ANNO XLIV - N. 3
€ 1,40
Lunedì 15 Marzo 2004
Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - Filiale di SAVONA
Eccovi Alassio che innamora il sole. (A. Graf)
Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure.
Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio aderente € 16,50 - Socio Sostenitore € 19,50 - Socio estero € 21,00
ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 - E-mail: [email protected]
DEPURATORE
Due ipotesi a confronto: una scelta difficile
Il dibattito relativo al problema
della depurazione delle acque nere, compreso nel programma del
servizio idrico integrato, ha avuto
luogo il 13 febbraio scorso, presso la Biblioteca “Renzo Deaglio”,
promosso dai consiglieri del
gruppo “La Vespa” e dal comitato
civico “LaVespa”.
Moderatore il prof. Andrea
Gallea.
Apre la seduta il rag. Renzo Del
Pero rappresentante il Comitato
“La Vespa”, che ribadisce l’assoluta necessità del depuratore ma
è doveroso far conoscere ai cittadini la proposta alternativa a quella caldeggiata dal sindaco Marco
Melgrati. In sintesi: realizzare un
impianto autonomo per Alassio e
Laigueglia nella zona del porto turistico oppure allacciarsi a quello
consortile di Borghetto S. Spirito?
Questo è il problema. Il prof.
Gallea invita i relatori a dare spiegazioni al pubblico su entrambe le
soluzioni, in modo da valutare e
scegliere la migliore.
Secondo il dott. Scarpati, rappresentante l’A.T.O. (Ambito
Territoriale Ottimale) savonese,
organismo di controllo delle risorse idriche, l’ipotesi di Borghetto sarebbe la più economica,
con costi minori per gli utenti.
L’ing. Ferro, progettista e relatore super partes prosegue con
un’ampia illustrazione tecnica
sulle problematiche inerenti il
trattamento dei liquidi reflui, grigliature, depurazione ecc.. Tralasciamo di riportare la battaglia
sulle cifre, costi di investimento e
costi di gestione, ampiamenti resi
noti dai comunicati sia del sindaco che dal gruppo “La Vespa”
(pubblicate su “L’Alassino”); bisogna però tenere presente che
dai conteggi esposti dall’opposizione, rappresentata dal dott.
Agostino Testa, non s’è tenuto
conto del finanziamento ministeriale di circa nove milioni e mezzo
di euro, che andrebbe perso nel
caso si dovesse optare per il depuratore di Borghetto.
Tra il numeroso pubblico vivace l’intervento del signor Taboga,
rappresentante l’Associazione
utenti e consumatori della provincia di Savona, che ha messo in evidenza le preoccupazioni della
gente per il continuo aumento dei
costi, raccomandando il massimo
contenimento delle tariffe.
Ulteriori chiarimenti sono stati
esposti dall’ing. Ferro che ritiene
valide entrambe le ipotesi e che la
scelta è difficile.
Una cosa è certa: occorre risolvere nel più breve tempo possibile il problema della depurazione,
non più procastinabile; è quindi
comprensibile, a detta dell’ing.
Ferro, che l’Amministrazione, opportunamente valutata la valenza
turistica dell’intervento da troppi
anni promesso e mai realizzato,
possa optare per la costruzione
del depuratore in Alassio, anche
se a costi maggiori, perché costruibile a tempi corti (entro il
2006 dice l’Amministrazione) e ad
impatto ambientale, da progetto
presentato, irrilevante.
Certamente come immagine
per Alassio-Laigueglia pubblicizzare l’assoluta purezza delle acque del nostro golfo per effetto di
un trattamento che depura l’acqua reflua per oltre il 95%, è un biglietto da visita che da troppi anni ci viene richiesto e che, una volta attuato, dovrebbe garantire un
ritorno turistico e di conseguenza
economico, vedi bandiera blu.
Per contro il progetto d’allaccio
al depuratore di Borghetto S.S.
potrebbe avvenire a costi anche
inferiori, calcolati oggi, ma non
prima del 2012/2016 e con tutta
una serie di incognite non ultima
la realizzazione della condotta
d’allaccio via terra, sotto la sede
stradale della via Aurelia.
A.V.A.
L’Associazione
Vecchia Alassio
augura a tutti i Soci,
Cittadini e Ospiti di Alassio
una felice Pasqua
ASSOCIAZIONE VECCHIA ALASSIO
Il giorno giovedì 29 aprile 2004
presso la sede sociale di Via XX Settembre 7, Alassio
è convocata
L’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI
alle ore 20.30 in prima convocazione e
alle ore 21.00 in seconda convocazione con il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1) Relazione del presidente;
2) Statuto Sociale: proposta di integrazione
art.: 13 e 15, modifica art. 16
3) Varie ed eventuali.
Si confida in una numerosa partecipazione
Il Presidente A.V.A.
Carlo Cavedini
Centenario del palazzo CONSIGLIO COMUNALE
del 2 marzo 2004
del Comune
8 marzo 1904 ALASSIO 8 marzo 2004
Un manifesto sindacale affisso
stamane avverte che martedì
prossimo, 8 corrente, gli uffici comunali saranno aperti nel nuovo
palazzo e così pure gli uffici del
pretore.
giose incamerandone i beni.
Resa esecutiva dieci anni dopo,
nel 1866, segnava la chiusura forzata di tutti i conventi, monasteri, case religiose. Qui in Alassio
venivano soppressi il convento
Monastero delle monache Clarisse.
A seguito di spese si pensò di
non farne solenne inaugurazione. I nuovi locali sono davvero
magnifici e degni di Alassio: auguriamo che in essi si sappiano
preparare i nuovi destini, che
spettano alla città nostra. (in supplemento al Caffaro di Genova)
CENTENARIO DEL PALAZZO DI
CITTÀ.
dei frati Cappuccini e il Monastero delle monache Clarisse. Per
entrambi alla confisca degli immobili non seguiva l’espulsione
dei soggetti che vi abitavano. I
frati Cappuccini vi rimasero fino
al 1882. le monache Clarisse fino
al 1885. Proprietario di entrambi
gli stabili il Comune per cessione
fatta dallo Stato. L’ex convento
Palazzo Comunale.
L’ 8 marzo ha segnato la data centenaria del Palazzo del Comune.
Come tutte le cose il Palazzo
del Comune ha una sua storia che
prende il suo avvio dal lontano
1856 anno nel quale usciva la legge del Ministro Siccardi la quale
sopprimeva le corporazioni reli-
(FOTO ARCHIVIO A.V.A.)
(FOTO ARCHIVIO A.V.A.)
dei Cappuccini e l’orto venivano
lottizzati e venduti ad asta pubblica. L’ex monastero delle
Clarisse fu invece l’oggetto di una
rissa di progetti diversi. Si pensò
di farne una caserma.
continua a pag. 2
SOCIETÀ AGRICOLA
MUTUO SOCCORSO-SOLVA
Domenica 28 marzo 2004
Festa
dell’Annunziata
ore 10: Santa Messa celebrata
da Mons. Angelo De Canis
ore 15,15: Processione
Segue la tradizionale
festa delle «BISCETTE»
Scontro sul depuratore: la minoranza
abbandona l’aula per protesta
La seduta inizia con la commemorazione, da parte del Sindaco, dell’Avvocato Angelo Preve, morto improvvisamente lunedì 1° marzo. Persona molto
conosciuta e stimata sia in campo professionale che per il Suo
impegno molto attivo a livello
sociale e, ha ricordato ancora il
Sindaco, è stato assessore
all’urbanistica nella giunta degli
anni 80 quando era sindaco il
Prof. Traiano Testa, ed altri numerosi incarichi. Anche il consigliere Tomagnini si unisce
all’unanime cordoglio, con parole di elogio per la grande dedizione al Suo lavoro e la signorilità nei rapporti umani.
Si procede quindi alla trattazione degli argomenti all’ordine
del giorno. Due sono le interpellanze proposte dal Gruppo civico “La Vespa”: Interventi da eseguirsi a seguito dell’apertura
della nuova strada di collegamento Villanova d’Albenga ed
Alassio (a giugno?) e situazione
del cimitero del Capoluogo.
Risponde sul primo punto il
vice sindaco Aicardi assicurando che stanno per iniziare i lavori di costruzione di una rotatoria alla francese per regolare il
traffico in uscita dal tunnel
dell’Aurelia Bis, nella zona antistante le scuole medie di via
Gastaldi, nonché l’apertura dei
due sottopassaggi pedonali, di
cui si è già parlato, ai lati di quello veicolare esistente che immette in Via Diaz, con il rifacimento della medesima.
È prevista inoltre la realizzazione di una strada di collegamento da Via Gastaldi a Via
Michelangelo.
Per quanto riguarda il cimitero riferisce l’Assessore Salvo,
continua a pag. 2
Alassio: il bilancio preventivo
Arriverà in questi giorni all’ordine del giorno della Giunta Comunale la delibera del Bilancio
di Previsione per il 2004 del
Comune di Alassio,certamente
lo strumento programmatico e
amministrativo più importante
per un Ente Pubblico.
“Un bilancio non facile – spiega l’Assessore alle Finanze, Bilancio e Tributi del Comune di
Alassio, Rag. Fabrizio Calò- sicuramente sofferto”.
Il dato da cui si è dovuti partire è stato sicuramente quello
delle sensibili minori entrate e
dalla ulteriore riduzione dei trasferimenti statali.
“Abbiamo proceduto con una
politica decisa – continua l’Assessore Calò - volta a tagliare
sul discrezionale salvaguardando le tasche dei contribuenti, il mantenimento del
programma dei lavori pubblici
e garantendo i servizi, anzi,
implementandoli”.
Ecco così che nei diversi settori si è proceduto a sensibili tagli sul discrezionale. Ogni Assessore, ogni Consigliere incari-
cato si è visto attribuire una capacità di spesa ridotta dal 30 al
70%.
“A seguito della deliberazione del CIPE – spiega ancora
l’Assessore – il Comune di Alassio non rientra più nei comuni
ad alta densità abitativa e conseguentemente non gli è più riconosciuta l’aliquota del 9 per
mille sull’ICI per la seconda casa. Solo questa manovra ha
comportato una minore entrata di circa 1 milione di Euro”.
Dallo Stato, poi i trasferimenti
si sono ridotti del 17 %: una minore entrata quantificabile in
181.095 euro.
Contemporaneamente sono
aumentati i costi di gestione
dei servizi a domanda individuale (Asilo Nido, Casa per Anziani, Mense scolastiche, Trasporto Scolastico, Servizi estivi
per minori). Volendo lasciare
invariate le tariffe al cittadino
è conseguentemente aumentata passando dal 56 al 60% la percentuale richiesta appunto al
continua a pag. 2
SOCIETÀ OPERAIA
DI MUTUO SOCCORSO
ALASSIO
Domenica 4 aprile 2004
Assemblea Generale Ordinaria
Pranzo Sociale, alle ore 12.45,
presso l’Albergo Ristorante AIDA
Via Flavio Gioia, 25 – Alassio
Sono invitati tutti i Soci e simpatizzanti.
Prenotazioni presso CARLO CARBONE
e/o Ristorante AIDA e/o SEDE A.V.A
2
«L'ALASSINO»
CENTENARIO DEL PALAZZO DEL COMUNE
(segue dalla prima pagina)
Lunedì 15 Marzo 2004
CONSIGLIO COMUNALE
(segue dalla prima pagina)
Lo Stato non concesse il contingente di soldati perché Albenga
era giù sede di caserma. Di adattarlo ad ospedale, a stabilimento
industriale,
ad
albergo.
In un’ultima analisi di gettarlo a
terra, compresa la chiesa e
sull’area costruire il nuovo Palazzo del Comune, necessario al decoro di una cittadina incamminata
sulla strada del progresso e del turismo. Come succede per tutte le
attuazioni di indole pubblica vi furono i sostenitori e i gli oppositori.
Tra questi l’allora sindaco l’Avv.
Vincenzo Scofferi, il quale sosteneva che per Alassio era più che sufficiente la sede civica nel Palazzo
Durante. In segno di protesta, nel
1898, si dimise dalla carica. Gli succedeva l’Avv. Andrea Quartino, il
quale portava a compimento il disegno. Animato e sostenuto da un
impensato coraggio, in un amministratore dall’ impegno assoluto di
far quadrare il bilancio del Co-
mune. Progettista del nuovo complesso l’ingegnere del Comune
Pietro Soldini. Realizzazione dell’
opera locale Impresa Edile
Domenico Gorlero, detto popolarmente “Meneghin du Portu”. I lavori vennero iniziati nel 1901. Dalle
fondamenta al tetto, sorse un imponente e maestoso edificio in stile neo-classico, con un prospetto
diviso in tre settori da lesene in bugnato, con pinnacoli sul muro dell’
attico e l’orologio sulla cimasa. Il
Palazzo Civico e l’antistante piazza
vengono intitolati alla memoria del
generale Giuseppe Garibaldi che in
Alassio aveva trascorso l’ultimo
soggiorno fuori dalla sua isola dal
novembre 1880 al gennaio 1881,
ospite del consigliere comunale
Giacomo Morteo, nella Villa Gotica. Il nuovo Palazzo Civico veniva
silenziosamente aperto al pubblico la mattina dell’8 marzo 1904,
cent’anni fa.
Antonio Carossino
ALASSIO: BILANCIO PREVENTIVO (segue dalla prima pagina)
Comune per la copertura delle
spese totali dei servizi.
Per contro gli stessi servizi di
pubblica utilità sono di fatto aumentati: è nata Alassio Salute e il
nuovo ambulatorio infermieristico con la sede AVIS, dal 2004 fa capo al Comune la gestione del patrimonio demaniale mentre è in
divenire l’apertura di un nuovo
centro sociale per anziani presso
i locali della Croce Bianca. Più in
generale, poi, gli impegni nel settore sociale, assunti nel corso
dell’esercizio 2003 determinano
un incremento dei costi di gestione sulla competenza del 2004.
“Abbiamo poi dato incarico –
aggiunge l’Assessore Calò – ai
Revisori dei Conti del Comune di
relazionarci circa la situazione finanziaria della SCA per poi suggerirne possibili soluzioni. In proposito, nell’attesa delle proposte dei
revisori, abbiamo inserito a bilancio una voce per l’eventuale rica-
pitalizzazione della SCA per 1 milione di Euro”.
“Minori entrate, maggiori spese e la ferrea volontà di evitare
manovre tariffarie – conclude
l’Assessore Calò - hanno costituito i principi ispiratori di questo bilancio che, vorrei ricordarlo ancora, nasce dal sacrificio di tutti
gli Assessori e Consiglieri Incaricati che, vedendosi limitare la
capacità di spesa, necessariamente dovranno ridurre proprio quelle iniziative che maggior lustro e
prestigio danno alle figure istituzionali. Un sacrificio che, ne sono
certo, è stato compiuto a cuor leggero da tutti nella consapevolezza
che limitare la pressione tariffaria, mantenere e implementare i
servizi al cittadino, proseguire i
lavori per migliorare la vivibilità
della città, sia di fatto la miglior
gestione possibile del patrimonio
dei contribuenti per il loro e nostro stesso interesse”.
assicurando che i lavori di ampliamento stanno per essere ultimati,
elencando inoltre gli interventi e le
migliorie apportate. Richiesta di
chiarificazione sui costi da parte
del consigliere Fui, che si dichiara
deluso delle risposte.
Altro oggetto di discussione è la
scelta tra le due opzioni previste
dal Piano d’Ambito Provinciale,
circa l’ubicazione dell’impianto di
depurazione. La proposta è presentata dai Consiglieri della
Minoranza. Prende la parola il consigliere Testa con l’esposizione dei
conteggi riguardanti i costi di investimento e di esercizio per entrambe le soluzioni, da tutti ormai conosciuti. Replica l’assessore Salvo
che pone una pregiudiziale per il ritiro della proposta, in quanto l’argomento è già stato ampiamente
trattato e reso noto alla cittadinanza, dimostrando la convenienza di
dotare la Città di Alassio del proprio depuratore. Interviene il consigliere Fui contro la pregiudiziale;
si passa alla votazione: il consiglio
approva il ritiro della proposta con
13 favorevoli e 6 contrari.
A questo punto il capogruppo di
minoranza Daniele Fui dichiara di
abbandonare l’aula, con tutti i consiglieri, in segno di protesta.
I lavori proseguono speditamente con l’approvazione dei successivi punti; citiamo i più significativi:
5°-Delibera del C.C. n° 61 del
13/10/2003 - aggiornamento al
P.U.C. - conseguente integrazione.
6°- Delibera del C.C. n° 12 del
I8/03/2003: O.d.G. in relazione a parere legale su procedimenti amministratitvi inerenti la cessione degli alloggi di edilizia convenzionata
a seguito cambio di destinazione
d’uso da albergo a case di civile
abitazione (proposta presentata
dal Sindaco).
7°- Regolamento di riqualificazione dehors e approvazione modifiche. La relazione è del consigliere Giuseppe Maiellano. Si tratta, tra l’altro, di consentire dehors
leggeri estivi, nelle ore serali, nelle
aree di carico e scarico e precisamente dalle ore 19 alle 03, nel periodo giugno-settembre.
RICETTA DEL MESE
(a cura di Luciana Grollero)
Cannelloni alla Angela
Dosi per sei persone:
600 gr di farina di semola, (oppure 16 cannelloni acquistati pronti) 4 uova; sale.
Per il ripieno: 700 gr di stracotto di manzo (anche avanzato); 300 gr di caciocavallo grattugiato; 150 gr di pinoli; 150 gr di uva sultanina;100 gr di burro; noce moscata; 1 uovo.
Disponete la farina a fontana, spolverizzatela di sale e mettete nel mezzo quattro uova. Fate
la pasta bagnando con acqua se risulta troppo asciutta. Stendete una sfoglia molto sottile
e ricavate dei rettangoli di 4 x 8 cm. In due pentole portate ad ebollizione dell'acqua salata
e scottate per 2-3 minuti pochi rettangoli di pasta per volta. Fate raffreddare.
Per il ripieno: tritate il manzo e mettetelo in una casseruola, unitevi del caciocavallo,
un po' di noce moscata, i pinoli e l'uvetta che avrete fatto rinvenire in acqua
tiepida e ben strizzata. Fate rosolare il tutto con un po' di burro. Lasciate
raffreddare e unite il caciocavallo rimasto. Prendete ora un po' di ripieno
e disponetelo su ogni rettangolino e arrotolatelo. Disponete i cannelloni
su una teglia imburrata, bagnateli con abbondante burro fuso
e spennellateli con le uova frullate. Mettete in forno per 15 minuti- ottimo
sia caldo che tiepido.
Con lo spostamento della ferrovia (speriamo!) il vecchio artistico edificio della stazione,
unico in Riviera, come lo utilizzeremo?
A.V.A.
SPOSTAMENTO DELLA FERROVIA
Il Comune di Alassio agli organi di informazione
Basta polemiche sulle ferrovie!
Leggo sui quotidiani locali che
continua, a cura del sedicente
Comitato per la Salvaguardia del
Mare, dell’Ambiente e del Territorio, nella persona del suo presidente, Enzo Briozzo, la polemica sul tracciato del raddoppio
ferroviario.
Ritengo inaccettabile la posizione del Sig. Briozzo e del Sig.
Tomagnini volta a strumentalizzare politicamente una vicenda
che poteva essere dolorosa per
la città di Alassio e che invece,
grazie all’apporto di tutti, si è trasformata in un risultato positivo
per la città e i cittadini stessi.
Infatti, come ho avuto modo di
ripetere più volte, abbiamo raggiunto il risultato che ci eravamo
prefissi fin dall’inizio: di avere la
stazione ad Alassio, di spostare la
ferrovia a monte e soprattutto di
non demolire abitazioni private.
Io credo che questi signori
stiano preparando una lista politica, di qui la strumentalizzazione, ma ricordo altresì che le elezioni saranno alla fine della primavera del 2006.
Non è vero, poi, che sono stati
buttati via i soldi dei cittadini: ricordo peraltro che fin dai primi incontri con il Comitato avevo personalmente già ventilato l’ipotesi
dell’abbassamento della linea del
ferro, come da indiscrezioni di RFI
a seguito delle mie vibrate proteste.
Il progetto redatto dal Dott.
Russo, sicuramente positivo nelle idee e nei contenuti, non può
però essere forzatamente contrapposto a quello di Rete Ferroviaria Italiana, perché il Comune
non ha il potere di farlo.
È noto che i poteri che arrivano da Legge Obiettivo danno la
possibilità a RFI di scegliere la soluzione che predilige, nel caso
specifico quella che era stata inserita nell’accordo di programma del 1998. Dov’erano i Comitati
allora?
Noi dobbiamo ringraziare RFI
di aver non solo ascoltato le nostre necessità, ma accolto l’invito ad individuare una soluzione
per non abbattere abitazioni private. E questo è quanto a noi interessa.
Se poi demoliscono la piscina e
la ricostruiscono ex novo, più
grande, più bella e interamente a
spese di Rete Ferroviaria Italiana,
non può che essere un bene per
la città; perché non dobbiamo dimenticare che la piscina progettata da passate Amministrazioni
è risultata ai fini pratici di 3 centimetri più corta rispetto ai 25
metri richiesti per l’omologazione delle gare.
Basterebbe questo!
Alassio, 24 febbraio 2004
Arch. Marco Melgrati
Sindaco di Alassio
Il Comitato Civico
Il COMITATO CIVICO ritiene di
mettere al corrente i cittadini di
Alassio degli ultimi sviluppi riguardo il nostro progetto di spostamento della FERROVIA.
Nella riunione della Commissione avvenuta in Comune il giorno 11/02/04 presente il Sindaco e
l’Assessore Salvo, venivamo da
loro messi a conoscenza della nota della R.F.I. protocollata il 9/02
u.s., la quale a seguito di quanto
concordato con l’amministrazione di ALASSIO nell’incontro del
3/02/04 presso la Regione si confermava come già comunicato
con nota n° 2294 dell’11/12/03
(della quale il comitato non era
stato messo a conoscenza) che la
soluzione di tracciato presa in
considerazione prevedeva il
mantenimento del progetto preliminare ma con una modifica altimetrica in modo da escludere sia
la demolizione di fabbricati civili
sia la modifica del rio Caudi, ma
demolendo la piscina comunale
sito della futura stazione fermata
e probabilmente il Palazzetto dello Sport.
Noi ci poniamo seriamente due
domande: la prima per quale motivo viene accantonato il progetto RUSSO, già accettato con parere favorevole all’unanimità del
cons. comunale, dal cons. provinciale e dal cons. Regionale e lodato anche come progetto ottimale nella funzionalità e nel risparmio delle spese dell’opera
dall’ing. Morelli c/o ATOS progetti s.r.l. di Roma, progetto costato
ai cittadini di Alassio circa 45.000
€ nel quale si evince che pur mantenendo la stazione fermata in
Alassio non verrebbe abbattuto
nessun immobile ne privato ne
pubblico ne tantomeno la modifica del Rio Caudi, non ci sarebbero disagi dovuti ai cantieri nella
zona altamente abitata, con le
scuole e con problemi anche di
viabilità, la centrale dell’ENEL
verrebbe spostata a monte agevolando l’accesso all’area nella
quale verrebbe a sorgere una
nuova strada che valorizzerebbe
tutta la zona terminale di Via
Neghelli.
La seconda chi e perché qualcheduno ha interesse ad adottare
la soluzione altimetrica la quale
comporta una spesa molto maggiore soprattutto in quattro punti: il primo riguarda la messa in sicurezza del tratto sotto il livello
del mare, il secondo la realizzazione di circa 400 metri in più di
gallerie rispetto al progetto RUSSO, il terzo la ricostruzione e il
funzionamento di una megagalattica stazione di pompaggio delle
acque reflue con spese costanti
di energia elettrica per le pompe
e per ultimo la ricostruzione del
Palazzetto e della Piscina.
Quanto sopra lo renderemo noto alla PRESIDENZA della REPUBBLICA, al MINISTRO DEL TESORO, al CIPE, alla CORTE DEI CONTI, al Ministro LUNARDI e a chiunque altro può essere interessato
e ci potrà aiutare.
Per il comitato
Enzo Briozzo
Lunedì 15 Marzo 2004
3
«L'ALASSINO»
IL PROF. FRANCO GALLEA ALLA S.O.M.S. CRONACA DI ANDATE: MESE DI MARZO 2004
È tornato alla SOMS di Alassio il
prof. Franco Gallea per una dotta
ed interessante relazione sulle recenti nuove ricerche “mediterranee” sulle piraterie barbaresche
in Liguria nei secoli XVI e XVII.
Dopo i saluti di rito del
Presidente, Geom. Enzo Barbera e
dell’ Assessore dott. Loretta Zavaroni, il relatore ha ricordato i
grandi periodi delle scorrerie barbaresche sulle nostre coste, incentrando le cause di quelle azioni sanguinose non nella guerra religiosa fra Cristiani e Islamici, ma
sull’ interesse economico che le
varie incursioni procuravano ai
pirati con la merce rubata, ma soprattutto col riscatto dei numerosi prigionieri catturati in terra e in
mare. L’ oratore ha parlato in particolare del “sacco” di Ceriale (2
Luglio 1637), guidato da Ciribi’ e
degli altri attacchi (ad esempio
quello su Laigueglia di Dragut)
per lo più al comando di Italiani
rinnegati o passati all’Islam e alla
politica barbaresca per interesse
( come Cairedin, Giovanni Galemi
di Catanzaro detto Occhialì, Alì il
Ferrarese, lo stesso Benedetto di
Levanto chiamato Ustad Murad).
Non si trattò ,dunque, di guerre di
religione, ma di scorrerie, tanto
che per otto giorni i barbareschi
sostarono con le loro navi nella
rada di Ceriale, per offrire giornalmente sulla spiaggia gli ostaggi
che tenevano a bordo. Ma soldi liquidi ce n’erano pochi e vendere i
terreni non era del tutto agevole,
anche se per necessità molti dovettero farlo, determinando un
improvviso cambiamento sociale
nelle zone costiere: chi aveva denaro comprò a prezzi bassissimi e
divenne in breve grande proprietario terriero. Genova non si mosse mai: non aveva flotte da combattimento per scoraggiare i pirati, né intese mai contribuire a salvare i prigionieri. Interessante è
stata la digressione sull’isola di
Tabarca, che fu per molto tempo
la base del commercio e del riscatto degli schiavi e dei prigionieri, con l’intermediazione dei
Frati e degli Ebrei di Livorno. Il
prof. Gallea, con la “verve” e la
profondità conosciutissima di
sempre, ha spaziato nella storia di
quei secoli, dal trattato di Trento
ad Andrea Doria, da Lepanto
all’esempio umanitario del paesino di Bobbia, dalle lotte fra
Spagna, Francia e Genova sino alla netta distinzione fra Saraceni e
barbareschi detti Turchi, fra captivi o prigionieri e schiavi, infine
fra corsari (cioè regolari Capitani
di mare con patente) e pirati (cioè
uomini sfrontati e fuori da ogni regola), sino alla situazione complessa dell’Africa mediterranea
non ancora nettamente islamica,
ma in mano a certe autorità simili
a quella dei Cavalieri di Malta. Si è
trattato di una conferenza dotta e
ricca di dati che il pubblico presente ha certamente seguito con
vivo interesse e con il plauso dovuto alla brillante S.O.M.S. di
Alassio per la sua costante attività
culturale a beneficio dei Soci e dei
concittadini.
T. S.
POETESSE DI LIGURIA
Rossella Picollo e il suo pontile
È questa la più recente silloge
poetica di Rossella Picollo che vive a Genova/Pra che si innesta su
un percorso di vita, d’amore e di
speranze. E su un modulo di interiorità profonda, emozionalmente intrisi di memorie autobiografiche, su un itinerario in cui le parole pervengono, nella loro focalizzazione spaziale, ad una vertiginosa precipitazione di senso.
È una scrittura poetica continuamente franta, pulsante, orche-
strata su un piano fortemente
cromatico, sia a livello del significante che del significato. Infatti, la
disposizione spaziale dei testi
crea intarsi tra pieni e vuoti, in cui
la tensione colloquiale si focalizza
tra voci e silenzi, tra toni ascendenti e discendenti, seguendo un
respiro che torna irrimèdiabilmente a se stesso, all’ineluttabilità del confronto.
Da non trascurare la sua memoria che riporta il silenzio di vo-
ci sottili e delicate ch’è capace di
creare pensieri azzurri, rapimenti
ed estasi. E la scenografia si arricchisce in perenne ricerca del tempo quando s’increspava - il mare
al canto - della procellaria.
Nel complesso poesia scarna,
ma forte nel suo nucleo emozionale, palpitante di sottesi desideri, di vitalità, di ricerca: il tutto tra
ricerca di nitore classico e tensioni sperimentali.
Luigi Pumpo
UOMINI DIVERSI 15
a cura di Dante Schivo
Purtroppo tutti gli scrittori
Romani, per giustificare la difficoltà di Roma nel sottomettere le
popolazioni Liguri (nessun gruppo di tribù o di popoli (anche senza la pozione magica usata da
Asterix) ha mai combattuto così
duramente per opporsi a Roma)
classificarono gli stessi come un
“Popolo barbaro, robusto e veloce, illetterato, falso e bugiardo” (è
per confutare questo assurdo modo di definire I Liguri che ha preso
vita questo dossier). “Astuzia e inganno” sono per Virgilio le arti di
questo Popolo; per Catone i Liguri
erano “Arditi e Pirati dei mari e dei
monti”. Erano invece, come lo descrive il filosofo e scienziato greco Posidonio (90 a.C.) un popolo
forte e robusto nel corpo, che viveva in grotte ed in ripari in pietra,
che coltivava la terra scoscesa
aspra e sassosa, ma anche un
Popolo d’intrepidi navigatori che
con piccole navi raggiungeva la
Sicilia, la Grecia, la Spagna ed il
Nord Africa. Non a caso i Cartaginesi, durante le guerre puniche contro Roma si allearono proprio con i Liguri. (Tutti sappiamo
della permanenza del fratello di
Annibale, l’Ammiraglio della
Flotta Cartaginese, Magone nel
porto di Albenga). Diodoro Siculo
(greco di Sicilia - 90 a.C.) buon conoscitore del latino autore di
un’Enciclopedia in 40 volumi,
scrive: “I Liguri abitano una terra
aspra e vivono una vita dura e disagevole in mezzo a fatiche e a
continuo lavoro per la comunità e
sono ardimentosi non soltanto in
guerra, ma in tutte le altre più rischiose attività”. Per non perdere
la Libertà violentata da Roma si
“dissanguarono”; ne morirono
nelle guerre, dal 238 a.C. al 14 a.C.
in 224 anni, 15000 nella piana di
Pietra Ligure contro L. Emilio
Paolo, 10000 contro Gaio Claudio
Pulcro ed altrettanti 10 mila contro M. Polibio Lenate. Perdettero
non per mancanza di coraggio o,
per dirla come Darwin, per minor
“livello di eccellenza”, ma per ragioni tecniche dovute alla ristrettezza del territorio e per la disparità di mezzi bellici impiegati. Ma
non solo gli Uomini di questa etnia sono “speciali”; anche le donne hanno una loro particolare valenza in questa scelta di diversità.
La voce di Diodoro afferm, ancora, che: “Le donne Liguri sono forti e vigorose come gli uomini” e a
questo fa eco il Filosofo Posido-
nio, nella sua opera “Oceano”
(scritto che accennava a notizie
sui popoli e le loro abitudini) raccontando che “giunto in terra ligure” proveniente dalle città greche e orientali “corrotte e pervertite” vide una “donna ligure che
dopo il parto, si avviò con grande
serenità e tranquillità all’abituale
lavoro in casa, nella campagna”.
Non si può pensare all’etnia ligure
senza mettere al centro la famiglia
e il grande lavoro svolto dalla donna a favore della Comunità, alla
pari, se non superiore a quello
dell’uomo. La fatica quotidiana
perpetuata per secoli, era diventata una forma talmente congeniale che rivestiva carattere di
“religiosità” che le generazioni si
tramandavano, considerando il
lavoro come unico frutto della loro vita, un impegno morale da diventare una specie di “filosofia del
dovere”, unito all’alta considerazione della famiglia e al risvolto
economico della “parsimonia”.
(La famiglia ligure del passato remoto e di non molti anni fa, non
avrebbe accettato interamente la
condotta consumatrice dominante ai nostri giorni). I Liguri non solo dissodavano terreni, prosciugavano paludi, ma ebbero un’intuizione geniale per favorire
l’agricoltura in un territorio avaro
di spazi pianeggianti: il terrazzamento dei pendii, dei declivi collinari come strette strisce di pianura trapiantate in montagna (ci sono nella valle di Rezzo, muretti a
secco, su fino ai millesettecento
metri). E ne ebbero benefici enormi. Basterebbe questo (Gli
Egiziani hanno le piramidi; i Maya
le scale) per definirli un Popolo
fuori dal comune. I graffiti, le incisioni rupestri preistoriche nelle
Alpi Marittime Ponentine, nelle
valli denominate delle “Meraviglie”, Fontanalba, culminanti con
il Monte Bego (2873 m) (dove si
gioisce di una panoramica che
unisce, nei giorni sereni, una magnifica visione della Alpi stesse,
dei Monti Mauri, con la costa di
Ponente, fino alle Alpi Apuane
(scrivo guardando con gli occhi
appassionati degli amici del CAI di
Albenga), sono il bagaglio culturale che, tremila anni prima di
Cristo, scrivevano sulla roccia i
“preistorici” Liguri precisando i
loro pensieri, i loro problemi che
dovevano essere risolti in seno alle singole tribù, per lunghi secoli,
in ogni metro di terra ligure. I qua-
rantamila graffiti (e più) trovate
nelle valli del Monte Bego (una
specie di Olimpo per i popoli
“preindoeuropei” che provenivano dal nord, dal ghiaccio, dal gelo)
che costituiscono il patrimonio
culturale delle etnie che si adunavano con intenti federativi cercando di diventare un popolo sotto la spinta della tribù più importante socio-politica più omogenea, quella dei Liguri, amanti della libertà, abitatori di quella terra
meravigliosa dove i dirupi sembrano elevarsi dal mare in una
sorte di naturale fortezza. Il territorio del “Ligure Popolo” (Liguri
Intemeli, Liguri Ingauni, Liguri
Capillati o Comati, Ligures Montani” accomunati dai Romani nella
generazione generica di Ligures
Alpini a riprova di un’accentuata
unità etnica che fu la ragione prima delle vittoriose resistente opposte alla colonizzazione massaliota e alla pressione celtica”.
(Enzo Bernardini) era molto vasto
e su di esso fiorirono città quali:
Portus Herculis Monaci (Monaco), Nicoea (Nizza), Albium
Intemelium (Ventimiglia), Albium
Ingaunum (Albenga) Savo (Savona), Genua (Genova), Asta (Asti),
Dertona (Tortona) Acquae
Statiellorum (Acqui), Alba
Pompeia (Alba) e molte altre. Ad
Arles nella Bouche Rhone,ai margini della semiselvaggia Camargue, (Arles per i suoi monumenti
romani e medioevali assomiglia
archeologicamente ad Albenga;
come la piana ingauna, la
Camargue arlese è sorta dalla sabbia e dal fango e come in Liguria e
in Albenga si festeggia San
Giorgio) nel 1975, durante la costruzione di un garage sotterraneo ai giardini pubblici è stato rilevato un sito di un antico insediamento “ligure” perfettamente
conservato. Fu accertato che l’età
della “borgata ligure” datava circa
alla metà del VI secolo a.C. La preistoria non si era fermata sulle balze del Bego né al ricco patrimonio
di incisioni rupestri della valle
delle Meraviglie e di Fontanalba,
ma era diventata storia dei Liguri
che vivevano in una vastissima regione non ancora “romanica” né
“italica” dove si parlava poco, ma
dove si lavorava molto senza
troppo discutere ne raccontare
barzellette.
UOMINI DIVERSI –Continua
AGIRE E NON SUBIRE
Prima di affrontare l’argomento principale di questa corrispondenza, desidero dare
spazio ad una segnalazione che
mi è pervenuta da un caro amico andatino: sembra, mi è stato
detto, che i giardini pubblici
della nostra città non siano più
mantenuti con il decoro e l’eleganza che ne facevano il biglietto da visita per i turisti e il piacere per i residenti. Se è così,
come anch’io credo, domando
alle autorità costituite che si
provveda: nell’interesse di tutti. E questa osservazione mi offre lo spunto per parlare dell’argomento centrale di questo mio
articolo. Ho maturato la spiacevole impressione che i cittadini
di Andate (ma, ahimè, non solo
quelli) siano diventati poco
reattivi alle vicende che li riguardano da vicino, e, forse per
ripetute delusioni, forse per
scarsa fiducia nei loro governanti, siano comunque abituati
ad accettare passivamente tutto ciò che, dall’alto viene loro
imposto. Senza neanche esercitare più quell’arte raffinata ed
ultima del “bruntulà” che era tipica della nostra zona lacustre.
ll fatto, ad esempio che ad
Andate sistematicamente stia
scomparendo il verde, e che altri due piccoli ma significativi
“polmoni cittadini” siano destinati alla morte - parlo di piazza
Rimessa e dei “Giardini dei
Commendatori di ieri”- una volta avrebbe sollevato sommosse
popolari. Ora niente, o quasi.
L’unica voce dissonante e critica è quella del Comitato per lo
spostamento della ferrovia lacustre, che per altro opera “ pro
domo sua” - giustamente: il resto tace.
E allora mi è tornata alla mente una bella pagina, scritta duecento anni or sono dal filosofo
Emanuele Kant, che ritrae perfettamente la situazione attuale: “Molti uomini rimangono volentieri minorenni per l’intera
vita; per cui riesce tanto facile
agli altri erigersi a loro tutori. È
tanto comodo essere minorenni! Se ho un libro che pensa per
me, un direttore spirituale che
ha coscienza per me, un medico
che decide per me sulla dieta
che mi conviene, ecc. io non ho
più bisogno di darmi pensiero
di me. Purché mi illudano di farmi star bene economicamente,
io non ho più bisogno di pensare: altri si assumeranno per me
questa noiosa occupazione. A
far si che la stragrande maggioranza degli uomini ritenga il
passaggio allo stato di maggiorità oltreché difficile, anche
molto pericoloso, provvedono
questi tutori, che si sono assunti con tanta benevolenza l’alta
sorveglianza sopra costoro.
Dopo averli accuratamente
istupiditi… in un secondo tempo mostrano ad essi il pericolo
che li minaccia qualora tentino
di camminare da soli. Ora, questo pericolo non è poi così
grande, perché a prezzo di qualche caduta essi alla fine imparerebbero a camminare da soli,
e capirebbero quanto è bello.
Basterebbe provare, qualche
volta…” Quale è la morale?
Semplicemente questa: io sogno che i cittadini di Andate (e
non solo) vogliano tornare a far
parte attiva della società e ad
interessarsi del pubblico destino. Se siete contrari a quello
che fanno di voi gli amministratori, fatevi sentire. In tutte le
Sedi legali e pubbliche, ma anche se siete d’accordo, fatevi
sentire lo stesso, con un consiglio, con un suggerimento che
potrebbe migliorare ciò che
uno solo o pochi in realtà decidono per voi. Rompiamo la consuetudine al “Grande Fratello”
dove, purché ci diano qualche
soldo, ci facciamo rinchiudere
come polli in un recinto e facciamo tutto quello che altri vogliono. È un sogno? Forse sì; ma
volevo raccontarvelo: non si sa
mai che qualcuno mi ascolti e
capisca.
Luca Caravella
GIURNU DE FESTA
Le autorità civili e militari di
Alassio seguite subito da quelle religiose sono tornate nelle
loro rispettive sedi. Numerosi
sono ancora i cittadini che si attardano agli angoli della strada
a fare due ciàiti prima di pranzo. Per ultimi i cinquanta elementi componenti la banda,
continuando a soffiare disordinatamente oramai nei lucidi ottoni, rientrano alla base. Una
leggera brezza che viene dal
mare fa danzare lievemente i fili dorati del nastro-dedica sulla
corona di alloro, deposta da
poco ai piedi del monumento ai
Caduti; esposti al sole e ai minimi spostamenti d’aria, mandano a tratti lampi di luce, che si
perdono veloci nell’intrico degli alberelli e delle aiole circostanti ricche di prosperosi crisantemi. Giunge infine il suono
del Vèspu; grigi sbuffi di fumo si
fanno strada a fatica nei camini
pieni di “carìzze” e si sciolgono
nell’aria quasi immobile. Infine
dai mezài arriva inconfondibile
l’odore del minestrone con u
baxàricò: aroma che purtroppo
si perde assai in fretta nei
carrùggi.
‘Au pigernò, al termine della
partita “scapoli-ammogliati”,
egregiamente organizzata dal
Bar Pastorino con dovizia di
premi, con la giusta dose di
pubblicità e magistralmente diretta dal segretario comunale
in qualità di arbitro, gli spettatori, accorsi numerosi lasciano
lentamente il campo sportivo.
E sono tanti i furèsti che si accompagnano alla lenta uscita
dal campo sportivo. Facce lunghe per gli uni, mentre gli altri
sono piuttosto allegri. Nondimeno non esiste musoneria
alcuna tra le opposte tifoserie,
anzi, assai presto, tra un confuso tintinnìo di caraffe e relativi
baffi di schiuma agli orli della
bocca, gli scapoli parleranno sempre al Bar - della prossima
sicura rivincita, pregustandone
addirittura già il risultato!
Questa volta sono stati gli
ammogliati a farla da padroni: 4 a 1... E bontà loro hanno vinto, in quanto stati più oppressi
che incitati da un enorme striscione appeso alla tribuna in
cui si leggeva: “DAIVE DA FO’,
SE DUNCA VOSCIA MUJE’ A VE
ENCE DE BOTTE !”...striscione
che, a detta dell’allenatore, ha
subito demoralizzato gli ammogliati impedendo loro di esibirsi con i ben noti virtuosismi... (sic!) E meno male che si
erano demoralizzati, sennò
avrebbero vinto 10 a zero!- secondo lui.
In breve il campo resta deserto. Solo nell’angolo esterno
del lato destro, all’altezza del
corner, un pallone afflosciato
sonnecchia in mezzo alla “gambarossa”.
Il pomeriggio è filato via veloce, inesorabile. I carruggi però
sono ancora pieni di gente
mentre al Bar Pastorino si
spande allegro il suono dell’ acciottolìo di tazzine e bicchieri.
Laigueglia a quest’ora è già in
ombra.
Per concludere la domenica,
questa sera alle 21 precise, il
Cinema Colombo presenta
“Cavalca vaquero!”, un solido
western con un sacco di sparatorie, agguati, Pellirosse e Cowboys. È proprio quel tipo di film
preferito in particolare da
Balestra, noto cliente del vicino Bar 900. Il Nostro, prima di
entrare, domanda a Cialìn il
proprietario della sala, “U ghe
n’è di morti?”… Cialìn annuisce
con la testa, mentre Marisa la
cassiera risponde per lui sorridendo: “Ehu! ... U ghe n’è cìn!”
A mezzanotte e non prima, il
vento cala dalla Guardia e attraverso le scurse giunge veloce
sino al mare portandosi appresso ciò che rimane del giorno di festa. Domani è un altro
giorno. Feriale, per giunta.
Vincenzo Moirano
UN SIGNOR LIBRO
È uscito alle stampe, nell’Ottobre 2003, (Tip. Cappello, Savona) per conto della Camera di
Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Savona un
magnifico, interessante volume
di Riccardo Galbussera, inserito
nella Collana di cultura storicoeconomica. accattivante anche
il titolo: “Aromatiche, belle,
buone e di molte virtù”.
Si tratta di un libro considerevole, di quasi duecento pagine,
inserito come “intermezzo” nella collana di cultura storico-economica (come Supplemento a
Savona Economica) che fa onore al Presidente, Giancarlo Grasso e a tutti coloro che hanno collaborato nella stesura di questa
importantissima e preziosa
pubblicazione. Il volume è ricco
i illustrazioni anche particolari,
tratte da testi antichi (cito
Bartolomeo Scappi, “cuoco secreto di Papa Pio V”, autore di
una insigne “Arte del Cucinare”;
cito Mattioli, “Materia medicinale di Pedacio Dioscoride
Anazarbo o Gulielmun Rovillium con la sua “Historia plantarum”). il libro offre una ordinata
ed acuta presentazione scientifica, latina e italiana, di centinaia di piante medicinali, aromatiche, officinali e commestibili, corredate con una serie di
dati (area di diffusione, impiego
in cucina o nella cosmesi nella
medicina) e ciascuna pianta con
le proprie caratteristiche e le
esigenze (forma di propagazione, ambiente di cultura, portamento, illuminazione adatta,
temperatura ottimale e umidità).
Di ogni pianta presentata, oltre al nome scientifico latino, si
enunciano i sinonimi e il nome
nelle varie lingue dei popoli
presso i quali viene coltivata o
curata (araba, cinese, giapponese, danese, olandese, francese,
anglo-americana, polacca, spa-
gnola, tesesca, svedese, turca
ecc.).
Ogni pianta segnalata ha il
suo preciso disegno di “riconoscimento” e non mancano dotte
e succose citazioni classiche,
ebraiche, greche, latine e poetiche, là dove la poesia ha voluto
o saputo esaltare le caratteristiche proprie di una certa pianta,
utile in cucina o in amore o in
medicina.
Parliamo, dunque, di un libro
di eccezionale interesse e di
grande valore scientifico che fa
onore all’autore, innanzi tutto, e
a coloro che, in un modo o
nell’altro, hanno contribuito alla realizzazione dell’opera.
Un vero “peccato” non possederne una copia e dover recarsi
in Biblioteca per la consultazione e per il piacere di apprendere cento notizie interssanti e avvinceti sulle “nostre” erbe preziose.
Tommaso Schivo
4
«L'ALASSINO»
Lettere del pubblico
Lunedì 15 Marzo 2004
riceviamo e pubblichiamo
(le lettere anonime non vengono pubblicate)
Ripartono i lavori all’ex Adelasia In difesa della nostra “Riviera”
Era il marzo scorso quando a
causa della frana verificatasi lungo Passeggiata Cadorna si sono
interrotti i lavori che da alcuni
mesi interessavano il tratto di
passeggiata dalla zona ex
Adelasia alla Cappelletta di
Alassio.
Sopraggiunti problemi di carattere personale occorsi alla ditta
appaltatrice del primo stralcio di
lavori, avevano di fatto causato
una ulteriore fase di stasi dei lavori.
È di venerdì scorso la deliberazione della Giunta Comunale con
la quale viene di fatto approvatoil
progetto esecutivo relativo
all’“Appalto dei lavori di sistemazione della zona ex Adelasia e della srada al Porto 1° e 2° stralcio”.
“Sostanzialmente – spiega
l’Assessore ai Lavori Pubblici del
Comune di Alassio, Rag. Gianni
Aicardi – abbiamo unificato quanto ancora restava dei lavori relativi al primo stralcio, con quelli
del secondo definitivo”.
Sulla base del progetto esecutivo dell’Ing. Paolo Gaggero, approvato in Giunta, quindi, si procederà in questi giorni all’appalto
dei lavori previsto per marzo.
“Realizzeremo – spiega l’Assessore Aicardi – una passeggiata a
sbalzo sul mare, comprensiva di
arredo urbano e dunque illuminazione, panchine, zone verdi, ma
procederemo anche con l’allargamento della sede stradale consentendo una migliore viabilità
da e per il Porto Luca Ferrari”.
“Già realizzati la berma – continua il Consigliere Comunale incaricato al Demanio, Rocco
Invernizzi – sulla quale si poserà
la passeggiata, il risultato finale
sarà un volto per una zona assai
caratteristica della città sempre
più apprezzata da turisti e residenti”:
Importi dei lavori previsto
€ 783,256.
m.r.
‘Na vota u gh’era…
U recantu.
“’Na vota u gh’era”: c’era una
volta! Era soltanto un angolino di
un’ Alassio sopravvissuta, un posticino dove un numero di
Alassini, più o meno di una certa
età, potevano incontrarsi, raccontasi e, forse... contarsi! L’amico Carlo Tomagnini vi aveva fatto
sistemare un paio di comode panchine e fatto affiggere una targa di
marmo che recitava in dialetto:
“U RECANTU DI PESCAUI”.
Quotidianamente, vi risuonavano discussioni sui più svariati argomenti, dalla politica alle (pensate!) donne, allo sport, al tempo,
mischiate a racconti ed aneddoti
tragici o gustosi e, soprattutto, si
ascoltavano risate sincere, confuse con lo sciacquio della fontana.
Non tutti quelli che vi si radunavano erano ex pescatori come
pretendeva la targa, ma quasi tutti erano alassini che si beavano
della propria alassinità e godevano dell’occasione di parlare il loro dialetto, consci che forse dalle
proprie radici si stava sviluppando una pianta aliena e per quello
ancora più desiderosi di sentirsi
“insemme”.
Oggi, del “RECANTU” sopravvivono le panchine e la targa. Le
panchine sono addossate a quello che una volta era un vecchio
muro ligure ed è diventato
un’enorme persiana in lamiera,
strette dappresso dalla fontana la
quale (personalmente non ne conosco la ragione) è già stata spostata un paio di volte. Nell’esiguo
spazio rimasto, ora siedono saltuariamente pensionati di altri lidi che hanno soppiantato i “PESCAUI”. La targa, purtroppo, non
ha più un senso.
L’ultimo rivolo di alassinità di
“CIASSETTA” scorre oggi su un
angolo di Via Verdi, coagulandosi
attorno al carrettino della
Aurelia, erede delle “pesciare” di
quei tempi. E’ un rivolo che, non
più alimentato dalla sorgente, andrà man mano dileguandosi assorbito, come i residui di pioggia,
dalla sabbia della nostra spiaggia,
bella e crudele; ‘NA VOTA U
GH’ERA: c’era una volta...
Antonio Boscione
Raxin!
(Rivierasco un poco più a levante, altrimenti scriverei
“Arascin”, cumme “Baxin”).
Abbiamo costituito nel 1997
un Comitato per la tutela del nostro nome “Riviera”. Per iniziare
una battaglia contro il vergognoso furto perpetrato da “piatti costieri”, pubblicando il “MEMENTO”, opuscolo dal contenuto piuttosto reattivo contro stupide cartoline pervenute da “litorali acquitrinosi”. Origine,
storia e letteratura della nostra
Riviera… nella speranza di stimolare un interessamento, spedimmo il “Memento” a tutti i
Sindaci delle Riviere. Solo 4 ci
segnalarono la loro INDISPENSABILE collaborazione (assente
anche Alassio)! Che pena gli assenti…
Forse tanta e crassa ignoranza… credere magari che Riviera
significhi “Costa Marittima”…
Forse il timore di essere coinvolti in una polemica nazionale
insostenibile per vigliaccheria…
Forse il turbamento dei rapporti politici con i colleghi delle
“coste piatte”, che, comunque,
non si vergognano.
Forse l’origine e la cultura non
rivierasca dei troppi sindaci foresti…
Sono trascorsi più di 7 anni…
qualcosa… qualcuno… finalmente una luce di intelligente
collaborazione.
L’OSPITALITÀ calorosa di
Alassio (encomiabile il “nuovo”
Sindaco) agli attivi partecipanti
dell’incontro organizzato per la
salvezza del Nostro Nome, è il
primo avvenimento pubblico
che il COMITATO RIVIERA ha ottenuto. Battaglia necessaria al
vergognoso furto di cui i ladri sono perfettamente consci; ben
sanno che “Riviera” è stato il nostro nome per mille anni: Riviera
di Ponente e Riviera di Levante… E perché quel nome? I Genovesi vedevano a Ponente e a
Levante “RIVE” montagnose che
“scaricavano” acqua in mare,
cioè Riviere… Il nostro nome
soppresso dal Congresso di
Vienna, intangibile potere dei
monarchi, che volle sopprimere
la Repubblica Genovese, “affidando” Genova e le Riviere ai crimini dei Savoia… Così nel 1815
ci chiamarono “Sardi” (Regno di
Sardegna), poi nel 1854 per evitare il ricordo della Repubblica,
le Riviere diventarono “LIGURIA” (i Liguri V° - VI° secolo A.C.
non bagnarono mai i piedi in
mare!)
Così i costieri dell’acquitrino
cominciarono a “battezzare la
loro innominabile piattezza”
Riviera; si dice negli anni 20, allorquando Benito tentò di inserire i contadini nel turismo al-
berghiero con tanti (nostri) miliardi e con il nostro Nome.
Perché Riviera era famosa
all’estero, rimpianta soprattutto
dal mondo Anglosassone (I
GIARDINI HANBURY)!
Comunque i “tentativi” ripresero in questo fine secolo, soprattutto sui giornali e alla TV;
qualche vocabolario ha “tentennato” sottolineando, però, la ligure “Riviera per antonomasia”.
Caro Rascin, ti starai chiedendo quali prove concrete del nostro diritto? Mille anni di storia
delle Due Riviere: ponente e levante! Mille anni di storia che si
possono leggere innanzitutto
sugli ATTI UFFICIALI della
Repubblica, gli atti particolari
degli abitati (inesistenti sul mare, si formano soprattutto con le
costruzioni genovesi di difesa),
gli scritti di allora ed infine una
vastissima letteratura. Degli acquitrini nessuna traccia…
Stiamo preparando una stampa
ad hoc! Migliaia di prove che
Riviera è stato il nostro nome
millenario sostituito dagli invasori con “Liguria” (solo sulle
stampe, perché “Rivea” era oralmente il nome espresso).
Importantissimo l’aspetto sociale del nome…l’art. 7 del C.C.
“…la persona può chiedere giudizialmente la cessazione del
fatto lesivo (cioè l’uso del nome
altrui), salvo il risarcimento dei
danni…”.
Nel caso nostro si tratta non di
un individuo, ma di milioni di
Genovesi aggrediti, depauperati
turisticamente e dileggiati.
E l’aspetto commerciale? Art.
2563 C.C. “L’imprenditore ha diritto all’uso esclusivo della Ditta
da lui prescelta…” Gli imprenditori (cioè i Genovesi) sono migliaia e il nome dei tanti interessati è espresso proprio da
“Riviera di Ponente e Riviera di
Levante”. Un solo nome per mille anni e mille imprese: RIVIERA.
I “Costapiatti” intendono
“sfruttare” il nome analogicamente – cioè per fini commerciali – perché Riviera era ed è il
nome conosciuto all’estero oramai da secoli.
Quindi va tutelato il nome
nell’interesse della nostra gente,
i rivieraschi, già troppo perseguitata e poco difesa.
Carissimo Arascìn,
è necessario impegnarsi contro la prepotenza degli Acquitrini irrispettosi. Il furto del nome di un territorio! Il nostro nome. Bisogna agire: l’Accademia
serve se si combatte l’ignoranza
e la squallida prepotenza dei ladri…
Contiamo su di Te, che hai
aperto per primo le porte al
Comitato… Da rivieraschi ti abbracciamo!
Il Comitato RIVIERA
Remo Tissoni
In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome
(leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione.
COMUNE DI ALASSIO
Lettera aperta ai cittadini sul depuratore
Abbiamo letto con stupore il volantino edito dalla Lista Civica La Vespa
dove abbiamo riscontrato un coacervo di falsità e di informazioni errate,
tese a minare la credibilità del progetto di finanza approvato
dall’Amministrazione Comunale.
In primo luogo leggo di una proposta “approvata dal Sindaco e dalla sua
Amministrazione” e di un’offerta alternativa elaborata dalla Provincia di
Savona.
Ebbene: le due opzioni sono entrambe previste dal Piano d’Ambito
Territoriale Ottimale (ATO) del ciclo integrato delle acque approvato dalla Provincia di Savona: quindi entrambe le opzioni hanno avuto l’approvazione della provincia di Savona.
Abbiamo letto poi dei costi preventivati in 35 milioni di Euro per il depuratore approvato dall’Amministrazione alassina e soli 8,078 milioni di Euro
per la quota parte di Alassio per il depuratore di Borghetto.
Premesso che il progetto definitivo che sarà presentato nei prossimi
giorni all’amministrazione prevederà una sensibile riduzione dei costi
nell’ordine di 10 milioni di Euro, il costo della quota riservata ad Alassio
del depuratore consortile di Borghetto non tiene conto di:
i costi di Laigueglia che è vincolata ad Alassio;
la realizzazione del pretrattamento che, solo per Alassio (senza quindi
considerare Laigueglia) esiste a progetto per un ammontare di 3 milioni di
Euro (progetto Sirito – progetto previsto senza deodorizzazione, senza dissabbiatura e disoleatura;
il Comune di Alassio ha già contestato e contesterà ufficialmente la differenza tra il costo preventivato del depuratore consortile nel caso di allaccio di Alassio e Laigueglia che risulta sottodimensionato in relazione
all’apporto dei reflui dei 70mila abitanti equivalenti previsti.
Ma la falsità più grossa è costituita dall’indicazione del costo di gestione all’utente che sarebbe di 1,257 per mc nel caso del depuratore realizzato in project financing e invece un costo di gestione di 0,247 per mc nel
caso del depuratore di Borghetto, un importo che di fatto è inferiore alla
quota pagata oggi dagli utenti per legge per un servizio ancorché inesistente.
La quota che dovrà essere pagata dai cittadini residenti e non per il ciclo
integrato delle acque e per l’erogazione dell’acqua potabile e del depuratore, una volta entrato in funzione l’ATO (fine 2006 circa) sarà uguale per
ogni comune della Provincia di Savona, quindi per tutto l’ATO savonese, ed
è stata indicata in circa 1,025 per mc sia che si faccia il depuratore ad
Alassio, sia che si faccia il depuratore a Borghetto, sia che non si faccia il
depuratore
All’interno di questa tariffa sono previsti per i prossimi 30 anni gli interventi di manutenzione straordinaria, le nuove opere e quindi anche i depuratori previsti nel piano approvato dall’ATO provinciale con le priorità indicate nel piano stesso.
Inoltre, cosa ancor più importante è che il presunto depuratore consortile di Borghetto a oggi non esiste; non esiste il consorzio che raggruppi i
Comuni interessati, non esiste un progetto nemmeno preliminare, non esiste un finanziamento, non esiste accordo tra Comune di Borghetto e
Comune di Loano già consorziati, e gli altri comuni, tant’è vero che a
Borghetto è in atto una raccolta di firme per non accettare i reflui di
Albenga: figuriamoci quelli di Alassio!
Quindi si presume che questo depuratore possa divenire realtà tra il 2012
e il 2016.
Per contro, il depuratore di Alassio-Laigueglia potrebbe vedere la posa
della prima pietra già entro l’anno in corso e potrebbe essere terminato
e operativo entro la fine del 2006.
Inoltre, per il depuratore di Alassio, e solo per quello, il Ministero
dell’Ambiente ha già previsto a bilancio un contributo di € 9.450.000,00
(novemilioniquattrocentocinquantamila Euro), contributo che non potrebbe essere confermato nel caso dell’opzione Borghetto.
Alassio è città turistica e il depuratore delle acque è un elemento fondamentale se si vuole continuare sulla strada della riqualificazione della nostra città: un progetto iniziato con il rinnovamento del centro storico
e delle passeggiate a mare di levante e di ponente, continuato con il progetto di trasformazione del Grand Hotel con il centro talassoterapico e l’attiguo parcheggio interrato, con l’ampliamento del Porto, con gli interventi
programmati su Via Garibaldi e sulle piazze e piazzette del Borgo Coscia,
con il nuovo teatro-centro congressi, con il restyling del Campo Sportivo
con i parcheggi sotterranei, con le nuove condotte dell’acqua sotto la galleria dell’Aurelia Bis e con tutti i lavori che l’Amministrazione sta portando
avanti.
Alassio, 14 febbraio 2004
L’Assessore all’Ambiente
Marco Salvo
Il Sindaco
Marco Melgrati
Via Don Cazzola?
Spett.
Redazione de
L’ALASSINO
Via XX Settembre 7
17021 ALASSIO SV
Ho appreso che l’Amministrazione Comunale ha in animo di
cambiare il nome alla via in cui
abito da via Goffredo Mameli in
via don Cazzola. Pur da exallievo
salesiano e pur riconoscendo i
meriti del compianto don Cazzola
nei confronti della nostra Città,
esprimo il dissenso mio e di altri
cittadini avverso tale decisione
perché presa poco democraticamente senza consultare i diretti
interessati ai quali arrecherà notevoli e spiacevoli disagi. Se si
vuole onorare la memoria di una
Persona intestandole una porzio-
ne del territorio urbano, si dovrebbe intervenire su di una nuova struttura e non variando una
denominazione consolidata da
lungo tempo e universalmente
nota.
A ciò aggiungasi che nel centro
della Città viene cancellato il nome di uno dei più eminenti artefici dell’unità d’Italia, che attraverso la sua opera letteraria e musicale ha portato e porta uno dei nostri simboli più immediati in ogni
parte del mondo intero. A meno
che in periodo di tendenza allo
smembramento del contesto statale si voglia offuscare anche la figura dell’Autore del nostro inno
nazionale che con la bandiera ci fa
sentire tutti uniti dalla Vetta
d’Italia a Lampedusa.
Augusto Giorcelli
Lunedì 15 Marzo 2004
5
«L'ALASSINO»
Rimme da noscia tèra
Rubrichetta mensile - Un ricordo per...
Poesie vincitrici al Concorso “Beppin da Cà”
dall’anno 1955 al 2002
Strasse e paveixi
(Dialetto di Savona - anno 1974)
Festusu paveize de povia gente
a l’è a roba steiza da casa a casa
in ti caruggi da mae Liguria
a godise n’a stissa de sô
a impregnase d’oudu de mâ.
Anche mi veuggio issâ a-a brixia
ae strasse colurae de mae illuxiuin
pe fâme festa perché e-e veddan
quelli che passan co-u nazo a l’aia.
Ma se invece saiâ a tramontann-a
sciusciando gagliarda
a portasele via pe fäne
macce de culure in sce cioende
di orti aloua restió sulu
con a mae tristessa
a cianze
i seugni dispersi
da mae zuventù.
Ezio Castelli
STRACCI E PAVESI: Festoso pavesare di povera gente / è la roba stesa da casa a casa / nei caruggi della mia Liguria / a godersi un istante
di sole / a impregnarsi d’odore di mare.
Anch’io voglio alzare lo sguardo / agli stracci colorati delle mie illusioni / per farmi festa affinché le vedano / quelli che passano col naso all’insù.
Ma se invece sarà la tramontana / soffiando gagliarda / a portarsele
via per farne / macchie di colore sulle sponde / degli orti allora resterò solo
con la mia tristezza / a piangere / i sogni sperduti / della mia giovinezza.
Oratorio Maria Ausiliatrice 1952
Risposta del Sindaco alla lettera su Piazza Stalla
Spett.le redazione del
L’Alassino
U funerale de ’na fêuggia morta
(Dialetto di Savona)
A l’è restà là, sula, in mezzo a-u prà,
’na feûggia morta, secca, rinzinìa;
e atre, ormai, èan tûtte andaete via
purtae da-u ventu: quella u l’ha scurdâ.
Due lûmasse, passandu pe de là,
credendo quella feûggia in agunìa
deciddan ch’a dev’ese trasferìa
in modo ch’a se posse repiggiâ.
Cu a feûggia carregâ ’n sce l’imperiale
tegnûa da-e corne, basse pé u magun,
nun san che stan faxendu un fûnerale.
E, cuscì, van in çerca di recànti
duve l’è primmavéia e tempu bun:
ma cazzan lûatre ascì pé i diserbanti!
Egidio Sassu
IL FUNERALE DI UNA FOGLIA MORTA: È rimasta là, sola, in mezzo al
prato, / una foglia morta, secca, raggrinzita; / le altre, ormai, erano tutte andate via, / portate dal vento; quella l’ha dimenticata.
Due lumache, passando per di là, / credendo quella foglia in agonia /
decidono sia meglio trasferirla / in modo che possa rinvigorirsi.
Colla foglia caricata sull’imperiale* / tenuta dalle corna, basse per il
magone, / non sanno che stanno facendo un funerale.
E così, vanno in cerca di un angolino / dove c’è primavera e il tempo
buono: / ma muoiono anche loro per i diserbanti!
*parte superiore di diligenze o omnibus dove si collocano i bagagli
Mare d’Inverno
Il vento soffia leggero scuotendo
la bandiera della pace
che sventola festosa da una finestra
di fronte al Ligure.
Le onde bianche si rincorrono a riva
Svanendo nella sabbia umida
E ricomponendosi poi nell’acqua
In un moto lento e continuo.
Il mare canta senza furore
in questa mattina d’inverno
mentre i gabbiani raccolti sulla rena
mi guardano curiosi
prima di riprendere il loro volo inquieto.
Li osservo pensosa
seguendo i loro ghirigori nell’aria tersa
e mi sento trasportare
in un viaggio onirico
destinazione: infinito.
Adele Rabolini
Leggo sull’ultimo numero del
Vostro giornale una delirante lettera di un cittadino, che non ha
nemmeno il coraggio di far pubblicare la propria firma. Probabilmente, se la lettera in questione fosse stata esaminata dal dott.
Sigmund Freud, avrebbe sicuramente avuto materia su cui lavorare. Io invece ritengo che sia
dettata da cattiveria e risentimento personale; tutto si può
criticare, ma il dibattito non può
e non deve scadere nel personale, altrimenti diventa di cattivo
gusto.
Voglio però precisare alcune
cose, che rimangano scritte e
chiare come sulle tavole della
legge di Mosè, e mi si perdoni il
paragone irriverente.
Prima di tutto vorrei che fosse
chiaro che una cosa sono i giardini di piazza Stalla, lascito del
Conte Morteo, e una cosa è il
parcheggio di piazza Stalla, di
proprietà del Comune di Alassio,
acquistato con atto pubblico nel
lontano anno 1937, atto che ho
già prodotto all’associazione
Vecchia Alassio in copia. Vorrei
qui sgombrare il campo da ogni
equivoco affermando con certezza che i giardini di piazza
Stalla non saranno oggetto di intervento, anzi saranno salvaguardati e mantenuti. Voglio qui
ricordare che, come assessore ai
LL.PP., ho promosso il restauro
dei giardini medesimi, attrezzandoli con giochi a norma di legge,
con tappetini antinfortunistica,
recinzione lato via Aurelia con artistica inferriata e cancelli per
evitare che i bambini si affaccino
sulla Aurelia stessa e pavimentazione delle parti non a verde.
Premesso che l’urbanistica
moderna post legge 10 del 1977,
introducendo lo standard a parcheggio, individua per gli agglomerati le quantità di parcheggio
pubblico e privato necessarie, e
che tutta la città di Alassio è carente di parcheggi, perché non
sono stati costruiti sotto le costruzioni degli anni 60 e 70, e che
la zona di Borgo Coscia è forse la
più carente di tutta la città, per
quanto attiene al Progetto di
Finanza presentato, questa Amministrazione ha proposto un ulteriore correttivo al progetto
presentato, che preveda: 1) nessun riconoscimento economico
al promotore, e cioè che il
Comune non versi nemmeno un
euro alla società che realizza
l’operazione, invece del milione
di euro previsto in precedenza.
Per ribadire, a prova di zuccone, il Comune non dovrà tirare
fuori nemmeno un euro. Quindi
nessun “regalo” viene o verrà
fatto ad alcuno; 2) una perizia di
un dottore in scienze forestali o
un agronomo che certifichi che
l’intervento non danneggi in alcun modo gli apparati radicali
delle specie (gli alberi) presenti
sui giardini limitrofi; 3) che il piano a livello Aurelia sia immediatamente nella disponibilità del
Comune di Alassio, in maniera
da far incassare da subito i proventi dei parcheggi al Comune, e
di dare la possibilità di parcheggiare gratuitamente durante
l’inverno a tutti, come è allo stato attuale, tranne che per i festivi
e i prefestivi; in alternativa si potrà anche scegliere di fare, sulla
copertura,tutto un giardino verde, visto che qualcuno sostiene
che i parcheggi in quella zona
non servono; 4) che le poche
piante esistenti sul parcheggio
siano espiantate e ripiantate, una
volta terminati i lavori, con la
stessa metratura di verde pubblico oggi esistente, che dovrà
essere garantita ad intervento finito; 5) che il piano seminterrato
sia totalmente a rotazione; 6) che
l’inizio dei lavori venga posticipato alla data di consegna dei
parcheggi a rotazione in p.zza dei
Partigiani (progetto ConicosGrand Hotel); 7) dovrà essere
versato al Comune un canone
nel periodo dei lavori pari al
70% del ricavo netto attuale dei
parcheggi sulla piazza Stalla.
Tutto questo, che doveva essere oggetto di eventuale ribasso
d’asta nella gara pubblica di rilevanza europea, è stato richiesto
da me personalmente alla Società promotrice, e, udite udite, è
stato dal Promotore accettato,
approvato e comunicato ufficialmente al Comune. Lascio a
Voi ogni commento sulla bontà
di questa offerta, che potrà ancora essere migliorata a tutto
vantaggio del Comune di Alassio in sede di gara Pubblica di
Evidenza Europea.
Per quanto attiene all’impatto
ambientale, da molti lamentato,
Vi invito a metterVi spalle al mare da via Don Minzioni e guardare verso il Comune; il risultato
sarà lo stesso, con la differenza
che invece che un muro ci sarà
uno spazio aperto a parcheggio a
rotazione.
Ora consentitemi di rivolgere
una domanda a tutti: ma dove
erano questi paladini del verde
di piazza Stalla quando la
Giunta del Sindaco Testa decideva di fare una gara di appaltoconcorso per destinare la stessa
piazza a parcheggio per 7 piani
interrati, che avrebbero comunque stravolto la piazza; perché
in allora non una sola voce si è levata ??? Forse perché speravano
che fosse solo un proclama che
non avrebbe portato ad un reale
risultato ??? E come mai in allora non si è gridato al referendum ??? Lascio questo commento alla Vostra riflessione.
Per quanto attiene all’interesse di questa Amministrazione
per borgo Coscia, voglio ricordare che come Sindaco, insieme a
questa maggioranza e di concerto con l’Assessore ai LL.PP. abbiamo rifatto tutta l’illuminazione artistica di Passeggiata
Cadorna dal torrione al porto,
tutta l’illuminazione pubblica
sull’Aurelia dall’inizio della discesa di Alassio fino a piazza
Stalla, la sostituzione della illuminazione a mare dal torrione
al Grand Hotel con le lanterne
artistiche; abbiamo rifatto vico e
piazzetta del Cantiere, e recentemente il sagrato e l’asfaltatura
di p.zza San Francesco; a breve
appalteremo il rifacimento di
tutta Via Garibaldi, con la sostituzione di tutti i sottoservizi e la
pavimentazione con le basole artistiche, e il secondo stralcio della passeggiata a sbalzo sul mare
verso il porto. Come assessore ai
LL.PP. avevo inoltre promosso il
rifacimento di piazzetta Arenella; non mi sembra poco, soprattutto se paragonato a quanto realizzato nel passato (peraltro molto poco, se non quasi niente)!!!!!!!!!!!!!!!
Per quanto attiene alla mia casa in Cavia, peraltro frutto del
lavoro di generazioni della mia
famiglia, e finanziata con un mutuo che pagherò per 15 anni, ho
comprato un rustico esistente,
non certo comodo da raggiungere, ma queste sono scelte di vita,
lungo una strada stretta che richiede mille manovre allorquando due auto si incrociano; sono
stato oggetto di n. 7 visite dei
VV.UU. per il controllo della legittimità di quanto realizzato, in
seguito a esposti “anonimi” dei
soliti noti, sempre con esito negativo, perché quanto realizzato
corrispondeva e corrisponde alla Concessione Edilizia e alle varianti rilasciate dal Comune di
Alassio; ho rimesso all’onore del
mondo un rustico fatiscente, e
tengo pulito e ordinato un lotto
di terreno di circa 5000 metri
quadrati, a difesa dagli incendi.
Peraltro non corrisponde al vero il fatto che, per il piano
Regolatore, l’intorno di casa
mia sia zona verde; infatti la stessa è compresa in una zona edificabile, nota come CE 11, con indice proprio dello 0,2 mq/mq,
con un indice massimo dello 0,4
utilizzando indici di terreni nel
raggio di 500 mq, con lotto minimo di 3000 mq. e volume minimo
edificabile di 300 mc. .
Per concludere, il progetto dei
box di passeggiata Cadorna è su
terreno privato, non è un progetto dell’Arch. Melgrati, e il Sindaco Melgrati non è in Commissione Edilizia, né firma le Concessioni Edilizie e quindi non ha
nessun controllo sulla legittimità
degli atti. Il Sindaco Melgrati si
assume sempre le Sue responsabilità, ma non può assumersi
quelle degli altri; invece porta
sempre a compimento i lavori
che inizia e che ha indicato nel
suo programma di governo, e lo
ha dimostrato con i fatti già nel
passato; forse è questo che veramente rode all’anonimo detrattore, che certo non ama la
Sua città come la ama il Sindaco
Melgrati, che qui è nato e qui vive
e lavora.
Con spirito di servizio, e con
troppa pazienza e molta tolleranza.
Arch. Marco Melgrati
Sindaco di Alassio
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«L'ALASSINO»
FRAMMENTI DI STORIA NOSTRANA
(a cura di Tommaso Schivo)
CAP. 25° - TORNIAMO AI BASTIONI
Quando si parla di bastioni di
difesa e di Saraceni, le leggende
auree dal Rinascimento in poi si
moltiplicano in quasi tutti i paesi
della costa. È materia difficile da
dipanare, ma in ognuna di esse c’è
pur sempre qualche cosa di storico; un avvenimento reale e talvolta degno di fede. La nostra storia
parla di arrembaggi, di combattimenti navali, di fatti eroici e generosi, distruzioni di città, chiese e
conventi a partire dalla costa su
su sino alle Alpi e in Piemonte, sui
cui passi obbligati (lungo le famose vie del sale o dell’olio) quei maledetti Saraceni si installavano
per riscuotere pesanti pedaggi e
bottino. Si parlò spesso di
Saraceni, ma non erano Turchi; in
genere erano imbarcazioni piratesche di Berberi e di Algerini.
Così fu necessario, ove si poté,
erigere, oltre che delle mura, anche delle fortificazioni; dei bastioni (anche questi detti spesso erroneamente “torri saracene”).
Si costruirono lungo le coste o
sulle alture dove e quando si
poté, perché l’impresa fu spesso
difficilissima per molti motivi: i
vari paesi costieri dovettero
provvedervi da soli, perché il
Governo di Genova non sentì mai
il dovere di difendere i suoi sudditi e si limitò a inviare frequenti
ordinanze, con cui si sollecitava
la necessità di stare all’erta e, se
mai accadesse il peggio, di “scappare” verso le colline e l’interno…
“e che Dio te la mandi buona…”
Fra parentesi, che cosa fa di più
il Governo regionale, oggi? In altre
parole Genova non contribuì mai
e furono sempre restii a partecipare alle spese ed ai lavori gli
stessi cittadini che avevano le loro abitazioni fuori le mura o lontane dal mare… “A noi non interessa…Arrangiatevi!”. Per tutto
questo, seguire l’andamento dei
lavori è, ancor oggi, impresa ardua. Comunque sappiamo che a
Cervo si costruì una grande torre,
ma con soli due uomini per la difesa, in quanto la cittadina si appoggiava un po’ alla fortuna e un
po’ alle varie torri costruite sulle
colline e nella vallata della vicina
Andora.
Laigueglia ne ebbe tre (la Torre
del Ciglione con tre uomini di
guardia, il Bastione centrale con
due pezzi di artiglieria e quello a
levante, oggi ancora ben conservato e visibile all’ingresso del
paese). Ben cento erano gli uomini preordinati per i turni di guardia.
Alassio non fu da meno, pur
armi per gli uomini dai 17 ai 70 anni: l’elenco ne contò sino a 225,
ma le armi erano…solo arnesi di
lavoro, falci e roncole arrugginite
e inservibili.
Insomma, ci furono difficoltà
enormi, ma come abbiamo detto,
furono eretti ben quattro bastioni: quello della Coscia (rotondo e
Ceriale ne ebbe due (e subì una
terrificante incursione nel 1637);
Borghetto si difese con un solo bastione. È curioso trovare nelle storie che né Loano né Pietra Ligure
innalzarono torri, la prima, perché “fondo” privato dei Doria, forse per taciti accordi fu sempre rispettata dai Saraceni; la seconda,
Lunedì 15 Marzo 2004
UN’ARTISTA EMERGENTE:
PAOLA MAESTRI
Paola Maestri ha partecipato
con successo ad una importante
collettiva d’arte a Sorrento e sta
preparando, con gli artisti
dell’Ucai, sezione di Albenga,
un’altra collettiva.
La mostra che è stata ospitata
ad Albenga nella sede dell’Ucai è
stata un vero successo: sono stati oltre duemila i visitatori nei
quindici giorni di apertura.
Ad esporre oltre a molti artisti
locali c’erano anche Bruno Benelli, Giovanni Carbone, Marilena
Cirillo, Luisa Cifri, Claudia Contrucci, Silvia Percossi, Silvio Porcinai, Giovanni Levantini, Marcella Mineo, Anna Maria Romoli,
Sandra Roncallo, Alessandro Salvati, Mariana Spolidoro,e Rolando Vivarelli.
Presso la sede dell’Unione Cattolica Artisti Italiani Paola Maestri, validissima e sensibile artista di Testico, nota soprattutto
per le sue realizzazioni in terracotta e ceramica, metterà in mostra alcune delle sue opere più
rappresentative.
La Maestri ha all’ attivo anche
due altorilievi molto conosciuti
ed importanti: ad Ortovero (“Il
gallo della Checca”, 180x150, realizzata proprio per la parete d’ingresso del famoso ristorante
dell’entroterra ingauno) ed a
Testico (“Memoria per i miei figli”, 5,90x45, una vera e propria
saga familiare e paesana mirabile,
in mostra all’ingresso dell’azienda olivicola Aicardi, proprio accanto al palazzo comunale).
Molto schiva e riservata, la giovane artista di Testico realizza
(oltre alla ceramica) nella sua casa laboratorio, (con la tecnica a
china) opere di valore, frutto di
una profonda ricerca interiore, di
una personalissima e visionaria
interpretazione del mondo e dei
temi classici e mitologici, legati
alla cultura mediterranea.
Forti richiami a Ligustro, Dalì
ed Alberto Savinio, la rendono
una delle più interessanti scoperte artistiche liguri degli ultimi anni. Nella prossima mostra in piazza dei leoni, accanto al Vescovado, la Maestri esporrà alcune
opere ispirate alla fede, fra cui
uno stupendo “Cristo in Croce”
(100x80), personalissima e moderna interpretazione del tema
della Crocefissione. La collettiva
ospitata dalla locale sede dell’associazione Unione Cattolica Artisti Italiani, sezione di Albenga, era
intitolata: “L’acqua nella Bibbia:
luce e forma”, ha presentato opere di artisti provenienti da
Viareggio, Lucca, Pistoia, Roma,
Genova, mentre fra i locali c’erano Ciso Risso, Ferrando, Lucy
Verzellino, Flavio Furlani e il fotografo ingauno Paolo Tavaroli.
Claudio Almanzi
Giotto
“Alassio non fu da meno”.
con qualche difficoltà in più che
esporremo: erano quattro i bastioni di difesa, con 36 uomini di
guardia, ma poco armati e con
polvere da sparo che in quattro e
quattr’otto diventava inutilizzabile per la grande umidità proveniente dal mare.
Nella nosotra città non si riuscivano a recepire gli uomini necessari per la difesa, tanto che la
storia ci ha tramandato che il
Podestà dovette spesso reclutarli
“per angaria”, cioè con forti multe
in caso di diniego o di resistenza.
Era anche ricorso a un ordine di
presentazione coatta e forniti di
ancora ben conservato, alto 45
palmi, cioè 12-13 metri, largo in cima 33 piedi più 9 di muraglia e con
due pezzi di artiglieria); un altro a
levante, quadrato e con due barili di polvere, il terzo al centro del
paese e l’ultimo a Ponente, entrambi con due barili di polvere.
Ad essi si aggiunse la vecchia
Torre sull’isola Gallinaria (anch’essa della prima metà del sec.
XVI).
Potremmo continuare nell’elenco, procedendo verso Est:
Albenga innalzò un solo bastione,
ma aveva da secoli formidabili
mura, tanto da ritenersi al sicuro;
pur essendo poco difesa, fu sempre (e non si sa per quali ragioni)
risparmiata. Anche Alassio non
subì che qualche scaramuccia,
ma per un motivo geografico,
morfologico: il nostro arenile sabbioso non consentiva alle navi
barbaresche di avvicinarsi troppo
alla costa, quindi la “sorpresa” nel
nostro golfo non fu facile. Ma non
sempre, perché, ad esempio, la
cosa non successe a Laigueglia
che subì un feroce attacco, mi pare da Dragut, nel 1546.
Poi c’era il problema del “riscatto” dei prigionieri, ma ne parleremo prossimamente.
C’era una volta un giovin pastorello,
al qual piaceva molto disegnare;
di lui s’accorse un bravo fraticello,
che lo portò a bottega ad imparare
da Cimabue, maestro di pittura.
Ma quando Giotto fece un “0” perfetto,
dimostrando il suo dono di natura,
fu il Maestro stupito ed interdetto
perché l’avea l’allievo superato.
C’è un padre che è orgoglioso e ben felice
d’aver un nuovo Giotto generato:
ne gioisce tra sé, ma non lo dice.
Silvio Viglietti
Lunedì 15 Marzo 2004
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«L'ALASSINO»
I Ribattabastiui a San Giorgio
In data 6 e 7 febbraio il “Duo”
alassino de “I Ribattabastïui di
Pezzuolo e Raita” è stato ospite
d’onore al “3° Festival San
Giorgio della canzone dialettale
ligure” svoltosi nel “Teatro Don
Pelle” di Albenga. Per la manifestazione, nelle ore pomeridiane
del secondo giorno, con una ripresa televisiva, ha tenuto, a un
folto pubblico, un brioso concerto sulla piazza dello storico
Comune albingauno.
Pessö
Alassio 09/02/2004
ALASSIO SALUTE
Nove medici di famiglia, un punto prelievi, il centro unico per le
pronotazioni di esami ospedalieri, l’ufficio sanitario.
Tutto questo è Alassio Salute, il
centro inaugurato a metà di febbraio. È il risultato di un lungo lavoro, un successo per l’Assessore
Loretta Zavaroni e per i medici di
pronto soccorso. All’inaugurazione erano presenti personalità civili e religiose. Tra questi ricordiamo il Ministro per l’Attuazione
del Programma Claudio Scajola
che ha elogiato l’operato dell’amministrazione che ha dato vita al
centro, Angelo Barbero, consigliere reglinale, il Vescovo della
Con 60 anni così… si può conquistare il mondo! Auguri a tutti!
FOTO ROMANISIO
Prossimamente presso la Segreteria
Associazione Vecchia Alassio…
Tommaso Schivo
(Tomschi)
La differenziata nelle scuole
Una giornata sicuramente diversa quella di ieri, martedì 24
febbraio, per gli studenti delle
scuole alassine.
Nella mattinata, infatti, sono
stati condotti dalle rispettive insegnati a visitare il polo della raccolta differenziata che ogni martedì trova spazio presso il par-
stata ripetuta in tutti gli istituti
scolastici della citttà (tre per
ogni istituto).
Ancora una volta presenti per
l’occasione l’Assessore all’Ambiente e il direttore della Ponticelli, l’azienda incaricata della
spezzamento della e della raccolta rifiuti della città di Alassio.
cheggio di Via Pera (quello, per
intenderci dove si svolge il mercato settimanale del sabato mattina).
Qui, ogni martedì, infatti, la ditta Ponticelli mette a disposizione
alcuni container per la raccolta di
legno, ferro ed elettrodomestici.
“All’inizio – hanno spiegato gli
addetti alla raccolta della
Ponticelli – riuscivamo a riempire tre, quattro container. Oggi al-
Con la consegna dei cassonetti, predisposti dalla Ponticelli in
una dimensione commisurata alle esigenze scolastiche, un ulteriore momento di riflessione, e
soprattutto spazio alle domande
e alle curiosità dei bambini: è difficile riciclare? Cosa succede dopo la raccolta differenziata? E se
confondono i contenitori? Oltre a
quesiti su dove buttare i numerosi oggetti di uso comune dalla vi-
le ore 11 erano già sette i container colmi di rifiuti partiti per respettive sedi di smaltimento”.
“La differenziata – ha spiegato
l’Assessore all’Ambiente, Marco
Salvo, agli studenti presenti – ha
un ruolo fondamentale per il futuro della città e dell’ambiente in
cui viviamo. E in questo senso un
ruolo ancor più fondamentale è
rivestito proprio da voi, che attraverso queste iniziative e l’impegno di sensibilizzazione del
corpo insegnanti, imparate fin
d’ora quanto sia importante il rispetto dell’ambiente”.
Nel pomeriggio, poi, l’appuntamento è stato alle scuole elementari di Via Neghelli dove sono stati consegnati tre cassonetti per la
raccolta differenziata: un’iniziativa che nel corso della giornata è
deocassetta al cartone ai tappi
delle bottiglie di plastica.
La giorrnata si è poi conclusa
con una merenda offerta dalla
Società di Salvamento e, naturalmente, per gli involucri delle merendine era pronto l’apposito
contenitore.
FOTO CICCIONI
famiglia che hanno assicurato in
questo modo un punto di riferimento 365 giorni all’anno per chi
ha bisogno di un medico. Il centro, infatti, sarà sempre aperto.
Nei giori feiriali saranno presenti
tutti i medici di famiglia negliorari
Diocesi di Albenga – Imperia
Mons. Mario Olivieri più alcuni
rappresentanti delle forze dell’ordine. Il servizio che ha preso il via
da febbraio è rivolto sia ai residenti che ai turisti che durante
tutto l’arco dell’anno soggiorna-
FOTO CICCIONI
soliti che ognuno rispettava anche quando aveva il proprio studio. Inoltre, a turno, sarà presente
nella sede di Alassio Salute un medico a disposizione di coloro che
ne avranno bisogno. Questo per
aiutare tutti colore che avessero
necessità di un controllo per patologie non gravi che non necessitano del viaggio fino ad Albenga al
no ad Alassio. Un ottimo servizio
che va ad aggiungersi a quanto offerto dal nuovo centro infermieristico di via Leonardo Da Vinci dove ci si può sottoporre a terapia
intramuscolo, alla misurazione
della pressione, e allo stick diabetico.
B.T.
Foto n.1 - L'angolo del perché - nella foto scattata il 2 febbraio 2004 si nota
un grande "Banco" di sabbia nella fase di congiungimento con l'arenile originario: La nuova linea di costa in un solo giorno è avanzata di 25 metri. Un fenomeno normale per Alassio quando il tempo è buono e duraturo. Dovuto all'alta pressione persistente “FREVÒ PATELÒ”. Mentre i bambini giocavano
nei laghetti e nei canali lasciati dal mare tra nuova e vecchia battigia, con le
barchette fatte di rusca di pino,gli adulti andavano a far patelle.
(FOTO KATIA)
Nuovo Album fotografico e storico edito da:
Associazione Vecchia Alassio 2004
Stampato nella Tipografia F.lli Stalla - Albenga
…il libro sarà disponibile
Foto n. 2- Un accorgimento alla portata di tutti: Tecnici, Operatpri e... politici. L'apporto naturale di sabbia (dal mare) nel litorale alassino è evidenziato
quando le acque dei rii non sfociano direttamente in mare ma sono costrette, verso levante o verso ponente (e qui c'è una ragione scientifica) a crearsi una nuova bocca d'uscita. (incalzate dal grande apporto di sabbia) la foto
è scattata il 4 febbraio 2004.
(FOTO KATIA)
M. R.
8
«L'ALASSINO»
Lunedì 15 Marzo 2004
INCONTRI CON L'AUTORE
CONFERENZE DEL
“CENTRO PANNUNZIO”
Anna Pedrotti: “GIADA - CORIANDOLI DI LUCE” Ed. G. Parapini
Pier Franco Quaglieni Giovanni Ramella:
«NORBERTO BOBBIO
FILOSOFO DEL DUBBIO»
Un libro del tutto particolare
quello presentato il 14 febbraio
scorso nell’auditorium della
Biblioteca civica. Per questo il
professor Franco Gallea inizia in
modo per lui , veterano di questi
incontri, inusitato: «Chi si avvicina a questo libro non può avvicinarcisi come a un altro libro:
poesia e prosa, realistico e meditativo, mistico e drammatico;
passa da un’esperienza soggettiva a una visione oggettiva. Anna
Pedrotti è monzese, è stata arredatrice, ora si occupa di assistenza, scrive, tiene seminari;
sposata, ha due figli: Thomas e
Alice, la primogenita Giada non è
più tra noi, è la protagonista del
libro».
L’autrice così risponde (in
sintesi) alle domande di Gallea.
«L’ho chiamata Giada perché per
me era una cosa preziosa, di ca-
rattere “solare”, molto bella
esteriormente e interiormente.
Frequentò il Liceo linguistico, le
piacevano i cavalli e i viaggi. A 16
anni morì in un incidente stradale. Per me fu il massimo dei dolori e una ferita che non si rimargina. Per fortuna ho il dono della
Fede. Dopo un certo tempo ho ricevuto dei “messaggi”, mi sono
confidata con un amico prete
che mi ha incoraggiata. Giada
continuò a comunicare con me e
ciò mi ha rasserenata. Il mio dolore l’ho trasposto in attenzione
per gli altri. Venivamo a trascorrere le vacanze ad Alassio, per
questo presento qui il libro per
la prima volta. L’amore per mia
figlia è stata una sfida con me
stessa, ho detto agli altri due
miei figli che la sorella è sempre
con noi. Scrivo come sotto dettatura. Parto dall’idea che Dio è
amore, perciò la sofferenza non
è data gratuitamente. La nostra
parte più importante è lo Spirito,
la sofferenza ci induce a farci delle domande: dobbiamo accettarla come esperienza per amare gli
altri; la speranza è alla base di
ogni cosa. L’importante è amare
anche se non si è corrisposti, la
sofferenza è un dono per imparare ad apprezzare l’amore. Non
sono una medium né una veggente, sono una mamma che per
mezzo della Fede colloquia con
sua figlia. Il libro è scritto molto
semplicemente: parte dal cuore
per arrivare a tutti. La mia missione è aiutare le mamme in difficoltà, che hanno figli morti o in
coma: situazioni difficili che cerco di aiutare a superare. Il titolo
del libro me l’ha suggerito Giada,
ne ho avuto critiche molto positive».
•••
Gianna Schelotto: “UOMINI ALTROVE - STORIE DI CINQUANTENNI
IN FUGA” Ed. Mondadori
«Ogni tanto viene a trovarci, così il professor Franco Gallea
inizia la presentazione dell’ospite del 21 febbraio scorso - psicoterapeuta, ligure di adozione,
molto conosciuta, commendatore della Repubblica, si è occupata di vari argomenti e partecipa spesso a trasmissioni televisive. I suoi libri hanno grandissimo successo. Questa volta prende in considerazione gli uomini
maturi: di circa 50 anni. A questa
età per molti si acuiscono i problemi, sono vittime di una crisi
che denota immaturità, cercano
dei diversivi che mettono in crisi anche i famigliari. Gianna
Schelotto partendo da casi concreti (ma usando pseudonimi)
esamina un certo numero di
queste vicende che possono valere per tutti. Descrive magistralmente una variegata galleria di personaggi, concludendo
il libro con un “decalogo” assai
utile».
Schelotto: «I casi di malessere
maschile aumentano, forse perché ora gli uomini interrogano
sè stessi: vengono da soli dallo
psicologo, mentre prima li costringevano le mogli. Le crisi sono sempre avvenute, nascono
dai cambiamenti che per le donne avvengono prima e in passato ne accettavano le conseguenze; ora non più: se gli uomini vogliono andarsene non li trattengono (cita il caso classico di
Ulisse e Penelope). Le donne
hanno un corpo che esprime le
tappe della vita e ne sono consapevoli, gli uomini non se ne curano, poi a un certo punto si trovano impreparati e qui comincia
il disagio: cercano di tornare indietro instaurando nuovi legami
con donne giovani, che certo
non risolvono il problema.
Spesso manca la capacità di confrontarsi. A volte si inseguono
sogni per anni, che quando si
possono realizzare ci si accorge
che sono superati. Le crisi talvolta sono dovute più che alla
singola personalità ai cambiamenti vorticosi del mondo in cui
oggi viviamo. Questo non è un libro contro gli uomini, ma è un
tentativo per aiutarli: ci dobbiamo confrontare con le contraddizioni del nostro tempo».
•••
Giorgio Baietti: “L’ENIGMA DI RENNES LE CHATEAU - I ROSACROCE
E IL TESORO PERDUTO DEL GRAAL” Ed. Mediterranee - Roma
All’incontro del 28 febbraio
scorso oltre allo scrittore hanno
partecipato il professor Roberto
Pellerey, docente all’Università
di Genova e la professoressa
Beatrice Morandina, dottore di
Ricerca all’Università di Macerata.
Pellerey introduce l’argomento presentando l’autore.
Giorgio Baietti è insegnante di
Italiano e Filosofia, giornalista,
direttore di un periodico culturale e scrittore; quest’ultima attività gli comporta anche quella di
ricercatore.
Beatrice Morandina espone il
contenuto del libro, avvincente
come un romanzo, ma frutto di
una minuziosa ricerca storica.
«Rennes le Chateau è un piccolo
paese della Francia del Sud nei
pressi di Carcassonne. Verso la
fine dell’ ‘800 il nuovo parroco
chiede contributi per ristrutturare la Chiesa, scopre una cripta e
recupera alcune pergamene, da
qui un comportamento a dir poco strano e un’improvvisa, inspiegabile disponibilità di risorse… La lettura di questo libro mi
ha indotto a due considerazioni:
gli enigmi mi incuriosiscono e i
fatti narrati li riordino in modo
nuovo. Anche i lettori scettici rimangono affascinati e disorientati da questi avvenimenti, descritti con precisa ricostruzione storica e con costante “suspence”».
Baietti: «Rennes le Chateau dista da qui circa 800 kilometri,
conta circa 100 abitanti. I protagonisti del libro sono tre parroci
“incatenati” fra loro, legati da un
grande mistero. Nonostante siano preti assai colti, il vescovo li
manda in questo paesino poco
importante. Nei pressi si trova un
“Cromlech” (area circoscritta da
stele “menhir” come Stonehenge) di origine celtica. Il primo curato viene mandato a Parigi, dove
viene accolto nei circoli più
esclusivi (fatto del tutto inconsueto), dispone di molto denaro,
si interessa di tre dipinti, in particolare a “I pastori dell’Arcadia”
di Nicolas Poussin, nel quale
compare la scritta “Et in Arcadia
ego”, apparentemente normale,
come del resto il dipinto, ma sullo sfondo è raffigurata Rennes le
Chateau… Torna al paese ricchissimo, restaura la Chiesa, vi
pone una Via Crucis con particolari inquietanti, costruisce una
torre e una villa, si comporta in
modo stranissimo fino nalla morte. Il secondo parroco scrive un
libro assai bizzarro, incomprensibile, poi si scopre che va interpretato; Il terzo sarà ucciso. Oggi
Rennes le Chateau è un paese apparentemente normale, ma ricco
di magia, frequentato da molti turisti, che desta l’attenzione di importanti personaggi».
Il Comune di Alassio (Assessorato alla Cultura) in collaborazione col “Centro Pannunzio” ha
organizzato una conferenza-dibattito sul celebre filosofo Norberto Bobbio, recentemente
scomparso, il 7 febbraio scorso
nell’auditorium della Biblioteca
civica.
Hanno parlato il professor
Pierfranco Quaglieni, presidente
del “Centro”, e il professor Giovanni Ramella, Preside emerito
del Liceo “D’Azeglio” di Torino.
Doveva intervenire anche il dott.
Mario Fazio, alassino, ma ha dovuto rinunciare per motivi di salute, ha inviato un toccante telegramma.
Il prof. Ramella inizia affermando che parlare di Bobbio è un’impresa ardua, per la molteplicità
dei suoi interessi, e prosegue: «È
stato il filosofo della politica e
della sociologia. La natura del
suo pensiero si estrinseca nella
filosofia del metodo: antimetafisico, nella sua semplicità si contrappone all’assolutista, all’individualista. Era per la “Controfilosofia”, per il dialogo come professione di vita. Insegnava l’importanza della ragione, l’esercizio del dubbio, il diritto dell’”altro” a esprimersi, anche se di
idee contrarie. Illuminismo liberale, razionalismo metodologico,
costante attenzione alla memoria pratica di un fenomeno teorico: questi i suoi principi.
Distingue la legalità dalla moralità: la società è formata da individui, perciò sono importanti gli
individui e non i gruppi. Più il dibattito è acceso, più si esalta la
democrazia; la libertà degli individui si scontra con l’invadenza
dello Stato. Teoria dell’uguaglianza: di tutti ma non di tutto,
cioè garantire a tutti la libertà individuale e la verità, che non è
mai un valore assoluto».
A sua volta prende la parola il
prof. Quaglieni: «Con la morte di
Bobbio si è conclusa un’epoca
della cultura italiana: lui rappresenta nella seconda metà del
‘900, quello che nella prima fu di
Benedetto Croce. Bobbio ci ha insegnato a pensare, senza indurre
a seguire pedissequamente il suo
pensiero. Una sua “scuola di pensiero” non l’ha lasciata e questa
fu la sua grandezza intellettuale
(come, del resto, non l’ha lasciata Benedetto Croce). Il livello del
suo pensiero è di respiro europeo: era di un’integrità morale
eccezionale, lo dimostrò più volte; in particolare quando venne
pubblicata una sua lettera giovanile a Mussolini, oggi la si può
considerare ininfluente, ma ne
accettò con coerenza le conseguenze. Il suo pensiero è valido
tanto per i suoi sostenitori che
per i suoi detrattori. Ha dato un
forte contributo alla chiarezza
dell’espressione, dei concetti,
della supremazia della Cultura».
Carlo Bertolino
UNA NUOVA IMPORTANTE MOSTRA
DEL CELEBRE PITTORE ALASSINO
ARTE SACRA
CARLO CATTANEO
EROS E TANATOS
Mostra di
BERNARDO ASPLANATO
I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER DI J. W. GOETHE
Pastelli, disegni, inchiostri e incisioni
Testo di LORENZO VESPIGNANI
Chiesa Anglicana - Via Adelasia,10 - Alassio
Inaugurazione 3 aprile, fino al 3 maggio 2004 - tutti i giorni dalle ore 16,00 alle 19,30
CENTRO ARTE 46 Via Milite Ignoto Alassio
DAL 13 AL 28 MARZO 2004
Orario
Giovedì - Venerdì - Sabato - Domenica dalle 15.30 alle 19.30
C. B.
Un febbraio di tanto tempo fa
Carnevale in Alassio.
Correva l’anno ’50 ed anche ad
Alassio imperversava il Carnevale. Io conservo come un gioiello questa fotografia, dove si
scorge mio padre che, come un
bambino, traina il suo gioiello. I
TRE CABALLEROS ideati da
Mario Berrino, eseguiti da mio
padre e tant’altri volontari, erano diventati famosi, riuscendo a
vincere il 1° premio. Una terribi-
le guerra era passata da non molti anni, la gente era felice in una
piacevole confusione di suoni, di
coriandoli, di bon-bon. Non è vero che tutto passa e si scorda; un
bel ricordo non muore mai e
chissà che un giorno non impazzi ancora per le strade Alassine,
come allora- il Carnevale con la
sua allegria.
Fernanda
Questo venerato dialetto!
È risaputo oramai che al tempo
dei nsotri nonni si parlava si può
dire quasi esclusivamente in dialetto, tanto che al posto dei cognomi personali si usava distinguere le persone esclusivamente
usando soprannomi. E a tal punto
ciò vigeva che il postino ed il messo comunale incontravano insormontabili difficoltà quando per
consegnare una lettera o un plico
dovevano individuare la giusta
persona. Talvolta accanto al cognome, per sicurezza, si aggiungeva la parola vulgo fatta seguire
dal soprannome e questo per agevolare il riconoscimento del destinatario in caso di omonimia.
Per fortuna allora la posta era
piuttosto scarsa. E chi scriveva
allora? C’erano degli Alassini che
in tutta la loro vita avevano ricevuto si e no un paio di cartoline!
Quella color rosa proveniente dal
Distretto militare per l’avvio al
Servizio di Leva e quella, sempre
proveniente dal Distretto militare, per il richiamo alle armi!
Con un soprannome solido, altero, indecifrabile talvola, si identificano le famiglie alassine più
antiche e cariche di…storia.
Con i soprannomi inoltre si inneggiava alle virtù del singolo, ma
spesso se ne stigmatizzavano i vizi e qualche volta, purtroppo, se
ne enfatizzavano i difetti fisici e
morali.
Sono passati gli anni e, senza
poter fare nulla per impedirla, abbiamo assistito alla scomparsa
quasi totale dei soprannomi e da
parecchio oramai stiamo assistendo alla dismissione della nostra parlata.
Anzi, a dire il vero, a me pare
che la tenue impalcatura che sorregge ancora il nostro dialetto
scricchioli paurosamente!
Non è che prima o poi ci crolli
addosso?…o ci è già crollata e
manco ce ne siamo accorti? D’altronde chi lo parla ancora l’alassino? Qualche vecchio come noi:
forse un paio o due! Ma noi – colpevoli – abbiamo fatto insensatamente di tutto perché i nostri figli
non prestassero orecchio e voce
al dialetto. Abbiamo voluto parlare con loro solo in italiano sin da
quando erano piccoli e ci siamo
raccomandati con i nonni di contenersi, anzi di astenersi da usare
la nostra parlata con i nipoti!
Ora speriamo che il nostro dialetto non abbia a scomparire del
tutto…forse è li che sonnacchia
sornione dietro un qualche recantu in attesa di tempi migliori.
Ancora ci soccorre in certe animate discussioni fra amici coetanei al termine magari di un pranzo in trattoria, quando una saporita espressione in vernacolo lasciata cadere dall’oratore con
maestria tra botta e risposta, addolcisce l’atmosfera e genera allegraia nella brigata.
A distanza di chissà quanti anni ricordo ancora quella donnetta
che, piena di scialli estate e inverno, si trascinava su e giù per il
passu. Nonostante conoscesse
benissimo l’italiano, parlava
esclusivamente in dialetto e lo
parlava per sincera convizione
più che per abitudine.
Alla domanda: “Cumme ti
stai?”, rispondeva, “Oggi u nu
me gìmbra. E mé gambe i scrùscen cumme ‘na porta véggia!” E
lo diceva in quel perfetto dialetto
alassino che,pur se a qualche foresto parrà aspro e duro, per noi,
per i vecchi, ti si scioglie in bocca
come un gelato con toni di dolcissima e rara musicalità.
Vincenzo Moirano
Lunedì 15 Marzo 2004
9
«L'ALASSINO»
Festa di San Valentino al “Muretto”
I PREMIATI
Una grande folla di turisti ha
partecipato alla Festa di San
Valentino, svoltasi il 14 febbraio u.s. dalle ore 15:30 in poi
sul Muretto di Alassio. Come è
ormai tradizione, il patron del
Muretto, il pittore Mario Berrino ha voluto abbinare la manifestazione della premiazione
dalla più bella lettera d’amore,
con una cerimonia di abbellimento del Muretto, che quest’anno si è arricchito di due
preziose opere: La Primavera
di Vanni Penone e I Pesci che si
baciano di Giuseppe Mastroianni. Vanni Penone è uno scultore famoso ed apprezzato che,
MIO
E
R
1° P
realizzato dall’artista alassino
Giuseppe Mastroianni. Pino
preferisce essere chiamato artigiano anziché artista, ma qui
ha dato la prova di una composizione di alto livello. I Pesci
che si baciano sono nati da
un’idea di Mario Berrino che
aveva dipinto quella dolce immagine per uno scopo “pratico”: avrebbero dovuto reclamizzare i Baci di Alassio, prodotti dal Caffè Roma. Poi la figura è diventata il simbolo del
Muretto, e qualche anno fa è
stata utilizzata come emblema
dell’Acquario di Genova con
una cerimonia di gemellaggio
Questo amore
La vincitrice fra Mario Berrino e il Sindaco.
Questo amore che abbraccia
il cielo, il mare, la terra
e l’universo popolato di stelle,
questo amore in cui si riflettono
le magiche aurore, i tramonti dorati,
le lune argentate,
è per te.
...E sono per te
il bianco immacolato della neve,
l’arrivo delle rondini a primavera,
le rose profumate del mio giardino,
...e per te saranno sempre
le mie carezze, i miei pensieri,
il mio trascorrere del tempo.
Maria Giuseppina MARINELLI
attraverso una carriera brillante e validissima è giunto a sperimentare nuove forme scultoree, come appunto “La Primavera” esposta sul Muretto e
realizzata in terracotta. L’autore attraverso la rappresentazione di una giovane donna che
si affaccia ad una finestra, ravviandosi i capelli con una mano, ha voluto rappresentare il
mistero dell’eterno femminino,
in rapporto con la natura (che
qui, ovviamente si, immagina
essere il mare di Alassio).
Un’opera preziosa e interessante che non mancherà di abbellire il Muretto. La seconda
opera inaugurata il 14 è un bassorilievo in materiale metallico
fra l’Acquario stesso e il
Muretto di Alassio. Ed ora questo grazioso simbolo troneggia
sul Muretto. Alla cerimonia di
inaugurazione delle due opere,
presentata come ormai tradizione, brillantemente, dal prof.
Andrea Gallea, erano presenti il
sindaco di Alassio arch. Marco
Melgrati, il pittore Mario Berrino e i due artisti Vanni Penone
e Giuseppe Mastroianni. Quindi, dopo che il magico trio delle
Romantos (Rosanna, Marina e
Simonetta), accompagnate alla
chitarra da Dino Ferrari avevano allietato il folto pubblico
presente con il brio e la precisione esecutiva delle loro canzoni, il presentatore Andrea
Gallea, che riveste anche la funzione di presidente della giuria
letteraria, è passato alla proclamazione dei vincitori del
Concorso “Una lettera d’amore
per San Valentino-Muretto di
Alassio”, che sono stati premiati dal sindaco e da Mario
Berrino. Al termine della premiazione, con il sottofondo musicale delle Romantos la manifestazione si è degnamente
conclusa con un gigantesco
brindisi con degustazione (con
la collaborazione di Canepa
Alimentari) guidato da alcuni
rappresentanti dell’Associazione Barman Italiani. Per
quanto riguarda il risultato del
concorso riproduciamo di seguito il comunicato stampa della apposita giuria:
La giuria del premio, dopo
aver attentamente letto e valutato tutte le opere pervenute
durante il 2003 e fino alla sera
(FOTO S. FASANO)
da parte dello storico alassino
Antonio Carossino. Questo importante e singolare personaggio è ben noto ai soci A.V.A. e ai
lettori de L’Alassino essendo fra
i promotori e fondatori della
Vecchia Alassio, ed essendo conosciuto come attento cultore
delle tradizioni, della storia e
del folklore della nostra città:
Carossino rappresenta infatti la
memoria storica di Alassio e
della nostra parte di Liguria, ed
è apprezzato per le sue opere e
per i suoi studi di ricerca. È stato recentemente insignito (insieme all’altro nostro Socio
Fondatore, prof. Tommaso
Schivo) de “L’Alassino d’Oro”,
prestigioso riconoscimento del
Comune di Alassio, ed ora la firma sulla piastrella del Muretto
viene a premiare l’impegno di
una vita per la sua città.
L.C.
del 13 febbraio 2004, sia a mezzo della buca per lettere situata sul Muretto di Alassio, sia alla Galleria Berrino, avendo in
questa edizione a disposizione
ben dieci premi, offerti dal
Comune di Alassio, dalla Galleria Berrino, da Eleganza,
Spinnaker, Muscitai, Ristorante Panama, Hotel Danio,
Ristorante Jano e Cartolibreria
Pozzi, ha deliberato di assegnare un primo premio, un secondo premio e di attribuire otto
terzi premi, pari merito, senza
tener conto se l’opera presentata fosse scritta in poesia o in
prosa e con l’assoluta anonimità dell’autore giudicato, il
cui nominativo è stato comunicato alla giuria in un secondo
momento. Ecco l’elenco dei
vincitori:
1) Primo premio: Marinelli
Maria Giuseppina (Savona)
2) Tommaso Schivo (Alassio)
3) Terzi premi, ex aequo, in
Pino Mastroianni, Mario Berrino e Andrea Gallea. (FOTO S. FASANO)
MIO
E
R
3° P
Tu non puoi
S. Valentino
Non si può ordinare al sole: non brillare.
Od impedire all’acqua di cadere.
Nessun può dire all’erba di non crescere.
E tu, non puoi, non puoi, non puoi...!
Non puoi vietarmi di gioire,
non puoi impedirmi di amarti da morire!
Pietro TILLI
Somigliava a te
ordine di sorteggio: Giancarlo
Belloni (Codogno), Ada Paonessa (Savona), Patrizia Praticò (Reggio Calabria), Daniela
Bey (Alassio), Pietro Tilli
(Savona), Gianpiero Rinaudo
(Alassio), Paola Belgrano (Imperia), Adele Rabolini (Lodi).
La giuria ha inoltre deciso di
segnalare i nomi dei seguenti
autori, non premiati ma meritevoli di elogio per la significativa
qualità delle loro opere: Antonella Petulla, Valentina Orso,
Veronica Alfano, Giovanni
Gonnelli, Leo Maccaferri, Luca
Soattin, Selene Coccato, Franca
Gandolfi, Tiziana Costi, Tommaso Gatto, Roberta Giana,
Loredana Polli, Lorena Rossi,
Giorgio Santelmo.
Una parte significativa della
manifestazione è stata rappresentata dalla firma sulla piastrella da apporre sul Muretto
2° P
REM
IO
3° P
REM
IO
Mio unico bene
Sei il mio palpito di vita
La nota armoniosa di un’arpa celeste rubata agli angeli.
Il prorompente germoglio che spacca la terra,
l’impetuoso torrente che trascina il masso,
la forza irruente della natura.
Amarti è l’essenza del mio esistere.
Sei una finestra aperta sull’azzurro del cielo,
all’alba sei il mio primo pensiero,
la luce del giorno che mi accompagna,
il roseo tramonto, la dolce brezza della notte,
la magica atmosfera del sogno più bello.
Amarti,
è respirare la vita
Giancarlo BELLONI
In mezzo a tutta l’erba del giardino
(non più smagliante come in primavera
o come nell’estate , quando c’era
un rutilar di fiori e il rosmarino
Noi Due
s’ammantava di luce nel mattino),
in quest’inverno grigio e sulla sera,
sommesso e dolce come una preghiera,
rosso e brillante come un bel rubino,
Due sguardi si sono incontrati
Due cuori si sono parlati
Due mani si sono toccate.
Sembrava una cosa da nulla
... ne è nata una cosa grandiosa.
È nato un amore
sì dolce, sì puro, sì grande
che ha unito due vite per sempre.
La mia vita e la tua.
in mezzo all’erba folta ho scorto un fiore.
Pareva che cercasse proprio me:
che palpito ho provato nel mio cuore!
D’istinto fui per coglierlo, perché
Mi pareva parlasse ancor d’amore...
Ma non lo colsi...Somigliava a te.
Tommaso SCHIVO (tomschi)
3° P
REM
IO
Tommaso Schivo (Tomschi) col Sindaco.
(FOTO S. FASANO)
Ada PAONESSA
10
«L'ALASSINO»
Lunedì 15 Marzo 2004
VELA
VOLLEY
NUOTO
Conclusa ad Alassio la Volvo Winter Cup, campionato
invernale per i Monotipi Beneteau 25 e Melges 24
La squadra alassina.
Il 22 febbraio, sfidando il maltempo si è svolto al Palalassio
Lorenzo Ravizza il “1° Torneo di
Carnevale” under 13 femminile di
volley.
Nonostante quattro squadre,
provenienti da Piemonte e
Lombardia, non siano riuscite a
raggiungere la nostra città, per le
cattive condizioni atmosferiche, il
torneo si è disputato regolarmente se pur con qualche ritardo dovuto alla variazione del calendario delle partite.
Sulle quattordici squadre presenti si è imposta quella del Chieri
che ha disputato una splendida
gara. Ottima la performance delle
nostre squadre che hanno ottenuto il terzo posto con la prima , l’ottavo e il decimo quello conquistato dalle altre formazioni.
Cospicua la presenza del pubblico, che si è concentrato tutto
nel palazzetto grazie all’allestimento di quattro campi nell’impianto.
Ringraziamo il Comune che
contribuisce, se pur con qualche
piccola limitazione, ad organizzare questi eventi che servono per
migliorare tecnicamente i nostri
atleti e aiutano, anche se in minima parte a promuovere il turismo
alassino.
Il direttivo Alassio Volley
Alassio, 29 febbraio 2004 - è
conclusa ad Alassio, manifestazione organizzata dal Circolo
Nautico al Mare, la Volvo Winter
Cup, campionato invernale riservato alle imbarcazioni monotipo Beneteau 25 e Melges 24.
Una flotta composta da circa 20
imbarcazioni della classe
Beneteau 25 e da una decina di
Melges 24 si sono date appuntamento nella Baia del Sole nei
mesi invernali (il campionato
era iniziato nello scorso mese di
novembre) per dare vita a una
serie di 9 regate su percorso a
bastone. Grande successo per
porta colori del CNAM che hanno conquistato la vittoria finale
in entrambe le classi: infatti al
primo posto nella classe
Beneteau 25 si è classificato il
team di Fra Martina TNT, dei fratelli Pavesio, timonata dal triestino Lorenzo Bressani, con un
incredibile score di 8 vittorie su
8 regate.mentre nella classe
Melges 24 la vittoria overall è
stata prerogativa dell’equipaggio torinese guidato da Carla
Silva Ubertalli (con i parziali 4-31-2-2-6-2-2-1) con il timoniere genovese Roberto Martinez.
Concluso con successo l’impegno invernale gli equipaggi saranno ben presto di nuovo in
mare, cioè già dalla prossima
settimana, e sempre sullo stesso campo di regata, nella prima
tappa della Volvo Cup 2004. In
occasione dell’apertura della
stagione 2004 ad Alassio verranno anche premiati i campioni
d’inverno della Winter Volvo
Cup. Le regate organizzate dal
Circolo Nautico al Mare godono
del patrocinio del Comune di
Alassio e della collaborazione
del Marina di Alassio SpA e
dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Alassio. Le classifiche
finali complete della Winter Volvo Cup sono visibili sul sito internet: www.cnamalassio.it.
Al via ad Alassio l’edizione 2004 della Volvo Cup
con i monotipi Beneteau 25, Melges 24 e Ufo 22
Venerdì 5 marzo ha preso ufficialmente il via ad Alassio la
terza edizione della Volvo Cup.
La Settimana Internazionale
“Vela d’Altura” One Design, valida come prima tappa Volvo
Cup, come sempre organizzata
dal Circolo Nautico al Mare
Alassio, apre la stagione agonistica delle classi monotipo
Beneteau 25, Melges 24 e UFO
22: tre giorni di regate dal 5 al 7
marzo sullo specchio d’acqua
della Baia del Sole. Giunta al suo
terzo anno (per la classe
tella, del romagnolo Egidio Babbi, dell’olimpionico di Star Giorgio Gorla nella classe Melges 24
e di grandi specialisti tra cui il
varesotto Marco di Natale e i fratelli gardesani Andrea e Umberto Felci, quest’ultimo progettista dell’UFO 22. Per questo primo appuntamento stagionale
ad Alassio sono previste un
massimo di 9 prove, tutte valide
al fine della classifica del circuito nazionale “Volvo Cup”. Title
sponsor della manifestazione è
Volvo Auto Italia, che sarà af-
STUDENTI ALASSINI
DI SCI ALL’APRICA: I RISULTATI
Gigante maschile:l) Massimiliano Guarino; 2) Antonio Putaggio; 3) Adriano Bortolotti.
Femminile: l) Valentina Basile;
2) Silvia Calvini; 3) Prisca Stoppini; 4) Elisa Bozzano; 5) Giulia
Raimondo; 6) Lucia Lovetere e
Roberta Rizzuto.
Snowborad gigante maschile:
l) Fabio Alfinito; 2) Alejo Quiroga; 3) Ercole Vergani.
SuperG:l) Luca Notini; 2) Michele Paleologo; 3) Massimiliano
Niddu ; 4) Jacopo Forno; 5)
Giorgio Giachello.
Femminile:l) Valentina Giachello; 2) Ilaria Forno; 3) Giulia
Notini; 4) Veronica Merogno.
Specialissimo: Daniele Manno
Femminile: Enrica Basso
Claudio Almanzi
FOTO ARCHIVIO A.V.A.
Ponzio Luca, Puliga Luca e Puliga
Giulio, Revello Martina e Vitelli
Francesca.
Un capitolo a parte per i più
piccoli: Marco Losno, Andrea
Losno e Christian Radici che
hanno riportato tre primi posti
nelle rispettive categorie.
La trasferta di Viareggio è stata anche l’occasione per partecipare alla sfilata dei carri carnevaleschi, così la gara è diventata
una buona occasione per vedere
da vicino lo spettacolo di
Viareggio e trascorrere una giornata in sana allegria.
In attesa della quarta gara a La
Spezia che si disputerà a metà
marzo, la squadra si sta preparando, allenandosi di buona lena
per la trasferta più importante,
quella di Roma a fine giugno in
occasione dei Campionati
Nazionali di Nuoto del Centro
Sportivo Italiano.
A tutti buon vento!!
GE.S.CO. S.P.A.
L’angolo del perché
I giovani atleti.
ALASSIO – Si sono svolti
all’Aprica i campionati studenteschi alassini di sci, con la presenza di una sessantina di ragazzi.
Ecco i risultati.
Slalom speciale maschile :l)
Andrei Lounkov ; 2) Paolo
Comoglio; 3) Mattia Persbulgo;
4)Davide Cassinari; 5) Matteo
Seteria; 6) Mirko Rocco; 7)
Alarico Contini.
Femminile:l) Silvia Cicero; 2)
Emanuela Blokstaele; 3) Laura
Russo; 4) Elisa Della Corte; 5)
Giorgia Delfino; 6) Jessica Marzi;
7) Erika Silvestri; 8) Fabiola
Sinieri.
Snowboard speciale maschile:1) Matteo Beriolo; 2) Fabio
Garassino; 3) Hellis Del Prato e
Davide Intellini.
Domenica 25 gennaio u.s. a
Firenze e domenica 15 febbraio
u.s. a Viareggio si sono svolte le
gare del VI° Trofeo “Buon Vento
fra le Riviere” dove la squadra
Gesco Nuoto Alassio, insieme alla Matuziana Nuoto di Sanremo
ha rappresentato la regione
Liguria riportando lusinghieri
successi.
A Firenze come a Viareggio ha
sopreso positivamente per i tempi ed i piazzamenti (quattro primi posti) di Marta Di Muro che è
diventata “l’ondina” della squadra tenendo testa alle agguerrite
atlete toscane.
Si sono distinti i soliti noti:
Mellini Ascanio nella rana,
Cipriano Giovanni nello stile libero, Braghin Nicolò nella farfalla riportando a casa tre primi posti nelle rispettive categorie, oltre agli ottimi piazzamenti di
Vivone Giacomo, Filippi Mattia,
Leo Federica e Mingoia Giulia.
Si sono distinti a Firenze:
FOTO ARCHIVIO A.V.A.
Beneteau 25, per le altre al suo
debutto) la Volvo Cup si protrarrà fino alla fine di luglio, portando i partecipanti su alcuni
dei più prestigiosi e tecnici campi di regata italiani: Napoli
(16/18 aprile - B25); Torbole (lago di Garda, 6/9 maggio-B25,
M24 e U22); Nettuno (28/30 maggio-B25); Rimini (4/6 giugnoM24), Domaso (lago di Como,
16/18 giugno-M24 e U22, 23/25
luglio-B25) oltre che a Follonica
per il Campionato Nazionale di
tutte le tre classi (24/27 giugnoM24 e U22; 29 giugno/3 luglioB25). Grande afflusso di campioni e di specialisti sulle tre
classi, tra cui i triestini Lorenzo
Bressani e Gabriele Benussi, il
napoletano Paolo Cian, il leccese Sandro Montefusco e il romano Furio Monaco (vincitore della Volvo Cup 2003) nella classe
Beneteau 25; del luinese Flavio
Favini, del carrarese Luca San-
fiancata da Conte of Florence e
Finanza & Futuro Banca nel ruolo di co-sponsor. Fornitori ufficiali saranno Cavit Vini e Giò
Style; North Sails Nord Est metterà in palio una serie di vele per
chi parteciperà ad almeno 4 tappe nelle tre classi. Allo stand
Volvo sarà attiva per tutta la
Volvo Cup una postazione di
gioco Virtual Skipper 3, per continuare le regate anche a terra,
anche grazie a Samsung, fornitore tecnico della Volvo Cup,
con monitor al plasma, computer e DVD. Le regate organizzate
dal Circolo Nautico al Mare godono del patrocinio del Comune
di Alassio e della collaborazione
del Marina di Alassio SpA e
dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Alassio. Ufficio Stampa
Volvo Cup 2004: Laura Jelmini,
tel. 348 8720683, e-mail:
[email protected].
La mia vita quotidiana di passante incognito e i miei sogni di
uomo desto mi portano spesso
là, in quell’angolo del “MIO PAESE” dove ancora c’è qualcuno
che mi conosce, qualcuno che,
come me ha il futuro nel suo passato; (tra questi ci sono i più poveri, quelli cioè, che hanno solo
se stessi per raccontare i loro sogni). È in quest’angolo che si fanno le domande più strane, in apparenza; è qui che ci si chiede il
PERCHÉ di tante cose volute e
fatte per il bene di tutti (e del
Paese) che, al momento di essere definite, sembrano incomprensibili. Tutti in questo posto
credono a quanto dicono, quando lo dicono, e tutti lo dicono
perché lo credono. Preferiscono
la realtà alla verità; preferiscono
la vita anche se sono già avanti
con gli anni e attribuiscono, come me, ai loro sogni un altro valore se non che sono il nostro
teatro dell’intimo. Poco tempo fa
uno di questi personaggi, parlando come se stesse guardandosi
allo specchio, si chiedeva: «Sono
passato da San Rocco, dove prima c’era la vecchia bocciofila e
dietro il muro a secco che delimita la vecchia strada a gradoni ho
visto spuntare sei o sette tronchi
di cipresso, infissi ancora con le
proprie radici nella terra, tagliati
ad un altezza di un metro dal suolo per privarli della chioma sempreverde che, come un fiamma,
secondo una concezione mediorientale, da l’idea perenne della
vita che sopravvive alla morte.
Sembrano le dita di più mani, con
le falangette tagliate. Così come li
ho veduti mi hanno dato l’idea di
un dolore immenso e mai gridato.
Perché hanno MUTILATO così
questi alberi? Potevano ancor vivere senza dar fastidio. Perché ucciderli? Ora che l’autosilos è finito possibile che nessuno si chieda
se valeva la pena di tagliare la vita con tanta ferocia?». In
quest’angolo del perché, unico
anfratto ligure di questo nostro,
amato Paese, da questi uomini di
Alassio ho raccolto testimonianze come questa: «Io ho la dimensione di ciò che vedo; a causa
della sua piccolezza, DAL MIO
PAESE si può vedere una maggior parte del mondo, perché io
ho la dimensione di ciò che vedo
e non la dimensione della mia altezza». O come questa: «Così come laviamo il nostro corpo dovremo lavare il destino, cambiare vita come cambiamo biancheria. Ci sono persone sporche di
destino che non si allontanano
dalla trivialità quotidiana per il
medesimo fascino che provano
per la propria impotenza>>.
Ripensandoci mi sembra impos-
sibile, persino averle udite, tanto
mi sembrano voci che provengono dal profondo dell’animo. Sto
scrivendo quello che sento dire
da queste persone di anni-tanti
che capiscono e senza giudicare
sanno che parlare è un conto fare un altro; soprattutto hanno
imparato dalla vita che il non
riuscire a convertire il nemico
all’amicizia, o perlomeno ad un
leale duraturo accordo, è una
sconfitta. Li conosco bene questi
uomini comuni; li ho sempre ammirati. «Ma io lo scrivo». «Lo scrivi? E inutile scrivere; nessuno ti
darà ragione se hai ragione. Per
un caffè o per un voto faranno
finta di non aver letto». Ci sarebbe materiale per fare un libro… e
chissà! Intanto ascoltandoli ci si
sente migliori. Propongo (per ottimismo?) solo le ultime battute:
«Ho sempre rifiutato di essere
compreso. Essere compreso significa prostituirsi. Preferisco
essere preso seriamente per
quello che non sono, ignorato
umanamente, con decenza e naturalezza». Uno mi ha detto ridendo una cosa che non ho ben
capito: «Scrivi questo che ti dico
e poi vedrai che Dilda (?) ti risponde; scrivi: Ho visto dei banchi di sabbia affioranti e asciutti
divisi, separati dalla battigia solo
da un laghetto. Un straniero delle
“Langhe”, ingegnere idraulico,
eccelso professionista mi ha detto: “funziona bene il nuovo sistema BSM; ha visto quanta sabbia,
si sta attaccando al lido?” È vero…, ho risposto ridendo tra di
me, ma non il BSM; l’artefice di
tanta ricchezza è l’FPA. L’FPA? È
il nuovo sistema francese per far
rinascere gli arenili? No è il Frevò
Patelò Alassino. AH! Non lo conoscevo è un sistema veramente valido. È vero lo è; pensi che davanti al Torrione e al ristorante
dell’Hotel Savoia con questo sistema veniva una spiaggia di venti
metri di larghezza? No .Lei si
prende gioco di me; è impossibile.
Là tutto è scogliera. Si è vero. Ma
è una scogliera artificiale. Gli scogli sono stati messi; prima non
c’erano. È una prova, un tentativo
per veder da che parte si accumula la sabbia… dopo li levano…».
Bel posto, l’angolo del perché; io
lo considero l’unico sito alassino
dove attraverso lo scambio verbale con le persone più comuni
si riesce ad apprendere un po’
della storia, della cultura e della
vita della nostra città altrove,
spesso, ignorate. Mi permetto
una considerazione: «Se esistono luoghi simili anche nelle altre
contrade liguri il “futuro”, di certo, sarà ancora libero».
Dante Schivo
Lunedì 15 Marzo 2004
11
«L'ALASSINO»
PACE CELESTE E FRASTUONO TERRESTRE
Sublimi, indifferenti e sereni, i
pianeti ruotano nel sistema solare
con il loro moto eterno, regolato
da leggi immutabili. E sono soltanto granelli nell’immensità di un
universo, a sua volta in movimento da miliardi di anni, e che va verso un futuro imperscrutabile.
Al di sopra, in una dimensione a
noi sconosciuta, il «Motore», il
«Principio», l’«Energia» che imprime questo moto, insomma… «il
Mistero del Tutto».
Sono considerazioni non certo
nuove ma che ridestano intense
emozioni ogni qualvolta ricade
sott’occhi forse il più celebre assemblaggio di fotografie della
NASA.
In primo piano giganteggia la
Luna, ripresa dalla missione
Apollo 8. la Terra è stata ritratta
da Apollo 17 e il sorgere del Sole
sul nostro pianeta fu fotografato
da Apollo 12.
Al centro, sopra la Luna, splende il pianeta Venere, nell’immagine ripresa dal Pioneer-Venus.
Da sinistra a destra appaiono
gli altri pianeti: Giove (da Voyager
!); Mercurio (da Mariner 10);
Marte (da Viking); Saturno (da
Pioneer II).
L’eccezionale sequenza foto-
(dal volume: “Il mio grillo parlante” di Raoul Mariani)
grafica ci mostra i pianeti nei loro
reali rapporti di distanza, di grandezza e senza deformazioni prospettiche.
È una rappresentazione autentica del sistema nel quale, con tutti i pianeti ruotiamo anche noi,
con i nostri Irak, Israele e i palestinesi, terroristi e pacifisti, conflitti
beceri e stolti, e, la nostra crisi petrolifera, le nostre crisi di governo, le nostre crisi energetiche, le
nostre crisi personali.
E le bombe, le esplosioni, le grida, le imprecazioni.
E la gran croce invisibile piantata al centro della Terra perché
«Ognuno», ma soprattutto i miti e
gli onesti, prima o poi, più o meno,
vengano appesi a gemere a modo
loro, i dolori «anche innocenti».
Lassù, tutto questo, non fa più
rumore del ragno mentre tesse la
sua tela; lassù quel filo fragile che
brilla contro il sole ha la stessa
importanza delle sessioni
dell’ONU.
Quaggiù: «Io farò di Gerusalemme una cappa di stordimento per
tutti i popoli all’intorno; e questo
concernerà anche Giuda, quando
si cingerà di assedio Gerusalemme (Zaccaria 12.2, oltre 25 secoli
or sono)».
«Quando vedrete Gerusalemme
circondata d’eserciti, sappiate allora che al sua desolazione è vicina» (Gesù di Nazareth in Luca, 21).
«Perché quelli son giorni di vendetta, affinché tutte le cose che
sono scritte, siano adempiute» (in
Luca 22)
«Entrerà pure nel paese splendido (la Terra Santa) e molte popolazioni saranno abbattute» (Daniele 11,41).
«L’angelo gridò con voce potente: -È caduta! La grande Babilonia è caduta-. È diventata dimora di demoni, rifugio di tutti gli
spiriti immondi, rifugio di ogni uccello impuro e ripugnante (Apocalisse 18,2)-. Tutte le nazioni
hanno bevuto il vino della sua
sfrenata prostituzione, i re della
terra si sono prostituiti con lei, e
i mercanti si sono arricchiti della
sua ricchezza favolosa» (Apocalisse 18,3).
Hanno ordinato ai profeti di non
profetare. Ma «tutto è scritto»!
È in cammino il giorno di fuoco,
il sopravvento della violenza:
quando il buio si farà a mezzodì.
Allora, nemmeno il forte potrà
usare la sua forza e quel giorno,
quanti passavano da eroi, fuggiranno nudi…finalmente! (Da
David M. Turoldo)
Quaggiù il fragore di «questa
scienza» dai bagliori di zolfo, dagli
ordigni che esplodono anche in
mano, «questa scienza» materna
origine di sicura morte; questa
scienza così grande dal presumere il compimento di «una anticreazione»; ebbene, questa scienza
affonda nella «Grande Distruzione» che incombe.
Il «grande Male», di cui farnetica
il mostro di Bagdad, non è il «Golfo
in fiamme»; la sua «guerra» è appena il Male in superficie. Il «grande Male» è…prima:
il «grande Male» è la passione
paranoica della «roba», è l’ingiustizia, l’immoralità, la corruzione è
l’«Amore del Nulla».
Lassù, le nostre leggi, il nostro
tempo, i nostri orologi di digitali, i
nostri computers, i nostri timer
regolatori dell’immane frastuono
terrestre non hanno valore.
Al di sopra di noi è la pace,
l’eterna pace, la grande speranza,
il più vasto simbolo di Dio!
LUTTI CITTADINI E NECROLOGI
ANGELO PREVE
La notizia è piombata improvvisamente e si è diffusa in pochi istanti in tutta la città: stamani 1 marzo, è
mancato, in Alassio, l’Avv. Angelo
Preve. Professionista di alto livello
già consigliere comunale, spesso
consulente ufficiale dell’Amministrazione civica, di antica e notissima famiglia alassina, lascia la moglie
Signora M.Teresa, la figlia Emanuela
col marito Rudy, le nipotine Eugenia
e Virginia e la famiglia a cui i moltissimi amici e l’A.V.A. del quale era socio, inviano le più sentite condoglianze.
re e poi come autista per il trasporto dei bimbi delle scuole elementari,
dai quali seppe farsi benvolere per
l’affabilità, la gentilezza e la disponibilità, anche dopo anni da quando
era in pensione.
Amante della natura, era sempre
nella sua campagna di San Bernardo
curando con amore e passione la
sua terra. Era un uomo all’antica,
sempre pronto a dare un consiglio
ed un aiuto. Sempre disponibile anche per la festa di San Bernardo della cui Associazione era Consigliere.
Alla moglie Marilde ed ai famigliari tutti, da parte dell’A.V.A. e degli
“Amici di San Bernardo”, vanno le
più sincere e sentite condoglianze.
partenente ad un antico casato di
Albenga (ove esistano ancora la torre e la casa). Donna amabile e dotata di una particolare sensibilità,
sempre molto legata ai ricordi ed alle tradizioni della sua terra natale,
lascia un grande rimpianto e tanta
AMBROGIO BOGLIOLO
amarezza in tutti coloro che la hanno conosciuta ed apprezzata per le
sue doti e le sue qualità.
Gli amici e i conoscenti (cui si aggiunge il pensiero dell’Ass.Vecchia
Alassio a cui la signora come il marito prof .Mario e i figli sono stati sempre affezionati da anni) esprimono il
loro cordoglio ai figli, Gianfranco,
Pierluigi, Gino, Paolo e Graziella ed
alla sorella Luisa e famiglia.
FRANCO AZZINI
È mancato, dopo lunga malattia,
Franco Azzini, un alassino amato
per il suo carattere e la sua giovialità. Lo ricordano gli sportivi come
giocatore di calcio e come abile velista e i molti amici della Bocciofila
Alassina. Lo piangono la moglie, la
figlia e la nipote,
L’A.V.A. porge le più sentite condoglianze.
BIAGIO PORCELLA
(MIMMO)
Mimmo ha lasciato sua moglie, la
famiglia e i suoi cari ed i moltissimi
amici. A 61 anni, in poco tempo è
stato stroncato da un grave male ed
un inesprimibile sconforto è calato
su tutti noi. Per molti anni ha lavorato per il Comune, come giardinie-
“Ambrogio Bogliolo ha lasciato la
vita terrena il 2 febbraio u.s. per
unirsi alla famiglia d’origine in altra
dimensione. Nacque a Moglio nel
1919 e visse per 56 anni a Genova dove si laureò e dove svolse la sua attività in qualità di dirigente presso
la Regione Liguria. Uomo colto, stimato per la sua diligenza, serietà, laboriosità e generosità cercava di
aiutare e di risolvere qualunque situazione e chi si rivolgeva a lui non
rimaneva mai deluso. È sempre rimasto molto legato al suo paese
d’origine al quale tornava spesso
con la famiglia non appena i suoi
impegni glielo permettevano. La
moglie, i figli e i nopoti, da lui teneramente amati per una vita, sentono
ora un grandissimo vuoto e chiedono a chi l’ha conosciuto di ricordarlo nelle preghiere.
•••
Moglio con la scomparsa di
Ambrogio Bogliolo ha perduto un
suo illustre figlio. L’amore per la diletta sua terra natale si era accresciuto per la forzata lontananza. Già
minato dalla malattia che ne stroncava l’esistenza egli si era prodigato
presso le autorità competenti perché si accelerassero i lavori di restauro della Chiesa di Moglio. I suoi
resti mortali riposano nel cimitero
monumentale di Genova, il suo spirito preclaro aleggia sull’amata sua
Moglio.
Al cordoglio dei Mogliesi prende
parte l’A.V.A., col porgere alla moglie Rosanna ai figli Anna e Pietro le
più sentite condoglianze.
TERESA CAZULINI
VED. STRANI
È mancata, in Pinerolo, il 24 febbraio u.sc. la Signora Teresa
Cazulini ved. Strani, alassina, ma ap-
gesti, le tue abitudini, i tuoi consigli,
i tuoi piccoli difetti e i grandi pregi.,
che ora ricordiamo con dolcezza e
serenità. Tu ci hai dato molto e per
questo il tuo ricordo, che è fonte di
stima e di affetto da parte di molti, ci
migliora e ci incoraggia. Grazie.
Laura e Alessandra
LILLO RIZZO
Anniversari
PATRIZIA BERRINO
18/02/1998 - 18/02/2004
Lillo Rizzo ad Alassio, negli anni ’30.
Certamente saranno in molti ad
Alassio a ricordare Lillo Rizzo. Lo si
vedeva molto spesso al molo con la
sua canna da pesca, il suo carattere
gioviale, amico di tanta gente.
Son passati 14 anni dal momento
in cui “lanciò lontano il filo della lenza, ma qunado il sughero si ancorò,
sedette a contemplare”. Ed egli, oggi, contempla gli erbosi pascoli assieme alle sue Zoreta ed Eufemia,
nonché alla figlia Liliana.
Nel 14° anniversario della sua
scomparsa (10 febbraio 1990) i figli
Beppe e Tina, la nuora Aurora, i nipoti Daniele ed Emanuela, lo ricordano con immenso affetto.
VITO SERIPANNI
24/4/2003 - 24/4/2004
Sono passati 6 anni ci manchi tanto. Ricordati che sei sempre nei nostri cuori.
Ciao, Patty
Tua Sorella
ALDO ARMATO
2003 - 2004
In ogni istante della nostra quotidiana esistenza sei costantemente
vicino ai nostri cuori, perché ci manchi immensamente
I tuoi cari.
FEBBRAIO 2004
Il trascorrere del tempo e gli impegni quotidiani hanno contribuito
a mitigare il grande dolore della tua
perdita. Ma ogni giorno tu sei presente,in casa e sul lavoro, con i tuoi
AZZINI Francesco
CARAVÁ Maria
FABOTTI Giuseppe
GALBIATI Iginio
MASI Mariantonia
NAI Giuseppe
POGGI Gianfranco
PONTI Rosetta
STANCO Luigi
anni 71
anni 93
anni 72
anni 82
anni 84
anni 93
anni 98
anni 75
anni 61
L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite
condoglianze ai loro familiari.
12
«L'ALASSINO»
Specie ittiche della
Baia del Sole
Pagello roseo o Frangolino
(Pagello erythrinus) - (Pogheru)
PAGELLO ROSEO
Lunedì 15 Marzo 2004
MURAHO!
Si sente parlare spesso del
“mal d’Africa” ma finchè non vai
in Africa non capisci appieno
cosa sia. L’Africa, con i suoi colori, i suoi contrasti ti prende, ti
entra nella pelle come la terra
rossa delle sue colline, dei suoi
deserti. Ma quello che porterai
sempre con te, una volta tornato dall’Africa, saranno gli occhi
e gli sguardi dei bambini. Di
quelli che ordinati vanno a
scuola, ma anche di quelli che
incontri per la strada e trasportano l’acqua, di quelli che escono dalle case per vederti, e magari per avere una caramella.
Sono loro, con i loro occhi, i loro sorrisi, che ti ricorderai anche quando i colori si saranno
una sedia, un letto, fino a diventare una scuola, un dormitorio e
via così. Oggi nella scuola di
Padre Hermann vivono e studiano circa 120 ragazzi, nel villaggio pochi meno. Servono sempre più aiuti per questi ragazzi,
sia per quelli che frequentano la
scuola che per gli altri, affinché
possano crescere e diventare
uomini e donne in grado di costruirsi un futuro. Fuori dal villaggio e dalla scuola c’è ancora
un’altra realtà. Quella fatta di
capanne di fango e di gente che
ogni giorno lotta per mangiare.
Di persone che hanno poco o
niente ma con una dignità fuori
dal comune. E qui, tra le capanne e le strade di terra rossa, ab-
DISEGNO DI PATRIZIA PEZZUOLO
Ha il profilo de capo obliquo e
il dorso che va dal colore salmone al rosso coi fianchi punteggiati talvolta in azzurro.
Opercolo orlato al di sopra in
rosso. Macchia tenue in azzurro
sugli occhi. Lunghezza massima
35 cm e peso di 1 kg. Sul fondale
sabbioso di rado si portano solo quelli giovan di piccola taglia.
Carne ottima. Si pesca con canna da lancio.
Esca: verme e crostacei –
Armatura: a/c
Amo: 8/14 – Filo: 018/020.
Gli edifici della scuola.
Valide terapie dei nonni
Il prezzemolo afrodisiaco
(U purensemmu pellandrun)
Questa erba aromatica tanto
utile in cucina è ancòr più valida
in terapia.
Sempre deve essere usata a
dosi esatte e contenute. Ben deve conoscerla chi la usa perché
le sue foglie assomigliano a quelle della velenosissima cicuta minore.
A scopo medicinale è nota perché contiene nei suoi semi un
olio volatile chiamato apiolo.
Le “buonedonne” che usavano
esageratamente l’apiolo intossicavano il paziente talvolta in forma letale.
Per fermare la secrezione lattea loro applicavano pericolosamente sul seno della lattante più
biamo incontrato tante famiglie
che hanno bisogno di un aiuto.
Ma di un aiuto tangibile. Un aiuto che si può concretizzare con
un’adozione a distanza. Dal
Ruanda siamo così tornati con
una decina di nomi di bambini
da adottare a distanza (alcuni di
loro hanno già trovato una famiglia adottiva), con altri dieci ra-
foglie di questa pianta.
Il succo delle foglie fresche pestate è molto attivo perché ha
azione afrodisiaca.
Mia nonna sugli occhi infiammati passava una pezza imbevuta nel succo di questa pianta e
così diceva:
Du verde prensemmu
dau bèllu udù
Fanne üsu attèntu
pe nu creò durú
(Del verde prezzemolo dal bel
profumo – fanne attento uso per
non crear dolore)
Ho consultato: “Erbe de cà nostra” di Bruna Bianco Accame
Il 24 febbraio scorso, si è brillantemente laureata a pieni
voti presso l’Università degli studi di Genova in SCIENZE
NATURALI la nostra concittadina
FRANCESCA BRUSCO
con la tesi: “ATTIVITÀ di BIOEROSIONE DI SPUGNE
PERFORANTI SU SUBSTRATI NATURALI NEL MAR LIGURE”. Relatore Ch.mo Dr. Carlo Cerrano; Relatore esterno:
Ch.mo Dr.sa Barbara Calcinai; Correlatore prof. Maurizio
Pansini. Alla neo dottoressa, figlia del nostro Socio e
Segretario Nino, felicitazioni vivissime dall’A.V.A e dai
molti amici e conoscenti.
•••
•••
All’Università di Padova, il 20 Febbraio u.s. si è brillantemente laureata in psicologia la nostra giovane concittadina
BRUNA FIORONI
TESI DI LAUREA: “Stress, rilassamento e respirazione”.
Relatore il Ch.mo prof. ALDO GALEAZZI. Alla neo dottoressa (e famigliari) le più vive felicitazioni dell’A.V.A.
FEBBRAIO 2004
Non solo sono stati rispettati i detti popolari
che riguardano il mese “maledetto”, ma li ha anche superati oltre ogni previsione.
Qualcuno pensa ancora che sia colpa dell’anno bisestile; sarebbe
meglio neppur pensarlo: il calendario è una invenzione (utile e necessaria) fatta dall’uomo; le correnti fredde dai quadranti settentrionali o le correnti calde, ricche di rossa sabbia del deserto, si
muovono seguendo direzioni imposte da profonde variazioni bariche. L’anno bisestile non è responsabile! Se vogliamo trovare il colpevole, dovremmo salire molto in alto e osservare i percorsi sinuosi e stagionali delle dimenticate “correnti a getto”.
Vediamo nei particolari cosa è stato registrato nel nostro
Osservatorio.
Pressione atmosferica (media mensile): 760,4 mmHg. Molto significativi i valori decadali: 769,1 mmHg nella prima decade (il minimo barico è stato di 760,0 mmHg alle ore 16 del giorno 8); 761,6
mmHg nella seconda decade; 749,5 mmHg nella terza. In questa decade si è avuto anche il minimo assoluto con 740,9 mmHg alle ore 10
del giorno 27.
Temperatura media mensile: 10,5 °C.
Eloquenti i valori medi nelle tre decadi: da 11,6 °C nella prima decade, si è passati a 11,1 °C nella seconda e si è scesi a 8,5 °C nella terza. Durante la terza decade sono stati registrati i valori pià bassi: il
giorno più freddo il giorno 29 (per rimarcare il carattere bisestile!)
con +6,8 °C di media. Nello stesso giorno è stata registrata la temperatura minima assoluta del mese con 5,4 °C alle ore 5 del mattino.
Umidità media mensile: 57%; medie decadali nell’ordine: 68%;
61%; 41%.
Giorni sereni: 10; coperti: 7 (sei giorni senza un raggio di sole!).
Vento: è sufficiente presentare la velocità media delle singole decadi per capire il ruolo giocato da questa meteora nel sottolineare
il detto popolare di mese corto ma…
Nella prima decade il vento ha percorso in media 109 km ogni 24
ore; nella seconda decade il valore – sempre nelle 24 ore – è salito a
194 km; nella terza decade… ben 332 km percorsi mediamente ogni
giorno!
Precipitazioni: 35,6 millimetri di pioggia in tutto il mese. Nella
notte tra il 20 e il 21 febbraio ha avuto inizio il sorprendente (anche se non raro) fenomeno della pioggia mista a sabbia, una sabbia
rossa e abbondante che stenta ancora a scomparire dalle nostre
strade.
Eliofania: anche il sole ha fatto la sua parte per rendere sempre
più attuali i tanti proverbi popolari; l’eliofanografo ha lavorato poco registrando soltanto 93,5 ore di limpido sole in 29 giorni; la media giornaliera supera di poco le 3 ore.
Anche per l’eliofania vale il discorso dell’eloquenza dei numeri
nelle tre decadi: 3,4 ore in media ogni giorno nella prima decade; 4,2
ore il giorno nella seconda; 1,9 ore nella terza!
Credo di fare cosa utile (specie per coloro che guardano di malocchio gli anni bisestili) riportare alcuni dati di febbraio dell’anno
bisestile 2000: Pressione media: 764,4 mmHg; temperatura media:
12,2 °C (12,0 °C nell’ultima decade); umidità media: 64%; eliofania
giornaliera: 5,2 ore; giorni sereni: 17; coperti: 6; precipitazioni totali: 0,8 millimetri; velocità del vento (media mensile): 163 km ogni 24
ore. Cosa concludere allora?
Foto di gruppo.
Zavaroni, Gianni Del Pero,
Loredana Tabor, Claudio
Sanguineti in rappresentanza
del Pool Esercenti di Alassio e
Angelo Baccolo che ha documentato tutto il viaggio. Siamo
andati nella missione di Padre
Hermann in occasione dell’inaugurazione della scuola secondaria superiore che in questi anni
abbiamo aiutato a costruire grazie all’aiuto finanziario di tanti
amici che hanno avuto fiducia in
noi. E abbiamo visto con i nostri
occhi che questo aiuto è diventato di volta in volta un mattone,
gazzi che hanno bisogno di un
aiuto per pagare la retta scolastica e un progetto. Anzi tre. Il
progetto di altre tre aule per la
scuola secondaria superiore, di
una sala lettura, di una biblioteca. Abbiamo bisogno ancora
una volta di un sostegno finanziario da destinare a questi ragazzi. Chi vuole informazioni
può contattarmi al numero 0182
559473 (anche fax) in orario di
ufficio. Muraho (grazie in ruandese)
13 al 21 marzo
presso la Sala Carletti
su gentile concessione
dell’Associazione Vecchia Alassio
ALESSANDRO DE BLASI
Gli articoli e le lettere devono pervenire
alla Redazione
entro la fine
di ogni mese
per la pubblicazione ne
«L'Alassino»
del mese successivo.
A.V.A.
nella
Chiesa dei Cappuccini la Compagnia Dialettale Alassina
e la Corale S. Francesco
presenteranno in versi
“A pasciùn e a morte du Segnù”
del Prof. Tommaso Schivo
L’ ingresso è libero
MOSTRA FOTOGRAFICA
dal
Il 31 MARZO p.v. ore 21
Barbara Testa
Per parlare del Ruanda e vedere le immagini scattate
durante la permanenza nel villaggio e fuori
l’Associazione Amici di Padre Hermann
organizza una
•••
nipote del fotografo Marco Pasquali, nostro Socio aderente si è brillantemente laureato presso la Facoltà di
Storia dell’Università degli Studi di Genova, ottenendo il
massimo dei voti e la lode. Il neolaureato ha sostenuto la
seguente tesi : “L’archivio privato di una famiglia di naviganti di Cervo Ligure (sec.XVIII-XX)”.Relatore è stato il
prof. Antonio Gibelli.AI neo dottore le felicitazioni
dell’AVA e i più vivi auguri per un fortunato futuro professionale.
a cura dell'Osservatorio Don Bosco
Il Direttore dell’Osservatorio
Prof. Don Natale Tedoldi
Pessö
LAUREE
Il giovane
sbiaditi e i contorni offuscati.
Ma quello che non vogliamo fare assolutamente è dimenticare. Anzi. Vogliamo ricordare e
vogliamo far conoscere a più
persone possibili quello che accade in Africa, e in Ruanda in
particolare. Così siamo partiti in
sei da Alassio lo scorso 27 gennaio. Io (Barbara Testa), Loretta
Meteorologia
Alassina
Le opinioni espresse
negli articoli firmati impegnano unicamente
la responsabilità dei rispettivi Autori.
La Redazione si riserva
la facoltà di pubblicare
o meno gli articoli che
le pervengono e di apportare correzioni e tagli agli articoli stessi,
firmati o non firmati;
nessun manoscritto si
restituisce.
DIREZIONE: Cons. Dirett. A.V.A.
RESPONS.: Fausto Buffarello
EDITORE: A.V.A.
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Marzo - Associazione Vecchia Alassio