggi conservati nei musei vengono ricollocati con assoluto rigore scientifico all’interno dei sepolcri, ricostituendo l’unitarietà del contesto, attraverso proiezioni ed effetti luminosi e sonori. È stata inoltre ricreata all’interno degli ipogei l’illuminazione dell’epoca, 33 proiettando sulle pareti torce e lucerne ed anche le composizioni musicali che sono state scelte per accompagnare il visitatore in questo viaggio virtuale cercano di rievocare le atmosfere dell’epoca, essendo state composte con strumenti analoghi a quelli documentati nell’iconografia etrusca, in primis nella grande pittura funeraria di Tarquinia, mentre un adeguato commento, con la voce narrante “fuori campo” di Piero Angela, gli permetterà di “immergersi” in questa dimensione attraverso una puntuale descrizione dei riti che accompagnavano il defunto nell’Aldilà. Anche l’architettura delle tombe viene spiegata e resa viva con proiezioni che ne sottolineano le caratteristiche e le differenze tra le varie epoche: soffitti a capanna, oppure a cassettoni, tipi di colonne, ecc., evidenziando come questi monumenti forniscano oggi informazioni non solo sugli aspetti funerari della civiltà etrusca ma anche sugli aspetti della vita quotidiana in quanto riflesso dell’architettura delle case (articolazione della pianta, colonne, soffitti), degli arredi (letti, cuscini, sedie) e anche delle attività quotidiane (strumenti di lavoro e attrezzi, come quelli mirabilmente riprodotti nella Tomba dei Rilievi). L’attivazione del sistema di proiezione avviene semplicemente premendo il pulsante corrispondente ad una specifica lingua (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo). Apre questo viaggio virtuale un filmato introduttivo sulla civiltà etrusca, che affronta il problema delle origini, dell’alfabeto e della lingua della più importante compagine etnica dell’Italia preromana narrandone la storia e sottolineandone alcuni aspetti peculiari come l’influenza della cultura greca, l’attività di scambio e i riti funebri. La vita quotidiana degli Etruschi viene illustrata anche attraverso gli oggetti ritrovati nelle tombe che, attraverso le tecniche tridimensionali stereo, tornano virtualmente a vivere. Ogni reperto, illuminato di volta in volta, permette di innescare un breve racconto, una spiegazione, una ricostruzione, che consente di entrare meglio nel mondo degli Etruschi. I reperti sono stati scelti con un criterio “rappresentativo”, in modo che il visitatore sia messo in grado di apprezzare e interpretare le varie opere conservate nel Museo di Cerveteri e in quello di Villa Giulia a Roma. La visita alla necropoli è arricchita inoltre da un’App per smartphone che funge da guida interattiva sul posto. E la risposta dei turisti all’attivazione di queste tecnologie multimediali è stata più che positiva, andando ben oltre le aspettative, come documenta l’incremento progressivo dei visitatori della necropoli registrato a partire dall’attivazione degli allestimenti multimediali. E questo significativo investimento sulla storia e sul patrimonio culturale dell’Italia, implementando i visitatori, funge anche da volano per il turismo e l’economia del territorio. 34 b) Gli allestimenti multimediali nel Museo Nazionale Cerite C. Ruspoli Si aggiungerà nel prossimo mese di ottobre a quello già realizzato nella Necropoli monumentale della Banditaccia, l’intervento multimediale nel Museo Nazionale Cerite che si avvarrà della tecnologia Touch on glass. Strumento tecnologico fra i più avanzati, fa il suo esordio in Italia, permettendo ai preziosi reperti conservati nel Museo di riprendere vita attraverso teche museali speciali, che al tocco diventano multimediali e interattive, e aiutano il visitatore a comprendere le vicende del passato con l’ausilio di video animazioni e divulgazioni d’autore, a cura di Piero Angela. Tale tecno-strumento all’avanguardia, sarà messo in campo dal progetto Museo Vivo del Distretto tecnologico per i beni e le attività culturali, il sistema integrato per valorizzare il patrimonio culturale del territorio attraverso le tecnologie digitali, voluto dalla Regione LAZIO e portato avanti dalla Filas. Museo Vivo, allestito da Mizar, prevede un mix di sistemi touchscreen, spettacoli di luce, effetti sonori, ricostruzioni 3D e proiezioni audiovisive nelle teche museali. Gli oggetti esposti nel Museo di Cerveteri potranno raccontare con un semplice tocco la storia, le curiosità e i segreti sull’affascinante mondo degli Etruschi. Il viaggio è lungo e interessante: dai tipici buccheri ai piatti antichi, senza tralasciare i bicchieri per il vino e le anfore per l’olio. Con Museo Vivo i reperti più importanti della Necropoli saranno a portata di dito: basterà sfiorare le vetrine interattive per accedere a decine di informazioni, guardare il video che spiegherà usi e costumi, fino alla possibilità di ammirare virtualmente l’oggetto nel luogo in cui è stato ritrovato. Ad aprire il percorso c’è il filmato introduttivo con Piero Angela, a grandezza naturale, che accoglierà e accompagnerà il visitatore durante tutta l’esposizione per conoscere criteri espositivi, storie dei reperti e modalità di utilizzo delle vetrine interattive. Etruscanning project Il progetto – che trae il proprio nome dalla fusione tra le parole Etruscan e scanning - propone, attraverso l’applicazione di tecnologie innovative di visualizzazione 3D la ricostruzione virtuale 3D, di due importanti complessi funerari etruschi di età orientalizzante, la tomba Regolini Galassi rinvenuta a Cerveteri nella necropoli del Sorbo e la tomba 5 della necropoli di Monte Michele a Veio, ed è stato presentato e finanziato nell’ambito dell’European Culture Programme 2011-2013 (GA 513574). L’elaborazione, che intende visualizzare i contesti nel momento in cui furono 35 sigillati, è stata il frutto della partnership di diverse Istituzioni scientifiche italiane e straniere, che hanno contribuito, attraverso un approccio multidisciplinare, ad una ricostruzione virtuale che non ricostruisce il passato ma visualizza ciò che noi sappiamo su di esso. In altre parole sintetizza la visualizzazione di un manufatto e di un paesaggio basata sulle fonti disponibili, archeologiche, antropologiche, storiche, fisiche, ecc., ed è sempre suscettibile di cambiamento. Nazioni partner di questa iniziativa sono state, oltre all’Olanda e il Belgio, con il Museo Allard Pierson dell’Università di Amsterdam e il National Museum for Antiquities di Leiden da un lato e il Museo Gallo-Romano di Tongeren e Visual Dimension di Ename dall’altro, l’Italia, con l’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del CNR (ITABC – CNR) di Roma e, in qualità di associati, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e il Museo dell’Agro veientano a Formello, nonché, da ultimo, la Città del Vaticano, con i Musei Vaticani e il Museo Gregoriano Etrusco in particolare, anch’essi in qualità di associati. La tomba Regolini-Galassi, risalente alla metà del VII secolo a.C., fu scoperta nel 1836 dall’arciprete Alessandro Regolini e dal generale Vincenzo Galassi nella necropoli del Sorbo a Cerveteri. Costituita da più ambienti, accoglieva i resti di un personaggio femminile di altissimo rango, una “principessa”, inumata e ornata da un pettorale in oro, e un uomo incinerato, presumibilmente un guerriero, ed ha restituito manufatti di elevatissimo pregio che costituiscono uno dei complessi più importanti del Museo Gregoriano Etrusco ai Musei Vaticani, dove sono conservati sin dal momento della scoperta. La ricostruzione virtuale, che ha permesso di riunire il famoso sepolcro con il suo corredo consentendo al visitatore di entrare nella tomba etrusca e di ammirare il prezioso corredo funebre così come dovette presentarsi agli occhi dei suoi scopritori quando fu aperta per la prima volta, è stato il primo frutto del progetto europeo ‘Etruscanning 3D’. La ricostruzione è stata presentata al pubblico per la prima volta in occasione dell’allestimento, in Olanda, di due mostre collegate, inaugurate entrambe il 14 ottobre 2011 ed aperte sino al 18 marzo 2012, dal titolo Etruscans. Eminent Women. Powerful Men. Organizzate rispettivamente quella dedicata al mondo maschile presso l’Allard Pierson Museum di Amsterdam e quella dedicata al mondo femminile presso il National Museum of Antiquities di Leiden, hanno avuto un larghissimo successo anche grazie 36 alla ricostruzione virtuale della tomba, presente in entrambe, essendovi stati deposti un uomo e una donna di altissimo rango. Il visitatore può esplorarla, avvicinarsi agli oggetti ascoltandone la narrazione, sentire il racconto dalla voce dei defunti. Tutto con il solo movimento del corpo, spostandosi sopra una grande planimetria dell’ipogeo in cui sono indicati i punti sensibili, nello spazio antistante la proiezione di 12 mq. Si parte dalla struttura esterna, un tumulo monumentale, per accedere attraverso un breve corridoio (dromos) all’interno del sepolcro, articolato in un’anticamera con un letto in bronzo ed altre suppellettili, nella quale si aprivano la camera laterale destra contenente l’urna con i resti cremati del principe, la camera laterale sinistra, ricolma di vasellame in ceramica e in bronzo, e la camera di fondo, a pianta stretta e allungata, contenente la sepoltura femminile principesca. Ancora in fase di realizzazione, invece, è la ricostruzione virtuale della tomba principesca rinvenuta nel 1980 dalla Soprintendenza della necropoli di Monte Michele, databile all’Orientalizzante medio, entro il secondo quarto del VII sec. a.C. La tomba, costituita da un’ampia camera quadrangolare con lungo corridoio di accesso (dromos) e da due piccole celle laterali aperte sul dromos, accoglieva quattro deposizioni verosimilmente riferibili allo stesso nucleo familiare: nella cella destra un individuo di sesso maschile incinerato, accompagnato da un ricco corredo funerario; nella cella sinistra un individuo giovanissimo, verosimilmente di sesso femminile, inumato senza elementi di corredo. Nella camera centrale erano deposti un incinerato di sesso maschile, i cui resti erano contenuti in un’urna rettangolare di bronzo con coperchio a doppio spiovente collocata su un carro ligneo a quattro ruote con rivestimento in lamina di bronzo, ed un personaggio femminile inumato, del cui corpo non restano tuttavia tracce. Entrambi i defunti erano accompagnati da un ricchissimo corredo, in cui oltre agli ornamenti personali in metallo prezioso, agli indicatori di stato, da un lato il fuso e i coltelli, dall’altro le armi, e di rango, il flabello e lo scettro, figurano lo strumentario per il banchetto ed eccezionali servizi da mensa e da vino in impasto, bucchero e argilla depurata e dipinta. La ricostruzione virtuale della tomba verrà presentata, in esposizione 37 permanente, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, nel cui percorso figura, dal 19 gennaio 2012, una scelta dei materiali più significativi dei ricchissimi corredi pertinenti alle deposizioni della camera centrale. APP-passeggio con gli Etruschi Il progetto è stato elaborato dalla Sbaem nell’ambito del bando “Promuovere forme innovative di partecipazione culturale” che, sostenuto dal Mibac, si chiuderà il 15 ottobre 2012. Il suo obiettivo è quello di raggiungere una più ampia e diversificata partecipazione del pubblico, in linea con la Convenzione-quadro di Faro 2005 e con lo spirito che permea l’”Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni 2012” realizzando al contempo un’integrazione tra il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e il territorio con il sistema dei musei e delle aree archeologiche di competenza. Il progetto intende allinearsi ai principi della Convenzione-quadro di Faro (Consiglio d’Europa, Faro 2005) sul valore del patrimonio culturale per la società, quale risorsa aperta alla partecipazione di un pubblico sempre più vasto, tramite il dialogo, il dibattito democratico e l’interscambio tra culture e generazioni diverse. In riferimento a quest’ultimo aspetto, considerato che il 2012 è stato proclamato “Anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni”, il progetto mira a coinvolgere, nella fruizione e nella produzione dei contenuti culturali, non solo i giovani ma anche gli anziani con l’obiettivo di stimolare il loro interesse, incentivare l’attività motoria, arricchire le conoscenze culturali, ridurre il digital divide attraverso l’uso delle nuove tecnologie, anche mobile, avviando un’analisi delle potenzialità che il settore culturale può offrire ad attività di volontariato da parte della cd. terza età, ad oggi limitate all’ambito del sociale, e a promuovere obiettivi condivisi con Associazioni di categoria per una fruizione idonea e consapevole del patrimonio archeologico. Il progetto si rivolge dunque ad un pubblico molto vasto e diversificato costituito da a) turisti in senso proprio, provenienti dall’esterno del territorio interessato dal patrimonio culturale; b) residenti, interessati alla conoscenza e fruizione del proprio patrimonio culturale; c) appassionati della cultura etrusca e dell’archeologia; d) famiglie; e) amanti delle passeggiate all’aria aperta e cicloturisti; f) scuole; g) terza età. 38 Realizzato in collaborazione con il Servizio I della Direzione Generale per l’organizzazione, gli affari generali, l’innovazione, il bilancio ed il personale del Mibac, con il comune di Civita Castellana, con i Parchi regionali della Valle del Treja e di Veio e con l’Associazione culturale GoTellGo, il progetto si articola su due linee di intervento, tra loro strettamente collegate. La prima interessa il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il più importante museo del mondo dedicato agli Etruschi, nel quale saranno potenziate le funzioni di informazione e accoglienza al pubblico, con mappe di orientamento e sarà revisionato l’apparato comunicativo interno, con la predisposizione sia di pannelli didattici in braille sia di dispositivi interattivi-paratestuali. Saranno inoltre realizzati dei sussidi di mediazione permanenti per la visita autonoma, ricorrendo alle nuove potenzialità della comunicazione digitale, per 5 percorsi a tema così individuati: - Il fascino segreto dell’arte etrusca: capolavori a Villa Giulia; - Dei ed eroi degli Etruschi; - Gli Etruschi oltre la vita; - Gli Etruschi, il lusso e la magia dell’oro; - APPasseggio nelle ville di Papa Giulio III e del Principe Poniatowski, tra Ammannati e Valadier. La seconda interessa il territorio di competenza, attraverso la realizzazione di una serie di itinerari culturali integrati con i percorsi a tema individuati nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Sono coinvolti i Musei e le aree archeologiche aperte al pubblico della Soprintendenza, oltre ad ampie aree con valenza sia archeologica che naturalistica. Ciò consentirà una fruizione completa del paesaggio antico e una comprensione del rapporto tra i beni materiali attualmente in esposizione e il territorio che li ha prodotti. I diversi tipi di pubblico avranno a disposizione strumenti innovativi durante le “passeggiate archeologiche”, per godere del “bene culturale” con l’ausilio di risorse digitali (audioguide, narrazioni di storie, immagini, testi, musiche, filmati). Gli itinerari, che consentono di sviluppare temi specifici della civiltà etrusca e di cogliere le successive trasformazioni del paesaggio lungo percorsi importanti come la via Amerina e la via Francigena, sono i seguenti: a. Tra le dimore degli dei (Veio e i templi degli Etruschi) b. Lungo le vie di tufo alla scoperta delle tombe scolpite (le necropoli rupestri di Barbarano e Blera) c. Nell’antico “regno” dei Falisci (Falerii Veteres, Falerii Novi e la via Amerina, il Museo Archeologico nel Forte Sangallo) d. Tra Etruschi e Latini: Narce e la valle del Treja e. Lungo la via Cassia: l’antica Sutri f. Gli Etruschi e il mare: da Pyrgi a Punta della Vipera a Civitavecchia, luoghi di marinai e pirati. Relativamente al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, luogo simbolo della cultura etrusca nel mondo, si intende raggiungere come obiettivi prioritari a) l’incremento a medio termine della fidelizzazione dei visitatori; b) l’aumento del numero e delle tipologie dei visitatori stessi. Gli strumenti per il raggiungimento di tali obiettivi mediante un maggior confort determinato da una migliore accessibilità sono: a) di tipo tradizionale, nella elaborazione e messa in opera di pannelli segnaletici e di orientamento; b) di tipo innovativo, per una maggiore attrattività dell’offerta, nella individuazione di 5 percorsi tematici che si avvalgono 39 del digital storytelling e fruibili con dispositivi tecnologici l punto 2.6, nonché di pannelli illustrativi in braille. Le strategie che si intendono mettere in atto sono basate peraltro su una più ampia partecipazione e un coinvolgimento attivo di risorse umane interne, con la fondamentale collaborazione del CED del Servizio I del MiBAC che fornirà anche un supporto adeguato per la realizzazione di sistemi interattivi innovativi di comunicazione digitale nell’ambito di uno dei percorsi a tema individuati nel Museo di Villa Giulia, “Gli Etruschi, il lusso e la magia dell’oro”, con una positiva ricaduta in termini di formazione in affiancamento per il personale interno. Per quanto concerne il rapporto tra il Museo centrale e il territorio di competenza, nel cui ambito i punti di forza sono costituiti dai Musei e dalle aree archeologiche demaniali aperte al pubblico, ci si propone, come obiettivo prioritario, il potenziamento di tali punti implementando il numero dei visitatori e fornendo un habitat attrattivo alle generazioni più giovani con la finalità di dotare i cittadini in formazione dei fondamenti per la conoscenza del contesto di origine, utili a generare rispetto per il proprio territorio, uno dei più “violati”, in un recente passato, da scavi clandestini e da atti di vandalismo. Al raggiungimento di tali obiettivi risulta strategica la partnership di Enti locali (Comune di Civita Castellana) che, oltre a fornire supporto operativo ed economico per la realizzazione del progetto, possono costituire un’interfaccia tra le istanze dei cittadini e lo sviluppo dei percorsi sul territorio. Analoga rilevanza strategica riveste la partnership di Parchi regionali (della Valle del Treja e di Veio), per la capacità attrattiva che la simbiosi tra presenze archeologiche e paesaggio può esercitare sul visitatore. Inoltre il coinvolgimento quale partner dell’Associazione culturale GoTellGo risulterà utile per favorire lo sviluppo di un turismo responsabile improntato alla filosofia innovativa del “cammino lento”, con ricadute sul rispetto dei luoghi della cultura, sulla comprensione del territorio e delle comunità locali, nonché sulla creazione di una cultura della solidarietà e dell’accettazione. Particolarmente significativo risulta l’apporto dell’Associazione per gli aspetti relativi al coinvolgimento e alla partecipazione dei destinatari nella fase di ideazione e di verifica dell’efficacia del progetto. 40 Il progetto si articolerà in una serie di fasi e di attività i cui momenti principali sono costituiti, per quanto concerne gli itinerari sul territorio, dalla scelta dei punti d’interesse (POI) di ogni itinerario (media di 15 POI a itinerario); dalla georeferenziazione dei punti d’interesse per la fruizione con applicazione mobile; dall’Individuazione delle risorse digitali esistenti da associare ai POI (immagini, video, testi, audio, 3D); dalla realizzazione di nuove risorse digitali da associare ai POI; dalla realizzazione e messa in opera di QR Code associati a punti d’interesse chiave e dalla realizzazione di roadbook. Una scansione sostanzialmente analoga caratterizza i percorsi a tema individuati all’interno del Museo di Villa Giulia dove è anche prevista nella Sala dei Sette Colli che, ubicata al centro del piano nobile della Villa, ospita gli Ori della Collezione A. Castellani- la realizzazione di una “sala multimediale pilota”dedicata al tema Gli Etruschi, il lusso e la magia dell’oro. Il progetto prevede infine il monitoraggio dei risultati e della soddisfazione dell’utenza. Euphronios racconta ... Il progetto, elaborato dalla Soprintendenza, si sviluppa intorno all’episodio celebrato da Omero nel XVI canto dell’Iliade del re dei Lici Sarpedonte, il semidio figlio di Zeus e Laodamia alleato dei Troiani, che affronta in un duello mortale il nemico Patroclo. Questi, vestito delle armi di Achille, ha il sopravvento sull’avversario e lo uccide, trafiggendolo con la lancia. Quando gli Achei iniziano a far scempio del suo corpo senza vita, interviene il padre Zeus che invia i divini gemelli, il Sonno e la Morte, affinché conducano le spoglie dell’eroe in Licia dove riceveranno gli onori funebri, come stabilito dagli dei. Quest’ultimo episodio è stato mirabilmente e rappresentato e consegnato alla grande Arte nella scena che adorna il lato principale di uno dei capolavori della ceramografia attica a figure rosse, il celeberrimo cratere a campana realizzato intorno al 510 a.C. dal vasaio Euxitheos e dal ceramografo Euphronios, che firmano la loro opera In essa è colto il momento drammatico in cui Hermes, messaggero degli dei, guida le personificazioni del Sonno (Hypnos) e della Morte (Thànatos) nell’atto di trasportare il corpo trafitto dell’eroe in patria. Sul sottofondo della narrazione omerica, i personaggi prendono vita e compiono i gesti e le azioni descritte in quello che è 41 certamente uno degli episodi più commoventi dell’Iliade. Il vaso, trafugato all’inizio degli anni settanta del Novecento da una delle necropoli di Cerveteri, forse quella monumentale di Greppe S. Angelo, fu esposto l’anno successivo nel Metropolitan Museum di New York, che l’aveva acquistato per un milione di dollari da un commerciante americano, al quale era illegalmente pervenuto. Grazie alla tenacia della Magistratura italiana e con la collaborazione di funzionari di questa Soprintendenza e delle forze di polizia, primo fra tutti il Comando dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, a seguito di un accordo tra il Metropolitan e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali stipulato nel 2006, la proprietà dell’oggetto è stata restituita all’Italia. Il cratere, rientrato nel mese di gennaio 2008, dopo aver figurato in diverse mostre nazionale e internazionali, alla fine del 2009 ha trovato la sua sede definitiva nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. 42 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL LAZIO Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio Il progetto “Ager di Aquinum - conoscere per tutelare” una forma di valorizzazione integrata Giovanna Rita Bellini I numerosi progetti di opere pubbliche e di pubblica utilità che hanno interessato negli ultimi anni del secolo scorso e nel primo decennio dell’attuale il territorio di Aquinum (corrispondente ai comuni di Roccasecca, Castrocielo, Aquino, parte di Pontecorvo, parte di Piedimonte San Germano), hanno reso necessaria la “sistematizzazione di una azione strategica finalizzata a “governare” in maniera coordinata le trasformazioni dell’età contemporanea, così che non sia cancellata la leggibilità dell’antico, nell’esercizio di una tutela intesa non solo e non necessariamente in senso fisico, ma anche come conservazione e tradizione dell’identità storica del territorio. Nasce così il progetto “Ager di Aquinum - Conoscere per tutelare”, che vede coinvolto operativamente, sotto la direzione e il coordinamento della Soprintendenza, un gruppo di ricerca costituito da archeologi specializzati nelle varie discipline. La sistematizzazione degli interventi ha consentito il raggiungimento di importanti risultati scientifici quali l’accertata presenza – attraverso il rinvenimento e lo studio di ingenti quantità di reperti - dell’insediamento arcaico, la conoscenza del centro italico civitas foederata di Roma, la ricostruzione dell’ambiente antico, il succedersi delle forme di utilizzo agricolo con l’esame delle tracce delle suddivisioni agrarie e delle bonifiche effettuate al momento della colonizzazione. La convenzione con Autostrade per l’Italia spa Nel maggio 2004 la Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio ha redatto congiuntamente con l’amministrazione comunale di Castrocielo e Autostrade per l’Italia S.p.a. un “Progetto unitario di valorizzazione dell’area dell’anfiteatro e di riqualificazione ed ampliamento dell’area di servizio Casilina Est”, i cui impegni furono riassunti in una “Bozza di Protocollo d’intesa” trasmessa al Ministero delle Infrastrutture e al Ministero per i Beni e le Attività Culturali con le note prot. Autostrade n. 10126 del 23-06-2004 e prot. Soprintendenza n. 8308 del 24-06-2004, propedeutica alla stipula di una Convenzione tra Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, Comune di Castrocielo, Autostrade per l’Italia S.p.A denominata “Autostrada A1 Milano - Napoli, Tratto Roma-Napoli, Km 659+561 - Comune di Castrocielo (Fr) - Progetto di valorizzazione dell’area dell’anfiteatro di Aquinum e di riqualificazione ed ampliamento dell’Area di Servizio”. Obiettivo della convenzione era la collaborazione tra gli enti, tenendo conto sia delle esigenze di ristrutturazione ed ampliamento dell’A.d.s. Casilina Est, sia della valenza archeologica del sito, al fine di perseguire la duplice finalità da un lato di garantire adeguati livelli di servizio all’utenza autostradale, dall’altra di valorizzare l’area sotto il profilo archeologico e culturale. Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio Direttore Regionale: Federica Galloni Coordinatore per la Comunicazione: Eleonora Ferraro Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 5843/4000/4851/4852/ 4853/4854 Fax 06 5843/4787 www.lazio.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio Soprintendente: Elena Calandra Via Pompeo Magno, 2 00192 Roma Tel. 06 3265961 Fax 06 3214447 www.archeolz.arti.beniculturali.it [email protected] 43 La convenzione è stata formalmente stipulata in data 15 febbraio 2007, a firma dell’allora Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio dott. Maria Rita Di Mino, della Direzione per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio per delega alla dott. Di Mino, di Autostrade per l’Italia S.p.a e dal sindaco del Comune di Castrocielo, avv. Laura Materiale. Dalla Convenzione sono scaturiti l’allestimento (nella Casa Comunale di Castrocielo e nel Mall autostradale) dei più significativi contesti provenienti dallo scavo archeologico in Area di Servizio Casilina Est, e le indagini nell’area dell’anfiteatro di Aquinum propedeutiche al progetto di scavo integrale della struttura antica. Foto 1 - Archeomall 44 L’Archeomall All’interno della struttura del MALL in Area di Servizio Casilina Est la Soprintendenza dispone, a seguito degli accordi con Autostrade, di un corner chiamato ARCHEOMALL. L’Archeomall, baricentrico rispetto alla galleria commerciale, costituisce un’occasione unica per coniugare informazione archeologica e comunicazione, con una postazione che integra in modo innovativo la presenza della Soprintendenza nel territorio. Le tematiche sono proposte secondo il criterio di offerta integrata ma al tempo stesso differenziata in base ai vari livelli di interesse del fruitore. Il primo livello di informazione - comunicazione è raggiunto mediante pannelli con testi sintetici bilingui e immagini significative relative al contesto archeologico dell’A.d.S. (necropoli occidentale di Aquinum, ager di Aquinum, fase arcaica, corredi sepolcrali), e mediante un filmato. Il secondo livello, relativo all’archeologia preventiva da cui scaturisce l’attività della Soprintendenza nell’A.d.S. e che ha consentito (attraverso l’applicazione sistematica del metodo in relazione ai progetti TAV, Consorzio di Bonifica Valle del Liri, Edison) la conoscenza delle dinamiche di occupazione del territorio di Aquinum, è rappresentato da un filmato su apposito schermo sulla parete laterale sinistra. Il terzo livello, relativo agli approfondimenti sulle tematiche archeologiche (necropoli, corredi, suddivisioni agrarie e utilizzo del territorio) è un prodotto multimediale interattivo (touch screen) sulla parete laterale destra. Agli angoli tra la parete di fondo e quelle laterali sono esposti, in vetrine con struttura blindata su tutti i lati, alcuni reperti della necropoli e della fase arcaica di Aquinum. La tematica della città è affrontata al piano superiore, ove il visitatore viene indirizzato da cartelli segnaletici, mediante la raffigurazione del profilo prospettico dei monumenti sulla grande vetrata di affaccio verso Aquinum (via Latina, porta romana, anfiteatro, teatro). In domo publica La Casa Comunale è il luogo simbolo di una comunità. Qui risiedono il sindaco, la giunta, il consiglio, democratica espressione del popolo che attraverso il governo degli eletti partecipa alla gestione della cosa pubblica. Qui i cittadini svolgono le pratiche della vita amministrativa. La Casa Comunale è il cuore pulsante della città. La Casa Comunale di Castrocielo è un palazzo storico che sorge sulla prima terrazza dell’abitato, addossato al costone calcareo su cui siede il centro storico. Il piano terra ingloba una grotta che costituisce una specie di umbilicus dell’edificio e dell’intero borgo. La scelta di collocare in questa grotta le testimonianze dei primi abitanti di Aquinum è quindi fortemente simbolica. Romani, Bizantini, Longobardi, Normanni, Francesi e Spagnoli hanno contribuito nei secoli – a seguito di occupazioni e conquiste – a formare i caratteri degli attuali Castrocielesi, ma all’origine di tutte queste successive commistioni c’è l’ethnos dei primi abitanti, di quelli che hanno contribuito alla formazione della città, di quelli i cui eredi - le famiglie dell’aristocrazia aquinate - hanno difeso l’antica stirpe e i culti aviti dalla globalizzazione romana. Il percorso espositivo La scelta del percorso risponde all’esigenza scientifica di contestualizzare e riunire in una esposizione unitaria i reperti relativi alla fase preromana di Aquinum, in particolare alle origini ed alla formazione dell’ethnos sul quale si sovrapporrà la romanizzazione; inoltre si è operata una scelta di materiali archeologici e contesti funzionale a delineare le successive fasi della città antica. Al piano terra della Casa Comunale di Castrocielo, in uno spazio tra la scala di accesso al primo piano e l’ingresso alla grotta, sono esposte le sepolture della piccola area funeraria di V sec. a. C. dalla loc. Campo Cavaliere, allestite con fondi del Consorzio di Bonifica Valle del Liri. La grotta accoglie la “tomba con capitello eolico” rinvenuta nell’area retrostante l’Area di Servizio Casilina Ovest e allestita con fondi dell’Ente locale; ad essa grazie ad un finanziamento di Autostrade per l’Italia sono stati aggiunti una serie di contesti provenienti dall’Area di Servizio Casilina E, rappresentati dalla “tomba della sacerdotessa”, proveniente dall’area più antica della necropoli, e dal plastico ricostruttivo di questo settore; nella parte più interna della grotta inoltre tre vetrine esemplificano i con- Foto 2 - La tomba del capitello eolico Foto 3 - La tomba della sacerdotessa 45 testi funerari relativi alla civitas foederata, alla colonia e alla città di età imperiale. Sulla parete esterna presso il cancello d’ingresso alla grotta è esposta la tabella defixionis proveniente anch’essa dall’A.d.S. Casilina Est, allestita con fondi di sponsor locali. Foto 4 - I corredi della necropoli di Campo Cavaliere Nell’atrio d’ingresso infine è collocata l’ara funeraria emersa durate gli scavi della chiesa di S. Tommaso sulla via Latina e musealizzata grazie al contributo del Comune di Castrocielo. GIOVANNA RITA BELLINI, Il progetto L’ager di Aquinum, conoscere per tutelare, in “Dalle sorgenti alla foce. Il bacino del Liri-Garigliano nell’antichità: culture, contatti, scambi”, (Frosinone-Formia 10-12 novembre 2005), Roma 2008, pp.157-166. G.R. BELLINI, Sistemi per il governo del territorio-Gis nel Lazio Meridionale-il progetto “L’ager di Aquinum Conoscere per tutelare”, in Spesa pubblica e patrimonio culturale, Forum P.A., Roma 12-15 maggio 2008, pp. 82-84 G.R. BELLINI-G.M.MATULLO, L’anfiteatro di Aquinum, in Lazio e Sabina 8, Roma 2012, pp. 583-589. Necropoli di Campo Cavaliere G.R. BELLINI, L’Ager di Aquinum: ricerca e tutela 2010, in Lazio e Sabina, 8, 2012, p. 556. SIMON LUCA TRIGONA, L’area funeraria tardo-arcaica in località Campo Cavaliere a Castrocielo (Frosinone), in Lazio e Sabina, 8, 2012, pp. 561-572. 46 Bibliografia generale di riferimento sulle indagini archeologiche nell’A.d.S. Casilina Est: G.R. BELLINI, La necropoli occidentale di Aquinum, in Lazio e Sabina, 4, 2007, pp. 245-250. S.L. TRIGONA, La necropoli occidentale di Aquinum. I Corredi, in Lazio e Sabina, 4, 2007, pp. 251-256. G.R. BELLINI, Un nuovo rinvenimento da Aquinum: il letto in osso della tomba 6, in Tra luce e tenebre. Letti funerari in osso da Lazio e Abruzzo, a cura di M. Sapelli, Verona 2008, pp. 39-48. G.R. BELLINI, M. LAURIA, Materiali arcaici da uno scarico votivo presso Aquinum. Contesto, tipologia ed elementi cultu(r)ali , in Lazio e Sabina, 5, 2009, pp. 263-273. G.R. BELLINI, S.L. TRIGONA, L’Ager di Aquinum. L’attività di ricerca e tutela nel 2007 e 2008, in “Lazio e Sabina”, 6, 2010, pp. 447-462. G.R. BELLINI, S. L. TRIGONA, La necropoli occidentale di Aquinum: IV sec. a.C. - IV sec. d.C., in “Lazio e Sabina”, 7, 2011, pp. 479-492. Tabella defixionis G.R. BELLINI, L. COPPOLA, M. ZAGAROLA, Novità epigrafiche da Aquinum, in Le epigrafi della Valle di Comino (Atti dell’ottavo Convegno Epigrafico Cominese, Atina 28/29 maggio 2011), a cura di H. SOLIN, 2012, pp. 19-26. Ara funeraria G.R. BELLINI, S. L. TRIGONA, Un’ara funeraria con maschere tragiche dai pressi della chiesa di S. Tommaso sulla via Latina fuori porta S. Lorenzo, in www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2010-191.pdf - www.fastionline. org/docs/FOLDER-it-2011-220.pdf. Letto funerario G.R. BELLINI, Un nuovo rinvenimento da Aquinum: il letto in osso della tomba 6, in Tra luce e tenebre. Letti funerari in osso da Lazio e Abruzzo, a cura di M. Sapelli, Verona 2008, pp. 39-48. S. L. TRIGONA, La necropoli occidentale di Aquinum. La tomba 6. I corredi, in Tra luce e tenebre. Letti funerari in osso da Lazio e Abruzzo, a cura di M. Sapelli, Verona 2008, pp. 98-99. DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Università degli Studi Roma Tre Istituto Statale per Sordi di Roma Palazzo Massimo lascia il segno. Guida in LIS e ASL del museo Tiziana Ceccarini, Silvia D’Offizi, Vittoria Lecce, Mara Pontisso Palazzo Massimo in Lingua dei Segni è uno strumento promosso dal Servizio Educativo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi Roma Tre e l’Istituto Statale per Sordi di Roma. Si tratta di una applicazione gratuita per Tablet e Smarphone dedicata ai visitatori non udenti, che potranno usufruire di questo servizio scaricandolo direttamente sul proprio supporto o facendo richiesta, presso il Punto Informazioni del museo, di un Tablet sul quale è installata la video-guida. L’applicazione consiste in una visita di Palazzo Massimo in Lingua dei Segni Italiana (LIS) e in Lingua dei Segni Americana (ASL, American Sign Language) corredata da una galleria fotografica e da una serie di video e contenuti testuali. Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Soprintendente: Mariarosaria Barbera Piazza dei Cinquecento, 67 00185 Roma Tel. 06 480201 Fax 06 48903504 www.archeoroma.beniculturali.it [email protected] Università degli Studi Roma Tre Facoltà di Ingegneria Preside: Paolo Mele Via Segre, 4-6 Via della Vasca Navale, 79/81 00146 Roma Tel. 06 57336421 www.ingegneria.uniroma3.it [email protected] Istituto Statale per Sordi di Roma Commissario Straordinario: Ivano Spano Via Nomentana, 54 00161 Roma Tel. 0644240311 Fax 0644240638 www.issr.it [email protected] L’App è strutturata in modo da poter essere fruita a diversi livelli: un percorso è basato sulle opere conservate nel museo illustrate attraverso la visita “video guidata” condotta da operatori LIS e ASL, un altro sul testo scritto che riporta fedelmente la traduzione della visita guidata in lingua dei segni; entrambi i percorsi sono collegati alle mappe dei quattro piani del museo con la segnalazione dei punti di interesse in relazione alle varie stanze. L’App è inoltre arricchita da un glossario (testuale e video segnato) e da una galleria fotografica delle opere. L’applicazione è nata al fine di ampliare l’accessibilità del museo: da anni il Servizio Educativo si interessa di disabilità ed ha potenziato, attraverso laboratori e corsi, la sfera di azione e di competenze. Il Servizio Educativo da sempre è attento a queste tematiche e negli anni 47 ha lavorato per rendere i Beni Archeologici pienamente fruibili a tutti i possibili pubblici. Grazie alle nuove tecnologie, inoltre, è stato possibile raggiungere un numero sempre maggiore di utenti, sviluppando strumenti che possano essere fruiti autonomamente e in qualsiasi momento. La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma ha mantenuto il suo ruolo di direzione scientifica del progetto fornendo i contenuti, realizzando il percorso di visita e producendo la documentazione fotografica, ma si è rivolta a due importanti Istituzioni pubbliche, quali la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Roma Tre e l’Istituto Statale per Sordi di Roma, che hanno contribuito in modo sostanziale alla realizzazione del progetto in base alle rispettive competenze. 48 Il percorso di visita, contenuto nell’applicazione, orienta il visitatore tra le opere esposte nel museo di Palazzo Massimo, in modo da farne comprendere l’articolato progetto espositivo. Infatti l’allestimento, articolato su quattro piani, è ricco di statue, affreschi e mosaici, appartenenti a diversi contesti originari. I contenuti trasposti nei video sono quindi il più possibile esaurienti e cercano di fornire un quadro omogeneo e completo dell’esposizione museale. La collaborazione dell’Istituto per Sordi è stata fondamentale perché si voleva realizzare uno strumento pensato per i sordi e con i sordi: infatti i problemi che incontra questa particolare utenza non possono essere risolti senza il loro aiuto, pena la realizzazione di prodotto non adeguato alle necessità dei visitatori e senza garanzie di un risultato efficace. Basti pensare che non tutti i termini specialistici hanno un corrispettivo nella lingua dei segni ed è stata quindi necessaria una stretta collaborazione per adeguare la traduzione in LIS ai testi prodotti per l’illustrazione del museo (ad esempio, in LIS il segno per “circo” è nato per indicare il circo equestre ed è stato dunque necessario creare un nuovo segno che indicasse l’omonima struttura romana). La Facoltà di Ingegneria ha accolto la richiesta di realizzare un’applicazione semplice da usare, che contenesse anche una parte testuale per poter essere utilizzata anche da sordi non segnanti. Gli ingegneri hanno inoltre risposto alla necessità che l’App potesse essere supportata da strumenti che utilizzano linguaggi di programmazione diversi. Grazie alla fruttuosa collaborazione e alla condivisione degli intenti delle tre Istituzioni, è stato possibile creare uno strumento che non solo facilitasse la visita di Palazzo Massimo, ma la arricchisse: l’App non è semplicemente una video-guida, ma offre anche spunti di studio e di riflessione. 49 L’applicazione Palazzo Massimo in Lingua dei Segni è scaricabile gratuitamente, presso l’Apple Store e Google Play, ai seguenti indirizzi: http://itunes.apple.com/us/app/museo-palazzo-massimo-in-lis/ id543879365?mt=8 http://itunes.apple.com/us/app/palazzo-massimo-museum-in-asl/ id543880525?mt=8 https://play.google.com/store/apps/details?id=it.massimo.palazzo 50 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale Altair 4 Multimedia Rome MVR Rome MVR è una nuova applicazione per visitare Roma attraverso il tempo, visualizzandone l’aspetto nelle varie epoche, grazie al sistema Time Window. Time Window è un sistema MVR (Mixed Virtual Reality) che utilizza delle finestre temporali, aperte dall’applicazione nelle principali aree monumentali della città, permettendo di visualizzare lo stato di un sito archeologico, un’area urbana o un monumento, nei diversi momenti della sua storia, sovrapponendo interattivamente in dissolvenza le ricostruzioni 3D allo stato attuale dei luoghi. Se si utilizza l’applicazione in prossimità delle aree per cui sono disponibili le finestre temporali, il sistema MVR, che sfrutta i dati Gps, della bussola e del giroscopio, ci mostra una visione panoramica attuale e georeferenziata della zona; spostando l’iphone l’immagine segue i nostri movimenti individuando i monumenti che ricadono nel campo visivo. Attivando la modalità “salto nel tempo” tramite una lenta dissolvenza è possibile visualizzare le fasi storiche più antiche, permettendoci di interpretare con facilità le vestigia superstiti del passato. La prossimità di altre finestre temporali, rispetto alla nostra posizione, è segnalata da uno strumento che ci indica la direzione per raggiungere un nuovo, privilegiato, punto di osservazione. Se si utilizza l’applicazione mentre si è lontani dalle aree interessate, oppure se non si vogliono seguire le indicazioni automatiche, o le funzioni bussola e giroscopio, si può selezionare l’area dalla lista o dalla mappa, ed attivando la modalità manuale è anche possibile visualizzare le panoramiche semplicemente spostando il dito sullo schermo. Il cuore di questa applicazione sono le migliori e più rigorose ricostruzioni 3D attualmente disponibili. Contenuti originali appositamente elaborati dal team di Altair 4 Multimedia, compo- Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma Soprintendente: Mariarosaria Barbera Palazzo Massimo Piazza dei Cinquecento, 67 00185 Roma Tel. 06 480201 Fax 06 48903504 www.archeoroma.beniculturali.it [email protected] [email protected] Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale P.O. Coordinamento tecnico scientifico e operativo delle attività connesse con la valorizzazione del Patrimonio nei Musei Capitolini e negli altri Musei della U.O.: Lucrezia Ungaro Mercati di Traiano Via IV Novembre, 94 00187 Roma Tel. 06 69780532 Altair 4 Multimedia S.r.l. Via San Tommaso d’Aquino, 40 00136 Roma Tel. 06 39734814 / 06 39760336 Fax 06 39728727 www.altair4.com [email protected] [email protected] sto da architetti, archeologi ed artisti con esperienza trentennale nel settore della valorizzazione del patrimonio 51 culturale, che operano in collaborazione con le più prestigiose università ed istituti di ricerca italiani ed internazionali. L’applicazione beneficerà quindi dei continui aggiornamenti risultanti dal progredire della ricerca storico-archeologica e dall’elaborazione di nuove spettacolari ricostruzioni, con l‘apertura di nuove Time Windows nella città eterna. Aree attualmente disponibili: Colosseo, Foro Romano, Palatino, Fori Imperiali. ROME MVR VideoDemo: http://www.altair4.com/videos/applicazione-iphone-roma-mvriphone-app-rome-mvr/?lang=en Link a filmati dimostrativi: ROME MVR PROMO (simulazione in CG al Foro Romano e live al Colosseo) durata 2’52” http://youtu.be/w32SAZ3PN98 ROME MVR live al Colosseo durata 1’55” http://youtu.be/NhoVw7YL74A Nerone e la Domus Aurea La ricostruzione delle fasi dell’incendio del 64 d.C., che distrusse la capitale dell’impero, e della dorata reggia di Nerone in un’imperdibile opera di Altair4 Multimedia che ci mostra per la prima volta, ricostruite in computer grafica 3D le miserie e lo splendore della città eterna ai tempi di Nerone. Dalle fatiscenti insulae della Suburra alle sontuose architetture della Domus Aurea, dal lago artificiale di Nerone al Colosseo, dai portici Neroniani sulla via Sacra ai fasti dei Fori Imperiali, dalla mole imponente del Colosso di Nerone alla rivoluzione architettonica 52 dell’Aula Ottagona: la spettacolare e rigorosa ricostruzione in computer grafica 3D dell’opera più ambiziosa di un artefice visionario. Link a filmati dimostrativi: NERO and DOMUS AUREA (Golden House): http://www.youtube. com/watch?v=5xdcQxRJlP8 NERO and DOMUS AUREA VisualFX: http://www.youtube.com/watch?v=C51bStZQpP4&list=UUPEq7sieB X47Dw-7D6zVoQw&index=9&feature=plcp Roma antica in 3D Roma Antica in 3D consente di seguire l’evoluzione del tessuto urbanistico e architettonico della città eterna attraverso una serie di visioni che consentono di ammirare lo stato attuale e quello antico con dissolvenze e ricostruzioni grafiche animate. I principali monumenti dell’Urbe sono quindi visibili a volo d’uccello sul modello integrale della città antica restituita in 3D e poi descritte in dettaglio nel loro splendore architettonico. 53 Link a filmati dimostrativi: ANCIENT ROME IN 3D http://www.youtube.com/watch?v=lij59497MBs&feature=relmfu ROMAN FORUM http://www.youtube.com/watch?v=S4PACYJKxic&feature=relmfu 54 ITALIA MERIDIONALE DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÁ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA CALABRIA Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria Intersezioni dal 2005 ad oggi Marta Rachele Mori Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria Direttore Regionale: Francesco Prosperetti Coordinatore per la comunicazione Antonio Garcea, Marta Rachele Mori con Saveria Canino, Franco Businelli Via Scylletion, 1 88021 Roccelletta di Borgia (CZ) Tel. 0961 391048/79/89 Fax 0961 391033 www.calabria.beniculturali.it [email protected] [email protected] Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro Assessore: Maurizio Rubino Piazza L. Rossi 88100 Catanzaro Tel. 0961 84720 www.provincia.catanzaro.it Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria Soprintendente: Simonetta Bonomi Piazza De Nava, 26 89122 - Reggio di Calabria (RC) Tel. 0965 898272 Fax 0965 813008 www.archeocalabria.beniculturali.it [email protected] 56 Il Progetto Intersezioni, nato nel 2005 per volere dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Catanzaro con il patrocinio di: Regione Calabria, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria, Sensi Contemporanei, Fondazione Mimmo Rotella, ospitato nello splendido Parco Archeologico di Scolacium, è diventato negli anni un grande evento di arte contemporanea. Appare evidente l’importanza della collaborazione tra enti diversi sia pubblici che privati per la riuscita della manifestazione stessa, la quale ha l’obiettivo di realizzare una “contaminazione” tra archeologia e arte contemporanea. Attraverso l’esperienza dei più significativi scultori contemporanei si vuole valorizzare il patrimonio archeologico, perciò con Intersezioni la Calabria ha voluto, da una parte, promuovere uno dei suoi siti di maggiore interesse e fascino, e dall’altra, presentarsi come una guida per la comprensione dei nuovi linguaggi dell’arte. Intersezioni ogni anno trasforma l’area archeologica di Scolacium in un luogo magico e sospeso nel tempo, tra le grandi testimonianze del passato e il presente degli interventi dei suoi protagonisti. Gli artisti stabiliscono un forte legame tra il luogo e le proprie creazioni: le opere di arte contemporanea interagiscono con le vestigia del passato in una perfetta simbiosi. Un progetto che non si esaurisce con la grande mostra estiva, ma prevede inoltre l’acquisizione delle opere più significative esposte a Scolacium e la loro installazione permanente nel Parco della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro, per la realizzazione di un museo pubblico all’aperto. Il progetto esecutivo, a cura di Alberto Fiz, “… sviluppa un rapporto sinergico tra passato e presente attraverso l’intervento degli artisti che hanno saputo caricare di nuovi significati metamorfici un luogo ricco di storia e di memoria...”. Il Parco Scolacium Il Parco Scolacium sorge sulle rive del mare Jonio, a pochi chilometri da Catanzaro e conserva nel sottosuolo i resti della città greca Skylletion e della romana Scolacium. Scylletion viene generalmente considerata di origine ateniese, ma è più probabile che sia stata fondata da Crotone quale avamposto nella strategia espansionistica contro Locri. Pochi sono i resti archeologici relativi alla città greca, conquistata dalla popolazione italica dei Brettii alla metà del IV secolo a. C. e successivamente dai romani, che si insediarono, proprio sull’antica Scylletion, nel 123 a.C. e fondarono la Colonia, dedicata alla dea Minerva. Tra il 96 e il 98 d.C. l’imperatore Nerva ne promosse la ricolonizzazione e la città assunse il nome di Minervia Nervia Augusta Scolacium, e divenne un centro importante per i rapporti commerciali con l’Oriente e l’Africa. Dopo momenti di benessere in età augustea e tardo romana, tra il VII e VIII secolo il sito di Scolacium fu progressivamente abbandonato e la popolazione si trasferì nelle alture circostanti, forse per l’impaludamento della piana del Corace e per il diffondersi della malaria. Gli abitanti si rifugiarono in luoghi più difendibili da attacchi dal mare e il nome fu conservato dall’attuale Squillace. Fra l’XI e il XII secolo fu occupata dai Normanni. L’area dell’attuale Parco Archeologico della Roccelletta corrisponde a parte di un antico latifondo di proprietà della famiglia dei baroni Mazza, che ne rimase legittima proprietaria fino all’esproprio operato dallo Stato italiano nel 1982. Gli scavi per il recupero del sito di Scolacium sono iniziati dal 1966 sotto la direzione di Ermanno A. Arslan ed hanno svelato la piazza del foro circondata da portici e dominata dal Capitolium di età repubblicana. Intorno al foro si sviluppava una serie di costruzioni pubbliche quali la basilica, le terme e la curia, oltre a un edificio destinato al culto della famiglia imperiale. Poco lontano dal foro erano l’anfiteatro romano (oggi non ancora completamente scavato) e il teatro. Il Direttore regionale, Prosperetti, afferma che “Scolacium, rispetto ad altri siti archeologici anche in Calabria, ha una particolarità: è stato scavato a piccoli passi, disvelando poco a poco le caratteristiche e i segni del luogo, lasciando immaginare piuttosto che restituire di sé un’immagine compiuta” e ancora “Le installazioni di D. Buren forse più di ogni altra opera in passato interpretano la dimensione interrotta del luogo… istituiscono una sorta di continuità, al di fuori del tempo, ma radicata nello spazio”. All’estremità opposta sorge la basilica di Santa Maria della Roccella, che è uno dei più significativi monumenti medioevali della Calabria, costruita dai Normanni tra la fine dell’XI e il XII secolo ed edificata sui resti dell’antica città di Scolacium e forse mai completamente terminata. Nelle parti alte delle murature è evidente il riutilizzo di materiali recuperati dai ruderi della città romana e l’uso di una tecnica esecutiva diversa da quella del resto della chiesa. Foto 1 - Buren reinventa un colonnato formato da 53 elementi in legno partendo dai frammenti esistenti 57 Il Museo L’apertura della sede espositiva del Museo Archeologico di Scolacium, prima soltanto un Antiquarium che raccoglieva i reperti di scavo, risale al maggio 2005. I reperti esposti, oltre a illustrare le diverse sequenze stratigrafiche rinvenute, consentono la ricostruzione della rete di relazioni commerciali all’interno delle quali era inserita l’area di SkilletionScolacium. Il Museo conserva statue togate, ritratti pubblici e privati, epigrafi, frammenti architettonici, numerose ceramiche, monete, vetri e oggetti in bronzo che testimoniano il dinamismo culturale, politico e artistico di questo sistema urbano in continua trasformazione. Foto 2 - Parco Scolacium uliveto, Buren attua una integrazione con i luoghi della storia attraverso un’installazione di oltre 20 elementi che avvolgono gli ulivi Daniel Buren Artista di fama internazionale, Daniel Buren (Francia 1938) ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera molti riconoscimenti e premi fra i quali il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia del 1986 e il Premium Imperiale per la pittura della Japan Art Foundation nel 2007. Dopo gli studi all’Ecole des Meteris d’Art e all’Ecole Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, a metà degli anni Sessanta inizia a realizzare interventi pubblici, installazioni e mostre in tutto il mondo. Buren ha condotto una serie di esperimenti agli inizi della sua carriera artistica sul confine tra pittura, scultura e cinema. Ha esposto a Milano, New York, Parigi, Tokyo. Foto 3 - Buren – Cabane èclatèe aux 4 couleurs: travail in situ, di 4 x 4 x 4 m. – struttura esplosa al suo interno che si apre al vuoto e assorbe il luogo che la circonda condividendone l’esistenza 58 Dopo il successo ottenuto al Grand Palais di Parigi in occasione di Monumenta 2012 (oltre 300 mila spettatori), Daniel Buren approda al Parco Archeologico di Scolacium come protagonista di Intersezioni 2012. L’attesa rassegna, giunta alla settima edizione, tra gli appuntamenti culturali più importanti della stagione estiva, si caratterizza quest’anno per l’inedito progetto del maestro francese che ha voluto intervenire all’interno del Parco di Scolacium con cinque grandiose installazioni concepite specificatamente per il luogo consentendone una rinnovata lettura. Com’è già avvenuto nelle precedenti edizioni, il progetto coinvolge anche il museo MARCA di Catanzaro. Entrambi gli appuntamenti sono curati da Alberto Fiz, Direttore Artistico del MARCA. Daniel Buren opera in situ, ovvero progetta e crea opere pensate su misura per un determinato luogo e un determinato pubblico, uniche e irripetibili. Lo fa dialogando con l’architettura di musei e gallerie, ma anche intervenendo direttamente in spazi urbani come piazze, giardini, ponti. Valendosi di uno “strumento visivo” invariabile - l’alternanza di strisce verticali bianche/ colorate di 8,7 centimetri - Buren indaga da oltre 35 anni i rapporti fra l’opera d’arte, il luogo in cui prende corpo e lo spettatore. Al centro della sua proposizione vi sono, quindi, tematiche relative alla visibilità dell’opera e alla definizione del suo statuto, la volontà di rovesciare i modelli dati mediante la moltiplicazione dei punti di vista, il capovolgimento delle prospettive attraverso interferenze visive, nonché il tentativo, di volta in volta rivisitato e aggiornato, di interagire (in osmosi o in modo conflittuale) con lo spazio di intervento. Nei suoi lavori realizzati in situ, pittura, tessuto, legno, metallo, specchio, vetro, carta sono abbinati a formare opere a parete oppure complesse strutture ambientali, intese a proporre una lettura critica dell’oggetto d’arte, con riferimento alla sua storia disciplinare e culturale (scultura, pittura, monocromia, opera d’arte), alla codificazione del contesto (museo, spazio pubblico), al rapporto con il fruitore. Nel 1975 ha realizzato la sua prima Cabane Eclatée che ha rappresentato un punto di svolta ed accentuato l’interdipendenza tra l’opera e il luogo dov’è situata, attraverso un sottile gioco di costruzione e decostruzione. Costruire sulle vestigia: impermanenze. Opere in situ (Construire sur des vestiges, d’un éphémère à l’autre. Travaux in situ) è il titolo dell’evento espositivo che è stato inaugurato venerdì 27 luglio per rimanere aperto sino al 7 ottobre 2012. “Intersezioni rappresenta un punto di riferimento imprescindibile della nostra programmazione culturale e anche in una situa- Foto 4 - Teatro romano I e II sec. d.C. Particolare - stato della costruzione antecedente alla posa dello specchio “Couper en deux puis restituer l’Hémicycle” Foto 5 - Teatro romano I e II sec. d.C. Buren – struttura specchiante di oltre 30 m. di lunghezza e di oltre 3 m. di altezza che collocata al centro, permette di raddoppiare l’immagine dell’antica costruzione, creando una realtà virtuale 59 zione di generale difficoltà la nostra amministrazione si è impegnata con determinazione per dare vita ad un appuntamento che ha assunto un particolare significato nel contesto culturale e artistico del territorio”, spiega Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzaro con delega alla Cultura. Come afferma Alberto Fiz, “la nuova edizione di Intersezioni è un punto di approdo per un evento di anno in anno sempre più ambizioso. In quest’occasione, Buren ha sviluppato un sincretismo con le vestigia antiche annullando la distanza temporale tra il mondo antico e quello contemporaneo. Un intervento, il suo, radicale e coraggioso dove appare evidente come sia il Parco di Scolacium a provocare l’opera la quale esiste solo in stretta relazione con il contesto ambientale. Si tratta di una vera e propria svolta anche rispetto agli altri importanti progetti realizzati in questo luogo.” La mostra coinvolge con una serie d’interventi specifici la Basilica, il Foro, il Teatro romano e l’uliveto. La Basilica viene illuminata da vetrate in plexiglas rosse e gialle che la riportano ad un immaginario utopico in un’alternanza magica e imprevedibile di luci e ombre. “Per me il colore è pensiero puro, dunque totalmente indicibile. Tanto astratto quanto una formula matematica o un concetto filosofico”, ha scritto Buren. Foto 6 - Basilica di S. Maria della Roccella XII secolo – Buren illumina la Basilica con vetrate in plexiglas rosse e gialle, creando un’alternanza di luci e ombre 60 Il Foro, invece, è oggetto di una fantastica ricostruzione dove Buren reinventa un colonnato formato da 53 elementi in legno partendo dai frammenti esistenti. In questo caso il luogo dell’archeologia appare come l’elemento ispiratore di un progetto architettonico che sfida il tempo e lo spazio. Di natura del tutto eccezionale è, poi, lo spettacolare intervento ideato per il Teatro dove Buren ha concepito una struttura specchiante di oltre 30 metri di lunghezza e di oltre tre metri d’altezza che, collocata al centro, permette di raddoppiare l’immagine dell’antica costruzione sviluppando un contesto visivo del tutto straniante dove la percezione del luogo subisce una progressiva trasformazione riflettendo e nello stesso tempo occultando lo spazio. Ci si trova di fronte all’impermanenza dello sguardo che assorbe i dati di una realtà virtuale. Buren, poi, è apparso particolarmente affascinato dall’uliveto che circonda il Parco creando una perfetta integrazione con i luoghi della storia e, per quest’occasione, ha progettato un’installazione di oltre 20 elementi che abbraccia gli ulivi evidenziandone le caratteristiche e la peculiarità nel suggestivo ambiente del Parco di Scolacium. Come afferma Buren: “Le mie installazioni permettono sia d’accentuare le linee di forza già esistenti all’interno del Parco, riempire dei vuoti, come nel caso della Basilica, replicare forme geometriche semplici, disegnare delle linee nello spazio, rilevare le altezze, come nel caso del Teatro, o ancora, rintracciare delle colonne che non sono mai esistite, come avviene nel Foro.” Un dialogo con il passato, dunque, che trova nell’opera di Buren un nuovo e imprevedibile spazio visivo. A tutto ciò si aggiunge un’altra installazione concepita specificatamente per il Parco, “Cabane éclatée aux 4 couleurs: travail in situ”, di 4x4x4 metri. Si tratta di un nuovo lavoro basato sulla relazione spazio-colore che fa parte della serie “Cabane éclatée” iniziata nel 1975. Sono strutture esplose al loro interno che si aprono al vuoto e assorbono il luogo che le circonda condividendone l’esistenza. Le “Cabane” non sono né un oggetto né un decoro, ma un luogo fruibile e abitabile che ogni volta consente una nuova verifica. Il Direttore regionale, Prosperetti, conclude “Buren ha interpretato magistralmente una linea di tendenza che Intersezioni ha praticato sin dalla prima edizione: la ricerca di una dimensione attualizzata del sito, degli scavi dell’antica Scolacium, per dimostrare che archeologia paesaggio e modernità possono convivere, e costituire così una formidabile risorsa di civiltà per il futuro del territorio e del Paese”. La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e inglese edito da Silvana Editoriale con testi di Maria Grazia Aisa, Daniel Buren, Bruno Corà, Alberto Fiz e Hans-Ulrich Obrist. Intersezioni dal 2005 ha ospitato alcuni dei maggiori esponenti della scultura italiana e internazionale quali Stephan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Marc Quinn e Mauro Staccioli. Foto 7 - Vetrate in plexiglas rosse 61 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITA’ DIREZIONE GENERALE PER IL PAESAGGIO, LE BELLE ARTI, L’ARCHITETTURA E L’ARTE CONTEMPORANEE Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Progetto di Valorizzazione “Collina di Capodimonte” Sergio Liguori, Anna Maria Romano, Cooperativa “La Paranza” Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee Direttore Generale: Maddalena Ragni Via di San Michele , 22 00153 Roma Tel. 06 58434401 Fax. 06 58434404 www.pabaac.beniculturali.it [email protected] [email protected] Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli Soprintendente: Fabrizio Vona Via Tito Angelini, 22 80131 Napoli Tel. 081 229459/454 Fax 081 2294498 [email protected] Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Soprintendente: Teresa Elena Cinquantaquattro Piazza Museo, 19 80135 Napoli Tel. 081 4422111/001 Fax 081 440013 sbanap.campaniabeniculturali.it [email protected] 62 Il progetto presentato alla Borsa del Turismo Archeologico di Paestum vede, per la prima volta, coinvolte più istituzioni in un intervento condiviso finalizzato alla promozione e alla valorizzazione dei Beni Culturali della Città di Napoli. Per la prima volta il progetto “Catacombe” viene messo in rete con i musei storici della città di Napoli. Le grandi collezioni di Capodimonte verranno fruite insieme al Museo Archeologico, al Museo di Capodimonte e all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte. Un percorso ideale, facilmente fruibile, che rappresenta non solo i grandi musei della città, ma la città stessa. Il progetto Catacombe costituisce sicuramente un valore aggiunto, non solo per l’eccezionalità del Sito, ma anche perché nasce dalla città stessa, dal sogno di una cooperativa di giovani del quartiere alla Sanità a cui è stata affidata la gestione del sito. Il successo dell’iniziativa dimostra che qualcosa può cambiare, quando il cambiamento nasce dal basso, quando il cittadino si riappropria della sua identità e lavora perché il sogno diventi realtà. Una bellissima realtà che al momento vanta 35.000 visitatori accolti con grande professionalità dai giovani della cooperativa. Il luogo, le Catacombe di San Gennaro, costituisce una delle maggiori testimonianze archeologiche presenti in Campania. Databili a partire dal II secolo d.C. custodiscono mosaici ed affreschi, segni tangibili della cristianità napoletana delle origini. Vere e proprie città sotterraneee, le catacombe napoletane sono considerate le più importanti del Sud Italia per ampiezza, per la presenza di numerosi affreschi e, in particolare, per aver accolto a partire dalla prima metà del V d.C. le spoglie mortali di San Gennaro. La Catacomba di San Gennaro si compone di due livelli non sovrapposti. Il nucleo originario è da individuare nell’utilizzo e nell’ampliamento, avvenuto tra la fine del II e gli inizi del III sec., di un ambiente cosiddetto “Vestibolo Inferiore”. Da esso si sono sviluppati, nei periodi successivi al III secolo, gli ambulacri della catacomba inferiore secondo uno schema di scavo ampio ed orizzontale. La catacomba superiore ebbe varie fasi di sviluppo: anch’essa ebbe origine da un antico sepolcro che oggi chiamiamo “Vestibolo Superiore”, noto essenzialmente per gli affreschi della volta della fine del II secolo. Gli elementi che caratterizzano maggiormente la catacomba superiore sono la piccola “Cripta dei Vescovi” e la maestosa “Basilica Maior”; la prima, ubicata presso la tomba di San Gennaro dove vennero sepolti alcuni dei primi Vescovi napoletani, la seconda è il frutto di un’ampia trasformazione dei vicini ambienti realizzata quando, nel secolo V, fu traslato San Gennaro. La “Basilica Maior” è a tre navate, conserva numerosi affreschi ( V-VI sec.) ed è scavata interamente nel tufo. Dalle Catacombe di San Gennaro si accede alla Basilica di San Gennaro. L’edificio, che ha subito modifiche tra i secoli IX e XV, è una rara e quasi integra testimonianza di architettura paleocristiana, ristrutturata in età aragonese senza alterarne l’impianto basilicale a tre navate. 63 La parte più integra della costruzione paleocristiana è l’abside semicircolare, nella quale erano murati i frammenti in ciborio trecentesco, oggi esposti nel Museo Civico di Castelnuovo. 64 Gli archi modanati e i poderosi pilastri della navata rappresentano una testimonianza altrettanto rara e preziosa di architettura catalana. Il lavoro dei giovani della cooperativa è nato grazie alla collaborazione tra l’Arcidiocesi di Napoli e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, con il sostegno dell’associazione L’Altra Napoli e della Fondazione per il Sud. Mettere in relazione questa splendida realtà culturale e sociale, che dimostra quanto è viva la cultura di una città antica come Napoli, con i Musei Nazionali, anch’essi assoluta eccezionalità di questa città, rappresenta un ottimo risultato per la valorizzazione della cultura. Entrambi i musei costituiscono le glorie di questo territorio, rese neglette da recenti vicende che hanno offuscato tanta bellezza. Il progetto si propone di offrire ai visitatori della città un percorso di conoscenza originale che si concluderà con la visita all’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, anch’esso esempio emblematico delle glorie della capitale del sud. Il valore aggiunto è sicuramente rappresentato, piuttosto che dall’impegno istituzionale delle Soprintendenze territoriali, dalla partecipazione straordinaria dei giovani di un quartiere antico e degradato, che, sapientemente guidati, hanno scoperto l’Etica della Bellezza. Dalla stessa cooperativa è nata un’orchestra di giovani, esempio emblematico dell’antica cultura musicale della città di Napoli, che rappresentano un’ulteriore eccellenza di un lavoro svolto dal basso, tra la gente del quartiere più vitale della città. Il biglietto integrato, promosso dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico-Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli, è nato dalla consapevolezza che bisognava necessariamente mettere in relazione le forze vitali di questa città unica al mondo. Il biglietto integrato si propone di mettere a disposizione del turista una navetta che collegherà tra loro i siti facilitandone la fruizione. Il visitatore che vedrà le collezioni del Museo Archeologico di Napoli potrà visitare le Catacombe di San Gennaro, la chiesa medievale e gli affreschi cinquecenteschi di recente recuperati, e concludere il percorso con le collezioni di Capodimonte e l’Osservatorio Astronomico, anch’esso gloria antica di questa città. 65 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA CAMPANIA Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta Villa romana di Minori: realtà virtuale per raccontare l’archeologia Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania Direttore Regionale: Gregorio Angelini Coordinatore per la comunicazione: Maria Rosaria Nappi Via Eldorado, 1 Castel dell’Ovo 80132 Napoli Tel. 081 2464111 Fax 081 7645305 www.campania.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta Soprintendente: Adele Campanelli Via Trotula de Ruggiero, 6/7 84100 Salerno Tel. 089 5647201/5647202/5647203 Fax 089 252075 www.archeosa.beniculturali.it [email protected] Ideazione e sceneggiatura: Paola Pacetti Regia: Giovanni De Stefano Consulenza archeologica: Simone Foresta Computer grafica 3d, visual, editing e postproduzione: 3dSign Firenze 66 Adele Campanelli, Paola Pacetti La percezione che la maggior parte delle persone prova nell’accedere a un monumento antico è, non di rado, quella di entrare in un luogo alieno dove è difficile immaginare la vita che vi ha albergato, per molti secoli. La conseguente sensazione di distanza fa sì che queste ossa senza carne sembrino altro da noi, non luoghi la cui conservazione, sempre più precaria, rischia di apparire come la volontà, apparentemente velleitaria e incomprensibile. Conseguentemente, si è generato un impoverimento progressivo della funzione educativa che queste vestigia hanno rappresentato nel tempo e, quindi, il progressivo venir meno della loro intelligibilità anche perché appaiono slegate dai programmi scolastici della Scuola secondaria di primo grado e di larga parte di quelli della Scuola secondaria di secondo grado. Nel contemporaneo, i monumenti antichi svolgono, nel migliore dei casi, l’ulteriore attrattiva di un territorio - e questo è certamente il caso della Costiera amalfitana - in cui il mare, il cibo, lo shopping, rappresentano i veri motivi dei viaggi. Inseriti come una cartolina in tutte le guide locali prodotte in grande quantità e qualità opinabile, non sembrano possedere valore diverso da quello dell’antenato d’illustre casato del quale è possibile menare vanto. Alcune recenti indagini relative alle gite d’istruzione delle scolaresche evidenziano come, non di rado, questi antichi reperti divengano - al pari di molti dei musei di ogni ambito disciplinare - sorte di “visitifici” che chiedono agli studenti un tributo mal sofferto, quello di compiere un rito, privo di seguaci entusiasti. Poiché la gran parte degli alunni è, ormai, disabituata a leggere nei tessuti delle murature, nelle tracce delle coloriture, o nell’intrico delle planimetrie, i ragazzi non possono trarne le storie che vi sono imprigionate e destinate a restare mute. E per questa via prende forma e corpo una conseguenza ancora più grave e cioè l’ingenerarsi della convinzione che lo studio della Storia e delle discipline a questa correlate - come l’archeologia - riguardi inutili cose perdute incapaci e inadatte ad aprire un dialogo con il nostro mondo attuale. Il che comporta un ribaltamento completo del valore dello studio del Passato, quello che deve rappresentare la divisa dello storico, come dell’archeologo, e cioè la ricerca dei modi di vita di coloro che ci hanno preceduto, lo studio di quello che hanno fatto, pensato, sofferto, goduto coloro che come noi sono stati umani, anche se molto diversi. Le domande di fondo sottese ai nostri scavi, ai nostri recuperi, ai nostri studi sono sempre le stesse: come vivevano e cosa pensavano gli uomini? Ma tutto questo deve essere reso comprensibile, quindi, comunicato. In breve, è necessario ridare la parola a chi non l’ha più, sulla base del desiderio profondo di parlare al pubblico dei visitatori. È da queste premesse che ha preso corpo la collaborazione della Soprintendenza archeologica con il Comune di Minori per migliorare la valorizzazione della Villa Romana, conservata nel centro dell’attuale abitato, nato e sviluppatosi intorno, sopra e dentro le strutture edilizie di età romana al tal punto che i cittadini riconoscono a queste antiche mura la funzione salvifica di briglie, com’è accaduto nel corso dell’alluvione che ha travolto il centro nell’ottobre del 1954. La Soprintendenza ha qui, dal 1960, un piccolo Antiquarium, il cui numero di visitatori, affatto esiguo in sé, diviene tale in riferimento ai flussi di visitatori della costa amalfitana, una delle perle turistiche della Campania e luogo di villeggiatura di pregio. Questa sostanziale marginalità della Villa Romana nei confronti del pubblico turistico è certamente da attribuirsi a fattori esterni, quali: difficoltà di parcheggio, di accesso, di segnaletica, di orari di visita e altri. Ma pesa negativamente anche l’incomunicabilità del monumento, sezionato e mutilato nella sua completezza e impoverito dei suoi, pur visibili e splendidi apparati decorativi, dal degrado inarrestabile delle murature, gravemente danneggiate dall’umidità. L’amenità dei luoghi in cui sorgevano queste antiche dimore romane come quella di Minori, è senz’altro all’origine della loro posizione che, spesso raggiungibile solo dal mare, costituiva per i proprietari un luogo di riflessione, studio, dialogo filosofico e diletto. Ozi marittimi, il marchio scelto per questa iniziativa, caratterizza, dunque, un progetto più ampio e, auspicabilmente duraturo nel tempo, che intende recuperare - attraverso azioni di valorizzazione e attività di promozione - il senso della storia di questi edifici. Dimore delle quali continuiamo a ignorare tantissime presenze sommerse dai fenomeni vulcanici e alluvionali tipici di questo angolo di mondo, che, durante l’età romana, popolavano fittamente la costa e l’agro campani. Edifici che, in massima parte, erano funzionali non a una villeggiatura nel senso moderno del termine, ma al distacco dai “negotia” della vita politica romana, per un soggiorno colto e condiviso con ospiti illustri nei luoghi mitici della letteratura antica e, in particolare, dell’Odissea. Grazie all’attività di un gruppo di lavoro costituito da specialisti di archeologia, storia, esperti in narrazione culturale, specialisti in cinematografia e computer grafica 3D è stato possibile realizzare la prima ricostruzione virtuale di alcune parti della villa romana di Minori, nel I Foto 1: Fotogramma tratto dalla ricostruzione in realtà virtuale del viridarium della villa di Minori (I secolo d.C.) 67 secolo d.C.: il viridarium e il prospetto dell’edificio dal mare nel I secolo d.C. Il filmato sulla villa di Minori il cui titolo è - non a caso - “archeologia narrata” costituisce, dunque, un importante tentativo di proporre al pubblico affidabili contenuti storico-archeologici utilizzando molti degli strumenti peculiari delle modalità comunicative della nostra contemporaneità, grazie alle quali è stato possibile raggiungere l’obiettivo di restituire alla consapevolezza del visitatore attuale l’essenziale e fondativo rapporto fra l’edificio della villa e il mare, rapporto che oggi risulta totalmente perduto in quanto i resti archeologici sono collocati nel centro del Comune di Minori, ben lontani dalla marina. Pur tuttavia, resta essenziale, come sempre, che il visitatore voglia intervenire con la sua immaginazione per vedere rinascere il paesaggio antico e udire, perfino, il gorgoglio del corso d’acqua deviato prima di costruire la villa e che, incanalato, sgorgava dalla fontana della stanza del banchetto, scorreva intorno ai convitati trasportando alcune pietanze, s’interrava di nuovo per riempire la piscina nel giardino e la grande vasca del ninfeo, prima di giungere attraverso pittoriche gradazioni dell’azzurro alla distesa del mare. 68 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA CAMPANIA Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta Studio Azzurro Ozi Marittimi - Storie sensibili nelle VILLAE romane della Costa d’Amalfi Primo evento “Continuum vitae”, Il dialogo delle luci (dal giorno alla notte) Scenario interattivo per luci e immagini video Adele Campanelli, Leonardo Sangiorgi Inquadramento generale Il progetto si conforma come un involucro narrativo di eventi, tutti riconducibili sotto il titolo di “Ozi Marittimi - Storie sensibili nelle villa e romane della Costa d’Amalfi”. Un ciclo di possibili eventi correlati fra loro, che suggeriscono un itinerario narrativo che ha, come stazioni di interesse, gli spazi delle architetture delle ville romane della costa Amalfitana e che coinvolge il pubblico non solo come semplice spettatore passivo ma lo trasforma, attraverso l’uso attento e discreto delle tecnologie, in un “io” narrante e protagonista dalla percezione immediata e dinamica, che non fruisce gli accadimenti in scena solo da un “punto di vista” unico e statico dello spettatore, ma ne prende parte. “Continuum vitae” “Continuum vitae” è il titolo del primo di possibili interventi del progetto “Ozi Marittimi” progettato per la Villa Romana di Minori. Il progetto è costituito da due nuclei, il primo che consiste nell’evento spettacolo che ha avuto luogo a fine aprile negli spazi esterni della Villa, il secondo che consta nel percorso multimediale permanente realizzato all’interno del sito. Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania Direttore Regionale: Gregorio Angelini Coordinatore per la Comunicazione: Maria Rosaria Nappi Via Eldorado, 1 Castel dell’Ovo 80132 Napoli Tel. 081 2464111 Fax 081 7645305 www.campania.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino, Benevento e Caserta Soprintendente: Adele Campanelli Via Trotula de Ruggiero, 6/7 84100 Salerno Tel. 089 5647201/5647202/5647203 Fax 089 252075 www.archeosa.beniculturali.it [email protected] Studio Azzurro Via Procaccini, 4 c/o La Fabbrica del Vapore 20154 Milano Tel. 02 33107670 www.studioazzurro.com [email protected] [email protected] Foto 1 - Continuum vitae, navigazione, Mattino, particolare dello spettacolo Foto 2 - Continuum vitae, arrivo alla villa, Mattino, particolare dello spettacolo 69 L’evento - spettacolo si è conformato come un’opera multimediale teatrale in quattro parti con un prologo e un epilogo che ha avuto come palcoscenico e platea il cortile della Villa. Foto 3 - Continuum vitae, finale, Sera, particolare dello spettacolo Lo spettacolo teatrale vero e proprio ha occupato lo spazio aperto in corrispondenza della vasca del ninfeo e il porticato che lo circonda. Le gallerie perimetrali che si affacciano sul giardino ospitavano una parte del pubblico come platee, mentre la scena multimediale era distribuita su vari piani quali il muro di fondo, che ospitava una grande proiezione che faceva da sfondo a tutta la scena, le tre aperture dei cubicola che si affacciano sul giardino e uno schermo-velario, modulare e autoportante, che veniva posizionato in scena a seconda delle necessità. La messa in scena “Il dialogo delle luci (dal giorno alla notte)” si sviluppava, come esplicitato nel sottotitolo, nella narrazione di una giornata tipo nella villa d’ozi. Foto 4 - Continuum vitae, Sala del Teatro, particolare percorso multimediale permanente 70 Questa, basata su un attento collage di testi antichi, era supportata da immagini video distribuite sui vari schermi e azioni recitate dagli attori-servi di scena. Lo spettacolo procedeva quindi su tre livelli: quello del dialogo fra le due voci recitanti, una maschile e una femminile; uno scenario che fungeva da sfondo, come suggestione visiva che trasformava simbolicamente l’antico in un presente immediato; infine, una sorta di teatro d’ombre che sosteneva visivamente il racconto delle voci narranti. Lo spazio scenico si è trasformato così in un luogo di relazioni e di esperienze evocate dalle immagini video che manifestano a tutt’oggi la loro presenza e la loro sensibilità interattiva in un percorso espositivo multimediale permanente. L’idea su cui si è basato il progetto, infatti, era quella per cui il pubblico, dopo lo spettacolo, potesse accedere al percorso permanente allestito all’interno, senza soluzione di continuità, in un “continuum” che lo spettatore, ora “attore”, potesse vivere in prima persona. Al di là dello spettacolo, che ha avuto un suo svolgimento determinato, infatti, il pubblico può continuare a visitare gli spazi interni della Villa con tempi e modalità più libere e personali, interagendo con le installazioni multimediali attivate dai visitatori stessi, che restituiscono stralci della messa in scena multimediale. In alcune stanze rappresentative si possono rivivere alcuni momenti dello spettacolo, attraverso un percorso capace di proiettarlo nuovamente ai tempi degli ozi romani. I materiali visivi e sonori che costituiscono i contenuti delle sei installazioni poste all’interno della Villa sono tratti dallo spettacolo e raccontano, per nuclei di senso, le attività di una tipica giornata in una Villa Marittima della Costiera. Foto 5 - Continuum vitae, Sala del Teatro e Cubicola, particolari percorso multimediale permanente La narrazione C’è continuità tra le nostre vite attuali e quelle degli antichi che abitavano questi luoghi. In un ideale squarcio temporale, la vita continua ancora armoniosa e serena e nell’otium. In un “continuum vitae” piccoli accadimenti che in un ideale passato animavano la villa, continuano ora a ravvivarla. Gli spazi sono così ancora abitati, i gesti, i suoni e le azioni si susseguono ancora nel loro ritmo naturale, nello svolgersi del giorno, nella scansione delle ore e nel variare della luce. La luce è infatti l’unico medium originale che, con la sua presenzaassenza, ci dà la facoltà di vedere, attraverso i riflessi, le ombre e le immagini evocative la compresenza e la continuità di un mondo solo apparentemente lontano e intangibile. Due voci, emblematicamente maschile e femminile, allo stesso tempo dai toni antichi e moderni, fanno da mentori e guide al pubblico per accompagnarlo e fargli rivivere una giornata tipo nella villa, con i suoi accadimenti, in un originale gioco di ombre, luci, suoni e musiche. 71 La musica La colonna sonora è originale, composta e suonata ad hoc per lo spettacolo. L’accompagnamento musicale è costituito da suoni naturali, sonorità tipiche dell’area mediterranea come fiati, percussioni, cimbali e cetre. Non vi è separazione tra sacro e profano, così da sottolineare ancora una continuità tra il culto dell’otium e quello sacro delle divinità. Gli spazi interessati Il Triclinio La sala del triclinio, suggestiva non solo per gli affreschi ancora visibili ma soprattutto per i giochi di luce prodotti sulle sue superfici dal monumentale portale di ingresso affacciato sul giardino, ospita una installazione sonora che, attivata dalla presenza del pubblico, fa rivivere quel luogo attraverso sonorità legate al tema dell’acqua. I Cubicola Alcuni spazi di servizio della Villa, quali gli spogliatoi o la stanza attigua a quella del teatro, ospitano racconti sonori e visivi dedicati ai gesti e alle azioni quotidiane all’epoca in cui la villa era ancora in attività: preparazione dei cibi, carico e scarico, ecc. La Sala Del Teatro All’interno della sala del teatro, una grande proiezione sulla parete di fondo, ancora decorata con gli antichi affreschi, accoglie il visitatore riproponendo gli scenari atmosferici naturali che fungevano da fondale scenico durante la performance. L’attraversamento di una soglia di luce, collocata al centro della stanza come limite simbolico tra sacro e profano, permette poi al pubblico di intervenire direttamente sugli scenari stessi attivando un racconto visivo e sonoro sul manifestarsi della divinità e sui gesti e rituali sacri ad essa connessi. Il Calidarium La stanza ritrova il suo antico splendore attraverso un disegno - luci che ne fa risaltare l’architettura e una grande proiezione in cui antichi affreschi prendono vita sulla parete ad absidein un continuo susseguirsi di immagini, figure mitologiche, raffigurazioni che si rifanno al tema marino. 72 DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA CAMPANIA Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Massimo Andrei in “Snack, uno spuntino di riflessione: speciale Mann” Marco De Gemmis e Lucia Emilio Nell’ambito dell’attività di promozione e comunicazione, il Servizio Educativo della Soprintendenza ha proposto e realizzato nel 2011 il progetto “Snack, uno spuntino di riflessione: speciale MANN”. Il progetto ha avuto l’obiettivo di richiamare l’attenzione di un potenziale pubblico dei musei – quello, numerosissimo e composito, degli utenti dei mezzi di trasporto – sul Museo Archeologico Nazionale di Napoli e sulle sue collezioni, contribuendo alla sua promozione e valorizzazione e, di conseguenza, anche a un auspicabile incremento del numero dei suoi visitatori; e, contemporaneamente, di legare l’immagine dello stesso Museo a una modalità di comunicazione che si ritiene, oltre che attuale, particolarmente idonea a raggiungere persone in larga parte non ancora specificamente interessate al patrimonio archeologico e/o alla frequentazioni dei musei. A tal fine è stato individuato quale strumento più idoneo il progetto artistico “Snack. Uno spuntino di riflessione”, format di comunicazione entro cui si sono realizzati messaggi pubblicitari dedicati al Museo. Tale progetto, che si riproponeva di rivolgersi a un target di popolazione non raggiunto dai canali ordinari della comunicazione promozionale dei beni culturali, ha ottenuto significativi riconoscimenti grazie proprio alla sua efficacia e originalità, dovute alla qualità della regia, della scrittura dei testi e della recitazione dell’attore Massimo Andrei, che, con serissima ironia, ha proposto “riflessioni sui valori”: in questo caso quelli del “MANN”, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’iniziativa “Snack. Uno spuntino di riflessione”, inserita nel progetto di “Cogito ergo Sud”, è gestita dal Consorzio per la comunicazione MediaNetWork, canale televisivo outdoor esclusivista della gestione e vendita degli spazi pubblicitari di Videometrò News Network, che cura la trasmissione di messaggi pubblicitari sul territorio di Napoli e Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale: Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania Direttore Regionale: Gregorio Angelini Coordinatore per la Comunicazione Maria Rosaria Nappi Via Eldorado, 1 Castel dell’Ovo 80132 Napoli Tel. 081 2464111 Fax 081 7645305 www.campania.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei Soprintendente: Teresa Elena Cinquantaquattro Piazza Museo, 19 80135 Napoli Tel. 081 4422111 Fax 081 440013 [email protected] 73 provincia in 24 stazioni di grandissimo traffico della Metropolitana di Napoli e della Metropolitana Regionale della Campania. L’Assessorato ai Trasporti della Regione Campania ha voluto concedere il patrocinio morale all’iniziativa, ritenendola in grado di diffondere “la cultura dei valori e del senso civico in un luogo di grande affluenza come le stazioni della nostra metropolitana regionale. Uno strumento capillare ed efficace per inviare messaggi sociali di grande rilevanza, che possono raggiungere un numero significativo di cittadini di tutte le età e fasce sociali (oltre 200mila viaggiatori al giorno sulle linee gestite dalle tre aziende su ferro del gruppo Eav, ossia Circumvesuviana, Metrocampania Est e Sepsa)”. Un progetto del Servizio Educativo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei che rientra tra le attività di valorizzazione dei beni culturali della Regione Campania del sistema Campania > Artecardplus In collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania Una produzione Videometrò News Network, APL Produzioni “Snack, uno spuntino di riflessione” è un’idea di “Cogito ergo Sud” 74 Gli spot dedicati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli che si sono realizzati, oltre che sul Museo nel suo insieme, sono stati focalizzati su singole collezioni ovvero manufatti, scelti tra i più significativi in esposizione e tra i più adatti a tale strumento di comunicazione e alle fasce di utenza che si intende raggiungere. Gli “Snack” sono stati presentati in anteprima il 12 dicembre 2010 al Museo Archeologico di Napoli con una apprezzata performance di Massimo Andrei nella sala dell’Ercole Farnese. DIREZIONE GENERALE PER LE ANTICHITÀ DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DEL MOLISE Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Il Museo Paleolitico di Isernia “La Pineta” Paola Quaranta Il Museo di Isernia “La Pineta” ha lo scopo di presentare i risultati degli scavi e degli studi condotti nel giacimento paleolitico emerso nel 1978 in seguito ai lavori per la costruzione della strada Napoli-Vasto. La visita al sito museale prevede il raggiungimento della finalità educativa e conoscitiva dei beni culturali oggetto dell’esposizione attraverso l’utilizzo di sistemi multimediali che consentano l’interattività fra il “museo” e l‘utente con particolare attenzione ai visitatori portatori di disabilità. Il museo conserva, attraverso l’attività del gruppo umano che qui viveva e cacciava a partire almeno da 700.000-600.000 anni fa, la testimonianza più antica della presenza dell’uomo sul territorio molisano. La quantità di resti ossei animali e di manufatti in pietra lavorati, ancora presenti sulla superficie archeologica interna al padiglione dello scavo, documenta l’intensa attività di sfruttamento dell’ambiente da parte dei gruppi umani preistorici a scopi alimentari e di sopravvivenza. L’affascinante storia dei cacciatori paleolitici e la loro capacità di adattamento all’ambiente sono l’oggetto del percorso multimediale che, dal racconto dell’arrivo del genere Homo dall’Africa in Europa fino alla scoperta del sito archeologico durante la costruzione della superstra- Direzione Generale per le Antichità Direttore Generale Luigi Malnati Via di San Michele, 22 00153 Roma Tel. 06 58434700 Fax 06 58434750 www.archeologia.beniculturali.it [email protected] [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise Direttore Regionale: Gino Famiglietti Salita San Bartolomeo, 10 86100 Campobasso Tel. 0874 43131 Fax 0874 0874431340 www.molise.beniculturali.it [email protected] Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise Soprintendente: Gino Famiglietti (per avocazione ex art. 17 D.P.R. 233/07) Via A. Chiarizia, 14 86100 Campobasso Tel. 0874 427313 Fax 0874 427352 www.archeologicamolise.beniculturali.it [email protected] 75 da Napoli-Vasto, evoca un passato lontano attraverso cui alimentare la curiosità per la ricerca delle nostre origini. È da qui che parte la narrazione, attraverso suoni, immagini e filmati, di una storia arrivata fino a noi che rievoca le specie animali di cui si conservano i resti e l’ambiente in cui queste vivevano, il loro incontro con i cacciatori e l’attività predatoria di un gruppo umano realizzata attraverso i primi strumenti in pietra. I circa 65 mq di paleosuperficie ricomposta ed esposta nel museo con i reperti originali, denominata 3a, fu la prima parte a tornare in luce al momento della scoperta e si caratterizza per la presenza di una elevata quantità di reperti litici fabbricati dall’uomo e per abbondanti resti ossei riconducibili soprattutto ai grandi erbivori, in particolare bisonte, rinoceronte ed elefante. La distribuzione non uniforme dei materiali al suo interno testimonia delle differenti attività svolte dall’uomo e del trasporto, in una specifica area, solo di alcune porzioni delle carcasse animali, forse quelle più ricche di carne. La paleosuperficie esposta è solo parte di un più ampio e poderoso giacimento archeologico ancora oggetto di indagine da parte degli studiosi dell’Università di Ferrara, conservato nel padiglione degli scavi e visibile al pubblico all’interno del percorso museale. 76 CONTACT CENTER DEL MIBAC Il Contact Center Turistico è un servizio erogato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali atto a migliorare l’accesso alla fruizione del vasto patrimonio culturale nazionale da parte dei cittadini italiani nonché dei turisti in visita nel nostro Paese. Attraverso il numero verde 800 99 11 99, esso fornisce informazioni (in lingua italiana, inglese e spagnola) su: attività e servizi erogati dal Ministero, musei, archivi, biblioteche e mostre temporanee. Il Servizio è attivo tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 e i festivi dalle 9.00 alle 19.00. L’operatore di front office, mediante la consultazione di Banche Dati ed un costante collegamento al sito Internet del Ministero, è in grado di fornire tutte le informazioni richieste, ivi comprese quelle relative alla struttura organizzativa del Ministero ed alle competenze istituzionali dello stesso. L’operatore ha a disposizione anche una banca dati integrata curata dal personale di back office contenente le informazioni relative a beni, musei, manifestazioni ed eventi in programma su tutto il territorio nazionale. Direzione Generale per l’Organizzazione, gli Affari Generali, l’Innovazione, il Bilancio ed il Personale Direttore Generale: Mario Guarany Coordinatore per la Comunicazione: Alessandra Pivetti Via del Collegio Romano, 27 00186 Roma Tel. 06 67232007 Fax 06 67232106 [email protected] Servizio I - Affari Generali, Sistemi Informativi e Tecnologie Innovative Direttore: Annarita Orsini Nello specifico, il front office svolge le seguenti funzioni: • ricezione di reclami da parte del Cittadino e di segnalazione all’Amministrazione per le eventuali risoluzioni o miglioramenti dei servizi; • supporto all’Ufficio Relazione con il Pubblico (URP) del MiBAC per consolidare e espandere i servizi di informazione a quanti interagiscono con l’Amministrazione. L’attività di back office consiste nelle seguenti azioni: • verifica e segnalazioni delle necessità di aggiornamento dei dati presenti sul sito istituzionale; • acquisizione di informazioni sulle iniziative culturali in essere su tutto il territorio nazionale con partecipazione diretta o indiretta del Ministero; • acquisizione di informazioni al servizio del cittadino sui principali luoghi della cultura non statali mediante la creazione di un Data Base interno a favore del Front office; • diffusione di informazioni mirate nei confronti di soggetti terzi quali scuole, università, organismi culturali secondo valutazioni di opportunità da parte del Ministero. Tali informazioni sono fornite in numero complessivo di 10.000 contatti annui. A fronte delle suddette attività, vengono prodotti periodicamente report statistici quantitativi e qualitativi, che consentono una continua analisi e monitoraggio dei servizi resi. 77 CCTPC - COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale CCTPC - Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Comandante: Gen. Mariano Ignazio Mossa Piazza Sant’Ignazio, 152 00186 Roma Tel. 06 6920301 Fax 06 69203069 www.carabinieri.it [email protected] 78 Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è stato istituito nel 1969, precedendo in tal modo di un anno la Convenzione Unesco di Parigi del 1970, con la quale si invitavano, tra l’altro, gli Stati Membri ad adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché a istituire uno specifico servizio a ciò finalizzato. Il Comando, inserito funzionalmente nell’ambito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali quale Ufficio di diretta collaborazione del Ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici. Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che è stato affidato in via prioritaria all’Arma con Decreto del Ministero dell’Interno del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del medesimo Ministero, che, nel confermare il ruolo di preminenza dell’Arma nello specifico settore, ha attribuito al Comando CC TPC la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia. Il Comando è composto da militari in possesso di qualificata preparazione, acquisita con la frequenza di specifici corsi in materia di “Tutela del Patrimonio Culturale”, organizzati d’intesa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’attuale articolazione del Comando Carabinieri TPC prevede a livello centrale un Ufficio Comando, quale organo di supporto decisionale del Comandante nell’azione di comando, controllo e coordinamento delle attività di istituto in Patria ed all’estero, un Reparto Operativo con una competenza territoriale areale, nonché di coordinamento operativo sull’intero territorio nazionale per le indagini di più ampio spessore (a sua volta suddiviso in tre sezioni Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e Arte Contemporanea) e, a livello periferico, 12 nuclei, con competenza regionale o interregionale, ubicati a Bari, Bologna, Cosenza, Firenze, Genova, Monza, Napoli, Palermo, Sassari, Torino, Venezia ed Ancona, ed una Sezione a Siracusa, alle dipendenze del Nucleo TPC di Palermo. Reparto Indirizzo Telefono/Fax e-mail Competenze territoriali Comando CC TPC Roma Roma Piazza di Sant’Ignazio, 152 Tel. 06 6920301 Fax 06 69203069 [email protected] Reparto Operativo Roma Via Anicia, 24 Tel. 06 585631 Fax 06 58563200 [email protected] Lazio Abruzzo Nucleo CC TPC Torino Torino Via XX Settembre, 88 Tel. 011 5215636 Fax 011 5170000 [email protected] Piemonte Valle D’Aosta Nucleo CC TPC Monza Monza Via Brianza, 2 Tel. 039 2303997 Fax 039 2304606 [email protected] Lombardia Nucleo CC TPC Venezia Venezia P.zza S. Marco, 63 Tel. 041 5222054 Fax 041 5222475 [email protected] Veneto Trentino A. A. F. V. Giulia Reparto Indirizzo Telefono/Fax e-mail Competenze territoriali Nucleo CC TPC Genova Genova Via S. Chiara, 8 Tel. 010 5955488 Fax 010 5954841 [email protected] Liguria Nucleo CC TPC Bologna Bologna Via Castiglione, 7 Tel. 051 261385 Fax 051 230961 [email protected] Emilia Romagna Nucleo CC TPC Ancona Ancona Pal. Bonarelli - Via Pio II Tel. 071 201322 Fax 071 2076959 [email protected] Marche Nucleo CC TPC Firenze Firenze Via Romana, 37/a Tel. 055 295330 Fax 055 295359 [email protected] Toscana Umbria Nucleo CC TPC Napoli Napoli Via Tito Angelici, 20 Tel. 081 5568291 Fax 081 5784274 [email protected] Campania Nucleo CC TPC Bari Bari P.zza Federico II, 2 Tel. 080 5213038 Fax 080 5218244 [email protected] Puglia Molise Basilicata Nucleo CC TPC Cosenza Cosenza Via Colletriglio, 4 Tel. 0984 795548 Fax 0984 784161 [email protected] Calabria Nucleo CC TPC Palermo Palermo C.so Calatafimi, 213 Tel. 091 422825 Fax 091 422452 [email protected] Sicilia prov. di: Agrigento Caltanissetta Enna Palermo Trapani Sezione CC TPC di Siracusa Siracusa P.zza Federico di Svevia snc c/o Castello Maniace Tel. 0931 463418 Fax 0931 461256 [email protected] Sicilia prov. di: Siracusa Ragusa Messina Catania Nucleo CC TPC Sassari Sassari Strada Prov.le La Crucca, 3 Tel. 079 3961005 Fax 079 395654 [email protected] Sardegna Il Comando CC TPC espleta i suoi compiti per la protezione e la salvaguardia del patrimonio culturale attraverso molteplici modalità operative che possono riassumersi in: • • • • controlli di aree archeologiche e di attività commerciali, fisse e ambulanti; attività investigativa specialistica volta al recupero di beni culturali e oggetti d’arte, anche attraverso il monitoraggio di siti web dedicati; gestione della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti (art.85 D.Lgs. 42/2004); consulenza specialistica a favore del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dei suoi organi territoriali. In particolare, le attività condotte sono indirizzate principalmente a: • • • individuare i responsabili dei reati perpetrati in danno dei beni culturali (quali furti, ricettazioni, scavi archeologici illegali, falsificazioni) e deferirli all’Autorità Giudiziaria; recuperare i beni culturali sottratti o esportati illecitamente dal territorio nazionale, estendendone le ricerche anche all’estero, nei limiti stabiliti dalle diverse convenzioni e nell’ambito della cooperazione giudiziaria tra gli Stati, attraverso i Ministeri degli Affari Esteri e della Giustizia, nonché, mediante INTERPOL, con le Forze di Polizia delle altre Nazioni; contribuire all’individuazione di violazioni alle norme di tutela paesaggistica; 79 • • effettuare controlli in occasione di mostre e di mercati d’antiquariato, sui cataloghi delle più importanti case d’asta, anche on-line, nonché presso antiquari e presso laboratori di restauro e di altri operatori del settore; effettuare servizi di prevenzione dei reati in aree archeologiche particolarmente sensibili, in cooperazione con l’Arma territoriale, il Raggruppamento Aeromobili Carabinieri, le pattuglie a cavallo ed altri mezzi dell’Arma, anche navali. Il Comando CC TPC conduce attività all’estero, non solo nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, ma anche per: • • • supporto specialistico a operazioni di peace - keeping, come in Iraq dal 2003 al 2006; attività di formazione di operatori di polizia e delle dogane di Stati che lo richiedano; consulenza al Ministero per i Beni e le Attività Culturali per le attività volte alla restituzione di reperti archeologici appartenenti al patrimonio nazionale ed esposti in Musei e collezioni private stranieri. Nel 1980 il Comando Carabinieri TPC qualificava ulteriormente l’attività investigativa predisponendo uno strumento informatico che si sarebbe rivelato, nel tempo, un supporto investigativo di straordinaria utilità ed efficacia, indispensabile per la lotta al particolare crimine: la “Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, ora normativamente prevista dall’art. 85 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. In essa sono quotidianamente inserite tutte le informazioni descrittive e fotografiche relative ai beni culturali da ricercare che pervengono al Comando dalle numerose Stazioni dell’Arma distribuite sul territorio nazionale, dalle altre Forze di polizia, dalle Soprintendenze del Ministero per i Beni e le Attività Culturali o dagli Uffici doganali. Attraverso INTERPOL giungono altresì le informazioni riguardanti i beni sottratti all’estero. La Banca Dati, quindi, proprio in ragione dell’utilizzo di una sofisticata tecnologia informatica e delle numerose informazioni in essa contenute (circa 148.000 eventi e 5.054.000 di oggetti descritti, di cui circa 1.080.000 provento di furto, con più di 500.000 immagini informatizzate), costituisce un punto di riferimento per tutti i Reparti dell’Arma dei Carabinieri e per le altre Forze di Polizia italiane ed estere e consente, tra l’altro, di elaborare una attenta analisi del fenomeno “furti di beni culturali”, così come di altre tipologie delittuose, fornendo indicazioni idonee ad indirizzare con maggiore precisione l’attività preventiva e investigativa dei vari reparti. La stessa, alimentata giornalmente: • 80 è strutturata in moduli che consentono da un lato, l’inserimento e la ricerca di eventi, persone, oggetti e le loro relazioni, dall’altro l’elaborazione di statistiche; • • è impostata su interfaccia WEB e supporto multilingua, consente modalità di ricerca visuale e capacità di georeferenziazione degli eventi; interagisce in tempo reale con palmari e personal computer portatili, agevolando la redazione di rapporti/schede sul luogo dell’intervento e la consultazione e l’alimentazione diretta. Per quanto attiene specificatamente alla funzione di comparazione delle immagini, un software di indicizzazione le analizza assegnando loro un’“impronta” sulla base di definite informazioni, quali il colore, il contrasto, la forma e la trama. Relativamente alla georeferenziazione degli eventi, un apposito programma consente: • • il posizionamento delle entità sul territorio in base al collegamento tra dati alfanumerici e geografici, nonché l’individuazione di zone a rischio e dei percorsi legati alla criminalità; la rappresentazione grafica di tutte le connessioni logiche tra le informazioni censite, integrandole con dati locali e remoti attinti per fini investigativi e tabulati telefonici (società italiane). La gestione, la conservazione e l’interazione con i sistemi di altri Enti istituzionali, quali il SUE, degli Uffici Esportazione del MiBAC, o il Sistema di catalogo della CEI, insieme al continuo aggiornamento della Banca Dati, sono elementi fondamentali per la valorizzazione del patrimonio di conoscenza acquisito durante lo svolgimento delle attività investigative. A tal proposito, infatti, la Banca Dati “Leonardo” è attualmente in fase di evoluzione grazie al progetto “Archeocontrol”, finanziato dal Programma Operativo Nazionale per la Sicurezza 2007-2013 e sarà inoltre il modello a cui si ispirerà la nuova Banca Dati INTERPOL delle opere d’arte rubate che verrà sviluppata direttamente dai Carabinieri TPC attraverso il progetto, finanziato da fondi Europei (ISEC 2011), denominato “PSYCHE”, Protecting System for Cultural Heritage.“ L’assenza di barriere doganali nell’ambito dell’Unione Europea, seguita da una sempre maggiore facilità di movimento di persone e merci a livello transnazionale, ha suggerito al Comando di sfruttare, in affiancamento al proprio sistema informatico, le eccezionali potenzialità offerte dalla rete Internet per diffondere in qualsiasi parte del mondo le informazioni relative ai beni culturali sottratti, indicazioni utili alla cittadinanza, attraverso il sito istituzionale www.carabinieri.it. In quest’ultimo, alla sezione “Banche Dati”, è presente un efficace motore di ricerca attraverso il quale possono essere consultati circa 20.000 oggetti estratti dalla Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando tra quelli più significativi ed importanti. Nello stesso database i cittadini possono accedere ad un cospicuo elenco di immagini e di descrizioni di beni archeologici saccheggiati durante i due conflitti bellici avvenuti negli ultimi anni in IRAQ, oltre che avva- 81 lersi di “link” diretti alle pagine del sito UNESCO dedicate alle “Red list” di Paesi a rischio. Per facilitare la consultazione di tali informazioni e favorire il recupero dei beni culturali da ricercare, il data-base e le pagine web del Comando sono in corso di duplicazione in lingua inglese, nonché è in atto una loro ulteriore implementazione per offrire al cittadino e alle associazioni di categoria la possibilità di consultare un sempre maggior numero di beni culturali. Nell’apposita sezione tematica del sito www.carabinieri.it (Beni d’interesse culturale) sono disponibili “consigli” per orientare gli utenti che intendano avvicinarsi al mercato dell’arte (tra cui un “decalogo” contro gli incauti acquisti di opere d’arte contemporanea, redatto con la collaborazione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna) o che subiscano furti di beni culturali. Esempio di modello “Documento dell’opera d’arte OBJECT ID” Dal sito è inoltre possibile scaricare un modulo “Documento dell’opera d’arte - Object ID” (vedasi foto) che peraltro può essere richiesto presso qualsiasi comando dell’Arma. Compilando questa “scheda preventiva”, ciascuno può costituirsi un archivio fotografico e descrittivo dei propri beni d’arte, utile, in caso di furto, per una loro ottimale descrizione al momento della denuncia, così da consentire la puntuale comparazione con quanto giornalmente sia oggetto di controllo all’interno della Banca Dati e, quindi, favorire il riconoscimento del bene in caso di individuazione. Un’opera rubata, infatti, se fotografata ed adeguatamente descritta, può essere recuperata più facilmente. 82 Inoltre, per evitare di acquistare un bene culturale trafugato, ovvero per conoscere l’eventuale illecita provenienza di uno posseduto, il cittadino può richiedere al Comando o ai Nuclei dislocati sul territorio un controllo presso la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti. In caso di riscontro negativo il Comando rilascerà un’attestazione in cui è indicato che in quel momento il bene controllato non risulta segnalato tra le opere da ricercare presenti in Banca Dati. Un eventuale esito positivo dell’accertamento darà luogo ai dovuti riscontri di polizia giudiziaria. ALES - ARTE, LAVORO E SERVIZI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO Ales - Arte Lavoro e Servizi S.p.A. è la società in house del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) - che ne detiene il 100% del pacchetto azionario - impegnata da oltre dieci anni in attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale ed in attività di supporto agli uffici tecnico - amministrativi del Socio Unico. Le attività storicamente svolte da Ales, dal momento della fondazione ad oggi, sono orientate a supportare il MiBAC in numerosi progetti di miglioramento delle condizioni di fruibilità del patrimonio archeologico, artistico, architettonico, paesaggistico e archivistico e bibliotecario italiano nonché di svolgimento di attività strumentali alla gestione tecnico - amministrativa dei procedimenti di tutela. Ales - Arte Lavoro e Servizi S.p.a. Coordinatore per la Comunicazione: Simona Cardinali Via Cristoforo Colombo, 163 00147 Roma Tel. 06 5153901 Fax 06 5134504 www.ales-spa.com [email protected] La società contribuisce inoltre - tramite progetti specifici e di concerto con il MiBAC - a promuovere i Beni Culturali italiani ed il made in Italy in ambito nazionale ed internazionale. Per l’erogazione dei propri servizi su gran parte del territorio nazionale, Ales si avvale di uno staff di esperti per la pianificazione e la programmazione di dettaglio e di circa 600 operatori, adeguatamente formati, per l’esecuzione delle attività operative presso i siti culturali e le Direzioni Generali del MiBAC. La Ales fonda il proprio operato su criteri di Efficienza, Produttività e Qualità, investendo sul proprio capitale professionale e puntando sul valore delle risorse umane per lo sviluppo dell’azienda e la soddisfazione, dei fruitori del patrimonio culturale. La Formazione e Riqualificazione, l’attenzione alle esigenze della Committenza ed una gestione del Personale puntuale ed attenta alla normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, sono parte qualificante del Sistema di Valori su cui si fonda l’azienda. La Ales svolge a supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e secondo le direttive e gli indirizzi vincolanti forniti dallo stesso, l’esercizio di attività e la realizzazione di iniziative che hanno come obiettivo la tutela dei Beni culturali in Italia ed all’estero. La Tutela del patrimonio storico ed artistico è finalizzata a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblico interesse, a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio ed a promuovere lo sviluppo della cultura. La Tutela consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette ad individuare i beni costituenti il patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblico interesse. 83 I servizi di supporto erogati dalla Ales, nel generico ambito della Tutela, possono essere classificati secondo le seguenti categorie: Supporto alla Conservazione. La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e, laddove necessario, restauro. Supporto servizi al pubblico. Lo sviluppo del turismo culturale e la “partecipazione” sempre più ampia alla cultura, hanno sollecitato un progressivo miglioramento dei servizi destinati al pubblico come l’orientamento, l’accoglienza e la sorveglianza. Supporto alla valorizzazione. La valorizzazione del patrimonio è finalizzata ad incentivare lo sviluppo della cultura e consiste nell’esercizio di tutte quelle attività volte a promuovere la conoscenza del patrimonio nazionale. Supporto strumentale alle attività di tutela del MIBAC. La Ales affianca il Ministero per Beni e le Attività culturali in numerose attività di supporto strumentale negli uffici centrali e periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 84 DIREZIONE GENERALE PER LA VALORIZZAZIONE La Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale svolge funzioni e compiti nei settori della promozione della conoscenza, della funzione pubblica e della valorizzazione del Patrimonio Culturale. Uno dei compiti istituzionali della Direzione è il coordinamento delle politiche comunicative che costituisce l’elemento centrale del programma di Comunicazione, ed è svolto nell’ambito di un sistema integrato, fondato sull’uniformità delle basi informative e dei linguaggi e su strategie di comunicazione e marketing. Questo sistema di comunicazione opera come momento di coesione e sviluppo per dar vita ad una strategia unitaria che punti all’efficienza, ai risultati e ad offrire un servizio di sempre maggiore qualità, utilizzando un progetto organico di iniziative visibile, trasparente, coordinato ed efficace, rivolto ad un’utenza più ampia. Direttore Generale Anna Maria Buzzi Via del Collegio Romano, 27 - 00186 Roma Tel. 06 67232925 www.valorizzazione.beniculturali.it Servizio II – Comunicazione e promozione del Patrimonio Culturale Direttore del Servizio Mario Andrea Ettorre Grandi eventi e manifestazioni fieristiche Coordinatore Guglielmo Caliò Via dell’Umiltà, 33 – 00187 Roma Tel. 06 69654219 [email protected] URP – Ufficio Relazioni con il Pubblico Tel. 06 67232960 – 2990 Fax 06 6796441 [email protected] www.beniculturali.it numero verde 800 99 11 99