CINEFORUM F.I.C.
1° RASSEGNA 20° EDIZIONE 2013-2014
Proiezioni presso la Multisala Movie Planet
BELLINZAGO NOVARESE
Viale della libertà 231
Inizio delle proiezioni alle ore 21,00
Cari soci, care socie,
ringraziamo Voi ed i Registi, che con le loro opere ci consentono di continuare a fare cultura in una
società dove si stanno sostituendo la poesia, l'arte, la conoscenza, la fatica di apprendere e
sperimentare con la banalità fatta di piattume e volgarità, e ci apprestiamo a celebrare il nostro 20°
compleanno. Dopo aver scelto i primi 15 titoli, ve li presentiamo cercando come sempre un filo
rosso conduttore per caratterizzare il senso di questa rassegna: crediamo di poterlo trovare nei
concetti di dualità, specchio, dialogo, confronto, divergenza, assonanza, reciprocità, e vi
proponiamo quindi una lettura delle tematiche delle proiezioni organizzate per coppie.
Il primo tema lo chiameremo LA RISCOSSA. Le due opere sono: “La parte degli angeli” di Ken
Loach e “NO i giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larrain: i due registi, che abbiamo imparato ad
amare per le loro storie “sociali” narrate spesso con registri drammatici, affrontano ora il tema del
riscatto - il primo di un gruppo di giovani affidati agli assistenti sociali, l’altro di una società
oppressa dalla dittatura - attraverso la leggerezza della creatività, dell' ironia e della nonviolenza.
Loach ci fa sentire empaticamente complici di una piccola truffa ricca di colpi di scena.
Larrain, che ci aveva mostrato nel precedente film “Post Mortem “ il corpo di Allende, ci aiuta a
celebrare i 40 anni dal colpo di stato in Cile con la vittoria referendaria che ha cacciato Pinochet;
Il secondo tema potrebbe essere LA RICERCA DI SENSO e le due opere sono “Un giorno devi
andare” di Giorgio Diritti e “Viva la libertà” di Roberto Andò.
Nel primo la protagonista Augusta ricerca il senso della propria vita, affiancando prima l’esperienza
di chi dona la sua agli altri, ai più poveri nei villaggi lungo il Rio della Amazzoni, sperimentando
poi se stessa nelle Favelas metropolitane. Nel
secondo Andò ci propone la versione
cinematografica del suo romanzo “Il trono vuoto” e affida ad uno strepitoso Toni Servillo la doppia
parte di interprete del politico in crisi di identità e del suo gemello che lo sostituisce brillantemente:
un filosofo un po’ “pazzo” ma umanamente affascinante, capace di ridare senso all’impegno
politico con un agire ed un parlare che toccano il cuore delle persone (avremmo voluto proporvi
questo film prima delle elezioni nazionali, ma ahimè è ancora attualissimo).
Il terzo tema è quello della CALUNNIA, con due film che hanno al centro della storia la condanna
pubblica rivolta contro due brave persone. Il primo è “La città ideale” di Luigi Lo Cascio, che
scrive, dirige e interpreta il ruolo di un onesto cittadino: radicalmente ecologista, da soccorritore si
ritrova investito da un’accusa infamante che lo copre di fango e lo sporca, distruggendo lui e i suoi
ideali. Il secondo film è “Il sospetto” di Thomas Wintemberg: un insegnante mite e riservato lavora
in un asilo dove viene accusato di pedofilia dalla bugia di una bambina, un’accusa che gli scaglia
contro la cattiveria anche di chi precedentemente lo stimava. Due storie di giustizia che però nulla
hanno a che fare con i legittimi impedimenti e il presunto “accanimento” dei magistrati di casa
nostra.
La quarta accoppiata di film invece affronta il tema SESSUALITA' HANDICAP E
SENTIMENTI. Si tratta di “The session” di Ben Lewin, in cui Mark, paralizzato dalla
poliomelite, si affida ad una terapista specializzata e di “Un sapore di ruggine e ossa” di Jacques
Audiard, dove Stephanie, addestratrice di orche in un parco acquatico, perde l’uso delle gambe ma
incontra l’esuberanza fisica di Ali. Due storie dove la sessualità e le ragioni dei corpi faranno i conti
con le emozioni e i sentimenti.
Tra i due film inseriamo il magnifico “To be or not to be” di Ernst Lubitsch. Ve lo avevamo già
proposto in dvd 4 anni fa all’ENAIP di Oleggio, ma non ci lasciamo sfuggire l’uscita dello
splendido restauro in digitale di una delle più sarcastiche e divertenti critiche al nazismo. Non una
accoppiata quindi ma la proposta di rivederlo: a volte una sola visione non ci basta.
Il quinto tema è LA RELAZIONE CON L’INVECCHIARE, con il pluripremiato “Amour” di
Michael Haneke e “Tra cinque minuti in scena” di Laura Chiossone, entrambi dedicati all’amore e
alle relazioni d’aiuto tra e per gli anziani. Il primo è un drammatico capolavoro assoluto sulla
distruzione operata dalla malattia abbinata all'età avanzata, interpretato da Isabelle Huppert, Jean
Louis Trintignant e Emmanuelle Riva: rispettivamente figlia assente, padre e marito amorevole e
premuroso, madre e moglie malata e dignitosa. Il secondo è un divertente e coraggioso affresco che
mette in scena la vita vera specchiata con un racconto teatrale, per narrare insieme la cura da parte
della figlia per una madre non più autosufficiente.
Seguirà “La storia di Barbara” di Cristian Petzold, premiato con l’Orso d’oro a Berlino, che ci
riporta nel mondo prima della caduta del muro, quando (solo allora?) si spiavano le vite private
delle persone.
La sesta accoppiata di questa prima rassegna ce la offrono due registe donne che raccontano
SCAMBI DI VITE E IDENTITA’ con due storie ambientate in Palestina/Israele e in India: “Il
figlio dell’altra” di Lorraine Levi e “I figli della mezzanotte” di Deepha Metha. Il primo narra lo
scambio in ospedale di un neonato palestinese con uno israeliano ed il secondo, tratto dal romanzo
di Salman Rushdie del 1981, racconta la sostituzione del figlio di una famiglia benestante con uno
di una casta inferiore. Dedichiamo la prima storia alla giornata mondiale dei diritti umani, affidando
alle madri il compito di ricucire gli strappi che lacerano le società palestinese e israeliana. La
seconda vicenda è un’occasione per ricordare attraverso le vicissitudini dei bambini l’evolversi
vorticoso dei cambiamenti nella società indiana dal 1917 al ‘77.
Affidiamo la giornata della memoria di quest’anno al film “In darkness” di Agnieszka Holland,
autrice polacca che racconta la storia di una sopravvivenza lunga 14 mesi nelle fogne della città.
Concludiamo la prima rassegna con la settima accoppiata dedicata ai MIGRANTI. Vi mostriamo
però un solo film, perchè il precedente l’avete visto 20 anni fa proprio alla nostra prima proiezione
come Cineforum di Oleggio: allora si trattava di “LAMERICA” di Gianni Amelio. Quest’anno
vedremo insieme “La nave-Anja” di Roland Sejko, dedicato allo storico sbarco di migliaia di
Albanesi nel porto di Durazzo, tema ripreso anche dal regista Vicari, l’autore di DIAZ, nel suo
ultimo film “La nave dolce”.
Vi aspettiamo numerose e numerosi come sempre e vi auguriamo BUONA VISIONE.
Un grazie a Movie Planet che ha mantenuto per il nostro 20° compleanno il prezzo di ingresso
ancora a 4 euro.
PS Stiamo già considerando i titoli per la seconda rassegna, con attenzione alle tematiche delle
donne e collaborazioni con altre associazioni, come lo scorso anno. Alcuni titoli possibili sono:
Come pietra paziente, Violeta Parra, Viaggio sola, Tutto parla di te, Stoker, Nina, Salvo, Holy
Motors, Bellas Mariposas.
Paolo Rizzi
Ingresso soci 4,00 euro
Con tessera annuale FIC dal costo di 7,00 euro
Costo tessera socio sostenitore 10 euro
Ingressi con biglietto ai non soci 8,50 euro
Per informazioni telefonare a 340.5273720
www.cineforumoleggio.it
Movie Planet 0321 927419
www.movieplanetbellinzago.it
e mail [email protected]
Giovedì 19 settembre 2013
LA PARTE DEGLI ANGELI
di Ken Loach, Gran Bretagna, 2012, 106 min. Con Roger
Allam, John Henshaw, William Ruane, Daniel Portman.
Sceneggiatura:Paul Laverty, Musiche: Steve Price , Fotografia:
Robbie Ryan , Distr BIM.
IL FILM: Glasgow. Il giovane Robbie, già recidivo, evita il
carcere perché il giudice decide di puntare sulla sua capacità di
recupero visto che la sua altrettanto giovane compagna sta
aspettando un figlio. Viene così affidato a Rhino che è il
responsabile di un gruppo di persone sfuggite al carcere e
condannate a compiere lavori socialmente utili. Rhino scopre
che Robbie ha una particolare sensibilità gustativa per quanto
riguarda i vari tipi di whisky decide di introdurlo nell'ambiente. È
così che a Robbie e ad alcuni suoi compagni di rieducazione
viene l'idea di un “colpo”
LA RECENSIONE: La parte degli angeli è una commedia
dolce-amara molto divertente che confina col thriller ma senza mai contraddire i suoi principi
sociali. (...) Commedia in giallo in cui però le tipologie sono classiche da Loach così come gli
ambienti e la geografia dei luoghi disadorni in cui vivono. Non è la prima volta che il regista di Riff
Raff o II mio amico Eric, tanto per citare due commedie, sceglie di far sorridere profondamente con
le battute e non con le situazioni; qui l'operazione riesce alla grande per l'originalità del colpo
grosso e la felice scelta dei caratteri presi davvero dalla strada. Alla fine non spunta il sole, ma
forse un lavoro ci sarà e l'uomo di buona volontà sarà ricompensato: la parte degli angeli, a
proposito, è quel 2% di scotch contenuto in una botte che evapora ogni anno.» (Maurizio Porro –
Coriere della Sera)
Giovedì 26 settembre 2013
NO- I GIORNI DELL’ARCOBALENO
Di Pablo
Larrain. Con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia
Zegers, Luis Gnecco, Marcial Tagle. Néstor Cantillana,
Jaime Vadell, Pascal Montero, Diego Muñoz, Manuela
Oyarzún, Christopher Reeve, Augusto Pinochet, Jane
Fonda. Drammatico, durata 110 min. - Cile 2012. - Bolero
IL FILM:1988. Il dittatore cileno Augusto Pinochet è
costretto a cedere alle pressioni internazionali e a
sottoporre a referendum popolare il proprio incarico di
Presidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il
governo democraticamente eletto e guidato da Salvador
Allende). I cileni debbono decidere se affidargli o meno altri
8 anni di potere. Per la prima volta da anni anche i partiti di
opposizione hanno accesso quotidiano al mezzo televisivo
in
uno
spazio
della
durata
di
15
minuti.
LA RECENSIONE: Pablo Larrain, autore di Tony Manero e Post Mortem, affronta in
modo diretto una delle svolte nodali della storia cilena recente. L'aggettivo è quanto mai
appropriato perché la scelta radicale di utilizzare una telecamera dell'epoca offre al film
una dimensione del tutto insolita. Il passaggio dal materiale di repertorio alla ricostruzione
cinematografica diviene così inavvertibile. Il pubblico in sala si trova nella situazione di chi
sta compiendo una full immersion nel passato.
Tutto ciò all'interno di una ricostruzione che mostra, attraverso il personaggio di Saavedra,
come la repressione fosse stata forte e come il regime fosse convinto che fosse sufficiente
accusare qualsiasi avversario di 'comunismo' per poter vincere. Non manca però anche di
sottolineare come tra i sostenitori del NO non fossero pochi quelli che non avevano
compreso quanto fosse indispensabile impostare una campagna di comunicazione che
andasse oltre la riproposizione delle pur gravissime colpe del dittatore per approdare a
una proposta che parlasse di vita, di gioia, di speranza nel futuro e non di morte.
.Giovedì 3 ottobre 2013
UN GIORNO DEVI ANDARE
di Giorgio Diritti – Italia, 2013, 110 min.
con Jasmine Trinca, Anne Alvaro, Sonia Gessner, Pia
Engleberth, Musiche: Daniele Furlati, Marco Biscarini ,
Fotografia: Roberto Cimatti, Montaggio: Esmeralda
Calabria, distr. BIM
IL FILM: Dolorose vicende familiari spingono Augusta a
mettere in discussione le certezze su cui aveva costruito la
sua esistenza. Su una piccola barca e nell’immensità della
natura amazzonica inizia un viaggio accompagnando suor
Franca, un'amica della madre. Augusta decide poi di
proseguire il suo percorso lasciando la comunità italiana
per andare a Manaus, dove vive in una favela. Qui,
nell’incontro con la gente semplice del luogo, torna a
percepire la forza atavica dell’istinto di vita. Augusta
affronta l’avventura della ricerca di se stessa, incarnando la questione universale del
senso dell’esistenza umana. LA RECENSIONE: «L’itinerario: una barca, le palafitte, la
spiaggia… E due costanti: l’acqua, che avvolge, che stordisce, che obnubila, che dà la
vita, che porta via le lurdure… e il dolore e, dalla quale, è generata la vita. L’Itinerario non
può che partire dal grembo vitale e fecondo della madre Terra, con le sue immense arterie
fluviali ad irrorare miserie e nobiltà del genere umano. In questo tragitto ci prende per
mano una metafisica Jasmine Trinca , attonita, in fuga ma, forse proprio per questo,
ancora in cammino. Un cammino tra la vita e la morte, tra comunione e solitudine.
Giovedì 10 ottobre 2013
VIVA LA LIBERTÁ
di Roberto Andò – Italia, 2013,
96 min. con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria
Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto
Sceneggiatura:Angelo Pasquini,Roberto Andò, Fotografia:
Maurizio Calvesi, Montaggio: Clelio Benevento distr. O1
IL FILM: Il segretario del principale partito d'opposizione,
Enrico Oliveri, è in crisi. I sondaggi per l'imminente
competizione elettorale lo danno perdente. Una notte
Oliveri si dilegua senza lasciare tracce. La moglie Anna
evoca il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un
filosofo geniale, segnato dalla depressione bipolare.
Andrea, il portaborse decide di incontrarlo e ne resta
talmente affascinato da iniziare a vagheggiare un progetto
che ha la trama di un pericoloso azzardo. Così il segretario
riappare sulla scena: inizia a parlare una lingua diversa,
poetica e lucida, che colpisce, sorprende. LA RECENSIONE: Roberto Andò con un film
sorprendente e intrigante, porta sullo schermo il suo romanzo premiato l'anno scorso col
Campiello Opera Prima. Il libro, pubblicato da Bompiani, si chiama Il trono vuoto; il film è
Cinema Politico Italiano perché parla di partiti e campagne elettorali, di lotte interne e di
potere, di sondaggi e di comizi. Ma va subito aggiunto che Viva la libertà è lontanissimo
dall'immagine codificata che possiamo avere del genere: sceglie una strada più leggera e
«laterale», in certi momenti quasi favolistica. Superba la prova di Servillo che, quando ben
diretto come qui, sa dare tutto al personaggio (qui addirittura due) ed evitare certi scivoloni
mattatoriali. Ma sono davvero ammirevoli anche Mastandrea , Gianrico Tedeschi ,
Massimo De Francovich e le donne tutte . Certo, alla fine ci sarebbe da interrogarsi sulle
ragioni di questa lettura «favolistica» della politica, sul peso specifico di Brecht (il trionfale
comizio elettorale di chiusura di Giovanni è la recita della sua bellissima e attualissima
poesia A chi esita). (Paolo Mereghetti – Corriere della Sera)
Giovedì 17 ottobre 2013
LA CITTA’ IDEALE
di Luigi Lo cascio
Con Luigi Lo Cascio, Catrinel Marlon, Luigi Maria
Burruano, Massimo Foschi, Alfonso Santagata.
Aida Burruano, Roberto Herlitzka, Manuel Zicarelli
Drammatico, durata 105 min. - Italia 2012. - Cinecittà Luce
IL FILM: Michele Grassadonia è un ecologista sensibile e
integralista. Architetto palermitano, ha lasciato la Sicilia per
la Toscana, dove abita quella che lui considera la città
ideale, Siena. Inviso ai colleghi, vive solo in un
appartamento spartano, dove sperimenta energie
alternative. Una sera di pioggia tampona un'ombra e
finisce contro un'automobile parcheggiata. Qualche
chilometro dopo rinviene il corpo di un uomo riverso
sull'asfalto. Chiamati i soccorsi, viene interrogato dalla
polizia stradale sull'accaduto. La macchina ammaccata e
alcune sfortunate circostanze, convincono gli agenti della colpevolezza del Grassadonia,
che da soccorritore diventa indagato. È l'inizio di un'avventura paradossale e di una
ricerca angosciata della verità. LA RECENSIONE: Si respira l'aria di impegno civile del
cinema di Francesco Rosi e l'indignazione e la tensione morale di Leonardo
Sciascia nell'opera prima di Luigi Lo Cascio, attore autore che, alla maniera del
personaggio che lo ha reso celebre (il Peppino Impastato di Marco Tullio Giordana), sogna
di cambiare il mondo e di renderlo meno ingiusto e più pulito. Per questa ragione scrive e
interpreta Michele Grassadonia, un uomo che crede nel valore dell'impegno civico e nella
solidarietà sociale.
Giovedì 24 ottobre 2013
IL SOSPETTO
di Thomas Vinterberg, Danimarca,
2012, 115 min. Con Mads Mikkelsen, Alexandra
Rapaport, Thomas
Bo
Larsen, Lars
Ranthe,
.
Sceneggiatura:Thomas
Vinterberg,Tobias
Lindholm
Fotografia:Charlotte Bruus Christensen, Montaggio:Anne
Østerud, Janus Billeskov Jansen, Musiche Nicolai
Egemund distr. BIM
IL FILM: Mads Mikkelsen è Lucas, un ex maestro
elementare costretto a ripartire da zero dopo un brutto
divorzio e la perdita del lavoro. Ma proprio quando sembra
che le cose stiano andando per il verso giusto, una
calunnia sconvolge la sua vita, scatenando un’ondata di
isteria collettiva nella piccola comunità in cui vive. Mentre
la bugia continua a diffondersi, Lucas è chiamato a
combattere una battaglia solitaria per difendere la sua vita
e la sua dignità... LA RECENSIONE: « Quattordici anni
dopo Festen, ecco il capolavoro di Thomas Vinterberg. Scritto e diretto con precisione
chirurgica, il film è astuto, ma non furbo: l'assunto è quello che da sempre accompagna le
convinzioni degli adulti ("i bambini non mentono mai"), lo sviluppo quello di un racconto
d'assedio. La grandezza è proprio quella di non ricorrere al trucco, al colpo basso di far
credere qualcosa che non è: Lucas è innocente, lo sa lui, lo capiamo noi. E l'empatia nei
confronti del personaggio è totale: in questo, Vinterberg compie un miracolo
cinematografico. Lucas perde il lavoro, la sua situazione si aggrava dopo che altri bambini,
gli stessi che prima del racconto di Klara lo adoravano aspettandolo nel cortile del
kindergarten, iniziano a convergere verso la stessa versione dei fatti, la calunnia si è fatta
cancro, Lucas è un mostro. Un pedofilo. Strepitoso.» (Valerio Sammarco Cinematografo.it)
Giovedì 31 ottobre 2013
THE SESSIONS
di Ben Lewin, Usa, 2012, 95 min. Con John Hawkes, Helen
Hunt, William H. Macy, Adam Arkin 20th Century Fox
IL FILM: Berkeley, California, anni '80. Il giornalista Mark
O'Brien è costretto a vivere in un polmone d'acciaio,
paralizzato dalla poliomielite. Quando il suo corpo inizia a
trasmettergli desideri sessuali sempre più espliciti, l'uomo
decide di ricorrere a una terapista specializzata, Cheryl
Cohen Greene. Nelle sei sessioni con la donna Mark
scoprirà la gioia del sesso e la scoperta del proprio corpo.
Ma quando anche i sentimenti entrano in gioco, oltre alla
mera questione fisica, la faccenda si complica per tutti.
LA RECENSIONE: Alla base di tutto c'è il documentario
Breathing Lessons: The Life and Work of Mark O'Brien di
Jessica Yu, che nel 1996 si aggiudicò addirittura l'Oscar. Ben
Lewin, regista anch'egli affetto da poliomielite, ha deciso di realizzarne un film. Regia
pulita e vicina ai caratteri, scrittura precisa sulla definizione delle psicologie e delle
situazioni. Un degno applauso va anche a Helen Hunt, bellezza non scontata che adopera
il suo corpo in maniera elegante e coraggiosa. Padrone assoluto della scena è però un
grande, ironico, perfetto John Hawkes, incredibilmente efficace nel comunicare soltanto
attraverso uno sguardo o l'intonazione della voce sforzata che O'Brien aveva. Siamo
davvero di fronte a uno dei più grandi interpreti della sua generazione, capace di cambiare
radicalmente di film in film e mantenere intatta la sua forza propositiva.
Giovedì 7 novembre 2013
TO BE OR NOT TO BE (Vogliamo vivere)
Di Ernst Lubitsch. Con Robert Stack, Carole Lombard, Jack
Benny, Felix Bressart, Henry Victor.
Sig Ruman, James Finlayson, Frank Reicher, Lionel Atwill
Titolo originale To Be or Not To Be.Commedia, b/n durata
99 min. Sceneggiatura: Edwin Justus Mayer, Musiche:
Werner R. Heymann , Fotografia:Rudolph Maté,
Montaggio:Dorothy Spencer distr Teodora.
IL FILM:Joseph Tura e sua moglie Maria sono gli attori di
punta di una compagnia teatrale polacca che vorrebbe
allestire una satira antinazista ma viene bloccata prima
dalla censura e poi dall'invasione e dall'occupazione della
Polonia da parte di Hitler stesso. Il tenente Sobinski,
spasimante di Maria, parte per arruolarsi nella resistenza
ma torna rocambolescamente a Varsavia con la notizia che
una pericolosa spia, di nome Siletsky, va fermata prima che sia troppo tardi. Saranno le
doti attoriali di Maria e di Joseph a compiere l'impresa, in un trionfo di travestimenti e
scambi di persona. LA RECENSIONE:Il capolavoro di Ernst Lubitsch torna in sala, in
edizione restaurata e rimasterizzata, a ricordarci cos'è un film perfetto, perché non c'è altra
descrizione possibile. Girato tra il 6 novembre e il 23 dicembre del 1941, in piena tragedia
nazista, come il contemporaneo "Il Grande Dittatore" di Chaplin, il film -accusato
erroneamente di leggerezza- combatte la sua guerra con le armi della finzione e della
comicità ma anche della più grande poesia tragica (il monologo di Shylok), rivelandosi,
specie a posteriori, di una complessità sofisticata e sorprendente, che non va mai a
discapito della suspence o della risata incontenibile. Il gioco di Lubitsch è sottile come
quello interno al film e, proprio come nella finzione, è gioco solo fino ad un certo punto,
poiché è di per sé intervento e invito all'intervento, considerato una questione vitale, come
dimostra la sostituzione della pièce "Gestapo" con la domanda shakespeariana: "To be or
not to be" .
Giovedì 14 novembre 2013
UN SAPORE DI RUGGINE ED OSSA
di
Jacques Audiard, Francia, 2012, 120 min. Con Marion
Cotillard, Matthias Schoenaerts, Bouli
Lanners, Céline
Sallette.
Sceneggiatura:Jacques
Audiard,Thomas
Bidegain ,
Musiche:Alexandre
Desplat,
Fotografia:
Stéphane Fontaine, Montaggio:Juliette Welflingm BIM
IL FILM: Tutto comincia al Nord. Ali si deve occupare di
Sam, 5 anni. È suo figlio ma lo conosce appena. Senza
casa, senza soldi e senza amici, Ali va a stare da sua
sorella ad Antibes. Lì all’improvviso va tutto meglio, sua
sorella li ospita nel suo garage, si occupa del bambino e
c’è sempre il sole. Dopo una rissa in un locale notturno, il
destino di Ali si incrocia con quello di Stéphanie.
L’accompagna a casa e le lascia il suo numero di telefono.
Lui è povero; lei è bella e molto sicura di sé. Sono l’una
l’opposto dell’altro. Stéphanie addestra orche in un parco acquatico. LA RECENSIONE:
«C’è qualcosa di veramente coinvolgente nella raccolta di racconti Ruggine e Ossa di
Craig Davidson: il quadro di un mondo vacillante, all’interno del quale dei percorsi
individuali, dei destini semplici, si trovano enfatizzati dal dramma e dagli eventi. Una
rappresentazione degli Stati Uniti come un universo razionale dove i corpi lottano per
procurarsi un loro spazio, per tentare di stravolgere il destino che gli è stato riservato. Fin
dall’inizio del nostro lavoro di adattamento, ci siamo indirizzati verso una forma
cinematografica che, in mancanza di una definizione migliore, chiamiamo “espressionista”,
nella quale la forza delle immagini si mette al servizio del melodramma.
Giovedì 21 novembre 2013
AMOUR di Michael Haneke, Austria, 2012, 127 min.
Con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle
Riva, Rita Blanco. Fotografia: Darius Khondji, Montaggio:
Monika Willi, Nadine Muse, Festival di Cannes – Palma
d’Oro ,distr.Teodora
IL FILM: Trionfatore indiscusso a Cannes, Michael Haneke ha
conquistato con Amour la sua seconda Palma d’Oro dopo
quella per Il nastro bianco. Il film racconta la storia di Georges
e Anne, due anziani professori di musica ormai in pensione.
Anche la loro figlia, Eva, è una musicista e vive all’estero con
la propria famiglia. Un giorno Anne è vittima di un incidente e
l’amore che unisce la coppia è messo a dura prova, fino alle
conseguenze più estreme. LA RECENSIONE: Non risparmia
niente Haneke allo spettatore, accomodato in sala
nell'incipit del film e risvegliato nel progredire dell'affezione
dalle "cose ovvie, altrimenti indiscusse". La vecchiaia è un massacro e la malattia si fa
beffa dell'ansia di durare con una precisione assoluta, terrificante, invisibile ma visibile nei
suoi effetti. Haneke procede e approfondisce la critica a una struttura sociale ipocrita, che
non ha il senso della realtà e del coraggio e persevera nel contemplare la “senescenza”
come tempo della pace e stagione dei ricordi sereni. Impietosa e severa, la violenza della
malattia è raddoppiata dalla geometrica prigione dei movimenti di macchina e da uno stile
di inarrivabile crudeltà. Unica concessione per Haneke è l'amore, l'amore del titolo,
consentito insieme alla disperazione, alla rabbia e alla ribellione. Questa volta non
c'è niente da nascondere e l'etica raggelante dell'autore austriaco prevede una via d'uscita
dopo aver scavato con le unghie nel dramma sostanziale dell'essere umano, dopo aver
centrato la corporeità dell'esperienza della vita. A riempire nell'epilogo il vuoto di Anne e
Georges resta soltanto il pieno della Eva di Isabelle Huppert, ultima espressione nel film
dell'essere in vita.» (Marzia Gandolfi – MyMovies.it)
Giovedì 28 novembre 2013
TRA CINQUE MINUTI IN SCENA
di Laura
Chiossone. Con Gianna Coletti, Anna Coletti, Gianfelice
Imparato, Anna
Canzi, Elena
Russo
Arman. Urska
Bradaskja, Luca Di Prospero, Drammatico, durata 84 min. Italia 2012. –distr. Parthénos
IL FILM: Gianna si occupa della madre molto anziana e
non più autonoma. Gianna è un'attrice e sta provando uno
spettacolo che, sotto forma di commedia, mette in scena il
rapporto con una donna in là con gli anni. Non è facile per
lei conciliare le due cose così come non è facile per la
compagnia riuscire ad arrivare alla prima perché i
finanziamenti assumono un'entità di giorno in giorno più
precaria. LA RECENSIONE: Laura Chiossone grazie ad un
ottimo cast e alla straordinaria prova della novantatreenne
Anna Coletti riesce a mostrare senza retorica il passo dopo
passo di un'assistenza quotidiana che richiede amore, fatica e sopportazione, tutti
distribuiti in eguale misura. A un certo punto della vita, come in un mito greco, le posizioni
si invertono. I figli divengono genitori dei propri genitori i quali retrocedono a uno stadio di
infanzia necessitata dall'inabilità. Ed è lì che si misura il grado di umanità di ognuno. Il
teatro, di cui la regista conosce bene anche la dimensione del dietro le quinte, dovrebbe
essere in grado di rileggere quella realtà mutandola in spettacolo. È quanto il piccolo
gruppo di attori tenta di fare in un contesto sociale come quello dell'Italia d'oggi in cui le
sale chiudono e le compagnie si sciolgono. Ma è proprio la vita, quella che sta 'fuori', che
reclama di essere messa in scena con i suoi amori che faticano a trovare le parole per
esprimersi o con i sogni di un passato che non può ritornare.
Giovedì 5 dicembre 2013
LA SCELTA DI BARBARA di Christian Petzold
Con Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Jasna Fritzi Bauer, Mark
Waschke, Rainer Bock. Rosa Enskat, Peter
Benedict, Peter Weiss, Christina Hecke, Claudia
Geisler, Deniz Petzold, Carolin Haupt, Peer-Uwe,
Teska, Elisabeth Lehmann, Thomas Neumann, Anette
Daugardt, Thomas Bading, Susanne Bormann durata 105
min. - Germania 2012. – Bim, Musiche: Stefan Will,
Fotografia:,Hans Fromm, Montaggio:Bettina Böhler
IL FILM: Estate 1980. A causa di una richiesta di visto di
uscita dalla Germania Est Barbara, una dottoressa, viene
trasferita da Berlino in un ospedale di campagna. Il suo
fidanzato Jörg, che vive all'Ovest sta pianificando la sua
fuga. Barbara svolge con scrupolo il suo lavoro di chirurgo
pediatra ma si tiene a distanza dai colleghi che pensa di
dover frequentare ancora per poco tempo. Il primario Andre è però interessato a lei e non
solo professionalmente. Man mano che il giorno della fuga si avvicina la situazione per
Barbara, tenuta sotto stretto controllo dalla Stasi si complica. LA RECENSIONE: …non
un retorico film di proclami, ma una storia che indaga nella vita di una donna per scoprire il
peso morale e materiale di un regime che analizza anche affetti, lavoro, sentimenti.
..Altrettanto prosciugato ed ellittico è lo stile di racconto di Christian Petzold che, senza
calcare la mano, sceglie di suggerire l’orrore della dittatura attraverso i suoi riflessi nella
vita quotidiana, restando incollato all'eroina - un’interiorizzata Nina Hoss premiata con
l’Orso d’argento - sia durante gli snervati vagabondaggi campestri, sia quando il viso
immoto ne tradisce i segreti turbamenti -di .Alessandra Kezic
Giovedì 12 dicembre 2013
IL FIGLIO DELL’ALTRA
diritti umani
di Lorraine Levy – Francia, 2012, 105 min.
con Emmanuelle Devos, Pascal Elbé, Jules Sitruk, Mehdi
Dehbi, Sceneggiatura:Lorraine Levy,Nathalie Saugeon,
Musiche:Dhafer Youssef, Montaggio:Sylvie Gadmer , distr.
Teodora
IL FILM: Durante la visita per il servizio di leva nell’esercito
israeliano, Joseph scopre di non essere il figlio biologico
dei suoi genitori, poiché appena nato è stato scambiato per
errore con Yacine, palestinese dei territori occupati della
Cisgiordania. La rivelazione getta lo scompiglio tra le due
famiglie, costringendo ognuno a interrogarsi sulle rispettive
identità e convinzioni, nonché sul senso dell’ostilità che
continua a dividere i due popoli… LA RECENSIONE:
Lorraine Lévy, regista ebrea residente a Parigi, che ha
rielaborato con Noam Fitoussi e Nathalie Saugeon uno
spunto di cronaca per costruirne una storia esemplare della serie «cosa potrebbe
succedere se...». I due padri diventano i simboli di due comunità che hanno introiettato il
sospetto e il rancore reciproco (…) Le madri invece sono meno segnate dalle ragioni della
politica e cominciano a fare i conti con quelle del cuore e della carne. Allo stesso modo i
due ragazzi cominciano a fare i conti con un'idea di vita diversa da quella che hanno
sempre vissuto fino ad allora. Tutti questi temi - che il montaggio di Sylvie Gadmer mette
davanti allo spettatore in maniera il più diretta possibile, sfrondando ogni possibile
divagazione melodrammatica per cogliere l'essenzialità delle cose - prima si intrecciano
nella mente dello spettatore e poi pian piano prendono nuova forma e diversa importanza.
(Paolo Mereghetti – Corriere della Sera)
Giovedì 16 gennaio 2014
I FIGLI DELLA MEZZANOTTE
di Deepa Mehta.
Con Satya
Bhabha, Shahana
Goswami, Shabana
Azmi, Rajat
Kapoor, Seema
Biswas. Ronit
Roy,
Kulbhushan Kharbanda, Siddarth, Shriya Saran durata 146
min. - Canada, Gran Bretagna 2012. Musiche: Nitin
Sawhney, Fotografia:Giles Nuttgens, Montaggio:Colin
Monie, distr. Videa
IL FILM: Bombay, 1947. Allo scoccare della mezzanotte,
nell'anno in cui veniva dichiarata l'indipendenza dell'India
dall'Inghilterra, nasce Shiva, figlio di una coppia
benestante. Ma in ospedale un'infermiera decide di
scambiare il bambino con un altro neonato, Saleem,
anch'egli nato esattamente a mezzanotte, ma figlio di un
mendicante della casta più umile. L'infermiera è convinta di
compiere così un atto di giustizia sociale, in realtà darà solo
luogo ad una catena infinita di equivoci e tragedie. E il
destino dei "figli della mezzanotte" si dipanerà attraverso i decenni in parallelo con quello
dell'India, diventandone metafora. LA RECENSIONE: Il figli della mezzanotte è tratto
dall'omonimo best seller di Salman Rushdie e l'immagine simbolo del film, più volte
reiterata, è quella del fuoco d'artificio, poiché storia e Storia prendono la forma di una
continua esplosione, a volte gioiosa, più spesso drammatica. Deepa Mehta, che aveva
piacevolmente sorpreso pubblico e critica con la trilogia Fire, Earth e Water, si conferma
impavida nel portare sul grande schermo le problematiche legate alla sua terra d'origine.
La sensazione per lo spettatore è quella di trovarsi in mezzo ad un fiume in piena al quale
è più facile abbandonarsi che opporre resistenza.
Giovedì 23 gennaio 2014 GIORNO DELLA MEMORIA
IN DARKNESS
di Agnieszka Holland, Polonia, 2011,
145 min. Con Robert Wieckiewicz, Benno Fürmann, Maria
Schrader, Herbert Knaup. Musiche: Antoni KomasaLazarkiewicz,
Fotografia:Jolanta
Dylewska,
Montaggio:Michal
Czarnecki,
distr
Goods
Film.
IL FILM : In Darkness racconta la storia vera di Leopold
Socha, operaio del sistema fognario e ladruncolo a Lvov,
nella Polonia occupata dai Nazisti. Dopo essersi imbattuto
in un gruppo di ebrei nelle fogne della città, Socha accetta
di nasconderli per denaro. Quello che inizia come un mero
accordo “economico” prende, però, una piega inaspettata.
Tutti dovranno trovare un modo per scampare alla morte
nei 14 mesi vissuti in un continuo stato di allerta. LA
RECENSIONE:
Polonia, Lvov nel 1943, sotto
l’occupazione nazista: il debole opprime il più debole, il
povero ruba al meno povero. Non ci si può fidare di
nessuno . NOTE DI REGIA: ci sono una quantità di storie nuove sull’Olocausto attraverso
libri e film. Viene da chiedersi se non sia stato detto tutto sull’argomento. Eppure, secondo
me, il mistero principale non è stato ancora rivelato e nemmeno analizzato
completamente. (Agnieszka Holland)
Giovedì 30 gennaio 2014
LA NAVE - ANIJA di Roland Sejko. Con Ivo Calebotta,
Eneida del Prete, Eva Karafili, Avni Delvina, Ardian Elezi.
Bashkim Leba, Halim Milaqi, Majlinda Osmani, Elvira
Pagria, Agron Shehaj. Documentario,durata 80 min. Italia 2012. - Cinecittà Luce
IL FILM: Il mare, la notte e il carico di zucchero sotto i
piedi. Poi i sorrisi, i segni di vittoria, gli sguardi colmi di
speranza. Migliaia di cittadini albanesi, nei primi Anni
Novanta, hanno voluto raggiungere l'Italia, allora il paese
del benessere, per tentare di fuggire per sempre da un
paese distrutto dalla dittatura comunista di Enver Hoxha.
Tra la partenza rocambolesca da Durazzo all'attracco finale
ai porti italiani, il loro viaggio si è distinto per un riverente e
ossequioso silenzio che ha riempito le ore di attesa prima
dell'arrivo a terra. Il grande esodo di quel burrascoso
periodo ha segnato una svolta nella storia dell'Albania e ha inaugurato un flusso umano,
fatto di sogni e disperazione, che ancora oggi segna l'Italia. LA RECENSIONE: Attraverso
la voce dei protagonisti di quei viaggi straordinari fatti sulle navi mercantili il documentario
racconta gli antefatti socio-politici che hanno deviato il naturale corso della vita di quei
giovani albanesi: l'assenza totale di libertà d'espressione, la disparità di genere, le accuse
infondate di tradimento politico o la costrittiva devozione ad Hoxha, personaggio di spicco
della politica del paese per oltre quarant'anni. Un popolo giovane ma senza più desideri,
destinato a subire e a reprimere la propria libertà di scelta . Anija - La nave si focalizza sui
volti e sulle parole degli intervistati che hanno vissuto in prima persona quella esperienza
così rivoluzionaria. Spezzoni di telegiornale, fotografie e video di repertorio rendono
ancora più tangibile la commistione di profonda tragedia umana e, allo stesso tempo,
travolgente attaccamento alla vita, che è stato - e continua ad essere - la grande
emigrazione albanese. Oltre a riportare l'attenzione su un fatto accaduto vent'anni fa,
ormai un po' dimenticato ad eccezione del prezioso docu-film La nave dolce di Daniele
Vicari .
CINEFORUM F.I.C.
1° RASSEGNA 20 EDIZIONE 2012-2013
Giovedì 19 settembre 2013 LA PARTE DEGLI ANGELI di Ken Loach
Giovedì 26 settembre 2013 NO I GIORNI DELL’ARCOBALENO di Pablo Larrain
Giovedì 3 ottobre 2013
UN GIORNO DEVI ANDARE di Giorgio Diritti
Giovedì 10 ottobre 2013
VIVA LA LIBERTÁ
di Roberto Andò
Giovedì 17 ottobre 2013
LA CITTA IDEALE
di LuigiLo Cascio
Giovedì 24 ottobre 2013
IL SOSPETTO
di Thomas Vinterberg
Giovedì 31 ottobre 2013
THE SESSIONS
di Ben Lewin
Giovedì 7 novembre 2013 TO BE OR NOT TO BE
di Ernst Lubitsch
Giovedì 14 nov. 2013 UN SAPORE DI RUGGINE ED OSSA di J Audiard
Giovedì 21 novembre 2013
AMOUR
di Michael Haneke
Giovedì 28 novembre 2013 TRA 5 MINUTI IN SCENA di Laura Chiossone
Giovedì 5 dicembre 2013
LA SCELTA DI BARBARA di Christian Petzold
Giovedì 12 dicembre 2013
IL FIGLIO DELL’ALTRA diLorraineLevy
Anno 2014
Giovedì 16 gennaio 2014
Giovedì 23 gennaio 2014
Giovedì 30 gennaio 2014
I FIGLI DELLA MEZZANOTTE
IN DARKNESS
LA NAVE - ANIJA
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di Deepa Mehta
di Agnieszka
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20° edizione2013-14 1 rassegna - Il cineforum "Il posto delle fragole"