ANNO XLIV - N. 3 € 1,40 Lunedì 15 Marzo 2004 Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - Filiale di SAVONA Eccovi Alassio che innamora il sole. (A. Graf) Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio aderente € 16,50 - Socio Sostenitore € 19,50 - Socio estero € 21,00 ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 - E-mail: [email protected] DEPURATORE Due ipotesi a confronto: una scelta difficile Il dibattito relativo al problema della depurazione delle acque nere, compreso nel programma del servizio idrico integrato, ha avuto luogo il 13 febbraio scorso, presso la Biblioteca “Renzo Deaglio”, promosso dai consiglieri del gruppo “La Vespa” e dal comitato civico “LaVespa”. Moderatore il prof. Andrea Gallea. Apre la seduta il rag. Renzo Del Pero rappresentante il Comitato “La Vespa”, che ribadisce l’assoluta necessità del depuratore ma è doveroso far conoscere ai cittadini la proposta alternativa a quella caldeggiata dal sindaco Marco Melgrati. In sintesi: realizzare un impianto autonomo per Alassio e Laigueglia nella zona del porto turistico oppure allacciarsi a quello consortile di Borghetto S. Spirito? Questo è il problema. Il prof. Gallea invita i relatori a dare spiegazioni al pubblico su entrambe le soluzioni, in modo da valutare e scegliere la migliore. Secondo il dott. Scarpati, rappresentante l’A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) savonese, organismo di controllo delle risorse idriche, l’ipotesi di Borghetto sarebbe la più economica, con costi minori per gli utenti. L’ing. Ferro, progettista e relatore super partes prosegue con un’ampia illustrazione tecnica sulle problematiche inerenti il trattamento dei liquidi reflui, grigliature, depurazione ecc.. Tralasciamo di riportare la battaglia sulle cifre, costi di investimento e costi di gestione, ampiamenti resi noti dai comunicati sia del sindaco che dal gruppo “La Vespa” (pubblicate su “L’Alassino”); bisogna però tenere presente che dai conteggi esposti dall’opposizione, rappresentata dal dott. Agostino Testa, non s’è tenuto conto del finanziamento ministeriale di circa nove milioni e mezzo di euro, che andrebbe perso nel caso si dovesse optare per il depuratore di Borghetto. Tra il numeroso pubblico vivace l’intervento del signor Taboga, rappresentante l’Associazione utenti e consumatori della provincia di Savona, che ha messo in evidenza le preoccupazioni della gente per il continuo aumento dei costi, raccomandando il massimo contenimento delle tariffe. Ulteriori chiarimenti sono stati esposti dall’ing. Ferro che ritiene valide entrambe le ipotesi e che la scelta è difficile. Una cosa è certa: occorre risolvere nel più breve tempo possibile il problema della depurazione, non più procastinabile; è quindi comprensibile, a detta dell’ing. Ferro, che l’Amministrazione, opportunamente valutata la valenza turistica dell’intervento da troppi anni promesso e mai realizzato, possa optare per la costruzione del depuratore in Alassio, anche se a costi maggiori, perché costruibile a tempi corti (entro il 2006 dice l’Amministrazione) e ad impatto ambientale, da progetto presentato, irrilevante. Certamente come immagine per Alassio-Laigueglia pubblicizzare l’assoluta purezza delle acque del nostro golfo per effetto di un trattamento che depura l’acqua reflua per oltre il 95%, è un biglietto da visita che da troppi anni ci viene richiesto e che, una volta attuato, dovrebbe garantire un ritorno turistico e di conseguenza economico, vedi bandiera blu. Per contro il progetto d’allaccio al depuratore di Borghetto S.S. potrebbe avvenire a costi anche inferiori, calcolati oggi, ma non prima del 2012/2016 e con tutta una serie di incognite non ultima la realizzazione della condotta d’allaccio via terra, sotto la sede stradale della via Aurelia. A.V.A. L’Associazione Vecchia Alassio augura a tutti i Soci, Cittadini e Ospiti di Alassio una felice Pasqua ASSOCIAZIONE VECCHIA ALASSIO Il giorno giovedì 29 aprile 2004 presso la sede sociale di Via XX Settembre 7, Alassio è convocata L’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI alle ore 20.30 in prima convocazione e alle ore 21.00 in seconda convocazione con il seguente ORDINE DEL GIORNO 1) Relazione del presidente; 2) Statuto Sociale: proposta di integrazione art.: 13 e 15, modifica art. 16 3) Varie ed eventuali. Si confida in una numerosa partecipazione Il Presidente A.V.A. Carlo Cavedini Centenario del palazzo CONSIGLIO COMUNALE del 2 marzo 2004 del Comune 8 marzo 1904 ALASSIO 8 marzo 2004 Un manifesto sindacale affisso stamane avverte che martedì prossimo, 8 corrente, gli uffici comunali saranno aperti nel nuovo palazzo e così pure gli uffici del pretore. giose incamerandone i beni. Resa esecutiva dieci anni dopo, nel 1866, segnava la chiusura forzata di tutti i conventi, monasteri, case religiose. Qui in Alassio venivano soppressi il convento Monastero delle monache Clarisse. A seguito di spese si pensò di non farne solenne inaugurazione. I nuovi locali sono davvero magnifici e degni di Alassio: auguriamo che in essi si sappiano preparare i nuovi destini, che spettano alla città nostra. (in supplemento al Caffaro di Genova) CENTENARIO DEL PALAZZO DI CITTÀ. dei frati Cappuccini e il Monastero delle monache Clarisse. Per entrambi alla confisca degli immobili non seguiva l’espulsione dei soggetti che vi abitavano. I frati Cappuccini vi rimasero fino al 1882. le monache Clarisse fino al 1885. Proprietario di entrambi gli stabili il Comune per cessione fatta dallo Stato. L’ex convento Palazzo Comunale. L’ 8 marzo ha segnato la data centenaria del Palazzo del Comune. Come tutte le cose il Palazzo del Comune ha una sua storia che prende il suo avvio dal lontano 1856 anno nel quale usciva la legge del Ministro Siccardi la quale sopprimeva le corporazioni reli- (FOTO ARCHIVIO A.V.A.) (FOTO ARCHIVIO A.V.A.) dei Cappuccini e l’orto venivano lottizzati e venduti ad asta pubblica. L’ex monastero delle Clarisse fu invece l’oggetto di una rissa di progetti diversi. Si pensò di farne una caserma. continua a pag. 2 SOCIETÀ AGRICOLA MUTUO SOCCORSO-SOLVA Domenica 28 marzo 2004 Festa dell’Annunziata ore 10: Santa Messa celebrata da Mons. Angelo De Canis ore 15,15: Processione Segue la tradizionale festa delle «BISCETTE» Scontro sul depuratore: la minoranza abbandona l’aula per protesta La seduta inizia con la commemorazione, da parte del Sindaco, dell’Avvocato Angelo Preve, morto improvvisamente lunedì 1° marzo. Persona molto conosciuta e stimata sia in campo professionale che per il Suo impegno molto attivo a livello sociale e, ha ricordato ancora il Sindaco, è stato assessore all’urbanistica nella giunta degli anni 80 quando era sindaco il Prof. Traiano Testa, ed altri numerosi incarichi. Anche il consigliere Tomagnini si unisce all’unanime cordoglio, con parole di elogio per la grande dedizione al Suo lavoro e la signorilità nei rapporti umani. Si procede quindi alla trattazione degli argomenti all’ordine del giorno. Due sono le interpellanze proposte dal Gruppo civico “La Vespa”: Interventi da eseguirsi a seguito dell’apertura della nuova strada di collegamento Villanova d’Albenga ed Alassio (a giugno?) e situazione del cimitero del Capoluogo. Risponde sul primo punto il vice sindaco Aicardi assicurando che stanno per iniziare i lavori di costruzione di una rotatoria alla francese per regolare il traffico in uscita dal tunnel dell’Aurelia Bis, nella zona antistante le scuole medie di via Gastaldi, nonché l’apertura dei due sottopassaggi pedonali, di cui si è già parlato, ai lati di quello veicolare esistente che immette in Via Diaz, con il rifacimento della medesima. È prevista inoltre la realizzazione di una strada di collegamento da Via Gastaldi a Via Michelangelo. Per quanto riguarda il cimitero riferisce l’Assessore Salvo, continua a pag. 2 Alassio: il bilancio preventivo Arriverà in questi giorni all’ordine del giorno della Giunta Comunale la delibera del Bilancio di Previsione per il 2004 del Comune di Alassio,certamente lo strumento programmatico e amministrativo più importante per un Ente Pubblico. “Un bilancio non facile – spiega l’Assessore alle Finanze, Bilancio e Tributi del Comune di Alassio, Rag. Fabrizio Calò- sicuramente sofferto”. Il dato da cui si è dovuti partire è stato sicuramente quello delle sensibili minori entrate e dalla ulteriore riduzione dei trasferimenti statali. “Abbiamo proceduto con una politica decisa – continua l’Assessore Calò - volta a tagliare sul discrezionale salvaguardando le tasche dei contribuenti, il mantenimento del programma dei lavori pubblici e garantendo i servizi, anzi, implementandoli”. Ecco così che nei diversi settori si è proceduto a sensibili tagli sul discrezionale. Ogni Assessore, ogni Consigliere incari- cato si è visto attribuire una capacità di spesa ridotta dal 30 al 70%. “A seguito della deliberazione del CIPE – spiega ancora l’Assessore – il Comune di Alassio non rientra più nei comuni ad alta densità abitativa e conseguentemente non gli è più riconosciuta l’aliquota del 9 per mille sull’ICI per la seconda casa. Solo questa manovra ha comportato una minore entrata di circa 1 milione di Euro”. Dallo Stato, poi i trasferimenti si sono ridotti del 17 %: una minore entrata quantificabile in 181.095 euro. Contemporaneamente sono aumentati i costi di gestione dei servizi a domanda individuale (Asilo Nido, Casa per Anziani, Mense scolastiche, Trasporto Scolastico, Servizi estivi per minori). Volendo lasciare invariate le tariffe al cittadino è conseguentemente aumentata passando dal 56 al 60% la percentuale richiesta appunto al continua a pag. 2 SOCIETÀ OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO ALASSIO Domenica 4 aprile 2004 Assemblea Generale Ordinaria Pranzo Sociale, alle ore 12.45, presso l’Albergo Ristorante AIDA Via Flavio Gioia, 25 – Alassio Sono invitati tutti i Soci e simpatizzanti. Prenotazioni presso CARLO CARBONE e/o Ristorante AIDA e/o SEDE A.V.A 2 «L'ALASSINO» CENTENARIO DEL PALAZZO DEL COMUNE (segue dalla prima pagina) Lunedì 15 Marzo 2004 CONSIGLIO COMUNALE (segue dalla prima pagina) Lo Stato non concesse il contingente di soldati perché Albenga era giù sede di caserma. Di adattarlo ad ospedale, a stabilimento industriale, ad albergo. In un’ultima analisi di gettarlo a terra, compresa la chiesa e sull’area costruire il nuovo Palazzo del Comune, necessario al decoro di una cittadina incamminata sulla strada del progresso e del turismo. Come succede per tutte le attuazioni di indole pubblica vi furono i sostenitori e i gli oppositori. Tra questi l’allora sindaco l’Avv. Vincenzo Scofferi, il quale sosteneva che per Alassio era più che sufficiente la sede civica nel Palazzo Durante. In segno di protesta, nel 1898, si dimise dalla carica. Gli succedeva l’Avv. Andrea Quartino, il quale portava a compimento il disegno. Animato e sostenuto da un impensato coraggio, in un amministratore dall’ impegno assoluto di far quadrare il bilancio del Co- mune. Progettista del nuovo complesso l’ingegnere del Comune Pietro Soldini. Realizzazione dell’ opera locale Impresa Edile Domenico Gorlero, detto popolarmente “Meneghin du Portu”. I lavori vennero iniziati nel 1901. Dalle fondamenta al tetto, sorse un imponente e maestoso edificio in stile neo-classico, con un prospetto diviso in tre settori da lesene in bugnato, con pinnacoli sul muro dell’ attico e l’orologio sulla cimasa. Il Palazzo Civico e l’antistante piazza vengono intitolati alla memoria del generale Giuseppe Garibaldi che in Alassio aveva trascorso l’ultimo soggiorno fuori dalla sua isola dal novembre 1880 al gennaio 1881, ospite del consigliere comunale Giacomo Morteo, nella Villa Gotica. Il nuovo Palazzo Civico veniva silenziosamente aperto al pubblico la mattina dell’8 marzo 1904, cent’anni fa. Antonio Carossino ALASSIO: BILANCIO PREVENTIVO (segue dalla prima pagina) Comune per la copertura delle spese totali dei servizi. Per contro gli stessi servizi di pubblica utilità sono di fatto aumentati: è nata Alassio Salute e il nuovo ambulatorio infermieristico con la sede AVIS, dal 2004 fa capo al Comune la gestione del patrimonio demaniale mentre è in divenire l’apertura di un nuovo centro sociale per anziani presso i locali della Croce Bianca. Più in generale, poi, gli impegni nel settore sociale, assunti nel corso dell’esercizio 2003 determinano un incremento dei costi di gestione sulla competenza del 2004. “Abbiamo poi dato incarico – aggiunge l’Assessore Calò – ai Revisori dei Conti del Comune di relazionarci circa la situazione finanziaria della SCA per poi suggerirne possibili soluzioni. In proposito, nell’attesa delle proposte dei revisori, abbiamo inserito a bilancio una voce per l’eventuale rica- pitalizzazione della SCA per 1 milione di Euro”. “Minori entrate, maggiori spese e la ferrea volontà di evitare manovre tariffarie – conclude l’Assessore Calò - hanno costituito i principi ispiratori di questo bilancio che, vorrei ricordarlo ancora, nasce dal sacrificio di tutti gli Assessori e Consiglieri Incaricati che, vedendosi limitare la capacità di spesa, necessariamente dovranno ridurre proprio quelle iniziative che maggior lustro e prestigio danno alle figure istituzionali. Un sacrificio che, ne sono certo, è stato compiuto a cuor leggero da tutti nella consapevolezza che limitare la pressione tariffaria, mantenere e implementare i servizi al cittadino, proseguire i lavori per migliorare la vivibilità della città, sia di fatto la miglior gestione possibile del patrimonio dei contribuenti per il loro e nostro stesso interesse”. assicurando che i lavori di ampliamento stanno per essere ultimati, elencando inoltre gli interventi e le migliorie apportate. Richiesta di chiarificazione sui costi da parte del consigliere Fui, che si dichiara deluso delle risposte. Altro oggetto di discussione è la scelta tra le due opzioni previste dal Piano d’Ambito Provinciale, circa l’ubicazione dell’impianto di depurazione. La proposta è presentata dai Consiglieri della Minoranza. Prende la parola il consigliere Testa con l’esposizione dei conteggi riguardanti i costi di investimento e di esercizio per entrambe le soluzioni, da tutti ormai conosciuti. Replica l’assessore Salvo che pone una pregiudiziale per il ritiro della proposta, in quanto l’argomento è già stato ampiamente trattato e reso noto alla cittadinanza, dimostrando la convenienza di dotare la Città di Alassio del proprio depuratore. Interviene il consigliere Fui contro la pregiudiziale; si passa alla votazione: il consiglio approva il ritiro della proposta con 13 favorevoli e 6 contrari. A questo punto il capogruppo di minoranza Daniele Fui dichiara di abbandonare l’aula, con tutti i consiglieri, in segno di protesta. I lavori proseguono speditamente con l’approvazione dei successivi punti; citiamo i più significativi: 5°-Delibera del C.C. n° 61 del 13/10/2003 - aggiornamento al P.U.C. - conseguente integrazione. 6°- Delibera del C.C. n° 12 del I8/03/2003: O.d.G. in relazione a parere legale su procedimenti amministratitvi inerenti la cessione degli alloggi di edilizia convenzionata a seguito cambio di destinazione d’uso da albergo a case di civile abitazione (proposta presentata dal Sindaco). 7°- Regolamento di riqualificazione dehors e approvazione modifiche. La relazione è del consigliere Giuseppe Maiellano. Si tratta, tra l’altro, di consentire dehors leggeri estivi, nelle ore serali, nelle aree di carico e scarico e precisamente dalle ore 19 alle 03, nel periodo giugno-settembre. RICETTA DEL MESE (a cura di Luciana Grollero) Cannelloni alla Angela Dosi per sei persone: 600 gr di farina di semola, (oppure 16 cannelloni acquistati pronti) 4 uova; sale. Per il ripieno: 700 gr di stracotto di manzo (anche avanzato); 300 gr di caciocavallo grattugiato; 150 gr di pinoli; 150 gr di uva sultanina;100 gr di burro; noce moscata; 1 uovo. Disponete la farina a fontana, spolverizzatela di sale e mettete nel mezzo quattro uova. Fate la pasta bagnando con acqua se risulta troppo asciutta. Stendete una sfoglia molto sottile e ricavate dei rettangoli di 4 x 8 cm. In due pentole portate ad ebollizione dell'acqua salata e scottate per 2-3 minuti pochi rettangoli di pasta per volta. Fate raffreddare. Per il ripieno: tritate il manzo e mettetelo in una casseruola, unitevi del caciocavallo, un po' di noce moscata, i pinoli e l'uvetta che avrete fatto rinvenire in acqua tiepida e ben strizzata. Fate rosolare il tutto con un po' di burro. Lasciate raffreddare e unite il caciocavallo rimasto. Prendete ora un po' di ripieno e disponetelo su ogni rettangolino e arrotolatelo. Disponete i cannelloni su una teglia imburrata, bagnateli con abbondante burro fuso e spennellateli con le uova frullate. Mettete in forno per 15 minuti- ottimo sia caldo che tiepido. Con lo spostamento della ferrovia (speriamo!) il vecchio artistico edificio della stazione, unico in Riviera, come lo utilizzeremo? A.V.A. SPOSTAMENTO DELLA FERROVIA Il Comune di Alassio agli organi di informazione Basta polemiche sulle ferrovie! Leggo sui quotidiani locali che continua, a cura del sedicente Comitato per la Salvaguardia del Mare, dell’Ambiente e del Territorio, nella persona del suo presidente, Enzo Briozzo, la polemica sul tracciato del raddoppio ferroviario. Ritengo inaccettabile la posizione del Sig. Briozzo e del Sig. Tomagnini volta a strumentalizzare politicamente una vicenda che poteva essere dolorosa per la città di Alassio e che invece, grazie all’apporto di tutti, si è trasformata in un risultato positivo per la città e i cittadini stessi. Infatti, come ho avuto modo di ripetere più volte, abbiamo raggiunto il risultato che ci eravamo prefissi fin dall’inizio: di avere la stazione ad Alassio, di spostare la ferrovia a monte e soprattutto di non demolire abitazioni private. Io credo che questi signori stiano preparando una lista politica, di qui la strumentalizzazione, ma ricordo altresì che le elezioni saranno alla fine della primavera del 2006. Non è vero, poi, che sono stati buttati via i soldi dei cittadini: ricordo peraltro che fin dai primi incontri con il Comitato avevo personalmente già ventilato l’ipotesi dell’abbassamento della linea del ferro, come da indiscrezioni di RFI a seguito delle mie vibrate proteste. Il progetto redatto dal Dott. Russo, sicuramente positivo nelle idee e nei contenuti, non può però essere forzatamente contrapposto a quello di Rete Ferroviaria Italiana, perché il Comune non ha il potere di farlo. È noto che i poteri che arrivano da Legge Obiettivo danno la possibilità a RFI di scegliere la soluzione che predilige, nel caso specifico quella che era stata inserita nell’accordo di programma del 1998. Dov’erano i Comitati allora? Noi dobbiamo ringraziare RFI di aver non solo ascoltato le nostre necessità, ma accolto l’invito ad individuare una soluzione per non abbattere abitazioni private. E questo è quanto a noi interessa. Se poi demoliscono la piscina e la ricostruiscono ex novo, più grande, più bella e interamente a spese di Rete Ferroviaria Italiana, non può che essere un bene per la città; perché non dobbiamo dimenticare che la piscina progettata da passate Amministrazioni è risultata ai fini pratici di 3 centimetri più corta rispetto ai 25 metri richiesti per l’omologazione delle gare. Basterebbe questo! Alassio, 24 febbraio 2004 Arch. Marco Melgrati Sindaco di Alassio Il Comitato Civico Il COMITATO CIVICO ritiene di mettere al corrente i cittadini di Alassio degli ultimi sviluppi riguardo il nostro progetto di spostamento della FERROVIA. Nella riunione della Commissione avvenuta in Comune il giorno 11/02/04 presente il Sindaco e l’Assessore Salvo, venivamo da loro messi a conoscenza della nota della R.F.I. protocollata il 9/02 u.s., la quale a seguito di quanto concordato con l’amministrazione di ALASSIO nell’incontro del 3/02/04 presso la Regione si confermava come già comunicato con nota n° 2294 dell’11/12/03 (della quale il comitato non era stato messo a conoscenza) che la soluzione di tracciato presa in considerazione prevedeva il mantenimento del progetto preliminare ma con una modifica altimetrica in modo da escludere sia la demolizione di fabbricati civili sia la modifica del rio Caudi, ma demolendo la piscina comunale sito della futura stazione fermata e probabilmente il Palazzetto dello Sport. Noi ci poniamo seriamente due domande: la prima per quale motivo viene accantonato il progetto RUSSO, già accettato con parere favorevole all’unanimità del cons. comunale, dal cons. provinciale e dal cons. Regionale e lodato anche come progetto ottimale nella funzionalità e nel risparmio delle spese dell’opera dall’ing. Morelli c/o ATOS progetti s.r.l. di Roma, progetto costato ai cittadini di Alassio circa 45.000 € nel quale si evince che pur mantenendo la stazione fermata in Alassio non verrebbe abbattuto nessun immobile ne privato ne pubblico ne tantomeno la modifica del Rio Caudi, non ci sarebbero disagi dovuti ai cantieri nella zona altamente abitata, con le scuole e con problemi anche di viabilità, la centrale dell’ENEL verrebbe spostata a monte agevolando l’accesso all’area nella quale verrebbe a sorgere una nuova strada che valorizzerebbe tutta la zona terminale di Via Neghelli. La seconda chi e perché qualcheduno ha interesse ad adottare la soluzione altimetrica la quale comporta una spesa molto maggiore soprattutto in quattro punti: il primo riguarda la messa in sicurezza del tratto sotto il livello del mare, il secondo la realizzazione di circa 400 metri in più di gallerie rispetto al progetto RUSSO, il terzo la ricostruzione e il funzionamento di una megagalattica stazione di pompaggio delle acque reflue con spese costanti di energia elettrica per le pompe e per ultimo la ricostruzione del Palazzetto e della Piscina. Quanto sopra lo renderemo noto alla PRESIDENZA della REPUBBLICA, al MINISTRO DEL TESORO, al CIPE, alla CORTE DEI CONTI, al Ministro LUNARDI e a chiunque altro può essere interessato e ci potrà aiutare. Per il comitato Enzo Briozzo Lunedì 15 Marzo 2004 3 «L'ALASSINO» IL PROF. FRANCO GALLEA ALLA S.O.M.S. CRONACA DI ANDATE: MESE DI MARZO 2004 È tornato alla SOMS di Alassio il prof. Franco Gallea per una dotta ed interessante relazione sulle recenti nuove ricerche “mediterranee” sulle piraterie barbaresche in Liguria nei secoli XVI e XVII. Dopo i saluti di rito del Presidente, Geom. Enzo Barbera e dell’ Assessore dott. Loretta Zavaroni, il relatore ha ricordato i grandi periodi delle scorrerie barbaresche sulle nostre coste, incentrando le cause di quelle azioni sanguinose non nella guerra religiosa fra Cristiani e Islamici, ma sull’ interesse economico che le varie incursioni procuravano ai pirati con la merce rubata, ma soprattutto col riscatto dei numerosi prigionieri catturati in terra e in mare. L’ oratore ha parlato in particolare del “sacco” di Ceriale (2 Luglio 1637), guidato da Ciribi’ e degli altri attacchi (ad esempio quello su Laigueglia di Dragut) per lo più al comando di Italiani rinnegati o passati all’Islam e alla politica barbaresca per interesse ( come Cairedin, Giovanni Galemi di Catanzaro detto Occhialì, Alì il Ferrarese, lo stesso Benedetto di Levanto chiamato Ustad Murad). Non si trattò ,dunque, di guerre di religione, ma di scorrerie, tanto che per otto giorni i barbareschi sostarono con le loro navi nella rada di Ceriale, per offrire giornalmente sulla spiaggia gli ostaggi che tenevano a bordo. Ma soldi liquidi ce n’erano pochi e vendere i terreni non era del tutto agevole, anche se per necessità molti dovettero farlo, determinando un improvviso cambiamento sociale nelle zone costiere: chi aveva denaro comprò a prezzi bassissimi e divenne in breve grande proprietario terriero. Genova non si mosse mai: non aveva flotte da combattimento per scoraggiare i pirati, né intese mai contribuire a salvare i prigionieri. Interessante è stata la digressione sull’isola di Tabarca, che fu per molto tempo la base del commercio e del riscatto degli schiavi e dei prigionieri, con l’intermediazione dei Frati e degli Ebrei di Livorno. Il prof. Gallea, con la “verve” e la profondità conosciutissima di sempre, ha spaziato nella storia di quei secoli, dal trattato di Trento ad Andrea Doria, da Lepanto all’esempio umanitario del paesino di Bobbia, dalle lotte fra Spagna, Francia e Genova sino alla netta distinzione fra Saraceni e barbareschi detti Turchi, fra captivi o prigionieri e schiavi, infine fra corsari (cioè regolari Capitani di mare con patente) e pirati (cioè uomini sfrontati e fuori da ogni regola), sino alla situazione complessa dell’Africa mediterranea non ancora nettamente islamica, ma in mano a certe autorità simili a quella dei Cavalieri di Malta. Si è trattato di una conferenza dotta e ricca di dati che il pubblico presente ha certamente seguito con vivo interesse e con il plauso dovuto alla brillante S.O.M.S. di Alassio per la sua costante attività culturale a beneficio dei Soci e dei concittadini. T. S. POETESSE DI LIGURIA Rossella Picollo e il suo pontile È questa la più recente silloge poetica di Rossella Picollo che vive a Genova/Pra che si innesta su un percorso di vita, d’amore e di speranze. E su un modulo di interiorità profonda, emozionalmente intrisi di memorie autobiografiche, su un itinerario in cui le parole pervengono, nella loro focalizzazione spaziale, ad una vertiginosa precipitazione di senso. È una scrittura poetica continuamente franta, pulsante, orche- strata su un piano fortemente cromatico, sia a livello del significante che del significato. Infatti, la disposizione spaziale dei testi crea intarsi tra pieni e vuoti, in cui la tensione colloquiale si focalizza tra voci e silenzi, tra toni ascendenti e discendenti, seguendo un respiro che torna irrimèdiabilmente a se stesso, all’ineluttabilità del confronto. Da non trascurare la sua memoria che riporta il silenzio di vo- ci sottili e delicate ch’è capace di creare pensieri azzurri, rapimenti ed estasi. E la scenografia si arricchisce in perenne ricerca del tempo quando s’increspava - il mare al canto - della procellaria. Nel complesso poesia scarna, ma forte nel suo nucleo emozionale, palpitante di sottesi desideri, di vitalità, di ricerca: il tutto tra ricerca di nitore classico e tensioni sperimentali. Luigi Pumpo UOMINI DIVERSI 15 a cura di Dante Schivo Purtroppo tutti gli scrittori Romani, per giustificare la difficoltà di Roma nel sottomettere le popolazioni Liguri (nessun gruppo di tribù o di popoli (anche senza la pozione magica usata da Asterix) ha mai combattuto così duramente per opporsi a Roma) classificarono gli stessi come un “Popolo barbaro, robusto e veloce, illetterato, falso e bugiardo” (è per confutare questo assurdo modo di definire I Liguri che ha preso vita questo dossier). “Astuzia e inganno” sono per Virgilio le arti di questo Popolo; per Catone i Liguri erano “Arditi e Pirati dei mari e dei monti”. Erano invece, come lo descrive il filosofo e scienziato greco Posidonio (90 a.C.) un popolo forte e robusto nel corpo, che viveva in grotte ed in ripari in pietra, che coltivava la terra scoscesa aspra e sassosa, ma anche un Popolo d’intrepidi navigatori che con piccole navi raggiungeva la Sicilia, la Grecia, la Spagna ed il Nord Africa. Non a caso i Cartaginesi, durante le guerre puniche contro Roma si allearono proprio con i Liguri. (Tutti sappiamo della permanenza del fratello di Annibale, l’Ammiraglio della Flotta Cartaginese, Magone nel porto di Albenga). Diodoro Siculo (greco di Sicilia - 90 a.C.) buon conoscitore del latino autore di un’Enciclopedia in 40 volumi, scrive: “I Liguri abitano una terra aspra e vivono una vita dura e disagevole in mezzo a fatiche e a continuo lavoro per la comunità e sono ardimentosi non soltanto in guerra, ma in tutte le altre più rischiose attività”. Per non perdere la Libertà violentata da Roma si “dissanguarono”; ne morirono nelle guerre, dal 238 a.C. al 14 a.C. in 224 anni, 15000 nella piana di Pietra Ligure contro L. Emilio Paolo, 10000 contro Gaio Claudio Pulcro ed altrettanti 10 mila contro M. Polibio Lenate. Perdettero non per mancanza di coraggio o, per dirla come Darwin, per minor “livello di eccellenza”, ma per ragioni tecniche dovute alla ristrettezza del territorio e per la disparità di mezzi bellici impiegati. Ma non solo gli Uomini di questa etnia sono “speciali”; anche le donne hanno una loro particolare valenza in questa scelta di diversità. La voce di Diodoro afferm, ancora, che: “Le donne Liguri sono forti e vigorose come gli uomini” e a questo fa eco il Filosofo Posido- nio, nella sua opera “Oceano” (scritto che accennava a notizie sui popoli e le loro abitudini) raccontando che “giunto in terra ligure” proveniente dalle città greche e orientali “corrotte e pervertite” vide una “donna ligure che dopo il parto, si avviò con grande serenità e tranquillità all’abituale lavoro in casa, nella campagna”. Non si può pensare all’etnia ligure senza mettere al centro la famiglia e il grande lavoro svolto dalla donna a favore della Comunità, alla pari, se non superiore a quello dell’uomo. La fatica quotidiana perpetuata per secoli, era diventata una forma talmente congeniale che rivestiva carattere di “religiosità” che le generazioni si tramandavano, considerando il lavoro come unico frutto della loro vita, un impegno morale da diventare una specie di “filosofia del dovere”, unito all’alta considerazione della famiglia e al risvolto economico della “parsimonia”. (La famiglia ligure del passato remoto e di non molti anni fa, non avrebbe accettato interamente la condotta consumatrice dominante ai nostri giorni). I Liguri non solo dissodavano terreni, prosciugavano paludi, ma ebbero un’intuizione geniale per favorire l’agricoltura in un territorio avaro di spazi pianeggianti: il terrazzamento dei pendii, dei declivi collinari come strette strisce di pianura trapiantate in montagna (ci sono nella valle di Rezzo, muretti a secco, su fino ai millesettecento metri). E ne ebbero benefici enormi. Basterebbe questo (Gli Egiziani hanno le piramidi; i Maya le scale) per definirli un Popolo fuori dal comune. I graffiti, le incisioni rupestri preistoriche nelle Alpi Marittime Ponentine, nelle valli denominate delle “Meraviglie”, Fontanalba, culminanti con il Monte Bego (2873 m) (dove si gioisce di una panoramica che unisce, nei giorni sereni, una magnifica visione della Alpi stesse, dei Monti Mauri, con la costa di Ponente, fino alle Alpi Apuane (scrivo guardando con gli occhi appassionati degli amici del CAI di Albenga), sono il bagaglio culturale che, tremila anni prima di Cristo, scrivevano sulla roccia i “preistorici” Liguri precisando i loro pensieri, i loro problemi che dovevano essere risolti in seno alle singole tribù, per lunghi secoli, in ogni metro di terra ligure. I qua- rantamila graffiti (e più) trovate nelle valli del Monte Bego (una specie di Olimpo per i popoli “preindoeuropei” che provenivano dal nord, dal ghiaccio, dal gelo) che costituiscono il patrimonio culturale delle etnie che si adunavano con intenti federativi cercando di diventare un popolo sotto la spinta della tribù più importante socio-politica più omogenea, quella dei Liguri, amanti della libertà, abitatori di quella terra meravigliosa dove i dirupi sembrano elevarsi dal mare in una sorte di naturale fortezza. Il territorio del “Ligure Popolo” (Liguri Intemeli, Liguri Ingauni, Liguri Capillati o Comati, Ligures Montani” accomunati dai Romani nella generazione generica di Ligures Alpini a riprova di un’accentuata unità etnica che fu la ragione prima delle vittoriose resistente opposte alla colonizzazione massaliota e alla pressione celtica”. (Enzo Bernardini) era molto vasto e su di esso fiorirono città quali: Portus Herculis Monaci (Monaco), Nicoea (Nizza), Albium Intemelium (Ventimiglia), Albium Ingaunum (Albenga) Savo (Savona), Genua (Genova), Asta (Asti), Dertona (Tortona) Acquae Statiellorum (Acqui), Alba Pompeia (Alba) e molte altre. Ad Arles nella Bouche Rhone,ai margini della semiselvaggia Camargue, (Arles per i suoi monumenti romani e medioevali assomiglia archeologicamente ad Albenga; come la piana ingauna, la Camargue arlese è sorta dalla sabbia e dal fango e come in Liguria e in Albenga si festeggia San Giorgio) nel 1975, durante la costruzione di un garage sotterraneo ai giardini pubblici è stato rilevato un sito di un antico insediamento “ligure” perfettamente conservato. Fu accertato che l’età della “borgata ligure” datava circa alla metà del VI secolo a.C. La preistoria non si era fermata sulle balze del Bego né al ricco patrimonio di incisioni rupestri della valle delle Meraviglie e di Fontanalba, ma era diventata storia dei Liguri che vivevano in una vastissima regione non ancora “romanica” né “italica” dove si parlava poco, ma dove si lavorava molto senza troppo discutere ne raccontare barzellette. UOMINI DIVERSI –Continua AGIRE E NON SUBIRE Prima di affrontare l’argomento principale di questa corrispondenza, desidero dare spazio ad una segnalazione che mi è pervenuta da un caro amico andatino: sembra, mi è stato detto, che i giardini pubblici della nostra città non siano più mantenuti con il decoro e l’eleganza che ne facevano il biglietto da visita per i turisti e il piacere per i residenti. Se è così, come anch’io credo, domando alle autorità costituite che si provveda: nell’interesse di tutti. E questa osservazione mi offre lo spunto per parlare dell’argomento centrale di questo mio articolo. Ho maturato la spiacevole impressione che i cittadini di Andate (ma, ahimè, non solo quelli) siano diventati poco reattivi alle vicende che li riguardano da vicino, e, forse per ripetute delusioni, forse per scarsa fiducia nei loro governanti, siano comunque abituati ad accettare passivamente tutto ciò che, dall’alto viene loro imposto. Senza neanche esercitare più quell’arte raffinata ed ultima del “bruntulà” che era tipica della nostra zona lacustre. ll fatto, ad esempio che ad Andate sistematicamente stia scomparendo il verde, e che altri due piccoli ma significativi “polmoni cittadini” siano destinati alla morte - parlo di piazza Rimessa e dei “Giardini dei Commendatori di ieri”- una volta avrebbe sollevato sommosse popolari. Ora niente, o quasi. L’unica voce dissonante e critica è quella del Comitato per lo spostamento della ferrovia lacustre, che per altro opera “ pro domo sua” - giustamente: il resto tace. E allora mi è tornata alla mente una bella pagina, scritta duecento anni or sono dal filosofo Emanuele Kant, che ritrae perfettamente la situazione attuale: “Molti uomini rimangono volentieri minorenni per l’intera vita; per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. È tanto comodo essere minorenni! Se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che decide per me sulla dieta che mi conviene, ecc. io non ho più bisogno di darmi pensiero di me. Purché mi illudano di farmi star bene economicamente, io non ho più bisogno di pensare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione. A far si che la stragrande maggioranza degli uomini ritenga il passaggio allo stato di maggiorità oltreché difficile, anche molto pericoloso, provvedono questi tutori, che si sono assunti con tanta benevolenza l’alta sorveglianza sopra costoro. Dopo averli accuratamente istupiditi… in un secondo tempo mostrano ad essi il pericolo che li minaccia qualora tentino di camminare da soli. Ora, questo pericolo non è poi così grande, perché a prezzo di qualche caduta essi alla fine imparerebbero a camminare da soli, e capirebbero quanto è bello. Basterebbe provare, qualche volta…” Quale è la morale? Semplicemente questa: io sogno che i cittadini di Andate (e non solo) vogliano tornare a far parte attiva della società e ad interessarsi del pubblico destino. Se siete contrari a quello che fanno di voi gli amministratori, fatevi sentire. In tutte le Sedi legali e pubbliche, ma anche se siete d’accordo, fatevi sentire lo stesso, con un consiglio, con un suggerimento che potrebbe migliorare ciò che uno solo o pochi in realtà decidono per voi. Rompiamo la consuetudine al “Grande Fratello” dove, purché ci diano qualche soldo, ci facciamo rinchiudere come polli in un recinto e facciamo tutto quello che altri vogliono. È un sogno? Forse sì; ma volevo raccontarvelo: non si sa mai che qualcuno mi ascolti e capisca. Luca Caravella GIURNU DE FESTA Le autorità civili e militari di Alassio seguite subito da quelle religiose sono tornate nelle loro rispettive sedi. Numerosi sono ancora i cittadini che si attardano agli angoli della strada a fare due ciàiti prima di pranzo. Per ultimi i cinquanta elementi componenti la banda, continuando a soffiare disordinatamente oramai nei lucidi ottoni, rientrano alla base. Una leggera brezza che viene dal mare fa danzare lievemente i fili dorati del nastro-dedica sulla corona di alloro, deposta da poco ai piedi del monumento ai Caduti; esposti al sole e ai minimi spostamenti d’aria, mandano a tratti lampi di luce, che si perdono veloci nell’intrico degli alberelli e delle aiole circostanti ricche di prosperosi crisantemi. Giunge infine il suono del Vèspu; grigi sbuffi di fumo si fanno strada a fatica nei camini pieni di “carìzze” e si sciolgono nell’aria quasi immobile. Infine dai mezài arriva inconfondibile l’odore del minestrone con u baxàricò: aroma che purtroppo si perde assai in fretta nei carrùggi. ‘Au pigernò, al termine della partita “scapoli-ammogliati”, egregiamente organizzata dal Bar Pastorino con dovizia di premi, con la giusta dose di pubblicità e magistralmente diretta dal segretario comunale in qualità di arbitro, gli spettatori, accorsi numerosi lasciano lentamente il campo sportivo. E sono tanti i furèsti che si accompagnano alla lenta uscita dal campo sportivo. Facce lunghe per gli uni, mentre gli altri sono piuttosto allegri. Nondimeno non esiste musoneria alcuna tra le opposte tifoserie, anzi, assai presto, tra un confuso tintinnìo di caraffe e relativi baffi di schiuma agli orli della bocca, gli scapoli parleranno sempre al Bar - della prossima sicura rivincita, pregustandone addirittura già il risultato! Questa volta sono stati gli ammogliati a farla da padroni: 4 a 1... E bontà loro hanno vinto, in quanto stati più oppressi che incitati da un enorme striscione appeso alla tribuna in cui si leggeva: “DAIVE DA FO’, SE DUNCA VOSCIA MUJE’ A VE ENCE DE BOTTE !”...striscione che, a detta dell’allenatore, ha subito demoralizzato gli ammogliati impedendo loro di esibirsi con i ben noti virtuosismi... (sic!) E meno male che si erano demoralizzati, sennò avrebbero vinto 10 a zero!- secondo lui. In breve il campo resta deserto. Solo nell’angolo esterno del lato destro, all’altezza del corner, un pallone afflosciato sonnecchia in mezzo alla “gambarossa”. Il pomeriggio è filato via veloce, inesorabile. I carruggi però sono ancora pieni di gente mentre al Bar Pastorino si spande allegro il suono dell’ acciottolìo di tazzine e bicchieri. Laigueglia a quest’ora è già in ombra. Per concludere la domenica, questa sera alle 21 precise, il Cinema Colombo presenta “Cavalca vaquero!”, un solido western con un sacco di sparatorie, agguati, Pellirosse e Cowboys. È proprio quel tipo di film preferito in particolare da Balestra, noto cliente del vicino Bar 900. Il Nostro, prima di entrare, domanda a Cialìn il proprietario della sala, “U ghe n’è di morti?”… Cialìn annuisce con la testa, mentre Marisa la cassiera risponde per lui sorridendo: “Ehu! ... U ghe n’è cìn!” A mezzanotte e non prima, il vento cala dalla Guardia e attraverso le scurse giunge veloce sino al mare portandosi appresso ciò che rimane del giorno di festa. Domani è un altro giorno. Feriale, per giunta. Vincenzo Moirano UN SIGNOR LIBRO È uscito alle stampe, nell’Ottobre 2003, (Tip. Cappello, Savona) per conto della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Savona un magnifico, interessante volume di Riccardo Galbussera, inserito nella Collana di cultura storicoeconomica. accattivante anche il titolo: “Aromatiche, belle, buone e di molte virtù”. Si tratta di un libro considerevole, di quasi duecento pagine, inserito come “intermezzo” nella collana di cultura storico-economica (come Supplemento a Savona Economica) che fa onore al Presidente, Giancarlo Grasso e a tutti coloro che hanno collaborato nella stesura di questa importantissima e preziosa pubblicazione. Il volume è ricco i illustrazioni anche particolari, tratte da testi antichi (cito Bartolomeo Scappi, “cuoco secreto di Papa Pio V”, autore di una insigne “Arte del Cucinare”; cito Mattioli, “Materia medicinale di Pedacio Dioscoride Anazarbo o Gulielmun Rovillium con la sua “Historia plantarum”). il libro offre una ordinata ed acuta presentazione scientifica, latina e italiana, di centinaia di piante medicinali, aromatiche, officinali e commestibili, corredate con una serie di dati (area di diffusione, impiego in cucina o nella cosmesi nella medicina) e ciascuna pianta con le proprie caratteristiche e le esigenze (forma di propagazione, ambiente di cultura, portamento, illuminazione adatta, temperatura ottimale e umidità). Di ogni pianta presentata, oltre al nome scientifico latino, si enunciano i sinonimi e il nome nelle varie lingue dei popoli presso i quali viene coltivata o curata (araba, cinese, giapponese, danese, olandese, francese, anglo-americana, polacca, spa- gnola, tesesca, svedese, turca ecc.). Ogni pianta segnalata ha il suo preciso disegno di “riconoscimento” e non mancano dotte e succose citazioni classiche, ebraiche, greche, latine e poetiche, là dove la poesia ha voluto o saputo esaltare le caratteristiche proprie di una certa pianta, utile in cucina o in amore o in medicina. Parliamo, dunque, di un libro di eccezionale interesse e di grande valore scientifico che fa onore all’autore, innanzi tutto, e a coloro che, in un modo o nell’altro, hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Un vero “peccato” non possederne una copia e dover recarsi in Biblioteca per la consultazione e per il piacere di apprendere cento notizie interssanti e avvinceti sulle “nostre” erbe preziose. Tommaso Schivo 4 «L'ALASSINO» Lettere del pubblico Lunedì 15 Marzo 2004 riceviamo e pubblichiamo (le lettere anonime non vengono pubblicate) Ripartono i lavori all’ex Adelasia In difesa della nostra “Riviera” Era il marzo scorso quando a causa della frana verificatasi lungo Passeggiata Cadorna si sono interrotti i lavori che da alcuni mesi interessavano il tratto di passeggiata dalla zona ex Adelasia alla Cappelletta di Alassio. Sopraggiunti problemi di carattere personale occorsi alla ditta appaltatrice del primo stralcio di lavori, avevano di fatto causato una ulteriore fase di stasi dei lavori. È di venerdì scorso la deliberazione della Giunta Comunale con la quale viene di fatto approvatoil progetto esecutivo relativo all’“Appalto dei lavori di sistemazione della zona ex Adelasia e della srada al Porto 1° e 2° stralcio”. “Sostanzialmente – spiega l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Alassio, Rag. Gianni Aicardi – abbiamo unificato quanto ancora restava dei lavori relativi al primo stralcio, con quelli del secondo definitivo”. Sulla base del progetto esecutivo dell’Ing. Paolo Gaggero, approvato in Giunta, quindi, si procederà in questi giorni all’appalto dei lavori previsto per marzo. “Realizzeremo – spiega l’Assessore Aicardi – una passeggiata a sbalzo sul mare, comprensiva di arredo urbano e dunque illuminazione, panchine, zone verdi, ma procederemo anche con l’allargamento della sede stradale consentendo una migliore viabilità da e per il Porto Luca Ferrari”. “Già realizzati la berma – continua il Consigliere Comunale incaricato al Demanio, Rocco Invernizzi – sulla quale si poserà la passeggiata, il risultato finale sarà un volto per una zona assai caratteristica della città sempre più apprezzata da turisti e residenti”: Importi dei lavori previsto € 783,256. m.r. ‘Na vota u gh’era… U recantu. “’Na vota u gh’era”: c’era una volta! Era soltanto un angolino di un’ Alassio sopravvissuta, un posticino dove un numero di Alassini, più o meno di una certa età, potevano incontrarsi, raccontasi e, forse... contarsi! L’amico Carlo Tomagnini vi aveva fatto sistemare un paio di comode panchine e fatto affiggere una targa di marmo che recitava in dialetto: “U RECANTU DI PESCAUI”. Quotidianamente, vi risuonavano discussioni sui più svariati argomenti, dalla politica alle (pensate!) donne, allo sport, al tempo, mischiate a racconti ed aneddoti tragici o gustosi e, soprattutto, si ascoltavano risate sincere, confuse con lo sciacquio della fontana. Non tutti quelli che vi si radunavano erano ex pescatori come pretendeva la targa, ma quasi tutti erano alassini che si beavano della propria alassinità e godevano dell’occasione di parlare il loro dialetto, consci che forse dalle proprie radici si stava sviluppando una pianta aliena e per quello ancora più desiderosi di sentirsi “insemme”. Oggi, del “RECANTU” sopravvivono le panchine e la targa. Le panchine sono addossate a quello che una volta era un vecchio muro ligure ed è diventato un’enorme persiana in lamiera, strette dappresso dalla fontana la quale (personalmente non ne conosco la ragione) è già stata spostata un paio di volte. Nell’esiguo spazio rimasto, ora siedono saltuariamente pensionati di altri lidi che hanno soppiantato i “PESCAUI”. La targa, purtroppo, non ha più un senso. L’ultimo rivolo di alassinità di “CIASSETTA” scorre oggi su un angolo di Via Verdi, coagulandosi attorno al carrettino della Aurelia, erede delle “pesciare” di quei tempi. E’ un rivolo che, non più alimentato dalla sorgente, andrà man mano dileguandosi assorbito, come i residui di pioggia, dalla sabbia della nostra spiaggia, bella e crudele; ‘NA VOTA U GH’ERA: c’era una volta... Antonio Boscione Raxin! (Rivierasco un poco più a levante, altrimenti scriverei “Arascin”, cumme “Baxin”). Abbiamo costituito nel 1997 un Comitato per la tutela del nostro nome “Riviera”. Per iniziare una battaglia contro il vergognoso furto perpetrato da “piatti costieri”, pubblicando il “MEMENTO”, opuscolo dal contenuto piuttosto reattivo contro stupide cartoline pervenute da “litorali acquitrinosi”. Origine, storia e letteratura della nostra Riviera… nella speranza di stimolare un interessamento, spedimmo il “Memento” a tutti i Sindaci delle Riviere. Solo 4 ci segnalarono la loro INDISPENSABILE collaborazione (assente anche Alassio)! Che pena gli assenti… Forse tanta e crassa ignoranza… credere magari che Riviera significhi “Costa Marittima”… Forse il timore di essere coinvolti in una polemica nazionale insostenibile per vigliaccheria… Forse il turbamento dei rapporti politici con i colleghi delle “coste piatte”, che, comunque, non si vergognano. Forse l’origine e la cultura non rivierasca dei troppi sindaci foresti… Sono trascorsi più di 7 anni… qualcosa… qualcuno… finalmente una luce di intelligente collaborazione. L’OSPITALITÀ calorosa di Alassio (encomiabile il “nuovo” Sindaco) agli attivi partecipanti dell’incontro organizzato per la salvezza del Nostro Nome, è il primo avvenimento pubblico che il COMITATO RIVIERA ha ottenuto. Battaglia necessaria al vergognoso furto di cui i ladri sono perfettamente consci; ben sanno che “Riviera” è stato il nostro nome per mille anni: Riviera di Ponente e Riviera di Levante… E perché quel nome? I Genovesi vedevano a Ponente e a Levante “RIVE” montagnose che “scaricavano” acqua in mare, cioè Riviere… Il nostro nome soppresso dal Congresso di Vienna, intangibile potere dei monarchi, che volle sopprimere la Repubblica Genovese, “affidando” Genova e le Riviere ai crimini dei Savoia… Così nel 1815 ci chiamarono “Sardi” (Regno di Sardegna), poi nel 1854 per evitare il ricordo della Repubblica, le Riviere diventarono “LIGURIA” (i Liguri V° - VI° secolo A.C. non bagnarono mai i piedi in mare!) Così i costieri dell’acquitrino cominciarono a “battezzare la loro innominabile piattezza” Riviera; si dice negli anni 20, allorquando Benito tentò di inserire i contadini nel turismo al- berghiero con tanti (nostri) miliardi e con il nostro Nome. Perché Riviera era famosa all’estero, rimpianta soprattutto dal mondo Anglosassone (I GIARDINI HANBURY)! Comunque i “tentativi” ripresero in questo fine secolo, soprattutto sui giornali e alla TV; qualche vocabolario ha “tentennato” sottolineando, però, la ligure “Riviera per antonomasia”. Caro Rascin, ti starai chiedendo quali prove concrete del nostro diritto? Mille anni di storia delle Due Riviere: ponente e levante! Mille anni di storia che si possono leggere innanzitutto sugli ATTI UFFICIALI della Repubblica, gli atti particolari degli abitati (inesistenti sul mare, si formano soprattutto con le costruzioni genovesi di difesa), gli scritti di allora ed infine una vastissima letteratura. Degli acquitrini nessuna traccia… Stiamo preparando una stampa ad hoc! Migliaia di prove che Riviera è stato il nostro nome millenario sostituito dagli invasori con “Liguria” (solo sulle stampe, perché “Rivea” era oralmente il nome espresso). Importantissimo l’aspetto sociale del nome…l’art. 7 del C.C. “…la persona può chiedere giudizialmente la cessazione del fatto lesivo (cioè l’uso del nome altrui), salvo il risarcimento dei danni…”. Nel caso nostro si tratta non di un individuo, ma di milioni di Genovesi aggrediti, depauperati turisticamente e dileggiati. E l’aspetto commerciale? Art. 2563 C.C. “L’imprenditore ha diritto all’uso esclusivo della Ditta da lui prescelta…” Gli imprenditori (cioè i Genovesi) sono migliaia e il nome dei tanti interessati è espresso proprio da “Riviera di Ponente e Riviera di Levante”. Un solo nome per mille anni e mille imprese: RIVIERA. I “Costapiatti” intendono “sfruttare” il nome analogicamente – cioè per fini commerciali – perché Riviera era ed è il nome conosciuto all’estero oramai da secoli. Quindi va tutelato il nome nell’interesse della nostra gente, i rivieraschi, già troppo perseguitata e poco difesa. Carissimo Arascìn, è necessario impegnarsi contro la prepotenza degli Acquitrini irrispettosi. Il furto del nome di un territorio! Il nostro nome. Bisogna agire: l’Accademia serve se si combatte l’ignoranza e la squallida prepotenza dei ladri… Contiamo su di Te, che hai aperto per primo le porte al Comitato… Da rivieraschi ti abbracciamo! Il Comitato RIVIERA Remo Tissoni In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome (leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione. COMUNE DI ALASSIO Lettera aperta ai cittadini sul depuratore Abbiamo letto con stupore il volantino edito dalla Lista Civica La Vespa dove abbiamo riscontrato un coacervo di falsità e di informazioni errate, tese a minare la credibilità del progetto di finanza approvato dall’Amministrazione Comunale. In primo luogo leggo di una proposta “approvata dal Sindaco e dalla sua Amministrazione” e di un’offerta alternativa elaborata dalla Provincia di Savona. Ebbene: le due opzioni sono entrambe previste dal Piano d’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) del ciclo integrato delle acque approvato dalla Provincia di Savona: quindi entrambe le opzioni hanno avuto l’approvazione della provincia di Savona. Abbiamo letto poi dei costi preventivati in 35 milioni di Euro per il depuratore approvato dall’Amministrazione alassina e soli 8,078 milioni di Euro per la quota parte di Alassio per il depuratore di Borghetto. Premesso che il progetto definitivo che sarà presentato nei prossimi giorni all’amministrazione prevederà una sensibile riduzione dei costi nell’ordine di 10 milioni di Euro, il costo della quota riservata ad Alassio del depuratore consortile di Borghetto non tiene conto di: i costi di Laigueglia che è vincolata ad Alassio; la realizzazione del pretrattamento che, solo per Alassio (senza quindi considerare Laigueglia) esiste a progetto per un ammontare di 3 milioni di Euro (progetto Sirito – progetto previsto senza deodorizzazione, senza dissabbiatura e disoleatura; il Comune di Alassio ha già contestato e contesterà ufficialmente la differenza tra il costo preventivato del depuratore consortile nel caso di allaccio di Alassio e Laigueglia che risulta sottodimensionato in relazione all’apporto dei reflui dei 70mila abitanti equivalenti previsti. Ma la falsità più grossa è costituita dall’indicazione del costo di gestione all’utente che sarebbe di 1,257 per mc nel caso del depuratore realizzato in project financing e invece un costo di gestione di 0,247 per mc nel caso del depuratore di Borghetto, un importo che di fatto è inferiore alla quota pagata oggi dagli utenti per legge per un servizio ancorché inesistente. La quota che dovrà essere pagata dai cittadini residenti e non per il ciclo integrato delle acque e per l’erogazione dell’acqua potabile e del depuratore, una volta entrato in funzione l’ATO (fine 2006 circa) sarà uguale per ogni comune della Provincia di Savona, quindi per tutto l’ATO savonese, ed è stata indicata in circa 1,025 per mc sia che si faccia il depuratore ad Alassio, sia che si faccia il depuratore a Borghetto, sia che non si faccia il depuratore All’interno di questa tariffa sono previsti per i prossimi 30 anni gli interventi di manutenzione straordinaria, le nuove opere e quindi anche i depuratori previsti nel piano approvato dall’ATO provinciale con le priorità indicate nel piano stesso. Inoltre, cosa ancor più importante è che il presunto depuratore consortile di Borghetto a oggi non esiste; non esiste il consorzio che raggruppi i Comuni interessati, non esiste un progetto nemmeno preliminare, non esiste un finanziamento, non esiste accordo tra Comune di Borghetto e Comune di Loano già consorziati, e gli altri comuni, tant’è vero che a Borghetto è in atto una raccolta di firme per non accettare i reflui di Albenga: figuriamoci quelli di Alassio! Quindi si presume che questo depuratore possa divenire realtà tra il 2012 e il 2016. Per contro, il depuratore di Alassio-Laigueglia potrebbe vedere la posa della prima pietra già entro l’anno in corso e potrebbe essere terminato e operativo entro la fine del 2006. Inoltre, per il depuratore di Alassio, e solo per quello, il Ministero dell’Ambiente ha già previsto a bilancio un contributo di € 9.450.000,00 (novemilioniquattrocentocinquantamila Euro), contributo che non potrebbe essere confermato nel caso dell’opzione Borghetto. Alassio è città turistica e il depuratore delle acque è un elemento fondamentale se si vuole continuare sulla strada della riqualificazione della nostra città: un progetto iniziato con il rinnovamento del centro storico e delle passeggiate a mare di levante e di ponente, continuato con il progetto di trasformazione del Grand Hotel con il centro talassoterapico e l’attiguo parcheggio interrato, con l’ampliamento del Porto, con gli interventi programmati su Via Garibaldi e sulle piazze e piazzette del Borgo Coscia, con il nuovo teatro-centro congressi, con il restyling del Campo Sportivo con i parcheggi sotterranei, con le nuove condotte dell’acqua sotto la galleria dell’Aurelia Bis e con tutti i lavori che l’Amministrazione sta portando avanti. Alassio, 14 febbraio 2004 L’Assessore all’Ambiente Marco Salvo Il Sindaco Marco Melgrati Via Don Cazzola? Spett. Redazione de L’ALASSINO Via XX Settembre 7 17021 ALASSIO SV Ho appreso che l’Amministrazione Comunale ha in animo di cambiare il nome alla via in cui abito da via Goffredo Mameli in via don Cazzola. Pur da exallievo salesiano e pur riconoscendo i meriti del compianto don Cazzola nei confronti della nostra Città, esprimo il dissenso mio e di altri cittadini avverso tale decisione perché presa poco democraticamente senza consultare i diretti interessati ai quali arrecherà notevoli e spiacevoli disagi. Se si vuole onorare la memoria di una Persona intestandole una porzio- ne del territorio urbano, si dovrebbe intervenire su di una nuova struttura e non variando una denominazione consolidata da lungo tempo e universalmente nota. A ciò aggiungasi che nel centro della Città viene cancellato il nome di uno dei più eminenti artefici dell’unità d’Italia, che attraverso la sua opera letteraria e musicale ha portato e porta uno dei nostri simboli più immediati in ogni parte del mondo intero. A meno che in periodo di tendenza allo smembramento del contesto statale si voglia offuscare anche la figura dell’Autore del nostro inno nazionale che con la bandiera ci fa sentire tutti uniti dalla Vetta d’Italia a Lampedusa. Augusto Giorcelli Lunedì 15 Marzo 2004 5 «L'ALASSINO» Rimme da noscia tèra Rubrichetta mensile - Un ricordo per... Poesie vincitrici al Concorso “Beppin da Cà” dall’anno 1955 al 2002 Strasse e paveixi (Dialetto di Savona - anno 1974) Festusu paveize de povia gente a l’è a roba steiza da casa a casa in ti caruggi da mae Liguria a godise n’a stissa de sô a impregnase d’oudu de mâ. Anche mi veuggio issâ a-a brixia ae strasse colurae de mae illuxiuin pe fâme festa perché e-e veddan quelli che passan co-u nazo a l’aia. Ma se invece saiâ a tramontann-a sciusciando gagliarda a portasele via pe fäne macce de culure in sce cioende di orti aloua restió sulu con a mae tristessa a cianze i seugni dispersi da mae zuventù. Ezio Castelli STRACCI E PAVESI: Festoso pavesare di povera gente / è la roba stesa da casa a casa / nei caruggi della mia Liguria / a godersi un istante di sole / a impregnarsi d’odore di mare. Anch’io voglio alzare lo sguardo / agli stracci colorati delle mie illusioni / per farmi festa affinché le vedano / quelli che passano col naso all’insù. Ma se invece sarà la tramontana / soffiando gagliarda / a portarsele via per farne / macchie di colore sulle sponde / degli orti allora resterò solo con la mia tristezza / a piangere / i sogni sperduti / della mia giovinezza. Oratorio Maria Ausiliatrice 1952 Risposta del Sindaco alla lettera su Piazza Stalla Spett.le redazione del L’Alassino U funerale de ’na fêuggia morta (Dialetto di Savona) A l’è restà là, sula, in mezzo a-u prà, ’na feûggia morta, secca, rinzinìa; e atre, ormai, èan tûtte andaete via purtae da-u ventu: quella u l’ha scurdâ. Due lûmasse, passandu pe de là, credendo quella feûggia in agunìa deciddan ch’a dev’ese trasferìa in modo ch’a se posse repiggiâ. Cu a feûggia carregâ ’n sce l’imperiale tegnûa da-e corne, basse pé u magun, nun san che stan faxendu un fûnerale. E, cuscì, van in çerca di recànti duve l’è primmavéia e tempu bun: ma cazzan lûatre ascì pé i diserbanti! Egidio Sassu IL FUNERALE DI UNA FOGLIA MORTA: È rimasta là, sola, in mezzo al prato, / una foglia morta, secca, raggrinzita; / le altre, ormai, erano tutte andate via, / portate dal vento; quella l’ha dimenticata. Due lumache, passando per di là, / credendo quella foglia in agonia / decidono sia meglio trasferirla / in modo che possa rinvigorirsi. Colla foglia caricata sull’imperiale* / tenuta dalle corna, basse per il magone, / non sanno che stanno facendo un funerale. E così, vanno in cerca di un angolino / dove c’è primavera e il tempo buono: / ma muoiono anche loro per i diserbanti! *parte superiore di diligenze o omnibus dove si collocano i bagagli Mare d’Inverno Il vento soffia leggero scuotendo la bandiera della pace che sventola festosa da una finestra di fronte al Ligure. Le onde bianche si rincorrono a riva Svanendo nella sabbia umida E ricomponendosi poi nell’acqua In un moto lento e continuo. Il mare canta senza furore in questa mattina d’inverno mentre i gabbiani raccolti sulla rena mi guardano curiosi prima di riprendere il loro volo inquieto. Li osservo pensosa seguendo i loro ghirigori nell’aria tersa e mi sento trasportare in un viaggio onirico destinazione: infinito. Adele Rabolini Leggo sull’ultimo numero del Vostro giornale una delirante lettera di un cittadino, che non ha nemmeno il coraggio di far pubblicare la propria firma. Probabilmente, se la lettera in questione fosse stata esaminata dal dott. Sigmund Freud, avrebbe sicuramente avuto materia su cui lavorare. Io invece ritengo che sia dettata da cattiveria e risentimento personale; tutto si può criticare, ma il dibattito non può e non deve scadere nel personale, altrimenti diventa di cattivo gusto. Voglio però precisare alcune cose, che rimangano scritte e chiare come sulle tavole della legge di Mosè, e mi si perdoni il paragone irriverente. Prima di tutto vorrei che fosse chiaro che una cosa sono i giardini di piazza Stalla, lascito del Conte Morteo, e una cosa è il parcheggio di piazza Stalla, di proprietà del Comune di Alassio, acquistato con atto pubblico nel lontano anno 1937, atto che ho già prodotto all’associazione Vecchia Alassio in copia. Vorrei qui sgombrare il campo da ogni equivoco affermando con certezza che i giardini di piazza Stalla non saranno oggetto di intervento, anzi saranno salvaguardati e mantenuti. Voglio qui ricordare che, come assessore ai LL.PP., ho promosso il restauro dei giardini medesimi, attrezzandoli con giochi a norma di legge, con tappetini antinfortunistica, recinzione lato via Aurelia con artistica inferriata e cancelli per evitare che i bambini si affaccino sulla Aurelia stessa e pavimentazione delle parti non a verde. Premesso che l’urbanistica moderna post legge 10 del 1977, introducendo lo standard a parcheggio, individua per gli agglomerati le quantità di parcheggio pubblico e privato necessarie, e che tutta la città di Alassio è carente di parcheggi, perché non sono stati costruiti sotto le costruzioni degli anni 60 e 70, e che la zona di Borgo Coscia è forse la più carente di tutta la città, per quanto attiene al Progetto di Finanza presentato, questa Amministrazione ha proposto un ulteriore correttivo al progetto presentato, che preveda: 1) nessun riconoscimento economico al promotore, e cioè che il Comune non versi nemmeno un euro alla società che realizza l’operazione, invece del milione di euro previsto in precedenza. Per ribadire, a prova di zuccone, il Comune non dovrà tirare fuori nemmeno un euro. Quindi nessun “regalo” viene o verrà fatto ad alcuno; 2) una perizia di un dottore in scienze forestali o un agronomo che certifichi che l’intervento non danneggi in alcun modo gli apparati radicali delle specie (gli alberi) presenti sui giardini limitrofi; 3) che il piano a livello Aurelia sia immediatamente nella disponibilità del Comune di Alassio, in maniera da far incassare da subito i proventi dei parcheggi al Comune, e di dare la possibilità di parcheggiare gratuitamente durante l’inverno a tutti, come è allo stato attuale, tranne che per i festivi e i prefestivi; in alternativa si potrà anche scegliere di fare, sulla copertura,tutto un giardino verde, visto che qualcuno sostiene che i parcheggi in quella zona non servono; 4) che le poche piante esistenti sul parcheggio siano espiantate e ripiantate, una volta terminati i lavori, con la stessa metratura di verde pubblico oggi esistente, che dovrà essere garantita ad intervento finito; 5) che il piano seminterrato sia totalmente a rotazione; 6) che l’inizio dei lavori venga posticipato alla data di consegna dei parcheggi a rotazione in p.zza dei Partigiani (progetto ConicosGrand Hotel); 7) dovrà essere versato al Comune un canone nel periodo dei lavori pari al 70% del ricavo netto attuale dei parcheggi sulla piazza Stalla. Tutto questo, che doveva essere oggetto di eventuale ribasso d’asta nella gara pubblica di rilevanza europea, è stato richiesto da me personalmente alla Società promotrice, e, udite udite, è stato dal Promotore accettato, approvato e comunicato ufficialmente al Comune. Lascio a Voi ogni commento sulla bontà di questa offerta, che potrà ancora essere migliorata a tutto vantaggio del Comune di Alassio in sede di gara Pubblica di Evidenza Europea. Per quanto attiene all’impatto ambientale, da molti lamentato, Vi invito a metterVi spalle al mare da via Don Minzioni e guardare verso il Comune; il risultato sarà lo stesso, con la differenza che invece che un muro ci sarà uno spazio aperto a parcheggio a rotazione. Ora consentitemi di rivolgere una domanda a tutti: ma dove erano questi paladini del verde di piazza Stalla quando la Giunta del Sindaco Testa decideva di fare una gara di appaltoconcorso per destinare la stessa piazza a parcheggio per 7 piani interrati, che avrebbero comunque stravolto la piazza; perché in allora non una sola voce si è levata ??? Forse perché speravano che fosse solo un proclama che non avrebbe portato ad un reale risultato ??? E come mai in allora non si è gridato al referendum ??? Lascio questo commento alla Vostra riflessione. Per quanto attiene all’interesse di questa Amministrazione per borgo Coscia, voglio ricordare che come Sindaco, insieme a questa maggioranza e di concerto con l’Assessore ai LL.PP. abbiamo rifatto tutta l’illuminazione artistica di Passeggiata Cadorna dal torrione al porto, tutta l’illuminazione pubblica sull’Aurelia dall’inizio della discesa di Alassio fino a piazza Stalla, la sostituzione della illuminazione a mare dal torrione al Grand Hotel con le lanterne artistiche; abbiamo rifatto vico e piazzetta del Cantiere, e recentemente il sagrato e l’asfaltatura di p.zza San Francesco; a breve appalteremo il rifacimento di tutta Via Garibaldi, con la sostituzione di tutti i sottoservizi e la pavimentazione con le basole artistiche, e il secondo stralcio della passeggiata a sbalzo sul mare verso il porto. Come assessore ai LL.PP. avevo inoltre promosso il rifacimento di piazzetta Arenella; non mi sembra poco, soprattutto se paragonato a quanto realizzato nel passato (peraltro molto poco, se non quasi niente)!!!!!!!!!!!!!!! Per quanto attiene alla mia casa in Cavia, peraltro frutto del lavoro di generazioni della mia famiglia, e finanziata con un mutuo che pagherò per 15 anni, ho comprato un rustico esistente, non certo comodo da raggiungere, ma queste sono scelte di vita, lungo una strada stretta che richiede mille manovre allorquando due auto si incrociano; sono stato oggetto di n. 7 visite dei VV.UU. per il controllo della legittimità di quanto realizzato, in seguito a esposti “anonimi” dei soliti noti, sempre con esito negativo, perché quanto realizzato corrispondeva e corrisponde alla Concessione Edilizia e alle varianti rilasciate dal Comune di Alassio; ho rimesso all’onore del mondo un rustico fatiscente, e tengo pulito e ordinato un lotto di terreno di circa 5000 metri quadrati, a difesa dagli incendi. Peraltro non corrisponde al vero il fatto che, per il piano Regolatore, l’intorno di casa mia sia zona verde; infatti la stessa è compresa in una zona edificabile, nota come CE 11, con indice proprio dello 0,2 mq/mq, con un indice massimo dello 0,4 utilizzando indici di terreni nel raggio di 500 mq, con lotto minimo di 3000 mq. e volume minimo edificabile di 300 mc. . Per concludere, il progetto dei box di passeggiata Cadorna è su terreno privato, non è un progetto dell’Arch. Melgrati, e il Sindaco Melgrati non è in Commissione Edilizia, né firma le Concessioni Edilizie e quindi non ha nessun controllo sulla legittimità degli atti. Il Sindaco Melgrati si assume sempre le Sue responsabilità, ma non può assumersi quelle degli altri; invece porta sempre a compimento i lavori che inizia e che ha indicato nel suo programma di governo, e lo ha dimostrato con i fatti già nel passato; forse è questo che veramente rode all’anonimo detrattore, che certo non ama la Sua città come la ama il Sindaco Melgrati, che qui è nato e qui vive e lavora. Con spirito di servizio, e con troppa pazienza e molta tolleranza. Arch. Marco Melgrati Sindaco di Alassio 6 «L'ALASSINO» FRAMMENTI DI STORIA NOSTRANA (a cura di Tommaso Schivo) CAP. 25° - TORNIAMO AI BASTIONI Quando si parla di bastioni di difesa e di Saraceni, le leggende auree dal Rinascimento in poi si moltiplicano in quasi tutti i paesi della costa. È materia difficile da dipanare, ma in ognuna di esse c’è pur sempre qualche cosa di storico; un avvenimento reale e talvolta degno di fede. La nostra storia parla di arrembaggi, di combattimenti navali, di fatti eroici e generosi, distruzioni di città, chiese e conventi a partire dalla costa su su sino alle Alpi e in Piemonte, sui cui passi obbligati (lungo le famose vie del sale o dell’olio) quei maledetti Saraceni si installavano per riscuotere pesanti pedaggi e bottino. Si parlò spesso di Saraceni, ma non erano Turchi; in genere erano imbarcazioni piratesche di Berberi e di Algerini. Così fu necessario, ove si poté, erigere, oltre che delle mura, anche delle fortificazioni; dei bastioni (anche questi detti spesso erroneamente “torri saracene”). Si costruirono lungo le coste o sulle alture dove e quando si poté, perché l’impresa fu spesso difficilissima per molti motivi: i vari paesi costieri dovettero provvedervi da soli, perché il Governo di Genova non sentì mai il dovere di difendere i suoi sudditi e si limitò a inviare frequenti ordinanze, con cui si sollecitava la necessità di stare all’erta e, se mai accadesse il peggio, di “scappare” verso le colline e l’interno… “e che Dio te la mandi buona…” Fra parentesi, che cosa fa di più il Governo regionale, oggi? In altre parole Genova non contribuì mai e furono sempre restii a partecipare alle spese ed ai lavori gli stessi cittadini che avevano le loro abitazioni fuori le mura o lontane dal mare… “A noi non interessa…Arrangiatevi!”. Per tutto questo, seguire l’andamento dei lavori è, ancor oggi, impresa ardua. Comunque sappiamo che a Cervo si costruì una grande torre, ma con soli due uomini per la difesa, in quanto la cittadina si appoggiava un po’ alla fortuna e un po’ alle varie torri costruite sulle colline e nella vallata della vicina Andora. Laigueglia ne ebbe tre (la Torre del Ciglione con tre uomini di guardia, il Bastione centrale con due pezzi di artiglieria e quello a levante, oggi ancora ben conservato e visibile all’ingresso del paese). Ben cento erano gli uomini preordinati per i turni di guardia. Alassio non fu da meno, pur armi per gli uomini dai 17 ai 70 anni: l’elenco ne contò sino a 225, ma le armi erano…solo arnesi di lavoro, falci e roncole arrugginite e inservibili. Insomma, ci furono difficoltà enormi, ma come abbiamo detto, furono eretti ben quattro bastioni: quello della Coscia (rotondo e Ceriale ne ebbe due (e subì una terrificante incursione nel 1637); Borghetto si difese con un solo bastione. È curioso trovare nelle storie che né Loano né Pietra Ligure innalzarono torri, la prima, perché “fondo” privato dei Doria, forse per taciti accordi fu sempre rispettata dai Saraceni; la seconda, Lunedì 15 Marzo 2004 UN’ARTISTA EMERGENTE: PAOLA MAESTRI Paola Maestri ha partecipato con successo ad una importante collettiva d’arte a Sorrento e sta preparando, con gli artisti dell’Ucai, sezione di Albenga, un’altra collettiva. La mostra che è stata ospitata ad Albenga nella sede dell’Ucai è stata un vero successo: sono stati oltre duemila i visitatori nei quindici giorni di apertura. Ad esporre oltre a molti artisti locali c’erano anche Bruno Benelli, Giovanni Carbone, Marilena Cirillo, Luisa Cifri, Claudia Contrucci, Silvia Percossi, Silvio Porcinai, Giovanni Levantini, Marcella Mineo, Anna Maria Romoli, Sandra Roncallo, Alessandro Salvati, Mariana Spolidoro,e Rolando Vivarelli. Presso la sede dell’Unione Cattolica Artisti Italiani Paola Maestri, validissima e sensibile artista di Testico, nota soprattutto per le sue realizzazioni in terracotta e ceramica, metterà in mostra alcune delle sue opere più rappresentative. La Maestri ha all’ attivo anche due altorilievi molto conosciuti ed importanti: ad Ortovero (“Il gallo della Checca”, 180x150, realizzata proprio per la parete d’ingresso del famoso ristorante dell’entroterra ingauno) ed a Testico (“Memoria per i miei figli”, 5,90x45, una vera e propria saga familiare e paesana mirabile, in mostra all’ingresso dell’azienda olivicola Aicardi, proprio accanto al palazzo comunale). Molto schiva e riservata, la giovane artista di Testico realizza (oltre alla ceramica) nella sua casa laboratorio, (con la tecnica a china) opere di valore, frutto di una profonda ricerca interiore, di una personalissima e visionaria interpretazione del mondo e dei temi classici e mitologici, legati alla cultura mediterranea. Forti richiami a Ligustro, Dalì ed Alberto Savinio, la rendono una delle più interessanti scoperte artistiche liguri degli ultimi anni. Nella prossima mostra in piazza dei leoni, accanto al Vescovado, la Maestri esporrà alcune opere ispirate alla fede, fra cui uno stupendo “Cristo in Croce” (100x80), personalissima e moderna interpretazione del tema della Crocefissione. La collettiva ospitata dalla locale sede dell’associazione Unione Cattolica Artisti Italiani, sezione di Albenga, era intitolata: “L’acqua nella Bibbia: luce e forma”, ha presentato opere di artisti provenienti da Viareggio, Lucca, Pistoia, Roma, Genova, mentre fra i locali c’erano Ciso Risso, Ferrando, Lucy Verzellino, Flavio Furlani e il fotografo ingauno Paolo Tavaroli. Claudio Almanzi Giotto “Alassio non fu da meno”. con qualche difficoltà in più che esporremo: erano quattro i bastioni di difesa, con 36 uomini di guardia, ma poco armati e con polvere da sparo che in quattro e quattr’otto diventava inutilizzabile per la grande umidità proveniente dal mare. Nella nosotra città non si riuscivano a recepire gli uomini necessari per la difesa, tanto che la storia ci ha tramandato che il Podestà dovette spesso reclutarli “per angaria”, cioè con forti multe in caso di diniego o di resistenza. Era anche ricorso a un ordine di presentazione coatta e forniti di ancora ben conservato, alto 45 palmi, cioè 12-13 metri, largo in cima 33 piedi più 9 di muraglia e con due pezzi di artiglieria); un altro a levante, quadrato e con due barili di polvere, il terzo al centro del paese e l’ultimo a Ponente, entrambi con due barili di polvere. Ad essi si aggiunse la vecchia Torre sull’isola Gallinaria (anch’essa della prima metà del sec. XVI). Potremmo continuare nell’elenco, procedendo verso Est: Albenga innalzò un solo bastione, ma aveva da secoli formidabili mura, tanto da ritenersi al sicuro; pur essendo poco difesa, fu sempre (e non si sa per quali ragioni) risparmiata. Anche Alassio non subì che qualche scaramuccia, ma per un motivo geografico, morfologico: il nostro arenile sabbioso non consentiva alle navi barbaresche di avvicinarsi troppo alla costa, quindi la “sorpresa” nel nostro golfo non fu facile. Ma non sempre, perché, ad esempio, la cosa non successe a Laigueglia che subì un feroce attacco, mi pare da Dragut, nel 1546. Poi c’era il problema del “riscatto” dei prigionieri, ma ne parleremo prossimamente. C’era una volta un giovin pastorello, al qual piaceva molto disegnare; di lui s’accorse un bravo fraticello, che lo portò a bottega ad imparare da Cimabue, maestro di pittura. Ma quando Giotto fece un “0” perfetto, dimostrando il suo dono di natura, fu il Maestro stupito ed interdetto perché l’avea l’allievo superato. C’è un padre che è orgoglioso e ben felice d’aver un nuovo Giotto generato: ne gioisce tra sé, ma non lo dice. Silvio Viglietti Lunedì 15 Marzo 2004 7 «L'ALASSINO» I Ribattabastiui a San Giorgio In data 6 e 7 febbraio il “Duo” alassino de “I Ribattabastïui di Pezzuolo e Raita” è stato ospite d’onore al “3° Festival San Giorgio della canzone dialettale ligure” svoltosi nel “Teatro Don Pelle” di Albenga. Per la manifestazione, nelle ore pomeridiane del secondo giorno, con una ripresa televisiva, ha tenuto, a un folto pubblico, un brioso concerto sulla piazza dello storico Comune albingauno. Pessö Alassio 09/02/2004 ALASSIO SALUTE Nove medici di famiglia, un punto prelievi, il centro unico per le pronotazioni di esami ospedalieri, l’ufficio sanitario. Tutto questo è Alassio Salute, il centro inaugurato a metà di febbraio. È il risultato di un lungo lavoro, un successo per l’Assessore Loretta Zavaroni e per i medici di pronto soccorso. All’inaugurazione erano presenti personalità civili e religiose. Tra questi ricordiamo il Ministro per l’Attuazione del Programma Claudio Scajola che ha elogiato l’operato dell’amministrazione che ha dato vita al centro, Angelo Barbero, consigliere reglinale, il Vescovo della Con 60 anni così… si può conquistare il mondo! Auguri a tutti! FOTO ROMANISIO Prossimamente presso la Segreteria Associazione Vecchia Alassio… Tommaso Schivo (Tomschi) La differenziata nelle scuole Una giornata sicuramente diversa quella di ieri, martedì 24 febbraio, per gli studenti delle scuole alassine. Nella mattinata, infatti, sono stati condotti dalle rispettive insegnati a visitare il polo della raccolta differenziata che ogni martedì trova spazio presso il par- stata ripetuta in tutti gli istituti scolastici della citttà (tre per ogni istituto). Ancora una volta presenti per l’occasione l’Assessore all’Ambiente e il direttore della Ponticelli, l’azienda incaricata della spezzamento della e della raccolta rifiuti della città di Alassio. cheggio di Via Pera (quello, per intenderci dove si svolge il mercato settimanale del sabato mattina). Qui, ogni martedì, infatti, la ditta Ponticelli mette a disposizione alcuni container per la raccolta di legno, ferro ed elettrodomestici. “All’inizio – hanno spiegato gli addetti alla raccolta della Ponticelli – riuscivamo a riempire tre, quattro container. Oggi al- Con la consegna dei cassonetti, predisposti dalla Ponticelli in una dimensione commisurata alle esigenze scolastiche, un ulteriore momento di riflessione, e soprattutto spazio alle domande e alle curiosità dei bambini: è difficile riciclare? Cosa succede dopo la raccolta differenziata? E se confondono i contenitori? Oltre a quesiti su dove buttare i numerosi oggetti di uso comune dalla vi- le ore 11 erano già sette i container colmi di rifiuti partiti per respettive sedi di smaltimento”. “La differenziata – ha spiegato l’Assessore all’Ambiente, Marco Salvo, agli studenti presenti – ha un ruolo fondamentale per il futuro della città e dell’ambiente in cui viviamo. E in questo senso un ruolo ancor più fondamentale è rivestito proprio da voi, che attraverso queste iniziative e l’impegno di sensibilizzazione del corpo insegnanti, imparate fin d’ora quanto sia importante il rispetto dell’ambiente”. Nel pomeriggio, poi, l’appuntamento è stato alle scuole elementari di Via Neghelli dove sono stati consegnati tre cassonetti per la raccolta differenziata: un’iniziativa che nel corso della giornata è deocassetta al cartone ai tappi delle bottiglie di plastica. La giorrnata si è poi conclusa con una merenda offerta dalla Società di Salvamento e, naturalmente, per gli involucri delle merendine era pronto l’apposito contenitore. FOTO CICCIONI famiglia che hanno assicurato in questo modo un punto di riferimento 365 giorni all’anno per chi ha bisogno di un medico. Il centro, infatti, sarà sempre aperto. Nei giori feiriali saranno presenti tutti i medici di famiglia negliorari Diocesi di Albenga – Imperia Mons. Mario Olivieri più alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine. Il servizio che ha preso il via da febbraio è rivolto sia ai residenti che ai turisti che durante tutto l’arco dell’anno soggiorna- FOTO CICCIONI soliti che ognuno rispettava anche quando aveva il proprio studio. Inoltre, a turno, sarà presente nella sede di Alassio Salute un medico a disposizione di coloro che ne avranno bisogno. Questo per aiutare tutti colore che avessero necessità di un controllo per patologie non gravi che non necessitano del viaggio fino ad Albenga al no ad Alassio. Un ottimo servizio che va ad aggiungersi a quanto offerto dal nuovo centro infermieristico di via Leonardo Da Vinci dove ci si può sottoporre a terapia intramuscolo, alla misurazione della pressione, e allo stick diabetico. B.T. Foto n.1 - L'angolo del perché - nella foto scattata il 2 febbraio 2004 si nota un grande "Banco" di sabbia nella fase di congiungimento con l'arenile originario: La nuova linea di costa in un solo giorno è avanzata di 25 metri. Un fenomeno normale per Alassio quando il tempo è buono e duraturo. Dovuto all'alta pressione persistente “FREVÒ PATELÒ”. Mentre i bambini giocavano nei laghetti e nei canali lasciati dal mare tra nuova e vecchia battigia, con le barchette fatte di rusca di pino,gli adulti andavano a far patelle. (FOTO KATIA) Nuovo Album fotografico e storico edito da: Associazione Vecchia Alassio 2004 Stampato nella Tipografia F.lli Stalla - Albenga …il libro sarà disponibile Foto n. 2- Un accorgimento alla portata di tutti: Tecnici, Operatpri e... politici. L'apporto naturale di sabbia (dal mare) nel litorale alassino è evidenziato quando le acque dei rii non sfociano direttamente in mare ma sono costrette, verso levante o verso ponente (e qui c'è una ragione scientifica) a crearsi una nuova bocca d'uscita. (incalzate dal grande apporto di sabbia) la foto è scattata il 4 febbraio 2004. (FOTO KATIA) M. R. 8 «L'ALASSINO» Lunedì 15 Marzo 2004 INCONTRI CON L'AUTORE CONFERENZE DEL “CENTRO PANNUNZIO” Anna Pedrotti: “GIADA - CORIANDOLI DI LUCE” Ed. G. Parapini Pier Franco Quaglieni Giovanni Ramella: «NORBERTO BOBBIO FILOSOFO DEL DUBBIO» Un libro del tutto particolare quello presentato il 14 febbraio scorso nell’auditorium della Biblioteca civica. Per questo il professor Franco Gallea inizia in modo per lui , veterano di questi incontri, inusitato: «Chi si avvicina a questo libro non può avvicinarcisi come a un altro libro: poesia e prosa, realistico e meditativo, mistico e drammatico; passa da un’esperienza soggettiva a una visione oggettiva. Anna Pedrotti è monzese, è stata arredatrice, ora si occupa di assistenza, scrive, tiene seminari; sposata, ha due figli: Thomas e Alice, la primogenita Giada non è più tra noi, è la protagonista del libro». L’autrice così risponde (in sintesi) alle domande di Gallea. «L’ho chiamata Giada perché per me era una cosa preziosa, di ca- rattere “solare”, molto bella esteriormente e interiormente. Frequentò il Liceo linguistico, le piacevano i cavalli e i viaggi. A 16 anni morì in un incidente stradale. Per me fu il massimo dei dolori e una ferita che non si rimargina. Per fortuna ho il dono della Fede. Dopo un certo tempo ho ricevuto dei “messaggi”, mi sono confidata con un amico prete che mi ha incoraggiata. Giada continuò a comunicare con me e ciò mi ha rasserenata. Il mio dolore l’ho trasposto in attenzione per gli altri. Venivamo a trascorrere le vacanze ad Alassio, per questo presento qui il libro per la prima volta. L’amore per mia figlia è stata una sfida con me stessa, ho detto agli altri due miei figli che la sorella è sempre con noi. Scrivo come sotto dettatura. Parto dall’idea che Dio è amore, perciò la sofferenza non è data gratuitamente. La nostra parte più importante è lo Spirito, la sofferenza ci induce a farci delle domande: dobbiamo accettarla come esperienza per amare gli altri; la speranza è alla base di ogni cosa. L’importante è amare anche se non si è corrisposti, la sofferenza è un dono per imparare ad apprezzare l’amore. Non sono una medium né una veggente, sono una mamma che per mezzo della Fede colloquia con sua figlia. Il libro è scritto molto semplicemente: parte dal cuore per arrivare a tutti. La mia missione è aiutare le mamme in difficoltà, che hanno figli morti o in coma: situazioni difficili che cerco di aiutare a superare. Il titolo del libro me l’ha suggerito Giada, ne ho avuto critiche molto positive». ••• Gianna Schelotto: “UOMINI ALTROVE - STORIE DI CINQUANTENNI IN FUGA” Ed. Mondadori «Ogni tanto viene a trovarci, così il professor Franco Gallea inizia la presentazione dell’ospite del 21 febbraio scorso - psicoterapeuta, ligure di adozione, molto conosciuta, commendatore della Repubblica, si è occupata di vari argomenti e partecipa spesso a trasmissioni televisive. I suoi libri hanno grandissimo successo. Questa volta prende in considerazione gli uomini maturi: di circa 50 anni. A questa età per molti si acuiscono i problemi, sono vittime di una crisi che denota immaturità, cercano dei diversivi che mettono in crisi anche i famigliari. Gianna Schelotto partendo da casi concreti (ma usando pseudonimi) esamina un certo numero di queste vicende che possono valere per tutti. Descrive magistralmente una variegata galleria di personaggi, concludendo il libro con un “decalogo” assai utile». Schelotto: «I casi di malessere maschile aumentano, forse perché ora gli uomini interrogano sè stessi: vengono da soli dallo psicologo, mentre prima li costringevano le mogli. Le crisi sono sempre avvenute, nascono dai cambiamenti che per le donne avvengono prima e in passato ne accettavano le conseguenze; ora non più: se gli uomini vogliono andarsene non li trattengono (cita il caso classico di Ulisse e Penelope). Le donne hanno un corpo che esprime le tappe della vita e ne sono consapevoli, gli uomini non se ne curano, poi a un certo punto si trovano impreparati e qui comincia il disagio: cercano di tornare indietro instaurando nuovi legami con donne giovani, che certo non risolvono il problema. Spesso manca la capacità di confrontarsi. A volte si inseguono sogni per anni, che quando si possono realizzare ci si accorge che sono superati. Le crisi talvolta sono dovute più che alla singola personalità ai cambiamenti vorticosi del mondo in cui oggi viviamo. Questo non è un libro contro gli uomini, ma è un tentativo per aiutarli: ci dobbiamo confrontare con le contraddizioni del nostro tempo». ••• Giorgio Baietti: “L’ENIGMA DI RENNES LE CHATEAU - I ROSACROCE E IL TESORO PERDUTO DEL GRAAL” Ed. Mediterranee - Roma All’incontro del 28 febbraio scorso oltre allo scrittore hanno partecipato il professor Roberto Pellerey, docente all’Università di Genova e la professoressa Beatrice Morandina, dottore di Ricerca all’Università di Macerata. Pellerey introduce l’argomento presentando l’autore. Giorgio Baietti è insegnante di Italiano e Filosofia, giornalista, direttore di un periodico culturale e scrittore; quest’ultima attività gli comporta anche quella di ricercatore. Beatrice Morandina espone il contenuto del libro, avvincente come un romanzo, ma frutto di una minuziosa ricerca storica. «Rennes le Chateau è un piccolo paese della Francia del Sud nei pressi di Carcassonne. Verso la fine dell’ ‘800 il nuovo parroco chiede contributi per ristrutturare la Chiesa, scopre una cripta e recupera alcune pergamene, da qui un comportamento a dir poco strano e un’improvvisa, inspiegabile disponibilità di risorse… La lettura di questo libro mi ha indotto a due considerazioni: gli enigmi mi incuriosiscono e i fatti narrati li riordino in modo nuovo. Anche i lettori scettici rimangono affascinati e disorientati da questi avvenimenti, descritti con precisa ricostruzione storica e con costante “suspence”». Baietti: «Rennes le Chateau dista da qui circa 800 kilometri, conta circa 100 abitanti. I protagonisti del libro sono tre parroci “incatenati” fra loro, legati da un grande mistero. Nonostante siano preti assai colti, il vescovo li manda in questo paesino poco importante. Nei pressi si trova un “Cromlech” (area circoscritta da stele “menhir” come Stonehenge) di origine celtica. Il primo curato viene mandato a Parigi, dove viene accolto nei circoli più esclusivi (fatto del tutto inconsueto), dispone di molto denaro, si interessa di tre dipinti, in particolare a “I pastori dell’Arcadia” di Nicolas Poussin, nel quale compare la scritta “Et in Arcadia ego”, apparentemente normale, come del resto il dipinto, ma sullo sfondo è raffigurata Rennes le Chateau… Torna al paese ricchissimo, restaura la Chiesa, vi pone una Via Crucis con particolari inquietanti, costruisce una torre e una villa, si comporta in modo stranissimo fino nalla morte. Il secondo parroco scrive un libro assai bizzarro, incomprensibile, poi si scopre che va interpretato; Il terzo sarà ucciso. Oggi Rennes le Chateau è un paese apparentemente normale, ma ricco di magia, frequentato da molti turisti, che desta l’attenzione di importanti personaggi». Il Comune di Alassio (Assessorato alla Cultura) in collaborazione col “Centro Pannunzio” ha organizzato una conferenza-dibattito sul celebre filosofo Norberto Bobbio, recentemente scomparso, il 7 febbraio scorso nell’auditorium della Biblioteca civica. Hanno parlato il professor Pierfranco Quaglieni, presidente del “Centro”, e il professor Giovanni Ramella, Preside emerito del Liceo “D’Azeglio” di Torino. Doveva intervenire anche il dott. Mario Fazio, alassino, ma ha dovuto rinunciare per motivi di salute, ha inviato un toccante telegramma. Il prof. Ramella inizia affermando che parlare di Bobbio è un’impresa ardua, per la molteplicità dei suoi interessi, e prosegue: «È stato il filosofo della politica e della sociologia. La natura del suo pensiero si estrinseca nella filosofia del metodo: antimetafisico, nella sua semplicità si contrappone all’assolutista, all’individualista. Era per la “Controfilosofia”, per il dialogo come professione di vita. Insegnava l’importanza della ragione, l’esercizio del dubbio, il diritto dell’”altro” a esprimersi, anche se di idee contrarie. Illuminismo liberale, razionalismo metodologico, costante attenzione alla memoria pratica di un fenomeno teorico: questi i suoi principi. Distingue la legalità dalla moralità: la società è formata da individui, perciò sono importanti gli individui e non i gruppi. Più il dibattito è acceso, più si esalta la democrazia; la libertà degli individui si scontra con l’invadenza dello Stato. Teoria dell’uguaglianza: di tutti ma non di tutto, cioè garantire a tutti la libertà individuale e la verità, che non è mai un valore assoluto». A sua volta prende la parola il prof. Quaglieni: «Con la morte di Bobbio si è conclusa un’epoca della cultura italiana: lui rappresenta nella seconda metà del ‘900, quello che nella prima fu di Benedetto Croce. Bobbio ci ha insegnato a pensare, senza indurre a seguire pedissequamente il suo pensiero. Una sua “scuola di pensiero” non l’ha lasciata e questa fu la sua grandezza intellettuale (come, del resto, non l’ha lasciata Benedetto Croce). Il livello del suo pensiero è di respiro europeo: era di un’integrità morale eccezionale, lo dimostrò più volte; in particolare quando venne pubblicata una sua lettera giovanile a Mussolini, oggi la si può considerare ininfluente, ma ne accettò con coerenza le conseguenze. Il suo pensiero è valido tanto per i suoi sostenitori che per i suoi detrattori. Ha dato un forte contributo alla chiarezza dell’espressione, dei concetti, della supremazia della Cultura». Carlo Bertolino UNA NUOVA IMPORTANTE MOSTRA DEL CELEBRE PITTORE ALASSINO ARTE SACRA CARLO CATTANEO EROS E TANATOS Mostra di BERNARDO ASPLANATO I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER DI J. W. GOETHE Pastelli, disegni, inchiostri e incisioni Testo di LORENZO VESPIGNANI Chiesa Anglicana - Via Adelasia,10 - Alassio Inaugurazione 3 aprile, fino al 3 maggio 2004 - tutti i giorni dalle ore 16,00 alle 19,30 CENTRO ARTE 46 Via Milite Ignoto Alassio DAL 13 AL 28 MARZO 2004 Orario Giovedì - Venerdì - Sabato - Domenica dalle 15.30 alle 19.30 C. B. Un febbraio di tanto tempo fa Carnevale in Alassio. Correva l’anno ’50 ed anche ad Alassio imperversava il Carnevale. Io conservo come un gioiello questa fotografia, dove si scorge mio padre che, come un bambino, traina il suo gioiello. I TRE CABALLEROS ideati da Mario Berrino, eseguiti da mio padre e tant’altri volontari, erano diventati famosi, riuscendo a vincere il 1° premio. Una terribi- le guerra era passata da non molti anni, la gente era felice in una piacevole confusione di suoni, di coriandoli, di bon-bon. Non è vero che tutto passa e si scorda; un bel ricordo non muore mai e chissà che un giorno non impazzi ancora per le strade Alassine, come allora- il Carnevale con la sua allegria. Fernanda Questo venerato dialetto! È risaputo oramai che al tempo dei nsotri nonni si parlava si può dire quasi esclusivamente in dialetto, tanto che al posto dei cognomi personali si usava distinguere le persone esclusivamente usando soprannomi. E a tal punto ciò vigeva che il postino ed il messo comunale incontravano insormontabili difficoltà quando per consegnare una lettera o un plico dovevano individuare la giusta persona. Talvolta accanto al cognome, per sicurezza, si aggiungeva la parola vulgo fatta seguire dal soprannome e questo per agevolare il riconoscimento del destinatario in caso di omonimia. Per fortuna allora la posta era piuttosto scarsa. E chi scriveva allora? C’erano degli Alassini che in tutta la loro vita avevano ricevuto si e no un paio di cartoline! Quella color rosa proveniente dal Distretto militare per l’avvio al Servizio di Leva e quella, sempre proveniente dal Distretto militare, per il richiamo alle armi! Con un soprannome solido, altero, indecifrabile talvola, si identificano le famiglie alassine più antiche e cariche di…storia. Con i soprannomi inoltre si inneggiava alle virtù del singolo, ma spesso se ne stigmatizzavano i vizi e qualche volta, purtroppo, se ne enfatizzavano i difetti fisici e morali. Sono passati gli anni e, senza poter fare nulla per impedirla, abbiamo assistito alla scomparsa quasi totale dei soprannomi e da parecchio oramai stiamo assistendo alla dismissione della nostra parlata. Anzi, a dire il vero, a me pare che la tenue impalcatura che sorregge ancora il nostro dialetto scricchioli paurosamente! Non è che prima o poi ci crolli addosso?…o ci è già crollata e manco ce ne siamo accorti? D’altronde chi lo parla ancora l’alassino? Qualche vecchio come noi: forse un paio o due! Ma noi – colpevoli – abbiamo fatto insensatamente di tutto perché i nostri figli non prestassero orecchio e voce al dialetto. Abbiamo voluto parlare con loro solo in italiano sin da quando erano piccoli e ci siamo raccomandati con i nonni di contenersi, anzi di astenersi da usare la nostra parlata con i nipoti! Ora speriamo che il nostro dialetto non abbia a scomparire del tutto…forse è li che sonnacchia sornione dietro un qualche recantu in attesa di tempi migliori. Ancora ci soccorre in certe animate discussioni fra amici coetanei al termine magari di un pranzo in trattoria, quando una saporita espressione in vernacolo lasciata cadere dall’oratore con maestria tra botta e risposta, addolcisce l’atmosfera e genera allegraia nella brigata. A distanza di chissà quanti anni ricordo ancora quella donnetta che, piena di scialli estate e inverno, si trascinava su e giù per il passu. Nonostante conoscesse benissimo l’italiano, parlava esclusivamente in dialetto e lo parlava per sincera convizione più che per abitudine. Alla domanda: “Cumme ti stai?”, rispondeva, “Oggi u nu me gìmbra. E mé gambe i scrùscen cumme ‘na porta véggia!” E lo diceva in quel perfetto dialetto alassino che,pur se a qualche foresto parrà aspro e duro, per noi, per i vecchi, ti si scioglie in bocca come un gelato con toni di dolcissima e rara musicalità. Vincenzo Moirano Lunedì 15 Marzo 2004 9 «L'ALASSINO» Festa di San Valentino al “Muretto” I PREMIATI Una grande folla di turisti ha partecipato alla Festa di San Valentino, svoltasi il 14 febbraio u.s. dalle ore 15:30 in poi sul Muretto di Alassio. Come è ormai tradizione, il patron del Muretto, il pittore Mario Berrino ha voluto abbinare la manifestazione della premiazione dalla più bella lettera d’amore, con una cerimonia di abbellimento del Muretto, che quest’anno si è arricchito di due preziose opere: La Primavera di Vanni Penone e I Pesci che si baciano di Giuseppe Mastroianni. Vanni Penone è uno scultore famoso ed apprezzato che, MIO E R 1° P realizzato dall’artista alassino Giuseppe Mastroianni. Pino preferisce essere chiamato artigiano anziché artista, ma qui ha dato la prova di una composizione di alto livello. I Pesci che si baciano sono nati da un’idea di Mario Berrino che aveva dipinto quella dolce immagine per uno scopo “pratico”: avrebbero dovuto reclamizzare i Baci di Alassio, prodotti dal Caffè Roma. Poi la figura è diventata il simbolo del Muretto, e qualche anno fa è stata utilizzata come emblema dell’Acquario di Genova con una cerimonia di gemellaggio Questo amore La vincitrice fra Mario Berrino e il Sindaco. Questo amore che abbraccia il cielo, il mare, la terra e l’universo popolato di stelle, questo amore in cui si riflettono le magiche aurore, i tramonti dorati, le lune argentate, è per te. ...E sono per te il bianco immacolato della neve, l’arrivo delle rondini a primavera, le rose profumate del mio giardino, ...e per te saranno sempre le mie carezze, i miei pensieri, il mio trascorrere del tempo. Maria Giuseppina MARINELLI attraverso una carriera brillante e validissima è giunto a sperimentare nuove forme scultoree, come appunto “La Primavera” esposta sul Muretto e realizzata in terracotta. L’autore attraverso la rappresentazione di una giovane donna che si affaccia ad una finestra, ravviandosi i capelli con una mano, ha voluto rappresentare il mistero dell’eterno femminino, in rapporto con la natura (che qui, ovviamente si, immagina essere il mare di Alassio). Un’opera preziosa e interessante che non mancherà di abbellire il Muretto. La seconda opera inaugurata il 14 è un bassorilievo in materiale metallico fra l’Acquario stesso e il Muretto di Alassio. Ed ora questo grazioso simbolo troneggia sul Muretto. Alla cerimonia di inaugurazione delle due opere, presentata come ormai tradizione, brillantemente, dal prof. Andrea Gallea, erano presenti il sindaco di Alassio arch. Marco Melgrati, il pittore Mario Berrino e i due artisti Vanni Penone e Giuseppe Mastroianni. Quindi, dopo che il magico trio delle Romantos (Rosanna, Marina e Simonetta), accompagnate alla chitarra da Dino Ferrari avevano allietato il folto pubblico presente con il brio e la precisione esecutiva delle loro canzoni, il presentatore Andrea Gallea, che riveste anche la funzione di presidente della giuria letteraria, è passato alla proclamazione dei vincitori del Concorso “Una lettera d’amore per San Valentino-Muretto di Alassio”, che sono stati premiati dal sindaco e da Mario Berrino. Al termine della premiazione, con il sottofondo musicale delle Romantos la manifestazione si è degnamente conclusa con un gigantesco brindisi con degustazione (con la collaborazione di Canepa Alimentari) guidato da alcuni rappresentanti dell’Associazione Barman Italiani. Per quanto riguarda il risultato del concorso riproduciamo di seguito il comunicato stampa della apposita giuria: La giuria del premio, dopo aver attentamente letto e valutato tutte le opere pervenute durante il 2003 e fino alla sera (FOTO S. FASANO) da parte dello storico alassino Antonio Carossino. Questo importante e singolare personaggio è ben noto ai soci A.V.A. e ai lettori de L’Alassino essendo fra i promotori e fondatori della Vecchia Alassio, ed essendo conosciuto come attento cultore delle tradizioni, della storia e del folklore della nostra città: Carossino rappresenta infatti la memoria storica di Alassio e della nostra parte di Liguria, ed è apprezzato per le sue opere e per i suoi studi di ricerca. È stato recentemente insignito (insieme all’altro nostro Socio Fondatore, prof. Tommaso Schivo) de “L’Alassino d’Oro”, prestigioso riconoscimento del Comune di Alassio, ed ora la firma sulla piastrella del Muretto viene a premiare l’impegno di una vita per la sua città. L.C. del 13 febbraio 2004, sia a mezzo della buca per lettere situata sul Muretto di Alassio, sia alla Galleria Berrino, avendo in questa edizione a disposizione ben dieci premi, offerti dal Comune di Alassio, dalla Galleria Berrino, da Eleganza, Spinnaker, Muscitai, Ristorante Panama, Hotel Danio, Ristorante Jano e Cartolibreria Pozzi, ha deliberato di assegnare un primo premio, un secondo premio e di attribuire otto terzi premi, pari merito, senza tener conto se l’opera presentata fosse scritta in poesia o in prosa e con l’assoluta anonimità dell’autore giudicato, il cui nominativo è stato comunicato alla giuria in un secondo momento. Ecco l’elenco dei vincitori: 1) Primo premio: Marinelli Maria Giuseppina (Savona) 2) Tommaso Schivo (Alassio) 3) Terzi premi, ex aequo, in Pino Mastroianni, Mario Berrino e Andrea Gallea. (FOTO S. FASANO) MIO E R 3° P Tu non puoi S. Valentino Non si può ordinare al sole: non brillare. Od impedire all’acqua di cadere. Nessun può dire all’erba di non crescere. E tu, non puoi, non puoi, non puoi...! Non puoi vietarmi di gioire, non puoi impedirmi di amarti da morire! Pietro TILLI Somigliava a te ordine di sorteggio: Giancarlo Belloni (Codogno), Ada Paonessa (Savona), Patrizia Praticò (Reggio Calabria), Daniela Bey (Alassio), Pietro Tilli (Savona), Gianpiero Rinaudo (Alassio), Paola Belgrano (Imperia), Adele Rabolini (Lodi). La giuria ha inoltre deciso di segnalare i nomi dei seguenti autori, non premiati ma meritevoli di elogio per la significativa qualità delle loro opere: Antonella Petulla, Valentina Orso, Veronica Alfano, Giovanni Gonnelli, Leo Maccaferri, Luca Soattin, Selene Coccato, Franca Gandolfi, Tiziana Costi, Tommaso Gatto, Roberta Giana, Loredana Polli, Lorena Rossi, Giorgio Santelmo. Una parte significativa della manifestazione è stata rappresentata dalla firma sulla piastrella da apporre sul Muretto 2° P REM IO 3° P REM IO Mio unico bene Sei il mio palpito di vita La nota armoniosa di un’arpa celeste rubata agli angeli. Il prorompente germoglio che spacca la terra, l’impetuoso torrente che trascina il masso, la forza irruente della natura. Amarti è l’essenza del mio esistere. Sei una finestra aperta sull’azzurro del cielo, all’alba sei il mio primo pensiero, la luce del giorno che mi accompagna, il roseo tramonto, la dolce brezza della notte, la magica atmosfera del sogno più bello. Amarti, è respirare la vita Giancarlo BELLONI In mezzo a tutta l’erba del giardino (non più smagliante come in primavera o come nell’estate , quando c’era un rutilar di fiori e il rosmarino Noi Due s’ammantava di luce nel mattino), in quest’inverno grigio e sulla sera, sommesso e dolce come una preghiera, rosso e brillante come un bel rubino, Due sguardi si sono incontrati Due cuori si sono parlati Due mani si sono toccate. Sembrava una cosa da nulla ... ne è nata una cosa grandiosa. È nato un amore sì dolce, sì puro, sì grande che ha unito due vite per sempre. La mia vita e la tua. in mezzo all’erba folta ho scorto un fiore. Pareva che cercasse proprio me: che palpito ho provato nel mio cuore! D’istinto fui per coglierlo, perché Mi pareva parlasse ancor d’amore... Ma non lo colsi...Somigliava a te. Tommaso SCHIVO (tomschi) 3° P REM IO Tommaso Schivo (Tomschi) col Sindaco. (FOTO S. FASANO) Ada PAONESSA 10 «L'ALASSINO» Lunedì 15 Marzo 2004 VELA VOLLEY NUOTO Conclusa ad Alassio la Volvo Winter Cup, campionato invernale per i Monotipi Beneteau 25 e Melges 24 La squadra alassina. Il 22 febbraio, sfidando il maltempo si è svolto al Palalassio Lorenzo Ravizza il “1° Torneo di Carnevale” under 13 femminile di volley. Nonostante quattro squadre, provenienti da Piemonte e Lombardia, non siano riuscite a raggiungere la nostra città, per le cattive condizioni atmosferiche, il torneo si è disputato regolarmente se pur con qualche ritardo dovuto alla variazione del calendario delle partite. Sulle quattordici squadre presenti si è imposta quella del Chieri che ha disputato una splendida gara. Ottima la performance delle nostre squadre che hanno ottenuto il terzo posto con la prima , l’ottavo e il decimo quello conquistato dalle altre formazioni. Cospicua la presenza del pubblico, che si è concentrato tutto nel palazzetto grazie all’allestimento di quattro campi nell’impianto. Ringraziamo il Comune che contribuisce, se pur con qualche piccola limitazione, ad organizzare questi eventi che servono per migliorare tecnicamente i nostri atleti e aiutano, anche se in minima parte a promuovere il turismo alassino. Il direttivo Alassio Volley Alassio, 29 febbraio 2004 - è conclusa ad Alassio, manifestazione organizzata dal Circolo Nautico al Mare, la Volvo Winter Cup, campionato invernale riservato alle imbarcazioni monotipo Beneteau 25 e Melges 24. Una flotta composta da circa 20 imbarcazioni della classe Beneteau 25 e da una decina di Melges 24 si sono date appuntamento nella Baia del Sole nei mesi invernali (il campionato era iniziato nello scorso mese di novembre) per dare vita a una serie di 9 regate su percorso a bastone. Grande successo per porta colori del CNAM che hanno conquistato la vittoria finale in entrambe le classi: infatti al primo posto nella classe Beneteau 25 si è classificato il team di Fra Martina TNT, dei fratelli Pavesio, timonata dal triestino Lorenzo Bressani, con un incredibile score di 8 vittorie su 8 regate.mentre nella classe Melges 24 la vittoria overall è stata prerogativa dell’equipaggio torinese guidato da Carla Silva Ubertalli (con i parziali 4-31-2-2-6-2-2-1) con il timoniere genovese Roberto Martinez. Concluso con successo l’impegno invernale gli equipaggi saranno ben presto di nuovo in mare, cioè già dalla prossima settimana, e sempre sullo stesso campo di regata, nella prima tappa della Volvo Cup 2004. In occasione dell’apertura della stagione 2004 ad Alassio verranno anche premiati i campioni d’inverno della Winter Volvo Cup. Le regate organizzate dal Circolo Nautico al Mare godono del patrocinio del Comune di Alassio e della collaborazione del Marina di Alassio SpA e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Alassio. Le classifiche finali complete della Winter Volvo Cup sono visibili sul sito internet: www.cnamalassio.it. Al via ad Alassio l’edizione 2004 della Volvo Cup con i monotipi Beneteau 25, Melges 24 e Ufo 22 Venerdì 5 marzo ha preso ufficialmente il via ad Alassio la terza edizione della Volvo Cup. La Settimana Internazionale “Vela d’Altura” One Design, valida come prima tappa Volvo Cup, come sempre organizzata dal Circolo Nautico al Mare Alassio, apre la stagione agonistica delle classi monotipo Beneteau 25, Melges 24 e UFO 22: tre giorni di regate dal 5 al 7 marzo sullo specchio d’acqua della Baia del Sole. Giunta al suo terzo anno (per la classe tella, del romagnolo Egidio Babbi, dell’olimpionico di Star Giorgio Gorla nella classe Melges 24 e di grandi specialisti tra cui il varesotto Marco di Natale e i fratelli gardesani Andrea e Umberto Felci, quest’ultimo progettista dell’UFO 22. Per questo primo appuntamento stagionale ad Alassio sono previste un massimo di 9 prove, tutte valide al fine della classifica del circuito nazionale “Volvo Cup”. Title sponsor della manifestazione è Volvo Auto Italia, che sarà af- STUDENTI ALASSINI DI SCI ALL’APRICA: I RISULTATI Gigante maschile:l) Massimiliano Guarino; 2) Antonio Putaggio; 3) Adriano Bortolotti. Femminile: l) Valentina Basile; 2) Silvia Calvini; 3) Prisca Stoppini; 4) Elisa Bozzano; 5) Giulia Raimondo; 6) Lucia Lovetere e Roberta Rizzuto. Snowborad gigante maschile: l) Fabio Alfinito; 2) Alejo Quiroga; 3) Ercole Vergani. SuperG:l) Luca Notini; 2) Michele Paleologo; 3) Massimiliano Niddu ; 4) Jacopo Forno; 5) Giorgio Giachello. Femminile:l) Valentina Giachello; 2) Ilaria Forno; 3) Giulia Notini; 4) Veronica Merogno. Specialissimo: Daniele Manno Femminile: Enrica Basso Claudio Almanzi FOTO ARCHIVIO A.V.A. Ponzio Luca, Puliga Luca e Puliga Giulio, Revello Martina e Vitelli Francesca. Un capitolo a parte per i più piccoli: Marco Losno, Andrea Losno e Christian Radici che hanno riportato tre primi posti nelle rispettive categorie. La trasferta di Viareggio è stata anche l’occasione per partecipare alla sfilata dei carri carnevaleschi, così la gara è diventata una buona occasione per vedere da vicino lo spettacolo di Viareggio e trascorrere una giornata in sana allegria. In attesa della quarta gara a La Spezia che si disputerà a metà marzo, la squadra si sta preparando, allenandosi di buona lena per la trasferta più importante, quella di Roma a fine giugno in occasione dei Campionati Nazionali di Nuoto del Centro Sportivo Italiano. A tutti buon vento!! GE.S.CO. S.P.A. L’angolo del perché I giovani atleti. ALASSIO – Si sono svolti all’Aprica i campionati studenteschi alassini di sci, con la presenza di una sessantina di ragazzi. Ecco i risultati. Slalom speciale maschile :l) Andrei Lounkov ; 2) Paolo Comoglio; 3) Mattia Persbulgo; 4)Davide Cassinari; 5) Matteo Seteria; 6) Mirko Rocco; 7) Alarico Contini. Femminile:l) Silvia Cicero; 2) Emanuela Blokstaele; 3) Laura Russo; 4) Elisa Della Corte; 5) Giorgia Delfino; 6) Jessica Marzi; 7) Erika Silvestri; 8) Fabiola Sinieri. Snowboard speciale maschile:1) Matteo Beriolo; 2) Fabio Garassino; 3) Hellis Del Prato e Davide Intellini. Domenica 25 gennaio u.s. a Firenze e domenica 15 febbraio u.s. a Viareggio si sono svolte le gare del VI° Trofeo “Buon Vento fra le Riviere” dove la squadra Gesco Nuoto Alassio, insieme alla Matuziana Nuoto di Sanremo ha rappresentato la regione Liguria riportando lusinghieri successi. A Firenze come a Viareggio ha sopreso positivamente per i tempi ed i piazzamenti (quattro primi posti) di Marta Di Muro che è diventata “l’ondina” della squadra tenendo testa alle agguerrite atlete toscane. Si sono distinti i soliti noti: Mellini Ascanio nella rana, Cipriano Giovanni nello stile libero, Braghin Nicolò nella farfalla riportando a casa tre primi posti nelle rispettive categorie, oltre agli ottimi piazzamenti di Vivone Giacomo, Filippi Mattia, Leo Federica e Mingoia Giulia. Si sono distinti a Firenze: FOTO ARCHIVIO A.V.A. Beneteau 25, per le altre al suo debutto) la Volvo Cup si protrarrà fino alla fine di luglio, portando i partecipanti su alcuni dei più prestigiosi e tecnici campi di regata italiani: Napoli (16/18 aprile - B25); Torbole (lago di Garda, 6/9 maggio-B25, M24 e U22); Nettuno (28/30 maggio-B25); Rimini (4/6 giugnoM24), Domaso (lago di Como, 16/18 giugno-M24 e U22, 23/25 luglio-B25) oltre che a Follonica per il Campionato Nazionale di tutte le tre classi (24/27 giugnoM24 e U22; 29 giugno/3 luglioB25). Grande afflusso di campioni e di specialisti sulle tre classi, tra cui i triestini Lorenzo Bressani e Gabriele Benussi, il napoletano Paolo Cian, il leccese Sandro Montefusco e il romano Furio Monaco (vincitore della Volvo Cup 2003) nella classe Beneteau 25; del luinese Flavio Favini, del carrarese Luca San- fiancata da Conte of Florence e Finanza & Futuro Banca nel ruolo di co-sponsor. Fornitori ufficiali saranno Cavit Vini e Giò Style; North Sails Nord Est metterà in palio una serie di vele per chi parteciperà ad almeno 4 tappe nelle tre classi. Allo stand Volvo sarà attiva per tutta la Volvo Cup una postazione di gioco Virtual Skipper 3, per continuare le regate anche a terra, anche grazie a Samsung, fornitore tecnico della Volvo Cup, con monitor al plasma, computer e DVD. Le regate organizzate dal Circolo Nautico al Mare godono del patrocinio del Comune di Alassio e della collaborazione del Marina di Alassio SpA e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Alassio. Ufficio Stampa Volvo Cup 2004: Laura Jelmini, tel. 348 8720683, e-mail: [email protected]. La mia vita quotidiana di passante incognito e i miei sogni di uomo desto mi portano spesso là, in quell’angolo del “MIO PAESE” dove ancora c’è qualcuno che mi conosce, qualcuno che, come me ha il futuro nel suo passato; (tra questi ci sono i più poveri, quelli cioè, che hanno solo se stessi per raccontare i loro sogni). È in quest’angolo che si fanno le domande più strane, in apparenza; è qui che ci si chiede il PERCHÉ di tante cose volute e fatte per il bene di tutti (e del Paese) che, al momento di essere definite, sembrano incomprensibili. Tutti in questo posto credono a quanto dicono, quando lo dicono, e tutti lo dicono perché lo credono. Preferiscono la realtà alla verità; preferiscono la vita anche se sono già avanti con gli anni e attribuiscono, come me, ai loro sogni un altro valore se non che sono il nostro teatro dell’intimo. Poco tempo fa uno di questi personaggi, parlando come se stesse guardandosi allo specchio, si chiedeva: «Sono passato da San Rocco, dove prima c’era la vecchia bocciofila e dietro il muro a secco che delimita la vecchia strada a gradoni ho visto spuntare sei o sette tronchi di cipresso, infissi ancora con le proprie radici nella terra, tagliati ad un altezza di un metro dal suolo per privarli della chioma sempreverde che, come un fiamma, secondo una concezione mediorientale, da l’idea perenne della vita che sopravvive alla morte. Sembrano le dita di più mani, con le falangette tagliate. Così come li ho veduti mi hanno dato l’idea di un dolore immenso e mai gridato. Perché hanno MUTILATO così questi alberi? Potevano ancor vivere senza dar fastidio. Perché ucciderli? Ora che l’autosilos è finito possibile che nessuno si chieda se valeva la pena di tagliare la vita con tanta ferocia?». In quest’angolo del perché, unico anfratto ligure di questo nostro, amato Paese, da questi uomini di Alassio ho raccolto testimonianze come questa: «Io ho la dimensione di ciò che vedo; a causa della sua piccolezza, DAL MIO PAESE si può vedere una maggior parte del mondo, perché io ho la dimensione di ciò che vedo e non la dimensione della mia altezza». O come questa: «Così come laviamo il nostro corpo dovremo lavare il destino, cambiare vita come cambiamo biancheria. Ci sono persone sporche di destino che non si allontanano dalla trivialità quotidiana per il medesimo fascino che provano per la propria impotenza>>. Ripensandoci mi sembra impos- sibile, persino averle udite, tanto mi sembrano voci che provengono dal profondo dell’animo. Sto scrivendo quello che sento dire da queste persone di anni-tanti che capiscono e senza giudicare sanno che parlare è un conto fare un altro; soprattutto hanno imparato dalla vita che il non riuscire a convertire il nemico all’amicizia, o perlomeno ad un leale duraturo accordo, è una sconfitta. Li conosco bene questi uomini comuni; li ho sempre ammirati. «Ma io lo scrivo». «Lo scrivi? E inutile scrivere; nessuno ti darà ragione se hai ragione. Per un caffè o per un voto faranno finta di non aver letto». Ci sarebbe materiale per fare un libro… e chissà! Intanto ascoltandoli ci si sente migliori. Propongo (per ottimismo?) solo le ultime battute: «Ho sempre rifiutato di essere compreso. Essere compreso significa prostituirsi. Preferisco essere preso seriamente per quello che non sono, ignorato umanamente, con decenza e naturalezza». Uno mi ha detto ridendo una cosa che non ho ben capito: «Scrivi questo che ti dico e poi vedrai che Dilda (?) ti risponde; scrivi: Ho visto dei banchi di sabbia affioranti e asciutti divisi, separati dalla battigia solo da un laghetto. Un straniero delle “Langhe”, ingegnere idraulico, eccelso professionista mi ha detto: “funziona bene il nuovo sistema BSM; ha visto quanta sabbia, si sta attaccando al lido?” È vero…, ho risposto ridendo tra di me, ma non il BSM; l’artefice di tanta ricchezza è l’FPA. L’FPA? È il nuovo sistema francese per far rinascere gli arenili? No è il Frevò Patelò Alassino. AH! Non lo conoscevo è un sistema veramente valido. È vero lo è; pensi che davanti al Torrione e al ristorante dell’Hotel Savoia con questo sistema veniva una spiaggia di venti metri di larghezza? No .Lei si prende gioco di me; è impossibile. Là tutto è scogliera. Si è vero. Ma è una scogliera artificiale. Gli scogli sono stati messi; prima non c’erano. È una prova, un tentativo per veder da che parte si accumula la sabbia… dopo li levano…». Bel posto, l’angolo del perché; io lo considero l’unico sito alassino dove attraverso lo scambio verbale con le persone più comuni si riesce ad apprendere un po’ della storia, della cultura e della vita della nostra città altrove, spesso, ignorate. Mi permetto una considerazione: «Se esistono luoghi simili anche nelle altre contrade liguri il “futuro”, di certo, sarà ancora libero». Dante Schivo Lunedì 15 Marzo 2004 11 «L'ALASSINO» PACE CELESTE E FRASTUONO TERRESTRE Sublimi, indifferenti e sereni, i pianeti ruotano nel sistema solare con il loro moto eterno, regolato da leggi immutabili. E sono soltanto granelli nell’immensità di un universo, a sua volta in movimento da miliardi di anni, e che va verso un futuro imperscrutabile. Al di sopra, in una dimensione a noi sconosciuta, il «Motore», il «Principio», l’«Energia» che imprime questo moto, insomma… «il Mistero del Tutto». Sono considerazioni non certo nuove ma che ridestano intense emozioni ogni qualvolta ricade sott’occhi forse il più celebre assemblaggio di fotografie della NASA. In primo piano giganteggia la Luna, ripresa dalla missione Apollo 8. la Terra è stata ritratta da Apollo 17 e il sorgere del Sole sul nostro pianeta fu fotografato da Apollo 12. Al centro, sopra la Luna, splende il pianeta Venere, nell’immagine ripresa dal Pioneer-Venus. Da sinistra a destra appaiono gli altri pianeti: Giove (da Voyager !); Mercurio (da Mariner 10); Marte (da Viking); Saturno (da Pioneer II). L’eccezionale sequenza foto- (dal volume: “Il mio grillo parlante” di Raoul Mariani) grafica ci mostra i pianeti nei loro reali rapporti di distanza, di grandezza e senza deformazioni prospettiche. È una rappresentazione autentica del sistema nel quale, con tutti i pianeti ruotiamo anche noi, con i nostri Irak, Israele e i palestinesi, terroristi e pacifisti, conflitti beceri e stolti, e, la nostra crisi petrolifera, le nostre crisi di governo, le nostre crisi energetiche, le nostre crisi personali. E le bombe, le esplosioni, le grida, le imprecazioni. E la gran croce invisibile piantata al centro della Terra perché «Ognuno», ma soprattutto i miti e gli onesti, prima o poi, più o meno, vengano appesi a gemere a modo loro, i dolori «anche innocenti». Lassù, tutto questo, non fa più rumore del ragno mentre tesse la sua tela; lassù quel filo fragile che brilla contro il sole ha la stessa importanza delle sessioni dell’ONU. Quaggiù: «Io farò di Gerusalemme una cappa di stordimento per tutti i popoli all’intorno; e questo concernerà anche Giuda, quando si cingerà di assedio Gerusalemme (Zaccaria 12.2, oltre 25 secoli or sono)». «Quando vedrete Gerusalemme circondata d’eserciti, sappiate allora che al sua desolazione è vicina» (Gesù di Nazareth in Luca, 21). «Perché quelli son giorni di vendetta, affinché tutte le cose che sono scritte, siano adempiute» (in Luca 22) «Entrerà pure nel paese splendido (la Terra Santa) e molte popolazioni saranno abbattute» (Daniele 11,41). «L’angelo gridò con voce potente: -È caduta! La grande Babilonia è caduta-. È diventata dimora di demoni, rifugio di tutti gli spiriti immondi, rifugio di ogni uccello impuro e ripugnante (Apocalisse 18,2)-. Tutte le nazioni hanno bevuto il vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con lei, e i mercanti si sono arricchiti della sua ricchezza favolosa» (Apocalisse 18,3). Hanno ordinato ai profeti di non profetare. Ma «tutto è scritto»! È in cammino il giorno di fuoco, il sopravvento della violenza: quando il buio si farà a mezzodì. Allora, nemmeno il forte potrà usare la sua forza e quel giorno, quanti passavano da eroi, fuggiranno nudi…finalmente! (Da David M. Turoldo) Quaggiù il fragore di «questa scienza» dai bagliori di zolfo, dagli ordigni che esplodono anche in mano, «questa scienza» materna origine di sicura morte; questa scienza così grande dal presumere il compimento di «una anticreazione»; ebbene, questa scienza affonda nella «Grande Distruzione» che incombe. Il «grande Male», di cui farnetica il mostro di Bagdad, non è il «Golfo in fiamme»; la sua «guerra» è appena il Male in superficie. Il «grande Male» è…prima: il «grande Male» è la passione paranoica della «roba», è l’ingiustizia, l’immoralità, la corruzione è l’«Amore del Nulla». Lassù, le nostre leggi, il nostro tempo, i nostri orologi di digitali, i nostri computers, i nostri timer regolatori dell’immane frastuono terrestre non hanno valore. Al di sopra di noi è la pace, l’eterna pace, la grande speranza, il più vasto simbolo di Dio! LUTTI CITTADINI E NECROLOGI ANGELO PREVE La notizia è piombata improvvisamente e si è diffusa in pochi istanti in tutta la città: stamani 1 marzo, è mancato, in Alassio, l’Avv. Angelo Preve. Professionista di alto livello già consigliere comunale, spesso consulente ufficiale dell’Amministrazione civica, di antica e notissima famiglia alassina, lascia la moglie Signora M.Teresa, la figlia Emanuela col marito Rudy, le nipotine Eugenia e Virginia e la famiglia a cui i moltissimi amici e l’A.V.A. del quale era socio, inviano le più sentite condoglianze. re e poi come autista per il trasporto dei bimbi delle scuole elementari, dai quali seppe farsi benvolere per l’affabilità, la gentilezza e la disponibilità, anche dopo anni da quando era in pensione. Amante della natura, era sempre nella sua campagna di San Bernardo curando con amore e passione la sua terra. Era un uomo all’antica, sempre pronto a dare un consiglio ed un aiuto. Sempre disponibile anche per la festa di San Bernardo della cui Associazione era Consigliere. Alla moglie Marilde ed ai famigliari tutti, da parte dell’A.V.A. e degli “Amici di San Bernardo”, vanno le più sincere e sentite condoglianze. partenente ad un antico casato di Albenga (ove esistano ancora la torre e la casa). Donna amabile e dotata di una particolare sensibilità, sempre molto legata ai ricordi ed alle tradizioni della sua terra natale, lascia un grande rimpianto e tanta AMBROGIO BOGLIOLO amarezza in tutti coloro che la hanno conosciuta ed apprezzata per le sue doti e le sue qualità. Gli amici e i conoscenti (cui si aggiunge il pensiero dell’Ass.Vecchia Alassio a cui la signora come il marito prof .Mario e i figli sono stati sempre affezionati da anni) esprimono il loro cordoglio ai figli, Gianfranco, Pierluigi, Gino, Paolo e Graziella ed alla sorella Luisa e famiglia. FRANCO AZZINI È mancato, dopo lunga malattia, Franco Azzini, un alassino amato per il suo carattere e la sua giovialità. Lo ricordano gli sportivi come giocatore di calcio e come abile velista e i molti amici della Bocciofila Alassina. Lo piangono la moglie, la figlia e la nipote, L’A.V.A. porge le più sentite condoglianze. BIAGIO PORCELLA (MIMMO) Mimmo ha lasciato sua moglie, la famiglia e i suoi cari ed i moltissimi amici. A 61 anni, in poco tempo è stato stroncato da un grave male ed un inesprimibile sconforto è calato su tutti noi. Per molti anni ha lavorato per il Comune, come giardinie- “Ambrogio Bogliolo ha lasciato la vita terrena il 2 febbraio u.s. per unirsi alla famiglia d’origine in altra dimensione. Nacque a Moglio nel 1919 e visse per 56 anni a Genova dove si laureò e dove svolse la sua attività in qualità di dirigente presso la Regione Liguria. Uomo colto, stimato per la sua diligenza, serietà, laboriosità e generosità cercava di aiutare e di risolvere qualunque situazione e chi si rivolgeva a lui non rimaneva mai deluso. È sempre rimasto molto legato al suo paese d’origine al quale tornava spesso con la famiglia non appena i suoi impegni glielo permettevano. La moglie, i figli e i nopoti, da lui teneramente amati per una vita, sentono ora un grandissimo vuoto e chiedono a chi l’ha conosciuto di ricordarlo nelle preghiere. ••• Moglio con la scomparsa di Ambrogio Bogliolo ha perduto un suo illustre figlio. L’amore per la diletta sua terra natale si era accresciuto per la forzata lontananza. Già minato dalla malattia che ne stroncava l’esistenza egli si era prodigato presso le autorità competenti perché si accelerassero i lavori di restauro della Chiesa di Moglio. I suoi resti mortali riposano nel cimitero monumentale di Genova, il suo spirito preclaro aleggia sull’amata sua Moglio. Al cordoglio dei Mogliesi prende parte l’A.V.A., col porgere alla moglie Rosanna ai figli Anna e Pietro le più sentite condoglianze. TERESA CAZULINI VED. STRANI È mancata, in Pinerolo, il 24 febbraio u.sc. la Signora Teresa Cazulini ved. Strani, alassina, ma ap- gesti, le tue abitudini, i tuoi consigli, i tuoi piccoli difetti e i grandi pregi., che ora ricordiamo con dolcezza e serenità. Tu ci hai dato molto e per questo il tuo ricordo, che è fonte di stima e di affetto da parte di molti, ci migliora e ci incoraggia. Grazie. Laura e Alessandra LILLO RIZZO Anniversari PATRIZIA BERRINO 18/02/1998 - 18/02/2004 Lillo Rizzo ad Alassio, negli anni ’30. Certamente saranno in molti ad Alassio a ricordare Lillo Rizzo. Lo si vedeva molto spesso al molo con la sua canna da pesca, il suo carattere gioviale, amico di tanta gente. Son passati 14 anni dal momento in cui “lanciò lontano il filo della lenza, ma qunado il sughero si ancorò, sedette a contemplare”. Ed egli, oggi, contempla gli erbosi pascoli assieme alle sue Zoreta ed Eufemia, nonché alla figlia Liliana. Nel 14° anniversario della sua scomparsa (10 febbraio 1990) i figli Beppe e Tina, la nuora Aurora, i nipoti Daniele ed Emanuela, lo ricordano con immenso affetto. VITO SERIPANNI 24/4/2003 - 24/4/2004 Sono passati 6 anni ci manchi tanto. Ricordati che sei sempre nei nostri cuori. Ciao, Patty Tua Sorella ALDO ARMATO 2003 - 2004 In ogni istante della nostra quotidiana esistenza sei costantemente vicino ai nostri cuori, perché ci manchi immensamente I tuoi cari. FEBBRAIO 2004 Il trascorrere del tempo e gli impegni quotidiani hanno contribuito a mitigare il grande dolore della tua perdita. Ma ogni giorno tu sei presente,in casa e sul lavoro, con i tuoi AZZINI Francesco CARAVÁ Maria FABOTTI Giuseppe GALBIATI Iginio MASI Mariantonia NAI Giuseppe POGGI Gianfranco PONTI Rosetta STANCO Luigi anni 71 anni 93 anni 72 anni 82 anni 84 anni 93 anni 98 anni 75 anni 61 L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite condoglianze ai loro familiari. 12 «L'ALASSINO» Specie ittiche della Baia del Sole Pagello roseo o Frangolino (Pagello erythrinus) - (Pogheru) PAGELLO ROSEO Lunedì 15 Marzo 2004 MURAHO! Si sente parlare spesso del “mal d’Africa” ma finchè non vai in Africa non capisci appieno cosa sia. L’Africa, con i suoi colori, i suoi contrasti ti prende, ti entra nella pelle come la terra rossa delle sue colline, dei suoi deserti. Ma quello che porterai sempre con te, una volta tornato dall’Africa, saranno gli occhi e gli sguardi dei bambini. Di quelli che ordinati vanno a scuola, ma anche di quelli che incontri per la strada e trasportano l’acqua, di quelli che escono dalle case per vederti, e magari per avere una caramella. Sono loro, con i loro occhi, i loro sorrisi, che ti ricorderai anche quando i colori si saranno una sedia, un letto, fino a diventare una scuola, un dormitorio e via così. Oggi nella scuola di Padre Hermann vivono e studiano circa 120 ragazzi, nel villaggio pochi meno. Servono sempre più aiuti per questi ragazzi, sia per quelli che frequentano la scuola che per gli altri, affinché possano crescere e diventare uomini e donne in grado di costruirsi un futuro. Fuori dal villaggio e dalla scuola c’è ancora un’altra realtà. Quella fatta di capanne di fango e di gente che ogni giorno lotta per mangiare. Di persone che hanno poco o niente ma con una dignità fuori dal comune. E qui, tra le capanne e le strade di terra rossa, ab- DISEGNO DI PATRIZIA PEZZUOLO Ha il profilo de capo obliquo e il dorso che va dal colore salmone al rosso coi fianchi punteggiati talvolta in azzurro. Opercolo orlato al di sopra in rosso. Macchia tenue in azzurro sugli occhi. Lunghezza massima 35 cm e peso di 1 kg. Sul fondale sabbioso di rado si portano solo quelli giovan di piccola taglia. Carne ottima. Si pesca con canna da lancio. Esca: verme e crostacei – Armatura: a/c Amo: 8/14 – Filo: 018/020. Gli edifici della scuola. Valide terapie dei nonni Il prezzemolo afrodisiaco (U purensemmu pellandrun) Questa erba aromatica tanto utile in cucina è ancòr più valida in terapia. Sempre deve essere usata a dosi esatte e contenute. Ben deve conoscerla chi la usa perché le sue foglie assomigliano a quelle della velenosissima cicuta minore. A scopo medicinale è nota perché contiene nei suoi semi un olio volatile chiamato apiolo. Le “buonedonne” che usavano esageratamente l’apiolo intossicavano il paziente talvolta in forma letale. Per fermare la secrezione lattea loro applicavano pericolosamente sul seno della lattante più biamo incontrato tante famiglie che hanno bisogno di un aiuto. Ma di un aiuto tangibile. Un aiuto che si può concretizzare con un’adozione a distanza. Dal Ruanda siamo così tornati con una decina di nomi di bambini da adottare a distanza (alcuni di loro hanno già trovato una famiglia adottiva), con altri dieci ra- foglie di questa pianta. Il succo delle foglie fresche pestate è molto attivo perché ha azione afrodisiaca. Mia nonna sugli occhi infiammati passava una pezza imbevuta nel succo di questa pianta e così diceva: Du verde prensemmu dau bèllu udù Fanne üsu attèntu pe nu creò durú (Del verde prezzemolo dal bel profumo – fanne attento uso per non crear dolore) Ho consultato: “Erbe de cà nostra” di Bruna Bianco Accame Il 24 febbraio scorso, si è brillantemente laureata a pieni voti presso l’Università degli studi di Genova in SCIENZE NATURALI la nostra concittadina FRANCESCA BRUSCO con la tesi: “ATTIVITÀ di BIOEROSIONE DI SPUGNE PERFORANTI SU SUBSTRATI NATURALI NEL MAR LIGURE”. Relatore Ch.mo Dr. Carlo Cerrano; Relatore esterno: Ch.mo Dr.sa Barbara Calcinai; Correlatore prof. Maurizio Pansini. Alla neo dottoressa, figlia del nostro Socio e Segretario Nino, felicitazioni vivissime dall’A.V.A e dai molti amici e conoscenti. ••• ••• All’Università di Padova, il 20 Febbraio u.s. si è brillantemente laureata in psicologia la nostra giovane concittadina BRUNA FIORONI TESI DI LAUREA: “Stress, rilassamento e respirazione”. Relatore il Ch.mo prof. ALDO GALEAZZI. Alla neo dottoressa (e famigliari) le più vive felicitazioni dell’A.V.A. FEBBRAIO 2004 Non solo sono stati rispettati i detti popolari che riguardano il mese “maledetto”, ma li ha anche superati oltre ogni previsione. Qualcuno pensa ancora che sia colpa dell’anno bisestile; sarebbe meglio neppur pensarlo: il calendario è una invenzione (utile e necessaria) fatta dall’uomo; le correnti fredde dai quadranti settentrionali o le correnti calde, ricche di rossa sabbia del deserto, si muovono seguendo direzioni imposte da profonde variazioni bariche. L’anno bisestile non è responsabile! Se vogliamo trovare il colpevole, dovremmo salire molto in alto e osservare i percorsi sinuosi e stagionali delle dimenticate “correnti a getto”. Vediamo nei particolari cosa è stato registrato nel nostro Osservatorio. Pressione atmosferica (media mensile): 760,4 mmHg. Molto significativi i valori decadali: 769,1 mmHg nella prima decade (il minimo barico è stato di 760,0 mmHg alle ore 16 del giorno 8); 761,6 mmHg nella seconda decade; 749,5 mmHg nella terza. In questa decade si è avuto anche il minimo assoluto con 740,9 mmHg alle ore 10 del giorno 27. Temperatura media mensile: 10,5 °C. Eloquenti i valori medi nelle tre decadi: da 11,6 °C nella prima decade, si è passati a 11,1 °C nella seconda e si è scesi a 8,5 °C nella terza. Durante la terza decade sono stati registrati i valori pià bassi: il giorno più freddo il giorno 29 (per rimarcare il carattere bisestile!) con +6,8 °C di media. Nello stesso giorno è stata registrata la temperatura minima assoluta del mese con 5,4 °C alle ore 5 del mattino. Umidità media mensile: 57%; medie decadali nell’ordine: 68%; 61%; 41%. Giorni sereni: 10; coperti: 7 (sei giorni senza un raggio di sole!). Vento: è sufficiente presentare la velocità media delle singole decadi per capire il ruolo giocato da questa meteora nel sottolineare il detto popolare di mese corto ma… Nella prima decade il vento ha percorso in media 109 km ogni 24 ore; nella seconda decade il valore – sempre nelle 24 ore – è salito a 194 km; nella terza decade… ben 332 km percorsi mediamente ogni giorno! Precipitazioni: 35,6 millimetri di pioggia in tutto il mese. Nella notte tra il 20 e il 21 febbraio ha avuto inizio il sorprendente (anche se non raro) fenomeno della pioggia mista a sabbia, una sabbia rossa e abbondante che stenta ancora a scomparire dalle nostre strade. Eliofania: anche il sole ha fatto la sua parte per rendere sempre più attuali i tanti proverbi popolari; l’eliofanografo ha lavorato poco registrando soltanto 93,5 ore di limpido sole in 29 giorni; la media giornaliera supera di poco le 3 ore. Anche per l’eliofania vale il discorso dell’eloquenza dei numeri nelle tre decadi: 3,4 ore in media ogni giorno nella prima decade; 4,2 ore il giorno nella seconda; 1,9 ore nella terza! Credo di fare cosa utile (specie per coloro che guardano di malocchio gli anni bisestili) riportare alcuni dati di febbraio dell’anno bisestile 2000: Pressione media: 764,4 mmHg; temperatura media: 12,2 °C (12,0 °C nell’ultima decade); umidità media: 64%; eliofania giornaliera: 5,2 ore; giorni sereni: 17; coperti: 6; precipitazioni totali: 0,8 millimetri; velocità del vento (media mensile): 163 km ogni 24 ore. Cosa concludere allora? Foto di gruppo. Zavaroni, Gianni Del Pero, Loredana Tabor, Claudio Sanguineti in rappresentanza del Pool Esercenti di Alassio e Angelo Baccolo che ha documentato tutto il viaggio. Siamo andati nella missione di Padre Hermann in occasione dell’inaugurazione della scuola secondaria superiore che in questi anni abbiamo aiutato a costruire grazie all’aiuto finanziario di tanti amici che hanno avuto fiducia in noi. E abbiamo visto con i nostri occhi che questo aiuto è diventato di volta in volta un mattone, gazzi che hanno bisogno di un aiuto per pagare la retta scolastica e un progetto. Anzi tre. Il progetto di altre tre aule per la scuola secondaria superiore, di una sala lettura, di una biblioteca. Abbiamo bisogno ancora una volta di un sostegno finanziario da destinare a questi ragazzi. Chi vuole informazioni può contattarmi al numero 0182 559473 (anche fax) in orario di ufficio. Muraho (grazie in ruandese) 13 al 21 marzo presso la Sala Carletti su gentile concessione dell’Associazione Vecchia Alassio ALESSANDRO DE BLASI Gli articoli e le lettere devono pervenire alla Redazione entro la fine di ogni mese per la pubblicazione ne «L'Alassino» del mese successivo. A.V.A. nella Chiesa dei Cappuccini la Compagnia Dialettale Alassina e la Corale S. Francesco presenteranno in versi “A pasciùn e a morte du Segnù” del Prof. Tommaso Schivo L’ ingresso è libero MOSTRA FOTOGRAFICA dal Il 31 MARZO p.v. ore 21 Barbara Testa Per parlare del Ruanda e vedere le immagini scattate durante la permanenza nel villaggio e fuori l’Associazione Amici di Padre Hermann organizza una ••• nipote del fotografo Marco Pasquali, nostro Socio aderente si è brillantemente laureato presso la Facoltà di Storia dell’Università degli Studi di Genova, ottenendo il massimo dei voti e la lode. Il neolaureato ha sostenuto la seguente tesi : “L’archivio privato di una famiglia di naviganti di Cervo Ligure (sec.XVIII-XX)”.Relatore è stato il prof. Antonio Gibelli.AI neo dottore le felicitazioni dell’AVA e i più vivi auguri per un fortunato futuro professionale. a cura dell'Osservatorio Don Bosco Il Direttore dell’Osservatorio Prof. Don Natale Tedoldi Pessö LAUREE Il giovane sbiaditi e i contorni offuscati. Ma quello che non vogliamo fare assolutamente è dimenticare. Anzi. Vogliamo ricordare e vogliamo far conoscere a più persone possibili quello che accade in Africa, e in Ruanda in particolare. Così siamo partiti in sei da Alassio lo scorso 27 gennaio. Io (Barbara Testa), Loretta Meteorologia Alassina Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano unicamente la responsabilità dei rispettivi Autori. 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