Aspetti e problemi di forme abitative minori.
In base ad essi si può ritenere di essere in presenza di residui della metallurgia dello zinco e(
del piombo dato l'elevato tenore di questi due elementi.(
La roccia di partenza si può considerare costituita da blenda (solfuro di zinco) e galena (sol-(
furo di piombo); minerali questi impregnati entro una roccia silicatica al contatto con i calcari(
marmorizzati accompagnati da calcopirite (solfuro di ferro e rame) e talvolta da magnetite.(
Il campione è stato scelto per rappresentare la complessità della situazione e la diversità dei(
materiali interessati alla fusione. L'elevato tenore in silice sta a rappresentare la roccia interessata(
dalla mineralizzazione, mentre il contenuto di ossido di calcio indica la presenza della roccia incas-(
sante. Il tenore di ferro mostra la presenza di ferro interessato alla fusione e può essere originato(
sia dalla magnetite, che non si esclude possa essere stata relativamente abbondante, che in minor(
misura, dalla calcopirite. A quest'ultima si può imputare la presenza di solfo e di rame.(
3. PER UNA GEOGRAFIA ED UNA TIPOLOGIA DELLE CASE DI TERRA(
Il secondo caso preso in considerazione è rappresentato dal problema degli(
edifici di terra, che le fonti dei secoli XIII e XIV ci indicano con i termini domus.
terrena, domus terragna, domus de terra, domus terranea, domus terrestris (nell'area di(
Capannori, (ex informatione Giuliano Pinto) in genere interpretati, erroneamente(
almeno negli ultimi tre casi, come edifici ad un solo piano. Sul termine di domus.
terrena, è infatti possibile la doppia valenza di significato a seconda delle aree di(
uso del termine: edificio ad un solo piano e edificio di terra battuta. Anche nel(
quarto caso di domus terragna si deve ipotizzare una doppia valenza di significato: il(
termine potrebbe infatti indicare sia una casa di terra che una casa scavata nel(
tufo.(
In realtà sulla base dell'evidenza archeologica, si è potuto constatare che ge-(
neralmente si tratta di edifici costruiti in terra battuta, secondo una tradizione di(
lunghissima durata, ampiamente diffusa e ben conosciuta in Africa come in tutto(
il bacino del Mediterraneo56 (fig. 27).(
56
Cfr. R. MARTELLI, I materiali e gli elementi costruttivi, in La casa rurale in Italia, a cura(
di G. BARBIERI e L. GAMBI, Firenze 1970, pp. 58 - 60; ma per una più ampia(
bibliografia e una trattazione più approfondita si veda sempre O. BALDACCI, L’ambiente.
geografico della casa di terra in ( Studi geografici in onore del Prof. Renato Biasutti,.
supplemento al vol. LXV (1958) della « Rivista Geografica Italiana»), Firenze 1958.(
39
R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti,
Si tratta, in ogni modo, di strutture diverse da quelle che conosciamo nel-(
l'Europa centro-settentrionale, parzialmente scavate nella terra, le quali non ci(
paiono attestate almeno nelle aree da noi prese in considerazione57.(
Recentemente soltanto Giovanni Cherubini in un saggio ormai noto su Pro-,
prietari contadini e campagne senesi all'inizo del trecento si è soffermato(
descrivendo in modo corretto alcuni edifici in terra posti in aree prossime alla(
città di Siena58. In particolare veniva ricordato il territorio di Ravacciano, nel(
quale 19 case delle 27 menzionate nelle Talvole delle possessioni erano edificate(
interamente o in parte con la terra e più precisamente: 17 « de terra », ma(
coperte di tegole, una di terra e mattoni con copertura in tegoli, una(
integralmente di terra, della quale non si ha menzione della copertura, (anche se(
evidentemente si tratta di una lacuna documentaria). A Papaiano troviamo che(
su 47 edifici ben 26 sono costruiti in terra (in un solo caso abbiamo i mattoni(
associati alla terra) e 13 di questi sono ricordati per essere coperti con tegole;(
ancora, a Tressa, abbiamo 4 case di terra esattamente quanto a Maggiano, una(
località a circa 5 Km. a sud di Siena dove alcune ulteriori informazioni ci(
permettono di ipotizzare tali strutture non solo con una destinazione stagionale,
(una di queste case viene infatti indicata come « una domo de terra a vendemiis(
»), ma come vere e proprie dimore « in quibus habitant mezzaioli », del(
monastero femminile di San Giorgio a Lapi. Tale dato risulta di grande interesse in(
quanto di solito l'edificio in terra era una forma di abitazione propria dei piccoli(
proprietari.(
Non solo i dintorni della città di Siena presentano un insediamento costruito(
per buona parte in terra, ma anche all'interno dell'area urbana, che accoglie(
ancora ampie zone a sfruttamento agricolo, è attestata, nel XIV secolo, nei pressi(
della fonte di Follonica, una domus terragna 59. In questo specifico caso, però, il(
persistere, nella zona, di grotte utilizzate come rimesse agricole e la natura del(
suolo, potrebbe indicare anche una abitazione in grotta.(
Che con i termini sopra menzionati si voglia parlare di edifici costruiti con(
terra battura in casseforme e non di edifici costruiti in mattoni cotti, ci pare un(
dato certo soprattutto sulla base di recenti e innumerevoli indicazioni, che ci(
provengono dalle evidenze materiali. Prima fra tutte la casa di terra emersa nel(
corso dell'indagine archeologica compiuta all'interno del « cassero » senese di(
Grosseto, che, impiantato alla metà del XIV secolo su un'area fino a poco prima(
57
J.M. PESEZ, Ricerche e prospettive di lavoro intorno ai villaggi abbandonati, «(
Quaderni Storici », 24 (1973) p. 775, al proposi to anche il GARU SCOM,(
Dell 'architettura .(. (. ( in Veneto 1(5 90 libro 2, p. 28.(
58
Cfr. G. CHERUBINI, Signori, contadini, borghesi. Ricerche sulla società italiana,
del Basso Medioevo, Firenze 1974, p. 272.(
59
Si veda la nota storica all'intervento archeologico sulla fonte di Follonica in Siena elabo-(
rata da G. PICCINNI e ancora in corso di stampa.(
40(
Fig. 27 - Alto Dadès. Tribù berbere. Utilizza-(
zione del pisé per l'erezione di abita-(
zioni. (Foto di D. Douglas Duncan(
Fig. 28 - Grosseto. « Cassero » senese nella(
Fortezza Medicea. Casa di terra di(
XIII secolo.(
da Epopea dell'uomo?).)
Fig. 29 - Montelupo. Palazzo Comunale. Muro di terra impostato su(
fondazioni in pietra.(
41(
R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti(
semirurale e periferica rispetto al nucleo originario della città posto intorno alle(
vie del duomo, ha sigillato una situazione per noi di notevole interesse. Infatti,(
sotto i livelli di riempimento del tardo XVI secolo, sono emersi i resti di una(
costruzione in pisé (ampiamente danneggiata dai tagli eseguiti nella fondazione(
del « cassero »), che doveva essere ad un solo piano con copertura ad embrici e(
coppi. La larghezza del muro si aggirava sugli 80 cm., la lunghezza era intorno(
ai 9 m. e le fondazioni non superavano i 50 cm. La datazione più probabile,(
confermata dalle indagini stratigrafiche, riporta ad un ambito di XIII secolo60(
fig.28).(
Se il quadro delle dimore della Toscana meridionale si arricchisce quindi di(
un tipo fino ad ora poco o nulla conosciuto, il problema si pone anche per altre(
aree della regione e gli indizi documentari, fino ad ora interpretati diversamente,(
costituirebbero conferme in questa direzione.(
Nel (Liber extimationum 61 fiorentino, il libro che registrava i danni subiti dai(
guelfi nelle loro proprietà cittadine e di campagna durante il periodo del gover-(
no di Guido Novello, accanto al ricorrere frequente di termini come capanna ha-(
bitatoria (— il cui significato non deve necessariamente essere soltanto quello di(
struttura lignea o di pietra non legata da malta con copertura in paglia — si af-(
fiancano altri come « domum de lapidibis et terra ». Queste espressioni possono es-(
sere indicative non solo di edifici costruiti in materiali litici legati con terra ma(
anche di strutture con fondazioni in pietra, emergenti oltre il piano di calpestio,(
con altezza variante e quindi con muri continui, anche oltre il primo piano, in(
terra battuta. È questo il caso, ad esempio, di strutture abitative di un centro(
come Montelupo (di cui è ben noto l'assetto produttivo preindustriale a partire(
dal XIV secolo), nel quale lo stesso palazzo pubblico 62 (è interamente costruito(
con questa tecnica e dove recenti indagini archeologiche, finalizzate allo studio(
delle produzioni ceramiche, hanno evidenziato l'ampio uso della terra nel tessuto(
abitativo (fig. 29).(
Sempre nel Liber extimationum viene più volte ripetuto il temine terratum il(
cui significato di riparo costruito in terra pare fuori di dubbio, sia che le men-(
zioni facciano riferimento a strutture isolate, sia a complessi come nel caso del(
castello di Lucardo (a cavallo tra la Val di Pesa e la Val d'Elsa), a proposito del(
60
Cfr. R. FRANCOVICH - S. GELICHI, Prima campagna di scavo nella « Fortezza vecchia » di(
Gros(
logici all'interno della «Fortezza vecchia » di Grosseto, « Prospettiva » 15 (1978), pp. 80(
- 81, Idem, Archeologia e storia cit.(
6l
(Liber extimationum (il libro degli estimi, an. MCCLXIX), a cura di O. Bratto,(
Góteborg 1956.(
62
Esistente già del XIV secolo, come è attestato dalla presenza di affreschi(
impostati sui muri di terra .(
42(
Fig. 30 - San Giovanni Valdarno. Il casale con le abitazioni costruite con muri in terra (a tratteg-)
gio nel rilievo) e in muratura (rilievi arch. Franco Giornelli).)
43)
R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti-
Fig. 31 - San Giovanni Valdarno. Abitazione privata. Muri in terra con rimpellature e integrazioni(
in muratura (foto arch. Franco Giornelli).(
quale si ricorda la distruzione di « unam turrim et duo palatia et unum terratum(
ad unum se tenentia » 63.(
Ma il caso forse di maggior consistenza per valutare la dimensione della(
diffusione della tecnica costruttiva dei muri delle abitazioni in terra è rappresen-(
tato dalla « terra nuova » di San Giovanni Valdarno, la cui fondazione è stata(
pianificata a partire dagli ultimi anni del XIII secolo64. -Attente analisi condotte(
dall'Ufficio centro storico del Comune e dirette dall'architetto Franco Giornelli(
hanno provato che sul casale -di m. 15x5,70 ca. generalmente) si impiantava(
una prima casa ad un solo piano, con soppalco, a modulo quadrato con le strut-(
ture murarie laterali in terra battuta fondate per pochi centimetri. Questi muri(
giungevano poco oltre il solaio del primo piano (circa 70/80 cm.) per continua-(
63
Cfr, Liber extimationum cit., ad es, cap. 195. Il termine domum terrena pare indicare nel Liberuna casa ad un solo piano: si veda il cap. 70 dove una domum è ricordata « cum palco e alia terrena(
».(
64
Il dato evidenziato nelle ultime ricerche ancora inedite è stato fino ad ora ignorato anche da(
quei ricercatori che si sono soffermati sulle strutture abitative del centro, cfr. C. HIGOUNET, Les«terre nuove » florentines du XIV siede, in (Studi in onore di Amintore Fanfani, III, Milano(
1962, pp. 1 -19, nonché da E. DETTI - G. DI PIETRO - G. FANELLI, Città murate e sviluppocontemporaneo, Milano, 1969, sub voce.-
44(
Aspetti e problemi di forme abitative minori,
re poi in pietra o cotto, raramente in mattoni crudi. Nella facciata invece, e nel(
muro tergale, veniva usato il mattone cotto o la pietra, che meglio sopportavano(
il peso di una struttura superiore aggettante (figg. 30,31).(
Negli ampliamenti e nell'allargamento volumetrico dell'abitazione sul casale,
successivo al primo impianto, l'uso del pisé ,non diminuisce affatto, anzi tende in(
alcuni casi ad aumentare.(
Si deve poi tenere presente che alcuni recuperi di materiali ceramici nell'a-(
rea del centro storico confermerebbero l'impianto dell'abitato sostanzialmente su(
una area precedentemente non frequentata65. Questo fatto indurrebbe a supporre(
che la tecnica edilizia in pisé ,rappresenti un retaggio dei nuovi abitanti del(
centro che non assorbivano ovviamente una tradizione ivi consolidata ma la im-(
portavano dalle aree circostanti di provenienza.(
A sud di Arezzo e più precisamente nella Chiana e nel Cortonese ancora(
nel '700 erano numerosissime le case in terra: alcune preziose testimonianze di(
edifici di questo tipo sono ancora in piedi e in fase di abbandono (fig. 32).(
Una testimonianza orale raccolta recentemente e pubblicata in un volume(
dedicato alla vai di Chiana, ci attesta il perdurare di tale tradizione costruttiva(
fino ai nostri giorni66.,
Un'analitica descrizione di edifici in terra esistenti nel territorio di Chiusi,(
Sinalunga e Cortona accompagna in appendice la traduzione ridotta dei quattro(
volumi del Cointeraux, che compare nel 1793 nel quadro del vivace dibattito(
sull'agricoltura toscana e sulle case dei contadini in particolare, con il titolo Del-,
l'economica costruzione delle case di terra, opuscolo diretto agli industriosi possidenti e abi-,
mattoni o pietre ma solo argilla che veniva trasportata con(
cariole dai campi circostanti e gettata con pale entro le armature costituite da una fila di(
'tavoloni', fissati con funi ai 'ritti', ossia colon ne di legno piantate sul terreno, ai cantoni(
e per tutto il perimetro. ( .(. (.()( sopra il muro che si andava formando, per lo spessore di(
un metro, stava in piedi il battitore, colui cioè che pestava la terra che gli gettavano su(
in continuazione, bagnandola prima leggermente con acqua, tutt'in giro alla casa,(
servendosi per tale operazione di un rudimentale attrezzo formato da una tavola(
munitadi due manici da impugnare con mani robuste; ( .(. (.()( L'armatura veniva spostata(
più in alto e così di seguito finché giungevano all'altezza prevista che, in gronda, era (d i(
circa due metri (...). Il tetto era a capanna, ossia a due spioventi e la copertura era(
costituita dalla orditura in legno (a Brolio da cannicci) e dal manto di tegole e coppi(
fatti a mano e cotti in fornace ( .(.(.()( la porta e l'eventuale monofora o piccola finestra,(
rotonda o rettangolare, venivano aperte alla fine, quando l'argilla dei muri era(
sufficientemente indurita, e ci si serviva della vanga per aprire, tagliando il compatto(
muro perimetrale ( .(.(.()( Questa casa fatta alla buona era ritenuta dalla famiglia che vi si(
insediava una certa conquista e — se vogliamo — un privilegio di fronte a- coloro che(
abitavano una stamberga di pietre o mattoni, a pigione ».(
45(
R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti)
Fig. 32 - Casa di terra sulla via provinciale Lauretana (Ca-(
mucia). Particolare di una parete esterna (foto Sil-(
vano Guerrini).(
tatori dell'agro toscano 67 , (vd. fig. 33) In questo volume si dice come le case di ter-(
ra raggiungessero i due piani oltre il piano terra e avessero avuto una durata(
pari a quella degli edifici costruiti in mattoni cotti. Su quest'ultimo problema ci(
pare che le indicazioni del Santini, curatore dell'edizione ridotta in italiano del(
Cointeraux, appaiano leggermente forzate mentre risulta più probabile che la du-(
rata di questo tipo di costruzione possa essere paragonabile a quella degli edifici(
eretti in mattoni crudi, generalmente stimata fra i 20 e i 60 anni68. Per prolun-(
gare tale periodo si rende necessaria una particolare attenzione alla copertura 69
— infatti i maggiori pericoli per tali abitazioni sono rappresentati dalle possibili(
infiltrazioni di acqua che indeboliscono in brevissimo tempo le strutture — e(
67(
Pu bbl icato in Firenze n el 179 3, in particolare all e p p. 47 e ss.(
lithìque et à l'àge du bronze, « Bulletin de Corrispondance Hellénique », C. 11(
1978), pp. 3 - 24.(
Generalmente la copertura di tali edifici era forse in legno in alcune aree della(
penisola più generalmente in embrici e coppi come si è potuto constatare anche nel caso(
del tetto dell'edificio in terra rinvenuto a Grosseto (cfr. R. FRANCOVICH - S. GELICHI,(
Archeologia e storia cit.)
46(
Fig. 33 - Casseformi e pestelli per l'erezione di muri di terra nelle tavole illustrative del volume,
Dell'economica costruzione delle case di terra, Firenze, 1793.,
47,
R. Francovich - S. Gelichi - R. Parenti(
una continua manutenzione con rimpellature ed integrazioni che permettono di(
allungare la vita dell'edificio senza sostanziali limiti, come abbiamo potuto con-(
statare nel centro di San Giovanni Valdarno e a Montelupo.(
Alcuni spunti e esortazioni del Santini, nella sua proposta di un originale(
ed ante litteram « fatelo da voi » come incentivo ad una ripresa ed ad una espan-(
sione della vita rurale alla fine del XVIII secolo, meritano di essere sottolineati:(
« Né si creda che il riprodurre quest'arte possa arrecare verun pregiudizio a(
.(.(.()( Architetti e Muratori, poiché questo metodo di fabbricare proponendosi(
appunto per aumentare, in vista dell'Economia, il numero delle fabbriche in(
campagna ed in conseguenza quello delle piccole proprietà, ciascun vede, che il(
risparmio di questa costruzione in Campagna somministrerà ai possidenti i mezzi(
di procurarsi comode e decenti abitazioni in città ( . . . ) (70 ».(
Il volume risulta significativo anche perché dimostra come ancora in quel-(
l'epoca la casa di terra rappresentasse da un lato uno strumento funzionale so-(
prattutto alla piccola proprietà (si pensi che una casa di quattro vani disposti a(
piano terra e primo piano verrà eretta in 3 settimane con il lavoro di tre perso-(
ne) e dall'altro un mezzo attraverso il quale, con il contenimento dei costi, i pos-(
sidenti potevano « risparmiare » sull'edilizia rurale ed investire in città o in altri(
settori.(
La casa di terra è un tipo di dimora di lunga durata: abitazioni di questo(
tipo si conoscono a Roselle 71 in età arcaica (in un impianto di notevoli dimen-(
sioni), e nella villa romana di Settefinestre dove più recentemente, Carandini 72(
ha evidenziato come l'uso dei muri in terra si presenta non solo nelle strutture(
aggiuntive della villa, ma addirittura nelle parti padronali.(
In epoca medievale e moderna la loro esistenza è come appena visto, accer-(
tata; la presenza di questo tipo di abitazione fu consistente su tutto il territorio(
regionale73 ed in particolare nelle zone di pianura alluvionale nelle aree collinari(
70
Dell'economica costruzione cit., p. 13 - 14.(
Cfr. AA. VV, Roselle. Gli scavi e la Mostra, Pisa, s.d, p. 23.(
72
Cfr. A. CARANDINI - S. SETTIS, Schiavi e padroni nell'etruria romana. La villa di(
Settefinestre: dallo scavo alla mostra, Bari 1979, pp. 49 e seg.(
73
Alcune verifiche sulla presenza di edifici in terra dovrebbero essere condotte anche(
in area laziale; l'esistenza infatti a livello documentario di termini come domus terrinea scandaloci (vd. P.(
TOUBERT, (Les structures du latium medieval, Roma, 1973, p. 335) o domo terna(
scandaloci (CJ. WICKHAM, Historical and topographical notes on early medieval south Etruria, «(
Papers of thè British School at Rome», XLVI (1978), p. 168) suggerisce la diffusione di tali tipi(
di edifici anche in quella zona; per epoche precedenti nell'area dell'Italia settentrionale adriatica,(
Cagiano de Azevedo (Le case descritte dal Codex Traditionum Ecclesiae Ravennatis, in «(
Rendiconti dell'Accademia Nazionale dei Lincei», CCCLXIX (1972), Roma 1973, pp. 171 e(
178) ricorda l'esistenza di case con muro « ex lutu » e « ex luteo lapide » definendole: « in(
frammenti di laterizio legati con malta, ovvero in ciotoli e argilla »; anche in questo caso, ovvero(
almeno nel primo non ci pare impossibile che si tratti proprio di case in pisè (sulle tecniche edilizie(
dell'area adriatica settentrionale si veda anche M. CAGIANO DE AZEVEDO, Edifici altomedievali(
della costa adriatica settentrionale, « Aquileia Nostra », XLIII (1972), pp. col. 133 - 146).(
71
48
Aspetti e problemi di forme abitative minori(
argillose, come le crete senesi, e nel bacino dell'Arno74 dove recenti indagini di(
superficie hanno attestato la presenza di tegoli e coppi associati a materiali mo-(
bili di età basso-medievale, senza resti di pietre o mattoni, che dovrebbero indi-(
care con certezza l'esistenza di insediamento con edifici in terra.(
4. In Toscana, come in altre regioni75, la pratica dello scavo, come mezzo(
per ottenere ambienti da destinare ad abitazione, è verificabile in alcune zone sub-(
regionali, che presentano caratteristiche geologiche omogenee, con terreni che(
possono essere scavati mediante attrezzature semplici e senza il ricorso ad opere(
particolari per l'avanzamento dei lavori. Tali terreni sono essenzialmente(
riconducibili ai depositi ed alle sedimentazioni di sabbie plioceniche, comuni in(
gran parte della Toscana, ed ai tufi vulcanici, presenti nella Toscana meridiona-(
le, entrambi relativamente recenti76.(
Per ricavare ambienti ipogeici sono state sfruttate anche altre aree di minore(
estensione e stratificazioni di materiali idonei allo scavo: le vulcaniti trachiti-(
74
Cfr. il caso di Montarso (San Miniato - Pisa) citato da G. CIAMPOLTRINI, La maiolica ar-(
caica del medio valdarno inferiore, «Archeologia Medievale», VII (1980); l'uso nel pisano di mattoni(
crudi è attestato in C. LUPI, La casa pisana e i suoi annessi nel medio evo, « Archivio Storico italiano »,(
XXXI (1903), p. 61.(
75
I biennali convegni di studio sulla civiltà rupestre medievale nel Mezzogiorno d'Italia(
sono il punto di incontro fondamentale per la conoscenza del problema rupestre nelle regioni me-(
ridionali. Agli Atti di tali convegni, giunti nel 1979 alla quinta edizione, si rimanda per una com-(
pleta bibliografia e per i molteplici e complessi aspetti investigati. Si veda anche G. UGGERI; Gli(
insediamenti rupestri medievali; problemi di metodo e prospettive dì ricerca, « Archeologia(
Medievale », I (1974), pp. 195 - 230.(
Le numerosissime presenze di ambienti ipogeici nel Lazio settentrionale sono state, nel(
complesso, meno studiate. Tra i rari studi pubblicati si veda J. RASPI SERRA: Insediamenti rupestri re-(
ligiosi nella Tuscia, « Mélanges de l'École Francaise de Rome » (MEFRM), 88 (1976), I, pp. 27 - 156;(
il capitolo dedicato al centro etrusco-romano di Piantorena in M. CAGIANO DE AZEVEDO - G.(
SCHMIEDT: (Ricognizioni archeologiche in Etruria. 1: Tra Bagnoregio e Ferento, Roma, 1974(
l'insediamento di Piantorena è da considerarsi almeno di ristrutturazione medievale) ed infine(
utilissimi accenni alla realtà rupestre si hanno in molti articoli apparsi sui « Papers of thè(
British School at Rome» (PBSR), riguardanti le ricerche sul territorio a nord di Roma, specialmente M.(
MALLETT -D.WHITHEOUSE: Costei Porciano: An abandoned Medieval Village of thè Koman(
Campagna, « PBSR », XXXV (1967), p. 113 - 146.(
Per la Toscana si veda C. NEPI - P.L. PALAZZUOU - R. PARENTI - F. VALACCHI;(
Per lo studio della «facies» rupestre della città di Siena, « AM », III (1976), pp. 413 - 428 e(
R. PARENTI; Vitoz-za, un insediamento rupestre nel territorio di Sorano, Firenze, 1980. Un(
caso particolare è rappresentato dai ripari sotto roccia (abri); per questo aspetto si veda A.C.(
AMBROSI: la leggenda di S. Viano in Garfagnana ed i santuari di «abri» nella Liguria etnica(
del levante, Miscellanea in onore e memoria di U. Formentini, «Memorie dell'Accademia(
Lunigianese di Scienze», XXXII (1961), pp. 5 - 37; A.C. AMBROSI - A. GARDINI, I santuari «(
d'Abri» nelle Apuane e i livelli meridionali della Tecchia di E qui (Massa Carrara), « Archeologia(
Medievale » II (1975), pp. 367-377.(
76
I riferimenti geologici sono tratti dalle note illustrative alla Carta Geologica. Per la zona(
che comprende i tufi vulcanici cfr. il f. 129, per le aree a sud del corso dell'Arno cfr. i ff. 106,(
112, 113, 119, 120.(
49(
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Il secondo caso preso in considerazione è rappresentato dal