NOTIZIARIO
DELLA DIOCESI
DI S. MINIATO
13 dicembre 2015
Piazza del Seminario,13
56028 San Miniato (Pisa)
tel. e fax 0571/400434
[email protected]
Notiziario locale
Direttore responsabile:
Andrea Fagioli
Coordinatore diocesano:
Francesco Ricciarelli
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
LA TESTIMONIANZA.......
«A NATALE
IL MIO
RIFUGIO È
NELL’AMORE»
DI
..
il CORSIVO
l presepe è una foto scattata a Betlemme più o
Irappresenta
meno duemila anni fa. Un’istantanea che
la nascita del bambino Gesù, la
rinascista dell’uomo. Una foto che dice tutto,
senza didascalie.
Sono bellessime le opere d’arte che ogni anno
ammiriamo nelle chiese, nelle piazze e nelle case
del mondo. Sempre innovative e accattivanti,
suscitano domande e inquietudini. Ma
quell’immagine, quell’umilissima immagine
della sacra famiglia nella grotta di Betlemme,
splende ancora, dopo duemila e passa anni,
unica e brillante, come una stella cometa.
Aspettando il vescovo Andrea
Ancora pochi giorni all’ingresso ufficiale in diocesi
GIANCARLO PERTICI
ravamo riuniti intorno alla tavola per
E
festeggiare l’arrivo del nuovo anno e la
nascita di Tiziana, di appena 35 giorni,
che dormiva serenamente. In quella
occasione si erano stretti a me tutti i
parenti. Provavo la stessa viva e intensa
sensazione provata da bambino per
Natale. La gioia dei regali, le luci
dell’albero, la magia del presepe che
vedevo riflesse negli occhi stupiti di
Cristiano, tre anni.
Tutto era iniziato nove mesi prima, con la
seconda gravidanza vissuta con serenità e
gioia, ma anche con l’incredulità di chi,
come noi, ha atteso 12 anni il primo
figlio: Cristiano. Dolce attesa condivisa
da Cristiano che ha imparato ad amare
sua sorella già nel grembo materno.
Facile trovarlo ad accarezzare il pancione
di mamma, e farsi attento osservatore per
cogliere le immancabili pedate della
sorella.
Al momento del parto, la decisione per il
«cesareo». La breve attesa nel corridoio e
la notizia: una femmina! Gioia istintiva e
incontenibile, poi la commozione. Mia
moglie sta bene. Parlo col pediatra... resto
incredulo, impietrito: mia figlia è down
(mongoloide). La prima sensazione non
è di dolore. È angoscia, paura, terrore che
mi paralizza. Il mondo sembra crollarmi
addosso e provo sgomento. Come dirlo
alla mamma? Come e dove trovare il
coraggio? Perché? Perché?
Per lunghi giorni medito, come non
faccio da molto tempo. Piango in
silenzio. Con Cristiano e mia moglie mi
sforzo di sorridere; riesco anche a
scherzare. Tiziana mangia e dorme, non
piange mai. Mi hanno detto che sono
bambini tranquilli. Penso al Natale
oramai prossimo. Prego Gesù che mi dia
serenità e coraggio.
Inconsapevolmente trovo a poco a poco
le prime risposte ai miei dubbi. Le trovo
in me stesso: la necessità, non di
sopravvivere, ma di vivere, il vero
significato della vita, l’amore, la fede
contro egoismo e rancore.
Mi impongo serenità e trovo pace, a poco
a poco. Non mi sento rassegnato,
consapevole della prova che mi attende.
Per fugare da me stesso paura e sfiducia,
mi rifugio nel pensiero dell’amore. Senza
condizioni.
Sono passati dieci lunghissimi giorni,
vissuti con dentro un segreto che non
riesco e non posso più tenere. Devo dare
la notizia a mia moglie, che già conosce
parte della verità. Ancora non sa che non
esiste e che mai esisterà nulla in grado di
modificare la condizione della nostra
bambina.
Non ricordo cosa ci siamo detti in quei
momenti. Abbiamo pianto a lungo
abbracciati. Abbiamo sopratutto parlato
del passato e fatto progetti per il futuro.
Ricordo bene le promesse che ci siamo
fatti reciprocamente: non farci
condizionare dalla nuova situazione, non
farci prendere dall’affanno nella pur
giusta ricerca di risposte e nella ricerca di
conoscenza e competenza di un
problema del tutto nuovo.
Sono passati oltre trent’anni anni da quel
Natale. Mi sento diverso. Mia Moglie si è
confermata donna e mamma
meravigliosa. Viviamo sereni e anche
felici. L’amore tra noi e verso i nostri figli
è stato il vero aiuto che ci siamo dati. Un
amore ancor più consapevole che mi ha
restituito il dono della fede, che avevo
trascurato per indifferenza, e che mi
ripaga dandomi gioia e sicurezza. Siamo
di nuovo a Natale. Riusciamo a provare
vera gioia per ogni sua piccola conquista,
senza porci né mete né limiti. Rendiamo
grazie a Dio di tutto.
Primo Piano DELLA SETTIMANA
opo l’Ordinazione
episcopale ricevuta nella
cattedrale di Pavia,
mercoledì 9 dicembre, il
Vescovo Andrea Migliavacca si
prepara ad entrare nella sua
nuova diocesi di San Miniato.
L’attesa è grande e molte sono le
attese nei confronti di questo
giovane Pastore che con i suoi
48 anni, è il vescovo più giovane
d’Italia. Attraverso la lettera
inviata al momento della sua
elezione e nelle interviste
rilasciate, Andrea si è già fatto
conoscere e amare da tutti e ha
anche anticipato le linee generali
del suo programma pastorale.
D
Un programma fatto soprattutto
di fede vissuta nell’ascolto della
Parola di Dio e nella preghiera e
di relazioni umane ispirate alla
vicinanza alle persone. Andrea
ha già avuto modo, attraverso
messaggi personali e gesti di
carità, di farsi vicino a quanti
dalla nostra Diocesi si sono
rivolti a lui, specialmente i
giovani e i malati, e non ha
mancato di partecipare, pur non
potendo essere presente di
persona, al lutto per la
scomparsa di don Luciano
Marrucci.
La sua sensibilità verso i piccoli,
il Vescovo Andrea la esprimerà
di Don Francesco Ricciarelli
anche nel giorno del suo
ingresso, il prossimo 20
dicembre, quando incontrerà per
primi i bambini a Villa
Campanile, poi gli anziani della
Casa di Riposo di Orentano e i
giovani nella chiesa di San
Domenico a San Miniato. Il suo
ministero pastorale prenderà
quindi avvio con l’apertura della
Porta santa del Giubileo della
Misericordia, un gesto in piena
consonanza, non solo formale,
con lo stile e lo spirito di papa
Francesco.
«I giovani ci sono in giro ma in
molti casi non hanno fatto una
scelta chiara di fede» – ha
dichiarato don Simone Meini,
responsabile del settore
vocazioni della diocesi e
assistente giovanissimi Ac – la
mia speranza è che il nuovo
Vescovo con la vivacità e serenità
che ha già mostrato nelle prime
uscite pubbliche, riesca a
infondere nei giovani lo slancio
per vincere le loro paure».
Conclusi i preparativi per la
liturgia e l’adeguamento degli
ambienti, tutto è ormai pronto
per accogliere il nuovo presule e
per festeggiare con lui l’inizio
dell’Anno Santo e il Natale
ormai vicino. Ti aspettiamo,
Andrea!
Troppa tolleranza per il sacro nella pubblicità
i chiamo Lorenzo. Vi chiedo solo pochi minuti
M
del Vostro tempo per leggere quanto sto per
scriverVi, perchè a così pochi giorni dal S.Natale
trovo blasfema e offensiva la nuova pubblicità
della Lavazza, che stanno continuamente
trasmettendo in Tv.
Parliamo di differenze di Religione e di difesa dei
nostri valori, difendiamo coi denti la nostra
cultura ogni volta che viene messa in pericolo, ma
non ci rendiamo conto invece che siamo proprio
noi i primi a farlo, e che in questa maniera
permettiamo a coloro che vorrebbero calpestarla di
trovare un varco per farlo.
In più di un’occasione ho visto Santi e Beati essere
presi in giro, ma non mi sarei MAI aspettato di
vedere un San Pietro che fa il bugiardo per reggere
il gioco al suo compare che gli ha preparato il
caffè.
Eppure è proprio questo ciò che avviene nella
nuova pubblicità della Lavazza, un San Pietro, il
primo degli Apostoli, colui dal quale prende nome
il Tempio mondiale della Cristianità, il detentore
delle chiavi del Paradiso, che diventa bugiardo solo
per una tazzina di caffè. Inaudito! Blasfemo! È
una bestemmia bella e buona nascosta dall’ironia
dello spot.
Io non sono un granchè come Cristiano, ma ho un
figlio di soli tre mesi, e vedendo questa pubblicità
mi sono domandato come avrei potuto rispondergli
se fosse stato nell’età per capire e mi avesse chiesto
perché San Pietro racconta balle.
Inutile poi censurare in Tv le scene hard e le
parolacce, se poi non ci accorgiamo di cosa è
veramente importante.
gr. sig. Rosati, quando ormai vent’anni anni
E
fa gli spot pubblicitari della famosa marca
di caffè cominciarono a mettere in scena i
battibecchi in paradiso fra Tullio Solenghi e
un improbabile San Pietro in giacca e cravatta,
all’epoca interpretato da Riccardo Garrone,
devo dire che la cosa mi lasciò molto
perplesso. Mi sembrava una mancanza di
rispetto nei confronti dell’Apostolo Pietro e
una banalizzazione della speranza cristiana.
Nessuno all’epoca però protestò e col tempo
ci siamo abituati all’ironica leggerezza di
quegli spot che negli anni hanno visto
succedersi gli attori e le situazioni comiche.
Fino ad arrivare a quella bugia che Brignano
dice al posto di San Pietro, che in realtà sta per
dire la verità come ci si aspetterebbe. Uno
sketch che forse non oltrepassa i limiti del
blasfemo ma che ci rende avvertiti del bisogno
di una maggiore vigilanza affinché i messaggi
trasmessi dai media non degenerino,
specialmente quando si vanno a toccare figure
legate alla fede e alle convinzioni intime delle
persone. Si rischia infatti di intervenire
quando ormai è troppo tardi. (Dfr)
II
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
13 dicembre 2015
CONSEGNATE
LE BORSE
DI STUDIO
«NEL SORRISO
DI VALERIA»
NOTIZIE
DALLA
DIOCESI
Iniziativa benefica a Pisa per promuovere i progetti di sviluppo dell’Istituto di Calambrone
abato 5 Dicembre in San Miniato, presso
Savvenuta
la sala del Consiglio Comunale, è
la consegna delle Borse di Studio
«Per realizzare un sogno», istituite
annualmente dall’Associazione Nel sorriso
di Valeria, secondo le graduatorie già
pubblicate.
Alla presenza del sindaco Vittorio
Gabbanini, dell’assessore all’istruzione
Chiara Rossi e dei dirigenti scolastici sono
stati premiati i cinque vincitori che si sono
iscritti al primo anno delle scuole medie
superiori, gli altri cinque che già le avevano
vinte due anni orsono e si sono iscritti al
terzo anno e quelli infine che si sono iscritti
all’Università e prenderanno la borsa di
studio per la terza volta, avendo mantenuto
un percorso regolare di studi nei cinque
anni.
Sono state anche assegnate le Borse di studio
in ricordo di Katiuscia Mariani per due
studenti meritevoli dell’Istituto Cattaneo che
si sono iscritti all’Università.
RINGRAZIAMENTI
Simona Della Maggiore (rinnovo
adoz.scolastica); Federica Gasbarrone (in
ricordo di Valeria); Emy Bitossi (rinnovo
adoz.scolastica); Gino Cesare Gasbarrone
(rinnovo adoz.scolastica); Tommaso
Gianfelice (rinnovo adoz.scolastica).
Tantissimi ringraziamenti ad Alessandro
Spillo Altobelli, agli organizzatori delle
manifestazioni in suo onore per il
sessantesimo compleanno: Pro Loco di
Sonnino, Antonio Cugini, Società Sportive,
Amministrazione Comunale, che hanno
voluto dare alle stesse un connotato di
solidarietà a favore dei progetti
dell’Associazione; grazie soprattutto ai
cittadini e non solo che hanno risposto con
grande partecipazione ed hanno ingigantito
l’evento.
Lucio Tramentozzi
STAFFOLI,RICORDO
DI DON ANTONIO
CONTI
saia profetizzava così: «Ecco il nostro Dio,
IQuesti
in lui abbiamo sperato perché ci salvasse.
è il Signore in cui abbiamo sperato;
rallegriamoci, esultiamo per la sua
salvezza».
È stata una solenne Concelebrazione
Eucaristica in suffragio di don Antonio
Conti, Pastore e Padre in Staffoli dal 1949 al
2005.
Pastore di vera fede che ha guidato i suoi
parrocchiani come un vero padre, fratello,
amico e che ha lasciato un segno indelebile
per la sua pacata fermezza nel condurre la
sua vita sacerdotale e per l’amore che ha
saputo trasmettere.
Hanno concelebrato il parroco don Raffaele,
don Antony di Forcoli, don Mario Pieracci e
mons Andrea Pio Cristiani. Parole e pensieri
in ricordo di questo Pastore e Padre che è
rimasto nel cuore di tutti perché è dal suo
insediamento, in quel lontano 3 dicembre
1949, che ci ha preso per mano, ci ha
“svezzati”, ci ha cresciuto nell’amore e nella
fratellanza e ci ha insegnato a perdonare
senza mai condannare nessuno.
E anche dalle parole dei celebranti è
sgorgato un pensiero che ci ha suggerito la
condivisione con tutti, lo spezzare il pane;
quello vero, quello più speciale e più
spirituale per poi donarlo agli altri,
soprattutto agli ultimi concretizzando così
“il miracolo” della carità.
E noi tutti appartenenti a questa Chiesa che
non tiene le porte chiuse ma le apre per
accogliere tutti anche i peccatori.
Per la Stella Maris un Natale
di amore e solidarietà
DI
ROBERTA REZOALLI
ella camera 202 che
accoglierà il riposo
notturno di Babbo
Natale a Pisa
quest’anno c’è il cuore della
Fondazione Stella Maris: il
nuovo ospedale per i bambini e
gli adolescenti con malattie
psichiatriche e neurologiche che
sorgerà a Pisa. Parliamo della
specialissima stanza affacciata
sul Lungarno Pacinotti che –
come è tradizione - lo storico e
prestigioso Royal Victoria Hotel
ha allestito per ospitare, nelle
notti che precedono il Natale,
un’eccezionale viaggiatore:
l’infaticabile Babbo Natale di
passaggio sopra i cieli di Pisa per
raccogliere le letterine che i
bambini gli hanno scritto così
da poter esaudire i loro desideri.
Quest’anno l’iniziativa ha anche
un forte valore solidale: per
volontà degli organizzatori, sia
il Royal Victoria, sia la British
School di Pisa hanno deciso di
dedicarla alla
Fondazione Stella
Maris, promuovendo
una serie di eventi
nella cornice
natalizia. Così in
questo luogo che
emoziona chiunque
vi entri, oltre agli
oggetti cari del
Natale ci saranno
anche quelli che
ricordano il nuovo
ospedale della Stella
Maris ma soprattutto
i tanti progetti che
l’Istituto realizza per i
più piccoli. Dalle
piccole Camille, le
bamboline usate per
valutare il
comportamento
visivo nei neonati dal
laboratorio SMILE
(Stella Maris Infant
Lab for Earlyintervention) a Bee-Bot, l’apinarobot aiutante di Babbo Natale
della robotica educativa, al
gioco declinato con le immagini
di dell’asilo terapeutico “Cerco
Asilo”, senza dimenticare il
viaggio tra gli odori della casa di
Babbo natale così importante
per i bambini con autismo, alla
tele-riabilitazione che si svelerà
a tutti. Ognuna di queste
esperienze verrà raccontata a
quanti si affacceranno nella
camera di Babbo Natale nel
corso degli incontri già
programmati. Sarà possibile
contribuire a sostenere il nuovo
complesso ospedaliero.
La Camera di Babbo Natale si è
aperta ai bambini e alle famiglie
già il 6 dicembre. Ma per
l’inaugurazione dello speciale
sodalizio con la Fondazione
Stella Maris bisognerà attendere
sino a domenica 13 dicembre
quando alle ore 16 i vertici della
Fondazione Stella Maris
insieme agli organizzatori e alle
istituzioni coinvolte
presenteranno al grande
pubblico il significato e
l’articolazione della iniziativa.
Un evento che vuole far
N
conoscere da vicino le attività
della Fondazione Stella Maris
mentre si appresta a ricevere dai
maggiori studi di architettura
d’Italia i primi progetti di quello
che sarà il nuovo ospedale di
ricerca. Il complesso che sorgerà
sarà davvero innovativo per il
panorama italiano perché dovrà
integrarsi in modo
biocompatibile con l’ambiente
circostante. Basso impatto
paesaggistico, utilizzo di
materiali naturali, rispetto della
natura e soluzioni a misura di
bambino: questi i cardini del
nuovo ospedale che sorgerà a
Cisanello, a Pisa. Nella speciale
camera che il Royal Victoria
Hotel ha preparato per l’illustre
viaggiatore delle notti di Natale
ci saranno depliant illustrativi
dei progetti della Fondazione
Stella Maris e sarà possibile fare
donazioni per il nuovo
ospedale.
Non mancherà inoltre la “XMas
Raffle", una vera e propria
lotteria benefica, i cui proventi
andranno a favore della nuova
“casa” dei bambini della Stella
Maris. In palio ci sono premi un
corso di inglese per i bambini
offerto dalla British School,
lezioni di equitazione naturale
di EquiOasi Arcadia e otto
lezioni di musica
dell’Associazione Stella Cometa.
Inoltre i Stella Maris, con un
pizzico di fantasia e tanta voglia
di rispondere alle curiosità dei
piccini propone una serie di
laboratori. Eccone le date e i
contenuti.
Domenica 13 dicembre, 1618,30. Il laboratorio SMILE
(Stella Maris Infant Lab for
Early-intervention) propone la
costruzione delle bamboline
black&white usate sia in clinica
che in ricerca per osservare il
comportamento visivo del
bambino 0-2 anni.
Martedì 15 dicembre, 16,3018,30. Il Laboratorio di
Robotica Educativa farà
conoscere Bee-bot l’ape robot
che aiuta Babbo Natale. I
bambini verranno avvicinati
all’uso delle tecnologie, quale
appunto la programmazione
del robot, Bee.
Sabato 19 dicembre , 16,3018,30. “ Cerco Asilo” il servizio
ambulatoriale dedicato ai
bambini in età pre-scolare in un
contesto famigliare
in difficoltà propone
“Giocare con le
immagini per
conoscersi meglio”:
sarà un assaggio delle
attività che si
svolgono nel
servizio, appunto tra
il gioco e la
conoscenza
reciproca.
Lunedì 21 dicembre,
16,30-18,30. Il
servizio di teleriabilitazione svelerà
come Babbo Natale
riesce a leggere così
velocemente le
letterine che gli
arrivano o a
ricordarsi così bene i nomi e le
case di tutti i bambini del
mondo. Come riesce lui anche
piccoli e grandi potranno
scoprire i diversi programmi per
potenziare le abilità di lettura,
di memoria e di attenzione.
Martedì 22 dicembre, 16,3018,30. La Divisione di
Psichiatria dello Sviluppo
coinvolgerà i bambini in
un’interessante percorso di
scoperta degli odori della casa di
Babbo Natale. Per questo scopo
saranno utilizzate tecnologie
particolari come ad esempio
l’eye-tracking.
La British School e i XMas Lab.
Sempre nella camera di Babbo
Natale la British School
organizza i XMas Lab, momenti
di riscoperta del Natale più
autentico e dà a tutti
appuntamento, dalle 16,30 alle
18, per sabato 12 dicembre con
il momento dedicato allo
storytelling, ovvero la lettura
delle più belle favole sul Natale,
venerdì 18 dicembre con Arts &
crafts e l’antivigilia di Natale,
mercoledì 23 dicembre con
Christmas Carols, i brani
musicali dedicati al Natale.
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
13 dicembre 2015
Provocazione nell’allestimento 2015 del presepe artistico
Il presepe di San Romano
e lo «sbarco» della natività
dizione completamente
rinnovata quella del
2015 per il presepe
artistico di San Romano,
che come ogni anno cercherà
di stupire e far riflettere i
pellegrini e i parrocchiani.
Un messaggio chiaro, diretto,
che chiamerà i visitatori a
interrogarsi sull appello
all’accoglienza secondo lo
spirito del Giubileo della
Misericordia.
Sarà proprio il cuore del
presepe, con la
rappresentazione della nascita
di cristo, a calarsi nella realtà
dedl 2015: Gesù non nascerà
nella grotta di Betlemme ma
approderà su un litorale
ignoto a bordo di bordo di un
barcone, sbucando tra le
colonne del pozzo in mezzo al
chiostro del convento, che va a
rappresentare la porta della
misericordia che ci chiama a
una nuova apertura e
accoglienza
«Il presepe cerca sempre di
mandare un
messaggio – ricorda
padre Valentino
Benedetto Ghiglia,
parroco di San
Romano –.
Quest’anno, però,
abbiamo voluto
interpretare come
esigenza della
misericordia
l’accoglienza di tanti
fratelli e sorelle che
fuggono dalla guerra
e dalla povertà. Da
qui la scelta di
rappresentare la
sacra famiglia a
bordo di un
barcone, dove spesso molti
bambini perdono la vita. Il
punto di vista del visitatore
E
rappresenta il porto,
l’approdo: sta a noi scegliere se
accogliere a meno il messaggio
del Natale».
Un messaggio che il
grande presepe di
San Romano, forte
ormai di vent’anni
di storia, ha sempre
cercato di rafforzare
e tramandare.
«Quando abbiamo
iniziato, nel 1995,
siamo stati tra i
primi in Toscana –
ricorda Paolo Barro,
governatore della
Misericordia di San
Romano, impegnato ogni
anno tra i volontari del
presepe –. Eravamo allora in
un’epoca in cui il presepe stava
sparendo dalle abitudini
natalizie delle famiglie. Siamo
orgogliosi, quindi, di essere
riusciti in questi anni a
trasmettere l’amore per questa
tradizione».
Il presepe, realizzato all’aperto
nel chiostro del convento
francescano, conferma anche
quest’anno numeri e
dimensioni colossali. In tutto
200 metri quadri di
allestimento, quasi 2mila
statuine, 70 movimenti e 6
pompe idrauliche attive 24 ore
su 24.
G.p.
L’attualità della beatificazione di Del Corona
ha esclamato: «Ma siete sicuri che è la
prima volta che lo fate?». E anche nei
contatti che abbiamo avuto
successivamente non smetteva di
ricordarlo.
carattere più
specificatamente
scientifico,
sentivamo pure
l’esigenza del
coinvolgimento dei
fedeli. Possiamo dire
che questo è stato un
“cruccio” fin
dall’inizio. Come far
conoscere una figura
di un Vescovo
vissuto più di 100
anni fa, in un
contesto totalmente
diverso dal nostro e,
per di più, quasi
totalmente
dimenticato? Per
farlo conoscere
abbiamo sintetizzato
la vicenda del Beato
Pio Alberto in due
opuscoli molto
semplici da
distribuire nelle
parrocchie, uno più
articolato, curato
dalla Professoressa
Laura Baldini, in cui
si riassumono le vicende biografiche e l’iter
del processo di beatificazione, l’altro, più
accessibile, rivolto ai più piccoli, che
attraverso disegni mostra le tappe principali
della vita del Beato.
Che tipo di preparazione dei fedeli è stata
fatta?
Innanzitutto, sentivamo l’esigenza di un
approfondimento di carattere storico
scientifico. Ogni conoscenza storica si basa
sulle fonti. Proprio per questo, a cura
dell’archivista Graziano Concioni, sono
stati pubblicati tutti gli scritti del Beato Pio
Alberto presenti nell’Archivio Diocesano,
così da facilitarne l’accesso e
l’approfondimento a quanti sono
interessati alla realtà ecclesiale a cavallo tra
XIX e XX secolo. Oltre a questo sforzo di
Quali precedenti similari si ricordano
nella storia locale o regionale: siete andati
a studiarli e capirli per attualizzarli nel
nostro tempo?
È stato più volte ricordato che il Beato Pio
Alberto è il primo livornese a salire agli
onori dell’altare. Occorre anche dire che è
stato il primo vescovo ad essere beatificato
in Toscana, in epoca moderna. L’unicità
dell’evento è data, però, dal fatto che mai, a
memoria d’uomo, nella storia locale
abbiamo vissuto un evento di tale portata e
significato.
n un’intervista
I«Fondazione
rilasciata a
e
Territorio» don
Francesco Zucchelli,
segretario del comitato
organizzatore,
ripercorre le tappe che
hanno portato alla
beatificzione di
monsignor Pio Alberto
Del Corona, e spiega i
significati importanti
di questa figura nella
vita moderna della
chiesa sanminiatese.
Quanto lavoro ha
richiesto
l’organizzazione di
un evento di
beatificazione a San
Miniato?
La celebrazione di
una beatificazione è,
indubbiamente, un
evento di grande
rilevanza che mette
in gioco diverse
realtà. La fatica più
grande è stata quella di coordinare tutti gli
aspetti necessari – e sono molti – sia per
una buona preparazione, sia per la
celebrazione stessa che è solo la punta
dell’iceberg. Le cose da fare sono state
molte: dalle pubblicazioni al convegno del
maggio 2014, per arrivare alla costruzione
del reliquario, all’allestimento della chiesa
di San Francesco e alla celebrazione in
diretta televisiva, per non parlare
dell’aspetto logistico legato al
coinvolgimento di un gran numero di
persone.
È un po’ motivo di vanto per tutti il fatto
che lo stesso Rappresentante Pontificio, il
Cardinale Angelo Amato, sia rimasto
piacevolmente sorpreso dell’ottima
organizzazione dell’evento. Al termine
della celebrazione, visibilmente contento
III
DOPO LA CRESIMA
IL FUTURO
DEI GIOVANI
CRISTIANI
uarantotto nomi e altrettanti «Eccomi!»
Q
di risposta sono risuonati all’inizio della
celebrazione del Sacramento della
Confermazione, che si è tenuta a santa Maria
a Monte domenica 22 novembre, festa di
Cristo Re.
Quasi 50 tra ragazzi e ragazze hanno preso la
decisione di confermare la scelta di fede, che
i genitori hanno fatto per loro anni fa nel
giorno del Battesimo. Si dirà che non si tratta
sempre di una vera e propria scelta, che
spesso non è davvero matura e consapevole,
che da oggi la maggior parte di loro non
proseguirà il proprio cammino di fede e che
forse qualcuno non tornerà a Messa neanche
per Natale.
Purtroppo sono constatazioni realistiche
basate su dati di fatto, ma è altrettanto vero
che 48 famiglie hanno chiesto questo
Sacramento per i propri figli e, per quel che
hanno potuto, li hanno aiutati a prepararsi
in modo adeguato. Questo vuol dire che
hanno visto nella Chiesa un aiuto al loro
ruolo educativo così arduo e faticoso.
Queste famiglie hanno intuito che il loro
sforzo quotidiano, per far crescere bene
questi ragazzi, ha bisogno di un alleato forte
e invincibile che li guidi, ispiri le loro scelte,
li renda sapienti e li consigli. In pochi
sapranno spiegare bene cos’è e cosa fa lo
Spirito Santo, pochissimi lo sapranno
definire Paraclito, ma tutti sono consapevoli
di aver bisogno della sua ispirazione e del
suo soffio che dà la vita.
Ai cristiani non è chiesto di superare un
esame di teologia trinitaria, ma di vivere
secondo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo,
di ripetere nell’agire di ogni giorno, con
amore e nell’amore, il segno trinitario che
hanno imparato da piccoli.
Durante l’omelia, Mons. Morello Morelli ha
passato in rassegna alcuni personaggi biblici
che hanno risposto alla chiamata del Signore
con il loro «Eccomi!». In particolare, ha
messo in evidenza il sì immediato di
Abramo, che ha dato fiducia al Signore e ha
lasciato la propria terra, ma anche la risposta
di Mosè, che da pastore e padre di famiglia
guiderà il popolo ebraico fuori dalla
schiavitù dell’Egitto. E poi il sì di Maria, che
ha collaborato mirabilmente al mistero
dell’Incarnazione. Infine, come non pensare
anche al Vescovo eletto Andrea, che ha
accettato di diventare successore degli
Apostoli e guidare la nostra diocesi. I sì dei
grandi personaggi sono lo stimolo e
l’esempio per tutti i sì della nostra vita
quotidiana, che sono altrettanto importanti
e impegnativi.
La foto che accompagna queste parole
mostra ragazzi e ragazze sorridenti, insieme
ai loro sacerdoti e ai catechisti che li hanno
preparati per questo giorno importante. È la
foto della comunità cristiana, che non vuole
giudicare, ma continuare ad accompagnare e
ad accogliere l’«Eccomi»sicuro di alcuni e
anche il dubbio e l’incertezza di altri, tutti
affidandosi alla forza dello Spirito Santo, che
scende su di noi e ci rende suoi testimoni.
Roberta Latini
PROVE DI CANTO
PER L’INGRESSO
DI MONS. ANDREA
ome è accaduto tanti anni fa per
C
l’ordinazione e l’ingresso di mons. Ricci e
successivamente per mons. Tardelli, si desidera
preparare una celebrazione dove ci sia la
partecipazione dei cori della diocesi, affinchè
questo evento dell’arrivo del nuovo pastore che
straordinariamente si unisce con l’apertura
dell’Anno giubilare sia un’occasione per
raccoglierci insieme in una preghiera corale per
tutta la comunità diocesana.Pertanto si
invitano i parroci e i responsabili dei cori a farsi
promotori tra i loro coristi alla partecipazione.
L’invito è rivolto a tutti: giovani e meno
giovani, più o meno esperti, la cosa importante
è la volontà nel rendersi disponibili a prestare il
proprio servizio. Le parti dei canti che saranno
eseguiti sono scaricabili dal sito della Diocesi di
San Miniato.
Le parti in polifonia sono facoltative, per chi
non ha possibilità di cantare a più voci sarà
sufficiente apprendere la linea melodica del
canto nella voce dei soprani. Due prove
d’insieme saranno:
 giovedì 10 dicembre ore 21.15 presso i locali
della Parrocchia di Santa Lucia a Perignano;
 mercoledì 16 dicembre 2015 alle ore 21.15
presso la Chiesa della Trasfigurazione a San
Miniato Basso.
IV
TOSCANA OGGI
13 dicembre 2015
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Aspettando il vescovo Andrea