NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI S. MINIATO 13 dicembre 2015 Piazza del Seminario,13 56028 San Miniato (Pisa) tel. e fax 0571/400434 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile: Andrea Fagioli Coordinatore diocesano: Francesco Ricciarelli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 LA TESTIMONIANZA....... «A NATALE IL MIO RIFUGIO È NELL’AMORE» DI .. il CORSIVO l presepe è una foto scattata a Betlemme più o Irappresenta meno duemila anni fa. Un’istantanea che la nascita del bambino Gesù, la rinascista dell’uomo. Una foto che dice tutto, senza didascalie. Sono bellessime le opere d’arte che ogni anno ammiriamo nelle chiese, nelle piazze e nelle case del mondo. Sempre innovative e accattivanti, suscitano domande e inquietudini. Ma quell’immagine, quell’umilissima immagine della sacra famiglia nella grotta di Betlemme, splende ancora, dopo duemila e passa anni, unica e brillante, come una stella cometa. Aspettando il vescovo Andrea Ancora pochi giorni all’ingresso ufficiale in diocesi GIANCARLO PERTICI ravamo riuniti intorno alla tavola per E festeggiare l’arrivo del nuovo anno e la nascita di Tiziana, di appena 35 giorni, che dormiva serenamente. In quella occasione si erano stretti a me tutti i parenti. Provavo la stessa viva e intensa sensazione provata da bambino per Natale. La gioia dei regali, le luci dell’albero, la magia del presepe che vedevo riflesse negli occhi stupiti di Cristiano, tre anni. Tutto era iniziato nove mesi prima, con la seconda gravidanza vissuta con serenità e gioia, ma anche con l’incredulità di chi, come noi, ha atteso 12 anni il primo figlio: Cristiano. Dolce attesa condivisa da Cristiano che ha imparato ad amare sua sorella già nel grembo materno. Facile trovarlo ad accarezzare il pancione di mamma, e farsi attento osservatore per cogliere le immancabili pedate della sorella. Al momento del parto, la decisione per il «cesareo». La breve attesa nel corridoio e la notizia: una femmina! Gioia istintiva e incontenibile, poi la commozione. Mia moglie sta bene. Parlo col pediatra... resto incredulo, impietrito: mia figlia è down (mongoloide). La prima sensazione non è di dolore. È angoscia, paura, terrore che mi paralizza. Il mondo sembra crollarmi addosso e provo sgomento. Come dirlo alla mamma? Come e dove trovare il coraggio? Perché? Perché? Per lunghi giorni medito, come non faccio da molto tempo. Piango in silenzio. Con Cristiano e mia moglie mi sforzo di sorridere; riesco anche a scherzare. Tiziana mangia e dorme, non piange mai. Mi hanno detto che sono bambini tranquilli. Penso al Natale oramai prossimo. Prego Gesù che mi dia serenità e coraggio. Inconsapevolmente trovo a poco a poco le prime risposte ai miei dubbi. Le trovo in me stesso: la necessità, non di sopravvivere, ma di vivere, il vero significato della vita, l’amore, la fede contro egoismo e rancore. Mi impongo serenità e trovo pace, a poco a poco. Non mi sento rassegnato, consapevole della prova che mi attende. Per fugare da me stesso paura e sfiducia, mi rifugio nel pensiero dell’amore. Senza condizioni. Sono passati dieci lunghissimi giorni, vissuti con dentro un segreto che non riesco e non posso più tenere. Devo dare la notizia a mia moglie, che già conosce parte della verità. Ancora non sa che non esiste e che mai esisterà nulla in grado di modificare la condizione della nostra bambina. Non ricordo cosa ci siamo detti in quei momenti. Abbiamo pianto a lungo abbracciati. Abbiamo sopratutto parlato del passato e fatto progetti per il futuro. Ricordo bene le promesse che ci siamo fatti reciprocamente: non farci condizionare dalla nuova situazione, non farci prendere dall’affanno nella pur giusta ricerca di risposte e nella ricerca di conoscenza e competenza di un problema del tutto nuovo. Sono passati oltre trent’anni anni da quel Natale. Mi sento diverso. Mia Moglie si è confermata donna e mamma meravigliosa. Viviamo sereni e anche felici. L’amore tra noi e verso i nostri figli è stato il vero aiuto che ci siamo dati. Un amore ancor più consapevole che mi ha restituito il dono della fede, che avevo trascurato per indifferenza, e che mi ripaga dandomi gioia e sicurezza. Siamo di nuovo a Natale. Riusciamo a provare vera gioia per ogni sua piccola conquista, senza porci né mete né limiti. Rendiamo grazie a Dio di tutto. Primo Piano DELLA SETTIMANA opo l’Ordinazione episcopale ricevuta nella cattedrale di Pavia, mercoledì 9 dicembre, il Vescovo Andrea Migliavacca si prepara ad entrare nella sua nuova diocesi di San Miniato. L’attesa è grande e molte sono le attese nei confronti di questo giovane Pastore che con i suoi 48 anni, è il vescovo più giovane d’Italia. Attraverso la lettera inviata al momento della sua elezione e nelle interviste rilasciate, Andrea si è già fatto conoscere e amare da tutti e ha anche anticipato le linee generali del suo programma pastorale. D Un programma fatto soprattutto di fede vissuta nell’ascolto della Parola di Dio e nella preghiera e di relazioni umane ispirate alla vicinanza alle persone. Andrea ha già avuto modo, attraverso messaggi personali e gesti di carità, di farsi vicino a quanti dalla nostra Diocesi si sono rivolti a lui, specialmente i giovani e i malati, e non ha mancato di partecipare, pur non potendo essere presente di persona, al lutto per la scomparsa di don Luciano Marrucci. La sua sensibilità verso i piccoli, il Vescovo Andrea la esprimerà di Don Francesco Ricciarelli anche nel giorno del suo ingresso, il prossimo 20 dicembre, quando incontrerà per primi i bambini a Villa Campanile, poi gli anziani della Casa di Riposo di Orentano e i giovani nella chiesa di San Domenico a San Miniato. Il suo ministero pastorale prenderà quindi avvio con l’apertura della Porta santa del Giubileo della Misericordia, un gesto in piena consonanza, non solo formale, con lo stile e lo spirito di papa Francesco. «I giovani ci sono in giro ma in molti casi non hanno fatto una scelta chiara di fede» – ha dichiarato don Simone Meini, responsabile del settore vocazioni della diocesi e assistente giovanissimi Ac – la mia speranza è che il nuovo Vescovo con la vivacità e serenità che ha già mostrato nelle prime uscite pubbliche, riesca a infondere nei giovani lo slancio per vincere le loro paure». Conclusi i preparativi per la liturgia e l’adeguamento degli ambienti, tutto è ormai pronto per accogliere il nuovo presule e per festeggiare con lui l’inizio dell’Anno Santo e il Natale ormai vicino. Ti aspettiamo, Andrea! Troppa tolleranza per il sacro nella pubblicità i chiamo Lorenzo. Vi chiedo solo pochi minuti M del Vostro tempo per leggere quanto sto per scriverVi, perchè a così pochi giorni dal S.Natale trovo blasfema e offensiva la nuova pubblicità della Lavazza, che stanno continuamente trasmettendo in Tv. Parliamo di differenze di Religione e di difesa dei nostri valori, difendiamo coi denti la nostra cultura ogni volta che viene messa in pericolo, ma non ci rendiamo conto invece che siamo proprio noi i primi a farlo, e che in questa maniera permettiamo a coloro che vorrebbero calpestarla di trovare un varco per farlo. In più di un’occasione ho visto Santi e Beati essere presi in giro, ma non mi sarei MAI aspettato di vedere un San Pietro che fa il bugiardo per reggere il gioco al suo compare che gli ha preparato il caffè. Eppure è proprio questo ciò che avviene nella nuova pubblicità della Lavazza, un San Pietro, il primo degli Apostoli, colui dal quale prende nome il Tempio mondiale della Cristianità, il detentore delle chiavi del Paradiso, che diventa bugiardo solo per una tazzina di caffè. Inaudito! Blasfemo! È una bestemmia bella e buona nascosta dall’ironia dello spot. Io non sono un granchè come Cristiano, ma ho un figlio di soli tre mesi, e vedendo questa pubblicità mi sono domandato come avrei potuto rispondergli se fosse stato nell’età per capire e mi avesse chiesto perché San Pietro racconta balle. Inutile poi censurare in Tv le scene hard e le parolacce, se poi non ci accorgiamo di cosa è veramente importante. gr. sig. Rosati, quando ormai vent’anni anni E fa gli spot pubblicitari della famosa marca di caffè cominciarono a mettere in scena i battibecchi in paradiso fra Tullio Solenghi e un improbabile San Pietro in giacca e cravatta, all’epoca interpretato da Riccardo Garrone, devo dire che la cosa mi lasciò molto perplesso. Mi sembrava una mancanza di rispetto nei confronti dell’Apostolo Pietro e una banalizzazione della speranza cristiana. Nessuno all’epoca però protestò e col tempo ci siamo abituati all’ironica leggerezza di quegli spot che negli anni hanno visto succedersi gli attori e le situazioni comiche. Fino ad arrivare a quella bugia che Brignano dice al posto di San Pietro, che in realtà sta per dire la verità come ci si aspetterebbe. Uno sketch che forse non oltrepassa i limiti del blasfemo ma che ci rende avvertiti del bisogno di una maggiore vigilanza affinché i messaggi trasmessi dai media non degenerino, specialmente quando si vanno a toccare figure legate alla fede e alle convinzioni intime delle persone. Si rischia infatti di intervenire quando ormai è troppo tardi. (Dfr) II TOSCANA OGGI LA DOMENICA 13 dicembre 2015 CONSEGNATE LE BORSE DI STUDIO «NEL SORRISO DI VALERIA» NOTIZIE DALLA DIOCESI Iniziativa benefica a Pisa per promuovere i progetti di sviluppo dell’Istituto di Calambrone abato 5 Dicembre in San Miniato, presso Savvenuta la sala del Consiglio Comunale, è la consegna delle Borse di Studio «Per realizzare un sogno», istituite annualmente dall’Associazione Nel sorriso di Valeria, secondo le graduatorie già pubblicate. Alla presenza del sindaco Vittorio Gabbanini, dell’assessore all’istruzione Chiara Rossi e dei dirigenti scolastici sono stati premiati i cinque vincitori che si sono iscritti al primo anno delle scuole medie superiori, gli altri cinque che già le avevano vinte due anni orsono e si sono iscritti al terzo anno e quelli infine che si sono iscritti all’Università e prenderanno la borsa di studio per la terza volta, avendo mantenuto un percorso regolare di studi nei cinque anni. Sono state anche assegnate le Borse di studio in ricordo di Katiuscia Mariani per due studenti meritevoli dell’Istituto Cattaneo che si sono iscritti all’Università. RINGRAZIAMENTI Simona Della Maggiore (rinnovo adoz.scolastica); Federica Gasbarrone (in ricordo di Valeria); Emy Bitossi (rinnovo adoz.scolastica); Gino Cesare Gasbarrone (rinnovo adoz.scolastica); Tommaso Gianfelice (rinnovo adoz.scolastica). Tantissimi ringraziamenti ad Alessandro Spillo Altobelli, agli organizzatori delle manifestazioni in suo onore per il sessantesimo compleanno: Pro Loco di Sonnino, Antonio Cugini, Società Sportive, Amministrazione Comunale, che hanno voluto dare alle stesse un connotato di solidarietà a favore dei progetti dell’Associazione; grazie soprattutto ai cittadini e non solo che hanno risposto con grande partecipazione ed hanno ingigantito l’evento. Lucio Tramentozzi STAFFOLI,RICORDO DI DON ANTONIO CONTI saia profetizzava così: «Ecco il nostro Dio, IQuesti in lui abbiamo sperato perché ci salvasse. è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza». È stata una solenne Concelebrazione Eucaristica in suffragio di don Antonio Conti, Pastore e Padre in Staffoli dal 1949 al 2005. Pastore di vera fede che ha guidato i suoi parrocchiani come un vero padre, fratello, amico e che ha lasciato un segno indelebile per la sua pacata fermezza nel condurre la sua vita sacerdotale e per l’amore che ha saputo trasmettere. Hanno concelebrato il parroco don Raffaele, don Antony di Forcoli, don Mario Pieracci e mons Andrea Pio Cristiani. Parole e pensieri in ricordo di questo Pastore e Padre che è rimasto nel cuore di tutti perché è dal suo insediamento, in quel lontano 3 dicembre 1949, che ci ha preso per mano, ci ha “svezzati”, ci ha cresciuto nell’amore e nella fratellanza e ci ha insegnato a perdonare senza mai condannare nessuno. E anche dalle parole dei celebranti è sgorgato un pensiero che ci ha suggerito la condivisione con tutti, lo spezzare il pane; quello vero, quello più speciale e più spirituale per poi donarlo agli altri, soprattutto agli ultimi concretizzando così “il miracolo” della carità. E noi tutti appartenenti a questa Chiesa che non tiene le porte chiuse ma le apre per accogliere tutti anche i peccatori. Per la Stella Maris un Natale di amore e solidarietà DI ROBERTA REZOALLI ella camera 202 che accoglierà il riposo notturno di Babbo Natale a Pisa quest’anno c’è il cuore della Fondazione Stella Maris: il nuovo ospedale per i bambini e gli adolescenti con malattie psichiatriche e neurologiche che sorgerà a Pisa. Parliamo della specialissima stanza affacciata sul Lungarno Pacinotti che – come è tradizione - lo storico e prestigioso Royal Victoria Hotel ha allestito per ospitare, nelle notti che precedono il Natale, un’eccezionale viaggiatore: l’infaticabile Babbo Natale di passaggio sopra i cieli di Pisa per raccogliere le letterine che i bambini gli hanno scritto così da poter esaudire i loro desideri. Quest’anno l’iniziativa ha anche un forte valore solidale: per volontà degli organizzatori, sia il Royal Victoria, sia la British School di Pisa hanno deciso di dedicarla alla Fondazione Stella Maris, promuovendo una serie di eventi nella cornice natalizia. Così in questo luogo che emoziona chiunque vi entri, oltre agli oggetti cari del Natale ci saranno anche quelli che ricordano il nuovo ospedale della Stella Maris ma soprattutto i tanti progetti che l’Istituto realizza per i più piccoli. Dalle piccole Camille, le bamboline usate per valutare il comportamento visivo nei neonati dal laboratorio SMILE (Stella Maris Infant Lab for Earlyintervention) a Bee-Bot, l’apinarobot aiutante di Babbo Natale della robotica educativa, al gioco declinato con le immagini di dell’asilo terapeutico “Cerco Asilo”, senza dimenticare il viaggio tra gli odori della casa di Babbo natale così importante per i bambini con autismo, alla tele-riabilitazione che si svelerà a tutti. Ognuna di queste esperienze verrà raccontata a quanti si affacceranno nella camera di Babbo Natale nel corso degli incontri già programmati. Sarà possibile contribuire a sostenere il nuovo complesso ospedaliero. La Camera di Babbo Natale si è aperta ai bambini e alle famiglie già il 6 dicembre. Ma per l’inaugurazione dello speciale sodalizio con la Fondazione Stella Maris bisognerà attendere sino a domenica 13 dicembre quando alle ore 16 i vertici della Fondazione Stella Maris insieme agli organizzatori e alle istituzioni coinvolte presenteranno al grande pubblico il significato e l’articolazione della iniziativa. Un evento che vuole far N conoscere da vicino le attività della Fondazione Stella Maris mentre si appresta a ricevere dai maggiori studi di architettura d’Italia i primi progetti di quello che sarà il nuovo ospedale di ricerca. Il complesso che sorgerà sarà davvero innovativo per il panorama italiano perché dovrà integrarsi in modo biocompatibile con l’ambiente circostante. Basso impatto paesaggistico, utilizzo di materiali naturali, rispetto della natura e soluzioni a misura di bambino: questi i cardini del nuovo ospedale che sorgerà a Cisanello, a Pisa. Nella speciale camera che il Royal Victoria Hotel ha preparato per l’illustre viaggiatore delle notti di Natale ci saranno depliant illustrativi dei progetti della Fondazione Stella Maris e sarà possibile fare donazioni per il nuovo ospedale. Non mancherà inoltre la “XMas Raffle", una vera e propria lotteria benefica, i cui proventi andranno a favore della nuova “casa” dei bambini della Stella Maris. In palio ci sono premi un corso di inglese per i bambini offerto dalla British School, lezioni di equitazione naturale di EquiOasi Arcadia e otto lezioni di musica dell’Associazione Stella Cometa. Inoltre i Stella Maris, con un pizzico di fantasia e tanta voglia di rispondere alle curiosità dei piccini propone una serie di laboratori. Eccone le date e i contenuti. Domenica 13 dicembre, 1618,30. Il laboratorio SMILE (Stella Maris Infant Lab for Early-intervention) propone la costruzione delle bamboline black&white usate sia in clinica che in ricerca per osservare il comportamento visivo del bambino 0-2 anni. Martedì 15 dicembre, 16,3018,30. Il Laboratorio di Robotica Educativa farà conoscere Bee-bot l’ape robot che aiuta Babbo Natale. I bambini verranno avvicinati all’uso delle tecnologie, quale appunto la programmazione del robot, Bee. Sabato 19 dicembre , 16,3018,30. “ Cerco Asilo” il servizio ambulatoriale dedicato ai bambini in età pre-scolare in un contesto famigliare in difficoltà propone “Giocare con le immagini per conoscersi meglio”: sarà un assaggio delle attività che si svolgono nel servizio, appunto tra il gioco e la conoscenza reciproca. Lunedì 21 dicembre, 16,30-18,30. Il servizio di teleriabilitazione svelerà come Babbo Natale riesce a leggere così velocemente le letterine che gli arrivano o a ricordarsi così bene i nomi e le case di tutti i bambini del mondo. Come riesce lui anche piccoli e grandi potranno scoprire i diversi programmi per potenziare le abilità di lettura, di memoria e di attenzione. Martedì 22 dicembre, 16,3018,30. La Divisione di Psichiatria dello Sviluppo coinvolgerà i bambini in un’interessante percorso di scoperta degli odori della casa di Babbo Natale. Per questo scopo saranno utilizzate tecnologie particolari come ad esempio l’eye-tracking. La British School e i XMas Lab. Sempre nella camera di Babbo Natale la British School organizza i XMas Lab, momenti di riscoperta del Natale più autentico e dà a tutti appuntamento, dalle 16,30 alle 18, per sabato 12 dicembre con il momento dedicato allo storytelling, ovvero la lettura delle più belle favole sul Natale, venerdì 18 dicembre con Arts & crafts e l’antivigilia di Natale, mercoledì 23 dicembre con Christmas Carols, i brani musicali dedicati al Natale. TOSCANA OGGI LA DOMENICA 13 dicembre 2015 Provocazione nell’allestimento 2015 del presepe artistico Il presepe di San Romano e lo «sbarco» della natività dizione completamente rinnovata quella del 2015 per il presepe artistico di San Romano, che come ogni anno cercherà di stupire e far riflettere i pellegrini e i parrocchiani. Un messaggio chiaro, diretto, che chiamerà i visitatori a interrogarsi sull appello all’accoglienza secondo lo spirito del Giubileo della Misericordia. Sarà proprio il cuore del presepe, con la rappresentazione della nascita di cristo, a calarsi nella realtà dedl 2015: Gesù non nascerà nella grotta di Betlemme ma approderà su un litorale ignoto a bordo di bordo di un barcone, sbucando tra le colonne del pozzo in mezzo al chiostro del convento, che va a rappresentare la porta della misericordia che ci chiama a una nuova apertura e accoglienza «Il presepe cerca sempre di mandare un messaggio – ricorda padre Valentino Benedetto Ghiglia, parroco di San Romano –. Quest’anno, però, abbiamo voluto interpretare come esigenza della misericordia l’accoglienza di tanti fratelli e sorelle che fuggono dalla guerra e dalla povertà. Da qui la scelta di rappresentare la sacra famiglia a bordo di un barcone, dove spesso molti bambini perdono la vita. Il punto di vista del visitatore E rappresenta il porto, l’approdo: sta a noi scegliere se accogliere a meno il messaggio del Natale». Un messaggio che il grande presepe di San Romano, forte ormai di vent’anni di storia, ha sempre cercato di rafforzare e tramandare. «Quando abbiamo iniziato, nel 1995, siamo stati tra i primi in Toscana – ricorda Paolo Barro, governatore della Misericordia di San Romano, impegnato ogni anno tra i volontari del presepe –. Eravamo allora in un’epoca in cui il presepe stava sparendo dalle abitudini natalizie delle famiglie. Siamo orgogliosi, quindi, di essere riusciti in questi anni a trasmettere l’amore per questa tradizione». Il presepe, realizzato all’aperto nel chiostro del convento francescano, conferma anche quest’anno numeri e dimensioni colossali. In tutto 200 metri quadri di allestimento, quasi 2mila statuine, 70 movimenti e 6 pompe idrauliche attive 24 ore su 24. G.p. L’attualità della beatificazione di Del Corona ha esclamato: «Ma siete sicuri che è la prima volta che lo fate?». E anche nei contatti che abbiamo avuto successivamente non smetteva di ricordarlo. carattere più specificatamente scientifico, sentivamo pure l’esigenza del coinvolgimento dei fedeli. Possiamo dire che questo è stato un “cruccio” fin dall’inizio. Come far conoscere una figura di un Vescovo vissuto più di 100 anni fa, in un contesto totalmente diverso dal nostro e, per di più, quasi totalmente dimenticato? Per farlo conoscere abbiamo sintetizzato la vicenda del Beato Pio Alberto in due opuscoli molto semplici da distribuire nelle parrocchie, uno più articolato, curato dalla Professoressa Laura Baldini, in cui si riassumono le vicende biografiche e l’iter del processo di beatificazione, l’altro, più accessibile, rivolto ai più piccoli, che attraverso disegni mostra le tappe principali della vita del Beato. Che tipo di preparazione dei fedeli è stata fatta? Innanzitutto, sentivamo l’esigenza di un approfondimento di carattere storico scientifico. Ogni conoscenza storica si basa sulle fonti. Proprio per questo, a cura dell’archivista Graziano Concioni, sono stati pubblicati tutti gli scritti del Beato Pio Alberto presenti nell’Archivio Diocesano, così da facilitarne l’accesso e l’approfondimento a quanti sono interessati alla realtà ecclesiale a cavallo tra XIX e XX secolo. Oltre a questo sforzo di Quali precedenti similari si ricordano nella storia locale o regionale: siete andati a studiarli e capirli per attualizzarli nel nostro tempo? È stato più volte ricordato che il Beato Pio Alberto è il primo livornese a salire agli onori dell’altare. Occorre anche dire che è stato il primo vescovo ad essere beatificato in Toscana, in epoca moderna. L’unicità dell’evento è data, però, dal fatto che mai, a memoria d’uomo, nella storia locale abbiamo vissuto un evento di tale portata e significato. n un’intervista I«Fondazione rilasciata a e Territorio» don Francesco Zucchelli, segretario del comitato organizzatore, ripercorre le tappe che hanno portato alla beatificzione di monsignor Pio Alberto Del Corona, e spiega i significati importanti di questa figura nella vita moderna della chiesa sanminiatese. Quanto lavoro ha richiesto l’organizzazione di un evento di beatificazione a San Miniato? La celebrazione di una beatificazione è, indubbiamente, un evento di grande rilevanza che mette in gioco diverse realtà. La fatica più grande è stata quella di coordinare tutti gli aspetti necessari – e sono molti – sia per una buona preparazione, sia per la celebrazione stessa che è solo la punta dell’iceberg. Le cose da fare sono state molte: dalle pubblicazioni al convegno del maggio 2014, per arrivare alla costruzione del reliquario, all’allestimento della chiesa di San Francesco e alla celebrazione in diretta televisiva, per non parlare dell’aspetto logistico legato al coinvolgimento di un gran numero di persone. È un po’ motivo di vanto per tutti il fatto che lo stesso Rappresentante Pontificio, il Cardinale Angelo Amato, sia rimasto piacevolmente sorpreso dell’ottima organizzazione dell’evento. Al termine della celebrazione, visibilmente contento III DOPO LA CRESIMA IL FUTURO DEI GIOVANI CRISTIANI uarantotto nomi e altrettanti «Eccomi!» Q di risposta sono risuonati all’inizio della celebrazione del Sacramento della Confermazione, che si è tenuta a santa Maria a Monte domenica 22 novembre, festa di Cristo Re. Quasi 50 tra ragazzi e ragazze hanno preso la decisione di confermare la scelta di fede, che i genitori hanno fatto per loro anni fa nel giorno del Battesimo. Si dirà che non si tratta sempre di una vera e propria scelta, che spesso non è davvero matura e consapevole, che da oggi la maggior parte di loro non proseguirà il proprio cammino di fede e che forse qualcuno non tornerà a Messa neanche per Natale. Purtroppo sono constatazioni realistiche basate su dati di fatto, ma è altrettanto vero che 48 famiglie hanno chiesto questo Sacramento per i propri figli e, per quel che hanno potuto, li hanno aiutati a prepararsi in modo adeguato. Questo vuol dire che hanno visto nella Chiesa un aiuto al loro ruolo educativo così arduo e faticoso. Queste famiglie hanno intuito che il loro sforzo quotidiano, per far crescere bene questi ragazzi, ha bisogno di un alleato forte e invincibile che li guidi, ispiri le loro scelte, li renda sapienti e li consigli. In pochi sapranno spiegare bene cos’è e cosa fa lo Spirito Santo, pochissimi lo sapranno definire Paraclito, ma tutti sono consapevoli di aver bisogno della sua ispirazione e del suo soffio che dà la vita. Ai cristiani non è chiesto di superare un esame di teologia trinitaria, ma di vivere secondo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, di ripetere nell’agire di ogni giorno, con amore e nell’amore, il segno trinitario che hanno imparato da piccoli. Durante l’omelia, Mons. Morello Morelli ha passato in rassegna alcuni personaggi biblici che hanno risposto alla chiamata del Signore con il loro «Eccomi!». In particolare, ha messo in evidenza il sì immediato di Abramo, che ha dato fiducia al Signore e ha lasciato la propria terra, ma anche la risposta di Mosè, che da pastore e padre di famiglia guiderà il popolo ebraico fuori dalla schiavitù dell’Egitto. E poi il sì di Maria, che ha collaborato mirabilmente al mistero dell’Incarnazione. Infine, come non pensare anche al Vescovo eletto Andrea, che ha accettato di diventare successore degli Apostoli e guidare la nostra diocesi. I sì dei grandi personaggi sono lo stimolo e l’esempio per tutti i sì della nostra vita quotidiana, che sono altrettanto importanti e impegnativi. La foto che accompagna queste parole mostra ragazzi e ragazze sorridenti, insieme ai loro sacerdoti e ai catechisti che li hanno preparati per questo giorno importante. È la foto della comunità cristiana, che non vuole giudicare, ma continuare ad accompagnare e ad accogliere l’«Eccomi»sicuro di alcuni e anche il dubbio e l’incertezza di altri, tutti affidandosi alla forza dello Spirito Santo, che scende su di noi e ci rende suoi testimoni. Roberta Latini PROVE DI CANTO PER L’INGRESSO DI MONS. ANDREA ome è accaduto tanti anni fa per C l’ordinazione e l’ingresso di mons. Ricci e successivamente per mons. Tardelli, si desidera preparare una celebrazione dove ci sia la partecipazione dei cori della diocesi, affinchè questo evento dell’arrivo del nuovo pastore che straordinariamente si unisce con l’apertura dell’Anno giubilare sia un’occasione per raccoglierci insieme in una preghiera corale per tutta la comunità diocesana.Pertanto si invitano i parroci e i responsabili dei cori a farsi promotori tra i loro coristi alla partecipazione. L’invito è rivolto a tutti: giovani e meno giovani, più o meno esperti, la cosa importante è la volontà nel rendersi disponibili a prestare il proprio servizio. Le parti dei canti che saranno eseguiti sono scaricabili dal sito della Diocesi di San Miniato. Le parti in polifonia sono facoltative, per chi non ha possibilità di cantare a più voci sarà sufficiente apprendere la linea melodica del canto nella voce dei soprani. Due prove d’insieme saranno: giovedì 10 dicembre ore 21.15 presso i locali della Parrocchia di Santa Lucia a Perignano; mercoledì 16 dicembre 2015 alle ore 21.15 presso la Chiesa della Trasfigurazione a San Miniato Basso. IV TOSCANA OGGI 13 dicembre 2015