RIVISTA TELEMATICA NUOVA DIDATTICA www.nuovadidattica.net ____________________________________________________________________ RECENSIONI RAFFAELLA DE SANCTIS L’EDUCAZIONE ARTISTICA, LA SENSIBILITÀ ESTETICA E LA DIDATTICA MUSEALE PER I NON VEDENTI E PER GLI IPOVEDENTI. L A FREQUENTAZIONE PRIMA IN VESTE DI TIROCINANTE E, SUCCESSIVAMENTE, IN QUALITÀ DI INSEGNANTE DI SOSTEGNO DI RAGAZZI IPOVEDENTI E NON VEDENTI HA SUSCITATO LA MIA RIFLESSIONE SU ALCUNE TEMATICHE E MI HA SPINTO ALLA RICERCA DI UNA RISPOSTA ALLA SEGUENTE DOMANDA: “COME INSEGNARE LA LETTERATURA, LA STORIA, LA GEOGRAFIA E LA STORIA DELL’ARTE A CHI È PRIVO, PARZIALMENTE O IN ASSOLUTO, DEI RIFERIMENTI, DEI PARAMETRI VISIVI? QUALE SENSO ESTETICO POSSIEDE UN NON VEDENTE E QUALI STRATEGIE ADOTTARE PER AFFINARE IL GUSTO DI CHI NON CONOSCE NEPPURE IL GIOCO CROMATICO, LA VARIETÀ DELLE FORME PRESENTI IN NATURA O CREATE DAGLI UOMINI E IL VARIEGATO MONDO DEI MATERIALI PIÙ O MENO ARTIFICIALI ESISTENTI NELLA SOCIETÀ DEI CONSUMI?”. GRAN PARTE DELLA MIA TESI PER IL CONSEGUIMENTO DELLA SPECIALIZZAZIONE PER L’INSEGNAMENTO DEL SOSTEGNO PER LE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI È STATA SPESA PER TROVARE UNA RISPOSTA A TALE QUESITO E, SOPRATTUTTO, PER CERCARE LE VIE CHE POSSONO PORTARE AD UNA NUOVA DIDATTICA DELL’ARTE E DELL’AFFINAMENTO DEL SENSO ESTETICO. TRA LE VARIE DISCIPLINE SCOLASTICHE OSTICHE PER UN NON VEDENTE SI POSSONO ANNOVERARE, SENZA OMBRA DI DUBBIO, LA MATEMATICA, LA GEOGRAFIA, L’EDUCAZIONE FISICA, LE APPLICAZIONI TECNICHE E, SOPRATTUTTO, LA STORIA DELL’ARTE ED IL DISEGNO, SIA ORNATO CHE GEOMETRICO. IN PARTICOLAR MODO PROPRIO QUESTE TRE DISCIPLINE MENZIONATE SONO UNO SCOGLIO INSORMONTABILE PER CHI NON VEDE E NON HA MAI VISTO LA LUCE, LE FORME E I COLORI. IL DISCORSO SULLA SENSORIALITÀ E SULL’ESPERIENZA ATTIVA DI CUI PARLANO RISPETTIVAMENTE LA MONTESSORI E DEWEY SEMBRANO SOLO RECENTEMENTE AVER TROVATO UN POSTO DI RILIEVO NELLA SCUOLA ITALIANA, NEI MUSEI E NEI LABORATORI APTICI DI NUOVA GENERAZIONE. CHI VOGLIA ACCOSTARSI A TALI PROBLEMATICHE OGGI AD ESEMPIO NON PUÒ IGNORARE LE ATTIVITÀ SVOLTE ALL’INTERNO DEL “MUSEO OMERO” DI ANCONA O DEL MUSEO BOLOGNESE DELL’ISTITUTO CAVAZZA. DI CAPITALE IMPORTANZA, PER TUTTI COLORO CHE VOGLIONO ENTRARE SEPPUR VIRTUALMENTE NEL MONDO DI UN NON VEDENTE, RISULTA ESSERE LA COSTRUZIONE DELL’IMMAGINE MENTALE CHE FA SEGUITO ALL’ESPLORAZIONE TATTILE DI UN OGGETTO. L’ABILITÀ APTICA E L’ESPOSIZIONE VERBALE GIOCANO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA COSTRUZIONE E NELL’AFFINAMENTO DEL SENSO ESTETICO DI UN CIECO MA ANCHE LA SENSIBILITÀ ED IL CONTESTO CULTURALE IN CUI EGLI VIVE NON SONO DA SOTTOVALUTARE. L’ESPERIENZA DIRETTA E INDIRETTA, LA MANIPOLAZIONE, LA DESCRIZIONE MINUZIOSA DELL’AMBIENTE, DI UN’OPERA D’ARTE, DI UNA CITTÀ SONO DI ESTREMA IMPORTANZA COSÌ COME LE NUOVE TECNOLOGIE E I MODERNI SUSSIDI DIDATTICI. UN NON VEDENTE INCONTRA ANCORA NUMEROSI PROBLEMI NELLA FRUIZIONE DELLE ARTI PLASTICHE E, SOPRATTUTTO, DELLA PITTURA MA GLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO HANNO FRA LE MANI UNA GRANDE OPPORTUNITÀ: FORNIRE AI PROPRI ALLIEVI LA POSSIBILITÀ DI TOCCARE REALMENTE E DI UDIRE CIÒ CHE NON POSSONO VEDERE. QUESTA È LA GRANDE SFIDA DI CHI OGGI, COME ME, LAVORA NELLA SCUOLA E INVESTE LA PROPRIA PROFESSIONALITÀ DOCENTE AL SERVIZIO DI CHI “NON HA OCCHI PER VEDERE”. 1 LA TESI DA ME ELABORATA E DALLA QUALE HO ESTRATTO LE LINEE GUIDA DI TALE INTERVENTO È STATA PENSATA E STRUTTURATA SECONDO DUE LINEE DIRETTRICI: UNA PIÙ GENERALE, CONNESSA ALL’ACQUISIZIONE DELLE CAPACITÀ DIDATTICHE E RELAZIONALI LEGATE ALL’ESERCIZIO PRATICO DELL’ATTIVITÀ EDUCATIVA, ELABORATA SECONDO LE DIRETTRICI MEDICHE E PSICO-COGNITIVE RELATIVAMENTE AL PROBLEMA DELLA CECITÀ. L’ALTRA, PIÙ SPECIFICA, RELATIVA ALL’ARTICOLAZIONE VERA E PROPRIA DELL’IPOTESI PROGETTUALE, CON LA QUALE HO VOLUTO ILLUSTRARE COME INSEGNARE ALCUNE DISCIPLINE DELL’AREA UMANISTICA AD UN NON VEDENTE, PER RENDERNE L’IDEA, IN MANIERA SCIENTIFICA E DIDATTICA, MA NELLO STESSO TEMPO PRAGMATICA. È OPPORTUNO A QUESTO RIGUARDO, INFINE, PRECISARE CHE LA RICERCA HA FOCALIZZATO L’ATTENZIONE SU SOGGETTI COMPLETAMENTE CIECHI SIN DALLA NASCITA O CHE HANNO PERSO LA VISTA IN TENERA ETÀ E CHE L’APPROCCIO DI RIFERIMENTO HA PRESO LE MOSSE DAL PRAGMATISMO DI JOHN DEWEY, CIOÈ DELL’APPRENDIMENTO TRAMITE ESPERIENZE CONCRETE E DIRETTE. INFATTI, IL DISCORSO ELABORATO DAL PEDAGOGISTA AMERICANO PER UNA “SCUOLA ATTIVA” TORNA UTILE PER VARI MOTIVI. INNANZITUTTO PER IL CONCETTO D’ INTERESSE, CHE È ALLA BASE DELL’APPRENDIMENTO DI QUALSIASI ALLIEVO E, ANCOR PIÙ, DEL SOGGETTO CON HANDICAP VISIVO. L’ “INTERESSE”, IN SENSO SOGGETTIVO, EQUIVALE AD “ INTERESSANTE” ED È UNO STIMOLATORE DELL’ATTENZIONE. LA CULTURA PERÒ DEVE ESSERE “DISINTERESSATA”, OSSIA NON MOSSA DA BIECHI INTERESSI MATERIALI, BENSÌ SOLO DA QUELLI SPIRITUALI (1). A TALE RIGUARDO CITO ALCUNI PASSI SIGNIFICATIVI TRATTI DAL TESTO DI ALDO VISALBERGHI: “L’INTERESSE È SEMPRE RIVOLTO A SUSCITARE ATTIVITÀ: ESSO “HA QUALCOSA DI MOTORIO, DI TRASCINANTE, DI DINAMICO”. (…) L’ETIMOLOGIA LATINA “INTER-ESSE CI PORTA ALL’IDEA CHE L’INTERESSE ANNULLA LA DISTANZA CHE SEPARA UNA COSCIENZA DAGLI OGGETTI E DAI RISULTATI DELLA SUA ATTIVITÀ; ESSO È LO STRUMENTO CHE EFFETTUA LA LORO UNIONE ORGANICA” (…)” (2). IL PEDAGOGISTA PARLA DEI “PIACERI DI CONTATTO”, CHE CONTRAPPONE AL “PIACERE DELL’ATTIVITÀ”, E LI CONSIDERA DI VARIA NATURA. (3) DEWEY PARLA DUNQUE DI GIOCO E LAVORO (4) E, SOPRATTUTTO, DI “LAVORO MANUALE” DICENDO: “L’INSEGNAMENTO MANUALE FA QUALCOSA DI PIÙ CHE SVILUPPARE LA MANO; FA DI PIÙ CHE ESERCITARE LO SPIRITO; QUANDO SIA IMPARTITO DA UN VERO MAESTRO, ESSO SVILUPPA SENZA SFORZO, NATURALMENTE, IL SENSO SOCIALE” (5). QUINDI LA MANUALITÀ CHE, NEL CASO DEI RAGAZZI CIECHI, DIVENTA ABILITÀ APTICA NON È FINE A SE STESSA MA, COLLEGATA ALL’INTERESSE ED AD UN METODO D’INSEGNAMENTO NON RIGIDAMENTE PROGRAMMATO, RENDE PIÙ SIGNIFICATIVO L’APPRENDIMENTO. (6) CHIARITA LA POSIZIONE DEL PRAGMATISMO NEI CONFRONTI DEL MONDO CLASSICO E DELLE DISCIPLINE UMANISTICHE, SPOSTIAMO L’ATTENZIONE SU UN ALTRO TEMA CHE POTREBBE INFICIARE IL DISCORSO DELL’APPRENDIMENTO TATTILE PER I CIECHI, PARTENDO SEMPRE DALL’ARTE E DALL’EDUCAZIONE ESTETICA. (7) COLUI CHE SI ACCOSTA ALL’ESPERIENZA DEWEYANA (8) CONSIDERA CHE DELL’ATTIVITÀ GLI INTERESSANO PRINCIPALMENTE GLI ASPETTI SENSO-MOTORI E PRATICI, MA NEL LORO RILIEVO CREATIVO E SPONTANEO. UN’ALTRA INNOVAZIONE, CHE POTREBBE TORNARCI UTILE NELLA STRATEGIA EDUCATIVA CHE VADO AD ILLUSTRARE, È QUELLA DELLA SEPARAZIONE DELLE DISCIPLINE CHE È SICURAMENTE SPESSO ARTIFICIOSA. LE RELAZIONI CON IL PENSIERO PEDAGOGICO DI DEWEY FUNGONO DA UTILE PREMESSA PER INTRODURRE UNA STRATEGIA DIDATTICA PER L’EDUCAZIONE PARTECIPATA DEI RAGAZZI CHE NON VEDONO. QUESTA RICERCA, COME HO GIÀ DETTO, PRENDE LE MOSSE ANCHE DALL’ESPERIENZA COMPIUTA CON UNA RAGAZZINA IPOVEDENTE DURANTE LE 15 ORE DI TIROCINIO DIRETTO DEL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER IL SOSTEGNO FREQUENTATO PRESSO L’UNIVERSITÀ DI MACERATA. È DI TUTTA EVIDENZA, A QUESTO PUNTO, IL FATTO CHE CI SIAMO FATTI SIN QUI UN’IDEA MOLTO IMPERFETTA DI QUANTO OCCORRA ALLA PRATICA DELLA VITA SCOLASTICA, SOPRATTUTTO RELATIVAMENTE ALL’INSEGNAMENTO DI TALUNE DISCIPLINE. INFATTI, GENERALMENTE, PER DIRLA CON LA MONTESSORI, SIAMO SEMPRE PARTITI DALLE IDEE PER DISCENDERE ALLE VIE MOTRICI. COSÌ PER ESEMPIO L’EDUCAZIONE SI È SPESSO DISTINTA PER QUELLA MODALITÀ DI INSEGNARE INTELLETTUALMENTE E POI DI FAR ESEGUIRE. NELLA PRATICA SCOLASTICA, SALVO RARE ECCEZIONI, ABBIAMO PROCEDUTO NELL’APPRENDIMENTO SEGUENDO TALE VETTORE. PERCIÒ, SI CERCHERÀ ORA DI ILLUSTRARE LE STRATEGIE POSSIBILI PER INSEGNARE AD UN NON VEDENTE LE VARIE DISCIPLINE PARTENDO DA UN’ESPERIENZA DI TIPO ESTETICO-ARTISTICA. SI PROPONE ALLORA UN PERCORSO INVERSO RISPETTO A QUELLO “TRADIZIONALE”, CHE METTA IN CAMPO PRIMA L'ESPERIENZA DELLA CONOSCENZA TATTILE DELL'OPERA D'ARTE PER ARRIVARE SUCCESSIVAMENTE ALLO STUDIO DELL'ARTISTA, DEL LETTERATO, DEL PERSONAGGIO STORICO, DEL 2 CONTESTO CULTURALE E COSÌ VIA. AD ESEMPIO, DURANTE LA VISITA AL “MUSEO OMERO” POTREI FAR TOCCARE AL MIO ALLIEVO IL BUSTO DI UN PERSONAGGIO STORICO ILLUSTRE. DAI SUOI TRATTI SOMATICI, FISIOGNOMICI POTREI RISALIRE ALLA STORIA E ALLA PERSONALITÀ DEL MEDESIMO. OPPURE, ESAMINEREI APTICAMENTE INSIEME A LUI LE COLONNE DORICHE, IONICHE E CORINZIE PER PASSARE A SPIEGARGLI I VARI PERIODI DELLA STORIA GRECA. POTREI ACCOSTARMI CON IL TATTO AI BUSTI E ALLE STATUE DI DONATELLO O DI MICHELANGELO PARLANDO DI QUESTI ARTISTI E DEL CINQUECENTO, SIA IN STORIA CHE IN LETTERATURA. OPPURE ANALIZZEREI CON LO STUDENTE LA DISPOSIZIONE DELLE SALE E GLI CHIEDEREI DI FARE ORALMENTE UNA RIFLESSIONE SULLA CRONOLOGIA E SULLA LINEA DEL TEMPO. QUESTA BASE DI PARTENZA, A MIO AVVISO, POTREBBE ESSERE UN'UTILE PIATTAFORMA SU CUI ANCORARE GLI ELEMENTI BASILARI PER STABILIRE ALCUNI RAPPORTI SPAZIO-TEMPORALI E, SOPRATTUTTO, PER LA GEOGRAFIA POICHÈ AVREBBE MAGGIOR SENSO STUDIARE GLI STATI O LE REGIONI FACENDO UN’ESPERIENZA TATTILE DI CERTI EDIFICI (AD ESEMPIO IL PARTENONE, IL PANTHEON) COLLOCATI IN LUOGHI SPECIFICI. SUI VARI TESTI SI TROVANO DELLE SINTESI SULLA DIDATTICA APPLICATA ALLE VARIE DISCIPLINE MA UNA COSA È FAR TOCCARE UN PLASTICO DELLA GRECIA ED UN'ALTRA È COLLOCARE TALE CONOSCENZA TATTILE PURAMENTE GEOGRAFICA IN UN QUADRO, SEMPRE APTICO, DI RIFERIMENTO MOLTO PIÙ AMPIO. IL “MUSEO OMERO” ORGANIZZA DA TEMPO QUESTI PERCORSI PER L’AFFINAMENTO DEL GUSTO ESTETICO E PER AVVICINARE ANCHE I PORTATORI D’HANDICAP ALL’ARTE MA IO, COME INSEGNANTE DI SOSTEGNO, LI UTILIZZEREI ANCHE PER INSEGNARE PRAGMATICAMENTE QUELLE DISCIPLINE PER LE QUALI SI USA SOLO L’APPROCCIO TEORICO. TRALASCIO, PER BREVITÀ, DI ACCENNARE AI PERCORSI DIDATTICI PER BAMBINI (PAGINE 12,13,14,15,16,17,28 OPUSCOLO DEL MUSEO “OMERO” DI ANCONA) E RAGAZZI (PERCORSI PER LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E DI SECONDO GRADO: PAGINE 18,19,20,21,22,23,24,25,26,29 E 30) CIECHI PREDISPOSTI DAL MUSEO STESSO (CFR. DEPLIANT SU “I SERVIZI DIDATTICI” DEL MUSEO “OMERO”). MI LIMITO SEMPLICEMENTE A FARE RIFERIMENTO ALLE MODALITÀ E ALLE STRATEGIE DIDATTICHE CHE UN DOCENTE DI SOSTEGNO DOVREBBE CONOSCERE, ADOTTARE E, SPESSO, INVENTARE. INFATTI, L’ITALIANO, LA FILOSOFIA, LE LINGUE STRANIERE, L’ED. MUSICALE E LE ALTRE MATERIE IN CUI È PREVALENTE LO STILE VERBALE-UDITIVO NON COSTITUISCONO UN PROBLEMA PER UN NON VEDENTE CHE, DI SOLITO, SI LAUREA IN TALI DISCIPLINE ANCHE CON OTTIMI RISULTATI. L’ARTE E LA GEOGRAFIA, A QUANTO PARE, SONO TRA LE DISCIPLINE PIÙ OSTICHE DA INSEGNARE E DA APPRENDERE DA PARTE DI UN NON VEDENTE. IL MUSEO “OMERO”, SPECIALIZZATO NELLA SCULTURA E NELL’ARCHITETTURA, E IL MUSEO DI BOLOGNA PRESSO L’ISTITUTO CAVAZZA, CON OPERE PITTORICHE DI VARIE EPOCHE E DEI PIÙ DISPARATI AUTORI, SONO UN ESEMPIO EMBLEMATICO E CONCRETO PER AVVICINARE ALL’ARTE CHI NON VEDE. INOLTRE, ATTUALMENTE QUASI TUTTI I MUSEI E LUOGHI TURISTICI DI UN CERTO RILIEVO SONO DOTATI DI CUFFIE E REGISTRATORI CHE ILLUSTRANO IL PERCORSO, DI SUONI DI SOTTOFONDO, DI VOCI E DI GUIDE PER I NON VEDENTI. ANCHE NELLE RISERVE DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, SONO STATI CREATI PARTICOLARI ED AGEVOLI PERCORSI PER PASSEGGIATE ECOLOGICHE IN CUI, A CERTI ALBERI, SONO AFFIANCATE DELLE TAVOLETTE IN BRAILLE CON LA DESCRIZIONE DELL’ESEMPLARE BOTANICO. QUEST’ULTIMO ESEMPIO POTREBBE PRESTARSI PER INSEGNARE, IN MANIERA INTERDISCIPLINARE ANCHE LE SCIENZE E LA GEOGRAFIA CON MODALITÀ CHE SI AVVICINANO MOLTO ALLA DIDATTICA PROPOSTA DAI DUE MUSEI CITATI E ALLE IDEE DI ROUSSEAU. UNA VISITA DI DUE GIORNI PRESSO IL MUSEO “OMERO” DI ANCONA E VARI CONVEGNI E MANIFESTAZIONI A CUI HO PRESO PARTE MI HANNO CHIARITO LE IDEE SU COME POTER RINNOVARE LA DIDATTICA NELL’INSEGNAMENTO DI ALCUNE DISCIPLINE. PENSO CHE VALGA LA PENA RIPERCORRERE TALE ESPERIENZA E TRARRE DA ESSA SPUNTI VALIDI PER L’APPROCCIO AL NON VEDENTE. IL PRIMO GIORNO HO VISITATO LA COLLEZIONE DEL MUSEO TATTILE STATALE OMERO, SUCCESSIVAMENTE HO ASCOLTATO L’INTERESSANTE INTERVENTO DEL PROF. ALDO GRASSINI, INTITOLATO: “L’EDUCAZIONE ARTISTICA ED ESTETICA DELLE PERSONE CON DISABILITÀ VISIVE. LA FORMA DELL’IMMAGINE TATTILE E LA SUA VALENZA ESTETICA”. MI SONO INFORMATA SUI SERVIZI DIDATTICI DEL MUSEO, OVVERO SUL SERVIZIO DI EDUCAZIONE ARTISTICA ED ESTETICA PER NON VEDENTI ED IPOVEDENTI (TEORIA E PRATICA), SUI LABORATORI DIDATTICI DI ARTE E TECNOLOGIA E SUL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE. SECONDO IL PROF. GRASSINI OGNI PERSONA CHE ABBIA UNA CERTA CULTURA CONOSCE TALUNE OPERE D’ARTE, ALMENO LE PIÙ IMPORTANTI. PER I CIECHI IL DISCORSO È UN PO’ DIVERSO PERCHÉ NON TUTTI POSSONO PERMETTERSI DI GIRARE IL MONDO E NON POSSONO FRUIRNE NEANCHE TRAMITE LE IMMAGINI E I FILMATI. INOLTRE, DATO CHE PER CAPIRE 3 UN’OPERA D’ARTE SI HA BISOGNO ANCHE DELLA “CONOSCENZA” DELLA MEDESIMA, È NECESSARIO ISTRUIRE UN NON VEDENTE IN QUESTO SENSO. MENTRE UN BAMBINO VEDENTE HA SEMPRE QUALCUNO CHE LO GUIDA VERSO L’ACQUISIZIONE DEI CONTENUTI ESTETICI, PER IL NON VEDENTE CIÒ NON È UNA COSA TANTO IMMEDIATA E LA SUA CONCEZIONE ESTETICA DELLA REALTÀ NON HA LA STESSA PROBABILITÀ DI FORMAZIONE DI UN ALTRO COETANEO. I VALORI ESTETICI PROPRI DELL’APPROCCIO TATTILE NON SONO SEMPRE PRESENTI E CHIARI A CHI DEVE EDUCARE IL NON VEDENTE. DA UN LATO IL CIECO NON PUÒ COGLIERE L’IDEA VISIVA, DALL’ALTRO LATO IL BAMBINO, E POI IL RAGAZZO O L’ADULTO, NON PUÒ DESUMERE PIENAMENTE L’IDEA CHE CHI VEDE SI È FATTO PERCHÉ CHI LO EDUCA NON SEMPRE È IN GRADO DI FARLO. E’ PER QUESTO MOTIVO CHE I CIECHI DA UNA PARTE SONO SCETTICI, DALL’ALTRA SONO ENTUSIASTI NEI CONFRONTI DELLA CONOSCENZA DELL’OGGETTO PER LA FRUIZIONE ESTETICA. IL DISCORSO SULLA SENSORIALITÀ, AFFRONTATO IN MANIERA INNOVATIVA DALLA MONTESSORI, È MOLTO IMPORTANTE MA RARAMENTE TROVA POSTO NELLA PRATICA SCOLASTICA. SINTETICAMENTE SI PUÒ AFFERMARE CHE CHI HA LA VISTA OSSERVA UN OGGETTO NELLA SUA INTEREZZA, MENTRE IL CIECO, ATTRAVERSO IL TATTO, ESPLORA LE PARTI E POI ARRIVA ALL’IDEA DEL TUTTO. MA COME SI FA A COSTRUIRE UN’IMMAGINE MENTALE TATTILE? DA UNA PRIMA ESPLORAZIONE RAPIDA E SOMMARIA DELL’OGGETTO SI PASSA AD UNA SUCCESSIVA ESPLORAZIONE PIÙ DETTAGLIATA DELLE PARTI. MAN MANO CHE I PARTICOLARI VENGONO SCOPERTI, DEVONO ESSERE INSERITI NELLO SCHEMA SOMMARIO DELL’OGGETTO PRECEDENTEMENTE GIÀ IMMAGINATO. L’ESPLORAZIONE TATTILE PRESUPPONE DUE FUNZIONI INTELLETTIVE IMPORTANTI: L’ASTRAZIONE E LA MEMORIA. DUNQUE, SI TRATTA DI UNA VISIONE INTELLETTIVA CHE SI FA PER GRADI, IN MANIERA ANALITICA E POI SINTETICA MENTRE LA VISIONE SENSORIALE È MOLTO PIÙ IMMEDIATA. PER QUANTO ATTIENE ALL’ASPETTO ESTETICO DI UN OGGETTO DA PARTE DI UN NON VEDENTE L’EDUCAZIONE GIOCA UN RUOLO IMPORTANTE COINVOLGENDO NEL COMPLESSO TUTTE LE FORME ARTISTICHE. UN CIECO NON HA PARTICOLARI PROBLEMI NEL FRUIRE LA MUSICA O UNA POESIA MA PUÒ INCORRERE NEL RISCHIO DEL “VERBALISMO”, CIOÈ NEL FENOMENO PER IL QUALE SPESSO AD UNA PAROLA NON CORRISPONDE UN CONTENUTO SENSIBILE ALLA COMUNICAZIONE OFFERTA DA QUEL TERMINE. È VERO CHE NON POSSIAMO AVERE UN’IMMAGINE TANGIBILE DEI NOMI ASTRATTI MA È ALTRETTANTO VERO CHE C’È DIFFERENZA TRA L’IMMAGINE ASTRATTA DI UN QUALCOSA DI REALE E LA REALTÀ STESSA. UN NON VEDENTE INCONTRA DUNQUE MOLTI PROBLEMI NELLA FRUIZIONE DELLA PITTURA E DELLE ARTI PLASTICHE. LA PITTURA È ANCORA PIÙ COMPLICATA PERCHÉ È FATTA ANCHE DI COLORI E DI LUCI E NON SOLO DI FORME E CONTENUTO. UN CIECO, AD ESEMPIO, PUÒ INTERESSARSI AL CONTENUTO E AL DISCORSO ARTISTICO DI UN QUADRO MA NON PUÒ GODERE DELLA SUA BELLEZZA E NON PUÒ EMOZIONARSI DINANZI AD ESSO. PER LA SCULTURA IL DISCORSO È DIVERSO POICHÉ, COME SI È VISTO, UN NON VEDENTE BENE O MALE ARRIVA A CAPIRE LA FORMA, A COGLIERE GLI ASPETTI FORMALI INTRINSECI, L’EQUILIBRIO DELLE PARTI, L’ARMONIA, LA DISARMONIA, ECC. IN DEFINITIVA, ESSO HA LA POSSIBILITÀ DI GODERE DEGLI ASPETTI ESTETICI DI UN’OPERA D’ARTE. IL PIACERE, A GIUDIZIO DEL GRASSINI, PUÒ ESSERE “EDONISTICO”, CIOÈ STRETTAMENTE LEGATO AI SENSI, OPPURE “ESTETICO”, OVVERO LEGATO AI PROCESSI INTELLETTUALI E COGNITIVI. IL TATTO INOLTRE È SOLLECITATO DAI MATERIALI (GESSO, MARMO, METALLI, PLASTICA, ECC.) E DALLE SENSAZIONI (LISCIO O RUVIDO, FREDDO O CALDO, GRADEVOLE O SGRADEVOLE). PRIMA DI FORMARMI L’IMMAGINE MENTALE DEVO STABILIRE UN CONTATTO CON L’OGGETTO MA POI DEVO ASTRARRE. BREVEMENTE SI PUÒ AFFERMARE CHE L’ESPERIENZA ESTETICA È DATA DAL CONCETTO CHE LA SENSAZIONE DEL TATTO MI SUSCITA (TATTO, ARMONIA, EMOZIONI LEGATE ALL’ESPERIENZA PERSONALE O COLLETTIVA) E LA CULTURA DELL’INDIVIDUO. CIÒ CHE I VEDENTI DEFINISCONO “BELLO” O “BRUTTO” MEDIANTE LA VISTA I CIECHI LO FANNO MEDIANTE IL TATTO E L’ESPERIENZA CONCRETA. QUINDI, UN INDIVIDUO CON UNA CULTURA MEDIO-BASSA VALUTERÀ LE PROPRIE SENSAZIONI SULLA BASE DELLE SCARSE ESPERIENZE CHE EGLI HA FATTO. L’IMMAGINE VISIVA E TATTILE INSIEME DETERMINANO LA FUNZIONE ESTETICA. MA L’IMMAGINE VISIVA È IMMEDIATA, STAMPATA SUBITO NELLA MENTE, RESISTENTE E PERMANENTE (PREVALE IL FATTORE SPAZIALE); L’IMMAGINE TATTILE NASCE PER GRADI E SI AVVALE DI VARI ELEMENTI. ESSA È LABILE PERCHÉ, ESSENDO IL RISULTATO DI UNA RICOSTRUZIONE, È PIÙ EVANESCENTE. DA QUESTO DISCORSO EMERGE UNA PROFONDA ESIGENZA: NON BISOGNA MAI PRIVARE L’ALUNNO CIECO DALL’EDUCAZIONE ESTETICA. IN GENERE, SOPRATTUTTO NELLE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI, TALE EDUCAZIONE È DI TIPO VERBALE. ESSI IMPARANO A MEMORIA LA DESCRIZIONE DELL’OPERA, LA BIOGRAFIA DELL’ARTISTA, LA CORRENTE E IL PERIODO STORICO, ECC. MA QUESTA NON È 4 INTEGRAZIONE PERCHÉ I RAGAZZI CIECHI NON DI RADO SONO ESCLUSI DAL DIRITTO ALLO STUDIO E DALLA POSSIBILITÀ DI RIUSCIRE A FARE CIÒ IN CUI GLI ALTRI ECCELLONO. INFATTI, NELLA SOCIETÀ DI OGGI QUASI TUTTI HANNO UNA CERTA CONOSCENZA ARTISTICA, VIAGGIANO E VENGONO A CONTATTO COL MONDO DELL’ARTE. SE PRIVIAMO IL RAGAZZO CIECO DEL SENSO ESTETICO E LO ESCLUDIAMO AUTOMATICAMENTE DAI VIAGGI, DALLA VISIONE DELLE MOSTRE, ECC. LEDIAMO UN SUO DIRITTO. TORNANDO AL MUSEO “OMERO”, SI PUÒ EVIDENZIARE CHE SI STA AFFERMANDO ANCHE COME CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E DI CONSULENZA. È VISITATO DA CIECHI E IPOVEDENTI, DA PERSONE CHE HANNO HANDICAP DI VARIO GENERE, MA ANCHE DA GRUPPI-CLASSE E DA UN PUBBLICO CHE NON HA PARTICOLARI PROBLEMI COME, AD ESEMPIO, STUDENTI DI STORIA DELL’ARTE E INSEGNANTI DI SOSTEGNO. TRA I SUSSIDI DIDATTICI QUI CONSERVATI SPICCANO LA SCHEDATURA DELLE OPERE, DI GRADO BASSO, MEDIO, ELEVATO, IN BRAILLE, AUDIOCASETTA E FORNITO PER VIA TELEMATICA. DISEGNI E TAVOLE IN RILIEVO (PIANTE DI MONUMENTI, PLANIMETRIE, ECC.) E DIAPOSITIVE E FOTOCOPIE INGRANDITE PER GLI IPOVEDENTI. PER QUANTO CONCERNE LA LETTURA APTICA DI UN’OPERA D’ARTE SI PRECISA CHE ESSA PROCEDE DALL’ALTO VERSO IL BASSO E DANDO PRIMA AL NON VEDENTE UN’IDEA VELOCE DELLA FORMA E DELLA GRANDEZZA DELL’OGGETTO DA OSSERVARE. SEGUE POI LA FASE DELLA IDENTIFICAZIONE E DELLA FRUIZIONE E INFINE QUELLA DEL SIGNIFICATO. NOTIAMO CHE SPESSO MOLTI CIECHI SONO RESTII A TOCCARE O LO FANNO CON UNA SOLA MANO. ANCHE QUESTA È UN’ALTRA GRANDE DIFFICOLTÀ DA SUPERARE E SU CUI SI DEVE LAVORARE A LUNGO. LA LETTURA DI UN’OPERA SCULTOREA PROCEDE DALLA LETTURA FORMALE, A QUELLA ICONOGRAFICA, A QUELLA ICONOLOGICA. AD ESEMPIO, UN “KUROS” (STATUA VOTIVA CHE NON RAFFIGURAVA ESPLICITAMENTE NESSUNO MA CHE VENIVA COLLOCATA NEI TEMPLI) PUÒ ESSERE ESAMINATO ANCHE MEDIANTE L’USO DI SPECIALI VERGHETTE FLESSIBILI CHE AIUTANO IL NON VEDENTE A PERCEPIRE LE LINEE VERTICALI, ORIZZONTALI ED OBLIQUE O SINUOSE. IL MUSEO ORGANIZZA ATTIVITÀ DIDATTICHE E LABORATORIALI MOLTO UTILI PER UN DOCENTE DI SOSTEGNO E PER IL PROPRIO ALLIEVO PARTENDO PROPRIO DALLE NOZIONI FONDAMENTALI PER UN QUALSIASI APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO (RUVIDO-LISCIO, FREDDO-CALDO, SENSO BARICO, ECC.; MATERIALI; FIGURE GEOMETRICHE; PIANO DI GOMMA; CRETA; ECC.). AD ESEMPIO, PER FAR ACQUISIRE AD UN GIOVANE CIECO L’IDEA DI PIANTA, DI EDIFICIO, DI PARETE, DI VOLUME SI POSSONO CONCRETAMENTE IMPRIMERE SULLA CRETA DELLE FORME PIANE O SOLIDE CHE LASCIANO SEGNI SUI QUALI SI PUÒ A LUNGO INSISTERE E RIFLETTERE. OGNI EDIFICIO OCCUPA UNO SPAZIO E SI FONDA SULLA BASE DI UNA PIANTA, ATTORNO ALLA QUALE VENGONO ERETTE LE PARETI. QUINDI, CON UN CUBO SI IMPRIME UNA TRACCIA SU UN PIANO DI LEGNO SU CUI È STESA DELLA CRETA MORBIDA E POI SI FISSANO LE PARETI FATTE DI CARTONE. DA QUESTA IDEA RUDIMENTALE DI CASA, DI PALAZZO, DI TORRE E DI GRATTACIELO (RISPETTIVAMENTE UN CUBO, UN PARALLELEPIPEDO DI VARIA ALTEZZA ED UN CILINDRO) E DI PIANTA SI ARRIVA ALLA SCHEDA IN RILIEVO DEI MAGGIORI EDIFICI STORICI (REPERIBILI PRESSO I CENTRI TIFLODIDATTICI). LAVORANDO SUI MODELLINI SI FA CAPIRE AL NON VEDENTE CHE OGNI EDIFICIO E FORMA (AD ESEMPIO, TEMPLI A PIANTA RETTANGOLARE O CIRCOLARE) HANNO UN PROPRIO INTRINSECO SIGNIFICATO CHE CORRISPONDE A DEI GUSTI ESTETICI. SU QUESTI CONCETTI BASILARI SI POSSONO FONDARE IN SEGUITO ALCUNE NOZIONI GEOGRAFICHE E TOPOGRAFICHE, MATEMATICHE, GEOMETRICHE, TECNICOSCIENTIFICHE, ARCHITETTONICHE. IN CONCLUSIONE, MI SI CONSENTA QUEST’ULTIMA CONSIDERAZIONE SULLE POTENZIALITÀ SCOLASTICHE DI UN ALLIEVO NON VEDENTE RIGUARDO AL DISEGNO E ALLA COMPRENSIONE DELL’OPERA PITTORICA. IL CIECO PUÒ ESSERE MESSO IN CONDIZIONE DI “COGLIERE NELL’AMMASSO CONFUSO CHE SPESSO SI PRESENTA AL TATTO, NEL TOCCARE, GLI ELEMENTI UTILI PER UNA RIPRODUZIONE FIGURATIVA PUNTEGGIATA DELLA REALTÀ ESAMINATA”. NATURALMENTE NON SI POSSONO PRETENDERE LA SFUMATURA DEL DISEGNO E IL CORRETTO ABBINAMENTO CROMATICO. ANCORA PIÙ COMPLESSA È LA NOZIONE DI PROSPETTIVA CHE, “SEBBENE POSSA ESSERE REALIZZATA NEL DISEGNO PUNTEGGIATO, SU GUIDA ED INDICAZIONE DI CHI VEDE, NON RISULTERÀ CHIARA AL PRIVO DELLA VISTA ESSENDO QUESTA UNA RAPPRESENTAZIONE GEOMETRICA DELLE FORME E DELLE DISTANZE, ATTA A DARE L’ILLUSIONE DEL RILIEVO E DELLA PROFONDITÀ E, QUINDI, PERCEPIBILE SOLTANTO DAL SENSO VISIVO”.(9) NON SONO ANCORA STATI INVENTATI DEGLI STRUMENTI UTILI PER CONSENTIRE LA VISIONE DELLE IMMAGINI, NEPPURE DI QUELLE VIRTUALI RIPRODOTTE DAL COMPUTER. SAREBBE AUSPICABILE LA MESSA A PUNTO DI UN PROGRAMMA CHE RIUSCISSE A DESCRIVERE LE FOTOGRAFIE ED I DISEGNI. L’UNICO TENTATIVO CHE È STATO FATTO DAGLI 5 OPERATORI DEL MUSEO BOLOGNESE È STATO QUELLO DI RIPRODURRE IN RILIEVO, IN FORMA TRIDIMENSIONALE, IL DISEGNO DI ALCUNE DELLE OPERE PITTORICHE PIÙ CELEBRI DELLA STORIA DELL’ARTE. PAOLO GUALANDI E ROBERTA SECCHI (10), NEL SITO INTERNET DEL MUSEO DI BOLOGNA, ESPRIMONO CON EFFICACIA LE MODALITÀ DI LETTURA DI UN DIPINTO: “SULLA BASE DEI PRESUPPOSTI DI NEUROFISIOLOGIA DELL'APPRENDIMENTO […], L'ASSOCIAZIONE SCUOLA DI SCULTURA APPLICATA DI BOLOGNA HA STUDIATO UN METODO DIDATTICO-RIABILITATIVO VOLTO A RENDERE ACCESSIBILE AI NON VEDENTI E IPOVEDENTI LA COMUNICAZIONE VISIVA MEDIANTE PERCEZIONE TATTILE E COGNIZIONE MENTALE DELLE FORME DI RAPPRESENTAZIONE DELLE IMMAGINI. IL METODO SI BASA SULLA LETTURA TATTILE DI IMMAGINI ARTISTICHE TRADOTTE IN BASSORILIEVI; QUESTI ULTIMI, STUDIATI E REALIZZATI NEL RISPETTO DI RAPPORTI SPAZIALI CHE SIMULANO L'ESPERIENZA VISIVOPROSPETTICA, PERMETTONO AL NON VEDENTE DI ENTRARE IN CONTATTO CON UN MONDO DOMINATO TANTO DA OGGETTI ISOLATI QUANTO DA VEDUTE D'INSIEME. NEL TRASFORMARE LA VISIONE RETINICA IN PERCEZIONE APTICA, I RILIEVI UTILIZZATI, STUDIATI E PERFEZIONATI NEI LORO CARATTERI COSTITUTIVI, SI PRESENTANO CON CONTORNI E VOLUMI DESTINATI A SOLLECITARE NEL NON VEDENTE LA COGNIZIONE MENTALE DI UNA REALTÀ RAPPRESENTATA PLASTICAMENTE”. “PER RAGIONI DI CORRETTEZZA METODOLOGICA ED EFFICACIA DI LETTURA, LA PERCEZIONE TATTILE E VISIVA DELL’OPERA IMPONE CHE SI SCELGA UN PUNTO DI PARTENZA PRIVILEGIATO, INTERNO, GIUDICATO IDEALE IN RELAZIONE ALLA STRUTTURA COMPOSITIVA DELL’IMMAGINE E ALLE LINEE DI FORZA CHE LA RIGUARDANO. LA LETTURA TATTILE PROGRESSIVA DELL’OPERA PREVEDE CHE SI INDIVIDUI UN PERCORSO COGNITIVO GLOBALE, RELATIVAMENTE SINTETICO, IN GRADO DI ACCOMPAGNARE L’IPOVEDENTE E IL NON VEDENTE NELLA SELEZIONE E CORRELAZIONE DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI COSTITUENTI L’IMMAGINE PITTORICA TRASPOSTA IN RILIEVO. LA FINALITÀ DELLA LETTURA PROGRESSIVA, SIA FORMALE CHE CONTENUTISTICA, DAL GENERALE AL PARTICOLARE, QUINDI DALLA SINTESI ALL’ANALISI, È FUNZIONALE ALLA COMPRENSIONE TOTALE ED EQUILIBRATA DEL DIPINTO”. “DA UN PUNTO DI VISTA DIDATTICO E TERAPEUTICO, IL RAPPORTO TATTILE CON I BASSORILIEVI TECNICI - CORRISPONDENTI PER FORME E VOLUMI A DIPINTI STORICI O A SPACCATI DI RELTÀ FAMILIARI AL NON VEDENTE E ALL'IPOVEDENTE - COADIUVATO DA LEZIONI TEORICHE SIMULTANEE ALL'ESERCIZIO APTICO E DALLA LETTURA DI SCHEDATURE DEI SOGGETTI RAPPRESENTATI, TRADOTTE IN LINGUAGGIO BRAILLE, CONSENTE AL NON VEDENTE DI COMPRENDERE PIÙ APPROFONDITAMENTE LA NATURA STILISTICO-FORMALE E CONTENUTISTICA DELLE IMMAGINI. ANCHE IN QUESTO CASO L'USO DI UN LINGUAGGIO EVOCATIVO, ANALOGICO E SINESTESICO, È CONDIZIONE INDISPENSABILE E DECISIVA PER LA RIUSCITA DELLA COGNIZIONE DELLA FORMA. L'IMPORTANZA DELLA SINESTESIA È ESTREMA IN UNA OPERAZIONE COME QUESTA, IN CUI PUÒ VERIFICARSI UNA SINERGIA TRA TECNICA SCULTOREA E TECNICA DIDATTICO-VERBALE. VEICOLARE I CONTENUTI DELLE FORME MEDIANTE UN LINGUAGGIO CHE RISVEGLI STATI D'ANIMO E DIMENSIONI EMOZIONALI CHE SUSCITANO UNA LETTURA PERSONALE DELLA REALTÀ MUOVENDO DA ESPERIENZE PERCETTIVE MIRATE, SIGNIFICA PORTARE IL NON VEDENTE VERSO UNA RICCHEZZA IMMAGINATIVA E UNA CAPACITÀ DI COLLEGAMENTO CHE PUÒ APPROSSIMARLO ALLA CONOSCENZA DI UNA REALTÀ VISIVA NON ACCESSIBILE ALTRIMENTI”. IL PIANO DI GOMMA, LA SCULTURA E LA MANIPOLAZIONE DELLA CRETA SONO SOLO ALCUNI DEGLI APPROCCI POSSIBILI PER ACCOSTARE IL NON VEDENTE ALL’ARTE. I DOCENTI DI SOSTEGNO DEVONO PERTANTO CERCARE IN VARIO MODO DI COLLABORARE CON GLI INSEGNANTI DI MATERIE ARTISTICHE PERCHÉ LE POSSIBILITÀ DI INTUIZIONE, FRUIZIONE E DI REALIZZAZIONE DI UN’OPERA, DI UN MANUFATTO O DI UN ELABORATO NON POSSONO PIÙ ESSERE NEGATE A CHI NON VEDE. L’ARTE È UN MEZZO STRAORDINARIO E MERAVIGLIOSO DI ESPRESSIONE E DI COMUNICAZIONE ED È UN EFFICACE STRUMENTO DI FORMAZIONE UMANA, DI AFFINAMENTO DEL GUSTO E DELLA SENSIBILITÀ ESTETICA. NOTE A.VISALBERGHI, JOHN DEWEY, LA NUOVA ITALIA ED., FIRENZE, 1951. IBIDEM, PP.44-77. (AVVERTIAMO CHE RIMANDIAMO AL TESTO PER LE NOTE). IBIDEM, P. 67. IBIDEM, P. 76. IBIDEM, P. 81. IBIDEM, P. 90 E SEGUENTI. IBIDEM, P. 11 E SEGUENTI. L.BORGHI, IL FONDAMENTO DELL’EDUCAZIONE ATTIVA, LA NUOVA ITALIA ED., FIRENZE, 1962. F. 6 DE BARTOLOMEIS, INTRODUZIONE ALLA DIDATTICA DELLA SCUOLA ATTIVA, LA NUOVA ITALIA ED. , FIRENZE, 1954. F. DE BARTOLOMEIS, INTRODUZIONE ALLA DIDATTICA DELLA SCUOLA ATTIVA, LA NUOVA ITALIA ED. , FIRENZE, 1954. E. CEPPI, I MINORATI DELLA VISTA. STORIA E METODI EDUCATIVI, IN “COLLANA MEDICO -PSICO-PEDAGOGICA” DIRETTA DA GIOVANNI BOLLEA, ARMANDO EDITORE, PAGG. 43-44, 95-118, 126-133, 192-203, 157-160 (PER I METODI E I PROGRAMMI DI INSEGNAMENTO, SOPRATTUTTO NELLE SCUOLE MEDIE E SUPERIORI; PER LA DIDATTICA DI ALCUNE DISCIPLINE, SOPRATTUTTO DI QUELLA LEGATA AL DISEGNO E ALLA GEOGRAFIA; PER LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO E PER I SUSSIDI DIDATTICI). SI VEDANO INOLTRE LE NUMEROSE DISPENSE E I MATERIALI DIDATTICI PROPOSTI DAL MUSEO OMERO DI ANCONA. INFINE SEGNALIAMO M. ALLIEGRO, L’EDUCAZIONE DEI CIECHI. STORIA, CONCETTI E METODI, COLLANA MEDICO PSICO PEDAGOGICA DIRETTA DA GIOVANNI BOLLEA, ARMANDO EDITORE, PAGG. 44, 62-66 (CFR. ANCHE ALLEGATI SUI SUSSIDI DIDATTICI). P. GUALANDI - R. SECCHI, SITO INTERNET DEL MUSEO DI BOLOGNA PRESSO L’ISTITUTO CAVAZZA. PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI SI RIMANDA AL SITO E ALLE SEGUENTI PUBBLICAZIONI SULL’ARGOMENTO: NISE NEWSLETTER N. 20 - MARZO 2003- NISE MARZO 2003 DI OOUCHI SUSUMU; IL RESTO DEL CARLINO - 9/9/1999 - VEDERE E CAPIRE I QUADRI? BASTA TOCCARLI DI PATRICK COLGAN; LA REPUBBLICA - 09/09/1999 - CHE PIACERE SE AL MUSEO S’ACCAREZZA LA GIOCONDA DI MARINA AMADUZZI; IL RESTO DEL CARLINO - 4/9/1999 - IL PRIMO MUSEO D'ARTE PER CIECHI DI ROMY GRECO; IL RESTO DEL CARLINO - 12/04/1999 - I NON VEDENTI AVRANNO IL MUSEO TATTILE DELL’ARTE DI VITTORIA CALABRI; IL RESTO DEL CARLINO - 14/12/1996 HANDICAP: ORA L’ARTE SI "LEGGE" CON LE DITA DI EVA BENINI; IL RESTO DEL CARLINO 30/05/96 - CORSO AL "CAVAZZA": FAMOSI DIPINTI IN RILIEVO PERCHÉ I NON VEDENTI POSSANO "TOCCARE" L’ARTE DI ANDREA ROPA; LA REPUBBLICA - 30/05/1996 - PER I NON VEDENTI UN CORSO SPECIALE: E’ UN’OPERA D’ARTE, SI PREGA DI TOCCARE; L’UNITÀ - MATTINA - 30/05/96 - UN PROGETTO DEL CAVAZZA E DELLA SCUOLA DI SCULTURA - QUANDO L’ARTE È DA TOCCARE: QUADRI D’AUTORE RIPRODOTTI IN BASSORILIEVI AD USO DEI NON VEDENTI - "L’OBIETTIVO È CREARE STRUTTURE PARALLELE IN OGNI MUSEO ITALIANO" DI FRANCESCO ZUCCHINI 7