Azienda Sanitaria Locale
Teramo
RASSEGNA
STAMPA
9 maggio 2009
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ASL Teramo
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9/5/2009
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Edizione Teramo
9/5/2009
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9/5/2009
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Edizione Abruzzo
In Teramo
Pag. 49
Chiesta l’archiviazione
per i medici indagati
di una morte sospetta
Sull'inchiesta per la morte causata da uno scompenso da peritonite di L.F., 50enne di
Civitella, “paziente psichiatrico” ricoverato e deceduto all'ospedale Mazzini a maggio del
2008 la Procura ha avanzato una richiesta d'archiviazione. Dieci erano in totale i medici
indagati nei confronti dei quali non si ravvisano più ipotesi di reato. Il dubbio più forte di un
eventuale ritardo diagnostico è stato chiarito: l'infarto che l'uomo ebbe non era da
addebitarsi ad una cattiva cura ospedaliera. Secondo il sostituto procuratore David
Mancini che ha condotto le indagini in tutto questo arco di tempo, quindi, i medici che
hanno operato sul paziente poi deceduto hanno fatto tutto il possibile per salvargli la vita.
Adesso sarà il gip a decidere.
T.Poe.
9/5/2009
Quotidiano locale
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In Teramo
Pag. 5
Quotidiano locale
9/5/2009
In Teramo
Pag. 17
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
In Abruzzo
Pag. 41
Il 50% dei bambini rischia
disturbi mentali post-terremoto
Due opuscoli e un gruppo di esperti per consigliare i genitori
L’AQUILA «Mio figlio piccolo ha paura che il terremoto, nei prossimi giorni, distrugga
anche il nostro paese e io cerco di evitare l’argomento: faccio bene?»; «dalla notte del
terremoto mio figlio non dorme più, che devo fare?». Sono solo due delle tante domande
e richieste di aiuto che sono arrivate al 114, Emergenza infanzia, gestito dal Telefono
Azzurro, da genitori preoccupati per i figli. Si stima che fino al 50 per cento della
popolazione colpita dal terremoto possa presentare significative difficoltà psicologiche e,
di questa, il 5 - 10% potrà sviluppare un disturbo psichiatrico conclamato. Da queste
considerazioni nasce l’intervento di Telefono Azzurro che, insieme al dipartimento di
Salute mentale dell’Aquila, al servizio Psichiatrico universitario di diagnosi e cura
dell’Aquila e all’unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell’Università aquilana, ha
presentato ieri, alla tenda dell’Afm (Azienda municipalizzata farmacie), un programma
per la promozione della salute mentale nelle aree colpite dal terremoto. «Nel giro di tre o
quattro mesi, a riflettori spenti - ha detto Vittorio Sconci, presidente dell’Afm e
psichiatra -, nasceranno diversi problemi. Cosa bisognerà dire ai nostri figli?».
«L’esperienza di Telefono Azzurro - ha dichiarato Ernesto Caffo, presidente e professore
ordinario di Neuropsichiatria infantile all’Università di Modena e Reggio Emilia - deriva
dall’intervento sul campo, come nel caso del terremoto di San Giuliano o dello tsunami
del 2004». Il programma partirà subito con una fase informativa costituita da un progetto
editoriale: due opuscoli dedicati a genitori, insegnanti e adulti che operano a contatto con
i bambini per aiutarli a individuare le forme migliori di intervento a tutela della salute
mentale di bambini e adolescenti, dal titolo: “Piccoli e grandi traumi” e “Quando una
persona cara non c’è più”. Nel primo si spiega agli adulti quali comportamenti siano
indicati nel rapporto quotidiano con i figli: è importante. ad esempio, aiutarli a esprimere
quello che pensano e sentono, rispettando i sentimenti e le idee che esprimono;
controllare il loro stato fisico, potendo l’ansia dei bambini esprimersi attraverso il corpo;
proteggerli da inutili esposizioni a situazioni che ricordino l’evento vissuto e rassicurarli
sul fatto che è del tutto normale sentirsi tristi. Il secondo opuscolo mira a spiegare come
aiutare i bambini colpiti dal lutto a viverlo: lasciare che nominino e parlino della persona
scomparsa tutte le volte che ne sentono il bisogno; allo stesso modo usare estrema
atttenzione nell’uso degli eufemismi e delle frasi fatte perché i bambini prendono le
spiegazioni alla lettera. Dire ad esempio che la persona “si è addormentata per sempre”
può indurre nel bambino la paura di andare a dormire. Gli opuscoli saranno diffusi alle
famiglie grazie alla partnership stipulata con l’Afm e con l’Asl. Una seconda parte del
progetto prevede la formazione degli operatori della salute mentale sugli effetti dei
traumi sulla popolazione e sulla gestione delle conseguenti reazioni post traumatiche, a
breve e lungo termine; la realizzazione di attività ludiche ed educative; la realizzazione
di attività di screening utili a individuare i soggetti più a rischio di sviluppare disturbi
psicopatologici. Telefono Azzurro ha allestito un camper e ha messo a disposizione un
team composto da professionisti della salute mentale, pedagogisti e venti volontari
appositamente formati.
C.Faz.
9/5/2009
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
In
Abruzzo
Pag. 41
I medici: costruire un nuovo ospedale
Ma l’assessore Venturoni: in autunno 300 posti letto al S. Salvatore. Il
sottosegretario Fazio accusa
L’AQUILA - Mentre il futuro del San Salvatore continua ad essere un rebus
(ristrutturare quello già esistente? Costruirne uno nuovo? Ampliare i locali?) ieri gli
investigatori si sono concentrati proprio sull’ospedale.
Il futuro. L’ultima proposta arriva dal presidente dell’Ordine dei Medici, Maurizio
Ortu: costruire un ospedale nuovo riconvertendo per altri usi quello vecchio. La
proposta è stata avanzata durante l’incontro organizzato dal sottosegretario al
Welfare, Ferruccio Fazio, con le rappresentanze dei medici e delle associazioni di
categoria. «Chiediamo di puntare alla costruzione di un ospedale ex novo. Il San
Salvatore -ha detto Ortu- potrebbe invece essere riconvertito e riutilizzato creando
un campus universitario, che propongo di dedicare al collega Vecchioni, rimasto
sotto le macerie». Da Ortu è anche giunto un appello affinché le istituzioni aiutino i
medici aquilani a rimanere nella città. Un’attenzione particolare è stata sollecitata da
Ortu per le condizioni dei liberi professionisti, come gli odontoiatri che in vari casi
«hanno perso tutto e non sono più nelle condizioni di esercitare la loro
professione». Intanto l’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, ha
confermato che entro l’autunno si avrà la disponibilità di 300 posti letto. Ci sono poi
dei padiglioni, ha detto, con danni intermedi e che potrebbero essere recuperati
entro ottobre. Ottanta posti letto saranno invece disponibili entro il 15 giugno grazie
al nuovo ospedale mobile programmato in occasione del G8 e che sostituirà
l’attuale ospedale da campo. Il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, per la
cui nomina a viceministro alla Salute il Consiglio dei ministri ha dato ieri il via libera,
non ha risparmiato qualche critica: «Non tutte le istituzioni aquilane - ha detto sono collaborative. Non mi sembra che tutte operino d'amore e d'accordo e questo
non mi è piaciuto. Me ne occuperò direttamente». Intanto un medico universitario
convenzionato con l’ospedale di Avezzano, Francesco Bizzarri, denuncia: «Lavoro
come volontario fra le tende da un mese. L’ospedale non mi ha pagato lo stipendio
di questo mese trascorso nella tendopoli a fare il mio lavoro e ad aiutare chi ne ha
bisogno».
L’inchiesta. È stato il giorno dell’ospedale. A compiere i sopralluoghi in uno degli
edifici “simbolo” del terremoto e dell’inchiesta, i militari del Gruppo investigativo
criminalità organizzata (Gico) della Guardia di Finanza, che fin dal primo momento
partecipano attivamente insieme agli agenti della Squadra mobile e della Sezione di
polizia giudiziaria dei Carabinieri della Procura, all’inchiesta. I finanzieri del
colonnello Leonardo Matera e del maggiore Luigi Iasilli insieme ai vigili del fuoco, ai
consulenti della Procura (una quindicina di persone) e tecnici della Asl, hanno
compiuto dei sopralluoghi insieme al sostituto procuratore Fabio Picuti che segue
l’inchiesta, coordinata dal Procuratore capo, Alfredo Rossini. In particolare gli
9/5/2009
investigatori hanno ispezionato l’ingresso del nosocomio aquilano, il reparto di
Medicina, il magazzino adibito a farmacia ospedaliera e il reparto di Ematologia,
locali sequestrati dalla magistratura. Intanto anche ieri sono state raccolte le
denunce di parenti che a seguito dei crolli hanno perso familiari. L’ultima quella
presentata da Antonietta Centofanti, zia di Davide di 19 anni di Vasto, morto con
altri sette ragazzi nel crollo della Casa dello studente di via XX Settembre.
9/5/2009
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
In Avezzano /Sulmona
Pag. 42
L’assessore regionale alla Sanità ieri ha rilanciato il grido di allarme sulle strutture
marsicane e peligne
Venturoni insiste: «Ospedali inadeguati»
Davanti al sottosegretario Ferruccio Fazio parla di costruzioni obsolete
di ORNELLA LA CIVITA
Gli ospedali abruzzesi di Avezzano e Sulmona? Obsoleti! A parlare, questa volta,
è l’assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, intervenuto ieri
all’incontro organizzato dal sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, con i
rappresentanti medici locali nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito.
«Anche se non direttamente toccati dal sisma del 6 aprile - ha detto l’assessore ci sono ospedali come quelli di Avezzano e Sulmona in condizioni obsolete e
drammatiche per quanto riguarda ad esempio la messa a norma di impianti e
sale operatorie e perché non a norma antisismica». Le parole di Venturoni
giungono all’indomani della segnalazione che la Asl ha inviato alla Procura dove
si mettono in evidenza difformità tra quanto progettato e quanto costruito. Non
solo per l’area nuova della struttura sanitaria peligna ma anche per quella di
Pescina. Stando alle prime indiscrezioni emerse, almeno per quel che riguarda il
nosocomio sulmonese, la difformità al progetto consisterebbe nel minore numero
di ferri nelle armature di alcuni pilastri, compensata però, pare, da una sezione
maggiore degli stessi tale da riportarne i coefficienti alla parametrizzazione
progettuale. «Ulteriori emergenze», comunque, sulle quali Venturoni ha
richiamato l’attenzione del sottosegretario Fazio. Riferendosi poi al disegno più
generale di riorganizzazione dell’offerta del servizio ospedaliero nella Regione
Abruzzo, l’assessore ha sottolineato come l’obiettivo sia di arrivare ad avere una
decina di ospedali grandi ed efficienti e di riconvertire gli ospedali più piccoli.
Intanto, l’altro giorno i tecnici della Protezione civile, “Funzione 1” del Com 7 di
Sulmona, hanno effettuato un sopralluogo all’ospedale Santissima Annunziata
rilevando che non ci sono danni imputabili al terremoto del 6 aprile scorso e allo
sciame simico dei giorni successivi. A chiedere l’intervento della Protezione civile
è stato il sindaco di Sulmona, Fabio Federico, dopo la segnalazione della Asl. Un
analogo sopralluogo è stato eseguito anche dai Vigili del fuoco di Isernia nella
tarda serata. Per adesso, infine, è atteso il responso sull’emendamento al
Decreto Legge presentato alla Camera su istanza del gruppo del Pd in consiglio
comunale, documento che se approvato sbloccherebbe 8,5 milioni di euro già
assegnati all’ospedale di Sulmona per gli adeguamenti alla sicurezza. Per
quanto riguarda l’ospedale di Avezzano, invece, già altre volte l’ex direttore
sanitario Armando Jenca ebbe a sottolineare la impossibilità di risolvere tutti i
problemi ricostruendo l’ospedale. Tutto lascia pensare che un adeguamento di
sale operatorie, pronto soccorso e altre modifiche potrebbero rendere ottimale il
nosocomio marsicano.
9/5/2009
Quotidiano regionale
Edizione Teramo
In Abruzzo
Pag. 23
«In Abruzzo 10 grandi ospedali»
Venturoni: le altre strutture diventeranno distretti
L’AQUILA. Il riordino della rete ospedaliera abruzzese vedrà una riconversione profonda degli
ospedali. Delle attuali 35 strutture resteranno solo 9-10 grandi ospedali. Lo ha detto l’assessore
regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni che ieri all’Aquila ha incontrato il sottosegretario alla
Sanità Ferruccio Fazio: «Sul territorio abbiamo ospedali obsoleti e non a norma antisismica, a
partire da Avezzano e Sulmona», ha detto Venturoni, «e ci sono troppe piccole strutture: alla
fine del piano di rientro ci saranno 9 o 10 grandi ospedali, i restanti saranno trasformati in
distretti».
L’attuale governo regionale dunque punta a un piano più rigoroso rispetto a quello pensato dalla
precedente giunta. In questo senso il terremoto ha dato una mano, come ha spiegato Fazio: «Fare
dell’Abruzzo il modello della nuova sanità che il governo intende costruire su tutto il territorio
nazionale». E’ stato questo infatti il messaggio lanciato dal sottosegretario, che ieri all’Aquila, nella
caserma della Guardia di Finanza di Coppito, ha incontrato rappresentanti dei medici locali e dei
sindacati di categoria per fare il punto sulla situazione sanitaria determinatasi dopo il sisma del 6 aprile.
Il devastante terremoto che ha sconvolto L’Aquila, ha detto Fazio, «potrebbe trasformarsi in un certo
senso in un “vantaggio”, dal momento che dà l’opportunità di ricominciare da zero nel settore
sanitario».
Certamente, ha sottolineato il sottosegretario, «il ruolo del governo sarebbe diverso se in questo
momento l’Abruzzo non fosse commissariato, ma assicuro che il governo avrà un’attenzione diretta per
la ricostruzione». Fazio ha quindi indicato il percorso che dovrebbe essere seguito: «Bisogna ricreare»
ha sottolineato «un percorso sanitario per i cittadini abruzzesi, partendo dal ruolo dei medici di base e
transitando per gli ospedali, dove però il tempo di permanenza dovrebbe essere ridotto al minimo
necessario. L’obiettivo, nell’ambito di un nuovo disegno del sistema di cura nelle Regioni», ha aggiunto
«dovrebbe essere quello di realizzare una media di tre posti letto ospedalieri per mille abitanti,
puntando a creare una continuità assistenziale nelle cure».
9/5/2009
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
9/5/2009
In Primo Piano
Pag. 4
Quotidiano locale
9/5/2009
In Abruzzo
Pag. 3
Quotidiano locale
9/5/2009
In Abruzzo
Pag. 3
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
9/5/2009
In Centro Abruzzo
Pag. 7
Quotidiano regionale
Edizione Teramo
In Chieti
Pag. 39
Donazione all’ospedale
CHIETI. Anche i componenti della società italiana di chirurgia hanno voluto fare una donazione per le
zone colpite dal terremoto. E lo hanno fatto a favore dei colleghi aquilani che un’ora dopo la scossa del
6 aprile avevano già allestito l’ospedale da campo con totale spirito di abnegazione verso i feriti. La
donazione di 36 mila euro è parte della rendita finanziaria 2009 del Fondo Ruggieri, (celebre chirurgo
napoletano).
A ufficializzare l’iniziativa di solidarietà durante il convegno dei chirurghi il professor Beniamino
Tesauro, allievo di Ruggeri, esecutore testamentario del fondo. A ricevere la donazione sono stati
chiamati sul palco alcuni chirurghi aquilani tra i quali Gianfranco Amicucci che ha preso la parola per
ringraziare.
9/5/2009
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
In Cronache
Pag. 13
Nuova influenza, nonno di Roma
primo malato contagiato in Italia
di VALENTINA ARCOVIO
ROMA - Salgono a otto i casi di nuova influenza registrati in Italia. E la novità è
che tra gli ultimi tre segnalati ieri ce n'è anche uno che è il primo ad essersi
sviluppato direttamente nel nostro paese.
È un uomo di 70 anni, nonno del bambino di 11 anni che nei giorni scorsi era
stato ricoverato nell'ospedale Bambino Gesù di Roma al ritorno da un viaggio in
Messico. L'uomo è stato ricoverato all'ospedale Spallanzani. «Va sottolineato
però - rileva il ministero del Welfare, Sacconi - che si tratta di un contatto
familiare stretto e che diversi casi analoghi si sono già verificati in Spagna, Gran
Bretagna e Germania». Gli altri due casi in Lombardia riguardano invece una
donna di 48 anni di Como, che era rientrata dal Messico e un uomo, musicista di
40 anni, ricoverato all'ospedale San Matteo di Pavia, che rientrava da New York.
«Questo è il decorso che ci attendevamo - dice Ferruccio Fazio, sottosegretario
alla Salute - ed anzi per il momento è anche più blando sia per quanto riguarda i
sintomi che per quanto riguarda la rapidità con cui si sta estendendo la malattia».
Preoccupazioni però potrebbero arrivare dall'eventualità che i virus dell'influenza
stagionale possano ricombinarsi con il nuovo. «In questo caso - sottolinea Fazio
- può darsi che si debba pensare a una doppia vaccinazione per l'autunno,
ovvero ad una vaccinazione contro l'influenza stagionale e contro la nuova
influenza».
Nel frattempo il Centro per il controllo delle malattie di Atlanta annuncia che i casi
negli Usa hanno raggiunto quota 1,639 con un aumento di 743 casi. Un dato,
questo, che pone gli Stati Uniti al primo posto nella diffusione del virus. Ma il
presidente Barack Obama invita alla calma. «Il virus non è così violento come ce
lo aspettavamo - dichiara - ma comunque non ne siamo ancora fuori». Dal canto
suo, l'Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di mantenere la fase 5
d'allerta-pandemia malgrado l'aumento dei casi confermati nel mondo, 2.500 in
tutto, e del numero di Paesi che hanno segnalato almeno un caso, salito ieri a
25, con l'inclusione del Brasile.
9/5/2009
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
In Cronache
Pag. 13
Marcelletti, oltre 100 pillole
per far “impazzire” il cuore
di MARCO GIOVANNELLI
ROMA - Il professor Carlo Marcelletti si sarebbe suicidato assumendo oltre cento
pasticche di un farmaco per cardiopatici. Sarebbe questa la risposta, tra le mille
ipotesi, alle cause del decesso del cardiochirurgo. Tecnicamente la morte è
sopraggiunta per “fibrillazione ventricolare” cioè il cuore batteva in quei minuti, tra le
11 e mezzogiorno di mercoledì scorso, a ritmi pazzeschi (anche 400 pulsazioni)
impedendo al muscolo di riempirsi e svuotarsi regolarmente. Tutte le manovre
rianimatorie risultarono vane. Nessun infarto, almeno apparente, ma un cuore
impazzito.
La fibrillazione sarebbe stata provocata dallo stesso Marcelletti ingerendo una dosa
massiccia di farmaci e quello maggiormente incriminato sarebbe la “digitale”, una
medicina conosciuta ormai da decenni, facilmente reperibile e che un
cardiochirurgo di fama internazionale come il professor Marcelletti sapeva
benissimo come dosare per avere effetti benefici o per procurarsi la morte. Una
scelta, quest’ultima, cercata per urlare per l’ultima volta contro la vicenda giudiziaria
che lo aveva visto protagonista a Palermo accusato di peculato, concussione, truffa
e anche di produzione di materiale pedopornografico. Un’accusa che il medico
considerava una vergognosa ingiustizia e che lo aveva avvilito fino a fargli toccare
la depressione. L’arresto del cardiochirurgo avvenne il 6 maggio del scorso anno e
il 6 maggio del 2009 si è tolto la vita.
La “digitale” un farmaco che serve per controllare anche le aritmie ma preso nelle
giusti dosi. Dieci compresse in un cardiopatico possono provocare un forte malore
ma il professor Marcelletti avrebbe ingerito oltre cento compresse del farmaco per
fare impazzire il suo cuore.
Tutti i dubbi sul decesso verranno sciolti oggi quando verrà effettuata l’autopsia
richiesto dal pubblico ministero della Procura romana, Elisabetta Cennicola. Il
magistrato ha chiesto ai periti anche di effettuare esami tossicologici per stabilire
cosa e quali dosi il medico aveva assunto. Sul fronte giudiziario ieri si è appreso
che il professor Marcelletti non aveva preso recentemente farmaci antidepressivi.
Ascoltato come testimone anche un degente del San Carlo di Nancy che si trovava
nel letto accanto a quello occupato dal cardiochirurgo.
In attesa dell’autopsia che si svolgerà oggi, la famiglia di Carlo Marcelletti, ha
chiesto «il silenzio stampa sulla vicenda». Inoltre «ha ribadito la ferma volontà di
svolgere le esequie in forma privata». La moglie del cardiochirurgo, Roberta Baldini
e i tre figli, attraverso il loro portavoce Francesco Perrotta, hanno invitato «tutti
coloro che volessero partecipare al dolore della famiglia ad utilizzare i canali
predisposti sul web come blog, facebook e-mail».
9/5/2009
Quotidiano nazionale
Edizione Abruzzo
In Cronache
Pag. 15
Cancro, la prevenzione
comincia a quindici anni
Un manuale per ridurre del 35% il rischio di ammalarsi
di CARLA MASSI
ROMA - Il cancro, si può evitare lottando dai 15 agli 70 anni. Dall’età in cui gli
adolescenti, per sembrare più grandi e “gagliardi” iniziano a fumare e a mangiare
dosi esagerate di grassi animali, fino a quando, da nonni, dimenticano le regole
base del mangiare sano. Una battaglia che inizia da giovanissimi, insistono i
ricercatori dell’Airc (Associazione ricerca sul cancro), e che ci deve accompagnare
per tutta la vita. Per questo, proprio l’Airc, ha stampato un manualetto nel quale, età
per età, viene spiegato come lottare, quali armi utilizzare, quali strategie adottare,
come riconoscere il nemico anche da piccoli segnali. Un manualetto che domani
sarà distribuito in tremila piazze italiane dove saranno messe in vendita anche le
azalee della ricerca. Il ricavato confluirà nei fondi dell’Airc e servirà a sostenere gli
studi anti-cancro divisi tra i diversi laboratori italiani. «I passaggi dall’adolescenza
all’età adulta e poi alla piena maturità femminile - spiegano gli oncologi - sono età
cruciali: le buone abitudini si prendono a 20 anni, si mantengono a 30 e si rivelano
ancora più preziose a 40». Tra i 20 e i 40. Visita, ginecologia (almeno una volta
l’anno), visita senologica (le donne con forte familiarità, madre e sorelle malate,
devono eseguire un test genetico, le altre possono affidarsi allo specialista), il paptest (va eseguito con l’inizio dell’attività sessuale e, comunque, non oltre i 25 anni di
età. «Può tranquillamente essere praticato - spiegano - anche in una donna
vergine. Si ripete ogni 2-3 anni, a seconda dei risultati. Buona abitudine, fin da
giovanissime, fare l’autopalpazione del seno». Fumo da dimenticare. A tavola, gli
specialisti, non smettono di ripeterlo: cinque porzioni al giorno di frutta o verdura.
Da contenere il consumo di proteine di origine animale. Queste ultime regole, dal
fumo allo sport (almeno 30 minuti al giorno di camminata e, se possibile, due volte a
settimana di sport) fino al menù dovrebbero essere seguite anche dagli uomini. I
numeri: il fumo di sigaretta è responsabile del 30% delle morti, l’alimentazione del
35% mentre il restante 35% si deve a virus, ormoni, radiazioni etc. La prevenzione,
secondo l’Airc, comincia dal carrello della spesa, un test (www.airc.it) aiuta a fare le
scelte. Alcune domande: “Al bancone delle verdure privilegiate patate, broccoli,
pomodori?” (broccoli), “Avete scelto di acquistare petto di pollo, salsiccia, costata di
manzo?” (pollo), “Per insaporire una pietanza usate più spesso dado, spezie,
peperoncino o abbondate in burro” (spezie) oppure “Per un fumatore è meglio
mangiare più frequentemente: carote, pomodori, spinaci, frutta fresca, una bistecca
alla griglia, broccoli verze e cavolfiori?” (frutta e verdura).
La giornata dell’azalea (14 euro l’una) ha l’obiettivo di raccogliere 9 milioni di euro
che verranno destinati ai progetti di ricerca sui tumori femminili selezionati dall’Airc.
9/5/2009
Lo slogan: ”Sarà un omaggio alle mamme per regalare loro più salute!”.
Oltre la ricerca, quest’anno, l’Airc lancia una nuova campagna, quella dei lasciti in
favore della Firc, la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro. Una proposta che
va oltre l’offerta sporadica: il desiderio è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica
sull’importanza di sostenere la ricerca con un lascito testamentario. «La nostra
volontà - a parlare è Piero Serra presidente della Firc - è quella di informare su
quanto si può fare per la ricerca sul cancro con un semplice atto di volontà, un vero
tributo alla vita. Grazie alla nostra battaglia fare testamento diventa un gesto di
grande civiltà che, chiunque, in ogni momento della propria vita, può decidere di
compiere». Grazie alle eredità, la Firc, dal 1977, ha raccolto 190 milioni di euro.
Insieme ad Airc è il principale polo privato di finanziamento della ricerca sul cancro
in Italia coprendo, come ha ricordato il professor Umberto Veronesi, durante l’ultimo
incontro dei ricercatori con il presidente Giorgio Napolitano «circa il 40% della
spesa globale».
9/5/2009
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Rassegna Stampa 9 maggio 2009