OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 41 4. I RISULTATI ECONOMICO-PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI 4.1 L’andamento agrometeorologico L’annata 2006 in Veneto è stata caratterizzata da una rigida e prolungata stagione invernale, seguita da una primavera con temperature intorno alla media, anche se con qualche ondata di freddo fino a fine maggio. L’estate, siccitosa e molto calda fino a fine luglio, ha registrato temperature più fresche con frequenti precipitazioni nel mese di agosto riequilibrando in parte il deficit idrico. Durante la stagione autunnale, complessivamente siccitosa e calda, si sono verificati episodi di piogge intense e abbondanti nella pianura centro-orientale. La stagione invernale è stata caratterizzata prevalentemente da basse temperature e da alcuni episodi nevosi anche in pianura, più abbondanti sulla fascia prealpina. Dalla seconda metà di dicembre si è assistito ad un generale calo delle temperature, che è continuato fino al mese di gennaio quando si sono registrate le punte di temperatura minima più fredde della stagione (il giorno 25) e l’evento nevoso, a quote molto basse, più abbondante e tra i più intensi degli ultimi decenni (tra i giorni 26 e 28). Il mese di febbraio è risultato mediamente più caldo a causa di una temporanea e anomala espansione dell’anticlone delle Azzorre. Le condizioni meteorologiche invernali sono state particolarmente favorevoli a quelle colture che necessitano di un adeguato periodo di "fabbisogno in freddo" per poter affrontare al meglio il risveglio vegetativo. Una delle caratteristiche più salienti della primavera 2006 è senz'altro una maggiore frequenza di ondate di freddo rispetto a quelle di calore che hanno invece caratterizzato gli ultimi anni. Tuttavia, specie per la pianura, si può parlare di una primavera mediamente nella norma, caratterizzata da una buona variabilità meteorologica, tipica di questa stagione, e costellata da fenomeni temporaleschi localmente anche intensi, specie in pianura. In montagna il clima è stato decisamente più rigido con nevicate a quote relativamente basse anche fino a maggio. Da un'analisi più dettagliata si può evidenziare come il mese di marzo è stato più freddo della norma con temperature minime inferiori di circa 1-3 gradi rispetto al periodo 1994-2005 (fig. A.1)4, con frequenti gelate fino al 20 e con caratteristiche di 4) Le figure sono riportate in Appendice. 41 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 42 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI piovosità in linea con la media ed episodi di neve anche in pianura nei giorni 2-3 e 10-12. Il mese di aprile è risultato relativamente mite e più piovoso, specie in montagna, e il mese di maggio fresco (specie ad inizio e a fine mese) con una distribuzione delle precipitazioni nelle zone pianeggianti caratterizzata fondamentalmente da apporti pluviometrici dei fenomeni temporaleschi. Le basse temperature di inizio primavera hanno protratto il riposo vegetativo delle colture di 10-12 giorni rispetto alla media. Per il mais, dopo il buon avvio delle campagne di semina, favorite dalle scarse precipitazioni e da temperature fresche, si sono segnalate le prime emergenze tra il 5 ed il 10 aprile. Lo sviluppo vegetativo ha avuto un decorso regolare grazie al clima mite di aprile e maggio. Le condizioni meteorologiche variabili della primavera hanno favorito lo sviluppo di alcune malattie e fitofagi della vite, melo, ciliegio e pesco. La stagione estiva è stata caratterizzata da due fasi meteorologiche ben distinte e contrastanti: la prima, fino a fine luglio, in prevalenza calda e siccitosa ha registrato temperature massime generalmente superiori alla media del periodo di riferimento 1994-2005 di circa 1-3 gradi (fig. A.2), con un deficit pluviometrico descritto dalle classi di piovosità dell’indice SPI5, molto evidente in gran parte del territorio regionale (fig. A.3, A.4). La seconda fase estiva (agosto) è invece stata fresca e piovosa (fig. A.5) soprattutto nella prima metà. I dati sul bilancio idroclimatico6 (BI) dell’estate 2006 meritano una trattazione più dettagliata. Il BI stimato per il periodo giugno-luglio è stato particolarmente negativo su tutta la regione con valori compresi tra -140 e -320 mm. Le aree che presentano il BI meno negativo sono quelle della pianura centro-settentrionale (fig. A.6). Questo dato è integrato dall’anomalia del BI7 che descrive la situazione al di sotto della media del periodo 1994-2005 con valori negativi su tutta la regione, specie nelle zone pedemontane, compresi tra -30 e -190 mm. In giugno le oscillazioni termiche e le scarse piogge hanno rallentato lo svilup- 5) L’indice SPI (Standardized Precipitation Index) consente di definire classi di deficit o surplus di precipitazione a diverse scale temporali e territoriali rispetto al periodo di riferimento 19942005. 6) Il bilancio idroclimatico è ottenuto dalla differenza tra i mm di precipitazione e i mm di evapotraspirazione del periodo considerato. Tale valore è una stima della quantità di acqua disponibile per la coltura agraria di riferimento al netto delle esigenze fisiologiche evapotraspirative. 7) L’anomalia del bilancio idroclimatico è la differenza espressa in mm tra il bilancio idroclimatico nel 2006 e il bilancio idroclimatico medio del periodo di riferimento 1994-2005. 42 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 43 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI po delle patologie fungine (fig. A.7). In luglio il bel tempo e il caldo hanno creato situazioni di stress idrico per le colture, specie in aree collinari con terreni leggeri, causando ingiallimenti e cascola di frutta. In questo periodo sono stati favoriti gli attacchi di alcuni fitofagi (Carpocapsa e Cydia), ma ostacolate le malattie fungine e batteriche (Colpo di fuoco batterico). La siccità ha messo a dura prova gli oliveti in areali privi d’acqua, provocando vistosi ingiallimenti e abbondante caduta anticipata delle foglie più vecchie. Le colture colpite dalla grandine di fine maggio e quelle che hanno sofferto di stress idrici hanno evidenziato un ritardo di maturazione e una maggiore proliferazione di piccoli tuberi. A causa delle alte temperature le maturazioni cerose di mais si sono manifestate in anticipo di circa dieci giorni rispetto al 2005. Infine le piogge e le forti raffiche di vento di fine luglio hanno provocato allettamenti, divellamenti di viti e scoperchiatura di fabbricati. La stagione autunnale veneta ha registrato condizioni meteo-climatiche caratterizzate da valori termici in prevalenza sopra la media e complessivamente siccitose eccetto che nella pianura centrale (fig. A.8). Unico episodio pluviometrico importante si è registrato a metà settembre, tra il 14 e il 17, quando, specialmente la pianura centro-orientale (tra le province di Padova, Venezia e Treviso) è stata colpita da precipitazioni intense e molto abbondanti. Le drupe di olivo beneficiando delle piogge di metà settembre si sono ingrossate regolarmente. Il sostanziale bel tempo autunnale ha favorito la vendemmia dell’uva e le operazioni di raccolta. 4.2 Cereali La superficie coltivata a frumento tenero nel 2006 ha raggiunto i 62.500 ettari (+8% rispetto alla precedente campagna), a conferma di un rinnovato interesse degli agricoltori (tab. 4.1). I maggiori aumenti si sono registrati nelle province di Treviso (+27%) e Verona (+15%), che con una quota del 24% è la seconda provincia per investimenti. La leadership spetta ancora a Rovigo (oltre 19.000 ha investiti), dove si concentra il 31% delle superfici coltivate nella regione. Nonostante le operazioni di semina non abbiano avuto un andamento regolare a causa delle piogge insistenti, il positivo andamento climatico primaverile ha favorito il riempimento delle cariossidi, una buona sanità della granella e rese medie elevate, pari a 6,9 t/ha, in aumento del 5% rispetto al 2005 (fig. 4.1). La produzione complessiva si è così attestata sulle 430.000 tonnellate, con una variazione positiva del 13% rispetto alla precedente campagna. 43 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 44 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Tab. 4.1 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 FRUMENTO TENERO Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi investita 2006 2006/2005 Var. annua % base (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 1 4 0,0 1 Padova 11.453 77.915 22,5 -2,8 10.152 Rovigo 19.500 142.500 0,6 3,1 18.567 Treviso 6.334 36.300 25,5 -2,3 4.730 Venezia 6.901 50.550 7,8 1,8 6.586 Verona 15.200 103.470 26,9 4,8 13.482 Vicenza 3.124 19.178 3,4 -4,4 2.499 Veneto 62.513 429.917 12,9 0,9 56.016 Nota: il valore ai prezzi di base non è confrontabile con i prezzi di mercato riportati nella fig. 4.2. Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Veneto e ISTAT (2007j). 80 8 70 7 60 6 50 5 40 4 30 3 20 2 10 1 0 Resa (t/ha) Superficie in produzione (.000) ha Fig. 4.1 - Andamento delle superfici e delle rese del frumento tenero nel Veneto nel periodo 1990-2006 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie Rese Pur con un aumento dell’offerta, sui mercati locali il prezzo del frumento ha subito le dinamiche internazionali, dove le quantità disponibili sono state inferiori alle richieste. Pertanto le quotazioni registrate alla Borsa Merci di Padova sono state nettamente e costantemente superiori a quelle del 2005, anche se non hanno rag- 44 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 45 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI giunto i livelli registrati nel 2004. In particolare nel secondo semestre, i listini hanno segnato aumenti anche del 40% rispetto ai mesi corrispondenti dell’anno precedente. Nel complesso, i prezzi medi su base annua sono stati superiori di circa il 18% rispetto al 2005, attestandosi sui 147,5 euro/t per il frumento fino e sui 146,3 euro/t per il buono mercantile (fig. 4.2). Il valore della produzione ai prezzi di base è stimato in aumento, pari a 56 milioni di euro (+15%) (tab. 4.1). Visto il buon andamento economico della coltura registrato nel 2006, le semine per l’annata agraria 2007 lasciano prevedere un ulteriore aumento delle superfici investite in Veneto: secondo l’indagine ISMEA-Unione seminativi tale incremento è previsto nell’ordine di circa il 25% rispetto all’anno precedente. Figura 4.2 - Andamento dei prezzi all'origine del frumento tenero (media mensile - borsa merci Padova) 190,00 180,00 170,00 euro per tonnellata 160,00 150,00 140,00 130,00 120,00 110,00 100,00 Gen Feb Mar Apr Mag Giu 2006 Lug Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 2005 Var. (%) Quotazione media annua (euro/ton) 146,3 124,0 18,0 Nota: i prezzi indicati nel grafico non sono comparabili con i prezzi utilizzati nella valorizzazione delle produzioni nella tabella precedente. Fonte: banca dati Datima (ISMEA). 45 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 46 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Il frumento duro ha mostrato un significativo recupero della superficie coltivata superando i 1.300 ettari (+37% rispetto al 2005), il livello più alto registrato negli ultimi dieci anni. Gli investimenti sono concentrati nella provincia di Rovigo (650 ha) con una quota che sfiora il 50% della superficie regionale. Da segnalare il balzo in avanti di Verona dove gli ettari coltivati (400 ha) sono più che raddoppiati rispetto al 2005. Le rese, invece, si sono mantenute sostanzialmente stabili a 6,5 t/ha. Il buon andamento di superfici e rese ha permesso alla produzione raccolta di superare le 8.600 tonnellate (+38%). Analogamente al frumento tenero, anche le quotazioni del frumento duro si sono mantenute su livelli costantemente superiori a quelli del 2005 durante tutti i mesi dell’anno. I prezzi osservati nelle principali piazze venete hanno raggiunto il valore medio annuo di 171 euro/t (+21% rispetto all’annata precedente). Continuano a diminuire gli investimenti a orzo: nel 2006 la superficie destinata a tale coltura è scesa a circa 7.700 ettari (-2% rispetto al 2005). Nel veronese, dove ha superato i 2.900 ettari (+1% rispetto al 2005), si concentra circa il 38% della superficie coltivata regionale. Gli investimenti sono in aumento anche nella provincia di Treviso (1.600 ha, +2%), mentre si sono registrate notevoli flessioni in quelle meno vocate di Rovigo (360 ha, -17%) e Venezia (500 ha, -10%). Nonostante un andamento climatico e fitosanitario nel complesso favorevole alla coltura, sono state registrate rese medie di 5,3 t/ha (-5%) che, contestualmente alla diminuzione delle superfici coltivate, hanno contribuito alla riduzione della produzione complessiva (circa 41.000 t, -7% rispetto alla campagna precedente). Nel primo semestre del 2006 i prezzi hanno segnato valori in linea con quelli della seconda metà del 2005, attestandosi su circa 128 euro/t, gli stessi valori del corrispondente periodo dell’anno precedente. Con l’avvio della nuova campagna di commercializzazione, in particolare negli ultimi mesi dell’anno, i listini hanno registrato significativi aumenti fino a superare, nel mese di dicembre, i 170 euro/t. Nel complesso il prezzo medio annuo registrato nelle piazze venete di contrattazione è stato di 135,9 euro/t (+9% rispetto al 2005). Gli investimenti a mais nella campagna 2006 hanno registrato una leggera ripresa, con una superficie che si è attestata sui 310.000 ettari, in aumento dell’1% rispetto al 2005 (tab. 4.2). Padova, pur scendendo a 63.900 ettari coltivati (-2%), si conferma la provincia maidicola più importante del Veneto, seguita da Rovigo (62.000 ha, +2%). Un notevole aumento delle superfici è stato registrato anche nella provincia di Venezia (57.900 ha, +8%) e in misura minore a Verona (43.400 ha, +3%). Per quanto riguarda l’andamento meteorologico, una primavera fresca, associata a precipitazioni ben distribuite, ha favorito un buon sviluppo vegetativo fino alla 46 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 47 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI fase di fioritura. Il deficit idrico generato dalla siccità di inizio estate ha determinato uno stato di sofferenza nelle fasi successive alla fioritura. Questa situazione ha avuto ripercussioni negative sulla resa in alcune aree, solo parzialmente compensate dalle piogge di fine estate. Dal punto di vista fitosanitario, l’allarmismo generato nei confronti delle micotossine nel 2005 ha portato a effettuare trattamenti indiscriminati contro la piralide che non hanno però prodotto risultati apprezzabili. Infatti laddove gli interventi sono stati eseguiti sulla base di opportuni monitoraggi dei voli e al rilievo della presenza di ovature, vi è stato un effettivo incremento di produzione. Per quanto riguarda la Diabrotica, le catture effettuate per monitorare il livello di infestazione hanno fatto passare il Veneto da “zona di focolaio” a “zona di insediamento”. Nel complesso i risultati produttivi ottenuti sono stati poco soddisfacenti: la resa è stata di circa 8 t/ha, in calo di oltre il 20% a livello regionale (fig. 4.3). Di conseguenza la produzione complessiva veneta è scesa a circa 2,5 milioni di tonnellate (-19% rispetto all’anno precedente). Nella prima parte dell’anno i prezzi sono stati in linea con quelli registrati a fine 2005, su livelli lievemente superiori rispetto a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente (in media +5% nel primo semestre). A partire da maggio, quando il prodotto ha cominciato a scarseggiare, i listini sono saliti con maggior vigore e da settembre, con l’apertura della nuova campagna di commercializzazione, le quotazioni hanno registrato aumenti percentuali mensili superiori al 20% rispetto ai mesi corrispondenti del 2005 (fig. 4.4). Sebbene la diminuzione dell’offerta non fosse così rilevante da giustificare tali incrementi, sui mercati nazionali e locali hanno influito le dinamiche domanda/offerta presenti a livello internazionale, dove la domanda di mais per usi industriali (soprattutto per la produzione di etanolo) è aumentata proporzionalmente in modo decisamente maggiore rispetto ai risultati produttivi. Il prezzo medio annuo sul mercato di Padova è stato di 138 euro/t (+14% rispetto al 2005). Si stima che il fatturato complessivo della coltura sia stato di circa 341 milioni di euro (tab. 4.2). Per quanto riguarda le semine del mais per il 2007, secondo le prime indicazioni raccolte si può prevedere una diminuzione delle superfici messe a coltura in Veneto pari al 5% rispetto al 2006. 47 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 48 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Tab. 4.2 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 - MAIS Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi investita 2006 2006/2005 Var. annua % di base (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 1.900 12.800 -20,7 -3,6 1.758 Padova 63.935 526.795 -21,0 1,2 72.355 Rovigo 62.000 546.000 6,0 2,0 74.993 Treviso 49.874 284.904 -49,2 2,3 39.131 Venezia 57.887 471.643 -17,1 2,3 64.780 Verona 43.400 303.190 -25,6 2,0 41.643 Vicenza 31.438 339.617 -2,5 3,0 46.646 Veneto 310.434 2.484.949 -19,4 2,0 341.307 Nota: il valore ai prezzi di base non è confrontabile con i prezzi di mercato riportati nella fig. 4.4. Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Veneto e ISTAT (2006j). 350 12 300 10 250 8 200 6 150 4 100 2 50 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie 48 Rese Resa (t/ha) Superficie in produzione (.000 ha) Fig. 4.3 - Andamento delle superfici e delle rese del mais nel Veneto nel periodo 1990-2006 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 49 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Fig. 4.4 - Andamento dei prezzi all'origine del mais (media mensile - borsa merci Padova) 170,00 160,00 euro per tonnellata 150,00 140,00 130,00 120,00 110,00 100,00 Gen Feb Mar Apr Mag Giu 2006 Lug Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 2005 Var. (%) Quotazione media annua (euro/t) 138,0 121,0 14,1 Nota: i prezzi indicati nel grafico non sono comparabili con i prezzi utilizzati nella valorizzazione delle produzioni nella Contabilità territoriale. Fonte: banca dati Datima (ISMEA). In ripresa la superficie coltivata a riso, che si è attestata sui 3.800 ettari, (+7% rispetto al 2005). Verona ha registrato il maggior incremento (+13%), confermandosi la prima provincia per investimenti con oltre 1.900 ettari di superficie investita; meno rilevante il miglioramento di Rovigo (+2%), la seconda provincia per importanza con 1.500 ettari coltivati. Le rese produttive diminuiscono per il terzo anno consecutivo, con una media di circa 5,4 t/ha (-5%), ma la produzione complessiva è stata comunque di 20.500 tonnellate (+2% rispetto al 2005). A causa della scarsità di prodotto presente sul mercato, nel primo semestre dell’anno le quotazioni del risone sono state decisamente superiori a quelle dello stesso periodo dell’annata precedente, con valori medi di 290 euro/t (+52%). Nella seconda parte del 2006, con l’arrivo sul mercato del nuovo raccolto, i listini hanno registrato una leggera flessione, mantenendosi comunque su livelli notevolmente superiori a quelli dell’anno precedente. Su base annua il prezzo medio è stato di 293 euro/t, in aumento di oltre il 47% rispetto alla media del 2005. 49 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 50 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI 4.3 Colture industriali Come ampiamente previsto in seguito all’avvio della nuova OCM, nel 2006 gli investimenti a barbabietola da zucchero in Veneto si sono ridotti drasticamente: le superfici sono diminuite di oltre due terzi, scendendo a circa 14.700 ettari (-67% rispetto al 2005) (tab. 4.3). Nella provincia di Verona la coltura è quasi scomparsa, passando da oltre 5.000 a meno di 400 ettari coltivati; perdite simili si sono registrare anche nelle province di Treviso e Vicenza. Diminuzioni meno consistenti hanno interessato le province di maggior tradizione bieticola: nel veneziano sono rimasti circa 5.800 ettari, poco meno della metà rispetto al 2005 e nel padovano 4.400 ettari, pari a circa un terzo rispetto all’anno precedente. Dal punto di vista territoriale vi è una maggior concentrazione degli investimenti, localizzati per il 93% in tre province: Venezia con una quota del 39% detiene la leadership, seguita da Padova (30%) e Rovigo (24%). Tab. 4.3 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 BARBABIETOLA DA ZUCCHERO Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi investita 2006 2006/2005 Var. annua % di base (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 0 0 0,0 0,0 0 Padova 4.381 296.325 -63,8 1,3 14.224 Rovigo 3.475 207.426 -74,2 -2,2 9.956 Treviso 251 14.456 -83,6 -9,9 694 Venezia 5.759 373.531 -62,5 1,6 17.929 Verona 387 26.757 -92,2 -8,9 1.284 Vicenza 470 31.796 -71,1 -1,7 1.526 Veneto 14.723 950.290 -69,9 -1,6 Fonte: elaborazioni su dati Industrie saccarifere, Regione Veneto e ISTAT (2007j). 45.614 L’andamento climatico è stato sfavorevole per quasi tutto il ciclo colturale, in particolare durante la prima parte dell’estate, quando il caldo eccessivamente siccitoso di giugno-luglio ha danneggiato un ottimale sviluppo della coltura, che si è solo parzialmente risollevata con le piogge di agosto. Dal punto di vista fitosanitario non si sono registrate particolari problematiche, anche se sono stati segnalati attacchi di nematodi soprattutto in alcuni areali della provincia di Rovigo. Le rese produttive della barbabietola hanno raggiunto livelli comunque eleva- 50 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 51 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI ti pari a 64,5 t/ha (fig. 4.5), in calo dell’8% rispetto all’annata record del 2005, ma superiori a quelle del 2004 (+4%). La produzione complessiva è stata di circa 950.000 tonnellate (-70% rispetto all’annata precedente). La quantità di saccarosio ottenuta dalla lavorazione si è attestata a 9,7 t/ha, livello analogo a quello del 2004 e superiore del 2% a quello del 2005. Nel complesso, si sono ottenute più di 143.000 tonnellate di saccarosio (-66%). Il titolo polarimetrico è risultato in aumento, attestandosi su un valore medio di 14,9° (+6%), così come il valore di purezza del sugo denso che è stato del 93%. La situazione produttiva non ha comunque influito sul reddito dei bieticoltori: l’accordo interprofessionale aveva fissato il prezzo base per la campagna 2006 a 32,86 euro/t per un titolo polarimetrico di 16°. A questo si aggiungono gli aiuti nazionali e comunitari composti dalla parte disaccoppiata (in media circa 320 euro/ha) e dagli aiuti legati alla produzione (premio qualità di circa 67,3 euro/ha). Nel complesso il prezzo medio di liquidazione per i bieticoltori veneti è stato di 41,23 euro/t a 16° di polarizzazione. La produzione lorda vendibile è scesa su valori medi di poco inferiori a 3.000 euro/ha, in calo di oltre il 10% rispetto al 2004. Tuttavia, tolti i costi di produzione, il reddito netto conseguito dagli agricoltori (poco meno di 1.000 euro/ha) è comunque notevolmente superiore a quello delle colture alternative. Nel complesso il fatturato del comparto bieticolo veneto è sceso sotto i 46 milioni di euro (-60,4% rispetto al 2005). Fig. 4.5 - Andamento delle superfici e delle rese della barbabietola da zucchero nel Veneto nel periodo 1990-2006 80 70 50 60 40 50 40 30 30 20 20 10 10 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie Rese 51 Resa (t/ha) Superficie in produzione (.000 ha) 60 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 52 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Per le prossime campagne, poiché i risultati della riforma dell’OCM zucchero sono stati inferiori alle aspettative, la Commissione Agricoltura Europea ha presentato due nuove proposte di Regolamento comunitario. Le novità riguardano il ritiro temporaneo, che verrebbe attuato in due tempi, con la fissazione di una percentuale provvisoria a marzo e quella definitiva a ottobre e la possibilità concessa ai bieticoltori (e non solo alle industrie saccarifere) di decidere autonomamente se rinunciare a produrre. In questo caso, oltre alla quota del 10% dell’aiuto alla ristrutturazione industriale pari a 62,5 euro/t (40% spettante ai bieticoltori e 60% assegnato ai contoterzisti), all’agricoltore verrebbe assegnato un aiuto supplementare pari a 237,5 euro/t di quota zucchero rinunciata. Tale aiuto viene riconosciuto ai bieticoltori che rinunceranno a produrre nella campagna 2008/09 e in forma retroattiva anche per coloro che hanno dovuto abbandonare la produzione nelle campagne 2006/07 e 2007/08, prima che venissero introdotti questi correttivi. L’intento della Commissione è quello di incentivare la fuoriuscita dei bieticoltori dal comparto, riducendo ulteriormente la produzione e decurtando dal mercato maggiori quantitativi di zucchero. Queste nuove disposizioni non dovrebbero ripercuotersi sul settore bieticolo nazionale: sia i ritiri temporanei che il taglio finale di quota produttiva che verrà fissato nel 2010 non verranno applicati ai Paesi che hanno rinunciato a oltre il 60% della quota nazionale. L’Italia quindi dovrebbe essere esclusa da ulteriori riduzioni della quota zucchero attualmente in produzione. Per quanto riguarda il Veneto, oltre allo stabilimento di Pontelongo per la campagna 2007/08 dovrebbe rimanere operativo anche quello di Pontelagoscuro (Fe): tutto ciò lascia prevedere un possibile aumento delle superfici investite di circa il 5% rispetto al 2006. Le semine, iniziate a metà febbraio, si sono concluse nel mese di aprile con nascite regolari e pochi casi di risemina. Nel 2006 le superfici investite a tabacco si sono attestate sui 7.000 ettari (circa -6% rispetto al 2005, in linea con la media nazionale), per lo più localizzate nella provincia di Verona, dove si concentra l’84% degli investimenti regionali. L’andamento climatico è stato favorevole per la coltura: le piogge di agosto hanno permesso un buon sviluppo dell’apparato fogliare e una buona maturazione delle piante, ritardandone però la raccolta, che si è protratta fino al termine di ottobre. Le rese produttive sono aumentate di circa il 30% rispetto al 2005, controbilanciando in maniera più che proporzionale il calo degli investimenti. Nel complesso, le quantità di tabacco grezzo prodotte nel 2006 si sono attestate su circa 26.000 tonnellate, in aumento di quasi il 24% rispetto all’anno precedente. Pur con le incognite sui livelli definitivi degli aiuti che percepiranno gli agricoltori, si stima che il valore della produzione della coltura si atte- 52 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 53 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI sti su circa 32 milioni di euro. Con l’avvio dell’applicazione della nuova OCM che regola il settore, in Italia gli investimenti sono scesi del 7%, riducendosi in maniera meno drastica rispetto a quanto registrato in Grecia (-80%) e in Spagna (-20%). Tuttavia la filiera produttiva nazionale è in difficoltà e a livello europeo è stata raggiunta una intesa per richiedere che l’attuale regime “transitorio” di aiuti previsto fino al 2009 venga prorogato fino alla scadenza delle prospettive finanziarie del bilancio UE nel 2013. La superficie investita a soia nel 2006 è aumentata dell’8% rispetto al 2005, attestandosi su circa 81.500 ettari (tab. 4.4). Nelle province dove tradizionalmente la coltura è più sviluppata si sono registrati anche gli incrementi più consistenti: 24.000 ettari coltivati (+15%) a Venezia e 20.000 ettari (+11%) a Rovigo. In aumento anche le superfici in provincia di Treviso (15.000 ettari, +7%), terza per importanza a livello regionale con una quota del 18% degli investimenti, e nel bellunese (+25% rispetto al 2005), dove però la coltura insiste su poche decine di ettari. L’andamento climatico non è stato particolarmente favorevole: il caldo eccessivo dei primi mesi estivi ha danneggiato le colture, nonostante le irrigazioni effettuate laddove possibile. Successivamente, le abbondanti precipitazioni di agosto hanno ulteriormente peggiorato la situazione, deprimendo le rese produttive che a livello regionale sono scese a 3,3 t/ha, in calo del -12% rispetto al 2005 (fig. 4.6). La produzione di soia si è così ridotta a 272.000 tonnellate, in diminuzione di circa il 5% su base annua (tab. 4.4). Tab. 4.4 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 - SOIA Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi investita 2006 2006/2005 Var. annua % di base (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 25 50 66,7 -3,9 9 Padova 7.638 21.390 -10,4 -5,5 3.647 Rovigo 20.000 80.800 11,6 3,0 13.776 Treviso 14.936 53.827 4,9 -2,0 9.178 Venezia 24.053 73.153 -14,1 -0,4 12.473 Verona 11.800 32.992 -25,0 0,1 5.625 Vicenza 3.095 10.333 2,2 -5,4 1.762 Veneto 81.547 272.545 -5,0 -0,8 46.469 Nota: il valore ai prezzi di base non è confrontabile con i prezzi di mercato riportati nella fig. 4.7. Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Veneto e ISTAT (2007j). 53 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 54 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Fig. 4.6 - Andamento delle superfici e delle rese della soia nel Veneto nel periodo 1990-2006 5 4 150 3 100 2 50 Resa (t/ha) Superficie in produzione (.000 ha) 200 1 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie Rese In linea generale, le quotazioni della soia nel 2006 sono state le meno influenzate dalle dinamiche dei prezzi registrate sui mercati internazionali e nazionali per il frumento e il mais, mantenendosi sugli stessi livelli del 2005 per buona parte dell’anno (fig. 4.7). A causa dell’elevata disponibilità di prodotto a livello mondiale, nel primo semestre le quotazioni sono state anche inferiori a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente, attestandosi in media sui 215 euro/t (-1%). Solo a settembre, con l’inizio della nuova campagna di commercializzazione, i listini, trainati anche dall’aumento dei prezzi dei prodotti alternativi, hanno iniziato ad aumentare, anche se in maniera meno decisa rispetto al frumento e al mais. Nel complesso, la quotazione media annua sulla piazza di Treviso è stata di 217 euro/t e in leggero aumento (+1%) rispetto alla precedente annata agraria. Il fatturato della coltura è stato di circa 46 milioni di euro (-8% rispetto al 2005). Grazie al moltiplicarsi di iniziative volte a incentivare l’uso di biocombustibili e a conferma di un rinnovato interesse da parte degli agricoltori, la superficie regionale coltivata a girasole è aumentata, superando i 3.000 ettari (+25%). Gli investimenti si sono concentrati per il 62% nel veronese (1.900 ha, +66% rispetto all’annata scorsa) e per il 21% nel rodigino (650 ha, +18%). Stabili o in leggero aumento le superfici coltivate nelle altre province, in particolare in quella di Vicenza (245 ha, +6%). L’andamento climatico estivo ha limitato i problemi fitosanitari, ma il caldo siccitoso ha danneggiato più del previsto la coltura, facendo scendere le rese a 2,5 t/ha (-17%). Nel complesso la produzione è risultata in aumento, in virtù dei maggiori investimenti effettuati, attestandosi su circa 7.700 tonnellate (+5% rispetto al 2005). All’inizio della 54 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 55 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Fig. 4.7 - Andamento dei prezzi all'origine della soia (media mensile - borsa merci Bologna) 240,00 230,00 euro per tonnellata 220,00 210,00 200,00 190,00 180,00 170,00 160,00 150,00 Gen Feb Mar Apr Mag Giu 2006 Lug Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 2005 Var. (%) Quotazione media annua (euro/t) 220,6 219,6 0,5 Nota: i prezzi indicati nel grafico non sono comparabili con i prezzi utilizzati nella valorizzazione delle produzioni nella Contabilità territoriale. Fonte: banca dati Datima (ISMEA). campagna commerciale, le quotazioni sulle principali piazze di contrattazione si sono mantenute su livelli inferiori a quelli del 2005, con la tendenza a una graduale flessione dei listini; il prezzo medio annuo è stato di 202 euro/t (-4% rispetto all’anno precedente). Nel complesso il fatturato della coltura ai prezzi di mercato è stato di poco superiore a 1,5 milioni di euro. 4.4 Colture orticole Il comparto delle orticole ha registrato nel 2006 una flessione delle superfici investite, che nel complesso scendono a circa 35.900 ettari (-5% rispetto al 2005). La riduzione riguarda prevalentemente le coltivazioni in piena aria, che si attestano sui 31.600 ettari con un calo del 5%, ma anche le superfici in serra (3.970 ha coltivati, -3%). La superficie investita a patata in Veneto è leggermente diminuita, scenden- 55 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 56 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI do a 3.550 ettari coltivati (-1% rispetto al 2005) (tab. 4.5). Risultano in espansione gli investimenti in provincia di Verona (900 ha, +6%) e di Padova (970 ha, +4%), mentre diminuiscono gli ettari coltivati a Vicenza (1.050 ha, -5%) che rimane comunque la provincia dove si concentrano i maggiori investimenti. Dal punto di vista fitosanitario, sono state rilevate ovature di Dorifora in leggero aumento rispetto agli ultimi anni e consistenti morie a seguito di attacchi di Erwinia carotovora. La scarsa piovosità estiva ha depresso le rese, che si sono attestante su circa 35 t/ha (-6% rispetto al 2005). La produzione complessiva è stata comunque di buona pezzatura, raggiungendo le 124.000 tonnellate (-6%). Nella prima parte dell’anno, considerate le ridotte giacenze di prodotto frigoconservato e la scarsa pressione del prodotto estero, i prezzi sul mercato di Verona sono stati superiori anche del 30% rispetto a quelli registrati a fine 2005, sui livelli dello stesso periodo dell’anno precedente. All’inizio della nuova campagna commerciale, la diminuzione dei raccolti esteri e la buona qualità del prodotto nazionale, a fronte di una minor quantità disponibile, ha orientato gli acquirenti verso la produzione interna, che ha così potuto spuntare prezzi di tutto rispetto. Le quotazioni hanno raggiunto gli 0,36 euro/kg a dicembre, mantenendosi su livelli anche doppi rispetto allo stesso periodo del 2005. Nel complesso il prezzo medio annuo registrato sulla piazza di Verona è stato di 0,28 euro/kg (+44% rispetto all’anno precedente). Tab. 4.5 - Superficie, quantità e valore della produzione regionale nel 2006 COLTURE ORTICOLE Superficie investita Quantità raccolta Valore ai prezzi di base 2006 Var. annua % 2006 Var. annua % 2006 Var. annua % (ha) 2006/2005 (t) 2006/2005 (000 euro) 2006/2005 Asparagi 1.545 -5,2 9.800 -6,7 23.328 2,7 Carote 972 4,1 39.000 8,0 18.128 8,8 Cavoli 1.560 -1,6 51.500 1,8 23.883 3,4 Cetrioli 396 -6,4 20.178 -18,3 21.150 -6,9 Cipolle 1.451 2,1 44.000 4,4 27.635 16,1 Fragole 762 -2,6 14.460 -5,7 39.591 1,4 Lattuga 1.870 -5,3 52.469 -8,5 88.582 -3,8 Patate 3.549 -1,1 124.300 -8,1 44.331 7,0 Pomodori1 2.552 10,1 157.875 0,1 57.042 -1,0 Radicchio 9.573 -4,1 134.088 -10,2 89.187 -15,6 1 Pomodoro da industria e da mensa. Nota: il valore ai prezzi di base è stato calcolato facendo riferimento a quantità prodotte che, pur essendo sempre di fonte ISTAT, possono divergere dal dato considerato nel testo. Fonte: nostre elaborazioni su dati Regione Veneto e ISTAT (2007j). 56 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 57 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Nel 2006 gli investimenti a radicchio in Veneto sono scesi a circa 9.600 ettari (-4% rispetto al 2005). Il calo ha riguardato prevalentemente le superfici in piena aria coinvolgendo soprattutto le province di Venezia (3.400 ha, -10%) e Treviso (990 ha, -5%), mentre sono triplicati gli ettari coltivati in coltura protetta a livello regionale. La coltivazione è concentrata nelle province di Venezia (37% del totale regionale), Padova (19%) e Verona (16%). Per quanto riguarda l’andamento climatico, sulle produzioni primaverili si sono evidenziati notevoli problemi di prefioritura dovuti agli sbalzi termici del periodo. Dal punto di vista fitosanitario, si sono registrati attacchi di ragno rosso e la presenza di larve di nottue e di piralide che hanno causato notevoli erosioni fogliari alle colture. La buona produttività del prodotto coltivato in serra (+23%) ha solo parzialmente compensato le perdite di quello in piena aria: nel complesso le rese sono scese a circa 14 t/ha (-7%) con una produzione di circa 134.000 tonnellate (-11% rispetto al 2005) (tab. 4.5). Sul fronte dei prezzi i radicchi hanno vissuto un’annata particolarmente difficile. Il radicchio di Chioggia primaverile ha subito una scarsa vivacità della domanda e registrato una qualità inferiore allo standard: ad aprile, con l’arrivo sui mercati dei primi quantitativi di prodotto, le quotazioni sono state abbondantemente inferiori rispetto al 2005, per poi riprendersi nei mesi successivi. Il prezzo medio annuo sulle piazze venete è stato di circa 0,63 euro/kg. Il radicchio di Chioggia autunnale a inizio campagna ha registrato un crollo verticale dei prezzi dovuto all’immissione sui mercati nazionali di una elevata quantità di prodotto e alla domanda quasi inesistente. Le quotazioni si sono mantenute tra 0,11 e 0,38 euro/kg a seconda della piazza di contrattazione. Nel complesso la media annua sui principali mercati veneti è stata di 0,48 euro/kg (-12% rispetto al 2005). Andamento sostanzialmente simile anche per il Rosso di Verona, con prezzi in flessione già a partire dai primi mesi dell’anno per il prodotto frigoconservato; ad autunno le quotazioni sono diminuite ulteriormente, facendo segnare una quotazione media annua sulla piazza di Verona di 0,72 euro/kg (-33% rispetto al 2005). Il Radicchio Rosso di Treviso autunnale ha presentato il medesimo andamento decrescente dei prezzi: se all’inizio dell’anno è riuscito a spuntare dei buoni livelli di prezzo, con l’inizio della nuova campagna di commercializzazione, l’elevata quantità di prodotto immessa sul mercato ha spinto al ribasso le quotazioni, che sono scese in alcuni casi del 50%, tanto che molte aziende hanno preferito non completare la raccolta né ricorrere alla frigoconservazione. Il prezzo medio annuo registrato sul mercato di Brondolo è stato di 0,39 euro/kg (-18% rispetto al 2005). 57 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 58 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Diminuiscono le superfici investite a lattuga: nel 2006 sono scese a circa 1.870 ettari (-5%) di cui oltre 600 ettari in coltura protetta (tab. 4.5). Le forti escursioni termiche primaverili e lo sfavorevole andamento climatico estivo, dapprima eccessivamente siccitoso e poi freddo e con elevate precipitazioni, hanno danneggiato le colture. Le rese sono diminuite soprattutto per le produzioni in piena aria (-8%), mentre sono aumentate per quelle in coltura protetta (44 t/ha, +6%). Nel complesso le rese si sono attestate sulle 28 t/ha, (-2% rispetto al 2005) e la produzione è stata di circa 52.500 tonnellate (-7%). L’offerta di prodotto sul mercato, non sempre costante e qualitativamente adeguata alle richieste della domanda, ha depresso i listini: i prezzi sulla piazza di Rovigo hanno registrato una media annua di 0,39 euro/kg (-9% rispetto all’annata precedente). Complessivamente la superficie investita a fragola è stata di circa 760 ettari, in calo del 2% rispetto all’annata precedente. La superficie coltivata in pieno campo è scesa a circa 200 ettari (-13% rispetto al 2005), mentre è aumentata quella in coltura protetta (560 ettari, +2%). Verona si conferma la zona di produzione più vocata, concentrando il 65% delle superfici regionali in piena aria e il 91% di quelle in coltura protetta. L’andamento climatico è stato nel complesso favorevole e dal punto di vista fitosanitario non si sono evidenziati particolari problemi nel periodo primaverile, con l’assenza o quasi di malattie fungine, mentre sui trapianti estivi è stata segnalata una forte presenza di ragno rosso e tripide. La qualità del prodotto si è mantenuta su buoni livelli per tutta la campagna, con pezzature elevate, ma comunque inferiori a quelle del 2005. A fronte di una buona qualità, le rese produttive sono tuttavia scese a 19 t/ha (-7% rispetto al 2005) e la produzione complessiva si è attestata a circa 14.500 tonnellate (-9%) (tab. 4.5). All’apertura della campagna di commercializzazione, la scarsità di prodotto nazionale, l’ottima qualità di quello commercializzato e la mancata concorrenza del prodotto spagnolo, hanno fatto salire i listini sui mercati nazionali; all’aumentare dell’offerta i prezzi hanno poi subito una decisa flessione. Sul mercato di Verona le quotazioni si sono mantenute su livelli superiori agli stessi periodi dell’anno scorso, con una media annua di 1,91 euro/kg (+15% circa rispetto al 2005). La superficie complessiva investita a pomodori è stata nel 2006 di 2.550 ettari (-2,5% rispetto al 2005) (tab. 4.5): sostanzialmente stabili gli ettari coltivati a pomodoro da mensa (970 ha, due terzi in coltura protetta), mentre continua l’andamento negativo del pomodoro da industria, la cui superficie è scesa sotto i 1.600 ettari (-4% rispetto all’anno precedente). Gli investimenti sono in 58 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 59 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI calo soprattutto in provincia di Verona (210 ha, -19%) e Venezia (230 ha, - 8%); a livello regionale circa il 60% delle superfici coltivate è concentrato nelle province di Padova (470 ha, +1%) con una quota del 30% e Rovigo (450 ha, -2%) con una quota del 28%. Dal punto di vista fitosanitario si sono rilevati importanti attacchi virali alle colture e l’estate, particolarmente calda, ha causato stress idrici e lo sviluppo di marciume apicale sui frutti. Di conseguenza le rese hanno evidenziato un calo, attestandosi a 60 t/ha (-3% rispetto al 2005). Considerando anche la contestuale diminuzione degli ettari messi a coltura, la produzione complessiva si è ridotta a 95.500 tonnellate (-7%). Il prezzo pagato ai produttori degli areali del Nord Italia nel 2006 (39 euro/t, -5% rispetto a quello del 2005) ha fortemente penalizzato la redditività economica della coltura. Per il 2007, l’accordo interdisciplinare concluso nel febbraio scorso, ha suscitato reazioni positive: il prezzo base per l’Italia settentrionale è stato fissato a 49 euro/t (+26% rispetto al 2006). Inoltre sono state ridotte le penalizzazioni sugli scarti, definiti parametri qualitativi più rispondenti alle caratteristiche del pomodoro prodotto nel bacino padano e introdotta una garanzia sul ritiro delle produzioni tardive e lo sgravio totale dai costi di trasporto. Nonostante ciò, considerando gli elevati costi di produzione, il bilancio di molti agricoltori rischia di essere ancora in perdita. Sostanzialmente stabile la superficie ad aglio (440 ha coltivati) per il 66% concentrata nella provincia di Rovigo (290 ha), l’unica a registrare una diminuzione degli investimenti (-3%). Le rese sono scese a 12 t/ha (-2,5%), a causa dei danni sempre più consistenti provocati da larve di mosca; di conseguenza la produzione complessiva si è attestata su circa 5.300 tonnellate (-2%). La diminuzione delle quantità prodotte e la buona qualità del raccolto hanno sostenuto le quotazioni per tutta la campagna, con prezzi medi annui sulla piazza di Rovigo di 1,61 euro/kg (+18% rispetto al 2005). In aumento la superficie destinata a cipolla (+2%), che si è attestata a 1.450 ettari, principalmente localizzati a Verona (26%) e Rovigo (24%) (tab. 4.5). L’andamento climatico primaverile, piovoso e fresco, ha causato notevoli problemi di tipo fitosanitario, con infestazioni di larve di mosca, comparsa di tripidi e di peronospora che hanno influito negativamente sulle rese produttive (30 t/ha, -2% rispetto al 2005). La produzione complessiva è scesa a 43.950 tonnellate (-1%). Dal punto di vista commerciale, i prezzi registrati nelle principali piazze di contrattazione venete si sono mantenuti quasi costantemente al di sopra di quelli registrati nel 2005, con aumenti anche superiori al 50% nel primo semestre. Nella seconda parte del- 59 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 60 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI l’anno i listini hanno subito qualche flessione, facendo registrare sulla piazza di Rovigo prezzi medi annui di 0,26 euro/kg (+18%). Continuano ad aumentare gli investimenti a carota, che nel 2006 hanno raggiunto i 970 ettari coltivati (+4%) (tab. 4.5). Le rese produttive si sono mantenute sostanzialmente stabili, su livelli di 40 t/ha e la produzione ha superato le 39.000 tonnellate (+4,5% rispetto al 2005). Anche sotto il profilo commerciale è stata un’annata positiva per la coltura, che sul mercato di Rovigo ha registrato un prezzo medio annuo di 0,41 euro/kg, +4% rispetto al 2005. La superficie investita ad asparago si è ridotta ulteriormente scendendo a 1.550 ettari coltivati (-5% rispetto al 2005) (tab. 4.5). Nonostante un miglioramento delle rese in coltura protetta (+6%), nel complesso si è registrata una leggera flessione della produttività (6,3 t/ha, - 1%). La produzione regionale si è attestata sulle 9.800 tonnellate, in diminuzione del 6% su base annua. La campagna commerciale ha avuto un andamento altalenante e a volte contrastante a seconda della piazza di commercializzazione. La quotazione media annua registrata sulla piazza di Verona è stata di 1,72 euro/kg (+6% rispetto all’anno precedente). La superficie investita a zucchine è stata di circa 1.250 ettari (-1% rispetto al 2005): a fronte di un calo delle coltivazioni in piena aria (990 ha, -4%) sono aumentati gli investimenti in coltura protetta (260 ha, +11%). Le rese (29 t/ha) hanno segnato un aumento del 2%, dovuto al sensibile incremento della produttività delle coltivazioni in serra. La produzione complessiva è stata di 36.800 tonnellate, in leggero aumento (+1%) rispetto all’anno scorso. L’andamento del mercato è stato caratterizzato dall’elevata quantità di prodotto offerta a livello nazionale: nonostante la buona qualità, la domanda non particolarmente vivace ha depresso i listini, con una quotazione media annua che sul mercato di Rovigo è stata di 0,35 euro/kg (-11% rispetto al 2005). È aumentata anche nel 2006 la superficie coltivata a melone, che supera i 1.800 ettari investiti (+3% circa rispetto al 2005). L’incremento delle rese (27,8 t/ha, +12%) è da imputarsi alla buona produttività del prodotto in serra, mentre risulta in calo la resa della coltura in piena aria. La produzione complessiva è stata di circa 50.700 tonnellate (+16%). Il prodotto immesso sui mercati è stato quasi ovunque di ottima qualità e una domanda spesso superiore alle quantità presenti sul mercato ha permesso di spuntare prezzi costantemente più elevati dell’annata precedente. Sulla piazza di Rovigo si è registrata una quotazione media annua di 0,35 euro/kg (+35% rispetto al 2005). Sono diminuiti ulteriormente gli ettari investiti a cocomero (750 ha, -3%), con rese produttive che rimangono sugli stessi livelli del 2005 (38 t/ha). La produzione complessiva si è attestata a circa 28.800 60 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 61 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI tonnellate (-3% rispetto all’anno precedente). La consistente diminuzione delle quantità presenti sul mercato a livello nazionale ha fatto salire le quotazioni, con prezzi talvolta doppi rispetto al 2005, compresi tra 0,13 euro/kg e 0,33 euro/kg a seconda della piazza di contrattazione. Scheda 5 - Il comparto florovivaistico Secondo i dati forniti dal Servizio Fitosanitario Regionale (SFR) risulta che a dicembre 2006 le aziende autorizzate all’attività florovivaistica, in base alla L.R. 19/99, erano 1.705, in diminuzione rispetto al 2005 (-1,3% circa). Nonostante negli ultimi anni si fosse registrato un andamento crescente, il numero di aziende è sceso da 1.863 del 1997 alle attuali 1.705, con un calo dell’8,5%. Le aziende si suddividono principalmente nei settori del vivaismo ornamentale (1.532 aziende, 90% del totale), orticolo (545 aziende, 32%) e fruttifero (262 aziende, 15%). La leadership regionale spetta alla provincia di Padova, dove si concentra il 32% delle aziende florovivaistiche venete. Anche la superficie florovivaistica è diminuita, scendendo a 1.800 ettari, in calo del 13% rispetto al 2002 quando la superficie era di poco inferiore a 2.100 ettari. Si riducono in particolare le superfici coltivate in piena aria (che costituiscono il 75% degli investimenti regionali), in serre condizionate (12%) e in serre fredde (3%), mentre aumentano gli ettari a vasetteria e ombrai (10% del totale, +40% rispetto al 2005). Aumentano del 4% le aziende che hanno ottenuto una certificazione di Conformità Agricola Comunitaria (CAC), necessaria per commercializzare in ambito comunitario il materiale di moltiplicazione vivaistico. Nel 2006 erano 201, il 12% del totale regionale, in prevalenza nell’ambito del vivaismo frutticolo (86 aziende). Le aziende venete si riforniscono di materiale di coltivazione principalmente fuori regione: il 47% del prodotto acquistato proviene da altre regioni d’Italia e il 28% è di origine extra-nazionale. Questo dato evidenzia la dipendenza delle aziende venete per l’approvvigionamento del materiale di base. La maggioranza delle aziende (83%) vende a privati e hobbisti meno del 10% delle quantità prodotte in regione. Le aziende venete che realizzano solo una fase del processo produttivo, rivendendo il prodotto a vivaisti e/o ad altre aziende agricole, sono appena il 21% circa del totale. Tuttavia esse commercializzano oltre l’80% della produzione regionale, a conferma della tendenza delle imprese venete a concentrarsi in una singola fase produttiva e a specializzarsi nell’attività di vivaismo. Il materiale vivaistico (prodotto che viene rivenduto ad altri operatori professional- 61 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 62 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI mente impegnati) costituisce infatti circa l’83% della produzione regionale (nel 2005 esso rappresentava il 63%). In diminuzione soprattutto la quota rappresentata dal materiale di propagazione, che passa dal 21% al 4%, mentre rimane sugli stessi livelli la produzione di piante finite (13% del totale). La maggior parte delle aziende (87%) ha un portafoglio clienti locale e solo il 4% di esse esporta all’estero. Il 54% della produzione viene commercializzata a livello regionale, mentre è in aumento la quota di prodotto che esce dai confini della regione, che passa dal 34% del 2005 al 45% nel 2006, a conferma di un maggior peso delle aziende venete sul mercato nazionale. Dall’analisi emerge che il settore richiede una elevata specializzazione produttiva, alti investimenti, elevate capacità professionali. In presenza di forti tensioni concorrenziali, gli ostacoli per possibili nuovi entranti sono rappresentati dagli alti costi di gestione e dagli elevati rischi di perdita del prodotto o di prodotto non soddisfacente dal punto di vista della qualità, che possono facilmente compromettere la redditività economica dell’attività. Le aziende florovivaistiche in Veneto nel 2006 N. Aziende In % Belluno Rovigo Padova Treviso Venezia Verona Vicenza 2,8 6,3 32 20,3 14,1 14,8 9,6 48 108 544 346 240 251 164 Veneto1 1.705 100 1 Il totale comprende anche quattro aziende con sede fuori regione. Fonte: dati Regione Veneto - Servizio Fitosanitario Regionale. 62 Var. in % 2006/2005 0,0 -5,3 -0,5 -2,0 -1,2 -3,8 1,2 -1,3 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 63 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI 4.5 Colture frutticole Nel 2006 la superficie regionale coltivata a melo è rimasta sostanzialmente invariata attestandosi sui 7.000 ettari (tab. 4.6). Sembra essersi arrestato l’andamento decrescente delle superfici coltivate, ridottesi negli ultimi 10 anni di quasi un quarto (-2.100 ha rispetto al 1997), registrando, per contro, una sostanziale stabilità dal 2003 a oggi (fig. 4.8). Invariata anche la ripartizione provinciale con Verona che detiene i due terzi della superficie regionale (4.700 ha), seguita da Rovigo (915 ha) e Padova (819 ha). Queste tre province rappresentano complessivamente oltre il 90% dell’intera superficie regionale. Nonostante l’andamento meteorologico e fitosanitario sostanzialmente positivo, nel 2006 le rese si sono attestate su un valore medio di 33 tonnellate per ettaro, registrando una contrazione del 6% rispetto all’anno precedente (tab. 4.8) e portando la produzione complessiva a circa 232.500 tonnellate (-3,9% rispetto al 2005) (tab. 4.6). Tale risultato produttivo è da attribuirsi essenzialmente a una fioritura scarsa, che si è alternata alla forte carica della precedente stagione. Questa situazione inoltre è in linea con l’andamento nazionale (-3,6%) che ha portato la produzione complessiva a 2,1 milioni di tonnellate per l’Italia rappresentando il 20% della produzione dell’Unione Europea. Sotto l’aspetto qualitativo la produzione è stata complessivamente buona sia per quel che riguarda la pezzatura dei frutti che la loro colorazione, favorita dall’andamento climatico e dalla quasi assenza di danni rilevanti imputabili a malattie e fitofagi. La campagna commerciale 2006/2007 è stata caratterizzata da prezzi superiori rispetto alla precedente campagna, favoriti dalla ridotta produzione europea e dalla minore disponibilità di prodotto d’oltreoceano. Infatti l’annata commerciale 2005/2006 aveva riportato quotazioni insoddisfacenti dovute al lento smaltimento delle giacenze di prodotto. L’andamento particolarmente positivo, soprattutto dei primi mesi (agosto-ottobre 2006), è proseguito sino alla fine dell’anno anche se con differenze più contenute, mantenendosi comunque su valori medi mensili superiori a 0,34 euro/kg. Complessivamente l’incremento medio annuo delle quotazioni sul mercato di Verona si è attestato oltre il 2% rispetto al 2005 e in linea con quello registrato nel 2004 (fig. 4.9). Le giacenze al 1° gennaio 2007 sono state di poco superiori al milione di tonnellate facendo registrare un -6% rispetto all’anno precedente. Un dato che, unitamente all’andamento favorevole del mercato nei primi mesi di quest’anno, induce a prevedere un rapido smaltimento delle scorte. 63 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 64 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Nel complesso la produzione lorda ai prezzi di mercato del comparto si è attestata su circa 68 milioni di euro (tab. 4.6). Tab. 4.6 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 - MELO Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi in produzione 2006 2006/2005 Var. annua % di base (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 54 1.140 -6,8 22,7 337 Padova 819 26.385 -1,0 -6,5 7.801 Rovigo 915 29.025 1,9 -1,6 8.581 Treviso 156 5.246 3,7 3,7 1.551 Venezia 255 6.600 58,3 -1,2 1.951 Verona 4.736 158.980 -7,0 -2,6 47.002 Vicenza 154 5.140 -5,4 4,1 1.520 Veneto 7.089 232.516 -3,9 -2,7 68.743 Nota: il valore ai prezzi di base non è confrontabile con i prezzi di mercato riportati nella fig. 4.9. Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT (2007j). 14 40 12 35 30 10 25 8 20 6 15 4 10 2 5 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie 64 Rese Rese (t/ha) Superficie in produzione (.000 ha) Fig. 4.8 - Andamento delle superfici e delle rese del melo nel Veneto nel periodo 1990-2006 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 65 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Fig. 4.9 - Andamento dei prezzi all'origine delle mele (media mensile - borsa merci Verona) 0,48 0,46 0,44 euro per kg 0,42 0,40 0,38 0,36 0,34 0,32 0,30 Gen Feb Mar Apr Mag Giu 2006 Lug Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 2005 Var. (%) Quotazione media annua (euro/kg) 0,37 0,36 2,4 Nota: i prezzi indicati nel grafico non sono comparabili con i prezzi utilizzati nella valorizzazione delle produzioni nella tabella precedente. Fonte: banca dati Datima (ISMEA). Continua il ridimensionamento delle superfici coltivate a pero nel Veneto; nel 2006 si è registrato, infatti, un decremento di oltre il 3% rispetto al 2005. Sembra quindi non arrestarsi la riduzione delle superfici (-1.200 ha) che prosegue dal 1996 portando l’investimento nel 2006 a 4.100 ettari (fig. 4.10). Tale riduzione è avvenuta quasi esclusivamente nella provincia di Venezia, registrando un calo del 22%, mentre le due aree maggiormente vocate a tale coltura, Rovigo e Verona, hanno segnato un leggero incremento delle superfici rispetto al 2005. La produzione complessiva regionale non ha raggiunto gli ottimi livelli del 2005 attestandosi sotto le 100.000 tonnellate con un decremento di oltre il 7%. Il calo produttivo è da attribuirsi non solo alla riduzione delle superfici, ma anche a una minore resa produttiva (-4%) che si è attestata sulle 23,2 t/ha, con decrementi particolarmente significativi nelle province di Venezia e Treviso (tab. 4.7). Tale andamento non trova riscontro a livello nazionale dove la produzione ha registrato solo una leggera flessione (-2%) rispetto al 2005 attestandosi sulle 907.000 tonnellate. 65 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 66 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI La nuova campagna commerciale è iniziata con una quotazione media di 0,68 euro/kg, ben superiore a quella dell’analogo periodo del 2005 (+48%). A fine anno le quotazioni si sono poi allineate ai valori positivi registrati l’anno precedente con un aumento medio di circa il 15% rispetto al 2005 (fig. 4.11) e quotazioni medie mensili sul mercato di Verona comprese tra 0,76 e 0,80 euro/kg. Il valore della produzione ai prezzi di base si è attestato sui 48,7 milioni di euro (tab. 4.7). Tab. 4.7 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 - PERO Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi in produzione 2006 2006/2005 Var. annua % di base (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 5 72 25,0 37 Padova 453 9.329 -4,5 -4,3 4.779 Rovigo 1.548 35.615 -2,4 -2,7 18.243 Treviso 70 1.390 -19,1 2,3 412 Venezia 637 14.450 -21,6 -3,2 7.402 Verona 1.342 33.144 -5,2 -1,2 16.977 Vicenza 53 1.226 -9,4 15,4 628 Veneto 4.108 95.226 -7,4 -2,3 48.778 Nota: il valore ai prezzi di base non è confrontabile con i prezzi di mercato riportati nella fig. 4.11. Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT (2007j). 7 30 6 25 5 20 4 15 3 10 2 5 1 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie 66 Rese Resa (t/ha) Superficie in produzione (.000 ha) Fig. 4.10 - Andamento delle superfici e delle rese del pero nel Veneto nel periodo 1990-2006 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 67 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Fig. 4.11 - Andamento dei prezzi all'origine delle pere da tavola (media mensile - borsa merci Verona) 0,85 0,80 0,75 euro per kg 0,70 0,65 0,60 0,55 0,50 0,45 0,40 0,35 Gen Feb Mar Apr Mag Giu 2006 Lug Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 2005 Var. (%) Quotazione media annua (euro/kg) 0,73 0,64 14,8 Nota: i prezzi indicati nel grafico non sono comparabili con i prezzi utilizzati nella valorizzazione delle produzioni nella tabella precedente. Fonte: banca dati Datima (ISMEA). Il 2006 è stato caratterizzato da una sostanziale stabilità delle superfici coltivate a pesche e nettarine rimanendo sopra i 5.000 ettari complessivi (+0,2% rispetto al 2005). Sembra quindi rallentare la tendenza al disinvenstimento verificatosi nell’ultimo decennio (fig. 4.12) che ha visto l’espianto di oltre 2.200 ettari di frutteti (-30%) rispetto al 1996, anno di massima espansione di queste colture. Verona si conferma la provincia leader nella produzione di pesche e nettarine con oltre l’83% dell’intera superficie regionale (tab. 4.8). In diminuzione invece la produzione, scesa sino a 87.600 tonnellate (-6,7% rispetto al 2005) e le rese, diminuite di circa il 6,8% (fig. 4.12). Tali valori sono comunque superiori a quelli nazionali che evidenziano una riduzione delle produzioni di circa l’1,7% attribuibile soprattutto alla scarsa produzione delle regioni meridionali, in particolare Basilicata e Campania. Il 2006 è stato decisamente positivo sotto l’aspetto commerciale, riscattando così le due annate precedenti. La campagna commerciale si è avviata a giu- 67 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 68 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI gno con valori medi mensili di 1,08 euro/kg sulla piazza di Verona. Tale risultato è stato determinato dalla minore offerta disponibile e dall’aumento della domanda sia interna che estera. All’inizio del mese di agosto il peggioramento delle condizioni climatiche, con abbassamenti termici piuttosto consistenti, ha rallentato la richiesta di pesche e nettarine. Le quotazioni sono scese, pur mantenendosi oltre 0,50 euro/kg. Il valore medio annuale registrato sul mercato di Verona è stato pari a 0,69 euro/kg, valore quasi doppio rispetto al 2005 e inferiore solo del 9% al 2003 (fig. 4.13). Tab. 4.8 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 PESCO e NETTARINE Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi in produzione 2006 2006/2005 Var. annua % di base (stima) (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 0 0 0 0 Padova 290 5.870 -5,6 -3,4 2.172 Rovigo 264 6.146 8,0 -1,0 2.274 Treviso 169 2.412 -10,6 -1,8 892 Venezia 125 1.804 -16,2 -1,2 667 Verona 4.164 70.217 -7,4 -4,4 25.977 Vicenza 49 1.145 -10,2 17,3 424 Veneto 5.061 87.594 -6,7 -4,0 32.405 Nota: il valore ai prezzi di base non è confrontabile con i prezzi di mercato riportati nella fig. 4.13. Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT (2007j). La superficie regionale coltivata a ciliegio è di circa 2.800 ettari. Tale valore è ormai stabile già da alcuni anni così come la ripartizione della superficie tra le province venete che vede sempre Verona in testa, con oltre due terzi della superficie regionale, seguita da Vicenza con il 25% del totale. Sotto l’aspetto produttivo il 2006 ha fatto registrare un incremento del 6,8% rispetto al 2005 portando la produzione raccolta a oltre 20.000 tonnellate. Al buon andamento produttivo non è corrisposta una altrettanto soddisfacente campagna commerciale. Le quotazioni si sono mantenute su livelli inferiori rispetto a quelli registrati nel 2005, con un valore di inizio campagna pari a 1,65 euro/kg sul mercato di Verona, per poi scendere a fine giugno a 1,3 euro/kg, portando il dato medio mensile a 1,52 euro/kg (-7,8% rispetto al medesimo periodo del 2005). In luglio le quotazioni si sono riprese toccando i 68 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 69 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Fig. 4.12 - Andamento delle superfici e delle rese di pesco e nettarine nel Veneto nel periodo 1990-2006 10 25 Superficie in produzione (.000 ha) 9 8 20 6 15 5 4 10 Resa (t/ha) 7 3 2 5 1 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie Rese Fig. 4.13 - Andamento dei prezzi all'origine delle pesche e nettarine (media mensile - borsa merci Verona) 1,2 1,1 1 euro per kg 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 Gen Feb Mar Apr Mag Giu 2006 Lug Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 2005 Var. (%) Quotazione media annua (euro/kg) 0,69 0,35 100,0 Nota: i prezzi indicati nel grafico non sono comparabili con i prezzi utilizzati nella valorizzazione delle produzioni nella tabella precedente. Fonte: banca dati Datima (ISMEA). 69 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 70 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI massimi a metà mese con quotazioni attorno a 1,75 euro/kg portando il valore medio mensile a 1,58 euro/kg e chiudendo una delle peggiori stagioni commerciali per tale coltura. La coltivazione dell’albicocco sembra essersi stabilizzata intorno ai 600 ettari complessivi dopo la crescita degli anni scorsi. La superficie in produzione si attesta sui 540 ettari circa (-1,6% rispetto al 2005), localizzati per il 70% nella provincia di Verona (380 ha). La produzione regionale è diminuita fermandosi a 6.500 tonnellate (-8,5% rispetto al 2005) anche a causa di alcuni eventi grandinigeni. In Italia complessivamente la coltivazione di albicocco sta crescendo raggiungendo i 18.900 ettari. In generale l’Italia si conferma il quarto produttore mondiale di albicocche dopo Turchia, Iran e Pakistan, e primo per le albicocche da consumo fresco. La campagna commerciale ha registrato un andamento contrastante con un incremento medio di oltre il 6% rispetto al 2005, favorito anche dalla scarsa produzione delle regioni meridionali. In leggera flessione la superficie investita ad actinidia, scesa nel Veneto sotto i 2.900 ettari (-4% rispetto al 2005). Anche per questa coltura Verona è la provincia prevalente, con quasi 2.000 ettari pari al 69% della superficie regionale, seguita da Treviso (700 ha) e Rovigo (240 ha). Il 2006 è stato caratterizzato da produzione di buona qualità, che non ha però eguagliato gli esiti produttivi degli ultimi due anni, attestandosi sulle 61.000 tonnellate e registrando una flessione dell’8% rispetto al 2005, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale (+2%). L’Italia si conferma il maggior produttore mondiale dopo la Cina con circa 422.000 tonnellate di prodotto commercializzato. La nuova campagna commerciale è iniziata positivamente con quotazioni superiori a quelle di ottobre 2005 (+32%) ed è proseguita anche nell’ultimo periodo dell’anno, ma con incrementi più contenuti (+5%). Gli iniziali timori degli operatori per la collocazione dell’abbondante produzione nazionale sono stati fugati dal precoce esaurimento delle giacenze provenienti dalla Nuova Zelanda - diversamente da quanto si è verificato negli ultimi anni - oltre alla minore pressione esercitata dalla produzione greca, rientrata quest’anno su livelli normali e all’incremento della domanda estera, soprattutto statunitense, verificatasi a fine anno. Sostanzialmente stabile la superficie investita a olivo nel Veneto; nel complesso l’area in produzione si estende su 4.170 ettari (-1,7% rispetto al 2005). Dopo la positiva campagna olearia del 2005 si temeva un drastico calo produttivo a livello regionale. Invece, complice una fase di fioritura insperata a cui è seguita un’allegagione discreta, si è registrata una buona produzione di olive: 70 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 71 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI 8.900 tonnellate complessive pari ad un -12% rispetto al 2005, ma ad un +12% rispetto al 2004. La resa è stata di 2,1 t/ha. I prezzi sul mercato di Verona per i prodotti DOP/IGP sono rimasti stabili sui valori del 2005: intorno ai 13,5 euro/kg fino a febbraio per poi subire un calo di circa il 7% (12,58 euro/kg) nel resto dell’anno. La media annua di 12,73 euro/kg rappresenta il valore più basso degli ultimi tre anni. La tendenza al ribasso dei listini per i prodotti DOP/IGP è proseguita anche nei primi mesi del 2007. Scheda 6 - La nuova OCM per l’ortofrutta La nuova Organizzazione Comune di Mercato (OCM) per l’ortofrutta che è stata recentemente varata dal Consiglio dei Ministri europei entrerà in vigore a partire dal prossimo 1° gennaio 2008. Essa si pone come obiettivi un sempre maggiore orientamento al mercato, la concentrazione dell’offerta per migliorare la competitività delle imprese, l’aumento dei consumi di ortofrutta, la riduzione della fluttuazione dei redditi dei produttori, la conservazione e la tutela dell’ambiente e la semplificazione e riduzione degli oneri amministrativi. Il nuovo regolamento introduce alcune interessanti novità per il comparto ortofrutticolo. Viene introdotto il disaccoppiamento totale degli aiuti a partire dal 2013: nel frattempo vi sarà un periodo transitorio di adattamento parziale, differente a seconda del prodotto (fresco o trasformato), i cui criteri di applicazione potranno essere decisi dai singoli Stati membri, con l’intento di evitare distorsioni del mercato e della concorrenza. Viene modificata la gestione delle crisi di mercato che sarà affidata alle Organizzazioni di Produttori (OP) e finanziata per il 50% con fondi comunitari. Inizialmente gli interventi di supporto saranno aperti anche ai produttori non associati alle OP attraverso la concessione di ulteriori finanziamenti da parte del singolo Stato membro. L’aspetto più importante è la confermata centralità delle OP nell’OCM, che potranno disporre di una maggiore dotazione finanziaria. Il tetto massimo di finanziamento dei Programmi Operativi (PO) delle OP è stato confermato al 4,1% del valore della produzione commercializzata (Vpc) da ciascuna OP, ma potrà essere innalzato al 4,6% solo per la gestione delle crisi. Il cofinanziamento comunitario sarà nella misura del 50% della spesa effettivamente sostenuta e nelle aree dove la produzione aggregata è inferiore al 20% del totale potrà essere aumentato fino al 60% per un numero maggiore di tipologie di intervento rispetto alla precedente OCM. 71 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 72 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Nel Veneto, l’OCM ortofrutta interessa 15 OP autorizzate a tutto il 2005, che associavano circa 3.780 produttori singoli (nel 2000 erano più di 5.000). Si registra un trend di crescita del numero di OP, che erano 8 nel 2000, 11 alla fine del 2004 (con 5 nuove OP e 2 a cui è stato revocato il riconoscimento) e soltanto nel 2005 ne sono state autorizzate altre 4. Se da un lato tale andamento può essere visto come un miglioramento della capacità del comparto di aggregare l’offerta, dall’altro esiste la possibilità che questa proliferazione di OP si traduca in una maggior frammentazione, soprattutto quando le nuove OP siano costituite da operatori e cooperative che fuoriescono da altre OP già preesistenti. Tutto ciò rappresenta un elemento di indebolimento per il comparto ortofrutticolo, tanto maggiore se l’OP viene costituita prevalentemente per accedere ai contributi comunitari, aggregando solo virtualmente la produzione. Elaborando i dati forniti dalla Regione Veneto, nel 2000 il valore della produzione commercializzata dalle 8 OP autorizzate ammontava a circa 156 milioni di euro; nel 2005 tale importo è stato di circa 183 milioni di euro. Il dato assoluto è dunque in aumento, ma considerando il dato medio, si evidenzia che nel 2000 il Vpc da ogni OP era in media di 19,5 milioni di euro, valore che nel 2005 scende a 12,2 milioni di euro. Inoltre, mettendo in relazione il Vpc totale delle OP con il valore della produzione del comparto ortofrutticolo veneto, senza considerare le patate, si può notare che nel 2000 il Vpc organizzato costituiva circa il 22% del totale regionale, mentre nel 2005 esso rappresenta una quota di circa il 20%. Per quanto riguarda i canali di commercializzazione, il 50% del prodotto in termini di valore viene venduto all’ingrosso a commercianti e grossisti, a centrali d’acquisto o presso i mercati ortofrutticoli. Poco più del 22% viene ceduto direttamente a supermercati o catene della grande distribuzione organizzata: questo dato è in aumento del 3% nel 2005 rispetto al 2004. In notevole aumento anche la quota di prodotto venduta all’industria di trasformazione, che è quasi raddoppiata passando dal 5,1% del totale nel 2004 al 9,3% nel 2005, a scapito della vendita ad altre tipologie di acquirenti per il mercato del prodotto fresco. Dall’analisi dei Programmi Operativi (PO), strumento attraverso il quale le OP attuano quanto previsto dall’OCM di settore, emerge che la spesa totale rendicontata è passata da 10,7 milioni di euro nel 2000 a 13,9 milioni di euro nel 2005 (fonte AVEPA), con una variazione positiva del 3% rispetto al 2004 e del 30% rispetto al 2000. Nel corso degli anni sono cambiate anche le quote di spesa dedicate alle diverse misure di intervento: nel 2005 rispetto al 2004, ad esempio, sono aumentate le spese rivolte al miglioramento della produzione (misure tecniche, ser- 72 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 73 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI vizi, formazione, ricerca, produzioni biologiche) passate dal 33% al 43% del totale, mentre sono scese quelle legate alla valorizzazione della commercializzazione e del post-raccolta (immobilizzazioni, imballaggi, trasporti, pianificazione della produzione, ricerche di mercato, attività promozionali, gestione dei rifiuti) passate dal 44% al 38% e quelle legate ai controlli fitosanitari e al miglioramento della qualità (dal 20% al 16%). 4.6 Vite Negli ultimi anni la superficie regionale investita a vigneto si è ormai assestata intorno ai 71.000 ettari in produzione, mentre la superficie in fase di impianto copre un’area di circa 5.500 ettari. I due terzi della viticoltura veneta è localizzata nelle province Treviso (34,5%) e Verona (32%) (tab. 4.9). Tab. 4.9 - Superficie, quantità e valore della produzione per provincia nel 2006 UVA DA VINO Superficie Quantità raccolta Valore ai prezzi in produzione 2006 2006/2005 Var. annua % di base (ha) (t) (%) 04-06/94-96 (000 euro) Belluno 110 770 6,7 -1,1 154 Padova 6.574 76.400 6,1 -2,0 15.278 Rovigo 487 6.756 6,9 -7,1 1.351 Treviso 24.661 328.712 -2,9 1,6 65.733 Venezia 6.794 83.845 7,4 1,1 16.767 Verona 22.642 332.050 10,6 0,0 66.400 Vicenza 10.076 149.000 8,4 2,1 29.796 Veneto 71.344 977.533 4,8 0,6 195.478 Nota: il valore ai prezzi di base non è confrontabile con i prezzi di mercato riportati nella fig. 4.15-4.16. Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT (2007j). Ad eccezione della provincia di Treviso, dove si è osservato un calo del 2,9%, la vendemmia 2006 ha fatto registrare un generalizzato aumento produttivo, particolarmente marcato per la provincia di Verona (+10,6%) e Vicenza (+8,4%). Complessivamente la quantità di uva da vino raccolta è risultata di poco inferiore alle 980.000 tonnellate, con un incremento del 4,8% rispetto 73 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 74 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI all’anno precedente. Il comparto è stato contraddistinto da un valore della produzione ai prezzi di base pari a quasi 200 milioni di euro (tab. 4.9). In effetti i vigneti hanno beneficiato, soprattutto in prossimità della vendemmia, di condizioni climatiche favorevoli che hanno consentito l’ottimale completamento del ciclo produttivo e la raccolta di uve sane, con un elevato grado zuccherino e un buon contenuto in sostanze coloranti e aromatiche. La resa media è stata di 13,7 t/ha (fig. 4.14), con un aumento del 12% rispetto al 2005 e con risultati positivi anche dal punto di vista qualitativo, considerando che l’annata 2006 in Veneto è stata valutata buona/ottima da Assoenologi. La quantità di vino prodotta è risultata pari a 7,1 milioni di ettolitri segnando un incremento del 2,4% rispetto all’anno precedente. Il 52% del vino prodotto è costituito da vini bianchi, mentre per il 48% si è trattato di vini rossi e rosati; pur essendo ancora prevalenti, i vini bianchi continuano a perdere quote percentuali (-7,3%) a favore di rossi e rosati (+15,5%). Il 32% dell’offerta complessiva di vino è rappresentata da vini DOC-DOCG, il 60% da vini IGT e l’8% da vino da tavola. Fig. 4.14 - Andamento delle superfici e delle rese della vite nel Veneto nel periodo 1990-2006 18 100 14 75 12 10 50 8 Resa uva (t/ha) Superficie in produzione (.000) ha 16 6 25 4 2 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Superficie Rese I buoni risultati della vendemmia hanno probabilmente giovato anche al prezzo delle uve: dopo un inizio pesante con quotazioni non dissimili da quelle 74 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 75 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Fig. 4.15 - Andamento dei prezzi all'origine del vino rosso DOC-DOCG (media mensile - borsa merci Verona) 80,00 75,00 euro per 100 kg 70,00 65,00 60,00 55,00 50,00 45,00 40,00 Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug 2006 Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 63,15 Quotazione media annua (euro/100 kg) 2005 70,39 Var. (%) -10,3 Fig. 4.16 - Andamento dei prezzi all'origine del vino bianco DOC-DOCG (media mensile - borsa merci Verona) 80,00 75,00 euro per 100 kg 70,00 65,00 60,00 55,00 50,00 45,00 40,00 Gen Feb Mar Apr Mag Giu 2006 Lug Ago Set Ott Nov Dic 2005 2006 2005 Var. (%) Quotazione media annua (euro/100 kg) 74,86 74,84 0,03 Nota: i prezzi indicati nel grafico non sono comparabili con i prezzi utilizzati nella valorizzazione delle produzioni nella Contabilità territoriale. Fonte: banca dati Datima (ISMEA). 75 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 76 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI riscontrate nel 2005, si è verificato da settembre un significativo incremento delle quotazioni. Sulla borsa merci di Verona è stato rilevato per le uve DOC Bardolino e Valpolicella un recupero di circa il 20% rispetto ai prezzi dell’anno precedente, mentre a Treviso le uve DOC Prosecco e Cartizze hanno registrato aumenti rispettivamente del 30% e del 15%. Rialzi più contenuti nella piazza di Padova, dove le quotazioni delle uve DOC Colli Euganei sono risultate in crescita mediamente del 10%. L’andamento del prezzo dei vini è risultato generalmente costante durante il 2006, ma negli ultimi mesi dell’anno si è verificato un significativo incremento, confermato dai dati riferiti a inizio 2007. Esaminando l’andamento della borsa merci di Verona relativamente ai vini DOC (figg. 4.15-4.16), il divario rispetto all’annata precedente appare molto più accentuato per i vini rossi, che hanno subito mediamente un calo del 10,3% su base annua, mentre i vini bianchi hanno mostrato una variazione pressoché nulla delle quotazioni medie e una ripresa meno marcata a fine 2006. Questi andamenti sono peraltro confermati dai prezzi riferiti ai singoli vini: il Bardolino DOC ha subito nel corso del 2006 un calo medio del 16% rispetto all’anno precedente, per poi ottenere una crescita del 2% nei primi quattro mesi del 2007, mentre il Valpolicella DOC ha fatto registrare una contrazione media di circa il 10% nei prezzi del 2006 e un recupero del 14% durante il primo quadrimestre del 2007. Più stabile l’andamento dei bianchi, considerando che il prezzo del Prosecco DOC e del Soave DOC non ha subito sostanziali variazioni rispetto all’anno precedente. È continuata la crescita dell’export italiano di vino, soprattutto dal punto di vista quantitativo. Nel 2006 infatti le esportazioni sono aumentate del 16% in quantità e del 7% in valore rispetto al 2005, toccando i 3,2 miliardi di euro. La tipologia prevalentemente destinata all’estero è quella del ‘vino in bottiglia o in altri recipienti con capacità non superiore a 2 litri’, che rappresenta il 60% delle quantità e oltre l’80% del valore totale. Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Canada e Svizzera rappresentano, nell’ordine, i primi cinque mercati di esportazione in valore per questa tipologia. In calo la produzione regionale di vino novello, che nel 2006 è stata pari a 5,3 milioni di bottiglie (-5,6% rispetto al 2005). Il Veneto si conferma comunque regione leader del settore, detenendo il 34,5% dell’intera produzione nazionale, con un fatturato stimato intorno ai 21 milioni di euro. 76 OPUSCOLO CORRETTO.qxd 21-06-2007 15:34 Pagina 77 4. I RISULTATI ECONOMICO PRODUTTIVI DELLE PRINCIPALI PRODUZIONI VEGETALI Nel corso del 2006 sono stati erogati dalla Regione Veneto gli aiuti relativi alla sesta annualità del Piano di ristrutturazione e riconversione dei vigneti. A fronte di 699 domande ammesse al contributo, sono stati liquidati complessivamente circa 7,3 milioni euro che hanno interessato una superficie a vigneto pari a 1.061 ettari. 77