CINEFORUM F.I.C. 1° RASSEGNA 20° EDIZIONE 2013-2014 Proiezioni presso la Multisala Movie Planet BELLINZAGO NOVARESE Viale della libertà 231 Inizio delle proiezioni alle ore 21,00 Cari soci, care socie, ringraziamo Voi ed i Registi, che con le loro opere ci consentono di continuare a fare cultura in una società dove si stanno sostituendo la poesia, l'arte, la conoscenza, la fatica di apprendere e sperimentare con la banalità fatta di piattume e volgarità, e ci apprestiamo a celebrare il nostro 20° compleanno. Dopo aver scelto i primi 15 titoli, ve li presentiamo cercando come sempre un filo rosso conduttore per caratterizzare il senso di questa rassegna: crediamo di poterlo trovare nei concetti di dualità, specchio, dialogo, confronto, divergenza, assonanza, reciprocità, e vi proponiamo quindi una lettura delle tematiche delle proiezioni organizzate per coppie. Il primo tema lo chiameremo LA RISCOSSA. Le due opere sono: “La parte degli angeli” di Ken Loach e “NO i giorni dell’arcobaleno” di Pablo Larrain: i due registi, che abbiamo imparato ad amare per le loro storie “sociali” narrate spesso con registri drammatici, affrontano ora il tema del riscatto - il primo di un gruppo di giovani affidati agli assistenti sociali, l’altro di una società oppressa dalla dittatura - attraverso la leggerezza della creatività, dell' ironia e della nonviolenza. Loach ci fa sentire empaticamente complici di una piccola truffa ricca di colpi di scena. Larrain, che ci aveva mostrato nel precedente film “Post Mortem “ il corpo di Allende, ci aiuta a celebrare i 40 anni dal colpo di stato in Cile con la vittoria referendaria che ha cacciato Pinochet; Il secondo tema potrebbe essere LA RICERCA DI SENSO e le due opere sono “Un giorno devi andare” di Giorgio Diritti e “Viva la libertà” di Roberto Andò. Nel primo la protagonista Augusta ricerca il senso della propria vita, affiancando prima l’esperienza di chi dona la sua agli altri, ai più poveri nei villaggi lungo il Rio della Amazzoni, sperimentando poi se stessa nelle Favelas metropolitane. Nel secondo Andò ci propone la versione cinematografica del suo romanzo “Il trono vuoto” e affida ad uno strepitoso Toni Servillo la doppia parte di interprete del politico in crisi di identità e del suo gemello che lo sostituisce brillantemente: un filosofo un po’ “pazzo” ma umanamente affascinante, capace di ridare senso all’impegno politico con un agire ed un parlare che toccano il cuore delle persone (avremmo voluto proporvi questo film prima delle elezioni nazionali, ma ahimè è ancora attualissimo). Il terzo tema è quello della CALUNNIA, con due film che hanno al centro della storia la condanna pubblica rivolta contro due brave persone. Il primo è “La città ideale” di Luigi Lo Cascio, che scrive, dirige e interpreta il ruolo di un onesto cittadino: radicalmente ecologista, da soccorritore si ritrova investito da un’accusa infamante che lo copre di fango e lo sporca, distruggendo lui e i suoi ideali. Il secondo film è “Il sospetto” di Thomas Wintemberg: un insegnante mite e riservato lavora in un asilo dove viene accusato di pedofilia dalla bugia di una bambina, un’accusa che gli scaglia contro la cattiveria anche di chi precedentemente lo stimava. Due storie di giustizia che però nulla hanno a che fare con i legittimi impedimenti e il presunto “accanimento” dei magistrati di casa nostra. La quarta accoppiata di film invece affronta il tema SESSUALITA' HANDICAP E SENTIMENTI. Si tratta di “The session” di Ben Lewin, in cui Mark, paralizzato dalla poliomelite, si affida ad una terapista specializzata e di “Un sapore di ruggine e ossa” di Jacques Audiard, dove Stephanie, addestratrice di orche in un parco acquatico, perde l’uso delle gambe ma incontra l’esuberanza fisica di Ali. Due storie dove la sessualità e le ragioni dei corpi faranno i conti con le emozioni e i sentimenti. Tra i due film inseriamo il magnifico “To be or not to be” di Ernst Lubitsch. Ve lo avevamo già proposto in dvd 4 anni fa all’ENAIP di Oleggio, ma non ci lasciamo sfuggire l’uscita dello splendido restauro in digitale di una delle più sarcastiche e divertenti critiche al nazismo. Non una accoppiata quindi ma la proposta di rivederlo: a volte una sola visione non ci basta. Il quinto tema è LA RELAZIONE CON L’INVECCHIARE, con il pluripremiato “Amour” di Michael Haneke e “Tra cinque minuti in scena” di Laura Chiossone, entrambi dedicati all’amore e alle relazioni d’aiuto tra e per gli anziani. Il primo è un drammatico capolavoro assoluto sulla distruzione operata dalla malattia abbinata all'età avanzata, interpretato da Isabelle Huppert, Jean Louis Trintignant e Emmanuelle Riva: rispettivamente figlia assente, padre e marito amorevole e premuroso, madre e moglie malata e dignitosa. Il secondo è un divertente e coraggioso affresco che mette in scena la vita vera specchiata con un racconto teatrale, per narrare insieme la cura da parte della figlia per una madre non più autosufficiente. Seguirà “La storia di Barbara” di Cristian Petzold, premiato con l’Orso d’oro a Berlino, che ci riporta nel mondo prima della caduta del muro, quando (solo allora?) si spiavano le vite private delle persone. La sesta accoppiata di questa prima rassegna ce la offrono due registe donne che raccontano SCAMBI DI VITE E IDENTITA’ con due storie ambientate in Palestina/Israele e in India: “Il figlio dell’altra” di Lorraine Levi e “I figli della mezzanotte” di Deepha Metha. Il primo narra lo scambio in ospedale di un neonato palestinese con uno israeliano ed il secondo, tratto dal romanzo di Salman Rushdie del 1981, racconta la sostituzione del figlio di una famiglia benestante con uno di una casta inferiore. Dedichiamo la prima storia alla giornata mondiale dei diritti umani, affidando alle madri il compito di ricucire gli strappi che lacerano le società palestinese e israeliana. La seconda vicenda è un’occasione per ricordare attraverso le vicissitudini dei bambini l’evolversi vorticoso dei cambiamenti nella società indiana dal 1917 al ‘77. Affidiamo la giornata della memoria di quest’anno al film “In darkness” di Agnieszka Holland, autrice polacca che racconta la storia di una sopravvivenza lunga 14 mesi nelle fogne della città. Concludiamo la prima rassegna con la settima accoppiata dedicata ai MIGRANTI. Vi mostriamo però un solo film, perchè il precedente l’avete visto 20 anni fa proprio alla nostra prima proiezione come Cineforum di Oleggio: allora si trattava di “LAMERICA” di Gianni Amelio. Quest’anno vedremo insieme “La nave-Anja” di Roland Sejko, dedicato allo storico sbarco di migliaia di Albanesi nel porto di Durazzo, tema ripreso anche dal regista Vicari, l’autore di DIAZ, nel suo ultimo film “La nave dolce”. Vi aspettiamo numerose e numerosi come sempre e vi auguriamo BUONA VISIONE. Un grazie a Movie Planet che ha mantenuto per il nostro 20° compleanno il prezzo di ingresso ancora a 4 euro. PS Stiamo già considerando i titoli per la seconda rassegna, con attenzione alle tematiche delle donne e collaborazioni con altre associazioni, come lo scorso anno. Alcuni titoli possibili sono: Come pietra paziente, Violeta Parra, Viaggio sola, Tutto parla di te, Stoker, Nina, Salvo, Holy Motors, Bellas Mariposas. Paolo Rizzi Ingresso soci 4,00 euro Con tessera annuale FIC dal costo di 7,00 euro Costo tessera socio sostenitore 10 euro Ingressi con biglietto ai non soci 8,50 euro Per informazioni telefonare a 340.5273720 www.cineforumoleggio.it Movie Planet 0321 927419 www.movieplanetbellinzago.it e mail [email protected] Giovedì 19 settembre 2013 LA PARTE DEGLI ANGELI di Ken Loach, Gran Bretagna, 2012, 106 min. Con Roger Allam, John Henshaw, William Ruane, Daniel Portman. Sceneggiatura:Paul Laverty, Musiche: Steve Price , Fotografia: Robbie Ryan , Distr BIM. IL FILM: Glasgow. Il giovane Robbie, già recidivo, evita il carcere perché il giudice decide di puntare sulla sua capacità di recupero visto che la sua altrettanto giovane compagna sta aspettando un figlio. Viene così affidato a Rhino che è il responsabile di un gruppo di persone sfuggite al carcere e condannate a compiere lavori socialmente utili. Rhino scopre che Robbie ha una particolare sensibilità gustativa per quanto riguarda i vari tipi di whisky decide di introdurlo nell'ambiente. È così che a Robbie e ad alcuni suoi compagni di rieducazione viene l'idea di un “colpo” LA RECENSIONE: La parte degli angeli è una commedia dolce-amara molto divertente che confina col thriller ma senza mai contraddire i suoi principi sociali. (...) Commedia in giallo in cui però le tipologie sono classiche da Loach così come gli ambienti e la geografia dei luoghi disadorni in cui vivono. Non è la prima volta che il regista di Riff Raff o II mio amico Eric, tanto per citare due commedie, sceglie di far sorridere profondamente con le battute e non con le situazioni; qui l'operazione riesce alla grande per l'originalità del colpo grosso e la felice scelta dei caratteri presi davvero dalla strada. Alla fine non spunta il sole, ma forse un lavoro ci sarà e l'uomo di buona volontà sarà ricompensato: la parte degli angeli, a proposito, è quel 2% di scotch contenuto in una botte che evapora ogni anno.» (Maurizio Porro – Coriere della Sera) Giovedì 26 settembre 2013 NO- I GIORNI DELL’ARCOBALENO Di Pablo Larrain. Con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers, Luis Gnecco, Marcial Tagle. Néstor Cantillana, Jaime Vadell, Pascal Montero, Diego Muñoz, Manuela Oyarzún, Christopher Reeve, Augusto Pinochet, Jane Fonda. Drammatico, durata 110 min. - Cile 2012. - Bolero IL FILM:1988. Il dittatore cileno Augusto Pinochet è costretto a cedere alle pressioni internazionali e a sottoporre a referendum popolare il proprio incarico di Presidente (ottenuto grazie al colpo di stato contro il governo democraticamente eletto e guidato da Salvador Allende). I cileni debbono decidere se affidargli o meno altri 8 anni di potere. Per la prima volta da anni anche i partiti di opposizione hanno accesso quotidiano al mezzo televisivo in uno spazio della durata di 15 minuti. LA RECENSIONE: Pablo Larrain, autore di Tony Manero e Post Mortem, affronta in modo diretto una delle svolte nodali della storia cilena recente. L'aggettivo è quanto mai appropriato perché la scelta radicale di utilizzare una telecamera dell'epoca offre al film una dimensione del tutto insolita. Il passaggio dal materiale di repertorio alla ricostruzione cinematografica diviene così inavvertibile. Il pubblico in sala si trova nella situazione di chi sta compiendo una full immersion nel passato. Tutto ciò all'interno di una ricostruzione che mostra, attraverso il personaggio di Saavedra, come la repressione fosse stata forte e come il regime fosse convinto che fosse sufficiente accusare qualsiasi avversario di 'comunismo' per poter vincere. Non manca però anche di sottolineare come tra i sostenitori del NO non fossero pochi quelli che non avevano compreso quanto fosse indispensabile impostare una campagna di comunicazione che andasse oltre la riproposizione delle pur gravissime colpe del dittatore per approdare a una proposta che parlasse di vita, di gioia, di speranza nel futuro e non di morte. .Giovedì 3 ottobre 2013 UN GIORNO DEVI ANDARE di Giorgio Diritti – Italia, 2013, 110 min. con Jasmine Trinca, Anne Alvaro, Sonia Gessner, Pia Engleberth, Musiche: Daniele Furlati, Marco Biscarini , Fotografia: Roberto Cimatti, Montaggio: Esmeralda Calabria, distr. BIM IL FILM: Dolorose vicende familiari spingono Augusta a mettere in discussione le certezze su cui aveva costruito la sua esistenza. Su una piccola barca e nell’immensità della natura amazzonica inizia un viaggio accompagnando suor Franca, un'amica della madre. Augusta decide poi di proseguire il suo percorso lasciando la comunità italiana per andare a Manaus, dove vive in una favela. Qui, nell’incontro con la gente semplice del luogo, torna a percepire la forza atavica dell’istinto di vita. Augusta affronta l’avventura della ricerca di se stessa, incarnando la questione universale del senso dell’esistenza umana. LA RECENSIONE: «L’itinerario: una barca, le palafitte, la spiaggia… E due costanti: l’acqua, che avvolge, che stordisce, che obnubila, che dà la vita, che porta via le lurdure… e il dolore e, dalla quale, è generata la vita. L’Itinerario non può che partire dal grembo vitale e fecondo della madre Terra, con le sue immense arterie fluviali ad irrorare miserie e nobiltà del genere umano. In questo tragitto ci prende per mano una metafisica Jasmine Trinca , attonita, in fuga ma, forse proprio per questo, ancora in cammino. Un cammino tra la vita e la morte, tra comunione e solitudine. Giovedì 10 ottobre 2013 VIVA LA LIBERTÁ di Roberto Andò – Italia, 2013, 96 min. con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria Bruni Tedeschi, Michela Cescon, Anna Bonaiuto Sceneggiatura:Angelo Pasquini,Roberto Andò, Fotografia: Maurizio Calvesi, Montaggio: Clelio Benevento distr. O1 IL FILM: Il segretario del principale partito d'opposizione, Enrico Oliveri, è in crisi. I sondaggi per l'imminente competizione elettorale lo danno perdente. Una notte Oliveri si dilegua senza lasciare tracce. La moglie Anna evoca il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale, segnato dalla depressione bipolare. Andrea, il portaborse decide di incontrarlo e ne resta talmente affascinato da iniziare a vagheggiare un progetto che ha la trama di un pericoloso azzardo. Così il segretario riappare sulla scena: inizia a parlare una lingua diversa, poetica e lucida, che colpisce, sorprende. LA RECENSIONE: Roberto Andò con un film sorprendente e intrigante, porta sullo schermo il suo romanzo premiato l'anno scorso col Campiello Opera Prima. Il libro, pubblicato da Bompiani, si chiama Il trono vuoto; il film è Cinema Politico Italiano perché parla di partiti e campagne elettorali, di lotte interne e di potere, di sondaggi e di comizi. Ma va subito aggiunto che Viva la libertà è lontanissimo dall'immagine codificata che possiamo avere del genere: sceglie una strada più leggera e «laterale», in certi momenti quasi favolistica. Superba la prova di Servillo che, quando ben diretto come qui, sa dare tutto al personaggio (qui addirittura due) ed evitare certi scivoloni mattatoriali. Ma sono davvero ammirevoli anche Mastandrea , Gianrico Tedeschi , Massimo De Francovich e le donne tutte . Certo, alla fine ci sarebbe da interrogarsi sulle ragioni di questa lettura «favolistica» della politica, sul peso specifico di Brecht (il trionfale comizio elettorale di chiusura di Giovanni è la recita della sua bellissima e attualissima poesia A chi esita). (Paolo Mereghetti – Corriere della Sera) Giovedì 17 ottobre 2013 LA CITTA’ IDEALE di Luigi Lo cascio Con Luigi Lo Cascio, Catrinel Marlon, Luigi Maria Burruano, Massimo Foschi, Alfonso Santagata. Aida Burruano, Roberto Herlitzka, Manuel Zicarelli Drammatico, durata 105 min. - Italia 2012. - Cinecittà Luce IL FILM: Michele Grassadonia è un ecologista sensibile e integralista. Architetto palermitano, ha lasciato la Sicilia per la Toscana, dove abita quella che lui considera la città ideale, Siena. Inviso ai colleghi, vive solo in un appartamento spartano, dove sperimenta energie alternative. Una sera di pioggia tampona un'ombra e finisce contro un'automobile parcheggiata. Qualche chilometro dopo rinviene il corpo di un uomo riverso sull'asfalto. Chiamati i soccorsi, viene interrogato dalla polizia stradale sull'accaduto. La macchina ammaccata e alcune sfortunate circostanze, convincono gli agenti della colpevolezza del Grassadonia, che da soccorritore diventa indagato. È l'inizio di un'avventura paradossale e di una ricerca angosciata della verità. LA RECENSIONE: Si respira l'aria di impegno civile del cinema di Francesco Rosi e l'indignazione e la tensione morale di Leonardo Sciascia nell'opera prima di Luigi Lo Cascio, attore autore che, alla maniera del personaggio che lo ha reso celebre (il Peppino Impastato di Marco Tullio Giordana), sogna di cambiare il mondo e di renderlo meno ingiusto e più pulito. Per questa ragione scrive e interpreta Michele Grassadonia, un uomo che crede nel valore dell'impegno civico e nella solidarietà sociale. Giovedì 24 ottobre 2013 IL SOSPETTO di Thomas Vinterberg, Danimarca, 2012, 115 min. Con Mads Mikkelsen, Alexandra Rapaport, Thomas Bo Larsen, Lars Ranthe, . Sceneggiatura:Thomas Vinterberg,Tobias Lindholm Fotografia:Charlotte Bruus Christensen, Montaggio:Anne Østerud, Janus Billeskov Jansen, Musiche Nicolai Egemund distr. BIM IL FILM: Mads Mikkelsen è Lucas, un ex maestro elementare costretto a ripartire da zero dopo un brutto divorzio e la perdita del lavoro. Ma proprio quando sembra che le cose stiano andando per il verso giusto, una calunnia sconvolge la sua vita, scatenando un’ondata di isteria collettiva nella piccola comunità in cui vive. Mentre la bugia continua a diffondersi, Lucas è chiamato a combattere una battaglia solitaria per difendere la sua vita e la sua dignità... LA RECENSIONE: « Quattordici anni dopo Festen, ecco il capolavoro di Thomas Vinterberg. Scritto e diretto con precisione chirurgica, il film è astuto, ma non furbo: l'assunto è quello che da sempre accompagna le convinzioni degli adulti ("i bambini non mentono mai"), lo sviluppo quello di un racconto d'assedio. La grandezza è proprio quella di non ricorrere al trucco, al colpo basso di far credere qualcosa che non è: Lucas è innocente, lo sa lui, lo capiamo noi. E l'empatia nei confronti del personaggio è totale: in questo, Vinterberg compie un miracolo cinematografico. Lucas perde il lavoro, la sua situazione si aggrava dopo che altri bambini, gli stessi che prima del racconto di Klara lo adoravano aspettandolo nel cortile del kindergarten, iniziano a convergere verso la stessa versione dei fatti, la calunnia si è fatta cancro, Lucas è un mostro. Un pedofilo. Strepitoso.» (Valerio Sammarco Cinematografo.it) Giovedì 31 ottobre 2013 THE SESSIONS di Ben Lewin, Usa, 2012, 95 min. Con John Hawkes, Helen Hunt, William H. Macy, Adam Arkin 20th Century Fox IL FILM: Berkeley, California, anni '80. Il giornalista Mark O'Brien è costretto a vivere in un polmone d'acciaio, paralizzato dalla poliomielite. Quando il suo corpo inizia a trasmettergli desideri sessuali sempre più espliciti, l'uomo decide di ricorrere a una terapista specializzata, Cheryl Cohen Greene. Nelle sei sessioni con la donna Mark scoprirà la gioia del sesso e la scoperta del proprio corpo. Ma quando anche i sentimenti entrano in gioco, oltre alla mera questione fisica, la faccenda si complica per tutti. LA RECENSIONE: Alla base di tutto c'è il documentario Breathing Lessons: The Life and Work of Mark O'Brien di Jessica Yu, che nel 1996 si aggiudicò addirittura l'Oscar. Ben Lewin, regista anch'egli affetto da poliomielite, ha deciso di realizzarne un film. Regia pulita e vicina ai caratteri, scrittura precisa sulla definizione delle psicologie e delle situazioni. Un degno applauso va anche a Helen Hunt, bellezza non scontata che adopera il suo corpo in maniera elegante e coraggiosa. Padrone assoluto della scena è però un grande, ironico, perfetto John Hawkes, incredibilmente efficace nel comunicare soltanto attraverso uno sguardo o l'intonazione della voce sforzata che O'Brien aveva. Siamo davvero di fronte a uno dei più grandi interpreti della sua generazione, capace di cambiare radicalmente di film in film e mantenere intatta la sua forza propositiva. Giovedì 7 novembre 2013 TO BE OR NOT TO BE (Vogliamo vivere) Di Ernst Lubitsch. Con Robert Stack, Carole Lombard, Jack Benny, Felix Bressart, Henry Victor. Sig Ruman, James Finlayson, Frank Reicher, Lionel Atwill Titolo originale To Be or Not To Be.Commedia, b/n durata 99 min. Sceneggiatura: Edwin Justus Mayer, Musiche: Werner R. Heymann , Fotografia:Rudolph Maté, Montaggio:Dorothy Spencer distr Teodora. IL FILM:Joseph Tura e sua moglie Maria sono gli attori di punta di una compagnia teatrale polacca che vorrebbe allestire una satira antinazista ma viene bloccata prima dalla censura e poi dall'invasione e dall'occupazione della Polonia da parte di Hitler stesso. Il tenente Sobinski, spasimante di Maria, parte per arruolarsi nella resistenza ma torna rocambolescamente a Varsavia con la notizia che una pericolosa spia, di nome Siletsky, va fermata prima che sia troppo tardi. Saranno le doti attoriali di Maria e di Joseph a compiere l'impresa, in un trionfo di travestimenti e scambi di persona. LA RECENSIONE:Il capolavoro di Ernst Lubitsch torna in sala, in edizione restaurata e rimasterizzata, a ricordarci cos'è un film perfetto, perché non c'è altra descrizione possibile. Girato tra il 6 novembre e il 23 dicembre del 1941, in piena tragedia nazista, come il contemporaneo "Il Grande Dittatore" di Chaplin, il film -accusato erroneamente di leggerezza- combatte la sua guerra con le armi della finzione e della comicità ma anche della più grande poesia tragica (il monologo di Shylok), rivelandosi, specie a posteriori, di una complessità sofisticata e sorprendente, che non va mai a discapito della suspence o della risata incontenibile. Il gioco di Lubitsch è sottile come quello interno al film e, proprio come nella finzione, è gioco solo fino ad un certo punto, poiché è di per sé intervento e invito all'intervento, considerato una questione vitale, come dimostra la sostituzione della pièce "Gestapo" con la domanda shakespeariana: "To be or not to be" . Giovedì 14 novembre 2013 UN SAPORE DI RUGGINE ED OSSA di Jacques Audiard, Francia, 2012, 120 min. Con Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Bouli Lanners, Céline Sallette. Sceneggiatura:Jacques Audiard,Thomas Bidegain , Musiche:Alexandre Desplat, Fotografia: Stéphane Fontaine, Montaggio:Juliette Welflingm BIM IL FILM: Tutto comincia al Nord. Ali si deve occupare di Sam, 5 anni. È suo figlio ma lo conosce appena. Senza casa, senza soldi e senza amici, Ali va a stare da sua sorella ad Antibes. Lì all’improvviso va tutto meglio, sua sorella li ospita nel suo garage, si occupa del bambino e c’è sempre il sole. Dopo una rissa in un locale notturno, il destino di Ali si incrocia con quello di Stéphanie. L’accompagna a casa e le lascia il suo numero di telefono. Lui è povero; lei è bella e molto sicura di sé. Sono l’una l’opposto dell’altro. Stéphanie addestra orche in un parco acquatico. LA RECENSIONE: «C’è qualcosa di veramente coinvolgente nella raccolta di racconti Ruggine e Ossa di Craig Davidson: il quadro di un mondo vacillante, all’interno del quale dei percorsi individuali, dei destini semplici, si trovano enfatizzati dal dramma e dagli eventi. Una rappresentazione degli Stati Uniti come un universo razionale dove i corpi lottano per procurarsi un loro spazio, per tentare di stravolgere il destino che gli è stato riservato. Fin dall’inizio del nostro lavoro di adattamento, ci siamo indirizzati verso una forma cinematografica che, in mancanza di una definizione migliore, chiamiamo “espressionista”, nella quale la forza delle immagini si mette al servizio del melodramma. Giovedì 21 novembre 2013 AMOUR di Michael Haneke, Austria, 2012, 127 min. Con Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, Rita Blanco. Fotografia: Darius Khondji, Montaggio: Monika Willi, Nadine Muse, Festival di Cannes – Palma d’Oro ,distr.Teodora IL FILM: Trionfatore indiscusso a Cannes, Michael Haneke ha conquistato con Amour la sua seconda Palma d’Oro dopo quella per Il nastro bianco. Il film racconta la storia di Georges e Anne, due anziani professori di musica ormai in pensione. Anche la loro figlia, Eva, è una musicista e vive all’estero con la propria famiglia. Un giorno Anne è vittima di un incidente e l’amore che unisce la coppia è messo a dura prova, fino alle conseguenze più estreme. LA RECENSIONE: Non risparmia niente Haneke allo spettatore, accomodato in sala nell'incipit del film e risvegliato nel progredire dell'affezione dalle "cose ovvie, altrimenti indiscusse". La vecchiaia è un massacro e la malattia si fa beffa dell'ansia di durare con una precisione assoluta, terrificante, invisibile ma visibile nei suoi effetti. Haneke procede e approfondisce la critica a una struttura sociale ipocrita, che non ha il senso della realtà e del coraggio e persevera nel contemplare la “senescenza” come tempo della pace e stagione dei ricordi sereni. Impietosa e severa, la violenza della malattia è raddoppiata dalla geometrica prigione dei movimenti di macchina e da uno stile di inarrivabile crudeltà. Unica concessione per Haneke è l'amore, l'amore del titolo, consentito insieme alla disperazione, alla rabbia e alla ribellione. Questa volta non c'è niente da nascondere e l'etica raggelante dell'autore austriaco prevede una via d'uscita dopo aver scavato con le unghie nel dramma sostanziale dell'essere umano, dopo aver centrato la corporeità dell'esperienza della vita. A riempire nell'epilogo il vuoto di Anne e Georges resta soltanto il pieno della Eva di Isabelle Huppert, ultima espressione nel film dell'essere in vita.» (Marzia Gandolfi – MyMovies.it) Giovedì 28 novembre 2013 TRA CINQUE MINUTI IN SCENA di Laura Chiossone. Con Gianna Coletti, Anna Coletti, Gianfelice Imparato, Anna Canzi, Elena Russo Arman. Urska Bradaskja, Luca Di Prospero, Drammatico, durata 84 min. Italia 2012. –distr. Parthénos IL FILM: Gianna si occupa della madre molto anziana e non più autonoma. Gianna è un'attrice e sta provando uno spettacolo che, sotto forma di commedia, mette in scena il rapporto con una donna in là con gli anni. Non è facile per lei conciliare le due cose così come non è facile per la compagnia riuscire ad arrivare alla prima perché i finanziamenti assumono un'entità di giorno in giorno più precaria. LA RECENSIONE: Laura Chiossone grazie ad un ottimo cast e alla straordinaria prova della novantatreenne Anna Coletti riesce a mostrare senza retorica il passo dopo passo di un'assistenza quotidiana che richiede amore, fatica e sopportazione, tutti distribuiti in eguale misura. A un certo punto della vita, come in un mito greco, le posizioni si invertono. I figli divengono genitori dei propri genitori i quali retrocedono a uno stadio di infanzia necessitata dall'inabilità. Ed è lì che si misura il grado di umanità di ognuno. Il teatro, di cui la regista conosce bene anche la dimensione del dietro le quinte, dovrebbe essere in grado di rileggere quella realtà mutandola in spettacolo. È quanto il piccolo gruppo di attori tenta di fare in un contesto sociale come quello dell'Italia d'oggi in cui le sale chiudono e le compagnie si sciolgono. Ma è proprio la vita, quella che sta 'fuori', che reclama di essere messa in scena con i suoi amori che faticano a trovare le parole per esprimersi o con i sogni di un passato che non può ritornare. Giovedì 5 dicembre 2013 LA SCELTA DI BARBARA di Christian Petzold Con Nina Hoss, Ronald Zehrfeld, Jasna Fritzi Bauer, Mark Waschke, Rainer Bock. Rosa Enskat, Peter Benedict, Peter Weiss, Christina Hecke, Claudia Geisler, Deniz Petzold, Carolin Haupt, Peer-Uwe, Teska, Elisabeth Lehmann, Thomas Neumann, Anette Daugardt, Thomas Bading, Susanne Bormann durata 105 min. - Germania 2012. – Bim, Musiche: Stefan Will, Fotografia:,Hans Fromm, Montaggio:Bettina Böhler IL FILM: Estate 1980. A causa di una richiesta di visto di uscita dalla Germania Est Barbara, una dottoressa, viene trasferita da Berlino in un ospedale di campagna. Il suo fidanzato Jörg, che vive all'Ovest sta pianificando la sua fuga. Barbara svolge con scrupolo il suo lavoro di chirurgo pediatra ma si tiene a distanza dai colleghi che pensa di dover frequentare ancora per poco tempo. Il primario Andre è però interessato a lei e non solo professionalmente. Man mano che il giorno della fuga si avvicina la situazione per Barbara, tenuta sotto stretto controllo dalla Stasi si complica. LA RECENSIONE: …non un retorico film di proclami, ma una storia che indaga nella vita di una donna per scoprire il peso morale e materiale di un regime che analizza anche affetti, lavoro, sentimenti. ..Altrettanto prosciugato ed ellittico è lo stile di racconto di Christian Petzold che, senza calcare la mano, sceglie di suggerire l’orrore della dittatura attraverso i suoi riflessi nella vita quotidiana, restando incollato all'eroina - un’interiorizzata Nina Hoss premiata con l’Orso d’argento - sia durante gli snervati vagabondaggi campestri, sia quando il viso immoto ne tradisce i segreti turbamenti -di .Alessandra Kezic Giovedì 12 dicembre 2013 IL FIGLIO DELL’ALTRA diritti umani di Lorraine Levy – Francia, 2012, 105 min. con Emmanuelle Devos, Pascal Elbé, Jules Sitruk, Mehdi Dehbi, Sceneggiatura:Lorraine Levy,Nathalie Saugeon, Musiche:Dhafer Youssef, Montaggio:Sylvie Gadmer , distr. Teodora IL FILM: Durante la visita per il servizio di leva nell’esercito israeliano, Joseph scopre di non essere il figlio biologico dei suoi genitori, poiché appena nato è stato scambiato per errore con Yacine, palestinese dei territori occupati della Cisgiordania. La rivelazione getta lo scompiglio tra le due famiglie, costringendo ognuno a interrogarsi sulle rispettive identità e convinzioni, nonché sul senso dell’ostilità che continua a dividere i due popoli… LA RECENSIONE: Lorraine Lévy, regista ebrea residente a Parigi, che ha rielaborato con Noam Fitoussi e Nathalie Saugeon uno spunto di cronaca per costruirne una storia esemplare della serie «cosa potrebbe succedere se...». I due padri diventano i simboli di due comunità che hanno introiettato il sospetto e il rancore reciproco (…) Le madri invece sono meno segnate dalle ragioni della politica e cominciano a fare i conti con quelle del cuore e della carne. Allo stesso modo i due ragazzi cominciano a fare i conti con un'idea di vita diversa da quella che hanno sempre vissuto fino ad allora. Tutti questi temi - che il montaggio di Sylvie Gadmer mette davanti allo spettatore in maniera il più diretta possibile, sfrondando ogni possibile divagazione melodrammatica per cogliere l'essenzialità delle cose - prima si intrecciano nella mente dello spettatore e poi pian piano prendono nuova forma e diversa importanza. (Paolo Mereghetti – Corriere della Sera) Giovedì 16 gennaio 2014 I FIGLI DELLA MEZZANOTTE di Deepa Mehta. Con Satya Bhabha, Shahana Goswami, Shabana Azmi, Rajat Kapoor, Seema Biswas. Ronit Roy, Kulbhushan Kharbanda, Siddarth, Shriya Saran durata 146 min. - Canada, Gran Bretagna 2012. Musiche: Nitin Sawhney, Fotografia:Giles Nuttgens, Montaggio:Colin Monie, distr. Videa IL FILM: Bombay, 1947. Allo scoccare della mezzanotte, nell'anno in cui veniva dichiarata l'indipendenza dell'India dall'Inghilterra, nasce Shiva, figlio di una coppia benestante. Ma in ospedale un'infermiera decide di scambiare il bambino con un altro neonato, Saleem, anch'egli nato esattamente a mezzanotte, ma figlio di un mendicante della casta più umile. L'infermiera è convinta di compiere così un atto di giustizia sociale, in realtà darà solo luogo ad una catena infinita di equivoci e tragedie. E il destino dei "figli della mezzanotte" si dipanerà attraverso i decenni in parallelo con quello dell'India, diventandone metafora. LA RECENSIONE: Il figli della mezzanotte è tratto dall'omonimo best seller di Salman Rushdie e l'immagine simbolo del film, più volte reiterata, è quella del fuoco d'artificio, poiché storia e Storia prendono la forma di una continua esplosione, a volte gioiosa, più spesso drammatica. Deepa Mehta, che aveva piacevolmente sorpreso pubblico e critica con la trilogia Fire, Earth e Water, si conferma impavida nel portare sul grande schermo le problematiche legate alla sua terra d'origine. La sensazione per lo spettatore è quella di trovarsi in mezzo ad un fiume in piena al quale è più facile abbandonarsi che opporre resistenza. Giovedì 23 gennaio 2014 GIORNO DELLA MEMORIA IN DARKNESS di Agnieszka Holland, Polonia, 2011, 145 min. Con Robert Wieckiewicz, Benno Fürmann, Maria Schrader, Herbert Knaup. Musiche: Antoni KomasaLazarkiewicz, Fotografia:Jolanta Dylewska, Montaggio:Michal Czarnecki, distr Goods Film. IL FILM : In Darkness racconta la storia vera di Leopold Socha, operaio del sistema fognario e ladruncolo a Lvov, nella Polonia occupata dai Nazisti. Dopo essersi imbattuto in un gruppo di ebrei nelle fogne della città, Socha accetta di nasconderli per denaro. Quello che inizia come un mero accordo “economico” prende, però, una piega inaspettata. Tutti dovranno trovare un modo per scampare alla morte nei 14 mesi vissuti in un continuo stato di allerta. LA RECENSIONE: Polonia, Lvov nel 1943, sotto l’occupazione nazista: il debole opprime il più debole, il povero ruba al meno povero. Non ci si può fidare di nessuno . NOTE DI REGIA: ci sono una quantità di storie nuove sull’Olocausto attraverso libri e film. Viene da chiedersi se non sia stato detto tutto sull’argomento. Eppure, secondo me, il mistero principale non è stato ancora rivelato e nemmeno analizzato completamente. (Agnieszka Holland) Giovedì 30 gennaio 2014 LA NAVE - ANIJA di Roland Sejko. Con Ivo Calebotta, Eneida del Prete, Eva Karafili, Avni Delvina, Ardian Elezi. Bashkim Leba, Halim Milaqi, Majlinda Osmani, Elvira Pagria, Agron Shehaj. Documentario,durata 80 min. Italia 2012. - Cinecittà Luce IL FILM: Il mare, la notte e il carico di zucchero sotto i piedi. Poi i sorrisi, i segni di vittoria, gli sguardi colmi di speranza. Migliaia di cittadini albanesi, nei primi Anni Novanta, hanno voluto raggiungere l'Italia, allora il paese del benessere, per tentare di fuggire per sempre da un paese distrutto dalla dittatura comunista di Enver Hoxha. Tra la partenza rocambolesca da Durazzo all'attracco finale ai porti italiani, il loro viaggio si è distinto per un riverente e ossequioso silenzio che ha riempito le ore di attesa prima dell'arrivo a terra. Il grande esodo di quel burrascoso periodo ha segnato una svolta nella storia dell'Albania e ha inaugurato un flusso umano, fatto di sogni e disperazione, che ancora oggi segna l'Italia. LA RECENSIONE: Attraverso la voce dei protagonisti di quei viaggi straordinari fatti sulle navi mercantili il documentario racconta gli antefatti socio-politici che hanno deviato il naturale corso della vita di quei giovani albanesi: l'assenza totale di libertà d'espressione, la disparità di genere, le accuse infondate di tradimento politico o la costrittiva devozione ad Hoxha, personaggio di spicco della politica del paese per oltre quarant'anni. Un popolo giovane ma senza più desideri, destinato a subire e a reprimere la propria libertà di scelta . Anija - La nave si focalizza sui volti e sulle parole degli intervistati che hanno vissuto in prima persona quella esperienza così rivoluzionaria. Spezzoni di telegiornale, fotografie e video di repertorio rendono ancora più tangibile la commistione di profonda tragedia umana e, allo stesso tempo, travolgente attaccamento alla vita, che è stato - e continua ad essere - la grande emigrazione albanese. Oltre a riportare l'attenzione su un fatto accaduto vent'anni fa, ormai un po' dimenticato ad eccezione del prezioso docu-film La nave dolce di Daniele Vicari . CINEFORUM F.I.C. 1° RASSEGNA 20 EDIZIONE 2012-2013 Giovedì 19 settembre 2013 LA PARTE DEGLI ANGELI di Ken Loach Giovedì 26 settembre 2013 NO I GIORNI DELL’ARCOBALENO di Pablo Larrain Giovedì 3 ottobre 2013 UN GIORNO DEVI ANDARE di Giorgio Diritti Giovedì 10 ottobre 2013 VIVA LA LIBERTÁ di Roberto Andò Giovedì 17 ottobre 2013 LA CITTA IDEALE di LuigiLo Cascio Giovedì 24 ottobre 2013 IL SOSPETTO di Thomas Vinterberg Giovedì 31 ottobre 2013 THE SESSIONS di Ben Lewin Giovedì 7 novembre 2013 TO BE OR NOT TO BE di Ernst Lubitsch Giovedì 14 nov. 2013 UN SAPORE DI RUGGINE ED OSSA di J Audiard Giovedì 21 novembre 2013 AMOUR di Michael Haneke Giovedì 28 novembre 2013 TRA 5 MINUTI IN SCENA di Laura Chiossone Giovedì 5 dicembre 2013 LA SCELTA DI BARBARA di Christian Petzold Giovedì 12 dicembre 2013 IL FIGLIO DELL’ALTRA diLorraineLevy Anno 2014 Giovedì 16 gennaio 2014 Giovedì 23 gennaio 2014 Giovedì 30 gennaio 2014 I FIGLI DELLA MEZZANOTTE IN DARKNESS LA NAVE - ANIJA Approfondimenti su di Deepa Mehta di Agnieszka di Roland Sejko www.cineforumoleggio.it Contatti telefonare al 3405273720 e mail : [email protected]