Milano
Conservatorio di Milano
Sala Verdi
Academy of St. Martin
in the Fields
Murray Perahia
direttore e pianoforte
Venerdì 11.IX.09
ore 21
J. C. Bach
Mozart
J. S. Bach
°
25
Torino Milano
Festival Internazionale
della Musica
03_24.IX.2009
Terza edizione
SettembreMusica
Johann Christian Bach (1735-1782)
Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore, per due violini,
ca. 8 min.
violoncello e orchestra T288/7
Andante
Menuetto I
Menuetto II e I
Menuetto III e I
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Concerto n. 17 in sol maggiore, per pianoforte ed orchestra K. 453
ca. 30 min.
Allegro
Andante
Allegretto
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Concerto in re maggiore, per pianoforte e archi BWV 1054
[Senza indicazione di tempo]
Adagio e piano sempre
Allegro
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Sinfonia n. 38 in re maggiore K. 504 “Praga”
Adagio. Allegro
Andante
Finale: Presto
Academy of St. Martin in the Fields
Murray Perahia, direttore e pianoforte
Con il sostegno di
Poste Italiane
ca. 30 min.
ca. 15 min.
Per una quindicina d’anni, più o meno a partire dal 1765, va di moda in
Europa, soprattutto a Parigi e a Mannheim, un tipo di composizione estroversa e leggera in cui due o più strumenti solisti sono messi a confronto con
l’orchestra, portandosi dietro qualche traccia del vecchio concerto grosso e
non ancora quindi con il piglio del classico concerto.
Come il genere, anche l’etichetta di questi lavori non è completamente definita: Sinfonia concertante, Concertino a più strumenti, Notturno, anche se
per noi la scelta del titolo non può venire se non dal più bello fra tutti questi
lavori: la Sinfonia concertante per violino e viola KV 364 di Mozart.
Alle quasi seicento composizioni conosciute in questo genere, Johann Christian
Bach, il più europeo e, ai suoi tempi, il più celebre dei figli di Bach, contribuì
con poco meno di una ventina. In quella che ascoltiamo stasera siamo di
fronte a un record di strumenti solisti, la bellezza di nove, anche se quasi
sempre in dialogo fra loro, con il violoncello a fare da trait d’union fra i diversi
gruppi. In compenso i movimenti sono soltanto due, secondo un gusto francese; due tempi moderati che sembrano fatti apposta per le buone maniere
di questo stile galante. Il più curioso è il Menuetto, che in realtà nasconde
una forma di Rondò, con una sezione orchestrale che s’intercala ad altre due
solistiche (la seconda agli oboe, la terza ai corni) e ha il compito, alla fine, di
chiudere le danze.
Mozart scriverà altri dieci concerti per pianoforte, dopo questo, uno più bello
dell’altro e alcuni fra i suoi massimi capolavori. Eppure questo Concerto in sol
maggiore, quarto dei sei scritti nel 1784, resterà unico per vivacità e varietà
di stili. L’Allegro iniziale, una commedia; l’Andante, una musica da chiesa da
cui emerge un canto solistico; l’Allegretto, concluso dal Presto, lo spirito della
musica da camera messo in scena all’aperto, come in una serenata, contagiato alla fine dall’euforia dell’opera buffa.
Del primo movimento si capisce tutto già dal motivo iniziale, spiritoso, spavaldo, in un ritmo di marcia che non ha niente di marziale, ticchettante come
un orologio. Primo attore di una commedia in cui s’incontrano momenti di
dolcezza, cambiamenti d’umore, imprevisti passaggi al minore, crescendo
su un trillo seguiti da improvvisi pianissimo; una figura di cinque note al
solista, nello sviluppo, che sembra giungere dalla Marcia turca, quinte dei
corni, nella cadenza aggiunta da Mozart negli ultimi mesi di vita; persino
un’anticipazione del “raglio asinino” infilato da Mendelssohn nelle musiche
di scena per il Sogno di una notte di mezza estate. Il tutto in una scintillante
proliferazione di idee.
Si cambia scena nell’Andante, con un’ampia apertura dell’orchestra che ricorda il tono sommesso dell’Incarnatus est della Messa in do minore. Dopo la
lunga attesa passata in silenzio, il solista completa e approfondisce il quadro,
modulando in tonalità sempre più lontane, ora in un doloroso canto strumentale, ora in quel divagare fra declamato e recitativo con cui il pianoforte di
Mozart sapeva catturare il segreto della voce umana. Nel movimento conclusivo (Allegretto-Presto), un tema alla Papageno, infiorettato di acciaccature,
ristabilisce l’allegria. L’Allegretto è un tema con variazioni, una forma che
Mozart riprenderà soltanto nel Concerto in do minore KV 491, ma in tutt’altra
atmosfera. Solo cinque variazioni, la quarta in minore con accenni in stile
imitativo, per lasciare ampio spazio alla sorpresa conclusiva: un finale da
caccia, con fanfare di corni e fagotti e una travolgente cavalcata da “arrivano
i nostri”. Già da sei anni Kantor della Chiesa di San Tommaso, nel 1729 Bach
assunse la direzione del Collegium Musicum di Lipsia, una società privata
composta da giovani musicisti, studenti universitari, che teneva concerti settimanali nel locale più ampio e rinomato della città, il caffè Zimmermann.
Un impegno notevole per Bach, ma anche un modo per sottrarsi ai doveri del
genere sacro e dedicarsi alla musica strumentale. Forse favoriti dall’arrivo di
un nuovo e potente clavicembalo a due tastiere, del quale non si era ancora
«ascoltato l’eguale», come recita l’annuncio dell’associazione nel giugno 1733,
videro la luce sette concerti per clavicembalo e archi che Bach ricavò da pre2
cedenti composizioni.
Si tratta dunque di trascrizioni, spesso da precedenti concerti per violino,
come nel caso del Concerto in re maggiore, che proviene dal Concerto per violino in mi maggiore, scritto a Köthen una decina d’anni prima. Nonostante
questo, sono opere importanti, non solo perché anticipano nuove tipologie nel
rapporto tra solista e insieme strumentale, ma soprattutto perché mostrano
come sia proprio il clavicembalo, sollevato (ma non escluso) dal partecipare
al basso continuo, la controparte più autorevole dell’orchestra nel concerto
solistico. Assorbiti i modelli vivaldiani nel primo Allegro, dal deciso tono
autoritario, e nel finale, in forma di Rondò, anche la cantabilità dell’Adagio si
direbbe di provenienza italiana.
Ma sono solo dell’autore della Passione secondo Matteo, il colore cupo del
basso ostinato e quel sollevarsi senza peso delle linee melodiche, simili ad arabeschi, che muoveranno all’ammirazione un musicista tanto lontano come
Debussy.
È solo per lo scarto di un anno nelle date di composizione, se di solito non
si parla delle ultime quattro, ma delle ultime tre sinfonie di Mozart. Eseguita
per la prima volta a Praga nel gennaio del 1787, la Sinfonia KV 504 non ha
niente da invidiare alle altre tre, composte nell’estate dell’anno successivo. La
maestà tragica della sua introduzione compete in profondità con quella della
Sinfonia in mi bemolle KV 543; l’ambizione polifonica e contrappuntistica, in
modo speciale del primo movimento, non è lontana da quella della Jupiter (e
a questa sinfonia l’avvicina anche qualche anticipazione tematica); l’Andante
sfiora l’indecifrabilità espressiva dei movimenti lenti delle tre sinfonie del
1788; il capriccioso ultimo movimento, Presto, condivide il piglio sostanzialmente monotematico del finale della Sinfonia KV 543.
Ma soprattutto è identica, con in più il pregio della scoperta, la coscienza di
un ideale sinfonico, che qui si afferma nella sua grandezza e senza possibilità
di confronti con altri generi. Alla novità della saldezza sinfonica contribuisce
anche il fatto di essere senza minuetto, il movimento meno impegnativo e,
per forza di cose, il più “antiquato”. Questi caratteri non sono affatto sminuiti dai tanti spunti e motivi operistici che si rincorrono nella Sinfonia,
com’è fatale per un lavoro scritto fra Le nozze di Figaro e il Don Giovanni,
ma un po’ meno per l’anticipazione del più celebre di tutti: il motivo fugato
dell’ouverture del Flauto magico, come primo tema dell’Allegro. Personaggi
che ciascuno può divertirsi a scovare confidando nella propria memoria, ma
soprattutto presenze pronte a restituire la loro umanità a un tipo di composizione ormai prossima a diventare, con l’Ottocento vicino, il genere “sublime”
per eccellenza.
Ernesto Napolitano*
* Ernesto Napolitano insegna Storia della musica all’Università di Torino. Ha pubblicato saggi su
compositori del secondo dopoguerra (Cage, Xenakis, Ligeti, Stockhausen, Maderna) e curato una
nuova edizione del Mahler di Adorno (Einaudi 2006), per il quale ha scritto anche un saggio introduttivo. È autore di due libri su Mozart: Una favola per la ragione. Miti e storia nel Flauto magico
(insieme a R. Musto, Bibliopolis 2006) e Mozart. Verso il Requiem (Einaudi 2004).
3
Academy of St. Martin in the Fields
L’Academy of St. Martin in the Fields è stata fondata nel 1958 da Sir Neville
Marriner e Jona Brown, come orchestra da camera. Diretta da Neville Marriner
e costituita da alcuni dei migliori musicisti di Londra, originariamente l’orchestra si è concentrata sul repertorio dell’epoca barocca, sviluppando uno
stile che ha introdotto negli anni ’60 il revival barocco in Gran Bretagna ed
ha aperto la strada a numerosi ensemble.
L’Academy ha preso il suo nome in seguito alle associazioni che fiorirono a
Londra a partire dal XVIII secolo, le più importanti delle quali sono l’Academy
of Ancient Music, che ogni settimana si riuniva al Crown & Anchor Tavern on
the Strand, e la Royal Academy of Music, per la quale Händel scrisse molte
importanti opere. L’Academy ha tenuto il suo primo concerto a St. Martin-inthe - Fields il 13 Novembre 1959.
Ha poi iniziato la propria attività discografica presso importanti etichette e,
due anni dopo, si è assicurata il primo contratto di registrazione con l’OiseauLyre, fondata da Louise Hanson Dyer. Si può considerare questo come l’inizio
di una produzione discografica che ora oggi vanta più di 500 registrazioni,
facendo dell’Academy l’orchestra più registrata al mondo. Grazie a questa
enorme e variegata quantità di registrazioni ed emissioni radiofoniche, sia
il nome dell’Academy che quello della chiesa dove cominciò la sua vita sono
divenuti famosi in tutto il mondo. Anche se da più di trent’anni si è stabilita
in modo permanente presso St. Martin-in-the-Fields, il pubblico si reca ancora oggi nella Chiesa situata sul lato destro di Trafalgar Square per chiedere
quando si terrà il prossimo concerto dell’Academy. Con maggior frequenza
l’Academy si è esibita in occasione di eventi prettamente laici, per esempio
presso il Barbican Center (in veste di orchestra stabile per l’annuale Mostly
Mozart Festival) e alla Wigmore Hall.
Impegnata in numerose tournée, l’Academy ha debuttato in Europa nel 1967,
in occasione del Flanders Festival. In seguito ha svolto tournée in Francia,
Olanda e Germania, stabilendo con il pubblico tedesco un particolare rapporto che, dal 1973, riporta l’orchestra nel paese almeno una volta l’anno.
Nel 1975, proprio in occasione di un tour in Germania, fu fondato l’Academy
Chorus, diretto da Laszlo Heltay. Subito dopo il loro rientro in Inghilterra,
Coro e Orchestra si sono dedicati ad una delle registrazioni di maggior successo: il Messiah di Händel.
Oggi l’Academy è presente nei più importanti teatri e festival del mondo. Nel
1997 è stata invitata per suonare ad una cerimonia ufficiale ad Hong Kong, e
in seguito alla Walt Disney Hall di Los Angeles.
I suoi direttori sono Sir Neville Marriner, Kenneth Sillito e Murray Perahia.
Nonostante le incursioni nel nuovo repertorio sinfonico, l’Academy è rimasta
fedele alla sue origini ed ora si divide tra numerosi impegni: tournée, attività
di formazione, registrazioni e concerti in Gran Bretagna.
A differenza delle principali orchestre inglesi, l’Academy non riceve alcun
sussidio dal Governo, ma si basa unicamente sulla propria attività artistica e
iniziativa commerciale; tuttavia, negli ultimi anni, ha ricevuto contributi da
fondazioni e centri educativi.
4
Primi violini
Kenneth Sillito
Harvey de Souza
Helen Paterson
Helena Smart
Fiona Brett
Rebecca Scott
Jeremy Morris
Miranda Playfair
Violini secondi
Robert Salter
Matthew Ward
Mark Butler
Alison Dods
Richard Milone
Raja Halder
Viola
Robert Smissen
Duncan Ferguson
Martin Humbey
Ian Rathbone
Violoncelli
Stephen Orton
John Heley
Martin Loveday
Jo Cole
Contrabbassi
Leon Bosch
Lynda Houghton
Flauti
Paul Edmund Davies
Sarah Newbold
Oboe
Christopher Cowie
Rachel Ingleton
Fagotti
Gavin McNaughton
Richard Skinner
Corni
Timothy Brown
Nicholas Fleury
Trombe
Niall Keatley
Michael Laird
Timpani
Adrian Bending
5
Murray Perahia, direttore e pianoforte
Nato a New York, Perahia inizia lo studio del pianoforte all’età di quattro anni,
e a diciassette entra al Mannes College dove si diploma in direzione d’orchestra e composizione. In questo periodo studia con Mieczyslaw Horzowski e
lavora a Marlboro con Rudolf Serkin, Pablo Casals e i membri del Quartetto
di Budapest. Nel 1972 vince il Concorso Internazionale di Leeds e nel 1973
debutta al Festival di Aldeburgh dove conosce Benjamin Britten e Peter Pears
che, successivamente, accompagna al pianoforte in alcuni recital liederistici.
Dal 1981 al 1989 è consulente artistico del Festival di Aldeburgh.
Negli anni Novanta, la profonda amicizia che lo lega a Vladimir Horowitz
segna una tappa importante nella sua crescita artistica.
Più di trent’anni di carriera e innumerevoli concerti lo hanno reso uno dei
musicisti più apprezzati, richiesti ed amati del nostro tempo. Ospite regolare nei centri più prestigiosi della vita musicale internazionale, suona con
alcune fra le orchestre più famose del mondo (Berliner Philharmoniker,
Chicago Symphony Orchestra, New York Philharmionic Orchestra,
Concertgebouworkest) ed è anche Direttore ospite principale dell’Academy of
St. Martin in the Fields, con la quale realizza numerose tournée nella doppia
veste di direttore e di solista. La stagione 2008/2009 è iniziata con concerti
negli Stati Uniti e in Europa insieme alla Chicago Symphony Orchestra diretta da Bernard Haitink. Hanno fatto seguito una serie di recital a Londra,
Milano, Firenze e subito dopo una lunga tournée nel Sud-Est asiatico: Beijing,
Shangai, Taipei, Singapore e Seoul. Nel gennaio 2009 Perahia ha suonato a
Berlino con i Berliner Philharmoniker diretto da Zubin Mehta; in programma, il Quarto Concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven e, poco dopo,
un recital (sempre alla Philharmonie di Berlino). Nei primi giorni del marzo
2009 ha eseguito il Concerto per pianoforte e orchestra di Robert Schumann
ad Amsterdam, con l’Orchestra del Concertgebouw diretta da Haitink. Perahia
è tornato negli Stati Uniti nella seconda metà del marzo 2009 con una serie
di recital, anche all’Avery Fisher Hall di New York. Si è esibito poi in recital
anche a Londra, Parigi, Madrid e Copenhagen.
La sua discografia è molto ricca e varia. Le sue due ultime incisioni per SONY
Classical includono le Partite n. 2, 3 e 4 di Johann Sebastian Bach così come
le Sonate di Beethoven op. 14, 26 e 28. Queste ultime fanno parte di un
ambizioso progetto da lui intrapreso; quello di curare l’edizione completa
“Uhrtext” delle Sonate di Beethoven per la Henle Verlag.
Vincitore di numerosi premi, per commemorare il 250° anniversario della
morte di Johann Sebastian Bach, ha inciso nel 2000 le Variazioni Goldberg,
CD pluripremiato e che (per ben 15 settimane) è rimasto in testa alle classifiche delle vendite stilata dalla “Top 10 Billboard Classical Chart”. Per questa
interpretazione Perahia ha ottenuto la sua seconda nomination al Grammy
2000 e, nel 2001, il Gramophone Award quale “miglior incisione strumentale”.
Nel 1999 aveva vinto un Grammy per la registrazione delle Suites inglesi di
Bach (n. 1, 3 e 6) e, nel 1995 e 1997, aveva ricevuto il Gramophone Magazine
Awards per un album che include ballate di Chopin e musiche di Händel e
Scarlatti. Nel 1998 Sony Classical ha realizzato quattro CD per commemorare
i 25 anni della sua collaborazione con Murray Perahia.
L’8 marzo 2004 Perahia è stato insignito del titolo di Cavaliere dell’Impero
Britannico dalla Regina d’Inghilterra, in segno di riconoscimento per il suo
straordinario contributo alla vita musicale del Regno Unito. Ha inoltre ricevuto l’Honorary Doctorate dell’Università di Leeds, ed è socio onorario del Royal
College of Music e della Royal Academy of Music. Nel 2008 ha ricevuto dal
Centro Culturale Ebraico di Londra il Lifetime Achievement Award.
6
Il FAI presenta i luoghi
di MITO SettembreMusica
Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano
Il Conservatorio “Giuseppe Verdi”, situato accanto alla Chiesa di Santa Maria
della Passione - la seconda della città per grandezza dopo il Duomo - fu fondato nel 1808 dal Viceré Eugenio Beauharnais, cognato di Napoleone.
L’istituto occupa gli spazi dell’ex-convento, sede dei Canonici Lateranensi cui
era affidata l’adiacente Chiesa di Santa Maria della Passione. Il convento era
inizialmente strutturato intorno a un unico cortile cinquecentesco a pianta
quadrata, con portico a otto arcate per lato su colonne con capitelli tuscanici e
piano superiore scandito da lesene con capitelli ionici. A questo primo chiostro
ne venne aggiunto un secondo a partire dal 1608, per volontà dell’abate Celso
Dugnani. La facciata barocca è forse opera dello scultore Giuseppe Rusnati.
Nel 1782, per volontà di Giuseppe II, l’ordine dei Canonici Lateranensi venne
soppresso e la chiesa fu affidata al clero secolare. Nel 1799 il convento divenne
ospedale per le truppe e magazzino militare, infine sede del Conservatorio.
Fino al 1850 quest’ultimo adottò una struttura mista, in cui agli ospiti del
convitto interno si affiancavano gli allievi esterni. Gli ospiti occupavano il
primo chiostro, mentre nel secondo erano collocate le aule e la biblioteca.
Dopo l’Unità d’Italia gli spazi dell’ex-convento vennero ridefiniti in concomitanza con la messa a punto di nuovi programmi e con il rafforzamento delle
attività collettive, quali il coro e l’orchestra. Il Conservatorio, inoltre, intensificò i rapporti con il Teatro alla Scala e con la città e al suo interno studiarono
personalità del calibro di Boito, Puccini, Mascagni e vi insegnò Ponchielli.
Nel 1908 fu inaugurata la nuova sala da concerti progettata da Luigi Brogli e
Cesare Nava, le cui decorazioni vennero completate due anni dopo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale l’edificio subì ingenti danni in seguito ai
bombardamenti alleati, che risparmiarono soltanto il chiostro seicentesco. La
Sala Grande – oggi detta Sala Verdi – fu ridisegnata dall’architetto Ferdinando
Reggiori. Negli anni Sessanta l’incremento di allievi e di professori condusse
a una riforma degli insegnamenti, che ha portato il Conservatorio di Milano
a diventare il più grande istituto di formazione musicale in Italia.
Oggi rilascia diplomi accademici, equiparati alle lauree universitarie dal 20032004. Continua inoltre ad accogliere studenti delle fasce d’età più giovani,
offrendo uno specifico liceo musicale sperimentale. Sede di concerti durante
tutto l’anno, il Conservatorio possiede anche una ricca Biblioteca, con oltre
80.000 volumi e 400.000 tra manoscritti e opuscoli, nonché un museo di
strumenti musicali.
Si ringrazia
7
MITO SettembreMusica
è un Festival a Impatto Zero®
Sostiene l’ambiente con tre iniziative:
Progetto Impatto Zero®
Le emissioni di CO2 prodotte dal Festival MITO sono compensate con la
creazione di nuove foreste nel Parco del Ticino e in Costa Rica.
Nel 2008 sono stati piantati 7400 alberi.
Gioco Ecologico
Anche tu sei ecosostenibile? Nei mesi di settembre e ottobre, MITO invita
il pubblico a partecipare al nuovo gioco ecologico: misura il tuo impatto
sull’ambiente e la tua abilità ecologica, rispondendo ogni settimana a
tre domande su temi ambientali. Ogni risposta corretta farà aumentare
il punteggio nella classifica della “community eco-tech”. Gioca con noi
registrandoti sul sito www.mitosettembremusica.it.
Cosa si intende per riscaldamento globale?
Un metodo di riscaldamento centralizzato degli edifici
È un termine popolarmente usato per descrivere l’aumento nel tempo della
temperatura media dell'atmosfera terrestre e degli oceani
Il naturale aumento della temperatura del pianeta dovuto a cause geologiche
In auto: come deve essere la pressione delle gomme per evitare
inutili sprechi?
0,2-0,3 bar sotto il valore indicato dalla casa costruttrice
0,2-0,3 bar oltre il valore indicato dalla casa costruttrice
Al valore indicato dalla casa produttrice
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Consumano la stessa quantità di energia, ma hanno una maggiore durata
Consumano 5 volte in meno e durano 10 volte di più
Consumano la metà e durano 10 volte di più
MITO su YouImpact
MITO SettembreMusica promuove il progetto YouImpact, la nuova
piattaforma di “green-sharing” per creare coscienza ecologica attraverso
lo scambio di contenuti multimediali dedicati ai temi ambientali. Per ogni
video o immagine spiccatamente green, caricati dagli utenti nella parte
dedicata al Festival MITO, sarà creato un nuovo metro quadro di foresta:
www.youimpact.it
In collaborazione con
8
fringe MITO per la città a Milano
La novità di questa edizione: oltre 150 appuntamenti fringe accanto
al programma ufficiale del Festival. Giovani musicisti ed ensemble
già affermati si esibiscono in luoghi diversi e inusuali, per regalare ai
cittadini una pausa inaspettata tra gli impegni quotidiani, con musica
classica, jazz, rock, pop e folk.
Tutti i lunedì
ore 13 -15, MITOfringe un palco per libere interpretazioni
MITO dedica uno spazio ai nuovi talenti: musicisti ed ensemble che hanno
risposto all’invito sul sito internet del Festival, si alternano con set di 20 minuti
ciascuno. Lunedì 7 settembre il palco allestito in piazza Mercanti è riservato
ai pianisti classici e jazz, il 14 settembre alla musica etnica e il 21 settembre
ospita ensemble di musica da camera (archi e fiati).
ore 21, MITOfringe a sorpresa
Istantanei interventi di musica dal vivo: la sede dei concerti, non viene mai
annunciata, se ne conoscono solo l’orario e il giorno. Questi momenti musicali,
che si materializzano in prima serata, raggiungono gli ascoltatori nelle loro
case, inducendoli a interrompere per qualche minuto il normale flusso della
giornata per affacciarsi alle finestre o scendere in strada.
In collaborazione con Music in the Air.
Solo Lunedì 14 settembre ore 18, MITOfringe in stazione
La Galleria delle Carrozze della Stazione Centrale di Milano diventa per una
sera il palco di un concerto di musica balcanica.
In collaborazione con Ferrovie dello Stato, Grandi Stazioni.
Tutti i martedì, mercoledì e giovedì
ore 12 - 17, MITOfringe in metro
Dall’8 al 23 settembre, ogni martedì, mercoledì e giovedì tra le 12 e le 17,
le stazioni metropolitane Duomo (Galleria degli Artigiani), Porta Venezia,
Cordusio, Cairoli e Loreto si animano di musica: per un’ora in ognuna delle
stazioni si interrompono i ritmi frenetici della città per lasciare spazio alla
musica classica, jazz, folk, pop e rock, rendendo più vivi gli spostamenti.
In collaborazione con ATM.
Tutti i venerdì e sabato
ore 21, MITOfringe in piazza
La musica arriva nelle strade e nelle piazze della periferia milanese con cinque
appuntamenti dedicati alla classica e al folk nelle zone Baggio, Casoretto, Isola,
Pratocentenaro e San Siro. In collaborazione con Unione del Commercio.
Tutte le domeniche
MITOfringe musica nei parchi
Domenica 6 e 20 settembre alle ore 12, e domenica 13 settembre alle ore 17,
MITO porta la musica nei parchi centrali più frequentati della città, parco
Venezia e parco Sempione.
Tutte le sere
MITOcafé alla Triennale -Viale Alemagna 6
Il MITOcafé accoglie tutte le sere il pubblico del Festival per stare in compagnia,
chiacchierare e incontrare gli artisti. Dalla domenica al giovedì dalle 18.00
alle 24.00, venerdì e sabato dalle18.00 alle 2.00. Presentando il biglietto del
concerto si ha il 10% di sconto sulla consumazione.
Per maggiori informazioni: www.mitosettembremusica.it/programma/mito-citta.html
9
MITO SettembreMusica
Promosso da
Città di Milano
Letizia Moratti
Sindaco
Città di Torino
Sergio Chiamparino
Sindaco
Massimiliano Finazzer Flory
Assessore alla Cultura
Fiorenzo Alfieri
Assessore alla Cultura
e al 150° dell’Unità d’Italia
Comitato di coordinamento
Francesco Micheli Presidente
Presidente Associazione per il Festival
Internazionale della Musica di Milano
Angelo Chianale Vicepresidente
Presidente Fondazione
per le Attività Musicali Torino
Massimo Accarisi
Direttore Centrale Cultura
Anna Martina Direttore Divisione Cultura
Comunicazione e Promozione della Città
Antonio Calbi
Direttore Settore Spettacolo
Paola Grassi Reverdini
Dirigente Settore Arti Musicali
Enzo Restagno
Direttore artistico
Francesca Colombo
Segretario generale
Claudio Merlo
Direttore organizzativo
Realizzato da
Associazione per il Festival Internazionale
della Musica di Milano
Fondatori Alberto Arbasino / Gae Aulenti / Giovanni Bazoli / Roberto Calasso
Gillo Dorfles / Umberto Eco / Bruno Ermolli / Inge Feltrinelli / Stéphane Lissner
Piergaetano Marchetti / Francesco Micheli / Ermanno Olmi / Sandro Parenzo
Renzo Piano / Arnaldo Pomodoro / Davide Rampello / Massimo Vitta Zelman
Comitato di Patronage
Louis Andriessen / George Benjamin / Pierre Boulez / Luis Pereira Leal
Franz Xaver Ohnesorg / Ilaria Borletti / Gianfranco Ravasi / Daria Rocca
Umberto Veronesi
Consiglio Direttivo
Francesco Micheli Presidente / Marco Bassetti / Pierluigi Cerri
Roberta Furcolo / Leo Nahon
Collegio dei revisori
Marco Guerrieri / Marco Giulio Luigi Sabatini / Eugenio Romita
via Rovello, 2 – 20123 Milano telefono 02 884.64725
[email protected]
www.mitosettembremusica.it
Organizzazione
Carmen Ohlmes Responsabile comunicazione / Luisella Molina Responsabile organizzazione
Carlotta Colombo Coordinatore di produzione / Federica Michelini Segreteria organizzativa
Laura Caserini Responsabile biglietteria / Letizia Monti Responsabile promozione
11
I concerti
di domani e dopodomani
Sabato 12. IX
ore 16
classica
Basilica di San Calimero
Allievi dell’Istituto di Musica Antica
dell’Accademia Internazionale della Musica
Antonio Frigé, direttore e organo
Tomoko Nakahara, soprano
J. S. Bach, Händel, Vivaldi
ingresso gratuito
ore 17
ragazzi
Teatro Dal Verme
Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala
Pietro Mianiti, direttore
Anna Nogara, voce recitante
Musiche di Haydn, Prokof’ev
ingressi € 5
ore 18
classica
Palazzo Marino
Cortile d’Onore
Civica Orchestra di Fiati
Gabriele Cassone, direttore e tromba solista
Musiche di Monteverdi, Rossini,
Ponchielli, Arban
ingresso gratuito
ore 21
contemporanea
Auditorium di Milano
Fondazione Cariplo
Orchestra Sinfonica di Milano
Giuseppe Verdi
Arturo Tamayo, direttore
Alda Caiello, soprano
Sandro Lombardi, lettore
Musiche di Manzoni
ingresso gratuito
ore 22
avanguardia
Superstudio Più
Central Point
FocusGiappone
Ryoji Ikeda, elettronica
ingressi € 5
ore 22
avanguardia
Politecnico di Milano Sede di Milano Bovisa
Aula Carlo De Carli
Mixed Reality Performance
ingresso gratuito
Domenica 13.IX
ore 11
antica
Basilica di Sant’Ambrogio
Odhecaton Ensemble
Paolo Da Col, direttore
Musiche di Palestrina
ingresso libero
Teatro Dal Verme
classica
Maratona Classica
ore 15
Orchestra di Padova e del Veneto
Olli Mustonen, direttore e pianoforte
Musiche di Hindemith, Beethoven
ore 18
Catherine Spaak, voce recitante
Massimo Mercelli, Fulvio Fiorio, flauto
Massimo Paris, viola
Patrizia Tassini, Nicoletta Sanzin, arpa
Andrea Ambrosini, celesta
Musiche di Debussy
ore 21
Orchestra I Pomeriggi Musicali
Vittorio Parisi, direttore
Maria Gamboz, arpa
Dive Franetovic, flauto
Marcello Abbado, pianoforte
Musiche di Abbado
posto unico numerato € 20
due concerti € 26, tre concerti € 33
ore 17
ragazzi
Castello Sforzesco, Cortile della Rocchetta
Discovery Ensemble
Luigi Di Fronzo, direttore
Clio Cipolletta, voce recitante
Musiche di Gershwin, Berio, Janácěk,
Saint-Saëns
ingressi € 5
ore 18
incontri
Palazzo Clerici, Sala Leopoldo Pirelli
Presentazione italiana del libro
Il resto è rumore di Alex Ross
Alfonso Alberti, pianoforte
Musiche di Boulez, Stockhausen, Ligeti
ingresso gratuito
ore 22
avanguardia
Politecnico di Milano, Sede di Milano Bovisa
Aula Carlo De Carli
Mixed Reality Performance
ingresso gratuito
ore 22
jazz
Teatro di Verdura
Fondazione Biblioteca di via Senato
Max De Aloe Quartet
posto unico numerato € 10
www.mitosettembremusica.it
Responsabile editoriale Francesco Gala
Progetto grafico
Studio Cerri & Associati con Francesca Ceccoli, Anne Lheritier, Ciro Toscano
Stampa Arti Grafiche Colombo - Gessate, Milano
12
MITO SettembreMusica
Terza edizione
Un progetto di
Realizzato da
Con il sostegno di
I Partner del Festival
partner istituzionale
Gruppo Fondiaria Sai
Sponsor
Sponsor tecnici
media partner
media partner
media partner TV
eco partner
partner culturale
MITO è un Festival a Impatto Zero.
Aderendo al progetto di LifeGate,
le emissioni di CO2 sono state compensate
con la creazione di nuove foreste
nel Parco del Ticino e in Costa Rica.
Si ringrazia per l’accoglienza degli artisti
•
•
Acqua minerale Sant’Anna
Guido Gobino Cioccolato
•
ICAM cioccolato
Cracco
• Ristorante
-6
Milano Torino
unite per l’Expo 2015
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