RIVISTA TELEMATICA NUOVA DIDATTICA
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RECENSIONI
RAFFAELLA DE SANCTIS
L’EDUCAZIONE ARTISTICA, LA SENSIBILITÀ ESTETICA E LA DIDATTICA MUSEALE PER I NON
VEDENTI E PER GLI IPOVEDENTI.
L
A FREQUENTAZIONE PRIMA IN VESTE DI TIROCINANTE E, SUCCESSIVAMENTE, IN QUALITÀ DI
INSEGNANTE DI SOSTEGNO DI RAGAZZI IPOVEDENTI E NON VEDENTI HA SUSCITATO LA MIA
RIFLESSIONE SU ALCUNE TEMATICHE E MI HA SPINTO ALLA RICERCA DI UNA RISPOSTA ALLA
SEGUENTE DOMANDA: “COME INSEGNARE LA LETTERATURA, LA STORIA, LA GEOGRAFIA E LA STORIA
DELL’ARTE A CHI È PRIVO, PARZIALMENTE O IN ASSOLUTO, DEI RIFERIMENTI, DEI PARAMETRI VISIVI?
QUALE SENSO ESTETICO POSSIEDE UN NON VEDENTE E QUALI STRATEGIE ADOTTARE PER AFFINARE IL
GUSTO DI CHI NON CONOSCE NEPPURE IL GIOCO CROMATICO, LA VARIETÀ DELLE FORME PRESENTI IN
NATURA O CREATE DAGLI UOMINI E IL VARIEGATO MONDO DEI MATERIALI PIÙ O MENO ARTIFICIALI
ESISTENTI
NELLA
SOCIETÀ
DEI
CONSUMI?”.
GRAN PARTE DELLA MIA TESI PER IL CONSEGUIMENTO DELLA SPECIALIZZAZIONE PER
L’INSEGNAMENTO DEL SOSTEGNO PER LE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI È STATA SPESA PER TROVARE
UNA RISPOSTA A TALE QUESITO E, SOPRATTUTTO, PER CERCARE LE VIE CHE POSSONO PORTARE AD UNA
NUOVA DIDATTICA DELL’ARTE E DELL’AFFINAMENTO DEL SENSO ESTETICO. TRA LE VARIE DISCIPLINE
SCOLASTICHE OSTICHE PER UN NON VEDENTE SI POSSONO ANNOVERARE, SENZA OMBRA DI DUBBIO, LA
MATEMATICA, LA GEOGRAFIA, L’EDUCAZIONE FISICA, LE APPLICAZIONI TECNICHE E, SOPRATTUTTO, LA
STORIA DELL’ARTE ED IL DISEGNO, SIA ORNATO CHE GEOMETRICO. IN PARTICOLAR MODO PROPRIO
QUESTE TRE DISCIPLINE MENZIONATE SONO UNO SCOGLIO INSORMONTABILE PER CHI NON VEDE E
NON HA MAI VISTO LA LUCE, LE FORME E I COLORI. IL DISCORSO SULLA SENSORIALITÀ E
SULL’ESPERIENZA ATTIVA DI CUI PARLANO RISPETTIVAMENTE LA MONTESSORI E DEWEY SEMBRANO
SOLO RECENTEMENTE AVER TROVATO UN POSTO DI RILIEVO NELLA SCUOLA ITALIANA, NEI MUSEI E
NEI LABORATORI APTICI DI NUOVA GENERAZIONE. CHI VOGLIA ACCOSTARSI A TALI PROBLEMATICHE
OGGI AD ESEMPIO NON PUÒ IGNORARE LE ATTIVITÀ SVOLTE ALL’INTERNO DEL “MUSEO OMERO” DI
ANCONA
O
DEL
MUSEO
BOLOGNESE
DELL’ISTITUTO
CAVAZZA.
DI CAPITALE IMPORTANZA, PER TUTTI COLORO CHE VOGLIONO ENTRARE SEPPUR VIRTUALMENTE NEL
MONDO DI UN NON VEDENTE, RISULTA ESSERE LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE MENTALE CHE FA
SEGUITO ALL’ESPLORAZIONE TATTILE DI UN OGGETTO. L’ABILITÀ APTICA E L’ESPOSIZIONE VERBALE
GIOCANO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA COSTRUZIONE E NELL’AFFINAMENTO DEL SENSO ESTETICO
DI UN CIECO MA ANCHE LA SENSIBILITÀ ED IL CONTESTO CULTURALE IN CUI EGLI VIVE NON SONO DA
SOTTOVALUTARE. L’ESPERIENZA DIRETTA E INDIRETTA, LA MANIPOLAZIONE, LA DESCRIZIONE
MINUZIOSA DELL’AMBIENTE, DI UN’OPERA D’ARTE, DI UNA CITTÀ SONO DI ESTREMA IMPORTANZA COSÌ
COME LE NUOVE TECNOLOGIE E I MODERNI SUSSIDI DIDATTICI. UN NON VEDENTE INCONTRA ANCORA
NUMEROSI PROBLEMI NELLA FRUIZIONE DELLE ARTI PLASTICHE E, SOPRATTUTTO, DELLA PITTURA MA
GLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO HANNO FRA LE MANI UNA GRANDE OPPORTUNITÀ: FORNIRE AI PROPRI
ALLIEVI LA POSSIBILITÀ DI TOCCARE REALMENTE E DI UDIRE CIÒ CHE NON POSSONO VEDERE. QUESTA
È LA GRANDE SFIDA DI CHI OGGI, COME ME, LAVORA NELLA SCUOLA E INVESTE LA PROPRIA
PROFESSIONALITÀ DOCENTE AL SERVIZIO DI CHI “NON HA OCCHI PER VEDERE”.
1
LA
TESI DA ME ELABORATA E DALLA QUALE HO ESTRATTO LE LINEE GUIDA DI TALE INTERVENTO È
STATA PENSATA E STRUTTURATA SECONDO DUE LINEE DIRETTRICI: UNA PIÙ GENERALE, CONNESSA
ALL’ACQUISIZIONE DELLE CAPACITÀ DIDATTICHE E RELAZIONALI LEGATE ALL’ESERCIZIO PRATICO
DELL’ATTIVITÀ EDUCATIVA, ELABORATA SECONDO LE DIRETTRICI MEDICHE E PSICO-COGNITIVE
RELATIVAMENTE AL PROBLEMA DELLA CECITÀ. L’ALTRA, PIÙ SPECIFICA, RELATIVA ALL’ARTICOLAZIONE
VERA E PROPRIA DELL’IPOTESI PROGETTUALE, CON LA QUALE HO VOLUTO ILLUSTRARE COME
INSEGNARE ALCUNE DISCIPLINE DELL’AREA UMANISTICA AD UN NON VEDENTE, PER RENDERNE
L’IDEA, IN MANIERA SCIENTIFICA E DIDATTICA, MA NELLO STESSO TEMPO PRAGMATICA. È OPPORTUNO
A QUESTO RIGUARDO, INFINE, PRECISARE CHE LA RICERCA HA FOCALIZZATO L’ATTENZIONE SU
SOGGETTI COMPLETAMENTE CIECHI SIN DALLA NASCITA O CHE HANNO PERSO LA VISTA IN TENERA ETÀ
E CHE L’APPROCCIO DI RIFERIMENTO HA PRESO LE MOSSE DAL PRAGMATISMO DI JOHN DEWEY, CIOÈ
DELL’APPRENDIMENTO
TRAMITE
ESPERIENZE
CONCRETE
E
DIRETTE.
INFATTI, IL DISCORSO ELABORATO DAL PEDAGOGISTA AMERICANO PER UNA “SCUOLA ATTIVA” TORNA
UTILE PER VARI MOTIVI. INNANZITUTTO PER IL CONCETTO D’ INTERESSE, CHE È ALLA BASE
DELL’APPRENDIMENTO DI QUALSIASI ALLIEVO E, ANCOR PIÙ, DEL SOGGETTO CON HANDICAP VISIVO.
L’ “INTERESSE”, IN SENSO SOGGETTIVO, EQUIVALE AD “ INTERESSANTE” ED È UNO STIMOLATORE
DELL’ATTENZIONE. LA CULTURA PERÒ DEVE ESSERE “DISINTERESSATA”, OSSIA NON MOSSA DA BIECHI
INTERESSI
MATERIALI,
BENSÌ
SOLO
DA
QUELLI
SPIRITUALI
(1).
A TALE RIGUARDO CITO ALCUNI PASSI SIGNIFICATIVI TRATTI DAL TESTO DI ALDO VISALBERGHI:
“L’INTERESSE È SEMPRE RIVOLTO A SUSCITARE ATTIVITÀ: ESSO “HA QUALCOSA DI MOTORIO, DI
TRASCINANTE, DI DINAMICO”. (…) L’ETIMOLOGIA LATINA “INTER-ESSE CI PORTA ALL’IDEA CHE
L’INTERESSE ANNULLA LA DISTANZA CHE SEPARA UNA COSCIENZA DAGLI OGGETTI E DAI RISULTATI
DELLA SUA ATTIVITÀ; ESSO È LO STRUMENTO CHE EFFETTUA LA LORO UNIONE ORGANICA” (…)” (2).
IL PEDAGOGISTA PARLA DEI “PIACERI DI CONTATTO”, CHE CONTRAPPONE AL “PIACERE
DELL’ATTIVITÀ”, E LI CONSIDERA DI VARIA NATURA. (3) DEWEY PARLA DUNQUE DI GIOCO E LAVORO
(4) E, SOPRATTUTTO, DI “LAVORO MANUALE” DICENDO: “L’INSEGNAMENTO MANUALE FA QUALCOSA
DI PIÙ CHE SVILUPPARE LA MANO; FA DI PIÙ CHE ESERCITARE LO SPIRITO; QUANDO SIA IMPARTITO DA
UN VERO MAESTRO, ESSO SVILUPPA SENZA SFORZO, NATURALMENTE, IL SENSO SOCIALE” (5). QUINDI
LA MANUALITÀ CHE, NEL CASO DEI RAGAZZI CIECHI, DIVENTA ABILITÀ APTICA NON È FINE A SE STESSA
MA, COLLEGATA ALL’INTERESSE ED AD UN METODO D’INSEGNAMENTO NON RIGIDAMENTE
PROGRAMMATO,
RENDE
PIÙ
SIGNIFICATIVO
L’APPRENDIMENTO.
(6)
CHIARITA LA POSIZIONE DEL PRAGMATISMO NEI CONFRONTI DEL MONDO CLASSICO E DELLE
DISCIPLINE UMANISTICHE, SPOSTIAMO L’ATTENZIONE SU UN ALTRO TEMA CHE POTREBBE INFICIARE IL
DISCORSO DELL’APPRENDIMENTO TATTILE PER I CIECHI, PARTENDO SEMPRE DALL’ARTE E
DALL’EDUCAZIONE ESTETICA. (7) COLUI CHE SI ACCOSTA ALL’ESPERIENZA DEWEYANA (8) CONSIDERA
CHE DELL’ATTIVITÀ GLI INTERESSANO PRINCIPALMENTE GLI ASPETTI SENSO-MOTORI E PRATICI, MA
NEL LORO RILIEVO CREATIVO E SPONTANEO. UN’ALTRA INNOVAZIONE, CHE POTREBBE TORNARCI
UTILE NELLA STRATEGIA EDUCATIVA CHE VADO AD ILLUSTRARE, È QUELLA DELLA SEPARAZIONE
DELLE DISCIPLINE CHE È SICURAMENTE SPESSO ARTIFICIOSA. LE RELAZIONI CON IL PENSIERO
PEDAGOGICO DI DEWEY FUNGONO DA UTILE PREMESSA PER INTRODURRE UNA STRATEGIA DIDATTICA
PER
L’EDUCAZIONE
PARTECIPATA
DEI
RAGAZZI
CHE
NON
VEDONO.
QUESTA RICERCA, COME HO GIÀ DETTO, PRENDE LE MOSSE ANCHE DALL’ESPERIENZA COMPIUTA CON
UNA RAGAZZINA IPOVEDENTE DURANTE LE 15 ORE DI TIROCINIO DIRETTO DEL CORSO DI
SPECIALIZZAZIONE PER IL SOSTEGNO FREQUENTATO PRESSO L’UNIVERSITÀ DI MACERATA. È DI TUTTA
EVIDENZA, A QUESTO PUNTO, IL FATTO CHE CI SIAMO FATTI SIN QUI UN’IDEA MOLTO IMPERFETTA DI
QUANTO OCCORRA ALLA PRATICA DELLA VITA SCOLASTICA, SOPRATTUTTO RELATIVAMENTE
ALL’INSEGNAMENTO DI TALUNE DISCIPLINE. INFATTI, GENERALMENTE, PER DIRLA CON LA
MONTESSORI, SIAMO SEMPRE PARTITI DALLE IDEE PER DISCENDERE ALLE VIE MOTRICI. COSÌ PER
ESEMPIO L’EDUCAZIONE SI È SPESSO DISTINTA PER QUELLA MODALITÀ DI INSEGNARE
INTELLETTUALMENTE E POI DI FAR ESEGUIRE. NELLA PRATICA SCOLASTICA, SALVO RARE ECCEZIONI,
ABBIAMO PROCEDUTO NELL’APPRENDIMENTO SEGUENDO TALE VETTORE. PERCIÒ, SI CERCHERÀ ORA
DI ILLUSTRARE LE STRATEGIE POSSIBILI PER INSEGNARE AD UN NON VEDENTE LE VARIE DISCIPLINE
PARTENDO
DA
UN’ESPERIENZA
DI
TIPO
ESTETICO-ARTISTICA.
SI PROPONE ALLORA UN PERCORSO INVERSO RISPETTO A QUELLO “TRADIZIONALE”, CHE METTA IN
CAMPO PRIMA L'ESPERIENZA DELLA CONOSCENZA TATTILE DELL'OPERA D'ARTE PER ARRIVARE
SUCCESSIVAMENTE ALLO STUDIO DELL'ARTISTA, DEL LETTERATO, DEL PERSONAGGIO STORICO, DEL
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CONTESTO CULTURALE E COSÌ VIA. AD ESEMPIO, DURANTE LA VISITA AL “MUSEO OMERO” POTREI FAR
TOCCARE AL MIO ALLIEVO IL BUSTO DI UN PERSONAGGIO STORICO ILLUSTRE. DAI SUOI TRATTI
SOMATICI, FISIOGNOMICI POTREI RISALIRE ALLA STORIA E ALLA PERSONALITÀ DEL MEDESIMO. OPPURE,
ESAMINEREI APTICAMENTE INSIEME A LUI LE COLONNE DORICHE, IONICHE E CORINZIE PER PASSARE A
SPIEGARGLI I VARI PERIODI DELLA STORIA GRECA. POTREI ACCOSTARMI CON IL TATTO AI BUSTI E ALLE
STATUE DI DONATELLO O DI MICHELANGELO PARLANDO DI QUESTI ARTISTI E DEL CINQUECENTO, SIA
IN STORIA CHE IN LETTERATURA. OPPURE ANALIZZEREI CON LO STUDENTE LA DISPOSIZIONE DELLE
SALE E GLI CHIEDEREI DI FARE ORALMENTE UNA RIFLESSIONE SULLA CRONOLOGIA E SULLA LINEA DEL
TEMPO. QUESTA BASE DI PARTENZA, A MIO AVVISO, POTREBBE ESSERE UN'UTILE PIATTAFORMA SU CUI
ANCORARE GLI ELEMENTI BASILARI PER STABILIRE ALCUNI RAPPORTI SPAZIO-TEMPORALI E,
SOPRATTUTTO, PER LA GEOGRAFIA POICHÈ AVREBBE MAGGIOR SENSO STUDIARE GLI STATI O LE
REGIONI FACENDO UN’ESPERIENZA TATTILE DI CERTI EDIFICI (AD ESEMPIO IL PARTENONE, IL
PANTHEON) COLLOCATI IN LUOGHI SPECIFICI. SUI VARI TESTI SI TROVANO DELLE SINTESI SULLA
DIDATTICA APPLICATA ALLE VARIE DISCIPLINE MA UNA COSA È FAR TOCCARE UN PLASTICO DELLA
GRECIA ED UN'ALTRA È COLLOCARE TALE CONOSCENZA TATTILE PURAMENTE GEOGRAFICA IN UN
QUADRO, SEMPRE APTICO, DI RIFERIMENTO MOLTO PIÙ AMPIO. IL “MUSEO OMERO” ORGANIZZA DA
TEMPO QUESTI PERCORSI PER L’AFFINAMENTO DEL GUSTO ESTETICO E PER AVVICINARE ANCHE I
PORTATORI D’HANDICAP ALL’ARTE MA IO, COME INSEGNANTE DI SOSTEGNO, LI UTILIZZEREI ANCHE
PER INSEGNARE PRAGMATICAMENTE QUELLE DISCIPLINE PER LE QUALI SI USA SOLO L’APPROCCIO
TEORICO. TRALASCIO, PER BREVITÀ, DI ACCENNARE AI PERCORSI DIDATTICI PER BAMBINI (PAGINE
12,13,14,15,16,17,28 OPUSCOLO DEL MUSEO “OMERO” DI ANCONA) E RAGAZZI (PERCORSI PER LA
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E DI SECONDO GRADO: PAGINE 18,19,20,21,22,23,24,25,26,29 E 30)
CIECHI PREDISPOSTI DAL MUSEO STESSO (CFR. DEPLIANT SU “I SERVIZI DIDATTICI” DEL MUSEO
“OMERO”).
MI LIMITO SEMPLICEMENTE A FARE RIFERIMENTO ALLE MODALITÀ E ALLE STRATEGIE DIDATTICHE
CHE UN DOCENTE DI SOSTEGNO DOVREBBE CONOSCERE, ADOTTARE E, SPESSO, INVENTARE. INFATTI,
L’ITALIANO, LA FILOSOFIA, LE LINGUE STRANIERE, L’ED. MUSICALE E LE ALTRE MATERIE IN CUI È
PREVALENTE LO STILE VERBALE-UDITIVO NON COSTITUISCONO UN PROBLEMA PER UN NON VEDENTE
CHE, DI SOLITO, SI LAUREA IN TALI DISCIPLINE ANCHE CON OTTIMI RISULTATI.
L’ARTE E LA GEOGRAFIA, A QUANTO PARE, SONO TRA LE DISCIPLINE PIÙ OSTICHE DA INSEGNARE E DA
APPRENDERE DA PARTE DI UN NON VEDENTE. IL MUSEO “OMERO”, SPECIALIZZATO NELLA SCULTURA
E NELL’ARCHITETTURA, E IL MUSEO DI BOLOGNA PRESSO L’ISTITUTO CAVAZZA, CON OPERE
PITTORICHE DI VARIE EPOCHE E DEI PIÙ DISPARATI AUTORI, SONO UN ESEMPIO EMBLEMATICO E
CONCRETO PER AVVICINARE ALL’ARTE CHI NON VEDE. INOLTRE, ATTUALMENTE QUASI TUTTI I MUSEI E
LUOGHI TURISTICI DI UN CERTO RILIEVO SONO DOTATI DI CUFFIE E REGISTRATORI CHE ILLUSTRANO IL
PERCORSO, DI SUONI DI SOTTOFONDO, DI VOCI E DI GUIDE PER I NON VEDENTI. ANCHE NELLE
RISERVE DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, SONO STATI CREATI PARTICOLARI ED AGEVOLI
PERCORSI PER PASSEGGIATE ECOLOGICHE IN CUI, A CERTI ALBERI, SONO AFFIANCATE DELLE
TAVOLETTE IN BRAILLE CON LA DESCRIZIONE DELL’ESEMPLARE BOTANICO. QUEST’ULTIMO ESEMPIO
POTREBBE PRESTARSI PER INSEGNARE, IN MANIERA INTERDISCIPLINARE ANCHE LE SCIENZE E LA
GEOGRAFIA CON MODALITÀ CHE SI AVVICINANO MOLTO ALLA DIDATTICA PROPOSTA DAI DUE MUSEI
CITATI
E
ALLE
IDEE
DI
ROUSSEAU.
UNA VISITA DI DUE GIORNI PRESSO IL MUSEO “OMERO” DI ANCONA E VARI CONVEGNI E
MANIFESTAZIONI A CUI HO PRESO PARTE MI HANNO CHIARITO LE IDEE SU COME POTER RINNOVARE LA
DIDATTICA NELL’INSEGNAMENTO DI ALCUNE DISCIPLINE. PENSO CHE VALGA LA PENA RIPERCORRERE
TALE ESPERIENZA E TRARRE DA ESSA SPUNTI VALIDI PER L’APPROCCIO AL NON VEDENTE.
IL PRIMO GIORNO HO VISITATO LA COLLEZIONE DEL MUSEO TATTILE STATALE OMERO,
SUCCESSIVAMENTE HO ASCOLTATO L’INTERESSANTE INTERVENTO DEL PROF. ALDO GRASSINI,
INTITOLATO: “L’EDUCAZIONE ARTISTICA ED ESTETICA DELLE PERSONE CON DISABILITÀ VISIVE. LA
FORMA DELL’IMMAGINE TATTILE E LA SUA VALENZA ESTETICA”. MI SONO INFORMATA SUI SERVIZI
DIDATTICI DEL MUSEO, OVVERO SUL SERVIZIO DI EDUCAZIONE ARTISTICA ED ESTETICA PER NON
VEDENTI ED IPOVEDENTI (TEORIA E PRATICA), SUI LABORATORI DIDATTICI DI ARTE E TECNOLOGIA E
SUL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE. SECONDO IL PROF. GRASSINI OGNI PERSONA CHE ABBIA UNA
CERTA CULTURA CONOSCE TALUNE OPERE D’ARTE, ALMENO LE PIÙ IMPORTANTI. PER I CIECHI IL
DISCORSO È UN PO’ DIVERSO PERCHÉ NON TUTTI POSSONO PERMETTERSI DI GIRARE IL MONDO E NON
POSSONO FRUIRNE NEANCHE TRAMITE LE IMMAGINI E I FILMATI. INOLTRE, DATO CHE PER CAPIRE
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UN’OPERA D’ARTE SI HA BISOGNO ANCHE DELLA “CONOSCENZA” DELLA MEDESIMA, È NECESSARIO
ISTRUIRE UN NON VEDENTE IN QUESTO SENSO. MENTRE UN BAMBINO VEDENTE HA SEMPRE
QUALCUNO CHE LO GUIDA VERSO L’ACQUISIZIONE DEI CONTENUTI ESTETICI, PER IL NON VEDENTE
CIÒ NON È UNA COSA TANTO IMMEDIATA E LA SUA CONCEZIONE ESTETICA DELLA REALTÀ NON HA LA
STESSA PROBABILITÀ DI FORMAZIONE DI UN ALTRO COETANEO. I VALORI ESTETICI PROPRI
DELL’APPROCCIO TATTILE NON SONO SEMPRE PRESENTI E CHIARI A CHI DEVE EDUCARE IL NON
VEDENTE. DA UN LATO IL CIECO NON PUÒ COGLIERE L’IDEA VISIVA, DALL’ALTRO LATO IL BAMBINO, E
POI IL RAGAZZO O L’ADULTO, NON PUÒ DESUMERE PIENAMENTE L’IDEA CHE CHI VEDE SI È FATTO
PERCHÉ CHI LO EDUCA NON SEMPRE È IN GRADO DI FARLO. E’ PER QUESTO MOTIVO CHE I CIECHI DA
UNA PARTE SONO SCETTICI, DALL’ALTRA SONO ENTUSIASTI NEI CONFRONTI DELLA CONOSCENZA
DELL’OGGETTO PER LA FRUIZIONE ESTETICA. IL DISCORSO SULLA SENSORIALITÀ, AFFRONTATO IN
MANIERA INNOVATIVA DALLA MONTESSORI, È MOLTO IMPORTANTE MA RARAMENTE TROVA POSTO
NELLA PRATICA SCOLASTICA. SINTETICAMENTE SI PUÒ AFFERMARE CHE CHI HA LA VISTA OSSERVA UN
OGGETTO NELLA SUA INTEREZZA, MENTRE IL CIECO, ATTRAVERSO IL TATTO, ESPLORA LE PARTI E POI
ARRIVA ALL’IDEA DEL TUTTO. MA COME SI FA A COSTRUIRE UN’IMMAGINE MENTALE TATTILE? DA UNA
PRIMA ESPLORAZIONE RAPIDA E SOMMARIA DELL’OGGETTO SI PASSA AD UNA SUCCESSIVA
ESPLORAZIONE PIÙ DETTAGLIATA DELLE PARTI. MAN MANO CHE I PARTICOLARI VENGONO SCOPERTI,
DEVONO ESSERE INSERITI NELLO SCHEMA SOMMARIO DELL’OGGETTO PRECEDENTEMENTE GIÀ
IMMAGINATO. L’ESPLORAZIONE TATTILE PRESUPPONE DUE FUNZIONI INTELLETTIVE IMPORTANTI:
L’ASTRAZIONE E LA MEMORIA. DUNQUE, SI TRATTA DI UNA VISIONE INTELLETTIVA CHE SI FA PER
GRADI, IN MANIERA ANALITICA E POI SINTETICA MENTRE LA VISIONE SENSORIALE È MOLTO PIÙ
IMMEDIATA.
PER QUANTO ATTIENE ALL’ASPETTO ESTETICO DI UN OGGETTO DA PARTE DI UN NON VEDENTE
L’EDUCAZIONE GIOCA UN RUOLO IMPORTANTE COINVOLGENDO NEL COMPLESSO TUTTE LE FORME
ARTISTICHE. UN CIECO NON HA PARTICOLARI PROBLEMI NEL FRUIRE LA MUSICA O UNA POESIA MA PUÒ
INCORRERE NEL RISCHIO DEL “VERBALISMO”, CIOÈ NEL FENOMENO PER IL QUALE SPESSO AD UNA
PAROLA NON CORRISPONDE UN CONTENUTO SENSIBILE ALLA COMUNICAZIONE OFFERTA DA QUEL
TERMINE. È VERO CHE NON POSSIAMO AVERE UN’IMMAGINE TANGIBILE DEI NOMI ASTRATTI MA È
ALTRETTANTO VERO CHE C’È DIFFERENZA TRA L’IMMAGINE ASTRATTA DI UN QUALCOSA DI REALE E LA
REALTÀ STESSA. UN NON VEDENTE INCONTRA DUNQUE MOLTI PROBLEMI NELLA FRUIZIONE DELLA
PITTURA E DELLE ARTI PLASTICHE. LA PITTURA È ANCORA PIÙ COMPLICATA PERCHÉ È FATTA ANCHE DI
COLORI E DI LUCI E NON SOLO DI FORME E CONTENUTO. UN CIECO, AD ESEMPIO, PUÒ INTERESSARSI AL
CONTENUTO E AL DISCORSO ARTISTICO DI UN QUADRO MA NON PUÒ GODERE DELLA SUA BELLEZZA E
NON PUÒ EMOZIONARSI DINANZI AD ESSO. PER LA SCULTURA IL DISCORSO È DIVERSO POICHÉ, COME SI
È VISTO, UN NON VEDENTE BENE O MALE ARRIVA A CAPIRE LA FORMA, A COGLIERE GLI ASPETTI
FORMALI INTRINSECI, L’EQUILIBRIO DELLE PARTI, L’ARMONIA, LA DISARMONIA, ECC. IN DEFINITIVA,
ESSO HA LA POSSIBILITÀ DI GODERE DEGLI ASPETTI ESTETICI DI UN’OPERA D’ARTE. IL PIACERE, A
GIUDIZIO DEL GRASSINI, PUÒ ESSERE “EDONISTICO”, CIOÈ STRETTAMENTE LEGATO AI SENSI, OPPURE
“ESTETICO”, OVVERO LEGATO AI PROCESSI INTELLETTUALI E COGNITIVI. IL TATTO INOLTRE È
SOLLECITATO DAI MATERIALI (GESSO, MARMO, METALLI, PLASTICA, ECC.) E DALLE SENSAZIONI (LISCIO
O RUVIDO, FREDDO O CALDO, GRADEVOLE O SGRADEVOLE). PRIMA DI FORMARMI L’IMMAGINE
MENTALE DEVO STABILIRE UN CONTATTO CON L’OGGETTO MA POI DEVO ASTRARRE. BREVEMENTE SI
PUÒ AFFERMARE CHE L’ESPERIENZA ESTETICA È DATA DAL CONCETTO CHE LA SENSAZIONE DEL TATTO
MI SUSCITA (TATTO, ARMONIA, EMOZIONI LEGATE ALL’ESPERIENZA PERSONALE O COLLETTIVA) E LA
CULTURA DELL’INDIVIDUO. CIÒ CHE I VEDENTI DEFINISCONO “BELLO” O “BRUTTO” MEDIANTE LA
VISTA I CIECHI LO FANNO MEDIANTE IL TATTO E L’ESPERIENZA CONCRETA. QUINDI, UN INDIVIDUO
CON UNA CULTURA MEDIO-BASSA VALUTERÀ LE PROPRIE SENSAZIONI SULLA BASE DELLE SCARSE
ESPERIENZE CHE EGLI HA FATTO. L’IMMAGINE VISIVA E TATTILE INSIEME DETERMINANO LA
FUNZIONE ESTETICA. MA L’IMMAGINE VISIVA È IMMEDIATA, STAMPATA SUBITO NELLA MENTE,
RESISTENTE E PERMANENTE (PREVALE IL FATTORE SPAZIALE); L’IMMAGINE TATTILE NASCE PER GRADI
E SI AVVALE DI VARI ELEMENTI. ESSA È LABILE PERCHÉ, ESSENDO IL RISULTATO DI UNA
RICOSTRUZIONE,
È
PIÙ
EVANESCENTE.
DA QUESTO DISCORSO EMERGE UNA PROFONDA ESIGENZA: NON BISOGNA MAI PRIVARE L’ALUNNO
CIECO DALL’EDUCAZIONE ESTETICA. IN GENERE, SOPRATTUTTO NELLE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI,
TALE EDUCAZIONE È DI TIPO VERBALE. ESSI IMPARANO A MEMORIA LA DESCRIZIONE DELL’OPERA, LA
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA, LA CORRENTE E IL PERIODO STORICO, ECC. MA QUESTA NON È
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INTEGRAZIONE PERCHÉ I RAGAZZI CIECHI NON DI RADO SONO ESCLUSI DAL DIRITTO ALLO STUDIO E
DALLA POSSIBILITÀ DI RIUSCIRE A FARE CIÒ IN CUI GLI ALTRI ECCELLONO. INFATTI, NELLA SOCIETÀ DI
OGGI QUASI TUTTI HANNO UNA CERTA CONOSCENZA ARTISTICA, VIAGGIANO E VENGONO A CONTATTO
COL MONDO DELL’ARTE. SE PRIVIAMO IL RAGAZZO CIECO DEL SENSO ESTETICO E LO ESCLUDIAMO
AUTOMATICAMENTE DAI VIAGGI, DALLA VISIONE DELLE MOSTRE, ECC. LEDIAMO UN SUO DIRITTO.
TORNANDO AL MUSEO “OMERO”, SI PUÒ EVIDENZIARE CHE SI STA AFFERMANDO ANCHE COME
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E DI CONSULENZA. È VISITATO DA CIECHI E IPOVEDENTI, DA PERSONE
CHE HANNO HANDICAP DI VARIO GENERE, MA ANCHE DA GRUPPI-CLASSE E DA UN PUBBLICO CHE NON
HA PARTICOLARI PROBLEMI COME, AD ESEMPIO, STUDENTI DI STORIA DELL’ARTE E INSEGNANTI DI
SOSTEGNO. TRA I SUSSIDI DIDATTICI QUI CONSERVATI SPICCANO LA SCHEDATURA DELLE OPERE, DI
GRADO BASSO, MEDIO, ELEVATO, IN BRAILLE, AUDIOCASETTA E FORNITO PER VIA TELEMATICA.
DISEGNI E TAVOLE IN RILIEVO (PIANTE DI MONUMENTI, PLANIMETRIE, ECC.) E DIAPOSITIVE E
FOTOCOPIE
INGRANDITE
PER
GLI
IPOVEDENTI.
PER QUANTO CONCERNE LA LETTURA APTICA DI UN’OPERA D’ARTE SI PRECISA CHE ESSA PROCEDE
DALL’ALTO VERSO IL BASSO E DANDO PRIMA AL NON VEDENTE UN’IDEA VELOCE DELLA FORMA E
DELLA GRANDEZZA DELL’OGGETTO DA OSSERVARE. SEGUE POI LA FASE DELLA IDENTIFICAZIONE E
DELLA FRUIZIONE E INFINE QUELLA DEL SIGNIFICATO. NOTIAMO CHE SPESSO MOLTI CIECHI SONO
RESTII A TOCCARE O LO FANNO CON UNA SOLA MANO. ANCHE QUESTA È UN’ALTRA GRANDE
DIFFICOLTÀ DA SUPERARE E SU CUI SI DEVE LAVORARE A LUNGO. LA LETTURA DI UN’OPERA
SCULTOREA PROCEDE DALLA LETTURA FORMALE, A QUELLA ICONOGRAFICA, A QUELLA ICONOLOGICA.
AD ESEMPIO, UN “KUROS” (STATUA VOTIVA CHE NON RAFFIGURAVA ESPLICITAMENTE NESSUNO MA
CHE VENIVA COLLOCATA NEI TEMPLI) PUÒ ESSERE ESAMINATO ANCHE MEDIANTE L’USO DI SPECIALI
VERGHETTE FLESSIBILI CHE AIUTANO IL NON VEDENTE A PERCEPIRE LE LINEE VERTICALI,
ORIZZONTALI ED OBLIQUE O SINUOSE. IL MUSEO ORGANIZZA ATTIVITÀ DIDATTICHE E LABORATORIALI
MOLTO UTILI PER UN DOCENTE DI SOSTEGNO E PER IL PROPRIO ALLIEVO PARTENDO PROPRIO DALLE
NOZIONI FONDAMENTALI PER UN QUALSIASI APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO (RUVIDO-LISCIO,
FREDDO-CALDO, SENSO BARICO, ECC.; MATERIALI; FIGURE GEOMETRICHE; PIANO DI GOMMA; CRETA;
ECC.). AD ESEMPIO, PER FAR ACQUISIRE AD UN GIOVANE CIECO L’IDEA DI PIANTA, DI EDIFICIO, DI
PARETE, DI VOLUME SI POSSONO CONCRETAMENTE IMPRIMERE SULLA CRETA DELLE FORME PIANE O
SOLIDE CHE LASCIANO SEGNI SUI QUALI SI PUÒ A LUNGO INSISTERE E RIFLETTERE. OGNI EDIFICIO
OCCUPA UNO SPAZIO E SI FONDA SULLA BASE DI UNA PIANTA, ATTORNO ALLA QUALE VENGONO
ERETTE LE PARETI. QUINDI, CON UN CUBO SI IMPRIME UNA TRACCIA SU UN PIANO DI LEGNO SU CUI È
STESA DELLA CRETA MORBIDA E POI SI FISSANO LE PARETI FATTE DI CARTONE. DA QUESTA IDEA
RUDIMENTALE DI CASA, DI PALAZZO, DI TORRE E DI GRATTACIELO (RISPETTIVAMENTE UN CUBO, UN
PARALLELEPIPEDO DI VARIA ALTEZZA ED UN CILINDRO) E DI PIANTA SI ARRIVA ALLA SCHEDA IN
RILIEVO DEI MAGGIORI EDIFICI STORICI (REPERIBILI PRESSO I CENTRI TIFLODIDATTICI). LAVORANDO
SUI MODELLINI SI FA CAPIRE AL NON VEDENTE CHE OGNI EDIFICIO E FORMA (AD ESEMPIO, TEMPLI A
PIANTA RETTANGOLARE O CIRCOLARE) HANNO UN PROPRIO INTRINSECO SIGNIFICATO CHE
CORRISPONDE A DEI GUSTI ESTETICI. SU QUESTI CONCETTI BASILARI SI POSSONO FONDARE IN SEGUITO
ALCUNE NOZIONI GEOGRAFICHE E TOPOGRAFICHE, MATEMATICHE, GEOMETRICHE, TECNICOSCIENTIFICHE,
ARCHITETTONICHE.
IN CONCLUSIONE, MI SI CONSENTA QUEST’ULTIMA CONSIDERAZIONE SULLE POTENZIALITÀ
SCOLASTICHE DI UN ALLIEVO NON VEDENTE RIGUARDO AL DISEGNO E ALLA COMPRENSIONE
DELL’OPERA PITTORICA. IL CIECO PUÒ ESSERE MESSO IN CONDIZIONE DI “COGLIERE NELL’AMMASSO
CONFUSO CHE SPESSO SI PRESENTA AL TATTO, NEL TOCCARE, GLI ELEMENTI UTILI PER UNA
RIPRODUZIONE FIGURATIVA PUNTEGGIATA DELLA REALTÀ ESAMINATA”. NATURALMENTE NON SI
POSSONO PRETENDERE LA SFUMATURA DEL DISEGNO E IL CORRETTO ABBINAMENTO CROMATICO.
ANCORA PIÙ COMPLESSA È LA NOZIONE DI PROSPETTIVA CHE, “SEBBENE POSSA ESSERE REALIZZATA
NEL DISEGNO PUNTEGGIATO, SU GUIDA ED INDICAZIONE DI CHI VEDE, NON RISULTERÀ CHIARA AL
PRIVO DELLA VISTA ESSENDO QUESTA UNA RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA DELLE FORME E DELLE
DISTANZE, ATTA A DARE L’ILLUSIONE DEL RILIEVO E DELLA PROFONDITÀ E, QUINDI, PERCEPIBILE
SOLTANTO DAL SENSO VISIVO”.(9) NON SONO ANCORA STATI INVENTATI DEGLI STRUMENTI UTILI PER
CONSENTIRE LA VISIONE DELLE IMMAGINI, NEPPURE DI QUELLE VIRTUALI RIPRODOTTE DAL
COMPUTER. SAREBBE AUSPICABILE LA MESSA A PUNTO DI UN PROGRAMMA CHE RIUSCISSE A
DESCRIVERE LE FOTOGRAFIE ED I DISEGNI. L’UNICO TENTATIVO CHE È STATO FATTO DAGLI
5
OPERATORI DEL MUSEO BOLOGNESE È STATO QUELLO DI RIPRODURRE IN RILIEVO, IN FORMA
TRIDIMENSIONALE, IL DISEGNO DI ALCUNE DELLE OPERE PITTORICHE PIÙ CELEBRI DELLA STORIA
DELL’ARTE. PAOLO GUALANDI E ROBERTA SECCHI (10), NEL SITO INTERNET DEL MUSEO DI BOLOGNA,
ESPRIMONO CON EFFICACIA LE MODALITÀ DI LETTURA DI UN DIPINTO: “SULLA BASE DEI PRESUPPOSTI
DI NEUROFISIOLOGIA DELL'APPRENDIMENTO […], L'ASSOCIAZIONE SCUOLA DI SCULTURA APPLICATA
DI BOLOGNA HA STUDIATO UN METODO DIDATTICO-RIABILITATIVO VOLTO A RENDERE ACCESSIBILE AI
NON VEDENTI E IPOVEDENTI LA COMUNICAZIONE VISIVA MEDIANTE PERCEZIONE TATTILE E
COGNIZIONE MENTALE DELLE FORME DI RAPPRESENTAZIONE DELLE IMMAGINI. IL METODO SI BASA
SULLA LETTURA TATTILE DI IMMAGINI ARTISTICHE TRADOTTE IN BASSORILIEVI; QUESTI ULTIMI,
STUDIATI E REALIZZATI NEL RISPETTO DI RAPPORTI SPAZIALI CHE SIMULANO L'ESPERIENZA VISIVOPROSPETTICA, PERMETTONO AL NON VEDENTE DI ENTRARE IN CONTATTO CON UN MONDO DOMINATO
TANTO DA OGGETTI ISOLATI QUANTO DA VEDUTE D'INSIEME. NEL TRASFORMARE LA VISIONE
RETINICA IN PERCEZIONE APTICA, I RILIEVI UTILIZZATI, STUDIATI E PERFEZIONATI NEI LORO
CARATTERI COSTITUTIVI, SI PRESENTANO CON CONTORNI E VOLUMI DESTINATI A SOLLECITARE NEL
NON VEDENTE LA COGNIZIONE MENTALE DI UNA REALTÀ RAPPRESENTATA PLASTICAMENTE”. “PER
RAGIONI DI CORRETTEZZA METODOLOGICA ED EFFICACIA DI LETTURA, LA PERCEZIONE TATTILE E
VISIVA DELL’OPERA IMPONE CHE SI SCELGA UN PUNTO DI PARTENZA PRIVILEGIATO, INTERNO,
GIUDICATO IDEALE IN RELAZIONE ALLA STRUTTURA COMPOSITIVA DELL’IMMAGINE E ALLE LINEE DI
FORZA CHE LA RIGUARDANO. LA LETTURA TATTILE PROGRESSIVA DELL’OPERA PREVEDE CHE SI
INDIVIDUI UN PERCORSO COGNITIVO GLOBALE, RELATIVAMENTE SINTETICO, IN GRADO DI
ACCOMPAGNARE L’IPOVEDENTE E IL NON VEDENTE NELLA SELEZIONE E CORRELAZIONE DEGLI
ELEMENTI STRUTTURALI COSTITUENTI L’IMMAGINE PITTORICA TRASPOSTA IN RILIEVO. LA FINALITÀ
DELLA LETTURA PROGRESSIVA, SIA FORMALE CHE CONTENUTISTICA, DAL GENERALE AL PARTICOLARE,
QUINDI DALLA SINTESI ALL’ANALISI, È FUNZIONALE ALLA COMPRENSIONE TOTALE ED EQUILIBRATA
DEL DIPINTO”. “DA UN PUNTO DI VISTA DIDATTICO E TERAPEUTICO, IL RAPPORTO TATTILE CON I
BASSORILIEVI TECNICI - CORRISPONDENTI PER FORME E VOLUMI A DIPINTI STORICI O A SPACCATI DI
RELTÀ FAMILIARI AL NON VEDENTE E ALL'IPOVEDENTE - COADIUVATO DA LEZIONI TEORICHE
SIMULTANEE ALL'ESERCIZIO APTICO E DALLA LETTURA DI SCHEDATURE DEI SOGGETTI
RAPPRESENTATI, TRADOTTE IN LINGUAGGIO BRAILLE, CONSENTE AL NON VEDENTE DI COMPRENDERE
PIÙ APPROFONDITAMENTE LA NATURA STILISTICO-FORMALE E CONTENUTISTICA DELLE IMMAGINI.
ANCHE IN QUESTO CASO L'USO DI UN LINGUAGGIO EVOCATIVO, ANALOGICO E SINESTESICO, È
CONDIZIONE INDISPENSABILE E DECISIVA PER LA RIUSCITA DELLA COGNIZIONE DELLA FORMA.
L'IMPORTANZA DELLA SINESTESIA È ESTREMA IN UNA OPERAZIONE COME QUESTA, IN CUI PUÒ
VERIFICARSI UNA SINERGIA TRA TECNICA SCULTOREA E TECNICA DIDATTICO-VERBALE. VEICOLARE I
CONTENUTI DELLE FORME MEDIANTE UN LINGUAGGIO CHE RISVEGLI STATI D'ANIMO E DIMENSIONI
EMOZIONALI CHE SUSCITANO UNA LETTURA PERSONALE DELLA REALTÀ MUOVENDO DA ESPERIENZE
PERCETTIVE MIRATE, SIGNIFICA PORTARE IL NON VEDENTE VERSO UNA RICCHEZZA IMMAGINATIVA E
UNA CAPACITÀ DI COLLEGAMENTO CHE PUÒ APPROSSIMARLO ALLA CONOSCENZA DI UNA REALTÀ
VISIVA
NON
ACCESSIBILE
ALTRIMENTI”.
IL PIANO DI GOMMA, LA SCULTURA E LA MANIPOLAZIONE DELLA CRETA SONO SOLO ALCUNI DEGLI
APPROCCI POSSIBILI PER ACCOSTARE IL NON VEDENTE ALL’ARTE. I DOCENTI DI SOSTEGNO DEVONO
PERTANTO CERCARE IN VARIO MODO DI COLLABORARE CON GLI INSEGNANTI DI MATERIE ARTISTICHE
PERCHÉ LE POSSIBILITÀ DI INTUIZIONE, FRUIZIONE E DI REALIZZAZIONE DI UN’OPERA, DI UN
MANUFATTO O DI UN ELABORATO NON POSSONO PIÙ ESSERE NEGATE A CHI NON VEDE. L’ARTE È UN
MEZZO STRAORDINARIO E MERAVIGLIOSO DI ESPRESSIONE E DI COMUNICAZIONE ED È UN EFFICACE
STRUMENTO DI FORMAZIONE UMANA, DI AFFINAMENTO DEL GUSTO E DELLA SENSIBILITÀ ESTETICA.
NOTE
A.VISALBERGHI,
JOHN
DEWEY,
LA
NUOVA
ITALIA
ED.,
FIRENZE,
1951.
IBIDEM, PP.44-77. (AVVERTIAMO CHE RIMANDIAMO AL TESTO PER LE NOTE).
IBIDEM,
P.
67.
IBIDEM,
P.
76.
IBIDEM,
P.
81.
IBIDEM,
P.
90
E
SEGUENTI.
IBIDEM,
P.
11
E
SEGUENTI.
L.BORGHI, IL FONDAMENTO DELL’EDUCAZIONE ATTIVA, LA NUOVA ITALIA ED., FIRENZE, 1962. F.
6
DE BARTOLOMEIS, INTRODUZIONE ALLA DIDATTICA DELLA SCUOLA ATTIVA, LA NUOVA ITALIA
ED.
,
FIRENZE,
1954.
F. DE BARTOLOMEIS, INTRODUZIONE ALLA DIDATTICA DELLA SCUOLA ATTIVA, LA NUOVA ITALIA
ED. , FIRENZE, 1954. E. CEPPI, I MINORATI DELLA VISTA. STORIA E METODI EDUCATIVI, IN “COLLANA
MEDICO -PSICO-PEDAGOGICA” DIRETTA DA GIOVANNI BOLLEA, ARMANDO EDITORE, PAGG. 43-44,
95-118, 126-133, 192-203, 157-160 (PER I METODI E I PROGRAMMI DI INSEGNAMENTO, SOPRATTUTTO
NELLE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI; PER LA DIDATTICA DI ALCUNE DISCIPLINE, SOPRATTUTTO DI
QUELLA LEGATA AL DISEGNO E ALLA GEOGRAFIA; PER LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI
SOSTEGNO E PER I SUSSIDI DIDATTICI). SI VEDANO INOLTRE LE NUMEROSE DISPENSE E I MATERIALI
DIDATTICI PROPOSTI DAL MUSEO OMERO DI ANCONA. INFINE SEGNALIAMO M. ALLIEGRO,
L’EDUCAZIONE DEI CIECHI. STORIA, CONCETTI E METODI, COLLANA MEDICO PSICO PEDAGOGICA
DIRETTA DA GIOVANNI BOLLEA, ARMANDO EDITORE, PAGG. 44, 62-66 (CFR. ANCHE ALLEGATI SUI
SUSSIDI
DIDATTICI).
P. GUALANDI - R. SECCHI, SITO INTERNET DEL MUSEO DI BOLOGNA PRESSO L’ISTITUTO CAVAZZA.
PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI SI RIMANDA AL SITO E ALLE SEGUENTI PUBBLICAZIONI
SULL’ARGOMENTO: NISE NEWSLETTER N. 20 - MARZO 2003- NISE MARZO 2003 DI OOUCHI SUSUMU; IL
RESTO DEL CARLINO - 9/9/1999 - VEDERE E CAPIRE I QUADRI? BASTA TOCCARLI DI
PATRICK COLGAN; LA REPUBBLICA - 09/09/1999 - CHE PIACERE SE AL MUSEO S’ACCAREZZA
LA GIOCONDA DI MARINA AMADUZZI; IL RESTO DEL CARLINO - 4/9/1999 - IL PRIMO MUSEO
D'ARTE PER CIECHI DI ROMY GRECO; IL RESTO DEL CARLINO - 12/04/1999 - I NON VEDENTI
AVRANNO IL MUSEO TATTILE DELL’ARTE DI VITTORIA CALABRI; IL RESTO DEL CARLINO - 14/12/1996 HANDICAP: ORA L’ARTE SI "LEGGE" CON LE DITA DI EVA BENINI; IL RESTO DEL CARLINO 30/05/96 - CORSO AL "CAVAZZA": FAMOSI DIPINTI IN RILIEVO PERCHÉ I NON VEDENTI POSSANO
"TOCCARE" L’ARTE DI ANDREA ROPA; LA REPUBBLICA - 30/05/1996 - PER I NON VEDENTI UN CORSO
SPECIALE: E’ UN’OPERA D’ARTE, SI PREGA DI TOCCARE; L’UNITÀ - MATTINA - 30/05/96 - UN
PROGETTO DEL CAVAZZA E DELLA SCUOLA DI SCULTURA - QUANDO L’ARTE È DA
TOCCARE: QUADRI D’AUTORE RIPRODOTTI IN BASSORILIEVI AD USO DEI NON VEDENTI - "L’OBIETTIVO
È CREARE STRUTTURE PARALLELE IN OGNI MUSEO ITALIANO" DI FRANCESCO ZUCCHINI
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